SPAI News 2014/2015

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SPAI News 2014/2015
Locarno
SPAINEWS
Disegno di Nadine.
SCUOLA PROFESSIONALE ARTIGIANALE INDUSTRIALE
Via alla Morettina 3, 6601 Locarno
Tel. +41 91 756 11 11 - Fax +41 91 756 11 19
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Numero 4
Anno scolastico 2014-2015
Sondaggio
Indice
Editoriale
1
Direzione
2
DECS
5
DFP
8
L’ospite
11
Interviste
13
Formatori in azienda
18
Responsabili d’area
22
Maturità professionale tecnica
32
Mediateca
34
Mediazione
35
Formazione continua
40
Orientamento scolastico e professionale 42
IUFFP
47
Progetti didattici
51
Incontri in Mediateca
62
Contributi docenti
64
Contributi allievi
70
Contributi ex allievi
72
Contributi diversi
73
Sugli scudi
76
SSMT
81
Gite e uscite di studio
89
Giornate sportive
97
Eventi e manifestazioni
101
SwissSkills
106
Progetto Romania
111
Chia siamo
114
Statistiche
115
Allievi, docenti e collaboratori
120
Sondaggio
Soddisfazione apprendisti e studenti
I risultati
del rilevamento
Nel 2014-‘15 sono stati 463 gli apprendisti e studenti (il 70% ca. del totale) che si sono espressi sull’andamento della scuola: dalla Direzione
all’Amministrazione, dalla didattica alle infrastrutture, dalle relazioni con i compagni alla Mediateca, ecc. L’esito ricalca grossomodo quello
degli anni precedenti, da considerare sostanzialmente positivo.
L’obiettivo minimo (o soglia) d’inizio anno, fissato dal nostro sistema all’80% (con un giudizio dal buono all’ottimo), è stato raggiunto e
superato con un + 8.2% (pari all’88.2%, l’anno
precedente era dell’88.5%). Le valutazioni delle singole Aree professionali vanno da un minimo dell’83.3% (Impiantistica) a un massimo del
93.1% (Nuove tecnologie). In nessun settore si è
scesi sotto la soglia minima, anzi: anche se due
Aree (Parrucchieri e Maturità) hanno registrato
un risultato inferiore all’anno precedente, tutte
sono rimaste ben al di sopra dell’obiettivo minimo. Infine sottolineiamo anche quest’anno con
piacere che non sono state segnalate disfunzioni gravi, e che le misure correttive intraprese
hanno dimostrato la loro efficacia.
In conclusione torniamo a dire, come già abbiamo fatto in passato, che il merito di questi
risultati è di tutte le componenti della scuola,
che può funzionare a dovere solo se tutti lavorano con impegno e responsabilità puntando
a obiettivi condivisi. Il nostro è un settore nel
quale ogni giorno siamo chiamati a dare di più,
in termini professionali ma pure sociali e relazionali: i risultati del sondaggio svolto fra i nostri
allievi ci dicono che siamo sulla buona strada.
3ª di copertina
In copertina: il Centro professionale di Locarno
visto dai Monti (foto Claudio Zaninetti)
Michel Candolfi, Vicedirettore
Le domande del questionario
Impressum
Editore:
Redazione:
SPAI Locarno
Michel Candolfi, Mauro Euro, Claudio Zaninetti
Concetto grafico:Michel Candolfi, Mauro Euro, Tipografia Poncioni SA - Losone
Stampa: Tipografia Poncioni SA - Losone
1. Gli obiettivi d’inizio anno sono stati raggiunti e concordano con l’attività svolta? (confronto tra programma scolastico pianificato e svolto).
2. Gli insegnanti sono stati chiari nello svolgimento del
programma?
3. C’è stata disponibilità e sostegno degli insegnanti?
4. Com’è il clima nella classe? (relazione con i compagni)
5. Com’è il rapporto con gli insegnanti?
6. Come valuti la qualità e quantità della documentazione didattica ricevuta?
7. Qual è l’interesse per l’attività scolastica svolta?
8. Le infrastrutture, le apparecchiature e le aule (efficienza, manutenzione, pulizia ecc.) sono adeguate?
9. L’organizzazione generale (direzione, segreteria,
mediateca, portineria, ecc.) risponde alle esigenze
della scuola?
Alle domande si poteva rispondere con ottimo, buono,
sufficiente, insufficiente o non lo so. Si dà all’apprendista la possibilità di aggiungere osservazioni o proposte:
pochi hanno fatto uso di questa opportunità.
Editoriale
1
Cari lettori,
quello che stiamo mandando agli
archivi con questo quarto numero
di SPAI News, mentre sta per concludersi l’anno scolastico 2015-’16,
è l’anno scolastico... 2014-’15. Il mio
più grosso cruccio – condiviso, immagino, dai miei colleghi di redazione – sta proprio qui. Vorremmo davvero riuscire a pubblicare il nostro
bollettino molto prima: personalmente, vorrei tanto arrivarci entro
l’anno solare, per farne una sorta di
strenna natalizia...
... ma finora non è stato possibile.
Fra la raccolta dei materiali scritti
(che dura sempre tantissimo, per
svariate ragioni che non è il caso di
analizzare qui), la loro correzione,
uniformazione e titolatura, la scelta
delle immagini, la composizione grafica e le esigenze tecniche di stampa,
i mesi corrono e i tempi di produzione si dilatano. Settembre, poi, vola
già di suo, con tutta la burocrazia
d’inizio anno. In ottobre se non hai
fatto almeno una verifica per classe
significa che sei già in ritardo. Per
novembre devi aver fatto almeno la
seconda. Dicembre, scolasticamente parlando, è già monco di default.
Poi in gennaio parte già il nuovo
semestre e tutti hanno altro per la
testa. Portare avanti la redazione di
SPAI News diventa allora, più che una
corsa contro il tempo, uno slalom
fra gli impegni che già ci sono, tutti assillanti. O se preferite una gara
a ostacoli, che non mancano mai:
come postulato dalla ben nota legge
di Murphy, che nel giornalismo trova
terreno fertile, se qualche impiccio
potrebbe accadere... state certi che
accadrà.
Insomma, non è per accampar scuse, ma anche quest’anno ci presentiamo a voi solo in primavera.
Perdonateci. Ma davvero è difficile
far meglio: parliamo di una rivista di
oltre cento pagine, di grande formato, interamente a colori, che raccoglie contributi interni (coinvolgendo
tutte le componenti della nostra
scuola) ma anche esterni, e che per
sua stessa natura ha una lunga gestazione. Faremo comunque tutto il
possibile per migliorare!
Sui contenuti di questo numero di
SPAI News non mi soffermo: viaggiano in parallelo coi contenuti – come
sempre ricchissimi e multiformi –
dell’anno scolastico, e per questi
rinvio alle riflessioni del direttore
(che trovate alla pagina seguente).
Voglio solo segnalare con piacere la
presenza sempre sostanziosa della nostra coinquilina, la Scuola superiore
medico-tecnica, con
la quale condividiamo ben più che
qualche spazio comune: le sue pagine – che abbiamo
voluto bordate di
blu, per essere subito riconoscibili – sono
un arricchimento per la
nostra rivista ma anche un segnale di vicinanza lungo un cammino comune. È una presenza, quella
della SSMT, che ci rallegra e che confidiamo possa ampliarsi in futuro.
Mauro Euro
Redattore
SPAI
Locarno
Direzione
2
Direzione
E dire che siamo
solo all’inizio!
Anche quest’anno è caratterizzato
da molte attività: in questo scritto
ne citerò solo alcune, invitando il
lettore a leggere i contributi specifici all’interno di questo numero. Sul
piano istituzionale è giusto ricordare il grande e ottimo lavoro svolto
dal gruppo di docenti di Maturità
nel preparare il Piano di istituto sulla
base della nuova Ordinanza sulla Maturità, che molte novità ha introdotto rispetto alla versione precedente.
È stato un lavoro lungo e complesso,
sia per i contenuti sia sul piano organizzativo.
Per quanto attiene alle nuove Ordinanze siamo «a cavallo», nel senso
che abbiamo lasciato alle spalle tutti i vecchi e gloriosi Regolamenti e
stiamo cavalcando verso nuovi orizzonti, quelli tracciati per l’appunto
dalle Ordinanze e dai relativi Piani di
formazione. Questo periodo iniziale
è caratterizzato soprattutto da movimenti di assestamento. È la fase
di collaudo delle novità, che porteranno a breve termine a qualche
correzione di tiro, non certamente
a scombussolamenti. Anche perché il più è fatto. Altrimenti detto,
il passaggio Regolamenti-Ordinanze
è stato gestito con profitto, senza
troppe sofferenze.
Biennale:
un’opportunità
Un tema che vorrei toccare è l’introduzione della formazione biennale. Biennale che ancora fatica ad
acclimatarsi e, conseguentemente,
ad essere pienamente accettato. È
SPAI
Locarno
bole triennale (o quadriennale), che
si è trascinato per anni tra aule, laboratori, cantieri o officine, magari
soffrendo le pene dell’inferno, e che
– spesso e (non) volentieri – si troverà confrontato con ostacoli troppo
grandi per lui, con i rischi personali
e professionali che tutti noi possiamo ben immaginare. Vogliamo un
giovane sereno e appagato, dentro
e fuori, oppure un giovane scornato,
amareggiato, ripiegato su di sé, con
tutti i pericoli che questo stato d’animo comporta? La risposta non può
essere che una sola. E allora, a buon
intenditor…
Porte sempre aperte
Ospiti internazionali in visita alla nostra sede: si tratta di una classe del progetto
In-Lav di SOS Ticino.
ritenuto ancora – a torto – un percorso di serie B, invece di considerarlo per quello che è: un’opportunità. Opportunità per quei giovani
che non amano – per tutta una serie
di ragioni, che non è il caso di star
qui a sondare – la scuola, e che da
questa esperienza spesso hanno
raccolto poche soddisfazioni, magari solo biasimi e umiliazioni, ma
che sono capaci e molto bravi nella
pratica, nel fare. Vogliamo negare
che vi siano giovani con apprezzabile manualità, ma con qualche difficoltà nella teoria e nello «stare in
aula»? Non vogliamo dare loro l’opportunità di realizzare un progetto
di vita, di imparare una professione
e di guadagnarsi da vivere? È giusto
negare l’evidenza, insistendo e «diabolicamente» perseverando in una
direzione (triennale o quadriennale)
con il rischio di perpetuare gli errori del passato, con l’esito che tutti
possiamo immaginare (umiliazioni,
fallimenti agli esami)? La risposta è
no! Ed è per questo che occorre riconoscere nel biennale una chance
– in taluni casi, l’unica – e non uno
smacco. E per far ciò occorre aprire
gli occhi e alzare lo sguardo oltre il
proprio naso. Occorre un cambiamento di mentalità, soprattutto da
parte di chi ha la responsabilità nella
scelta professionale. Da parte della
scuola, delle famiglie, delle aziende
formatrici… delle associazioni professionali. È essenziale che anche
quest’ultime (alcune, non tutte) se
ne facciano una ragione e si facciano promotrici presso i loro aderenti, perlopiù costituiti da aziende. Le
autorità scolastiche già fanno molto.
Ritengo che uno sforzo maggiore
potrebbe venire dal settore delle
imprese, nella certezza che è meglio
un buon biennale – con apprezzabili
risultati teorico-pratici – che un de-
Promozione della sede e della formazione professionale: su questo
piano la nostra scuola sta lavorando
piuttosto intensamente. In particolare verso le Scuole medie. Infatti
con l’Ufficio di orientamento (UOSP)
organizziamo pomeriggi di «porte
aperte» sia per gli insegnanti in abilitazione presso il DFA della SUPSI, sia
per gli allievi e i genitori interessati
alle nostre professioni.
Il pomeriggio per gli allievi – con l’anno prossimo, se ne prevederanno
più di uno e saranno aperti a tutte
le SMe del Cantone – è strutturato
in quattro parti: la prima, plenaria,
è dedicata alle presentazioni della
formazione professionale e del nostro istituto; la seconda è la visita a
una lezione, preferibilmente di materie tecniche perché più aderenti alle specifiche professioni, senza
con questo escludere a priori quelle di Cultura generale o di Maturità
professionale; la terza parte, quella
secondo noi più pregnante, è l’incontro «tra pari» – organizzato a piccoli gruppi – tra gli allievi di SMe e gli
apprendisti, in cui gli uni rispondo
alle domande degli altri e viceversa;
infine la quarta e ultima parte, plenaria, in cui ci si trova tutti assieme
per una sintesi del pomeriggio e le
conclusioni finali. Siamo convinti che
l’incontro «tra pari» (la terza parte) sia
una modalità efficace per far passare
alcuni messaggi importanti. Intanto
lo scambio avviene tra coetanei, in
un’organizzazione spaziale informale (in cerchio) che dovrebbe facilitare lo scambio. Scambio mediato da
un linguaggio comune e spontaneo,
rispetto a quello scolastico più allineato e istituzionale. Questi tre elementi creano le condizioni migliori
per «tirar fuori» tutto quello che si ha
dentro in termine di domande e risposte, di curiosità, di esperienze, al
fine di far emergere i punti forti del
tirocinio, rispetto ad altri percorsi del
dopo Scuola media, e le opportunità
che esso stesso offre a chi vorrà proseguire negli studi.
Allievi agli onori
SwissSkills 2014. È un evento importante cui la SPAI Locarno non ha
voluto rinunciare. È in assoluto la
prima edizione ed ha avuto luogo in
settembre a Berna. Vi ho partecipato io stesso accompagnando alcune
classi. Ho voluto essere presente per
almeno tre ragioni: primo, perché
è una vetrina importate per la formazione professionale e per i giovani che stanno ultimando la scuola
dell’obbligo e devono decidere che
cosa fare da grandi (è un invito alle
Suole
medie,
perché in futuro
portino le classi);
secondo, perché
l’edizione 2014 è
entrata nella storia come prima
edizione svizzera
(infatti EuroSkills
e WorldSkills, rispettivamente la
stessa rassegna a
livello europeo e
mondiale, sono
3
una realtà consolidata già da qualche
anno); terzo, perché vi hanno partecipato quali concorrenti quattro nostri apprendisti. Non sono arrivati nei
primi tre e non hanno vinto premi
particolari, certo, ma per noi sono
comunque dei vincitori. Vincitori per
l’intraprendenza nell’essersi messi
in gioco e nell’aver svolto una prova di tutto rispetto, eseguita sotto lo
stress dato dalla presenza di giudici
competenti, severi e con lo sguardo
costantemente incollato su di loro.
Indubbiamente non è stato facile.
Complimenti a Danilo (Decristophoris, installatore di sistemi di refrigerazione), Davide (Vanoni, informatico) e Joël (Molin-Pradel, installatore
di riscaldamenti). Siete stati grandi.
Come grande, anzi grandissimo!, si è
dimostrato Mattia Dellamora. Mattia
si è diplomato quale mediamatico ed
è balzato agli onori della cronaca per
il suo LIP (Lavori di produzione individuale). Il LIP è un lavoro d’esame determinante, che condensa in un unico documento quanto appreso nella
pratica (azienda formatrice e corsi
interaziendali) e a scuola. Quest’anno Mattia si è aggiudicato con questa sua fatica il primo premio (ripeto,
p-r-i-m-o premio) a livello svizzero,
superando una numerosa e agguerrita concorrenza. Per capire il valore
di questo successo, ricordo che i LIP
SPAI
Locarno
Direzione
4
DECS
Ovviamente, di tutto quello che
ho scritto, potete trovare i dettagli
all’interno di questo numero di SPAI
News.
Una scuola aperta
Mattia Dellamora sollevato dalla classe dei Mediamatici del terzo anno. Con loro gli insegnanti
Gabriele Cicek (secondo da sinistra) e Luca Peduzzi (a destra).
in lizza erano più di 2mila e raggruppavano le professioni del Mediamatico e dell’Informatico. Scusate se è
poco. Credo che anche in questa circostanza la nostra sede, come pure
la Svizzera italiana, si siano tolte una
bella soddisfazione.
Progetti a 360 gradi
I progetti. Quest’anno ne sono stati
sviluppati sette, che hanno toccano più ambiti del sapere – le conoscenze tecniche, le lingue, la storia
e le scienze, l’ambiente e l’ecologia,
il teatro e altre ancora – coinvolgendo direttamente o trasversalmente
varie aree professionali: la Cura del
corpo, l’Impiantistica, le Nuove tecnologie, la Maturità e così via. Senza
nulla togliere agli altri progetti, in
questa occasione vorrei ricordarne
due. Il primo è ProSanDi, che sta per
Progetto Sanitari in Difficoltà, con il
quale un gruppo interdisciplinare di
insegnanti vuole affrontare l’annoso problema della motivazione delle
classi degli Installatori di impianti sanitari all’attività scolastica. Motivazione
(mediamente bassa) che condiziona
non poco, e in negativo, la partecipazione e il comportamento. A ciò va
SPAI
Locarno
aggiunto che spesso sono classi numerose. Con questo progetto, e l’accompagnamento di uno specialista
nell’ambito
didattico-pedagogico,
si vuole sviscerare maggiormente il
problema, così da approntare misure
d’intervento in aula in grado di superare o bypassare gli effetti di questi
ostacoli. A tutto vantaggio della qualità dell’insegnamento e del successo
scolastico del giovane.
SNOOD, invece, è un progetto che
coinvolge i docenti dei Parrucchieri e ha lo scopo di avvicinare ancor
di più e in modo continuativo i tre
luoghi della formazione: la scuola,
i corsi interaziendali e i saloni. Nella
convinzione che una maggiore vicinanza tra queste componenti – altrimenti detto «lavorare in rete per una
migliore formazione» – può essere
di giovamento per tutti ed è il modo
più efficace, anche se talvolta piuttosto oneroso, di utilizzare le risorse
disponibili.
Questi due progetti sono in una fase
avanzata di sperimentazione e, prossimamente, potranno entrare «in
produzione» in modo tale che quanto di buono emergerà potrà essere
implementato, apportando i benefici effetti che ci si attende.
Concludo ricordando l’idea a me
cara di «scuola aperta», che si attaglia piuttosto bene alla nostra sede.
Aperta nell’affrontare una molteplicità di tematiche e nell’organizzare
attività di vario genere (il fil rouge de
«La scuola al centro del villaggio» ne
è un bell’esempio).
Aperta a chi volesse farci visita, per
conoscerci, per sapere chi siamo, che
cosa facciamo e come lavoriamo. Magari solo per curiosità. Di quest’anno, vorrei in particolare ricordare la
visita del 2 dicembre di una classe
di rifugiati e di richiedenti l’asilo del
progetto In-Lav di SOS Ticino. Siriani,
Eritrei, Afghani… che dopo la visita
alla città di Locarno hanno fatto tappa da noi. A loro va il nostro grazie
per averci pensato (e l’hanno fatto
con autentico entusiasmo): e complimenti anche all’insegnante, che
ha avuto questa bella e apprezzata
idea. Chissà che qualcuno di loro, in
un domani non troppo lontano, possa essere un nostro apprendista. Non
sarebbe il primo caso.
Aperta a tal punto che quest’anno
una classe di Parrucchieri – nell’ambito del progetto di scambio con il
Liceo professionale di Buzau (Romania), che ha mosso i primi passi una
decina di anni fa grazie all’iniziativa
di ECER (ONG che aiuta i bambini rumeni) e CoiffureSuisse Sezione unica
Ticino – ha raggiunto il delta del Danubio, specchiandosi nelle buie acque della Marea Neagra˘ (Mar Nero).
Chi mai l’avrebbe immaginato, solo
qualche lustro fa? E dire che siamo
solo all’inizio!
Claudio Zaninetti
Direttore
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Che valore dare
alla formazione
professionale?
Uno schietto scambio di opinioni
con il consigliere di Stato Manuele Bertoli
Il consigliere di Stato Manuele Bertoli, nel suo giro di visite alle scuole del Cantone, il 26 settembre 2014 ha incontrato
la Direzione e i docenti del nostro istituto. Per l’occasione è stato preparato il documento riportato qui di seguito,
letto da Raffaele Scolari, nel quale alcuni docenti hanno voluto condividere alcune riflessioni e preoccupazioni.
Il direttore del DECS è entrato nel merito di ogni questione sollevata e, nel limite del possibile, ha risposto sia alle domande contenute nel testo presentato sia ad altre poste da diversi colleghi. L’impressione generale al termine dell’incontro era che da parte del Consigliere di Stato vi è un’effettiva disponibilità non solo all’ascolto di quanto i docenti
del nostro settore hanno da dire, ma anche a conoscere meglio la complessa realtà della formazione professionale.
In questo senso è da intendere il suo invito a presentare in forma scritta proposte concrete di miglioramento del
servizio, come pure a segnalare problemi e situazioni di disagio.
Il direttore del DECS Manuele Bertoli fra il dir.
Claudio Zaninetti e Silvia Gada, capo dell'Ufficio della formazione industriale, agraria, artigianale e artistica
«Signor consigliere di Stato,
credo che tutti i presenti siano concordi nel valutare
molto positivamente la sua decisione di incontrare il corpo docenti e la Direzione dei singoli istituti scolastici. Da
quanto ci hanno riferito alcuni colleghi di altre scuole, non
si tratta di una sorta di vista pastorale, bensì di un incontro volto a “sentire il sentire” di chi opera nell’istituzione
scolastica, a rispondere a interrogativi
e a raccogliere suggerimenti. Si tratta
sicuramente di una novità assoluta.
Non per meriti particolari, ma semplicemente perché sono un docente
per così dire di lungo corso, i colleghi
mi hanno incaricato di fare una breve
introduzione all’incontro e di sintetizzare alcuni temi e problemi sui quali
poi i vari responsabili d’area ed anche
singoli docenti interverranno nel seguito. Ho quindi preparato una breve scheda riassuntiva,
condita con un paio di osservazioni personali che spero
non risulteranno peregrine.
Il primo tema riguarda il valore della formazione professionale. Com’è noto, il nostro è un Cantone ad elevato
tasso di licealizzazione. Il minor valore attribuito alle professioni un tempo dette manuali rispetto a quelle intellettuali ha una lunga storia. Fino all’alba dell’epoca moderna,
SPAI
Locarno
DECS
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l’artigiano godeva di scarsa considerazione e addirittura
era sovente disprezzato. Nella storia del pensiero, il primo
a mettere in dubbio questo paradigma fu Nicola Cusano,
filosofo-cardinale-diplomatico vissuto nel Quattrocento,
che in un famoso dialogo alla figura del dotto scolastico
contrappone quella dell’idiota, ossia dell’uomo che parla
con un idioma semplice, per l’appunto l’artigiano. Questi, al dotto aristotelico che asserisce che la produttività
dell’uomo discende dall’imitazione della natura, risponde
che “le forme essenziali di cucchiai, scodelle e pentole
sono prodotte essenzialmente dall’arte dell’uomo”, ossia
non per imitazione bensì per invenzione. Sarebbe un discorso molto lungo e complesso, che ovviamente non è
il caso di sviluppare in questa sede. Solo en passant si può
osservare che oggi il discorso sulla produttività non verte
più su cucchiai e scodelle, e che le differenze fra lavoro
intellettuale e lavoro manuale sono andate via via sfumandosi e a volte anche annullandosi. Ciò che qui importa rimarcare è che la formazione professionale continua
a essere non eccessivamente attrattiva – non da ultimo in
ragione di scelte strutturali di politica scolastica. La SPAI di
Locarno è una scuola molto attiva su più fronti, ma forse
occorrerebbe pensare al modo di ampliare la sua offerta
formativa. Non si tratta qui di fare la solita rivendicazione
territoriale, nondimeno riteniamo giusto che anche nel
Locarnese, nel settore della formazione artigianale e industriale, sia assicurata un’offerta di alto livello. Per esempio, visto che il nostro istituto è un centro di competenza
per le nuove tecnologie, dovrebbe essere valutata la possibilità di arricchire o completare la sua offerta di percorsi
formativi con una scuola superiore, come è il caso per la
Scuola medico-tecnica. In questo ordine di idee rientra
anche la questione dell’autonomia degli istituti di formazione, che probabilmente andrebbe ripensata.
Riguardo al tema delle differenze fra i profili formativi,
un’ultima brevissima annotazione. Il diverso apprezzamento della formazione professionale rispetto a quella
liceale si rispecchia anche nel diverso trattamento salariale: a parità di formazione, infatti, un docente di scuola
professionale riceve un salario inferiore al docente di liceo. Ma questa è una questione sindacale.
Il secondo tema concerne il numero di allievi per classe.
Alcuni anni fa vi è stata una “stretta”, nel senso che anche la nostra scuola è stata costretta ad accorpare classi di formazioni diverse e in genere a formare classi più
numerose. Ciò ha indubbiamente effetti negativi sulla
qualità dell’insegnamento, in particolare nelle classi con
allievi che per tutta una serie di ragioni dispongono di un
capitale culturale piuttosto limitato. Qui chiediamo maggiore disponibilità e attenzione. Non per fare i calcoli della serva, ma ove si consideri che allo Stato un apprendista
SPAI
Locarno
DECS
7
«La scelta maggioritaria
per i ragazzi
che finiscono la Scuola media»
costa molto meno (circa un terzo) rispetto a un allievo di
scuola a tempo pieno, riteniamo che soprattutto in certi
curricoli formativi una riduzione del numero di allievi per
classe sia, oltre che auspicabile, senz’altro ragionevole e
sostenibile.
Terzo tema: i corsi di abilitazione e di aggiornamento
allo IUFFP. Parecchi docenti si lamentano per il fatto che
spesso i formatori dell’istituto hanno una conoscenza
della realtà scolastica molto approssimativa. Forse sarebbe il caso, come pare avvenga nella Svizzera tedesca, di
reclutare i formatori, o comunque in numero maggiore,
fra i docenti delle scuole professionali.
Quarto tema: il sovraccarico di compiti e una certa burocratizzazione della professione di docente. Qui non
è facile quantificare e dare indicazioni precise, ma è indubbio che negli ultimi decenni il ruolo del docente abbia conosciuto importanti trasformazioni, con notevole
aumento dei compiti e delle sollecitazioni (in termini di
mansioni amministrative e di competenze didattiche,
sociali, psicologiche, ecc.).
Da ultimo la questione dell’offerta di posti di tirocinio.
Le difficoltà nel reperire datori di lavoro disposti a formare apprendisti sono note. Ci si chiede se non sia pensabile un ruolo più attivo da parte dell’Amministrazione
cantonale. Si tratta di una questione assai controversa;
ognuno valuterà, secondo le proprie predilezioni o inclinazioni ideologiche, quale debba essere il ruolo dello
Stato nella promozione dello sviluppo economico, sociale e culturale. Come spunto di riflessione voglio ricordare quanto un’economista italo-americana ha dimostrato
smontando pezzo per pezzo un I-Phone durante una
sua lezione, ossia che oltre tre quarti delle applicazioni
e congegni presenti in quell’apparecchio derivano direttamente da ricerche e invenzioni effettuate e messe a
punto in istituti statali di ricerca; questo negli Stati Uniti».
Raffaele Scolari
Docente di Tedesco
Il direttore del DECS ha ascoltato con grande attenzione le riflessioni dei docenti presentate da Raffaele
Scolari, e vi ha risposto punto per punto.
Sul primo tema, ossia sul valore della formazione
professionale in un Cantone ad alto tasso di licealizzazione come il nostro, Manuele Bertoli ha esordito
ponendo la domanda in maniera diretta: la formazione professionale è davvero meno attrattiva? «Oggi è
la scelta maggioritaria per i ragazzi che finiscono la
Scuola media», ha fatto notare: «una scelta che è difficile far capire alle famiglie, più che agli allievi stessi!
Perciò lavoriamo [imperativo, NdR] affinché il sistema
scolastico non dia segnali che portino a pensare che
“di qui è meglio e di là è peggio”». Quanto all’invito a
rafforzare l’elemento tecnico a Locarno, Bertoli non
ha affatto chiuso la porta: «È un discorso che si può
fare», ha detto lapidario.
Passando al numero di allievi per classe, il consigliere
di Stato ha osservato che si tratta di «un tema ricorrente. Non possiamo insegnare ai docenti a fare il loro
lavoro, ma possiamo dar loro le condizioni quadro per
poter operare. Vedremo di capire quali possono essere gli spazi di manovra, ma qui chiaramente il problema diventa finanziario: il momento economico
attuale non è malvagio, ma non distribuisce troppe
risorse...».
Sui corsi dello IUFFP, Bertoli ha subito precisato che
«è un tema importante ma che dipende da quell’Istituto, non da noi: l’Istituto è federale, e segue logiche sue. È chiaro che tutto il sistema funziona se
la qualità è buona: ciò è determinante per rendere il
sistema utile e attrattivo. Una cosa simile avviene col
DFA, però lì paghiamo noi, mentre allo IUFFP paga
Berna!».
Sovraccarico dei compiti e burocratizzazione della
professione. Su questo secondo aspetto, «nessuno
vuole aumentare l’inutile mole di carta che circola»,
ha premesso l’ospite: «ma altra questione è l’organizzazione. Una parte di questo lavoro ci sarà sempre. Però preferisco chiamarla buona organizzazione,
piuttosto che burocrazia: pensiamo solo al sistema
GAGI ». Quanto all’aumento dei compiti che gravano
sul corpo insegnante, «non si può immaginare che il
docente faccia la sua lezione nella sua materia, si preoccupi delle correzioni, ma non prenda in considerazione la relazione sociale coi ragazzi. Può funzionare
all’Università, ma non qui. Nessuno deve improvvisarsi psicologo, ma non può non tener conto della
storia dell’allievo. Il limite è difficile da tracciare, ma
questa dimensione non può non esserci, valorizzando comunque anche le diverse figure professionali
già presenti nel mondo della scuola».
L’offerta di posti di tirocinio, infine: «Che lo Stato formi più o meno apprendisti è una questione che è giusto porre. Ma che tipo di apprendisti prendere? Se lo
Stato assume i migliori, non può chiedere al privato di
prendere quelli che fanno più fatica... E se vogliamo
aumentare i posti di tirocinio», ha concluso Bertoli,
«poi dobbiamo essere in grado di occuparli: e non è
sempre facile».
La discussione che è seguita ha toccato numerosi argomenti, dal ruolo che in una scuola svolge il direttore agli stipendi, dalla possibile reintroduzione di offerte tolte nel recente passato alla figura del docente di
classe. Il direttore del DECS – affiancato anche da Silvia
Gada, capo dell’Ufficio della formazione industriale,
agraria, artigianale e artistica – ha fatto il possibile per
dare a tutti delle risposte esaustive. Del resto, come
aveva detto il dir. Claudio Zaninetti introducendo l’incontro, «Manuele Bertoli è qui non per dire ma per
ascoltare»; e l’ospite gli aveva fatto eco spiegando che
«questo fa parte di una serie di incontri che ho dalla
fine del 2011 con i plenum di tutti gli istituti cantonali
(più di sessanta!), proprio con lo scopo di sentire da
chi vi lavora quali sono le cose che li occupano e che
li preoccupano».
La chiusura dell’incontro è stata affidata allo stesso
Bertoli, che ne ha approfittato per esprimere il suo
ringraziamento «per l’impegno di tutti voi a fare una
buona scuola».
Mauro Euro
Docente e redattore
SPAI
Locarno
DFP
8
DFP
Compie 10 anni la Scuola
della Fondazione alpina
per le scienze della vita
2005-2015: bilancio di un decennio di formazione
Ha solo dieci anni di vita, ma ha già accumulato tanta esperienza. Esperienza anche nel campo dell’insegnamento. Sì,
perché – non tutti forse lo sanno – molte sono le scolaresche che si recano alla Scuola alpina di Olivone, per svolgere
attività di uno o più giorni.
Gli allievi sono seguiti da personale preparato scientificamente e didatticamente e possono usufruire di attrezzature
all’avanguardia. Al Campus scienze e sport – comprensivo della Fondazione alpina per le scienze della vita (FASV) e
di Gioventù e Sport – fanno capo circa 4mila giovani all’anno, di ogni ordine di scuola a partire dalle Elementari. È
un’offerta che, come ci conferma il suo artefice e attuale direttore Ario Conti, si vuole ulteriormente allargare al
settore professionale. Un’opportunità grazie alla quale è possibile consolidare, attraverso anche l’esperienza pratica
in laboratorio, le conoscenze teoriche apprese a scuola. Se possibile, unendo l’utile (lo studio) al dilettevole (visite e
passeggiate in valle) e al piacere di vivere momenti diversi dal solito e, proprio per questo, indimenticabili.
Fino agli inizi del 2005 non
esisteva, nel Cantone Ticino,
un centro di competenza
nel settore delle Life science destinato alla formazione
scolastica e professionale
fuori sede e alla formazione
continua per adulti disponibile tutto l’anno, con facilità
di accesso e di pernottamento a costi contenuti. A
questa lacuna mise fine la
Risoluzione del Consiglio di
Stato del 28 giugno 2005,
che prevedeva a Olivone
(oggi Comune di Blenio) la
costituzione di un centro di
competenza per le attività
di aggiornamento, perfezionamento e riqualificazione professionale nel settore
dello studio della biologia e
delle scienze naturali, e l’introduzione di nuove tecnologie nel campo
SPAI
Locarno
Il direttor Ario Conti.
dei servizi di analisi tossicologiche: lo stesso giorno
venne costituita a Lugano
la Fondazione alpina per le
scienze della vita – FASV – di
Blenio (www.fasv.ch).
Fra gli scopi della Fondazione figurano il sostegno,
la coordinazione, la promozione della formazione e la ricerca nell’ambito
delle scienze della vita, in
inglese Life science, con
particolare attenzione allo
studio e alla conoscenza di
quanto la natura ci propone e che noi siamo in grado di studiare attraverso
discipline quali la botanica,
la zoologia, la biochimica e
la chimica. Grazie a questi
approcci interdisciplinari è
possibile avvicinarci alla comprensione dei delicati equilibri esistenti
fra l’attività umana e il mondo nel
quale viviamo.
Su questa base concettuale, apportando continue modifiche e aggiornamenti a livello di contenuti nel
corso degli anni, la Fondazione alpina per le scienze della vita si è configurata sin dagli inizi, attraverso la
Scuola Alpina, come un’opportunità
di recupero creativo e moderno di
teorie pedagogiche che rappresentano una ricca fonte di ispirazione
per gli istituti e i loro insegnanti.
Con l’apertura della nuova aula didattica della Scuola Alpina, avvenuta nel
2007 (dal 2005 al 2007 l’attività venne svolta in aule del palazzo scolastico di Olivone), e con la riorganizzazione del centro logistico Gioventù e
Sport, avvenuta in maniera graduale
dal 2006, la Scuola Alpina organizza
e coordina, quale Centro di competenza cantonale, dei periodi di scuola fuori sede che si avvalgono di:
a)un complesso di conoscenze
nell’ambito delle scienze della vita
che permettono uno sviluppo
organico e armonico di itinerari
pedagogico-didattici di sicuro fascino;
b) un gruppo di specialisti nei diversi
settori delle scienze della vita disponibili quali consulenti ma anche come collaboratori didattici;
c) laboratori, contatti, aree naturali,
biblioteche, centri di documentazione… a disposizione delle scuole e dei loro insegnanti.
Per capitalizzare meglio quanto proposto dalla Scuola Alpina gli istituti
scolastici, rispettivamente i docenti, inseriscono il periodo fuori sede
a Olivone in ben precisi progetti
pedagogici che hanno il pregio di
rafforzare la valenza educativa della trasferta. Tutto questo permette
di recuperare gli obiettivi di natura
socio-affettiva favorendo il processo
di socializzazione degli allievi, la conoscenza tra allievi e docenti, l’applicazione concreta di norme educati-
ve che regolano la vita quotidiana e
comunitaria.
Fra le numerose attività proposte,
la seguente tabella esemplifica una
serie di temi che potrebbero venir
affrontati dal punto di vista teorico
ma soprattutto pratico attraverso
esperienze mirate, che si terranno
sia nel laboratorio didattico di chimica e di biologia della Scuola Alpina sia
attraverso escursioni organizzate sui
sentieri delle nostre Alpi.
9
√ Introduzione alla fitoterapia.
√ Concetti relativi a piante medicinali,
principi attivi, fitocomplesso, droga.
√ Metabolismo primario e secondario delle piante.
√ Concetto, differenziazione delle tipologie di fitoderivati.
√ Riconoscimento, caratterizzazione
e formulazione di preparazioni galeniche.
√ Identificazione di piante medicinali
e loro utilizzi specifici in relazione ai
diversi organi e apparati del corpo
umano.
√ Definizione e caratterizzazione di
piante tossiche e invasive.
√ Approfondimento e confronti tra
droghe naturali e sintetiche.
√ Identificazione e caratterizzazione
botanica delle piante medicinali tipiche della zona alpina e non solo.
√ Analisi quantitativa e qualitativa dei
principali principi attivi studiati, in
modo particolare oli essenziali, cumarine, saponine, antocianosi, polifenoli.
√ Determinazione del potere antimicrobico e antiossidante.
√ Allestimento di un erbario.
√ Approfondimenti specifici dal punto di vista botanico ed etnobotanico.
√ Biologia molecolare vegetale, relazionata anche al settore agroalimentare.
La ricerca viene svolta nei laboratori...
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Locarno
DFP
10
Come si nota anche solo attraverso
una lettura trasversale della tabella,
quanto proposto contempla una serie di contenitori di senso che sono
compiuti e, nel contempo, ricchi, variegati e transdisciplinari, mostrando, in maniera pragmatica, delle
complessità che sul piano motivazionale non possono lasciare indifferenti. Solo un Centro di competenza
oggi molto qualificato e riconosciuto come la Scuola Alpina può garantire un tale sviluppo.
Partendo dal momento forte della settimana di scuola fuori sede, è
possibile pianificare delle attività che
si sviluppano durante l’intero anno
scolastico e che offrono la possibilità
di affrontare dei percorsi sensati, armonici, ricchi di spunti sul piano disciplinare e su quello metodologico.
Su queste travi di senso si possono
pure appoggiare l’insegnamento di
alcune altre competenze specifiche,
come ad esempio la lingua e la matematica. Oltre alle scienze cosiddette
«esatte», al Centro ci si occupa anche
di scienze umane: attraverso una
stretta collaborazione con la Federa-
... ma anche en plein air.
SPAI
Locarno
L'ospite
zione bandistica ticinese – FeBaTi – ci
si occupa anche dell’insegnamento
della musica, oppure, con l’intervento di persone autorevoli ed esperte
in materia, si insiste sulla storia e la
geografia alpina.
Con la creazione della Scuola Alpina
della Valle di Blenio inaugurata nel
2007 è stata quindi colmata una lacuna a livello di offerta formativa, sia in
ambito scolastico che professionale.
La stretta collaborazione con l’Ufficio cantonale di Gioventù e Sport di
Bellinzona ha permesso di garantire
un’offerta logistica di primo piano
a scolaresche, famiglie e gruppi di
persone che seguono i corsi offerti
dai due enti.
Il direttore della FASV, libero docente
presso la Facoltà di biologia e medicina dell’Università di Losanna, la
responsabile per gli aspetti pedagogici e didattici della Scuola Alpina, Michela Pedroli, titolata con l’attestato
federale FSEA quale formatrice per
adulti, con le sue collaboratrici e i
suoi collaboratori, il direttore dell’Ufficio cantonale Gioventù e Sport con
i collaboratori specializzati nelle di-
scipline sportive e tutto lo staff del
servizio della logistica del Campus
scienza, musica e sport di Olivone, nel corso dell’ultimo decennio
hanno lavorato con impegno e trasparenza per garantire una crescita
costante del Centro di competenza
della Valle di Blenio. Centro di competenza che s’indirizza prevalentemente al settore pubblico, dato che
la formazione deve essere un bene
al quale tutti i cittadini devono poter
accedere, non disdegnando comunque di offrire i propri servizi anche al
settore privato. In questo suo ruolo
– con il sostegno del Cantone Ticino
e del Comune di Blenio, che ne hanno sostenuto e seguito l’evoluzione
sin dalla sua nascita, con l’intervento
in tempi recenti anche dei Comuni
di Acquarossa e Serravalle – la Scuola
Alpina è oggi il Centro di coordinamento presente sul territorio al quale non si può non far riferimento. Un
invito va quindi a tutte le strutture
e/o organizzazioni che in diverse
forme vorrebbero essere attive nella
formazione a contattare la Direzione
della Scuola Alpina, al fine di meglio
accrescere le proprie competenze e
di lavorare tutti assieme per il bene
di una regione montana che ha bisogno oggi più che mai di agire unita
per garantirsi una crescita culturale,
economica e sociale.
A testimoniare della bontà di questa
istituzione sono oltre 4'000 partecipanti all’anno, ripartiti fra Scuola
Alpina e Gioventù e sport, 30 sedi
di Scuola elementare, dieci sedi di
Scuole medie cantonali, sei sedi di
Scuole medie superiori, Corsi per
adulti e famiglie, 45 settimane di occupazione e una certificazione EDUQUA che garantisce la qualità della
formazione scolastica, professionale
e continua nelle scienze della vita,
ottenuta sin dal 2005.
PD Ario Conti, Ph.D.
Direttore della Fondazione
11
Formazione professionale,
sfida continua per la politica
Le riflessioni del consigliere nazionale Marco Romano
a cavallo fra istituzioni, scuola e mondo del lavoro
Esiste un legame molto stretto fra
politica, mondo del lavoro e formazione. Chi si occupa di politica, a qualsiasi livello, sa che per fare l'interesse
del cittadino bisogna rimboccarsi le
maniche e darsi da fare. Insieme al
popolo siamo gli artigiani della democrazia e operiamo per garantire
alla Svizzera le condizioni quadro per
essere un Paese di successo. Molti
sono gli elementi che nel nostro agire quotidiano ci accomunano e per
questo ho accolto con grande piacere l'invito a scrivere alcune riflessioni
sul vostro bollettino SPAI News.
Un mondo del lavoro
più competitivo
Inizio con un aneddoto. Berna è
lontana dal Ticino. Politicamente a
volte, senza dubbio dal profilo geografico. Per esercitare al meglio il
mandato che i cittadini e le cittadine ci hanno conferito è necessario
essere presenti, attivi su più fronti,
magari facendo avanti e indietro più
volte durante la settimana. Di norma
percorro il lungo tragitto in treno.
Mi permette di lavorare, di non preoccuparmi del traffico e di arrivare
– quasi sempre – puntuale. Il viaggio
rappresenta però anche un'occasione per confrontarmi con la gente. Di
tanto in tanto mi capita di seguire
i discorsi delle ragazze e dei ragazzi che prendono il treno per anda-
Marco Romano: «Nella scelta
di un giovane concorrono diversi fattori. Un ruolo importante lo gioca l'Orientamento
professionale».
re a scuola o al lavoro. Apprendisti,
studenti, giovani impiegati. A volte,
purtroppo, anche giovani disoccupati. C'è chi mi riconosce e nasce un
dialogo costruttivo. Le domande dei
giovani sanno essere più insidiose di
quelle dei giornalisti. Sono schietti e
vanno dritti al punto. Molti si preoccupano per il loro futuro. Leggono
e sentono parlare di stranieri e frontalieri che secondo alcuni «rubano
il lavoro». Raccontano le loro esperienze. Una ragazza un giorno mi
ha detto di non aver fatto la scelta
giusta, forse per soddisfare le aspettative dei suoi genitori, e che nonostante avesse superato i vent'anni
aveva dovuto ricominciare tutto da
capo intraprendendo un apprendistato. Di storie come la sua ce ne
sono diverse. La flessibilità, anche nel mondo
della formazione e del
lavoro, è diventata la parola chiave della nostra
epoca. È finito il tempo
in cui bastava imparare
un mestiere che si praticava poi per tutta la vita.
Oggi bisogna sapersi
muovere e adattare continuamente
in un mercato del lavoro sempre più
difficile e competitivo.
Solide basi
per il futuro
In questo contesto di forte mutazione la formazione professionale,
nel nostro «sistema duale», rappresenta una solida base di partenza;
una grande opportunità invidiata
e copiata da numerosi altri Paesi. I
giovani ticinesi sembrano suddividersi equamente fra chi opta per
una formazione professionale e chi
sceglie di seguire il percorso in una
Scuola medio superiore. Pochissimi, fortunatamente, sono coloro
che abbandonano la formazione. In
SPAI
Locarno
L'ospite
12
Interviste
La sala del Consiglio nazionale.
«Il nostro Paese e la nostra economia», scrive Romano, «devono
poter contare su giovani motivati, capaci di muoversi nel mondo del lavoro, ma nel contempo
devono mettere in atto tutte le
misure necessarie ad accompagnarli e formarli».
13
Andrea e Mattia,
dalle nostre scrivanie
a un futuro sportivo
Parlano i nostri «segretari», in viaggio per Macolin
Ticino la formazione professionale
rimane però ancora meno gettonata rispetto alla Svizzera tedesca,
nonostante gli sbocchi non manchino. Basta guardarsi attorno per
comprendere il potenziale di questo
percorso. C’è chi dopo un apprendistato prosegue con una Maturità
professionale per poi frequentare
una Scuola universitaria professionale, oppure chi passa a una Maturità professionale dopo un periodo
lavorativo post-apprendistato. Strade che sanno portare lontano. Lontanissimo. Gli esempi sono molti. Il
più famoso è forse quello di Sergio
Ermotti, che ha iniziato come giovane apprendista allo sportello di una
banca luganese e oggi è il numero
uno mondiale di UBS. Una bella storia di successo, non iniziata all’Università ma con l’apprendistato!
Orientarsi, scoprire
e formarsi
Nella scelta di un giovane concorrono diversi fattori. Un ruolo importante lo gioca l'Orientamento professionale. Servono servizi capaci di
fornire informazioni aggiornate sul
mercato del lavoro tenendo conto in
SPAI
Locarno
particolare delle evoluzioni sul lungo
termine e dello sviluppo del mercato
stesso. Per un orientamento efficace
occorre conoscere il potenziale delle
singole realtà economiche e bisogna
sapere interagire con il mondo della
scuola affinché nessuno venga discriminato, in particolare limitandosi
alla valutazione delle scelte effettuate durante la scuola dell’obbligo
e delle note finali. Il nostro Paese e
la nostra economia devono poter
contare su giovani motivati, capaci
di muoversi nel mondo del lavoro,
ma nel contempo mettere in atto
tutte le misure necessarie ad accompagnarli e formarli per dare al lavoro quel valore aggiunto che riesce a
fare la differenza.
Un elemento basilare
del sistema economico
La formazione professionale è una
sfida continua per la politica. Un investimento che rappresenta un'opportunità per il futuro, ma che nel
presente è già un elemento fondamentale del nostro sistema economico. Permette a un giovane di
maturare nel mondo del lavoro e di
viverlo attivamente dall'interno. Fa
crescere l'attitudine all'imprenditorialità e porta nuova linfa alla nostra
economia. Se pensiamo al contesto
internazionale, fra gli elementi chiave del successo della Svizzera troviamo la democrazia, certo, ma anche
la stabilità economica garantita dalle
oltre 550’000 piccole e medie imprese – ovvero tutte le aziende con
meno di 250 collaboratori – che danno lavoro a quasi 3 milioni di persone
generando un indotto miliardario.
Pensiamo poi alle numerosissime
start-up, molte delle quali lanciate da giovani imprenditori attivi nei
settori del futuro come le energie
rinnovabili e le nuove tecnologie. In
un contesto internazionale difficile,
con una moneta forte che frena le
esportazioni, la nostra economia ha
bisogno di valore aggiunto. Di valore
umano. Di collaboratori e collaboratrici formati e motivati. La formazione professionale garantisce queste
risorse. Il nostro benessere è generato da un'economia sana. Ne beneficiamo tutti ed è importante continuare a lavorare insieme in questa
direzione.
Marco Romano
Consigliere nazionale
che frequentavano prima del loro
stage: la SPSE, Scuola professionale per sportivi d’élite di Tenero. Per
Andrea, tennista, di Contone, e per
Mattia, giocatore di hockey, losonese, si trattava di svolgere l’anno di
pratica necessario per ottenere la
Maturità professionale commerciale:
entrambi si sono proposti alla SPAI di
Locarno come impiegati di commercio, ed entrambi sono stati presi.
Andrea Invernizzi.
Abituati ad avere delle segretarie, per
un anno ci siamo ritrovati con... dei
segretari. Non lo nascondo: quando
ho visto per la prima volta Andrea
Invernizzi e Mattia D’Ambrogio,
la cosa mi ha fatto un effetto strano. In realtà è stato solo un attimo:
brillanti, efficienti, sempre gentili e
disponibili, Andrea e Mattia si sono
subito guadagnati la stima e la simpatia di tutti, tanto che fa un certo
effetto non vederli più con noi. Ma
la loro strada è lontana dalle scrivanie. Già lo dice l’istituto scolastico
La segreteria: una scelta di solito
più femminile che maschile... o
sbaglio?
Andrea: «Ma questo non è il lavoro
che voglio fare: era solo la soluzione
più pratica per arrivare alla Maturità
abbinando sport e scuola. Se vai al Liceo non riesci a fare 7-8 allenamenti
alla settimana, è impossibile!»
Mattia: «Anch’io ho scelto questa
strada non per il lavoro in sé, ma per
poter conciliare scuola e sport.»
E come vi siete trovati in questi
due ambiti? Intendo, la scuola a
Tenero e lo stage alla SPAI?
M.: «La scuola all’inizio era un mondo nuovo, mi sono sentito spiazzato; poi però mi sono trovato bene:
eravamo tutti sportivi, e alcuni erano
miei compagni di squadra nell’Ambrì. E anche nell’anno di pratica, qui
alla SPAI, mi sono trovato benissimo:
Mattia D'Ambrogio.
lavoravo con gente della mia età, e
l’ambiente qui è fantastico. Inoltre
ho potuto vedere una scuola dietro
le quinte, non come da studente,
e mi è piaciuto molto. Anche l’ambiente d’ufficio è bellissimo. E poi fin
dall’inizio non ero qui da solo: conoscevo già Andrea. Siamo grandi amici, siamo stati a scuola insieme per
tre anni, e questo è stato un grande
vantaggio.»
A.: «A scuola il primo giorno non conoscevo nessuno (il mio è uno sport
individuale, ed ero l’unico tennista),
SPAI
Locarno
Interviste
14
ma mi sono trovato subito benone.
Solo che all’inizio del terzo anno ho
deciso di smettere con lo sport agonistico: era diventato troppo impegnativo, portava via troppo tempo.
Oggi gioco ancora con gli amici, per
divertirmi, ma non faccio più competizioni.»
Rimpianti?
A.: «No, secondo me è stata la scelta
giusta. E devo ringraziare la SPSE per
avermi comunque lasciato finire la
scuola. Sono molti quelli che lasciano l’agonismo fra il secondo e il terzo anno, ma la scuola te la lasciano
ugualmente concludere: sì, ti vengono incontro.»
E la scuola nostra? Cioè, nel vostro caso, il lavoro?
A.: «Quando ci hanno presi insieme è
stata una bella sorpresa. Per il resto,
la mia formatrice era forzatamente
assente per tutta la durata del mio
stage ma me la sono cavata, grazie
anche a Monia (Monia Carlin, segretaria della SSMT, N.d.R.) che mi ha
dato una grande mano. E anche la
Direzione!»
Vi siete trovati a lavorare in una
situazione di emergenza: ne avete sofferto?
M.: «Io non tanto, perché lavoravo in
vicedirezione, non in segreteria, e il
mio formatore, Michel Candolfi, c’era sempre e mi ha sempre aiutato.
Per Andrea è stato diverso...»
A.: «Già... Ci ho messo qualche ora in
più per capire dov’ero, ma mi sono
informato, ho letto cose degli anni
precedenti, anche Claudio Zaninetti
mi ha aiutato... e per finire durante
tutto l’anno è andata bene, non ci
son stati grossi problemi di nessun
tipo.»
Il vostro apprendistato termina
fra luglio e agosto: e dopo?
M.: «Ho tenuto due settimane di
SPAI
Locarno
Interviste
vacanze per finire il 31 luglio – dunque in anticipo – per essere ai primi
di agosto a Winterthur e imparare
meglio il tedesco: poi giocherò negli Juniori Elite B del Winterthur. Da
gennaio vorrei trovare un lavoretto,
anche per perfezionare la lingua, e
da marzo, finita la stagione hockeistica, andrò a fare il militare.»
E in un futuro più lontano?
M.: «Mi prendo quest’anno a Winterthur proprio per capirlo! Per capire
se ho davvero delle chances di proseguire verso il professionismo. Sarà
un anno sperimentale. E comunque
sia, cambiare ambiente fa bene: è
un’esperienza in più. E poi, dal 2017,
andrò in ogni caso a Macolin, e lì la
lingua delle lezioni è principalmente
il tedesco...»
A.: «Io farò vacanza da metà agosto
a fine ottobre, quando inizierò il
servizio militare a Payerne, in contraerea. Lo farò in una volta sola: 10
mesi, che mi porteranno fino al 27
agosto 2016. Poi andrò a studiare
inglese in Australia, fino al gennaio
del ’17: sarà una bella esperienza!
Quindi avrò a disposizione qualche
mese, prima di luglio-agosto, per
preparare gli esami di entrata a Ma-
colin, che non sono solo esami scolastici, ma anche fisici: per questo
dovrò contattare un preparatore
atletico per fare un piano dettagliato di allenamenti.»
Nientemeno!
A.: «Sì: per entrare hai bisogno di allenamenti quotidiani per sei mesi,
sennò non ce la fai!»
Dunque vi ritroverete a Macolin.
E in seguito?
A.: «Io vorrei diventare maestro di
sport, per insegnare in una scuola o
in un centro sportivo.»
M.: «Anch’io: stesso identico percorso e stesso obiettivo. Sono cinque
anni: tre di scuola e due di Master.»
Tornando qui e oggi: cosa porterete con voi di questa esperienza
alla SPAI?
A.: «Tanto! È stata la prima esperienza
di lavoro, tutto era nuovo. Le circostanze han fatto sì che ci dovessimo
arrangiare per davvero, e l’abbiamo
fatto. Impari a essere molto più disciplinato, anche se devo dire che
questo sentivo già di averlo, grazie
allo sport e alla scuola che avevo
frequentato. Anche il contatto con
la gente (tutti: allievi, docenti, su-
periori, utenti esterni) mi è sempre
piaciuto, e per questo ho scelto di
lavorare in una scuola, ma qui alla
SPAI mi sono aperto ancora di più:
se all’inizio c’era ancora un pochino
di timidezza (ma poca, eh?), ora non
c’è più!»
M.: «Io da questa esperienza porto
via un bellissimo ricordo, in primis
per l’ambiente che c’era: anche con
le colleghe della SSMT eravamo un
team unito. Del resto sono persone
della nostra età, la collaborazione è
più facile. In particolare mi è piaciuto
il fatto che ci è stato dato un carico
enorme di responsabilità, e secondo
me è andata bene, è stata un’esperienza positiva. Anche dai momenti
brutti, che pure ci sono stati, siamo
sempre riusciti in qualche modo a venir fuori. E pure il rapporto coi superiori era bellissimo: non c’era distin-
zione fra chi è sopra e chi è sotto.»
A.: «Io vorrei ricordare anche Elena e
Gilda, che hanno fatto uno stage di
tre mesi per la disoccupazione e per
noi sono state preziosissime!»
(Il cronista non ha più bisogno di
fare domande: il fiume è in piena...)
M.: «E io voglio ringraziare Claudio
e Michel, che mi hanno supportato
e aiutato molto, anche per gli orari. Per esempio, quando ho dovuto partire per giocare nella Svizzera
interna, non ci hanno pensato due
volte a lasciarmi andare.»
A.: «E io lo stesso per il viaggio che
ho fatto in Canada in giugno: è un
mese lavorativamente “caldo”, ma
era un’opportunità unica, che non
potevo perdere, e loro mi hanno lasciato partire.»
15
M.: «E se posso...»
Mah, ci mancherebbe...
M.: «... un grazie alla segreteria SSMT,
e ai docenti (lo dicono insieme,
N.d.R.) e a tutto il personale della
scuola. Nel complesso è stata un’esperienza ben migliore di quello che
ci aspettavamo all’inizio!»
A.: «È che siamo stati fortunati a venire qua: se fossimo finiti in un ufficio contabile... sarebbe stato proprio
come ce l’aspettavamo noi!»
Finita l’intervista ci salutiamo e ci separiamo. E andandomene penso: se
foste finiti in un ufficio contabile ci
avremmo rimesso anche noi...
Arrivederci, ragazzi. Buona fortuna!
Mauro Euro
Redattore
Una bella esperienza
Il 29 settembre 2014 ho iniziato una
collaborazione di tre mesi con la segreteria della Scuola SPAI a Locarno.
A parte il timore iniziale, non avendo
mai lavorato in una scuola, ho trovato un ambiente collaborativo e amichevole.
Questi tre mesi mi hanno permesso di apprendere il programma informatico delle scuole e non solo.
Il contatto con gli allievi, docenti e
Direzione è sempre stato cordiale e
rispettoso.
Grazie per questa parentesi del mio
curricolo, che mi potrà dare altri
sbocchi lavorativi.
Elena Fiscalini
Stagiaire
Da sinistra Cora Bresciani (apprendista impiegata di commercio SSMT), Mattia D'Ambrogio,
Gilda Pini (stagiaire SPAI), Nino Furger (apprendista informatico) e Andrea Invernizzi.
SPAI
Locarno
Interviste
16
Interviste
Quando il tuo docente
è anche il tuo capo
Nino Furger ha svolto alla SPAI l’apprendistato
come Informatico:
bilancio di quattro anni di lavoro e di studio
Per Nino Furger la SPAI Locarno è
stata per quattro anni una seconda
casa: vi ha studiato, da Informatico,
ottenendo la Maturità («ho finito abbastanza bene, sono contento. Ho
imparato che studiare dà i suoi frutti,
e sono felice di averlo fatto»), ma vi
ha anche svolto l’intero apprendistato. Gioie e dolori, si usa dire in questi
casi: così è stato anche per Nino, che
coglie l’occasione di questa intervista di commiato per togliersi anche
qualche sassolino dalla scarpa...
Iniziamo dal tuo percorso scolastico: Scuole medie...
«... a Roveredo, poi sono venuto
qui.»
Nel doppio ruolo che conosciamo. Come apprendista quali erano i tuoi compiti, e che evoluzione hanno avuto nel tempo?
«Beh, nei quattro anni il mio lavoro
non è cambiato: riguardava principalmente la manutenzione dei PC e
di tutto ciò che ha a che fare con l’informatica della scuola, come la rete.
Occasionalmente mi è stata affidata
qualche parte di programmazione,
ma spesso si trattava di compiti fini a
se stessi, che servivano a me per imparare: solo in alcuni casi erano concretamente applicabili alla scuola.»
SPAI
Locarno
con loro cambiava completamente l’approccio: per esempio dando
loro del lei durante la lezione e del
tu durante il lavoro. Con gli altri docenti questo l’ho sentito meno, ma
è normale: i momenti che condividi
fuori dall’aula con una persona che
ti chiama per risolvere un problema
sono evidentemente molto meno di
quelli che passi con una persona con
cui lavori.»
Per Nino Furger il futuro è nel settore della
sicurezza informatica.
I maggiori problemi?
«Singoli PC che non funzionavano,
ma il problema principale era la rete,
che a volte era lenta e a volte saltava
del tutto.»
Come ti sei sentito nei confronti
dei tuoi docenti che venivano a
chiederti aiuto? È un po’ un ribaltamento dei ruoli...
«Sì, è una cosa un po’ strana! (Si ferma a riflettere, N.d.R.) Tutti i docenti
di informatica erano i miei “capi”, e
Io, docente, ho bisogno di te, allievo-apprendista, per superare
un intoppo informatico e portare avanti una mia lezione: questo
ti gratifica in un qualche modo?
(Vorrei dirgli: sii onesto nella risposta! Ma con Nino non ce n’è
bisogno...).
«Soprattutto con alcuni... sì, dà soddisfazione che abbiano bisogno di
te! Più che una gratificazione, in certi casi è stata anche una specie di rivincita: soprattutto nei confronti dei
docenti coi quali mi trovavo meno
bene. Chiaramente, però, è più piacevole aiutare una persona con cui
hai un buon rapporto, che ti ha dato
qualcosa di positivo, anche se poi
capita che qualcuno cerca di approfittarsene facendoti fare riparazioni
sue private nelle ore di lavoro e senza compenso alcuno!»
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Insomma, non sono state solo
rose e fiori... Ma nel complesso,
qual è il tuo bilancio di questi
quattro anni?
«Ci sono cose di cui sono molto felice: caratterialmente, per esempio,
dovendo rapportarmi di continuo
con persone che conoscevo poco
sono sicuramente migliorato, prima
ero molto più timido. Per quanto
riguarda il lavoro, in sé, non mi ha
dato grandi competenze in più: la
maggior parte delle cose le ho imparate da solo; in compenso, lavorare
con degli esperti di informatica mi
ha permesso di approfondire tante
cose a livello teorico.»
Potendo tornare indietro, allora,
avresti comunque svolto l’apprendistato qui o avresti preferito farlo in un’azienda tradizionale, tipo un’industria?
(Ci pensa a lungo) «Sinceramente
non so. Ci sono due aspetti: in un’azienda penso che avrei imparato di
più, ma il ritmo sarebbe stato sicuramente molto stressante, mentre qui
ho avuto parecchio tempo da gestire come volevo, per cui ho potuto
anche dedicarmi all’approfondimento personale.»
Lasciando la SPAI c’è un commento che ti senti di voler fare, o
un ringraziamento...
(Altra lunga riflessione) «Vorrei ringraziare un docente in particolare:
Massimiliano Guidolin, che ho avuto
solo l’ultimo anno ma che mi ha fatto piacere la fisica e mi ha dato una
spinta per quanto riguarda la matematica. Parlando dell’insegnamento
in generale, una cosa che ho apprezzato molto in questa scuola è che la
nota finale è quella che ti sei meritata col tuo lavoro; altrove invece –
come al Liceo, stando a quanto ho
sentito – le opinioni soggettive del
docente possono influire in maniera troppo importante, per esempio
Anche per lo studio dell'informatica il buon vecchio libro rimane uno strumento attuale.
penalizzando chi partecipa meno in
classe, pur studiando o interessandosi comunque alla materia.»
Parliamo del tuo futuro: cosa farai dal 1. settembre 2015?
«Mi sono già iscritto alla SUPSI e, ammesso che riesca ad avere il Bachelor, vorrei fare una specializzazione,
dunque un Master, in sicurezza informatica: probabilmente a Bienne,
o in alternativa anche all’estero – basta che non si parli tedesco!»
Sicurezza informatica: spiegati
meglio.
«Ci sono due possibilità. La prima consiste nella simulazione di un attacco
informatico: si tratta di mettersi nei
panni di un hacker e, con la sicurezza
legale in mano (cioè con l’autorizzazione scritta dall’azienda stessa, che
ti ingaggia per testare la sicurezza
della propria rete informatica), riuscire a entrare in quella rete. E questa è
la possibilità che preferirei.»
o sbaglio?
«Beh, si può anche far parte di un’azienda grande, che ti farebbe testare
più aziende singole. Il bello di questo
mestiere è che non è mai uguale:
ogni azienda ha le sue particolarità,
e ogni situazione è differente. Devi
sempre trovare nuovi metodi per
portare a termine il tuo compito: non
c’è niente di ripetitivo e monotono.»
Bene: e la seconda possibilità?
«È quella di assumere il ruolo della
persona che decide, che configura le
misure di sicurezza di un’azienda, e
magari suggerisce determinati corsi
per il personale e altre misure ancora, per essere sempre pronti in caso
di bisogno.»
Sempre di sicurezza parliamo, insomma. E allora, per restare in tema,
noi siamo sicuri che la tua carriera
professionale ti darà grandi soddisfazioni, qualunque strada prenderai. Auguri!
Però in questo caso non avresti
la sicurezza del posto di lavoro:
Mauro Euro
Redattore
SPAI
Locarno
Formatori in azienda
18
Formatori in azienda
«Formare è una
responsabilità sociale!»
Le considerazioni di Marzio Corda,
che da un quarto di secolo
segue gli apprendisti alla Schindler S.A.
Scrivo con molto piacere alcune
considerazioni sulla mia esperienza professionale quale formatore
di apprendisti alla Schindler Elettronica S.A. di Locarno. Tra pochi mesi
raggiungerò il traguardo dei 25 anni
in questo ruolo, che mi ha sempre
dato moltissimo a livello professionale e soprattutto umano.
Ho iniziato molto giovane questa avventura un po’ per caso: avevo 24
anni, ero un ex-apprendista elettronico che aveva concluso da pochi anni
la sua formazione di base e mi sono
ritrovato dall’altra parte della barricata, con relativamente poca esperienza professionale e tanto meno esperienza di conduzione di giovani…Però
credo che l’entusiasmo e la voglia di
dare qualcosa di mio in questa bellissima professione (la reputo ancor ora la
più bella del mondo…) abbia sopperito, a mio modo di vedere in modo
egregio, a questa mia inesperienza.
Più di 30 anni fa frequentavo anch’io
questo istituto scolastico professionale. Erano altri tempi. La sede
non aveva ancora l’estensione attuale: ricordo ancora la campanella
che scandiva i ritmi delle lezioni, ora
sostituita da un ben più moderno
gong… Già allora avevo potuto apprezzare la professionalità di molti
docenti, qualcuno ancora attualmente «in servizio».
SPAI
Locarno
Marzio Corda... sul fronte.
Rammento le lezioni riguardanti le
materie legate all’elettronica, elettrotecnica e programmazione svolte
tutte da un solo docente, molto esigente ma altrettanto professionale,
Fausto De Giorgi. La particolarità era
che queste lezioni erano impartite in
dialetto! Qualcuno potrebbe storcere il naso per la forma... ma sicuramente ci ha dato molta sostanza nel
campo professionale, e credo che in
questa veste meno formale le nozioni siano passate meglio nelle nostre
giovani menti, che ogni tanto pensavano a ben altro!
Come per molti altri aspetti, anche la
formazione professionale ha subìto
dei repentini cambiamenti a livel-
lo di contenuti e modi di gestire la
propria attività lavorativa e di studio.
Trovo che gli attuali apprendisti (o, se
vogliamo definirli con un appellativo
più moderno, persone in formazione) siano parecchio sollecitati dalle
esigenze che le materie di scuola
professionale o di Maturità esigono.
Passare complessivamente più della
metà del tempo dell’apprendistato
ancora sui banchi di scuola, calcolando l’impegno della Maturità professionale, richiede molta dedizione e
costanza. Come formatori d’azienda
ci accorgiamo che il tempo rimanente spesso è veramente poco per
approfondire alcune tematiche pratiche, ma d’altra parte la possibilità
di prepararsi a degli studi superiori,
al giorno d’oggi, è veramente importante se vogliamo mantenere
competitiva la piazza industriale del
nostro Paese a livello internazionale,
tramite persone preparate adeguatamente e aperte al mondo.
Guardandomi indietro vedo molti
giovani formati da me ormai adulti,
con magari una famiglia e con un
ruolo importante nella mia stessa
azienda o in altre. Potrei dire che
questa è la vera soddisfazione per un
formatore di giovani: constatare che
molti di questi hanno raggiunto dei
traguardi prestigiosi, che sanno vivere e dare un contributo importante
La sede della Schindler in via della Pace a Locarno.
nel nostro tessuto sociale, e pensare
di poter aver svolto un ruolo significativo nei momenti anche non facili
che ognuno di noi può incontrare
nel suo cammino.
Che dire dei giovani d’oggi? Spesso si
sentono molte critiche, anche poco
fondate, sulla loro poca voglia di fare
e di distinguersi. Ogni tanto ci dimentichiamo che lo siamo stati tutti
e già parecchi anni fa Socrate definiva i giovani di allora «chiacchieroni e
poco amanti del proprio lavoro, dimostrando poco rispetto per i loro
superiori e preferendo la conversazione insulsa all’impegno, non rispettando i genitori, divorando il cibo e
tirannizzando i loro insegnanti».
Nella mia esperienza posso affermare che i problemi più seri non si
evidenziano nella parte tecnica della professione, bensì nella parte che
tocca la relazione col giovane, la sua
condizione di adolescente, i problemi personali e famigliari. Per capirli
e guidarli hanno bisogno di persone autorevoli e non autoritarie, che
sanno porre limiti e regole perché
i giovani hanno bisogno di queste.
Queste persone non sono più necessariamente identificate nella sfera famigliare. Spesso dobbiamo essere noi, come formatori in azienda
o docenti, ad assumere questo delicato ruolo. Vediamo quindi come
la nostra figura professionale non
deve solo avere capacità tecniche,
ma anche doti di leadership: dobbiamo saperli guidare o biasimare ma
anche lasciare che svolgano un loro
cammino, anche se alle volte capita
loro di «rompersi la testa». Noi però
dobbiamo essere presenti in modo
da sostenerli in questi momenti difficili che, se superati nel migliore dei
modi, rappresentano il miglior regalo che noi possiamo dare per la loro
crescita personale.
Vorrei anche soffermarmi sul nostro
modello formativo duale, basato su
una formazione pratica in un’azienda
e teorica in una scuola professionale. Sono ancora più che mai convinto che questo modello sia vincente e
non abbia perso lo smalto, nonostante il fatto che da molte parti si indichi la carriera dell’accademizzazione
come la sola che permetta lo sviluppo
di una realtà economica di un Paese.
Recentemente gli Stati uniti d’America si sono interessati al nostro modello formativo duale, gettando le basi
di un progetto di know-how transfer
della nostra competenza in questo
ambito verso la loro realtà.
Rudolf Strahm, noto studioso e ana-
19
lista economico, ha analizzato in
profondità questo modello formativo adottato da alcuni Paesi del Nord
Europa, oltre al nostro. I dati dimostrano che un modello formativo di
questo genere rende molto più preparato il giovane all’entrata nel mondo del lavoro. Il tasso di disoccupazione giovanile (dai 15 ai 24 anni)
registrato nel nostro Paese è nettamente più basso rispetto alla media
del tasso di disoccupazione dei Paesi
dell’Unione europea o del resto del
mondo. Questa nostra capacità di
mantenere così basso questo tasso,
nonostante i problemi riscontrati
dalla nostra economia (costo della
manodopera e franco forte), rendono la nostra realtà nazionale molto
favorevole.
Rudolf Strahm afferma, trovandomi
totalmente d’accordo, che la formazione professionale è la «migliore
sicurezza sociale». Dunque a livello
internazionale siamo stabilmente tra
i primi Paesi con un tasso elevato di
persone preparate, di medio e alto livello. Nonostante ciò, la necessità di
disporre di personale mediamente e
altamente qualificato è ancora presente, anche nel settore industriale:
da qui l’impiego di personale non residente, vista la difficoltà di ottenere
profili adeguati e non sempre per
convenienza salariale, come spesso
si può supporre. Ecco perché il nostro compito, oltre a un’importante
responsabilità sociale, consiste nel
contribuire a preparare i professionisti di domani, pronti a raccogliere
le nuove e impegnative sfide che si
presenteranno.
Infine vorrei sottolineare la necessità di un sempre più intenso scambio tra luoghi di formazione, come
le aziende e la scuola professionale.
Attualmente abbiamo una positiva collaborazione che ci permette
di sincronizzare l’erogazione delle
cosiddette «risorse», così come citate nell’Ordinanza sulla formazione
SPAI
Locarno
Formatori in azienda
20
professionale di base delle professioni dell’industria metalmeccanica.
Questa collaborazione è stata sempre ben apprezzata dall’associazione dei formatori di apprendisti della
metalmeccanica (FocusMEM Ticino),
che ho il piacere di presiedere. Questa associazione dispone di quattro
gruppi professionali, di cui uno per
la professione di Elettronico, coordinata dal collega formatore di GF Agie
Charmilles Stefano Candolfi. Regolarmente questo gruppo si incontra
con i docenti della SPAI, favorendo
un intenso scambio di esperienze.
Il frutto di questi scambi sono state
numerose iniziative comuni. Rammento ad esempio, per l’apprendistato di Elettronico, l’intesa raggiunta già diversi anni fa con la Direzione
del CPL di riorganizzare i blocchi
scolastici settimanali in modo che
le competenze scolastiche potessero essere concentrate nel 1°anno
di apprendistato e decrescere negli
anni successivi. Questo ha permesso
alle aziende la presenza di persone in
formazione con un sufficiente bagaglio di conoscenze, subito sfruttabili
per la pratica lavorativa necessaria
per il raggiungimento degli obiettivi
formativi.
Sempre per l’apprendistato di Elettronico abbiamo da 12 anni a questa
parte l’organizzazione a livello interaziendale del cosiddetto «Progetto
interdisciplinare», un progetto univoco proposto a scuola patrocinato
dall’associazione FocusMEM, gruppo Elettronici. Questa iniziativa permette agli apprendisti di svolgere
in gruppo nelle proprie aziende un
Formatori in azienda
progetto partendo da un quaderno
dei compiti comune: ciò consente
loro di confrontarsi a livello professionale con le competenze in fase di
sviluppo (dimensionamento e montaggio di circuiti elettronici, tecniche
di misura e di programmazione di
microcontrollori) e di affrontare con
l’adeguato metodo di lavoro le fasi
di realizzazione del progetto stesso.
Per concludere, tengo a ringraziare
i colleghi formatori e i docenti che
quotidianamente danno il meglio di
loro stessi alfine di raggiungere gli
obiettivi di sviluppo formativo e personale delle persone che avranno un
ruolo decisivo, a livello professionale
e sociale, nel prossimo futuro.
Marzio Corda
Formatore d’azienda
Una lunga tradizione
nella formazione duale
Un dialogo che si rinnova:
la SPAI in visita ad Agie Charmilles SA
Stefano Candolfi.
SPAI
Locarno
Qual è il valore di una visita presso
il nostro Centro di formazione? In
senso più esteso, perché una Scuola
professionale è invitata a conoscere
una realtà aziendale, nello specifico
la mia? E viceversa, perché un’azienda, che vive il mondo della progettazione, della produzione e anche
della competizione, è invitata a conoscere una Scuola professionale?
Sono tutte domande lecite, che nella
loro logica hanno una risposta: la ricerca di una continuità, degli scam-
bi, la necessità di trovare sinergie, a
dispetto di uno scollamento dove il
concetto di «formazione duale» verrebbe a mancare. Con questo obiettivo, il 13 marzo 2015 un gruppo di
docenti della SPAI di Locarno ha visitato il Centro di formazione e la linea
di produzione di Agie Charmilles SA
(conosciuta in Ticino come AGIE), che
fa parte del gruppo +GF+ Machining
Solutions.
+GF+ Machining Solutions è leader
mondiale nell'offerta di macchine,
Stefano Candolfi (a destra) in occasione di una visita dei docenti SPAI all'AGIE Charmilles SA.
soluzioni per l'automazione, servizi per la realizzazione di stampi e
utensili e per la produzione di componenti ad alta precisione. L'offerta
di prodotti spazia dalle macchine per
l'elettroerosione e per la fresatura
ad alta velocità e ad alto rendimento
ai sistemi di posizionamento e pallettizzazione, dalle macchine laser per
la texture superficiale 3D ai servizi di
assistenza, dai ricambi ai materiali di
consumo, fino alle soluzioni per l'automazione.
L’azienda dove lavoro vanta una lunga tradizione nella formazione duale: basti pensare che, quando era
ancora AGIE SA, il primo apprendista,
quale meccanico, ha iniziato il suo
tirocinio nel 1955 e l’ha terminato
nel 1958. Oggigiorno la formazione
delle professioni proposte è molto
cambiata, tuttavia sono restati immutati la passione e l’impegno che
tutti i collaboratori mettono nella
formazione di apprendisti! Il Centro
di formazione di +GF+ Machining Solutions propone quattro professioni:
polimeccanico, progettista meccanico, impiegata di commercio ed elettronico. La formazione di elettronico
è organizzata in due periodi: nei primi due anni l’apprendista riceve una
formazione di base, sia teorica che
pratica, e trascorre molto tempo nel
Centro di formazione per conoscere
in modo generale i vari settori della realtà aziendale, che spazia dalla
conoscenza del prodotto alla produzione delle nostre macchine ad
elettroerosione. Successivamente,
negli ultimi due anni di formazione,
l’apprendista partecipa a dei team di
lavoro di ingegnerizzazione e di sviluppo del nostro prodotto.
I nostri contatti con la scuola, per
l’organizzazione di programmi di
studio, sono concreti. Da alcuni anni
collaboriamo con la SPAI di Locarno
per sviluppare dei progetti nell’elettronica il cui scopo principale consiste nel creare, per la prima volta, un
progetto dalla teoria alla pratica, per
arrivare a un prototipo funzionante. Il progetto viene commissionato
dall’associazione della professione,
FocusMem sezione Ticino. Sono progetti che permettono di fare delle
piccole ricerche pratiche, esercitando così in modo creativo la professione. I risultati non sono necessariamente spendibili per la nostra
azienda, ma le competenze acquisite permettono ai ragazzi di affrontare la loro formazione: per +GF+
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Machining Solutions la formazione è
vista anche come un investimento! I
lavori sono esposti in alcune vetrine
presso il Centro scolastico di Locarno: sono un bell’esempio di collaborazione tra Scuola e Azienda. Viene
data molta importanza alla gestione
del progetto: infatti nei lavori si pretendono una pianificazione e uno
sviluppo coerente con quanto viene
svolto in azienda. Alla fine, il progetto viene presentato ai membri di FocusMem Ticino: per gli apprendisti
del secondo anno la presentazione
di un loro progetto rappresenta un
bel traguardo!
Di pari passo, oltre che della formazione tecnica, l’Azienda si occupa
anche della formazione del giovane,
della sua personalità. Nello specifico
organizziamo una volta all'anno una
settimana di formazione esterna, tematizzata, al di fuori dei nostri laboratori. Lo scopo di questa settimana
è quello di rafforzare le competenze
interdisciplinari tramite lo studio di
argomenti mirati. Quest’anno, per
esempio, abbiamo affrontato il tema
della Sicurezza sulle strade, l’anno
scorso quello della Motivazione. Sono
sempre organizzate, in ogni edizione, delle attività sportive. Nell’agonismo sportivo troviamo molti valori: il
rispetto delle regole, la condivisione
di un successo/insuccesso, «lo sforzo
per…», che possono essere riportati
anche in un lavoro di squadra, come
lo richiediamo in azienda. I nostri giovani sono sempre molto contenti di
questa settimana.
Per concludere, la nostra formazione degli apprendisti cerca di far vivere l’entusiasmo di una crescita,
sia dal lato personale che nello studio delle conoscenze tecniche della
professione di elettronico, che sono
sempre in continuo sviluppo.
Stefano Candolfi
Formatore professionale
Area elettronica
SPAI
Locarno
Responsabili d'area
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Responsabili d'area
Nuova Maturità,
istruzioni per l’uso
In vigore dall’anno scolastico 2015-‘16
Ronny Esposito-Cornelio (a sinistra), responsabile di sede per la MP, con Fabio Chiappa, responsabile MP per la Direzione dell'istituto.
Nell’anno scolastico 2014-‘15 si è preparata nel dettaglio
l’implementazione della nuova Maturità, si è gestita in
parallelo la «vecchia» Maturità e si è gestito anche l’arrivo
dei nuovi docenti, che sostituiscono i pensionamenti e le
partenze dello scorso anno.
Ribadiamo che le classi che hanno cominciato con la
vecchia Ordinanza porteranno a termine il loro ciclo di
studio con il diritto previgente, mentre a partire dall’anno scolastico 2015-‘16 le nuove classi, quelle del primo
anno di Maturità integrativa e del Corso per professionisti qualificati cominceranno con il nuovo programma.
Questo comporterà un certo lavoro di coordinamento
SPAI
Locarno
nella griglia oraria, nell’informazione ai colleghi e agli allievi, nell’organizzazione degli esami.
Il programma d’insegnamento
Partendo dai Piani cantonali di Maturità elaborati l’anno
scorso si sono redatti i piani disciplinari di sede: questo
ha richiesto un lavoro di coordinamento tra i docenti e
un dialogo continuo con gli esperti e con il gruppo direttivo della Maturità professionale. Inoltre si è implementato l’Approccio interdisciplinare tematico, vagliando vari
possibili scenari d’applicazione, tenendo anche conto del
fatto che il Progetto interdisciplinare viene mantenuto:
questi due tasselli fanno parte dell’Approccio interdisciplinare. Nel frattempo la DFP ha elaborato il Regolamento cantonale e la parte introduttiva del PQC. L’insieme di
questi documenti è stato messo in consultazione e ogni
sede, compresa la nostra, ha fatto pervenire le proprie
osservazioni.
Aggiorniamo i principali cambiamenti.
La Matematica sarà suddivisa in due parti: Matematica
fondamentale e Matematica specifica (la Matematica avrà
due note sull’attestato). Rispetto alla situazione attuale,
se da una parte aumenta il numero di ore lezione dall’altra aumentano sensibilmente anche le esigenze richieste
alle future persone in formazione. Per ogni parte è previsto un esame con e senza mezzi ausiliari, ciò significa
senza calcolatrice e senza riassunto. Complessivamente
l’esame scritto passa da un’unica prova della durata di
due ore e mezza a quattro prove, per un totale complessivo di 5 ore e mezza.
A livello di contenuto, al programma attuale si aggiunge,
con alcune modifiche, un modulo sulla statistica (descrittiva) sicuramente impegnativo per gli allievi, che si svolgerà nella parte di Matematica fondamentale. Per la MP2
tutti gli esami di Matematica si svolgeranno a giugno,
mentre per la MP1 gli esami relativi alla Matematica fondamentale si svolgeranno alla fine del 2° anno, mentre gli
esami inerenti la Matematica specifica si svolgeranno alla
fine del 4° anno.
Le Scienze naturali sono suddivise in Chimica e in Fisica. Chimica sarà d’ora in avanti esaminata, ciò che non
è il caso adesso. L’esame avrà luogo per la MP1 alla fine
del 2° anno e per la MP2 a giugno. Fisica sarà esaminata
come finora. A livello di programma, in Fisica si aggiungono alcuni approfondimenti mantenendo però costante il numero di ore lezione. Gli esami si svolgeranno alla
fine del ciclo di formazione sia per la MP1 che per la MP2.
In Inglese sono aumentate le ore lezione e gli obiettivi sono stati leggermente adattati. Le materie Storia ed
Economia e diritto non saranno più esaminate: faranno stato le note semestrali. Italiano e Tedesco non subiranno cambiamenti di sorta. Ricordiamo che le materie
complementari attualmente insegnate scompariranno
dal Programma d’insegnamento.
L’Attività interdisciplinare diventa più articolata: la sua
valutazione prevede ancora un Progetto didattico interdisciplinare (PDI) che sarà preceduto dalle attività legate
all’Approccio interdisciplinare tematico (AIT), attività propedeutiche al PDI. Ai fini dell’ottenimento dell’Attestato
federale la nota dell’Attività interdisciplinare, risultante
dall’AIT e dal PDI, sarà considerata alla stregua delle altre
materie.
23
Presentazione della Maturità
per la preparazione al Corso CPQ
Anche quest’anno si è proceduto alla presentazione dei
corsi di preparazione necessari per l’accesso al Corso per
professionisti qualificati (CPQ). I corsi richiesti sono Tedesco,
Inglese e Matematica: per Matematica è previsto un test
finale, che deve essere superato per poter accedere al CPQ.
La presentazione della Maturità professionale tecnica, del
corso CPQ e delle condizioni di ammissione è stata fatta
classe per classe agli apprendisti Parrucchieri, Sanitari, Installatori di impianti di riscaldamento e delle altre professioni del secondo e del terzo anno, e agli allievi del terzo
e del quarto anno che non frequentano la Maturità nel
campo delle nuove tecnologie.
È importante notare che i corsi di preparazione in Matematica, Tedesco e Inglese possono essere diluiti su due
anni: questo per evitare un sovraccarico per gli allievi, visto che sono organizzati fuori dagli orari di lavoro/scuola
(la sera e/o il sabato mattina).
Esame d’ammissione
alla Maturità integrativa
Gli allievi che hanno terminato la Scuola media con una
media scolastica che non soddisfa i criteri (media di 4,3
con due corsi A, di 4,4 con un corso A, di 4,5 con nessun
corso A) devono superare un esame d’ammissione per
accedere alla Maturità integrativa (in parallelo al tirocinio).
L’esame consiste in una verifica valutata di Matematica,
Italiano e Tedesco. La media di questi esami dev’essere
sufficiente. Quest’anno tre allievi hanno sostenuto gli
esami d’ammissione e un allievo non è stato ammesso.
Gli allievi che soddisfano i criteri hanno invece accesso
diretto alla Maturità integrativa.
Iscritti alla Maturità
professionale tecnica
Globalmente i corsi 2014-‘15 sono stati frequentati da
132 allievi: 118 nella Maturità in parallelo al tirocinio e 14
nel CPQ. Al primo anno di Maturità in parallelo al tirocinio
si sono iscritti in 32 (7 mediamatici, 11 elettronici e 14
informatici).
Materie complementari
Anche all’inizio di quest’anno scolastico è stato organizzato per gli allievi del I° anno un incontro per presentare la Maturità e per permetter loro di scegliere la
materia complementare che desideravano seguire. Ne
SPAI
Locarno
Responsabili d'area
24
Responsabili d'area
FBA, una formazione
ancor più completa
sono state offerte quattro, sia in ambito umanistico che
tecnico-scientifico. Gli allievi hanno fatto una prima e una
seconda scelta e sulla base delle loro desiderata si sono
formate le classi. Per il corso CPQ sono state proposte le
materie complementari Filosofia della tecnica e Biologia.
Il Progetto didattico
interdisciplinare (PDI)
Quest’anno sono stati realizzati tre Progetti interdisciplinari. Uno coinvolgeva la classe del Corso per professionisti qualificati (CPQ), con un progetto pilota, e gli altri
due ognuna delle classi del terzo anno di Maturità professionale integrata. Come consuetudine si sono associate, laddove è stato possibile, una materia umanistica
e una materia scientifica, al fine di aprire veramente una
discussione e sviluppare delle tematiche inter- o multidisciplinari. Tutti gli allievi sono riusciti a ottenere almeno la
sufficienza. I docenti depositeranno una copia dell’attività in Mediateca per futuri usi.
È importante ricordare che il PDI è organizzato come
progetto di classe: i risultati ottenuti nei vari lavori di approfondimento dialogano tra di loro.
Gli esami finali
L’organizzazione degli esami finali richiede sempre un
buon lavoro di concerto, sia per gli orali che per gli scritti.
Per quanto concerne lo svolgimento degli esami, non ci
sono stati problemi organizzativi: il programma previsto
è stato rispettato e i docenti hanno svolto un eccellente
lavoro. Ventisei allievi del 3° anno (MPT in parallelo al tirocinio) hanno affrontato gli esami anticipati nelle materie
Inglese ed Economia e diritto. Per gli esami finali, hanno
sostenuto le verifiche 45 allievi (31 della MPT additiva e
14 del CPQ). I candidati hanno affrontato le prove con
impegno. Due allievi non hanno ottenuto l’attestato.
Presentazione di scuole
del livello terziario
La nostra scuola organizza le presentazioni di alcune scuole superiori o universitarie indirizzate agli allievi
dell’anno terminale (CPQ e additiva). Questa è un’occasione significativa offerta all’allievo per identificare il proprio futuro professionale e scolastico e per instaurare dei
contatti diretti con i direttori o i responsabili delle rispettive offerte scolastiche.
Anche quest’anno gli allievi hanno potuto visitare un info-point della SUPSI (tutte le filiere), allestito nella nostra
sede per una settimana (a metà febbraio) nello spazio
SPAI
Locarno
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Oggi tutte queste professioni sottostanno
al nuovo regime delle Ordinanze professionali
Si è lavorato molto sulle tabelle relative ai nuovi programmi.
espositivo di fronte alla sala multiuso: un luogo frequentato ad ogni pausa dagli allievi. Questo ha dato a tutti la
possibilità di informarsi sulla SUPSI e sul mondo universitario professionale. La SUPSI stessa ha poi svolto una presentazione specifica per gli allievi delle nuove tecnologie.
Anche quest’anno abbiamo avuto il piacere di vedere la
presentazione della SUP di Bienne. Sono inoltre venuti
nella nostra sede i rappresentanti della SSSE di Bellinzona
e della SSST, pure di Bellinzona.
Proposte da valutare
Per le classi del 4° anno di Maturità si propone di modificare la frequenza: si lascia al blocco B la settimana intera
di presenza ma si sposta il lunedì dal blocco C al blocco
D. Questo al fine di ridurre i periodi di assenza da scuola
(a volte oltre un mese).
Per quanto riguarda la data dei consigli di classe, si propone di redigere in autunno una comunicazione unica
delle date di entrambi gli incontri.
Si prevede infine di instaurare un controllo dell’aula di
Chimica da parte di un ente esterno, al fine di attestare
che i lavori intrapresi siano soddisfacenti.
Da settembre 2015 si entrerà nel dettaglio della nuova
Maturità a livello di sede: i docenti saranno quindi molto
impegnati sia nella gestione corrente (delle classi, delle
valutazioni...), sia nella preparazione dei materiali inerenti
la nuova Maturità.
Ronny Esposito-Cornelio e Fabio Chiappa
Coordinatori in sede della Maturità professionale
Abbiamo girato pagina… nel senso
che da quest’anno le professioni che
fanno parte dell’area FBA di cui sono
responsabile – Operatori di edifici e
infrastrutture (OE), Operatori per la
pulizia ordinaria e manutentiva (OP),
Installatori di sistemi di refrigerazione (G) – sottostanno tutti al nuovo
regime delle Ordinanze professionali. E con tutti mi riferisco ai biennali
(CFP), triennali e quadriennale (AFC).
Ciò significa che a partire da 2016 saranno abbandonati definitivamente i
percorsi della Formazione empirica e
del Tirocinio pratico.
Nel caso degli OE è entrata in vigore
una nuova Ordinanza, che sostituisce quella precedente, il cui Piano di
formazione si è arricchito di altre tematiche importanti, come per esempio quello della Lotta agli infestanti,
del Trattamento di facciate esterne
e della Pulizia nell’arco delle quattro
stagioni.
Nel corso dell’anno, allo scopo di
migliorare e completare la formazione teorica a
scuola nelle Conoscenze professionali, ci siamo avvalsi del supporto
di alcuni professionisti di settore,
come per esempio nelle tematiche della Sicurezza sul posto di lavoro
(Claudio Borsari della SUVA) e Chimica
e veleni (Mauro Togni, Dipartimento
del territorio). Abbiamo arricchito le
lezioni anche di visite esterne, come
all’Azienda cantonale dei rifiuti ACR
di Giubiasco, all’Impianto di depurazioni acque di Bioggio e Locarno, al
Servizio ambulanza Locarnese e Valli
SALVA di Locarno e all’Ospedale la Carità di Locarno, dove abbiamo approfondito l’igiene ospedaliera.
Nell’ambito della Cultura generale ricordo in particolare la gita di studio
a Praga con la classe OP3, che è stata
molto interessante e particolarmente apprezzata dagli apprendisti, e la
visita a EXPO 2015 di Milano, con la
partecipazione anche di classi di altre
aree professionali.
Vito De Vito
Responsabile area FBA
Apprendisti in visita all'Azienda cantonale dei rifiuti di Giubiasco.
SPAI
Locarno
Responsabili d'area
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Responsabili d'area
Cultura generale,
nuova linfa con l’arrivo
di nuovi docenti
E intanto si riflette sulle specificità della sede
Per la Cultura generale l'anno scolastico è stato caratterizzato inizialmente dall’arrivo di nuovi docenti
che hanno alimentato di idee e di
energia positiva il clima del gruppo.
Come d’abitudine ci siamo trovati tre
volte al semestre e, accanto ai soliti
compiti più burocratici, hanno avuto
luogo durante le riunioni – ma anche
in modo spontaneo in aula docenti,
nei corridoi e al di fuori delle mura
scolastiche – discussioni di fondo
molto stimolanti. Riflessioni sul ruolo della CG, sull’approccio alla materia (prima personale e poi da trasmettere in classe), sull’autonomia
della sede e sulla linea da costruire
assieme: scambi di idee, questi, che
avranno un seguito nel prossimo
anno scolastico. Il gruppetto delle
classi terminali si è riunito e ha scritto un esame comune per tutti per
quel che riguarda le competenze,
mentre sul server sono state create
delle cartelle per ogni tematica del
PI, dove verranno raccolti i materiali
dei docenti; iniziative che proseguiranno anche a settembre.
Non pochi docenti di CG sono stati
impegnati nell’organizzazione della
giornata multiculturale «Africa»: hanno dunque presentato agli allievi gli
obiettivi e in seguito hanno discusso
e raccolto le loro impressioni. La preparazione in classe della giornata teSPAI
Locarno
Lorenzo Scascighini.
matica verrà però potenziata. Buona
è stata anche la partecipazione alle
conferenze proposte e che rientrano sempre nel programma annuale
di Cultura generale.
Dieci naufraghi di un anno scolastico denso e stimolante hanno trovato rifugio sulle Isole di Brissago
nella giornata conclusiva di giugno.
La storia dell’Isola Grande e la visita
del Parco botanico, tra specie rare e
piante carnivore, hanno preceduto
un buon pranzo all’ormai noto Canvetto.
Molti sono i temi e le attività previste da settembre: prima di tutto
vorremmo continuare con la riflessione sulla nostra autonomia e sul
nostro modo di intendere l’insegnamento della materia. Questo non significa volerci per forza distanziare
dalla linea cantonale e neppure che
dobbiamo pensarla tutti allo stesso
modo, ma si tratterà di una messa in
comune delle riflessioni che daranno
più spessore a tutti. Daremo maggiore spazio allo scambio «culturale»,
nel senso che ci prenderemo il tempo per approfondire temi d’attualità
(le migrazioni, l’Isis e il mondo occidentale, ecc.), ma anche le tematiche del PI. Sarebbe bello creare una
piccola bibliografia e che lo scambio
di consigli di letture avvenga spontaneamente. I materiali per le lezioni che passeranno di mano in mano
saranno una logica conseguenza
e porteranno con sé l’approfondimento della discussione.
La giornata multiculturale diventerà
tematica del PI. Ne consegue una
formazione per i docenti che avverrà con l’aiuto di esperti in materia
e della Fosit (associazione cappello
delle ONG ticinesi). Alcuni momenti
dell’anno saranno perciò dedicati a
chinarci sul tema stimolante e molto
complesso dell’educazione alla multiculturalità. Sul PI ci soffermeremo
maggiormente e, laddove lo riterremo necessario, aggiungeremo temi
o sotto-temi, stralceremo quelli che
non ci sembrano più necessari o che
meritano un lifting…
Anche le diverse conferenze proposte potrebbero diventare parte integrante del programma dell’anno
scolastico: spetterà a noi decidere se
interrompere o meno quanto si sta
facendo per dedicare una o due ore
alla ripresa e all’approfondimento
di quanto raccontato dall’oratore di
turno.
Le uscite sul territorio per conoscerlo meglio (come nel caso dell’avventura temeraria alle Isole di Brissago)
troveranno maggiore spazio. Discutendo tra di noi sono uscite idee
interessanti: la Dannemann di Bris-
sago, il Monte Verità, il Castello di
Locarno, la Ca’ di Ferro, la Baronata,
il grotto America e le storie di emigrazione, la villa Torriani, Milano raccontata da Mohammed Ba, la casa di
Camperio, ecc. Attenzione particolare perciò alle nostre radici, coscienti
che non è possibile essere veramente aperti all’altro se si è privi di una
forte identità.
Attività nelle aziende: grazie all’iniziativa di Lucia Del Fiore, due nostri colleghi hanno trascorso una giornata
in un salone di parrucchiere. Lo scopo era quello di avvicinare i docenti
alla professioni dei nostri allievi. Sarebbe bello estendere queste visite
a tutti i settori e coinvolgere perciò i
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responsabili d’Area. Oltre a conoscere lavori a noi poco noti, potremmo
anche creare un ponte tra la Cultura generale e i datori di lavoro e le
aziende. In questo senso saremmo
ambasciatori di un messaggio che
spesso non trova l’ascolto dovuto:
l’importanza della Cultura!
Un accenno infine al progetto «La
gioventù dibatte»: mi sono trovato
col responsabile Chino Sonzogni e
faremo anche con lui una formazione di un paio d’ore. Si tratta di un’attività trasversale interessante e proponibile all’interno di ogni tematica.
Lorenzo Scascighini
Responsabile Cultura generale
La nostra sede diventa Centro
di competenza cantonale
anche per l’Informatica
L’anno scolastico 2014-‘15 è stato pieno di sfide per l’area FBT (Nuove tecnologie), che comprende le sezioni dei
Mediamatici, degli Elettronici e degli Informatici. Nei nostri incontri d’area si sono discusse diverse tematiche, tra
cui la situazione delle classi (nel complesso siamo molto
soddisfatti di tutte le sezioni), lo «stato di salute generale» del settore, i possibili miglioramenti sia didattici che
funzionali... Per quanto riguarda il numero di persone in
formazione, c’è da notare lo sdoppiamento della prima
Informatici, cosa che non succedeva da anni.
Dopo i Mediamatici e gli Elettronici, è arrivato il momento di introdurre la nuova Ordinanza professionale degli
Informatici AFC. I biennali (CFP) sottostanno ancora alla
vecchia Ordinanza. L’implementazione della nuova Ordinanza avviene gradualmente: quest’anno è stata applicata solo al 1° anno, mentre le altre classi (2°, 3° e 4°) hanno
proseguito con la vecchia. Entro i prossimi tre anni, tutte
le classi d’Informatica adotteranno la nuova Ordinanza.
Con la nuova Ordinanza sono cambiati in particolare gli
indirizzi professionali, che da quattro sono scesi a tre
Davide Krähenbühl durante una lezione di programmazione.
SPAI
Locarno
Responsabili d'area
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Responsabili d'area
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Più sostegno agli allievi
dell’Impiantistica
Incontri individuali
per far fronte a classi
molto numerose
e disomogenee
Apprendisti informatici al lavoro.
(Sviluppo di applicazioni; Informatica aziendale; Tecnica
dei sistemi), e l’offerta dei moduli, sia nei contenuti sia
nella loro struttura.
Questa novità è coincisa con la centralizzazione alla SPAI
Locarno di tutti i tirocini degli Informatici, che fino all’anno scolastico 2013-‘14 erano dislocati anche al Centro
professionale di Trevano limitatamente all’indirizzo, nel
frattempo «cancellato», dell’Informatico di supporto. Ciò
significa che, per quanto riguarda la formazione duale
(azienda-scuola), la nostra sede è diventata a tutti gli effetti Centro di competenza cantonale per quanto riguarda anche l’Informatica.
Per quanto concerne le attrezzature, da quest’anno la
nostra sede si è dotata di una nuova aula MAC, che completa l’offerta formativa soprattutto per i cosiddetti «programmatori» (vedi l’indirizzo Sviluppo di applicazioni).
La nostra sede è anche Azienda formatrice, nel senso che
sta formando – per conto del Cantone, che è il datore
di lavoro – tre apprendisti informatici (1°, 2° e 4° anno),
non solo sul piano teorico («sapere»), ma anche su quello
del «saper fare». Infatti alcuni nostri docenti ricoprono la
mansione di maestri di tirocinio, seguendo questi giovani anche nella loro crescita tecnico-pratica, al pari di qualsiasi azienda privata. È certamente un compito interesSPAI
Locarno
sante, ma è anche impegnativo e di responsabilità, e va
ad aggiungersi alla già gravosa attività di insegnamento
del docente direttamente coinvolto.
Fra le attività sviluppate, vi è anche quella dei progetti
didattici, in cui alcuni docenti d’area, a vario titolo, sono
impegnati. Ne ricordo solo due: «I capelli in forma digitale» in collaborazione con Delio Fontana, docente di materie tecniche dell’area Parrucchieri, e «ivideo» (ex progetto Scuolavisione), in cui io stesso sono coinvolto, che
consiste in una piattaforma grazie alla quale è possibile
creare e pubblicare video interattivi per le scuole.
Per concludere, vorrei parlare del questionario per il rilevamento della soddisfazione, che annualmente è sottoposto agli studenti. Il risultato emerso ricalca quello
degli anni scorsi e si può ritenere più che soddisfacente:
oltre il 90% degli allievi ha risposto con un buono/ottimo alle domande poste (vedi terza pagina di copertina).
Domande che riguardavano sia gli aspetti organizzativi e logistici, sia – ed è quello ci interessa in particolar
modo – quelli didattici e pedagogici. Il dato è confortante ed è di buon auspicio per il futuro.
Davide Krähenbühl
Responsabile area Nuove tecnologie
Il numero di allievi delle classi dell’Impiantistica fluttua sempre in funzione
della situazione congiunturale economica dell’edilizia. Questo ha fatto
sì che nell’ultimo lustro i numeri di
allievi per classi siano mediamente
aumentati. Questa situazione ha in
passato generato alcune nuove sfide
per i docenti e per la Direzione. Come
gestire allievi di provenienza disomogenea, con profili diversi fra loro e
pure in grande numero? Per mitigare
gli effetti negativi di quanto esposto si
è fatto capo all’intervento di un consulente esterno. Infatti, durante una
serie di incontri con i docenti dell’area FBI (progetto ProSanDi), protrattisi parallelamente all’anno scolastico,
si è sviluppata una strategia comune,
che consiste in una sorta di accompagnamento personale fuori dalla classe. In breve, a una serie di interventi
capillari in aula, si affianca un contatto
diretto con l’apprendista, in una sorta
di momento privilegiato. Questo con
tutti gli apprendisti, e non necessariamente solo con quelli problematici. Se
poi si aggiungono momenti aggregativi di familiarizzazione e conoscenza
comune, ecco che i risultati arrivano.
Possiamo affermare che l’esperienza
appena conclusasi ha determinato dei
benefici tangibili, confermati dalla totalità dei docenti coinvolti nel proget-
to. Quest’attività
di sostegno verrà
riproposta anche
l’anno a venire.
Una novità di
quest’anno è stata l’introduzione nella formazione
triennale (AFC) del concetto del «profitto minimo» per ottenere il diritto
al passaggio al 2° anno di tirocinio.
Questa novità è stata concordata con
i partner della formazione: l’Associazione professionale Suissetec e la
DFP in particolare. In sostanza essa
pone dei requisiti minimi per il superamento della classe. In caso contrario si può prospettare la ripetizione dell’anno o altri scenari quali per
esempio il reindirizzo professionale.
Altro fronte molto impegnativo è
quello delle sinergie con i Corsi interaziendali al Centro di formazione
SSIC di Gordola. Sostenute dalla DFP,
e immediatamente implementate dai colleghi di area (FBI), si sono
svolte alcune giornate di formazione fuori sede appunto a Gordola. Di
questa esperienza vedasi pure l’articolo del collega Gianluca Salvadè, coordinatore di questa iniziativa.
In un momento di formazione e aggregazione, con una classe si è visitato il cantiere della Centrale di produzione di calore mediante cippato di
Costantino Tenore: «Ai nostri giovani dobbiamo dare competenze e professionalità, unite a una certa dose di "humanitas"».
legna del Comune di Losone: un’opera unica per dimensioni, essendo
la più grande del Ticino. La visita è
stata condotta dal progettista ing.
Marco Tkatzik e dal direttore dei lavori ing. Mauro Li Vigni. Un piacevole
pranzo in comune ha suggellato un
momento formativo «fuori porta»,
molto apprezzato da tutti.
Il mondo della formazione professionale è in continuo fermento: solo
mettendo a disposizione dei nostri
giovani competenze e professionalità, unite a una certa dose di «humanitas», riusciremo a mantenere alta la
sfida garantendo loro un buon livello
di qualità d’insegnamento. Questo è
e rimarrà l’argomento vincente per
coloro che si apprestano a entrare
nel più ampio mercato del lavoro,
sempre più concorrenziale.
Costantino Tenore
Responsabile area FBI
SPAI
Locarno
Responsabili d'area
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Responsabili d'area
Parrucchieri,
bei progetti per la testa
Un anno da ricordare, dalle visite in salone
alle nuove tecnologie
Quello dei Parrucchieri è da sempre
un settore vivace e ricco di iniziative,
in cui le idee non rimangono tali, ma
prendono corpo in progetti che, in
un modo o nell’altro, incidono positivamente sulla qualità della formazione, rafforzandone i legami sia
tra gli attori interni sia con i partner
esterni alla scuola. In breve rassegna,
ecco una sintesi delle attività 2014‘15 che per la loro specificità meritano di essere ricordate.
• Progetto Romania (responsabile: Graziella Giovanettina). Continua
il gemellaggio con la scuola di parrucchieri di Buzau. Il soggiorno in
Romania si è svolto in modo positivo: a detta di tutti i partecipanti si è
trattato di una bellissima esperienza
umana e professionale.
• Progetto Tablet (responsabile: Delio Fontana). Durante l’anno scolastico, con una classe pilota (P2b) si
è sperimentato l’utilizzo del tablet in
classe durante le lezioni. Si sono eseguite ricerche sui prodotti e si è utilizzato il libro di testo in formato digitale. I ragazzi si sono subito trovati
a proprio agio e hanno manifestato
grande interesse per questa nuova
forma d’insegnamento.
• SNOOD (responsabile: Lucia Del
Fiore). Questo progetto – che abbiamo presentato l’anno scorso su
queste pagine – è entrato nella seconda fase. Sono dunque iniziate le
visite in salone: Ludovic Stefanicki
e Tania Giugni, docenti di Cultura
generale, hanno così potuto vivere
personalmente una giornata lavorativa sul luogo in cui i loro allievi
svolgono quotidianamente la loro
professione, e hanno definito l’esperienza molto positiva. Dal canto
suo, Lorenzo Scascighini si è detto
interessato a proporlo come progetto di sede.
• Nuove tecnologie. Nel corso della
«Fondo Gaby»,
aiuto prezioso
È di 6’500 franchi il terzo assegno
attribuito quest’anno, alla SPAI di
Locarno, dal Fondo Gaby Tosetti,
istituito nel 2012 per sostenere gli
apprendisti Parrucchieri. La creazione del Fondo è stata fortemente
voluta da Claudio (Nani) Tosetti per
ricordare la moglie Gaby TosettiGnesa che, durante la sua lunga
attività professionale quale parrucchiera, fu sempre vicina ai giovani
che intraprendono questo tirocinio.
Alla consegna dell’assegno hanno partecipato (nella foto, da sinistra) Noemi Torti (segreteria), Graziella Giovanettina (docente) e Claudio Tosetti, l’artefice di questa apprezzata iniziativa.
SPAI
Locarno
propria abilitazione Tatiana Pissoglio
inizierà un progetto nell’ambito delle nuove tecnologie. È previsto pure
uno scambio linguistico con classi della Svizzera tedesca (Coira o Basilea).
• Vetrine. Nei corridoi del secondo
piano si sono allestite alcune vetrine.
Una è stata adibita a modelli plastici
inerenti la biologia (circolazione del
sangue, cellula, pelle, capello, ecc.),
mentre in una seconda vetrina sono
esposti i lavori che le classi del biennale hanno presentato al concorso
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Hair Day di Zurigo in più edizioni, riscuotendo grande successo.
• Da segnalare infine che a partire
da quest’anno è entrata in vigore la
nuova Ordinanza AFC: i docenti di
Conoscenze e Calcolo professionale
si sono recati a Rüti, per discutere
degli obiettivi di valutazione e concretizzazione con altri colleghi della
Svizzera.
Delio Fontana
Responsabile area Parrucchieri
Progetto SNOOD
Progetto SNOOD
Visita al Salone Rosi
di Minusio
Visita al salone Zephir
di Ascona
Nel quadro del progetto SNOOD ho potuto trascorrere
un’intera giornata (16 aprile 2015) al salone Rosi di Minusio,
potendo così cogliere le varie sfaccettature del lavoro di
alcuni miei apprendisti del 3° anno.
La giornata è iniziata verso le 8, orario di apertura. Per prima cosa l'apprendista e i dipendenti hanno ultimato la sistemazione e la preparazione del salone, già iniziata la sera
precedente. La proprietaria, Rosi Campisi, i dipendenti e gli
apprendisti si sono mostrati estremamente disponibili nei
miei confronti. Ho potuto constatare che la clientela è in
gran parte caratterizzata da habitués. La giornata lavorativa mi ha permesso di farmi un'idea della mole di lavoro
esistente in un salone e delle difficoltà che caratterizzano
la professione. Per quanto riguarda i miei due studenti,
l'allieva si è confrontata, tra le altre cose, prima con l'applicazione del colore, in seguito con una messa in piega decisamente (per me) complessa; l'allievo ha effettuato diversi
lavaggi, una messa in piega e una rimozione del colore,
questa con l'utilizzo di una sostanza dall'odore decisamente pungente (al limite della sopportazione, per quanto mi
riguarda!).
Questa giornata è stata per me un'occasione per capire a
fondo la professione, le aspettative, le problematiche dei
miei studenti; e ho anche avuto conferma dell'importanza,
a volte sottovalutata, che la Cultura generale dovrebbe ricoprire durante gli anni formativi.
Ludovic Stefanicki
Docente di Cultura Generale
Il 18 marzo 2015, nel quadro del progetto SNOOD, ho trascorso un’intera giornata al salone Zephir di Anna Fernandes
Sacramento ad Ascona: ho passato la mattina a osservare
come veniva organizzato il lavoro, mentre nel pomeriggio,
con l’aiuto dell’apprendista, ho provato a svolgere alcune
mansioni tipiche della professione: mi sono esercitata nel
lavaggio dei capelli su una testina, successivamente ho
provato a mettere i bigodini e fare una messa in piega.
L’esperienza è stata molto positiva e mi ha permesso di
comprendere meglio le esigenze dei datori di lavoro ma
anche la realtà lavorativa degli apprendisti, la mole di lavoro che affrontano quotidianamente in una professione
provante anche a livello fisico. Tutto ciò aiuta l’insegnante
a calibrare meglio il carico di lavoro scolastico e a stimare il
tempo che può essere realisticamente dedicato ai compiti
e allo studio a casa. Molto proficuo anche lo scambio con
la proprietaria del salone, che mi ha fornito validi spunti per
progettare lezioni che aiutino a superare le difficoltà incontrate dagli apprendisti nel salone: in particolare si potrebbe
lavorare, attraverso esercizi di simulazione che partano da
casi concreti, sulla capacità di ascolto, la tolleranza, l'approccio al cliente, la gestione delle difficoltà relazionali. Il progetto SNOOD consente quindi al docente di CG di toccare con
mano la quotidianità dei suoi allievi e di stabilire nuovi canale
di comunicazione tra la scuola e il luogo di lavoro: incrementarne gli scambi non può che giovare ai nostri apprendisti.
Tania Giugni
Docente di Cultura generale
SPAI
Locarno
Maturità professionale tecnica
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Festa di diploma
per 43 candidati
«La scuola non è solo
note, ma molto di più»
Dalla capufficio Silvia Gada i complimenti
e lo stimolo a puntare a nuovi obiettivi
Il saluto e il ringraziamento
di un nostro apprendista Mediamatico
La cerimonia di consegna degli attestati di Maturità professionale tecnica della SPAI Locarno si è tenuta il 24 giugno alla presenza di un numeroso pubblico: all’incontro ha
partecipato, in rappresentanza della Divisione della formazione professionale, la capufficio signora Silvia Gada, che
nel suo breve intervento si è complimentata con i diplomati e ha sottolineato l’importanza di questo momento,
che è sì un traguardo, ma è anche un punto di partenza
per altri e più impegnativi obiettivi.
I candidati che si sono presentati agli esami sono stati 45:
l’ambito diploma è stato ottenuto da 43 allievi, ossia quattro in più rispetto all’anno precedente. La media generale
è stata del 4.7, la più alta del 5.6. Questi gli allievi che hanno
superato gli esami:
Maturità per professionisti qualificati
(post tirocinio)
Argenta Mattia, Bossio Martina, Donati Mauro, Erny Laetitia, Fernandes Lopes Joao Pedro, Leoni Giulia, MazzoSPAI
Maturità professionale tecnica
Locarno
ni Claudio, Medici Davide, Salmina Mattia, Schuler Peter,
Sciaroni Paolo, Viecelli Roberta.
Mediamatici
Dellamora Mattia, Di Pietrantonio Antonio, El-Husseini
Sara, Ferraro Alessandro, Lucchini Nicola, Macellaro Francesco, Masa Filippo, Türkyilmaz Kerem.
Elettronici
Andreotti Emanuele, Anotta Aaron, Bordoli Alain, De
Filippo Cristian, Detta Kevin, Fernandes Romao Mauro,
Fontana Ivan, Giovannacci Andrea, Ielpo Gianluca, Lafranchi Yanick, Tamagni Kevin.
Informatici
Berisha Elvir, Bertocchi Fabio, De Carlo Andrea, Dell'Ambrogio Siro, Forgia Paolo, Fumagalli Alberto, Furger Nino,
Martinoli Bruno, Oriet Sacha, Suira Andrea, Vanoni Davide, Zambello Luca.
Antonio è un apprendista Mediamatico che ha concluso la sua formazione di base nel giugno 2015,
conseguendo pure l’attestato di
Maturità professionale. In occasione della cerimonia di fine anno
ha spontaneamente preso la parola per esprimere il suo apprezzamento verso la scuola nei quattro anni di formazione. Pensiero
che ha poi voluto ribadire, anche
in questo caso in modo del tutto
spontaneo, via email, con lo scritto riportato qui sotto: uno scritto
che è motivo d’orgoglio per tutti
e che gli fa particolarmente onore, anche per l’approccio costruttivo con cui è stato impostato.
«Buonasera a tutti,
sono Antonio Di Pietrantonio, mediamatico ormai prossimo a terminare il tirocinio, ma prima di questo tenevo volentieri a esprimere
un pensiero e un ringraziamento.
Questi quattro anni sono stati
anni ricchi di emozioni, fatiche,
sapere, gioie e sfide; tutte queste,
cose che ho cercato di accogliere
con tutto me stesso. Ho trovato
in amici e compagni un grande
sostegno e possibilità di confrontarmi per crescere e migliorarmi
giorno dopo giorno.
Tuttavia il mio pensiero è ora di-
Antonio Di Pietrantonio: «Qualora potessi tornare indietro a
quattro anni fa, rifarei sempre
e comunque le medesime
scelte che mi hanno condotto
fino a qui».
retto a voi, a cui non posso che
dire grazie di tutto cuore per la
capacità e l'umanità dimostrate.
Ciascuno di voi ha giocato un ruolo fondamentale nella mia vita:
dal bambino o poco più che ero
quando misi piede alla SPAI quattro anni fa, fino ad oggi, in cui,
profondamente commosso, esco
dal portone della scuola che è stata così a lungo come una seconda
casa per me.
Ho potuto contare sul vostro
sostegno e sulla vostra fiducia,
che mi hanno spinto a dare tutto
ciò che ho potuto, desideroso di
non deludere chi tanto ha creduto in me.
Nondimeno, sebbene me ne vada
con la tristezza di abbandonare
delle persone e un ambiente a
me cari, vado via col sorriso, convinto nel dire che qualora potes-
si tornare indietro a quattro anni
fa, rifarei sempre e comunque le
medesime scelte che mi hanno
condotto fino a qui.
E in tutto questo ho capito che
la scuola non è solo note, valori e
nozioni, ma molto di più.
Vi devo tanto per ciò che ho ora,
sia a livello di conoscenze che a livello umano.
Il mio sogno prosegue, e spero
un giorno di poter anch'io divenire un docente: chissà che non
ci si ritrovi in queste circostanze...
Certamente non dimenticherò
nessuno e ritornerò, di tanto in
tanto, a salutarvi.
Concludo augurandovi il meglio
e ringraziandovi sentitamente di
tutto.
Un caro saluto,
Antonio Di Pietrantonio».
SPAI
Locarno
Mediateca
34
Mediazione
Biblioteca e libri digitali
Un’offerta che spesso è una corsa a ostacoli
Ma la nostra Mediateca propone
un servizio diverso e innovativo
Non sembra, ma Paolo Togni ha in mano...
un libro.
L’avvento dei libri digitali è stato
spesso presentato come una rivoluzione al pari della stampa a caratteri
mobili di Gutenberg. La profezia era
forse un po’ facile o troppo affrettata, perché a distanza di qualche anno
dalla loro introduzione la realtà pare
molto più contenuta. Non che l’aspetto tecnico non lo permetta, ma
fattori antropologici ed economici
ostacolano in modo significativo lo
sviluppo di una piena cultura libraria
in termini digitali.
Chi vuole sperimentare la lettura digitale si trova di fronte a una corsa
ad ostacoli che lo fa presto desistere: procedure d’acquisizione complesse, ostacoli giuridici, prezzi sproporzionati rispetto agli equivalenti
SPAI
Locarno
cartacei, formati di
codifica incomprensibili e poco convertibili, impossibilità di
prestito a terzi. Tutto
concorre a rinforzare
la convinzione che
niente è meglio di
un buon vecchio libro cartaceo.
Sarebbe l’occasione
buona per le biblioteche per presentarsi come strumento
efficace al servizio
della lettura, peccato
che anche su questo
fronte non ci siano
molti entusiasmi: oltre alle difficoltà
elencate sopra va ad aggiungersi il
fatto che gli editori non gradiscono il
prestito digitale, nel migliore dei casi
visto come concorrenza all’acquisto
degli ebooks. E dappertutto regna la
paura del copyright, terribile divinità
che sovrintende ai destini biblioteconomici.
Le biblioteche che hanno deciso di
occuparsi di ebooks hanno optato
per soluzioni offerte da piattaforme
commerciali che si presentano come
mediatrici fra editori e biblioteche.
A loro hanno delegato la soluzione
dei problemi tecnici e giuridici e in
cambio hanno accettato il modello
economico da loro imposto, snaturando la propria missione di agenzia
di alfabetizzazione e di promozione
del libro e della lettura per diventare
banali filiali deputate all’aggregazione e al download di libri elettronici.
E forse non è esattamente quanto ci
si aspetta da una biblioteca: il risultato è che negli Stati Uniti, dove l’80%
delle biblioteche pubbliche mette a
disposizione libri digitali, solo il 12%
degli utenti «forti» dichiara di aver
preso in prestito un ebook in biblioteca. Che è pur sempre 10 volte più
di quanto avviene con l’offerta del
Sistema bibliotecario ticinese.
Probabilmente le premesse sono
sbagliate: come spesso accade, in
presenza di fenomeni nuovi vengono
messi in atto vecchi approcci. La sfida
per le biblioteche è di trovare modelli che sappiano sfruttare appieno
le potenzialità digitali nel senso della
propria missione – servizio pubblico
per la lettura – in accordo con le esigenze di fondo del mercato librario.
La nostra Mediateca ha voluto dal
canto suo sviluppare un servizio di
lettura digitale diverso e per certi versi innovativo: da anni è in atto
una paziente raccolta di risorse digitali, che vengono elaborate e preparate per la messa a disposizione
degli utenti dell’istituto, in ossequio
con le direttive federali riguardanti il
copyright. Il risultato è visibile sulla
pagina della Mediateca interna all’istituto, basta digitare (http://)mediateca nella barra degli indirizzi del
vostro browser.
Paolo Togni
Bibliotecario CPL
35
Indagine sulle abitudini
di gioco d’azzardo
fra gli apprendisti
della SPAI di Locarno
Tra novembre 2014 e marzo 2015 ho avuto l’occasione di
incontrare 341 apprendisti della SPAI di Locarno, ai quali
ho sottoposto un questionario – composto da sette domande – allo scopo di capire quali fossero le loro abitudini in relazione alla pratica dei giochi d’azzardo. In questo
breve scritto cercherò di illustrarvi ciò che di più significativo è emerso dalle risposte date dai ragazzi.
Il campione intervistato, 341 persone, ha un’età compresa tra i 15 e i 29 anni, è composto per l’81% da maschi, il
restante 19% sono femmine, e riunisce diverse tipologie
di apprendistati. I maggiorenni rappresentano il 55% del
campione, mentre i minorenni il restante 45%.
L’81% degli intervistati dichiara di aver giocato almeno una volta nella vita a dei giochi d’azzardo. La
percentuale di minorenni equivale al 41,5%.
Di questi 277 che hanno giocato almeno una volta nella
vita, solamente 11 hanno dichiarato di non aver giocato
a nessun gioco nel corso degli ultimi dodici mesi. Questo
significa quindi che il 96% di coloro che hanno giocato almeno una volta nella vita, lo ha fatto anche
durante l’ultimo anno. Il gioco preferito in assoluto è il
Gratta e Vinci, seguito da Scommesse sportive e Tombola. Tuttavia, se analizziamo i dati in relazione alla fre-
quenza, il gioco giocato con maggiore frequenza sono
le Scommesse sportive.
Delle differenze emergono tra i due sessi:
• I maschi giocano più frequentemente alle
Scommesse sportive, ai Gratta e Vinci e al
Poker.
• Le ragazze sembrano maggiormente attratte dai Gratta e Vinci, dalla Tombola e da Lotto e
Lotterie.
Se prendiamo in considerazione l’età, in maniera del
tutto prevedibile, nei maggiorenni vi è una maggiore
tendenza a partecipare ai giochi detti «da Casinò»
quali la roulette, il black jack e le slot machines, mentre i
minorenni si allineano alle tendenze generali.
L’81,5% di coloro che hanno giocato almeno una volta
durante l’ultimo anno ha partecipato a due o più giochi
(con frequenza variabile).
Come sappiamo, i giochi d’azzardo possono essere giocati sia «live», ovvero di persona in appositi luoghi (Casinò,
chioschi, bar), sia online. Il 79% degli apprendisti SPAI
afferma di preferire il gioco «live» a quello online. Si
nota tuttavia che tra i minorenni vi è una maggiore tendenza (seppur lieve) a preferire il gioco d’azzardo online.
La maggioranza degli intervistati, ovvero l’80,15%, ha
SPAI
Locarno
Mediazione
36
giocato per la prima volta da minorenne, e più precisamente tra i 13 e i 16 anni, con un picco importante
tra i 15 e i 16 anni. Altrettanto degno di nota è il fatto che
il 13% degli intervistati ha affermato di aver giocato
per la prima volta tra i 9 e i 12 anni.
Mediazione
di vergogna e di «inadeguatezza», poiché l’ambito
del gioco d’azzardo (anche se la presenza femminile è in
aumento) è considerato piuttosto «maschile».
37
Altro che macchinetta
«regala soldi»!
Una brutta esperienza alla roulette del Casinò
diventa una preziosa lezione di vita
Passiamo ora ad analizzare a quanto ammonta la spesa
dedicata al gioco d’azzardo. Gli apprendisti, a differenza
di altri giovani – e qui penso in particolare agli studenti
di Liceo e/o altre scuole a tempo pieno – hanno a disposizione una quantità di denaro mensile fissa proveniente dalla loro attività lavorativa. L’analisi dei dati evidenzia
come il 58% degli intervistati spenda per il gioco
una cifra variabile tra 0 e 19 franchi mensili. Questa
percentuale non ci deve però trarre in inganno, poiché il
restante 42% è così suddiviso:
• il 20% spende dai 20 ai 49 franchi mensili;
• il 9% spende dai 50 ai 99 franchi mensili;
• l’8% spende dai 100 franchi in su (il massimo
di spesa mensile dichiarato in un questionario
corrisponde a 500 franchi);
• il 5% non specifica la cifra.
Ciò equivale a dire che il 17% del campione spende una
cifra superiore o uguale a 50 franchi mensili per il
gioco d’azzardo. Se consideriamo che la paga mensile
di un apprendista (in funzione dell’anno di formazione
raggiunto e della tipologia di apprendistato scelto) varia
tra i 350 e i 1’350 franchi, capiamo che la spesa dedicata
al gioco non è da sottovalutare.
I maschi tendono a spendere di più se paragonati
alle femmine, soprattutto per le cifre superiori ai
50 franchi mensili. Questo dato si conferma se paragoniamo i minorenni e i maggiorenni: i maggiorenni
spendono più soldi, anche se il 7% dei minorenni intervistati dichiara di spendere al gioco tra i 50 e i
99 franchi al mese. Da sottolineare come il 19% delle
ragazze non ha specificato la cifra mensile dedicata al gioco. Si tratta di una percentuale importante che
potrebbe essere spiegata con la tendenza, nelle giocatrici, a non svelare la propria attività di gioco per un senso
SPAI
Locarno
Tra gli intervistati (341), 79 ragazzi hanno affermato che,
nel loro nucleo familiare, vi è qualcuno che gioca d’azzardo con una certa regolarità, e in soli 18 casi questa
attività presenterebbe delle difficoltà di gestione.
Infine, ma non meno importante, gli intervistati sono
concordi nel ritenere che il gioco d’azzardo, se non controllato, può avere delle conseguenze nell’ambito finanziario, familiare e della salute psichica. Emergono invece
delle divergenze per quel che concerne le ripercussioni
sulla sfera scolastica e sulla salute fisica.
Dall’analisi dei dati possiamo affermare che il gioco d’azzardo è un’attività che gli intervistati conoscono e praticano con una certa frequenza, e ciò sia tra i minorenni
che tra i maggiorenni. I giochi più gettonati sono anche
quelli più accessibili (edicole, chioschi, bar) e sono il Gratta
e Vinci, le Scommesse sportive, Tombola, Lotto e Lotterie; e con il raggiungimento della maggiore età emerge
un maggiore interesse nei confronti dei giochi detti «da
Casinò», poiché viene a cadere il divieto d’entrata.
L’età della prima esperienza di gioco si situa tra i 13 e
i 16 anni e, nonostante la maggioranza degli intervistati spenda relativamente poco per questa attività (0-19
franchi mensili), il 17% di loro spende cifre che vanno dai
50 ad oltre 100 franchi mensili, con un picco massimo di
500 franchi al mese. Si tratta di cifre importanti poiché
stiamo parlando di apprendisti che percepiscono stipendi mensili inferiori ai 1’000 franchi.
Dati alla mano, ritengo auspicabile sensibilizzare gli apprendisti della SPAI riguardo ai rischi legati al gioco d’azzardo attraverso interventi mirati, durante i quali venga
spiegato loro il concetto di «caso», quali sono i rischi e le
conseguenze legati a questa attività e dove rivolgersi sul
territorio nel caso in cui si trovassero in difficoltà.
Mi chiamo Gianluca Vassena e
sono un apprendista installatore
di impianti sanitari. A 18 anni appena compiuti decisi di fare la mia
prima serata al Casinò di Lugano,
ero curioso di scoprire se era facile fare grandi vincite. Quella
sera ricordo che entrai con trenta
franchi e che mi sentivo a disagio: all’entrata ero l’unico a non
indossare una camicia, e sicuramente ero anche l’unico ad avere
un «budget» così limitato per fare
le mie puntate.
Spesso, dalla televisione o dagli
amici, sentivo parlare della roulette, un gioco dove devi essere fortunato e dove non puoi mettere
in campo alcuna abilità personale.
Presi dunque posto a una roulette elettronica; una signora anziana seduta accanto a me, vedendo
che non riuscivo a capire il sistema
di puntate, gentilmente mi aiutò
e mi spiegò nei minimi dettagli
come funzionava il tutto. Iniziai a
giocarmi dieci franchi su dieci numeri pieni: anche se erano pochi i
soldi, ero nervoso e agitato. Trenta secondi dopo la pallina si fermò
sul 22, il mio numero preferito!
Vinsi trentasei franchi, ovvero un
franco moltiplicato per trentasei volte. Ero felice e cominciavo
a sentirmi sicuro di me stesso,
quindi rigiocai immediatamente il
doppio della puntata precedente
e continuai a vincere per tutta la
serata. Non ci credevo, ma quella
sera rientrai a casa con più di mille
franchi nel portamonete e con la
voglia di tornare a giocare subito,
per far crescere ancora di più il
mio bottino.
Passarono due giorni da quella bellissima serata: come mi ero
promesso, tornai esattamente
a sedermi sulla stessa sedia della
stessa macchinetta «regala soldi». Questa volta partii subito con
duecento franchi, avevo fretta
di giocare e di vincere. Da come
puntavo sembrava che non capivo più il valore dei soldi. Dopo
due giri di roulette, senza neanche rendermene conto, avevo
perso entrambe le banconote da
cento franchi. In quel momento
mi spaventai e mi accorsi che stavo entrando in un brutto circolo
vizioso, molto pericoloso. Senza
pensarci due volte, e avendo paura di cadere nella tentazione di
continuare il gioco, corsi all’uscita
del Casinò e chiesi di avere la diffida da tutte le Case da gioco del
Cantone.
Questa esperienza di vita mi ha
fatto capire prima di tutto che,
se voglio guadagnarmi da vivere,
devo mettere «in gioco» il mio
impegno nella formazione e nel
lavoro. Non posso contare sulla
sola fortuna, ma devo credere in
me stesso e nelle mie capacità.
Gianluca Vassena
S1b
Luci e colori creano un mondo da sogno. O da incubo?
Stefano Casarin
Psicologo, Istituto di Ricerca sul gioco d’Azzardo (IRGA)
SPAI
Locarno
Mediazione
38
Mediazione
Prevenzione a scuola
contro i rischi
del gioco patologico
Nell'ambito della tematica «Faccio i
conti», trattata in Cultura generale durante il primo anno, uno degli obiettivi della formazione è il «saper leggere
con uno sguardo critico i messaggi
pubblicitari e operare scelte responsabili». Il desiderio di «soldi facili» spinge,
molto spesso, sempre più giovani alla
ricerca di sistemi che facilitino il facile
guadagno. La martellante pubblicità
delle case da gioco e delle tante agenzie di scommesse va a colpire proprio
tutte le fasce di età. I nostri apprendisti, che beneficiano già di un discreto
salario, confessano di rischiare, di tanto
in tanto, delle discrete somme di denaro. Slot-machine,
video poker, scommesse sportive... attraggono una fetta
sempre più grande di ragazzi.
Considerato che la scuola deve anche di occuparsi di prevenzione, ho ritenuto, anche in qualità di docente me-
diatore, di rispondere positivamente a
una proposta di Radix-Ticino: quella di
voler preparare, con una classe di apprendisti, alcuni messaggi di pubblicità preventiva sul gioco d'azzardo. La
classe degli S1a (Installatori di impianti
sanitari del 1° anno) ha cosi preparato,
grazie all'aiuto di Vincenza Guarnaccia
e Marco Coppola, coadiuvati da una
«video-maker», tutta una serie di piccoli spot che verranno presentati nelle
sedi SPAI del Ticino nell'ambito di una
mostra, che verrà allestita nella nostra
sede durante la prossima primavera.
Mi piace sottolineare l'impegno, la serietà e lo spirito di gruppo che hanno dimostrato i ragazzi durante il lavoro di preparazione, aspetti questi osservati pure da Vicenza e Marco.
Mauro Broggini
Docente di CG e mediatore
Peer education con Radix
Per molto tempo si è creduto che
il gioco d'azzardo patologico fosse un fenomeno legato al mondo
degli adulti, a partire da quelli con
maggiori possibilità economiche.
Nel corso degli anni, e anche grazie
a studi significativi, si è invece capito quanto la dipendenza da gioco
d'azzardo riguardasse diverse fasce
d'età e potesse colpire tutti. Un recente studio realizzato dalla SUPSI
ha rilevato quanto i giovani allievi
delle scuole professionali giochino
SPAI
Locarno
d'azzardo e li ha indicati come particolarmente a rischio per lo sviluppo
di una dipendenza dal gioco stesso.
Per questi motivi l'associazione Radix Svizzera italiana, che da anni si
occupa di prevenzione delle dipendenze nelle scuole del Canton Ticino,
ha ricevuto un mandato per realizzare un progetto di peer education per
la prevenzione al gioco d'azzardo e
gioco online all'interno delle scuole
professionali.
La SPAI di Locarno ha aderito al pro-
getto che è iniziato nell'anno scolastico 2014-‘15 con la conferenza
«Fate il nostro gioco». I relatori hanno presentato in un modo accattivante i meccanismi del gioco d'azzardo e gli schemi matematici che
lo governano. Dopo la conferenza,
una prima classe di Installatori di impianti sanitari ha deciso di partecipare al percorso di formazione per
peer educator. Gli operatori di Radix,
con la collaborazione del docente
di Cultura generale Mauro Broggini,
hanno realizzato sei incontri con gli
allievi per affrontare i diversi temi
legati al percorso della dipendenza,
al gioco d'azzardo, al gioco online, ai
meccanismi del gioco, alle sue origini e conseguenze.
Per affrontare il tema del gioco d'azzardo è stata invitata Anna Maria
Sani, responsabile del Gruppo Azzardo Ticino, con la quale i ragazzi hanno potuto comprendere le varie fasi
della ludopatia e i suoi meccanismi.
A partire dal terzo incontro gli allievi
hanno avuto il compito di realizzare
una campagna video di prevenzione da presentare a compagni di altre classi per sensibilizzarli al tema. Il
metodo della peer education pone
infatti al centro i giovani peer che,
avendo in comune con i destinatari
del progetto la giovane età, possono
moltiplicare informazioni e riflessioni ad altri ragazzi coetanei ed essere un esempio positivo da imitare o
ascoltare con più facilità.
Grazie all'aiuto della video-maker
Margherita Cascio e degli operatori di Radix, gli allievi hanno scelto il
tipo di video, i messaggi, le musiche
e sono stati loro stessi i protagonisti
degli spot. Il messaggio principale, «Il
gioco d'azzardo danneggia te e chi
ti ama», ha voluto far riflettere sulle
conseguenze del gioco patologico,
sia economiche che sociali. Gli altri
messaggi hanno toccato invece il
tema dei meccanismi del gioco d'azzardo, volendo sottolineare l'inganno e l'illusione che stanno dietro alla
credenza di poter vincere con buone
probabilità, quando invece è il banco
a vincere.
I video sono stati presentati dai ragazzi ad altre quattro classi ed è seguita
una discussione per sensibilizzare ai
rischi del gioco d'azzardo e del gioco
online. La quasi totalità delle ragazze
e dei ragazzi incontrati ha apprezzato i video e il lavoro svolto dai peer,
riuscendo a cogliere gli elementi essenziali dei possibili rischi del gioco.
Questo successo è merito dei giovani
peer educator e del loro percorso di
crescita che non ha riguardato solamente l'acquisizione di nuove informazioni, ma che ha promosso competenze personali come la capacità
di immedesimarsi negli altri, di ascol-
39
tare, di partecipare e collaborare gli
uni con gli altri, di assumersi nuove
responsabilità verso i coetanei, di
esprimere emozioni e sentimenti e
di saperli riconoscere negli altri.
Nell'anno scolastico 2015-‘16 Radix
Svizzera italiana realizzerà una mostra
interattiva partendo dalle idee e dai
prodotti realizzati da questa classe e
dalle altre classi delle scuole professionali che hanno aderito al progetto. La mostra cercherà di affrontare i
diversi temi legati al gioco d'azzardo
attraverso delle esperienze di gioco,
delle testimonianze e la possibilità di
ricevere nuove informazioni.
L'importanza di una maggiore consapevolezza per non essere ingannati di fronte ai rischi per la nostra
salute è alla base di ogni tipo di prevenzione, e per questo ogni occasione di crescita è un vero tesoro da
custodire nella vita scolastica, lavorativa ma anche per la vita personale.
Ci rivediamo alla mostra!
Marco Coppola
e Vincenza Guarnaccia
Radix Svizzera italiana
La mediazione: un punto di riferimento
 assumere informazioni presso i genitori, colleDall'anno scolastico 1988-‘89 è stata introdotta, in tutti
ghi, ispettori del tirocinio, datori di lavoro e formai cinque istituti SPAI, la figura del docente mediatore.
tori d’azienda;
I mediatori sono docenti della sede che, per alcune
 indirizzare gli allievi che lo richiedono verso istiore durante l'orario scolastico, sono a disposizione per
tuzioni ed enti operanti nei settori assistenziale, soascoltare e aiutare gli apprendisti che incontrano difficiale, medico ed educativo;
coltà di adattamento nel loro percorso formativo scola tenere i contatti con gli Uffici cantonali compestico e professionale. L'ascolto e il dialogo permettono
tenti;
al giovane di affrontare il periodo del tirocinio in modo
 intervenire, se necessario, sul campo, per topositivo e di superare situazioni di disagio personali.
gliere gli apprendisti da situazioni difficili;
La vita dell'apprendista non è sempre facile, poiché si
 adoperarsi nella prevenzione e nell'appianasvolge su vari fronti (azienda, scuola, corsi interazienmento di conflitti.
dali e vissuto personale). Il docente mediatore è quindi
un punto di riferimento che può permettere, con cal- I mediatori:
 Katia Zerbola, [email protected]
ma, di dare una mano ai giovani che ne fanno richiesta.
+41 91 756 11 47;
Compiti del docente mediatore:
 Mauro Broggini, [email protected]
 ascoltare gli apprendisti che presentano pro +41 91 756 11 05.
blemi di disadattamento;
SPAI
Locarno
Formazione continua
40
Formazione continua
Opportunità formative
per fare passi decisivi
41
Tornare sui banchi di scuola
cercando una sorta di riscatto
La testimonianza di una partecipante al corso per Pulitori
Art. 33 e cittadinanza, corsi che cambiano la vita
Nel 2014-’15 la nostra sede ha organizzato tre corsi
nell’ambito della Formazione continua. Di numero sembrano pochi, ma la loro importanza, per chi li segue, può
risultare decisiva in un progetto personale di formazione.
Perché? I primi due, denominati Art.33 LFPr, entrano nella categoria dei «corsi professionalizzanti»: danno modo
all’interessato, superati gli esami finali, di proseguire nel
suo ambito professionale con una qualifica. Quindi più
professionalità nel lavoro, più responsabilità e sindacalmente uno stipendio non più riconosciuto da «manovale»,
ma da professionista qualificato. Tanto possono essere
importanti, quanto sono impegnativi: infatti si svolgono
su una durata di due anni, durante lezioni serali, per non
togliere al professionista in attività la sua occupazione remunerata, e in senso più generale senza incidere troppo
sulle responsabilità di una vita condotta come prima. Le
due formazioni presentate, quella del «Custode» e quella
del «Pulitore», hanno un buon numero di partecipanti: un
bel segnale, che motiva la scuola a continuare così.
Dei due corsi, quello del «Pulitore» è terminato lo scorso mese di giugno. Un dato rilevante: tutti i partecipanti
hanno superato l’esame finale, ottenendo così l’Attesta-
to federale di capacità. L’entusiasmo dei partecipanti è
stato grande, ne è testimonianza l’articolo di Stefania
che segue. L’anno prossimo la... resa dei conti attende i
«Custodi», e si vedrà...
Il terzo dei nostri corsi ha tutt’altro indirizzo, è una formazione improntata sulla civica con molti orientamenti:
la conoscenza delle nostre istituzioni, la nostra cultura,
la storia, la geografia e via dicendo, utile a preparare il
candidato all’esame per l’ottenimento della cittadinanza svizzera. Questa formazione ha preso piede in questi
ultimi anni anche grazie alla collaborazione dei Comuni,
che l’hanno trovata importante segnalando il corso agli
interessati. Questa graduale fase di avvicinamento alla cittadinanza viene fatta anche nello studio, nella conoscenza scolastica, dove questa conoscenza ha il valore di un
incontro, più che attuale in questi tempi in cui nello scenario politico internazionale prevale malauguratamente
lo scontro tra culture. La scuola e la formazione possono
essere un buon deterrente a questa brutta tendenza.
Michel Candolfi, Vicedirettore
Gianluca Salvadè, Responsabile FC
I corsi di FC organizzati nel 2014-‘15
Corso
CollaborazioneFormatori
Partecipanti
Art. 33 LFPr – Operatorice/ore per la pulizia ordinaria
e manutentiva
Associazione ticinese delle
imprese di Pulizia
e Facility Services
28
Tamara Cadra, Vito De Vito,
Ilario Lodi, Sara Sciucchetti
Art.33 LFPr – Associazione ticinese custodi
Operatrice/ore di di immobili
edifici e infrastrutture
Andrea Andreoli, Vito De Vito,
17
Claudio Jelmoni, Viviana Kurz Spagnoli,
Ludovic Stefanicki, Beat Zollinger
Corso di formazione alla cittadinanza svizzera (due edizioni)
Ilario Lodi SPAI
Locarno
Comuni della regione
del Locarnese
29
Due anni fa, quando questa avventura
è cominciata, grazie anche alla spinta
dell’azienda che mi ha dato il lavoro
e che cercava allo stesso tempo personale qualificato, mi sembrava tutto
molto semplice: accettai quindi quasi
per gioco l’iscrizione al corso Art. 33
per Pulitori. Con il passare del tempo, però, la consapevolezza di conoscere appieno il mio lavoro si era affievolita. Nel corso della formazione
maturai tuttavia dentro di me l’idea
che la mia esperienza professionale
non fosse completa: mancava ancora qualcosa! Vedevo che tutti noi
corsisti, decisi a intraprendere questa
formazione, eravamo consapevoli di
doverci impegnare immensamente
nello studio. Vedevamo che il nostro
ruolo all’interno delle nostre aziende
era già definito e volevamo uscire da
questa situazione, cercare una sorta
di riscatto.
C’era da considerare in più il fatto
che molti di noi erano genitori, con
altri impegni e responsabilità; avevamo comunque tutti un obiettivo
fantastico da raggiungere: la conoscenza!
Dallo studio dei metodi e sistemi di
pulizia alla conoscenza delle macchine e dei materiali, tutto sembrava
così diverso da quello che ogni giorno avevamo visto, molto più specifico, più tecnico, più «preciso». Lo
studio della sicurezza sul lavoro, i vari
interventi in aula degli esperti che si
sono susseguiti, i momenti di laboratorio pratico… hanno disegnato un
nuovo percorso da seguire.
Allievi e docenti riuniti in occasione della cerimonia di consegna del diploma.
Abbiamo capito che nel nostro lavoro niente può essere lasciato al caso!
Con i miei colleghi ci siamo riseduti
ai banchi di scuola, con la certezza di
essere adulti, con le nostre idee, con
il nostro bagaglio di conoscenze, eppure in diverse occasioni sembravamo proiettati in un passato scolastico
non più recente. Nello svolgimento
dei lavori di gruppo abbiamo avuto
modo di confrontarci, di conoscerci
e di comparare il nostro sapere. Ci
siamo emozionati, abbiamo sofferto
l’ansia da test e la gioia o l’amarezza
dell’esito di una valutazione. Abbiamo avuto così modo di accarezzare
nuovamente la nostra adolescenza
scolastica.
Ho accennato al nostro impegno,
ma a niente sarebbe servito se l’Associazione ticinese delle imprese di
pulizia e Facility Services, rappresentata dal signor PaoloToma, con
la SPAI di Locarno nella persona del
vicedirettore Michel Candolfi, non
avessero investito – con la Divisione della formazione professionale
e le nostre aziende – nell’organizzazione di questo corso per noi. Da
dietro le quinte hanno organizzato,
oltre al calendario scolastico, anche
delle sessioni di corsi pratici organizzati il sabato mattina, vi assicuro
senza pari! Da ultimo, e non per importanza, hanno messo a nostra disposizione formatori qualificati che
ci hanno dedicato il loro sapere e la
loro esperienza e, diciamolo pure,
anche molta della loro pazienza! Ricordo con piacere la docente Tamara Cadra, i docenti di Cultura generale Ilario Lodi e Sara Sciucchetti, e una
persona che ci ha dato veramente
tanto, e che in tante occasioni è dovuto uscire dal ruolo di docente e si
è dimostrato un vero uomo: il nostro caro Vito De Vito.
Stefania Maggio
Corsista Art. 33
SPAI
Locarno
Orientamento scolastico e professionale
42
L’importanza
della formazione
in apprendistato
Sempre più partecipanti all’Incontro tra pari:
in futuro si pensa di proporre due pomeriggi
La SPAI di Locano ha ospitato mercoledì 18 marzo 2015 il pomeriggio informativo sul tema della formazione
in apprendistato. Si tratta di un’iniziativa nata in collaborazione con l’Ufficio regionale di orientamento scolastico e professionale. Quest’anno la
partecipazione è stata numerosa, anche perché l’evento è stato divulgato
in tutto il Cantone. Un terzo degli allievi coinvolti proviene da altre regioni, situate al di fuori del circondario di
Locarno, quali Ambrì, Barbengo, Bedigliora, Biasca, Brusino, Cadenazzo,
Chiasso, Giubiasco, Ligornetto, Pregassona, Sementina, Stabio, Viganello. Gli organizzatori prevedono per il
prossimo anno di proporre due poSPAI
Locarno
meriggi, alfine di snellire e facilitare
la pianificazione dell’evento.
L’incontro, al quale hanno partecipato allievi di terza e quarta media,
accompagnati dai loro genitori, non
si limitava a trasmettere informazioni sulle professioni in apprendistato specifiche alla SPAI di Locarno,
ma poneva come preciso obiettivo
di offrire ai giovani l’opportunità di
discutere con gli apprendisti «immersi» nella loro esperienza di apprendimento teorico/pratico della
professione.
Dopo una breve introduzione, animata da un breve filmato, la manifestazione è entrata nel vivo attraverso la partecipazione dei giovani,
divisi in gruppi d’interesse, a lezioni
teoriche, per poi passare all’incontro
con i pari. Si tratta di un momentochiave, poiché gli allievi, «liberati»
dalla presenza genitoriale, possono
liberamente porre le domande più
disparate agli apprendisti che da
poco o da qualche anno (a dipendenza dell’anno di apprendistato in
cui si trovano) stanno vivendo l’esperienza del tirocinio «sulla propria
pelle»: un’esperienza caratterizzata
da sforzi di adattamento al nuovo
ambiente formativo, intrisa di emozioni, sensazioni, soddisfazioni o
frustrazioni. Per rompere il ghiaccio
i gruppi di discussione, composti da
allievi e apprendisti, disponevano di
alcune domande già «preconfezionate», quali ad esempio: «Sul lavoro, quali abilità sono importanti?»,
«Come è organizzata la tua giornata-tipo a scuola, come sono gli orari?», «Quali sono le materie e come
ti trovi con i docenti?», «La professione che hai scelto ti permetterà di
avere un futuro (continuare gli studi,
avere un lavoro sicuro, ecc.)?», «Perché hai scelto questa professione?»,
«Come hai trovato l’azienda dove fai
l’apprendistato?», «Quale esperienza
fatta sul lavoro ricordi con piacere e
quale meno?», «Quali sono le mate-
Orientamento scolastico e professionale
rie scolastiche importanti nello studio a scuola (matematica?, lingue?,
ecc.)?», «Quant’è il tuo compenso
mensile (paga) e quante settimane
di vacanza hai all’anno?», «Come organizzi le tue vacanze?». Questo tipo
di domande ha permesso di animare la discussione e di mettere in luce
alcuni temi importanti centrali alla
formazione in apprendistato, suscitando curiosità, sorpresa nei giovani
allievi, che a loro volta hanno voluto
approfondire alcuni aspetti sui quali
non avevano mai riflettuto.
Il pomeriggio è terminato con una
discussione in plenaria, alla quale
hanno partecipato anche i genitori, sulle sensazioni, le impressioni
provate durante la manifestazione.
È interessante qui notare che alcuni allievi hanno rilevato la differenza tra la relazione docente-classe
nel contesto della Scuola media e
quello emerso nell’ambiente formativo della Scuola professionale. Una
ragazza ha notato come il docente
nella Scuola professionale sia «più
vicino agli allievi-apprendisti», quasi fosse «più umano», perché mostra più impegno nelle spiegazioni
alle domande poste dagli studenti;
si tratta di questioni pragmatiche
legate direttamente alla pratica lavorativa vissuta dall’apprendista sul
posto di lavoro. Tutt’altra percezione
è quella avvertita nella relazione tra
allievo e docente di Scuola media,
dove quest’ultimo assume in primis
il ruolo di «divulgatore di nozioni»,
senza soddisfare necessariamente le
esigenze degli allievi.
Nella ricerca dell’apprendistato il
giovane non sempre riesce a trovare la formazione desiderata, poiché
i posti liberi di apprendistato messi a
disposizione dalle ditte autorizzate a
formare apprendisti sono pochi, talvolta rari. In queste situazioni il giovane è costretto a «ripiegare» su una
seconda scelta, in altre parole considerare di intraprendere l’apprendistato in una formazione cosiddetta
43
affine, simile, che si avvicini per interessi o attitudini al progetto iniziale.
La formazione in apprendistato è
una valida alternativa alle scuole a
tempo pieno, in particolare al percorso delle Scuole medie superiori
(Liceo e Scuola cantonale di commercio), anche perché la motivazione e la passione possono fungere da
propulsore, conducendo il giovane
ad abbracciare degli iter universitari.
Tuttavia le percentuali parlano chiaro: solo circa il 20 % dei giovani sceglie il tirocinio. Il 40 % si orienta verso
formazioni medio-superiori, un 20
% entra nelle Scuole professionali a
tempo pieno, il rimanente, che non
trova un collocamento, compie altre
scelte (decimo anno, ripetizione della quarta media) o è inserito al corso
di pretirocinio.
Claudio Pianca
Capo sede dell’Ufficio
dell’orientamento scolastico
e professionale
L'Incontro tra pari ha avuto quest'anno una partecipazione assai folta, anche perché l'evento è stato promosso in tutto il Cantone.
SPAI
Locarno
Orientamento scolastico e professionale
44
Ospiti della nostra sede
gli allievi del Pretirocinio
d’orientamento di Lugano
Il 16 dicembre 2014, con gli allievi del Pretirocinio d’orientamento di Lugano, abbiamo organizzato una giornata di conoscenza del territorio a Locarno. Uno dei
punti visitati è stata la SPAI. Un po' avventatamente mi
sono permessa di chiedere di poter visitare un’aula, la
mensa… La vostra risposta è stata generosa, e senza preavviso ci avete organizzato una fantastica presentazione
della vostra scuola.
Questa visita ha accompagnato i ragazzi fino alla fine
dell’anno e li ha aiutati a proiettarsi nel futuro in modo
più concreto. Qui sotto trovate qualche pensiero degli
allievi della classe B. Ringraziamo di cuore della vostra disponibilità e l’anno prossimo vi contatterò col largo anticipo.
Francesca Muttoni
Insegnante
Orientamento scolastico e professionale
45
«L’ambiente è molto accogliente
e ci sono molte belle ragazze»
Egregio direttore,
volevo ringraziarla cordialmente per la possibilità di visitare la scuola e per come avete organizzato la vostra
accoglienza. Sono ancora alla ricerca di un apprendistato: spero di poterlo eventualmente svolgere presso la
vostra sede. Colgo l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti.
Anonimo
Ringrazio per la visita e la vostra disponibilità, anche se la mia scelta professionale mi porterà in un’altra SPAI.
È stato interessante sapere cosa mi aspetterà.
Federico
La ringrazio per l’opportunità che ci ha offerto nel farci visitare e spiegare il funzionamento della SPAI. Nel
frattempo ho firmato un contratto di lavoro e a settembre farò parte del gruppo dei nuovi apprendisti in
Ticino. E ne sono contento.
Christian
La ringrazio per la visita, anche se improvvisata è stata presentata molto bene. L’ambiente è molto accogliente
e ci sono molte belle ragazze.
Luca
Innanzi tutto vi ringrazio della vostra disponibilità per averci dedicato del tempo per spiegarci e mostrarci
come funziona la SPAI. La scuola mi è sembrata interessante ma, non avendo le idee ben in chiaro sul mio
futuro, faccio fatica a vedermi in questa scuola. Grazie alla vostra presentazione ora mi è più chiaro cosa mi
può attendere a settembre. Invio i miei migliori saluti.
A.
La vostra scuola mi è piaciuta molto, ho trovato interessanti le vostre spiegazioni. Ho filmato, sono contenta
di entrare anch’io nel mondo del lavoro. Vi ringrazio per la disponibilità.
Alba
La ringrazio per la disponibilità. Ho avuto modo di vedere cosa mi aspetta l’anno prossimo.
Dalibor
Ringraziamo per l’opportunità a noi concessa di visitare la SPAI di Locarno. Abbiamo avuto la possibilità di
visitare una delle possibili sedi scolastiche nella quale potremo svolgere la nostra formazione. Grazie per la
cortese accoglienza e distinti saluti.
Anonimo
La giornata mirava a far conoscere a questi giovani il territorio di Locarno: la SPAI è stata sicuramente una delle tappe più significative in funzione delle loro future scelte professionali.
SPAI
Locarno
Ringrazio per la disponibilità nell’averci accolto nel suo istituto per una visita con così poco preavviso. La
visita mi ha fatto capire cosa mi aspetta l’anno prossimo e come devo essere pronto allo studio. Grazie e a
presto.
Alberto
SPAI
Locarno
Orientamento scolastico e professionale
46
Aprire nuovi orizzonti
I docenti delle Medie in visita alla SPAI Locarno
Il programma di formazione per gli
studenti in abilitazione all’insegnamento nella Scuola media presso il
Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) della Scuola universitaria
professionale a Locarno prevede anche un corso di Educazione alle scelte
– dispensato dall’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale –
nell’ambito del quale viene organizzata una visita presso alcune Scuole
professionali del Cantone Ticino.
Il 17 dicembre 2014 un gruppo di
abilitandi è stato ospite della Scuola
professionale artigianale industriale
(SPAI) di Locarno e ha avuto modo,
nell’arco di una mezza giornata, di
vedere un filmato che presenta la
formazione in apprendistato offerta
e di presenziare ad alcune lezioni di
conoscenze professionali in campi
diversi (Elettronici, Informatici, Mediamatici, Operatori di edifici e infrastrutture, Operatori per la pulizia
ordinaria e manutentiva). Gli abilitandi sono stati piacevolmente sorpresi
di incontrare allievi tanto motivati ad
apprendere, capaci in alcune situazioni di esporre oralmente dei contenuti complessi dopo essersi preparati
per tale compito. Hanno apprezzato
l’aver potuto parlare con alcuni docenti SPAI sui programmi di tirocinio
e coglierne la ricchezza. Hanno trovato stimolante l’osservazione di stili
e modalità diversi di insegnamento.
Propongono di portare i loro allievi
di Scuola media ad assistere ad alcuni corsi per aprire nuovi orizzonti, e
anche di creare occasioni di scambio
tra docenti di ordini diversi di scuola
(Scuola media e Scuola professionale) per confrontarsi su programmi e
SPAI
Locarno
sul proprio ruolo professionale.
L’obiettivo di questo incontro è di
sensibilizzare gli abilitandi sulla possibilità di continuare a formarsi, per
un giovane che termina la scuola
obbligatoria, attraverso un tirocinio,
ovvero l’apprendimento di una prima professione alternando momenti di pratica in azienda a momenti di
teoria a scuola (o svolgendo in una
Scuola professionale a tempo pieno
la teoria e la simulazione della pratica) e poter eventualmente proseguire il proprio percorso formativo a
livello terziario (universitario professionale o non universitario).
Una via, quella professionale, meno
conosciuta dal pubblico in visita in
quanto ad ora la maggior parte dei
docenti di Scuola media ha frequentato un Liceo o la Scuola cantonale
di commercio, per poi svolgere studi
successivi in un’Università; questo
percorso ancora oggi è considerato
da molti come la strada maestra per
accedere con preparazione e soddisfazione al mercato del lavoro.
Si è voluto dunque portare l’attenzione sia sugli stereotipi di carriera o
di genere degli adulti, che influenzano le scelte dei giovani, sia sulla permeabilità del sistema svizzero di formazione – che consente di costruire
sapere indipendentemente dalla formazione di partenza dopo la scuola
dell’obbligo (Liceo, Scuola cantonale
di commercio, apprendistato) e di
articolare in maniera personalizzata
la carriera di studio e lavorativa successiva – al fine di rendere attenti i
docenti di Scuola media a stimolarne la conoscenza nei loro allievi. Attraverso ad esempio delle visite, sia
nelle Scuole professionali sia nelle
aziende della regione, per scoprire i
mestieri che vi sono esercitati.
Riteniamo che sviluppare nei giovani la curiosità sull’offerta formativa e
sulle professioni funga da sostegno
per costruire dei percorsi di formazione maggiormente consapevoli,
originali, riusciti.
Giovanna Lafranchi
Orientamento scolastico
e professionale
Responsabile dell'Ufficio regionale
di Breganzona
IUFFP
47
La formazione continua:
un «motore di ricerca»
di nuovi stimoli
In questi ultimi cinque anni la sede
SPAI di Locarno ha proposto diversi
corsi di formazione indirizzati ai docenti, proponendosi quale antenna
dell’Istituto universitario federale
per la formazione professionale, lo
IUFFP. L’idea è quella di sviluppare
temi d’interesse richiesti dai docenti
stessi e dalla Direzione. Per rispondere a quest’esigenza, che può spaziare in diversi ambiti, vengono organizzate annualmente più o meno
una decina di proposte, con corsi di
breve e di lunga durata che spaziano dalla storia all’arte, dalla psicologia alla didattica, per arrivare anche
alle nuove tecnologie. Generalmente hanno un buon numero di iscritti: da un minimo di dieci (necessario
per poter avviare il corso) si arriva
in alcuni casi a una trentina di partecipanti. Il grado di soddisfazione
espresso da questi ultimi è generalmente alto.
Vedere un centro scolastico che promuove internamente i propri corsi di
formazione continua dà un segnale
positivo: fa percepire che al suo interno si muove un interesse verso
la formazione, un appetito nel voler
arricchire il proprio curriculum formativo, mirato alla ricerca e alla soddisfazione di nuovi stimoli.
Michel Candolfi
Antenna IUFFP per la sede
I Corsi IUFFP organizzati alla SPAI di Locarno
Corsi
Formatori
Scienze della formazione
Metodo Gordon: strumento di facilitazione del processo di insegnamento e apprendimento
Riduzione dello stress basata sulla consapevolezza - MBSR Capire il giovane, conoscendo se stessi
Fra sostegno e prevenzione
Mind map I: creatività e efficacia, un'introduzione
Mind map II: esercizi pratici
La cartografia della Psiche attraverso il Mito
Maria Claudia La Volpe, counselor
formatrice Gordon
Fiorella Pasini, psicologa e psicoterapeuta
Anna Maggetti Jolidon, psicoterapeuta
Edo Dozio, già docente al DFA di Locarno
Giuditta Mainardi Crohas, psicologa clinica
e sociologa, docente SPAI, SSMT e Uni Friborgo
Claudio Bizzarri, docente SPAI
TIC e multimedia
La lavagna interattiva multimediale SMART Board - Refresh
Pamela Küng, docente SUPSI-DFA,
e Corrado Scaroni, docente SE
Scienze umane
Alla scoperta del microcosmo «Città vecchia» di Locarno tra corti, case antiche, locali storici e incontri con persone
Tra Impressionismo ed Espressionismo - La collezione
d'arte della Fondazione Alten
Visita a casa di un artista - Paolo Mazzuchelli
Alla scoperta dei fortini di Ponte Brolla
Lorenzo Scascighini, docente SPAI,
e Andrea Branca, architetto del paesaggio
Mara Folini, direttrice del Museo San Materno
di Ascona
Paolo Mazzuchelli, artista
Andrea Henke, ingegnere
e Marco Mumenthaler, ceramista
SPAI
Locarno
IUFFP
48
IUFFP
Relazioni umane migliori
grazie al Metodo Gordon
Un corso di aggiornamento dedicato
a questo percorso formativo,
che rende più facile insegnare e apprendere
Maria Claudia La Volpe: «Per potersi inserire nella società e nel mondo del lavoro, però, le nuove generazioni hanno bisogno di apprendere un
"sapere" che non sia solo scientifico o contenutistico».
Quest’anno lo IUFFP ha proposto ai
docenti della SPAI un corso di aggiornamento basato sul Metodo Gordon, un percorso formativo ideato
dallo psicologo americano Thomas
Gordon, allievo e collaboratore di
Carl Rogers, che ha l’obiettivo di fornire competenze e abilità di comuniSPAI
Locarno
cazione volte a migliorare la qualità
delle relazioni, a prevenire e gestire
i conflitti in modo democratico e a
promuovere il benessere proprio e
delle persone con cui entriamo in
relazione.
La premessa da cui parte Thomas
Gordon è che «la qualità del rapporto
insegnante-studente è determinante per insegnare ed apprendere efficacemente qualsiasi cosa, qualsiasi
materia o contenuto» (T. Gordon, «Insegnanti efficaci», Ed. Giunti, 1991).
L’insegnamento, infatti, è composto
sia di «contenuti» che di «relazione».
La relazione è il più importante ed
efficace veicolo di
apprendimento. Per
migliorare la qualità
dell’insegnamento è
quindi necessario che
i docenti apprendano
delle «competenze
relazionali» capaci di
stimolare l’interesse
e la partecipazione
degli studenti, di facilitare la loro capacità di apprendimento, di promuovere il
loro benessere e di
favorire la loro crescita come «persone
intere e totali, fatte
di mente, corpo ed emozioni» (C.
Rogers, «Un modo di essere», Ed.
Astrolabio, 1993).
Per potersi inserire nella società e
nel mondo del lavoro, però, le nuove generazioni hanno bisogno di
apprendere un «sapere» che non sia
solo scientifico o contenutistico. Occorre promuovere nei giovani il senso critico, la creatività, l’adattabilità,
la capacità di prendere decisioni, di
assumere comportamenti adeguati,
di gestire le emozioni e lo stress (life
skills). In altre parole c’è bisogno di
un sapere «nuovo» e di un continuo
aggiornamento.
Questo «nuovo» tipo di formazione
diventa quindi, per ogni docente, un
diritto nei propri confronti e un dovere nei confronti degli studenti.
I percorsi formativi basati sul Metodo Gordon forniscono abilità di comunicazione e competenze relazionali che permettono agli insegnanti
di qualsiasi disciplina di migliorare la
qualità della relazione e di facilitare
il processo di insegnamento e apprendimento.
Il focus del Metodo Gordon è posto
sulla «relazione» intesa nelle sue tre
diverse sfaccettature:
1) la relazione con me stesso (io studente, io docente, ecc.);
2) la relazione con l’altro (docente/
studente, docente/docente, docente/genitore, studente/studente, ecc.);
3) la relazione con gli altri (gruppo
classe, colleghi, genitori, ecc.).
Il corso ha ricevuto l’adesione di 16
docenti che hanno dimostrato fin
dall’inizio partecipazione, interesse
ed entusiasmo, contribuendo a creare un clima piacevole e rassicurante
che ha reso l’esperienza formativa
molto efficace e stimolante.
Il mio obiettivo, come formatore
Gordon, era quello di far sperimentare ai partecipanti, tramite giochi di
ruolo, laboratori di ascolto ed esercizi di autoconsapevolezza, quelle
stesse abilità e competenze relazionali che costituivano oggetto dell’attività formativa proposta.
I partecipanti hanno dimostrato di
apprezzare questa diversa metodologia di insegnamento che ha
permesso a ciascuno di portare le
proprie personali esperienze e di
condividere con il gruppo le difficoltà, i successi e le strategie utilizzate
per gestire e migliorare il rapporto
con studenti e colleghi.
I momenti di condivisione proposti
al termine di ogni attività esperienziale hanno permesso l’emergere
di domande e riflessioni personali
49
che hanno arricchito il contenuto
di ogni lezione, stimolando l’approfondimento e l’apprendimento delle
competenze da acquisire.
I laboratori di gruppo hanno aiutato i
partecipanti a «leggere» il comportamento e a riconoscere le emozioni,
i bisogni e i valori della persona con
cui entriamo in relazione (o in conflitto); hanno permesso di sperimentare gli effetti dei metodi tradizionali
di aiuto e di gestione del conflitto, e
di confrontarli con le tre qualità della
relazione di aiuto (accettazione, autenticità ed empatia) su cui si fonda
la tecnica dell’ascolto attivo e del
metodo di risoluzione dei conflitti
«win-win».
Al termine del corso i docenti hanno
dichiarato di aver scoperto, o trovato
conferma, dell’efficacia di un diverso approccio, fondato sulla tecnica
dell’ascolto empatico e dei messaggi
in prima persona, con cui è possibile costruire e mantenere relazioni di
qualità che consentono di facilitare
il processo di apprendimento e di
rendere più produttivo e appagante
anche il lavoro dell’insegnante.
Maria Claudia La Volpe
Counselor, mediatore familiare
e formatore Gordon
SPAI
Locarno
IUFFP
50
Progetti didattici
Non temere lo stress
Alla SPAI un nuovo, apprezzato corso
con Fiorella Pasini
La sala grande dalle sedie
rosse, e molti
partecipanti. I
loro volti attenti
mi aprono uno
spazio da riempire con queste
tecniche, tanto
terapeutiche, così come
lo è il pensiero
che ci sta dietro. Il Protocollo Mindfulness
based
Stress
Reduction, di solito, suscita curiosità, ma mi pare che
stavolta sia stato scelto da persone che si rivolgono alle
pratiche di Consapevolezza per un’esigenza di maturazione personale.
SPAI
Locarno
Come nei corsi recedenti alla SPAI ho l’impressione di
avere davanti, anzi in cerchio intorno a me, persone
preparate, gentili, con esperienze di lavoro e vita dense,
aperte a migliorare le proprie conoscenze. Consapevoli dell’impegno dell’adulto verso le nuove generazioni.
Credo che stavolta abbiano «portato a casa» delle piccole
pratiche di Mindfulness da insegnare ai «nuovi», i neanias
come li chiamavano nella Grecia antica.
Lo Stress è sofferenza; abbiamo lo scopo di imparare a
calmare lo stress attraverso la Consapevolezza, e di attenuare le emozioni penose. Nel gruppo qualcuno rompe
un tabù, ha il coraggio di dire che soffre. Parlarne è l’inizio della guarigione. Si creano fiducia e intimità, interconnessione. Sì, tutti abbiamo sofferto, grandi e piccoli.
Possiamo insegnare agli altri e a noi stessi a non temere
lo stress, la rabbia, la tristezza. Possiamo anche farcene
carico insieme, con Consapevolezza.
Ho ascoltato frasi così belle: «Oggi ho sentito che mi si
apriva il Cuore. L’ho davvero sentito».
«Che la Bellezza sia davanti a me /che la Bellezza sia dietro di me / che la Bellezza
sia di fianco a me / che la
Bellezza sia sopra di me /
che la Bellezza sia sotto
di me / che la Bellezza sia
dentro di me» (da un canto dei Nativi americani).
«Ho imparato tante cose
in questo corso».
Occhi a volte un po’ lucidi.
Risate.
«Hai visto come sono andati via contenti?».
Fuori dalla scuola ci viene incontro l’aria, il buio,
e le luci sul colle paiono
stelline. Sono contenta
anch’io.
Fiorella Pasini
Psicologa
e psicoterapeuta
51
I progetti didattici:
alla ricerca
di nuovi stimoli
Un arricchimento sia per il docente
che per l’apprendista
Il nostro Istituto scolastico presenta
ogni anno diversi Progetti didattici,
abbastanza diversi l’uno dall’altro,
ma molto interessanti per la gamma
di argomenti trattati.
Quest’anno si è partiti, per esempio,
con quelli più «istituzionali», che sviluppano l’applicazione di una nuova Ordinanza in una professione e
il rafforzamento della collaborazione con i nostri partner istituzionali,
quali un’associazione professionale
e i datori di lavoro, passando poi a
progetti più tematici, che trattano
il coinvolgimento dei docenti in attività didattiche sviluppate con gli
apprendisti. Fra questi ultimi ci sono
per esempio la sperimentazione del
teatro nelle lezioni, la presentazione
di lezioni tematiche legate all’ecologia, l’organizzazione di diverse conferenze e una bella giornata che ha
fatto conoscere il continente africano, per arrivare all’applicazione delle
nuove tecnologie nelle lezioni con
l’utilizzo del tablet, ultima novità nel
campo informatico.
Questi progetti sono circoscritti a un
anno di applicazione, con la possibilità di proseguire l’anno successivo, se
si vuole approfondirli o completarli.
Sono presentati in forma plenaria al
Collegio docenti e durante gli incontri d’area, e – non da ultimo per im-
Attività teatrale al Paravento di Locarno con l'attore e regista Miguel Ángel Cienfuegos.
portanza – negli scambi tra i docenti
e nelle loro classi. Lo scopo è di far
passare questa informazione a tutta
la comunità scolastica.
Se c’è innovazione in questo campo, c’è anche l’interesse di scoprire
nuove modalità di lavoro, per coinvolgere maggiormente gli studenti
all’apprendimento. In tutte queste
proposte c’è la percezione che molti
apprendimenti sono più efficaci se
organizzati con attività che rifletto-
no lo studio degli aspetti pratici della
materia, anche perché più affini ad
una scuola professionale come la nostra, maggiormente preposta a sviluppare nel giovane il suo «saper trasmettere» le proprie competenze sul
piano operativo. È una scuola che,
dopo aver ereditato i contenuti della
scuola dell’obbligo, fa i suoi passi per
promuovere con delle innovazioni
didattiche l’applicazione delle conoscenze, molte volte anche sociali.
SPAI
Locarno
Progetti didattici
52
Progetti didattici
Allieve parrucchiere impegnate nel progetto
«I capelli in forma digitale», che prevede l'utilizzo del tablet.
Un complimento va rivolto a tutti i
docenti che hanno immaginato e
costruito questi percorsi didattici,
avvertendo l’interesse delle proprie classi. L’arricchimento è sempre vicendevole: per il docente è un
bell’esercizio nella sua professione,
che gli dà nuova carica, per l’apprendista una modalità di apprendimento molte volte più efficace.
Mettiamo la scuola
al centro del villaggio
Per una società multiculturale
e uno sviluppo sostenibile
Michel Candolfi
Responsabile progetti
Progetti 2014-2015
TitoloResponsabile
Implementazione della nuova Ordinanza sulla formazione di Parrucchiere/a CFP
 La progettazione e la sperimentazione di un programma nelle Conoscenze
professionali, che riflette le direttive della nuova Ordinanza.
Graziella Giovanettina
Lavorare in rete per una migliore formazione
 Con l’obiettivo di ravvicinare la formazione scolastica alla pratica professionale:
l’organizzazione di una rete di contatti della Scuola con l’Associazione
CoiffureSuisse sezione unica Ticino ed i saloni.
Lucia Del Fiore
I capelli in forma digitale
 La progettazione e la sperimentazione del programma di Conoscenze
professionali dei Parrucchieri, con l’utilizzo del tablet nelle lezioni.
Delio Fontana
Laboratorio di teatro per i progetti interdisciplinari
 In un progetto interdisciplinare e nell’ambito delle ore di Tedesco e Filosofia,
lo studio e la realizzazione della pièce teatrale di Bertolt Brecht «Galileo Galilei».
Raffaele Scolari
Il noto climatologo Luca Mercalli (qui con il docente Lorenzo Scascighini) ha reso attenti sui
cambiamenti climatici in atto e le responsabilità di ognuno di noi.
ProSanDi (Progetto-Sanitari-Difficoltà)Giorgio Parolini
 L’accompagnamento di un coaching esterno ai docenti che insegnano e docenti d’area
nell’area dell’Impiantistica, che hanno classi con particolari difficoltà
d’apprendimento. Proposte per l’insegnamento con un approccio interdisciplinare per i temi ecologici Fiorenzo Malaguerra
 Lo studio e la realizzazione di una serie di attività didattiche che presentano
temi ambientali nell’ecologia.
La scuola al centro del villaggio
 L’organizzazione di diverse attività di Cultura generale, con conferenze
che trattano la multiculturalità e la sostenibilità, una giornata tematica
sull’Africa e una serie di mostre fotografiche.
SPAI
Locarno
Lorenzo Scascighini
53
Il progetto di sede «La scuola al centro del villaggio» riassume, organizza e pone sotto lo stesso cappello
molte delle attività che portiamo
avanti e che trovano al suo interno
una collocazione più appropriata, si
valorizzano a vicenda e rendono più
comprensibile il disegno d'insieme.
Ma prima di tutto è una filosofia,
uno spirito che anima le nostre giornate (o almeno così vorremmo che
fosse); a noi piace pensare ad un'utopia che prende vita e che si libera
al di sopra delle mura della scuola
contaminando l'intera società. Con
Luigi Zoja potremmo definirla «uto-
pia minimalista», non perciò un desiderio di cambiare il mondo, ma fare
ciò che si può fare, partendo da se
stessi con piccole azioni etiche.
L'utopia è un bisogno primario
dell'essere umano che assolve la sua
funzione quando richiede un ideale
da realizzare, fa muovere il pensiero
e le azioni favorendo così il cambiamento interiore dell'essere umano.
Quando Luca, allievo di seconda, incontrandomi nei corridoi il giorno
dopo l'ultima giornata multiculturale mi dice: «adesso vedo l'Africa e
gli africani con occhi diversi», oppure
quando Roberta, della Maturità post,
scrive in un tema che, grazie alle attività di sede, si sente più aperta verso
il mondo e ha potuto abbattere molti pregiudizi, mi convinco che siamo
sulla strada giusta. La scuola, con i
suoi tempi e i suoi ritmi, e soprattutto grazie alla sua natura non utilitaristica, permette nel corso degli anni
questa maturazione.
Ci piace pensare al nostro istituto
come un laboratorio dove si intravvede l'embrione di quello che la società potrebbe essere in futuro. Massimo Recalcati scrive che la funzione
principale della scuola resta quella di
aprire mondi: è il luogo dell'incontro
che trasporta, muove, anima, risveglia il desiderio, e non solo il luogo
dove si ricicla il sapere.
Troviamo riduttivo considerarci una
sede molto attiva, perchè le varie
iniziative sono la conseguenza di un
modo di intendere la scuola in generale. I due pilastri principali che
sorreggono tutto l'edificio sono la
«multiculturalità» e la «sostenibilità»,
vere e proprie sfide della società di
oggi e di domani; al centro vanno
perciò posti valori come la cooperazione e la solidarietà. Le attività di
sede si organizzano attorno a questi due macrotemi e hanno come
obiettivo quello di sensibilizzare gli
studenti a questi valori.
Lo scorso anno ho letto in un giornale la notizia di un paese che, dopo
essere stato distrutto dai bombarSPAI
Locarno
Progetti didattici
54
damenti, ha cominciato a ricostruire
proprio dall'edificio scolastico. Mi è
sembrata un’immagine molto bella,
potente, carica di fiducia nel futuro. Nel 1600 in Francia, in un’epoca
in cui il punto di riferimento etico e
morale era il cristianesimo, è nato il
detto «mettere la chiesa al centro del
villaggio». La società è cambiata, si è
secolarizzata ed ora, in un ipotetico
centro, reale e simbolico, troviamo
una banca o uno shopping center.
Non sarebbe meglio se invece ci fosse la scuola? Non andremmo forse
in una direzione migliore, più rispettosa degli esseri umani e dell'ambiente? Noi pensiamo proprio di sì.
Sul piano operativo proponiamo
conferenze, esposizioni fotografiche e l’ormai abituale giornata multiculturale. Cerchiamo però di mantenere chiara la linea filosofica de «La
scuola al centro del villaggio» perché
siamo convinti che dia quella qualità
e profondità che mancherebbe se si
trattasse solo di momenti isolati.
Incontri
e conferenze
Ogni anno sono sempre sette o otto
le conferenze che proponiamo agli
allievi nella nostra sala multiuso: incontri con persone che vale la pena
di conoscere, che approfondiscono
temi che già si trattano in aula, ma
anche altri che non rientrano nella
griglia oraria. Ecco chi abbiamo ospitato quest’anno.
Milada Quarella, presidente di
BioTicino: «Alimentazione sostenibile» (21 ottobre 2014, presenti
100 allievi). Sul tema della sostenibilità torniamo ogni anno da differenti
angolazioni. La signora Quarella ha
affrontato la questione dal punto di
L'avvocato Paolo Bernasconi ha illustrato la portata storica del Diritto e la sua influenza sulle
società umane.
SPAI
Locarno
Progetti didattici
vista dell’impatto dell’alimentazione
sul piano sociale, economico e ambientale. I consigli pratici hanno poi
reso più consapevoli tutti noi (e ci
hanno perciò orientati verso scelte
più rispettose), ma anche attenti a
non rinunciare al piacere del cibo.
Luca Mercalli, climatologo e presidente della Società meteorologica italiana: «I cambiamenti
climatici» (4 novembre 2014, presenti 90 allievi). Un relatore d’eccezione per discutere di un problema
mondiale sul quale non ci si può proprio più nascondere: i cambiamenti
climatici e la responsabilità di tutti
noi. Aiutato da un PowerPoint ricchissimo e da una «presenza scenica» notevole, Luca Mercalli ha cercato di smuovere le nostre coscienze
e di farci percepire la gravità della situazione. Chiaro il monito conclusivo: se il nostro stile di vita non cambia (e anche alla svelta), diventando
più sobrio, meno consumistico, più
attento all’ambiente, le conseguenze saranno gravissime per l’intera
umanità. Purtroppo a volte la storia
si ripete: come al tempo della peste
descritta da Manzoni ne «I promessi
sposi», gli uomini preferiscono sminuire il rischio pur di non guardarlo
diritto negli occhi. Luca Mercalli ci ha
avvertiti...
Paolo Canova e Diego Rizzuto,
Radix Svizzera italiana: «Fate il
nostro gioco», conferenza-spet-
tacolo sul gioco d’azzardo (12 novembre 2014,
presenti 70 allievi). In uno
spettacolo coinvolgente,
animato benissimo dai due
attori, i presenti sono stati sensibilizzati ai rischi del
gioco d’azzardo e del gioco
online. Soprattutto ci si è
soffermati sulle probabilità
di vincita e di perdita e sulle
conseguenze psicologiche.
Paolo Bernasconi, avvocato: «I diritti umani» (10
dicembre 2014, presenti
80 allievi). La nascita del
Diritto, la sua portata storica e l’influenza sulle società umane: questo il punto
di partenza del relatore. In
seguito, grazie anche a una
testimonianza in un video
e a un’intervista, si è approfondito il
tema dei diritti umani nel mondo.
Alberto e Adriana Eisenhardt: Il
progetto «Casadoscurumins» (21
dicembre 2014, presenti 40 allievi). Ogni anno Alberto e Adriana vengono a raccontarci del loro progetto
nella favela di San Paolo: il rapporto
si è consolidato e si può parlare di
un gemellaggio (o meglio amicizia)
a distanza. I relatori ci hanno fatto
vivere la realtà della vita nella favela,
fatta di violenza, droga, delinquenza, e il progetto che dona speranza
in una vita migliore a molti bambini
e giovani che ogni giorno, tra mille
difficoltà, si recano alla Casadoscurumins.
Imparo a consumare
in modo responsabile
Daria Lepori, Sacrificio Quaresimale: «La verità dietro ai jeans
che indossiamo» (diversi incontri,
febbraio 2015, presenti una sessantina di allievi). Noi tutti comperiamo e indossiamo regolarmente i
jeans; ma ci siamo mai chiesti dove
Gli incontri con Daria Lepori hanno fatto
emergere drammatiche realtà per quanto
concerne l'ambiente e i diritti umani.
vengono prodotti? E in che condizioni per i lavoratori? Daria Lepori,
presente in più lezioni di Cultura generale, ha risposto a queste domande facendo emergere una realtà non
sempre rispettosa dell’ambiente e
dei diritti umani. E allora cosa possiamo fare noi? Prima dell’acquisto
informiamoci, e poi scegliamo se
comperare o meno!
Lavinia Sommaruga, Comunità
di lavoro delle Organizzazioni
di cooperazione internazionale:
«Guida ai consumi responsabili»
(diversi incontri, febbraio-marzo
2015, presenti una sessantina di
allievi). Anche Lavinia Sommaruga
ha scelto di parlare a gruppi ristretti per dare più spazio al dibattito in
comune. I consumi responsabili e
le nostre scelte quotidiane quando
facciamo la spesa nei negozi di alimentari: temi che hanno suscitato
una serie di domande che vanno al
cuore del problema, e che implica-
55
no anche la nostra possibilità di
essere attori attivi: da deve viene
il prodotto? La produzione è rispettosa dell’ambiente? I diritti
dei lavoratori sono rispettati?
Angela Ospina, sociologa, direttrice del CAPS (Centro di
accompagnamento psicosociale per famiglie vittime di
violenza in Colombia): «Colombia: Gioventù e Pace» (2
giugno 2015, presenti 40 allievi). Ancora una realtà lontana
da noi, con adolescenze diverse
dalle nostre, e perciò che offrono
la possibilità di uscire dal nostro
orticello per immedesimarci in
qualcosa di Altro. La Colombia e i
suoi giovani sono stati i protagonisti del racconto di Angela, che
con gli adolescenti in difficoltà,
vittime della violenza di un conflitto armato di cui non si parla mai
(ma tragico come tutte le guerre che
stanno invece sulle prime pagine dei
nostri giornali), lavora quotidianamente nel tentativo di instradarli su
un binario sano, costruttivo e con un
futuro davanti.
Le altre attività
di sede
Esposizioni fotografiche. Il «cubo»
espositivo a pianterreno ha accolto tre
esposizioni: «Emozioni d’Africa» del
fotografo Fulvio Pettinato, una serie
di immagini naturalistiche lungo tutte
le quattro stagioni dell’ex allievo Loris
De Bortoli e infine l’«olddogsproject»,
cioè primi piani di cani anziani del collega della SSMT Roberto Mossi. Lo spazio è aperto a tutti coloro che desiderano esprimersi con la fotografia, ma
anche attraverso il disegno.
Gruppo «Sostenibilità». Composto
da una decina di colleghi, il Gruppo
Assieme si è ritrovato un paio di volte lungo l’anno scolastico, ma in più
occasioni, in via del tutto informale,
abbiamo discusso progetti e idee
SPAI
Locarno
Progetti didattici
56
davanti a un caffè in mensa o dopo
una pizza al ristorante. Le idee sono
molte e riteniamo che la «sostenibilità» debba essere sempre più presente nella vita quotidiana della scuola.
In ogni aula si sono messi dei nuovi
cestini in cartone per la raccolta della carta e altri per il resto dei rifiuti. Anche la raccolta del PET è stata
potenziata. Col tempo ci piacerebbe
mettere in pratica molte delle nostre
iniziative, magari in un anno scolastico chiamato «dell’energia».
Progetti didattici
Gruppi «raccoglitori di idee». I
gruppi che formano il progetto
d’insieme «La scuola al centro del
villaggio» sono definiti «raccoglitori
di idee». I docenti che hanno deciso
di fare parte del gruppo (credono
nell’idea di fondo, hanno tempo, …)
non sono gli unici a poter dire qualcosa, anzi, tutti i docenti della scuola, tutti gli allievi e tutto il personale
sono invitati a portare le loro idee e
le loro iniziative. Potremmo dire che
il gruppo è il terminale conclusivo e
fa da tramite anche per chi non può
essere presente o è poco in sede. Le
idee, meglio, le buone idee (e con
questo intendo costruttive e per il
bene di tutta la scuola) non hanno
appartenenza e non sono soggette a nessun tipo di gerarchia: sono
buone e basta. A noi sembra il sistema più democratico possibile, perché mette al centro il bene comune.
Lorenzo Scascighini
Coordinatore delle attività di sede
Allievi in difficoltà e demotivati:
un intervento
fra sostegno e prevenzione
Il progetto di formazione e accompagnamento dei docenti (ProSanDi) è nato dalla costatazione che parecchi allievi del terzo anno dell’Impiantistica si trovavano
in difficoltà nell’affrontare le esigenze e le scadenze
dell’ultimo anno della loro scolarizzazione. Una parte
consistente degli allievi venivano descritti come poco
motivati, poco coinvolti nelle proposte didattiche, rinunciatari di fronte alle scadenze degli esami finali,
come se già si sentissero nell’impossibilità di superare
gli ostacoli finali. Accanto a questa situazione scolastica
a volte precaria, venivano segnalate situazioni di allievi in
difficoltà per ragioni personali e familiari oppure legate
alle relazioni con i datori di lavoro. L’idea è stata quindi
di stabilire una serie di incontri tra i docenti coinvolti
nella formazione allo scopo di condividere i problemi,
analizzarne il significato e iniziare un accompagnamento di sostegno individuale.
Con l’avallo dello IUFFP, questo progetto ha preso la forma di un corso costituito da incontri mensili nei quali si
sono voluti descrivere i problemi, interpretarli alla luce
di alcuni concetti di riferimento e proporre alcuni rimedi
possibili. Uno dei docenti ha assunto fin dall’inizio il ruolo
di interlocutore per gli allievi che manifestavano difficolSPAI
Locarno
tà personali. Essi potevano autosegnalarsi oppure essere indicati dai docenti in base all’osservazione del loro
modo di comportarsi o di esprimersi in classe. Questa
presenza ha rapidamente permesso agli allievi e alle classi di sviluppare la consapevolezza che l’istituzione manifesta interesse nei loro confronti, ciò che ha suscitato
in loro un sentimento positivo di non essere lasciati da
soli. La progressiva conoscenza dei problemi da parte dei
docenti da un lato, e il sentimento degli allievi di essere
accompagnati dall’altro, hanno migliorato il clima nelle
classi, senza naturalmente risolvere i problemi di apprendimento accumulati negli anni.
Questo primo esito ha confermato la necessità di sviluppare maggiore attenzione alle relazioni con gli allievi, e ciò fin dal primo anno. Nel contempo si è trattato
di migliorare l’organizzazione didattica delle attività, in
modo da coinvolgere gli allievi, calibrandole anche sulle
loro possibilità e motivazioni. Diversi sono stati i problemi
emersi negli incontri realizzati nell’ambito del progetto:
• come creare le condizioni base di un contratto di lavoro in classe: rispetto, attenzione, empatia, regole, ecc.;
• necessità di una condivisione di principi minimi da parte di tutti i docenti;
Edo Dozio: «Il corso ha confermato la necessità di sviluppare maggiore attenzione alle relazioni con gli allievi, e ciò fin dal primo anno».
• ricercare attivamente un adattamento delle proposte
didattiche alle possibilità degli allievi, in modo da poter
far loro vivere situazioni di successo scolastico;
• tenere conto delle difficoltà cognitive e di metodo di
lavoro degli allievi, della loro scarsa autonomia e capacità di mantenere consapevolmente l’attenzione;
• cercare di far emergere il senso delle proposte didattiche (perché, quale significato, quali conseguenze, che
relazione con la vita quotidiana);
• alternare i metodi di lavoro in classe con compiti di
breve durata, ridurre il tempo di lezione sostituendolo
con lavori da svolgere.
Al termine del percorso di un anno scolastico, si è constatato che i problemi più evidenti di gestione dei gruppi
del terzo anno sono rientrati. Permangono invece le difficoltà nel raggiungere gli obiettivi formativi previsti dalle
Ordinanze.
In conclusione elenchiamo quindi alcuni temi che richiedono più attenzione sistematica fin dal primo anno:
• i docenti si conoscono poco e non condividono necessariamente le regole di base di una gestione della classe, favorendo così atteggiamenti poco civili da parte
degli allievi (poca attenzione e rumore in classe, scarsa puntualità e nelle consegne dei lavori, linguaggio
e comportamenti non confacenti). Quindi: maggiore
condivisone delle regole di base;
57
• necessità di un maggior contatto con la persona-allievo e una più approfondita conoscenza di alcune delle
sue caratteristiche. Il contatto personale crea vicinanza
ed evita comportamenti apparentemente accettabili in
un ambiente anonimo o indifferente. Quindi: maggiori occasioni di contatto personale (all’inizio e alla fine
delle lezioni, quando si gira fra i banchi) e di scambio
con i colleghi (di classe ma non solo). Il docente di cultura generale tematizza la conoscenza di sé dell’allievo
a inizio anno; auspicabile è anche un consiglio di classe
a metà semestre;
• garantire un funzionamento della classe tranquillo e
concentrato, evitando rumore e distrazioni, quale
condizione per l’inizio delle attività didattiche. Quindi: gestire attivamente l’organizzazione della classe in
modo non verbale;
• stimolare e facilitare la verbalizzazione, la presa di coscienza, l’autovalutazione degli allievi sia per quanto concerne il loro comportamento sociale, sia verso
l’apprendimento e il lavoro, e creare una opportunità di sostegno individuale da parte di un docente (ev.
di classe) per gli allievi che sembrano più in difficoltà.
Quindi: sostegno personalizzato di ascolto fin dal primo anno;
• procedure di valutazione degli allievi più descrittive
delle loro capacità attualizzate nelle attività scolastiche in modo da rendere la valutazione più informativa
per gli allievi e per i docenti anche riguardo all’orientamento (ad es. scelta di un biennale piuttosto che di
un triennale). Quindi: procedure di valutazione più criteriali, più esplicative dei procedimenti messi in gioco,
accanto alle valutazioni sommative previste dall’istituzione;
• attenzione alle pratiche didattiche, da calibrare sulle
possibilità/capacità degli allievi (spesso già confrontati
con una scolarità non brillante e con poca fiducia nei
propri mezzi) in modo da poterli tenere agganciati ai
temi e poter quindi chiedere loro delle produzioni che
siano testimonianza di una loro evoluzione, di un loro
apprendimento. Quindi: variare le modalità didattiche,
chiedere regolarmente brevi produzioni, separare i
momenti di ascolto da quelli di produzione;
• ricercare il successo scolastico degli allievi, quale condizione della loro partecipazione propositiva alle attività scolastiche sull’arco dei tre anni. Quindi: dosare fin
dall’inizio le attività in modo che i compiti siano risolvibili (almeno in parte) e aumentare progressivamente le
richieste per ottenere nuovi apprendimenti.
Edo Dozio
Animatore del corso
SPAI
Locarno
Progetti didattici
58
Progetti didattici
Approccio
interdisciplinare
per i temi ecologici
Un progetto in linea con la tematica
della sostenibilità
La Redazione di SPAI News mi ha
proposto di redigere un articolo che
spiegasse i contenuti del progetto che sto portando avanti da settembre 2014, intitolato «Proposte
didattiche di insegnamento con un
approccio interdisciplinare per i temi
ecologici». Ho subito colto positivamente questa richiesta per condividere con tutti i colleghi l’avanzamento di questo lavoro di ricerca e
le sue finalità.
Sono da sempre amante della natura, adoro osservare la flora, la fauna
e tutto l’ambiente circostante, compreso l’influsso meteorologico. La
famigerata estate del 2003, con temperature tropicali record, è stata quel
fattore che ha dato vita anche al mio
interesse per il clima e ai suoi mutamenti. Il resto lo paragono alle scatole cinesi, dove la curiosità e la fame di
sapere inducono come per inerzia a
saziarsi di nuove conoscenze.
In questo cammino per trovare delle risposte mi sono imposto l’obiettività di giudizio, non l’ideologia o
il libero arbitrio. Chi si addentra in
simili tematiche, io in particolare
come economista, non può esimersi dal formulare il seguente quesito:
«Come può l’umanità svilupparsi da
un punto di vista sociale ed econoSPAI
Locarno
mico senza compromettere la terra,
le sue risorse, tutti gli esseri viventi e
in particolare le generazioni future?».
La coscienza sociale, e soprattutto
l’informazione riguardo a questa
problematica, aumenta in maniera costante. Questo passaggio non
deve per forza arrivare a nuovi divieti
che limitano la libertà personale, ma
può concretizzarsi attraverso soluzioni tecnologiche, economiche o
di piccole scelte quotidiane di risparmio che, sommate singolarmente,
portano a risultati considerevoli.
Dal 2008 fino allo scorso anno ho
avuto l’onore di poter tenere i corsi
della materia complementare della Maturità professionale, che ho
chiamato «Economia ed Ecologia».
Le finalità consistevano nel dare delle risposte a chi vuole adottare dei
comportamenti maggiormente rispettosi dell’ambiente permettendo
comunque all’uomo di non rinunciare agli standard di benessere odierni.
Dato l’interesse riscontrato, lo scalino successivo è stato chiedermi se
altri docenti desiderassero affrontare i temi ecologici, come accenno,
in forma interdisciplinare o anche
disponendo di intere unità didattiche già elaborate. Questo punto di
condivisione ha dato il la all’idea di
elaborare un progetto per le Scuole
professionali cantonali, grazie al sostegno della Divisione della formazione professionale. Credo che l’utilità del progetto sia anche evidenziata
del nuovo Piano quadro per la Maturità professionale, che sottolinea
l’importanza di riferirsi alla tematica
della sostenibilità. Discutendo con
alcuni colleghi la consapevolezza si è
vieppiù accresciuta: anche i regolamenti di altre professioni chiedono
di mettere maggiormente l’accento
su questi aspetti, ad esempio nell’area dei Parrucchieri.
Il progetto, non ancora terminato,
potrà però già essere messo a disposizione di chi lo desiderasse, considerando che sono stati svolti due
principali punti dei tre che mi ero
prefissato.
Nella prima parte sono state esposte
le origini di questa accresciuta sensibilità sociale verso i temi ecologici
e, grazie all’aiuto di dati scientifici, la
mia opinione sull’effettivo cambiamento climatico con le possibili conseguenze. Nella seconda fase sono
state redatte delle schede tecniche
inerenti i vari sottotemi («L’impatto
dei prodotti e le scelte alimentari», «La produzione e il consumo di
energia», «Riciclaggio e gestione dei
rifiuti», «L’impronta ambientale e lo
sviluppo sostenibile», «La mobilità»,
«Il commercio equo e il biologico»)
per dare la possibilità al docente di
raccogliere le nozioni di base prima
di affrontare un determinato argomento con gli studenti.
Nella fase conclusiva, ossia quella
che resta da svolgere, verranno create delle proposte di unità didattiche
dettagliate con gli eventuali supporti
da poter sperimentare per chi lo desidera.
Concludo ricordando che da quasi
tre secoli i maggiori pensatori analizzano l’andamento economico: alcuni
di loro profetizzavano che le società
non potevano crescere a quei ritmi e
sarebbero finite in una condizione di
sussistenza. Si sono sbagliati, grazie
al progresso tecnologico. Nel 1974, il
fondatore del Club di Roma1 Aurelio
Peccei disse: «Ci stiamo comportando come dei forsennati utilizzando
più risorse di quelle a nostra disposizione, bisognerà assolutamente
cambiare stile di vita per non andare
incontro a mutamenti irreversibi-
59
li». Non siamo ancora a questi livelli
ma condivido questo pensiero, sottolineando che viviamo secondo un
modello di crescita infinita, di popolazione in vertiginosa crescita, ma
in un mondo che per definizione è
finito.
Fiorenzo Malaguerra
Docente di Economia
Club con la missione di agire come catalizzatore dei cambiamenti globali, individuando
i principali problemi che l'umanità si troverà
ad affrontare. Si chiama così poiché la prima
riunione è avvenuta a Roma.
1
L’energia a 360 gradi
abbinando Fisica e Tedesco
Il PDI della classe MI3 è stato anche l’occasione
per effettuare diverse visite «sul terreno»
Nel corso del terzo anno gli allievi
di Maturità svolgono il Progetto didattico interdisciplinare: il PDI della
classe MI3 riguardava l’energia, considerata dal punto di vista della produzione energetica, del consumo,
degli aspetti legislativi, economici
e ambientali. Per abbinare le materie Fisica e Tedesco gli allievi hanno
cercato di confrontare la situazione
svizzera con quella germanica e hanno tenuto delle presentazioni in tedesco sul tema dell’energia.
A supporto della loro ricerca abbiamo visitato la centrale nucleare di
Gösgen (Canton Soletta) e l’azienda
Sunage, che a Balerna assembla pannelli fotovoltaici. Ci è stato inoltre
possibile vedere gli apparecchi (gli
SPAI
Locarno
Progetti didattici
60
inverter) che immettono nella rete
l’energia prodotta dai pannelli sul
tetto della Borgovecchio SA e salire
sul tetto della Scuola media di Balerna per vederne l’impianto fotovoltaico, entrambi progettati e installati
dalla AGERE-SA di Chiasso.
Ringraziamo moltissimo il personale
della Kernkraftwerk Gösgen-Däniken
AG; le signore Laura Di Cesare e Maria
Luisa Clauser (vicepresidente) della
Sunage SA; Oscar Piffaretti, Corrado Noseda e Patrick Agustoni della
AGERE-SA per la loro accoglienza, la
Progetti didattici
grande disponibilità e la competenza
messaci a disposizione.
Tatiana Pissoglio
Docente di Tedesco
e Massimiliano Guidolin
Docente di Fisica
Cartoline da Gösgen
«La gita alla centrale nucleare di Gösgen è stata molto utile per capire di cosa abbia bisogno una centrale
nucleare per funzionare in modo sicuro ed efficiente. Durante la gita si sono fatti accenni all’incidente di
Fukushima e allo stato di quella centrale paragonato a quella che stavamo visitando. Abbiamo avuto modo di
vedere quanto il nucleare possa essere una fonte energetica economica e sotto certi aspetti più ecologica di
altre.»
Sergio
«Ho iniziato questa visita con un’idea contraria nei confronti dell’energia nucleare, ma durante la giornata ho
cambiato la mia visione al riguardo perché ho capito che lasciare quest’energia non è per niente facile, se non
si ha un progetto concreto.»
Fabio
«Personalmente la visita a Gösgen l’ho trovata molto istruttiva. La nostra conoscenza riguardo alla tecnologia
atomica è stata ampliata e molte domande riguardo all’ambiente hanno ricevuto risposta. Era interessante
anche cercare di capire come andrà avanti la Svizzera senza questa risorsa. La mia parte preferita è stata la
visita al locale turbine: impressionante!»
Sindhu
«La centrale nucleare era molto interessante: ci hanno mostrato quanta energia poteva essere ricavata da una
piccola quantità di uranio e come funzionava il suo processo di lavorazione.»
James
«Tra una zuppetta e l’altra, offerte gentilmente dal bar per superare le intemperie, ci è stato spiegato il funzionamento della centrale e di tutti i suoi sistemi di sicurezza. Inoltre abbiamo anche discusso dei relativi
problemi del nucleare.»
Matthias
«Siamo stati accolti molto bene dallo staff della centrale, ci hanno offerto da bere e da mangiare. Durante la
visita abbiamo visto un filmato sull’importanza dell’energia elettrica al giorno d’oggi e poi ci hanno spiegato le
caratteristiche e il funzionamento della centrale. Poi abbiamo visitato l’esterno della centrale e la sala turbine.»
Aleksandar
SPAI
Locarno
61
Messaggi da Balerna
«L’uscita a Balerna, con tematica centrata sui pannelli solari, è stata altrettanto
interessante. Anche qui le nostre domande , sempre riguardo alla produzione e all’inquinamento, hanno trovato
risposte esaustive. La visita alla fabbrica
della Sunage è stata la parte della giornata che ho gradito maggiormente,
in quanto mi ha fatto comprendere il
funzionamento dei pannelli, che ricoprono ormai sempre più tetti del nostro Cantone, e il processo del loro assemblaggio. È stato anche interessante
vedere come devono essere posizionati
i pannelli per sfruttare al meglio l’irraggiamento solare senza avere perdite,
perché – lavorando a cascata – se un
pannello non produce la massima potenza anche gli altri ne subiscono l’influenza.»
Sindhu
«L’uscita è stata interessante e utile, mi
ha permesso di approfondire concetti
che prima erano vaghi e di vedere come
vengono creati i pannelli fotovoltaici in tutti i loro componenti. La visita è stata però organizzata alla fine di un
progetto scolastico inerente a essa: se fosse stata fatta all’inizio, o durante il progetto, sarebbe stata molto
più utile.»
Francisco
«La gita all’azienda produttrice di impianti fotovoltaici a Balerna è stata una dimostrazione pratica di ciò che
abbiamo incontrato durante il Progetto didattico interdisciplinare di Maturità: abbiamo visto come avviene la
produzione a partire dalle singole componenti, come i pannelli prodotti vengono implementati e con quale
rendimento.»
Sergio
«Questa giornata mi ha permesso di approfondire l’argomento delle energie rinnovabili, in particolar modo
quello dell’energia solare, avendo la possibilità di vedere la produzione dei pannelli fotovoltaici e di un impianto fotovoltaico sul tetto della Scuola media di Balerna.»
Fabio
«È stato istruttivo vedere il procedimento di produzione dei pannelli solari; e sul tetto della Scuola media è
stato interessante vedere il posizionamento dei pannelli e capirne il perché.»
Matthias
SPAI
Locarno
Incontri in Mediateca
Incontri in Mediateca
62
Cento anni e cento guerre
Dieci serate nel centenario
del primo conflitto mondiale
Nel centenario dell’inizio del primo conflitto mondiale, il tema conduttore degli Incontri in Mediateca per l’anno
scolastico 2014-‘15 è stata la guerra. Secondo non pochi storici e politologi, la Grande guerra fu l’evento che delineò
le coordinate fondamentali del ventesimo secolo. Molta storiografia è infatti concorde nel considerare la seconda
guerra mondiale come una prosecuzione della prima. La mobilitazione totale di tutti i settori della società, l’industrializzazione e tecnicizzazione dei conflitti armati, la crescita esponenziale delle vittime fra la popolazione civile,
l’estensione delle operazioni belliche a ogni ambito della realtà territoriale (sopra e sotto la superficie dei mari, nei
cieli e in ogni angolo della terraferma), lo sterminio spesso pianificato di intere popolazioni e altre innovazioni, pratiche, eventi ed effetti sono senz’altro riconducibili a quella immensa catastrofe mondiale – e peraltro non cessano di
spiegare effetto nella realtà contemporanea.
Più che un quadro generale, durante gli Incontri si è tentato di mettere a fuoco alcuni aspetti della guerra così come
sono andati delineandosi da cento anni a questa parte.
• Lo scrittore e giornalista Sergio
Roic ha affrontato il tema secondo
la prospettiva del romanzo dello
scrittore serbo Aleksandar Galatica,
Secolo – cento e una storia di un
secolo, in cui oltre centocinquanta
personaggi raccontano un evento
che ha aperto le porte all’epoca
globale in cui oggi viviamo.
• Lo storico del diritto e giudice del
Tribunale penale federale, dott.
Roy Garré, ha parlato di diritto
umanitario internazionale, che
allo scoppio della grande guerra,
in forma ancora rudimentale, già
esisteva, ma che proprio in ragione delle dimensioni planetarie del
conflitto e della potenza tecnica in
esso dispiegata conobbe a partire
da quegli anni uno sviluppo assai
importante.
• Con Cronaca di una grande guerra, il docente di storia Roberto
Sala (deceduto giovanissimo non
molti mesi fa) ha posto in evidenza le principali caratteristiche della
Grande guerra, in particolare l’uso
di nuove armi, la dimensione della
carneficina e la mobilitazione totaSPAI
Locarno
Raffaele Scolari, organizzatore degli Incontri.
le dell’economia a sostegno degli
sforzi bellici.
• Come insegnare la guerra? Questo
è stato il tema della quarta serata,
durante la quale Pasquale Genasci, esperto di Storia della Scuola media, ha fatto il punto sulle
scuole storiografiche che si sono
delineate negli ultimi decenni, con
l’obiettivo di indicare taluni punti
di vista importanti (in particolare in
riferimento a periodizzazioni, scale
spaziali e attori sociali) da assumere nell’insegnamento scolastico.
• Nell’Incontro di gennaio, il prof.
Maurizio Guerri dell’Universtità
degli Studi di Milano ha trattato
del rapporto fra filosofia e guerra,
con particolare riferimento a Ernst
Jünger, da molti considerato come
il filosofo della guerra per eccellenza. Scrittore, filosofo e soldato
in entrambi i conflitti mondiali, in
molte sue opere analizzò l’evento
bellico moderno con lo stesso rigore con cui si dedicava agli studi
e alle ricerche di entomologia. Sue
sono le nozioni di «soldato-lavoratore» e di «mobilitazione totale al
lavoro», le quali stanno a indicare
il nuovo soggetto e la nuova realtà sociale e produttiva che nella
e con la prima guerra mondiale si
sono imposti e da allora segnano e
condizionano l’evoluzione storica
fino ai nostri giorni.
• Geografia bellica è stato il titolo della sesta serata, animata dal
geografo Stefano Agustoni.
Quante guerre, dichiarate o non
dichiarate, si combattono oggi?
Quanti spazi vuoti, ossia regioni
senza guerra, vi sarebbero su un
ipotetico atlante bellico? Sappiamo tutti che in molte regioni del
mondo si combattono guerre
atroci; tuttavia, spesso siamo indotti a credere che la situazione
globale sia tutto sommato sotto
controllo. Per contro, dei 193 Paesi membri dell’ONU, uno su cinque
è in stato di belligeranza!
• Nel secolo delle guerre mondiali,
la Shoah rappresenta il culmine
dell’abisso: l’uomo diviene cosa,
del tutto fungibile, da rimuovere
dal mondo come si fa con i topi
che infestano una tranquilla cittadina di provincia. Nel 1961 si svolge il processo ad Adolf Eichmann
in una Gerusalemme abitata da
migliaia di scampati alla distruzione dell’ebraismo europeo.
Durante il settimo Incontro il sociologo e storico del pensiero
Ruggero D’Alessandro ha presentato il caso a partire dall’opera
che la pensatrice Hannah Arendt,
ebrea tedesca rifugiatasi negli Stati Uniti, vi ha dedicato, concentrandosi su quella che è ormai divenuta una categoria canonica: la
banalità del male.
• La guerra e l’immigrazione hanno
costituito il quadro entro cui si è
dispiegata la riflessione di Francine Rosenbaum, saggista e formatrice etnoclinica. Attraverso
una succinta storia dei migranti
che hanno segnato 100 anni fa l’inizio del riconoscimento di Ascona e Locarno come centro artistico, filosofico e politico europeo,
la relatrice ha posto l’accento sul
progressivo slittamento squalificante delle rappresentazioni della migrazione e sul conseguente
smarrimento della memoria sto-
63
rica di questo nostro patrimonio
nelle giovani generazioni.
• La penultima serata è stata dedicata alla dimensione territoriale
della guerra. Il relatore (Raffaele Scolari) ha mostrato come le
guerre del ventesimo secolo abbiano modificato profondamente
i modi di percepire, abitare e plasmare gli spazi delle nostre vite.
Oggi la guerra è onnipresente nella realtà spaziale, anche nella pacifica Svizzera. La guerra è tutt’altro
che lontana da noi, al contrario
trapunta la nostra realtà territoriale di ogni giorno, secondo la
modalità della sua progressiva invisibilizzazione.
• Ultima serata quella dedicata non
alla guerra, ma alla pace, e più
precisamente alle tante paci, effettive o apparenti. Il prof. Peter
Praxmarer, docente presso l’USI,
ha mostrato come gli importanti
cambiamenti nei modi di condurre
le guerre abbiano modificato profondamente l’antidoto alle stesse: la pace, anzi, le paci – giacché
ogni guerra chiama la sua pace...
auspicabile, agognata, possibile o
impossibile.
Raffaele Scolari
Coordinatore degli Incontri
Gli Incontri si svolgono nel salottino della Mediateca, in un ambiente informale che consente
a tutti i partecipanti di dialogare liberamente con i relatori.
SPAI
Locarno
Contributi docenti
64
Contributi docenti
Come l’Agorà
nell’antica Grecia
Domenico Sciulli: «La passione per l'insegnamento è comune a tutti i
docenti della nostra sede».
Sono al primo anno di insegnamento alla sede SPAI di Locarno, anche se ho già avuto l’occasione di conoscere la
sede visto che l’anno precedente avevo insegnato Economia e diritto alla Scuola medico-tecnica, pure ospitata
dal Centro professionale di Locarno. Come nuovo arrivato, inizialmente la mia priorità è stata quella di conoscere
un po’ di più quali fossero le professioni nelle quali i miei
futuri allievi sarebbero stati formati, in maniera tale da
capire meglio con quali tipologie di allievi avrei effettuato
il mio «viaggio» durante l’anno scolastico che da lì a breve
sarebbe cominciato. E con mio stupore mi sono accorto
immediatamente che l’alternanza di settimane A e B era
solo un lontano ricordo! Con la rotazione di 4 settimane
diverse (A, B, C e D) e le loro rispettive varianti (Ba, A+,
ecc.) mi sono reso conto che alcuni allievi li avrei visti solo
una volta al mese… e questo per me ha rappresentato
una novità, visto che in passato avevo sempre insegnato
in sedi scolastiche (Liceo di Locarno, SCC di Bellinzona,
CPC di Locarno) nelle quali gli allievi li incontravo a lezione
con cadenza settimanale. In aggiunta ho dovuto naturalmente adattarmi agli obiettivi di insegnamento delle
materie che avrei proposto (Economia e diritto, Contabilità ed Economia aziendale), basandomi sul piano di sede
di ogni materia. Tutte queste cose fanno parte del gioco;
più che grattacapi rappresentano motivazioni aggiuntive
a fare di più… e meglio.
SPAI
Locarno
Ma oltre a questi aspetti riguardanti la professione di insegnante tout-court, l’impatto iniziale nel mettere piede
in una nuova sede proviene dai rapporti umani con Direzione, personale amministrativo e colleghi. La disponibilità della Direzione della SPAI di Locarno è stata più
che soddisfacente. Il direttore Claudio Zaninetti mi ha
subito fatto un’ottima impressione… e già questo è un
buonissimo segnale: capisci già dall’inizio che le cose non
potranno che andare bene!
Per non parlare delle persone che lavorano in segreteria, tutte molto giovani, ma che con la loro simpatia… e
soprattutto con la loro professionalità rendono le questioni burocratiche/amministrative qualcosa di veloce e
leggero. Identico discorso per i due custodi, persone che
incroci immediatamente sul tuo cammino in una nuova
sede scolastica (per il ritiro delle chiavi e per i chiarimenti
riguardo le fotocopie).
Non da ultimo c’è la volontà di scoprire chi saranno i tuoi
colleghi di lavoro, ognuno con una propria storia da raccontarti, ognuno diverso.
L'aula docenti come l'Agorà
nell'antica Grecia
L’aula docenti per me è come l’Agorà nell’antica Grecia: la
piazza nella quale si creavano e si mantenevano i rapporti
interpersonali. Però a differenza di allora, in aula docenti
non c’è per fortuna l’esclusione delle colleghe donne!
Conoscere nuovi colleghi è sempre qualcosa di molto
interessante. Secondo me bisogna avere la capacità di
entrare in punta di piedi in un nuovo gruppo di persone:
farsi conoscere poco alla volta e avere una buona capacità di ascolto. Come in tutte le relazioni umane, saltano
immediatamente all’occhio simpatie, antipatie, senso del
rispetto, ecc. Nell’aula docenti si vede tutto questo; un
concentrato di rapporti umani che potrebbe durare lo
spazio del quarto d’ora di pausa del mattino come pure
un tempo più prolungato durante la pausa pranzo. Il mio
spirito di osservatore subito si attiva.
Di fronte alla lettura di un articolo di giornale che tratta
una tematica economica (articolo pronto ad essere fotocopiato perché oggetto di una futura lezione), la mia
attenzione cade anche sui discorsi dei miei colleghi che
si stanno intrattenendo allo stesso tavolo. E allora tra un
discorso legato a un tema di attualità e uno legato alla
partita di calcio della sera precedente, mi guardo attorno
e percepisco un senso di entusiasmo. Entusiasmo poiché
mi accorgo che tra il corpo docenti ci sono colleghi che
provengono da esperienze professionali completamente diverse, con percorsi formativi che non hanno nulla in
comune.
Dove la passione è comune
le differenze si annullano
La docente che insegna una materia professionale nel
campo della cura del corpo che discute con il docente
che insegna una materia umanistica (Storia). Oppure il
collega che insegna una materia professionale legata al
campo dell’impiantistica che discute con il docente che
insegna Tedesco con una formazione accademica in filosofia. E potrei andare avanti per tanto tempo. Tutto
questo per dire che in una scuola professionale come
65
quella di Locarno, nella quale si incrociano tante professioni molto diverse tra di loro, le differenze tra profili
professionali degli insegnanti e percorsi di formazione
diversi si annullano, poiché la passione per l’insegnamento è comune a tutti i docenti, ed è proprio questo che
fa la forza di una sede come quella della SPAI di Locarno;
e per chi come me viene da esperienze di insegnamento in sedi scolastiche nelle quali queste differenze sono
nettamente meno marcate, questa è un opportunità di
arricchimento umano di valore inestimabile.
Non da ultimo l’arricchimento per il docente di una scuola professionale arriva naturalmente dall’interazione con
gli allievi: da alunni che lavorano in settori molto diversi
tra di loro non posso che imparare sempre qualcosa di
nuovo, tanto da arrivare alla fine della lezione e sentirmi
privilegiato a essere davanti a un gruppo di adolescenti,
poiché ho imparato qualcosa in più senza che gli allievi se
ne accorgessero.
Domenico Sciulli
Docente di Economia
Un anno
alla SPAI di Locarno
Il primo anno di insegnamento è
sempre caratterizzato da un forte
entusiasmo che va però a collidere
con una serie di dubbi, paure, incertezze. La mia esperienza non è stata da meno: ricordo ancora il primo
giorno, quando, accompagnato dal
collega Mauro Euro, sono entrato in
aula. Molta emozione, un po’ di paura, insomma, come se fosse il primo
giorno di scuola. Una volta in aula,
una volta presa la parola, fatte le dovute presentazioni, le paure, le incertezze e i dubbi svaniscono, almeno per 45 minuti. Può capitare che
riaffiorino in seguito, una volta finita
la lezione, ma se usati in modo autocritico sono un importante mezzo
per migliorarsi.
Ripensando a quest’anno scolastico
alla SPAI di Locarno, molti momenti
riaffiorano nella mia mente. Un elemento in particolare, che è anche la
forza della sede, la sua caratteristica, è l’aria che si respira nell’istituto,
dove confronto costruttivo, scambio di idee, aiuto reciproco la fanno
da padroni. Mi sono subito sentito
a mio agio: confrontandomi con gli
altri docenti, ponendo domande,
esprimendo i miei dubbi, ho trovato sempre la porta aperta al dialogo. In questo modo sono riuscito a
superare i primi mesi, senz’ombra di
dubbio i più difficili. Il tempo è poi
volato in un batter d’occhio, tra la
preparazione delle prime verifiche,
le prime correzioni, le prime note
Ludovic Stefanicki: «Poter contare sugli altri
colleghi è stato un aiuto non indifferente».
SPAI
Locarno
Contributi docenti
66
assegnate, i primi consigli di classe,
eccomi qui a scrivere queste righe
che riassumono brevemente la mia
esperienza.
Ambiente dinamico
Per un insegnante il primo anno è
una tappa molto importante, nella
quale si pongono le basi per il futuro
professionale. Lo spirito con il quale
si affronta questa sfida è sicuramente fondamentale, ma lo è altrettanto
l’ambiente della sede. Lavorare in un
clima dinamico, stimolante, sapendo
di poter contare sugli altri colleghi è
stato un aiuto non indifferente.
Dal punto di vista umano e professionale questo primo anno scolastico
mi ha trasmesso molto. Il confronto, non sempre facile, con i ragazzi
e le ragazze, la costante necessità di
mettersi in gioco, di rivalutare i contenuti delle lezioni, il loro approccio
e, perché no, sentirsi anche un po’
a casa quando si entra nell’aula 103,
207 o 211.
Incontro con l'arte
Vorrei aprire una breve parentesi riguardante un’esperienza fatta fuori
dalle mura della sede, alla Pinacoteca comunale Casa Rusca di Locarno,
dove sotto la mia guida un gruppo
di ragazzi e ragazze alloglotti (rifugiati e richiedenti l’asilo) hanno scoperto l’opera dello scultore Jacques
Lipchitz (1891-1973). Un’esperienza
entusiasmante quella di accompagnare ragazzi e ragazze che, forse
per la prima volta, hanno avuto occasione di entrare in un museo. Una
visita guidata caratterizzata da un
Incontro con l'arte a Casa Rusca, la pinacoteca di Locarno.
SPAI
Locarno
Contributi docenti
entusiasmo spontaneo che è sempre più difficile da trovare, sono bastati pochi minuti per abbattere le
barriere linguistiche e abbracciare il
linguaggio universale dell’arte.
Concludendo questa breve riflessione sulla mia prima esperienza alla
SPAI di Locarno, non posso che ritenerla molto positiva e formativa, sia
dal punto di vista professionale che
umano. In questo contesto vorrei
ringraziare la Direzione per la grande
disponibilità, tutto il personale della
sede, tutto il corpo insegnanti, soprattutto Mauro Euro che mi ha accompagnato durante le prime lezioni, la «squadra» di Cultura generale
e i colleghi del settore Installatrice/
installatore di impianti sanitari.
Ludovic Stefanicki
Docente di Cultura generale
67
Il tutor per nuovi insegnanti:
una nuova figura professionale
Nel marzo 2011 il Consiglio di Stato,
su proposta del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport,
ha lanciato il progetto «Sostegno ai
docenti in difficoltà e promozione del
benessere», creando quattro gruppi di
lavoro. Nel Rapporto finale dei gruppi
di lavoro, licenziato all'attenzione del
Governo, sono state proposte 14 misure per prevenire il disagio dei docenti e promuovere il benessere nella
scuola. Attualmente sono undici le
misure che si stanno concretizzando
sottoforma di progetti di prevenzione, informazione, formazione, ricerca, sostegno e accompagnamento ai
docenti. Questi progetti confluiscono
sotto il progetto mantello denominato LINEA («Laboratorio Insegnanti per
sviluppare Energia ed empatia attraverso l'Ascolto e l'accompagnamento»). LINEA è uno spazio pensato per
le insegnanti e gli insegnanti, per chi
è attivo nel mondo scolastico e per
tutte le persone interessate, dove
trovare informazioni e sostegno in relazione a disagi e difficoltà nell’ambito
della propria professione. Una delle
misure approvate, la numero 7, è l'introduzione della figura del tutor
per nuovi docenti. Per gli anni scolastici 2013-‘15 è stata pertanto promossa a livello sperimentale in una
decina di scuole ticinesi l'introduzione
di una figura d'accompagnamento
per neo-docenti. La SPAI di Locarno è
una delle scuole che hanno aderito a
questa iniziativa.
Chi è il o la docente tutor? E in che
cosa consiste il suo compito? Il docente-tutor è un insegnante con
una consolidata pratica professionale
alle spalle, che mette a disposizione
Fabienne Bagnovini: «Una funzione fondamentale per chi si avvicina alla professione».
dei neo-docenti la sua esperienza e
le sue «buone pratiche» per accompagnarli nelle loro prime esperienze
professionali. Da notare che il suo è
un accompagnamento formativo e
non valutativo. Nello specifico il tutor
facilita l'inserimento dei neo-docenti
nell'attività d'insegnamento e nella
cultura dell'istituto. Egli contribuisce
allo sviluppo e al consolidamento delle competenze professionali, didattiche e relazionali (ad esempio nella
gestione dei rapporti con le diverse
componenti scolastiche). Infatti, soprattutto nelle fasi iniziali dell'esperienza lavorativa del docente, l'aspetto relazionale con gli allievi, i colleghi
e il mondo esterno della scuola deve
essere particolarmente curato, così
come risulta fondamentale che i
nuovi docenti siano adeguatamente
introdotti alla vita d'istituto e alla sua
filosofia. Non da ultimo, i neo-docenti devono poter contare su colleghi con una consolidata esperienza
d'insegnamento alle spalle per poter
risolvere alcune questioni pedagogi-
co-didattiche che si possono incontrare nella pratica d'aula.
Il tutor è disponibile per consulenza
anche per altri docenti che ritengano di averne necessità o che necessitino di un appoggio o di un consiglio
in una situazione particolare del loro
lavoro.
Da parte mia ho accettato con entusiasmo l’invito a svolgere questa funzione nella sede in cui insegno, mettendo a disposizione dei neo-colleghi
la mia esperienza per accompagnarli
nelle loro prime situazioni professionali, nonché nell'inserimento nella
nostra cultura di sede. Trovo che la
funzione del tutor (figura peraltro già
presente nei sistemi scolastici di molti Paesi, soprattutto anglosassoni) sia
fondamentale per chi si avvicina alla
professione d'insegnante, per permettergli di trovare un sostegno e un
equilibrio in un contesto affascinante
ma non privo di difficoltà, soprattutto
dal punto di vista emotivo e relazionale. Inoltre credo molto nella condivisione di esperienze attraverso l'ascolto e il dialogo e trovo che la messa
in comune di idee e pratiche sia indispensabile nel lavoro d'insegnante.
Per il futuro, auspico che questa importante funzione venga ulteriormente riconosciuta ed istituzionalizzata e che i neo-docenti possano
cogliere l'importanza di usufruire
di questo sostegno. Personalmente, mi auguro di poter continuare a
svolgere al meglio questo compito e
di essere d'aiuto ai miei colleghi, che
siano essi nuovi oppure no.
Fabienne Bagnovini
Tutor e docente di Inglese
SPAI
Locarno
Contributi docenti
68
Contributi docenti
Un ponte tra due mondi
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attraverso la cultura dei propri Paesi, i costumi, le tradizioni, le leggende, il cibo ecc.), l’amore (le storie di integrazione riuscite, di matrimoni misti fortunati), la musica
(partecipare a eventi multiculturali e multietnici, ballare
assieme, sentirsi accomunati dagli stessi ritmi), la creatività (condividere esperienze creative comuni, come la
scrittura, la pittura, l’arte in generale) e molti altri aspetti
che permettono di gettare ponti tra questi mondi apparentemente molto diversi e distanti tra di loro.
Gerry Mottis presenta il suo romanzo
«Fratelli neri»
Incontro al «diverso»
Le storie di un libro possono nascere in mille modi differenti: da un fatto di cronaca, da un titolo, da un’immagine, da un film, da una canzone, oppure semplicemente
da una discussione tra amici. Questo libro prende spunto
dalla realtà diretta dei fatti storici.
Nelle ultime opere di narrativa, come per il mio primo
romanzo «Fratelli neri», ho attinto direttamente dalla
Storia. Essendo un insegnante di Italiano e di Storia nelle
Scuole medie grigionesi e professionali di Locarno (SPAI),
l’interesse innato per l’ambito reale e per la scrittura
hanno sicuramente facilitato questo sforzo narrativo, di
ricerca e di creatività.
Un libro nasce generalmente da un aneddoto e dalla passione di volerlo raccontare con uno stile fruibile, accattivante, coinvolgente. Questi sono gli ingredienti base, ai
quali si aggiungono uomini e fatti, eventi ed emozioni, in
un percorso narrativo calibrato e organizzato.
«Fratelli neri» prende spunto da testimonianze reali e
spontanee di testimoni oculari, anziani di un paese della Valle Mesolcina, di Roveredo. Parlando con loro e dedicandomi poi allo studio della storia locale, ho trovato
molti spunti per scrivere vicende e per raccontare fatti
dimenticati dal tempo, ma che vale la pena di riportare
alla luce, come appunto la straordinaria vicenda di questi
fucilieri africani (i celebri «tirailleurs sénégalais») che hanno combattuto per i Francesi in Africa, sono stati catturati
dai nazisti nel 1942 in Libia, portati in Italia e dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 internati in Ticino e in Mesolcina; avvenimento questo che diventa lo specchio diretto
delle tristi storie di emigrazione, di fuga, di sradicamento
di cui sentiamo parlare quotidianamente nei notiziari.
Fatti realmente accaduti
L’opera narra infatti la storia del primi internati africani
nella Svizzera italiana. Anche se non si tratta di un libro
propriamente storico (poiché a cavallo tra realtà e fantasia letteraria) esso si riferisce a fatti realmente accaduti
in Ticino, che accompagnano il lettore a vivere le stesse emozioni intense e contraddittorie della gente di un
SPAI
Locarno
paesino montano
che nel settembre del 1943 si
è trovata per la
prima volta faccia
a faccia con dei
combattenti neri
provenienti dalle
colonie francesi
in Africa.
La storia può essere letta come
un romanzo di
fantasia e di avventura, d’amoGerry Mottis, docente e scrittore.
re e di timore, di
guerra e persecuzione, d’accoglienza e di generosità, ma
può anche essere attualizzata e ragionata, permettendo
al lettore di confrontarsi con se stesso e con l’altro, il diverso, il perseguitato, l’immigrato di oggi.
A indirizzare la riflessione del lettore vi sono anche la
prefazione del noto regista svizzero-algerino Mohammed Soudani – che, si spera, un giorno dedicherà alla
vicenda uno sceneggiato televisivo, trasformando così le
mie parole in immagini – e un ampio compendio storico
dettagliato di Stefano Mordasini, che ha collaborato nelle
ricerche d’archivio federali, cantonali e regionali alla ricerca di indicazioni scientifiche precise, riportando alla luce
le schede di registrazione dei fucilieri neri a Chiasso e la
data di internamento nel collegio S. Anna di Roveredo, il
12 settembre 1943, appunto. Sono state ritrovate anche
eccezionali fotografie d’epoca e d’autore che ritraggono questi giovani uomini sradicati e internati, assieme a
moltissimi altri rifugiati politici, militari e civili provenienti
da tutta Europa.
L’opera, nata in un periodo storico molto particolare, fatto di instabilità e flussi migratori di migliaia e migliaia di
sfortunati e disgraziati che sfuggono oggi dalle atrocità
delle guerre moderne, si propone di ricordare il passato, di riportare alla luce eventi che altrimenti andrebbero
«Il libro si rivolge a chiunque, ma soprattutto ai giovani lettori, i quali
saranno i cittadini di domani».
per sempre perduti, coi loro ultimi testimoni oggi ultraottantenni.
Ricordare il passato spesso ci aiuta a capire meglio il presente. Come scrive Soudani nella prefazione: spesso si
cammina sopra la storia senza rendercene conto!
L’auspicio di questo libro è quindi quello di rendere consapevoli i lettori che certi fenomeni migratori sono ciclici
e che la generosità e l’accoglienza hanno sempre contraddistinto le popolazioni di confine, che oggi temono
e tendono invece a chiudersi col motto abusato «la barca
è piena». È necessario dunque sensibilizzare a tale fatto: durante la seconda guerra mondiale, in un periodo di
miseria, razionamento e oscuramento, la popolazione di
Roveredo ci insegna che l’umanità viene innanzitutto. La
curiosità e l’interesse nel diverso deve portare a costruire
ponti e non a scavare abissi. Questi ponti sono stati identificati e descritti narrativamente nel libro: oggi più che
mai, come in passato, si può incontrare l’altro attraverso
la lingua (imparare le lingue altrui), il racconto (conoscersi
Per queste ragioni, il libro si rivolge a chiunque, ma soprattutto ai giovani lettori, i quali saranno i cittadini di
domani e che dovranno confrontarsi presumibilmente
ancora per molti anni con l’altro, col diverso, con l’immigrato, col frontaliere ecc. Esso potrebbe essere letto in
classe, proprio con la direttiva didattica di ritracciare questi «ponti» che permettono alle culture di avvicinarsi, di
capirsi, di aiutarsi reciprocamente, al di là dei pregiudizi,
per non dire del disprezzo dovuto all’ignoranza.
Oltre a ciò, l’ampio compendio storico di Mordasini si
può benissimo prestare anche a un approfondimento
appunto storico del periodo trattato durante gli studi,
e cioè proprio quello del ruolo della Svizzera e del Ticino durante la seconda guerra mondiale. Potrebbe anche
fungere da base per ulteriori ricerche, interviste ad anziani ticinesi o italiani, approfondimenti culturali e sociali
da svolgere durante le lezioni di Italiano, di Cultura generale o di Storia ed Economia.
Terminata la fase di pubblicazione e di promozione
dell’opera «Fratelli neri», che sta riscuotendo sempre più
interesse in Ticino, mi dedicherò al mio prossimo libro,
sempre di impianto storico ma che ripercorre un’epoca
ancora più buia e lontana, il 1600 e la «caccia alle streghe», riportando alla luce alcuni processi esemplari e l’iniquità terribile della giustizia (e della tortura) di allora nei
confronti di molte innocenti ragazze, che trovo giusto
riabilitare storicamente.
In conclusione, se «Fratelli neri» mi ha permesso di parlare dell’incontro con l’altro e col diverso, i processi alle
streghe mi permetteranno indirettamente di parlare della giustizia di oggi, coi suoi pregi ma anche coi suoi molti
limiti. Buona lettura a tutti!
Il romanzo «Fratelli neri», edito da Armando Dadò Editore, Locarno 2015, si trova in tutte le librerie della Svizzera italiana, o può essere richiesto direttamente all’autore ([email protected]). Per ulteriori informazioni:
www.gerry-mottis.ch.
Gerry Mottis
Docente di Italiano
SPAI
Locarno
Contributi allievi
Contributi allievi
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Dal golfo di Napoli
al lago dei Quattro Cantoni
Il lungo viaggio (per lavoro e per amore)
di Raffaele Barbieri,
Operatore per la pulizia ordinaria e manutentiva
Raffaele Barbieri, 27 anni, è Operatore per la pulizia ordinaria e manutentiva e ha frequentato la scuola alla
SPAI Locarno. È un bell’esempio per
molti nostri giovani. Cresciuto a Casamicciola Terme, nel cuore della bellissima isola d’Ischia situata nel golfo di
Napoli, e formatosi come cameriere,
è costretto suo malgrado a lasciare l’isola per cercare lavoro oltre confine.
Al nord. In Svizzera incontrerà l’anima
gemella, troverà lavoro e concluderà
con successo l’apprendistato, superando brillantemente gli esami di fine
tirocinio nel giugno 2015.
Perché hai lasciato la bella Ischia?
«Per motivi di lavoro. Sì, perché già
lavoravo nella ristorazione come cameriere. Il problema è che da ottobre ad aprile circa tutto si ferma e
anche gli alberghi e i ristoranti abbassano le saracinesche. Chiudono
o rallentano di molto l’attività. E a
queste condizioni si sopravvive, ma
non si vive».
Hai detto che facevi il cameriere,
professione che hai imparato lavorando.
«No! O meglio, solo in parte lavorando, perché ho seguito una formazione presso l’Istituto professionale
statale alberghiero e della ristorazione IPSAR Vincenzo Telese di Ischia.
SPAI
Locarno
Raffaele Barbieri: «Il mio è un lavoro variato: ogni giorno è una novità, perché si cambia spesso
città, luogo e soprattutto tipo di lavoro, a differenza di chi sta tutto il giorno in ufficio».
Ho studiato molte materie, in particolare sala-bar, cucina, ricevimento,
alimentazione ecc. per i primi due
anni, poi mi sono specializzato come
Operatore dei servizi di ricevimento
nel 2007 (terzo anno di scuola) e infine ho concluso il diploma statale al
quinto anno nel 2009 come Tecnico
dei servizi turistici».
Hai detto che sei partito per poter «campare»: qual è stata la tua
prima meta?
«La prima tappa è stata St. Moritz,
nei Grigioni. Mi era stato detto che in
Svizzera c’era lavoro e che lì era un
bel posto. Di St. Moritz non sapevo
altro».
St. Moritz, per te, ha un sapore
particolare.
«Sì, perché non è stata solo la prima
tappa del mio viaggio. È lì che ho conosciuto la mia ragazza, dopo la seconda stagione invernale, nell’anno
2010-‘11. Una ragazza ticinese, che
ha condizionato non poco la mia
vita. Tant’è che con e per lei mi sono
trasferito a Lugano, dove ho lavorato per sei mesi circa, con un contratto lavorativo stagionale, ovviamente
come cameriere».
Dai Grigioni a Lucerna, passando
da Lugano, Zermatt, Düsseldorf.
«Ho scoperto Zermatt su internet,
accettando una proposta di lavoro
di quattro mesi, dopodiché, non
avendo trovato un’altra collocazione in Vallese, ho deciso di effettuare
un corso intensivo di tedesco in Germania e sono partito per Düsseldorf
nel maggio 2012: sono stato ospite
di una mia cugina che viveva già da
qualche anno a Düsseldorf . Lì ho
seguito un corso di tedesco di quattro mesi. Successivamente, non trovando ancora lavoro e non volendo
più fare il cameriere, in particolare
per gli orari serali, ho deciso di raggiungere Lucerna dove viveva la mia
ragazza, che nel frattempo aveva
trovato lavoro lì, in città, sul lago dei
Quattro Cantoni, in un 4 stelle, e che
mi ha suggerito si svolgere un apprendistato in Svizzera. E dire che,
allora, non sapevo nemmeno cosa
fosse un apprendistato. Ho deciso quindi di iniziare l’apprendistato
come Operatore per la pulizia ordinaria e manutentiva, della durata di
tre anni».
E perché quella professione e
non altre?
«Semplicemente perché – e anche
qui c’è lo zampino della mia compagna – suo padre era titolare di una
piccola ditta di pulizia e conosceva
molto bene il settore. Inizialmente
però avevo sottoscritto il contratto
con un datore di lavoro in Ticino. In
un secondo tempo, poiché conoscevo abbastanza bene il tedesco e volevo rimanere vicino alla mia ragazza,
sono ritornato a Lucerna, continuando la mia formazione pratica presso
una ditta di città; allo stesso tempo
ho continuato a studiare il tedesco,
facendo dei corsi il sabato mattina
per mezza giornata per un anno.
In Ticino, però, ho continuato a frequentare la scuola alla SPAI di Locarno regolarmente ogni settimana e
71
anche quello di non andare a Londra.
Sì, non l’avevo detto prima, ma c’è
stato un momento in cui per lavoro volevo trasferirmi oltre Manica. E
credo, considerata la situazione in
cui mi trovo ora, di aver fatto la scelta giusta. Senza rimpianti».
i corsi interaziendali. Una faticaccia,
però ne è valsa la pena».
Un sogno nel cassetto?
«Beh, quello che porto con me da
quando ero bambino è di diventare
macchinista di treni. Si vive anche di
sogni, non credete? Rimettendo i
piedi per terra, è di trovare un posto
di lavoro fisso nel mestiere che ho
imparato. Migliorarmi sempre e – le
occasioni non mancheranno – specializzarmi. Per il resto, si vedrà. Non
ci sono limiti alla Provvidenza».
E un futuro come cameriere?
«Non si sa mai, ma preferisco continuare come operatore per la pulizia,
lavoro che mi dà molte soddisfazioni, regolarità d’orari e una vita “più
normale”».
Se potessi tornare indietro?
«Rifarei quello che ho fatto. Lascerei comunque Casamicciola, che ho
sempre nel cuore, perché lì ci sono
ancora i miei famigliari, che visito regolarmente ogni anno».
Sul piano delle scelte di vita, chi
è (stata) la persona più importante?
«È difficile dirlo. Sui due piedi, direi la
mia ragazza. Molte cose le ho decise grazie ai suoi suggerimenti, come
Quali sono gli obiettivi futuri?
«Certamente “fare famiglia” e contribuire, nel mio piccolo, allo sviluppo
del Paese che mi ha accolto e di cui
mi sento partecipe. E, perché no!,
imparare un po’ lo schwyzerdütsch:
tanto mi sta torturando, tanto è importante. Importante perché il riconoscimento in una società, nel caso
specifico quella lucernese, passa
(anche) attraverso l’apprendimento
della lingua locale».
Torniamo infine ancora alla tua
professione: quali sono le qualità per essere un buon Operatore
per la pulizia?
«Le qualità per essere un buon Operatore per la pulizia sono: essere
precisi, flessibili e dinamici, avendo
allo stesso tempo una buona dimestichezza con l'uso appropriato dei
macchinari per pulire».
Perché un giovane d'oggi dovrebbe scegliere questo mestiere?
«Perché è un lavoro dinamico e variato: ogni giorno è una novità, perché si cambia spesso città, luogo di
lavoro e soprattutto tipo di lavoro da
svolgere, a differenza di chi sta tutto
il giorno in ufficio. La nostra è una
professione variata in tutti i sensi:
anche nell'arco delle 8 ore giornaliere può capitare di svolgere due tipi di
lavori in posti completamenti diversi.
Esempio: il mattino vado a Locarno
a effettuare la pulizia dei vetri della
SPAI, e nel primo pomeriggio vado
a Tenero a pulire un tessile con una
macchina a iniezione-estrazione».
Red.
SPAI
Locarno
Contributi ex allievi
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Contributi diversi
«Con la voglia e la passione
ogni strada è percorribile»
Parla Enea Pazzinetti, attivo
in uno studio di architettura
Trascorsi ormai tre anni dal conseguimento della laurea in
Architettura mi è stato chiesto di riassumere in poche righe il mio percorso formativo, per dimostrare che la scelta di un curriculum a sfondo professionale non preclude
in alcun modo la possibilità di andare avanti negli studi.
Durante gli ultimi anni delle scuole dell’obbligo praticai
alcuni stage per avere un primo assaggio del mondo del
lavoro, e fu durante una di queste esperienze che rimasi
affascinato dalla progettazione della costruzione. A questo punto, se sul cosa fare avevo le idee molto chiare, il
come farlo e a che scuola iscrivermi mi lasciavano ancora
dei dubbi. Ma ascoltando alcuni consigli decisi di intraprendere un apprendistato quale disegnatore edile.
Questa scelta si rivelò fin da subito vincente, perché durante i miei quattro anni di apprendistato ebbi modo di
apprendere una professione sui banchi di scuola e allo
stesso tempo vivere ogni giorno il mestiere sul posto di
lavoro, avendo così un supporto da diverse persone, docenti e colleghi. Conseguito il diploma di disegnatore, fui
talmente entusiasta della professione scelta che non potevo minimamente pensare di fermarmi negli studi. Fu così
che decisi di iscrivermi all’anno di Maturità professionale
tecnica alla SPAI di Locarno, visto che il relativo diploma mi
avrebbe consentito l’iscrizione ai corsi di laurea in Architettura alla SUPSI di Trevano. Questo anno di Maturità fu
per me in qualche modo rivelatore. In questo periodo ero
ormai così convinto della strada da percorrere e del mio
futuro professionale che misi negli studi tutte le energie
che avevo in corpo, e mi resi conto che con la passione e
la voglia di arrivare a destinazione lo studio diventò più un
piacere che un dovere. Notai inoltre che con questa attitudine e devozione i risultati non stentavano ad arrivare.
Ottenuto questo ulteriore diploma ebbi finalmente la possibilità di iscrivermi a una Scuola universitaria professionale
con indirizzo in Architettura e di conseguire in tre anni
il diploma della professione tanto desiderata. Questi anni
furono indimenticabili perché mi permisero di raggiungere il mio obiettivo: l’obiettivo di un ragazzo che otto anni
SPAI
Locarno
prima, durante uno
stage di pochi giorni, aveva deciso che
avrebbe voluto fare
l’architetto.
Oggi sono quasi tre
anni che sono attivo
in uno studio di architettura e posso finalmente vivere il mestiere in prima linea.
Guardandomi alle spalle, non posso che ritenermi soddisfatto di tutte le scelte fatte durante il mio perscorso formativo. Sicuramente non mi manca l’entusiasmo di andare
avanti in questo mestiere che ogni giorno è confrontato
col presente, il «qui e ora», e ti costringe a un continuo
aggiornamento personale. A mio avviso il miglior mestiere
di sempre (anche se forse sono un po’ di parte). Se proprio
sono costretto a tirare le somme, devo ammettere che a
questo punto della mia vita non ho la minima sensazione di essere arrivato da nessuna parte, ma bensì partito.
Partito per questo viaggio dove il traguardo riesce sempre
a spostarsi un po’ più in là del mio sguardo, e, ad essere
sinceri, spero di non doverlo mai tagliare.
Un augurio che posso fare a tutti i ragazzi che stanno iniziando la formazione dopo le scuole dell’obbligo, è quello
di riuscire a trovare la propria strada. Con le idee in chiaro,
con la voglia e la passione, ogni strada è percorribile e
soprattutto ogni ostacolo diventa superabile.
Visto che mi rimane ancora qualche riga, vorrei cogliere questa occasione per ringraziare tutte quelle persone
che mi hanno accompagnato in questo percorso dandomi sempre un supporto, qualsiasi volta lo necessitassi: lo
studio di architettura Moro&Moro di Locarno, dove ho
svolto il mio apprendistato, tutti i docenti e compagni
di classe delle diverse scuole. Ma soprattutto un ringraziamento speciale lo devo alla mia famiglia, che mi ha
sempre appoggiato e sostenuto in tutte le mie scelte
professionali e non.
Enea Pazzinetti
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Spuntano le foglie
alle pareti della mensa
Decorato dagli apprendisti CSIA
il ristorante scolastico del CPL
Nella foto la classe 3PIm-3PI: da sinistra Linda Attivissimo, Lina Echeverry, Giuliana Vento, Cristina Rondi e Chiara Ottavi (assenti: Rita Conedera e Denise Liardet); accosciati i docenti Luca
Bianchi e Christian Araya.
Nel mese di maggio 2014 sono stati
presentati alla Commissione del ristorante scolastico del CPL Locarno
i progetti di Giulia Crocetti e Chiara Fredriksson, scelti tra le diverse
proposte elaborate dagli allievi CSIA,
apprendisti del 3° e 4° corso di Decoratore 3D (apprendistato). In settembre la Commissione ha deciso di
premiare il progetto di Giulia Crocetti
denominato «Foglie». La realizzazione è stata assegnata alle allieve CSIA
del 3° anno Pittore di scenari e si è
sviluppata nel seguente modo:
Settimana dal 29 settembre al
3 ottobre 2014. Definizione del
progetto, scelte tecniche e preparazione: sopralluogo, verifiche
del supporto, organizzazione del
materiale, disegno in scala, taglio
degli stencil, realizzazione campionatura (maquette), preparazione degli spolveri, definizione
dei progetti definitivi.
 Settimana dal 6 al 10 ottobre 2014.
Esecuzione: impianto di cantiere,
pulizia delle superfici, verniciatura
delle pareti in dispersione bianca
e lucida, stencil, disegno in scala
1:1, esecuzione della decorazione
a tampone, ritocchi, pulizia.
 Settimana dal 10 al 14 novembre
2014. Completamento e supplementi: realizzazione di altri due
campi e applicazione degli adesivi
sulla vetrata interna.
Progetto «Posate».
Progetto «Foglie».
Christian Araya
Docente CSIA Lugano
SPAI
Locarno
Contributi diversi
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Contributi diversi
Una giornata particolare
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... e durante uno dei momenti che hanno caratterizzato
l'intensa giornata, la visita a
Casa Rusca.
Una classe del progetto In-Lav di SOS Ticino
visita Locarno e fa tappa alla nostra scuola
Premessa: i rifugiati «statutari» e i richiedenti l’asilo possono partecipare al progetto In-Lav di SOS Ticino. Il progetto
ha quale scopo il loro inserimento nel mercato del lavoro. In concreto consiste in corsi di italiano e stage professionali
che permettono di verificarne le competenze specifiche, in considerazione del fatto che spesso i titoli di studio e
professionali ottenuti nel loro Paese d’origine non sono riconosciuti. Si osserva come la maggior parte, se non tutti,
i corsisti che hanno avuto la costanza di arrivare fino in fondo abbiano trovato un’occupazione.
Il 2 dicembre una classe del progetto In-Lav, accompagnata dall’insegnante Belinda Besomi, ha visitato la città di
Locarno e, fra le attività svolte, ha fatto tappa anche alla SPAI. Oltre a conoscere la nostra scuola nei suoi aspetti
principali, gli ospiti hanno incontrato il dir. Claudio Zaninetti, che si è complimentato per l’attività svolta e l’impegno
dimostrato, soprattutto considerando la complessità del loro vissuto e la difficile situazione che stanno vivendo. Il
direttore ha augurato loro di poter raggiungere non solo gli obiettivi professionali che si sono prefissati, ma anche
una condizione esistenziale di normalità e di serenità.
Prima di congedarli abbiamo chiesto ai nostri graditi visitatori di esprimere qualche pensiero sulla loro giornata locarnese.
Veniamo dalla Siria,
dall’Eritrea, dall’Afghanistan, dallo Sri
Lanka… Paesi afflitti da persecuzioni,
conflitti, drammatiche disuguaglianze,
che ci costringono
a lasciare la nostra
terra per inseguire la
speranza di una vita
migliore. Alcuni di
noi sono poco più che maggiorenni,
altri già genitori, taluni hanno avuto
la fortuna di intraprendere una formazione nel Paese d’origine, altri
non hanno mai avuto l’occasione di
sedersi dietro un banco di scuola.
L’organizzazione umanitaria no
profit SOS Ticino organizza corsi di
italiano per favorire il nostro inserimento nella realtà sociale del Cantone e trovare un’attività lavorativa.
Per chi non ha mai avuto la fortuna
di esser scolarizzato è abbastanza
SPAI
Locarno
La classe di richiedenti l'asilo del progetto InLav di SOS Ticino davanti alla nostra sede...
difficile trovarsi improvvisamente
confrontati con una nuova lingua
(con, spesso, un alfabeto sconosciuto), e imparare a scriverla quando non abbiamo mai provato a scrivere una parola nella nostra lingua
madre!
A inizio dicembre abbiamo avuto il
piacere di partecipare
a una visita nel Locarnese. Siamo tutti collocati nel Sottoceneri
e solo una minoranza
era già «salita», quindi
per la maggior parte
di noi era una vera
scoperta.
La prima tappa è alla
SPAI di Locarno. Siamo sorpresi che ad
accoglierci c’è… il direttore! Non ce
l’aspettavamo! È un onore e desideriamo immortalare il momento con
delle foto. Facciamo a gara per esser
quello più vicino a lui! È ancora una
novità poter scattare immagini… e a
volte esageriamo. Fotografiamo tutto quello che possiamo.
Poi andiamo in mensa, e anche lì
siamo accolti come dei re. Incredibile come ogni scuola che abbiamo
visitato finora sia bella, grande, con
tante infrastrutture.
Al momento del dessert
ci raggiunge nuovamente il direttore che ci offre
il caffè e facciamo una
chiacchierata insieme. Un
prezioso momento dove
raccontiamo sommariamente le nostre storie.
Ci piace trovare qualcuno che ci ascolta. A volte,
poi, è difficile fermarci…
Nel pomeriggio saliamo
verso la Città Vecchia e
andiamo a scoprire la
Pinacoteca Casa Rusca,
dove sono allestite regolarmente esposizioni
temporanee. È con Ludovic, la nostra bravissima e paziente guida, che
andiamo alla scoperta dei
tesori del museo. Anche
qui facciamo tante foto e
ci divertiamo insieme a Ludovic a inventar storie sulle sculture esposte.
Facciamo anche un giro all’ospedale
la Carità dove c’è un’esposizione fotografica di vari Paesi del mondo. Riconosciamo i nostri luoghi e ci coglie
un attimo di nostalgia…
Ridiscendiamo verso Piazza Grande
in compagnia di Mauro che ci spiega
brevemente la storia e la geografia
di Locarno, e finiamo la nostra bella
giornata con una buona cioccolata
calda alla pista di ghiaccio. Nessuno
di noi ha mai pattinato e qualcuno tenta goffamente di indossare i
pattini e fare qualche scivolata. Aiutooo!!!
Eden, Mehare, Farhad,
Ghodtrat, Omar, Abdullah,
Bukrotsien, Elias, Najibullah,
Angesom, Mortaza,
Saranjan, Tesfalem
SPAI
Locarno
Sugli scudi
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Sugli scudi
Mattia Dellamora
in trionfo
all’ICT Award Night 2015
«Sono molto entusiasta della premiazione di Mattia. Se l’è
meritato! In questi miei anni di apprendistato ho avuto
modo di parlare con Mattia e mi è da subito sembrato
una persona molto professionale, purtroppo non ho mai
avuto l’occasione di lavorarci assieme. Il suo è il migliore
LPI che ho visto: bravo Mattia, continua cosi!».
Samuel
«Mattia si è meritato la vittoria: ho avuto la possibilità di
vedere il video montato per l’esame finale, in due settimane presentare un lavoro così è impressionante. È stata
una serata emozionante perché nessuno si aspettava la
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sua vittoria, chissà se succederà ancora! Dobbiamo prendere esempio da Mattia, che è stato un grande!».
Simone
«Sono molto felice del fatto che Mattia abbia vinto, ha
lavorato duro ed è giusto che sia stato premiato… se
lo è proprio meritato! Ho avuto la possibilità di vedere il
suo lavoro e personalmente l’ho trovato fantastico! Non
solamente per il modo in cui ha strutturato il suo LPI, ma
anche per il tema che esso rappresentava. Complimenti,
Mattia!».
Francesco
L’impegno del nostro apprendista mediamatico
premiato a livello nazionale
Il comunicato pubblicato dal Cantone
Riconoscimento di assoluto prestigio a
livello svizzero per il nostro apprendista
mediamatico Mattia Dellamora, vincitore dell’ICT Award Night 2015 con il suo
Lavoro di produzione individuale (LPI) riguardante la grafica e in particolar modo
il video montaggio. La premiazione ha
avuto luogo mercoledì 23 settembre
2015 a Olten/SO: alla cerimonia hanno
partecipato anche gli apprendisti mediamatici del 3°anno accompagnati dal professore di grafica Luca Peduzzi, dal capo
perito Gabriele Cicek e dal direttore della
SPAI di Locarno Claudio Zaninetti.
La serata si è svolta nel migliore dei modi,
caratterizzata da un’ottima atmosfera
e... da un ricco buffet. Ascoltiamo in proposito le testimonianze dei mediamatici,
colleghi di Mattia.
Un giovane Mediamatico ticinese sugli scudi
Mattia Dellamora, al centro, fra Mika Doninelli e Francesco Pessina; dietro, da sinistra,
Claudio Zaninetti, Gabriele Cicek, Luca Peduzzi, Luca Wezel, Samuel Martins, Simone Roncoroni e Matteo Carminati.
«È stato molto bello ed emozionante, soprattutto quando Mattia è stato proclamato vincitore. Sono rimasto
sorpreso e allo stesso momento fiero di Mattia e dell’impegno che ha dedicato per questo LPI. Spero che aver
vinto questo premio lo aiuterà per il futuro perché è un
ragazzo capace e pieno di risorse, bravo Mattia!».
Mika
«La serata è stata molto emozionante e mi ha motivato
molto vedendo l’impegno di Mattia al lavoro e dei risultati che ha ottenuto, ora so che è possibile anche per me
raggiungere questi obiettivi impegnandomi il più possiSPAI
Locarno
bile sia a livello scolastico che lavorativo. È stata un’enorme emozione vedere uno di noi su quel palco, complimenti a Mattia!».
Matteo
«Sono molto contento e fiero del lavoro che ha svolto
Mattia durante i 4 anni di apprendistato, il suo LPI parlava chiaro, non aveva rivali, si è sempre impegnato al
massimo e con questo premio è stato ripagato di tutto.
Sono sicuro che con la passione e la dedizione che mette
arriverà molto lontano. Bravo Mat!».
Luca
«In occasione di una frequentatissima cerimonia tenutasi allo Stadttheater di Olten, sono stati consegnati i premi ICT Award 2015 per i miglior LPI (Lavori
di produzione individuale) di tutta la Svizzera nelle
professioni del settore delle tecnologie innovative
del Mediamatico e dell’Informatico. I LPI sono importanti, anche perché sono parte integrante delle Procedure di qualificazione (esami). A spuntarla,
su un lotto di più di duemila candidati proveniente
da tutto il Paese, è stato il ticinese Mattia Dellamora di Losone (Mediamatico). Mattia ha svolto la sua
formazione presso Swisscom di Bellinzona (pratica),
frequentando la scuola alla SPAI Locarno (teoria) e i
corsi interaziendali (laboratori) presso il Centro VISCOM Regione Ticino di Bellinzona e il Centro professionale AMETI Giubiasco.
È senza dubbio un successo personale, frutto
dell’indubbio talento di Mattia e dell’impegno messi
in campo nei quattro anni di tirocinio. Oltre ad essere motivo d’orgoglio per la famiglia, per i partner
della formazione coinvolti e per il Ticino tutto, è anche un esempio, per tutti i giovani della Scuola media, di quanto sia interessante e ricca di opportunità
la via della formazione professionale.
Il LPI vincente parte dalla necessità di pubblicizzare,
sui “social media” più in voga, un prodotto Swisscom
appena lanciato sul mercato, che permette all'utente di monitorare l'utilizzo del suo smartphone.
Partendo da questa esigenza, Mattia ha realizzato
un video spot, animato e attraente. L’ha fatto eseguendo regole di corporate identity e corporate design aziendali della durata inferiore ai 120 secondi.
Il video si divide visivamente in due aree: la parte
centrale è occupata da un dispositivo che mostra
schermate legate al contenuto della storia, mentre
l'insieme esterno del video è composto da disegni
animati e da altri elementi grafici. A ciò ha aggiunto un testo esplicativo e una musica di sottofondo
adeguata.
Ecco alcune impressioni di Mattia sul video prodotto: “Sono molto soddisfatto del lavoro svolto: salvo
un momento di incertezza nei primi giorni di lavoro,
credo di aver gestito bene il tempo, lo stress e le
risorse a disposizione per realizzare quanto richiesto dal cliente. Con questa produzione ho messo in
pratica ciò che ho appreso durante i quattro anni di
tirocinio e sono riuscito a raggiungere gli obiettivi
fissati.
Devo il risultato raggiunto anche ad un'azienda, che
mi ha supportato e grazie alla quale sono riuscito
a fondere il mio interesse personale per il disegno,
alla comunicazione visiva del mondo del lavoro: il risultato è quello di un ambiente creativo e dinamico,
dove mi sono sentito stimolato a superarmi costantemente e a continuare a imparare il più possibile
dalle nuove esperienze”.»
SPAI
Locarno
Sugli scudi
78
Sugli scudi
«Imprese ticinesi, non esitate
a formare nuovi mediamatici»
Il consiglio di Mattia Dellamora per dare slancio
a una professione da noi ancora poco conosciuta
«Mi chiamo Mattia, nel 2011 ho incominciato l’apprendistato come
mediamatico alla Swisscom; ho
frequentato la SPAI di Locarno
e gli uffici dello stabile in cui ho
lavorato a Bellinzona. Nella mia
ultima attività come apprendista
ho avuto la fortuna di poter fondere un interesse personale per il
disegno e la comunicazione con
il lavoro; ho raggiunto obiettivi
che mi hanno soddisfatto parecchio e che mi hanno permesso di
crescere lavorativamente e personalmente. Ho avuto la possibilità di spostarmi parecchio per
lavorare in altre sedi Swisscom
della Svizzera interna: ora, grazie
anche a un po’ di fortuna, vivo
a Berna e ho un posto di lavoro.
Nel tempo libero mi piace disegnare su carta e digitalmente, in
sottofondo suonano i Red Hot
Chili Peppers. Mi interesso alla
comunicazione e alle arti visive
in generale, cerco di imparare e
approfondire le conoscenze nel
ramo: ma per scaricare un po’ di
energia pratico della kickboxing
o vado a correre sull’argine del
fiume».
Si presenta così Mattia Dellamora, nostro allievo dal 2011
al 2015, i cui successi in campo
scolastico e lavorativo ci danno l’occasione per approfondire la sua scelta professiona-
SPAI
Locarno
le, ancora poco nota in Ticino.
E allora per prima cosa gli
chiediamo perché abbia scelto di fare il mediamatico: chi
lo ha instradato? Era davvero
la professione che voleva fare
in uscita dalle Medie?
«Ho conosciuto la professione del
mediamatico grazie a parenti che
lavorano alla Swisscom e alle informazioni presenti su internet;
ho scelto di fare il mediamatico
perché volevo crescere soprattutto nel ramo dell’informatica.
Onestamente avrei preferito inizialmente cominciare con un’altra attività, magari come grafico/
tipografo, o addirittura frequentare un Liceo artistico; ma quello
che mi è tornato indietro dalla
mia scelta è stato molto più di una
crescita nel ramo dell’informatica,
ho infatti avuto modo di scoprire
mondi nuovi e più interessanti di
questo».
Dunque, se potessi tornare indietro, rifaresti la stessa scelta?
«A quattro anni di distanza, vedendo tutte le esperienze vissute per questa azienda, senza
dubbio manderei la mia candidatura per il posto di apprendista
mediamatico».
Dicci un motivo valido perché
un giovane d'oggi debba scegliere di fare il mediamatico, e
quali sono le qualità per riuscire in questa formazione.
«Penso che il mediamatico sia una
professione che mi ha permesso di scoprire quello che mi piace davvero fare. Ho avuto modo
di lavorare in diversi rami, fra cui
quello dell’informatica e del contatto con i clienti. Il modo moderno che ha il sistema di formazione
di Swisscom, di lavorare a progetti con una durata definita, mi ha
permesso di orientarmi e di fare
delle scelte basate sui miei punti di forza. La qualità per riuscire
penso che sia – oltre a un buon
interesse per il settore – la voglia di imparare e intraprendere
esperienze: ritengo importante
avere interesse per quello che si
sta svolgendo. Il voler continuare
a superare se stessi e la motivazione a far bene sono qualità che
mi hanno dato enorme soddisfazione nella scelta di diventare mediamatico».
Quando si parla di altre professioni – elettricista, impiegata
di commercio, parrucchiere,
ecc. – si ha subito l'idea di che
cosa si tratta. Per il mediamatico, invece, è un po' diverso.
E allora, in due parole, potresti
spiegarlo ai nostri lettori?
«Il mediamatico è una figura
professionale che opera in differenti settori: il marketing e la
comunicazione, l’amministrazione, l’informatica e la gestione di
progetto. Il mediamatico è un generalista, ha un bagaglio di competenze apprese nelle differenti
esperienze lavorative praticabili
ed ha il compito di essere il mediatore che fa da tramite tra cliente e professionista».
Parliamo del LIP, il Lavoro individuale di produzione, e in
particolare del tuo LIP: di che
cosa si tratta? Perché lo si fa?
Il tuo, in particolare, che cosa
tratta?
«Il LIP è il lavoro che si svolge per
concludere l’apprendistato, per
mettere in pratica le conoscenze apprese nel corso del tirocinio all’interno di una produzione svolta individualmente. Nel
caso del mediamatico, questa è
svolta sull’arco di due settimane: in questo tempo è richiesto
di produrre qualcosa e di documentare il modo in cui si è realizzato quanto richiesto. Nel mio
caso, l’incarico assegnato è stato
quello di produrre un video spot
per l’app “My Time”; questo ha lo
scopo di presentare l’applicativo
e le sue features: il video che ho
prodotto racconta una storia che
esprime con un certo aspetto visivo quello che l’app comunica. Il
filmato ha dovuto rispettare dei
criteri definiti, come una durata
inferiore ai 120 secondi o l’adattare il tutto a delle regole d’impostazione aziendali; il prodotto
finale è destinato ai Social Media
attuali, come Facebook, Youtube…».
Il tuo LIP ha vinto la concorrenza di più di 2’000 candidati,
tra mediamatici e informatici
di tutta la Svizzera: cos’ha di
particolare, rispetto a quelli
degli altri?
«Il feedback arrivato da chi ha valutato il video è stato molto positivo, e penso che abbia lasciato
un’impronta memorabile fra i
giudici. La scelta di uno stile volutamente un po’ fuori dallo schema, di un video che si presenta
in modo accattivante e giovane
penso che abbia aiutato molto a
emergere fra gli altri lavori di diploma».
Tu, sicuramente, sapevi di aver
fatto un buon LIP: ti aspettavi
un risultato così grande?
«A lavoro terminato sapevo di
aver consegnato un prodotto valido, mi sono divertito durante la
realizzazione ed ero soddisfatto.
Raggiungere l’Award è stato tuttavia estremamente inaspettato, un po’ anche per un piccolo
scherzo che mi ha allontanato
abbastanza dal crederci, almeno
79
fino a quando non ho visto il mio
nome in cima alla lista dei nominati!».
I meriti del successo sono soprattutto tuoi, è fuor di dubbio. È pur vero, però, che è
anche un risultato di squadra.
E allora, chi sono gli altri principali componenti di questa
squadra e quali ruoli hanno
avuto?
«Vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno supportato nel corso dell’apprendistato,
sul lavoro e fuori, ma particolarmente: Swisscom, i formatori per
l’accompagnamento e il mio ultimo superiore per l’esperienza;
i docenti per avermi cresciuto e
insegnato (special thanks: Luca
Peduzzi) e le persone che hanno
creduto nel mio LIP… In fondo e
non per ultimi, i miei genitori per
i valori che mi hanno trasmesso
e per essere coloro che ammiro
sempre».
Mattia festeggiato da Fabrizio Pera (sdraiato) e Sabrina Pancera, formatori professionali; Marc Marthaler (secondo da sinistra), Leiter Nex per la Svizzera tedesca e italiana;
Julien Hautle (primo a sinistra), Head of Talents & Promotion NEX; e Michael Jeger (a
destra), Leiter Performance Management (attuale superiore di Mattia).
SPAI
Locarno
Sugli scudi
Di mediamatici in Ticino ce ne
sono pochi, troppo pochi, soprattutto perché l'unica ditta formatrice è Swisscom (!).
Questo è senz'altro un problema. Dal tuo punto di vista, di
giovane che ha vissuto sulla
propria pelle questa realtà,
quali possono essere le cause?
Quali i possibili rimedi? Nella
Svizzera italiana c'è il potenziale (vedi ditte, imprese, società) per il rilancio di questa
professione? Quali sono le caratteristiche che un'azienda
deve avere per poter formare
apprendisti?
«Penso che la scarsa densità di
mediamatici sia dovuta parecchio
alla relativa “novità” della professione: essendo nata nel ’97 non
ha forse avuto, per motivi anche
legati alla nostra cultura, la possibilità di emergere come mestiere.
Il fatto che non sia intuitivo quello
che è il mediamatico, non fa che
aumentare le probabilità di non
essere riconosciuta da molti datori di lavoro come una professione.
Con il futuro che ci aspetta, sono
tuttavia convinto che il mediamatico assumerà un ruolo sempre
più importante: il “trend” che arriva dalle nazioni innovative (per
esempio USA, Germania), dove
Start Up, Teamwork, Designing
sono parole all’ordine del giorno,
spingerà a mio parere il mondo
del lavoro in una direzione in cui
le competenze e il metodo di lavoro del mediamatico saranno
valorizzati. Penso che in Ticino il
potenziale per formare mediamatici ci sia, soprattutto per quelle
imprese che sono intenzionate
a crescere secondo la linea della
visione futura; a queste consiglio
di buttarsi e formare persone che
SPAI
Locarno
SSMT
Mattia con i genitori.
fascino pittoresco e per il
moderno mondo del lavoro proposto. Consiglio
a chi ne ha la possibilità di lanciarsi e non farsi
frenare da fattori come
la lingua o la distanza, in
fondo le possibilità sono
tante e il Ticino, quando si
vuole, è dietro l’angolo!».
potrebbero davvero aiutare a cocreare il futuro dell’azienda».
Se tanto ci dà tanto, e se continuerai così, hai la strada
spianata verso una brillante
carriera. Su questo non ci piove. E allora parliamo del tuo
futuro, iniziando... dal presente: che cosa stai facendo ora,
dopo aver smaltito le fatiche
degli esami di fine tirocinio e
di Maturità tecnica?
«Ora vivo e lavoro nella Capitale:
dopo un periodo di ricerche interne ho avuto un’offerta per un
posto di lavoro che mi soddisfa
e dove posso crescere. Il resto è
successo molto in fretta: fine del
tirocinio… diploma… ferie… trasloco… ed ecco che sono passati
quasi tre mesi in una avventura!
Il passo non è stato evidente, ma
ora che pian piano mi ambiento
comincio ad apprezzare sempre
di più Berna come città, per il suo
Quali sono i tuoi programmi futuri, nel lavoro, negli studi…?
«In futuro continuerò a
imparare, riempiendo il
“bagaglio” delle mie competenze nella vita di tutti
i giorni; sto ora facendo
questa esperienza lavorativa dalla quale sto apprendendo molto,
e in un futuro molto vicino ho
intenzione di portare avanti gli
studi in una Scuola universitaria
professionale. Il modo in cui intraprenderò i miei prossimi passi
sarà quello di impegnarmi a essere continuamente interessato al
mio lavoro, e di provare a divertirmi al punto di dare un senso alla
frase “scegli un lavoro che ami e
non dovrai lavorare nemmeno un
giorno nella tua vita”».
E nella tua vita, il Ticino avrà
ancora una parte importante?
«Nonostante mi stia affezionando a questa Berna, il Ticino è quel
posto dove sono cresciuto e a
cui sono legato; i valori appresi e
le esperienze vissute li porto con
me e li uso come “linea guida” per
quello che sto vivendo ora e per
come vivrò il futuro».
Red.
81
«Carriera? Bisogna
pensare di più
alla qualità di vita!»
A colloquio con Manuela del Torso Merlini, nuova
direttrice della Scuola superiore medico-tecnica
Giurista di formazione, con studi a Berna e Losanna, lavora per diversi anni in uno studio d’avvocatura ticinese.
Intanto però apre anche un’erboristeria a Minusio, poi
diventa mamma (siamo nel 2001), prende il diploma di
maestra di yoga a Zurigo e nel 2005 apre una scuola di
yoga a Muralto. Ma due anni prima (attenti, starle dietro
non è per niente facile!) ha pure ottenuto un diploma in
cromopuntura alla Scuola di medicina esogetica di Milano. Ora, voi avete letto il titolo e sapete di chi sto parlando: ma altrimenti sfiderei chiunque a intuire che dietro
questo profilo si cela la nuova direttrice della Scuola superiore medico-tecnica di Locarno, Manuela del Torso
Merlini. E la prima cosa che le chiedo è: com’è avvenuto
il passaggio da queste attività... giuridico-mediche alla
scuola?
«È partito tutto nel 2006, quando l’allora direttore della
SSMT, Andrea Boffini, mi ha detto di essere alla ricerca di
qualcuno che insegnasse Diritto ma che avesse anche
esperienza nel campo socio-sanitario. Un profilo particolare, insomma. Così ho avuto le prime ore d’insegnamento, poi via via di più, fino ad arrivare al 40%».
E per il resto del tempo?
«Avevo ancora la mia scuola di yoga a Muralto. Un’attività che andava bene, ma mi assorbiva molto: non basta insegnare, devi fare anche la promozione, l’amministrazione, la contabilità... Non riuscivo a far tutto. In più
dovevo fare anche l’abilitazione per insegnare alla SSMT.
Troppe cose. Così, nel 2012, ho venduto l’inventario della
mia scuola e ho esteso il mio orario d’insegnamento fino
al tempo pieno. Oggi il centro muraltese è ancora attivo,
e di questo sono fiera».
Alla SSMT insegnavi ovviamente Diritto...
«No, inizialmente non c’era il Diritto come materia a sé
stante: è stato introdotto, in Maturità, solo nel 2008. Io
insegnavo le Assicurazioni sociali, all’interno della Cultura
generale. Ma in più ho insegnato anche Organizzazione
aziendale agli Assistenti di studio veterinario e sono stata coordinatrice di sede per la Cultura generale. Sono
tutte attività che ho lasciato, gradualmente, quando ho
assunto la Direzione della SSMT».
Sempre in quegli anni, però, so che hai insegnato
anche altrove.
SPAI
Locarno
Scuola Superiore Medico-Tecnica
80
SSMT
«Sì: Legislazione turistica alla Scuola superiore alberghiera e del turismo di Bellinzona; ed ero perito d’esame per
il diploma di Esercenti di GastroTicino».
(Fingo di riuscire a orientarmi, e intanto me la immagino saltare da una parte all’altra per star dietro a tutto). Finalmente, nel 2014, è stato aperto
il concorso per il nuovo direttore della SSMT, per
succedere ad Andrea Boffini e a Pier Pirotta, che
per un anno e mezzo ne aveva rilevato l’interim. E
tu hai partecipato. Con che spirito?
«Ho detto “proviamoci!”. Ma senza eccessive illusioni».
Non è comunque un salto che si fa a cuor leggero,
su un colpo di testa...
«Mi sono detta: sono giurista; ho le tre lingue nazionali,
avendo fatto il Bachelor in tedesco e il Master in francese; ho già diretto aziende, che per di più si occupavano
di salute e benessere; ho già diretto anche una scuola,
quella di yoga; ho l’abilitazione all’insegnamento (l’avevo
finita proprio nel 2014); e in dieci anni ho insegnato in
tutti i livelli che ci sono in Ticino nel settore professionale. Insomma, i titoli c’erano. Ma soprattutto, quando
è uscito il concorso sono stata sostenuta tantissimo dai
miei colleghi. Così mi sono decisa».
Scuola Superiore Medico-Tecnica
Cos’hai pensato nel momento in cui ti è arrivata la
notizia che quel concorso l’avevi vinto? E, tra l’altro, ricordi ancora che giorno era?
«No, ma ricordo che è stato mio figlio, Jacopo, a saperlo
per primo. Avevano chiamato a casa e io ero fuori: era in
maggio, forse ero allo IUFFP... Insomma, quando sono
rientrata è lui che me l’ha detto: e io, che non ci credevo,
l’ho anche sgridato! Gli ho detto di non dire scemenze...
e invece era vero!».
E quando hai avuto la conferma, come ti sei sentita?
(Fa una pausa) «Ma sì, ero contenta... Solo che speravo,
appena finita l’abilitazione, di fare un po’ di vacanza, e
invece non ho potuto. Insomma, poco o niente: sarei
entrata in carica il 1° settembre, col nuovo anno scolastico, ma ho iniziato a lavorare già il 1° luglio».
Da come ne parli, non hai fatto salti di gioia. Avevi
dei dubbi?
«Ma le donne sono sempre piene di dubbi!» (ride). «Di
ansie. Le donne della mia età – io sono del ’67 – sono già
ansiose di default!».
Dunque, questa donna piena di dubbi il 1° luglio del
SPAI
Locarno
SSMT
83
’14 si è seduta alla sua nuova scrivania...
«Nei primi due mesi ho affiancato il direttore ad interim: Pier Pirotta è stato gentilissimo, è stato lì con me
per tutto luglio e agosto. Ricordo che è stata l’estate più
piovosa della mia vita; mi son detta che era un segno: il
tempo era talmente brutto che anche dover lavorare a
ritmi serrati non pesava».
Che accoglienza ti hanno riservato i tuoi ex colleghi, ritrovandoti nella nuova veste?
«Ecco, questa è stata la cosa più bella: l’accoglienza che
ho ricevuto, la voglia di lavorare in team che ho subito
sentito. Naturalmente, però, ho dovuto lasciare molte
ore di insegnamento, perdendo un po’ il legame coi ragazzi, e questo mi manca. Fra Cultura generale e Deontologia professionale (nel terziario) mi sono rimaste
quattro ore alla settimana, che è già bello, ma è poco».
L’emozione più grande, in questo primo anno da
direttrice.
«La cerimonia di consegna dei diplomi. Qui vien fuori il
mio spirito materno: poter essere proprio io a consegnare i diplomi ai miei allievi è stata una grande gioia!».
E le difficoltà maggiori?
«La più grande è la gestione dello stress, della fatica, del
ritmo da tenere: che è serrato, continuo, da prestissimo
la mattina fino a tardi la sera. E sono sempre cose importanti e urgenti, sono sempre decisioni che richiedono
tutta la tua concentrazione. Quello che fai ha sempre
effetti importanti, non sei mai tranquilla, devi sempre
avere una risposta da dare. Il direttore è l’uomo – o la
donna – delle risposte: a problemi, a domande... Anche
perché il nostro è un istituto particolare: intanto noi siamo due scuole, secondario e terziario. E poi è vero che
abbiamo meno di 300 allievi (poco meno, in realtà), ma
ben cento docenti: sono tantissimi! Molti di loro fanno
magari solo pochi giorni all’anno, ma devi comunque
conoscerli tutti: questo all’inizio è stato impegnativo. E
poi abbiamo tutti i corsi interaziendali, che complicano
enormemente la sofisticazione dell’organizzazione. Sia
per gli Assistenti di studio medico, sia per gli Assistenti
di studio veterinario, sia per i Guardiani di animali: complessivamente parliamo di una giornata alla settimana!
È tanto, davvero. Non è solo una questione di quantità,
ma di complessità dell’organizzazione. Tante persone,
tante teste diverse che devono convivere».
Da quello che mi dici, ho come l’impressione... insomma, sentendoti parlare, e pensando anche agli
spazi per te, per tuo figlio, che naturalmente si ri-
Prima di assumere la direzione della scuola Manuela del Torso Merlini, di formazione giurista, è stata docente, ma ha lavorato anche in diversi
settori legati alla salute e al benessere.
ducono, viene da chiedersi se rimpiangi la scelta
fatta o se la rifaresti, potendo tornare indietro.
(Ci pensa a lungo) «No, la rifarei senz’altro: è proprio una
bella sfida. È una frase un po’ retorica, però è così! Ma è
anche vero che mi son chiesta varie volte: ma chi me l’ha
fatto fare?».
I momenti di sconforto ci sono, allora!
«Ma scherzi? Ci sono momenti in cui arrivo davvero al
limite delle mie energie... Ma non rimpiango di aver fatto
quel concorso: non potevo non farlo! È vero, hai anche
esigenze tue, personali, intime, e devi far fronte a tutto. Non è facile, ma ne esci più forte. Un mestiere così
necessita di tantissima competenza di tipo umano, più
che “tecnico”: devi saper affrontare le fatiche, le paure.
Ma devi anche imparare a ricavare i tuoi spazi. Altrimenti
non va bene. Viviamo in un’epoca di carrierismo, ma poi
ci sono i manager che si suicidano... Invece che alla carriera bisogna pensare di più alla qualità di vita».
Qui però subentra anche tutta la burocrazia legata
al tuo incarico. Fin dall’inizio hai portato a scuola uno stile nuovo, fuori dagli schemi classici. Non
«istituzionale». Al tempo stesso però devi essere
anche un po’ burocrate, te lo impone la tua funzione. Come riesci a far convivere questi due aspetti?
«Il direttore deve far sì che fra le diverse funzioni della
scuola si crei una coesione. Questo è il suo compito principale: tirare le fila. Questo lo puoi fare in vari modi: puoi
creare dei moduli che costringano i tuoi collaboratori a
comunicare con te, per iscritto, o puoi cercare altre vie,
che ci sono. Il colloquio, per esempio. Io sono convinta
che il mio compito è quello di coordinare, non di comandare. Cerco umilmente di valorizzare le persone, di metterle in condizione di lavorare nel modo migliore. Voglio
essere meno autoritaria, ma più autorevole: così raccolgo anche più consenso, che certo, c’era già quando ho
iniziato, ma che devo continuare a coltivare. La mia legittimazione non deve dipendere dal ruolo che rivesto: me
la guadagno soddisfacendo il bisogno che ogni persona
ha di lavorare bene. E se io lavoro bene, faccio lavorare
bene gli altri. Questo per me è prioritario, anche rispetto
a certe dinamiche burocratico-istituzionali. Ho dalla mia
parte i risultati: e sono questi risultati che mi legittimano, al di là del mio essere istituzionale o meno».
Mauro Euro
Redattore
SPAI
Locarno
Scuola Superiore Medico-Tecnica
82
SSMT
SSMT
Io sono il mio cervello?
Stimolante incontro col neurobiologo
Giovanni Pellegri
La Scuola superiore medico-tecnica
ha ospitato il 30 aprile un relatore
di prestigio: il neurobiologo Giovanni Pellegri, noto al grande pubblico soprattutto quale animatore del
programma televisivo «Il Giardino
di Albert». Nato a Lugano nel 1966,
laureato in biologia alla Facoltà di
scienze dell’Università di Losanna
e dottore in neurobiologia presso
la Facoltà di medicina dello stesso ateneo, Pellegri è oggi attivo
all´Università della Svizzera italiana in
due campi distinti: promozione della
ricerca e comunicazione scientifica;
questo secondo campo di attività lo
ha portato a collaborare con svariati
media, a promuovere e collaborare
con diverse iniziative divulgative, a
«Tutti dicono che il cervello
sia l'organo più complesso
del corpo umano,
da medico potrei anche
acconsentire.
Ma come donna vi assicuro
che non vi è niente di più
complesso del cuore,
ancora oggi
non si conoscono
i suoi meccanismi.
Nei ragionamenti del cervello
c'è logica,
nei ragionamenti del cuore
ci sono le emozioni».
Rita Levi-Montalcini
dirigere (dal 2005) la Casa della scienza «L´ideatorio», che propone esposizioni interattive, percorsi didattici,
vacanze scientifiche e il laboratorio
«BioLab».
Fra le altre cose il dott. Pellegri è
membro del comitato della Settimana del cervello: e proprio al cervello
era dedicata la conferenza tenutasi alla SSMT, alla quale hanno preso
parte le classi ASV1/2/3, GUA2/3 e
ASMPre. Di questo incontro proponiamo qui uno scambio di battute
con un’allieva, alcuni estratti e le
impressioni delle ragazze al termine
della giornata.
Barbara Bonetti
Docente di Cultura generale
85
Una macchina
che cerca un senso
 Il nostro cervello è una macchina che cerca un senso: la
realtà è una costruzione mentale. Un albero che cade in
una foresta dove non c’è nessuno, fa rumore? Ma cosa è
il rumore? È una vibrazione dell’aria, quindi parte un’onda che arriva all’orecchio. Solo nel cervello questo diventa suono: solo nel cervello un’allodola canta. Fuori non ci
sono rumori.
 E i colori? Fuori non ci sono colori, la luce ha una frequenza, ma non un colore!
 E il cioccolato? Il cioccolato non ha gusto: le molecole
non hanno gusto! Ma noi abbiamo una molecola sulla lingua che manda un impulso al cervello e lui crea il gusto. È
il cervello che crea significati, colori, parole...
 E noi? Dov’è il pensiero? Dov’è la coscienza? Dove siamo noi?
 I geni, ci si è accorti, non possono fare tutto. I geni sono
solo l’influenza dell’ambiente sul cervello. I protagonisti
siamo noi. L’ambiente ci cambia, l’esperienza ci cambia. Noi
diventiamo ciò che facciamo.
 Usciamo da questa sala dopo due ore e... Il cervello
sono io?
 Forse possiamo uscire dalla scuola e raccogliere oggetti
(come fanno i bambini) e continuamente raccogliere esperienze, per scoprire così che c’è una bellezza nel mondo.
Scuola Superiore Medico-Tecnica
La parola è stata data anche ai partecipanti.
«Dov’è il tuo io?»
«Vieni qui, come ti chiami?»
«Giorgia.»
«Chi parla?»
«Io.»
«Dov’è il tuo io?»
«Dentro di me.»
«Dove?»
«Nel cuore... nel cervello... nel corpo...»
«Ovunque?»
«No, non è nei piedi!»
«Se ti taglio un piede, sei la stessa di prima?»
«Eh... sì, cioè no, non ho più un piede...»
«Ecco guarda: il cervello, se lo apro, è fatto di
cellule. Ma come fa una cellula a pensare?»
«C’è l’anima!»
«Mmmmhh... purtroppo non lo sa nessuno!»
SPAI
Locarno
«Riflettere su noi stessi? Non ci siamo abituati!»
La conferenza di Giovanni Pellegri è stata seguita con grande attenzione.
«Il relatore era simpatico», «diverso dai soliti», «non era noioso».
L'argomento... ha lasciato alcune spiazzate!
Insomma: «Il gelato che non ha gusto, ti smonta!».
Oppure: «Scoprire queste cose è così strano. Non capisco che sensazione mi lascia».
E oltre: «Però, forte! Forse ci sono state tante informazioni, che ogni tanto mi hanno confusa, ma ci ho pensato parecchio anche dopo».
«Io l'ho trovato geniale! Però non ci credo ancora che l'albero non fa rumore!».
E poi: «Insomma, è più facile pensare che è fuori che le cose siano diverse, ma sapere che sono io a decidere
se qualcosa fa rumore o se ha gusto... mi preoccupa. Ma siamo sicuri?».
«Per me è stato strano: perché tutto questo fa riflettere su te stessa... e non ci sono abituata. Cioè, non ci
capita di farlo. Non sono capace credo».
E su quest’ultima osservazione, si può restare perplessi e al contempo felici: perché creare l'opportunità di
«riflettere su se stessi», credo sia un regalo che Giovanni è riuscito in questi attimi a dare alle ragazze.
Toccherà poi a noi, alla scuola, farlo durare!
SPAI
Locarno
Scuola Superiore Medico-Tecnica
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SSMT
SSMT
Kulturreise nach Zürich
Martedì 5 maggio abbiamo avuto la possibilità di visitare
la città più importante della Svizzera. Le nostre docenti, Cornelia Hensch e Danila Zaninetti, ci hanno accompagnate alle visite di diversi monumenti, che ci hanno
permesso di conoscere più a fondo Zurigo. Ringraziamo
Scuola Superiore Medico-Tecnica
Zurigo, metropoli capace di proporre esperienze di ogni tipo, sorge
lungo un corso d'acqua che sfocia
nell’omonimo lago. Consente di ammirare le Alpi innevate che si stagliano all'orizzonte, e offre un mix unico
di proposte, divertimento, natura e
cultura.
Zurigo ha molto da mostrare: una
scena culturale attiva con oltre 50
musei e più di 100 gallerie, rinomate aziende alberghiere e gastronomiche, possibilità per fare shopping
con firme internazionali e marchi
della Zurigo urbana, nonché una vivace vita notturna. Zurigo, inoltre, è
un centro di primo piano per il mondo scientifico e del business che si
distingue per la sua ottima accessibilità e l’eccellente infrastruttura.
Zurigo è situata nel cuore dell’Europa e al centro della Svizzera. Da
qualsiasi luogo la città è facilmente
raggiungibile in treno, in automobile e in aereo. Zurigo è rinomata per
la sue ottime possibilità di mobilità e
quindi la Direzione per l’opportunità dataci sottolineando l’utilità di queste giornate extrascolastiche che, oltre
ad intrattenerci, rappresentano un mezzo alternativo
per aprirci e immergerci in nuove culture.
ASM PRE
87
Das Fraumünster
La chiesa di Fraumünster è situata sulla riva occidentale
del fiume Limmat, nel centro storico di Zurigo. In passato essa era un monastero di suore benedettine. Fu fondata nell’853 dal re Ludovico il Germanico sulla sponda
opposta del Grossmünster ed era gestita dalle sue figlie.
La Fraumünster è una grande attrazione per tutti i turisti
che vanno a visitare Zurigo, ed è molto conosciuta per
le sue cinque vetrate, per l’organo e per la torre dell’orologio. Le vetrate sono state fatte da Marc Chagall e
sono molto conosciute per via dei loro colori. Esse sono
alte 10 metri e ognuna ha il proprio tema di colore. Una
di queste vetrate viene chiamata il Paradiso celeste raffigurante Dio e Cristo, otto profeti, i quattro Evangelisti
e 10 angeli.
Francesca, Sara e Samanta
per l’eccellente qualità dei suoi trasporti pubblici. Il centro storico è facilmente percorribile a piedi.
La città di Zurigo è la capitale del
Cantone omonimo ed è la città più
grande di tutta la Svizzera.
Essa dista 200 km da Locarno: in automobile ci si impiega più o meno
due ore e 20 minuti, mentre in treno
ci vogliono due ore e 50 minuti.
Anissa, Giulia, Sanja e Rondina
Grossmünster
Lindenhof è una collina e un parco
pubblico situato nel centro storico
nella città di Zurigo.
Confina a nord con la stazione di polizia della Uraniastrasse, a sud con la
chiesa di San Pietro, a ovest con la
Bahnofstrasse e a est con il fiume
Limmat e il quartiere Schipfe.
Secondo una cronaca locale i 53 tigli che hanno dato il nome a questa
piazza sono stati piantati nel 1474. Infatti Linde significa tiglio e Hof cortile.
Dal 1422 Lindenhof è diventata accessibile alla popolazione. Con la sua
lunga movimentata storia Lindenhof
non è solo un punto di riferimento
importante archeologicamente, ma
anche un giardino di prim’ordine.
Lindenhof
È una delle principali attrazioni della città di Zurigo, con la sua vista su
tutta la città vecchia. In questo parco
vedremo molti alberi, alcuni tavoli in
pietra, un campo di tiro con l’arco e
una scacchiera gigante.
Oggi si possono visitare il palazzo reale medievale e i resti della fortezza
romana nella cantina (Lindenhofkeller). Si possono vedere anche la
fontana e le rovine. Dopo la demolizione del palazzo la collina, unico
luogo situato all’interno delle mura
della città, è stata trasformata in un
parco pubblico.
Le rovine della fortezza romana sono
state utilizzate per costruire una
grande piazza per celebrare il fidanzamento dell’imperatore del Sacro
Romano Impero Enrico IV nel 1055.
Poi al posto della vecchia fortezza è
stato costruito un palazzo che doveva essere parte del percorso processionale che fino alla riforma protestante collegava la Wesserkirche,
Grossmünster e Fraumünster.
Vi si trova anche una fontana che
raffigura una donna con una bandiera in mano: essa rappresenta infatti
una donna eroica che si batté per
Zurigo contro la campagna di Winterthur, ed è stata costruita nel 1688.
Alice, Simona e Natasha
La chiesa Grossmünster si trova a Zurigo di fronte alla
Fraumünster, dall’altra parte del fiume Limmat; ha una
tipica architettura romanico tedesca con la facciata rivolta verso ovest.
In origine la chiesa era cattolica, ma nella prima metà del
sedicesimo secolo, con la comparsa di Ulrich Zwingli, il
riformatore zurighese, è diventata protestante.
Secondo la leggenda Carlo Magno scoprì le tombe dei
santi Felix e Regula e fece costruire una chiesa come
convento dei canonici.
Giorgia, Stella e Diana
SPAI
Locarno
SPAI
Locarno
Scuola Superiore Medico-Tecnica
86
Gite e uscite di studio
SSMT
88
Apprendisti parrucchieri
alla scoperta di Barcellona
Kirche St. Peter
La Chiesa St. Peter è la più antica di Zurigo e l’unica chiesa
barocca della città. Le sue origini risalgono a prima del 900.
Dal Medioevo al 1911 il campanile è servito per controllare che
non ci fossero incendi nella città. L'orologio sulla torre è il più
grande d'Europa. Il quadrante ha un diametro di 8,7 metri e
nella torre vi sono inoltre cinque campane del 1880: la più
grande pesa oltre 6’000 kg.
Rudolf Brun, il primo sindaco di Zurigo, ha acquistato la chiesa
nel 1345, e ora vi è seppellito. Nel 1803 la chiesa è diventata
proprietà della città di Zurigo: in precedenza apparteneva al
Cantone.
Lara, Jennifer e Romina
Particolarmente apprezzati la visita
al prestigioso Istituto Llongueras
e l’incontro col suo celebre fondatore
Universität Zürich
Scuola Superiore Medico-Tecnica
Abbiamo deciso di presentare alla
classe l’Università di Zurigo perché è
la più grande delle 12 università svizzere.
Il centro dell’Università di Zurigo si
trova vicino al Politecnico, nei pressi
della stazione. In aggiunta ci sono in
città altri tre stabili, che si chiamano
Irchel, Oerlikon e Schlieren.
L’Università è stata costruita nel
1833 e offre le sette facoltà tradizionali: Teologia, Matematica e scienze
naturali, Giurisprudenza, Economia e
diritto, Medicina, Medicina veterinaria e Filosofia.
A partire dall’anno 1840 le donne furono ammesse solo come ascoltatrici nella facoltà di Filosofia.
Oggi in totale vi sono all’incirca 34'560
persone, tra cui 26'380 studenti.
Diversi laureati di questa Università
hanno ottenuto il Premio Nobel: ad
esempio Albert Einstein lo ricevette
nel 1921 per la Fisica.
Alice, Giada e Martina
SPAI
Locarno
89
Dal 19 al 23 aprile 2015 gli apprendisti parrucchieri della 3a
e 3b sono stati in gita a Barcellona: occasione questa non
solo per visitare una città ricca di storia ed arte, ma anche
per frequentare per una giornata intera l’Istituto Llongueras, famoso in tutto il mondo per essere all’avanguardia
nel campo delle acconciature. I ragazzi hanno così potuto
vedere all’opera dei grandi professionisti che hanno spiegato loro la filosofia Llongueras, mostrando in pedana diversi tagli e colori commerciali e alla moda. La giornata si
è conclusa con la presenza di Luis Llongueras, fondatore
dell’istituto, che si è intrattenuto con gli apprendisti e ha
fatto loro un breve ma significativo discorso.
Nei giorni restanti i nostri allievi, accompagnati dai docenti, hanno visitato tra l’altro la Sagrada Familia, le Ramblas, il mercato della Boqueria, il Barrio Gotico, le case
Batlló e Pedrera e il parco Güell.
Un ringraziamento particolare va a CoiffureSuisse Sezione Ticino che, con un sostegno economico, ha permesso
di effettuare questa bellissima e importante esperienza,
che accompagnerà tutti i giovani in formazione anche in
futuro.
Delio Fontana
Docente di conoscenze professionali
Le due classi davanti alla famosa casa Batlló, opera dell'architetto
Antoni Gaudí.
Un momento della visita all'Istituto Llongueras.
SPAI
Locarno
Gite e uscite di studio
Gite e uscite di studio
90
91
Gli Operatori di edifici
al termovalorizzatore
di Giubiasco
Gite e uscite 2014-'15
L'impianto cantonale di termovalorizzazione dei rifiuti di Giubiasco è in funzione tutti i giorni, 24 ore su 24: la combustione dei rifiuti (a destra)
alimenta un sistema di teleriscaldamento ecologico.
In data 7 maggio 2015 la classe Operatori di edifici e infrastrutture del
secondo anno (OE2) si è recata in visita all’Impianto cantonale di termovalorizzazione dei rifiuti di Giubiasco.
La visita è stata ben organizzata e
strutturata dal nostro docente Vito
De Vito e dal responsabile ICTR della comunicazione e sensibilizzazione
Paolo Selldorf, in modo da poterci
rendere partecipi e coinvolgerci in
merito alla tematica relativa ai rifiuti:
il percorso didattico dell’ICTR è molto interessante e coinvolge notevolmente i partecipanti.
SPAI
Locarno
L’ICTR parte dal recupero di rifiuti solidi urbani provenienti da tutto il Canton Ticino e dal Moesano: essi vengono scaricati dai camion nelle fosse di
raccolta, per poi venir condotti ai forni tramite ragno idraulico. L’impianto
funziona 365 giorni all’anno, 24 ore
su 24, monitorato dalla sala comandi dove gli operatori garantiscono
il buon funzionamento del rogo e il
sistema di evacuazione dei fumi. La
combustione dei rifiuti alimenta un
interessante ed ecologico sistema di
teleriscaldamento, il quale fornisce
calore a un notevole numero di edi-
fici su un vasto comprensorio. Inoltre, all’interno dell’impianto, alimenta
a vapore uno speciale generatore di
corrente, producendo energia. Parte
di questa energia viene utilizzata per
il funzionamento dell’impianto stesso, mentre la rimanenza viene data
all’Azienda elettrica ticinese.
Da questa visita si ricavano numerose interessanti informazioni, che
portano il visitatore a una maggior
sensibilizzazione sul tema dello
smaltimento ecologico dei rifiuti.
Classe OE2
Data Luogo
Attività - visite
Docenti
Classi
25.8
Mogno-Fusio
Chiesa S. Giovanni - Centralina «SPAI» G. Barudoni
I4a-b, D4
e diga Sambuco
11.9
Val Bavona Visita con Franco Dalessi G. Barudoni
I4a-b, D4
18.9-19.9
Berna SwissSkills 2014
C. Zaninetti, M. Candolfi D1, E1, D3, E3,
I3, P1b
25.9
Cavigliano Panificazione nel forno a legna e visita al torchio C. Marcollo Ib2, Rb2
comunale (ricerca sulla storia dell’alimentazione)
29.9
Locarno Visita della città: C. Rusca R1
osservazione e comprensione del territorio
10.10
Locarno Visita della città: M. Broggini
S1a
osservazione e comprensione del territorio
12-16.11
Barcellona Visita della città
N, Gianotti, L. Scascighini D4, E4, MD4, ME4
15-19.11
Praga Visita della città
D. Vito, C. Zaninetti
OP3
18-22.11
Tallinn (Estonia) Visita della città
F. Chiappa, R. Scolari
MQ
26.11
Locarno Esposizione Jacques Lipchitz, Casa Rusca L. Stefanicki
G4
17.12
Gösgen Centrale nucleare M. Guidolin, T. Pissoglio MI3
19.12
Solduno
Fondazione Diamante Laboratorio Incontro 1
M. Broggini
S1a
8.1
Biasca Officine Idroelettriche di Blenio SA
F. Malaguerra
MI1
3.3
Giubiasco Impianto cantonale di termovalorizzazione rifiuti T. Cadra, V. De Vito Op1, Op2, Op3
11.3
Ascona
Impianti della pista di ghiaccio della Siberia P. Balestra G3
11.3
Bellinzona Sede governativa cantonale, Palazzo delle Orsoline S. Ambrosini
S2b
18.3
Locarno Ospedale la Carità: igiene ospedaliera V. De Vito
Op1, Op2
27.3
Locarno Castello Visconteo: Mostra delle camelie P. Torriani
P2b
18-24.4
Barcellona
Visita della città
D. Fontana, T. Pissoglio P3b
3-8.5
Romania (Buzau) Gemellaggio col Liceo professionale
M. Candolfi, P2b, Pb2
Meserii si Servicii
G. Giovanettina, T. Giugni
4.5
Giubiasco Impianto cantonale di termovalorizzazione rifiuti V. De Vito Oe2, OE2fe
5.6
Pfäffikon
Giornata ricreativa di fine anno
P. Casartelli, L. Peduzzi D1, E1
6.5
Rapperswil Jona Ditta Geberit SA
A. Giunta, M. Grisoni, S2a, S2b, Ss2, Ss3
M. Terribilini, P. Torriani 6.5
Balerna Ditta Sunage SA (produttore di apparecchi M. Guidolin, T. Pissoglio MI3
elettronici) e impianto fotovoltaico Scuola Media
11.5
Locarno, Muralto Ambiente e conoscenza delle piante
B. Zollinger Oe2, Oe2fe
29.5
Losone Centrale ERL (Energie rinnovabili Losone)
C. Tenore
Rs3
SPAI
Locarno
Gite e uscite di studio
Gite e uscite di studio
92
Alla scoperta
di un’azienda di punta
Giornata di studio alla Geberit di Rapperswil-Jona
per i nostri Installatori d’impianti sanitari
Il 6 maggio 2015 abbiamo trascorso una giornata molto interessante alla Geberit di Rapperswil-Jona (www.geberit.
ch), multinazionale leader nel settore dell'impiantistica sanitaria, sempre attenta all’innovazione, all’efficienza e alla
qualità del servizio alla clientela. La visita è stata molto ben condotta dai consulenti tecnici Alessandro Innocenti e Urs
Ployer, di cui abbiamo apprezzato la chiarezza e la completezza delle presentazioni, come pure la cordiale accoglienza. I contenuti trattati riprendono e completano quanto previsto dal Piano di studio della nostra professione nei tre
luoghi di formazione: azienda, scuola e corsi interaziendali.
Alla visita ci hanno accompagnati i docenti di Cultura generale Paola Torriani e di Conoscenze professionali Marzio
Grisoni, Aldo Giunta e Matteo Terribilini. Con noi (S2a e S2b) hanno partecipato anche le classi supplementari degli
Installatori d’impianti sanitari del 2° e 3° anno (Ss2 e Ss3): supplementari, perché sono al loro secondo tirocinio, visto
che hanno già in bacheca l’attestato di un’altra professione. Ecco alcuni momenti della visita.
Classi S2a e S2b
La giornata è iniziata con uno spuntino offerto dalla ditta. Quindi siamo passati nella sala conferenze, dove sono
state presentate brevemente la storia e l’evoluzione nel
corso degli anni di questa importante azienda, nata nel
lontano 1874 grazie all’intraprendenza del suo fondatore
Caspar Melchior Albert Gebert.
Alessandro Innocenti e Urs Ployer, le nostre guide, hanno
presentato alcuni sistemi di fissaggio e di pressatura: in
particolare gli attrezzi per pressatura MAPRESS e MEPLA,
che funzionano con pistoni a olio, e le ganasce per eseguire le pressature sui tubi. Questi strumenti sono diventati indispensabili per il nostro lavoro: ci permettono di
pressare vari diametri di condotte, risparmiandoci tempo di lavoro rispetto alla filettatura manuale dei tubi.
Noi abbiamo ascoltato con attenzione tutte le nozioni
tecniche e pratiche. Infatti, durante la giornata abbiamo
imparato molte cose nuove riguardo alla Geberit. Abbiamo anche assistito a varie dimostrazioni, come a quella
fonica dei martelletti sui sanitari, oppure a quella della
Il signor Innocenti spiega come funziona il sistema DUOFIX per
fissare le cassette da risciacquo (WC) nella struttura in cartongesso.
Questo metodo consiste nel costruire un telaio, che permetta il
fissaggio degli elementi WC – lavabo – bidet... come pure l’inserimento di condotte idrosanitarie.
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sta za.
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alla he l’a rha
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un Ales
93
Questa foto mostra la «ricostruzione» (detta Torre trasparente) di
varie condotte in un edificio di quattro piani in scala 1:1, grazie
alla quale è possibile riprodurre problematiche reali, apportare dei
miglioramenti o trovare delle soluzioni e comprendere meglio il
funzionamento di tutto ciò che è inerente agli scarichi. In questa
particolare simulazione si confermano i vari punti importanti trattati
nella norma svizzera di carico (SN 592.000).
variazione dei decibel o della scala di intensità, necessarie
per rispettare le severe norme SIA 181.
Ci è stata poi mostrata la saldatrice Geberit Universal, un
attrezzo indispensabile nell’assemblaggio delle condotte di scarico. Questo prodotto è presente in ogni ditta,
perché è necessario per saldare tubi in pe (polietilene) di
grosso diametro (superiori a 75 mm). Questa congiunzione è chiamata saldatura «testa-testa».
A tutti i nsotri docenti accompagnatori, come pure alla
Direzione della Geberit e a quella della nostra scuola, vanno i nostri ringraziamenti per l’opportunità che ci è stata
data di trascorrere questa splendida giornata, sia sul piano professionale sia su quello culturale e umano.
A conferma della riuscita di questa esperienza, che consigliamo a tutti e che quindi andrebbe riproposta ogni
anno, concludiamo questo nostro resoconto con qualche pensiero personale.
Qu
mo esta
g
lt
ci h o im iorna
ta
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ès
seg rtan
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lav
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visita ci sia
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perché tutt
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o era molt
o interessa
nte.
Niko, Dam
ian e And
rea
È stata una bella esperienza
poter visitare una grande
azienda, conoscere la sua storia
e le sue origini.
Christian e André
La foto finale di rito. Con noi si riconoscono i consulenti Geberit Alessandro Innocenti e Urs Ployer, che ci hanno fatto da guida e di cui abbiamo
apprezzato la competenza e l’accoglienza, e i docenti accompagnatori.
SPAI
Locarno
SPAI
Locarno
Gite e uscite di studio
Gite e uscite di studio
94
La classe OP3
per le antiche vie di Praga
La classe OP3 ha scelto per la sua gita di studio una delle mete «tradizionali», ma non per questo meno affascinanti:
dal 15 al 19 novembre, accompagnati da Vito De Vito e Claudio Zaninetti, gli Operatori per la pulizia ordinaria e manutentiva AFC del terzo anno hanno infatti visitato Praga. Queste alcune delle loro impressioni.
Il 15 novembre 2014 siamo partiti in
visita alla città di Praga. Siamo, perché ad accompagnarci c’erano il docente di Conoscenze professionali
Vito De Vito e il direttore della scuola
Claudio Zaninetti.
Perché Praga? Perché ci hanno detto che è una bella città e perché non
volevamo visitare una di quelle grandi, le «solite», quelle più «famose».
Per queste c’è tempo tutta la vita.
Il primo giorno abbiamo visitato la
città, che è abbastanza grande. Tutte le strade portano alla piazza centrale denominata piazza dell’Orologio, che si trova proprio nella Città
Vecchia ed è uno dei luoghi più visitati. Sulla piazza si affacciano alcuni edifici importanti: la chiesa di San
Nicola, Palazzo Kinský, il Municipio
della Città Vecchia con il suo famoso
orologio astronomico (ecco perché
è chiamata anche piazza dell’Orologio!), la chiesa di Santa Maria di Týn.
Al centro della piazza si trova il monumento dedicato ad un teologo e
riformatore religioso Jan Hus, a noi
sconosciuto.
Nei giorni seguenti abbiamo visitato
il bel castello di S. Vito (non il nostro
insegnante!), che si trova su un promontorio al di là del fiume Moldava.
Purtroppo non tutti sono potuti entrare a fare la visita completa, ma comunque si è potuto assistere al cambio della guardia. È stato qualcosa di
particolare. Da lassù si gode una bella
vista del paesaggio e della città. AbSPAI
Locarno
biamo visitato anche il piccolo museo
del Comunismo, un momento breve,
ma interessante e pieno di storia, e
il Quartiere ebraico, un luogo molto
particolare e suggestivo. La cucina è
buona, anche se dipende dai gusti.
Non a tutti è piaciuta. Abbiamo assaggiato qualche specialità del posto.
Per certi aspetti è simile ad altre città,
dove la carne la fa da padrona.
La sera, dopo aver cenato tutti insieme, si andava in giro per la città, che
è bella anche di notte, nei locali caratteristici a gustare – quanto basta!
– la buona birra praghese. Dieci franchi erano abbastanza per una cena:
quello che si pagava in meno a cena,
si spendeva in più nei souvenir.
I giorni sono passati velocemente,
come succede quando si fanno cose
interessanti, e questa gita è una di
queste. Per cui, in un batter d’occhio, eccoci giunti alla fine, al momento del ritorno. È la mattina del
19 novembre quando, preparati in
fretta e furia i bagagli, siamo sui taxi
che ci portano all’aeroporto: stanchi,
con le tasche vuote e la voglia di ritornarci. Chissà se rivedremo ancora
Praga. Mah, si vedrà!
95
A me personalmente piace visitare
nuove città e posti, quindi Praga mi
è piaciuta molto anche se abbastanza
cara (in corone: in euro invece è più
economica, ma non tutti li prendono).
La città è in vecchio stile e questo anche la rende particolare e bella: anche
le macchine erano d’epoca, non tutte
ovviamente, spesso si poteva anche
vedere qualche turista fare il giro in
carrozza. La città non è molto grande,
infatti tutte le strade portano alla piazza centrale. Abbiamo visitato fra l'altro
il castello di S. Vito (purtroppo non tutti siano entrati a fare la visita completa), il museo del Comunismo (una visita breve ma interessante), la sinagoga
spagnola e quella ebraica, e il cimitero
L'antico cimitero ebraico.
ebraico, molto particolare!
Il cibo era buono: c’erano le specialità locali ma per il resto era simile agli altri posti, con molta carne. La sera,
dopo aver cenato tutti insieme si andava in giro per i locali a gustare la birra praghese.
Jeanette Da Silva
All’inizio Praga non mi ispirava molto come destinazione, ma appena siamo arrivati mi ha colpito subito, sia
per il fatto che è una bellissima città sia per lo stile di vita che hanno le persone!
All’inizio per via della lingua era un po' complicato chiedere informazioni o anche semplicemente un panino,
però col passare del tempo siamo riusciti a farci capire. Praga è una città con molta storia, infatti il secondo
e il terzo giorno abbiamo visitato il castello di San Vito (dove abbiamo assistito al cambio della guardia), l’orologio
astronomico, il cimitero degli Ebrei, il
museo del Comunismo e molte altre
cose. Quasi tutte le sere siamo andati a
cenare insieme.
Mi sono divertito molto e devo dire che
questa gita è stata organizzata davvero
bene.
Giuseppe Murciano
Il docente di classe e il direttore ci hanno accompagnati in questa visita molto
interessante e in soli quattro giorni, girando tutta Praga a piedi e in autobus,
abbiamo potuto visitare le cose principali: chiese, musei, piazze, quartieri...
Il Museo del Comunismo.
Praga è una città molto grande, e dunque all’inizio non pensavo che fosse tutto raccolto in centro: questo ci ha facilitato nel cercare bar, locali, risto-
Classe OP3
SPAI
Locarno
Gite e uscite di studio
96
Giornate sportive
ranti e negozi. La città l’ho trovata
molto bella e storica: a distanza
di anni abbiamo visto anche una
manifestazione in una piazza, alle
spalle del nostro albergo, contro la
Russia, che ha invaso parte dell’Ucraina.
Per concludere, Praga è bella e
ricca di cultura, con tante cose da
visitare: vale la pena di fermarsi
qualche giorno in questa meravigliosa città!
Raffaele Barbieri
La capitale della Repubblica Ceca è
una piccola ma bella città, dove si
respira proprio la storia, e dove il
Comunismo è ancora un po' presente nella vita delle persone. AbIl Museo Nazionale di Praga chiude la storica piazza San Venceslao.
biamo visitato tutti i posti più conosciuti: l’orologio astronomico, la cattedrale di San Vito, il castello, abbiamo fatto una passeggiata in battello
sotto il ponte Carlo ed abbiamo anche visitato il museo.
In generale Praga è una città non tanto costosa e molto interessante, grazie a tutti i suoi monumenti storici.
Marcos Evandro Dias Oliveira Faneco
In questi cinque giorni abbiamo visitato Praga e i suoi luoghi di interesse storico: personalmente mi ha stupito
la sua storia legata al Comunismo e alla Guerra dei 30 anni.
È una città molto compatta (si gira anche a piedi), ma ricca di negozi, bar, ristoranti di vario genere, e attrazioni per turisti e per chi cerca il divertimento serale. Praga è piena di Starbucks, centri commerciali, e tram,
filobus, battelli, taxi gialli (come New
York). Ho incontrato molta gente italiana, spagnola, asiatica e francese, e
non sono tutti turisti: infatti Praga è
una città molto multietnica. È anche
abbastanza economica per le nostre
tasche (cioè per noi che veniamo dalla Svizzera), e la consiglio a chi cerca
una città nuova da visitare, con una
ricca storia alle spalle, ma che non sia
cara come Roma, Venezia o Berlino.
Jonathan Calitri
Il monumento a Jan Palach e a Jan Zajíc in
piazza San Venceslao: i due martiri della resistenza anti sovietica sono costantemente
ricordati da lumini accesi.
Sulla neve con la SPAI
A Carì sei giornate
in condizioni ideali
Nel 2015 siamo giunti all‘11° anno
di attività sulla neve, sotto forma di
giornate sportive. Dopo quattro anni
a Bosco Gurin (2004-‘07) e cinque
anni al Nara (2009-‘13), questa volta siamo ritornati, vista la piacevole
accoglienza dello scorso anno, nella
regione leventinese di Carì. L’innevamento, giunto un po’ tardivo, ci ha
fatto posticipare il programma di un
paio di settimane... ma ne è valsa decisamente la pena: le condizioni sono
state ottime per tutte le sei giornate.
A questa nostra proposta hanno
partecipato complessivamente circa
200 allievi, che hanno scelto le seguenti attività: 60% slitta, 25% sci,
15% snowboard.
Nell’ultima giornata, il 26 febbraio,
ci siamo ritrovati in terrazza con l’ex
consigliere di Stato Gabriele Gendotti, il nuovo capo Ufficio sport Marco
Bignasca e l’esperto cantonale di
Educazione fisica nel settore professionale Luca Tomatis: davvero un
gran bel finale.
Segnaliamo infine, e ringraziamo, le
colleghe Sara Ambrosini e Danila Zaninetti che hanno condiviso con gli
allievi alcune di queste piacevoli giornate. ARRIVEDERCI al 2016.
Rossano Dell’Avo
e Nicola Gianotti
Docenti di educazione fisica
Gabriele Gendotti (al centro) con Marco Bignasca (primo a sinistra) e, alle sue spalle, Rossano
Dell'Avo, Nicola Gianotti e Claudio Zaninetti.
Giornate sulla neve 2015
Giorno
Venerdì
Data
16 gen.
Locarno
Classi e numero di apprendisti
I2a-b-c I1b
E1
D1
19
13
10
7
Lunedì
P2a
S3b
S3a
E4
19 gen.
13
16
17
10
Martedì
G2
G4
Op2
Oe1-2
P1b
8
7
1
13
20
Mercoledì
27 gen.
4 feb.
49
56
49
S2a
S2b
D3
E3
12
14
7
10
Giovedì
D2
E2
ASV-GUA I1a
Rb2-Ib2
6
10
22
3
Giovedì P3b
I4a-b-c Oe1fe
Rb1-Sb1 Opb1
20
15
4
12 feb.
26 feb.
SPAI
97
5
13
1
SPAI
43
54
45
Locarno
Giornate sportive
98
Giornate sportive
99
Educazione fisica
alla SPAI di Locarno…
Di tutto e di più
Rossano (a sinistra) e Nicola, sempre impegnati a proporre attività diversificate.
Grazie alla favorevole ubicazione della nostra sede, i nostri allievi hanno l’opportunità di praticare svariate attività sportive anche all’esterno delle palestre. Ecco una
serie di attività e di luoghi da noi proposti quest’anno:
• Ciclismo: abbiamo a disposizione circa 25 rampichini,
che ci permettono di fare delle belle pedalate con percorsi in zona lago, fiume e piccole salite (Monte Verità,
Rivapiana, CST, Terre di Pedemonte, Golino…).
• Il Merige: situato a circa 8-10 minuti di bici dalla sede,
è una bellissima zona a bordo fiume dove troviamo un
campo da calcetto e uno da beach volley.
• Squash: a Losone esiste un centro squash, e grazie alla
collaborazione col gerente abbiamo la possibilità di praticare a prezzo modico (5 franchi) questo sport.
• Lido di Locarno: nei mesi più caldi abbiamo libero accesso al Centro balneare di Locarno con possibilità di praticare nuoto, tuffi e beach volley. Con un supplemento di
4 franchi i ragazzi possono usufruire anche degli scivoli.
• Corsa di orientamento: la zona Saleggi si presta bene
SPAI
Locarno
per delle attività di orientamento. Abbiamo sei percorsi fotografici con 15
punti ciascuno da trovare.
• Giro dei 2 ponti: attività aerobicasulla distanza di 2’150 metri da svolgere
in autunno e in primavera.
• Pattinaggio: nei periodi invernali la
pista della Siberia di Ascona è accessibile alle scuole per le attività di pattinaggio. Inoltre le scuole possono
anche usufruire della pista in Piazza
Grande (Locarno on Ice), che viene allestita per il periodo delle Feste natalizie.
• Escursioni: nelle lezioni di lunga durata (mezza giornata) abbiamo l’opportunità di camminare e conoscere le
meravigliose montagne che ci circondano (Monte Verità,
Balladrüm, Orselina, Cardada-Cimetta...).
• Stand up paddle: quest’anno, per la prima volta, abbiamo presentato al Lido di Ascona ad alcune classi questa
«nuova» disciplina, attività molto apprezzata anche grazie
alle belle temperature del lago Verbano.
• Tiro con l’arco: grazie alla collaborazione con la SPAI di
Biasca riusciamo ad avere un set di bersagli, archi e frecce per la pratica di questo sport olimpico.
• Slack-line: Abbiamo acquistato i pali e la corda da slackline: anche questa attività è molto apprezzata dai ragazzi.
• Giornate sulla neve: da ormai più di dieci anni organizziamo durante l’anno delle giornate sulla neve; per il secondo anno siamo stati a Carì: i ragazzi possono praticare
sci, snowboard, slitta, oppure camminare in montagna.
Rossano Dell’Avo e Nicola Gianotti
SPAI
Locarno
Giornate sportive
100
Eventi e manifestazioni
Giro dei 2 ponti,
una sfida con se stessi
Una nuova proposta sportiva
con un importante risvolto educativo
101
Storia, tradizioni
e problemi
del Continente Nero
Dedicata all’Africa la giornata multiculturale 2015
Dall’anno scolastico 2014-‘15 abbiamo introdotto una nuova attività
all’aria aperta che permette a tutti
di testare la propria capacità di resistenza, nonché di conoscere un po’
di più i dintorni della nostra scuola.
Si tratta di una corsa/camminata di
2,15 km che si snoda tra i due ponti sugli argini del fiume Maggia (vedi
mappa allegata).
L’idea è di svolgere questa prova
due volte all’anno (in autunno e in
primavera), dando così la possibilità
agli allievi di valutare se e come sono
migliorati. Sulla base dei dati raccolti
si potranno poi calcolare diversi dati
interessanti, quali ad esempio la velocità media (cfr. tabella allegata a titolo esplicativo). Quest’anno il miglior
tempo maschile è stato di Matteo
Cartolano (6 minuti e 52 secondi): ciò
significa che ha corso a una velocità
media di circa 19 km/h. Per quanto
riguarda le ragazze, la migliore è stata Jasmine Stutz (10 minuti e 23 secondi): Jasmine ha quindi corso a una
velocità media di 12 km/h. A questo
proposito è curioso sapere che i migliori maratoneti al mondo impiegano circa 2 ore e 5 minuti per coprire
i classici km 42,195, viaggiando a una
velocità media di oltre 20 km/h!
Camminando a un buon ritmo (6-7
km/h) ci vorranno circa 20 minuti per l’intero percorso. L’analisi dei
dati ha lasciato trasparire una netta
differenza tra gli allievi fumatori e
SPAI
Locarno
non. I primi hanno fatto registrare
dei tempi decisamente superiori e
un affaticamento maggiore. Un’occasione in più per sensibilizzare i nostri ragazzi!
Nel complesso si tratta di una bella
attività, sana, non tesa alla vittoria sugli altri, ma piuttosto a una sfida con
se stessi per migliorare ogni volta.
Rossano Dell’Avo
e Nicola Gianotti
Programma Giornata AFRICA
Martedì 21 aprile 2015
8.30 - 9.45 (Sala Multiuso)
CONFERENZA di Mohammed Ba, griot senegalese:
«L'interculturalismo in Africa attraverso la memoria viva».
10.05 – 11.35 (Aule)
INCONTRI CON LE ONG attive in Africa e con altri
gruppi: Fondazione Suisse-Madagascar; Conferenza missionaria (Ciad); Beogo (Burkina Faso); Mabawa (Ruanda); Dottor Maggi (Camerun); ABBA (Burkina Faso); Davide Caprani (in Liberia per le Nazioni
Unite); rifugiati del Pretirocinio d’Integrazione.
12.00 - 13.30 (Ristorante scolastico)
PRANZO: nel menù falafel con insalata di taccole e
salsa tahini, tajine di manzo alle prugne, couscous
alle verdure, mousse di datteri con filetti d’arancia.
13.30 – 15.30 (Aule)
ATELIER RICREATIVI: Cerimonia del thè (Amina Sulzer); danza africana (Isabel Lunkembisa); spettacolo di narrazione «Il gigante Lulù» (Vicky De Stefanis); percussioni (Ibrahim Sarr); danza del pane e
percussioni (Marco Mottai); preparazione alla sfilata (CAT «Associazione Africani in Ticino»); treccine
(Sabina); cinema (Kevin Merz).
15.30 – 16.00 (Sala alla Morettina)
FINALE IN COMUNE: Sfilata, musica e danze etniche.
Diventata ormai una tradizione attesa da allievi e docenti, la giornata multiculturale – svoltasi il 21 aprile 2015 –
aveva quest’anno come tema la scoperta del continente
africano. Un viaggio mobile e statico, ma soprattutto di
invito ad un movimento interiore, o almeno così si spera,
che ha visto protagoniste 200 persone tra partecipanti,
ospiti e docenti. Giunta alla sua quarta edizione, preceduta da «Strade dell’est», «Underground» e «America Latina»,
la giornata «Africa» era una tappa ulteriore nel percorso
della sede nel suo ideale di lotta al razzismo, di presa di
coscienza dei pregiudizi che ci abitano, per suscitare curiosità per l’Altro e per le altre culture.
La struttura si è perfezionata negli anni: la mattina è più
razionale (conferenza, presentazione delle ONG), seguita dal pranzo etnico, vero e proprio momento centrale,
mentre nel pomeriggio vengono offerte attività che sviluppano intelligenze diverse e dove i partecipanti hanno
un ruolo più attivo.
Inizio con il botto: Mohammed Ba, griot senegalese, ha
incantato tutti i presenti per quasi un’ora, spaziando
da racconti del suo villaggio natale, del nonno anch’egli cantastorie, ripercorrendo la tratta degli schiavi neri
SPAI
Locarno
Eventi e manifestazioni
102
che partivano dall’isola di Gorée verso il Nuovo Mondo e
richiamandoci a ideali quali la tolleranza e la solidarietà.
Mohammed è stato il nostro «gan», l’ospite della tradizione senegalese, persona a cui in ogni casa era riservata
la prima camera. «Gan» in yolof, la sua lingua madre, è
l’unico modo per chiamare chi viene da fuori, la parola
«straniero» non esiste (adesso c’è, ma è un retaggio del
colonialismo). Al suo villaggio natale ogni persona era importante, ma come una perla di una collana, dove solo
nel rapporto con gli altri e nella comunità poteva veramente luccicare. Anche questo ci ha raccontato Mohammed Ba, tra una canzone e l’altra cantate al ritmo del suo
jembè.
I partecipanti si sono divisi in gruppi e hanno ascoltato la
presentazione di diverse ONG attive in Africa (Fondazione
Suisse-Madagascar; Conferenza Missionaria, Ciad; Beogo,
Burkina Faso; Mabawa, Ruanda; Dottor Maggi, Camerun; ABBA, Burkina Faso; Davide Caprani, in Liberia per le
Nazioni Unite; rifugiati del Pretirocinio di integrazione).
Questa attività permette ai ragazzi di venire a conoscenza dell’esistenza delle ONG e di persone impegnate, e
pure di vedere un possibile sbocco per il loro futuro.
Il pranzo etnico servito nella nostra mensa è un momento fondamentale: ragazzi, docenti e ospiti si ritrovano a
condividere il cibo e a conoscersi meglio stando assieme.
Ottimo il menù preparato dai nostri cuochi: falafel con
Gli atelier ricreativi
insalata di taccole e salsa Tahini, tajine di manzo alle prugne, couscous alle verdure, mousse di datteri con filetti
di arancia. Un momento in cui la cucina diventa cultura,
crocevia di Storia e di storie di migrazioni, dove anche il
concetto di identità si amplia e si relativizza.
La cerimonia del thè nordafricana organizzata sotto una
tenda all’entrata della scuola, la danza tradizionale angolana, una lezione di percussioni, la danza del pane, uno
spettacolo di narrazione, la proiezione di un filmato e l’atelier moda (henné, treccine e abiti tradizionali) erano le
attività ricreative organizzate nel pomeriggio, prima di
Animatori Vicky De Stefanis
Kevin Merz
Amina Sulzer
Marco Mottai
Isabel Lunkembisa
Ibrahim Sarr
CAT “Associazione
Africani in Ticino”
Sabina
SPAI
Locarno
Attività
Spettacolo di narrazione «Il gigante Lulù»
Cinema
Cerimonia del thè
Percussioni e danza del pane
Danza africana
Percussioni
Preparazione alla sfilata
Treccine, henné
Eventi e manifestazioni
un divertente momento in comune con tanto di sfilata e
danza che ha coinvolto tutti.
Una decina di docenti ha preso parte all’organizzazione,
unitamente alla Direzione e agli stagiaires della segreteria. Gli insegnanti di Cultura generale hanno introdotto la
giornata in classe. Il prossimo anno faremo un bel passo
in avanti, o meglio, in profondità: una classe si assumerà
buona parte dell’organizzazione attraverso un corso in-
103
terdisciplinare e affiancherà il gruppo già costituito dei
docenti. Tutti assieme seguiremo dei corsi specifici, dati
da esperti esterni, sulla multiculturalità e sulla cooperazione allo sviluppo, che rafforzeranno la nostra formazione dando continuità e spessore a tutto il lavoro svolto.
Lorenzo Scascighini
Coordinatore delle attività di sede
SPAI
Locarno
Eventi e manifestazioni
104
Eventi e manifestazioni
Soggiorno linguistico,
un’esperienza
indimenticabile
Il mio soggiorno è stato un po’ diverso da quello presentato in questa
rivista l’anno scorso. Io sono stata
proprio in Germania, più specificamente a Freiburg, che si trova nella
regione della Brisgovia, nella parte
sud-occidentale dello Stato.
La professoressa di tedesco Cornelia
Hensch ce ne aveva parlato, ci aveva detto che se volevamo partire a
studiare la lingua senza lavorare per
forza, il periodo adatto era quello
prima di cominciare l’apprendistato:
nel mio caso è stato dopo aver finito l’anno a tempo pieno di prematurità. L’idea è partita da mio padre,
lui voleva a tutti costi mandarmi a
studiare il tedesco da qualche parte, quindi abbiamo deciso insieme
di farmelo fare. All’inizio non volevo,
non ne ero convinta, avevo specialmente paura di rimanere da sola,
perché la dimestichezza con la lingua non ce l’avevo troppo, però alla
fine mi sono detta che sarebbe stata
comunque un’esperienza da fare.
In principio il progetto era di partire
solo due settimane, ma ci siamo resi
conto in fretta che due settimane
erano troppo poche, quindi siamo
andati a tre. Secondo me, dopo tutto tre settimane non sono né troppo lunghe né troppo corte, abbiamo
l’opportunità di integrarci bene e di
non partire subito, godendoci un
po’ tutta l’esperienza.
Avevo già trovato il posto di lavoro
per l’anno seguente, quindi dovevo
discuterne con loro per vedere come
SPAI
Locarno
la pensavano. Ho parlato con la mia
responsabile e mi ha detto subito
che non c’era problema, che potevamo tranquillamente far partire il
contratto un mese dopo. Mi hanno
detto pure che era stata una bella
idea partire per praticare un po’ la
lingua tedesca, pensando che dopo
tutto in Ticino viene molto usata.
Io avevo deciso di partire in un Campus, ovvero dove si stava a dormire
con tutti gli studenti e dove i corsi di
tedesco erano integrati ed alternati
ad attività sportive o interculturali.
Il giorno del mio arrivo è stato tranquillo, mi sono fatta accompagnare
da mio padre e mio fratello. Appena
arrivata sono andata all’appello e mi
hanno fatto vedere la camera (massimo 4 persone) . Il Campus era situato a venti minuti dal centro ma facilmente accessibile con il tram, un po’
imboscato nella foresta. Dopo essermi sistemata sono andata a salutare i
miei, e poi subito a fare il test d’entrata per valutare il mio livello, per poi
essere posizionata in un determinato
corso. Uscita da lì ho visto una ragazza
e ho cominciato subito a parlare, mi
ha fatto conoscere altra gente e piano piano mi sono subito ambientata.
Avevamo un bellissimo gruppo, mi
divertivo un sacco. Ogni mattina avevo i corsi, mentre nel pomeriggio le
attività scelte all’inizio della settimana.
Non ci si annoiava mai. La sera c’era
del tempo libero e, chiedendo il permesso, si poteva andare via un attimo
dal Campus: io ad esempio ne appro-
n’erano alcuni che parlavano la mia
lingua, però con i docenti e i responsabili ti buttavi per farti capire e parlare con loro in tedesco, e così mi
sono fatta un po’ l’orecchio. Mi ha
permesso di capire cose che a scuola
non avevo capito, e di praticare un
po’ la conversazione.
Lo consiglio davvero a tutti, sono
esperienze indimenticabili. Mi sono
fatta molti amici con cui sono tuttora in contatto, ho conosciuto gente
che veniva da diverse parti del mondo, con diverse culture e abitudini. A
mio parere è meglio andare soli, ci si
deve buttare e vedere cosa succede.
Se si va soli si è più aperti a conoscere altra gente.
Mi piacerebbe, finita la scuola, partire per imparare l’inglese, facendo la
105
ragazza alla pari, oppure trovandomi
un posto di lavoro per un determinato tempo, ma non so ancora esattamente dove.
Ringrazio ancora mio padre per
avermi proposto questa esperienza.
Estelle Gerber
Classe ASM1MA
(Assistenti di studio medico-SSMT)
Momenti significativi
di storia e di vita
Estelle Gerber, allieva Assistente di studio
medico.
fittavo per fare un po’ di allenamento
(pratico l’atletica leggera) e ricuperarne alcuni che perdevo (non sempre),
e non ero l’unica. Dopo cena c’era
anche tempo libero che potevamo
utilizzare per studiare o fare le nostre
cose. A volte organizzavano dei film
da guardare tutti assieme.
Nel weekend, al sabato c’era l’uscita proprio in centro per fare shopping e per vedere un po’ la città di
Freiburg, che tra l’altro è una città
veramente carina e molto tipica della Germania, mentre la domenica si
andava a divertirsi tutto il giorno ad
Europa-Park.
L’esperienza mi è servita per il tedesco. È vero che non sempre lo parlavo con i miei compagni, perché ce
Annualmente i docenti si riuniscono in seduta ordinaria
(Collegio dei docenti) due volte all’anno: la prima a fine
agosto per l’avvio dell’anno scolastico, la seconda a inizio
giugno per il consuntivo dell’anno stesso.
Di regola la seduta di agosto si tiene fuori sede, e
quest’anno si è voluta onorare la Valle Leventina, facendo tappa al Dazio Grande a Rodi Fiesso. L’occasione è
stata propizia per conoscere un po’ della storia del Dazio Grande: grazie all’intervento della signora Maria Pia
Conconi abbiamo visitato il piccolo e suggestivo museo
del Dazio, per poi effettuare una salutare scampagnata
nella Gola del Piottino lungo il sentiero della «Via Urana».
Quel sentiero che il Bonstetten (Karl Viktor) percorse più
di duecento anni or sono, nel 1797 per l’esattezza, nel
suo ritorno a casa dopo aver visitato per la terza e ultima
volta i baliaggi italiani.
Il plenum di giugno (11) si è tenuto in sede; al termine
abbiamo cenato tutti assieme al «Blu», il nuovo ristorante
del Centro balneare di Locarno. Il modo ideale per chiu-
dere un anno importante e impegnativo. È stata anche
l’occasione di rivedere Davide (Asietti), gestore del «Blu» e
già cuoco responsabile del Restò, il ristorante scolastico
del nostro Centro professionale.
Le foto che pubblichiamo qui vogliono ricordare questi
piccoli ma significativi momenti. Significativi di storia del
nostro istituto scolastico. Significativi di vita.
SPAI
Locarno
SwissSkills
106
SwissSkills
«Un’esperienza unica!»
«Grazie all'iscrizione del mio datore di lavoro».
Come sei arrivato
agli SwissSkills?
«Durante il colloquio di fine anno, il mio
datore di lavoro mi ha spiegato che esistevano questi Campionati svizzeri e che
mi ci vedeva bene a parteciparvi. All’inizio
ero piuttosto scettico, ma poi ho deciso
di accettare. Per quanto riguarda la selezione, il mio formatore ha dovuto inviare
all’associazione professionale le mie note
di Informatica e in base a quelle loro potevano decidere se accettarmi o meno.
L’iscrizione come Informatico-Web Design
è avvenuta nei mesi successivi, attraverso
Sara Rossini, la responsabile per il Canton
Ticino».
«Per raggiungere Berna ognuno doveva
organizzarsi da solo. Una volta arrivati al
punto d'incontro ci hanno fatti sistemare
nell’alloggio dove avremmo dormito: un
bunker della Protezione civile. I primi due
giorni (17 e 18 settembre) ho potuto girare nel Villaggio delle professioni, vedere
molti lavori e lasciarmi stupire nel vedere
lavori che conoscevo solo per sentito dire.
Sabato ho iniziato con la gara, che poi ho
concluso domenica. Domenica sera, per
scaricare tutta la tensione dei due giorni
del concorso, c'è stata una bella festa per
divertirci tutti assieme».
Come si è svolta la
settimana?
«Il 17 settembre, nel pomeriggio, sono arrivato a Berna assieme a Danilo Decristophoris. Il 18 ho avuto tempo di girare per
vedere i vari padiglioni che c’erano (se non
sbaglio in totale erano 14). Il 19 ho fatto la
mia verifica nel padiglione 3.2, dove sono
arrivate parecchie persone che conoscevo.
Il 20 settembre sono restato tutto il giorno con la mia famiglia e abbiamo fatto un
giro per Berna. Il 21 ho avuto ancora tempo di vedere le varie attività, specialmente quella del piastrellista della Vallemaggia
(Davide Donati) che è arrivato primo. In serata c’è stata la premiazione: l’After Party
si è svolto nella Bern Arena fino alle 4. Il 22
di settembre ho fatto il rientro in Ticino».
«Purtroppo non sono stati molti i giorni
che ho avuto a disposizione in ditta per
potermi allenare adeguatamente per la
gara. Io personalmente ci ho messo del
mio tempo, mi sono fermato in ditta dopo
le ore di lavoro e al sabato per costruire un
piccolo impianto di refrigerazione».
Come è avvenuta la
preparazione?
«Ho avuto tempo da giugno a settembre
per potermi preparare. Ho sviluppato un
sito web per la recensione di vari hotel (ad
es. booking.com): era il compito che dovevano svolgere gli apprendisti l’anno prima, durante la prova degli SwissSkills».
«Il lavoro che mi è stato chiesto era di costruire la tubazione per collegare le varie
componenti del “motore” di un frigorifero tipo, facendo il tutto rigorosamente a
regola d'arte. Una volta terminata la tubazione ho dovuto fare la messa in funzione dell'impianto secondo un protocollo, e
regolare le apparecchiature di sicurezza».
Qual era il compito
richiesto in gara?
Che cosa dovevi
realizzare?
«La prova era suddivisa in tre parti. Nella
prima ho dovuto identificare e correggere
dei problemi di sintassi e logici che presentava un sito web e ho dovuto implementare il gioco “Tower of Hanoi” (le cui
regole mi sono state dette sul momento).
Nella seconda parte ho dovuto creare un
logo di un’azienda che vende videogames
e crearne la grafica in Photoshop. Per la
Tre nostri apprendisti hanno partecipato
al primo Campionato svizzero delle professioni
Dal 17 al 21 settembre 2014 si è tenuta a Berna la prima – e
si sottolinea: la prima – edizione del Campionato svizzero
delle professioni, in occasione del quale sono stati presentati più di 130 mestieri dell’artigianato, dell’industria e dei
servizi. Un migliaio i giovani che si sono sfidati, contendendosi il titolo di campione svizzero. Fra di loro si sono
lanciati nella contesa tre apprendisti della SPAI Locarno:
•Liliana Pinheiro di Locarno, Parrucchiera, ditta formatrice
Salone Romeo Locarno;
•Danilo Decristophoris di Roveredo/GR, Installatore di sistemi di refrigerazione, ditta E. Biaggini SA Cadenazzo;
•Davide Vanoni di Aurigeno, Informatico, ditta Suntis SA
Bellinzona.
A Danilo e Davide abbiamo rivolto qualche domanda su
questa eccezionale esperienza e sul loro futuro professionale.
Red.
Danilo e Davide,
per prima cosa
presentatevi
brevemente
ai nostri lettori.
«Mi chiamo Davide Vanoni, abito ad Aurigeno in Vallemaggia e attualmente sto
frequentando l’ultimo anno di Informatica
in Sviluppo applicazioni».
«Quando ero alla Scuola media e dovevo
decidere quale apprendistato scegliere,
l'idea non era di fare il “frigorista”: anzi,
neanche sapevo che esistesse questo mestiere! In quel periodo ero intenzionato a
fare il cuoco, il pasticciere o il meccanico
di biciclette. Ho provato a fare i vari stage
e un amico mi ha parlato dell'apprendistato che aveva appena iniziato, appunto
il montatore di impianti di refrigerazione:
ciò ha attirato la mia attenzione e curiosità, così ho voluto provare a fare anche
questo stage. Mi è piaciuto moltissimo e
ho deciso che quella sarebbe stata anche
la mia strada. Ho fatto domanda per essere assunto nella ditta dove avevo svolto
questo periodo di prova, e con grande felicità da parte mia ho avuto una risposta
positiva».
In uscita delle Scuole
medie, quella
dell’installatore di
sistemi di
refrigerazione era la
professione che cercavi e a cui
aspiravi? O in mente
avevi qualcosa
d’altro?
«Fino al secondo anno delle Medie ero
convinto di intraprendere gli studi per diventare maestro di Matematica. Successivamente, non so come ma ho cominciato
a creare dei siti web e applicazioni. Attraverso vari stage ho capito che l’Informatica era la mia strada giusta».
SPAI
Locarno
Davide Vanoni.
«Mi chiamo Danilo Decristophoris, ho 20
anni e abito a Roveredo, nel Canton Grigioni. Ho frequentato le Scuole elementari
a Roveredo, la Scuola media a Bellinzona e
poi ho iniziato l'apprendistato come montatore di impianti di refrigerazione presso
la ditta E. Biaggini di Cadenazzo. Ora sto
frequentando l'ultimo anno d'apprendistato. I miei hobby sono la bicicletta (sia da
strada che MTB) e la palestra».
107
SPAI
Locarno
SwissSkills
108
SwissSkills
terza parte avevo un file .psd (estensione dei progetti di Photoshop): aprendolo
ho dovuto riprodurre elettronicamente
(quindi implementare) il sito web che mi
si presentava, utilizzando i linguaggi HTML
e CSS».
«Purtroppo l'errore più grande da parte
mia è stato di lasciarmi prendere dal panico. Non era evidente lavorare con la folla che passava e si fermava a guardare, la
tensione di sapere di essere in una competizione e gli esperti che passavano di
continuo a controllare il lavoro che eseguivo e scrivevano le loro valutazioni. In più
c'era il problema della lingua: là parlavano
solamente tedesco, e noi ticinesi eravamo
molto penalizzati su questo, come pure gli
Svizzeri francesi».
Quali difficoltà hai
dovuto affrontare, che
possono – in qualche
modo – aver condizionato il tuo risultato?
«Sicuramente la maggior difficoltà che ho
potuto constatare era eseguire tutta la seconda parte. Il motivo è semplicissimo: né
a scuola, né al lavoro, né personalmente
ho mai avuto la necessità di usare Photoshop, quindi non ho nessuna nozione grafica».
«Io sono partito con l'intenzione non tanto di puntare al risultato (se ci fosse stato
meglio ancora!), ma d'imparare a gestirmi
e vedere come avrei reagito sotto stress,
così da capire dove migliorarmi ulteriormente per gli esami di fine tirocinio che
avrò quest'anno».
Sei soddisfatto del
risultato ottenuto? Ti
aspettavi qualcosa di
diverso?
«Soddisfatto? Non molto. Sono arrivato 23° su 23! Sicuramente avrei preferito
essere leggermente più in alto nella classifica. Mi aspettavo sicuramente qualcosa di diverso. Io e il mio datore di lavoro
credevamo che ci sarebbe stata più programmazione, ma in parte è sbagliato. Se
l’indirizzo agli SwissSkills è Web Design ci
si concentra specialmente su quello, ed è
giusto così. Sinceramente, se l’iscrizione
fosse stata su Informatico-Sviluppo applicazioni sarei stato sicuramente più in alto
nella classifica, ma vabbè».
«Sì, ho conosciuto diversi giovani ticinesi,
andavamo tutti d'accordo. Durante il giorno, quando si aveva qualche ora libera, ci
si trovava, e assieme si andava a vedere gli
altri e a fargli un po' di tifo. Poi, ovviamente, alla sera si andava in centro a divertirsi
tutti assieme, per staccare un po' il cervello dalle competizioni e conoscerci meglio».
SwissSkills è una gara
tra giovani apprendisti
in ambito professionale, ma non solo. Al di
là della competizione,
hai potuto fare interessanti conoscenze
o nuove amicizie? O
vissuto momenti particolari?
«Certo! Ho conosciuto circa altri 30 giovani (tra ticinesi e dei Grigioni italiani). Uno
di loro (Davide Donati) lo conoscevo già,
mentre l’altro ho scoperto a Berna che
frequenta la SPAI di Locarno (Danilo Decristophoris). Tutti noi abbiamo formato un
gruppo su WhatsApp al fine di rimanere in
contatto. SwissSkills in generale è stato un
momento speciale, poi ogni sera c’erano
sempre dei momenti particolari».
«È un’esperienza che senz'altro consiglio
a tutti, sì! Se avete la possibilità di andare,
provateci! Oltre al risultato finale, che ovviamente fa molto piacere, è un’esperien-
Quella di SwissSkills
è un’esperienza che
consiglieresti ad altri
giovani? Perché? Quali
«SwissSkills è un’esperienza che consiglierei ad altri giovani, specialmente se la loro
professione piace e ci riescono bene. Perché? Beh, è un’esperienza che si ricorderà
SPAI
Locarno
109
suggerimenti daresti
suggerimenti daresti
ai futuri concorrenti?
E cosa ti ha dato sul
piano umano?
a vita e indipendentemente dalla classifica
finale. Può essere un qualcosa in più da
presentare al futuro datore di lavoro. Per
quanto riguarda i suggerimenti, posso dire
che bisogna restare calmi e concentrati
fino alla fine, cosa che personalmente ho
fatto piuttosto fatica a fare, in quanto nella
seconda parte mi sono lasciato prendere
dal panico. Sul piano umano, come aspetto
negativo, ho capito quanto faccio fatica a
rimanere calmo in situazioni di stress; però
dall'altro lato è comunque una soddisfazione, perché posso dire che sono riuscito ad
andare a un Campionato svizzero (classifica
a parte). Per quanto riguarda il piano professionale, l’aspetto negativo sicuramente
è il risultato ottenuto, mentre la cosa positiva è che il mio datore e colleghi di lavoro
mi hanno fatto i complimenti per essere
riuscito almeno a essere accettato ai Campionati, e mi hanno fatto capire che sarei
anche riuscito a ottenere un risultato migliore se solo avessi avuto più tempo o se
avessi gareggiato in un'altra categoria: non
Web Design ma Sviluppo applicazioni».
«In realtà non ho potuto vedere molto,
perché di giorno dovevo rimanere al Villaggio per i vari impegni. In centro andavo
alla sera, quando tutto era chiuso».
E la città di Berna,
l’hai potuta visitare?
Se sì, che cosa ricordi
o suggeriresti di visitare ai nostri lettori?
«Berna l’ho visitata con i miei genitori il sabato. Siamo andati a vedere la fossa degli
orsi, il palazzo federale e abbiamo fatto
un giro in centro. Ai nostri cari lettori consiglio di andare a vedere la fossa dei orsi.
È veramente qualcosa di particolare ed
emozionante».
«Sempre toccando ferro, quando finirò
dovrò andare a militare, a svolgere la scuola reclute.
Poi ho già qualche idea ma ancora niente
di sicuro: comunque mi piacerebbe andare a lavorare per qualche anno in Svizzera
interna per imparare bene il tedesco».
SwissSkills è una pagina della tua vita professionale. Un’altra si
chiuderà quest’anno,
perché finirai il tirocinio – tocchiamo ferro
– e otterrai l’AFC: quali sono i progetti per il
tuo futuro? Hai già le
idee in chiaro?
«Il mio obiettivo è continuare gli studi per
diventare ingegnere informatico. Probabilmente andrò a Bienne, ma è ancora tutto da valutare. Prima di ciò avrò ancora un
anno di tempo, in quanto farò il militare.
Vorrei ancora aggiungere che SwissSkills è
stata un’esperienza unica, che ricorderò a
vita. Ho conosciuto non una, nemmeno
due, ma moltissime altre professioni che
manco immaginavo esistessero. Ho conosciuto e fatto amicizia con altra gente
simpatica. Ringrazio i miei famigliari, i miei
amici, il mio datore di lavoro, i miei colleghi e la SPAI di Locarno che sono stati molto positivi prima e dopo SwissSkills Berna».
za unica. Come suggerimento direi a tutti:
non agitatevi come ho fatto io, non succede niente! Anzi, se non ci si agita si è più
lucidi e si ragiona meglio, di conseguenza
arriveranno i risultati!».
Danilo Decristhoporis.
SPAI
Locarno
SwissSkills
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Progetto Romania
111
Parrucchiere...
ma anche cuoche
Prosegue il gemellaggio
tra i nostri apprendisti e i loro compagni
del Liceo professionale di Buzau
Souvenir
bernesi
Foto di gruppo con i nostri apprendisti e gli ospiti di una casa per anziani a Ulmeni, nella campagna rumena.
La nostra SPAI ha concluso una nuova, arricchente esperienza in Romania nell’ambito del gemellaggio con
il Liceo professionale di Buzau. Gli
allievi della classe Parrucchieri del Liceo professionale Meserii si Servicii,
che nella primavera del 2014 erano
venuti in visita in Ticino, hanno accolto i loro compagni per proseguire
lo scambio formativo, didattico e interculturale in corso tra le due sedi
scolastiche. L’esperienza, avviata nel
2006 grazie all’associazione ECER
(Echanges culturels avec les enfants
de Roumanie – Scambi culturali con
SPAI
Locarno
i bambini della Romania) e CoiffureSuisse sezione unica Ticino, è proseguita all’insegna dell’incontro e
dell’amicizia, che restano le basi del
lavoro sviluppato dai docenti e dalla
Direzione dei due Istituti scolastici.
Oltre a potersi esercitare e confrontare nella loro futura professione, i
giovani hanno potuto vivere e condividere un’esperienza umana dai
molteplici risvolti. Un esempio: durante la loro trasferta nella campagna rumena hanno avuto l’opportunità di conoscere direttamente il
tessuto sociale di una realtà rurale,
tagliando i capelli agli ospiti di due
centri di accoglienza per gli anziani.
Un’esperienza molto toccante.
Durante l’intera settimana si sono
susseguiti anche dei momenti di laboratorio pratico, con diverse esercitazioni di taglio dei capelli, nell’atelier del Centro scolastico. La tecnica
associata al gusto estetico ha dato
delle belle idee per presentarsi a un
concorso. Infatti il programma della visita comprendeva anche due
concorsi interni alla scuola: uno per
acconciature da sera, con trucco e
abbigliamento a tema da realizzaSPAI
Locarno
Progetto Romania
112
La giuria del concorso.
Progetto Romania
113
La presentazione delle acconciature.
Il grazie ufficiale del Liceo di Buzau
alla signora Gabriella Balemi
La premiazione della miglior cuoca.
re su delle splendide modelle, e un
altro di gastronomia, con in giuria
lo chef israeliano Joseph Hadad, il
cuoco attualmente più rinomato in
Romania. I giovani partecipanti hanno ottenuto in entrambi i settori
ottimi risultati: tre squadre miste di
apprendiste parrucchiere svizzere e
rumene hanno ricevuto il massimo
dei voti, mentre due apprendiste
della SPAI, improvvisatesi per l’occasione cuoche, sono state premiate
con uno stage di tre settimane in
uno dei più prestigiosi ristoranti di
Bucarest.
La settimana di studio, organizzata
dai docenti Graziella Giovanettina,
Tania Giugni, Michel Candolfi (vicedirettore) e Gabriella Balemi (presidenSPAI
Locarno
I partecipanti al concorso gastronomico.
te ECER), si è conclusa con una visita
di due giorni a Mamaia (Costanza), la
più antica e principale località balneare rumena sul Mar Nero.
Per i nostri apprendisti non è stato
facile accomiatarsi dai loro compagni. I saldi legami che si sono creati,
al di là delle frontiere e delle diversità culturali, hanno motivato anche i docenti e tutti i responsabili a
continuare questo progetto. È stato
insomma un bell’incontro, che ha
favorito lo scambio di esperienze
professionali e umane, la conoscenza reciproca e non da ultimo cancellato certi pregiudizi.
Graziella, Tania,
Michel e Gabriella
La Direzione scolastica del Liceo
professionale di Buzau ha rilasciato alla signora Gabriella Balemi un diploma che le attesta
il ringraziamento ufficiale dell'Istituto sia per l'organizzazione
dell’evento,
sia
per aver fatto parte della giuria del
Concorso internazionale «Il miglior
parrucchiere – il
miglior make-up
artistico».
La manifestazione si è svolta il 5
maggio 2015, nei
laboratori del salone per parrucchieri
e nelle cucine della
mensa scolastica
del Liceo.
Per un’intera mattinata ha visto la
partecipazione di una trentina di
apprendisti svizzeri e rumeni: i
gruppi erano misti, di entrambe le
scuole.
Si è trattato della prima edizione di questo concorso, che il Li-
ceo intende proporre nell’ambito
di questi scambi interculturali e
professionali: scambi che indubbiamente rafforzano i legami che
ci uniscono a questa istituzione
dell'Est europeo.
Gabriella Balemi
con padre Milea,
fondatore di diversi centri
di accoglienza per anziani.
SPAI
Locarno
Chi siamo
114
L’Istituto in cifre
Presentazione dell’Istituto
1.
La SPAI Locarno offre:
a) corsi di formazione di base nelle seguenti professioni:
Aree
FBT - Nuove tecnologie
Con maturità professionale
tecnica additiva (MPTa)
FBI - Impiantistica
Professioni
Addetti all’informatica CFP
Elettronici AFC
Informatici AFC
Mediamatici AFC
Addetti installatori di sistemi di refrigerazione CFP
Addetti alla tecnica della costruzione (riscaldamenti e sanitari) CFP
Installatori di sistemi di refrigerazione AFC
Installatori di riscaldamenti AFC
Installatori di impianti sanitari AFC
FBP – Cura del corpo
Parrucchieri AFC/CFP
FBA - Altre professioni
Operatori per la pulizia ordinaria e manutentiva AFC/CFP
Operatori di edifici e di infrastrutture AFC
Aiuto operatori di edifici e infrastrutture
FBF - Tirocinio pratico
Durata (anni)
2
4
4
4
2
2
4
3
3
3/2
3/2
3
2 (+1)
115
Effettivi docenti e collaboratori
Personale insegnante
Direzione
Amministrazione*
Portineria/stamperia
Altro
Totale
Variazione rispetto all’anno precedente
2009-10
2010-11
2011-12
2012-13
2013-14
2014-15
67
4
3(2)
2
9
85
+7
67
5
3(2)
2
8
85
-
64
5
3(2)
2
8
82
-3
66
5
3(3)
2
8
84
+2
72
5
3(3)
2
8
90
+6
72
5
3(3)
2
8
90
-
*tra parentesi stagiaire o personale ausiliario
2.
Personale insegnante
2.1. Totale ore settimanali di insegnamento e non-insegnamento
2009-10
2010-11
2011-12
2012-13
2013-14
2014-15
796.5
798.2
786.6
821.4
808.7
832.9
118.6
115.3
126.8
140.8
152.3
142.2
915.1
913.5
913.4
962.2
961.0
975.1
Variazione rispetto all’anno precedente
-2.3
-1.6
-0.1
+49.2
-1.2
14.1
Equivalenza in tempi pieni (25 ore/sett.)
36.6
36.5
36.5
38.5
38.4
39.0
2009-10
2010-11
2011-12
2012-13
2013-14
2014-15
Cultura tecnica
37
37
35
35
30
42
Cultura generale
10
11
11
12
14
12
Progetti didattici
Maturità professionale
18
17
16
16
12
15
In passato si sono realizzati importanti progetti, che hanno coinvolto l’Istituto su più fronti. È una
nostra peculiarità quella di guardare sempre avanti, cercando ed implementando nuove soluzioni.
Lo sviluppo di progetti, che continuerà ad essere un’attività importante del nostro Istituto, può
avvenire con la collaborazione e la consulenza scientifico-didattica di enti esterni (DFP, IUFFP
ecc.).
Educazione fisica
2
3
3
3
4
2
Altro (SIO-Scuola InOltre)
-
-
-
-
10
13
2009-10
2010-11
2011-12
2012-13
2013-14
2014-15
Lui
49
49
46
50
55
57
Lei
18
18
18
16
17
15
67
67
64
66
72
72
+5
-
-3
+2
+6
-
Età media
50.3
50.5
49.2
49.4
47.3
45.8
Variazione rispetto all'anno precedente
3.3
+0.2
-1.3
+0.2
-2.1
-1.5
2009-10
2010-11
2011-12
2012-13
2013-14
2014-15
Nominati (totali e parziali)
45
43
38
39
41
36
Incaricati (I+IL)
22
24
25
27
31
36
0
0
1
-
-
-
67
67
64
66
72
72
+5
-
-3
+2
+6
-
Il modello di formazione proposto è di tipo duale: l’attività pratica in un’azienda formatrice si
alterna con quella scolastica, improntata soprattutto sulla teoria.
Con l’anno scolastico 2001/02 ha preso avvio la sperimentazione dell’anno di base a tempo
pieno per le professioni dell'informatico e del mediamatico.
b) Corsi di maturità tecnica (additiva e per professionisti qualificati), che consentono di accedere
direttamente alle scuole universitarie professionali.
c) Corsi di formazione continua (perfezionamento, riqualifica, aggiornamento ecc.) di breve,
media e lunga durata, per rispondere ai bisogni della società e dell’economia. L’Istituto cura
soprattutto l’aggiornamento e il perfezionamento nei settori di sua pertinenza (vedi tabella più
sopra) e lo fa in stretta collaborazione con le varie associazioni professionali di riferimento.
Obiettivi generali della formazione
In generale le formazioni promosse mirano a sviluppare differenti competenze e sensibilità:
a) tecnico-professionali nel rispetto di quanto previsto dalle Ordinanze sulla formazione
professionale e dai Piani di formazione;
b) culturali, etiche e sociali con l’attuazione dei Programmi di Istituto di Cultura generale e di
Maturità professionale;
c) nell’ambito della comunicazione, con l’apprendimento delle lingue e l’uso dei mezzi
informatici;
d) di approfondimento e sviluppo delle competenze di base e dell’approccio interdisciplinare.
Globalmente gli obiettivi permettono di acquisire e rafforzare le competenze del sapere
(conoscenze), del saper essere (atteggiamenti) e del saper fare (capacità).
Principi etici
L’Istituto scolastico è di tipo laico (aconfessionale), apolitico e si oppone a qualsiasi
discriminazione di tipo razziale, culturale, nazionalistico o di genere.
SPAI
Statistiche
Ore di insegnamento
Ore di non insegnamento (attività di direzione,
docenze di classe, progetti, mediazione ecc.)
Totale
2.2. Suddivisione per “settore” di insegnamento
2.3. Suddivisione per genere
Totale
Variazione rispetto all’anno precedente
2.4. Suddivisione secondo il rapporto di lavoro
Altro
Totale
Variazione rispetto all’anno precedente
SPAI
Locarno
SPAINews_chi_siamo2.docx Locarno
Statistiche
116
3.
Statistiche
Persone in formazione
117
3.3. Scioglimenti
3.1. Effettivo per professioni
2012-13
2013-14
2014-15
146
146
151
Addetti all’informatica CFP
4
2
1
Elettronici AFC
41
43
42
Informatici AFC
71
72
79
Mediamatici AFC
30
29
29
230
226
234
Addetti installatori di sistemi di refrigerazione CFP
-
-
-
Addetti alla tecnica della costruzione CFP riscaldamenti
2
4
8
Addetti alla tecnica della costruzione CFP sanitari
8
4
2
Installatori di sistemi di refrigerazione AFC
26
27
28
Installatori di riscaldamenti AFC
51
66
69
Installatori di impianti sanitari AFC
143
125
127
151
127
119
Parrucchieri AFC
137
118
109
Parrucchieri CFP
3
6
10
Aiuto parrucchieri – formazione empirica
4
-
-
Parrucchieri per signora – tirocinio pratico
7
3
-
49
51
42
Vetrai AFC
4
-
-
Operatori per la pulizia ordinaria e manutentiva AFC
13
10
17
Operatori per la pulizia ordinaria e manutentiva CFP
1
1
1
Operatori di edifici e di infrastrutture AFC
28
33
21
Aiuto operatori di edifici e infrastrutture - formazione empirica
2
3
6
Fabbricanti di strumenti musicali (solo CG)
1
1
-
NUOVE TECNOLOGIE
Totale
IMPIANTISTICA
Totale
CURA DEL CORPO
Totale
ALTRE PROFESSIONI
Totale
1°
anno
2°
anno
3°
anno
4°
anno
Totale
Addetti all’informatica CFP
-
-
-
-
-
Elettronici AFC
1
-
-
-
1
Informatici AFC
3
1
-
-
4
Mediamatici AFC
-
-
-
-
-
Addetti installatori di sistemi di refrigerazione CFP
-
-
-
-
-
Addetti alla tecnica della costruzione CFP riscaldamenti
-
-
-
-
-
Addetti alla tecnica della costruzione CFP sanitari
-
-
-
-
-
Installatori di sistemi di refrigerazione AFC
1
-
-
-
1
Installatori di riscaldamenti AFC
4
2
-
-
6
Installatori di impianti sanitari AFC
8
1
-
-
9
Parrucchieri AFC
17
3
1
-
21
Parrucchieri CFP
-
-
-
-
-
Aiuto parrucchieri – formazione empirica
-
-
-
-
-
Parrucchieri per signora – tirocinio pratico
-
-
-
-
-
Operatori per la pulizia ordinaria e manutentiva AFC
1
-
-
-
1
Operatori per la pulizia ordinaria e manutentiva CFP
-
-
-
-
-
Operatori di edifici e di infrastrutture AFC
1
-
-
-
1
Aiuto operatori di edifici e infrastrutture – FE
-
-
-
-
-
Fabbricanti di strumenti musicali
-
-
-
-
-
36
7
1
-
44
-
-
-
-
-
NUOVE TECNOLOGIE
IMPIANTISTICA
CURA DEL CORPO
ALTRE PROFESSIONI
Totale tirocinio
MATURITÀ ADDITIVA
CPQ – Corso per professionisti qualificati
3.2. Suddivisione secondo l’anno di frequenza
MPT – Maturità professionale tecnica
Totale
Anno
precedente

Elettronici (additiva)
1
-
-
-
1

Informatici (additiva)
3
3
1
-
7
35
148
146

Mediamatici (additiva)
-
1
1
-
2
80
8
234
226
Totale MPT
4
4
2
-
10
33
38
-
119
124
Totale tirocinio e MPT
40
15
5
-
54
18
11
26
-
55
44
Formazione empirica e Tirocinio pratico
1
6
-
-
7
6
Maturità (CPQ)
32
29
26
31(14)
132
152
Totale
217
186
204
74
695
681
Totale anno precedente
218
209
192
62
681
-
1° anno
2° anno
3° anno
4° anno
Nuove tecnologie
42
37
34
Impiantistica
76
70
Cura del corpo (parrucchieri)
48
Altre professioni
SPAI
Locarno
4.
Lingue2 – Tedesco per Parrucchieri
Nella sede il tedesco è previsto solo nelle classi Parrucchiere/i (AFC). Nel corso dei tre anni di tirocinio sono impartite
144 lezioni. All’ultimo anno, sulla base di una verifica finale, è rilasciato un certificato di lingue (A1, A2 o A2+).
Questa è la situazione degli ultimi anni scolastici:
Totale
apprendisti
Esonerati
Candidati
A1
A2
A2+
Non
certificato
2012-13
46
5
41
20
17
0
4
2013-14
42
5
37
20
12
0
5
2014-15
38
2
36
15
18
0
3
SPAI
Locarno
Statistiche
118
5.
Statistiche
119
Procedure di qualificazione (esami)
5.1. Esami finali di tirocinio EFT – esito per professione
Professione
Candidati
Diplomati
Non diplomati
Altro
Addetti all’informatica
1
1
0
-
Elettronici
11
11
0
-
Informatici
15
15
0
-
Mediamatici
9
9
0
-
Addetti alla tecnica della costruzione
(riscaldamenti)
Addetti alla tecnica della costruzione (sanitari)
4
4
0
-
-
-
-
-
Installatori di sistemi di refrigerazione
7
5
2
-
Installatori di riscaldamenti
13
3
10
-
Installatori d’impianti sanitari
44
33
11
-
Parrucchieri AFC
42
37
5
-
Aiuto parrucchieri
3
3
0
-
Parrucchieri Tirocinio pratico
-
-
-
-
Vetrai AFC
-
-
-
-
Operatori di edifici e infrastrutture AFC
Conoscenze
professionali
Insegnamento
professionale
Lavori
pratici
Esame
parziale
Cultura
generale
Nota media
complessiva
Elettronici AFC
4.7
4.8
5.3
5.1
-
5.0
Parrucchieri AFC
4.1
4.6
4.6
4.5
4.8
4.5
Professione
Opzione di
approfondimento
Nozioni
fondamentali
Cultura
generale
Nota media
complessiva
4.9
4.7
4.8
5.2
5.2
Lavori pratici
Conoscenze
professionali
Cultura
generale
Nota media
complessiva
5.1
5.3
5.3
4.8
Informatici AFC
Professione
Addetti all’informatica CFP
20
17
3
-
Professione
Aiuto operatori di edifici e infrastrutture CFP
-
-
-
-
Mediamatici AFC
Operatore per la puliziaordinaria e
manutentiva AFC
7
7
0
-
176
152
24
-
Totale
Lavoro finale
Professione
Lavori pratici
Conoscenze
professionali e
cultura
generale
Nota dei
luoghi di
formazione
professionale
Nota media
complessiva
4.9
5.1
5.2
5.0
Maturità additiva (MPTa) e per professionisti qualificati (CPQ)
5.2. Maturità professionale tecnica
Anno
scolastico
MPTa
LUI
MPTa
LEI
MPTa
tot.
CPQ
LUI
CPQ
LEI
CPQ
Tot.
MPTa-CPQ
LUI
MPTa-CPQ
LEI
Diplomati
Non
diplomati
1995-2011
291
26
317
240
33
273
531
59
591
3
2012
19
2
21
11
3
15
30
5
36
2
2013
19
3
22
16
3
19
35
6
41
0
2014
21
1
22
13
4
17
34
5
39
0
2015
Totale
30
1
31
8
4
12
38
5
43
2
Lingua
italiana
Lingua
tedesca
Lingua
inglese
Storia e
istituzioni
politiche
Economia e
diritto
Mate
MPTa
4.7
4.9
4.9
5.2
4.9
CPQ
4.7
4.9
4.7
5.2
4.7
Fisica
Chimica
Materia
compl.
Media
totale
4.2
4.4
4.6
4.5
4.7
4.1
4.4
4.5
4.8
4.8
380
33
413
288
47
336
668
80
750
7
MPTa: Maturità professionale tecnica additiva (parallela al tirocinio), che in sede è seguita solo da informatici, elettronici
e mediamatici.
CPQ: Corso per professionisti qualificati (anno a tempo pieno dopo il tirocinio)
5.3. - Esami finali di tirocinio (EFT) - note medie
Professione
Addetti alla tecnica delle costruzioni CFP
riscaldamenti
Adetti alla tecnica della costruzione CFP
sanitari
Montatori d’impianti di refrigerazione AFC
Installatori di riscaldamenti AFC (regolare)
Installatori di riscaldamenti AFC
(supplementare)
Installatori d’impianti sanitari AFC
(regolare)
Installatori d’impianti sanitari AFC
(supplementare)
Operatori per la pulizia ordinaria e
manutentiva CFP
Operatori di edifici e infrastrutture AFC
SPAI
Locarno
Conoscenze
professionali
Cultura
generale
Lavori pratici
Nota dei luoghi
di formazione
Nota media
complessiva
4.8
4.9
4.1
4.6
4.5
-
-
-
-
-
4.4
5.1
4.2
-
4.2
4.2
4.6
3.5
4.5
4.2
4.5
4.5
4.0
4.5
4.4
3.7
4.7
4.2
4.4
4.2
5.2
-
4.9
5.3
5.1
4.5
4.7
4.9
4.5
4.7
4.7
4.8
4.4
-
4.6
SPAI
Locarno
Allievi, docenti e collaboratori
120
Allievi
D1 (Cicek Gabriele docente di classe)
A MARCA Simone
BALBINA Riccardo
CEREGHETTI Gioele
FIORINA Mirco
GROSS Flavio
SCERPELLA Giacomo
ZURMÜHLE Mattia
D2 (CASARTELLI Paolo)
CARMINATI Matteo
DE BABO MARTINS
Samuel
DONINELLI Mika
PESSINA Francesco
RONCORONI Simone
WEZEL Luca
D3 (CICEK Gabriele)
JELMINI Giulia
JERKIC Bojan
MADDES Andrea
MIGNOLA Lorenzo
MONTICELLI Mattia
PROTOPAPA Matteo
TÓTH Gloria
D4 (CICEK Gabriele)
DELLAMORA Mattia
DI PIETRANTONIO Antonio
EL-HUSSEINI Sara
FABIANO Alberico Josè
FERRARO Alessandro
LUCCHINI Nicola
MACELLARO Francesco
MASA Filippo
TÜRKYILMAZ Kerem
E1 (GUIDOLIN Massimiliano)
ADAMO Emanuele
AMBROSINI Dario
BALLI Chris
CACCIA Martin
CATTORI Fabio
DALESSI Federico
FONTANA Samilla
GHIGGI Nicolò
GOBBI Samuele
LENTI Elia
PIEZZI Filippo
E2 (FORNERA Patrick)
CAMPAGNUOLO Simone
DA COSTA FERNANDES Miguel
DODARO Francesco
DOZIO Samuel
GALLO Aldo
GUGLIELMINI Brian
MARINATO Mirko
MARTINI Eros
SPAI
Locarno
MAZZILLI Andrea
RANZONI Ezio
E3 (FORNERA Patrick)
CAHENZLI Samuele
CARCANO Mauro
DALESSI Patrick
DETTA Dominic
DÖRIG Yannis
FIORI Gioele
PISCOPELLO Davide
PURA Filippo
SABADI Mark
SNOZZI Massimiliano
E4 (BOEHNY Davide)
ANDREOTTI Emanuele
ANOTTA Aaron
BORDOLI Alain
DE FILIPPO Cristian
DETTA Kevin
FERNANDES ROMAO Mauro
FONTANA Ivan
GIOVANNACCI Andrea
IELPO Gianluca
LAFRANCHI Yanick
TAMAGNI Kevin
G1 (CASARTELLI Paolo)
BERTI Aron
CHIARELLA Marco
LUCAS DE OLIVEIRA Catriel
LUIS FERNANDES Joao Paulo
MORABITO Gabriele
PEPE Simone
SCHITTENHELM Dimitri
G2 (CASARTELLI Paolo)
CALANDRUCCIO Luca
COCCO Francesco
DELCÒ Daris
GATTO Alessandro
MAGGIOTTO Aaron
MICHEL Paolo
PASSERO Davide
VALSANGIACOMO Tim
G3 (ZANINETTI Danila)
BAJIC Nikola
GHIDOSSI Davide
GONZATO TEJADA Uri
MELLA Michel
ZEKAN Anes
G4 (MARCOLLO Roberto)
BENEDETTI Daniel
CARDOSO PEREIRA Maikol
DECRISTOPHORIS Danilo
DI LIBERTO Calogero
MARTINA Nicholas
MORABITO Simone
RIANDA César
ZIVANOVIC Marko
I1a (FORNERA Patrick)
ALFINITI Matteo
BODINO Alex
CIRIELLO Mattia
COMINOTTI Samuel
CONCEPRIO Alessio
FRANCESCHINI Nicola
GABUZZI Vasco
GIOVANNINI Igor
LUISONI Warakorn
MEIER David
SALMINA Elia
SIVARAJ Sivaraman
TADIC Ivan
ZAMPROGNA Loris
I1b (GHIGGI Athos)
BAGLIO Cyrus
BELMONTE Devis
BOSCHETTO Alex
CARTOLANO Matteo
CUGNO MAZZONI Brian
DI NICOLA Alexandro
LAVORANO Nicolas Alberto
NAVARRA Andrea
NOLLI Manuele
RIGOLONE Amedeo
ROMANO Aramis
SAVIC Denis
TADDEI Max
I2a (DE BORTOLI Simone)
ALLIO Alessandro
BAHRAMI Farbod
D'ALESSANDRO Andrea
DANIELLI Simone
I2b (KRAHENBUEHL Davide)
BOLCKAU Franco Gabriele
BRIGATTI Riccardo
CIBIN Nicola
DA RIN Roberto
ISZTL David
KASUMOVIC Kenan
LAZZARO Valentino
LEONI Alessio
MEIER Phanumart
MORANDA Diego
PEJAKOVIC David
RE Lara
ROBBIANI Geo
RODRIGUEZ Alan Phillip
SANTOS CARMO Daniel
VITAL Alex
I2c (DE BORTOLI Simone)
OMINI Diego
I3a (KRAHENBUEHL Davide)
GATTI Francisco
RENNER Yannick
ROFFI Gioele
Allievi, docenti e collaboratori
I3b (KRAHENBUEHL Davide)
CONTI ROSSINI Sergio
DAEHN Sindhu
DOS SANTOS PEREIRA Joel
FRAPOLLI Gioele
GALFETTI Fabio
LJATIFI Musli
MAIER James
MEIER Christian
MERCADANTE Matthias
ORTELLI Christian
PESENTI Manuel
RISI Sebastiano
STOJKOVSKI Aleksandar
I3c (KRAHENBUEHL Davide)
CATTI Dario
I4a (KRAHENBUEHL Davide)
BERISHA Elvir
BERTOCCHI Fabio
FORGIA Paolo
JAKUPOVIC Adnan
VANONI Davide
ZAMBELLO Luca
I4b (KRAHENBUEHLDavide)
CULINA Franjo
DE CARLO Andrea
DELL'AMBROGIO Siro
FUMAGALLI Alberto
GRUOSSO Marco
MARTINOLI Bruno
ORIET Sacha
SUIRA Andrea
I4c (KRAHENBUEHL Davide)
FURGER Nino
Ib2 (MARCOLLO Roberto)
BERNASCONI Massimiliano
MD1 (ESPOSITO-CORNELIO Ronny)
A MARCA Simone
BALBINA Riccardo
CEREGHETTI Gioele
FIORINA Mirco
GROSS Flavio
SCERPELLA Giacomo
ZURMÜHLE Mattia
MD2 (BAGNOVINI Fabienne)
CARMINATI Matteo
DE BABO MARTINS Samuel
DONINELLI Mika
WEZEL Luca
MD3 (BAGNOVINI Fabienne)
JELMINI Giulia
JERKIC Bojan
MADDES Andrea
MIGNOLA Lorenzo
MONTICELLI Mattia
TÓTH Gloria
MD4 (PISSOGLIO Tatiana)
DELLAMORA Mattia
DI PIETRANTONIO Antonio
EL-HUSSEINI Sara
FERRARO Alessandro
LUCCHINI Nicola
MACELLARO Francesco
MASA Filippo
TÜRKYILMAZ Kerem
ME1 (ESPOSITO-CORNELIO Ronny)
ADAMO Emanuele
AMBROSINI Dario
BALLI Chris
CACCIA Martin
CATTORI Fabio
DALESSI Federico
FONTANA Samilla
GHIGGI Nicolò
GOBBI Samuele
LENTI Elia
PIEZZI Filippo
ME2 (BAGNOVINI Fabienne)
CAMPAGNUOLO Simone
DA COSTA FERNANDES Miguel
DODARO Francesco
DOZIO Samuel
GALLO Aldo
GUGLIELMINI Brian
MARINATO Mirko
MARTINI Eros
MAZZILLI Andrea
RANZONI Ezio
ME3 (BAGNOVINI Fabienne)
CAHENZLI Samuele
CARCANO Mauro
DALESSI Patrick
DETTA Dominic
DÖRIG Yannis
FIORI Gioele
PISCOPELLO Davide
PURA Filippo
SABADI Mark
SNOZZI Massimiliano
ME4 (PISSOGLIO Tatiana)
ANDREOTTI Emanuele
ANOTTA Aaron
BORDOLI Alain
DE FILIPPO Cristian
DETTA Kevin
FERNANDES ROMAO Mauro
FONTANA Ivan
GIOVANNACCI Andrea
IELPO Gianluca
LAFRANCHI Yanick
TAMAGNI Kevin
MI1 (GUIDOLIN Massimiliano)
BODINO Alex
BOSCHETTO Alex
CONCEPRIO Alessio
DI NICOLA Alexandro
FRANCESCHINI Nicola
GIOVANNINI Igor
LUISONI Warakorn
MEIER David
NAVARRA Andrea
RIGOLONE Amedeo
SALMINA Elia
SIVARAJ Sivaraman
TADIC Ivan
ZAMPROGNA Loris
MI2 (GUIDOLIN Massaimiliano)
ALLIO Alessandro
BAHRAMI Farbod
BOLCKAU Franco Gabriele
BRIGATTI Riccardo
CIBIN Nicola
D'ALESSANDRO Andrea
DA RIN Roberto
DANIELLI Simone
KASUMOVIC Kenan
LEONI Alessio
MORANDA Diego
OMINI Diego
RE Lara
ROBBIANI Geo
RODRIGUEZ Alan Phillip
MQ (CHIAPPA Fabio)
ARGENTA Mattia
BOSSIO Martina
CROCE Daniele
DONATI Mauro
ERNY Laetitia
FERNANDES LOPES
Joao Pedro
LEONI Giulia
MAZZONI Claudio
MEDICI Davide
MUSTAFI Loren
SALMINA Mattia
SCHULER Peter
SCIARONI Paolo
VIECELLI Roberta
121
OE1 (FERTILE Michelangelo)
BRANCATO Giuseppe
CODONI Arsenio
COLLOCA Marco
FORNI Aaron
FRASCHINA Marco
GRILLO Livio
LUCCHINETTI Igor
NEVES FERREIRA Jonathan
ROGORA Mattia
STEINER Patrick
YILDIZ Thomas
OE1fe (MARCOLLO Roberto)
AKIL Tamer
DIAS FERNANDES Joao Luca
ILIC Miroslav
RICCIARDI Mattia
ZOPPELLARI Jonatan
SIGLAPROFESSIONE
D
Mediamatici AFC
E
Elettronici AFC
G
Installatori di sistemi di refrigerazione AFC
Gb
Addetto installatore di sistemi di refrigerazione CFP
I
Informatici AFC
Ib
Addetti all’informatica CFP
Ir
Informatici (recupero)
MD
Maturità additiva (mediamatici)
MI3 (MALAGUERRA Fiorenzo)
CONTI ROSSINI Sergio
DAEHN Sindhu
GALFETTI Fabio
GATTI Francisco
MAIER James
MEIER Christian
MERCADANTE Matthias
RENNER Yannick
ROFFI Gioele
STOJKOVSKI Aleksandar
ME
Maturità additiva (elettronici)
MI
Maturità additiva (informatici)
MQ
Maturità - Corso per professionisti qualificati
OE
Operatori di edifici e infrastrutture AFC
OEfe
Aiuto operatori di edifici e infrastrutture
OP
Operatori per la pulizia ordinaria e manutentiva AFC
OPb
Operatori per la pulizia ordinaria e manutentiva CFP
P
Parrucchieri AFC
MI4 (PISSOGLIO Tatiana)
BERISHA Elvir
BERTOCCHI Fabio
DE CARLO Andrea
DELL'AMBROGIO Siro
FORGIA Paolo
FUMAGALLI Alberto
FURGER Nino
MARTINOLI Bruno
ORIET Sacha
SUIRA Andrea
VANONI Davide
ZAMBELLO Luca
Pb
Parrucchieri CFP
Rb
Addetti alla tecnica della costruzione CFP
(riscaldamenti)
Rr
Installatori di riscaldamenti AFC
Rs
Installatori di riscaldamenti AFC (supplementare)
S
Installatori d’impianti sanitari AFC
Sb
Addetti alla tecnica della costruzione CFP (sanitari)
Ss
Installatori d’impianti sanitari AFC (supplementare)
SPAI
Locarno
Allievi, docenti e collaboratori
122
OE2 (CASARTELLI Paolo)
DARANI Simone
EBNETER Martino
FRIGERIO Ivano
GRASSI Roberto
MARTINETTI Kevin
PINTO FERNANDES
Patrick Josè
SPILLER David
VADURRO Davide
ZUDDAS Manuel
OE2fe (CASARTELLI Paolo)
GRASSI Yannick
OE3 (FERTILE Michelangelo)
AFFOLTER Sebastian
BERHE Samuele
BULLONI Filippo
CATENAZZI Oliver
DE ALMEIDA MONTEIRO
João Pedro
FERRARI Emmanuel
FERRARI Federico Angelo
FILIPPONI Marzio
FOLATELLI Sergio
GUGLIELMELLI Luca Luigi
LOPES MARQUES Fabio Luis
MAZZA Igor
MESQUITA MARQUES Emanuel
PANZERA Gregorio
RIBECCA Paolo
SCHÄRER Elia
SIMEUNOVIC Aleksandar
TEIXEIRA MOTA Fabiano
ZELE Kevin
OP1 (DE VITO Vito)
CAIMI Luigi
DI DOMENICO Nicolò
DORIA Tanya
GAMBINO LOPEZ Ruben
MORCIANO Enrico
MUJKANOVIC Dzana
OP2 (DE VITO Vito)
PETROV Vladimir
OP3 (DE VITO Vito)
BARBIERI Raffaele
BORGES DA SILVA Jeanette
CALITRI Jonathan
DIAS OLIVEIRA FANECO
Marcos Evandro
JOVIC Bosko
LAGE PINTO Sibelle Cristina
MURCIANO Giuseppe
PASCARETTA Valentina
OPb1 (MARCOLLO Roberto)
REGAZZONI Lorenzo
SPAI
Locarno
P1a (DEL FIORE Lucia)
BALLIANA Sara
CAMPORATI Francesco
CASTROVILLARI Aurelia
CRUDELE Ivan
DE VITTORI Nicole
DECRISTOPHORIS Irina
GONÇALVES SILVA Ana Rita
GROTTO Giulia
IMERAJ Eleonora
LEONI Debora
MACHADO RODRIGUES Miriam
ORITI Chiara
SCOPELLITI Lisa
P1b (DEL FIORE Lucia)
ALVES CANAVARRO Valentina
ANGIOI Igor
CIOLARO Anthony
CRON Linda
FERRARI Silvia
LIBERA Sherin Rosa
MARIC Ivana
MICO' Vanessa
PELIZZARI Lisa
ROOD Merel Isabelle
ROSSI Michela
ROVELLI Mattia
SALASSA Dalila
STUTZ Jasmine
TALARICO Luisa
P1c (DEL FIORE Lucia)
ALBANESE Mara
BUONVICINO Maria Assunta
CANALI Jessica
CAPPELLI Kilian
DI NUZZO Michela
GILGEN Laura
GLASSIANI Serena
GUERRA Soraya
MALANDRINI BONETTI Nathalie
MANCINA Gabriele
MORBINI Jean
NEAMAT Shukria
NESSI Martina
OSMAN Jamila
RENDA Giada
RODRIGUES DOS SANTOS Laura
SPAGGIARI Vanessa
P2a (FONTANA Delio)
ANDONOVA Klaudia
BRNIC Katarina
BRUSATI Gemma
CRUAU Céline
GIGLIO Daniela
IPPOLITO Emanuele
MARGAGLIOTTI Natascia
MASCIANGELO Sarah
RAMACCIOTTI Giorgio
SPARAGO Veronica
P2b (FONTANA Delio)
ALBERTI Lorena
ARNOLD Anna-Lissa
BARELLI Veronica
BARONE Amalia
BONAVENTURA Laura
CACCIALANZA Cristina
CASTELLANI Alice
DIANA Irene
FIANO Sheila
FONTANA Michelle
HUBLIC Amra
MALESHAJ Marsida
PJEVCEVIC Dajana
RAUSA Stefania
SCHOCH Joana
SILVA Marcos Henrique
STEFANINI Arianna
VERDUCI Giuseppina
ZENELAJ Drenushe
P3a (FONTANA Delio)
ARNOLD Marika
BIANCO Debora
CHANTON Andreia
DE BARTOLOMEI Alice
FAVERO Olivia
FERRARIS Franco
FERRI Alessia
GENERELLI Giulia
IASIELLO Martina
KRASNIQI Eleonora
LAZAREVIC Ivica
MAFFIOLI Viviane
MANISCALCO Ilaria
MARAZZI Liala
MORAD Philip
QUINTANA JARAMILLO Mateo
SMILJKOVIC Dragana
VELASCO ORTIZ Karen Dayana
P3b (FONTANA Delio)
CALIÒ Jamica
FONTI Chiara
GAVRANI Merilin
GRIECO Jessica
GUZZO Vanessa
MAIONE Chiara
NICOLAO Samanta
PFIFFNER Joy
POPOVIC Daniel
RUSCA Carolina
SALIJAJ Valdete
SCHENINI Martina
SCHIPANI Giusi
SINACORI Alexia
SOZZONI Eleonora
SPARTANO Annalisa
SULMONI Marco
TOKMAK Yasemin
TOSCANO Vanessa
ZEHNDER Nicole
Allievi, docenti e collaboratori
Pb1 (GIOVANETTINA Graziella)
AIELLO Victoria
GUERRERO Nayma
KAMERAJ Mona
LIOI Kevin
RENZ Cèline
SILVA ALVES Marilda Raquel
CARNEIRO DE ALMEIDA
Agostinho Miguel
DE LA CRUZ Jory Mayo
GIGIC Mladen
MASPOLI Adriele
RISERBATO Stefano
SANZONE Roberto
Pb2 (GIOVANETTINA Graziella)
BENINCASA Paola
CARIO Martina
CARPANA Trajanka
WEBER Audrey
Rs2 (TENORE Costantino)
BARTOLI Kevin
BUETTI Manuele
CONFORTI FIGUEREO Gabriele
CONTESSI Edoardo
CRIVARO Stefano
FERNANDES COSTA Michel
FRANCAVILLA Kevin
GATTO Simone
RASTEGORAC Daniele
RIVA Jan
SCERPELLA Patrizio
SERGIO Luca
Rb1 (MARCOLLO Roberto)
CAPRA Lorenzo
CHIARELLI Mirko
FEDELE Bettino Benedetto
HOSSEINI Zaman
Rb2 (MARCOLLO Roberto)
CASTELLUCCIO Davide
COLLOVÀ Andrea
MOHAMADY Dawood
SCHNEIDER Ruben
Rr1 (RUSCA Chantal)
ANTUNOVIC Kristian
CATTANEO Mirko
DE MARCO Alessandro
FAVINI Simone
MACAGNINO Vito
MARZULLO Luca
PASTORELLI Ethan
PEDRINI Enea
PORRO Simone
POZZA Jaison
REXHAJ Vullnet
ROBBIANI Matteo
ROSSI Alessandro
TEDESCO Antonio
VALSANGIACOMO Alessio
VITACCA Marco
Rr2 (RUSCA Chantal)
AZIMI Mohammad Hossein
CARACCIO Alessandro
DELL'ERA Angelo
FUMASOLI Elia
GIOVINCO Baldassare
LANFRANCONI Yuri
PEREGO Daniel
PESSINA Davide
SORRENTI Matia Alessandro
TOGNELLA Marco
VESELI Mustaf
Rr3 (RUSCA Chantal)
ALI ZEID Nassim
BIEMMI Giorgio
BORDOLI Stefano
BUZZINI David
CAMPOLONGO Ciro Angelo
Rs3 (TENORE Costantino)
AFFI-FELLA Daniele
ANARETTI Giovanni
ARGENTI Patrick
CORTI Alessandro
CRAMERI Brenno
DE CARVALHO CANDEIAS
Joao Miguel
FEMMINIS Marco
GADONI Yannick
GOTTI Johnny
GUARINO Matteo
IRDE Daniele
KERELLAJ Artmir
LURATI Andrea
MARTINENGHI Marzio
MAZZUCCHI Davide
MURARO Andrea Luca
OLIVEIRA DA SILVA
Antonio Miguel
OTERO Esteban
TURRISI Danny
S1a (GIUNTA Aldo)
ALEKSIC Danilo
BACHMANN Uditore Giulio
BARCELLA Andrea
BECCIU Valentino
DECRISTOPHORIS Devis
DOS SANTOS SOUSA
Brandon Carlos
GOTTRAUX Tristan
GROSSETTI Samuele
MAIDA Mauro
MAURO Alex
SCHEGGIA Claudio
TROVATO Matteo
VAGHI Philipe
VESELI Behxhet
ZULIAN Isaac
S1b (GIUNTA Aldo)
AZEMI Mirsad
GORLA Nicola
MANFRINI Lorenzo
MARETTI Michele
PANELLA Fabio
PEDEMONTE Luca
PEDROIA Floriano
PINTO FERREIRA Gabriel
PROMUTICO Florian
RIZZI Giacomo
ROSSI Ivan
SADIKU Simone
SCHNEIDER Kevin
TALAJ Gani
VASSENA Gianluca
ZANCHI Diego
S1c (GIUNTA Aldo)
CAPOCCIA Antonio Thomas
CASALINI Giacomo
COLANGELO Alphonse-Luca
FREDRIKSSON
Alessandro Luca
GORGIEV Hristian
GUIDO Simone
MAHMOUD MOHAMED ALY
Khaled
MELLERIO Alessandro
NEY SOUZA PAIS Nicolas
PIFFERINI Dylan
RAJKOVACIC Marko
SALLEMI Luca
SENJIC Ivo
SHAQIRI Arad
TERZI Aaron
TRENTA Joel
WEBER Gilles
S2a (TORRIANI Paola)
AMBROSONE Marco
BUTTI Alessio
CASTALDO Alessandro
CERAVOLO Andrea
CORVAGLIA Walter
EBIBI Ibrahim
FIGUEIREDO NOGUEIRA DE SÁ
Joao André
GALATI Pasquale
GHIRMATSIEN Merhawi
HAUPTMANN Christian
ROSSI Damian
STOJANOV Nikola
S2b (AMBROSINI Sara)
BUTTI Moris
GALFANO Alessandro
GHEZZI Ivan Domenico
LEANZA MANTEGNA Luca
MASCARO Ivan
MAZZITELLI Simone
NAZARY Mahmad Younos
PATISSO Marco
PIFFERO Andrea
SALA Simone
SCHINAIA Davide
SCICCHITANO Vincenzo
TERRACCIANO DI GENNARO
Roberto
VERSHEFCI Fisnik
S3a (PAROLINI Giorgio)
ALBERTI Daniele
ALGERI Bryan
BALCONI Christian
BETTAGNO Iacopo
CONFEGGI Matteo
D'ANNA Cristian
DEDOLA Giancarlo
EVANGELISTA Davide
FICARRA Manuel Vittorio
FIORILLO Daniele
GENAZZI Enea
MANCIAVILLANO Davide
MANFREDA Saverio
MIRANTE Luca
TOBLER Simone
VALDEZ PICHARDO Giancarlos
123
Ss2 (PAROLINI Giorgio)
CASTELLI Simone
DEL DUCA Luciano
FELDER Christian
MOLIN-PRADEL Joël
PALERMO Luca
REN Stefano
ROMANELLI Stefano
TERRIBILINI Steve Giuseppe
VESCIO Vittorio
Ss3 (PAROLINI Giorgio)
MONGA Andrea
S3b (PAROLINI Giorgio)
BOTTINELLI Patrick
CAPOFERRI Andrea
GOBBA Emanuele
KOLEV Spaso
KRIESI Marco
MADASCHI Alessio
MENCACCI Gioele
MUSTAFÀ Albijan
RIZZO Davide
SCHÄRER Nadir
SEMERARO David
TROVATO Simone
TRUPINA Ivan
VALDEZ LIZARDO Luis Rosario
WOLF Matteo
ZAMPIROLLI Edoardo
S3c (TERRIBILINI Matteo)
BAJAS Giuliano
DIMITROV Marjan
DUCIC Kristian
FIBBIOLI Athos
GALISE Angelo
GASHI Mirlind
KULPINARI Ozguer
PALETTA Daniele
SAVINI Samuele
SOLDATI Nicola
SPAGNUOLO Marco
VARÌ Domenico
Sb1 (MARCOLLO Roberto)
ANDREOLI Dylan Layton
COSTA Anthony
SPAI
Locarno
Allievi, docenti e collaboratori
124
Direzione
BÖHNYDavide coll. di direzione
CANDOLFIMichel vicedirettore
CHIAPPAFabio coll. di direzione
ZANINETTI Claudiodirettore
Docenti
AMBROSINISara
ANDREOLIAndrea
ANNECCHIARICOAngelo
BAGNOVINIFabienne
BALESTRAPaolo
BANCHINIVera
BARUDONIGianni
BESOMIBelinda
BIZZARRIClaudio
BÖHNYDavide
BOMIO-PACCIORINISilvio
BROGGINIMauro
BUONOAntonello
CADRA FORNERA
Tamara
CANDOLFIMichel
CARATTIFillippo
CASARTELLIPaolo
CASTELLICurzio
CHIAPPAFabio
CICEKGabriele
COLLOCAFlavio
CONDOLFClaudio
CONSOLIMauro
CRIVELLIMichel
DE BORTOLI
Simone
DE VITO
Vito
DEL FIORE MIRIZZI
Lucia
DELLAMONICAAndrea
DELL'AVORossano
DI MILLO
Floriana
ESPOSITO-CORNELIORonny
EUROMauro
FERTILEMichelangelo
FONTANA
Delio Maurizio
FORNERAPatrick
GHIGGIAthos
GIANOTTINicola
GIOVANETTINAGraziella
GIUGNITania
GIUNTAAldo
GRISONIMarzio
GUIDOLINMassimiliano
IVANCEVWladislaw
JELMORINIStefano
KRÄHENBÜHLDavide
LANDONIFranco
MALAGUERRAFiorenzo
MARCOLLORoberto
MENOZZIFranco
MONOTTIGiovanni
Mediazione
Amministrazione Portineria
BROGGINI Mauro
ZERBOLA Katia
D'AMBROGIO Mattia, stagiaire
FISCALINI Elena, stagiaire
INVERNIZZI Andrea, stagiaire
pini Gilda, stagiaire
TOGNI Raffaella, segretaria
TORTI Noemi, ausiliaria
Altre
Persone
collaboratrici
in formazione
AKAI Birsen
ANTIC Milka
GATTO VASSALLI Anna
JAKOVA Violeta
JOVANOVA Marjia
LEUCCI Lucia
MARIC TADIC Ruza
SKODROVA Sofka
FURGER Nino
apprendista informatico
OMINI Diego
apprendista informatico
SALMINA Elia
apprendista informatico
SPAI
Locarno
MOTTISGerry
PAGANIGiovanni
PALLILorenza
PAROLINIGiorgio
PEDUZZILuca
PISSOGLIOTatiana
RANZONITatiana
RUSCAChantal
RUSCONI-TONDILucia
SALVADÈGianluca
SARTORIMassimo
SCASCIGHINILorenzo
SCIULLIDomenico
SCOLARIRaffaele
STEFANICKILudovic
TENORECostantino
TERRIBILINIMatteo
TORRIANIPaola
ZANINETTIClaudio
ZANINETTIDanila
ZERBOLAKatia
ZERBOLARoberto
ZOLLINGERBeat
e stamperia
BRESCIANI Marco
ZIRUDDU Roberto
Mediateca
TOGNI Paolo