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Anno XII - n.27 - 13 luglio 2016
Völkl SuperG V1 Pro
La potenza morbida
Un concentrato di tecnologia
tedesca per picchiare con comfort
Pag.26
Andy e Serena: vittorie di classe
Murray e Williams
incidono di nuovo
il loro nome a
Wimbledon
Pag.4 e 10
Storia di Sam Querrey
Il distruttore di Slam
Chi è il gigante di San Francisco
che ha infranto il sogno di Djokovic
Pag.8
Anche a Gaibledon,
Italia, vince Serena
Serena Fini ha trionfato nel Super
Slam su erba targato Fit-Tpra
Pag.22
Italia-Argentina:
così la Davis in TV
Da venerdì a domenica dirette
e commenti del big match a Pesaro
Pag.16
GLI ALTRI CONTENUTI
Prima pagina: Quelli che... migliorano Pag.3
Batch-point: E io pago... Pag. 6 - Wimbledon Junior
Pag.12 - I numeri della settimana Pag.14 - Terza pagina:
José Luis Clerc Pag.18 - Ibi17: Biglietteria aperta Pag.20
Giovani: sognando Ivanisevic Pag.21 - Paddle: Campioni
con metodo Pag.24 - Personal Coach: occhio ai servizibomba... Pag.25 - La regola del gioco Pag.28
prima pagina
Quelli che... migliorano
di Enzo Anderloni – Foto Getty Images
R
oma come Wimbledon, il vincitore è lo stesso: Sir Andrew
Barron Murray, per gli amici
Andy. L’unico reale competitor di Novak Djokovic per i titoli che
contano ma soprattutto per quello
che è l’unico grande traguardo che
manca allo scozzese: lo scettro di
n.1 del mondo. Perché come tutti i
grandi campioni lui è così: non si
ferma, non si accontenta, vuole migliorare sempre e raggiunto un traguardo punta a quello successivo,
più alto, più impegnativo, che magari sembra impossibile.
Murray ha riportato nel Regno Unito
il titolo dei Championships (ora raddoppiato) che mancava dagli Anni
’30. Ha conquistato la medaglia d’oro
olimpica facendo onore così al ruolo
di ospitante dei Giochi a Londra quattro anni fa. Poi ha voluto la Coppa Davis (anche quella mancante da oltre
70 anni), ed è andato a prendersela insieme al fratello Jamie, valente doppista. A quel punto ha lanciato la sfida a
Novak Djokovic, dominatore unico e
indiscutibile dell’attuale universo tennistico. Ci ha perso in finale agli Open
d’Australia, poi ha voluto provare a
batterlo sulla terra battuta, la superficie sulla quale era sempre sembrato
meno adatto. Sconfitto con lotta in
finale a Madrid, l’aveva spuntata con
una grande prestazione a Roma. Poi
di nuovo sotto al Roland Garros, combattendo. A Wimbledon era pronto a
ribaltare i ruoli di nuovo, come aveva
fatto sul centrale del Foro Italico. Ma
Djokovic ha dato buca all’appuntamento con l’ennesima finale faccia a
faccia: è crollato prima.
Così Murray in finale ha trovato un
altro fissato come lui con il miglioramento quotidiano, i traguardi da raggiungere: il 25enne canadese Milos
Raonic che sulla strada aveva rimontato due set al talento belga Goffin,
DIRETTORE
Angelo Binaghi
COMITATO DI DIREZIONE
Angelo Binaghi, Giovanni Milan,
Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini,
Massimo Verdina
DIRETTORE RESPONSABILE
Enzo Anderloni
messo sotto il giustiziere di Djokovic
Sam Querrey e combattuto 5 set per
avere la meglio su un Federer “con la
schiena dritta”, cioè a posto, vincitore
della partita più bella vista quest’anno a Wimbledon, il suo quarto di finale contro il croato Marin Cilic (due set
rimontati, tre match-point annullati,
alcune giocate da brivido caldo, come
solo Roger sa e può).
Per battere questo Raonic, contro il
quale era stato sotto di un set nella finale del Queen’s Club 20 giorni prima,
Murray ha dovuto studiare insieme a
Ivan Lendl e al suo team una tattica
controffensiva rigorosa e metterla in
pratica alla perfezione. Perché dall’altro lato del campo il lavoro di perfezionamento tecnico-tattico di Riccardo Piatti e Carlos Moya, con l’innesto
sull’erba del genio offensivo di John
McEnroe, aveva preparato il canadese
a un tennis sempre proiettato a rete
(alla fine saranno 68 le discese, con
47 punti raccolti), cosa che nessuno
COORDINAMENTO REDAZIONALE
Angelo Mancuso
SUPER TENNIS TEAM
Antonio Costantini (foto editor),
Amanda Lanari, Annamaria Pedani
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Costantini, Angelo Tonelli
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Giovanni Di Natale, Max Fogazzi,
Andrea Nizzero, Gabriele Riva,
Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto,
Piero Valesio
A CURA DI
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Via Cesena, 58 - 00182 Roma
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3
sembrava poter più fare. Nemmeno
Federer così sistematicamente. Raonic
è molto migliorato. Ma domenica non
aveva ancora l’esperienza e la sicurezza nei colpi al volo necessaria per
strappare il trofeo di Wimbledon a un
campione come Murray, che con umiltà e rabbia gli ha piazzato la palla sulle stringhe ogni volta che lo ha visto
avvicinarsi al net, invece di rischiare
subito il passante. Murray ha capito
che ormai Raonic gli è molto molto
vicino. Vincere è stata un’impresa che
lo ha impegnato allo stremo, fino alle
liberatorie lacrime finali. Non a caso,
evento senza precedenti, si è complimentato sul campo con John, Riccardo, Carlos e il preparatore fisico e il
fisioterapista, tutti gli uomini del team del suo avversario. Sa bene come è
difficile e duro migliorare. E ha rispetto e stima di quelli che come lui si impegnano tutti i giorni per farlo, consapevole che è il percorso tipico dei n.1.
Djokovic, in vacanza, è avvertito.
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pubblicati, non si restituiscono.
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wimbledon
Perché adesso Murray
è davvero felice
La vittoria di due anni fa era carica di tensione, con il fantasma di Fred
Perry e il peso di una nazione intera sulle spalle. “Questa volta è diverso.
E sono più orgoglioso di me”. Intanto Raonic cresce, e Federer recrimina...
Andy Murray,
29 anni, nato
a Dunblane
(in Scozia),
ha vinto il suo 2°
titolo a Wimbledon
dopo quello del 2013
da
Londra, Francesca Paoletti
Getty Images
Andy Murray è così... sanguigno,
scozzese. Il sapore di un trionfo a
Wimbledon lo conosceva già; tre anni
fa aveva fatto vibrare un intero popolo, aveva riportato indietro di oltre
70 anni le lancette dell’orologio, lassù da qualche parte aveva strappato
un sorriso a Fred Perry. Ma quella vittoria non lo aveva riempito.
foto
G
uardi Andy Murray e pensi
‘dove è finito il self control
tipico di questo popolo?’.
L’aplomb che definisce da
sempre i confini dell’isola britannica? Andy parla di continuo, ha reazioni isteriche, un ricco vocabolario
di parolacce, si dimena, si emoziona e alla fine si scioglie in un accorato pianto.
Guardi Andy Murray e pensi che la
“scissione” dell’isola britannica in
realtà negli animi di qualcuno c’è
sempre stata, ben prima dell’avvento
della Brexit.
“Orgoglioso di me stesso”
Questa volta, tre anni e tante brucianti sconfitte dopo, Andy può finalmente sentire il sapore genuino
del trionfo. Questa volta Andy è felice: “Adesso lo sono molto di più ha detto al termine della bella finale
con Milos Raonic vinta con lo sco-
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wimbledon
re di 6-4 7-6 7-6 -. Nel 2013 sentivo
la pressione di un intero paese, la
voglia di veder vincere un tennista
britannico dopo così tanti anni era
diventata una missione, una ossessione. Alla fine mi sentii sollevato,
questa volta invece sono felice per
me stesso e per le persone che mi
sono accanto, sono orgoglioso di esserci riuscito”.
Con un Rafael Nadal ai box per infortunio, un Roger Federer commovente
ma non abbastanza in forma da arrivare al gran finale e, soprattutto, con
un Novak Djokovic rispedito a casa
anzitempo a sorpresa da Sam Querrey, tutti aspettavano lui. Dopo aver
fallito in Australia e al Roland Garros, alla terza finale Slam stagionale
e all’undicesima in carriera, Murray
non poteva fallire. Sull’erba amica e
contro il novizio Milos per una volta ha vestito i panni del favorito. Ad
accompagnarlo in questo secondo
passo nella leggenda c’erano reali,
politici, attori, cantanti, tre quarti di
nobiltà del tennis... e c’era lui.
La mascella di Lendl
Di nuovo lui, esattamente come tre
anni prima. Ivan Lendl ha la mascella
serrata esattamente come negli Anni
Non solo servizio:
Milos Raonic, 26 anni, nato a
Podgorica (Montenegro)
ma emigrato in Canada
a soli 3 anni, a Wimbledon
ha mostrato evidenti segnali
di crescita e una buona
propensione al gioco di volo
‘80, non chiedetegli un sorriso o una
parola più del necessario, ma evidentemente sa toccare le corde dello scozzese come nessun altro. L’alchimia tra i due non è evaporata nei
mesi della lontananza: “È un leader
- Murray lo descrive così - una persona onesta che dice sempre quello che
pensa. Con lui al mio fianco ho giocato il miglior tennis della mia vita”.
Poche parole, efficaci. Sotto la visiera
Murray ha fatto passare i fantasmi
delle otto finali Slam perse nel corso
della sua carriera, ha raccolto i pensieri, ha trasformato la pressione in
stimoli, le emozioni in colpi vincenti.
Fino al trionfo e al tenerissimo pianto liberatorio. Padrone di casa impeccabile nel discorso di fine match,
quando ha voluto ringraziare uno
per uno i membri dello staff del suo
avversario e spento con una battuta
gli imbarazzanti ‘buuu’ del pubblico
al primo ministro David Cameron.
Federer-Raonic da ricordare
Ma dove va il tennis di domani?
Potete girarci attorno finché vi pare. Ma la partita di Wimbledon che è destinata (forse
l’unica) a conquistare un posticino dignitoso nella memoria di chi ama il tennis è stata
la semifinale fra Roger Federer e Milos Raonic. Quella cioè che avrebbe dovuto spalancare al Grande Svizzero le porte della finale con tutte le possibilità che ben sappiamo;
e che invece ha indirizzato la storia del tennis in un’altra direzione. L’era di Federer sta
volgendo al termine, anche se “un giorno ma non ancora”, come direbbe il nubiano che
chiude Il Gladiatore.
Che dite? Che ci si potrebbe portare dietro anche il quarto fra lo Svizzero e Cilic? Giusto. Ma siamo sempre fermi allo stesso punto: una nuova era è ancora di là da venire. E
all’orizzonte non si vedono segnali di rivoluzione. In assenza di Djokovic e Nadal (uno
prematuramente tornato a casa e l’altro che da casa non si è mai mosso) e con Roger alle
prese col fluire del tempo di cui sopra, ha vinto il quarto del gruppo. Il buon Raonic che
pure da anni prosegue il suo cammino palesando segni chiari di miglioramento, quando
si è trattato di superare la prova d’esame si è arreso senza colpo ferire o poco più. Non
c’è ancora un ricambio generazionale capace di assicurare al tennis quella capacità di
produrre storie che poi costituiscono la polpa del nostro sport.
E certo le ragazze non stanno meglio visto che le Williams hanno vinto sia in singolo sia
in doppio e il tennis femminile è completamente identificato con loro. A parte il Caso con
la “c” maiuscola che decide chi debba ergersi al ruolo di genio e dove debba nascere, non
sarebbe forse il caso che un’intera generazione di maestri, aspiranti tali, coach, manager,
genitori e amici, reciti una sorta di mea culpa per avere accettato, nel corso degli anni,
facendolo diventare un dogma, il concetto che la potenza in tutte le sue declinazioni sia
l’elemento fondante del tennis contemporaneo? Che solo il tirare-più-forte sia ciò che
conta e che pregevolezze varie siano da lasciare a chi è stato unto dai Signori dell’Olimpo
tennistico? Non è che forse, nel corso degli anni, chi invocava una limitazione della potenza
aveva ragione? Ora non ci resta che sperare che quegli stessi Signori abbiano in serbo una
qualche sorpresa per noi e non si siano sdegnosamente girati dall’altra parte.
Piero Valesio
5
wimbledon
Subito dopo la finale Andy Murray ha incontrato il principe William e la moglie Kate, poi un bagno di folla per il Re... d’Inghilterra
Un canadese a Church Road
‘Gracious in defeat’ amano dire a
Church Road. Milos Raonic è stato lo
straordinario comprimario di questo
Wimbledon 2016. Il Canada lo coccola
da quando lo ha visto per la prima volta con una racchetta in mano; il ‘bambinone d’oro’ con la faccia da bravo ragazzo, i modi educati e i capelli sempre
impeccabili.
Ma ora Milos è cresciuto, qualcosa è
cambiato: alla potenza e al servizio
devastante ha accostato tocco e tattica. Ha meritato il palcoscenico di una
finale Slam, il primo canadese (uomo)
della storia a riuscirvi, il primo nato
negli Anni ‘90. Ha saputo soffrire negli
ottavi con David Goffin, ha mostrato
maturità in semifinale contro Roger Federer e, malgrado il ‘Murray-day’ della
domenica conclusiva, ha giocato una
Lo staff tecnico di Milos Raonic durante
la finale a Wimbledon: da sinistra,
Riccardo Piatti, Carlos Moya (seduto)
e il preparatore fisico Dalibor Sirola
finale di spessore. Milos è un ragazzo
ambizioso e il lavoro non lo spaventa,
il trio Piatti-Moya-McEnroe nel suo box
lo testimonia. Al suo torneo diamo un
bel 30 e lode, il bacio accademico è solo rimandato alla prossima occasione.
Il dono di Federer
Lo abbiamo visto cadere rovinosamente in terra; lo abbiamo visto salutare
il pubblico con una luce diversa negli
occhi. Roger Federer è ancora di gran
lunga il più amato, malgrado il passare degli anni, malgrado il numero delle
sconfitte cominci a doppiarsi. Quando
scende in campo lui l’ammirazione offusca la razionalità; tutti gli chiedono
nuove vittorie, nuovi Slam ma dopo
il lungo stop in pochi avrebbero puntato su una sua semifinale. La vittoria
da brividi su Marin Cilic, una delle più
belle partite del torneo, è il dono che
lo svizzero ha lasciato ai suoi fan per
questo Wimbledon 2016.
batch-point
E io pago...
Sabato sera la Nazionale di basket, forte dei suoi celebratissimi assi dell’Nba, ha visto sfumare
nei tempi supplementari l’ammissione alle Olimpiadi di Rio, battuta da una squadra, la Croazia,
che pochi giorni prima aveva agevolmente sconfitto nel girone di qualificazione.
Mentre faticava a metabolizzare la rabbia dopo aver assistito in diretta alla beffa grazie al suo
abbonamento a SKY, al vecchio Batch è improvvisamente venuto in mente che, guarda un po’, è
ormai da qualche tempo che lo sport a pagamento gli sta regalando amarezze del genere. Naturalmente Batch non fa alcun riferimento alla sua squadra del cuore, la Lazio, al virus delle cui
amarezze è ormai immune da decenni, da prima cioè sia di Tele+ che di Stream che di Sky. Ma ci
sono la Ferrari che da quando è su Sky vince una corsa ogni morte di Papa. E c’è Valentino Rossi
che viene messo in mezzo dagli spagnoli quando ha ormai il titolo in tasca o, storia recentissima,
che casca come un pivello quando è in testa.
Poi a Batch viene in mente pure che i due sport di squadra che a Rio manderanno sia la Nazionale maschile che quella femminile, Pallavolo e Pallanuoto, sono regolarmente trasmessi in
chiaro dalla Rai, che ha anche i diritti delle due discipline individuali in cui gli italiani sono più
forti, la Scherma e il Nuoto. E si ricorda che, per restare a noi, cioè al Tennis, i grandi trionfi di
questi anni sono tutti stati visibili in chiaro agli Italiani che un abbonamento a Sky non possono
permetterselo: gli Slam della Schiavone e della Pennetta uno sulla Rai e uno su DeeJay (canale
9 del telecomando), i successi in Fed Cup su SuperTennis.
Come dice, direttore? Che quando uno è amareggiato non riesce a ragionare bene e che è meglio
se Batch, oltre alla televisione, spegne il computer e smette subito di scriv…
Batch
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ALTEZZA DELLA PALLA
DOPO IL RIMBALZO:
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focus
Sam, l’anti-Slam
In carriera Querrey ha battuto 13 Top 10, ha vinto 8 titoli Atp e guadagnato
oltre 7 milioni di dollari in montepremi. Eppure è l’anti-eroe americano
che verrà ricordato per aver impedito a Djokovic di fare il Grande Slam
di
Alessandro Nizegorodcew
Getty Images
foto
S
am Querrey come Roberta Vinci. Due imprese che
hanno scosso il mondo del
tennis, spegnendo il sogno
del Grand Slam a Novak Djokovic
e Serena Williams. A Wimbledon
Querrey ha disputato un match
perfetto, sorprendendo il numero
uno del mondo in quattro set. “Zio
Sam” è un tennista troppo spesso
sottovalutato, il classico anti-eroe,
che in carriera vanta però ben 8 titoli Atp e 13 vittorie contro Top 10.
Samurai Sam - Sam Querrey nasce a San Francisco, California, il
7 ottobre del 1987. Inizia a giocare
a tennis all’età di 4 anni e i primi
successi giungono al liceo, quando per gli amici della Thousand
Oaks High School diventa “Samurai
Sam”. La University of South California gli offre una borsa di studio,
ma Querrey rifiuta e, su consiglio
di papà Mike, si lancia nella carriera da professionista. “Credo che
mio padre mi abbia spinto verso
il circuito Atp per non farmi commettere il suo stesso errore”, ha
ripetuto più volte lo statunitense.
Papà Mike nel 1979 fu scelto al
quinto giro del draft MLB dai Detroit Tigers, ma preferì rinunciare
alla carriera professionistica nel
baseball accettando l’offerta della
University of Arizona. Sam vince
il suo primo titolo Atp a 20 anni
a Las Vegas e, immediatamente, i
media statunitensi lo definiscono “il nuovo Roddick”. Un epiteto
che pesa, un paragone che manda
in crisi Querrey. Nonostante ciò, il
lungagnone californiano conquista
ben 8 titoli Atp, l’ultimo dei quali
a Delray Beach nel 2016, raggiunge
nel 2011 il best ranking di n.17 al
mondo e vanta un prize money da
7 milioni di dollari.
Quasi 2 metri,
è n.29 Atp
Nome: Sam Querrey
Nato a: San Francisco
Il: 7 ottobre 1987
Altezza: 198 cm, peso: 95 kg.
Coach: Craig Boynton
Ranking: n.29 Atp
Best ranking: 17 Atp
(31 gennaio 2011)
Titoli Atp: 8. Top 10 battuti: 13
Anti-eroe - Eppure, forse per il suo
essere anti-eroe e così poco personaggio, Querrey è sempre stato
snobbato dagli addetti ai lavori. Servizio devastante, diritto pesante e
potente, rovescio bimane a corrente
alternata, Zio Sam è un tennista molto complicato da affrontare, in particolar modo su superfici rapide. A
Londra, grazie al successo su Novak
Djokovic, il californiano ha realizzato la tredicesima vittoria in carriera contro un Top-10, dimostrando,
soprattutto sul veloce, di essere un
giocatore di grande affidamento, che
a fine anno chiuderà per la decima
stagione di fila tra i Top 100 Atp.
Nonostante i risultati e le vittorie di
prestigio, Sam Querrey avrebbe corso il rischio di finire, una volta terminata la carriera, nel dimenticatoio
tennistico. La vittoria sul numero 1
del mondo gli permetterà invece di
essere ricordato, per sempre, come
colui che ha negato il Grande Slam a
Novak Djokovic.
Cuore solitario da reality show
Sam Querrey è balzato agli onori della cronaca anche per motivi extra-tennistici. Lo statunitense, in un periodo di crisi sentimentale dopo la fine di una lunga storia d’amore, ha partecipato nel 2015 al reality show americano ‘The Millionaire Matchmaker’, in cui di fronte
alle telecamere i single cercano l’anima gemella. “Ho pensato che sarebbe stato divertente
- dichiarò Querrey al sito Atp -, ne ho parlato con alcune persone fidate e poi ho deciso di buttarmi”. A Wimbledon Querrey si è presentato con tutta la famiglia, fidanzata (non conosciuta
in un reality show) compresa. (al.ni.)
8
wimbledon
22 volte grande
Non solo per i titoli Slam, che a Londra hanno raggiunto quota Steffi
Graf. Ma anche perché Serena Williams ha imparato dalle sconfitte oltre
che dalle vittorie: “Io la più grande? Mi spiace, non voglio entrarci...”
da
Londra, Francesca Paoletti
Getty Images
foto
L
e 15.36 di un sabato pomeriggio qualsiasi. Un tuffo spontaneo e liberatorio nella sacra
erba del campo centrale più
famoso del tennis. Il doppio segno
di vittoria... che nel suo caso vuol
dire anche 22, vuol dire ‘guardatemi, sono leggenda’. Alle 15.36 di un
sabato pomeriggio qualsiasi Serena
Williams ha scritto un nuovo capitolo della storia del tennis femminile
moderno. Chi ama i numeri e le statistiche applicate allo sport ha avuto il suo bel da fare con la vittoria
della statunitense a Church Road: 22
titoli dello Slam e 7 piatti ai Championships, come Steffi Graf, e una
nuova grande e appassionante rivalità con Angelique Kerber. La Germania di ieri, la Germania di oggi... e in
mezzo lei.
La pantera e la tigre
In Angelique Kerber Serena ha trovato una avversaria ammirevole, complicata, a suo modo stimolante; una
tigre dai denti affilatissimi che, complici quei particolari colpi mancini,
ti costringe sempre a dare il 100%.
Serena è stata inavvicinabile per
tutto il torneo, come una pantera affamata ha lasciato la miseria di 37
game alle avversarie (e soffrendo di
fatto solo nel secondo turno contro
la connazionale McHale).
Ha attraversato il lungo corridoio
concesso solo alle finaliste con lo
sguardo di chi ha dovuto superare
una tempesta per essere di nuovo lì,
con la musica a tutto volume nelle
orecchie per coprire il frastuono che
genera il dubbio. La finale, bella e
appassionante, si sarebbe anche arricchita di un terzo set o di sorprese ‘australian-style’ se Serena non si
fosse presentata in campo con quel
piglio: perfetta al servizio, quasi alla risposta, pronta a fare sempre la
cosa giusta al momento giusto. Ha
concesso una sola vera grande occasione alla tedesca, e l’ha spazzata via da un ace a 117 miglia orarie.
Questa volta, in questo emisfero, il
‘c’mon’ ha sovrastato il ‘komm jetzt’.
Ancora Wimbledon
Il body language di Serena, quello
che ha spaventato due generazioni
di tenniste e che spesso le ha permesso di vincere ancor prima di
scendere in campo, con Angie non
basta. Angie è un’altra cosa. Ci vuole
qualcosa in più per piegarla e Serena
lo ha capito down under; ha dovuto
mettere da parte pressioni e paure
e ha compiuto l’impresa che tutti le
chiedevano da un anno esatto. 365
giorni dopo ancora Wimbledon a incorniciare le sue imprese.
Gli incubi e il sollievo
Il tuffo liberatorio nell’erba di Wim-
10
bledon e quel doppio segno di vittoria sono un sospiro di sollievo lungo
oltre nove mesi. Il drammatico k.o.
sul centrale di Flushing Meadows
e il Grande Slam che sfuma via; il
wimbledon
Serena Williams, 35 anni a settembre, ha vinto 7 volte il titolo a Wimbledon, la prima nel 2002, e conquistato in tutto 22 trofei del Grand Slam. Come Steffi
Graf. Davanti a lei, con 24 assoluti, Margareth Court-Smith e con 9 Rosewater Dish a Londra Martina Navratilova
codice segreto decifrato da Roberta Vinci che fa il giro del circuito e
viene replicato da Angelique Kerber
a Melbourne e da Garbine Muguruza
a Parigi... montante-gancio perfettamente a bersaglio che hanno tramortito la Williams e insinuato il dubbio
sotto i suoi grandi ricci crespi. Ha
avuto paura Serena, ha fatto i conti
con le noie di notti insonni e incubi
ricorrenti, che nel suo caso avevano
il volto e il drittone di Fräulein Graf:
“È stato incredibilmente difficile
non pensare a Steffi - ha ammesso la
statunitense dopo il 7-5 6-3 decisivo - , ho lavorato tanto per questo
successo e tutto ciò rende la vittoria ancora più dolce. Esserci riuscita
è un gran sollievo per me. Qualche
notte insonne in effetti l’ho passata,
arrivarci così vicino, sfiorarlo e non
riuscire mai a realizzarlo....”.
L’incubo e il sollievo della grande
campionessa: “Ho avvertito troppa
pressione nell’ultimo anno e ci sono
state tre sconfitte molto dure. Sono
arrivata a Wimbledon con una predisposizione mentale diversa rispetto
a Melbourne e Parigi, mi sono detta
solo di rimanere calma e giocare come fatto per oltre un decennio. Ho
imparato molto da quelle sconfitte”.
tina Navratilova. “No per carità, non
voglio essere coinvolta in questi dibattiti - ha detto con forza -. In questo ultimo anno ho capito che devo
solo godermi il momento. Devo solo
pensare a giocare a tennis, che è la
cosa che so fare meglio”. Un passo
alla volta dunque, e il prossimo si
chiama Rio, Olimpiadi: “Amo l’oro ha detto ammiccando, dall’alto dei
suoi quasi 80 milioni di dollari in
prize money -. Negli ultimi tempi
mi ero concentrata sugli Slam, ora
che ho raggiunto un obiettivo posso
iniziare a pensare al prossimo”. Serena è classe 1981, il 26 settembre
prossimo compirà 35 anni. Tempo e
modo di mettere in bacheca qualche
altro trofeo e nuovi primati ancora
ci sarebbe. Dopo aver attraversato
incubi e tempeste, Serena sembra
più forte.... avversarie di oggi e leggende di ieri sono avvisate.
La più grande?
Cosa manca ora a Serena per salire,
in solitaria, sul gradino più alto del
podio? Se guardiamo solo ai numeri
ci sarebbero davanti a lei i 24 titoli
Slam della reverenda Smith Court, le
307 settimane da numero 1 di Steffi
Graf, i 9 piatti di Wimbledon di Mar-
Angie Kerber, 28 anni, nata a Brema in Germania ma residente a Puszczykowo (Polonia), aveva battuto
Serena Williams nella prima finale Slam dell’anno, agli Australian Open (6-4 3-6 6-4)
11
wimbledon
Campioni in erba
Il canadese Denis Shapovalov e la russa Anastasia Potapova hanno vinto
la 70a edizione dei Championships Under 18. Con tanto di finale thriller
per la 15enne biondina (colpa di occhio di falco). 5 gli italiani in gara
I due vincitore di Wimbledon Junior, il canadese nato a Tel Aviv da genitori russi Denis Shapovalov e la 15enne russa Anastasia Potapova
di Viviano Vespignani
foto Getty Images
A
festeggiare nel migliore dei
modi i settanta anni di Wimbledon Junior, ovvero dei The Junior Championships, ci hanno
pensato il diciassettenne canadese Denis Shapovalov e la quindicenne russa di
grande talento Anastasia Potapova. Nato
a Tel Aviv da genitori russi, Shapovalov
ha messo a frutto l’esperienza maturata
nel primo livello del tennis professionistico (dove conta già tre successi targati
Futures) e ha conquistato un traguardo
per il quale era invece dato per favorito
l’australiano nato a Sydney Alex De Minaur, che da alcuni anni vive e si allena
ad Alicante, in Spagna. E invece Alex ha
retto il confronto soltanto per la durata di un set e Denis ha prevalso per 6-1
al terzo. Hanno mancato il penultimo
traguardo, ovvero l’approdo in finale,
i due primi favoriti nonché finalisti al
Trofeo Bonfiglio di Milano - gli Internazionali d’Italia junior - il greco Stefanos
Tsitsipas e l’americano Ulises Blanch, rispettivamente battuti per 4-6 7-6 6-2 da
Shapovalov e per 6-3 6-2 da De Minaur.
Piccola, grande Anastasia
Reduce dalle semifinali di Parigi e Milano, durante le prime battute del torneo
Anastasia Potapova si era detta determinata a “far meglio” e aveva aggiunto che
avremmo dovuto attenderci (visti i risultati maturati sull’erba di Roehampton)
una finale femminile tutta russa che
avrebbe coinvolto anche la sedicenne
Olesya Pervushina, peraltro partita nelle
vesti di prima testa di serie. Invece, al
penultimo ostacolo un’altra sedicenne,
l’ucraina di Odessa Dayana Yastremska
ha sovvertito le attese al termine di una
dura battaglia, salvo poi cedere per 6-4
6-3 in finale alla Potapova che con questo successo si candida autorevolmente
alla conquista del titolo mondiale junior
2016. Un successo meritato e sospirato per almeno tre volte: in chiusura la
russa ha esultato per ben due volte su
altrettanti punti sembrati decisivi, salvo
poi essere smentiti da occhio di falco,
che ha invertito le decisioni e prolungato il match. Alla terza occasione però
Anastasia ha potuto portare le braccia al
cielo. Accanto alla Pervushina, sul terzo
gradino del podio è salita Kayla Day, una
californiana di Santa Barbara sinora in
ombra nei pochi tornei del Grand Slam
Junior disputati.
Cinque gli azzurri
Il torneo dei cinque italiani in lizza nel
main draw non è andato oltre il secondo turno ma non si può parlare di delusione se consideriamo le non eccelse
posizioni in classifica mondiale occupate dagli azzurri e se teniamo presente
che la sola Tatiana Pieri, peraltro battuta
dalla prima favorita della vigilia Olesya
Pervushina nel secondo round, aveva
evitato le qualificazioni. Sia per Enrico
Dalla Valle (sconfitto 6-3 7-6 da Alex De
Minaur) che per Lucrezia Stefanini il bilancio segna tre successi individuali,
mentre Riccardo Balzerani e Ludmilla
Samsonova hanno segnato un +2 nel tabellone di qualificazione.
Parigi non è Londra
A Wimbledon hanno in parte deluso i primi protagonisti degli Internazionali Junior di Francia, l’ultimo Slam
giocato prima di Londra: i quarti di finale sono stati fatali al francese Blancaneaux e al canadese AugerAliassime (superato per 5-7 7-6 6-2 da De Minaur), addirittura gli ottavi per la svizzera Masarova e per la
statunitense Anisimova. Solo per citare i quattro finalisti parigini. A conti fatti, con le vittorie di Shapovalov e
di Potapova, l’albo d’oro del torneo contiene ora i nomi di due ragazzi canadesi e di ben undici ragazze russe,
se mettiamo in conto anche i titoli conquistati dalle rappresentanti dell’ex Unione Sovietica. (v.v.)
12
i numeri della settimana
Murray... senza quei 3
I primi 25 del ranking Atp
di
Giorgio Spalluto
Getty Images
foto
12 gli anni trascorsi dall’ultima vittoria
Slam ottenuta senza battere Djokovic,
Federer e Nadal da parte di un tennista
che non fosse uno dei 3 campioni menzionati.
Prima di Andy Murray in questo Wimbledon,
fu Gaston Gaudio a trionfare senza affrontare
nessun esponente della triade che avrebbe
dominato il decennio successivo (Roland
Garros 2004).
0,42 la media di ace a game nella
finale di Wimbledon da parte di Milos
Raonic. Il canadese si era presentato
in finale avendo messo a referto mediamente
1,22 ace nei precedenti 6 incontri.
0
i break subiti in finale da Andy Murray,
che ha concesso e annullato appena 2 palle
break. L’ultimo vincitore di Wimbledon a non
perdere la battuta nell’ultimo atto fu Roger
Federer che, nel 2003, non concesse neanche
una palla break a Mark Philippoussis.
31 i turni di servizio difesi con successo
da Serena Williams nella parte finale della
cavalcata londinese. Serena ha perso l’ultima
volta il servizio nel 9° game del 1° set
del suo ottavo di finale contro la russa
Kuznetsova. Da quel momento in poi ha
concesso solo una palla break, annullandola
con un ace sul 3-3 del 2° set della finale.
10 gli anni trascorsi dall’ultima stagione
in cui 2 tenniste si erano affrontate più
di una volta in una finale Slam. Analogamente
a quanto fatto da Serena Williams e
Angelique Kerber, nel 2006 a contendersi
la finale degli Australian Open e Wimbledon
furono Amelie Mauresmo e Justine Henin.
Pos.
Nome (nazionalità)
1
Novak Djokovic (SRB)
2
Andy Murray (GBR)
3
Roger Federer (SUI)
4
Rafael Nadal (ESP)
5
Stan Wawrinka (SUI)
6
Kei Nishikori (JPN)
7
Milos Raonic (CAN)
8
Tomas Berdych (CZE)
9
Dominic Thiem (AUT)
10
Jo-Wilfried Tsonga (FRA)
11
David Goffin (BEL)
12
Marin Cilic (CRO)
13
David Ferrer (ESP)
14
Richard Gasquet (FRA)
15 Roberto Bautista Agut (ESP)
16
John Isner (USA)
17
Gael Monfils (FRA)
18
Nick Kyrgios (AUS)
19
Bernard Tomic (AUS)
20
Feliciano Lopez (ESP)
21
Lucas Pouille (FRA)
22 Philipp Kohlschreiber (GER)
23
Benoit Paire (FRA)
24
Pablo Cuevas (URU)
25
Steve Johnson (USA)
I primi 25 italiani del ranking Atp
Punti
15040
10195
5945
5290
4720
4290
4285
3490
3175
2995
2780
2695
2650
2365
2060
2055
2030
1855
1850
1675
1661
1600
1596
1555
1520
Le prime 25 del ranking Wta
Pos.
Nome (nazionalità)
1
Serena Williams (USA)
2
Angelique Kerber (GER)
3
Garbine Muguruza (ESP)
4
Agnieszka Radwanska (POL)
5
Simona Halep (ROU)
6
Victoria Azarenka (BLR)
7
Venus Williams (USA)
8
Roberta Vinci (ITA)
9
Carla Suarez Navarro (ESP)
10
Svetlana Kuznetsova (RUS)
11
Madison Keys (USA)
12
Dominika Cibulkova (SVK)
13
Petra Kvitova (CZE)
14
Samantha Stosur (AUS)
15
Belinda Bencic (SUI)
16
Karolina Pliskova (CZE)
17
Timea Bacsinszky (SUI)
18
Johanna Konta (GBR)
19 Anastasia Pavlyuchenkova (RUS)
20
Elina Svitolina (UKR)
21
Sara Errani (ITA)
22
Barbora Strycova (CZE)
23
Sloane Stephens (USA)
24
Elena Vesnina (RUS)
25
Ana Ivanovic (SRB)
14
Punti
8330
6500
5482
5335
4792
3761
3656
3525
3010
2900
2871
2871
2816
2640
2605
2540
2500
2390
2320
2226
2030
2005
1995
1967
1855
Pos. Rank.
1
36
2
48
3
52
4
113
5
130
6
152
7
167
8
178
9
208
10 229
11 230
12 239
13 252
14 265
15 269
16 270
17 290
18 292
19 298
20 310
21 324
22 329
23 340
24 350
1515
25 353
Nome
Punti
Fabio Fognini
1170
Paolo Lorenzi
940
Andreas Seppi
910
Thomas Fabbiano
544
Marco Cecchinato
446
Simone Bolelli
367
Alessandro Giannessi
320
Luca Vanni
305
Filippo Volandri
257
Matteo Donati
236
Andrea Arnaboldi
235
Salvatore Caruso
220
Lorenzo Giustino
204
Riccardo Bellotti
183
Stefano Napolitano 181
Alessandro Bega
181
Lorenzo Sonego
166
Federico Gaio
164
Roberto Marcora
162
Edoardo Eremin
151
Gianluca Naso
143
Matteo Viola
141
Gianluca Mager
137
Flavio Cipolla
133
Francisco Bahamonde
130
Le prime 25 italiane del ranking Wta
Pos.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
Rank.
Nome
Punti
8
Roberta Vinci
3525
21
Sara Errani
2030
78
Camila Giorgi
860
87
Karin Knapp
764
101
Francesca Schiavone
652
282
Martina Caregaro
153
292
Anastasia Grymalska
144
329
Nastassja Burnett
120
336
Jessica Pieri
117
356
Cristiana Ferrando
105
374
Gioia Barbieri
98
382
Alice Matteucci
95
395
Corinna Dentoni
91
404
Martina Di Giuseppe
85
419
Martina Trevisan
79
423
Alberta Brianti
76
431 Giulia Gatto-Monticone
75
432
Georgia Brescia
75
436
Jasmine Paolini
74
448
Angelica Moratelli
71
452
Claudia Giovine
70
522
Alice Balducci
52
536
Camilla Scala
50
579
Bianca Turati
42
602
Martina Spigarelli
38
il tennis in tv
Tango (live) da Pesaro
P
rima il successo ottenuto sulla Svizzera, ora la sfida all’Argentina del redivivo Juan Martin Del Potro. In comune c’è la
cornice: quella della Coppa Davis ovviamente e quella dell’Adriatic Arena
di Pesaro. Dove tra 15 e 17 luglio l’Italitennis con Fabio Fognini e Andreas Seppi, guidata da Capitan Corrado
Barazzutti, si mette in pista per un
tango di fuoco. In palio la semifinale. Il tutto, per chi non potrà essere
sugli spalti di Pesaro, trasmesso in
diretta dall’emittente Fit, in chiaro,
sul canale n.64 del digitale terrestre
e sul n.224 della piattaforma Sky (ma
anche sul 30 di TivùSat e in web streaming su www.supertennis.tv).
Tre giorni di dirette
Tre giorni a tutta Davis, dunque.
Con un’anticipazione nella prima serata di giovedì 14, quando alle 21.00
uno speciale darà il via alle danze.
Fabio Fognini, attuale n.1 d’Italia, sfida
nel week-end l’Argentina (foto Costantini)
Poi spazio al campo con i due singolari di venerdì a partire dalle 12.30,
il doppio di sabato in diretta dalle
15.00, e i restanti (decisivi?) due
singolare sempre dalle 12.30 di domenica. Tutte le partite degli azzurri saranno anticipate e seguite da
uno studio d’approfondimento che
darà spazio a commenti, immagini
e interviste da Pesaro. E non finisce qui, perché subito dopo la sfida
dell’Italia, SuperTennis trasmetterà
anche (dalle 18.00) la sfida tra Serbia
e Gran Bretagna.
E poi il circuito si fa... duro
Dopo la parentesi di terra rossa divisa a metà tra maschi e femmine nell’Atp 500 di Amburgo
e nel Wta International di Bucarest, il circuito dei pro comincia a farsi “duro”. Nel senso che
parte la stagione sugli hard-courts, quelli che fanno da passerella estiva fino al gran ballo degli
Us Open di New York. SuperTennis Tv si concentra sulle racchette Atp mostrando in diretta
giorno e notte - è proprio il caso di dirlo - i tornei della settimana. Di giorno riflettori sulla
costa croata di Umag (dalle 17.30), di notte invece spazio alla Costa Est degli Stati Uniti con
l’evento 500 di Washington (dalle 22 in poi).
Davis: prima e dopo i match gli studi d’approfondimento
Giovedì 14
Venerdì 15
01:30 - ATP Amburgo
(replica)
03:30 - ATP Amburgo
(replica)
05:30 - ATP Amburgo
(replica)
07:00 - WTA Bucarest
(replica)
08:30 - ITF TC
Albinea 2016
08:45 - La Voce delle
Regioni
10:30 - Tennis
Magazine
11:00 - LIVE ATP
500 Amburgo
13:00 - LIVE ATP
500 Amburgo
14:45 - La Voce delle
Regioni
15:00 - LIVE ATP
500 Amburgo
17:00 - LIVE ATP
500 Amburgo
18:30 - LIVE WTA
Bucarest
20:30 - KIA Trophy
2016 Tennis Comunali
Vicenza
20:45 - La Voce delle
Regioni
21:00 - Speciale
Coppa Davis
21:15 - WTA Bucarest
(differita)
23:30 - Magazine
ATP
00:00 - ATP Amburgo
(replica)
02:00 - ATP Amburgo
(replica)
04:00 - Tennis Parade
04:15 - ATP Amburgo
(replica)
06:15 - WTA Bucarest
(replica)
08:15 - Tennis
Magazine
08:45 - La Voce delle
Regioni
09:00 - Official Film
Wimbledon 2015
10:00 - KIA Trophy
2016 Tennis Comunali
Vicenza
10:15 - ATP Amburgo
(replica)
12:00 - Studio LIVE
12:30 - LIVE Coppa
Davis Italia vs
Argentina
18:30 - LIVE Coppa
Davis Serbia vs Gran
Bretagna
21:15 - Studio Davis
21:30 - ATP 500
Amburgo QF
(differita)
23:30 - ATP 500
Amburgo QF
(differita)
Sabato 16
01:00 - ATP 500
Amburgo QF
(differita)
03:00 - ATP 500
Amburgo QF
(differita)
04:45 - WTA
Bucarest QF
(differita)
06:30 -Coppa
Davis Serbia vs
Gran Breatagna 1°
singolare
08:45 - La Voce delle
Regioni
09:00 - Coppa Davis
Italia vs Argentina
(replica)
12:00 - Coppa Davis
Italia vs Argentina
(replica)
14:30 - Studio LIVE
15:00 - LIVE Coppa
Davis Italia vs
Argentina
17:30 - LIVE Coppa
Davis Serbia vs Gran
Bretagna
19:00 - Studio Davis
19:15 - ATP 500
Amburgo SF
(differita)
21:00 - ATP 500
Amburgo SF
(differita)
23:00 - WTA
Bucarest SF
(differita)
Domenica 17
00:30 - WTA
Bucarest SF
(differita)
02:30 - ATP 500
Amburgo SF (replica)
04:30 - Coppa Davis
Serbia vs Gran
Bretagna 2° singolare
(replica)
07:30 - Coppa Davis
Serbia vs Gran
Bretagna (replica)
10:00 - Coppa Davis
Italia vs Argentina
(replica)
12:15 - Studio LIVE
12:30 - LIVE Coppa
Davis Italia vs
Argentina
18:00 - LIVE Coppa
Davis Serbia vs Gran
Bretagna
20:45 - Studio Davis
21:00 - ATP 500
Amburgo Finale
(differita)
23:00 - WTA
Bucarest Finale
(differita)
Lunedì 18
01:00 - Coppa Davis
Serbia vs Gran
Bretagna (replica)
04:00 - ATP 500
Amburgo Finale
(replica)
06:00 - WTA Bucarest
Finale (replica)
08:00 - Coppa Davis
Serbia vs Gran
Bretagna (replica)
11:00 - Coppa Davis
Italia vs Argentina
(replica)
14:00 - LIVE ATP
Kitzbuhel
15:45 - La Voce delle
Regioni
16:00 - LIVE ATP
Kitzbuhel
17:30 - LIVE ATP
250 Umag
19:15 - La Voce delle
Regioni
19:30 - Tennis
Magazine
19:55 - News
20:00 - LIVE ATP
250 Umag
22:00 - LIVE ATP
500 Washington
23:30 - LIVE ATP
500 Washington
Martedì 19
01:00 - LIVE ATP
500 Washington
05:00 - ATP
Kitzbuhel (differita)
07:00 - ATP 250
Umag (replica)
08:45 - La Voce delle
Regioni
09:00 - ATP 500
Washington (replica)
11:00 - Coppa Davis
Italia vs Argentina
(replica)
14:00 - LIVE ATP
Kitzbuhel
15:45 - La Voce delle
Regioni
16:00 - LIVE ATP
Kitzbuhel
17:30 - LIVE ATP
250 Umag
19:15 - La Voce delle
Regioni
19:30- Magazine
WTA
19:55 - News
20:00 - LIVE ATP
250 Umag
22:00 - LIVE ATP
500 Washington
23:30 - LIVE ATP
500 Washington
Mercoledì 20
01:00 - LIVE ATP
500 Washington
05:00 - ATP
Kitzbuhel
(differita)
07:00 - ATP 250
Umag (replica)
08:45 - La Voce
delle Regioni
09:00 - ATP
500 Washington
(replica)
11:00 - Coppa
Davis Italia vs
Argentina (replica)
14:00 - LIVE ATP
Kitzbuhel
15:45 - La Voce
delle Regioni
16:00 - LIVE ATP
Kitzbuhel
17:30 - LIVE ATP
250 Umag
19:15 - La Voce
delle Regioni
19:30 - Tennis
Magazine
19:55 - News
20:00 - LIVE ATP
250 Umag
22:00 - LIVE ATP
500 Washington
23:30 - LIVE ATP
500 Washington
NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali
16
Sergio Tacchini celebrates its 50th anniversary, five
decades of great tennis and successes. The most famous
tennis players from these 50 years have worn the brand’s
garments and represented Sergio Tacchini on the world’s
most important courts, winning the most sought-after
trophies. 50 years of victories and also small masterpieces
that have surprised the adversary. And Sergio Tacchini
plays tribute to these works of art, associating tennis with
the techniques of artists who have written the history of art
over this fifty-year period. A small collection of art with the
players of yesterday and today to celebrate an important
milestone.
sergiotacchini.com
15
terza pagina
Clerc, l’argentino n.2
Un campione vissuto all’ombra di Vilas, con cui ha raggiunto la finale
di Davis Due volte semifinalista al Roland Garros, n.4 Atp, fu protagonista
contro l’Italia nel 1983, quando si chiuse la carriera azzurra di Panatta
di
Alessandro Mastroluca
“I
tennisti si dividono in due
categorie, le macchine e gli
esseri umani. Io ho sempre
fatto parte della seconda”.
Parola di José Luis Clerc, secondo argentino più vincente di sempre, ex
numero 4 del mondo e due volte semifinalista al Roland Garros. Un campione vissuto nell’ombra, senza l’egocentrismo ingombrante del meglio
della sua generazione.
Introverso, autocrítico fino all’eccesso,
non si rivede quasi mai, eppure il suo
topspin di dritto è un colpo di rara efficacia sulla terra rossa e il rovescio, gli
han detto più volte come ha raccontato, “sembra un quadro”. Come i campioni dal volto umano, ha imparato
contro il più diffuso degli avversari e
dei compagni, il muro, all’Aviron Club
di Tigre dove suo padre lavorava. Ma
quel lato umano ha rischiato di tradirlo, nell’estate del 1975. Il giovane
Clerc è a Dinard per la tradizionale esibizione fra i prima categoria francesi
e le migliori speranze del Sudamerica
al Tennis Club de la Côte d’Emeraude
a Dinard. José Luis non ha mai giocato
all’estero prima di quell’estate; l’entusiasmo per il tennis di quel piccolo centro, che ha una via intitolata a
Henri Bolelli, compagno di doppio di
Borotra, lo carica. Al circolo, creato
nel 1879 dall’inglese Williers Forbes,
hanno giocato Ken Rosewall, Pancho
Gonzales e Lewis Hoad. Ma José Luis
cade dal balcone della sua camera: se
la cava con una cinquantina di punti di
sutura e dodici giorni di degenza all’ospedale Gardiner.
Il doppio più vincente
Sei anni dopo, Clerc è al top della condizione. Raggiunge la prima semifinale
al Roland Garros e vince quattro tornei
di fila negli Usa. La lunga coda della
popolarità di Vilas lo aiuta, le sponsorizzazioni piovono, gli aiuti finanziari
non mancano. Ma con il campione-po-
Due copertine con ritratto Josè Luis Clerc; sotto, in una recente immagine insieme a Vilas
eta i rapporti non esistono. I due non
si parlano. Eppure, formano il doppio
argentino più vincente di sempre in
Coppa Davis. In quel 1981, sentono la
grande occasione possibile a Cincinnati. Dopo l’1-1 nella prima giornata,
McEnroe e Fleming conducono due set
a uno in doppio quando la situazione
precipita. La partita è iniziata in ritardo per riparare il campo, perciò l’arbitro cancella la pausa tra il terzo e il
quarto set. Vilas e Clerc impacchettano
le loro cose nella borsa come se volessero tornare in spogliatoio. Batata,
così chiamano Clerc da quando era un
bambino un po’ sovrappeso, provoca
McEnroe: “Quanto sei carino”. La risposta di SuperBrat, e sì quella volta era
serio, è facilmente intuibile. McEnroe
vincerà il doppio (11-9 al quinto set)
e batterà Clerc nel singolare decisivo
per il 3-1, 7-5 5-7 6-3 3-6 6-3 perdendo
solo quattro punti nei suoi turni di battuta durante tutto il ‘quinto’.
La battaglia del Foro Italico
José Luis Clerc anche il giorno dell’addio al tennis di Panatta, ha scritto il
18
capitolo chiave del 5-0 all’Italia al Foro
Italico del 1983, la battaglia con Barazzutti da quasi sei ore spalmate in due
giorni, la vittoria in doppio con Vilas su
Bertolucci e Panatta. Non è lontano il
ritiro dal tennis, che arriverà nel 1985,
ma la lontananza è come il vento. Compra un terreno a Santiago del Cile, si
mette a produrre vino, ma nel 1997,
mentre gioca il Senior Tour, moglie e
figli vengono attaccati. Su due piedi si
sposta a Miami e organizza un centro
di allenamento con Pancho Segura. Una
strada singolare, quella di Batata. Ma in
fondo, diceva, “noi argentini non siamo
stati uniti: siamo tipi strani”.
ibi17
Biglietteria aperta
È già possibile assicurarsi un posto in tribuna per gli Internazionali
BNL d’Italia 2017: il 4 luglio è cominciata la vendita degli abbonamenti.
Fino al 24 sessioni diurne in esclusiva per i circoli Fit. Prezzi invariati
N
el calcio è tempo di campagne
abbonamenti, nel tennis pure.
Perché dal 4 luglio è già possibile assicurarsi un posto in
tribuna al Foro Italico con la prevendita
della 74a edizione degli Internazionali
BNL d’Italia. I prezzi sono invariati rispetto alla passata edizione: nonostante la grande richiesta e il crescente interesse verso il Torneo, l’organizzazione
ha voluto premiare gli appassionati che
acquisteranno biglietti e abbonamenti
fino al 31 dicembre 2016.
Come già negli ultimi anni, la FIT ha
deciso di partire già nel mese di luglio
con la prevendita proprio per agevolare
i tanti appassionati che, come quest’anno, vorranno seguire da vicino le gesta
dei protagonisti e delle protagoniste
più acclamati del circuito mondiale. È
possibile dunque scegliere i posti migliori, o magari offrire a chi condivide
la stessa passione per il tennis, un regalo originale ed apprezzato. La FIT ha
anche deciso di riservare tre settimane
(dal 4 al 24 luglio) ai Circoli di Tennis
per l’acquisto dei biglietti delle sessioni diurne del Campo Centrale prima di
aprire la vendita al pubblico.
Tutti in campo
Come nel 2016 il torneo avrà la formula del “combined event”, con le prove
maschile e femminile giocate contemporaneamente. In linea con la passata
edizione, che ha ancora una volta riscosso uno straordinario successo, il
prossimo anno gli Internazionali BNL
d’Italia si svolgeranno lungo un arco di
12 giorni. Il Parco del Foro Italico aprirà
al pubblico il 10 maggio con i tornei di
pre-qualificazione, e darà la possibilità
agli appassionati di seguire le sedute di allenamento dei top player che
anticiperanno il loro arrivo a Roma. Il
tabellone principale maschile inizierà
domenica 14 maggio e quello femminile il giorno dopo. Sarà possibile ammirare nella stessa giornata campioni
del calibro di Djokovic, Federer, Nadal,
Murray, Serena Williams, Muguruza,
oltre agli emergenti che cercheranno
di insidiare i campioni già affermati. E
naturalmente si potrà tifare per gli italiani e le italiane: Seppi, Fognini, Bolelli, Errani, Vinci e, magari, i giovani che
stanno cominciando a farsi strada nel
panorama internazionale.
Spettacolo Centrale
Anche nel 2017 il Campo Centrale sarà la sede degli incontri principali a
partire da domenica 14 maggio in due
sessioni di gioco, diurna e serale (da
lunedì a venerdì). Il secondo campo in
ordine di importanza sarà una rinnovata SuperTennis Arena che, con oltre
5.500 posti, sarà teatro di incontri di
altissimo livello fino a venerdì 19 maggio. Come consuetidine sono previste
tre tipologie di biglietti: quelli del Campo Centrale e della SuperTennis Arena,
che garantiscono posti numerati e a
sedere su ciascuno dei due impianti,
ed i biglietti ground che, come ormai
consuetudine, consentiranno di poter
assistere a incontri ed allenamenti sin
dalle prime ore della mattina sugli altri
12 campi del Foro, compreso l’inimitabile Stadio Pietrangeli, la magica arena
Così il calendario
delle vendite
Dal 4 luglio: abbonamenti Campo Centrale
e SuperTennis Arena
Dal 4 luglio: biglietti sessioni
serali Campo Centrale
Dal 4 luglio: biglietti SuperTennis Arena
Dal 4 al 24 luglio: biglietti sessioni diurne
Campo Centrale solo per i Circoli Fit
Dal 25 luglio: biglietti sessioni diurne
del Campo Centrale
circondata dalle statue di marmo che
tutto il mondo del tennis ci invidia.
Come acquistare
È possibile effettuare online l’acquisto
di abbonamenti e biglietti attraverso i
siti web www.federtennis.it, www.internazionalibnlditalia.it. Per informazioni è possibile rivolgersi al numero
verde della Biglietteria Centrale del
Foro Italico (800.622662) o scrivere
all’indirizzo ticketoffice@federtennis.
it. Inoltre i tagliandi possono essere acquistati presso la Biglietteria Centrale
del Foro Italico.
Diritto di prelazione, esercitalo così
Gli abbonati dell’edizione 2016 potranno esercitare il diritto di prelazione con le seguenti modalità:
- dal 4 luglio al 12 ottobre 2016 sarà possibile confermare il medesimo posto acquistato per l’edizione 2016;
- dal 13 ottobre al 19 ottobre 2016 sarà possibile effettuare, solo se non si è già proceduto alla conferma del
vecchio posto, il cambio posto tra quelli non confermati;
- dal 20 ottobre 2016 tutti i posti non confermati potranno essere acquistati in vendita libera.
20
giovani
Sognando Ivanisevic
Il croato Dino Prizmic vince il 34° Euro Trophy Under 12 di Porto San Giorgio,
proprio come fece il suo connazionale Goran nel 1983. Tra le ragazze successo
per la bulgara Katerina Dimitrova. Nicolò Ciavarella migliore tra gli azzurri
di Viviano Vespignani
G
iunto alla 34a edizione, l’Euro
Trophy proposto dal Circolo
Tennis Porto San Giorgio ha
ribadito la straordinaria qualità che lo contraddistingue in campo
internazionale under 12. Tenuto a battesimo nel 1983 da un certo Goran Ivanisevic, quest’anno il torneo ha messo
in evidenza una dozzina di verdissimi
talenti tra i quali hanno suscitato forti
impressioni i vincitori, peraltro giunti
al traguardo senza cedere un solo set.
Si tratta di Dino Prizmic, croato proprio
come Ivanisevic e vincitore in finale
sul coreano Haeson Lee. Tra le ragazze successo della bulgara Katerina Dimitrova, autrice di punteggi ‘drastici’
con i quali ha sbaragliato la canadese
Dasha Plekhanova in finale e la coreana Minseo Kim in semifinale. I successi
conquistati da Prizmic e Katerina Dimitrova non sono comunque una sorpresa, considerate le loro recenti vittorie
riportate nel circuito internazionale tra
Croazia e Francia.
Il torneo degli azzurri
A testimonianza del notevole successo
di squadra riscosso da Corea e Bulgaria, rispettivamente in campo maschile
e femminile, sul terzo gradino del podio sono saliti un’altra bulgara, Denislava Glushkova, e un altro coreano, Min
Seong Kim. Ma a far loro compagnia è
I finalisti premiati al torneo Under 12 Tennis Europe di Porto San Giorgio (foto Petrocco)
salito anche il migliore degli azzurrini,
il romano dello Sporting Eur Nicolò Ciavarella, che ricordiamo vincitore del Lemon Bowl e tre volte piazzato nei quarti
di finale di tornei Tennis Europe under
12. Degni di nota appaiono anche i
traguardi tagliati nei quarti di finale da
Giammarco Gandolfi e Veronica Sirci,
unica azzurrina top 8, tanto più che il
sistema di compilazione dei tabelloni,
che al primo turno oppone ogni nome
straniero a uno italiano, determina una
forte selezione dei nostri portacolori,
quest’anno ridotti da 31 a 10 (tra i quali
anche Jacopo Bilardo, Daniele Minighini, Matteo Fondriest, Giulia Martinelli,
Emma Valletta, Angelica Giovagnoli e
Georgia Pedone) dopo il primo round.
Under 16, Speziali
bene in Croazia
Restando sempre nel circuito europeo Tennis Europe, il milanese
Filippo Speziali ha portato a otto il
numero dei successi italiani in categoria under 16, ovvero nel settore internazionale più favorevole ai colori
azzurri visto il recente titolo firmato
da Federico Arnaboldi all’Avvenire e
le tre vittorie riportate da Giulio Zeppieri. L’allievo del Vavassori Tennis
Team di Palazzolo (Bs) ha vinto a Cacovec, in Croazia (ove era stato terzo
lo scorso anno), un torneo di buona
quotazione battendo in due set nei
turni conclusivi il serbo Juhas e lo
sloveno Krstulovic.
Circuito Itf Under 18,
hurrà di Tortora e Perin
Il computo delle vittorie italiane maturate nel circuito Itf under 18 è salito, all’inizio di luglio e dopo un intervallo di
due mesi e mezzo, a quota 11 per merito di Davide Tortora. Il veneto ha vinto a Telavi, in Georgia, dove l’allievo del
Tc Padova (che farà 16 anni a fine settembre) ha vinto con un doppio 6-3 la sfida tutta azzurra in finale contro il
bresciano Gabriele Bosio e per 7-5 7-6 quella di semifinale contro Leonardo Taddia, ennesimi promettenti under 16
del nostro vivaio in cerca di formative esperienze in campo junior. Nella foto Tortora è l’ultimo a destra, al centro il
tecnico Fit Martin Pereyra e in bianco il finalista Bosio.
Nella stessa settimana Riccardo Perin, 16 anni da Vico Equense, ha conquistato il titolo nel torneo Under 18 di
Preveza, in Grecia, dove si sono cimentati la bellezza di 18 italiani. Cogliendo questo successo, Riccardo ha raggiunto
quello che, al momento, costituisce il suo miglior risultato in campo junior. In campo femminile, di rilievo perché
scaturita nei quotati Junior Open di Danimarca è la terza piazza della non ancora 16enne Lisa Piccinetti, ora
proiettata tra le top 100 Under 18. (v.v.)
21
circuito fit-tpra
Anche a Gaibledon
vince Serena. Ma è Fini
L’erba vera di Gaiba (Rovigo) premia l’omonima della Williams,
nell’Open maschile vince Giulio Cavalli. Ecco come è andata nei cinque
tornei della tappa “verde” delle Super Slam Series amatoriali 2016
di MAX FOGAZZI
Open maschile,
Cavalli... di razza
Una cavalcata senza fine quella di Giulio Cavalli, basta vedere i punteggi del
suo tabellone. Per vincere la tappa delle Super Slam di Wimbledon, sull’erba
vera di Gaibledon (a Gaiba, provincia
di Rovigo), ha battuto tutti i migliori.
E così i quattro semifinalisti, che sono
arrivati a giocarsi le fasi calde della categoria Open, sono stati oltre a Cavalli anche Luigi Croci, Marco Solinas e
Davide Nervi. “È stata dura - ha detto
il vincitore - Una finale sofferta, ma fin
dai quarti ho dovuto dare il massimo
e pensavo di non averne abbastanza
per incontrare il numero 1 del ranking
Andrea Biolo. Mentre giocavamo - ha
continuato - invece ho trovato subito
la marcia giusta e una volta raggiunta
la finale ho anche avuto l’occasione di
riposarmi un po’ nell’attesa che anche
l’altra semifinale terminasse”. L’altra semifinale, per l’appunto, è stata davvero combattuta e Marco Solinas alla fine
è riuscito a portare a casa uno scalpo
molto prestigioso, quello del numero
2 Davide Nervi. Con entrambe le teste
di serie principali fuori dai giochi, la finale è stata molto aperta. Con tanto di
brivido quando, dal 5/1 in svantaggio,
Solinas è riuscito ab abbozzare una rimonta incredibile che l’ha portato fino
ad avere una palla del 5-5. Ma è proprio
lì che Cavalli ha piazzato lo scatto vincente e ha chiuso il match diventando
il terzo re di Gaibledon.
La premiazione dell’Open femminile: la vincitrice Serena Fini è la quarta da sinistra
La premiazione dell’Open Maschile, in mezzo con maglia verde il vincitore Cavalli
e, in rosso, il finalista Solinas
Risultato della finale: Giulio Cavalli
b. Marco Solinas 6-4
Open femminile,
Serene come... Serena
Una cornice stupenda e il saluto del
Sindaco di Gaiba hanno accompagnato
la premiazione dell’Open Femminile
su erba vera. Erba vera che, proprio
come quella londinese di Wimbledon,
22
ha incoronato un’altra Serena. Non
Williams, ovviamente, ma Fini, che ha
fatto suo il titolo non senza una certa
dose di sorpresa. Una grande impresa
perché le giocatrici presenti ai nastri
di partenza erano davvero motivatissime e molto determinate partendo
dalla finalista Donatella Olivari, dalla
sua compagna di circolo Sabrina Nesti
e dalla fortissima Patrizia Nani. Brilla-
circuito fit-tpra
no anche le altre ma nel chiacchiericcio da spogliatoio, se c’era una moneta
da puntare sulla finale, tutte avrebbero scelto Nesti e Olivari, e invece è
spuntata un’altra... Serena.
Risultato della finale: Serena Fini b.
Donatella Olivari 6-5
Limit 65: Colli,
ancora Isola d’Elba
Un tennis da Open e grinta da vendere,
ecco gli ingredienti del tennis amatoriale targato Isola d’Elba che dopo il
campione nazionale Zini porta un altro importantissimo titolo sull’isola:
questa volta è Alessandro Colli ad alzare le braccia al cielo, nella categoria
Limit 65. Un torneo bellissimo, il suo,
sotto il sole cocente di Gaiba. Un tabellone concluso con una finale incredibile finita solo al tie-break decisivo.
Colli ed Ermanno Bertelle, i protagonisti dell’atto decisivo, se le sono date di
santa ragione ma sono anche riusciti
nell’impresa - importante per un amatore - di far scrosciare una lunghissima serie di sentiti applausi.
Risultato della finale: Alessandro
Colli b. Ermanno Bertelle 6-5
Limit 45: Togni
finalmente ce la fa
Un urlo incredibile ha scosso Gaibledon circa alla mezzanotte di sabato, la
giornata dedicata ai Limit 45 e 65. Massimo Togni, già finalista nella prova SuperSlam Series di Gaibledon nel 2014,
è tornato in finale anche grazie all’aiuto
della dea bendata, ma questa volta non
si è fatto scappare la chance di mettere
le mani su uno dei titoli più importanti
dell’intera stagione amatoriale Fit-Tpra.
E pensare che in semifinale il futuro
vincitore era sotto per 4-1, ma il suo
avversario, il pratese Guerrini, ha dovuto alzare bandiera bianca e ritirarsi
proprio sul più bello a causa di un problema muscolare al polpaccio. Togni,
Sopra, a sinsitra, l’esultanza di Alessandro Colli, vincitore a Gaibledon nella categoria
Limit 65; a destra, l’urlo di gioia di Max Togni dopo il successo in finale a Gaibledon,
arrivato attorno alla mezzanotte dello scorso sabato nel Limit 45. Sotto, i finalisti nel
doppio: la coppia vincitrice Colleoni/Pesenti (in bianco) e i finalisti Bonanomi/Damosso
ormai soprannominato “il Gladiatore”
dagli amici del circuito, ha poi avuto la
meglio sul romagnolo Andrea Bellini.
Risultato della finale: Massimo Togni b. Andrea Bellini 6-2
Doppio, Bergamo
domina sull’erba
È Bergamo a farla da padrone nella
specialità di coppia sull’erba vera di
Gaibledon. Proprio la categoria del
doppio maschile è stata quella incaricata di aprire le danze della kermesse
veneta, con i protagonisti in campo a
partire da venerdì pomeriggio. Il torneo ha confermato un trend molto
importante per il circuito amatoriale
Fit-Tpra, la crescita dell’importanza,
dell’apprezzamento e della qualità
proprio dei doppi. Il tutto complice
anche la possibilità concessa dal regolamento di far scendere in campo,
solo nella specialità di coppia, anche
i classificati 4.1. Alla fine è stata Bergamo, culla del movimento Tpra, a
portare a casa il titolo con la coppia
Colleoni/Pesenti, capaci di regolare in
finale il duo Bonanomi/Damosso. I futuri vincitori del torneo si sono anche
resi protagonisti dell’eliminazione del
team-sorpresa del torneo, quello formato da Bertelle e Splendore, capaci
di estromettere i grandi favoriti della
vigilia, vale a dire gli Husband.
Risultato della finale: Colleoni/Pesenti b. Bonanomi/Damosso 9-6.
Kia Tennis Trophy,
i vincitori di Vicenza
La seconda tappa del Kia Tennis Trophy si è giocata lo scorso weekend al Tennis Comunali Vicenza. Anche dalla tappa veneta quattro
amatori hanno staccato il pass per il master finale di Milano, dove
in dicembre ci si gioca un posto a Melbourne, per gli Australian
Open 2017. Per accedere al Master conclusivo, lo ricordiamo,
bisogna accedere alle finale. In campo femminile ci sono riuscite
Federica Roveda e Sabrina Nesti (premiate nella foto a destra),
con la prima brava a conquistare poi il titolo dopo un 9-7. Tra i
maschi ha vinto invece il padrone di casa Fabio Zamperetti,
che ha superato il coriaceo romano Francesco Urbani (foto a
sinistra) in una finale chiusa col punteggio di 9-6. (m.s.)
23
paddle
Campioni con metodo
La Canottieri Aniene di Roma è stata tra le prime in Italia a installare un
campo da paddle. E infatti ha vinto per due anni consecutivi i campionati
di Serie A. “Ma la concorrenza cresce”. E adesso arrivano pure A2 e B
di Gianpaolo Martire
I
l Circolo Canottieri Aniene, fondato nel 1892 e presieduto dal presidente del Coni Giovanni Malagò, è
stato tra i primi d’Italia a installare
un campo da paddle, e ora si gode i
frutti della lungimiranza. Già, perché
sia nel 2015 che nel 2016 è stato proprio l’Aniene a cucirsi sul petto lo Scudetto di paddle aggiudicandosi per
due volte il campionato a squadre di
serie A. Immutati anche i vice-campioni, cioè il Tennis Club Le Molette dei
fratelli Alessandro e Stefano Pupillo,
numeri uno del ranking italiano. “La
nostra vittoria è basata su tre fattori:
programmazione, allenamento e connubio tra l’esperienza dei tennisti storici con la tecnica dei nostri giocatori
di paddle”, spiega Gianfranco Nirdaci,
dirigente del settore paddle del circolo e coordinatore nazionale.
Un campionato
sempre più competitivo
“Era il nostro obiettivo - prosegue Nirdaci: - quella di quest’anno è stata una
competizione molto combattuta, a partire dalla regular season dove abbiamo
trovato squadre di Milano molto valide,
a testimonianza di quanto il paddle stia
crescendo e uscendo dai confini di Roma”. L’Aniene è così il simbolo di uno
sport che partita dopo partita, anno
dopo anno, attira sempre più persone:
“Come Circolo Aniene siamo stati tra
i primi ad avere un campo da paddle,
ma solo negli ultimi anni, in prima
persona e con l’aiuto di un gruppo di
professionisti prestati allo sport, abbiamo messo in campo ogni energia per
portare un gioco alle porte dello sport
professionistico. Il paddle è un insieme
di professionalità, passione e divertimento: ingredienti che sono la base per
qualsiasi successo come il nostro. Questo sport a oggi conta oltre 300 campi
in tutta Italia, 2.500 tesserati agonisti e
migliaia di praticanti sul territorio nazionale. Continuiamo così”.
La rosa del Circolo Canottieri Aniene Roma per due anni consecutivi Campioni d’Italia di paddle
Arrivano A2 e B
A testimoniare il movimento che si sta
creando intorno al paddle, è la grande
affluenza di pubblico registrata nel corso del campionato e soprattutto durante le finali giocate al Foro Italico durante
gli Internazionali BNL d’Italia. Lo conferma Nirdaci: “Le tribune e gli spazi destinati, oltre mille posti, si sono rivelati
insufficienti. E pensare che l’anno scorso la tribuna era prevista per cinquanta
persone per campo”.
L’andamento del campionato conferma
così la crescita del tasso tecnico del circuito padelistico che sta vivendo negli
ultimi anni l’Italia. “Il tasso tecnico è
cresciuto molto, perché nell’ultimo anno le influenze dei giocatori spagnoli e
argentini che hanno partecipato ai tornei hanno dato la possibilità ai nostri
giocatori di ‘rubare’ gesti tecnici e movimenti sul campo che ancora non erano
nelle nostre corde. Per far crescere la
serie A in questi anni abbiamo favorito
l’ingresso dei giocatori stranieri, così da
far da traino ai nostri”, spiega ancora il
coordinatore nazionale, che anticipa le
novità della prossima stagione, quando
la A sarà a otto squadre e sarà affiancata dalla serie A2 e B: “Ora quest’attività
di attirare i giocatori stranieri verrà calmierata nella serie A2 e B, quando probabilmente non saranno previsti giocatori stranieri”.
Vincenzo Santopadre e Stefano Cobolli,
due pedine fondamentali per i successi
targati Aniene nei campionati di paddle
Canottieri Aniene: la rosa scudettata
Ecco la rosa attuale dei bi-campioni d’Italia in carica del Circolo Canottieri Aniene Roma:
Maria Cabrera Seranno, Giorgia Marchetti, Federica Mundula, Carolina Orsi, Giuseppina Venuti,
Stefano Cobolli, Giulio Di Meo, Alberto Lommi, Matteo Manetti, Manuel Rocafort, Rinaldo
Rossi, Carmine Saladino, Vincenzo Santopadre e Giovanni Ticca.
24
personal coach
Occhio ai servizi-bomba:
rispondere si può
Il tennis richiede elevate abilità visive. Sull’erba anche di più. Ce l’ha fatto
vedere Andy Murray a Wimbledon, rispondendo alle “prime” di Raonic.
Secondo gli studi si può ribattere con efficacia anche a servizi a 250 km/h
di
Andrea Cagno e Max rinaudo,
Getty Images
I.S.F. R. lombardi - foto
V
alutando il rimbalzo sui vari terreni di gioco è chiaro
che questi presentino difficoltà diverse quando si tratta di rispondere a servizi di grande
potenza. Alta velocità e rimbalzo regolare sul duro, sul cemento. Sulla
terra gran parte dell’energia cinetica della pallina è dissipata sul terreno, il quale però è meno regolare,
quindi con un rimbalzo meno prevedibile rispetto ai campi duri e con
angolazioni più verticali, più alte. I
campi in erba naturale, per la loro
irregolarità, restituiscono una palla
sporca, complessa, di difficile intuizione spesso con bassa angolazione
da terra e con rimbalzo velocissimo
dopo l’impatto sul terreno.
Concentrandoci sui campi in erba è chiaro che sono quelli dove il
sistema nervoso centrale riceve le
maggiori sollecitazioni per gli adattamenti ai continui cambiamenti.
Dagli occhi
al sistema nervoso
L’occhio fornisce il flusso di informazioni in ordine di velocità, traiettorie, rimbalzi, rotazioni e le abilità visive concorreranno alla successiva elaborazione eseguita dalle
stazioni intermedie del cervello e
dalla corteccia cerebrale, in modo
da attivare repentinamente i riflessi
per ottenere una rapida attivazione
muscolo scheletrica.
Questo processo è di vitale importanza nella risposta al servizio dove
le problematiche dovute alla velocità di palla e al manto erboso amplificano le difficoltà. Qui una spiccata
visione e consapevolezza periferica
tali da interpretare ogni minimo in-
dizio e prevedere correttamente gli
eventi inaspettati, oltre a una elevata qualità delle fissazioni e dei movimenti oculari nella ricerca di palla
collegati correttamente al gesto motorio, possono fare la differenza.
Andy Murray,
un esempio perfetto
delle abilità visive è possibile rispondere in modo efficace ed efficiente a servizi fimo a 250 km/h (di
questo e di come, nello specifico,
Murray si approccia alla risposta ne
parleremo approfonditamente sul
prossimo numero). Intanto in finale
contro Raonic, Andy ha dimostrato
di poterlo fare alla grande.
Un esempio di un’ottima integrazione sensoriale-neurologica-motoria
è l’eccellente risposta al servizio di
Andy Murray, fresco vincitore per
la seconda volta proprio sull’erba
di Wimbledon.
Lo scozzese correla la fissazioni
sulla palla con i movimenti degli arti inferiori, lo spostamento dei piedi con trascinamento sul terreno è
direttamente collegato al tempo di
lancio di palla del suo avversario.
Studi, ricerche e allenamenti sugli
atleti stanno dimostrando che con
il giusto potenziamento integrato
La visione... si può allenare
La visione è una funzione che si acquisisce, è un processo continuamente appreso durante
lo sviluppo mentale e corporeo. In quanto tale è plasmabile. La visione può essere educata,
potenziata, allenata, migliorata in tutte le sue abilità e integrata nel quotidiano allenamento
motorio per ottimizzare la performance tecnico-tattica del tennista.
25
racchette e dintorni
V1 Pro, potenza soft
Ecco il modello centrale della collezione 2016 dello storico marchio
tedesco Völkl. Un telaio confortevole e anche versatile, per giocatori a tutto
campo. Ottimo feeling sui colpi piatti o appena coperti. Costa 179,90 euro
di
Mauro Simoncini
O
rganix SuperG V1 Pro è la
racchetta agonistica di riferimento del colosso tedesco Völkl, giunta alla
sua terza edizione, un vero e proprio condensato tecnologico dagli
ingegneri tedeschi. Il carbonio Nanotube combinato con la cellulosa
arricchisce questa nuova versione
2016, ancora più potente ma sempre
confortevole. Ovviamente in tutte le
altre racchette Völkl c’è il sistema Organix, mirato all’assorbimento delle
vibrazioni, quasi totale; e c’è anche
Optispot, un segmento grafico fluorescente in arancione a ore 3, a ore 6,
a ore 9 e a ore 12 che aiuta a focalizzare al meglio la zona ideale di impatto sul piatto corde. Il concentrato
di tecnologia non finisce qui: speciali
passacorde (SuperG) più grossi e di
materiale più morbido per garantire
mobilità alle corde e quindi spinta
oltre per l’assorbimento delle vibrazioni. Infine altra classica specifica
tecnologica di Völkl è ‘Catapult’, una
sorta di molla a ore 10 e ore 14 per
dare più swing alla testa del telaio.
IL LAB
(corde Volkl VStar Orange 1,25 mm - tensione 23/22 kg)
Lunghezza: 68,6 cm Peso: 314 g Ovale: 99 Profilo: 20-23 mm
Bilanciamento: 33,6 cm Rigidità: 65 Inerzia: 322 Potenza: 54/100
Controllo: 44/100 Maneggevolezza: 72/100
IN CAMPO
Si percepisce subito la maneggevolezza del telaio, comoda da muovere nell’aria con un mix di peso e
bilanciamento ben equilibrato. I primi colpi da fondo campo sono pastosissimi, ben controllati e la palla si “sente” bene sul piatto corde.
Specialmente se non si esagera con
le preparazioni e anche con gli spin,
escono colpi potenti e il controllo
resta assoluto anche a velocità più
elevate, quelle di chi gioca in terza
e seconda categoria. Colpi classici
quasi piatti e movimenti raccolti fanno rendere al meglio l’attrezzo ma
anche spingendo quasi a tutto braccio con uno stile di gioco più moderno la racchetta supporta al meglio.
Il top-spin è aggressivo, incisivo. Il
back-spin risulta davvero preciso e
ficcante, sia in difesa sia nelle sortite offensive, difficili da affrontare. In
generale anche per chi non ha una
tecnica perfetta l’ampiezza dello
sweetspot concede aiuto in caso di
esecuzioni non ineccepibili.
Ottime le prestazioni nel gioco di
volo: racchetta equilibrata e confortevole, permette volée sicure in opposizione quanto perentorie volée di
chiusura.
Al servizio sono discretamente facili tutte le varianti: potenti le battute
piatte, precise e complicate da ribattere quelle tagliate. Si carica bene anche la seconda palla liftata.
26
Una racchetta conosciuta (il modello
storico V1 Pro) e già apprezzata da
molti, ben rivisitata con nuove tecnologie e materiali. Confortevole,
maneggevole ed equilibrata, un’agonistica completa e non proibitiva,
accessibile quasi a tutti (anche a discreti giocatori di club).
IL PAGELLONE
81/100
Potenza: 8
Controllo: 9
Maneggevolezza: 8
Fondo: 9
Rete: 7,5
Servizio: 8
Top: 8
Back: 8
Estetica: 7
Comfort: 8,5
racchette e dintorni
Scelta dalla Federazione Italiana Tennis
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12
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LQSURYDPHVL
0ROWLFLUFROLO
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Lab 3.11 s.a.s.
via Riva 22, 14021 - Buttigliera d’Asti (AT)
tel.: 011 9921410 - fax: 011 99211759
[email protected] - www.lab311.it
27
la regola del gioco
Non si rifa il punto,
ma il servizio sì
Avete mai sentito l’espressione “let in service”? Sono quei casi che, quando
si verificano, non comportano la ripetizione completa del punto, ma soltanto
di quello specifico servizio. Vediamo quali sono e quando si applicano
La premessa
Che cosa sono i casi definiti di “let
in service”? Beh, si tratta di quelle
situazioni che non comportano una
ripetizione dell’intero punto ma solamente di uno specifico servizio.
Se il ricevitore
non è ancora pronto
Il primo caso di “let in service” si
verifca quando il giocatore che si
appresta a ricevere non è ancora
pronto. Nel caso in cui dovesse segnalarlo per tempo, ma il servitore
non se ne accorgesse, allora il servitore avrà il diritto di ripetere solamente lo specifico servizio che stava
effettuando. È importante che il fatto di non essere pronto da parte del
ricevitore sia segnalato per tempo.
E che sia segnalato in modo chiaro
(per esempio con la classica mano o
la racchetta alzata), in modo tale che
risulti di tutta evidenza per tutti che
il giocatore non fosse pronto.
Segnalazione chiara
L’evidenza della segnalazione, la
sua chiarezza e la tempestività sono molto importanti in questo caso
e devono poter essere stabilite. Perché altrimenti l’azione del ricevitore di alzare la racchetta in ritardo
potrebbe avere la conseguenza o di
far ripetere l’intero punto al servitore (in quanto si è arrecato un disturbo) oppure, se non segnalato
proprio, il ricevitore stesso rischia
di perdere il punto.
Il caso più evidente
Il secondo classico caso riconducibile alla fattispecie del “let in service”,
specificamente previsto dalle regole
del tennis, si verifica quando la palla
subito dopo un servizio tocca il net e
sia buona sotto tutti i punti di vista:
a esempio quando, dopo il tocco del
net, rimbalzi nel giusto quadrante di
ricezione oppure vada a colpire direttamente sul corpo o sulla racchet-
ta l’avversario. Essendo in entrambi
i casi considerata buona la palla, in
questo caso il tocco del net imporrà
la ripetizione solamente di quel servizio. È come se nel momento in cui
durante un servizio la palla tocca il
nastro della rete (la chiamata sarà
“net” o “let” più il servizio giocato)
il gioco venisse congelato e ciò che
succede immediatamente dopo rileva solo per quello specifico servizio.
Se la palla rimbalzasse fuori, essa
sarà considerata come un normale
“out” ma se la palla rimbalzasse nel
giusto campo o toccasse l’avversario, essa sarà considerata buona a
tutti gli effetti e quindi dovrà ripetersi quel servizio.
Inviateci via mail
le vostre domande
I nostri esperti risolvono i vostri dubbi. Come? Semplicissimo: scriveteci all’indirizzo
di posta elettronica [email protected] e spiegateci i vostri
dubbi - o le vostre curiosità - di natura
regolamentare. Sottoporremo i vostri messaggi ai nostri esperti del settore arbitrale
della Fit e vi risponderemo sulle pagine di
questa rubrica numero per numero.
28
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