Punto 6 Odg consiglio generale 2016 Area istituzionale 6.1

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Punto 6 Odg consiglio generale 2016 Area istituzionale 6.1
LABORATORIO DI PENSIERO
Revisione percorsi deliberativi
(Area Istituzionale)
I documenti istruttori sono disponibili
da pag. 32 a pag. 63
dei Documenti Preparatori
del Consiglio Generale 2016
http://www.agesci.it/download/consiglio_generale/2016/Documenti-preparatori-2016.pdf
PUNTO 6 ODG CONSIGLIO GENERALE 2016
AREA ISTITUZIONALE
6.1 REVISIONE PERCORSI DELIBERATIVI
- SISTEMA DEI PROGETTI
- CONSIGLIO GENERALE
- CONSIGLIO NAZIONALE
- LIVELLO REGIONALE
- LIVELLO ZONA
Sistema dei Progetti
Norme transitorie relative al sistema dei progetti:
1. i progetti di Zona e regionali attualmente in vigore
rimangono validi fino alla scadenza prevista, salvo diversa
deliberazione dell’Assemblea;
2. alla scadenza dei progetti in vigore nei vari livelli associativi
si applicheranno le norme approvate nel corso della sessione
ordinaria 2016 del Consiglio generale.
SISTEMA DEI PROGETTI
Art. 41 – Progetto nazionale
Nell’ambito degli scopi statutari
del livello nazionale, il progetto
nazionale indica le idee di
riferimento per l’azione dei soci
adulti e per la politica associativa
di tutti i livelli ed individua gli
obiettivi prioritari per l’attuazione
dei compiti assegnati al livello
nazionale. Il progetto nazionale
ha durata compresa tra tre e
cinque anni.
È scorporato l’attuale progetto
Art.41 - strategie nazionali d’intervento. nazionale nei due ambiti che poi
Nell’ambito degli scopi statutari del livello saranno di competenza del Consiglio
generale e del Consiglio nazionale.
nazionale, sono identificati: le strategie
Si rende omogenea la durata con il
nazionali d’intervento che definiscono gli
progetto di Zona ed il mandato del
ambiti e le idee di riferimento per
Consigliere generale.
l’azione dei soci adulti e per la politica
Le idee di riferimento per l’azione dei
associativa di tutti i livelli; gli obiettivi
soci adulti e per la politica associativa
prioritari per l’attuazione dei compiti
di tutti i livelli , dette strategie
assegnati dallo Statuto al livello
nazionali di intervento, vengono
nazionale. Le strategie nazionali
mantenute tra i compiti del Consiglio
d’intervento hanno durata compresa tra
generale, che procederà ad elaborarle
due e quattro anni.
e verificarle secondo le modalità
attuali.
Al Consiglio nazionale viene trasferita
integralmente la responsabilità degli
obiettivi prioritari per l’attuazione dei
compiti assegnati al livello nazionale .
Una parte di Consiglieri sarà attribuita secondo il criterio di “uno per Zona”
alle Zone che siano composte da un adeguato numero di Gruppi. La restante
parte sarà comunque distribuita nelle Zone secondo criteri stabiliti
autonomamente dai Consigli regionali. Quindi, ad esempio, il Consiglio
regionale potrebbe ritenere di attribuire i seggi aggiuntivi alle Zone non
ancora rappresentate ovvero di ridistribuirli tra le Zone più grandi.
La rappresentanza del sesso minoritario potrà essere perseguita soltanto con
criteri di candidatura interni a ogni Regione. Unico vincolo generale può
essere posto laddove a una Zona siano attribuiti due Consiglieri, questi
debbano essere di sesso diverso. Dovrà essere comunque garantita una
minima rappresentanza regionale.
CONSIGLIO NAZIONALE
Delibera con voto pesato
Per quanto riguarda l’eventualità del voto pesato in Consiglio nazionale, ipotizzato nel
documento “Revisione dei percorsi deliberativi”, l’indagine svolta non ha fornito una
chiara indicazione alla sua istituzione.
Nel caso s’intendesse perseguire questa linea è ovvio ritenere che il “peso” dei
Consiglieri nazionali debba essere allineato ai numeri dei Consiglieri nel Consiglio
generale. Si tratterebbe di istituire, di fatto, una nuova struttura, una sorta di
“Consiglio generale delegato” che, diversamente dal Consiglio nazionale ordinario,
andrebbe pertanto presieduto da Capo Guida e Capo Scout.
La commissione ritiene che questo passo possa essere fatto eventualmente in un secondo
tempo, verificando prima l’efficacia dei cambiamenti già introdotti e valutando con
attenzione quanto il possibile beneficio di una tale istituzione giustifichi la complessità
aggiuntiva agli organi associativi.
Trasferimento di compiti
Dal confronto operato nei Comitati regionali e nel Consiglio
nazionale emerge la proposta di trasferire dal Consiglio
generale al Consiglio nazionale parte della potestà
deliberativa relativa alle modifiche al Regolamento AGESCI,
allo scopo di sgravare il Consiglio generale di deliberazioni di
secondaria importanza che distolgono risorse preziose dalle
questioni di maggiore rilievo e pertinenza per la “massima
assise associativa”. L’intento è quello che il Consiglio generale
non sia chiamato a decidere su aspetti della vita associativa
del tutto marginali, rispetto alle funzioni principali
dell’elaborazione pedagogica del metodo e dell’indirizzo
politico.
La prima analisi aveva identificato nei capi
F (uniformi e distintivi),
G (amministrazione e finanza),
H (modalità di applicazione della disciplina prevista dallo Statuto per i
provvedimenti disciplinari nei confronti dei soci adulti) del Regolamento AGESCI, e
in tutti gli allegati allo stesso, i possibili atti normativi trasferibili.
Una lettura più attenta ha però evidenziato come, con una diversa
riorganizzazione degli articoli del Regolamento, si potrebbe ottenere un
trasferimento di competenze anche maggiore e senza incorrere nel rischio di
creare situazioni di “conflitto istituzionale” e concorrenza poco chiara tra i due
organismi sulle materie disciplinate. Pertanto la commissione propone di procedere
in tal senso attivando uno studio specifico sul Regolamento teso a separare
chiaramente le norme da trasferire al Consiglio nazionale da quelle che debbano
rimanere nella disponibilità del Consiglio generale rinviando l’effettivo
trasferimento di compiti a una fase successiva.
Consiglio generale
Norme transitorie relative al Consiglio generale:
1. i Consiglieri generali attualmente in carica decadono alla scadenza
naturale del mandato; per essi continuano ad applicarsi le norme attuali
in relazione alla partecipazione agli organi previsti dallo Statuto;
2. la ricandidatura dei Consiglieri generali che cessano il mandato per
qualsivoglia motivo dovrà seguire le nuove procedure e il periodo
dell’incarico non potrà essere comunque superiore ai sei anni consecutivi
complessivi previsti dallo Statuto;
3. sarà cura di ogni Consiglio regionale all’atto della prima applicazione
distribuire i seggi previsti privilegiando le Zone dove non sono presenti
Consiglieri generali;
4. il Consiglio regionale vigilerà sulla progressiva transizione dallo stato
attuale alla piena applicazione della nuova normativa rifacendosi alla
lettera e allo spirito delle norme e di quanto espressamente riportato
nel documento esplicativo pubblicato.
Livello zona
COSA DOBBIAMO CAMBIARE?
Sicuramente il livello e di
conseguenza i contenuti dei PROGETTI
DI ZONA se vorremo contribuire in
maniera significativa alle
STRATEGIE NAZIONALI D’INTERVENTO
SPUNTI DI RIFLESSIONE
- La problematica centrale è LA DELEGA. Cosi come viene proposto il nuovo consigliere sarebbe un capo eletto in zona e che vive
attivamente la realtà della propria zona. Quindi se lui non può andare in consiglio generale:
° chi delega essendo l'unico capo della zona scelto dai capi per quello specifico incarico?
° Che vuol dire vivere attivamente la propria zona?
Forse una soluzione a questi due quesiti potrebbe essere che il nuovo consigliere generale sia un membro del comitato di zona (e
quindi anche un resp. di zona) che nell'impossibilita di partecipare al consiglio generale potrebbe delegare un altro membro del
comitato di zona?
SPESE DEI CONSIGLIERI GENERALI: Chi si accollerà le spese dei nuovi consiglieri generali? Sarebbe auspicabile che il Nazionale
dia alle Zone la somma che oggi mette a disposizione per ogni consigliere oppure che continui a sostenere tutte o almeno parte
delle spese. è una questione da non sottovalutare?
SISTEMA DEI PROGETTI: eliminando il progetto regionale come sarà concepito il bilancio regionale?
ASSETTO DELLE ZONE: Sarà necessario considerare una ridefinizione delle zone al fine di avere più consiglieri generali che siano
rappresentativi realmente del territorio?