Chi premia Wall Street
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Chi premia Wall Street
MILANO FINANZA 23 Luglio 2016 PRESIDENZIALI/2 di Ester Corvi D onald Trump, dopo la convention di Cleveland di giovedì 21, è diventato ufficialmente il candidato del partito repubblicano alla Casa Bianca. Quale sarebbe l’impatto su Wall Street di una sua vittoria o della rivale Hillary Clinton? È difficile dirlo, perché i candidati si sono concentrati sul tema generale della sicurezza, senza scendere nei particolari, ma guardando alla storia delle elezioni passate si possono osservare trend interessanti. Gli esperti di Fidelity fanno notare che, da un’analisi condotta sull’andamento della borsa Usa (indice S&P 500) fra il 1928 e oggi, i periodi storici che hanno visto un presidente repubblicano alla Casa Bianca hanno realizzato una performance peggiore e che in ben quattro amministrazioni repubblicane i listini hanno chiuso in perdita. Per contro, sotto la guida di presidenti democratici è stato registrato un solo quadriennio negativo. In media i mercati azionari sono saliti del 10% all’anno durante i governi democratici, contro solo l’1,8% sotto quelli repubblicani. L’andamento è confermato anche nel periodo che va dalla fine della seconda guerra mondiale ai giorni nostri. Le quotazioni azionarie sono infatti aumentate dell’11,4% sotto i presidenti democratici, mentre la percentuale si ferma al 4,8% per quelli repubblicani. Sebbene sia prematuro capire le implicazioni delle premesse elettorali, è possibile prevedere alcuni interventi. In particolare gli specialisti di Capital group fanno notare che entrambi gli schieramenti incrementeranno il valore degli investimenti infrastrutturali. Per quanto riguarda la politica commerciale Trump ha messo in dubbio i vantaggi del libero scambio, mentre sul tema dei buy-back e della sanità la Clinton ha espresso posizioni critiche. In ogni caso, spiega Christophe Nagy, gestore del Comgest Growth America, «la costituzione a stelle e strisce è stata concepita inserendo un gran numero di contrappesi e limitazioni. Il presidente degli Stati Uniti ha un potere troppo limitato per implementare un significativo cambiamento sul fronte economico senza il supporto del Congresso. Verosimilmente le proposte più radicali di Trump, come il controllo delle frontiere e il protezionismo, sono deflazionistiche e dannose per la crescita economica, almeno inizialmente, mentre è improbabile che la Clinton apporti cambiamenti radicali nel percorso tracciato da Obama». Anche secondo Maria Paola Toschi, strategist di J.P. Morgan asset Chi premia Wall Street PRESIDENTI USA E PERFORMANCE DELL’INDICE S&P 500 Dalla data di elezione al giorno prima dell'elezione successiva - Performance % dei prezzi annualizzata DEMOCRATICI REPUBBLICANI Periodo mandato ◆ 06/11/1928 - 07/11/1932 ◆ 04/11/1952 - 05/11/1956 ◆ 06/11/1956 - 07/11/1960 ◆ 05/11/1968 - 06/11/1972 ◆ 07/11/1972 - 01/11/1976 ◆ 04/11/1980 - 05/11/1984 ◆ 06/11/1984 - 07/11/1988 ◆ 08/11/1988 - 02/11/1992 ◆ 07/11/2000 - 01/11/2004 ◆ 02/11/2004 - 03/11/2008 Presidente Hoover Eisenhower Eisenhower Nixon Nixon/Ford Reagan Reagan Bush Bush, G.W. Bush, G.W. ◆ Valore medio dal 1928 ◆ Valore medio dal 1945 Perform. -24,7% 17,9% 3,7% 2,5% -2,5% 6,9% 12,6% 11,4% -5,8% -3,8% 1,8% 4,8% Periodo mandato ◆ 08/11/1932 - 02/11/1936 ◆ 03/11/1936 - 04/11/1940 ◆ 05/11/1940 - 06/11/1944 ◆ 07/11/1944 - 01/11/1948 ◆ 02/11/1948 - 03/11/1952 ◆ 08/11/1960 - 02/11/1964 ◆ 03/11/1964 - 04/11/1968 ◆ 02/11/1976 - 03/11/1980 ◆ 03/11/1992 - 04/11/1996 ◆ 05/11/1996 - 06/11/2000 ◆ 04/11/2008 - 05/11/2012 ◆ 06/11/2012 - ad oggi* ◆ Valore medio dal 1928 ◆ Valore medio dal 1945 Presidente Roosevelt Roosevelt Roosevelt Roosevelt/Truman Truman Kennedy/Johnson Johnson Carter Clinton Clinton Obama Obama Perform. 24,2% -10,2% 3,8% 6,6% 10,2% 11,5% 4,9% 5,8% 13,9% 19,0% 11,6% 19,3% 10,0% 11,4% GRAFICA MF-MILANO FINANZA Kotok: i multipli possono salire ancora di Vincenzo Sciarretta R. Magari filasse sempre tutto liscio! Ad ogni modo mi piace ancora il Giappone e alcune boravid Kotok ha avuto la freddezza di com- se europee hanno valutazioni convenienti. Ci prare azioni all’apice delle vendite del 24 e vuole pazienza. In Giappone se dividiamo gli del 27 giugno e ora gongola. È il fondatore utili per la capitalizzazione di borsa otteniamo di Cumberland Advisors, società d’investimento un rendimento di quasi il 7%. Questo va rapcon sede in Florida e New Jersey e 2 miliardi di portato al decennale nipponico, che è negativo: dollari amministrati. Kotok sposa in pieno la tesi la forbice è molto ampia e ci dice che le azioni secondo cui «tassi d’interesse che vanno giù non giapponesi sono attraenti, a meno che il mondo possono che guidare le azioni all’insù». non finisca il mese prossimo. Io insisto. Domanda. È la liquidità a spingere al rial- D. Tornando alla borsa americana, quali sozo il mercato azionario? no i settori più e meno attraenti? Risposta. Certo, e cos’altro sennò? R. Ho ottenuto grandi profitti con le utility, che D. Le azioni sono care o a buon mercato? sono avvantaggiate dai tassi bassi. Nel 2016 R. Care. Stimo per il 2016 che l’utile medio hanno guadagnato il 20%. Qui il confronto tra associato all’S&P500 sia di 115 dollari. Alle dividendi (al 3,2%, ndr) e titoli del debito è sponquotazioni attuali vuol dire taneo perché il loro business che l’indice di borsa passa di è prevedibile e generalmente mano a 20 volte gli utili: sono cresce a una cifra. Certo, ogprezzi alti, ma con questi tassi gi le utility sono care rispetto i multipli possono continuare a al fatturato, per cui sono in crescere. Vivo con apprensione apprensione, ma le tengo, alquesto mercato e rimango inmeno per ora. vestito: non c’è altro da fare. D. Poi? D. Gli analisti notano che R. Sono sovrappesato suli bassi tassi promuovono la tecnologia perché viviamo fusioni e acquisizioni. Gli in un mondo a guida tecnoottimisti associano questi logica e i multipli non hanno fenomeni a una benefica ancora raggiunto le vette del domanda di azioni, i pes2000. Credo molto nella ripresimisti rispondono che sa del mercato immobiliare, David Kotok storicamente il mercato la cui ripresa accelererà per azionario inverte al riil resto del decennio. basso quando la febbre da m&a è alta. D. Che cosa non le piace? Che ne pensa? R. Abbiamo pochi titoli finanziari perché: le R. Penso che la febbre è alta ed è destinata a banche sono imbrigliate in una camicia di forsalire grazie ai tassi molto bassi. È una febbre? za regolamentare dopo la crisi dei subprime; c’è Certo. Ma per ora va bene così. una trasformazione verso l’e-banking, a sfavore D. Gran parte dei titoli del debito governati- del modello bancario tradizionale; i tassi bassi vo offre tassi bassi o negativi: è una bolla? e piatti sono nemici delle istituzioni finanziarie. R. Dopo la Brexit abbiamo assistito a una nuo- D. Ancora? va corsa agli acquisti di titoli governativi e di R. L’altro settore nel quale siamo scarichi è conseguenza all’ennesima discesa delle cedole. Io quello dell’energia. Qui è molto difficile fare sto alleggerendo il portafoglio obbligazionario dei valutazioni: il petrolio potrebbe scendere a 30 titoli del debito con le scadenze più lunghe, che of- dollari come salire a 80 dollari. Ci sono rischi frono rendimenti troppo bassi e sono rischiosi. geopolitici legati al terrorismo o alle traversie D. Lei aveva puntato sulle borse giapponese di Venezuela o Nigeria; in questi casi io viaggio e tedesca, ma i risultati sono deludenti. leggero. (riproduzione riservata) D FOCUS USA 16 management, «una vittoria repubblicana potrebbe non essere vista positivamente dai mercati, alimentando l’incertezza su molti temi come la gestione delle relazioni internazionali, un aspetto molto sensibile in un momento in cui si assiste a un aumento delle aree di instabilità geopolitica». Ma quali sarebbero le ricadute a livello di settori? «In caso di presidenza Clinton», continua Nagy, «il settore finanziario dovrebbe affrontare una più stringente regolamentazione. Una politica più redistributiva favorirebbe le vendite al dettaglio e il settore manifatturiero, mentre con Trump il comparto della difesa potrebbe risentire negativamente di una politica più isolazionista». Aditya Khowala, gestore di Fast-Us Fund di Fidelity International ritiene invece che «se vincesse Trump e i repubblicani controllassero la Camera, «i settori dell’energia e della difesa registrerebbero probabilmente un aumento della spesa. Se al contrario vincesse la Clinton e i democratici controllassero la Camera, a essere privilegiato sarebbe il settore delle energie alternative, poiché i democratici sostengono da sempre la necessità di investire in questo ambito. A essere penalizzate saranno le compagnie farmaceutiche e biotech, mentre in entrambi i casi le infrastrutture potrebbero essere favorite dopo un lungo periodo di bassi investimenti». In caso di vittoria di Trump «il settore vincente potrebbe essere l’industria delle armi» ,dice Bernd Kiegler, gestore di Raiffeisen Capital Management, «grazie al rafforzamento del secondo emendamento, che punta ad ampliare il diritto a detenere armi e al consolidamento dell’esercito Usa per le manovre nel Mar Cinese meridionale e orientale». La vittoria della Clinton, a parere di Alfonso Maglio, portfolio manager di Marzotto sim, sarebbe invece «vista con diffidenza dagli operatori e potrebbe portare almeno in una prima fase a una correzione generalizzata. In particolare per il settore farmaceutico. Non è una novità che la candidata democratica da sempre sostiene che i farmaci hanno un costo troppo elevato». (riproduzione riservata) Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/wallstreet