Solitamente per il significato della parola “fondamenta” si conviene

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Solitamente per il significato della parola “fondamenta” si conviene
LE FONDAMENTA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
di Biagio Papotto
Solitamente per il significato della parola “fondamenta” si conviene di indicare qualcosa che stia
alla base, un’espressione che evochi immediatamente la solidità e l’inamovibilità su cui poggiare
una costruzione, nell’accezione più comune, e per traslato tutto ciò che parta da un punto per
poter sostenere qualsiasi sovrastruttura successiva.
Dare per scontato quanto finora esposto può apparire persino banale, ma nell’Italia del 2015
occorre fare molta attenzione.
FONDAMENTALE, che dalla parola “fondamenta” deriva in modo intuitivamente immediato, è ad
esempio il termine con cui vengono indicate le Costituzioni di molte nazioni (la Legge
Fondamentale della Repubblica Federale tedesca del 1949, la Legge Fondamentale della Città del
Vaticano del 1929, le 9 Leggi Fondamentali dello Stato di Israele…). Si tratta di enunciati da cui far
discendere in modo vincolante tutte le disposizioni legislative successive, in modo da avere un solo
e fermo punto di riferimento. Se una legge si discosta dai principi della Costituzione non è una
legge che possa essere approvata. Punto.
Partendo da questo presupposto - solo apparentemente semplice - appare sempre più complesso
comprendere come si possa esser giunti ad una situazione così deteriorata come quella che si offre
agli occhi di osservatori esterni al nostro bel Paese.
In questi giorni, appena distratti da elezioni in cui hanno vinto tutti e scandali (in Italia elezioni e
scandali non mancano mai, purtroppo…) in cui pare non sia coinvolto alcuno, stiamo assistendo ad
uno squallido tentativo di influenzare nientemeno che un emanando pronunciamento della
Consulta.
Avete letto bene: della Con-sul-ta. Un organo che agli studenti appare lontano e solenne (e
lontano forse no, ma solenne di certo è e almeno altrettanto autorevole deve essere riconosciuto)
e che oggi si cerca di attaccare in modo subdolo, chi dicendo che deve porre attenzione alla spesa,
chi invece sostenendo che non può che pronunciarsi in modo favorevole ai ricorrenti, chi ancora
aspettando solo un parere, qual che sia, per poter attaccare dopo, con comodo…
Abbiamo iniziato - non molti anni fa - con politici condannati che attaccavano i giudici, abbiamo
avuto insomma dei pessimi insegnanti. “La legge è uguale per tutti gli altri”, potremmo chiosare, e
se la legge si pronuncia contro di me è ingiusta.
FONDAMENTALE, invece, è recuperare prima di tutto una coscienza di Stato, e di popolo di tale
Stato prima ancora. Questo ci differenzia sempre di più, purtroppo, dalle altre nazioni evolute, ben
oltre le cifre del PIL e/o del debito pubblico. Ci sono Paesi ben meno ricchi del nostro, in termini
assoluti e di storia, di arte e cultura, che però emergono con la propria identità di nazioni
compatte e risolute nel migliorarsi, ansiose di progredire e attente, in primis, al benessere dei
propri abitanti.
Qui occorre riflettere un attimo: i politici dirigono, ma in una democrazia sono i cittadini che li
scelgono. La bassa partecipazione al voto nell’ultima tornata elettorale è anzitutto una sconfitta di
TUTTI, e non, come si vorrebbe per comodità far credere, una sconfitta della politica. “La sovranità
appartiene al popolo, che la esercita…”. Questo è il primo articolo della Costituzione. Ogni volta
che non votiamo rinunciamo ad un nostro diritto primario. E allora non possiamo lagnarci dopo,
come il popolo amorfo contro cui si scagliava – giustamente – il Manzoni.
FONDAMENTALE, poi, è che vi sia diretta e continua corrispondenza tra le esigenze della gente e
l’equilibrio dello Stato. E’ per questo che c’è una classe politica e una cittadinanza elettiva. Ma se
tutto va come deve, allora, non si comprendono alcune storture, visibili e ancor più sgradevoli se
confrontate con l’equilibrio che un sindacato deve SEMPRE garantire. L’aumento della spesa
pubblica che continua, nonostante il blocco pluriennale delle retribuzioni e la grave riduzione del
potere d’acquisto dei dipendenti, non può e non deve riverberarsi in ulteriori provvedimenti di
miope austerità, peraltro a senso unico. Anzi.
Abbiamo invece bisogno di una sorta di “New Deal” anche in Italia, un patto tra i cittadini, non più
vessati come sudditi, e lo Stato, non più visto come un’entità astratta e da temere.
Dobbiamo recuperare lo stesso spirito con cui i nostri padri – appena usciti dalla tragedia della
guerra – lavoravano con la consapevolezza di “creare” e lo Stato incoraggiava e spingeva a “fare”.
FONDAMENTALE, infatti, è sfruttare l’immensa ricchezza naturale ed artistica del nostro Paese,
preservandola e valorizzandola. Allo stesso modo non possiamo più permetterci che i nostri
giovani migliori crescano con il miraggio di fuggire, spendendo all’estero il patrimonio di
investimento che l’Italia ha riposto in essi. I veri e propri “tesori” che la nostra nazione ha e di
continuo produce, con le scarne risorse che possiede, devono essere moltiplicati.
A questo scopo occorre partire, appunto, dalle fondamenta, dai diritti di base.
Un’istruzione (la migliore possibile) e un lavoro con cui avere e garantire benessere.
E allora, se in modo poco appariscente abbiamo citato anche gli Artt. 2, 3, 4 e 9 della Costituzione,
vuol dire che è scritta bene e che DEVE essere applicata senza vincoli, nel solo interesse del Paese
e della sovranità che in essa e contenuta. Istruzione, lavoro… retribuzione commisurata.
La sanità pubblica, in questo scenario, è di diritto al primo posto.
FONDAMENTALE. Trascurare questo aspetto provoca, in via diretta ed immediata, il crollo
pressoché totale di una nazione.
Ma se la sanità non ha dotazioni organiche adeguate, se non ha posti-letto sufficienti, se non ha
strumenti indispensabili, se non ha attenzione neppure quando grida i propri allarmi, come la CISL
Medici ha da anni denunciato… Come si potrà mai garantire il rispetto dei livelli minimi di
assistenza e cura? E’ di ieri la notizia della completa guarigione del secondo caso di virus Ebola in
Italia. Tutti contenti per i pazienti, ovviamente, e tutti a gonfiare il petto come succede per una
medaglia d’oro alle Olimpiadi. Ok, ma… E’ terrorismo psicologico domandarsi come si farà a
garantire risposte di successo in carenza di mezzi? E’ disfattismo segnalare le disfunzioni e le
storture di gestione?
E poi consentiteci una frase che non è ad effetto, non è corporativa, non è ciecamente
rivendicativa… I medici HANNO GIA’ DATO. In troppe occasioni, sacrificando la propria attività e la
propria retribuzione in nome e per conto di uno Stato troppo spesso maramaldo ed ingrato.
Non saremo comunque mai noi a “tirar la giacca” alla Corte, per la dignità che tale organo merita e
certi, come siamo, che i supremi giudici decideranno in scienza e coscienza per il meglio.
In questi tempi di becero vociare ci siamo limitati, una volta di più, a sottolineare in modo
sommesso, ma fermo, la nostra visione di una professione piena di valori e dignità, come un
medico ha diritto di pretendere e come un sindacato, la CISL Medici, ha il dovere di rimarcare.