PODBIELSKI CONTEMPORARY
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PODBIELSKI CONTEMPORARY
P O D B I E L S K I C O N T E M P O R A RY DUBRAVKA VIDOVIĆ. MO NTE V ERIT À G I G L I O L A FO S CH I BE R L I N AS C O N A Boschi dal fogliame rigoglioso, con gli scuri tronchi degli alberi che si slanciano verso un cielo invisibile. E su alcuni di questi tronchi, in tre immagini diverse, altrettante scritte luminose, il cui biancore fluorescente sembra generato dalla forza, dalla vitalità vibrante del bosco stesso. Sono vocaboli fatti di luce, che compaiono ciascuno su un singolo tronco per ogni singola immagine: “energy”, “utopia”, “believe”. Parole al tempo stesso intense e lievi che, brillando a mezz’aria nel silenzio oscuro della foresta, rivelano di questa stessa foresta la carica di energia cosmica in essa racchiusa. È come se tale luogo custodisse una dimensione utopica di sogno, di bellezza, di armonia, in cui siamo spinti a credere. Credere cioè che sia possibile, e anche realizzabile, per noi umani, un nuovo modo di vivere in piena e feconda conciliazione con le potenze vitali della natura, così come queste stesse parole, tanto cariche di significati e di storia, splendono ora in perfetta consonanza con il cuore del bosco, con il silenzio di un mondo naturale colmo di pace e di vita… Grazie a queste istallazioni, documentate attraverso immagini fotografiche, l’artista croata Dubravka Vidovic’ evoca e riattualizza la storia e l’esperienza emblematica di Monte Verità (Hill of Truth), sopra Ascona, in Svizzera. Qui, nei primi decenni del Novecento, venne fondato un sanatorio naturista vegetariano, ma soprattutto si radunò una comunità protesa a creare un modello di vita libertario, a sperimentare un rapporto con il corpo e la natura, ispirato alla teosofia e alla lezione mistica di Tolstoj1. Luogo simbolo per quanti allora sognavano un nuovo mondo, una Lebensreform, una “riforma della vita”, Monte Verità venne frequentato da artisti e anarchici, utopisti e pacifisti, mistici e vegetariani. Un vasto gruppo di artisti e pensatori, di inquieti intellettuali che si chiedevano come fosse possibile salvare il mondo dalle guerre, liberarlo dal “disagio della civiltà”, per inaugurare finalmente una nuova era, segnata invece da una ritrovata conciliazione fra cosmo e spirito, fra nuove espressioni artistiche e forme più autentiche di vita. Così, tra i frequentatori di Monte Verità, troviamo scrittori come Hermann Hesse e Erich Maria Remarque, ma anche i dadaisti zurighesi Hans Arp e Hugo Ball, psicoanalisti come Otto Gross e Carl Gustav Jung, ballerini come Rudolf von Laban e Charlotte Bara, docenti del Bauhaus quali Emil Fahrenkamp e Oskar Schlemmer… Monte Verità è stata dunque un’utopia almeno in parte realizzata: dimostrazione che, se si vuole 3 davvero dar luogo a una “riforma della vita” – se si crede davvero di potere attingere alle energie vitali della natura – ebbene, questa utopia in qualche modo si concretizza. Così, Dubravka Vidovic’ si è proposta di partire dall’esperienza storica di Monte Verità, proprio per interrogare il tema dell’Utopia e della sua possibile/impossibile fattibilità. Un tema – quello dell’Utopia – che, in modo paradossale, risulta oggi tanto più attuale, proprio perché la società contemporanea sembra invece averlo dimenticato e relegato progressivamente nella categoria innocua dei sogni. Col risultato che tutta la nostra società si trova oggi imprigionata nelle categorie opposte del Necessario, del Limite, del Vincolante, delle cose che non si possono fare, perché le regole opprimenti dell’economia e della politica ce lo vietano, e sembrano addirittura volerci impedire di ipotizzare un mondo migliore, generando così un senso di frustrazione, rabbia, impotenza. Nel lavoro di Dubravka Vidovic’, invece, l’Utopia viene intesa come Energia, come slancio verso una rinnovata relazione tra l’uomo e la natura, come progetto in cui Credere, aver fede. L’artista crea così un poetico e immaginario mondo alternativo: un contra mundum cui dare vita, verso cui tendere, ispirandosi e traendo forza appunto dall’esperienza passata di Monte Verità. Già nel suo precedente lavoro Exil (poetico e vivificante omaggio alle case tradizionali di Shanghai) l’autrice croata aveva fatto nascere la propria ricerca da un agire artistico capace di interrogare e ridare vitalità al passato. Ed ecco che ora Vidovic’ cerca la via verso una possibile conciliazione futura con la natura, rievocando, recuperando l’esperienza trascorsa di Monte Verità. Lo fa innanzitutto attraverso l’utilizzo delle parole simbolo che abbiamo prima citato. “Utopia”, “Energy” e “Believe” sono infatti i termini chiave che avevano orientato a suo tempo la comunità di Monte Verità. Dubravka Vidovic’ (in questa ricerca in progress) scrive dunque tali parole con dei piccoli tubi al neon e le inserisce in boschi solitari, per poi documentare l’installazione con fotografie che vengono a costituire l’esito finale del suo lavoro. Non solo. In un’altra serie di fotografie rende omaggio alle cosmologie dell’artista pre-concettuale Armand Schulthess (1901-1972) citando liberamente le tavolette circolari su cui quest’ultimo scriveva (ad Auressio, non lontano da Monte Verità) la sua enciclopedia cosmica (andata purtroppo quasi tutta distrutta): un inventario di tutte le conoscenze umane, riportato su dischi lignei o metallici, che pendevano come frutti dai rami di un bosco. Proprio rifacendosi all’opera di Schulthess, Dubravka Vidovic’ crea sculture cinetiche, composte da giocosi grappoli di cerchi colorati, che appaiono magicamente lungo sentieri immersi nel bosco, e che sembrano oscillare senza peso tra le foglie. Il cerchio, inteso quale simbolo cosmico e vitale del sole, ricompare poi in un’altra serie di immagini, questa volta ispirate alle danze ritmiche di libera espressione corporea, promosse da Rudolf von Laban e Charlotte Bara, altri due straordinari protagonisti di Monte Verità. Il simbolo del sole e la figura cosmica del cerchio, infatti, erano cari ai danzatori e agli artisti che all’epoca operavano in quei luoghi. Vale la pena ricordare, a questo proposito, che nel 1917, dunque in piena Guerra mondiale, si tenne a Monte Verità uno straordinario rituale dedicato al Sole, un grandioso spettacolo teatrale, la “Festa del Sole”, concepita proprio per evocare la pace e restaurare la conciliazione cosmica su una terra devastata dal conflitto2. Ebbene, se teniamo presente questo lontano evento artistico-religioso, centrato sul simbolo circolare del Sole, e poi torniamo a guardare i dischi colorati che brillano nelle immagini di Dubravka Vidovic’, ci possiamo accorgere di quanto queste ultime siano cariche di una forza simbolica rigenerante. Rimandandosi le une alle altre, tali immagini evocano infatti una cosmografia e al contempo s’impongono come presenze mistiche, immaginifiche, che si relazionano con la natura da cui sono circondate. Simili a “immagini lucciole” (per usare un termine del filosofo Georges DidiHuberman), le opere di Dubravka Vidovic’ sono come squarci di luce che, ispirate dal messaggio spirituale e libertario di Monte Verità, s’impegnano a ridare voce all’immaginazione, alle visioni, a una possibile armonia tra microcosmo e macrocosmo. In sintonia con le tematiche centrate sulla rappresentazione dell’invisibile – proposte dalla Biennale d’Arte di Venezia 2013 (a cura di Massimiliano Gioni) – l’autrice crea dunque una sorta di “luogo altro”: un mondo nuovo, dove le immagini paiono dotate di poteri magico-simbolici, capaci di influenzare positivamente il nostro modo di intendere il rapporto tra uomo e natura, di spingerci ancora verso l’Utopia feconda di una conciliazione universale, come già una volta era avvenuto, a Monte Verità. 4 5 1. Per una storia di Monte Verità, cfr. Senso della vita e bagni di sole – Esperimenti di vita e arte a Monte Verità, a cura di Andreas Schwab e Claudia Lafranchi, ed. Fondazione Monte Verità, Ascona, 2001. 2. cfr. Mara Folini, Il Monte Verità di Ascona, ed. Società di Storia dell’Arte in Svizzera, Berna, 1998, p. 28. Untitled (The Mobile 1) 2012 Lambda print mounted on Dibond, framed 95 x 74 cm 6 7 Utopia 2013 Lambda print mounted on Dibond, framed 95 x 74 cm 8 9 Believe Energy 2013 2013 Lambda print mounted Lambda print mounted on Dibond, framed on Dibond, framed 95 x 74 cm 60 x 47 cm 10 11 Sie und Er 2013 Lambda print mounted on Dibond, framed 40 x 40 cm 12 13 DU BRAV KA V IDOV IC gio Emilia (2010); Hotspot Berlin 2011 + Auction Phillips de Pury & Company, Georg-Kolbe Museum, curated by Eugen Blume, Berlin, Germany (2011); Memoria variabile, Gallery Milan, curated by Carla Pellegrini and Gigliola Foschi, Milan, Italy (2011); Re-calling the past, 52. Annale, Istarska sabornica, curated by Radmila Iva Jankovic’, Poreč, Croatia (2012); Anne Cecile Noique Gallery, Shanghai (2013); Imageination, ULUPUH, curated by Silva Kalčic’, Zagreb (2013). In 2013 she was selected for T-HT Award 2013 and group exhibition at Museum of Contemporary Art Zagreb (HR) curated by Vladimir Čajkovac. In 2005 Dubravka Vidovic’ was awarded the first prize at the 11th Zadar Salon of young artists organized by the Art Gallery of the National Museum Zadar (Croatia). She then realizes a personal exhibition, Formae Mentis (2006), curated by Ljubica Srhoj Čerina. In 2007 Vidovic’ had a solo exhibition, Boxed Sea, at the Gallery Artopia in Milan, curated by Francesca Pasini. Curated by Gigliola Foschi, her solo exhibition Exil (2011) at Podbielski Contemporary Berlin presents a series of works reflecting on the Shikumen Houses in Shanghai. In 2012 artist presented Exil at Alberto Peola, Turin, Italy. Dubravka Vidovic’ will have her second solo show Monte Verità at the Podbielski Contemporary Berlin in November 2013. Born in Zadar (Croatia) in 1970, Dubravka Vidovic’ lives and works in Shanghai and Milan. She graduated in painting at the Brera Academy of Fine Arts in Milan in the class of Professor Luciano Fabro. In 1999 she was admitted to the Advanced Course in Visual Arts at Foundation Ratti in Como with visiting professor Haim Steinbach. Vidovic’ works in the fields of photography, installation, video and archives. Among group exhibitions, Dubravka Vidovic’ has exhibited in Final project with Haim Steinbach, Ex-chiesa di San Francesco, curated by Angela Vettese and Giacinto Di Pietrantonio, Como (1999); Tracce di un seminario, Via Farini, curated by Angela Vettese and Giacinto Di Pietrantonio, Milano (2000); Mercedes Benz Art Prize, Documenta Halle, Kassel / Museum Ludwig, Aachen, curated by Ulrich Scheider, Germany (2001); Note: nostalgie, Via Farini, curated by Gabi Scardi, Milano (2002); Video It, curated by Mario Gorni, Torino (2002); Insert, MSU, Zagreb, curated by Tihomir Milovac, Branko Franceschi, Silva Kalčic’ and Antonia Majača, Croatia (2005); Masaï Art Factory 2005, Assab one, curated by Roberto Pinto and Gabi Scardi, Milano (2005); Creative Emergencies, MAR, curated by Silvia Cirelli, Ravenna (2009); Al di là delle apparenze opache, European Photography Festival, Museo Frati Cappuccini, curated by Gigliola Foschi, Reg- 14 15 Published on the occasion General Information of the exhibition Koppenplatz, 5 Dubravka Vidovic‘ : Monte Verità 10115 Berlin Podbielski Contemporary T +49.30.240.88.238 Berlin, 16 November 2013 – 18 January 2014 [email protected] www.podbielskicontemporary.com Essay Gigliola Foschi Opening Hours Tuesday–Saturday Translation 12- 6 pm Karine Winter Beatty or by appointment Concept and Design Andrea Lancellotti Under the Patronage Cover: Utopia, 2013 of the Croatian Embassy in Berlin With the support of Fondazione Monte Verità, Ascona Print run: 100 © Podbielski Contemporary, Berlin