Catalogo generale 46 PesaroFilmFest PDF - 8.9 Mb
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Catalogo generale 46 PesaroFilmFest PDF - 8.9 Mb
CATALOGO DELLA 46A MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA a cura di/edited by Michela Greco e Arianna Pagliara traduzioni in inglese/English translations Natasha Senjanovic © 2010 Fondazione Pesaro Nuovo Cinema Onlus Via Emilio Faà di Bruno, 67 00195 Roma Finito di stampare nel mese di giugno 2010 presso la tipografia Lineagrafica - Roma - Via delle Zoccolette, 25 46 MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA A realizzata con il contributo di: Provincia di Pesaro e Urbino Comune di Pesaro MAIN SPONSOR OFFICIAL SPONSOR CON IL SUPPORTO DI TECHNICAL PARTNER CON IL PATROCINIO DI MEDIA PARTNER FONDAZIONE PESARO NUOVO CINEMA ONLUS 46A MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA Pesaro, 20 giugno / 28 giugno 2010 FONDAZIONE PESARO NUOVO CINEMA ONLUS Soci fondatori/Founding partners Comune di Pesaro City of Pesaro Luca Ceriscioli, Sindaco/Mayor Provincia di Pesaro e Urbino Province of Pesaro e Urbino Matteo Ricci, Presidente/President Regione Marche Marches Region Gian Mario Spacca, Presidente/President Fiorangelo Pucci, Delegato/Delegate Consiglio di Amministrazione Board of Administrators Luca Ceriscioli, Presidente/President Luca Bartolucci Roberto Bertinetti Mario Cristiano Carloni Giuliana Gamba Goffredo Pallucchini Silvana Ratti Simonetta Romagna Giuseppe Saponara Segretario generale/General Secretary Ennio Braccioni Amministrazione/Administrator Lorella Megani Coordinamento organizzativo/Ufficio a Pesaro Organizational Coordinator/Pesaro office Cristian Della Chiara 46A MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA Comitato Scientifico/Scientific Board Bruno Torri, Presidente/President Adriano Aprà Pedro Armocida Pierpaolo Loffreda Giovanni Spagnoletti Vito Zagarrio Direzione artistica/Artistic Director Giovanni Spagnoletti Direzione organizzativa/Administrative Director Pedro Armocida Segreteria/Secretary Maria Grazia Chimenz Programmazione e ricerca film Programming Assistant Paola Cassano con la collaborazione di/with the collaboration of Chiara Micol Schiona Catalogo/Catalogue Michela Greco, Arianna Pagliara traduzioni dall’italiano/translations from Italian Natasha Senjanovic traduzioni dall’inglese/translations from English Sabrina Pellegrini Movimento copie/Print Coordinator Anthony Ettorre Accrediti e ospitalità/Accreditation and Hospitality Claudia Barucca, Noemi Cerrone 24° Evento Speciale - Carlo Lizzani/24th Special Event - Carlo Lizzani a cura di/organized by Vito Zagarrio Segreteria scientifica/consultants Christian Uva, Pierpaolo De Sanctis Valentina Vincenzini Per il Cinema russo contemporaneo/ Contemporary Russian Cinema Olaf Möller, Alena Shumakova Olga Strada, Barbara Wurm Per il Dopofestival/After Hours Antonio Pezzuto Coordinamento proiezioni/Screenings coordinator Paolo Lucenò Traduzioni simultanee/Simultaneous translator Claudia Vettore Sito internet/Website Claudio Gnessi (Webmaster) Michela Greco (testi/content) Fotografi/Photographers Luigi Angelucci, Chiara Schiaratura Uffici a Pesaro/Pesaro Office Elisa Delsignore, Giovanna Gennarini, Veronica Mastrogiacomi Teresa De Lucia (stage/intern) Progetto di comunicazione/Communication Design 33 Multimedia Studio Ufficio stampa/Press Office Studio Morabito Mimmo Morabito (responsabile/owner) Rosa Ardia Stampa regionale/Regional Press Beatrice Terenzi Trasporti/Transportation Stelci & Tavani, Roma Conferenze stampa/Press conferences Pierpaolo Loffreda Collaborazione alla selezione dei film Programming assistance came from Davide Cazzaro, Rebecca De Pas Sergio Fant, Olaf Möller, Giovanni Ottone Consulenza assicurativa/Insurance consultants I.I.M. di Fabrizio Volpe, Roma Ospitalità/Hospitality A.P.A., Pesaro Sottotitoli elettronici/Electronic subtitles Napis, Roma - [email protected] Allestimento Cinema in piazza e impianti tecnici Cinema in the Square outfitters, technical equipment L’image s.r.l., Padova Si ringraziano/Special thanks to AES+F Group Ambasciata d’Israele a Roma Simone Arcagni Laura Argento Nicole Barras (T&C Edition AG) Laura Bartoletti Fiamma Benvignati Gabriele Bohm (rbb media GmbH) Roman Borisevich (Koktebel Film Company) Sarra Brill Giuseppe Bruno Bossio Nicola Calocero Eleonora Chiari Agustina Chiarino (Control Z Films) Fabrizio D’Alessio Dmitry Davidenko Johan De Faria (Celluloid Dreams) Juan Francisco Del Valle Goribar Alessandro De Simone Jessica Devaney (Just Vision) Alejandro Díaz San Vicente (Instituto Mexicano de Cinematografía) Giancarlo Di Gregorio Clément Duboin (Umedia) Emma Ettorre Barbara Faonio Manuel Ferrari Chiara Fumai Gaia Furrer Raisa Fomina (Intercinema) Jon Gartenberg Natascha Gikas (goEast - Festival of Central and Eastern European Film) Paolo Gioli Google Translator Ingo Grell (Filmgalerie 451) Galia Illarionova Kiyo Joo (Gold View Co.) Lenka Kabankova Susa Katz (T&C Edition AG) Maria Khovanskaya (Rock Films) Sebastian Kiesmueller (Bavaria Film International) Nahie J.Y. Kim (M-Line Distribution) Yulia Kozhevnikova Klaudia Kutzner (Bavaria Film International) Anne-Sophie Lehec (Celluloid Dreams) Sanam Madjedi (Films Distribution) Margherita Mangione (Umedia) Abi Mendlewicz (Control Z Films) Alexandre Monclin (Films Distribution) Mazzino Montinari Elena Muratore Enrico Nunziata Massimo Palma (Vivo Film) Laura Palmieri Wictoria Pelzer (Crossing Europe Filmfestival Linz) Dmitry Pleshkov (Koktebel Film Company) Silvana Ratti Ilaria Ravarino Dolores Repetto Marco Ricci Arndt Roskens (M-Appeal) Marilù Russino Ariel Schweitzer Giovanni Scialpi Dana Shahar, Renen Shorr e Michal Sinai (The Sam Spiegel Film & TV School) Elena Smirnova (Intercinema) Boris Sollazzo Verena V. Stackelberg (Filmgalerie 451) Yuko Tanaka Olga Tumasova Paolo Vampa Per la sezione Sguardi femminili del Cinema russo contemporaneo si ringraziano/For the section Female Perspectives of Contemporary Russian Cinema we would like to thank: Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa Ministero della Cultura della Federazione Russa Vicepresidente della Fondazione per le iniziative sociali e culturali Direttore della Direzione dei programmi internazionali Tatiana Shumova Irina Borisova Aleksandr Gololobov INDICE 8 PESARO 2010 - BREVI ISTRUZIONI PER L’USO - di Giovanni Spagnoletti 14 LA SIGLA DELLA MOSTRA DI PAOLO GIOLI 16 GIURIA 19 CONCORSO PESARO NUOVO CINEMA - PREMIO LINO MICCICHÈ 32 24° EVENTO SPECIALE: CARLO LIZZANI 39 IL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 80 VIDEOARTE RUSSA 86 EVENTO SPECIALE - IL BANCHETTO DI TRIMALCIONE 90 CINE FANTOM 93 BANDE À PART 116 THE SAM SPIEGEL FILM & TELEVISION SCHOOL, GERUSALEMME 123 OMAGGIO A GIANNI AMICO E BERNARDO BERTOLUCCI 131 DOPOFESTIVAL 149 EVENTO SPECIALE - DALLA SIBERIA CON AMORE 151 AVANFESTIVAL 155 VIDEO DALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO 159 VIDEO DAL LEMS - Laboratorio Elettronico di Musica Sperimentale Dmitry Vorobyev 178 LICEO ARTISTICO/SCUOLA DEL LIBRO DI URBINO - Sezione Cinema d’animazione Gisela Wiltschek (Bavaria Film International) Elena Yatsoura Alessandra Ziparo 179 CONCORSO VIDEO “L’ATTIMO FUGGENTE” 182 PREMIO AMNESTY ITALIA “CINEMA E DIRITTI UMANI” 184 INDICE DEI FILM, REGISTI E CONTATTI Anne Wiedlack (M-Appeal) Pesaro 2010 – Brevi istruzioni per l’uso 8 Partiamo, per forza di cose, dalla selezione del cinema russo che in questa 46/a edizione fa la parte assoluta del leone, più di quanto mai in precedenza sia accaduto con le retrospettive nazionali. E c’è un motivo, vista l’importanza della cinematografia in questione. Esattamente trent’anni fa, nel 1980, la Mostra di Pesaro organizzava, grazie alla preziosa collaborazione di un valente cinefilo e slavista, purtroppo prematuramente deceduto, Giovanni Buttavafa, quella che è rimasta nei decenni la maggiore retrospettiva di cinema dell’Urss in Italia. Nei (ben) due libri che accompagnavano la rassegna, si legge in copertina: «conosciamo poco il cinema sovietico. Barriere ideologiche, differenze provinciali, difficoltà politiche, oltre s’intende a una vistosa “censura del mercato”, lo rendono una sorta di vastissimo pianeta sconosciuto». Cambiando solo la parola “sovietico” e facendo la debita tara degli anni ad alcune sottolineature ideologiche – si può ripetere la stessa cosa per il cinema russo contemporaneo, diventato più che mai un alieno nel panorama mediatico italiano. Viceversa, dopo i turbolenti anni Novanta, quando si è consumata la storica transizione dall’Urss alla Federazione Russa e la morte del socialismo reale, si è assistito, in una situazione politica del tutto mutata, a una piena rinascita della cinematografia russa. Ma procediamo per ordine: alla Biennale di Venezia del 2009, in programma c’era un’opera, che sembra essere il Manifesto di una tanto attesa “Nouvelle Vague” russa: Crush: 5 Love Stories (t.l.: Cotti d’amore, 2009), film a episodi diretti da Pyotr Buslov, Ivan Vyrypayev, Aleksey German jr, Kirill Serebrennikov, Boris Khlebnikov – tutti nomi, a parte German jr (i cui film sono già passati in Italia), che si ritrovano nel nostro programma. Ancora: qualche mese fa, a febbraio 2010, How I Ended This Summer (t.l.: Come ho trascorso l’estate, 2010) di Aleksey Popogrebsky ha vinto due Orsi d’Argento alla Berlinale, mentre sempre a Venezia nel 2008 Paper Soldier (t.l.: Il soldato di carta, 2008) di un grande figlio d’arte, Aleksey German jr, era stato insignito del Leone d’Argento e qui ci fermiamo per ragioni di spazio, ma si potrebbe proseguire a lungo. Chi dunque aveva seguito con apprensione le sorti di una delle massime cinematografie al mondo, può tirare un sospiro di sollievo. Insieme a “veterani” come Konchalovsky, Mikhalkov, Muratova o Sokurov e tanti altri che hanno continuato a tener viva l’attenzione cinematografica internazionale dopo la morte di Andrey Tarkovsky (1986) e dell’altro regista di culto dell’epoca sovietica Sergey Parajanov (1990), oggi si è fatta largo una nuova leva cinematografica di trenta-quarantenni che si va a sommare ai nomi già noti di Balabanov, Bodrov, Kanevsky, Lungin, Proskurina o Uchitel (alcuni dei quali presenti anche nella nostra selezione). Il rinnovamento inizia intorno al 2003 quando escono i due film-faro con cui si annunzia una nuova fase nel cinema russo: Roads to Koktebel di Aleksey Popogrebsky e Boris Khlebnikov (entrambi figure di punta della rinascita) e Il ritorno di Andrey Zvyagintsev, premiato a 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Giovanni Spagnoletti Venezia di quell’anno con il Leone d’Oro – era dai remoti tempi di Tarkovsky che ciò non accadeva. Proprio sull’onda del debutto della coppia Popogrebsky/Khlebnikov è nata una casa di produzione di qualità, diretta da Roman Borisevich, che si chiama appunto Koktebel e che si è distinta per il suo marchio nel circuito Art-House di tutto il mondo (a essa abbiamo dedicato un omaggio completo delle sette opere sino a oggi prodotte). A un primo sguardo pochi sembrano essere i segni distintivi della nuova generazione: molte loro opere sono ambientate in provincia, lontane da Mosca o da San Pietroburgo, dagli oligarchi, dai nuovi ricchi, da mafiosi e poliziotti corrotti; in esse alberga un sentimento quasi bucolico nei confronti di una realtà difficile e complessa sullo sfondo di una Russia ancora rurale e legata al suo passato, vicino o lontano, religioso o materialista. Spesso troviamo una riflessione, talvolta ironica talvolta documentaria, sul reale, lenta quanto seducente, su una vita che sta lì per rinascere ma che sotto la superficie dei piccoli eventi evidenzia i problemi della società, a partire dagli incubi delle varie guerre in corso o appena trascorse (Caucaso, Cecenia, ecc.). In questa nuova cinematografia forte, trainante è il ruolo delle registe donne, e ad esse è dedicata un’attenzione particolare in una “sottosezione” intitolata “Sguardi femminili” nel cinema russo. È la dimostrazione del rilievo attuale, sia artistico sia produttivo, assunto dalle cineaste russe, nella cui opera sembra prevalere il tema della ricerca dell’amore in un mondo che sta rapidamente cambiando (e non sempre verso il meglio). Lidiya Bobrova, Renata Litvinova, Katya Shagalova, Larisa Sadilova, Vera Storozheva o Marina Razbezhkina sono autrici che attraversano diverse generazioni ma hanno dato il meglio di se stesse negli anni zero dell’era Putin, contribuendo ognuna a sua modo e con un proprio stile – dal realistico al surreal-poetico – a quel sostanziale rinnovamento linguistico che il cinema d’autore russo ci sta oggi regalando. Ma la selezione russa non si esaurisce solo nei lungometraggi di finzione - per ragioni di spazio siamo stati costretti a eliminare un altro campo fertilissimo e fondamentale di ricerca, quello del documentario, che pensiamo di recuperare in futuro con un’apposita retrospettiva. A completare il cartellone si aggiungono, infatti, una ricca selezione di videoarte russa curata dal critico Antonio Geusa, una serata speciale (a Palazzo Gradari) dedicata alla proiezione del video Il banchetto di Trimalcione (2009) del celebre gruppo artistico degli AES+F, oltre a tre programmi di Cine Fantom a cura di Olaf Möller. Insieme al Necrorealismo di Leningrado/San Pietroburgo, Cine Fantom è il simbolo del cinema “parallelo” russo. Riprendendo la gloriosa tradizione dell’Avanguardia degli anni Venti, il movimento è nato a Mosca nel 1986 ancora all’alba della Perestrojka, come una sorta di samizdat non per la carta ma per lo schermo, dando voce, e immagini, al dissenso di artisti e filmmaker che cercavano strade espressive alternative fuori dai canoni del cinema ufficiale sovietico – è la prima volta in Italia che si potrà vedere una scelta di questo fondamentale movimento underground. Last but not least: Paolo Gioli, il grande fotografo, filmmaker e sperimentatore visuale, protagonista l’anno scorso di un’ampia retrospettiva della sua opera, ha (ri)montato immagini del cinema classico sovietico per farne la sigla della 46/a Edizione del nostro Festival. Idealmente il resto del programma è compreso tra due eventi commemorativi: il lunedì 21, in apertura, la presentazione del bel documentario di Pascal Hofmann e Benny Jaberg, Daniel Schmid – Le chat qui pense, con cui vogliamo ricordare il grande cineasta svizzero (1941-2006), il raffinato esteta, cinefilo e melomane internazionale, a cui nel 2002 avevamo dedicato una retrospettiva completa; e in chiusura, domenica 28, la proiezione di Tropici (1969) di Gianni Amico. A vent’anni dalla sua scomparsa, la Mostra rende omaggio alla figura di un intellet- 9 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema P.S.: Per motivi di facilitazione, si è deciso di utilizzare nel presente catalogo la traslitterazione semplificata in inglese dei nomi russi, dato che essa è oggi quella più diffusa soprattutto nelle ricerche su Internet. 10 Pesaro 2010 – Brief instructions for use by Giovanni Spagnoletti We begin, necessarily, with the selection of Russian films that enjoys the lion’s share of the program of the 46th Pesaro Film Festival, more so than any of our preceding international focuses. The reason for this is simple: the importance of the film industry in question. Exactly 30 years ago, in 1980, the Festival organized – with the invaluable collaboration of Giovanni Buttavafa, a talented film lover and Slavic scholar who sadly passed away prematurely – what for decades remained the biggest retrospective of films from the USSR in Italy. The cover of one of the two books that accompanied that retrospective read: “We barely know Soviet cinema. Ideological barriers, provincial differences and political problems, besides the obvious ‘market censorship,’ render it an immensely vast, unknown planet.” Changing only the word “Soviet” and acknowledging that over time certain ideological points have lost their relevance, the same can be said of contemporary Russian cinema, which more than ever has become alien to the Italian cultural landscape. Vice versa, since the turbulent 1990s, when the historical transition from the USSR to the Russian Federation and the death of real socialism took place, we have witnessed drastic political changes, and a total rebirth of Russian cinema. But let’s proceed in order: the 2009 Venice Film Festival included a film that seems to be the manifesto of a highly anticipated Russian “Nouvelle Vague,” the omnibus Crush: 5 Love Stories (2009), directed by Pyotr Buslov, Ivan Vyrypayev, Aleksey German Jr., Kirill Serebrennikov and Boris Khlebnikov – all of whom, apart from German Jr. (whose films had played in Italy) are part of our program. In February 2010, Aleksey Popogrebsky’s How I Ended This Summer (2010) won the Silver Bear at the Berlinale, while two years earlier, at Venice, Paper Soldier by German Jr., the son of another great director, had won the Silver Lion. While the list could go on and on, we will stop here for reasons of space. And those who followed with apprehension the destinies of one of the world’s top film industries can breathe a sigh of relief. Together with “veterans” such as Konchalovskiy, Mikhalkov, Muratova, Sokurov and many more who continued to keep international attention towards Russian cinema alive after the death of Andrey Tarkovsky (in 1986) and the other renowned director of the Soviet era, Sergey Parajanov (in 1990), today a new cinematic crop of 30- and 40-year-olds can be added to the already celebrated names of Balabanov, Bodrov, Kanevsky, Lungin, Proskurina and Uchitel (some of whom are also present in our selection). The rebirth began around 2003, when two new films announced a new phase of Russian cinema – Roads to Koktebel by Popogrebsky and Khlebnikov (both leading figures of the renaissance) and Andrey Zvyagintsev’s The Return, that year’s winner of the Golden Lion at Venice – which hadn’t happened since the faraway times of Tarkovsky. The success of the debut of duo Popogrebsky/Khlebnikov spawned the Koktebel production company, headed by Roman Borisevich, which distinguished itself on arthouse circuits throughout the world (and whose seven films produced thus far we will be showing in a mini-retrospective). 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema tuale, cineasta, produttore, organizzatore di eventi musicali e cinematografici (tra cui lo stesso Pesaro degli inizi). Bernardo Bertolucci sarà in sala per parlare con il pubblico del suo lungo e prolifico sodalizio personale e cinematografico con Amico e per ricevere il Premio Pesaro Nuovo Cinema. Come nelle scorse edizioni, il Concorso “Pesaro Nuovo Cinema-Premio Lino Miccichè” offre una selezione di opere giovani, provenienti da quelli che riteniamo essere gli “hot spots” della produzione cinematografica mondiale, spesso luoghi che abbiamo già visitato nelle nostre monografie nazionali (perciò quest’anno non poteva mancare la Russia con Oxygen di Ivan Vyrypayev). Così dalla Corea (Eighteen di Kang Kun-jae) all’Argentina (El Pasante di Clara Picasso), dal Messico (Vaho di Alejandro Gerber Bicecci) alla Germania (Der Räuber di Benjamin Heisenberg) e il Giappone (Miyoko di Yoshifumi Tsubota) proseguiamo nella ricerca di nuovi talenti. Oltre che con il nome al Concorso, Pesaro quest’anno vuole rievocare la figura del fondatore della Mostra, Lino Miccichè, con un volume monografico edito da Marsilio e intitolato “Lino Miccichè Patrie visioni – Saggi sul cinema italiano 1930-1980” (a cura di Giorgio Tinazzi e Bruno Torri). Passando alle opere di “Bande à part”, la sezione Fuori Concorso del Festival, dove si propongono proposte molto diverse e fuori formato (video, documentari, corti, film sperimentali, ecc), abbiamo continuato, ad esempio, a seguire, in modo indiretto, la drammatica, sempre più drammatica situazione del Medio Oriente: sia con una selezione dei migliori cortometraggi della Scuola di Cinema Sam Spiegel di Gerusalemme, sia con un grande documentario pacifista, Budrus, vincitore di una marea di premi in Festival internazionali, della cineasta brasiliana Julia Bacha. Accanto all’ultimo film, un labirintico noir, del grande cineasta lituano Sharunas Bartas, Eastern Drift, tra i lavori più originali proposti nella sezione ci piace segnalare: The Travelogues dell’americano Dustin Thompson; The Invisible Frame di Cynthia Beatt dove Tilda Swinton ripercorre oggi quello che era la linea di confine del Muro di Berlino; e infine una piccola ma significativa opera italiana: Foschia pesci africa sonno nausea fantasia di Daniele Vicari e Andrea De Sica. Alle proiezioni “open air” del “Cinema in Piazza”, dove si presentano i film da tutte le sezioni del Festival più adatte a un pubblico non specializzato, si aggiungono le visioni notturne “around midnight” del “Dopofestival”, che animeranno Palazzo Gradari per tre notti proponendo una selezione di videoclip musicali e una scelta dai materiali dal Festival parigino “Signes de Nuit”. Oltre a ricordare il tradizionale concorso dedicato alle giovani speranze de “L’attimo fuggente” e le annuali proposte del Lems e dell’Accademia di Belle Arti di Urbino due parole solo, per chiudere, riguardo al 24° Evento Speciale Italiano. Per la cura di Vito Zagarrio, esso riguarderà l’opera di Carlo Lizzani, ancora una volta una maniera ravvicinata e privilegiata per confrontarsi con la storia del cinema e quello d’Italia, a partire dal neorealistico Achtung banditi! (1951) per giungere all’oggi. La sua longevità artistica, il suo eclettismo nell’attraversare i generi fanno della sua vasta filmografia un grande repertorio di temi possibili, tanti fili rossi attraverso cui analizzare le tipologie, le fonti, i modelli produttivi, le dinamiche industriali e culturali del cinema italiano. A corollario della retrospettiva, come sempre, verrà organizzato un convegno di studi e pubblicato un libro di documentazione. 11 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Pesaro this year pays further homage to Festival founder Lino Miccichè with a book entitled Lino Miccichè Patrie visioni – Saggi sul cinema italiano 1930-1980 (edited by Giorgio Tinazzi and Bruno Torri). In Bande à Part, the Festival’s out-of-competition section – with its diverse array of out-of-format gems (videos, documentaries, shorts, experimental films, etc.) – we have continued, for example, to follow the increasingly dramatic situation in the Middle East. Both with a selection of the best short films from the prestigious Sam Spiegel Film and Television School in Jerusalem, and with Brazilian filmmaker Julia Bacha’s excellent pacifist documentary Budrus, winner of numerous festival awards worldwide. The section also features the labyrinthine noir Eastern Drift by top Lithuanian director Sharunas Bartas, alongside other highly original works such as The Travelogues by US filmmaker Dustin Thompson; Cynthia Beatt’s The Invisible Frame, in which Tilda Swinton goes down today what was once the boundary of the Berlin Wall; and a small but relevant Italian film, Foschia pesci africa sonno nausea fantasia, by Daniele Vicari and Andrea De Sica. The open air screenings of Cinema in the Square, which includes those films from across our program best suited for wider audiences, are flanked by other nocturnal screenings ‘round midnight: the After Hours sidebar, which for three nights at Palazzo Gradari will offer a selection of music videos, as well as works from the International Festival Signes de Nuit of Paris. Besides the traditional competition for young talent, L’Attimo Fuggente, and the yearly offerings from LEMS and Urbino’s Fine Arts Academy, we would be remiss not to mention the 24th Italian Special Event, organized by Vito Zagarrio and this year dedicated to Carlo Lizzani. This retrospective gives us the privilege of gaining a better understanding of film and Italian history, from the neorealist Attention! Bandits! (1951) to today. Lizzani’s artistic longevity, his eclecticism in traversing all genres, make his vast filmography a great repertoire of themes and ideas through which to analyze the various kinds, sources, production modes, and industrial and cultural dynamics of Italian cinema. As always, the Special Event will include a conference and book published for the occasion. Note: In the spirit of simplification, for our catalogue we decided to use the English transliteration of Russian names, seeing as how today it is the most commonly used, especially on the Internet. 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema 12 At first glance, few of these films seem like distinctive signs of the new generation. Many of them are set in the provinces, far from Moscow, St. Petersburg, the oligarchs, nouveau riche, mafiosos and corrupt police forces. They harbor an almost bucolic sentiment towards a difficult, complex reality, in a still rural Russia tied to it’s past – immediate and remote, religious and materialistic. They often reflect – at times ironically, at times in documentary fashion – on the real, as slow as it is seductive; on a life that is about to be reborn but that beneath the surfaces of small events highlights society’s problems, beginning with the nightmares of the various wars underway or recently ended (Caucasus, Chechnya, etc.). In this new, powerful cinema, female directors play a key role, so to them we dedicate a “subsection” entitled “Female Perspectives”. It is proof of the current prominence, both artistically and in production, of Russia’s female filmmakers, in whose works prevails the theme of the search for love in a world that is rapidly changing, and not always for the better. Lidiya Bobrova, Renata Litvinova, Katya Shagalova, Larisa Sadilova, Vera Storozheva and Marina Razbezhkina span various generations but have given the best of themselves in the “zero years” of the Putin era, each contributing in her own way and with her own style – from the realistic to the surreal-poetic – to the substantial linguistic renewal that Russian auteur cinema has to offer us today. While the Russian selection does not only include narrative features, for reasons of space we were forced to eliminate another, highly fertile and fundamental investigative field, documentaries, which we intend to showcase in a future retrospective. The Russian focus is rounded out by a wide selection of video art, organized by critic Antonio Geusa; a special evening screening (at Palazzo Gradari) of the video The Feast of Trimalcione (2009) by celebrated artistic group AES+F; and the three Cine Fantom programs organized by Olaf Möller. Along with the Necrorealism of Leningrad/St. Petersburg, Cine Fantom is the symbol of the new, “parallel” Russian cinema. In the glorious tradition of the 1920s avant-garde, the movement arose in Moscow in 1986, at the very dawn of Perestrojka, as a kind of samizdat for the screen rather than paper. This is the first occasion in Italy to see a selection of this crucial underground movement that gave voice and images to the dissent of artists and filmmakers who sought out alternative creative paths outside the canons of official Soviet cinema. Last, but certainly not least: Paolo Gioli – the great photographer, filmmaker and visual experimenter, on whom the Festival last year held a wide retrospective of his work – (re)edited images of classic Soviet cinema to create the trailer for the Festival’s 46th edition. The rest of our program comprises two commemorative events. On Monday, June 21, we will open with the beautiful documentary by Pascal Hofmann and Benny Jaberg, Daniel Schmid – Le chat qui pense, with which we wish to remember the great Swiss filmmaker (1941-2006), the sophisticated aesthete, film lover and international melomaniac, to whom in 2002 we dedicated a complete retrospective. We will close on June 28 with Tropici (1969) by Gianni Amico. Twenty years after his passing, the Festival pays homage to an intellectual, director, producer, and organizer of music and film events (including Pesaro itself in the early years). Bernardo Bertolucci will be on hand to speak to audiences on his long and prolific personal and cinematic relationship with Amico and to receive the Pesaro New Cinema Award. As in previous editions, the Pesaro New Cinema-Lino Miccichè Award competition offers a selection of works by young directors who hail from what we consider the “hot spots” of world cinema, often places we have previously visited in our international focuses (which is why this year we couldn’t not include Oxygen by Russia’s Ivan Vyrypayev). With films from Korea (Kang Kun-jae’s Eighteen), Argentina (Clara Picasso’s El Pasante), Mexico (Alejandro Gerber Bicecci’s Vaho), Germany (Benjamin Heisenberg’s The Robber) and Japan (Yoshifumi Tsubota’s Miyoko) we continue our search for new talent around the globe. 13 Paolo Gioli (1942, Sarzano di Rovigo) dal 1960 al 1963 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Alla fine del 1967 parte per New York, dove vive per circa un anno e stringe amicizia con Paolo Vampa, che diverrà il sostenitore e il produttore di tutto il suo lavoro. Nell’autunno del 1968 è di nuovo in Italia e nel 1969 realizza il suo primo film, mentre in fotografia comincia a utilizzare la tecnica del foro stenopeico, per la quale – nonché per le sue Polaroid – diverrà negli anni sempre più noto nell’ambiente fotografico internazionale. Nel 1969 si trasferisce a Roma, dove vive fino al 1975 frequentando gli ambienti della Pop Art romana. Entra in contatto con la Cooperativa Cinema Indipendente e i suoi primi lavori sono presentati al Filmstudio di Roma. A partire dal 1973 lavora con la tecnica del fotofinish, e dal 1977 sperimenta i suoi processi di trasferimento dell’emulsione Polaroid su supporti come carta da disegno, tela, seta, legno. La sua produzione degli anni Ottanta è fortemente ispirata alle figure dei pionieri del cinema e della fotografia; negli anni Novanta si alternano grandi mostre antologiche e nuove ricerche fotografiche, cui Gioli continua ad affiancare una costante ricerca sulle componenti essenziali del dispositivo cinematografico: sui processi della visione, della riproduzione meccanica, della proiezione. Dal 1974 a oggi Gioli ha pubblicato, in Italia e all’estero, decine di monografie e cataloghi, e ha esposto in importanti fondazioni e musei internazionali. In quarant’anni di attività ha partecipato praticamente a tutte le principali rassegne di cinema sperimentale. Paolo Gioli vive e lavora a Lendinara (Ro). Dopo il ricco e articolato omaggio che la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro ha dedicato, lo scorso anno, al fotografo, filmmaker e sperimentatore visuale Paolo Gioli, l’artista ha regalato al festival la sigla della sua 46/a edizione. Un video della durata di un minuto in cui Gioli condensa alcune delle immagini più significative di molte sue opere, tra cui Traumatografo e Hilarisdoppio, sulla falsariga della grande retrospettiva di questa edizione sul cinema russo contemporaneo. After the Pesaro Film Festival’s in-depth retrospective on photographer-filmmaker-visual experimenter Paolo Gioli in 2009, this year the artist created the trailer of the festival’s 46th edition. In the one-minute video, Gioli condenses some of the most notable images of many of his works, including Traumatografo and Hilarisdoppio, in keeping with this year’s international focus on contemporary Russian cinema. Collaborazione al montaggio: Marco Ricci 14 Biografia/Biography 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema LA SIGLA DELLA MOSTRA di Paolo Gioli Paolo Gioli (Sarzano di Rovigo, 1942) attended the Academy of Fine Arts in Venice from 1960-63. In 1967 he moved to New York for a year and became friends with Paolo Vampa, who would eventually back and produce all of his work. In the autumn of 1968 he returned to Italy. He made his first film in 1969 and as a photographer began using the pinhole camera technique, for which – along with his Polaroids – he would become increasingly more renowned over the years within international photography. From 1969-75 he lived in Rome and frequented the city’s Pop Art circles. Through filmmaker Alfredo Leonardi he became involved in the Independent Cinema Cooperative. His first works were shown at Rome’s Filmstudio cinema. In 1973 he began using the fotofinish technique and in 1977 he began experimenting with his noted processes of transferring Polaroid emulsion on drawing paper, canvas, silk and wood. Gioli’s work in the 1980s was very much inspired by the pioneers of film and photography. In the 1990s he alternated between large anthological exhibits and much photographic experimentation, which Gioli continued to flank to his constant search for the essential components of the film camera: the processes of vision, mechanical reproduction and projection. Since 1974, Gioli has published dozens of monographs and catalogues in Italy and abroad, and has shown in important foundations and international museums. In 40 years of activity he has participated in practically all of the major festivals of experimental cinema. Today, Paolo Gioli lives and works in Lendinara, Italy. formato/format HDV durata/running time : 1’ 15 16 THE JURY Enrico Magrelli, giornalista e critico cinematografico, è autore e conduttore del programma radiofonico di cinema “Hollywood Party”, in onda quotidianamente su Rai Radio Tre. Ha scritto e curato una dozzina di libri monografici, dedicati, tra gli altri, a Robert Altman, Roman Polanski, Satyajit Ray, Nagisa Oshima, Nanni Moretti, R.W. Fassbinder, Marilyn Monroe, Pier Paolo Pasolini e Carlo Verdone. Dal 2004 è consulente della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e dal 2007 fa parte della Sottocommissione per il riconoscimento dell'interesse culturale della Direzione Generale Cinema del Ministero dei Beni Culturali. Scrive, tra gli altri, per la “Rivista del Cinematografo” ed è vicedirettore del BIF&ST di Bari. Dal dicembre 2009 è Conservatore della Cineteca Nazionale. Journalist and film critic Enrico Magrelli is creator and host of the film program Hollywood Party, which airs daily on the RAI Radio Tre station. He has written and edited over a dozen books on, among others, Robert Altman, Roman Polanski, Satyajit Ray, Nagisa Oshima, Nanni Moretti, Rainer Fassbinder, Marilyn Monroe, Pier Paolo Pasolini and Carlo Verdone. Since 2004 he has consulted for the Venice International Film Festival and since 2007 has been part of the Subcommittee for the Recognition of Cultural Interest of the General Direction for Cinema of the Ministry of Culture. He writes for, among other publications, the Rivista del Cinematografo and is vice-director of the BIF&ST in Bari. Since December 2009 he has been a curator at the National Cinematheque. Marco Risi è nato a Milano il 4 giugno 1951. Figlio del maestro Dino Risi, ha iniziato la sua carriera nel cinema nel 1971, come assistente alla regia dello zio Nelo Risi sul set di Una stagione all’inferno. Nel 1982 ha esordito alla regia con Vado a vivere da solo, a cui sono seguiti Un ragazzo e una ragazza e Colpo di Fulmine. Con Soldati - 365 all’alba è passato al cinema di impegno sociale, strada che ha proseguito con Mery per Sempre (1989), Ragazzi Fuori (1990) e Il Muro di Gomma (1991). Nel 1991 ha fondato con Maurizio Tedesco la società di produzione Sorpasso Film. Dopo aver diretto L’Ultimo Capodanno (1998), Tre Mogli (2001) e Maradona-La Mano de Dios (2007), con Fortapàsc (2008) ha raccontato gli ultimi mesi di vita del giornalista del “Mattino” Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra. Marco Risi was born in Milan in 1951. Son of legendary director Dino Risi, he began his film career in 1971, as assistant director to his uncle Nelo Risi on the set of A Season in Hell. In 1982 he made his directorial debut, I’m Going to Live by Myself, which was followed by Un Ragazzo e Una Ragazza and Colpo di Fulmine. With Soldati - 365 All’Alba he started making political films, a course he continued with Mery per Sempre (1989), Boys on the Outside (1990) and Il Muro di Gomma (1991). In 1991 he and Maurizio Tedesco founded the production company Sorpasso Film. After directing L’Ultimo Capodanno (1998), Tre Mogli (2001) and Maradona, the Hand of God (2007), he made Fortapàsc in 2008, on the last months in the life of Giancarlo Siani, the crime reporter for daily paper Il Mattino who was killed by the Camorra. Ksenia Rappoport è nata a San Pietroburgo nel 1974, dove si è diplomata all’Accademia di Stato d’Arte Drammatica nel 2001. Durante gli studi ha praticato un’intensa attività teatrale diretta dai più importanti registi del suo paese. Nel 1991 ha esordito sul grande schermo con Izydi! di Dmitry Astrakhan, per poi recitare in diversi altri film russi. Nel 2006 è stata protagonista de La sconosciuta di Giuseppe Tornatore, con cui ha vinto il David di Donatello e si è fatta conoscere in Italia, dove ha continuato a lavorare interpretando L’uomo che ama di Maria Sole Tognazzi e Italians di Giovanni Veronesi. Nel 2008 ha vinto il premio come miglior attrice al Festival Kinotavr per Yuri’s Day di Kirill Serebrennikov ed è stata madrina della 65/a Mostra di Venezia. Nel 2009 è stata protagonista di La doppia ora di Giuseppe Capotondi, che le ha fatto meritare la Coppa Volpi. Ksenia Rappoport was born in 1974 in St. Petersburg, where she graduated from the State Theatre Arts Academy in 2001. While studying, she worked extensively in the theatre, for some of Russia’s most eminent directors. In 1991 she made her big screen debut in Dmitri Astrakhan’s Izydi! and went on to act in numerous Russian films. In 2006 she played the lead role in Giuseppe Tornatore’s The Unknown, which earned her a David di Donatello Award for Best Actress and wide recognition in Italy, where she has continued to work, in films such as Maria Sole Tognazzi’s The Man Who Loves and Giovanni Veronesi’s Italians. In 2008 she won the Best Actress prize at the Kinotavr Film Festival for Kirill Serebrennikov’s Yuri’s Day and was mistress of ceremonies of the 64th Venice Film Festival. In 2009 she starred in Giuseppe Capotondi’s The Double Hour, for which she won the Volpi acting prize at Venice. 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema LA GIURIA 17 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Nel complesso del sistema audiovisivo italiano, i festival rappresentano un soggetto fondamentale per la promozione, la conoscenza e la diffusione della cultura cinematografica e audiovisiva, con un’attenzione particolare alle opere normalmente poco rappresentate nei circuiti commerciali come ad esempio il documentario, il film di ricerca, il cortometraggio. E devono diventare un sistema coordinato e riconosciuto dalle istituzioni pubbliche, dagli spettatori e dagli sponsor. Within the framework of the Italian audiovisual system, film festivals are fundamental in the promotion, awareness and diffusion of cinema and audiovisual culture, as they pay particular attention to work that is usually not represented by commercial circuits, such as, for example, documentaries, experimental films and short films. And they must become a system that is coordinated and recognized by public institutions, spectators and sponsors alike. Per questo motivo e per un concreto spirito di servizio è nata nel novembre 2004 l’Associazione Festival Italiani di Cinema (AFIC). Gli associati fanno riferimento ai principi di mutualità e solidarietà che già hanno ispirato in Europa l’attività della Coordination Européenne des Festivals. Inoltre, accettando il regolamento, si impegnano a seguire una serie di indicazioni deontologiche tese a salvaguardare e rafforzare il loro ruolo. For this reason, and in the explicit spirit of service, the Association of Italian Film Festivals (AFIC) was founded in November, 2004. The members follow the ideals of mutual assistance and solidarity that are the guiding principles of the Coordination Européenne des Festivals and, upon accepting the Association's regulations, furthermore strive to adhere to a series of ethical indications aimed at safeguarding and reinforcing their role. L’AFIC nell’intento di promuovere il sistema festival nel suo insieme, rappresenta già oggi più di trenta manifestazioni cinematografiche e audiovisive italiane ed è concepita come strumento di coordinamento e reciproca informazione. In its objective to promote the entire festival system, the AFIC already represents over thirty Italian film and audiovisual events and was conceived as an instrument of coordination and the reciprocal exchange of information. Aderiscono all’AFIC le manifestazioni culturali nel campo dell’audiovisivo caratterizzate dalle finalità di ricerca, originalità, promozione dei talenti e delle opere cinematografiche nazionali ed internazionali. The festivals that are part of the AFIC are characterized by their search for the new, originality, and the promotion of talent and national and international films. L’AFIC si impegna a tutelare e promuovere, The AFIC is committed to protecting and promoting, presso tutte le sedi istituzionali, l’obiettivo primario dei festival associati. through all of its institutional branches, the primary objective of the member festivals. Associazione Festival Italiani di Cinema (Afic) Via Emilio Faà Di Bruno, 67 - 00195 Roma, Italia www.aficfestival.it 18 PESARO NUOVO CINEMA PREMIO LINO MICCICHÈ Alejandro Gerber Bicecci VAHO Becloud Messico, 2009, 116’, super 16mm, colore scenografia/art direction Arturo Hernández Alcázar interpreti/cast Francisco Godínez, Aldo Estuardo, Roberto Mares, Joel Figueroa produttore/producer Abril Schmucler, Julio Bárcenas, Alejandro Gerber Bicecci Tre ragazzi sono stati testimoni, da piccoli, di un evento che continua a perseguitarli ancora oggi. Ma erano solo testimoni o anche responsabili? Mentre intorno cresce l’eccitazione per la processione di Iztapalapa, un angolo dimenticato di Città del Messico, Andrés, José e Felipe, ormai diciottenni, sono lacerati dal ricordo e dai sensi di colpa. “Le loro storie si integrano con un ritratto sociale: la rappresentazione della Passione di Cristo di Iztapalapa, il problema della mancanza di acqua e la minaccia di violenza sociale”. (Alejandro Gerber Bicecci) Three kids witnessed a dramatic event in their youth that still haunts them today. Were they only witnesses or also responsible? While everything shimmers with religious excitement around the annual procession of Iztapalapa, a forgotten corner of Mexico City, Andrés, José and Felipe, now 18, wrestle with memories and guilt. “The three characters’ stories blend with the need to create a social portrait: the Iztapalapa’s representation of Christ’s Passion, the water shortage problem and the threat of social violence.” (Alejandro Gerber Bicecci) Alejandro Gerber Bicecci (1977, Città del Messico), si è laureato con lode in regia cinematografica al Centro de Capacitación Cinematográfica. Prima di esordire nel lungometraggio con Vaho, ha scritto e diretto tre cortometraggi di finzione: Abandonos (1999), Huéspedes (2001) e Peatonal (2004) e due documentari, Onces (2002) e Morada (2003). Vincitore di numerosi premi con i suoi corti, Gerber Bicecci nel 2006 ha ottenuto il sostegno della fondazione PROA di Buenos Aires, dove ha risieduto per quattro mesi per sviluppare il suo primo film Vaho. Lavora regolarmente come regista, sceneggiatore ed editor di programmi televisivi e radiofonici ed è stato docente del progetto itinerante del Centro de Capacitación Cinematográfica. Alejandro Gerber Bicecci (Mexico City, 1977) graduated with honors in Film Directing from the Centro de Capacitación Cinematográfica (CCC). Before making his feature debut Vaho he wrote and directed three narrative shorts – Abandonos (1999), Huéspedes (2001) and Peatonal (2004) – and the documentaries Onces (2002) and Morada (2003). A winner of numerous awards for his shorts, in 2006 Gerber Bicecci obtained backing from the PROA Foundation of Buenos Aires, where he lived for four months while developing Vaho. He works regularly as a director, screenwriter and editor of television and radio programs and has taught at the CCC. PESARO NUOVO CINEMA - PREMIO LINO MICCICHÈ 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Alejandro Gerber Bicecci fotografia/cinematography Alberto Anaya Adalid montaggio/editing Rodrigo Ríos Juan Manuel Figueroa Vaho (Becloud, 2009), Peatonal (2004, cm) Morada (2003, doc), Onces (2002, doc) Huéspedes (2001, cm), Abandonos (1999, cm) 21 DER RÄUBER The Robber Cinema in piazza Benjamin Heisenberg sceneggiatura/screenplay Benjamin Heisenberg, Martin Prinz fotografia/cinematography Reinhold Vorschneider montaggio/editing Andrea Wagner, Benjamin Heisenberg musica/music Lorenz Dangel suono/sound Veronika Hlawatsch scenografia/art direction Renate Schmaderer interpreti/cast Andreas Lust (Johann), Franziska Weisz (Erica), Markus Schleinzer (Probation Officer), Peter Vilnai (Older man) produzione/production Nikolaus Geyrhalter Filmproduktion Gmbh, Peter Heilrat Filmproduction Basato sul racconto di Martin Prinz, a sua volta ispirato alla storia vera di Pump-gun Ronnie, The Robber ruota intorno a Johann, un ladro maratoneta. Costantemente con le endorfine e l’adrenalina alle stelle, si produce in fughe spettacolari quanto le sue rapine in banca, finché la sua vita criminale non viene messa alla prova dall’incontro con Erika. “C’è un aspetto della sua storia che mi ha affascinato particolarmente: le rapine in banca come sfida sportiva. Questo mi ha portato lontano dal thriller tipico”. (Benjamin Heisenberg) Based on a story by Martin Prinz, which was in turn inspired by the true story of Pump-gun Ronnie, The Robber centres on Johann, a marathon runner and bank robber. His endorphins and adrenaline constantly pumped to the max, he invents escapes as spectacular as his hold-ups, until he meets Erika and his criminal life is put to the test. “There’s one aspect of the story that fascinated me in particular: bank robberies as an athletic challenge. This led me far away from the typical thriller.” (Benjamin Heisenberg) Benjamin Heisenberg è nato nel 1974 a Tubinga, in Germania. Dopo aver finito la scuola nel 1993 ha studiato scultura all’Accademia di Belle Arti di Monaco. Ha terminato l’Accademia nel 1998, vincendo il “Debütantenpreis” per i tre migliori studenti dell’anno. Successivamente, dal 1998 al 2005, ha studiato come regista di lungometraggi al College of Television and Film di Monaco. Nel 1998 ha fondato la rivista cinematografica “Revolver”, insieme a Christoph Hochhäusler e Sebastian Kutzl, su cui sono apparse le prime pubblicazioni relative a Dogma 95 in Germania. Ha scritto e diretto numerosi cortometraggi, e il suo primo lungometraggio, Schläfer, ha debuttato al Festival del Cinema di Cannes nella sezione “Un Certain Regard” nel 2005. Benjamin Heisenberg was born in 1974 in Tübingen, Germany. After finishing school in 1993 he studied sculpture at the Academy of Fine Arts in Munich until 1998, when he also won the Debütantenpreis, given to the three best students of the year. From 1998 to 2005 he studied feature film directing at the Munich College of Television and Film. In 1998 he founded the film magazine Revolver, with Christoph Hochhäusler and Sebastian Kutzl, which published the first articles on Dogma 95 in Germany. He has written and directed several short films, and his feature film debut Sleeper premiered in Un Certain Regard at the 2005 Cannes Film Festival. PESARO NUOVO CINEMA - PREMIO LINO MICCICHÈ 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Austria-Germania 2010, 97’, 35mm, colore Der Räuber (The Robber, 2010), Schläfer (Sleeper, 2005) Die Gelegenheit (2004, cm), Am See (At the Lake, 2001, cm) Der Bombenkönig (2000, cm) 23 Jang Kun-jae HOE-ORI BA-RAM Eighteen sceneggiatura/screenplay Jang Kun-jae fotografia/cinematography Lee Hyung-bin montaggio/editing Lee Yeong-jung Jang Kun-jae musica/music Kim Tae-seong suono/sound Chang Chul-ho scenografia/art direction E.U.B. interpreti/cast Seo Jun-yeong (Kim Tae-hoon) Lee Min-ji (Park Mi-jeong), Kwon Hyeok-pung (padre di Tae-hoon), Han Na (mamma di Taehoon), Choi Hyo-sang (padre di Mi-jeong) Choi Hyeon-sook (madre di Mi-jeong) produttore/producer Kim Woo-ri, Kim Sol produzione/production wooSan Film I diciottenni Tae-hoon e Mi-jung si amano. Al ritorno da una gita invernale in spiaggia hanno una brutta sorpresa: i genitori di Mi-jung non vogliono che si vedano finché non approderanno al college. Tae-hoon fa di tutto per mantenere vivo il loro amore, ma Mi-jung lo evita, proprio come desiderano i suoi genitori. Arriva la primavera ed entrambi compiono diciannove anni. “Questo film è dedicato ai miei anni di liceo, quando mi sono follemente innamorato ma le cose non sono andate come volevo. Riposate in pace, anni dell’adolescenza”. (Jang Kun-jae) Eighteen year-old Tae-hoon and Mi-jung are in love. After a winter trip to the beach they receive an unwelcome surprise: Mi-jung’s parents won’t allow them to see each other until they enter university. Tae-hoon struggles to keep their love alive, but Mi-jung avoids him according to her parents’ wishes. Winter turns to spring and Tae-hoon and Mi-jung turn 19. “This film is dedicated to my high school years, when I madly loved someone but things just didn’t go my way. Rest in peace, my teenage years.” (Jang Kun-jae) Jang Kun-jae è nato nel 1977. Ha studiato cinema alla Korean Academy of Film Arts e ha ottenuto l’M.F.A. in Film & Image Production presso la Chung-Ang University. Ha diretto numerosi cortometraggi indipendenti e ha lavorato come direttore della fotografia. Eighteen è il suo primo lungometraggio di finzione, con cui ha partecipato al Vancouver International Film Festival vincendo il “Dragons & Tigers Award for Young Cinema”. Jang Kun-jae (1977) studied cinematography at the Korean Academy of Film Arts and received an M.F.A. in Film and Image Production from Chung-Ang University. He has directed numerous independent films and also worked as a cinematographer. His debut feature Eighteen screened at the Vancouver International Film Festival, where it won the Dragons & Tigers Award for Young Cinema. PESARO NUOVO CINEMA - PREMIO LINO MICCICHÈ 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Corea del Sud, 2009, 95’, HD, colore Hoe-Ori ba-ram (Eighteen, 2009), Time in Heaven (2007, cm) Queen of the Universe (2007, cm), Hitch-hiking (2004, cm) Do not Let Me in Fight (2003, cm), Hard-boyled Chocolate Style (2002, cm) Triangle Stories (2000, cm), I’m Home from School ( 1998, cm) 25 Clara Picasso EL PASANTE The Intern Argentina, 2010, 65’, Super 16mm-HD, colore interpreti/cast Ignacio Rogers Ana Scannapieco produttore/producer Manuel Ferrari produzione/production Campeón Cine Production Un giovane stagista inizia un lavoro notturno come fattorino d’albergo in un hotel a 5 stelle di Buenos Aires. Durante il suo stage, viene formato da una receptionist. Nell’esplorare insieme l’hotel, i due stringono una relazione molto intima e, quando un ospite scompare, si imbarcano in un’indagine per svelare il mistero. Ma finiscono per ritrovarsi un po’ troppo coinvolti. “Il film esamina i limiti tra le sfere pubblica e privata e le difficoltà dei rapporti umani di oggi, che spesso si fondano su basi virtuali”. (Clara Picasso) A young intern starts a night job as a bellboy in a five-star hotel in Buenos Aires and is trained by a receptionist. The two develop a close relationship as they explore the hotel. When a guest disappears they carry out an investigation to unveil the mystery and end up getting a little too involved in the process. “The film examines the limits between the public and the private spheres, and the difficulties that exist in today’s human relationships, which many times are built on a virtual basis.” (Clara Picasso) Clara Picasso è nata a Buenos Aires negli anni Ottanta. Ha studiato regia alla Universidad del Cine e ha realizzato 3 cortometraggi in 16 mm. È stata tra gli undici registi del lungometraggio collettivo A propósito de Buenos Aires (2006). Ha lavorato come scenografa in diversi film e attualmente insegna sceneggiatura all’Università. El pasante è la sua opera prima ed è stato presentato in anteprima al Rotterdam International Film Festival. Clara Picasso was born in Buenos Aires, Argentina in the 1980s. She studied film directing at the Universidad del Cine. She has made three 16mm shorts and was one of the 11 directors of the collective film A Propósito de Buenos Aires (2006). She has also worked as an art director on a number of films and currently teaches scriptwriting at the Universidad del Cine. Her debut feature El Pasante premiered at the Rotterdam International Film Festival. PESARO NUOVO CINEMA - PREMIO LINO MICCICHÈ 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Clara Picasso fotografia/cinematography Fernando Lockett montaggio/editing Andrea Santamaria musica/music Tomàs Becù suono/sound Francisco Pedemonte El pasante (The Intern, 2010) 27 Ivan Vyrypayev KISLOROD Oxygen sceneggiatura/screenplay Ivan Vyrypayev fotografia/cinematography Andrey Naidionov montaggio/editing Pavel Khanyutin musica/music Aleksandr Loushin suono/sound Andrey Samsonov Roman Khokhlov scenografia /art direction Margarita Ablaeva interpreti/cast Karolina Gruszka Aleksey Filimonov produttore/producer Vadim Goryainov Leonid Lebedev, Valery Todorovsky produzione/production Red Arrow con il supporto del Ministero della Cultura della Federazione Russa Uno studio di registrazione musicale. Dieci domande, dieci composizioni, dieci provocazioni per coloro che stanno cercando Ossigeno nelle loro vite, Lui e Lei. Due giovani presentatori commentano il testo dei Dieci Comandamenti, la cui antitesi è personificata da una giovane coppia, un ragazzo e una ragazza. Ma senza l'Ossigeno – il Verbo – moriranno. Basato sull'omonima pièce teatrale diretta dal regista, Oxygen ne è una riscrittura in versione multimediale che fonde la musica pop con il linguaggio teatrale e il videoclip. A recording studio. Ten questions, ten compositions, ten provocations for He and She, who are looking for Oxygen in their lives. Two young presenters comment on the Ten Commandments, the antithesis of which is personified by a young couple. But without Oxygen – the Word – they will die. A multi-media reworking of the director’s play, Oxygen blends pop music, theatre and music videos. Nato a Irkutsk nel 1974, Ivan Vyrypayev si è diplomato nel 1995 all'Accademia d'Arte Drammatica dove poi ha lavorato come docente. Dopo aver studiato regia a Mosca ha lavorato al Teatr.doc. Centre for New Drama e dal 2005 è direttore artistico del Praktika Theatre. Ha scritto cinque testi teatrali e numerose sceneggiature, tra cui Euphoria (2006), con cui ha esordito alla regia ottenendo la partecipazione, in concorso, alla Mostra di Venezia. Nel 2009 ha girato Oxygen, dall’omonimo testo teatrale. Rappresentato anche in Italia, per la regia di Pietro Babino, lo spettacolo ha fatto meritare il premio Ubu come migliore attrice a Fiorenza Menni. Vyrypayev ha vinto diversi riconoscimenti teatrali e il Presidential Council Prize per il suo contributo alla letteratura russa. Ha inoltre firmato uno dei corti del film collettivo russo Cotti d’amore. Born in Irkutsk in 1974, Ivan Vyrypaev in 1995 graduated from the Academy of Dramatic Arts, where he later taught. After studying directing in Moscow he worked at the Teatr.doc. Centre for New Drama and in 2005 was appointed artistic director of the Praktika Theatre. He has written five plays and numerous screenplays, including his directorial debut Euphoria (2006), which screened in competition at the Venice Film Festival. In 2009 he shot Oxygen, from his play. The Italian stage version of Oxygen, directed by Pietro Babino, won Fiorenza Menni the Best Actress Ubu Award. Vyrypaev has received a number of theatre awards as well as the Presidential Council Prize for his contribution to Russian literature. He also directed one of the episodes of the Russian portmanteau film Crush (2009). PESARO NUOVO CINEMA - PREMIO LINO MICCICHÈ 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Russia, 2009, 75’, colore Korotkoe zamykanie (Crush : 5 Love Stories, Cotti d’amore, 2009) Kislorod (Oxygen, 2009) Ejforija (Euphoria, 2006) 29 Yoshifumi Tsubota MIYOKO ASAGAYA KIBUN Miyoko sceneggiatura/screenplay Yoshifumi Tsubota Fukuda Shinsaku fotografia/cinematography Yamazaki Daisuke montaggio/editing Yoshifumi Tsubota musica/music Maher Shalal Hash Baz, Sparta Localis, Tenniscoats, Masatoshi Tsunematsu scenografia/art direction Tanaka Koji Ozaki Masaki interpreti/cast Mizuhashi Kenji (Abe Shinichi) Machida Marie (Miyoko) produttore/producer Okada Hiroshi produzione/production Wides Shuppan Co. Ltd. vendite internazionali/world sales Gold View Co. Ltd. Miyoko è un film biografico sul manga-artist giapponese Abe Shinichi, la sua musa Miyoko, che posa regolarmente nuda, e l’ambiente bohemien di Tokyo in cui vivevano negli anni Settanta. Il giovane artista non riesce a raggiungere il successo e si attacca ossessivamente alla sua compagna e alla bottiglia. Miyoko ha una scenografia dallo stile esuberante e inventivo ed è talmente licenzioso da essere catalogato, su alcuni siti giapponesi, come un porno soft. Il vero Abe compare brevemente nel finale, sui titoli di coda. Miyoko is a biopic about Japanese manga artist Abe Shinichi; his muse Miyoko, who regularly poses nude for him; and the bohemian Tokyo neighborhood in which they live in the 1970s. The unsuccessful young artist obsessively sticks to his girlfriend and the bottle. Miyoko has an inventive and exuberant production design and is so licentious that it can be found on websites for pink pictures (typical Japanese narrative soft porn). The real Abe appears briefly during the film’s closing credits. Yoshifumi Tsubota è nato a Yokohama nel 1975. Il suo primo cortometraggio, Big Spectacle, girato in 8mm mentre studiava alla Tama Art University, ha ricevuto il Gran Premio all’Image Forum Festival 2000 ed è stato proiettato nei festival di tutto il Giappone. Nel 2001 ha partecipato come attore al film Fasuna to Chibusa di Koji Shirakawa e Stephen Tyler. Il suo primo lungometraggio Dawn Gray, sostenuto dall’Image Forum nel 2002, è stato presentato in diverse città e al Box-Higashinakano di Tokyo. Ha lavorato come scenografo per numerosi film e attualmente produce spot pubblicitari, video musicali, opere a basso budget per l’home video e scrive racconti. Yoshifumi Tsubota was born in Yokohama in 1975. He shot his first 8mm short, Big Spectacle, while still a student at Tama Art University. The film received the Grand Prize at the 2000 Image Forum Festival and screened at festivals throughout Japan. In 2001 he acted in Fasuna to Chibusa by Koji Shirakawa and Stephen Tyler. His debut feature Dawn Gray, backed by Image Forum in 2002, was presented in various cities as well as Tokyo’s Box-Higashinakano. He has worked as a production designer on numerous films, he writes short stories and is currently producing commercials, music videos and low-budget films for home video. PESARO NUOVO CINEMA - PREMIO LINO MICCICHÈ 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Giappone 2009, 86', 35mm, colore Miyoko Asagaya kibun (Miyoko, 2009) Kannou Syoujosakka (2006, cm) Saimin Hypnosis (2005, cm) Dawn Gray (2002), Big Spectacle (2000, cm) 31 24° Evento speciale: Carlo Lizzani A cura di Vito Zagarrio Carlo Lizzani - Mostra fotografica Galleria Franca Mancini - Corso XI settembre, 245 - Pesaro Una retrospettiva completa, una lunga video-intervista inedita, un libro, una mostra fotografica, un convegno e un nuovo film in anteprima assoluta. Sono i ricchissimi contenuti del 24° Evento Speciale della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro – curato da Vito Zagarrio - che dal 20 al 28 giugno esplora il lungo percorso personale, politico, cinematografico e culturale di Carlo Lizzani, tra i registi italiani che meglio hanno saputo raccontare il nostro Paese. Accanto alla consueta filmografia integrale del cineasta, la 46/a edizione della Mostra propone dunque un percorso multimediale attraverso le immagini fisse e in movimento - i testi critici e le testimonianze realizzati dallo stesso Lizzani o dai suoi studiosi: una panoramica a 360 gradi che ha l’ambizione di consegnare ai cinefili e agli appassionati un ritratto completo dell’uomo, del regista e dell’intellettuale e di sottolineare il suo ruolo da protagonista del cinema e della storia del Novecento. A complete retrospective, a lengthy and never-before-seen video interview, a book, a photography exhibit, a conference and the world premiere of a brand new film all comprise the 24th Special Event (organized by Vito Zagarrio with the Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale) of the Pesaro Film Festival, which from June 20-28 will explore the extensive personal, political, cinematic and cultural life of Carlo Lizzani, one of Italy’s filmmakers who best knew how to capture his country. The director’s complete filmography is accompanied at the 46th edition of the Festival by a multi-media look at the (fixed and moving) images, reviews and interviews by Lizzani and scholars of his work. This ambitious, 360-degree project aims to paint a full portrait of the man, director and intellectual for film lovers, and to highlight his role as one of the protagonists of 20th film and history. 20-30 giugno 2010 Carlo Lizzani raccontato attraverso le immagini in una mostra fotografica che ne ripercorre la carriera in tre diversi momenti della sua vita: 1) la collaborazione con il fotografo Alfonso Avincola nata sul set di una decina di film (dal 1960 con Il Gobbo passando per L’oro di Roma, Il processo di Verona, L’autostrada del sole episodio di Thrilling, Un fiume di dollari, Banditi a Milano, L’amante di Gramigna, Barbagia, Roma bene, per finire con Torino nera del 1972). La parte della mostra “Alfonso Avincola fotografa Carlo Lizzani” è composta da circa 40 immagini di vari formati (20x30, 30x40, 35x45), ed è proposta in collaborazione con il Centro Cinema Città di Cesena, istituzione culturale del Comune di Cesena che si occupa da più di un decennio di fotografia di cinema. Sono oltre 90.000, tra stampe e negativi, le foto conservate nel suo archivio, compresa la sezione sul cinema italiano contemporaneo nata in seguito a “CliCiak”, il concorso nazionale per fotografi di scena, giunto quest’anno alla tredicesima edizione. 2) le foto vintage scelte dallo stesso Carlo Lizzani nel suo archivio, circa 30 scatti. 3) gli scatti odierni, circa 15, realizzati da Gianfranco Gorgoni. Carlo Lizzani as depicted through a photography exhibit that covers three moments of his life: 1) His collaboration with photographer Alfonso Avincola on ten films, from 1960’s Il Gobbo through L’oro di Roma, Il processo di Verona, the episode of “L’autostrada del sole” of Thrilling, River of Dollars, The Violent Four, The Bandit, Barbagia, Roma bene, until 1972’s Torino nera. The section of the exhibit entitled “Alfonso Avincola fotografa Carlo Lizzani” comprises approximately 40 images of varying formats (20x30, 30x40, 35x45), and is offered in collaboration with the Centro Cinema Città di Cesena, a cultural institution of the municipality of Cesena that has been working with film photography for over a decade. The Centre’s archives house over 90,000 photographs (prints and negatives), including a section on contemporary Italian cinema created following CliCiak, the national competition for set photographers, which celebrates its 13th edition this year. 2) Vintage photos chosen by Carlo Lizzani from his archives (approx. 30). 3) Present-day photos by Gianfranco Gorgoni (approx. 15). 24° Evento speciale: Carlo Lizzani 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Organizzato con Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale Associazione culturale Il Teatro degli Artisti, Mostra Internazionale del Nuovo Cinema – Pesaro, Regione Marche – Assessorato alla Cultura Provincia di Pesaro e Urbino, Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro In collaborazione con Centro Cinema Città di Cesena 32 33 LA VITA AGRA copia restaurata da Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale in collaborazione con Ripley’s Film Italia, 1964, 120', 35mm, B/N interpreti/cast Ugo Tognazzi (Luciano) Giovanna Ralli (Anna), Rossana Martini (Mara), Gianpiero Albertini (Libero) Elio Crovetto (Carlone) produttore/producer Nino Krisman produzione/production Film Napoleon Luciano Bianchi è impiegato in una miniera della CIS come “responsabile delle iniziative culturali” e vive con la moglie e il figlio a Guastalla, un paesino della Bassa Padana. Quando la società, in perdita, decide di ridurre i costi, lui è tra i primi a essere licenziati. Pochi giorni dopo la miniera esplode a causa del risparmio sui costi della sicurezza e 34 operai perdono la vita. Luciano è deciso a vendicarsi: parte per Milano determinato a far saltare in aria la sede dell’azienda, che si trova in un grattacielo di più di venti piani. Arrivato in città, cerca un lavoro e trova alloggio in una pensione, dove incontra Anna, con cui va a vivere sicuro che la moglie non ne saprà mai nulla. Quando trova lavoro come creativo pubblicitario riscuote un gran successo e arriva rapidamente ai vertici della scala sociale facendosi nominare dirigente proprio dalla CIS. Tratto dal romanzo omonimo di Luciano Bianciardi, La vita agra descrive con i toni della satira sociale la parabola di un intellettuale di provincia anarchico che viene rapidamente risucchiato dalla società del benessere, fino a diventare un “persuasore occulto”. Il film ha ottenuto il Premio Fipresci al Karlovy Vary International Film Festival nel 1964. 24° EVENTO SPECIALE: CARLO LIZZANI 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Sergio Amidei Luciano Bianciardi, Luciano Vincenzoni fotografia/cinematography Erico Meczer montaggio/editing Franco Fraticelli musica/music Piero Piccioni scenografia/art direction Enrico Tovaglieri Cinema in Piazza 24° Evento speciale: Carlo Lizzani Luciano Bianchi works in a CIS mine as “Head of cultural projects” and lives with Alberto his Lattuada wife and son in Guastalla, a small town in the lower Padana region. When the strapped company decides to cut costs, he’s one of the first out of a job. A few days later, an accidental explosion in the mine, the result of budget cuts to security, causes the death of 34 miners. Seeking revenge, Luciano heads to Milan, determined to blow up CIS headquarters in one of the city’s skyscraper. Once there, however, he looks for work and finds a room in a boarding house. Then he meets Anna and the two move in together, with Luciano secure in the knowledge that his wife will never find out. After landing a job in advertising he becomes hugely successful and quickly scales the social ladder, to become head of CIS. Based on the eponymous novel by Luciano Bianciardi, La vita agra uses social satire to depict the parable of a small-town anarchist and intellectual who is quickly sucked in by wealth, and even becomes a hidden persuader. The film won the FIPRESCI Prize at the 1964 Karlovy Vary International Film Festival. 35 Vito Zagarrio IL CINEASTA MULTITASKING. CARLO LIZZANI, CINEMA E ALTRO Italia, 2010, 50', MiniDV, colore IL MIO NOVECENTO Italia, 2010, video produttore esecutivo/executive producer Antonio Valerio Spera produzione/production Fondazione Pesaro Nuovo Cinema Onlus e Laboratorio CinemaUniversità degli Studi di Roma Tor Vergata, in collaborazione con Kimerafilm Una lunga intervista a Carlo Lizzani (la cui trascrizione è contenuta nel volume “Carlo Lizzani. Un lungo viaggio nel cinema”, pubblicato in occasione del 24° Evento Speciale a lui dedicato), che ricostruisce il suo percorso politico e culturale, e affronta il tema del suo essere “eclettico”, che ha provocato, a volte, un pregiudizio della critica. This lengthy interview with Carlo Lizzani – transcribed in its entirety in Carlo Lizzani. Un lungo viaggio nel cinema, published for the 24th Special Event on the director – reconstructs his political and cultural career and delves into his “eclecticism,” which at times provoked critics’ prejudices. Realizzato in occasione del 24° Evento Speciale della Mostra di Pesaro, che lo presenta in anteprima assoluta, Il mio Novecento è il nuovo film di Carlo Lizzani. In esso il regista ripercorre, attraverso un montaggio di immagini dei suoi stessi film, la storia politica, sociale e cinematografica del secolo scorso. Contemporaneamente testimone e protagonista dei cambiamenti che hanno segnato l’Italia dall’epoca del fascismo a quella, attuale, della televisione, Lizzani propone con Il mio Novecento una straordinaria rilettura meta-cinematografica del ricco repertorio di temi, generi e modelli produttivi con cui ha raccontato la storia del Paese. Made for the 24th Special Event of the Pesaro Film Festival, where it makes its world premiere, Il mio Novecento is the latest film by Carlo Lizzani. In it, the director covers the political, social and film history of the previous century, through a montage of his film clips. Simultaneously witness to and protagonist of the changes that marked Italy from the fascist period to today’s television era, Lizzani here offers an extraordinary, meta-cinematic reinterpretation of the vast repertoire of themes, genres and production models with which he portrayed his country’s history. 24° EVENTO SPECIALE: CARLO LIZZANI 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema fotografia/cinematography Andrea Gagliardi Simone Isola, Luca Lardieri montaggio/editor Pierpaolo De Sanctis assistente al montaggio/assistant editor Leonardo Lemma Carlo Lizzani 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Biografia / Biography 38 Carlo Lizzani nasce a Roma nel 1922. Critico, studioso e militante politico oltre che regista, sceneggiatore e docente, inizia a scrivere di cinema non ancora ventenne, passando dal giornale universitario “Roma Fascista” a riviste prestigiose come “Cinema” e “Bianco e Nero”. Dopo la guerra si specializza in sceneggiature, partecipando ad alcuni film anche come attore. Per De Santis collabora alla sceneggiatura di Caccia Tragica – di cui sarà anche aiuto regista - Riso Amaro e Non c’è pace tra gli ulivi. Partecipa, sempre come sceneggiatore e aiuto regista, prima a Il sole sorge ancora di Aldo Vergano, poi al capolavoro di Rossellini Germania anno zero. Dopo alcuni cortometraggi documentaristici, nel 1951 Lizzani gira il suo primo lungometraggio, Achtung! Banditi!, che racconta di un gruppo di partigiani nell’ultimo periodo della guerra. Nel 1953 partecipa al progetto di Cesare Zavattini Amore in città, collaborando con Antonioni, Fellini, Risi e Lattuada. Dopo aver vinto un Nastro d’Argento per la miglior sceneggiatura con il film Banditi a Milano (1968), firma un episodio del film collettivo Amore e Rabbia (1969), accanto a Godard, Bellocchio, Bertolucci e Pasolini, con il quale aveva già lavorato in Il Gobbo (1960) e Requiescant (1966). Tra i suoi film, Cronache di poveri amanti (1953), con Marcello Mastroianni, L’oro di Roma (1961), La vita agra (1964), Mussolini ultimo atto (1974), Fontamara (1980), e Celluloide (1996), vincitore del David di Donatello per la miglior sceneggiatura, scritta dallo stesso Lizzani insieme a Ugo Pirro e Furio Scarpelli. Dagli anni Ottanta lavora anche per la televisione e per il teatro. Carlo Lizzani was born in Rome in 1922. A critic, scholar and political militant, as well as director, screenwriter and teacher, he began writing about cinema in his late teens, passing from the university newspaper Roma Fascista to prestigious magazines such as Cinema and Bianco e Nero. After WWII he began working as a screenwriter and also acted in several films. He co-wrote Giuseppe De Santis’ Caccia Tragica (and worked as assistant director on the film), Bitter Rice and Under the Olive Tree. As a screenwriter and AD he worked on Aldo Vergano’s Il Sole Sorge Ancora and Roberto Rossellini’s masterpiece Germany Year Zero. After making several documentary shorts, in 1951 Lizzani directed his first feature, Attention! Bandits!, about a group of Resistance fighters towards the end of WWII. In 1953 he participated in Cesare Zavattini’s portmanteau Love in the City, along with Antonioni, Fellini, Dino Risi and Alberto Lattuada. After winning a Nastro d’Argento for Best Screenplay for The Violent Four (1968), he directed an episode in the collective film Love and Anger (1969), alongside Godard, Marco Bellocchio, Bernardo Bertolucci and Pasolini, the latter whom he had previously directed in Il Gobbo (1960) and Requiescant (1966). His films include Chronicle of Poor Lovers (1953), with Marcello Mastroianni; L’Oro di Roma (1961); La Vita Agra (1964); Mussolini (1974); Fontamara (1980); and Celluloid (1996), which won a David di Donatello for Best Screenplay, written by Lizzani, Ugo Pirro, and Furio Scarpelli. Since the 1980s he has also worked in theatre and television. IL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO How I Ended This Summer di Aleksey Popogrebsky Aleksey Balabanov Aleksey Balabanov MNE NE BOLNO MORFIY It Doesn’t Hurt Me Morphia Russia 2006, 100', 35mm, colore interpreti/cast Renata Litvinova (Tata) Aleksandr Yatsenko (Misha), Dmitry Dyuzhev (Oleg), Nikita Mikhalkov (Sergey Sergeevitch) Inga Oboldina-Strelkova (Alya) produttore/producer Sergey Selyanov produzione/production CTB Film Company sceneggiatura/screenplay Sergey Bodrov Jr. fotografia/cinematography Aleksandr Simonov montaggio/editing Tatyana Kuzmichyova suono/sound Mikhail Nikolayev costumi/costume designer Nadezhda Vasilyeva interpreti/cast Leonid Bichevin, Ingeborga Dapkunaite, Andrei Panin, Sergey Garmash Katarina Radivojevic, Svetlana Pismichenko produttore/producer Sergey Selyanov produzione/production CTB Film Company Tata è una bella ragazza, ma è annoiata e non ha interesse per la vita. Tutto cambia quando incontra Misha, un giovane designer che, con i suoi suoi amici Alya e Oleg, le propone i suoi servizi di arredamento di interni. Sono giovani, pieni di energia, talento e voglia di vivere. In pratica hanno tutto... tranne i soldi. E così Tata li aiuta a trovare lavori interessanti e clienti ricchi, e Misha si innamora di lei e pian piano la riporta ad amare di nuovo la vita. Ma Tata nasconde qualcosa che, inevitabilmente, incrinerà il loro futuro. Nell'autunno 1917, il ventitreenne dottor Polyakov riceve il suo primo incarico nell'ospedale di una cittadina di provincia, dove rimpiazza un medico ben più esperto di lui. Polyakov si ritrova alle prese con ogni sorta di problema medico e spesso si sente impreparato, così inizia ad assumere dosi sempre più massicce di morfina. Basato su “Appunti di un giovane medico” di Mikhail Bulgakov, Morphia è un film “Su un uomo brillante che precipita fino a toccare il fondo”. (Aleksey Balabanov) Tata is a bored and beautiful young woman with nothing to do. Everything changes when she meets Misha, a young designer who with his friends Alya and Oleg offers her their interior design services. They are young, full of strength, energy and talent. In short, they have everything…except money. Tata helps them find interesting work and rich clients, while Misha falls in love with Tata and slowly helps her regain her love of life. But Tata is hiding something that will inevitably affect their future. In the fall of 1917, 23-year-old Dr. Polyakov lands his first job, at a hospital in a provincial town, replacing a much more expert doctor. Faced with medical problems of all kinds, for which he does not feel adequately prepared, Polyakov begins taking increasingly greater doses of morphine. Based on Mikhail Bulgakov’s Notes of a Young Doctor, Morphia is a film “about a brilliant man who hits rock bottom.” (Aleksey Balabanov) LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Valery Mnatsakanov fotografia/cinematography Sergey Astakhov montaggio/editing Tatyana Kuzmicheva musica/music Vadim Samoylov suono/sound Mikhail Nikolayev scenografia/art direction Pavel Parkhomenko Russia 2005, 102’, 35 mm, colore Aleksey Balabanov Morphia Regista, sceneggiatore, produttore, Aleksey Balabanov è nato il 25 febbraio 1959 a Sverdlovsk. Nel 1981 si è diplomato al Foreign Languages College di Gorky, e nel 1990 al corso sperimentale “Director’s Cinema” degli Higher Courses for Scriptwriters and Directors. Prima di realizzare, nel 1991, il primo film di finzione, ha diretto due documentari. Nel 1992 ha fondato, con Sergey Selyanov e Vasily Grigoriev, la società di produzione CTV, con cui ha poi realizzato tutti i suoi film. Già molto noto in patria per i crime-movie Brother e Brother 2 – con il primo ha vinto il Cristal Globe a Karlovy Vary e il premio Fipresci al Festival di Torino nel 1997 - Balabanov ha poi conosciuto un grande successo con i suoi scioccanti e controversi Cargo 200 e Morphia. Director, screenwriter and producer Aleksey Balabanov was born in Sverdlovsk in 1959. In 1981 he graduated from the Foreign Languages College of Gorky, and in 1990 from the experimental Director’s Cinema course of the Higher Courses for Scriptwriters and Directors. He made two documentaries before making his narrative feature debut in 1991. With Sergey Selyanov and Vasily Grigoriev in 1992 he founded the CTV production company, through which he has made all of his films. Already well known at home for the crime movies Brother (for which he won the Crystal Globe at Karlovy Vary and the Fipresci Prize at the Turin Film Festival in 1997) and Brother 2, Balabanov went on garner international acclaim for his shocking and controversial Cargo 200 and Morphia. LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Biografia e Filmografia / Biography and Filmography Morfiy (Morphia, 2008), Gruz 200 (Cargo 200, 2007) Mne ne Bolno (It Doesn’t Hurt Me, 2006), Zhmurki (Blind Man’s Bluff, 2005) Voyna (War, 2002), Reka (The River, 2002), Brat 2 (Brother 2, 2000) Pro urodov i lyudey (Of Freaks and Men, 1998), Brat (Brother, 1996) Zamok (The Castle, 1994), Schastlivye dni (Happy Days, 1991) 43 It Doesn’t Hurt Me Lidiya Bobrova BABUSYA Sguardi femminili Granny sceneggiatura/screenplay Lidiya Bobrova fotografia/cinematography Valery Revich montaggio/editing Tatyana Bystrova suono/sound Maxim Belovolov scenografia/art direction Pavel Novikov costumi/costume designer I. ProshinaSakanyan interpreti/cast Nina Shubina (Granny) Olga Onischenko (Lisa), Anna Ovsyannikova (Anna), Vladimir Kulakov (Victor) produttore/producer Andrey Zertsalov produzione/production Lenfilm Studios Film Department of Russian Ministry of Culture, 3B Productions, CNC Una signora di 80 anni ha lavorato instancabilmente tutta la vita per crescere i figli e i nipoti e garantire loro tutto ciò di cui avevano bisogno. Un giorno decide di vendere la casa, lasciare tutto il suo denaro ai nipoti e stabilirsi dalla figlia, che però muore inaspettatamente lasciandola sola, debole e vulnerabile. E così la nonnina, in cerca di sostegno, intraprende un percorso che le farà incrociare la strada di uomini d’affari, rifugiati, giornalisti, nuovi ricchi, contadini ed emarginati: un vitale ritratto della società russa di oggi. An 80-year-old woman who labored tirelessly all her life to raise her children and grandchildren and support those in need decides to sell her house and give all the money to her grandchildren. She moves in with her daughter, who dies unexpectedly, leaving her alone, weak and senile. In search of shelter, the old woman goes wandering, and comes across businessmen, refugees, journalists, peasants, the nouveau riche and those living on the margins. A vivid portrait of present-day Russia. Nata nella Siberia orientale il 13 giugno 1952, Lidiya Bobrova si laurea in Storia alla Leningrad University nel 1975. Rifiutandosi di sostenere il sistema, abbandona l’insegnamento per studiare sceneggiatura a Mosca sotto la direzione di Evgueni Gabrilovitch. La sua sceneggiatura di diploma, Hey, You Geese!, che riflette lo stile di vita dei cittadini sovietici, ormai lontanissimo dall’ideologia ufficiale, viene rifiutata, e la Bobrova decide di entrare al Lenfilm Studio. Ma i suoi copioni vengono sistematicamente respinti, sempre per le stesse ragioni. Con l’avvento della Perestrojka, le sue sceneggiature vengono finalmente accettate e prodotte dallo Studio of Experimental Films del Lenfilm. Con Granny ha vinto, tra gli altri, il premio speciale della giuria e il premio ecumenico al Festival di Karlovy Vary nel 2003. Born in Eastern Siberia in June 1952, Lidiya Bobrova graduated in History from Leningrad University in 1975. As she was not willing to support an existing system, she gave up teaching and studied scriptwriting in Moscow under Evgueni Gabrilovitch. Her graduation script Hey, You Geese!, reflecting the way of life of the Soviet citizens who were by then far removed from the official ideology, was rejected. After that she joined Lenfilm Studio, but her scripts were constantly rejected for the same reasons. With the arrival of Perestroika, her scripts were finally accepted and produced by Lenfilm’s Studio of Experimental. Among other accolades, Granny won the Special Jury Award and Ecumenical Prize at the 2003 Karlovy Vary Film Festival. LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Russia 2003, 97’, 35mm, colore I Believe! (2009) Babusya (Granny, 2003) V toy strane... (In That Land, 1997) Oy, vy, gusi... (Hey, You Geese!, 1991) Coming of Age (1989) 45 Pyotr Buslov BUMER Bummer sceneggiatura/screenplay Denis Rodimin, Pyotr Buslov fotografia/cinematography Daniil Gurevich montaggio/editing Ivan Lebedev musica/music Sergey Shnurov suono/sound Aleksandr Fedenev scenografia/production design Ulyana Ryabova interpreti/cast Vladimir Vdovichenkov (Kot) Andrey Merzlikin (Oshparenny), Maxim Konovalov (Killa), Sergey Gorobchenko (Rama) produttore/producer Sergey Selyanov Sergey Chliyants produzione/production CTB Film Company Pygmalion Production Film Co. Una BMW nera è braccata per le strade della Mosca notturna. Una vertiginosa serie di eventi ha condotto quattro amici al di fuori della legge. Ormai precipitati in una vita sregolata, non possono più tornare indietro, e la nera “Bummer”, potente e affidabile, li conduce lontani da Mosca, nel selvaggio e spietato isolamento delle lande russe. Nessuno di loro voleva uccidere. Nessuno di loro voleva morire. Ma dovranno percorrere questa strada fino in fondo. A black BMW is chased through the night streets of Moscow. A dizzying chain of events has led four friends to become outlaws. In a life without rules, they can no longer turn back. The black "Bimmer," powerful and reliable, carries them ever further from Moscow, into the wild and merciless isolation of the Russian hinterlands. None of them wanted to kill. None of them wanted to die. But they will have to travel this road to the end. Regista, sceneggiatore e attore, Pyotr Buslov è nato il 1° giugno 1976 a Khabarovsk. Diplomatosi alla VGIK (Istituto Nazionale di Cinema Russo) nel 2004, ha girato il suo primo film, come operatore, con Daniil Gurevich e ha interpretato il ruolo principale nel film di Ilya Khotinenko The Odissey, 1989. Ancora studente, ha esordito con Bummer, il primo blockbuster tarantiniano del cinema russo, presentato in proiezione speciale al Festival Internazionale di Mosca e seguito, poi, da Bummer 2 , campione di incassi in patria. Nel 2009 ha partecipato alla Mostra di Venezia, nella sezione Orizzonti, con la regia dell'episodio «Riparazione urgente» del film collettivo Cotti d'amore, composto da cinque corti firmati dai registi più interessanti della scena russa: Boris Khlebnikov, Ivan Vyrypayev, Kirill Serebrennikov e Aleksey German jr. Director-scriptwriter-actor Pyotr Buslov was born in 1976 in Khabarovsk and grew up in Vladivostok. He graduated from the VGIK (Moscow Film School) in 2004 before shooting his first film, as a cameraman, with Daniil Gurevich and starring in Ilya Khotinenko's The Odyssey (1989). While still a student, he made his debut with Bummer, the first Tarantinoesque blockbuster of Russian cinema, presented as a Special Screening at the Moscow International Film Festival. His subsequent Bummer 2 was a domestic box office hit. In 2009 he was in the Horizons sidebar of the Venice Film Festival with “Urgent Repair,” an episode in the collective film Crush, comprising five shorts by four other noteworthy directors of the contemporary Russian film scene: Boris Khlebnikov, Ivan Vyrypaeyv, Kirill Serebrennikov and Aleksey German Jr. LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Russia, 2003, 110', Dolby Digital 35mm, colore Korotkoe zamykanie (Crush : 5 Love Stories - Cotti d’amore, 2009, ep.) Bumer 2. Fil’m vtoroj (Bummer 2, 2006) Bumer (Bummer, 2003) 47 Aleksey Fedorchenko ZHELEZNAYA DOROGA The Railway sceneggiatura/screenplay Aleksandr Gonorovsky fotografia/cinematography Leonid Ilyukhin montaggio/editing Lyudmila Zalozhneva musica/music Aleksandr Pantykin suono/sound Ivo Heger scenografia/production design Valeri Lukinov Oleg Pashchenko, Aleksey Potapov interpreti/cast Sergey Belyayev, Viktor Terelya Olga Degtyaryova, Daniil Shavkunov Pyotr Zaychenko produttore/producer Aleksey Fedorchenko Dmitry Vorobyov produzione/production CTB Film Company Pygmalion Production Film Co. Misha, un ragazzo muto, parte per un viaggio surreale con il padre e due suoi amici su una vecchia locomotiva sovietica, carica di carbone rubato che intendono vendere nel percorso attraverso le lande sterminate della Russia più profonda. La locomotiva su cui viaggiano, un tempo chiamata “Zar il Vampiro”, simboleggia un potere talmente grande da poter essere paragonato all’energia del mondo intero. Accanto a quelle del viaggio, scorrono le scene di un misterioso circo itinerante, i cui strani artisti incrociano le strade dei quattro protagonisti. Mischa, a mute boy, sets out on a surrealistic journey with his father and two men aboard an old Soviet locomotive loaded with stolen coal they intend to sell off on their way through the borderless steppes of inner Russia. The locomotive was once called “Tsar the Vampire” and was a symbol of enormous power that could be compared with the energy of the entire world. In parallel, sequences keep reappearing of a mysterious travelling circus, whose odd artists the four protagonists encounter along their way. Aleksey Fedorchenko è nato nel 1966 a SolIletsk, in Siberia. Una volta terminati gli studi all'Istituto Politecnico, ha lavorato su progetti di difesa cosmica in una fabbrica di Sverdlovsk. Nel 1990 è diventato economista, poi vice-direttore dello Studio di Sverdlosk. Nel 2000 ha assunto il ruolo di direttore del Dipartimento di produzione e ha partecipato alla produzione di più di 80 film. Conclusi gli studi di drammaturgia al VGIK, ha sceneggiato numerosi documentari e ha ottenuto diversi riconoscimenti ai festival, tra cui il Gran Premio del Festival di Stoccolma. Ha trovato su Internet la sceneggiatura del suo film d'esordio First on the Moon (presentato alla Mostra di Venezia, sezione Orizzonti, nel 2005), che ha poi trasformato da soggetto di fantascienza in documentario, usando vecchie macchine da presa e tecniche di invecchiamento del materiale. Aleksey Fedorchenko was born in Sol-Iletsk, Siberia, in 1966. After completing his studies at the Polytechnic Institute, he worked on space defense projects in a factory in Sverdlovsk. In 1990 he became an economist, then vice-director of the Sverdlosk Film Studio. In 2000 he took over as director the Studio’s production department, working on over 80 films. Since studying dramaturgy at the VGIK, he has written numerous documentaries and won various festival awards, including the Grand Prix at Stockholm. He found the screenplay to his directorial debut First on the Moon (presented in the Horizons sidebar of the 2005 Venice Film Festival) on the Internet, transforming the science fiction story into a documentary, for which he used old cameras and special techniques to age the material. LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Russia, 2007, 104', 35mm, colore Yellow Hammers (2010), Wind Shuvgey (2009, doc) Bath Day (2008, doc), Zheleznaya doroga (Railway, 2008) Shosho (2006, docufiction), Stealing Sparrow (2006) Pervye na Lune (The First on the Moon, 2004) Children of the White Grave (2003, doc), David (2002, doc) 49 Renata Litvinova BOGINIYA: KAK YA POLYUBILA Sguardi femminili The Goddess Russia, 2004, 105', 35mm, colore interpreti/cast Renata Litvinova, Svetlana Svetlichnaya, Konstantin Murzenko produttore/producer Yelena Yatsura, Renata Litvinova, Sergey Melkumov produzione/production Bogwood Kino, Slovo Productions Faina è una donna detective che non rinuncia mai all'alcool e ai tacchi a spillo. Da un anno è sulle tracce di una ragazza scomparsa, ma ancora non emergono indizi e persino i genitori della giovane hanno perso ogni speranza. Ma Faina rifiuta di crederla morta e sente che la soluzione è a portata di mano, quando i confini tra realtà e fantasia si fanno sempre più incerti. Debutto alla regia per la star del cinema russo Renata Litvinova, The Goddess è passato in concorso al Festival di Rotterdam nel 2005. Faina is a cop always on high heels and with a bottle of drink in her attaché case. She has spent a year on the case of a missing girl. There are no clues about her disappearance and many, including the girl's parents, have given up hope. Faina refuses to believe that the girl is dead and feels a solution is within reach. The boundary between reality and dream becomes increasingly vague. Goddess is the impressive directorial debut of Russian cult star actress Renata Litvinova, and screened in competition at the 2005 Rotterdam Film Festival. Renata Litvinova è nata il 12 gennaio 1967 a Mosca in una famiglia di medici. Ha studiato sceneggiatura al VGIK (Istituto Nazionale di Cinema Russo) fino al 1989 e ha diretto diversi documentari, tra cui Non c'è morte per me. È attrice, sceneggiatrice, regista e produttrice, ed è stata membro della giuria alla Berlinale, al Festival di Rotterdam e al Festival di Mosca. Tra le attrici più conosciute del panorama cinematografico russo, ha lavorato con registi come Peter Greenaway e Kira Muratova. The Goddess è il suo esordio nel lungometraggio cinematografico di finzione. Renata Litvinova was born in Moscow in 1967 to a family of doctors. She studied screenwriting at the VGIK (Russian National Film Institute) until 1989 and made several documentaries, including Net smerti dlya meni. An actress, screenwriter, director and producer, she has served on the juries of the Berlin, Rotterdam and Moscow film festivals. She is among the best-known actresses in Russian cinema and has worked with, among other directors, Peter Greenaway and Kira Muratova. The Goddess marks her feature directing debut. LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Renata Litvinova fotografia/cinematography Vladislav Opelyants musica/music Igor Vdovin, Zemfira Nick Cave scenografia/production design Katya Zaletaeva Zelyonyy teatr v zemfire (Le Théâtre vert chez Zemfira, 2007, doc) Boginya: kak ya polyubila (The Goddess, 2004) Net smerti dlya menya (Il n’y a pas de mort pour moi, 2000) 51 Dmitry Meskhiyev SVOI Our Own Russia, 2004, 111', 35mm, colore interpreti/cast Bogdan Stupka, Konstantin Khabenski, Sergey Garmash, Mikhail Evlanov produttore/producer Viktor Glukhov, Sergey Melkumov, Yelena Yatsura produzione/production Slovo Productions Guerra, amore, tradimento, vendetta. Tutto si mescola in una fattoria vicino Pskov, territorio occupato dai nazisti, nell’agosto 1941. Fuori, la guerra impazza, ma qui, lontano dalle operazioni militari, esplodono le passioni. Tre prigionieri di guerra russi sono scappati e si nascondono nella stalla del capovillaggio: sono ricercati e uno di loro, il figlio del capovillaggio, è rivale in amore di uno dei poliziotti tedeschi che gli danno la caccia. War, love, treason and revenge. Everything comes together in a village farm near Pskov, in Nazi occupied territory, in August 1941. While the war rages, here, far from the military operations, passions explode. Three Soviet war prisoners have escaped and are hiding out in the shed of the village elder. One of the men, the elder’s son, is a rival in love of one of the German policemen. Dmitry Meskhiyev è nato a San Pietroburgo nel 1963. Ha lavorato come assistente alla regia presso la Lenfilm a partire dal 1980, e nel 1988 si è diplomato alla VGIK, dove ha studiato regia sotto la guida di Marlen Khutsiyev. Dal suo esordio alla regia, Gambrinus (1990), ispirato a un racconto di Kouprine, ha diretto tredici film, tra cui The Cynics (1991), Over the Dark Waters (1993), An American Bet (1998), The Peculiarities of Russian Politics (1999), The Woman Property (2000), Mechanical Suite (2001) e The Diary Of A Kamikaze (2002). Con Our Own ha vinto nel 2004 il primo premio al Moscow International Film Festival e tre premi Nika. Dmitry Meskhiyev was born in St. Petersburg in 1963. He began working as an assistant director at Lenfilm in 1980 and in 1988 graduated from VGIK, where he studied directing under Marlen Khutsiyev. Since his directorial debut Gambrinus (1990), from a short story by Aleksandr Kouprine, he has made 13 films, including The Cynics (1991), Over the Dark Waters (1993), An American Bet (1998), The Peculiarities of Russian Politics (1999), The Woman Property (2000), Mechanical Suite (2001) and The Diary of a Kamikaze (2002). With Our Own he won top prize at the 2004 Moscow International Film Festival and three Nika awards. LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Valentin Chernykh fotografia/cinematography Sergey Machilsky montaggio/editing Marina Vasilyeva musica/music Svyatoslav Kurashov scenografia/production design Aleksandr Stroilo Svoi (Our Own, 2004), Osobennosti natsionalnoy politiki (2003) Dnevnik kamikadze (Diary of a Kamikaze, 2003), Mekhanicheskaya syuita (Mechanical Suite, 2001), Zhenskaya sobstvennost (Woman's Own, 1999), Amerikanka (American Bet, 1998) Nad tyomnoy vodoy (1993), Tsiniki (1991), Gambrinus (1990) 53 Marina Razbezhkina YAR Sguardi femminili The Hollow sceneggiatura/screenplay Marina Razbezhkina Pavel Finn, Lidiya Bobrova fotografia/cinematography Irina Uralskaya montaggio/editing Yury Gedert musica/music Anton Silaev suono/sound Igor Terekhov scenografia/production design Sergey Rakutov Sergey Nikolsky interpreti/cast Mikhail Evlanov, Polina Filonenko, Sergey Gamov, Roman Artemyev Lidia Velezheva produttore/producer Olga Agrafenina Tatyana Nikolayenkova produzione/production Lenfilm Kinomelnitsa All’inizio del XX secolo, in un villaggio si tiene una cerimonia in cui le donne si svestono e camminano per le strade, nella foschia del mattino presto, per scacciare i demoni. Ma i demoni che minacciano questa storia non si disperdono così facilmente. Tratto dal racconto di Sergey Yesenin, The Hollow racconta del breve matrimonio combinato tra Kostya e Anna. Quando lui la scopre con un altro, lascia il villaggio, e i suoi concittadini pensano che sia annegato nel Volga. The Hollow è un luogo che trattiene le persone; se partono, sono destinate a morire. In the early 20th century a village holds a ceremony in which the women disrobe and walk the streets, through the early morning mist, to ward off devils. But the demons that haunt this story are not so easily dispersed. Based on early prose pieces by Sergei Yesenin, The Hollow shows Kostya entering into a short-lived arranged marriage with Anna. When he finds her with another man, he leaves the village and the locals assume he drowned in the Volga. The Hollow is a place that holds people. If they leave they will die. Nata a Mosca, Marina Razbezhkina, si è laureata alla Kazan University nel 1971. Tra il 1986 e il 1989 ha lavorato come sceneggiatrice di documentari, insegnante e giornalista. Dal 1989 dirige film documentari e nel 2003 ha firmato il suo primo lungometraggio di finzione Harvest Time, vincitore del premio Fipresci al Festival Internazionale di Mosca e migliore opera prima ai festival di Honfleur e Trieste. Born in Moscow, Marina Razbezhkina graduated from Kazan University in 1971. From 1986-89 she worked as a documentary writer, schoolteacher and journalist. In 1989 she made her first documentary and in 2003 her first narrative feature, Harvest Time, winner of the FIPRESCI Prize at the Moscow International Film Festival and Best Debut Film at the Honfleur and Trieste film festivals. LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Russia, 2007, 103', 35mm, colore Yar (The Hollow, 2007) Kanikuly (Holidays, 2006, doc) Vremya zhatvy (Harvest Time, 2004) Strannaya svoboda bytiya (1995, doc) Konets Puti (1991, doc) 55 Larisa Sadilova NICHEGO LICHNOGO Sguardi femminili Sguardi femminili Nothing Personal Russia, 2003, 96', formato, colore interpreti/cast Valery Barinov, Zoia Kaidanovskaya, Maria Leonova, Natalia Kotchetova, Aleksandr Kliukvin produttore/producer Rustam Akhadov produzione/production ARSI-film, con la partecipazione dell’Agenzia Federale per la cultura e la cinematografia sceneggiatura/screenplay Larisa Sadilova, Gennady Sidorov fotografia/cinematography Anatoly Petriga montaggio/editing Elena Danshina suono/sound Kirill Vassilenko scenografia/production design Oleg Ukhov interpreti/cast Marina Zubanova, Viktor Uralskij, Valentina Berezutskaja, Gulia Stoliarova, Rano Kubaeva, Tatiana Bystritskaya Ghennadj Sidorov, Murad Ibraghimbekov produzione/production ANO cooperazione cineasti L’investigatore privato Zimin riceve l’incarico di video-sorvegliare un appartamento. Installate cimici e microcamere, inizia il suo lavoro. In quella casa vive la farmacista Irina, di cui gradualmente scopre i segreti e i dettagli della vita intima. Quando però si domanda perché debba spiarla, capisce di aver sbagliato: avrebbe dovuto spiare l’appartamento accanto, dove vive una donna bionda. Ma Zimin non riesce a dimenticare Irina, ormai diventata una parte importante della sua vita. Tra suspense e passione, il film osserva magistralmente la psicologia di un uomo semplice. Lilly è una ragazza di compagna, ingenua e solitaria. Ha 35 anni e divide il suo tempo tra le cure all’anziano padre e il lavoro in un allevamento di polli. Nonostante sia una donna affascinante, non ha un compagno, cosa a cui cerca di porre rimedio con frequenti incontri presso l’hotel di un suo amico. Finché, un giorno, non si innamora di un pianista. Importante esempio del “realismo femminile” di Larisa Sadilova, With Love, Lilly racconta la ricerca dell’amore e della felicità di una donna russa con stile documentaristico e senza attori professionisti. Private detective Zimin is ordered to set up video surveillance of an apartment. He mounts the bugs and cameras and begins spying on Irina, a pharmacist whose secrets and intimate life he gradually gets to know. But just as he starts wondering why he’s been sent to spy on her, Zimin realizes he made a mistake. He should be spying on the blonde in the apartment next door. Zimin, however, can’t stop thinking about Irina, who has become an important part of his life. With suspense and passion, the film masterfully observes the psychology of a simple man. Lilly is a rather naïve and lonely woman who lives in the countryside. She is 35 and divides her time between caring for her elderly father and her work in a poultry slaughterhouse. Despite her moving charm, she lacks a man in her life. She is, however, looking hard and keeps meeting new candidates at encounters arranged in a friend’s hotel. Until the day she falls for a handsome pianist. An important example of Sadilova’s “female realism,” With Love, Lilly is one Russian woman’s quest for true love and happiness, told in documentary fashion with amateur actors. LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema S LYUBOVYU, LILYA With Love, Lilly Russia, 2007, 92', formato, colore sceneggiatura/screenplay Larisa Sadilova fotografia/cinematography Dobrynia Morgatchev, Dmitry Mischin montaggio/editing Yelena Danshina suono/sound Abduraim Tcharyev scenografia/production design Naghimat Dzhurayev Larisa Sadilova Larisa Sadilova With Love, Lilly Attrice, sceneggiatrice, regista e co-fondatrice del Regional Public Fund for Cinema Support, Larisa Sadilova è nata a Briansk nel 1963. Laureata in recitazione al VGIK, debutta come attrice nel 1984. Il suo primo lavoro da regista è Happy Birthday !, del 1998, un’opera in bianco e nero che fa incetta di premi. Il suo secondo film, With Love, Lilly, consolida il suo successo con, tra gli altri, il Tiger Award di Rotterdam. Nel 2005 dirige Babysitter Required, menzione speciale al Sochi Festival Kinotavr. A film director, scriptwriter, actress and co-founder of the Regional Public Fund for Cinema Support, Larisa Sadilova was born in 1963 in Bryansk. After graduating from the VGIK, she made her screen acting debut in 1984. Her directorial debut was the black-and-white Happy Birthday! (1998), which won numerous festival awards. Her success was consolidated by her second film, With Love, Lilly, which won a Tiger Award in Rotterdam, among other prizes. In 2005 she made Babysitter Required, which received a Special Mention at the Kinotavr festival in Sochi. LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Biografia e Filmografia / Biography and Filmography Sonny (2009) Nichego lichnogo (Nothing Personal, 2007) Babysitter Required (2005) S ljubov'ju, Lilja (With Love, Lilly, 2002) Sdnjom rozhdenya (Happy Birthday!, 1998) 59 Nothing Personal Cinema in Piazza Kirill Serebrennikov YURYEV DEN Yuri’s Day Russia-Germania, 2008, 138', 35mm Cinemascope, colore interpreti/cast Ksenia Rappoport, Sergey Sosnovsky, Roman Shmakov, Sergey Medvedev produttore/producer Natalya Mokritskaya, Mila Rozanova, Karsten Stöter, Benny Drechsel produzione/production New People Film Company, Rohfilm La diva dell’Opera Lyuba, all’apice del suo successo, decide di vendere la sua proprietà in Russia e andare per l’ultima volta nella sua città di origine, Yuriev, con il figlio adolescente Andrey prima di lasciare definitivamente il paese. Giunti da una caotica capitale europea, sono estranei alla città e vagano senza meta, quando Andrey scompare misteriosamente. “È una storia su una donna forte che cerca di rompere il muro del suo egoismo quando viene catapultata in una situazione inaspettata. La storia di una donna che rinasce come madre”. (Kirill Serebrennikov) Successful opera diva Lyubov decides to leave Russia for Vienna, but not before taking one last trip to her hometown, the remote Youriev-Polskii, with her teenage son Andrei. Arriving from a busy European capital, they are outsiders in the small town and wander aimlessly through its streets – until Andrei mysteriously disappears. “A story about a strong woman who is trying to break the thick wall of her egoism when placed in an unexpected situation. A story of a woman who is being reborn as a mother.” (Kirill Serebrennikov) Tra i più apprezzati registi di teatro russi, Kirill Serebrennikov è nato nel 1969 a Rostov sul Don e si è laureato in Fisica presso la Rostov State University. Durante gli studi ha diretto alcuni spettacoli in un piccolo teatro locale e, dopo aver girato il filmtv Rostov Papa, si è trasferito a Mosca. Lì ha diretto numerose pièce e molte serie televisive, tra cui Bad Scenes, che ha partecipato al Visions Program del Festival di Toronto. Con il suo film d’esordio per il cinema Playing the Victim ha vinto il festival Kinotavr e la prima edizione del Festival di Roma e ha partecipato al Festival di Rotterdam e al Tribeca. Nel 2009 ha diretto un episodio del film collettivo Cotti d’amore, presentato alla Mostra di Venezia. One of the most acclaimed Russian theatrical directors today, Kirill Serebrennikov was born in Rostov-on-Don in 1969 and graduated in Physics from Rostov State University. During his studies, he directed stage plays in a small local theater and after shooting the TV film Rostov Papa moved to Moscow. There, he directed numerous stage plays and television series, including Bed Scenes, which screened in the Visions sidebar of the Toronto Film Festival. His debut film Playing the Victim received top honors at the Kinotaur and Rome International film festivals, and was also selected at Rotterdam and Tribeca. In 2009 he directed an episode of the omnibus Crush, which was shown at the Venice Film Festival. LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Yuri Arabov fotografia/cinematography Oleg Lukichyov montaggio/editing Olga Grinshpun musica/music Sergey Nevsky suono/sound Michael Kaczmarek scenografia/production design Yuri Grigorivich Yuryev Den (Yuri’s Day, 2008) Izobrazhaya zhertvu (Playing the Victim, 2006) Postelnie sceny (Bad Scenes, 2005, tv, cm) Dnevnik ubiijzy (The Killer’s Diary, 2002, tv) Rostov Papa (2001, tv) 61 Katya Shagalova ODNAZHDY V PROVINTSII Sguardi femminili Once Upon a Time in the Provinces Russia, 2008, 100', 35mm, colore interpreti/cast Lyubov Tolkalina, Elvira Bolgova Yulia Peresild, Aleksandr Skotnikov produttore/producer Yuri Moroz Aram Movsesyan produzione/production Passazhir La routine di una sonnacchiosa cittadina di provincia viene improvvisamente turbata dall’arrivo di Nastya, stella delle soap opera. La sua popolarità è svanita con la stessa rapidità con cui è apparsa, e ora non ha nessun altro a cui appoggiarsi se non la sorella Vera. È delusa dalla vita e da se stessa, e prova a ricominciare. Quando Nastya inizia a partecipare alla vita sociale dei ragazzi del luogo, tra gli amici nascono tensioni e vengono alla luce segreti e misteri. The regular turbulence of small town life unexpectedly changes with the arrival of Nastya, the star of a popular soap opera. Her popularity has vanished as rapidly as it appeared, and now she has no one else to turn to apart from her sister Vera. Disappointed with her life and with herself, Nastya is trying to start over. When she starts socializing with the locals, tensions arise among the friends and secrets and mysteries come to light. Katya Shagalova è nata a Mosca nel 1976 e si è diplomata in sceneggiatura al VGIK e in regia presso il GITIS (Accademia Russa di Arti Teatrali). Ancora studentessa, ha messo in scena al teatro Novaya Opera di Mosca la commedia musicale Tomorrowland con il regista inglese John Adams e successivamente è stata invitata dal Royal Court Theatre di Londra a rappresentare alcuni spettacoli, tra cui il suo, Pavlov’s Dog. Nel 2001 il canale russo TV6 le ha commissionato un film su un manicomio, ma l’emittente ha chiuso quando questo era stato completato da poco. Una parte del film e dell’esperienza acquisita grazie a questo lavoro è confluita nel suo esordio alla regia, che porta lo stesso titolo, Pavlov’s Dog, del 2005. Nel 2008 ha diretto il suo secondo film, Once Upon a Time in the Provinces. Katya Shagalova was born in Moscow in 1976 and graduated in Screenwriting from VGIK and in Directing from GITIS (Russian Academy of Theatre Arts). While still a student, she worked on the musical comedy Tomorrowland, directed by British director John Adams at Moscow’s Novaya Opera Theatre, and was later invited to London’s Royal Court Theatre to present several plays, including her work Pavlov’s Dog. In 2001, Russian broadcaster TV6 commissioned her to make a film about a mental institution, but the station shut down just when the film was completed. In 2005 a part of the film and the experience she gained making it went into her feature debut of the same name, Pavlov’s Dog. In 2008 she directed her second film, Once Upon a Time in the Provinces. IL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Katya Shagalova fotografia/cinematography Yevgeny Privin montaggio/editing Marat Magambetov musica/music Aleksey Shelygin scenografia/production design Denis Bauer Odnazhdy v provintsii (Once Upon a Time in the Provinces, 2008) Sobaka Pavlova (Pavlov’s Dog, 2005) 63 Vera Storozheva Travelling with Pets Russia, 2007, 97', 35mm, colore interpreti/cast Ksenia Kutepova, Dmitry Diuzhev, Evgueny Knyazev, Boris Petrov produttore/producer Sabina Eremeyeva Igor Tolstunov produzione/production Studi cinematografici Slon, Profit Natalya ha 35 anni e da quando ne aveva 16 è sposata a un uomo brutale e ottuso che l'ha presa direttamente in orfanotrofio e le ha fatto condurre una vita solitaria e senza amore in una sperduta casa di campagna. Quando il marito, e l'amministratore della sua vita, muore, Natalya guadagna una seconda vita, quella vera, alla scoperta degli spazi aperti, del fiume, della foresta e... di Sergey, un camionista grazie al quale le sarà svelato, per la prima volta, l'amore. Natalya is 35 and has been married since the age of 16 to a cruel, simple-minded man who took her straight from the orphanage to live a solitary, loveless in an isolated house in the countryside. When the husband who has always controlled her dies, Natalya gets a second chance, at a real life, and discovers open spaces, rivers, forests…and Sergei, a truck driver who will awaken feelings of love in her for the first time. Attrice, regista e sceneggiatrice, Vera Storozheva è nata a Troizk. Nel 1983 si è laureata all’Istituto Universitario di Cultura di Mosca e nel 1993 ha ottenuto il diploma del Corso Superiore di Sceneggiatura e Regia. Come attrice è comparsa, tra gli altri, in Sindrome astenica di Kira Muratova (1989) e in The Goddess di Renata Litvinova (2004), mentre come regista ha firmato ben venticinque documentari. Il suo esordio alla regia nel lungometraggio di finzione risale al 2002, quando ha girato Sky. Plane. Girl. tratto dalla pièce di Edvard Radzinsky “104 Pages about Love”. Con Travelling with Pets, suo terzo film dopo Greek Holiday, ha vinto il primo premio al Moscow International Film Festival. Actress-director-screenwriter Vera Storozheva was born in Troizk. In 1983 she graduated from the Moscow State University of Culture and Arts and in 1993 received a Masters in Screenwriting and Directing. As an actress she has appeared in, among other films, Kira Muratova’s Astenichekiy Sindrom (1989) and Renata Litvinova’s The Goddess (2004); and as a director she has made over 25 documentaries. Her narrative feature debut came in 2002, with Sky. Plane. Girl., from the Edvard Radzinsky play 104 Pages about Love. Travelling with Pets, her third feature after Greek Holiday, won top prize at the Moscow International Film Festival. LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Arkady Krasilscikov fotografia/cinematography Oleg Lukichyov musica/music Ilya Shipilov scenografia/production design Ilya Shipilov Cinema in Piazza PUTESHESTVIE S DOMASHNIMI ZHIVOTNYMI Sguardi femminili Skoro vesna (2009) Puteshestvie s domashnimi zhivotnymi (Travelling with Pets, 2007) Grecheskiye kanikuly (Greek Holiday, 2005) Lyubi menya (2005, tv), Frantsuz (2004, tv) Nebo. Samolyot. Devushka. (Sky. Plane. Girl., 2002) 65 Aleksey Uchitel PLENNYY Captive sceneggiatura/screenplay Vladimir Makanin Timofey Dekin fotografia/cinematography Yuri Klimenko montaggio/editing Yelena Andreyeva Gleb Nikulsky musica/music Leonid Desiatnikov suono/sound Kirill Vasilenko scenografia/art direction Andrey Vasin costumi/costumes Mark Lee, Galina Deeva interpreti/cast Vyiacheslav Krikunov (Rubahin), Pyotr Logachev (Vovka), Irakly Mskhalaia (giovane), Yulia Peresild (Nastya) produttore/producer Aleksey Uchitel produzione/production Rock Films, Federal Agency for Culture and Cinematography National Film Center (Bulgaria) Basato su “The Prisoner” di Vladimir Makanin, Captive mette in scena la follia della Guerra in modo intimo e sorprendente. In tempi attuali, i soldati russi sono intrappolati nelle vaste lande cecene, soffocati dall’afa e sperduti in un ambiente estraneo e ostile. Il comandante Rubakhin, bello e laconico, e il simpatico cecchino Vovka hanno bisogno di una guida per condurre la loro truppa in salvo. Ingaggiano un bel ragazzo locale che diventa il passaporto per la loro salvezza, ma dovranno pagare un prezzo terribile. Based on Vladimir Makanin's short story “The Prisoner” from the Caucasus, Captive is an intimate, surprising look at the folly of war. In the present day, Russian soldiers are trapped in the vast Chechen landscape, stifling in the heat, lost in hostile, alien surrounds. The handsome, laconic commander Rubakhin and the playful sniper Vovka need a guide to lead their convoy to safety. They seize a handsome local boy, who becomes their passport to safety, but they must pay a terrible price. Aleksey Uchitel è nato il 31 agosto 1951. Si è diplomato presso la VGIK nel 1975 e ha lavorato come regista al Leningrad Documentary Film Studio. Nel 1992 è diventato titolare della Rock Films, con cui ha prodotto numerosi esordi di successo, come Pavlov’s Dog (2005) di Katya Shagalova e The Game (2008) di Aleksandr Rogozhkin. Autore di diversi documentari premiati in molti festival, Uchitel ha esordito nel lungometraggio di finzione nel 1995 con Giselle’s Mania, sulla storia della celebre ballerina russa Olga Spesivtseva, pellicola presentata in numerosi festival internazionali, tra cui quello di Cannes. Il suo ultimo film è The Edge, del 2010, ambientato in Siberia nel 1945. Aleksey Uchitel was born in 1951. He graduated from VGIK in 1975 and worked as a director at the Leningrad Documentary Film Studio. He became the head of the Rock Films in 1992, where he produced several successful debuts, including Katya Shagalova's Pavlov's Dog and Aleksandr Rogozhkin’s The Game. Many of Uchitel’s short documentaries were awarded at film festivals worldwide. His feature debut came in 1995 with Giselle's Mania, about renowned Russian ballerina Olga Spesivtseva, and screened in numerous international festivals, including Cannes. His latest film, The Edge, is set in 1945 Siberia. IL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Russia 2008, 80', 35mm, colore The Edge (2010), Plennyy (Captive, 2008), Kosmos kak predchuvstvie (Dreaming of Space, 2005), Progulka (The Stroll, 2003) Dnevnik ego zheny (His Wife’s Diary, 2000) Maniya Zhizeli (Giselle’s Mania, 1995), Batterflyay (Butterfly, 1993, doc) Obvodny Channal (1990, doc), Rok (Rock, 1988, doc) 67 Boris Khlebnikov e Aleksey Popogrebsky KOKTEBEL OMAGGIO KOKTEBEL Roads to Koktebel Russia 2003, 105’, 35mm, colore interpreti/cast Igor Chernevich (padre) Gleb Puskepalis (figlio), Vladimir Kucherenko (uomo della dacia) Agrippina Steklova (dottoressa) produttore/producer Roman Borisevich Appena rimasto vedovo e senza lavoro, un ingegnere lascia Mosca con il figlio undicenne per raggiungere la casa della sorella a Koktebel, sul Mar Nero. Ma sono senza denaro e mezzi di trasporto, e percorrono le immense lande russe in balìa della sorte. Il padre è contento di andare a piedi, fermandosi di tanto in tanto per guadagnare un po’ di soldi con qualche lavoretto, mentre il figlio non vede l’ora di raggiungere la costa e vedere gli alianti librarsi nel cielo. Per il padre, il viaggio è un tentativo di recuperare l’autostima, rimettere insieme i pezzi della sua vita e riconquistare la fiducia del figlio. Per il ragazzo, l’agognata città sulla costa rappresenta il simbolo di una nuova vita all’insegna dell’indipendenza. Insieme superano molti ostacoli, ma l’ultimo incontro li divide. Il padre infatti si innamora, ricambiato, della bella dottoressa che ha curato le sue ferite dopo una colluttazione, e non vuole più continuare il viaggio. Il ragazzo, che vede la donna come un’intrusa nell’unico rapporto affettivo che ha, decide di continuare da solo. After his wife dies and he loses his job, an engineer sets off from Moscow with his 11-year-old son to his sister's house in Koktebel, by the Black Sea. With no money or means of transportation, they drift through the expansive, mesmerizing landscapes at the mercy of chance. The father is content to drag his feet, stopping occasionally for the odd job to raise money while the son impatiently dreams of reaching the costal resort to see gliders fly in the wind. For the father, the journey is an attempt to restore self-respect, to piece together his broken life and win back the trust of his son. For the boy, the mythic costal town holds the key to a new life and emancipation. They come across many hurdles but the last encounter is with a beautiful young doctor who tends to the father's wounds. As she is single and lonely they begin to fall for one another. The son sees her as an intrusion in the only loving relationship in his life and sets off to complete the journey alone. IL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Boris Khlebnikov e Aleksey Popogrebsky fotografia/cinematography Shandor Berkeshi montaggio/editing Ivan Lebedev musica/music Children’s Songs by Chick Corea “Realizzato con grazia e commovente, ma mai sdolcinato...” “Gracefully composed and moving yet never maudlin…” Variety “Ricco di sensibilità, un nuovo ‘I 400 colpi’ di Truffaut” “Remarkably sensitive, a variation on Truffaut’s 400 Blows” Screen International 69 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Aleksey Popogrebsky Biografia e filmografia / Biography and filmography Biografia e filmografia / Biography and filmography Sceneggiatore e regista, Boris Khlebnikov, nato a Mosca nel 1972, si è iscritto alla facoltà di biologia dell’Università di Mosca, ma ha ben presto abbandonato gli studi scientifici per laurearsi in sceneggiatura e critica del cinema al VGIK. Ancora studente, ha realizzato il documentario Passing By (1994) insieme ad Aleksey Popogrebsky, con il quale ha co-diretto anche il suo film d’esordio Roads to Koktebel, presentato ai festival di Mosca, Karlovy Vary e alla Semaine de la Critique di Cannes. Dopo questo film di grande successo Khlebnikov ha fondato, insieme ad Aleksey Popgrebsky e al produttore Roman Borisevich, la celebre società di produzione Koktebel. Free Floating, presentato nella sezione Orizzonti della Mostra di Venezia, è il primo film che ha diretto da solo, seguito da Help Gone Mad, presentato al Forum della Berlinale, e dalla regia dell’episodio “Vergogna” di Cotti d’amore. Aleksey Popogrebsky è nato a Mosca nel 1972 in una famiglia di sceneggiatori. Laureato in psicologia all’Università Statale di Mosca, nel 1994 ha unito le forze con il suo amico Boris Khlebnikov, con cui ha realizzato alcuni cortometraggi e poi l’esordio nel lungometraggio con Road to Koktebel (2003), prodotto da Roman Borisevich. Proiettato in diversi festival tra cui Cannes e la Berlinale (nella sezione Forum), ha ricevuto numerosi riconoscimenti e ha creato i presupposti per la nascita della società di produzione indipendente Koktebel, fondata proprio con Borisevich e Khlebnikov. Da allora Popogrebsky ha diretto Simple Things nel 2007 e How I Ended this Summer nel 2010, presentato in concorso alla Berlinale, dove i due attori protagonisti Grigory Dobrygin e Sergey Puskepalis hanno ottenuto l’Orso d’Argento per la migliore interpretazione e Pavel Kostomarov quello per la migliore direzione della fotografia. Screenwriter-director Boris Khlebnikov, born in Moscow in 1972, began studying biology at the University of Moscow but quickly abandoned science, to graduate in screenwriting and film criticism from VGIK. While still a student, he made the documentary Passing By (1994) with Aleksey Popogrebsky, with whom he also co-directed their debut feature Roads to Koktebel, presented at the Moscow and Karlovy Vary film festivals and in International Critics’ Week at Cannes. The film’s huge success prompted Khlebnikov to found the celebrated Koktebel production company, with Popgrebsky and producer Roman Borisevich. Free Floating, presented in the Horizons section of the Venice Film Festival, is his first solo film as director and was followed by Help Gone Mad, which screened in the Berlinale Forum, and the episode “Shame” of the collective film Crush. Aleksey Popogrebsky was born in 1972 in Moscow into a family of screenwriters. He graduated from Moscow State University with a degree in psychology and in 1994 teamed up with his friend Boris Khlebnikov to make several short films and their debut feature, Koktebel (2003), produced by Roman Borisevich. The film screened at Cannes and in the Berlinale Forum, among other festivals, and received a number of awards. This experience led Popogrebsky, Khlebnikov and Borisevich to found the Koktebel independent production company. Since then, Popogrebsky has directed Simple Things (2007) and How I Ended This Summer (2010), which screened in competition at the Berlinale, where leads Grigory Dobrygin and Sergey Puskepalis won the Silver Bear for Best Actor and Pavel Kostomarov the Best Cinematography prize. Korotkoe zamykanie (Crush : 5 Love Stories, Cotti d’amore, 2009) Sumashedshaya pomosh (Help Gone Mad, 2008) Ujehìkhal (He's gone, 2007) Svobodnoje plavanije (Free Floating, 2006) Koktebel (Roads to Koktebel, 2003) Khitraya lyagushka (Tricky Frog, 2000) Mimokhod (Passing By, 1997, doc) 70 LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO Boris Khlebnikov Kak ya provel etim letom (How I Ended This Summer, 2009) Prostye veschi (Simple Things, 2006) Koktebel (Roads to Koktebel, 2003) Khitraya lyagushka (Tricky Frog, 2000) Mimokhod (Passing By, 1997, doc) 71 Boris Khlebnikov SVOBODNOJE PLAVANIJE OMAGGIO KOKTEBEL OMAGGIO KOKTEBEL Free Floating Russia 2009, 118', 35mm, colore interpreti /cast Aleksandr Yatsenko Evgeniy Sitiy, Pyotr Zaychenko Daria Ekamasova produttore/producer Roman Borisevich produzione/production Koktebel Film Company sceneggiatura/screenplay Aleksandr Rodionov fotografia/cinematography Shandor Berkeshi montaggio/editing Ivan Lebedev suono/sound Maxim Belovolov scenografia/art direction Olga Khlebnikova interpreti/cast Evgeny Syty, Sergey Dreiden Anna Mikhalkova, Igor Csernyevics produttore/producer Roman Borisevich Ruben Dishdishyan produzione/production Koktebel Film Company Il ventenne Lyonya vive in una piccola città sul Volga dove non succede mai nulla. Quando chiude la fattoria in cui lavora, Lyonya inizia a vendere le scarpe al mercato locale, poi prova a fare l’imbianchino. Ma ogni nuovo lavoro smette di suscitare il suo interesse dopo appena due giorni e Lyonya diventa un frequentatore abituale del centro di collocamento. Finché non trova finalmente l’opportunità di realizzarsi, e la speranza di salvarsi dalla desolante routine della provincia russa, agendo come un vero uomo indipendente. Jenya arriva a Mosca da un piccolo villaggio in cerca di lavoro. Raggranellato un po’ di denaro, sta per tornare a casa quando viene derubato di tutto ciò che ha. Solo in una città ostile, sta per rassegnarsi alla vita da senzatetto quando uno strano signore lo porta a casa sua e lo invita a unirsi a lui nella strana crociata che ha intrapreso contro il Male che sta corrompendo Mosca. Come Don Quisciotte e Sancho Panza, i due protagonisti ci trascinano in una commedia nera che richiama le atmosfere di Kaurismaki e Beckett, tra i cui interpreti compare la figlia di Nikita Mikhalkov. Twenty-year-old Lionya lives in a small town on the Volga, where each day is like the last. After the factory where Lionya had only just found work closes down, he starts selling shoes at the local market, then tries his hand at plastering. But he quickly loses interest in each new job, becoming a frequent visitor at the local job centre. Until he’s given a chance for self-fulfillment and to act like truly independent man, along with the hope of saving himself from the distressing routine of the Russian province. Jenya comes to Moscow from a small village in search of work. As soon as he makes a little money he decides to go home but is robbed of all his possessions. Alone in this big and hostile city, he is about to end up homeless when a strange old man takes him in and invites him to join a strange fight against the evil that is destroying Moscow. Like Don Quixote and Sancho Panza, the two characters draw us into a black comedy that recalls Kaurismaki and Beckett. The cast includes director Nikita Mikhalkov’s daughter, Anna Mikhalkova. LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema SUMASHEDSHAYA POMOSH Help Gone Mad Russia 2006, 101', 35mm, colore sceneggiatura/screenplay Aleksandr Rodionov Boris Khlebnikov fotografia/cinematography Shandor Berkeshi montaggio/editing Ivan Lebedev musica/music Toto Cutugno suono/sound Maksim Belovolov Boris Khlebnikov Aleksey Popogrebsky How I Ended This Summer Russia 2010, 124’, 35mm, colore interpreti/cast Grigory Dobrygin (Pavel) Sergey Puskepalis (Sergey) produttore/producer Roman Borisevich Aleksandr Kushaev produzione/production Koktebel Film Company, con Russia 1 TV Channel Aleksey Popogrebsky PROSTYE VESCHI Simple Things Russia 2006, 108’, 35mm, colore sceneggiatura/screenplay Aleksey Popogrebsky fotografia/cinematography Pavel Kostomarov montaggio/editing Ivan Lebedev musica/music Dmitry Kathanov suono/sound Vladimir Golovnitsky scenografia/art direction Olga Osipova interpreti/cast Sergey Puskepalis Leonid Bronevoy, Svetlana Kaminina Dinara Kutuyeva, Ivan Osipov produttore/producer Roman Borisevich produzione/production Koktebel Film Company In una remota isola russa dell’Artico, l’esperto meteorologo Sergey e il neolaureato Pavel lavorano da mesi in totale isolamento in una piccola stazione polare, in attesa di tornare sulla terraferma. Un giorno Pavel riceve una comunicazione radio: una pessima notizia che non osa comunicare al compagno, finché paura, bugie e sospetti iniziano ad avvelenare l’atmosfera. “Sono rimasto affascinato dalla capacità di venire a patti con una nozione dello spazio e del tempo drasticamente diversa dal comune”. (Aleksey Popogrebsky) Sergey Maslov è un anestesista malpagato. È logorato dalla sua insopportabile convivenza con un autista georgiano e un’anziana donna malata e, come se non bastasse, improvvisamente deve vedersela anche con la figlia che sta andando via di casa. L’unica ragione di serenità è lo stipendio che guadagna per prendersi cura, privatamente, di un attore non più giovane, che però inizia a sovraccaricarlo con i suoi capricci senili. Sopraffatto dal lavoro e dalle preoccupazioni, Maslov impiega un po’ di tempo per capire il significato dell’”insostenibile leggerezza dell’essere”. On a remote island in the Arctic Ocean, seasoned meteorologist Sergey and recent college graduate Pavel spend months in complete isolation at a small polar station waiting to get back to the mainland. Pavel receives bad news over a radio message, which he doesn’t dare share with Sergey, until fear, lies and suspicion start poisoning the atmosphere. “I am fascinated with the ability to come to terms with notions of time and space drastically different from our common scale.” (Aleksey Popogrebsky) Sergei Maslov is a badly paid hospital anesthetist being worn down by his wretched living conditions and roommates, a Georgian driver and an infirm old woman. To make matters worse, he loses his drivers license and suddenly has to cope with his daughter leaving home. He is only slightly placated by the income he gets caring privately for an aging actor, who starts overburdening him with his senile whims. A great deal of time passes before Maslov realizes the significance of the “uneasy lightness of being”. LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Aleksey Popogrebsky fotografia/cinematography Pavel Kostomarov montaggio/editing Ivan Lebedev musica/music Dmitriy Katkhanov suono/sound Vladimir Golovnitski scenografia/art direction Gennady Popov OMAGGIO KOKTEBEL Cinema in Piazza KAK YA PROVEL ETIM LETOM OMAGGIO KOKTEBEL Nikolay Khomeriki SKAZKA PRO TEMNOTU OMAGGIO KOKTEBEL Tale in the Darkness Russia 2009, 72’, 35mm, colore interpreti/cast Alisa Khazanova Boris Kamorzin, Yuriy Safarov produttore/producer Roman Borisevich Elena Kulikova, Aleksandr Kushaev produzione/production Koktebel Film Company Angelina vive in una grande città sulla costa, dove uomini affascinanti e belle donne si riversano sulle strade con un solo scopo: divertirsi, flirtare, amare. Ma lei, seppure carina, intelligente e simpatica, è sola. È una poliziotta ed è totalmente votata ad aiutare bambini abbandonati e giovani problematici. Finché un giorno uno di loro non le spiega quanto lei sia inutile e sola. Da quel momento Angelina decide di cambiare, e inizia il suo cammino verso l’oscurità. Angelina lives in a big city on the coast, where handsome men and beautiful women stroll the streets with only one purpose in mind: to have fun, flirt and love. But pretty, young, intelligent, nice Angelina is lonely. She works as a police officer, helping abandoned kids, orphans, and troubled youngsters. One day one of her young charges tells Angelina just how lonely, dull and useless she is. From that moment on, she decides to change, and begins her way through the darkness. Nato a Mosca il 17 aprile 1975 Nikolay Khomeriki si è laureato in Economia all’Università Statale di Mosca nel 1996 e nel 2000 si è diplomato al corso di Regia e Sceneggiatura. Tra il 2001 e il 2005 ha studiato presso la Femis (Francia) ed è stato assistente di Philippe Garrel sul set di Les Amants Réguliers e di Leos Carax su quello di Scars. Nel 2005 ha ottenuto il secondo premio della Cinéfondation di Cannes con il cortometraggio Two of Us e l’anno successivo ha partecipato al Certain Regard con la sua opera prima 977. Born in Moscow in 1975, Nikolay Khomeriki graduated in Economy from the State University of Moscow in 1996 and in 2000 in Directing and Screenwriting. From 2001-05 he studied at FEMIS, in France, and worked as assistant to Philippe Garrel on Regular Lovers and Léo Carax on Scars. In 2005 he won second prize at the Cannes Cinéfondation for the short film Two of Us and the following year his feature debut 977 screened in Un Certain Regard. IL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Aleksandr Rodionov fotografia/cinematography Alisher Khamidkhodjaev montaggio/editing Dasha Danilova suono/sound Arkadi Molotkov scenografia/art direction Lyudmila Dyupina Skazka pro temnotu (Tale in the Darkness, 2009) 977 (2006), Vdvoyom (Two of Us, 2005, cm) Shtorm (Tempest, 2004, cm), Tezka (2002, cm) 77 Vasili Sigarev VOLCHOK OMAGGIO KOKTEBEL Wolfy Russia 2009, 86', 35mm, colore interpreti/cast Yana Troyanova, Polina Plutchek, Veronika Lysakova produttore/producer Roman Borisevich Ruben Dishdishyan produzione/production Koktebel Film Company Una madre e una figlia. Senza nomi. Costantemente in fuga. Una madre che vorrebbe cominciare una nuova vita liberandosi della figlia. Una figlia indesiderata e non amata, ma che non può vivere senza la madre. Una corsa senza fine, piena di errori e simile alla rotazione impazzita di una trottola (“volchok” in russo), l’unico giocattolo che la figlia abbia mai avuto e l’unica cosa che la leghi alla madre. Un giorno, però, la corsa avrà fine. “Spero che la storia dica al pubblico qualcosa di nuovo sull’amore e sulla sua assenza, sul Male e sull’anima stessa”. (Vasili Sigarev) A nameless mother and a girl, constantly on the run. The mother runs away from the daughter in an attempt to start a new life. The girl, unwelcome and unloved, has no idea how to live without her mother. Mistakes are always repeated during this endless flight that resembles a spinning top (‘wolf’ in Russian), the girl’s only toy and the only thing that ties her to her mother. But one day the running comes to an end. “I just hope that the story tells [people] something new about love and its absence, about evil and about their own souls.” (Vasili Sigarev) Nato nel 1977 negli Urali Centrali, Vasili Sigarev ha studiato Scienze dell’Educazione prima di seguire i corsi di drammaturgia di Nikolay Kolyada. Nel 2002 è salito alla ribalta internazionale grazie allo spettacolo Plasticine, rappresentato al London’s Royal Court Theatre e vincitore del Charles Wintour Prize for Most Promising Playwright. Dal 2003 ha scritto circa venti opere teatrali, che sono state messe in scena in numerosi teatri in Russia e all’estero. Wolfy, trasposizione cinematografica di uno dei suoi stessi spettacoli, è il suo debutto alla regia, con il quale ha ottenuto il premio prinicipale del Kinotavr Festival di Sochi nel 2009. Born in the Central Urals in 1977, Vasili Sigarev studied education before taking courses in dramaturgy from Nikolay Kolyada. He drew international attention in 2002 when his play Plasticine was staged at London’s Royal Court Theatre. The play was a great success and Sigarev took the Charles Wintour Prize for Most Promising Playwright. Since 2003 he has written 18 plays that have been staged at many theaters in Russia and abroad. He transformed his play Wolfy into his feature directorial debut, and the film took the top award at the 2009 Kinotavr Festival in Sochi. IL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Vasili Sigarev fotografia/cinematography Aleksey Arsent’jev montaggio/editing Dasha Danilova suono/sound Aleksandr Kopeikin scenografia/art direction Ljudmila Djupina Volchok (Wolfy, 2009) 79 A cura di Antonio Geusa La videoarte in Russia è un fenomeno prettamente post-Sovietico, ovvero si manifestò con un ritardo di circa venti anni rispetto all’occidente. Il controllo censoreo delle forze politiche al potere dell’Unione Sovietica sui mezzi di riproduzione tecnologica impedì la diffusione di videocamere e videoregistratori almeno sino alla metà degli anni Ottanta, quando l’avvento al potere di Mikhail Gorbachov portò a un netto rilassamento nei controlli della produzione artistica grazie a Glasnost e Perestrojka. In Russia la videoarte mosse i primi passi simultaneamente all’apertura dei primi spazi pubblici dedicati all’arte contemporanea. Sin da subito il video si affermò come lo strumento ideale per definire la propria identità sullo sfondo dei radicali cambiamenti sociali, politici ed economici che seguirono il crollo dell’Unione, attraverso un dialogo diretto con un nuovo pubblico – non più quello confinato nella semiclandestinità di studi e appartamenti di artisti. Inoltre, per le sue qualitià di praticità ed economicità, il video divenne per un gran numero di artisti un mezzo efficace per diffondere il proprio modo di fare arte al di fuori dei confini geografici della Russia. Oggi la Russia vanta un cospicuo numero di artisti che, grazie proprio ai loro lavori in video, hanno ottenuto fama internazionale. Il programma di videoarte dalla Russia che il Festival del Cinema di Pesaro presenta ai suoi visitatori è una selezione di venti video che spaziano dalle origini sino al giorno d’oggi, ognuno a suo modo esemplare; un ampio panorama originale di tendenze e interpretazioni del mondo. È questo un programma che, con le sue alternanze di documentazioni schiette (e spesso liriche) della realtà (Bratkov, Litvin, Chernysheva, Begalska, Gutov, Gorlova, FUCK), messe in scena vere e proprie (AES+F, Jermolaewa, Tobreluts, PROVMYZA, Blue Noses, Chuykova, Tishkov), animazioni 2D utilizzatate come forma di decostruzione della percettività visiva (Shutov-Novikov, Buldakov-TerOganyan), e analisi delle strutture su cui si basa la comunicazione oggi (Alimpiev, Bluesoup, Logutov, Programma Escape), tende a prescindere i limiti etno-geografici in favore invece di uno scambio di idee e visioni di carattere globale. (Antonio Geusa) VIDEOARTE RUSSA 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema VIDEOARTE RUSSA Russian Video Art Blue Soup - The End Monastyrsky - Conversazione 80 81 46a Mostra Organized by Antonio Geusa Video art in Russia is a purely post-Soviet phenomenon. That is, it came to be approximately 20 years later than in the West. Censorship from Soviet leaders over the means of technological reproduction prevented the diffusion of video cameras and video recorders at least until the mid1980s, when Mikhail Gorbachev’s rise to power and his policies of Glasnost and Perestroika led to a sharp slackening of the controls over artistic production. In Russia, video art took its first steps simultaneously with the opening of the first public spaces for contemporary art. Video immediately became the ideal tool for defining one’s identity against the radical social, political and economic changes that followed the fall of the Soviet Union, through a direct dialogue with a new audience – one no longer confined to semi-secrecy in artists’ studios and apartment. Furthermore, for its practical and economical qualities, video became for numerous artists the best instrument for spreading their art beyond the geographical confines of Russia. Today, Russia boasts a remarkable number of artists who have garnered international fame precisely because of their video work. The Pesaro Film Festival’s Russian video art program is a selection of 20 videos that span from its origins to today, each one exemplary in its own way; a wide, original panorama of trends and interpretations of the world. This program – which alternates direct (and often lyrical) documentation of reality (Bratkov, Litvin, Chernysheva, Begalska, Gutov, Gorlova, FUCK); real-life subjects (AES+F, Jermolaewa, Tobreluts, PROVMYZA, Blue Noses, Chuykova, Tishkov); 2D animations that deconstruct visual perceptiveness (Shutov-Novikov, Buldakov-Ter-Oganyan); and analyses of structures on which communication today is based (Alimpiev, Bluesoup, Logutov, Escape Programme) – strives to disregard ethno-geographical limits in favor of an exchange of global ideas and visions. (Antonio Geusa) VIDEOARTE RUSSA 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema VIDEOARTE RUSSA Russian Video Art Rigvava - Ti puoi fidare Kollektivnie destvya - Romashko 82 83 Programma / Program Timur Novikov, Sergey Shutov (Leningrado, 1958-San Pietroburgo, 2001 / Potsdam, Germania, 1955) Sole, sottomarino, aeroplano, pinguini (Sun, Submarine, Airplane, Penguins, 1990, 1'38") Anna Jermolaewa (Leningrado, 1970) Tre minuti per sopravvivere (Three Minute Survival Attempts, 2000, 3'00") Vika Begalska (Dnepropetrovske, Ucraina, 1965) Amore (Love, 2004, 9'52") Sergey Bratkov (Kharkov, Ucraina, 1960) Life Is Pain (2001, 3'40") Bluesoup (Aleksey Dobrov, Daniil Lebedev, Valery Patkonen, Aleksandr Lobanov) Mute (1999, 3'30") Olga Chernysheva (Mosca, 1962) Marmotta (Marmot, 1999, 2'30") AES+F (Tatyana Arzamasova, Lev Erzovich, Evgeniy Svyatsky, Vladimir Fridkes) WHO WANTS TO LIVE FOREVER (1998, 6'45") Programma Escape (Valery Ayzenberg, Anton Litvin, Bogdan Mamonov, Liza Morozova) Quartetto (Quartet, 2003, 4'30") Vladimir Logutov (Samara, 1980) Crepuscolo (Twilight, 05, 6'00") Dmitry Gutov (Mosca, 1960) Eroica (2005, 5'48") PROVMYZA (Galina Myznikova, Gorky, 1968; Sergey Provorov, Gorky, 1970) La montagna scivolosa (Slippery Mountain, 2004, 6'06") Olga Tobreluts (Leningrado, 1970) Grasso e Magro (Fat & Thin, 2006, 4'16") Blue Noses (Dmitry Bulnygin, Maksim Zonov, Vyacheslav Mizin, Konstantin Skotnikov) 14 performance in un bunker (14 Performances in a Bunker, 1999, 12'00") Anton Litvin (Mosca, 1967) L’ultimo eroe (The Last Hero, 2001, 3'00") VIDEOARTE RUSSA 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Viktor Alimpiev (Mosca, 1973) Lampi d’estate (Summer Lightning, 2004, 2'20") Piratskoe Televidenie - Discoteca Lyudmila Gorlova (Mosca, 1968) Happy End (6'30") Leonid Tishkov (Nizhny Sergey, 1953) Nikodim (Nikodim, 2001, 6'00") Mariya Chuykova (Mosca, 1960) Suoni della spazzatura (Trash Sounds, 2004, 2'00") Aleksey Buldakov, David Ter-Oganyan (Kostroma, 1980) Satisfactory (2005, 4'00") Fcuk Stalingrado (Stalingrad, 2000, 14'00") 85 Rigvava - Tutti mentono EVENTO SPECIALE - IL BANCHETTO DI TRIMALCIONE Del 'Satyricon', l’opera del grande Petronio, il brillante e malinconico poeta lirico vissuto durante il regno di Nerone, la parte che si è conservata meglio delle altre è 'La cena di Trimalcione' (Cena Trimalchionis). Grazie alla fantasia di Petronio, il nome di Trimalcione è diventato sinonimo di benessere e di lusso, laddove l’ingordigia e il piacere sfrenato si pongono in contrasto con la brevità dell’esistenza umana. Abbiamo cercato un corrispettivo di Trimalcione nel terzo millennio e questo ex schiavo elevato alla condizione di nouveau riche, che amava organizzare ricchi banchetti che duravano diversi giorni, ci è apparso non come un singolo individuo bensì come un grande hotel di lusso, l’immagine di un fugace paradiso in cui bisogna pagare per entrare. Gli ospiti dell’hotel, i 'padroni', provengono dalle più ricche nazioni occidentali e si recano in qualsiasi stagione presso questo moderno Trimalcione, che ha dato vita all’hotel più esotico e sontuoso che sia mai esistito, un luogo che unisce, come in una fiaba, una spiaggia tropicale a una splendida località sciistica. Il bianco indossato dai 'padroni' ricorda gli indumenti dei “giusti” nel Giardino dell’Eden: hanno tradizionali vestiti coloniali o una varietà di abiti estivi. I 'padroni' possiedono tutte le caratteristiche della razza umana; variano per età e tipologia e provengono dai più diversi ambienti sociali. C’è il professore universitario, l’agente di borsa, la bella donna, l’intellettuale. I servi di Trimalcione sono giovani e attraenti rappresentanti di tutti i continenti e lavorano nella vasta industria dell’ospitalità come domestici, camerieri, cuochi, giardinieri, guardie e massaggiatori. Indossano divise tradizionali con un tocco etnico. I 'servi' assomigliano ai variopinti angeli del Giardino dell’Eden al quale i 'padroni' sono ammessi solo momentaneamente. L’atmosfera del 'Banchetto di Trimalcione' è caratterizzata dalle varie e piacevoli iniziative offerte dall’hotel (massaggi, golf, piscina e surf). Ma i 'servi' sono in grado di fornire un servizio ben più accurato: durante le orge riescono a soddisfare tutte le fantasie dei 'padroni', sia dal punto di vista gastronomico che erotico. E qualche volta i 'padroni' inaspettatamente assumono il ruolo dei 'servi': entrambi partecipano a ricevimenti orgiastici, secondo lo stile dei Saturnali romani in cui gli schiavi, vestiti come i patrizi, si adagiavano accanto alla tavola mentre i padroni, con indosso le tuniche degli schiavi, li servivano. Tuttavia le delizie del 'Banchetto di Trimalcione' talvolta vengono rovinate dalle catastrofi che si abbattono sul Paradiso Globale... EVENTO SPECIALE 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema AES+F, 2009 (Riduzione da videoinstallazione) Tatyana Arzamasova, Lev Erzovich, Evgeniy Svyatsky, Vladimir Fridkes Aleksandr Doulerajn & Jamie Bradshaw - Offshore Reserve 86 87 SPECIAL EVENT - THE FEAST OF TRIMALCHIO AES+F, 2009 (Video extracts of video installation) Tatyana Arzamasova, Lev Erzovich, Evgeniy Svyatsky, Vladimir Fridkes The best preserved part of Satyricon – the work of Gaius Petronius Arbiter, the great wit and melancholic lyrical poet who lived during Nero's reign – is “The Feast of Trimalchio (Cena Trimalchionis).” Thanks to Petronius's imagination, Trimalchio's name has become synonymous with wealth, luxury, gluttony and unbridled pleasure in contrast to the brevity of human existence. 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema The hotel guests, the “masters,” are from the land of the Golden Billion. They're keen to spend their time, regardless of the season, as guests of the present-day Trimalchio, who has created the most exotic and luxurious hotel possible. The hotel miraculously combines a tropical coastline with a ski resort. The “masters” wear white, calling to mind the uniforms of the righteous in the Garden of Eden, or traditional colonial dress, or a summer fashion collection. The “masters” possess all the characteristics of the human race - they span all ages, types and social backgrounds. Such as the university professor, broker, society beauty, intellectual. Trimalchio's “servants” are young, attractive representatives of all continents who work in the vast hospitality industry as housekeeping staff, waiters, chefs, gardeners, security guards and masseurs. They are dressed in traditional uniforms with an ethnic twist. The “servants” resemble the brightly-colored angels of a Garden of Eden to which the “masters” are only temporarily admitted. On the one hand, the atmosphere of “The Feast of Trimalchio” can be seen as bringing together the hotel rituals of leisure and pleasure (massage and golf, the pool and surfing). On the other hand, the “servants” are more than attentive service providers. They are participants of an orgy, bringing to life all of their “master’s” fantasies, from gastronomic to erotic. At times the “masters” unexpectedly end up in the role of “servants.” Both become participants in an orgiastic gala reception, a dinner in the style of Roman saturnalia when slaves, dressed as patricians, reclined at table and their masters, dressed in slaves' tunics, served them. Every so often the delights of “The Feast of Trimalchio” are spoiled by catastrophes that encroach on the Global Paradise... 88 ARZAMASOVA, TATIANA (1955) si è diplomata al Moscow Architectural Institute (MARCHI) nel 1978. Ha partecipato a mostre di architettura concettuale a Londra, Parigi e Venezia. Vive e lavora a Mosca. EVZOVICH, LEV (1958) si è diplomato al Moscow Architectural Institute (MARCHI) nel 1982. Ha partecipato a mostre di architettura concettuale a Milano, Parigi, Francoforte-sulMeno e ha lavorato come art director su sei film di animazione e sul film live-action Sunset. Vive e lavora a Mosca. SVYATSKY, EVGENY (1957) si è diplomato al Moscow University of Printing Arts nel 1980. Ha lavorato nel campo dell’editoria, del design pubblicitario e dell’arte grafica. Ha partecipato a competizioni internazionali di manifesti e lavorato come direttore creativo in alcune case editrici. Vive e lavora a Mosca. Gli artisti si sono uniti nell’AES Group nel 1987. Dal 1995 AES Group collabora su alcuni progetti con il fotografo VLADIMIR FRIDKES (AES+F Group). TATIANA ARZAMASOVA (1955) graduated from the Moscow Architectural Institute (MARCHI) in 1978 and has participated in conceptual architecture exhibits in London, Paris and Venice. She lives and works in Moscow. LEV EVZOVICH (1958) graduated from the Moscow Architectural Institute (MARCHI) in 1982. He has participated in conceptual architecture exhibits in Milan, Frankfurt-on-Main, and Paris and has worked as art director on six animation films and the live-action film Sunset. He lives and works in Moscow. EVGENY SVYATSKY (1957) graduated from the Moscow University of Printing Arts in 1980. He has worked in publishing, advertising design and graphic art. He has participated in international poster competitions and worked as creative director for several publishing houses. He lives and works in Moscow. The artists united to form the AES Group in 1987. Since 1995, the Group has worked on several projects with photographer VLADIMIR FRIKDES (AES+F GROUP). EVENTO SPECIALE We searched for an analogue in the third millennium and Trimalchio (the former slave elevated to the nouveau riche, who loved hosting days-long feasts) appeared to us not so much as an individual but as a collective image of a luxurious hotel, a temporary paradise for which one has to pay to enter. AES & AES+F GROUP Insieme al Necrorealismo di Leningrado/San Pietroburgo, Cine Fantom, che l’anno prossimo celebrerà il Giubileo dei suoi primi venticinque anni, rappresenta il simbolo del cinema “parallelo” russo. Riprendendo la gloriosa tradizione dell’Avanguardia degli anni Venti, il movimento nacque a Mosca nel 1986 ancora all’alba della Perestrojka, come una sorta di samizdat per il grande schermo, dando voce, e immagini, al dissenso di artisti e filmmaker che cercavano nuove strade espressive e luoghi per esprimersi al di fuori dei canoni del cinema ufficiale sovietico. Per la prima volta in Italia, la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro mostra una ricca selezione, a cura del critico Olaf Möller, delle opere realizzate nel nuovo millennio dal più prestigioso e vitale movimento underground della Russia. - Abonenty Olga Stolpovskaja & Viktor Alimpiev (2000, 11’) - Ameriga Igor & Gleb Alejnikov (1990-2000, 55’) - Bruner’$ Trial Olga Stolpovskaja & Dmitry Trojtskij (1999, 11’) - Kefir Grains Are Going Onto the Flight Andrey Silvestrov & Juri Lejderman (2003, 24’) -Ludog princa #3: Esther Boris Juhananov (1987-2006, 85’) - March Olga Chernisheva (2005, 8‘) - Offshornij reservy Aleksandr Doulerajn & Jamie Bradshaw (2005, 15’) -Volga-Volga Andrey Silvestrov & Pavel Labazov (2006, 70') Along with the necrorealism of Leningrad/St. Petersburg, Cine Fantom, which next year celebrates its first 25 years, is the symbol of Russia’s “parallel” cinema. Recalling the glorious tradition of the avantgarde of the 1920s, the movement began in Moscow in 1986, at the dawn of Perestroika, as a samizdat of sorts for the big screen, giving a voice and face/images to the dissent of artists and filmmakers who sought new creative paths and spaces to express themselves, beyond the canons of official Soviet cinema. For the first time in Italy, the Pesaro Film Festival presents a wide selection, organized by critic Olaf Möller, of the films made in the new millennium of Russia’s most prestigious and dynamic underground movement. Aleksandr Doulerajn & Jamie Bradshaw - Offshore Reserve 90 Programma / Program CINE FANTOM 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema CINE FANTOM Olga Chernisheva - March 91 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Andrey Silvestrov & Pavel Labazov - Volga Volga 92 BANDE À PART Eastern Drift di Sharunas Bartas Cinema in Piazza Julia Bacha BUDRUS Israele, Palestina, USA, 2009, 82’, digibeta, colore interpreti/cast Ayed Morrar, Iltezam Morrar Kobi Snitz, Yasmine Levy, Ahmed Awwad Doron Spielman produttore/producer Ronit Avni, Julia Bacha Rula Salameh Budrus racconta il successo di un movimento non-violento guidato dai palestinesi. Ayed Morrar, un insolito attivista sociale, unisce palestinesi di tutte le fazioni politiche e israeliani per salvare il proprio villaggio dalla distruzione che verrebbe causata dalla Barriera di Separazione di Israele. La vittoria sembra improbabile fino a quando sua figlia di quindici anni, Iltezam, lancia un contingente di donne che si muove rapidamente verso il fronte. Lottando fianco a fianco, padre e figlia danno vita a un movimento che, sebbene ancora poco noto, oggi va assumendo sempre più importanza nei Territori Palestinesi Occupati. Budrus focuses on the success of a Palestinian-led nonviolent movement. Ayed Morrar, an unlikely community organizer, unites Palestinians from all political factions and Israelis to save his village from destruction by Israel’s Separation Barrier. Victory seems improbable until his 15-year-old daughter, Iltezam, launches a women’s contingent that quickly moves to the front-lines. Struggling side by side, father and daughter unleash an inspiring yet little-known movement in the Occupied Palestinian Territories that is still gaining ground today. Julia Bacha ha lavorato in film presentati al Sundance e al Tribeca, ai Festival di Berlino, Gerusalemme e Dubai, e trasmessi dalla BBC, HBO, Sundance, CBC e Al Arabiya. Ha scritto e co-diretto il documentario Encounter Point (2006), che racconta gli sforzi coraggiosi di palestinesi e israeliani che, sebbene gravemente provati dai conflitti, lavorano per la giustizia e la pace in Medio Oriente. Julia Bacha ha anche montato e sceneggiato il documentario di Jehane Noujaim Control Room (2004), premiato al Sundance e grazie a cui ha ricevuto una nomination al Writer’s Guild of America Award nel 2005. E’ Senior Producer e Media Director per Just Vision, ha studiato storia e politica del Medio Oriente presso la Columbia University e dopo la laurea ha ricevuto il prestigioso premio Phi Beta Kappa. Julia Bacha has worked on films presented at the Sundance, Tribeca, Berlin, Jerusalem and Dubai international film festivals, and broadcast on the BBC, HBO, Sundance, CBC and Al Arabiya television channels. She wrote and co-directed the feature documentary Encounter Point, premiered at Tribeca in 2006, which follows the courageous efforts of Palestinians and Israelis who despite losing something precious to the conflict nevertheless work toward justice and peace in the Middle East. She also co-wrote and edited Jehane Noujaim’s critically acclaimed documentary Control Room (2004), which premiered at Sundance and for which she was nominated for the Writer’s Guild of America Award in 2005. A Senior Producer and Media Director at Just Vision, Julia studied Middle Eastern history and politics at Columbia University and upon graduation received the prestigious Phi Beta Kappa award. BANDE À PART 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Julia Bacha fotografia/cinematography Shai Pollack Monalisa Sundbom, Jonathan Massey, Julia Bacha, Riyad Deis, Mohammed Fawzi montaggio/editing Geeta Gandbhir musica/music Kareem Roustom Budrus (2009) Encounter Point (2006) Control Room (2004) 95 Sharunas Bartas INDIGÈNE D’EURASIE Eastern Drift Francia, Lituania, Russia, 2010, 111’, 35 mm, colore suono/sound Vladimir Golovnitski Sigitas Motoras interpreti/cast Sharunas Bartas (Genia), Elisa Sedanaoui (Gabrielle), Klavdia Korshunova (Sasha), Erwan Ribard (Philippe) produttore/producer Grégoire Debailly Genia è in affari con la mafia russa. Quando decide di lasciare la Lituania per andare verso Ovest con la sua ragazza, compie un ultimo viaggio a Mosca per riprendere i suoi soldi. Ma qui ha una relazione appassionata con Sasha, una bellissima prostituta di alto bordo. Insieme, si imbarcano in una caccia all’uomo dopo che Genia spara a un capomafia russo e a un poliziotto… «Il progetto per questo film in particolare è quello di mostrare la vita di un personaggio influenzata da situazioni estreme, situazioni in cui l’istinto è la forza trainante e le regole della società civilizzata non hanno più senso.» (Sharunas Bartas) Genia does business with the Russian mafia. When he decides to leave Lithuania and go west with his girlfriend, he takes one last trip to Moscow to collect his money. While in Moscow, he bonds deeply with Sasha, a beautiful high-class prostitute. Together, they embark on a manhunt after Genia shoots dead a Russian godfather and a cop. “The project for this particular movie is to show one character’s life as it is affected by extreme situations, where instinct is the driving force and the rules of civilized society no longer apply.” (Sharunas Bartas) Sharunas Bartas è nato a Siauliani, in Lituania, nel 1964. Ha studiato regia al VGIK di Mosca e ha fondato una casa di produzione, la Kinema Studija. Il suo primo film, Trys dienos (Three days, 1991) riceve il premio Fipresci al Festival Internazionale del Cinema di Berlino; i successivi film vengono presentati e premiati in numerosi festival internazionali (a Cannes, Venezia, Torino, Vienna, Thessalonika). Tra questi, Koridorius (The corridor, 1995), in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e vincitore di un secondo premio Fipresci alla Viennale, vanta la partecipazione del famoso regista teatrale Eimuntas Nekrosius; in Namai (The house, 1997), compare invece il regista francese Leos Carax, con cui Bartas aveva già lavorato come attore nel 1999 in Pola X, diretto dallo stesso Carax. Sharunas Bartas was born in 1964 in Siauliani, Lituania. He studied directing at the VGIK in Moscow and founded the production company Kinema Studija. His debut feature Three Days (1991) won the FIPRESCI Prize at the Berlin International Film Festival. His subsequent films were widely shown and awarded at international festivals such as Cannes, Venice, Turin, Vienna, and Thessaloniki. The Corridor (1995), which boasted the participation of renowned theatre director Eimuntas Nekrosius, was shown in competition at the Venice Film Festival and won the FIPRESCI Prize at the Viennale. Bartas’ The House (1997) featured French film director Leos Carax, for whom Bartas had worked as an actor in 1999, in Pola X. BANDE À PART 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Sharunas Bartas Catherine Paillé fotografia/cinematography Sharunas Bartas montaggio/editing Danielius Kokanauskis musica/music Aleksander Zekke Indigène d’Eurasie (Eastern Drift, 2010), Septyni nematomi zmones (Seven invisible man, 2005), Laisve (Freedom, 2000) Namai (The house, 1997), Musu Nedaug (Few of us, 1996) Koridorius (The corridor, 1995), Trys Dienos (Three days, 1991) Praejusios Dienos Atminimui (In memory of a day gone by, 1990, cm) 97 Cynthia Beatt CYCLING THE FRAME e THE INVISIBLE FRAME Cynthia Beatt was born in Jamaica and lived there and on the Fiji Islands for 20 years. She studied at an art academy in England and later traveled throughout the Middle East, Iran, Afghanistan and India. She has been based in Berlin since 1975. CYCLING THE FRAME Germania, 1988, 27’, 16 mm, colore sceneggiatura/screenplay Cynthia Beatt camera Diethelm Trapp musica/music Simon Fisher-Turner interpreti/cast Tilda Swinton produzione/production SFB (rbb) THE INVISIBLE FRAME Nel “cinepoema” Cycling the Frame (1988), Tilda Swinton fa un avventuroso viaggio in bicicletta seguendo territori poco conosciuti lungo il Muro di Berlino, per guardare alla Berlino Est oltre il Muro da un punto di vista interno alla Berlino Ovest. Oggi, Cycling the Frame è un originale documento storico. In the 1988 cine-poem Cycling the Frame, Tilda Swinton set out on an adventurous bike ride in less well-known territory. Swinton followed the length of the Berlin wall, to document the places through which she went, but also to capture from an introspective West Berlin perspective the view over the wall to East Berlin. Today, Cycling the Frame is a unusual historical document. Germania, 2009, 60’, super 16/HD, colore sceneggiatura/screenplay Cynthia Beatt fotografia/cinematography Ute Freund montaggio/editing Dörte Völz musica/music Simon Fisher-Turner suono/sound Frank Kruse interpreti/cast Tilda Swinton produzione/production Filmgalerie 451 BANDE À PART 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Cynthia Beatt è nata in Giamaica. Ha vissuto in Giamaica e nelle isole Fiji per venti anni. Ha frequentato l’accademia d’arte in Inghilterra e poi ha viaggiato nel Medio Oriente, in Iran, Afghanistan e India. Vive a Berlino dal 1975. Venti anni dopo Cycling the Frame, Beatt ripercorre quello che un tempo era il Muro che divideva Berlino e Tilda Swinton torna a interpretare “la ciclista”. The Invisible Frame illustra questi passaggi poetici tra diversi paesaggi, stavolta da entrambi i lati del Muro. Il film solleva la questione dell’elaborazione collettiva del dolore, e di come si possa fermare su pellicola la storia e catturare l’invisibile. Twenty-one years after Cycling the Frame Beatt re-traced what was once the Wall that divided East and West Berlin and Tilda Swinton returned to perform as “the cyclist”. The Invisible Frame depicts this poetic passage through varied landscapes, this time on both sides of the Wall. The film raises questions of collective memory and healing, of how to capture history and the invisible on film. The Invisible Frame (2009), A House in Berlin (2006-09) The Party - Nature Morte (1990), Cycling the Frame (1988) The Dakui Gau Trio, Namosi (1985-86) Böse zu sein ist auch ein Beweis von Gefühl (Fury is a Feeling Too 1983) Beschreibung einer Insel (Description of an island, 1978-80) 99 Cynthia Beatt “L’interpretazione al tempo stesso distaccata e intensa di Tilda Swinton, le sue riflessioni acute che sfuggono a rigidi schemi mentali spiegandosi in un momento di libertà poetica concedono allo spettatore uno spazio associativo dandogli l’occasione di riesaminare e percepire la caduta del muro in un modo nuovo. Le riprese arrivano a produrre sensazioni quasi tattili attraverso l’interazione della sequenza di immagini create da inquadrature fisse e fluide carrellate con il muro “sonoro” che in modo congeniale sottostà al suono originale, permettendo al pubblico di avvertire concretamente il piacere di attraversare un paesaggio aperto – a voler suggerire quanto profondamente Berlino sia cambiata.” (Angelika Ramlow, Friedliche Revolution) “Tilda Swinton´s discrete and yet intense performance, her trenchant reflections that elude rigid thought patterns and unfurl in a moment of poetic freedom, allow the audience associative space and enable them to re-consider and newly perceive the disappearance of the Wall. The filmic shots attain an almost haptic quality through the interplay of a world of images created by a static camera and fluid travelling shots with the sound wall that congenially underlies the original sound, allowing the audience to sense the tangible pleasure of this motion through an open landscape – thus conveying how very much Berlin has changed.” (Angelika Ramlow, Friedliche Revolution) BANDE À PART 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema THE INVISIBLE FRAME 101 Andrea De Sica, Daniele Vicari FOSCHIA PESCI AFRICA SONNO NAUSEA FANTASIA Italia, 2010, 54’, mini Dv, colore interpreti/cast Davide D’Anna Marco Maggiali, Anna Cosulich Davide Barcellone, Cristina Corazza Abderrazzak Mehbi produzione/production Vivo Film Minollo Film Sei parole di un celebre brano di Paolo Conte, sei storie di ragazzi liguri (Davide, Marco, Anna, ancora Davide, Cristina, e Zak), che cercano di costruirsi una vita, tra le difficoltà di trovare una propria strada che non sia solo lavori precari e incertezza, le strettoie imposte dalla crisi, e una vitalità che emerge a dispetto di tutto. E tra chi va fino in Africa per sbarcare il lunario, e chi dall’Africa viene per sostenere un’intera famiglia, sullo sfondo del Mar Ligure e delle Cinque Terre, dei paesaggi industriali di Genova, Savona e La Spezia scaturisce un ritratto generazionale tanto delicato quanto incisivo. Six words from a well-known song by Paolo Conte; stories of six young people (Davide, Marco, Anna, another Davide, Cristina and Zak) trying to build lives for themselves in Liguria. Vitality emerges despite difficulties brought on by precarious jobs, uncertainties and the crisis. Some will go to Africa to make ends meet, others come from Africa to help maintain an entire family. A portrait of a generation that is as delicated as it is incisive, set against the backdrop of the Ligurian Sea and the Cinque Terre, and the industrial landscapes of Genoa, Savona and La Spezia. Andrea De Sica (Roma, 1981) è allievo del corso di Regia del Centro Sperimentale di Cinematografia. Comincia giovanissimo a lavorare come aiuto regista. Tra le sue collaborazioni, Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno (2001), The Dreamers (2003), La finestra di fronte (2003). Negli ultimi anni ha diretto numerosi cortometraggi. Foschia Pesci Africa Sonno Nausea Fantasia è il suo primo documentario di lungometraggio. Andrea De Sica (Rome, 1981) studies Directing at the National Film School. He began working as an Assistant Director at a very young age on, among other films, The Dreamers (2003) and Facing Windows (2003). He also worked on Laura Betti’s documentary Pier Paolo Pasolini e la Ragione di un Sogno (2001). In recent years he has directed numerous shorts. Foschia Pesci Africa Sonno Nausea Fantasia is his first feature-length documentary. Daniele Vicari (Castel di Tora, Rieti, 1967) è laureato in Storia e Critica del Cinema. Ha collaborato come critico cinematografico con le riviste «Cinema Nuovo» e «Cinemasessanta». L’esordio nel lungometraggio di finzione avviene con Velocità massima (2002), Premio Pasinetti per il miglior film e David di Donatello per la migliore opera prima. Segue L’orizzonte degli eventi (Semaine de la Critique, 2005). Nel 2008 ha presentato al Festival del Cinema di Roma Il passato è una terra straniera. Daniele Vicari (Castel di Tora, Rieti, 1967) graduated in History and Film Criticism. As a film critic, he has written for the magazines Cinema Nuovo and Cinemasessanta, among others. He made his narrative feature debut in 2002 with Maximum Velocity (2002), which won the Pasinetti Prize for Best Film and the David di Donatello for Best Feature Debut. He followed it up with Event Horizon (2005, Semaine de la Critique). In 2008 he presented his latest feature, The Past is a Foreign Land, at the Rome Film Festival. BANDE À PART 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Alessandro Bandinelli fotografia/cinematography Giorgio Horn montaggio/editing Alberto Masi (A. M. C.) musica/music Manuel De Sica suono/sound Stefano Agnini Andrea De Sica: Foschia Pesci Africa Sonno Nausea Fantasia (2010), Il grande spettacolo (2009, cm), L’esame (2007, cm), L’inferno sono gli altri (2007, cm), Solo per oggi (2005, cm) Daniele Vicari: Foschia Pesci Africa Sonno Nausea Fantasia (2010), Il passato è una terra straniera (2008), L’orizzonte degli eventi (2005), Velocità massima (2002), L’orizzonte degli eventi (2005) 103 Pascal Hofmann, Benny Jaberg DANIEL SCHMID - LE CHAT QUI PENSE Svizzera, 2010, 83’, HD, colore montaggio/editing Pascal Hofmann Benny Jaberg, Caterina Mona musica/music Peter Scherer suono/sound Christoph Brünggel produzione/production Marcel Hoehn Daniel Schmid, eccezionale regista svizzero, è cresciuto negli anni Quaranta in un hotel in stile Belle Epoque a Flims, nel Canton Grigioni. Dotato di grande immaginazione fin da bambino, e ispirato dalle storie fantastiche raccontate dalla nonna, fece della hall dell’hotel il suo palcoscenico e degli ospiti i suoi protagonisti, divenendo un grande narratore di storie. Daniel Schmid – Le chat qui pense è un ritratto caleidoscopico della vita movimentata e del singolare lavoro di un artista straordinario, un’esplorazione cinematografica del suo mondo poetico tra realtà e finzione. Daniel Schmid – who grew up during the 1940s in a Belle Epoque hotel in Flims, in the Grisons Canton – already as a child succumbed to the powers of the imagination. Spurred by his grandmother’s fantastic stories, he made the hotel foyer his stage and its international array of guests his protagonists, thus becoming a lifelong storyteller. Daniel Schmid – Le Chat qui Pense is a kaleidoscopic portrait of the eventful life and unusual work of an outstanding artist; a cinematic exploration of his poetic world, suspended between reality and fiction. Pascal Hofmann è nato nel 1977 a Chur, nel Canton Grigioni, in Svizzera. E’ cresciuto a Flims. Pascal Hofmann was born in 1977 in Chur, Canton Grisons, Switzerland. He grew up in Flims. Benny Jaberg è nato nel 1981 a Baden, in Svizzera. Benny Jaberg was born in 1981 in Baden, Switzerland. Anni fa Pascal Hofmann conobbe personalmente Daniel Schmid, che lo incoraggiò nella sua intenzione di studiare cinema. Nel 2003, Hofmann si iscrive a quella che ora è l’Università delle Arti di Zurigo (ZHdK). Conosce Benny Jaberg agli esami di ammissione. I due iniziano a lavorare insieme, in particolare al documentario Wintersong - a film on Dakota Suite, che viene mostrato a vari festival internazionali e riceve una menzione speciale al Visions du Réel – the Nyon International Documentary Film Festival. Nell’inverno del 2006 Hofamm e Jaberg maturano l’idea di realizzare un film sulla vita e le opere di Daniel Schmid. Il film è stato anche il loro lavoro di laurea al ZHdK, il primo di tale lunghezza a essere prodotto in Svizzera. Many years ago Pascal Hofmann became personally acquainted with Daniel Schmid, who encouraged him to pursue his desire to study film. In 2003, Hofmann embarked on his film studies at what is now the Zurich University of the Arts (ZHdK). He met Benny Jaberg at the admissions exam, and they have worked together on a regular basis ever since, in particular on the music documentary Wintersong - A film on Dakota Suite, which screened at various international film festivals and was given a special mention at Visions du Réel: Nyon International Documentary Film Festival. In winter 2006, Hofmann and Jaberg had the idea to make a film about the life and work of Daniel Schmid. The project was also their MA graduation film at ZHdK, the first of this length to be produced in Switzerland. BANDE À PART 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Pascal Hofmann Benny Jaberg fotografia/cinematography Pascal Hofmann Benny Jaberg, Filip Zumbrun Filmografia parziale Pascal Hofmann: Daniel Schmid - Le chat qui pense (2010), Stenischalf (2006), Wintersong - a film on Dakota Suite (2005) Benny Jaberg: Daniel Schmid - Le chat qui pense (2010), Picturing a memory (2010) Unfall (2008), Wintersong - a film on Dakota Suite (2005) 105 Jeon Soo-il YEONG-DO DA-RI I Came from Busan Corea, 2009, 83’, 35 mm, colore suono/sound Lee Sung-chul interpreti/cast Park Ha-seon, Kim Jung-tae produttore/producer Jeon Soo-il In-hwa, una ragazza che vive a Busan, in Corea, è incinta. Dopo un parto difficile firma un documento con cui acconsente a dare la sua bambina in adozione. Uscita dall’ospedale cerca di ricominciare la sua vita di sempre come se nulla fosse accaduto, ma ben presto si accorge che è impossibile. Sogna di essere separata da sua madre, e le cicatrici sul suo corpo le ricordano sua figlia. In-hwa torna all’agenzia che si è occupata dell’adozione chiedendo indietro la bambina. Eighteen-year-old In-hwa lives in Busan, Korea and is pregnant. After a painful delivery, she signs a form putting her baby up for adoption. When she is discharged from the hospital she tries to return to her ordinary life as if nothing has happened, but soon realizes this is impossible. She dreams of being separated from her mother, and the scars left on her body from the surgery remind her of her baby. In-hwa returns to the adoption agency and asks for her daughter back. Jeon Soo-il è nato in Corea del Sud nel 1959. Si è laureato in regia all’ E.S.R.A. (Ecole Supérieur de Réalisation Audiovisuelle) di Parigi e ha anche studiato teoria del cinema presso la VII e l’VIII Università di Parigi. Il regista è noto per aver sempre autoprodotto i suoi film, sin dal 1990. Le sue radici culturali sono a Busan, lontano dalla capitale coreana Seoul, e i suoi film, che si distinguono per originalità, sono stati riconosciuti internazionalmente. Dal suo debutto fino a oggi, tutti i suoi lavori sono stati presentati e premiati a festival cinematografici internazionali (a Cannes, Pusan, New Delhi, Montreal, Venezia, Seoul, San Sebastian). Jeon Soo-il was born in 1959 in South Korea. He majored in film directing at E.S.R.A. (Ecole Supérieur de Réalisation Audiovisuelle) in Paris, France, and also studied film theory at the Universities of Paris VII and VIII. He is known for consistently making independently produced films since 1990. With his roots set in Busan, he is as geographically far from Korea’s cultural center, Seoul, as his films, which have been recognized worldwide, are from the norm. From his debut film on, all of his works have been invited to international film festivals, including Cannes, Pusan, New Delhi, Montreal, Venice, Seoul and San Sebastian. BANDE À PART 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Jeon Soo-il fotografia/cinematography Kim Sung-tai montaggio/editing Kim Jung-min musica/music Jung Sung-hwan Yeong-do Da-ri (I came from Busan, 2009), Himalayaeui sonyowa (Himalaya, where the wind dwells, 2008), Geomen tangyi sonyeo oi (With a girl of black soil, 2007), Gae oi neckdae sa yiyi chigan (Time between dog and wolf, 2007), Naneun nareul pagoehal gwolliga itda (My right to revage myself, 2003), Saeneun pyegoksuneul keruinda (The bird who stops in the air, 1999), Wind echoing in my being (1997) 107 Hitoshi Matsumoto SHINBORU Symbol sceneggiatura/screenplay Hitoshi Matsumoto Mitsuyoshi Takasu fotografia/cinematography Tohyama Yasuyuki montaggio/editing Honda Yoshitaka musica/music Shimizu Yasuyuki suono/sound Kunio Ando scenografia/art direction Aikou Etsuko Hirai Atsuo interpreti/cast Hitoshi Matsumoto David Quintero, Luis Accinelli, Lillian Tapia produttore/producer Okamoto Akihiko Takemoto Natsue, Konishi Keisuke Un uomo si sveglia e si ritrova misteriosamente intrappolato in una stanza bianca e vuota. Indossa un abito da clown a pois di un giallo brillante. Dove si trova? Chi gli ha fatto questo? Come è finito qui? Riuscirà a fuggire? Symbol è l’ultimo film di Hitoshi Matsumoto, acclamato regista di Big Man Japan, presentato a Cannes nel 2007 nella sezione Quinzaine des réalisateurs e distribuito negli Usa nel maggio 2009 dalla Magnolia Pictures. Sull’onda di Cube e Essere John Malkovich, Symbol racconta una complicata storia tesa tra thriller e commedia, immersa in atmosfere surreali e fantasiose. A man wakes up and mysteriously finds himself trapped in an empty, white rectangular room, wearing clownish, bright yellow polka dot pajamas. Where is he? Who did this to him? How did he end up here? Will he manage to escape safely? Symbol is the latest masterpiece from Hitoshi Matsumoto, acclaimed director of Big Man Japan, which screened in the Director ’s Fortnight at Cannes 2007 and was released in the US in May 2009 by Magnolia Pictures. In the vein of Cube and Being John Malkovich, Symbol is a twisted comedy thriller that takes you on a surrealistic ride into a fantasy world! Acclamato come uno dei più importanti attori comici in Giappone da più di un decennio, Hitoshi Matsumoto è stato per molti anni una figura fondamentale per l’industria dell’intrattenimento giapponese. Nel 2007 ha debuttato alla regia con il film di finzione Big Man Japan, apprezzato in festival cinematografici internazionali, tra cui quelli di Toronto e di Pusan. Forte del successo commerciale ottenuto in Giappone con Big Man Japan, il regista è tornato sul grande schermo con il suo secondo film, Symbol. Matsumoto ha iniziato la sua carriera col duo comico Downtown nel 1982, e ha spesso lavorato come sceneggiatore, regista, produttore e attore nell’ambito dei propri progetti per la televisione. One of the most prominent and successful comedians in Japan for over a decade, Hitoshi Matsumoto has been a leading figure in the Japanese entertainment industry for many years. In 2007, Matsumoto made his directorial debut with the feature Big Man Japan. The film garnered critical acclaim at several international film festivals, including Toronto and Pusan. Building on Big Man Japan’s commercial success at home, Matsumoto returns to the silver screen with his second feature, Symbol. Matsumoto started his career as half of the comedy duo Downtown in 1982, and has often worked as a writer, director, producer and actor on many of his television projects. BANDE À PART 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Giappone, 2009, 92’, 35 mm, colore Shinboru (Symbol, 2009) Dai-Nihonjin (Big Man Japan, 2007) 109 L’ART DELICAT DE LA MATRAQUE The delicate art of the bludgeon Cinema in Piazza Jean-Gabriel Périot Francia, 2009, 4’, video, B/N Black and white archive footage of police beating up civilians, against the pounding notes of “This is Not a Love Song” by The Experience. Jean-Gabriel Périot è nato in Francia nel 1974. Ha diretto alcuni cortometraggi, sia in video che in pellicola, al confine tra documentario, animazione e sperimentazione. Ha sviluppato un suo particolare stile di montaggio che interroga la storia e la violenza a partire da materiali d’archivio come filmati e fotografie. Le sue ultime opere, tra cui Dies Irae, Even if she had been a criminal… e Nijuman no borei sono stati mostrate in tutto il mondo in numerosi festival e hanno ricevuto molti premi. Jean-Gabriel Périot was born in France in 1974. He has directed a number of shorts, both in video and film, which incorporate documentary, animation and experimentation. He has developed his own distinct editing style that examines history and violence, often using archive film clips and photographs. His latest works, which include Dies Irae, Even if She Had Been a Criminal… and Nijuman No Borei, have screened in numerous festivals worldwide and received many awards. BANDE À PART 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Sulle note martellanti della canzone This is Not a Love Song interpretata dagli Expérience si susseguono brani di filmati di repertorio in bianco e nero che mostrano pestaggi ad opera della polizia su civili. Les barbares (The barbarians, 2010, cm), L'art délicat de la matraque (The delicate art of the bludgeon, 2009, cm), Entre chiens et loups (Between dogs and wolves 2008, cm), Nijuman no borei (200.000 Fantômes) (2007, cm), Eût-elle été criminelle… (Even if she had been a criminal…, 2006, cm), Under Twilight (2006, cm), Undo (2005, cm), Dies Irae (2005, cm), We are winning don’t forget (2004, cm), Avant j’étais triste (Before I was sad, 2002, cm), 21.04.02 (2002, cm) Journal intime (Intimated diary, 2001, cm), Gay? (2001, cm) 111 Cinema in Piazza Pablo Stoll HIROSHIMA sceneggiatura/screenplay Pablo Stoll fotografia/cinematography Arauco Hernández Holz montaggio/editing Pablo Stoll, Fernando Epstein musica/music Relaciones Sexuales Danteinfermo, Pedonalos Garridos! Psiconautas, Estado de Fetidez, Los Ases del Beat, The Supersónicos, Reverb and Genuflexos! suono/sound Daniel Yafalian scenografia/art direction Gonzalo Delgado Galiana interpreti/cast Juan Andrés Stoll (Juan), Mario Stoll (padre), Guillermo Stoll (fratello) Leonor Courtuasie (fidanzata) produzione/production Control-Z Films Hiroshima è una sorta di musical silenzioso, in cui la parola viene abolita per lasciare spazio alla musica e ai rumori, ed è basato su fatti reali. Il protagonista Juan canta in una rock band, ma non parla molto, e di notte lavora in un panificio. Questa storia racconta una sua giornata, ciò che succede da quando lui si sveglia. «Hiroshima è la storia di un personaggio solitario, che vive piuttosto distaccato dalla realtà che lo circonda. Il personaggio è apertamente basato su mio fratello, Juan Andrés Stoll, che è anche l’attore protagonista. » (Pablo Stoll) Hiroshima is a silent musical based on real events, in which words are eliminated to make room for music and sounds. Juan sings in a rock band, doesn’t talk much and works in a bakery at night. This is the story of one his days, and what happens when he wakes up. “Hiroshima is the portrayal of a lonely character that is a bit detached from his surrounding reality. This character is openly based on my brother, Juan Andrés Stoll, who is also the main actor.” (Pablo Stoll) Pablo Stoll è nato nel 1974 a Montevideo, in Uruguay. Ha studiato comunicazioni sociali all’Università Cattolica dell’Uruguay, e qui ha iniziato a scrivere e dirigere cortometraggi insieme a Juan Pablo Rebella. Il loro primo film, 25 Watts (2001), ha vinto alcuni importanti premi internazionali; tre anni dopo i due registi hanno girato Whisky (2004), che ha vinto il premio Fipresci a Cannes 2004 (Un Certain Regard). Pablo Stoll ha anche lavorato come free lance in ambito televisivo e pubblicitario. Il suo ultimo film, Hiroshima, è stato girato a Montevideo e nella zona costiera di Solís, nel Maldonado, in Uruguay. Pablo Stoll was born in 1974 in Montevideo, Uruguay. He studied social communication at the Catholic University of Uruguay, where he started writing and directing short movies with Juan Pablo Rebella. Their first feature film, 25 Watts (2001), won several important international awards. Three years later they shot Whisky, which won the FIPRESCI Prize at the 2004 Cannes Film Festival (Un Certain Regard). Stoll also worked as a freelancer in TV and advertising. His latest film, Hiroshima, was shot in Montevideo and the seaside resort Solís, in Maldonado, Uruguay. BANDE À PART 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Uruguay, Colombia, Argentina, 2009, 80’, HD, colore Hiroshima (2009) Whisky (2004) 25 watts (2001) 113 Dustin Thompson THE TRAVELOGUES Usa, 2009, 49’, 16 mm/super 8 mm/DV , colore interpreti/cast Dustin Thompson Sir Peter Charles Flordtedt jr. Laura Eroli, Chris Sabbatini produttore/producer Dustin Thompson The Travelogues è una raccolta di cortometraggi che documentano la vita di un viandante invisibile. Ogni “diario di viaggio” dà luogo a una comprensione astratta ed esperienziale del suo mondo. Attraverso The Travelogues, egli invita lo spettatore a esplorare la sua passione per i viaggi, il suo rapporto con il turismo e le sue fuggevoli relazioni. “The Travelogues è insieme un ritratto, un diario e un saggio, teso tra finzione e documentario" (Dustin Thompson) The Travelogues is a collection of short films that document the life of an unseen wanderer. Each travelogue creates an abstract, experiential understanding of his world. Through The Travelogues, he invites the viewer to explore his wanderlust, his encounters with tourism, and his transient relationships. “The Travelogues is a mixture of portrait, diary and essay forms that tread between fiction and documentary” (Dustin Thompson) Dustin Thompson, regista e fotografo, si è laureato al Cal Arts in regia e Integrated Media. Il fascino per le controculture, l’essere cresciuto sugli Appalachi e la letteratura popolare influenzano il suo lavoro. Ha due film in fase di sviluppo: The Abandoned, un'odissea folk ambientata sugli Appalachi, basato sulla storia difficile di una madre sola, e The Leatherman, narrazione che esplora il tragitto di un boscaiolo che annualmente attraversa le montagne del New England, nel tardo Ottocento. Il regista ha anche sviluppato un progetto web che accompagna The Travelogues, chiamato The TravelBlogues. Ha lavorato e studiato con James Benning, Betzy Bromberg, Kevin Everson, Rodrigo Garcia, e Lewis Klahr; è stato guidato nel suo lavoro dai produttori Julie Lynn (Nine Lives) e Sarah Green (L'Albero della Vita). Attualmente lavora come stagista per The Tree of Life di Terrence Malick. Filmmaker-photographer Dustin Thompson received an MFA from Cal Arts in filmmaking and integrated media. A fascination with countercultures, his own Appalachian upbringing and folk literature influence his work. He has two features in development: The Abandoned, an Appalachian folk odyssey based on the resilience of a single-mother family, and The Leatherman, a narrative exploring the late-1800s vagabonding woodsman who yearly traversed New England’s mountainous terrain. Thompson also developed a web-based companion project to The Travelogues called The TravelBlogues. He has worked and studied with James Benning, Betzy Bromberg, Kevin Everson, Rodrigo Garcia, and Lewis Klahr; he is mentored by producers Julie Lynn (Nine Lives) and Sarah Green (The Tree of Life). Currently, Thompson interns on Terrence Malick’s The Tree of Life. BANDE À PART 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema sceneggiatura/screenplay Dustin Thompson fotografia/cinematography Dustin Thompson montaggio/editing Dustin Thompson musica/music Ryan Kofman suono/sound Dustin Thompson, Ben Huff The Travelogues (2009) Shot from Dark (2008) Vignette (2008, cm) Hindsight 20/25 (2008, cm) Landscape in a Portrait (2006) 115 LA SAM SPIEGEL FILM AND TELEVISION SCHOOL, GERUSALEMME 116 Nei suoi vent’anni di esistenza la Sam Spiegel Film & Television School è andata alla costante ricerca delle voci più autentiche dei giovani registi israeliani da presentare a un pubblico internazionale. È stata fondata dal Ministero dell’Istruzione israeliano e dalla Jerusalem Foundation. Quello perseguito dalla Sam Speigel School è un approccio al film incentrato sulla storia, privilegiando il cortometraggio come genere cinematografico a tutti gli effetti. L’approccio della scuola nei confronti della televisione e della produzione cinematografica è considerato fortemente originale e innovativo poiché il metodo di insegnamento è basato su una struttura triangolare: Filmmaking program, Creative Writing program e Entrepreneur Producer’s program. Con i suoi inflessibili standard di eccellenza, la Sam Spiegel School sta orientando l’industria cinematografica israeliana verso direzioni nuove, ottenendo al tempo stesso riconoscimenti a livello mondiale per i notevoli successi dei suoi studenti. Nell’ultimo decennio ha svolto un ruolo chiave nella rinascita del cinema israeliano grazie anche alla ricerca di un dialogo personale e sensibile con il pubblico, che la contraddistingue. Nel corso degli anni la Sam Spiegel è stata per quindici volte vincitrice del premio come migliore scuola cinematografica (The Best Film School Award) in occasione dei vari film festival studenteschi a cui ha partecipato. Nel 1996 è stata la prima scuola a essere scelta dal Museo di Arte Moderna di New York per una retrospettiva. Da allora i suoi film sono stati proiettati in centoquaranta retrospettive in cinquanta paesi. La scuola ha ricevuto omaggi e tributi nell’ambito di alcuni dei più grandi festival cinematografici di fama mondiale come quelli di Berlino, Rotterdam, ClermontFerrand, Hong Kong, Valladolid e The Hamptons. I film realizzati dai suoi studenti rappresentano Israele in più di centotrenta festival internazionali ogni anno e hanno vinto più di duecentosessanta premi internazionali, incluso il primo premio della categoria “Cinéfondation” al Festival di Cannes del 2008. Trecento dei diplomati presso la Sam Spiegel Film & Television School, una media del 70% del numero totale degli alunni, ricoprono posizioni di rilievo nell’industria cinematografica e televisiva israeliana. Five shorts from Sam Spiegel Film And Television School Throughout its 20 years, The Sam Spiegel Film & Television School has constantly strived to bring the most authentic voices of young Israeli filmmakers to international audiences. The Sam Spiegel Film and Television School was established by the Israeli Ministry of Education and the Jerusalem Foundation. It pursues a story-centered approach to filmmaking, concentrating on the short film as a legitimate film genre. The school’s approach to film and television making is considered very unique and innovative as the school’s teaching method is founded on a triangular structure: Filmmaking, Creative Writing and the Entrepreneur Producer’s program. With uncompromising standards of excellence, the Sam Spiegel School is forging new directions in the Israeli film industry while gaining worldwide recognition for the outstanding achievements of its students. It has been playing a key role in the Israeli film renaissance of the last decade, by virtue of its distinctive focus on a personal and sensitive dialogue with the audience. Over the years, Sam Spiegel has won the Best Film School award 15 times at various student film festivals. In 1996, it became the first school ever selected for a retrospective by the Museum of Modern Art in New York. To date, the school's films have been shown at 140 retrospectives in 50 countries. Some of the largest film festivals in the world – including Berlin, Rotterdam, Clermont-Ferrand, Hong Kong, Valladolid and the Hamptons – have honored the school with tributes. The school’s student films represent Israel at over 130 international festivals each year and have won over 260 international awards, including top prize in the Cinéfondation sidebar of the 2008 Cannes Film Festival. Three hundred graduates, an average of 70% of the total alumni, hold leading positions in Israel’s film and television industry. BAND À PART 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Cinque cortometraggi dalla Sam Spiegel Film And Television School THE SAM SPIEGEL FILM AND TELEVISION SCHOOL, JERUSALEM 117 Rodeon Rodeon Brodsky Brodsky TTOLYA OLYA Israele, 2009, 22', HD, colore Il giorno della festa della donna, quando tutti i lavoratori stranieri suoi colleghi telefonano alle mogli lontane per far loro gli auguri, Tolya resta senza parole con la moglie Natasha. Con la sua bocca senza denti non può pronunciare nulla fuorchè una sorta di fischiettio. Ma non vuole rinunciare al suo romantico messaggio d’amore. Hebron. È la notte del carnevale della festa di Purim. Samer, quindici anni, insiste per portare la sorella maggiore Ayat a ritirare il suo diploma all’università palestinese. Camminando tra i tetti e i vicoli della città, devono evitare i coloni, l’esercito e i curiosi giornalisti stranieri. On International Women’s Day, when all his fellow foreign workers call their distant wives, Tolya is speechless when he calls his wife Natasha. He can’t make any sound but a whistling mumble with his toothless mouth. Tolya is ready to give up on words, but not on his romantic message. Hebron. The night of the Jewish settlement Purim Masquerade. Fifteen-year-old Samer insists on taking his older sister Ayat to collect her diploma from the Palestinian university. Walking through the city rooftops and side narrow allies they must avoid the settlers, the army and the curious foreign news reporters. Rodeon Brodsky è nato in Russia nel 1981 ed è emigrato in Israele nel 2000. Si è laureato in cinema all’Hadassah College e ha iniziato i suoi studi alla Sam Spiegel nel 2003. Rodeon Brodsky was born in Russia in 1981 and immigrated to Israel in 2000. He is a graduate student in film at the Hadassah College in Jerusalem and began his studies at Sam Spiegel in 2003. Yaelle Kayam (1979, Tel Aviv) ha studiato francese alla Sorbona, antropologia all’università di Tel-Aviv e cinema al Victorian College of the Arts a Melbourne. Poi è stata ammessa al terzo anno della Sam Spiegel Film School. Collabora con alcune organizzazioni per i diritti umani che operano nei territori occupati. Diploma è il suo film di laurea, vincitore del terzo premio alla Cinéfondation, al Festival di Cannes, nel 2009. BAND À PART THE SAM SPIEGEL FILM AND TELEVISION SCHOOL 118 Israele, Israele,2006, 2006,9,25', 9,25',16 16mm, mm, colore Yaelle Kayam DIPLOMA Yaelle Kayam (Tel Aviv, 1979) studied French at the Sorbonne in Paris, anthropology at Tel Aviv University and film at the Victorian College of the Arts in Melbourne. She was then admitted as a third-year student to the Sam Spiegel Film School. She is active in several human rights organizations that operate in the occupied territories. Diploma is her graduation film, which won third prize award in Cinéfondation at the 2009 Cannes Film Festival. 119 Elad Keidan HIMNON Anthem Israele, 2005, 19', 35 mm, colore A volte anche le giornate che paiono più insignificanti riservano delle sorprese, come scopre uno scapolo di mezza età quando esce per comprare del latte in un quartiere di Gerusalemme. Zohara è una donna soldato israeliana in una base militare isolata, e sta per ottenere un trasferimento anticipato. Le sue speranze vanno in frantumi quando sembra che la sua sostituta voglia suicidarsi. Sometimes even the most unassuming of days takes a surprising turn, as one middle-aged suburban bachelor finds out when he sets out to buy milk in a Jerusalem neighborhood. Zohara is an Israeli soldier on an isolated military base who is about to get a much-anticipated transfer. Her hopes are shattered when her substitute appears to be suicidal. Elad Keidan è nato ad Haifa, in Israele, nel 1979. Scrittore di racconti brevi e poesie, realizza cortometraggi autoprodotti sia con materiale originale che di found-footage. Ha iniziato a studiare alla Sam Spiegel School nel 2003. Anthem è il suo film di laurea, vincitore del Best Student Film Award al Festival di Cannes nel 2008. Talya Lavie si è diplomata alla Sam Spiegel School nel 2005, dopo aver studiato animazione alla Bezalel Art & Design Academy di Gerusalemme. Il suo primo film Sliding Flora (2003) è stato proiettato al MOMA di New York e in più di trenta festival in tutto il mondo, tra cui la Berlinale 2004. Il suo film di laurea The Substitute (2005) ha vinto undici premi internazionali, tra cui l’Audience Award della Berlinale 2006, ed è stato proiettato in più di cinquanta festival internazionali. Elad Keidan was born in 1979, in Haifa, Israel. A writer of short stories and poems, he creates short independent films from readymade/original footage and also plays the flute. He enrolled in Sam Spiegel in 2003. His graduation work Anthem won the Best Student Film Award at the 2008 Cannes Film Festival. BAND À PART THE SAM SPIEGEL FILM AND TELEVISION SCHOOL 120 Israele, 2008, 36', 16 mm, colore Talya Lavie HAYELET BODEDA The Substitute Talya Lavie graduated from Sam Spiegel in 2005, after having also studied animation at the Bezalel Art & Design Academy in Jerusalem. Her first film, Sliding Flora (2003), was screened at the MOMA in New York, and at over 30 film festivals worldwide, including the 2004 Berlinale. Her graduate film The Substitute (2005) won 11 international awards (among them, the Berlinale Audience Award in 2006) and was screened at over 50 international film festivals. 121 OMAGGIO A GIANNI AMICO E BERNARDO BERTOLUCCI TRIBUTE TO GIANNI AMICO AND BERNARDO BERTOLUCCI Omri Levy CHOL Beduine Sand THE SAM SPIEGEL FILM AND TELEVISION SCHOOL Israele, 1997, 17,10', 16 mm, colore Roy ha nove anni e si innamora di una bottiglia piena di sabbia colorata che un beduino tenta di vendergli nel Sinai. Roy impara che il volere qualcosa e l’averne bisogno non sono la stessa cosa… Nine-year-old Roy falls in love with a bottle of colored sand that a bedouin tries to sell him in Sinai. He learns that wanting and needing are not the same thing.... Omri Levy (1970, Berkeley, USA) è arrivato in Israele quando aveva due anni, e da allora vive a Gerusalemme. È stato ufficiale nelle Forze Difensive Israeliane e nel 1992 è diventato uno studente della Sam Spiegel School, presso cui si è diplomato nel 1997 con il film Bedouin Sand. Omri Levy (Berkeley, USA, 1970) came to Israel at the age of two and has lived in Jerusalem ever since. He served as an officer in the Israeli Defence Forces and in 1992 enrolled in Sam Spiegel, graduating from the school in 1997. Bedouin Sand is his diploma film. A vent’anni dalla sua scomparsa, la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro rende omaggio alla figura di Gianni Amico, intellettuale, cineasta, produttore, organizzatore di eventi musicali e cinematografici, tra cui lo stesso Festival di Pesaro, al cui comitato di selezione Amico partecipò nelle prime edizioni. Erano gli anni Sessanta, l'epoca d’oro del cinema italiano, un periodo di grande fermento artistico in cui Bernardo Bertolucci dirigeva i suoi primi lungometraggi. Tra di essi Prima della rivoluzione, che ha sceneggiato proprio in coppia con Gianni Amico, la persona con cui più di tutte, allora, condivideva il percorso artistico. Domenica 27 giugno il Teatro Sperimentale di Pesaro ospiterà la proiezione di Tropici, film che Gianni Amico diresse nel 1969, coniugando le sue più grandi passioni: il cinema e il Brasile. A seguire Bernardo Bertolucci sarà in sala per parlare con il pubblico del suo lungo e prolifico sodalizio personale e cinematografico con Gianni Amico, per rievocare un periodo di straordinaria creatività e ricevere il Premio "Pesaro Nuovo Cinema". 122 BANDE À PART Twenty years after his passing, the Pesaro Film Festival (PFF) pays homage to Gianni Amico, an intellectual, cineaste, producer and organizer of music and film events, including the PFF, on whose selection committee Amico served for the festival’s very first edition. It was the 1960s, the golden era of Italian cinema, a period of great artistic ferment, in which Bernardo Bertolucci made his first feature films. Including Before the Revolution, which he wrote with Amico, with whom he shared, above all others, his artistic path at the time. On Sunday, June 27, Pesaro’s Teatro Sperimentale will screen Tropici, which Amico made in 1969, uniting his two great passions: cinema and Brazil. Bertolucci will speak to audiences after the screening, about his long and prolific personal and cinematic relationship with Amico, to recall a period of extraordinary creativity and to receive the Pesaro Nuovo Cinema Award. 123 124 Figlio del poeta Attilio e fratello maggiore del regista Giuseppe, Bernardo Bertolucci nasce a Parma nel 1941. Nel 1962, giovanissimo, vince il premio Viareggio per l'opera prima con la raccolta poetica In cerca del mistero. Trasferitosi a Roma, ancora negli anni Sessanta entra in contatto con scrittori e registi della levatura di Alberto Moravia, Elsa Morante, Pier Paolo Pasolini – per il quale lavorerà come aiuto regista in Accattone. Debutta nel lungometraggio con La commare secca (1962), da un soggetto dello stesso Pasolini. Seguono Prima della rivoluzione (1964) e Partner (1968), ispirato a Il sosia di Dostoevskji. Nel frattempo il regista collabora alla sceneggiatura di C’era una volta il West di Sergio Leone. Nel 1969 dirige Agonia, interpretato dal Living Theatre, episodio del film collettivo Amore e Rabbia firmato insieme a Bertolucci da Marco Bellocchio, Carlo Lizzani, Jean-Luc Godard e Pasolini. Nel 1970 realizza La strategia del ragno - da un racconto di Jorge Luis Borges - e Il conformista - dal romanzo omonimo di Moravia - film nei quali prende forma quella riflessione sulle tensioni del periodo fascista che poi troverà ampio spazio nei due capitoli di Novecento (1976), melodramma familiare e insieme potente affresco storico-politico sulla lotta di classe, con protagonisti del calibro di Robert De Niro e Gérard Depardieu. Nel 1972 è la volta di Ultimo tango a Parigi (1972), film che all’epoca notoriamente suscitò scandalo (soprattutto in Italia) per i modi in cui viene raccontata la travolgente relazione amorosa tra una giovanissima Maria Schneider e un più maturo Marlon Brando. Seguono La luna (1979) e La tragedia di un uomo ridicolo (1981) con protagonista Ugo Tognazzi, premiato a Cannes per la migliore interpretazione. L’ultimo imperatore (1987), rappresentazione affascinate, grandiosa e spettacolare della fine di un’epoca attraverso il racconto dell’infanzia e poi della maturità dell’ultimo imperatore cinese Pu-yi, vince addirittura nove Oscar. Dopo i suggestivi paesaggi del Marocco de Il tè nel deserto (1990) e la rilettura della storia del principe Siddharta ne Il piccolo Buddha (1993) Bertolucci torna in Italia, nella campagna toscana, per girare Io ballo da sola (1996), che racconta le prime esperienze sentimentali di un’adolescente, interpretata da Liv Tyler. L’assedio (1998) è invece la storia dell’amore generoso di un pianista inglese per la sua colf africana. Nel 2002 Bertolucci gira The Dreamers, in cui la cinefilia si fonde con la rappresentazione delle contestazioni giovanili del ‘68, in un’affascinante Parigi animata dai fervori del maggio francese. Son of poet Attilio and the older brother of director Giuseppe, Bernardo Bertolucci was born in Parma in 1941. In 1962, he won the Premio Viareggio, a literary prize for a first work, for the collection of poetry In Search of Mystery. He moved to Rome and in the 1960s came to know renowned writers and directors such as Alberto Moravia, Elsa Morante and Pier Paolo Pasolini, even working as assistant director on the latter’s Accattone. His feature debut La commare secca (1962) was based on a film story by Pasolini, and was followed up by Before the Revolution (1964) and Partner (1968), inspired by Dostoevsky’s The Double. In the meantime, Bertolucci collaborated on the screenplay of Sergio Leone’s Once Upon a Time in the West. In 1969 he worked with The Living Theatre in “Agonia,” an episode of the collective film Amore e Rabbia, also directed by Marco Bellocchio, Carlo Lizzani, Jean-Luc Godard and Pasolini. In 1970 his ideas on fascism began to take shape, in The Spider’s Stratagem (from a short story by Jorge Luis Borges) and The Conformist (from the Moravia novel). He would later expand upon those ideas in 1900 (1976), a family melodrama and powerful historical-political fresco on the class war, whose stellar cast included Robert De Niro and Gérard Depardieu. In 1972 he made Last Tango in Paris (1972), which at the time notoriously caused a scandal (especially in Italy) for its portrayal of the passionate love affair between a very young woman (Maria Schneider) and an older man (Marlon Brando). The film was followed by Luna (1979) and Tragedy of a Ridiculous Man (1981), which won Ugo Tognazzi the Best Actor Award at Cannes. In 1987, The Last Emperor – a fascinating, grandiose and spectacular look at the life of the last of the Chinese Emperors, Pu-yi – won nine Oscars. After the beautiful Moroccan landscapes of The Sheltering Sky (1990) and a modernization of the story of Prince Siddhartha in Little Buddha (1993), Bertolucci returned to Italy, to the Tuscan countryside, to make Stealing Beauty (1996), about the first deep emotional stirrings of a teenage girl (Liv Tyler). 1998’s Besieged tells the story of the generous love of a British pianist for his African maid. In 2002 Bertolucci shot The Dreamers, about cineastes in Paris during the 1968 student demonstrations, as the city exploded with the fervor of the “May Revolution.” OMAGGIO A GIANNI AMICO E BERNARDO BERTOLUCCI 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema BERNARDO BERTOLUCCI 125 126 Regista e sceneggiatore cinematografico, nato a Loano (Savona) il 27 dicembre 1933 e morto a Roma il 2 novembre 1990. Di natura complessa e di complessi interessi, Amico tentò sempre di mettere armonia fra le sue passioni, che furono, oltre al cinema, il jazz e la musica brasiliana, la politica, l’arte, e l’ossessione dell’analisi intellettuale; la sua fantasia creativa, molto sensibile alle suggestioni dello stile e della grammatica cinematografica, si mosse sempre in parallelo al desiderio di approfondire il risvolto storicopolitico dei temi che trattava. I risultati più felici furono alcuni documentari come We insist (1964), ispirato a un album di Max Roach e premiato al Festival di Locarno; e Gramsci l’ho visto così (1988), realizzato in collaborazione con Giorgio Baratta; come anche alcuni lungometraggi quali Tropici (1967), primo film prodotto dalla RAI, che venne selezionato ai Festival di Pesaro, Berlino, Londra e New York, e le quattro puntate televisive di Le affinità elettive (1978) dal romanzo di J.W. Goethe. Amico, figlio di un capitano di mare, frequentò il liceo classico a Genova dove nel 1960 cominciò a organizzare incontri e rassegne di cinema latinoamericano, attività proseguita fino al 1965. Questa importante esperienza lo portò in Brasile la prima volta nel 1962, e, per i contatti avuti e la grande influenza esercitata sia sugli autori brasiliani sia nella diffusione della loro opera, ancora oggi Amico viene ricordato in Brasile tra i protagonisti del Cinema Nôvo. Il suo Tropici fu infatti girato nel Nord-Est brasiliano e a San Paolo: racconta il drammatico viaggio di una famiglia di contadini spinti dalla siccità e dalla miseria verso il miraggio della grande metropoli. Se fino a quel momento la passione cinematografica di Amico si era sviluppata nell’universo di ricerche e sperimentazioni della Nouvelle vague europea, Tropici scelse un linguaggio completamente originale per purezza e intensità poetica, rappresentando in qualche modo il ritorno a un antico amore per Roberto Rossellini accanto al quale Amico si era trovato a lavorare per la produzione di Era notte a Roma (1960). Già nel 1963 infatti a Roma aveva collaborato alla sceneggiatura di Prima della rivoluzione (1964) di Bernardo Bertolucci del quale fu anche produttore esecutivo. In quella occasione coinvolse come script girl Michelle Barbieri, moglie di Gato Barbieri, e fu quindi responsabile dell’arrivo in Europa del grande musicista argentino, che legò poi la sua firma all’opera di Bertolucci. Non si può dimenticare infatti che l’amore per il cinema non coinvolse Amico soltanto per gli aspetti creativi ma anche per il fascino suscitato dalla macchina produttiva di un film nell’urgenza di orchestrarne con vitalità ogni aspetto. Con Bertolucci Amico sceneggiò anche Partner (1968), e lo stesso Bertolucci partecipò alla sceneggiatura del suo L’inchiesta (1969), film invitato al Festival di New York. Bertolucci produsse poi per lui il lungometraggio Io con te non ci sto più (1983). Fra le collaborazioni di Amico come sceneggiatore vanno ricordate: Vent d’Est (1969; Vento dell’Est di Jean-Luc Godard) e Der leone have sept cabecas (1970; Il leone a sette teste) di Glauber Rocha. Per la televisione, invece, Amico scrisse e diresse nel 1975 Le cinque stagioni, un film dedicato alla vecchiaia e ambientato in un pensionato per anziani. Sempre diviso fra l’espressione personale e un’instancabile e generosa volontà di diffusione dell’amata cultura brasiliana, Amico riuscì nella quasi impossibile scommessa di portare all’Estate romana del 1983 tutti i grandi musicisti della scuola di Bahia. Girò, con Leon Hirszman e Paulo Cesar Saraceni, decine di ore di materiale su quell’evento, con il sogno di realizzarne un grande musical. Vicende produttive ne impedirono il montaggio fino a dopo la sua morte, quando la moglie Fiorella Giovannelli, montatrice, riuscì a portare a termine il progetto, e il film, con il titolo Bahia de todos os sambas (1996), fu presentato alla Mostra del cinema di Venezia e al Festival di L’Havana. Fra gli altri suoi documentari vanno ricordati: Appunti per un film sul jazz (1965), FuturismoFuturismi (1986), Andrea del Sarto (1986), Morandi (1987), Diario di Manarola: appunti per un film sull’esperienza di Telemaco Signorini alle Cinque Terre (1987). (Bernardo Bertolucci) Estratto da Enciclopedia del Cinema Treccani, Roma 2003, I vol., ad vocem, per gentile concessione dell'Istituto per l'Enciclopedia Italiana titolare dei diritti di riproduzione OMAGGIO A GIANNI AMICO E BERNARDO BERTOLUCCI 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema GIANNI AMICO 127 128 Director-screenwriter Gianni Amico was born in Loano, Italy in 1933 and died in Rome in 1990. A complex man with complex interests, Amico always strove to harmoniously unite his passions, which besides cinema included jazz, Brazilian music, politics, art and an obsession for intellectual analysis. His imagination was highly sensitive to the evocations of cinematic style and grammar and always ran parallel to his desire to delve deeply into the historical-political elements of his themes. His best works include the documentaries We Insist (1964, inspired by a Max Roach album and winner of the Golden Sail at the Locarno Film Festival) and Gramsci l’ho visto così (1988), made with Giorgio Baratta; Tropici (1967), the first feature produced by RAI, which screened at the Pesaro, Berlin, London and New York film festivals; and the four-part television film Le affinità elettive (1978), from the Goethe novel. The son of a sea captain, Amico attended a Classical Lyceum in Genoa, where from 1960-65 he organized discussions and screenings of Latin American films. This invaluable experience led him to Brazil, for the first time in 1962. For the contacts he established and the great influence he had over Brazilian filmmakers and the diffusion of their work, Amico is still today remembered there as one of the leading figures of Cinema Novo. Shot in northeastern Brazil and San Paolo, Tropici depicts the dramatic journey of a family of farmers forced by drought and poverty towards the illusion of the big city. While until then Amico’s style had been inspired by the experimentation of the European Nouvelle Vague, for Tropici he chose a completely original approach. Its purity and poetic intensity represented a return of sorts to his old love for Roberto Rossellini, on whose It Was Night in Rome (1960) Amico had worked. In 1963, in Rome, Amico collaborated on the screenplay for Bernardo Bertolucci’s Before the Revolution (1964), which he also executive produced. He hired as script girl for the film Michelle Barbieri, wife of Gato Barbieri, and was thus responsible for bringing the great Argentinean musician to Europe, where Barbieri also composed several songs for the film. Amico loved not only the creative side of cinema, but the production process as well, orchestrating every aspect of a film with urgency and vitality. Amico also co-wrote Bertolucci’s Partner (1968), while the latter worked on the script for Amico’s L’inchiesta (1969), which screened at the New York Film Festival, and later produced Amico’s debut feature Io con te non ci sto più (1983). Amico also worked on, among other screenplays, Jean-Luc Godard’s Vent d’Est (1969) and Glauber Rocha’s Der leone have sept cabecas (1970). Amico’s television work includes Le cinque stagioni, a film he wrote and directed in 1975 about aging, set in a retirement home. Always balancing personal creativity with a tireless, generous desire to spread his beloved Brazilian culture, Amico succeeded in the nearly impossible task of bringing to the 1983 “Estate romana” all of the great musicians of Bahia. Together with Leon Hirszman and Paulo Cesar Saraceni, he shot dozens of hours of material on the event, with the dream of turning it into a grand musical. Production problems blocked editing on the film until after his death, when his wife, film editor Fiorella Giovannelli, completed the work, entitled Bahia de todos os sambas (1996), which was presented at the Venice and Havana film festivals. Other of Amico’s notable documentaries include Appunti per un film sul jazz (1965), Futurismo-Futurismi (1986), Andrea del Sarto (1986), Morandi (1987) and Diario di Manarola: appunti per un film sull’esperienza di Telemaco Signorini alle Cinque Terre (1987). (Bernardo Bertolucci) Excerpt from the Treccani Film Encyclopedia, Rome 2003, Vol. I, ad vocem, by courtesy of the Istituto per l'Enciclopedia Italiana, which holds all reproduction rights FILMOGRAFIA/ FILMOGRAPHY 1964: Noi insistiamo (doc. 15’) 1965: Appunti per un film sul jazz (doc. 50’) 1966: Il cinema della realtà (doc. 48’) 1967: Ritmo do Brasil - Ah! Vem o samba (doc. in tre parti): La musica di Bahia, 59’; La storia del carnevale, 51’; Canzoni brasiliane, 53’) 1968: Tropici (87’) 1969: L’inchiesta (92’) 1971: Le grandi epoche del teatro (doc. per la TV in dieci parti di 30’ cadauna) Introduzione alla psicologia (doc. per la TV in dieci parti di 25’ cadauna) 1972: Ritorno (90’) 1975: Il registratore (video, 31’) Maria - Sardegna, una voce (doc. 60’) 1976: Le cinque stagioni (sceneggiato televisivo in quattro parti): L’inverno (62’) La primavera (60’) L’estate (56’) L’inverno (54’) 1977: Le affinità elettive (135’) 1980: Lo specchio rovesciato (doc. per la TV in tre parti): Carovana e cammelli (57’) Compagnia unica merci varie (65’) Il sacco e il container (56’) 1981: Le mani svelte (doc. per la TV, 66’) 1983: Io con te non ci sto più (92’) 1985: Amici (video, 7’) 1986: Futurismo Futurismi (video, 45’) 1986: Andrea Del Sarto (video, 45’) 1987: Morandi (video, 45) Diario di Manarola (video, 45) 1988: Gramsci l’ho visto così (doc. per la TV, 59’) 1989: Un amore sconosciuto (90’) OMAGGIO A GIANNI AMICO E BERNARDO BERTOLUCCI 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema GIANNI AMICO 129 Gianni Amico TROPICI 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Italia, 1968, 88’, 35 mm , B/N 130 sceneggiatura/screenplay Gianni Amico Francesco Tullio Altan, Giorgio Pelloni fotografia/cinematography Giorgio Pelloni Josè Antônio Ventura montaggio/editing Roberto Perpignani suono/sound Gianni Amico Franceso Tullio Altan interpreti/cast Joel Barcellos (Miguel), Janira Santiago (Maria), Antonio Pitanga (il mulatto) Graciete Campos (Graciete), Batista Campos (Batista), Roque Arnajo (Julio) produttore/producer Gianni Barcelloni Corte per B.B.G. Dal Nordeste brasiliano, territorio poverissimo e segnato da una rovinosa siccità, una famiglia di salariati agricoli emigra verso San Paolo, inseguendo il miraggio di una vita migliore nella grande città. Primo lungometraggio di Gianni Amico, Tropici è la cronaca di un viaggio e, insieme, uno studio sulla difficile situazione sociale del Brasile, studio che qui passa attraverso un omaggio al cinema di questa terra, profondamente amata dal regista. A intervallare il percorso di Miguel e della sua famiglia dalle aride campagne verso la città, vediamo infatti brani di film di Glauber Rocha, Gustavo Dhal, Leon Hirszman e Paolo Cesar Saraceni. Nello sguardo limpido con cui Tropici racconta la realtà brasiliana si fondono perfettamente finzione e documentario, il sapore del cinema novo e la lezione rosselliniana. A family of farm workers leaves the terrible poverty and drought of northeastern Brazil for San Paolo, seeking the illusion of a better life in the big city. Gianni Amico’s feature debut Tropici is the chronicle of a journey and a study of Brazil’s harsh social conditions, as well as a tribute to the country’s cinema, which the directly deeply loved. The journey of Miguel and his family from the arid countryside to the city is broken up by excerpts of films by Glauber Rocha, Gustavo Dhal, Leon Hirszman and Paolo Cesar Saraceni. The lucid gaze with which Tropici depicts Brazil is a perfect blend of fiction and documentary, Cinema Novo and the legacy of Roberto Rossellini. DOPOFESTIVAL Goldiechiari, Cosmic Love #1, 2008 132 Non c’è certo bisogno di mostrare dei videoclip per comprendere la loro importanza nella cultura dell’immagine. Sono ormai tantissimi anni che la loro forza dirompente si è imposta nel panorama contemporaneo, invadendo dapprima le televisioni - con programmi, nottate e canali interamente dedicati - contaminando lo stile degli interi palinsesti e poi approdando nella rete, dove ha dato letteralmente vita ad alcune delle più stravolgenti innovazioni, a partire da You Tube, presentate negli ultimi anni. Un universo, quello del videoclip, nel quale convivono le esperienze visive più estreme e le immagini più banali, imposte dall’ego dei cantanti o dalle intuizioni delle case editrici musicali. Un universo internazionale, nel quale ogni discografia è specchio delle proprie capacità economiche, e che spazia dai budget milionari alle micro-produzioni dei cantanti di provincia. Il Dopofestival, giunto alla sua quarta edizione, non accantona la sua originaria vocazione (esplorare i territori della videoarte), ma si è dedicato quest’anno alle immagini pensate per la musica, ai luoghi visivi nei quali, per esempio, una carrellata circolare o un piano sequenza abbandonano il loro originale significato grammaticale, e diventano mero contrappunto visivo. E non ha, il Dopofestival, come al solito, né intenti didattici, né tantomeno l’ambizione di raccontare lo stato delle cose. In Italia, sono decine i luoghi e gli spazi (fisici o virtuali) nei quali questi lavori vengono visti, catalogati o mostrati. Il Dopofestival cerca solo di essere luogo di relazioni, che si creano tra persone e immagini, rivendicando l’importanza del confronto come solo senso della necessità di costruire luoghi nei quali si svolgano visioni collettive, fuori dai cinema e dai salotti delle case, ma dentro altri spazi, alternativi e complicati da gestire, ma più idonei a ospitare scambi di pensieri. Presentiamo quindi, quest’anno, una selezione che è una sorta di flash nella notte. Sono lavori che a noi piacciono molto, ognuno per motivi diversi. Registi di cinema sperimentale; videoclippari agli esordi o con solidissimi curriculum alle spalle; musicisti d’avanguardia o videoartisti, insieme per raccontarci il loro personale modo di intendere questo strumento “figlio del cinema e della musica, nato dalla televisione ma che ha negli occhi tanta pubblicità”. Al loro fianco la ormai consueta collaborazione con il Festival di Signes de nuit, manifestazione parigina di creazione audiovisiva e cinematografica, che anche quest’anno porta a Pesaro una selezione delle proprie scelte. THE RHYTHM OF THE IMAGE There’s certainly no need to show music videos to understand their importance in the culture of the image. Their devastating power has imposed itself on contemporary life for years now, first invading television, inventing programs, evenings and channels dedicated entirely to them, contaminating the styles of entire programming schedules. Then they hit the Internet, and literally gave life to some of the most radical innovations of recent years, starting with YouTube. The world of music videos is one in which the most extreme visual experiences live side by side with the most banal images, depending on singers’ egos or the intuitions of the recording companies. It is an international world, in which each work reflects its own financial capacities, from colossal budgets to micro-productions of small-time singers. For its fourth edition, After Hours is not foregoing its original mission of exploring the territories of video art. Nevertheless, this year we are presenting images designed for music, those visual creations in which, for example, a circular tracking shot or a specific sequence abandon their original grammatical meaning to merely become visual counterpoint. After Hours does not seek, as it usually has, to be educational, nor to size up the state of things. In Italy, there are dozens of (physical and virtual) places and spaces in which these kinds of works are seen, catalogued, exhibited. After Hours thus offers a place for the relationships created between people and images, reclaiming the importance of confrontation between people as the singular need to construct places for collective viewings, beyond cinemas and living rooms. In alternative spaces that are complicated to run but are better suited than others to offer the possibility for an exchange of ideas. Thus, this year our selection is a flash in the night, of sorts. We very much like these works, each one for different reasons. Experimental filmmakers; video directors making their debuts or with lengthy resumes under their belts; avant-garde musicians; and video artists all come together “after hours” to show us their personal way of understanding this instrument that is the “child of cinema and music, born of television with advertising in its eyes.” They are flanked by our usual collaboration with the Festival Signes de Nuit of Paris, which once again brings to Pesaro a selection from their abundant program of audiovisual and film works. IL DOPOFESTIVAL 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema IL RITMO DELL’IMMAGINE 133 NICO ANGIULI CHIARA MANTUANO Nato nel 1967 a Torino, dove risiede, si è laureato con una tesi dal titolo “Videoarte: problemi di teoria e di linguaggio”. Attualmente insegna video presso il DAMS di Torino. Ha alternato la sua attività artistica fra fumetti, fotografia, teatro e musica. Ha collaborato con l'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza - realizzando documentari sulla Seconda Guerra Mondiale, sulla Resistenza e sulle lotte operaie - e con il Teatro Juvarra di Torino per la creazione di alcuni spettacoli multimediali. Realizza opere di videoarte, videoinstallazioni, documentari, videoclip, spettacoli multimediali e VJing, curandone in parte gli aspetti musicali. Born in Turin in 1967, where he still lives, Alessandro Amaducci wrote his graduation thesis on “Video art: Problems with theory and language.” He currently teaches video at the DAMS of Turin. He alternates his artistic activity between comic strips, theatre and music. He has worked with the National Film Archives of the Resistance, making documentaries on WWII, the Resistance and workers’ demonstrations; and with the Juvarra Theatre of Turin for several multi-media shows. He currently makes video art, video installations, documentaries, music videos and multi-media shows, as well as VJs, and is often involved in the music for his projects. Nico Angiuli è autore di documentari e mediometraggi sperimentali. Tra i suoi lavori OTNARAT- Taranto a futuro inverso, Mi chiamo Albania, Miracolo sotto il Vesuvio. Chiara Mantuano è fotoreporter professionista e videomaker, collabora con numerose agenzie e riviste nazionali. Assieme a Nico Angiuli ha fondato Cromiae, studio di produzione video. Nico Angiuli has directed documentaries and medium-length experimental videos. His works include OTNARAT- Taranto a futuro inverso, Mi chiamo Albania and Miracolo sotto il Vesuvio. As a professional photo-reporter and videomaker, Chiara Mantuano works with numerous national agencies and magazines. She is co-founder with Nico Angiuli of the Cromiae video production company. ROULETTE CINESE - LOVE SONG - 2008 - 3.25 WALINO - IE CHESS LA REALDÀ – 2010 - 5' Delle creature femminili costruiscono un cuore per una destinazione ignota. “Nei sottoscala giovani musicisti, al piano terra uomini severi e ruvidi di fatica, ai primi piani giovani madri fumano il paesaggio guardando l’asfalto. La vita degli abitanti del CEP, quartiere popolare di Bari, nelle parole e nelle note di Nico Antonacci a.k.a. Walino. Il video è una produzione Cromiae (www.cromiae.com)”. Female creatures build a heart for an unknown destination. ROULETTE CINESE - BANALMENTE DIPENDENTE - 2008 - 5’ La dipendenza del prossimo millennio: la propria immagine. IL DOPOFESTIVAL 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema ALESSANDRO AMADUCCI “Under the stairwell, young musicians; on the ground floor stern men who are brusque from fatigue; on the first floor, young mothers smoke the landscape looking down at the asphalt. The lives of the inhabitants of CEP, a working-class neighborhood in Bari, to the words and music of Nico Antonacci, a.k.a. Walino. The video was produced by Cromiae (www.cromiae.com)”. The addiction of the next millennium: one’s own image. 134 135 Si occupa di animazione dai primi anni Ottanta, quando ha cominciato animando la Pimpa di Altan e la Linea di Cavandoli. Negli ultimi anni grazie all'incontro con Davide Toffolo ha realizzato diversi video musicali per Tre Allegri Ragazzi Morti, Prozac+, Punkreas, 24 Grana, Zen Circus, Giorgio Canali, Le Luci della Centrale Elettrica. Michele Bernardi has been working in animation since the early 1980s, when he began animating Altan’s “Pimpa” and Cavandoli’s “The Line.” In recent years, after meeting Davide Toffolo, he has made various music videos, for Tre Allegri Ragazzi Morti, Prozac+, Punkreas, 24 Grana, Zen Circus, Giorgio Canali and Le Luci della Centrale Elettrica. Nato in provincia di Cuneo nel 1980, si è successivamente trasferito a Torino. Lasciati gli studi umanistici si è dedicato al cinema e, dal 2002, ha firmato più di quaranta video musicali per artisti italiani e internazionali (tra i quali Nek, Daniele Silvestri, Amari, The Bloody Beetroots), diverse pubblicità e cortometraggi. Attualmente sta preparando l’esordio al lungometraggio. Il suo sito è www.souljackerfilm.com. Francesco Calabrese was born near Cuneo in 1980 and lives in Turin. After abandoning his humanities studies, he began working in cinema and since 2002 has made over 40 music videos, for international and Italian artists (including Nek, Daniele Silvestri, Amari and The Bloody Beetroots), as well as numerous ads and short films. He is currently preparing his feature debut. His site is www.souljackerfilm.com. TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI - PRIMITIVI DEL FUTURO - 2010 - 4’ DIETER SHÖÖN - MARY JANE (UNOFFICIAL SPAGHETTI CUT) - 2009 - 4’ 05 Primitivi del futuro, realizzato completamente con tecniche digitali e in parte con la tecnica del rotoscopio, è tratto dal suo ultimo lavoro di animazione Senza testa, che affronta il tema dell’incomunicabilità, dell’indifferenza e della solitudine. Rimontato da Annapaola Martin e Davide Toffolo sulla musica dei Tre Allegri Ragazzi Morti, acquista ancora più forza e violenza: “di amore non si muore anche se assomiglia molto alla fame”. Dieter Shöön è un musicista psichedelico svedese. Mary Jane si trova nel suo album “Lablaza”. “Versione spaghetti non ufficiale”, con sagome sovraimpresse da Il buono, il brutto, il cattivo e altri spaghetti western, è interpretato da Simona Nasi. Primitivi del futuro, made entirely in digital (and in part in rotoscope), is based on his latest animated work, Senza testa, which looks at lack of communication, indifference and solitude. Re-edited by Annapaola Martin and Davide Toffolo to the music of Tre Allegri Ragazzi Morti, it becomes even more powerful and violent: “di amore non si muore anche se assomiglia molto alla fame” (“You don’t die from love even though it resembles hunger”). 136 FRANCESCO CALABRESE IL DOPOFESTIVAL 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema MICHELE BERNARDI Dieter Shöön is a psychedelic Swedish musician. “Mary Jane” is off of his album Lablaza. Unofficial Spaghetti Cut, starring Simona Nasi, contains superimposed silhouettes from The Good, the Bad and the Ugly and other spaghetti westerns. 137 Andrea Falbo lavora inizialmente come grafico, spaziando dal web design alla stampa. Nel 2002 firma la regia di un cortometraggio commissionato da Cult Network e da alcuni anni si dedica esclusivamente al video, all'editing, all'animazione tradizionale, allo Stop-Motion e al Motion Design, applicando le sue competenze alla realizzazione di videoclip musicali, curando sia l’aspetto strettamente narrativo che quello tecnico. Andrea Gianfelice: Grafico e creativo, ha lavorato come animatore e fa tuttora coesistere l'attività di motion designer a quella di grafico free lance. Sara Goldschmied (1975) e Eleonora Chiari (1971) vivono e lavorano a Roma. Tra le loro mostre personali, ricordiamo: 2010 Fumo negli occhi, galleria GonzaleyGonzale, Santiago, Chile; Genealogia di Damnatio Memoriae, Atelier House Museion, Bolzano. 2009 Roomates, curata da Cecilia Canziani, Macro, Museo d'Arte Contemporanea, Roma. 2008 Dump Queen, Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro; Elaine Levy Project, Bruxelles; 2006 Welcome, Spencer Brownstone Gallery, New York, U.S.A.; Enjoy, Elaine Levy Project, Bruxelles e tra le collettive 2010 Piazze di Roma, curata da Achille Bonito Oliva, MOCA, Shanghai; No Soul for Sale, curata da Viafarini DOCVA, Tate Modern, London. A graphic designer and animator, Andrea Gianfelice currently alternates between working as a motion designer and freelance graphic designer. Sara Goldschmied (1975) and Eleonora Chiari (1971) live and work in Rome. Their personal exhibits include, in 2010: Fumo negli occhi, galleria GonzaleyGonzale, Santiago, Chile; Genealogia di Damnatio Memoriae, Atelier House Museion, Bolzano. In 2009: Roomates, curata da Cecilia Canziani, Macro, Museo d'Arte Contemporanea, Roma. In 2008: Dump Queen, Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro; Elaine Levy Project, Bruxelles. In 2006: Welcome, Spencer Brownstone Gallery, New York, U.S.A.; and Enjoy, Elaine Levy Project, Bruxelles. Their 2010 collective shows include Piazze di Roma, curated by Achille Bonito Oliva, MOCA, Shanghai; No Soul for Sale, curated by Viafarini DOCVA, Tate Modern, London. NADA MALANIMA (ARRANGIATA DAI FLEURS DES MALADIVES) - NOVEMBRE - 2008 - 4. 13 COSMIC LOVE - MUSICA DI CRISTIANO FINI - 2008 - 5 09 Un simbolico viaggio, cadenzato da tratti dapprima poco più che stereotipati, per poi arrivare a immagini ricche e significanti complessi che fanno da contrappunto alle atmosfere a un tempo chete e amare suggerite dalla canzone riarrangiata dai Fleurs des Maladives, gruppo musicale di Como. Un viaggio intergalattico dove le artiste hanno simulato e costruito una cosmogonia immaginaria, composta da pianeti dai colori brillanti, costellazioni e stelle dall’aria surreale. Il video è un lento viaggio esplorativo di avvicinamento ai pianeti, che nella carrellata finale consentirà la visione complessiva del sistema planetario svelando l’origine degli oggetti. Una ludica esplorazione alla scoperta del piacere, un movimento migratorio interstellare di sex toys, che varca i confini terrestri. Andrea Falbo initially started out as a graphic designer, working in everything from web design to the journalism. In 2002 he directed a short commissioned by the Cult Network and for several years has worked exclusively in video, editing, traditional animation, stop-motion and motion design, applying his skills to music videos, for which he oversees both the strictly narrative and technical sides. A symbolic voyage whose elements at first seem little more than stereotypes become rich images and complex meanings, as a counterpoint to the simultaneously peaceful and bitter atmospheres suggested by the song rearranged by Fleurs des Maladives, a band from Como. 138 GOLDIECHIARI IL DOPOFESTIVAL 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema ANDREA FALBO ANDREA GIANFELICE The artists built a simulation of an imaginary cosmogony of brightly colored planets and surreal constellations and stars for this intergalactic journey. The final tracking shot of this slow, exploratory voyage through the planetary system reveals the objects’ true nature. A playful exploration into the discovery of pleasure; an interstellar migration of sex toys that crosses terrestrial boundaries. 139 Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma, insieme a Massimo Pupillo e Jacopo Battaglia ha fondato gli Zu, con i quali ha creato un mondo sonoro originale. Con lo svilupparsi della tecnologia legata all'immagine, ha iniziato a riapprocciarsi alla “materia visiva”, interessandosi e divertendosi con il montaggio video e con la creazione di immagini che interagiscono con la musica. Attualmente sta elaborando e costruendo un “composite” su Adolf Hitler. Il Postodellefragole è un collettivo. Si occupa di cinema e video dal 2002. Attivo specialmente nell'ambito dei videoclip musicali, ha ottenuto numerosi riconoscimenti importanti. Membri fondatori sono Marco Molinelli (regista), Simone Furbetta (regista), Giorgia Furbetta (attrice), Alessio Ballerini (sound designer). A graduate of Rome’s Fine Arts Academy, Luca T. Mai, together with Massimo Pupillo and Jacopo Battaglia, formed Zu, which has created a highly original sound. As image-related technology has developed, Mai began returning to “visual material,” becoming interested in and having fun with video editing and creating images that interact with his musical compositions. He is currently elaborating and constructing a “composite” on Adolf Hitler. Postodellefragole is a collective. Marco Molinelli has been working in and around cinema since 2002, especially in music videos, for which he has received numerous important awards. The collective’s founding members are Molinelli (director), Simone Furbetta (director), Giorgia Furbetta (actress) and Alessio Ballerini (sound designer). ZU - ORC - 2010 - 5’ 24 OFFLAGA DISCO PAX - ONOMASTICA - 2009 - 7,31 La parola Orc, dal latino Orcus, è usata anche nell'Eneide da Virgilio per descrivere la discesa agli inferi di Enea. Per i nostri antenati, l’ingresso del mondo infero era presso il lago Averno, tra le solfatare di Pozzuoli e Cuma. Il video si apre con l'attuale ingresso del corridoio cumano che portava all'antro sacro della Sibilla, ed è un omaggio al viaggio simbolico negli inferi, con una connotazione nichilista che non lascia spazio alla redenzione e alla rinascita. Un omaggio concettuale alla Los Angeles di metà anni Settanta, allo sviluppo del Locking di Don Campbellock, del Popping degli Electric Boogaloos e di uno storico programma televisivo dedicato al ballo Soul Train. Stiamo parlando di una danza che ha stravolto il modo di intendere il movimento legato alla musica. The word Orc, Orcus in Latin, is used in Virgil’s Aeneid to describe Enea’s descent into the Underworld. For our ancestors, entrance into the Underworld took place through Lake Avernus between the sulfur mines of Pozzuoli and Cuma. The video opens with the actual entrance into the Cumaean corridor that led to the sacred cave of the Sibyl and pays homage to the symbolic journey into the Underworld, with nihilist implications that leave no room for redemption or rebirth. ZU - LEFT HAND PATH - 2010 - 3’ 03 Il video si ispira a un pezzo degli Zu con il cantante degli Oxbow, Eugene Robinson. Si parla di morte e rinascita, nel contesto sacro dell'antico Egitto e della sua ricchissima e in parte misteriosa simbologia. The video is inspired by a Zu song featuring Oxbow singer Eugene Robinson. It speaks of death and rebirth, in the sacred context of ancient Egypt and its rich and, in part, mysterious symbology. 140 Il POSTODELLEFRAGOLE IL DOPOFESTIVAL 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema LUCA T. MAI A conceptual tribute to the Los Angeles of the mid-70s, the birth of Don Campbellock’s locking, the Electric Boogaloos’ popping and the classic TV dance show Soul Train. A dance that radically changed our understanding of movement as tied to music. PETROL - CERA - 2008 - 4.31 Un video notturno, dove il buio nasconde la maggior parte del set e la camera inquadra solo quello che viene illuminato da una piccola luce direzionale. La premessa è: una parentesi. Guardando il video si ha l'impressione di vedere parte di un film già cominciato. I personaggi sono anch’essi orfani, e portano le loro stigmate dolorose. A nocturnal video: darkness hides most of the set and the camera frames only which is illuminated by a small, directional light. The premise is a parenthesis. The video gives the impression of watching a film that’s already begun. The characters are likewise orphans who carry their painful stigmata. 141 Nato a Minturno nel 1977, ha studiato all'Accademia dell'Immagine dell'Aquila e attualmente vive a Roma. La sua tecnica prevede un intervento diretto sulla pellicola, principalmente super 8 amatoriali. Le pellicole sono le sue tele. I suoi lavori si possono vedere sul sito www.bennetpimpinella.com. Born in Minturno in 1977, Bennet Pimpinella studied at the Academy of Image Arts and Sciences in L'Aquila and currently lives in Rome. Films are his canvases as he works directly on the film stock, usually on amateur 8mm footage. His work can be seen at www.bennetpimpinella.com. Trentadue anni, nato a Parma, vive a Milano dove ha fondato la casa di produzione Red Floor Studio. Ha girato oltre cinquanta videoclip firmando regie tra gli altri per Nek, Baustelle, Irene Grandi, Tre Allegri Ragazzi Morti più una rosa di band del Rock Indie italiano, ponendosi tra i registi più richiesti dall'indie. I suoi video sono riconoscibili per il loro taglio stilistico, quasi un marchio di fabbrica. Stefano Poletti (32) was born in Parma and lives in Milan, where he founded the production company Red Floor Studio. He has directed over 50 music videos for, among others, Nek, Baustelle, Irene Grandi and Tre Allegri Ragazzi Morti; as well as well-known Italian indie rock bands, to become one of the most sought after directors of the latter scene. His trademark style makes his videos instantly recognizable. THE BLOODY BEETROOTS - ROMBORAMA – 2009 - 3, 57 SICK TAMBURO - PARLAMI PER SEMPRE - 2009 - 3’ 19 Video realizzato su una pellicola 35mm e lavorato frame-by-frame, interamente a mano. Colori, eletraset, graffi e fuoco sono gli elementi che caratterizzano il film. Qundicimila fotogrammi e tre mesi di lavoro. Girato in una cartiera a Parma, il video è costituito da un unico piano sequenza in cui vediamo una coreografia di persone incappucciate. L'attrice principale è una coreana ospitata tramite Couchsurfing. Video made from a 35mm film and modified frame by frame, all by hand, using colors, eletraset, scratches and fire, to name but a few elements. Fifteen thousand frames and three months of work. Shot in a Parma paper mill, the single-shot video features choreographed hooded dancers. The main actress is a Korean woman hosted through Couchsurfing. THE BLOODY BEETROOTS - DOMINO – 2010 - 5' 01 PAN DEL DIAVOLO - PERTANTO - 2010 - 2’ 31 Primo video di Pimpinella girato con attori reali. La storia di tre uomini mascherati e agghindati come protogerarchi nazisti - in fuga da un qualche regime che li tiene imprigionati in un casolare semi distrutto - segna un cambio di stile nei lavori del regista. Ancora un video in piano sequenza, ma stavolta montato in reverse. Quest’opera, come la precedente, è un'idea originale nata per sopperire alla mancanza di budget realizzativo. Pimpinella’s first video shot with real actors. The story of three men masked and decked out as pseudo Nazi officers running from a regime that keeps them imprisoned in a rundown cottage, marks a change in style for the director. 142 STEFANO POLETTI IL DOPOFESTIVAL 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema BENNET PIMPINELLA Yet another video shot in a single take, but this time in reverse. Like the one before it, this video was an original idea and came about to compensate for the lack of budget. 143 Nato a Roma nel 1978, si è laureato con una tesi su “Saperi e tecniche dello spettacolo digitale, teatrale e cinematografico” presso l’Università di Roma La Sapienza. Dal 2002 è attivo come musicista nel progetto Metibla (www.myspace.com/metibla) e dal 2003 come regista di cortometraggi e videoclip, tra cui quelli dei Kardia (Sanguina, Luce), degli Inferno (Bar/Bar/Bar Minimizer e il recente V Fisik’s Hall of Shame e VHS). Born in Rome in 1978, Riccardo Ponis’ graduation thesis from the University of Sapienza was entitled “Knowledge and techniques in digital, theatre and film works.” Since 2002 he has been in the band Metibla (www.myspace.com/metibla) and since 2003 has directed shorts and music videos, including for Kardia (“Sanguina,” “Luce”), Inferno (“Bar/Bar/Bar Minimizer” and the recent “V Fisik’s Hall of Shame” and “V.H.S.”). JACOPO RONDINELLI Inizia il suo percorso artistico come scenografo ed effettista speciale. Cura il design di arredi per la casa e locali pubblici, in collaborazione con aziende come Alessi, Kundalini Design e Invicta. Fonda il gruppo musicale Jetlag, di cui cura anche tutti gli aspetti visivi. Dal 2006 si avvicina al mondo della regia, collaborando con Bloody Beetroots e diversi altri artisti italiani come Il Teatro Degli Orrori, Diego Mancino e Flavio Ferri (Delta V). Cura la regia di spot pubblicitari e collabora come coregista e designer al cortometraggio di fantascienza "Afterville". Jacopo Rondinelli began his artistic career working in production design and special effects. He works as an interior designer for private homes and public places, in collaboration with renowned studios such as Alessi, Kundalini Design and Invicta. He founded the group Jetlag, and also oversees all of the band’s visuals. In 2006 he began directing videos for Bloody Beetroots, as well as various other Italian musicians, such as Il Teatro Degli Orrori, Diego Mancino and Flavio Ferri (Delta V). He has directed commercials and is co-director and designer of the sci-fi short Afterville. KARDIA - LUCE - 2008 – 5' 23 TEATRO DEGLI ORRORI - DIREZIONE DIVERSE – 2009 - 3.57 I Kardia si formano a Roma nel gennaio 2001 con l’intento di liberare attraverso la musica la voce più intima dell’anima, di disegnare con la forza dei suoni e con la carica evocativa delle parole la realtà spigolosa che ogni giorno circonda e assorbe ognuno di noi. Girato a Milano in una gelida mattinata di fine gennaio in tre location: un bosco, una strada abbandonata e l'interno di un cimitero. L'idea è di seguire con la steadycam in un unico piano sequenza Pierpaolo, leader del gruppo, attraverso una serie di quadri allegorici e luoghi surreali, come fosse un vero e proprio percorso di vita. Il commovente finale si avvale della partecipazione di Carlo Casale, leader del gruppo Frigidaire Tango. Kardia was formed in Rome in January 2001 with the aim of freeing the soul’s most intimate voice through music; of designing with the power of sound and evocative charge of words the jagged, daily reality that surrounds and absorbs each and every one of us. IL DOPOFESTIVAL 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema RICCARDO PONIS Shot in Milan on a cold morning at the end of January in three locations: a forest, a deserted road and in a cemetery. The idea was to follow, with a steadicam and in a single sequence, band leader Pierpaolo through a series of allegorical frames and surreal places, as if traversing the course of life. The moving finale features Carlo Casale, leader of the band Frigidaire Tango. THE BLOODY BEETROOTS - BUTTER – 2009 - 4' 11 Girato in America nella primavera del 2009, cita il cinema d'azione americano degli anni Settanta ed è concepito come un trailer cinematografico, incentrato su un frenetico inseguimento che dalle vie di San Francisco giunge nella Monument Valley. Shot in the US in spring 2009, the video recalls American action films of the 1970s. It was conceived to look like a film trailer, of a frantic chase that leads from the streets of San Francisco to Monument Valley. 144 145 SIGNES DE NUIT 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema 146 Le forme artistiche di questi film mescolano i parametri artistici: suono, composizione musicale, immagine, movimento, ritmo, testo, spazio e luce, non solamente a fini estetici, ma anche per permettere una comunicazione e una comprensione con spettatori di origini differenti, una sensibilizzazione a uno spazio culturale nuovo e qualche volta strano. È la responsabilità del cinema moderno e della produzione audiovisiva. La preservazione di uno spazio libero è l’obiettivo di Signes de nuit, le cui proiezioni e i cui incontri si sono tenuti in oltre venticinque paesi tra cui l’Algeria, l’Australia, il Cile, Cuba, il Libano, la Lituania, l’Indonesia, il Giappone, il Perù, la Russia, la Tunisia, la Turchia e gli Stati Uniti, oltre che nell’ambito del festival principale di Parigi, che nella sua ultima edizione 2009 ha dato spazio a circa duecento lavori provenienti da cinquanta paesi diversi. The International Festival Signes de Nuit of Paris comprises films that reflects new views, original imagery and a critical approach to the crucial points of the modern human existence. It is a place for cinema that expands its own boundaries, that is astonishing, different, potentially free from the pressure of tradition, ready to give itself to the unpredictable experiment. Special artistic forms of these films – which combine music, image, movement, rhythm, text, space, lighting and time – carry not only an aesthetic purpose, but also broaden the possibilities of communication and understanding between people of different international communities, with their mental, social and physiological phenomena. This is the responsibility of the modern cinema and audiovisual production. IL DOPOFESTIVAL Il Festival Internazionale Signes de nuit a Parigi riunisce dei film che riflettono sulle nuove visioni, un immaginario originale e un approccio critico sui momenti cruciali dell’esistenza umana moderna. È il luogo del cinema che espande i propri limiti, di un cinema sorprendente, differente, libero dalle pressioni della tradizione, pronto a lanciarsi nella sperimentazione. SIGNS OF NIGHT This opposition and the preservation of the free cultural space is the goal of the International Festival Signes de Nuit, which has held screenings and events in 25 countries including Algeria, Australia, Chile, Cuba, Lebanon, Lithuania, Indonesia, Japan, Peru, Russia, Tunisia, Turkey and the United States; besides the main festival in Paris, which at its 2009 edition screened approximately 200 works from 50 countries. Dieter Wieczorek - signesdenuit.free.fr Dieter Wieczorek - signesdenuit.free.fr La Bohème, Werner Herzog Snakes, Patrick Jolley 147 I FILM DAL SIGNES DE NUIT EVENTO SPECIALE - DALLA SIBERIA CON AMORE 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Exodus, Almagul Menlibayeva Snakes (Serpents) Patrick Jolley Irlanda 2009 / Beta / 5’ Simple Presence Futur Perfect, Davide Pepe Exodus Almagul Menlibayeva Kazakistan 2009 / DV / 11’ Présence simple futur parfait (Simple Presence Future Perfect) Davide Pepe Italia 2008 / Video / 5’ Experimente des Liebes, Hagen Wiel 148 La Bohème Werner Herzog Regno Unito 2009 / 35 mm / 4’ Experimente des Leibes Hagen Wiel Germania 2010 / DV / 20’ Una delegazione italiana, capeggiata da Olga, è invitata con alcuni film del “nuovo cinema” a un festival in Siberia (Blagoveschensk), di cui il documentario descrive il backstage. Ma presto il “dietro le quinte” della manifestazione diventa un viaggio dentro una Russia inedita e inaspettata, dove si mescolano folklore e modernità, interagiscono vecchi divi e giovani portatori di handicap, e la vita confina con la morte. “Autunno sull’Amur” diventa così un pretesto per conoscere personaggi teneri o comici, cinici o romantici, e una Russia mitica visitata come in sogno. Un road movie atipico, un film zero-budget, e un metafilm sul cinema. 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema PROGRAMMA Program Regia e fotografia/Director, cinematographer Vito Zagarrio Montaggio/Editors Marco Ricci con la collaborazione di Alberto Antonio Dandolo Interprete/Interpreter Olga Strada Produzione/Production Cavadaligafilm con la collaborazione di Ernesto Nicosia Speakers Laboratorio Audiovisivi Di.Co.Spe. Università Roma Tre (Raffaele Rizzuto) con la collaborazione di Alessandro Leonardi Anno/Year 2010 Durata/running time 40’ The documentary follows an Italian delegation of directors, led by Olga, who were invited with some of their films of the “new cinema” to a festival in Siberia (Blagoveschensk). Soon, however, this “backstage” of the festival becomes a journey into a never-before-seen and surprising Russia, where folklore blends with modernity, old stars interact with young, handicapped people and life borders on death. “Autunno sull’Amur” is thus a pretext for getting to know various tender, comical, cynical and romantic characters, and a mythical Russia visited as if in a dream. An atypical, zero-budget road movie; a meta-film on cinema. Filmografia parziale Il cineasta multitasking. Carlo Lizzani, cinema e altro (2010) Dalla Siberia con amore (2010) Tre giorni d'anarchia (2004) Bonus Malus (1993) La donna della luna (1988) 149 EVENTO SPECIALE - DALLA SIBERIA CON AMORE AVANFESTIVAL VALENTINA POSTIKA IN ATTESA DI PARTIRE 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Born in Florence, Vito Zagarrio graduated in Directing from the National Film School in Rome and also studied at New York University. He teaches theory and practice of directing at Roma Tre University and has written numerous essays and critical works on film and television. As a director, he has made documentaries and features, including La donna della luna (1987), with Greta Scacchi; Bonus Malus (1993); and Three Days of Anarchy (2006), starring Enrico Lo Verso. He is a member of the scientific board of the Pesaro Film Festival. regia, soggetto, fotografia/director, story, cinematography Caterina Carone montaggio, suono/sound e film editing Enrica Gatto interpreti/cast Carlo Paladini,Valentina Postika produttori/producers Caterina Carone, Enrica Gatto coproduttori/coproducers Paolo Benzi,Alessandro Rossetto coproduzione/coproduction Faber Film durata/running time 73 origine/country Italia, 2009' Valentina è una badante moldava che lavora per Carlo, ottantottenne partigiano e dirigente pesarese del Partito Comunista negli anni Cinquanta. La loro convivenza alterna silenzi e litigi, momenti di vicinanza e altri di estraneità. L’uno ripercorre la sua vita attraverso vecchi filmini e immagini; l’altra pensa al domani, a quando potrà tornare in Moldavia per riabbracciare i suoi tre figli. I mesi, i giorni e le ore scorrono lenti e lontani dalla frenesia cittadina, mentre Carlo e Valentina passano l’ultimo anno assieme. «Carlo e Valentina sono estranei l’uno all’altra, ma uniti dalla stessa condizione di attesa. La necessità della loro condizione li rende opposti e complementari. Attraverso le riprese in Vhs e in Super8 Carlo chiude il cerchio delle sue immagini ed esperienze, si congeda dal mondo fermando i suoi ultimi anni dopo la disillusione politica. Nel suo presente vive Valentina, con la sua musica, le sue abitudini, i tre figli al telefono, i pacchi della domenica destinazione Moldavia». (Caterina Carone) 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Vito Zagarrio, nato a Firenze, è diplomato in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e ha studiato alla New York University. Insegna Istituzioni di regia presso l’Università di Roma Tre, è autore di numerosi saggi e testi critici sul cinema e la televisione e regista di documentari e film di finzione, tra cui ricordiamo La donna della luna (1987), con Greta Scacchi, Bonus Malus (1993) e Tre giorni d’anarchia (2006), con Enrico Lo Verso. È membro del Comitato scientifico della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema. CINEMA IN PIAZZA Valentina is a Moldavian caretaker who works for Carlo, an 88-year-old former Resistance fighter and leader of the Pesaro Communist Party back in the 1950s. Their life together alternates between silence and fighting, moments of closeness and distance. He relives his past through old home movies and photos. She thinks of tomorrow, of returning to Moldavia to her three children. The hours, days, months flow slowly, far from the chaos of the city, while Carlo and Valentina spend a last year together. “Carlo and Valentina are alien to one another, yet united by the same condition of ‘waiting.’ The unavoidable nature of their conditions makes them opposites and complimentary. Through VHS tapes and Super 8 films, Carlo closes the circle of his images and experiences. He takes his leave from the world, stopping time after his political disillusionment. In the present there is Valentina, with her music, habits, phone calls with her three children and Sunday packages for Moldavia.”(Caterina Carone) Valentina Postika in attesa di partire (2009) Le chiavi per il paradiso (2007, cm) Numero 5 (2005, cm), Polvere (2006, cm) 150 151 AVANFESTIVAL AVANFESTIVAL MOSTAR CINEMA IN PIAZZA STORIA DELLA CITTÀ DIVISA 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Caterina Carone (Ascoli Piceno, 1982) graduated in Communications from the University of Bologna in 2004. She made her first documentaries, Numero 5 and Polvere, in 2005 and 2006. In 2007 she got a diploma in Project Development, Production and Directing from the ZeLIG School of Documentaries, Television and New Media in Bolzano and was chosen for the Berlinale Talent Campus with the film Le chiavi per il paradiso, winner of the Kodak Prize for Best Documentary at the 2008 Libero Bizzarri Festival. soggetto e regia/story and director Predrag Delibasic aiuto regista/assistant director Pierpaolo Loffeda direttore della fotografia/cinematographer Gianni Minelli montaggio/editor Filip Dedic musiche/music Vartan Baronijan suono/sound Daniel Miosevic consulenza/consultant: Filip David con la partecipazione di/with the participation of Predrag Matvejevic, Giacomo Scotti, Emir Balic, Alija Behram, Amina Popovac, Ibrahim Sanabac, Zivko Budimir, Amra Rahimic, Tiro Ramiz, Amela Popovac produzione/production Assessorato alla cooperazione internazionale e alla cultura della pace del comune di Pesaro e Cineforum Psaro (F.I.C.) coproduzione/co-production companies DarkoBajic, Magic Line (Belgrado) durata/running time 37' origine/country Italia, 2010 Con il patrocinio della sezione italiana di Amnesty International Made with support from the italian section of Amnesty International 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Caterina Carone (Ascoli Piceno, 1982) si è laureata nel 2004 in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Bologna. Tra il 2005 e il 2006 ha realizzato i primi documentari, Numero 5 e Polvere. L’anno successivo ha ottenuto il diploma in Sviluppo del progetto, produzione e regia alla ZeLIG - Scuola di documentario, televisione e nuovi media di Bolzano e ha frequentato il Berlinale Talent Campus del Festival di Berlino con il film Le chiavi per il paradiso, vincitore del premio Kodak come Miglior documentario al Festival Libero Bizzarri 2008. Il film racconta, attraverso diverse testimonianze, riprese e materiale di repertorio, la storia della città capoluogo dell’Herzegovina, devastata dalla guerra del 1992-1995. Il simbolo della città è sempre stato il Ponte Vecchio, costruito sul fiume Neretva a metà del ‘500 e distrutto (insieme a buona parte del centro storico, d’impronta musulmana) dalle milizie croate, attestate nell’altra parte dell’abitato. The film uses firsthand accounts, new footage and archive material to tell the story of the capital of Herzegovina, devastated by the war of 1992-95. The city’s very symbol was the Old Bridge, built on the Neretva River in the mid sixth century and destroyed (along with much of the city’s historical, Muslim center) by the Croatian militia stationed on the west side of Mostar. Filmografia parziale Mostar. Storia della città divisa (2010, cm), Esame di maturità (2005, cm) Il sentiero sotto la neve (2000), Capitan Riva (1985, cm) 152 153 AVANFESTIVAL Predrag Delibasic, nato a Sarajevo nel 1928, si è diplomato al Centro Sperimentale, è stato docente di cinema all’Università di Belgrado e all’Accademia di Belle Arti di Novi Sad, ha diretto diverse pièces teatrali, ed è stato sceneggiatore, aiuto-regista e attore per il cinema di finzione. Ha realizzato diversi documentari, fra i quali: Capitano Riva, coprodotto dall’ANPI di Pesaro e Urbino nel 1985, e Esame di maturità (sull’assedio di Sarajevo e sulle sue conseguenze odierne), del 2005. Lezione didattica abbinata a uno dei laboratori creativi a cui hanno assistito gli studenti del corso di animazione 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Born in Sarajevo in 1928, Predrag Delibasic graduated from the National Film School; taught film at the University of Belgrade and the Fine Arts Academy of Novi Sad; directed various plays; and in cinema worked as a screenwriter, assistant director and actor. He has also directed documentaries, including Captain Riva, co-produced by the ANPI of Pesaro and Urbino in 1985, and Maturity Exam (on the siege of Sarajevo and its consequences today) in 2005. VIDEO DALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO L’Altro di Valentina Pasquale 154 VIDEO DALL’ ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO/ VIDEOS FROM THE URBINO FINE ARTS ACADEMY 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Anche per questa edizione di Video dall'Accademia di Belle Arti di Urbino, il lavoro degli studenti si riconosce nell' impegno verso le tematiche legate al sociale. 156 Dalla collaborazione al progetto Ex Ospedale Psichiatrico San Benedetto nell'ambito dell'anniversario della legge 180, alle urgenze sui confini tra nord del mondo e sud del mondo (confini, recinti, muri), alla memoria come luogo di conflitto contro la standardizzazione, fino all’attuale progetto Sinergia con le attività di socializzazione e integrazione volute dall’A.S.U.R. Zona 1 di Pesaro e dai suoi partner istituzionali (Ass. Azobé Onlus e Ass. Naz Giacche Verdi – Raggruppamento regione Marche). Il lavoro segue lo svolgimento di alcune attività finalizzate al coinvolgimento sociale, ponendosi l'obiettivo di documentare, promuovere, diffondere la cultura dell'Altro. The videos of the Urbino Fine Arts Academy once again display the students’ commitment to social themes: the project on the former San Benedetto Psychiatric Hospital, on the anniversary of Law 180; the urgent issues between the northern and southern hemispheres (borders, fences, walls); memory as a place of conflict against standardization; and Sinergia, a project currently underway on socialization and integration, commissioned by A.S.U.R. Zona 1 of Pesaro and its institutional partners (Ass. Azobé Onlus and Ass. Naz Giacche Verdi – Raggruppamento regione Marche). The work follows the development of several activities aimed at social involvement, in order to document, promote and spread the culture of the Other (L’Altro). formato Dvd durata 20’ anno 2010 Ognuno di noi ogni giorno tesse relazioni, vive in un mondo che chiede l’ascolto e la cooperazione, si muove in un circuito in cui la presenza dell’Altro è data per scontata. Ma proprio a causa della quotidianità il valore dell’Altro, del diverso da sé, cessa di essere motivo di riflessione facendo barcollare le fondamenta del vivere sociale e annacquando il senso stesso del concetto di civiltà. L’Altro è una presenza da rispettare, è un’identità che deve essere contemplata come positiva e arricchente ancor prima di incontrarla: è un paradigma concettuale che le strutture formative hanno il dovere di divulgare. Il progetto SinergiaInsieme, voluto dall’ASUR Zona 1 di Pesaro, nasce dall’ascolto dei bisogni della persona, cerca strategie educative per rispondere alle necessità degli utenti diversamente abili delle proprie strutture diurne e propone percorsi formativi nel territorio attraverso la costruzione di reti istituzionali volte alla cooperazione: tende in sostanza a riportare sinergicamente la riflessione sulla necessità di “vivere” le differenze tra gli individui. In primo luogo l’Altro generico è il territorio che mostra il DNA di un luogo e della popolazione che lo abita, l’altro è un’identità collettiva le cui “orme” esistono nell’ambiente che viviamo. Parimenti l’Altro è un’identità che deve abitare i nostri pensieri rispettosi e in controtendenza a un mondo omologato. VIDEO DALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO a cura di/curated by Roberto Vecchiarelli (Cattedra di Storia dello spettacolo/ Theatre History Department) e Stefano Franceschetti (animazione/ Animation Department) L’ALTRO di Valentina Pasquale e degli studenti del corso di animazione Sinergia- Insieme parte da un territorio peculiare, l’Ente Parco S. Bartolo e la sua falesia: qui cerca i tratti distintivi di una natura dalle forme particolari e traccia, in collaborazione con le strutture formative del territorio, un percorso laboratoriale a “staffetta”. I Cser della Zona 1, le scuole (elementari e medie), gli Istituti d’Arte hanno l’obiettivo comune di completare otto metri di fondale marino (divisi in otto pannelli) a ridosso della falesia, ma ogni gruppo non finisce il proprio pannello e lo affida a quello successivo. L’ Altro è una presenza a cui donare i propri sforzi ed è al contempo una risorsa che finirà il lavoro iniziato. In ultimo gli individui, diversi per età, formazione e capacità personali, si incontrano di fronte al fondale completato e raccontano quanto hanno fatto per trasformare l’ “operato” di pochi nell’ “azione” di tutti. L’ Accademia di belle Arti di Urbino chiude il circuito: testimoni del percorso creano un video sul senso ed il valore dell’integrazione. 157 L’ALTRO by Valentina Pasquale and the students of the Animation course 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema format dvd running time 20’ year 2010 Every day each of us weaves relationships; lives in a world that requires listening and cooperation; moves in a circuit in which the presence of the L’Altro (the Other) is a given. Yet precisely because of its everyday nature, the value of the Other, of that which is different from us, ceases to inspire reflection, rocking the foundations of social life and diluting the very concept of civilization. The Other is a presence to be respected, an identity that must be seen as positive and enriching even before it is encountered. It is a conceptual paradigm that educational structures have a duty to diffuse. The project Sinergia- Insieme, commissioned by ASUR Zona 1 of Pesaro, arose from the needs of the individual and seeks educational strategies in responding to the needs of differently abled users of their daytime structures. It also offers educational opportunities in the region through institutional networks of cooperation. Essentially, it aims to synergistically generate reflection on the need for “living” the differences between individuals. First and foremost, the generic Other is the territory that illustrates the DNA of a place and its people; a collective identity whose “traces” exist in the environment in which we live. Likewise, the Other is an identity that must inhabit our thoughts with respect and in countertendency to a standardized world. VIDEO DAL LEMS Sinergia- Insieme begins with a territory, the highly distinctive San Bartolo Natural Park and its cliff. Here it seeks the distinctive traits of nature with its unique forms, and in collaboration with the area’s educational structures, a workshop based on a “relay” approach. The CSER of Zona 1, elementary and middle schools, and art institutes will each complete eight meters of an artistic rendering of a seabed (divided into eight panels) close to the cliff, but each group does not finish its panel, passing it along to the next. The Other is a presence to which to donate one’s efforts and at the same time a resource that will complete the work begun. Lastly, the individuals – of varying ages, educational levels and personal capacities – will come together before the completed “seabed” and speak on what they did to transform the “work” of a few into the “action” of all. The Urbino Fine Arts Academy closes the circle: as witnesses to the ongoing work they have created a video on the meaning and value of integration. Ghiaccio di Quatermass(x) 158 160 EAR TO THE EARTH Sound art, video art, music and ecology Primo appuntamento europeo del Festival newyorkese Ear to the Earth First European edition of the New York festival Ear to the Earth Conservatorio Statale di Musica “G.Rossini” in collaborazione con Electronic Music Foundation – New York Mostra Internazionale del Nuovo Cinema - Pesaro Provincia di Pesaro e Urbino Gioachino Rossini State Music Conservatory in collaboration with the Electronic Music Foundation – New York Pesaro Film Festival Province of Pesaro and Urbino a cura di LEMS (Laboratorio Elettronico per la Musica Sperimentale) Eugenio Giordani – David Monacchi - per la componente video: Quatermass(X) Collettivo di Ricerca e Produzione Roberto Vecchiarelli curated by LEMS (Electronic Laboratory of Experimental Music) Eugenio Giordani – David Monacchi - video curated by: Quatermass(X) Collective of Research and Production Roberto Vecchiarelli Ear to the Earth è un network internazionale che fa capo a un Festival annuale nella città di New York e si connette ad altri eventi nel mondo che condividono le tematiche ambientali. Gli obiettivi di E2E sono di stimolare la coscienza all’ambiente attraverso il suono e di sostenere iniziative nel campo della musica e dell’arte sonora su temi ambientali. E2E esiste perché siamo consapevoli che stiamo distruggendo il nostro pianeta a una scala che influenzerà profondamente le nostre vite e quelle dei nostri figli. Nonostante le veloci mutazioni del clima che si riversano su tutti gli eco-sistemi, i governi del pianeta non sembrano avere la forza di veicolare una immediata inversione di tendenza. Il festival Orecchio alla Terra, prima edizione italiana ed europea di E2E, affronta quest’anno il tema dell’ambiente sonoro da diverse prospettive, esplorando innanzitutto la nascita del concetto di “paesaggio sonoro”, inteso come l’insieme di tutti i segnali nel dominio uditivo, e le relazioni che regolano un sistema sonoro naturale o una composizione musicale. All’interno delle riflessioni interdisciplinari sul suono ambientale, due i quesiti di fondo, di natura estetica e sociologica: è possibile stimolare l’ascolto dei suoni del mondo attraverso la composizione elettroacustica e audio-visiva? Può l’arte sonora, dentro i territori sensibili della percezione estetica, fornire un contributo rilevante al dibattito ambientale attuale? Consapevoli che il difficile processo politico di riconfigurazione energetica verso l’utilizzo di risorse sostenibili passerà anche attraverso una diffusa coscienza e pressione dell’opinione pubblica, Orecchio alla Terra vuole contribuire a mantenere elevata l’attenzione all’ambiente attraverso l’arte sonora in tutte le sue declinazioni, di musica eseguita, documentazione sonora, arte sonora installata, e le relazioni con arte visiva e videoarte. Il festival comprende due conferenze, due concerti, numerose video-installazioni sonore, “soundwalks” e ascolti in vari luoghi delle città di Pesaro e Urbino, e vede la partecipazione di ‘pionieri’ degli studi sul paesaggio sonoro e sull’ecologia acustica, esponenti internazionali della sound art e della video art a fianco di scienziati, attivisti ambientali e comunicatori invitati da Italia, Olanda, Stati Uniti e Canada. Ear to the Earth is an international network that stems from an annual festival in New York City and is tied to other worldwide events that share environmental themes. E2E strives to heighten environmental awareness through sound and to support music and sound art events on environmental themes. E2E exists because we are all aware that we are facing global disruption on a scale that will profoundly affect our lives and the lives of our children. Despite the rapid climate mutations affecting all eco-systems, the planet’s governments don’t seem to have the power to implement an immediate inversion of trends. The Orecchio alla Terra festival, the first Italian and European edition of E2E, examines environmental sound from various perspectives, and above all explores the creation of the “soundscape,” intended as all of the signals that comprise the aural realm and the relationships that regulate a natural sound system or a musical composition. These interdisciplinary reflections on environmental sound are based on two fundamental questions, of an aesthetic and sociological nature: Is it possible to stimulate listening to the world’s sounds through electro-acoustic and audiovisual compositions? Can sound art make a relevant contribution to the current environmental debate within those areas sensitive to aesthetic perception? Well aware that the difficult political process of moving towards alternate, sustainable energy sources requires diffused awareness among and pressure from public opinion, Orecchio alla Terra strives to contribute to maintaining elevated environment awareness through sound art in all its forms: music, sound documentation, sound art installations and relationships with visual art and video art. The festival comprises two conferences, two concerts, numerous sound video installations, “soundwalks” and “listenings” in various sites in the cities of Pesaro and Urbino. There will also be attending pioneers in soundscape studies and acoustic ecology and international sound art and video art artists, alongside scientists, environmental activists and speakers from Italy, Holland, the United States and Canada. VIDEO DAL LEMS 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema ORECCHIO ALLA TERRA Sound art, video art, musica ed ecologia 161 LEMS 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema 162 LEMS (Electronic Laboratory of Experimental Music) was founded in 1971 as part of Pesaro’s Rossini Conservatory, as the first place of study and research in Italy of the history and development of contemporary music in the 20th century. Thanks to important contributions from composers of avant-garde music of that period and the availability of adequate instrumentations, it has consistently played a leading national role in production and education. Today, LEMS not only offers a three-year graduate course in Music and New Technologies, it also collaborates with numerous institutions, including Quatermass(X), the Pesaro Film Festival and the Electronic Music Foundation (New York) in producing electroacoustic works, performances and installation events; creating original software; and sound designing musical and multi-media events. LEMS is headed by Eugenio Giordani and David Monacchi, currently tenured professors of music. Il Collettivo di Ricerca e Produzione Quatermass(X), unisce la ricerca storica e lo studio alla produzione e creazione di eventi installativi, performance teatrali e videodanza. Da alcun anni collabora con il LEMS e cura la componente visiva della sezione Video dal LEMS della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Video e videoinstallazioni sono state presentate alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema (Pesaro), a Invideo (Milano, San Gimignano), Segnali Luminosi (Pesaro), Videominuto (Prato, Museo Pecci ), Metafore della visione (Catanzaro). Il collettivo si avvale di diverse collaborazioni che ruotano attorno a Roberto Vecchiarelli, e a Mom (Mariangela Malvaso e Luca Vagni). The Quatermass(X) Research and Production Collective unites historical research and study with the production and creation of installation events, theatre performances and video dance. They have worked with LEMS for a number of years and curate the visual component of the LEMS Videos sidebar of the Pesaro Film Festival (PFF). Their videos and video installations have shown at the PFF, Invideo (Milan, San Gimignano), Segnali Luminosi (Pesaro), Videominuto (Prato, Museo Pecci) and Metafore della visione (Catanzaro). The collective works with various regular collaborators of Roberto Vecchiarelli and Mom (Mariangela Malvaso and Luca Vagni). VIDEO DAL LEMS Il LEMS (Laboratorio Elettronico per la Musica Sperimentale) nasce all’interno del Conservatorio Rossini di Pesaro nel 1971 ponendosi di fatto come una delle prime realtà di studio e ricerca in Italia nell’ambito delle tematiche inerenti la storia e lo sviluppo della musica contemporanea del ’900. Grazie ad importanti contributi intellettuali di compositori del panorama dell’avanguardia musicale di tale periodo e alla disponibilità di strumentazioni adeguate, ha costantemente svolto un ruolo di guida nazionale sul fronte della produzione e della didattica. Oggi il LEMS, oltre ad essere sede del corso di laurea triennale in ‘Musica e Nuove Tecnologie’, collabora con molte istituzioni tra cui Quatermass(X), Mostra Internazionale del Nuovo Cinema (Pesaro), Electronic Music Foundation (New York) per la produzione di opere elettroacustiche ed eventi installativi e performativi, realizzando software originale e regia del suono di eventi musicali e multimediali. Le attività e la gestione del LEMS sono affidate ad Eugenio Giordani e David Monacchi, attuali docenti titolari responsabili dei relativi corsi di musica. QUATERMASS(X) Mare Nostrum di Quatermass(x)/Mom 163 VISIONI video e video-installazioni sonore VISIONS video and sound video installations MARE NOSTRUM - C500T 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema (studio per una video-installazione)/(study for a video installation) di/by Quatermass(X)/ Mom concept Roberto Vecchiarelli realizzazione/created by Roberto Vecchiarelli, Luca Vagni, Mariangela Malvaso suono elettronico/electronic sound Eugenio Giordani (LEMS) caratteristiche tecniche/technical characteristics video-installazione anno/year 2010 loop Mare nostrum è la formula che indica la certezza da parte dell'élite dirigente romana di aver ridotto tutto il Mediterraneo a un 'lago' romano, controllato dai romani. L' uso moderno, da parte dell' Italia fascista, della definizione di mare nostrum, indica il programma della rivendicazione della politica estera mussoliniana, dopo il consolidarsi del suo disegno. È l'esempio della calzante, e non retorica, riutilizzazione della realtà di Roma Antica da parte della macchina politico-propagandistica del fascismo. “Mare nostro” indica l'aspirazione italiana al predominio sul mare e all’estensione della sua area geopolitica innanzitutto sul versante dell'Adriatico: diritto di sovranità territoriale di Roma sul mare Mediterraneo. Ma in questo mare, cosa ereditiamo dai deliri di potenza del governo fascista? Una grande quantità di bombe che, sommerse, continuano da sessant'anni a disperdere lentamente il loro carico di morte. Gas Iprite, in milioni di litri. Tante bombe scaricate in mare, dai tedeschi in ritirata, per non lasciarle nelle mani degli Alleati. Queste sono le prime tracce di un lavoro che prenderà forma attraverso la rielaborazione di Dido & Aeneas di H. Purcell. This is the first part of a work that will be created around a re-elaboration of the Henry Purcell opera Dido and Aeneas. VIDEO DAL LEMS The Ancient Roman ruling class used the term Mare nostrum to indicate their having reduced the entire Mediterranean into a “lake” which they controlled. The modern use of the term mare nostrum, in fascist Italy, referred to Mussolini’s plans for international expansion after having consolidated his regime’s power at home. As such, it is an example of the very real, rather than rhetorical, re-utilization of Ancient Roman culture by the political-propagandistic fascist machine. ”Mare nostro” refers to Italy’s aspirations for supremacy over the sea and the expansion of its geopolitical territory, especially on the Adriatic – the Romans’ right to territorial sovereignty on the Mediterranean Sea. Yet what have we inherited from fascisms’ delusions of power? Countless bombs that for 60 years have continued to slowly unload their death charge: millions of liters of mustard gas from the numerous bombs dumped into the sea by the retreating Germans who wanted to leave nothing in the hands of the Allies. 165 VISIONI video e video-installazioni sonore VISIONS video and sound video installations GHIACCIO (appunti per un viaggio verso la notte) 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di/by Quatermass(X) realizzazione/created by Roberto Vecchiarelli ottimizzazione/finalization Simone Lunghi Per affrontare un lavoro sull'epopea delle spedizioni polari, o meglio ancora dei grandi naufragi, abbiamo deciso di conoscere più da vicino la luce e il suono del ghiaccio. E Ghiaccio è una prima raccolta di immagini, di idee, di sensazioni e di rapporto diretto con un'area geografica. È così che comincia il viaggio: dalle Dolomiti alla Norvegia, dal Canada all'Islanda. Raccogliendo appunti, leggendo diari (Payer, Shackleton, Nobile). Attraverso l'esempio di alcuni uomini - che hanno vissuto la condizione del naufragio, e che attraverso di esso hanno acceso un lume nella tenebra della disperazione - vogliamo contribuire a riaccendere un lume e forare anche noi la tenebra. Quella tenebra che le popolazioni indigene delle regioni polari si trovano a vivere lottando per la propria sopravvivenza a causa dei cambiamenti climatici. Il cambio climatico irrompe in ogni settore della loro vita. I popoli indigeni hanno una precisa coscienza dei problemi e, pur sapendo di avere poca voce in capitolo, lottano per il diritto al freddo. L'avventura, l'epica e certe implicazioni di carattere esistenziale diventeranno il pretesto per trattare le tematiche ambientali e quelle delle popolazioni artiche, ma anche quello per riflettere sulla perdita di aura che questi luoghi subiranno come conseguenza dello sfruttamento petrolifero, minerario, commerciale (inteso come luogo di attraversamento del traffico marittimo) e turistico. A questo naufragio, a questa aggressione da parte dell'uomo 'economico' vogliamo contrapporre: la 'poesia', che è propria dei viaggiatori, degli scienziati e degli uomini sensibili e il valore dato alle azioni umane, con il quale l'uomo ha il coraggio di fermarsi, di rinunciare, di essere attento e rispettoso della vita altrui. Desideriamo sondare lo spirito che aleggia attorno ai luoghi e alle cose che, toccati dall'uomo, riflettono sì la disperazione del naufragio, ma anche un amore incontrastato per quella natura percorsa con le proprie uniche forze. Quello spirito, che nonostante le difficoltà è amore incontrastato, e mantiene negli occhi quella luce vivida che si ravviva ogni volta di fronte ai paesaggi estremi. To tackle the epic work of the Polar expeditions, or better yet the great shipwrecks, we decided to get to know the light and sound of ice from closer up. Ghiaccio is the first collection of images, ideas, sensations and a direct relationship with a geographical area. Thus our journey began: from the Dolomites to Norway, from Canada to Iceland, collecting notes and reading diaries (by Julius von Payer, Ernest Shackleton and Umberto Nobile). Through the examples of several men – who survived shipwreck to light a candle in the darkness of despair – we would like to contribute in relighting a candle and also piercing through the darkness. The very darkness with which the indigenous peoples of the Polar regions live, fighting for their survival, which is threatened by climate change. Climate change affects all aspects of their lives. The indigenous peoples have a precise awareness of the problems and, though they know they have little voice in the matter, they are fighting for their right to the cold. Adventure, epics and certain existential implications serve as a pretext for discussing issues concerning the environment and the Arctic populations. As well as for reflecting upon the loss of the aura that these places will undergo as a consequence of the exploitation that comes from oil drilling, mining, commercial crossings and maritime traffic, and tourism. We would like to contrast this shipwreck, this aggression from “economic” man, with “poetry,” which belongs to travelers, scientists and all those who are sensitive. And the value of human actions, which give man the courage to stop what he is doing, to renounce certain things and to be attentive to and respectful of the lives of others. We wish to sound out the spirit that drifts through the places and things that, touched by man, reflect not only the despair of a shipwreck but also an undisputed love of nature that is traversed with one’s unique strengths. A spirit that remains undisputed love despite numerous difficulties, and maintains a bright light in our eyes, which is rekindled time and again before extreme landscapes. VIDEO DAL LEMS 166 genere/genre video suono elettronico/electronic sound Thomas Spada supporto/format Dvd anno/year 2010 ascolto in cuffia/to be listened to on headphones 167 VISIONS video e video-installazioni sonore video and sound video installations OSSERVAZIONI SULLO SPAZIO URBANO/NATURALE OSSERVAZIONI SULLO SPAZIO URBANO/NATURALE ovvero percorrere e passeggiare per ri-immaginare la città attraverso punti di vista differenti or walking and wandering to re-imagine the city through different points of view Registrazioni sul campo, elaborazioni e sonorizzazioni applicate a cura di Thomas Spada e Tommaso Vecchiarelli, con la collaborazione di Angelo Ciavarella e Rossano Capriotti - LEMS Corso di Laurea in Musica e Nuove Tecnologie, ideazione e coordinamento: David Monacchi, nell'ambito del progetto ex Ospedale Psichiatrico San Benedetto a cura di Quatermass(X) Field recordings and applied sonorous accompaniment curated by Thomas Spada and Tommaso Vecchiarelli, will the collaboration of Angelo Ciavarella and Rossano Capriotti - LEMS – Graduation Course in Music and New Technologies, concept and coordination: David Monacchi, as part of the project of the former San Benedetto Psychiatric Hospital curated by Quatermass(X). - ARCHIVIO SONORO DEL SAN BENEDETTO - ARCHIVIO SONORO DEL SAN BENEDETTO ideazione ed elaborazione di Thomas Spada (LEMS) , riprese video-fotografiche di Roberto Vecchiarelli , editing video di Luca Vagni, genere video, supporto Dvd, anno 2007, ascolto in cuffia concept and elaboration Thomas Spada (LEMS), video-photography by Roberto Vecchiarelli video editing by Luca Vagni, genre video, format Dvd, year 2007, to be listened to on headphones Un' indagine sul paesaggio sonoro e sulle emergenze acustiche proprie dell' ex ospedale psichiatrico di Pesaro. - PEREGRINANDO VERSO LE REGIONI INESPLORATE di Roberto Vecchiarelli, Luca Vagni, Mariangela Malvaso (QX), suono elettronico di Thomas Spada (LEMS), genere video, supporto Dvd, anno 2007, ascolto in cuffia Camminare è l'atto creativo primario. Camminare è come narrare. Il percorso è narrazione. Camminare diventa una mappatura dello spazio a cui vengono attribuiti dei valori. Percorrere e peregrinare compiendo una traiettoria ciclica diventa gesto rituale. Il percorso diventa 'sacro'. Questo percorso-narrazione dentro il San Benedetto è l'opportunità per conservarne la memoria attraverso uno sguardo che trasforma in abitare lo spazio. 168 VIDEO DAL LEMS 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema VISIONI An exploration of the soundscape and acoustic emergencies of the former psychiatric hospital of Pesaro. - PEREGRINANDO VERSO LE REGIONI INESPLORATE by Roberto Vecchiarelli, Luca Vagni, Mariangela Malvaso (QX), electronic sound Thomas Spada (LEMS), genre video, format DVD, year 2007, to be listened to on headphones Walking is the primary creative act. Walking is like narrating. The path is the narrative. Walking becomes a mapping of space to which values are attributed. Walking and wandering, carrying out a cyclical trajectory, becomes a ritual gesture. The path becomes “sacred.” This path-narrative inside San Benedetto is an opportunity to preserve its memory through a perspective that transforms the space into living. 169 VISIONI video e video-installazioni sonore video and sound video installations OSSERVAZIONI SULLO SPAZIO URBANO/NATURALE - EX OSPEDALE PSICHIATRICO SAN BENEDETTO/ EX BARCHETTO DUCALE - EX OSPEDALE PSICHIATRICO SAN BENEDETTO/ EX BARCHETTO DUCALE Sequenze fotografiche Roberto Vecchiarelli, suono elettronico di Thomas Spada (LEMS), genere video, supporto Dvd, anno 2010, ascolto in cuffia Photographic sequences Roberto Vecchiarelli, electronic sound Thomas Spada (LEMS), genre video, format Dvd, year 2010, to be listened to on headphones È negli ambienti urbani, suburbani e industriali che si verifica il maggiore scollamento tra uomo e natura. Ci sono luoghi urbani però, anche altamente antropizzati, dove la flora e la fauna - autoctone e non - riescono a ritagliarsi il proprio habitat. Spazi dove il tessuto urbano sembra collassare perché è rimasto fuori, per lungo tempo, da ogni forma di pianificazione. Spazi caduti nella dimenticanza. Spazi vuoti. Territori dell'oblio che la natura si riconquista. It is within urban, suburban and industrial environments that the greatest separation between man and nature occurs. However, there are urban spaces, even highly “anthroposized” spaces, where the flora and fauna –indigenous and not – succeed in carving out their own habitat. Spaces where the urban fabric seems to collapse because it has been excluded, for ages, from any form of planning. Spaces that have sunk into oblivion. Empty spaces. Forgotten territories that nature reclaims. VIDEO DAL LEMS 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema OSSERVAZIONI SULLO SPAZIO URBANO/NATURALE VISIONS VISIONI video e video-installazioni sonore VISIONS video and sound video installations ARCHIVIO NATURA la natura vista dai cineasti / nature as seen by filmmakers 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di/by Massimiliano de Simone tecnica/technique found footage suono elettronico di/electronic sound by Carmine Cella (LEMS) genere/genre video supporto/format Dvd anno/year 2010 ascolto in cuffia/to be listened to on headphones 1 - Renoir: In equilibrio tra due elementi a contrasto, il cinema di Renoir si esprime attraverso una scissione che vede la natura come esplosione della vitalità e della riconciliazione e al tempo stesso come luogo dell'allontanamento. La cinepresa di Renoir penetra nell'erba, tra gli alberi e scivolando sull'acqua scende in profondità: alla gioia della vita, alla sottomissione dell'uomo alle leggi della natura e dei sensi, si contrappone il tormento de “la bête humaine”, e sulle acque scorrono le ossessioni, il tormento e la malinconia. Le immagini della natura, dove l’invisibile diventa visibile e perturbante. Il luogo apparentemente conosciuto è pervaso di una sensualità misteriosa e allusiva che pervade anche i corpi. 1] Renoir: Balanced between two contrasting elements, Renoir’s films are conveyed through a fission that simultaneously perceives nature as an explosion of vitality and reconciliation, and as a place of estrangement. Renoir’s camera penetrates the grass and trees and slides on the water to sink into the depths –the joy of life and man’s submission to the laws of nature and the senses. It contrasts the torment of “la bête humaine” as obsessions, torment and melancholy flow along the waters. Images of nature where the invisible becomes visible, disturbing. The seemingly familiar place is pervaded by a mysterious and allusive sensuality that pervades our bodies as well. VIDEO DAL LEMS 173 VISIONI video e video-installazioni sonore VISIONS video and sound video installations 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema PRESENTE CONTINUO di/by Valentina Olivi caratteristiche tecniche video-installazione/ technical characteristics video installation anno/year 2010 loop Un corpo in attesa nella luce nella notte diventa lo strumento per conoscersi. Il corpo si perde nelle ombre, trascende se stesso, diviene la superficie malleabile che una luce modella. Le ombre lo fanno divenire non-corpo. La carne diventa ombra, si dissolve nell'oscurità più profonda ma riappare nella luce in piccole, morbide forme geometriche. L'ombra creata dal corpo diventa carne, si distingue dal suo fondo fatto di forme di luce, per diventare corpo che si automodifica, e si sintetizza in una linea sinuosa, identitaria. La sensazione che si vive in questo 'luogo della stasi', apparentemente infinito e senza tempo, ci offre la sensazione di un presente continuo. Gli istanti si ripetono. C'è un senso di chiusura dato dalla ripetitività martellante. Ma ora una nuova comprensione comincia a farsi strada: il suono, che scandisce il tempo ciclico della natura, ci risveglia dalla opprimente stasi fisica e attua un processo creativo e liberatorio. VIDEO DAL LEMS A body waiting in the light of the night becomes an instrument for getting to know ourselves. The body gets lost in the shadows, transcends itself, to become a malleable surface shaped by a light. The shadows transform it into a non-body. The flesh becomes shadow, dissolving in the deepest darkness to reappear in the light as small, soft geometric forms. The shadow created by the body becomes flesh, it distinguishes itself from its backdrop made up of light forms, to become a body that modifies itself and is synthesized in a sinuous line of identity. The sensation experienced in this seemingly infinite and timeless “place of stasis” offers us the sensation of a continuous present. The moments are repeated. There is a sense of closure offered by the pounding repetitiveness. But now a new understanding begins to emerge: sound, which marks the cyclical tempo of nature, awakens us from an oppressive physical stasis and triggers a creative, liberating process. 175 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema CO2 (riduzione in video da video-installazione con audio multicanale) /(video of a video installation with multi-channel audio) da un' idea di/ from an idea by David Monacchi editing e progetto video-installativo/ editing and video installation by Roberto Vecchiarelli, Luca Vagni, Mariangela Malvaso, Quatermass(X) Cinema in Piazza PROIEZIONI / SCREENINGS interludio e materiale filmato originale/ interlude and original filmed material Greenpeace (grazie a Christian Cassar) suono elettronico/electronic sound Eugenio Giordani, David Monacchi (LEMS) formato/format Dvd durata/ running time 17' anno/year 2009 CO2 è il risultato dell’elaborazione di filmati inediti provenienti dall’ultimo viaggio nell’artico della nave Arctic Sunrise e di materiale video di repertorio di Greenpeace International, sonorizzati con musiche elettroacustiche originali. I mutamenti del clima, già palesemente in atto, non sono stati sufficienti a destare un allarme altrettanto serio dei governi del pianeta. La CO2 nell’atmosfera, che ha oggi raggiunto le 390 ppm superando la soglia considerata limite di 350 ppm, e l’impressionante deforestazione, tanto che ogni due secondi sparisce nel mondo un’area di foresta equivalente a un campo da calcio, sono le principali cause che determinano oggi una situazione globale sulla soglia dell’irreversibilità. La comunità scientifica internazionale è ormai pressochè unanime: siamo all’inizio di una crisi climatica e ambientale che cambierà radicalmente la vita e la percezione del mondo delle future generazioni, e i governi non sembrano aver ricevuto la pressione pubblica necessaria per un’azione congiunta e tempestiva nel definire impegni concreti e vincolanti per la riduzione immediata delle cause del riscaldamento globale. VIDEO DAL LEMS CO2 is the result of the elaboration of never-before-seen footage of the latest trip to the Arctic of the ship Arctic Sunrise and archive video material from Greenpeace International, accompanied by original electro-acoustic music. Serious climate changes already clearly underway have not been enough to sound an equally serious alarm for our planet’s governments. The CO2 in the atmosphere – which is now at 390 ppm, exceeding the accepted limit of 350 ppm – and staggering deforestation – every two seconds a forested area the size of a football field disappears – are currently the main causes of a global situation on the verge of irreversibility. The international scientific community is virtually unanimous: we are at the beginning of a climactic and environmental crisis that will radically change the lives and world perspectives of future generations, and governments do not seem to have received the necessary public pressure to undertake joint, timely action in defining concrete, binding commitments for the immediate reduction of the causes of global warming. 177 Liceo Artistico / Scuola del libro di Urbino Sezione Cinema d’animazione Motografie/04 Disegni animati, fumetti e illustrazioni In mostra gli elaborati recenti degli allievi della scuola. Sarà riservato un ampio spazio alle opere del corso di Perfezionamento, biennio post-diploma di specializzazione nelle arti grafiche e filmiche. In visione “Resina 1” e “Resina 2”, fumetti autoprodottidagli allievi. In collaborazione con la Mostra Internazionale del NuovoCinema di Pesaro. L’ATTIMO FUGGENTE Pesaro, 20-28 giugno 2010 Centro Arti Visive Pescheria, Corso XI settembre Cinema sperimentale, via Rossini 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Animated Film Section Artistic Lyceum/“Scuola del libro” State Institute of Art of Urbino Motografie/04 Animation designs, comics and illustrations An exhibit of the works of the school’s students, with ample space given to the works of the students in the Masters program, a two-year post-graduate course in graphic and cinematic arts. On display are Resina 1 and Resina 2, the students’ selfpublished comic strips. In collaboration with the Pesaro Film Festival. Pesaro – June 20-28, 2010 Centro Arti Visive Pescheria, Corso XI settembre Cinema Sperimentale, Via Rossini www.isaurbino.it [email protected] 178 Machbeth di Giovanni Piscaglia 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Video selezionati The videos selected Dal 2000 la Fondazione Pesaro Nuovo Cinema organizza il Concorso Video “L’attimo fuggente”, riservato agli studenti di tutte le scuole (elementari, medie, superiori, università), per la realizzazione di un cortometraggio (di qualsiasi argomento, genere e linguaggio) della durata massima di tre minuti, realizzato in video, in digitale o in pellicola. Dall’edizione 2006 la partecipazione al Concorso è stata limitata agli studenti della Regione Marche. I cortometraggi meritevoli vengono presentati nell’ambito della programmazione video della Mostra e i tre film migliori vengono scelti da una giuria di esperti, composta dai giornalisti Paolo Angeletti (“Il Resto del Carlino”), Alberto Pancrazi (RAI), Mauro Rossi (“Il Pesaro”), Claudio Salvi (“Il Messaggero”), da Gualtiero De Santi (saggista e docente universitario) e da Fiorangelo Pucci (direttore del “Fano International Film Festival”). I cortometraggi vincitori del concorso vengono quindi proiettati di nuovo (e i loro autori premiati) nel corso della serata conclusiva della Mostra, in Piazza del Popolo. Un apporto significativo al Concorso è stato sempre dato dall’Istituto Statale d’Arte “Scuola del Libro” di Urbino. “L’attimo fuggente” si avvale della fondamentale collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Macerata. CONTRO I COMPITI PER CASA della Scuola Media Cappella-Curzi di San Benedetto del Tronto BLU della Scuola Media Cappella-Curzi di San Benedetto del Tronto L’ATTIMO FUGGENTE di Fabio Angelo Lucatuorto, Accademia di Belle Arti di Urbino SKUNK di Luca Bontempi, Nikola Brunelli, Paolo della Biancia, Marco Mondani Sara Panunzio, Accademia di Belle Arti di Macerata PURPLE HAND di Silvia Borroni, Accademia di Belle Arti di Macerata ALIENANTI MOVENZE URBANE di Giovanni Soria Accademia di Belle Arti di Macerata ENJOYOURSELF di Alberto Pompei, Accademia di Belle Arti di Macerata THE WRITER di Daniele Cinalli, Andrea Natali, Marta Tavoloni Maria Cristina Rossi, Accademia di Belle Arti di Macerata PASSETTO di Emmanuel Giuffrida, Accademia di Belle Arti di Macerata LITTLE SWAN di Andrea Alemanno, Accademia di Belle Arti di Macerata THINK! di Fabio Ferretti, Accademia di Belle Arti di Macerata QUATTRO SPOT di Stefano Teodori, Accademia di Belle Arti di Macerata LA RICERCA DELLA SERENITÀ di Diego Capomagi Accademia di Belle Arti di Macerata EROMA di Roberto Buzzo, Accademia di Belle Arti di Macerata SIGARETTA ILLUMINANTE di Francesca Pasquaretta Accademia di Belle Arti di Macerata SACRA CONVERSAZIONE N. 1 – 5 VIZI CAPITALI di Giovanni Piscaglia, Pesaro, Istituto Europeo di Design Since 2000, the Pesaro Film Festival has been holding the “L’Attimo Fuggente” short video competition for students of all ages – elementary, middle, high school and university. The shorts can be on any topic in any genre and language; must not exceed three minutes; and can be made using video, digital or film. Since 2006, the competition has been limited to students from only the Marches Region. The top shorts are screened during the Pesaro Film Festival and the three best works are chosen by a jury of experts, comprising journalists Paolo Angeletti (Il Resto del Carlino), Alberto Pancrazi (RAI), Mauro Rossi (Il Pesaro), Claudio Salvi (Il Messaggero), Gualtiero De Santi (essayist and university professor) and Fiorangelo Pucci (director, Fano International Film Festival). The winning shorts are shown again during the Festival’s awards ceremony, in Piazza del Popolo, at which the winning filmmakers are presented with their prizes. “L’Attimo Fuggente” has since its inception received significant support from the “Scuola del Libro” State Art Institute of Urbino. The competition also enjoys a crucial partnership with the Macerata Fine Arts Academy. 180 L’ATTIMO FUGGENTE Concorso Video/Video Competition L’ATTIMO FUGGENTE a cura di/organized by Pierpaolo Loffreda Dall’Istituto d’Arte Scuola del Libro di Urbino video di/ Videos from “Scuola del libro” State Institute of Art of Urbino: Chiara Raimondi Rojna Bagheri Luciana Bencivenga Riccardo Spalacci Alessia Secondini Alessandra Maccari Valeria Prosperi Alessandra Bucchi Hilario Giampaolo Alessandra Romagnoli Jessica Riccardi Lavoro collettivo della classe 3/a E 181 IL CINEMA A SOSTEGNO DELLE CAMPAGNE DI AMNESTY INTERNATIONAL IN DIFESA DEI DIRITTI UMANI CINEMA AND AMNESTY INTERNATIONAL’S HUMAN RIGHTS CAMPAIGNS Amnesty International è un’Organizzazione non governativa, indipendente e imparziale, fondata nel 1961 dall’avvocato inglese Peter Benenson, che opera in tutto il mondo per difendere i diritti umani. Conta attualmente oltre due milioni di soci, sostenitori e donatori in più di 150 paesi; la sede centrale è a Londra. La Sezione Italiana di AI, costituitasi nel 1975, conta circa 80 mila soci; la sede nazionale è a Roma. Amnesty International svolge ricerche e azioni per prevenire e far cessare gravi abusi dei diritti all’integrità fisica e mentale, alla libertà di coscienza e di espressione e alla libertà dalla discriminazione. Nell’ambito della propria opera di promozione di tutti i diritti umani, organizza iniziative di natura educativa e formativa e attività di pressione e sensibilizzazione. La visione di Amnesty International è quella di un mondo in cui a ogni persona sono riconosciuti tutti i diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Accanto alle campagne in corso, come quella per porre fine alla violenza sulle donne e alle violazioni dei diritti umani nel contesto della “guerra al terrore”, Amnesty International ha recentemente lanciato la campagna (IO PRETENDO DIGNITÀ), che intende mettere in luce il legame tra la povertà e le violazioni dei diritti umani. La Sezione Italiana dell’associazione è inoltre impegnata per ottenere l’introduzione del reato di tortura nel nostro codice penale e, da alcuni anni, svolge azioni di sensibilizzazione e denuncia sulla deriva discriminatoria di leggi e pratiche istituzionali, che erodono sempre di più la tutela dei diritti umani di gruppi vulnerabili quali migranti, richiedenti asilo, cittadini stranieri e minoranze etniche, tra cui i rom. Negli ultimi anni il cinema si è rivelato un mezzo sempre più prezioso ed efficace per la promozione delle campagne in difesa dei diritti umani. In Italia, a partire dal 2005, l’associazione ha dato il patrocinio a oltre 15 pellicole che hanno contribuito a far conoscere a migliaia e migliaia di persone le violazioni dei diritti umani in specifici paesi o problemi gravissimi quali il traffico di armi o la violenza sulle donne. L’ultimo film patrocinato in ordine di tempo è I gatti persiani di Bahman Ghobadi, premiato a Cannes nel 2009. Accanto a specifiche collaborazioni con festival quali Human Rights Nights, Cinemambiente, Est Film Festival, Cinema Senza Frontiere e Giffoni Film Festival, per la quarta volta la Sezione Italiana di Amnesty International è presente alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro con un premio, intitolato “Cinema e diritti umani”, al film che, trasversalmente tra le varie sezioni, avrà saputo meglio descrivere le tematiche relative ai diritti umani. Questo premio testimonia ancora una volta l’importanza del connubio tra cinema e diritti umani e la fiducia che Amnesty International ripone nel veicolo cinematografico per sensibilizzare il pubblico sui temi delle sue campagne. Info: +39 06 4490212 +39 320 6196321 [email protected] - www.amnesty.it 182 Amnesty International (AI) is an independent non-governmental organization for the international recognition of human rights, founded in 1961 by British lawyer Peter Benenson. It currently counts over two million members, supporters and subscribers in over 150 countries and is headquartered in London. The Italian Section of AI, founded in 1975, has approximately 80,000 members and is headquartered in Rome. Amnesty’s mission is to undertake research and action focused on preventing and ending grave abuses of the rights to physical and mental integrity, freedom of conscience and expression, and freedom from discrimination. In pursuit of this vision, AI organizes educational and training activities and pressure and awareness campaigns. Amnesty International envisions a world in which each person’s rights as stated by the Universal Declaration of Human Rights are recognized. Alongside current campaigns such as ending violence against women and the violations of human rights as part of the “war on terror,” Amnesty International recently launched the campaign Io Pretendo Dignità (“I Demand Dignity”) to bring to light the connection between poverty and human rights violations. The Italian Section of AI is furthermore committed to introducing the crime of torture into the country’s penal code and has for years been undertaking actions to raise awareness and denounce the discriminatory laws and institutional practices that increasingly erode the protection of human rights for vulnerable groups such as immigrants, asylum seekers, foreign citizens and ethnic minorities, including the Roma people (or “gypsies”). In recent years, cinema has proven itself to be an increasingly invaluable and efficient tool in promoting campaigns for the defense of human rights. In Italy, since 2005, Amnesty has given its patronage to over 15 films that have contributed to revealing to thousands of people the human rights violations in specific countries, or profoundly grave problems such as arms trafficking and violence against women. The latest such film was No One Knows About Persian Cats by Bahman Ghobadi, winner of the Special Jury Prize at the 2009 Cannes Film Festival. Along with collaborating with festivals such as Human Rights Nights, Cinemambiente, Est Film Festival, Cinema Senza Frontiere and Giffoni Film Festival, for the fourth consecutive year, AI’s Italian Section is proud to return to the Pesaro Film Festival with the Cinema and Human Rights Award, presented to the film that of all the sections best describes themes relating to human rights. This prize once again bears witness to the fundamentally important union between cinema and human rights and the trust that Amnesty International places in film as a medium for raising awareness among audiences about the subjects of its campaigns. 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Giuria del Premio Amnesty/Amnesty Award Jury: Isabella Aguilar, Alberto Negri, Riccardo Noury, Serafino Murri, Daniele Vicari Info: +39 06 4490212 +39 320 6196321 [email protected] - www.amnesty.it 183 184 14 Performances in a Bunker, 85 Abonenty, 91 Ameriga, 91 Archivio natura - Renoir, 172 - 173 Archivio sonoro del San Benedetto, 168 - 169 Babusya/Granny, 44 Banalmente dipendente, 134 Bioginiya: kak ya polyubila/The Goddess, 50 Bruner’$ Trial, 91 Budrus, 94 Bumer/Bummer, 46 Butter, 145 Cera, 141 Chol/Beduin Sand, 122 CO2, 176 - 177 Cosmic Love, 139 Cycling the Frame, 98 Dalla Siberia con amore, 149 Daniel Schmid - Le chat qui pense, 104 Der Räuber/The Robber, 22 Diploma, 119 Direzioni diverse, 145 Domino, 142 El Pasante/The Intern, 26 Eroica, 85 Exodus, 148 Ex ospedale psichiatrico San Benedetto/ Ex Barchetto Ducale, 170 - 171 Experimente des Leibes, 148 Fat & Thin, 85 Foschia Pesci Africa Sonno Nausea Fantasia, 102 Ghiaccio, 166 - 167 Happy End, 85 Hayelet bodeda/The Substitute, 121 Himnon/Anthem, 120 Hiroshima, 112 Hoe-ori Ba-ram/Eighteen, 24 Il cineasta multitasking. Carlo Lizzani, cinema e altro, 36 Ie Chess la realdà, 135 Il mio Novecento, 37 Indigènes d’Eurasie/Eastern Drift, 96 Kak ya provel etim letom/How I Ended this Summer, 74 Kefir Grains are Going onto the Flight, 91 Kislorod/Oxygen, 28 Koktebel/Roads to Koktebel, 68 - 69 La Bohème, 148 L’altro, 157 - 158 L’art délicat de la Matraque, 110 La vita agra, 34 Left Hand Path, 140 Life is Pain, 84 Love, 84 Love Song, 134 Luce, 144 Ludog Princa #3: Esther, 91 March, 91 Mare Nostrum, 164 - 165 Marmot, 84 Mary Jane (Unofficial Spaghetti Cut), 137 Miyoko Asagaya Kibun/Miyoko, 30 Mne ne Bolno/It Doesn’t Hurt Me, 40 Morfiy/Morphia, 41 Mostar - Storia della città divisa, 153 LIST OF FILMS Mute, 84 Nada Malanima, 138 Nichego lichnogo/Nothing Personal, 56 Nikodim, 85 Odnazhdy v provintsii/Once Upon a Time in the Provinces, 62 Offshornij reservy, 91 Onomastica, 141 Orc, 140 Parlami per sempre, 143 Peregrinando verso le regioni inesplorate, 168 - 169 Pertanto, 143 Plennyy/Captive, 66 Présence simple futur parfait/Simple Presence Future Perfect, 148 Presente continuo, 174 - 175 Primitivi del futuro, 136 Prostye veschi/Simple Things, 75 Puteshestvie s domahnimi zhivotnymi/Travelling with Pets, 64 Quartet, 84 Romborama, 142 Skazka pro temnotu/Tale in the Darkness, 76 S Lyubovyu, Lilya/With Love, Lilly, 57 Satisfactory, 85 Shinboru/Symbol, 108 Slippery Mountain, 85 Snakes, 148 Stalingrad, 85 Sumashedshaya Pomosh/Help Gone Mad, 73 Summer Lightnings, 84 Sun, Submarine, Airplane, Penguins, 84 Svobodnoje plavanije/Free Floating, 72 Svoi/Our Own, 52 The Feast of Trimalchio, 86 - 89 The Invisible Frame, 99 - 101 The Last Hero, 85 The Travelogues, 114 Three Minutes Survival Attempts, 84 Tolya, 118 Trash Sounds, 85 Tropici, 130 Twilight, 84 Vaho/Becloud, 20 Valentina Postika in attesa di partire, 151 Volchok/Wolfy, 78 Volga Volga, 91 Yar/The Hollow, 54 Yeong-do Da-Ri/I Came from Busan, 106 Yuryev Den/Yuri’s Day, 60 Who Wants to Live Forever, 84 Zheleznaya doroga/The Railway, 48 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema INDICE DEI FILM 185 186 Gleb Alejnikov, 91 Igor Alejnikov, 91 Viktor Alimpiev, 84, 91 Alessandro Amaducci, 134 Gianni Amico,123 - 130 Nico Angiuli, 135 Tatiana Arzamasova/ (AES+F), 84, 86 - 89 Valery Ayzenberg/ (Programma Escape), 84 Julia Bacha, 94 - 95 Aleksey Balabanov, 40 - 43 Sharunas Bartas, 96 - 97 Cynthia Beatt, 98 -101 Vika Begalska, 84 Michele Bernardi, 136 Bernardo Bertolucci, 123 - 129 Lidiya Bobrova, 44 - 45 Jamie Bradshaw, 91 Sergey Bratkov, 84 Rodeon Brodsky, 118 Aleksey Buldakov, 85 Dmitry Bulnygin/ (Blue Noses), 85 Pyotr Buslov, 46 - 47 Francesco Calabrese, 137 Caterina Carone, 151 - 152 Olga Chernysheva, 84, 91 Mariya Chuykova, 85 Predrag Delibasic, 153 - 154 Andrea De Sica, 102 - 103 Massimiliano De Simone, 172 - 173 Aleksey Dobrov/ (BlueSoup), 84 Aleksandr Doulerajn, 91 Lev Erzovich/ (AES+F), 84, 86 - 89 Andrea Falbo, 138 Aleksey Fedorchenko, 48-49 Fchuk, 85 Vladimir Fridkes/ (AES+F), 84, 86 - 89 Alejandro Gerber Bicecci, 20 -21 Andrea Gianfelice, 138 Goldiechiari, 139 Lyudmila Gorlova, 85 Dmitry Gutov, 85 Benjamin Heisenberg, 22 - 23 Werner Herzog, 148 Pascal Hofmann, 104 - 105 Il postodellefragole, 141 Anna Jermolaewa, 84 Yaelle Kayam, 119 Elad Keidan, 120 Nikolay Khomeriki, 76 - 77 Jang Kun-jae, 24 Jeon Soo-il, 106 - 107 Boris Khlebnikov, 68 - 70, 72 -73 Benny Jaberg, 104 - 105 Patrick Jolley, 148 Boris Juhananov, 91 Pavel Labazov, 91 Talia Lavier, 121 Daniil Lebedev/ (BlueSoup), 84 Yuri Lejderman, 91 Omri Levy, 122 Anton Litvin/ (Programma Escape), 84 - 85 Renata Litvinova, 50 - 51 Carlo Lizzani, 34 - 37 Aleksandr Lobanov (BlueSoup), 84 Vladimir Logutov, 84 Luca T. Mai, 140 INDICE DEI REGISTI / DIRECTORS Mariangela Malvaso (Mom), 163 - 165, 168 - 169, 176 - 177 Bogdan Mamonov/ (Programma Escape), 84 Chiara Mantuano, 135 Hitoshi Matsumoto, 108 - 109 Almagul Menlibayeva, 148 Dmitry Meskhiyev, 52 - 53 Vyacheslav Mizin/ (Blue Noses), 85 David Monacchi, 176 - 177 Liza Morozova/ (Programma Escape), 84 Galina Myznikova/ (PROVMYZA), 85 Valentina Olivi, 174 - 175 Timur Novikov, 84 Valentina Pasquale, 157 - 158 Valery Patkonen/ (BlueSoup), , 84 Davide Pepe, 148 Jean-Gabriel Périot, 110 - 111 Clara Picasso, 26 Bennet Pimpinella, 142 Stefano Poletti, 143 Riccardo Ponis, 144 Aleksey Popogrebsky, 68 -69, 71, 74 - 75 Sergey Provorov/ (PROVMYZA), 85 Marina Razbezhkina, 54 - 55 Jacopo Rondinelli, 145 Larisa Sadilova, 56 - 57 - 58 - 59 Kirill Serebrennikov, 60 - 61 Katya Shagalova, 62 - 63 Sergey Shutov, 84 Konstantin Skotnikov/ (Blue Noses), 85 Vasili Sigarev, 78 - 79 Andrey Silvestrov, 91 Thomas Spada/ (LEMS), 168 - 169 Pablo Stoll, 112 - 113 Olga Stolopovskaia, 91 Vera Storozheva, 64 - 65 Evgeniy Svyatsky/ (AES+F), 84, 86 - 89 David Ter-Oganyan, 85 Dustin Thompson, 114 - 115 Leonid Tishkov, 85 Olga Tobreluts, 85 Dmitry Trojtskij, 91 Yoshifumi Tsubota, 30 - 31 Aleksey Uchitel, 66 - 67 Luca Vagni (Mom), 163 - 165, 168 - 169 176 - 177 Roberto Vecchiarelli/ (Quatermass(X)), 164 - 171, 176 - 177 Daniele Vicari, 102 - 103 Ivan Vyrypayev, 28 - 29 Hagen Wiel, 148 Vito Zagarrio, 36, 149 - 150 Maksim Zonov/ (Blue Noses), 85 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema INDICE DEI REGISTI / DIRECTORS 187 INDICE DEI CONTATTI / CONTACTS 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Bavaria Film International Bavariafilmplatz 7 / Bldg. 71 82031 Geiselgasteig, Germany Tel. +498964992686 + 498964993720 [email protected] 188 Rbb Media Kaiserdamm 80/81, 14057 Berlin, Deutschland, T +49 30 97993 84953 [email protected] Celluloid Dreams 2, rue Turgot 75009, Paris Tel. +33-1-4970-0370 Fax +33-1-4970-0371 www.celluloid-dreams.com Cine Fantom Lenka Kabankova [email protected] Control Z Films Requena 1005 ap.2 11200 Montevideo, Uruguay Tel. +598 2410 07 23 Fax +598 2410 07 22 Manuel Ferrari Tel. +54 9 11 4055 7318 Film Distribuition 34, rue du Louvre 75001 Paris Tel. +33 1 53 10 33 99 Fax +33 1 53 10 33 98 Filmgalerie 451 Saarbrücker Str. 24, 10405 Berlin Tel. +49 (0)30 33982800 Fax: +49 (0)30 33982810 [email protected] Intercinema Agency Druzhinnikovskaya street 15 123242 Moscow, Russia Tel.: + 7 499 255 90 52 Fax: +7 499 255 90 53 [email protected] [email protected] www.intercinema.ru Justvision 1616 P Street NW, Suite 340 Washington, DC 20036 202-232-6821 [email protected] www.justvision.org Kiyo Joo Gold View Co., Ltd. 3-50-5 Entopia Ogikubo #1201, Asagaya-minami Suginami-ku Tokyo 166-0004 Japan Tel. +81-3-5347-2501 Fax. +81-3-5347-2505 www.goldview.co.jp [email protected] Production Company "In Motion" General Menager: Olga Tumasova [email protected] Koktebel Film Company Chuksin Tupik 5-36 127206 Moskau Russland Tel. +7 926 562 6477 Fax +7 495 984 2098 [email protected] www.koktebelfilm.ru The Sam Spiegel Film & Television School Tel. 972-2-6731950 Fax 972-2-6731949 P.O Box: 10636 Yad Haruzim 4, floor 3, Talpiot Jerusalem, Israel International Relations And Distribution Dana Shahar - Director of International Relations and Distribution: [email protected] M-appeal Prinzessinnenstr.16, D-10969 Berlin [email protected] Tel. 030 61507505, Fax 030 27582872 www.m-appeal.com Umedia 14 rue du 18 août 93100 Montreuil- France Tel. +33 148704655 - Fax +33 149720421 [email protected] www.umedia.fr M-line Distribuition C-203 Richensia 72-1 Hannam 1-dong, Yongsan-gu, Seoul 140-779 Korea Tel: +822 796 2425 Fax: +822 796 2429 [email protected] www.mline-distribution.com Vivo Film Via Alamanno Morelli 18 0197 Roma Tel. +39 068078002 Fax +39 0680693483 [email protected] 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Albricias Produccion Tel. 0052 55 24542356 [email protected] Vaho.wordpress.com INDICE DEI CONTATTI / CONTACTS 189 THE END