Catalogo generale 46 PesaroFilmFest PDF - 8.9 Mb

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Catalogo generale 46 PesaroFilmFest PDF - 8.9 Mb
CATALOGO DELLA 46A MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA
a cura di/edited by Michela Greco e Arianna Pagliara
traduzioni in inglese/English translations Natasha Senjanovic
© 2010 Fondazione Pesaro Nuovo Cinema Onlus
Via Emilio Faà di Bruno, 67
00195 Roma
Finito di stampare
nel mese di giugno 2010
presso la tipografia Lineagrafica - Roma - Via delle Zoccolette, 25
46 MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA
A
realizzata con il contributo di:
Provincia
di Pesaro
e Urbino
Comune
di Pesaro
MAIN SPONSOR
OFFICIAL SPONSOR
CON IL SUPPORTO DI
TECHNICAL PARTNER
CON IL PATROCINIO DI
MEDIA PARTNER
FONDAZIONE PESARO NUOVO CINEMA ONLUS
46A MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA
Pesaro, 20 giugno / 28 giugno 2010
FONDAZIONE PESARO NUOVO
CINEMA ONLUS
Soci fondatori/Founding partners
Comune di Pesaro
City of Pesaro
Luca Ceriscioli, Sindaco/Mayor
Provincia di Pesaro e Urbino
Province of Pesaro e Urbino
Matteo Ricci, Presidente/President
Regione Marche
Marches Region
Gian Mario Spacca, Presidente/President
Fiorangelo Pucci, Delegato/Delegate
Consiglio di Amministrazione
Board of Administrators
Luca Ceriscioli, Presidente/President
Luca Bartolucci
Roberto Bertinetti
Mario Cristiano Carloni
Giuliana Gamba
Goffredo Pallucchini
Silvana Ratti
Simonetta Romagna
Giuseppe Saponara
Segretario generale/General Secretary
Ennio Braccioni
Amministrazione/Administrator
Lorella Megani
Coordinamento organizzativo/Ufficio a Pesaro
Organizational Coordinator/Pesaro office
Cristian Della Chiara
46A MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA
Comitato Scientifico/Scientific Board
Bruno Torri, Presidente/President
Adriano Aprà
Pedro Armocida
Pierpaolo Loffreda
Giovanni Spagnoletti
Vito Zagarrio
Direzione artistica/Artistic Director
Giovanni Spagnoletti
Direzione organizzativa/Administrative Director
Pedro Armocida
Segreteria/Secretary
Maria Grazia Chimenz
Programmazione e ricerca film
Programming Assistant
Paola Cassano
con la collaborazione di/with the collaboration of
Chiara Micol Schiona
Catalogo/Catalogue
Michela Greco, Arianna Pagliara
traduzioni dall’italiano/translations from Italian
Natasha Senjanovic
traduzioni dall’inglese/translations from English
Sabrina Pellegrini
Movimento copie/Print Coordinator
Anthony Ettorre
Accrediti e ospitalità/Accreditation and Hospitality
Claudia Barucca, Noemi Cerrone
24° Evento Speciale - Carlo Lizzani/24th Special
Event - Carlo Lizzani
a cura di/organized by
Vito Zagarrio
Segreteria scientifica/consultants
Christian Uva, Pierpaolo De Sanctis
Valentina Vincenzini
Per il Cinema russo contemporaneo/
Contemporary Russian Cinema
Olaf Möller, Alena Shumakova
Olga Strada, Barbara Wurm
Per il Dopofestival/After Hours
Antonio Pezzuto
Coordinamento proiezioni/Screenings coordinator
Paolo Lucenò
Traduzioni simultanee/Simultaneous translator
Claudia Vettore
Sito internet/Website
Claudio Gnessi (Webmaster)
Michela Greco (testi/content)
Fotografi/Photographers
Luigi Angelucci, Chiara Schiaratura
Uffici a Pesaro/Pesaro Office
Elisa Delsignore, Giovanna Gennarini,
Veronica Mastrogiacomi
Teresa De Lucia (stage/intern)
Progetto di comunicazione/Communication Design
33 Multimedia Studio
Ufficio stampa/Press Office
Studio Morabito
Mimmo Morabito (responsabile/owner)
Rosa Ardia
Stampa regionale/Regional Press
Beatrice Terenzi
Trasporti/Transportation
Stelci & Tavani, Roma
Conferenze stampa/Press conferences
Pierpaolo Loffreda
Collaborazione alla selezione dei film
Programming assistance came from
Davide Cazzaro, Rebecca De Pas
Sergio Fant, Olaf Möller, Giovanni Ottone
Consulenza assicurativa/Insurance consultants
I.I.M. di Fabrizio Volpe, Roma
Ospitalità/Hospitality
A.P.A., Pesaro
Sottotitoli elettronici/Electronic subtitles
Napis, Roma - [email protected]
Allestimento Cinema in piazza e impianti tecnici
Cinema in the Square outfitters, technical equipment
L’image s.r.l., Padova
Si ringraziano/Special thanks to
AES+F Group
Ambasciata d’Israele a Roma
Simone Arcagni
Laura Argento
Nicole Barras (T&C Edition AG)
Laura Bartoletti
Fiamma Benvignati
Gabriele Bohm (rbb media GmbH)
Roman Borisevich (Koktebel Film Company)
Sarra Brill
Giuseppe Bruno Bossio
Nicola Calocero
Eleonora Chiari
Agustina Chiarino (Control Z Films)
Fabrizio D’Alessio
Dmitry Davidenko
Johan De Faria (Celluloid Dreams)
Juan Francisco Del Valle Goribar
Alessandro De Simone
Jessica Devaney (Just Vision)
Alejandro Díaz San Vicente (Instituto
Mexicano de Cinematografía)
Giancarlo Di Gregorio
Clément Duboin (Umedia)
Emma Ettorre
Barbara Faonio
Manuel Ferrari
Chiara Fumai
Gaia Furrer
Raisa Fomina (Intercinema)
Jon Gartenberg
Natascha Gikas (goEast - Festival of Central
and Eastern European Film)
Paolo Gioli
Google Translator
Ingo Grell (Filmgalerie 451)
Galia Illarionova
Kiyo Joo (Gold View Co.)
Lenka Kabankova
Susa Katz (T&C Edition AG)
Maria Khovanskaya (Rock Films)
Sebastian Kiesmueller (Bavaria Film
International)
Nahie J.Y. Kim (M-Line Distribution)
Yulia Kozhevnikova
Klaudia Kutzner (Bavaria Film International)
Anne-Sophie Lehec (Celluloid Dreams)
Sanam Madjedi (Films Distribution)
Margherita Mangione (Umedia)
Abi Mendlewicz (Control Z Films)
Alexandre Monclin (Films Distribution)
Mazzino Montinari
Elena Muratore
Enrico Nunziata
Massimo Palma (Vivo Film)
Laura Palmieri
Wictoria Pelzer (Crossing Europe
Filmfestival Linz)
Dmitry Pleshkov (Koktebel Film Company)
Silvana Ratti
Ilaria Ravarino
Dolores Repetto
Marco Ricci
Arndt Roskens (M-Appeal)
Marilù Russino
Ariel Schweitzer
Giovanni Scialpi
Dana Shahar, Renen Shorr e Michal Sinai (The
Sam Spiegel Film & TV School)
Elena Smirnova (Intercinema)
Boris Sollazzo
Verena V. Stackelberg (Filmgalerie 451)
Yuko Tanaka
Olga Tumasova
Paolo Vampa
Per la sezione Sguardi femminili del Cinema russo
contemporaneo si ringraziano/For the section
Female Perspectives of Contemporary Russian
Cinema we would like to thank:
Ministero degli Affari Esteri della
Federazione Russa
Ministero della Cultura della Federazione Russa
Vicepresidente della Fondazione per le
iniziative sociali e culturali
Direttore della Direzione dei programmi
internazionali Tatiana Shumova
Irina Borisova
Aleksandr Gololobov
INDICE
8
PESARO 2010 - BREVI ISTRUZIONI PER L’USO - di Giovanni Spagnoletti
14
LA SIGLA DELLA MOSTRA DI PAOLO GIOLI
16
GIURIA
19
CONCORSO PESARO NUOVO CINEMA - PREMIO LINO MICCICHÈ
32
24° EVENTO SPECIALE: CARLO LIZZANI
39
IL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
80
VIDEOARTE RUSSA
86
EVENTO SPECIALE - IL BANCHETTO DI TRIMALCIONE
90
CINE FANTOM
93
BANDE À PART
116
THE SAM SPIEGEL FILM & TELEVISION SCHOOL, GERUSALEMME
123
OMAGGIO A GIANNI AMICO E BERNARDO BERTOLUCCI
131
DOPOFESTIVAL
149
EVENTO SPECIALE - DALLA SIBERIA CON AMORE
151
AVANFESTIVAL
155
VIDEO DALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO
159
VIDEO DAL LEMS - Laboratorio Elettronico di Musica Sperimentale
Dmitry Vorobyev
178
LICEO ARTISTICO/SCUOLA DEL LIBRO DI URBINO - Sezione Cinema d’animazione
Gisela Wiltschek (Bavaria Film International)
Elena Yatsoura
Alessandra Ziparo
179
CONCORSO VIDEO “L’ATTIMO FUGGENTE”
182
PREMIO AMNESTY ITALIA “CINEMA E DIRITTI UMANI”
184
INDICE DEI FILM, REGISTI E CONTATTI
Anne Wiedlack (M-Appeal)
Pesaro 2010 – Brevi istruzioni per l’uso
8
Partiamo, per forza di cose, dalla selezione del cinema russo che in questa 46/a edizione fa la
parte assoluta del leone, più di quanto mai in precedenza sia accaduto con le retrospettive
nazionali. E c’è un motivo, vista l’importanza della cinematografia in questione. Esattamente
trent’anni fa, nel 1980, la Mostra di Pesaro organizzava, grazie alla preziosa collaborazione di
un valente cinefilo e slavista, purtroppo prematuramente deceduto, Giovanni Buttavafa,
quella che è rimasta nei decenni la maggiore retrospettiva di cinema dell’Urss in Italia. Nei
(ben) due libri che accompagnavano la rassegna, si legge in copertina: «conosciamo poco il
cinema sovietico. Barriere ideologiche, differenze provinciali, difficoltà politiche, oltre s’intende a una vistosa “censura del mercato”, lo rendono una sorta di vastissimo pianeta sconosciuto». Cambiando solo la parola “sovietico” e facendo la debita tara degli anni ad alcune
sottolineature ideologiche – si può ripetere la stessa cosa per il cinema russo contemporaneo,
diventato più che mai un alieno nel panorama mediatico italiano. Viceversa, dopo i turbolenti anni Novanta, quando si è consumata la storica transizione dall’Urss alla Federazione
Russa e la morte del socialismo reale, si è assistito, in una situazione politica del tutto mutata, a una piena rinascita della cinematografia russa. Ma procediamo per ordine: alla Biennale
di Venezia del 2009, in programma c’era un’opera, che sembra essere il Manifesto di una tanto
attesa “Nouvelle Vague” russa: Crush: 5 Love Stories (t.l.: Cotti d’amore, 2009), film a episodi
diretti da Pyotr Buslov, Ivan Vyrypayev, Aleksey German jr, Kirill Serebrennikov, Boris
Khlebnikov – tutti nomi, a parte German jr (i cui film sono già passati in Italia), che si ritrovano nel nostro programma. Ancora: qualche mese fa, a febbraio 2010, How I Ended This
Summer (t.l.: Come ho trascorso l’estate, 2010) di Aleksey Popogrebsky ha vinto due Orsi
d’Argento alla Berlinale, mentre sempre a Venezia nel 2008 Paper Soldier (t.l.: Il soldato di carta,
2008) di un grande figlio d’arte, Aleksey German jr, era stato insignito del Leone d’Argento e qui ci fermiamo per ragioni di spazio, ma si potrebbe proseguire a lungo. Chi dunque aveva
seguito con apprensione le sorti di una delle massime cinematografie al mondo, può tirare un
sospiro di sollievo. Insieme a “veterani” come Konchalovsky, Mikhalkov, Muratova o
Sokurov e tanti altri che hanno continuato a tener viva l’attenzione cinematografica internazionale dopo la morte di Andrey Tarkovsky (1986) e dell’altro regista di culto dell’epoca
sovietica Sergey Parajanov (1990), oggi si è fatta largo una nuova leva cinematografica di trenta-quarantenni che si va a sommare ai nomi già noti di Balabanov, Bodrov, Kanevsky, Lungin,
Proskurina o Uchitel (alcuni dei quali presenti anche nella nostra selezione).
Il rinnovamento inizia intorno al 2003 quando escono i due film-faro con cui si annunzia una
nuova fase nel cinema russo: Roads to Koktebel di Aleksey Popogrebsky e Boris Khlebnikov
(entrambi figure di punta della rinascita) e Il ritorno di Andrey Zvyagintsev, premiato a
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
di Giovanni Spagnoletti
Venezia di quell’anno con il Leone d’Oro – era dai remoti tempi di Tarkovsky che ciò non
accadeva. Proprio sull’onda del debutto della coppia Popogrebsky/Khlebnikov è nata una
casa di produzione di qualità, diretta da Roman Borisevich, che si chiama appunto Koktebel
e che si è distinta per il suo marchio nel circuito Art-House di tutto il mondo (a essa abbiamo
dedicato un omaggio completo delle sette opere sino a oggi prodotte).
A un primo sguardo pochi sembrano essere i segni distintivi della nuova generazione: molte
loro opere sono ambientate in provincia, lontane da Mosca o da San Pietroburgo, dagli oligarchi, dai nuovi ricchi, da mafiosi e poliziotti corrotti; in esse alberga un sentimento quasi bucolico nei confronti di una realtà difficile e complessa sullo sfondo di una Russia ancora rurale
e legata al suo passato, vicino o lontano, religioso o materialista. Spesso troviamo una riflessione, talvolta ironica talvolta documentaria, sul reale, lenta quanto seducente, su una vita
che sta lì per rinascere ma che sotto la superficie dei piccoli eventi evidenzia i problemi della
società, a partire dagli incubi delle varie guerre in corso o appena trascorse (Caucaso,
Cecenia, ecc.). In questa nuova cinematografia forte, trainante è il ruolo delle registe donne,
e ad esse è dedicata un’attenzione particolare in una “sottosezione” intitolata “Sguardi femminili” nel cinema russo. È la dimostrazione del rilievo attuale, sia artistico sia produttivo,
assunto dalle cineaste russe, nella cui opera sembra prevalere il tema della ricerca dell’amore in un mondo che sta rapidamente cambiando (e non sempre verso il meglio). Lidiya
Bobrova, Renata Litvinova, Katya Shagalova, Larisa Sadilova, Vera Storozheva o Marina
Razbezhkina sono autrici che attraversano diverse generazioni ma hanno dato il meglio di se
stesse negli anni zero dell’era Putin, contribuendo ognuna a sua modo e con un proprio stile
– dal realistico al surreal-poetico – a quel sostanziale rinnovamento linguistico che il cinema
d’autore russo ci sta oggi regalando. Ma la selezione russa non si esaurisce solo nei lungometraggi di finzione - per ragioni di spazio siamo stati costretti a eliminare un altro campo fertilissimo e fondamentale di ricerca, quello del documentario, che pensiamo di recuperare in
futuro con un’apposita retrospettiva. A completare il cartellone si aggiungono, infatti, una
ricca selezione di videoarte russa curata dal critico Antonio Geusa, una serata speciale (a
Palazzo Gradari) dedicata alla proiezione del video Il banchetto di Trimalcione (2009) del celebre gruppo artistico degli AES+F, oltre a tre programmi di Cine Fantom a cura di Olaf Möller.
Insieme al Necrorealismo di Leningrado/San Pietroburgo, Cine Fantom è il simbolo del cinema “parallelo” russo. Riprendendo la gloriosa tradizione dell’Avanguardia degli anni Venti,
il movimento è nato a Mosca nel 1986 ancora all’alba della Perestrojka, come una sorta di
samizdat non per la carta ma per lo schermo, dando voce, e immagini, al dissenso di artisti e
filmmaker che cercavano strade espressive alternative fuori dai canoni del cinema ufficiale
sovietico – è la prima volta in Italia che si potrà vedere una scelta di questo fondamentale
movimento underground. Last but not least: Paolo Gioli, il grande fotografo, filmmaker e sperimentatore visuale, protagonista l’anno scorso di un’ampia retrospettiva della sua opera, ha
(ri)montato immagini del cinema classico sovietico per farne la sigla della 46/a Edizione del
nostro Festival.
Idealmente il resto del programma è compreso tra due eventi commemorativi: il lunedì 21, in
apertura, la presentazione del bel documentario di Pascal Hofmann e Benny Jaberg, Daniel
Schmid – Le chat qui pense, con cui vogliamo ricordare il grande cineasta svizzero (1941-2006),
il raffinato esteta, cinefilo e melomane internazionale, a cui nel 2002 avevamo dedicato una
retrospettiva completa; e in chiusura, domenica 28, la proiezione di Tropici (1969) di Gianni
Amico. A vent’anni dalla sua scomparsa, la Mostra rende omaggio alla figura di un intellet-
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46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
P.S.: Per motivi di facilitazione, si è deciso di utilizzare nel presente catalogo la traslitterazione semplificata in inglese dei nomi russi, dato che essa è oggi quella più diffusa soprattutto nelle ricerche su Internet.
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Pesaro 2010 – Brief instructions for use
by Giovanni Spagnoletti
We begin, necessarily, with the selection of Russian films that enjoys the lion’s share of the program of
the 46th Pesaro Film Festival, more so than any of our preceding international focuses. The reason for
this is simple: the importance of the film industry in question. Exactly 30 years ago, in 1980, the Festival
organized – with the invaluable collaboration of Giovanni Buttavafa, a talented film lover and Slavic
scholar who sadly passed away prematurely – what for decades remained the biggest retrospective of
films from the USSR in Italy. The cover of one of the two books that accompanied that retrospective read:
“We barely know Soviet cinema. Ideological barriers, provincial differences and political problems,
besides the obvious ‘market censorship,’ render it an immensely vast, unknown planet.”
Changing only the word “Soviet” and acknowledging that over time certain ideological points have lost
their relevance, the same can be said of contemporary Russian cinema, which more than ever has become
alien to the Italian cultural landscape. Vice versa, since the turbulent 1990s, when the historical transition from the USSR to the Russian Federation and the death of real socialism took place, we have witnessed drastic political changes, and a total rebirth of Russian cinema.
But let’s proceed in order: the 2009 Venice Film Festival included a film that seems to be the manifesto
of a highly anticipated Russian “Nouvelle Vague,” the omnibus Crush: 5 Love Stories (2009), directed by Pyotr Buslov, Ivan Vyrypayev, Aleksey German Jr., Kirill Serebrennikov and Boris Khlebnikov –
all of whom, apart from German Jr. (whose films had played in Italy) are part of our program. In
February 2010, Aleksey Popogrebsky’s How I Ended This Summer (2010) won the Silver Bear at the
Berlinale, while two years earlier, at Venice, Paper Soldier by German Jr., the son of another great director, had won the Silver Lion. While the list could go on and on, we will stop here for reasons of space.
And those who followed with apprehension the destinies of one of the world’s top film industries can
breathe a sigh of relief.
Together with “veterans” such as Konchalovskiy, Mikhalkov, Muratova, Sokurov and many more who
continued to keep international attention towards Russian cinema alive after the death of Andrey
Tarkovsky (in 1986) and the other renowned director of the Soviet era, Sergey Parajanov (in 1990),
today a new cinematic crop of 30- and 40-year-olds can be added to the already celebrated names of
Balabanov, Bodrov, Kanevsky, Lungin, Proskurina and Uchitel (some of whom are also present in our
selection).
The rebirth began around 2003, when two new films announced a new phase of Russian cinema –
Roads to Koktebel by Popogrebsky and Khlebnikov (both leading figures of the renaissance) and
Andrey Zvyagintsev’s The Return, that year’s winner of the Golden Lion at Venice – which hadn’t happened since the faraway times of Tarkovsky. The success of the debut of duo Popogrebsky/Khlebnikov
spawned the Koktebel production company, headed by Roman Borisevich, which distinguished itself on
arthouse circuits throughout the world (and whose seven films produced thus far we will be showing in
a mini-retrospective).
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
tuale, cineasta, produttore, organizzatore di eventi musicali e cinematografici (tra cui lo stesso Pesaro degli inizi). Bernardo Bertolucci sarà in sala per parlare con il pubblico del suo
lungo e prolifico sodalizio personale e cinematografico con Amico e per ricevere il Premio
Pesaro Nuovo Cinema.
Come nelle scorse edizioni, il Concorso “Pesaro Nuovo Cinema-Premio Lino Miccichè” offre
una selezione di opere giovani, provenienti da quelli che riteniamo essere gli “hot spots”
della produzione cinematografica mondiale, spesso luoghi che abbiamo già visitato nelle
nostre monografie nazionali (perciò quest’anno non poteva mancare la Russia con Oxygen di
Ivan Vyrypayev). Così dalla Corea (Eighteen di Kang Kun-jae) all’Argentina (El Pasante di
Clara Picasso), dal Messico (Vaho di Alejandro Gerber Bicecci) alla Germania (Der Räuber di
Benjamin Heisenberg) e il Giappone (Miyoko di Yoshifumi Tsubota) proseguiamo nella ricerca di nuovi talenti. Oltre che con il nome al Concorso, Pesaro quest’anno vuole rievocare la
figura del fondatore della Mostra, Lino Miccichè, con un volume monografico edito da
Marsilio e intitolato “Lino Miccichè Patrie visioni – Saggi sul cinema italiano 1930-1980” (a
cura di Giorgio Tinazzi e Bruno Torri).
Passando alle opere di “Bande à part”, la sezione Fuori Concorso del Festival, dove si propongono proposte molto diverse e fuori formato (video, documentari, corti, film sperimentali, ecc), abbiamo continuato, ad esempio, a seguire, in modo indiretto, la drammatica, sempre
più drammatica situazione del Medio Oriente: sia con una selezione dei migliori cortometraggi della Scuola di Cinema Sam Spiegel di Gerusalemme, sia con un grande documentario
pacifista, Budrus, vincitore di una marea di premi in Festival internazionali, della cineasta brasiliana Julia Bacha. Accanto all’ultimo film, un labirintico noir, del grande cineasta lituano
Sharunas Bartas, Eastern Drift, tra i lavori più originali proposti nella sezione ci piace segnalare: The Travelogues dell’americano Dustin Thompson; The Invisible Frame di Cynthia Beatt
dove Tilda Swinton ripercorre oggi quello che era la linea di confine del Muro di Berlino; e
infine una piccola ma significativa opera italiana: Foschia pesci africa sonno nausea fantasia di
Daniele Vicari e Andrea De Sica.
Alle proiezioni “open air” del “Cinema in Piazza”, dove si presentano i film da tutte le sezioni del Festival più adatte a un pubblico non specializzato, si aggiungono le visioni notturne
“around midnight” del “Dopofestival”, che animeranno Palazzo Gradari per tre notti proponendo una selezione di videoclip musicali e una scelta dai materiali dal Festival parigino
“Signes de Nuit”.
Oltre a ricordare il tradizionale concorso dedicato alle giovani speranze de “L’attimo fuggente” e le annuali proposte del Lems e dell’Accademia di Belle Arti di Urbino due parole solo,
per chiudere, riguardo al 24° Evento Speciale Italiano. Per la cura di Vito Zagarrio, esso
riguarderà l’opera di Carlo Lizzani, ancora una volta una maniera ravvicinata e privilegiata
per confrontarsi con la storia del cinema e quello d’Italia, a partire dal neorealistico Achtung
banditi! (1951) per giungere all’oggi. La sua longevità artistica, il suo eclettismo nell’attraversare i generi fanno della sua vasta filmografia un grande repertorio di temi possibili, tanti fili
rossi attraverso cui analizzare le tipologie, le fonti, i modelli produttivi, le dinamiche industriali e culturali del cinema italiano. A corollario della retrospettiva, come sempre, verrà
organizzato un convegno di studi e pubblicato un libro di documentazione.
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46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Pesaro this year pays further homage to Festival founder Lino Miccichè with a book entitled Lino
Miccichè Patrie visioni – Saggi sul cinema italiano 1930-1980 (edited by Giorgio Tinazzi and Bruno
Torri).
In Bande à Part, the Festival’s out-of-competition section – with its diverse array of out-of-format gems
(videos, documentaries, shorts, experimental films, etc.) – we have continued, for example, to follow the
increasingly dramatic situation in the Middle East. Both with a selection of the best short films from the
prestigious Sam Spiegel Film and Television School in Jerusalem, and with Brazilian filmmaker Julia
Bacha’s excellent pacifist documentary Budrus, winner of numerous festival awards worldwide. The
section also features the labyrinthine noir Eastern Drift by top Lithuanian director Sharunas Bartas,
alongside other highly original works such as The Travelogues by US filmmaker Dustin Thompson;
Cynthia Beatt’s The Invisible Frame, in which Tilda Swinton goes down today what was once the
boundary of the Berlin Wall; and a small but relevant Italian film, Foschia pesci africa sonno nausea
fantasia, by Daniele Vicari and Andrea De Sica.
The open air screenings of Cinema in the Square, which includes those films from across our program
best suited for wider audiences, are flanked by other nocturnal screenings ‘round midnight: the After
Hours sidebar, which for three nights at Palazzo Gradari will offer a selection of music videos, as well
as works from the International Festival Signes de Nuit of Paris.
Besides the traditional competition for young talent, L’Attimo Fuggente, and the yearly offerings from
LEMS and Urbino’s Fine Arts Academy, we would be remiss not to mention the 24th Italian Special
Event, organized by Vito Zagarrio and this year dedicated to Carlo Lizzani. This retrospective gives us
the privilege of gaining a better understanding of film and Italian history, from the neorealist Attention!
Bandits! (1951) to today. Lizzani’s artistic longevity, his eclecticism in traversing all genres, make his
vast filmography a great repertoire of themes and ideas through which to analyze the various kinds,
sources, production modes, and industrial and cultural dynamics of Italian cinema. As always, the
Special Event will include a conference and book published for the occasion.
Note: In the spirit of simplification, for our catalogue we decided to use the English transliteration of Russian names, seeing as how today it is the most commonly used, especially on the
Internet.
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
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At first glance, few of these films seem like distinctive signs of the new generation. Many of them are
set in the provinces, far from Moscow, St. Petersburg, the oligarchs, nouveau riche, mafiosos and corrupt police forces. They harbor an almost bucolic sentiment towards a difficult, complex reality, in a still
rural Russia tied to it’s past – immediate and remote, religious and materialistic. They often reflect – at
times ironically, at times in documentary fashion – on the real, as slow as it is seductive; on a life that
is about to be reborn but that beneath the surfaces of small events highlights society’s problems, beginning with the nightmares of the various wars underway or recently ended (Caucasus, Chechnya, etc.).
In this new, powerful cinema, female directors play a key role, so to them we dedicate a “subsection”
entitled “Female Perspectives”. It is proof of the current prominence, both artistically and in production, of Russia’s female filmmakers, in whose works prevails the theme of the search for love in a world
that is rapidly changing, and not always for the better. Lidiya Bobrova, Renata Litvinova, Katya
Shagalova, Larisa Sadilova, Vera Storozheva and Marina Razbezhkina span various generations but
have given the best of themselves in the “zero years” of the Putin era, each contributing in her own way
and with her own style – from the realistic to the surreal-poetic – to the substantial linguistic renewal
that Russian auteur cinema has to offer us today. While the Russian selection does not only include narrative features, for reasons of space we were forced to eliminate another, highly fertile and fundamental
investigative field, documentaries, which we intend to showcase in a future retrospective.
The Russian focus is rounded out by a wide selection of video art, organized by critic Antonio Geusa; a
special evening screening (at Palazzo Gradari) of the video The Feast of Trimalcione (2009) by celebrated artistic group AES+F; and the three Cine Fantom programs organized by Olaf Möller. Along
with the Necrorealism of Leningrad/St. Petersburg, Cine Fantom is the symbol of the new, “parallel”
Russian cinema. In the glorious tradition of the 1920s avant-garde, the movement arose in Moscow in
1986, at the very dawn of Perestrojka, as a kind of samizdat for the screen rather than paper. This is the
first occasion in Italy to see a selection of this crucial underground movement that gave voice and images
to the dissent of artists and filmmakers who sought out alternative creative paths outside the canons of
official Soviet cinema.
Last, but certainly not least: Paolo Gioli – the great photographer, filmmaker and visual experimenter,
on whom the Festival last year held a wide retrospective of his work – (re)edited images of classic Soviet
cinema to create the trailer for the Festival’s 46th edition.
The rest of our program comprises two commemorative events. On Monday, June 21, we will open with
the beautiful documentary by Pascal Hofmann and Benny Jaberg, Daniel Schmid – Le chat qui
pense, with which we wish to remember the great Swiss filmmaker (1941-2006), the sophisticated aesthete, film lover and international melomaniac, to whom in 2002 we dedicated a complete retrospective.
We will close on June 28 with Tropici (1969) by Gianni Amico. Twenty years after his passing, the
Festival pays homage to an intellectual, director, producer, and organizer of music and film events
(including Pesaro itself in the early years). Bernardo Bertolucci will be on hand to speak to audiences on
his long and prolific personal and cinematic relationship with Amico and to receive the Pesaro New
Cinema Award.
As in previous editions, the Pesaro New Cinema-Lino Miccichè Award competition offers a selection of
works by young directors who hail from what we consider the “hot spots” of world cinema, often places
we have previously visited in our international focuses (which is why this year we couldn’t not include
Oxygen by Russia’s Ivan Vyrypayev). With films from Korea (Kang Kun-jae’s Eighteen), Argentina
(Clara Picasso’s El Pasante), Mexico (Alejandro Gerber Bicecci’s Vaho), Germany (Benjamin
Heisenberg’s The Robber) and Japan (Yoshifumi Tsubota’s Miyoko) we continue our search for new
talent around the globe.
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Paolo Gioli (1942, Sarzano di Rovigo) dal 1960 al 1963 frequenta l’Accademia di Belle Arti di
Venezia. Alla fine del 1967 parte per New York, dove vive per circa un anno e stringe amicizia con Paolo Vampa, che diverrà il sostenitore e il produttore di tutto il suo lavoro.
Nell’autunno del 1968 è di nuovo in Italia e nel 1969 realizza il suo primo film, mentre in fotografia comincia a utilizzare la tecnica del foro stenopeico, per la quale – nonché per le sue
Polaroid – diverrà negli anni sempre più noto nell’ambiente fotografico internazionale. Nel
1969 si trasferisce a Roma, dove vive fino al 1975 frequentando gli ambienti della Pop Art
romana. Entra in contatto con la Cooperativa Cinema Indipendente e i suoi primi lavori sono
presentati al Filmstudio di Roma. A partire dal 1973 lavora con la tecnica del fotofinish, e dal
1977 sperimenta i suoi processi di trasferimento dell’emulsione Polaroid su supporti come
carta da disegno, tela, seta, legno. La sua produzione degli anni Ottanta è fortemente ispirata alle figure dei pionieri del cinema e della fotografia; negli anni Novanta si alternano grandi mostre antologiche e nuove ricerche fotografiche, cui Gioli continua ad affiancare una
costante ricerca sulle componenti essenziali del dispositivo cinematografico: sui processi
della visione, della riproduzione meccanica, della proiezione. Dal 1974 a oggi Gioli ha pubblicato, in Italia e all’estero, decine di monografie e cataloghi, e ha esposto in importanti fondazioni e musei internazionali. In quarant’anni di attività ha partecipato praticamente a tutte
le principali rassegne di cinema sperimentale. Paolo Gioli vive e lavora a Lendinara (Ro).
Dopo il ricco e articolato omaggio che la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro
ha dedicato, lo scorso anno, al fotografo, filmmaker e sperimentatore visuale Paolo Gioli, l’artista ha regalato al festival la sigla della sua 46/a edizione. Un video della durata di un minuto in cui Gioli condensa alcune delle immagini più significative di molte sue opere, tra cui
Traumatografo e Hilarisdoppio, sulla falsariga della grande retrospettiva di questa edizione sul
cinema russo contemporaneo.
After the Pesaro Film Festival’s in-depth retrospective on photographer-filmmaker-visual experimenter
Paolo Gioli in 2009, this year the artist created the trailer of the festival’s 46th edition. In the one-minute
video, Gioli condenses some of the most notable images of many of his works, including Traumatografo
and Hilarisdoppio, in keeping with this year’s international focus on contemporary Russian cinema.
Collaborazione al montaggio: Marco Ricci
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Biografia/Biography
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
LA SIGLA DELLA MOSTRA
di Paolo Gioli
Paolo Gioli (Sarzano di Rovigo, 1942) attended the Academy of Fine Arts in Venice from 1960-63.
In 1967 he moved to New York for a year and became friends with Paolo Vampa, who would eventually back and produce all of his work. In the autumn of 1968 he returned to Italy. He made his first film
in 1969 and as a photographer began using the pinhole camera technique, for which – along with his
Polaroids – he would become increasingly more renowned over the years within international photography. From 1969-75 he lived in Rome and frequented the city’s Pop Art circles. Through filmmaker
Alfredo Leonardi he became involved in the Independent Cinema Cooperative. His first works were
shown at Rome’s Filmstudio cinema. In 1973 he began using the fotofinish technique and in 1977 he
began experimenting with his noted processes of transferring Polaroid emulsion on drawing paper,
canvas, silk and wood. Gioli’s work in the 1980s was very much inspired by the pioneers of film and
photography. In the 1990s he alternated between large anthological exhibits and much photographic
experimentation, which Gioli continued to flank to his constant search for the essential components of
the film camera: the processes of vision, mechanical reproduction and projection. Since 1974, Gioli has
published dozens of monographs and catalogues in Italy and abroad, and has shown in important foundations and international museums. In 40 years of activity he has participated in practically all of the
major festivals of experimental cinema. Today, Paolo Gioli lives and works in Lendinara, Italy.
formato/format HDV
durata/running time : 1’
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16
THE JURY
Enrico Magrelli, giornalista e critico cinematografico, è autore e conduttore del programma radiofonico di cinema “Hollywood Party”, in onda quotidianamente su Rai Radio Tre. Ha scritto e curato una dozzina di libri
monografici, dedicati, tra gli altri, a Robert Altman, Roman Polanski,
Satyajit Ray, Nagisa Oshima, Nanni Moretti, R.W. Fassbinder, Marilyn
Monroe, Pier Paolo Pasolini e Carlo Verdone. Dal 2004 è consulente della
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e dal 2007 fa
parte della Sottocommissione per il riconoscimento dell'interesse culturale
della Direzione Generale Cinema del Ministero dei Beni Culturali. Scrive,
tra gli altri, per la “Rivista del Cinematografo” ed è vicedirettore del
BIF&ST di Bari. Dal dicembre 2009 è Conservatore della Cineteca
Nazionale.
Journalist and film critic Enrico Magrelli is creator and host of the film
program Hollywood Party, which airs daily on the RAI Radio Tre station.
He has written and edited over a dozen books on, among others, Robert
Altman, Roman Polanski, Satyajit Ray, Nagisa Oshima, Nanni Moretti,
Rainer Fassbinder, Marilyn Monroe, Pier Paolo Pasolini and Carlo
Verdone. Since 2004 he has consulted for the Venice International Film
Festival and since 2007 has been part of the Subcommittee for the
Recognition of Cultural Interest of the General Direction for Cinema of the
Ministry of Culture. He writes for, among other publications, the Rivista del
Cinematografo and is vice-director of the BIF&ST in Bari. Since December
2009 he has been a curator at the National Cinematheque.
Marco Risi è nato a Milano il 4 giugno 1951. Figlio del maestro Dino Risi,
ha iniziato la sua carriera nel cinema nel 1971, come assistente alla regia
dello zio Nelo Risi sul set di Una stagione all’inferno. Nel 1982 ha esordito
alla regia con Vado a vivere da solo, a cui sono seguiti Un ragazzo e una ragazza e Colpo di Fulmine. Con Soldati - 365 all’alba è passato al cinema di impegno sociale, strada che ha proseguito con Mery per Sempre (1989), Ragazzi
Fuori (1990) e Il Muro di Gomma (1991). Nel 1991 ha fondato con Maurizio
Tedesco la società di produzione Sorpasso Film. Dopo aver diretto
L’Ultimo Capodanno (1998), Tre Mogli (2001) e Maradona-La Mano de Dios
(2007), con Fortapàsc (2008) ha raccontato gli ultimi mesi di vita del giornalista del “Mattino” Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra.
Marco Risi was born in Milan in 1951. Son of legendary director Dino
Risi, he began his film career in 1971, as assistant director to his uncle Nelo
Risi on the set of A Season in Hell. In 1982 he made his directorial debut,
I’m Going to Live by Myself, which was followed by Un Ragazzo e Una
Ragazza and Colpo di Fulmine. With Soldati - 365 All’Alba he started
making political films, a course he continued with Mery per Sempre
(1989), Boys on the Outside (1990) and Il Muro di Gomma (1991). In
1991 he and Maurizio Tedesco founded the production company Sorpasso
Film. After directing L’Ultimo Capodanno (1998), Tre Mogli (2001) and
Maradona, the Hand of God (2007), he made Fortapàsc in 2008, on the
last months in the life of Giancarlo Siani, the crime reporter for daily paper
Il Mattino who was killed by the Camorra.
Ksenia Rappoport è nata a San Pietroburgo nel 1974, dove si è diplomata
all’Accademia di Stato d’Arte Drammatica nel 2001. Durante gli studi ha
praticato un’intensa attività teatrale diretta dai più importanti registi del
suo paese. Nel 1991 ha esordito sul grande schermo con Izydi! di Dmitry
Astrakhan, per poi recitare in diversi altri film russi. Nel 2006 è stata protagonista de La sconosciuta di Giuseppe Tornatore, con cui ha vinto il
David di Donatello e si è fatta conoscere in Italia, dove ha continuato a
lavorare interpretando L’uomo che ama di Maria Sole Tognazzi e Italians di
Giovanni Veronesi. Nel 2008 ha vinto il premio come miglior attrice al
Festival Kinotavr per Yuri’s Day di Kirill Serebrennikov ed è stata madrina della 65/a Mostra di Venezia. Nel 2009 è stata protagonista di La doppia ora di Giuseppe Capotondi, che le ha fatto meritare la Coppa Volpi.
Ksenia Rappoport was born in 1974 in St. Petersburg, where she graduated
from the State Theatre Arts Academy in 2001. While studying, she worked
extensively in the theatre, for some of Russia’s most eminent directors. In 1991
she made her big screen debut in Dmitri Astrakhan’s Izydi! and went on to act
in numerous Russian films. In 2006 she played the lead role in Giuseppe
Tornatore’s The Unknown, which earned her a David di Donatello Award for
Best Actress and wide recognition in Italy, where she has continued to work, in
films such as Maria Sole Tognazzi’s The Man Who Loves and Giovanni
Veronesi’s Italians. In 2008 she won the Best Actress prize at the Kinotavr Film
Festival for Kirill Serebrennikov’s Yuri’s Day and was mistress of ceremonies of
the 64th Venice Film Festival. In 2009 she starred in Giuseppe Capotondi’s The
Double Hour, for which she won the Volpi acting prize at Venice.
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
LA GIURIA
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46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Nel complesso del sistema audiovisivo italiano, i
festival rappresentano un soggetto fondamentale per la promozione, la conoscenza e la diffusione della cultura cinematografica e audiovisiva,
con un’attenzione particolare alle opere normalmente poco rappresentate nei circuiti commerciali come ad esempio il documentario, il film di
ricerca, il cortometraggio. E devono diventare un
sistema coordinato e riconosciuto dalle istituzioni pubbliche, dagli spettatori e dagli sponsor.
Within the framework of the Italian audiovisual system, film festivals are fundamental in the promotion,
awareness and diffusion of cinema and audiovisual
culture, as they pay particular attention to work that
is usually not represented by commercial circuits,
such as, for example, documentaries, experimental
films and short films. And they must become a system
that is coordinated and recognized by public institutions, spectators and sponsors alike.
Per questo motivo e per un concreto spirito di
servizio è nata nel novembre 2004 l’Associazione
Festival Italiani di Cinema (AFIC). Gli associati
fanno riferimento ai principi di mutualità e solidarietà che già hanno ispirato in Europa l’attività della Coordination Européenne des Festivals.
Inoltre, accettando il regolamento, si impegnano
a seguire una serie di indicazioni deontologiche
tese a salvaguardare e rafforzare il loro ruolo.
For this reason, and in the explicit spirit of service, the
Association of Italian Film Festivals (AFIC) was
founded in November, 2004. The members follow the
ideals of mutual assistance and solidarity that are the
guiding principles of the Coordination Européenne
des Festivals and, upon accepting the Association's
regulations, furthermore strive to adhere to a series of
ethical indications aimed at safeguarding and reinforcing their role.
L’AFIC nell’intento di promuovere il sistema festival nel suo insieme, rappresenta già oggi più di
trenta manifestazioni cinematografiche e audiovisive italiane ed è concepita come strumento di
coordinamento e reciproca informazione.
In its objective to promote the entire festival system,
the AFIC already represents over thirty Italian film
and audiovisual events and was conceived as an
instrument of coordination and the reciprocal
exchange of information.
Aderiscono all’AFIC le manifestazioni culturali
nel campo dell’audiovisivo caratterizzate dalle
finalità di ricerca, originalità, promozione dei
talenti e delle opere cinematografiche nazionali
ed internazionali.
The festivals that are part of the AFIC are characterized
by their search for the new, originality, and the promotion of talent and national and international films.
L’AFIC si impegna a tutelare e promuovere,
The AFIC is committed to protecting and promoting,
presso tutte le sedi istituzionali, l’obiettivo primario dei festival associati.
through all of its institutional branches, the primary
objective of the member festivals.
Associazione Festival Italiani di Cinema (Afic)
Via Emilio Faà Di Bruno, 67 - 00195 Roma, Italia
www.aficfestival.it
18
PESARO NUOVO CINEMA
PREMIO LINO MICCICHÈ
Alejandro Gerber Bicecci
VAHO
Becloud
Messico, 2009, 116’, super 16mm, colore
scenografia/art direction Arturo
Hernández Alcázar
interpreti/cast Francisco Godínez, Aldo
Estuardo, Roberto Mares, Joel Figueroa
produttore/producer Abril Schmucler, Julio
Bárcenas, Alejandro Gerber Bicecci
Tre ragazzi sono stati testimoni, da piccoli, di un evento che continua a perseguitarli ancora
oggi. Ma erano solo testimoni o anche responsabili? Mentre intorno cresce l’eccitazione per la
processione di Iztapalapa, un angolo dimenticato di Città del Messico, Andrés, José e Felipe,
ormai diciottenni, sono lacerati dal ricordo e dai sensi di colpa. “Le loro storie si integrano con
un ritratto sociale: la rappresentazione della Passione di Cristo di Iztapalapa, il problema della
mancanza di acqua e la minaccia di violenza sociale”. (Alejandro Gerber Bicecci)
Three kids witnessed a dramatic event in their youth that still haunts them today. Were they only witnesses or also responsible? While everything shimmers with religious excitement around the annual procession of Iztapalapa, a forgotten corner of Mexico City, Andrés, José and Felipe, now 18, wrestle with
memories and guilt. “The three characters’ stories blend with the need to create a social portrait: the
Iztapalapa’s representation of Christ’s Passion, the water shortage problem and the threat of social violence.” (Alejandro Gerber Bicecci)
Alejandro Gerber Bicecci (1977, Città del
Messico), si è laureato con lode in regia
cinematografica al Centro de Capacitación
Cinematográfica. Prima di esordire nel lungometraggio con Vaho, ha scritto e diretto
tre cortometraggi di finzione: Abandonos
(1999), Huéspedes (2001) e Peatonal (2004) e
due documentari, Onces (2002) e Morada
(2003). Vincitore di numerosi premi con i
suoi corti, Gerber Bicecci nel 2006 ha ottenuto il sostegno della fondazione PROA di
Buenos Aires, dove ha risieduto per quattro
mesi per sviluppare il suo primo film Vaho.
Lavora regolarmente come regista, sceneggiatore ed editor di programmi televisivi e
radiofonici ed è stato docente del progetto
itinerante del Centro de Capacitación
Cinematográfica.
Alejandro Gerber Bicecci (Mexico City, 1977)
graduated with honors in Film Directing from
the Centro de Capacitación Cinematográfica
(CCC). Before making his feature debut Vaho he
wrote and directed three narrative shorts –
Abandonos (1999), Huéspedes (2001) and
Peatonal (2004) – and the documentaries
Onces (2002) and Morada (2003). A winner of
numerous awards for his shorts, in 2006 Gerber
Bicecci obtained backing from the PROA
Foundation of Buenos Aires, where he lived for
four months while developing Vaho. He works
regularly as a director, screenwriter and editor of
television and radio programs and has taught at
the CCC.
PESARO NUOVO CINEMA - PREMIO LINO MICCICHÈ
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay
Alejandro Gerber Bicecci
fotografia/cinematography Alberto
Anaya Adalid
montaggio/editing Rodrigo Ríos
Juan Manuel Figueroa
Vaho (Becloud, 2009), Peatonal (2004, cm)
Morada (2003, doc), Onces (2002, doc)
Huéspedes (2001, cm), Abandonos (1999, cm)
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DER RÄUBER
The Robber
Cinema
in piazza
Benjamin Heisenberg
sceneggiatura/screenplay
Benjamin Heisenberg, Martin Prinz
fotografia/cinematography
Reinhold Vorschneider
montaggio/editing
Andrea Wagner, Benjamin Heisenberg
musica/music Lorenz Dangel
suono/sound Veronika Hlawatsch
scenografia/art direction
Renate Schmaderer
interpreti/cast Andreas Lust (Johann),
Franziska Weisz (Erica), Markus Schleinzer
(Probation Officer), Peter Vilnai (Older man)
produzione/production Nikolaus Geyrhalter
Filmproduktion Gmbh, Peter Heilrat
Filmproduction
Basato sul racconto di Martin Prinz, a sua volta ispirato alla storia vera di Pump-gun
Ronnie, The Robber ruota intorno a Johann, un ladro maratoneta. Costantemente con le
endorfine e l’adrenalina alle stelle, si produce in fughe spettacolari quanto le sue rapine in
banca, finché la sua vita criminale non viene messa alla prova dall’incontro con Erika. “C’è
un aspetto della sua storia che mi ha affascinato particolarmente: le rapine in banca come
sfida sportiva. Questo mi ha portato lontano dal thriller tipico”. (Benjamin Heisenberg)
Based on a story by Martin Prinz, which was in turn inspired by the true story of Pump-gun
Ronnie, The Robber centres on Johann, a marathon runner and bank robber. His endorphins and
adrenaline constantly pumped to the max, he invents escapes as spectacular as his hold-ups, until he
meets Erika and his criminal life is put to the test. “There’s one aspect of the story that fascinated me
in particular: bank robberies as an athletic challenge. This led me far away from the typical thriller.”
(Benjamin Heisenberg)
Benjamin Heisenberg è nato nel 1974 a
Tubinga, in Germania. Dopo aver finito la
scuola nel 1993 ha studiato scultura
all’Accademia di Belle Arti di Monaco. Ha
terminato l’Accademia nel 1998, vincendo il
“Debütantenpreis” per i tre migliori studenti dell’anno. Successivamente, dal 1998 al
2005, ha studiato come regista di lungometraggi al College of Television and Film di
Monaco. Nel 1998 ha fondato la rivista cinematografica “Revolver”, insieme a
Christoph Hochhäusler e Sebastian Kutzl,
su cui sono apparse le prime pubblicazioni
relative a Dogma 95 in Germania. Ha scritto
e diretto numerosi cortometraggi, e il suo
primo lungometraggio, Schläfer, ha debuttato al Festival del Cinema di Cannes nella
sezione “Un Certain Regard” nel 2005.
Benjamin Heisenberg was born in 1974 in
Tübingen, Germany. After finishing school in
1993 he studied sculpture at the Academy of
Fine Arts in Munich until 1998, when he also
won the Debütantenpreis, given to the three best
students of the year. From 1998 to 2005 he studied feature film directing at the Munich College
of Television and Film. In 1998 he founded the
film magazine Revolver, with Christoph
Hochhäusler and Sebastian Kutzl, which published the first articles on Dogma 95 in
Germany. He has written and directed several
short films, and his feature film debut Sleeper
premiered in Un Certain Regard at the 2005
Cannes Film Festival.
PESARO NUOVO CINEMA - PREMIO LINO MICCICHÈ
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Austria-Germania 2010, 97’, 35mm, colore
Der Räuber (The Robber, 2010), Schläfer (Sleeper, 2005)
Die Gelegenheit (2004, cm), Am See (At the Lake, 2001, cm)
Der Bombenkönig (2000, cm)
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Jang Kun-jae
HOE-ORI BA-RAM
Eighteen
sceneggiatura/screenplay Jang Kun-jae
fotografia/cinematography Lee Hyung-bin
montaggio/editing Lee Yeong-jung
Jang Kun-jae
musica/music Kim Tae-seong
suono/sound Chang Chul-ho
scenografia/art direction E.U.B.
interpreti/cast Seo Jun-yeong (Kim Tae-hoon)
Lee Min-ji (Park Mi-jeong), Kwon Hyeok-pung
(padre di Tae-hoon), Han Na (mamma di Taehoon), Choi Hyo-sang (padre di Mi-jeong)
Choi Hyeon-sook (madre di Mi-jeong)
produttore/producer Kim Woo-ri, Kim Sol
produzione/production wooSan Film
I diciottenni Tae-hoon e Mi-jung si amano. Al ritorno da una gita invernale in spiaggia hanno
una brutta sorpresa: i genitori di Mi-jung non vogliono che si vedano finché non approderanno al college. Tae-hoon fa di tutto per mantenere vivo il loro amore, ma Mi-jung lo evita, proprio come desiderano i suoi genitori. Arriva la primavera ed entrambi compiono diciannove
anni. “Questo film è dedicato ai miei anni di liceo, quando mi sono follemente innamorato ma
le cose non sono andate come volevo. Riposate in pace, anni dell’adolescenza”. (Jang Kun-jae)
Eighteen year-old Tae-hoon and Mi-jung are in love. After a winter trip to the beach they receive an
unwelcome surprise: Mi-jung’s parents won’t allow them to see each other until they enter university. Tae-hoon struggles to keep their love alive, but Mi-jung avoids him according to her parents’
wishes. Winter turns to spring and Tae-hoon and Mi-jung turn 19. “This film is dedicated to my
high school years, when I madly loved someone but things just didn’t go my way. Rest in peace, my
teenage years.” (Jang Kun-jae)
Jang Kun-jae è nato nel 1977. Ha studiato
cinema alla Korean Academy of Film Arts e
ha ottenuto l’M.F.A. in Film & Image
Production
presso
la
Chung-Ang
University. Ha diretto numerosi cortometraggi indipendenti e ha lavorato come
direttore della fotografia. Eighteen è il suo
primo lungometraggio di finzione, con cui
ha partecipato al Vancouver International
Film Festival vincendo il “Dragons & Tigers
Award for Young Cinema”.
Jang Kun-jae (1977) studied cinematography
at the Korean Academy of Film Arts and
received an M.F.A. in Film and Image
Production from Chung-Ang University. He
has directed numerous independent films and
also worked as a cinematographer. His debut feature Eighteen screened at the Vancouver
International Film Festival, where it won the
Dragons & Tigers Award for Young Cinema.
PESARO NUOVO CINEMA - PREMIO LINO MICCICHÈ
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Corea del Sud, 2009, 95’, HD, colore
Hoe-Ori ba-ram (Eighteen, 2009), Time in Heaven (2007, cm)
Queen of the Universe (2007, cm), Hitch-hiking (2004, cm)
Do not Let Me in Fight (2003, cm), Hard-boyled Chocolate Style (2002, cm)
Triangle Stories (2000, cm), I’m Home from School ( 1998, cm)
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Clara Picasso
EL PASANTE
The Intern
Argentina, 2010, 65’, Super 16mm-HD, colore
interpreti/cast Ignacio Rogers
Ana Scannapieco
produttore/producer Manuel Ferrari
produzione/production Campeón Cine
Production
Un giovane stagista inizia un lavoro notturno come fattorino d’albergo in un hotel a 5 stelle di Buenos Aires. Durante il suo stage, viene formato da una receptionist. Nell’esplorare
insieme l’hotel, i due stringono una relazione molto intima e, quando un ospite scompare,
si imbarcano in un’indagine per svelare il mistero. Ma finiscono per ritrovarsi un po’ troppo coinvolti. “Il film esamina i limiti tra le sfere pubblica e privata e le difficoltà dei rapporti umani di oggi, che spesso si fondano su basi virtuali”. (Clara Picasso)
A young intern starts a night job as a bellboy in a five-star hotel in Buenos Aires and is trained by
a receptionist. The two develop a close relationship as they explore the hotel. When a guest disappears they carry out an investigation to unveil the mystery and end up getting a little too involved
in the process. “The film examines the limits between the public and the private spheres, and the difficulties that exist in today’s human relationships, which many times are built on a virtual basis.”
(Clara Picasso)
Clara Picasso è nata a Buenos Aires negli
anni Ottanta. Ha studiato regia alla
Universidad del Cine e ha realizzato 3 cortometraggi in 16 mm. È stata tra gli undici
registi del lungometraggio collettivo A propósito de Buenos Aires (2006). Ha lavorato
come scenografa in diversi film e attualmente insegna sceneggiatura all’Università.
El pasante è la sua opera prima ed è stato
presentato in anteprima al Rotterdam
International Film Festival.
Clara Picasso was born in Buenos Aires,
Argentina in the 1980s. She studied film directing at the Universidad del Cine. She has made
three 16mm shorts and was one of the 11 directors of the collective film A Propósito de
Buenos Aires (2006). She has also worked as an
art director on a number of films and currently
teaches scriptwriting at the Universidad del
Cine. Her debut feature El Pasante premiered at
the Rotterdam International Film Festival.
PESARO NUOVO CINEMA - PREMIO LINO MICCICHÈ
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay Clara Picasso
fotografia/cinematography Fernando Lockett
montaggio/editing Andrea Santamaria
musica/music Tomàs Becù
suono/sound Francisco Pedemonte
El pasante (The Intern, 2010)
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Ivan Vyrypayev
KISLOROD
Oxygen
sceneggiatura/screenplay Ivan Vyrypayev
fotografia/cinematography Andrey Naidionov
montaggio/editing Pavel Khanyutin
musica/music Aleksandr Loushin
suono/sound Andrey Samsonov
Roman Khokhlov
scenografia /art direction Margarita Ablaeva
interpreti/cast Karolina Gruszka
Aleksey Filimonov
produttore/producer Vadim Goryainov
Leonid Lebedev, Valery Todorovsky
produzione/production Red Arrow con il
supporto del Ministero della Cultura della
Federazione Russa
Uno studio di registrazione musicale. Dieci domande, dieci composizioni, dieci provocazioni per coloro che stanno cercando Ossigeno nelle loro vite, Lui e Lei. Due giovani presentatori commentano il testo dei Dieci Comandamenti, la cui antitesi è personificata da
una giovane coppia, un ragazzo e una ragazza. Ma senza l'Ossigeno – il Verbo – moriranno. Basato sull'omonima pièce teatrale diretta dal regista, Oxygen ne è una riscrittura in versione multimediale che fonde la musica pop con il linguaggio teatrale e il videoclip.
A recording studio. Ten questions, ten compositions, ten provocations for He and She, who are looking for Oxygen in their lives. Two young presenters comment on the Ten Commandments, the
antithesis of which is personified by a young couple. But without Oxygen – the Word – they will die.
A multi-media reworking of the director’s play, Oxygen blends pop music, theatre and music videos.
Nato a Irkutsk nel 1974, Ivan Vyrypayev si è
diplomato nel 1995 all'Accademia d'Arte
Drammatica dove poi ha lavorato come
docente. Dopo aver studiato regia a Mosca
ha lavorato al Teatr.doc. Centre for New
Drama e dal 2005 è direttore artistico del
Praktika Theatre. Ha scritto cinque testi teatrali e numerose sceneggiature, tra cui
Euphoria (2006), con cui ha esordito alla regia
ottenendo la partecipazione, in concorso, alla
Mostra di Venezia. Nel 2009 ha girato
Oxygen, dall’omonimo testo teatrale.
Rappresentato anche in Italia, per la regia di
Pietro Babino, lo spettacolo ha fatto meritare
il premio Ubu come migliore attrice a
Fiorenza Menni. Vyrypayev ha vinto diversi
riconoscimenti teatrali e il Presidential
Council Prize per il suo contributo alla letteratura russa. Ha inoltre firmato uno dei corti
del film collettivo russo Cotti d’amore.
Born in Irkutsk in 1974, Ivan Vyrypaev in
1995 graduated from the Academy of Dramatic
Arts, where he later taught. After studying
directing in Moscow he worked at the Teatr.doc.
Centre for New Drama and in 2005 was
appointed artistic director of the Praktika
Theatre. He has written five plays and numerous screenplays, including his directorial debut
Euphoria (2006), which screened in competition at the Venice Film Festival. In 2009 he shot
Oxygen, from his play. The Italian stage version of Oxygen, directed by Pietro Babino, won
Fiorenza Menni the Best Actress Ubu Award.
Vyrypaev has received a number of theatre
awards as well as the Presidential Council Prize
for his contribution to Russian literature. He
also directed one of the episodes of the Russian
portmanteau film Crush (2009).
PESARO NUOVO CINEMA - PREMIO LINO MICCICHÈ
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Russia, 2009, 75’, colore
Korotkoe zamykanie (Crush : 5 Love Stories, Cotti d’amore, 2009)
Kislorod (Oxygen, 2009)
Ejforija (Euphoria, 2006)
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Yoshifumi Tsubota
MIYOKO ASAGAYA KIBUN
Miyoko
sceneggiatura/screenplay Yoshifumi Tsubota
Fukuda Shinsaku
fotografia/cinematography Yamazaki Daisuke
montaggio/editing Yoshifumi Tsubota
musica/music Maher Shalal Hash Baz, Sparta
Localis, Tenniscoats, Masatoshi Tsunematsu
scenografia/art direction Tanaka Koji
Ozaki Masaki
interpreti/cast Mizuhashi Kenji (Abe Shinichi)
Machida Marie (Miyoko)
produttore/producer Okada Hiroshi
produzione/production Wides
Shuppan Co. Ltd.
vendite internazionali/world sales Gold View
Co. Ltd.
Miyoko è un film biografico sul manga-artist giapponese Abe Shinichi, la sua musa Miyoko,
che posa regolarmente nuda, e l’ambiente bohemien di Tokyo in cui vivevano negli anni
Settanta. Il giovane artista non riesce a raggiungere il successo e si attacca ossessivamente
alla sua compagna e alla bottiglia. Miyoko ha una scenografia dallo stile esuberante e inventivo ed è talmente licenzioso da essere catalogato, su alcuni siti giapponesi, come un porno
soft. Il vero Abe compare brevemente nel finale, sui titoli di coda.
Miyoko is a biopic about Japanese manga artist Abe Shinichi; his muse Miyoko, who regularly poses
nude for him; and the bohemian Tokyo neighborhood in which they live in the 1970s. The unsuccessful young artist obsessively sticks to his girlfriend and the bottle. Miyoko has an inventive and exuberant production design and is so licentious that it can be found on websites for pink pictures (typical Japanese narrative soft porn). The real Abe appears briefly during the film’s closing credits.
Yoshifumi Tsubota è nato a Yokohama nel
1975. Il suo primo cortometraggio, Big
Spectacle, girato in 8mm mentre studiava
alla Tama Art University, ha ricevuto il Gran
Premio all’Image Forum Festival 2000 ed è
stato proiettato nei festival di tutto il
Giappone. Nel 2001 ha partecipato come
attore al film Fasuna to Chibusa di Koji
Shirakawa e Stephen Tyler. Il suo primo
lungometraggio Dawn Gray, sostenuto
dall’Image Forum nel 2002, è stato presentato in diverse città e al Box-Higashinakano di
Tokyo. Ha lavorato come scenografo per
numerosi film e attualmente produce spot
pubblicitari, video musicali, opere a basso
budget per l’home video e scrive racconti.
Yoshifumi Tsubota was born in Yokohama in
1975. He shot his first 8mm short, Big Spectacle,
while still a student at Tama Art University. The
film received the Grand Prize at the 2000 Image
Forum Festival and screened at festivals throughout Japan. In 2001 he acted in Fasuna to
Chibusa by Koji Shirakawa and Stephen Tyler.
His debut feature Dawn Gray, backed by Image
Forum in 2002, was presented in various cities as
well as Tokyo’s Box-Higashinakano. He has
worked as a production designer on numerous
films, he writes short stories and is currently producing commercials, music videos and low-budget films for home video.
PESARO NUOVO CINEMA - PREMIO LINO MICCICHÈ
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Giappone 2009, 86', 35mm, colore
Miyoko Asagaya kibun (Miyoko, 2009)
Kannou Syoujosakka (2006, cm)
Saimin Hypnosis (2005, cm)
Dawn Gray (2002), Big Spectacle (2000, cm)
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24° Evento speciale: Carlo Lizzani
A cura di Vito Zagarrio
Carlo Lizzani - Mostra fotografica
Galleria Franca Mancini - Corso XI settembre, 245 - Pesaro
Una retrospettiva completa, una lunga video-intervista inedita, un libro, una mostra fotografica, un convegno e un nuovo film in anteprima assoluta. Sono i ricchissimi contenuti
del 24° Evento Speciale della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro – curato
da Vito Zagarrio - che dal 20 al 28 giugno esplora il lungo percorso personale, politico, cinematografico e culturale di Carlo Lizzani, tra i registi italiani che meglio hanno saputo raccontare il nostro Paese. Accanto alla consueta filmografia integrale del cineasta, la 46/a edizione della Mostra propone dunque un percorso multimediale attraverso le immagini fisse e in movimento - i testi critici e le testimonianze realizzati dallo stesso Lizzani o dai
suoi studiosi: una panoramica a 360 gradi che ha l’ambizione di consegnare ai cinefili e agli
appassionati un ritratto completo dell’uomo, del regista e dell’intellettuale e di sottolineare il suo ruolo da protagonista del cinema e della storia del Novecento.
A complete retrospective, a lengthy and never-before-seen video interview, a book, a photography
exhibit, a conference and the world premiere of a brand new film all comprise the 24th Special Event
(organized by Vito Zagarrio with the Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca
Nazionale) of the Pesaro Film Festival, which from June 20-28 will explore the extensive personal,
political, cinematic and cultural life of Carlo Lizzani, one of Italy’s filmmakers who best knew how
to capture his country. The director’s complete filmography is accompanied at the 46th edition of the
Festival by a multi-media look at the (fixed and moving) images, reviews and interviews by Lizzani
and scholars of his work. This ambitious, 360-degree project aims to paint a full portrait of the man,
director and intellectual for film lovers, and to highlight his role as one of the protagonists of 20th
film and history.
20-30 giugno 2010
Carlo Lizzani raccontato attraverso le immagini in una mostra fotografica che ne ripercorre la carriera in tre diversi momenti della sua vita:
1) la collaborazione con il fotografo Alfonso Avincola nata sul set di una decina di film
(dal 1960 con Il Gobbo passando per L’oro di Roma, Il processo di Verona, L’autostrada del sole
episodio di Thrilling, Un fiume di dollari, Banditi a Milano, L’amante di Gramigna, Barbagia,
Roma bene, per finire con Torino nera del 1972). La parte della mostra “Alfonso Avincola
fotografa Carlo Lizzani” è composta da circa 40 immagini di vari formati (20x30, 30x40,
35x45), ed è proposta in collaborazione con il Centro Cinema Città di Cesena, istituzione
culturale del Comune di Cesena che si occupa da più di un decennio di fotografia di cinema. Sono oltre 90.000, tra stampe e negativi, le foto conservate nel suo archivio, compresa
la sezione sul cinema italiano contemporaneo nata in seguito a “CliCiak”, il concorso
nazionale per fotografi di scena, giunto quest’anno alla tredicesima edizione.
2) le foto vintage scelte dallo stesso Carlo Lizzani nel suo archivio, circa 30 scatti.
3) gli scatti odierni, circa 15, realizzati da Gianfranco Gorgoni.
Carlo Lizzani as depicted through a photography exhibit that covers three moments of his life:
1) His collaboration with photographer Alfonso Avincola on ten films, from 1960’s Il
Gobbo through L’oro di Roma, Il processo di Verona, the episode of “L’autostrada del sole”
of Thrilling, River of Dollars, The Violent Four, The Bandit, Barbagia, Roma bene, until
1972’s Torino nera. The section of the exhibit entitled “Alfonso Avincola fotografa Carlo Lizzani”
comprises approximately 40 images of varying formats (20x30, 30x40, 35x45), and is offered in
collaboration with the Centro Cinema Città di Cesena, a cultural institution of the municipality of
Cesena that has been working with film photography for over a decade. The Centre’s archives
house over 90,000 photographs (prints and negatives), including a section on contemporary
Italian cinema created following CliCiak, the national competition for set photographers, which
celebrates its 13th edition this year.
2) Vintage photos chosen by Carlo Lizzani from his archives (approx. 30).
3) Present-day photos by Gianfranco Gorgoni (approx. 15).
24° Evento speciale: Carlo Lizzani
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Organizzato con Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale
Associazione culturale Il Teatro degli Artisti, Mostra Internazionale del
Nuovo Cinema – Pesaro, Regione Marche – Assessorato alla Cultura
Provincia di Pesaro e Urbino, Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro
In collaborazione con Centro Cinema Città di Cesena
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LA VITA AGRA
copia restaurata da Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale
in collaborazione con Ripley’s Film
Italia, 1964, 120', 35mm, B/N
interpreti/cast Ugo Tognazzi (Luciano)
Giovanna Ralli (Anna), Rossana Martini
(Mara), Gianpiero Albertini (Libero)
Elio Crovetto (Carlone)
produttore/producer Nino Krisman
produzione/production Film Napoleon
Luciano Bianchi è impiegato in una miniera della CIS come “responsabile delle iniziative culturali” e vive con la moglie e il figlio a Guastalla, un paesino della Bassa Padana. Quando la
società, in perdita, decide di ridurre i costi, lui è tra i primi a essere licenziati. Pochi giorni
dopo la miniera esplode a causa del risparmio sui costi della sicurezza e 34 operai perdono
la vita. Luciano è deciso a vendicarsi: parte per Milano determinato a far saltare in aria la sede
dell’azienda, che si trova in un grattacielo di più di venti piani. Arrivato in città, cerca un
lavoro e trova alloggio in una pensione, dove incontra Anna, con cui va a vivere sicuro che la
moglie non ne saprà mai nulla. Quando trova lavoro come creativo pubblicitario riscuote un
gran successo e arriva rapidamente ai vertici della scala sociale facendosi nominare dirigente proprio dalla CIS. Tratto dal romanzo omonimo di Luciano Bianciardi, La vita agra descrive con i toni della satira sociale la parabola di un intellettuale di provincia anarchico che viene
rapidamente risucchiato dalla società del benessere, fino a diventare un “persuasore occulto”.
Il film ha ottenuto il Premio Fipresci al Karlovy Vary International Film Festival nel 1964.
24° EVENTO SPECIALE: CARLO LIZZANI
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay Sergio Amidei
Luciano Bianciardi, Luciano Vincenzoni
fotografia/cinematography Erico Meczer
montaggio/editing Franco Fraticelli
musica/music Piero Piccioni
scenografia/art direction Enrico Tovaglieri
Cinema
in Piazza
24° Evento speciale: Carlo Lizzani
Luciano Bianchi works in a CIS mine as “Head of cultural projects” and lives with
Alberto
his Lattuada
wife and
son in Guastalla, a small town in the lower Padana region. When the strapped company decides
to cut costs, he’s one of the first out of a job. A few days later, an accidental explosion in the mine,
the result of budget cuts to security, causes the death of 34 miners. Seeking revenge, Luciano
heads to Milan, determined to blow up CIS headquarters in one of the city’s skyscraper. Once
there, however, he looks for work and finds a room in a boarding house. Then he meets Anna and
the two move in together, with Luciano secure in the knowledge that his wife will never find out.
After landing a job in advertising he becomes hugely successful and quickly scales the social ladder, to become head of CIS. Based on the eponymous novel by Luciano Bianciardi, La vita agra
uses social satire to depict the parable of a small-town anarchist and intellectual who is quickly
sucked in by wealth, and even becomes a hidden persuader. The film won the FIPRESCI Prize at
the 1964 Karlovy Vary International Film Festival.
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Vito Zagarrio
IL CINEASTA MULTITASKING. CARLO LIZZANI, CINEMA E ALTRO
Italia, 2010, 50', MiniDV, colore
IL MIO NOVECENTO
Italia, 2010, video
produttore esecutivo/executive producer
Antonio Valerio Spera
produzione/production Fondazione Pesaro
Nuovo Cinema Onlus e Laboratorio CinemaUniversità degli Studi di Roma Tor Vergata, in
collaborazione con Kimerafilm
Una lunga intervista a Carlo Lizzani (la cui trascrizione è contenuta nel volume “Carlo
Lizzani. Un lungo viaggio nel cinema”, pubblicato in occasione del 24° Evento Speciale a
lui dedicato), che ricostruisce il suo percorso politico e culturale, e affronta il tema del suo
essere “eclettico”, che ha provocato, a volte, un pregiudizio della critica.
This lengthy interview with Carlo Lizzani – transcribed in its entirety in Carlo Lizzani. Un lungo
viaggio nel cinema, published for the 24th Special Event on the director – reconstructs his political and cultural career and delves into his “eclecticism,” which at times provoked critics’ prejudices.
Realizzato in occasione del 24° Evento Speciale della Mostra di Pesaro, che lo presenta
in anteprima assoluta, Il mio Novecento è il nuovo film di Carlo Lizzani. In esso il regista
ripercorre, attraverso un montaggio di immagini dei suoi stessi film, la storia politica,
sociale e cinematografica del secolo scorso. Contemporaneamente testimone e protagonista dei cambiamenti che hanno segnato l’Italia dall’epoca del fascismo a quella, attuale, della televisione, Lizzani propone con Il mio Novecento una straordinaria rilettura
meta-cinematografica del ricco repertorio di temi, generi e modelli produttivi con cui ha
raccontato la storia del Paese.
Made for the 24th Special Event of the Pesaro Film Festival, where it makes its world premiere,
Il mio Novecento is the latest film by Carlo Lizzani. In it, the director covers the political, social
and film history of the previous century, through a montage of his film clips. Simultaneously witness to and protagonist of the changes that marked Italy from the fascist period to today’s television era, Lizzani here offers an extraordinary, meta-cinematic reinterpretation of the vast repertoire of themes, genres and production models with which he portrayed his country’s history.
24° EVENTO SPECIALE: CARLO LIZZANI
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
fotografia/cinematography Andrea Gagliardi
Simone Isola, Luca Lardieri
montaggio/editor Pierpaolo De Sanctis
assistente al montaggio/assistant editor
Leonardo Lemma
Carlo Lizzani
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Biografia / Biography
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Carlo Lizzani nasce a Roma nel 1922. Critico, studioso e militante politico oltre che
regista, sceneggiatore e docente, inizia a scrivere di cinema non ancora ventenne,
passando dal giornale universitario “Roma Fascista” a riviste prestigiose come
“Cinema” e “Bianco e Nero”. Dopo la guerra si specializza in sceneggiature, partecipando ad alcuni film anche come attore. Per De Santis collabora alla sceneggiatura di Caccia Tragica – di cui sarà anche aiuto regista - Riso Amaro e Non c’è pace tra gli
ulivi. Partecipa, sempre come sceneggiatore e aiuto regista, prima a Il sole sorge ancora di Aldo Vergano, poi al capolavoro di Rossellini Germania anno zero. Dopo alcuni
cortometraggi documentaristici, nel 1951 Lizzani gira il suo primo lungometraggio,
Achtung! Banditi!, che racconta di un gruppo di partigiani nell’ultimo periodo della
guerra. Nel 1953 partecipa al progetto di Cesare Zavattini Amore in città, collaborando con Antonioni, Fellini, Risi e Lattuada. Dopo aver vinto un Nastro d’Argento per
la miglior sceneggiatura con il film Banditi a Milano (1968), firma un episodio del
film collettivo Amore e Rabbia (1969), accanto a Godard, Bellocchio, Bertolucci e
Pasolini, con il quale aveva già lavorato in Il Gobbo (1960) e Requiescant (1966). Tra i
suoi film, Cronache di poveri amanti (1953), con Marcello Mastroianni, L’oro di Roma
(1961), La vita agra (1964), Mussolini ultimo atto (1974), Fontamara (1980), e Celluloide
(1996), vincitore del David di Donatello per la miglior sceneggiatura, scritta dallo
stesso Lizzani insieme a Ugo Pirro e Furio Scarpelli. Dagli anni Ottanta lavora
anche per la televisione e per il teatro.
Carlo Lizzani was born in Rome in 1922. A critic, scholar and political militant, as well
as director, screenwriter and teacher, he began writing about cinema in his late teens, passing from the university newspaper Roma Fascista to prestigious magazines such as
Cinema and Bianco e Nero. After WWII he began working as a screenwriter and also
acted in several films. He co-wrote Giuseppe De Santis’ Caccia Tragica (and worked as
assistant director on the film), Bitter Rice and Under the Olive Tree. As a screenwriter
and AD he worked on Aldo Vergano’s Il Sole Sorge Ancora and Roberto Rossellini’s masterpiece Germany Year Zero. After making several documentary shorts, in 1951 Lizzani
directed his first feature, Attention! Bandits!, about a group of Resistance fighters towards
the end of WWII. In 1953 he participated in Cesare Zavattini’s portmanteau Love in the
City, along with Antonioni, Fellini, Dino Risi and Alberto Lattuada. After winning a
Nastro d’Argento for Best Screenplay for The Violent Four (1968), he directed an episode
in the collective film Love and Anger (1969), alongside Godard, Marco Bellocchio,
Bernardo Bertolucci and Pasolini, the latter whom he had previously directed in Il Gobbo
(1960) and Requiescant (1966). His films include Chronicle of Poor Lovers (1953), with
Marcello Mastroianni; L’Oro di Roma (1961); La Vita Agra (1964); Mussolini (1974);
Fontamara (1980); and Celluloid (1996), which won a David di Donatello for Best
Screenplay, written by Lizzani, Ugo Pirro, and Furio Scarpelli. Since the 1980s he has also
worked in theatre and television.
IL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
How I Ended This Summer di Aleksey Popogrebsky
Aleksey Balabanov
Aleksey Balabanov
MNE NE BOLNO
MORFIY
It Doesn’t Hurt Me
Morphia
Russia 2006, 100', 35mm, colore
interpreti/cast Renata Litvinova (Tata)
Aleksandr Yatsenko (Misha), Dmitry Dyuzhev
(Oleg), Nikita Mikhalkov (Sergey Sergeevitch)
Inga Oboldina-Strelkova (Alya)
produttore/producer Sergey Selyanov
produzione/production CTB Film Company
sceneggiatura/screenplay Sergey Bodrov Jr.
fotografia/cinematography Aleksandr Simonov
montaggio/editing Tatyana Kuzmichyova
suono/sound Mikhail Nikolayev
costumi/costume designer Nadezhda Vasilyeva
interpreti/cast Leonid Bichevin, Ingeborga
Dapkunaite, Andrei Panin, Sergey Garmash
Katarina Radivojevic, Svetlana Pismichenko
produttore/producer Sergey Selyanov
produzione/production CTB Film Company
Tata è una bella ragazza, ma è annoiata e non ha interesse per la vita. Tutto cambia quando
incontra Misha, un giovane designer che, con i suoi suoi amici Alya e Oleg, le propone i suoi
servizi di arredamento di interni. Sono giovani, pieni di energia, talento e voglia di vivere.
In pratica hanno tutto... tranne i soldi. E così Tata li aiuta a trovare lavori interessanti e clienti ricchi, e Misha si innamora di lei e pian piano la riporta ad amare di nuovo la vita. Ma Tata
nasconde qualcosa che, inevitabilmente, incrinerà il loro futuro.
Nell'autunno 1917, il ventitreenne dottor Polyakov riceve il suo primo incarico nell'ospedale di una cittadina di provincia, dove rimpiazza un medico ben più esperto di
lui. Polyakov si ritrova alle prese con ogni sorta di problema medico e spesso si sente
impreparato, così inizia ad assumere dosi sempre più massicce di morfina. Basato su
“Appunti di un giovane medico” di Mikhail Bulgakov, Morphia è un film “Su un uomo
brillante che precipita fino a toccare il fondo”. (Aleksey Balabanov)
Tata is a bored and beautiful young woman with nothing to do. Everything changes when she meets
Misha, a young designer who with his friends Alya and Oleg offers her their interior design services. They are young, full of strength, energy and talent. In short, they have everything…except
money. Tata helps them find interesting work and rich clients, while Misha falls in love with Tata
and slowly helps her regain her love of life. But Tata is hiding something that will inevitably affect
their future.
In the fall of 1917, 23-year-old Dr. Polyakov lands his first job, at a hospital in a provincial town,
replacing a much more expert doctor. Faced with medical problems of all kinds, for which he does
not feel adequately prepared, Polyakov begins taking increasingly greater doses of morphine. Based
on Mikhail Bulgakov’s Notes of a Young Doctor, Morphia is a film “about a brilliant man who
hits rock bottom.” (Aleksey Balabanov)
LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay Valery Mnatsakanov
fotografia/cinematography Sergey Astakhov
montaggio/editing Tatyana Kuzmicheva
musica/music Vadim Samoylov
suono/sound Mikhail Nikolayev
scenografia/art direction Pavel Parkhomenko
Russia 2005, 102’, 35 mm, colore
Aleksey Balabanov
Morphia
Regista, sceneggiatore, produttore, Aleksey Balabanov è nato il 25 febbraio 1959 a
Sverdlovsk. Nel 1981 si è diplomato al Foreign Languages College di Gorky, e nel 1990 al
corso sperimentale “Director’s Cinema” degli Higher Courses for Scriptwriters and
Directors. Prima di realizzare, nel 1991, il primo film di finzione, ha diretto due documentari. Nel 1992 ha fondato, con Sergey Selyanov e Vasily Grigoriev, la società di produzione
CTV, con cui ha poi realizzato tutti i suoi film. Già molto noto in patria per i crime-movie
Brother e Brother 2 – con il primo ha vinto il Cristal Globe a Karlovy Vary e il premio Fipresci
al Festival di Torino nel 1997 - Balabanov ha poi conosciuto un grande successo con i suoi
scioccanti e controversi Cargo 200 e Morphia.
Director, screenwriter and producer Aleksey Balabanov was born in Sverdlovsk in 1959. In
1981 he graduated from the Foreign Languages College of Gorky, and in 1990 from the experimental Director’s Cinema course of the Higher Courses for Scriptwriters and Directors. He made
two documentaries before making his narrative feature debut in 1991. With Sergey Selyanov and
Vasily Grigoriev in 1992 he founded the CTV production company, through which he has made
all of his films. Already well known at home for the crime movies Brother (for which he won the
Crystal Globe at Karlovy Vary and the Fipresci Prize at the Turin Film Festival in 1997) and
Brother 2, Balabanov went on garner international acclaim for his shocking and controversial
Cargo 200 and Morphia.
LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Biografia e Filmografia / Biography and Filmography
Morfiy (Morphia, 2008), Gruz 200 (Cargo 200, 2007)
Mne ne Bolno (It Doesn’t Hurt Me, 2006), Zhmurki (Blind Man’s Bluff, 2005)
Voyna (War, 2002), Reka (The River, 2002), Brat 2 (Brother 2, 2000)
Pro urodov i lyudey (Of Freaks and Men, 1998), Brat (Brother, 1996)
Zamok (The Castle, 1994), Schastlivye dni (Happy Days, 1991)
43
It Doesn’t Hurt Me
Lidiya Bobrova
BABUSYA
Sguardi femminili
Granny
sceneggiatura/screenplay Lidiya Bobrova
fotografia/cinematography Valery Revich
montaggio/editing Tatyana Bystrova
suono/sound Maxim Belovolov
scenografia/art direction Pavel Novikov
costumi/costume designer I. ProshinaSakanyan
interpreti/cast Nina Shubina (Granny)
Olga Onischenko (Lisa), Anna Ovsyannikova
(Anna), Vladimir Kulakov (Victor)
produttore/producer Andrey Zertsalov
produzione/production Lenfilm Studios
Film Department of Russian Ministry of
Culture, 3B Productions, CNC
Una signora di 80 anni ha lavorato instancabilmente tutta la vita per crescere i figli e i nipoti e garantire loro tutto ciò di cui avevano bisogno. Un giorno decide di vendere la casa,
lasciare tutto il suo denaro ai nipoti e stabilirsi dalla figlia, che però muore inaspettatamente lasciandola sola, debole e vulnerabile. E così la nonnina, in cerca di sostegno, intraprende un percorso che le farà incrociare la strada di uomini d’affari, rifugiati, giornalisti, nuovi
ricchi, contadini ed emarginati: un vitale ritratto della società russa di oggi.
An 80-year-old woman who labored tirelessly all her life to raise her children and grandchildren and
support those in need decides to sell her house and give all the money to her grandchildren. She
moves in with her daughter, who dies unexpectedly, leaving her alone, weak and senile. In search of
shelter, the old woman goes wandering, and comes across businessmen, refugees, journalists, peasants, the nouveau riche and those living on the margins. A vivid portrait of present-day Russia.
Nata nella Siberia orientale il 13 giugno
1952, Lidiya Bobrova si laurea in Storia alla
Leningrad University nel 1975. Rifiutandosi
di sostenere il sistema, abbandona l’insegnamento per studiare sceneggiatura a
Mosca sotto la direzione di Evgueni
Gabrilovitch. La sua sceneggiatura di diploma, Hey, You Geese!, che riflette lo stile di
vita dei cittadini sovietici, ormai lontanissimo dall’ideologia ufficiale, viene rifiutata, e
la Bobrova decide di entrare al Lenfilm
Studio. Ma i suoi copioni vengono sistematicamente respinti, sempre per le stesse
ragioni. Con l’avvento della Perestrojka, le
sue sceneggiature vengono finalmente
accettate e prodotte dallo Studio of
Experimental Films del Lenfilm. Con
Granny ha vinto, tra gli altri, il premio speciale della giuria e il premio ecumenico al
Festival di Karlovy Vary nel 2003.
Born in Eastern Siberia in June 1952, Lidiya
Bobrova graduated in History from Leningrad
University in 1975. As she was not willing to
support an existing system, she gave up teaching and studied scriptwriting in Moscow under
Evgueni Gabrilovitch. Her graduation script
Hey, You Geese!, reflecting the way of life of the
Soviet citizens who were by then far removed
from the official ideology, was rejected. After
that she joined Lenfilm Studio, but her scripts
were constantly rejected for the same reasons.
With the arrival of Perestroika, her scripts were
finally accepted and produced by Lenfilm’s
Studio of Experimental. Among other accolades,
Granny won the Special Jury Award and
Ecumenical Prize at the 2003 Karlovy Vary
Film Festival.
LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Russia 2003, 97’, 35mm, colore
I Believe! (2009)
Babusya (Granny, 2003)
V toy strane... (In That Land, 1997)
Oy, vy, gusi... (Hey, You Geese!, 1991)
Coming of Age (1989)
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Pyotr Buslov
BUMER
Bummer
sceneggiatura/screenplay
Denis Rodimin, Pyotr Buslov
fotografia/cinematography Daniil Gurevich
montaggio/editing Ivan Lebedev
musica/music Sergey Shnurov
suono/sound Aleksandr Fedenev
scenografia/production design Ulyana Ryabova
interpreti/cast Vladimir Vdovichenkov (Kot)
Andrey Merzlikin (Oshparenny), Maxim
Konovalov (Killa), Sergey Gorobchenko (Rama)
produttore/producer Sergey Selyanov
Sergey Chliyants
produzione/production CTB Film Company
Pygmalion Production Film Co.
Una BMW nera è braccata per le strade della Mosca notturna. Una vertiginosa serie di
eventi ha condotto quattro amici al di fuori della legge. Ormai precipitati in una vita sregolata, non possono più tornare indietro, e la nera “Bummer”, potente e affidabile, li conduce lontani da Mosca, nel selvaggio e spietato isolamento delle lande russe. Nessuno di loro
voleva uccidere. Nessuno di loro voleva morire. Ma dovranno percorrere questa strada fino
in fondo.
A black BMW is chased through the night streets of Moscow. A dizzying chain of events has led four
friends to become outlaws. In a life without rules, they can no longer turn back. The black "Bimmer,"
powerful and reliable, carries them ever further from Moscow, into the wild and merciless isolation
of the Russian hinterlands. None of them wanted to kill. None of them wanted to die. But they will
have to travel this road to the end.
Regista, sceneggiatore e attore, Pyotr Buslov
è nato il 1° giugno 1976 a Khabarovsk.
Diplomatosi alla VGIK (Istituto Nazionale di
Cinema Russo) nel 2004, ha girato il suo
primo film, come operatore, con Daniil
Gurevich e ha interpretato il ruolo principale
nel film di Ilya Khotinenko The Odissey, 1989.
Ancora studente, ha esordito con Bummer, il
primo blockbuster tarantiniano del cinema
russo, presentato in proiezione speciale al
Festival Internazionale di Mosca e seguito,
poi, da Bummer 2 , campione di incassi in
patria. Nel 2009 ha partecipato alla Mostra di
Venezia, nella sezione Orizzonti, con la regia
dell'episodio «Riparazione urgente» del film
collettivo Cotti d'amore, composto da cinque
corti firmati dai registi più interessanti della
scena russa: Boris Khlebnikov, Ivan
Vyrypayev, Kirill Serebrennikov e Aleksey
German jr.
Director-scriptwriter-actor Pyotr Buslov was
born in 1976 in Khabarovsk and grew up in
Vladivostok. He graduated from the VGIK
(Moscow Film School) in 2004 before shooting
his first film, as a cameraman, with Daniil
Gurevich and starring in Ilya Khotinenko's The
Odyssey (1989). While still a student, he made
his debut with Bummer, the first Tarantinoesque blockbuster of Russian cinema, presented
as a Special Screening at the Moscow
International Film Festival. His subsequent
Bummer 2 was a domestic box office hit. In
2009 he was in the Horizons sidebar of the
Venice Film Festival with “Urgent Repair,” an
episode in the collective film Crush, comprising
five shorts by four other noteworthy directors of
the contemporary Russian film scene: Boris
Khlebnikov, Ivan Vyrypaeyv, Kirill Serebrennikov
and Aleksey German Jr.
LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Russia, 2003, 110', Dolby Digital 35mm, colore
Korotkoe zamykanie (Crush : 5 Love Stories - Cotti d’amore, 2009, ep.)
Bumer 2. Fil’m vtoroj (Bummer 2, 2006)
Bumer (Bummer, 2003)
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Aleksey Fedorchenko
ZHELEZNAYA DOROGA
The Railway
sceneggiatura/screenplay
Aleksandr Gonorovsky
fotografia/cinematography Leonid Ilyukhin
montaggio/editing Lyudmila Zalozhneva
musica/music Aleksandr Pantykin
suono/sound Ivo Heger
scenografia/production design Valeri Lukinov
Oleg Pashchenko, Aleksey Potapov
interpreti/cast Sergey Belyayev, Viktor Terelya
Olga Degtyaryova, Daniil Shavkunov
Pyotr Zaychenko
produttore/producer Aleksey Fedorchenko
Dmitry Vorobyov
produzione/production CTB Film Company
Pygmalion Production Film Co.
Misha, un ragazzo muto, parte per un viaggio surreale con il padre e due suoi amici su una
vecchia locomotiva sovietica, carica di carbone rubato che intendono vendere nel percorso
attraverso le lande sterminate della Russia più profonda. La locomotiva su cui viaggiano, un
tempo chiamata “Zar il Vampiro”, simboleggia un potere talmente grande da poter essere
paragonato all’energia del mondo intero. Accanto a quelle del viaggio, scorrono le scene di
un misterioso circo itinerante, i cui strani artisti incrociano le strade dei quattro protagonisti.
Mischa, a mute boy, sets out on a surrealistic journey with his father and two men aboard an old
Soviet locomotive loaded with stolen coal they intend to sell off on their way through the borderless
steppes of inner Russia. The locomotive was once called “Tsar the Vampire” and was a symbol of
enormous power that could be compared with the energy of the entire world. In parallel, sequences
keep reappearing of a mysterious travelling circus, whose odd artists the four protagonists encounter
along their way.
Aleksey Fedorchenko è nato nel 1966 a SolIletsk, in Siberia. Una volta terminati gli studi
all'Istituto Politecnico, ha lavorato su progetti di difesa cosmica in una fabbrica di
Sverdlovsk. Nel 1990 è diventato economista,
poi vice-direttore dello Studio di Sverdlosk.
Nel 2000 ha assunto il ruolo di direttore del
Dipartimento di produzione e ha partecipato
alla produzione di più di 80 film. Conclusi gli
studi di drammaturgia al VGIK, ha sceneggiato numerosi documentari e ha ottenuto
diversi riconoscimenti ai festival, tra cui il
Gran Premio del Festival di Stoccolma. Ha
trovato su Internet la sceneggiatura del suo
film d'esordio First on the Moon (presentato
alla Mostra di Venezia, sezione Orizzonti, nel
2005), che ha poi trasformato da soggetto di
fantascienza in documentario, usando vecchie macchine da presa e tecniche di invecchiamento del materiale.
Aleksey Fedorchenko was born in Sol-Iletsk,
Siberia, in 1966. After completing his studies at
the Polytechnic Institute, he worked on space
defense projects in a factory in Sverdlovsk. In
1990 he became an economist, then vice-director of
the Sverdlosk Film Studio. In 2000 he took over as
director the Studio’s production department,
working on over 80 films. Since studying dramaturgy at the VGIK, he has written numerous documentaries and won various festival awards,
including the Grand Prix at Stockholm. He found
the screenplay to his directorial debut First on the
Moon (presented in the Horizons sidebar of the
2005 Venice Film Festival) on the Internet, transforming the science fiction story into a documentary, for which he used old cameras and special
techniques to age the material.
LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Russia, 2007, 104', 35mm, colore
Yellow Hammers (2010), Wind Shuvgey (2009, doc)
Bath Day (2008, doc), Zheleznaya doroga (Railway, 2008)
Shosho (2006, docufiction), Stealing Sparrow (2006)
Pervye na Lune (The First on the Moon, 2004)
Children of the White Grave (2003, doc), David (2002, doc)
49
Renata Litvinova
BOGINIYA: KAK YA POLYUBILA
Sguardi femminili
The Goddess
Russia, 2004, 105', 35mm, colore
interpreti/cast Renata Litvinova, Svetlana
Svetlichnaya, Konstantin Murzenko
produttore/producer Yelena Yatsura, Renata
Litvinova, Sergey Melkumov
produzione/production Bogwood Kino, Slovo
Productions
Faina è una donna detective che non rinuncia mai all'alcool e ai tacchi a spillo. Da un anno
è sulle tracce di una ragazza scomparsa, ma ancora non emergono indizi e persino i genitori della giovane hanno perso ogni speranza. Ma Faina rifiuta di crederla morta e sente che
la soluzione è a portata di mano, quando i confini tra realtà e fantasia si fanno sempre più
incerti. Debutto alla regia per la star del cinema russo Renata Litvinova, The Goddess è passato in concorso al Festival di Rotterdam nel 2005.
Faina is a cop always on high heels and with a bottle of drink in her attaché case. She has spent a
year on the case of a missing girl. There are no clues about her disappearance and many, including
the girl's parents, have given up hope. Faina refuses to believe that the girl is dead and feels a solution is within reach. The boundary between reality and dream becomes increasingly vague. Goddess
is the impressive directorial debut of Russian cult star actress Renata Litvinova, and screened in
competition at the 2005 Rotterdam Film Festival.
Renata Litvinova è nata il 12 gennaio 1967
a Mosca in una famiglia di medici. Ha studiato sceneggiatura al VGIK (Istituto
Nazionale di Cinema Russo) fino al 1989 e
ha diretto diversi documentari, tra cui Non
c'è morte per me. È attrice, sceneggiatrice,
regista e produttrice, ed è stata membro
della giuria alla Berlinale, al Festival di
Rotterdam e al Festival di Mosca. Tra le
attrici più conosciute del panorama cinematografico russo, ha lavorato con registi come
Peter Greenaway e Kira Muratova. The
Goddess è il suo esordio nel lungometraggio
cinematografico di finzione.
Renata Litvinova was born in Moscow in
1967 to a family of doctors. She studied screenwriting at the VGIK (Russian National Film
Institute) until 1989 and made several documentaries, including Net smerti dlya meni.
An actress, screenwriter, director and producer,
she has served on the juries of the Berlin,
Rotterdam and Moscow film festivals. She is
among the best-known actresses in Russian cinema and has worked with, among other directors, Peter Greenaway and Kira Muratova. The
Goddess marks her feature directing debut.
LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay Renata Litvinova
fotografia/cinematography
Vladislav Opelyants
musica/music Igor Vdovin, Zemfira
Nick Cave
scenografia/production design Katya Zaletaeva
Zelyonyy teatr v zemfire (Le Théâtre vert chez Zemfira, 2007, doc)
Boginya: kak ya polyubila (The Goddess, 2004)
Net smerti dlya menya (Il n’y a pas de mort pour moi, 2000)
51
Dmitry Meskhiyev
SVOI
Our Own
Russia, 2004, 111', 35mm, colore
interpreti/cast Bogdan Stupka, Konstantin
Khabenski, Sergey Garmash, Mikhail Evlanov
produttore/producer Viktor Glukhov, Sergey
Melkumov, Yelena Yatsura
produzione/production Slovo Productions
Guerra, amore, tradimento, vendetta. Tutto si mescola in una fattoria vicino Pskov, territorio occupato dai nazisti, nell’agosto 1941. Fuori, la guerra impazza, ma qui, lontano dalle
operazioni militari, esplodono le passioni. Tre prigionieri di guerra russi sono scappati e si
nascondono nella stalla del capovillaggio: sono ricercati e uno di loro, il figlio del capovillaggio, è rivale in amore di uno dei poliziotti tedeschi che gli danno la caccia.
War, love, treason and revenge. Everything comes together in a village farm near Pskov, in Nazi
occupied territory, in August 1941. While the war rages, here, far from the military operations, passions explode. Three Soviet war prisoners have escaped and are hiding out in the shed of the village
elder. One of the men, the elder’s son, is a rival in love of one of the German policemen.
Dmitry Meskhiyev è nato a San
Pietroburgo nel 1963. Ha lavorato come
assistente alla regia presso la Lenfilm a partire dal 1980, e nel 1988 si è diplomato alla
VGIK, dove ha studiato regia sotto la guida
di Marlen Khutsiyev. Dal suo esordio alla
regia, Gambrinus (1990), ispirato a un racconto di Kouprine, ha diretto tredici film,
tra cui The Cynics (1991), Over the Dark
Waters (1993), An American Bet (1998), The
Peculiarities of Russian Politics (1999), The
Woman Property (2000), Mechanical Suite
(2001) e The Diary Of A Kamikaze (2002). Con
Our Own ha vinto nel 2004 il primo premio
al Moscow International Film Festival e tre
premi Nika.
Dmitry Meskhiyev was born in St. Petersburg
in 1963. He began working as an assistant director at Lenfilm in 1980 and in 1988 graduated
from VGIK, where he studied directing under
Marlen Khutsiyev. Since his directorial debut
Gambrinus (1990), from a short story by
Aleksandr Kouprine, he has made 13 films,
including The Cynics (1991), Over the Dark
Waters (1993), An American Bet (1998), The
Peculiarities of Russian Politics (1999), The
Woman Property (2000), Mechanical Suite
(2001) and The Diary of a Kamikaze (2002).
With Our Own he won top prize at the 2004
Moscow International Film Festival and three
Nika awards.
LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay Valentin Chernykh
fotografia/cinematography Sergey Machilsky
montaggio/editing Marina Vasilyeva
musica/music Svyatoslav Kurashov
scenografia/production design Aleksandr
Stroilo
Svoi (Our Own, 2004), Osobennosti natsionalnoy politiki (2003)
Dnevnik kamikadze (Diary of a Kamikaze, 2003), Mekhanicheskaya
syuita (Mechanical Suite, 2001), Zhenskaya sobstvennost
(Woman's Own, 1999), Amerikanka (American Bet, 1998)
Nad tyomnoy vodoy (1993), Tsiniki (1991), Gambrinus (1990)
53
Marina Razbezhkina
YAR
Sguardi femminili
The Hollow
sceneggiatura/screenplay Marina Razbezhkina
Pavel Finn, Lidiya Bobrova
fotografia/cinematography Irina Uralskaya
montaggio/editing Yury Gedert
musica/music Anton Silaev
suono/sound Igor Terekhov
scenografia/production design Sergey Rakutov
Sergey Nikolsky
interpreti/cast Mikhail Evlanov, Polina
Filonenko, Sergey Gamov, Roman Artemyev
Lidia Velezheva
produttore/producer Olga Agrafenina
Tatyana Nikolayenkova
produzione/production Lenfilm
Kinomelnitsa
All’inizio del XX secolo, in un villaggio si tiene una cerimonia in cui le donne si svestono e camminano per le strade, nella foschia del mattino presto, per scacciare i demoni. Ma i demoni che
minacciano questa storia non si disperdono così facilmente. Tratto dal racconto di Sergey
Yesenin, The Hollow racconta del breve matrimonio combinato tra Kostya e Anna. Quando lui la
scopre con un altro, lascia il villaggio, e i suoi concittadini pensano che sia annegato nel Volga.
The Hollow è un luogo che trattiene le persone; se partono, sono destinate a morire.
In the early 20th century a village holds a ceremony in which the women disrobe and walk the streets,
through the early morning mist, to ward off devils. But the demons that haunt this story are not so easily dispersed. Based on early prose pieces by Sergei Yesenin, The Hollow shows Kostya entering into a
short-lived arranged marriage with Anna. When he finds her with another man, he leaves the village
and the locals assume he drowned in the Volga. The Hollow is a place that holds people. If they leave
they will die.
Nata a Mosca, Marina Razbezhkina, si è
laureata alla Kazan University nel 1971. Tra
il 1986 e il 1989 ha lavorato come sceneggiatrice di documentari, insegnante e giornalista. Dal 1989 dirige film documentari e nel
2003 ha firmato il suo primo lungometraggio di finzione Harvest Time, vincitore del
premio Fipresci al Festival Internazionale di
Mosca e migliore opera prima ai festival di
Honfleur e Trieste.
Born in Moscow, Marina Razbezhkina graduated from Kazan University in 1971. From
1986-89 she worked as a documentary writer,
schoolteacher and journalist. In 1989 she made
her first documentary and in 2003 her first narrative feature, Harvest Time, winner of the
FIPRESCI Prize at the Moscow International
Film Festival and Best Debut Film at the
Honfleur and Trieste film festivals.
LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Russia, 2007, 103', 35mm, colore
Yar (The Hollow, 2007)
Kanikuly (Holidays, 2006, doc)
Vremya zhatvy (Harvest Time, 2004)
Strannaya svoboda bytiya (1995, doc)
Konets Puti (1991, doc)
55
Larisa Sadilova
NICHEGO LICHNOGO
Sguardi femminili
Sguardi femminili
Nothing Personal
Russia, 2003, 96', formato, colore
interpreti/cast Valery Barinov, Zoia
Kaidanovskaya, Maria Leonova, Natalia
Kotchetova, Aleksandr Kliukvin
produttore/producer Rustam Akhadov
produzione/production ARSI-film, con la
partecipazione dell’Agenzia Federale per
la cultura e la cinematografia
sceneggiatura/screenplay Larisa Sadilova,
Gennady Sidorov
fotografia/cinematography Anatoly Petriga
montaggio/editing Elena Danshina
suono/sound Kirill Vassilenko
scenografia/production design Oleg Ukhov
interpreti/cast Marina Zubanova, Viktor
Uralskij, Valentina Berezutskaja, Gulia
Stoliarova, Rano Kubaeva, Tatiana Bystritskaya
Ghennadj Sidorov, Murad Ibraghimbekov
produzione/production ANO cooperazione
cineasti
L’investigatore privato Zimin riceve l’incarico di video-sorvegliare un appartamento. Installate
cimici e microcamere, inizia il suo lavoro. In quella casa vive la farmacista Irina, di cui gradualmente scopre i segreti e i dettagli della vita intima. Quando però si domanda perché debba spiarla, capisce di aver sbagliato: avrebbe dovuto spiare l’appartamento accanto, dove vive una donna
bionda. Ma Zimin non riesce a dimenticare Irina, ormai diventata una parte importante della sua
vita. Tra suspense e passione, il film osserva magistralmente la psicologia di un uomo semplice.
Lilly è una ragazza di compagna, ingenua e solitaria. Ha 35 anni e divide il suo tempo tra le cure
all’anziano padre e il lavoro in un allevamento di polli. Nonostante sia una donna affascinante, non
ha un compagno, cosa a cui cerca di porre rimedio con frequenti incontri presso l’hotel di un suo
amico. Finché, un giorno, non si innamora di un pianista. Importante esempio del “realismo femminile” di Larisa Sadilova, With Love, Lilly racconta la ricerca dell’amore e della felicità di una
donna russa con stile documentaristico e senza attori professionisti.
Private detective Zimin is ordered to set up video surveillance of an apartment. He mounts the bugs and
cameras and begins spying on Irina, a pharmacist whose secrets and intimate life he gradually gets to know.
But just as he starts wondering why he’s been sent to spy on her, Zimin realizes he made a mistake. He
should be spying on the blonde in the apartment next door. Zimin, however, can’t stop thinking about Irina,
who has become an important part of his life. With suspense and passion, the film masterfully observes the
psychology of a simple man.
Lilly is a rather naïve and lonely woman who lives in the countryside. She is 35 and divides her time
between caring for her elderly father and her work in a poultry slaughterhouse. Despite her moving
charm, she lacks a man in her life. She is, however, looking hard and keeps meeting new candidates at
encounters arranged in a friend’s hotel. Until the day she falls for a handsome pianist. An important
example of Sadilova’s “female realism,” With Love, Lilly is one Russian woman’s quest for true love
and happiness, told in documentary fashion with amateur actors.
LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
S LYUBOVYU, LILYA
With Love, Lilly
Russia, 2007, 92', formato, colore
sceneggiatura/screenplay Larisa Sadilova
fotografia/cinematography Dobrynia
Morgatchev, Dmitry Mischin
montaggio/editing Yelena Danshina
suono/sound Abduraim Tcharyev
scenografia/production design Naghimat
Dzhurayev
Larisa Sadilova
Larisa Sadilova
With Love, Lilly
Attrice, sceneggiatrice, regista e co-fondatrice del Regional Public Fund for Cinema
Support, Larisa Sadilova è nata a Briansk nel 1963. Laureata in recitazione al VGIK, debutta come attrice nel 1984. Il suo primo lavoro da regista è Happy Birthday !, del 1998, un’opera in bianco e nero che fa incetta di premi. Il suo secondo film, With Love, Lilly, consolida il
suo successo con, tra gli altri, il Tiger Award di Rotterdam. Nel 2005 dirige Babysitter
Required, menzione speciale al Sochi Festival Kinotavr.
A film director, scriptwriter, actress and co-founder of the Regional Public Fund for Cinema
Support, Larisa Sadilova was born in 1963 in Bryansk. After graduating from the VGIK, she
made her screen acting debut in 1984. Her directorial debut was the black-and-white Happy
Birthday! (1998), which won numerous festival awards. Her success was consolidated by her second film, With Love, Lilly, which won a Tiger Award in Rotterdam, among other prizes. In 2005
she made Babysitter Required, which received a Special Mention at the Kinotavr festival in Sochi.
LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Biografia e Filmografia / Biography and Filmography
Sonny (2009)
Nichego lichnogo (Nothing Personal, 2007)
Babysitter Required (2005)
S ljubov'ju, Lilja (With Love, Lilly, 2002)
Sdnjom rozhdenya (Happy Birthday!, 1998)
59
Nothing Personal
Cinema
in Piazza
Kirill Serebrennikov
YURYEV DEN
Yuri’s Day
Russia-Germania, 2008, 138', 35mm Cinemascope, colore
interpreti/cast Ksenia Rappoport, Sergey
Sosnovsky, Roman Shmakov, Sergey Medvedev
produttore/producer Natalya Mokritskaya, Mila
Rozanova, Karsten Stöter, Benny Drechsel
produzione/production New People
Film Company, Rohfilm
La diva dell’Opera Lyuba, all’apice del suo successo, decide di vendere la sua proprietà in
Russia e andare per l’ultima volta nella sua città di origine, Yuriev, con il figlio adolescente
Andrey prima di lasciare definitivamente il paese. Giunti da una caotica capitale europea,
sono estranei alla città e vagano senza meta, quando Andrey scompare misteriosamente. “È
una storia su una donna forte che cerca di rompere il muro del suo egoismo quando viene catapultata in una situazione inaspettata. La storia di una donna che rinasce come madre”.
(Kirill Serebrennikov)
Successful opera diva Lyubov decides to leave Russia for Vienna, but not before taking one last trip
to her hometown, the remote Youriev-Polskii, with her teenage son Andrei. Arriving from a busy
European capital, they are outsiders in the small town and wander aimlessly through its streets –
until Andrei mysteriously disappears. “A story about a strong woman who is trying to break the
thick wall of her egoism when placed in an unexpected situation. A story of a woman who is being
reborn as a mother.” (Kirill Serebrennikov)
Tra i più apprezzati registi di teatro russi,
Kirill Serebrennikov è nato nel 1969 a
Rostov sul Don e si è laureato in Fisica presso la Rostov State University. Durante gli
studi ha diretto alcuni spettacoli in un piccolo teatro locale e, dopo aver girato il filmtv Rostov Papa, si è trasferito a Mosca. Lì ha
diretto numerose pièce e molte serie televisive, tra cui Bad Scenes, che ha partecipato al
Visions Program del Festival di Toronto.
Con il suo film d’esordio per il cinema
Playing the Victim ha vinto il festival
Kinotavr e la prima edizione del Festival di
Roma e ha partecipato al Festival di
Rotterdam e al Tribeca. Nel 2009 ha diretto
un episodio del film collettivo Cotti d’amore,
presentato alla Mostra di Venezia.
One of the most acclaimed Russian theatrical
directors today, Kirill Serebrennikov was born
in Rostov-on-Don in 1969 and graduated in
Physics from Rostov State University. During
his studies, he directed stage plays in a small
local theater and after shooting the TV film
Rostov Papa moved to Moscow. There, he
directed numerous stage plays and television
series, including Bed Scenes, which screened in
the Visions sidebar of the Toronto Film Festival.
His debut film Playing the Victim received top
honors at the Kinotaur and Rome International
film festivals, and was also selected at
Rotterdam and Tribeca. In 2009 he directed an
episode of the omnibus Crush, which was shown
at the Venice Film Festival.
LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay Yuri Arabov
fotografia/cinematography Oleg Lukichyov
montaggio/editing Olga Grinshpun
musica/music Sergey Nevsky
suono/sound Michael Kaczmarek
scenografia/production design Yuri Grigorivich
Yuryev Den (Yuri’s Day, 2008)
Izobrazhaya zhertvu (Playing the Victim, 2006)
Postelnie sceny (Bad Scenes, 2005, tv, cm)
Dnevnik ubiijzy (The Killer’s Diary, 2002, tv)
Rostov Papa (2001, tv)
61
Katya Shagalova
ODNAZHDY V PROVINTSII
Sguardi femminili
Once Upon a Time in the Provinces
Russia, 2008, 100', 35mm, colore
interpreti/cast Lyubov Tolkalina, Elvira Bolgova
Yulia Peresild, Aleksandr Skotnikov
produttore/producer Yuri Moroz
Aram Movsesyan
produzione/production Passazhir
La routine di una sonnacchiosa cittadina di provincia viene improvvisamente turbata dall’arrivo di Nastya, stella delle soap opera. La sua popolarità è svanita con la stessa rapidità con
cui è apparsa, e ora non ha nessun altro a cui appoggiarsi se non la sorella Vera. È delusa dalla
vita e da se stessa, e prova a ricominciare. Quando Nastya inizia a partecipare alla vita sociale dei ragazzi del luogo, tra gli amici nascono tensioni e vengono alla luce segreti e misteri.
The regular turbulence of small town life unexpectedly changes with the arrival of Nastya, the star of a
popular soap opera. Her popularity has vanished as rapidly as it appeared, and now she has no one else
to turn to apart from her sister Vera. Disappointed with her life and with herself, Nastya is trying to
start over. When she starts socializing with the locals, tensions arise among the friends and secrets and
mysteries come to light.
Katya Shagalova è nata a Mosca nel 1976 e
si è diplomata in sceneggiatura al VGIK e in
regia presso il GITIS (Accademia Russa di
Arti Teatrali). Ancora studentessa, ha messo
in scena al teatro Novaya Opera di Mosca la
commedia musicale Tomorrowland con il
regista inglese John Adams e successivamente è stata invitata dal Royal Court
Theatre di Londra a rappresentare alcuni
spettacoli, tra cui il suo, Pavlov’s Dog. Nel
2001 il canale russo TV6 le ha commissionato un film su un manicomio, ma l’emittente
ha chiuso quando questo era stato completato da poco. Una parte del film e dell’esperienza acquisita grazie a questo lavoro è
confluita nel suo esordio alla regia, che
porta lo stesso titolo, Pavlov’s Dog, del 2005.
Nel 2008 ha diretto il suo secondo film, Once
Upon a Time in the Provinces.
Katya Shagalova was born in Moscow in
1976 and graduated in Screenwriting from
VGIK and in Directing from GITIS (Russian
Academy of Theatre Arts). While still a student,
she worked on the musical comedy
Tomorrowland, directed by British director
John Adams at Moscow’s Novaya Opera
Theatre, and was later invited to London’s Royal
Court Theatre to present several plays, including her work Pavlov’s Dog. In 2001, Russian
broadcaster TV6 commissioned her to make a
film about a mental institution, but the station
shut down just when the film was completed. In
2005 a part of the film and the experience she
gained making it went into her feature debut of
the same name, Pavlov’s Dog. In 2008 she
directed her second film, Once Upon a Time in
the Provinces.
IL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay Katya Shagalova
fotografia/cinematography Yevgeny Privin
montaggio/editing Marat Magambetov
musica/music Aleksey Shelygin
scenografia/production design Denis Bauer
Odnazhdy v provintsii (Once Upon a Time in the Provinces, 2008)
Sobaka Pavlova (Pavlov’s Dog, 2005)
63
Vera Storozheva
Travelling with Pets
Russia, 2007, 97', 35mm, colore
interpreti/cast Ksenia Kutepova, Dmitry
Diuzhev, Evgueny Knyazev, Boris Petrov
produttore/producer Sabina Eremeyeva
Igor Tolstunov
produzione/production Studi cinematografici
Slon, Profit
Natalya ha 35 anni e da quando ne aveva 16 è sposata a un uomo brutale e ottuso che l'ha
presa direttamente in orfanotrofio e le ha fatto condurre una vita solitaria e senza amore in
una sperduta casa di campagna. Quando il marito, e l'amministratore della sua vita, muore,
Natalya guadagna una seconda vita, quella vera, alla scoperta degli spazi aperti, del fiume,
della foresta e... di Sergey, un camionista grazie al quale le sarà svelato, per la prima volta,
l'amore.
Natalya is 35 and has been married since the age of 16 to a cruel, simple-minded man who took her
straight from the orphanage to live a solitary, loveless in an isolated house in the countryside. When
the husband who has always controlled her dies, Natalya gets a second chance, at a real life, and discovers open spaces, rivers, forests…and Sergei, a truck driver who will awaken feelings of love in her
for the first time.
Attrice, regista e sceneggiatrice, Vera
Storozheva è nata a Troizk. Nel 1983 si è
laureata all’Istituto Universitario di Cultura
di Mosca e nel 1993 ha ottenuto il diploma
del Corso Superiore di Sceneggiatura e
Regia. Come attrice è comparsa, tra gli altri,
in Sindrome astenica di Kira Muratova (1989)
e in The Goddess di Renata Litvinova (2004),
mentre come regista ha firmato ben venticinque documentari. Il suo esordio alla
regia nel lungometraggio di finzione risale
al 2002, quando ha girato Sky. Plane. Girl.
tratto dalla pièce di Edvard Radzinsky “104
Pages about Love”. Con Travelling with Pets,
suo terzo film dopo Greek Holiday, ha vinto
il primo premio al Moscow International
Film Festival.
Actress-director-screenwriter Vera Storozheva
was born in Troizk. In 1983 she graduated from
the Moscow State University of Culture and
Arts and in 1993 received a Masters in
Screenwriting and Directing. As an actress she
has appeared in, among other films, Kira
Muratova’s Astenichekiy Sindrom (1989) and
Renata Litvinova’s The Goddess (2004); and
as a director she has made over 25 documentaries. Her narrative feature debut came in
2002, with Sky. Plane. Girl., from the Edvard
Radzinsky play 104 Pages about Love.
Travelling with Pets, her third feature after
Greek Holiday, won top prize at the Moscow
International Film Festival.
LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay Arkady Krasilscikov
fotografia/cinematography Oleg Lukichyov
musica/music Ilya Shipilov
scenografia/production design Ilya Shipilov
Cinema
in Piazza
PUTESHESTVIE S DOMASHNIMI ZHIVOTNYMI
Sguardi femminili
Skoro vesna (2009)
Puteshestvie s domashnimi zhivotnymi (Travelling with Pets, 2007)
Grecheskiye kanikuly (Greek Holiday, 2005)
Lyubi menya (2005, tv), Frantsuz (2004, tv)
Nebo. Samolyot. Devushka. (Sky. Plane. Girl., 2002)
65
Aleksey Uchitel
PLENNYY
Captive
sceneggiatura/screenplay Vladimir Makanin
Timofey Dekin
fotografia/cinematography Yuri Klimenko
montaggio/editing Yelena Andreyeva
Gleb Nikulsky
musica/music Leonid Desiatnikov
suono/sound Kirill Vasilenko
scenografia/art direction Andrey Vasin
costumi/costumes Mark Lee, Galina Deeva
interpreti/cast Vyiacheslav Krikunov
(Rubahin), Pyotr Logachev (Vovka), Irakly
Mskhalaia (giovane), Yulia Peresild (Nastya)
produttore/producer Aleksey Uchitel
produzione/production Rock Films, Federal
Agency for Culture and Cinematography
National Film Center (Bulgaria)
Basato su “The Prisoner” di Vladimir Makanin, Captive mette in scena la follia della Guerra
in modo intimo e sorprendente. In tempi attuali, i soldati russi sono intrappolati nelle vaste
lande cecene, soffocati dall’afa e sperduti in un ambiente estraneo e ostile. Il comandante
Rubakhin, bello e laconico, e il simpatico cecchino Vovka hanno bisogno di una guida per
condurre la loro truppa in salvo. Ingaggiano un bel ragazzo locale che diventa il passaporto per la loro salvezza, ma dovranno pagare un prezzo terribile.
Based on Vladimir Makanin's short story “The Prisoner” from the Caucasus, Captive is an intimate, surprising look at the folly of war. In the present day, Russian soldiers are trapped in the vast
Chechen landscape, stifling in the heat, lost in hostile, alien surrounds. The handsome, laconic commander Rubakhin and the playful sniper Vovka need a guide to lead their convoy to safety. They
seize a handsome local boy, who becomes their passport to safety, but they must pay a terrible price.
Aleksey Uchitel è nato il 31 agosto 1951. Si
è diplomato presso la VGIK nel 1975 e ha
lavorato come regista al Leningrad
Documentary Film Studio. Nel 1992 è
diventato titolare della Rock Films, con cui
ha prodotto numerosi esordi di successo,
come Pavlov’s Dog (2005) di Katya
Shagalova e The Game (2008) di Aleksandr
Rogozhkin. Autore di diversi documentari
premiati in molti festival, Uchitel ha esordito nel lungometraggio di finzione nel 1995
con Giselle’s Mania, sulla storia della celebre
ballerina russa Olga Spesivtseva, pellicola
presentata in numerosi festival internazionali, tra cui quello di Cannes. Il suo ultimo
film è The Edge, del 2010, ambientato in
Siberia nel 1945.
Aleksey Uchitel was born in 1951. He graduated from VGIK in 1975 and worked as a director at the Leningrad Documentary Film Studio.
He became the head of the Rock Films in 1992,
where he produced several successful debuts,
including Katya Shagalova's Pavlov's Dog and
Aleksandr Rogozhkin’s The Game. Many of
Uchitel’s short documentaries were awarded at
film festivals worldwide. His feature debut came
in 1995 with Giselle's Mania, about renowned
Russian ballerina Olga Spesivtseva, and
screened in numerous international festivals,
including Cannes. His latest film, The Edge, is
set in 1945 Siberia.
IL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Russia 2008, 80', 35mm, colore
The Edge (2010), Plennyy (Captive, 2008), Kosmos kak predchuvstvie
(Dreaming of Space, 2005), Progulka (The Stroll, 2003)
Dnevnik ego zheny (His Wife’s Diary, 2000)
Maniya Zhizeli (Giselle’s Mania, 1995), Batterflyay (Butterfly, 1993, doc)
Obvodny Channal (1990, doc), Rok (Rock, 1988, doc)
67
Boris Khlebnikov e Aleksey Popogrebsky
KOKTEBEL
OMAGGIO KOKTEBEL
Roads to Koktebel
Russia 2003, 105’, 35mm, colore
interpreti/cast Igor Chernevich (padre)
Gleb Puskepalis (figlio), Vladimir
Kucherenko (uomo della dacia)
Agrippina Steklova (dottoressa)
produttore/producer
Roman Borisevich
Appena rimasto vedovo e senza lavoro, un ingegnere lascia Mosca con il figlio undicenne per
raggiungere la casa della sorella a Koktebel, sul Mar Nero. Ma sono senza denaro e mezzi di
trasporto, e percorrono le immense lande russe in balìa della sorte. Il padre è contento di andare a piedi, fermandosi di tanto in tanto per guadagnare un po’ di soldi con qualche lavoretto,
mentre il figlio non vede l’ora di raggiungere la costa e vedere gli alianti librarsi nel cielo. Per
il padre, il viaggio è un tentativo di recuperare l’autostima, rimettere insieme i pezzi della sua
vita e riconquistare la fiducia del figlio. Per il ragazzo, l’agognata città sulla costa rappresenta
il simbolo di una nuova vita all’insegna dell’indipendenza. Insieme superano molti ostacoli,
ma l’ultimo incontro li divide. Il padre infatti si innamora, ricambiato, della bella dottoressa
che ha curato le sue ferite dopo una colluttazione, e non vuole più continuare il viaggio. Il
ragazzo, che vede la donna come un’intrusa nell’unico rapporto affettivo che ha, decide di
continuare da solo.
After his wife dies and he loses his job, an engineer sets off from Moscow with his 11-year-old son to his
sister's house in Koktebel, by the Black Sea. With no money or means of transportation, they drift
through the expansive, mesmerizing landscapes at the mercy of chance. The father is content to drag his
feet, stopping occasionally for the odd job to raise money while the son impatiently dreams of reaching
the costal resort to see gliders fly in the wind.
For the father, the journey is an attempt to restore self-respect, to piece together his broken life and win
back the trust of his son. For the boy, the mythic costal town holds the key to a new life and emancipation. They come across many hurdles but the last encounter is with a beautiful young doctor who tends
to the father's wounds. As she is single and lonely they begin to fall for one another. The son sees her as
an intrusion in the only loving relationship in his life and sets off to complete the journey alone.
IL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay
Boris Khlebnikov e Aleksey Popogrebsky
fotografia/cinematography Shandor Berkeshi
montaggio/editing Ivan Lebedev
musica/music Children’s Songs
by Chick Corea
“Realizzato con grazia e commovente, ma mai sdolcinato...”
“Gracefully composed and moving yet never maudlin…”
Variety
“Ricco di sensibilità, un nuovo ‘I 400 colpi’ di Truffaut”
“Remarkably sensitive, a variation on Truffaut’s 400 Blows”
Screen International
69
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Aleksey Popogrebsky
Biografia e filmografia / Biography and filmography
Biografia e filmografia / Biography and filmography
Sceneggiatore e regista, Boris Khlebnikov, nato a Mosca nel 1972, si è iscritto alla facoltà di
biologia dell’Università di Mosca, ma ha ben presto abbandonato gli studi scientifici per laurearsi in sceneggiatura e critica del cinema al VGIK. Ancora studente, ha realizzato il documentario Passing By (1994) insieme ad Aleksey Popogrebsky, con il quale ha co-diretto anche
il suo film d’esordio Roads to Koktebel, presentato ai festival di Mosca, Karlovy Vary e alla
Semaine de la Critique di Cannes. Dopo questo film di grande successo Khlebnikov ha fondato, insieme ad Aleksey Popgrebsky e al produttore Roman Borisevich, la celebre società di
produzione Koktebel. Free Floating, presentato nella sezione Orizzonti della Mostra di
Venezia, è il primo film che ha diretto da solo, seguito da Help Gone Mad, presentato al Forum
della Berlinale, e dalla regia dell’episodio “Vergogna” di Cotti d’amore.
Aleksey Popogrebsky è nato a Mosca nel 1972 in una famiglia di sceneggiatori.
Laureato in psicologia all’Università Statale di Mosca, nel 1994 ha unito le forze con il
suo amico Boris Khlebnikov, con cui ha realizzato alcuni cortometraggi e poi l’esordio
nel lungometraggio con Road to Koktebel (2003), prodotto da Roman Borisevich.
Proiettato in diversi festival tra cui Cannes e la Berlinale (nella sezione Forum), ha ricevuto numerosi riconoscimenti e ha creato i presupposti per la nascita della società di
produzione indipendente Koktebel, fondata proprio con Borisevich e Khlebnikov. Da
allora Popogrebsky ha diretto Simple Things nel 2007 e How I Ended this Summer nel 2010,
presentato in concorso alla Berlinale, dove i due attori protagonisti Grigory Dobrygin e
Sergey Puskepalis hanno ottenuto l’Orso d’Argento per la migliore interpretazione e
Pavel Kostomarov quello per la migliore direzione della fotografia.
Screenwriter-director Boris Khlebnikov, born in Moscow in 1972, began studying biology at the
University of Moscow but quickly abandoned science, to graduate in screenwriting and film criticism
from VGIK. While still a student, he made the documentary Passing By (1994) with Aleksey
Popogrebsky, with whom he also co-directed their debut feature Roads to Koktebel, presented at the
Moscow and Karlovy Vary film festivals and in International Critics’ Week at Cannes. The film’s huge
success prompted Khlebnikov to found the celebrated Koktebel production company, with Popgrebsky
and producer Roman Borisevich. Free Floating, presented in the Horizons section of the Venice Film
Festival, is his first solo film as director and was followed by Help Gone Mad, which screened in the
Berlinale Forum, and the episode “Shame” of the collective film Crush.
Aleksey Popogrebsky was born in 1972 in Moscow into a family of screenwriters. He graduated
from Moscow State University with a degree in psychology and in 1994 teamed up with his friend
Boris Khlebnikov to make several short films and their debut feature, Koktebel (2003), produced
by Roman Borisevich. The film screened at Cannes and in the Berlinale Forum, among other festivals, and received a number of awards. This experience led Popogrebsky, Khlebnikov and Borisevich
to found the Koktebel independent production company. Since then, Popogrebsky has directed
Simple Things (2007) and How I Ended This Summer (2010), which screened in competition
at the Berlinale, where leads Grigory Dobrygin and Sergey Puskepalis won the Silver Bear for Best
Actor and Pavel Kostomarov the Best Cinematography prize.
Korotkoe zamykanie (Crush : 5 Love Stories, Cotti d’amore, 2009)
Sumashedshaya pomosh (Help Gone Mad, 2008)
Ujehìkhal (He's gone, 2007)
Svobodnoje plavanije (Free Floating, 2006)
Koktebel (Roads to Koktebel, 2003)
Khitraya lyagushka (Tricky Frog, 2000)
Mimokhod (Passing By, 1997, doc)
70
LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
Boris Khlebnikov
Kak ya provel etim letom (How I Ended This Summer, 2009)
Prostye veschi (Simple Things, 2006)
Koktebel (Roads to Koktebel, 2003)
Khitraya lyagushka (Tricky Frog, 2000)
Mimokhod (Passing By, 1997, doc)
71
Boris Khlebnikov
SVOBODNOJE PLAVANIJE
OMAGGIO KOKTEBEL
OMAGGIO KOKTEBEL
Free Floating
Russia 2009, 118', 35mm, colore
interpreti /cast Aleksandr Yatsenko
Evgeniy Sitiy, Pyotr Zaychenko
Daria Ekamasova
produttore/producer Roman Borisevich
produzione/production Koktebel
Film Company
sceneggiatura/screenplay Aleksandr Rodionov
fotografia/cinematography Shandor Berkeshi
montaggio/editing Ivan Lebedev
suono/sound Maxim Belovolov
scenografia/art direction Olga Khlebnikova
interpreti/cast Evgeny Syty, Sergey Dreiden
Anna Mikhalkova, Igor Csernyevics
produttore/producer Roman Borisevich
Ruben Dishdishyan
produzione/production Koktebel Film Company
Il ventenne Lyonya vive in una piccola città sul Volga dove non succede mai nulla. Quando
chiude la fattoria in cui lavora, Lyonya inizia a vendere le scarpe al mercato locale, poi
prova a fare l’imbianchino. Ma ogni nuovo lavoro smette di suscitare il suo interesse dopo
appena due giorni e Lyonya diventa un frequentatore abituale del centro di collocamento.
Finché non trova finalmente l’opportunità di realizzarsi, e la speranza di salvarsi dalla
desolante routine della provincia russa, agendo come un vero uomo indipendente.
Jenya arriva a Mosca da un piccolo villaggio in cerca di lavoro. Raggranellato un po’ di denaro,
sta per tornare a casa quando viene derubato di tutto ciò che ha. Solo in una città ostile, sta per
rassegnarsi alla vita da senzatetto quando uno strano signore lo porta a casa sua e lo invita a unirsi a lui nella strana crociata che ha intrapreso contro il Male che sta corrompendo Mosca. Come
Don Quisciotte e Sancho Panza, i due protagonisti ci trascinano in una commedia nera che richiama le atmosfere di Kaurismaki e Beckett, tra i cui interpreti compare la figlia di Nikita Mikhalkov.
Twenty-year-old Lionya lives in a small town on the Volga, where each day is like the last. After the
factory where Lionya had only just found work closes down, he starts selling shoes at the local market, then tries his hand at plastering. But he quickly loses interest in each new job, becoming a frequent visitor at the local job centre. Until he’s given a chance for self-fulfillment and to act like truly
independent man, along with the hope of saving himself from the distressing routine of the Russian
province.
Jenya comes to Moscow from a small village in search of work. As soon as he makes a little money
he decides to go home but is robbed of all his possessions. Alone in this big and hostile city, he is about
to end up homeless when a strange old man takes him in and invites him to join a strange fight
against the evil that is destroying Moscow. Like Don Quixote and Sancho Panza, the two characters
draw us into a black comedy that recalls Kaurismaki and Beckett. The cast includes director Nikita
Mikhalkov’s daughter, Anna Mikhalkova.
LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
SUMASHEDSHAYA POMOSH
Help Gone Mad
Russia 2006, 101', 35mm, colore
sceneggiatura/screenplay Aleksandr Rodionov
Boris Khlebnikov
fotografia/cinematography Shandor Berkeshi
montaggio/editing Ivan Lebedev
musica/music Toto Cutugno
suono/sound Maksim Belovolov
Boris Khlebnikov
Aleksey Popogrebsky
How I Ended This Summer
Russia 2010, 124’, 35mm, colore
interpreti/cast Grigory Dobrygin (Pavel)
Sergey Puskepalis (Sergey)
produttore/producer Roman Borisevich
Aleksandr Kushaev
produzione/production Koktebel Film
Company, con Russia 1 TV Channel
Aleksey Popogrebsky
PROSTYE VESCHI
Simple Things
Russia 2006, 108’, 35mm, colore
sceneggiatura/screenplay Aleksey Popogrebsky
fotografia/cinematography Pavel Kostomarov
montaggio/editing Ivan Lebedev
musica/music Dmitry Kathanov
suono/sound Vladimir Golovnitsky
scenografia/art direction Olga Osipova
interpreti/cast Sergey Puskepalis
Leonid Bronevoy, Svetlana Kaminina
Dinara Kutuyeva, Ivan Osipov
produttore/producer Roman Borisevich
produzione/production Koktebel Film
Company
In una remota isola russa dell’Artico, l’esperto meteorologo Sergey e il neolaureato Pavel
lavorano da mesi in totale isolamento in una piccola stazione polare, in attesa di tornare sulla
terraferma. Un giorno Pavel riceve una comunicazione radio: una pessima notizia che non
osa comunicare al compagno, finché paura, bugie e sospetti iniziano ad avvelenare l’atmosfera. “Sono rimasto affascinato dalla capacità di venire a patti con una nozione dello spazio e
del tempo drasticamente diversa dal comune”. (Aleksey Popogrebsky)
Sergey Maslov è un anestesista malpagato. È logorato dalla sua insopportabile convivenza con un
autista georgiano e un’anziana donna malata e, come se non bastasse, improvvisamente deve
vedersela anche con la figlia che sta andando via di casa. L’unica ragione di serenità è lo stipendio che guadagna per prendersi cura, privatamente, di un attore non più giovane, che però inizia
a sovraccaricarlo con i suoi capricci senili. Sopraffatto dal lavoro e dalle preoccupazioni, Maslov
impiega un po’ di tempo per capire il significato dell’”insostenibile leggerezza dell’essere”.
On a remote island in the Arctic Ocean, seasoned meteorologist Sergey and recent college graduate
Pavel spend months in complete isolation at a small polar station waiting to get back to the mainland.
Pavel receives bad news over a radio message, which he doesn’t dare share with Sergey, until fear, lies
and suspicion start poisoning the atmosphere. “I am fascinated with the ability to come to terms with
notions of time and space drastically different from our common scale.” (Aleksey Popogrebsky)
Sergei Maslov is a badly paid hospital anesthetist being worn down by his wretched living conditions and
roommates, a Georgian driver and an infirm old woman. To make matters worse, he loses his drivers license
and suddenly has to cope with his daughter leaving home. He is only slightly placated by the income he gets
caring privately for an aging actor, who starts overburdening him with his senile whims. A great deal of time
passes before Maslov realizes the significance of the “uneasy lightness of being”.
LL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay Aleksey Popogrebsky
fotografia/cinematography Pavel Kostomarov
montaggio/editing Ivan Lebedev
musica/music Dmitriy Katkhanov
suono/sound Vladimir Golovnitski
scenografia/art direction Gennady Popov
OMAGGIO KOKTEBEL
Cinema
in Piazza
KAK YA PROVEL ETIM LETOM
OMAGGIO KOKTEBEL
Nikolay Khomeriki
SKAZKA PRO TEMNOTU
OMAGGIO KOKTEBEL
Tale in the Darkness
Russia 2009, 72’, 35mm, colore
interpreti/cast Alisa Khazanova
Boris Kamorzin, Yuriy Safarov
produttore/producer Roman Borisevich
Elena Kulikova, Aleksandr Kushaev
produzione/production Koktebel Film
Company
Angelina vive in una grande città sulla costa, dove uomini affascinanti e belle donne si riversano sulle strade con un solo scopo: divertirsi, flirtare, amare. Ma lei, seppure carina, intelligente e simpatica, è sola. È una poliziotta ed è totalmente votata ad aiutare bambini abbandonati e giovani problematici. Finché un giorno uno di loro non le spiega quanto lei sia inutile e sola. Da quel momento Angelina decide di cambiare, e inizia il suo cammino verso
l’oscurità.
Angelina lives in a big city on the coast, where handsome men and beautiful women stroll the streets
with only one purpose in mind: to have fun, flirt and love. But pretty, young, intelligent, nice
Angelina is lonely. She works as a police officer, helping abandoned kids, orphans, and troubled
youngsters. One day one of her young charges tells Angelina just how lonely, dull and useless she is.
From that moment on, she decides to change, and begins her way through the darkness.
Nato a Mosca il 17 aprile 1975 Nikolay
Khomeriki si è laureato in Economia
all’Università Statale di Mosca nel 1996 e nel
2000 si è diplomato al corso di Regia e
Sceneggiatura. Tra il 2001 e il 2005 ha studiato presso la Femis (Francia) ed è stato assistente di Philippe Garrel sul set di Les
Amants Réguliers e di Leos Carax su quello di
Scars. Nel 2005 ha ottenuto il secondo premio della Cinéfondation di Cannes con il
cortometraggio Two of Us e l’anno successivo
ha partecipato al Certain Regard con la sua
opera prima 977.
Born in Moscow in 1975, Nikolay Khomeriki
graduated in Economy from the State University
of Moscow in 1996 and in 2000 in Directing and
Screenwriting. From 2001-05 he studied at
FEMIS, in France, and worked as assistant to
Philippe Garrel on Regular Lovers and Léo
Carax on Scars. In 2005 he won second prize at
the Cannes Cinéfondation for the short film Two
of Us and the following year his feature debut
977 screened in Un Certain Regard.
IL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay Aleksandr Rodionov
fotografia/cinematography Alisher
Khamidkhodjaev
montaggio/editing Dasha Danilova
suono/sound Arkadi Molotkov
scenografia/art direction Lyudmila Dyupina
Skazka pro temnotu (Tale in the Darkness, 2009)
977 (2006), Vdvoyom (Two of Us, 2005, cm)
Shtorm (Tempest, 2004, cm), Tezka (2002, cm)
77
Vasili Sigarev
VOLCHOK
OMAGGIO KOKTEBEL
Wolfy
Russia 2009, 86', 35mm, colore
interpreti/cast Yana Troyanova, Polina
Plutchek, Veronika Lysakova
produttore/producer Roman Borisevich
Ruben Dishdishyan
produzione/production Koktebel Film Company
Una madre e una figlia. Senza nomi. Costantemente in fuga. Una madre che vorrebbe cominciare una nuova vita liberandosi della figlia. Una figlia indesiderata e non amata, ma che non può
vivere senza la madre. Una corsa senza fine, piena di errori e simile alla rotazione impazzita di
una trottola (“volchok” in russo), l’unico giocattolo che la figlia abbia mai avuto e l’unica cosa
che la leghi alla madre. Un giorno, però, la corsa avrà fine. “Spero che la storia dica al pubblico
qualcosa di nuovo sull’amore e sulla sua assenza, sul Male e sull’anima stessa”. (Vasili Sigarev)
A nameless mother and a girl, constantly on the run. The mother runs away from the daughter in an
attempt to start a new life. The girl, unwelcome and unloved, has no idea how to live without her mother.
Mistakes are always repeated during this endless flight that resembles a spinning top (‘wolf’ in Russian),
the girl’s only toy and the only thing that ties her to her mother. But one day the running comes to an end.
“I just hope that the story tells [people] something new about love and its absence, about evil and about
their own souls.” (Vasili Sigarev)
Nato nel 1977 negli Urali Centrali, Vasili
Sigarev ha studiato Scienze dell’Educazione
prima di seguire i corsi di drammaturgia di
Nikolay Kolyada. Nel 2002 è salito alla ribalta
internazionale grazie allo spettacolo Plasticine,
rappresentato al London’s Royal Court
Theatre e vincitore del Charles Wintour Prize
for Most Promising Playwright. Dal 2003 ha
scritto circa venti opere teatrali, che sono state
messe in scena in numerosi teatri in Russia e
all’estero. Wolfy, trasposizione cinematografica di uno dei suoi stessi spettacoli, è il suo
debutto alla regia, con il quale ha ottenuto il
premio prinicipale del Kinotavr Festival di
Sochi nel 2009.
Born in the Central Urals in 1977, Vasili
Sigarev studied education before taking courses in dramaturgy from Nikolay Kolyada. He
drew international attention in 2002 when his
play Plasticine was staged at London’s Royal
Court Theatre. The play was a great success
and Sigarev took the Charles Wintour Prize for
Most Promising Playwright. Since 2003 he has
written 18 plays that have been staged at many
theaters in Russia and abroad. He transformed
his play Wolfy into his feature directorial
debut, and the film took the top award at the
2009 Kinotavr Festival in Sochi.
IL CINEMA RUSSO CONTEMPORANEO
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay Vasili Sigarev
fotografia/cinematography Aleksey Arsent’jev
montaggio/editing Dasha Danilova
suono/sound Aleksandr Kopeikin
scenografia/art direction Ljudmila Djupina
Volchok (Wolfy, 2009)
79
A cura di Antonio Geusa
La videoarte in Russia è un fenomeno prettamente post-Sovietico, ovvero si manifestò
con un ritardo di circa venti anni rispetto all’occidente. Il controllo censoreo delle forze
politiche al potere dell’Unione Sovietica sui mezzi di riproduzione tecnologica impedì la
diffusione di videocamere e videoregistratori almeno sino alla metà degli anni Ottanta,
quando l’avvento al potere di Mikhail Gorbachov portò a un netto rilassamento nei controlli della produzione artistica grazie a Glasnost e Perestrojka. In Russia la videoarte
mosse i primi passi simultaneamente all’apertura dei primi spazi pubblici dedicati
all’arte contemporanea. Sin da subito il video si affermò come lo strumento ideale per
definire la propria identità sullo sfondo dei radicali cambiamenti sociali, politici ed economici che seguirono il crollo dell’Unione, attraverso un dialogo diretto con un nuovo
pubblico – non più quello confinato nella semiclandestinità di studi e appartamenti di
artisti. Inoltre, per le sue qualitià di praticità ed economicità, il video divenne per un
gran numero di artisti un mezzo efficace per diffondere il proprio modo di fare arte al di
fuori dei confini geografici della Russia. Oggi la Russia vanta un cospicuo numero di
artisti che, grazie proprio ai loro lavori in video, hanno ottenuto fama internazionale.
Il programma di videoarte dalla Russia che il Festival del Cinema di Pesaro presenta ai
suoi visitatori è una selezione di venti video che spaziano dalle origini sino al giorno
d’oggi, ognuno a suo modo esemplare; un ampio panorama originale di tendenze e
interpretazioni del mondo. È questo un programma che, con le sue alternanze di documentazioni schiette (e spesso liriche) della realtà (Bratkov, Litvin, Chernysheva,
Begalska, Gutov, Gorlova, FUCK), messe in scena vere e proprie (AES+F, Jermolaewa,
Tobreluts, PROVMYZA, Blue Noses, Chuykova, Tishkov), animazioni 2D utilizzatate
come forma di decostruzione della percettività visiva (Shutov-Novikov, Buldakov-TerOganyan), e analisi delle strutture su cui si basa la comunicazione oggi (Alimpiev,
Bluesoup, Logutov, Programma Escape), tende a prescindere i limiti etno-geografici in
favore invece di uno scambio di idee e visioni di carattere globale.
(Antonio Geusa)
VIDEOARTE RUSSA
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
VIDEOARTE RUSSA
Russian Video Art
Blue Soup - The End
Monastyrsky - Conversazione
80
81
46a
Mostra
Organized by Antonio Geusa
Video art in Russia is a purely post-Soviet phenomenon. That is, it came to be approximately 20
years later than in the West. Censorship from Soviet leaders over the means of technological
reproduction prevented the diffusion of video cameras and video recorders at least until the mid1980s, when Mikhail Gorbachev’s rise to power and his policies of Glasnost and Perestroika led
to a sharp slackening of the controls over artistic production.
In Russia, video art took its first steps simultaneously with the opening of the first public spaces
for contemporary art. Video immediately became the ideal tool for defining one’s identity against
the radical social, political and economic changes that followed the fall of the Soviet Union,
through a direct dialogue with a new audience – one no longer confined to semi-secrecy in artists’ studios and apartment.
Furthermore, for its practical and economical qualities, video became for numerous artists the best
instrument for spreading their art beyond the geographical confines of Russia. Today, Russia
boasts a remarkable number of artists who have garnered international fame precisely because of
their video work.
The Pesaro Film Festival’s Russian video art program is a selection of 20 videos that span from
its origins to today, each one exemplary in its own way; a wide, original panorama of trends and
interpretations of the world. This program – which alternates direct (and often lyrical) documentation of reality (Bratkov, Litvin, Chernysheva, Begalska, Gutov, Gorlova, FUCK); real-life subjects (AES+F, Jermolaewa, Tobreluts, PROVMYZA, Blue Noses, Chuykova, Tishkov); 2D animations that deconstruct visual perceptiveness (Shutov-Novikov, Buldakov-Ter-Oganyan); and
analyses of structures on which communication today is based (Alimpiev, Bluesoup, Logutov,
Escape Programme) – strives to disregard ethno-geographical limits in favor of an exchange of
global ideas and visions.
(Antonio Geusa)
VIDEOARTE RUSSA
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
VIDEOARTE RUSSA
Russian Video Art
Rigvava - Ti puoi fidare
Kollektivnie destvya - Romashko
82
83
Programma / Program
Timur Novikov, Sergey Shutov (Leningrado, 1958-San Pietroburgo, 2001 / Potsdam, Germania, 1955)
Sole, sottomarino, aeroplano, pinguini (Sun, Submarine, Airplane, Penguins, 1990, 1'38")
Anna Jermolaewa (Leningrado, 1970)
Tre minuti per sopravvivere (Three Minute Survival Attempts, 2000, 3'00")
Vika Begalska (Dnepropetrovske, Ucraina, 1965)
Amore (Love, 2004, 9'52")
Sergey Bratkov (Kharkov, Ucraina, 1960)
Life Is Pain (2001, 3'40")
Bluesoup (Aleksey Dobrov, Daniil Lebedev, Valery Patkonen, Aleksandr Lobanov)
Mute (1999, 3'30")
Olga Chernysheva (Mosca, 1962)
Marmotta (Marmot, 1999, 2'30")
AES+F (Tatyana Arzamasova, Lev Erzovich, Evgeniy Svyatsky, Vladimir Fridkes)
WHO WANTS TO LIVE FOREVER (1998, 6'45")
Programma Escape (Valery Ayzenberg, Anton Litvin, Bogdan Mamonov, Liza Morozova)
Quartetto (Quartet, 2003, 4'30")
Vladimir Logutov (Samara, 1980)
Crepuscolo (Twilight, 05, 6'00")
Dmitry Gutov (Mosca, 1960)
Eroica (2005, 5'48")
PROVMYZA (Galina Myznikova, Gorky, 1968; Sergey Provorov, Gorky, 1970)
La montagna scivolosa (Slippery Mountain, 2004, 6'06")
Olga Tobreluts (Leningrado, 1970)
Grasso e Magro (Fat & Thin, 2006, 4'16")
Blue Noses (Dmitry Bulnygin, Maksim Zonov, Vyacheslav Mizin, Konstantin Skotnikov)
14 performance in un bunker (14 Performances in a Bunker, 1999, 12'00")
Anton Litvin (Mosca, 1967)
L’ultimo eroe (The Last Hero, 2001, 3'00")
VIDEOARTE RUSSA
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Viktor Alimpiev (Mosca, 1973)
Lampi d’estate (Summer Lightning, 2004, 2'20")
Piratskoe Televidenie - Discoteca
Lyudmila Gorlova (Mosca, 1968)
Happy End (6'30")
Leonid Tishkov (Nizhny Sergey, 1953)
Nikodim (Nikodim, 2001, 6'00")
Mariya Chuykova (Mosca, 1960)
Suoni della spazzatura (Trash Sounds, 2004, 2'00")
Aleksey Buldakov, David Ter-Oganyan (Kostroma, 1980)
Satisfactory (2005, 4'00")
Fcuk
Stalingrado (Stalingrad, 2000, 14'00")
85
Rigvava - Tutti mentono
EVENTO SPECIALE - IL BANCHETTO DI TRIMALCIONE
Del 'Satyricon', l’opera del grande Petronio, il brillante e malinconico poeta lirico vissuto
durante il regno di Nerone, la parte che si è conservata meglio delle altre è 'La cena di
Trimalcione' (Cena Trimalchionis). Grazie alla fantasia di Petronio, il nome di Trimalcione
è diventato sinonimo di benessere e di lusso, laddove l’ingordigia e il piacere sfrenato si
pongono in contrasto con la brevità dell’esistenza umana.
Abbiamo cercato un corrispettivo di Trimalcione nel terzo millennio e questo ex schiavo
elevato alla condizione di nouveau riche, che amava organizzare ricchi banchetti che duravano diversi giorni, ci è apparso non come un singolo individuo bensì come un grande
hotel di lusso, l’immagine di un fugace paradiso in cui bisogna pagare per entrare.
Gli ospiti dell’hotel, i 'padroni', provengono dalle più ricche nazioni occidentali e si recano
in qualsiasi stagione presso questo moderno Trimalcione, che ha dato vita all’hotel più esotico e sontuoso che sia mai esistito, un luogo che unisce, come in una fiaba, una spiaggia
tropicale a una splendida località sciistica.
Il bianco indossato dai 'padroni' ricorda gli indumenti dei “giusti” nel Giardino dell’Eden:
hanno tradizionali vestiti coloniali o una varietà di abiti estivi.
I 'padroni' possiedono tutte le caratteristiche della razza umana; variano per età e tipologia
e provengono dai più diversi ambienti sociali. C’è il professore universitario, l’agente di
borsa, la bella donna, l’intellettuale. I servi di Trimalcione sono giovani e attraenti rappresentanti di tutti i continenti e lavorano nella vasta industria dell’ospitalità come domestici,
camerieri, cuochi, giardinieri, guardie e massaggiatori. Indossano divise tradizionali con
un tocco etnico.
I 'servi' assomigliano ai variopinti angeli del Giardino dell’Eden al quale i 'padroni' sono
ammessi solo momentaneamente.
L’atmosfera del 'Banchetto di Trimalcione' è caratterizzata dalle varie e piacevoli iniziative
offerte dall’hotel (massaggi, golf, piscina e surf). Ma i 'servi' sono in grado di fornire un servizio ben più accurato: durante le orge riescono a soddisfare tutte le fantasie dei 'padroni',
sia dal punto di vista gastronomico che erotico. E qualche volta i 'padroni' inaspettatamente assumono il ruolo dei 'servi': entrambi partecipano a ricevimenti orgiastici, secondo lo
stile dei Saturnali romani in cui gli schiavi, vestiti come i patrizi, si adagiavano accanto alla
tavola mentre i padroni, con indosso le tuniche degli schiavi, li servivano.
Tuttavia le delizie del 'Banchetto di Trimalcione' talvolta vengono rovinate dalle catastrofi
che si abbattono sul Paradiso Globale...
EVENTO SPECIALE
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
AES+F, 2009
(Riduzione da videoinstallazione)
Tatyana Arzamasova, Lev Erzovich, Evgeniy Svyatsky, Vladimir Fridkes
Aleksandr Doulerajn & Jamie Bradshaw - Offshore Reserve
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87
SPECIAL EVENT - THE FEAST OF TRIMALCHIO
AES+F, 2009
(Video extracts of video installation)
Tatyana Arzamasova, Lev Erzovich, Evgeniy Svyatsky, Vladimir Fridkes
The best preserved part of Satyricon – the work of Gaius Petronius Arbiter, the great wit and melancholic lyrical poet who lived during Nero's reign – is “The Feast of Trimalchio (Cena
Trimalchionis).” Thanks to Petronius's imagination, Trimalchio's name has become synonymous
with wealth, luxury, gluttony and unbridled pleasure in contrast to the brevity of human existence.
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
The hotel guests, the “masters,” are from the land of the Golden Billion. They're keen to spend their
time, regardless of the season, as guests of the present-day Trimalchio, who has created the most exotic and luxurious hotel possible. The hotel miraculously combines a tropical coastline with a ski
resort. The “masters” wear white, calling to mind the uniforms of the righteous in the Garden of
Eden, or traditional colonial dress, or a summer fashion collection. The “masters” possess all the
characteristics of the human race - they span all ages, types and social backgrounds. Such as the university professor, broker, society beauty, intellectual. Trimalchio's “servants” are young, attractive
representatives of all continents who work in the vast hospitality industry as housekeeping staff,
waiters, chefs, gardeners, security guards and masseurs. They are dressed in traditional uniforms
with an ethnic twist. The “servants” resemble the brightly-colored angels of a Garden of Eden to
which the “masters” are only temporarily admitted.
On the one hand, the atmosphere of “The Feast of Trimalchio” can be seen as bringing together the
hotel rituals of leisure and pleasure (massage and golf, the pool and surfing). On the other hand, the
“servants” are more than attentive service providers. They are participants of an orgy, bringing to
life all of their “master’s” fantasies, from gastronomic to erotic. At times the “masters” unexpectedly end up in the role of “servants.” Both become participants in an orgiastic gala reception, a dinner
in the style of Roman saturnalia when slaves, dressed as patricians, reclined at table and their masters, dressed in slaves' tunics, served them.
Every so often the delights of “The Feast of Trimalchio” are spoiled by catastrophes that encroach on
the Global Paradise...
88
ARZAMASOVA, TATIANA (1955) si è diplomata al Moscow Architectural Institute (MARCHI) nel 1978. Ha partecipato a mostre di architettura concettuale a Londra, Parigi e Venezia.
Vive e lavora a Mosca.
EVZOVICH, LEV (1958) si è diplomato al Moscow Architectural Institute (MARCHI) nel
1982. Ha partecipato a mostre di architettura concettuale a Milano, Parigi, Francoforte-sulMeno e ha lavorato come art director su sei film di animazione e sul film live-action Sunset.
Vive e lavora a Mosca.
SVYATSKY, EVGENY (1957) si è diplomato al Moscow University of Printing Arts nel 1980.
Ha lavorato nel campo dell’editoria, del design pubblicitario e dell’arte grafica. Ha partecipato a competizioni internazionali di manifesti e lavorato come direttore creativo in alcune case
editrici. Vive e lavora a Mosca.
Gli artisti si sono uniti nell’AES Group nel 1987. Dal 1995 AES Group collabora su alcuni progetti con il fotografo VLADIMIR FRIDKES (AES+F Group).
TATIANA ARZAMASOVA (1955) graduated from the Moscow Architectural Institute (MARCHI)
in 1978 and has participated in conceptual architecture exhibits in London, Paris and Venice. She lives
and works in Moscow.
LEV EVZOVICH (1958) graduated from the Moscow Architectural Institute (MARCHI) in 1982. He
has participated in conceptual architecture exhibits in Milan, Frankfurt-on-Main, and Paris and has
worked as art director on six animation films and the live-action film Sunset. He lives and works in
Moscow.
EVGENY SVYATSKY (1957) graduated from the Moscow University of Printing Arts in 1980. He has
worked in publishing, advertising design and graphic art. He has participated in international poster
competitions and worked as creative director for several publishing houses. He lives and works in
Moscow.
The artists united to form the AES Group in 1987. Since 1995, the Group has worked on several projects with photographer VLADIMIR FRIKDES (AES+F GROUP).
EVENTO SPECIALE
We searched for an analogue in the third millennium and Trimalchio (the former slave elevated to
the nouveau riche, who loved hosting days-long feasts) appeared to us not so much as an individual
but as a collective image of a luxurious hotel, a temporary paradise for which one has to pay to enter.
AES & AES+F GROUP
Insieme al Necrorealismo di Leningrado/San Pietroburgo, Cine Fantom, che l’anno
prossimo celebrerà il Giubileo dei suoi primi venticinque anni, rappresenta il simbolo
del cinema “parallelo” russo. Riprendendo la gloriosa tradizione dell’Avanguardia
degli anni Venti, il movimento nacque a Mosca nel 1986 ancora all’alba della Perestrojka,
come una sorta di samizdat per il grande schermo, dando voce, e immagini, al dissenso
di artisti e filmmaker che cercavano nuove strade espressive e luoghi per esprimersi al
di fuori dei canoni del cinema ufficiale sovietico. Per la prima volta in Italia, la Mostra
Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro mostra una ricca selezione, a cura del critico Olaf Möller, delle opere realizzate nel nuovo millennio dal più prestigioso e vitale
movimento underground della Russia.
- Abonenty
Olga Stolpovskaja & Viktor Alimpiev (2000, 11’)
- Ameriga
Igor & Gleb Alejnikov (1990-2000, 55’)
- Bruner’$ Trial
Olga Stolpovskaja & Dmitry Trojtskij (1999, 11’)
- Kefir Grains Are Going Onto the Flight
Andrey Silvestrov & Juri Lejderman (2003, 24’)
-Ludog princa #3: Esther
Boris Juhananov (1987-2006, 85’)
- March
Olga Chernisheva (2005, 8‘)
- Offshornij reservy
Aleksandr Doulerajn & Jamie Bradshaw (2005, 15’)
-Volga-Volga
Andrey Silvestrov & Pavel Labazov (2006, 70')
Along with the necrorealism of Leningrad/St. Petersburg, Cine Fantom, which next year celebrates its
first 25 years, is the symbol of Russia’s “parallel” cinema. Recalling the glorious tradition of the avantgarde of the 1920s, the movement began in Moscow in 1986, at the dawn of Perestroika, as a samizdat
of sorts for the big screen, giving a voice and face/images to the dissent of artists and filmmakers who
sought new creative paths and spaces to express themselves, beyond the canons of official Soviet cinema.
For the first time in Italy, the Pesaro Film Festival presents a wide selection, organized by critic Olaf
Möller, of the films made in the new millennium of Russia’s most prestigious and dynamic underground movement.
Aleksandr Doulerajn & Jamie Bradshaw - Offshore Reserve
90
Programma / Program
CINE FANTOM
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
CINE FANTOM
Olga Chernisheva - March
91
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Andrey Silvestrov & Pavel Labazov - Volga Volga
92
BANDE À PART
Eastern Drift di Sharunas Bartas
Cinema
in Piazza
Julia Bacha
BUDRUS
Israele, Palestina, USA, 2009, 82’, digibeta, colore
interpreti/cast Ayed Morrar, Iltezam Morrar
Kobi Snitz, Yasmine Levy, Ahmed Awwad
Doron Spielman
produttore/producer Ronit Avni, Julia Bacha
Rula Salameh
Budrus racconta il successo di un movimento non-violento guidato dai palestinesi. Ayed
Morrar, un insolito attivista sociale, unisce palestinesi di tutte le fazioni politiche e israeliani per salvare il proprio villaggio dalla distruzione che verrebbe causata dalla Barriera di
Separazione di Israele. La vittoria sembra improbabile fino a quando sua figlia di quindici
anni, Iltezam, lancia un contingente di donne che si muove rapidamente verso il fronte.
Lottando fianco a fianco, padre e figlia danno vita a un movimento che, sebbene ancora
poco noto, oggi va assumendo sempre più importanza nei Territori Palestinesi Occupati.
Budrus focuses on the success of a Palestinian-led nonviolent movement. Ayed Morrar, an unlikely community organizer, unites Palestinians from all political factions and Israelis to save his village from destruction by
Israel’s Separation Barrier. Victory seems improbable until his 15-year-old daughter, Iltezam, launches a women’s
contingent that quickly moves to the front-lines. Struggling side by side, father and daughter unleash an inspiring yet little-known movement in the Occupied Palestinian Territories that is still gaining ground today.
Julia Bacha ha lavorato in film presentati
al Sundance e al Tribeca, ai Festival di
Berlino, Gerusalemme e Dubai, e trasmessi
dalla BBC, HBO, Sundance, CBC e Al
Arabiya. Ha scritto e co-diretto il documentario Encounter Point (2006), che racconta gli sforzi coraggiosi di palestinesi e
israeliani che, sebbene gravemente provati
dai conflitti, lavorano per la giustizia e la
pace in Medio Oriente. Julia Bacha ha
anche montato e sceneggiato il documentario di Jehane Noujaim Control Room (2004),
premiato al Sundance e grazie a cui ha ricevuto una nomination al Writer’s Guild of
America Award nel 2005. E’ Senior
Producer e Media Director per Just Vision,
ha studiato storia e politica del Medio
Oriente presso la Columbia University e
dopo la laurea ha ricevuto il prestigioso
premio Phi Beta Kappa.
Julia Bacha has worked on films presented at the
Sundance, Tribeca, Berlin, Jerusalem and Dubai
international film festivals, and broadcast on the
BBC, HBO, Sundance, CBC and Al Arabiya television channels. She wrote and co-directed the feature documentary Encounter Point, premiered at
Tribeca in 2006, which follows the courageous
efforts of Palestinians and Israelis who despite
losing something precious to the conflict nevertheless work toward justice and peace in the Middle
East. She also co-wrote and edited Jehane
Noujaim’s critically acclaimed documentary
Control Room (2004), which premiered at
Sundance and for which she was nominated for
the Writer’s Guild of America Award in 2005. A
Senior Producer and Media Director at Just
Vision, Julia studied Middle Eastern history and
politics at Columbia University and upon graduation received the prestigious Phi Beta Kappa
award.
BANDE À PART
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay Julia Bacha
fotografia/cinematography Shai Pollack
Monalisa Sundbom, Jonathan Massey, Julia
Bacha, Riyad Deis, Mohammed Fawzi
montaggio/editing Geeta Gandbhir
musica/music Kareem Roustom
Budrus (2009)
Encounter Point (2006)
Control Room (2004)
95
Sharunas Bartas
INDIGÈNE D’EURASIE
Eastern Drift
Francia, Lituania, Russia, 2010, 111’, 35 mm, colore
suono/sound Vladimir Golovnitski
Sigitas Motoras
interpreti/cast Sharunas Bartas (Genia), Elisa
Sedanaoui (Gabrielle), Klavdia Korshunova
(Sasha), Erwan Ribard (Philippe)
produttore/producer Grégoire Debailly
Genia è in affari con la mafia russa. Quando decide di lasciare la Lituania per andare verso
Ovest con la sua ragazza, compie un ultimo viaggio a Mosca per riprendere i suoi soldi. Ma
qui ha una relazione appassionata con Sasha, una bellissima prostituta di alto bordo.
Insieme, si imbarcano in una caccia all’uomo dopo che Genia spara a un capomafia russo e
a un poliziotto… «Il progetto per questo film in particolare è quello di mostrare la vita di
un personaggio influenzata da situazioni estreme, situazioni in cui l’istinto è la forza trainante e le regole della società civilizzata non hanno più senso.» (Sharunas Bartas)
Genia does business with the Russian mafia. When he decides to leave Lithuania and go west with
his girlfriend, he takes one last trip to Moscow to collect his money. While in Moscow, he bonds
deeply with Sasha, a beautiful high-class prostitute. Together, they embark on a manhunt after Genia
shoots dead a Russian godfather and a cop. “The project for this particular movie is to show one character’s life as it is affected by extreme situations, where instinct is the driving force and the rules of
civilized society no longer apply.” (Sharunas Bartas)
Sharunas Bartas è nato a Siauliani, in
Lituania, nel 1964. Ha studiato regia al
VGIK di Mosca e ha fondato una casa di
produzione, la Kinema Studija. Il suo
primo film, Trys dienos (Three days, 1991)
riceve il premio Fipresci al Festival
Internazionale del Cinema di Berlino; i
successivi film vengono presentati e premiati in numerosi festival internazionali (a
Cannes,
Venezia,
Torino,
Vienna,
Thessalonika). Tra questi, Koridorius (The
corridor, 1995), in concorso alla Mostra del
Cinema di Venezia e vincitore di un secondo premio Fipresci alla Viennale, vanta la
partecipazione del famoso regista teatrale
Eimuntas Nekrosius; in Namai (The house,
1997), compare invece il regista francese
Leos Carax, con cui Bartas aveva già lavorato come attore nel 1999 in Pola X, diretto
dallo stesso Carax.
Sharunas Bartas was born in 1964 in
Siauliani, Lituania. He studied directing at the
VGIK in Moscow and founded the production
company Kinema Studija. His debut feature
Three Days (1991) won the FIPRESCI Prize
at the Berlin International Film Festival. His
subsequent films were widely shown and
awarded at international festivals such as
Cannes, Venice, Turin, Vienna, and
Thessaloniki. The Corridor (1995), which
boasted the participation of renowned theatre
director Eimuntas Nekrosius, was shown in
competition at the Venice Film Festival and
won the FIPRESCI Prize at the Viennale.
Bartas’ The House (1997) featured French
film director Leos Carax, for whom Bartas had
worked as an actor in 1999, in Pola X.
BANDE À PART
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay Sharunas Bartas
Catherine Paillé
fotografia/cinematography
Sharunas Bartas
montaggio/editing Danielius Kokanauskis
musica/music Aleksander Zekke
Indigène d’Eurasie (Eastern Drift, 2010), Septyni nematomi zmones
(Seven invisible man, 2005), Laisve (Freedom, 2000)
Namai (The house, 1997), Musu Nedaug (Few of us, 1996)
Koridorius (The corridor, 1995), Trys Dienos (Three days, 1991)
Praejusios Dienos Atminimui (In memory of a day gone by, 1990, cm)
97
Cynthia Beatt
CYCLING THE FRAME e THE INVISIBLE FRAME
Cynthia Beatt was born in Jamaica and lived there and on the Fiji Islands for 20 years. She
studied at an art academy in England and later traveled throughout the Middle East, Iran,
Afghanistan and India. She has been based in Berlin since 1975.
CYCLING THE FRAME
Germania, 1988, 27’,
16 mm, colore
sceneggiatura/screenplay
Cynthia Beatt
camera
Diethelm Trapp
musica/music
Simon Fisher-Turner
interpreti/cast
Tilda Swinton
produzione/production
SFB (rbb)
THE INVISIBLE FRAME
Nel “cinepoema” Cycling the Frame (1988), Tilda Swinton fa un avventuroso viaggio in
bicicletta seguendo territori poco conosciuti lungo il Muro di Berlino, per guardare alla
Berlino Est oltre il Muro da un punto di vista interno alla Berlino Ovest. Oggi, Cycling
the Frame è un originale documento storico.
In the 1988 cine-poem Cycling the Frame, Tilda Swinton set out on an adventurous bike ride in
less well-known territory. Swinton followed the length of the Berlin wall, to document the places
through which she went, but also to capture from an introspective West Berlin perspective the view
over the wall to East Berlin. Today, Cycling the Frame is a unusual historical document.
Germania, 2009, 60’,
super 16/HD, colore
sceneggiatura/screenplay
Cynthia Beatt
fotografia/cinematography
Ute Freund
montaggio/editing
Dörte Völz
musica/music
Simon Fisher-Turner
suono/sound
Frank Kruse
interpreti/cast
Tilda Swinton
produzione/production
Filmgalerie 451
BANDE À PART
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Cynthia Beatt è nata in Giamaica. Ha vissuto in Giamaica e nelle isole Fiji per venti
anni. Ha frequentato l’accademia d’arte in Inghilterra e poi ha viaggiato nel Medio
Oriente, in Iran, Afghanistan e India. Vive a Berlino dal 1975.
Venti anni dopo Cycling the Frame, Beatt ripercorre quello che un tempo era il Muro che
divideva Berlino e Tilda Swinton torna a interpretare “la ciclista”. The Invisible Frame
illustra questi passaggi poetici tra diversi paesaggi, stavolta da entrambi i lati del
Muro. Il film solleva la questione dell’elaborazione collettiva del dolore, e di come si
possa fermare su pellicola la storia e catturare l’invisibile.
Twenty-one years after Cycling the Frame Beatt re-traced what was once the Wall that divided East and West Berlin and Tilda Swinton returned to perform as “the cyclist”. The Invisible
Frame depicts this poetic passage through varied landscapes, this time on both sides of the
Wall. The film raises questions of collective memory and healing, of how to capture history and
the invisible on film.
The Invisible Frame (2009), A House in Berlin (2006-09)
The Party - Nature Morte (1990), Cycling the Frame (1988)
The Dakui Gau Trio, Namosi (1985-86)
Böse zu sein ist auch ein Beweis von Gefühl (Fury is a Feeling Too 1983)
Beschreibung einer Insel (Description of an island, 1978-80)
99
Cynthia Beatt
“L’interpretazione al tempo stesso distaccata e intensa di Tilda Swinton, le sue riflessioni
acute che sfuggono a rigidi schemi mentali spiegandosi in un momento di libertà poetica
concedono allo spettatore uno spazio associativo dandogli l’occasione di riesaminare e percepire la caduta del muro in un modo nuovo. Le riprese arrivano a produrre sensazioni
quasi tattili attraverso l’interazione della sequenza di immagini create da inquadrature
fisse e fluide carrellate con il muro “sonoro” che in modo congeniale sottostà al suono originale, permettendo al pubblico di avvertire concretamente il piacere di attraversare un
paesaggio aperto – a voler suggerire quanto profondamente Berlino sia cambiata.”
(Angelika Ramlow, Friedliche Revolution)
“Tilda Swinton´s discrete and yet intense performance, her trenchant reflections that elude rigid
thought patterns and unfurl in a moment of poetic freedom, allow the audience associative space and
enable them to re-consider and newly perceive the disappearance of the Wall. The filmic shots attain
an almost haptic quality through the interplay of a world of images created by a static camera and
fluid travelling shots with the sound wall that congenially underlies the original sound, allowing the
audience to sense the tangible pleasure of this motion through an open landscape – thus conveying
how very much Berlin has changed.”
(Angelika Ramlow, Friedliche Revolution)
BANDE À PART
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
THE INVISIBLE FRAME
101
Andrea De Sica, Daniele Vicari
FOSCHIA PESCI AFRICA SONNO NAUSEA FANTASIA
Italia, 2010, 54’, mini Dv, colore
interpreti/cast Davide D’Anna
Marco Maggiali, Anna Cosulich
Davide Barcellone, Cristina Corazza
Abderrazzak Mehbi
produzione/production Vivo Film
Minollo Film
Sei parole di un celebre brano di Paolo Conte, sei storie di ragazzi liguri (Davide, Marco,
Anna, ancora Davide, Cristina, e Zak), che cercano di costruirsi una vita, tra le difficoltà di trovare una propria strada che non sia solo lavori precari e incertezza, le strettoie
imposte dalla crisi, e una vitalità che emerge a dispetto di tutto. E tra chi va fino in Africa
per sbarcare il lunario, e chi dall’Africa viene per sostenere un’intera famiglia, sullo
sfondo del Mar Ligure e delle Cinque Terre, dei paesaggi industriali di Genova, Savona
e La Spezia scaturisce un ritratto generazionale tanto delicato quanto incisivo.
Six words from a well-known song by Paolo Conte; stories of six young people (Davide, Marco,
Anna, another Davide, Cristina and Zak) trying to build lives for themselves in Liguria. Vitality
emerges despite difficulties brought on by precarious jobs, uncertainties and the crisis. Some will
go to Africa to make ends meet, others come from Africa to help maintain an entire family. A portrait of a generation that is as delicated as it is incisive, set against the backdrop of the Ligurian
Sea and the Cinque Terre, and the industrial landscapes of Genoa, Savona and La Spezia.
Andrea De Sica (Roma, 1981) è allievo del
corso di Regia del Centro Sperimentale di
Cinematografia. Comincia giovanissimo a
lavorare come aiuto regista. Tra le sue collaborazioni, Pier Paolo Pasolini e la ragione di un
sogno (2001), The Dreamers (2003), La finestra di
fronte (2003). Negli ultimi anni ha diretto
numerosi cortometraggi. Foschia Pesci Africa
Sonno Nausea Fantasia è il suo primo documentario di lungometraggio.
Andrea De Sica (Rome, 1981) studies Directing
at the National Film School. He began working as
an Assistant Director at a very young age on,
among other films, The Dreamers (2003) and
Facing Windows (2003). He also worked on
Laura Betti’s documentary Pier Paolo Pasolini e
la Ragione di un Sogno (2001). In recent years
he has directed numerous shorts. Foschia Pesci
Africa Sonno Nausea Fantasia is his first feature-length documentary.
Daniele Vicari (Castel di Tora, Rieti, 1967) è
laureato in Storia e Critica del Cinema. Ha collaborato come critico cinematografico con le
riviste «Cinema Nuovo» e «Cinemasessanta».
L’esordio nel lungometraggio di finzione
avviene con Velocità massima (2002), Premio
Pasinetti per il miglior film e David di
Donatello per la migliore opera prima. Segue
L’orizzonte degli eventi (Semaine de la Critique,
2005). Nel 2008 ha presentato al Festival del
Cinema di Roma Il passato è una terra straniera.
Daniele Vicari (Castel di Tora, Rieti, 1967) graduated in History and Film Criticism. As a film critic,
he has written for the magazines Cinema Nuovo
and Cinemasessanta, among others. He made his
narrative feature debut in 2002 with Maximum
Velocity (2002), which won the Pasinetti Prize for
Best Film and the David di Donatello for Best
Feature Debut. He followed it up with Event
Horizon (2005, Semaine de la Critique). In 2008 he
presented his latest feature, The Past is a Foreign
Land, at the Rome Film Festival.
BANDE À PART
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay
Alessandro Bandinelli
fotografia/cinematography Giorgio Horn
montaggio/editing Alberto Masi (A. M. C.)
musica/music Manuel De Sica
suono/sound Stefano Agnini
Andrea De Sica: Foschia Pesci Africa Sonno Nausea Fantasia (2010), Il grande spettacolo (2009, cm),
L’esame (2007, cm), L’inferno sono gli altri (2007, cm), Solo per oggi (2005, cm)
Daniele Vicari: Foschia Pesci Africa Sonno Nausea Fantasia (2010), Il passato è una terra straniera
(2008), L’orizzonte degli eventi (2005), Velocità massima (2002), L’orizzonte degli eventi (2005)
103
Pascal Hofmann, Benny Jaberg
DANIEL SCHMID - LE CHAT QUI PENSE
Svizzera, 2010, 83’, HD, colore
montaggio/editing Pascal Hofmann
Benny Jaberg, Caterina Mona
musica/music Peter Scherer
suono/sound Christoph Brünggel
produzione/production Marcel Hoehn
Daniel Schmid, eccezionale regista svizzero, è cresciuto negli anni Quaranta in un hotel
in stile Belle Epoque a Flims, nel Canton Grigioni. Dotato di grande immaginazione fin
da bambino, e ispirato dalle storie fantastiche raccontate dalla nonna, fece della hall dell’hotel il suo palcoscenico e degli ospiti i suoi protagonisti, divenendo un grande narratore di storie. Daniel Schmid – Le chat qui pense è un ritratto caleidoscopico della vita movimentata e del singolare lavoro di un artista straordinario, un’esplorazione cinematografica del suo mondo poetico tra realtà e finzione.
Daniel Schmid – who grew up during the 1940s in a Belle Epoque hotel in Flims, in the Grisons
Canton – already as a child succumbed to the powers of the imagination. Spurred by his grandmother’s fantastic stories, he made the hotel foyer his stage and its international array of guests
his protagonists, thus becoming a lifelong storyteller. Daniel Schmid – Le Chat qui Pense is a
kaleidoscopic portrait of the eventful life and unusual work of an outstanding artist; a cinematic
exploration of his poetic world, suspended between reality and fiction.
Pascal Hofmann è nato nel 1977 a Chur, nel
Canton Grigioni, in Svizzera. E’ cresciuto a
Flims.
Pascal Hofmann was born in 1977 in Chur,
Canton Grisons, Switzerland. He grew up in
Flims.
Benny Jaberg è nato nel 1981 a Baden, in
Svizzera.
Benny Jaberg was born in 1981 in Baden,
Switzerland.
Anni fa Pascal Hofmann conobbe personalmente Daniel Schmid, che lo incoraggiò
nella sua intenzione di studiare cinema.
Nel 2003, Hofmann si iscrive a quella che
ora è l’Università delle Arti di Zurigo
(ZHdK). Conosce Benny Jaberg agli esami
di ammissione. I due iniziano a lavorare
insieme, in particolare al documentario
Wintersong - a film on Dakota Suite, che
viene mostrato a vari festival internazionali e riceve una menzione speciale al Visions
du Réel – the Nyon International
Documentary Film Festival. Nell’inverno del
2006 Hofamm e Jaberg maturano l’idea di
realizzare un film sulla vita e le opere di
Daniel Schmid. Il film è stato anche il loro
lavoro di laurea al ZHdK, il primo di tale
lunghezza a essere prodotto in Svizzera.
Many years ago Pascal Hofmann became personally acquainted with Daniel Schmid, who
encouraged him to pursue his desire to study
film. In 2003, Hofmann embarked on his film
studies at what is now the Zurich University of
the Arts (ZHdK). He met Benny Jaberg at the
admissions exam, and they have worked together on a regular basis ever since, in particular on
the music documentary Wintersong - A film
on Dakota Suite, which screened at various
international film festivals and was given a
special mention at Visions du Réel: Nyon
International Documentary Film Festival.
In winter 2006, Hofmann and Jaberg had the
idea to make a film about the life and work of
Daniel Schmid. The project was also their MA
graduation film at ZHdK, the first of this
length to be produced in Switzerland.
BANDE À PART
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay Pascal Hofmann
Benny Jaberg
fotografia/cinematography Pascal Hofmann
Benny Jaberg, Filip Zumbrun
Filmografia parziale
Pascal Hofmann: Daniel Schmid - Le chat qui pense (2010), Stenischalf (2006), Wintersong - a film
on Dakota Suite (2005)
Benny Jaberg: Daniel Schmid - Le chat qui pense (2010), Picturing a memory (2010)
Unfall (2008), Wintersong - a film on Dakota Suite (2005)
105
Jeon Soo-il
YEONG-DO DA-RI
I Came from Busan
Corea, 2009, 83’, 35 mm, colore
suono/sound Lee Sung-chul
interpreti/cast Park Ha-seon, Kim Jung-tae
produttore/producer Jeon Soo-il
In-hwa, una ragazza che vive a Busan, in Corea, è incinta. Dopo un parto difficile firma un
documento con cui acconsente a dare la sua bambina in adozione. Uscita dall’ospedale
cerca di ricominciare la sua vita di sempre come se nulla fosse accaduto, ma ben presto si
accorge che è impossibile. Sogna di essere separata da sua madre, e le cicatrici sul suo corpo
le ricordano sua figlia. In-hwa torna all’agenzia che si è occupata dell’adozione chiedendo
indietro la bambina.
Eighteen-year-old In-hwa lives in Busan, Korea and is pregnant. After a painful delivery, she signs
a form putting her baby up for adoption. When she is discharged from the hospital she tries to return
to her ordinary life as if nothing has happened, but soon realizes this is impossible. She dreams of
being separated from her mother, and the scars left on her body from the surgery remind her of her
baby. In-hwa returns to the adoption agency and asks for her daughter back.
Jeon Soo-il è nato in Corea del Sud nel
1959. Si è laureato in regia all’ E.S.R.A.
(Ecole
Supérieur
de
Réalisation
Audiovisuelle) di Parigi e ha anche studiato teoria del cinema presso la VII e l’VIII
Università di Parigi. Il regista è noto per
aver sempre autoprodotto i suoi film, sin
dal 1990. Le sue radici culturali sono a
Busan, lontano dalla capitale coreana
Seoul, e i suoi film, che si distinguono per
originalità, sono stati riconosciuti internazionalmente. Dal suo debutto fino a oggi,
tutti i suoi lavori sono stati presentati e
premiati a festival cinematografici internazionali (a Cannes, Pusan, New Delhi,
Montreal, Venezia, Seoul, San Sebastian).
Jeon Soo-il was born in 1959 in South Korea.
He majored in film directing at E.S.R.A.
(Ecole Supérieur de Réalisation Audiovisuelle)
in Paris, France, and also studied film theory
at the Universities of Paris VII and VIII. He is
known for consistently making independently
produced films since 1990. With his roots set
in Busan, he is as geographically far from
Korea’s cultural center, Seoul, as his films,
which have been recognized worldwide, are
from the norm. From his debut film on, all of
his works have been invited to international
film festivals, including Cannes, Pusan, New
Delhi, Montreal, Venice, Seoul and San
Sebastian.
BANDE À PART
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay Jeon Soo-il
fotografia/cinematography Kim Sung-tai
montaggio/editing Kim Jung-min
musica/music Jung Sung-hwan
Yeong-do Da-ri (I came from Busan, 2009), Himalayaeui sonyowa (Himalaya, where the
wind dwells, 2008), Geomen tangyi sonyeo oi (With a girl of black soil, 2007), Gae oi
neckdae sa yiyi chigan (Time between dog and wolf, 2007), Naneun nareul pagoehal
gwolliga itda (My right to revage myself, 2003), Saeneun pyegoksuneul keruinda (The
bird who stops in the air, 1999), Wind echoing in my being (1997)
107
Hitoshi Matsumoto
SHINBORU
Symbol
sceneggiatura/screenplay Hitoshi Matsumoto
Mitsuyoshi Takasu
fotografia/cinematography
Tohyama Yasuyuki
montaggio/editing Honda Yoshitaka
musica/music Shimizu Yasuyuki
suono/sound Kunio Ando
scenografia/art direction Aikou Etsuko
Hirai Atsuo
interpreti/cast Hitoshi Matsumoto
David Quintero, Luis Accinelli, Lillian Tapia
produttore/producer Okamoto Akihiko
Takemoto Natsue, Konishi Keisuke
Un uomo si sveglia e si ritrova misteriosamente intrappolato in una stanza bianca e vuota.
Indossa un abito da clown a pois di un giallo brillante. Dove si trova? Chi gli ha fatto questo? Come è finito qui? Riuscirà a fuggire? Symbol è l’ultimo film di Hitoshi Matsumoto,
acclamato regista di Big Man Japan, presentato a Cannes nel 2007 nella sezione Quinzaine
des réalisateurs e distribuito negli Usa nel maggio 2009 dalla Magnolia Pictures. Sull’onda
di Cube e Essere John Malkovich, Symbol racconta una complicata storia tesa tra thriller e commedia, immersa in atmosfere surreali e fantasiose.
A man wakes up and mysteriously finds himself trapped in an empty, white rectangular
room, wearing clownish, bright yellow polka dot pajamas. Where is he? Who did this to
him? How did he end up here? Will he manage to escape safely? Symbol is the latest masterpiece from Hitoshi Matsumoto, acclaimed director of Big Man Japan, which screened in
the Director ’s Fortnight at Cannes 2007 and was released in the US in May 2009 by
Magnolia Pictures. In the vein of Cube and Being John Malkovich, Symbol is a twisted
comedy thriller that takes you on a surrealistic ride into a fantasy world!
Acclamato come uno dei più importanti
attori comici in Giappone da più di un
decennio, Hitoshi Matsumoto è stato per
molti anni una figura fondamentale per l’industria dell’intrattenimento giapponese.
Nel 2007 ha debuttato alla regia con il film
di finzione Big Man Japan, apprezzato in
festival cinematografici internazionali, tra
cui quelli di Toronto e di Pusan. Forte del
successo commerciale ottenuto in Giappone
con Big Man Japan, il regista è tornato sul
grande schermo con il suo secondo film,
Symbol. Matsumoto ha iniziato la sua carriera col duo comico Downtown nel 1982, e ha
spesso lavorato come sceneggiatore, regista,
produttore e attore nell’ambito dei propri
progetti per la televisione.
One of the most prominent and successful comedians in Japan for over a decade, Hitoshi
Matsumoto has been a leading figure in the
Japanese entertainment industry for many
years. In 2007, Matsumoto made his directorial
debut with the feature Big Man Japan. The film
garnered critical acclaim at several international film festivals, including Toronto and Pusan.
Building on Big Man Japan’s commercial success at home, Matsumoto returns to the silver
screen with his second feature, Symbol.
Matsumoto started his career as half of the comedy duo Downtown in 1982, and has often
worked as a writer, director, producer and actor
on many of his television projects.
BANDE À PART
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Giappone, 2009, 92’, 35 mm, colore
Shinboru (Symbol, 2009)
Dai-Nihonjin (Big Man Japan, 2007)
109
L’ART DELICAT DE LA MATRAQUE
The delicate art of the bludgeon
Cinema
in Piazza
Jean-Gabriel Périot
Francia, 2009, 4’, video, B/N
Black and white archive footage of police beating up civilians, against the pounding notes of “This
is Not a Love Song” by The Experience.
Jean-Gabriel Périot è nato in Francia nel
1974. Ha diretto alcuni cortometraggi, sia
in video che in pellicola, al confine tra
documentario, animazione e sperimentazione. Ha sviluppato un suo particolare
stile di montaggio che interroga la storia e
la violenza a partire da materiali d’archivio come filmati e fotografie. Le sue ultime
opere, tra cui Dies Irae, Even if she had been
a criminal… e Nijuman no borei sono stati
mostrate in tutto il mondo in numerosi
festival e hanno ricevuto molti premi.
Jean-Gabriel Périot was born in France in
1974. He has directed a number of shorts, both
in video and film, which incorporate documentary, animation and experimentation. He has
developed his own distinct editing style that
examines history and violence, often using
archive film clips and photographs. His latest
works, which include Dies Irae, Even if She
Had Been a Criminal… and Nijuman No
Borei, have screened in numerous festivals
worldwide and received many awards.
BANDE À PART
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Sulle note martellanti della canzone This is Not a Love Song interpretata dagli Expérience
si susseguono brani di filmati di repertorio in bianco e nero che mostrano pestaggi ad
opera della polizia su civili.
Les barbares (The barbarians, 2010, cm), L'art délicat de la matraque (The delicate art of the bludgeon, 2009, cm), Entre chiens et loups (Between dogs and wolves 2008, cm), Nijuman no borei
(200.000 Fantômes) (2007, cm), Eût-elle été criminelle… (Even if she had been a criminal…, 2006,
cm), Under Twilight (2006, cm), Undo (2005, cm), Dies Irae (2005, cm), We are winning don’t forget (2004, cm), Avant j’étais triste (Before I was sad, 2002, cm), 21.04.02 (2002, cm)
Journal intime (Intimated diary, 2001, cm), Gay? (2001, cm)
111
Cinema
in Piazza
Pablo Stoll
HIROSHIMA
sceneggiatura/screenplay Pablo Stoll
fotografia/cinematography
Arauco Hernández Holz
montaggio/editing Pablo Stoll, Fernando Epstein
musica/music Relaciones Sexuales
Danteinfermo, Pedonalos Garridos!
Psiconautas, Estado de Fetidez, Los Ases del
Beat, The Supersónicos, Reverb and Genuflexos!
suono/sound Daniel Yafalian
scenografia/art direction
Gonzalo Delgado Galiana
interpreti/cast Juan Andrés Stoll (Juan),
Mario Stoll (padre), Guillermo Stoll (fratello)
Leonor Courtuasie (fidanzata)
produzione/production Control-Z Films
Hiroshima è una sorta di musical silenzioso, in cui la parola viene abolita per lasciare spazio alla musica e ai rumori, ed è basato su fatti reali. Il protagonista Juan canta in una
rock band, ma non parla molto, e di notte lavora in un panificio. Questa storia racconta
una sua giornata, ciò che succede da quando lui si sveglia. «Hiroshima è la storia di un
personaggio solitario, che vive piuttosto distaccato dalla realtà che lo circonda. Il personaggio è apertamente basato su mio fratello, Juan Andrés Stoll, che è anche l’attore protagonista. » (Pablo Stoll)
Hiroshima is a silent musical based on real events, in which words are eliminated to make room for
music and sounds. Juan sings in a rock band, doesn’t talk much and works in a bakery at night. This
is the story of one his days, and what happens when he wakes up. “Hiroshima is the portrayal of a
lonely character that is a bit detached from his surrounding reality. This character is openly based
on my brother, Juan Andrés Stoll, who is also the main actor.” (Pablo Stoll)
Pablo Stoll è nato nel 1974 a Montevideo, in
Uruguay. Ha studiato comunicazioni sociali
all’Università Cattolica dell’Uruguay, e qui ha
iniziato a scrivere e dirigere cortometraggi insieme a Juan Pablo Rebella. Il loro primo film, 25
Watts (2001), ha vinto alcuni importanti premi
internazionali; tre anni dopo i due registi hanno
girato Whisky (2004), che ha vinto il premio
Fipresci a Cannes 2004 (Un Certain Regard).
Pablo Stoll ha anche lavorato come free lance in
ambito televisivo e pubblicitario. Il suo ultimo
film, Hiroshima, è stato girato a Montevideo e
nella zona costiera di Solís, nel Maldonado, in
Uruguay.
Pablo Stoll was born in 1974 in Montevideo,
Uruguay. He studied social communication at
the Catholic University of Uruguay, where he
started writing and directing short movies with
Juan Pablo Rebella. Their first feature film, 25
Watts (2001), won several important international awards. Three years later they shot
Whisky, which won the FIPRESCI Prize at the
2004 Cannes Film Festival (Un Certain
Regard). Stoll also worked as a freelancer in TV
and advertising. His latest film, Hiroshima,
was shot in Montevideo and the seaside resort
Solís, in Maldonado, Uruguay.
BANDE À PART
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Uruguay, Colombia, Argentina, 2009, 80’, HD, colore
Hiroshima (2009)
Whisky (2004)
25 watts (2001)
113
Dustin Thompson
THE TRAVELOGUES
Usa, 2009, 49’, 16 mm/super 8 mm/DV , colore
interpreti/cast Dustin Thompson
Sir Peter Charles Flordtedt jr.
Laura Eroli, Chris Sabbatini
produttore/producer Dustin Thompson
The Travelogues è una raccolta di cortometraggi che documentano la vita di un viandante
invisibile. Ogni “diario di viaggio” dà luogo a una comprensione astratta ed esperienziale
del suo mondo. Attraverso The Travelogues, egli invita lo spettatore a esplorare la sua passione per i viaggi, il suo rapporto con il turismo e le sue fuggevoli relazioni. “The
Travelogues è insieme un ritratto, un diario e un saggio, teso tra finzione e documentario"
(Dustin Thompson)
The Travelogues is a collection of short films that document the life of an unseen wanderer. Each
travelogue creates an abstract, experiential understanding of his world. Through The Travelogues,
he invites the viewer to explore his wanderlust, his encounters with tourism, and his transient relationships. “The Travelogues is a mixture of portrait, diary and essay forms that tread between fiction and documentary” (Dustin Thompson)
Dustin Thompson, regista e fotografo, si è laureato al Cal Arts in regia e Integrated Media. Il
fascino per le controculture, l’essere cresciuto
sugli Appalachi e la letteratura popolare
influenzano il suo lavoro. Ha due film in fase
di sviluppo: The Abandoned, un'odissea folk
ambientata sugli Appalachi, basato sulla storia
difficile di una madre sola, e The Leatherman,
narrazione che esplora il tragitto di un boscaiolo che annualmente attraversa le montagne del
New England, nel tardo Ottocento. Il regista ha
anche sviluppato un progetto web che accompagna The Travelogues, chiamato The
TravelBlogues. Ha lavorato e studiato con James
Benning, Betzy Bromberg, Kevin Everson,
Rodrigo Garcia, e Lewis Klahr; è stato guidato
nel suo lavoro dai produttori Julie Lynn (Nine
Lives) e Sarah Green (L'Albero della Vita).
Attualmente lavora come stagista per The Tree
of Life di Terrence Malick.
Filmmaker-photographer Dustin Thompson
received an MFA from Cal Arts in filmmaking
and integrated media. A fascination with countercultures, his own Appalachian upbringing and
folk literature influence his work. He has two features in development: The Abandoned, an
Appalachian folk odyssey based on the resilience of
a single-mother family, and The Leatherman, a
narrative exploring the late-1800s vagabonding
woodsman who yearly traversed New England’s
mountainous terrain. Thompson also developed a
web-based companion project to The
Travelogues called The TravelBlogues. He has
worked and studied with James Benning, Betzy
Bromberg, Kevin Everson, Rodrigo Garcia, and
Lewis Klahr; he is mentored by producers Julie
Lynn (Nine Lives) and Sarah Green (The Tree
of Life). Currently, Thompson interns on
Terrence Malick’s The Tree of Life.
BANDE À PART
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
sceneggiatura/screenplay Dustin Thompson
fotografia/cinematography Dustin Thompson
montaggio/editing Dustin Thompson
musica/music Ryan Kofman
suono/sound Dustin Thompson, Ben Huff
The Travelogues (2009)
Shot from Dark (2008)
Vignette (2008, cm)
Hindsight 20/25 (2008, cm)
Landscape in a Portrait (2006)
115
LA SAM SPIEGEL FILM AND TELEVISION SCHOOL, GERUSALEMME
116
Nei suoi vent’anni di esistenza la Sam Spiegel Film & Television School è andata alla
costante ricerca delle voci più autentiche dei giovani registi israeliani da presentare a
un pubblico internazionale.
È stata fondata dal Ministero dell’Istruzione israeliano e dalla Jerusalem Foundation.
Quello perseguito dalla Sam Speigel School è un approccio al film incentrato sulla storia, privilegiando il cortometraggio come genere cinematografico a tutti gli effetti.
L’approccio della scuola nei confronti della televisione e della produzione cinematografica è considerato fortemente originale e innovativo poiché il metodo di insegnamento è basato su una struttura triangolare: Filmmaking program, Creative Writing
program e Entrepreneur Producer’s program.
Con i suoi inflessibili standard di eccellenza, la Sam Spiegel School sta orientando l’industria cinematografica israeliana verso direzioni nuove, ottenendo al tempo stesso
riconoscimenti a livello mondiale per i notevoli successi dei suoi studenti. Nell’ultimo
decennio ha svolto un ruolo chiave nella rinascita del cinema israeliano grazie anche
alla ricerca di un dialogo personale e sensibile con il pubblico, che la contraddistingue. Nel corso degli anni la Sam Spiegel è stata per quindici volte vincitrice del premio come migliore scuola cinematografica (The Best Film School Award) in occasione
dei vari film festival studenteschi a cui ha partecipato. Nel 1996 è stata la prima scuola a essere scelta dal Museo di Arte Moderna di New York per una retrospettiva. Da
allora i suoi film sono stati proiettati in centoquaranta retrospettive in cinquanta
paesi. La scuola ha ricevuto omaggi e tributi nell’ambito di alcuni dei più grandi festival cinematografici di fama mondiale come quelli di Berlino, Rotterdam, ClermontFerrand, Hong Kong, Valladolid e The Hamptons. I film realizzati dai suoi studenti
rappresentano Israele in più di centotrenta festival internazionali ogni anno e hanno
vinto più di duecentosessanta premi internazionali, incluso il primo premio della
categoria “Cinéfondation” al Festival di Cannes del 2008.
Trecento dei diplomati presso la Sam Spiegel Film & Television School, una media del
70% del numero totale degli alunni, ricoprono posizioni di rilievo nell’industria cinematografica e televisiva israeliana.
Five shorts from
Sam Spiegel Film And Television School
Throughout its 20 years, The Sam Spiegel Film & Television School has constantly strived
to bring the most authentic voices of young Israeli filmmakers to international audiences.
The Sam Spiegel Film and Television School was established by the Israeli Ministry of
Education and the Jerusalem Foundation. It pursues a story-centered approach to filmmaking,
concentrating on the short film as a legitimate film genre. The school’s approach to film and
television making is considered very unique and innovative as the school’s teaching method is
founded on a triangular structure: Filmmaking, Creative Writing and the Entrepreneur
Producer’s program.
With uncompromising standards of excellence, the Sam Spiegel School is forging new directions in the Israeli film industry while gaining worldwide recognition for the outstanding
achievements of its students. It has been playing a key role in the Israeli film renaissance of the
last decade, by virtue of its distinctive focus on a personal and sensitive dialogue with the
audience.
Over the years, Sam Spiegel has won the Best Film School award 15 times at various student
film festivals. In 1996, it became the first school ever selected for a retrospective by the
Museum of Modern Art in New York. To date, the school's films have been shown at 140 retrospectives in 50 countries. Some of the largest film festivals in the world – including Berlin,
Rotterdam, Clermont-Ferrand, Hong Kong, Valladolid and the Hamptons – have honored the
school with tributes. The school’s student films represent Israel at over 130 international festivals each year and have won over 260 international awards, including top prize in the
Cinéfondation sidebar of the 2008 Cannes Film Festival.
Three hundred graduates, an average of 70% of the total alumni, hold leading positions in
Israel’s film and television industry.
BAND À PART
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Cinque cortometraggi dalla
Sam Spiegel Film And Television School
THE SAM SPIEGEL FILM AND TELEVISION SCHOOL, JERUSALEM
117
Rodeon
Rodeon Brodsky
Brodsky
TTOLYA
OLYA
Israele, 2009, 22', HD, colore
Il giorno della festa della donna, quando tutti i lavoratori stranieri suoi colleghi telefonano alle mogli lontane per far loro gli auguri, Tolya resta senza parole con la moglie
Natasha. Con la sua bocca senza denti non può pronunciare nulla fuorchè una sorta di
fischiettio. Ma non vuole rinunciare al suo romantico messaggio d’amore.
Hebron. È la notte del carnevale della festa di Purim. Samer, quindici anni, insiste per
portare la sorella maggiore Ayat a ritirare il suo diploma all’università palestinese.
Camminando tra i tetti e i vicoli della città, devono evitare i coloni, l’esercito e i curiosi
giornalisti stranieri.
On International Women’s Day, when all his fellow foreign workers call their distant wives,
Tolya is speechless when he calls his wife Natasha. He can’t make any sound but a whistling
mumble with his toothless mouth. Tolya is ready to give up on words, but not on his romantic
message.
Hebron. The night of the Jewish settlement Purim Masquerade. Fifteen-year-old Samer insists on taking
his older sister Ayat to collect her diploma from the Palestinian university. Walking through the city
rooftops and side narrow allies they must avoid the settlers, the army and the curious foreign news reporters.
Rodeon Brodsky è nato in Russia nel 1981 ed è emigrato in Israele nel 2000. Si è laureato in cinema all’Hadassah College e ha iniziato i suoi studi alla Sam Spiegel nel 2003.
Rodeon Brodsky was born in Russia in 1981 and immigrated to Israel in 2000. He is a graduate
student in film at the Hadassah College in Jerusalem and began his studies at Sam Spiegel in 2003.
Yaelle Kayam (1979, Tel Aviv) ha studiato francese alla Sorbona, antropologia all’università di Tel-Aviv e cinema al Victorian College of the Arts a Melbourne. Poi è stata ammessa al terzo anno della Sam Spiegel Film School. Collabora con alcune organizzazioni per
i diritti umani che operano nei territori occupati. Diploma è il suo film di laurea, vincitore
del terzo premio alla Cinéfondation, al Festival di Cannes, nel 2009.
BAND À PART
THE SAM SPIEGEL FILM AND TELEVISION SCHOOL
118
Israele,
Israele,2006,
2006,9,25',
9,25',16
16mm,
mm, colore
Yaelle Kayam
DIPLOMA
Yaelle Kayam (Tel Aviv, 1979) studied French at the Sorbonne in Paris, anthropology at Tel
Aviv University and film at the Victorian College of the Arts in Melbourne. She was then
admitted as a third-year student to the Sam Spiegel Film School. She is active in several human
rights organizations that operate in the occupied territories. Diploma is her graduation film,
which won third prize award in Cinéfondation at the 2009 Cannes Film Festival.
119
Elad Keidan
HIMNON
Anthem
Israele, 2005, 19', 35 mm, colore
A volte anche le giornate che paiono più insignificanti riservano delle sorprese,
come scopre uno scapolo di mezza età quando esce per comprare del latte in un
quartiere di Gerusalemme.
Zohara è una donna soldato israeliana in una base militare isolata, e sta per ottenere
un trasferimento anticipato. Le sue speranze vanno in frantumi quando sembra che
la sua sostituta voglia suicidarsi.
Sometimes even the most unassuming of days takes a surprising turn, as one middle-aged suburban bachelor finds out when he sets out to buy milk in a Jerusalem neighborhood.
Zohara is an Israeli soldier on an isolated military base who is about to get a much-anticipated transfer. Her hopes are shattered when her substitute appears to be suicidal.
Elad Keidan è nato ad Haifa, in Israele, nel 1979. Scrittore di racconti brevi e poesie, realizza cortometraggi autoprodotti sia con materiale originale che di found-footage. Ha iniziato a studiare alla Sam Spiegel School nel 2003. Anthem è il suo film di laurea, vincitore
del Best Student Film Award al Festival di Cannes nel 2008.
Talya Lavie si è diplomata alla Sam Spiegel School nel 2005, dopo aver studiato animazione alla Bezalel Art & Design Academy di Gerusalemme. Il suo primo film
Sliding Flora (2003) è stato proiettato al MOMA di New York e in più di trenta festival in tutto il mondo, tra cui la Berlinale 2004. Il suo film di laurea The Substitute
(2005) ha vinto undici premi internazionali, tra cui l’Audience Award della Berlinale
2006, ed è stato proiettato in più di cinquanta festival internazionali.
Elad Keidan was born in 1979, in Haifa, Israel. A writer of short stories and poems, he creates
short independent films from readymade/original footage and also plays the flute. He enrolled in
Sam Spiegel in 2003. His graduation work Anthem won the Best Student Film Award at the
2008 Cannes Film Festival.
BAND À PART
THE SAM SPIEGEL FILM AND TELEVISION SCHOOL
120
Israele, 2008, 36', 16 mm, colore
Talya Lavie
HAYELET BODEDA
The Substitute
Talya Lavie graduated from Sam Spiegel in 2005, after having also studied animation at the
Bezalel Art & Design Academy in Jerusalem. Her first film, Sliding Flora (2003), was screened
at the MOMA in New York, and at over 30 film festivals worldwide, including the 2004
Berlinale. Her graduate film The Substitute (2005) won 11 international awards (among them,
the Berlinale Audience Award in 2006) and was screened at over 50 international film festivals.
121
OMAGGIO A GIANNI AMICO E BERNARDO BERTOLUCCI
TRIBUTE TO GIANNI AMICO AND BERNARDO BERTOLUCCI
Omri Levy
CHOL
Beduine Sand
THE SAM SPIEGEL FILM AND TELEVISION SCHOOL
Israele, 1997, 17,10', 16 mm, colore
Roy ha nove anni e si innamora di una bottiglia piena di sabbia colorata che un
beduino tenta di vendergli nel Sinai. Roy impara che il volere qualcosa e l’averne
bisogno non sono la stessa cosa…
Nine-year-old Roy falls in love with a bottle of colored sand that a bedouin tries to sell him in
Sinai. He learns that wanting and needing are not the same thing....
Omri Levy (1970, Berkeley, USA) è arrivato in Israele quando aveva due anni, e da
allora vive a Gerusalemme. È stato ufficiale nelle Forze Difensive Israeliane e nel
1992 è diventato uno studente della Sam Spiegel School, presso cui si è diplomato
nel 1997 con il film Bedouin Sand.
Omri Levy (Berkeley, USA, 1970) came to Israel at the age of two and has lived in Jerusalem
ever since. He served as an officer in the Israeli Defence Forces and in 1992 enrolled in Sam
Spiegel, graduating from the school in 1997. Bedouin Sand is his diploma film.
A vent’anni dalla sua scomparsa, la Mostra Internazionale del
Nuovo Cinema di Pesaro rende omaggio alla figura di Gianni
Amico, intellettuale, cineasta, produttore, organizzatore di eventi musicali e cinematografici, tra cui lo stesso Festival di Pesaro,
al cui comitato di selezione Amico partecipò nelle prime edizioni.
Erano gli anni Sessanta, l'epoca d’oro del cinema italiano, un
periodo di grande fermento artistico in cui Bernardo Bertolucci
dirigeva i suoi primi lungometraggi. Tra di essi Prima della rivoluzione, che ha sceneggiato proprio in coppia con Gianni Amico, la
persona con cui più di tutte, allora, condivideva il percorso artistico. Domenica 27 giugno il Teatro Sperimentale di Pesaro ospiterà la proiezione di Tropici, film che Gianni Amico diresse nel
1969, coniugando le sue più grandi passioni: il cinema e il Brasile.
A seguire Bernardo Bertolucci sarà in sala per parlare con il pubblico del suo lungo e prolifico sodalizio personale e cinematografico con Gianni Amico, per rievocare un periodo di straordinaria
creatività e ricevere il Premio "Pesaro Nuovo Cinema".
122
BANDE À PART
Twenty years after his passing, the Pesaro Film Festival (PFF) pays
homage to Gianni Amico, an intellectual, cineaste, producer and
organizer of music and film events, including the PFF, on whose selection committee Amico served for the festival’s very first edition. It was
the 1960s, the golden era of Italian cinema, a period of great artistic ferment, in which Bernardo Bertolucci made his first feature films.
Including Before the Revolution, which he wrote with Amico, with
whom he shared, above all others, his artistic path at the time.
On Sunday, June 27, Pesaro’s Teatro Sperimentale will screen Tropici,
which Amico made in 1969, uniting his two great passions: cinema and
Brazil. Bertolucci will speak to audiences after the screening, about his
long and prolific personal and cinematic relationship with Amico, to
recall a period of extraordinary creativity and to receive the Pesaro
Nuovo Cinema Award.
123
124
Figlio del poeta Attilio e fratello maggiore del regista Giuseppe, Bernardo
Bertolucci nasce a Parma nel 1941. Nel 1962, giovanissimo, vince il premio
Viareggio per l'opera prima con la raccolta poetica In cerca del mistero.
Trasferitosi a Roma, ancora negli anni Sessanta entra in contatto con scrittori e registi della levatura di Alberto Moravia, Elsa Morante, Pier Paolo Pasolini – per il
quale lavorerà come aiuto regista in Accattone. Debutta nel lungometraggio con La
commare secca (1962), da un soggetto dello stesso Pasolini. Seguono Prima della rivoluzione (1964) e Partner (1968), ispirato a Il sosia di Dostoevskji. Nel frattempo il
regista collabora alla sceneggiatura di C’era una volta il West di Sergio Leone. Nel
1969 dirige Agonia, interpretato dal Living Theatre, episodio del film collettivo
Amore e Rabbia firmato insieme a Bertolucci da Marco Bellocchio, Carlo Lizzani,
Jean-Luc Godard e Pasolini.
Nel 1970 realizza La strategia del ragno - da un racconto di Jorge Luis Borges - e Il
conformista - dal romanzo omonimo di Moravia - film nei quali prende forma quella riflessione sulle tensioni del periodo fascista che poi troverà ampio spazio nei
due capitoli di Novecento (1976), melodramma familiare e insieme potente affresco
storico-politico sulla lotta di classe, con protagonisti del calibro di Robert De Niro
e Gérard Depardieu. Nel 1972 è la volta di Ultimo tango a Parigi (1972), film che
all’epoca notoriamente suscitò scandalo (soprattutto in Italia) per i modi in cui
viene raccontata la travolgente relazione amorosa tra una giovanissima Maria
Schneider e un più maturo Marlon Brando. Seguono La luna (1979) e La tragedia di
un uomo ridicolo (1981) con protagonista Ugo Tognazzi, premiato a Cannes per la
migliore interpretazione.
L’ultimo imperatore (1987), rappresentazione affascinate, grandiosa e spettacolare
della fine di un’epoca attraverso il racconto dell’infanzia e poi della maturità dell’ultimo imperatore cinese Pu-yi, vince addirittura nove Oscar. Dopo i suggestivi
paesaggi del Marocco de Il tè nel deserto (1990) e la rilettura della storia del principe Siddharta ne Il piccolo Buddha (1993) Bertolucci torna in Italia, nella campagna
toscana, per girare Io ballo da sola (1996), che racconta le prime esperienze sentimentali di un’adolescente, interpretata da Liv Tyler. L’assedio (1998) è invece la storia
dell’amore generoso di un pianista inglese per la sua colf africana. Nel 2002
Bertolucci gira The Dreamers, in cui la cinefilia si fonde con la rappresentazione
delle contestazioni giovanili del ‘68, in un’affascinante Parigi animata dai fervori
del maggio francese.
Son of poet Attilio and the older brother of director Giuseppe, Bernardo Bertolucci was born
in Parma in 1941. In 1962, he won the Premio Viareggio, a literary prize for a first work, for
the collection of poetry In Search of Mystery. He moved to Rome and in the 1960s came to
know renowned writers and directors such as Alberto Moravia, Elsa Morante and Pier Paolo
Pasolini, even working as assistant director on the latter’s Accattone.
His feature debut La commare secca (1962) was based on a film story by Pasolini, and was
followed up by Before the Revolution (1964) and Partner (1968), inspired by Dostoevsky’s
The Double. In the meantime, Bertolucci collaborated on the screenplay of Sergio Leone’s
Once Upon a Time in the West. In 1969 he worked with The Living Theatre in “Agonia,”
an episode of the collective film Amore e Rabbia, also directed by Marco Bellocchio, Carlo
Lizzani, Jean-Luc Godard and Pasolini.
In 1970 his ideas on fascism began to take shape, in The Spider’s Stratagem (from a short
story by Jorge Luis Borges) and The Conformist (from the Moravia novel). He would later
expand upon those ideas in 1900 (1976), a family melodrama and powerful historical-political fresco on the class war, whose stellar cast included Robert De Niro and Gérard Depardieu.
In 1972 he made Last Tango in Paris (1972), which at the time notoriously caused a scandal (especially in Italy) for its portrayal of the passionate love affair between a very young
woman (Maria Schneider) and an older man (Marlon Brando). The film was followed by
Luna (1979) and Tragedy of a Ridiculous Man (1981), which won Ugo Tognazzi the Best
Actor Award at Cannes.
In 1987, The Last Emperor – a fascinating, grandiose and spectacular look at the life of the
last of the Chinese Emperors, Pu-yi – won nine Oscars. After the beautiful Moroccan landscapes of The Sheltering Sky (1990) and a modernization of the story of Prince Siddhartha
in Little Buddha (1993), Bertolucci returned to Italy, to the Tuscan countryside, to make
Stealing Beauty (1996), about the first deep emotional stirrings of a teenage girl (Liv Tyler).
1998’s Besieged tells the story of the generous love of a British pianist for his African maid.
In 2002 Bertolucci shot The Dreamers, about cineastes in Paris during the 1968 student
demonstrations, as the city exploded with the fervor of the “May Revolution.”
OMAGGIO A GIANNI AMICO E BERNARDO BERTOLUCCI
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
BERNARDO BERTOLUCCI
125
126
Regista e sceneggiatore cinematografico, nato a Loano (Savona) il 27 dicembre 1933 e
morto a Roma il 2 novembre 1990. Di natura complessa e di complessi interessi, Amico
tentò sempre di mettere armonia fra le sue passioni, che furono, oltre al cinema, il jazz
e la musica brasiliana, la politica, l’arte, e l’ossessione dell’analisi intellettuale; la sua
fantasia creativa, molto sensibile alle suggestioni dello stile e della grammatica cinematografica, si mosse sempre in parallelo al desiderio di approfondire il risvolto storicopolitico dei temi che trattava. I risultati più felici furono alcuni documentari come We
insist (1964), ispirato a un album di Max Roach e premiato al Festival di Locarno; e
Gramsci l’ho visto così (1988), realizzato in collaborazione con Giorgio Baratta; come
anche alcuni lungometraggi quali Tropici (1967), primo film prodotto dalla RAI, che
venne selezionato ai Festival di Pesaro, Berlino, Londra e New York, e le quattro puntate televisive di Le affinità elettive (1978) dal romanzo di J.W. Goethe.
Amico, figlio di un capitano di mare, frequentò il liceo classico a Genova dove nel 1960
cominciò a organizzare incontri e rassegne di cinema latinoamericano, attività proseguita fino al 1965. Questa importante esperienza lo portò in Brasile la prima volta nel
1962, e, per i contatti avuti e la grande influenza esercitata sia sugli autori brasiliani sia
nella diffusione della loro opera, ancora oggi Amico viene ricordato in Brasile tra i protagonisti del Cinema Nôvo. Il suo Tropici fu infatti girato nel Nord-Est brasiliano e a San
Paolo: racconta il drammatico viaggio di una famiglia di contadini spinti dalla siccità e
dalla miseria verso il miraggio della grande metropoli. Se fino a quel momento la passione cinematografica di Amico si era sviluppata nell’universo di ricerche e sperimentazioni della Nouvelle vague europea, Tropici scelse un linguaggio completamente originale per purezza e intensità poetica, rappresentando in qualche modo il ritorno a un
antico amore per Roberto Rossellini accanto al quale Amico si era trovato a lavorare per
la produzione di Era notte a Roma (1960).
Già nel 1963 infatti a Roma aveva collaborato alla sceneggiatura di Prima della rivoluzione (1964) di Bernardo Bertolucci del quale fu anche produttore esecutivo. In quella
occasione coinvolse come script girl Michelle Barbieri, moglie di Gato Barbieri, e fu
quindi responsabile dell’arrivo in Europa del grande musicista argentino, che legò poi
la sua firma all’opera di Bertolucci. Non si può dimenticare infatti che l’amore per il
cinema non coinvolse Amico soltanto per gli aspetti creativi ma anche per il fascino
suscitato dalla macchina produttiva di un film nell’urgenza di orchestrarne con vitalità ogni aspetto. Con Bertolucci Amico sceneggiò anche Partner (1968), e lo stesso
Bertolucci partecipò alla sceneggiatura del suo L’inchiesta (1969), film invitato al
Festival di New York. Bertolucci produsse poi per lui il lungometraggio Io con te non ci
sto più (1983). Fra le collaborazioni di Amico come sceneggiatore vanno ricordate: Vent
d’Est (1969; Vento dell’Est di Jean-Luc Godard) e Der leone have sept cabecas (1970; Il leone
a sette teste) di Glauber Rocha.
Per la televisione, invece, Amico scrisse e diresse nel 1975 Le cinque stagioni, un film
dedicato alla vecchiaia e ambientato in un pensionato per anziani.
Sempre diviso fra l’espressione personale e un’instancabile e generosa volontà di diffusione dell’amata cultura brasiliana, Amico riuscì nella quasi impossibile scommessa di
portare all’Estate romana del 1983 tutti i grandi musicisti della scuola di Bahia. Girò,
con Leon Hirszman e Paulo Cesar Saraceni, decine di ore di materiale su quell’evento,
con il sogno di realizzarne un grande musical. Vicende produttive ne impedirono il
montaggio fino a dopo la sua morte, quando la moglie Fiorella Giovannelli, montatrice, riuscì a portare a termine il progetto, e il film, con il titolo Bahia de todos os sambas
(1996), fu presentato alla Mostra del cinema di Venezia e al Festival di L’Havana. Fra gli
altri suoi documentari vanno ricordati: Appunti per un film sul jazz (1965), FuturismoFuturismi (1986), Andrea del Sarto (1986), Morandi (1987), Diario di Manarola: appunti per
un film sull’esperienza di Telemaco Signorini alle Cinque Terre (1987).
(Bernardo Bertolucci)
Estratto da Enciclopedia del Cinema Treccani, Roma 2003, I vol., ad vocem, per gentile concessione dell'Istituto per l'Enciclopedia Italiana titolare dei diritti di riproduzione
OMAGGIO A GIANNI AMICO E BERNARDO BERTOLUCCI
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
GIANNI AMICO
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Director-screenwriter Gianni Amico was born in Loano, Italy in 1933 and died in Rome in
1990. A complex man with complex interests, Amico always strove to harmoniously unite his
passions, which besides cinema included jazz, Brazilian music, politics, art and an obsession for
intellectual analysis. His imagination was highly sensitive to the evocations of cinematic style
and grammar and always ran parallel to his desire to delve deeply into the historical-political
elements of his themes.
His best works include the documentaries We Insist (1964, inspired by a Max Roach album and
winner of the Golden Sail at the Locarno Film Festival) and Gramsci l’ho visto così (1988),
made with Giorgio Baratta; Tropici (1967), the first feature produced by RAI, which screened
at the Pesaro, Berlin, London and New York film festivals; and the four-part television film Le
affinità elettive (1978), from the Goethe novel.
The son of a sea captain, Amico attended a Classical Lyceum in Genoa, where from 1960-65 he
organized discussions and screenings of Latin American films. This invaluable experience led
him to Brazil, for the first time in 1962. For the contacts he established and the great influence
he had over Brazilian filmmakers and the diffusion of their work, Amico is still today remembered there as one of the leading figures of Cinema Novo.
Shot in northeastern Brazil and San Paolo, Tropici depicts the dramatic journey of a family of
farmers forced by drought and poverty towards the illusion of the big city. While until then
Amico’s style had been inspired by the experimentation of the European Nouvelle Vague, for
Tropici he chose a completely original approach. Its purity and poetic intensity represented a
return of sorts to his old love for Roberto Rossellini, on whose It Was Night in Rome (1960)
Amico had worked.
In 1963, in Rome, Amico collaborated on the screenplay for Bernardo Bertolucci’s Before the
Revolution (1964), which he also executive produced. He hired as script girl for the film
Michelle Barbieri, wife of Gato Barbieri, and was thus responsible for bringing the great
Argentinean musician to Europe, where Barbieri also composed several songs for the film.
Amico loved not only the creative side of cinema, but the production process as well, orchestrating every aspect of a film with urgency and vitality.
Amico also co-wrote Bertolucci’s Partner (1968), while the latter worked on the script for
Amico’s L’inchiesta (1969), which screened at the New York Film Festival, and later produced
Amico’s debut feature Io con te non ci sto più (1983). Amico also worked on, among other
screenplays, Jean-Luc Godard’s Vent d’Est (1969) and Glauber Rocha’s Der leone have sept
cabecas (1970).
Amico’s television work includes Le cinque stagioni, a film he wrote and directed in 1975
about aging, set in a retirement home.
Always balancing personal creativity with a tireless, generous desire to spread his beloved Brazilian
culture, Amico succeeded in the nearly impossible task of bringing to the 1983 “Estate romana” all
of the great musicians of Bahia. Together with Leon Hirszman and Paulo Cesar Saraceni, he shot
dozens of hours of material on the event, with the dream of turning it into a grand musical.
Production problems blocked editing on the film until after his death, when his wife, film editor
Fiorella Giovannelli, completed the work, entitled Bahia de todos os sambas (1996), which
was presented at the Venice and Havana film festivals. Other of Amico’s notable documentaries
include Appunti per un film sul jazz (1965), Futurismo-Futurismi (1986), Andrea del Sarto
(1986), Morandi (1987) and Diario di Manarola: appunti per un film sull’esperienza di
Telemaco Signorini alle Cinque Terre (1987).
(Bernardo Bertolucci)
Excerpt from the Treccani Film Encyclopedia, Rome 2003, Vol. I, ad vocem, by courtesy
of the Istituto per l'Enciclopedia Italiana, which holds all reproduction rights
FILMOGRAFIA/ FILMOGRAPHY
1964: Noi insistiamo (doc. 15’)
1965: Appunti per un film sul jazz (doc. 50’)
1966: Il cinema della realtà (doc. 48’)
1967: Ritmo do Brasil - Ah! Vem o samba (doc. in tre parti):
La musica di Bahia, 59’; La storia del carnevale, 51’; Canzoni brasiliane, 53’)
1968: Tropici (87’)
1969: L’inchiesta (92’)
1971: Le grandi epoche del teatro (doc. per la TV in dieci parti di 30’ cadauna)
Introduzione alla psicologia (doc. per la TV in dieci parti di 25’ cadauna)
1972: Ritorno (90’)
1975: Il registratore (video, 31’)
Maria - Sardegna, una voce (doc. 60’)
1976: Le cinque stagioni (sceneggiato televisivo in quattro parti):
L’inverno (62’)
La primavera (60’)
L’estate (56’)
L’inverno (54’)
1977: Le affinità elettive (135’)
1980: Lo specchio rovesciato (doc. per la TV in tre parti):
Carovana e cammelli (57’)
Compagnia unica merci varie (65’)
Il sacco e il container (56’)
1981: Le mani svelte (doc. per la TV, 66’)
1983: Io con te non ci sto più (92’)
1985: Amici (video, 7’)
1986: Futurismo Futurismi (video, 45’)
1986: Andrea Del Sarto (video, 45’)
1987: Morandi (video, 45)
Diario di Manarola (video, 45)
1988: Gramsci l’ho visto così (doc. per la TV, 59’)
1989: Un amore sconosciuto (90’)
OMAGGIO A GIANNI AMICO E BERNARDO BERTOLUCCI
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
GIANNI AMICO
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Gianni Amico
TROPICI
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Italia, 1968, 88’, 35 mm , B/N
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sceneggiatura/screenplay Gianni Amico
Francesco Tullio Altan, Giorgio Pelloni
fotografia/cinematography Giorgio Pelloni
Josè Antônio Ventura
montaggio/editing Roberto Perpignani
suono/sound Gianni Amico
Franceso Tullio Altan
interpreti/cast Joel Barcellos (Miguel), Janira
Santiago (Maria), Antonio Pitanga (il mulatto)
Graciete Campos (Graciete), Batista Campos
(Batista), Roque Arnajo (Julio)
produttore/producer Gianni Barcelloni Corte
per B.B.G.
Dal Nordeste brasiliano, territorio poverissimo e segnato da una rovinosa siccità, una
famiglia di salariati agricoli emigra verso San Paolo, inseguendo il miraggio di una vita
migliore nella grande città. Primo lungometraggio di Gianni Amico, Tropici è la cronaca
di un viaggio e, insieme, uno studio sulla difficile situazione sociale del Brasile, studio
che qui passa attraverso un omaggio al cinema di questa terra, profondamente amata
dal regista. A intervallare il percorso di Miguel e della sua famiglia dalle aride campagne verso la città, vediamo infatti brani di film di Glauber Rocha, Gustavo Dhal, Leon
Hirszman e Paolo Cesar Saraceni. Nello sguardo limpido con cui Tropici racconta la realtà brasiliana si fondono perfettamente finzione e documentario, il sapore del cinema
novo e la lezione rosselliniana.
A family of farm workers leaves the terrible poverty and drought of northeastern Brazil for San
Paolo, seeking the illusion of a better life in the big city. Gianni Amico’s feature debut Tropici is
the chronicle of a journey and a study of Brazil’s harsh social conditions, as well as a tribute to the
country’s cinema, which the directly deeply loved. The journey of Miguel and his family from the
arid countryside to the city is broken up by excerpts of films by Glauber Rocha, Gustavo Dhal,
Leon Hirszman and Paolo Cesar Saraceni. The lucid gaze with which Tropici depicts Brazil is a
perfect blend of fiction and documentary, Cinema Novo and the legacy of Roberto Rossellini.
DOPOFESTIVAL
Goldiechiari, Cosmic Love #1, 2008
132
Non c’è certo bisogno di mostrare dei videoclip per comprendere la loro importanza
nella cultura dell’immagine. Sono ormai tantissimi anni che la loro forza dirompente
si è imposta nel panorama contemporaneo, invadendo dapprima le televisioni - con
programmi, nottate e canali interamente dedicati - contaminando lo stile degli interi
palinsesti e poi approdando nella rete, dove ha dato letteralmente vita ad alcune delle
più stravolgenti innovazioni, a partire da You Tube, presentate negli ultimi anni.
Un universo, quello del videoclip, nel quale convivono le esperienze visive più estreme e le immagini più banali, imposte dall’ego dei cantanti o dalle intuizioni delle case
editrici musicali.
Un universo internazionale, nel quale ogni discografia è specchio delle proprie capacità economiche, e che spazia dai budget milionari alle micro-produzioni dei cantanti
di provincia.
Il Dopofestival, giunto alla sua quarta edizione, non accantona la sua originaria vocazione (esplorare i territori della videoarte), ma si è dedicato quest’anno alle immagini
pensate per la musica, ai luoghi visivi nei quali, per esempio, una carrellata circolare
o un piano sequenza abbandonano il loro originale significato grammaticale, e diventano mero contrappunto visivo.
E non ha, il Dopofestival, come al solito, né intenti didattici, né tantomeno l’ambizione di raccontare lo stato delle cose. In Italia, sono decine i luoghi e gli spazi (fisici o
virtuali) nei quali questi lavori vengono visti, catalogati o mostrati. Il Dopofestival
cerca solo di essere luogo di relazioni, che si creano tra persone e immagini, rivendicando l’importanza del confronto come solo senso della necessità di costruire luoghi
nei quali si svolgano visioni collettive, fuori dai cinema e dai salotti delle case, ma dentro altri spazi, alternativi e complicati da gestire, ma più idonei a ospitare scambi di
pensieri.
Presentiamo quindi, quest’anno, una selezione che è una sorta di flash nella notte.
Sono lavori che a noi piacciono molto, ognuno per motivi diversi. Registi di cinema
sperimentale; videoclippari agli esordi o con solidissimi curriculum alle spalle; musicisti d’avanguardia o videoartisti, insieme per raccontarci il loro personale modo di
intendere questo strumento “figlio del cinema e della musica, nato dalla televisione
ma che ha negli occhi tanta pubblicità”.
Al loro fianco la ormai consueta collaborazione con il Festival di Signes de nuit, manifestazione parigina di creazione audiovisiva e cinematografica, che anche quest’anno
porta a Pesaro una selezione delle proprie scelte.
THE RHYTHM OF THE IMAGE
There’s certainly no need to show music videos to understand their importance in the culture of the image. Their devastating power has imposed itself on contemporary life for years
now, first invading television, inventing programs, evenings and channels dedicated entirely to them, contaminating the styles of entire programming schedules. Then they hit the
Internet, and literally gave life to some of the most radical innovations of recent years,
starting with YouTube.
The world of music videos is one in which the most extreme visual experiences live side by
side with the most banal images, depending on singers’ egos or the intuitions of the recording companies. It is an international world, in which each work reflects its own financial
capacities, from colossal budgets to micro-productions of small-time singers.
For its fourth edition, After Hours is not foregoing its original mission of exploring the territories of video art. Nevertheless, this year we are presenting images designed for music,
those visual creations in which, for example, a circular tracking shot or a specific sequence
abandon their original grammatical meaning to merely become visual counterpoint.
After Hours does not seek, as it usually has, to be educational, nor to size up the state of
things. In Italy, there are dozens of (physical and virtual) places and spaces in which these
kinds of works are seen, catalogued, exhibited. After Hours thus offers a place for the relationships created between people and images, reclaiming the importance of confrontation
between people as the singular need to construct places for collective viewings, beyond cinemas and living rooms. In alternative spaces that are complicated to run but are better suited than others to offer the possibility for an exchange of ideas.
Thus, this year our selection is a flash in the night, of sorts. We very much like these works,
each one for different reasons. Experimental filmmakers; video directors making their
debuts or with lengthy resumes under their belts; avant-garde musicians; and video artists
all come together “after hours” to show us their personal way of understanding this instrument that is the “child of cinema and music, born of television with advertising in its eyes.”
They are flanked by our usual collaboration with the Festival Signes de Nuit of Paris,
which once again brings to Pesaro a selection from their abundant program of audiovisual
and film works.
IL DOPOFESTIVAL
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
IL RITMO DELL’IMMAGINE
133
NICO ANGIULI
CHIARA MANTUANO
Nato nel 1967 a Torino, dove risiede, si è laureato con una tesi dal titolo “Videoarte: problemi di teoria e di linguaggio”. Attualmente insegna video presso il DAMS di Torino. Ha
alternato la sua attività artistica fra fumetti, fotografia, teatro e musica. Ha collaborato con
l'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza - realizzando documentari sulla
Seconda Guerra Mondiale, sulla Resistenza e sulle lotte operaie - e con il Teatro Juvarra di
Torino per la creazione di alcuni spettacoli multimediali. Realizza opere di videoarte, videoinstallazioni, documentari, videoclip, spettacoli multimediali e VJing, curandone in parte
gli aspetti musicali.
Born in Turin in 1967, where he still lives, Alessandro Amaducci wrote his graduation thesis on
“Video art: Problems with theory and language.” He currently teaches video at the DAMS of Turin.
He alternates his artistic activity between comic strips, theatre and music. He has worked with the
National Film Archives of the Resistance, making documentaries on WWII, the Resistance and
workers’ demonstrations; and with the Juvarra Theatre of Turin for several multi-media shows. He
currently makes video art, video installations, documentaries, music videos and multi-media shows,
as well as VJs, and is often involved in the music for his projects.
Nico Angiuli è autore di documentari e mediometraggi sperimentali. Tra i suoi lavori
OTNARAT- Taranto a futuro inverso, Mi chiamo Albania, Miracolo sotto il Vesuvio.
Chiara Mantuano è fotoreporter professionista e videomaker, collabora con numerose
agenzie e riviste nazionali.
Assieme a Nico Angiuli ha fondato Cromiae, studio di produzione video.
Nico Angiuli has directed documentaries and medium-length experimental videos. His works
include OTNARAT- Taranto a futuro inverso, Mi chiamo Albania and Miracolo sotto il
Vesuvio. As a professional photo-reporter and videomaker, Chiara Mantuano works with numerous
national agencies and magazines. She is co-founder with Nico Angiuli of the Cromiae video production company.
ROULETTE CINESE - LOVE SONG - 2008 - 3.25
WALINO - IE CHESS LA REALDÀ – 2010 - 5'
Delle creature femminili costruiscono un cuore per una destinazione ignota.
“Nei sottoscala giovani musicisti, al piano terra uomini severi e ruvidi di fatica, ai primi
piani giovani madri fumano il paesaggio guardando l’asfalto. La vita degli abitanti del CEP,
quartiere popolare di Bari, nelle parole e nelle note di Nico Antonacci a.k.a. Walino. Il video
è una produzione Cromiae (www.cromiae.com)”.
Female creatures build a heart for an unknown destination.
ROULETTE
CINESE - BANALMENTE DIPENDENTE - 2008 - 5’
La dipendenza del prossimo millennio: la propria immagine.
IL DOPOFESTIVAL
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
ALESSANDRO AMADUCCI
“Under the stairwell, young musicians; on the ground floor stern men who are brusque from fatigue;
on the first floor, young mothers smoke the landscape looking down at the asphalt. The lives of the
inhabitants of CEP, a working-class neighborhood in Bari, to the words and music of Nico
Antonacci, a.k.a. Walino. The video was produced by Cromiae (www.cromiae.com)”.
The addiction of the next millennium: one’s own image.
134
135
Si occupa di animazione dai primi anni Ottanta, quando ha cominciato animando la Pimpa
di Altan e la Linea di Cavandoli. Negli ultimi anni grazie all'incontro con Davide Toffolo ha
realizzato diversi video musicali per Tre Allegri Ragazzi Morti, Prozac+, Punkreas, 24
Grana, Zen Circus, Giorgio Canali, Le Luci della Centrale Elettrica.
Michele Bernardi has been working in animation since the early 1980s, when he began animating
Altan’s “Pimpa” and Cavandoli’s “The Line.” In recent years, after meeting Davide Toffolo, he has
made various music videos, for Tre Allegri Ragazzi Morti, Prozac+, Punkreas, 24 Grana, Zen
Circus, Giorgio Canali and Le Luci della Centrale Elettrica.
Nato in provincia di Cuneo nel 1980, si è successivamente trasferito a Torino. Lasciati gli
studi umanistici si è dedicato al cinema e, dal 2002, ha firmato più di quaranta video musicali per artisti italiani e internazionali (tra i quali Nek, Daniele Silvestri, Amari, The Bloody
Beetroots), diverse pubblicità e cortometraggi. Attualmente sta preparando l’esordio al lungometraggio. Il suo sito è www.souljackerfilm.com.
Francesco Calabrese was born near Cuneo in 1980 and lives in Turin. After abandoning his humanities studies, he began working in cinema and since 2002 has made over 40 music videos, for international and Italian artists (including Nek, Daniele Silvestri, Amari and The Bloody Beetroots), as
well as numerous ads and short films. He is currently preparing his feature debut. His site is
www.souljackerfilm.com.
TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI - PRIMITIVI DEL FUTURO - 2010 - 4’
DIETER SHÖÖN - MARY JANE (UNOFFICIAL SPAGHETTI CUT) - 2009 - 4’ 05
Primitivi del futuro, realizzato completamente con tecniche digitali e in parte con la tecnica
del rotoscopio, è tratto dal suo ultimo lavoro di animazione Senza testa, che affronta il tema
dell’incomunicabilità, dell’indifferenza e della solitudine. Rimontato da Annapaola Martin
e Davide Toffolo sulla musica dei Tre Allegri Ragazzi Morti, acquista ancora più forza e violenza: “di amore non si muore anche se assomiglia molto alla fame”.
Dieter Shöön è un musicista psichedelico svedese. Mary Jane si trova nel suo album
“Lablaza”. “Versione spaghetti non ufficiale”, con sagome sovraimpresse da Il buono, il
brutto, il cattivo e altri spaghetti western, è interpretato da Simona Nasi.
Primitivi del futuro, made entirely in digital (and in part in rotoscope), is based on his latest animated work, Senza testa, which looks at lack of communication, indifference and solitude. Re-edited by Annapaola Martin and Davide Toffolo to the music of Tre Allegri Ragazzi Morti, it becomes
even more powerful and violent: “di amore non si muore anche se assomiglia molto alla fame” (“You
don’t die from love even though it resembles hunger”).
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FRANCESCO CALABRESE
IL DOPOFESTIVAL
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
MICHELE BERNARDI
Dieter Shöön is a psychedelic Swedish musician. “Mary Jane” is off of his album Lablaza.
Unofficial Spaghetti Cut, starring Simona Nasi, contains superimposed silhouettes from The
Good, the Bad and the Ugly and other spaghetti westerns.
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Andrea Falbo lavora inizialmente come grafico, spaziando dal web design alla stampa. Nel
2002 firma la regia di un cortometraggio commissionato da Cult Network e da alcuni anni
si dedica esclusivamente al video, all'editing, all'animazione tradizionale, allo Stop-Motion
e al Motion Design, applicando le sue competenze alla realizzazione di videoclip musicali,
curando sia l’aspetto strettamente narrativo che quello tecnico.
Andrea Gianfelice: Grafico e creativo, ha lavorato come animatore e fa tuttora coesistere
l'attività di motion designer a quella di grafico free lance.
Sara Goldschmied (1975) e Eleonora Chiari (1971) vivono e lavorano a Roma. Tra le loro
mostre personali, ricordiamo: 2010 Fumo negli occhi, galleria GonzaleyGonzale, Santiago,
Chile; Genealogia di Damnatio Memoriae, Atelier House Museion, Bolzano. 2009 Roomates, curata da Cecilia Canziani, Macro, Museo d'Arte Contemporanea, Roma. 2008 Dump Queen, Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro; Elaine Levy Project, Bruxelles; 2006 Welcome, Spencer Brownstone Gallery, New York, U.S.A.; Enjoy, Elaine Levy Project,
Bruxelles e tra le collettive 2010 Piazze di Roma, curata da Achille Bonito Oliva, MOCA,
Shanghai; No Soul for Sale, curata da Viafarini DOCVA, Tate Modern, London.
A graphic designer and animator, Andrea Gianfelice currently alternates between working as a
motion designer and freelance graphic designer.
Sara Goldschmied (1975) and Eleonora Chiari (1971) live and work in Rome. Their personal exhibits include, in 2010: Fumo negli occhi, galleria GonzaleyGonzale, Santiago, Chile; Genealogia di
Damnatio Memoriae, Atelier House Museion, Bolzano. In 2009: Roomates, curata da Cecilia
Canziani, Macro, Museo d'Arte Contemporanea, Roma. In 2008: Dump Queen, Centro Arti Visive
Pescheria, Pesaro; Elaine Levy Project, Bruxelles. In 2006: Welcome, Spencer Brownstone Gallery,
New York, U.S.A.; and Enjoy, Elaine Levy Project, Bruxelles. Their 2010 collective shows include
Piazze di Roma, curated by Achille Bonito Oliva, MOCA, Shanghai; No Soul for Sale, curated by
Viafarini DOCVA, Tate Modern, London.
NADA MALANIMA (ARRANGIATA DAI FLEURS DES MALADIVES) - NOVEMBRE - 2008 - 4. 13
COSMIC LOVE - MUSICA DI CRISTIANO FINI - 2008 - 5 09
Un simbolico viaggio, cadenzato da tratti dapprima poco più che stereotipati, per poi arrivare a immagini ricche e significanti complessi che fanno da contrappunto alle atmosfere a
un tempo chete e amare suggerite dalla canzone riarrangiata dai Fleurs des Maladives,
gruppo musicale di Como.
Un viaggio intergalattico dove le artiste hanno simulato e costruito una cosmogonia immaginaria, composta da pianeti dai colori brillanti, costellazioni e stelle dall’aria surreale. Il
video è un lento viaggio esplorativo di avvicinamento ai pianeti, che nella carrellata finale
consentirà la visione complessiva del sistema planetario svelando l’origine degli oggetti.
Una ludica esplorazione alla scoperta del piacere, un movimento migratorio interstellare di
sex toys, che varca i confini terrestri.
Andrea Falbo initially started out as a graphic designer, working in everything from web design to
the journalism. In 2002 he directed a short commissioned by the Cult Network and for several years
has worked exclusively in video, editing, traditional animation, stop-motion and motion design,
applying his skills to music videos, for which he oversees both the strictly narrative and technical
sides.
A symbolic voyage whose elements at first seem little more than stereotypes become rich images and
complex meanings, as a counterpoint to the simultaneously peaceful and bitter atmospheres suggested by the song rearranged by Fleurs des Maladives, a band from Como.
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GOLDIECHIARI
IL DOPOFESTIVAL
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
ANDREA FALBO
ANDREA GIANFELICE
The artists built a simulation of an imaginary cosmogony of brightly colored planets and surreal constellations and stars for this intergalactic journey. The final tracking shot of this slow,
exploratory voyage through the planetary system reveals the objects’ true nature. A playful
exploration into the discovery of pleasure; an interstellar migration of sex toys that crosses terrestrial boundaries.
139
Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma, insieme a Massimo Pupillo e Jacopo
Battaglia ha fondato gli Zu, con i quali ha creato un mondo sonoro originale. Con lo svilupparsi della tecnologia legata all'immagine, ha iniziato a riapprocciarsi alla “materia visiva”,
interessandosi e divertendosi con il montaggio video e con la creazione di immagini che
interagiscono con la musica. Attualmente sta elaborando e costruendo un “composite” su
Adolf Hitler.
Il Postodellefragole è un collettivo. Si occupa di cinema e video dal 2002. Attivo specialmente nell'ambito dei videoclip musicali, ha ottenuto numerosi riconoscimenti importanti.
Membri fondatori sono Marco Molinelli (regista), Simone Furbetta (regista), Giorgia
Furbetta (attrice), Alessio Ballerini (sound designer).
A graduate of Rome’s Fine Arts Academy, Luca T. Mai, together with Massimo Pupillo and Jacopo
Battaglia, formed Zu, which has created a highly original sound. As image-related technology has
developed, Mai began returning to “visual material,” becoming interested in and having fun with
video editing and creating images that interact with his musical compositions. He is currently elaborating and constructing a “composite” on Adolf Hitler.
Postodellefragole is a collective. Marco Molinelli has been working in and around cinema since 2002,
especially in music videos, for which he has received numerous important awards. The collective’s
founding members are Molinelli (director), Simone Furbetta (director), Giorgia Furbetta (actress)
and Alessio Ballerini (sound designer).
ZU - ORC - 2010 - 5’ 24
OFFLAGA DISCO PAX - ONOMASTICA - 2009 - 7,31
La parola Orc, dal latino Orcus, è usata anche nell'Eneide da Virgilio per descrivere la discesa
agli inferi di Enea. Per i nostri antenati, l’ingresso del mondo infero era presso il lago Averno,
tra le solfatare di Pozzuoli e Cuma. Il video si apre con l'attuale ingresso del corridoio cumano che portava all'antro sacro della Sibilla, ed è un omaggio al viaggio simbolico negli inferi,
con una connotazione nichilista che non lascia spazio alla redenzione e alla rinascita.
Un omaggio concettuale alla Los Angeles di metà anni Settanta, allo sviluppo del Locking
di Don Campbellock, del Popping degli Electric Boogaloos e di uno storico programma
televisivo dedicato al ballo Soul Train. Stiamo parlando di una danza che ha stravolto il
modo di intendere il movimento legato alla musica.
The word Orc, Orcus in Latin, is used in Virgil’s Aeneid to describe Enea’s descent into the
Underworld. For our ancestors, entrance into the Underworld took place through Lake Avernus
between the sulfur mines of Pozzuoli and Cuma. The video opens with the actual entrance into the
Cumaean corridor that led to the sacred cave of the Sibyl and pays homage to the symbolic journey
into the Underworld, with nihilist implications that leave no room for redemption or rebirth.
ZU - LEFT HAND PATH - 2010 - 3’ 03
Il video si ispira a un pezzo degli Zu con il cantante degli Oxbow, Eugene Robinson. Si
parla di morte e rinascita, nel contesto sacro dell'antico Egitto e della sua ricchissima e in
parte misteriosa simbologia.
The video is inspired by a Zu song featuring Oxbow singer Eugene Robinson. It speaks of death and
rebirth, in the sacred context of ancient Egypt and its rich and, in part, mysterious symbology.
140
Il POSTODELLEFRAGOLE
IL DOPOFESTIVAL
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
LUCA T. MAI
A conceptual tribute to the Los Angeles of the mid-70s, the birth of Don Campbellock’s locking, the
Electric Boogaloos’ popping and the classic TV dance show Soul Train. A dance that radically
changed our understanding of movement as tied to music.
PETROL - CERA - 2008 - 4.31
Un video notturno, dove il buio nasconde la maggior parte del set e la camera inquadra
solo quello che viene illuminato da una piccola luce direzionale. La premessa è: una parentesi. Guardando il video si ha l'impressione di vedere parte di un film già cominciato. I personaggi sono anch’essi orfani, e portano le loro stigmate dolorose.
A nocturnal video: darkness hides most of the set and the camera frames only which is illuminated by
a small, directional light. The premise is a parenthesis. The video gives the impression of watching a
film that’s already begun. The characters are likewise orphans who carry their painful stigmata.
141
Nato a Minturno nel 1977, ha studiato all'Accademia dell'Immagine dell'Aquila e attualmente vive a Roma. La sua tecnica prevede un intervento diretto sulla pellicola, principalmente super 8 amatoriali. Le pellicole sono le sue tele. I suoi lavori si possono vedere sul
sito www.bennetpimpinella.com.
Born in Minturno in 1977, Bennet Pimpinella studied at the Academy of Image Arts and Sciences
in L'Aquila and currently lives in Rome. Films are his canvases as he works directly on the film
stock, usually on amateur 8mm footage. His work can be seen at www.bennetpimpinella.com.
Trentadue anni, nato a Parma, vive a Milano dove ha fondato la casa di produzione Red
Floor Studio. Ha girato oltre cinquanta videoclip firmando regie tra gli altri per Nek,
Baustelle, Irene Grandi, Tre Allegri Ragazzi Morti più una rosa di band del Rock Indie italiano, ponendosi tra i registi più richiesti dall'indie. I suoi video sono riconoscibili per il loro
taglio stilistico, quasi un marchio di fabbrica.
Stefano Poletti (32) was born in Parma and lives in Milan, where he founded the production company Red Floor Studio. He has directed over 50 music videos for, among others, Nek, Baustelle, Irene
Grandi and Tre Allegri Ragazzi Morti; as well as well-known Italian indie rock bands, to become one
of the most sought after directors of the latter scene. His trademark style makes his videos instantly
recognizable.
THE BLOODY BEETROOTS - ROMBORAMA – 2009 - 3, 57
SICK TAMBURO - PARLAMI PER SEMPRE - 2009 - 3’ 19
Video realizzato su una pellicola 35mm e lavorato frame-by-frame, interamente a mano.
Colori, eletraset, graffi e fuoco sono gli elementi che caratterizzano il film. Qundicimila
fotogrammi e tre mesi di lavoro.
Girato in una cartiera a Parma, il video è costituito da un unico piano sequenza in cui
vediamo una coreografia di persone incappucciate. L'attrice principale è una coreana ospitata tramite Couchsurfing.
Video made from a 35mm film and modified frame by frame, all by hand, using colors, eletraset,
scratches and fire, to name but a few elements. Fifteen thousand frames and three months of work.
Shot in a Parma paper mill, the single-shot video features choreographed hooded dancers. The main
actress is a Korean woman hosted through Couchsurfing.
THE BLOODY BEETROOTS - DOMINO – 2010 - 5' 01
PAN DEL DIAVOLO - PERTANTO - 2010 - 2’ 31
Primo video di Pimpinella girato con attori reali. La storia di tre uomini mascherati e
agghindati come protogerarchi nazisti - in fuga da un qualche regime che li tiene imprigionati in un casolare semi distrutto - segna un cambio di stile nei lavori del regista.
Ancora un video in piano sequenza, ma stavolta montato in reverse. Quest’opera, come la
precedente, è un'idea originale nata per sopperire alla mancanza di budget realizzativo.
Pimpinella’s first video shot with real actors. The story of three men masked and decked out as pseudo Nazi officers running from a regime that keeps them imprisoned in a rundown cottage, marks a
change in style for the director.
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STEFANO POLETTI
IL DOPOFESTIVAL
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
BENNET PIMPINELLA
Yet another video shot in a single take, but this time in reverse. Like the one before it, this video was
an original idea and came about to compensate for the lack of budget.
143
Nato a Roma nel 1978, si è laureato con una tesi su “Saperi e tecniche dello spettacolo digitale, teatrale e cinematografico” presso l’Università di Roma La Sapienza. Dal 2002 è attivo
come musicista nel progetto Metibla (www.myspace.com/metibla) e dal 2003 come regista
di cortometraggi e videoclip, tra cui quelli dei Kardia (Sanguina, Luce), degli Inferno
(Bar/Bar/Bar Minimizer e il recente V Fisik’s Hall of Shame e VHS).
Born in Rome in 1978, Riccardo Ponis’ graduation thesis from the University of Sapienza was entitled “Knowledge and techniques in digital, theatre and film works.” Since 2002 he has been in the
band Metibla (www.myspace.com/metibla) and since 2003 has directed shorts and music videos,
including for Kardia (“Sanguina,” “Luce”), Inferno (“Bar/Bar/Bar Minimizer” and the recent “V
Fisik’s Hall of Shame” and “V.H.S.”).
JACOPO RONDINELLI
Inizia il suo percorso artistico come scenografo ed effettista speciale. Cura il design di arredi per la casa e locali pubblici, in collaborazione con aziende come Alessi, Kundalini Design
e Invicta. Fonda il gruppo musicale Jetlag, di cui cura anche tutti gli aspetti visivi. Dal 2006
si avvicina al mondo della regia, collaborando con Bloody Beetroots e diversi altri artisti italiani come Il Teatro Degli Orrori, Diego Mancino e Flavio Ferri (Delta V). Cura la regia di
spot pubblicitari e collabora come coregista e designer al cortometraggio di fantascienza
"Afterville".
Jacopo Rondinelli began his artistic career working in production design and special effects. He
works as an interior designer for private homes and public places, in collaboration with renowned
studios such as Alessi, Kundalini Design and Invicta. He founded the group Jetlag, and also oversees all of the band’s visuals. In 2006 he began directing videos for Bloody Beetroots, as well as various other Italian musicians, such as Il Teatro Degli Orrori, Diego Mancino and Flavio Ferri (Delta
V). He has directed commercials and is co-director and designer of the sci-fi short Afterville.
KARDIA - LUCE - 2008 – 5' 23
TEATRO DEGLI ORRORI - DIREZIONE DIVERSE – 2009 - 3.57
I Kardia si formano a Roma nel gennaio 2001 con l’intento di liberare attraverso la musica
la voce più intima dell’anima, di disegnare con la forza dei suoni e con la carica evocativa
delle parole la realtà spigolosa che ogni giorno circonda e assorbe ognuno di noi.
Girato a Milano in una gelida mattinata di fine gennaio in tre location: un bosco, una strada abbandonata e l'interno di un cimitero. L'idea è di seguire con la steadycam in un unico
piano sequenza Pierpaolo, leader del gruppo, attraverso una serie di quadri allegorici e luoghi surreali, come fosse un vero e proprio percorso di vita. Il commovente finale si avvale
della partecipazione di Carlo Casale, leader del gruppo Frigidaire Tango.
Kardia was formed in Rome in January 2001 with the aim of freeing the soul’s most intimate voice
through music; of designing with the power of sound and evocative charge of words the jagged, daily
reality that surrounds and absorbs each and every one of us.
IL DOPOFESTIVAL
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
RICCARDO PONIS
Shot in Milan on a cold morning at the end of January in three locations: a forest, a deserted road
and in a cemetery. The idea was to follow, with a steadicam and in a single sequence, band leader
Pierpaolo through a series of allegorical frames and surreal places, as if traversing the course of life.
The moving finale features Carlo Casale, leader of the band Frigidaire Tango.
THE BLOODY BEETROOTS - BUTTER – 2009 - 4' 11
Girato in America nella primavera del 2009, cita il cinema d'azione americano degli anni
Settanta ed è concepito come un trailer cinematografico, incentrato su un frenetico inseguimento che dalle vie di San Francisco giunge nella Monument Valley.
Shot in the US in spring 2009, the video recalls American action films of the 1970s. It was conceived to
look like a film trailer, of a frantic chase that leads from the streets of San Francisco to Monument Valley.
144
145
SIGNES DE NUIT
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
146
Le forme artistiche di questi film mescolano i parametri artistici: suono, composizione musicale, immagine, movimento, ritmo, testo, spazio e luce, non solamente a fini
estetici, ma anche per permettere una comunicazione e una comprensione con spettatori di origini differenti, una sensibilizzazione a uno spazio culturale nuovo e qualche
volta strano. È la responsabilità del cinema moderno e della produzione audiovisiva.
La preservazione di uno spazio libero è l’obiettivo di Signes de nuit, le cui proiezioni
e i cui incontri si sono tenuti in oltre venticinque paesi tra cui l’Algeria, l’Australia, il
Cile, Cuba, il Libano, la Lituania, l’Indonesia, il Giappone, il Perù, la Russia, la
Tunisia, la Turchia e gli Stati Uniti, oltre che nell’ambito del festival principale di
Parigi, che nella sua ultima edizione 2009 ha dato spazio a circa duecento lavori provenienti da cinquanta paesi diversi.
The International Festival Signes de Nuit of Paris comprises films that reflects new views,
original imagery and a critical approach to the crucial points of the modern human existence.
It is a place for cinema that expands its own boundaries, that is astonishing, different, potentially free from the pressure of tradition, ready to give itself to the unpredictable experiment.
Special artistic forms of these films – which combine music, image, movement, rhythm, text,
space, lighting and time – carry not only an aesthetic purpose, but also broaden the possibilities of communication and understanding between people of different international communities, with their mental, social and physiological phenomena. This is the responsibility of the
modern cinema and audiovisual production.
IL DOPOFESTIVAL
Il Festival Internazionale Signes de nuit a Parigi riunisce dei film che riflettono sulle
nuove visioni, un immaginario originale e un approccio critico sui momenti cruciali
dell’esistenza umana moderna. È il luogo del cinema che espande i propri limiti, di
un cinema sorprendente, differente, libero dalle pressioni della tradizione, pronto a
lanciarsi nella sperimentazione.
SIGNS OF NIGHT
This opposition and the preservation of the free cultural space is the goal of the International
Festival Signes de Nuit, which has held screenings and events in 25 countries including
Algeria, Australia, Chile, Cuba, Lebanon, Lithuania, Indonesia, Japan, Peru, Russia, Tunisia,
Turkey and the United States; besides the main festival in Paris, which at its 2009 edition
screened approximately 200 works from 50 countries.
Dieter Wieczorek - signesdenuit.free.fr
Dieter Wieczorek - signesdenuit.free.fr
La Bohème, Werner Herzog
Snakes, Patrick Jolley
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I FILM DAL SIGNES DE NUIT
EVENTO SPECIALE - DALLA SIBERIA CON AMORE
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Exodus, Almagul Menlibayeva
Snakes (Serpents)
Patrick Jolley
Irlanda
2009 / Beta / 5’
Simple Presence Futur Perfect, Davide Pepe
Exodus
Almagul Menlibayeva
Kazakistan
2009 / DV / 11’
Présence simple futur parfait (Simple Presence Future
Perfect)
Davide Pepe
Italia
2008 / Video / 5’
Experimente des Liebes, Hagen Wiel
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La Bohème
Werner Herzog
Regno Unito
2009 / 35 mm / 4’
Experimente des Leibes
Hagen Wiel
Germania
2010 / DV / 20’
Una delegazione italiana, capeggiata da Olga, è invitata con alcuni film del
“nuovo cinema” a un festival in Siberia (Blagoveschensk), di cui il documentario
descrive il backstage. Ma presto il “dietro le quinte” della manifestazione diventa un viaggio dentro una Russia inedita e inaspettata, dove si mescolano folklore e modernità, interagiscono vecchi divi e giovani portatori di handicap, e la
vita confina con la morte.
“Autunno sull’Amur” diventa così un pretesto per conoscere personaggi teneri o
comici, cinici o romantici, e una Russia mitica visitata come in sogno. Un road
movie atipico, un film zero-budget, e un metafilm sul cinema.
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
PROGRAMMA
Program
Regia e fotografia/Director, cinematographer Vito Zagarrio
Montaggio/Editors Marco Ricci con la collaborazione di Alberto Antonio Dandolo
Interprete/Interpreter Olga Strada
Produzione/Production Cavadaligafilm con la collaborazione di Ernesto Nicosia
Speakers Laboratorio Audiovisivi Di.Co.Spe. Università Roma Tre (Raffaele Rizzuto)
con la collaborazione di Alessandro Leonardi
Anno/Year 2010
Durata/running time 40’
The documentary follows an Italian delegation of directors, led by Olga, who were invited
with some of their films of the “new cinema” to a festival in Siberia (Blagoveschensk).
Soon, however, this “backstage” of the festival becomes a journey into a never-before-seen
and surprising Russia, where folklore blends with modernity, old stars interact with
young, handicapped people and life borders on death.
“Autunno sull’Amur” is thus a pretext for getting to know various tender, comical, cynical and romantic characters, and a mythical Russia visited as if in a dream. An atypical,
zero-budget road movie; a meta-film on cinema.
Filmografia parziale
Il cineasta multitasking. Carlo Lizzani, cinema e altro (2010)
Dalla Siberia con amore (2010)
Tre giorni d'anarchia (2004)
Bonus Malus (1993)
La donna della luna (1988)
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EVENTO SPECIALE - DALLA SIBERIA CON AMORE
AVANFESTIVAL
VALENTINA POSTIKA IN ATTESA DI PARTIRE
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Born in Florence, Vito Zagarrio graduated in Directing from the National Film School in
Rome and also studied at New York University. He teaches theory and practice of directing
at Roma Tre University and has written numerous essays and critical works on film and television. As a director, he has made documentaries and features, including La donna della
luna (1987), with Greta Scacchi; Bonus Malus (1993); and Three Days of Anarchy
(2006), starring Enrico Lo Verso. He is a member of the scientific board of the Pesaro Film
Festival.
regia, soggetto, fotografia/director, story, cinematography Caterina Carone
montaggio, suono/sound e film editing Enrica Gatto
interpreti/cast Carlo Paladini,Valentina Postika
produttori/producers Caterina Carone, Enrica Gatto
coproduttori/coproducers Paolo Benzi,Alessandro Rossetto
coproduzione/coproduction Faber Film
durata/running time 73
origine/country Italia, 2009'
Valentina è una badante moldava che lavora per Carlo, ottantottenne partigiano e dirigente pesarese del Partito Comunista negli anni Cinquanta. La loro convivenza alterna silenzi
e litigi, momenti di vicinanza e altri di estraneità. L’uno ripercorre la sua vita attraverso
vecchi filmini e immagini; l’altra pensa al domani, a quando potrà tornare in Moldavia per
riabbracciare i suoi tre figli. I mesi, i giorni e le ore scorrono lenti e lontani dalla frenesia cittadina, mentre Carlo e Valentina passano l’ultimo anno assieme.
«Carlo e Valentina sono estranei l’uno all’altra, ma uniti dalla stessa condizione di attesa.
La necessità della loro condizione li rende opposti e complementari. Attraverso le riprese
in Vhs e in Super8 Carlo chiude il cerchio delle sue immagini ed esperienze, si congeda dal
mondo fermando i suoi ultimi anni dopo la disillusione politica. Nel suo presente vive
Valentina, con la sua musica, le sue abitudini, i tre figli al telefono, i pacchi della domenica
destinazione Moldavia». (Caterina Carone)
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Vito Zagarrio, nato a Firenze, è diplomato in regia al Centro Sperimentale di
Cinematografia di Roma e ha studiato alla New York University. Insegna Istituzioni
di regia presso l’Università di Roma Tre, è autore di numerosi saggi e testi critici sul
cinema e la televisione e regista di documentari e film di finzione, tra cui ricordiamo La donna della luna (1987), con Greta Scacchi, Bonus Malus (1993) e Tre giorni
d’anarchia (2006), con Enrico Lo Verso. È membro del Comitato scientifico della
Mostra Internazionale del Nuovo Cinema.
CINEMA IN PIAZZA
Valentina is a Moldavian caretaker who works for Carlo, an 88-year-old former Resistance fighter and
leader of the Pesaro Communist Party back in the 1950s. Their life together alternates between silence
and fighting, moments of closeness and distance. He relives his past through old home movies and photos. She thinks of tomorrow, of returning to Moldavia to her three children. The hours, days, months
flow slowly, far from the chaos of the city, while Carlo and Valentina spend a last year together.
“Carlo and Valentina are alien to one another, yet united by the same condition of ‘waiting.’ The
unavoidable nature of their conditions makes them opposites and complimentary. Through VHS tapes
and Super 8 films, Carlo closes the circle of his images and experiences. He takes his leave from the world,
stopping time after his political disillusionment. In the present there is Valentina, with her music, habits,
phone calls with her three children and Sunday packages for Moldavia.”(Caterina Carone)
Valentina Postika in attesa di partire (2009)
Le chiavi per il paradiso (2007, cm)
Numero 5 (2005, cm), Polvere (2006, cm)
150
151
AVANFESTIVAL
AVANFESTIVAL
MOSTAR
CINEMA IN PIAZZA
STORIA DELLA CITTÀ DIVISA
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Caterina Carone (Ascoli Piceno, 1982) graduated in Communications from the University of
Bologna in 2004. She made her first documentaries, Numero 5 and Polvere, in 2005 and 2006. In
2007 she got a diploma in Project Development, Production and Directing from the ZeLIG School
of Documentaries, Television and New Media in Bolzano and was chosen for the Berlinale Talent
Campus with the film Le chiavi per il paradiso, winner of the Kodak Prize for Best Documentary
at the 2008 Libero Bizzarri Festival.
soggetto e regia/story and director Predrag Delibasic
aiuto regista/assistant director Pierpaolo Loffeda
direttore della fotografia/cinematographer Gianni Minelli
montaggio/editor Filip Dedic
musiche/music Vartan Baronijan
suono/sound Daniel Miosevic
consulenza/consultant: Filip David
con la partecipazione di/with the participation of Predrag Matvejevic, Giacomo Scotti, Emir Balic, Alija
Behram, Amina Popovac, Ibrahim Sanabac, Zivko Budimir, Amra Rahimic, Tiro Ramiz, Amela Popovac
produzione/production Assessorato alla cooperazione internazionale e alla cultura della pace del comune di Pesaro e Cineforum Psaro (F.I.C.)
coproduzione/co-production companies DarkoBajic, Magic Line (Belgrado)
durata/running time 37'
origine/country Italia, 2010
Con il patrocinio della sezione italiana di Amnesty International
Made with support from the italian section of Amnesty International
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Caterina Carone (Ascoli Piceno, 1982) si è laureata nel 2004 in Scienze della Comunicazione
presso l’Università di Bologna. Tra il 2005 e il 2006 ha realizzato i primi documentari, Numero
5 e Polvere. L’anno successivo ha ottenuto il diploma in Sviluppo del progetto, produzione e
regia alla ZeLIG - Scuola di documentario, televisione e nuovi media di Bolzano e ha frequentato il Berlinale Talent Campus del Festival di Berlino con il film Le chiavi per il paradiso, vincitore del premio Kodak come Miglior documentario al Festival Libero Bizzarri 2008.
Il film racconta, attraverso diverse testimonianze, riprese e materiale di repertorio, la storia della città capoluogo dell’Herzegovina, devastata dalla guerra del 1992-1995. Il simbolo della città è sempre stato il Ponte Vecchio, costruito sul fiume Neretva a metà del ‘500 e
distrutto (insieme a buona parte del centro storico, d’impronta musulmana) dalle milizie
croate, attestate nell’altra parte dell’abitato.
The film uses firsthand accounts, new footage and archive material to tell the story of the capital
of Herzegovina, devastated by the war of 1992-95. The city’s very symbol was the Old Bridge,
built on the Neretva River in the mid sixth century and destroyed (along with much of the city’s
historical, Muslim center) by the Croatian militia stationed on the west side of Mostar.
Filmografia parziale
Mostar. Storia della città divisa (2010, cm), Esame di maturità (2005, cm)
Il sentiero sotto la neve (2000), Capitan Riva (1985, cm)
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AVANFESTIVAL
Predrag Delibasic, nato a Sarajevo nel 1928, si è diplomato al Centro Sperimentale, è
stato docente di cinema all’Università di Belgrado e all’Accademia di Belle Arti di Novi
Sad, ha diretto diverse pièces teatrali, ed è stato sceneggiatore, aiuto-regista e attore per
il cinema di finzione. Ha realizzato diversi documentari, fra i quali: Capitano Riva, coprodotto dall’ANPI di Pesaro e Urbino nel 1985, e Esame di maturità (sull’assedio di
Sarajevo e sulle sue conseguenze odierne), del 2005.
Lezione didattica abbinata a uno dei laboratori creativi a
cui hanno assistito gli studenti del corso di animazione
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Born in Sarajevo in 1928, Predrag Delibasic graduated from the National Film School; taught
film at the University of Belgrade and the Fine Arts Academy of Novi Sad; directed various plays;
and in cinema worked as a screenwriter, assistant director and actor. He has also directed documentaries, including Captain Riva, co-produced by the ANPI of Pesaro and Urbino in 1985, and
Maturity Exam (on the siege of Sarajevo and its consequences today) in 2005.
VIDEO DALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO
L’Altro di Valentina Pasquale
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VIDEO DALL’ ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO/
VIDEOS FROM THE URBINO FINE ARTS ACADEMY
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Anche per questa edizione di Video dall'Accademia di Belle Arti di Urbino, il lavoro degli studenti si riconosce nell' impegno verso le tematiche legate al sociale.
156
Dalla collaborazione al progetto Ex Ospedale Psichiatrico San Benedetto nell'ambito dell'anniversario della legge 180, alle urgenze sui confini tra nord del mondo e sud del mondo (confini, recinti, muri), alla memoria come luogo di conflitto contro la standardizzazione, fino
all’attuale progetto Sinergia con le attività di socializzazione e integrazione volute
dall’A.S.U.R. Zona 1 di Pesaro e dai suoi partner istituzionali (Ass. Azobé Onlus e Ass. Naz
Giacche Verdi – Raggruppamento regione Marche).
Il lavoro segue lo svolgimento di alcune attività finalizzate al coinvolgimento sociale, ponendosi l'obiettivo di documentare, promuovere, diffondere la cultura dell'Altro.
The videos of the Urbino Fine Arts Academy once again display the students’ commitment to
social themes: the project on the former San Benedetto Psychiatric Hospital, on the anniversary
of Law 180; the urgent issues between the northern and southern hemispheres (borders, fences,
walls); memory as a place of conflict against standardization; and Sinergia, a project currently
underway on socialization and integration, commissioned by A.S.U.R. Zona 1 of Pesaro and its
institutional partners (Ass. Azobé Onlus and Ass. Naz Giacche Verdi – Raggruppamento
regione Marche).
The work follows the development of several activities aimed at social involvement, in order to
document, promote and spread the culture of the Other (L’Altro).
formato Dvd
durata 20’
anno 2010
Ognuno di noi ogni giorno tesse relazioni, vive in un mondo che chiede l’ascolto e la cooperazione, si muove in un circuito in cui la presenza dell’Altro è data per scontata. Ma proprio a causa della quotidianità il valore dell’Altro, del diverso da sé, cessa di essere motivo
di riflessione facendo barcollare le fondamenta del vivere sociale e annacquando il senso
stesso del concetto di civiltà. L’Altro è una presenza da rispettare, è un’identità che deve
essere contemplata come positiva e arricchente ancor prima di incontrarla: è un paradigma
concettuale che le strutture formative hanno il dovere di divulgare. Il progetto SinergiaInsieme, voluto dall’ASUR Zona 1 di Pesaro, nasce dall’ascolto dei bisogni della persona,
cerca strategie educative per rispondere alle necessità degli utenti diversamente abili delle
proprie strutture diurne e propone percorsi formativi nel territorio attraverso la costruzione di reti istituzionali volte alla cooperazione: tende in sostanza a riportare sinergicamente
la riflessione sulla necessità di “vivere” le differenze tra gli individui. In primo luogo
l’Altro generico è il territorio che mostra il DNA di un luogo e della popolazione che lo
abita, l’altro è un’identità collettiva le cui “orme” esistono nell’ambiente che viviamo.
Parimenti l’Altro è un’identità che deve abitare i nostri pensieri rispettosi e in controtendenza a un mondo omologato.
VIDEO DALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO
a cura di/curated by
Roberto Vecchiarelli
(Cattedra di Storia dello spettacolo/
Theatre History Department)
e Stefano Franceschetti (animazione/
Animation Department)
L’ALTRO
di Valentina Pasquale e degli studenti del corso di animazione
Sinergia- Insieme parte da un territorio peculiare, l’Ente Parco S. Bartolo e la sua falesia: qui
cerca i tratti distintivi di una natura dalle forme particolari e traccia, in collaborazione con
le strutture formative del territorio, un percorso laboratoriale a “staffetta”. I Cser della
Zona 1, le scuole (elementari e medie), gli Istituti d’Arte hanno l’obiettivo comune di completare otto metri di fondale marino (divisi in otto pannelli) a ridosso della falesia, ma ogni
gruppo non finisce il proprio pannello e lo affida a quello successivo. L’ Altro è una presenza a cui donare i propri sforzi ed è al contempo una risorsa che finirà il lavoro iniziato. In ultimo gli individui, diversi per età, formazione e capacità personali, si incontrano di fronte al fondale completato e raccontano quanto hanno fatto per trasformare l’
“operato” di pochi nell’ “azione” di tutti.
L’ Accademia di belle Arti di Urbino chiude il circuito: testimoni del percorso creano un
video sul senso ed il valore dell’integrazione.
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L’ALTRO
by Valentina Pasquale and the students of the Animation course
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
format dvd
running time 20’
year 2010
Every day each of us weaves relationships; lives in a world that requires listening and cooperation;
moves in a circuit in which the presence of the L’Altro (the Other) is a given. Yet precisely because
of its everyday nature, the value of the Other, of that which is different from us, ceases to inspire
reflection, rocking the foundations of social life and diluting the very concept of civilization. The
Other is a presence to be respected, an identity that must be seen as positive and enriching even
before it is encountered. It is a conceptual paradigm that educational structures have a duty to diffuse.
The project Sinergia- Insieme, commissioned by ASUR Zona 1 of Pesaro, arose from the needs of the
individual and seeks educational strategies in responding to the needs of differently abled users of
their daytime structures. It also offers educational opportunities in the region through institutional
networks of cooperation. Essentially, it aims to synergistically generate reflection on the need for
“living” the differences between individuals.
First and foremost, the generic Other is the territory that illustrates the DNA of a place and its people; a collective identity whose “traces” exist in the environment in which we live. Likewise, the
Other is an identity that must inhabit our thoughts with respect and in countertendency to a standardized world.
VIDEO DAL LEMS
Sinergia- Insieme begins with a territory, the highly distinctive San Bartolo Natural Park and its
cliff. Here it seeks the distinctive traits of nature with its unique forms, and in collaboration with the
area’s educational structures, a workshop based on a “relay” approach. The CSER of Zona 1, elementary and middle schools, and art institutes will each complete eight meters of an artistic rendering
of a seabed (divided into eight panels) close to the cliff, but each group does not finish its panel, passing it along to the next. The Other is a presence to which to donate one’s efforts and at the same time
a resource that will complete the work begun. Lastly, the individuals – of varying ages, educational
levels and personal capacities – will come together before the completed “seabed” and speak on what
they did to transform the “work” of a few into the “action” of all.
The Urbino Fine Arts Academy closes the circle: as witnesses to the ongoing work they have created a video on the meaning and value of integration.
Ghiaccio di Quatermass(x)
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EAR TO THE EARTH
Sound art, video art, music and ecology
Primo appuntamento europeo del Festival newyorkese Ear to the Earth
First European edition of the New York festival Ear to the Earth
Conservatorio Statale di Musica “G.Rossini”
in collaborazione con Electronic Music Foundation – New York
Mostra Internazionale del Nuovo Cinema - Pesaro
Provincia di Pesaro e Urbino
Gioachino Rossini State Music Conservatory
in collaboration with the Electronic Music Foundation – New York
Pesaro Film Festival
Province of Pesaro and Urbino
a cura di
LEMS (Laboratorio Elettronico per la Musica Sperimentale) Eugenio Giordani – David Monacchi
- per la componente video: Quatermass(X) Collettivo di Ricerca e Produzione Roberto Vecchiarelli
curated by
LEMS (Electronic Laboratory of Experimental Music) Eugenio Giordani – David Monacchi
- video curated by: Quatermass(X) Collective of Research and Production Roberto Vecchiarelli
Ear to the Earth è un network internazionale che fa capo a un Festival annuale nella città
di New York e si connette ad altri eventi nel mondo che condividono le tematiche ambientali. Gli obiettivi di E2E sono di stimolare la coscienza all’ambiente attraverso il suono e di
sostenere iniziative nel campo della musica e dell’arte sonora su temi ambientali. E2E esiste perché siamo consapevoli che stiamo distruggendo il nostro pianeta a una scala che
influenzerà profondamente le nostre vite e quelle dei nostri figli. Nonostante le veloci
mutazioni del clima che si riversano su tutti gli eco-sistemi, i governi del pianeta non sembrano avere la forza di veicolare una immediata inversione di tendenza.
Il festival Orecchio alla Terra, prima edizione italiana ed europea di E2E, affronta quest’anno il tema dell’ambiente sonoro da diverse prospettive, esplorando innanzitutto la nascita
del concetto di “paesaggio sonoro”, inteso come l’insieme di tutti i segnali nel dominio uditivo, e le relazioni che regolano un sistema sonoro naturale o una composizione musicale.
All’interno delle riflessioni interdisciplinari sul suono ambientale, due i quesiti di fondo, di
natura estetica e sociologica: è possibile stimolare l’ascolto dei suoni del mondo attraverso
la composizione elettroacustica e audio-visiva? Può l’arte sonora, dentro i territori sensibili della percezione estetica, fornire un contributo rilevante al dibattito ambientale attuale?
Consapevoli che il difficile processo politico di riconfigurazione energetica verso l’utilizzo
di risorse sostenibili passerà anche attraverso una diffusa coscienza e pressione dell’opinione pubblica, Orecchio alla Terra vuole contribuire a mantenere elevata l’attenzione all’ambiente attraverso l’arte sonora in tutte le sue declinazioni, di musica eseguita, documentazione sonora, arte sonora installata, e le relazioni con arte visiva e videoarte.
Il festival comprende due conferenze, due concerti, numerose video-installazioni sonore,
“soundwalks” e ascolti in vari luoghi delle città di Pesaro e Urbino, e vede la partecipazione di ‘pionieri’ degli studi sul paesaggio sonoro e sull’ecologia acustica, esponenti internazionali della sound art e della video art a fianco di scienziati, attivisti ambientali e comunicatori invitati da Italia, Olanda, Stati Uniti e Canada.
Ear to the Earth is an international network that stems from an annual festival in New York City
and is tied to other worldwide events that share environmental themes. E2E strives to heighten environmental awareness through sound and to support music and sound art events on environmental
themes. E2E exists because we are all aware that we are facing global disruption on a scale that will
profoundly affect our lives and the lives of our children. Despite the rapid climate mutations affecting all eco-systems, the planet’s governments don’t seem to have the power to implement an immediate inversion of trends.
The Orecchio alla Terra festival, the first Italian and European edition of E2E, examines environmental sound from various perspectives, and above all explores the creation of the “soundscape,”
intended as all of the signals that comprise the aural realm and the relationships that regulate a natural sound system or a musical composition. These interdisciplinary reflections on environmental
sound are based on two fundamental questions, of an aesthetic and sociological nature: Is it possible
to stimulate listening to the world’s sounds through electro-acoustic and audiovisual compositions?
Can sound art make a relevant contribution to the current environmental debate within those areas
sensitive to aesthetic perception? Well aware that the difficult political process of moving towards
alternate, sustainable energy sources requires diffused awareness among and pressure from public
opinion, Orecchio alla Terra strives to contribute to maintaining elevated environment awareness
through sound art in all its forms: music, sound documentation, sound art installations and relationships with visual art and video art.
The festival comprises two conferences, two concerts, numerous sound video installations, “soundwalks” and “listenings” in various sites in the cities of Pesaro and Urbino. There will also be attending pioneers in soundscape studies and acoustic ecology and international sound art and video art
artists, alongside scientists, environmental activists and speakers from Italy, Holland, the United
States and Canada.
VIDEO DAL LEMS
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
ORECCHIO ALLA TERRA
Sound art, video art, musica ed ecologia
161
LEMS
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
162
LEMS (Electronic Laboratory of Experimental Music) was founded in 1971 as part of
Pesaro’s Rossini Conservatory, as the first place of study and research in Italy of the history
and development of contemporary music in the 20th century. Thanks to important contributions from composers of avant-garde music of that period and the availability of adequate
instrumentations, it has consistently played a leading national role in production and education. Today, LEMS not only offers a three-year graduate course in Music and New
Technologies, it also collaborates with numerous institutions, including Quatermass(X), the
Pesaro Film Festival and the Electronic Music Foundation (New York) in producing electroacoustic works, performances and installation events; creating original software; and sound
designing musical and multi-media events. LEMS is headed by Eugenio Giordani and David
Monacchi, currently tenured professors of music.
Il Collettivo di Ricerca e Produzione Quatermass(X), unisce la ricerca storica e lo studio alla produzione e creazione di eventi installativi, performance teatrali e videodanza. Da alcun anni collabora con il LEMS e cura la componente visiva della sezione
Video dal LEMS della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Video e
videoinstallazioni sono state presentate alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
(Pesaro), a Invideo (Milano, San Gimignano), Segnali Luminosi (Pesaro),
Videominuto (Prato, Museo Pecci ), Metafore della visione (Catanzaro). Il collettivo si
avvale di diverse collaborazioni che ruotano attorno a Roberto Vecchiarelli, e a Mom
(Mariangela Malvaso e Luca Vagni).
The Quatermass(X) Research and Production Collective unites historical research and
study with the production and creation of installation events, theatre performances and video
dance. They have worked with LEMS for a number of years and curate the visual component
of the LEMS Videos sidebar of the Pesaro Film Festival (PFF). Their videos and video installations have shown at the PFF, Invideo (Milan, San Gimignano), Segnali Luminosi (Pesaro),
Videominuto (Prato, Museo Pecci) and Metafore della visione (Catanzaro). The collective
works with various regular collaborators of Roberto Vecchiarelli and Mom (Mariangela
Malvaso and Luca Vagni).
VIDEO DAL LEMS
Il LEMS (Laboratorio Elettronico per la Musica Sperimentale) nasce all’interno del
Conservatorio Rossini di Pesaro nel 1971 ponendosi di fatto come una delle prime realtà di studio e ricerca in Italia nell’ambito delle tematiche inerenti la storia e lo sviluppo della musica contemporanea del ’900. Grazie ad importanti contributi intellettuali
di compositori del panorama dell’avanguardia musicale di tale periodo e alla disponibilità di strumentazioni adeguate, ha costantemente svolto un ruolo di guida nazionale sul fronte della produzione e della didattica. Oggi il LEMS, oltre ad essere sede del
corso di laurea triennale in ‘Musica e Nuove Tecnologie’, collabora con molte istituzioni tra cui Quatermass(X), Mostra Internazionale del Nuovo Cinema (Pesaro),
Electronic Music Foundation (New York) per la produzione di opere elettroacustiche
ed eventi installativi e performativi, realizzando software originale e regia del suono
di eventi musicali e multimediali. Le attività e la gestione del LEMS sono affidate ad
Eugenio Giordani e David Monacchi, attuali docenti titolari responsabili dei relativi
corsi di musica.
QUATERMASS(X)
Mare Nostrum di Quatermass(x)/Mom
163
VISIONI
video e video-installazioni sonore
VISIONS
video and sound video installations
MARE NOSTRUM - C500T
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
(studio per una video-installazione)/(study for a
video installation)
di/by Quatermass(X)/ Mom
concept Roberto Vecchiarelli
realizzazione/created by Roberto Vecchiarelli,
Luca Vagni, Mariangela Malvaso
suono elettronico/electronic sound Eugenio
Giordani (LEMS)
caratteristiche tecniche/technical characteristics
video-installazione
anno/year 2010
loop
Mare nostrum è la formula che indica la certezza da parte dell'élite dirigente romana di aver
ridotto tutto il Mediterraneo a un 'lago' romano, controllato dai romani.
L' uso moderno, da parte dell' Italia fascista, della definizione di mare nostrum, indica il programma della rivendicazione della politica estera mussoliniana, dopo il consolidarsi del
suo disegno.
È l'esempio della calzante, e non retorica, riutilizzazione della realtà di Roma Antica da
parte della macchina politico-propagandistica del fascismo.
“Mare nostro” indica l'aspirazione italiana al predominio sul mare e all’estensione della sua
area geopolitica innanzitutto sul versante dell'Adriatico: diritto di sovranità territoriale di
Roma sul mare Mediterraneo.
Ma in questo mare, cosa ereditiamo dai deliri di potenza del governo fascista? Una grande
quantità di bombe che, sommerse, continuano da sessant'anni a disperdere lentamente il
loro carico di morte. Gas Iprite, in milioni di litri. Tante bombe scaricate in mare, dai tedeschi in ritirata, per non lasciarle nelle mani degli Alleati.
Queste sono le prime tracce di un lavoro che prenderà forma attraverso la rielaborazione di Dido & Aeneas
di H. Purcell.
This is the first part of a work that will be created around a re-elaboration of the Henry
Purcell opera Dido and Aeneas.
VIDEO DAL LEMS
The Ancient Roman ruling class used the term Mare nostrum to indicate their having reduced
the entire Mediterranean into a “lake” which they controlled.
The modern use of the term mare nostrum, in fascist Italy, referred to Mussolini’s plans for
international expansion after having consolidated his regime’s power at home.
As such, it is an example of the very real, rather than rhetorical, re-utilization of Ancient Roman
culture by the political-propagandistic fascist machine.
”Mare nostro” refers to Italy’s aspirations for supremacy over the sea and the expansion of its
geopolitical territory, especially on the Adriatic – the Romans’ right to territorial sovereignty on
the Mediterranean Sea.
Yet what have we inherited from fascisms’ delusions of power? Countless bombs that for 60 years
have continued to slowly unload their death charge: millions of liters of mustard gas from the
numerous bombs dumped into the sea by the retreating Germans who wanted to leave nothing
in the hands of the Allies.
165
VISIONI
video e video-installazioni sonore
VISIONS
video and sound video installations
GHIACCIO
(appunti per un viaggio verso la notte)
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
di/by Quatermass(X)
realizzazione/created by Roberto Vecchiarelli
ottimizzazione/finalization Simone Lunghi
Per affrontare un lavoro sull'epopea delle spedizioni polari, o meglio ancora dei grandi
naufragi, abbiamo deciso di conoscere più da vicino la luce e il suono del ghiaccio. E
Ghiaccio è una prima raccolta di immagini, di idee, di sensazioni e di rapporto diretto con
un'area geografica. È così che comincia il viaggio: dalle Dolomiti alla Norvegia, dal Canada
all'Islanda. Raccogliendo appunti, leggendo diari (Payer, Shackleton, Nobile). Attraverso
l'esempio di alcuni uomini - che hanno vissuto la condizione del naufragio, e che attraverso di esso hanno acceso un lume nella tenebra della disperazione - vogliamo contribuire a
riaccendere un lume e forare anche noi la tenebra.
Quella tenebra che le popolazioni indigene delle regioni polari si trovano a vivere lottando
per la propria sopravvivenza a causa dei cambiamenti climatici.
Il cambio climatico irrompe in ogni settore della loro vita. I popoli indigeni hanno una precisa coscienza dei problemi e, pur sapendo di avere poca voce in capitolo, lottano per il
diritto al freddo.
L'avventura, l'epica e certe implicazioni di carattere esistenziale diventeranno il pretesto
per trattare le tematiche ambientali e quelle delle popolazioni artiche, ma anche quello per
riflettere sulla perdita di aura che questi luoghi subiranno come conseguenza dello sfruttamento petrolifero, minerario, commerciale (inteso come luogo di attraversamento del traffico marittimo) e turistico.
A questo naufragio, a questa aggressione da parte dell'uomo 'economico' vogliamo contrapporre: la 'poesia', che è propria dei viaggiatori, degli scienziati e degli uomini sensibili
e il valore dato alle azioni umane, con il quale l'uomo ha il coraggio di fermarsi, di rinunciare, di essere attento e rispettoso della vita altrui.
Desideriamo sondare lo spirito che aleggia attorno ai luoghi e alle cose che, toccati dall'uomo, riflettono sì la disperazione del naufragio, ma anche un amore incontrastato per quella natura percorsa con le proprie uniche forze. Quello spirito, che nonostante le difficoltà è
amore incontrastato, e mantiene negli occhi quella luce vivida che si ravviva ogni volta di
fronte ai paesaggi estremi.
To tackle the epic work of the Polar expeditions, or better yet the great shipwrecks, we decided
to get to know the light and sound of ice from closer up. Ghiaccio is the first collection of
images, ideas, sensations and a direct relationship with a geographical area. Thus our journey
began: from the Dolomites to Norway, from Canada to Iceland, collecting notes and reading
diaries (by Julius von Payer, Ernest Shackleton and Umberto Nobile).
Through the examples of several men – who survived shipwreck to light a candle in the darkness of despair – we would like to contribute in relighting a candle and also piercing through
the darkness.
The very darkness with which the indigenous peoples of the Polar regions live, fighting for their
survival, which is threatened by climate change.
Climate change affects all aspects of their lives. The indigenous peoples have a precise awareness of the problems and, though they know they have little voice in the matter, they are fighting for their right to the cold.
Adventure, epics and certain existential implications serve as a pretext for discussing issues
concerning the environment and the Arctic populations. As well as for reflecting upon the loss
of the aura that these places will undergo as a consequence of the exploitation that comes from
oil drilling, mining, commercial crossings and maritime traffic, and tourism.
We would like to contrast this shipwreck, this aggression from “economic” man, with “poetry,”
which belongs to travelers, scientists and all those who are sensitive. And the value of human
actions, which give man the courage to stop what he is doing, to renounce certain things and
to be attentive to and respectful of the lives of others. We wish to sound out the spirit that drifts
through the places and things that, touched by man, reflect not only the despair of a shipwreck
but also an undisputed love of nature that is traversed with one’s unique strengths. A spirit that
remains undisputed love despite numerous difficulties, and maintains a bright light in our eyes,
which is rekindled time and again before extreme landscapes.
VIDEO DAL LEMS
166
genere/genre video
suono elettronico/electronic sound Thomas
Spada
supporto/format Dvd
anno/year 2010
ascolto in cuffia/to be listened to on headphones
167
VISIONS
video e video-installazioni sonore
video and sound video installations
OSSERVAZIONI SULLO SPAZIO URBANO/NATURALE
OSSERVAZIONI SULLO SPAZIO URBANO/NATURALE
ovvero percorrere e passeggiare per ri-immaginare la città attraverso punti
di vista differenti
or walking and wandering to re-imagine the city through different points of view
Registrazioni sul campo, elaborazioni e sonorizzazioni applicate a cura di Thomas Spada e
Tommaso Vecchiarelli, con la collaborazione di Angelo Ciavarella e Rossano Capriotti - LEMS Corso di Laurea in Musica e Nuove Tecnologie, ideazione e coordinamento: David Monacchi, nell'ambito del progetto ex Ospedale Psichiatrico San Benedetto a cura di Quatermass(X)
Field recordings and applied sonorous accompaniment curated by Thomas Spada and Tommaso
Vecchiarelli, will the collaboration of Angelo Ciavarella and Rossano Capriotti - LEMS – Graduation Course
in Music and New Technologies, concept and coordination: David Monacchi, as part of the project of the
former San Benedetto Psychiatric Hospital curated by Quatermass(X).
- ARCHIVIO SONORO DEL SAN BENEDETTO
- ARCHIVIO SONORO DEL SAN BENEDETTO
ideazione ed elaborazione di Thomas Spada (LEMS) , riprese video-fotografiche di
Roberto Vecchiarelli , editing video di Luca Vagni, genere video, supporto Dvd, anno
2007, ascolto in cuffia
concept and elaboration Thomas Spada (LEMS), video-photography by Roberto Vecchiarelli
video editing by Luca Vagni, genre video, format Dvd, year 2007, to be listened to on headphones
Un' indagine sul paesaggio sonoro e sulle emergenze acustiche proprie dell' ex ospedale
psichiatrico di Pesaro.
-
PEREGRINANDO VERSO LE REGIONI INESPLORATE
di Roberto Vecchiarelli, Luca Vagni, Mariangela Malvaso (QX), suono elettronico di
Thomas Spada (LEMS), genere video, supporto Dvd, anno 2007, ascolto in cuffia
Camminare è l'atto creativo primario. Camminare è come narrare. Il percorso è narrazione.
Camminare diventa una mappatura dello spazio a cui vengono attribuiti dei valori.
Percorrere e peregrinare compiendo una traiettoria ciclica diventa gesto rituale. Il percorso
diventa 'sacro'. Questo percorso-narrazione dentro il San Benedetto è l'opportunità per conservarne la memoria attraverso uno sguardo che trasforma in abitare lo spazio.
168
VIDEO DAL LEMS
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
VISIONI
An exploration of the soundscape and acoustic emergencies of the former psychiatric hospital of
Pesaro.
- PEREGRINANDO VERSO LE REGIONI INESPLORATE
by Roberto Vecchiarelli, Luca Vagni, Mariangela Malvaso (QX), electronic sound Thomas
Spada (LEMS), genre video, format DVD, year 2007, to be listened to on headphones
Walking is the primary creative act. Walking is like narrating. The path is the narrative. Walking
becomes a mapping of space to which values are attributed. Walking and wandering, carrying out
a cyclical trajectory, becomes a ritual gesture. The path becomes “sacred.” This path-narrative
inside San Benedetto is an opportunity to preserve its memory through a perspective that transforms the space into living.
169
VISIONI
video e video-installazioni sonore
video and sound video installations
OSSERVAZIONI SULLO SPAZIO URBANO/NATURALE
- EX OSPEDALE PSICHIATRICO SAN BENEDETTO/ EX BARCHETTO DUCALE
- EX OSPEDALE PSICHIATRICO SAN BENEDETTO/ EX BARCHETTO DUCALE
Sequenze fotografiche Roberto Vecchiarelli, suono elettronico di Thomas Spada (LEMS),
genere video, supporto Dvd, anno 2010, ascolto in cuffia
Photographic sequences Roberto Vecchiarelli, electronic sound Thomas Spada (LEMS), genre
video, format Dvd, year 2010, to be listened to on headphones
È negli ambienti urbani, suburbani e industriali che si verifica il maggiore scollamento
tra uomo e natura. Ci sono luoghi urbani però, anche altamente antropizzati, dove la
flora e la fauna - autoctone e non - riescono a ritagliarsi il proprio habitat. Spazi dove il
tessuto urbano sembra collassare perché è rimasto fuori, per lungo tempo, da ogni
forma di pianificazione. Spazi caduti nella dimenticanza. Spazi vuoti. Territori dell'oblio
che la natura si riconquista.
It is within urban, suburban and industrial environments that the greatest separation between
man and nature occurs. However, there are urban spaces, even highly “anthroposized” spaces,
where the flora and fauna –indigenous and not – succeed in carving out their own habitat. Spaces
where the urban fabric seems to collapse because it has been excluded, for ages, from any form of
planning. Spaces that have sunk into oblivion. Empty spaces. Forgotten territories that nature
reclaims.
VIDEO DAL LEMS
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
OSSERVAZIONI SULLO SPAZIO URBANO/NATURALE
VISIONS
VISIONI
video e video-installazioni sonore
VISIONS
video and sound video installations
ARCHIVIO NATURA
la natura vista dai cineasti / nature as seen by
filmmakers
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
di/by Massimiliano de Simone
tecnica/technique found footage
suono elettronico di/electronic sound by
Carmine Cella (LEMS)
genere/genre video
supporto/format Dvd
anno/year 2010
ascolto in cuffia/to be listened to on headphones
1 - Renoir: In equilibrio tra due elementi a contrasto, il cinema di Renoir si esprime attraverso una scissione che vede la natura come esplosione della vitalità e della riconciliazione
e al tempo stesso come luogo dell'allontanamento.
La cinepresa di Renoir penetra nell'erba, tra gli alberi e scivolando sull'acqua scende in profondità: alla gioia della vita, alla sottomissione dell'uomo alle leggi della natura e dei sensi,
si contrappone il tormento de “la bête humaine”, e sulle acque scorrono le ossessioni, il
tormento e la malinconia. Le immagini della natura, dove l’invisibile diventa visibile e perturbante. Il luogo apparentemente conosciuto è pervaso di una sensualità misteriosa e allusiva che pervade anche i corpi.
1] Renoir: Balanced between two contrasting elements, Renoir’s films are conveyed
through a fission that simultaneously perceives nature as an explosion of vitality and
reconciliation, and as a place of estrangement.
Renoir’s camera penetrates the grass and trees and slides on the water to sink into the
depths –the joy of life and man’s submission to the laws of nature and the senses. It contrasts the torment of “la bête humaine” as obsessions, torment and melancholy flow along
the waters. Images of nature where the invisible becomes visible, disturbing. The seemingly familiar place is pervaded by a mysterious and allusive sensuality that pervades our
bodies as well.
VIDEO DAL LEMS
173
VISIONI
video e video-installazioni sonore
VISIONS
video and sound video installations
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
PRESENTE CONTINUO
di/by Valentina Olivi
caratteristiche tecniche video-installazione/
technical characteristics video installation
anno/year 2010
loop
Un corpo in attesa nella luce nella notte diventa lo strumento per conoscersi. Il corpo si
perde nelle ombre, trascende se stesso, diviene la superficie malleabile che una luce modella. Le ombre lo fanno divenire non-corpo. La carne diventa ombra, si dissolve nell'oscurità
più profonda ma riappare nella luce in piccole, morbide forme geometriche. L'ombra creata dal corpo diventa carne, si distingue dal suo fondo fatto di forme di luce, per diventare
corpo che si automodifica, e si sintetizza in una linea sinuosa, identitaria.
La sensazione che si vive in questo 'luogo della stasi', apparentemente infinito e senza
tempo, ci offre la sensazione di un presente continuo. Gli istanti si ripetono. C'è un senso
di chiusura dato dalla ripetitività martellante.
Ma ora una nuova comprensione comincia a farsi strada: il suono, che scandisce il tempo
ciclico della natura, ci risveglia dalla opprimente stasi fisica e attua un processo creativo e
liberatorio.
VIDEO DAL LEMS
A body waiting in the light of the night becomes an instrument for getting to know ourselves.
The body gets lost in the shadows, transcends itself, to become a malleable surface shaped by
a light. The shadows transform it into a non-body. The flesh becomes shadow, dissolving in
the deepest darkness to reappear in the light as small, soft geometric forms. The shadow created by the body becomes flesh, it distinguishes itself from its backdrop made up of light
forms, to become a body that modifies itself and is synthesized in a sinuous line of identity.
The sensation experienced in this seemingly infinite and timeless “place of stasis” offers us
the sensation of a continuous present. The moments are repeated. There is a sense of closure
offered by the pounding repetitiveness.
But now a new understanding begins to emerge: sound, which marks the cyclical tempo of
nature, awakens us from an oppressive physical stasis and triggers a creative, liberating
process.
175
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
CO2
(riduzione in video da video-installazione con
audio multicanale) /(video of a video installation
with multi-channel audio)
da un' idea di/ from an idea by David Monacchi
editing e progetto video-installativo/ editing and
video installation by Roberto Vecchiarelli, Luca
Vagni, Mariangela Malvaso, Quatermass(X)
Cinema
in Piazza
PROIEZIONI / SCREENINGS
interludio e materiale filmato originale/ interlude and original filmed material Greenpeace (grazie
a Christian Cassar)
suono elettronico/electronic sound Eugenio
Giordani, David Monacchi (LEMS)
formato/format Dvd
durata/ running time 17'
anno/year 2009
CO2 è il risultato dell’elaborazione di filmati inediti provenienti dall’ultimo viaggio nell’artico della nave Arctic Sunrise e di materiale video di repertorio di Greenpeace
International, sonorizzati con musiche elettroacustiche originali. I mutamenti del clima,
già palesemente in atto, non sono stati sufficienti a destare un allarme altrettanto serio dei
governi del pianeta. La CO2 nell’atmosfera, che ha oggi raggiunto le 390 ppm superando
la soglia considerata limite di 350 ppm, e l’impressionante deforestazione, tanto che ogni
due secondi sparisce nel mondo un’area di foresta equivalente a un campo da calcio, sono
le principali cause che determinano oggi una situazione globale sulla soglia dell’irreversibilità. La comunità scientifica internazionale è ormai pressochè unanime: siamo all’inizio
di una crisi climatica e ambientale che cambierà radicalmente la vita e la percezione del
mondo delle future generazioni, e i governi non sembrano aver ricevuto la pressione pubblica necessaria per un’azione congiunta e tempestiva nel definire impegni concreti e vincolanti per la riduzione immediata delle cause del riscaldamento globale.
VIDEO DAL LEMS
CO2 is the result of the elaboration of never-before-seen footage of the latest trip to the Arctic
of the ship Arctic Sunrise and archive video material from Greenpeace International, accompanied by original electro-acoustic music. Serious climate changes already clearly underway have
not been enough to sound an equally serious alarm for our planet’s governments. The CO2 in
the atmosphere – which is now at 390 ppm, exceeding the accepted limit of 350 ppm – and staggering deforestation – every two seconds a forested area the size of a football field disappears –
are currently the main causes of a global situation on the verge of irreversibility. The international scientific community is virtually unanimous: we are at the beginning of a climactic and
environmental crisis that will radically change the lives and world perspectives of future generations, and governments do not seem to have received the necessary public pressure to undertake
joint, timely action in defining concrete, binding commitments for the immediate reduction of
the causes of global warming.
177
Liceo Artistico / Scuola del libro di Urbino
Sezione Cinema d’animazione
Motografie/04
Disegni animati, fumetti e illustrazioni
In mostra gli elaborati recenti degli allievi della scuola. Sarà riservato un ampio spazio alle opere del
corso di Perfezionamento, biennio post-diploma di
specializzazione nelle arti grafiche e filmiche. In
visione “Resina 1” e “Resina 2”, fumetti autoprodottidagli allievi.
In collaborazione con la Mostra Internazionale del
NuovoCinema di Pesaro.
L’ATTIMO FUGGENTE
Pesaro, 20-28 giugno 2010
Centro Arti Visive Pescheria, Corso XI settembre
Cinema sperimentale, via Rossini
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Animated Film Section
Artistic Lyceum/“Scuola del libro” State Institute of Art
of Urbino
Motografie/04
Animation designs, comics and illustrations
An exhibit of the works of the school’s students, with
ample space given to the works of the students in the
Masters program, a two-year post-graduate course in
graphic and cinematic arts.
On display are Resina 1 and Resina 2, the students’ selfpublished comic strips.
In collaboration with the Pesaro Film Festival.
Pesaro – June 20-28, 2010
Centro Arti Visive Pescheria, Corso XI settembre
Cinema Sperimentale, Via Rossini
www.isaurbino.it
[email protected]
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Machbeth di Giovanni Piscaglia
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Video selezionati
The videos selected
Dal 2000 la Fondazione Pesaro Nuovo Cinema organizza il Concorso Video “L’attimo
fuggente”, riservato agli studenti di tutte le scuole (elementari, medie, superiori, università), per la realizzazione di un cortometraggio (di qualsiasi argomento, genere e linguaggio) della durata massima di tre minuti, realizzato in video, in digitale o in pellicola. Dall’edizione 2006 la partecipazione al Concorso è stata limitata agli studenti della
Regione Marche.
I cortometraggi meritevoli vengono presentati nell’ambito della programmazione video
della Mostra e i tre film migliori vengono scelti da una giuria di esperti, composta dai
giornalisti Paolo Angeletti (“Il Resto del Carlino”), Alberto Pancrazi (RAI), Mauro Rossi
(“Il Pesaro”), Claudio Salvi (“Il Messaggero”), da Gualtiero De Santi (saggista e docente universitario) e da Fiorangelo Pucci (direttore del “Fano International Film
Festival”). I cortometraggi vincitori del concorso vengono quindi proiettati di nuovo (e
i loro autori premiati) nel corso della serata conclusiva della Mostra, in Piazza del
Popolo.
Un apporto significativo al Concorso è stato sempre dato dall’Istituto Statale d’Arte
“Scuola del Libro” di Urbino. “L’attimo fuggente” si avvale della fondamentale collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Macerata.
CONTRO I COMPITI PER CASA della Scuola Media Cappella-Curzi di San Benedetto
del Tronto
BLU della Scuola Media Cappella-Curzi di San Benedetto del Tronto
L’ATTIMO FUGGENTE di Fabio Angelo Lucatuorto, Accademia di Belle Arti di Urbino
SKUNK di Luca Bontempi, Nikola Brunelli, Paolo della Biancia, Marco Mondani
Sara Panunzio, Accademia di Belle Arti di Macerata
PURPLE HAND di Silvia Borroni, Accademia di Belle Arti di Macerata
ALIENANTI MOVENZE URBANE di Giovanni Soria
Accademia di Belle Arti di Macerata
ENJOYOURSELF di Alberto Pompei, Accademia di Belle Arti di Macerata
THE WRITER di Daniele Cinalli, Andrea Natali, Marta Tavoloni
Maria Cristina Rossi, Accademia di Belle Arti di Macerata
PASSETTO di Emmanuel Giuffrida, Accademia di Belle Arti di Macerata
LITTLE SWAN di Andrea Alemanno, Accademia di Belle Arti di Macerata
THINK! di Fabio Ferretti, Accademia di Belle Arti di Macerata
QUATTRO SPOT di Stefano Teodori, Accademia di Belle Arti di Macerata
LA RICERCA DELLA SERENITÀ di Diego Capomagi
Accademia di Belle Arti di Macerata
EROMA di Roberto Buzzo, Accademia di Belle Arti di Macerata
SIGARETTA ILLUMINANTE di Francesca Pasquaretta
Accademia di Belle Arti di Macerata
SACRA CONVERSAZIONE N. 1 – 5 VIZI CAPITALI
di Giovanni Piscaglia, Pesaro, Istituto Europeo di Design
Since 2000, the Pesaro Film Festival has been holding the “L’Attimo Fuggente” short video competition for students of all ages – elementary, middle, high school and university. The shorts can be on
any topic in any genre and language; must not exceed three minutes; and can be made using video,
digital or film. Since 2006, the competition has been limited to students from only the Marches
Region.
The top shorts are screened during the Pesaro Film Festival and the three best works are chosen by
a jury of experts, comprising journalists Paolo Angeletti (Il Resto del Carlino), Alberto Pancrazi
(RAI), Mauro Rossi (Il Pesaro), Claudio Salvi (Il Messaggero), Gualtiero De Santi (essayist and
university professor) and Fiorangelo Pucci (director, Fano International Film Festival). The winning shorts are shown again during the Festival’s awards ceremony, in Piazza del Popolo, at which
the winning filmmakers are presented with their prizes.
“L’Attimo Fuggente” has since its inception received significant support from the “Scuola del
Libro” State Art Institute of Urbino. The competition also enjoys a crucial partnership with the
Macerata Fine Arts Academy.
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L’ATTIMO FUGGENTE
Concorso Video/Video Competition
L’ATTIMO FUGGENTE
a cura di/organized by Pierpaolo Loffreda
Dall’Istituto d’Arte Scuola del Libro di Urbino video di/
Videos from “Scuola del libro” State Institute of Art of Urbino:
Chiara Raimondi
Rojna Bagheri
Luciana Bencivenga
Riccardo Spalacci
Alessia Secondini
Alessandra Maccari
Valeria Prosperi
Alessandra Bucchi
Hilario Giampaolo
Alessandra Romagnoli
Jessica Riccardi
Lavoro collettivo della classe 3/a E
181
IL CINEMA A SOSTEGNO DELLE CAMPAGNE DI AMNESTY INTERNATIONAL
IN DIFESA DEI DIRITTI UMANI
CINEMA AND AMNESTY INTERNATIONAL’S
HUMAN RIGHTS CAMPAIGNS
Amnesty International è un’Organizzazione non governativa, indipendente e imparziale, fondata nel 1961 dall’avvocato inglese Peter Benenson, che opera in tutto il mondo per difendere
i diritti umani. Conta attualmente oltre due milioni di soci, sostenitori e donatori in più di 150
paesi; la sede centrale è a Londra. La Sezione Italiana di AI, costituitasi nel 1975, conta circa 80
mila soci; la sede nazionale è a Roma. Amnesty International svolge ricerche e azioni per prevenire e far cessare gravi abusi dei diritti all’integrità fisica e mentale, alla libertà di coscienza
e di espressione e alla libertà dalla discriminazione. Nell’ambito della propria opera di promozione di tutti i diritti umani, organizza iniziative di natura educativa e formativa e attività di
pressione e sensibilizzazione. La visione di Amnesty International è quella di un mondo in cui
a ogni persona sono riconosciuti tutti i diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale dei
diritti umani. Accanto alle campagne in corso, come quella per porre fine alla violenza sulle
donne e alle violazioni dei diritti umani nel contesto della “guerra al terrore”, Amnesty
International ha recentemente lanciato la campagna (IO PRETENDO DIGNITÀ), che intende
mettere in luce il legame tra la povertà e le violazioni dei diritti umani. La Sezione Italiana dell’associazione è inoltre impegnata per ottenere l’introduzione del reato di tortura nel nostro
codice penale e, da alcuni anni, svolge azioni di sensibilizzazione e denuncia sulla deriva
discriminatoria di leggi e pratiche istituzionali, che erodono sempre di più la tutela dei diritti
umani di gruppi vulnerabili quali migranti, richiedenti asilo, cittadini stranieri e minoranze
etniche, tra cui i rom. Negli ultimi anni il cinema si è rivelato un mezzo sempre più prezioso
ed efficace per la promozione delle campagne in difesa dei diritti umani. In Italia, a partire dal
2005, l’associazione ha dato il patrocinio a oltre 15 pellicole che hanno contribuito a far conoscere a migliaia e migliaia di persone le violazioni dei diritti umani in specifici paesi o problemi gravissimi quali il traffico di armi o la violenza sulle donne. L’ultimo film patrocinato in
ordine di tempo è I gatti persiani di Bahman Ghobadi, premiato a Cannes nel 2009. Accanto a
specifiche collaborazioni con festival quali Human Rights Nights, Cinemambiente, Est Film
Festival, Cinema Senza Frontiere e Giffoni Film Festival, per la quarta volta la Sezione Italiana
di Amnesty International è presente alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro
con un premio, intitolato “Cinema e diritti umani”, al film che, trasversalmente tra le varie
sezioni, avrà saputo meglio descrivere le tematiche relative ai diritti umani. Questo premio
testimonia ancora una volta l’importanza del connubio tra cinema e diritti umani e la fiducia
che Amnesty International ripone nel veicolo cinematografico per sensibilizzare il pubblico sui
temi delle sue campagne.
Info: +39 06 4490212 +39 320 6196321
[email protected] - www.amnesty.it
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Amnesty International (AI) is an independent non-governmental organization for the international recognition of human rights, founded in 1961 by British lawyer Peter Benenson. It currently counts over two million members, supporters and subscribers in over 150 countries and
is headquartered in London. The Italian Section of AI, founded in 1975, has approximately
80,000 members and is headquartered in Rome.
Amnesty’s mission is to undertake research and action focused on preventing and ending
grave abuses of the rights to physical and mental integrity, freedom of conscience and expression, and freedom from discrimination. In pursuit of this vision, AI organizes educational and
training activities and pressure and awareness campaigns. Amnesty International envisions a
world in which each person’s rights as stated by the Universal Declaration of Human Rights
are recognized.
Alongside current campaigns such as ending violence against women and the violations of
human rights as part of the “war on terror,” Amnesty International recently launched the
campaign Io Pretendo Dignità (“I Demand Dignity”) to bring to light the connection between
poverty and human rights violations. The Italian Section of AI is furthermore committed to
introducing the crime of torture into the country’s penal code and has for years been undertaking actions to raise awareness and denounce the discriminatory laws and institutional
practices that increasingly erode the protection of human rights for vulnerable groups such as
immigrants, asylum seekers, foreign citizens and ethnic minorities, including the Roma people (or “gypsies”).
In recent years, cinema has proven itself to be an increasingly invaluable and efficient tool in
promoting campaigns for the defense of human rights. In Italy, since 2005, Amnesty has given
its patronage to over 15 films that have contributed to revealing to thousands of people the
human rights violations in specific countries, or profoundly grave problems such as arms trafficking and violence against women. The latest such film was No One Knows About Persian
Cats by Bahman Ghobadi, winner of the Special Jury Prize at the 2009 Cannes Film Festival.
Along with collaborating with festivals such as Human Rights Nights, Cinemambiente, Est
Film Festival, Cinema Senza Frontiere and Giffoni Film Festival, for the fourth consecutive
year, AI’s Italian Section is proud to return to the Pesaro Film Festival with the Cinema and
Human Rights Award, presented to the film that of all the sections best describes themes relating to human rights.
This prize once again bears witness to the fundamentally important union between cinema and
human rights and the trust that Amnesty International places in film as a medium for raising
awareness among audiences about the subjects of its campaigns.
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Giuria del Premio Amnesty/Amnesty Award Jury:
Isabella Aguilar, Alberto Negri, Riccardo Noury, Serafino Murri, Daniele Vicari
Info: +39 06 4490212 +39 320 6196321
[email protected] - www.amnesty.it
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184
14 Performances in a Bunker, 85
Abonenty, 91
Ameriga, 91
Archivio natura - Renoir, 172 - 173
Archivio sonoro del San Benedetto, 168 - 169
Babusya/Granny, 44
Banalmente dipendente, 134
Bioginiya: kak ya polyubila/The Goddess, 50
Bruner’$ Trial, 91
Budrus, 94
Bumer/Bummer, 46
Butter, 145
Cera, 141
Chol/Beduin Sand, 122
CO2, 176 - 177
Cosmic Love, 139
Cycling the Frame, 98
Dalla Siberia con amore, 149
Daniel Schmid - Le chat qui pense, 104
Der Räuber/The Robber, 22
Diploma, 119
Direzioni diverse, 145
Domino, 142
El Pasante/The Intern, 26
Eroica, 85
Exodus, 148
Ex ospedale psichiatrico San Benedetto/
Ex Barchetto Ducale, 170 - 171
Experimente des Leibes, 148
Fat & Thin, 85
Foschia Pesci Africa Sonno Nausea
Fantasia, 102
Ghiaccio, 166 - 167
Happy End, 85
Hayelet bodeda/The Substitute, 121
Himnon/Anthem, 120
Hiroshima, 112
Hoe-ori Ba-ram/Eighteen, 24
Il cineasta multitasking. Carlo Lizzani,
cinema e altro, 36
Ie Chess la realdà, 135
Il mio Novecento, 37
Indigènes d’Eurasie/Eastern Drift, 96
Kak ya provel etim letom/How I Ended this
Summer, 74
Kefir Grains are Going onto the Flight, 91
Kislorod/Oxygen, 28
Koktebel/Roads to Koktebel, 68 - 69
La Bohème, 148
L’altro, 157 - 158
L’art délicat de la Matraque, 110
La vita agra, 34
Left Hand Path, 140
Life is Pain, 84
Love, 84
Love Song, 134
Luce, 144
Ludog Princa #3: Esther, 91
March, 91
Mare Nostrum, 164 - 165
Marmot, 84
Mary Jane (Unofficial Spaghetti Cut), 137
Miyoko Asagaya Kibun/Miyoko, 30
Mne ne Bolno/It Doesn’t Hurt Me, 40
Morfiy/Morphia, 41
Mostar - Storia della città divisa, 153
LIST OF FILMS
Mute, 84
Nada Malanima, 138
Nichego lichnogo/Nothing Personal, 56
Nikodim, 85
Odnazhdy v provintsii/Once Upon a Time
in the Provinces, 62
Offshornij reservy, 91
Onomastica, 141
Orc, 140
Parlami per sempre, 143
Peregrinando verso le regioni
inesplorate, 168 - 169
Pertanto, 143
Plennyy/Captive, 66
Présence simple futur parfait/Simple
Presence Future Perfect, 148
Presente continuo, 174 - 175
Primitivi del futuro, 136
Prostye veschi/Simple Things, 75
Puteshestvie s domahnimi zhivotnymi/Travelling with Pets, 64
Quartet, 84
Romborama, 142
Skazka pro temnotu/Tale in the Darkness, 76
S Lyubovyu, Lilya/With Love, Lilly, 57
Satisfactory, 85
Shinboru/Symbol, 108
Slippery Mountain, 85
Snakes, 148
Stalingrad, 85
Sumashedshaya Pomosh/Help Gone Mad, 73
Summer Lightnings, 84
Sun, Submarine, Airplane, Penguins, 84
Svobodnoje plavanije/Free Floating, 72
Svoi/Our Own, 52
The Feast of Trimalchio, 86 - 89
The Invisible Frame, 99 - 101
The Last Hero, 85
The Travelogues, 114
Three Minutes Survival Attempts, 84
Tolya, 118
Trash Sounds, 85
Tropici, 130
Twilight, 84
Vaho/Becloud, 20
Valentina Postika in attesa di partire, 151
Volchok/Wolfy, 78
Volga Volga, 91
Yar/The Hollow, 54
Yeong-do Da-Ri/I Came from Busan, 106
Yuryev Den/Yuri’s Day, 60
Who Wants to Live Forever, 84
Zheleznaya doroga/The Railway, 48
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
INDICE DEI FILM
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Gleb Alejnikov, 91
Igor Alejnikov, 91
Viktor Alimpiev, 84, 91
Alessandro Amaducci, 134
Gianni Amico,123 - 130
Nico Angiuli, 135
Tatiana Arzamasova/
(AES+F), 84, 86 - 89
Valery Ayzenberg/
(Programma Escape), 84
Julia Bacha, 94 - 95
Aleksey Balabanov, 40 - 43
Sharunas Bartas, 96 - 97
Cynthia Beatt, 98 -101
Vika Begalska, 84
Michele Bernardi, 136
Bernardo Bertolucci, 123 - 129
Lidiya Bobrova, 44 - 45
Jamie Bradshaw, 91
Sergey Bratkov, 84
Rodeon Brodsky, 118
Aleksey Buldakov, 85
Dmitry Bulnygin/
(Blue Noses), 85
Pyotr Buslov, 46 - 47
Francesco Calabrese, 137
Caterina Carone, 151 - 152
Olga Chernysheva, 84, 91
Mariya Chuykova, 85
Predrag Delibasic, 153 - 154
Andrea De Sica, 102 - 103
Massimiliano De Simone, 172 - 173
Aleksey Dobrov/
(BlueSoup), 84
Aleksandr Doulerajn, 91
Lev Erzovich/
(AES+F), 84, 86 - 89
Andrea Falbo, 138
Aleksey Fedorchenko, 48-49
Fchuk, 85
Vladimir Fridkes/
(AES+F), 84, 86 - 89
Alejandro Gerber Bicecci, 20 -21
Andrea Gianfelice, 138
Goldiechiari, 139
Lyudmila Gorlova, 85
Dmitry Gutov, 85
Benjamin Heisenberg, 22 - 23
Werner Herzog, 148
Pascal Hofmann, 104 - 105
Il postodellefragole, 141
Anna Jermolaewa, 84
Yaelle Kayam, 119
Elad Keidan, 120
Nikolay Khomeriki, 76 - 77
Jang Kun-jae, 24
Jeon Soo-il, 106 - 107
Boris Khlebnikov, 68 - 70, 72 -73
Benny Jaberg, 104 - 105
Patrick Jolley, 148
Boris Juhananov, 91
Pavel Labazov, 91
Talia Lavier, 121
Daniil Lebedev/
(BlueSoup), 84
Yuri Lejderman, 91
Omri Levy, 122
Anton Litvin/
(Programma Escape), 84 - 85
Renata Litvinova, 50 - 51
Carlo Lizzani, 34 - 37
Aleksandr Lobanov (BlueSoup), 84
Vladimir Logutov, 84
Luca T. Mai, 140
INDICE DEI REGISTI / DIRECTORS
Mariangela Malvaso
(Mom), 163 - 165, 168 - 169, 176 - 177
Bogdan Mamonov/
(Programma Escape), 84
Chiara Mantuano, 135
Hitoshi Matsumoto, 108 - 109
Almagul Menlibayeva, 148
Dmitry Meskhiyev, 52 - 53
Vyacheslav Mizin/
(Blue Noses), 85
David Monacchi, 176 - 177
Liza Morozova/
(Programma Escape), 84
Galina Myznikova/
(PROVMYZA), 85
Valentina Olivi, 174 - 175
Timur Novikov, 84
Valentina Pasquale, 157 - 158
Valery Patkonen/
(BlueSoup), , 84
Davide Pepe, 148
Jean-Gabriel Périot, 110 - 111
Clara Picasso, 26
Bennet Pimpinella, 142
Stefano Poletti, 143
Riccardo Ponis, 144
Aleksey Popogrebsky, 68 -69, 71, 74 - 75
Sergey Provorov/
(PROVMYZA), 85
Marina Razbezhkina, 54 - 55
Jacopo Rondinelli, 145
Larisa Sadilova, 56 - 57 - 58 - 59
Kirill Serebrennikov, 60 - 61
Katya Shagalova, 62 - 63
Sergey Shutov, 84
Konstantin Skotnikov/
(Blue Noses), 85
Vasili Sigarev, 78 - 79
Andrey Silvestrov, 91
Thomas Spada/
(LEMS), 168 - 169
Pablo Stoll, 112 - 113
Olga Stolopovskaia, 91
Vera Storozheva, 64 - 65
Evgeniy Svyatsky/
(AES+F), 84, 86 - 89
David Ter-Oganyan, 85
Dustin Thompson, 114 - 115
Leonid Tishkov, 85
Olga Tobreluts, 85
Dmitry Trojtskij, 91
Yoshifumi Tsubota, 30 - 31
Aleksey Uchitel, 66 - 67
Luca Vagni (Mom), 163 - 165, 168 - 169
176 - 177
Roberto Vecchiarelli/
(Quatermass(X)), 164 - 171, 176 - 177
Daniele Vicari, 102 - 103
Ivan Vyrypayev, 28 - 29
Hagen Wiel, 148
Vito Zagarrio, 36, 149 - 150
Maksim Zonov/
(Blue Noses), 85
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
INDICE DEI REGISTI / DIRECTORS
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INDICE DEI CONTATTI / CONTACTS
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Bavaria Film International
Bavariafilmplatz 7 / Bldg. 71
82031 Geiselgasteig, Germany
Tel. +498964992686
+ 498964993720
[email protected]
188
Rbb Media
Kaiserdamm 80/81, 14057 Berlin,
Deutschland, T +49 30 97993 84953
[email protected]
Celluloid Dreams
2, rue Turgot 75009, Paris
Tel. +33-1-4970-0370
Fax +33-1-4970-0371
www.celluloid-dreams.com
Cine Fantom
Lenka Kabankova
[email protected]
Control Z Films
Requena 1005 ap.2
11200 Montevideo, Uruguay
Tel. +598 2410 07 23
Fax +598 2410 07 22
Manuel Ferrari
Tel. +54 9 11 4055 7318
Film Distribuition
34, rue du Louvre
75001 Paris
Tel. +33 1 53 10 33 99
Fax +33 1 53 10 33 98
Filmgalerie 451
Saarbrücker Str. 24, 10405 Berlin
Tel. +49 (0)30 33982800
Fax: +49 (0)30 33982810
[email protected]
Intercinema Agency
Druzhinnikovskaya street 15
123242 Moscow, Russia
Tel.: + 7 499 255 90 52
Fax: +7 499 255 90 53
[email protected]
[email protected]
www.intercinema.ru
Justvision
1616 P Street NW, Suite 340
Washington, DC 20036
202-232-6821
[email protected]
www.justvision.org
Kiyo Joo
Gold View Co., Ltd. 3-50-5 Entopia
Ogikubo #1201, Asagaya-minami
Suginami-ku Tokyo 166-0004 Japan
Tel. +81-3-5347-2501
Fax. +81-3-5347-2505 www.goldview.co.jp
[email protected]
Production Company "In Motion"
General Menager: Olga Tumasova
[email protected]
Koktebel Film Company
Chuksin Tupik 5-36 127206 Moskau
Russland
Tel. +7 926 562 6477
Fax +7 495 984 2098
[email protected]
www.koktebelfilm.ru
The Sam Spiegel Film & Television
School
Tel. 972-2-6731950
Fax 972-2-6731949
P.O Box: 10636
Yad Haruzim 4, floor 3, Talpiot Jerusalem,
Israel
International Relations And Distribution
Dana Shahar - Director of International
Relations and Distribution:
[email protected]
M-appeal
Prinzessinnenstr.16, D-10969 Berlin
[email protected]
Tel. 030 61507505,
Fax 030 27582872
www.m-appeal.com
Umedia
14 rue du 18 août
93100 Montreuil- France
Tel. +33 148704655 - Fax +33 149720421
[email protected]
www.umedia.fr
M-line Distribuition
C-203 Richensia 72-1 Hannam 1-dong,
Yongsan-gu, Seoul 140-779 Korea
Tel: +822 796 2425
Fax: +822 796 2429
[email protected]
www.mline-distribution.com
Vivo Film
Via Alamanno Morelli 18
0197 Roma
Tel. +39 068078002
Fax +39 0680693483
[email protected]
46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema
Albricias Produccion
Tel. 0052 55 24542356
[email protected]
Vaho.wordpress.com
INDICE DEI CONTATTI / CONTACTS
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THE END