Romeo Orlandi: l`Italia guardi al Sud
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Romeo Orlandi: l`Italia guardi al Sud
INTERVISTE Romeo Orlandi: l’Italia guardi al Sud-est asiatico Il vice-presidente del Forum Italia-ASEAN in esclusiva ai nostri microfoni A cura della Redazione R OMA - Il Prof. Romeo Orlandi è vice-presidente dell’Associazione Italia-ASEAN, economista e sinologo, insegna Globalizzazione ed Estremo Oriente all’Università di Bologna e ha incarichi di docenza sull’economia dell’Asia Orientale in diversi Master post-universitari. Ha diretto il think-tank Osservatorio Asia. Per l’Istituto Nazionale per il Commercio Estero ha lavorato a Los Angeles, Singapore, Shanghai e Pechino. Collabora a quotidiani e riviste specializzate. È autore di numerose pubblicazioni tra cui, nella collana Arel - Osservatorio Asia del Mulino: Cina. La conoscenza è un fattore di business, L’elefante sul trampolino. L’India tra i grandi della terra, Oltre guerra e pace. Il Vietnam nel terzo millennio e Indonesia. Passaggio a sud-est. È consulente per progetti dell’Unione Europea, Enti pubblici e aziende italiane. Benvenuto, Professore. Alla fine del 2015, Lei ha curato, per l’Associazione Forum Italia-ASEAN, la pubblicazione di un volume collettaneo, capace in breve tempo di destare l’interesse di molti addetti ai lavori. ASEAN for Italy. L’ASEAN per il sistema Italia è tra i pochissimi approfondimenti mai pubblicati in Italia nello studio delle opportunità di mercato e cooperazione tra il nostro Paese e il Sudest asiatico. Quali sono gli aspetti che avete messo in luce nel volume e per quali motivi in particolare lo consiglierebbe al pubblico? Abbiamo messo in evidenza la peculiarità dell’ASEAN, un blocco regionale distinto dagli altri grandi attori asiatici: il Nord-Est con i giganti cinese, giapponese e coreano e il Subcontinente dominato dall’India. Gli influssi sul Sud-est asiatico sono rilevanti, basti pensare al ruolo delle diaspore indiana e cinese. Tuttavia, l’ASEAN è ormai strutturata con proprie caratteristiche, anche se la sua attrattività è, ironicamente, il suo pluralismo. È la “ricchezza nella diversità” che abbiamo cercato di mettere in luce nel volume. L’intero sistema produttivo italiano ne può trarre vantaggio, articolando il proprio intervento 82 nei differenti Paesi e con le diverse opportunità offerte. Il Sud-est asiatico è una regione tradizionalmente densa di grandi potenzialità economiche e l’emersione di realtà come l’Indonesia, la Malesia o Singapore non può certo dirsi una sorpresa. Tuttavia, l’allargamento dell’ASEAN negli anni Novanta e gli sviluppi economici e politici recenti ne hanno evidentemente moltiplicato le capacità, facendo di quella regione la settima economia mondiale. Come si è arrivati a questo successo? Si è giunti a questo successo per una serie di fattori. Quello più importante - che ne costituisce la sintesi - è aver consegnato alla storia la Guerra Fredda. Questa è la ragione che aveva condotto alla nascita dell’ASEAN nel 1967. Con la fine della guerra in Indocina e soprattutto con la caduta del blocco sovietico, i timori geopolitici hanno lasciato il passo ad una maggiore integrazione regionale, guidata dall’ambizione principale di sconfiggere il sottosviluppo. I tre Paesi dell’Indocina - Vietnam, Laos e Cambogia - da nemici ideologici e militari sono potuti diventare nuovi bastioni dell’ASEAN, nel comune tentativo di rafforzare economicamente la regione e ogni singolo Stato. L’adesione del Myanmar ha contribuito infine a far uscire questo Paese dall’isolamento internazionale nel quale si era recluso. Lei ha fatto parte della delegazione che, nel novembre dell’anno scorso, ha accompagnato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Vietnam e in Indonesia. Com’è stata recepita questa visita in quei 83 INTERVISTE livello mondiale. Abbiamo creato un mercato unico integrato con l’economia internazionale. Per le imprese italiane l’ASEAN rappresenta una via d’accesso per raggiungere, oltre al nostro importante mercato, anche le altre economie asiatiche». Oggi, l’interscambio tra l’Italia e le economie dei Paesi ASEAN è molto basso. È l’approfondimento dei nostri rapporti con l’area ASEAN che si dovrà perseguire nel prossimo futuro. Fondamentale a tale riguardo è lo sviluppo di un’azione coordinata tra le varie componenti: politica, economica e imprenditoriale. La presenza dell’Italia, quindi, dovrà essere sempre più incisiva e costante. Questa iniziativa si colloca nel solco di altre attività già avviate dal Ministero degli Affari Esteri e dall’ICE. La collaborazione italiana con i Paesi dell’ASEAN si basa su legami di natura economica, politica e Paesi e qual è la percezione generale dell’Italia nel Sudest asiatico? Le visite sono state accolte molto positivamente. L’Italia registra un’ottima percezione in quei Paesi: non soffre di retaggi coloniali, non ha dispute politiche, il suo nome è associato alla bellezza delle città, alla suggestione dei beni di consumo e alla qualità della vita. Non sempre e non ancora il nostro Paese è riuscito a trarre vantaggio da questa immagine positiva. I valori degli scambi commerciali e degli investimenti sono ancora insufficienti e la visita del presidente Mattarella non potrà che far incrementare gli scambi. Il nostro Paese registra una situazione paradossale, che deve essere migliorata: è conosciuto per i beni di consumo ma esporta quasi esclusivamente beni strumentali, una caratteristica che non viene percepita nella sua compiutezza. 84 L’Associazione Forum ItaliaASEAN nasce «con l’obiettivo di rafforzare il dialogo, la conoscenza e gli scambi tra il nostro Paese e quelli dell’ASEAN». Il presidente Enrico Letta ha affermato alla fine del 2015 che «c’è molto lavoro da fare per far sapere quanto stanno già facendo le nostre imprese nel Sud-est asiatico e quali sono gli accordi già siglati». Dunque, agire sui mercati ma anche sull’informazione e sulla divulgazione. Quali sono, in questo senso, le iniziative in programma per il 2016? Organizzeremo dei convegni, scriveremo dei libri, prepareremo delle missioni nel Sud-est asiatico, aggiorneremo la nostra ricerca sulla presenza delle aziende italiane nell’area ASEAN. Siamo consapevoli che dobbiamo lavorare molto per colmare un deficit di informazioni. Da esse, nel raccordo fornite dal sistema-Italia, scaturiscono le migliori opportunità economiche e commerciali. L’ASSOCIAZIONE L’Associazione “Forum ItaliaAsean”, nasce con l’obiettivo di rafforzare il dialogo, la conoscenza e gli scambi tra il nostro Paese e quelli dell’ASEAN. Il Presidente è Enrico Letta, ex premier ed ex Ministro dell’Industria. L’obiettivo è rendere il nostro Paese più rapido ad essere leader nei Paesi ASEAN. L’Asia non è solo la Cina. Ci sono Paesi più piccoli ma di una dimensione tale da poter affrontare le crisi e gli “urti” di questi tempi. Come ha ricordato Lim Hong Hin, vice-segretario generale dell’ASEAN, «con un prodotto di 2,6 trilioni di dollari, l’ASEAN è la settima economia a L’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico è un blocco regionale distinto dai giganti politicoeconomici dell’Asia: Cina, India, Giappone. Ha strutture differenti al suo interno, saldate tuttavia da un’ambizione comune, impressa nei suoi programmi: «Trasformare l’ASEAN in una regione stabile, prospera, altamente competitiva, con uno sviluppo equilibrato e ridurre la povertà e le disparità socio-economiche». A quasi 50 anni dalla fondazione nel 1967, il suo tragitto appare costellato da validi risultati. Soprattutto dopo l’inclusione dei tre Paesi indocinesi e del Myanmar – un frutto maturo alla fine della Guerra Fredda – l’ASEAN è oggi un’associazione di stabilità e crescita. Le sue dinamiche economiche – pur tra contraddizioni e ineguaglianze – stanno velocemente consegnando alla storia la povertà e l’arretratezza. L’Italia sta elaborando una politica specifica verso il complesso dei dieci Paesi che ne fanno parte. Ne sono testimoni gli andamenti strategica. La regione, infatti, non dispone solo di crescenti risorse economiche e finanziarie ma sta acquisendo un ruolo geopolitico di primo piano sullo scacchiere internazionale. www.itasean.org commerciali, i flussi di investimento nelle due direzioni, le visite istituzionali. Per il nostro Paese l’originalità dell’ASEAN è ormai acquisita. Si tratta di un processo ineludibile e promettente, basato sulla prima peculiarità offerta dal suo territorio, dai suoi cittadini e dalle sue risorse: la ricchezza nella diversità. Contributi di Carlo Calenda, Matthieu Cristelli, Paolo Gentiloni, Pietro Ginefra, Sean Hill, Le Luong Minh, Riccardo Maria Monti, Abdul Samad Othman, Luciano Pietronero, Michelangelo Pipan, Andrea Tacchella, Erick Thohir, Andrea Zaccaria. Aziende: Ariston Thermo, CMC-Cooperativa Muratori Cementisti, SGFESustainable Green Fuel Enterprise, Tenaris Dalmine. Prefazione di Enrico Letta Il Mulino pp. 192 2015 ISBN 978-88-15-26109-0 85