uccelli come indicatori di biodiversità nei vigneti
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uccelli come indicatori di biodiversità nei vigneti
TECNICA, RICERCA E SPERIMENTAZIONE UCCELLI COME INDICATORI DI BIODIVERSITÀ NEI VIGNETI Codirosso comune, P. Pedrini – arch. MUSE Giacomo Assandri - MUSE - Sezione Zoologia dei Vertebrati, DISTA - Università di Pavia Mattia Brambilla e Paolo Pedrini - Sezione Zoologia dei Vertebrati In Europa, gran parte della biodiversità terrestre sopravvive in aree dedicata all’agricoltura; di conseguenza, la corretta gestione di queste aree diventa fondamentale per la conservazione della natura. Negli ultimi decenni, l’intensificazione delle pratiche agricole e l’abbandono delle aree marginali stanno minando seriamente l’equilibrio delicato che si è instaurato nei millenni tra produzioni agricole e biodiversità. La viticoltura ha un ruolo di primo piano nel settore primario del Trentino, sia per l’estensione territoriale che la caratterizza, sia per la rilevanza economica che riveste; il vino trentino è, infatti, un prodotto d’eccellenza nel panorama enologico italiano. Nei millenni, la trasformazione dell’ambiente per la coltivazione della vite ha plasmato un paesaggio unico, che presenta numerose peculiarità anche in termini di biodiversità animale e vegetale. La ricchezza di specie selvatiche nei vigneti deve essere vista come un valore aggiunto e non come un ostacolo alla produzione, dal momento che molte di queste specie forniscono servizi ecosistemici unici e inestimabili. Fra questi, il biocontrollo, ossia la rimozione di organismi dannosi per la vite operata dagli organismi (quali gli uccelli) che se ne nutrono, è da considerarsi fra i più importanti. Inoltre i consumatori apprezzano sempre più i vini prodotti con criteri di sostenibilità e un ambiente sano e naturale può presentare possibilità di sviluppo collaterali alla produzione (es. eco-turismo). Per queste motivazioni la Sezione di Zoologia dei Vertebrati del MUSE di Trento da due anni ha intrapreso un progetto di ricerca sulla biodiversità nei vigneti di tutta la PAT, utilizzan- 54 tt 02 giugno - luglio 2016 do come indicatori gli Uccelli, organismi appariscenti e affascinanti, considerati “specie ombrello”, cioè specie la cui tutela garantisce indirettamente la conservazione di molte altre presenti nello stesso ecosistema. Lo scopo della ricerca, ancora in corso, è quello di comprendere quali specie frequentano questo ambiente, come le pratiche agricole e la struttura del paesaggio influenzino la loro presenza e abbondanza e come sia possibile favorirle e conservarle. La ricerca ha rivelato come nelle diverse stagioni dell’anno i vigneti e gli ambienti circostanti ospitano più di un centinaio di specie ornitiche, di cui 59 nidificanti e quindi maggiormente legate al territorio. Tra queste, se ne annoverano alcune estremamente comuni, come il merlo, il fringuello, il tordo bottaccio e il verzellino e altre considerate importanti per la conservazione, come il torcicollo, il codirosso comune, il pigliamosche, l’upupa e lo zigolo nero. Nelle diverse aree, i fattori che più influiscono sul numero e sull’abbondanza di queste specie sono elementi paesaggistici, in particolare la quantità di ambiente marginale diverso dal vigneto presente nella matrice agricola (es. siepi, boschetti, incolti, alberi isolati, muretti a secco non cementati). Anche la gestione agronomica ha un effetto importante: la struttura a Codirosso femmina Foto L. Ilahiane. TECNICA, RICERCA E SPERIMENTAZIONE Val di Cembra, vista da Valternigo su Verla - Foto G. Assandri. pergola, ad esempio, è risultata essere più favorevole rispetto a quella a spalliera. Inoltre, la ridotta dimensione fondiaria, tipica della viticoltura trentina, garantisce un certo livello di eterogeneità ambientale anche nelle aree più intensive, fattore che incide positivamente sulla ricchezza di specie nidificanti e sulla biodiversità in genere. A questo livello d’indagine, non si sono evidenziati effetti positivi della viticoltura biologica sulle comunità di Uccelli. Lo studio ha infatti evidenziato come eliminare i prodotti chimici di sintesi non sia sufficiente per favorire l’avifauna che nidifica nei vigneti, ma come sia fondamentale preservare elementi del paesaggio che ne garantiscano la nidificazione e la disponibilità di prede e altre fonti alimentari. La struttura degli habitat riveste infatti un ruolo ecologico primario e pertanto anche nelle coltivazioni biologiche (come in quelle convenzionali), per favorire la biodiversità, si dovrà prestare attenzione al mantenimento o al ripristino degli ambienti marginali e degli elementi del paesaggio rurale tradizionale menzionati. Oggi l’opinione pubblica è sempre più orientata verso una campagna in cui la produzione agricola sia in armonia con la conservazione della natura. Nel cogliere queste attenzioni, MUSE desidera contribuire alla valorizzazione del territorio agricolo del Trentino, cercando, nel caso specifico di questa ricerca, di dare adeguate indicazioni utili al mantenimento della qualità degli ambienti agricoli e dei loro prodotti. A tal fine sarà sempre più importante rafforzare la partecipazione dei produttori e dei tecnici che quotidianamente vivono e lavorano la vigna, anche avviando un programma di informazione tecnica e di divulgazione pubblica sulla naturalità e il valore ecologico di questi ambienti coltivati. Ringraziamenti MUSE e gli Autori dello studio ringraziano l’unità Viticoltura (CTT - Fondazione Edmund Mach) per la gentile collaborazione e in particolare: Franca Ghidoni, Francesco Penner, Maria Venturelli e Maurizio Bottura. Federico Bigaran (PAT) per i dati sull’agricoltura biologica in Trentino. Tutte le aziende agricole che hanno sostenuto l’iniziativa: Az. Agr. Vallarom, Az. Agr. Zeni, Az. Agr. Foradori, Az. Agr. Redondel, Az. Agr. De Vescovi, Az. Agr. Fedrizzi Cipriano, Az. Agr. Endrizzi-Masetto, Az. Agr. Endrizzi Elio e F.lli e Marco Devigili. Per approfondimenti Assandri, G., Bogliani, G., Pedrini, P., Brambilla, M., 2016. Diversity in the monotony? Habitat traits and management practices shape avian communities in intensive vineyards. Agriculture Ecosystem & Environments, 223: 250-260. Foley, J.A., Ramankutty, N., Brauman, K.A., Cassidy, E.S., Gerber, J.S., Johnston, M., Mueller, N.D., O’Connell, C., Ray, D.K., West, P.C., Balzer, C., Bennett, E.M., Carpenter, S.R., Hill, J., Monfreda, C., Polasky, S., Rockström, J., Sheehan, J., Siebert, S., Tilman, D., Zaks, D.P.M., 2011. Solutions for a cultivated planet. Nature 478, 337-42. Krebs, J. R., Wilson, J. D., Bradbury, R. B., & Siriwardena, G. M. (1999). The second silent spring? Nature, 400(6745): 611-612. Pigliamosche - Foto L. Ilahiane. giugno - luglio 2016 tt 02 55