Grande Festa Siete tutti invitati
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Grande Festa Siete tutti invitati
Periodico della Scuola Media “Bertola” Rimini anno XVIII Giugno 2012 UN LUOGO DOVE LE TUE FANTASIE PIU BELLE DIVENTANO REALTA’ Buio. Silenzio assoluto. Sono solo nella stanza. Invece no, sento qualcuno tossire. E’ caldo: sento il sudore che mi imperla la fronte. Non so dove mi trovo. Ho qualcosa in mano, ma non comprendo cosa. E’ leggero, ma non capisco il materiale di cui è fatto. Mi gira la testa. Cadrei; se non fossi già seduto. Sono seduto su una sedia, penso, ma non ne sono sicuro. Avverto uno strano senso di vuoto nella testa. Non riesco a pensare. Non capisco. E’ buio, non vedo niente. Mi sforzo di ricordare dove sono, perché sono lì. Mi sembra di non essere sulla terra. Questo senso di oblio mi piace, mi fa piacere. Che sia morto? E’ forse il paradiso? Sì, è il mio paradiso. Mi lascio abbandonare in questo strano mondo. L’oggetto che ho in mano sembra formare un tutt’uno con me. Lo tasto, capisco … Un violino! La testa ricomincia a funzionare, mi tornano in mente molte cose. Ma è ancora buio, troppo buio per vedere. Qualcuno di fianco a me si muove. Ci sono molte persone, molto vicine. Una debole luce si accende in una sala. Per quanto sia fioca acceca i miei occhi abituati al buio. Mi guardo intorno. Mi accorgo che mi trovo in una sala grandissima, enorme. Sono su un palco! Moltissime altre persone sono sedute vicino a me. Ognuno ha uno strumento in mano. Un’orchestra! Come una lama fredda questa parola mi penetra in testa. La luce cambia, si concentra tutta verso la mia parte. Devo avere un’aria spaurita perché il violinista vicino a me mi guarda con tono interrogativo. Entra un uomo. Il pubblico applaude. Istintivamente mi alzo in piedi. Mi risiedo, imitato dai miei compagni. La luce và via di nuovo. Solo un fascio illumina una ragazza. Una ragazza bellissima. Una ragazza dolce. Una ragazza minuta ed elegante. La ragazza comincia a ballare. Il violoncello suona un accordo in crescendo. All’improvviso, senza che la mia testa avesse dato l’ordine, le mie dita premono sulla tastiera, la mano solleva l’archetto e, posizionandolo sulle corde, comincio a suonare. Riconosco subito la musica che sto suonando. Tchaikovsky. Il lago dei cigni. La musica si impossessa di me. Una cappa di pace cade su di me. Le dita continuano a muoversi. Su e giù. Destra e sinistra. Mi si chiudono gli occhi. La musica si fa più agitata. Il cuore comincia a battere più veloce del solito poi l’angoscia lascia spazio alla calma. Sono completamente in balia della musica. Urlo. Una voce vicino a me mi chiama:-“Jacopo”. Cado. Apro gli occhi. Sono in casa. Sul pavimento. Vicino al letto. Mia mamma mi guarda preoccupata. Un sogno. Era tutto un sogno. No, non è possibile. Era troppo realistico per essere un sogno. Mia mamma mi aiuta a rialzarmi. Mi calmo. Capisco. Non era un sogno era il mio futuro. Il tetro, ecco dove voglio passare la mia vita. Il teatro … il mio Altrove. Devo arrivarci a suonare in un teatro, in una orchestra. Dovrò fare molti sacrifici, ma ce la farò. Non voglio che il sogno di oggi rimanga solo un sogno. Voglio suonare il mio violino per far provare alla gente le stesse emozioni che provo io quando ascolto la musica. Voglio che anche i loro cuori vadano a ritmo, come il mio. E’ questo il compito della musica: entrarti dentro e non uscirne più. Dovrò studiare, faticare, piangere, ma poi, finalmente, potrò arrivare a suonare tutte le sere la musica che mi piace; so di poter far sì che il mio Altrove diventi realtà. UN’ESPERIENZA ALL’INSEGNA DELLA DANZA Domenica 22 Aprile, io con il gruppo di danza della nostra scuola, siamo andati a Bologna per le nazionali di hip hop. Sì, nazionali, perché avevamo già vinto a Riccione il mese scorso. Ci siamo mossi con il pullman alle 10 e siamo arrivati a Bologna alle11 e 30 circa. Appena arrivati, ci siamo posizionati nel posticino a noi assegnato con il nome della nostra scuola su una sedia. Verso mezzogiorno abbiamo provato un paio di volte e poi siamo andati a mangiare fuori dal palazzetto. Finito il pranzo, siamo tornati dentro e abbiamo guardato le prove degli altri talentuosi ragazzi e abbiamo riso e scherzato. Alle 15:00 abbiamo cominciato la gara, noi eravamo gli ultimi ad esibirci di16 scuole!! Ma è arrivato anche il nostro momento! LA TERRA Granello di vita nell’universo, Progetto Divino nell’immenso perso: la Terra. Oasi di bellezza illuminata dal sole ospiti gli uomini fra la gioia e il dolore. Indigeni del nuovo mondo nel tempo ti hanno amata ma indegni senza onore derisa e saccheggiata. Insensibili senza nome figli di un nuovo Dio non sentono il Mistero pensando al loro Io. I figli tuoi diletti uniti sotto un cielo azzurro non li abbandonare fagli sentire coste bagnate dal tuo mare FRANCESCO ESPOSITO 2a B I RAGAZZI DELLA 1a I 1° Debora Talevi 3D (Il disegno è quello della testata) 2° Oriano Shehu 3F - 3° Steven Madaloni 3G Concorso di disegno l’immagine delle Maglietta 1° Oriano Shehu 3F secondi pari merito Monti Mrianna 3G e Martina Benacci 3H Eravamo emozionatissime e avevamo paura di sbagliare tutto. Però alla fine abbiamo ballato come non mai, non ci avevamo mai messo tanta passione ed energia ed anche la nostra insegnante lo ha detto. Eravamo impazienti di sapere il punteggio che avevamo fatto, tutte ci sentivamo dentro qualcosa che non riuscivamo a spiegare, ma era una sensazione molto bella, dico solo questo. Tutte le scuole erano state bravissime, però solo 9 di queste sarebbero state premiate. Alcuni balli che a me erano piaciuti tanto sono stati scartati, anche se avrebbero meritato di essere classificati. Noi siamo arrivati al terzo posto, che però equivale al settimo, perché c’erano quattro terzi, quattro secondi e un vincitore. Avrei qualcosa da ridere sui vincitori e infatti tutti si sono lamentati; era carino, ma non meritava di vincere, c’erano dei gruppi che erano stati molto più bravi . Anche noi ci siamo rimasti un po’ male, quando hanno detto che eravamo arrivati terzi e anche le nostre due insegnanti speravano che fossimo arrivati un po’ più in alto. Finite anche le premiazioni, ci siamo cambiate e dirette verso il pullman. Siamo tornate a casa verso sera, stanche , ma contente di aver vissuto un’esperienza così bella. SIMONA CENCI 2a H LA VERIFICA DI GRAMMATICA Viktoria Slyusarchuk Fase provinciale delle gare di atletica 1° classificata nel Lancio del Vortex e Corsa 80m Fase Regionale 1° classificata nella corsa 80m Quante emozioni in questa semplice affermazione! Ogni aspetto della persona è importante e anche ciò che ci sembra insignificante dobbiamo imparare a coglierlo e a valorizzarlo come fa un fotografo quando scatta le sue foto. Ma … IO CI SONO … solo con l’aiuto degli altri che fanno gruppo intorno a me, mi aiutano, abbattono il muro di indifferenza e mi prendono per mano facendo silenzio, chiudendo gli occhi e ascoltando il suono delle parole, della musica, il battito del cuore, il mio grido: “IO CI SONO!!” Concorso di disegno per il titolo del Bertolino JACOPO PESARESI 3a D Matteo Arseni 3D Fase provinciale delle gare di atletica 1° classificato nel Lancio del peso, Lancio del Vortex, Corsa 80m Fase regionale 1° classificato nel Lancio del Vortex A TEATRO HO GRIDATO “IO CI SONO” Ciao a tutti, io sono Taluno, un aggettivo indefinito. Sono stato molto utile nel corso dei secoli. Sì, in effetti ero molto popolare; tutte le persone mi stimavano scrivendomi e ripetendomi continuamente. Ma, un brutto giorno, quando mi sono svegliato, ho udito uscire dalla bocca di tutta la gente dei dintorni altri aggettivi indefiniti. Ne uscivano di tanti e strambi, tutti fuor che me! Poco, molto, tanto, parecchio…tutti più nuovi e moderni di me. E da quel giorno ho cominciato a calare di importanza ogni secondo di più. A parte questo, voglio raccontarvi una storia accaduta molto tempo fa. Alquanto, un mio caro amico, ed io eravamo ormai dimenticati e ribadisco dimenticati. Proprio una mattina avevamo la verifica di grammatica. Veramente i bambini di ID avevano la verifica, ma noi decidemmo di andare in ogni caso per metterci in mostra. Per essere presenti almeno in un esercizio, bisognava partecipare al concorso “MISS VERIFICA” durante il quale la prof. Mornati avrebbe scelto gli aggettivi da inserire nel compito in classe. Prima di avviarci a scuola ci vestimmo eleganti, ci lavammo e ci facemmo delle lodi a vicenda ma, quando arrivammo al concorso, ci meravigliammo perché tutti gli aggettivi si erano messi in mostra; erano bellissimi, elegantissimi e, soprattutto, giovanissimi. Erano perseguitati dagli articoli paparazzi e i segni di punteggiatura facevano loro lodi continue. Nel giro di poco tempo arrivò il momento della scelta. La prof ci scrutò attentamente con gli occhi vispi e attenti attraverso gli occhiali rossi e, con aria fiera, disse:-E facciamo sto’ esercizio!-. Miracolosamente entrammo nell’esercizio 4 che consisteva nell’inserire al posto dei puntini 20 aggettivi. Assieme ai più nuovi c’eravamo anche io, Alquanto e il nostro amico Qualsivoglia. Giunti al grande momento della verifica, noi tre eravamo lì, impettiti, pronti ad essere inseriti negli spazi vuoti. Tutti i ragazzi sbagliarono quell’esercizio tranne uno che lo fece bene; l’adolescente in questione aveva scritto proprio noi mentre gli altri ragazzini si erano limitati ai più nuovi e banali. Non a caso quel ragazzo prese 10 e noi tornammo molto popolari. THOMAS GRASSO 1aD CONCORSO LETTERARIO Testo: “Un animale per amico” SCUOLE ELEMENTARI Prima classificata: Francesca Lanci Villaggio 1° Maggio V A Temi segnalati per il concorso: Rosina Amodey Casti 5a A Rachele Gobbi Casti 5a B Margherita Petrini Casti 5a C Giulia Nardini Villaggio 1° Maggio 5a B Luca Di Giovanni Gaiofana 5a A Antonio Capannini Toti 5a A Guglielmo Palmieri Toti 5a B Greta Monti Toti 5a C SCUOLA MEDIA A. BERTOLA CLASSI PRIME Primo Classificato: Matteo Caricato CLASSI SECONDE Prima classificata: Arianna Neri CLASSI TERZE Prima Classificata: Ludovica Caruso 1a C 2a H 3a D I ragazzi del Bertolino vi salutano calorosamente, vi augurano buone vacanze e vi aspettano l’anno prossimo invitandovi a scrivere e a partecipare sempre più numerosi ! Grande Festa di Fine Anno scolastico 2011-12 Sabato 9 giugno ore 15 Giochi, Mercatino, Sport, Torte, Musica, Danza Siete tutti invitati Il ricavato della festa, come di consueto, sarà destinato a finanziare progetti di solidarietà La scuola ringrazia Chiamami Città, la Tipografia Garattoni di Rimini La Banca Popolare Valconca di Rimini La ditta Milo & Co di Viserba di Rimini Consiglio di Quartiere n. 6 giugno 2012 LETTERA ALLA PRESIDE Carissima preside, noi di 2a H vorremmo farle una richiesta: vorremmo avere il prossimo anno la lavagna interattiva. A noi servirebbe moltissimo infatti i nostri prof. cercano sempre la televisione per spiegare meglio le loro lezioni. Anche questa mattina ci siamo trasferiti con la prof. Sammarini in un’aula con la LIM. È stato interessante perché abbiamo approfondito l’argomento scolastico che stavamo facendo. Quando vogliamo vedere un film, siamo sempre costretti a prenotare la TV che la maggior parte delle volte è occupata. Ci piacerebbe tanto averla, anche perché ce l’hanno tutte le terze. È vero, la nostra classe è un po’ piccolina, ma se si levasse una lavagna, ci starebbe anche la LIM. Noi pensiamo di meritarcela perché siamo una bella classe e, grazie ad alcuni nostri articoli del Bertolino, la scuola ha vinto un sacco di premi. A dir la verità, tutto il nostro corso si è sempre impegnato tanto per far trionfare la scuola. Carissima Preside, speriamo tanto che queste dichiarazioni siano sufficienti. La salutiamo vivamente e speriamo che il prossimo anno, quando entreremo in classe, troveremo una bella sorpresa. PER LA CLASSE 2a H - LUCA BARBIANI VISITA ALLA STAMPERIA RUGGINE Il 21 Febbraio siamo andati a visitare la bottega della signora Luzzi, la Stamperia Ruggine, la cui insegna è costituita da una grande tela che campeggia nella vetrina del negozio in via Bertani. La nostra visita ha completato un’attività di laboratorio nell’ambito di un progetto del C.N.A. iniziato con un’intervista alla artigiana che ci aveva raccontato il suo lavoro. Siamo partiti alle dieci di mattina. Per arrivare a destinazione siamo passati per il parco della cava, e, attraversato l’Arco d’Augusto, siamo giunti alla nostra meta. La bottega è un ambiente piuttosto stretto per la lavorazione e per la vendita, ed un retrobottega, è stato quindi destinato alle ultime fasi del lavoro di stampa. Una ripida scala oltre a garantire l’accesso ad un deposito sorregge un complesso di corde, regolato da un sistema di carrucole, alle quali vengono appesi i tessuti lavorati. La signora Sabrina ci ha insegnato come stampare immagini su tela con colori composti da una miscela di farina, aceto, e ruggine, dalla fragranza sgradevole e pungente. Abbiamo appreso che il procedimento è semplice, ma richiede molta attenzione: il colore va versato uniformemente, evitando che si formino grumi nella vasca; dopo di che il timbro di legno va calato perpendicolarmente “come un elicottero e non come un aeroplano” -per utilizzare un’espressione della signora Luzzi- nella vasca del colore. La lentezza, la leggerezza del gesto fa si che lo stampo assuma la tintura uniformemente senza sbavature. Poi lo stampo viene appoggiato sul tessuto e battuto prima lentamente, poi con energia, con il mazzuolo. In seguito il timbro va sollevato e il risultato può essere più o meno soddisfacente. Tutto dipende dall’esperienza. Prima di procedere ad un secondo bagno di colore bisogna pulire il timbro con l’apposita spazzola. Dopo aver osservato l’esempio abbiamo stampato noi stessi scegliendo i timbri che più ci piacevano. C’erano riproduzioni di melagrane, uva, brocche, galli e draghi, tutte immagini tipiche della tradizione romagnola. Abbiamo stampato su delle strisce di tessuto gentilmente regalateci dall’artigiana e su quelle che avevamo portato da casa. I nostri lavori, poiché presentavano qualche imperfezione, sono stati corretti. Per questione di tempo non abbiamo potuto assistere alle ultime due fasi, il fissaggio e la stiratura che rendono definitivo il prodotto. Mentre un gruppo era occupato nell’attività artigianale, il resto della classe guardava un libro che spiegava a grandi linee la storia di quest’arte, che nasce nelle campagne dove veniva prodotta la materia prima, la canapa, pazientemente filata e tessuta dalle donne, ed infine decorata. Poco dopo mezzogiorno abbiamo salutato la signora Luzzi e abbiamo lasciato la sua bottega ricchi di nuove esperienze, consapevoli della bellezza e della creatività di questo lavoro che richiede dedizione, pazienza ed esperienza. DI SABRINA LUZZI CLASSE 2a M Attività scolastiche Pag2 UNA GIORNATA DAI CARABINIERI Il 2 aprile la mia classe, la 1N, ed io siamo andati a far visita alla Caserma dei Carabinieri vicina alla nostra Scuola. Per arrivare da loro siamo andati a piedi e abbiamo attraversato il parco. Siamo stati invitati insieme ad un’altra classe,la 2a H, anche perché in entrambe ci sono dei papà carabinieri. Durante questa visita nella caserma abbiamo visto i cani della SQUADRA CINOFILA che cercavano delle armi che erano state nascoste apposta dai carabinieri. Ci hanno spiegato che i cani di questa squadra hanno proprio il compito di cercare armi (come pistole, mitragliette, fucili e anche esplosivi) e che sono molto ubbidienti, perché sanno che se disobbediscono possono trovarsi in difficoltà e potrebbero anche morire. I cani sono allenati a cercare anche la droga e si esercitano con delle sostanze che hanno un odore simile, ma non sono nocive. Se trovano quello che devono cercare, come premio giocano con una spugna o con un osso. E’ stato molto bello vederli da vicino, perché ci hanno permesso di accarezzarli; anche se all’inizio sembrano cattivi, in verità sono dei teneroni. I carabinieri ci hanno mostrato le loro automobili e ci hanno spiegato come si usano gli strumenti che sono all’interno. Un mio amico, con una specie di telefono, ha parlato con la centrale e poi alcuni di noi sono saliti sulle macchine e sulle moto dei carabinieri. Prima di entrare nella stazione ci hanno fatto una foto. Siamo poi andati al poligono e ce l’hanno mostrato. Le pareti sono di una gomma particolare per far sì che i proiettili, andandoci a contatto, non creino troppi danni. Nella zona del poligono c’è una cabina dove il comandante dà ordini al tiratore. Dopo il poligono siamo andati alla sala operativa che è il cuore della stazione dei carabinieri. Qui arrivano le telefonate della persone che chiedono aiuto o che hanno bisogno. Per prima cosa il carabiniere chiede alla persona che telefona cosa succede, dove si trova, quante persone sono coinvolte nella situazione per cui è chiesto l’intervento, la descrizione delle persone (soprattutto in una rapina o in un furto) indicando l’altezza, il colore dei capelli, se possibile la faccia, la carnagione e come è vestito l’uomo. Queste sono le cose principali da dire ai carabinieri. Se poi chiamano persone straniere, ci sono alcuni carabinieri che hanno studiato le lingue e che rispondono nella loro stessa lingua: è ad esempio successo che ha chiamato una donna francese e lì un carabiniere ha saputo parlare con lei . Poi siamo andati nella sala dove vengono fotografate le persone che devono andare in carcere, vengono riportate le loro generalità e anche il tipo di reato fatto (ad alcuni miei amici hanno fatto questo tipo di foto). Dopo abbiamo fatto merenda ed infine siamo andati a vedere un film sul lavoro e sulla figura dei carabinieri. E’ stato molto interessante perché ci è stato spiegato che i carabinieri sono delle forze armate e sono pronte ad aiutare la gente; ci è stato mostrato che esistono diverse squadre di carabinieri, come la squadra cinofila, e anche che ci sono le scuole per le lingue straniere. È stata una bella giornata. MATTEO PELELLA 1a N L’INCONTRO CON LE FORZE DELL’ ORDINE 9-12-11data da ricordare: E’ giusto mettere a rischio la propria salute per un gioco pericoloso come l’uso dei fuochi d’artificio? Questa è la domanda che ci hanno posto le forze dell’ordine e grazie al loro intervento abbiamo riflettuto sulla necessità di salvaguardare l’incolumità dei giovani eliminando o controllando i fattori di rischio. Il capitano dei carabinieri…Giglio ci ha dato delle informazioni fondamentali sui diversi tipi di fuochi d’artificio e sulla pericolosità di quelli smerciati illegalmente ….Quanti ragazzi si trovano oggi a sopravvivere privi di un arto distrutto dal botto dalla luce accattivante, ma portatore di mille pericoli ? Forse troppi. Gli adolescenti di oggi sono sempre più propensi a rischiare la propria vita facendo giochi pericolosi o addirittura assumendo droghe. Per renderci più consapevoli di quest’ultimo pericolo, i carabinieri ci hanno mostrato un’unità cinofila all’azione e abbiamo visto come, grazie alla collaborazione dei cani anti-droga, si possono rintracciare produttori, spacciatori, e consumatori di sostanze stupefacenti. Ci siamo infine chiesti:” Ci si sente davvero più duri a rischiare la propria vita? O si dimostra invece una buona dose di vigliaccheria per non saper lottare contro ciò che ci vuole distruggere?” Un grazie di cuore a tutte le forze dell’ordine e a tutti gli adulti che si battono per tutelare la salute di noi giovani. LAURA ALTINI-FEDERICA BAIETTI-GIOVANNI DE MARTINO-DAVIDE FRACASSI-NICOLO’GIGLIETTISAHIELA RASCIONATO-REBECCA SCHIRIPPA 3aI IL PROGETTO PERCUSSIONI Il percussionista Michele La Paglia ci ha fatto esprimere emozioni attraverso il teatro e ci ha fatto imparare il valore della collaborazione. Durante il percorso fatto insieme ci siamo divertiti anche se alcuni nostri compagni si sono annoiati ,ma per noi è stato molto interessante; abbiamo scoperto che per fare ogni cosa ci vuole un ritmo e Michele in questi mesi ci ha preparato noi 1H ad uno spettacolo con altre quattro classi 1B, 1F, 1G, 1I.Il nostro spettacolo consisteva dal movimento dei teli attraverso la musica, come in una città dei colori, dove tutti erano felici. Oltre ad uno spettacolo abbiamo fatto un magnifico concerto, dove erano coinvolte tutte le classi e Michele cantava delle canzoni inventate da lui stesso, senza un senso, ma piene di allegria e armonia. Nello spettacolo, la parte che ci è piaciuta di più è stata quella dove tutte le classi suonavano insieme gli scatoloni, coinvolgendo anche i genitori e la preside! Alla fine della recita, la preside e le professoresse si sono complimentate con noi alunni; la dirigente in persona ci ha fatto un grandissimo regalo: ci ha esentato da tutti i compiti per il giorno successivo e noi non ci potevamo credere!!! Alla maggior parte della nostra classe, questo progetto è piaciuto, ma ad alcuni ha annoiato; comunque per noi è stata un’esperienza indimenticabile, da ripetere con Michele e la simpaticissima Rossella, che ci ha aiutato in tutto questo percorso fatto insieme! CLAUDIA FATTORI- BEATRICE POGGI- EMMA ZUCCHETTO 1a H PROGETTO “SCI -AMBIENTE” Caro Diario, finalmente è arrivata la gita più attesa di questi tre anni. E’ stata dura svegliarsi, ma già pronti per andare sulla neve, siamo partiti con entusiasmo. Il viaggio, anche se breve, è stato divertente. Lì era tutto bianco, la neve ricopriva tutto il paesaggio. Anche a Rimini aveva nevicato, ma ormai la neve era tutta sciolta, e ne avevamo già la nostalgia. Nonostante la stanchezza dovuta al viaggio, anche il primo giorno non ci siamo fatti scappare l’occasione di sciare. Dopo una breve pausa, ancora più entusiasti di prima, abbiamo ricominciato ad andare sulle piste. Stanchissimi, siamo andati in albergo e lì ci hanno smistati nelle camere. Alla sera, dopo avere mangiato, ci siamo ritrovati tutti insieme per parlare di quella giornata fantastica. Il secondo giorno siamo tornati nelle tanto desiderate piste dove ci hanno valutati in base alle nostre capacità, una volta divisi nei vari corsi abbiamo incominciato a imparare nuove tecniche sciistiche. Già dal secondo giorno ci conoscevamo tutti e al rifugio mangiavamo tutti insieme, a caso non per classe! Pur essendo buono il cibo era sempre quello: cotoletta e patatine. La sera, essendo l’ultimo giorno di carnevale ci siamo travestiti improvvisando. Il penultimo giorno cominciavamo ad essere un po tristi poiché erano stati dei giorni davvero divertenti. Dovevamo dare il meglio, anche perché il giorno dopo ci avrebbero consegnato i pagellini, in più nel corso degli “avanzati”, ci avrebbero ripreso mentre sciavamo. Abbiamo anche quel giorno sciato di continuo e così anche per il quarto. Quei quattro giorni sono stati davvero fantastici penso per tutti, e spero, che anche le altre classi che parteciperanno al progetto “Sci-Ambiente” si divertano, imparino e stiano bene come abbiamo fatto noi… Caro diario, ti auguro di fare un’esperienza così divertente e così utile, perché dà la possibilità a tutti di sciare e di divertirsi insieme. ILARIA GALLI- ELENA DAVANI - LUISA LIGUORI III B IL DDT DDT? Che sigla strana! Eppure si tratta di una creatura molto diffusa che si aggira indisturbatamente nelle nostre città. Senza accorgercene, anche noi potremmo assomigliare a questo strano esemplare. Si tratta infatti del “drogato da telefonino” che potrebbe fare di tutto pur di non perdere la cosa più preziosa al mondo: il suo cellulare. In realtà il dramma non è il telefonino in se, ma la dipendenza, cioè il non saper rinunciare all’uso di questo macchinario moderno nei luoghi più improbabili e nelle situazioni più scomode: questa è l’etimologia della sigla DDT. Abbiamo infatti colto sul fatto uno di loro mentre si “arrampicava” furiosamente sulle pareti di una tavernetta di campagna, alla ricerca del segnale perduto. Dovete sapere che il DDT ama aggirarsi nei quartieri urbanistici dove il segnale è alle stelle, se per caso dovesse trovarsi in un campeggio di montagna non oserei chiedermi cosa farebbe pur di averne un po’. Mai DDT ha anche altri problemi: in caso gli finisse il credito, preso da un attacco di panico, preleverebbe la maggior parte dei suoi risparmi per fare una mega-ricarica. Ma cosa succederebbe se questa operazione non si potesse compiere? Probabilmente lo vedreste buttarsi da un ponte per la disperazione, sbraitare contro un povero barbone o infilare la testa in un alveare. Ma tutto questo non potrebbe superare la tortura più grande per uno di loro: quella di trovarsi legato ad una sedia e non poter rispondere al trillo provocante del suo telefonino. Sicuramente impazzirebbe qualsiasi condizione pur di poter raggiungere il suo amato cellulare. Ma ATTENZIONE! Cari coetanei, non vi spaventate se trovate un DDT impazzito per la strada: contattate immediatamente i carabinieri!!! AGUSTINA AMODEY2a B- SAHIELA RASCIONATO 3a I Attività e cronache scolastiche giugno 2012 INCONTRO CON L’AUTRICE LIA LEVI Dopo aver dedicato il nostro laboratorio di lettura al romanzo “Una valle piena di stelle”, martedì 13 marzo noi della terza D abbiamo avuto modo di incontrare l’autrice Lia Levi presso il Teatro degli Atti insieme con altre scolaresche di Rimini. La scrittrice oggi ottantenne, si è ispirata nei suoi diversi romanzi alla propria biografia e a quella di suo marito, entrambe perseguitati in quanto Ebrei durante la seconda guerra mondiale. Nel libro da noi letto si parla del viaggio di una famiglia di Ebrei italiani che, a seguito delle leggi razziali, si vede costretta a fuggire in Svizzera sotto false generalità. Molte sono le difficoltà e le delusioni che affronta la protagonista quattordicenne Brunisa, come quella di separarsi dalle persone conosciute di volta in volta a causa dei continui trasferimenti a cui è costretta. Ciò avviene anche col suo amico del cuore, che deve andare in Canada per ricongiungersi con i suoi unici familiari superstiti, mentre lei potrà tornare a Genova, sua città d’origine. L’autrice ha da sempre scritto l’urgenza di narrare gli orrori della guerra e dell’olocausto per far si che questi restassero nella memoria di tutte le generazioni, così i suoi libri non sono solo storie ma sono storia! Per esempio mentre “una valle piena di stelle” è un testo ispirato alla vita del marito dell’autrice, “Una bambina e basta” è strettamente autobiografico, ma entrambi raccontano le mille peripezie degli Ebrei perseguitati. Abbiamo avuto a disposizione molto tempo per porle le nostre domande ispirate non solo dalla lettura del libro, ma anche dalla nostra curiosità sul suo lavoro, quello di scrittrice, che è molto affascinante. Inoltre gli espedienti narrativi devono essere calibrati in funzione dell’età del lettore; per esempio il linguaggio fiabesco deve essere utilizzato solo per i molto piccoli, fino agli otto anni. Un aspetto determinante è poi quello delle illustrazioni poiché per i bambini spesso sono esplicative. I nomi dei migliori illustratori sono pochi e ciascuna casa editrice cerca di accaparrarsi quelli con una grafica più accattivante spesso per fini commerciali. L’ autrice, quindi, per quanto contenta delle illustrazioni di Desideria Guccciardini, vorrebbe che ci fossero più libertà e più calma nella scelta dell’ illustratore. Soprattutto dobbiamo pensare che questi libri spesso raccontano di nostri coetanei che hanno vissuto realmente certe difficoltà senza potersi sottrarre, quindi leggerne il racconto non richiede poi tanto coraggio! In effetti a proposito, l’autrice ci ha introdotti con poche parole nel clima familiare in cui venivano cresciuti i bambini della sua generazione: protetti dalla realtà dai loro genitori. Spesso la verità veniva detta loro solo se non se ne poteva fare a meno, comunque senza spiegazioni ed edulcorata a seconda del livello sociale (i bambini più agiati vivevano in una realtà iper - ovattata). Ciò avveniva perché si pensava che, sino ai sedici anni, i giovani non capissero i ragionamenti dei grandi ed inoltre non c’era la mentalità di coinvolgerli nelle vicende della vita di tutti i giorni. In più il regime imponeva col terrore e il consenso più totale. Questo ci ha fatto capire quanto i ragazzi fossero inconsapevoli di ciò che stava accadendo loro durante la II Guerra Mondiale. I criteri di segregazione razziale, letti su un manuale di storia, per quanto ben scritto, sono un elenco arido, pochi punti che ogni studente di terza media è tenuto ad apprendere; quando però a parlartene è chi, attraverso quei criteri, ha visto stravolta la propria vita e quella della sua comunità, cambia tutto e resta solo un senso di assurdità; per esempio: se eravate figli di due Ebrei eravate spacciati; se i genitori erano uno ebreo e l’ altro “ariano” avevate due possibilità o professarvi cristiani, salvandovi, o dichiararvi ebrei ed erano guai seri… Questa contraddizione nasce dal fatto che le leggi razziali non avevano alcun fondamento biologico, ma erano un insieme di comportamenti discriminatori gratuiti. Ciò emerge dall’ esperienza che Lia Levi ha vissuto direttamente, mettendosi in salvo in un convento di suore e cercando di rendere credibile la sua copertina fingendosi cattolica pur di sfuggire ad un eventuale rastrellamento. Così, per fortuna né l’ autrice né suo marito hanno vissuto direttamente l’ esperienza della deportazione e dei campi di sterminio. Dalla fine della Guerra l’ autrice, pur non essendo praticante, vive attivamente all’ interno della comunità ebraica come direttrice del mensile d’ informazione ebraico Shalom ed è sempre in prima fila nel ricordare le vittime della Shoa. Parlare con Lia Levi ci ha trasmesso un sentimento sincero di perdono nei confronti di chi aveva applicato le leggi razziali magari solo per dovere, senza essere affatto convinto della loro opportunità… Credo che la comunità ebraica abbia dato, in questo modo, l’unico insegnamento positivo che l’ umanità possa trarre dall’olocausto. LEONARDO LAVOSI 3a D Pag.3 LA SCUOLA DI IERI GIOCHI DELLA GIOVENTU’ Giovedì 19 aprile 2012 io, Leo e Castaldi con ragazzi di altre classi siamo andati allo stadio di Riccione; siamo partiti alle ore 8.00 del mattino e siamo arrivati alle ore 08.30. Quando siamo arrivati allo stadio, ci siamo messi a sedere sulle gradinate ad aspettare il nostro turno. Verso le 10.00 ci siamo andati a riscaldare e verso le 10.30 abbiamo incominciato le gare. Ero timido e mi vergognavo molto e dentro di me pensavo di non farcela a lanciare il vortex, ed alla fine ho fatto il mio record maggiore di 28,68 m. Tutti mi guardavano e mi facevano i complimenti e io mi ero emozionato perché mi applaudivano e mi dicevano che avevo fatto un bellissimo lancio. Finita quella gara ne dovevo fare un’altra: il lancio del peso; anche quella gara non era facile, anzi era la più difficile perché dovevo lanciare una palla di ferro che pesava 2 kg., è come lanciare una boccia. Anche nel lancio del peso mi vergognavo tanto perché era una gara importante e difficile. Quando toccò a me, prima di lanciare mi hanno spiegato dove si doveva tenere la mano e poi ho lanciato ed ho fatto 8 metri e 30 cm e tutti mi hanno detto che ho fatto un bellissimo lancio e che mi ero impegnato molto. Finita anche la gara del lancio del peso, ho aspettato fino alle 11.30 per fare gli 80m. Tutti tifavano per me e gridavano tutti insieme il mio nome ed il mio cognome. Io correvo alla massima velocità, più veloce che potevo e infatti ce l’ho fatta ad arrivare primo. Finiti gli 80 metri, abbiamo aspettato fino alle ore 12.00 per le premiazioni. Io sono stato il primo a salire sul podio e mi hanno messo la medaglia d’oro. Finite le premiazioni, la Doriana ha chiamato i miei genitori dicendogli che avevamo finito le gare e potevano venire a prendermi. È stata una bella esperienza, c’era un bellissimo sole ed era molto caldo. Ora aspettiamo che ci dicono quando ci saranno i regionali allo stadio di Bologna. MATTEO ARSENI 3a D ATLETICA, LA MIA PASSIONE A me piace tanto l’atletica, infatti ad ottobre quando mi sono iscritta ho subito capito che era lo sport giusto per me. Giovedì 19 Aprile ci sono stati i Giochi della gioventù, cioè i giochi sportivi studenteschi, ai quali tenevo particolarmente. Arrivati a Riccione ci siamo seduti sugli spalti dello stadio e una signora ci informava sugli orari delle varie gare, la mia sarebbe stata una delle prime. Quando ho sentito chiamare “corsa veloce 60 m” ho provato molta paura e timore, ma nello stesso tempo ero emozionata e contenta di essere li. Ero molto stressata, tutti mi dicevano di stare calma ma io non ci riuscivo. Quando finalmente hanno dato il via, è come se avessi volato senza pensieri. Riproverei tutti i momenti di quella gara. Dopo tutte le altre gare c’è stata la premiazione sul podio dei primi tre posti . Quando ho sentito chiamare il mio nome sono stata molto felice e sorpresa, non immaginavo di essere arrivata terza con tutte le più brave delle scuole di Rimini e provincia anche con la staffetta siamo arrivate terze!!!Sono molto orgogliosa delle due medaglie vinte. L’IMPORTANZA DELLE PAROLE UNA GRANDE EMOZIONE LA DANZA La danza per me è la passione più grande del mondo; è voglia di vivere! Quando ballo sul palco sento l’adrenalina che aumenta e non smetto di sorridere almeno fino alla fine dello spettacolo; la danza per me è stare in compagnia facendo ogni giorno nuove conoscenze e imparando passi nuovi; con la danza riesco anche a sfogarmi e a togliermi tutti i problemi di legno poste sotto; la lavagna sicuramente non era interattiva come la nostra, ma era staccata dal muro, tenuta in piedi da un piedistallo con delle ruote. Chi faceva arrabbiare il professore, se faceva una cosa da poco, gli venivano bacchettate le mani, se, invece, faceva qualcosa di più grave veniva posto dietro alla lavagna inginocchiato sopra a dei ceci e vi assicuro che faceva molto male! Si scriveva con un pennino che veniva bagnato in un piccolo barattolo di inchiostro e bisognava stare molto attenti a non sbaffare e a non sbagliare perché non si poteva cancellare; al centro della classe c’era una stufa a legna per riscaldare nei giorni più freddi. Le classi erano numerose e non erano miste come le nostre, cioè maschi e femmine insieme, ma una classe composta da maschi e una composta da femmine. La scuola era dura, ma sono riusciti tutti a frequentarla, quindi noi non ci dobbiamo lamentare della nostra scuola, basta pensare alla scuola dei nonni. GIORGIA CALCINELLI 1a H MARIA ELENA MAGNANI I H Il giorno 20 dicembre 2011 dovevo fare uno spettacolo di danza, secondo me, importante perché dovevo eseguire un assolo che non avevo mai fatto. Un assolo è quando sei solo tu sul palco a ballare; nel mio caso dovevo danzare una variazione di danza classica sulle punte tratta dal balletto “Don Quixotte” che si basa sul famoso romanzo di Miguel de Cervantes dal titolo “Don Chisciotte della Mancia” La mia variazione era trattata dal terzo atto quando Kitri, la protagonista, sposa Basillo, l’altro protagonista. Per me era la prima volta ed ero molto spaventata. Verso le diciotto e quarantacinque sono partita da casa per andare in teatro a fare alcune prove; sono arrivata lì e mi sentivo molto preoccupata: ero ansiosa e avevo paura di sbagliare tutto. Ho iniziato a fare delle prove e mi cedeva la caviglia, non riuscivo a finire la variazione, poi la mia insegnante ha detto a me e alle mie compagne che potevamo andare a prepararci per lo spettacolo. Arrivate nei camerini, abbiamo iniziato a parlare delle nostre emozioni del momento e di quello che avremmo dovuto poi fare sul palco. La tecnologia rende bella e interessante la scuola; per esempio è più bello fare lezione con una LIM (lavagna interattiva multimediale) che con una lavagna semplice, ma proviamo a pensare alla scuola dei nonni, la scuola più di sessant’anni fa, come era la scuola a quei tempi? Sicuramente non è come quella di adesso, basti pensare a quanto erano più severi i professori o dalla disposizione dell’aula. L’insegnante sedeva in una cattedra posta sopra ad una pedana, quindi più in alto degli alunni per poter avere maggiore controllo sulla classe. I banchi erano più lunghi perché in uno si dovevano sedere due ragazzi e per sedersi c’era una panchetta attaccata al banco da delle assi di Dopo qualche minuto è arrivata un’insegnante a darci la scaletta; vedemmo che io ero la prima tra tutte e che dovevo “aprire” il secondo tempo. Mi agitai perché non ero sicura di sapere abbastanza bene la variazione perché l’avevo imparata in poco tempo e avevo paura che non mi si aprisse il ventaglio quando dovevo farlo (nel mio pezzo dovevo ballare con un ventaglio!). Mancavano 10 minuti all’inizio dello spettacolo e la tensione aumentava sempre di più, allora la nostra insegnante venne a tranquillizzarci. Iniziammo a ridere a scherzare e la mia paura si trasformò in coraggio. Poi toccò a me ballare e andai dietro alle quinte a prepararmi; iniziò la musica ed entrai in scena, come previsto iniziai a ballare e cercai di dare il meglio di me. Finii di danzare e quindi uscii dal palco. Mi sentivo sollevata, ma allo stesso tempo volevo tornare sulla scena ripetere il pezzo mille volte, mi ero divertita molto! Questa esperienza mi è servita molto per superare le mie paure. ASIA RIGHI III D dosso, scaricando le mie energie nel ballo. Ci sono molti tipi di danza: classica, moderna, hip-hop… quella che mi affascina è la danza classica, ma quella che pratico è danza moderna che mi piace ugualmente. In poche parole la danza è la mia vita, per me è importante, per me è emozione… GIORGIA ARLOTTA 2a H Vorrei fare un piccolo appello a tutti i ragazzi che stanno tutto il giorno al computer e preferiscono parlare su facebook o su altri Social Network più che parlare direttamente con la persona interessata. Piccola premessa: non sto facendo una critica a nessuno. Succede spesso che noi ragazzi preferiamo parlare tramite computer o cellulare più che faccia a faccia, ma non ci accorgiamo di quanto sia importante capire i sentimenti del nostro compagno di schermo. La prima cosa che dico è che magari quando parli con una persona tramite computer ci si può fraintendere e possiamo capire una cosa per un’altra e magari anche litigare per una stupidaggine. La seconda cosa è che se non si parla faccia a faccia non si capiscono i sentimenti altrui, perché sul computer si può far finta di essere tristi per un amico, ma per poi gioire alle sue spalle. La cosa più importante però è sapere con chi si parla, perché non si sa mai se al di là di quello che ci fanno credere certe persone si trovi in realtà un hacker o qualcuno che non ha 12-13 o 16 anni, ma una persona anche più grande! Questo è solo un piccolo consiglio: preferite le parole! SIMONA CENCI II H A SCUOLA… DAI MIEI NONNI Quest’estate sono stato in vacanza in Sicilia dai miei nonni. Mia nonna, dato che ha il forno a legna, mi ha chiesto se l’aiutavo a fare il pane. Ci siamo alzati molto presto, siamo andati nella sua cantina e abbiamo messo farina, acqua, lievito e sale nell’impastatrice e abbiamo formato l’impasto. Con l’impasto la nonna ha modellato una ventina di pagnotte e una l’ha lasciata fare a me. I pani li abbiamo lasciati a lievitare tra due coperte. Mentre il pane lievitava, il nonno ed io abbiamo preparato il forno. Abbiamo messo dei rami d’ulivo dentro, e li abbiamo accesi. Il nonno mi ha spiegato che il forno era pronto quando le pareti sarebbero state bianche. Quando fu pronto, il nonno ha lasciato spegnere il fuoco, che diventò brace. Poi la nonna, con una scopa di saggina bagnata, ha tolto la brace e la cenere e ha pulito il forno. In seguito ha infarinato la pala e, ad uno a uno con gesti leggeri e veloci, ha riposto i pani nel forno. Dopo mezz’ora circa, ha cambiato posti ai pani che si trovavano davanti, mettendoli più in fondo. Dopo 45 minuti circa il pane era “cotto a puntino”. La nonna ha tirato fuori i pani con la pala e li ha riposti in una cesta. Erano profumatissimi e dorati. A pranzo li abbiamo mangiati caldi con olio, sale e pepe. Ringrazio la nonna Maria per questa esperienza così istruttiva. Ah, se la scuola fosse così! La frequenteremmo tutti più volentieri! EMANUELE MICALE 2aH Poesie... racconti... recensioni giugno 2012 AMICO VUOL DIRE… Amico vuol dire stare in compagnia, amico vuol dire tanta tanta allegria. Amico vuol dire dammi la mano, amico vuol dire non starmi lontano. Senza un amico la felicità si leva di torno, perché un amico è una pianta che va innaffiata ogni giorno. Va curata con onore e coltivata con amore Amico caro, tu sei la mia vita, io ho ottenuto la tua fiducia ed ora ce l’ho tra le dita. Se sentissi quanto mi batte forte il cuore quando premo con la mano, tutti i momenti brutti e le esperienze tristi fuggono via lontano. E sai perché batte così? Perché il mio amore per te sta tutto qui! ILENIA CALISINI IB LA ROSA SCARLATTA IL CAPODANNO Oh rosa scarlatta, col tuo colore intenso col tuo profumo delicato riempi l’immenso quale incenso appena bruciato. La tua immagine soave, assieme al tuo regal portamento già mi portan via su una nave e mi trascina via, il vento. Ma non c’è rosa senza spine, e come un pugnale la tua spina m’ha punto così le armi tue assassine m’han colpito al cuore: il mio momento è giunto! Ma in preda al rimorso Hai perso il tuo rosso E implorando soccorso Diventasti bianco osso. Iniziasti a scolorire, e presto tu venni a sapere che eri destinata a morire, appassire e cadere. Così tu mi feristi, oh rosa scarlatta ma avendomi perso insieme perdiam rosso. C’E’UN TRENO… C’è un treno che passa ogni giorno in uno stato diverso: Lunedì passa in Africa a portare un carico pieno di speranza; Martedì passa in Germania e porta un carico colmo di allegria; Mercoledì arriva in Afghanistan e lascia tanta pace; Giovedì la sua meta è la Russia e le regala sorrisi; Venerdì passa in Libia lasciando forza e pazienza; Sabato arriva in Francia scaricando un po’ di cultura; Infine domenica si ferma e nella nostra bellissima Italia e riposa… GIORGIA ARLOTTA 2a H L’AMORE Che cos’è l’amore???? Alcuni dicono che sia qualcosa di magico; altri dicono che non si vede; per altri invece è la cosa più bella del mondo. Tante persone dicono che non ci sono parole per descriverlo; altri dicono che ci vorrebbe un dizionario intero per riassumerlo. C’è chi lo ricambia e chi lo sostiene, c’è chi fa di tutto per mantenerlo saldo. È una cosa che dura più di ogni altra cosa, e che ci fa sognare. Il Capodanno si festeggia ogni anno, amici, giochi, dolci e spuntini, giocando fino a tardi anche più piccini. Balli sfrenati, scherzi, taboo, insomma qui non si finisce più! C’è un gran caos, tanta allegria, nessuno vorrebbe più andar via. A un certo punto arriva un bambino, con in mano un grosso panino: è un po’ smangiucchiato e sbriciolato, sporco di tanto sciolto cioccolato. Si getta tra le braccia della mamma che gli canta la ninna nanna. Ecco che tutti mettono a posto, sedie, tavoli e perfino l’arrosto. La casa risplende, non c’è che dire è ora per tutti di andare a dormire. Saluti, baci e ancora un abbraccio si sale in macchina: fuori c’è il ghiaccio. Si arriva a casa stanchi e assonnati, si infila nel letto un poco stremati. Qualcuno decide di far colazione e così un altro anno è andato in pensione! SILVIA CIUFFOLOTTI 2a H “IO PUZZLE” “Io puzzle” Allegro, malinconico, tenero e arrabbiato, timido, forte, sensibile e colorato. Mille pezzi, un solo me. Non è facile unirli, non so perché. Ma con un po’ di attenzione Puoi trovare la soluzione. E costruire il quadretto di un bambino perfetto. CARLO EMILIO DE DONATO 2a D IL PIANOFORTE Io ho un oggetto, il più prezioso che ci sia, basta un tocco ed ecco che ti senti portare via dal vento dei tuoi pensieri tra quei tasti bianchi e neri. E le tue mani ballano allegramente, saltellando spensieratamente non vorresti mai più tornare alla tua normale vita reale. Vorresti rimanere al pianoforte suonando note lunghe e corte. ILENIA CALESINI 1a B GABRIEL GIANNINI 2aD L’OMBRELLO IL FIUME Il fiume nasce Il fiume scorre Creando anse e sponde Fiume immissario Ma anche emissario, fiume che sfocia ad estuario. Foce a delta Per lo più c’è scelta! Fiume affluente che scorga dalla sua sorgente. Lungo serpente Che porta acqua alla gente. FEDERICO ZANOTTI I D MA PER TUTTI È QUALCOSA DI CUI NON SI PUO’ FARE A MENO E CHE OGNI GIORNO ACCOMPAGNA LE NOSTRE GIORNATE Pag4 Sempre cara mi fu la scuola Bertola Dove il tempo si ferma e poco vola. E questi libri che di viver mi fan passar la voglia Ogni volta mi angosciano al varcar della sua soglia. Ma sedendo e guardando al di là finestra Mi accorgo di quanta vita sia celata fuor di essa; e aspetto con ansia lo scoccar dell’ora ma…ahimè! Sognavo! Alla prima siamo ancora! Ma ancor serrato in questa cupa cella Un miraggio mi arriva: il suon della campanella! Si liberano i pensieri, la mente vola via Inforco la mia bici e me ne vado a casa mia! In questa libertà, si affogano i problemi Che sono fastidiosi come malvagi eritemi. Il Nostro Amico Sole All’alba sorge e si siede sul mio letto io apro gli occhi e gli sorrido con affetto. È davvero instancabile nel suo lavoro scalda e splende più dell’oro. Accende i colori, asciuga la brina si ferma a baciare ogni piantina. SEMPRE CARA MI FU LA SCUOLA BERTOLA LUCA SEMPRINI III H VALENTINA GUERRA 1a D MARCO GHINELLI 1a D LUCA BARBIANI 2a H LA PRIMAVERA HO FATTO UN SOGNO L’AMICIZIA L’amicizia è come una stella alpina… veramente rara nel trovarla difficile coglierla dal suolo senza pungersi. L’amicizia un insieme di emozioni forti brutte o cattive l’amicizia è come una rosa va custodita di giorno in giorno aspettando che maturi i frutti. ALESSANDRO PIOGGIA 1a H Ho sognato di tornare bambino sì, ero tornato piccolino: mi guardavo intorno e facevo il girotondo. Guardavo il mondo. Facevo domande senza avere risposte. Crescendo son riuscito a rispondere a quelle domande ed esse costituiranno il mio presente e il mio futuro. ALLE SARR 3a D I semi han giocato a nascondino Ma ormai sbucan fuori pian pianino, la terra di verde colorano e un belvedere ci donano. Dagli alberi come per magia i germogli, per nascere, trovan la via. Il cielo azzurro è trasformato, da un tiepido sole riscaldato. Ma la volta celeste è macchiata dal volo di una rondine appena tornata. E come l’orso che dal letargo si sveglia ed esce dalla tana con meraviglia, così i bambini posson tornare, finalmente, in un parco a giocare. EMANUELE MICALE 2a H L’ACQUA Limpida, cristallina, paradiso di pesci e coralli, disseti uomini e campi. Limpida, cristallina, scorri per monti e valli, a volte procurando danni, ma tu sei innocente, è l’uomo che a volte agisce da incosciente. LA MIA GATTA BIANCA E NERA La mia gatta bianca e nera, corre e salta dalla mattina alla sera. È una pazza scatenata, e sposta i tappeti per tutta la mattinata. Non è come tutti gli altri gatti che dormono e ronfano come matti. Pelo morbido e setoso è un piacevole voluttuoso! “Dio ha creato il gatto per dare a noi umani la possibilità di accarezzare “la tigre” ed è proprio vero! CONSUELO PACINI 1a D LA NOSTRA NATURA Morbide, soffici, leggere, fanno diventare il cielo un magnifico dipinto ecco le nuvole! Preferite la luna? La regina della notte? Illumina le tenebre e fa sognare i cuori! Oppure volete le stelle? Indipendenti e misteriose mostrano il cammino del nostro e splendido destino. La natura vi offre i colori di un sogno: l’arcobaleno. Un ponte ultra terreno una gioia in technicolor. DESIREE ERBETTA 1a D IL TRAMONTO Trasparente fluttua nel mare come una silenziosa farfalla. Pian piano immerge il suo corpo leggermente senza fretta nell’infinità marina. Le spalle calde accarezzano l’ultima onda stanca. I fasci luminosi si immergono gradualmente nel freddo oceano mentre tutto il mondo tace ed assiste a questo incantevole spettacolo. UNA CLASSE IN RIMA Becchimanzi Leonardo corre veloce come un ghepardo Bortolot Mattia con un suo gran ruggito manda tutti via Brolli Matteo quando parla sembra Rocco Papaleo Giorgia Calcinelli non ama il rally Matteo Cavallaro ha una grinta da giaguaro Colonna Martina secondo il prof. Bianchi è molto carina Desiderio Lorenzo ha il padre dottore, penso Chiara Esposito tiene i suoi cari soldi al deposito Fabbri Lorenzo è amico di Iacchetti Enzo Claudia Fattori non ha detentori RITA DI PUMPO 2aH Garofali Michele ama i crostacei con le chele Denis Gogoli alla partita ha conosciuto il famoso Poli Mariaelena Magnani adora i cani Marcoccio Angelo non è di certo un angelo Christian Olivieri non ha occhi neri Pioggia Alessandro ama dormire e mangiare sotto un oleandro Beatrice Poggi non morirà di certo oggi Rossi Federica non è mai andata in costa Rica Samuele Sapucci con un destro ha steso Panicucci Omar Seyam stima Goku Supersayan Ye Filippo mangia un calippo Zangheri Sofia secondo noi diventerà pia Ricordo quel giorno come fosse ieri ricordo quel giorno che sono stata strappata alla Emma Zucchetto dorme solo e sempre nel suo letto. ALESSANDRO POGGIA- ANGELO MARCOCCIOmia famiglia DENIS GOGOLI-LEONARDO BECCHIMANZI 1aH ricordo quella speranza di aiuto ricordo quel taglio di capelli che mi ha straziato il cuore ricordo quel pigiama e quel numero impresso nella mia anima ricordo quelle lacrime che mi tagliavano sempre il viso Mi ricordo l’inferno in quella scuola. ricordo quel sole che mi picchiava la testa mentre Mi ricordo la paura dei bambini che entravano. lavoravo Mi ricordo le maestre che urlavano. ricordo quella vita mai vissuta. Io ricordo ancora e non riesco a dimenticare. RICORDO MI RICORDO RITA DI PUMPO 2a H CONSUELO PACINI 1a D CHIARA ESPOSITO 1 a H PARODIA DELLA DIVINA COMMEDIA Nel mezzo di cammin di nostra vita Mi ritrovai per un’autostrada oscura Ché il Tom Tom si era smarrito. Ah quanto a dir qual era è cosa dura Esta autostrada selvaggia e forte Che nel pensiero rinnova la paura Tant’è amara che poco più è morte; ma per trattar dell’auto ch’ivi trovai, dirò de l’altre de la polizia che v’ho scorte. Io non so ben ridir com’i v’entrai, tant’era pien di sonno a quel punto che la superstrada abbandonai. Ma poi ch’i fui al piè di Milano giunto, là dove terminava quell’autostrada che m’avea di paura il cor compunto, guardai in alto, e vidi le sue spalle vestite già degli aerei dell’aeronautica che vola dritto altrui per ogni calle. Allora fu paura un poco queta Che nel lago del cor m’era durata L’ora che passai con tanta pietà. E come quei che con lena affannata, uscito fuor dal pelago a la riva si volge a l’acqua perigliosa e guata, così l’animo mio ch’ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo casello che non lasciò già mai persona viva. Ecco come finisce il mio canto (parodia) che ho imitato da Dante Alighieri (in realtà lui ha imitato me!). MICHELE CUCCI II H Poesie... racconti... recensioni Attività scolastiche giugno 2012 STRANALANDIA Anche la nave “1a B” trasportata da una impetuosa bufera colò a picco. Io ero sopra la barca insieme ai miei compagni; noi avevamo banchi, sedie, matite e colori per disegnare la cartina del posto. Dopo un lungo viaggio erano finite le scorte di cibo, erano rimasti solo alcuni trucioli di matite e qualche gomma; eravamo riusciti a sopravvivere! Due ore dopo il nostro compagno aveva avvistato una striscia di terra bianca; noi impazienti abbiamo guardato la cartina ed in effetti era vero eravamo vicina a Stranalandia! Allora emozionati ci siamo avviati verso questo buffo posto. Arrivati in questa strana natura abbiamo visto animali di tutte le specie possibili e immaginabili: IL CAVAPULPE : Cavallo Pumalus Volpe. Il cavallo più pauroso dell’isola. Basta che ti avvicini solo di tre metri e lui emette nitriti fortissimi. Di solito è meglio fargli le foto di giorno, perché di notte danneggia il lupo, allontanando i graziosi e indifesi coniglietti. Lui è il puma più grazioso dell’universo: con una criniera bianco latte e un dorso brillante e meraviglioso. Fortunatamente è la volpe meno furba del villaggio, perché con la coda non può fare più di tanto! ROSA RIGHETTI I B IL GATTOGLIO Questo fantastico animale è un ottimo cuoco come infatti lascia supporre la parte finale del nome, oglio, aglio. Se vedete un mare a Stranaland sappiate che non è alimentato dai fiumi o da falde acquifere, ma dal pianto del Gattoglio quando prepara squisiti cibi alla cipolla. L’animale ha il corpo da coniglio e il muso da gatto. Esso ha grande fantasia e gli piace scherzare. Capirete ben presto perché dico questo: organizzò una gara di “salto in lungo”, o almeno una specie. I concorrenti dovevano saltare il fiume senza toccare l’acqua, con un salto. Un grazioso gatto, il primo concorrente, ci riuscì senza problemi. Anche il cane e il coniglio non trovarono alcuna difficoltà. Era il turno di un grande leone che pensava di aver già vinto. Così l’astuto Gattoglio chiese ad esso di chiudere gli occhi e sbucciò una cipolla, tutti si misero a piangere e riempirono il fiume, che sbavò fino a un metro. L’agile leone non riuscì a evitare la sbavatura. Così esso fu eliminato. Al termine della gara il gatto, il vincitore, ringraziò il Gattoglio.Questo andò al parco e si mise a dormire. La mattina si svegliò e mangiò i suoi cibi preferiti, la palma, le carote e i croccantini. CAPPUCCETTO ROSSO E BIANCANEVE DUE STRANE AMICHE Un giorno, Cappuccetto Rosso decise di andare a trovare la nonna, che abitava nel bosco. Mentre camminava incontrò il principe azzurro con il suo cavallo: era molto triste; lei allora gli chiese: “perché sei infelice?”. E lui rispose: “Dovevo andare da Biancaneve, ma mi sono perso.” Cappuccetto Rosso, gli disse che lei conosceva bene la strada, poiché Biancaneve era una sua amica. Il principe azzurro la fece salire sul suo cavallo, ed andarono verso la casa di Biancaneve. Dopo un po’, videro i sette nani che chiedevano aiuto ed erano disperati; Cappuccetto Rosso e il principe azzurro chiesero ai sette nani il perché del loro sconforto, e loro risposero che Biancaneve si era trasformata in una rana. Allora si diressero tutti verso la casa dei sette nani, e li c’era la rana, che in realtà era Biancaneve. Cappuccetto Rosso allora, iniziò a pensare ad una soluzione…dopo un po’ bussarono alla porta i tre porcellini, che raccontarono del lupo, che con il suo soffio, gli aveva distrutto le loro casette. Il principe azzurro, raccontò loro di Biancaneve, e loro dissero che conoscevano una fata che, sicuramente, avrebbe trovato una soluzione. Così tutti quanti, compresa la rana, si avviarono guidati dai tre porcellini, verso la casa della fata; arrivati, bussarono e la fata li fece entrare. Loro raccontarono cosa era successo e lei; subito disse loro l’unica soluzione: il principe azzurro avrebbe dovuto baciare la rana. Egli, allora, si fece coraggio e la baciò. La rana si trasformò in Biancaneve, la quale si sposò con il principe, e vissero tutti felici e contenti. DESIREE ERBETTA 1a D CLAUDIA BIONDI 1a B INSALATA DI FIABE QUALCOSA DI STRAORDINARIO Qualcosa di straordinario è un film tratto da una storia del 1988 alla fine della Guerra Fredda e ambientato in Alaska. È la storia di tre balene: Fred e Wilma, i genitori e Bambam il figlio. Le balene rimangono intrappolate nel mare del Circolo Polare Artico a causa del ghiaccio troppo spesso di 15 centimetri che impedisce loro di risalire in superficie per respirare. In loro soccorso arriva l’associazione di Greenpeace seguita Pinocchio capita nella casa dei sette nani e sarà l’ottavo nano tra quelli di Biancaneve. Un bel giorno Pinocchio andò a trovare la Bella e la Bestia e Pinocchio disse alla Bestia: “ Vai in un centro estetico sei troppo brutto!” La Bestia e Pinocchio arrivarono nel centro estetico e incontrarono Cappuccetto Rosso che si stava tingendo i capelli di rosso per stare in tinta con il suo mantello. Usciti dal centro estetico, la Bestia e Pinocchio videro un cartello con scritto “Venerdì 16 ci sarà una sfilata di bellezza”. Arrivò il tanto atteso giorno e videro Cenerentola che sfilava con il Brutto Anatroccolo. Il presentatore, alla fine della sfilata, annunciò il vincitore o i vincitori: “I vincitori sono: la Bestia e Pinocchio”. Una volta a casa, la mamma di Pinocchio, Trilli e suo babbo, Peter Pan fecero loro una festa a sorpresa per la vittoria. La Bella era così gelosa della Bestia che andò in America. Lì si sposò con Paperon dei Paperoni e fecero due bei figli, Hansel e Gretel, e vissero felici e contenti. LAURA FERRARI – VALENTINA GUERRA 1a D da molti giornalisti che si recano personalmente per aggiornare il fatto che intenerisce moltissimi bambini che seguono l’episodio in televisione. Successivamente arrivano per aiutare la Greenpeace anche gli americani. Il piccolo Bamba, malato di polmonite, purtroppo, nonostante l’aiuto dei genitori e di gran parte degli abitanti della città, muore. I cittadini, molto premurosi, fanno molte aperture nel ghiaccio per permettere alle balene di respirare. Ma tutto lo sforzo è vano, così si offrono in aiuto i Sovietici, che con una nave spartighiaccio riescono a distruggere l’enorme massa di ghiaccio che impedisce alle due balene rimaste di accedere al mare. All’inizio è molto difficile distruggere il tutto, ma non si arrendono facilmente, infatti fanno vari tentativi per poi finalmente raggiungere il loro obiettivo. Tutto si conclude per il meglio e le balene possono finalmente nuotare facilmente nell’Artico. Questo film ci è piaciuto molto perché nonostante i conflitti tra l’America e la Russia, i due stati si uniscono per salvare la vita a quelle balene lasciando da parte le loro ideologie e anche perché ci ha fatto rendere conto che l’amicizia tra un uomo e un animale esiste davvero! FRANCESCA BINOTTIRITA DI PUMPO- SOLEDAD LANCI 2a H CHICCO: UN CONIGLIO SPECIALE Ho un coniglio come animale domestico. Chicco è un coniglietto tutto grigio con una simpatica pancina bianca. L’ho trovato nel mio orto perché probabilmente l’hanno abbandonato. La prima volta che l’abbiamo portato dal veterinario lui mi ha detto che aveva solo tre mesi ed era di razza “toro”. Adesso ha due anni e si è “umanizzato”; quando lo prendo in braccio, finché non lo metto per terra lui non si ribella, non dà morsi e resta sempre con me e la mia famiglia. Si comporta in una maniera molto curiosa: quando io e mia mamma ci spostiamo in una stanza della casa, lui ci segue. Chicco vive nella nostra casa e gira da mattina a sera per le stanze; solo di notte lo mettiamo nella sua gabbia per dormire. Raccomando a tutti coloro che volessero avere un coniglio di prendere alcune precazioni, perché tutti i conigli amano rosicchiare! A Natale il mio simpatico angioletto ha rosicchiato i fili della luce che addobbavano l’albero di Natale e ha morsicchiato le buste di alcuni regali! Però mi ha fatto divertire quando lanciava in alto, con i denti, i piccoli addobbi natalizi. Ormai Chicco è un membro della famiglia! ARIANNA TAGLIAVINI 1a D LA DONNA TROPPO ELEGANTE A Parigi, in una zona del centro storico, viveva una donna sofisticata ed elegante. Aveva sempre, in tutte le occasioni della sua vita, un comportamento impeccabile ed ineccepibile. I vicini la definivano “la donna misteriosa” perché di lei si sapeva poco o nulla; era molto riservata, non conversava quasi mai. Era giovane, di circa una trentina d’ anni, aveva una folta chioma di capelli ricci e biondi sempre perfettamente acconciati. Indossava solo abiti firmati, cosa che faceva supporre ai suoi vicini delle buone possibilità finanziarie. Viveva con il suo gatto Napoleone all’ ultimo piano nell’ attico con vista sulla senna. A differenza della padrona, Napoleone era un micetto rossiccio molto socievole e coccolone. Cercava le coccole di tutti e, furbo, quando trovava la porta aperta dell’ abitazione della portinaia, nel momento in cui lei era distratta a cercare una spezia o altro, Napoleone sgraffignava del lardo o dei deliziosi dolcetti che la signora preparava ogni settimana. Napoleone però, quando tornava Madmoiselle Fuchon, aveva cura di farsi trovare acciambellato sul suo cuscino di velluto rosso ronfando. Fu in un’occasione particolare che i vicini scoprirono un lato totalmente diverso di Madmoiselle Fuchon: un giovedì triste e piovoso Napoleone, non rinunciando ai suoi dolcetti settimanali, aveva deciso di tentare un altro furto ai danni della portinaia. Quest’ ultima però scoprì il micetto proprio nel momento in cui tentava di addentare un cioccolatino. Al grido di “Se ti becco ti ammazzo!”, la portinaia impugnò la scopa e gliela scagliò contro. Il gatto, con un balzo schivò la scopa e si lanciò dalla finestra della cucina al piano terra, finendo in strada. In quel momento Madmoiselle Fuchon si diresse verso l’ ingresso del palazzo; non trovando le chiavi nelle tasche si girò per cercarle nella borsetta. A quel punto, vide il suo micetto Napoleone col pelo dritto nel mezzo della strada, in fondo all’incrocio un furgoncino carico di baguette stava giungendo ad alta velocità. D’impulso la donna si gettò sul gatto per spostarlo dalla strada; un tacco le si ruppe e scivolò sulla strada impantanandosi il vestitino di seta firmato. Madmoiselle Fuchon, per la prima volta nella sua vita, vedendo il gatto sano e salvo, si mise a sbaciucchiarlo e dopo avere fatto un sospiro di sollievo, gli sorrise con un’aria felice . ANNA BILANCIONI 1a F CENERENTOLA E IL GATTO CON GLI STIVALI Nel suo vestito sfavillante, nella carrozza trainata da quattro magnifici cavalli, Cenerentola salutò la Fata Madrina e partì alla volta del castello mentre in sottofondo già si sentiva una musica romantica. Ma arrivata al centro del bosco non fu più sicura della strada da prendere. C’era un lupo dall’ aspetto gentile, e gli chiese aiuto. Il lupo, però, non era sicuro di volerla aiutare. “Questa deve essere un’amica di Cappuccetto Rosso”, pensò, “le voglio fare uno scherzo!” e senza parlare le indicò un sentiero tra i tanti che percorrevano il bosco. Cenerentola corse nella direzione indicata, ma dopo parecchio tempo si trovò, invece che al palazzo, davanti a una piccola casetta, dalla quale uscirono sette nani sorridenti che la invitarono ad entrare. Cenerentola era di fretta, ma i nani insistettero tanto che lei non ebbe il coraggio di rifiutare. Improvvisarono una festa magnifica, la cui musica arrivò fino ad un mulino poco distante, in cui viveva un povero giovane con un gatto parlante. Il giovane mandò il gatto a vedere cosa succedeva. Questi andò, vide Cenerentola e capì che era la ragazza giusta per il suo padrone. Corse a chiamarlo, ma quando tornarono, trovarono Cenerentola vestita di stracci e senza carrozza, ma i due giovani si innamorarono a prima vista e decisero di sposarsi. E vissero tutti felici e contenti. MARIA PESARESI 1a D Pag 5 IL SALVATAGGIO DELLA BALENA Un inverno freddo, in una località dell’Irlanda del Nord, un vecchio marinaio navigava con un po’ di fatica nell’Oceano Atlantico. Il peschereccio aveva il taglia ghiaccio. Il marinaio non pescava molti pesci, e quei pochi li prendeva e li ributtava in acqua delicatamente. Era vecchio, aveva pochi capelli bianchi che teneva nascosti da un berretto azzurro e bianco. Aveva il naso bitorzoluto, con venuzze verdi e rosse e le labbra erano grosse e screpolate. Aveva la barba bianca, folta e non curata che grattava quando era in pensiero. A vederlo così grosso, sembrava fosse una persona potente, astuta, furba, invece lui era credulone ed ingenuo. Un giorno, c’era moltissimo freddo, era un inverno rigido e si navigava male. Il ghiaccio era molto spesso e il rompighiaccio si era rotto, il peschereccio era fermo e il marinaio non riusciva a rompere il ghiaccio. Arrivò una balena che si aggirava intorno al marinaio che, fermo su un pezzo di ghiaccio abbastanza grosso, si chiedeva come liberare l’imbarcazione. Improvvisamente si agitò e urlò. Sentì un … “CCRRR” … :era il pezzo di ghiaccio dove si trovava, ad un tratto si ruppe ed egli cadde in acqua. Lì si aggirava ancora la balena che si avvicinò al marinaio, lo salvò mettendolo nella sua bocca enorme e lo portò in superficie. Il marinaio ringraziò la balena di averlo salvato e diventarono buoni amici. Si aiutarono tra loro, infatti il peschereccio del marinaio era affondato e così la balena prese il suo posto e procurò al marinaio sempre pesce fresco. Tutti, in questo mondo, se ci aiutiamo possiamo riuscire a fare qualsiasi cosa. Basta un piccolo gesto per diventare amici !!! CLAUDIO FAITANINI 1a I IL SALICE PIANGENTE Era una bella giornata di Primavera, il sole splendeva luminoso nel cielo azzurro e limpido: non c’era una nuvola neanche a cercarla; gli uccellini cinguettavano felici l’arrivo della primavera appollaiati sugli alberi in fiore, in ogni angolo di prato c’erano fiori variopinti e dai mille profumi, e sull’erbetta verde, luccicavano le gocce di rugiada ai riflessi del sole. Quel pomeriggio, avevo deciso di scendere e di riposarmi sotto i rami di un albero e magari di finire di leggere il mio libro; una volta in cortile, mi guardai attorno, e scorsi, in mezzo ad una piccola radura di cespugli, un salice piangente. Mi avvicinai all’aiuola del vecchio “Luigi”, un salice circondato da una specie di recinto di siepi; di fianco c’era un piccolo laghetto, dove nuotavano tranquilli tanti pesci rossi, e alzando lo sguardo, in un angolo, c’era una piccola panchina di pietra. Io guardai attenta quel piccolo angolo di paradiso e nonostante ci fosse quella graziosa panchina, io preferii sedermi ai piedi di quel salice piangente. Era un albero dal tronco piccolo, sottile ed anche i suoi rami erano finissimi; le sue foglie erano verdi e chiare. Mi sedetti, tirai un sospiro di sollievo e aprendo il mio libro, cominciai a leggere… ma ad un tratto la mia lettura fu interrotta da una voce:-” Cosa leggi bella bambina?”-Cenerentola o Pollicina?”-Io mi girai di scatto, ma non vidi nessuno, a quel punto chiesi ad alta voce:-”Albero sei tu che parli?-”Ma certo- rispose :-”Ti racconterò la storia del mio amico vento, che ogni stagione mi cambia d’abito sai, lui ci tiene all’immagine”. Allora… mentre voi festeggiate il primo dell’anno, a mezzanotte, io, lo festeggio con il mio vestito bianco brillante, sai la neve mi dona con tutti i suoi luccichii che riflettono la luce della luna … A Marzo, lui passa e mi porta via la neve, così bianca, così lieve, e così tutto il bianco vola via, ma lo sai amica mia, che con tanta pazienza e tanto amore germogliano in me fiori e colore. A Giugno, solo allegria, non è di casa la malinconia, certo il vento viene e và, in montagna ed in città, ma mi porta il vestito più bello color verde, verde pastello! A Ottobre che paura! Mi cascan le foglie addirittura, e tu vento, amico caro, non lasciarmi in quest’autunno amaro; mi porta un vestito multicolore, giallo rosso ed arancione. Poi si stufa del rosso fuoco, e con un soffio, ecco! Sono vuoto; infine eccolo con i suoi freddi amici gli piace gelarmi, come son felici! Ecco che torno spoglio come prima, neanche una foglia solo, brina! ALICE ALIVERNINI 1a B Io... Io... e giugno 2012 INTERVISTA DOPPIA “GEMELLE DIVERSE” Come ti chiami? Martina In che anno sei nata? Sono nata nel 2000 Che segno zodiacale sei? Ariete Capelli? Castani e ricci Occhi? Castani Segni particolari? Un neo sul collo, porto gli occhiali da vista e l’apparecchio Hai fratelli? Sì, ho un fratello Quanti anni ha? Ha 16 anni Quando hai conosciuto Sofia? A 18 mesi andavamo alla Ludoteca all’ Isola Blu Cosa ti ricordi di allora? Nulla purtroppo Che scuola materna hai frequentato? “La Rondine” con Sofia Com’era Sofia alla materna? Vispa, chiacchierona, simpatica Che scuola elementare hai frequentato? La scuola “Lambruschini” con Sofia Com’era Sofia alle elementari? Chiacchierona, brava, forte, decisa, polemica. Sei alle medie, qual è la tua scuola? La Bertola Ora come siete? Siamo ancora più amiche di prima, alle elementari litigavamo ogni tanto, adesso invece andiamo più d’accordo, non siamo in classe insieme, ma riusciamo comunque a vederci a catechismo e in altre occasioni Com’è Sofia adesso? È disponibile, simpatica, brava, allegra, forte, polemica Cosa ti piace di Sofia? La sua sicurezza, e il fatto che è molto brava a ballare e i suoi cerchietti vistosi! Cosa non ti piace? A volte è troppo polemica e si arrabbia Che consiglio le daresti? Prima di arrabbiarti respira e rifletti Saluta Sofia “Hasta Luego Amiga!” Ti voglio bene MARTINA COLONNA 1a H Come ti chiami? Sofia Quanti anni hai? 12 Segno zodiacale? Ariete Capelli? Biondi e lisci Occhi? Castani Segni particolari? Porto gli occhiali e indosso vistosi cerchietti per capelli Hai fratelli? Sì, una sorella Quando hai conosciuto Martina? L’ho conosciuta al nido Isola Blu quando avevamo due anni Cosa ti ricordi di allora? Pik Badaluk Che scuola materna hai frequentato? La Rondine con Martina Alla materna com’era? Era molto coccolona, abbracciava tutti ed era molto timida Che scuola elementare hai frequentato? Le Lambruschini con Martina E alle elementari com’era Martina? Era meno timida, ma sempre bisognosa d’affetto, un po’ insicura Adesso che scuola frequenti? La Bertola Ora come siete? Non andiamo più a scuola insieme, frequentiamo due sezioni, diverse, ma riusciamo ugualmente a vederci a catechismo, a coro, al Bertolino e a giocare il pomeriggio, quando lo studio lo permette! Dimmi com’è Martina adesso? E’ generosa, gentile, disponibile, altruista, simpatica, affettuosa, fashion e trendy Cosa ti piace di lei? I capelli ricci, come si veste, la sua disponibilità e gentilezza Cosa non ti piace? E’ troppo buona! Che consiglio le daresti? Dovrebbe farsi valere di più. Non cambiare mai Saluta Martina “Sceghenau baby!” Pag6 CI VORREBBE UNA VACANZA! Sì, proprio così, ci vorrebbe una vacanza, ma non una qualsiasi, una vacanza di un mese anche di più, ma che per la prima volta, debba essere senza tutte quelle montagne di compiti che le prof ci assegnano, anche se stiamo fuori da scuola solo per quattro giorni, perché d’altronde la parola vacanza significa prendere spazio, ed essere liberi di riposarsi e pensare a se stessi. La cosa he io penso e che forse tutti pensiamo, è che noi siamo dotati di cervello, e non credo che per una settimana o poco più tutte le cose che abbiamo appreso nell’anno spariscano dalla nostra testa. Insomma lo sappiamo siamo studenti ed è il nostro lavoro, ma comunque una pausa per la nostra mente ci vorrebbe, perché tutti questi compiti e lo stress per verifiche e interrogazioni non fanno altro che appesantirci, e farci stancare fino a tale punto da dire: “Basta! Oggi non studio!”. Se invece ci dessero meno compiti, e ci lasciassero spazio per quella che in genere doveva essere una infanzia serena, tutto questo stress accumulato svanirebbe! Perché probabilmente gli adulti ci sottovalutano, ma anche noi abbiamo dei limiti, anche noi vorremmo avere dei giorni di “ferie”. Non pretendiamo che non si vada a scuola, anzi, è importante, ma almeno che i compiti, e le interrogazioni varie siano combinate in maniera tale che ci sia spazio anche per la nostra vita privata!!! ARIANNA NERI 2aH IL MITO DI GAIA In un tempo, non molto lontano, una giovane donna ha messo al mondo una creatura meravigliosa di nome Gaia. Purtroppo, la donna, poco dopo la nascita della piccola, scomparì. Un Dio ricco e potente la voleva per sé perché era molto bella e incantevole e così la rapì. Gaia diventò piuttosto triste e cominciò a piangere. In un’altra città una donna minutina, ma dal cuore immenso, sognò una bambina che piangeva. La Dea dei fanciulli che tutto vedeva e tutto sapeva ordinò alla donna gentile di correre in soccorso della piccola Gaia. Subito la neonata smise di piangere e diventò proprio “GAIA” solo quando la donna minutina l’accolse in casa sua e nella sua vita. Da quel giorno, insieme, hanno dato vita ad una nuova famiglia. Gaia è diventata una calamita per chi la conosceva. La ragazzina, ormai, non ha più solo una famiglia ma è lei che ospita chi non ce l’ha. GAIA I M “AQUAFAN” La mitica GAIA ora ha ampliato la sua famiglia ...... adesso ne fanno parte anche tutti i ragazzi della classe 1 M della Scuola Media Bertola di Rimini!!!! “ciao Ibra, sono una giornalista della scuola media A. Bertola e, se posso, vorrei farti qualche domanda. Io scrivo per il Bertolino e mi chiamo Consuelo posso chiederti qualche cosa?” “Si, ma certo fai pure” “Allora Ibra, quanti anni hai?” “Io ho 31 anni quest’anno, per il calcio sono già tanti, ma non ho nessuna intenzione di andare via dal Milan.” “Da quanti anni sei entrato negli sport internazionali?” “Da circa 8 anni che sono entrato negli sport internazionali e sono 3 anni che sono nel Milan” “Sappiamo tutti che, a volte, ti fai prendere dalla rabbia e reagisci un po’ male. E’ per questo che circa un mese fa, hai tirato uno schiaffone a Carlo Andreas un giocatore del Barcellona?” “Si, l’arbitro è stato ignobile con me ed io; come sai, mi sono fatto prendere dalla rabbia e ho tirato uno schiaffone a Carlo Andreas che mi aveva fatto fallo, così mi hanno squalificato dalla Coppa Italia e Coppa dei Campioni per tre partite … lì l’ho fatta veramente grossa, a tal punto che mi hanno consegnato un tapiro d’oro da parte di Striscia la Notizia.” “Va bene… tu sei molto bravo a giocare a calcio e l’attaccante credo sia, il ruolo più importante nel calcio. Sai, vero, che il Milan non ti vorrebbe mai lasciare andare via dalla sua squadra?” “L’attaccante è il ruolo più importante insieme al difensore. Il Milan è molto contento di me e mi sono fatto anche un amico, il migliore di tutti gli altri El - Sharawy.” “Oh, si, il piccolo faraone. Un attaccante come te!” “Si esatto! Poi ci capiamo perché parliamo più o meno la stessa lingua e anche lui è molto forte. Non ho capito ancora perché lo chiamano così. Secondo me è perché è figlio di un egiziano! Però sua mamma è della Germania!” “Forse si, ma… parliamo di te. Allora, Allegri è contento di te anche quando ti squalificano?” “Ah,ah,ah. Si ma certo, anche quando mi squalificano! Mi rimprovera un po’ come un padre, ma io non lo ascolto” “Si forse hai ragione, però è un buon allenatore, vero??” “Si, certamente!” “Tu non ti sei fatto male, sei indistruttibile?” “Può darsi! Forse è la mia rabbia che mi rende indistruttibile! Ah, ah, ah.” “Posso chiederti una cosa forse un po’ personale? Sei fidanzato?” “No, in questo momento non ho tempo per le ragazze! Devo concentrarmi sul calcio” “Ah, ah, ah, pensa cosa diranno le tue fans! Saranno dispiaciute!?” “Forse si o forse no. Non lo so. So solo che ora non ho tempo per le ragazze!” “Ok Ibra, non so più cosa chiederti! Ti ho chiesto tutto! Penso di avere finito. Ti saluto e trovati una fidanzata!” “Ok lo farò! Ah, ah, ah. Ciao a presto!” “L’intervista sul mio idolo l’ho finita. E così da qui è tutto! Ciao a presto” CONSUELO PACINI 1a D SOFIA PECCHIA 1a A AMICIZIE FALSE Credo di non essere l’unica ad avere a che fare con amicizie false. Alcuni diventano tuoi amici perché hai i soldi, così puoi dargli tutto ciò che hai, invitarli in casa, mentre loro ti usano. Altri invece, solo per le tua popolarità, per diventare qualcuno, per farsi notare, per ottenere qualcosa. Mentre altri lo fanno solo perché alcune volte non hanno niente da fare, allora ti chiamano per uscire, ma quando stai male, e hai bisogno di un amico vero, loro ti hanno già sostituito con un’altra capra che ci è cascata. Purtroppo il mondo è basato sui soldi, sulla popolarità e sulla vittoria in tutto e per tutto; ormai di vere e proprie amicizie ce ne sono davvero poche. E la cosa brutta e che tu non te ne accorgi mai quando uno è falso, solo quando ti lascia solo capisci tutto, e l’unico a soffrire e a starci male, sei sempre tu. ARIANNA NERI 2a H Tanto tempo fa, in un castello, in mezzo ad una prateria chiamata Punteria, regnava un popolo di nome Punto. Era il re degli articoli, dei pronomi e delle virgole. Un giorno, mentre stavano camminando in cerca di nuove terre, incontrarono il popolo delle preposizioni su cui regnava un re di nome “Nello”. Siccome i Grammatica, volevano conquistare il territorio delle Preposizioni, scoppiò una grande battaglia. Quest’ultimi avevano un re che odiava i Grammaticali e li prendeva in giro dicendo loro che erano scarsi e che non avevano una funzione importante in grammatica. Il suo popolo, invece, era composto dagli avverbi, dai verbi e dai nomi alterati e, naturalmente, dalle preposizioni! Durante la battaglia morirono molti nomi alterati e pronomi. I due re Combatterono faccia a faccia e vinse Punto e le Preposizioni rimasero senza re. Questa battaglia durò ben sei anni! In tutto quel tempo furono inventate regole grammaticali sempre più strane. Alcuni aggettivi, numerali, composti e con gradi diversi. Inoltre i nomi alterati si trasformarono in falsi alterati e gli articoli che, all’inizio erano solo determinativi e indeterminativi, diventarono partitivi. I nomi diventarono invariabili, composti e alterati. Alla fine la battaglia cessò, ma si continuò ad inventare nuove regole; i due popoli si unirono e andarono alla conquista di nuove terre espandendosi sempre di più, tutto a danno dei poveri studenti! MATTEO ACQUAVIVA 1 D INTERVISTA AL MIO IDOLO ...IBRHIMOVIC UNA VACANZA INSOLITA LA LEGGENDA SULLA NASCITA DELLE REGOLE DELLA GRAMMATICA All’inizio della scorsa estate, pensavo che avrei passato delle vacanze estive uguali alle altre con la mia famiglia. Ma mi sbagliavo, perché tempo dopo, ho scoperto che i miei genitori mi avevano iscritto ad un concorso estivo, organizzato da un’associazione specializzata, in una località che non avevo mai visitato: l’Abruzzo. Ero stata iscritta assieme a tre mie compagne di classe, due purtroppo non erano state accettate per vari motivi, ma una fortunatamente si. Ero molto allegra ed eccitata da ciò, lo stesso valeva per la mia amica. Il 25 giugno del 2011, partimmo per una nuova esperienza; durante il lungo viaggio di 9 ore in pullman, ci divertivamo nonostante non conoscessimo nessuno. Finalmente giungemmo nel luogo prestabilito: un piccolo paesino della regione, Pescasseroli; una grande avventura ci aspettava! Arrivati all’albergo, ci accorgemmo che altri gruppi erano arrivati da bari, Roma, Pesaro, Cagliari, e vennero suddivisi ognuno con il proprio educatore. Che belle giornate passavamo in quel posto! Ci divertivamo tanto; ogni giorno ci si conosceva meglio di quanto si credeva. La mattina si giocava, il pomeriggio si visitava la zona, la sera si vedevano dei film, oppure si festeggiava in teatro. C’era qualunque attività si desiderasse; c’era tanta gente simpatica, infatti ancora adesso io e la mia compagna siamo in contatto con alcune ragazze, con le quali l’amicizia era nata e cresciuta lì. Questa esperienza divertente ed educativa è speciale, perché si passa il tempo con soli bambini e pochi adulti, dovendosi organizzare e diventare autonomi. Si fanno conoscenze interessanti in questo tipo di vacanze e si scoprono molte cose nuove. Le consiglio, perché possono riservare molte sorprese! Le due settimane passate in quest’altra dimensione lasciano un dolce ricordo e la strana sensazione di aver vissuto una vacanza diversa. FRANCESCA MIRONE 3a D Ormai il caldo è quasi arrivato e molti parchi acquatici si stanno preparando per l’apertura che poi proseguirà fino alla fine dell’estate; fra questi anche la “AQUAFAN”, il parco acquatico situato a Riccione di cui, quest’anno l’apertura è programmata per l’1 giugno 2012. “L’AQUAFAN” è uno dei pochi parchi dedicato a tutta la famiglia, per i più piccoli con scivoli apposta per loro per esempio “la piscina dell’elefante”, e animazione con balli; per i ragazzi con scivoli ad alto tasso di adrenalina come lo ‘strizzacool’ oppure l’ “extreme river” e divertimento come “la piscina delle onde” o la “piscina a schiuma” e anche per i genitori o i nonni non è da meno; per chi si vuole rilassare ci sono i percorsi verdi per immergersi nella natura e nella pace oppure se si vuole stare a bagno ci sono percorsi come il “il fiume lento” dove ci si può rilassare al sole e allo stesso tempo essere cullati dall’acqua che scorre lenta nel letto di un fiume artificiale. Oltre al divertimento e al rilassamento “AQUAFAN” offre numerosi servizi come l’area pic-nic o l’area armadietti dove si possono lasciare oggetti di valore o borse mentre si entra nel parco. Inoltre offre molte promozioni speciali per esempio “il giorno dopo entri gratis quando vuoi” oppure “il giorno del tuo compleanno entri gratis”; sono tutte offerte per agevolare le famiglie ad andare, ma, come tutti sappiamo, ad un parco così bello come “AQUAFAN” non servono tante promozioni per richiamare i clienti, il suo fascino e il suo divertimento parlano da soli. Io quasi tutti gli anni ci vado e ogni volta provo un gioco nuovo perché ogni anno se ne aggiunge uno, ma il mio preferito rimarrà sempre “la piscina delle onde”. GIORGIA CALCINELLI 1a H UN OGGETTO A ME CARO Quando avevo quasi sei anni desideravo tanto avere un piccolo orsacchiotto grande più o meno come un bambolotto. L’avevo visto a casa della mia amica Asia e mi era proprio piaciuto. Così per il compleanno il 19 Aprile 2006 sua mamma me lo aveva regalato e da quel giorno non me ne sono mai separata. Al posto degli occhi ha due bottoni, il naso nero e un po’ ruvidino e consumato e una bocca cucita con un filo nero. Ha una pelliccia morbida morbida marrone chiaro, sulle orecchie, sulla pancia e sulle zampe ha un pezzetto di stoffa marroncino più scuro e dentro alle zampette ha delle palline. Ogni sera mi addormentavo stingendolo forte, anche se mia mamma mi dice sempre che, quando mi viene a salutare prima che vada a letto, io sono sudata dove stringo l’orsacchiotto. Quando mi sveglio la mattina lo trovo da qualche parte per terra. Lo terrò sempre come ricordo quest’orsacchiotto che mi accompagna giorni e notti felici della mia vita. MARTINA COLONNA 1a H giugno2012 IL GIAPPONE Il Giappone si trova nell’Asia Orientale bagnato dall’Oceano Pacifico. Viene usata soprattutto energia nucleare ed è molto famoso per la sua cultura. Il Giappone è una delle zone più sismiche del mondo e ha una tecnologia molto avanzata, soprattutto nell’ambito di giochi per ragazzi. Il Kimono è una veste che arriva fino alle caviglie con le maniche lunghe e ampie, viene usato per celebrare feste. La versione estiva del Kimono si chiama Yukata che però viene usato quasi solo per feste pirotecniche. Il Sushi è un cibo a base di pesci, riso e alghe. In pratica è una specie di involtino con dentro pesce (ma possono esserci anche vegetali); poi viene avvolta con un’alga. I Manga sono fumetti giapponesi che si leggono originariamente da destra verso sinistra. Il Manga è poco differente dal fumetto occidentale, cambia un po’ lo stile. Vengono distinti in molti tipi diversi, tra cui il genere shojo che è solitamente per ragazze perché parla di storie sentimentali, lo shonen per ragazzi, e il seinen che genericamente è per adulti. Qualche mese fa si è parlato nei telegiornali e nei giornali della strage a Fukushima nella regione di Tohoku. “ TUTTI PAZZI PER DRAGONBALL” Dragonball è un cartone che, anche dopo tanti anni, cattura l’interesse di molti ragazzi, compresi quelli della mia età. E’ bello il fatto che faccia discutere durante il tempo libero i più appassionati e che si possa “sparlare” dei difetti dei personaggi che fanno ridere. La storia è avvincente e sono più saghe che ti rendono incollato allo schermo del televisore, pur sapendo che tutto è assurdo e di pura fantasia. Lo rendono intrigante la forza dei protagonisti, il poter volare, la loro simpatia ma, soprattutto, il combattimento contro i nemici che rappresentano il male , e queste cose rendono gli eroi ancora più stupefacenti. Veniva trasmesso circa tre o quattro anni fa, ma fu un successo così grande che lo rimandano in onda ancora oggi anche perché una saga dura “ più o meno” un anno e di esse ce ne sono diverse e, quando saranno finite, trasmetteranno, quella nuova che stanno preparando. Akyra Toryama è colui che ha inventato Dragonball ed è stata una bell’ idea dato che è uno dei cartoni più amati della storia. Il Mondo a scuola Pag7 UNA MOSTRA D’ARTE DAVVERO “PARTICOLARE” LAPITTURA AMERICANA DEL XX SECOLO Fino al 3 giugno a San Marino, presso il palazzo sums, si può visitare una mostra di pittura americana, da Hopper a Warhol. La mostra è molto piccola, i quadri sono appena18, ma è composta da opere di autori famosi e rappresentativi dell’epoca. Si passa da quadri realistici, come quello di Hopper che ritrae un negozio quadri completamente astratti tant’è che non hanno nemmeno un titolo ma solo un numero! Ora, io vi consiglio di fare una visita guidata, altrimenti farete fatica a vedere un grattacielo di New York in questo dipinto di Kline! La guida vi spiegherà il significato dei quadri, il perché gli artisti dipingevano così (erano tutti un po’ pazzi!), la tecnica usata ovvero la Action Painting, ovvero una tecnica di pittura astratta. L’artista più rappresentativo di questa tecnica è Jackson Pollock. Dalla pittura astratta si passa a quella che mi è piaciuta di più la Pop Art, il cui esponente di spicco è Andy Warhol. Le sue opere non sono astratte ma realistiche e molto colorate. Warhol dipingeva le icone del suo tempo: artisti come Marilyn Monroe, o oggetti di largo consumo come la Coca-Cola. Alla mostra sono presenti un suo auto-ritratto e un ritratto di Jackie Kennedy che è quello che ho apprezzato di più. Un altro autore che mi è piaciuto molto, ed è presente alla mostra con un dipinto coloratissimo è Keith Haring. I suoi dipinti piacciono molto ai ragazzi perché sembrano dei graffiti, dei disegni fatti con le bombolette sui muri della città. Le sue opere sono molto colorate e trasmettono allegria, tipo questa che non è però presente alla mostra. A me la mostra è piaciuta e vi consiglio di andare a visitarla per comprendere meglio l’arte contemporanea. SOFIA PECCHIA 1a A MARCO GHINELLI 1aD EDIZIONE STRAORDINARIA Si chiama edizione straordinaria perché non è all’ordine del giorno vedere che un uomo, al parco Marecchia di Rimini abbia setacciato tutto il sentiero e raccolto gli escrementi di cane che i padroni di questi ultimi hanno tranquillamente lasciato in bella vista pensando: “Tanto qualcuno pulirà!”. “Certo, che ci vuole a raccogliere i bisogni di un cane!?” penserete voi, ebbene è un semplice gesto, non è che bisogna fare di quest’uomo un eroe; ma per qualche giorno quel sentiero è rimasto pulito (finché a qualcuno non è venuta in mente la brillante idea di sporcare di nuovo). Questa semplice e banale azione ha reso (nel suo piccolo) più pulita la città (o almeno il parco). Vi sarebbe mai venuto in mente di fare quello che quest’uomo ha fatto? O pulire i muri graffitati del bagno della scuola? O anche solo di raccogliere tutte quelle cartacce che la gente tira vicino al bidone? Probabilmente no. Ma forse qualcuno sì, e non si limiterà a raccogliere i bisogni dei cani (sperando che non sia questo il massimo che si può fare!) e sarà utile per la società che potrà farsi contagiare rendendo più facile la vita di tutti quelli con cui convive. GABRIEL GIANNINI 2D SCOPERTA ECCEZIONALE: “TROVATO A SECCHIANO DI NOVAFELTRIA IL FOSSILE DI UN GRANDE PREDATORE” Nella cava di Monte Ceti a Secchiano di Novafeltria, Paolo Giordani, un autista di ambulanza con la passione per i minerali e i fossili, pensava di aver ritrovato l’ennesimo dente di squalo; ma si sbagliava. Già nel settembre del 2010 aveva riportato alla luce un pezzo di storia: un cranio di dinosauro ritenuto fra i più antichi del nostro Paese. Il pezzo ritrovato il 29 febbraio 2012, è riconducibile ad un vertebrato carnivoro di grandi dimensioni, quasi certamente un rettile, vissuto nel periodo Mesozoico tra i 90 e i 65 milioni di anni fa. Il cranio massiccio, la mandibola robusta ed i denti lunghi 15 centimetri, fanno pensare, ad un grande predatore. Chissà se anche sotto la mia casa a Secchiano troverò anch’io qualche fossile preistorico? Da domenica comincerò a scavare qua e là, ma non penso che mia mamma sarà contenta del suo giardino tutte buche. Avrà pazienza! MATTEO ACQUAVIVA 1D LA TECNOLOGIA DI IERI, DI OGGI E DI DOMANI La tecnologia oggi è un sinonimo di progresso. Da quando Internet è diventato un mezzo accessibile a tutti, si è rivoluzionato il nostro modo di vivere, le nostre abitudini, il nostro modo di comunicare. Cose che non ci si immaginava minimamente, e che hanno migliorato e peggiorato alcuni aspetti della nostra vita. Anni fa, mi racconta mio babbo che tra amici ci si “citofonava” ed era il massimo di tecnologia che si poteva trovare, oggi con Messenger, Facebook, l’amico lo chiami a tutte le ore per “chattare”. Anni fa ti venivano i crampi per scrivere una lettera. Oggi digiti e invii con computer o tablet. Anni fa passavi davanti al panettiere e sentivi l’odore delle paste appena sfornate. Oggi aspetti che il panettiere “avvisi” su Twitter che ha appena sfornato le brioche ripiene di marmellata. Di esempi se ne possono fare a migliaia. Tante sono le cose che abbiamo perso, quante quelle che abbiamo trovato. Ogni giorno si perde e si trova qualcosa di nuovo. Domani??? Ma oltre a parlare del presente, come sarà la nostra vita tra 10 anni? Domani non andremo più a comprare al negozio, faremo la spesa al pc, vedendo l’articolo che stiamo comprando in 3D. Domani le auto non saranno più guidate da persone, ma da computer con il GPS incorporato, così non ci saranno più incidenti, e quindi niente più morti sulle strade. Tutte le giornate di scuola si passeranno davanti al computer con una webcam che ti riprenderà nella lavagna interattiva della tua aula. Però, ragazzi, ogni tanto, invece di chattare, giocare al computer o trovare il modo di andare su Marte, bisogna fermarsi un attimo ed uscire all’aria aperta con gli amici, perché, anche se oggi è diventato tutto tecnologico, non dobbiamo dimenticare le cose belle che ci hanno insegnato i nostri genitori, i nostri nonni, infatti le cose importanti della vita non sono computer, cellulari … ma l’amicizia e l’amore verso chi vuoi bene. GIANMARCO BARRELLA 2aH ATTENZIONE AL MARCHIO! MARE DI CONTRAFFAZIONI SULLA RIVIERA “Come salvaguardare la nostra economia e la tracciabilità dei prodotti” RIMINI- E’ da tempo in atto, come noi sappiamo, il fenomeno della contraffazione di prodotti che, apparentemente, possono sembrare 100% italiani. Magari vi è capitato di leggere sull’etichetta “Made in Italy” e, quando avete acquistato un prodotto, scoprire che questo è stato realizzato in Cina. E’ utile informarsi sulle caratteristiche visive di un prodotto e, al supermercato, controllare la sua provenienza. Con l’Unione Europea da tempo circola il marchio CE sui prodotti. Dunque siamo portati a pensare che quando vediamo scritto CE possiamo assicurarci che siano della Comunità Europea. E invece no! Esistono due versioni di questo marchio: “CE” (attaccato) che vuol dire Comunità Europea “C E” (staccato) che significa invece “China Export” cioè esportazione cinese. Può destare dubbi anche la sigla “P.R.C.” che però significa People’s Republic of China. Vi ricordo che quello che spendiamo per prodotti esteri va agli stessi produttori. Quindi, chiudendo, voglio lanciare un appello: se non vogliamo mettere in crisi la nostra economia compriamo prodotti “Made in Italy”! LORENZO CELLI 2aB KARAKURI Il karakuri è un piccolo robot giapponese di forma umana. Non è alimentato da elettricità ma bensì da complessi ingranaggi che si spostano girando una leva. Sono i primi “robot” creati dai giapponesi, infatti sono stati creati verso il diciassettesimo secolo (periodo Edo). Solitamente venivano usati per piccole faccende domestiche, specialmente per servire il tè. Per via delle nuove scoperte dell’uomo il karakuri non viene usato per fare scenette teatrali in piccoli palcoscenici fatti apposta per loro. Sinceramente a me fanno un po’ senso, perché hanno delle teste completamente bianche e degli occhi quasi chiusi, sembra la bambina di scream! FILIPPO 1E 1H BRAVO- SCUOLA- CIAO Qualche giorno fa, a casa, mi è capitato di sfogliare un vecchio libro che avevo da tanto tempo “ Storia delle parole”. E’ un libro vocabolario che racconta della storia di alcune parole, che hanno secoli, giunte fino a noi. Sono rimasta sorpresa quando ho letto l’origine e il significato delle parole Bravo,Scuola e Ciao. BRAVO- tutti sappiamo cosa significa; essere abili, capaci, cortesi, buoni. Il fatto curioso è che questa parola deriva dal termine latino “pravus” che significa “cattivo”. Probabilmente veniva gridato nel Colosseo ai gladiatori più feroci e aggressivi e quindi i più bravi nel loro lavoro. SCUOLA - per noi oggi è un grosso impegno e qualche volte si preferirebbe stare a casa a riposare, perché è una seccatura! Eppure in altri tempi l’alternativa alla scuola era il lavoro o il servizio militare e il momento dello studio era considerato rilassante. Non a caso la parola in greco antico “scholé” significa “riposo”. Per ultimo CIAO - in molti paesi del mondo ci si saluta dicendolo. L’origine di questa parola sembra veneta, dal veneziano “sciào”, cioè schiavo”. Un modo cortese per dire “servo vostro” poi altre abbreviazioni “sciào” a “ciao”. MARIA ELENA MAGNANI 1a H GRAN BRETAGNA BACH CONTRO CHI DISTURBA IN CLASSE Navigando su internet alla ricerca di metodi di studi di altri paesi, ho scoperto che in diverse parti del mondo molti presidi di scuole di ogni livello sono sempre alla ricerca di migliorare le ore di lezione degli studenti e sono sempre alla ricerca di un metodo per bloccare la cattiva condotta in classe da parte di alunni un po’ “agitati”. Da quando sono state abolite le punizioni fisiche, le mitiche “bacchettate sulle mani”, come mi raccontano le mie nonne, in alcune scuole sono stati adottati rimedi sempre più particolari come rimanere in classe dopo l’orario scolastico a fare compiti in silenzio generale o svolgere nell’istituto attività utili. Ma il rimedio più originale che ho scoperto è quello di un preside di una scuola inglese che dal 2004 ha adottato un rimedio molto particolare … udite udite … costringere i ragazzi che disturbano in classe a rimanere, con lui, a scuola per due ore. La prima ad ascoltare, in un silenzio totale, musica classica: Bach, Mozart o Verdi e poi vedere per mezz’ora un DVD di matematica e nell’ultima mezz’ora rimanere a scrivere che cosa hanno imparato. I risultati sono stati strabilianti: la percentuale di studenti che disturbano è crollata del 50%, e sono migliorati i risultati agli esami finali. Comunque, come dice anche quel preside “Non è stato ancora chiarito se questi risultati siano dovuti al fatto che l’esperienza musicale li ha toccati nel profondo o se siano rimasti terrorizzati dall’idea di dover ripetere l’esperienza”. Credo che piuttosto che rimanere a scuola ad ascoltare musica classica ed altro… sarebbe meglio che noi studenti imparassimo a comportarci meglio, così i professori non sarebbero costretti a punirci e noi il pomeriggio potremmo fare quello che ci piace di più. (oltre ai compiti ovviamente) GIANMARCO BARRELLA 2H CORPO FORESTALE È un corpo militare incaricato alla salvaguardia dei beni dello Stato (demaniali), come boschi, coste, animali selvatici ecc. oltre al controllo dei prodotti alimentari, verificano che nel nostro Paese non arrivino prodotti non conformi alle nostre leggi italiane. Il corpo forestale si trova in montagna per salvare gli escursionisti e per spegnere eventuali incendi boschivi. Effettua controlli sui prelievi dei prodotti del sottobosco (funghi, tartufi, fragole, lamponi e fiori), specialmente nei boschi dello Stato, dove danno dei permessi per la coltivazione e lo sfruttamento degli alberi per ricavarne legname. GUARDIE ECOLOGICHE IL MONDO DEI GUINNES Curiosando su internet ho trovato un sito sui record più strani del mondo, e ce ne sono di veramente curiosi così ne ho scelti alcuni che a me piacciono molto come ad esempio il cane con le orecchie più lunghe, ben 34.28 cm sembra un aeroplano! Poi c’è una ragazza che ci mette 5.43 secondi per chiudersi dentro a una valigia o quella con le unghie più lunghe cioè 8.65 metri (questo mi ha fatto un po’ senso!) Poi c’è la donna con più piercing e ne ha veramente tanti: ben 5920! Questo mi piace tanto visto che io impazzisco per la carne alla brace: il barbecue più lungo, 1500 metri con più di dieci mila kg di carne! Buono!!! Questo invece è delicato: la torre di bicchieri più alta, ben 60 metri con 35900 pezzi. Di record ce ne sono veramente tanti di tutti i tipi, e molti tanto strani io ne ho raccontati alcuni. Mi incuriosisce veramente tanto e ce ne sono sempre di nuovi. LORENZO FABBRI I H Sono provinciali e sono addette al controllo del territorio e in particolare si occupano del sottobosco: fanno i controlli ai prodotti, spengono gli incendi boschivi, controllano il territorio, le riserve naturali e zone protette per la tutela delle piante e degli animali. Controllano l’abbandono dei rifiuti; in accordo con i comuni il controllo dell’amianto (eternit), il dissesto idrogeologico e l’educazione ambientale specialmente nelle scuole. Controllano la caccia e la pesca di frodo (al di fuori delle leggi). Sono di supporto alla protezione civile in caso di calamità. MATTEO ACQUAVIVA 1D Il Mondo a scuola giugno2012 PER LA SOCIETÀ Anche questa sera, come tutte le altre sere da molti anni a questa parte, in via Della Fiera, al Centro Caritas, molte persone in difficoltà vanno a ricevere un pasto. È una fila numerosa, formata da giovani e vecchi, italiani, stranieri, vestiti dignitosamente. Si radunano già nel pomeriggio e attendono pazientemente che si facciano le cinque (l’ora del pasto) chiacchierando a bassa voce. Quel centro è stato fondato da un medico amico del mio nonno che da quando è andato in pensione ha deciso di dedicare il proprio tempo a chi ha bisogno. Così insieme ad altri medici ha aperto un ambulatorio per curare quelli che non hanno il permesso di soggiorno e che non possono pagare e ha cominciato a servire pasti a tavola. Noi tutti dovremmo onorare questi comportamenti, ma non succede sempre. La gente d’oggi ha un atteggiamento meschino ed individualista, ad eccezione di qualcuno. Non ci importa più se molta altra gente ha bisogno di cure, attenzioni, aiuto. “Tanto ci penserà qualcun altro” diciamo. Ma se quel “qualcun altro” non arrivasse? Se costui (o costoro) decidessero soltanto per un giorno di smettere ? Ma poche persone da sole non bastano. Se tutti dessimo una mano forse il mondo non sarebbe così brutto. Molta gente dà per scontato e banale questo discorso, anche se sa che non lo è. E allora io invito tutti a non essere falsi ed egoisti, e a pensare che si può essere felici solo a patto di non pensare esclusivamente a se stessi. CARLO EMILIO DE DONATO 2aD STORIA DI UN ARTISTA Lucio Dalla, una delle voci più eclettiche della musica italiana, era nato a Bologna il 4 marzo 1943, si è trasferito da Bologna a Roma all’inizio degli anni Sessanta per suonare il clarinetto in un rinomato gruppo jazz, (I FLIPPERS). Lucio Dalla segue una traiettoria musicale in apparenza priva di logica. Nel 1963 i primi successi puntano sulla canzone politica insieme a Roberto Roversi. Sono anni densi e difficili, apprezzati dal pubblico, ma lontani dalle vendite milionarie; convinto da Gino Paoli a presentarsi come cantante, comincia a scriversi da solo le sue canzoni, e diventa il Lucio Dalla che tutti abbiamo conosciuto. Si butta nella mischia tra festival e Canta giro, fino a trovare la strada giusta con le canzoni 4 marzo 1943 e piazza Grande. Nel 1979 si esibisce dal vivo con Francesco De Gregori nel tour di grande successo “Banana Republic”, nel 1988 collabora con Gianni Morandi. Scrivono un album insieme, “Dalla/Morandi” a cui segue un grande tour. Nel corso degli anni diventa un cantante capace di passare con la stessa naturalezza da “L’anno che verrà” a “Caruso” e di inventarsi un tormentone come la canzone “Attenti al lupo” scritta e musicata insieme ad un carissimo amico, Ron per farne un successo. Oltre ad essere autore e interprete Dalla è stato anche un talent scout. A Bologna ha sede la sua etichetta discografica “Pressing S.r.l.” che ha lanciato artisti come gli Stadio, Ron, Luca Carboni e Samuele Bersani. Lucio è stato anche autore di colonne sonore dei film di Mario Monicelli, Michelangelo Antonioni, Carlo Verdone e Michele Placido. Un personaggio pubblico senza mai rinunciare alla fede cattolica, la sua ultima apparizione pubblica risale a non molti anni fa, al Festival di Sanremo 2012. Sul palco dell’Ariston il cantautore si è esibito con il giovane Pier Davide Carone che cantava “Nanì”, accompagnandolo e dirigendo l’orchestra. La sua scomparsa è avvenuta il 1° marzo 2012, a causa di un attacco cardiaco, mentre era in Svizzera, e stava preparando il prossimo tour, a pochi giorni dal suo sessantanovesimo compleanno. E questo grande artista con i suoi brani rimarrà per sempre nei nostri cuori. ANGELO MARCOCCIO 1a H Pag8 PERCHÉ ADOTTARE UN BAMBINO A DISTANZA Adottare un bambino a distanza è un modo molto semplice di aiutare qualcuno. Basta mandargli ogni mese una somma di denaro. È un modo molto bello di aiutare e, facendolo, vi sentirete molto appagati con voi stessi perché aiutare una persona rende sempre felici. Spesso questi bambini vivono in paesi sottosviluppati o in via di sviluppo, dove non c’è cibo sufficiente o acqua corrente, dove il tasso di mortalità infantile è elevato e dove si muore anche per un semplice raffreddore. In questi paesi molte persone sono analfabete perché non hanno i soldi per pagare la scuola. Molto spesso da queste parti ci sono anche delle guerre e si vive con il terrore di venire uccisi. Donando anche solo pochi euro potranno comprarsi di viveri, vestiti e scarpe, potranno andare a scuola, si faranno vaccini e si compreranno cose necessarie per vivere. Ci sono molte fondazioni che si occupano di aiutare le persone disagiate, come l’ONLUS, l’UNICEF, medici senza frontiere… Anche mio padre ha adottato una bambina a distanza che vive in Kenya, che ora ha più o meno 16-17 anni e che ogni anno ci manda una sua foto insieme ad una lettera di ringraziamento in inglese scritta da lei e una persona dell’associazione a cui mandiamo i soldi. In questo modo i bambini adottati potranno restare nel paese dove hanno sempre vissuto e non saranno costretti ad abbandonare i loro familiari e le persone a cui vogliono bene e vi saranno grati di questo aiuto che state dando loro. FEDERICA ROSSI 1aH L’IMPORTANZA DI VIAGGIARE Sono appena tornata da un viaggio di due settimane negli Stati Uniti, esattamente sono stata lungo la costa della California e in Nevada; abbiamo trascorso anche un’intera giornata in Messico. Viaggio da quando avevo 40 giorni e i miei genitori all’epoca mi hanno messo sull’aereo nonostante il parere contrario di tutti e mi hanno portato in Tunisia, sempre con mia sorella che ha quattro anni in più di me. A quel primo viaggio ne sono seguiti tanti altri tutti diversi tra loro non solo per il luogo ma, soprattutto, per le persone incontrate. I miei genitori dicono sempre che viaggiare è la ricchezza più grande che ci sia. A loro non importa avere bei vestiti, borse o macchine alla moda, ci rinunciano volentieri perché dicono che la possibilità di conoscere il mondo coi propri occhi è l’insegnamento più grande anche per noi bambini. Così ho potuto vedere, ad esempio, in Africa oltre alle meraviglie della natura e degli animali nella savana, come vivono i bambini poveri, sono stata nelle loro capanne e ho portato un po’ dei miei vestiti e dei miei giochi. Ero molto piccola quando sono andata e mi ricordo che stavo attaccata alla mamma perché avevo un po’ di paura quando tutti quei bambini mi venivano incontro, ma poi ho capito come sono fortunata e sempre mi vengono in mente quelle scene prima di fare qualche capriccio. Viaggiare è importante soprattutto perché ci insegna a conoscere il modo di vivere delle altre popolazioni, e quindi a rispettarle. A New York ho visto persone di tante origini diverse; vivono insieme ed è bello vedere che parlano la stessa lingua anche se provengono da nazioni diverse. Il mondo è uno solo e viaggiare ci aiuta a capire quanto sia bello. E, anche se tante cose le possiamo conoscere e vedere magari su internet o in televisione, le emozioni si possono provare, però, soltanto di persona. LAURA FERRARI I D BRAVOSCUOLA- CIAO Qualche giorno fa, a casa, mi è capitato di sfogliare un vecchio libro che avevo da tanto tempo “ Storia delle parole”. E’ un libro vocabolario che racconta della storia di alcune parole, che hanno secoli, giunte fino a noi. Sono rimasta sorpresa quando ho letto l’origine e il significato delle parole Bravo,Scuola e Ciao. BRAVO- tutti sappiamo cosa significa; essere abili, capaci, cortesi, buoni. Il fatto curioso è che questa parola deriva dal termine latino “pravus” che significa “cattivo”. Probabilmente veniva gridato nel Colosseo ai gladiatori più feroci e aggressivi e quindi i più bravi nel loro lavoro. SCUOLA - per noi oggi è un grosso impegno e qualche volte si preferirebbe stare a casa a riposare, perché è una seccatura! Eppure in altri tempi l’alternativa alla scuola era il lavoro o il servizio militare e il momento dello studio era considerato rilassante. Non a caso la parola in greco antico “scholé” significa “riposo”. Per ultimo CIAO - in molti paesi del mondo ci si saluta dicendolo. L’origine di questa parola sembra veneta, dal veneziano “sciào”, cioè schiavo”. Un modo cortese per dire “servo vostro” poi altre abbreviazioni “sciào” a “ciao”. MARIA ELENA MAGNANI 1a H STANLIO E OLLIO Stanlio e Ollio sono due comici che hanno lavorato sempre insieme. Ollio rappresentava il più forte, ma alla fine risultava essere il più debole, vittima dei disastri causati dalla ingenuità di Stanlio. Stanlio giocava sempre con i suoi capelli, se li arruffava per esprimere i propri sentimenti; quelli di Ollio erano incollati sulla fronte, con il suo bel riportino a frangetta. Un gesto famoso di Ollio era il suo modo di salutare agitando la corta cravatta, mentre Stanlio portava il papillon. Tutti e due portavano la bombetta, spesso protagonista di scenette comiche come quando casualmente la scambiavano e quella di Ollio colava sugli occhi di Stanlio e quella di Stanlio piena di chissà quale liquido innaffiava Ollio. La bombetta era poi la loro arma preferita e spesso la usavano per prendersi a cappellate o colpire qualcuno iniziando una rissa. LORENZO DESIDERIO- MATTIA BORTOLOT 1a H FREESTYLE TUTTA UN’ALTRA STANZA! Freestyle è un programma che viene trasmesso su Deakids, condotto dal presentatore di “Art Attak”, Giovanni Muciaccia aiutato dalle sue assistenti Gloria e Giulia. Il programma consiste nel trasformare le stanze di bambini che chiedono il loro aiuto per rinnovare la loro stanza attraverso i propri gusti e desideri. Tutto avviene con un procedimento preciso: prima i conduttori ricevono un videomessaggio dove il ragazzo o la ragazza parlano della loro stanza, prendere le misure, fare delle foto e fanno attaccare ai ragazzi dei bollini rossi sulle cose che vogliono buttare via e un bollino verde sulle cose che vogliono tenere. Poi ritornano nel loro studio ed elaborano il progetto facendo una bozza; infine ritornano a casa del ragazzo/a per sistemare la stanza. Loro tolgono tutto dalla stanza per poi creare dei mobili a seconda del tema scelto dal bambino. Il tempo che hanno a disposizione è di 24 ore, trascorso questo tempo il bambino tornerà per vedere i risultati. I temi sono vari, per esempio, una volta c’è stata una bambina a cui piaceva la musica e gliel’hanno arredata con una pedana in cui ci si poteva salire sopra e cantare con un microfono e una scrivania ricoperta di cd che, riflettendo, creavano due meravigliosi giochi di luce. Alla fine tutti i bambini sono soddisfatti e contenti del lavoro; anche a noi piace tanto questo programma e ci piacerebbe che venissero anche da noi. MARTINA COLONNA-GIORGIA CALCINELLI 1aH NON PUO’ ESSERE! Non può essere (“no puede ser” titolo originale in spagnolo), è una telenovela venezuelana del 2010, trasmessa in prima visione in Venezuela su Boomerang e in Italia nel 2011 su Frisbee. La serie parla di sei ragazze talentuose iscritte ad un concorso che si chiama “Lottando per la fama” che si svolge nella fattoria “La sorpresa” gestita dalla signora Beatriz e dai suoi figli: Hendrik e Josh. Con loro c’è anche Kike, il migliore amico di Josh, e insieme ne combinano di tutti i colori! Ogni giorno le ragazze devono affrontare molte sfide come concorsi di bellezza, cantare, ballare ma non basta: devono anche faticare facendo esercizio fisico grazie a Tatiana, la nuova insegnante di ginnastica, (a volte chiamata “Terminetor” o “Generale”). La protagonista è Sheryl, ragazza dolce e sincera e rivale di Rosmary che è tutto il suo contrario: vanitosa ed egoista! Le due oltre a essere in rivalità per il programma lo sono anche per Hendrik, del quale entrambe sono innamorate. Altri personaggi sono: Marcos, direttore del programma, particolarmente tirchio; suo figlio Carmelo, il presentatore, vanitoso e presuntuoso; Nelson, il cameramen, follemente innamorato di Tina; Abril è la migliore amica di Sheryl; Rosie è la migliore amica di Rosmery, a volte troppo ingenua; Laura ragazza molto colta che si trova bene quasi con tutte. GIORGIA ARLOTTA 2aH LA STORIA DEI LEGO Essendo un grande appassionato di Lego, sono andato alla ricerca della sua nascita. Nel 1932 a Boillund in Danimarca, il falegname Ole Kirk Christiansen avviò una società per produrre scale a pioli, tavoli da stiro e giocattoli di legno. Suo figlio si unì all’età di dodici anni. Nel 1934 i Christiansen chiamarono Lego (formato da due parole danesi: Leg e Godt che significa gioca bene) la loro ditta. Nel 1942, un incendio rade al suolo la fabbrica Lego. I Christiansen non perdendosi d’animo riprendono rapidamente la costruzione dei giocattoli. Dopo cinque anni furono i primi ad acquistare una macchina per stampare la plastica o per costruire giocattoli. In un paio d’anni la Lego produceva duecento differenti giocattoli e così nacque il primo mattoncino Lego. All’inizio i mattoni non avevano la qualità di adesso poiché non avevano i tubi all’interno poi nel 1958 vengono aggiunti nella parte inferiore per migliorare l’incastro. Nello stesso anno aggiungono il mattone per i tetti. Il fondatore muore ed il figlio assume la guida della società. Nel 1961 invece inventarono le prime ruote. E così man mano crescono sempre di più fino ad arrivare al 1966 dove producono il primo treno che include anche un motore a 4.5 volt e le rotaie. Potrei stare qui ancora a raccontare tantissime cose. Io ne ho tanti e tanti ancora ne vorrei, ma purtroppo non ho più spazio e mia mamma mi dice : “o i Lego o il letto!!!”. Il mio sogno più grande è visitare la fabbrica. LORENZO FABBRI I H TORO SEDUTO Grande capo indiano della tribù dei sioux diceva: “Siamo stati creati per essere diversi, la stessa diversità che si trova in natura, ma in essa non vi sono litigi su chi è buono, più buono, il migliore. Le creature non si giudicano, non si disapprovano, tutte si fondano in una grande armonia, anche gli uomini sono creature ognuna diversa dall’altra: è proprio questa diversità che deve rendere la vita varia e colorata e non un campo di battaglia.” Egli pensava che chi ci ha creato così diversi non l’ha fatto a caso, ma ha proprio voluto che nel mondo le persone fossero così differenti tra loro. E ciò è meraviglioso perché tutto è in armonia. Gli uomini però non accettano la vita così varia e colorata: si giudicano, si disapprovano e sono sempre in guerra tra di loro. Impariamo a non vedere il mondo un campo di battaglia, ma un posto dove ognuno ha i suoi talenti e tanto amore da donare. NICOLA SARTINI 2a B LA MUSICA DI OGGI La musica di oggi è molto cambiata rispetto quella degli anni passati. Ora come ora esiste solo un genere musicale molto in voga tra noi giovani e questo genere rientra nella musica commerciale. Questa musica è realizzata con il computer perché ormai gli strumenti sono diventati fuori moda… ed i cantanti sono diventati dei “bambini” considerato che quelli più amati neanche superano la maggiore età. Questa cosiddetta “musica” può anche essere detta “musica di facile ascolto” perché costituita da ritmi persistenti che entrano nel cervello e per questo è molto cantata ed ascoltata. Se si fa un tuffo nel passato (anche rispolverando i vecchi dischi dei genitori), di sicuro non si trovano nomi alla moda come Lady Gaga, Fabri Fibra, Entics e David Guetta, ma si possono trovare nomi di vere leggende della musica come Queen, Pink Floyd, Police, U2, Queen, Michael Jackson… nomi che hanno veramente fatto la storia della musica! E ovviamente, in relazione a questo genere musicale, non possono mancare pantaloni aderenti di pelle finta, scura e acconciature bizzarre, per quanto riguarda il look degli artisti. La musica commerciale non è tanto male, anzi alla maggior parte dei giovani piace, perché ha ritmi molto più moderni che rispecchiano i gusti di tutti. Ma, personalmente (e parla una che adora questo genere di musica), mi piacerebbe molto scambiare un po’ di Justin Bieber, un cantante (se così si può definire) che ancora non ha cambiato la voce, con un po’ di buona musica anni ‘90. LAURA BUGLI 3a D Io... Io... e giugno 2012 L’AUSTRALIA IL PAESE DOVE VOGLIO VIVERE Sin da quando ero piccolo, che mia mamma, per scherzo, mi diceva: “Da domani tutti in Australia che ci sono i canguri!!!”. Ovviamente allora era uno scherzo, ma con il passare del tempo si è talmente fatta forte la volontà di conoscere meglio le caratteristiche del posto che ho deciso, di recente, di fare delle ricerche. Così ho scoperto che è assolutamente il mio paradiso: una natura strabiliante, i mari più belli del mondo affianco a città moderne ed attive … un’economia forte e, soprattutto uno stile di vita molto english … Io amo la cultura, la lingua, tutto dell’Inghilterra, tranne due cose: il clima piovigginoso ed il famigerato apatismo inglese, problemi appunto eliminati dalla solarità generale del Paese. Un’altra motivazione, per me validissima, per volermi trasferire in Australia è senz’altro la economia fiorente basata su risorse di cui ci sarà sempre bisogno; inoltre gli stretti rapporti con l’Inghilterra hanno consentito una notevole apertura alle nuove tecnologie, con conseguente richiesta di nuovi lavoratori e menti giovani per il progresso. Così, una volta terminate le superiori, magari al Collegio del Mondo Unito (UWC), potrei frequentare un’università di Sidney, ovviamente ad indirizzo informatico, per poi entrare a lavorare in uno dei tanti centri di sviluppo software della zona. Poi, senz’altro, terminata la giornata lavorativa, avrei tutto il tempo per godermi le meraviglie della natura … Infatti essendo un appassionato di immersioni, non avrei che da perdermi nella Grande Barriera Corallina. E’ lì che io mi sogno spesso, tra quegli incredibili giochi di luce, in quell’acqua di cristallo, nel silenzio scoppiettante delle scogliere, tra pesci improbabili di colori incredibili. Per poi perdermi tra i coralli, nella mitica sensazione dell’apnea, in un mondo senza gravità … tutto questo è il mio vero sogno, il mio Ermo Colle … Per finire durante le vacanze non avrei che da sbizzarrirmi tra le grandiose mete turistiche dell’Outback, lo sterminato entroterra australiano e punto di incontro di tutti i pazzi spericolati, “drogati di adrenalina”. Non a caso, si è calcolato che, proprio per sopravvivere in questi territori così difficili, gli Australiani sono ufficialmente il popolo più spericolato del Mondo e condividono il record con i Neozelandesi. Insomma, qui potrei trovare tutti i principii per me fondamentali per una vita perfetta: un lavoro gratificante, che non deve mai essere un peso, lo zen nella natura, senza però scadere nella monotonia, concedendosi ampi spazi di divertimento … Ma nessun posto è perfetto … Infatti, con profondo rammarico, ho scoperto che l’Australia è luogo di un’emarginazione incessante e silenziosa: quella degli indigeni, da sempre repressi e costretti a restare nell’interno del Paese, senza la possibilità di modernizzarsi … inoltre questa forma di “razzismo culturale” si presenta fortemente anche nell’alimentazione esageratamente britannica, ovvero ricchissima di carne, buona, per carità, ma se utilizzata troppo alle lunghe può risultare fatale per i suoi effetti cancerogeni! Insomma, la Australia, con tutti i suoi pro e contro è sicuramente il mio paradiso terrestre, nel quale non soffrirei mai la mancanza di casa. LEONARDO LAVOSI III D I FRATELLI… 100 SPINE NEL FIANCO Avere un fratello minore, o più di uno, anche se gli vogliamo bene, è la cosa peggiore che ci possa mai capitare. Te ne possono succedere di tutti i colori e la colpa sarà sempre la tua, perché i genitori danno ogni volta ragione a loro che sono i più piccoli. A volte, non è un dispiacere avere dei fratelli minori, perchè da piccoli sono molto carini però, quando raggiungono i 4 anni circa, iniziano i problemi (non di aritmetica!). La pazienza ha un limite che è già stato superato da uno cifra troppo grande per essere scritta. Stare con fratelli è quindi molto dura: bisogna badare a loro, aiutarli a giocare (cose non divertenti). La parte più brutta è quando hai appena trascorso una bella giornata e loro arrivano e ti fanno passare tutta la gioia “rompendoti le scatole”. Certo, avere dei fratelli più piccoli è “forte”, ma quanto vorremmo un fratello più grande che ci aiuti e di cui poterci vantare! In poche parole avere fratelli minori è come avere cento spine nel fianco, tanto sono solo fastidiosi e privi di pietà nei tuoi confronti. ALICE PALAZZINI- MARTINA CATONITOMMASO SALVATORI 1a Pag9 LA BATTERIA LA MAMMA È con lei che mi sento a mio agio. C’è quando non me la cavo, c’è persino quando non riesco a fare qualcosa di estremamente facile, è una persona perfetta. Tutti la chiamano Esmeralda; beh, io la chiamo mamma. È abbastanza alta, snella e molto carina; ha gli occhi azzurri, ma non di un azzurro normale, azzurri come il cielo, l’acqua del mare, un sogno ad occhi aperti; ha la pelle morbida, le guancette rosse, rossine per via del trucco; mette un trucco leggero che basta per dare risalto al suo viso. Per me è come una regina. E’ anche dolce, simpatica, come un’amica; i miei momenti difficili li passo con lei, perché è lei la persona che mi capisce veramente, che mi dona sempre un sorriso; mi sorride in un particolare modo, strizza un po’ gli occhi e ride. E’ come se dentro di lei ci fosse una ragazzina che gioca a palla, che gioca e ride. Di solito la faccio arrabbiare, ma non riesco a stare un minuto senza abbracciarla. La mattina mi ritrovo lei in cucina a dirmi “Buongiorno coniglietta”, sempre con una tazza di caffè, poi io vado da lei e mi tuffo nelle sue coccole. Ricordo quando avevo sette o otto anni e il nostro programma preferito era “Paperissima”: con la cioccolata al latte, eravamo sempre sul divano, un divano piccolino e stretto, ma abbastanza grande per contenere due amiche che si divertono. Con lei ne ho già passate di tutti i colori; ho una marea di ricordi: per esempio quando siamo andate alla Befane e abbiamo fatto dei giri indimenticabili. Mi piace lei perché è affidabile, la parola più giusta per definirla è “vera”: vera comprende diverse caratteristiche come sincerità, affidabilità, felicità… Con lei amo scherzare sul fatto che è anziana, perché non lo è. E’ stupendo il fatto che dopo dodici anni che lei sta vicino a me mi affascina con i suoi modi di fare. Non avrei potuto scegliere, se anche fosse stato possibile, una mamma migliore. Posso uscire con lei, ci passo il mio tempo, ridiamo, ma quando litighiamo, è come dire che si è avviata una guerra tra le tigri e i rinoceronti! Comunque lei è tutto per me: se non l’avessi, non so come farei! Si può dire che le voglio più bene che a me stessa! Con lei ci passo i momenti migliori della mia vita, sicuramente i più significativi. Un giorno la perderò e saranno i momenti più tristi per me. NADIA PAPANIKOLLA II I L’EFFETTO ELLLA MUSICA Adoro ascoltare la musica del mio MP3, con le mie cuffie aderenti all’orecchio in modo da poter captare ogni minimo suono, battito, tintinnio, basso di sottofondo. Molte persone al mio posto si limiterebbero ad ascoltare le canzoni una dopo l’altra, senza percepire l’armonia degli strumenti tutti assieme; io; invece, in quel momento faccio in modo che tutta la forza dei miei 5 sensi si riferisca nell’ udito per assaporare appieno la musicalità degli strumenti all’ opera. Ascolto musica afro, house (Limfao, David Guetta…), R’n’B (Rihanna, Jay-Z…), le sigle degli Anime (Yu-Gi-Oh, Hunter x Hunter) e le canzoni dei cartoni animati Disney (soprattutto Mulan), rock (Linkin Park, Green Day…), ma soprattutto ascolto i Breaking Benjamin: la mia band preferita!!!I Breaking Benjaminsono un gruppo musicale alternative metal statunitense. “Il metal???Alla DEBO piace il Metal???!!!”Queste saranno di sicuro le parole dei miei amici che leggono quest’articolo. Tranquilli, questa notizia ha sconvolto un po’ anche me quando lo sono venuta a sapere perché ho scoperto, dopo un po’ di tempo, che la canzone che tanto adoro è di questo genere. E poi, non è detto che se a me piace il metal debbo per forza avere il piercing ed essere bulla, perché Non lo sono… molta gente infatti crede che tutte le persone a cui piace questo genere siano tatuate e truccate, che abbiano capigliature strane e che facciano la linguaccia con lo sguardo da maniaco mentre si fanno le foto…non son tutti così:io, infatti, non faccio nessuna di queste cose e neanche la mia band preferita!!! Beh, posso dire…dei Breaking Benjamin amo le loro canzoni, la voce del cantante Ben Burnley e le potenti note che producono le loro chitarre elettriche, il basso e la batteria tutti assieme…mi fanno provare quel dolce brivido che sento quando trovo la canzone delmio cuore che canticchio di continuo fino allo sfinimento. Al momento le loro canzoni che mi hanno colpita di più sono “The Diary of Jane”, “Anthem of the Angels” e “Dance with Devil”. Hanno quella malinconia che si posa perfettamente con i loro testi che io definirei emo; ad esempio, la traduzione dell’inizio e dell’ultimo ritornello di “Anthem of the Angels” è: “mura bianche ci circondano, nessuna luce sfiorerà il tuo volto. La pioggia picchietta sulla finestra mentre dormiamo tra i defunti. I giorni passano per sempre, ma non ti ho lasciato. Possiamo scacciare l’oscurità assieme… se vai, allora anche io andrò. Rit. Non è rimasto niente di te, riesco a vederlo negli occhi tuoi canta l’inno degli angeli e pronuncia l’ultimo addio. Come ben si capisce, il tema è la morte della persona che il protagonista amava più di qualsiasi altra cosa, e della sofferenza provata per la sua scomparsa. E’ vero, è triste ma, alla fine, la morte è un fatto che accade ormai tutti i giorni e quello che si prova è un’emozione che non va oppressa perché “corrode” l’anima (ma nemmeno deve essere portata al limite, perché può portare al suicidio, come infatti accade al protagonista nel video della canzone). Ognuno ha i suoi gusti: a me piace sia il loro modo di suonare che i loro testi e se tu, che stai leggendo questo mio scritto sei contrario, peggio per te… non sai cosa ti perdi DEBORA TALEVI 3a D UNA PERSONA IMPORTANTE Una persona interessante di cui voglio raccontare è il mio allenatore di calcio. Si chiama Piero. Come primo lavoro è un vigile del fuoco. E’ di statura media, capelli grigi e gambe muscolose. Negli allenamenti indossa l’impermeabile, calzoncini corti, calze lunghe, scarpe da calcio e immancabilmente fischietto e cronometro appesi al collo. Il suo carattere è un po’ nervoso, ma potrebbe essere anche colpa nostra che non lo stiamo tanto ad ascoltare. E’ molto severo ed esigente. Vuole sempre che siamo in divisa, ordinati, scarpe sempre pulite, guai se tardiamo o se non avvisiamo della nostra assenza. Guai se quando arriviamo non ci presentiamo davanti a lui e non lo salutiamo. Nello spogliatoio vuole che siamo sempre educati ed ordinati. Tutti i borsoni devono stare nel loro posto e non vuole assolutamente niente in disordine. Direi che è un po’ come essere militari, per come ho sentito raccontare da mio babbo. I suoi comportamenti nell’ambito calcistico sono di una persona che vuole da noi sempre il massimo ed alle Gli strumenti a percussione, sono sempre stati, sin da piccolo, la mia passione. Quello che più mi piace è la batteria. Mi piace particolarmente perché si possono fare diversi ritmi, accompagnati e può essere anche suonata come strumento solista. Io ho una batteria elettrica professionale con quattro “pad” e si può assegnare ad ognuno una percussione diversa. Però, il mio vero desiderio sarebbe avere una batteria acustica e non elettrica, la vorrei come quella che usano i veri batteristi. Purtroppo i miei genitori non vogliono acquistarmela perché è molto grande , occupa molto spazio, fa molto rumore e ci vuole una stanza apposita. Gli elementi della batteria che mi piacciono di più sono il charleston (hi-hat) e il rullante. Sono talmente appassionato che, pochi giorni fa, sono anche andato a vedere il mio bidello delle elementari, che suona la batteria, esibirsi assieme alla sua band. Alcuni mi dicono che sono portato, che sento il ritmo, per questo voglio iniziare la pratica di questo strumento. Quando accumulo un po’ di rabbia, mi scarico suonando la mia batteria e provo un senso di libertà e mi carico di energia. Spero in futuro di imparare a suonarla bene magari di entrare a far parte di una band per coltivare al meglio questa passione che ho dall’infanzia. volte sembra quasi che siamo come una squadra di serie A, da come si comporta nei nostri confronti e da come è preso nell’allenarci. Durante la partita è molto agitato e urla come un matto, ma del resto ci consiglia e non ci sgrida, e che è proprio il suo modo di fare. Si vede che il calcio è la sua passione. Lui, oltre ad essere il nostro allenatore, è anche un educatore. Se facciamo qualcosa di sbagliato o solo un ritardo, dobbiamo pagare la multa. Poi a fine anno con quei soldi si andrà a mangiare la pizza. Per fortuna ancora io non ho dovuto pagare niente, visto che mi sono sempre comportato bene. Ogni fine partita ci dà i voti e ci dice cosa abbiamo sbagliato o ci elogia se abbiamo giocato bene. E’ molto bravo, Piero. Conosce tutti i nostri pregi ed i nostri difetti. Negli anni passati, non avendolo noi avuto come allenatore, lo vedevo come una persona scorbutica, ma ora devo ricredermi e spero che d’ora in poi sia sempre al mio fianco. MATTEO MASSARI II I MATTEO ACQUAVIVA 1aD TANTA PAURA PER NULLA La paura nei confronti di persone dalla pelle e dalle abitudini diverse da quelle che detengono il potere o che costituiscono la maggioranza in un qualsiasi ambito politico o sociale possono portare a sentimenti di razzismo e xenofobia, e sfociare in comportamenti intolleranti ed aggressivi. Diversità, che male c’è in questa parola? E’ bello sentirsi diversi, provenire da un altro paese, avere la pelle di un altro colore, parlare un’altra lingua … che male c’è? Conoscere una persona che viene da un paese straniero può essere interessante, si possono conoscere ed imparare cose nuove e non bisogna dimenticare che la nascita delle maggiori civiltà è stata generata dall’incontro e dagli scambi di popoli e di culture. Allora? Allora c’è ancora gente che disprezza gli altri, pensando che siano solo spazzatura da rimuovere… Tutto questo si può riassumere in una sola parola: “razzismo”. Esso ha raggiunto il suo culmine in Germania nel ‘900 con l’idea che la razza ariana avrebbe dovuto prevalere sulle razze più deboli, così si arrivò allo sterminio degli Ebrei e dei “deviati” (zingari, omosessuali, malati di mente). Perché tutte queste persone hanno dovuto perire nei campi di concentramento? Solo perché erano considerati “inferiori”? Le cause di questi pregiudizi, forse hanno a che fare con la crescente insicurezza sociale ed economica, che porta ad individuare negli estranei la fonte di tutte le frustrazioni. Per me, il razzismo e la xenofobia non fanno altro che incrementare l’odio tra le persone e noi dobbiamo abbattere il muro di pregiudizi, perché, anche se diversi, siamo tutti fratelli e nessuno potrà cambiare questa realtà. IL BULLISMO Il bullismo è molto frequente al giorno d’oggi: spesso si sentono frasi del tipo “ci vediamo fuori” e anche “dopo facciamo i conti”. Di solito si associa il bullismo al maschio, ma non lasciatevi ingannare, perché anche le ragazze si stanno facendo avanti in questo “settore”. Possiamo leggere diversi articoli di ragazze e ragazzi che o per invidia, o per “divertimento” prendono di mira qualcuno e sempre il più debole. Minaccia dopo minaccia, e pedinamento dopo pedinamento, la vittima arriva ad un punto di esasperazione. Trovo che il bullismo sia la cosa peggiore che possa capitare a noi ragazzi e consiglio di avvertire la propria famiglia e denunciare il fatto alle autorità competenti. ALESSANDRO CASALI 2a B MICROVOLTS Microvolts è un gioco di guerra per il computer ed è nato in America; in Italia non si è ancora diffuso tanto, infatti nelle opzioni non c’è la lingua italiana, solo tedesca e inglese. E’ un gioco di combattimento tra giocattoli molto piccoli e ci sono diverse mappe. Microvolts l’ho scoperto grazie ad un mio amico Samuele Berni, che mi ha detto: “Prova ad installare Microvolts sul computer, ti piacerà” io l’ho ascoltato e l’ho installato. Io come personaggio uso il piccolo robot e la mia arma preferita è il KW-79, un fucile a pompa molto forte. Io gioco a Microvolts con i miei amici di scuola, quando ho il pomeriggio libero e non ho niente da fare e, quando finirò questo… Andrò a giocare. LEONARDO BECCHIMANZI 1a H Il giornale delle elementari giugno 2012 HO DIPINTO LA PACE (Tali Sorek, La pace e la guerra) Avevo una scatola di colori. Brillanti, decisi, vivi. Avevo una scatola di colori. Alcuni caldi, altri molto freddi. Non avevo il rosso per il sangue dei feriti. Non avevo il nero per il pianto degli orfani. Non avevo il bianco per le mani e il volto dei morti. Non avevo il giallo per la sabbia ardente. Ma avevo l’arancio per la gioia della vita, e il verde per i germogli e i nidi, e il celeste dei chiari cieli splendenti, e il rosa per il sogno e il riposo. Mi sono seduta ed ho dipinto la pace. HO SCRITTO LA PACE (5ª C, Scuola Toti) Avevo un sacchetto di lettere di colori tutti diversi. Avevo un sacchetto di lettere per scrivere parole di speranza. Non avevo la O dell’odio che allontana le persone, non avevo la I delle ingiustizie e dell’invidia, non avevo la R del razzismo che reprime la libertà, non avevo la G della guerra che uccide la gente, non avevo la D per il dolore e la disperazione. Ma avevo la P per parlare pacificamente lingue diverse, la F dei fiori per colorare di armonia la nostra Terra, la C per costruire un mondo senza conflitti, la A per portare amore e amicizia, la S per scolpire il sorriso sul volto di un bambino, e la E per esprimere l’entusiasmo della vita. Ho scelto dal sacchetto la P, la A, la C e la E ed ho scritto la PACE. HO GUARDATO LA PACE (5ª B, Scuola Toti) Avevo una televisione nuova. Grande, luminosa, attraente. Avevo una televisione nuova, con tanti programmi, alcuni vivaci, altri avventurosi. Non aveva telegiornali con tristi notizie. Non aveva immagini di persone morenti. Non aveva documentari sul maltrattamento della natura. Non aveva programmi per tragedie e ingiustizie. Ma aveva cartoni animati per la gioia dei bambini, e film d’amore e di grandi emozioni, e programmi che parlavano della pace nel mondo, e trasmetteva immagini di persone felici. Mi sono seduto e guardato la pace. HO RICORDATO LA PACE (5ª A, Scuola Toti) Avevo la mente colma di ricordi. Eccitanti, lieti, audaci. Avevo la mente piena di ricordi, alcuni gioiosi, altri malinconici. Non avevo ricordi di ingiustizie. Non avevo ricordi che richiamassero dolore. Non avevo ricordi di violenza. Non avevo ricordi di odio verso amici. Ma avevo ricordi di amicizia tra rivali, e ricordi di felicità nei momenti più cupi, e ricordi di serenità nella più feroce delle guerre, e ricordi di pace nella più aggressiva delle lotte. Allora ho ricordato la speranza e ho guardato al futuro. Accogliere per crescere Una pietra ha bisogno di altre pietre per creare il muro di una casa speciale. Appartenere a quel muro mi rende felice. UN’OSPITALITA’ SENZA CONFINI La nostra classe la immaginiamo come una casa e ognuno di noi è una pietra diversa dall’altra, che va modellata per creare un muro solido. Se qualcuno si avvicina alla nostra “casa” e guarda attentamente ogni pietra, scopre che ognuna di quelle pietre è diversa l’una dall’altra e che ognuna ha un proprio modo di essere. Per essere felici insieme non è necessario essere uguali, ma riuscire a stare insieme calorosamente, con amicizia e rispetto. La diversità è una risorsa e non dobbiamo sprecarla, perché aiuta a crescere. Come le pietre anche noi siamo tutti diversi, nessuno è uguale agli altri neanche i gemelli, perché ognuno ha la propria personalità e noi cerchiamo di mantenerla intatta perché è unica e speciale. Non importa se la pietra ha un difetto o è sgarbata. Noi la accettiamo ugualmente e facciamo posto nel nostro muro, perché in fondo tutte le pietre del nostro muro hanno dei difetti e non sempre possiamo cambiarci, ma solo migliorare. Nel corso degli anni sono arrivati bambini nuovi da altri paesi e città e noi li abbiamo accolti tutti calorosamente aiutandoli a inserirsi nel muro, nel rispetto della loro “identità”. Infatti adesso giochiamo tutti insieme in giardino e nessuno è seduto in disparte. Il gioco e la musica ci hanno molto aiutato, perché sono linguaggi universali. Ora i nostri compagni stranieri sono diventati molto bravi in lingua perché li abbiamo aiutati senza arrenderci; sono parti attive della classe e noi siamo felici e orgogliosi per questo. Con loro siamo diventati molto amici, perché anche se sono Classe V B Villaggio Primo Maggio Villaggio I Maggio VI Circolo Rimini classe VA DIPINTO PRIMAVERILE Si risveglia la natura, benvenuta primavera! Con i fiori ed i colori il paesaggio tu decori... Mille petali danzanti sulle note di un leggero venticello, sei una festa di profumi. ESTATE NEVE Estate vispa fanciulla simpatica e solare vestita d’arcobaleno rallegra ogni cosa al suo caldo passare... Candido velo, regalo fatato gelato al tocco delicato e morbido come lana rasata. Fredda emozione calda sensazione, bufera di bianco, ogni cosa ricopre senza pietà. Col suo sorriso luminoso d’oro fino rende gioiosa la vita. Stoffa, sui rami degli alberi, che sembran fatti di pizzo e merletti. Gioca a far castelli di sabbia. Ogni giorno ci sorprendi per la luce, il verde chiaro, il tuo mondo d’allegria. Corre tra verdeggianti fili d’erba. Or l’inverno è andato via, non ne abbiam la nostalgia. Dono prezioso da scoprir nuvola bianca che non diventa mai grigia, unica strada verso l’amore Primavera fa sbocciare i fiori e rinfresca i cuori. Primavera di blu Non andartene più. Sembra il paesaggio, un paradiso terestre... nell’aria cristallina come farfalle volteggiano nel freddo cielo fiocchi a milioni. Poi stanca, riposa e guardando l’azzurro cielo coi suoi pensieri saltella tra le nubi. AMICIZIA non conta il colore della pelle non contano usanze e lingue diverse ma conta l’anima pura e sincera di un amico vero, stella rara che brilla per te! TEMPO D’ AUTUNNO L’AMORE L’Amore è un uragano molto potente Che fa unire tutta la gente, come dei vestiti pieni di merletti disegnati sui foglietti. Ragazzi segniamo l’amore di Gesù E brillavamo come stelle sempre splendenti lassù. ANGELA GATTEI 5 A “E.Toti” a SCUOLA – “G.B. CASTI” IL SOLE CALDO Il sole sembrava un’arancia Che con il suo caldo Ti attira verso di lui Come un abbraccio che ti riscalda il cuore E sembra di stare tra le braccia della mamma Che ti porta al mare mano per mano E con un sorriso ti ascolta sempre E ti vuole bene. MATTEO BILLI V A LA LUNA Arcobaleno di magia, nube di silenzio, attrattrice del mio amore, sai tu di essere meta di ogni mio pensiero? Mi osservi da lassù, e rubi i miei segreti. Mi leggi gli occhi, e decifri le mie emozioni. Il tuo splendore si sparge nella notte, illumini il pellegrinaggio del mio cuore. Stringimi a te, e voliamo insieme nell’infinito. ROSINA AMODEY V A IL MARE Era l’alba e il sole Sparava scintille d’oro Sulle punte delle onde Così il mare era Una coperta dorata. Le onde ballavano insieme Felici finché non andarono A sbattere come la Pioggia sull’asfalto, formando una schiuma bianca che mi avvolgeva dolcemente i piedi. CHIARA MORRI V A IL CIELO La luna È una palla luminosa; le stelle sono foglie nel cielo; il sogno è la vita in un secondo. SOFIA BIANCHINI V A Bentornata, bentornata primavera tutta fatata!!! PRIMAVERA di origine diversa o provengono da altre scuole e città, non vuole dire che siano antipatici!! Tutti hanno tanti pregi; basta avere la voglia di scoprire e conoscere, così anche noi possiamo crescere e migliorare insieme a loro. Il muro della casa talvolta ha dei cedimenti e rischiamo che crolli!! Alcune pietre si sentono escluse, così, per non fare crollare la “nostra casa”, ne parliamo insieme poi facciamo del nostro meglio per aiutarle a sentirsi a loro agio, a conoscere se stessi e gli altri, perché ogni pietra è importante, unica e speciale. Dopo la discussione è bello ritornare a camminare insieme. Per accogliere nuove pietre serve molta pazienza e amore. Dobbiamo scavare fino in fondo ai cuori, scoprire e amare la loro diversità e accoglierli per essere felici insieme. Un nuovo amico è un mistero tutto da scoprire, come un tesoro e per trovarlo bisogna trovare la chiave dell’amicizia. Nel corso degli anni anche le fessure del nostro muro si sono riempite con altre pietre. Degli amici sono arrivati nel corso degli anni e loro ci hanno aiutato a reggere la casa e a scoprire quanto sia bello fare nuove amicizie. Ora le fessure sono tutte chiuse e siamo ormai alla fine del nostro percorso durato cinque anni. Le pietre del nostro muro sono unite, ma tra poco si disperderanno. Riusciranno le pietre ormai smussate e levigate a creare nuovi muri insieme ad altre pietre? Pag.10 La terra, coperta da variopinte foglie, profuma d’erba bagnata, di rugiada... nell’aria odore di mosto. E’ tempo d’arare di seminare che si risvegli la natura! Uccelli in volo sollevati dal freddo vento, cielo chiaro cielo grigio, loro spariscono oltre la nebbia e la foschia. IL PRATO IMMAGINARIO Il prato È un pianeta tutto verde; le margherite sono le persone che lo abitano l’infanzia è un piccolo germoglio. SOFIA BIANCHINI V A IL MARE Il mare, una distesa infinita, azzurra, azzurra chiara, blu intenso, questi sono colori speciali. Un letto caldo, accogliente. È sera e sotto il tramonto Il mare sembra un minestrone In lenta ebollizione. La valle azzurra prende Colori di ogni genere. È scesa la notte E il mare è scomparso Tra le tenebre. SOFIA BIANCHINI V A SOGNI E STELLE La luna È la guardiana della notte; le stelle sono bottoni di madre perla il sogno è una fantasia da vivere. MATTEO LAI V A LE RONDINI Le rondini sono come Nuvole sparse nel cielo Che nei giorni tristi Se ne vanno Come emigrati in fuga Ma il bel tempo ritorna E loro come cani Ritrovano la via di casa. RICCARDO PARI V A giugno 2012 Cara scuola elementare quesati cinque anni passati insieme sono volati e mi sembra di non aver avuto neanche il tempo di godermeli. Mi mancherai, ma non solo tu, anche le urla di Rachele, le risate di Emma, la sincerità di Benedetta, la tranquillità di Aurora, l’intelligenza e la sapienza di Maia, le sciocchezze di Agnese, l’amicizia di Giorgia, ecc ….. Questi cinque anni sono stati speciali, mi ricordo come se fosse ieri il primo giorno di scuola. Mi sentivo come un mare in tempesta, mi sembrava di essere come una formica in un grande formicaio. Per me, ricordare ogni piccola cosa, è come avventurarsi in un immenso libro di ricordi ed emozioni. Non scorderò quando abbiamo scritto i nostri desideri su bigliettini di carta e li abbiamo attaccati a palloncini, lasciandoli volare in cielo, le gite insieme ai miei compagni come in terza, al fiume con il paleontologo, alla ricerca dei fossili, l’arrivo dell’amica Iris e di nuove maestre nel secondo anno, i saluti speciali agli amici che ci hanno lasciato. Mi mancheranno le lunghe ricreazioni, i giochi e le risate che faccio con i miei amici, le litigate tra femmine e maschi, i lavori insieme, il dolce calore che trasmettono le maestre con un solo sorriso.. Mi ricordo quando in giardino piantammo cinque alberi non alti più di due mele, purtroppo non li potrò vedere trasformarsi in piante maestose. Non ci sono solo stati tempi belli, ma anche momenti di litigio e di lotta, trascorsi tra vincite e perdite, momenti di ansia e di calma. Con i miei amici ho scoperto che tutti siamo diversi e ognuno deve accettare l’altro per quello che è. Ho capito che anche litigando le amicizie si approfondiscono, perché ognuno scopre un nuovo tesoro nell’altra persona, ho imparato a stare con le altre persone e a rispettarle. Quei momenti rimarranno impressi nella mia mente come ricordi indelebili. Dopo una serie di anni indimenticabili siamo arrivati qui in attesa del nove giugno, data in cui la scuola per noi finirà e io andrò alle Bertola. E’ brutto lasciare le amicizie vere, quelle che vengono dal cuore, ma bisogna accettarlo. Siamo stati come tanti piccoli e indifesi uccellini che in questi cinque anni hanno costruito un nido dove sono cresciuti insieme, si sono voluti bene, ma ora è tempo per loro di salutarsi. Il tempo passa e non si può tornare indietro, è inevitabile, non posso tornare da te, ma quello che posso fare è tenerti nel mio cuore, perché tu ormai fai parte della mia vita. Tu, per me, sei stata un parco di sogni e divertimenti in cui ognuno ha gettato un seme che ora è diventato una margherita rigogliosa. Scuola, grazie davvero tanto perché mi hai aiutato a crescere, a darmi delle emozioni che non avevo mai provato prima. Mi dispiace lasciarti però, in un certo senso, vorrei imparare cose nuove e vorrei continuare il mio cammino alle medie. Anche se tu ci mancherai per sempre, ci è venuta voglia di voltare pagina, iniziando una nuova esperienza. Fra poco scoprirò nuove insegnanti che si chiameranno prof., mi farò nuovi compagni e scoprirò nuove avventure da affrontare. Le medie saranno più difficili, ma io non mi arrenderò! A volte mi faccio delle idee su come possa essere la scuola media, i professori, se siano severi o se lasceranno perdere certe cose. Prima che io e la mia classe ci dirigessimo alla scuola media per conoscere gli amici di corrispondenza, io avevo timore che non mi sarei trovata bene, ma, dopo aver sentito le parole delle prof, le mie paure sono sparite. Se devo essere sincero, le scuole medie mi sono piaciute molto! Io penso che la scuola media non sia negativa e paurosa come qualcuno crede, penso che sia un po’ meno divertente delle elementari, ma sempre interessante. Io sarò felice comunque, non perché non ti voglio più, ma perché la mia vita continua. Tu, cara amica, ci hai insegnato a combattere per una famiglia incredibile, dove tutti si amano, tra litigi e perdoni, ci hai insegnato la vera forza dell’amicizia. Tu rimarrai comunque e sempre nei nostri cuori, perché in te abbiamo trascorso una parte della nostra vita e sei stata per noi come una seconda casa. (collage di frasi di lettere individuali) Il giornale delle elementari LABORATORIO DI GEOMETRIA : SCOPERTE ED EMOZIONI Quel giorno abbiamo vissuto davvero un’esperienza speciale! Siamo entrati in classe con molta curiosità perché c’era una lezione particolare…di geometria. L’architetto Mara Merlini, mamma del nostro compagno Mattia, insieme alla maestra, aveva preparato e organizzato un laboratorio di “matematica creativa”per conoscere meglio ed approfondire alcuni aspetti delle figure geometriche. Attraverso gli “occhiali speciali del matematico”, abbiamo osservato modelli di solidi particolari e scoperto che la geometria è davvero divertente! Gli occhiali sono stati la “chiave” per entrare dentro le figure: ci hanno fatto vedere rettangoli e triangoli all’interno di un cubo scheletrato. E’ stato interessante scoprire gli angoli e i lati delle figure bidimensionali dentro il cubo. Abbiamo “affettato” coni di plastilina e sono spuntati cerchi, ellissi, iperboli: parole nuove che sono entrate a far parte del nostro bagaglio terminologico. Gli stessi cerchi ed ellissi sono stati riprodotti in coni trasparenti riempiti di farina di polenta. Che meraviglia! Non smettevamo mai di stupirci! Ci siamo improvvisati anche giardinieri provando su una tavoletta la costruzione di una aiuola a forma di ellisse, una tecnica usata anche dagli agrimensori nell’antico Egitto. Alla fine di questa indimenticabile esperienza piena di emozioni e soprattutto di scoperte, Mara ha scattato a tutti una foto con gli “occhiali del matematico”, senza i quali non è possibile scoprire il meraviglioso mondo della matematica. CLASSI QUINTE “E. TOTI” VISITA ALLA SCUOLA MEDIA “A. BERTOLA” Oggi, martedì 13 Dicembre 2011, noi alunni della classe V A ci siamo recati a visitare la Scuola Media “A.Bertola” di Rimini. Quando stavamo per entrare provavamo un senso di ansia eravamo preoccupati : alcuni di noi erano agitati,altri sentivano il cuore battere forte, chi era rosso come un peperone e chi, ci ha confidato, di sentirsi come un bastoncino irrigidito dalla paura! Tutti eravamo ansiosi di conoscere i destinatari delle nostre lettere! Ci hanno accolto i ragazzi della classe I N nostri “amici di penna” e due insegnanti. Noi, non molto tempo fa, abbiamo scritto delle lettere a questi ragazzi e loro ci hanno risposto, invitandoci a visitare la loro scuola per mostrarcela e rispondere alle nostre domande. Noi nelle lettere e durante la visita abbiamo espresso le nostre paure : severità dei professori,carico dei compiti, lasciare la scuola elementare e i “vecchi” compagni … I nostri amici delle Medie ci hanno tranquillizato dicendoci di stare calmi, non c’è da avere paura se si fa il proprio dovere studiando e comportandosi bene. All’inizio, i primi giorni di scuola, potrai sentirti un po’ solo e confuso ma poi ritroverai l’equilibrio e farai nuove amicizie. Ci è piaciuto quando,appena arrivati nella loro aula, ci siamo seduti in cerchio e ci siamo presentati dicendo il nostro nome e qualcosa di ognuno di noi. Appena abbiamo detto i nostri nomi, molti di noi, si sono calmati, tutta la paura ed insicurezza è passata e abbiamo subito fatto amicizia coi i ragazzini che desideravamo conoscere. Rispondendoci adeguatamente ci hanno comunicato tante informazioni tecniche sull’orario delle lezioni,materie scolastiche, attività teatrali, musicali e di informatica. Ad una precisa domanda, fatta da una nostra compagna di classe, hanno risposto che anche nella loro scuola si svolgono attività di recupero e di lingua italiana per alunni che provengono da altre nazioni e ancora non conoscono bene la nostra lingua. Alla fine della interessante conversazione ci hanno offerto cioccolatini e caramelle che, noi golosoni,abbiamo gradito molto! Inoltre ci hanno regalato un segnalibro preparato da loro per ognuno di noi. Sono segnalibri fantastici! Sono ragazzi simpatici e vivaci, con noi sono stati molto gentili e generosi. Salutandoci ci hanno detto che ci attendono il prossimo anno. Infine ci hanno accompagnati, con le loro gentili insegnanti, a visitare i vari ambienti scolastici: palestra, auditorium, biblioteca, aula informatica e giardino. La scuola è talmente grande che noi perdevamo il senso d’orientamento ma loro , nostre guide, hanno percorso quel labirinto molto facilmente. E’ stata una visita emozionante e allegra!!! CLASSE VA VILLAGGIO I MAGGIO VI CIRCOLO RIMINI ESTATE NEBBIA Vedo scendere un fiato di malinconia, fiato magico che sussurra con pigrizia. Velo infantile che invade l’orizzonte, sogno opaco e frivolo, fitto e fatato. GIORGIO PIRAS V B CASTI MAIA CANDUCCI V B CASTI COME IL VENTO Mi piacerebbe volare come il vento danzare nel limpido cielo immacolato sfiorare il terreno e la gente del mondo. Come il vento vorrei vivere giocare con le nuvole e la nebbia, sfiorare le montagne, essere il cielo. Ma quei desideri scompaiono e ritorno nella realtà dove niente può essere come il vento. SAMUELE RIGHI V B CASTI SCUOLA G. B. CASTI AUTUNNO Aria d’autunno Silenziosa Come il fruscio delle piante scc scc Accarezzi il viso Come una mamma il suo bimbo. Aria d’autunno Rilassante Come un dolce canto Che spazza via i brutti pensieri Accompagni i pellegrini uccelli Verso i caldi lidi. Aria d’autunno Con le tue potenti folate Trasporti le morte foglie Tra le rade zolle In ogni dove. (LAVORO COLLETTIVO) CLASSE V C BAMBINI IN LIBERTÀ Bambini nella guerra, nel lavoro, nella fatica, ma un giorno la legge ha proibito questa vita, ha deciso che tutti devono essere nutriti con frutta, verdura e dolci squisiti. Se manca l’indispensabile lo Stato li aiuta con richieste speciali per raggiungere il minimo delle cose essenziali. Hanno il diritto di essere curati di divertirsi e di essere rispettati di essere allo stesso livello come tutta la gente perfino quelli malati di mente. Hanno il diritto di vivere al massimo splendore, ma poi devono ripagare il favore, rispettando l’ambiente, i doni assegnati diritti e doveri son tutti mostrati. ELEONORA SARTI V C LA MIA SCUOLA IDEALE Vorrei che la mia scuola ideale avesse una forma piramidale ci fossero sei piani e un ufficio per i reclami. Dal primo al sesto ci sia un ascensore che a zig zag sale lesto. All’ultimo piano ci sia un ristorante e come tetto una finestra gigante. Dopo pranzo con il deejay balliamo tutti con un ritmo okay. Le gite ci siano una volta al mese per osservare il nostro paese. Alla prima ora subito colazione con bomboloni su un tavolone. Che bello sarebbe se fosse così tutti i giorni fino al venerdì! JACOPO SAVORETTI V C LUNA Luna Lampione divino La sua luce Si lancia Sulle foglie. Luna Lanterna spaziale Si fa largo Fra le stelle. Luna Luce fredda, gelida Di poche parole. Luna Lucente illumina i sogni Li culla lontano Dalla notte nera. MARGHERITA PETRINI V C GLI ALUNNI DI V B “CASTI” Armoniosa estate stagione di sfogo per bambini. Voce selvaggia e tempestosa che domini il mare, fai risplendere il sole nelle tue acque. Tu che conosci il vento come le tue acque dolce fallo danzare. Pag.11 LA PIOGGIA La pioggia spegne i miei pensieri quando crolla, piange perché non c’è il sole, per colpa delle nuvole? Eppure saltella felice quando cade. MATTEO FABIANI V B CASTI IN VISITA AL PLANETARIO DI RAVENNA UNA MATTINA SOTTO LE STELLE Giovedì 1 Marzo, noi alunni di VA della Scuola Primaria Gianni Rodari di Rimini, ci siamo recati al Planetario di Ravenna per approfondire le nostre conoscenze sul Sistema Solare. Dopo un viaggio in pullman di circa un’ ora, siamo arrivati a destinazione; ci siamo incamminati a piedi, passando per i giardini pubblici, quando ad un certo punto abbiamo trovato davanti a noi un edificio con una enorme cupola: era il Planetario! Una volta entrati, un professore universitario ci ha accompagnato in una spettacolare sala dove c’era una speciale macchina che proiettava il cielo stellato. Per prima cosa ci ha spiegato il movimento che compie il sole nelle varie stagioni dell’anno e la sua posizione nei due solstizi ed equinozi; poi tutte le luci si sono spente, la guida ci ha fatto chiudere gli occhi e appena li abbiamo riaperti, il soffitto è diventato un enorme cielo pieno di stelle e pianeti. Uno spettacolo fantastico!! Con la bocca aperta per lo stupore e con un po’ di torcicollo per la posizione in cui eravamo, abbiamo riconosciuto alcune costellazioni e compreso il significato dei loro nomi. Dopo una lunga e interessante spiegazione e osservazione della volta celeste, siamo andati in un’altra stanza dove abbiamo fatto un laboratorio pratico; abbiamo realizzato un manufatto con materiali semplici di recupero, che mostra il cambiamento del percorso del Sole nei vari periodi dell’ anno. Terminata la visita abbiamo pranzato e giocato in un meraviglioso parco vicino al Planetario. Risaliti sul pullman, siamo ritornati a Rimini contenti per l’esperienza vissuta. CLASSE V A RODARI Recensioni giugno 2012 DIARIO DI UNA SCHIAPPA: ORA BASTA! Autore: Jeff Kinney Titolo: Diario di una schiappa: Ora basta! Casa Editrice: Il castoro Trama: Greg, è un ragazzo che viene considerato da tutti una schiappa, ogni volta che cerca di fare qualcosa, gli capitano degli incidenti sgradevoli. La maggior parte delle volte si ritrova intrappolato in situazioni imbarazzanti e a lui tutto sommato sta bene. Però, suo padre Frank lo vuole iscrivere a sport di squadra e ad altre attività che ne facciano un vero uomo. Pensò addirittura all’accademia militare, dove infatti lo iscrisse. Un giorno, il papà si rese conto di essere stato troppo duro con Greg, così decise che un po’ di flessioni e di addominali ogni tanto sarebbero stati come il programma dell’accademia. Un giorno, Greg e il suo amico Rowley incontrano una ragazza molto simpatica e carina di nome Trisha che si è trasferita lì vicino. Così a Greg viene una fantastica idea! Rowley può invitare nella piscina del suo Club d’estate due persone e avrebbe potuto portarci Greg e Trisha per divertirsi un po’. Questo libro mi è piaciuto perché è di facile comprensione, ma soprattutto perché mi ha fatto sbellicare dalle risate. FRANCESCA BINOTTI 2a H I SIMPSON I Simpson sono un cartone animato che rappresenta una famiglia statunitense che vive a Springfield. Il creatore della famiglia Simpson (Matt Groening) ha pensato di rappresentare la tipica famiglia americana, però, molto sbadati. I componenti della famiglia sono: Homer: ha 38 anni ed è pigro, stupido e obeso! Adora strafogarsi di birra e di cibo; lui mangerebbe sempre le ciambelle e farebbe di tutto per averne una. Homer è l’ispettore della sicurezza della centrale nucleare. È sposato con Marge, e ha tre figli: Bart, Lisa, Maggie. Marge: è una casalinga molto protettiva nei confronti dei figli; lei vorrebbe fare una vacanza rilassante ma ogni volta suo marito Homer combina di tutto e finisce in prigione. Marge adora pulire e cucinare anche se i suoi figli la fanno Boy di Roald Dahl Racconti di giovinezza Editore: Salani Serie: Gli Istrici Genere: Autobiografia per ragazzi Trama: Roald è un bambino come tutti gli altri: curioso, giocoso, a volte un po’ ribelle, ma soprattutto molto legato a sua madre. Questa autobiografia è molto divertente e, sin dalle prime pagine, mi ha appassionato. Una storia che si è svolta in tempi diversi dai nostri, quasi un secolo fa, che ci fa comprendere molte cose su come vivevano i ragazzi agli inizi del ‘900. Le parti più belle, secondo me, sono i racconti ambientati nel primo collegio in cui Roald è vissuto, perché in quel periodo aveva all’incirca la mia età e non faccio fatica a mettermi “nei suoi panni”. Invece ho trovato meno suggestiva la parte finale perché avrei preferito che il libro fosse proseguito. E’ stata comunque un’ottima lettura che consiglio a tutti, grandi e piccoli. ARIANNA BRANCALEONI 2a F “IT” DI STEPHEN KING In una giornata d’autunno, a Derry, nel Maine, una terribile alluvione colpisce la città allagandone le strade. Per il piccolo Georgie Den Brough è l’occasione ideale per provare la barchetta di carta che gli ha costruito il fratello Bill. Georgie esce nella pioggia, con il suo impermeabile giallo, e si diverte a seguire la barchetta nei canali di scolo delle strade della sua città. Durante il percorso, la barchetta finisce accidentalmente in un tombino e Georgie si china per riprenderla. Due occhi azzurri, una grossa bocca rossa e una testa a forma d’uovo con buffi ciuffi di capelli sui lati si presentano al bambino dalle fogne di Derry. Lì sotto c’è un simpatico clown che, presentandosi come Pennywise, offre al piccolo un palloncino e la sua barchetta. Georgie gli tende la mano per ricevere i suoi regali, e in quell’istante il clown svela la sua demoniaca forma, divorando il braccio del ragazzino e uccidendolo. Da questo tremendo avvenimento si sviluppa la storia di “IT”, tessuta con maestria suprema da Stephen King. Bill, il fratello adolescente della vittima, non si da pace e così insieme ai suoi giovani amici Richie Tozier, Eddie Kaspbrak, Stan Uris, Beverly Marsh, Mike Hanlon e Ben Hanscom, si mette alla ricerca del clown. Scopriranno a loro spese che Pennywise e l’incarnazione dell’anima cattiva della città, non certo un essere umano, che può assumere qualunque aspetto. Il clown si nutre delle cattive vibrazioni della città di Derry e ogni ventotto anni torna in superficie per divorare bambini. I protagonisti di “IT”, unendo le loro forze e le loro paure, riescono a ricacciare nelle fogne quella tremenda presenza, promettendosi che si sarebbero ritrovati a Derry 28 anni dopo, per chiudere definitivamente il conto quando Pennywise sarebbe ritornato per chiedere il suo tributo di sangue. GABRIELA CARLOSTELLA 1a B RECENSIONE LIBRO Pag.12 Pag.9 IL CUORE NEL POZZO La vicenda si svolge nel 1944 in Istria: qui una piccola comunità istriana è vittima dell’arrivo dei partigiani di Tito in marcia verso Trieste per conquistare i territori della Dalmazia e dell’Istria.Tra questi partigiani c’è Novak, un comandante slavo, che cerca suo figlio di sei anni, Carlo, avuto con una donna italiana di nome Giulia violentata da lui stesso anni prima.Giulia per questo nasconde il figlio Carlo nell’orfanatrofio del parroco del paese, don Bruno, perché non lo possa trovare. Giulia poiché rifiuta di svelare il luogo dove ha nascosto Carlo viene uccisa da Novak.Novak, però, non si arrende e continua la ricerca di suo figlio per ucciderlo.Bruno e i bambini dell’orfanatrofio, tra i quali Carlo, fuggono fino al confine con l’Italia e con l’aiuto di Ettore, un reduce alpino, di Walter, un rappresentante del Comitato di Liberazione Nazionale, e di Anja, don Bruno riesce a portare in salvo i bambini prima di morire. Questo film, giratoper ricordare le vittime delle foibe e dei profughi dalmati e istriani uccisi dall’esercito di Tito, mi ha colpito molto, in particolare il personaggio di Giulia, che con amore e coraggio, ha dato la vita per salvare suo figlio, e quello di Don Bruno, perché lui ha fatto il sacrificio più grande per salvare la vita di quei bambini. FRANCESCA BINOTTI II H Le torri di Granada di Geoffrey Trease Edizione San Paolo Misteriose avventure Trama: Un personaggio normale per avventure straordinarie: Robin è un ragazzo come tutti gli altri, in cui non mi riconosco quasi per niente: curioso, educato, studioso. La parte iniziale a dir la verità non mi è piaciuta molto, anzi pensavo di abbandonare la lettura di questo romanzo, ma proseguendo mi sono tuffata letteralmente in eventi fantastici. Una parte che mi ha lasciato con il fiato sospeso è a circa metà, quando Robin, al quale è stata affidata una missione molto particolare, si fida dell’improbabile ed entra nella torre oscura a Granada. Non so se io al suo posto avrei agito come lui, forse per paura, forse perché “fidarsi è bene, ma non fidarsi è…meglio!”. Ma Robin è un personaggio astuto e coraggioso, quali incredibili e misteriose avventure lo attendono? Consiglio questo libro ai ragazzi curiosi e amanti della suspense, perché qui non manca, e a quelli amanti delle avventure e dei romanzi. IL REGALO PIU’ BELLO Un giorno, concluso l’allenamento di basket, a mia insaputa, mio padre mi fece una bella sorpresa. Uscito dalla palestra mi venne incontro con in mano un cucciolo femmina di labrador color miele di appena poche settimane; ero felicissimo, anche i miei compagni di squadra non smettevano più di accarezzarla: è stato il regalo più bello che mi sia mai stato donato! Quando la portammo a casa Luna era molto impaurita, stava appartata, da sola e piangeva. Dopo vari tentativi e divieti Luna ha cominciato a dormire nella sua cuccia, a non piangere più la notte e a non distruggere tutte le cose che si trovava davanti. Sono passati ormai tre anni dal suo arrivo ed è diventata una componente della nostra famiglia. Il suo passatempo preferito è giocare con la palla insieme a me e a mio fratello e la domenica venire con noi al mare a fare il bagno nell’acqua, anche se è gelata. La sua razza è in modo particolare amante dell’acqua, infatti i labrador vengono utilizzati come cani salvataggio oppure come guida delle persone non vedenti. L’unico suo difetto è che, appena, appena apriamo il cancello di casa, lei fugge e non torna più e per questo io e la mia famiglia le vorremo far fare un corso d’obbedienza; data la sua intelligenza mi piacerebbe farla diventare anche utile per la protezione civile. Lei è un cane meraviglioso, molto affettuoso e non si arrabbia mai neanche se le faccio un sacco di dispetti. Penso, a volte, che se lei non ci fosse stata io non avrei mai capito quanto sia importante rispettare e amare gli animali. MATTIA LEARDINI III D ROSE L’animale domestico più diffuso è il cane, io ne ho uno di nome Rose. È un labrador nero femmina di cinque anni e mezzo. È piuttosto giovane ed adora farsi coccolare dalla gente, in particolare ama le carezze sulla pancia. L’ho presa una domenica ad un allevamento in campagna, io e la mia famiglia volevamo scegliere il cucciolo femmina più tranquillo tra tutti. La scelta era difficile, la maggior parte dei cuccioli era molto vivace e ogni tanto qualche cagnolino mi rosicchiava la felpa. Quando vidi un cucciolo tutto solo in un angolo che mi fissava con aria paurosa. Il proprietario mi disse che la cucciola si chiamava Rose e che era la più giovane e tranquilla della cucciolata. Senza esitare la comprammo e quando le aprirono la gabbia, cominciò a correre come una matta per tutto l’allevamento e a rosicchiarmi la felpa ininterrottamente. “Questo è un vizio di famiglia!” dissi ridendo. “Secondo me ci hanno fregati, altro che vivace, la cucciola è più attiva di un vulcano!” disse mia zia sorpresa. Dopo averla fatta ARIANNA BRANCALEONI 2a F DIARIOCUORE 1 (GUAI A CHI LEGGE!) quasi sempre impazzire! Bart: è un bambino di 10 anni, teppista; adora andare con lo skateboard e fare scherzi con il suo migliore amico Milhouse, al barista Boe e al preside della scuola, Skinner. Viene sempre strangolato dal babbo Homer per qualsiasi cosa faccia, anche quando non ha fatto niente, ma la sua fase “d’arte” è “ciucciati il calzino”! Lisa: è una bambina di 8 anni, adora lo studio ed è vegetariana e buddista; a scuola prende sempre A+ (il nostro 10 e lode) e adora suonare il sassofono, glielo aveva regalato suo babbo Homer quando aveva tre anni, non ha amici ma il suo sogno è di diventare presidente degli Stati Uniti. Maggie: è una neonata e lei non ha mai parlato, succhia solo il ciuccio, non cammina mai e quando ci prova cade in avanti; quando è presente nelle puntate o è per terra o è in braccio alla mamma Marge. Nella famiglia sono presenti anche Il Piccolo Aiutante di Babbo Natale, un cane, e Palla di Neve II, un gatto. Guardate le puntate dei Simpson vi farà sbellicare dalle risate!!! BEATRICE POGGI 1a H Sara e Beatrice sono alle medie, ma non nella stessa classe! Come faranno a raccontarsi i loro segreti? Semplice, usano un diario chiamato “cuore” proprio perché così è la sua forma. Nel diario scrivono tutto quello che passa loro (a Sara e Beatrice) nella mente e se lo scambiano a ricreazione. Sara, è la migliore amica di Beatrice; simpatica e magra; pratica nuoto ed è negata nella pallavolo. Beatrice, è la migliore amica di Sara; vivace e abbastanza magra; pratica pallavolo. Oltre a Sara e Bea ci sono anche i loro compagni di classe simpaticissimi come Gorlo e Marco N., altri secchioni e insopportabili come Voberto, chiamato così perché ha la sua “r moscia”. Poi ci sono dei proff. antipatici come la Dematteis che dà filo da torcere a tutti gli alunni. Menomale che Sara e Bea hanno il loro diario, così si possono scrivere tutto! Questo libro mi è piaciuto molto e mi ha appassionata soprattutto perché era ambientato nella scuola media perciò ci si sentiva un po’ nei panni di queste ragazze. Io però preferisco il “Diario cuore 2”. Questo Diario cuore è un mix di risate e curiosità e consiglio questo libro a tutti anche se, forse, appassionerà di più le ragazze. RITA DI PUMPO 2aH MILLENIUM UOMINI CHE ODIANO LE DONNE I protagonisti di questo film sono un uomo di circa quarant’anni e una ragazza di venticinque. L’uomo lavora per un giornale di nome “Millenium” e la ragazza è disoccupata e le mancano i soldi quindi, per rimediare del denaro, è costretta a fare lavori “sporchi”. Un giorno il giornalista non scrive un buon articolo e viene licenziato, ma lo stesso giorno gli viene fatta una proposta da un vecchio signore: trovare l’assassino di sua nipote (omicidio avvenuto 40 anni prima) in cambio di una grande somma di denaro. Lui accetta, ma deve trasferirsi in Svezia e rimanerci finché non avrà risolto il caso. Decide di chiedere aiuto alla ragazza disoccupata ed insieme indagano sulla vita di tutti i componenti della famiglia della ragazza morta. Scoprono che l’assassino è suo fratello, non ha ucciso una volta sola e che ha una stanza sotterranea dove ha compiuto numerosi omicidi. Il film si conclude con la scoperta che la ragazza però non era mai stata uccisa, ma aveva cambiato identità trasferendosi a Londra. Un vero colpo di scena! FILIPPO MIGANI I D entrare in aiuto, la cagnolina cominciò a tremare; perciò mia zia le diede tutte le attenzioni possibili. Avendo cinque anni, ovviamente io ero gelosa anche perché mia zia mi aveva sempre viziato e per una volta che non l’aveva fatto, io mi sono arrabbiata, e invidiosa, cominciai a dire di tutto e di più. Con il viso imbronciato trattai indegnamente la mia cucciola e comincia a gridarle “Stupido cane…!” E a ripeterlo ogni volta che mia zia la accarezzava. A metà strada tra l’allevamento e casa mia, Rose non si sentì bene e rigettò perché aveva mangiato gli escrementi dei suoi fratelli. Mio padre dovette pulire, ma appena ripartiti l’auto tornò perfetta. All’arrivo tutti accolsero Rose con grande euforia e a me non fecero neanche caso. La cucciola cominciò a tremare e a quel punto mi guardo con due occhi pieni di affetto, così dolci che mi intenerirono. Con quello sguardo mi conquistò completamente. Con cautela mi avvicinai alla cagnolina e dolcemente le accarezzai il capo. Lei mi leccò il viso come se fosse un segno di pace. Ora è da cinque anni, che io e Rose siamo in perfetta sintonia e, sinceramente, se lei non ci fosse mai stata, io non avrei mai provato quello che per lei provo adesso. ANNA BILANCIONI 1a F giugno 2012 Amici Animali CINQUE ALL’IMPROVVISO… Sapete ho tre gatti grazie ad un fatto accaduto poco tempo fa e, se volete sapere cosa è successo, leggete questo articolo. Erano appena iniziate le vacanze estive ed io ero andata a fare una passeggiata in città con mio papà. Tornata a casa, mia mamma disse di guardarmi intorno perché c’era una sorpresina e fu mio fratello a vedere per primo la sorpresa: c’era un gatto nel mio terrazzo!!! Chiesi a mia mamma di chi era e perché si trovava nel mio terrazzo. Lei disse che era stato portato da una sua amica che l’aveva trovato abbandonato. Io riuscii a convincere mia mamma a tenerlo e siccome era una femmina, la chiamammo Asor (in memoria della gatta storica di mia mamma…di nome Rosa). Ma la sorpresa non era terminata: la mattina dopo ci accorgemmo che era incinta di quattro cuccioli e infatti, dopo un mesetto, li partorì: erano quattro gattini uno più tenero dell’altro; due femmine e due maschi: le femmine erano una siamese e una tigrata e i maschi uno bianco e uno arancione. Due di loro li regalammo e due li abbiamo ancora adesso. CATERINA SEVERI I D IL GATTO BRITISH SHORT HAIR Il gatto British nacque inizialmente in Inghilterra; si pensa addirittura, all’epoca di Mosè in terra egiziana e che fu, 2000 anni più tardi, importato in Scozia dai romani e da allora è considerato il gatto domestico inglese per eccellenza. Comunque nelle mostre feline fa bella mostra di sé e nel tempo si è “nobilitato” a tal punto da essere considerato quasi aristocratico; è una delle razze feline più nobili al mondo. Dal 1871, quando fu esposto alle prime mostre feline in Inghilterra, poi con il tempo la fama andò calando sino a riprendere quota dopo la Seconda Guerra Mondiale quando la razza British venne incrociata con quella persiana nell’intento di farle riacquistare quelle caratteristiche che possedeva inizialmente quali il mantello spesso e folto oltre che la testa più grande e arrotondata e cioè quelle forme che lo hanno sempre reso simile al gatto europeo dal quale discende. Questo felino ha dimensioni medio-grandi, la testa arrotondata ed una muscolatura ed ossatura robusta oltre che occhi grandi, solitamente color ambra intensi e brillanti. La taglia, per gli esemplari maschi, è di media sui 5-6 kg, mentre le femmine raggiungono solitamente i 4-5 kg; è dotato di coda larga alla base e sottile alla fine, oltre che arrotondata. Possiede zampe robuste e mantello vaporoso, fitto che non si appiattisce quando lo accarezzi, ma tende a rimanere sempre sollevato. Di solito il colore del pelo è prevalentemente blu, ma sono diffusi molti esemplari dal mantello color crema o grigio Londra, come il mio. Il British Short air ha un carattere molto socievole con la famiglia di appartenenza ed è molto indipendente tanto da non volere essere troppo coccolato e preso in braccio. Nonostante ciò, si affeziona facilmente a tutti, è giocherellone con i bambini e compagno affidabile degli adulti e la sua robustezza e calma gli consentono di destreggiarsi con facilità nelle situazioni di emergenza. Come tutti gli animali robusti, anche questo gatto non necessita di grandi cure ma, durante la toelettatura, a differenza delle altre razze a pelo corto va spazzolato con attenzione soprattutto durante il periodo della muta; si nutre sia di cibo fresco che di quello confezionato, carne o pesce che sia, e le razioni non devono mai essere abbondanti in particolare durante la crescita. La vita media di questa razza si aggira attorno ai 13-14 anni. THOMAS GIORGETTI 1a D Pag.13 Sport spettacolo IL LEONE (PANTHERA LEO) È il più grande carnivoro africano e appartiene alla famiglia dei felini. Pesa 250 kg ed è lungo, in media 2,5 metri. Il maschio ha la testa, il collo e le spalle coperte da una folta criniera che lo distingue dalla femmina. Vive nelle savane, nei boschi, nelle praterie e vicino ai deserti; dorme circa venti ore al giorno. Il ruggito di un leone maschio può essere sentito fino a 8 km di distanza. I leoni sono animali molto socievoli, infatti vivono in branchi, formati da: un maschio “alfa” e un gruppo di femmine, imparentate tra loro, esse cacciano quasi sempre insieme. La giornata di una leonessa è veramente impegnativa: a lei spetta la caccia, la difesa del cibo e l’allevamento dei cuccioli. I leoni restano per molto tempo inattivi, ma in caso di necessità, possono scattare in qualsiasi momento; la maggior parte delle volte cacciano durante le ore notturne. Malgrado il suo peso elevato, il leone è un animale molto agile: può salire sugli alberi, nuotare, lanciarsi nel vuoto, correre con grande rapidità e spiccare balzi incredibili e di straordinaria lunghezza. Questi mammiferi collaborano per la ricerca del cibo e i loro cuccioli hanno bisogno di essere accuditi e nutriti con il latte; la leonessa si prende cura dei suoi piccoli per più di sei mesi, dopo che diventano indipendenti. Purtroppo questo splendido animale è in via di estinzione perché, come altri animali dell’africa, viene continuamente cacciato dall’uomo per la sua magnifica pelliccia, ma si sta cercando di salvarlo, con la riproduzione, nei Parchi Nazionali, questa specie che sta scomparendo. BEATRICE POGGI - CLAUDIA FATTORI 1a H IL MIO CANE PONGO Ciao sono Alex, vi volevo parlare del mio cagnolino Pongo. Lui è alto circa 50 centimetri. È di colore nero, ma sotto la pancia ha una linea tutta bianca che gli arriva fino alla coda. Ha gli occhi neri, il pelo morbido e delle zampe robuste. Però, quando ero piccolo, gli hanno tagliato la coda. Lui doveva crescere di altri 5 centimetri ma è sempre rimasto più basso dei suoi fratelli perché, visto che era il più piccolo ed era il più lento, quando la mamma dava loro da mangiare, lui arrivava sempre ultimo e non mangiava come gli altri, ma un po’ meno. Lui abbaia spesso perché nella mia via ci sono altri cinque cani. Non è molto ubbidiente: vorrebbe uscire e andare a fare le passeggiate ma, visto che tira molto il guinzaglio, non lo portiamo. Una volta, dopo aver lasciato la porta aperta inavvertitamente, lui è uscito ed è scappato ma mia mamma, dopo qualche centinaio di metri, è riuscita a recuperarlo. Lui mangia molto e tutto. Pensate che una volta la nonna aveva lasciato quattro cassoni sul tavolo ed era andata via per un attimo per dirmi che era pronta la cena ma, tornando in cucina, ci siamo accorti che non c’era più niente! Ecco questa è la descrizione del mio cagnolino Pongo che pochi giorni fa ha compiuto sei anni. ALEX ZAMAGNA 1a D I CANILI Da anni il cane è stato il migliore amico dell’uomo, allora perché alcune persone li abbandonano sulla strada come dei vecchi oggetti? Al canile ci sono tantissimi cani dalle storie diverse. Quando vai in vacanza non lasciarli da soli, lasciali negli alberghi fatti per loro e non abbandonarli per la strada. Appena vedi o accarezzi un cane tra voi inizia una grande amicizia che mai nessuno spezzerà, ogni momento che passi con lui ti sembra magico. Non lasciarli perché anche loro come te soffrono, anche i cani sono umani. Di solito hai la fissa che il tuo cane ideale è un cucciolo, ma ci sono molti cani con passati difficili, aiutali a scrivere insieme a te un futuro migliore. Adottane uno, quello che credi sia più adatto a te, così lui avrà una nuova vita!!!!!!!! SOLEDAD LANCI 2a H FIORELLO: “IL PIU’ GRANDE SPETTACOLO DOPO IL WWEEKEND” Rosario Tindaro Fiorello, conosciuto semplicemente come Fiorello, o Fiore (Catania, 16 Maggio 1960), è uno showman, conduttore radiofonico, cantante, imitatore e comico italiano. Nato a Catania e cresciuto ad Augusta, ha iniziato la sua carriera lavorando nei villaggi turistici della Valtur a Brucoli, prima come aiuto cuoco, poi come bar man e infine come animatore. Sul finire degli anni ottanta Bernardo Cherubini (fratello del cantante Jovanotti) gli presenta Claudio Cecchetto, che affida a Fiorello, poco tempo dopo, un programma su Radio deejay. È’ il 1989 quando dai microfoni del network Milanese Rosario inizia a condurre la trasmissione “Viva Radio deejay” trasmessa da Milano in inverno e Riccione in estate. Arriva anche il momento della televisione e recentemente su RAI 1 c’è stato uno spettacolo bellissimo che batte ogni record di ascolti: “IL PIU’ GRANDE SPETTACOLO DOPO IL WWEEKEND” Con questo programma Fiorello ha battuto ancora una volta se stesso e ha superato anche alcuni grandi eventi, infatti nell’ultima puntata del suo show ha battuto ogni record realizzando il 50,23 % di share con tre milioni e 401 mila spettatori. Durante le sue puntate, ha iniziato sempre con dei mono dialoghi parlando anche di noi giovani, battezzandoci con il nome “pischelli” e toccando argomenti sempre reali e giornalieri come quando ha raccontato che i “Ragazzi che a casa sembrano degli angeli, poi escono e si trasformano”. Amiche delle mamme che chiamano e fanno i complimenti per l’educazione dei ragazzini, poi varcata la soglia del territorio familiare è tutto un abbondare di parolacce ed espressioni poco gentili. Ragazze che vanno alle feste delle amiche vestite come Madre Teresa di Calcutta, poi vanno in bagno e ne escono come “Lady Gaga”. Poi lo spettacolo continuava con la presenza di tanti artisti, anche internazionali come Roberto Benigni; poi duettava con cantanti come Giorgia, Jovanotti e tanti altri, ma la parte più divertente è stata l’imitazione del vampiro Edward Cullen della saga Twilight. Il più grande spettacolo dopo il weekend è stato davvero uno dei più grandi show degli ultimi anni, con un Fiorello eccezionale come sempre… peccato però che tutte le volte non sono riuscito a vedere la fine perché mi addormentavo! GIANMARCO BARRELLA 2a H LE OLIMPIADI Le Olimpiadi sono in Grecia e come si può intuire dal nome a Olimpia: questo avvenimento faceva cessare ogni guerra, infatti le persone arrivavano a Olimpia da tutta la Magna Grecia; venivano fatte gare di alcuni sport che anche oggi sono detti Olimpici per esempio: la gara di corsa e di resistenza, corsa con i carri, il pugilato, la lotta, salto in lungo e lancio del giavellotto e del disco; questi erano tutti gli sport delle gare. Dopo la scomparsa del popolo greco le olimpiadi vennero dimenticate, ma alla dine del XIX secolo un nobile francese ebbe l’idea di ritirare fuori questi giochi, però sempre escludendo le partecipanti femminili infatti anche in Grecia le olimpiadi erano riservate solo agli uomini; il nobile venne ascoltato, ma questi giochi olimpici detti “moderni” vennero proposti anche alle donne. Le olimpiadi moderne vengono svolte ogni quattro anni in città diverse; quest’anno le olimpiadi si svolgeranno a Londra dove è già stato costruito uno stadio immenso apposta per questo avvenimento così prestigioso. Uno sport si può definire olimpico quando ha un certo numero di partecipanti nel mondo. Esistono due tipi di olimpiadi quelle estive e quelle invernali, anch’esse ogni quattro anni alternate a quelle estive. Le olimpiadi sono da sempre un avvenimento spettacolare perché fa capire che gli sport non guardano il colore della pelle, la razza o la lingua che una persona parla, ma la passione che i giocatori dimostrano nei loro giochi. Infatti c’è solo una cosa che unisce tutte le persone del mondo: LO SPORT. GIORGIA CALCINELLI I H CALCIO SCOMMESSE Lo sport che mi piace di più di tutti è il calcio; al momento, purtroppo, c’è in corso un’inchiesta sulle scommesse illegali che i calciatori o i rappresentanti di una squadra stanno facendo sulle partite di campionato di serie A e di serie B. Mi si pone una domanda che è: “Ma, calciatori, a che cosa vi servono tutti questi soldi in più?”. Questi giocatori sono già strapagati dalle loro società visto che con un solo anno di carriera riescono a incassare ciò che una persona normale forse riuscirebbe a guadagnare in tutta la sua vita lavorativa. Sicuramente alcune società hanno pochi soldi per permettersi di pagare i propri giocatori con stipendi super lusso, questo non vuole dire che sia lecito e giusto truccare una partita di calcio (lo sport italiano per eccellenza) solo per procurarsi dei soldi in nero. Quest’anno c’è una grossa crisi economica e posso anche capire in extremis che vogliate intascare un po’ più di soldi per aggiungere una villa alle Hawaii quando ne avete già cinque; avete comprato anche un quartiere, ormai ma non siete più contenti neanche di quello. E’ proprio vero, quando uno vuole una cosa e la ottiene con troppa facilità se la dimentica subito e ne vuole sempre una più bella e più nuova di quella precedente. “Per fortuna che il calcio è uno sport di squadra!”, con questa frase sottolineo il vostro amore per i soldi perché siete pronti a perdere una partita e a sabotare i vostri compagni per vincere una somma di denaro illegalmente: i soldi si sperperano, ma i compagni o gli amici non si tradiscono mai. Per voi è sempre tutto facile, invece in Italia si soffre la crisi e molte persone vengono licenziate; alcune famiglie fanno fatica ad arrivare alla fine del mese con il loro stipendio. Mi sembra che voi pensiate solo al profitto: sarete pur dei talenti naturali a giocare a calcio, però, comportandovi così non avete a cuore le difficoltà del nostro paese e nemmeno vi interessa il tifo sincero dei vostri sostenitori che a volte, anzi molto spesso, vi considerano dei Campioni con la C maiuscola. DAVIDE CAVALLINI III D LA NOTTE DEGLI OSCAR L’altra notte, mentre la maggior parte di noi dormiva, a Hollywood, in America, c’è stata la “Notte degli Oscar”. I film vincitori sono stati: “The Artist” e “Hugo Cabret”, rispettivamente con cinque statuette a testa. Il primo per: miglior film, costumi, attore protagonista, regia e colonna sonora. Il secondo per: fotografia, scenografia, effetti speciali e montaggio sonoro. Quello di cui vi vorrei parlare è il libro al quale si è ispirato Hugo Cabret. Il romanzo ha 521 pagine, ma si legge molto velocemente poiché è appassionante; quasi la metà del libro è composta da disegni tanto che, a volte, sono le parole che illustrano le immagini. I disegni sembrano fotografie e si soffermano molto sui particolari. La storia, che è ambientata a Parigi negli anni 50, parla di un bambino, Hugo, che vive in una stazione ferroviaria e ruba oggetti per un misterioso scopo. Questo libro è interessante, ha solo ventiquattromilatrecento parole, non sono neanche tante!! MARIA LUCREZIA I D SPORT = DIVERTIMENTO La scuola statale Aurelio Bertola ha organizzato il giorno 19 novembre un divertente avvenimento sportivo: una corsa campestre. Questa iniziativa è nata allo scopo di avvicinare noi giovani al mondo dello sport e alla meravigliosa disciplina dell’atletica leggera. L’evento si è svolto in due momenti. Inizialmente vi hanno preso parte i ragazzi e le ragazze di prima media e poi i “cadetti” e le “cadette” di seconda e terza media. L a corsa si è svolta presso il parco V. Pep dove gli organizzatori hanno illustrato ai giovani le regole e il percorso da compiere. La distanza da percorrere era di un Kilometro e mezzo diviso in due giri. L’esperienza della corsa è un’emozione da provare! Sei Proprio L’hObby che fa peR Tutti noi ALESSIA TONELLI 2a G SPORT Sempre emozionante, Pieno di movimento, O si corre o niente, Regala capacità di divertimento a Tutti quelli che da sempre lo seguono! ALESSANDRA PANDOLFI 1a D SPORT § SPORT giugno 2012 COSA C’È DI MEGLIO DELLA GINNASTICA ARTISTICA? NON TUTTI SANNO CHE A scuola di ciclismo A Rimini grazie alla “Polisportiva Pedale Riminese”, c’è una scuola di ciclismo, per ragazzi dai 6 anni ai 12 anni. Abbiamo pensato di intervistare il presidente del Pedale Riminese ed i nostri direttori sportivi. Presidente Giovanni Gamberini, perché ha deciso di coltivare questo hobby? Ho sempre avuto la passione del ciclismo fin da quando avevo 15 anni. Perché le piace questo sport? Pag.14 Il gruppo sportivo del Pedale Riminese è nato nel 1945. C’è stato cambiamento nel ciclismo dai tuoi tempi ad oggi? Sì il casco è stato sempre obbligatorio, ma non era come quello di oggi, era semplicemente una striscia in pelle, quindi era come non indossarlo; le bici erano in acciaio con il cambio in posizione diversa dalle bici di oggi; inoltre l’abbigliamento La ginnastica artistica è uno sport per me molto importante non solo perché lo pratico e mi piace molto, ma anche perché permette di mettersi alla prova con diverse specialità: parallele, acrobatica, corpo libero, trave e volteggio. Questi sono gli attrezzi elencati in ordine di preferenza. Stare sulle parallele è davvero emozionante. Si sale molto in alto, ma non ho paura! Si fanno giri addominali, slanci, entrate e uscite in diversi modi e sempre più difficili. Per fare acrobatica si sale su un grande trampolino sul quale si eseguono salti artistici ed è un po’ come tornare piccola quando si saltava sulle reti; è molto divertente! Gli esercizi a corpo libero si svolgono in gara con la musica. Diventano, quindi, una specie di balletto in cui verticali, ruote, capriole, spaccate e salti devono IL MIO SKATEBOARD A DUE RUOTE Perché si pratica all’aria aperta ed è uno degli sport più belli. Da quanti anni ha iniziato a praticare ciclismo? Ho iniziato a 30 anni, un po’ tardi, però ho sempre seguito il ciclismo, non ho fatto mai gare, ma mi piace fare giri turistici. Da quanti anni fa il presidente del “Pedale Riminese”? Da 27 anni. Oltre al ciclismo, le piace qualche altro sport? Sì, ma lo sport che amo di più è il ciclismo. Signor Gamberini la ringraziamo per la sua collaborazione. Facciamo qualche domanda ai nostri direttori sportivi (allenatori). Direttore sportivo Ercole Della Torre, da quanto tempo pratica questo sport? Pratico questo sport da quando avevo 10 anni, ora ne ho 52. Come è nata in lei la passione del ciclismo? Mio padre andava in bici, un giorno l’ho provato anch’io e mi è piaciuto. Da quando fa l’allenatore? Faccio il direttore sportivo da 7 anni. Ha qualcosa da dire contro il ciclismo? Non ho niente da dire, vorrei che ci fossero più strutture, come piste per Mountain Bike e per bici BMX. Quando è nata questa società sportiva del Pedale Riminese? UNO SPORT NUOVO: SUB Vi voglio parlare di uno sport bellissimo, ma un po’ pericoloso che non tutti praticano. Ho 11 anni e frequento la 1a D fin da piccola pratico molti sport. Mi è sempre piaciuto provare tutto, dal tennis all’equitazione, dal karate allo sci, ma quello a cui non ho mai rinunciato è il nuoto. Il nuoto è un po’ diverso dal sub. Sub è più impegnativo e si deve stare molto attenti. Questa mia passione per il sub mi ha portato, durante una vacanza in Madagascar, lo scorso inverno, a provare anche questa emozione. Da quel momento non ho più smesso. La scorsa estate, i miei genitori, mi hanno iscritta al corso di sub. Dopo diverse lezioni, tra teoria e pratica in piscina, finalmente è arrivato il momento delle uscite in mare. Ho dato l’esame per il brevetto in Liguria. E’ una pratica che richiede concentrazione e amore per il mare, ma grazie ai miei istruttori non ho mai avuto paura, anche se un po’ di timore quando ti tuffi nel mare aperto con le bombole e sotto di te non c’è niente, ce l’hai. Vorrei poter trasmettere a tutti voi quello che si prova ad entrare in un relitto, come mi è successo nell’ultima immersione. Faccio sub a Riccione e mi trovo molto bene. Vi consiglio di provare questo sport… CONSUELO PACINI 1aD era di lana. Facciamo qualche domanda, anche al direttore sportivo Luca Grossi; da quanto tempo pratichi questa attività, perché? Ti piace? Lo pratico da tre anni, mi piace perché si può praticare a tutte le età. Ti piace perché si fa in gruppo? Si, anche se è individuale, ci si può incontrare per gare, o passeggiate in compagnia. C’è qualcosa che non ti piace del ciclismo? No, mi è difficile trovare cose che non mi piacciono, anche perché altrimenti non lo praticherei, non mi sarei avventurato ad allenare ragazzi come voi. Ti piacerebbe avere più strutture? Si, perché i ragazzi sarebbero più sicuri e si divertirebbero di più Ti piace di più la Mountain Bike (fuoristrada) o la bici da corsa (su strada)? Mi piace di più la bici da corsa. Non abbiamo potuto intervistare un terzo direttore sportivo e segretario, il signor Bruno Vici che era assente per motivi personali. Noi ragazzi siamo contenti dei nostri direttori sportivi, perché ci insegnano a stare in gruppo anche se il ciclismo è uno sport individuale. Noi, come loro, porteremo la passione di questo sport nei nostri cuori. EMANUELE LANZETTI 1a G- GIULIA BIANCHI 1a M- ANDARE IN SKATEBOARD Per il mio decimo compleanno ho avuto come regalo uno skateboard. Ho imparato ad usarlo abbastanza velocemente e mi sono appassionato. Abitando vicino al parco ho avuto la possibilità di allenarmi molto, facendo salite e discese senza troppi pericoli. Per chi non lo conoscesse lo skateboard è una tavola munita di 4 ruote con cui si pratica lo skateboarding, uno sport nato circa 50 anni fa in California e da lì si è sviluppato in tutto il mondo. Oggi è un vero e proprio sport con tanto di campionato. Uno che pratica lo skateboarding è detto skater. La tavola dello skateboard assomiglia a quella di uno snowboard, ma senza attacchi, la superficie è rivestita di uno strato antisdrucciolo per migliorare l’aderenza e non scivolare. Con lo skateboard si riescono ad eseguire salti ed evoluzioni. Per Natale ho ricevuto in regalo un longboard, che è una variante dello skateboard, perché la tavola è più lunga e flessibile, le ruote sono più grandi e più larghe. Oltre a questi 2 tipi esiste anche il waveboard, una tavola con due sole ruote in linea, come i roller. La forma dello waveboard ricorda una pagaia corta, inoltre si usa non con una spinta con il piede contro il terreno, ma tramite lo spostamento del bacino come si fa con lo snowboard sulla neve. Rispetto allo skate mi sembra molto instabile, ma mi riprometto di provarne uno come prima della prossima primavera! LORENZO DESIDERIO I H Il mio skateboard a due ruote è fantastico. I miei genitori non erano tanto d’accordo perché dicevano che era pericoloso. Invece adesso che ce l’ho e so andarci hanno cambiato idea. È semplice andarci. Però prima bisogna avere l’equilibrio e capire il movimento. Una volta saliti, si inizia a fare un movimento a “serpentina” (cioè come quello di una biscia). Adesso che sono arrivate le belle giornate ci vado subito perché mi piace davvero tanto. Se un vostro amico/a ce l’ha chiedetegli subito di provarlo! E quando ci andate mettetevi il casco perché all’inizio si fanno i “voli dell’angelo”. Io che ci vado quasi tutti i giorni e faccio “i voli d’angelo” con il risultato di gomiti e ginocchia sbucciate. Io vi consiglio di almeno provarci e, se poi non vi piace, vi dico: “Ognuno ha i suoi gusti e siamo tutti diversi!”. SOFIA ZANGHERI 1aH essere eseguiti con precisione ed eleganza a tempo di musica. La trave è molto importante perché permette di imparare a stare in equilibrio e in gara conta molto anche l’espressione con cui si eseguono gli esercizi. Nel volteggio è fondamentale come viene fatta la rincorsa e come si arriva quindi sulla pedana dalla quale poi si spicca il salto. La ginnastica artistica è uno sport molto impegnativo, che richiede molte ore di allenamento e molti sacrifici, soprattutto a livello agonistico. Ma per chi, come me, la pratica molto volentieri, la fatica diminuisce e gli allenamenti non sono poi così pesanti, nonostante che tra le sei ore ogni settimana in palestra, la scuola al mattino e lo studio al pomeriggio, mi rimane davvero poco tempo libero. LAURA FERRARI 1aD IL KARATE Io scrivo questo articolo per far sapere al mondo che il karate è una disciplina che è nata in Giappone. Ci sono sette cinture: 1-BIANCA 2-GIALLA 3-ARANCIONE 4-VERDE 5-BLU 6-MARRONE 7-NERA Più altre 7 dan per diventare un maestro che può insegnare. Vi voglio parlare del mio Sensen, si chiama Ludovico Ceccarelli: è cintura nera settima dan, ha studiato in Cina e in Giappone, quando mi sono iscritto a karate e ho visto il mio maestro ho avuto paura di combattere con lui perché è molto grosso e forte, infatti mi ha steso al primo colpo. Facevo karate in una palestra molto piccola, adesso ci siamo trasferiti in una più grande e ci sono tanti allievi di tutte l’età. Consigli a tutti di fare karate perché è una disciplina molto importante ti insegnano come affrontare la vita ‘‘con disciplina’’. MICHELE GAROFALI 1a H