Grande Festa Siete tutti invitati

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Grande Festa Siete tutti invitati
Periodico della Scuola Media “Bertola” Rimini anno XVIII Giugno 2012
UN LUOGO DOVE LE TUE FANTASIE
PIU BELLE DIVENTANO REALTA’
Buio. Silenzio assoluto. Sono solo nella stanza. Invece no, sento
qualcuno tossire. E’ caldo: sento il sudore che mi imperla la fronte.
Non so dove mi trovo. Ho qualcosa in mano, ma non comprendo cosa.
E’ leggero, ma non capisco il materiale di cui è fatto. Mi gira la testa.
Cadrei; se non fossi già seduto. Sono seduto su una sedia, penso, ma
non ne sono sicuro. Avverto uno strano senso di vuoto nella testa. Non
riesco a pensare. Non capisco. E’ buio, non vedo niente. Mi sforzo di
ricordare dove sono, perché sono lì. Mi sembra di non essere sulla
terra. Questo senso di oblio mi piace, mi fa piacere. Che sia morto?
E’ forse il paradiso? Sì, è il mio paradiso. Mi lascio abbandonare in
questo strano mondo. L’oggetto che ho in mano sembra formare un
tutt’uno con me. Lo tasto, capisco … Un violino! La testa ricomincia
a funzionare, mi tornano in mente molte cose. Ma è ancora buio,
troppo buio per vedere. Qualcuno di fianco a me si muove. Ci sono
molte persone, molto vicine. Una debole luce si accende in una sala.
Per quanto sia fioca acceca i miei occhi abituati al buio. Mi guardo
intorno. Mi accorgo che mi trovo in una sala grandissima, enorme.
Sono su un palco! Moltissime altre persone sono sedute vicino a me.
Ognuno ha uno strumento in mano. Un’orchestra! Come una lama
fredda questa parola mi penetra in testa. La luce cambia, si concentra
tutta verso la mia parte. Devo avere un’aria spaurita perché il violinista vicino a me mi guarda con tono interrogativo. Entra un uomo.
Il pubblico applaude. Istintivamente mi alzo in piedi. Mi risiedo,
imitato dai miei compagni. La luce và via di nuovo. Solo un fascio
illumina una ragazza. Una ragazza bellissima. Una ragazza dolce.
Una ragazza minuta ed elegante. La ragazza comincia a ballare. Il
violoncello suona un accordo in crescendo. All’improvviso, senza
che la mia testa avesse dato l’ordine, le mie dita premono sulla
tastiera, la mano solleva l’archetto e, posizionandolo sulle corde,
comincio a suonare. Riconosco subito la musica che sto suonando.
Tchaikovsky. Il lago dei cigni. La musica si impossessa di me. Una
cappa di pace cade su di me. Le dita continuano a muoversi. Su e
giù. Destra e sinistra. Mi si chiudono gli occhi. La musica si fa più
agitata. Il cuore comincia a battere più veloce del solito poi l’angoscia
lascia spazio alla calma. Sono completamente in balia della musica.
Urlo. Una voce vicino a me mi chiama:-“Jacopo”. Cado. Apro gli
occhi. Sono in casa. Sul pavimento. Vicino al letto. Mia mamma
mi guarda preoccupata. Un sogno. Era tutto un sogno. No, non è
possibile. Era troppo realistico per essere un sogno. Mia mamma mi
aiuta a rialzarmi. Mi calmo. Capisco. Non era un sogno era il mio
futuro. Il tetro, ecco dove voglio passare la mia vita. Il teatro … il
mio Altrove. Devo arrivarci a suonare in un teatro, in una orchestra.
Dovrò fare molti sacrifici, ma ce la farò. Non voglio che il sogno di
oggi rimanga solo un sogno. Voglio suonare il mio violino per far
provare alla gente le stesse emozioni che provo io quando ascolto la
musica. Voglio che anche i loro cuori vadano a ritmo, come il mio.
E’ questo il compito della musica: entrarti dentro e non uscirne più.
Dovrò studiare, faticare, piangere, ma poi, finalmente, potrò arrivare
a suonare tutte le sere la musica che mi piace; so di poter far sì che
il mio Altrove diventi realtà.
UN’ESPERIENZA
ALL’INSEGNA DELLA DANZA
Domenica 22 Aprile, io con il gruppo di danza della nostra scuola,
siamo andati a
Bologna per le nazionali di hip hop. Sì, nazionali,
perché avevamo già vinto a Riccione il mese scorso. Ci siamo mossi
con il pullman alle 10 e siamo arrivati a Bologna alle11 e 30 circa.
Appena arrivati, ci siamo posizionati nel posticino a noi assegnato
con il nome della nostra scuola su una sedia. Verso mezzogiorno
abbiamo provato un paio di volte e poi siamo andati a mangiare
fuori dal palazzetto. Finito il pranzo, siamo tornati dentro e abbiamo guardato le prove degli altri talentuosi ragazzi e abbiamo riso e
scherzato. Alle 15:00 abbiamo cominciato la gara, noi eravamo gli
ultimi ad esibirci di16 scuole!! Ma è arrivato anche il nostro momento!
LA TERRA
Granello di vita
nell’universo,
Progetto Divino
nell’immenso perso:
la Terra.
Oasi di bellezza
illuminata dal sole
ospiti gli uomini
fra la gioia e il dolore.
Indigeni del nuovo mondo
nel tempo ti hanno amata
ma indegni senza onore
derisa e saccheggiata.
Insensibili senza nome
figli di un nuovo Dio
non sentono il Mistero
pensando al loro Io.
I figli tuoi diletti
uniti sotto un cielo azzurro
non li abbandonare
fagli sentire coste
bagnate dal tuo mare
FRANCESCO ESPOSITO 2a B
I RAGAZZI DELLA 1a I
1° Debora Talevi 3D (Il disegno è quello della testata)
2° Oriano Shehu 3F - 3° Steven Madaloni 3G
Concorso di disegno l’immagine delle Maglietta
1° Oriano Shehu 3F secondi pari merito Monti Mrianna 3G
e Martina Benacci 3H
Eravamo emozionatissime e avevamo paura di sbagliare tutto. Però
alla fine abbiamo ballato come non mai, non ci avevamo mai messo
tanta passione ed energia ed anche la nostra insegnante lo ha detto.
Eravamo impazienti di sapere il punteggio che avevamo fatto, tutte ci
sentivamo dentro qualcosa che non riuscivamo a spiegare, ma era una
sensazione molto bella, dico solo questo. Tutte le scuole erano state
bravissime, però solo 9 di queste sarebbero state premiate. Alcuni balli
che a me erano piaciuti tanto sono stati scartati, anche se avrebbero
meritato di essere classificati. Noi siamo arrivati al terzo posto, che
però equivale al settimo, perché c’erano quattro terzi, quattro secondi
e un vincitore. Avrei qualcosa da ridere sui vincitori e infatti tutti si
sono lamentati; era carino, ma non meritava di vincere, c’erano dei
gruppi che erano stati molto più bravi . Anche noi ci siamo rimasti
un po’ male, quando hanno detto che eravamo arrivati terzi e anche
le nostre due insegnanti speravano che fossimo arrivati un po’ più in
alto. Finite anche le premiazioni, ci siamo cambiate e dirette verso
il pullman. Siamo tornate a casa verso sera, stanche , ma contente
di aver vissuto un’esperienza così bella.
SIMONA CENCI 2a H
LA VERIFICA DI GRAMMATICA
Viktoria Slyusarchuk
Fase provinciale delle
gare di atletica 1° classificata nel Lancio del
Vortex e Corsa 80m
Fase Regionale 1° classificata nella corsa 80m
Quante emozioni in questa semplice affermazione! Ogni aspetto
della persona è importante e anche ciò che ci sembra insignificante dobbiamo imparare a coglierlo e a valorizzarlo come fa
un fotografo quando scatta le sue foto. Ma … IO CI SONO …
solo con l’aiuto degli altri che fanno gruppo intorno a me, mi
aiutano, abbattono il muro di indifferenza e mi prendono per mano
facendo silenzio, chiudendo gli occhi e ascoltando il suono delle
parole, della musica, il battito del cuore, il mio grido:
“IO CI SONO!!”
Concorso di disegno per il titolo del Bertolino
JACOPO PESARESI 3a D
Matteo Arseni 3D
Fase provinciale delle gare
di atletica 1° classificato nel
Lancio del peso, Lancio del
Vortex, Corsa 80m
Fase regionale 1° classificato
nel Lancio del Vortex
A TEATRO HO GRIDATO
“IO CI SONO”
Ciao a tutti, io sono Taluno, un aggettivo indefinito. Sono stato molto
utile nel corso dei secoli. Sì, in effetti ero molto popolare; tutte le
persone mi stimavano scrivendomi e ripetendomi continuamente. Ma,
un brutto giorno, quando mi sono svegliato, ho udito uscire dalla bocca
di tutta la gente dei dintorni altri aggettivi indefiniti. Ne uscivano di
tanti e strambi, tutti fuor che me! Poco, molto, tanto, parecchio…tutti
più nuovi e moderni di me. E da quel giorno ho cominciato a calare
di importanza ogni secondo di più. A parte questo, voglio raccontarvi
una storia accaduta molto tempo fa. Alquanto, un mio caro amico, ed
io eravamo ormai dimenticati e ribadisco
dimenticati. Proprio una mattina avevamo
la verifica di grammatica. Veramente i bambini di ID avevano la verifica, ma noi decidemmo di andare in ogni caso per metterci
in mostra. Per essere presenti almeno in un
esercizio, bisognava partecipare al concorso “MISS VERIFICA” durante il quale la
prof. Mornati avrebbe scelto gli aggettivi
da inserire nel compito in classe. Prima di
avviarci a scuola ci vestimmo eleganti, ci
lavammo e ci facemmo delle lodi a vicenda
ma, quando arrivammo al concorso, ci meravigliammo perché tutti gli
aggettivi si erano messi in mostra; erano bellissimi, elegantissimi e,
soprattutto, giovanissimi. Erano perseguitati dagli articoli paparazzi e
i segni di punteggiatura facevano loro lodi continue. Nel giro di poco
tempo arrivò il momento della scelta. La prof ci scrutò attentamente
con gli occhi vispi e attenti attraverso gli occhiali rossi e, con aria
fiera, disse:-E facciamo sto’ esercizio!-. Miracolosamente entrammo
nell’esercizio 4 che consisteva nell’inserire al posto dei puntini 20
aggettivi. Assieme ai più nuovi c’eravamo anche io, Alquanto e il
nostro amico Qualsivoglia. Giunti al grande momento della verifica,
noi tre eravamo lì, impettiti, pronti ad essere inseriti negli spazi vuoti.
Tutti i ragazzi sbagliarono quell’esercizio tranne uno che lo fece
bene; l’adolescente in questione aveva scritto proprio noi mentre gli
altri ragazzini si erano limitati ai più nuovi e banali. Non a caso quel
ragazzo prese 10 e noi tornammo molto popolari.
THOMAS GRASSO 1aD
CONCORSO LETTERARIO
Testo: “Un animale per amico”
SCUOLE ELEMENTARI
Prima classificata: Francesca Lanci Villaggio 1° Maggio V A
Temi segnalati per il concorso:
Rosina Amodey
Casti
5a A
Rachele Gobbi Casti
5a B
Margherita Petrini
Casti
5a C
Giulia Nardini
Villaggio 1° Maggio 5a B
Luca Di Giovanni Gaiofana
5a A
Antonio Capannini
Toti
5a A
Guglielmo Palmieri
Toti
5a B
Greta Monti
Toti
5a C
SCUOLA MEDIA A. BERTOLA
CLASSI PRIME
Primo Classificato: Matteo Caricato
CLASSI SECONDE
Prima classificata: Arianna Neri
CLASSI TERZE
Prima Classificata: Ludovica Caruso
1a C
2a H
3a D
I ragazzi del Bertolino vi salutano
calorosamente, vi augurano buone vacanze e vi aspettano l’anno
prossimo invitandovi a scrivere e a
partecipare sempre più numerosi !
Grande Festa
di Fine Anno scolastico
2011-12
Sabato 9 giugno ore 15
Giochi, Mercatino, Sport, Torte, Musica, Danza
Siete tutti invitati
Il ricavato della festa, come di consueto, sarà
destinato a finanziare progetti di solidarietà
La scuola ringrazia
Chiamami Città,
la Tipografia Garattoni di Rimini
La Banca Popolare Valconca di Rimini
La ditta Milo & Co di Viserba di Rimini
Consiglio di Quartiere n. 6
giugno 2012
LETTERA ALLA PRESIDE
Carissima preside,
noi di 2a H vorremmo farle una richiesta: vorremmo
avere il prossimo anno la lavagna interattiva. A noi
servirebbe moltissimo infatti i nostri prof. cercano
sempre la televisione per spiegare meglio le loro
lezioni. Anche questa mattina ci siamo trasferiti con
la prof. Sammarini in un’aula con la LIM. È stato
interessante perché abbiamo approfondito l’argomento scolastico che stavamo facendo. Quando
vogliamo vedere un film, siamo sempre costretti a
prenotare la TV
che la maggior
parte delle volte
è occupata. Ci
piacerebbe tanto averla, anche
perché ce l’hanno tutte le terze.
È vero, la nostra
classe è un po’
piccolina, ma se
si levasse una
lavagna, ci starebbe anche la
LIM. Noi pensiamo di meritarcela perché siamo una bella classe
e, grazie ad alcuni nostri articoli del Bertolino, la
scuola ha vinto un sacco di premi. A dir la verità,
tutto il nostro corso si è sempre impegnato tanto per
far trionfare la scuola. Carissima Preside, speriamo
tanto che queste dichiarazioni siano sufficienti. La
salutiamo vivamente e speriamo che il prossimo
anno, quando entreremo in classe, troveremo una
bella sorpresa.
PER LA CLASSE 2a H - LUCA BARBIANI
VISITA ALLA
STAMPERIA RUGGINE
Il 21 Febbraio siamo andati a visitare la bottega della
signora Luzzi, la Stamperia Ruggine, la cui insegna
è costituita da una grande tela che campeggia nella
vetrina del negozio in via Bertani. La nostra visita
ha completato un’attività di laboratorio nell’ambito
di un progetto del C.N.A. iniziato con un’intervista
alla artigiana che ci aveva raccontato il suo lavoro.
Siamo partiti alle dieci di mattina. Per arrivare a
destinazione siamo passati per il parco della cava,
e, attraversato l’Arco d’Augusto, siamo giunti alla
nostra meta. La bottega è un ambiente piuttosto
stretto per la lavorazione e per la vendita, ed un
retrobottega, è stato quindi destinato alle ultime fasi
del lavoro di stampa. Una ripida scala oltre a garantire l’accesso ad un deposito sorregge un complesso
di corde, regolato da un sistema di carrucole, alle
quali vengono appesi i tessuti lavorati. La signora
Sabrina ci ha insegnato come stampare immagini
su tela con colori composti da una miscela di farina,
aceto, e ruggine, dalla fragranza sgradevole e pungente. Abbiamo
appreso che il
procedimento
è semplice, ma
richiede molta
attenzione: il
colore va versato uniformemente, evitando
che si formino
grumi nella
vasca; dopo di
che il timbro
di legno va calato perpendicolarmente “come un
elicottero e non come un aeroplano” -per utilizzare
un’espressione della signora Luzzi- nella vasca
del colore. La lentezza, la leggerezza del gesto fa
si che lo stampo assuma la tintura uniformemente
senza sbavature. Poi lo stampo viene appoggiato
sul tessuto e battuto prima lentamente, poi con
energia, con il mazzuolo. In seguito il timbro va
sollevato e il risultato può essere più o meno soddisfacente. Tutto dipende dall’esperienza. Prima di
procedere ad un secondo bagno di colore bisogna
pulire il timbro con l’apposita spazzola. Dopo aver
osservato l’esempio abbiamo stampato noi stessi
scegliendo i timbri che più ci piacevano. C’erano
riproduzioni di melagrane, uva, brocche, galli e
draghi, tutte immagini tipiche della tradizione
romagnola. Abbiamo stampato su delle strisce di
tessuto gentilmente regalateci dall’artigiana e su
quelle che avevamo portato da casa. I nostri lavori,
poiché presentavano qualche imperfezione, sono
stati corretti. Per questione di tempo non abbiamo
potuto assistere alle ultime due fasi, il fissaggio e la
stiratura che rendono definitivo il prodotto. Mentre
un gruppo era occupato nell’attività artigianale, il
resto della classe guardava un libro che spiegava a
grandi linee la storia di quest’arte, che nasce nelle
campagne dove veniva prodotta la materia prima, la
canapa, pazientemente filata e tessuta dalle donne,
ed infine decorata. Poco dopo mezzogiorno abbiamo
salutato la signora Luzzi e abbiamo lasciato la sua
bottega ricchi di nuove esperienze, consapevoli
della bellezza e della creatività di questo lavoro
che richiede dedizione, pazienza ed esperienza.
DI SABRINA LUZZI CLASSE 2a M
Attività scolastiche
Pag2
UNA GIORNATA DAI CARABINIERI
Il 2 aprile la mia classe, la 1N, ed io siamo andati
a far visita alla Caserma dei Carabinieri vicina alla
nostra Scuola. Per arrivare da loro siamo andati a
piedi e abbiamo attraversato il parco. Siamo stati
invitati insieme ad un’altra classe,la 2a H, anche
perché in entrambe ci sono dei papà carabinieri.
Durante questa visita nella caserma abbiamo visto
i cani della SQUADRA CINOFILA che cercavano
delle armi che erano state nascoste apposta dai
carabinieri. Ci hanno spiegato che i cani di questa
squadra hanno proprio il compito di cercare armi
(come pistole, mitragliette, fucili e anche esplosivi)
e che sono molto
ubbidienti, perché sanno che se
disobbediscono
possono trovarsi
in difficoltà e potrebbero anche
morire. I cani
sono allenati a
cercare anche la
droga e si esercitano con delle sostanze che hanno
un odore simile,
ma non sono nocive. Se trovano
quello che devono cercare, come
premio giocano
con una spugna
o con un osso.
E’ stato molto
bello vederli da
vicino, perché ci
hanno permesso di accarezzarli; anche se all’inizio
sembrano cattivi, in verità sono dei teneroni. I
carabinieri ci hanno mostrato le loro automobili e
ci hanno spiegato come si usano gli strumenti che
sono all’interno. Un mio amico, con una specie di
telefono, ha parlato con la centrale e poi alcuni di
noi sono saliti sulle macchine e sulle moto dei carabinieri. Prima di entrare nella stazione ci hanno fatto
una foto. Siamo poi andati al poligono e ce l’hanno
mostrato. Le pareti sono di una gomma particolare
per far sì che i proiettili, andandoci a contatto, non
creino troppi danni. Nella zona del poligono c’è una
cabina dove il comandante dà ordini al tiratore. Dopo
il poligono siamo andati alla sala operativa che è il
cuore della stazione dei carabinieri. Qui arrivano le
telefonate della persone che chiedono aiuto o che
hanno bisogno. Per prima cosa il carabiniere chiede
alla persona che telefona cosa succede, dove si
trova, quante persone sono coinvolte nella situazione per cui è chiesto l’intervento, la descrizione
delle persone (soprattutto in una rapina o in un
furto) indicando l’altezza, il colore dei capelli, se
possibile la faccia, la carnagione e come è vestito
l’uomo. Queste sono le cose principali da dire ai
carabinieri. Se poi chiamano persone straniere,
ci sono alcuni
carabinieri che
hanno studiato le lingue e
che rispondono
nella loro stessa
lingua: è ad
esempio successo che ha
chiamato una
donna francese
e lì un carabiniere ha saputo
parlare con lei
. Poi siamo andati nella sala
dove vengono
fotografate le
persone che devono andare in
carcere, vengono riportate le
loro generalità
e anche il tipo
di reato fatto (ad alcuni miei amici hanno fatto
questo tipo di foto). Dopo abbiamo fatto merenda
ed infine siamo andati a vedere un film sul lavoro
e sulla figura dei carabinieri. E’ stato molto interessante perché ci è stato spiegato che i carabinieri
sono delle forze armate e sono pronte ad aiutare
la gente; ci è stato mostrato che esistono diverse
squadre di carabinieri, come la squadra cinofila, e
anche che ci sono le scuole per le lingue straniere.
È stata una bella giornata.
MATTEO PELELLA 1a N
L’INCONTRO CON LE FORZE DELL’ ORDINE
9-12-11data da ricordare:
E’ giusto mettere a rischio la propria salute per un
gioco pericoloso
come l’uso dei
fuochi d’artificio? Questa è la
domanda che ci
hanno posto le
forze dell’ordine
e grazie al loro
intervento abbiamo riflettuto
sulla necessità
di salvaguardare
l’incolumità dei
giovani eliminando o controllando i fattori di
rischio. Il capitano dei carabinieri…Giglio
ci ha dato delle
informazioni
fondamentali sui diversi tipi di fuochi d’artificio e
sulla pericolosità di quelli smerciati illegalmente
….Quanti ragazzi si trovano oggi a sopravvivere
privi di un arto distrutto dal botto dalla luce accattivante, ma portatore di mille pericoli ? Forse troppi.
Gli adolescenti di oggi sono sempre più propensi
a rischiare la propria vita facendo giochi pericolosi o addirittura assumendo droghe. Per renderci
più consapevoli di
quest’ultimo pericolo, i carabinieri
ci hanno mostrato
un’unità cinofila
all’azione e abbiamo
visto come, grazie
alla collaborazione
dei cani anti-droga, si
possono rintracciare
produttori, spacciatori, e consumatori
di sostanze stupefacenti. Ci siamo infine
chiesti:” Ci si sente
davvero più duri a
rischiare la propria
vita? O si dimostra
invece una buona
dose di vigliaccheria
per non saper lottare
contro ciò che ci vuole distruggere?” Un grazie di
cuore a tutte le forze dell’ordine e a tutti gli adulti
che si battono per tutelare la salute di noi giovani.
LAURA ALTINI-FEDERICA BAIETTI-GIOVANNI
DE MARTINO-DAVIDE FRACASSI-NICOLO’GIGLIETTISAHIELA RASCIONATO-REBECCA SCHIRIPPA 3aI
IL PROGETTO PERCUSSIONI
Il percussionista Michele La Paglia ci ha fatto esprimere emozioni attraverso il
teatro e ci ha fatto imparare il
valore della collaborazione.
Durante il percorso fatto insieme ci siamo divertiti anche se
alcuni nostri compagni si sono
annoiati ,ma per noi è stato
molto interessante; abbiamo
scoperto che per fare ogni cosa
ci vuole un ritmo e Michele
in questi mesi ci ha preparato
noi 1H ad uno spettacolo con
altre quattro classi 1B, 1F, 1G,
1I.Il nostro spettacolo consisteva dal movimento dei teli
attraverso la musica, come in
una città dei colori, dove tutti
erano felici. Oltre ad uno spettacolo abbiamo fatto
un magnifico concerto, dove erano coinvolte tutte
le classi e Michele cantava delle canzoni inventate
da lui stesso, senza un senso, ma piene di allegria e
armonia. Nello spettacolo, la parte che ci è piaciuta
di più è stata quella dove tutte le classi suonavano
insieme gli scatoloni, coinvolgendo anche i genitori
e la preside! Alla fine
della recita, la preside
e le professoresse si
sono complimentate
con noi alunni; la dirigente in persona ci ha
fatto un grandissimo
regalo: ci ha esentato
da tutti i compiti per
il giorno successivo e
noi non ci potevamo
credere!!! Alla maggior parte della nostra
classe, questo progetto
è piaciuto, ma ad
alcuni ha annoiato;
comunque per noi è
stata un’esperienza
indimenticabile, da ripetere con Michele e la
simpaticissima Rossella, che ci ha aiutato in tutto
questo percorso fatto insieme!
CLAUDIA FATTORI- BEATRICE
POGGI- EMMA ZUCCHETTO 1a H
PROGETTO
“SCI -AMBIENTE”
Caro Diario,
finalmente è arrivata la gita più attesa di questi
tre anni. E’ stata dura svegliarsi, ma già pronti per
andare sulla neve, siamo partiti con entusiasmo. Il
viaggio, anche se breve, è stato divertente. Lì era
tutto bianco, la neve ricopriva tutto il paesaggio.
Anche a Rimini aveva nevicato, ma ormai la neve
era tutta sciolta, e ne avevamo già la nostalgia.
Nonostante la stanchezza dovuta al viaggio, anche
il primo giorno non ci siamo fatti scappare l’occasione di sciare. Dopo una breve pausa, ancora
più entusiasti di prima, abbiamo ricominciato ad
andare sulle piste.
Stanchissimi, siamo andati in albergo e lì ci hanno
smistati nelle camere.
Alla sera, dopo avere mangiato, ci siamo ritrovati
tutti insieme per parlare di quella giornata fantastica. Il secondo giorno siamo tornati nelle tanto
desiderate piste dove ci hanno valutati in base
alle nostre capacità, una volta divisi nei vari corsi
abbiamo incominciato a imparare nuove tecniche
sciistiche. Già dal secondo giorno ci conoscevamo
tutti e al rifugio mangiavamo tutti insieme, a caso
non per classe! Pur essendo buono il cibo era sempre
quello: cotoletta e patatine.
La sera, essendo l’ultimo giorno di carnevale ci
siamo travestiti improvvisando. Il penultimo giorno
cominciavamo ad essere un po tristi poiché erano
stati dei giorni davvero divertenti. Dovevamo dare
il meglio, anche perché il giorno dopo ci avrebbero consegnato i pagellini, in più nel corso degli
“avanzati”, ci avrebbero ripreso mentre sciavamo.
Abbiamo anche quel giorno sciato di continuo e
così anche per il quarto. Quei quattro giorni sono
stati davvero fantastici penso per tutti, e spero, che
anche le altre classi che parteciperanno al progetto
“Sci-Ambiente” si divertano, imparino e stiano bene
come abbiamo fatto noi…
Caro diario, ti auguro di fare un’esperienza così
divertente e così utile, perché dà la possibilità a
tutti di sciare e di divertirsi insieme.
ILARIA GALLI- ELENA DAVANI - LUISA LIGUORI III B
IL DDT
DDT? Che sigla strana! Eppure si tratta di una
creatura molto diffusa che si aggira indisturbatamente nelle nostre città. Senza accorgercene, anche
noi potremmo assomigliare a questo strano esemplare. Si tratta infatti del “drogato da telefonino”
che potrebbe fare di tutto pur di non perdere la cosa
più preziosa al mondo: il suo cellulare. In realtà il
dramma non è il telefonino in se, ma la dipendenza,
cioè il non saper rinunciare
all’uso di questo macchinario moderno
nei luoghi più
improbabili e
nelle situazioni più scomode: questa è
l’etimologia
della sigla
DDT. Abbiamo infatti colto
sul fatto uno di
loro mentre si “arrampicava” furiosamente sulle
pareti di una tavernetta di campagna, alla ricerca
del segnale perduto. Dovete sapere che il DDT ama
aggirarsi nei quartieri urbanistici dove il segnale
è alle stelle, se per caso dovesse trovarsi in un
campeggio di montagna non oserei chiedermi cosa
farebbe pur di averne un po’. Mai DDT ha anche altri
problemi: in caso gli finisse il credito, preso da un
attacco di panico, preleverebbe la maggior parte dei
suoi risparmi per fare una mega-ricarica. Ma cosa
succederebbe se questa operazione non si potesse
compiere? Probabilmente lo vedreste buttarsi da un
ponte per la disperazione, sbraitare contro un povero
barbone o infilare la testa in un alveare. Ma tutto
questo non potrebbe superare la tortura più grande
per uno di loro: quella di trovarsi legato ad una sedia
e non poter rispondere al trillo provocante del suo
telefonino. Sicuramente impazzirebbe qualsiasi
condizione pur di poter raggiungere il suo amato
cellulare. Ma ATTENZIONE! Cari coetanei, non
vi spaventate se trovate un DDT impazzito per la
strada: contattate immediatamente i carabinieri!!!
AGUSTINA AMODEY2a B- SAHIELA RASCIONATO 3a I
Attività e cronache scolastiche
giugno 2012
INCONTRO CON L’AUTRICE
LIA LEVI
Dopo aver dedicato il nostro laboratorio di lettura
al romanzo “Una valle piena di stelle”, martedì 13
marzo noi della terza D abbiamo avuto modo di
incontrare l’autrice Lia Levi presso il Teatro degli
Atti insieme con altre scolaresche di Rimini. La
scrittrice oggi ottantenne, si è ispirata nei suoi
diversi romanzi alla propria biografia e a quella di
suo marito, entrambe perseguitati in quanto Ebrei
durante la seconda guerra mondiale. Nel libro da
noi letto si parla del viaggio di una famiglia di
Ebrei italiani che, a seguito delle leggi razziali,
si vede costretta a fuggire in Svizzera sotto false
generalità. Molte sono le difficoltà e le delusioni
che affronta la protagonista quattordicenne Brunisa,
come quella di separarsi dalle persone conosciute
di volta in volta a causa dei continui trasferimenti a
cui è costretta. Ciò avviene anche col suo amico del
cuore, che deve andare in Canada per ricongiungersi
con i suoi unici familiari superstiti, mentre lei potrà
tornare a Genova, sua città d’origine. L’autrice ha
da sempre scritto l’urgenza di narrare gli orrori
della guerra e dell’olocausto per far si che questi
restassero nella memoria di tutte le generazioni,
così i suoi libri non sono solo storie ma sono storia!
Per esempio mentre “una valle piena di stelle” è un
testo ispirato alla vita del marito dell’autrice, “Una
bambina e basta” è strettamente autobiografico, ma
entrambi raccontano le mille peripezie degli Ebrei
perseguitati.
Abbiamo avuto a
disposizione molto
tempo per porle
le nostre domande
ispirate non solo
dalla lettura del libro, ma anche dalla
nostra curiosità sul
suo lavoro, quello
di scrittrice, che
è molto affascinante. Inoltre gli
espedienti narrativi
devono essere calibrati in funzione
dell’età del lettore;
per esempio il linguaggio fiabesco deve essere
utilizzato solo per i molto piccoli, fino agli otto
anni. Un aspetto determinante è poi quello delle
illustrazioni poiché per i bambini spesso sono
esplicative. I nomi dei migliori illustratori sono
pochi e ciascuna casa editrice cerca di accaparrarsi
quelli con una grafica più accattivante spesso per
fini commerciali.
L’ autrice, quindi, per quanto contenta delle illustrazioni di Desideria Guccciardini, vorrebbe che
ci fossero più libertà e più calma nella scelta dell’
illustratore. Soprattutto dobbiamo pensare che
questi libri spesso raccontano di nostri coetanei
che hanno vissuto realmente certe difficoltà senza
potersi sottrarre, quindi leggerne il racconto non
richiede poi tanto coraggio! In effetti a proposito,
l’autrice ci ha introdotti con poche parole nel clima familiare in cui venivano cresciuti i bambini
della sua generazione: protetti dalla realtà dai loro
genitori. Spesso la verità veniva detta loro solo se
non se ne poteva fare a meno, comunque senza
spiegazioni ed edulcorata a seconda del livello
sociale (i bambini più agiati vivevano in una realtà
iper - ovattata).
Ciò avveniva perché si pensava che, sino ai sedici
anni, i giovani non capissero i ragionamenti dei
grandi ed inoltre non c’era la mentalità di coinvolgerli nelle vicende della vita di tutti i giorni. In più il
regime imponeva col terrore e il consenso più totale.
Questo ci ha fatto capire quanto i ragazzi fossero
inconsapevoli di ciò che stava accadendo loro durante la II Guerra Mondiale. I criteri di segregazione
razziale, letti su un manuale di storia, per quanto
ben scritto, sono un elenco arido, pochi punti che
ogni studente di terza media è tenuto ad apprendere;
quando però a parlartene è chi, attraverso quei criteri, ha visto stravolta la propria vita e quella della
sua comunità, cambia tutto e resta solo un senso di
assurdità; per esempio: se eravate figli di due Ebrei
eravate spacciati; se i genitori erano uno ebreo e l’
altro “ariano” avevate due possibilità o professarvi
cristiani, salvandovi, o dichiararvi ebrei ed erano
guai seri… Questa contraddizione nasce dal fatto
che le leggi razziali non avevano alcun fondamento
biologico, ma erano un insieme di comportamenti
discriminatori gratuiti. Ciò emerge dall’ esperienza
che Lia Levi ha vissuto direttamente, mettendosi in
salvo in un convento di suore e cercando di rendere
credibile la sua copertina fingendosi cattolica pur di
sfuggire ad un eventuale rastrellamento. Così, per
fortuna né l’ autrice né suo marito hanno vissuto
direttamente l’ esperienza della deportazione e dei
campi di sterminio. Dalla fine della Guerra l’ autrice, pur non essendo praticante, vive attivamente
all’ interno della comunità ebraica come direttrice
del mensile d’ informazione ebraico Shalom ed è
sempre in prima fila nel ricordare le vittime della
Shoa. Parlare con Lia Levi ci ha trasmesso un
sentimento sincero di perdono nei confronti di
chi aveva applicato le leggi razziali magari solo
per dovere, senza essere affatto convinto della
loro opportunità… Credo che la comunità ebraica
abbia dato, in questo modo, l’unico insegnamento
positivo che l’ umanità possa trarre dall’olocausto.
LEONARDO LAVOSI 3a D
Pag.3
LA SCUOLA DI IERI
GIOCHI DELLA GIOVENTU’
Giovedì 19 aprile 2012 io, Leo e Castaldi con
ragazzi di altre classi siamo andati allo stadio di
Riccione; siamo partiti alle ore 8.00 del mattino e
siamo arrivati alle ore 08.30. Quando siamo arrivati
allo stadio, ci siamo messi a sedere sulle gradinate
ad aspettare il nostro turno. Verso le 10.00 ci siamo andati a riscaldare e
verso le 10.30 abbiamo
incominciato le gare. Ero
timido e mi vergognavo
molto e dentro di me
pensavo di non farcela a
lanciare il vortex, ed alla
fine ho fatto il mio record
maggiore di 28,68 m.
Tutti mi guardavano e mi
facevano i complimenti
e io mi ero emozionato
perché mi applaudivano
e mi dicevano che avevo
fatto un bellissimo lancio. Finita quella gara
ne dovevo fare un’altra: il lancio del peso; anche
quella gara non era facile, anzi era la più difficile
perché dovevo lanciare una palla di ferro che
pesava 2 kg., è come lanciare una boccia. Anche
nel lancio del peso mi vergognavo tanto perché
era una gara importante e difficile. Quando toccò
a me, prima di lanciare mi hanno spiegato dove si
doveva tenere la mano e poi ho lanciato ed ho fatto
8 metri e 30 cm e tutti mi hanno detto che ho fatto
un bellissimo lancio e che mi ero impegnato molto.
Finita anche la gara del lancio del peso, ho aspettato
fino alle 11.30 per fare gli 80m. Tutti tifavano per
me e gridavano tutti insieme il mio nome ed il mio
cognome. Io correvo alla
massima velocità, più veloce che potevo e infatti ce
l’ho fatta ad arrivare primo.
Finiti gli 80 metri, abbiamo
aspettato fino alle ore 12.00
per le premiazioni. Io sono
stato il primo a salire sul
podio e mi hanno messo
la medaglia d’oro. Finite
le premiazioni, la Doriana
ha chiamato i miei genitori
dicendogli che avevamo
finito le gare e potevano
venire a prendermi. È
stata una bella esperienza, c’era un bellissimo
sole ed era molto caldo. Ora aspettiamo che ci
dicono quando ci saranno i regionali allo stadio
di Bologna.
MATTEO ARSENI 3a D
ATLETICA,
LA MIA PASSIONE
A me piace tanto l’atletica, infatti ad ottobre quando
mi sono iscritta ho subito capito che era lo sport
giusto per me.
Giovedì 19 Aprile ci sono stati i Giochi della
gioventù, cioè i giochi sportivi studenteschi, ai
quali tenevo particolarmente.
Arrivati a Riccione ci siamo seduti sugli spalti dello
stadio e una signora ci informava sugli orari delle
varie gare, la mia sarebbe stata una delle prime.
Quando ho sentito chiamare “corsa veloce 60 m”
ho provato molta paura e timore, ma nello stesso
tempo ero emozionata e contenta di essere li. Ero
molto stressata, tutti mi dicevano di stare calma
ma io non ci riuscivo. Quando finalmente hanno
dato il via, è come se avessi volato senza pensieri.
Riproverei tutti i momenti di quella gara. Dopo
tutte le altre gare c’è stata la premiazione sul podio
dei primi tre posti . Quando ho sentito chiamare il
mio nome sono stata molto felice e sorpresa, non
immaginavo di essere arrivata terza con tutte le
più brave delle scuole di Rimini e provincia anche
con la staffetta siamo arrivate terze!!!Sono molto
orgogliosa delle due medaglie vinte.
L’IMPORTANZA
DELLE PAROLE
UNA GRANDE EMOZIONE
LA DANZA
La danza per me è la passione più grande del
mondo; è voglia di vivere! Quando ballo sul
palco sento l’adrenalina che aumenta e non
smetto di sorridere almeno fino alla fine dello
spettacolo; la danza per me è stare in compagnia facendo ogni giorno nuove conoscenze
e imparando passi nuovi; con la danza riesco
anche a sfogarmi e a togliermi tutti i problemi di
legno poste sotto; la lavagna sicuramente non era
interattiva come la nostra, ma era staccata dal muro,
tenuta in piedi da un piedistallo con delle ruote.
Chi faceva arrabbiare il professore, se faceva una
cosa da poco, gli venivano bacchettate le mani, se,
invece, faceva qualcosa di più grave veniva posto
dietro alla lavagna inginocchiato sopra a dei ceci
e vi assicuro che faceva molto male! Si scriveva
con un pennino che veniva bagnato in un piccolo
barattolo di inchiostro e bisognava stare molto
attenti a non sbaffare e a non sbagliare perché non
si poteva cancellare; al centro della classe c’era una
stufa a legna per riscaldare nei giorni più freddi.
Le classi erano numerose e non erano miste come
le nostre, cioè maschi e femmine insieme, ma
una classe composta da maschi e una composta
da femmine. La scuola era dura, ma sono riusciti
tutti a frequentarla, quindi noi non ci dobbiamo
lamentare della nostra scuola, basta pensare alla
scuola dei nonni.
GIORGIA CALCINELLI 1a H
MARIA ELENA MAGNANI I H
Il giorno 20 dicembre 2011 dovevo fare uno spettacolo di danza, secondo me, importante perché
dovevo eseguire un assolo che non avevo mai fatto.
Un assolo è quando sei solo tu sul palco a ballare;
nel mio caso dovevo danzare una variazione di
danza classica sulle punte tratta dal balletto “Don
Quixotte” che si basa sul famoso romanzo di Miguel
de Cervantes dal titolo
“Don Chisciotte della
Mancia”
La mia variazione era
trattata dal terzo atto
quando Kitri, la protagonista, sposa Basillo,
l’altro protagonista. Per
me era la prima volta
ed ero molto spaventata. Verso le diciotto
e quarantacinque sono
partita da casa per
andare in teatro a fare
alcune prove; sono
arrivata lì e mi sentivo
molto preoccupata: ero
ansiosa e avevo paura di
sbagliare tutto. Ho iniziato a fare delle prove e mi
cedeva la caviglia, non riuscivo a finire la variazione, poi la mia insegnante ha detto a me e alle
mie compagne che potevamo andare a prepararci
per lo spettacolo. Arrivate nei camerini, abbiamo
iniziato a parlare delle nostre emozioni del momento
e di quello che avremmo dovuto poi fare sul palco.
La tecnologia rende bella e interessante la scuola;
per esempio è più bello fare lezione con una LIM
(lavagna interattiva multimediale) che con una
lavagna semplice, ma proviamo a pensare alla
scuola dei nonni, la scuola più di sessant’anni fa,
come era la scuola a quei tempi? Sicuramente non
è come quella di adesso, basti pensare a quanto
erano più severi i professori o dalla disposizione
dell’aula. L’insegnante sedeva in una cattedra
posta sopra ad una pedana, quindi più in alto degli
alunni per poter avere maggiore controllo sulla
classe. I banchi erano più lunghi perché in uno si
dovevano sedere due ragazzi e per sedersi c’era
una panchetta attaccata al banco da delle assi di
Dopo qualche minuto è arrivata un’insegnante a
darci la scaletta; vedemmo che io ero la prima tra
tutte e che dovevo “aprire” il secondo tempo. Mi
agitai perché non ero sicura di sapere abbastanza
bene la variazione perché l’avevo imparata in poco
tempo e avevo paura che non mi si aprisse il ventaglio quando dovevo farlo (nel mio pezzo dovevo
ballare con un ventaglio!). Mancavano
10 minuti all’inizio
dello spettacolo e la
tensione aumentava
sempre di più, allora
la nostra insegnante
venne a tranquillizzarci. Iniziammo a
ridere a scherzare e la
mia paura si trasformò
in coraggio. Poi toccò
a me ballare e andai
dietro alle quinte a
prepararmi; iniziò la
musica ed entrai in
scena, come previsto
iniziai a ballare e cercai di dare il meglio di me.
Finii di danzare e quindi uscii dal palco. Mi sentivo
sollevata, ma allo stesso tempo volevo tornare sulla
scena ripetere il pezzo mille volte, mi ero divertita
molto! Questa esperienza mi è servita molto per
superare le mie paure.
ASIA RIGHI III D
dosso, scaricando le mie energie nel ballo. Ci sono
molti tipi di danza: classica, moderna, hip-hop…
quella che mi affascina è la danza classica, ma
quella che pratico è danza moderna che mi piace
ugualmente. In poche parole la danza è la mia
vita, per me è importante, per me è emozione…
GIORGIA ARLOTTA 2a H
Vorrei fare un piccolo appello a tutti i ragazzi che
stanno tutto il giorno al computer e preferiscono
parlare su facebook o su altri Social Network
più che parlare direttamente con la persona interessata. Piccola premessa: non sto facendo una
critica a nessuno. Succede spesso che noi ragazzi
preferiamo parlare tramite computer o cellulare
più che faccia a faccia, ma non ci accorgiamo di
quanto sia importante capire i sentimenti del nostro
compagno di schermo. La prima cosa che dico è
che magari quando parli con una persona tramite
computer ci si può fraintendere e possiamo capire
una cosa per un’altra e magari anche litigare per
una stupidaggine. La seconda cosa è che se non si
parla faccia a faccia non si capiscono i sentimenti
altrui, perché sul computer si può far finta di essere
tristi per un amico, ma per poi gioire alle sue spalle.
La cosa più importante però è sapere con chi si
parla, perché non si sa mai se al di là di quello che
ci fanno credere certe persone si trovi in realtà un
hacker o qualcuno che non ha 12-13 o 16 anni, ma
una persona anche più grande! Questo è solo un
piccolo consiglio: preferite le parole!
SIMONA CENCI II H
A SCUOLA…
DAI MIEI NONNI
Quest’estate sono stato in vacanza in Sicilia dai
miei nonni. Mia nonna, dato che ha il forno a
legna, mi ha chiesto se l’aiutavo a fare il pane. Ci
siamo alzati molto presto, siamo andati nella sua
cantina e abbiamo messo farina, acqua, lievito e
sale nell’impastatrice e abbiamo formato l’impasto.
Con l’impasto la nonna ha modellato una ventina
di pagnotte e una l’ha lasciata fare a me. I pani li
abbiamo lasciati a lievitare tra due coperte. Mentre
il pane lievitava, il nonno ed io abbiamo preparato
il forno. Abbiamo messo dei rami d’ulivo dentro,
e li abbiamo accesi. Il nonno mi ha spiegato che il
forno era pronto quando le pareti sarebbero state
bianche. Quando fu pronto, il nonno ha lasciato
spegnere il fuoco, che diventò brace. Poi la nonna,
con una scopa di saggina bagnata, ha tolto la brace e
la cenere e ha pulito il forno. In seguito ha infarinato
la pala e, ad uno a uno con gesti leggeri e veloci,
ha riposto i pani nel forno. Dopo mezz’ora circa,
ha cambiato posti ai pani che si trovavano davanti,
mettendoli più in fondo. Dopo 45 minuti circa il
pane era “cotto a puntino”. La nonna ha tirato
fuori i pani con la pala e li ha riposti in una cesta.
Erano profumatissimi e dorati. A pranzo li abbiamo
mangiati caldi con olio, sale e pepe. Ringrazio la
nonna Maria per questa esperienza così istruttiva.
Ah, se la scuola fosse così! La frequenteremmo
tutti più volentieri!
EMANUELE MICALE 2aH
Poesie... racconti... recensioni
giugno 2012
AMICO VUOL DIRE…
Amico vuol dire
stare in compagnia,
amico vuol dire tanta
tanta allegria.
Amico vuol dire
dammi la mano,
amico vuol dire
non starmi lontano.
Senza un amico
la felicità si leva di torno,
perché un amico
è una pianta che va innaffiata ogni giorno.
Va curata con onore
e coltivata con amore
Amico caro, tu sei la mia vita,
io ho ottenuto la tua fiducia ed ora ce l’ho tra le dita.
Se sentissi quanto mi batte forte il cuore quando
premo con la mano,
tutti i momenti brutti e le esperienze tristi fuggono
via lontano.
E sai perché batte così?
Perché il mio amore per te sta tutto qui!
ILENIA CALISINI IB
LA ROSA SCARLATTA
IL CAPODANNO
Oh rosa scarlatta,
col tuo colore intenso
col tuo profumo delicato
riempi l’immenso
quale incenso appena bruciato.
La tua immagine soave,
assieme al tuo regal portamento
già mi portan via su una nave
e mi trascina via, il vento.
Ma non c’è rosa senza spine,
e come un pugnale la tua spina m’ha punto
così le armi tue assassine
m’han colpito al cuore: il mio momento è giunto!
Ma in preda al rimorso
Hai perso il tuo rosso
E implorando soccorso
Diventasti bianco osso.
Iniziasti a scolorire,
e presto tu venni a sapere
che eri destinata a morire,
appassire e cadere.
Così tu mi feristi,
oh rosa scarlatta
ma avendomi perso
insieme perdiam rosso.
C’E’UN TRENO…
C’è un treno che passa ogni giorno in uno stato diverso:
Lunedì passa in Africa a portare un carico pieno di speranza;
Martedì passa in Germania e porta un carico colmo di allegria;
Mercoledì arriva in Afghanistan e lascia tanta pace;
Giovedì la sua meta è la Russia e le regala sorrisi;
Venerdì passa in Libia lasciando forza e pazienza;
Sabato arriva in Francia scaricando un po’ di cultura;
Infine domenica si ferma e nella nostra bellissima Italia e
riposa…
GIORGIA ARLOTTA 2a H
L’AMORE
Che cos’è l’amore????
Alcuni dicono che sia qualcosa di magico;
altri dicono che non si vede;
per altri invece è la cosa più bella del mondo.
Tante persone dicono che non ci sono parole per descriverlo;
altri dicono che ci vorrebbe un dizionario intero per riassumerlo.
C’è chi lo ricambia e chi lo sostiene,
c’è chi fa di tutto per mantenerlo saldo.
È una cosa che dura più di ogni altra cosa,
e che ci fa sognare.
Il Capodanno si festeggia ogni anno,
amici, giochi, dolci e spuntini,
giocando fino a tardi anche più piccini.
Balli sfrenati, scherzi, taboo,
insomma qui non si finisce più!
C’è un gran caos, tanta allegria,
nessuno vorrebbe più andar via.
A un certo punto arriva un bambino,
con in mano un grosso panino:
è un po’ smangiucchiato e sbriciolato,
sporco di tanto sciolto cioccolato.
Si getta tra le braccia della mamma
che gli canta la ninna nanna.
Ecco che tutti mettono a posto,
sedie, tavoli e perfino l’arrosto.
La casa risplende, non c’è che dire
è ora per tutti di andare a dormire.
Saluti, baci e ancora un abbraccio
si sale in macchina: fuori c’è il ghiaccio.
Si arriva a casa stanchi e assonnati,
si infila nel letto un poco stremati.
Qualcuno decide di far colazione
e così un altro anno è andato in pensione!
SILVIA CIUFFOLOTTI 2a H
“IO PUZZLE”
“Io puzzle”
Allegro, malinconico, tenero e arrabbiato,
timido, forte, sensibile e colorato.
Mille pezzi, un solo me.
Non è facile unirli, non so perché.
Ma con un po’ di attenzione
Puoi trovare la soluzione.
E costruire il quadretto di un bambino perfetto.
CARLO EMILIO DE DONATO 2a D
IL PIANOFORTE
Io ho un oggetto, il più prezioso che ci sia,
basta un tocco ed ecco che ti senti portare via
dal vento dei tuoi pensieri
tra quei tasti bianchi e neri.
E le tue mani ballano allegramente,
saltellando spensieratamente
non vorresti mai più tornare
alla tua normale vita reale.
Vorresti rimanere al pianoforte
suonando note lunghe e corte.
ILENIA CALESINI 1a B
GABRIEL GIANNINI 2aD
L’OMBRELLO
IL FIUME
Il fiume nasce
Il fiume scorre
Creando anse e sponde
Fiume immissario
Ma anche emissario,
fiume che sfocia ad estuario.
Foce a delta
Per lo più c’è scelta!
Fiume affluente
che scorga dalla sua sorgente.
Lungo serpente
Che porta acqua alla gente.
FEDERICO ZANOTTI I D
MA PER TUTTI È QUALCOSA DI CUI NON SI PUO’ FARE A
MENO E CHE OGNI GIORNO
ACCOMPAGNA LE NOSTRE GIORNATE
Pag4
Sempre cara mi fu la scuola Bertola
Dove il tempo si ferma e poco vola.
E questi libri che di viver mi fan passar la voglia
Ogni volta mi angosciano al varcar della sua soglia.
Ma sedendo e guardando al di là finestra
Mi accorgo di quanta vita sia celata fuor di essa;
e aspetto con ansia lo scoccar dell’ora
ma…ahimè! Sognavo! Alla prima siamo ancora!
Ma ancor serrato in questa cupa cella
Un miraggio mi arriva: il suon della campanella!
Si liberano i pensieri, la mente vola via
Inforco la mia bici e me ne vado a casa mia!
In questa libertà, si affogano i problemi
Che sono fastidiosi come malvagi eritemi.
Il Nostro Amico Sole
All’alba sorge e si siede sul mio letto
io apro gli occhi e gli sorrido con affetto.
È davvero instancabile nel suo lavoro
scalda e splende più dell’oro.
Accende i colori, asciuga la brina
si ferma a baciare ogni piantina.
SEMPRE CARA MI FU
LA SCUOLA BERTOLA
LUCA SEMPRINI III H
VALENTINA GUERRA 1a D
MARCO GHINELLI 1a D
LUCA BARBIANI 2a H
LA PRIMAVERA
HO FATTO UN SOGNO
L’AMICIZIA
L’amicizia è come una stella alpina…
veramente rara nel trovarla
difficile coglierla dal suolo senza pungersi.
L’amicizia
un insieme di emozioni forti
brutte o cattive
l’amicizia è come una rosa
va custodita di giorno in giorno
aspettando che maturi i frutti.
ALESSANDRO PIOGGIA 1a H
Ho sognato di tornare bambino
sì, ero tornato piccolino:
mi guardavo intorno
e facevo il girotondo.
Guardavo il mondo.
Facevo domande
senza avere risposte.
Crescendo son riuscito
a rispondere a quelle domande
ed esse costituiranno il mio presente
e il mio futuro.
ALLE SARR 3a D
I semi han giocato a nascondino
Ma ormai sbucan fuori pian pianino,
la terra di verde colorano
e un belvedere ci donano.
Dagli alberi come per magia
i germogli, per nascere, trovan la via.
Il cielo azzurro è trasformato,
da un tiepido sole riscaldato.
Ma la volta celeste è macchiata
dal volo di una rondine appena tornata.
E come l’orso che dal letargo si sveglia
ed esce dalla tana con meraviglia,
così i bambini posson tornare,
finalmente, in un parco a giocare.
EMANUELE MICALE 2a H
L’ACQUA
Limpida,
cristallina,
paradiso di pesci e coralli,
disseti uomini e campi.
Limpida,
cristallina,
scorri per monti e valli,
a volte procurando danni,
ma tu sei innocente,
è l’uomo che a volte agisce da incosciente.
LA MIA GATTA
BIANCA E NERA
La mia gatta bianca e nera,
corre e salta dalla mattina alla sera.
È una pazza scatenata,
e sposta i tappeti per tutta la mattinata.
Non è come tutti gli altri gatti
che dormono e ronfano come matti.
Pelo morbido e setoso
è un piacevole voluttuoso!
“Dio ha creato il gatto
per dare a noi umani
la possibilità di accarezzare “la tigre”
ed è proprio vero!
CONSUELO PACINI 1a D
LA NOSTRA NATURA
Morbide,
soffici,
leggere,
fanno diventare il cielo un magnifico dipinto
ecco le nuvole!
Preferite la luna?
La regina della notte?
Illumina le tenebre
e fa sognare i cuori!
Oppure volete le stelle?
Indipendenti e misteriose
mostrano il cammino
del nostro e splendido destino.
La natura vi offre
i colori di un sogno:
l’arcobaleno.
Un ponte ultra terreno
una gioia in technicolor.
DESIREE ERBETTA 1a D
IL TRAMONTO
Trasparente fluttua nel mare come una silenziosa
farfalla.
Pian piano immerge il suo corpo leggermente
senza fretta
nell’infinità marina.
Le spalle calde accarezzano l’ultima onda stanca.
I fasci luminosi si immergono gradualmente nel
freddo oceano
mentre tutto il mondo tace ed assiste a questo
incantevole
spettacolo.
UNA CLASSE IN RIMA
Becchimanzi Leonardo corre veloce come un ghepardo
Bortolot Mattia con un suo gran ruggito manda tutti via
Brolli Matteo quando parla sembra Rocco Papaleo
Giorgia Calcinelli non ama il rally
Matteo Cavallaro ha una grinta da giaguaro
Colonna Martina secondo il prof. Bianchi è molto carina
Desiderio Lorenzo ha il padre dottore, penso
Chiara Esposito tiene i suoi cari soldi al deposito
Fabbri Lorenzo è amico di Iacchetti Enzo
Claudia Fattori non ha detentori
RITA DI PUMPO 2aH Garofali Michele ama i crostacei con le chele
Denis Gogoli alla partita ha conosciuto il famoso Poli
Mariaelena Magnani adora i cani
Marcoccio Angelo non è di certo un angelo
Christian Olivieri non ha occhi neri
Pioggia Alessandro ama dormire e mangiare sotto un oleandro
Beatrice Poggi non morirà di certo oggi
Rossi Federica non è mai andata in costa Rica
Samuele Sapucci con un destro ha steso Panicucci
Omar Seyam stima Goku Supersayan
Ye Filippo mangia un calippo
Zangheri Sofia secondo noi diventerà pia
Ricordo quel giorno come fosse ieri
ricordo quel giorno che sono stata strappata alla Emma Zucchetto dorme solo e sempre nel suo letto.
ALESSANDRO POGGIA- ANGELO MARCOCCIOmia famiglia
DENIS GOGOLI-LEONARDO BECCHIMANZI 1aH
ricordo quella speranza di aiuto
ricordo quel taglio di capelli che mi ha straziato
il cuore
ricordo quel pigiama e quel numero impresso nella
mia anima
ricordo quelle lacrime che mi tagliavano sempre
il viso
Mi ricordo l’inferno in quella scuola.
ricordo quel sole che mi picchiava la testa mentre Mi ricordo la paura dei bambini che entravano.
lavoravo
Mi ricordo le maestre che urlavano.
ricordo quella vita mai vissuta.
Io ricordo ancora e non riesco a dimenticare.
RICORDO
MI RICORDO
RITA DI PUMPO 2a H
CONSUELO PACINI 1a D
CHIARA ESPOSITO 1 a H
PARODIA DELLA
DIVINA COMMEDIA
Nel mezzo di cammin di nostra vita
Mi ritrovai per un’autostrada oscura
Ché il Tom Tom si era smarrito.
Ah quanto a dir qual era è cosa dura
Esta autostrada selvaggia e forte
Che nel pensiero rinnova la paura
Tant’è amara che poco più è morte;
ma per trattar dell’auto ch’ivi trovai,
dirò de l’altre de la polizia che v’ho scorte.
Io non so ben ridir com’i v’entrai,
tant’era pien di sonno a quel punto
che la superstrada abbandonai.
Ma poi ch’i fui al piè di Milano giunto,
là dove terminava quell’autostrada
che m’avea di paura il cor compunto,
guardai in alto, e vidi le sue spalle
vestite già degli aerei dell’aeronautica
che vola dritto altrui per ogni calle.
Allora fu paura un poco queta
Che nel lago del cor m’era durata
L’ora che passai con tanta pietà.
E come quei che con lena affannata,
uscito fuor dal pelago a la riva
si volge a l’acqua perigliosa e guata,
così l’animo mio ch’ancor fuggiva,
si volse a retro a rimirar lo casello
che non lasciò già mai persona viva.
Ecco come finisce il mio canto (parodia) che
ho imitato da Dante Alighieri (in realtà lui ha
imitato me!).
MICHELE CUCCI II H
Poesie...
racconti...
recensioni
Attività
scolastiche
giugno 2012
STRANALANDIA
Anche la nave “1a B” trasportata da una impetuosa
bufera colò a picco. Io ero sopra la barca insieme
ai miei compagni; noi avevamo banchi, sedie,
matite e colori per disegnare la cartina del posto.
Dopo un lungo viaggio erano finite le scorte di
cibo, erano rimasti solo alcuni trucioli di matite e
qualche gomma; eravamo riusciti a sopravvivere!
Due ore dopo il nostro compagno aveva avvistato
una striscia di terra bianca; noi impazienti abbiamo
guardato la cartina ed in effetti era vero eravamo
vicina a Stranalandia! Allora emozionati ci siamo
avviati verso questo buffo posto. Arrivati in questa
strana natura abbiamo visto animali di tutte le
specie possibili e immaginabili: IL CAVAPULPE
: Cavallo Pumalus Volpe.
Il cavallo più pauroso dell’isola. Basta che ti avvicini solo di tre metri e lui emette nitriti fortissimi.
Di solito è meglio fargli le foto di giorno, perché
di notte danneggia il lupo, allontanando i graziosi
e indifesi coniglietti. Lui è il puma più grazioso
dell’universo: con una criniera bianco latte e un
dorso brillante e meraviglioso. Fortunatamente è
la volpe meno furba del villaggio, perché con la
coda non può fare più di tanto!
ROSA RIGHETTI I B
IL GATTOGLIO
Questo fantastico animale è un ottimo cuoco come
infatti lascia supporre la parte finale del nome, oglio,
aglio. Se vedete un mare a Stranaland sappiate che
non è alimentato dai fiumi o da falde acquifere, ma
dal pianto del Gattoglio quando prepara squisiti
cibi alla cipolla. L’animale ha il corpo da coniglio
e il muso da gatto. Esso ha grande fantasia e gli
piace scherzare. Capirete ben presto perché dico
questo: organizzò una gara di “salto in lungo”, o
almeno una specie. I concorrenti dovevano saltare
il fiume senza toccare l’acqua, con un salto. Un
grazioso gatto, il primo concorrente, ci riuscì senza
problemi. Anche il cane e il coniglio non trovarono
alcuna difficoltà. Era il turno di un grande leone che
pensava di aver già vinto. Così l’astuto Gattoglio
chiese ad esso di chiudere gli occhi e sbucciò una
cipolla, tutti si misero a piangere e riempirono il
fiume, che sbavò fino a un metro. L’agile leone non
riuscì a evitare la sbavatura. Così esso fu eliminato.
Al termine della gara il gatto, il vincitore, ringraziò il
Gattoglio.Questo andò al parco e si mise a dormire.
La mattina si svegliò e mangiò i suoi cibi preferiti,
la palma, le carote e i croccantini.
CAPPUCCETTO ROSSO
E BIANCANEVE
DUE STRANE AMICHE
Un giorno, Cappuccetto Rosso decise di andare
a trovare la nonna, che abitava nel bosco. Mentre
camminava incontrò
il principe azzurro
con il suo cavallo: era
molto triste; lei allora
gli chiese: “perché
sei infelice?”. E lui
rispose: “Dovevo andare da Biancaneve,
ma mi sono perso.”
Cappuccetto Rosso,
gli disse che lei conosceva bene la strada,
poiché Biancaneve
era una sua amica.
Il principe azzurro la
fece salire sul suo cavallo, ed andarono verso la casa
di Biancaneve. Dopo un po’, videro i sette nani che
chiedevano aiuto ed erano disperati; Cappuccetto
Rosso e il principe azzurro chiesero ai sette nani il
perché del loro sconforto, e loro risposero che Biancaneve si era trasformata in
una rana. Allora si diressero
tutti verso la casa dei sette
nani, e li c’era la rana, che
in realtà era Biancaneve.
Cappuccetto Rosso allora,
iniziò a pensare ad una
soluzione…dopo un po’
bussarono alla porta i tre
porcellini, che raccontarono del lupo, che con il suo
soffio, gli aveva distrutto
le loro casette. Il principe azzurro, raccontò loro di
Biancaneve, e loro dissero che conoscevano una fata
che, sicuramente, avrebbe trovato una soluzione.
Così tutti quanti, compresa la rana, si avviarono
guidati dai tre porcellini, verso la casa della fata;
arrivati, bussarono e la fata li fece entrare. Loro
raccontarono cosa era successo e lei; subito disse
loro l’unica soluzione: il principe azzurro avrebbe
dovuto baciare la rana. Egli, allora, si fece coraggio
e la baciò. La rana si trasformò in Biancaneve, la
quale si sposò con il principe, e vissero tutti felici
e contenti.
DESIREE ERBETTA 1a D
CLAUDIA BIONDI 1a B
INSALATA DI FIABE
QUALCOSA
DI STRAORDINARIO
Qualcosa di straordinario è un film tratto da una
storia del 1988 alla fine della Guerra Fredda e
ambientato in Alaska. È la storia di tre balene:
Fred e Wilma, i genitori e Bambam il figlio.
Le balene rimangono intrappolate nel mare del
Circolo Polare Artico a causa del ghiaccio troppo
spesso di 15 centimetri che impedisce loro di
risalire in superficie per respirare. In loro soccorso arriva l’associazione di Greenpeace seguita
Pinocchio capita nella casa dei sette nani e sarà
l’ottavo nano tra quelli di Biancaneve. Un bel
giorno Pinocchio andò a trovare la Bella e la Bestia
e Pinocchio disse alla Bestia: “ Vai in un centro
estetico sei troppo brutto!”
La Bestia e Pinocchio arrivarono nel centro estetico
e incontrarono Cappuccetto
Rosso che si stava tingendo
i capelli di rosso per stare
in tinta con il suo mantello.
Usciti dal centro estetico, la
Bestia e Pinocchio videro un
cartello con scritto “Venerdì
16 ci sarà una sfilata di bellezza”. Arrivò il tanto atteso
giorno e videro Cenerentola
che sfilava con il Brutto Anatroccolo. Il presentatore, alla fine della sfilata, annunciò il vincitore o i
vincitori: “I vincitori sono: la Bestia e Pinocchio”.
Una volta a casa, la mamma di Pinocchio, Trilli e
suo babbo, Peter Pan fecero loro una festa a sorpresa
per la vittoria. La Bella era così gelosa della Bestia
che andò in America. Lì si sposò con Paperon dei
Paperoni e fecero due bei figli, Hansel e Gretel, e
vissero felici e contenti.
LAURA FERRARI – VALENTINA GUERRA 1a D
da molti giornalisti che si recano personalmente
per aggiornare il fatto che intenerisce moltissimi
bambini che seguono l’episodio in televisione.
Successivamente arrivano per aiutare la Greenpeace anche gli americani. Il piccolo Bamba, malato
di polmonite, purtroppo, nonostante l’aiuto dei
genitori e di gran parte degli abitanti della città,
muore. I cittadini, molto premurosi, fanno molte
aperture nel ghiaccio per permettere alle balene di
respirare. Ma tutto lo sforzo è vano, così si offrono
in aiuto i Sovietici, che con una nave spartighiaccio
riescono a distruggere l’enorme massa di ghiaccio
che impedisce alle due balene rimaste di accedere
al mare. All’inizio è molto difficile distruggere
il tutto, ma non si arrendono facilmente, infatti
fanno vari tentativi per poi finalmente raggiungere
il loro obiettivo. Tutto si conclude per il meglio e
le balene possono finalmente nuotare facilmente
nell’Artico. Questo film ci è piaciuto molto perché
nonostante i conflitti tra l’America e la Russia, i
due stati si uniscono per salvare la vita a quelle
balene lasciando da parte le loro ideologie e anche
perché ci ha fatto rendere conto che l’amicizia tra
un uomo e un animale esiste davvero!
FRANCESCA BINOTTIRITA DI PUMPO- SOLEDAD LANCI 2a H
CHICCO:
UN CONIGLIO SPECIALE
Ho un coniglio come animale domestico. Chicco
è un coniglietto tutto grigio con una simpatica
pancina bianca. L’ho trovato nel mio orto perché
probabilmente l’hanno abbandonato. La prima
volta che l’abbiamo portato dal veterinario lui mi
ha detto che aveva solo tre mesi ed era di razza
“toro”. Adesso ha due anni e si è “umanizzato”;
quando lo prendo in braccio, finché non lo metto
per terra lui non si ribella, non dà morsi e resta
sempre con me e la mia famiglia. Si comporta in
una maniera molto curiosa: quando io e mia mamma
ci spostiamo in una stanza della casa, lui ci segue.
Chicco vive nella nostra casa e gira da mattina a
sera per le stanze; solo di notte lo mettiamo nella
sua gabbia per dormire. Raccomando a tutti coloro
che volessero avere un coniglio di prendere alcune
precazioni, perché tutti i conigli amano rosicchiare!
A Natale il mio simpatico angioletto ha rosicchiato
i fili della luce che addobbavano l’albero di Natale
e ha morsicchiato le buste di alcuni regali! Però
mi ha fatto divertire quando lanciava in alto, con
i denti, i piccoli addobbi natalizi. Ormai Chicco è
un membro della famiglia!
ARIANNA TAGLIAVINI 1a D
LA DONNA TROPPO
ELEGANTE
A Parigi, in una zona del centro storico, viveva una
donna sofisticata ed elegante. Aveva sempre, in
tutte le occasioni della sua vita, un comportamento
impeccabile ed ineccepibile. I vicini la definivano
“la donna misteriosa” perché di lei si sapeva poco
o nulla; era molto riservata, non conversava quasi
mai. Era giovane, di circa una trentina d’ anni,
aveva una folta chioma di capelli ricci e biondi
sempre perfettamente acconciati. Indossava solo
abiti firmati, cosa che faceva supporre ai suoi vicini
delle buone possibilità finanziarie. Viveva con il
suo gatto Napoleone all’ ultimo piano nell’ attico
con vista sulla senna.
A differenza della padrona, Napoleone era un micetto rossiccio molto socievole e coccolone. Cercava
le coccole di tutti e, furbo, quando trovava la porta
aperta dell’ abitazione della portinaia, nel momento
in cui lei era distratta a cercare una spezia o altro,
Napoleone sgraffignava del lardo o dei deliziosi
dolcetti che la signora preparava
ogni settimana.
Napoleone però,
quando tornava
Madmoiselle
Fuchon, aveva
cura di farsi
trovare acciambellato sul
suo cuscino di
velluto rosso
ronfando. Fu
in un’occasione
particolare che
i vicini scoprirono un lato totalmente diverso
di Madmoiselle
Fuchon: un giovedì triste e piovoso Napoleone, non rinunciando
ai suoi dolcetti settimanali, aveva deciso di tentare
un altro furto ai danni della portinaia. Quest’ ultima
però scoprì il micetto proprio nel momento in cui
tentava di addentare un cioccolatino. Al grido di
“Se ti becco ti ammazzo!”, la portinaia impugnò la
scopa e gliela scagliò contro. Il gatto, con un balzo
schivò la scopa e si lanciò dalla finestra della cucina
al piano terra, finendo in strada.
In quel momento Madmoiselle Fuchon si diresse
verso l’ ingresso del palazzo; non trovando le chiavi
nelle tasche si girò per cercarle nella borsetta. A
quel punto, vide il suo micetto Napoleone col pelo
dritto nel mezzo della strada, in fondo all’incrocio
un furgoncino carico di baguette stava giungendo
ad alta velocità. D’impulso la donna si gettò sul
gatto per spostarlo dalla strada; un tacco le si ruppe
e scivolò sulla strada impantanandosi il vestitino
di seta firmato. Madmoiselle Fuchon, per la prima
volta nella sua vita, vedendo il gatto sano e salvo, si
mise a sbaciucchiarlo e dopo avere fatto un sospiro
di sollievo, gli sorrise con un’aria felice
.
ANNA BILANCIONI 1a F
CENERENTOLA
E IL GATTO CON GLI
STIVALI
Nel suo vestito sfavillante, nella carrozza trainata
da quattro magnifici cavalli, Cenerentola salutò la
Fata Madrina e partì alla volta del castello mentre
in sottofondo già si sentiva una musica romantica.
Ma arrivata al centro del bosco non fu più sicura
della strada da prendere. C’era un lupo dall’ aspetto
gentile, e gli chiese aiuto. Il lupo, però, non era sicuro
di volerla aiutare. “Questa deve essere un’amica
di Cappuccetto Rosso”, pensò, “le voglio fare uno
scherzo!” e senza parlare le indicò un sentiero
tra i tanti che
percorrevano
il bosco. Cenerentola corse
nella direzione
indicata, ma
dopo parecchio
tempo si trovò,
invece che al
palazzo, davanti
a una piccola
casetta, dalla
quale uscirono
sette nani sorridenti che la invitarono ad entrare. Cenerentola
era di fretta, ma i nani insistettero tanto che lei
non ebbe il coraggio di rifiutare. Improvvisarono
una festa magnifica, la cui musica arrivò fino ad
un mulino poco distante, in cui viveva un povero
giovane con un gatto parlante. Il giovane mandò
il gatto a vedere cosa succedeva. Questi andò,
vide Cenerentola e capì che era la ragazza giusta
per il suo padrone. Corse a chiamarlo, ma quando
tornarono, trovarono Cenerentola vestita di stracci
e senza carrozza, ma i due giovani si innamorarono
a prima vista e decisero di sposarsi. E vissero tutti
felici e contenti.
MARIA PESARESI 1a D
Pag 5
IL SALVATAGGIO
DELLA BALENA
Un inverno freddo, in una località dell’Irlanda del
Nord, un vecchio marinaio navigava con un po’ di
fatica nell’Oceano Atlantico. Il peschereccio aveva
il taglia ghiaccio. Il marinaio non pescava molti
pesci, e quei pochi li prendeva e li ributtava in acqua
delicatamente. Era vecchio, aveva pochi capelli
bianchi che teneva nascosti da un berretto azzurro e
bianco. Aveva il naso bitorzoluto, con venuzze verdi
e rosse e le
labbra erano grosse e
screpolate. Aveva
la barba
bianca,
folta e non
curata che
grattava
quando era
in pensiero. A vederlo così grosso, sembrava fosse
una persona potente, astuta, furba, invece lui era
credulone ed ingenuo. Un giorno, c’era moltissimo
freddo, era un inverno rigido e si navigava male. Il
ghiaccio era molto spesso e il rompighiaccio si era
rotto, il peschereccio era fermo e il marinaio non
riusciva a rompere il ghiaccio. Arrivò una balena
che si aggirava intorno al marinaio che, fermo su
un pezzo di ghiaccio abbastanza grosso, si chiedeva
come liberare l’imbarcazione. Improvvisamente si
agitò e urlò. Sentì un … “CCRRR” … :era il pezzo
di ghiaccio dove si trovava, ad un tratto si ruppe ed
egli cadde in acqua. Lì si aggirava ancora la balena
che si avvicinò al marinaio, lo salvò mettendolo
nella sua bocca enorme e lo portò in superficie.
Il marinaio ringraziò la balena di averlo salvato e
diventarono buoni amici. Si aiutarono tra loro, infatti
il peschereccio del marinaio era affondato e così
la balena prese il suo posto e procurò al marinaio
sempre pesce fresco. Tutti, in questo mondo, se ci
aiutiamo possiamo riuscire a fare qualsiasi cosa.
Basta un piccolo gesto per diventare amici !!!
CLAUDIO FAITANINI 1a I
IL SALICE PIANGENTE
Era una bella giornata di Primavera, il sole splendeva
luminoso nel cielo azzurro e limpido: non c’era una
nuvola neanche a cercarla; gli uccellini cinguettavano felici l’arrivo della primavera appollaiati
sugli alberi in fiore, in ogni angolo di prato c’erano
fiori variopinti e dai mille profumi, e sull’erbetta
verde, luccicavano le gocce di rugiada ai riflessi del
sole. Quel pomeriggio, avevo deciso di scendere
e di riposarmi sotto i rami di un albero e magari di
finire di leggere il mio libro; una volta in cortile, mi
guardai attorno, e scorsi, in mezzo ad una piccola
radura di cespugli, un salice piangente. Mi avvicinai
all’aiuola del vecchio “Luigi”, un salice circondato
da una specie di recinto di siepi; di fianco c’era un
piccolo laghetto, dove nuotavano tranquilli tanti
pesci rossi, e alzando lo sguardo, in un angolo, c’era
una piccola panchina di pietra. Io guardai attenta
quel piccolo angolo di paradiso e nonostante ci fosse
quella graziosa panchina, io preferii sedermi ai piedi
di quel salice
piangente. Era
un albero dal
tronco piccolo, sottile ed
anche i suoi
rami erano finissimi; le sue
foglie erano
verdi e chiare. Mi sedetti,
tirai un sospiro di sollievo e aprendo
il mio libro,
cominciai a leggere… ma ad un tratto la mia
lettura fu interrotta da una voce:-” Cosa leggi
bella bambina?”-Cenerentola o Pollicina?”-Io mi
girai di scatto, ma non vidi nessuno, a quel punto
chiesi ad alta voce:-”Albero sei tu che parli?-”Ma
certo- rispose :-”Ti racconterò la storia del mio
amico vento, che ogni stagione mi cambia d’abito
sai, lui ci tiene all’immagine”. Allora… mentre
voi festeggiate il primo dell’anno, a mezzanotte,
io, lo festeggio con il mio vestito bianco brillante,
sai la neve mi dona con tutti i suoi luccichii che
riflettono la luce della luna … A Marzo, lui passa
e mi porta via la neve, così bianca, così lieve, e
così tutto il bianco vola via, ma lo sai amica mia,
che con tanta pazienza e tanto amore germogliano
in me fiori e colore. A Giugno, solo allegria, non
è di casa la malinconia, certo il vento viene e và,
in montagna ed in città, ma mi porta il vestito più
bello color verde, verde pastello! A Ottobre che
paura! Mi cascan le foglie addirittura, e tu vento,
amico caro, non lasciarmi in quest’autunno amaro;
mi porta un vestito multicolore, giallo rosso ed
arancione. Poi si stufa del rosso fuoco, e con un
soffio, ecco! Sono vuoto; infine eccolo con i suoi
freddi amici gli piace gelarmi, come son felici!
Ecco che torno spoglio come prima, neanche una
foglia solo, brina!
ALICE ALIVERNINI 1a B
Io... Io... e
giugno 2012
INTERVISTA DOPPIA
“GEMELLE DIVERSE”
Come ti chiami? Martina
In che anno sei nata?
Sono nata nel 2000
Che segno zodiacale
sei? Ariete
Capelli? Castani e
ricci
Occhi? Castani
Segni particolari? Un
neo sul collo, porto
gli occhiali da vista e
l’apparecchio
Hai fratelli? Sì, ho
un fratello
Quanti anni ha? Ha 16 anni
Quando hai conosciuto Sofia? A 18 mesi andavamo
alla Ludoteca all’ Isola Blu
Cosa ti ricordi di allora? Nulla purtroppo Che scuola
materna hai frequentato? “La Rondine” con Sofia
Com’era Sofia alla materna? Vispa, chiacchierona,
simpatica
Che scuola elementare hai frequentato? La scuola
“Lambruschini” con Sofia
Com’era Sofia alle elementari? Chiacchierona,
brava, forte, decisa, polemica.
Sei alle medie, qual è la tua scuola? La Bertola
Ora come siete? Siamo ancora più amiche di prima, alle elementari litigavamo ogni tanto, adesso
invece andiamo più d’accordo, non siamo in classe
insieme, ma riusciamo comunque a vederci a
catechismo e in altre occasioni
Com’è Sofia adesso? È disponibile, simpatica,
brava, allegra, forte, polemica
Cosa ti piace di Sofia? La sua sicurezza, e il fatto
che è molto brava a ballare e i suoi cerchietti vistosi!
Cosa non ti piace? A volte è troppo polemica e
si arrabbia
Che consiglio le daresti? Prima di arrabbiarti
respira e rifletti
Saluta Sofia “Hasta Luego Amiga!”
Ti voglio bene
MARTINA COLONNA 1a H
Come ti chiami? Sofia
Quanti anni hai? 12
Segno zodiacale?
Ariete
Capelli? Biondi
e lisci
Occhi? Castani
Segni particolari?
Porto gli occhiali e
indosso vistosi cerchietti per capelli
Hai fratelli? Sì, una
sorella
Quando hai conosciuto Martina?
L’ho conosciuta al
nido Isola Blu quando avevamo due anni
Cosa ti ricordi di allora? Pik Badaluk
Che scuola materna hai frequentato? La Rondine
con Martina
Alla materna com’era? Era molto coccolona, abbracciava tutti ed era molto timida
Che scuola elementare hai frequentato? Le Lambruschini con Martina
E alle elementari com’era Martina? Era meno timida, ma sempre bisognosa d’affetto, un po’ insicura
Adesso che scuola frequenti? La Bertola
Ora come siete? Non andiamo più a scuola insieme,
frequentiamo due sezioni, diverse, ma riusciamo
ugualmente a vederci a catechismo, a coro, al
Bertolino e a giocare il pomeriggio, quando lo
studio lo permette!
Dimmi com’è Martina adesso? E’ generosa, gentile, disponibile, altruista, simpatica, affettuosa,
fashion e trendy
Cosa ti piace di lei? I capelli ricci, come si veste,
la sua disponibilità e gentilezza
Cosa non ti piace? E’ troppo buona!
Che consiglio le daresti? Dovrebbe farsi valere di
più. Non cambiare mai
Saluta Martina “Sceghenau baby!”
Pag6
CI VORREBBE UNA VACANZA!
Sì, proprio così, ci vorrebbe una vacanza, ma non
una qualsiasi, una vacanza di un mese anche di
più, ma che per la prima volta, debba essere senza
tutte quelle montagne di compiti che le prof ci
assegnano, anche se stiamo fuori da scuola solo
per quattro giorni, perché d’altronde la parola vacanza significa prendere spazio, ed essere liberi di
riposarsi e pensare a se stessi. La cosa he io penso
e che forse tutti pensiamo, è che noi siamo dotati
di cervello, e non credo che per una settimana
o poco più tutte le cose che abbiamo appreso
nell’anno spariscano dalla nostra testa. Insomma
lo sappiamo siamo studenti ed è il nostro lavoro,
ma comunque una pausa per la nostra mente ci
vorrebbe, perché tutti questi compiti e lo stress
per verifiche e interrogazioni non fanno altro che
appesantirci, e farci stancare fino a tale punto da
dire: “Basta! Oggi non studio!”. Se invece ci dessero
meno compiti, e ci lasciassero spazio per quella
che in genere doveva essere una infanzia serena,
tutto questo stress accumulato svanirebbe! Perché
probabilmente gli adulti ci sottovalutano, ma anche
noi abbiamo dei limiti, anche noi vorremmo avere
dei giorni di “ferie”. Non pretendiamo che non si
vada a scuola, anzi, è importante, ma almeno che i
compiti, e le interrogazioni varie siano combinate
in maniera tale che ci sia spazio anche per la nostra
vita privata!!!
ARIANNA NERI 2aH
IL MITO DI GAIA
In un tempo, non molto lontano, una
giovane donna ha messo al mondo
una creatura meravigliosa di nome
Gaia. Purtroppo, la donna, poco dopo
la nascita della piccola, scomparì. Un
Dio ricco e potente la voleva per sé
perché era molto bella e incantevole
e così la rapì. Gaia diventò piuttosto
triste e cominciò a piangere. In un’altra città una donna minutina, ma dal
cuore immenso, sognò una bambina
che piangeva. La Dea dei fanciulli che
tutto vedeva e tutto sapeva ordinò alla
donna gentile di correre in soccorso
della piccola Gaia. Subito la neonata
smise di piangere e diventò proprio
“GAIA” solo quando la donna minutina l’accolse in casa sua e nella sua
vita. Da quel giorno, insieme, hanno
dato vita ad una nuova famiglia. Gaia
è diventata una calamita per chi la
conosceva. La ragazzina, ormai, non
ha più solo una famiglia ma è lei che
ospita chi non ce l’ha.
GAIA I M
“AQUAFAN”
La mitica GAIA ora ha ampliato la sua famiglia ...... adesso ne
fanno parte anche tutti i ragazzi della classe 1 M della Scuola
Media Bertola di Rimini!!!!
“ciao Ibra, sono una giornalista della scuola media
A. Bertola e, se posso, vorrei farti qualche domanda.
Io scrivo per il Bertolino e mi chiamo Consuelo
posso chiederti qualche cosa?”
“Si, ma certo fai pure”
“Allora Ibra, quanti anni hai?”
“Io ho 31 anni quest’anno, per il calcio sono già
tanti, ma non ho nessuna intenzione di andare via
dal Milan.”
“Da quanti anni sei entrato negli
sport internazionali?”
“Da circa 8 anni che sono entrato
negli sport internazionali e sono 3
anni che sono nel Milan”
“Sappiamo tutti che, a volte, ti fai
prendere dalla rabbia e reagisci un
po’ male. E’ per questo che circa un
mese fa, hai tirato uno schiaffone
a Carlo Andreas un giocatore del
Barcellona?”
“Si, l’arbitro è stato ignobile con
me ed io; come sai, mi sono fatto
prendere dalla rabbia e ho tirato
uno schiaffone a Carlo Andreas che
mi aveva fatto fallo, così mi hanno
squalificato dalla Coppa Italia e
Coppa dei Campioni per tre partite
… lì l’ho fatta veramente grossa, a
tal punto che mi hanno consegnato
un tapiro d’oro da parte di Striscia la Notizia.”
“Va bene… tu sei molto bravo a giocare a calcio e
l’attaccante credo sia, il ruolo più importante nel
calcio. Sai, vero, che il Milan non ti vorrebbe mai
lasciare andare via dalla sua squadra?”
“L’attaccante è il ruolo più importante insieme al
difensore. Il Milan è molto contento di me e mi
sono fatto anche un amico, il migliore di tutti gli
altri El - Sharawy.”
“Oh, si, il piccolo faraone. Un attaccante come te!”
“Si esatto! Poi ci capiamo perché parliamo più o
meno la stessa lingua e anche lui è molto forte.
Non ho capito ancora perché lo chiamano così.
Secondo me è perché è figlio di un egiziano! Però
sua mamma è della Germania!”
“Forse si, ma… parliamo di te. Allora, Allegri è
contento di te anche quando ti squalificano?”
“Ah,ah,ah. Si ma certo, anche quando mi squalificano! Mi rimprovera un po’ come
un padre, ma io non lo ascolto”
“Si forse hai ragione, però è un
buon allenatore, vero??”
“Si, certamente!”
“Tu non ti sei fatto male, sei
indistruttibile?”
“Può darsi! Forse è la mia rabbia
che mi rende indistruttibile! Ah,
ah, ah.”
“Posso chiederti una cosa forse
un po’ personale? Sei fidanzato?”
“No, in questo momento non
ho tempo per le ragazze! Devo
concentrarmi sul calcio”
“Ah, ah, ah, pensa cosa diranno le
tue fans! Saranno dispiaciute!?”
“Forse si o forse no. Non lo so.
So solo che ora non ho tempo per
le ragazze!”
“Ok Ibra, non so più cosa chiederti! Ti ho chiesto
tutto! Penso di avere finito. Ti saluto e trovati una
fidanzata!”
“Ok lo farò! Ah, ah, ah. Ciao a presto!”
“L’intervista sul mio idolo l’ho finita. E così da qui
è tutto! Ciao a presto”
CONSUELO PACINI 1a D
SOFIA PECCHIA 1a A
AMICIZIE FALSE
Credo di non essere l’unica ad avere a che fare
con amicizie false. Alcuni diventano tuoi amici
perché hai i soldi, così puoi dargli tutto ciò che
hai, invitarli in casa, mentre loro ti usano. Altri
invece, solo per le tua popolarità, per diventare
qualcuno, per farsi notare, per ottenere qualcosa.
Mentre altri lo fanno solo perché alcune volte non
hanno niente da fare, allora ti chiamano per uscire,
ma quando stai male, e hai bisogno di un amico
vero, loro ti hanno già sostituito con un’altra capra
che ci è cascata. Purtroppo il mondo è basato sui
soldi, sulla popolarità e sulla vittoria in tutto e per
tutto; ormai di vere e proprie amicizie ce ne sono
davvero poche. E la cosa brutta e che tu non te
ne accorgi mai quando uno è falso, solo quando
ti lascia solo capisci tutto, e l’unico a soffrire e a
starci male, sei sempre tu.
ARIANNA NERI 2a H
Tanto tempo fa, in un castello, in mezzo ad una
prateria chiamata Punteria, regnava un popolo di
nome Punto. Era il re degli articoli, dei pronomi
e delle virgole. Un giorno, mentre stavano camminando in cerca di nuove terre, incontrarono il
popolo delle preposizioni su cui regnava un re di
nome “Nello”. Siccome i Grammatica, volevano
conquistare il territorio delle Preposizioni, scoppiò
una grande battaglia. Quest’ultimi avevano un re
che odiava i Grammaticali e li prendeva in giro
dicendo loro che erano scarsi e che non avevano una
funzione importante in grammatica. Il suo popolo,
invece, era composto dagli avverbi, dai verbi e dai
nomi alterati e, naturalmente, dalle preposizioni!
Durante la battaglia morirono molti nomi alterati
e pronomi. I due re
Combatterono faccia a faccia e vinse Punto e le
Preposizioni rimasero senza re. Questa battaglia
durò ben sei anni! In tutto quel tempo furono
inventate regole grammaticali sempre più strane.
Alcuni aggettivi, numerali, composti e con gradi
diversi. Inoltre i nomi alterati si trasformarono
in falsi alterati e gli articoli che, all’inizio erano
solo determinativi e indeterminativi, diventarono
partitivi. I nomi diventarono invariabili, composti
e alterati. Alla fine la battaglia cessò, ma si continuò
ad inventare nuove regole; i due popoli si unirono e
andarono alla conquista di nuove terre espandendosi
sempre di più, tutto a danno dei poveri studenti!
MATTEO ACQUAVIVA 1 D
INTERVISTA AL MIO IDOLO ...IBRHIMOVIC
UNA VACANZA
INSOLITA
LA LEGGENDA SULLA
NASCITA DELLE REGOLE
DELLA GRAMMATICA
All’inizio della scorsa estate, pensavo che avrei
passato delle vacanze estive uguali alle altre con
la mia famiglia. Ma mi sbagliavo, perché tempo
dopo, ho scoperto che i miei genitori mi avevano
iscritto ad un concorso estivo, organizzato da
un’associazione specializzata, in una località
che non avevo mai visitato: l’Abruzzo. Ero stata
iscritta assieme a tre mie compagne di classe,
due purtroppo non erano state accettate per vari
motivi, ma una fortunatamente si. Ero molto
allegra ed eccitata da ciò, lo stesso valeva per la
mia amica. Il 25 giugno del 2011, partimmo per
una nuova esperienza; durante il lungo viaggio di
9 ore in pullman, ci divertivamo nonostante non
conoscessimo nessuno. Finalmente giungemmo
nel luogo prestabilito: un piccolo paesino della
regione, Pescasseroli; una grande avventura ci
aspettava! Arrivati all’albergo, ci accorgemmo
che altri gruppi erano arrivati da bari, Roma,
Pesaro, Cagliari, e vennero suddivisi ognuno
con il proprio educatore. Che belle giornate
passavamo in quel posto! Ci divertivamo tanto;
ogni giorno ci si conosceva meglio di quanto si
credeva. La mattina si giocava, il pomeriggio
si visitava la zona, la sera si vedevano dei film,
oppure si festeggiava in teatro. C’era qualunque
attività si desiderasse; c’era tanta gente simpatica, infatti ancora adesso io e la mia compagna
siamo in contatto con alcune ragazze, con le
quali l’amicizia era nata e cresciuta lì. Questa
esperienza divertente ed educativa è speciale,
perché si passa il tempo con soli bambini e pochi
adulti, dovendosi organizzare e diventare autonomi. Si fanno conoscenze interessanti in questo
tipo di vacanze e si scoprono molte cose nuove.
Le consiglio, perché possono riservare molte
sorprese! Le due settimane passate in quest’altra
dimensione lasciano un dolce ricordo e la strana
sensazione di aver vissuto una vacanza diversa.
FRANCESCA MIRONE 3a D
Ormai il caldo è quasi arrivato e molti parchi
acquatici si stanno preparando per l’apertura che
poi proseguirà fino alla fine dell’estate; fra questi
anche la “AQUAFAN”, il parco acquatico situato
a Riccione di cui, quest’anno l’apertura è programmata per l’1 giugno 2012.
“L’AQUAFAN” è uno dei pochi parchi dedicato a
tutta la famiglia, per i più piccoli con scivoli apposta
per loro per esempio “la piscina dell’elefante”, e
animazione con balli; per i ragazzi con scivoli ad
alto tasso di adrenalina come lo ‘strizzacool’ oppure
l’ “extreme river” e divertimento come “la piscina
delle onde” o la
“piscina a schiuma” e anche per i
genitori o i nonni
non è da meno;
per chi si vuole
rilassare ci sono i
percorsi verdi per
immergersi nella
natura e nella pace
oppure se si vuole
stare a bagno ci sono percorsi come il “il fiume
lento” dove ci si può rilassare al sole e allo stesso
tempo essere cullati dall’acqua che scorre lenta nel
letto di un fiume artificiale. Oltre al divertimento e al
rilassamento “AQUAFAN” offre numerosi servizi
come l’area pic-nic o l’area armadietti dove si possono lasciare oggetti di valore o borse mentre si entra
nel parco. Inoltre offre molte promozioni speciali
per esempio “il giorno dopo entri gratis quando
vuoi” oppure “il giorno del tuo compleanno entri
gratis”; sono tutte offerte per agevolare le famiglie
ad andare, ma, come tutti sappiamo, ad un parco
così bello come “AQUAFAN” non servono tante
promozioni per richiamare i clienti, il suo fascino
e il suo divertimento parlano da soli. Io quasi tutti
gli anni ci vado e ogni volta provo un gioco nuovo
perché ogni anno se ne aggiunge uno, ma il mio
preferito rimarrà sempre “la piscina delle onde”.
GIORGIA CALCINELLI 1a H
UN OGGETTO A ME CARO
Quando avevo quasi sei anni desideravo tanto
avere un piccolo orsacchiotto grande più o meno
come un bambolotto. L’avevo visto a casa della
mia amica Asia e mi era proprio piaciuto. Così per
il compleanno il 19 Aprile 2006 sua mamma me lo
aveva regalato e da quel giorno non me ne sono mai
separata. Al posto
degli occhi ha due
bottoni, il naso
nero e un po’ ruvidino e consumato
e una bocca cucita
con un filo nero.
Ha una pelliccia
morbida morbida
marrone chiaro,
sulle orecchie, sulla pancia e sulle
zampe ha un pezzetto di stoffa marroncino più
scuro e dentro alle zampette ha delle palline. Ogni
sera mi addormentavo stingendolo forte, anche se
mia mamma mi dice sempre che, quando mi viene
a salutare prima che vada a letto, io sono sudata
dove stringo l’orsacchiotto. Quando mi sveglio
la mattina lo trovo da qualche parte per terra. Lo
terrò sempre come ricordo quest’orsacchiotto che
mi accompagna giorni e notti felici della mia vita.
MARTINA COLONNA 1a H
giugno2012
IL GIAPPONE
Il Giappone si trova nell’Asia Orientale bagnato
dall’Oceano Pacifico. Viene usata soprattutto
energia nucleare ed è molto famoso per la sua
cultura. Il Giappone è una delle zone più sismiche
del mondo e ha una tecnologia molto avanzata,
soprattutto nell’ambito di giochi per ragazzi. Il
Kimono è una veste che arriva fino alle caviglie
con le maniche lunghe e ampie, viene usato per
celebrare feste. La versione estiva del Kimono si
chiama Yukata che però viene usato quasi solo per
feste pirotecniche. Il Sushi è un cibo a base di pesci,
riso e alghe. In pratica è una specie di involtino con
dentro pesce (ma possono esserci anche vegetali);
poi viene avvolta con un’alga. I Manga sono fumetti giapponesi che si leggono originariamente da
destra verso sinistra. Il Manga è poco differente dal
fumetto occidentale, cambia un po’ lo stile. Vengono
distinti in molti tipi diversi, tra cui il genere shojo
che è solitamente per ragazze perché parla di storie
sentimentali, lo shonen per ragazzi, e il seinen che
genericamente è per adulti. Qualche mese fa si è
parlato nei telegiornali e nei giornali della strage
a Fukushima nella regione di Tohoku.
“ TUTTI PAZZI PER DRAGONBALL”
Dragonball è un cartone che, anche dopo tanti anni,
cattura l’interesse di molti ragazzi, compresi quelli
della mia età. E’ bello il fatto che faccia discutere
durante il tempo libero i più appassionati e che si
possa “sparlare” dei difetti dei personaggi che fanno
ridere. La storia è avvincente e sono più saghe che
ti rendono incollato allo schermo del televisore,
pur sapendo che tutto è assurdo e di pura fantasia.
Lo rendono intrigante la forza dei protagonisti, il
poter volare, la loro simpatia ma, soprattutto, il
combattimento contro i nemici che rappresentano
il male , e queste cose rendono gli eroi ancora più
stupefacenti. Veniva trasmesso circa tre o quattro
anni fa, ma fu un successo così grande che lo
rimandano in onda ancora oggi anche perché una
saga dura “ più o meno” un anno e di esse ce ne
sono diverse e, quando saranno finite, trasmetteranno, quella nuova che stanno preparando. Akyra
Toryama è colui che ha inventato Dragonball ed è
stata una bell’ idea dato che è uno dei cartoni più
amati della storia.
Il Mondo a scuola
Pag7
UNA MOSTRA D’ARTE DAVVERO “PARTICOLARE”
LAPITTURA
AMERICANA DEL XX SECOLO
Fino al 3 giugno a San Marino, presso il palazzo
sums, si può visitare una mostra di pittura americana,
da Hopper a Warhol. La mostra è molto piccola,
i quadri sono appena18,
ma è composta da opere di
autori famosi e rappresentativi dell’epoca. Si passa
da quadri realistici, come
quello di Hopper che ritrae
un negozio quadri completamente astratti tant’è che
non hanno nemmeno un
titolo ma solo un numero!
Ora, io vi consiglio di fare
una visita guidata, altrimenti
farete fatica a vedere un
grattacielo di New York in questo dipinto di Kline!
La guida vi spiegherà il significato dei quadri, il
perché gli artisti dipingevano così (erano tutti un po’
pazzi!), la tecnica usata ovvero la Action Painting,
ovvero una tecnica di pittura astratta. L’artista più
rappresentativo di questa tecnica è Jackson Pollock.
Dalla pittura astratta si passa a quella che mi è
piaciuta di più la Pop Art, il cui esponente di spicco
è Andy Warhol. Le sue opere non sono astratte ma
realistiche e molto colorate. Warhol dipingeva le
icone del suo tempo: artisti come
Marilyn Monroe, o oggetti di largo consumo come
la Coca-Cola.
Alla mostra sono presenti un suo auto-ritratto e
un ritratto di Jackie Kennedy che è quello che ho
apprezzato di più.
Un altro autore che mi
è piaciuto molto, ed è
presente alla mostra
con un dipinto coloratissimo è Keith Haring.
I suoi dipinti piacciono
molto ai ragazzi perché
sembrano dei graffiti,
dei disegni fatti con le
bombolette sui muri
della città. Le sue opere
sono molto colorate e
trasmettono allegria,
tipo questa che non
è però presente alla
mostra.
A me la mostra è piaciuta e vi consiglio di andare
a visitarla per comprendere meglio l’arte contemporanea.
SOFIA PECCHIA 1a A
MARCO GHINELLI 1aD
EDIZIONE
STRAORDINARIA
Si chiama edizione straordinaria perché non è
all’ordine del giorno vedere che un uomo, al parco
Marecchia di Rimini abbia setacciato tutto il sentiero
e raccolto gli escrementi di cane che i padroni di
questi ultimi hanno tranquillamente lasciato in bella
vista pensando: “Tanto qualcuno pulirà!”. “Certo,
che ci vuole a raccogliere i bisogni di un cane!?”
penserete voi, ebbene è un semplice gesto, non è
che bisogna fare di quest’uomo un eroe; ma per
qualche giorno quel sentiero è rimasto pulito (finché
a qualcuno non è venuta in mente la brillante idea
di sporcare di nuovo). Questa semplice e banale
azione ha reso (nel suo piccolo) più pulita la città
(o almeno il parco). Vi sarebbe mai venuto in mente
di fare quello che quest’uomo ha fatto? O pulire
i muri graffitati del bagno della scuola? O anche
solo di raccogliere tutte quelle cartacce che la gente
tira vicino al bidone? Probabilmente no. Ma forse
qualcuno sì, e non si limiterà a raccogliere i bisogni
dei cani (sperando che non sia questo il massimo
che si può fare!) e sarà utile per la società che potrà
farsi contagiare rendendo più facile la vita di tutti
quelli con cui convive.
GABRIEL GIANNINI 2D
SCOPERTA ECCEZIONALE:
“TROVATO A SECCHIANO DI NOVAFELTRIA
IL FOSSILE DI UN GRANDE PREDATORE”
Nella cava di Monte Ceti a Secchiano di Novafeltria, Paolo Giordani, un autista di ambulanza
con la passione per i minerali e i fossili, pensava
di aver ritrovato l’ennesimo dente di squalo; ma
si sbagliava. Già nel settembre del 2010 aveva
riportato alla luce un pezzo di storia: un cranio
di dinosauro ritenuto fra i più antichi del nostro
Paese. Il pezzo ritrovato il 29 febbraio 2012, è
riconducibile ad un vertebrato carnivoro di grandi
dimensioni, quasi certamente un rettile, vissuto
nel periodo Mesozoico tra i 90 e i 65 milioni di
anni fa. Il cranio massiccio, la mandibola robusta
ed i denti lunghi 15 centimetri, fanno pensare, ad
un grande predatore. Chissà se anche sotto la mia
casa a Secchiano troverò anch’io qualche fossile
preistorico? Da domenica comincerò a scavare qua
e là, ma non penso che mia mamma sarà contenta
del suo giardino tutte buche. Avrà pazienza!
MATTEO ACQUAVIVA 1D
LA TECNOLOGIA DI IERI,
DI OGGI E DI DOMANI
La tecnologia oggi è un sinonimo di progresso.
Da quando Internet è diventato un mezzo accessibile a tutti, si è rivoluzionato il nostro modo di vivere,
le nostre abitudini, il nostro modo di comunicare.
Cose che non ci si immaginava minimamente, e
che hanno migliorato e peggiorato alcuni aspetti
della nostra vita. Anni fa, mi
racconta mio babbo che tra
amici ci si “citofonava” ed
era il massimo di tecnologia
che si poteva trovare, oggi
con Messenger, Facebook,
l’amico lo chiami a tutte
le ore per “chattare”. Anni
fa ti venivano i crampi per
scrivere una lettera. Oggi
digiti e invii con computer
o tablet. Anni fa passavi
davanti al panettiere e sentivi
l’odore delle paste appena
sfornate. Oggi aspetti che il
panettiere “avvisi” su Twitter
che ha appena sfornato le
brioche ripiene di marmellata. Di esempi se ne possono
fare a migliaia. Tante sono le cose che abbiamo
perso, quante quelle che abbiamo trovato. Ogni
giorno si perde e si trova qualcosa di nuovo.
Domani???
Ma oltre a parlare del presente, come sarà la nostra
vita tra 10 anni? Domani non andremo più a comprare
al negozio, faremo la spesa al pc, vedendo l’articolo
che stiamo comprando in 3D. Domani le auto non
saranno più guidate da persone, ma da computer
con il GPS incorporato,
così non ci saranno più
incidenti, e quindi niente
più morti sulle strade.
Tutte le giornate di scuola
si passeranno davanti
al computer con una
webcam che ti riprenderà nella lavagna interattiva
della tua aula. Però, ragazzi, ogni tanto, invece di
chattare, giocare al computer o trovare il modo di
andare su Marte, bisogna fermarsi un attimo ed
uscire all’aria aperta con gli amici, perché, anche
se oggi è diventato tutto tecnologico, non dobbiamo
dimenticare le cose belle che ci hanno insegnato i
nostri genitori, i nostri nonni, infatti le cose importanti della vita non sono computer, cellulari … ma
l’amicizia e l’amore verso chi vuoi bene.
GIANMARCO BARRELLA 2aH
ATTENZIONE AL MARCHIO!
MARE DI CONTRAFFAZIONI SULLA RIVIERA
“Come salvaguardare la nostra economia e la
tracciabilità dei prodotti”
RIMINI- E’ da tempo in atto, come noi sappiamo,
il fenomeno della contraffazione di prodotti che,
apparentemente, possono sembrare 100% italiani.
Magari vi è capitato di leggere sull’etichetta “Made
in Italy” e, quando avete acquistato un prodotto,
scoprire che questo è stato realizzato in Cina. E’ utile
informarsi sulle caratteristiche visive di un prodotto
e, al supermercato, controllare la sua provenienza.
Con l’Unione Europea da tempo circola il marchio
CE sui prodotti. Dunque siamo portati a pensare che
quando vediamo scritto CE possiamo assicurarci
che siano della Comunità Europea. E invece no!
Esistono due versioni di questo marchio:
“CE” (attaccato) che vuol dire Comunità Europea
“C E” (staccato) che significa invece “China Export” cioè esportazione cinese. Può destare dubbi
anche la sigla “P.R.C.” che però significa People’s
Republic of China. Vi ricordo che quello che spendiamo per prodotti esteri va agli stessi produttori.
Quindi, chiudendo, voglio lanciare un appello: se
non vogliamo mettere in crisi la nostra economia
compriamo prodotti “Made in Italy”!
LORENZO CELLI 2aB
KARAKURI
Il karakuri è un piccolo robot giapponese di forma
umana. Non è alimentato da elettricità ma bensì da
complessi ingranaggi che si spostano girando una
leva. Sono i primi “robot” creati dai giapponesi,
infatti sono stati creati verso il diciassettesimo
secolo (periodo Edo). Solitamente venivano usati
per piccole faccende domestiche, specialmente per
servire il tè. Per via delle nuove scoperte dell’uomo
il karakuri non viene usato per fare scenette teatrali
in piccoli palcoscenici fatti apposta per loro. Sinceramente a me fanno un po’ senso, perché hanno
delle teste completamente bianche e degli occhi
quasi chiusi, sembra la bambina di scream!
FILIPPO 1E 1H
BRAVO- SCUOLA- CIAO
Qualche giorno fa, a casa, mi è capitato di sfogliare un vecchio libro che avevo da tanto tempo
“ Storia delle parole”. E’ un libro vocabolario che
racconta della storia di alcune parole, che hanno
secoli, giunte fino a noi. Sono rimasta sorpresa
quando ho letto l’origine e il significato delle parole
Bravo,Scuola e Ciao.
BRAVO- tutti sappiamo cosa significa; essere
abili, capaci, cortesi, buoni. Il fatto curioso è che
questa parola deriva dal termine latino “pravus” che
significa “cattivo”. Probabilmente veniva gridato
nel Colosseo ai gladiatori più feroci e aggressivi e
quindi i più bravi nel loro lavoro.
SCUOLA - per noi oggi è un grosso impegno e
qualche volte si preferirebbe stare a casa a riposare, perché è una seccatura! Eppure in altri tempi
l’alternativa alla scuola era il lavoro o il servizio
militare e il momento dello studio era considerato
rilassante. Non a caso la parola in greco antico
“scholé” significa “riposo”.
Per ultimo CIAO - in molti paesi del mondo ci si
saluta dicendolo. L’origine di questa parola sembra
veneta, dal veneziano “sciào”, cioè schiavo”. Un
modo cortese per dire “servo vostro” poi altre
abbreviazioni “sciào” a “ciao”.
MARIA ELENA MAGNANI 1a H
GRAN BRETAGNA
BACH CONTRO CHI
DISTURBA IN CLASSE
Navigando su internet alla ricerca di metodi di studi
di altri paesi, ho scoperto che in diverse parti del
mondo molti presidi di scuole di ogni livello sono
sempre alla ricerca di migliorare le ore di lezione
degli studenti e sono sempre alla ricerca di un
metodo per bloccare la cattiva condotta in classe da
parte di alunni un po’ “agitati”. Da quando sono state
abolite le punizioni fisiche, le mitiche “bacchettate
sulle mani”, come
mi raccontano le
mie nonne, in alcune scuole sono
stati adottati rimedi sempre più
particolari come
rimanere in classe dopo l’orario
scolastico a fare
compiti in silenzio generale o
svolgere nell’istituto attività utili.
Ma il rimedio più
originale che ho
scoperto è quello
di un preside di una scuola inglese che dal 2004 ha
adottato un rimedio molto particolare … udite udite
… costringere i ragazzi che disturbano in classe a
rimanere, con lui, a scuola per due ore. La prima
ad ascoltare, in un silenzio totale, musica classica:
Bach, Mozart o Verdi e poi vedere per mezz’ora
un DVD di matematica e nell’ultima mezz’ora
rimanere a scrivere che cosa hanno imparato. I
risultati sono stati strabilianti: la percentuale di
studenti che disturbano è crollata del 50%, e sono
migliorati i risultati agli esami finali. Comunque,
come dice anche quel preside “Non è stato ancora
chiarito se questi risultati siano dovuti al fatto che
l’esperienza musicale li ha toccati nel profondo
o se siano rimasti terrorizzati dall’idea di dover
ripetere l’esperienza”. Credo che piuttosto che
rimanere a scuola ad ascoltare musica classica ed
altro… sarebbe meglio che noi studenti imparassimo a comportarci meglio, così i professori non
sarebbero costretti a punirci e noi il pomeriggio
potremmo fare quello che ci piace di più. (oltre ai
compiti ovviamente)
GIANMARCO BARRELLA 2H
CORPO FORESTALE
È un corpo militare incaricato alla salvaguardia dei
beni dello Stato (demaniali), come boschi, coste,
animali selvatici ecc. oltre al controllo dei prodotti
alimentari, verificano che nel nostro Paese non
arrivino prodotti non conformi alle nostre leggi
italiane. Il corpo forestale si trova in montagna per
salvare gli escursionisti e per spegnere eventuali
incendi boschivi. Effettua controlli sui prelievi dei
prodotti del sottobosco (funghi, tartufi, fragole,
lamponi e fiori), specialmente nei boschi dello Stato,
dove danno dei permessi per la coltivazione e lo
sfruttamento degli alberi per ricavarne legname.
GUARDIE ECOLOGICHE
IL MONDO DEI GUINNES
Curiosando su internet ho trovato un sito sui record
più strani del mondo, e ce ne sono di veramente
curiosi così ne ho scelti alcuni che a me piacciono
molto come ad esempio il cane con le orecchie più
lunghe, ben 34.28 cm sembra un aeroplano! Poi c’è
una ragazza che ci mette 5.43 secondi per chiudersi
dentro a una valigia o quella con le unghie più
lunghe cioè 8.65 metri (questo mi ha fatto un po’
senso!) Poi c’è la donna con più piercing e ne ha
veramente tanti: ben 5920! Questo mi piace tanto
visto che io impazzisco per la carne alla brace: il
barbecue più lungo, 1500 metri con più di dieci mila
kg di carne! Buono!!! Questo invece è delicato: la
torre di bicchieri più alta, ben 60 metri con 35900
pezzi. Di record ce ne sono veramente tanti di
tutti i tipi, e molti tanto strani io ne ho raccontati
alcuni. Mi incuriosisce veramente tanto e ce ne
sono sempre di nuovi.
LORENZO FABBRI I H
Sono provinciali e sono addette al controllo del
territorio e in particolare si occupano del sottobosco:
fanno i controlli ai prodotti, spengono gli incendi
boschivi, controllano il territorio, le riserve naturali
e zone protette per la tutela delle piante e degli animali. Controllano l’abbandono dei rifiuti; in accordo
con i comuni il controllo dell’amianto (eternit), il
dissesto idrogeologico e l’educazione ambientale
specialmente nelle scuole. Controllano la caccia e
la pesca di frodo (al di fuori delle leggi). Sono di
supporto alla protezione civile in caso di calamità.
MATTEO ACQUAVIVA 1D
Il Mondo a scuola
giugno2012
PER LA SOCIETÀ
Anche questa sera, come tutte le altre sere da molti
anni a questa parte, in via Della Fiera, al Centro
Caritas, molte persone in difficoltà vanno a ricevere
un pasto. È una fila numerosa, formata da giovani e
vecchi, italiani, stranieri, vestiti dignitosamente. Si
radunano già nel pomeriggio e attendono pazientemente che si facciano le cinque (l’ora del pasto)
chiacchierando a bassa voce. Quel centro è stato
fondato da un medico amico del mio nonno che da
quando è andato in pensione ha deciso di dedicare
il proprio tempo a chi ha bisogno. Così insieme ad
altri medici ha aperto un ambulatorio per curare
quelli che non hanno il permesso di soggiorno e
che non possono pagare e ha cominciato a servire
pasti a tavola. Noi tutti dovremmo onorare questi
comportamenti, ma non succede sempre. La gente
d’oggi ha un atteggiamento meschino ed individualista, ad eccezione di qualcuno. Non ci importa più
se molta altra gente ha bisogno di cure, attenzioni,
aiuto. “Tanto ci penserà qualcun altro” diciamo. Ma
se quel “qualcun altro” non arrivasse? Se costui
(o costoro) decidessero soltanto per un giorno di
smettere ? Ma poche persone da sole non bastano.
Se tutti dessimo una mano forse il mondo non
sarebbe così brutto. Molta gente dà per scontato e
banale questo discorso, anche se sa che non lo è.
E allora io invito tutti a non essere falsi ed egoisti,
e a pensare che si può essere felici solo a patto di
non pensare esclusivamente a se stessi.
CARLO EMILIO DE DONATO 2aD
STORIA DI UN ARTISTA
Lucio Dalla, una delle voci più eclettiche della
musica italiana, era nato a Bologna il 4 marzo
1943, si è trasferito da Bologna a Roma all’inizio
degli anni Sessanta per suonare il clarinetto in un
rinomato gruppo jazz, (I FLIPPERS). Lucio Dalla
segue una traiettoria musicale in apparenza priva di
logica. Nel 1963 i primi
successi puntano sulla
canzone politica insieme
a Roberto Roversi. Sono
anni densi e difficili,
apprezzati dal pubblico,
ma lontani dalle vendite
milionarie; convinto da
Gino Paoli a presentarsi
come cantante, comincia
a scriversi da solo le
sue canzoni, e diventa
il Lucio Dalla che tutti
abbiamo conosciuto. Si
butta nella mischia tra
festival e Canta giro, fino
a trovare la strada giusta
con le canzoni 4 marzo 1943 e piazza Grande. Nel
1979 si esibisce dal vivo con Francesco De Gregori
nel tour di grande successo “Banana Republic”,
nel 1988 collabora con Gianni Morandi. Scrivono
un album insieme, “Dalla/Morandi” a cui segue
un grande tour. Nel corso degli anni diventa un
cantante capace di passare con la stessa naturalezza
da “L’anno che verrà” a “Caruso” e di inventarsi
un tormentone come la canzone “Attenti al lupo”
scritta e musicata insieme ad un carissimo amico,
Ron per farne un successo. Oltre ad essere autore
e interprete Dalla è stato anche un talent scout.
A Bologna ha sede la sua etichetta discografica
“Pressing S.r.l.” che ha
lanciato artisti come gli
Stadio, Ron, Luca Carboni
e Samuele Bersani. Lucio è
stato anche autore di colonne sonore dei film di Mario
Monicelli, Michelangelo
Antonioni, Carlo Verdone
e Michele Placido. Un personaggio pubblico senza
mai rinunciare alla fede
cattolica, la sua ultima
apparizione pubblica risale
a non molti anni fa, al
Festival di Sanremo 2012.
Sul palco dell’Ariston il
cantautore si è esibito con
il giovane Pier Davide Carone che cantava “Nanì”,
accompagnandolo e dirigendo l’orchestra. La sua
scomparsa è avvenuta il 1° marzo 2012, a causa
di un attacco cardiaco, mentre era in Svizzera, e
stava preparando il prossimo tour, a pochi giorni
dal suo sessantanovesimo compleanno. E questo
grande artista con i suoi brani rimarrà per sempre
nei nostri cuori.
ANGELO MARCOCCIO 1a H
Pag8
PERCHÉ ADOTTARE
UN BAMBINO
A DISTANZA
Adottare un bambino a distanza è un modo molto
semplice di aiutare qualcuno. Basta mandargli ogni
mese una somma di denaro. È un modo molto bello
di aiutare e, facendolo, vi sentirete molto appagati
con voi stessi perché aiutare una persona rende
sempre felici. Spesso questi bambini vivono in
paesi sottosviluppati
o in via di sviluppo, dove non c’è cibo sufficiente o
acqua corrente, dove il tasso di mortalità infantile
è elevato e dove si muore anche per un semplice
raffreddore. In questi paesi molte persone sono
analfabete perché non hanno i soldi per pagare la
scuola. Molto spesso da queste parti ci sono anche
delle guerre e si vive con il terrore di venire uccisi.
Donando anche solo pochi euro potranno comprarsi
di viveri, vestiti e scarpe, potranno andare a scuola,
si faranno vaccini e si compreranno cose necessarie
per vivere. Ci sono molte fondazioni che si occupano
di aiutare le persone disagiate, come l’ONLUS,
l’UNICEF, medici senza frontiere… Anche mio
padre ha adottato una bambina a distanza che vive
in Kenya, che ora ha più o meno 16-17 anni e che
ogni anno ci manda una sua foto insieme ad una
lettera di ringraziamento in inglese scritta da lei e
una persona dell’associazione a cui mandiamo i
soldi. In questo modo i bambini adottati potranno
restare nel paese dove hanno sempre vissuto e non
saranno costretti ad abbandonare i loro familiari e
le persone a cui vogliono bene e vi saranno grati
di questo aiuto che state dando loro.
FEDERICA ROSSI 1aH
L’IMPORTANZA DI
VIAGGIARE
Sono appena tornata da un viaggio di due settimane
negli Stati Uniti, esattamente sono stata lungo la
costa della California e in Nevada; abbiamo trascorso anche un’intera giornata in Messico. Viaggio da
quando avevo 40 giorni e i miei genitori all’epoca
mi hanno messo sull’aereo nonostante il parere
contrario di tutti e mi hanno portato in Tunisia,
sempre con mia sorella che ha quattro anni in più
di me. A quel primo viaggio ne sono seguiti tanti
altri tutti diversi tra loro non solo per il luogo
ma, soprattutto, per le persone incontrate. I miei
genitori dicono sempre che viaggiare è la ricchezza
più grande che ci sia. A loro non importa avere bei
vestiti, borse o macchine alla moda, ci rinunciano
volentieri perché dicono che la possibilità di conoscere il mondo coi propri occhi è l’insegnamento
più grande anche per noi bambini. Così ho potuto
vedere, ad esempio, in Africa oltre alle meraviglie
della natura e degli animali nella savana, come
vivono i bambini poveri, sono stata nelle loro
capanne e ho portato un po’ dei miei vestiti e dei
miei giochi. Ero molto piccola quando sono andata
e mi ricordo che stavo attaccata alla mamma perché
avevo un po’ di paura quando tutti quei bambini
mi venivano incontro, ma poi ho capito come sono
fortunata e sempre mi vengono in mente quelle
scene prima di fare qualche capriccio. Viaggiare è
importante soprattutto perché ci insegna a conoscere
il modo di vivere delle altre popolazioni, e quindi
a rispettarle. A New York ho visto persone di tante
origini diverse; vivono insieme ed è bello vedere
che parlano la stessa lingua anche se provengono
da nazioni diverse. Il mondo è uno solo e viaggiare
ci aiuta a capire quanto sia bello. E, anche se tante
cose le possiamo conoscere e vedere magari su
internet o in televisione, le emozioni si possono
provare, però, soltanto di persona.
LAURA FERRARI I D
BRAVOSCUOLA- CIAO
Qualche giorno fa, a casa, mi è capitato di sfogliare
un vecchio libro che avevo da tanto tempo “
Storia delle parole”. E’ un libro vocabolario che
racconta della storia di alcune parole, che hanno
secoli, giunte fino a noi. Sono rimasta sorpresa
quando ho letto l’origine e il significato delle parole
Bravo,Scuola e Ciao.
BRAVO- tutti sappiamo cosa significa; essere
abili, capaci, cortesi, buoni. Il fatto curioso è che
questa parola deriva dal termine latino “pravus” che
significa “cattivo”. Probabilmente veniva gridato
nel Colosseo ai gladiatori più feroci e aggressivi
e quindi i più bravi nel loro lavoro.
SCUOLA - per noi oggi è un grosso impegno e
qualche volte si preferirebbe stare a casa a riposare, perché è una seccatura! Eppure in altri tempi
l’alternativa alla scuola era il lavoro o il servizio
militare e il momento dello studio era considerato
rilassante. Non a caso la parola in greco antico
“scholé” significa “riposo”.
Per ultimo CIAO - in molti paesi del mondo ci si
saluta dicendolo. L’origine di questa parola sembra
veneta, dal veneziano “sciào”, cioè schiavo”. Un
modo cortese per dire “servo vostro” poi altre
abbreviazioni “sciào” a “ciao”.
MARIA ELENA MAGNANI 1a H
STANLIO E OLLIO
Stanlio e Ollio sono due comici che hanno lavorato sempre insieme. Ollio rappresentava il più
forte, ma alla fine risultava essere il più debole, vittima
dei disastri causati dalla
ingenuità
di Stanlio.
Stanlio
giocava
sempre
con i suoi
capelli, se
li arruffava
per esprimere i propri sentimenti; quelli di Ollio erano
incollati sulla fronte, con il suo bel riportino a
frangetta. Un gesto famoso di Ollio era il suo
modo di salutare agitando la corta cravatta,
mentre Stanlio portava il papillon. Tutti e due
portavano la bombetta, spesso protagonista di
scenette comiche come quando casualmente la
scambiavano e quella di Ollio colava sugli occhi
di Stanlio e quella di Stanlio piena di chissà quale
liquido innaffiava Ollio.
La bombetta era poi la loro arma preferita e
spesso la usavano per prendersi a cappellate o
colpire qualcuno iniziando una rissa.
LORENZO DESIDERIO- MATTIA BORTOLOT 1a H
FREESTYLE TUTTA
UN’ALTRA STANZA!
Freestyle è un programma che viene trasmesso su
Deakids, condotto dal presentatore di “Art Attak”,
Giovanni Muciaccia aiutato dalle sue assistenti Gloria e Giulia. Il programma consiste nel trasformare
le stanze di bambini che chiedono il loro aiuto per
rinnovare la loro stanza attraverso i propri gusti e
desideri. Tutto avviene con un procedimento preciso: prima i conduttori ricevono un videomessaggio
dove il ragazzo o la ragazza parlano della loro stanza,
prendere le misure, fare delle foto e fanno attaccare
ai ragazzi dei
bollini rossi
sulle cose che
vogliono buttare via e un
bollino verde sulle cose
che vogliono
tenere. Poi
ritornano nel
loro studio
ed elaborano
il progetto
facendo una bozza; infine ritornano a casa del
ragazzo/a per sistemare la stanza. Loro tolgono
tutto dalla stanza per poi creare dei mobili a seconda
del tema scelto dal bambino. Il tempo che hanno a
disposizione è di 24 ore, trascorso questo tempo il
bambino tornerà per vedere i risultati. I temi sono
vari, per esempio, una volta c’è stata una bambina
a cui piaceva la musica e gliel’hanno arredata con
una pedana in cui ci si poteva salire sopra e cantare
con un microfono e una scrivania ricoperta di cd
che, riflettendo, creavano due meravigliosi giochi
di luce. Alla fine tutti i bambini sono soddisfatti e
contenti del lavoro; anche a noi piace tanto questo
programma e ci piacerebbe che venissero anche
da noi.
MARTINA COLONNA-GIORGIA CALCINELLI 1aH
NON PUO’ ESSERE!
Non può essere (“no puede ser” titolo originale in
spagnolo), è una telenovela venezuelana del 2010,
trasmessa in prima visione in Venezuela su Boomerang e in Italia nel 2011 su Frisbee. La serie parla
di sei ragazze talentuose iscritte ad un concorso
che si chiama “Lottando per la fama” che si svolge
nella fattoria “La sorpresa” gestita dalla signora
Beatriz e dai suoi figli: Hendrik e Josh. Con loro c’è
anche Kike, il migliore amico di Josh, e insieme ne
combinano di tutti i colori! Ogni giorno le ragazze
devono affrontare molte sfide come concorsi di bellezza, cantare, ballare ma non basta: devono anche
faticare facendo esercizio fisico grazie a Tatiana, la
nuova insegnante di ginnastica, (a volte chiamata
“Terminetor” o “Generale”). La protagonista è
Sheryl, ragazza dolce e sincera e rivale di Rosmary
che è tutto il
suo contrario: vanitosa
ed egoista!
Le due oltre a essere
in rivalità
per il programma lo
sono anche
per Hendrik,
del quale entrambe sono innamorate. Altri personaggi sono:
Marcos, direttore del programma, particolarmente
tirchio; suo figlio Carmelo, il presentatore, vanitoso
e presuntuoso; Nelson, il cameramen, follemente
innamorato di Tina; Abril è la migliore amica di
Sheryl; Rosie è la migliore amica di Rosmery, a
volte troppo ingenua; Laura ragazza molto colta
che si trova bene quasi con tutte.
GIORGIA ARLOTTA 2aH
LA STORIA DEI LEGO
Essendo un grande appassionato di Lego, sono andato alla ricerca della sua nascita. Nel 1932 a Boillund
in Danimarca, il falegname Ole Kirk Christiansen
avviò una società per produrre scale a pioli, tavoli
da stiro e giocattoli di
legno. Suo figlio si unì
all’età di dodici anni.
Nel 1934 i Christiansen chiamarono Lego
(formato da due parole
danesi: Leg e Godt che
significa gioca bene) la
loro ditta. Nel 1942,
un incendio rade al
suolo la fabbrica Lego.
I Christiansen non
perdendosi d’animo riprendono rapidamente la
costruzione dei giocattoli. Dopo cinque anni furono
i primi ad acquistare una macchina per stampare la
plastica o per costruire giocattoli. In un paio d’anni
la Lego produceva duecento differenti giocattoli e
così nacque il primo mattoncino Lego. All’inizio
i mattoni non avevano la qualità di adesso poiché
non avevano i tubi all’interno poi nel 1958 vengono aggiunti nella parte inferiore per migliorare
l’incastro. Nello stesso anno aggiungono il mattone
per i tetti. Il fondatore muore ed il figlio assume la
guida della società. Nel 1961 invece inventarono
le prime ruote. E così man mano crescono sempre
di più fino ad arrivare al 1966 dove producono il
primo treno che include anche un motore a 4.5
volt e le rotaie. Potrei stare qui ancora a raccontare tantissime cose. Io ne ho tanti e tanti ancora
ne vorrei, ma purtroppo non ho più spazio e mia
mamma mi dice : “o i Lego o il letto!!!”. Il mio
sogno più grande è visitare la fabbrica.
LORENZO FABBRI I H
TORO SEDUTO
Grande capo indiano della tribù dei sioux diceva:
“Siamo stati creati per essere diversi, la stessa
diversità che si trova in natura, ma in essa non
vi sono litigi su chi è buono, più buono, il
migliore. Le creature non si giudicano, non si
disapprovano, tutte si fondano in una grande
armonia, anche gli uomini sono creature ognuna
diversa dall’altra: è proprio questa diversità
che deve rendere la
vita varia e colorata
e non un campo
di battaglia.” Egli
pensava che chi
ci ha creato così
diversi non l’ha
fatto a caso, ma
ha proprio voluto
che nel mondo le
persone fossero
così differenti tra
loro. E ciò è meraviglioso perché
tutto è in armonia.
Gli uomini però non accettano la vita così varia
e colorata: si giudicano, si disapprovano e sono
sempre in guerra tra di loro. Impariamo a non
vedere il mondo un campo di battaglia, ma
un posto dove ognuno ha i suoi talenti e tanto
amore da donare.
NICOLA SARTINI 2a B
LA MUSICA DI OGGI
La musica di oggi è molto cambiata rispetto quella
degli anni passati. Ora come ora esiste solo un
genere musicale molto in voga tra noi giovani e
questo genere rientra nella musica commerciale.
Questa musica è realizzata con il computer perché
ormai gli strumenti sono diventati fuori moda… ed
i cantanti sono diventati dei “bambini” considerato
che quelli più amati neanche superano la maggiore
età. Questa cosiddetta “musica” può anche essere
detta “musica di facile ascolto” perché costituita
da ritmi persistenti che entrano nel cervello e per
questo è molto cantata ed ascoltata. Se si fa un tuffo
nel passato (anche rispolverando i vecchi dischi dei
genitori), di sicuro non si trovano nomi alla moda
come Lady Gaga, Fabri Fibra, Entics e David Guetta,
ma si possono trovare nomi di vere leggende della
musica come Queen, Pink Floyd, Police, U2, Queen,
Michael Jackson… nomi che hanno veramente fatto
la storia della musica! E ovviamente, in relazione
a questo genere musicale, non possono mancare
pantaloni aderenti di pelle finta, scura e acconciature
bizzarre, per quanto riguarda il look degli artisti.
La musica commerciale non è tanto male, anzi alla
maggior parte dei giovani piace, perché ha ritmi
molto più moderni che rispecchiano i gusti di tutti.
Ma, personalmente (e parla una che adora questo
genere di musica), mi piacerebbe molto scambiare
un po’ di Justin Bieber, un cantante (se così si può
definire) che ancora non ha cambiato la voce, con
un po’ di buona musica anni ‘90.
LAURA BUGLI 3a D
Io... Io... e
giugno 2012
L’AUSTRALIA
IL PAESE DOVE
VOGLIO VIVERE
Sin da quando ero piccolo, che mia mamma, per
scherzo, mi diceva: “Da domani tutti in Australia
che ci sono i canguri!!!”. Ovviamente allora era
uno scherzo, ma con il passare del tempo si è talmente fatta forte la volontà di conoscere meglio le
caratteristiche del posto che ho deciso, di recente,
di fare delle ricerche. Così ho scoperto che è assolutamente il mio paradiso: una natura strabiliante, i
mari più belli del mondo affianco a città moderne
ed attive … un’economia forte e, soprattutto uno
stile di vita molto english … Io amo la cultura,
la lingua, tutto dell’Inghilterra, tranne due cose:
il clima piovigginoso ed il famigerato apatismo
inglese, problemi appunto eliminati dalla solarità
generale del Paese. Un’altra motivazione, per me
validissima, per volermi trasferire in Australia è
senz’altro la economia fiorente basata su risorse di
cui ci sarà sempre bisogno; inoltre gli stretti rapporti
con l’Inghilterra hanno consentito una notevole
apertura alle nuove tecnologie, con conseguente
richiesta di nuovi lavoratori e menti giovani per il
progresso. Così, una volta terminate le superiori,
magari al Collegio del Mondo Unito (UWC), potrei
frequentare un’università di Sidney, ovviamente ad indirizzo
informatico, per poi
entrare a lavorare in
uno dei tanti centri di
sviluppo software della
zona. Poi, senz’altro,
terminata la giornata
lavorativa, avrei tutto
il tempo per godermi
le meraviglie della
natura … Infatti essendo un appassionato
di immersioni, non avrei che da perdermi nella
Grande Barriera Corallina. E’ lì che io mi sogno
spesso, tra quegli incredibili giochi di luce, in
quell’acqua di cristallo, nel silenzio scoppiettante
delle scogliere, tra pesci improbabili di colori incredibili. Per poi perdermi tra i coralli, nella mitica
sensazione dell’apnea, in un mondo senza gravità
… tutto questo è il mio vero sogno, il mio Ermo
Colle … Per finire durante le vacanze non avrei
che da sbizzarrirmi tra le grandiose mete turistiche
dell’Outback, lo sterminato entroterra australiano
e punto di incontro di tutti i pazzi spericolati,
“drogati di adrenalina”. Non a caso, si è calcolato
che, proprio per sopravvivere in questi territori
così difficili, gli Australiani sono ufficialmente il
popolo più spericolato del Mondo e condividono
il record con i Neozelandesi. Insomma, qui potrei
trovare tutti i principii per me fondamentali per una
vita perfetta: un lavoro gratificante, che non deve
mai essere un peso, lo zen nella natura, senza però
scadere nella monotonia, concedendosi ampi spazi
di divertimento … Ma nessun posto è perfetto …
Infatti, con profondo rammarico, ho scoperto che
l’Australia è luogo di un’emarginazione incessante e
silenziosa: quella degli indigeni, da sempre repressi
e costretti a restare nell’interno del Paese, senza la
possibilità di modernizzarsi … inoltre questa forma
di “razzismo culturale” si presenta fortemente anche
nell’alimentazione esageratamente britannica, ovvero ricchissima di carne, buona, per carità, ma se
utilizzata troppo alle lunghe può risultare fatale per
i suoi effetti cancerogeni! Insomma, la Australia,
con tutti i suoi pro e contro è sicuramente il mio
paradiso terrestre, nel quale non soffrirei mai la
mancanza di casa.
LEONARDO LAVOSI III D
I FRATELLI…
100 SPINE NEL FIANCO
Avere un fratello minore, o più di uno, anche se
gli vogliamo bene, è la cosa peggiore che ci possa
mai capitare. Te ne possono succedere di tutti i
colori e la colpa sarà sempre la tua, perché i genitori danno ogni volta ragione a loro che sono i
più piccoli. A volte, non è un dispiacere avere dei
fratelli minori, perchè da piccoli sono molto carini
però, quando raggiungono i 4 anni circa, iniziano
i problemi (non di aritmetica!). La pazienza ha un
limite che è già stato
superato da uno cifra
troppo grande per
essere scritta. Stare
con fratelli è quindi
molto dura: bisogna
badare a loro, aiutarli a giocare (cose
non divertenti). La
parte più brutta è
quando hai appena
trascorso una bella
giornata e loro arrivano e ti fanno passare tutta
la gioia “rompendoti le scatole”. Certo, avere dei
fratelli più piccoli è “forte”, ma quanto vorremmo
un fratello più grande che ci aiuti e di cui poterci
vantare! In poche parole avere fratelli minori è
come avere cento spine nel fianco, tanto sono solo
fastidiosi e privi di pietà nei tuoi confronti.
ALICE PALAZZINI- MARTINA CATONITOMMASO SALVATORI 1a
Pag9
LA BATTERIA
LA MAMMA
È con lei che mi sento a mio agio. C’è quando non
me la cavo, c’è persino quando non riesco a fare
qualcosa di estremamente facile, è una persona
perfetta. Tutti la chiamano Esmeralda; beh, io la
chiamo mamma. È abbastanza alta, snella e molto
carina; ha gli occhi azzurri,
ma non di un azzurro normale, azzurri come il cielo,
l’acqua del mare, un sogno
ad occhi aperti; ha la pelle
morbida, le guancette rosse,
rossine per via del trucco;
mette un trucco leggero
che basta per dare risalto
al suo viso. Per me è come
una regina.
E’ anche dolce, simpatica,
come un’amica; i miei momenti difficili li passo con
lei, perché è lei la persona
che mi capisce veramente,
che mi dona sempre un
sorriso; mi sorride in un
particolare modo, strizza un po’ gli occhi e ride.
E’ come se dentro di lei ci fosse una ragazzina che
gioca a palla, che gioca e ride. Di solito la faccio
arrabbiare, ma non riesco a stare un minuto senza
abbracciarla. La mattina mi ritrovo lei in cucina a
dirmi “Buongiorno coniglietta”, sempre con una
tazza di caffè, poi io vado da lei e mi tuffo nelle sue
coccole. Ricordo quando avevo sette o otto anni e il
nostro programma preferito era “Paperissima”: con
la cioccolata al latte, eravamo sempre sul divano,
un divano piccolino e stretto, ma abbastanza grande
per contenere due amiche che si divertono. Con
lei ne ho già passate di tutti i colori; ho una marea
di ricordi: per esempio quando siamo andate alla
Befane e abbiamo fatto dei
giri indimenticabili.
Mi piace lei perché è affidabile, la parola più giusta
per definirla è “vera”: vera
comprende diverse caratteristiche come sincerità,
affidabilità, felicità… Con lei
amo scherzare sul fatto che
è anziana, perché non lo è.
E’ stupendo il fatto che dopo
dodici anni che lei sta vicino
a me mi affascina con i suoi
modi di fare. Non avrei potuto scegliere, se anche fosse
stato possibile, una mamma
migliore. Posso uscire con
lei, ci passo il mio tempo,
ridiamo, ma quando litighiamo, è come dire che
si è avviata una guerra tra le tigri e i rinoceronti!
Comunque lei è tutto per me: se non l’avessi, non so
come farei! Si può dire che le voglio più bene che a
me stessa! Con lei ci passo i momenti migliori della
mia vita, sicuramente i più significativi. Un giorno
la perderò e saranno i momenti più tristi per me.
NADIA PAPANIKOLLA II I
L’EFFETTO ELLLA MUSICA
Adoro ascoltare la musica del mio MP3, con le
mie cuffie aderenti all’orecchio in modo da poter
captare ogni minimo suono, battito, tintinnio,
basso di sottofondo. Molte persone al mio posto
si limiterebbero ad ascoltare le canzoni una dopo
l’altra, senza percepire l’armonia degli strumenti
tutti assieme; io; invece, in quel momento faccio
in modo che tutta la forza dei miei 5 sensi si
riferisca nell’ udito per assaporare appieno la
musicalità degli strumenti all’ opera. Ascolto
musica afro, house (Limfao, David Guetta…),
R’n’B (Rihanna, Jay-Z…), le sigle degli Anime (Yu-Gi-Oh,
Hunter x Hunter)
e le canzoni dei
cartoni animati
Disney (soprattutto Mulan), rock
(Linkin Park, Green Day…), ma soprattutto ascolto i
Breaking Benjamin: la mia band
preferita!!!I Breaking Benjaminsono un gruppo
musicale alternative metal statunitense. “Il
metal???Alla DEBO piace il Metal???!!!”Queste
saranno di sicuro le parole dei miei amici che
leggono quest’articolo. Tranquilli, questa notizia
ha sconvolto un po’ anche me quando lo sono
venuta a sapere perché ho scoperto, dopo un
po’ di tempo, che la canzone che tanto adoro
è di questo genere. E poi, non è detto che se
a me piace il metal debbo per forza avere il
piercing ed essere bulla, perché Non lo sono…
molta gente infatti crede che tutte le persone a
cui piace questo genere siano tatuate e truccate,
che abbiano capigliature strane e che facciano
la linguaccia con lo sguardo da maniaco mentre
si fanno le foto…non son tutti così:io, infatti,
non faccio nessuna di queste cose e neanche
la mia band preferita!!! Beh, posso dire…dei
Breaking Benjamin amo le loro canzoni, la voce
del cantante Ben Burnley e le potenti note che
producono le loro chitarre elettriche, il basso e
la batteria tutti assieme…mi fanno provare quel
dolce brivido che sento quando trovo la canzone
delmio cuore che canticchio di continuo fino allo
sfinimento. Al momento le loro canzoni che mi
hanno colpita di più sono “The Diary of Jane”,
“Anthem of the Angels” e “Dance with Devil”.
Hanno quella malinconia che si posa perfettamente con i loro testi che io definirei emo; ad
esempio, la traduzione dell’inizio e dell’ultimo
ritornello di “Anthem of the Angels” è:
“mura bianche ci circondano,
nessuna luce sfiorerà il tuo volto.
La pioggia picchietta sulla finestra
mentre dormiamo tra i defunti.
I giorni passano per sempre,
ma non ti ho lasciato.
Possiamo scacciare l’oscurità assieme…
se vai, allora anche io andrò.
Rit. Non è rimasto niente di te,
riesco a vederlo negli occhi tuoi
canta l’inno degli angeli
e pronuncia l’ultimo addio.
Come ben si capisce, il tema è la morte della
persona che il protagonista amava più di qualsiasi
altra cosa, e della sofferenza provata per la sua
scomparsa. E’ vero, è triste ma, alla fine, la morte
è un fatto che accade ormai tutti i giorni e quello
che si prova è un’emozione che non va oppressa
perché “corrode” l’anima (ma nemmeno deve
essere portata al limite, perché può portare al
suicidio, come infatti accade al protagonista nel
video della canzone). Ognuno ha i suoi gusti: a
me piace sia il loro modo di suonare che i loro
testi e se tu, che stai leggendo questo mio scritto
sei contrario, peggio per te… non sai cosa ti perdi
DEBORA TALEVI 3a D
UNA PERSONA IMPORTANTE
Una persona interessante di cui voglio raccontare è
il mio allenatore di calcio. Si chiama Piero. Come
primo lavoro è un vigile del fuoco. E’ di statura
media, capelli grigi e gambe muscolose. Negli
allenamenti indossa l’impermeabile, calzoncini
corti, calze lunghe, scarpe da calcio e immancabilmente fischietto e cronometro appesi al collo.
Il suo carattere è un po’ nervoso, ma potrebbe
essere anche colpa nostra che non lo stiamo tanto
ad ascoltare. E’ molto severo ed esigente. Vuole
sempre che siamo in divisa, ordinati, scarpe sempre
pulite, guai se tardiamo o se non avvisiamo della
nostra assenza. Guai se quando arriviamo non
ci presentiamo davanti a lui e non lo salutiamo.
Nello spogliatoio vuole che siamo sempre educati
ed ordinati. Tutti i borsoni devono stare nel loro
posto e non vuole assolutamente niente in disordine. Direi che è un po’ come essere militari, per
come ho sentito raccontare da mio babbo. I suoi
comportamenti nell’ambito calcistico sono di una
persona che vuole da noi sempre il massimo ed alle
Gli strumenti a percussione, sono sempre stati, sin da
piccolo, la mia passione. Quello che più mi piace è la
batteria. Mi piace particolarmente perché si possono
fare diversi ritmi, accompagnati e può essere anche
suonata come strumento solista. Io ho una batteria
elettrica professionale con quattro “pad” e si può
assegnare ad ognuno una percussione diversa. Però,
il mio vero desiderio sarebbe avere una batteria
acustica e non elettrica, la vorrei come quella che
usano i veri batteristi. Purtroppo i
miei genitori non
vogliono acquistarmela perché
è molto grande
, occupa molto
spazio, fa molto
rumore e ci vuole
una stanza apposita. Gli elementi
della batteria che
mi piacciono di
più sono il charleston (hi-hat) e il rullante. Sono
talmente appassionato che, pochi giorni fa, sono
anche andato a vedere il mio bidello delle elementari, che suona la batteria, esibirsi assieme alla sua
band. Alcuni mi dicono che sono portato, che sento il
ritmo, per questo voglio iniziare la pratica di questo
strumento. Quando accumulo un po’ di rabbia, mi
scarico suonando la mia batteria e provo un senso
di libertà e mi carico di energia. Spero in futuro di
imparare a suonarla bene magari di entrare a far
parte di una band per coltivare al meglio questa
passione che ho dall’infanzia.
volte sembra quasi che siamo come una squadra di
serie A, da come si comporta nei nostri confronti e
da come è preso nell’allenarci. Durante la partita è
molto agitato e urla come un matto, ma del resto
ci consiglia e non ci sgrida, e che è proprio il suo
modo di fare. Si vede che il calcio è la sua passione.
Lui, oltre ad essere il nostro allenatore, è anche
un educatore. Se facciamo qualcosa di sbagliato
o solo un ritardo, dobbiamo pagare la multa. Poi
a fine anno con quei soldi si andrà a mangiare la
pizza. Per fortuna ancora io non ho dovuto pagare
niente, visto che mi sono sempre comportato bene.
Ogni fine partita ci dà i voti e ci dice cosa abbiamo
sbagliato o ci elogia se abbiamo giocato bene. E’
molto bravo, Piero. Conosce tutti i nostri pregi ed
i nostri difetti. Negli anni passati, non avendolo
noi avuto come allenatore, lo vedevo come una
persona scorbutica, ma ora devo ricredermi e spero
che d’ora in poi sia sempre al mio fianco.
MATTEO MASSARI II I
MATTEO ACQUAVIVA 1aD
TANTA PAURA PER NULLA
La paura nei confronti di persone dalla pelle e
dalle abitudini diverse da quelle che detengono il
potere o che costituiscono la maggioranza in un
qualsiasi ambito politico o sociale possono portare
a sentimenti di razzismo e xenofobia, e sfociare in
comportamenti intolleranti ed aggressivi.
Diversità, che male c’è in questa parola? E’ bello
sentirsi diversi, provenire da un altro paese, avere
la pelle di un altro colore, parlare un’altra lingua
… che male c’è?
Conoscere una persona che viene da un paese
straniero può essere interessante, si possono
conoscere ed imparare cose nuove e non bisogna
dimenticare che la nascita delle maggiori civiltà
è stata generata dall’incontro e dagli scambi di
popoli e di culture. Allora? Allora c’è ancora
gente che disprezza gli altri, pensando che siano
solo spazzatura da rimuovere… Tutto questo si può
riassumere in una sola parola: “razzismo”. Esso ha
raggiunto il suo culmine in Germania nel ‘900 con
l’idea che la razza ariana avrebbe dovuto prevalere
sulle razze più deboli, così si arrivò allo sterminio
degli Ebrei e dei “deviati” (zingari, omosessuali,
malati di mente). Perché tutte queste persone hanno
dovuto perire nei campi di concentramento? Solo
perché erano considerati “inferiori”? Le cause di
questi pregiudizi, forse hanno a che fare con la
crescente insicurezza sociale ed economica, che
porta ad individuare negli estranei la fonte di tutte le
frustrazioni. Per me, il razzismo e la xenofobia non
fanno altro che incrementare l’odio tra le persone
e noi dobbiamo abbattere il muro di pregiudizi,
perché, anche se diversi, siamo tutti fratelli e
nessuno potrà cambiare questa realtà.
IL BULLISMO
Il bullismo è molto frequente al giorno d’oggi:
spesso si sentono frasi del tipo “ci vediamo fuori”
e anche “dopo facciamo i conti”. Di solito si associa
il bullismo al maschio, ma non lasciatevi ingannare,
perché anche le ragazze si stanno facendo avanti in
questo “settore”. Possiamo leggere diversi articoli
di ragazze e ragazzi che o per invidia, o per “divertimento” prendono di mira qualcuno e sempre il
più debole. Minaccia dopo minaccia, e pedinamento
dopo pedinamento, la vittima arriva ad un punto
di esasperazione. Trovo che il bullismo sia la cosa
peggiore che possa capitare a noi ragazzi e consiglio
di avvertire la propria famiglia e denunciare il fatto
alle autorità competenti.
ALESSANDRO CASALI 2a B
MICROVOLTS
Microvolts è un gioco di guerra per il computer ed
è nato in America; in Italia non si è ancora diffuso
tanto, infatti nelle opzioni non c’è la lingua italiana,
solo tedesca e inglese. E’ un gioco di combattimento
tra giocattoli molto piccoli e ci sono diverse mappe.
Microvolts l’ho scoperto grazie ad un mio amico
Samuele Berni, che mi ha detto: “Prova ad installare
Microvolts sul computer, ti piacerà” io l’ho ascoltato
e l’ho installato. Io come personaggio uso il piccolo
robot e la mia arma preferita è il KW-79, un fucile
a pompa molto forte. Io gioco a Microvolts con i
miei amici di scuola, quando ho il pomeriggio libero
e non ho niente da fare e, quando finirò questo…
Andrò a giocare.
LEONARDO BECCHIMANZI 1a H
Il giornale delle elementari
giugno 2012
HO DIPINTO LA PACE
(Tali Sorek, La pace e la guerra)
Avevo una scatola di colori.
Brillanti, decisi, vivi.
Avevo una scatola di colori.
Alcuni caldi, altri molto freddi.
Non avevo il rosso per il sangue dei feriti.
Non avevo il nero per il pianto degli orfani.
Non avevo il bianco per le mani e il volto dei morti.
Non avevo il giallo per la sabbia ardente.
Ma avevo l’arancio per la gioia della vita,
e il verde per i germogli e i nidi,
e il celeste dei chiari cieli splendenti,
e il rosa per il sogno e il riposo.
Mi sono seduta ed ho dipinto la pace.
HO SCRITTO LA PACE
(5ª C, Scuola Toti)
Avevo un sacchetto di lettere
di colori tutti diversi.
Avevo un sacchetto di lettere
per scrivere parole di speranza.
Non avevo la O dell’odio che allontana le persone,
non avevo la I delle ingiustizie e dell’invidia,
non avevo la R del razzismo che reprime la libertà,
non avevo la G della guerra che uccide la gente,
non avevo la D per il dolore e
la disperazione.
Ma avevo la P per
parlare pacificamente lingue diverse,
la F dei fiori per
colorare di armonia la nostra Terra,
la C per costruire un
mondo senza conflitti,
la A per portare amore e amicizia,
la S per scolpire il sorriso sul volto di un bambino,
e la E per esprimere l’entusiasmo della vita.
Ho scelto dal sacchetto la P, la A, la C e la E ed
ho scritto la PACE.
HO GUARDATO LA PACE
(5ª B, Scuola Toti)
Avevo una televisione nuova.
Grande, luminosa, attraente.
Avevo una televisione nuova, con tanti programmi,
alcuni vivaci, altri avventurosi.
Non aveva telegiornali con tristi notizie.
Non aveva immagini di persone morenti.
Non aveva documentari sul maltrattamento della
natura.
Non aveva programmi per tragedie e ingiustizie.
Ma aveva cartoni animati per la gioia dei bambini,
e film d’amore e di grandi emozioni,
e programmi che parlavano della pace nel mondo,
e trasmetteva immagini di persone felici.
Mi sono seduto e guardato la pace.
HO RICORDATO LA PACE
(5ª A, Scuola Toti)
Avevo la mente colma di ricordi.
Eccitanti, lieti, audaci.
Avevo la mente piena di ricordi,
alcuni gioiosi,
altri malinconici.
Non avevo ricordi di ingiustizie.
Non avevo ricordi che richiamassero
dolore.
Non avevo ricordi
di violenza.
Non avevo ricordi di odio verso amici.
Ma avevo ricordi di amicizia tra rivali,
e ricordi di felicità nei momenti più cupi,
e ricordi di serenità nella più feroce delle guerre,
e ricordi di pace nella più aggressiva delle lotte.
Allora ho ricordato la speranza
e ho guardato al futuro.
Accogliere per crescere
Una pietra ha bisogno di altre pietre per creare il muro di una casa
speciale. Appartenere a quel muro mi rende felice.
UN’OSPITALITA’ SENZA CONFINI
La nostra classe la immaginiamo come una casa e
ognuno di noi è una pietra diversa dall’altra, che va
modellata per creare un muro solido. Se qualcuno
si avvicina alla nostra “casa” e guarda attentamente
ogni pietra, scopre che ognuna di quelle pietre è
diversa l’una dall’altra e che ognuna ha un proprio
modo di essere.
Per essere felici insieme
non è necessario essere
uguali, ma riuscire a stare
insieme calorosamente,
con amicizia e rispetto.
La diversità è una risorsa
e non dobbiamo sprecarla,
perché aiuta a crescere.
Come le pietre anche
noi siamo tutti diversi,
nessuno è uguale agli altri
neanche i gemelli, perché
ognuno ha la propria personalità e noi cerchiamo di
mantenerla intatta perché
è unica e speciale.
Non importa se la pietra ha
un difetto o è sgarbata. Noi
la accettiamo ugualmente e
facciamo posto nel nostro
muro, perché in fondo
tutte le pietre del nostro
muro hanno dei difetti e
non sempre possiamo cambiarci, ma solo migliorare.
Nel corso degli anni sono
arrivati bambini nuovi da altri paesi e città e noi
li abbiamo accolti tutti calorosamente aiutandoli a
inserirsi nel muro, nel rispetto della loro “identità”.
Infatti adesso giochiamo tutti insieme in giardino e
nessuno è seduto in disparte. Il gioco e la musica
ci hanno molto aiutato, perché sono linguaggi
universali. Ora i nostri compagni stranieri sono
diventati molto bravi in lingua perché li abbiamo
aiutati senza arrenderci; sono parti attive della classe
e noi siamo felici e orgogliosi per questo. Con loro
siamo diventati molto amici, perché anche se sono
Classe V B Villaggio Primo Maggio
Villaggio I Maggio VI Circolo Rimini classe VA
DIPINTO
PRIMAVERILE
Si risveglia
la natura,
benvenuta primavera!
Con i fiori
ed i colori
il paesaggio
tu decori...
Mille petali
danzanti
sulle note
di un leggero
venticello,
sei una festa
di profumi.
ESTATE
NEVE
Estate
vispa fanciulla
simpatica e solare
vestita d’arcobaleno
rallegra
ogni cosa
al suo caldo
passare...
Candido velo,
regalo fatato
gelato al tocco
delicato e morbido
come lana rasata.
Fredda emozione
calda sensazione,
bufera di bianco,
ogni cosa
ricopre
senza pietà.
Col suo sorriso
luminoso
d’oro fino
rende gioiosa
la vita.
Stoffa,
sui rami
degli alberi,
che sembran
fatti di pizzo
e merletti.
Gioca
a far
castelli di sabbia.
Ogni giorno
ci sorprendi
per la luce,
il verde chiaro,
il tuo mondo
d’allegria.
Corre
tra verdeggianti
fili d’erba.
Or l’inverno
è andato via,
non ne abbiam
la nostalgia.
Dono prezioso
da scoprir
nuvola bianca
che non diventa
mai grigia,
unica strada verso l’amore
Primavera fa sbocciare i fiori
e rinfresca i cuori.
Primavera di blu
Non andartene più.
Sembra
il paesaggio,
un paradiso terestre...
nell’aria cristallina
come farfalle
volteggiano
nel freddo cielo
fiocchi a milioni.
Poi
stanca,
riposa
e guardando
l’azzurro cielo
coi suoi pensieri
saltella
tra le nubi.
AMICIZIA
non conta
il colore
della pelle
non contano
usanze
e lingue diverse
ma conta
l’anima
pura e
sincera
di un amico vero,
stella rara
che brilla
per te!
TEMPO D’ AUTUNNO
L’AMORE
L’Amore è un uragano molto potente
Che fa unire tutta la gente,
come dei vestiti pieni di merletti
disegnati sui foglietti.
Ragazzi segniamo l’amore di Gesù
E brillavamo come stelle sempre splendenti lassù.
ANGELA GATTEI 5 A “E.Toti”
a
SCUOLA – “G.B. CASTI”
IL SOLE CALDO
Il sole sembrava un’arancia
Che con il suo caldo
Ti attira verso di lui
Come un abbraccio che ti riscalda il cuore
E sembra di stare tra le braccia della mamma
Che ti porta al mare mano per mano
E con un sorriso ti ascolta sempre
E ti vuole bene.
MATTEO BILLI V A
LA LUNA
Arcobaleno di magia,
nube di silenzio,
attrattrice del mio amore,
sai tu di essere meta di ogni mio pensiero?
Mi osservi da lassù,
e rubi i miei segreti.
Mi leggi gli occhi,
e decifri le mie emozioni.
Il tuo splendore si sparge nella notte,
illumini il pellegrinaggio del mio cuore.
Stringimi a te,
e voliamo insieme nell’infinito.
ROSINA AMODEY V A
IL MARE
Era l’alba e il sole
Sparava scintille d’oro
Sulle punte delle onde
Così il mare era
Una coperta dorata.
Le onde ballavano insieme
Felici finché non andarono
A sbattere come la
Pioggia sull’asfalto,
formando una schiuma
bianca che mi
avvolgeva dolcemente
i piedi.
CHIARA MORRI V A
IL CIELO
La luna
È una palla luminosa;
le stelle
sono foglie nel cielo;
il sogno
è la vita in un secondo.
SOFIA BIANCHINI V A
Bentornata, bentornata
primavera
tutta fatata!!!
PRIMAVERA
di origine diversa o provengono da altre scuole e
città, non vuole dire che siano antipatici!! Tutti
hanno tanti pregi; basta avere la voglia di scoprire
e conoscere, così anche noi possiamo crescere e
migliorare insieme a loro.
Il muro della casa talvolta ha dei cedimenti e
rischiamo che crolli!! Alcune pietre si sentono
escluse, così, per non fare
crollare la “nostra casa”,
ne parliamo insieme poi
facciamo del nostro meglio
per aiutarle a sentirsi a loro
agio, a conoscere se stessi e
gli altri, perché ogni pietra è
importante, unica e speciale. Dopo la discussione è
bello ritornare a camminare
insieme.
Per accogliere nuove pietre
serve molta pazienza e amore. Dobbiamo scavare fino
in fondo ai cuori, scoprire
e amare la loro diversità e
accoglierli per essere felici
insieme. Un nuovo amico
è un mistero tutto da scoprire, come un tesoro e per
trovarlo bisogna trovare la
chiave dell’amicizia.
Nel corso degli anni anche
le fessure del nostro muro
si sono riempite con altre
pietre. Degli amici sono
arrivati nel corso degli anni e loro ci hanno aiutato
a reggere la casa e a scoprire quanto sia bello fare
nuove amicizie.
Ora le fessure sono tutte chiuse e siamo ormai
alla fine del nostro percorso durato cinque anni.
Le pietre del nostro muro sono unite, ma tra poco
si disperderanno. Riusciranno le pietre ormai
smussate e levigate a creare nuovi muri insieme
ad altre pietre?
Pag.10
La terra,
coperta
da variopinte foglie,
profuma
d’erba bagnata,
di rugiada...
nell’aria
odore di mosto.
E’ tempo
d’arare
di seminare
che si risvegli
la natura!
Uccelli in volo
sollevati
dal freddo vento,
cielo chiaro cielo grigio,
loro spariscono
oltre la nebbia
e la foschia.
IL PRATO
IMMAGINARIO
Il prato
È un pianeta tutto verde;
le margherite
sono le persone che lo abitano
l’infanzia
è un piccolo germoglio.
SOFIA BIANCHINI V A
IL MARE
Il mare, una distesa infinita,
azzurra, azzurra chiara, blu intenso,
questi sono colori speciali.
Un letto caldo,
accogliente.
È sera e sotto il tramonto
Il mare sembra un minestrone
In lenta ebollizione.
La valle azzurra prende
Colori di ogni genere.
È scesa la notte
E il mare è scomparso
Tra le tenebre.
SOFIA BIANCHINI V A
SOGNI E STELLE
La luna
È la guardiana della notte;
le stelle
sono bottoni di madre perla
il sogno
è una fantasia da vivere.
MATTEO LAI V A
LE RONDINI
Le rondini sono come
Nuvole sparse nel cielo
Che nei giorni tristi
Se ne vanno
Come emigrati in fuga
Ma il bel tempo ritorna
E loro come cani
Ritrovano la via di casa.
RICCARDO PARI V A
giugno 2012
Cara
scuola elementare
quesati cinque anni passati insieme sono volati e
mi sembra di non aver avuto neanche il tempo di
godermeli. Mi mancherai, ma non solo tu, anche
le urla di Rachele, le risate di Emma, la sincerità di
Benedetta, la tranquillità di Aurora, l’intelligenza
e la sapienza di Maia, le sciocchezze di Agnese,
l’amicizia di Giorgia, ecc ….. Questi cinque anni
sono stati speciali, mi ricordo come se fosse ieri il
primo giorno di scuola. Mi sentivo come un mare in
tempesta, mi sembrava di essere come una formica
in un grande formicaio. Per me, ricordare ogni
piccola cosa, è come avventurarsi in un immenso
libro di ricordi ed emozioni. Non scorderò quando
abbiamo scritto i nostri desideri su bigliettini di carta
e li abbiamo attaccati a palloncini, lasciandoli volare
in cielo, le gite insieme ai miei compagni come in
terza, al fiume con il paleontologo, alla ricerca dei
fossili, l’arrivo dell’amica Iris e di nuove maestre
nel secondo anno, i saluti speciali agli amici che
ci hanno lasciato. Mi mancheranno le lunghe ricreazioni, i giochi e le risate che faccio con i miei
amici, le litigate tra femmine e maschi, i lavori
insieme, il dolce calore che trasmettono le maestre
con un solo sorriso.. Mi ricordo quando in giardino
piantammo cinque alberi non alti più di due mele,
purtroppo non li potrò vedere trasformarsi in piante
maestose. Non ci sono solo stati tempi belli, ma anche
momenti di litigio e di lotta, trascorsi tra vincite e
perdite, momenti di ansia e di calma. Con i miei
amici ho scoperto che tutti siamo diversi e ognuno
deve accettare l’altro per quello che è. Ho capito
che anche litigando le amicizie si approfondiscono,
perché ognuno scopre un nuovo tesoro nell’altra
persona, ho imparato a stare con le altre persone e a
rispettarle. Quei momenti rimarranno impressi nella
mia mente come ricordi indelebili. Dopo una serie
di anni indimenticabili siamo arrivati qui in attesa
del nove giugno, data in cui la scuola per noi finirà
e io andrò alle Bertola. E’ brutto lasciare le amicizie
vere, quelle che vengono dal cuore, ma bisogna
accettarlo. Siamo stati come tanti piccoli e indifesi
uccellini che in questi cinque anni hanno costruito
un nido dove sono cresciuti insieme, si sono voluti
bene, ma ora è tempo per loro di salutarsi. Il tempo
passa e non si può tornare indietro, è inevitabile,
non posso tornare da te, ma quello che posso fare è
tenerti nel mio cuore, perché tu ormai fai parte della
mia vita. Tu, per me, sei stata un parco di sogni e
divertimenti in cui ognuno ha gettato un seme che
ora è diventato una margherita rigogliosa. Scuola,
grazie davvero tanto perché mi hai aiutato a crescere,
a darmi delle emozioni che non avevo mai provato
prima. Mi dispiace lasciarti però, in un certo senso,
vorrei imparare cose nuove e vorrei continuare il
mio cammino alle medie. Anche se tu ci mancherai
per sempre, ci è venuta voglia di voltare pagina,
iniziando una nuova esperienza. Fra poco scoprirò
nuove insegnanti che si chiameranno prof., mi
farò nuovi compagni e scoprirò nuove avventure
da affrontare. Le medie saranno più difficili, ma
io non mi arrenderò! A volte mi faccio delle idee
su come possa essere la scuola media, i professori,
se siano severi o se lasceranno perdere certe cose.
Prima che io e la mia classe ci dirigessimo alla scuola
media per conoscere gli amici di corrispondenza,
io avevo timore che non mi sarei trovata bene, ma,
dopo aver sentito le parole delle prof, le mie paure
sono sparite. Se devo essere sincero, le scuole medie mi sono piaciute molto! Io penso che la scuola
media non sia negativa e paurosa come qualcuno
crede, penso che sia un po’ meno divertente delle
elementari, ma sempre interessante. Io sarò felice
comunque, non perché non ti voglio più, ma perché
la mia vita continua. Tu, cara amica, ci hai insegnato
a combattere per una famiglia incredibile, dove tutti
si amano, tra litigi e perdoni, ci hai insegnato la vera
forza dell’amicizia. Tu rimarrai comunque e sempre
nei nostri cuori, perché in te abbiamo trascorso una
parte della nostra vita e sei stata per noi come una
seconda casa.
(collage di frasi di lettere individuali)
Il giornale delle elementari
LABORATORIO DI GEOMETRIA : SCOPERTE ED EMOZIONI
Quel giorno abbiamo vissuto davvero un’esperienza
speciale!
Siamo entrati in classe con molta curiosità perché
c’era una lezione particolare…di geometria.
L’architetto Mara Merlini, mamma del nostro
compagno Mattia, insieme alla
maestra, aveva preparato e
organizzato un
laboratorio di
“matematica
creativa”per conoscere meglio
ed approfondire
alcuni aspetti
delle figure geometriche. Attraverso gli “occhiali speciali
del matematico”,
abbiamo osservato modelli di
solidi particolari
e scoperto che
la geometria è
davvero divertente! Gli occhiali sono stati la “chiave” per entrare
dentro le figure: ci hanno fatto vedere rettangoli e
triangoli all’interno di un cubo scheletrato. E’ stato
interessante scoprire gli angoli e i lati delle figure
bidimensionali dentro il cubo. Abbiamo “affettato”
coni di plastilina e sono spuntati cerchi, ellissi,
iperboli: parole nuove che sono entrate a far parte
del nostro bagaglio terminologico. Gli stessi cerchi
ed ellissi sono stati riprodotti in coni trasparenti
riempiti di farina di polenta.
Che meraviglia! Non smettevamo mai di stupirci!
Ci siamo
improvvisati
anche giardinieri provando su una
tavoletta la
costruzione
di una aiuola
a forma di
ellisse, una
tecnica usata
anche dagli
agrimensori
nell’antico
Egitto.
Alla fine di
questa indimenticabile
esperienza piena di
emozioni e
soprattutto di scoperte, Mara ha scattato a tutti
una foto con gli “occhiali del matematico”, senza
i quali non è possibile scoprire il meraviglioso
mondo della matematica.
CLASSI QUINTE “E. TOTI”
VISITA ALLA SCUOLA MEDIA “A. BERTOLA”
Oggi, martedì 13 Dicembre 2011, noi alunni della
classe V A ci siamo recati a visitare la Scuola Media
“A.Bertola” di Rimini.
Quando stavamo per entrare provavamo un senso
di ansia eravamo preoccupati : alcuni di noi erano
agitati,altri sentivano il cuore battere forte, chi era
rosso come un peperone e chi, ci ha confidato, di
sentirsi come un bastoncino irrigidito dalla paura!
Tutti eravamo ansiosi di conoscere i destinatari
delle nostre lettere!
Ci hanno accolto i
ragazzi della classe
I N nostri “amici
di penna” e due
insegnanti. Noi,
non molto tempo
fa, abbiamo scritto
delle lettere a questi ragazzi e loro
ci hanno risposto,
invitandoci a visitare la loro scuola
per mostrarcela e
rispondere alle nostre domande.
Noi nelle lettere e
durante la visita abbiamo espresso le nostre paure
: severità dei professori,carico dei compiti, lasciare
la scuola elementare e i “vecchi” compagni …
I nostri amici delle Medie ci hanno tranquillizato
dicendoci di stare calmi, non c’è da avere paura
se si fa il proprio dovere studiando e comportandosi bene.
All’inizio, i primi giorni di scuola, potrai sentirti
un po’ solo e confuso ma poi ritroverai l’equilibrio
e farai nuove amicizie.
Ci è piaciuto quando,appena arrivati nella loro aula,
ci siamo seduti in cerchio e ci siamo presentati
dicendo il nostro nome e qualcosa di ognuno di noi.
Appena abbiamo detto i nostri nomi, molti di noi, si
sono calmati, tutta la paura ed insicurezza è passata
e abbiamo subito fatto amicizia coi i ragazzini che
desideravamo conoscere. Rispondendoci adeguatamente ci hanno comunicato tante informazioni tecniche sull’orario delle lezioni,materie scolastiche,
attività teatrali, musicali e di informatica. Ad una
precisa domanda, fatta da una nostra compagna di
classe, hanno risposto che anche nella loro scuola
si svolgono attività di recupero e di lingua italiana
per alunni che provengono da altre nazioni e ancora
non conoscono bene la nostra lingua.
Alla fine della interessante conversazione ci hanno
offerto cioccolatini
e caramelle che, noi
golosoni,abbiamo
gradito molto!
Inoltre ci hanno regalato un segnalibro
preparato da loro per
ognuno di noi. Sono
segnalibri fantastici!
Sono ragazzi simpatici e vivaci, con
noi sono stati molto
gentili e generosi.
Salutandoci ci hanno detto che ci attendono il
prossimo anno.
Infine ci hanno accompagnati, con le loro gentili
insegnanti, a visitare i vari ambienti scolastici:
palestra, auditorium, biblioteca, aula informatica
e giardino.
La scuola è talmente grande che noi perdevamo il
senso d’orientamento ma loro , nostre guide, hanno
percorso quel labirinto molto facilmente.
E’ stata una visita emozionante e allegra!!!
CLASSE VA VILLAGGIO I MAGGIO
VI CIRCOLO RIMINI
ESTATE
NEBBIA
Vedo scendere
un fiato di malinconia,
fiato magico
che sussurra con pigrizia.
Velo infantile
che invade l’orizzonte,
sogno opaco e frivolo,
fitto e fatato.
GIORGIO PIRAS V B CASTI
MAIA CANDUCCI V B CASTI
COME IL VENTO
Mi piacerebbe volare come il vento
danzare nel limpido cielo immacolato
sfiorare il terreno e la gente del mondo.
Come il vento vorrei vivere
giocare con le nuvole e la nebbia,
sfiorare le montagne, essere il cielo.
Ma quei desideri scompaiono
e ritorno nella realtà
dove niente può essere come il vento.
SAMUELE RIGHI V B CASTI
SCUOLA G. B. CASTI
AUTUNNO
Aria d’autunno
Silenziosa
Come il fruscio delle
piante scc scc
Accarezzi il viso
Come una mamma il
suo bimbo.
Aria d’autunno
Rilassante
Come un dolce canto
Che spazza via i brutti pensieri
Accompagni i pellegrini uccelli
Verso i caldi lidi.
Aria d’autunno
Con le tue potenti folate
Trasporti le morte foglie
Tra le rade zolle
In ogni dove.
(LAVORO COLLETTIVO) CLASSE V C
BAMBINI IN LIBERTÀ
Bambini nella guerra, nel lavoro, nella fatica,
ma un giorno la legge ha proibito questa vita,
ha deciso che tutti devono essere nutriti
con frutta, verdura e dolci squisiti.
Se manca l’indispensabile
lo Stato li aiuta con richieste
speciali
per raggiungere il minimo delle
cose essenziali.
Hanno il diritto di essere curati
di divertirsi e di essere rispettati
di essere allo stesso livello come
tutta la gente
perfino quelli malati di mente.
Hanno il diritto di vivere al
massimo splendore,
ma poi devono ripagare il favore,
rispettando l’ambiente, i doni assegnati
diritti e doveri son tutti mostrati.
ELEONORA SARTI V C
LA MIA SCUOLA IDEALE
Vorrei che la mia scuola ideale
avesse una forma piramidale
ci fossero sei piani
e un ufficio per i reclami.
Dal primo al sesto
ci sia un ascensore che a zig zag sale lesto.
All’ultimo piano ci sia un ristorante
e come tetto una finestra gigante.
Dopo pranzo con il deejay
balliamo tutti con un ritmo okay.
Le gite ci siano una volta al mese
per osservare il nostro paese.
Alla prima ora subito colazione
con bomboloni su un tavolone.
Che bello sarebbe se fosse così
tutti i giorni fino al venerdì!
JACOPO SAVORETTI V C
LUNA
Luna
Lampione divino
La sua luce
Si lancia
Sulle foglie.
Luna
Lanterna spaziale
Si fa largo
Fra le stelle.
Luna
Luce fredda, gelida
Di poche parole.
Luna
Lucente illumina i sogni
Li culla lontano
Dalla notte nera.
MARGHERITA PETRINI V C
GLI ALUNNI DI V B “CASTI”
Armoniosa estate
stagione di sfogo
per bambini.
Voce selvaggia
e tempestosa
che domini il mare,
fai risplendere il sole
nelle tue acque.
Tu che conosci
il vento
come le tue acque
dolce
fallo danzare.
Pag.11
LA PIOGGIA
La pioggia
spegne i miei pensieri
quando crolla,
piange
perché non c’è il sole,
per colpa delle nuvole?
Eppure saltella felice
quando cade.
MATTEO FABIANI V B CASTI
IN VISITA AL PLANETARIO DI RAVENNA
UNA MATTINA SOTTO LE STELLE
Giovedì 1 Marzo, noi alunni di VA della Scuola
Primaria Gianni Rodari di Rimini, ci siamo
recati al Planetario di Ravenna per approfondire
le nostre conoscenze sul
Sistema Solare. Dopo
un viaggio in pullman
di circa un’ ora, siamo
arrivati a destinazione;
ci siamo incamminati
a piedi, passando per i
giardini pubblici, quando
ad un certo punto abbiamo
trovato davanti a noi un
edificio con una enorme
cupola: era il Planetario!
Una volta entrati, un professore universitario ci ha
accompagnato in una spettacolare sala dove c’era
una speciale macchina che proiettava il cielo stellato. Per prima cosa ci ha spiegato il movimento
che compie il sole nelle varie stagioni dell’anno
e la sua posizione nei due solstizi ed equinozi;
poi tutte le luci si sono spente, la guida ci ha fatto
chiudere gli occhi e appena li abbiamo riaperti,
il soffitto è diventato un enorme cielo pieno di
stelle e pianeti. Uno spettacolo fantastico!! Con
la bocca aperta per lo stupore e
con un po’ di torcicollo per la posizione in cui eravamo, abbiamo
riconosciuto alcune costellazioni
e compreso il significato dei
loro nomi. Dopo una lunga e
interessante spiegazione e osservazione della volta celeste,
siamo andati in un’altra stanza
dove abbiamo fatto un laboratorio pratico; abbiamo realizzato
un manufatto con materiali
semplici di recupero, che mostra il cambiamento
del percorso del Sole nei vari periodi dell’ anno.
Terminata la visita abbiamo pranzato e giocato
in un meraviglioso parco vicino al Planetario.
Risaliti sul pullman, siamo ritornati a Rimini
contenti per l’esperienza vissuta.
CLASSE V A RODARI
Recensioni
giugno 2012
DIARIO DI UNA
SCHIAPPA:
ORA BASTA!
Autore: Jeff Kinney
Titolo: Diario di una schiappa: Ora basta!
Casa Editrice: Il castoro
Trama:
Greg, è un ragazzo che viene considerato da tutti
una schiappa, ogni volta che cerca di fare qualcosa, gli capitano degli incidenti sgradevoli. La
maggior parte delle volte si ritrova intrappolato in
situazioni imbarazzanti e a lui tutto sommato sta
bene. Però, suo padre Frank lo vuole iscrivere a
sport di squadra e ad altre attività che ne facciano
un vero uomo. Pensò addirittura all’accademia militare,
dove infatti
lo iscrisse.
Un giorno,
il papà si rese
conto di essere stato
troppo duro
con Greg,
così decise
che un po’ di
flessioni e di
addominali
ogni tanto
sarebbero
stati come il
programma
dell’accademia. Un
giorno, Greg
e il suo amico Rowley incontrano una ragazza
molto simpatica e carina di nome Trisha che
si è trasferita lì vicino. Così a Greg viene una
fantastica idea! Rowley può invitare nella piscina
del suo Club d’estate due persone e avrebbe
potuto portarci Greg e Trisha per divertirsi un
po’. Questo libro mi è piaciuto perché è di facile
comprensione, ma soprattutto perché mi ha fatto
sbellicare dalle risate.
FRANCESCA BINOTTI 2a H
I SIMPSON
I Simpson sono un cartone animato che rappresenta una famiglia statunitense che vive a
Springfield. Il creatore della famiglia Simpson
(Matt Groening) ha pensato di rappresentare la
tipica famiglia americana, però, molto sbadati.
I componenti della famiglia sono: Homer: ha 38
anni ed è pigro, stupido e obeso! Adora strafogarsi di birra e di cibo; lui mangerebbe sempre
le ciambelle e farebbe di tutto per averne una.
Homer è l’ispettore della sicurezza della centrale
nucleare. È sposato con Marge, e ha tre figli:
Bart, Lisa, Maggie.
Marge: è una casalinga molto protettiva nei
confronti dei figli; lei vorrebbe fare una vacanza
rilassante ma ogni volta suo marito Homer combina di tutto e finisce in prigione. Marge adora
pulire e cucinare anche se i suoi figli la fanno
Boy di Roald Dahl
Racconti
di giovinezza
Editore: Salani
Serie: Gli Istrici
Genere: Autobiografia per ragazzi
Trama: Roald è un bambino come tutti gli altri: curioso, giocoso, a volte un po’ ribelle, ma soprattutto
molto legato a sua madre. Questa autobiografia è
molto divertente e, sin dalle prime pagine, mi ha
appassionato. Una storia
che si è svolta in tempi
diversi dai nostri, quasi
un secolo fa, che ci fa
comprendere molte cose
su come vivevano i ragazzi agli inizi del ‘900.
Le parti più belle, secondo me, sono i racconti
ambientati nel primo
collegio in cui Roald è
vissuto, perché in quel
periodo aveva all’incirca
la mia età e non faccio
fatica a mettermi “nei
suoi panni”. Invece ho trovato meno suggestiva la
parte finale perché avrei preferito che il libro fosse
proseguito. E’ stata comunque un’ottima lettura che
consiglio a tutti, grandi e piccoli.
ARIANNA BRANCALEONI 2a F
“IT”
DI STEPHEN KING
In una giornata d’autunno, a Derry, nel Maine, una
terribile alluvione colpisce la città allagandone le
strade. Per il piccolo Georgie Den Brough è l’occasione ideale per provare la barchetta di carta che
gli ha costruito il fratello Bill. Georgie esce nella
pioggia, con il suo impermeabile giallo, e si diverte
a seguire la barchetta nei canali di scolo delle strade
della sua città. Durante il percorso, la barchetta
finisce accidentalmente in un tombino e Georgie si
china per riprenderla. Due occhi azzurri, una grossa
bocca rossa e una testa a forma d’uovo con buffi
ciuffi di capelli sui lati si presentano al bambino
dalle fogne di Derry. Lì sotto c’è un simpatico clown
che, presentandosi come Pennywise, offre al piccolo
un palloncino e la sua barchetta. Georgie gli tende
la mano per ricevere i suoi regali, e in quell’istante
il clown svela la sua demoniaca forma, divorando
il braccio del ragazzino e uccidendolo. Da questo
tremendo avvenimento si sviluppa la storia di “IT”,
tessuta con maestria suprema da Stephen King. Bill,
il fratello adolescente della vittima, non si da pace
e così insieme ai suoi giovani amici Richie Tozier,
Eddie Kaspbrak, Stan Uris, Beverly Marsh, Mike
Hanlon e Ben Hanscom, si mette alla ricerca del
clown. Scopriranno a loro spese che Pennywise e
l’incarnazione dell’anima cattiva della città, non
certo un essere umano, che può assumere qualunque
aspetto. Il clown si nutre delle cattive vibrazioni
della città di Derry e ogni ventotto anni torna in
superficie per divorare bambini.
I protagonisti di “IT”, unendo le loro forze e le
loro paure, riescono a ricacciare nelle fogne quella
tremenda presenza, promettendosi che si sarebbero
ritrovati a Derry 28 anni dopo, per chiudere definitivamente il conto quando Pennywise sarebbe
ritornato per chiedere il suo tributo di sangue.
GABRIELA CARLOSTELLA 1a B
RECENSIONE LIBRO
Pag.12
Pag.9
IL CUORE
NEL POZZO
La vicenda si svolge nel 1944 in Istria: qui una
piccola comunità istriana è vittima dell’arrivo dei
partigiani di Tito in marcia verso Trieste per conquistare i territori della Dalmazia e dell’Istria.Tra
questi partigiani c’è Novak, un comandante slavo,
che cerca suo figlio di sei anni, Carlo, avuto con una
donna italiana di nome Giulia violentata da lui stesso
anni prima.Giulia per questo nasconde il figlio Carlo
nell’orfanatrofio del parroco del paese, don Bruno,
perché non
lo possa trovare. Giulia
poiché rifiuta
di svelare il
luogo dove
ha nascosto
Carlo viene
uccisa da
Novak.Novak, però, non
si arrende e
continua la
ricerca di suo
figlio per ucciderlo.Bruno e i bambini dell’orfanatrofio, tra i quali Carlo,
fuggono fino al confine con l’Italia e con l’aiuto di
Ettore, un reduce alpino, di Walter, un rappresentante del Comitato di Liberazione Nazionale, e di
Anja, don Bruno riesce a portare in salvo i bambini
prima di morire. Questo film, giratoper ricordare le
vittime delle foibe e dei profughi dalmati e istriani
uccisi dall’esercito di Tito, mi ha colpito molto, in
particolare il personaggio di Giulia, che con amore
e coraggio, ha dato la vita per salvare suo figlio, e
quello di Don Bruno, perché lui ha fatto il sacrificio
più grande per salvare la vita di quei bambini.
FRANCESCA BINOTTI II H
Le torri di Granada
di Geoffrey Trease Edizione San Paolo
Misteriose avventure
Trama: Un personaggio normale per avventure
straordinarie: Robin è un ragazzo come tutti gli altri,
in cui non mi riconosco quasi per niente: curioso,
educato, studioso. La parte iniziale a dir la verità
non mi è piaciuta
molto, anzi pensavo di abbandonare la lettura di
questo romanzo,
ma proseguendo
mi sono tuffata
letteralmente in
eventi fantastici.
Una parte che mi
ha lasciato con il
fiato sospeso è a
circa metà, quando Robin, al quale
è stata affidata una
missione molto particolare, si fida dell’improbabile ed entra nella torre oscura a Granada. Non
so se io al suo posto avrei agito come lui, forse
per paura, forse perché “fidarsi è bene, ma non
fidarsi è…meglio!”. Ma Robin è un personaggio
astuto e coraggioso, quali incredibili e misteriose
avventure lo attendono? Consiglio questo libro ai
ragazzi curiosi e amanti della suspense, perché
qui non manca, e a quelli amanti delle avventure
e dei romanzi.
IL REGALO
PIU’ BELLO
Un giorno, concluso l’allenamento di basket, a
mia insaputa, mio padre mi fece una bella sorpresa. Uscito dalla palestra mi venne incontro con
in mano un cucciolo femmina di labrador color
miele di appena poche settimane; ero felicissimo,
anche i miei compagni di squadra non smettevano
più di accarezzarla: è stato il regalo più bello che
mi sia mai stato donato! Quando la portammo a
casa Luna era molto impaurita, stava appartata, da
sola e piangeva. Dopo vari tentativi e divieti Luna
ha cominciato a dormire nella sua cuccia, a non
piangere più la notte e a non distruggere tutte le
cose che si trovava davanti. Sono passati ormai tre
anni dal suo arrivo ed è diventata una componente
della nostra famiglia. Il suo passatempo preferito è
giocare con la palla insieme a me e a mio fratello e
la domenica venire con noi al mare a fare il bagno
nell’acqua, anche se è gelata. La sua razza è in modo
particolare amante dell’acqua, infatti i labrador
vengono utilizzati come cani salvataggio oppure
come guida delle persone non vedenti. L’unico suo
difetto è che, appena, appena apriamo il cancello
di casa, lei fugge e non torna più e per questo io e
la mia famiglia le vorremo far fare un corso d’obbedienza; data la sua intelligenza mi piacerebbe
farla diventare anche utile per la protezione civile.
Lei è un cane meraviglioso, molto affettuoso e
non si arrabbia mai neanche se le faccio un sacco
di dispetti. Penso, a volte, che se lei non ci fosse
stata io non avrei mai capito quanto sia importante
rispettare e amare gli animali.
MATTIA LEARDINI III D
ROSE
L’animale domestico più diffuso è il cane, io ne ho
uno di nome Rose. È un labrador nero femmina di
cinque anni e mezzo. È piuttosto giovane ed adora
farsi coccolare dalla gente, in particolare ama le
carezze sulla pancia. L’ho presa una domenica ad
un allevamento in campagna, io e la mia famiglia
volevamo scegliere il cucciolo femmina più tranquillo tra tutti. La scelta era difficile, la maggior parte
dei cuccioli era molto vivace e ogni tanto qualche
cagnolino mi rosicchiava la felpa. Quando vidi un
cucciolo tutto solo in un angolo che mi fissava con
aria paurosa. Il proprietario mi disse che la cucciola
si chiamava Rose e che era la più giovane e tranquilla
della cucciolata. Senza esitare la comprammo e
quando le aprirono la gabbia, cominciò a correre
come una matta per tutto l’allevamento e a rosicchiarmi la felpa ininterrottamente. “Questo è un vizio
di famiglia!” dissi ridendo. “Secondo me ci hanno
fregati, altro che vivace, la cucciola è più attiva di un
vulcano!” disse mia zia sorpresa. Dopo averla fatta
ARIANNA BRANCALEONI 2a F
DIARIOCUORE 1 (GUAI A CHI LEGGE!)
quasi sempre impazzire!
Bart: è un bambino di 10 anni, teppista; adora
andare con lo skateboard e fare scherzi con il
suo migliore amico Milhouse, al barista Boe e
al preside della scuola, Skinner. Viene sempre
strangolato dal babbo Homer per qualsiasi cosa
faccia, anche quando non ha fatto niente, ma la
sua fase “d’arte” è “ciucciati il calzino”!
Lisa: è una bambina di 8 anni, adora lo studio ed
è vegetariana e buddista; a scuola prende sempre
A+ (il nostro 10 e lode) e adora suonare il sassofono, glielo aveva regalato suo babbo Homer
quando aveva tre anni, non ha amici ma il suo
sogno è di diventare presidente degli Stati Uniti.
Maggie: è una neonata e lei non ha mai parlato,
succhia solo il ciuccio, non cammina mai e
quando ci prova cade in avanti; quando è presente nelle puntate o è per terra o è in braccio
alla mamma Marge.
Nella famiglia sono presenti anche Il Piccolo
Aiutante di Babbo Natale, un cane, e Palla di
Neve II, un gatto.
Guardate le puntate dei Simpson vi farà sbellicare
dalle risate!!!
BEATRICE POGGI 1a H
Sara e Beatrice sono alle medie, ma non nella stessa
classe! Come faranno
a raccontarsi i loro segreti? Semplice, usano
un diario chiamato
“cuore” proprio perché
così è la sua forma. Nel
diario scrivono tutto
quello che passa loro (a
Sara e Beatrice) nella
mente e se lo scambiano a ricreazione. Sara,
è la migliore amica di
Beatrice; simpatica e
magra; pratica nuoto
ed è negata nella pallavolo. Beatrice, è la migliore amica di Sara; vivace e
abbastanza magra; pratica pallavolo. Oltre a Sara e
Bea ci sono anche i loro compagni di classe simpaticissimi come Gorlo e Marco N., altri secchioni e
insopportabili come Voberto, chiamato così perché
ha la sua “r moscia”. Poi ci sono dei proff. antipatici
come la Dematteis che dà filo da torcere a tutti gli
alunni. Menomale che Sara e Bea hanno il loro
diario, così si possono scrivere tutto! Questo libro
mi è piaciuto molto e mi ha appassionata soprattutto
perché era ambientato nella scuola media perciò
ci si sentiva un po’ nei panni di queste ragazze. Io
però preferisco il “Diario cuore 2”. Questo Diario
cuore è un mix di risate e curiosità e consiglio
questo libro a tutti anche se, forse, appassionerà
di più le ragazze.
RITA DI PUMPO 2aH
MILLENIUM
UOMINI CHE
ODIANO LE DONNE
I protagonisti di questo film sono un uomo di
circa quarant’anni e una ragazza di venticinque.
L’uomo lavora per un giornale di nome “Millenium” e la ragazza è disoccupata e le mancano i
soldi quindi, per rimediare del denaro, è costretta
a fare lavori “sporchi”. Un giorno il giornalista
non scrive un buon articolo e viene licenziato, ma
lo stesso giorno gli viene fatta una proposta da un
vecchio signore: trovare l’assassino di sua nipote
(omicidio avvenuto 40 anni prima) in cambio di
una grande somma di denaro. Lui accetta, ma
deve trasferirsi in Svezia e rimanerci finché non
avrà risolto il caso. Decide di chiedere aiuto alla
ragazza disoccupata ed insieme indagano sulla
vita di tutti i componenti della famiglia della
ragazza morta. Scoprono che l’assassino è suo
fratello, non ha ucciso una volta sola e che ha una
stanza sotterranea dove ha compiuto numerosi
omicidi. Il film si conclude con la scoperta che
la ragazza però non era mai stata uccisa, ma
aveva cambiato identità trasferendosi a Londra.
Un vero colpo di scena!
FILIPPO MIGANI I D
entrare in aiuto, la cagnolina cominciò a tremare;
perciò mia zia le diede tutte le attenzioni possibili.
Avendo cinque anni, ovviamente io ero gelosa anche
perché mia zia mi aveva sempre viziato e per una
volta che non l’aveva fatto, io mi sono arrabbiata,
e invidiosa, cominciai a dire di tutto e di più. Con
il viso imbronciato trattai indegnamente la mia
cucciola e comincia a gridarle “Stupido cane…!”
E a ripeterlo ogni volta che mia zia la accarezzava.
A metà strada tra l’allevamento e casa mia, Rose
non si sentì bene e rigettò perché aveva mangiato
gli escrementi dei suoi fratelli. Mio padre dovette
pulire, ma appena ripartiti l’auto tornò perfetta.
All’arrivo tutti accolsero Rose con grande euforia e
a me non fecero neanche caso. La cucciola cominciò
a tremare e a quel punto mi guardo con due occhi
pieni di affetto, così dolci che mi intenerirono. Con
quello sguardo mi conquistò completamente. Con
cautela mi avvicinai alla cagnolina e dolcemente
le accarezzai il capo. Lei mi leccò il viso come se
fosse un segno di pace. Ora è da cinque anni, che io
e Rose siamo in perfetta sintonia e, sinceramente, se
lei non ci fosse mai stata, io non avrei mai provato
quello che per lei provo adesso.
ANNA BILANCIONI 1a F
giugno 2012
Amici Animali
CINQUE
ALL’IMPROVVISO…
Sapete ho tre gatti grazie ad un fatto accaduto poco
tempo fa e, se volete sapere cosa è successo, leggete
questo articolo. Erano appena iniziate le vacanze
estive ed io ero andata a fare una passeggiata in città
con mio papà. Tornata a casa, mia mamma disse di
guardarmi intorno perché c’era una sorpresina e fu
mio fratello a vedere per primo la sorpresa: c’era
un gatto nel mio terrazzo!!! Chiesi a mia mamma
di chi era e perché si trovava nel mio terrazzo. Lei
disse che era stato portato da una sua amica che
l’aveva trovato abbandonato. Io riuscii a convincere
mia mamma a tenerlo e siccome era una femmina,
la chiamammo Asor (in memoria della gatta storica
di mia mamma…di nome Rosa). Ma la sorpresa
non era terminata: la mattina dopo ci accorgemmo
che era incinta di quattro cuccioli e infatti, dopo
un mesetto, li partorì: erano quattro gattini uno
più tenero dell’altro; due femmine e due maschi:
le femmine erano una siamese e una tigrata e i
maschi uno bianco e uno arancione. Due di loro li
regalammo e due li abbiamo ancora adesso.
CATERINA SEVERI I D
IL GATTO BRITISH
SHORT HAIR
Il gatto British nacque inizialmente in Inghilterra;
si pensa addirittura, all’epoca di Mosè in terra
egiziana e che fu, 2000 anni più tardi, importato in
Scozia dai romani e da allora è considerato il gatto
domestico inglese per eccellenza. Comunque nelle
mostre feline fa bella mostra di sé e nel tempo si è
“nobilitato” a tal punto da essere considerato quasi
aristocratico; è una delle razze feline più nobili al
mondo. Dal 1871, quando fu esposto alle prime
mostre feline in Inghilterra, poi con il tempo la
fama andò calando sino a riprendere quota dopo la
Seconda Guerra Mondiale quando la razza British
venne incrociata con quella persiana nell’intento
di farle riacquistare quelle caratteristiche che
possedeva inizialmente quali il mantello spesso e
folto oltre che la testa più grande e arrotondata e
cioè quelle forme che lo hanno sempre reso simile
al gatto europeo dal quale discende. Questo felino
ha dimensioni medio-grandi, la testa arrotondata
ed una muscolatura ed ossatura robusta oltre che
occhi grandi, solitamente color ambra intensi e
brillanti. La taglia, per gli esemplari maschi, è di
media sui 5-6 kg, mentre le femmine raggiungono
solitamente i 4-5 kg; è dotato di coda larga alla base
e sottile alla fine, oltre che arrotondata. Possiede
zampe robuste e mantello vaporoso, fitto che non
si appiattisce quando lo accarezzi, ma tende a
rimanere sempre sollevato.
Di solito il colore del pelo è prevalentemente blu,
ma sono diffusi molti esemplari dal mantello color
crema o grigio Londra, come il mio. Il British Short
air ha un carattere molto socievole con la famiglia
di appartenenza ed è molto indipendente tanto
da non volere essere troppo coccolato e preso in
braccio. Nonostante ciò, si affeziona facilmente a
tutti, è giocherellone con i bambini e compagno
affidabile degli adulti e la sua robustezza e calma
gli consentono di destreggiarsi con facilità nelle
situazioni di emergenza.
Come tutti gli animali robusti, anche questo gatto
non necessita di grandi cure ma, durante la toelettatura, a differenza delle altre razze a pelo corto
va spazzolato con attenzione soprattutto durante
il periodo della muta; si nutre sia di cibo fresco
che di quello confezionato, carne o pesce che sia,
e le razioni non devono mai essere abbondanti in
particolare durante la crescita. La vita media di
questa razza si aggira attorno ai 13-14 anni.
THOMAS GIORGETTI 1a D
Pag.13
Sport spettacolo
IL LEONE (PANTHERA LEO)
È il più grande carnivoro africano e appartiene
alla famiglia dei felini. Pesa 250 kg ed è lungo, in
media 2,5 metri. Il maschio ha la testa, il collo e le
spalle coperte da una folta criniera che lo distingue
dalla femmina. Vive nelle savane, nei boschi, nelle
praterie e vicino ai deserti; dorme circa venti ore al
giorno. Il ruggito di un leone maschio può essere
sentito fino a 8 km di distanza. I leoni sono animali
molto socievoli, infatti vivono in branchi, formati
da: un maschio “alfa” e un gruppo di femmine,
imparentate tra loro, esse cacciano quasi sempre
insieme. La giornata di una leonessa è veramente
impegnativa: a lei spetta la caccia, la difesa del
cibo e l’allevamento dei cuccioli. I leoni restano
per molto tempo inattivi, ma in caso di necessità,
possono scattare in qualsiasi momento; la maggior
parte delle volte cacciano durante le ore notturne.
Malgrado il suo peso elevato, il leone è un animale
molto agile: può salire sugli alberi, nuotare, lanciarsi
nel vuoto, correre con grande rapidità e spiccare
balzi incredibili e di straordinaria lunghezza. Questi
mammiferi collaborano per la ricerca del cibo e i
loro cuccioli hanno bisogno di essere accuditi e
nutriti con il latte; la leonessa si prende cura dei
suoi piccoli per più di sei mesi, dopo che diventano
indipendenti. Purtroppo questo splendido animale
è in via di estinzione perché, come altri animali
dell’africa, viene continuamente cacciato dall’uomo
per la sua magnifica pelliccia, ma si sta cercando di
salvarlo, con la riproduzione, nei Parchi Nazionali,
questa specie che sta scomparendo.
BEATRICE POGGI - CLAUDIA FATTORI 1a H
IL MIO CANE PONGO
Ciao sono Alex, vi volevo parlare del mio cagnolino
Pongo. Lui è alto circa 50 centimetri. È di colore
nero, ma sotto la pancia ha una linea tutta bianca
che gli arriva fino alla coda. Ha gli occhi neri, il
pelo morbido e delle zampe robuste. Però, quando
ero piccolo, gli hanno tagliato la coda. Lui doveva
crescere di altri 5 centimetri ma è sempre rimasto
più basso dei suoi fratelli perché, visto che era il
più piccolo ed era il più lento, quando la mamma
dava loro da mangiare, lui arrivava sempre ultimo
e non mangiava come gli altri, ma un po’ meno.
Lui abbaia spesso perché nella mia via ci sono
altri cinque cani. Non è molto ubbidiente: vorrebbe
uscire e andare a fare le passeggiate ma, visto che
tira molto il guinzaglio, non lo portiamo. Una volta,
dopo aver lasciato la porta aperta inavvertitamente,
lui è uscito ed è scappato ma mia mamma, dopo
qualche centinaio di metri, è riuscita a recuperarlo.
Lui mangia molto e tutto. Pensate che una volta
la nonna aveva lasciato quattro cassoni sul tavolo
ed era andata via per un attimo per dirmi che era
pronta la cena ma, tornando in cucina, ci siamo
accorti che non c’era più niente! Ecco questa è la
descrizione del mio cagnolino Pongo che pochi
giorni fa ha compiuto sei anni.
ALEX ZAMAGNA 1a D
I CANILI
Da anni il cane è stato il migliore amico dell’uomo,
allora perché alcune persone li abbandonano sulla
strada come dei vecchi oggetti? Al canile ci sono
tantissimi cani dalle storie diverse. Quando vai in
vacanza non lasciarli da soli, lasciali negli alberghi fatti per loro e non abbandonarli per la strada.
Appena vedi o accarezzi un cane tra voi inizia una
grande amicizia che mai nessuno spezzerà, ogni
momento che passi con lui ti sembra magico. Non
lasciarli perché anche loro come te soffrono, anche
i cani sono umani. Di solito hai la fissa che il tuo
cane ideale è un cucciolo, ma ci sono molti cani con
passati difficili, aiutali a scrivere insieme a te un
futuro migliore. Adottane uno, quello che credi sia
più adatto a te, così lui avrà una nuova vita!!!!!!!!
SOLEDAD LANCI 2a H
FIORELLO:
“IL PIU’ GRANDE
SPETTACOLO DOPO
IL WWEEKEND”
Rosario Tindaro Fiorello, conosciuto semplicemente come Fiorello, o Fiore (Catania, 16 Maggio
1960), è uno showman, conduttore radiofonico,
cantante, imitatore e comico italiano. Nato a
Catania e cresciuto ad Augusta, ha iniziato la sua
carriera lavorando nei villaggi turistici della Valtur
a Brucoli, prima come aiuto cuoco, poi come bar
man e infine come animatore. Sul finire degli anni
ottanta Bernardo Cherubini (fratello del cantante
Jovanotti) gli presenta Claudio Cecchetto, che
affida a Fiorello, poco tempo dopo, un programma
su Radio deejay. È’ il 1989 quando dai microfoni
del network Milanese Rosario inizia a condurre
la trasmissione “Viva Radio deejay” trasmessa
da Milano in inverno e Riccione in estate. Arriva
anche il momento della televisione e recentemente
su RAI 1 c’è stato uno spettacolo bellissimo che
batte ogni record di ascolti:
“IL PIU’ GRANDE SPETTACOLO DOPO IL
WWEEKEND”
Con questo programma Fiorello ha battuto ancora
una volta se stesso e ha superato anche alcuni grandi
eventi, infatti nell’ultima puntata del suo show ha
battuto ogni record realizzando il 50,23 % di share
con tre milioni e 401 mila spettatori. Durante le sue
puntate, ha iniziato sempre con dei mono dialoghi
parlando anche di noi giovani, battezzandoci con
il nome “pischelli” e toccando argomenti sempre
reali e giornalieri come quando ha raccontato che
i “Ragazzi che a casa sembrano degli angeli, poi
escono e si trasformano”. Amiche delle mamme che
chiamano e fanno i complimenti per l’educazione
dei ragazzini, poi varcata la soglia del territorio
familiare è tutto un abbondare di parolacce ed
espressioni poco gentili. Ragazze che vanno alle
feste delle amiche vestite come Madre Teresa di
Calcutta, poi vanno in bagno e ne escono come
“Lady Gaga”. Poi lo spettacolo continuava con la
presenza di tanti artisti, anche internazionali come
Roberto Benigni; poi duettava con cantanti come
Giorgia, Jovanotti e tanti altri, ma la parte più divertente è stata l’imitazione del vampiro Edward
Cullen della saga Twilight.
Il più grande spettacolo dopo il weekend è stato
davvero uno dei più grandi show degli ultimi anni,
con un Fiorello eccezionale come sempre… peccato
però che tutte le volte non sono riuscito a vedere
la fine perché mi addormentavo!
GIANMARCO BARRELLA 2a H
LE OLIMPIADI
Le Olimpiadi sono in Grecia e come si può intuire
dal nome a Olimpia: questo avvenimento faceva
cessare ogni guerra, infatti le persone arrivavano a
Olimpia da tutta la Magna Grecia; venivano fatte
gare di alcuni sport che anche oggi sono detti Olimpici per esempio: la gara di corsa e di resistenza,
corsa con i carri, il pugilato, la lotta, salto in lungo e
lancio del giavellotto e del disco; questi erano tutti
gli sport delle gare. Dopo la scomparsa del popolo
greco le olimpiadi vennero dimenticate, ma alla dine
del XIX secolo un nobile francese ebbe l’idea di
ritirare fuori
questi giochi,
però sempre
escludendo le
partecipanti
femminili
infatti anche
in Grecia le
olimpiadi erano riservate solo agli uomini; il nobile
venne ascoltato, ma questi giochi olimpici detti
“moderni” vennero proposti anche alle donne. Le
olimpiadi moderne vengono svolte ogni quattro
anni in città diverse; quest’anno le olimpiadi si
svolgeranno a Londra dove è già stato costruito
uno stadio immenso apposta per questo avvenimento così prestigioso. Uno sport si può definire
olimpico quando ha un certo numero di partecipanti
nel mondo. Esistono due tipi di olimpiadi quelle
estive e quelle invernali, anch’esse ogni quattro
anni alternate a quelle estive. Le olimpiadi sono
da sempre un avvenimento spettacolare perché fa
capire che gli sport non guardano il colore della
pelle, la razza o la lingua che una persona parla,
ma la passione che i giocatori dimostrano nei loro
giochi. Infatti c’è solo una cosa che unisce tutte le
persone del mondo: LO SPORT.
GIORGIA CALCINELLI I H
CALCIO SCOMMESSE
Lo sport che mi piace di più di tutti è il calcio; al
momento, purtroppo, c’è in corso un’inchiesta sulle
scommesse illegali che i calciatori o i rappresentanti di una squadra stanno facendo sulle partite
di campionato di serie A e di serie B. Mi si pone
una domanda che è: “Ma, calciatori, a che cosa vi
servono tutti questi soldi in più?”. Questi giocatori
sono già strapagati dalle loro società visto che con
un solo anno di carriera riescono a incassare ciò che
una persona normale forse riuscirebbe a guadagnare
in tutta la sua vita lavorativa. Sicuramente alcune
società hanno pochi soldi per permettersi di pagare
i propri giocatori con stipendi super lusso, questo
non vuole dire che sia lecito e giusto truccare una
partita di calcio (lo sport italiano per eccellenza)
solo per procurarsi dei soldi in nero. Quest’anno c’è
una grossa crisi economica e posso anche capire in
extremis che vogliate intascare un po’ più di soldi
per aggiungere una villa alle Hawaii quando ne
avete già cinque; avete comprato anche un quartiere,
ormai ma non siete più contenti neanche di quello.
E’ proprio vero, quando uno vuole una cosa e la
ottiene con troppa facilità se la dimentica subito e
ne vuole sempre una più bella e più nuova di quella
precedente. “Per fortuna che il calcio è uno sport
di squadra!”, con questa frase sottolineo il vostro
amore per i soldi perché siete pronti a perdere una
partita e a sabotare i vostri compagni per vincere una
somma di denaro illegalmente: i soldi si sperperano,
ma i compagni o gli amici non si tradiscono mai. Per
voi è sempre tutto facile, invece in Italia si soffre
la crisi e molte persone vengono licenziate; alcune
famiglie fanno fatica ad arrivare alla fine del mese
con il loro stipendio. Mi sembra che voi pensiate
solo al profitto: sarete pur dei talenti naturali a giocare a calcio, però, comportandovi così non avete
a cuore le difficoltà del nostro paese e nemmeno
vi interessa il tifo sincero dei vostri sostenitori
che a volte, anzi molto spesso, vi considerano dei
Campioni con la C maiuscola.
DAVIDE CAVALLINI III D
LA NOTTE DEGLI OSCAR
L’altra notte, mentre la maggior parte di noi dormiva,
a Hollywood, in America, c’è stata la “Notte degli
Oscar”. I film vincitori sono stati: “The Artist” e
“Hugo Cabret”, rispettivamente con cinque statuette
a testa. Il primo per: miglior film, costumi, attore
protagonista, regia e colonna sonora. Il secondo per:
fotografia, scenografia, effetti speciali e montaggio sonoro.
Quello di
cui vi vorrei parlare
è il libro
al quale
si è ispirato Hugo
Cabret. Il
romanzo
ha 521 pagine, ma si
legge molto velocemente poiché è appassionante;
quasi la metà del libro è composta da disegni tanto
che, a volte, sono le parole che illustrano le immagini. I disegni sembrano fotografie e si soffermano
molto sui particolari. La storia, che è ambientata a
Parigi negli anni 50, parla di un bambino, Hugo,
che vive in una stazione ferroviaria e ruba oggetti
per un misterioso scopo. Questo libro è interessante,
ha solo ventiquattromilatrecento parole, non sono
neanche tante!!
MARIA LUCREZIA I D
SPORT =
DIVERTIMENTO
La scuola statale Aurelio Bertola ha organizzato
il giorno 19 novembre un divertente avvenimento
sportivo: una corsa campestre. Questa iniziativa
è nata allo scopo di avvicinare noi giovani al
mondo dello sport e alla meravigliosa disciplina
dell’atletica leggera. L’evento si è svolto in due
momenti. Inizialmente vi hanno preso parte i ragazzi
e le ragazze di prima media e poi i “cadetti” e le
“cadette” di seconda e terza media. L a corsa si è
svolta presso il parco V. Pep dove gli organizzatori
hanno illustrato ai giovani le regole e il percorso
da compiere. La distanza da percorrere era di un
Kilometro e mezzo diviso in due giri. L’esperienza
della corsa è un’emozione da provare!
Sei
Proprio
L’hObby che fa
peR
Tutti noi
ALESSIA TONELLI 2a G
SPORT
Sempre emozionante,
Pieno di movimento,
O si corre o niente,
Regala capacità di divertimento a
Tutti quelli che da sempre lo seguono!
ALESSANDRA PANDOLFI 1a D
SPORT § SPORT
giugno 2012
COSA C’È DI MEGLIO
DELLA GINNASTICA ARTISTICA?
NON TUTTI SANNO CHE
A scuola di ciclismo
A Rimini grazie alla “Polisportiva Pedale Riminese”,
c’è una scuola di ciclismo, per ragazzi dai 6 anni ai
12 anni. Abbiamo pensato di intervistare il presidente
del Pedale Riminese ed i nostri direttori sportivi.
Presidente Giovanni Gamberini, perché ha deciso
di coltivare questo hobby?
Ho sempre avuto la passione del ciclismo fin da
quando avevo 15 anni.
Perché le piace questo sport?
Pag.14
Il gruppo sportivo del Pedale Riminese è nato
nel 1945.
C’è stato cambiamento nel ciclismo dai tuoi tempi
ad oggi?
Sì il casco è stato sempre obbligatorio, ma non
era come quello di oggi, era semplicemente una
striscia in pelle, quindi era come non indossarlo;
le bici erano in acciaio con il cambio in posizione
diversa dalle bici di oggi; inoltre l’abbigliamento
La ginnastica artistica è uno sport per me molto
importante non solo perché lo pratico e mi piace
molto, ma anche perché permette di mettersi alla prova
con diverse specialità: parallele, acrobatica, corpo libero,
trave e volteggio. Questi sono
gli attrezzi elencati in ordine
di preferenza. Stare sulle parallele è davvero emozionante.
Si sale molto in alto, ma non
ho paura! Si fanno giri addominali, slanci, entrate e uscite
in diversi modi e sempre più
difficili. Per fare acrobatica si
sale su un grande trampolino
sul quale si eseguono salti
artistici ed è un po’ come tornare piccola quando
si saltava sulle reti; è molto divertente! Gli esercizi
a corpo libero si svolgono in gara con la musica.
Diventano, quindi, una specie di balletto in cui
verticali, ruote, capriole, spaccate e salti devono
IL MIO SKATEBOARD
A DUE RUOTE
Perché si pratica all’aria aperta ed è uno degli sport
più belli.
Da quanti anni ha iniziato a praticare ciclismo?
Ho iniziato a 30 anni, un po’ tardi, però ho sempre
seguito il ciclismo, non ho fatto mai gare, ma mi
piace fare giri turistici.
Da quanti anni fa il presidente del “Pedale Riminese”?
Da 27 anni.
Oltre al ciclismo, le piace qualche altro sport?
Sì, ma lo sport che amo di più è il ciclismo.
Signor Gamberini la ringraziamo per la sua collaborazione.
Facciamo qualche domanda ai nostri direttori sportivi
(allenatori).
Direttore sportivo Ercole Della Torre, da quanto
tempo pratica questo sport?
Pratico questo sport da quando avevo 10 anni, ora
ne ho 52.
Come è nata in lei la passione del ciclismo?
Mio padre andava in bici, un giorno l’ho provato
anch’io e mi è piaciuto.
Da quando fa l’allenatore?
Faccio il direttore sportivo da 7 anni.
Ha qualcosa da dire contro il ciclismo?
Non ho niente da dire, vorrei che ci fossero più strutture, come piste per Mountain Bike e per bici BMX.
Quando è nata questa società sportiva del Pedale
Riminese?
UNO SPORT NUOVO:
SUB
Vi voglio parlare di uno sport bellissimo, ma un
po’ pericoloso che non tutti praticano. Ho 11 anni
e frequento la 1a D fin da piccola pratico molti
sport. Mi è sempre piaciuto provare tutto, dal tennis all’equitazione, dal karate allo sci, ma quello
a cui non ho mai rinunciato è il nuoto. Il nuoto è
un po’ diverso dal sub. Sub è più impegnativo e si
deve stare molto attenti. Questa mia passione per
il sub mi ha portato, durante una vacanza in Madagascar, lo
scorso inverno, a provare
anche questa
emozione. Da
quel momento non ho più
smesso. La
scorsa estate,
i miei genitori, mi hanno
iscritta al corso di sub. Dopo diverse lezioni, tra
teoria e pratica in piscina, finalmente è arrivato il
momento delle uscite in mare. Ho dato l’esame
per il brevetto in Liguria. E’ una pratica che
richiede concentrazione e amore per il mare, ma
grazie ai miei istruttori non ho mai avuto paura,
anche se un po’ di timore quando ti tuffi nel mare
aperto con le bombole e sotto di te non c’è niente,
ce l’hai. Vorrei poter trasmettere a tutti voi quello
che si prova ad entrare in un relitto, come mi è
successo nell’ultima immersione. Faccio sub a
Riccione e mi trovo molto bene. Vi consiglio di
provare questo sport…
CONSUELO PACINI 1aD
era di lana.
Facciamo qualche domanda, anche al direttore
sportivo Luca Grossi; da quanto tempo pratichi
questa attività, perché? Ti piace?
Lo pratico da tre anni, mi piace perché si può
praticare a tutte le età.
Ti piace perché si fa in gruppo?
Si, anche se è individuale, ci si può incontrare per
gare, o passeggiate in compagnia.
C’è qualcosa che non ti piace del ciclismo?
No, mi è difficile trovare cose che non mi piacciono,
anche perché altrimenti non lo praticherei, non mi
sarei avventurato ad allenare ragazzi come voi.
Ti piacerebbe avere più strutture?
Si, perché i ragazzi sarebbero più sicuri e si divertirebbero di più
Ti piace di più la Mountain Bike (fuoristrada) o la
bici da corsa (su strada)?
Mi piace di più la bici da corsa.
Non abbiamo potuto intervistare un terzo direttore
sportivo e segretario, il signor Bruno Vici che era
assente per motivi personali. Noi ragazzi siamo
contenti dei nostri direttori sportivi, perché ci
insegnano a stare in gruppo anche se il ciclismo è
uno sport individuale. Noi, come loro, porteremo
la passione di questo sport nei nostri cuori.
EMANUELE LANZETTI 1a G- GIULIA BIANCHI 1a M-
ANDARE IN SKATEBOARD
Per il mio decimo compleanno ho avuto come
regalo uno skateboard. Ho imparato ad usarlo
abbastanza velocemente e mi sono appassionato. Abitando vicino al parco ho avuto la
possibilità di allenarmi molto, facendo salite
e discese senza troppi pericoli. Per chi non lo
conoscesse lo skateboard è una tavola munita
di 4 ruote con cui si pratica lo skateboarding,
uno sport nato circa 50 anni fa in California e
da lì si è sviluppato in tutto il mondo. Oggi è
un vero e proprio sport con tanto di campionato. Uno che pratica lo skateboarding è detto
skater. La tavola dello skateboard assomiglia a
quella di uno snowboard, ma senza attacchi, la
superficie è rivestita di uno strato antisdrucciolo
per migliorare l’aderenza e non scivolare. Con
lo skateboard si riescono ad eseguire salti ed
evoluzioni. Per Natale ho ricevuto in regalo un
longboard, che è una variante dello skateboard,
perché la tavola è più lunga e flessibile, le ruote
sono più grandi e più larghe. Oltre a questi 2
tipi esiste anche il waveboard, una tavola con
due sole ruote in linea, come i roller. La forma
dello waveboard ricorda una pagaia corta,
inoltre si usa non con una spinta con il piede
contro il terreno, ma tramite lo spostamento del
bacino come si fa con lo snowboard sulla neve.
Rispetto allo skate mi sembra molto instabile,
ma mi riprometto di provarne uno come prima
della prossima primavera!
LORENZO DESIDERIO I H
Il mio skateboard a due ruote è fantastico. I miei
genitori non erano tanto d’accordo perché dicevano
che era pericoloso. Invece adesso che ce l’ho e so
andarci hanno cambiato idea. È semplice andarci.
Però prima bisogna avere l’equilibrio e capire il
movimento. Una volta saliti, si inizia a fare un
movimento a “serpentina” (cioè come quello di
una biscia). Adesso che sono arrivate le belle giornate ci vado subito
perché mi piace
davvero tanto. Se
un vostro amico/a
ce l’ha chiedetegli
subito di provarlo!
E quando ci andate
mettetevi il casco
perché all’inizio
si fanno i “voli
dell’angelo”. Io che ci vado quasi tutti i giorni e
faccio “i voli d’angelo” con il risultato di gomiti
e ginocchia sbucciate. Io vi consiglio di almeno
provarci e, se poi non vi piace, vi dico: “Ognuno
ha i suoi gusti e siamo tutti diversi!”.
SOFIA ZANGHERI 1aH
essere eseguiti con precisione ed eleganza a tempo
di musica. La trave è molto importante perché permette di imparare a stare in equilibrio
e in gara conta molto anche l’espressione con cui si eseguono gli esercizi.
Nel volteggio è fondamentale come
viene fatta la rincorsa e come si arriva
quindi sulla pedana dalla quale poi si
spicca il salto. La ginnastica artistica
è uno sport molto impegnativo, che
richiede molte ore di allenamento e
molti sacrifici, soprattutto a livello
agonistico. Ma per chi, come me,
la pratica molto volentieri, la fatica
diminuisce e gli allenamenti non sono
poi così pesanti, nonostante che tra
le sei ore ogni settimana in palestra,
la scuola al mattino e lo studio al pomeriggio, mi
rimane davvero poco tempo libero.
LAURA FERRARI 1aD
IL KARATE
Io scrivo questo articolo per far sapere al mondo che
il karate è una disciplina che è nata in Giappone.
Ci sono sette cinture:
1-BIANCA
2-GIALLA
3-ARANCIONE
4-VERDE
5-BLU
6-MARRONE
7-NERA
Più altre 7 dan per diventare
un maestro che può insegnare.
Vi voglio parlare del mio Sensen, si chiama Ludovico Ceccarelli:
è cintura nera settima dan, ha studiato in Cina e in
Giappone, quando mi sono iscritto a karate e ho
visto il mio maestro ho avuto paura di combattere
con lui perché è molto grosso e forte, infatti mi ha
steso al primo colpo.
Facevo karate in una palestra molto piccola, adesso
ci siamo trasferiti in una più grande e ci sono tanti
allievi di tutte l’età.
Consigli a tutti di fare karate perché è una disciplina
molto importante ti insegnano come affrontare la
vita ‘‘con disciplina’’.
MICHELE GAROFALI 1a H