Il Geometra Bresciano - n. 2 - Collegio Geometri di Brescia

Transcript

Il Geometra Bresciano - n. 2 - Collegio Geometri di Brescia
IL GEOMETRA
BRESCIANO
Rivista bimestrale
d'informazione
del Collegio Geometri
della provincia di Brescia
Il quadro della pittrice
prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio
Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la
multiforme attività del geometra nei secoli.
Direttore responsabile
Bruno Bossini
Sommario
Segretaria di redazione
Carla Comincini
EDITORIALE - Laurea breve: poco feeling
con la professione
2
Redazione
Raffaella Annovazzi, Manuel Antonini,
Giuseppe Battaglia, Stefano Benedini, Nadia Bettari,
Laura Cinelli, Alessandro Colonna,
Mario Comincini, Stefania Confeggi,
Alfredo Dellaglio, Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento,
Stefano Fracascio, Francesco Ganda,
Francesco Lonati, Guido Maffioletti,
Franco Manfredini, Giuseppe Mori,
Fulvio Negri, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli,
Giovanni Platto, Valeria Sonvico,
Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi
INTERVISTA - Mediazione obbligatoria,
un’occasione professionale anche per i
geometri
4
Un nuovo direttore per il nostro Collegio
14
Hanno collaborato a questo numero
Beppe Battaglia, Andrea Botti,
Francesco Cuzzetti, Emanuela Farisoglio,
Vittorio Nichilo, Alessandra Pelizzari, Carlo Piotti,
Massimo Raviglione, Franco Robecchi,
Corrado Sancilio
Direzione, redazione e amministrazione
25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12
Tel. 030/3706411
www.collegio.geometri.bs.it
Editing, grafica e impaginazione
Francesco Lonati
Fotografie
Studio Eden e Francesco Lonati
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Stampa
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Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20
DAL CONSIGLIO NAZIONALE - La mediazione delle controversie
12
DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Assemblea
2011. La relazione del Presidente
16
Assemblea 2011. La cronaca dei lavori 20
Comunicazione agli iscritti
30
Invio delle schede per il censimento generale degli iscritti e delle qualifiche 34
Il mercato immobiliare in provincia di Brescia. Capannoni e aree produttive
48
Riconfermata la fiducia al Direttivo dell’Associazione Geometri di Valle Camonica
58
La rivista è consultabile anche sul sito internet del Collegio
geometri di Brescia, attraverso il percorso il Collegio - il
Notiziario - gli Articoli da consultare
DAL COLLEGIO DI LODI - Il geometra tra
formazione e innovazione
60
Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale
D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46)
art. 1, comma 1, DCB Brescia
Associato alI’USPI
AMBIENTE & BIOEDILIZIA - Geometri e risanamento energetico, un contributo
ormai inscindibile
76
GEOLOGIA - Opere passive: le barriere paramassi
80
CONDOMINIO - Condominio, novità in arrivo (parte prima)
86
CULTURA - La Leonessa e il tricolore: Brescia durante il Risorgimento - 2
90
La grande impresa dei vecchi ponti 94
ETICA PROFESSIONALE - Il culto italico
100
La parola agli esperti
104
Aggiornamento Albo
108
Schede censimento iscritti
111
SCUOLA - I tecnici e la riforma: un cammino da completare
26
Serramenti e sistemi oscuranti: la collaborazione con gli alunni dell’Istituto
Tecnico “Tartaglia”
28
LAVORI DI GEOMETRI - Riva del Garda,
“Cittadella dell’Accoglienza” vince il progetto Europroject
36
Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali
e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975
72
LEGALE - Lesione della reputazione professionale
24
Di questa rivista sono state stampate ????? copie,
che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia,
Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio.
N. 2 - 2011 marzo-aprile
città e del territorio
AGRICOLTURA & FORESTE - Nitrati: ancora
ferma la richiesta di deroga
62
TECNICA - L’uso delle termocamere nelle
indagini strutturali non distruttive 64
Riutilizzo e restauro del complesso ex
Seb di via Leonardo da Vinci
68
Le cave dismesse, contro il degrado della
Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e
non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà
di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli
e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.
ILILGEOMETRA
GEOMETRABRESCIANO
BRESCIANO2011/2
2011/2-- 1
EDITORIALE
Bruno Bossini
Laurea breve:
poco feeling con la professione
i fa sempre più
strada nel dibattito
sui mezzi più adeguati a favorire la formazione
professionale dei futuri geometri il dubbio che la laurea
breve e più in genere gli studi
accademici costituiscano effettivamente la via più idonea alla preparazione di
un inizio di attività come la
nostra, o non sia più proficuo
allo scopo percorrere altri indirizzi formativi.
licealizzazione dei moduli
di studio ad una più precisa
attenzione e presa d’atto
delle realtà operative e
delle loro dinamiche e problematiche, senza che
questa conversione intenda
pregiudicare il proseguimento degli studi (anche accademici) per gli studenti
più motivati e inclini agli
studi superiori. Una maggior
vicinanza in tale contesto
del Collegio dei geometri e
del mondo imprenditoriale
in genere potrebbe favorire
un decisivo passo avanti per
un più facile apprendimento
delle cognizioni tecnicoprofessionali necessarie ai
futuri geometri. Ribadito
dalla scarso richiamo che la
laurea breve ha sinora riscosso presso coloro che si iscrivono all’Albo, si può rimarcare un fatto indiscutibile: allo stato delle cose la
via del praticantato biennale o quinquennale continua, nel bene e nel male, a
rivelarsi l’unica reale strada
S
E la perplessità non giunge
solo dal mondo della professione (che peraltro registra
un numero irrisorio di iscritti
con laurea breve o altro titolo accademico) ma anche
da quello della scuola. Sul
tema della formazione infatti cominciano a farsi largo
alcuni ripensamenti e alcune novità propositive innescati nella discussione
anche dalla riforma della
scuola superiore tecnica che
come sappiamo partirà dal
1° settembre prossimo. Si
sta passando da una marcata
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di accesso alla professione.
E le motivazioni prima così
scarsa “presa” degli studi accademici ai fini dell’inizio di
un’attività come quella di
geometra possono a mio parere essere così sintetizzate:
– la professione del geometra, che continua ad essere esercitata a livello di diploma, non è gratificante per
coloro che si sentono laureati;
– la scarsa se non insufficiente preparazione acquisita nei tre anni di studi accademici aumenta la già modesta aspettativa verso una
attività eminentemente tecnica;
– la durata della laurea (3
anni) risulta penalizzante rispetto ai due anni del praticantato.
Preso atto di questa realtà,
restano, a mio parere, due
strade per la formazione
professionale. Da una parte
una totale revisione del praticantato e dall’altra un effettivo potenziamento dell’attività formativa post-secondaria.
Del primo aspetto dovrà ovviamente farsi carico la categoria dei geometri; del secondo dovrà farsi carico la
scuola organizzandosi nell’ottenimento degli IFTS e
degli ITS, cicli scolastici di
specializzazione per i neodiplomati tecnici del territorio (ma non si poteva continuare a chiamarli geometri? n.d.r.). Su quest’ultimo argomento vi rimando
all’articolo del prof. Fulvio
Negri a pagina 26.
Sul praticantato – argomento già ampiamente dibattuto su queste colonne –
si può qui ribadire quanto
segue:
– necessita l’individuazione
di studi professionali che
diano effettive garanzie di
capacità e volontà di insegnamento;
– occorre destinare risorse
economiche (che allo stato
non mancano alla categoria)
per l’aiuto economico dei
professionisti che si fanno
carico di un impegno formativo così complesso (contratti a termine e copertura
assicurativa, e per un concreto incentivo ai praticanti
più motivati (indicati da apposita commissione) che
mostrano concreta volontà
di apprendere la professione;
– bisogna indirizzare la formazione su almeno quattro
indirizzi di lavoro professionale da definire, facendo
ruotare i praticanti di 6 mesi
in 6 mesi presso studi specialistici nelle varie tematiche;
– è essenziale l’organizzazione da parte dei Collegi di
corsi specialistici obbligatori per praticanti alla fine
dei quali i medesimi garantiscano sul loro effettivo apprendimento.
Non mancano, come vedete,
argomenti di approfondimento sul tema della formazione. Sta anche al nostro
Collegio mettere in campo i
mezzi organizzativi che garantiscano sulla qualità essenziale per un proficuo ricambio della nostra professione di geometra.
❑
INTERVISTA
Mediazione obbligatoria
un’occasione professionale
anche per i geometri
Dal 21 marzo scorso è divenuta obbligatoria
la cosiddetta “mediazione civile e
commerciale”. Come vi sarà capitato di
leggere a più riprese sulla stampa quotidiana
in queste settimane, proprio il 21 marzo è
infatti entrato in vigore quanto stabilito dal
decreto legislativo numero 28 del 4 marzo
del 2010, integrato dalle disposizioni del
decreto interministeriale del 18 ottobre 2010
numero 180, ovvero l’obbligatorietà di
mediazione prima dell’avvio d’una causa in
Tribunale quando la controversia riguardi
diritti reali (distanze nelle costruzioni,
usufrutto e servitù di passaggio ecc.),
divisione, successioni ereditarie, patti di
famiglia, locazione, comodato, affitto di
aziende, risarcimento danni da
responsabilità medica e da diffamazione con
il mezzo della stampa o con altro mezzo di
pubblicità, contratti assicurativi, bancari e
finanziari. Il legislatore ha invece ritenuto
che l’obbligatorietà per le numerosissime
controversie in materia di condominio e
risarcimento del danno derivante dalla
circolazione di veicoli e natanti sia differita al
20 marzo 2012 per consentire un avvio
graduale del meccanismo.
Viste le materie che, in caso di controversia,
d’ora in avanti dovranno giocoforza transitare
da una mediazione prima di approdare
eventualmente in tribunale, non sfugge certo
a nessuno l’importanza di questo
provvedimento per la nostra categoria.
Anche perché la stessa legge prevede che
questa attività sia affidata a persona o
persone fisiche che, individualmente o
collegialmente, svolgano quest’ufficio con la
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necessaria competenza - prive, in ogni caso,
del potere di rendere giudizi o decisioni
vincolanti per i destinatari del servizioovvero siano professionisti con requisiti di
terzietà, inseriti in specifici Organismi di
mediazione (iscritti nel registro tenuto
presso il Ministero della giustizia che è pure
il ministero vigilante) e che possono essere
costituti dagli ordini e dai collegi
professionali per le materie di loro
competenza.
Noi geometri siamo dunque parte in causa
ed in queste settimane i presidenti dei
Collegi di tutt’Italia ed i nostri rappresentanti
in Consiglio nazionale si stanno interrogando
sulle modalità per dare attuazione a questa
norma. In particolare, mentre già il Collegio
di Brescia, ha organizzato i corsi di
formazione necessari quali pre-requisito per
divenire mediatori giudiziari, a livello più
generale si sta ancora valutando se
costituire in ogni collegio un organismo di
mediazione, ovvero una Camera di
mediazione, con tanti dei necessari
supporti, a cominciare dalla segreteria,
oppure se non convenga avere una Camera
di mediazione unica per più province e
collegi, oppure regionale, o addirittura
nazionale.
Ma mentre questo dibattito prosegue e si
arricchisce delle indispensabili verifiche
anche sul versante del rapporto costi
benefici, la nostra rivista ha pensato di
provare ad approfondire l’argomento
evitando però la semplice illustrazione della
legge che ciascuno può trovare su un
qualsivoglia sito Internet. La strada che
INTERVISTA
Il presidente Giovanni Platto accoglie
l’avvocato Dario Allocco e il geom.
Gianni Gares nella sede del Collegio
per l’intervista
abbiamo scelto è stata infatti quella di
incontrare nella sede del Collegio, insieme al
nostro presidente Giovanni Platto, l’avvocato
Dario Alloco, da sempre assai vicino ai
geometri (ed alle questioni controverse che i
geometri trattano ogni giorno), ed il collega
Gianni Gares, professionista gardonese che
da oltre trent’anni svolge anche l’apprezzato
ruolo di Ctu presso il tribunale di Brescia. A
guidare e sollecitare la conversazione, che
riportiamo fedelmente qui di seguito, è stato,
come sempre, il nostro direttore Bruno
Bossini.
P
er rendere proficua questa nostra
chiacchierata,
darei per scontata la conoscenza a grandi linee della
norma, almeno per quell’infarinatura pubblicistica che
tutti abbiamo potuto apprendere dai giornali. Sono
invece più interessato a sapere dal presidente Platto a
che punto è la nostra discussione interna sulle modalità
di applicazione, a chiarire
con l’avvocato Alloco alcuni
dei dubbi che la lettura dei
giornali ha lasciato a molti di
noi, infine a conoscere dal
collega Gares, in virtù della
sua lunga esperienza di apprezzato Ctu in tribunale,
quale spazio professionale,
di lavoro a suo avviso si apre
su questo versante per i geometri bresciani.
dei geometri?
«Il giudizio complessivo che
la categoria dà è positivo: si
tratta di uno strumento moderno che altrove ha già dato
buoni frutti e che vedrà sicuramente i geometri impe-
gnati in prima linea, sia nel
ruolo di mediatori giudiziari,
sia in quello di assistenza al
proprio cliente coinvolto in
una controversia. Detto
questo, chiarito dunque il
nostro pieno impegno affinché queste procedure
trovino applicazione rapida
ed efficace, voglio però aggiungere subito che per i la
nostra professione la mediazione non sarà quell’eldorado che qualcuno crede. Intento dire che certamente in
un momento di crisi come
questo ogni opportunità di
lavoro deve essere tenuta
nella massima considerazione, ma che la mediazione
non cambierà probabilmente il bilancio di nessun
professionista. Quest’attività sarà al più un utile corollario, un elemento d’esperienza, un’occasione di conoscenza maggiore del mercato e dei suoi protagonisti,
ma sul piano strettamente economico le tariffe che la
norma stessa impone (tanto
per capirci i 40 euro per l’apertura della pratica di mediazione) faticheranno a sostenere la struttura dell’organismo di mediazione lasciando ben poco al mediatore stesso»
.
Proprio a proposito dell’organismo di
mediazione, qual è l’orientamento
prevalente sulla loro costituzione?
«Purtroppo anche gli ultimi
incontri con il Consiglio nazionale non sono riusciti a
chiarire tutti i dubbi e le perplessità che porta con sé ognuna delle soluzioni possibili a proposito delle Camere di mediazione. Qui appare davvero dirimente la
questione della gestione,
dei suoi costi rispetto ad un
mercato che è ancora tutto
da valutare. Ogni organismo
infatti deve essere iscritto al
Comincio con te presidente: che giudizio dà la categoria di questo provvedimento e quali prospettive si aprono in questo campo per l’attività
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 5
INTERVISTA
Da sinistra: Bruno Bossini (di
spalle), l’avv. Dario Allocco, il geom.
Gianni Gares, il presidente geom.
Giovanni Platto, il segretario Armido
Bellotti
registro nazionale, varare un
regolamento, tenere un proprio albo dei mediatori, avere una segreteria che accoglie le domande, assegna
le mediazioni ai diversi mediatori iscritti, controfirma il
verbale di mediazione redatto dal mediatore stesso.
Il tutto potendo contare solo
su un introito ancora tutto da
quantificare.Non è solo una
questione economica,
giacché ci sono molte nostre
attività che gestiamo in perdita nella convinzione che
siano comunque utili alla categoria ed alla sua promozione (la rivista è una di
queste), ma è la valutazione
dei costi e dei benefici che
ancora ci sfugge. Si tratta infatti di capire - con le pochissime informazioni di cui
disponiamo - quante mediazioni potranno verosimil6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
mente essere richieste,
quanti mediatori saranno a
disposizione, quanto personale dovrà svolgere tutti i
compiti di segreteria, ovvero se la massa critica d’attività sulla quale fare un progetto con un plausibile rendiconto di costi e benefici
possa essere provinciale,
sovraprovinciale, regionale
o nazionale, o ancora se non
convenga legarsi ad una
struttura già esistente, professionale, istituzionale o di
categoria»
.
Nel frattempo però il Collegio non se
ne sta con le mani in mano…
«Certo che no. Quello che
potevamo fare, ovvero attivare i corsi per qualificare i
mediatori, l’abbiamo fatto e
continuiamo a farlo: siamo
già al quarto corso e non
mancheranno neppure
quelli periferici per rispondete alle domande d’una
provincia grande come la
nostra. Ma anche sul resto
ormai i tempi sono maturi e
non è escluso che quando si
leggeranno queste note, una
avremo già preso una decisione anche sugli organismi
di mediazione».
Passerei adesso all’avvocato Alloco,
che ringrazio innanzitutto per la conferma anche con questa presenza e
questa disponibilità, della sua vicinanza alla categoria. E vorrei sfruttarne subito la professionalità: avvocato, vediamo di estrarre la sostanza
di questa legge, riassumiamola in un
telegramma o almeno nel suo effetto
più evidente.
«Ci provo e salto a piè pari
articoli, commi, definizioni
che tutti potete trovare in
rete.
L’effetto maggiore, che sta
peraltro già nel titolo della
norma, è che ogni controversia deve obbligatoriamente, ripeto obbligatoriamente, transitare da un tentativo di mediazione prima
di arrivare in tribunale, ovvero prima che si inizi una
qualsivoglia causa civile. In
altre parole la riforma prevede che prima di chiedere
l’intervento del giudice, le
due o più parti che hanno
una controversia si rivolgano
ad un terzo imparziale che li
aiuti nella ricerca di un accordo amichevole. Attenzione: il mediatore, se non esplicitamente richiesto da
una delle parti, non ha il
compito di formulare una
sua proposta di mediazione
(e in questo emerge la radicale differenza rispetto ad
altri istituti già previsti quali
ad esempio l’arbitrato o il ri-
INTERVISTA
corso al giudizio d’un terzo
di fiducia delle parti spesso
già indicato nella stipula di
un contratto); deve limitarsi
a convocare le parti , ascoltarle, sollecitare un accordo
e, se non si arriva ad un’intesa, anche solo per l’assenza ed il rifiuto della mediazione da parte di uno dei
soggetti coinvolti, verbalizzare il mancato accordo e far
controfirmare l’esito negativo dell’esperito tentativo
di mediazione alla Camera
di mediazione. Solo nel
caso in cui le parti lo richiedano o qualora il regolamento dell’organismo di
conciliazione ne preveda la
possibilità, il mediatore può
formulare una proposta di
conciliazione.
In tal caso il mediatore, all’atto della formulazione
della proposta, avverte le
parti delle eventuali conseguenze della mancata accettazione della proposta
stessa: in caso di successivo
giudizio davanti al Tribunale, infatti la parte che ha rifiutato la proposta si vedrà
addossare le spese di giudizio anche se vince, quando il contenuto della sentenza del giudice corrisponde a quello della proposta. Val la pena di sottolineare che il mediatore non
ha alcun potere di giudizio e
non può neppure mettere in
atto il contenuto della mediazione (se ad esempio riguarda diritti reali e beni registrati si dovrà comunque
passare dal notaio per gli atti
relativi). Se però si arriva ad
un’intesa, il verbale di mediazione, una volta controfirmato dalle parti è inappellabile».
E se un cittadino, che ritiene di voler
rivendicare un diritto che gli è negato, viene da lei a chiedere l’avvio di
una causa cosa succede?
«Semplice io devo prioritariamente informarlo che
deve innanzitutto cercare la
mediazione prevista da
questa nuova legge e rivolgere la sua istanza ad una Camera di mediazione. Devo
anche dirgli che può farlo da
solo, senza la mia assistenza
perché così prevede la
legge, e pagando una tariffa
minima. Di più, se per errore
la causa arrivasse davanti al
giudice senza il verbale dell’esito negativo della mediazione sarebbe quest’ultimo
a dichiararla improcedibile,
assegnando alle parti il termine di 15 giorni per la presentazione della domanda
di mediazione».
Sempre lapidariamente: chi può fare
il mediatore?
«Tendenzialmente chiunque, ovvero una o più persone fisiche che ne abbiano
i requisiti, che in verità sono
ben poca cosa. Possono infatti chiedere di essere iscritti ad una Camera di mediazione non solo i professionisti iscritti agli albi professionali di ordini e collegi
che abbiano seguito un iter
formativo che si sostanzia in
un corso d’una cinquantina
di ore, ma chiunque abbia
una laurea triennale in qualsivoglia materia, fosse pure
filosofia, ed abbia seguito
un corso di 50 ore presso un
ente autorizzato dal ministero e sia iscritto ad una Camera di mediazione registrata al ministero».
E appunto la Camera di mediazione
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 7
INTERVISTA
cos’è?
«La legge dice poco ed
anche qui, pertanto, lo
spettro è molto ampio. Si
tratta infatti di organismi
pubblici e privati – promossi
ad esempio da Camere di
commercio, ordini e collegi
professionali, ma anche società più o meno specializzate - che hanno fatto una
specifica richiesta al ministero, ne accettano la vigilanza ed operano secondo
un regolamento anch’esso
approvato dal ministero. E’
assai probabile perciò che
ad esempio Brescia nascano
più organismi di mediazione
(ci sono già sia quello della
Camera di commercio sia
quello dell’ordine forense,
ma altri si annunciano), ovvero di commercialisti, geo-
8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
metri, ingegneri, periti, architetti ed anche di semplici
strutture private specializzate. Ciascuna camera ovviamente dichiarerà la propria
predilezione per un’area
tecnica di competenza, ma,
a termini di legge, in verità
tutti potrebbero fare tutto».
Fin qui la norma per sommi capi,
una norma che gli organismi di categoria degli avvocati hanno criticato
con asprezza. Ecco, sempre brevemente, quali sono le criticità che denunciate?
«Non posso parlare a nome
della categoria perché non
ne ho il mandato, ma anche
da semplice avvocato dico
che questa norma nel suo
complesso risponde in
modo sbagliato ad una esigenza molto sentita qual è
quella della lunghezza dei
processi civili, mentre sul
piano operativo ha evidenti
criticità in particolare laddove non garantisce, e non
paga, la necessaria qualificazione professionale del mediatore».
Partiamo dall’obiezione generale:
qual è l’errore nella ratio della legge?
«Il ministero, il relatore, chi
ha votato questa legge lo
dice esplicitamente: la giustizia civile non funziona, ci
sono montagne di processi
che attendono di essere celebrati e ogni anno si accumula ritardo a ritardo, cosicché oggi per ottenere una
sentenza di primo grado, si
badi bene siamo solo all’inizio di un iter che prevede
spesso altri due gradi, ci vo-
gliono dai 4 agli 8 anni. Mancano i giudici, le strutture
sono obsolete, le procedure
farraginose. Ebbene di
fronte a questo quadro invece di aumentare il personale, farlo lavorare meglio,
in una parola investire, si
cerca la scorciatoia del provare a ridurre drasticamente
le cause, sperando che il cittadino, invece di chiedere
ed ottenere la salvaguardia
di un diritto che ritiene negato, si accontenti e ceda,
preferisca il male minore ad
una controversia costosa e
infinita. Se permettete in Italia che era considerata la
patria del diritto questo è un
bel passo indietro».
E se invece guardiamo allo specifico
della norma, quali sono i punti deboli?
«A spaventare è soprattutto
la figura del mediatore improvvisato, di un laureato
triennale, magari in materie
letterarie o in chissà cos’altro, che si sente portato
alla mediazione e dopo un
breve corso è chiamato a
svolgere questo ruolo. Ci
chiediamo: cosa può aspettarsi un cittadino che chiede
giustizia da una figura come
questa? Cosa farà ad esempio un mediatore con le
caratteristiche che ho appena richiamato in una controversia per danni dove per
esempio una parte chiede
100 e l’altra risponde zero?
Proporrà che si accordino su
50? E con quali elementi? Si
limiterà a verificare la distanza tra le parti senza di
fatto esperire alcun tentativo di mediazione, come
peraltro la legge prevede?
Nessuno oggi può dire con
INTERVISTA
serenità quale impatto la
norma avrà non solo sul cumulo di processi inevasi e di
cause pendenti in tribunale,
ma pure sulla difesa dei diritti dei cittadini. E poi ci
sono le tariffe, davvero risibili, i 40 euro per la richiesta
di mediazione che non pagano probabilmente neppure la macchina burocratica che si sta mettendo in
piedi, figuriamoci se retribuiranno convenientemente i mediatori…, dal
momento che le spese per
l’effettiva mediazione sono
veramente contenute in
quanto si va da euro 65,00
per una causa del valore di
euro 1000,00 ad un massimo
di euro 9.200 per una causa
del valore di oltre
5.000.000,00 di euro».
L’avvocato Alloco insomma vede
nero. E tu invece Gares, cosa ne
pensi?
«Io vedo e condivido gran
parte delle perplessità dell’avvocato, sono critico con
la ratio della norma ed anche
con la concreta definizione
delle figure e degli organismi, ma mi sforzo anche di
vedere, con realismo, le
poche o tante possibilità
che si aprono. Mi spiego. E’
chiaro che nel migliore dei
mondi possibili altre sarebbero le riforme da mettere
all’ordine del giorno. Ma
vista la carenza di risorse ed
il fatto acclarato che un cittadino oggi non riesce comunque ad avere giustizia in
tempi minimamente ragionevole, anche le soluzioni di
compromesso che fanno
storcere il naso ai puristi e
persino le scorciatoie, se
servono, vanno apprezzate».
Dall’orizzonte nero insomma passiamo, a tuo avviso, almeno al
grigio…
«Non so, è difficile capire
cosa succederà di questo
nuovo istituto, se funzionerà
o meno, come impatterà sull’amministrazione della giustizia. Val però la pena di ricordare che dove è stato applicato ha avuto esiti positivi
e gli effetti di alleggerimento sui tribunali sono
stati di gran lunga più apprezzabili rispetto all’imperfezione nell’amministrazione della giustizia che la
norma indubbiamente
porta con sé. La mia speranza, per capirci, è che le
questioni di minor peso
vengano risolte magari
anche con una mediazione
ed un quid di giustizia in
meno, ma per le controversie più importanti i tribunali riescano a pronunciarsi
in tempi ragionevoli. Sono
infatti perfettamente d’accordo con chi sostiene che
una giustizia che arriva tardi
non è mai giustizia ed è più
accettabile una giustizia imperfetta ma rapida d’una formalmente ineccepibile ma
che arriva a babbo morto».
Se invece entriamo nello specifico
della legge che impressione ne trai?
«Hai detto bene perché per
ora è un’impressione più
che un giudizio. E vorrei partire dalle qualità tecniche
del mediatore. Contrariamente a quanto pensano in
molti, io credo ad esempio
che al mediatore non serva
tanto, o almeno non serva uIL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 9
INTERVISTA
nicamente, una specifica
preparazione tecnica sulla
materia. Certo deve capire
di cosa si parla, soprattutto
avere le nozioni giuridiche
necessarie per capire il merito di diritto della controversia; ma le qualità che gli
sono richieste, quelle che
deve possedere per fare il
mediatore sono soprattutto
psicologhe, umane, di buon
senso. Direi che è anche un
problema etico, ovvero di
come il mediatore sa porsi
nei confronti delle parti».
In effetti questa è una prospettiva un
po’ diversa da quella che abbiamo
messo finora in primo piano: tu in
pratica dici che la mediazione può arrivare più facilmente da un contributo psicologico che prettamente tecnico?
«Intendiamoci, lo ripeto: la
competenza tecnica è fondamentale, anche per dare
autorevolezza ala mediazione, così come in questo
caso come nelle Ctu l’intervento tecnico non può mai
essere disgiunto ed anzi
deve affiancarsi ad una competenza giuridica che va acquisita. Però il successo
della mediazione a mio avviso non dipende totalmente da questi elementi
perché altri di carattere umano e psicologico possono
risultare prevalenti. Cerchiamo di calare il nostro discorso nel concreto: arrivano
parti che spesso si confrontano da anni, magari da
tempo sostengono spese e
malumori, in altre parole
sono almeno stanche quanto determinate. Ebbene in
un ambiente meno formale
d’un tribunale, più sereno
10 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
chiesto il suo parere, per
chiarire quali elementi. In
ultima analisi un Ctu è un
collaboratore del giudice,
deve essere abituato a lavorare con e per il tribunale, è
uno strumento della complessa macchina della giustizia. Di ciò deve avere
piena coscienza, così come
dovrà fare ogni competente
mediatore. Aggiungerei
semmai una raccomandazione per il corso di preparazione dei mediatori, ovvero
il fatto che si insista più sugli
elementi giuridici che non
su quelli tecnici, perché
anche a chi fa Ctu servirebbe
ampliare ed approfondire
proprio le nozioni di diritto».
ed umano, la figura d’un mediatore che richiami alla responsabilità, ai rischi, ai
costi ed alle lungaggini
d’una causa vera e propria,
che faccia intravedere non
tanto la soluzione tecnica
quanto il buon senso di un
accomodamento amichevole potrebbe risultare davvero risolutivo. Può darsi
che sia un’illusione, ma
credo più al consiglio d’una
persona autorevole e di
buon senso - quello che era
ed è ancora in molti nostri
paesi proprio il geometra
chiamato a risolvere spesso
controversie famigliari o di
eredità, di confini piuttosto
che di vicinato – che non al
contributo squisitamente e
freddamente tecnico su
questioni che non raramente le parti conoscono a
menadito e nel dettaglio».
In questo ruolo tu vedi dunque bene
proprio i geometri, non tanto e non
solo come tecnici della materia, ma
per le qualità che dimostrano quotidianamente vivendo nella società.
Ma tu, perdona la brutalità d’una
domanda così diretta te la sentiresti
di fare il mediatore? Ritieni che
possa esserti utile la tua esperienza
come Ctu del tribunale?
«Forse immodestamente e
con un po’ di ingenuità io
credo proprio di sì, perché
mi sento in definitiva un
geometra della vecchia
scuola, che usa il computer
ma che continua a vivere il
suo territorio, il contatto con
la gente del paese, la fiducia
non solo del cliente ma delle
comunità. Ed aggiungo che a
supporto della mia candidatura porterei proprio l’esperienza delle molte Ctu che
ho fatto in questi trent’anni.
Il Ctu infatti non è solo un
tecnico competente nella
propria materia, ma deve avere una serie di precise nozioni giuridiche anche per
capire con quale finalità è ri-
In pratica mi par di capire che tu non
candidi tanto te stesso, bensì i colleghi che già fanno le Ctu a divenire
mediatori. Ma questo gruppo di colleghi a tuo giudizio è preparato? È
qualificato?
«Potrei trincerarmi dietro
qualche formula elusiva o
cavarmela con un sì stiracchiato e a mezza voce, ma
questo non è il mio carattere
e soprattutto chiunque conosce anche superficialmente la situazione avrebbe
idi che sorridere amaramente».
❑
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
“La mediazione
delle controversie”
L’
“Associazione Nazionale Geometri
Consulenti tecnici, Arbitri e Mediatori” con
il patrocinio del Consiglio
Nazionale Geometri e Geometri Laureati ha pubblicato
il manuale operativo per la
costituzione di Organismi di
Mediazione presso i Collegi
Provinciali Geometri e Geometri Laureati il cui titolo è
“La mediazione delle controversie».
Ci é parso utile riprendere il
capitolo introduttivo del
manuale per fare il punto su
un settore professionale finalizzato alla mediazione
delle controversie civili e
commerciali e per chiarire
cosa è effettivamente la mediazione, quali le sue caratteristiche, quali gli scopi che
si prefigge.
Capitolo I - Introduzione
1.1 - Normativa
Quando si parla di strumenti
alternativi di risoluzione
delle controversie, nel nostro ordinamento si fa riferimento all’arbitrato, alla transazione e alla mediazione.
Il movimento del mondo
A.D.R. (Alternative Dispute
Resolution) trae origine
negli anni ’70 negli Stati Uniti, iniziando il percorso
negli ADR con l’arbitrato che
era lo strumento alternativo
più usato circa sino al 1978;
da allora si svilupparono
forme di di risoluzione delle
controversie a carattere non
decisorio (tra cui la mediazione).
In Italia si inizia a parlare di
mediazione, oltre che sul
Codice civile, con la prima
vera legge al riguardo, ov12 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
vero la n. 580 (Riforme delle
Camere di Commercio); già
con questa legge e con i regolamenti che succedono, le
Camere di Commercio
hanno aperto la porta alla
informazione sulle metodologie di mediazione, nonché
alla formazione di mediatori
tra i quali anche i geometri.
Successivamente sono state
approvate altre leggi riguardanti la mediazione, ma di
fatto nessuna di queste poteva riguardare la nostra categoria, anzi l’ultima legge
sulla riforma del diritto societario, legge n. 5 del 2003,
escludeva di fatto le categorie tecniche dalla gestione delle procedure di
mediazione.
Si arriva al marzo 2006 e la
riforma del CPC che, pur limitando la portata dell’attività conciliativa alla tipologia delle controversie indicate nel primo comma dell’art. 696-bis c.p.c., la norma
andava nella direzione di riconoscere il C.T.U. come un
vero e proprio mediatore.
Infatti nella norma viene
detto: «Il consulente prima
di provvedere al deposito
della relazione, tenta, ove
possibile, la mediazione tra
le parti».
Finalmente la tanto attesa
riforma della Giustizia approda con la legge delega
sulla mediazione contenuta
nell’art. 60 della legge n. 69
del 19 giugno 2009.
La legge delega 69/2009
nasce dall’impostazione del
Parlamento Europeo che, con
direttiva di Consiglio del 21
maggio 2008, 2008/52/Ce, impone agli Stati membri di attivare quanto sopra adem-
piendo entro il 21 maggio
2011 alla direttiva testè citata.
La legge suindicata ha demandato al Governo di emanare un decreto legislativo
al fine di porre in attuazione
quanto definito.
Il decreto legislativo n. 28
del 24 marzo 2010 (La mediazione finalizzata alla mediazione delle controversie
civili e commerciali), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
n. 53 del 25 marzo 2010,
pone in attuazione l’articolo
60 della legge 18 giugno 2009
n. 69, in materia di mediazione finalizzata alla mediazione delle controversie civili e commerciali.
1.2 - La mediazione
1.2.1 - Che cos’è la mediazione
Mediazione: l’attività svolta
da un terzo imparziale e finalizzata ad assistere due o
più soggetti sia nella ricerca
di un accordo amichevole
per la composizione di una
controversia, sia nella formulazione di una proposta
per la risoluzione della
stessa (rif. Normativo art. 1 D.Lgs 28/2010).
È una procedura non avversariale di risoluzione amichevole delle controversie
nella quale una terza persona imparziale, il mediatore, assiste le parti in conflitto facilitandone la comunicazione, facendone affiorare
gli interessi e orientandole
verso la ricerca di accordi di
reciproca soddisfazione.
La mediazione finalizzata
alla mediazione, può essere
considerata come un “percorso” dove le parti in conflitto, accompagnate nel
viaggio da un terzo neutrale,
il mediatore, discutono, negoziano e arrivano ad un accordo tra loro e da loro costruito in modo attivo e coopertivo.
La differenza sostanziale
con gli altri metodi di gestione dei conflitti consiste
nel fatto che mentre il processo giudiziario è finalizzato a verificare i fatti (applicando le norme, i regolamenti che contemplano la
soluzione lavorando quindi
solo ed esclusivamente con
le posizioni tecnico-giuridiche delle parti), la mediazione lavora sugli interessi,
sui bisogni e sulle aspettative delle parti. Non è compito del magistrato o del
CTU verificare che la soluzione finale soddisfi gli interessi e i bisogni delle parti,
mentre ciò è basilare per il
mediatore.
I
conflitti hanno una
struttura molto complessa e sono composti da elementi complementari diversi tra loro, alcuni oggettivi (danni, inadempimenti contrattuali,
sconfinamenti, ecc.) altri,
soggettivi, molto più profondi (comunicazioni inefficaci, malintesi, percezioni
parziali, aspettative mancate, diffidenze, ecc.).
Quest’ultimo aspetto non è
e non deve essere tenuto in
considerazione né dal CTU,
né dal Giudice, né dall’Arbitro, mentre ha un ruolo
fondamentale in una procedura di mediazione, ha un
ruolo fondamentale per il
mediatore, esperto in tecniche negoziali e di risoluzione del conflitto, ma so-
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
prattutto in tecniche di comunicazione empatica e di
linguaggio del corpo.
La mediazione è portatrice
di valori importantissimi e
molto differenti tra loro:
• dialogo diretto con la riapertura della comunicazione laddove interrotta
tra le persone coinvolte
nel conflitto;
• libertà per le persone di
scegliere il proprio futuro
legato a quel conflitto;
• non esalta il vincitore né
castiga il vinto, bensì tratta
il problema e non le persone che l’hanno creato facendole vincere insieme.
Quando è utile tentare
una mediazione?
È sempre utile tentare una
mediazione quando:
• le parti vogliono conservare il controllo sul modo
nel quale sarà risolta la disputa senza che sia un giudice o un arbitro a decidere per loro;
• le parti vogliono preservare o restaurare i loro rapporti;
• le parti vogliono evitare i
rischi derivanti da una
causa giudiziaria (tempi e
costi);
• le parti preferiscono una
composizione veloce del
conflitto;
• le parti intendono mantenere la riservatezza sulla
controversia.
La mediazione è da evitare
invece quando:
• una delle parti presenta
una questione fondamentale di principio e si chiude
in essa;
• una delle due parti vuole
provare la verità dei fatti;
• si desidera creare un precedente legale;
• una delle parti non ha
alcun interesse nel raggiungere un accordo;
• la lentezza di una procedura giudiziaria favorirà
una delle parti.
M
a ttenzione che
la mediazione è
obbligatoria a far
data dal 20 marzo 2011 nelle
materie di: diritti reali, divisioni, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, da responsabilità
medica e da diffamazione
con il mezzo della stampa o
con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi,
bancari e finanziari.
E dal marzo 2012 nelle materie di: condominio, risarcimento del danno derivante
dalla circolazione di veicoli
e natanti.
1.2.2 - Modelli di mediazione
Esistono due modelli di mediazione con differenti caratteristiche e con approccio
diverso del mediatore nei
confronti della procedura.
Mediazione facilitativa
Il mediatore, terzo neutro e
imparziale, assiste le parti
facilitandone la comunicazione, identificando i loro
reali interessi, assistendo le
parti in negoziazione e orientandole verso la ricerca
di un accordo che soddisfi
entrambe le parti, verso un
punto di armonia del conflitto.
Gli elementi sui quali si basa
la procedura sono:
• la volontà delle parti di risolvere il conflitto;
• gli elemento oggettivi e
soggettivi del conflitto;
• la soddisfazione reciproca
delle parti;
• gli interessi e i bisogni
delle parti;
• la facilitazione della comunicazione tra le parti e la
conduzione della negoziazione collaborativa delle
parti;
• la decisione consapevole e
razionale delle parti, una
volta analizzati tutti gli elementi del conflitto, e le
possibilità che ognuna
delle parti avrebbe nel
caso di mancato raggiungi-
mento di un accordo.
Questo tipo di mediazione
prevede una formazione
specifica del mediatore,
poiché questo non deve
dare suggerimenti né imporre soluzioni, ma deve
guidare e accompagnare le
parti, affinché queste in autodeterminazione trovino
l’accordo soddisfacente per
entrambe.
Il mediatore facilitativo assiste le parti e ne guida la comunicazione, facilita la loro
negoziazione, comprende il
linguaggio del corpo e delle
parti e lavora con esse empaticamente durante le sessioni private.
Mediazione valutativa
Il mediatore è chiamato ad
esprimere una proposta valutativa su come dovrebbe
essere risolta la controversia. Agisce come agente
della realtà, utilizzando la
prpria esperienza e la sua
conoscenza specifica sulla
materia del contendere.
Gli elementi sui quali si basa
la procedura sono:
• I diritti delle parti;
• le possibilità che ognuna
delle parti avrebbe in
un’eventuale causa giudiziaria.
Il mediatore, dopo aver ascoltato le parti, presenta
una valutazione sulle loro richieste e formula una proposta di accordo, riguardo
alla quale le parti conservano
la loro libertà di aderire.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 13
INTERVISTA
Un nuovo Direttore
per il nostro Collegio
Dall’inizio di aprile, Stefano Benedini è
il nuovo direttore del nostro Collegio.
Trentacinque anni, sposato e padre di tre
figli, Stefano ha alle spalle una significativa
esperienza in un’azienda privata, grande e di
respiro internazionale con una forte
“mission” commerciale, dove si è negli
ultimi anni occupato soprattutto di
formazione e motivazione del personale.
L’abbiamo incontrato proprio nei primi giorni
del suo nuovo incarico, quando ancora stava
prendendo contatto con la realtà nella quale
si è poi immediatamente calato, e pertanto
più che l’illustrazione di programmi e nuove
iniziative gli abbiamo chiesto di presentarsi
ai geometri bresciani.
D
irettore, innanzitutto
benvenuto a nome
della redazione del
“Geometra bresciano”, la nostra rivista che speriamo tu voglia utilizzare
costantemente quale strumento di
colloquio con i geometri iscritti al Collegio e più generalmente con la società bresciana. Non ti conosciamo e,
quindi, le prime domande che voglio
porti ti riguardano direttamente.
Anzi, perché non ti presenti?
«D’accordo. Cominciamo
dalla carta d’identità: sono
bresciano fin dalla nascita,
ovvero dal 1975, e risiedo in
città. Per quanto riguarda
poi gli studi, mi sono diplomato nel 1994 all’istituto magistrale “Veronica Gambara”
ed ho poi seguito per alcuni
anni i corsi di lingua e letteratura straniera all’Università di Verona. Purtroppo il
lavoro mi ha costretto ad interromperli prima della
laurea».
14 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
Il lavoro appunto, eccoci già con i
piedi nel piatto: quali esperienze ha
messo nel tuo curriculum?
«Beh, anche qui volendo cominciare proprio dagli inizi
andrebbero citate esperienze molto diverse fra loro
soprattutto durante i mesi estivi negli anni delle scuole
superiori e nei primissimi
tempi dell’università anche
lavorando in alcuni cantieri.
Poi, sul finire del 1994 il
primo impiego duraturo che
ha finito per segnare questi
ultimi 15 anni della mia attività»
Di cosa si trattava?
«Sono stato assunto in
pianta stabile con la qualifica iniziale di impiegato addetto alle vendite da una
multinazionale del commercio e della distribuzione
con un grande punto vendita
nel Bresciano. E da subito mi
sono occupato non solo
della vendita vera e propria,
ma, per un versante, dell’assistenza alla clientela, e per
un altro versante delle procedure interne dall’inventario alla verifica delle disponibilità di stock, dal riordino della merce alla collaborazione per l’apertura di
nuovi punti vendita».
E l’esperienza lavorativa precedente
è proseguita fino ad oggi?
«Sì salendo gradino dopo
gradino la scala delle responsabilità e dell’impegno
professionale. In particolare
dal 2005, dopo un periodo di
formazione in Svezia, sono
stato chiamato alla sede amministrativa nazionale di Milano e sono entrato nello
staff di supporto e assistenza ai responsabili nazionali del settore vendite per
diverse aree strategicamente determinanti, ovvero
leadership business, priorità di lungo periodo, fidelizzazione del cliente e progetti specifici di formazione
del personale interni all’azienda».
In particolare ti sei occupato proprio
di formazione?
«Sì, la formazione è stata
uno dei miei ambiti privilegiati di attività, anche
perché l’azienda presso cui
lavoravo è celebre proprio
per l’attenzione che dedica
INTERVISTA
Il nuovo direttore del
Collegio, Stefano Benedini
alla preparazione ed alla
motivazione del suo personale, facendone motivo su
cui costruire il proprio punto
di forza nei confronti della
competitività. Un obiettivo
che in questi ultimi anni ho
perseguito sia organizzando
corsi e svolgendo spesso il
ruolo di docente, sia divulgando nelle diverse sedi italiane della multinazionale il
materiale formativo che abbiamo prodotto nella sede
centrale, sia, infine, seguendo progetti specifici, operativi e di studio, alcuni
dei quali sono divenuti tesi
di laurea in ambito commerciale, di marketing e di formazione».
Riassumendo, e un po’ banalizzando, in questi ultimi anni più che
un venditore o un uomo di marketing, sei stato un produttore di formazione, uno specialista della valorizzazione delle risorse umane all’interno di una grande struttura commerciale, a sua volta strategicamente ed operativamente collegata
ad una multinazionale europea.
«Sì, e penso che sia questo
profilo che ha convinto il
consiglio del Collegio a propormi il ruolo di direttore in
una realtà qual è la vostra
che in questi anni si è andata
sempre più caratterizzando
per i servizi agli iscritti ed in
particolare per i servizi formativi, per la qualificazione
professionale ed il miglioramento della risposta che
ogni geometra può dare alle
sfide del mercato».
In effetti, il presidente Platto parlando della figura che intendeva
mettere al vertice operativo del Collegio ha ripetuto più volte che non a-
sere troppo difficile
migliorare l’interattività che anche per la
migliore organizzazione dei corsi deve
passare proprio dalla
rete. Sto ancora facendo alcune verifiche, ma mi pare di
poter già dire che se
con internet riusciremo a snellire ancora
un po’ la burocrazia
che inevitabilmente i
corsi portano con sé,
potremo liberare energie importanti per
altre iniziative».
vevamo tanto bisogno di un geometra, ma d’un direttore con spiccate capacità nell’ambito dell’organizzazione formativa e della valorizzazione delle risorse umane…
«Ed io spero proprio di essere all’altezza delle vostre
aspettative, di portare nella
vostra struttura il frutto della
mia esperienza ed ancor di
più di costruire insieme a voi
le risposte più adeguate alle
domande di servizio degli iscritti e della società bresciana».
giorno mostrano la volontà
di collaborare pienamente,
senza reticenze di sorta. Inoltre, visto che anche nella
mia attività precedente ho
collaborato attivamente allo
sviluppo d’un grande sito internet, ho già apprezzato la
familiarità con la quale molti
iscritti dialogano con il sito
del Collegio e, dunque, sono
sicuro che non dovrebbe es-
E allora buon lavoro direttore, magari contando anche sulla tua preziosa presenza pure sulla nostra rivista.
«Grazie e non mancherò di
sfruttare anche questo essenziale canale di comunicazione con gli iscritti e con il
mondo variamente collegato alla professione».
❑
Anche se sei qui solo da pochi giorni,
puoi già dirci come hai trovato la nostra struttura operativa?
«È certamente molto presto
per dare giudizi, semmai
un’impressione: quella
d’essere di fronte ad uffici
già ben organizzati, agili ed
operativi da tutti i punti di
vista. Indubbiamente, come
in ogni organizzazione, si
può e si deve migliorare, ma
ho avuto la netta percezione
di grandi potenzialità umane, di professionalità affinate e che fin dal primo
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 15
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Assemblea 2011
La relazione del Presidente
I
l 13 aprile scorso nella
sede del Collegio in
Piazzale Cesare Battisti si è tenuta l’annuale assemblea del Collegio. Erano
presenti numerosi iscritti ai
quali il presidente Giovanni
Platto ha sottoposto la seguente relazione.
«Un cordiale saluto a tutti i
presenti e un augurio di
buona giornata agli assenti
impossibilitati a partecipare
per impellenti impegni professionali o familiari.
Prima dell’inizio dell’esame
degli argomenti all’ordine
del giorno, propongo un minuto di silenzio per ricordare i nostri colleghi defunti:
Giuseppe Ferrari, Giuseppe
Redolfi, Pierino Zanetti, Luciano Papis, Sergio Pedezzi,
Pierluigi Camadini, Giovanni Mariani, Rinaldo Beltrami, Tarcisio Campana,
Walter Pedretti, Giovanni
Costa, Lorenzo Rezzola, Raffaele Rizza.
È passato un anno; un anno
alquanto impegnativo.
– impegno alla ricerca di attività professionali;
– impegno per continui aggiornamenti;
– impegno per fare quadrare
i bilanci dei propri studi
professionali.
La crisi economico-finanziaria ha lasciato una ferita
molto pesante e a tutt’oggi
non si vede la fine nel campo
edilizio-progettuale.
A tutto ciò si aggiungono le
sentenze di Cassazione per
competenze progettuali e
direzione lavori che non
vanno nelle direzioni a noi
favorevoli.
Anche in campo nazionale,
nonostante il massimo im16 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
pegno profuso dal nostro
Consiglio Nazionale, fatica
ad approdare a risultati positivi la nuova legge sulle
professioni.
La politica in tutt’altro impegnata, non tiene nella dovuta considerazione una
millenaria categoria professionale come la nostra nelle
sue varie espressioni, lasciando che la Magistratura
sentenzi in base ad un regolamento del 1929.
Quanto è cambiato dal 1929
a tutt’oggi: la legge n. 144 del
2 marzo 1949 sulla Tariffa ammette attività professionali
che la Magistratura non
vuole riconoscere.
– iscritti all’Albo al 13 aprile
2011 n. 3092;
– iscritti al registro praticanti
n. 769;
– iscritti nel 2010 n. 102;
– iscritti nel 2011 n. 74;
– cancellati dall’Albo nel
2010 n. 48
– sospesi n. 15;
– i praticanti che attualmente stanno svolgendo
un corso presso gli uffici
tecnici comunali e presso
enti vari (Comunità montane e Unione Comuni) n.
61;
– i Comuni e gli enti che
hanno in atto un corso
presso i loro uffici tecnici
sono n. 51.
bioedilizia; Catasto; Estimo;
Mediatori; Parcelle; Protezione civile; Scuola; 81/2008
Sicurezza cantieri; Urbanistica; Valutazione esposti.
La situazione del Collegio è
la seguente:
Commissioni del Collegio:
Agricoltura; Ambiente e
Parcelle: parcelle presentate anno 2010 n. 86; parcelle
Attività del Collegio: riunioni di Consiglio n. 8; riunioni regionali n. 7; redazione del “Geometra bresciano” n. 6.
Sessione Esami di Stato
anno 2010: candidati ammessi n. 280; candidati presentati n. 244; esiti positivi n.
150; esiti negativi n. 94; candidati che non si sono presentati n. 36; percentuale abilitati 61%.
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Nella pagina di sinistra, il Presidente
del Collegio Giovanni Platto mentre
legge la sua relazione;
in questa pagina, il minuto di
silenzio in ricordo dei soci scomparsi
nell’annata 2010-’11 e i
partecipanti all’Assemblea
tuite per gli iscritti all’Albo in
materia di catasto, Legge
81/08 - Sicurezza cantieri; Edilizia; Urbanistica; consulenza per i giovani geometri;
consulenze per tutti i cittadini del Comune di Brescia
per problematiche varie in
accordo con il Comune e le
Circoscrizioni comunali;
Borse di studio in memoria
dei geometri Luciano Camplani e Giuseppe Tedoldi
Zatti; euro 1.500,00 per ciascun candidato che abbia ottenuto il maggior punteggio
liquidate anno 2010 n. 79; totale importi liquidati euro
1.617.054,04; contributi pagati al Collegio euro
23.297,48.
Internet del Collegio: Forum di discussione tra tutti i
Collegi; dai 350 ai 400 colle-
gamenti giornalieri; pubblicizza la formazione degli iscritti; aggiorna sulle iniziative del Collegio e sulle normative di interesse per la categoria.
Consulenti disponibili per
gli iscritti: consulenze gra-
nelle quattro Commissioni
d’esame del 2010. È all’esame del Consiglio un nuovo
regolamento per l’attribuzione delle borse di studio.
Incontri con i giovani e praticanti: con i neo-iscritti al Collegio; scuola aperta presso
l’Istituto Tartaglia di Brescia;
incontro “borse di studio
studenti meritevoli e con
difficoltà economiche”.
Il Collegio collabora principalmente con: l’Istituto Tartaglia di Brescia; Istituto Cesare Battisti di Salò; Istituto
Teresio Olivelli di Darfo; Istituto Bonsignori du Remedello; Comune di Brescia
per sopralluoghi.
Formazione anno 2010: n. 3
corsi “L’esperto del Giudice”; n. 3 corsi “Catasto terreni”; n. 3 corsi “Catasto fabbricati”; 11 corsi “Aggiornamento sicurezza”; 3 corsi
“Principali contratti d’interesse professionale”; 1 corso
“Aggiornamento Certificatori energetici”; 3 esami
“Certificatori energetici”; 7
corsi “Acustica e programma
di calcolo”; 6 corsi “Successioni”; 3 corsi “Gestione dei
rifiuti di cantiere”; 2 corsi
“Preliminare compravendita
notaio”; 1 corso “Database
topografico Regione Lombardia”; 1 corso pilota per
“Conciliatori professionisti”.
Totale ore di lezione: 1782;
Totale partecipanti: 4704;
Crediti rilasciati: 28.167;
Più tutti i corsi esterni. Inoltre sono stati tenuti convegni su argomenti e problematiche inerenti la nostra
professione.
Corsi di preparazione agli
esami di Stato - Sessione
2010: Incontro sulla viabilità
urbana ed extraurbana (24
febbraio 2010); seminario
“Acustica in edilizia a Brescia” (10 marzo 2010); convegno “Prima della riforma
del condominio, soluzioni
positive e problemi conIL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 17
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
creti” in collaborazione con
ANACI (12 marzo 2010); seminario “Approfondimento
Pregeo 10” a Brescia (8 aprile
2010; seminario “Approfondimento Pregeo 10” a Darfo
(a maggio 2010); seminario
“Approfondimento Pregeo
10” a Chiari (5 maggio 2010);
convegno “Valutazioni immobiliari” (12 maggio 2010);
convegno “Acustica in edilizia” (9 giugno 2010); seminario “Progettare la casa in
legno” presso BIM di Breno
(24 settembre 2010); seminario informativo “La Scia e
le sue applicazioni” (7 ottobre 2010); seminario “Normativa appalti lavori pubblici” a Edolo (12 ottobre
2010); incontro “La vincolistica idrogeologica ed ambiente nelle aree montane”
(8 novembre 2010); riunioni
con i dirigenti scolastici dei
vari Istituti per comitati tecnico-scientifici e per analisi
dei rapporti tra scuola e Collegio.
Programmazione 2011
Cosa si è programmato di
18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
fare: siteticamente, viste le
innumerevoli richieste degli
iscritti all’Albo per la partecipazione ai corsi, sono stati
riprogrammati i corsi sostenuti nell’anno 2010 con l’aggiunta di corsi di nuova istituzione (mediazione, vigili
del fuoco, canne fumerie,
ecc.).
– Azioni per la difesa della
nostra categoria in collaborazione con il Consiglio Nazionale e con interventi mi-
rati presso quegli
uffici tecnici o
strutture pubbliche che obiettano sulle competenze dei geometri.
Inoltre sono programmati:
– Rapporti con la
Scuola: collaborazione tra scuole,
Collegio e professionisti; studi
professionali con
stage per studenti
delle
quatre classi.
– I.F.T.S. programmato con
l’Istituto Tartaglia di Brescia
e Olivelli di Darfo.
– Praticantato: corsi di aggiornamento presso i vari Istituti.
È in elaborazione un nuovo
sistema di praticantato da
definire con la scuola e i nostri studi professionali con
verifiche da tenersi nello
stesso periodo di praticantato.
– I.T.S. e Laurea triennale: al-
ternativa e scalte;
– Peso politico della nostra
categoria;
– Maggior coinvolgimento
dei nostri colleghi impegnati politicamente in sede
nazionale, regionale, provinciale e locale nei Comuni
dove è nutrita la presenza
dei geometri.
È
doveroso ringraziare il Segretario,
il Tesoriere, i Consiglieri, il Reviisore dei
conti, i Consultori, i Componenti delle Commissioni
varie, la Redazione del la nostra rivista di categoria (“Il
geometra bresciano”) e in
particolare il direttore del
giornale stesso geom. Bruno
Bossini.
Un ringraziamento a tutto il
personale del Collegio che
pure nelle difficoltà e contingenze capitate hanno egregiamente svolto il loro lavoro e a quanti hanno collaborato per la nostra categoria.
❑
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Assemblea 2011
La cronaca dei lavori
A
nimata e molto dibattuta l’Assemblea annuale del
13 aprile scorso nella sede del Collegio, caratterizzata da una discreta presenza di iscritti (oltre al
Consiglio nella sua quasi totalità) che nell’inconsueto numero di 57 hanno in conclusione votato e approvato il bilancio 2010.
Sulla relazione introduttiva del Presidente si rimandano i
lettori alle pagine immediatamente precedenti. Ci preme
qui riportare invece il sunto degli interventi che hanno dato
vita ad un’ampia discussione sull’attività del Collegio con
pareri critici e anche di aperto dissenso sulle strategie
messe in atto dal Consiglio. Opinioni peraltro legittime che
hanno trovato risposte puntuali da parte del Presidente, del
Tesoriere e del Revisore dei conti e, quando richiesto,
anche la votazione delle interpellanze presentate.
Partiamo dall’intervento del geometra Stefano Lonati, che è
stato certamente il più corposo e articolato; egli ha infatti esposto le sue perplessità e il suo dissenso, dei quali ha
chiesto di allegare agli atti una nota esplicativa. Vari i punti
toccati:
– Consiglio Nazionale: perplessità sul suo operato circa il
tema scottante delle competenze e della scelta del logo
destinato a tutti i Collegi;
– Direzione del Collegio: scarsa la pubblicità data alle dimissioni di Mariangela Scotti e ai motivi che hanno portato alla scelta del nuovo direttore Stefano Benedini;
20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
– Commissioni: richiesta di chiarimenti sulla suddivisione
tra commissioni ristrette e allargate;
– Corsi di formazione: eccessivo il loro numero, visto che la
loro affluenza è dettata solo dalla necessità di conseguire
crediti; si chiedono anche chiarimenti sui loro costi effettivi e le motivazioni del perché non vengono organizzati
anche su temi catastali;
– Elezioni: contrarietà all’utilizzo della “lista unica”, che
deve essere sostituita da un elenco degli iscritti interessati in ordine alfabetico;
– Consiglio: richiesta di pubblicazione integrale dei verbali;
– Consuntivi: ampie riserve sui costi della cena sociale e di
quelli relativi alle medaglie di anzianità e dei compensi erogati per incarichi professionali; chiede chiarimenti sulle
voci di bilancio relative al catasto e valutazione xxxxxxxxxx
immobili;
– “Il geometra bresciano”: denuncia la scarsità dei contenuti
informativi professionali, l’eccessivo spazio riservato agli
inserti pubblicitari (dei quali chiede gli importi), alle fotografie e infine propone di passare all’edizione on-line;
– Verbale Assemblea 2010: segnala l’omissione del voto
contrario di Stefano Lonati e di Stefano Fettolini.
In risposta ai punti segnalati dal collega Lonati, il Presidente
Platto ribadisce l’apprezzamento per l’operato del Collegio
e ne constata gli ottimi risultati ottenuti. Coglie l’occasione
per segnalare che il precedente direttore geom. Mariangela
Scotti è attualmente passato a incarichi superiori e le
sue dimissioni sono da considerarsi in relazione a
questa nuova opportunità
professionale; per quanto
riguarda l’attuale Direttore
segnala che la scelta effettuata, sottoposta e approvata dal Consiglio, è avvenuta dopo aver esaminato
diverse candidature; che la
nomina dell’attuale Direttore è legata a un contratto
di mesi sei; che uno degli incarichi previsti nel contratto
col Direttore è quello di assistere alle riunioni delle diverse Commissioni e provvedere alla stesura dei relativi verbali.
Per quanto riguarda il Consiglio Nazionale, il Presidente
Platto invita il geom. Lonati
a trasmettere le sue consi-
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
A sinistra il tavolo della presidenza;
in questa pagina la sala e i
partecipanti all’Assemblea
derazioni al Consiglio Nazionale stesso.
Il Presidente esprime parere contrario alla pubblicazione in internet di dati sensibili come quelli
di bilancio, che peraltro sono sempre a disposizione degli iscritti nella sede del Collegio.
Rispetto all’omissione segnalata nel verbale dello
scorso anno, il Presidente comunica che questa è
già stata presa in considerazione e la modifica apportata.
L’avanzo di cassa calcolato verrà utilizzato per le
spese del Collegio e per le spese relative all’organizzazione dei corsi di formazione e aggiornamento, che sono sempre organizzati in modo da
soddisfare innanzi tutto l’alto numero di richieste
di adesione.
P
er le prossime elezioni del Consiglio, ognuno potrà formare e/o inserirsi nelle
liste che desidera, ricordando che questo
era già avvenuto nel corso delle ultime elezioni.
Tutti gli iscritti sono eleggibili come membri del Consiglio e,
di conseguenza, ognuno potrà esprimere il proprio voto a favore del candidato ritenuto più idoneo a ricoprire l’incarico.
A proposito della rivista de “Il geometra bresciano”, viene ricordato come questa comunicazione sia apprezzata per la
competenza espressa anche dai colleghi di altri Collegi e da
parte di tutti gli Enti, Istituti e funzionari a cui è inviata; si ricorda anche come l’invio della rivista rappresenti l’occasione
per meglio comunicare il lavoro svolto da tutti gli iscritti al
Collegio. La necessità dei servizi fotografici e degli inserti
pubblicitari nasce dall’esigenza di completamento della
struttura necessaria a chiudere correttamente gli articoli.
In merito alla spese sostenute per la premiazione degli iscritti con maggiore anzianità il Presidente coglie l’occasione per ricordare che il valore economico di tale premiazione non dovrebbe essere associato al riconoscimento che
si desidera esprimere a questi colleghi per il loro operato.
Le dimissioni richieste del Presidente e del Consiglio non
vengono rassegnate.
Il geom. consigliere Nadia Bettari esprime la sua opinione
sulla necessità e sul diritto degli iscritti a ricevere tutte le
informazioni sull’operato del Consiglio e delle Commissioni.
Il geom. Claudio Baldo ritiene che sia invece ragionevole
che entro 10 giorni dalle riunioni del Consiglio e di Commissione si proceda alla pubblicazione dei relativi verbali
per gli iscritti e chiede di mettere la mozione ai voti. Il Presidente autorizza la votazione che ha il seguente risultato:
presenti 65; favorevoli 23; contrari 34; astenuti 8. La pubblicazione dei verbali non verrà effettuata in internet.
Il collega Alfredo Dellaglio si chiede se non sarebbe conve-
niente effettuare un sondaggio fra gli iscritti per comprendere i motivi della loro scarsa partecipazione all’Assemblea
con il coinvolgimento dei rappresentanti di zona. Sul problema delle liste elettorali anch’egli critica il sistema adoperato: non deve essere costituita nessuna lista preordinata. Anch’egli non condivide la scelta delle Commissioni ristrette e si chiede perché lui, esperto in sicurezza (due pubblicazioni sull’argomento), non sia stato invitato a partecipare a quella sullo stesso tema.
Il Presidente, prendendo atto delle considerazioni si riserva
di discuterle nell’ambito del Consiglio.
L’
intervento di Stefano Fettolini si è incentrato anch’esso sulla scarsa partecipazione degli iscritti
all’Assemblea (problema sempre lamentato dalla
nostra rivista [n.d.r.]) e denuncia le difficoltà del Consiglio
ad accettare critiche di iscritti che vorrebbero essere costruttive.
Il Presidente ricorda che mai è stata negata la collaborazione
e l’ascolto dei suggerimenti da parte di qualsiasi iscritto al
Collegio, invitando nelll’occasione il geom. Fettolini a partecipare attivamente alla Commissione della redazione.
Alla richiesta invece di chiarimenti sui ricavi delle pagine
pubblicitarie de “Il geometra bresciano”, il tesoriere Giuseppe Bellavia precisa, in base al contratto con la ditta stampatrice, che tali ricavi (euro 274 a pagina [n.d.r.]) sono scalati dai costi della stampa (nel 2010 euro 44.275 su un conto
globale di euro 83.095 [n.d.r.]).
Intervento del geom. Giuseppe Mori: segnala che a suo parere si sta verificando una diminuzione di fiducia nei confronti dell’operato del Consiglio. Lui stesso ha sempre dato
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 21
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Dall’alto: il Segretario e il Presidente
del Collegio, Armido Bellotti e
Giovanni Platto; il Tesoriere
Giuseppe Bellavia; il Revisore dei
conti Silvio Maruffi
il suo voto favorevole a condizione del mantenimento di
continuità di operato degli stessi dirigenti e del direttore
Scotti.
Evidenzia poi che non è più stato invitato a partecipare alla
nuova Commissione Ambiente, ma si augura ugualmente
che si riapra il dialogo tra i consiglieri e gli iscritti che hanno
presentato critiche costruttive, esprimendo in ogni caso gli
auguri di buon lavoro al nuovo direttore Benedini. Si chiede
anche perché la voce consulenze del bilancio preventivo
non si sia ridotta, vista la riduzione del compenso del nuovo
Direttore rispetto alla spesa precedente.
I
l revisore dei conti Silvio Maruffi precisa che le voci di
bilancio devono comunque andare a pareggio e le eventuali revisioni di bilancio possono essere appostate su votazione del Consiglio nel novembre dell’anno di
attività.
Il geom. Manuel Antonini chiede maggiori chiarimenti sul
tipo di contratto stipulato con il nuovo Direttore e analizzando le voci di bilancio (inalterate rispetto agli anni passati) esprime preoccupazione, perché, a suo giudizio, si evidenzia una scarsa progettualità strategica del Consiglio.
Il Tesoriere e il Presidente ribadiscono che quest’ultima
considerazione verrà riportata alla discussione del Consiglio insieme alle altre richieste di variazione (come quella
relativa ai costi dell’organismo di mediazione, se verrà costituito).
Votazione del Consuntivo 2010
Si procede alla votazione per approvazione del bilancio
consuntivo 2010: presenti 56; favorevoli 46; contrari 3; astenuti 7. L’Assemblea approva a maggioranza il bilancio consuntivo dell’anno 2010.
La votazione del Preventivo 2011 è preceduta dalla richiesta
del collega Leonardo Baldassari che suggerisce una riduzione della quota annuale da 300,00 euro a 250,00 euro per
iscritto e chiede che la proposta venga messa ai voti.
Il risultato: presenti 52; favorevoli 15; contrari 30; astenuti 7.
La quota di iscrizione all’Albo rimane invariata per un importo di euro 300,00.
Votazione Preventivo 2011
Presenti 57; favorevoli 45; contrari 9; astenuti 3. L’Assemblea
approva a maggioranza il bilancio preventivo dell’anno
2011.
L’Assemblea si chiude alle ore 13.30.
❑
22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
LEGALE
Avv. Francesco Cuzzetti
L
a reputazione individuale può essere
tutelata e sanzionata facendo riferimento al
reato di “diffamazione” (art.
595 C. p.p.) o anche solo civilisticamente con riferimento all’articolo 2043 del
Codice civile relativo al risarcimento del fatto illecito,
laddove non sia ipotizzabile
un’ipotesi di reato.
Mi riferisco a questo secondo aspetto circa la natura
giuridica della responsabilità derivante dalla lesione
dell’altrui reputazione, per
evidenziare che essa può
essere diversamente valutata a seconda che venga
violata la reputazione personale o quella più specificamente professionale, per
le quali si prospetta una diversità di trattamento in or-
24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
Lesione
della reputazione
professionale
dine al danno subìto e alla
prova dello stesso.
Diciamo, tanto per capirci,
che un conto è considerare
la reputazione guardando
alla persona come soggetto
individuale in riferimento
cioè il suo onore e dignità
morale, di cui gode nell’ambito sociale, e un conto considerarla come violazione
del decoro professionale o
economico, ossia di quell’immagine che ognuno costruisce di sé nell’ambito
della propria attività lavorativa.
Trattando con professionisti, mi limiterò a illustrare
questo secondo aspetto,
mettendo in evidenza che la
lesione della reputazione
lavorativa prende in considerazione appunto il fatto
che possa comportare una
diminuzione della considerazione nell’ambito sociale
in cui si opera e il discredito
commerciale, cui segue un
diritto al risarcimento del
danno, a prescindere dall’accertamento d’un reato,
essendo la lesione un valore
costituzionalmente protetto.
Concretamente, il danno risarcibile può essere patrimoniale e anche non patrimoniale, il quale prescinde
dalla prova della commissione di un reato.
Il danno non patrimoniale
non s’identifica solo col
danno morale, ma si estende alla lesione di tutti
quei valori inerenti la persona, da cui derivano pregiudizi non suscettibili di valutazione economica.
Da precisare che la sola
prova del fatto lesivo non
comporta automaticamente
anche la prova del danno
subìto, che il danneggiato
quindi deve provare, il che
può avvenire con qualsiasi
mezzo, anche per mezzo
delle presunzioni purché
fondate su circostanze gravi,
precise e concordanti.
In conclusione, la lesione
della reputazione professionale comporta il diritto al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali ai
sensi degli articoli 2043 e
2059 del Codice civile e
però, a differenza del caso di
lesione della reputazione
personale, il danneggiato
deve provare non solo il
fatto ingiusto, ma anche il
concreto pregiudizio subìto.
❑
SCUOLA
Fulvio Negri
I
nnegabilmente un
tratto saliente e positivo della riforma
della scuola secondaria superiore è costituito dal capitolo dedicato al riordino dell’istruzione tecnica che ha rischiato, in un tempo non
lontano, un ridimensionamento delle sue peculiarità
nel quadro ordinamentale
tanto che molte organizzazioni imprenditoriali e ordini professionali avevano
lanciato un forte allarme in
tal senso. Ripetutamente
per tutti Claudio Gentili, direttore di Education Confindustria, denunciava l’irreperibilità per le imprese di almeno 100.000 tecnici qualificati, numero particolarmente significativo di interessanti offerte di lavoro inevase e dato contradditorio
rispetto ad una congiuntura
di pesante disoccupazione
giovanile come l’attuale.
Ovvio poi che via via il trend
di ripresa si consoliderà il
deficit di quadri aumenterà
di conserva.
Come dice Vera Zamagni,
dopo lo sgonfiamento delle
varie bolle speculative della
finanza, l’economia deve
tornare al suo lato chiaro,
26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
I tecnici e la riforma:
un cammino da completare
producendo beni e servizi
reali.
Imparare un lavoro, un mestiere, una professione, rappresenta quindi un ottimo
investimento per il progetto
di vita dei nostri ragazzi, soprattutto di quelli che hanno
il gusto di imparare facendo,
fra mens et manus, progettazione ed esecuzione, in virtù
di una didattica in equilibrio
fra teoria e prassi. È l’occasione pure per superare definitivamente il posizionamento in forma piramidale
delle scuole e delle discipline che ha segnato tanta
parte della storia del nostro
sistema educativo. Infatti, a
differenza della quasi totalità dei nostri partners europei, ove gli studi tecnici
sono molto appetiti e producono importanti opportunità di brillanti carriere, in Italia si è continuato a considerare l’impianto formativo
in forma gerarchica, con al
vertice il sapere teoretico
(quello trasmesso dai licei)
e, a scalare con significati di
minorità, gli altri quelli fondati sui processi induttivi e
sull’intelligenza operativa,
quasi non fossero di pari valore. Una siffatta impostazione ha comportato nelle famiglie, nei media,
ma anche in non
pochi addetti ai
lavori, che l’indirizzo verso gli istituti tecnici, ed
ancor più quelli
professionali, sia
stato percepito
come ripiego,
scelta residuale
di caratura infe-
riore. Pare ora di intravvedere la fine di un pregiudizio
elitario e gratuito; viceversa,
l’istruzione tecnica è destinata ad essere un asset strategico essenziale nello scenario globale del rilancio
dello sviluppo del Paese,
così come è stata la chiave
decisiva del boom economico del dopoguerra. Già
ora, del resto, il made in Italy
poggia su risorse umane che
spesso provengono da lì.
Anche agli studenti potranno derivare grandi soddisfazioni non solo sul versante della remunerazione,
ma altresì sul piano della
consapevolezza del loro
ruolo sociale.
È bene dunque per il Paese
ed i giovani rivalutare gli Istituti Tecnici, magari supportandoli con maggiori risorse per le attività laboratoriali, giacché il pur indispensabile collegamento
con le aziende o gli studi
(veri luoghi di didattica esperienziale) non può sostituirsi in toto all’azione della
scuola. Ma perché l’operazione sia coronata dal pieno
successo è indispensabile
rendere organico e sistemico anche il segmento successivo al diploma, quello
dell’alta formazione non accademica.
Ancor più che in passato,
nessun portfolio acquisito
nel regolare curricolo varrà
per sempre e potrà rispondere a tutti i quesiti specifici
del settore di riferimento.
Anzitutto le nuove richieste
educative cui è chiamata la
scuola per far crescere lo studente come persona, spesso in surroga di azioni un
tempo prerogativa delle
altre agenzie formative, e il
ritmo dello sviluppo tecnologico, normativo e dei mercati non consentono né autorizzano nel quinquennio
una preparazione compiutamente professionalizzante e
men che meno definitiva.
Del resto il mondo del lavoro e delle imprese, a differenza di quanto avvenne
negli anni ’50-60, non chiede
alla scuola l’iperspecializzazione dei propri percorsi e il
loro appiattimento sul momento congiunturale: si rischierebbe l’obsolescenza
o comunque l’inadeguatezza.
V
engono richieste
invece figure fortemente aggregate
che, alle buone conoscenze
scientifiche e tecnologiche,
uniscano sia capacità di analizzare problemi in vista
della loro pratica soluzione
sia solide doti di cittadinanza come la capacità di relazionarsi con gli altri, di lavorare in gruppo e di assumere autonomi livelli di responsabilità, di dialogare
con soggetti di diversa provenienza geografica. Per
stare al geometra, il mutamento del titolo in “tecnico
delle costruzioni, del territorio e dell’ambiente’’ predice già l’evoluzione dei
suoi compiti che esigono
particolari sensibilità sui
temi della contemporaneità
come la sicurezza, il risparmio energetico, la prevenzione dei dissesti idrogeologici, il rispetto per l’ecosistema, lo sfruttamento
razionale delle risorse del
SCUOLA
contesto, la mobilità sostenibile, preoccupazioni che si
vanno ad assommare ai collaudati impegni topografici,
estimativi, costruttivi e cantieristici.
Ma soprattutto il più rilevante esito atteso è quello
di avere persone disponibili
ad acquisire sempre nuove
competenze funzionali all’evoluzione del sistema, aperte dunque all’innovazione e al cambiamento
anche della propria collocazione.
Va dunque messa in conto in
un futuro tanto dinamico la
necessità di implementare
prima e di aggiornare periodicamente poi il patrimonio
di sapere e di operatività dei
giovani diplomati ( e successivamente dei già occupati
che abbisognano di riqualificazione), auspicabilmente
col contributo determinante
di tutti gli attori produttivi
del comparto.
Ma a questo proposito alcune organizzazioni di categoria (non i geometri per il
vero) stanno indicando nella
laurea breve la sola condizione propedeutica per l’esame di stato e quindi per
l’iscrizione all’albo.
F
rancamente mi pare un’ipotesi che va
nel senso della fissità del sistema scolastico e,
se esclusiva, poco coerente
con il rilancio dell’istruzione
tecnica, figlia in ogni caso
dell’ottica di subalternità ideologica all’accademia che
si perpetua anche dopo la
scuola secondaria.
Certamente una considerevole parte dei diplomati
degli Istituti Tecnici può utilmente trovare proficua ed
appagante risposta al proprio desiderio di continuare
gli studi nell’Università, ma
questa non può essere di
fatto l’unica opzione possibile di esperienza post-diploma.
Dopo aver sostenuto percorsi connotati dalla valorizzazione della dimensione esperienziale dell’apprendimento e delle intelligenze
non entusiasmante spendibilità della laurea triennale
al momento dell’occupazione , a sentire le imprese e
i professionisti che lamentano la distanza dalla realtà
produttiva, anche per l’insussistenza della dimensione esperienziale che dovrebbe progressivamente
attrezzare i giovani alla complessità degli ambienti di
lavoro.
L’episodicità aleatoria degli
operative, ad oggi anche gli
allievi più desiderosi di proseguire sulla strada che esalta la loro intelligenza applicativa sono sospinti di
fatto verso il binario unico
della formazione accademica, nobilissima ma caratterizzata da altre finalità e
metodologie. L’università ha
funzioni insostituibili ma,
nel suo stesso interesse,
non può essere l’oceano
dove sfociano tutti i fiumi,
come direbbe Roberto
Drago.
Gli effetti di tale strozzatura
delle opportunità praticabili sono sotto gli occhi di
tutti: molti abbandoni precoci, fuori-corso di lunga durata, per non parlare della
IFTS (bisogna attendere e
poi vincere i bandi per
questi corsi di specializzazione generalmente di durata annuale ) e il numero
troppo scarso degli Istituti
Tecnici Superiori, di allestimento assai complesso, non
sono in grado di costituire
così come sono un’alternativa adeguata.
Si tratta allora di prevedere
organicamente e strutturalmente il sistema di formazione tecnica terziaria, di
pari dignità rispetto a quella
accademica, da strutturare
in sintonia con le caratteristiche socio-economiche
del contesto e combinando
le competenze di tutte le agenzie formative (Istututi
Tecnici, Centri di Formazione ed anche Università)
con le risorse, le attrezzature, la tecnologia, l’esperienza e la sapienza dei soggetti destinatari delle figure
in esito (imprese, studi professionali, enti locali ).
S
i darebbe così opportunità agli studenti di scegliere
quello fra i percorsi più adatto alle loro intelligenze e
ci si allineerebbe maggiormente alla situazione di
molti paesi europei ( Germania e, più vicino, il Canton
Ticino) ove l’istituzione tecnico-professionale occupa
un ruolo centrale e consente
di raggiungere posizioni dirigenziali. Anche in Italia è
doveroso rispondere alla diversificazione della domanda di formazione con
un’equilibrata differenziazione dell’offerta, modificando un assetto che vede il
nostro sistema scolastico fra
i più rigidi, uniformi e lunghi
della UE. Peraltro su questa
via non si sono ottenuti risultati rilevanti nelle misurazioni degli apprendimenti
e soprattutto delle competenze reali. L’inversione infine può avvenire mantenendo il molto di pregevole
che sta nella nostra tradizione pedagogica: l’umanesimo, naturalmente di famiglia nella tradizione classica
e nelle Accademie, può abitare, come insegna il Rinascimento, anche i luoghi
della scienze e della tecniche applicate.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 27
SCUOLA
Serramenti e sistemi oscuranti:
la collaborazione con gli alunni
dell’Istituto tecnico “Tartaglia”
Iniziamo in questo numero della rivista
una fattiva collaborazione con gli studenti
degli Istituti Tecnici che, al termine del loro
ciclo di studi, diventeranno geometri;
avviamo questo progetto con l’apporto
della docente di Costruzioni del Tartaglia
ing. Liuba Zanardini, che si è resa
disponibile a interpretare questa intesa
tra la nostra professione e tutti gli aspetti
della formazione tecnica che provengono
dalla Scuola.
In questo spazio anche gli studenti avranno
l’opportunità e l’occasione di esprimere
le loro idee, i loro suggerimenti e le loro
necessità, così che la nostra categoria
possa aiutarli nel difficile passaggio
dallo studio alla professione.
L
a redazione de “Il
geometra bresciano” ha incontrato
l’ing. Giovanni Tisi, autore
del libro di recente pubblicazione Serramenti e sistemi oscuranti (libro con Cd allegato, Dario Flaccovio Edi-
28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
tore, pp. 344), che opera prevalentemente nella nostra
provincia come consulente
di aziende artigiane che producono serramenti e l’ing.
Liuba Zanardini, docente in
costruzioni presso l’Isituto.
Tecnico per geometri “N.Tar-
taglia” che ha coinvolto i ragazzi con incontri di approfondimento sull’argomento.
Ingegnere Zanardini, anzitutto ci
dica qualcosa sulla scelta di coinvolgere i ragazzi dell’Istituto nell’approfondimento di questo argomento.
«Il settore delle costruzioni
sta vivendo un momento di
grandi cambiamenti; le normative sul risparmio energetico, le connesse agevolazioni fiscali e i nuovi parametri di misura della qualità
della costruzione hanno innescato una serie di ripensamenti progettuali che coinvolgono tutte le componenti
dell’involucro edilizio. Le
superfici finestrate rappresentano un elemento sostanziale nell’economia
della costruzione: alla loro
valenza estetica nella definizione del carattere della
facciata, si è unita la consapevolezza che le finestre e le
aperture in genere rappresentano spesso l’anello debole sul piano delle prestazioni complessive della costruzione. A loro volta, infissi
e oscuranti sono stati oggetto di importanti miglioramenti, collegati in misura
più o meno diretta alle procedure di certificazione in
ambito CE; sul mercato si
sono affacciati componenti
sempre più performanti,
sempre più controllati,
sempre meglio installati. Per
questi motivi abbiamo ritenuto che l’argomento potesse essere portato all’interesse dei ragazzi e presentato in una serie di incontri
con gli alunni delle classi
terze e quarte dell’Istituto
Tecnico per geometri “N.
Tartaglia».
La possibilità di affrontare questo
particolare aspetto ha quindi consentito agli alunni di cominciare ad
avvicinarsi ad alcune tematiche che
incontreranno, in futuro, nello svolgimento della loro professione.
«Gli studenti hanno avuto la
possibilità di affrontare
tutte le tematiche relative ai
serramenti e soprattutto di
confrontarsi, quasi da professionisti, nella conoscenza
dei sistemi e delle soluzioni
proposte, e l’occasione di
cominciare ad utilizzare gli
opportuni metri di giudizio.
L’obiettivo raggiunto è stato
quello di fornire gli strumenti di valutazione delle
prestazioni che i moderni
componenti vetrati possono
garantire, al fine di operare
le scelte più convenienti, in
un mondo produttivo dove
“non esisteranno più buoni serramenti fatti da bravi artigiani, ma serramenti con certe prestazioni, realizzati da aziende in grado di garantirle”».
Tisi può presentarci brevemente la
struttura dell’opera?
«Dopo una parte introduttiva nella quale vengono forniti i necessari riferimenti
storici, normativi e metodologici, passando in rassegna
le caratteristiche costruttive
dei vari tipi di telaio (in
legno, in Pvc e in metallo) e
dei componenti dell’infisso
(ferramenta, vetri e guarnizioni), nel tentativo di fornire un panorama sostanzialmente neutro delle varie
alternative possibili, presenti sul mercato, si passa
alla parte successiva nella
SCUOLA
quale si pone invece l’accento sui metodi sperimentali utilizzati per determinare le prestazioni che vengono dichiarate da ciascun
produttore all’atto dell’immissione sul mercato; si
viene quindi guidati a capire
importanza e limiti di
quanto poi si trova sulla documentazione e, quindi, ad
attribuire a ciascuna prestazione la dovuta importanza
nel contesto del progetto.
La parte conclusiva riguarda
invece l’integrazione del
serramento nella costruzione, cioè la posa in opera,
le prestazioni termiche complessive dell’involucro e i
ponti termici legati al serramento; anche in questi
quattro capitoli si passano
in rassegna metodi e materiali, sempre con l’obiettivo
di valutare la prestazione,
intesa come unico metro di
misura davvero affidabile. In
questi ultimi capitoli vengono sviluppati parecchi esempi di calcolo; onde consentire di valutare appieno
le differenze tra le varie soluzioni, viene fornito, sul
disco allegato, un programma di lettura e analisi
degli esempi, mediante il
quale è possibile investigare tutti gli aspetti termo igrometrici dei ponti termici
analizzati, con una modalità
che non sarebbe altrimenti
possibile su carta».
Un libro solo per addetti ai lavori,
quindi?
«L’opera nel suo complesso
si rivolge a chiunque abbia
un interesse professionale
per serramenti e chiusure;
da un lato il progettista trova
un panorama completo
delle soluzioni e delle prestazioni e si può quindi formare un pratico schema di analisi delle alternative; dall’altro il produttore trova
riassunti in un’unica pubblicazione definizioni, concetti
e confronti che in altro modo
potrebbe reperire solo dalla
propria esperienza diretta;
però il testo è strutturato in
modo semplice e completo
in modo che i contenuti possano essere facilmente recepiti da tutti i tecnici interessati».
Per questo aspetto il contributo offerto dalla collaborazione con gli studenti dell’Istituto è stato utile?
«Sì. Per avere la garanzia che
il metodo di trasmissione
delle informazioni fosse il
più divulgativo possibile,
nello strutturare i capitoli si
è scelto di far riferimento all’esperienza didattica con i
ragazzi e, durante alcuni incontri pomeridiani organizzati in collaborazione con l’Istituto, ho avuto la possibilità di confrontarmi con i ra-
gazzi interessati ad approfondire l’argomento dei
serramenti».
E fu un’esperienza positiva?
«Assolutamente sì! I ragazzi
si sono dimostrati molto interessati anche per via della
praticità dell’approccio, con
la possibilità di vedere campioni, di effettuare confronti
ed esempi, di sviluppare i
calcoli necessari a oggettivare le differenze».
E lei, ing. Tisi, cosa ne pensa?
«Per me, abituato a esporre
questi concetti a operatori in
qualche modo già “specializzati”, fu un modo per trovare nuovi approcci in grado
di mantenere alta l’attenzione; ed è stato molto utile
anche il confronto con l’ing.
Zanardini, che, con alcuni
consigli, derivanti dalla sua
esperienza di docenza, mi
ha suggerito la migliore strategia».
spinto ad accettare la proposta dell’editore è fortemente legata al mio lavoro di
consulente, che mi mette
quotidianamente in contatto con realtà artigianali
anche piccole o piccolissime
che hanno voluto e saputo
affrontare i notevoli cambiamenti connessi con le nuove
normative, con lo spirito imprenditoriale tipico del nostro territorio e cioè rimboccandosi le maniche, investendo giornate di tempo
prezioso e risorse economiche a volte importanti per
essere comunque in grado
di soddisfare i requisiti normativi, per essere all’altezza
delle richieste dei clienti,
per poter proporre al mercato soluzioni in linea con le
attese e a volte anticipandole. Un simile impegno
merita di essere valorizzato
e nessuno meglio di un
cliente informato può farlo:
il testo si rivolge a chi i serramenti li usa, perché
sappia discriminare sul mercato i prodotti che hanno le
prestazioni necessarie e soprattutto sappia valutare se
le prestazioni dichiarate saranno poi realmente mantenute in cantiere; solo il
cliente informato può premiare chi merita e penalizzare chi non merita e portare
a un miglioramento».
Torneremo sull’argomento
in uno dei prossimi numeri,
per ascoltare la voce dei ragazzi su questa esperienza.
❑
Ci sono altre motivazioni legate alla
realtà locale che l’hanno ispirata
nella stesura dell’opera?
«La motivazione che mi ha
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 29
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Comunicazioni utili agli iscritti
e attività del Collegio
C
ome già ampiamente divulgato
da vari organi di
stampa, e dalla Cassa Italiana Geometri, a partire da
quest’anno non sarà più necessario fare la dichiarazione del Reddito e Volume
d’affari Iva professionale attraverso il Modello 17.
Si dovranno invece obbligatoriamente assolvere gli adempimenti dichiarativi /
contributivi direttamente
nella dichiarazione fiscale
(Modello Unico 2011)
Tutte le notizie riguardanti la
compilazione e il metodo di
versamento delle autoliquidazioni contributive rispetto
ai fissi minimi – contributo
soggettivo ed integrativo –
sono reperibili sul sito
www.cassageometri.it nell’area dedicata accessibile
direttamente dalla homepage.
Si rammentano comunque le
seguenti novità :
– Compensazione debiti-crediti: già utilizzata per i pagamenti con il Modello
F24, si estenderà anche ai
debiti contributivi verso
CIPAG, che potranno essere compensati con eventuali crediti verso gli
altri enti impositori (IvaIrpef ecc.)
– Rateizzazione dei pagamenti
possibile fino ad un massimo di sei rate, rispetto
alle due previste con il
Modello 17, con le stesse
modalità e scadenze di
quelle fiscali.
– Tasso di interesse al 4% per
pagamenti rateizzati
30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
Importante
Prestazioni occasionali:
particolare attenzione va
riservata ad eventuali
compensi erroneamente
ritenuti occasionali, infatti, premesso che la prestazione occasionale costituisce un tipo di collaborazione non subordi-
nata per lavori di carattere
meramente saltuario, i
professionisti intellettuali
con iscrizione ad apposito
Albo sono esclusi da tale
regime ai sensi dell’art. 61
del D.Lgs 276/2003. Pertanto, seppur occasionale,
un’attività di tipo professionale svolta in presesnza della relativa iscri-
zione all’Albo va dichiarata come tale e quindi riportata nel quadro RR.
Reddito professionale
zero: la presentazione del
Modello Unico è obbligatoria per i titolari di Partita
Iva anche in mancanza di
produzione di reddito.
Orari di apertura al pubblico della sede del Collegio
Il Collegio è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00
Recapiti telefonici:
0303706411
lunedì-venerdì 9.00-12.00/ martedì 14.30-17.00
Centralino, Aggiornamento Albo,
Legge 818, Associazioni di categoria, Parcelle.
0303706413
lunedì-venerdì 9.00-12.00/ martedì 14.30-17.00
Cassa Geometri, Aggiornamento
Albo, Registro praticanti, Esami
di stato, Consiglio.
0303706414
lunedì-venerdì 9.00-12.00/ martedì 14.30-17.00
Settore informatico.
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Amministrazione, Economato.
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Registro Praticanti, Corsi Praticanti e Vari.
0303706416
lunedì-giovedì 14.30-17.00
Gestione Corsi di Formazione e
Crediti.
Recapiti e-mail:
Presidente del Collegio
[email protected]
Sede del Collegio
[email protected]
Redazione del sito
[email protected]
Commissione catasto
[email protected]
Commissione urbanistica
[email protected]
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Attività del Collegio geometri di Brescia
Aprile 2011
1
4
5
8
11
12
14
15
16
19
20
21
22
23
27
29
1° corso “Gestione rifiuti di cantiere” (lezione 2)
5° corso “Compravendita”
Riunione Commissione Parcelle
3° corso “Aggiornamento sicurezza cantieri” (lezione 2)
1° corso “Gestione rifiuti cantiere” (lezione 3)
4° corso “Successioni” (lezione1)
3° corso “Aggiornamento sicurezza cantieri” (lezione 3)
1° corso “Mediatori” (lezione 1)
Assemblea generale iscritti
1° corso “Mediatori” (lezione 2)
1° corso “Gestione rifiuti cantiere” (lezione 4)
1° corso “Mediatori” (lezione 3)
4° corso “Successioni” (lezione 2)
3° corso “Aggiornamento Sicurezza cantieri” (lezione 4)
Riunione Commissione Catasto
1° corso “Mediatori” (lezione 4)
1° corso “Mediatori” (lezione 5)
1° corso “Mediatori” (lezione 6)
1° corso “Certificatori energetici” (lezione 1)
Riunione Commissione Ambiente
1° corso “Gestione rifiuti cantiere” (lezione 5)
Corso preparazione agli esami di Stato
14 2° corso “Mediatori” (lezione 6) sede di Darfo
16 5°corso “Successioni” (lezione 2)
Commissione Esposti
Consiglio del Collegio
17 2° corso “Certificatori energetici” (lezione 2)
Corso preparazione agli esami di Stato
18 3° corso “Certificatori energetici” (lezione 1), Darfo
19 1° corso “Certificatori energetici” (lezione 4)
Corso preparazione agli esami di Stato
20 Corso preparazione agli esami di Stato
24 2° corso “Certificatori energetici” (lezione 3)
Corso preparazione agli esami di Stato
25 Esami “Certificatore energetico”
3° corso “Certificatori energetici” (lezione 2), Darfo
26 1° corso “Certificatori energetici” (lezione 5)
Corso preparazione agli esami di Stato
27 Corso preparazione agli esami di Stato
30 Seminario “Progettazione e manutenzione canne
fumarie”
31 2° corso “Certificatori energetici” (lezione 4)
Corso preparazione agli esami di Stato
Maggio 2011
2
3
4
5
6
7
9
10
11
12
13
6° corso “Compravendita”
Corso preparazione agli esami di Stato
Corso preparazione agli esami di Stato
Corso preparazione agli esami di Stato
1° corso “Certificatori energetici” (lezione 2)
2° corso “Mediatori” (lezione 1) sede di Darfo
Corso preparazione agli esami di Stato
2° corso “Mediatori” (lezione 2) sede di Darfo
1° corso “Gestione rifiuti cantiere (lezione 6)
2° corso “Mediatori” (lezione 3) sede di Darfo
5° corso “Successioni” (lezione 1)
2° corso “Cerificatori energetici” (lezione 1)
Corso preparazione agli esami di Stato
Corso preparazione agli esami di Stato
Commissione regionale Sicurezza
1° corso “Certificatori energetici” (lezione 3)
2° corso “Mediatori” (lezione 4) sede di Darfo
Corso preparazione agli esami di Stato
2° corso “Mediatori” (lezione 5) sede di Darfo
Accesso ai servizi di consulenza
Si ricorda che il Collegio geometri di Brescia predispone “sportelli di
consulenza” a favore degli iscritti in materia di:
– “Consulenza professionale riservata ai giovani geometri iscritti ed
ai praticanti”;
– “Sicurezza lavori privati”;
– “Sicurezza lavori pubblici”;
– “Edilizia e urbanistica” (giovedì pomeriggio);
– “Stesura parcelle” (venerdì mattina).
Gli appuntamenti si prenotano contattando la segreteria del Collegio
(tel. 030.3706411 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle12.00/martedì
dalle 14.30 alle 17.00).
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 31
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Scadenze: i pagamenti
delle autoliquidazioni rispetto ai fissi minimi, sul
reddito e sul Volume IVA
professionale - contributo
soggettivo ed integrativo e l’invio del Modello Unico
con compilazione della
nuova sezione per gli iscritti alla CIPAG inserita
nel quadro RR devono seguire le stesse modalità e
scadenze di quelle fiscali
(pertanto il termine legato
all’invio del modello 17 è
abrogato)
Riscossione tramite MAV
dei contributi minimi
obbligatori anno 2011
I bollettini MAV quest’anno
saranno recapitati tramite
PEC a tutti gli associati che
abbiano attivato un indirizzo di Posta Elettronica
Certificata o , in alternativa,
tramite posta per tutti coloro
che non siano ancora in possesso di una casella PEC.
Pagamento 4 rate
con le seguenti scadenze :
- 31 maggio 2011
- 31 luglio 2011 (essendo domenica la scadenze slitta all’1/8)
- 15 ottobre 2011 (essendo sabato la scadenza slitta al 17/10)
- 15 dicembre 2011
Gli importi relativi ai fissi minimi sono i seguenti :
Contributo soggettivo:
€ 2.250,00 Iscritti Obbligatori
€ 750,00 Pensionati attivi
€ 562,50 Neodiplomati per i
€ 1.125,00
primi due anni e praticanti
Neodiplomati per i
successivi tre anni
Modifiche alla Legge Regionale 12/2005
“Legge per il Governo del Territorio”
Con l’art. 12 della L.R. 21 febbraio 2011 n. 3 sono state apportate ulteriori modifiche alla L.R. 12/2005
“Legge per il Governo del Territorio”. Le più importanti sono:
– Valutazione ambientale Strategica dei P.G.T.: in ossequio alla nota sentenza del
Consiglio di Stato l’Autorità competente può essere individuata all’interno dell’amministrazione purché autonoma rispetto all’Autorità procedente.
– Efficacia dei P.R.G.: prorogata al 31dicembre 2012 l’efficacia del P.R.G. per i Comuni
non ancora dotati di P.G.T.;
– Comuni senza P.G.T.: i Comuni che al 30 settembre 2011 non avranno adottato il
P.G.T. non potranno dar corso a piani attuativi del P.R.G. (piani di recupero o di lottizzazione) non ancora adottati alla medesima data.
– Semplificazione dei procedimenti: l’Ufficio comunale deve acquisire direttamente i
pareri senza chiederli al cittadino (salvo l’autorizzazione paesaggistica se di competenza
di altro ente);
– Opere soggette a permesso di costruire: viene adeguata la normativa regionale a
quella nazionale (D.P.R. 380/2001);
– Varianti esecutive: per le varianti che «non incidano sugli indici urbanistici e sulle
volumetrie, che non modifichino la destinazione d’uso e la categoria edilizia, non alterino la sagoma dell’edificio e non violino le eventuali prescrizioni contenute nel permesso
di costruire» non serve né il permesso di costruire né la D.I.A. ma basta una «comunicazione di eseguita attività».
– Contributo di Costruzione: le tariffe sono quelle in vigore al momento della richiesta e
non al momento del rilascio.
Contributo integrativo:
€ 900,00 Tutti gli iscritti e pensionati attivi (sono esclusi i neo diplomati e i praticanti)
Contributo maternità:
€
17,00 Tutti gli iscritti e pensionati attivi
È possibile dilazionare il pagamento dei contributi minimi fino al 15 dicembre
2011 con l’aggravio dei soli
interessi nella misura del 4%
su base annua.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 33
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Stefano Benedini
I
l Collegio sollecita i
propri iscritti che non
l’avessero ancora
fatto, a inviare le schede del
censimento generale degli iscritti e delle qualifiche professionali, iniziato nel 2009.
La raccolta delle informazioni contenute nella
scheda pubblicata nell’ultima pagina de “Il geometra
bresciano” – che è anche
scaricabile dal sito del Collegio (www.collegio.geometri.bs.it) seguendo il percorso collegio / registrazione
/ censimento generale o riti-
34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
Invio della scheda
per il censimento generale
degli iscritti e delle qualifiche
rabile presso la sede del
Collegio) ci consente di avere una situazione aggiornata con indicazioni in merito ai titoli di studio e alle
specializzazioni conseguite
dagli iscritti, in modo da
poter ottenere una più approfondita consapevolezza
delle competenze sviluppate o maggiori indicazioni
relative, per esempio, allo
sviluppo del calendario
corsi.
È possibile utilizzare la
scheda anche per comunicare eventuali variazioni ri-
spetto a quanto precedentemente inviato per la creazione delle schede di ogni iscritto, archiviate nella
banca dati del programma
gestionale, compilando in
questo caso solo i “dati generali” e la voce da modificare.
Si ricorda inoltre che le modifiche dell’attività svolta
dai singoli iscritti, che comportano iscrizioni o cancellazioni alla Cassa di Previdenza Geometri ai sensi
della legge n. 236/90, devono essere comunicati alla
Cassa stessa esclusivamente mediante la compilazione di specifico modello
di atto notorio disponibile
presso il Collegio. La segreteria è adeguatamente preparata in modo da fornire
tutte le informazioni atte ad
evitare che l’iscritto incorra
in sanzioni pecuniarie per
effetto di tardive od omesse
comunicazioni o versamenti
alla Cassa di Previdenza.
❑
LAVORI DI GEOMETRI
Riva del Garda,
“Cittadella dell’Accoglienza”:
vince il progetto Europroject
a rubrica “Lavori di
geometri” dà conto di
un ulteriore successo
della società di ingegneria
“Europroject”, di cui presidente è il collega Guido Rossini bagnolese. Un ulteriore
successo tra quelli di grande
rilevanza realizzati da Europroject negli ultimi anni, che
segue la ristrutturazione
della Casa di Riposo “Casa
Albergo per anziani” di via
Marconi a Montichiari. Cioè
dell’intervento che illustrammo ampiamente nel n.
2/2009, mettendo in evidenza le straordinarie capacità dei geometri di lavorare
e affermarsi anche in settori
professionali non proprio usuali tra i diplomati, a riprova che non è il titolo di
studio che fa il professionista, ma le capacità individuali di tentare vie nuove
con la volontà di riuscire,
L
Il geom.Guido Rossini presidente della
“Europroject Engineering Consulting S.r.l.”
di Bagnolo Mella, una delle prime società di
ingegneria del Bresciano, illustra ai lettori de
“Il geometra bresciano” un importante
progetto in via di realizzazione a Riva del
Garda. Si tratta di un lavoro conseguito
vincendo un concorso internazionale, in
collaborazione con Cino Zucchi di Milano,
battendo la concorrenza di ben 48 gruppi di
progettazione di assoluto prestigio, come
David Chipperfield, Mario Cucinella e altri.
È la dimostrazione della capacità dei
geometri di porsi come coordinatori di un
complesso di tecnici di alto livello per
raggiungere straordinari risultati che
valorizzano la nostra categoria
36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
mettendo in campo ambizione e capacità umane,
specialmente nella scelta
dei collaboratori, al fine di
conseguire gli obiettivi prefissi.
Vale la pena di ricordare
quanto avevamo riferito allora circa la struttura della
Europroject: una società di
ingegneria fondata a Bagnolo Mella nel 1995 dai colleghi Guido Rossini e Tarcisio Alduini, capace di intervenire in modo multidisciplinare in un settore
sempre più esigente qual è
quello della progettazione
di opere pubbliche e specificamente nelle residenze
Sanitarie Assistite (RSA), ospedali, ecc.
Ecco dunque il progetto che
andiamo ad illustrare, scaturito dalla partecipazione al
concorso, vinto, condotto in
collaborazione con lo studio
LAVORI DI GEOMETRI
Vista della nuova corte al primo
piano (rendering)
Cino Zucchi di Milano, indetto nell’agosto 2009 dall’Azienda pubblica di servizi
alla persona “Città di Riva”,
al quale hanno presentato
candidatura ben quarantotto gruppi di progettazione tra i quali grandi nomi
dell’architettura internazionale; basti pensare a David
Chipperfield, 5+11AA, Mario
Cucinella, Pica Ciamarra,
Metrogramma, ecc.
L
a Commissione giudicatrice ha provveduto a restringere il campo a dieci concorrenti chiamati a interpretare
gli stringenti vincoli funzionali imposti dal bando, garantendo nel contempo
un’elevata qualità architettonica, il ché ha consentito
di ottenere un ventaglio di
proposte qualificanti e diversificate, tanto da indurre
l’Azienda promotrice del
concorso a mettere in campo
una mostra dei progetti migliori che aprirà i battenti nel
prossimo autunno.
Il geom; Rossini – che ci illustra il progetto con l’aiuto di
planimetrie, sezioni e prospetti – ci fa notare il commento di Fulvio Irace, presidente della Commissione
giudicatrice, che scrive: «
Delle proposte pervenute –
ha commentato Fulvio Irace,
il presidente della commissione – il progetto si è distinto per la particolare sensibilità con cui è stato interpretato il tema delle relazioni urbane e delle preesistenze ambientali. I punti di
forza della proposta possono essere riassunti nell’originalità dell’impianto, più
rispondente alla morfologia
di un tessuto spugnoso che a
quella di una fabbrica iso-
lata. In tal modo, esso contribuisce a definire i nuovi
bordi urbani e a garantire all’interno, la porosità necessaria alla definizione degli
spazi di accoglienza e di residenza. Apprezzabile è
stato altresì il riuscito tentativo di inglobare nel complesso la facciata del secondo padiglione, trasmettendo così la relazione originale dei due corpi al nuovo
insieme. Molto appropriata
la scelta di un linguaggio soffice, coerente con l’opzione
dell’impianto, e la suggestiva domesticità dei volumi. Notevole anche l’articolazione delle corti declinate a terra nell’alternanza
tra spazi coperti e patii
verdi, e al primo piano nell’affaccio della terrazza,
quasi un patio sospeso».
«Il merito di Europroject –
dice Rossini – è quello di
proporre soluzioni dove gli
aspetti architettonici, funzionali e organizzativi sono
frutto di una costante ricerca
ed evoluzione, collaborazioni con enti di ricerca e
dialogo con la committenza
e con gli enti territoriali»;
«In particolare – aggiunge
Rossini – in questo caso si è
rivelata molto fruttuosa la
collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e
con i suoi funzionari, abituati
a una progettazione rigorosa
ed efficiente con vari livelli
di controllo e di confronto».
Il Consiglio di Amministrazione dell’APSP (Azienda
Pubblica di Servizi alla Persona) “Città di Riva” ha conferito il 23 settembre 2010 al
gruppo di professionisti
coordinati da Europroject
l’incarico per la progettazione preliminare, definitiva, esecutiva e le funzioni
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 37
LAVORI DI GEOMATRI
Veduta aerea con inserimento della
nuova RSA
38 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
LAVORI DI GEOMETRI
di coordinatore della sicurezza durante la progettazione, inerenti alla realizzazione della “Cittadella dell’Accoglienza”.
Nell’aprile 2011 è stato consegnato il progetto preliminare ed ora è in fase di produzione la progettazione
definitiva.
I
l concorso di progettazione per la riqualificazione dell’ex ospedale civile di Riva del Garda
e la realizzazione della Cittadella dell’Accoglienza è
stata l’occasione per concepire un nuovo modello di residenza sanitaria assistita
per anziani: un modello che
rifiuta la logica organizzativa
di tipo ospedaliero, ma che
pone al centro dell’attenzione l’utente fragile,
creando un ambiente familiare e terapeutico. La Cittadella dell’Accoglienza è concepita come un luogo che interagisce sia con l’ospite anziano, sia con il contesto esterno; un luogo che dona un
nuovo equilibrio all’area circostante integrando la struttura nella comunità di appartenenza.
«Il nostro progetto – ci fa notare ancora Giudo Rossini –
prevede una RSA di 120
posti letto, comprensiva di
Centro diurno e Centro servizi per anziani del costo
complessivo di circa 12 milioni di euro. L’area di intervento è di 10.379 mq e la superficie a verde ad essa interna è di 3.100 mq. La superficie coperta è di 3.683
mq, per un complesso di
7.888 mq ripartiti tra piano
interrato, piano terra, primo
piano, autorimesse, ecc.».
«Sarà – tiene a sottolineare
Rossini – una delle prime
RSA italiane progettate secondo il protocollo LEED
(Leadership in Energy and
Envirenmental Design), i cui
parametri stabiliscono precisi criteri di progettazione,
costruzione e gestione del
cantiere, al fine di realizzare
edifici energeticamente efficienti e con minimo impatto
ambientale».
Viabilità e accesso
alla struttura
L’ingresso principale della
nuova RSA è posto sul lato SW dell’edificio, di fronte alla
RSA esistente ed al parco
principale. L’edificio è dotato di due blocchi di collegamento verticali gemelli,
accessibili velocemente
dall’ingresso, ed uno secondario di servizio. Questa disposizione è studiata per
conseguire due obiettivi:
realizzare percorsi distributivi e di collegamento razionali e rispondenti a criteri di
contiguità gerarchia e specializzazione; creare una
netta separazione dei flussi
di persone e materiali, percorso sporco e pulito ed una
razionalizzazione degli spostamenti interni dei degenti
e del personale.
I due blocchi gemelli sono
composti da un vano scala,
un ascensore montalettighe
(con caratteristiche antincendio) e da due ascensori
di servizio. Il vano scala e l’ascensore montalettighe
sono dedicati ai percorsi dei
visitatori e degenti, mentre i
due ascensori di servizio
sono delegati al percorso
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 39
LAVORI DI GEOMETRI
Pianta del piano terra con
individuazione dei percorsi pedonali
(in arancione) e carrabili (in blu)
sporco/pulito. I vani scala,
così come l’intero edificio,
sono progettati per rispondere alla regola tecnica di
prevenzione incendi per gli
edifici con attività sociosanitarie. Il blocco secondario,
posizionato all’interno del
nucleo per le demenze, ha
funzioni principalmente di
smistamento veloce del
personale di servizio.
Aspetti funzionali
La nuova RSA è una struttura
articolata e diventa naturalmente il centro di relazione
dell’intero complesso. L’edificio è composto da un
piano interrato, un piano
terra e un piano primo.
Piano Terra
L’ingresso principale alla
RSA collocato al Piano Terra,
è unico e vicino alla postazione di controllo e reception, da cui venire velocemente e chiaramente indirizzati ai collegamenti verticali e alle varie aree funzionali. Accanto all’ingresso è
collocata l’area bar ed il soggiorno di RSA, l’area degli
spazi collettivi del Centro
Diurno e del Centro Servizi.
In contiguità all’ingresso
sono poste le sale per il ricevimento dei parenti e i servizi amministrativi.
Nella zona a N-E del Piano
Terra è posizionato il nucleo
per le demenze di 20 posti
letto, con relativo giardino
sensoriale.
Nella zona a S-E del piano
terra sono collocate la sale
da pranzo ed i servizi riabilitativi. In posizione centrale
rispetto al diaframma mantenuto dell’ex ospedale
40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
viene realizzata la cappella.
Infine nella zona Nord del
piano terra sono collocate le
attività del Centro Diurno e
Centro Servizi, oltre al locale
per i servizi alla persona ed
al locale animatore.
Piano Primo
Dal blocco dei collegamenti
verticali gemelli si accede al
Piano Primo.
Al primo piano sono collocati 2 nuclei di degenza da
20 posti letto ognuno, uno
per RSA ed uno per Casa albergo (entrambi progettati
per rispondere ai requisiti
delle degenze di RSA).
I
nuclei di degenza
sono realizzati attorno
a una grande corte aperta, accessibile dagli
spazi collettivi di nucleo.
Nella corte aperta sono previste aree attrezzate per la
socializzazione nella bella
stagione e aree per la terapia occupazionale. Il controllo degli accessi alle degenze avviene tramite il locale personale, collocato in
prossimità degli ingressi e
del soggiorno.
Il singolo nucleo di degenza
è costituito da n.7 camere
doppie e n.6 camere singole, ognuna delle quali dotate di bagno attrezzato per
la disabilità.
La collocazione baricentrica
del pranzo e del locale cucina favorisce la razionalità
degli spostamenti sul piano.
Piano Interrato
Il Piano Interrato è organizzato in due grandi attività:
a- i servizi generali della
Nuova RSA, con il tunnel di
LAVORI DI GEOMETRI
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 41
LAVORI DI GEOMETRI
Pianta del piano terra con
individuazione degli spazi verdi
terapeutici
collegamento alla RSA esistente.
L’accesso esterno al Piano
Interrato della RSA avviene
tramite una rampa posta sul
lato Nord dell’edificio, intergrata al nuovo sistema di viabilità.
Nell’interrato sono realizzati
gli spogliatoi del personale,
i magazzini, i servizi mortuari
ed i principali locali tecnologici. Il piano interrato è organizzato con due percorsi orizzontali divisi tra sporco e
pulito, per lo smistamento
dei beni di consumo e dei
pasti provenienti dalla cucina.
G
li spazi dell’interrato sono collegati funzionalmente e in modo gerarchico
con gli altri piani attraverso i
blocchi verticali gemelli.
b- il parcheggio interrato,
comprensivo di 60 stalli.
L’accesso al parcheggio avviene tramite un collegamento interrato con l’adiacente parcheggio dei Poliambulatori, che avranno di
conseguenza un unico accesso comune e condiviso.
Bioedilizia
e risparmio energetico
Il progetto della nuova RSA
per anziani è caratterizzato
da due obiettivi fondamentali: la salvaguardia dell’ambiente perseguita per
mezzo di un uso ragionevole
delle risorse, attraverso il risparmio energetico da ottenere valorizzando i materiali
offerti dal contesto e la necessità di produrre spazi abitativi in grado di garantire
una condizione di benes42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
LAVORI DI GEOMETRI
sere e di comfort.
Gli indirizzi progettuali sono
i seguenti: 1-Orientamento
bioclimatico dell’edificio (la
struttura espone il lato più aperto a Sud-Ovest, e il lato
più protetto a Nord. Questo
permette la migliore esposizione per il bilancio termico
dell’edificio. 2-Controllo climatico attraverso la vegetazione: il complesso prevede
la realizzazione di giardini
interni che hanno il duplice
scopo di render l’ambiente
confortevole, utili come
spazi di terapia e per mitigare le temperature esterne
nei periodi climatici più estremi. 3-Involucro opaco ad
alta coibenza termica: l’involucro edilizio e gli orizzontamenti sono studiati per ottenere il massimo dell’inerzia
termica; 4-superfici trasparenti basso-emissive: i serramenti sono in legno alluminio a taglio termico, dotati
di vetri basso emissivi di sicurezza; 5-utilizzo di materiali ecologici: è previsto l’utilizzo di materiali bio compatibili, facendo una valutazione dei costi/benefici dei
materiali stessi. 6-Integrazione fra illuminazione naturale e artificiale: il complesso è costituito da pareti
finestrate posizionate tenendo conto del bilancio luminoso.
Le strutture
Il progetto prevede la realizzazione di una nuova struttura in ampliamento all’esistente RSA di Riva del
Garda.
Il complesso presenterà
pianta a poligono irregolare
con dimensioni massime
pari a circa 74m x 74m. Per la
sua realizzazione verranno
demoliti tre fabbricati esistenti in muratura. Di questi
la sola facciata principale
dell’edificio più a sud-est
verrà conservata: essa verrà
inglobata nelle nuove strutture.
L’edificio si articolerà su un
piano interrato utilizzato
prevalentemente come autorimessa e depositi e due
piani fuori terra, volti ad ospitare l’ampliamento dell’attuale residenza per anziani. L’altezza complessiva
fuori terra sarà di 8 m circa.
Il complesso sarà diviso, dal
punto di vista strutturale, in
tre unità separate da opportuni giunti sismici per motivi
legati prevalentemente alle
dimensioni ragguardevoli
del fabbricato.
L
e strutture verticali
saranno costituite
in prevalenza da
setti, pareti, pilastri e travi in
c.a. a costituire una robusta
struttura tridimensionale. In
particolare: i setti presenteranno uno spessore di 25-30
cm e saranno localizzati in
pianta in maniera da garantire una sufficiente resistenza alle azioni orizzontali, bilanciando opportunamente le rigidezze; i pilastri
avranno adeguate dimensioni minime anche in base
alla normative antincendio;
le travi saranno generalmente in spessore di solaio.
Le fondazioni saranno prevalentemente di tipo nastriforme opportunamente
collegate tra loro a realizzare
un robusto reticolo chiuso.
Le chiusure verticali esterne
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 43
LAVORI DI GEOMETRI
44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
LAVORI DI GEOMETRI
A sinistra: dettagli della sezione
costruttiva
A destra: sezione costruttiva tipo
Sotto: dettaglio di una camera tipo a
due posti letto e sezioni costruttive
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 45
LAVORI DI GEOMETRI
Sopra: veduta dell’ingresso principale
(rendering)
Sotto: prospetto 1 e sezione AA
saranno realizzate in blocchi
di laterizio semipieni tipo
Poroton di spessore 30cm rivestiti esternamente da pareti ventilate e isolate di opportuno spessore e internamente da contropareti in
cartongesso per il passaggio
degli impianti. Le tramezzature interne saranno realizzate prevalentemente in
cartongesso.
I solai saranno realizzati con
lastre tralicciate di tipo “Predalles”, con uno spessore di
circa 45 cm, in maniera da garantire la resistenza necessaria a coprire le luci di progetto. Tale soluzione consentirà sufficiente flessibilità architettonica interna ed
inoltre permetterà estrema
rapidità di posa in opera (garantendo quindi praticità e
risparmio) e sicurezza degli
operatori durante le movimentazioni e la posa.
L
a copertura sarà
realizzata con un
solaio piano del
tipo “Predalles” che sorreggerà un sistema di elementi
secondari in acciaio a realizzare l’inclinazione delle
falde.
Per la conservazione della
facciata esistente in muratura si renderanno necessarie opere di puntellazione
provvisoria e la realizzazione di un diaframma tipo
berlinese o similare per la
realizzazione della parte interrata adiacente di progetto. Tale parete, opportunamente consolidata e resa
solidale alle nuove strutture
in c.a., avrà funzione statica
di solo tamponamento.
Per la progettazione degli
46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
LAVORI DI GEOMETRI
interventi si farà riferimento
alle “Norme Tecniche per le
Costruzioni” di cui al D.M.
14/01/2008 e più precisamente ai capitoli 2 e 3 per
quanto riguarda le azioni, ai
capitoli 4 e 7 per le strutture
in elevazione, al capitolo 6
per le fondazioni, al capitolo
11 per le caratteristiche dei
materiali.
In particolare per quanto riguarda la verifica per azioni
sismiche si considererà una
struttura a pareti non accoppiate in classe CD “B” non regolare in pianta e in altezza.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 47
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Il mercato immobiliare
in provincia di Brescia
Capannoni e aree produttive
Nuovo/Ristrutturato
minimo
massimo
Recente
minimo
massimo
Agibile
minimo
Da ristrutturare
massimo
massimo
160,00
200,00
Acquafredda
520,00
650,00
420,00
520,00
280,00
Adro
600,00
750,00
n.d.
n.d.
400,00
500,00
200,00
300,00
Agnosine
480,00
600,00
385,00
480,00
320,00
400,00
120,00
150,00
Alfianello
520,00
650,00
425,00
530,00
280,00
350,00
200,00
240,00
Anfo
480,00
600,00
385,00
480,00
270,00
340,00
105,00
130,00
Angolo Terme
400,00
520,00
n.d.
n.d.
200,00
300,00
80,00
100,00
Artogne
430,00
600,00
n.d.
n.d.
240,00
340,00
100,00
130,00
Azzano Mella
560,00
700,00
530,00
660,00
320,00
400,00
270,00
340,00
Bagnolo Mella
600,00
750,00
510,00
640,00
360,00
450,00
270,00
340,00
Bagolino
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Barbariga
480,00
600,00
385,00
480,00
280,00
350,00
145,00
180,00
Barghe
520,00
650,00
400,00
500,00
320,00
400,00
110,00
140,00
Bassano Bresciano
480,00
600,00
400,00
500,00
240,00
300,00
190,00
240,00
Bedizzole
650,00
800,00
n.d.
n.d.
420,00
520,00
240,00
300,00
Berlingo
560,00
700,00
465,00
580,00
320,00
400,00
175,00
220,00
Berzo Demo
400,00
500,00
n.d.
n.d.
210,00
290,00
90,00
105,00
Berzo Inferiore
420,00
600,00
n.d.
n.d.
320,00
400,00
160,00
200,00
Bienno
420,00
600,00
n.d.
n.d.
300,00
380,00
130,00
180,00
Bione
490,00
610,00
385,00
480,00
360,00
450,00
120,00
150,00
Borgo San Giacomo
495,00
620,00
390,00
490,00
280,00
350,00
145,00
180,00
Borgosatollo
640,00
800,00
560,00
700,00
400,00
500,00
320,00
400,00
Borno
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Botticino
750,00
900,00
n.d.
n.d.
550,00
700,00
300,00
380,00
Bovegno
500,00
600,00
n.d.
n.d.
350,00
400,00
160,00
200,00
Bovezzo
750,00
950,00
n.d.
n.d.
550,00
700,00
290,00
360,00
Brandico
440,00
550,00
375,00
470,00
240,00
300,00
n.d.
n.d.
Breno
500,00
650,00
n.d.
n.d.
300,00
400,00
60,00
80,00
Caino
600,00
780,00
n.d.
n.d.
450,00
600,00
250,00
300,00
Calcinato
600,00
750,00
n.d.
n.d.
350,00
500,00
240,00
300,00
Calvagese
600,00
750,00
n.d.
n.d.
450,00
600,00
240,00
300,00
Calvisano
450,00
600,00
n.d.
n.d.
320,00
420,00
150,00
190,00
Capo di Ponte
500,00
600,00
n.d.
n.d.
300,00.
400,00.
n.d.
n.d.
Capriano del Colle
600,00
750,00
480,00
600,00
320,00
400,00
240,00
300,00
48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2007/1
35000
minimo
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Nuovo/Ristrutturato
minimo
massimo
Recente
minimo
massimo
Agibile
minimo
massimo
Da ristrutturare
minimo
massimo
Capriolo
650,00
750,00
n.d.
n.d.
300,00
450,00
180,00
280,00
Carpenedolo
520,00
650,00
420,00
520,00
280,00
350,00
175,00
220,00
Castegnato
650,00
800,00
n.d.
n.d.
480,00
600,00
220,00
300,00
Castelcovati
560,00
700,00
455,00
570,00
290,00
360,00
175,00
220,00
Castel Mella
720,00
900,00
615,00
770,00
440,00
550,00
320,00
400,00
Castenedolo
650,00
800,00
n.d.
n.d.
480,00
600,00
260,00
330,00
Casto
520,00
650,00
400,00
500,00
360,00
450,00
120,00
150,00
Castrezzato
600,00
750,00
490,00
610,00
305,00
380,00
210,00
260,00
Cazzago S. Martino
650,00
800,00
n.d.
n.d.
400,00
500,00
250,00
350,00
Cedegolo
500,00
600,00
n.d.
n.d.
300,00
400,00
n.d.
n.d.
Cellatica
700,00
900,00
n.d.
n.d.
500,00
700,00
270,00
350,00
Ceto
500,00
600,00
n.d.
n.d.
300,00
400,00
n.d.
n.d.
Cevo
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Chiari
640,00
800,00
540,00
670,00
360,00
450,00
225,00
280,00
Cigole
470,00
590,00
300,00
400,00
140,00
180,00
70,00
90,00
Cividate Camuno
420,00
600,00
n.d.
n.d.
320,00
400,00
160,00
200,00
Coccaglio
650,00
800,00
n.d.
n.d.
350,00
500,00
250,00
350,00
Collebeato
650,00
850,00
n.d.
n.d.
400,00
550,00
230,00
300,00
Collio
500,00
600,00
n.d.
n.d.
300,00
400,00
120,00
180,00
Cologne
680,00
850,00
575,00
720,00
700,00
500,00
240,00
300,00
Comezzano Cizzago
440,00
550,00
360,00
450,00
240,00
300,00
135,00
170,00
Concesio
720,00
900,00
n.d.
n.d.
520,00
650,00
240,00
300,00
Corte Franca
600,00
750,00
n.d.
n.d.
300,00
400,00
n.d.
n.d.
Corteno Golgi
500,00
600,00
n.d.
n.d.
300,00
400,00
n.d.
n.d.
Darfo
600,00
750,00
n.d.
n.d.
270,00
370,00
140,00
215,00
Dello
520,00
650,00
410,00
510,00
265,00
330,00
175,00
220,00
Desenzano d. Garda
720,00
1000,00
n.d.
n.d.
600,00
700,00
290,00
360,00
Edolo
500,00
650,00
n.d.
n.d.
300,00
400,00
n.d.
n.d.
Erbusco
650,00
800,00
n.d.
n.d.
480,00
600,00
220,00
290,00
Esine
515,00
620,00
n.d.
n.d.
350,00
450,00
145,00
180,00
Fiesse
480,00
600,00
385,00
480,00
255,00
320,00
160,00
200,00
Flero
720,00
900,00
615,00
770,00
440,00
550,00
320,00
400,00
Gambara
495,00
620,00
400,00
500,00
280,00
350,00
175,00
220,00
IL GEOMETRA BRESCIANO 2007/1- 51
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Nuovo
minimo
massimo
Agibile
minimo
massimo
Da ristrutturare
minimo
massimo
minimo
Aree oroduttive
massimo
Gardone Riviera
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Gardone V.T.
650,00
750,00
n.d.
n.d.
400,00
500,00
200,00
250,00
Gargnano
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Gavardo
640,00
800,00
n.d.
n.d.
500,00
640,00
240,00
300,00
Ghedi
600,00
750,00
490,00
610,00
300,00
400,00
240,00
300,00
Gianico
500,00
620,00
n.d.
n.d.
310,00
410,00
145,00
180,00
Gottolengo
480,00
600,00
400,00
500,00
255,00
320,00
190,00
240,00
Gussago
730,00
930,00
n.d.
n.d.
550,00
700,00
280,00
350,00
Idro
480,00
600,00
375,00
470,00
280,00
350,00
110,00
140,00
Iseo
600,00
850,00
n.d.
n.d.
400,00
550,00
260,00
360,00
Isorella
545,00
680,00
440,00
550,00
280,00
350,00
185,00
230,00
Leno
560,00
700,00
480,00
600,00
320,00
400,00
240,00
300,00
Limone del Garda
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Lodrino
500,00
600,00
n.d.
n.d.
300,00
400,00
150,00
200,00
Lograto
560,00
700,00
455,00
570,00
295,00
370,00
225,00
280,00
Lonato
600,00
800,00
n.d.
n.d.
400,00
500,00
210,00
300,00
Lumezzane
700,00
900,00
n.d.
n.d.
500,00
650,00
250,00
350,00
Maclodio
535,00
670,00
440,00
550,00
280,00
350,00
210,00
260,00
Mairano
520,00
650,000
410,00
510,00
255,00
320,00
175,00
220,00
Malegno
420,00
600,00
n.d.
n.d.
320,00
400,00
160,00
200,00
Malonno
450,00
550,00
n.d.
n.d.
300,00
400,00
n.d.
n.d.
Manerba d. Garda
650,00
820,00
n.d.
n.d.
500,00
600,00
240,00
300,00
Manerbio
600,00
750,00
520,00
650,00
385,00
480,00
270,00
340,00
Marcheno
650,00
750,00
n.d.
n.d.
400,00
500,00
200,00
250,00
Marone
550,00
700,00
n.d.
n.d.
350,00
480,00
200,00
250,00
Mazzano
700,00
850,00
n.d.
n.d.
560,00
700,00
280,00
370,00
Milzano
480,00
600,00
400,00
500,00
255,00
320,00
160,00
200,00
Moniga d. Garda
600,00
820,00
n.d.
n.d.
500,00
620,00
240,00
300,00
Monticelli Brusati
700,00
800,00
n.d.
n.d.
450,00
600,00
220,00
300,00
Montichiari
680,00
850,00
585,00
730,00
400,00
500,00
270,00
340,00
Montirone
560,00
700,00
480,00
600,00
320,00
400,00
240,00
300,00
Monteisola
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Muscoline
640,00
800,00
n.d.
n.d.
480,00
600,00
240,00
300,00
52 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2007/1
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Nuovo
minimo
Agibile
massimo
minimo
Da ristrutturare
massimo
minimo
Aree produttive
massimo
minimo
massimo
Nave
680,00
850,00
n.d.
n.d.
480,00
600,00
240,00
300,00
Niardo
500,00
600,00
n.d.
n.d.
300,00
400,00
n.d.
n.d.
Nuvolento
700,00
800,00
n.d.
n.d.
500,00
650,00
280,00
350,00
Nuvolera
700,00
850,00
n.d.
n.d.
500,00
650,00
280,00
350,00
Odolo
520,00
650,00
400,00
500,00
360,00
450,00
130,00
160,00
Offlaga
520,00
650,00
440,00
550,00
280,00
350,00
190,00
240,00
Ome
620,00
750,00
n.d.
n.d.
450,00
550,00
210,00
300,00
Orzinuovi
640,00
800,00
535,00
670,00
400,00
500,00
270,00
340,00
Orzivecchi
560,00
700,00
455,00
570,00
280,00
350,00
210,00
260,00
Ospitaletto
650,00
850,00
n.d.
n.d.
400,00
550,00
200,00
300,00
Padenghe s. Garda
600,00
820,00
n.d.
n.d.
n.d.
600,00
240,00
360,00
Paderno Franciacorta
700,00
800,00
n.d.
n.d.
400,00
550,00
250,00
350,00
Paitone
700,00
850,00
n.d.
n.d.
540,00
680,00
280,00
350,00
Palazzolo s/O.
720,00
900,00
600,00
750,00
440,00
550,00
290,00
360,00
Paratico
800,00
850,00
n.d.
n.d.
400,00
530,00
200,00
300,00
Passirano
700,00
800,00
n.d.
n.d.
400,00
500,00
200,00
300,00
Pavone Mella
540,00
670,00
430,00
540,00
260,00
320,00
180,00
220,00
Pezzaze
500,00
600,00
n.d.
n.d.
290,00
400,00
110,00
150,00
Piancamuno
500,00
625,00
n.d.
n.d.
260,00
340,00
115,00
165,00
Piancogno
500,00
625,00
n.d.
n.d.
240,00
290,00
85,00
120,00
Pisogne
500,00
700,00
n.d.
n.d.
350,00
450,00
200,00
250,00
Polaveno
450,00
600,00
n.d.
n.d.
350,00
400,00
150,00
200,00
Polpenazze
550,00
720,00
n.d.
n.d.
370,00
470,00
190,00
240,00
Pompiano
495,00
620,00
400,00
500,00
255,00
320,00
150,00
190,00
Poncarale
560,00
700,00
480,00
600,00
320,00
400,00
240,00
300,00
Ponte di Legno
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Pontevico
520,00
650,00
415,00
520,00
280,00
350,00
190,00
240,00
Pontoglio
560,00
700,00
455,00
570,00
295,00
370,00
190,00
240,00
Pozzolengo
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Pralboino
480,00
600,00
400,00
500,00
240,00
300,00
175,00
220,00
Preseglie
520,00
650,00
400,00
500,00
360,00
450,00
125,00
155,00
Prevalle
600,00
800,00
n.d.
n.d.
500,00
650,00
240,00
300,00
Provaglio d’Iseo
700,00
800,00
n.d.
n.d.
450,00
600,00
260,00
350,00
IL GEOMETRA BRESCIANO 2007/1- 55
DIDAL COLLEGIO DI BRESCIA
Nuovo
minimo
Agibile
massimo
minimo
Da ristrutturare
massimo
minimo
massimo
Aree produttive
minimo
massimo
Puegnago d. Garda
600,00
770,00
n.d.
n.d.
375,00
475,00
200,00
260,00
Quinzano d’Oglio
520,00
650,00
415,00
520,00
255,00
320,00
190,00
240,00
Remedello
480,00
600,00
385,00
480,00
240,00
300,00
145,00
180,00
Rezzato
720,00
900,00
n.d.
n.d.
600,00
700,00
350,00
450,00
Roccafranca
480,00
600,00
385,00
480,00
255,00
320,00
145,00
180,00
Rodengo Saiano
650,00
850,00
n.d.
n.d.
400,00
500,00
210,00
300,00
Roé Volciano
560,00
700,00
n.d.
n.d.
320,00
400,00
190,00
240,00
Roncadelle
700,00
850,00
n.d.
n.d.
520,00
650,00
270,00
340,00
Rovato
600,00
850,00
n.d.
n.d.
400,00
550,00
200,00
300,00
Rudiano
560,00
700,00
440,00
550,00
280,00
350,00
160,00
200,00
Sabbio Chiese
560,00
700,00
455,00
570,00
360,00
450,00
175,00
220,00
Sale Marasino
650,00
800,00
n.d.
n.d.
380,00
500,00
250,00
320,00
Salò
640,00
800,00
n.d.
n.d.
500,00
620,00
300,00
370,00
San Felice d. Benaco
645,00
800,00
n.d.
n.d.
460,00
560,00
240,00
300,00
San Gervasio
520,00
650,00
415,00
520,00
255,00
320,00
175,00
220,00
San Paolo
480,00
600,00
400,00
500,00
240,00
300,00
160,00
200,00
San Zeno Naviglio
640,00
800,00
560,00
700,00
385,00
480,00
320,00
400,00
Sarezzo
650,00
750,00
n.d.
n.d.
400,00
500,00
200,00
250,00
Saviore dell’Adamello
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Sellero
500,00
600,00
n.d.
n.d.
300,00
400,00
n.d.
n.d.
Seniga
480,00
600,00
400,00
500,00
255,00
320,00
145,00
180,00
Serle
600,00
750,00
n.d.
n.d.
450,00
550,00
250,00
320,00
Sirmione
720,00
800,00
n.d.
n.d.
450,00
570,00
280,00
380,00
Soiano d. Lago
640,00
820,00
n.d.
n.d.
460,00
570,00
240,00
300,00
Sonico
450,00
550,00
n.d.
n.d.
300,00
400,00
n.d.
n.d.
Sulzano
550,00
700,00
n.d.
n.d.
360,00
500,00
190,00
260,00
Temú
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Tignale
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Torbole Casaglia
600,00
750,00
490,00
610,00
340,00
420,00
240,00
300
Toscolano Maderno
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Travagliato
560,00
700,00
480,00
600,00
340,00
420,00
240,00
300,00
Tremosine
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Trenzano
480,00
600,00
385,00
480,00
240,00
300,00
145,00
180,00
56 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2007/1
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Nuovo
minimo
Agibile
massimo
minimo
Da ristrutturare
massimo
minimo
Aree produttive
massimo
minimo
massimo
Urago d’Oglio
520,00
650,00
420,00
520,00
255,00
320,00
160,00
200,00
Vallio
550,00
730,00
n.d.
n.d.
350,00
550,00
200,00
270,00
Verolanuova
520,00
650,00
425,00
530,00
265,00
330,00
190,00
240,00
Verolavecchia
575,00
720,00
465,00
580,00
320,00
400,00
190,00
240,00
Vestone
560,00
700,00
465,00
580,00
370,00
460,00
185,00
230,00
Vezza d’Oglio
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Villa Carcina
600,00
750,00
n.d.
n.d.
400,00
500,00
180,00
240,00
Villanuova sul Clisi
600,00
800,00
n.d.
n.d.
500,00
600,00
240,00
300,00
Visano
440,00
550,00
360,00
450,00
240,00
300,00
160,00
200,00
Vobarno
560,00
700,00
465,00
580,00
375,00
470,00
185,00
230,00
Zone
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Fonte: Ottopiúcasa 21 marzo 2007
IL GEOMETRA BRESCIANO 2007/1- 57
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Emanuela Farisoglio
L
o scorso venerdì 25
febbraio si sono
riuniti per la prima
assemblea dell’anno i geometri dell’Associazione
Geometri di Valle Camonica
(GVC).
L’incontro, cordialissimo, ha
avuto luogo nell’Auditorium
della “Città della Cultura” di
Capo di Ponte alla presenza
del primo cittadino, nonché
collega Francesco Manella,
dei presidenti dei Collegi di
Brescia e Bergamo, rispettivamente Giovanni Platto e
Renato Ferrari, del presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri laureati, Fausto Savoldi.
Durante l’assemblea del-
58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
Riconfermata la fiducia
al Direttivo dell’Associazione
Geometri di Valle Camonica
l’Associazione il presidente
Emanuela Farisoglio e il vicepresidente Diego Salvetti
hanno illustrato il bilancio,
hanno fatto il resoconto dell’attività svolta nello scorso
2010 e presentato i candidati per l’elezione del nuovo
Consiglio direttivo. Sono
stati riconfermati cinque dei
sei consiglieri uscenti: Silvano Bonicelli, Emanuela
Farisoglio, Riccardo Massaroni, Fabio Rivadossi e
Diego Salvetti. Sono stati eletti quattro nuovi membri:
Gina Ducoli, Matteo Furloni,
Claudio Pezzotti, Gino Ruggeri. Sono anche stati designati i revisori dei conti nelle
persone di Alessandro Pedersoli, Giacomo Scalvinoni
e Fabio Monchieri.
Durante l’assemblea i presidenti intervenuti si sono
congratulati per l’attività
svolta dall’Associazione
Geometri di Valle Camonica
e hanno sottolineato la necessità della collaborazione
e dell’aggregazione professionale, soprattutto tra i giovani professionisti, mettendo in evidenza che nei
periodi di difficoltà economica come quello che
stiamo
attraversando
spesso emerge la preparazione e la qualità del lavoro
dei tecnici. È quindi compito di ciascuno di noi impegnarsi nella formazione al
fine di accrescere la competenza personale di ciascuno.
Non sono mancati accenni al
Sindacato dei geometri, alla
formazione continua e alla
nuova figura professionale
del “mediatore civile”.
Il nuovo Consiglio dell’Associazione ha già inserito tra le
iniziative programmate nel
2011 lo svolgimento di numerosi eventi formativi. Si
invitano pertanto i soci della
Valle Camonica a consultare
il sito www.geometridivallecamonica.it per prendere visione degli appuntamenti, o
a contattare direttamente
l’Associazione all’indirizzo
e-mail [email protected] per informazioni o chiarimenti.
❑
DAL COLLEGIO DI LODI
Corrado Sancilio
Il geometra tra formazione
e innovazione
I
l professionista di domani è, prima di tutto, lo studente di oggi, che
deve trovare nella scuola un valido supporto ed una buona base per
l’avvio alla professione del geometra.
l’Istituto Tecnico Economico Statale Agostino Bassi di Lodi ha festeggiato nel
2008 i suoi 120 anni; partito nel 1888 con 18 alunni iscritti, conta oggi oltre
1400 studenti e vanta l’impegno continuo per garantire una formazione scolastica specializzata e attenta ai continui cambiamenti imposti dall’evoluzione
socio-culturale.
Il preside, Prof. Corrado Sancilio, oltre
ad una vasta e pluriennale esperienza
nell’ambito del mondo prettamente scolastico, è anche autore di testi teatrali
nonché giornalista pubblicista;
Lo abbiamo coinvolto in merito alla presentazione dell’Istituto e ci ha trasmesso
una grande passione per il compito che
svolge quotidianamente, volto a garantire non solo il diritto allo studio, ma anche una formazione professionale che
consentirà agli studenti di affrontare il mondo del lavoro con serenità.
P.P. e M. R.
L’
avvio della riforma
della secondaria
superiore arriva in
un momento in cui vede la
società toccata da grandi
cambiamenti sociali, culturali, etnici, tecnologici. L’affermarsi di internet, il mercato globalizzato, l’abbattimento delle frontiere, il successo dei social network
contribuiscono, di fatto, a
dare forza e significato ai
cambiamenti in atto. In un
quadro di così grande “liquidità” sociale, la scuola in generale e la scuola professionalizzante in particolare,
sono alla ricerca di un proprio ruolo, di una propria
specifica collocazione. Una
ricerca che si fa interessante
man mano che la tecnologia
si fa sempre più sofisticata,
sempre più specializzata,
sempre più attenta alla voglia di gestire correttamente
il cambiamento in atto. A
guidare questa ricerca è pur
60 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
sempre l’uomo con tutto il
suo potenziale intellettivo.
In uno scenario così complesso la scuola vuole e
deve fare la sua parte se non
vuol rischiare di perdere terreno in proposta formativa,
men che meno di finire rilegata a cenerentola sociale
destinata col tempo, se privata della sua forza riformatrice, a svuotarsi di contenuti e di ricerca. E’ in quest’ottica e in questo scenario
in movimento che ben si inserisce la riforma appena avviata, imperniata anche sulla
figura del Geometra. Una figura professionale che, più
di ogni altra, ha avuto nel
tempo una continua trasformazione. Oggi più di ieri il
fondamento formativo di
questa figura professionale
non può più fermarsi a competenze e conoscenze di indirizzo rese ancor più efficaci dalle molteplici variabili tecnologiche, ma deve
andare oltre per trovare
nella variabile etica la giusta
e corretta risposta alle
nuove esigenze. Lo esige
una nuova visione del governo del territorio che non
può più prescindere da una
rinnovata cultura di rispetto
ambientale. Nuove competenze, dunque, si affacciano
all’orizzonte come in una
sfida dai contorni ancora
tutti da definire. Sono personalmente convinto che la
scuola, oggi come oggi, sia in
grado di creare condizioni
formative finalizzate ad educare il futuro Geometra a trovare quel necessario equilibrio tra la ricerca della propria affermazione in campo
professionale, peraltro legittima, e l'importanza di un
comportamento etico richiesto dall'azione sociale.
La scuola non può prescindere il suo insegnamento,
fatto di progetti, contenuti e
percorsi, da proposte didattiche prive di ragioni etiche
conformemente esperite
nell’ambito di specifiche esigenze. Vale a dire che la
scuola nel superare le condizioni ottimali in fatto di conoscenze e competenze,
deve impostare il proprio
cammino formativo, facendo
della ricerca, una sua peculiarità tanto da incoraggiare
il futuro Geometra a trovare
soluzioni che se da una parte
DAL COLLEGIO DI LODI
lo qualificano come professionista, dall’altra lo educhi
a non cedere alla tentazione
di trovare nel guadagno economico l'unica risposta alla
propria affermazione. E’
questo il solco in cui si inseriscono le proposte didattiche del nostro Istituto. Un
Istituto che se da una parte
trova nell’innovazione tecnologica una valida spinta
alla motivazione allo studio,
dall’altra ritiene la stessa,
mezzo e strumento utili a stimolare nello studente, futuro Geometra, la ricerca di
adeguate risposte da dare
alle nuove esigenze di natura etica e ambientale. L’Istituto “A. Bassi” di Lodi ha
visto negli ultimi anni la rea-
lizzazione di grossi investimenti che hanno consentito
di esperire, mediante una
rinnovata proposta progettuale, nuove e più efficaci
metodologie didattiche, la
cui ricaduta non ha fatto
mancare lusinghieri risultati
sugli stessi processi di apprendimento. Una tesi che
ha trovato concreto riscontro
nell'abbattimento, registrato negli ultimi anni, della
percentuale legata al fenomeno della dispersione scolastica. Sono più che mai
convinto che simili proposte
congiuntamente a qualificate risorse professionali,
possono determinare favorevoli condizioni per un
cammino formativo che ri-
spetti particolari esigenze
legate a variabili sociali oltre
che a vincoli ambientali. Emerge e si afferma in tal
modo un percorso che trova
nella didattica laboratoriale,
quelle giuste risposte valide
come punto d’incontro tra il
valore propositivo della ricerca e l’interresse proprio
di un cammino formativo. Di
grande rilievo rimane l’interagire con la più vasta comunità civica. La nostra scuola
ha trovato nell’interazione
con enti pubblici e privati
quel valore aggiunto che le
ha consentito e le consente
tuttora una qualificante proposta formativa quanto mai
necessaria al futuro Geometra. Sono state queste le
motivazioni di fondo che
hanno probabilmente portato in pochi anni l’Istituto Economico e per Geometri
“A. Bassi” di Lodi ad affrontare una continua e costante
crescita di studenti. L'Istituto oggi conta poco più di
1400 studenti, un terzo dei
quali frequenta il corso Geometri, a cui sono riservati
specifici tratti sperimentali
consolidati da nuove proposte formative adeguatamente supportate da efficaci innovazioni tecnologiche per meglio rispondere
ai grossi cambiamenti socioambientali in atto.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2 - 61
AGRICOLTURA & FORESTE
Valeria Sonvico
Nitrati: ancora ferma
la richiesta di deroga
P
er le imprese lombarde poco è cambiato rispetto alla
situazione di preoccupazione di qualche tempo fa, in
ragione anche degli ultimi
dati inerenti le domande di
procedimento nitrati inoltrate nell’anno 2010.
Ricordiamo, in breve, che la
Direttiva Nitrati (direttiva
91/676/CE) mira a ridurre
l’inquinamento delle acque
causato direttamente o indirettamente dai nitrati di origine agricola.
L’applicazione della direttiva è stata recepita dallo
Stato italiano con decreto interministeriale nel 2006 e, a
cascata, Regione Lombardia
ha adottato sul proprio territorio un provvedimento che
ha già visto i suoi primi
quattro anni di applicazione
(dgr 5868/07) e che attualmente è in fase di rinnovo.
Molti gli impegni per le im-
62 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
prese al fine di rispettare il
limite d’uso di azoto proveniente da effluenti di allevamento, pari a 170 kgN/ha per
le zone definite vulnerabili,
e scaduti sono ormai i tempi
di adeguamento.
Tra le misure da osservare
da parte delle aziende, zoo-
tecniche e non, in primis è
l’adempimento amministrativo per la redazione del Programma Operativo Aziendale (POA) ed eventuale
Piano di Utilizzazione Agronomica (PUA), in forma completa o semplificata, a seconda della classe dimensionale corrispondente prevista dalla delibera regionale.
Nel 2010 le aziende, fatta eccezione per quelle che già
precedentemente avevano
inoltrato comunicazione del
Programma Operativo Aziendale senza aver subito
nel frattempo modifiche sostanziali, hanno provveduto
alla domanda di aggiornamento. Le domande pervenute sono state 11.244, di cui
per oltre l’82% relative ad aziende che ricadono in zona
vulnerabile.
Dalle domande presentate
si evince che due sono le criticità per le aziende al fine di
essere conformi ai parametri
richiesti dall’Unione Europea: primo un corretto a-
deguamento delle
strutture di stoccaggio, secondo l’equilibrio del rapporto
produzione di azoto e
superficie dedicata
allo spandimento.
Per quanto attiene gli
stoccaggi la situazione emergente è
che, nonostante siano
evidenziate delle
non conformità, si
possono, comunque,
sostanzialmente dichiarare adeguate rispetto alle esigenze
normative.
Per
quanto attiene il secondo parametro, azoto/superficie, il 40% delle aziende, invece, necessita di
nuova superficie e in territori quali Brescia, Cremona,
Mantova occorre trovare
nuove strategie per veicolare il surplus di azoto fuori
dal territorio.
In parallelo Regione Lombardia, oltre alla revisione
del programma di Azione
delle zone vulnerabili, prosegue il dialogo con la Commissione europea affinché
possa pronunciarsi positivamente sulla concessione
della deroga all’Italia, così
come successo in latri Stati
membri europei. Ufficialmente la richiesta di deroga
è stata presentata, attraverso il Ministero dell’Ambiente, il 29 settembre 2009,
attualmente la Commissione ha già sottolineato alcuni aspetti di adeguamento al dossier tecnico e,
comunque, subordinata alla
revisione del programma di
Azione, indicativamente
entro l’estate prossima.
AGRICOLTURA & FORESTE
Molte aziende per ottemperare agli impegni hanno
provveduto all’inoltro di domanda PSR sulla misura specifica e a questo riguardo la
Regione Lombardia ha dato
disposizioni alle Province
per poter facilitare la presentazione delle domande
di contributo, in particolare
da parte delle aziende ancora non conformi.
E’ indispensabile, al di là
dell’ottenimento della deroga, rivedere la direttiva
europea al fine di un’azione
integrata di tutti i settori che
partecipano all’inquinamento delle acque da nitrati, quali ad esempio il non
adeguamento dei depuratori civili.
L
e rilevazioni ufficiali di Arpa a fronte
di un buono stato di
salute delle acque superficiali e sotterranee, hanno
denunciato che valori maggiormente negativi ricadono
nelle zone definite vulnerabili in cui però non sussiste
presenza di allevamenti,
bensì sussistono depuratori
inefficienti o addirittura assenti.
Benché le aziende debbano
attivarsi, anche in ragione di
altre normative ambientali,
allo sviluppo e adozione di
nuove tecnologie, resta il
fatto che a distanza di ormai
vent’anni dalla direttiva nitrati ragionata su sistemi agricoli differenti dalla nostra
realtà padana ad oggi emergono limiti evidenti.
❑
Tabella 1 - Classificazione per tipo di comunicazione
Provincia
Bergamo
Brescia
Como
Cremona
Lecco
Lodi
Monza Brianza
Milano
Mantova
Pavia
Sondrio
Varese
Totale complessivo
% Totale
Presentazioni
POA - PUA
399
1713
19
1075
9
269
48
141
1370
121
2
9
5175
46,02
Presentazioni
POA - PUAS
211
917
59
831
31
379
48
451
1007
894
39
55
4922
43,77
Presentazioni
POAS
94
257
15
164
13
57
8
46
417
40
17
19
1147
10,20
Totale
complessivo
704
2887
93
2070
53
705
104
638
2794
1055
58
83
11244
100,00
Totale
complessivo
704
2887
93
2070
53
705
104
638
2794
1055
58
83
11244
100,00
Legenda:
POA:
Programma Operativo Aziendale in forma completa
POAS: Programma Operativo Aziendale in forma semplificata
PUA:
Piano di Utilizzazione Agronomica in forma completa
PUAS: Piano di Utilizzazione Agronomica in forma semplificata
Tabella 2 - Classificazione per zona di vulnerabilità
Provincia
ZNVN
PZVN
ZVN
Bergamo
Brescia
Como
Cremona
Lecco
Lodi
Monza Brianza
Milano
Mantova
Pavia
Sondrio
Varese
Totale complessivo
% Totale
110
118
52
534
35
153
2
259
212
476
58
44
2053
18,26
27
39
1
168
3
323
5
186
177
540
567
2730
40
1368
15
229
97
193
2405
39
12
1481
13,17
27
7710
68,57
Legenda:
ZNVN: Zona Non Vulnerabile
PZVN: Zona Parzialmente Vulnerabile
ZVN:
Zona Vulnerabile
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 63
TECNICA
Carlo Piotti
U
n aspetto interessante ed estremamente utile, benché poco noto, delle termocamere – strumenti il cui uso
è ormai ben noto nell’ambito della rilevazione delle
dispersioni di calore degli
involucri edilizi – è costituito
dalla loro applicazione nelle
indagini non distruttive
delle strutture in calcestruzzo armato esistenti. In
tale contesto, esse diventano un prezioso ausilio al
lavoro dell’Ingegnere Civile
o del Geometra, specialmente nelle fasi preliminari
volte all’approfondimento
cognitivo ed alla diagnosi
dello stato di una struttura.
Si immagini infatti di dover
verificare una struttura in
calcestruzzo armato esistente, nel caso in cui la sua
età o vari passaggi di proprietà rendano difficile (se
non impossibile) il recupero
dei relativi allegati strutturali di legge (denuncia dei
cementi armati, certificato di
collaudo statico, ecc.), oppure nel caso in cui tali allegati esistano ma siano incompleti (caso assai frequente: si tenga presente
che, al fine di eseguire delle
verifiche strutturali corrette,
è necessario conoscere,
oltre a tutte le caratteristiche geometriche esterne,
anche la quantità e l’esatta
posizione delle armature interne; di fatto, servirebbero
dunque degli elaborati grafici esecutivi a tutti gli effetti,
se non addirittura degli elaborati “as built” di fine lavori). Non volendo operare
indagini distruttive (sia nell’ottica della riduzione dei
64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
L’uso delle termocamere
nelle indagini strutturali
non distruttive
disagi per gli utenti della
struttura, sia nell’ottica del
contenimento costi), l’unico
modo per stabilire con
buona approssimazione la
presenza, dimensione e posizione dell’armatura interna agli elementi in calcestruzzo armato diventa “fotografarli” all’infrarosso per
mezzo di una termocamera.
La termografia all'infrarosso,
in termini generali, può essere definita come la capacità di trasformare un'immagine ad infrarossi in un'immagine radiometrica, la
quale consenta di leggere i
valori della temperatura
dall'immagine stessa. L'energia termica, o ad infrarossi, risiede nello spettro
non visibile all’occhio umano, poiché la sua lunghezza d'onda è troppo
lunga per essere scorta da
esso. Si situa infatti in quella
parte dello spettro elettromagnetico che percepiamo
come calore. Qualsiasi oggetto, ad una temperatura
superiore allo zero assoluto,
emette radiazioni all'infrarosso, invisibili come detto
all'occhio umano. Anche oggetti che sappiamo empiricamente essere molto
freddi, come i cubetti di
ghiaccio, emettono infatti radiazioni infrarosse.
Più la temperatura di un oggetto è elevata, maggiori
sono le radiazioni infrarosse
che emette. Tali radiazioni
sono individuabili grazie, appunto, alle termocamere ad
infrarossi, le quali mostrano,
per mezzo di immagini digitali, il calore emesso dai
corpi. Tali immagini consistono in una mappa di colori
che rappresentano le diverse temperature superficiali rilevate. Una termocamera è pertanto un valido
strumento di diagnostica utilizzabile in molti settori,
poiché è in grado di individuare anche componenti o
aree soggette ad anomalie
termiche (come, ad esempio,
i ponti termici degli involucri
edilizi). E, dato l'attuale impegno dell’edilizia e dell'industria finalizzato a migliorare l’efficienza costruttiva e
a gestire l'energia quale
bene prezioso, emergono
continuamente nuove applicazioni che le termocamere
sono in grado di soddisfare.
Entrando più nello specifico, una termocamera ad infrarossi è un dispositivo
senza contatto che rileva l'energia infrarossa (calore) emessa da un corpo e la converte in un segnale elettronico, il quale viene successivamente elaborato per produrre un'immagine termica
su di un display; su tale immagine è possibile eseguire
qualunque calcolo basato
sulla temperatura rilevata. Il
calore può essere così quantificato in modo estremamente preciso, permettendo anche di monitorare
nel tempo l'andamento termico della superficie del
corpo indagato, nonché di identificare e valutare l’entità delle eventuali problematiche inerenti al calore
stesso.
Termocamera: dalla realtà
all’immagine all’infrarosso elaborata;
- (3D Target, 2010).
Banda della Radiazione Termica all’interno dello Spettro Elettromagnetico;
- (3D Target, 2010).
Ad esempio, nell’ambito
delle indagini eseguite su
strutture in calcestruzzo armato, il proficuo uso delle
termocamere è reso possibile da un semplice prin-
TECNICA
cipio fisico: il coefficiente di
conducibilità termica dei
materiali costituenti il calcestruzzo armato stesso (comunemente, acciaio B450C –
ex FeB44K – e calcestruzzo)
è sufficientemente diverso
tra il primo ed il secondo da
consentire, previo adeguato
pre-riscaldamento dell’elemento in calcestruzzo armato, di evidenziare sull’istantanea scattata dalla termocamera le barre d’armatura rispetto al calcestruzzo
che le avvolge. A dimostrazione di quanto appena esposto e per maggiore completezza, si riportano i valori
medi dei coefficienti di conducibilità termica dell’acciaio e del calcestruzzo, alla
temperatura di 0°C ed in
[Kcal/mh°C]:
mantenere in tal modo le
corrette proporzioni geometriche tra gli elementi.
Si tenga sempre e comunque presente che anche
tale tecnica di indagine, per
quanto di veloce esecuzione ed assolutamente non
distruttiva, e per questo estremamente valida, è soggetta ad inevitabili approssimazioni, sia strumentali
che interpretative, nonché a
limiti insiti nella sua natura
(ad esempio, non sarà mai
possibile stabilire tramite
essa l’esatta tipologia dell’acciaio rilevato, od il suo eImmagine 3
Immagine 4
Nelle immagini, tramite una
scala cromatica, risulta immediato individuare gli elementi in acciaio, poiché
lungo essi il
calore, par~ 40 Kcal / m.h.°C
tendo dalla
cacciaio,0°C =
zona in cui
viene appli~ 0,7 Kcal / m.h.°C
ccalcestruzzo,0°C =
cata la sorgente esterna,
si propaga più
Si notino i due ordini di rapidamente. Si noti infatti il
grandezza di differenza tra i gradiente che viene a stabivalori. Ciò che accade, lirsi tra acciaio e calcedunque, nel momento in cui struzzo, quantificabile per
la termocamera scatta l’im- mezzo della banda di colore
magine all’infrarosso è ben di riferimento presente sulla
rappresentato dalle due im- destra nonché, nell’Imm.2,
magini riportate nel seguito. dai punti in cui si è interrogata l’immagine per indiviImm.3 – Rilievo Termografico: si
duare la loro temperatura lonotino le due zone maggiormente
cale (operazione eseguibile
riscaldate, con la barra d’acciaio che
in fase di post-processaemerge al centro (tratto orizzontale).
mento dei dati).
Imm.4 –Rilievo Termografico: si
notino le due zone maggiormente
Va da sé che maggiore è l’uriscaldate, con la barra d’acciaio
niformità con cui si pre-riche emerge al centro (tratto
scalda la superficie (negli eorizzontale) ed i punti Sp1 e Sp2 a
sempi sopra riportati, il cadiversa temperatura;
lore è stato invece voluta- (Studio Tecnico Associato Piotti,
2007).
mente concentrato in due
zone per enfatizzarne l’effetto, per mezzo di lampade
da cantiere), più numerose
ed attendibili sono le informazioni che è possibile ottenere dall’indagine. Determinante in tal senso è altresì
la precisione con cui si esegue lo scatto per mezzo
della termocamera: l’ideale
sarebbe infatti eseguire un
foto-raddrizzamento, al fine
di eliminare gli errori di prospettiva dell’immagine e
ventuale livello di degrado/ossidazione causa
carbonatazione del calcestruzzo o altro), e va per
questo utilizzata dal tecnico
con cognizione e coscienza.
Si ricorda inoltre che le termocamere, consentendo l'analisi della temperatura
senza ricorrere al contatto
con i corpi indagati, possono
risultare strumenti utili
anche per:
1- Garantire una migliore
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 65
TECNICA
Esempi di termogrammi e loro
applicazioni pratiche
-(3D Target, 2010).
Individuazione distacchi di mattonelle di rivestimento
Individuazione distacchi intonaco di rivestimento
66 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
qualità della produzione industriale, grazie alla possibilità di individuare aree di
surriscaldamento o frizione,
riducendo in tal modo i
costi, risparmiando energia
ed accelerando tutto il processo produttivo;
2- Valutare la dispersione
del calore in una struttura,
ottimizzando la progettazione dei sistemi di isolamento più idonei tramite
l'individuazione dei ponti
termici (e.g.: rifacimento di isolamenti a cappotto, riparazione/sostituzione/collaudo di infissi, etc.);
3- Individuare elementi
strutturali e/o anomalie
nelle murature, in modo da
progettare interventi di consolidamento o rifacimento idonei (oltre all’individuazione dei ferri nelle murature, consentono anche l’individuazione dei distacchi
di rivestimenti/intonaci in
facciata, l’individuazione di
vuoti nonché di infiltrazioni
d’acqua/presenza di umidità, etc.);
4- La ricerca e sviluppo di
nuovi materiale (e.g.: isolanti, coibenti, etc.);
5- La verifica del corretto
funzionamento di impianti
di vario tipo (e.g.: impianti
termo-idraulici, pannelli solari) e l'individuazione di eventuali loro anomalie (eg.:
perdite d'acqua, non ottimale funzionamento delle
celle di pannelli solari, etc.).
Concludendo, va dunque
sottolineata l’importanza di
poter introdurre nell’attività
lavorativa strumenti sempre
più moderni e utili allo svolgimento della pratica professionale, capaci di confe-
TECNICA
rire agli specialisti del settore maggior capacità di risolvere le innumerevoli problematiche tecniche inerenti alle costruzioni e ai loro
impianti, nonché di soddisfare le richieste di un mercato sempre più rivolto al recupero, al mantenimento e
al consolidamento del patrimonio esistente.
❑
Individuazione di ponti termici
Ha collaborato alla stesura del presente articolo il Dott. Paolo Girardi della 3D Target
srl. Per maggiori informazioni sulle applicazioni delle termocamere, contattare [email protected]
Bibliografia:
1. MIKAÉL' A. BRAMSON, Infrared dRadiation, ,A
AHandbook kfor rApplications, Plenum press,
NY.
2. WILLIAM L. WOLFE, GEORGE J. ZISSIS, The
eInfrared dHandbook, Office of Naval Research, Department of Navy, Washington, D.C.
3. MADDING,R.P., ThermographicInstrumentsandsystems.Madison,Wisconsin:University of Wisconsin -Extension, Department of Engineering and Applied
Science.
4. WILLIAM L. WOLFE, Handbook kof fMilitary
yInfrared dTechnology, Office of Naval Research, Department of
Navy, Washington, D.C.
5. JONES, SMITH, PROBERT, External lthermography yof fbuildings..., ,Proc. of the Society
of Photo-Optical, Instrumentation Engineers, vol.110, Industrial and Civil Applications of Infrared Technology, June 1977
London.
6. PALJAK, PETTERSSON, Thermography yof fBuildings, Swedish Building Research Institute, Stockholm 1972.
7. KERN, Evaluation nof finfrared demission nof
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yweather rsatellites, Defence Documentation Center, AD 617 417.
8. ÖHMAN,CLAES, EmittansmätningarmedAGEMAE-Box.Tekniskrapport,AGEMA1999.
(Emittance measurements using AGEMA
E-Box. Technical report, AGEMA 1999).
Individuazione di impianti a pavimento
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 67
TECNICA
Alessandra Pelizzari
L’
Riutilizzo e restauro
del complesso ex Seb
di via Leonardo da Vinci
inizio del secolo
scorso è stato caratterizzato a Brescia da una forte accelerazione nei cambi generazionali e nell’evoluzione degli
stili di vita; si sono succeduti
diversi sistemi sociali che di
volta in volta hanno connotato l’organizzazione urbanistica della città condizionandone l’aspetto e le esigenze.
In effetti questo processo inizia negli ultimi anni del secolo XIX, quando si consolida a Brescia l’idea di città a
vocazione industriale. In ar-
sordio del cemento armato
in edilizia, che a Brescia (e in
Italia) ebbe come caposcuola l’architetto Egidio
Dabbeni.
Dal punto di vista architettonico nell’edificarsi della
nuova periferia cittadina, si
sperimentarono declinazioni moderniste come lo
stile cosiddetto Liberty
(chiamato anche Art Noveau
in Francia, stile floreale in Italia, Jugenstil in Germania).
Dal punto di vista ingegneristico emersero nella città e
nei suoi dintorni, nuove ne-
chitettura si afferma una corrente modernista alla ricerca
di uno stile che sfocerà nell’Art Noveau, secondo i criteri già affermatisi nelle altre
nazioni europee, favorita
dalle nuove esigenze industriali e dalle recenti tecniche costruttive e strutturali. Basta pensare all’e-
cessità infrastrutturali come
le stazioni ferroviarie, le
centrali idriche ed elettriche
e gli stabilimenti industriali.
I meccanismi dello sviluppo
economico spinsero la trasformazione del territorio limitrofo al centro abitato da
agrario ad urbano con la
comparsa di nuove tipologie
68 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
di case popolari, residenze
in affitto ed edifici per il
commercio e l’industria.
Il complesso edilizio oggi
conosciuto come ex Enel
(meglio, come ex Seb - Società Elettrica Bresciana) di
via Leonardo da Vinci e prospiciente anche sulle vie Milazzo, Goito e Foscolo, fu
realizzato, su progetto dell’ing. arch. Egidio Dabbeni,
proprio negli anni in cui
stava nascendo la Brescia
moderna. In quel momento
si prestò particolare attenzione alla costruzione di
strutture necessarie alle
nuove esigenze della città.
A distanza di circa un secolo,
oggi siamo testimoni di
nuovi bisogni e nuovi cambiamenti del tessuto urbano
che tentano di valorizzare
aree ed edifici ormai dismessie dalla funzione per
la quale erano stati edificati.
Fra questi anche quelli del
complesso industriale dell’Enel di via Leonardo da
Vinci, zona ormai considerata centrale alla città. Ecco
dunque l’occasione di sfruttarne i corpi edili per un
TECNICA
cambio di destinazione adatto alla Brescia contemporanea: unità abitative,
spazi verdi, servizi commerciali e pubblici integrati nel
tessuto urbano circostante.
Il progetto che se ne è ricavato mantiene significativamente le facciate originali
senza modificare la percezione del tessuto urbano
preesistente salvando in tal
modo sia l’impostazione estetica dell’epoca, sia i caratteristici materiali che la
caratterizzano.
U
na accurata ricognizione dei documenti originali del
complesso S.E.B. ha dimostrato la particolare attenzione posta dall’ing. Egidio
Dabbeni nella ricerca tecnologica e costruttiva, che rappresentò il fulcro dei suoi interessi architettonici. Egli fu
infatti tra i primissimi in Italia
nell’impiego della nuova
tecnica del cemento armato;
anzi è giusto ricordare che
casa Migliorati di Via Trento,
da lui progettata, è considerata la prima completa costruzione in Italia in cemento
armato, rivestita di pietra e
ricca di fini fregi floreali.
Dabbeni, dunque, dà sì importanza al disegno, ma più
alla definizione della struttura: ne è testimonianza la relativa scarsità di schizzi e appunti visivi che solitamente
accompagnano la riflessione
degli architetti. Gli stessi
suoi interventi decorativi,
che pure ci sono e di notevole qualità, sono dal Dabbeni ritenuti accessori entro
l’intelligente definizione
della struttura e della tipo-
logia. Anche quando l’ornamento diventa parte integrante di un suo edificio, i
dettagli stilistici appaiono
nella forma di esperimenti
tecnologici, ricerche sulla
materia o sulle modalità applicative: i cementi decorativi fuori opera, le griglie lignee, i rivestimenti artificiali,
la pietra lavorata, la raffinata
ebanisteria lo attestano.
Questa dialettica strutturaornamento, quasi una metafora del suo duplice ruolo
di ingegnere e architetto, accompagnerà sempre il me-
todo progettuale di Dabbeni. Considerato come un
esponente del Liberty a Brescia, il progettista accoglie
nel proprio repertorio ogni
tipo di contaminazione.
«[…] Del 1905 è la sede
della Società Elettrica Bresciana, ricavata entro un
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 69
TECNICA
intero isolato tra le vie Foscolo e Milazzo, dunque
ancora una volta ai margini
della città. In questo caso
l’architetto usa il mattone
per dare una veste orga-
nica ai volumi, come se
fossero dei cottages. Anni
dopo l’immagine “modernista” del complesso verrà
integrata dal severo corpo
di fabbrica su via Leo-
nardo da Vinci, dove l’impiego di elementi classicheggianti e di un maestoso paramento del bu-
gnato rustico dimostra che
Dabbeni sa ricorrere a registri molto differenti. Eclettismo o ritorno all’ordine? Il labile confine percorre molto opere del
primo decennio di attività,
in stretto rapporto con una
committenza che nella
storia vede uno status
symbol». (Silvia Savoldini, in
“Brescia Architettura ’900”, A.
Rapaggi e G. P. Treccani, Grafo
Edizioni, Brescia, 2008).
Nell’intervento in atto, pur
nel rispetto dei motivi ispiratori originari del progetto,
si svilupperanno le azioni di
carattere conservativo e manutentivo in pieno accordo
con le direttive della Soprintendenza.
❑
Si ringraziano per i contributi informativi gli
architetti Fausto Baresi, Luigi Scanzi e Massimo Camillo Bodini.
70 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
TECNICA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 71
TECNICA
Andrea Botti
I
Le cave dismesse,
contro il degrado della città
e del territorio
l precedente articolo,
apparso su questa rivista, trattava il tema
del recupero di cave dismesse a partire dai risultati
di una ricerca, condotta sui
più importanti interventi a
livello internazionale e conclusa con alcune riflessioni
cenza ad aree critiche, di difficile riqualificazione come
quelle vicine alla centrale
nucleare di Flamanville in
Francia, ma anche, più semplicemente, in adiacenza
alle periferie di grandi città
come Barcellona dove, ai
piedi di una delle colline
su un’ipotetica classificazione, indispensabile premessa per una più ampia indagine in merito ad un argomento che va assumendo
importanza crescente.
Dunque, fatta propria questa classificazione, dopo
aver analizzato la “categoria” dei recuperi basati
sullo sfruttamento di particolarità del sito ora vengono
esaminati quelli effettuati in
zone caratterizzate da fenomeni di degrado: cave dismesse collocate in adia-
che circondano la città, in
una zona poco frequentata
dai turisti, si trovavano, fino
a metà degli anni ’80 del secolo scorso, i resti della vecchia cava di granito “Pedrera
del Coll”.
Qui, i segni di un margine urbano irrisolto e degradato e
quelli del sito estrattivo in
disuso caratterizzavano un
rilievo collinare di quasi due
ettari, contraddistinto da
due differenti orografie: la
forma conica del versante
nord e la profonda ferita
72 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
della cava sul versante sud.
Un’ambivalenza imprescindibile, quella fra naturale/artificiale, che ha influenzato
le scelte del progetto di riqualificazione, elaborato
nel 1987 dallo studio catalano MBM . Due i fondamentali problemi da risolvere: il
recupero dell’ex sito estrattivo e la riqualificazione del
quartiere adiacente, un tessuto urbano cresciuto negli
anni in maniera piuttosto disordinata per il quale, la excava, è divenuta luogo di
nuove opportunità.
Il progetto prevedeva la trasformazione a parco forestale per il versante nord, la
creazione di uno spazio
pubblico a sud ed un collegamento fra le due soluzioni
mediante un nuovo percorso panoramico, segno distintivo del confine fra le differenti realtà, contemporaneamente unite e divise.
Il parco è nato attraverso l’integrazione della vegetazione esistente con nuove
specie ed essenze e la predisposizione di attrezzature
per il tempo libero (percorsi, piazzole di sosta,
teatro all’aperto), ma il vero
fulcro dell’intervento nasce
dallo sfruttamento di una
grande spianata di 6.000 mq,
organizzata secondo una griglia geometrica che ridisegna lo spazio dotandolo di
un’area centrale con: la piaz-
TECNICA
Nella pagina precedente: due vedute
del Parco della Creueta del Coll
(Barcellona)
In questa pagina: due immagini del
Parco del Migdia a Barcellona
(tratte da V. Pavan, Architetture di cava,
ed. Motta, Faenza, 2010)
non è più.
I recapiti visivi sono potenziati dalla presenza di due
sculture: l’Elogio dell’acqua di Eduardo Chiglia, un’opera colossale in cemento, interpretazione dell’antico mito
di Narciso, che con le sue 54
tonnellate sembra volare
sospesa sopra l'acqua nella
quale si specchia (anche se
è sorretta da quattro cavi di
acciaio agganciati alla roccia) ed in posizione opposta
Scultura, un alto e magro monolite di ferro realizzato da
Ellsworth Kelly.
Nella seconda metà dell’Ottocento, l’intensa espansione della città catalana, incoraggiata dal piano di Ildefonso Cerdà, fu garantita
anche dall’ingente quantità
di materiale lapideo estratto dalle cave del Montjuïc, poste a mezza costa di
un rilievo che da sempre ha
costituito un importante
polmone verde per la città e
che nel ’29 fornì il materiale
necessario alla realizzaza, circondata da alberi di
banane, lecci, alberi di Giuda, cipressi, un giardino
pubblico ed un piccolo lago
(con tanto di spiaggia ed isola centrale) utilizzabile sia
come piscina pubblica sia
come impianto per competizioni sportive; in inverno,
una volta svuotato si trasforma in uno spazio urbano
pavimentato adiacente ai
servizi di ristorazione. Infine
il versante della collina, organizzato con terrazzamenti
artificiali a gradoni fatti con
gabbie di ferro riempite di
pietre, diviene metafora
dell’ambiente di lavoro che
zione dell’Esposizione Internazionale.
Il parco del Migdia, qui realizzato alla fine del secolo
scorso, rientrava a pieno titolo fra gli interventi di riqualificazione previsti in occasione delle olimpiadi del
’92. Il progetto, proposto nel
‘90 dallo studio dell’architetto Beth Galì , prevedeva
una trasformazione del
fronte di cava attraverso la
realizzazione di terrazze,
gradinate e percorsi, aree di
sosta e collegamenti a zig
zag lungo il fronte del rilievo,
fra il verde mediterraneo
pre-esistente divenuto esso
stesso elemento di progetto, strumento per suturare le ferite della montagna. A ciò si aggiungeva un
giardino botanico, uno spazio dedicato alla musica (in
particolare concerti), uno
per le attività sportive
(Hockey ed atletica), l’ampio parcheggio, l’auditorium
ed un teatro all’aperto per
centomila spettatori.
Due esperienze, quelle
delle cave catalane, strettamente legate da un incessante dialogo con la città
della quale oggi sono divenute parte integrante.
S
imile, per certi versi, il caso francese
di Biville dove, in
un’area di forte criticità, ad
una decina di chilometri
dalla centrale nucleare Flamanville e dal centro di stoccaggio delle scorie radioattive di Le Hague (uno dei più
grandi d’Europa), si trovava
una cava sfruttata fino al
1982 per l’estrazione d’inerti
marnosi destinati ai cemenIL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 73
TECNICA
Parco della cava di Biville, Francia
(immagine tratta da V. Pavan,
Architetture di cava, ed. Motta, Faenza,
2010)
tifici. I segni prodotti dal degrado del territorio erano evidenti: lo scavo, dominato
da un fronte di taglio di 450
metri ed alto 40 metri, il
suolo, con una estensione di
circa 7 ettari, caratterizzato
da pendii ripidi e franosi ecologicamente sterili.
Nel 1989 il progetto, affidato
a due paesaggisti: Anne
Sylvie Bruel e Cristophe Del
Mar è scaturito da alcune
condizioni imprescindibili:
il diffuso e consistente degrado del sito, la criticità
della localizzazione, la
scarsa consistenza del
tervento doveva essere
pensato nel tempo.
Il fronte di cava, conservato
per testimoniare e documentare l’attività svolta in
passato, è segnato unicamente da una lunga scalinata che lo attraversa ortogonalmente e conduce alla
retto drenaggio delle acque
e mantenere il difficile equilibrio idrogeologico dell’area. Il territorio circostante, modellato con l’impiego dei materiali di scavo,
perimetra il grande lago artificiale: uno specchio d’acqua segnato da pontili di
legno nel quale si immerge
verticalmente il fronte di
cava.
N
Una convenzione stipulata
fra comune di Biville e la società che gestiva la cava prevedeva l’obbligo da parte
della società stessa di un accantonamento annuale, in
percentuale sui guadagni,
da destinate al futuro recupero del sito.
74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
budget di spesa. Da ciò le
due linee guida:
– il mantenimento del sottile equilibrio fra passato e
presente attraverso l’esaltazione delle potenzialità insite e la conservazione dei
segni delle pre-esistenze,
– la consapevolezza che l’in-
sommità della collina. Una
serie di gradini in pietra
bianca, squadrata, fiancheggiati da una sequenza di ciclopici gradoni formati da
gabbioni metallici riempiti
di pietre, posti ad intervalli
regolari, la cui funzione è
quella di consentire il cor-
ulla, oggi, lascia
presagire la presenza dell’uomo,
poiché il secondo criterio
progettuale imponeva un rigoroso processo di ri-naturalizzazione a partire dalla
preparazione del terreno sul
quale sarebbe nata la nuova
vegetazione e quindi, nel
tempo, una nuova dinamica
ambientale in grado di ospitare la prateria, la landa, il
bosco, il saliceto. Per questo, come hanno dichiarato i
progettisti a lavoro completato: «non resta che attendere cinque, dieci anni affinché il progetto prenda
vita, affinché la dinamica ecologica si installi e dimenticare che molto tempo prima
alcuni paesaggisti erano
passati di lì».
Ancora una volta le specificità degli interventi rendono
difficile l’individuazione di
un metodo unico e ripetibile. Tuttavia, vale la pena
fare alcune considerazioni
su quegli aspetti qualificanti
comuni ai tre casi e, si ritiene, validi per qualsiasi
approccio progettuale, in
particolare:
– predisposizione per il lavoro d’equipe;
– sensibilità nel riconoscere
TECNICA
Cantine Dominus Winery,
Yountville, Napa Valley, California;
sotto, House 9x9, Stadbergen,
Germania
le opportunità offerte dalla
cava ed i limiti che impongono l’equilibrio del territorio;
– rispetto per l’ambiente (le
scelte progettuali devono esaltare le valenze dei siti
senza divenire protagoniste);
– applicazione dei principi
di riqualificazione e non di
ripristino del paesaggio,
ossia accettazione e valorizzazione delle trasformazioni
attuate nel tempo.
S
e da un punto di
vista teorico ogni
caso è unico, da
quello puramente pratico va
segnalato un dettaglio: l’impiego, ripetuto (in due casi
su tre), di manufatti realizzati da anni anche in Italia,
ma forse non molto diffusi in
quest’ambito. Si tratta di
gradoni costituiti da gabbie
di rete in acciaio zincato che
contengono pietre di differenti pezzature, in quantità
direttamente proporzionale
alle dimensioni. Manufatti
provenienti dal settore
della progettazione fluviale
e d’infrastrutture, impiegati
nei terrazzamenti delle cave
dismesse per:
– consentire il corretto drenaggio delle acque meteoriche;
– garantire la stabilità dei
piani inclinati dopo la fase di
movimento terra.
Il risultato finale è quello di
una o più linee orizzontali integrate nel paesaggio, appena più configurate e precise di quelle dei filari delle
vigne.
Qualcuno sostiene che la razionalizzazione della pietra
diffusione di questa soluzione anche nell’architettura. Un paio di esempi? Le
famose cantine vinicole Dominus progettate e realizzate da Herzog & de Meuron
a Yountville nella Napa
Valley negli anni ‘90 del secolo scorso: un unico volume
compatto con una facciata
lunga 100 metri, formata da
gabbie di ferro da cm
360x50x50 o ancora la House
9x9, una recente abitazione
unifamiliare tedesca realizzata dallo studio BernhardBDA Architekten, completamente rivestita da GABIAN
WALL (muri formati da
gabbie riempite di pietre)
da 100x50x12 cm.
❑
in forma di sasso entro
gabbie, snaturalizza le caratteristiche della “nobile materia” privata del suo aspetto massivo, tuttavia,
questo semplice accostamento fra “naturale” e artifi-
ciale (nemmeno troppo avanzato tecnologicamente),
indica che l’innovazione può
sorgere da un’idea semplice
ed aprire la strada a sperimentazioni originali ed inedite, come dimostrato dalla
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 75
AMBIENTE & BIOEDILIZIA
Giuseppe Mori
S
i sta riaprendo in
questi mesi con vivacità il dibattito su
quali siano le strade più efficaci per ridurre l’effetto
serra tra chi sostiene la necessità di essere più efficienti e chi vede impossibile
risolvere il dilemma senza il
ricorso, ad esempio, all’energia nucleare.
Parto da un presupposto: il
geometra è, direi quasi per
definizione, molto pragmatico e particolarmente “vicino” al territorio. Ricordo lo
slogan lanciato anni fa dal
nostro Collegio: “il geometra
è di famiglia”.
In quanto pragmatici siamo
in genere poco inclini alle ideologie e non credo che si
possa affermare che i geometri siano contrari all’e76 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
Geometri e risanamento
energetico, un connubio
ormai inscindibile
nergia nucleare in sé, nemmeno in questo momento in
cui, dopo Fukushima, esprimersi contro il nucleare sarebbe fin tropo facile.
Fatte queste indispensabili
premesse resta comunque
aperta la discussione: una
politica di attivazione di
fonti energetiche ancora non
sufficientemente sicure è
più utile al bene del Paese
di un sostegno continuo e
attivo al percorso dell’efficienza energetica?
Per noi, tecnici progettisti che
si occupano di edilizia, è iniziato anni
fa – per molti le esperienze si sono
ormai consolidate
in almeno venti
anni di applicazione concreta nel
quotidiano – un
cammino che ci ha
insegnato come attraverso tecnologie ormai relativamente semplici
si possano contenere notevolmente i consumi. Questa constatazione
vale per il patrimonio edilizio esistente ma, ancor
più, per quello di
nuova costruzione.
Personalmente ho
avviato questo
cammino nei primi
anni Novanta, ma
negli anni recenti dal 2005 in
avanti, da quando l'Italia recepì la normativa europea in
materia di abbattimento
delle emissioni di gas serra,
lavorando con passione insieme ad un gruppo di colleghi all'interno della Com-
missione Ambiente e Bioedilizia del Collegio geometri
e con il direttore Scotti, ho avuto modo di approfondire
molto di più il tema.
In questo percorso ho incontrato centinaia di colleghi altrettanto desiderosi e capaci di informarsi e capire
come migliorare la propria
professionalità su questo
tema, che hanno cominciato
anche a vedere in esso una
legittima e concreta possibilità di lavoro, offrendo alla
propria committenza progetti più qualificati di abitazioni
più confortevoli
con consumi energetici sempre più
contenuti.
Insomma è emerso, intanto, il
desiderio ( … o la
necessità) di stare
su un mercato che,
per aumentata
sensibilità, per un
utilizzo ottimale
delle agevolazioni
fiscali o per obbligo normativo, è
diventato sempre
più esigente.
È ormai evidente
quindi che, grazie
a questo filone – al
di là e al di sopra
del fatto che molti
si erano avvicinati
al tema solo per
convinzione ideale – si sono aperte sul
mercato dell'edilizia nuove
e interessanti prospettive di
lavoro: lavoro per noi liberi
professionisti che ci siamo
preparati investendo non
poche energie per affrontare
questa sfida da qui al 2020, e
lavoro per un’importantissima fetta del settore edilizio che, in pochi anni, ha
fatto grandi progressi per
stare al passo nei più svariati
settori e che in questi anni è
sopravvissuto alla crisi del
mercato dei nuovi alloggi facendo del risanamento energetico il proprio nuovo
“core businnes”.
Prodotti inimmaginabili
solo pochi anni fa si sono affacciati prepotentemente
sul mercato nel campo della
serramentistica, dei laterizi,
dei materiali per la coibentazione, dell'impiantistica
“tradizionale” e delle energie rinnovabili, dei sistemi di emissione, delle
pompe di calore, ecc.
La visita alle ormai innumerevoli fiere locali dedicate a
AMBIENTE & BIOEDILIZIA
Nella pagina di sinistra, cappotto di
20 cm di fibra di legno applicato a
una villetta a Gavardo e veduta del
lavoro ultimato con schermi solari
orientabili sui serramenti
In questa pagina: sopra, impianto
fotovoltaico e pannelli solari termici;
sotto, raffronto tra indice di
prestazione energetica del fabbricato
prima e dopo l’intervento, con
riduzione del 97%
questo tema, insieme ai necessari studi di approfondimento, hanno fatto sì che
centinaia o migliaia di colleghi si muovessero con capacità discreta in questo
mondo usando un nuovo linguaggio tecnico e padroneggiandolo con sicurezza.
La medesima evoluzione si
è naturalmente avuta in tutti
gli ambiti delle libere professioni tecniche.
E
bbene, a fronte di
questa incredibile
e velocissim cambiamento del settore, attivamente sostenuto a livello legislativo fino a pochi anni fa,
si sta invece registrando in
anni più recenti un atteggiamento che sembra andare in
controtendenza e che rischia
di far perdere credibilità e
mandare in crisi questo settore offrendo in alternativa
maggior spazio ad ambiti, fra
i quali appunto il nucleare,
che non hanno a che fare con
le ormai vaste richieste del
mercato.
La logica delle grandi centrali (non solo nucleari) risponde infatti ad una “vision” in cui in poche grandi
imprese si contenderanno il
ricco business.
Inoltre, mentre l’esperienza
mostra con certezza che con
la logica degli incentivi fiscali – sia pure migliorabili –
vengono attivati notevoli capitali privati grazie anche al
fatto che migliaia (o milioni)
di famiglie possono vedere
concretamente ridotte dal
30 al 90% le loro bollette energetiche, non è ancora
chiaro quale sia lo scenario
opposto: quali sono le risorse da investire (consideIL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 77
AMBIENTE & BIOEDILIZIA
Due fasi dell’inserimento delle sonde
nel pozzo geotermico
rando anche la dismissione
degli impianti)? A chi andranno i benefici economici?
Segnali contraddittori mettono in crisi le certezze
anche sugli investimenti da
parte di società grandi e piccole nel campo delle energie rinnovabili.
Il recente caso del conto energia non chiarito in una
prospettiva lunga ma, al contrario, messo a repentaglio
ad ogni rinnovo, fa temere la
sua totale eliminazione o la
attivazione di procedure più
complesse che scoraggiano
o annullano gli investimenti
privati … anche se poi si riscontrano passi indietro dell’ultimo minuto a seguito
delle pressioni che vengono
non tanto dagli “idealisti”,
ma da un mercato dell’edilizia che ha bisogno di
grande concretezza.
Nel 2005, all’inizio del cammino della Commissione
Ambiente del Collegio Geometri, prendendo spunto da
una immagine del direttore
dell’Agenzia Casaclima Norbert Lantschner, avevo coniato, per un articolo apparso
su questa stessa rivista,
l’idea del dilemma energetico “cappotto o grappino”.
Intendevo trasmettere a mia
volta l’idea che non si può
certo fare affidamento su
una “tecnologia” di questo
genere per riscaldare il nostro corpo durante l’inverno.
Per non soffrire il freddo, allora, è preferibile indossare
un cappotto, anche vecchio
e sdrucito, ma caldo e accogliente.
Abbiamo ampiamente sperimentato come un cappotto
78 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
termico e una coibentazione
della copertura possano portare le nostre abitazioni a risparmi energetici del 50-70%:
ormai registriamo molti casi
realizzati dove ci si avvicina
al fatidico consumo zero.
Anche interventi minori
dove non è facile intervenire
radicalmente con le coibentazioni (penso a palazzi con
architetture particolari,
penso ai problemi di decisioni condivise nei condomini, ecc.) possono conseguire risparmi importanti lavorando anche solo su serramentistica e impianti, senza
parlare delle buone abitudini che – senza investimenti di rilievo – possono
abbattere i consumi termici
ed elettrici.
S
e intervenissimo a
tappeto sul nostro
patrimonio edilizio
con lavori di questa natura
potremmo innescare un
meccanismo virtuoso in cui
la prima fonte di energia che
supererebbe gas, petrolio e
energia nucleare, sarebbe
proprio quella risparmiata
con il pieno rispetto dei vari
protocolli europei ed internazionali, da quello di Kioto
al “20-20-20” dell’Unione
Europea che prevede, entro
il 2020, il 20% di riduzione
delle emissioni da ottenere
per il 20% con il risparmio energetico ed il 20% di energia da fonti rinnovabili.
Ormai stiamo camminando –
sarà legge dal 2020 – verso
abitazioni a consumo zero se
non, addirittura, produttrici
di energia. Avremo ancora
davvero necessità delle
grandi centrali?
❑
GEOLOGIA
Massimo Raviglione*
I
n relazione alle recenti evoluzioni nel
mondo delle opere di
protezione dalla caduta
massi, il presente articolo analizza l’attuale situazione
tecnico – normativa delle
principali opere di protezione, soffermandosi in dettaglio sull’analisi delle opere flessibili a rete comunemente denominate barriere paramassi.
Inquadramento generale
Le strategie per proteggere
un bene soggetto a caduta
massi, qualunque sia la sua
entità, il suo valore economico o la sua importanza
strategica, possono essere
divise in due grandi categorie:
• la prima di tipo gestionale,
nella quale la priorità dell’operato riguarda l’attuazione di procedure operative in grado di limitare e/o
abbattere il rischio legato
alla caduta massi senza
modificare il pericolo connesso alla caduta massi;
• la seconda di tipo strutturale, nella quale l’obiettivo
principale è di ridurre con
“interventi strutturali” la
pericolosità di un’area soggetta a caduta massi.
Una classificazione più raffinata degli interventi atti ad
abbattere il rischio e di
quelli atti a modificare la pericolosità di un’area soggetta a caduta massi può essere così schematicamente
rappresentata:
* Studio tecnico dott. ing. Massimo Raviglione - Rock and SnoW Engineering e.mail [email protected] - ricercatore
presso l’Ufficio Ricerca e Sviluppo INCOFIL Srl
80 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
Opere passive:
le barriere paramassi
Interventi gestionali
Azioni e decisioni che a seguito del superamento di
una determinata soglia di allarme permettono all’utente
di un determinato bene di
non essere esposto al pericolo dovuto alla caduta
massi. A parità di pericolosità si abbatte il rischio isolando l’utente del bene dal
pericolo. L’esempio classico
è la chiusura di una strada
sovrastata da pareti rocciose
monitorate da sistemi remoti di controllo e allarme.
Interventi strutturali
Interventi sul territorio finalizzati a modificare la pericolosità di un’area, cioè tendenti ad abbattere la pericolosità di un’area mediante la
realizzazione di opere di
tipo attivo, passivo o combinate attive e passive.
Opere passive
Sono quell’insieme di interventi che “passivamente” si
oppongono al fenomeno di
caduta massi dopo che l’evento di crollo si è già manifestato, in tale ambito sono
finalizzati principalmente a
deviare o arrestare il moto
del blocco o dei blocchi
lungo la traiettoria di caduta.
Opere attive
Sono quell’insieme di interventi finalizzati ad applicare
forze “attive” atte a stabilizzare il blocco, i blocchi o la
parete rocciosa prima che
avvenga l’evento di crollo e
che si inneschi la dinamica
di caduta massi.
La scelta del tipo di intervento, ad oggi, si è orientata
nella maggior parte dei casi
ad interventi strutturali rispetto a quelli gestionali.
Gli interventi progettati e
realizzati, quasi sempre abbinano interventi di tipo attivo in parete con interventi
di tipo passivo lungo le
traiettorie di caduta, ma in
molti casi si riscontrano
anche interventi unicamente di tipo attivo o passivo.
Entrando maggiormente
nello specifico degli interventi strutturali, nella tabella seguente si riporta una
classificazione più dettagliata delle varie opere Attive e Passive grazie alle
quali il progettista può affrontare la riduzione del pericolo e del conseguente rischio legato a una problematica di caduta massi.
Sono opere passive:
– la riprofilatura del versante
per fermare i blocchi:
berme e trincee;
– il rimboschimento, che
dissipa l’energia dei blocchi, ma non sempre li
ferma: nuovi impianti - in-
tegrazioni e ripristini;
– le barriere paramassi, che
dissipano l’energia dei
blocchi arrestandoli: rigide
- semi rigide - deformabili;
– le reti a cortina, che deviano i blocchi e li fermano
al piede della parete;
– le gallerie artificiali: deviano i blocchi ma non
sempre li fermano;
– le valli paramassi, che dissipano l’energia dei blocchi arrestandoli: terra semplice - terra rinforzata blocchi rocciosi - scogliere
- muri cellulari - gabbioni.
Sono opere attive:
– la rimodellazione dell’assetto idrogeologico, che agisce sulle spinte idrauliche: impermeabilizzazione superficiale - drenaggi superficiali e profondi;
– la rimodellazione dell’assetto morfologico, che rimuove le porzioni instabili: rimodellazione e riprofilatura del versante disgaggio manuale e meccanico - abbattimento con
agenti esplosivi e non;
GEOLOGIA
Nella pagina a fronte: esempi di
opere passive (a sinistra) e di opere
attive (a destra).
In questa pagina: esempio di crash
test a caduta verticale
– il consolidamento e la protezione dell’ammasso roccioso, che applicano forze
stabilizzanti: tiranti, chiodi,
bulloni - iniezioni - reti e
pannelli - legature e fasciature - calcestruzzo spruzzato semplice e fibrorinforzato - sottomurazioni.
Le barriere paramassi
Come detto in precedenza,
le barriere paramassi rappresentano una soluzione di
protezione passiva atta a ridurre il pericolo da fenomeni di caduta massi.
L’utilizzo di tali strutture,
permette la realizzazione di
uno schermo flessibile atto
ad intercettare e dissipare
l’energia cinetica dei blocchi
lungo la traiettoria di caduta.
L’evoluzione tecnica delle
barriere paramassi a partire
dagli anni ’80 -’90 sino ad
oggi ha visto in poco più di
un ventennio lo stravolgimento delle possibilità energetiche e funzionali delle
strutture stesse.
Infatti, a partire dalle prime
barriere paramassi testate a
bassa velocità e grande massa1 con
carrelli ferroviari per energie
prossime a circa 2.000 kJ, si è
arrivati ai più moderni sistemi paramassi in grado di
assorbire energie sino a
5.000 kJ testati mediante impatti ad alta velocità e piccola
massa2 in campi prove opportunamente attrezzati per
collaudare dinamicamente
e misurare le sollecitazioni
agenti.
Con l’entrata in vigore a partire dal 2008 della linea
guida europea ETAG27 Falling Rock Protection Kits, l’ambito
normativo del mondo legato
alle barriere paramassi ha
visto una repentina impennata, con conseguente riverifica in vera grandezza dei
sistemi paramassi, in modo
da predisporli all’ottenimento del Benestare Tecnico Europeo o della Qualificazione per
l’utilizzo strutturale così come indicato dalle Norme Tecniche per
le costruzioni – DM Infrastrutture 14/01/20083.
I sistemi o i kits sottoposti
Traiettoria di caduta
verticale
Test eseguito secondo
le linee guida ETAG27
su barriera paramassi
RAV_0/A INCOFIL Srl
Energia di impatto
E= m g h = 167 kJ
m = massa = 480 kg
g = 9,81 m/s2
h = altezza di caduta
= 35,5 m
da cui è possibile ricavare
la velocità d’impatto pari a
V=√2gh= 26,4 m/s
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 81
GEOLOGIA
alle procedure di test
conformi alle linee guida
ETAG27 offrono quindi ai
committenti, ai progettisti
ed agli utilizzatori del bene,
fitness for uso cioè idoneità all’uso
decisamente diversa rispetto a sistemi analoghi ma
non testati secondo tali disposizioni.
Oltre al valore aggiunto in
termini prestazionali, grazie
all’esecuzione dei crash test
secondo la ETAG27 il progettista è in grado di valutare il kit non solo per le caratteristiche di lavoro dinamico in grado di dissipare
secondo due livelli energetici diversi4 (energia di servizio SEL e massima MEL),
ma anche rispetto alla deformazione del sistema durante l’impatto5 (maximum
elongation), all’altezza del
kits dopo l’arresto del
blocco6 (hR residual height)
e ai tempi ed alle modalità
di ripristino della funzionalità del kit nella normale vita
utile del sistema dopo l’installazione.
Cenni e aspetti progettuali
legati agli interventi
con barriere paramassi
L’iter progettuale degli interventi passivi con barriere
paramassi, può essere semplificato e brevemente sintetizzato nello schema:
A) Valutazione generale
della problematica
di caduta massi
Analisi dei crolli storici, consultazione del catasto dei
crolli e/o degli eventi (se disponibile, es. report dei
massi o dei blocchi rimossi
da una sede stradale), so82 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
pralluoghi in sito, ispezioni
in parete, prime valutazioni
energetiche e traiettografiche, analisi a ritroso di eventi recenti di caduta massi
(se ricostruibili mediate ad
es. la valutazione della pista
di discesa, dei punti di impatto sul terreno e sugli alberi, …), analisi di opere di
protezione esistenti (valutazione dell’efficacia, dello
stato di conservazione, …),
prime valutazioni di sicurezza e di prevenzione infortuni durante le’esecuzione
delle opere, ecc. …
B) Progettazione interventi
Analisi e studi geologici, finalizzati a classificare e delineare la problematica di caduta massi e quantificare gli
input progettuali, valutazione delle traiettorie e
delle energie del fenomeno
di scoscendimento, mediante studi straiettografici
ed energetici
(generalmente mediante
l’utilizzo di modelli digitali
del terreno DTM e l’ausilio
di particolari software 3D
per la simulazione del fenomeno), valutazione della
posizione, della geometria e
della classe energetica della
barriera, mediante idonei
studi traiettografici ed energetici (generalmente mediante l’utilizzo di sezioni
longitudinali ricavate dal
modello digitale del terreno
lungo la traiettoria di scoscendimento e l’ausilio di
particolari software 2D per la
simulazione del fenomeno)
lungo le potenziali traiettorie di caduta, ecc. …
C) Verifiche e tarature in sito
Verifica a ritroso degli studi
traiettografici, eventuale esecuzione di “distacchi” pilotati per valutare e verificare in sito le dinamiche di
scoscendimento, valutazioni a ritroso della posizione (disposizione della/e
fila/e, sovrapposizione,
schermo marginale, ecc. …)
e della geometria (lunghezza della/e tratta/e, altezza di intercettazione, ecc.
…) delle opere, pre-tracciamento delle barriere per la
verifica della posizione e valutazione della tipologia
delle opere fondazionali,
ecc. …
D) Verifica opere progettate
Taratura del progetto a seguito delle verifiche eseguite in sito, verifica del livello energetico al livello
SEL (Service Energy Level)
e/o al livello MEL (Maximum
Energy Level) e definizione
dei relativi coefficienti di sicurezza rispetto alla classe
energetica della barriera in
progetto, verifica dell’altezza di intercettazione rispetto al valore di progetto
e definizione dei relativi
coefficienti di sicurezza rispetto all’altezza residua
minima da test 7 , verifica
della massima deformata da
test in relazione alla posizione della barriera rispetto
al bene da proteggere o alla
distanza fra due schieramenti sovrapposti e definizione dei relativi coefficienti
di sicurezza rispetto alla posizione di progetto, verifica
della copertura del campo
marginale rispetto al limite
delle traiettorie marginali
considerate o della sovrap-
posizione fra due schieramenti contigui rispetto alle
traiettorie di scoscendimento deviate8, valutazioni
ed analisi dell’inserimento
delle opere nel contesto del
sito (studi di impatto ambientale, …), ecc. …
E) Valutazioni tecniche
ed economiche
delle opere in progetto
Definizione dei requisiti
prestazionali minimi delle
barriere paramassi (normativa di riferimento, classe energetica, altezza di intercettazione, altezza residua,
deformata massima, protezione dalla corrosione, …),
tipologia e caratteristiche
delle opere fondazionali (tipologie di fondazioni in relazione alle diverse caratteristiche geotecniche del terreno o della roccia, protezione dalla corrosione, …),
valutazioni economiche
delle opere (fondazioni e
sovrastruttura) in relazione
alle reali caratteristiche del
sito, ecc. …
F) Vita utile dell’opera,
controlli e manutenzione
Definizione della vita utile e
definizione dell’iter di controllo e dell’attività manutentiva dell’opera in progetto, ecc. …
G) Sicurezza
e prevenzione infortuni
Progetto della sicurezza in
relazione alle reali problematiche del cantiere (opere
in progetto) ed alle caratteristiche del sito (interferenze cantiere ‡ sito e sito ‡
cantiere).
GEOLOGIA
Considerazioni conclusive
Come illustrato nel presente
articolo, non esiste un’unica
possibilità per gestire il rischio o ridurre la pericolosità di un’area soggetta a caduta massi.
L’utilizzo di interventi di
protezione attivi e/o passivi,
se progettati e realizzati correttamente possono ridurre
il pericolo derivante dalla
caduta massi, e di conseguenza mitigarne il rischio,
ma non annullarlo definitivamente. Ciò non toglie
però che tutte le opere devono essere opportunamente mantenute nel
tempo e/o ripristinate in
caso di impatto.
Quindi in conclusione, l’effettiva riduzione della pericolosità dalla caduta massi
di un’area e la conseguente
mitigazione del rischio, avrà
esito positivo solo se la filiera Conoscenza del fenomeno,
Progettazione delle opere di protezione, Esecuzione degli interventi,
Manutenzione dell’opera, sarà eseguita correttamente in
tutte le sue fasi.
❑
massa pari a 50,5 t sulla struttura alla velocità di circa 8,89 m/s.
2
Esempio di test ad “alta velocità” e piccola
massa, report test anno 2008, barriera
RAV–5/A prodotta dalla Società INCOFIL
Srl, energia di impatto testata secondo le
linee guida ETAG27 pari a 2.000 kJ ottenuti
per impatto di un blocco in calcestruzzo di
massa pari a 4,8 t che impatta sulla struttura alla velocità di circa 29 m/s.
3
NTC/08, capitolo 11 - Materiali e prodotti
per uso strutturale.
4
Da norma ETAG27 § 2.4 Characteristics of
the assembled system which are relevant
for the fitness for use, SEL = Service Energy
Level e MEL = Maximum Energy Level, fra
loro correlate dalla seguente espressione
energetica MEL ≥ c x SEL con c = 3
5
Da norma ETAG27 ° 1.4.2.14. Elongation of
the kit.
6
Da norma ETAG27 ° 1.4.2.16. Residual
height.
7
Caratteristiche proprie del kit paramassi
come da report di test per i livelli energetici SEL e MEL.
Note
1
Esempio di test a “bassa velocità” e
“grande massa”, report test anno 1986,
barriera Isomat 220 prodotta dalla Società
Isomat Italia SpA, energia di impatto testata in assenza di normative pari a 2.000
kJ ottenuti per impatto di un carrello di
8
Lungo direzioni non corrispondenti alle
traiettorie prossime alla direzione di massima pendenza.
Riferimenti bibliografici
• ETAG27, Guideline for european technical
approval of falling rock protection kits –
ed. 01.02.2008
• Report di test barriere paramassi INCOFIL
Srl (Via degli Artigiani 52 - Z.I. Cirè - Pergine
Valsugana (TN) / +39.0461.534000 / e.mail
[email protected]
/
website
www.incofil.com) Università BTU - Brandenburgische Technische Universitat
Cottbus di Cottbus (D) Laboratorio di Geologia e Geotecnica – ed. varie
• Verbale di constatazione della capacità di
assorbimento d’energia della barriera paramassi modello 220 Isomat Italia SpA –
AUTOSTRADE - Concessioni e Costruzioni
Autostrade SPA – ed. 04.04.1986.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 85
CONDOMINIO
Da “Tutto su… il condominio”
(Corriereconomia) vol. 2
Condominio, novità in arrivo
Parte prima
A
ria nuova in condominio. La normativa oggi in vigore
risale al 1942 e aveva bisogno di una rinfrescata;
Dopo anni di discussioni,
questa volta il Parlamento
sembra intenzionato ad attuarla. Che cosa ambia con la
legge in approvazione?
La riforma del condominio è
stata approvata dal Senato
nella seduta del 26 gennaio.
Il testo, risultante dalla sintesi di cinque disegni di
legge elaborata da un comitato ristretto di senatori appartenenti alla Commissione Giustizia, è attualmente al vaglio, in sede referente, della Commissione
Giustizia della Camera dei
deputati, che una volta terminato l’esame la trasmetterà all’aula, per cui non è escluso che possano intervenire modifiche più o meno
incisive a condizione che
non ci sia uno scioglimento
anticipato del Parlamento. Il
provvedimento recepisce in
larga misura princìpi e istituti giuridici da tempo individuati dalla pratica e sanciti
dalla giurisprudenza: fra
questi il supercondominio,
il Consiglio di condominio,
l’equiparazione dell’ascensore alle scale ai fini della ripartizione delle spese di
manutenzione e ricostruzione, il riconoscimento del
diritto al distacco dall’impianto centralizzato di riscaldamento e condizionamento da parte del condomino, l’elaborazione di una
vera e propria casistica sintomatica di “grave irregolarità” nella gestione condominiale, la particolare atten86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
zione riservata alla sicurezza
dell’edificio e degli impianti, la regolamentazione
del conflitto di interessi in
capo all’amministratore: elementi tutti finalizzati a migliorare il clima condominiale attraveso una più trasparente e dettagliata definizione degli aspetti di
questa particolare e diffusa
comunità, e del ruolo di coloro che vi convivono o lo gestiscono. Riportiamo una
sintesi delle novità, ordinate alfabeticamente per agevolare la consultazione.
Amministrazione
Assicurazione
L’amministratore, all’atto
dell’accettazione della nomina, se richiesto, deve presentare ai condomini, sotto
pena di nullità della nomina
stessa, una polizza di assicurazione a garanzia degli atti
compiuti nell’espletamento
del mandato. I massimali
della polizza non possono
essere inferiori all’importo
dell’ultimo bilancio consuntivo approvato dall’assemblea.
L’amministratore è tenuto
ad adeguare i massimali
qualora nel periodo del suo
incarico l’assemblea deliberi lavori straordinari. L’adeguamento non deve essere inferiore all’importo di
spesa deliberato e dev’essere effettuato contestualmente all’inizio dei lavori.
Attribuzioni
Le attribuzioni dell’amministratore si presentano notevolmente incrementate;
egli, infatti, oltre a una serie
di obblighi e di compiti e-
lencati nell’articolo1129 del
Codice civile, deve:
1. eseguire le delibere dell’assemblea, convocarla annualmente per l’approvazione del rendiconto e curare l’osservanza del regolamento di condominio;
2. disciplinare l’uso delle
cose comuni e la funzione
dei servizi nell’interesse comune, in modo che ne sia assicurato il miglior godimento a ciascuno dei condomini;
3. riscuotere i contributi condominiali ed erogare le
spese occorrenti alla manutenzione ordinaria delle
parti comuni dell’edificio e
all’esercizio dei servizi comuni;
4. compiere gli atti conservativi dei diritti inerenti alle
parti comuni dell’edificio;
5. eseguire gli adempimenti
fiscali;
6. curare la tenuta dei registri condominiali;
7. provvedere all’affissione
degli atti di cui all’articolo1117-ter del Codice civile (modifica alla destinazione delle parti comuni);
8. fornire al condomino che
ne faccia richiesta l’attestazione relativa allo stato dei
pagamenti degli oneri condominiali e delle eventuali
liti in corso.
Compenso
L’amministratore ha diritto
al compenso per il compimento delle operazioni di
presentazione del rendiconto e di successione nell’incarico, da eseguire entro
i venti giorni successivi alla
cessazione dell’incarico,
salvo diversa deliberazione.
Dati
Aggiornamento
L’amministratore, entro
dieci giorni dall’accettazione della nomina, deve
provvedere all’aggiornamento dei dati del Registro
(vedi la relativa voce).
Comunicazione
Contestualmente all’accettazione della nomina e a
ogni rinnovo dell’incarico,
l’amministratore deve comunicare all’assemblea i
propri dati anagrafici e professionali, il codice fiscale,
o, se si tratta di società,
anche la sede legale e la denominazione, nonché l’ubicazione, la denominazione e
il codice fiscale degli altri
condomìni eventualmente
amministrati, il locale in cui
si trovano i registri condominiali, nonché i giorni e le ore
in cui ogni interessato,
previa richiesta all’amministratore, può prenderne gratuitamente visione e ottenere, previo rimborso della
spesa, copia dell’originale
firmata dall’amministratore.
Affissione
Nel luogo di accesso al condominio o di maggior uso comune, accessibile anche ai
terzi (di regola l’androne),
dev’essere affissa l’indicazione delle generalità e dei
recapiti, anche telefonici,
dell’amministratore. Se
manca l’amministratore vi
devono essere affissi generalità e recapiti, anche telefonici, della persona che
svolge funzioni analoghe a
quelle dell’amministratore.
Durata dell’incarico
L’incarico di amministratore
ha una durata di due anni,
CONDOMINIO
salvo diversa espressa delibera dell’assemblea, e s’intende rinnovato per tale durata.
Nomina
Fermo restando che l’amministratore viene nominato
se i condomini sono più di
quattro, la riforma stabilisce
che, se l’assemblea non
provvede alla nomina (occorre il voto favorevole della
maggioranza degli intervenuti, in rappresentanza di almeno 500 millesimi), vi fa
luogo il Tribunale, su ricorso
anche di un solo condomino.
Registro
La Riforma introduce il registro degli amministratori di
condominio, tenuto dalla
Camera di commercio. Il registro è pubblico; chiunque,
infatti, può accedere ai dati
in esso contenuti e ottenere
copia conforme previo rimborso delle spese.
Iscrizione
L’iscrizione nel registro, da
effettuare presso la Camera
di commercio della provincia in cui è ubicato il condominio, è obbligatoria,
deve avvenire prima dell’esercizio dell’attività e
dev’essere comunicata al
condominio amministrato.
Per essere iscritto nel registro interessato deve indicare i propri dati anagrafici e
il codice fiscale (se si tratta
di società la sede legale e la
denominazione), nonché
l’ubicazione e il codice fiscale dei condomìni amministrati. Ai fini dell’iscrizione
e dei successivo aggiornamento del registro, gli interessati devono altresì di-
chiarare che non sussistono,
né sono sopravvenute, condizioni ostative all’iscrizione (se si tratta di società,
la dichiarazione deve essere
rilasciata da coloro che, nell’ambito della stessa, svolgono funzioni di direzione e
amministrazione).
Non possono essere iscritti
al registro coloro che, fatti
salvi gli effetti della riabilitazione, sono stati condannati
con sentenza irrevocabile:
a. alla reclusione non inferiore a due anni per un delitto non colposo contro la
pubblica amministrazione,
contro la fede pubblica o
contro il patrimonio;
b. alla reclusione per un delitto non colposo contro il
patrimonio commesso nell’esercizio dell’attività di
amministratore di condominio.
Nel registro sono indicati,
oltre ai dati di cui sopra, la
data di iscrizione nel registro stesso, i dati relativi alle
nomine e alla cessazione
degli incarichi, nonché tutte
le ulteriori variazioni. I dati
contenuti nel registro sono
gestiti con modalità informatizzate e consentono la ricerca sia per nome dell’amministratore, sia per denominazione e indirizzo del
condominio. Chiunque può
accedere ai predetti dati e
ottenerne copia conforme
previo rimborso delle
spese. L’iscrizione nel registro comporta il pagamento
annuale di un diritto di segreteria.
Sanzioni
L’esercizio dell’attività di
amministratore, in mancanza di iscrizione nel registro, o in caso di omessa o inesatta comunicazione dei
dati richiesti per l’iscrizione,
non dà diritto a compenso
per tutte le attività svolte a
decorrere dal momento in
cui l’iscrizione risulta irregolare e comporta la sanzione
amministrativa da 200 a
1.000 euro (da 2.000 a 10.000
euro in caso di esercizio dell’attività in sorma societaria). La reiterazione della
violazione comporta anche
la perdita della capacità di
essere iscritti nell’elenco
per i cinque anni successivi.
Le sanzioni sono irrogate
dalla Camera di commercio.
Amministratore-condomino
La normativa che precede
non si applica al condomino
che svolga la funzione di amministratore limitatamente
al proprio condominio. In tal
caso l’interessato dve comunicare la denominazione e
l’ubicazione del condomino,
i propri dati anagrafici e il codice fiscale, l’insussistenza
di condizioni ostative all’iscrizione nel registro,
nonché la data di inizio e di
cessazione dell’incarico, afIL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 87
CONDOMINIO
finché tali dati siano separatamente riportati nel registro. Gli effetti della nomina
decorrono dalla data dell’avvenuta comunicazione.
In mancanza, sono applicabili le sanzioni di cui sopra.
Norma transitoria
Coloro che, all’entrata in vigore della legge, risulteranno esercitare l’attività di
amministratore di condominio, avranno 90 giorni per
mettersi in regola.
Revoca
L’amministratore può essere revocato in ogni tempo
dall’assemblea con il voto
favorevole della maggioranza degli intervenuti, in
rappresentanza di almeno
500 millesimi. Può altresì essere revocato dal Tribunale,
su ricorso di ciascun condomino nei seguenti casi:
1. se non comunica senza indugio all’assemblea di aver
ricevuto la notifica di una citazione o di un altro provvedimento che esorbita dalle
sue attribuzioni;
2. se non rende il conto della
gestione;
3. se vi sono fondati sospetti
di gravi irregolarità. La
norma elenca una serie di
comportamenti, desunti
dalla giurisprudenza formatasi sull’argomento e riguardabili come “grave irregolarità”; essi sono, oltre alla comunicazione di notizie incomplete o inesatte:
a. il ripetuto rifiuto di convocare l’assemblea per la nomina del nuovo amministratore o negli altri casi previsti
dalla legge;
b. la mancata esecuzione di
provvedimenti giudiziari e
88 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
amministrativi, nonché di
delibere dell’assemblea;
c. la mancata apertura e utilizzazione del conto corrente condominiale;
d. la gestione secondo modalità che generano possibilità di confusione tra il patrimonio del condominio e il
patrimonio personale dell’amministratore o di altri
condomini;
e. l’aver acconsentito, con
dolo o colpa, alla cancella
zione delle formalità eseguite nei registri immobiliari
a tutela dei diritti del condominio;
f. l’aver omesso di agire nel
previsto termine per la riscossione forzosa delle
somme dovute al condominio e avere omesso di curare diligentemente l’azione
e la conseguente esecuzione coattiva;
g. L’inottemperanza agli obblighi in materia di destinazione d’uso e di inteventi urgenti a tutela della sicurezza
e della salubrità dell’edificio e degli impianti;
h. la mancata comunicazione
dei dati o la loro incompletezza o inesattezza;
i. l’inerzia di fronte a situazioni che richiedono il suo
intervento per la sicurezza.
Sulla revoca dell’amministratore il Tribunale provvede in camera di consiglio
con decreto motivato, sentito l’amministratore in contraddittorio con il ricorrente.
Amministrazione
Qualora non si prendano
provvedimenti per l’amministrazione delle parti comuni, ciscun condomino,
previa diffida all’amministratore o, in mancanza, a
tutti gli altri condomini, può
ricorrere al Tribunale, che
provvede in camera di consiglio. Il Tribunale può anche
autorizzare l’esecuzione
degli interventi opportuni e
la ripartizione delle spese.
Antenna
Autonoma
L’installazione di un impianto autonomo per la ricezione radiotelevisiva e per
l’accesso a qualunque altro
genere di flusso informativo,
anche da satellite o via cavo,
e il relativo collegamento
fino al punto di diramazione
per la singola utenza,
dev’essere realizzata in
modo da recare il minor pregiudizio alle parti comuni e
alle unità immobiliari di proprietà esclusiva coinvolte,
salvo quanto previsto in materia di reti pubbliche.
S
e si rendono necessarie modifiche
delle parti comuni,
l’interessato ne deve dare
comunicazione all’amministratore, indicando il contenuto specifico e le modalità
degli interventi. L’assemble
apuò prescrivere, con il voto
favorevole della maggioranza degli intervenuti, in
rappresentanza di almeno
667 millesimi, adeguate modalità alternative di esecuzione o imporre cautele a
salvaguardia della stabilità,
della sicurezza e del decoro
architettonico dell’edificio.
L’assemblea può anche, con
la stessa maggioranza, subordinare l’esecuzione
della modifica alla presta-
zione, da parte dell’interessato, di idonea granzia per eventuali danni.
I condomini o i loro aventi
causa devono consentire
l’accesso alla loro proprietà
esclusiva, se ciò è necessario per la progettazione e
per l’esecuzione delle opere. In caso d’impedimento all’accesso o di richiesta di garanzia eccessivamente onerosa, il giudice
provvede anche in via di urgenza. L’interessato e i suoi
aventi causa sono tenuti a
farsi carico delle spese di ripristino delle cose altrui nel
caso di sopravvenuta impossibilità di uso dell’impianto o di rimozione dello
stesso.
Centralizzata
L’installazione di un impianto centralizzato per la ricezione radiotelevisiva e
per l’accesso a qualunque
altro genere di flusso informativo, anche da satellite o
via cavo, e i relativi collegamenti fino alla diramazione
per le singole utenze, potrà
essere deliberata con il voto
favorevole della maggioranza degli intervenuti all’assemblea (anziché un
terzo dei partecipanti al condominio, come avviene attualmente), in rappresentanza di almeno 334 millesimi, a condizione, però, che
l’assemble avenga convocata seguendo forme e termine previsti dal secondo
comma dell’articolo 1117-ter
del Codice civile.
(Fine prima parte)
CULTURA
La Leonessa e il tricolore:
Brescia durante il Risorgimento - 2
Vittorio Nichilo
G
1861 - 2011
150° anniversario
Unità d’Italia
li eroi servono alla storia
come i miracoli alla vita quotidiana: difatti sono rari, per
questo sono memorabili. Tra i
personaggi che hanno fatto il
nostro Risorgimento abbiamo avuto imperatori,
re, generali, che di solito
andiamo a vedere nei
musei, rigidi nel loro polveroso contegno, dimenticati se non fosse per la
memoria che se ne fa di
tanto in tanto in convegni o
in titolazioni di vie. Sfuggito
a questa logica che divora
con mascelle leonine per-
sone e date, c’è un
uomo affascinante,
capace, ad un secolo e più dalla morte, di far
ancora tendenza, di essere
pietra di scandalo, di turbare o esaltare sonni e sogni
di noi che, comuni mortali, ci
arrabattiamo tra politichese
e realtà di tutti i giorni: Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei
due mondi. Qualcuno cerca
di cancellarne la memoria,
magari levandone il nome
dalle piazze, ma lui no, lui è
più forte di tutte le nostre infedeltà: occhieggia dalle
scatole dei sigari, si accende
nelle nostre menti alla vista
di una camicia rossa, ha legato il suo nome ai bersaglieri, uno dei reparti italiani
più amati, scippandone la
paternità effettiva al generale Lamarmora, vive nelle
canzoni pop. Su Giuseppe
Garibaldi da Nizza è stato
scritto tutto ed il suo contrario ma con Brescia che
rapporto ebbe? E che rapporto ebbero i bresciani con
Garibaldi? Un rapporto pas90 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
sionale, cuore e testa insieme, al punto che pensare di cancellare Garibaldi dalla nostra storia locale vorrebbe dire segare via, con miope rozzezza, un pezzo di genuina brescianità. Andiamo però per ordine, partendo dal monumento a
Brescia, in piazza Garibaldi. L’8 settembre 1889 Giuseppe
Cesare Abba, scrittore garibaldino che avrebbe scelto Brescia come sua città, inaugurava la statua equestre di Garibaldi, opera del leccese Eugenio Maccagni. Non era l’unica
statua dell’eroe nel Bresciano. Ad Iseo, per altro, gli era stato
dedicato il primo monumento d’Italia l’11 novembre 1883, a
poco più di un anno dalla scomparsa. La statua di Brescia aveva però un valore ben preciso: indicava il punto da cui Garibaldi era entrato nella nostra città, il 13 giugno 1859, alcuni
prima del re Vittorio Emanuele. Maccagni lo rappresentò un
po’ eroe classico a cavallo, un po’ guerrigliero sudamericano, con quel misto calcolato di trasandata accortezza che
faceva sussultare di passione il cuore delle italiane ed incendiare alla lotta quello
degli italiani. Il leone alla
base del monumento non
era del resto scelto a caso:
diversi biografi avevano paragonato il nizzardo al coraggioso animale, utilizzando
spesso l’aggettivo leonino,
oltre che per il valore militare anche per descrivere i
suoi capelli lunghi, biondi in
gioventù, che, uniti agli
occhi azzurri, lo rendevano
irresistibile. L’incontro tra
Brescia e Garibaldi sarebbe
potuto avvenire già nel
1848, durante la prima
guerra di indipendenza, nel
luglio dopo la sconfitta di
Custoza. Il generale arrivato
a Bergamo decise però di ripiegare su Como, vista l’evoluzione degli eventi bellici. Il 13 giugno 1859 viene
dunque accolto, come
detto, a porta san Giovanni,
l’odierna piazza Garibaldi,
con entusiasmo che l’eroe
definirà “bresciano cioè unico!”. Raccontano che
dormì in una bottega a
Sant’Eufemia, su un tavolaccio particolare che accrebbe l’aura di laica santità
CULTURA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2 - 91
CULTURA
La “Battaglia di Bezzecca” in un
dipinto di autore ignoto; sotto: il
monumento a Giuseppe Garibaldi
inaugurato, primo in Italia, a Iseo
l’11 novembre 1883, meno di un
anno e mezzo dopo la morte
dell’“Eroe dei due Mondi”
che già aleggiava sul personaggio. Giusto il tempo per
rifiatare e via, verso la battaglia di Treponti, degno prologo a San Martino e Solferino, con uno scontro durato
dalle 7 del mattino alle 14,
dove riuscì a tenere la posizione nonostante inferiorità
di mezzi ed uomini. Mentre
Vittorio Emanuele II e Napoleone III combattevano tra le
colline del basso Garda, Garibaldi si muoveva da Paitone a Gavardo quindi a
Salò, al passo di Sant’Eusebio e poi in Valcamonica,
ritirandosi a Edolo, Breno e
Lovere. La seconda guerra
di indipendenza però rimaneva una partita aperta e
l’armistizio che dava la Lombardia ai Savoia fu solo una
pausa, pausa in cui Garibaldi non stette fermo: nella
sua mente l’impresa della liberazione del Sud. Il comune di Brescia nel frattempo, il 10 aprile, gli concedeva, tra l’altro, la cittadinanza onoraria per compensarlo del passaggio della sua
92 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
Nizza alla Francia. E, come
suo solito, il commento fu
entusiastico, rispondendo
che "Se vi è una cittadinanza
di cui possa onorarsi un individuo ed andarne superbo essa è ben quella
della città di Brescia". L’11
maggio di quell’anno Garibaldi sbarcava a Marsala,
dove numerosi furono i bresciani, partiti volontari: ben
sessantuno. Dopo quelle
giornate memorabili il generale sarebbe ritornato nel
Bresciano. Particolarmente
significativo il 1862, anno
che vide Garibaldi soggiornare in diverse località, da
villa Facchi a Mompiano a
villa Fenaroli a Rezzato. Si
divise tra molteplici impegni, tra i quali spiccarono
l’inaugurazione della società operaia di Brescia, di
cui accettò la presidenza onoraria come per altro
quella di Salò, e l’apertura di
diversi poligoni per il tiro a
segno in provincia. Il sospetto, per altro fondato,
delle autorità era che tutto
questo attivismo fosse finalizzato ad una spedizione
verso il Trentino, di fatto
tentata proprio in quel 1862
e nel 1864. Garibaldi sarebbe ritornato a Brescia, in
occasione della terza guerra
di indipendenza, il 17
giugno 1866, convergendo
verso l’alto Garda, verso l’allora confine austriaco: l’eroe
sarebbe stato ferito il 3 luglio successivo nelle gloriosa giornata di Montesuello e la giornata ricordata
da un apposito sacrario. Il
vecchio leone si sarebbe ricordato di Brescia anche
negli ultimi giorni a Caprera
CULTURA
Il manifesto annunciante
l’inaugurazione del monumento a
Giuseppe Garibaldi nella piazza
principale di Iseo
Lo scontro tra Garibaldini e
Austriaci a Ponte Caffaro
pensatore fondamentale per Garibaldi ma non
solo: voleva dire vivere ideali con la passione di
Garibaldi che mazziniano fu ma non solo, perché
fu innanzitutto Garibaldi. I garibaldini bresciani
furono l’espressione di un movimento popolare:
si andava da Gian Maria Archetti, notaio, o Giovanni Foresti, ingegnere ferroviario, a Stefano Antonelli, garzone di un panettiere e Michelangelo
Scarpari, stradino; varie le età che spaziavano da
Paolo Ferrari, classe 1820 a Giacomo Terzi, classe
1847, un tredicenne partito da Capriolo per Milazzo dove fu fatto prigioniero dai borbonici. Avventurose anche le vicende personali come la
vita di Ernesto della Torre di Adro che sarebbe ri-
scrivendo "Io fui ferito nella difesa delle vostre valli, ferita e
reminescenza sono le più gloriose della mia vita". Chi erano
i bresciani che avevano seguito Garibaldi? Forte l’impressione lasciata in vita ed in morte nella nostra provincia, con
la sequela di targhe, monumenti e titolazioni di asili ed edifici. L’epopea garibaldina visse anche nei nomi: chi da allora a Brescia non ebbe almeno un’Anita o un Giuseppe Cesare in famiglia? Diversi bresciani parteciparono alla campagna del Sud ma anche alle successive del Trentino. Essere garibaldino voleva dire avere simpatie per Mazzini,
masto ad abitare a Napoli, dove avrebbe aperto
una celebre tipografia e che, alla morte, sarebbe
stato onorato con il lutto cittadino, o Giuseppe
Barboglio da Camignone, che a Lugano cospirava
e giocava a calcio con Mazzini e che sarebbe stato
l’ultimo bresciano dei Mille a spegnersi, nel 1919,
seguito poche ore dopo dal figlio Liberto, comandante del 54° fanteria e tra coloro che avevano riportato Gorizia all’Italia nella prima guerra
mondiale. Un’esperienza unica quella garibaldina, un’ebbrezza ideale che, comunque la si voglia giudicare rimase impressa a caratteri di fuoco in chi l’aveva vissuta. Cesare Scaluggia da Cailina di Villa Carcina, che era
stato tra i Mille della spedizione in Sicilia, tornato alla vita
di sempre, con i suoi ritmi prosaici, preferì lasciarsi morire
un po’ per volta, anziché vivere nei ricordi sempre più lontani di quelle giornate memorabili.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 93
CULTURA
La grande impresa
dei vecchi ponti
Franco Robecchi
I
ponti sono strutture affascinanti. Hanno sempre suggerito la sensazione della potenza costruttiva dell’uomo, quasi indipendentemente dalla loro dimensione. Il solo fatto di interrompere un veto naturale al cammino, di consentire, come per miracolo, quello che appariva
impossibile, attraversare un fiume, scavalcare un avvallamento, ha sempre provocato uno stupore che si avvicinava
allo sconcerto. Non casualmente molti sono i ponti che sono
stati chiamati “ponte del diavolo”, poiché l’opera è spesso
stata vista come una sfida troppo spinta alla natura, all’ordine delle cose. Gli edifici abitativi o destinati ad altre funzioni sono spesso apparsi stupefacenti, soprattutto quando
erano imponenti, come il Colosseo o le piramidi, ma non davano la sensazione di sfidare le forze della natura. Il ponte,
invece, entra in un braccio di ferro sistematico con il vuoto
sottostante e con il fiume, sfidandone le sfuriate, le piene,
le correnti, gli urti di onde e alberi trascinati dalla corrente
contro le pile. La forza strutturale del ponte è evidente,
mentre non sempre è altrettanto in un edificio. La storia di
94 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
queste strutture è appassionante e ha segnato l’evolversi
della civiltà. Non si ha notizia di strutture significative di
questo tipo prima della grande stagione romana. E invece è
proprio con riferimento ai ponti che appare uno dei pochissimi nomi di ingegneri dell’intera storia romana. La Colonna
traiana riporta, nel lungo film della narrazione a bassorilievo, la scena della costruzione del ponte sul Danubio, opera, appunto, firmata dal costruttore: Apollodoro di Damasco, progettista anche del Foro di Traiano, in Roma. La
conoscenza del nome del progettista di un’opera architettonica o ingegneristica è rarissima, nell’antichità. Il fatto che,
invece, proprio per un ponte emerga, dal generale anonimato, il nome dell’autore è un dato rivelatore sulla eccezioanlità di questo tipo di strutture. I ponti romani hanno costituito un esempio straordinario della capacità costruttiva
di duemila anni fa. Il Pont du Gard, nel sud della Francia è
un’opera che ancora oggi lascia esterrefatti. Il ponte, ovviamente in pietra, scavalca l’avvallamento, e il fiume Gardon
che vi scorre, con una tripla serie di arcate sovrapposte.
CULTURA
A sinistra: il Ponte di Rialto a
Venezia, uno dei massimi capolavori
di questa tipologia.
A destra: il Ponte di Bassano del
Grappa, in legno.
Sotto la più bassa scorre il fiume, entro la seconda si ha la
strada e dentro la terza, costituita da archetti, scorre l’acquedotto. Il ponte è lungo 275 metri ed è alto 49 metri. Oltre
questo capolavoro ingegneristico, ponti romani sono presenti in numerosissime città del Mediterraneo e d’Europa.
Anche il Ponte Crotte di Brescia, si dice poggi su strutture romane e forse anche il ponte di Pontenove, sul Chiese, anche
se pare che il ponte romano fosse un poco discosto e di
legno.
I grandi ponti hanno costituito la forma stessa di molte città
importanti, che, come spesso è avvenuto, proprio su fiumi
sono state fondate: da Roma a Parigi, da Londra a Vienna, a
Budapest, da Firenze a Venezia, che è su un fiume-mare. Il
suo ponte di Rialto è uno dei grandi capolavori della storia
umana. Se i ponti barocchi hanno costituito un capitolo altissimo della storia urbana europea, con grandi esempi di
splendida immagine, è ancora al Settecento che va assegnato un ponte molto particolare, che ha sempre destato la
curiosità e l’ammirazione: il ponte di Bassano del Grappa. Fu
progettato, originariamente, dal Palladio, ma infine fu ricostruito, a metà del XVIII secolo, dall’ingegnere Bartolomeo
Ferracina, che fu anche consulente per il restauro della
Loggia di Brescia. La sua notorietà per la canzone che lo cita
e la distilleria di grappa che è al suo imbocco non hanno offuscato il suo fascino. Rimanendo in Lombardia non si può
dimenticare il ponte di Pavia, che, benché ricostruito ad imitazione delle forme antiche, dopo i bombardamenti dell’ultima guerra, dà perfettamente l’idea della bella struttura
di un ponte coperto, come quello di Bassano e come il celebre Ponte Vecchio di Firenze, che è parzialmente coperto,
nelle fasce occupate da botteghe. La grande stagione moderna dei ponti prende avvio con le prime sperimentazioni
ingegneristiche dell’uso del ferro, inizialmente la ghisa. A
partire dal ponte inglese sul Severn, del 1779, si è avuta una
cavalcata costruttiva che è andata crescendo, in un esaltante
cammino delle capacità costruttive della civiltà contemporanea. Anche in quella fase la sperimentazione dei nuovi materiali, passò soprattutto attraverso la costruzione di ponti,
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2 - 95
CULTURA
Il Tower Bridge sul Tamigi di Londra.
Sotto, il Ponte Alessandro III di Parigi.
dove la grande nemica della
statica, la trazione, poteva
essere finalmente contrastata. Si doveva fare appello
al caro, vecchio legno, per avere qualche suggerimento
dovuto alla millenaria esperienza, ma la scala delle
nuove forze in gioco era enormemente moltiplicata.
Se i primi ponti, della fine
Settecento e del primissimo
Ottocento, applicavano ancora lo schema dell’arco,
anche con l’uso della ghisa,
furono i ponti sospesi a sfruttare la grande novità della
resistenza a trazione del
ferro. Mentre in Italia, ancora
negli anni Venti e Trenta dell’Ottocento, si iniziava ad usare il ferro per ponti ad arco,
già i ponti a trazione facevano la loro comparsa dal
96 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
CULTURA
Il Ponte di Brooklyn, in due vedute,
aerea e ravvicinata.
1817, prima in Gran Bretagna
e poi in Francia. Un precursore del ponte basato sulla
sollecitazione a trazione del
ferro era stato l’antico ponte
medievale, che, come è
noto, era basato sulla lastra
di in legno di transito sostenuta, almeno nella fase dinamica, da due catene tese fra
l’estremità del piano e le
travi che si reclinavano a
sbalzo o le carrucole di scorrimento. Nel 1616 Fausto Veranzio e nel 1721 Fischer Von
Erlach avevano tracciato disegni che si basavano sul sostegno di impalcati di ponti
con catene e funi, magari riferendosi ad esempi esotici
e primitivi, dove la fune era
di fibre vegetali. L’ingegnere
francese Emiland Gauthey
inserì i nuovi ponti nel suo
trattato del 1809-1813, Traité
de la construction des ponts. In Italia un ponte a catene fu costruito a Fornoli, Bagni di
Lucca, fra il 1844 e il 1860, ed
è ancora è visibile. Gli statunitensi furono precoci interpreti della nuova tipologia
dei ponti sospesi, ma anche
di ponti ad arco, mentre l’Inghilterra continuava a dettare legge. Le metropoli
mondiali, che non mancano
quasi mai di un grande
fiume, ebbero modo di sfoggiare la propria potenza con
strutture imponenti e di
forte impatto, anche psicologico. Da New York a Budapest, da Londra a Parigi l’audacia modernista dei grandi
ponti esplose. Il Tower
Bridge di Londra, imponente e aulico, fu inaugurato
nel 1894 dal re Edoardo VII.
È opera di Horace Jones e
Wolfe Barry. Il ponte ha un
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2 - 97
CULTURA
Il progetto di Eiffel per il ponte del
Garabit. Sotto l’arcata del ponte
sono disegnate, sovrapposte, Notre
Dame de Paris e la Colonna di Place
Vandôme, per rendere palpabili le
dimensioni della struttura.
In basso, il ponte del Garabit in
costruzione.
doppio collegamento, nella parte centrale, fra le massicce
torri. La porzione del primo livello, che costituisce la carreggiata veicolare, è mobile, per consentire il passaggio lungo il
fiume delle navi. Invece, il collegamento del livello più alto
è fisso, ma, ovviamente, non riguarda i veicoli. Le porzioni laterali del ponte sono sospese a cavi. Il Ponte di Brooklyn fu
lanciato sull’East River per collegare le due zone di New York.
Venne iniziato, su progettato dall’ingegnere John Roebling,
nel 1870 e aperto nel 1883. Come nel caso londinese, il ponte
abbina forme antiche, in questo caso gotiche, alla modernità
delle funi di sostegno. Parigi costruì l’ennesimo ponte sulla
Senna per l’Esposizione universale del 1900, in asse con il
Trocadéro e con la Tour Eiffel. Opera di Jean Résal e Amédée
Alby, il ponte fu intitolato allo zar Alessandro III, che lo aveva
donato. Il ponte ha la leggiadria del momento Liberty, con i
pilastri delle testate sormontati da fastose statue dorate e
oggi costituisce uno degli elementi più attraenti fra i molti di
cui è ricca la capitale francese.
La Lombardia non è dotata di grandi fiumi e anche una
98 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
CULTURA
In basso, il ponte lombardo di
Paderno d’Adda.
grande “capitale” come Milano non gode della collocazione
su un rilevante corso d’acqua. Neppure il Po è dotato di importanti strutture di questo genere, salvo in Torino. Tuttavia,
chi voglia toccare con mano, in Lombardia, un bell’esempio
di ponte ottocentesco, può andare a Paderno d’Adda, dove
tuttora esiste il ponte che fu costruito nel 1889, lo stesso
anno della Tour Eiffel. Il ponte, chiamato anche Ponte San
Michele, fu progettato dallo svizzero Jules Röthlisberger. È
posto a 85 metri sopra l’Adda. Il modello è quello tracciato,
appunto da Eiffel, per il suo Ponte sul Garabit, del 1884. Si
basa su una grande arcata, dalla luce di 151 metri, in travatura reticolare d’acciaio, sulla quale poggia la travata,
sempre a traliccio, lunga 266 metri, sostenuta da piedritti
che poggiano sull’arco e sulla terra. È un ponte a due livelli
di percorribilità: ferroviaria e per veicoli su gomma. Il Novecento e l’attualità hanno fatto esplodere anche l’estetica
dei grandi ponti, alcuni dei quali sono dei veri capolavori architettonici. Ma questa è un’altra storia, che si potrà illustrare prossimamente.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2 - 99
ETICA PROFESSIONALE
Guido Maffioletti
T
entare di esprimere un concetto
alquanto astratto,
come quello usato nel titolo
del presente scritto, potrebbe passare per qualcosa
di enorme, in un contesto di
persone anziane dedite
ormai a quelle piccole gioie
che ancora procurano il
gusto della vita.
Ai curatori delle istituzioni,
in genere, potrebbero infastidire alcune osservazioni
non proprio canoniche rilevate da individui non in
linea con le politiche ufficiali
conclamate dai mezzi di comunicazione autorizzati.
Ai più, passerebbe direttamente nell’archivio della
nostra rivista senza che se ne
accorgano, ma pochi curiosi
troverebbero qualche beneficio spirituale nello scoprire l’esistenza di un comune patrimonio culturale,
specificatamente italiano.
L’inizio di quest’anno sabbatico italico, festeggiato il
17 marzo in forma ufficiale,
ha riproposto un nuovo
modo per molti, ma genuino
per alcuni di riconoscersi
coautori di un’unica storia
mondiale ancora in corso di
costruzione, per quanto ci riguarda.
Partendo dalle scuole classiche, scientifiche e poi tecniche e professionali, in
2500 anni circa ci si è ritrovati
con una bandiera tricolore,
un inno nazionale, una
lingua e soprattutto un
modo di vivere “made in Italy” che ci è invidiato, copiato ma non capito, a volte,
anche da noi stessi.
I nostri bisnonni, dopo aver
condiviso i sacrifici del Ri100 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
Il culto italico
sorgimento, sono ripartiti al
di là delle montagne e dei
mari, per procurarsi un miglioramento economico necessario alla sopravvivenza
loro e dei propri familiari.
Avevano solo le mani, la
testa ed il cuore grandi a sufficienza per emergere e farsi
onore.
Molti ce l’hanno fatta, alcuni
in modo eccellente, pochi
da malandrini, una minoranza fisiologica.
Ciò che li distingueva era
l’inventiva, l’appartenenza,
la dedizione al formarsi una
nuova vita indipendente,
poco propensi a chiedere
l’aiuto delle istituzioni al
Nord, alquanto assuefatti al
Centro e molto portati al
Sud, comunque inconsciamente coesi da quel “Genio
italico” riconosciutoci dagli
altri popoli.
Ora, in questi tempi scombussolati sia dalla natura fisica che da quella umana:
vedi terremoti, maremoti,
centrali nucleari in fusione e
migrazioni africane nel Mediterraneo suffragate da
“guerre intelligenti” pretendere di crearsi un posto sicuro dove formarsi e progredire sembra un’utopia fantastica proposta dai soliti noti
dediti ad incrementare i
propri personali interessi,
incuranti dei segni apocalittici in corso d’opera speculando biecamente con le necessità quotidiane della
gente.
A questi ultimi, poco importa del loro e del nostro
futuro. Vivono alla giornata
sfruttando tutto ciò che si
può arraffare e godendo dell’indebitamento materiale e
culturale di milioni di persone sparse sul pianeta.
La loro rovina e quella di chi
gli vive accanto è solo un
segno della propria nefanda
potenza e se ne fanno una
ragione di vanto.
Per loro fortuna e nostra, i
tempi attuali sono propizi
per la manifestazione delle
loro aberrazioni e per la nostra salvaguardia.
Le varie associazioni di volontariato si contattano in
modo efficiente con l’espandersi della tecnologia digitalizzata, creando rapidamente gruppi di pronto intervento in casi d’emergenza sui quali può contare
la Pubblica Amministrazione.
La costante dedizione al
proprio giardino e a quello
del vicino crea una forte e radicata espansione dell’interesse sociale per la cura del
proprio territorio e di quello
dei propri confinanti.
La partecipazione dal basso
alla vita pubblica non è coartata, ma spontanea e sincera
nel proseguire il bene comune e alquanto determinata nel volerlo raggiungere
in tempi stretti e concretamente.
Di generazione in generazione, anche noi geometri
abbiamo osservato, letto e
ben conosciuto il nostro “Codice deontologico” chi più
chi meno, e sappiamo che lì
sta scritto la maggior parte
delle nostre norme e regole
di comportamento professionale.
Chi intende entrare nel nostro ordinamento, come in
qualsiasi altro, d’altra parte,
non può esimersi dal posse-
dere, leggere, comprendere
e applicare nella propria vita
professionale, il contenuto
del Codice d’appartenenza.
Solo chi comprendere è poi
in grado di mettere in pratica i contenuti etici dei nostri predecessori e solo coloro che si dedicano in modo
appassionato raggiungono
gli obiettivi indicati in quel
testo scritto.
Coloro che scelgono una libera professione, piano
piano, nel tempo diventano
sempre più consapevoli del
loro posto nel sociale più o
meno armonico nel quale vivono ed operano, oggi come
ieri.
L’
esperienza insegna che il nostro lavoro possiede la creatività, come
segno distintivo qualitativo.
Tale creatività si manifesta
nei rapporti umani quotidiani che avvengono nei
posti di lavoro, quali: gli
studi professionali, i lavori
di gruppo, nei cantieri esecutivi, nei convegni di categoria e pure in famiglia e nel
sociale in genere.
La creatività consiste nel
saper correttamente mettere nella giusta relazione le
persone e le cose, i ruoli e le
funzioni, le istituzioni e le
associazioni in modo che
un’amalgama vivente progredisca sapiente verso un
futuro migliore. Purtroppo, il
nulla e ancor prima, la distruzione, fanno parte di
questo ciclo creativo umano.
All’inizio di una fase creativa, l’entusiasmo giovanile
ci fa da potenziale energetico, disponibile a superare
ETICA PROFESSIONALE
qualsiasi ostacolo vero o
presunto; si va spediti, si
compete in tutti i modi, leciti
e non leciti, nulla ci ferma e
nessuno ci distrugge….
sembra.
Infatti ci stiamo distruggendo per conto nostro
perché siamo partiti guardando soltanto la copertina
illustrata del nostro libro
della vita.
Inconsci abbiamo abusato
dei malefici prodotti propinateci con astuzia e abbiamo misconosciuto i molti
benefici che ci si offrivano
gratuitamente.
I nostri genitori, i nostri pro-
fessori, i nostri esperti non
hanno avuto l’abilità di condurci, passo passo, nella
procedura in uso negli ambienti di lavoro, d’altra parte
non se ne può far loro una
colpa, dato che questi ambienti a loro, in genere, erano sconosciuti o fortemente cambiati nel corso
degli anni.
A
llora noi, giovani
apprendisti d’ufficio, affiancati all’esperto operatore, gli abbiamo quasi succhiato il suo
modo di fare non solo copiandolo ma modificandolo
e adattandolo alle diverse
occasioni che si presentavano.
In quei primi cinque o sei
anni di praticantato abbiamo metabolizzato un
gran numero di saperi tecnici quali il disegno, il rilievo, la contabilità.
I rapporti sociali li abbiamo
sviluppati sfruttando la precarietà del nostro lavoro,
cambiando spesso posti di
lavoro, ambienti e studi professionali.
La voglia di conoscere non ci
abbandonava mai e così si
cresceva.
A metà degli anni sessanta ci
toccò sperimentare un periodo di crisi del mercato e
una conseguente mancanza
di lavoro. Il nostro stipendio
fu ridotto ad un terzo e garantito solo per un anno.
Era la constatazione che un
periodo creato era terminato. Finito!
Dal bagaglio della nostra
breve esperienza lavorativa,
tirammo fuori il nostro diploma di geometra ed il nostro precariato e ci iscrivemmo al Collegio dei Geometri della Provincia.
❑
Il mondo di B. Bat.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2- 103
a cura del geom. Alfredo Dellaglio
Unica impresa. Nomina del Coordinatore
in fase di progettazione e coordinatore
in fase di esecuzione
Devo far applicare la guaina bituminosa su un tetto: nel cantiere è prevista un’unica impresa e l’entità dei lavori è inferiore a 200
uomini/giorni. Chiaramente siamo in presenza di caduta dall’alto. Il
committente ha l’obbligo di nominare il coordinatore durante la progettazione dell’opera oppure è obbligato a nominare solo il Coordinatore durante l’esecuzione? Deve essere eseguita inoltre la notifica
preliminare?
geom. P.G.
Nella fattispecie in cui è configurato il quesito, il committente, essendo in presenza di unica impresa, indipendentemente dalla natura
dei lavori e indipendentemente che sia previsto il permesso di costruire o la Dia, non è tenuto a designare né il coordinatore in fase di
progettazione né quello in fase di esecuzione, come stabilito dai
commi 3 e 4 dell’articolo 90 del D.Lgs. n. 81/2008, Testo Unico sicurezza sul lavoro.
Il committente non dovrà neppure redigere e trasmettere la notifica
preliminare agli organi di vigilanza competenti in quanto si è in presenza di un’unica impresa e l’entità presunta non è uguale o superiore
a 200 uomini/giorni (art. 99, comma 1, lettera c).
In ogni caso comunque il datore di lavoro dell’impresa esecutrice,
anche se unica impresa, deve redigere il POS (piano operativo di sicurezza) specifico per il cantiere, come indicato nell’art. 96 comma 1,
lettera g), i cui contenuti minimi sono previsti nell’Allegato XV del TUSL.
Presumendo che l’impresa esecutrice possieda il proprio ponteggio
e lo faccia montare da proprio personale dipendente, l’impresa stessa
è obbligata, inoltre, a redigere il Pi.M.U.S. (piano di montaggio uso e
smontaggio del ponteggio). L’obbligo è previsto all’art. 136, comma
1, del Testo Unico; ed il montaggio dovrà essere eseguito servendosi
di proprio personale e sotto la sorveglianza di un preposto appositamente addestrato (art. 136, comma 6).
Nel caso che l’impresa affidasse il montaggio del ponteggio ad impresa specializzata (subappaltarice) decadrebbe la condizione di unica impresa.
geom. Alfredo Dellaglio
Cambio di destinazione d’uso
da garage a negozio
Dovrei fare un cambio d’uso da garage a negozio di vicinato in cui verrà
installata una stufa a pellet con potenza < a 15 Kw; posso evitare di
redigere la 10/91 e se in caso contrario devo verificare solamente le
superfici disperdenti nuove (sostituisco la basculante con vetrate)
mentre le pareti esistenti non sono oggetto di opere (ma non rientrano
nelle verifiche). Grazie.
geom. T.M.
Innanzi tutto bisognerà chiedersi se sia possibile trasformare il garage
104 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2
in negozio. Questo mutamento di destinazione d’uso in primo luogo,
deve essere conforme alla disciplina urbanistica locale.
Deve, inoltre, avere i requisiti igienico edilizi (quali, ad es., l’altezza di
metri 2,70, RAI a norma del RCI), e magari la dotazione di parcheggi
in base all’eventuale disciplina sul commercio contenuta nelle NTA
dello strumento urbanistico generale.
Non ritengo che la semplice trasformazione da garage a negozio implichi la presentazione del progetto di contenimento energetico (D.
lgs. n. 192/2005 5 D.Lgs 311/2005) in quanto la tipologia dell’intervento edilizio proposto, riguarda solo l’installazione di un impianto di
riscaldamento, che deve rispettare le norme e i parametri prescritti
per gli impianti termici.
Non mi sembra però che l’installazione di una stufa a pellet possa costituire impianto atto al risparmio energetico ai sensi di legge.
Per altro la stufa dovrebbe essere dotata di filtro e avere uno scarico
all’esterno che rispetti le norme in materia di emissioni in atmosfera
(vedi Regolamento locale d’igiene).
Si tenga conto che, se non si mettono in atto gli accorgimenti tecnici di
cui sopra, in Lombardia vige una disposizione che vieta, in territori a
quota inferiore a 300 m.s.l.m. di utilizzare fuochi o stufe a fiamma libera.
geom. Antonio Gnecchi
Piano casa, spiegazioni
Nell’articolo 3, comma 1 della legge regionale 129 (Piano casa) si
legge … l’ampliamento di edifici in tutto residenziali ultimati alla data
del 31 marzo 2005.
Il mio dubbio è: la data è riferita (oltre che all’ultimazione del fabbricato) anche al fatto che in tale data il fabbricato deve essere tutto residenziale?
Il fatto è che ho un fabbricato avente il piano primo accatastato come
residenziale ma il piano terra accatastato come fienile e stalla che però
viene utilizzato a tutti gli effetti come ripostiglio e autorimessa (da
molto prima del 2005).
In questo caso fanno fede tassativamente le schede catastali o è possibile fare una dichiarazione in modo da poter applicare quanto previsto dal piano casa? Mi piacerebbe avere chiarimenti in merito.
geom. F.F.
La prima condizione viene soddisfatta se l’edificio intero o la porzione
sono state ultimate al 31 marzo 2005. In merito appare incomprensibile con il tenore letterale della norma l’interpretazione di chi considera necessaria l’agibilità, dato che la disposizione fa espresso riferimento agli edifici “ultimati” e non a quelli “agibili”.
E nemmeno può essere condivisibile il richiamo al concetto di ultimazione dei lavori di cui all’articolo 31 della legge 47/85, stante la natura
speciale e straordinaria della disciplina in materia di condono edilizio.
Da qui l’adesione, anche in questo caso, all’orientamento regionale
che individua nel deposito della certificazione di ultimazione dei lavori
l’elemento discriminante a cui far riferimento, oppure, per gli edifici
che risultano di realizzazione remota, la circostanza che siano inequivocabilmente esistenti a quella data.
Sembra ovvio che i predetti termini si applichino anche all’ipotesi disci-
plinata ai commi 3, 4 e 5, della legge regionale n. 13, laddove, all’espresso
riferimento agli edifici ultimati alla data del 31 marzo 2005 utilizzato al
comma 1 del medesimo articolo, pur se il legislatore ha sostituito un generico quanto difficilmente qualificabile richiamo agli edifici “esistenti”.
Cosa diversa è invece l’altra condizione che vuole gli edifici in tutto
residenziali, cioè a dire che gli ampliamenti ammessi si dovranno consetire solamente per quegli edifici ad esclusiva destinazione residenziale, come risulteranno dalle schede catastali (dalla A/1 alla A/11, esclusa l’A/10). L’ampliamento in deroga previsto dall’articolo 3,
commi 1 e 2, riguarda edifici esclusivamente e interamente residenziali, esterni al centro storico, diversamente da quanto stabilito per la
sostituzione di edifici NON o solo parzialmente residenziali, a termini
dell’articolo 3, comma 2, secondo periodo.
Non si parla, in questo caso, di edifici misti, cioè di quelli che contengono al proprio interno, destinazioni d’uso diverse, anche se prevalentemente residenziali, per i quali sembra non applicabile la norma.
Il fatto, quindi, che il piano terra sia accatastato come fienile e stalla,
sebbene utilizzato come ripostiglio e autorimessa, può condurre il Comune a respingere la domanda, anche in presenza di una dichiarazione che attesti la destinazione residenziale di tali locali.
geom. Antonio Gnecchi
Agevolazione fiscale del 55%
e certificazione energetica
Dovendo effettuare la pratica per la richiesta di agevolazione fiscale
del 55% per alcuni clienti, mi è sorto un dubbio che spero qualcuno
riesca a risolvere.
I miei clienti hanno sostituito la caldaia con una a condensazione come
previsto dalla legge e secondo quanto previsto nel 2009 per l’agenzia
delle entrate per questo tipo di intervento non è necessaria la certificazione energetica dell’intero immobile, ma mi è giunta voce che nel 2010
la Regione Lombardia ha imposto la certificazione anche in questi casi.
Ho già cercato di contattare telefonicamente e via e-mail l’ente preposto per l’invio dei dati e l’agenzia delle entrate ma non riesco a ottenere un contatto. Spero che qualcuno possa aiutarmi. Grazie.
geom. R.M.
Fino al 31 dicembre 2010 si può usufruire dell’agevolazione fiscale per
le spese sostenute in relazione ad interventi finalizzati al risparmio energetico (proroga disposta dall’art. 1, comma 24, legge 244/1997).
Negli ultimi anni la normativa è stata variamente modificata e determinata dal DM 19 febbraio 1997, dalla legge n. 244 del 1997, dal DL
n. 185 del 2008, dalla legge n. 2 del 2009 e da ultimo dal Dm 6 agosto
2009.
Le modifiche si riferiscono in particolare alle procedure da seguire per
usufruire correttamente delle agevolazioni: è stata introdotta una apposita comunicazione da inviare all’Agenzia delle Entrate (quando i
lavori proseguono oltre il periodo d’imposta), è stata fissata una ripartizione unica del totale delle spese sostenute, in cinque rate di pari
importo ed infine è stata sostituita, con effetto retroattivo, la tabella
dei valori limite della trasmittanza termica.
In sintesi, i benefici di cui ci si può avvalere sono:
– detrazione imposte sui redditi (Irpef o Ires) del 55 per cento delle
spese sostenute, entro un limite massimo che varia a seconda della
tipologia dell’intervento eseguito;
– esonero dalla presentazione della certificazione energetica per la
sostituzione di finestre, per gli impianti di climatizzazione invernale
(come nel caso in esame) e per l’installazione di pannelli solari;
– possibilità di utilizzare l’agevolazione anche per l’installazione di altri
tipi di impianto di riscaldamento.
L’agevolazione, per il caso in esame, consiste nel riconoscimento di
detrazione d’imposta nella misura del 55% delle spese sostenute, per
l’importo massimo di 30,000 euro (55% di 54.545,45 euro).
geom. Antonio Gnecchi
Detrazione del 36%
per l’acquisto di box pertinenziali
Nel caso di acquisto di un’abitazione di nuova costruzione con n. 2 garages accatastati in maniera indipendente uno dall’altro, ma entrambi
pertinenziali alla casa stessa, è possibile chiedere la detrazione del
36% per entrambe le unità o l’agevolazione è prevista per un solo box
pertinenziale?
Tra le altre categorie di intervento ammessi alla detrazione del 36%
delle spese sostenute per i lavori di recupero del patrimonio edilizio,
rientra anche l’acquisto di box e posti auto pertinenziali.
In tal caso, però, la detrazione spetta limitatamente alle spese sostenute per la realizzazione, sempre che le stesse risultino comprovate
da apposita attestazione rilasciata dal venditore.
La risoluzione n. 38/E dell’8 febbraio 2008 ha affermato, ribadendo
una precedente circolare, che in caso di acquisto contestuale della
casa e del box dichiarato pertinenza si ha diritto alla detrazione per
l’acquisto del box fino alla concorrenza del suo costo di costruzione
quale dichiarato dalla ditta costruttrice.
Se vengono acquistati da un costruttore un alloggio e due box (C/6)
senza che nel titolo abitativo i box risultino pertinenziali, ma nell’atto
di acquisto si indica i box come pertinenziali dell’abitazione, ritengo
si possa beneficiare del 36% per l’acquisto dei box.
Se il pagamento dei box è stato fatto prima del rogito, con bonifico o
nello stesso periodo di imposta, l’Agenzia ha affermato la legittimità
della detrazione solo a condizione che il vincolo pertinenziale risulti
da un preliminare di acquisto regolarmente registrato.
Se il pagamento del prezzo del box sia fatto, con bonifico, dopo la stipula dell’atto di vendita, è consentita la detrazione.
In ogni caso sull’atto di vendita deve risultare il vincolo pertinenziale.
È evidente però che le condizioni e i presupposti per usufruire della
detrazione del 36 per cento riguarderanno le spese sostenute per la
realizzazione dei due garage ed il beneficio sul quale calcolare la detrazione spetterà fino al limite massimo di spesa di 48.000 euro.
geom. Antonio Gnecchi
IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2 - 107
Aggiornamento Albo
Iscrizioni all’Albo con decorrenza 28 marzo 2011
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
6115
Bertussi Ivan
Gardone V.T. (Bs) 31/03/1987
25060 Marcheno (Bs) Via Bachelet 6
6116
Cattalini Francesca
Gardone V.T. (Bs) 12/07/1988
25065 Lumezzane (Bs) Via Valle Sabbia 23
6117
Scarpini Matteo
Orzinuovi (Bs) 27/01/1986
25030 Trenzano (Bs) Via Acquoforta 38
6118
Bellina Dario
Brescia 10/10/1987
25024 Leno (Bs) Via Paolo VI 6
6119
Bianchi Alex
Iseo (Bs) 21/09/1989
25050 Provaglio d’Iseo (Bs) Via degli Alpini 15 G
6120
Meneghello Riccardo
Brescia 12/01/1987
25127 Brescia Via Ottavio Rossi 36
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 6 marzo 2011
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
4725
Villafranca Tirrena (Me) 19/02/1945
25128 Brescia Via Luigi Settembrini 16
Decesso
Costa Giovanni
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 18 marzo 2011
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
6087
Romano Lombardia (Bg) 19/01/1984
24058 Romano Lombardia (Bg) Via della Morlana 27 Trasferimento Bg
Sala Matteo
Motivo
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 28 marzo 2011
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
1411
Campana Giuliano
Brescia 20/10/1942
25123 Brescia Via Canalotto 18
Dimissioni
2571
Pini Piergiuseppe
Villa di Tirano (So) 22/12/1945
25124 Brescia Via Raffaello 76
Dimissioni
108 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2011/2