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Progetto Pensare Green
I GIOVANI:
LA FONTE
RINNOVABILE
DI SOSTENYA
LUCREZIA
GIANMARCO
MASSIMO
FEDERICO
FRANCESCA
2
SOMMARIO
Editing
ETicaNews srl
Via Giuseppe Sirtori 4
Milano 20129
[email protected]
www.eticanews.it
Maggio 2016
testi a cura di Fausta Chiesa
grafica a cura di Sofia Girelli
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Introduzione di Alessandra Fornasiero
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Lucrezia Bellon: «L'azienda ci proietta nel
futuro di un mondo sostenibile»
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Gianmarco Caimi: «Sostenibilità è andare
oltre i limiti di legge»
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Massimo Migliorini: «Mi sento
un promotore della salvaguardia
dell'ambiente»
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Federico Malgarini: «Lavorare in
un'azienda green è un ulteriore stimolo
a fare bene»
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Francesca Vitagliano: «Qui la carta etica
è fondamentale»
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INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
Carissimi colleghi,
Come sapete l’Azienda ha investito molto
in questi anni in Corporate Social
Responsibility , avendo scelto
la Sostenibilità, (declinata in tutte le sue
forme), come «sottile linea verde» che unisce
le aree di business del Gruppo e caratterizza
il Suo approccio al mercato.
Nel 2015 a questo si è unita una nuova
sfida: l’investimento in Innovazione e nei Giovani!
Abbiamo, infatti, creato una divisione
R&D, dato deleghe sull’innovazione e deciso
scientemente di assumere gruppi di giovani
talentuosi per fare lo start up di intere
funzioni o per «rinvigorire» aree
funzionali «poco reattive».
Crediamo, infatti, che soltanto la mente
libera e aperta di ragazzi in gamba, che
hanno scelto la green economy come sbocco
dopo lunghi anni di studio (e, in questo
settore, hanno scelto il nostro Gruppo
per i valori della Csr su cui fonda le proprie
radici), possa essere la vera chiave vincente
in ottica di sviluppo sostenibile e di
innovazione. A questo proposito abbiamo scelto di ... «dare voce ai giovani» creando un nuovo
progetto nominato «Pensare Green».
Il progetto, che rientra nel piano Csr 2016,
ha come primo step quello di dare un “volto”
ai giovani di Sostenya attraverso il racconto
delle loro storie.
Molti sono i colleghi che meriterebbero
di poter mettere la loro esperienza in
rappresentanza di un pensiero giovane,
innovativo e smart. Ne abbiamo dovute
scegliere cinque, che vi abbiamo raccontato
in questo ebook.
Il vostro prezioso contributo, e quello
degli altri ragazzi che come voi hanno fatto
questa scelta, ci aiuterà a essere sempre più
competitivi e pronti a vincere nuove sfide.
Alessandra Fornasiero
direttore Comunicazione, Corporate Social
Responsibility, Organizzazione e Special
Projects del Gruppo Sostenya
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SAPIO, non solo ossigeno per una vita migliore
Lucrezia Bellon
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LUCREZIA BELLON:
L'azienda ci proietta nel futuro
di un mondo sostenibile
È
un progetto legato a un esame universitario
ad aprire le porte di Waste Italia a Lucrezia
Bellon. «L’anno scorso per l’esame di Corporate
strategy dovevamo analizzare e studiare
una società dal punto di vista finanziario
ed economico e mettere a punto un progetto
per dare valore aggiunto.
Il progetto del mio gruppo era su una catena
di supermercati che era ancora indietro sui
temi della sostenibilità e dell’efficientamento
energetico e ambientale.
Il progetto è piaciuto e a tutti e sette i membri
del gruppo è stato offerto di fare uno stage in
Innovatec. Ho iniziato lo stage di sei mesi in
amministrazione, finanza e controllo a giugno.
A dicembre mi è stato proposto un contratto
di apprendistato per tre anni in Pianificazione
e Controllo di Gestione nel Gruppo Waste
Italia. Ed eccomi qua».
Lucrezia Bellon,
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Lucrezia Bellon
Lucrezia Bellon finirà a settembre la specialistica in
Management per l’impresa all’Università Cattolica
di Milano dopo la laurea in Economia e Gestione aziendale
e il liceo scientifico Ettore Majorana di Rho. E sembra
già avere trovato un percorso professionale sicuro. Ma che
cosa si aspetta una giovane di 23 anni dal primo lavoro?
«Mi aspetto di iniziare una carriera lavorativa ma soprattutto
di capire che tipo di lavoro mi piace. Una laurea come
Economia ti apre diverse possibilità, ma senza un indirizzo
preciso. Vorrei capire che cosa davvero mi piace. Non
ho le idee chiare. Vorrei fare esperienze professionali
diverse. Finora ho capito che mi piace la parte del controllo
di gestione dal lato della programmazione, i piani industriali
e delle operazioni straordinarie».
Per un giovane lavorare per un gruppo che si occupa di
ambiente, energie rinnovabili ed efficientamento energetico
è un valore aggiunto? «Sì. Il fatto che l’azienda sia attenta alla
Lucrezia Bellon
sostenibilità e non si limiti soltanto
al profitto mi ha spinto ad accettare
di proseguire il lavoro. La nostra
è un’azienda che si proietta e ci proietta
nel futuro, in un nuovo mondo in cui
tutti siamo più sostenibili. In Innovatec,
in particolare, ho avuto la possibilità
di vedere nuovi modi di vendere energia
e di produrre energia, che siano
sostenibili a livello ambientale.
Anche in Waste Italia ci sono diversi
progetti (per esempio Waste End) che
mirano a recuperare il più possibile
e a smaltire il meno possibile».
«I giovani sono sensibili alla
sostenibilità, perché oggi se ne
parla in università. Chi conosce
il tema penso che faccia qualcosa.
Sappiamo che l’ambiente va
protetto e che l’uomo, con le
conoscenze che ha, può fare
meglio.».
Uno di questi progetti è Waste End
(rifiuti zero), che si basa su uno studio
realizzato dalla Fondazione Symbola
e da Kinexia. In base ai risultati, in Italia
non servono nuovi termovalorizzatori.
Con misure realizzabili in cinque anni
l'Italia potrebbe ridurre di due terzi
i rifiuti avviati a discarica, raddoppiare
la raccolta differenziata, aumentare il
numero di impianti di compostaggio
e di preparazione al riciclo e ridurre
drasticamente discariche e inceneritori
esistenti.
I giovani sono più interessati alla
sostenibilità? «Penso di sì, i miei coetanei
sono sensibili a questo tema perché oggi
se ne parla in università. Chi conosce il
tema penso che faccia qualcosa.
E all’università c’è l’esame sulla Csr,
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un tema attuale che si ritrova anche
nella vita quotidiana. Noi giovani ne
siamo affascinati perché è un mondo
nuovo e sarà il futuro. Sappiamo che
l’ambiente va protetto e che l’uomo, con
le conoscenze che ha, può fare meglio».
Nel tempo libero, Lucrezia è una
“sportivona”. «Faccio nuoto, fin
da piccola a livello agonistico.
Scio, vado in barca a vela, le laser
monoposto, una passione che mi ha
trasmesso mio padre. Ma la mia
passione da adulta è per il vino, anche se
da piccola non ne sopportava nemmeno
l’odore. Ho seguito il corso dell’Onav,
Organizzazione nazionale assaggiatori
vino. Credo che si debba apprezzare
come da un semplice chicco d’uva nasca
il vino, che crea così tanta condivisione e
atmosfera».
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SAPIO, non solo ossigeno per una vita migliore
Gianmarco Caimi
GIANMARCO CAIMI:
Sostenibilità è andare oltre
i limiti di legge
«M
i è sempre piaciuta la parte tecnica.
Sono un geometra. Mi piace sporcarmi
le mani. Quando a settembre del 2014 sono
entrato con uno stage in Kinexia, il primo
giorno sono stato mandato subito in impianto
per seguire un progetto di bonifica e chiusura
di una discarica ad Alice Castello.
Ci sono andato ogni giorno per sei mesi.
Ho fatto molta attività di campo: dai
campionamenti alle video ispezioni dei
pozzi con un robottino telecomandato».
Per Gianmarco Caimi, studente iscritto
a Ingegneria della sicurezza lavoro e ambiente
e ormai prossimo alla laurea, l’inserimento
nel mondo del lavoro è stato una full immersion
immediata nel mondo della gestione e del
recupero dei rifiuti. Finito lo stage, arriva
il contratto a progetto.
Gianmarco Caimi
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Gianmarco Caimi
Oggi Gianmarco gestisce l’Ufficio sicurezza e in parte
anche l’Ufficio tecnico. Si capisce che gli piace andare veloce
e bruciare le tappe. Sia sulla sua Bmw da 1.200 di cilindrata,
sia sul lavoro. «Sono sempre sul campo ma meno operativo.
Controllo che sugli impianti ci sia tutta la documentazione
necessaria, che le attività siano svolte secondo le procedure.
Roba grossa - dice - . Con la sicurezza se sbagli qualcosa siamo
subito nel penale…». Gianmarco, in particolare, si occupa delle
attività relative agli adempimenti in materia
di sicurezza, compresa la formazione obbligatoria. Tiene
i contatti con i consulenti in materia di Qualità Ambiente
e Sicurezza. E gestisce l’iter delle certificazioni di qualità
e il rinnovo dei certificati.
«Per me - dice - lavorare qui è stata una scelta. È la
continuazione del mio corso di studi civili e ambientali».
Gianmarco apprezza il fatto che sia data fiducia e
responsabilità ai giovani come lui, che non ha ancora
compiuto 24 anni. «La società punta molto sui giovani.
Mi è rimasta impressa una frase che mi ha detto un anziano.
È bello che ci siate voi giovani, venite a insegnare a noi vecchi
come migliorare il lavoro».
Ma un giovane deve avere umiltà. Soltanto dopo aver
dimostrato di saper risolvere un problema che altre persone
prima di te non hanno saputo risolvere allora ti metti nella
posizione di mettere in discussione attività o procedure fatte
in passato. Sulla parte sicurezza, per esempio, vedo che alcuni
della ‘vecchia guardia’ tendono a trascurare alcuni aspetti.
Io sto cercando di sensibilizzarli ad applicarli. In particolare,
nella gestione dei contratti con i sub appaltatori cerco di
andare oltre i minimi di legge. Nell’anagrafica dei fornitori,
Gianmarco Caimi
il modulo da tre pagine è diventato sei
pagine perché si richiedono anche le
certificazioni ambientali».
Ed è sulle certificazioni ottenute
da Innovatec che Gianmarco ha un
rammarico. I colleghi commerciali
hanno chiesto se l’azienda avesse la
certificazione per la norma UNI-CEI
-11352 schema E.S.Co. «Era da tempo
che la avevamo ottenuta e glielo avevo
detto più volte – dice Gianmarco - .
La ricompensa più bella è quella di
avere un riscontro su quello che fai,
vedere che qualcuno si accorge del tuo
lavoro. Certo il bonus a fine anno fa
piacere, ma per me l’incentivazione più
importante è quella di sentire una
presenza costante, di essere messo a
conoscenza degli obiettivi aziendali.
Essere messi al corrente e sentirsi
apprezzati è la cosa che mi appaga
di più».
Appaga anche di più lavorare per
un’azienda che punta sulla sostenibilità,
oltre che sui giovani? «Devo ammettere
che prima di entrare a lavorare qui
il tema per me era meno sentito.
Per me prima sostenibilità significava
soltanto ambiente o ecologia. Lavorando
in Waste ho potuto considerare anche
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altri aspetti. E adesso do il massimo
per applicare e diffondere il pensiero
di sostenibilità».
«La ricompensa più bella è quella
di avere un riscontro su quello che
fai, vedere che qualcuno si accorge
del tuo lavoro».
Secondo Gianmarco, i giovani
come lui in parte sono più attenti
e sensibilizzati al tema rispetto alle
generazioni passate, ma molti dicono
di interessarsi ma non sanno nel
concreto di che cosa si stia parlando
e non hanno comportamenti coerenti.
«Dipende molto da persona a persona,
ma in generale non credo che le ragazze
siano più attente rispetto ai maschi.
Vedo, però, un’attenzione particolare
a non sprecare il cibo. Io con la mia
ragazza non ci vergogniamo a chiedere
il doggy bag. A volte è anche il ristorante
che ce lo propone. A casa trovo sempre
qualcuno che non rifiuta mai gli avanzi.
Sono i miei due cani, un còrso e un
alano. Pesano 60kg. Di fronte al cibo,
non dicono mai di no».
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SAPIO, non solo ossigeno per una vita migliore
Massimo Migliorini
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MASSIMO MIGLIORINI:
Mi sento un promotore della
salvaguardia dell'ambiente
U
Massimo Migliorini
n incontro con il direttore commerciale
Fabio Finetto è galeotto. Massimo
Migliorini, che in quel momento stava
lavorando in Plug-in - una società di
consulenza, progettazione e produzione
di soluzioni software – decide di seguire
Finetto e nel settembre del 2015 entra come
Sales manager in Innovatec.
«Durante gli studi in Economia alla Liuc
di Castellanza avevo lavorato nell’agenzia
di comunicazione di mio fratello. Poi ho avuto
un’esperienza con una multinazionale cinese
per l’attività di back office. Per sette mesi sono
stato commerciale nel settore informatico.
Ma mi sono accorto che ormai è diventato
saturo. Quando mi si è presentata l’occasione
ho scelto senza esitare l’efficienza energetica,
perché è il settore del futuro, un settore in
crescita».
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Massimo Migliorini
SAPIO, non soloMassimo
ossigenoMigliorini
per una vita migliore
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Il lavoro di Massimo in Innovatec consiste nell’andare a
caccia di aziende clienti, a partire dal territorio più vicino,
la Lombardia. «Si parte con un’attività di telemarketing
per cominciare a prendere contatto – spiega - . Abbiamo
un database con migliaia di numeri di telefono. Facciamo
un centinaio di chiamate al giorno. Spieghiamo che cosa
facciamo e cerchiamo di ottenere un appuntamento». Un
compito che non sempre è facile, perché spesso al telefono
risponde la persona “sbagliata”. Come quella volta in cui
l’interno telefonico di un’azienda non era quello giusto ed
è stata contattata una impiegata cinese del magazzino. «Ho
chiesto se mi poteva passare il direttore amministrativo
– racconta Massimo-. E ho sentito che dall’altro capo del
telefono la donna chiedeva ad alta voce: ‘Chi si chiama
direttore amministrativo?’».
La tenacia premia. In ottobre Massimo prende il cliente
numero uno. «A 24 anni penso di aver trovato la mia
strada. Il lavoro mi piace, quando mi alzo la mattina non
è un peso. Sono circondato da persone con cui mi trovo
bene. E il direttore commerciale punta molto sui giovani
come me. In Innovatec mi aspetto di acquisire nuovi skill,
di crescere professionalmente e un domani chissà gestire
una mia rete vendita».
«L’appagamento non deriva
soltanto dal numero di clienti
conquistati, ma anche dal fatto
di vendere un prodotto “etico”,
perché aiuta le aziende a essere
più sostenibili».
L’appagamento per Massimo non
deriva soltanto dal numero di clienti
conquistati, ma anche dal fatto di
vendere un prodotto “etico” perché aiuta
le aziende a essere più sostenibili. Cosa
che con l’informatica non accadeva. «Mi
sento un promotore della salvaguardia
dell’ambiente, aiuto ad andare in questa
direzione perché vendo qualcosa che
porta vantaggi alle aziende ma anche al
Pianeta. Lavorare per un’azienda green
è per me un motivo di orgoglio. Alcune
aziende guardano soltanto al profitto”.
L’attenzione all’ambiente per Massimo
è anche di casa. «Io e la mia famiglia
siamo attenti a sprechi energetici,
siamo sensibili a non utilizzare
spesso l’automobile e ad accendere il
riscaldamento soltanto quando serve.
Ma non tutti fanno così. La sensibilità
per la sostenibilità va da persona a
persona, dipende dall’educazione.
Credo che in generale i maschi siano più
orientati. Laura, la mia ragazza, accende
lo scaldino ovunque. In casa sua ci sono
24 gradi».
Ex giocatore di calcio del Castegnate,
il paese vicino a Castellanza dove è
cresciuto in provincia di Varese, oggi
Massimo ama andare a cercare la pace in
montagna. E ogni lunedì sera stacca
la spina con una partita a pallone.
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Federico Malgarini
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FEDERICO MALGARINI:
Lavorare in un'azienda green
è un ulteriore stimolo a fare
bene
«S
Federico Malgarini
ono arrivato qui due volte.
La prima ad aprile del 2010
e la seconda a febbraio del 2014».
Se fosse un carcere, si potrebbe dire che
Federico Malgarini è un recidivo. Trattandosi
di un’azienda, è più probabile che là fuori
non si trovasse bene e abbia scelto di tornare.
Sono laureato in ingegneria ambientale –
racconta Federico – e alla fine del percorso
accademico mi sono accorto che non volevo
fare l’ingegnere. In realtà, anche la scelta
dell’università non è stata lineare. Volevo fare
biologia, il mio sogno era diventare biologo
marino. Ma sono una persona razionale,
sapevo che era più probabile che sarei finito
a fare analisi chiuso in un laboratorio.
Cercavo una laurea che desse sbocchi lavorativi
e qualcosa che non fosse troppo arido,
non distante dal mondo della natura.
Così, ho scelto ingegneria ambientale.
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Federico Malgarini
Durante un master in gestione
dell’energia alla Business School
del Sole 24 Ore sono entrato in quella
che allora si chiamava ancora Kinexia,
come stage obbligatorio.
Mi occupavo di sviluppo di progetti,
valutazione e acquisizioni di singoli
asset come i parchi fotovoltaici oppure
di aziende, quello che si chiama merger
and acquisitions. Sono rimasto nel
gruppo fino ad aprile 2012. Sono uscito
per andare in una società di consulenza,
dove mi occupavo di gare di
affidamento nella distribuzione del gas.
Ma dopo nemmeno due anni avevo
perso lo stimolo. Mi annoiavo.
A febbraio 2014 sono rientrato in
Kinexia. Avevo mantenuto buoni
rapporti ed era l’epoca dello sviluppo
delle attività estere, con l’approdo in
Paesi come l’Albania e il Marocco».
Il ritorno in Kinexia lo premia.
Federico diventa capo del Financial
Planning. A maggio del 2014 cura
l’emissione del Bond, con la
preparazione del piano industriale,
l’organizzazione del roadshow e il
lancio, avvenuto a novembre.
Successivamente è promosso
responsabile della Pianificazione e del
Controllo di gestione di quello che nel
frattempo è diventato il Gruppo Waste
Italia. Segue la reportistica periodica da
fornire ai Bond holder. Si occupa della
produzione del budget annuale, del
business plan, oltre che della valutazione
delle singole acquisizioni. «La cosa che
mi è piaciuta di questa azienda è che,
essendo di medie dimensioni, mi ha
dato più possibilità, opportunità che
non avrei avuto in un gruppo più
strutturato o in una realtà più piccola.
Le sfide sono difficili, ma anche
interessanti da affrontare. Sono ancora
in una fase della vita professionale in
cui sono alla ricerca di stimoli che non
di riconoscimento, per me oggi è più
importante imparare che raccogliere».
E uno degli stimoli che Innovatec
e il Gruppo Waste Italia possono dare
è quello di lavorare nel campo delle
energie rinnovabili e dell’ambiente.
«Uno dei miei grandi Credo è che
dovremmo lasciare il mondo un po’
migliore di come lo abbiamo trovato.
Il fatto di lavorare per un’azienda
impegnata in campo ambientale
Federico Malgarini
va in questa direzione ed è un ulteriore
stimolo a fare bene»
Un’utopia di chi ha soltanto 31 anni?
«Oggi i giovani hanno una sensibilità
ambientale più sviluppata perché
c’è più informazione. I bambini a scuola
imparano a chiudere il rubinetto per
consumare meno acqua o a spegnere
la luce per evitare di sprecare elettricità».
Se i ragazzi sono più sensibili perché
la coscienza ambientale è diventata
argomento di educazione civica
a scuola, sulla questione di genere
Federico ha un’ipotesi tutta sua:
«Probabilmente il senso materno delle
donne si applica anche alla tematica
ambientale. L’istinto femminile porta
a volere il meglio per i propri figli
e quindi a preservare l’ambiente».
Passati i sogni di diventare biologo
marino, Federico esprime in altri modi
il suo amore per la natura. «Ho una
passione per il mondo del vino. Il che
non significa tanto o soltanto apprezzare
un buon bicchiere, ma camminare nelle
vigne, vivere paesaggi viticoli scoprendo
quegli angoli rurali che ancora sono
rimasti in Italia. Ricordo una delle mie
prime visite a La Morra nelle Langhe.
Sono andato a potare, a vendemmiare.
Altra mia grande passione era la pesca
subacquea. In solitaria, la mattina
prestissimo, per assaporare quella
sensazione di calma che dà il mare
la mattina quando non ci sono barche.
«Uno dei miei grandi Credo
è che dovremmo lasciare
il mondo un po’ migliore
di come lo abbiamo trovato».
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SAPIO, non solo ossigeno per una vita migliore
Francesca Vitagliano
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FRANCESCA VITAGLIANO:
Qui la carta etica è
fondamentale
«S
Francesca Vitagliano
ono nata a Milano, ho fatto il liceo
scientifico Marconi. Mi sono sempre
piaciute matematica e fisica. Nel 2009 mi sono
laureata in ingegneria gestionale al Politecnico
di Milano e non avevo ancora chiaro quale
sarebbe stato il mio lavoro ideale.
Sicuramente sapevo che cosa non avrei voluto
fare: un’attività specifica come lavorare in
contabilità. Ho inviato il Cv a varie aziende,
anche di prodotto, ma ho scelto di accettare la
proposta in Waste Italia sia perché mi si offriva
la possibilità di lavorare nel settore
dell’ambiente, sia perché la posizione era nella
funzione organizzazione, un settore trasversale
che mi dava la possibilità di partecipare a tanti
progetti e di svolgere un lavoro vario»
Francesca Vitagliano sembra già avere le idee
chiare appena laureata. Fa il colloquio nella ex
Kinexia a luglio del 2009, inizia lo stage, poi
l’apprendistato e infine firma il contratto a
tempo indeterminato. Waste Italia le dà il suo
primo posto di lavoro e nell’azienda Francesca
rimane e cresce.
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Francesca Vitagliano
Francesca Vitagliano
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riciclare al meglio i rifiuti. A Rivoli, dove abbiamo una centrale
di teleriscaldamento, abbiamo organizzato uno spettacolo
teatrale per le scuole, ideando il personaggio di Mister6
per raccontare cosa fosse il teleriscaldamento e insegnare
ai bambini a ridurre gli sprechi. A seguito dello spettacolo
teatrale, sbbiamo organizzato per le stesse classi concorsi
di disegno incentrati sul tema energia e visite guidate nella
nostra Centrale. Quest’anno il grosso dell’attività si è spostata
sull’azione internazionale, per portare avanti i nostri valori
all’estero, visto che Innovatec ha in atto un progetto in Albania».
Da ottobre 2015 è responsabile della
funzione Internal Audit ed è la
“numero 2” della Csr. Francesca
coadiuva il responsabile nella
definizione del piano annuale.
Pianifica e gestisce le attività previste,
aggiornandosi costatemente
sull’evoluzione delle tendenze
e delle normative.
In particolare, segue attivamente e
coordina l’attività di stesura del Bilancio
di Sostenibilità, invia questionari di
valutazione e raccolta feedback.
Si coordina con la Funzione HR per le
tematiche inerenti al welfare aziendale.
Tiene i rapporti con il team degli agenti
di sostenibilità. “Con la creazione della
funzione Csr, la Corporate social
responsibility è diventata un’attività
strutturata – spiega -. Ogni anno c’è un
piano strutturato. Lo spirito della Csr
era diffuso, ma non era radicato. Mano
a mano che il gruppo si ingrandiva
bisognava estenderlo, farlo arrivare
dalla sede anche agli impianti”.
Il da fare non manca. Anzi. «Nel 2013
abbiamo costituito il team degli agenti
di sostenibilità, persone incaricate di
raccogliere i messaggi dalle periferie,
progetti e idee per migliorare i processi
aziendali partendo proprio dalle sedi
operative. Poi abbiamo coinvolto gli
stakeholder esterni, come le comunità
locali e i Comuni.
A Chivasso, dove siamo con una discarica,
abbiamo creato il personaggio 00waste,
un agente ambientale che spiegava come
Sempre in ambito Csr, il piano di welfare aziendale cerca
di andare incontro a quello che le persone richiedono.
Ne sono un esempio le macchinette, dove sono stati aggiunti
su richiesta e anche in ottica di educazione alla salute alimenti
più salutari. Poi negli anni passati sono state organizzate
giornate aperte e momenti di coinvolgimento anche con
le famiglie presso alcuni impianti.
«La cosa che mi gratifica di più è riscontrare che, seguendo
i valori della Csr nello svolgimento delle diverse attività
operative, si ottengono risultati concreti e valore aggiunto
per l’azienda. Mi piacciono i valori trasmessi dalla cultura
aziendale e apprezzo che vengano rispettati in prima persona
dal Board: è facile fare la carta dei valori, ma quali aziende
la rispettano nel concreto? Qui ho visto prendere in
considerazione davvero i principi Csr al momento di
effettuare importanti scelte strategiche».
Francesca è una donna giovane di 31 anni. Fino a pochi anni
fa giocava a pallavolo e adesso il gioco di squadra lo fa in
azienda. Sul lavoro è riservata, non ama parlare della sua vita
personale. Anche la Csr è donna? «Penso che la Csr sia più
sentita dal genere femminile. Partecipando a convegni e tavoli
di lavoro si nota che i responsabili Csr o comunque le
funzioni simili sono rappresentate principalmente da donne.
Anche nei discorsi fuori lavoro sono più le amiche donne a
essere interessate e conoscere meglio questi argomenti. In
particolare mi capita di confrontarmi spesso con un'amica,
responsabile della logistica della società in cui lavora, sulle
leve da utilizzare per sensibilizzare i colleghi. Nella mia
azienda sto riscontrando, inoltre, con piacere che alcuni
colleghi più giovani sono già formati su questi temi e, spinti
dalla curiosità, si interessano all'attività del nostro
ufficio Csr intervenendo anche con spunti concreti».
«La cosa che mi
gratifica di più è
riscontrare che,
seguendo i valori
della Csr nello
svolgimento delle
diverse attività
operative, si
ottengono risultati
concreti e valore
aggiunto per
l’azienda»
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S
ostenya Group Plc è una Holding di Partecipazione con sede
a Londra attiva nel settore ambientale e delle energie rinnovabili
che controlla il Gruppo Waste Italia e Innovatec
Il Gruppo Waste Italia (già Kinexia), società quotata al segmento
MTA di Borsa Italiana, è leader italiano nel settore della gestione
dei rifiuti e dei servizi per l'ambiente. Copre integralmente tutta
la filiera della gestione integrata dei rifiuti attraverso la raccolta,
il trasporto, la selezione, il trattamento, il recupero, la valorizzazione
e lo smaltimento dei rifiuti speciali. Il Gruppo raccoglie e tratta
circa 300 mila tonnellate l'anno di rifiuti, con un'elevata percentuale
di recupero di materiali valorizzati e rivenduti a terzi, smaltendo
nelle proprie discariche circa 900 mila tonnellate l'anno di rifiuti.
Il Gruppo Waste Italia ha sempre avuto come obiettivo quello
di costituire un'unica realtà quotata integrata sulla Green Economy.
La responsabilità sociale è quindi diventata un progetto di gruppo
all'interno delle strategie e del sistema di gestione con una forte
attenzione a tutte le categorie di stakeholder promuovendo la
sostenibilità ambientale e consolidando il rafforzamento interno
e la presenza all'estero. Gruppo Waste Italia si fonda su principi
solidi, quali onestà, equità e integrità.
Innovatec è una holding operativa e di partecipazioni quotata
sull'AIM Italia ed è attiva tramite anche sue controllate nei settori
delle energie rinnovabili ed efficienza energetica. La società
ha come primario obiettivo lo sviluppo ed offerta di tecnologie
innovative, prodotti e servizi per il mercato corporate e retail
nel'ambito della generazione distribuita smart grid e smart cities,
dell'efficienza energetica e dello storage di energia. L'attività si fonda
sull'innovazione tecnologica sia in termini di prodotti che di processi:
il suo modello di business si basa sulla interconnessione tra il mondo
web e quello dell'efficienza energetica ed energie rinnovabili.