Ultimi acquisti_LUGLIO-AGOSTO - Biblioteche della Provincia di
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ULTIMI ACQUISTI – LUGLIO/AGOSTO 2014 NARRATIVA… Paulo Coelho Adulterio (Bompiani, 2014) Linda ha 31 anni e, agli occhi di tutti, la sua vita è perfetta: vive in Svizzera, uno dei paesi più sicuri del mondo, ha un matrimonio solido e stabile, un marito molto affettuoso, figli dolci e educati, e un lavoro da giornalista di cui non si può lamentare. Ma d'un tratto inizia a mettere in dubbio questa sua quotidianità, la prevedibilità dei suoi giorni. Non riesce più a sopportare lo sforzo che le richiede fingere di essere felice. Tutto questo cambia quando incontra per caso un suo innamorato degli anni dell'adolescenza: Jacob. È diventato un politico di successo e, durante un'intervista, finisce per risvegliare un sentimento che la donna non provava da ormai troppo tempo: la passione. Ora Linda sarà disposta a tutto per conquistare quell'amore impossibile, e dovrà esplorare fino in fondo tutte le emozioni umane per poter poi trovare la redenzione. Carlo Lucarelli Albergo Italia (Einaudi, 2014) Circola in questo breve romanzo di Carlo Lucarelli una leggerezza rara, una gioia di narrare, una sorta di allegra malizia. Entriamo con una naturalezza che ci sorprende in un mondo sconosciuto eppure subito familiare, la Colonia Eritrea: e impariamo a vedere noi stessi, i t'Iiàn, gli italiani, i "so tutto io", cullu ba'llè, quelli cui piace "di averle pensate loro, le cose", con gli occhi di un personaggio che non vorremmo lasciare più: il carabiniere indigeno Ogbà, unito da un patto più fraterno che di disciplina con il capitano Colaprico. A ogni colpo di scena, e sono tanti, a ogni parziale verità subito caduta, i due anziché deprimersi trovano nel loro rapporto una ragione per continuare, tra bellissime dame che sembrano assorbire sensualità e sprezzatura dall'aria stessa che respirano, ambigue creature del male, monelle prostitute, geologi che forse non sono geologi, furieri furfanti, camerieri magrissimi, e una vera festa di lingue e dialetti nella cornice dello sfavillante, modernissimo, Albergo Italia. Il più elegante, e anche l'unico, di Asmara, Eritrea, Italia. Che viene inaugurato, ovvio, con un cadavere di faccendiere neanche tanto impiccato, a guardar bene. Quel tanto che basta per iniziare una storia. Raquel Martos Alla fine andrà tutto bene (e se non va bene... non è ancora la fine) (Feltrinelli, 2014) Sei settimane di silenzio forzato. Un incubo, per chi come Carla Diaz non sa tacere un secondo. Di indole fortemente comunicativa, Carla vive di parole, non solo per il bisogno di condividere i propri stati d'animo con chi le è vicino, ma anche per lavoro, essendo una presentatrice radiofonica. Quando un'operazione alle corde vocali la costringe a rimanere in silenzio per ben sei settimane, per giunta proprio in un momento di crisi personale e professionale, per Carla - pessimista di natura - è la fine del mondo. Costretta a non parlare, ma incapace di restare in silenzio, come potrà esternare pensieri ed emozioni e mantenere i rapporti con gli altri? Aiutata da whatsapp, email e bigliettini e armata di una buona dose di inventiva e di autoironia, Carla scoprirà di saper comunicare come non aveva mai fatto prima. Fino a trovare, mettendosi veramente in ascolto, la propria vera voce. Francesco Recami Il caso Kakoiannis-Sforza (Sellerio, 2014) È scomparsa Marilou, la figlia di Luisa Kakoiannis-Sforza. La signora, un'imprenditrice della moda, ospite fissa delle copertine dei rotocalchi popolari, si rivolge per le ricerche ad Amedeo Consonni, il tappezziere in pensione della Casa di ringhiera. Le è noto grazie al successo del caso investigativo della Sfinge di Lentate sul Seveso (raccontato nel romanzo "La casa di ringhiera"), ma la ragione è anche di sfuggire ai riflettori del gossip. Oppure c'è sotto qualcos'altro? Il Consonni, con le sue risorse semplici e antiquate, comincia a indagare. E finirà per imbattersi in un'altra donna, non meno ricca e superba, che con la prima condivide il segreto e l'odio. Georges Simenon I clienti di Avrenos (Adelphi, 2014) Una città, Istanbul, ancora avvolta, all'inizio degli anni Trenta, da un'aura di eccitante depravazione. Una giovane donna, Nouchi, candidamente perversa, seraficamente crudele, e capace di sedurre chiunque senza mai concedersi a nessuno. Un uomo non più giovanissimo, distinto ma squattrinato, che si è lasciato irretire, una sera, nel night-club dove Nouchi lavorava come entraîneuse, e che lei manovra a suo piacimento. Un gruppo di sfaccendati-artisti, giornalisti, uomini d'affari, nobili decaduti, viveur di mezza tacca -, che si ritrovano nel ristorante di Avrenos e passano le notti a bere raki e a fumare hashish, e che di Nouchi sono tutti più o meno innamorati. Se Emmanuel Carrère (che ne ha tratto una sceneggiatura televisiva) ha potuto dichiarare: "I clienti di Avrenos è un capolavoro", è soprattutto perché di personaggi femminili sconcertanti come Nouchi non se ne incontrano molti nei romanzi di Simenon - e non solo. Non ha ancora diciott'anni, non è particolarmente bella, ha una faccia irregolare e "due occhi penetranti come punte di spillo"; ed è ben decisa a non conoscere mai più la miseria e la fame che hanno segnato la sua infanzia viennese. A questo scopo giocherà tutte le sue carte - anche le più rischiose. Di Istanbul, dove bisogna soltanto "accettare la vita come viene", abbandonandosi ai suoi perfidi incantesimi, Simenon fa la cornice perfetta per le trame ambiziose e svagate della sua incantevole, implacabile protagonista. John Green Colpa delle stelle (Rizzoli, 2014) Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi in cui i pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato. David Wagner Il corpo della vita (Fazi, 2014) "Le cose sono andate esattamente così, ma anche in modo completamente diverso". Questo è un romanzo che parla di Berlino, di amore, di paternità, di intrecci di vite raccontate. E la storia di un uomo sulla trentina che ha una domanda che gli ronza in testa fin da ragazzino: cosa succede quando diventa possibile prolungare la propria vita? Una domanda che prima o poi si pongono tutti, ma che in questo caso risponde a una possibilità reale. Quella che si concretizza con una telefonata dall'ospedale, quando giunge la notizia che la soluzione a una malattia genetica è arrivata. Da qui prende avvio un racconto dalle atmosfere lunari, un diario irriverente, una brillante riflessione esistenzialista, infine un romanzo profondamente contemporaneo. "Il corpo della vita" è infatti il frutto di un autore che osa sfidare il pensiero comune, la voce di un uomo che affronta un'esperienza estrema con la forza della ragione e con la ragione sdrammatizza, si prende gioco di sé e infine ci racconta come si presenta la vita in questo primo scorcio del XXI secolo nella nostra vecchia Europa. A corroborare il racconto sono squarci di vita vissuta, come una vacanza in Messico con Gloria, una settimana sul Lago di Garda con Julia, morta d'overdose. Schegge di passato inframezzate da quadretti di quotidianità ospedaliera, gallerie di compagni di stanza, ragguagli sul decorso della propria malattia, visite di studenti di medicina interessati al caso di epatite autoimmune del protagonista. Raffaella Silvestri La distanza da Helsinki (Bompiani, 2014) Quando si diventa davvero grandi? Quanto coraggio ci vuole per fare il grande passo e uscire dall'adolescenza una volta per tutte? Viola e Kimi hanno sedici anni, e non lo sanno ancora. Lei è italiana, lui finlandese. Lei socievole e intraprendente, lui con gli occhi fissi sul libro che sta leggendo, come se il mondo intorno non ci fosse. Entrambi hanno un segreto che li rende molto diversi dagli altri. Viola ha perso la madre, Kimi è affetto da una indefinibile forma di autismo. Lei non vuole, o meglio, non vorrebbe che quello che le è successo condizionasse la sua vita, lui percepisce la realtà soltanto attraverso le note di un pianoforte. Si incontrano a un corso d'inglese a Londra, e da quel momento, ogni anno, a luglio, si incontreranno attraverso l'Europa, mentre la vita scorre loro accanto. Fino a quando, sedici anni dopo il primo incontro, entrambi riceveranno un invito che li porterà a prendere un'altra decisione, che cambierà per sempre le loro vite. Un romanzo sulla necessità e la voglia di crescere. Un romanzo sulle occasioni che la vita ci offre, e non sempre riusciamo a cogliere, ma anche un richiamo all'autenticità, all'intensità che i protagonisti devono affrontare. E soprattutto, un romanzo sul coraggio e sulle prove che bisogna superare per poter dire di essere veramente vivi. Haruki Murakami L' incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio (Einaudi, 2014) A Nagoya abitano cinque ragazzi, tre maschi e due femmine, che tra i sedici e i vent'anni vivono la più perfetta e pura delle amicizie. Almeno fino al secondo anno di università, quando uno di loro, Tazaki Tsukuru, riceve una telefonata dagli altri: non deve più cercarli. Da quel giorno, senza nessuna spiegazione, non li vedrà mai più: non ci saranno mai più ore e ore passate a parlare di tutto e a confidarsi ogni cosa, mai più pomeriggi ad ascoltare la splendida Shiro suonare Liszt, mai più Tsukuru avrà qualcuno di cui potersi fidare. Il dolore è cosi lacerante che nel cuore del ragazzo si spalanca un abisso che solo il desiderio di morire è in grado di colmare. Dopo sei mesi trascorsi praticamente senza mangiare né uscire di casa, nelle tenebre di un'infelicità senza desideri, Tzukuru torna faticosamente alla vita ma scopre di essere cambiato. Non solo nel fisico - più magro, dai lineamenti più duri e taglienti - ma anche, soprattutto, nell'animo. Ancora oggi, quando ormai ha trentasei anni, continua a vivere con l'ombra di quel rifiuto che lo accompagna sempre, come una musica che resta sospesa nell'aria anche quando non c'è più nessuno a suonarla. L'incontro con Sara, che intuisce l'inquietudine nascosta dietro l'apparente ordinarietà di Tsukuru, sarà l'occasione per rispondere a quelle domande che per sedici anni l'hanno ossessionato ma che non ha mai avuto il coraggio di affrontare. Eva Cantarella Ippopotami e sirene. I viaggi di Omero e di Erodoto (Utet, 2014) L'Odissea di Omero e le Storie di Erodoto: due tra le più antiche opere di viaggio della letteratura occidentale, entrambe espressione del mondo greco, eppure straordinariamente diverse l'una dall'altra. Il poema di Ulisse tratteggia l'itinerario simbolico e introspettivo di un uomo alla ricerca di se stesso, ed è la grande metafora che sta alle radici della letteratura occidentale e del nostro immaginario collettivo. Le Storie, invece, anche se permeate di informazioni favolose e poco veritiere, sono i resoconti delle ricerche e delle esplorazioni che Erodoto ha effettivamente compiuto lungo le rotte e le strade del Mediterraneo e dell'Antico Oriente. In Omero, il mondo selvaggio, al di là dei confini dell'Egeo occidentale, popolato da maghe seduttrici, giganti cannibali e Ciclopi, è modello negativo di barbarie, contrapposto ai valori della civiltà greca: a questi Ulisse, tra mille peripezie, e non senza indugiare, desidera infine fare ritorno. In Erodoto, l'orizzonte geografico si allarga a luoghi lontani e meravigliosi - la Libia, l'Iran, il Caucaso e ai popoli che li abitano. Lo storico li osserva con l'atteggiamento di un moderno antropologo, che non crede all'esistenza di valori assoluti e civiltà superiori, ma sa che "se si proponesse a tutti gli uomini di scegliere, tra tutte, le usanze migliori, ciascuno dopo un'attenta riflessione indicherebbe le proprie". Elizabeth J. Howard Il lungo sguardo (Fazi, 2014) 1950, Londra. Antonia e Conrad Fleming stanno aspettando gli ospiti per la cena di fidanzamento del figlio Julian. Ogni cosa è pronta nella bella villa sulla collina di Hampstead, da cui si gode una magnifica vista sulla città; la casa sta per accogliere, impeccabile, l'élite londinese che celebrerà l'occasione. Eppure la voce e lo sguardo di Antonia sono velati dal disincanto e dalla sensazione, quasi una certezza, che le cose, in fondo, sarebbero potute andare in modo diverso. Così si schiude il racconto del matrimonio ventennale dei Fleming, una vicenda che solca l'esistenza di marito e moglie dal presente fino al loro primo incontro, in un percorso a ritroso che ci porta a conoscere i due in giovane età, quando Antonia era la splendida adolescente che si faceva chiamare Toni. "Il lungo sguardo" non è una semplice storia d'amore, né il sogno romantico di una donna matura che si sente d'un tratto sola, ma è, più onestamente, la storia di una coppia. Dura e vera come solo una vita intera sa essere. E soprattutto è la storia di una donna, bellissima e inquieta, coraggiosa e perduta, e della sua forza nel mettere a nudo ogni controversia privata senza pudori. Gianrico Carofiglio Una mutevole verità (Einaudi, 2014) Un buon investigatore deve essere capace di costruire una storia, immaginare che cosa è successo prima e dopo il crimine, come in un romanzo. Poi, costruita la storia, deve andare in cerca di ciò che la conferma e la contraddice. Così pensa il maresciallo dei carabinieri Pietro Fenoglio, piemontese trapiantato a Bari, che si trova a indagare su un omicidio dove tutto appare troppo chiaro fin dall'inizio. Non fosse che al principale sospettato, su cui si concentra ogni indizio, mancava qualsiasi movente per commettere il delitto. Giuseppe Catozzella Non dirmi che hai paura (Feltrinelli, 2014) Samia è una ragazzina di Mogadiscio. Ha la corsa nel sangue. Ogni giorno divide i suoi sogni con Alì, che è amico del cuore, confidente e primo, appassionato allenatore. Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell'irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori degli integralisti, e le prime affermazioni la portano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Arriva ultima, ma diventa un simbolo per le donne musulmane in tutto il mondo. Il suo vero sogno, però, è vincere. L'appuntamento è con le Olimpiadi di Londra del 2012. Ma tutto diventa difficile. Gli integralisti prendono ancora più potere, Samia corre chiusa dentro un burqa ed è costretta a fronteggiare una perdita lacerante, mentre il "fratello di tutta una vita" le cambia l'esistenza per sempre. Rimanere lì, all'improvviso, non ha più senso. Una notte parte, a piedi. Rincorrendo la libertà e il sogno di vincere le Olimpiadi. Sola, intraprende il Viaggio di ottomila chilometri, l'odissea dei migranti dall'Etiopia al Sudan e, attraverso il Sahara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia. Stefano Benni Pantera (Feltrinelli, 2014) L'Accademia dei Tre Principi è una sala da biliardo. È un sotterraneo, un antro favoloso, dove sotto lo sguardo cieco del saggio Borges incrociano le stecche giocatori leggendari come il Puzzone, Elvis, Tremal-Naik, la Mummia, il Professore e Tamarindo. Si svuotano portacenere e si tiene il conto delle battaglie. In quel mondo di soli maschi un giorno fa il suo ingresso Pantera, "snella, flessuosa, pallida", e la leggenda varca i confini. Quando i migliori cadono, come in un poema cavalleresco i campioni cominciano ad arrivare da lontano. Uscita dal suo racconto, Pantera porge il testimone ad Aixi, una ragazzina innamorata del suo mare, protagonista di una nuova sfida inondata di luce e di mistero. Fabio Geda Se la vita che salvi è la tua (Feltrinelli, 2014) Andrea Luna ha trentasette anni, fa l'insegnante, ma non ha una cattedra fissa. Quello che doveva essere un breve soggiorno newyorkese, una vacanza solitaria voluta per riprendere fiato e soffocare le braci di una crisi coniugale, si trasforma in una peregrinazione nelle miserie dell'umanità e nella sua infinita ricchezza, in un viaggio che lo trascina ai margini della società e che gli regala incontri memorabili, soprattutto quello con la famiglia Patterson: Ary, la madre, e i suoi due figli gemelli di tredici anni, Benjamin e Allison. Quando, all'improvviso, Andrea decide di tornare a casa dalla moglie, quello che ha lasciato non esiste più. E allora capisce che "casa" è altrove. Per raggiungerla sarà disposto a tutto, anche ad affidarsi a un "pollero", un trafficante d'uomini Andrea Camilleri La piramide di fango (Sellerio, 2014) "Si sono aperte le cateratte del cielo. I tuoni erompono con fragore. Nel generale ottenebramento, e sotto la pioggia implacabile, tutto si impantana e smotta. Il fango monta e dilaga: è una coltre di spento grigiore sulle lesioni e sulle frane. La brutalità della natura si vendica della politica dei governi corrotti, che non si curano del rispetto geologico; e assicurano appalti e franchigie alle società di comodo e alle mafie degli speculatori. A Vigàta dominano le sfumature opache e le tonalità brune delle ombre che si allungano sull'accavallato disordine dei paesaggi desolati; sui lunari cimiteri di scabre rocce, di cretti smorti, e di relitti metallici che sembrano ossificati. Questa sgangherata sintassi di crepature e derive ha oscuri presagi. E si configura come il rovescio tragico dell'allegra selvatichezza vernacolare di Catarella, che inventa richiami fonici ed equivalenze tra 'fango' e 'sangue'; e con le confuse lettere del suo alfabeto costruisce topografie che inducono all'errore. Del resto, macchiate di sangue sono le ferite fangose del paesaggio; e l'errore è consustanziale al labirinto illusionistico dentro il quale i clan mafiosi vorrebbero sospingere il commissario Montalbano per fuorviarlo, e convincerlo che il delitto sul quale sta indagando è d'onore e non di mafia. La vicenda ha tratti sfuggenti, persino elusivi..." Nicolas Barreau La ricetta del vero amore (Feltrinelli, 2014) È perennemente in ritardo. È bella come il sole. È socievole, estroversa e... irraggiungibile. L'amore di Henri Bredin - timido studente della Sorbonne, un po' goffo e sempre puntuale - sembra del tutto senza speranza. Lui e Valerie Castel condividono la passione per gli stessi libri. Ma per Valerie, Henri è solo un compagno di studi e un buon amico, mentre per lui la ragazza con gli occhi acquamarina e il sorriso impertinente è la donna più charmante del mondo. Quando Valerie trascorre le vacanze estive sulla Riviera ligure e perde la testa per un italiano, a Henri crolla il mondo addosso. Non ha nessuna possibilità contro quell'uomo affascinante, ricco e di dieci anni più grande di lui. O forse sì? Un giorno, curiosando tra le bancarelle di libri usati lungo la Senna, Henri si imbatte in un libricino rilegato in pelle bordeaux. Si tratta di un manuale del XVI secolo che contiene pozioni e strani infusi e promette di svelare niente meno che la ricetta dell'amore eterno, L'élixir d'amour éternel. Contrariamente a ogni logica, Henri decide di invitare a cena Valerie e di cucinare per lei un perfetto "Menu dell'amore". Ma, tra tutte le sere possibili, quella è proprio la volta in cui la ritardataria Valerie decide di presentarsi nel piccolo appartamento di Henri in rue Mouffetard con largo anticipo... James Patterson Il ritorno del killer (Longanesi, 2014) Evaso da un carcere di massima sicurezza, Kyle Craig, alias Mastermind, ha un solo scopo: vendicarsi di Alex Cross, l'uomo che lo ha fatto rinchiudere in isolamento per tutti questi anni. Per agire indisturbato, Craig cambia letteralmente volto, assumendo un'identità insospettabile. Nel frattempo Washington è scossa da una serie di delitti efferati, firmati da un cecchino che ha deciso di eliminare la parte marcia e corrotta della società. Il Patriota, così si fa chiamare il killer, sceglie le proprie vittime tra i politici e gli esponenti dell'alta finanza che ritiene responsabili della deriva del Paese. Un eroe o un pazzo criminale, si chiedono i media. E poi, come fa quest'uomo a essere così informato sui movimenti delle sue illustri vittime? Le indagini vengono affidate a Cross, che entra subito in contrasto con l'agente inviato sul campo dall'FBI... Oltre a questa difficile indagine, Cross deve affrontare il ritorno di Mastermind che, disposto a tutto pur di eliminare lui e la sua famiglia, lo trascina in un gioco perverso, nel quale il detective ignora il volto del suo acerrimo nemico. Un piano diabolico che per Kyle Craig ha un sapore ancora più dolce, dato che per Cross si avvicina il giorno delle nozze... Nicolai Lilin Il serpente di Dio (Feltrinelli, 2014) "Due teste diverse ma un cuore solo", dicono i vecchi di due amici come loro. Ismail impulsivo e curioso, Andrej più maturo e riflessivo. Sono cresciuti insieme in un pacifico villaggio incastonato tra i monti del Caucaso. Un antico patto, dal nome dolcissimo, lega le due comunità di quel luogo, dove musulmani e cristiani convivono in un clima di rispetto reciproco. Finché Konstantin, agente dei servizi segreti federali, sceglie proprio quel paesino come avamposto per i suoi traffici di droga. In combutta con la banda di Hassan, terrorista locale, intende costringere gli abitanti a collaborare. Per i due adolescenti il tempo dei giochi è finito. Ora si tratta di mettere in salvo quanto hanno di più prezioso, e cioè di difendere gli oggetti sacri che sigillano quella promessa di pace, di proteggerli dalle "bestie di Shaitan" come fossero parti del loro stesso corpo. Ismail e Andrej dovranno affrontare di colpo la violenza del mondo per portare a termine il compito, e comprenderne poi il fine ultimo: salvare quel "cuore solo" che da sempre li unisce, e con esso qualcosa di più. Fino a una straordinaria rivelazione che li sconvolgerà, e a cui non potevano essere preparati. Michael Dobbs House of cards (Fazi, 2014) "La politica richiede sacrificio. Il sacrificio degli altri, ovviamente. Per quanto un uomo possa ottenere, sacrificandosi per il suo paese, è comunque più conveniente lasciare che siano gli altri a farlo per primi. Il tempismo, come dice sempre mia moglie, è tutto". Questa è una delle massime di Francis Urquhart, per alcuni semplicemente FU, una specie di patrizio solitario, aristocratico molto vecchio stile, che ha passato l'età della maturità, dopo aver dedicato la propria vita alla politica, all'ombra di Westminster. È arrivato ai vertici del suo partito, pur incarnando un ruolo in apparenza lontano dai riflettori. È il più stretto consigliere del primo ministro e anche il custode dei segreti degli uomini che gli siedono accanto. Segreti molto personali, debolezze, fragilità, vizi: parole che nella carriera di un uomo politico rappresentano pericoli mortali, perché incompatibili con il ruolo di potere che riveste. Ed è questo materiale che Francis decide di sfruttare per raggiungere la sua vetta personale. Da dietro le quinte di una fase politica difficile e incerta, questo regista impeccabile riesce a muovere tutti, pedine di un gioco spietato, dove il ricatto diventa un raffinato intreccio narrativo. Di quale materia siano fatti potere e ambizione, quali siano i legami tra l'informazione e i destini politici di un paese, lo scoprirà Mattie Storin, tagliente cronista politica, decisa a stanare la verità su una crisi di governo in cui nulla sembra accadere per caso. Andrea Vitali Come fu che Babbo Natale sposò la Befana (Mondadori Electa, 2013) Nel placido paese a bordo lago ci si prepara a festeggiare il Natale, l'aria è carica di una promessa di neve e gli adulti sono al riparo dal freddo e dai dubbi, confortati dalle loro certezze esistenziali. "Perché se Babbo Natale esiste nessuno l'ha mai visto?": dalla fatidica domanda di Tom, un ragazzino curioso che non si accontenta delle risposte evasive dei suoi genitori, prende avvio il racconto di Vitali, che illustra il mondo dei grandi, impacciati e non sempre all'altezza del loro ruolo di educatori. Così Tom e i suoi compagni decidono di cercare la verità per conto proprio, e la vicenda assume risvolti fantasiosi, a tratti comici, fino alla felice soluzione in cui i dubbi infantili trovano le loro risposte, i conflitti si risolvono e ogni cosa torna al suo posto. I personaggi che il lettore incontra tra le pagine del racconto sono caratterizzati con rara maestria: le petulanti e spigolose Stecchetti, madre e figlia; la giovane cameriera che si rivela molto più smaliziata degli investigatori; un maresciallo dei carabinieri che pare uscito da un racconto di Mario Soldati; fino al direttore Remedio Imperio, animo sensibile e poetico, che si diletta a scrivere storie per i bambini, quasi fosse l'alter ego dell'autore. Da attento osservatore, Andrea Vitali rileva dei suoi personaggi ogni minima contraddizione, fragilità e meschinità. Regalandoci un nuovo episodio della sua "commedia umana", si conferma un grande narratore di piccole storie. Shulamit Lapid Dalla nostra corrispondente (Astoria, 2014) Camminata da cammello, occhi sempre un po' addormentati, single più per mancanza di tempo che di occasioni, Lisi Badichi, detta Lisi la svitata, lavora per l'edizione locale de "La Gazzetta del Sud". La sonnolenza è però apparente, perché la mente è sveglia, più che sveglia... Lisi Badichi è la giornalista tuttofare de "La Gazzetta del Sud". Siamo a Be'er Sheva, città ai bordi del deserto israeliano del Negev. Completamente dedita al lavoro, vergine più per mancanza di tempo che di occasioni, enormi piedi piatti, Lisi cerca di non lasciarsi mai sfuggire un incarico, terrorizzata dal direttore di Tel Aviv, che minaccia un giorno sì e l'altro pure di mandare un sostituto. Alla festa di compleanno di Pinchas Orenstick, importante giudice del luogo, cui presenziano tutti quelli che contano in questo ombelico di deserto, Lisi incappa nella sua prima avventura, nonché in un delitto all'apparenza inspiegabile. Hoai Huong Nguyen L’ombra dolce (Guanda, 2014) Nel 1954 la guerra d'Indocina volge al termine. Nell'ospedale militare francese di Hanoi, Mai, una giovane annamita che presta servizio come infermiera volontaria, conosce Yann, soldato bretone in convalescenza. È un colpo di fulmine. Ma il padre di Mai, giudice influente, l'ha promessa in sposa a un ricco mercante. La ragazza decide di ribellarsi al matrimonio combinato, a costo di essere ripudiata dalla famiglia, ma ci pensa la guerra a separare i due amanti, quando Yann viene rimandato al fronte. Dopo l'apocalittica battaglia di Dien Bien Phu, Mai tenterà il tutto per tutto pur di salvarlo dal campo di prigionia in cui è stato deportato, nella speranza di poter cominciare una vita insieme in Francia. Sullo sfondo di un affascinante Vietnam coloniale cancellato dalla Storia, Hoai Huong Nguyen ha scritto un romanzo d'amore di intensa dolcezza e di profonda violenza, dove lo scontro tra culture diverse diventa incontro. Elizabeth George Un piccolo gesto crudele (Longanesi, 2014) Quando il professor Azhar scopre che la figlia di nove anni è scomparsa dalla sua casa di Londra insieme a quasi tutte le sue cose, non può che bussare disperato alla porta accanto e chiedere aiuto alla vicina e amica, il sergente Barbara Havers. Presto si scopre che a portar via la bambina è stata la madre, trasferitasi in Italia, a Lucca, per seguire il suo nuovo amore. In bilico tra i sentimenti e la ragione, Barbara si impegna a indagare ufficiosamente sul caso, ritrovandosi presto nei guai con i superiori a causa delle ingiustificate assenze dal lavoro. Qualche mese dopo, però, la bambina sparisce davvero da un mercato della città, e sul caso si accendono i riflettori dei media. Viene chiamata in causa Scotland Yard, e a indagare sul probabile rapimento della piccola è Thomas Lynley, mentore e superiore di Barbara. La Havers, dal canto suo, in questa vicenda sta mettendo a rischio la propria carriera, e forse molto di più: che cosa nasconde Azhar dietro l'immagine del padre affranto? Insieme a un ostinato ispettore italiano, Lynley e la Havers devono affrontare una situazione delicatissima, in cui si mescolano questioni razziali, difficoltà linguistiche e pregiudizi culturali, che si complica ulteriormente quando al mistero sul rapimento si aggiunge quello di una misteriosa morte... Andrea Vitali Quattro sberle benedette (Garzanti, 2014) In quel fine ottobre del 1929, sferzato dal vento e da una pioggerella fastidiosa e insistente, a Bellano non succede nulla di che. Ma se potessero, tra le contrade volerebbero sberle, eccome. Le stamperebbe volentieri il maresciallo dei carabinieri Ernesto Maccadò sul muso di tutti quelli che si credono indovini e vaticinano sul sesso del suo primogenito in arrivo, aumentando il tormento invece di sciogliere l’enigma, perché uno predice una cosa e l’altro l’esatto contrario. Se le sventolerebbero a vicenda, e di santa ragione, il brigadiere Efisio Mannu, sardo, e l’appuntato Misfatti, siciliano, che non si possono sopportare e studiano notte e giorno il modo di rovinarsi la vita l’un l’altro. E forse c’è chi, pur col dovuto rispetto, ne mollerebbe almeno una al giovane don Sisto Secchia, coadiutore del parroco arrivato in paese l’anno prima. Mutacico, spento, sfuggente, con un naso ben più che aquilino, don Sisto sembra un pesce di mare aperto costretto a boccheggiare nell’acqua ristretta e insipida del lago. Malmostoso, è inviso all’intero paese, perfino al mite presidente dei Fabbriceri, Mistico Lepore, che tormenta il prevosto in continuazione perché, contro ogni buon senso, vorrebbe che lo mandasse via. E poi ci sono sberle più metaforiche, ma non meno sonore, che arrivano in caserma nero su bianco. Sono quelle che qualcuno ha deciso di mettere in rima e spedire in forma anonima ai carabinieri, forse per spingerli a indagare sul fatto che a frequentare ragazze di facili costumi, in quel di Lecco, è persona che a rigore non dovrebbe. D’accordo, ma quale sarebbe il reato? E chi è l’autore di quelle rime che sembrano non avere un senso? Ma, soprattutto, di preciso, con chi ce l’ha? Giada Trebeschi La dama rossa (Mondadori, 2014) 1938. Nell'anno in cui il duce emana le leggi razziali e il rombo della guerra si fa sempre più vicino, la giovane studiosa di storia dell'arte Letizia Cantarini lavora con passione al restauro di un palazzo nobiliare vicino a Roma insieme a due colleghi. Dietro una parete, i tre scoprono una stanza segreta dove giacciono i resti di una donna murata viva circa cinquecento anni prima. Sul pavimento, accanto alla condannata a morte, di cui ancora si scorgono lembi di tessuto rosso come la porpora, alcuni fogli: le sue memorie e un enigma. Letizia però non ha il tempo di studiare le carte della misteriosa "Dama rossa" vissuta alla corte di Alessandro VI Borgia, che un gruppo di miliziani fascisti, guidati dall'affascinante capitano de' Risis, giunge a interrompere i lavori. È evidente che il ritrovamento della camera segreta desta un interesse non solo archeologico. Letizia e i colleghi capiscono di aver portato alla luce non tanto i resti del tesoro degli Olgiati - la famiglia cui apparteneva il palazzo - ma qualcosa di ben più prezioso. Inizia così una fuga indiavolata, un'avventura travolgente che vedrà i tre amici alle prese con un favoloso rompicapo: una sciarada composta nel Rinascimento che li porterà fino in Spagna, all'Alhambra, sulle tracce della Dama rossa e di un inimmaginabile tesoro. I protagonisti, separati dagli eventi - uno dei tre è ebreo e dovrà nascondersi dal furore fascista - rischieranno la vita per scoprire e proteggere lo straordinario segreto. Louise Erdrich Il giorno dei colombi (Feltrinelli, 2014) Tutto cambia in una cittadina del North Dakota in un giorno qualunque, il giorno in cui una famiglia viene sterminata. Il giorno dei colombi di Louise Erdrich è un viaggio nel dolore, nella vendetta e nella distorsione della memoria e dei fatti che il tempo subisce. E’ l’inizio del Novecento e una famiglia di contadini viene brutalmente uccisa. Rimane viva nella sua culla solo una bambina piccola che vede tutto. E’ troppo piccola per ricordare, ma quelle immagini brutali forse scalfiranno la sua esistenza per sempre. La piccola città di Pluto dove avviene il terribile fatto di cronaca è composta solo da uomini bianchi, è una città retrograda e conservatrice dove il diverso non viene accettato molto facilmente. Per questo la colpa ricade ben presto nella vicina comunità indiana che sorge proprio lì affianco. Il delitto rimane però irrisolto e proprio per questo con il passare degli anni nell’animo della gente di Pluto rimane molto vivo il risentimento e la voglia di fargliela pagare. Il racconto della Erdrich passa così attraverso la sua splendida controfigura, una Evelina Harp prima piccola e poi adolescente, ancora trafitta dal dolore, ma l’unica forse pronta a perdonare. Con ironia e un incredibile senso di perdita Il giorno dei colombi racconta come possa far male lo spirito di vendetta che non sempre può o deve trovare una risposta. Ma poi siamo davvero sicuri che i colpevoli siano i vicini pellerossa o il colpevole si nasconde in una delle bellissime villette a schiera abbracciato da moglie e figli? Forse il lettore lo scoprirà o forse no perché non è questo che interessa alla Erdrich che vuole invece scavare nell’animo umano e nell’incapacità di perdonare, vista come il peggiore dei mali. Attraverso figure chiave come quella di Evelina o del vecchio Mooshum, pellerossa e affabulatore di storie tradizionali indiane, il racconto subisce i punti di vista e si trasforma, lasciando il lettore senza fiato. Michele Mari Roderick Duddle (Einaudi, 2014) Figlio di una prostituta, Roderick cresce tra furfanti e ubriaconi all'Oca Rossa, fumosa locanda con annesso bordello. Quando la madre muore, il proprietario pensa bene di cacciarlo: quello che entrambi ignorano è che nel destino di Roderick è nascosta un'immensa fortuna, e quel medaglione che porta al collo ne è la prova. Il ragazzino si ritrova alle calcagna una folla di balordi, mentecatti, loschi uomini di legge e amministratori, assassini, suore non proprio convenzionali - ognuno deciso a impadronirsi in un modo o nell'altro di una parte del bottino. E cosi Roderick fugge, per terra e per mare, in un crescendo di imprevisti, omicidi, equivoci e false piste. "Roderick Duddle" è insieme summa e reinvenzione del percorso letterario di Michele Mari: guardando a Dickens e Stevenson, mai cosi amati, disegna una parabola sulla cupidigia e sulla stupidità dell'uomo, ma anche sulla sua capacità di stupirsi di fronte al meraviglioso. Giovanni Greco L’ultima madre (Feltrinelli, 2014) Le vite degli individui sono rette parallele che s'incontrano all'infinito, in un orizzonte illusorio, sono impulsi che corrono avanti e indietro, s'inseguono, talora s'intravedono o si sognano reciprocamente, più spesso si mancano. Maria è una mite casalinga di un barrio povero di Buenos Aires, vedova di un muratore di origini italiane. Gli uomini che hanno preso il potere in Argentina hanno fatto sparire i suoi due figli, i gemelli Pablo e Miguel, insieme a tante altre persone dissolte nel nulla. Maria cerca una risposta, vuole la verità, e per questo viene imprigionata, torturata, esiliata. La sua vicenda si sovrappone a quella di Mercedes, figlia e moglie di due militari di quella giunta che reprime nel sangue ogni forma di opposizione. Anche Mercedes è madre di due gemelli, Nacho e Mari. I bambini le sono stati consegnati alla nascita, figli di un'attivista politica arrestata e poi scomparsa. Sono cresciuti in una famiglia che non è la loro, all'oscuro di tutto. Nato come spettacolo sul tema dei desaparecidos, frutto di un'inchiesta condotta sul campo a Buenos Aires, "L'ultima madre" è un affresco ispirato ai grandi romanzi della letteratura sudamericana: destini che procedono asimmetrici nel tempo e nello spazio, ma indissolubilmente intrecciati, personaggi che appaiono a un angolo di strada o svaniscono senza lasciare traccia, che si ergono a divinità del male, mutano pelle come serpenti, impazziscono, frugano disperatamente nei bassifondi. Romain Puertolas L’incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea (Einaudi, 2014) Ajatashatru Lavash Patel, un indiano di professione fachiro che vive di espedienti e trucchi da quattro soldi, si sveglia un mattino e decide che è giunto il momento di comprare un nuovo letto di chiodi. Apre il giornale e trova una promozione davvero vantaggiosa: un letto di chiodi (ben 15000 per l'esattezza) in offerta a 99,99 euro. Un prezzo incredibilmente conveniente, specie se si ha l'intenzione di pagarlo con una banconota falsa. Il mobile è firmato Ikea e si trova soltanto nei punti vendita di Parigi. Ajatashatru si agghinda per l'occasione indossando uno sgargiante abito di seta lucida (con cravatta), mette il suo turbante migliore e parte con destinazione Parigi Charles de Gaulle. All'aeroporto sale su un taxi guidato dallo scaltro gitano Gustave che tenta di truffarlo, per restare però a sua volta truffato, e arriva all'Ikea. Incantato dalla sapienza espositiva del megastore svedese, e dalla magia infinita delle sue porte scorrevoli, Ajatashatru decide di prendersela comoda e trascorrere la notte a curiosare, ma l'arrivo di una squadra di commessi lo costringe a nascondersi dentro un armadio. Peccato che al mattino proprio quell'armadio debba essere imballato e spedito in Inghilterra. Per il candido fachiro è l'inizio di un'avventura fatta di incontri surreali - dalla bellissima attrice Sophie Marciò al saggio clandestino Wiraj - inseguimenti, fughe e inimmaginabili peripezie che lo porteranno in giro per l'Europa e il Nord Africa. Salvatore Niffoi La quinta stagione è l’inferno (Feltrinelli, 2014) Salvatore Niffoi e i suoi adorabili banditi sardi tornano con la Quinta stagione è l’inferno, un racconto rocambolesco dove si intrecciano malavita e potere e dove una sorta di magici presagi, di tradizioni perpetrate e da non tradire che conferiscono al romanzo un’aurea di mistero. Bagolaris, bandito vecchio e potente, nato e cresciuto a Maragalò ritorna nel suo paese prima di morire e per raccontare una storia, la sua. Il figlio Martine al suo capezzale vuole sapere cosa è successo al padre, cosa ne è stato di lui per tutti questi anni e se tutte le cose che dicono di lui al paese sono vere oppure romanzetti criminali. Bagolaris vuole solo essere seppellito nel suo giardino, all’ombra dell’albero di melagrano che ha visto crescere, ma capisce di dover raccontare la verità, per lo meno alla carne della sua carne perché lo ricordi per quello che è stato. Tutto a patto che non lo riveli a nessuno. Tadeu/ Bagolaris nasce con un destino, sotto una mala luna, come sussurrano amici e parenti, e dopo essersi sposato comincia a diventare un piccolo criminale della Barbagia, del resto tra quelle aspre terre non c’è molta possibilità di campare in altro modo. Inizia così l’ascesa di un bandito che per scampare alle minacce di una ricca famiglia di latifondisti deve darsi alla latitanza. Tadeu prende così la via del continente e Roma è la meta più vicina, ma nella capitale la criminalità va a braccetto con la politica così in un vortice di affari loschi il bandito sardo forma una banda con altri tre malviventi. È solo l’inizio di una spirale di violenza che sembra trovare una giustificazione contro lo strapotere dei ricchi e cattivi. Dopo anni di uccisioni, furti e rapimenti, in cui vige una sorte di giustizia interna, tocca però a Bagolaris subire il colpo finale con un proiettile dritto nella testa. Loriano Macchiavelli Sarti Antonio: rapiti si nasce (Einaudi, 2014) Con il romanzo dal titolo Rapiti si nasce, torna in libreria Antonio Sarti, il poliziotto nato dalla penna di Loriano Macchiavelli. In questa nuova avventura Sarti Antonio viene svegliato bruscamente dal telefono che squilla. Sono le sei di mattina e, quando solleva il ricevitore, una voce minacciosa gli comunica che non appena uscirà dalla porta di casa verrà gambizzato. La minaccia sembra reale, considerando il fatto che il periodo non è sereno e sempre più spesso i proiettili fendono l’aria. La tensione è sempre alta e qualcuno, per la facilità con cui si spara, ha definito il periodo gli Anni di piombo. Indeciso su come agire, Antonio Sarti decide di non lasciarsi intimidire e di andare incontro al suo destino. Da un secondo all’altro Antonio Sarti si ritrova rinchiuso in una cantina, al buio, senza cibo e senza un giaciglio su cui riposare. Le domande che affollano la sua mente sono tante. Chi è stato l’artefice di quel rapimento? Per quale motivo? Qual è lo scopo del sequestro? Quali sono le indagini scottanti di cui si stava occupando? Si tratta di una vendetta? Con Rapiti si nasce, Loriano Macchiavelli racconta una nuova avventura di Antonio Sarti. Joe R. Lansdale Notizie dalle tenebre (Einaudi, 2014) Nella sua lunga e felice carriera, Joe Lansdale ha scritto centinaia di racconti, spaziando con una libertà e un'inventiva senza eguali tra il giallo e l'horror, il fantastico e il western. "Notizie dalle tenebre" raccoglie sedici racconti - scelti dall'autore e accompagnati da un'introduzione scritta appositamente per i lettori italiani - che portano il lettore in un universo costellato di avventura e mistero, tra tragedia e commedia: uomini inseguiti dalle proprie ombre e orsi parlanti, investigatori scalcinati e donne non troppo fatali, Elvis Presley e Huck Finn. Sebastiano Vassalli Terre selvagge (Rizzoli, 2014) Ai piedi del monte Ros, impassibile nella sua armatura di ghiacci, dimora degli dei, centro del mondo conosciuto, si estende una pianura fitta di boschi e pericoli. In questa terra a sud delle Alpi, disabitata e talmente inospitale che nel 101 a. C. non ha ancora un nome, sono schierati uno di fronte all'altro, su una superficie lunga chilometri, i due eserciti più grandi del continente. Duecentomila uomini pronti a combattere corpo a corpo, a massacrarsi fino allo stremo: a fare la guerra nel modo in cui la guerra veniva fatta oltre due millenni fa. Da una parte un popolo di invasori, anzi di "diavoli", che ha percorso l'Europa in lungo e in largo, portando distruzione ovunque, ed è dilagato nella valle del Po saccheggiando città e villaggi, mettendo in fuga gli abitanti. È il popolo dei Cimbri, invincibile da vent'nni e deciso, forse, ad attaccare persino Roma. Dall'altra parte c'è il console Caio Mario, l'uomo nuovo della politica, con il suo esercito di plebei ed ex schiavi, l'ultimo in difesa dell'Urbe. Quella che stanno per affrontare non è una battaglia, è lo scontro tra due civiltà al bivio cruciale della sopravvivenza, è un evento destinato a cambiare la Storia. "Terre selvagge" è un viaggio nel tempo, in un'Italia ancora misteriosa, così vicina e così lontana da quella che conosciamo. È il racconto di una pagina drammatica della vicenda umana, finora avvolta da incertezze, falsità e malintesi. Ian Rankin Corpi nella nebbia (Longanesi, 2014) Sono passati dieci anni da quando la figlia è sparita nel nulla, ma Nina Hazlitt non si rassegna. Vuole che la polizia riapra il caso, perché di un fatto è assolutamente certa: la sua Sally, che al momento della scomparsa aveva diciotto anni, non si è allontanata dalla famiglia per seguire un amore o per cambiare vita. Quando Nina si rivolge per l'ennesima volta alla sezione speciale per i crimini irrisolti, a riceverla c'è un ispettore in pensione che si è da poco aggiunto all'unità, un uomo amante delle sigarette e del bancone dei pub: il suo nome è John Rebus. E se c'è una cosa che John Rebus non ha mai saputo fare nella sua lunga carriera è tirarsi indietro. Nemmeno di fronte ai casi più disperati, suscitando per questo - oggi come in passato - il disappunto di colleghi e superiori. A Rebus basta rispolverare vecchi faldoni e documenti dimenticati per trovare una conferma ai sospetti di Nina: altre donne, a distanza di anni, sono scomparse dalla stessa via in cui è stata vista per l'ultima volta Sally. Perché nessuno ha seguito quella pista? Forse c'è un serial killer che, nelle plumbee lande scozzesi, ha agito per anni impunito. O forse quelle giovani donne scomparse sono ancora vive, ma le loro grida di aiuto si disperdono nella nebbia che ovatta ogni cosa... SAGGISTICA… Natalia Aspesi Amore mio, ti odio. Questioni di cuore. Amare in Italia ieri, oggi e domani (Il Saggiatore, 2014) Sin dagli inizi dei tiepidi anni novanta, Natalia Aspesi tiene sulle pagine del Venerdì di Repubblica la rubrica "Questioni di cuore". Frotte di italiani corrono a scriverle. Frotte di italiani corrono a leggerla. Una pioggia di lettere, spesso scritte a mano, o e-mail; un grande coro italiano sull'amore e su tutto ciò che circonda quello che è l'oggetto luminoso, e così misterioso!, che muove il mondo. Selezionare, montare questi dialoghi in un'unica grande sceneggiatura, l'epos amoroso italiano, sorprende. Le lettere distanti, geograficamente, temporalmente, dialogano come per meraviglia, quasi secondo un ordine precostituito; è l'ordine del destino, quello dei sentimenti, grande comune denominatore dell'essere umano. Ne emerge un grande romanzo polifonico italiano. C'è chi si innamora follemente, in questo libro. C'è la minorenne abbandonata da un uomo di ventinove anni, con cui viveva un amore clandestino. Il professore che ha bisogno dell'allieva. La studentessa universitaria che si innamora del prete. L'eterosessuale che si scopre omosessuale. Chi si innamora di Claudio Baglioni, chi di Claudia Koll, chi di Vladimir Luxuria. Storie private, pubbliche. Storie del genere umano e del motore più grande del mondo, quello dei sentimenti. "Amore mio, ti odio" non è che un grande romanzo italiano dell'amore, da leggere in un flusso continuo, come un'opera di Jane Austen, o da sfogliare, per lasciarsi sorprendere a ogni pagina, dal caso, dal destino, dalle questioni del cuore. Gian Antonio Stella Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli. La guerra infinita alla burocrazia (Feltrinelli, 2014) Anziani obbligati dall'Asl a pesare i pannoloni dopo l'uso. Cassazione alle prese con processi per lo sgocciolio di una camicia o la brucatina di un'asina. Miracolate a Lourdes alle quali è vietato rinunciare alla pensione d'invalidità. Porti collaudati ufficialmente dopo 36 anni. Cittadini vivi e vegeti che faticano a dimostrare di non essere morti dal 2008. Decreti attuativi mai fatti al punto che Renzi ne ha ereditati un'enormità: 513. Ministeri che sbrigano ricorsi dopo 31 anni e intimano al ricorrente: risponda immediatamente. Dirigenti asserragliati nella trincea del burocratese e pagati in media il triplo che in Germania. Terremotati alle prese con 1109 leggi e leggine impossibili da rispettare. Norme surreali sui velocipedi "alti al massimo metri 2,20", gli "effetti letterecci" o la pesca dei trichechi. Gian Antonio Stella racconta la burocrazia italiana. Un reportage spassoso e insieme inorridito sulle regole, i meccanismi, gli uomini, i deliri, gli sprechi e i privilegi più folli e offensivi di un mondo a parte che non vuole cambiare. E pesa sul paese per almeno 70 miliardi di euro. Marina D’Amato Ci siamo persi i bambini. Perché l'infanzia scompare (Laterza, 2014) Fanno le stesse cose degli adulti, si vestono come loro, guardano la tv, giocano con i videogiochi, navigano su internet, praticano gli stessi sport, parlano con un uguale numero di vocaboli, usano gli stessi gesti, hanno pochi giocattoli ma moltissimi gadget. Sono i bambini dei nostri giorni, i bambini adulti, figli di adulti bambini. Più imparano, più rapidamente crescono, meno responsabilità hanno coloro che se ne dovrebbero prendere cura. Divorati dall'ansia, i genitori preferiscono delegare alla scuola, ai vecchi e nuovi media, alle tecnologie, all'associazionismo, il compito di accudire, crescere ed educare alla vita adulta. Perché esistono i bambini ma è scomparsa l'infanzia? Come sono e come dovrebbero essere gli adulti che hanno il compito di farli diventare grandi? Marino Sinibaldi Un millimetro in là. Intervista sulla cultura (Laterza, 2014) Quella parte di vita che puoi cambiare, quel pezzo magari piccolo di destino che puoi spostare: la cultura è la condizione necessaria per autodeterminare la propria vita e per liberarla. Ma cosa accade quando tecnologie, linguaggi, modalità di creazione e di trasmissione cambiano così rapidamente e in profondità? Emergeranno forme di produzione e comunicazione della conoscenza e delle emozioni del tutto nuove. Dovremo avere un pensiero il più lungo e il più largo possibile. Lungo nel tempo, verso il futuro, e largo nello spazio, nell'apertura alle differenze e alle alterità. Fulvio Abbate Pasolini raccontato a tutti (Baldini & Castoldi, 2014) Cosa direbbe Pier Paolo Pasolini dell'Italia di oggi? Cosa resta del più illuminato intellettuale italiano del Novecento? "Si applaudono soltanto i luoghi comuni, mentre sarebbe il caso di coltivare l'atrocità del dubbio", dirà proprio Pasolini a Walter Veltroni e ad altri "ragazzi" comunisti durante un dibattito sulla terrazza romana del Pincio, pochi giorni prima di morire. In prospettiva, non sembra che Veltroni abbia dato retta allo scrittore, e infatti la "sua" sinistra è morta fra luoghi comuni e conformismo, come si legge in questo libro, un racconto in presa diretta della storia di un intellettuale il cui pensiero è ancora fondamentale per capire il nostro presente. Eppure, col passare del tempo, la sua storia sembra sempre più coincidere con un banale "reality" criminale e ciò che circonda la sua morte è una sorta di Risiko sui misteri dell'Italia repubblicana. Cosa è successo veramente all'Idroscalo di Ostia quel 2 novembre del 1975? Fulvio Abbate tenta ora la scommessa di una alfabetizzazione storica e civile che coincide con una domanda retorica: ti immagini se Pier Paolo Pasolini vedesse dove siamo finiti? Alberto Arbasino Ritratti italiani (Adelphi, 2014) "Dalla A di Gianni Agnelli alla Z di Federico Zeri, alcune decine di conversazioni, interviste, dialoghi, e magari anche chiacchiere, con illustri contemporanei quali Roberto Longhi, Aldo Palazzeschi, Giovanni Comisso, Mario Soldati, Cesare Brandi, Federico Fellini, Luciano Anceschi, Luchino Visconti, Alberto Moravia. E notevolissimi coetanei, o quasi - da Calvino e Testori e Pasolini, a Parise e Manganelli e Berio -, coi quali ci si ripromettevano lunghe polemiche anziane davanti a un bel camino acceso, con vino rosso e castagne e magari cognac. Invece, la storia girò diversamente. E così, oltre ad alcuni coetanei vitali e viventi, eccoci qui con care e bizzarre memorie evidentemente prenatali: Dossi, Tessa, Puccini, D'Annunzio, e la mia concittadina vogherese Carolina Invernizio, nonna o bisnonna di mezza Italia letteraria." Giovanni Solimine Senza sapere. Il costo dell’ignoranza in Italia (Laterza, 2014) L'Italia sembra non rendersene conto: tutte le statistiche ci ricordano il basso livello di competenze degli studenti e della popolazione adulta, lo scarso numero di laureati e diplomati che il nostrono invecchiato e gracile sistema produttivo non è capace di assorbire, la debole partecipazione dei nostri concittadini alla vita culturale. Un paese povero di risorse materiali e in ritardo dovrebbe investire in formazione più degli altri paesi. Invece continua a non avere una politica della conoscenza, fondamentale per la costruzione del nostro futuro: gli investimenti in istruzione e ricerca ci costerebbero meno di quanto ci costa l'ignoranza. Questo è il paradosso di un'Italia senza sapere. Luigi Zoja Utopie minimaliste. (Chiarelettere, 2013) Un mondo più desiderabile anche senza eroi Le utopie massimaliste hanno dominato il secolo scorso. Con la promessa di un mondo migliore hanno acceso passioni viscerali seminando violenze peggiori di quelle che volevano combattere. Ma la nostra società senza utopie, minacciata da un fatalismo di massa, rappresenta uno scenario altrettanto preoccupante. In questo libro Luigi Zoja, da sempre interessato alla psicologia degli eventi sociali, mette in scena una trama finora inesplorata dell'utopia, con una straordinaria ricchezza di riferimenti storici, politici ed economici. Le utopie minimaliste occupano uno spazio psicologico prima che politico, non impongono modelli dall'esterno ma propongono un cambiamento interiore che passa, tra l'altro, dal rispetto dell'ambiente in cui viviamo, degli altri come anche degli animali, dei ritmi naturali del corpo e della mente. Un lavoro anzitutto di coscienza (nel doppio senso di consapevolezza e moralità), che può disegnare la strada verso un mondo più desiderabile. Guido Ceronetti Un viaggio in Italia (Einaudi, 2014) A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: cosi Ceronetti viaggiò per l'Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato da Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio. Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi. Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono. Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso. E anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie. Un'enciclopedia caotica da cui attingere il pensiero di Ceronetti: sempre spiazzante, apocalittico, divertente. Con un'appendice di testi inediti e una nuova prefazione dell'autore. Mimmo Franzinelli Bombardate Roma! (Mondadori, 2014) Sessant'anni fa il settimanale "Candido" di Giovannino Guareschi pubblicava due lettere datate gennaio 1944 e firmate da Alcide De Gasperi, in cui si esortavano gli angloamericani a bombardare Roma, affinché il popolo insorgesse insieme ai "nostri gruppi Patrioti". La polemica che ne scaturì, condotta sulle colonne di quotidiani e settimanali dell'epoca, si rivelò furibonda. C'era una sola domanda a cui nessuno sembrava rispondere in maniera convincente: De Gasperi le aveva davvero scritte, quelle lettere? A decidere, nell'aprile del 1954, fu il tribunale di Milano. La sentenza, pur rinunciando alla perizia grafologica, sancì la falsità delle missive e Guareschi fu condannato a un anno di reclusione. Il noto scrittore e vignettista rinunciò a ricorrere in appello e varcò le porte del carcere: sopporterà con fierezza la pena, ma ne uscirà indelebilmente segnato. La vicenda scosse in maniera profonda anche De Gasperi, costretto a difendersi di fronte all'opinione pubblica da un'accusa così infamante. Grazie alla scrupolosa analisi di una vasta documentazione inedita (conservata negli archivi di Alcide De Gasperi, di Giovannino Guareschi e di Giorgio Pisano), "Bombardate Roma!" delinea i contorni di una vicenda ancora avvolta nel mistero. L'indagine di Mimmo Franzinelli dimostra infatti l'esistenza di un "livello segreto", un piano messo a punto da un gruppo neofascista che ideò e fece costruire gli apocrifi. Conclude il libro un saggio della grafologa giudiziaria Nicole Ciccolo. Arrigo Petacchi La storia ci ha mentito (Mondadori, 2014) Quante furono davvero le armi segrete a cui Hitler affidò fino all'ultimo le proprie speranze di vittoria? Quali obiettivi ispirarono il temerario volo sulla Gran Bretagna del gerarca nazista Rudolf Hess? Che cosa conteneva realmente la famosa borsa che Mussolini portava con sé al momento della sua cattura a Dongo? Sono alcuni dei misteri che continuano a suscitare l'interesse di tanti appassionati di storia. Su questi e su molti altri episodi della seconda guerra mondiale e del ventennio che l'ha preceduta indaga Arrigo Petacco, assolutamente convinto che molti di quegli eventi siano stati raccontati enfatizzando le ragioni dei vincitori e tacendo quelle dei vinti. Ogni volta che è scoppiata una guerra, afferma nell'Introduzione, "la prima vittima è sempre stata la verità (le bugie sono necessarie per demonizzare il nemico), ma poi, quando la guerra è finita, le bugie dei vincitori sono diventate delle "verità", mentre quelle dei vinti sono sopravvissute sottotraccia". Una prospettiva che sarebbe arrivata alle estreme conseguenze con il trattamento riservato al Giappone sconfitto, costretto a lungo a rimuovere la propria storia dai manuali scolastici. Questo libro si propone appunto di recuperare il punto di vista dei vinti, di mostrare "il rovescio della medaglia". Via Morandi, 9 42020 Albinea (RE) tel. 0522 590262 e-mail [email protected] sito internet: http://biblioteche.comune.re.it/albinea ORARIO ESTIVO (IN VIGORE DAL 1 GIUGNO ALL’8 SETTEMBRE 2014) Lunedì – Sabato 9.00 – 12.30 Martedì, Giovedì 16.00 – 19.00 Venerdì 20.30-23.00 Il prestito è gratuito. La tessera d’iscrizione è personale e non cedibile, è valida in tutte le biblioteche del Sistema Bibliotecario Provinciale. Ogni utente può prendere a prestito: 5 libri per 40 giorni, 2 dvd e 2 vhs per 1 settimana, 5 riviste per 40 giorni. Sono attivi i servizi di prestito interbibliotecario con le biblioteche del Sistema Bibliotecario Provinciale e la navigazione internet (postazioni fisse e wi-fi). Dal 7 giugno è disponibile anche il servizio gratuito di prestito di lettori e-book (e-reader) per 30 giorni.