Ultimi acquisti_LUGLIO-AGOSTO - Biblioteche della Provincia di

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Ultimi acquisti_LUGLIO-AGOSTO - Biblioteche della Provincia di
ULTIMI ACQUISTI – LUGLIO/AGOSTO 2014
NARRATIVA…
Paulo Coelho
Adulterio (Bompiani, 2014)
Linda ha 31 anni e, agli occhi di tutti, la sua vita è perfetta: vive in Svizzera, uno dei paesi più sicuri
del mondo, ha un matrimonio solido e stabile, un marito molto affettuoso, figli dolci e educati, e un
lavoro da giornalista di cui non si può lamentare. Ma d'un tratto inizia a mettere in dubbio questa
sua quotidianità, la prevedibilità dei suoi giorni. Non riesce più a sopportare lo sforzo che le richiede
fingere di essere felice. Tutto questo cambia quando incontra per caso un suo innamorato degli anni
dell'adolescenza: Jacob. È diventato un politico di successo e, durante un'intervista, finisce per
risvegliare un sentimento che la donna non provava da ormai troppo tempo: la passione. Ora Linda sarà disposta a
tutto per conquistare quell'amore impossibile, e dovrà esplorare fino in fondo tutte le emozioni umane per poter poi
trovare la redenzione.
Carlo Lucarelli
Albergo Italia (Einaudi, 2014)
Circola in questo breve romanzo di Carlo Lucarelli una leggerezza rara, una gioia di narrare, una
sorta di allegra malizia. Entriamo con una naturalezza che ci sorprende in un mondo sconosciuto
eppure subito familiare, la Colonia Eritrea: e impariamo a vedere noi stessi, i t'Iiàn, gli italiani, i "so
tutto io", cullu ba'llè, quelli cui piace "di averle pensate loro, le cose", con gli occhi di un personaggio
che non vorremmo lasciare più: il carabiniere indigeno Ogbà, unito da un patto più fraterno che di
disciplina con il capitano Colaprico. A ogni colpo di scena, e sono tanti, a ogni parziale verità subito
caduta, i due anziché deprimersi trovano nel loro rapporto una ragione per continuare, tra bellissime dame che
sembrano assorbire sensualità e sprezzatura dall'aria stessa che respirano, ambigue creature del male, monelle
prostitute, geologi che forse non sono geologi, furieri furfanti, camerieri magrissimi, e una vera festa di lingue e
dialetti nella cornice dello sfavillante, modernissimo, Albergo Italia. Il più elegante, e anche l'unico, di Asmara,
Eritrea, Italia. Che viene inaugurato, ovvio, con un cadavere di faccendiere neanche tanto impiccato, a guardar
bene. Quel tanto che basta per iniziare una storia.
Raquel Martos
Alla fine andrà tutto bene (e se non va bene... non è ancora la fine)
(Feltrinelli, 2014)
Sei settimane di silenzio forzato. Un incubo, per chi come Carla Diaz non sa tacere un secondo. Di
indole fortemente comunicativa, Carla vive di parole, non solo per il bisogno di condividere i propri
stati d'animo con chi le è vicino, ma anche per lavoro, essendo una presentatrice radiofonica.
Quando un'operazione alle corde vocali la costringe a rimanere in silenzio per ben sei settimane, per
giunta proprio in un momento di crisi personale e professionale, per Carla - pessimista di natura - è
la fine del mondo. Costretta a non parlare, ma incapace di restare in silenzio, come potrà esternare pensieri ed
emozioni e mantenere i rapporti con gli altri? Aiutata da whatsapp, email e bigliettini e armata di una buona dose di
inventiva e di autoironia, Carla scoprirà di saper comunicare come non aveva mai fatto prima. Fino a trovare,
mettendosi veramente in ascolto, la propria vera voce.
Francesco Recami
Il caso Kakoiannis-Sforza (Sellerio, 2014)
È scomparsa Marilou, la figlia di Luisa Kakoiannis-Sforza. La signora, un'imprenditrice della moda,
ospite fissa delle copertine dei rotocalchi popolari, si rivolge per le ricerche ad Amedeo Consonni, il
tappezziere in pensione della Casa di ringhiera. Le è noto grazie al successo del caso investigativo
della Sfinge di Lentate sul Seveso (raccontato nel romanzo "La casa di ringhiera"), ma la ragione è
anche di sfuggire ai riflettori del gossip. Oppure c'è sotto qualcos'altro? Il Consonni, con le sue
risorse semplici e antiquate, comincia a indagare. E finirà per imbattersi in un'altra donna, non meno
ricca e superba, che con la prima condivide il segreto e l'odio.
Georges Simenon
I clienti di Avrenos (Adelphi, 2014)
Una città, Istanbul, ancora avvolta, all'inizio degli anni Trenta, da un'aura di eccitante depravazione.
Una giovane donna, Nouchi, candidamente perversa, seraficamente crudele, e capace di sedurre
chiunque senza mai concedersi a nessuno. Un uomo non più giovanissimo, distinto ma squattrinato,
che si è lasciato irretire, una sera, nel night-club dove Nouchi lavorava come entraîneuse, e che lei
manovra a suo piacimento. Un gruppo di sfaccendati-artisti, giornalisti, uomini d'affari, nobili
decaduti, viveur di mezza tacca -, che si ritrovano nel ristorante di Avrenos e passano le notti a bere
raki e a fumare hashish, e che di Nouchi sono tutti più o meno innamorati. Se Emmanuel Carrère (che ne ha tratto
una sceneggiatura televisiva) ha potuto dichiarare: "I clienti di Avrenos è un capolavoro", è soprattutto perché di
personaggi femminili sconcertanti come Nouchi non se ne incontrano molti nei romanzi di Simenon - e non solo. Non
ha ancora diciott'anni, non è particolarmente bella, ha una faccia irregolare e "due occhi penetranti come punte di
spillo"; ed è ben decisa a non conoscere mai più la miseria e la fame che hanno segnato la sua infanzia viennese. A
questo scopo giocherà tutte le sue carte - anche le più rischiose. Di Istanbul, dove bisogna soltanto "accettare la
vita come viene", abbandonandosi ai suoi perfidi incantesimi, Simenon fa la cornice perfetta per le trame ambiziose
e svagate della sua incantevole, implacabile protagonista.
John Green
Colpa delle stelle (Rizzoli, 2014)
Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la
malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i
miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva
veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi
in cui i pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante
compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che
il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle
stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto
tale andrà pagato.
David Wagner
Il corpo della vita (Fazi, 2014)
"Le cose sono andate esattamente così, ma anche in modo completamente diverso". Questo è un
romanzo che parla di Berlino, di amore, di paternità, di intrecci di vite raccontate. E la storia di un
uomo sulla trentina che ha una domanda che gli ronza in testa fin da ragazzino: cosa succede
quando diventa possibile prolungare la propria vita? Una domanda che prima o poi si pongono tutti,
ma che in questo caso risponde a una possibilità reale. Quella che si concretizza con una telefonata
dall'ospedale, quando giunge la notizia che la soluzione a una malattia genetica è arrivata. Da qui
prende avvio un racconto dalle atmosfere lunari, un diario irriverente, una brillante riflessione esistenzialista, infine
un romanzo profondamente contemporaneo. "Il corpo della vita" è infatti il frutto di un autore che osa sfidare il
pensiero comune, la voce di un uomo che affronta un'esperienza estrema con la forza della ragione e con la ragione
sdrammatizza, si prende gioco di sé e infine ci racconta come si presenta la vita in questo primo scorcio del XXI
secolo nella nostra vecchia Europa. A corroborare il racconto sono squarci di vita vissuta, come una vacanza in
Messico con Gloria, una settimana sul Lago di Garda con Julia, morta d'overdose. Schegge di passato inframezzate
da quadretti di quotidianità ospedaliera, gallerie di compagni di stanza, ragguagli sul decorso della propria malattia,
visite di studenti di medicina interessati al caso di epatite autoimmune del protagonista.
Raffaella Silvestri
La distanza da Helsinki (Bompiani, 2014)
Quando si diventa davvero grandi? Quanto coraggio ci vuole per fare il grande passo e uscire
dall'adolescenza una volta per tutte? Viola e Kimi hanno sedici anni, e non lo sanno ancora. Lei è
italiana, lui finlandese. Lei socievole e intraprendente, lui con gli occhi fissi sul libro che sta
leggendo, come se il mondo intorno non ci fosse. Entrambi hanno un segreto che li rende molto
diversi dagli altri. Viola ha perso la madre, Kimi è affetto da una indefinibile forma di autismo. Lei
non vuole, o meglio, non vorrebbe che quello che le è successo condizionasse la sua vita, lui
percepisce la realtà soltanto attraverso le note di un pianoforte. Si incontrano a un corso d'inglese a Londra, e da
quel momento, ogni anno, a luglio, si incontreranno attraverso l'Europa, mentre la vita scorre loro accanto. Fino a
quando, sedici anni dopo il primo incontro, entrambi riceveranno un invito che li porterà a prendere un'altra
decisione, che cambierà per sempre le loro vite. Un romanzo sulla necessità e la voglia di crescere. Un romanzo
sulle occasioni che la vita ci offre, e non sempre riusciamo a cogliere, ma anche un richiamo all'autenticità,
all'intensità che i protagonisti devono affrontare. E soprattutto, un romanzo sul coraggio e sulle prove che bisogna
superare per poter dire di essere veramente vivi.
Haruki Murakami
L' incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio (Einaudi, 2014)
A Nagoya abitano cinque ragazzi, tre maschi e due femmine, che tra i sedici e i vent'anni vivono la
più perfetta e pura delle amicizie. Almeno fino al secondo anno di università, quando uno di loro,
Tazaki Tsukuru, riceve una telefonata dagli altri: non deve più cercarli. Da quel giorno, senza
nessuna spiegazione, non li vedrà mai più: non ci saranno mai più ore e ore passate a parlare di
tutto e a confidarsi ogni cosa, mai più pomeriggi ad ascoltare la splendida Shiro suonare Liszt, mai
più Tsukuru avrà qualcuno di cui potersi fidare. Il dolore è cosi lacerante che nel cuore del ragazzo si
spalanca un abisso che solo il desiderio di morire è in grado di colmare. Dopo sei mesi trascorsi praticamente senza
mangiare né uscire di casa, nelle tenebre di un'infelicità senza desideri, Tzukuru torna faticosamente alla vita ma
scopre di essere cambiato. Non solo nel fisico - più magro, dai lineamenti più duri e taglienti - ma anche,
soprattutto, nell'animo. Ancora oggi, quando ormai ha trentasei anni, continua a vivere con l'ombra di quel rifiuto
che lo accompagna sempre, come una musica che resta sospesa nell'aria anche quando non c'è più nessuno a
suonarla. L'incontro con Sara, che intuisce l'inquietudine nascosta dietro l'apparente ordinarietà di Tsukuru, sarà
l'occasione per rispondere a quelle domande che per sedici anni l'hanno ossessionato ma che non ha mai avuto il
coraggio di affrontare.
Eva Cantarella
Ippopotami e sirene. I viaggi di Omero e di Erodoto (Utet, 2014)
L'Odissea di Omero e le Storie di Erodoto: due tra le più antiche opere di viaggio della letteratura
occidentale, entrambe espressione del mondo greco, eppure straordinariamente diverse l'una
dall'altra. Il poema di Ulisse tratteggia l'itinerario simbolico e introspettivo di un uomo alla ricerca di
se stesso, ed è la grande metafora che sta alle radici della letteratura occidentale e del nostro
immaginario collettivo. Le Storie, invece, anche se permeate di informazioni favolose e poco
veritiere, sono i resoconti delle ricerche e delle esplorazioni che Erodoto ha effettivamente compiuto
lungo le rotte e le strade del Mediterraneo e dell'Antico Oriente. In Omero, il mondo selvaggio, al di là dei confini
dell'Egeo occidentale, popolato da maghe seduttrici, giganti cannibali e Ciclopi, è modello negativo di barbarie,
contrapposto ai valori della civiltà greca: a questi Ulisse, tra mille peripezie, e non senza indugiare, desidera infine
fare ritorno. In Erodoto, l'orizzonte geografico si allarga a luoghi lontani e meravigliosi - la Libia, l'Iran, il Caucaso e ai popoli che li abitano. Lo storico li osserva con l'atteggiamento di un moderno antropologo, che non crede
all'esistenza di valori assoluti e civiltà superiori, ma sa che "se si proponesse a tutti gli uomini di scegliere, tra tutte,
le usanze migliori, ciascuno dopo un'attenta riflessione indicherebbe le proprie".
Elizabeth J. Howard
Il lungo sguardo (Fazi, 2014)
1950, Londra. Antonia e Conrad Fleming stanno aspettando gli ospiti per la cena di fidanzamento del
figlio Julian. Ogni cosa è pronta nella bella villa sulla collina di Hampstead, da cui si gode una
magnifica vista sulla città; la casa sta per accogliere, impeccabile, l'élite londinese che celebrerà
l'occasione. Eppure la voce e lo sguardo di Antonia sono velati dal disincanto e dalla sensazione,
quasi una certezza, che le cose, in fondo, sarebbero potute andare in modo diverso. Così si schiude
il racconto del matrimonio ventennale dei Fleming, una vicenda che solca l'esistenza di marito e
moglie dal presente fino al loro primo incontro, in un percorso a ritroso che ci porta a conoscere i due in giovane
età, quando Antonia era la splendida adolescente che si faceva chiamare Toni. "Il lungo sguardo" non è una
semplice storia d'amore, né il sogno romantico di una donna matura che si sente d'un tratto sola, ma è, più
onestamente, la storia di una coppia. Dura e vera come solo una vita intera sa essere. E soprattutto è la storia di
una donna, bellissima e inquieta, coraggiosa e perduta, e della sua forza nel mettere a nudo ogni controversia
privata senza pudori.
Gianrico Carofiglio
Una mutevole verità (Einaudi, 2014)
Un buon investigatore deve essere capace di costruire una storia, immaginare che cosa è successo
prima e dopo il crimine, come in un romanzo. Poi, costruita la storia, deve andare in cerca di ciò che
la conferma e la contraddice. Così pensa il maresciallo dei carabinieri Pietro Fenoglio, piemontese
trapiantato a Bari, che si trova a indagare su un omicidio dove tutto appare troppo chiaro fin
dall'inizio. Non fosse che al principale sospettato, su cui si concentra ogni indizio, mancava qualsiasi
movente per commettere il delitto.
Giuseppe Catozzella
Non dirmi che hai paura (Feltrinelli, 2014)
Samia è una ragazzina di Mogadiscio. Ha la corsa nel sangue. Ogni giorno divide i suoi sogni con Alì,
che è amico del cuore, confidente e primo, appassionato allenatore. Mentre intorno la Somalia è
sempre più preda dell'irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la
lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un
destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. Gli allenamenti notturni nello
stadio deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori degli integralisti, e le prime affermazioni la
portano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Arriva ultima, ma diventa un simbolo per le
donne musulmane in tutto il mondo. Il suo vero sogno, però, è vincere. L'appuntamento è con le Olimpiadi di Londra
del 2012. Ma tutto diventa difficile. Gli integralisti prendono ancora più potere, Samia corre chiusa dentro un burqa
ed è costretta a fronteggiare una perdita lacerante, mentre il "fratello di tutta una vita" le cambia l'esistenza per
sempre. Rimanere lì, all'improvviso, non ha più senso. Una notte parte, a piedi. Rincorrendo la libertà e il sogno di
vincere le Olimpiadi. Sola, intraprende il Viaggio di ottomila chilometri, l'odissea dei migranti dall'Etiopia al Sudan e,
attraverso il Sahara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia.
Stefano Benni
Pantera (Feltrinelli, 2014)
L'Accademia dei Tre Principi è una sala da biliardo. È un sotterraneo, un antro favoloso, dove sotto
lo sguardo cieco del saggio Borges incrociano le stecche giocatori leggendari come il Puzzone, Elvis,
Tremal-Naik, la Mummia, il Professore e Tamarindo. Si svuotano portacenere e si tiene il conto delle
battaglie. In quel mondo di soli maschi un giorno fa il suo ingresso Pantera, "snella, flessuosa,
pallida", e la leggenda varca i confini. Quando i migliori cadono, come in un poema cavalleresco i
campioni cominciano ad arrivare da lontano. Uscita dal suo racconto, Pantera porge il testimone ad
Aixi, una ragazzina innamorata del suo mare, protagonista di una nuova sfida inondata di luce e di mistero.
Fabio Geda
Se la vita che salvi è la tua (Feltrinelli, 2014)
Andrea Luna ha trentasette anni, fa l'insegnante, ma non ha una cattedra fissa. Quello che doveva
essere un breve soggiorno newyorkese, una vacanza solitaria voluta per riprendere fiato e soffocare
le braci di una crisi coniugale, si trasforma in una peregrinazione nelle miserie dell'umanità e nella
sua infinita ricchezza, in un viaggio che lo trascina ai margini della società e che gli regala incontri
memorabili, soprattutto quello con la famiglia Patterson: Ary, la madre, e i suoi due figli gemelli di
tredici anni, Benjamin e Allison. Quando, all'improvviso, Andrea decide di tornare a casa dalla
moglie, quello che ha lasciato non esiste più. E allora capisce che "casa" è altrove. Per raggiungerla sarà disposto a
tutto, anche ad affidarsi a un "pollero", un trafficante d'uomini
Andrea Camilleri
La piramide di fango (Sellerio, 2014)
"Si sono aperte le cateratte del cielo. I tuoni erompono con fragore. Nel generale ottenebramento, e
sotto la pioggia implacabile, tutto si impantana e smotta. Il fango monta e dilaga: è una coltre di
spento grigiore sulle lesioni e sulle frane. La brutalità della natura si vendica della politica dei
governi corrotti, che non si curano del rispetto geologico; e assicurano appalti e franchigie alle
società di comodo e alle mafie degli speculatori. A Vigàta dominano le sfumature opache e le tonalità
brune delle ombre che si allungano sull'accavallato disordine dei paesaggi desolati; sui lunari cimiteri
di scabre rocce, di cretti smorti, e di relitti metallici che sembrano ossificati. Questa sgangherata sintassi di
crepature e derive ha oscuri presagi. E si configura come il rovescio tragico dell'allegra selvatichezza vernacolare di
Catarella, che inventa richiami fonici ed equivalenze tra 'fango' e 'sangue'; e con le confuse lettere del suo alfabeto
costruisce topografie che inducono all'errore. Del resto, macchiate di sangue sono le ferite fangose del paesaggio; e
l'errore è consustanziale al labirinto illusionistico dentro il quale i clan mafiosi vorrebbero sospingere il commissario
Montalbano per fuorviarlo, e convincerlo che il delitto sul quale sta indagando è d'onore e non di mafia. La vicenda
ha tratti sfuggenti, persino elusivi..."
Nicolas Barreau
La ricetta del vero amore (Feltrinelli, 2014)
È perennemente in ritardo. È bella come il sole. È socievole, estroversa e... irraggiungibile. L'amore
di Henri Bredin - timido studente della Sorbonne, un po' goffo e sempre puntuale - sembra del tutto
senza speranza. Lui e Valerie Castel condividono la passione per gli stessi libri. Ma per Valerie, Henri
è solo un compagno di studi e un buon amico, mentre per lui la ragazza con gli occhi acquamarina e
il sorriso impertinente è la donna più charmante del mondo. Quando Valerie trascorre le vacanze
estive sulla Riviera ligure e perde la testa per un italiano, a Henri crolla il mondo addosso. Non ha
nessuna possibilità contro quell'uomo affascinante, ricco e di dieci anni più grande di lui. O forse sì? Un giorno,
curiosando tra le bancarelle di libri usati lungo la Senna, Henri si imbatte in un libricino rilegato in pelle bordeaux. Si
tratta di un manuale del XVI secolo che contiene pozioni e strani infusi e promette di svelare niente meno che la
ricetta dell'amore eterno, L'élixir d'amour éternel. Contrariamente a ogni logica, Henri decide di invitare a cena
Valerie e di cucinare per lei un perfetto "Menu dell'amore". Ma, tra tutte le sere possibili, quella è proprio la volta in
cui la ritardataria Valerie decide di presentarsi nel piccolo appartamento di Henri in rue Mouffetard con largo
anticipo...
James Patterson
Il ritorno del killer (Longanesi, 2014)
Evaso da un carcere di massima sicurezza, Kyle Craig, alias Mastermind, ha un solo scopo:
vendicarsi di Alex Cross, l'uomo che lo ha fatto rinchiudere in isolamento per tutti questi anni. Per
agire indisturbato, Craig cambia letteralmente volto, assumendo un'identità insospettabile. Nel
frattempo Washington è scossa da una serie di delitti efferati, firmati da un cecchino che ha deciso
di eliminare la parte marcia e corrotta della società. Il Patriota, così si fa chiamare il killer, sceglie le
proprie vittime tra i politici e gli esponenti dell'alta finanza che ritiene responsabili della deriva del
Paese. Un eroe o un pazzo criminale, si chiedono i media. E poi, come fa quest'uomo a essere così informato sui
movimenti delle sue illustri vittime? Le indagini vengono affidate a Cross, che entra subito in contrasto con l'agente
inviato sul campo dall'FBI... Oltre a questa difficile indagine, Cross deve affrontare il ritorno di Mastermind che,
disposto a tutto pur di eliminare lui e la sua famiglia, lo trascina in un gioco perverso, nel quale il detective ignora il
volto del suo acerrimo nemico. Un piano diabolico che per Kyle Craig ha un sapore ancora più dolce, dato che per
Cross si avvicina il giorno delle nozze...
Nicolai Lilin
Il serpente di Dio (Feltrinelli, 2014)
"Due teste diverse ma un cuore solo", dicono i vecchi di due amici come loro. Ismail impulsivo e
curioso, Andrej più maturo e riflessivo. Sono cresciuti insieme in un pacifico villaggio incastonato tra
i monti del Caucaso. Un antico patto, dal nome dolcissimo, lega le due comunità di quel luogo, dove
musulmani e cristiani convivono in un clima di rispetto reciproco. Finché Konstantin, agente dei
servizi segreti federali, sceglie proprio quel paesino come avamposto per i suoi traffici di droga. In
combutta con la banda di Hassan, terrorista locale, intende costringere gli abitanti a collaborare. Per
i due adolescenti il tempo dei giochi è finito. Ora si tratta di mettere in salvo quanto hanno di più prezioso, e cioè di
difendere gli oggetti sacri che sigillano quella promessa di pace, di proteggerli dalle "bestie di Shaitan" come fossero
parti del loro stesso corpo. Ismail e Andrej dovranno affrontare di colpo la violenza del mondo per portare a termine
il compito, e comprenderne poi il fine ultimo: salvare quel "cuore solo" che da sempre li unisce, e con esso qualcosa
di più. Fino a una straordinaria rivelazione che li sconvolgerà, e a cui non potevano essere preparati.
Michael Dobbs
House of cards (Fazi, 2014)
"La politica richiede sacrificio. Il sacrificio degli altri, ovviamente. Per quanto un uomo possa
ottenere, sacrificandosi per il suo paese, è comunque più conveniente lasciare che siano gli altri a
farlo per primi. Il tempismo, come dice sempre mia moglie, è tutto". Questa è una delle massime di
Francis Urquhart, per alcuni semplicemente FU, una specie di patrizio solitario, aristocratico molto
vecchio stile, che ha passato l'età della maturità, dopo aver dedicato la propria vita alla politica,
all'ombra di Westminster. È arrivato ai vertici del suo partito, pur incarnando un ruolo in apparenza
lontano dai riflettori. È il più stretto consigliere del primo ministro e anche il custode dei segreti degli uomini che gli
siedono accanto. Segreti molto personali, debolezze, fragilità, vizi: parole che nella carriera di un uomo politico
rappresentano pericoli mortali, perché incompatibili con il ruolo di potere che riveste. Ed è questo materiale che
Francis decide di sfruttare per raggiungere la sua vetta personale. Da dietro le quinte di una fase politica difficile e
incerta, questo regista impeccabile riesce a muovere tutti, pedine di un gioco spietato, dove il ricatto diventa un
raffinato intreccio narrativo. Di quale materia siano fatti potere e ambizione, quali siano i legami tra l'informazione e
i destini politici di un paese, lo scoprirà Mattie Storin, tagliente cronista politica, decisa a stanare la verità su una
crisi di governo in cui nulla sembra accadere per caso.
Andrea Vitali
Come fu che Babbo Natale sposò la Befana (Mondadori Electa, 2013)
Nel placido paese a bordo lago ci si prepara a festeggiare il Natale, l'aria è carica di una promessa di
neve e gli adulti sono al riparo dal freddo e dai dubbi, confortati dalle loro certezze esistenziali.
"Perché se Babbo Natale esiste nessuno l'ha mai visto?": dalla fatidica domanda di Tom, un
ragazzino curioso che non si accontenta delle risposte evasive dei suoi genitori, prende avvio il
racconto di Vitali, che illustra il mondo dei grandi, impacciati e non sempre all'altezza del loro ruolo
di educatori. Così Tom e i suoi compagni decidono di cercare la verità per conto proprio, e la vicenda
assume risvolti fantasiosi, a tratti comici, fino alla felice soluzione in cui i dubbi infantili trovano le loro risposte, i
conflitti si risolvono e ogni cosa torna al suo posto. I personaggi che il lettore incontra tra le pagine del racconto
sono caratterizzati con rara maestria: le petulanti e spigolose Stecchetti, madre e figlia; la giovane cameriera che si
rivela molto più smaliziata degli investigatori; un maresciallo dei carabinieri che pare uscito da un racconto di Mario
Soldati; fino al direttore Remedio Imperio, animo sensibile e poetico, che si diletta a scrivere storie per i bambini,
quasi fosse l'alter ego dell'autore. Da attento osservatore, Andrea Vitali rileva dei suoi personaggi ogni minima
contraddizione, fragilità e meschinità. Regalandoci un nuovo episodio della sua "commedia umana", si conferma un
grande narratore di piccole storie.
Shulamit Lapid
Dalla nostra corrispondente (Astoria, 2014)
Camminata da cammello, occhi sempre un po' addormentati, single più per mancanza di tempo che
di occasioni, Lisi Badichi, detta Lisi la svitata, lavora per l'edizione locale de "La Gazzetta del Sud".
La sonnolenza è però apparente, perché la mente è sveglia, più che sveglia... Lisi Badichi è la
giornalista tuttofare de "La Gazzetta del Sud". Siamo a Be'er Sheva, città ai bordi del deserto
israeliano del Negev. Completamente dedita al lavoro, vergine più per mancanza di tempo che di
occasioni, enormi piedi piatti, Lisi cerca di non lasciarsi mai sfuggire un incarico, terrorizzata dal direttore di Tel
Aviv, che minaccia un giorno sì e l'altro pure di mandare un sostituto. Alla festa di compleanno di Pinchas Orenstick,
importante giudice del luogo, cui presenziano tutti quelli che contano in questo ombelico di deserto, Lisi incappa
nella sua prima avventura, nonché in un delitto all'apparenza inspiegabile.
Hoai Huong Nguyen
L’ombra dolce (Guanda, 2014)
Nel 1954 la guerra d'Indocina volge al termine. Nell'ospedale militare francese di Hanoi, Mai, una
giovane annamita che presta servizio come infermiera volontaria, conosce Yann, soldato bretone in
convalescenza. È un colpo di fulmine. Ma il padre di Mai, giudice influente, l'ha promessa in sposa a
un ricco mercante. La ragazza decide di ribellarsi al matrimonio combinato, a costo di essere
ripudiata dalla famiglia, ma ci pensa la guerra a separare i due amanti, quando Yann viene
rimandato al fronte. Dopo l'apocalittica battaglia di Dien Bien Phu, Mai tenterà il tutto per tutto pur
di salvarlo dal campo di prigionia in cui è stato deportato, nella speranza di poter cominciare una vita insieme in
Francia. Sullo sfondo di un affascinante Vietnam coloniale cancellato dalla Storia, Hoai Huong Nguyen ha scritto un
romanzo d'amore di intensa dolcezza e di profonda violenza, dove lo scontro tra culture diverse diventa incontro.
Elizabeth George
Un piccolo gesto crudele (Longanesi, 2014)
Quando il professor Azhar scopre che la figlia di nove anni è scomparsa dalla sua casa di Londra
insieme a quasi tutte le sue cose, non può che bussare disperato alla porta accanto e chiedere
aiuto alla vicina e amica, il sergente Barbara Havers. Presto si scopre che a portar via la bambina è
stata la madre, trasferitasi in Italia, a Lucca, per seguire il suo nuovo amore. In bilico tra i
sentimenti e la ragione, Barbara si impegna a indagare ufficiosamente sul caso, ritrovandosi presto
nei guai con i superiori a causa delle ingiustificate assenze dal lavoro. Qualche mese dopo, però, la
bambina sparisce davvero da un mercato della città, e sul caso si accendono i riflettori dei media. Viene chiamata in
causa Scotland Yard, e a indagare sul probabile rapimento della piccola è Thomas Lynley, mentore e superiore di
Barbara. La Havers, dal canto suo, in questa vicenda sta mettendo a rischio la propria carriera, e forse molto di più:
che cosa nasconde Azhar dietro l'immagine del padre affranto? Insieme a un ostinato ispettore italiano, Lynley e la
Havers devono affrontare una situazione delicatissima, in cui si mescolano questioni razziali, difficoltà linguistiche e
pregiudizi culturali, che si complica ulteriormente quando al mistero sul rapimento si aggiunge quello di una
misteriosa morte...
Andrea Vitali
Quattro sberle benedette (Garzanti, 2014)
In quel fine ottobre del 1929, sferzato dal vento e da una pioggerella fastidiosa e insistente, a
Bellano non succede nulla di che. Ma se potessero, tra le contrade volerebbero sberle, eccome. Le
stamperebbe volentieri il maresciallo dei carabinieri Ernesto Maccadò sul muso di tutti quelli che si
credono indovini e vaticinano sul sesso del suo primogenito in arrivo, aumentando il tormento
invece di sciogliere l’enigma, perché uno predice una cosa e l’altro l’esatto contrario. Se le
sventolerebbero a vicenda, e di santa ragione, il brigadiere Efisio Mannu, sardo, e l’appuntato
Misfatti, siciliano, che non si possono sopportare e studiano notte e giorno il modo di rovinarsi la
vita l’un l’altro. E forse c’è chi, pur col dovuto rispetto, ne mollerebbe almeno una al giovane don
Sisto Secchia, coadiutore del parroco arrivato in paese l’anno prima. Mutacico, spento, sfuggente, con un naso ben
più che aquilino, don Sisto sembra un pesce di mare aperto costretto a boccheggiare nell’acqua ristretta e insipida
del lago. Malmostoso, è inviso all’intero paese, perfino al mite presidente dei Fabbriceri, Mistico Lepore, che
tormenta il prevosto in continuazione perché, contro ogni buon senso, vorrebbe che lo mandasse via. E poi ci sono
sberle più metaforiche, ma non meno sonore, che arrivano in caserma nero su bianco. Sono quelle che qualcuno ha
deciso di mettere in rima e spedire in forma anonima ai carabinieri, forse per spingerli a indagare sul fatto che a
frequentare ragazze di facili costumi, in quel di Lecco, è persona che a rigore non dovrebbe. D’accordo, ma quale
sarebbe il reato? E chi è l’autore di quelle rime che sembrano non avere un senso? Ma, soprattutto, di preciso, con
chi ce l’ha?
Giada Trebeschi
La dama rossa (Mondadori, 2014)
1938. Nell'anno in cui il duce emana le leggi razziali e il rombo della guerra si fa sempre più vicino,
la giovane studiosa di storia dell'arte Letizia Cantarini lavora con passione al restauro di un palazzo
nobiliare vicino a Roma insieme a due colleghi. Dietro una parete, i tre scoprono una stanza segreta
dove giacciono i resti di una donna murata viva circa cinquecento anni prima. Sul pavimento,
accanto alla condannata a morte, di cui ancora si scorgono lembi di tessuto rosso come la porpora,
alcuni fogli: le sue memorie e un enigma. Letizia però non ha il tempo di studiare le carte della misteriosa "Dama
rossa" vissuta alla corte di Alessandro VI Borgia, che un gruppo di miliziani fascisti, guidati dall'affascinante capitano
de' Risis, giunge a interrompere i lavori. È evidente che il ritrovamento della camera segreta desta un interesse non
solo archeologico. Letizia e i colleghi capiscono di aver portato alla luce non tanto i resti del tesoro degli Olgiati - la
famiglia cui apparteneva il palazzo - ma qualcosa di ben più prezioso. Inizia così una fuga indiavolata, un'avventura
travolgente che vedrà i tre amici alle prese con un favoloso rompicapo: una sciarada composta nel Rinascimento che
li porterà fino in Spagna, all'Alhambra, sulle tracce della Dama rossa e di un inimmaginabile tesoro. I protagonisti,
separati dagli eventi - uno dei tre è ebreo e dovrà nascondersi dal furore fascista - rischieranno la vita per scoprire e
proteggere lo straordinario segreto.
Louise Erdrich
Il giorno dei colombi (Feltrinelli, 2014)
Tutto cambia in una cittadina del North Dakota in un giorno qualunque, il giorno in cui una famiglia
viene sterminata. Il giorno dei colombi di Louise Erdrich è un viaggio nel dolore, nella vendetta e
nella distorsione della memoria e dei fatti che il tempo subisce. E’ l’inizio del Novecento e una
famiglia di contadini viene brutalmente uccisa. Rimane viva nella sua culla solo una bambina piccola
che vede tutto. E’ troppo piccola per ricordare, ma quelle immagini brutali forse scalfiranno la sua
esistenza per sempre. La piccola città di Pluto dove avviene il terribile fatto di cronaca è composta
solo da uomini bianchi, è una città retrograda e conservatrice dove il diverso non viene accettato molto facilmente.
Per questo la colpa ricade ben presto nella vicina comunità indiana che sorge proprio lì affianco. Il delitto rimane
però irrisolto e proprio per questo con il passare degli anni nell’animo della gente di Pluto rimane molto vivo il
risentimento e la voglia di fargliela pagare. Il racconto della Erdrich passa così attraverso la sua splendida
controfigura, una Evelina Harp prima piccola e poi adolescente, ancora trafitta dal dolore, ma l’unica forse pronta a
perdonare. Con ironia e un incredibile senso di perdita Il giorno dei colombi racconta come possa far male lo spirito
di vendetta che non sempre può o deve trovare una risposta. Ma poi siamo davvero sicuri che i colpevoli siano i
vicini pellerossa o il colpevole si nasconde in una delle bellissime villette a schiera abbracciato da moglie e figli?
Forse il lettore lo scoprirà o forse no perché non è questo che interessa alla Erdrich che vuole invece scavare
nell’animo umano e nell’incapacità di perdonare, vista come il peggiore dei mali. Attraverso figure chiave come
quella di Evelina o del vecchio Mooshum, pellerossa e affabulatore di storie tradizionali indiane, il racconto subisce i
punti di vista e si trasforma, lasciando il lettore senza fiato.
Michele Mari
Roderick Duddle (Einaudi, 2014)
Figlio di una prostituta, Roderick cresce tra furfanti e ubriaconi all'Oca Rossa, fumosa locanda con
annesso bordello. Quando la madre muore, il proprietario pensa bene di cacciarlo: quello che
entrambi ignorano è che nel destino di Roderick è nascosta un'immensa fortuna, e quel medaglione
che porta al collo ne è la prova. Il ragazzino si ritrova alle calcagna una folla di balordi, mentecatti,
loschi uomini di legge e amministratori, assassini, suore non proprio convenzionali - ognuno deciso
a impadronirsi in un modo o nell'altro di una parte del bottino. E cosi Roderick fugge, per terra e per
mare, in un crescendo di imprevisti, omicidi, equivoci e false piste. "Roderick Duddle" è insieme summa e
reinvenzione del percorso letterario di Michele Mari: guardando a Dickens e Stevenson, mai cosi amati, disegna una
parabola sulla cupidigia e sulla stupidità dell'uomo, ma anche sulla sua capacità di stupirsi di fronte al meraviglioso.
Giovanni Greco
L’ultima madre (Feltrinelli, 2014)
Le vite degli individui sono rette parallele che s'incontrano all'infinito, in un orizzonte illusorio, sono
impulsi che corrono avanti e indietro, s'inseguono, talora s'intravedono o si sognano
reciprocamente, più spesso si mancano. Maria è una mite casalinga di un barrio povero di Buenos
Aires, vedova di un muratore di origini italiane. Gli uomini che hanno preso il potere in Argentina
hanno fatto sparire i suoi due figli, i gemelli Pablo e Miguel, insieme a tante altre persone dissolte
nel nulla. Maria cerca una risposta, vuole la verità, e per questo viene imprigionata, torturata,
esiliata. La sua vicenda si sovrappone a quella di Mercedes, figlia e moglie di due militari di quella giunta che
reprime nel sangue ogni forma di opposizione. Anche Mercedes è madre di due gemelli, Nacho e Mari. I bambini le
sono stati consegnati alla nascita, figli di un'attivista politica arrestata e poi scomparsa. Sono cresciuti in una
famiglia che non è la loro, all'oscuro di tutto. Nato come spettacolo sul tema dei desaparecidos, frutto di un'inchiesta
condotta sul campo a Buenos Aires, "L'ultima madre" è un affresco ispirato ai grandi romanzi della letteratura
sudamericana: destini che procedono asimmetrici nel tempo e nello spazio, ma indissolubilmente intrecciati,
personaggi che appaiono a un angolo di strada o svaniscono senza lasciare traccia, che si ergono a divinità del male,
mutano pelle come serpenti, impazziscono, frugano disperatamente nei bassifondi.
Romain Puertolas
L’incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea
(Einaudi, 2014)
Ajatashatru Lavash Patel, un indiano di professione fachiro che vive di espedienti e trucchi da quattro
soldi, si sveglia un mattino e decide che è giunto il momento di comprare un nuovo letto di chiodi.
Apre il giornale e trova una promozione davvero vantaggiosa: un letto di chiodi (ben 15000 per
l'esattezza) in offerta a 99,99 euro. Un prezzo incredibilmente conveniente, specie se si ha
l'intenzione di pagarlo con una banconota falsa. Il mobile è firmato Ikea e si trova soltanto nei punti
vendita di Parigi. Ajatashatru si agghinda per l'occasione indossando uno sgargiante abito di seta lucida (con
cravatta), mette il suo turbante migliore e parte con destinazione Parigi Charles de Gaulle. All'aeroporto sale su un
taxi guidato dallo scaltro gitano Gustave che tenta di truffarlo, per restare però a sua volta truffato, e arriva all'Ikea.
Incantato dalla sapienza espositiva del megastore svedese, e dalla magia infinita delle sue porte scorrevoli,
Ajatashatru decide di prendersela comoda e trascorrere la notte a curiosare, ma l'arrivo di una squadra di commessi
lo costringe a nascondersi dentro un armadio. Peccato che al mattino proprio quell'armadio debba essere imballato e
spedito in Inghilterra. Per il candido fachiro è l'inizio di un'avventura fatta di incontri surreali - dalla bellissima
attrice Sophie Marciò al saggio clandestino Wiraj - inseguimenti, fughe e inimmaginabili peripezie che lo porteranno
in giro per l'Europa e il Nord Africa.
Salvatore Niffoi
La quinta stagione è l’inferno (Feltrinelli, 2014)
Salvatore Niffoi e i suoi adorabili banditi sardi tornano con la Quinta stagione è l’inferno, un
racconto rocambolesco dove si intrecciano malavita e potere e dove una sorta di magici presagi, di
tradizioni perpetrate e da non tradire che conferiscono al romanzo un’aurea di mistero. Bagolaris,
bandito vecchio e potente, nato e cresciuto a Maragalò ritorna nel suo paese prima di morire e per
raccontare una storia, la sua. Il figlio Martine al suo capezzale vuole sapere cosa è successo al
padre, cosa ne è stato di lui per tutti questi anni e se tutte le cose che dicono di lui al paese sono
vere oppure romanzetti criminali. Bagolaris vuole solo essere seppellito nel suo giardino, all’ombra
dell’albero di melagrano che ha visto crescere, ma capisce di dover raccontare la verità, per lo meno alla carne della
sua carne perché lo ricordi per quello che è stato. Tutto a patto che non lo riveli a nessuno. Tadeu/ Bagolaris nasce
con un destino, sotto una mala luna, come sussurrano amici e parenti, e dopo essersi sposato comincia a diventare
un piccolo criminale della Barbagia, del resto tra quelle aspre terre non c’è molta possibilità di campare in altro
modo. Inizia così l’ascesa di un bandito che per scampare alle minacce di una ricca famiglia di latifondisti deve darsi
alla latitanza. Tadeu prende così la via del continente e Roma è la meta più vicina, ma nella capitale la criminalità va
a braccetto con la politica così in un vortice di affari loschi il bandito sardo forma una banda con altri tre malviventi.
È solo l’inizio di una spirale di violenza che sembra trovare una giustificazione contro lo strapotere dei ricchi e
cattivi. Dopo anni di uccisioni, furti e rapimenti, in cui vige una sorte di giustizia interna, tocca però a Bagolaris
subire il colpo finale con un proiettile dritto nella testa.
Loriano Macchiavelli
Sarti Antonio: rapiti si nasce (Einaudi, 2014)
Con il romanzo dal titolo Rapiti si nasce, torna in libreria Antonio Sarti, il poliziotto nato dalla penna
di Loriano Macchiavelli. In questa nuova avventura Sarti Antonio viene svegliato bruscamente dal
telefono che squilla. Sono le sei di mattina e, quando solleva il ricevitore, una voce minacciosa gli
comunica che non appena uscirà dalla porta di casa verrà gambizzato. La minaccia sembra reale,
considerando il fatto che il periodo non è sereno e sempre più spesso i proiettili fendono l’aria. La
tensione è sempre alta e qualcuno, per la facilità con cui si spara, ha definito il periodo gli Anni di
piombo. Indeciso su come agire, Antonio Sarti decide di non lasciarsi intimidire e di andare incontro al suo destino.
Da un secondo all’altro Antonio Sarti si ritrova rinchiuso in una cantina, al buio, senza cibo e senza un giaciglio su
cui riposare. Le domande che affollano la sua mente sono tante. Chi è stato l’artefice di quel rapimento? Per quale
motivo? Qual è lo scopo del sequestro? Quali sono le indagini scottanti di cui si stava occupando? Si tratta di una
vendetta? Con Rapiti si nasce, Loriano Macchiavelli racconta una nuova avventura di Antonio Sarti.
Joe R. Lansdale
Notizie dalle tenebre (Einaudi, 2014)
Nella sua lunga e felice carriera, Joe Lansdale ha scritto centinaia di racconti, spaziando
con una libertà e un'inventiva senza eguali tra il giallo e l'horror, il fantastico e il western.
"Notizie dalle tenebre" raccoglie sedici racconti - scelti dall'autore e accompagnati da
un'introduzione scritta appositamente per i lettori italiani - che portano il lettore in un
universo costellato di avventura e mistero, tra tragedia e commedia: uomini inseguiti dalle
proprie ombre e orsi parlanti, investigatori scalcinati e donne non troppo fatali, Elvis
Presley e Huck Finn.
Sebastiano Vassalli
Terre selvagge (Rizzoli, 2014)
Ai piedi del monte Ros, impassibile nella sua armatura di ghiacci, dimora degli dei, centro del mondo
conosciuto, si estende una pianura fitta di boschi e pericoli. In questa terra a sud delle Alpi,
disabitata e talmente inospitale che nel 101 a. C. non ha ancora un nome, sono schierati uno di
fronte all'altro, su una superficie lunga chilometri, i due eserciti più grandi del continente.
Duecentomila uomini pronti a combattere corpo a corpo, a massacrarsi fino allo stremo: a fare la
guerra nel modo in cui la guerra veniva fatta oltre due millenni fa. Da una parte un popolo di invasori, anzi di
"diavoli", che ha percorso l'Europa in lungo e in largo, portando distruzione ovunque, ed è dilagato nella valle del Po
saccheggiando città e villaggi, mettendo in fuga gli abitanti. È il popolo dei Cimbri, invincibile da vent'nni e deciso,
forse, ad attaccare persino Roma. Dall'altra parte c'è il console Caio Mario, l'uomo nuovo della politica, con il suo
esercito di plebei ed ex schiavi, l'ultimo in difesa dell'Urbe. Quella che stanno per affrontare non è una battaglia, è lo
scontro tra due civiltà al bivio cruciale della sopravvivenza, è un evento destinato a cambiare la Storia. "Terre
selvagge" è un viaggio nel tempo, in un'Italia ancora misteriosa, così vicina e così lontana da quella che conosciamo.
È il racconto di una pagina drammatica della vicenda umana, finora avvolta da incertezze, falsità e malintesi.
Ian Rankin
Corpi nella nebbia (Longanesi, 2014)
Sono passati dieci anni da quando la figlia è sparita nel nulla, ma Nina Hazlitt non si rassegna. Vuole
che la polizia riapra il caso, perché di un fatto è assolutamente certa: la sua Sally, che al momento
della scomparsa aveva diciotto anni, non si è allontanata dalla famiglia per seguire un amore o per
cambiare vita. Quando Nina si rivolge per l'ennesima volta alla sezione speciale per i crimini irrisolti,
a riceverla c'è un ispettore in pensione che si è da poco aggiunto all'unità, un uomo amante delle
sigarette e del bancone dei pub: il suo nome è John Rebus. E se c'è una cosa che John Rebus non ha mai saputo
fare nella sua lunga carriera è tirarsi indietro. Nemmeno di fronte ai casi più disperati, suscitando per questo - oggi
come in passato - il disappunto di colleghi e superiori. A Rebus basta rispolverare vecchi faldoni e documenti
dimenticati per trovare una conferma ai sospetti di Nina: altre donne, a distanza di anni, sono scomparse dalla
stessa via in cui è stata vista per l'ultima volta Sally. Perché nessuno ha seguito quella pista? Forse c'è un serial
killer che, nelle plumbee lande scozzesi, ha agito per anni impunito. O forse quelle giovani donne scomparse sono
ancora vive, ma le loro grida di aiuto si disperdono nella nebbia che ovatta ogni cosa...
SAGGISTICA…
Natalia Aspesi
Amore mio, ti odio. Questioni di cuore. Amare in Italia ieri, oggi e domani
(Il Saggiatore, 2014)
Sin dagli inizi dei tiepidi anni novanta, Natalia Aspesi tiene sulle pagine del Venerdì di Repubblica la
rubrica "Questioni di cuore". Frotte di italiani corrono a scriverle. Frotte di italiani corrono a leggerla.
Una pioggia di lettere, spesso scritte a mano, o e-mail; un grande coro italiano sull'amore e su tutto
ciò che circonda quello che è l'oggetto luminoso, e così misterioso!, che muove il mondo.
Selezionare, montare questi dialoghi in un'unica grande sceneggiatura, l'epos amoroso italiano,
sorprende. Le lettere distanti, geograficamente, temporalmente, dialogano come per meraviglia, quasi secondo un
ordine precostituito; è l'ordine del destino, quello dei sentimenti, grande comune denominatore dell'essere umano.
Ne emerge un grande romanzo polifonico italiano. C'è chi si innamora follemente, in questo libro. C'è la minorenne
abbandonata da un uomo di ventinove anni, con cui viveva un amore clandestino. Il professore che ha bisogno
dell'allieva. La studentessa universitaria che si innamora del prete. L'eterosessuale che si scopre omosessuale. Chi si
innamora di Claudio Baglioni, chi di Claudia Koll, chi di Vladimir Luxuria. Storie private, pubbliche. Storie del genere
umano e del motore più grande del mondo, quello dei sentimenti. "Amore mio, ti odio" non è che un grande
romanzo italiano dell'amore, da leggere in un flusso continuo, come un'opera di Jane Austen, o da sfogliare, per
lasciarsi sorprendere a ogni pagina, dal caso, dal destino, dalle questioni del cuore.
Gian Antonio Stella
Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli. La guerra infinita alla burocrazia
(Feltrinelli, 2014)
Anziani obbligati dall'Asl a pesare i pannoloni dopo l'uso. Cassazione alle prese con processi per lo
sgocciolio di una camicia o la brucatina di un'asina. Miracolate a Lourdes alle quali è vietato rinunciare
alla pensione d'invalidità. Porti collaudati ufficialmente dopo 36 anni. Cittadini vivi e vegeti che faticano
a dimostrare di non essere morti dal 2008. Decreti attuativi mai fatti al punto che Renzi ne ha ereditati
un'enormità: 513. Ministeri che sbrigano ricorsi dopo 31 anni e intimano al ricorrente: risponda
immediatamente. Dirigenti asserragliati nella trincea del burocratese e pagati in media il triplo che in Germania.
Terremotati alle prese con 1109 leggi e leggine impossibili da rispettare. Norme surreali sui velocipedi "alti al massimo
metri 2,20", gli "effetti letterecci" o la pesca dei trichechi. Gian Antonio Stella racconta la burocrazia italiana. Un
reportage spassoso e insieme inorridito sulle regole, i meccanismi, gli uomini, i deliri, gli sprechi e i privilegi più folli e
offensivi di un mondo a parte che non vuole cambiare. E pesa sul paese per almeno 70 miliardi di euro.
Marina D’Amato
Ci siamo persi i bambini. Perché l'infanzia scompare (Laterza, 2014)
Fanno le stesse cose degli adulti, si vestono come loro, guardano la tv, giocano con i videogiochi,
navigano su internet, praticano gli stessi sport, parlano con un uguale numero di vocaboli, usano gli
stessi gesti, hanno pochi giocattoli ma moltissimi gadget. Sono i bambini dei nostri giorni, i bambini
adulti, figli di adulti bambini. Più imparano, più rapidamente crescono, meno responsabilità hanno
coloro che se ne dovrebbero prendere cura. Divorati dall'ansia, i genitori preferiscono delegare alla
scuola, ai vecchi e nuovi media, alle tecnologie, all'associazionismo, il compito di accudire, crescere
ed educare alla vita adulta. Perché esistono i bambini ma è scomparsa l'infanzia? Come sono e come dovrebbero
essere gli adulti che hanno il compito di farli diventare grandi?
Marino Sinibaldi
Un millimetro in là. Intervista sulla cultura (Laterza, 2014)
Quella parte di vita che puoi cambiare, quel pezzo magari piccolo di destino che puoi spostare: la
cultura è la condizione necessaria per autodeterminare la propria vita e per liberarla. Ma cosa accade
quando tecnologie, linguaggi, modalità di creazione e di trasmissione cambiano così rapidamente e
in profondità? Emergeranno forme di produzione e comunicazione della conoscenza e delle emozioni
del tutto nuove. Dovremo avere un pensiero il più lungo e il più largo possibile. Lungo nel tempo,
verso il futuro, e largo nello spazio, nell'apertura alle differenze e alle alterità.
Fulvio Abbate
Pasolini raccontato a tutti (Baldini & Castoldi, 2014)
Cosa direbbe Pier Paolo Pasolini dell'Italia di oggi? Cosa resta del più illuminato intellettuale italiano del
Novecento? "Si applaudono soltanto i luoghi comuni, mentre sarebbe il caso di coltivare l'atrocità del
dubbio", dirà proprio Pasolini a Walter Veltroni e ad altri "ragazzi" comunisti durante un dibattito sulla
terrazza romana del Pincio, pochi giorni prima di morire. In prospettiva, non sembra che Veltroni abbia
dato retta allo scrittore, e infatti la "sua" sinistra è morta fra luoghi comuni e conformismo, come si
legge in questo libro, un racconto in presa diretta della storia di un intellettuale il cui pensiero è ancora
fondamentale per capire il nostro presente. Eppure, col passare del tempo, la sua storia sembra sempre più coincidere
con un banale "reality" criminale e ciò che circonda la sua morte è una sorta di Risiko sui misteri dell'Italia repubblicana.
Cosa è successo veramente all'Idroscalo di Ostia quel 2 novembre del 1975? Fulvio Abbate tenta ora la scommessa di
una alfabetizzazione storica e civile che coincide con una domanda retorica: ti immagini se Pier Paolo Pasolini vedesse
dove siamo finiti?
Alberto Arbasino
Ritratti italiani (Adelphi, 2014)
"Dalla A di Gianni Agnelli alla Z di Federico Zeri, alcune decine di conversazioni, interviste, dialoghi,
e magari anche chiacchiere, con illustri contemporanei quali Roberto Longhi, Aldo Palazzeschi,
Giovanni Comisso, Mario Soldati, Cesare Brandi, Federico Fellini, Luciano Anceschi, Luchino Visconti,
Alberto Moravia. E notevolissimi coetanei, o quasi - da Calvino e Testori e Pasolini, a Parise e
Manganelli e Berio -, coi quali ci si ripromettevano lunghe polemiche anziane davanti a un bel
camino acceso, con vino rosso e castagne e magari cognac. Invece, la storia girò diversamente. E
così, oltre ad alcuni coetanei vitali e viventi, eccoci qui con care e bizzarre memorie evidentemente prenatali: Dossi,
Tessa, Puccini, D'Annunzio, e la mia concittadina vogherese Carolina Invernizio, nonna o bisnonna di mezza Italia
letteraria."
Giovanni Solimine
Senza sapere. Il costo dell’ignoranza in Italia (Laterza, 2014)
L'Italia sembra non rendersene conto: tutte le statistiche ci ricordano il basso livello di competenze
degli studenti e della popolazione adulta, lo scarso numero di laureati e diplomati che il nostrono
invecchiato e gracile sistema produttivo non è capace di assorbire, la debole partecipazione dei
nostri concittadini alla vita culturale. Un paese povero di risorse materiali e in ritardo dovrebbe
investire in formazione più degli altri paesi. Invece continua a non avere una politica della
conoscenza, fondamentale per la costruzione del nostro futuro: gli investimenti in istruzione e
ricerca ci costerebbero meno di quanto ci costa l'ignoranza. Questo è il paradosso di un'Italia senza sapere.
Luigi Zoja
Utopie minimaliste.
(Chiarelettere, 2013)
Un
mondo
più
desiderabile
anche
senza
eroi
Le utopie massimaliste hanno dominato il secolo scorso. Con la promessa di un mondo migliore
hanno acceso passioni viscerali seminando violenze peggiori di quelle che volevano combattere. Ma
la nostra società senza utopie, minacciata da un fatalismo di massa, rappresenta uno scenario
altrettanto preoccupante. In questo libro Luigi Zoja, da sempre interessato alla psicologia degli
eventi sociali, mette in scena una trama finora inesplorata dell'utopia, con una straordinaria
ricchezza di riferimenti storici, politici ed economici. Le utopie minimaliste occupano uno spazio psicologico prima
che politico, non impongono modelli dall'esterno ma propongono un cambiamento interiore che passa, tra l'altro, dal
rispetto dell'ambiente in cui viviamo, degli altri come anche degli animali, dei ritmi naturali del corpo e della mente.
Un lavoro anzitutto di coscienza (nel doppio senso di consapevolezza e moralità), che può disegnare la strada verso
un mondo più desiderabile.
Guido Ceronetti
Un viaggio in Italia (Einaudi, 2014)
A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: cosi
Ceronetti viaggiò per l'Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato da Giulio
Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.
Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma
anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi. Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne
dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono. Ma il libro non è solo un reportage
splendidamente fazioso. E anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie. Un'enciclopedia
caotica da cui attingere il pensiero di Ceronetti: sempre spiazzante, apocalittico, divertente. Con un'appendice di
testi inediti e una nuova prefazione dell'autore.
Mimmo Franzinelli
Bombardate Roma! (Mondadori, 2014)
Sessant'anni fa il settimanale "Candido" di Giovannino Guareschi pubblicava due lettere datate
gennaio 1944 e firmate da Alcide De Gasperi, in cui si esortavano gli angloamericani a bombardare
Roma, affinché il popolo insorgesse insieme ai "nostri gruppi Patrioti". La polemica che ne scaturì,
condotta sulle colonne di quotidiani e settimanali dell'epoca, si rivelò furibonda. C'era una sola
domanda a cui nessuno sembrava rispondere in maniera convincente: De Gasperi le aveva davvero
scritte, quelle lettere? A decidere, nell'aprile del 1954, fu il tribunale di Milano. La sentenza, pur rinunciando alla
perizia grafologica, sancì la falsità delle missive e Guareschi fu condannato a un anno di reclusione. Il noto scrittore
e vignettista rinunciò a ricorrere in appello e varcò le porte del carcere: sopporterà con fierezza la pena, ma ne
uscirà indelebilmente segnato. La vicenda scosse in maniera profonda anche De Gasperi, costretto a difendersi di
fronte all'opinione pubblica da un'accusa così infamante. Grazie alla scrupolosa analisi di una vasta documentazione
inedita (conservata negli archivi di Alcide De Gasperi, di Giovannino Guareschi e di Giorgio Pisano), "Bombardate
Roma!" delinea i contorni di una vicenda ancora avvolta nel mistero. L'indagine di Mimmo Franzinelli dimostra infatti
l'esistenza di un "livello segreto", un piano messo a punto da un gruppo neofascista che ideò e fece costruire gli
apocrifi. Conclude il libro un saggio della grafologa giudiziaria Nicole Ciccolo.
Arrigo Petacchi
La storia ci ha mentito (Mondadori, 2014)
Quante furono davvero le armi segrete a cui Hitler affidò fino all'ultimo le proprie speranze di vittoria?
Quali obiettivi ispirarono il temerario volo sulla Gran Bretagna del gerarca nazista Rudolf Hess? Che
cosa conteneva realmente la famosa borsa che Mussolini portava con sé al momento della sua cattura
a Dongo? Sono alcuni dei misteri che continuano a suscitare l'interesse di tanti appassionati di storia.
Su questi e su molti altri episodi della seconda guerra mondiale e del ventennio che l'ha preceduta
indaga Arrigo Petacco, assolutamente convinto che molti di quegli eventi siano stati raccontati
enfatizzando le ragioni dei vincitori e tacendo quelle dei vinti. Ogni volta che è scoppiata una guerra,
afferma nell'Introduzione, "la prima vittima è sempre stata la verità (le bugie sono necessarie per demonizzare il
nemico), ma poi, quando la guerra è finita, le bugie dei vincitori sono diventate delle "verità", mentre quelle dei vinti
sono sopravvissute sottotraccia". Una prospettiva che sarebbe arrivata alle estreme conseguenze con il trattamento
riservato al Giappone sconfitto, costretto a lungo a rimuovere la propria storia dai manuali scolastici. Questo libro si
propone appunto di recuperare il punto di vista dei vinti, di mostrare "il rovescio della medaglia".
Via Morandi, 9
42020 Albinea (RE)
tel. 0522 590262
e-mail [email protected]
sito internet: http://biblioteche.comune.re.it/albinea
ORARIO ESTIVO
(IN VIGORE DAL 1 GIUGNO ALL’8 SETTEMBRE 2014)
Lunedì – Sabato 9.00 – 12.30
Martedì, Giovedì 16.00 – 19.00
Venerdì 20.30-23.00
Il prestito è gratuito.
La tessera d’iscrizione è personale e non cedibile,
è valida in tutte le biblioteche del Sistema Bibliotecario Provinciale.
Ogni utente può prendere a prestito:
5 libri per 40 giorni,
2 dvd e 2 vhs per 1 settimana,
5 riviste per 40 giorni.
Sono attivi i servizi di prestito interbibliotecario
con le biblioteche del Sistema Bibliotecario Provinciale
e la navigazione internet (postazioni fisse e wi-fi).
Dal 7 giugno è disponibile anche il servizio gratuito di
prestito di lettori e-book (e-reader)
per 30 giorni.