Luglio 2009

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Luglio 2009
luglio 2009
Supplemento al n° 4 - luglio 2009 della rivista Macchine Agricole - Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (con. in L. 27/02/2004 n: 46) art. 1 comma1, DCB Milano
Il notiziario d’informazione per il concessionario di macchine agricole
In questo numero
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Il dealer
e la sua banca
del territorio
Proroga
termini
versamento
Versamento
IVA per cassa
Sollecito per
rottamazione
trattrici
L’osservatorio Notizie flash
di mercato
pag. 3
pag. 6
pag. 7
pag. 9
pag. 11
pag. 12
A L’EDITORIALE
Il dialogo nella filiera per ripartire
N
on vorremmo essere presi per delle Cassandre e,
francamente, la speranza è quella di sbagliare. Ma una
concomitanza di segnali preoccupanti, data dai primi
dati sulle immatricolazioni, le conferme di alcuni operatori
del settore e una mancanza purtroppo di misure di sostegno
mirate al comparto della meccanizzazione in agricoltura ci
fanno prevedere che il 2009 sarà un anno sulla lama del rasoio
per molti più dealer di quanto potessimo ipotizzare solamente
alla fine del 2008, quando i venti di crisi e recessione avevano
già iniziato a soffiare in molti segmenti dell’economia. Così,
quantificare in termini numerici le immatricolazioni che
verranno realizzate nel corso di quest’anno lascia ampi margini
di incertezza e di azzardo. Non si discute del trend: un calo
sulle vendite ci sarà. Il primo trimestre del 2009 – secondo i dati
forniti dal ministero dei Trasporti ed elaborati da Unacoma - ha
registrato una flessione dell’1,3 per cento sulle trattrici. Nella
media nazionale, solamente Emilia Romagna, Lazio e Valle
d’Aosta hanno incrementato nei primi tre mesi di quest’anno
le immatricolazioni. Tre regioni soltanto. Per tutto il resto d’Italia
è stata una Caporetto. Per non parlare, virando l’osservazione
alla vendita di mietitrebbie, di un sonoro -39,7 per cento. E se
non arrotondo per soli tre millesimi a -40 per cento sul primo
trimestre del 2008 è solamente per non abbattere il morale
della truppa. Nel 2009 prevediamo di assestarci intorno alle
22mila macchine agricole immatricolate.
AA Continua a pag. 2
A L’EVENTO
I Dealers & TAO
S
e un mercato è in difficoltà (la
parola crisi non è ancora stata
pronunciata), incontrarsi e
confrontarsi è il metodo corretto per
scambiarsi idee e proposte in un modo
trasparente e costruttivo cercando
una o più soluzioni utili per tutto il
settore distributivo delle macchine
agricole. È quello che si è cercato di
fare a Verona lo scorso 14 maggio
con la partecipazione di importanti
manager di alcuni Costruttori ed alcuni
concessionari associati ad Unacma, tra
cui il presidente Guglielmo Carlini (nella
foto). Il tema di uno dei due seminari era
il secondo studio sulle reti distributive
italiane, esposta da Alberto Cocchi, dove
è stata presentata l’evoluzione degli
ultimi dieci anni sia in termini quantitativi
che qualitativi e i trend presumibili per
il futuro. Per ciascuno degli intervenuti
al meeting TAO (Tractor Agricoltural
Observatory) indichiamo “ in pillole”
alcuni delle affermazioni più significative.
AA Continua a pag. 4
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AA Segue dalla prima pagina
2
Una frenata ulteriore, dunque. Ma pensiamo si tratti non di
un punto di non ritorno, bensì di un momento di difficoltà
temporaneo. In attesa di un’inversione di rotta, che certamente
dovrà essere in qualche modo favorita. Il mercato del 2009
speriamo sia un momento di transizione. Certo coinvolgerà
comunque un esercito di dealer, naturalmente, ma anche un
esercito di operatori. Perché è bene ragionare non in termini
di compartimenti stagni, ma di filiera. Vale in cerealicoltura,
nel settore lattiero caseario, dei pioppi. In sintesi: la catena
agroalimentare. Agricoltura, certo. Ma anche industria e
commercio. Il concetto di filiera non pensiamo sia estraneo
– fatte le debite distinzioni – anche alla produzione e
commercializzazione di macchine agricole. Costruttori e
dealer devono rendersi protagonisti di un cambiamento
epocale. È finita l’era dei rapporti più o meno cordiali. Deve
iniziare la stagione del dialogo vero. E a largo raggio. In parte
questo percorso di confronto, collaborazione e sinergia è già
iniziato. Addirittura istituzionalizzato al ministero delle Politiche
agricole, con la partecipazione anche – in alcuni ambiti – del
ministero dei Trasporti. La filiera ha preso coscienza di sé. Un
primo passo fondamentale per unire costruttori, commercianti,
ma anche imprenditori agricoli e agro meccanici. Ognuno
deve contribuire secondo il ruolo che occupa. Ma dobbiamo
affrontare questo nuovo percorso in maniera aperta e
trasparente. Consapevoli che vi potranno essere per alcuni
scenari posizioni diverse o addirittura antitetiche. Ma dovremo
inderogabilmente fare tutti un passo indietro e cercare una
sintesi che dovrà essere una scintilla che mette in moto il
luglio 2009
motore. Forse partirà a velocità ridotta. Ma è importante che
parta e cominci a macinare strada. La nostra associazione,
con assoluta trasparenza e serietà, cosa mette sul piatto?
Professionalità, innanzitutto. Non siamo più ancorati al ruolo
antico di commerciante-venditore. Siamo in grado di assistere
i nostri clienti con un piano finanziario e – ove sussistano le
condizioni – di fornire agevolazioni e anticipazioni in termini
economico-finanziari. Offriamo nella quasi totalità dei casi
l’assistenza post-vendita, che continuiamo a concepire come
un valore aggiunto e come un servizio dal quale il dealer del
2009 non può prescindere. Cerchiamo di non trascurare il
mercato dell’usato e di individuare soluzioni su misura per
i nostri interlocutori, sia che si tratti di macchine operatrici
nuove che già immatricolate. Siamo maturi per affrontare
un nuovo percorso. Di dialogo con tutta la filiera – e per
questo incentiviamo, pur nell’autonomia dei commercianti, la
realizzazione di corsi di formazione avanzata in collaborazione
con le case costruttrici (senza limitarsi ai nuovi prodotti o al
marketing del solo brand) – ma anche di auto-analisi. Entro la
fine dell’anno realizzeremo un’indagine all’interno del nostro
mondo, con un sistema di questionari che già hanno coinvolto i
nostri colleghi di Francia e Germania. Una sorta di health check,
un controllo sullo stato di salute dei dealer, anche nei rapporti
con le diverse case costruttrici. Sarà un approfondimento e una
radiografia del nostro mondo dall’interno. I risultati, tuttavia, non
resteranno nei cassetti, ma verranno discussi all’interno della
filiera, a partire naturalmente dai costruttori. Con una finalità: far
ripartire il motore. E non creare frizioni, rivalità o antagonismi fra
interlocutori che dovrebbero davvero parlare un po’ più spesso.
A CENTO8
Il dealer e la sua banca
del territorio
bbiamo parlato di Cento8 con
Paolo Comune che, unitamente al
Presidente Carlini, ha avuto questa
“intuizione”, creando la nuova società. È
appena iniziato un “tour” in alcune regioni
italiane per presentare il progetto, le sue
caratteristiche e le proposte che Cento8 ha
preparato per i propri associati.
A
valutare autonomamente tutti i rischi e le
opportunità che può offrirgli un servizio in
cui al centro ci sia la propria Clientela, il vero
patrimonio della sua attività. Il suo focus
imprenditoriale non è quello di cercare
sempre e solo “quote di mercato” ma
opportunità per migliorare i margini e la
redditività della propria azienda.
UN/ Qual è il ruolo che Cento8
dovrà svolgere nella filiera della
meccanizzazione?
PC/ Dovrà essere il “braccio armato” di
Unacma Service; intendo dire che oggi il
concessionario ha una grande opportunità:
“riposizionare” il proprio ruolo, finora
un po’ troppo passivo sia nei confronti
dei Costruttori che dei Clienti. La crisi di
mercato che stiamo attraversando anche
nelle macchine agricole, includendovi
le note problematiche finanziarie, indica
che il Concessionario deve affrontare
il Cliente in modo diverso da prima
facendo in modo di “orientarlo” verso la
miglior soluzione per la propria azienda.
Non solo per l’acquisto di un mezzo
meccanico ma soprattutto individuando
un progetto finanziario completo per tutti
gli investimenti necessari per l’azienda
agricola e per il territorio in cui vive e lavora
il cliente potenziale.
UN/ Quindi proponete un approccio
al problema assolutamente diverso
dal solito. Una vera rivoluzione
culturale per le reti distributive?
PC/ Certamente sì. È indispensabile che
ci sia questo cambiamento di mentalità
da parte del concessionario ed è
fondamentale che gli associati ad Unacma
avvertano questo nuovo stimolo che
Cento8 vuole loro proporre. Infatti è dalla
loro attiva collaborazione che possono
nascere progetti ed iniziative, finanziarie
o no, che siano legate alle potenzialità
dell’area dove opera il dealer. Creare
infatti una Banca del Territorio è il cuore
del progetto Cento8, una banca dati
dove inserire tutta la Clientela suddivisa
per tipologia di settore (grandi colture,
frutticoltura, viticoltura, zootecnia, ecc.) con
differenze di investimenti, problematiche e
ricavi. La vera fidelizzazione della Clientela
agricola si fa solo se ci si impegna in questa
direzione, diventando vero riferimento per
tutto il territorio di cui il Concessionario è
il vero referente professionale potendolo
conoscere in ogni piccolo dettaglio.
UN/ Ma non ci sono già le Banche
o le Finanziarie dei vari Gruppi
Costruttori a far questo ?
PC/ Cento8 non è una risposta di
Unacma Service che si contrappone
sia alle banche che alle “captive” (come
vengono definite le finanziarie dei vari
Costruttori); è una proposta diversa che
si rivolge prioritariamente al dealer come
imprenditore globale in grado di capire e
UN/ Ci sono già proposte concrete
che Cento8 offre agli associati?
PC/ Ci stiamo lavorando attivamente e
già dal mese di luglio saremo in grado
di proporre tipologie di finanziamenti
legate ai diversi prodotti agricoli che
Paolo Comune
stanno maturando in campo. Ci saranno
“pacchetti” sia per le zone cerealicole sia
per quelle vitivinicole o frutticole nei quali
la vera novità saranno i piani di pagamento
legati al piano colturale del cliente; questo
consentirà di agevolare gli investimenti
delle aziende agricole e dei contoterzisti
attraverso l’offerta di piani finanziari in linea
con i loro flussi di cassa. In questo settore
il margine di affidabilità della clientela,
pur non immune dai contraccolpi della
crisi, è ancora positivo con un grado di
insolvenza mediamente basso. Ci sono
certamente clienti non più affidabili come
prima, taluni proprio non più in grado di
essere considerati “un pozzo senza fondo”
e spremuti solo per vendere una macchina
in più. A questa categoria di clientela
occorre saper dire di no.
UN/ Quali altre iniziative sono
in preparazione?
PC/ A breve sarà operativo il nostro sito
www.cento8.it, un portale dinamico
con informazioni sempre aggiornate,
comprensivo anche di una parte riservata
agli associati dove completare e seguire
on line tutti i finanziamenti attivati. In
autunno abbiamo intenzione di preparare
una serie di seminari/forum dove parlare
di nuove iniziative e di nuovi progetti, ad
esempio nell’area delle energie rinnovabili
che possono creare nuove opportunità
imprenditoriali e portare nuovi clienti
con i relativi finanziamenti. Cento8 si
propone come un Laboratorio Attivo
dove tutti gli associati dovranno portare
il loro contributo propositivo per ricercare
nuove soluzioni e portare nuove proposte
imprenditoriali che rafforzino il ruolo
centrale dei Concessionari all’interno delle
filiera della meccanizzazione.
luglio 2009
3
A L’EVENTO
I Dealers & TAO
AA Segue dalla prima pagina
Interessante confronto con i Costruttori nel meeting organizzato da Quintegia nell’ambito
di Automotive Dealer Day con la partecipazione di Unacma.
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Evoluzione del sistema distributivo
nel settore delle trattrici agricole
A.Cocchi – Consulente, esperto
del settore meccanizzazione agricola
Continua progressivamente il calo delle
ditte operanti sul mercato italiano che
raggiunge il 22% in meno nei confronti
del periodo 1998-2008. Sostanzialmente
questo indice è allineato al calo di
mercato delle trattrici agricole nello
stesso periodo. La segmentazione delle
aziende concessionarie permette di
evidenziare 4 categorie di cui tre sono
quelle più direttamente impegnate nella
distribuzione di macchine agricole. Sono
esattamente 1389 quelle analizzate e che
rappresentano il “core business” delle
reti italiane. Il grado di fidelizzazione
tra i sei principali gruppi Costruttori e
le proprie reti ha ormai raggiunto un
indice elevatissimo. Il dato complessivo
indica che oggi il 96% dei concessionari
è esclusivo, essendo legato ad un
solo gruppo e/o ai suoi vari Marchi. La
dimensione delle aziende concessionarie
è ancora molto frammentata con grande
prevalenza delle piccole concessionarie,
oltre 1000 con < 1,0 milioni € di fatturato
con gestione prevalentemente familiare.
Sono solo 200 le grandi aziende
concessionarie (> 2,5 mil €). Cosa sta
succedendo a livello delle nuove
strategie distributive? I Costruttori
stanno operando forti razionalizzazioni/
concentrazioni delle loro reti, cercando
di individuare i migliori concessionari ed
affidando a loro più marchi e/o territori
per rafforzarne le capacità commerciali/
assistenziali e per migliorare i loro margini
luglio 2009
di reddito. Non mancano anche tentativi
di operare direttamente sul mercato
con vendite dirette al Cliente ma, al
momento, rappresentano solo episodi
marginali e non facilmente replicabili
nel breve termine. I Concessionari,
invece, stanno cercando di rafforzare
innanzitutto le loro aziende, migliorando
la conoscenza gestionale interna, e
professionalizzando tutti i settori in cui
operano (vendita del nuovo, dell’usato e
dei servizi postvendita). È ovvio che solo
le aziende sane e ben gestite possono
farlo mentre alcune aziende, anche
storiche, stanno chiudendo o sono
assorbite da imprenditori limitrofi che
vogliono crescere. Le aziende marginali
che non troveranno una collaborazione
attiva (come satelliti) saranno destinate
ad una lenta ma improcrastinabile
decadenza operativa e a sparire dal
mercato.
I Costruttori devono saper creare
una ricchezza anche per la loro rete
distributiva
Il parere di un Costruttore Full Line/
A.Bedosti
I Costruttori devono saper creare una
ricchezza per se stessi e anche per la loro
rete distributiva. Questa è la premessa
che apre la relazione di Andrea Bedosti,
Vice presidente Corporate Sales &
Marketing di SDF, che ha confermato
come il suo gruppo stia fortemente
razionalizzando la rete (da 350 dealer nel
2004 ai 220 attuali) concentrandola sugli
imprenditori che danno migliori garanzie
commerciali e di servizi post-vendita.
L’importanza dei primi 50 dealer (22% del
totale rete) è confermata dall’incidenza di
essi sul 60% del fatturato Italia, con il dato
che i Top 50 hanno un fatturato medio
di 1.500.000 €, tre volte il valore medio
del resto della rete. Importante anche
l’evoluzione dei punti di assistenza sul
territorio (Officine autorizzate) che sono
passate da 20 a 88. Il percorso comune
con il concessionario è fondamentale
e passa attraverso una migliorata
professionalità, che permette il reale
vantaggio competitivo nel mercato.
Serve una Scuola di Formazione
permanente
Il parere di Claudio Bissolo,
direttore commerciale Benati
Macchine Agricole
È una vera “sferzata di energia”
l’intervento di uno dei massimi esperti
italiani del mercato di attrezzature
agricole. Il fatturato del comparto delle
attrezzature rappresenta tra il 20 ed
il 40% del volume totale d’affari di un
dealer medio ma si denuncia come la
situazione distributiva italiana sia stata
drogata dalla ricerca spasmodica dei
numeri di vendita e che, oggi, prima
di pensare al futuro, occorre curare
il “malato”. Partendo dalle cose che
tutti conoscono: la sottofatturazione
nel mercato delle attrezzature è un
“eufemismo” che nessuno combatte
adeguatamente. Sarebbe un primo passo
per regolarizzare i bilanci e far emergere
le aziende veramente sane ed in grado
di essere i concessionari del futuro: quelli
che sapranno fare un corretto margine
agendo sia sul fronte dei costi che quello
dei ricavi. È fondamentale “investire sugli
uomini delle concessionarie” e saper
formare venditori di soluzioni e non di
prezzo. Lo stimolo per tutti, Costruttori e
concessionari, è quello di investire su una
Scuola di Formazione permanente per il
settore della meccanizzazione.
Gestire marchi e prodotti diversi
nelle concessionarie
Il parere di Maurizio Sala,
project manager Quintegia
La progressiva riduzione delle reti di
vendita e la concentrazione sui dealer
migliori portano ad una espansione
territoriale e ad una sempre più
complessa gestione di molti prodotti/
marchi per la propria clientela. Questa
rappresenta una nuova opportunità
di crescita ed è fonte primaria di nuovi
profitti che deve essere ben organizzata
in ogni specifico settore aziendale
(nuovo, usato, post-vendita). Gli altri
aspetti chiave sono: una gestione sempre
più attenta degli aspetti finanziari,
un’attitudine all’innovazione e una reale
attenzione al Cliente. La sfida per la
ricerca delle risorse umane del futuro
è altro elemento chiave. Il tutto nel
contesto di un atteggiamento proattivo
del concessionario imprenditore che
deve avere una visione strategica a
medio-lungo termine e non a breve
come accade oggi.
Il Multibrand dell’Usato
Il parere di Fabrizio Dalla Vecchiadealer John Deere
Un’azienda concessionaria che vuole
primeggiare nel settore non può
trascurare il tema delle macchine
usate. È uno dei problemi gestionali
più determinanti per fare marginalità
in azienda. È una realtà complessa
(ogni 100 macchine nuove vendute
ci sono 45-50 usati che si ritirano) ed
occorre saper valutare correttamente al
momento evitando di ritirare macchine
non a norma o esauste. Al contrario
occorre saper valorizzare l’usato in buone
condizioni creando in azienda zone
dedicate, pubblicizzarle adeguatamente
e costantemente. Determinante è anche
sensibilizzare/coinvolgere il personale
commerciale dell’azienda nel tema della
vendita (e del ritiro) delle macchine usate,
che deve sempre portare la sua “quota di
redditività”.
Il marchio del dealer è prioritario
Il parere di Vittorio Venditti,
ditta Reni Macchine, dealer AGCO
La strategia del multi-brand funziona a
patto che si preservi sempre l’identità
del singolo brand e lo si supporti con
una serie di servizi condivisi con altri
settori della concessionaria. Noi abbiamo
venditori commerciali che offrono, nella
loro zona di competenza, tutti i prodotti
del nostro listino. Avere, al contrario,
venditori specialisti solo per un linea di
prodotto, per l’intera area della nostra
competenza, offre il rischio di perderli
perché assunti dal Costruttore stesso. Il
marchio della nostra azienda è il primo
che rappresentiamo ai nostri Clienti,
solo dopo vengono i marchi degli altri
prodotti che offriamo. Abbiamo chiesto
ai nostri fornitori di avere area manager
più professionali e di rispettare, loro per
primi, le zone di mandato.
5
Il Cliente deve venire
nelle nostre sedi
Il parere di Claudio Zanetti, direttore
CALV, dealer New Holland e Case
Il futuro delle concessionarie, grandi
o piccole che siano, non ha regole
predefinite ma deve essere ben inserito
nel contesto del territorio, non deve
essere nè banca nè un’assicurazione
perché non è la nostra missione. Deve
avere gli indicatori economici sempre
sotto stretto controllo, riducendo oneri
finanziari e magazzini. Dobbiamo ridurre i
Costi della vendita a fronte di margini che
sono in forte riduzione. Il Cliente deve
venire sempre più spesso nelle nostre
sedi (negli showroom) per conoscere
il prodotto, verificare i nostri servizi e
concludere gli acquisti. Occorre ridurre
le visite in azienda allo stretto necessario,
per valutare l’usato per esempio. L’usato
deve essere localizzato in una unica sede
con un venditore dedicato e l’acquisto
deve essere guidato (Eurotax) per avere
un chiaro riferimento anche per i clienti.
luglio 2009
A ADEMPIMENTI E NORMATIVA
PROROGA DEI TERMINI DI VERSAMENTO
PER I CONTRIBUENTI SOGGETTI AGLI STUDI
DI SETTORE
■ Dott.ssa Barbara Trillini
I
6
l 9.6.2009 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che proroga i termini per i versamenti derivanti dalle dichiarazioni dei redditi e IRAP, in relazione ai contribuenti soggetti
agli studi di settore. I nuovi termini:
• consistono in un rinvio dei versamenti di 20 giorni, ai sensi dell’art.
12 co. 5 del DLgs. 9.7.97 n. 241;
• si applicano solo per il 2009, in deroga alle scadenze ordinarie di
cui all’art. 17 del DPR 7.12.2001 n. 435.
CONTRIBUENTI INTERESSATI
La proroga interessa i contribuenti tenuti ai versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi e IRAP, in scadenza il 16.6.2009,
che soddisfano entrambe le seguenti condizioni:
• esercitano attività economiche per le quali sono stati elaborati gli
studi di settore;
• dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore al limite stabilito, per ciascuno studio di settore, dal relativo decreto di approvazione.
CONTRIBUENTI PER I QUALI RICORRONO
CAUSE DI ESCLUSIONE DAGLI STUDI DI SETTORE
O CHE APPLICANO I PARAMETRI
Sulla base dei chiarimenti che erano stati forniti dalla circ. Agenzia
delle Entrate 6.7.2007 n. 41 in relazione all’analoga proroga che era
stata disposta dal DPCM 14.6.2007, deve ritenersi che:
• rientrino nella proroga in esame anche i soggetti per i quali operano cause di esclusione dagli studi di settore (diverse da quella rappresentata dalla dichiarazione di ricavi o compensi di ammontare
superiore al limite stabilito, per ciascuno studio di settore, dal relativo decreto di approvazione) o di inapplicabilità degli studi stessi;
• non possano invece beneficiare della proroga i contribuenti per i
quali trovano applicazione i parametri.
SOGGETTI IRES
La proroga in esame non riguarda i soggetti IRES che hanno termini
ordinari di versamento successivi al 16.6.2009 per effetto:
• della data di approvazione del bilancio o rendiconto (es. società di
capitali “solari” che approvano il bilancio 2008 entro 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio);
• della data di chiusura del periodo d’imposta (es. società di capitali
con esercizio 1.7.2008 - 30.6.2009).
luglio 2009
SOCI DI SOCIETÀ E ASSOCIAZIONI
“TRASPARENTI”
La proroga in esame interessa anche i soggetti che:
• partecipano a società, associazioni e imprese che presentano i
suddetti requisiti;
• devono dichiarare redditi “per trasparenza”, ai sensi degli artt. 5, 115
e 116 del TUIR.
Pertanto, possono beneficiare del maggior termine di versamento anche:
• i soci di società di persone;
• i collaboratori di imprese familiari;
• i coniugi che gestiscono aziende coniugali;
• i componenti di associazioni tra artisti o professionisti (es. professionisti con studio associato);
• i soci di società di capitali “trasparenti”.
SOGGETTI CHE HANNO OPTATO
PER IL CONSOLIDATO FISCALE
In caso di opzione per il consolidato fiscale, in assenza di chiarimenti ufficiali, sembra doversi ritenere che le proroghe in esame:
• non siano applicabili qualora la società controllante non sia soggetta agli studi di settore, ancorché lo siano tutte le società controllate;
• siano invece applicabili nel caso in cui la società controllante sia
soggetta agli studi di settore, anche qualora qualche società controllata non lo sia (non sembra infatti possibile suddividere i versamenti in relazione alle società controllate soggette o non soggette
agli studi di settore e versarli applicando termini diversi).
PERSONE FISICHE CHE PRESENTANO IL NUOVO
MODELLO UNICO 2009 “MINI”
La proroga in esame non si applica ai versamenti relativi alle persone fisiche che presentano il nuovo modello UNICO 2009 PF “MINI”,
in quanto tale modello non può essere utilizzato:
• da lavoratori autonomi o imprenditori;
• da soci o associati che devono dichiarare redditi “per trasparenza”.
NUOVI TERMINI DI VERSAMENTO
Nei confronti dei suddetti soggetti che possono beneficiare della
proroga, i versamenti devono essere eseguiti entro:
• il 6.7.2009, senza alcuna maggiorazione;
• dal 7.7.2009 al 5.8.2009, con la maggiorazione dello 0,4% a titolo
di interesse corrispettivo.
Contribuenti non coinvolti dagli studi di settore
Per i contribuenti non coinvolti dagli studi di settore, rimangono
fermi i termini ordinari:
• del 16.6.2009, senza maggiorazione di interessi;
• ovvero del 16.7.2009, con la maggiorazione dello 0,4% a titolo di
interesse corrispettivo.
Si tratta, ad esempio:
• delle persone fisiche che non esercitano attività d’impresa o di lavoro autonomo, neppure tramite partecipazione a società o associazioni “trasparenti”;
• dei lavoratori autonomi e degli imprenditori individuali che adottano il regime dei “contribuenti minimi”.
VERSAMENTO DEL SALDO IVA 2008
CON IL MODELLO UNICO 2009
I contribuenti che presentano la dichiarazione annuale IVA in sede di dichiarazione unificata con il modello UNICO 2009 possono
effettuare il pagamento del saldo IVA entro il termine previsto per
il versamento delle altre imposte dovute in base alla dichiarazione
unificata stessa (es. IRPEF o IRES), maggiorando le somme da versare degli interessi nella misura dello 0,4% per ogni mese o frazione di
mese successivo al 16.3.2009 (termine ordinario di versamento).
Se il versamento del saldo IVA viene ulteriormente differito rispetto al termine di pagamento senza interessi delle altre imposte derivanti dalla dichiarazione unificata, l’ulteriore maggiorazione dello
0,4% si applica sull’importo dovuto già maggiorato dello 0,4% per
ogni mese o frazione di mese successivo al 16.3.2009.
Pertanto, ad esempio, un contribuente che può beneficiare della
proroga e che versa il saldo IVA:
• entro il 6.7.2009, deve maggiorarlo dell’1,6% (0,4% per i periodi 17.3
- 16.4, 17.4 - 16.5, 17.5 - 16.6 e 17.6 - 6.7);
• entro il 5.8.2009, deve maggiorarlo dell’1,6% per il differimento
fino al 6.7.2009 e su tale maggiorazione dell’1,6% è dovuta l’ulteriore maggiorazione dello 0,4% per il differimento dal 7.7.2009 al
5.8.2009.
VERSAMENTO DEI CONTRIBUTI INPS DI
ARTIGIANI, COMMERCIANTI E PROFESSIONISTI
In relazione ai contribuenti che possono beneficiare della proroga
in esame, i suddetti termini del 6.7.2009 e del 5.8.2009 si applicano
anche al versamento del saldo per il 2008 e del primo acconto per il
2009 dei contributi dovuti da artigiani, commercianti e professioni-
sti iscritti alle relative Gestioni separate dell’INPS. Ai sensi dell’art. 18
co. 4 del DLgs. 9.7.97 n. 241, infatti, i suddetti contributi devono essere versati entro i termini previsti per il pagamento dell’IRPEF (compreso il termine differito con la maggiorazione dello 0,4%).
Soci di srl
Secondo quanto chiarito dalla ris. Agenzia delle Entrate 16.7.2007 n.
173 in relazione alla proroga di cui al citato DPCM 14.6.2007, il differimento al 6.7.2009 (ovvero al 5.8.2009 con la maggiorazione dello
0,4%) si applica anche in relazione ai contributi INPS dovuti dai soci di srl “non trasparenti”, artigiane o commerciali. Infatti, poiché tali soci determinano l’ammontare dei contributi dovuti su un reddito
“figurativo” proporzionale alla loro quota di partecipazione nella società, potranno procedere al versamento dei contributi solo successivamente alla scelta operata dalla società stessa in ordine all’adeguamento alle risultanze degli studi di settore.
VERSAMENTO DEL DIRITTO ANNUALE
ALLE CAMERE DI COMMERCIO
Le proroghe in esame si estendono anche al versamento del diritto
annuale per l’iscrizione o l’annotazione nel Registro delle imprese.
Ai sensi dell’art. 8 del DM 11.5.2001 n. 359, infatti, il diritto camerale
deve essere versato entro il termine previsto per il pagamento del
primo acconto delle imposte sui redditi.
OPZIONE PER LA RATEIZZAZIONE
DEI VERSAMENTI
Sulla base dei chiarimenti che erano stati forniti dalla citata circ.
Agenzia delle Entrate 6.7.2007 n. 41 qualora si intenda optare per la
rateizzazione degli importi a saldo o in acconto di imposte e contributi, ai sensi dell’art. 20 del DLgs. 241/97:
• poiché il termine di versamento della prima rata coincide con il
termine di versamento del saldo o dell’acconto, esso deve intendersi differito alla nuova scadenza del 6.7.2009 (ovvero del 5.8.2009,
con la maggiorazione dello 0,40%);
• per quanto riguarda i termini di versamento delle rate successive
alla prima, rimane invece invariato il termine previsto dall’art. 20 co.
4 del DLgs. 241/97 (giorno 16 di ciascun mese, per i soggetti titolari
di partita IVA, e fine di ciascun mese, per gli altri contribuenti).
Pertanto, ad esempio, un contribuente che può beneficiare della
proroga e che versa la prima rata entro il 6.7.2009:
• se è titolare di partita IVA, deve versare la seconda rata entro il
16.7.2009;
• se non è titolare di partita IVA, deve versare la seconda rata entro
il 31.7.2009.
VERSAMENTO IVA PER CASSA
■ Dott.ssa Michela Marchegiani
L’
art. 7 del DL 29.11.2008 n. 185, convertito nella L. 28.1.2009
n. 2, ha previsto la possibilità di differire, al momento dell’incasso del corrispettivo, il versamento dell’IVA relativa
alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi poste in essere nei
confronti dei cessionari e committenti che agiscono nell’esercizio
d’impresa o di arte o professione; la così detta “IVA per cassa”. Il
luglio 2009
7
8
differimento dell’esigibilità è, tuttavia, limitato nel tempo, essendo
previsto che l’imposta diventi comunque esigibile dopo il decorso di un anno dall’effettuazione dell’operazione, salvo che, prima
della scadenza di detto termine, il cessionario/committente venga assoggettato a procedure concorsuali o esecutive. Con il DM
26.3.2009 è stato emanato il provvedimento attuativo della disciplina in esame e infine l’Agenzia delle Entrate è intervenuta con la
circolare del 30.4.2009 n. 20. La possibilità di versare l’”iva per cassa”
è stata introdotta per venire incontro alle esigenze dei cedenti o
prestatori che all’atto pratico dovevano, pur non avendo riscosso il corrispettivo della vendita o della prestazione, procedere al
versamento dell’iva all’erario. Come evidenziato dalla relazione illustrativa di accompagnamento del decreto legge n. 185, “il differimento dell’esigibilità dell’IVA comporta che il debito d’imposta verso
l’erario a carico del cedente o prestatore (e, correlativamente, il diritto
alla detrazione spettante al relativo cessionario o committente) sorge,
in ogni caso, al momento del pagamento dei corrispettivi. Si intende,
in tal modo, ovviare agli effetti particolarmente gravosi, che comporterebbero l’anticipazione del versamento dell’IVA da parte del cedente
o prestatore, nell’ipotesi in cui il pagamento dei corrispettivi avvenga in
un momento successivo a quello dell’effettuazione delle operazioni”.
SOGGETTI INTERESSATI
La facoltà di differire l’esigibilità dell’IVA è concessa a coloro che,
operando nell’esercizio di impresa, arti o professioni – a norma degli
articoli 4 e 5 del D.P.R. n. 633 del 1972 – effettuano cessioni di beni o
prestazioni di servizi imponibili nel territorio dello Stato nei confronti di cessionari o committenti che, a loro volta, agiscono nell’esercizio di impresa, arti o professioni. Possono essere emesse fatture con
IVA ad esigibilità differita anche per operazioni effettuate a favore
di soggetti passivi non residenti, se rilevanti territorialmente in Italia;
in tali ipotesi, infatti, il soggetto passivo nazionale fattura l’operazione con indicazione in fattura dell’IVA e può, quindi, optare per il suo
differimento in quanto debitore dell’imposta. Sono, invece, escluse le operazioni effettuate nei confronti di privati consumatori, sia
se residenti in Italia sia se residenti all’estero. Il differimento del versamento dell’iva si applica alle operazioni effettuate a decorrere dal
28.4.2009 e possono avvalersi di tale facoltà solo coloro che, nell’anno solare precedente, hanno realizzato o, in caso di inizio di attività, prevedono di realizzare, nell’anno in corso, un volume d’affari
non superiore a 200.000,00 euro. Se, in corso d’anno, tale limite viene superato, l’esigibilità differita resta preclusa a partire dalla
prima operazione successiva all’avvenuto sforamento; per le operazioni effettuate anteriormente, l’imposta diventerà, invece, esigibile
con l’incasso del corrispettivo pagato dal cessionario/committente.
In caso di erroneo differimento dell’esigibilità dell’imposta nonostante il superamento della soglia, l’imposta erroneamente differita
va computata nella liquidazione periodica relativa al mese o trimestre nel corso del quale l’operazione si considera effettuata in base
alle regole previste dall’art. 6 del DPR 633/72. L’omessa regolarizzazione configura l’ipotesi di omesso versamento, per la quale si rende applicabile il regime sanzionatorio previsto dall’art. 13 del DLgs.
471/97. Il sistema dell’IVA per cassa è opzionale, in quanto il soggetto passivo (con volume d’affari non superiore a duecentomila euro)
luglio 2009
può scegliere con riguardo a ciascuna operazione se assoggettarla ad esigibilità immediata o differita, con la conseguenza che potrà
trovarsi a gestire il regime di esigibilità differita dell’IVA solo con riguardo ad una parte delle operazioni effettuate.
ADEMPIMENTI DEL CEDENTE/PRESTATORE
Per poter usufruire del versamento dell’iva differita è necessario
che:
• le fatture vengano emesse ed annotate nei termini ordinari, in funzione del momento impositivo di cui all’art. 6 del DPR 633/72;
• l’imposta venga contabilizzata solo al momento dell’incasso del
corrispettivo;
• l’opzione per l’esigibilità differita dell’imposta deve risultare da apposita annotazione nella fattura di vendita, riportante anche la norma di riferimento, ossia l’art. 7 del DL 185/2008 convertito nella L.
2/2009;
• il cedente/prestatore deve computare l’imposta, relativa alle operazioni per le quali ha esercitato l’opzione, nella liquidazione periodica relativa al mese o trimestre nel corso del quale è incassato il
corrispettivo, ovvero nel corso del quale scade il termine di un anno dal momento di effettuazione dell’operazione, salvo il caso in
cui, come precedentemente ricordato, il cessionario/committente
sia stato precedentemente assoggettato a procedura concorsuale
o esecutiva. Nel caso in cui il corrispettivo sia incassato solo in parte, l’imposta diventa esigibile ed è computata nella liquidazione periodica per un importo corrispondente al rapporto tra la somma incassata ed il corrispettivo complessivo dell’operazione.
ADEMPIMENTI DEL CESSIONARIO/
COMMITTENTE
Le fatture ad esigibilità differita devono essere numerate e, ai fini
della detrazione, annotate nel registro degli acquisti. La detrazione
resta sospesa finché l’imposta non diventa esigibile, ossia finché il
cessionario/ committente non paga il corrispettivo. Ai fini dell’esercizio della detrazione, sarà pertanto cura del soggetto che intende
effettuare la detrazione dare evidenza della data del pagamento.
Allo stesso modo, il soggetto non residente, che abbia acquistato in
Italia beni/servizi ivi soggetti ad imposta con esigibilità differita, sarà
tenuto a dimostrare l’avvenuto pagamento del corrispettivo, ovvero il decorso di un anno dall’effettuazione dell’operazione.
In caso di pagamento parziale del corrispettivo, la detrazione compete nella proporzione esistente fra la somma pagata ed il corrispettivo complessivo dell’operazione.
LIMITE TEMPORALE PER LA DETRAZIONE
Salvo che il cessionario/committente sia assoggettato a procedura
concorsuale o esecutiva, la detrazione può essere esercitata qualora il corrispettivo non sia pagato entro un anno dall’emissione della fattura. Ciò in quanto:
• l’imposta diventa esigibile, al più tardi, dopo un anno dall’effettuazione dell’operazione;
• la detrazione è subordinata alla sua esigibilità (ex art. 19 co. 1 secondo periodo del DPR 633/72).
Ancona, 18/06/2009
A FOCUS
Same Deutz-Fahr e Unacoma sollecitano
la Rottamazione delle trattrici super-obsolete
Intervenendo al convegno su “Agricoltura ed
impatto ambientale” (Roma 12 giugno 2009),
Massimo Goldoni, Presidente Unacoma, e Andrea Bedosti, Vice presidente del Gruppo di Treviglio, hanno fatto il punto sulla situazione in
essere e concrete proposte. Il parco trattori europeo è stimato in circa 8 milioni di unità (2 milioni circa in Italia), il 90% dei quali è equipaggiato con motori Euro 0, ovvero motori altamente
inquinanti costruiti prima del 1999.
Per fare un confronto, un motore da 100 HP
Euro 0 produce per ogni ora di lavoro ben 407
grammi di ossido di azoto e 39 grammi di polveri sottili, mentre il motore Euro III, che equipaggia le macchine di attuale produzione, ne
produce rispettivamente 164 e 12.
Tenendo conto che negli ultimi 10 anni soltanto il 10% delle macchine altamente inquinanti
sono state sostituite e tenendo conto del calo
di mercato causato dall’attuale negativa congiuntura economica e finanziaria, è plausibile
pensare che il tasso di sostituzione di macchine inquinanti subirà un ulteriore rallentamento.
L’attuale normativa, che prevede nei prossimi
anni l’introduzione di motori Euro IIIB ed Euro IV
estremamente costosi, rallenterà ulteriormente il tasso di ricambio di vecchie macchine, rendendo trascurabili gli impatti sulla salvaguardia dell’ambiente. “L’alternativa proposta da
SDF”, commenta Andrea Bedosti, Executive Vice
President Marketing, Sales and After Sales del
Gruppo Same Deutz-Fahr, “è molto semplice:
continuare a produrre trattori con motori Euro IIIB che offre già livelli di emissioni nocive
estremamente ridotti ed evitare o dilazionare l’introduzione delle fasi successive.
Adeguati incentivi alla rottamazione e alla
radiazione di vecchie macchine altamente
inquinanti consentirebbero un significativo rilancio per l’industria di settore, portando nel contempo ad un abbattimento delle
emissioni nocive, ben superiore a quello ipotizzabile con l’applicazione dell’attuale normativa. Nel contempo, si offrirebbero agli
agricoltori mezzi più moderni, più efficienti, meno inquinanti e soprattutto più sicuri.
Ciò è del resto quanto avviene da molti anni nel settore dell’automobile e dei veicoli commerciali”.
Questa proposta sarebbe soprattutto auspica-
bile sul mercato italiano dove il parco circolante di trattori è particolarmente vetusto, inquinante e mal sicuro. Infatti, come dimostrano le
statistiche, il parco trattori italiano è il più vecchio d’ Europa. In Italia, a differenza di altri Paesi europei, i trattori “vecchi” rimangono in esercizio ben oltre la loro obsolescenza tecnica e
tecnologica. Anche in tal senso, come avviene
appunto in altri Paesi europei, sarebbe importante definire con precisione e a termini di legge lo Statuto di “Trattori Storici”, ben distinti e
distinguibili da trattori semplicemente vecchi,
inquinanti e non sicuri. Massimo Goldoni, nel
suo intervento finale, ha detto: “Dobbiamo eliminare un gran numero di vecchie macchine
dalle nostre campagne, non soltanto trattrici
ma anche macchine operatrici ed attrezzature di ogni tipo, e per questo serve quel sistema di incentivazione che il Governo non
è stato ancora in grado di realizzare. La stessa
preoccupazione che abbiamo nel veder circolare sulle strade automobili degli anni ’70
dovremmo averla al cospetto di un esercito
di mezzi agricoli obsoleti, inquinanti e pericolosi per chi con essi lavora”.
luglio 2009
9
Claas e la rete distributiva italiana
10
Dall’intervista a Macchine Agricole (testo integrale sul numero di luglio 2009) a Paolo Tencone,
Regional Director Claas per l’Europa del Sud, sono emersi alcuni spunti sulla rete distributiva italiana che offrono un quadro significativo della
politica del forte gruppo tedesco. Ne riportiamo
i tratti salienti.
“C’è un dato significativo della realtà distributiva italiana di cui occorre tener conto; in realtà
come Francia, Germania e UK il rapporto tra
vendite medie/dealer per trattrici e macchine
per la raccolta è di circa 1 a 2; ovvero a fronte
di 1.000.000 di € di ricavi (trattori e macchine
da raccolta), quasi il 50% è rappresentato dalle
macchine da raccolta. In Italia siamo, mediamente, al 15% dello stesso rapporto. Abbiamo
quindi realtà distributive molto più frazionate e con dimensioni medio piccole. Il peso del
trattore è particolarmente importante. Noi vorremmo arrivare a dare ai nostri dealer un volume d’affari tra i 30-40 trattori/anno e tra le 5-6
macchine da raccolta ovvero un fatturato annuo, nuovo ed usato di circa 4-5 milioni di € come prodotti Claas, in grado di raggiungere i 6-7
milioni con l’attrezzatura, per offrire una reddi-
tività equilibrata alla nostra rete. Noi non siamo
contenti se i nostri concessionari, come spesso
succede ultimamente nel settore, non riescono ad avere una marginalità adeguata e lavoriamo per fargli raggiungere questo obiettivo.
Il focus principale deve rimanere il settore delle
macchine da raccolta e le trattrici > 100 CV, con
una zona di vendita adeguata per sviluppare
questo mercato dove lavorare in esclusiva con
il nostro marchio. La concorrenza interna allo
stesso marchio riduce spesso le opportunità
di margine a discapito di un servizio post-vendita che non può essere all’altezza, rendendo
insoddisfatti i concessionari e successivamente
gli utilizzatori finali.
Oggi la nostra Rete vendita (attualmente di 48
dealer) è solo in parte esclusiva (70% circa), ma
nel giro dei prossimi anni vorremmo renderla
tale. Il nostro dealer ideale deve avere un corretto equilibrio tra costi aziendali (indicativamente
intorno al 10%), una marginalità mediamente
del 12-13%, un capitale circolante che giri almeno due volte all’anno rispetto al fatturato ed un
capitale proprio pari al 30% del capitale investito. Quindi un ROE > 15%. Pochi altri setto-
ri possono garantire
un ritorno sul capitale proprio superiore al 15 %. Questo è
il nostro obiettivo. Il
mondo dei concessionari viaggia a velocità diverse. Ci sono concessionari che vogliono crescere, pronti
al cambiamento, in grado di gestire l’azienda
come imprenditori a 360 gradi. Ci sono concessionari che vivono a “ 5 stelle” grazie ai risultati dei genitori ed a mercati/margini che
non torneranno più. Per questi concessionari
il cambiamento fa paura e le spinte dei partner
a crescere ancora di più.
Suggerirei ad UNACMA di concentrarsi sui primi
traghettandoli verso un futuro che richiederà
competenza, strumenti di vendita e di controllo adeguati nonché risorse qualificate. Questi
aspetti possono tranquillamente essere forniti
da Unacma nell’interesse di concessionari che
si troverebbero soluzioni dedicate, investimenti
facilmente quantificabili ed un supporto a livello di servizio”.
A ASSOCIATEVI ad UNACMA
Aperte le iscrizioni per l’anno 2009 (visitate il sito www.unacma.it)
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luglio 2009
A L’OSSERVATORIO DI MERCATO
Saliscendi del mercato ma sempre in rosso
Dati Immatricolato Trattori (gen-mag 2009)
In maggio il mercato recupera le perdite, dal meno 7% di aprile al
meno 4% di maggio, ma la situazione dell’anno solare rimane sempre negativa di circa un 2,0%. Che dire?
Un dato, neanche tanto malvagio visto gli andamenti molto negativi di alcuni mercati europei, che non tranquillizza nessuno dato che le vendite reali (contratti ed ordini acquisiti) non sono certamente quelle degli anni migliori. Ci sono costruttori che sorridono
e recuperano chiare quote di mercato (John Deere, New Holland,
Claas) mentre tutti gli altri soffrono con più o meno perdite. Come
sempre un quadro complessivo e dettagliato lo potremo fare al
completamento dei dati di fine luglio.
A quel punto i risultati ottenuti avranno già fornito una forte impronta per tutto l’anno 2009.
Mietitrebbie Italia 2009 / Quote mercato % x tipologie
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
convenzionali
autolivellante
Trattori Immatricolato gen-mag 2009
11
non convenzionali
Mietitrebbie/Andamento storico vendite+ stime 2008-2009
New Holland
2001/02
Same
2002/03
Landini
2003/04
John Deere
2004/2005
Goldoni
2005/2006
A. Carraro
2006/2007
Lamborghini
2007/2008
Gr. BCS
2008/2009
Deutz
0
Fendt
100
200
300
400
500
600
M. Ferguson
2008
Claas
2009
Kubota
Case
McCormik
Valpadana
Valtra
Altri
Hurlimann
Steyr
Challenger
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
Le mietitrebbie registrano vendite in forte calo
Volge al termine la stagione di vendita (da ottobre a settembre) ed in
attesa dei dati ufficiali di immatricolato che daranno un segnale ufficiale abbiamo raccolto qualche informazione presso i vari costruttori
per avere un primo quadro della campagna 2008-2009. Innanzitutto
il calo che si stima è del 15-20% rispetto alla precedente stagione. La
crisi ha riportato le vendite al livello del 2006-2007, dopo l’eccezionale annata scorsa che aveva raggiunto le 600 unità. Nella ripartizione
delle varie tipologie di macchine da raccolta recuperano le “autolivellanti” che risalgono al 30% del mercato mentre le “convenzionali” sono
stimate al 45% e le “non convenzionali” (comprese le cosiddette “ibride”) sono al 25%. La battaglia commerciale tra i due leader (Claas e
New Holland) sembra proseguire, punto a punto, come al solito mentre sembra recuperare Laverda, con John Deere in lieve calo.
luglio 2009
700
A NOTIZIE FLASH
Nuove Nomine Dealer/manager
Argo chiude positivamente il bilancio 2008
DISTRIBUZIONE ITALIA/ NUOVE NOMINE
COSTRUTTORE
MARCHIO ACQUISITO
DITTA
AREA
JOHN DEERE
JD
STOBBIA SNC
TO NORD/VDA
ARGOTRACTORS
LANDINI
GATTI E.
PV
ARGOTRACTORS
LANDINI
AGRI MAINO
BA
Concessionari e Gruppi di Acquisto
12
La notizia lanciata recentemente dal presidente Carlini sullo studio di fattibilità di
Unacma per creare un gruppo d’acquisto tra concessionari ha creato interesse nella
filiera della meccanizzazione italiana. Sarebbe una vera novità nel panorama locale
ma le esperienze all’estero non mancano; in Francia infatti esiste, già dal 1999, una
società, la GA2C (Groupemment d’achat e de Cooperation Commercial) che opera
sul mercato e raggruppa 45 dealer MF, che rappresentano 110 punti di vendita sul
territorio francese. L’obiettivo, come dice il presidente Benoit Lecomte, è quello di aumentare il potere contrattuale e di acquisto nei confronti dei fornitori comuni, con
una potenziale applicazione media del 3-5% di sconto supplementare.
L’appartenenza al medesimo marchio MF permette di avere una buona sinergia,
limitando la concorrenza con altri produttori. In caso che il concessionario MF non
aderisca al gruppo d’acquisto, possono entrarvi gli altri dealer locali dello stesso
gruppo Agco (Fendt e Valtra).
Al momento non sono previsti inserimenti di concessionari appartenenti ad altri Costruttori. Ultimamente è stato presentata una nuova linea di attrezzature agricole
che avranno un marchio esclusivo del gruppo d’acquisto (Terra Pole) che permetterà
di aumentare la conoscenza e la visibilità presso la clientela.
I dati parlano chiaro: il fatturato consolidato del Gruppo guidato da Valerio Morra
arriva a 757 milioni di € (+ 12% rispetto al 2007), l’EBIT pari a 45 milioni di € e l’utile
prima delle imposte a 14 milioni di €. I mercati esteri incidono all’85% delle vendite
che si sono consolidate su una produzione di 23.500 trattori (+10%) e 9.570 macchine agricole (+20%) di cui 1049 mietitrebbie.
Considerato lo scenario generale in forte flessione, come dichiara il Presidente Valerio Morra, Argo ha messo in moto iniziative volte alla riorganizzazione dei processi
aziendali, al contenimento dei costi di struttura ed alla razionalizzazione degli investimenti per attenuare il calo della domanda previsto nel 2009. Nuovi prodotti,
rafforzamento delle reti distributive e miglioramento dei servizi post-vendita saranno gli obiettivi a breve e medio termine del gruppo di Fabbrico.
Secondo i dealers francesi è Valtra il miglior marchio
del 2008
Per il quinto anno consecutivo il SEDIMA, l’associazione francese che rappresenta i
concessionari di macchine agricole, ha pubblicato i dati dell’inchiesta annuale sullo
stato di soddisfazione delle reti distributive nei riguardi dei vari Marchi/Costruttori
presenti sul mercato. Il sondaggio effettuato in maniera molto professionale e dettagliato su vari aspetti del rapporto commerciale ha evidenziato che è Valtra il miglior
marchio per il 2008 scalzando Fendt che lo era l’anno precedente.
Seguono Case (che era 5ª) e Massey Ferguson, a ruota Deutz (era 3ª), John Deere,
New Holland, Claas, Mc Cormick e Same. Alain Dusset, il presidente di Sedima, ha
dichiarato che, di anno in anno, questo sondaggio è diventato sempre più attendibile e valutato tale anche dai Costruttori.
All’inizio veniva da loro percepito come una mossa “aggressiva” da parte delle reti e del sindacato, ma oggi rappresenta una buona base per migliorare il dialogo
tra le parti.
Laverda chiude il 2008 a + 25%
FENDT ha l’immagine al Top
Un anno molto positivo per l’azienda di Breganze, joint venture paritetica tra Argo e
Agco. I dati di bilancio confermano il fatturato di 124 milioni di € con un incremento
del 25% sui dati dello scorso anno. Con 1040 mietitrebbie commercializzate (+28%
rispetto al 2007) si raggiunge un dato eccezionale che testimonia la validità dei prodotti con il marchio Laverda. Il fatturato globale, includendovi la tedesca Fella, specialista in macchine da fienagione (partecipata al100% da Laverda) raggiunge i 179
milioni di € con un aumento del 20% sul 2007. Per il 2009 l’azienda prevede che, a
causa della crisi finanziaria ancora in atto, i mercati si contraggano ma che Laverda
possa contenere questo aspetto grazie alla presenza consolidata sui mercati meno
colpiti da questa situazione e alla capacità di adeguare il mix della produzione all’effettiva domanda della clientela. Tutto questo grazie anche all’introduzione della
nuova Mietitrebbia ML 800 ARS, prodotta in sinergia con AGCO, che permetterà di
acquisire nuova clientela nel settore delle macchine non convenzionali.
Secondo la DLG tedesca, da un intervista effettuata su 550 aziende agricole professionali, il marchio Fendt ha conservato il primato come migliore immagine di
prodotto.
Risultato quasi scontato ma risultano soprattutto interessanti i posizionamenti degli
unici due marchi “italiani” in classifica (Deutz e New Holland).
AgriExpo a Roma
Cresce l’attenzione degli operatori del Lazio, e più in generale del Centro Sud Italia,
per Agriexpo, la nuova manifestazione firmata da Ros, società partecipata da
Fiera Roma e Senaf, dedicata all’intera filiera agricola che debutterà dal 22 al 25
ottobre 2009 presso il nuovo polo fieristico della Capitale. Strutturata in sei saloni
tematici – Preparazione e coltivazione del campo, Lavorazione dei prodotti, Confezionamento dei prodotti, Raccolta dei prodotti, Energia dai sottoprodotti, Logistica
e distribuzione - la manifestazione è stata concepita con l’obiettivo di coniugare le
diverse esigenze degli operatori professionali allo scopo di facilitare la trasformazione delle tante aziende del comparto agricolo italiano in realtà imprenditoriali
strutturate e competitive. Unacma sarà presente.
luglio 2009
AZIENDE INNOVATIVE
2008 (PUNTI)
2007
2006
1. FENDT
50
49
50
2. CLAAS
48
50
49
3. JOHN DEERE
48
47
47
4. LEMKEN
43
43
43
4. HORSCH
43
40
39
6. AMAZONE
41
42
41
7. KRONE
38
34
37
8. DEUTZFAHR
37
36
34
9. NEW HOLLAND
35
37
34
10. CASE
33
31
32