Reviews by Luciano Pignataro

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Reviews by Luciano Pignataro
Amalfi, La Caravella
12 novembre 2014
La Caravella, Antonio Dipino
Ritornare alla Caravella da Antonio Dipino è sempre un’esperienza estremamente piacevole. La sua cucina, le sue ceramiche, i
suoi racconti, riconciliano con la parte più bella e più vera della Costiera, di chi ne conosce la storia, i personaggi, i prodotti.
Proviamo i piatti che saranno in carta l’anno prossimo. Poche sorprese, molte conferme. Questo perchè l’indirizzo che Antonio ha
voluto dare – ormai da diversi anni – al suo locale è quello della solidità, della riconoscibilità: di un percorso, di una idea, anche
semplicemente di uno sfizio.
E si comincia con la cosa più rustica che c’è. La zeppolina fritta alla montanara, con pomodoro basilico e parmigiano. Frittura
perfetta, golosità ancestrale. D’altro canto qui si è cominciato proprio così, con una rosticceria.
La Caravella, la montanara di Antonio Dipino
Gli antipasti sono tutti legati dal filo rosso della freschezza, dell’acidità naturale del limone, lo sfusato d’Amalfi, che qui vince facile
con la grassezza delicata dell’olio extravergine d’oliva o dei crostacei. Tutte le cotture, lievi, appena accennate, sono sempre
accompagnate dai crudi.
Si parte dall’abbinamento gamberi e ricotta di bufala, che non è mai monocorde grazie all’emulsione agrumata; alla tartare (a
sorpresa nel menu 2015!) con il tartufo nero del Sannio; all’ormai classico pasce spada cotto nelle foglie di limone e profumato al
finocchietto, un vero calcio di rigore tra i più riusciti, e giustamente replicati, di Antonio.
La Caravella, caponata con crudi e biscotto di Agerola
La Caravella, gamberi, ricotta di bufala emulsione di olio
extravergine di oliva e limone
Il cestino del pane con le fette di ‘casereccio’, bianco e integrale restituisce l’atmosfera del forno vicino e persino il gusto della
scarpetta. E i grissini che più friabili non si puo’, leggerissimi.
La Caravella, pane e grissini
La Caravella, uno scorcio della sala
La Caravella, tartare 2015…a sorpresa
La Caravella, le ceramiche in una delle sale
Tra i primi, il risotto (ma sarebbe meglio chiamarlo riso) preparato con il brodo di limone e i gamberi aggiunti un po’ alla volta, in
tempi diversi, così che nel piatto arrivano in tutte le sfumature di cottura, dal cotto al crudo. Chicchi tenaci, profumatissimi, il
limone regna sovrano ma sempre in maniera armonica ed equilibrata. Non è mai il sovrano assoluto, semmai, verrebbe da dire,
un sovrano illuminato.
La Caravella, riso al brodo di limone e gamberi in più cotture
Poi l’idea divertente di Antonio, quella indovinata, nuova, che ogni anno cerca sempre di infilare in carta. Stavolta tocca alla
‘pastina’. Si, proprio al formato di tubetto piccolo piccolo – appositamente qui dal pastificio artigianale Vicidomini – che da bambini
mangiavamo in brodo. Solo che in questo piatto, il brodo è di aragosta. Le nostre aragoste del Tirreno, un po’ meno dolci e
stucchevoli, sapide il giusto. E, pastina o non pastina, ne berresti a secchi.
La Caravella, ‘pastina’ in brodo di aragosta
La Caravella, una delle ceramiche in esposizione
Infine, un omaggio alla ricetta non ricetta dei pescatori di una volta, prima ancora che delle loro donne: l’acqua pazza. Solo
pomodorini freschi, acqua, olio extravergine di oliva e un’erbetta a profumare. Per una ricciola fantastica, anche questa servita sia
cotta che cruda.
La Caravella, ricciola all’acqua pazza cotta e cruda
E poi la carta dei vini in due volumi, con tutte le chicche campane e la voglia mai sopita di scoprirne di nuove; con le etichette di
pregio e profonde, dalla Toscana al Piemonte, alla Francia. Una cantina che è una specie di cambusa delle meraviglie, dove ogni
angolo nasconde un racconto. E in sala Tonino, sommelier prezioso di grande mestiere e pochissime parole.
La Caravella, i vini
In chiusura, ancora limone, cremoso sorbetto in un cucchiaio, unico pre dessert concepibile prima di affrontare un dolce che da
solo vale il viaggio: il soufflè al limone. Alto, gonfio, bellissimo. Se davvero l’aria di Amalfi si potesse replicare in un piatto,
starebbe tutta sotto questa crosticina dorata.
Il mitico soufflè al limone de La Caravella
La Caravella, il soufflè al limone
La Caravella, ciucciarielli portafortuna
Si chiude con lo choux fritto con la crema. Che seduce la vista prima che la gola. E mentre chiudi gli occhi per godertelo non puoi
non pensare alla fortuna di poter combinare, in uno dei posti più belli del mondo, l’opulenza del vino e dei dolci ereditati dalla
tradizione francese con la disarmante semplicità del nostro mare.
Combinazione felice che Antonio Dipino governa con mano sicura e che tanto deve essere piaciuta anche agli ispettori della
Michelin che da diversi anni lo premiano con la stella. Ad majora!
La Caravella, choux fritta alla crema
La Caravella, bocconcino dolce di chiusura
Amalfi, La Caravella di Antonio Dipino
22 giugno 2013
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La Caravella, il ciuccio
di Albert Sapere
54 anni di attività, aperto dal 1959. Un locale che è un pezzo di storia di uno dei posti più belli del mondo: La Costiera Amalfitana.
Stella Michelin già negli anni settanta. Un locale colmo di opere d’arte di ceramiche preziose. Una carta dei vini monumentale, una
delle più complete. Di fianco al ristorante La Caravella Art Gallery dove ceramisti prestigiosi che hanno creato linee esclusive per
questa galleria. Un elenco di ospiti del ristorante che hanno caratterizzato la storia del secolo scorso da Andy Warhol a Salvatore
Quasimodo, da Gianni Agnelli a Jacqueline Lee Bouvier in Kennedy. Questi sono gli ingredienti della Caravella. Un tributo
doveroso, chapeau! La cucina è basata quasi esclusivamente sulla grande materia prima, sopra le righe senza dubbio.
I piatti parlano di Costiera del pescato di tradizioni da salvaguardare e da esaltare.
La Caravella, i piatti ….. La Caravella, i bicchieri
L’idea del buono è dettata dalla storia dalla passione di Antonio Dipino, proprietario e deus ex machina della Caravella.
La Caravella, il pane..... La Caravella, aperitivo
Il piatto che ci è piaciuto di più il biscotto di Il biscotto di Agerola con crudo di ricciola e gamberi, grande materia prima assemblata e non
cucinata. Menzione anche per la melanzana al cioccolato e l’ottimo caffè, non se ne bevono spesso di buoni anche in locali ultra blasonati.
La Caravella, zucca ricotta di bufala e gambero La Caravella, il vino
La Caravella, crocchette di patate e alici con salsa alla colatura e provola
La Caravella, Il biscotto di Agerola con ricciola e gamberi
La Caravella, bianchetti nelle foglie di limone
Anche se la mia idea di buono in cucina è onestamente più moderna ho trovato un ristorante che mi ha affascinato, anche per il gusto un po’ retrò
di qualche suo piatto, perché la storia ha un peso e per tale va rispettata.
La Caravella, ravioli con sfoglia al nero di seppia con scampi e frittelle
La Caravella, la frittata di pasta con pesce fujuto
La Caravella, pezzogna al gratin
La Caravella, sorbetto al limone....
choux fritto con crema al limone sfusato di AmalfiLa Caravella, melanzana al cioccolatoLa Caravella, il caffè
La Caravella di Amalfi, il ritorno degli scialatielli e i nuovi piatti di Antonio Dipino
17 aprile 2012
La Caravella
Via Matteo Camera 31
Tel.089.871029
www.ristorantelacaravella.it
Sempre aperto, chiuso il martedì. Ferie a gennaio e novembre
Siamo stati di recente alla Caravella di Amalfi, prima stella Michelin della Campania. Ma è buon auspicio una visita a inizio
stagione e così è stato, dopo una Pasqua ricca e ben movimentata.
La Caravella, il Pane
Il locale di Antonio Dipino è un grande classico della cucina di mare, un posto dove i piatti della tradizione sono costantemente
aggiornati con note tecniche, prodotti, accostamenti: ogni ricetta è pensata molto a lungo. Un laboratorio in corso da decenni, dal
quale si può dire che è nato tutto.
Lo Champagne biodinamico 1997 Andrè Beaufort
Già lo Champagne è indicativo: mentre Selosse sta già passando dall’avanguardia alla massa, Beaufort è ancora una nicchia in
Italia. Ma la sua presenza in carta non è una stravaganza: Antonio e il cognato Tonino curano la carta da vent’anni e hanno creato
una delle più belle e aggiornate cantine del nostro Paese, un settore che cammina da solo grazie alle cambuse delle ricche barche
ormeggiate in porto e alla clientela che non ha altro problema se non la scelta. Essere qui è un must per qualsiasi azienda vinicola
e non sono pochi gli episodi di ingenuità commerciali di alcuni produttori che Antonio mi racconta: come quella di chi portò il suo
Fiano qui e poi alla salumeria accanto, o l’altra che gli scrisse di un pagamento tramite assegno circolare e non bancario. I prodotti
della Campania sono eccezionali, ma la maturità commerciale è nella maggioranza delle cantine è da analfabeti mi ripete Tonino:
ritardo dei tempi, difficoltà di reperimento, ignoranza totale della geografia e della gerarchia gastronomica.
Benvenuto: raviolo fritto con pomodoro e ricotta
Ma veniamo a noi: già il raviolo fritto con ricotta e pomodoro indica la linea di questa stagione. Di fronte alla crisi la Caravella si
arrocca con i suoi grandi piatti della tradizione amalfitano-partenopea nei quali si trova sapore, sapore,e ancora sapore. Pulizia,
grandi prodotti e tecniche molto studiate.
Biscotto con crudo digamberi, dentice e tonno
C’è poi sempre il guizzo: tutta l’Italia fa crudo? Ecco la citazione con il biscotto di Agerola, la colazione dei pescatori, con lo
straordinario olio della Torretta di Battipaglia, qui acquistato solo in bottiglia anche per cucinare.
La moderna versione del cocktail di gamberi: mortadella di gamberi e
salsa rosa
C’è poi il divertimento puro, aprescindere dal sapore, come questa mortadella di gamberi che cita il cocktail di gamberi con la
salsa rosa del papà Franchino che faceva impazzire il jet set internazionale.
Il tocai di Simcic 2001
Scialatielli con salsa di zucca e tonno fresco
Un segno di rivendicazione del grande passato sono gli scialatielli, nati proprio in queste cucine alla fine degli anni ’60 da una
intuizione di Enrico Cosentino, il papà di quasi tutti gli stellati italiani. Era una pasta senza nome, pensata soprattutto per un sugo
robusto di salsicce, poi un cliente disse: mi sono scialato e nacque l’idea. Un vero e proprio successo, qui presentato con una non
meno intensa e robusta salsa di zucca velocizzata dal tonno crudo. Goloso e appagante.
risotto al limone con gamberi e scampi cotti e crudi
Torna anche il risotto alla pescatora, il must dei ristoranti negli anni ’70 quando la borghesia italiana cominciò ad uscire fuori di
casa. Qui abbiamo tre cotture, la preparazione del fondo per il risotto, con la successiva eliminazione dei crostacei, poi l’aggiunta
nella parte finale della mantecatura e infine a crudo nel piatto. L’intensità del sapore è davvero straordinaria. Qui è stato usato
vialone nano.
Bussiador 2000
Torna la cottura in foglia di limone, che qui ha l’apoteosi con lo spada. In questo caso c’è il pollo di un contadino della vicina
Tramonti, davvero squisito.
sorbetto e conserva di limone
Classica, infine la pasticceria, con il sorbetto al limone, la zeppola fritta e le melanzane al cioccolato, nate quasi certamente in un
convento della Costiera.
Zeppola fritta
La visita alla Caravella è un po’ come quella che uno studente di archeologia può fare al Partenone: siamo all’origine della
possibilità della cucina campana di essere capita fuori dall’ambito folklorico, della capacità di fare ristorazione e accoglienza. Un
viaggio nella memoria, insomma, che ha superato il mezzo secolo e che ha un presente ancora vibrante e creativo. Imperdibile.
La Caravella di Amalfi e la formula della felicità
26 settembre 2011
La Caravella (FotoPigna)
Via Matteo Camera 31
Tel.089.871029
www.ristorantelacaravella.it
Stagione di vip alla Caravella di Amalfi.
Insomma, un bel week end gourmet in uno dei posti più belli del mondo non può che far bene allo spirito e alla gola La Caravella
di Antonio Dipino, fondata dall’indimenticabile Franchino scomparso quattro anni fa. Il ristorante, prima stella Michelin della
Campania, ha compiuto i 50 anni degnamente festeggiati nel 2009. Lo stile della Caravella è molto semplice, a parte ogni
dettaglio curato nel minimo particolare, una cantina tra le migliori d’Italia e una collezione di ceramiche da sballo: prodotti locali,
tradizione rivisitata, il giusto pizzico di creatività e classici intramontabili Il piatto che ci è piaciuto di più: perfetta sitesi tra antico
e moderno, con un bel gioco di consistenza. Appagante e salivante
Il classico: spada cotto in foglia di limone (FotoPigna)
Non potete dire di essere stati qui senza aver provato il grande classico.
Trionfo di crostacei cotti e crudi (FotoPigna) Qui piatto molto tradizionale in cui il gioco è affidato solo alla materia prima
Si inzuppa il pane fritto (FotoPigna) Il pane fritto (FotoPigna) Ceramica di fine ‘800
Timballetto di pasta e e patate con i totani di Antonio Dipino (FotoPigna)
Il piatto gioca con due tradizioni della Costiera: pasta e patate e totani e patate. Goloso
Rivisitazione di ricotta e pera all’aglianico con crudo di gamberi (FotoPigna)Può il pesce entrare nei dessert? Antonio Dipino ci ha
provato anche se secondo me la presentazione deve essere di stile orientale: crudi al centro, tazzina con la riduzione di aglianico e
tazzina di ricotta e pera per attingere.
Choux fritto con crema al limone sfusato di Amalfi (FotoPigna)... Amen
Melanzana al cioccolato... Alleluya
Caffé.... Uno dei pochi stellati dove si beve un caffè decente servito in tazza calda
La carta dei vini bianchi e quella dei vini rossi (FotoPigna)
La cucina Amalfi (FotoPigna)
I vini
Champagne Paul Bara 2002
Fiorduva 2002 Costa d’Amalfi doc
Vigna di Zama 2001
La Castellada 2000
Franz Haas Pinot nero 2002
e per finire, una birra da dessert di Teo Musso che abbiamo provato sulle melanzane al cioccolato
In chiusura, ancora limone, cremoso sorbetto in un cucchiaio, unico pre dessert concepibile prima di affrontare un dolce che da
solo vale il viaggio: il soufflè al limone. Alto, gonfio, bellissimo. Se davvero l’aria di Amalfi si potesse replicare in un piatto,
starebbe tutta sotto questa crosticina dorata.
La Caravella, sorbetto al limone pre dessert
Il mitico soufflè al limone de La Caravella
La Caravella, il soufflè al limone
La Caravella, ciucciarielli portafortuna
Si chiude con lo choux fritto con la crema. Che seduce la vista prima che la gola. E mentre chiudi gli occhi per godertelo non puoi
non pensare alla fortuna di poter combinare, in uno dei posti più belli del mondo, l’opulenza del vino e dei dolci ereditati dalla
tradizione francese con la disarmante semplicità del nostro mare.
Combinazione felice che Antonio Dipino governa con mano sicura e che tanto deve essere piaciuta anche agli ispettori della
Michelin che da diversi anni lo premiano con la stella. Ad majora!
La Caravella, choux fritta alla crema
2 giugno 2010, la Caravella di Amalfi. Happy Birthday Italia! Dalle uova di Maffi a
Chateau Palmer, mitico slide show con King Crimson
Francesco Aiello, Pigna, Antonio Dipino, Tommaso Esposito e Romualdo Scotto di Carlo
Ci si ritrova dopo sei mesi di lavoro per scambiarsi idee, verificare le ultime cose e per festeggiare la Repubblica. Dove, se non
sopra gli arsenali della Repubblica di Amalfi naturalmente!:-)
Grande pranzo alla Caravella del Food mentre il Wine scalda i muscoli, e un po’ di vini portati da noi: Etna Rosso 2006 di Alberto
Graci, Chateau Palmer 1994, Corte Paone 1999, immancabile rosé di Selosse, uno dei vini più buoni del mondo, il magnum 1999
Gaston Chiquet e il Pinot Nero di Giacosa
Le foto stratosferiche della giornata sono dell’ottimo Tommaso Esposito.
Inaspettatamente si è presentato Maffi, malinconico perché un paio di sue galline sono lontane in Borgogna con il notaio Tumbiolo
a provare qualche vecchia annata. Qui poi ha avuto uno scacco matto: la pezzogna servita a tavola si è abbeverata ad una
sorgente artificiale di latte di bufala creata da Dipino davanti allo scoglio numero 456 del vecchio porto!
Per questo motivo le 99 uova che aveva portato gli sono state sequestrate dalla cucina della Caravella!
per i curiosi devo fare un raccontino di come sono andate le cose, veloce veloce , esattamente il contrario dell’incredibile modo
inizio novecento di condurre un mezzo meccanico da parte di romualdo.
in effetti potrei chiudere con questa frase : HO PAGATO LO SCOTTO DI AVER CONOSCIUTO SCOTTO.
vi dico solo questa: ci ho messo tre ORE di treno per andare da firenze a napoli e TRE ore di auto per andare da napoli ad amalfi,
evitando il traffico e passando per il valico di chiulzi ,quindi niente costiera e code.FATE VOI.
l’idea e’ del pigna: e’ il mio compleanno ( i gemelli si riconoscono e si annusano al volo di solito), perche’ non scendi con un
treno ? mangiamo tutti insieme e poi torni a casa la sera. detto fatto. la cosa mi intriga, mi piacerebbe conoscere i compagni di
merende del pigna, la CARAVELLA mi manca.
carico una montagna di uova, una magnum di gaston chiquet ( fanculata dallo snobissimo pignataro perche’ a lui poverino il blanc
des blancs non piace ) un’ altra di cui mi incarica tumbiolo di fare omaggio a luciano perche’ lui e’ “impegnato ” in borgogna e via
andare con i vini in un trolley.
Vengo sollevato dall’onore e dall’onere della recensione. bella compagnia niente da dire, storico ristorante e buone/ottime cose.
scandaloso per libidine lo spada appena cotto nelle foglie di limone e salsina di finocchietto, di cui chiedo bis.
SCOTTO e’ un simpatico ragazzo, occhio sano , bella persona e tutto il resto.
pero’ stampatevi ben in testa la sua faccia serena. mai vi capitasse di aver necessita’ di un passaggio in auto e lui si offrisse, fate
finta di niente e proseguite a piedi….. farete prima : a un pelo dal farmi perdere l’ultimo treno utile per tornare a casa bello
serafico mi dice: sai maffi forse e’ vero quello che dici : infatti mia moglie vuole guidare lei quando siamo insieme .
E TE CREDO !!!
La Caravella di Amalfi ha 50 anni
13 giugno 2009
Mezzo secolo nel piatto: era il 1959 quando Franchino Dipino cominciò a fare ristorazione per i primi turisti del Dopoguerra.
Scrisse Afeltra, non molti anni fa, che la sua cucina sapeva di mare e di terra. E non si sbagliava, il grande vecchio del
giornalismo, ben conosceva il rigore per la qualità così come gli ampi orizzonti mentali di Franchino Dipino pioniere della
ristorazione gourmet in Costiera. Nel suo tempio delle meraviglie del palato dove trovarono rifugio, tra gli altri,e Aldo Moro,
Salvatore Quasimodo, Gianni Agnelli, Federico Fellini, Gore Vidal, Jacqueline Kennedy, Anna Magnani. Persino un non ancora
famoso Andy Warhol correva a mangiare un boccone.
Erano gli anni Sessanta, quando il padre della Pop Art barattava con le sue opere l’ospitalità ai tavoli della Caravella. Nel primo
ristorante stellato del Sud il figlio Antonio celebra questo anniversario: è stato lui ad aggiornare e svecchiare il menu, a
trasformare il locale in un punto di riferimento della ceramica vietrese, ad aprire una cantina-degustazione dove si comprano
bottiglie rare e pezzi firmati da collezione. In carta sono rientrati alcuni piatti che hanno fatto la storia della Caravella: i fritti dal
1959 al 2009 (alici con provola, mozzarella in carrozza, cozze con mozzarella, gamberetti di nassa), il famoso trito di spada
grigliato in foglia di limone con erba finocchiella e mandorle tostate (1966), la frittata di spaghetti Vicidomini cu’ ‘o pesce fujuto e
frutti di mare (2008), i tubettoni di Gragnano con ragù di zuppa di pesce scomposto (1970), polpa di pesce del giorno al gratin
con finocchi del Cilento, pomodori secchi, menta e gamberi rossi crudi (1980), i soufflé al limone e al cioccolato (1959), le
melanzane al cioccolato (1959).
Veronelli assegnò il Sole allo spaghetto con la colatura di alici e, di nuovo, c’è la versione rivisitata della pasta con totani e patate
tipiche della vicina Praiano. La cucina di Antonio non insegue nuovi sapori, valorizza quelli tradizionali con veri e propri colpi di
genio come la frittata di spaghetti dello scorso anno, golosa e moderna al tempo stesso, capace di parlare al gourmet come al
semplice appassionato.
Servizio perfetto, la carta dei vini, con ricarichi professionali, è un grande libro dove c’è scritta la migliore viticoltura italiana e
francese degli ultimi trent’anni. Una esperienza che vale tutti i 75 euro del menu degustazione (alla carta siete sui 90).
Uno dei migliori locali italiani, insuperabile nel rapporto tra qualità e prezzo.
Naomi Campbell festeggia il compleanno alla Caravella di Amalfi
23 maggio 2011
Naomi festeggiata davanti La Caravella di Amalfi
di Mario Amodio
Una festa esclusiva per i suoi 41 anni. Naomi Campbell, La pantera nera ha scelto la costiera Amalfitana per spegnere le sue 41
anni candeline. E per l’occasione, ieri pomeriggio a Ravello, è giunto anche Leonardo Di Caprio, tra gli invitati del party che si è
svolto sull’isola dei Galli che fu di Massine e Nureyev.
Al top della sua forma fisica, Naomi è da sabato in Costiera Amalfitana dove è giunta a bordo di uno yacht ormeggiato tra la rada
di Maiori e quella di Amalfi. E la scorsa sera, Naomi ha deciso di mettere piede proprio nella cittadina capofila della Costiera, per
una escursione gastronomica al ristorante stellato La Caravella di Antonio Dipino. Nel tempio della cucina amalfitana, bocche
cucite sul menù e sugli ospiti che hanno preso parte alla cena. Guardata a vista da alcune guardie del corpo l’ex top model era con
il compagno Vladimir Doronin, il noto magnate russo che stava per sposare non più di un anno fa, e una serie di amici tra cui
alcune modelle. La “venere nera” che ha atteso la mezzanotte per festeggiare il suo 41esimo compleanno è uscita dal locale
intorno all’una per dirigersi in una delle suite di un noto albergo di Ravello dove ieri pomeriggio è giunto anche Leonardo Di
Caprio.
Poi la comitiva si è trasferita all’isola dei Galli a bordo del 30 metri, «Ocean», già da qualche giorno in Costiera e che in questi
giorni porterà in giro la coppia tra i golfi di Napoli e Salerno. Da ieri mattina al largo di Amalfi, sullo yacht sarebbero state caricate
decine di bottiglie di vino. Tra cui diversi magnum di Sassicaia, acquistati nelle principali enoteche della zona, come quella della
Caravella e di Tonino Manzi a Ravello. Nel buen retiro al largo di Positano ieri sera erano attesi ospiti da set hollywoodiani.
Secondo alcuni «rumors», oltre Leonardo Di Caprio, pare ci fosse nella lista anche Johnny Depp, l’enigmatico e affascinante attore
amante del mare, celebre non soltanto per la saga dei Pirati dei Caraibi. Ma non è tutto, perché al cast delle superstar, secondo
alcune indiscrezioni si sarebbe aggiunto anche Brad Pitt.
Amalfi, La Caravella Art Gallery: la prima Wine Gallery italiana
8 settembre 2008
Vicolo Masaniello 14
Tel e fax 089.871029
www.lacaravellartgallery.it
Ci sono posti costretti ad inventare le storie. Altri così ricchi di vivere che si dimenticano di raccontarle. La Caravella fondata nel
1959 da Don Franchino Dipino è uno di questi perché si fa prima a dire chi non c’è mai passato, citiamo così per gradire Salvatore
Quasimodo, Gore Vidal, Jacqueline Kennedy, Federico Fellini, Anna Magnani e Roberto Rossellini, Diego Fabbri, Gianni Agnelli e
ogni stagione, ancora adesso, è sufficiente a riempire i rotocalchi colorati dell’estate. Ma questo ristorante ha qualcosa in più da
ricordare perché Lucio Amelio e Filiberto Menna, formidabili organizzatori di eventi d’arte fecero della spiaggia di Amalfi negli anni
’60 il ritrovo in costume della Pop Art: Warhol, Kounellis, Agnetti, Pistoletto, Del Pezzo frequentarono questo mare e regalavano le
loro creazioni a Franchino alla fine della stagione.
Il figlio Antonio ha raccolto ed elaborato il mestiere del papà trasformando la caravella in un museo d’arte in cui troneggiano i
grandi della ceramica di mezzo mondo e che da solo varebbe la visita, vi assicuro, anche senza mangiare. Gargaleiro, Lucio
Liguori, Sandro Mautone, Clara Galesio, Giancapetti sono solo alcuni pezzi che adesso, oltre che ammirare, è possibile anche
comprarle nella prima Wine Gallery italiana. Intendiamoci, l’abbinamento tra arte e vino è già stato realizzato in molte occasioni,
ma si tratta di eventi, episodi. In nessun posto in Italia è infatti possibile sedersi, scegliere in una monumentale carta di vini tra
migliaia di etichette andando in profondità anche con i francesi o, tanto per dirne una, una quindicina di annate di Giulio Ferrari
Magnum e, al tempo stesso acquistare un pezzo di Liguori o di Clara Galesio. Non voglio che pensiate si tratta di uno sfizio da
ricchi: ci sono bottiglie e creazioni molto abbordabili, a cominciare dagli elefantini portafortuna da centrotavola oggi tanto di moda
sino al ciucciariello simbolo della ceramica vietrese sempre d’autore e non pezzottato. Oppure anche il Greco di Calafé tanto per
dirne un’altra. Qui Antonio piazzerà un tavolo per quattro dove farà la cena più esclusiva. Per realizzare a questo livello la Wine
Gallery non bastano i soldi, non basta la cultura, è necessario avere una storia alle spalle. Quella che, con molta semplicità,
Antonio racconta ai suoi clienti più affezionati