Reviews by Luciano Pignataro
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Reviews by Luciano Pignataro
Amalfi, La Caravella 12 novembre 2014 La Caravella, Antonio Dipino Ritornare alla Caravella da Antonio Dipino è sempre un’esperienza estremamente piacevole. La sua cucina, le sue ceramiche, i suoi racconti, riconciliano con la parte più bella e più vera della Costiera, di chi ne conosce la storia, i personaggi, i prodotti. Proviamo i piatti che saranno in carta l’anno prossimo. Poche sorprese, molte conferme. Questo perchè l’indirizzo che Antonio ha voluto dare – ormai da diversi anni – al suo locale è quello della solidità, della riconoscibilità: di un percorso, di una idea, anche semplicemente di uno sfizio. E si comincia con la cosa più rustica che c’è. La zeppolina fritta alla montanara, con pomodoro basilico e parmigiano. Frittura perfetta, golosità ancestrale. D’altro canto qui si è cominciato proprio così, con una rosticceria. La Caravella, la montanara di Antonio Dipino Gli antipasti sono tutti legati dal filo rosso della freschezza, dell’acidità naturale del limone, lo sfusato d’Amalfi, che qui vince facile con la grassezza delicata dell’olio extravergine d’oliva o dei crostacei. Tutte le cotture, lievi, appena accennate, sono sempre accompagnate dai crudi. Si parte dall’abbinamento gamberi e ricotta di bufala, che non è mai monocorde grazie all’emulsione agrumata; alla tartare (a sorpresa nel menu 2015!) con il tartufo nero del Sannio; all’ormai classico pasce spada cotto nelle foglie di limone e profumato al finocchietto, un vero calcio di rigore tra i più riusciti, e giustamente replicati, di Antonio. La Caravella, caponata con crudi e biscotto di Agerola La Caravella, gamberi, ricotta di bufala emulsione di olio extravergine di oliva e limone Il cestino del pane con le fette di ‘casereccio’, bianco e integrale restituisce l’atmosfera del forno vicino e persino il gusto della scarpetta. E i grissini che più friabili non si puo’, leggerissimi. La Caravella, pane e grissini La Caravella, uno scorcio della sala La Caravella, tartare 2015…a sorpresa La Caravella, le ceramiche in una delle sale Tra i primi, il risotto (ma sarebbe meglio chiamarlo riso) preparato con il brodo di limone e i gamberi aggiunti un po’ alla volta, in tempi diversi, così che nel piatto arrivano in tutte le sfumature di cottura, dal cotto al crudo. Chicchi tenaci, profumatissimi, il limone regna sovrano ma sempre in maniera armonica ed equilibrata. Non è mai il sovrano assoluto, semmai, verrebbe da dire, un sovrano illuminato. La Caravella, riso al brodo di limone e gamberi in più cotture Poi l’idea divertente di Antonio, quella indovinata, nuova, che ogni anno cerca sempre di infilare in carta. Stavolta tocca alla ‘pastina’. Si, proprio al formato di tubetto piccolo piccolo – appositamente qui dal pastificio artigianale Vicidomini – che da bambini mangiavamo in brodo. Solo che in questo piatto, il brodo è di aragosta. Le nostre aragoste del Tirreno, un po’ meno dolci e stucchevoli, sapide il giusto. E, pastina o non pastina, ne berresti a secchi. La Caravella, ‘pastina’ in brodo di aragosta La Caravella, una delle ceramiche in esposizione Infine, un omaggio alla ricetta non ricetta dei pescatori di una volta, prima ancora che delle loro donne: l’acqua pazza. Solo pomodorini freschi, acqua, olio extravergine di oliva e un’erbetta a profumare. Per una ricciola fantastica, anche questa servita sia cotta che cruda. La Caravella, ricciola all’acqua pazza cotta e cruda E poi la carta dei vini in due volumi, con tutte le chicche campane e la voglia mai sopita di scoprirne di nuove; con le etichette di pregio e profonde, dalla Toscana al Piemonte, alla Francia. Una cantina che è una specie di cambusa delle meraviglie, dove ogni angolo nasconde un racconto. E in sala Tonino, sommelier prezioso di grande mestiere e pochissime parole. La Caravella, i vini In chiusura, ancora limone, cremoso sorbetto in un cucchiaio, unico pre dessert concepibile prima di affrontare un dolce che da solo vale il viaggio: il soufflè al limone. Alto, gonfio, bellissimo. Se davvero l’aria di Amalfi si potesse replicare in un piatto, starebbe tutta sotto questa crosticina dorata. Il mitico soufflè al limone de La Caravella La Caravella, il soufflè al limone La Caravella, ciucciarielli portafortuna Si chiude con lo choux fritto con la crema. Che seduce la vista prima che la gola. E mentre chiudi gli occhi per godertelo non puoi non pensare alla fortuna di poter combinare, in uno dei posti più belli del mondo, l’opulenza del vino e dei dolci ereditati dalla tradizione francese con la disarmante semplicità del nostro mare. Combinazione felice che Antonio Dipino governa con mano sicura e che tanto deve essere piaciuta anche agli ispettori della Michelin che da diversi anni lo premiano con la stella. Ad majora! La Caravella, choux fritta alla crema La Caravella, bocconcino dolce di chiusura Amalfi, La Caravella di Antonio Dipino 22 giugno 2013 inCondividi La Caravella, il ciuccio di Albert Sapere 54 anni di attività, aperto dal 1959. Un locale che è un pezzo di storia di uno dei posti più belli del mondo: La Costiera Amalfitana. Stella Michelin già negli anni settanta. Un locale colmo di opere d’arte di ceramiche preziose. Una carta dei vini monumentale, una delle più complete. Di fianco al ristorante La Caravella Art Gallery dove ceramisti prestigiosi che hanno creato linee esclusive per questa galleria. Un elenco di ospiti del ristorante che hanno caratterizzato la storia del secolo scorso da Andy Warhol a Salvatore Quasimodo, da Gianni Agnelli a Jacqueline Lee Bouvier in Kennedy. Questi sono gli ingredienti della Caravella. Un tributo doveroso, chapeau! La cucina è basata quasi esclusivamente sulla grande materia prima, sopra le righe senza dubbio. I piatti parlano di Costiera del pescato di tradizioni da salvaguardare e da esaltare. La Caravella, i piatti ….. La Caravella, i bicchieri L’idea del buono è dettata dalla storia dalla passione di Antonio Dipino, proprietario e deus ex machina della Caravella. La Caravella, il pane..... La Caravella, aperitivo Il piatto che ci è piaciuto di più il biscotto di Il biscotto di Agerola con crudo di ricciola e gamberi, grande materia prima assemblata e non cucinata. Menzione anche per la melanzana al cioccolato e l’ottimo caffè, non se ne bevono spesso di buoni anche in locali ultra blasonati. La Caravella, zucca ricotta di bufala e gambero La Caravella, il vino La Caravella, crocchette di patate e alici con salsa alla colatura e provola La Caravella, Il biscotto di Agerola con ricciola e gamberi La Caravella, bianchetti nelle foglie di limone Anche se la mia idea di buono in cucina è onestamente più moderna ho trovato un ristorante che mi ha affascinato, anche per il gusto un po’ retrò di qualche suo piatto, perché la storia ha un peso e per tale va rispettata. La Caravella, ravioli con sfoglia al nero di seppia con scampi e frittelle La Caravella, la frittata di pasta con pesce fujuto La Caravella, pezzogna al gratin La Caravella, sorbetto al limone.... choux fritto con crema al limone sfusato di AmalfiLa Caravella, melanzana al cioccolatoLa Caravella, il caffè La Caravella di Amalfi, il ritorno degli scialatielli e i nuovi piatti di Antonio Dipino 17 aprile 2012 La Caravella Via Matteo Camera 31 Tel.089.871029 www.ristorantelacaravella.it Sempre aperto, chiuso il martedì. Ferie a gennaio e novembre Siamo stati di recente alla Caravella di Amalfi, prima stella Michelin della Campania. Ma è buon auspicio una visita a inizio stagione e così è stato, dopo una Pasqua ricca e ben movimentata. La Caravella, il Pane Il locale di Antonio Dipino è un grande classico della cucina di mare, un posto dove i piatti della tradizione sono costantemente aggiornati con note tecniche, prodotti, accostamenti: ogni ricetta è pensata molto a lungo. Un laboratorio in corso da decenni, dal quale si può dire che è nato tutto. Lo Champagne biodinamico 1997 Andrè Beaufort Già lo Champagne è indicativo: mentre Selosse sta già passando dall’avanguardia alla massa, Beaufort è ancora una nicchia in Italia. Ma la sua presenza in carta non è una stravaganza: Antonio e il cognato Tonino curano la carta da vent’anni e hanno creato una delle più belle e aggiornate cantine del nostro Paese, un settore che cammina da solo grazie alle cambuse delle ricche barche ormeggiate in porto e alla clientela che non ha altro problema se non la scelta. Essere qui è un must per qualsiasi azienda vinicola e non sono pochi gli episodi di ingenuità commerciali di alcuni produttori che Antonio mi racconta: come quella di chi portò il suo Fiano qui e poi alla salumeria accanto, o l’altra che gli scrisse di un pagamento tramite assegno circolare e non bancario. I prodotti della Campania sono eccezionali, ma la maturità commerciale è nella maggioranza delle cantine è da analfabeti mi ripete Tonino: ritardo dei tempi, difficoltà di reperimento, ignoranza totale della geografia e della gerarchia gastronomica. Benvenuto: raviolo fritto con pomodoro e ricotta Ma veniamo a noi: già il raviolo fritto con ricotta e pomodoro indica la linea di questa stagione. Di fronte alla crisi la Caravella si arrocca con i suoi grandi piatti della tradizione amalfitano-partenopea nei quali si trova sapore, sapore,e ancora sapore. Pulizia, grandi prodotti e tecniche molto studiate. Biscotto con crudo digamberi, dentice e tonno C’è poi sempre il guizzo: tutta l’Italia fa crudo? Ecco la citazione con il biscotto di Agerola, la colazione dei pescatori, con lo straordinario olio della Torretta di Battipaglia, qui acquistato solo in bottiglia anche per cucinare. La moderna versione del cocktail di gamberi: mortadella di gamberi e salsa rosa C’è poi il divertimento puro, aprescindere dal sapore, come questa mortadella di gamberi che cita il cocktail di gamberi con la salsa rosa del papà Franchino che faceva impazzire il jet set internazionale. Il tocai di Simcic 2001 Scialatielli con salsa di zucca e tonno fresco Un segno di rivendicazione del grande passato sono gli scialatielli, nati proprio in queste cucine alla fine degli anni ’60 da una intuizione di Enrico Cosentino, il papà di quasi tutti gli stellati italiani. Era una pasta senza nome, pensata soprattutto per un sugo robusto di salsicce, poi un cliente disse: mi sono scialato e nacque l’idea. Un vero e proprio successo, qui presentato con una non meno intensa e robusta salsa di zucca velocizzata dal tonno crudo. Goloso e appagante. risotto al limone con gamberi e scampi cotti e crudi Torna anche il risotto alla pescatora, il must dei ristoranti negli anni ’70 quando la borghesia italiana cominciò ad uscire fuori di casa. Qui abbiamo tre cotture, la preparazione del fondo per il risotto, con la successiva eliminazione dei crostacei, poi l’aggiunta nella parte finale della mantecatura e infine a crudo nel piatto. L’intensità del sapore è davvero straordinaria. Qui è stato usato vialone nano. Bussiador 2000 Torna la cottura in foglia di limone, che qui ha l’apoteosi con lo spada. In questo caso c’è il pollo di un contadino della vicina Tramonti, davvero squisito. sorbetto e conserva di limone Classica, infine la pasticceria, con il sorbetto al limone, la zeppola fritta e le melanzane al cioccolato, nate quasi certamente in un convento della Costiera. Zeppola fritta La visita alla Caravella è un po’ come quella che uno studente di archeologia può fare al Partenone: siamo all’origine della possibilità della cucina campana di essere capita fuori dall’ambito folklorico, della capacità di fare ristorazione e accoglienza. Un viaggio nella memoria, insomma, che ha superato il mezzo secolo e che ha un presente ancora vibrante e creativo. Imperdibile. La Caravella di Amalfi e la formula della felicità 26 settembre 2011 La Caravella (FotoPigna) Via Matteo Camera 31 Tel.089.871029 www.ristorantelacaravella.it Stagione di vip alla Caravella di Amalfi. Insomma, un bel week end gourmet in uno dei posti più belli del mondo non può che far bene allo spirito e alla gola La Caravella di Antonio Dipino, fondata dall’indimenticabile Franchino scomparso quattro anni fa. Il ristorante, prima stella Michelin della Campania, ha compiuto i 50 anni degnamente festeggiati nel 2009. Lo stile della Caravella è molto semplice, a parte ogni dettaglio curato nel minimo particolare, una cantina tra le migliori d’Italia e una collezione di ceramiche da sballo: prodotti locali, tradizione rivisitata, il giusto pizzico di creatività e classici intramontabili Il piatto che ci è piaciuto di più: perfetta sitesi tra antico e moderno, con un bel gioco di consistenza. Appagante e salivante Il classico: spada cotto in foglia di limone (FotoPigna) Non potete dire di essere stati qui senza aver provato il grande classico. Trionfo di crostacei cotti e crudi (FotoPigna) Qui piatto molto tradizionale in cui il gioco è affidato solo alla materia prima Si inzuppa il pane fritto (FotoPigna) Il pane fritto (FotoPigna) Ceramica di fine ‘800 Timballetto di pasta e e patate con i totani di Antonio Dipino (FotoPigna) Il piatto gioca con due tradizioni della Costiera: pasta e patate e totani e patate. Goloso Rivisitazione di ricotta e pera all’aglianico con crudo di gamberi (FotoPigna)Può il pesce entrare nei dessert? Antonio Dipino ci ha provato anche se secondo me la presentazione deve essere di stile orientale: crudi al centro, tazzina con la riduzione di aglianico e tazzina di ricotta e pera per attingere. Choux fritto con crema al limone sfusato di Amalfi (FotoPigna)... Amen Melanzana al cioccolato... Alleluya Caffé.... Uno dei pochi stellati dove si beve un caffè decente servito in tazza calda La carta dei vini bianchi e quella dei vini rossi (FotoPigna) La cucina Amalfi (FotoPigna) I vini Champagne Paul Bara 2002 Fiorduva 2002 Costa d’Amalfi doc Vigna di Zama 2001 La Castellada 2000 Franz Haas Pinot nero 2002 e per finire, una birra da dessert di Teo Musso che abbiamo provato sulle melanzane al cioccolato In chiusura, ancora limone, cremoso sorbetto in un cucchiaio, unico pre dessert concepibile prima di affrontare un dolce che da solo vale il viaggio: il soufflè al limone. Alto, gonfio, bellissimo. Se davvero l’aria di Amalfi si potesse replicare in un piatto, starebbe tutta sotto questa crosticina dorata. La Caravella, sorbetto al limone pre dessert Il mitico soufflè al limone de La Caravella La Caravella, il soufflè al limone La Caravella, ciucciarielli portafortuna Si chiude con lo choux fritto con la crema. Che seduce la vista prima che la gola. E mentre chiudi gli occhi per godertelo non puoi non pensare alla fortuna di poter combinare, in uno dei posti più belli del mondo, l’opulenza del vino e dei dolci ereditati dalla tradizione francese con la disarmante semplicità del nostro mare. Combinazione felice che Antonio Dipino governa con mano sicura e che tanto deve essere piaciuta anche agli ispettori della Michelin che da diversi anni lo premiano con la stella. Ad majora! La Caravella, choux fritta alla crema 2 giugno 2010, la Caravella di Amalfi. Happy Birthday Italia! Dalle uova di Maffi a Chateau Palmer, mitico slide show con King Crimson Francesco Aiello, Pigna, Antonio Dipino, Tommaso Esposito e Romualdo Scotto di Carlo Ci si ritrova dopo sei mesi di lavoro per scambiarsi idee, verificare le ultime cose e per festeggiare la Repubblica. Dove, se non sopra gli arsenali della Repubblica di Amalfi naturalmente!:-) Grande pranzo alla Caravella del Food mentre il Wine scalda i muscoli, e un po’ di vini portati da noi: Etna Rosso 2006 di Alberto Graci, Chateau Palmer 1994, Corte Paone 1999, immancabile rosé di Selosse, uno dei vini più buoni del mondo, il magnum 1999 Gaston Chiquet e il Pinot Nero di Giacosa Le foto stratosferiche della giornata sono dell’ottimo Tommaso Esposito. Inaspettatamente si è presentato Maffi, malinconico perché un paio di sue galline sono lontane in Borgogna con il notaio Tumbiolo a provare qualche vecchia annata. Qui poi ha avuto uno scacco matto: la pezzogna servita a tavola si è abbeverata ad una sorgente artificiale di latte di bufala creata da Dipino davanti allo scoglio numero 456 del vecchio porto! Per questo motivo le 99 uova che aveva portato gli sono state sequestrate dalla cucina della Caravella! per i curiosi devo fare un raccontino di come sono andate le cose, veloce veloce , esattamente il contrario dell’incredibile modo inizio novecento di condurre un mezzo meccanico da parte di romualdo. in effetti potrei chiudere con questa frase : HO PAGATO LO SCOTTO DI AVER CONOSCIUTO SCOTTO. vi dico solo questa: ci ho messo tre ORE di treno per andare da firenze a napoli e TRE ore di auto per andare da napoli ad amalfi, evitando il traffico e passando per il valico di chiulzi ,quindi niente costiera e code.FATE VOI. l’idea e’ del pigna: e’ il mio compleanno ( i gemelli si riconoscono e si annusano al volo di solito), perche’ non scendi con un treno ? mangiamo tutti insieme e poi torni a casa la sera. detto fatto. la cosa mi intriga, mi piacerebbe conoscere i compagni di merende del pigna, la CARAVELLA mi manca. carico una montagna di uova, una magnum di gaston chiquet ( fanculata dallo snobissimo pignataro perche’ a lui poverino il blanc des blancs non piace ) un’ altra di cui mi incarica tumbiolo di fare omaggio a luciano perche’ lui e’ “impegnato ” in borgogna e via andare con i vini in un trolley. Vengo sollevato dall’onore e dall’onere della recensione. bella compagnia niente da dire, storico ristorante e buone/ottime cose. scandaloso per libidine lo spada appena cotto nelle foglie di limone e salsina di finocchietto, di cui chiedo bis. SCOTTO e’ un simpatico ragazzo, occhio sano , bella persona e tutto il resto. pero’ stampatevi ben in testa la sua faccia serena. mai vi capitasse di aver necessita’ di un passaggio in auto e lui si offrisse, fate finta di niente e proseguite a piedi….. farete prima : a un pelo dal farmi perdere l’ultimo treno utile per tornare a casa bello serafico mi dice: sai maffi forse e’ vero quello che dici : infatti mia moglie vuole guidare lei quando siamo insieme . E TE CREDO !!! La Caravella di Amalfi ha 50 anni 13 giugno 2009 Mezzo secolo nel piatto: era il 1959 quando Franchino Dipino cominciò a fare ristorazione per i primi turisti del Dopoguerra. Scrisse Afeltra, non molti anni fa, che la sua cucina sapeva di mare e di terra. E non si sbagliava, il grande vecchio del giornalismo, ben conosceva il rigore per la qualità così come gli ampi orizzonti mentali di Franchino Dipino pioniere della ristorazione gourmet in Costiera. Nel suo tempio delle meraviglie del palato dove trovarono rifugio, tra gli altri,e Aldo Moro, Salvatore Quasimodo, Gianni Agnelli, Federico Fellini, Gore Vidal, Jacqueline Kennedy, Anna Magnani. Persino un non ancora famoso Andy Warhol correva a mangiare un boccone. Erano gli anni Sessanta, quando il padre della Pop Art barattava con le sue opere l’ospitalità ai tavoli della Caravella. Nel primo ristorante stellato del Sud il figlio Antonio celebra questo anniversario: è stato lui ad aggiornare e svecchiare il menu, a trasformare il locale in un punto di riferimento della ceramica vietrese, ad aprire una cantina-degustazione dove si comprano bottiglie rare e pezzi firmati da collezione. In carta sono rientrati alcuni piatti che hanno fatto la storia della Caravella: i fritti dal 1959 al 2009 (alici con provola, mozzarella in carrozza, cozze con mozzarella, gamberetti di nassa), il famoso trito di spada grigliato in foglia di limone con erba finocchiella e mandorle tostate (1966), la frittata di spaghetti Vicidomini cu’ ‘o pesce fujuto e frutti di mare (2008), i tubettoni di Gragnano con ragù di zuppa di pesce scomposto (1970), polpa di pesce del giorno al gratin con finocchi del Cilento, pomodori secchi, menta e gamberi rossi crudi (1980), i soufflé al limone e al cioccolato (1959), le melanzane al cioccolato (1959). Veronelli assegnò il Sole allo spaghetto con la colatura di alici e, di nuovo, c’è la versione rivisitata della pasta con totani e patate tipiche della vicina Praiano. La cucina di Antonio non insegue nuovi sapori, valorizza quelli tradizionali con veri e propri colpi di genio come la frittata di spaghetti dello scorso anno, golosa e moderna al tempo stesso, capace di parlare al gourmet come al semplice appassionato. Servizio perfetto, la carta dei vini, con ricarichi professionali, è un grande libro dove c’è scritta la migliore viticoltura italiana e francese degli ultimi trent’anni. Una esperienza che vale tutti i 75 euro del menu degustazione (alla carta siete sui 90). Uno dei migliori locali italiani, insuperabile nel rapporto tra qualità e prezzo. Naomi Campbell festeggia il compleanno alla Caravella di Amalfi 23 maggio 2011 Naomi festeggiata davanti La Caravella di Amalfi di Mario Amodio Una festa esclusiva per i suoi 41 anni. Naomi Campbell, La pantera nera ha scelto la costiera Amalfitana per spegnere le sue 41 anni candeline. E per l’occasione, ieri pomeriggio a Ravello, è giunto anche Leonardo Di Caprio, tra gli invitati del party che si è svolto sull’isola dei Galli che fu di Massine e Nureyev. Al top della sua forma fisica, Naomi è da sabato in Costiera Amalfitana dove è giunta a bordo di uno yacht ormeggiato tra la rada di Maiori e quella di Amalfi. E la scorsa sera, Naomi ha deciso di mettere piede proprio nella cittadina capofila della Costiera, per una escursione gastronomica al ristorante stellato La Caravella di Antonio Dipino. Nel tempio della cucina amalfitana, bocche cucite sul menù e sugli ospiti che hanno preso parte alla cena. Guardata a vista da alcune guardie del corpo l’ex top model era con il compagno Vladimir Doronin, il noto magnate russo che stava per sposare non più di un anno fa, e una serie di amici tra cui alcune modelle. La “venere nera” che ha atteso la mezzanotte per festeggiare il suo 41esimo compleanno è uscita dal locale intorno all’una per dirigersi in una delle suite di un noto albergo di Ravello dove ieri pomeriggio è giunto anche Leonardo Di Caprio. Poi la comitiva si è trasferita all’isola dei Galli a bordo del 30 metri, «Ocean», già da qualche giorno in Costiera e che in questi giorni porterà in giro la coppia tra i golfi di Napoli e Salerno. Da ieri mattina al largo di Amalfi, sullo yacht sarebbero state caricate decine di bottiglie di vino. Tra cui diversi magnum di Sassicaia, acquistati nelle principali enoteche della zona, come quella della Caravella e di Tonino Manzi a Ravello. Nel buen retiro al largo di Positano ieri sera erano attesi ospiti da set hollywoodiani. Secondo alcuni «rumors», oltre Leonardo Di Caprio, pare ci fosse nella lista anche Johnny Depp, l’enigmatico e affascinante attore amante del mare, celebre non soltanto per la saga dei Pirati dei Caraibi. Ma non è tutto, perché al cast delle superstar, secondo alcune indiscrezioni si sarebbe aggiunto anche Brad Pitt. Amalfi, La Caravella Art Gallery: la prima Wine Gallery italiana 8 settembre 2008 Vicolo Masaniello 14 Tel e fax 089.871029 www.lacaravellartgallery.it Ci sono posti costretti ad inventare le storie. Altri così ricchi di vivere che si dimenticano di raccontarle. La Caravella fondata nel 1959 da Don Franchino Dipino è uno di questi perché si fa prima a dire chi non c’è mai passato, citiamo così per gradire Salvatore Quasimodo, Gore Vidal, Jacqueline Kennedy, Federico Fellini, Anna Magnani e Roberto Rossellini, Diego Fabbri, Gianni Agnelli e ogni stagione, ancora adesso, è sufficiente a riempire i rotocalchi colorati dell’estate. Ma questo ristorante ha qualcosa in più da ricordare perché Lucio Amelio e Filiberto Menna, formidabili organizzatori di eventi d’arte fecero della spiaggia di Amalfi negli anni ’60 il ritrovo in costume della Pop Art: Warhol, Kounellis, Agnetti, Pistoletto, Del Pezzo frequentarono questo mare e regalavano le loro creazioni a Franchino alla fine della stagione. Il figlio Antonio ha raccolto ed elaborato il mestiere del papà trasformando la caravella in un museo d’arte in cui troneggiano i grandi della ceramica di mezzo mondo e che da solo varebbe la visita, vi assicuro, anche senza mangiare. Gargaleiro, Lucio Liguori, Sandro Mautone, Clara Galesio, Giancapetti sono solo alcuni pezzi che adesso, oltre che ammirare, è possibile anche comprarle nella prima Wine Gallery italiana. Intendiamoci, l’abbinamento tra arte e vino è già stato realizzato in molte occasioni, ma si tratta di eventi, episodi. In nessun posto in Italia è infatti possibile sedersi, scegliere in una monumentale carta di vini tra migliaia di etichette andando in profondità anche con i francesi o, tanto per dirne una, una quindicina di annate di Giulio Ferrari Magnum e, al tempo stesso acquistare un pezzo di Liguori o di Clara Galesio. Non voglio che pensiate si tratta di uno sfizio da ricchi: ci sono bottiglie e creazioni molto abbordabili, a cominciare dagli elefantini portafortuna da centrotavola oggi tanto di moda sino al ciucciariello simbolo della ceramica vietrese sempre d’autore e non pezzottato. Oppure anche il Greco di Calafé tanto per dirne un’altra. Qui Antonio piazzerà un tavolo per quattro dove farà la cena più esclusiva. Per realizzare a questo livello la Wine Gallery non bastano i soldi, non basta la cultura, è necessario avere una storia alle spalle. Quella che, con molta semplicità, Antonio racconta ai suoi clienti più affezionati