Deroplatys dessicata (Beier, 1935)

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Deroplatys dessicata (Beier, 1935)
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Mantidi Lovers Italia
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Deroplatys dessicata (Beier, 1935)
Difficoltà di allevamento: **
(Facile=*, Media=**, Difficile=***)
Tassonomia: Famiglia: Mantidae, Sottofamiglia: Deroplatyinae
Provenienza: Sud Est Asiatico: Borneo, Indonesia, Malesia e Sumatra. Vive in zone di
macchia e foreste.
Descrizione: Come indica il nome scientifico, questa particolarissima mantide imita
nell’aspetto una foglia secca. A dire il vero, sembra un collage di più specie diverse: la testa
di una Hierodula, il torace e l’addome di una Gongylus, le tegmine di una Acanthops ed un
paio di alae davvero uniche (vedi foto). I maschi adulti misurano 8,5-9 cm, mentre le
femmine 10-10,5 cm. Il corpo è marrone più o meno scuro; la superficie ventrale del pronoto
ha un motivo simil militare, mentre quella dorsale è ricoperta da macchiette e puntini scuri,
che ricordano le infezioni delle foglie. Le tegmine danno l’impressione di una foglia
arrotolata, con tanto di nervature. Il sesso si distingue chiaramente a partire dallo stadio
L3/L4: nei maschi, il pronoto è romboidale, mentre nelle femmine è a lancia. Oltre a ciò, le
tegmine maschili superano e coprono completamente l’addome; al contrario, nelle femmine,
si fermano poco prima dei cerci. L’atteggiamento terrifico, non raro in questa specie, rivela
un disegno a bande marrone scuro e beige sulla parte interna delle tegmine; le alae, invece,
presentano una grossa macchia marrone/nera nervata di bianco che occupa il 70-75% della
superficie. Se tutto ciò non dovesse bastare ad impressionare un eventuale aggressore, le
superfici interne dei femori raptatori, sfoggiano un motivo a bande bianche e nere.
Ciclo vitale: Il maschio circa 7 mesi da ninfa e 2-3 mesi da adulto; la femmina 7 mesi da
ninfa e 7 mesi da adulta circa.
Allevamento: Anche a questa specie, dovremo assicurare il giusto spazio per mutare; con
le femmine subadulte, non è affatto banale: purtroppo, sottovalutando la questione, ne ho
persa una durante l'ultima muta. Sono davvero imponenti, e necessitano di almeno 30 cm in
altezza e 30 in profondità per sfarfallare in tutta sicurezza. È importante quindi utilizzare
contenitori sterili alti almeno 2 volte emmezzo la mantide, e larghi abbastanza da farle stare
con le zampe distese. Ma in che senso sterili? Nel senso di arredare il contenitore/terrario
con carta assorbente, da cambiare con cadenza settimanale per evitare muffe e marciumi,
scongiurati inoltre da una buona aerazione. Niente legni o rami per le ninfe: rubano soltanto
spazio. Per far arrampicare le mantidi, sarà sufficiente un pezzo di Scottex attaccato al
bordo, bloccato mediante il coperchio. A seconda dello stadio, quest ultimo potrà essere in
TNT o in zanzariera SEMPRE in plastica e MAI in metallo. Diventando adulte, potrete
alloggiare le mantidi in terrari naturalistici: potrete qui sbizzarrirvi nel ricreare un piccolo
angolo di foresta, senza tralasciare le esigenze di spazio ed aerazione. In tal caso, dovrete
Ilaria Porcu
William Di Pietro
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stare molto attenti alla pulizia, per scongiurare infezioni varie ed eventuali, o semplicemente
marciumi. Se ben nutrite, ed allevate in un ambiente complesso dal punto di vista visivo, non
vi saranno problemi di cannibalismo; per un trio adulto, consiglio una teca di 50 cm cubica.
Per quanto riguarda il cibo, le ninfe accettano di buon grado Drosophyla hydei, mentre da L4
in poi iniziano a mangiare prede via via più grandi, come Blatte L2- L3 e camole della farina
appena nate. Gli adulti vanno ghiotti di blatte, mentre non impazziscono particolarmente per
le mosche (almeno le mie!). Evitare infine i grilli ad ogni stadio, che se mal tenuti causano
diarrea.
Riproduzione: Entrambi i sessi maturano pressoché contemporaneamente. Dopo tre
settimane dall’ultima muta, è possibile tentare l’accoppiamento; prima di questo termine, è
consigliabile nutrire abbondantemente le femmine (5-6 prede settimanali), e normalmente i
maschi (2-3 prede settimanali), giacchè, come in tutte le specie, questi non sono
particolarmente voraci (quando sono arrivati i miei, non hanno mangiato per circa una
settimana!). Le modalità di accoppiamento sono le solite: si distrae la femmina con una
preda, e le si avvicina delicatamente il maschio da dietro. Come già detto, il cannibalismo
non è molto spiccato; tuttavia, è sempre bene tenere sotto controllo la situazione! L’ooteca è
simile a quella di Mantis, ma più piccola e schiacciata lateralmente; si schiude dopo 4-6
settimane, ed i piccoli sono simili a piccole Mantis: l’aspetto caratteristico della specie viene
acquisito entro le prime due mute. I parametri di incubazione sono 25-30°C, con umidità del
70-90%.
Curiosità: Personalmente, sono rimasto sbalordito da questa specie per una serie di motivi.
Innanzitutto l’aspetto davvero insolito, molto simile ad una foglia accartocciata. In più, la
gamma di comportamenti esibiti: dalla tanatosi all’atteggiamento terrifico, che porta a
sfoggiare il magnifico motivo alare. Non per ultime, le dimensioni mastodontiche delle
femmine. Parlando di tanatosi, un giorno stavo pulendo il contenitore di un maschio sub
adulto, quando, anzichè restare attaccato alla rete, è caduto a peso morto sul fondo,
apparentemente stecchito. Ha imitato il rigor mortis per almeno una mezz’ora, riprendendosi
pian piano. Ho documentato questo comportamento, e potete visionare il video (in tre
puntate) sul nostro canale Youtube (Mantidi Lovers Italia). In ogni caso, il genere Deroplatys
comprende ben 13 specie, di cui solo 4 note in cattività: D.lobata, D.desiccata, D.truncata,
D.trigonodera. La più semplice da allevare, e che quindi consiglio per iniziare con questo
Genere, è proprio D.desiccata. Spero di allevare ben presto anche le altre, perché mi
affascinano davvero molto. In definitiva, consiglio questa specie a tutti coloro i quali abbiano
già allevato specie meno delicate, come Hierodula o Phyllocrania paradoxa.
Ilaria Porcu
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