Novembre 2011 - Albidona Ieri Albidona Oggi

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Novembre 2011 - Albidona Ieri Albidona Oggi
Confronti
ANNO VII - N. 11 - Novembre 2011
Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
distribuzione gratuita
Un Natale con meno luci e più pathos
Fra pochi giorni sarà
Natale, la festa più
bella dell’anno, almeno per noi cristiani. Ma quello
di quest’anno, per
forze di cose, sarà
un Natale diverso:
con meno luci, meno
spreco e forse con più
sentimento e qualche riflessione in più.
Se così sarà, forse ci perderemo come
umani, ma ci guadagneremo certamente
come cristiani e anche come cittadini
italiani. Ce lo impone la gravissima crisi
di un’Italia che negli ultimi anni, ignara
e presuntuosa, ha ballato allegramente
sull’orlo del cornicione, invogliata a farlo
da chi, (beato lui!), giudicava tutti con il
suo portafogli. Poi, all’improvviso, il brutto
risveglio, e la sbornia è finita per tutti!
Per la verità è finita nello stesso giorno in
cui l'incantatore di serpenti, che per anni
ha illuso tanta gente che ha creduto in
lui, ha visto vacillare i propri titoli (-12 in
quel fatidico giorno) e, solo in quel preciso
momento… è finita la superbia ed ha tolto
il disturbo. In quello stesso momento è
caduto a tutti noi il falso paraocchi che
edulcorava ogni cosa e oggi dobbiamo
tutti convenire che l’Italia, e quindi tutti
noi, rischiamo davvero il fallimento. Per
fortuna in quello stesso preciso momento
l’Italia ha avuto il suo “salvatore” nella
persona di un ultraottantenne Capo dello
Stato, che però conserva una invidiabile
lucidità. Purtroppo però, da quello stesso
momento, come ha saggiamente detto
qualcuno: “Niente più in Italia sarà come
prima”. Tutto dovrà cambiare, se vogliamo evitare di mettere il piede in fallo e
precipitare da quel cornicione.
Alcune cose per la verità sono già
cambiate: è già cambiata, per esempio,
l’immagine dell’Italia in Europa: oggi
presentiamo un’immagine più decorosa,
più sobria, più affidabile e quindi più
credibile, che ci riporterà al tavolo dove si
decide, ci farà guadagnare più rispetto e
ci risparmierà lo scherno e certi antipatici
e sarcastici sorrisetti.
Intendiamoci, anche adesso non dobbiamo illuderci e pensare a poteri magici:
non basta infatti aver deposto il monarca,
il redivivo Nerone che suonava e ballava
mentre Roma bruciava; non basta aver
messo a nudo le responsabilità di una
classe politica tra cui certo non mancano
le persone per bene, ma tra le quali ci
sono pure personaggi impresentabili
come Razzi, Calearo, Scilipoti ed altri
ancora, che nessuno ha mai votato e
che sono stati raccolti nella feccia della
società grazie ad una legge elettorale
di tipo tribale. Innanzitutto dovrà quindi
di Pino La Rocca
cambiare il quadro politico, sia nei suoi
rappresentanti che nel sistema. Anche da
questo punto di vista, qualcosa dietro le
quinte già si muove e già si intravede la
scomposizione delle vecchie alleanze ed
il profilarsi di nuovi scenari e soprattutto
una consapevolezza che il passato politico, che ci ha condotti dalla miseria del
dopo-guerra al tavolo dei sette più grandi
del mondo, non è tutto da buttare.
L’aver tolto il tappo alla politica deve
infatti fare spazio ad un sistema politico
diverso, meno bloccato, meno rissoso
e più responsabile, meno radicalizzato
e meno inconcludente, capace di privilegiare la moderazione e di mettere
all’angolo i talebani, di destra e di sinistra,
tra cui, insieme alla sinistra antagonista e
barricadera a cui non sono bastati cinque
anni di esilio dal Parlamento, rischiano di
finire anche Di Pietro e Vendola.
Certo, noi non diciamo che con il governo
tecnico, chiamato a coniugare rigore ed
Continua a pag. 2
Governo Monti: nonostante i sacrifici,
speriamo che cambi qualcosa
Non sono pienamente
soddisfatto del governo
tecnico di Mario Monti;
si vede che nemmeno
noi, che ci diciamo democratici e progressisti, abbiamo saputo
fare la buona politica, altrimenti, non
avremmo “creato” il cavaliere Berlusca,
che finalmente, è sceso in fondo al campo.
Sarei felice se nella nostra Calabria fosse
pure la volta di Scopelliti: incominciando
con il caso del consigliere regionale
Morelli, le cose non vanno affatto bene,
specie per i nostri ospedali.
I sacrifici li abbiamo sempre fatti, per
salvare la patria; li faremo ancora. La
neo-ministra Elsa Fornero piangeva
alla televisione: la signora Melandri ha
detto che si tratta di “lacrime autentiche”;
ci crediamo anche noi, ma purtroppo
non siamo proprio sicuri che questi
altri pesanti sacrifici porteranno davvero
crescita ed equità. Finiranno davvero i
privilegi, la corruzione
e l’evasione fiscale ?
Speriamo, speriamo,
speriamo.
(il Sagittario)
San Gennaro, giurami
che mo’ è finita!
Finalmente L’UNTO non è più del
Signore. Il pubblico ritornerà popolo, la
videocrazia democrazia. Vi sembra poco
essersi liberati, oltre che dall’UNTO, di
figuri come Tremonti, Brunetta, Gelmini
Continua a pag. 2
Mons. Nunzio Galantino,
nuovo Vescovo di Cassano
Vedi a pag. 2
Sottotiro
Lo stipendio dell’onorevole
non si tocca
Aspettiamo che anche i nostri amici
di centrosinistra aprano la bocca e
la ..tasca: a quanto pare, non piace
nemmeno l’abolizione della legge
“porcellum”, perché parecchi rampanti non ce la farebbero a scalare
l’albero della cuccagna.
Non piacciono nemmeno la decurtazione dello stipendio (che si
aggira sui 20 mila euro mensili) e
la perdita dei privilegi della diaria,
delle spese telefoniche e dei viaggi.
L’altra sera, alla televisione, in un
dibattito sugli alti compensi del
deputato e del senatore, hanno
arricciato il naso quasi tutti: di
destra, di centro e anche di sinistra.
Oh, la tasca è tasca e la trippa non
è mai troppa ! (il Sagittario)
Buon Natale e un felice 2012 per tutti i nostri amici lettori, per chi non avrà la possibilità di fare il
consumistico cenone, per chi è malato, per chi lavora anche nel giorno di questa festa “ricordante”,
per chi è in lutto e nel dolore, per chi è solo. (la Redazione di Confronti)
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- N. 11 - Novembre 2011
Confronti
Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
Un Natale con meno luci e più pathos Mons. Nunzio Galantino,
nuovo Vescovo di Cassano
dalla prima pagina dalla prima dalla prima pagina dalla prima
equità, la situazione sia cambiata di molto,
perchè purtroppo dietro i tecnici, chiamati a
prendere i carboni con le mani, purtroppo
c’è ancora “la mente” dei soliti noti e c’è
tuttora il rischio che a pagare siano sempre
i poveri cristi. Anche in questa fase c’è
dunque bisogno di una classe politica
seria, capace di guardare oltre il proprio
“particulare”, senza irrigidirsi e senza
isolarsi, come sta facendo certa sinistra
e come, imitando la Lega che pensa solo
al proprio elettorato, provano a fare anche
Di Pietro e Vendola. Altrimenti si rischia
davvero il fallimento.
Ma, oltre alla classe politica ed alla stessa
politica, dobbiamo cercare di cambiare tutti
noi come italiani: diventare finalmente un
popolo serio, sul modello tedesco, i cui
governanti, fiutato il pericolo quando a noi
veniva detto che l’Italia era il paese del
“bengodi”, hanno dato vita ad una santa
alleanza politica e chiamato i cittadini…
a stringere la cinghia.
Oggi, seppure in ritardo, tocca a noi! E
dobbiamo farlo, a cominciare da questo
Natale, che necessariamente dovrà quindi
essere con meno luci e meno spreco. Si
rischierà la recessione, ma almeno si eviterà il fallimento. A cominciare da Natale,
dovremo quindi cambiare come cittadini
italiani, come abitanti di un sud forse troppo
piagnone e troppo indulgente con i delin-
quenti della politica e del malaffare, che
altrimenti rischia di scivolare sempre più
verso l’Africa e dovremo cambiare anche
come cittadini del nostro paese, per contribuire a fare, finalmente, di Trebisacce
una cittadina, perché questa metamorfosi
non la determinano solo gli amministratori,
ma soprattutto i suoi abitanti. Innanzitutto
candidando e votando persone qualificate
e poi cambiando le nostre abitudini di
vita, comportandoci da cittadini e non da
villani: evitando, per esempio, di buttare
i sacchetti della spazzatura per strada;
cercando di tornare e consumare le scarpe
piuttosto che le gomme delle macchine e
la benzina; cercando di evitare di andare a
comprare le sigarette con la macchina e di
andare a passeggio con l’auto, intasando
via Lutri e ostruendo la strada a chi ha fretta
e ricordando infine che, consumando le
scarpe, ci si guadagna sia nel fisico che
nella tasca.
Tutto questo, ovviamente, lungi dal voler
essere un sermone natalizio calato dal
pulpito, è l’augurio che Confronti vuole
cristianamente rivolgere ai propri lettori per
questo Santo Natale. Che possa essere
dunque un Natale meno consumistico,
meno distratto e con qualche momento in
più dedicato alla riflessione, al sentimento
ed alla ragione.
Pino La Rocca
Sono diversi giorni, e precisamente dal 25
novembre scorso, data in cui Scopelliti si
è deciso a ricevere i sindaci di Trebisacce
e Praia a Mare (i due ospedali di confine)
che dell’ospedale non si parla. E intanto
il tempo passa ed il 31 marzo 2012
non è lontano. Che cosa significa tutto
questo? Che le promesse di Scopelliti
sono state prese per buone e quindi
tutti si aspettano…la grazia, o lo stesso
Scopelliti è stato capace di narcotizzare
tutti? Noi di Confronti, che seguiamo la
triste vicenda del nostro ospedale sin
dall’inizio, sentiamo il dovere morale di
fornire qualche informazione ai nostri
lettori più premurosi, a quelli che guardano alla chiusura dell’ospedale come a
una vera iattura per il nostro paese e per
tutto l’Alto Jonio. Allora, qual è lo stato
dell’arte attuale? «L’Amministrazione
regionale – ha fatto scrivere Scopelliti
all’indomani dell’incontro - rinnova la
propria disponibilità a dialogare con
gli esponenti dell’Alto Jonio e dell’Alto
Tirreno cosentino, al fine di arricchire
di contenuti le strutture di Trebisacce e
Praia a Mare, oggetto di riconversione
per come previsto dal Piano di Rientro
e, nei prossimi giorni, verrà istituito un
tavolo tecnico per affrontare la questione
nello specifico… Nel corso del suddetto
incontro – si legge ancora - il presidente
Scopelliti e il Sub-Commissario D’Elia
hanno illustrato le linee guida riguardanti la riconversione delle strutture di
Trebisacce e Praia a Mare, avviando
una discussione, rivelatasi costruttiva,
durante la quale sono state esposte le
esigenze dei territori interessati ed i partecipanti alla riunione hanno convenuto
di proseguire nel dialogo istituzionale
già avviato, per individuare i servizi che
potranno essere inseriti sia a Trebisacce
che a Praia a Mare…Conosciamo i disagi
della popolazione servita dagli ospedali
di frontiera e stiamo riorganizzando
tutta la rete proprio per fornire risposte
concrete. E’ importante ribadire l’importanza dei Punti di Primo Intervento per
questi territori, ed è fondamentale capire
– ha concluso Scopelliti - che le nostre
scelte non sono politiche ma puramente
tecniche, secondo gli standard italiani
ed europei». Fin qui la nota dell’ufficiostampa della Regione. Altra notizia che
non va sottaciuta, è che alcune delle
Associazioni, forse poco convinte delle
promesse di Scopelliti e più fiduciose
nella giustizia ordinaria, si sono costituite in giudizio “ad adiuvandum”, cioè
a sostegno della procedura giudiziaria
avviata dal comune di Trebisacce presso
il TAR Calabria, che porima o poi dovrà
entrare nel merito del Ricorso e presso
il Consiglio di Stato, qualora il Tar dovesse…tergiversare come ha fatto finora.
In realtà, anche secondo noi, l’ultima
spiaggia per l’ospedale di Trebisacce
rimane quella della giustizia ordinaria, a
condizione che prima o poi un magistrato
meno distratto e più attento e sensibile, si
renda conto della grande ingiustizia che
si sta perpetrando ai danni del povero
Alto Jonio. Altre notizie, ma queste sono
solo indiscrezioni, parlano di un “tavolo
Massicci” che, cambiati i suonatori e
osservato lo stridente effetto del piano di
rientro di Scopelliti che fa…figli e figliastri,
pare abbia chiesto elementi integrativi ed
eventuali correzioni. Ma queste, come
si diceva, sono solo indiscrezioni e, fra
non molto, ne dovremo sapere di più.
Con la segreta speranza che il miracolo
che la politica non ha prodotto finora, lo
possa produrre nei prossimi mesi, visto
che fra non molto saremo in campagna
elettorale e, secondo quanto è facilmente
immaginabile, chi avrà assistito inerte alla
morte dell’ospedale, è meglio che non si
presenti al giudizio degli elettori.
Pino La Rocca
MORTE SILENTE?
E’ nato a Cerignola (FG) – il paese
di Giuseppe Di Vittorio - nel1948; ha
studiato nel seminario di Benevento e fu
ordinato sacerdote nel 1972. Si è laureato
presso l’università di Bari, con una tesi su
L’antropologia di Bonhoeffer. Conseguì
l’abilitazione all’insegnamento di Filosofia e Scienze umane nelle medie superiori
di Stato; nel 1977 ha ottenuto la Licenza
specializzata in Teologia dommatica,
discutendo una tesi su Bonhoeffer tra
teologia ed impegno. Professore presso
la ‘sez. S. Luigi’ della Pontificia Facoltà
Teologica del Meridione; nominato pro-
fessore incaricato, e
poi ordinario, presso
la stessa Facoltà;
fa parte di diversi
Comitati di studi
teologici. Nel 2008
è stato nominato
Responsabile del
Servizio Nazionale per gli Studi Superiori di Teologia e di Scienze Religiose
della Conferenza Episcopale Italiana.
E’ Vice Direttore della rivista Rassegna
di teologia.
Ospedale, fortissimamente ospedale!
Il saccheggio del Chidichimo
Foto Vincenzo Napoli
Ormai nel più grosso centro dell’Alto Jonio non si parla d’altro. Muri cittadini con
centinaia di manifesti in difesa del Presidio
Ospedaliero. Nel frattempo continua il
lavoro del Comitato pro-ospedale, mentre
si allarga, inoltre, la lista delle associazioni
di volontariato che vi aderiscono. Nel
silenzio e nell’indifferenza più totale si sta
consumando il peggiore delitto e scippo che
la Comunità trebisaccese potesse subire.
Tutto come previsto nel cronoprogramma
disegnato da chi da Trebisacce vuole fare
sparire la sanità pubblica. L’ospedale è
stato un bel sogno, durato tanto. Trenta
anni per alcuni sono tanti, il tempo che
una generazione ha potuto registrare nel
suo codice fiscale “353”, un numero che
dava un senso di appartenenza ad una
comunità che, ottenendo l’ospedale a Km
0, si sentiva risarcito di tutte le beffe che
aveva subito. L’ospedale, insieme alle
Scuole Superiori, ha qualificato questa
Ai COLLABORATORI
Per ragione di spazio, anche questa volta,
abbiamo dovuto rimandare diversi pezzi giunti
in Redazione. Per la prossima volta, non li conserveremo per i numeri seguenti, ma saremo
costretti a cestinarli. Quindi, preghiamo di
attenersi a queste poche “regole”:
Confronti va in tipografia agli inizi del mese;
gli elaborati devono giungere in Redazione,
dal 25 al 30 del mese precedente. I pezzi che
superano la cartella devono essere preannunciati prima del 25 del mese.
Spedire, tramite posta elettronica, a:
laroiccagiu§libero.it; g.rizzo43§alice.it: o far
recapitare al prof. Vincenzo Filardi, Via A.
Lutri, n.99, tel.098151106.
Gli elaborati non devono superare la cartella
dattiloscritta; usare corpo 12 e solo in word,
interlinea 1. Spesse volte, alcuni pezzi che non
arrivano in word non si possono scaricare e
correggere. Non usare rientranze nei capoversi
della pagina; non scrivere maiuscolo. Non
possiamo pubblicare poesie che superano i 20
versi. Gli auguri e i necrologi devono limitarsi
massimo a 10 righe.
La fotografia deve essere spedita separata
dall’articolo.
Non ci interessano scritti che fanno polemica
personale e che non riguardano la problematica socio-politico e culturale dell’Alto Jonio.
Non accettiamo messaggi anonimi e scritti
non firmati.
comunità. L’ha resa quasi una cittadina, dove
hanno deciso “purtroppo” di vivere quasi
10.000 abitanti, perché si riteneva la qualità
della vita soddisfacente dei bisogni primari.
Ecco però profilarsi il discrimine di chi vive
nell’Alto Jonio: oggi, questi stessi cittadini
assistono increduli e impotenti a quando si
sta perpetrando. Allora, si faccia finalmente
chiarezza e si esca, una volta per tutte, da una
situazione che sta gettando i cittadini dell’Alto
Jonio in uno stato di grande preoccupazione.
Abbiamo più volte dimostrato tutto il nostro
dissenso su una programmazione che vede
fortemente penalizzata la provincia di Cosenza, colpita da una de-ospedalizzazione
drammatica, foriera di gravi conseguenze,
sia per la difficile orografia del territorio,
che per un’assistenza sanitaria territoriale
impreparata ad affrontare il nuovo livello di
richieste prestazionali. Voglio ribadire ancora
una volta che le soluzioni adottate per l’Alto
Jonio cosentino non solo non convincono, ma
sono addirittura pericolose per la sicurezza
dei cittadini. In questi ultimi mesi, a molti
sarà capitato di recarsi al Pronto Soccorso
del Presidio Ospedaliero, bisognoso di un
ricovero e si sarà sentito rispondere: non c’è
posto. Bisogna trasferire ad altri ospedali e,
magari dopo ore di ricerche, perché tutte
le medicine, le chirurgie, le cardiologie, le
ostetricie e ginecologie sono piene e, se va
bene, trasferiscono a Crotone. Tutto questo,
mentre nei corridoi del nostro Presidio regna il
vuoto: i corridoi, le stanze del Reparto di Chirurgia sono spettrali; non girano nemmeno i
fantasmi. Il Reparto di Medicina, con i suoi 20
posti letti e insieme alla Cardiologia – UTIC
sono ancora le uniche oasi nel deserto,
grazie al coraggio ed alla buona volontà
degli operatori. Molti operatori, fra i quali
medici e biologi, ausiliari, sono in apnea con
i contratti a termine, in attesa di capire se
dopo il 31 dicembre, data in cui scadono i
contratti, possono ancora esercitare il loro
ruolo. I cittadini dell’Alto Jonio, da parte loro,
sono sempre più costretti a viaggi della speranza fuori regione. Ebbene, i Trebisaccesi
volentieri vanno fuori a curarsi, anche perché
a Torino, Milano, Bologna, Roma hanno
purtroppo i loro figli, oggi anche i loro nipoti
emigrati o studenti. Qui restano gli spettri: le
case cadute, le case mai finite, l’immondizia
gettata per strada, o ai margini dei torrenti,
la sporcizia, la drammatica mancanza di
lavoro, l’aumento della disoccupazione,
l’Ospedale mai riqualificato. Ma per carità,
silenzio! Non si disturba il padrone. Forse sta
studiando tutti i provvedimenti per potenziare
l’Ospedale e dare lavoro ai giovani che non
emigreranno mai più.
Giuseppe Corigliano
Confronti
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Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
- N. 11 - Novembre 2011
TREBISACCE e DINTORNI
dalla prima pagina dalla prima pagina dalla prima pagina
Il Partito Democratico ha la sua sede:
è l’ora della partecipazione e della discussione
Democrazia è partecipazione. Il Partito
Democratico ha aperto una sua sede
anche a Trebisacce. E’ un’iniziativa molto
attesa dai suoi iscritti e simpatizzanti,
perché pone fine al continuo peregrinare in varie sedi, in ogni occasione di
incontri. Nella nuova sede, promossa dal
segretario Luciano Regino, si è tenuta
una riunione informale degli iscritti che ha
dato luogo ad una fruttuosa e concreta
discussione per l’organizzazione della
vita e delle attività del Circolo, alla luce
del momento politico che si vive a livello
generale, nazionale e regionale, ed anche a livello locale, in prospettiva delle
nostre elezioni comunali del prossimo
anno. Pur nella varietà dei pareri e delle
proposte, è emersa univoca la volontà
di organizzare le attività per favorire
la partecipazione dei cittadini alla vita
politica e amministrativa, perché solo la
partecipazione alle elaborazioni e alle
decisioni può eliminare i difetti presenti,
ai vari livelli, i personalismi ed i protagonismi esasperati, e frenare l’imperante
autoreferenzialità. Si
è auspicato, inoltre,
che venga finalmente
restituito il suo ruolo
alla politica e di poter
dare vita ad un centrosinistra organico,
coeso, che senza
egemonie precostituite, porti a comporre,
attraverso un processo inclusivo, le varie
anime e sensibilità, evitando soluzioni
pasticciate, che non hanno mai dato
risultati positivi. Si è deciso infine di
vedersi in sede ogni lunedì alle, 19,30.
Non si può che giudicare positivamente
l’iniziativa e la volontà di favorire la partecipazione libera e convinta alle decisioni
che riguardano la collettività, auspicando
che tutti i cittadini, ognuno secondo le
proprie convinzioni e le proprie idealità,
lo faccia nelle sedi che ritiene a sè più
confacenti, nella consapevolezza che…
gli assenti hanno sempre torto.
Vincenzo Filardi
Rifondazione comunista apre il suo
Circolo con il congresso di sezione
Discussione sui problemi nazionali, regionali e locali
Trebisacce. La Sinistra radicale si frantuma ma non vuole scomparire. I militanti di
Rifondazione sono per la ricomposizione
e per l’unità della Sinistra; propongono
dibattiti e partecipazione politica. A
Trebisacce si sono incontrati vecchi e
nuovi compagni e hanno aperto pure un
circolo del partito, con la celebrazione
del congresso sezionale cittadino. Sono
stati presenti diversi militanti; il Direttivo è
composto da Leonardo Tufaro, Giuseppe
Corrado e dal giovanissimo Emmanuel
Mineo. Nel congresso sezionale si è discusso, insieme al segretario provinciale
Nicola Corbino, della politica nazionale,
Pollino, lotta ai cinghiali
Nuove verità sullo stalking
AMENDOLARA / La Calabria risulta
tra le Regioni d’Italia a più alto rischio
stalking, un fenomeno poco conosciuto
nei suoi aspetti, presente ma molte volte
nascosto anche nel nostro territorio, per
cui la proposta di un seminario su questo
tema scottante è stata accolta dall’Anas
zonale Alto Jonio, senza tentennamenti,
con la partecipazione del criminologo
Andrea Feltri, esperto internazionale in
scienze criminalistiche, nonché figlio di
questa terra, e della Psichiatra Vincenza
Lasorte, Dirigente Centro Salute Mentale
Trebisacce–Asp Cosenza.
Il seminario si è svolto sabato scorso
presso la Sala Consiliare del Comune di
Amendolara, grazie alla collaborazione
dell’Amministrazione nella persona del
sindaco Antonello Ciminelli, il quale ha
voluto ringraziare l’ANAS Zonale per
questa lodevole iniziativa e l’amico d’infanzia Andrea Feltri per il suo contributo.
Il presidente dell’Anas Zonale Vincenzo
Laschera ha ribadito l’intento sociale
dell’associazione, la ferma volontà di voler
fare emergere i problemi che affliggono
la nostra società e fare informazione
puntuale. Il seminario appena proposto
è la dimostrazione di una particolare
attenzione nei confronti dell’individuo.
Entrando nel vivo del seminario, il percorso formativo scelto dal criminologo è
stato supportato dalla proiezione e dal
commento di slides tematiche, al fine di
rintracciare il fenomeno stalking sia sotto
l’aspetto socio-culturale che giuridicopenale. Il numeroso pubblico, attento e
silenzioso, ha seguito con partecipazione
e interesse tutte le informazioni sentendosi
maggiormente coinvolto quando il dottor
Feltri ha citato due famosi casi di stalking
sfociati in omicidio.
Altrettanto interessante l’intervento della
dottoressa Tiziana Roseto, nelle vesti di
moderatrice e di vice presidente del circolo zonale Anas, la quale, a causa della
spiacevole assenza (per motivi di famiglia)
della dottoressa Vincenza Lasorte, ha
letto parte della relazione della psichiatra.
Soffermandosi su quelle che sono le cause
scatenanti l’origine della figura del “molestatore”, prettamente legate ad episodi
infantili, lì dove c’è stata una mancanza
di “affettività” o un probabile “senso di
abbandono”, ha illustrato un caso clinico
locale, la cui protagonista (e dunque lo
stalker) è, e sembrerebbe quasi insolito,
una bellissima ragazza di 26 anni.
Il seminario si è così concluso, con
dibattito, dando sicuramente modo ai
partecipanti di comprendere e soddisfare
i molti dubbi che caratterizzano questo
tema delicato.
Vincenzo La Camera
LaureA
Francesco Longo dopo aver conseguito
la laurea di 1° Livello in Economia Aziendale presso l’Unical della Calabria,giorno
25/11/2011 ha concluso il percorso formativo
conseguendo la laurea di 2° Livello in Economia e Management con la votazione di
110/110 presso l’Università di “Tor Vergata”
di Roma, discutendo la tesi:”Organizzazione
e Gestione delle Risorse Umane in Azienda”.
Relatore il Prof. Maurizio Decastri. Auguri per
il neolaureato, per papà Luigi, già impiegato
della Carime di Trebisacce e a mamma Rosa
Malatacca, insegnante.
SPECIALIZZAZIONE IN CHIRURGIA
Carmela Palmieri, relatore prof. Paolo
Innocenti. Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara-Facoltà di medica
e Chirurgia, si è specializzata discutendo
la tesi: Linfectomia nel carcinoma papillare
della tiroide: modelli standardizzati e nuove
proposte nei tumori a basso rischio.
regionale e locale. Si è parlato anche
dei disagi della comunità trebisaccese.
I disagi sono ordine sanitario (il rischio
dell’Ospedale), ambientale e amministrativo.
Amendolara. La piccola scintilla di
Rifondazione comunista resiste anche
in questo paese; la sezione è intitolata a
G. Levato e a L. Ciminelli. I militanti sono
giovani e donne; la segretaria è Elena
Roma; al congresso sezionale è stato
presente anche il segretario provinciale
Nicola Corbino. Tre documenti presentati,
ha vinto con 29 voti la prima delle tre
mozioni (Unire la sinistra).
Importanti novità a favore dei paesi interni dell’Alto Jonio i cui territori ricadono nel perimetro del Parco Nazionale
del Pollino: l’ente guidato dall’on. Domenico Pappaterra ha infatti approvato con largo anticipo il Bilancio 2012
prevedendo alcuni investimenti che
sicuramente faranno felici gli amministratori di questi comuni che chiedono
da tempo interventi efficaci e soprattutto i contadini e gli agricoltori che da
anni combattono una battaglia improba
contro lo strapotere dei cinghiali. Questi, cresciuti di numero ormai in modo
debordante nonostante le stragi consumate dai cacciatori di frodo, sono
diventati un problema serio per i contadini perché escono in modo sempre più
frequente dai confini del Parco in cerca
di cibo e spesso e volentieri si spingono
fino ai confini dei centri abitati, facendola da padroni nei campi, nelle vigne,
negli orti, distruggendo i raccolti e le
colture e talvolta minacciando da vicino
finanche le abitazioni e le persone. Si
tratta infatti di quadrupedi abbastanza
rudi e violenti che, specie quando sono
affamati, attaccano in branco e in quel
caso diventano pericolosi anche per
l’incolumità delle persone. Ne sanno
qualcosa i contadini e gli agricoltori di
Alessandria del Carretto, San Loren-
Visitate il portale del prof. Gaetano Zaccato (Cassano Jonio)
Invitiamo i nostri lettori ad aprire il documentatissimo portale del prof. Gaetano Zaccato,
che ospita il nostro Confronti ( è online dal mese di maggio) scaricabile gratuitamente,
anche su www.cassanoalloionio.info. E' un portale d’informazione locale che ci
offre notizie di attualità politiche e culturali della Sibaritide e dello Jonio.
zo Bellizzi, Cerchira di Calabria,
Francavilla Marittima, Plataci, Albidona, Castroregio…i cui amministratori da anni chiedono all’Ente-Parco interventi risolutori. Per
scongiurare questa emergenza e
per venire incontro a queste sollecitazioni l’Ente-Parco ha stanziato
nel proprio Bilancio oltre un milione di euro che, secondo quanto
ha dichiarato lo stesso presidente
Pappaterra: «Saranno utilizzati
per fronteggiare l’emergenzacinghiali: una parte sarà utilizzata
per riconoscere agli aventi-diritto
gli indennizzi per i danni subiti negli
anni scorsi ed una parte per co-finanziare, insieme alle Regioni Calabria e
Basilicata, gli interventi di prevenzione,
in particolare le recinzioni delle proprietà agricole che risultano particolarmente esposte agli attacchi dei cinghiali».
Altre copiose risorse sono state destinate al Piano per la lotta contro gli
incendi boschivi che negli ultimi anni
hanno flagellato il territorio del Parco:
di queste risorse 200mila euro saranno
destinati alla sottoscrizione dei “contratti di responsabilità” con le associazioni dei volontari di Protezione Civile
ed all’acquisto di n. 4 nuovi pick-up con
dispositivo antincendio da mettere a
disposizione del Corpo Forestale dello
Stato e delle stesse associazioni. Un
ulteriore finanziamento, sollecitato in
modo molto vigoroso dal sindaco Gaudio e dalla Consulta Ambientale, questa
volta è stato destinato ad Alessandria
del Carretto, il paese più alto dell’intero
Parco del Pollino, per le ultime spese,
quelle relative all’acquisto delle suppellettili, per l’allestimento e l’apertura
al pubblico del Museo del Lupo, che è
pronto da anni e che da anni attende
di essere aperto alla fruizione pubblica.
E’ veramente il caso di dire che questa
volta il CDA dell’Ente ha guardato con
più attenzione al versante calabrese
del Parco, smentendo così i mugugni
di tanti contadini scontenti che si spingevano a dire che forse era il caso di
uscire da un Ente dal quale finora erano venuti solo divieti, condizionamenti
negativi e paletti.
foto cinghiale
Pino La Rocca
Pagina 4
Confronti
- N. 11 - Novembre 2011
A L to
Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
j onio
Un altro riconoscimento per
Girovagando per i nostri paesi
Ciccio Scaliero
l’Amministrazione provinciale Oliverio
L’Amministrazione provinciale di Cosenza continua negli
anni a ricevere riconoscimenti per la sua solerte e sana
gestione. Dopo quella degli scorsi anni, l’Ente, guidato
dall’on.Mario Oliverio ha ottenuto l’ambito Oscar di bilancio per il 2011, giusto riconoscimento per la correttezza e
la trasparenza amministrativa che ne premia l’ impegno
quotidiano al servizio dei cittadini.
La motivazione recita: “il bilancio proporne una documentazione essenziale, ma completa nei contenuti. L’informativa
risulta particolarmente efficace negli aspetti di comunicazione. Il rendiconto sociale offre una sintesi fruibile ai cittadini
e ciascuno degli stakeholder. L’Amministrazione provinciale di Cosenza è riuscita
a fornire ai suoi utenti un buon gradi di comprensione delle scelte compiute e degli
obiettivi perseguiti. Particolarmente apprezzabile è la fruibilità e la leggibilità del
documento sul sito web istituzionale”. Il che, con i tempi che corrono riteniamo non
sia poca cosa.
Vincenzo Filardi
Alessandria del Carretto e Plataci, cosi vicini e cosi lontani
E’ la storia dei due paesi dell’Alto Jonio:
vicini in linea d’aria, ma lontani per carenza di collegamenti viari. E’ questo il
destino che accomuna i due centri montani dell’Alto Jonio che sorgono su due
montagne contrapposte che ora guardano con più fiducia ad un loro avvicinamento stradale. Nelle scorse settimane
infatti, presso il comune di Alessandria
del Carretto, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra, del sindaco di Plataci Franco
Tursi, di Marsio Blaiotta presidente del
Consorzio di Bonifica Integrale e di Stefania Covelli della Coldiretti, è stato presentato il progetto per la realizzazione di
un collegamento rotabile sul fiume Saraceno che divide i due centri che, «oltre a
consentire un significativo avvicinamento viario tra i due paesi, servirà a rivitalizzare un vasto territorio, con possibilità di
una forte ricaduta sull’agricoltura e sulla
pastorizia, vere ricchezze di un passato
non molto lontano di tanti comuni calabresi». Promotore di questa iniziativa e di
questo progetto il sindaco di Alessandra
del Carretto Vincenzo Gaudio il quale,
nel presentare l’iniziativa, ha esortato «a
riaccendere i riflettori sulla “montagna”,
una tematica sempre più dimenticata e
quasi scomparsa dall’agenda politica.
Da uomo di montagna - ha affermato
il dottore Gaudio – sono convinto che
l’unica speranza per il futuro dei nostri
centri è il ritorno ad un sano rapporto tra
l’uomo, l’ambiente, la terra e l’esperienza
millenaria dei contadini, nella cui cultura
era forte il senso dell’onestà e della dignità. E’ proprio da quei valori eterni e
da quei 30 centimetri di humus che costituiscono la crosta terrestre dove il cibo
di riproduce che - secondo il sindaco
Gaudio - bisogna ripartire per dare un
futuro alla Calabria ed ai suoi giovani,
altrimenti in Calabria resteranno solo gli
anziani e i delinquenti ed essa sarà costretta a dipendere sempre più dal resto
del Paese». A seguire ha parlato il sindaco di Plataci Franco Tursi che ha ribadito
«l’esigenza di valorizzare e proteggere,
con interventi eco-sostenibili, i boschi e
la montagna di cui i due comuni sono
ricchi…». E’ toccato quindi al presidente
del Consorzio Marsio Blaiotta illustrare
il progetto, realizzato dallo staff tecnico
del Consorzio di Bonifica, coordinato dal
direttore dell’Ente ingegnere Biagio Cataldi: esso prevede un attraversamento
rotabile sul torrente Saraceno che unirà
due strade interpoderali già esistenti e
sarà inserito nei Bandi del Piar Calabria.
Blaiotta ha inoltre ricordato la pulitura dei
fossi di scolo nelle aree marine effettuati
dal Consorzio, che non venivano effettuate da diversi anni e tutti gli interventi
idraulico-forestali a difesa di un territorio
molto fragile dal punto di vista idro-geologico. Ha concluso i lavori l’assessore
Trematerra che ha evidenziato la bontà
e la genialità dell’intervento destinato a
rivitalizzare un vasto territorio e ad avvicinare due realtà contigue e molto omogenee. In conclusione l’assessore Trematerra si è soffermato sulle proposte di
legge in itinere in Regione: l’istituzione
dell’Azienda Regionale della Forestazione che passerà attraverso il riordino
delle Comunità Montane e dell’Afor, che
prevede distaccamenti territoriali in loco
e la nuova legge che prevede novità in
materia di Forestazione e di Politiche
della Montagna.
(P.L.R.)
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Ci troviamo già in pieno clima natalizio
ma in tutti i paesi siamo pure impegnati
a portare a termine la preziosa raccolta
delle olive. Purtroppo, non è mai capitato
di lasciare le olive sulle piante: l’olio
non si vende più! I recenti nubifragi che
si sono abbattuti in Toscana, Liguria e
Sicilia hanno provocato morti, crolli di
case e distruzione di strade. Ma la causa
di questi danni non è solo colpa delle
acque, perché diverse abitazioni erano
state costruite lungo i fiumi e con tanti
abusi urbanistici. Ora, i guai subiti fanno
mettere in allerta anche i paesi del Basso
e dell’Alto Jonio.
Mi trovo a San Lorenzo Bellizzi, per salutare i miei amici e anche per rivedere,
da vicino, il mio caro Pollino. Mi dicono
che c’erano stati incontri tra Calabria e
Basilicata per sollecitare la costruzione
della strada di congiungimento tra San
Lorenzo e Terranova di Pollino, quindi,
il sindaco Antonio Cersosimo scrive
alla Provincia di Cosenza dicendo che
“i lavori non sono mai partiti”. Passo
per Cerchiara e sento che il sindaco
Antonio Carlomagno scrive al presidente
dell’Amministrazione provinciale Oliverio
e al Procuratore della Repubblica di
Castrovillari per pulire i corsi d’acqua che
scorrono lungo il territorio: sono ormai
invasi di vegetazione e anche di rifiuti. Un
parrocchiano sprizza di gioia che l’effige
della Madonna delle armi sarà benedetta
…. da papa Benedetto ! Quando giungo
sotto la Caldana piego a destra ed entro
a Francavilla Marittima, dove si è svolta la
manifestazione archeologica sugli ultimi
reperti di Timpone della Motta. Poi, piego
un’altra volta a sinistra e tocco Villapiana:
assolta l’ex amministrazione comunale,
non si è commesso abuso di potere.
Si mobilita anche il gruppo di Futuro e
Libertà dell’Alto Jonio: nell’esecutivo provinciale figurano Fabrizio Falvo, Michele
Grande, Emilio Parrotta, Giandomenico
Amodeo, Antonio Fino, Giuseppe Turano,
Giampiero Dardano e il sindaco di Rocca
Imperiale Ferdinando Di Leo. Passo per
Trebisacce ma non riesco a prendere il
caffè e mi fermo in Amendolara: nella
sala municipale sono stati ricordati i
Caduti in guerra e si è parlato del libro di
Antonio Gerundino. Passo velocemente
per Roseto e mi dicono che la strada
provinciale che congiunge il paese con lo
Scalo è in pessime condizioni; il sindaco
Franco Durso e l’assessore Giuseppe
Nigro chiamano l’assessore provinciale
alla viabilità e aspettano una tempestiva
risposta. A Montegiordano c’è lutto: é deceduto a Taranto dove svolgeva servizio
l’Ispettore Eugenio Introcaso, aveva 57
anni . Il posto di Guardia medica viene
trasferito nei locali messi a disposizione
del Comune. Antonio del paese mi ricorda
l’ultima infelice notizia: “Pensavo che si
trattasse di un incontro fortunato quello
svolto tra i sindaci di Rocca, Montegiordano, Nocara, Amendolara e Oriolo e il
consigliere regionale Francuccio Morelli;
si era parlato dei problemi del territorio,
ma l’onorevole Francuccio è finito nel
…purgatorio !” Quindi, procedo verso
Rocca Imperiale. Ciccio mi dice che
“la notizia più importante del mese è il
riconoscimento avuto dal sindaco Ferdinando Di Leo dalla Sapientia mundi di
Roma per l’etica comportamentale delle
pubbliche amministrazioni 2011, e Rocca
è il paese dei limoni e della poesia !”
Infatti, c’è stato il grande agone letterario
del Premio Federiciano, al quale hanno
chiesto di parteciparvi ben duemila poeti
! Gli amministratori comunali fanno da
sponsor e la definiscono “una iniziativa
per tenere in vita e per valorizzare i
borghi medioevali”. Inoltre, al Castello
si è svolta anche la rappresentazione
teatrale dell’Orlando furioso. Salgo a
Canna e trovo sempre polemica, soprattutto per il Centro disabili ; la giovane
Maria Truncellito chiede trasparenza, il
difensore civico ed altro: ci si prepara alle
prossime elezioni ? A Nocara incontro
un asinello con un vecchio sul basto, tre
gatti, quattro cani e soltanto sette donne
e quattro uomini: una canzone napoletana diceva: “ a ccà nun ci sta nisciùno
!” Purtroppo, questa è la vera tragedia
dei nostri centri di alta collina.
Lungo la cresta do’ uno sguardo alla Lucania, tiro verso Oriolo e vedo tanti segni
di frane. Ma in piazza c’è un crocchio
di amici che dicono: “questo Comune
è stato inserito nel Piano di sviluppo
turistico regionale, il sindaco Franco
Calotta sottolinea che Oriolo ha i requisiti
per questa vocazione: la sua struttura
urbanistica medioevale ancora intatta, il
Castello,il Palazzo Giannettasio, il teatro
La Portella e altro”. Però, il consigliere
regionale Mario Franchino, senza gelosia
municipale, fa una piccola osservazione
di dissenso: “il Piano turistico regionale
non può mettere al palo gli altri comuni”.
Prendo le curve e giungo nella piccola
Farneta e incontro un altro deserto …
umano ! Qui, durante l’inverno sarà
pure grigio ! Procedo ancora più in
alto, la cerreta e le piccole masserie di
Ezzito sono il miglior presepe naturale
per Natale, e mi fermo ad Alessandria
del Carretto, dove si aspettano che le
strade per Terranova di Pollino e per
Plataci si facciano davvero, e presto.
Ma in Alessandria c’è stato pure l’assessore regionale Michele Trematerra
e si è detto impegnato per trovare fondi
per migliorare la struttura della strada di
congiungimento tra Plataci e la stessa
Alessandria: “Un piccola strada per risolvere un grande problema”, dice il sindaco
Vincenzo Gaudio. Scendo in Albidona
e vicino la chiesetta di San Rocco c’è
un gruppetto di amici che discutono di
“certe indennità che a Trebisacce erano
state riconosciute al 100 x 100, ma a
Rossano sono scese a 75”; uno dei
tanti Pasquale del paese dice: “bella
garanzia sanitaria ! Ospedale in rovina e
trattamenti da cani !”. Uno he si presenta
come ‘Ncìcco dice che “forse il metano
l’avremo a primavera del 2012”. Mentre
scendo verso la costa jonica, vedo che
la famosa curva di Rosaneto non sarà
aperta nemmeno per Natale.
Confronti
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Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
- N. 11 - Novembre 2011
A LT O J O N I O
Gruppo Speleologico Sparviere: una sezione PLATACI. La rivista Bashkë e il Calendario storico
distaccata a Cassano Jonio
Le attività del Gruppo Speleologico
“Sparviere” nascono nel 1976. Seguono
anni di intensa attività in Italia e all’estero.
Una delle imprese scientifico-esplorative
più belle è del 1989, nella regione della
Laconia della Grecia. Nel corso di queste
ricerche alle qualin parteciparono tra
gli altri Felice Larocca, Pippo Larocca
e Domenico Napoli, viene scoperta la
Grotta Buca della bora, sulla quale Antonio Larocca, lo speleologo greco Gianni
Kofinas, Lorenzo Zaccaro, attuale presidente del gruppo e altri speleologi dello
“Sparviere” hanno effettuato una serie di
esplorazioni, culminate con la redazione
del rilievo, l’inquadramento geologico e
lo studio della cavità in generale.
Il Gruppo speleologico di Alessandria del
Carretto è andato sempre crescendo di
numero: merito di chi ha diretto il gruppo
e dei soci. Seguendo la politica, portata
avanti da sempre, di allargare i praticanti della speleologia, il 12 novembre
2011, nell’incontro di Villapiana è stata
ufficializzata la nascita della sezione
distaccata del Gruppo speleologico di
Cassano, città che ha visto svolgere, da
circa quindici anni, una intensa attività
di ricerca da parte dello “Sparviere”.
Gli speleologi dello "Sparviere" sono
stati contattati dalle Scuole dell’Istituto
“ Corrado Alvaro”, dove hanno tenuto un
corso di introduzione alla speleologia al
quale hanno partecipato più i 40 persone, non solo studenti ma anche cittadini
interessati all’argomento grotte.
Dopo un anno dal corso, è stata ufficialmente costituita la sezione distaccata
di Cassano che è stata inaugurata l'11
di dicembre. Dalle costole del Gruppo
“Sparviere” sono nate altre sezioni
staccate: la prima è sorta a S. Lorenzo
Bellizzi, negli anni 80; poi, negli anni 90,
nacque Cosenza Speleologia, a metà
anni 90, quella di Viggianello. Agli inizi
del 2000 fu la volta di Pieve di Soligo
(Treviso), dove nacque un altro gruppo
speleologico a cura di un socio emigrato
in quella città e ancora dopo, a Noto,
Crotone e Ruvo di Puglia.
La molla coinvolgente di queste attività è
la stessa che spingeva, qualche secolo
fa, Leonardo da Vinci ad avvicinarsi alle
grotte: “E tirato dalla mia bramosa voglia,
vago di vedere la gran copia delle varie e
strane forme fatte dall’artifiziosa natura,
raggiratomi alquanto infra gli ombrosi
scogli, pervenni all’entrata d’un gran caverna, dinanzi alla quale, restato alquanto
stupefatto e ignorante di tal cosa, piegate
le mie reni in arco, e ferma la stanca
mano sopra il ginocchio, colla destra
mi feci tenebre alle abbassate e chiuse
ciglia, e spesso piegandomi in qua e in là
per vedere s’entro ne discernessi alcuna
cosa, e questo vietatomi per la grande
oscurità che là entro era. E stato alquanto,
subito salsero in me due cose: paura e
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desidèro; paura per la minacciante e scura
spilonca, desidèro per vedere se là entro
fosse alcuna miracolosa cosa.”
(Antonio Larocca)
Riprende le pubblicazioni la rivista BashkeInsieme, fondata nel 1989 da Costantino
Bellusci. Esce come supplemento del n.
144 della rivista Katundy Yne di Demetrio
Emmanuele (Civita).
E’ un giornale greco-albanese della Parrocchia di Plataci; si occupa di cultura e
Montegiordano piange un suo illustre
concittadino: l'ex Questore Introcaso
La cittadinanza di Montegiordano è a lutto
per la morte di un suo illustre concittadino,
Eugenio Introcaso, che ha lottato sino
all’ultimo giorno con coraggio e dignità
contro un male incurabile. Introcaso era
nato a Montegiordano il 23 aprile del 1944
e aveva ricoperto importanti incarichi nella
polizia di Stato. Dopo essersi laureato in
giurisprudenza, scienze politiche e grafologia, si arruola nel settembre del 1970
con il grado di vice commissario. Dal 1972
al 1985 ha diretto la squadra della volante
della Questura di Taranto. Dal 1986 in poi
ha svolto numerosi incarichi come dirigente
presso la Questura di Lecce e Gallipoli.
Successivamente viene trasferito presso
la divisione della polizia anticrimine di Cagliari dove rimane alcuni anni e poi passa
alla Questura di Reggio Calabria. Venne
nominato Vicario alla Questura di Messina
nel 1996 e nel 1998 raggiunse l’apice della
sua carriera con la nomina a Questore.
Dirige la Questura di Matera fino al 2002 e
per un breve periodo anche la Questura di
Pisa. In ultimo si trasferisce alla Questura
di Taranto dove presta servizio dal 2003 al
2007. Una breve apparizione in politica nel
2006 come candidato a sindaco di Taranto,
per il centrodestra. Al servizio dello Stato
ha dedicato le sue migliori energie giovanili
con senso di umanità e intelligenza. Era
una persona stupenda, affabile, disponibile
e alla mano con tutti e soprattutto legato
alla sua Montegiordano. Ma Introcaso
era legato anche a Trebisacce, non solo
perché vi abitano i suoi parenti, ma anche
perché ha avuto una parentesi seppure
breve come calciatore tra i Giallorossi. Al
suo funerale erano presenti rappresentanti
della Polizia di Stato di Taranto e Cosenza,
dei Carabinieri, della Guardia di Finanza,
dei Vigili Urbani e della Capitaneria di
Porto, oltre al tricolore una delegazione di
reduci della Polizia di Stato a cui Introcaso
ha dedicato le sue energie migliori. Alla
fine della celebrazione del rito religioso, il
ricordo struggente del figlio Antonello che
ha ricordato il papà, quel papà “capace di
prendere quattro aerei nella stessa giornata pur di rientrare a casa tra i figli e la moglie
che lo aspettavano”. Anche il cognato e
amico inseparabile Mario Manera, lo ha
ricordato commosso. Lascia la moglie Lidia
e i figli Antonello e Valentina.
Alessandro Alfano
ALBIDONA
attualità. In questo numero potrai leggere il
saluto del parroco P.Ariton Ilies, la cronaca
e gli orientamenti pastorali del II Sinodo interparrocchiale delle Eparchie di Lungro e di
Piana degli Albanesi, argomenti di Arberia e
anche un intervento sulla sorte dell’Ospedale
di Trebisacce. Infine, troverete anche ricette di
cucina arbereshe e un canto mariano platacese
(Dolce Vergine Maria).
Bello e interessante, come la rivista Bashke,
anche il Kalendar bizantino-greco-arbereshe:
oltre ai cenni storici di Plataci. I redattori del
Calendario hanno corredato i 12 mesi dell’anno
con interessanti schede storiche e biografiche
sui vari personaggi religiosi di Plataci: il clero
locale dal 1801 a oggi, il papàs poeta Demetrio
Chidichimo, il prete patriota del ’48, Angelo Basile (che scrisse un inno alla Vergine assisa al
monte), papàs Domenico D’Agostino, la beata
Maria Floccco, il vescovo Giovanni Stamati.
E Severina Brunetti ci inviita a vedere il Presepe
vivente di Plataci. Grazie.
Quadro della signorina Rosa Chiara Bentivenga:
Chiesa di Plataci e papàs F.co Chidichimo
ALBIDONA
CULTURA
Maria, vivrai nella nostra memoria L’ALTRA
Per quelli che amano la storia
“Il giusto, anche se muore di morte immatura, sarà beato”
(Libro della Sapienza, 4/7)
Che tristezza ! Sì, non si tratta solo di un
grandissimo dolore, ma è pure umano che ci
scappi un po’ di rabbia: perché Maria, giovane
ostetrica di soli 41 anni e madre di tre bambine,
non tornava da una discoteca e non meritava
questo destino crudele. Era partita di sera,
dopo aver baciato i suoi tre gioielli; aveva
lavorato per tutta la notte presso l’Ospedale
di Castrovillari; la mattina dell’Immacolata,
terminato il servizio, si dirigeva con l’auto per
tornare a casa, in quel di Villapiana. Dal dritto
asfalto sotto Francavilla ci volevano solo 10
minuti per rivedere i suoi cari, ma la tragica
sfortuna ha stroncato le sue speranze e la
sua giovane vita. Si è spezzato l’albero forte
che dava amore e conforto. Oggi, in paese si
vive il più grande cordoglio; l’Amministrazione
comunale ha dichiarato il lutto cittadino; la
chiesa di San Michele dove è stata battezzata
e dove ha coronato il suo sogno d’amore è
stracolma di amici e di parenti venuti anche
da lontano, e accanto alla bara c’è un’altra
Madonna addolorata. La morte è ingiusta, non
è più la sorella di San Francesco, quando fa la
spietata contro una persona indifesa, contro
chi ha compiuto il proprio dovere sul lavoro,
nella famiglia e nella propria comunità. Pure
i genitori di Maria hanno dedicato la vita al
lavoro; sono generosi con gli altri, hanno fatto
i donatori di sangue.
Non ci sono parole; soltanto il dolore dei cari
è inconsolabile. La consolazione formale e
il sentirsi uniti solo nella disgrazia possono
sembrare ipocrisie, Ma ci sentiamo vicini al tuo
Roberto, alle tre
bambine, a papà
Michelangelo, a
mamma Rosetta, ad Angela, a
Pietro, a Lello,
che ti volevano
tanto bene. Ma la
persona scomparsa, quando lascia buone
“eredità di affetti, appartiene anche agli altri
e resta sempre viva nella memoria collettiva.
Maria, ti vogliamo bene anche noi.
e le tradizioni della propria comunità: potete chiedere in pdf e
riproduzione cd e dvd degli ultimi
nostri elaborati: Un prete fratello
– Ricordo di don Carmelo Tucci
(per il decennio della morte); L’artista Pasquale Rago (Pascàghe’i
Diàna): un altro dimenticato; ‘A
filacia puamma – Un matrimonio
tradizionale ad Albidona (di Pippo
Franco). Sono disponibili anche i
36 Quaderni dell’Altra cultura.
Roseto Capo Spulico
Siamo fraternamente
vicini a Pina Silvestri
Si è spento in Cosenza, repentinamente,
Francesco Bellofiore, militante di sinistra
e sempre impegnato nel sociale. Alla
moglie prof.ssa Giuseppina Silvestri,
pure politicamente presente per il partito
in cui militava, per l’Alto Jonio e per la
scuola, ai parenti tutti le nostre più sentite condoglianze. Siamo fraternamente
vicini a Pina Silvestri.
(Confronti e i vecchi compagni del
PCI)
Abbiamo ricevuto il libro
Montegiordano – Antica Chiesa
Matrice (distrutta) ed altri Luoghi di Culto – Con cronotassi
dei sacerdoti. Tipolitografia
Jonica (Trebisacce), 2011. Ne
parleremo in queste pagine di
Confronti.
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- N. 11 - Novembre 2011
Confronti
Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
ALTO JONIO e DINTORNI
Villapiana sede internazionale
di un prestigioso progetto musicale
Il Dipartimento Musica dell’Accademia
Delle Arti “F. Cilea”, con sede anche
a Villapiana, in via De Franco Pietro,
32, con il Patrocinio della Fondazione Field Calabria, ha sottoscritto un
protocollo di intesa con la Facoltà di
Musica di Timisoara - l’Università del
Vest - Romania, tra le più apprezzate
e prestigiose Istituzioni musicali d’Europa, per il rilascio della Laurea in Musica
di Primo livello, nonché per i successivi
Master e Dottorato. Il progetto, che ha
visto un iter diplomatico, burocratico e
legislativo internazionale durato quattro
anni, è stato siglato lo scorso 14 Aprile
2011, nella Sala “Orpheus” dell’ateneo
romeno, tra il Dipartimento di Musica
dell’Università del Vest e il Dipartimento
Musica dell’Accademia Delle Arti “F.
Cilea”, in esclusiva per l’Italia. Hanno
siglato l’accordo la Maestra d’Arte
Rosalba Magnoli, Presidente della “F.
Cilea” ed il Dr. Prof. Univ. Walter Kindl,
Decano della Facoltà di Musica. Ospiti
d’eccezione, che hanno presenziato
ufficialmente alla firma del protocollo,
il Dott. Mimmo Barile, Presidente della
Fondazione Field Calabria e la Dott.ssa
Marilù Vulnera, madrina dell’Accademia
“F. Cilea”. In riferimento alle Leggi che
regolano i rapporti accademici con le
università straniere, il percorso didattico istituito nella “F. Cilea” prevede un
Biennio di Pre-Laurea, (a fronte, per la
maggior parte dei casi, dei cicli di studio
pre-accademici istituiti nei Conservatori
italiani 3 + 2 + 3 anni) superato il quale
si potrà accedere ai Corsi universitari.
Le iscrizioni agli esami di ammissione scadono il 7 ottobre prossimo.
La relativa modulistica può essere
scaricata da internet, al sito: http://
www.universitaeuropeadellamusica.it/
modulistica.html
foto: da sinistra: Il Maestro Rosalba
Magnoli, Presidente della “F. Cilea”;
Il Dr. Prof. Univ. Walter Kindl, Decano
della Facoltà di Musica; Il Dott. Mimmo
Barile, Presidente della Fondazione
Field Calabria.
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Il partigiano Giovanni Zoll, confinato a Cerchiara di Calabria
Il dott. Pino Marano ha rintracciato
una notizia riguardante il partigiano
Giovanni Zoll, che nel 1939 fu confinato in Cerchiara di Calabria. Zoll
era nato a Fiume Veneto (Pordenone)
nel 1908 e morì nel novembre del
1943. Era di origine contadina ma
faceva l’operaio siderurgico. Entrato nell’organizzazione comunista
clandestina di Trieste, fu arrestato
nel 1936. Liberato nel 1941, tornò
a Trieste aggregandosi a una brigata
partigiana slovena; arrestato nuovamente nel ’43, riottenne la libertà e
divenne comandante del 14a brigata
“Garibaldi-Trieste”. Lottò duramente
contro i Tedeschi ma cadde in una
imboscata nemica. Sono stati pubblicati due libri sul partigiano Zoll; uno
è del prof. Agostino Rosset, Lettere
dal confino, dove si trova anche uno
scritto rivolto alla sorella Emma.
Chi a Cerchiara avesse notizie e
ricordi di questo partigiano, si metta
a contatto con la nostra Redazione.
Grazie.
La zampogna della Totarella in Svizzera
Dopo lunghi giri per l’Europa, la zampogna e l’organetto della Totarella
arrivano anche in Svizzera per salutare
gli emigranti albidonesi: qui, dopo una
sontuosa abbuffata di piatti tipici, si
taglia un bel “tòtaro” di salamino con
una lunga scimitarra, e si beve la miglior
birra ! E poi, una lunga suonata con la
fisarmonica di Antonio Golia (Ntuòne),
con l’organetto di Antonio Arvia e con la
zampogna di Paolo Napoli, col maestro
Leonardo Rago.
Inaugurato il monumento alla medaglia d’oro Alfredo Lutri
Trebisacce, 4 novembre 2011. E’ stato
inaugurato il monumento a bersagliere
Alfredo Lutri, medaglia d’oro al valor
militare. Nel corso della cerimonia è
stato detto che “Lutri ha dato onore,
dignità e una eredità storica alla nostra
città”, quindi ha meritato anche un
commosso requiem da parte della nostra
comunità. Allo stesso Caduto in guerra
era stato dedicato il Corso principale e
il campo sportivo di Trebisacce. Ora,
ognuno che passa per corso Alfredo
Lutri potrà ammirare questo doveroso
ricordo e potrà dire: “questa è la città del
medagliato d’oro”.
In questo particolare 4 novembre, mi è
toccato anche l’onore di portare la nostra
bandiera tricolore; ne sono fiero, come
cittadino e come ex combattente della
seconda guerra mondiale. Quando sono
stato eletto presidente dell’Associazione
Reduci e Combattenti ho lanciato l’appello a realizzare proprio un monumento ad
Alfredo Lutri e ho cercato di ricostruire
tutta la storia del bersagliere medaglia
d’oro. Il 4 novembre 2011, per mancanza
di tempo, non potevo leggerla integralmente; mi sono limitato a comunicare
solo una parte di essa, sentita anche
nella manifestazione teatrale del prof.
De Vita: “ . . . prima di morire, il nostro
eroe Alfredo Lutri disse al suo Capitano
Leone: - Portate la mia camicia insan-
guinata alla cara e sfortunata mamma;
la metterà nella mia bara; per ricordo,
portatele anche un bacio-. Il Capitano
eseguì il desiderio espresso dal soldato
trebisaccese e consegnò la camicia alla
mamma Giuseppina Costa, la quale
non poteva fare altro che versare, con
cuore affranto, le sue disperate lacrime,
perché il suo dolore immenso è lo stesso
di quello di tantissime altre mamme dei
nostri Caduti. Questa storia di Alfredo
Lutri l’ho mandata al concorso di poesia
svoltosi all’Aquila ed’è stata premiata
con diploma d’onore e medaglia dorata.
Il mio personale apprezzamento, riconoscimento e ringraziamento, ben meritati,
vanno allo stimatissimo cardiologo Leo-
nardo Odoguardi e al cavaliere Umberto
Stefani, presidente dell’Associazione
Bersaglieri di Lucca. Sento di rivolgere un
altro doveroso ringraziamento all’intera
Amministrazione comunale, guidata dall’
architetto Mariano Bianchi, a cui dobbiamo riconoscere il merito di aver dotato la
nostra cittadina di una villetta comunale
che porta il nome del nostro eroe. Inoltre,
ritengo ringraziare il consigliere provinciale Franco Mundo e l’Associazione
Nazionale dei Combattenti e Reduci di
Roma per il contributo datomi per la realizzazione del monumento. Ai cittadini,
autorità militari e civili tutte, comunico
con sentito orgoglio che l’Associazione
Nazionale Reduci, dalla Prigionia dell’Internamento della Guerra di Liberazione
di Roma, in occasione del 4 novembre
2011, tramite il Presidente Esecutivo
prof. Enzo Orlanducci, ha donato una
targa ricordo in memoria di Domenico
Malatacca, consegnata al di lui fratello
maggiore cav. Giuseppe Malatacca. Tale
riconoscimento si aggiunge agli altri già
ottenuti dal Ministero e dal Presidente
della Repubblica. Voglio concludere con
un saluto cordiale a tutti quelli che sono
stati presenti alla manifestazione del 4
novembre. (Il presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci di Trebisacce
Michele Lofrano)
Confronti
Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
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- N. 11 - Novembre 2011
Alto JONIO e dintorni
Il libro Gerundino e i Caduti dell’Alto Jonio Ricordando Don Cosimo Massafra
Amendolara, 4 nov.2011. Nella sala
consiliare c’è molta gente; si parla della
proposta dell’Associazione Azione Sociale, dei Caduti in guerra e del nuovo
libro di Antonio Gerundino. I relatori sono
Leonardo Alario, Giuseppe Trebisacce,
Antonio Laschera, il sindaco Antonello
Ciminelli, Rocco Silvestri e lo stesso
Antonio Gerundino. Conduttore del
dibattito, il giovane giornalista Vincenzo
La Camera, che parla del “lavoro certosino” di Gerundino. E’ stato presente
anche l’ex combattente del Secondo
storia dimenticata”. Leonardo Alario dice
che “la nostra memoria si conserva nella
gioia e nel dolore. L’eroe non è solo quello
“senza paura”, c’è anche quello che ha
paura di morire ma si batte per la libertà.
Catone diede la vita per la libertà. Questi
Caduti avevano capito che il loro sacrificio
era necessario”. Conclude che “il libro
di Gerundino è condotto con metodo
rigoroso ed’è una finestra spalancata
su Amendolara; riusciamo a capire chi
siamo, a scoprire le nostre radici e i fatti,
conflitto mondiale Vincenzo Calienni,
di 89 anni.
Il sindaco Ciminelli accenna al 150°
dell’Unità d’Italia e aggiunge che il lavoro
di Gerundino ha permesso di incidere sul
monumento altri quattro Caduti. Ricorda
il tenente Domenico Sola, che ferito in
battaglia, si è fatto subito medicare ed’è
tornato sul fronte. Il primo cittadino ha
detto un’altra cosa interessante: “ i Caduti
della guerra devono essere accomunati
a quelli caduti sul lavoro; non possiamo
perdere la memoria, altrimenti, non
sappiamo dove andare”.
L’architetto Laschera, presidente di
Azione Sociale-Alto Jonio, ha detto che
questa Associazione è nata in Sicilia,
si occupa del sociale e dei giovani in
cerca di lavoro; ha ricordato Rocco Sisci
che nel 1918 fondò l’Associazione pro
Amendolara e istituì la prima scuola.
Venendo a Gerundino, l’ha definito “un
bravo storico”. L’ex direttore didattico
Rocco Silvestri emoziona il pubblico con
i suoi ricordi di famiglia: “questa data mi
è cara, anche per mio padre nella guerra
1915-18: Francesco Silvestri, indimenticabile per i suoi discorsi commemorativi, ebbe due ferite, si è trattato di una
pallottola o di schegge di una granata ?”
Anche Silvestri ricorda Domenico Sola,
facendo la cronistoria dei monumenti :
“quel Germanò che doveva scolpire il
monumento, venne meno all’impegno
d’onore; optò per Terranova di Sibari e fu
oggetto di una violenta poesia di un poeta
locale. Poi, nel 1929 fu invitato lo scultore
Lucisano”. Il direttore Silvestri, poeta e
autore di molti scritti, parla anche degli
altri libri di Gerundino. Gianni Mazzei
da’ un taglio socio politico del libro ed’è
anche critico su certa retorica del 150°
e su certi modi romantici del ricordo dei
Caduti d’Italia. Riesaminando il fenomeno del brigantaggio, conclude che anche
i contadini di Amendolara credevano ai
valori della libertà, come gli emigranti e
altri caduti: “ occorre mettere insieme
questi elementi, per riscoprire l’altra
solo se possiamo conoscere la nostra
storia”. Giuseppe Trebisacce, leggendo il
libro di Gerundino, cita i 700 mila Caduti
italiani; i Caduti dell’Alto Jonio sono 500, e
50 sono di Amendolara. Erano contadini
usati anche come carne da macello.
Nel libro di Gerundino c’è l’intreccio
di storia locale con quella nazionale,
rigorosamente ricostruita; è un punto
di riferimento per tutto l’Alto Jonio. Le
scuole, come diceva Rocco Silvestri, non
possono restare indifferenti”. Al termine
della manifestazione ha parlato anche
l’editore Franco Alimena e sono stati
distribuite copie del libro di Gerundino
ad alcuni familiari dei Caduti.
(giuseppe rizzo)
Il figlio di un caduto:
mio padre era contro la guerra
Ho assistito a diversi dibattuti sul 150°
dell’Unità d’Italia, sul fenomeno del
brigantaggio postunitario, sul concetto
di patria e anche sulla guerra. Tranne
poche voci controcorrente, si continua
a fare troppo retorica, romanticume e
strumentalizzazione. I morti non possono più parlare; anch’io sono figlio di
un caduto in guerra; quando mio padre
partì per il fronte greco, io avevo tre anni.
Non ricordo mio padre soldato; non è più
tornato, però ho saputo che era contro la
guerra, non voleva uccidere il nemicofratello, era contadino e voleva rimanere
nel suo paese, nella sua terra, con suo
figlio e con sua moglie. Io non sono contro
la memoria e contro il Paese, ma certe
manifestazioni del 4 novembre non le
vorrei proprio vedere; si parla di “eroi” e
si fanno dire ai morti ciò che non hanno
detto e che non volevano. La guerra non
ha ucciso solo mio padre; ha ucciso la
pace e la fratellanza.
(un figlio di caduto in guerra)
L’apostolo Paolo dice ai Corinzi: “Circa
i doni spirituali, fratelli, non voglio
che siate nell’ignoranza. Voi sapete
che, quando eravate Gentili, eravate
trascinati dietro agl’idoli muti, secondo
che vi si menava. Perciò, vi fo sapere
che nessuno, parlando per lo Spirito di
Dio, dice: Gesù è anatema! e nessuno
può dire: Gesù è il Signore! se non per
lo Spirito Santo. Or vi è diversità di
doni, ma v’è un medesimo Spirito. E vi
è diversità di ministeri, ma non v’è che
un medesimo Signore. E vi è varietà di
operazioni, ma non v’è che un medesimo Iddio, il quale opera tutte le cose in
tutti.” Tutta la Chiesa è per sua natura
missionaria. E’ inviata, nella sua totalità,
ad annunciare, celebrare e testimoniare
l’amore di Dio per il Suo popolo; è
mandata, cioè, ad evangelizzare le
genti, a portare la Parola di Dio a tutti
i figli, anche e soprattutto a quelli che
sono lontani, gli ultimi, che non sanno di
esserlo, perché, in tal modo, tutti abbiano
la possibilità di salvare la propria anima.
Coloro che vivono la vita consacrata,
che è il dono divino che la Chiesa ha
ereditato dal suo Signore, sono chiamati
più direttamente a vivere quella forma di
vita che lo stesso figlio di Dio scelse di
attuare, per fare la volontà del Padre, e
che poi propose ai Suoi discepoli. Tutti
coloro che accettano questa chiamata,
che la ascoltano dalla Sua stessa voce,
sono invitati a lasciare abitazione,
lavoro e famiglia e ad abbracciare
quell’ideale di povertà, che riescono a
capire solo quelli che sono destinatari
del messaggio. Rinunciando ai beni
materiali, essi seguono più da vicino il
Maestro, possono dedicarsi al servizio
apostolico ed adottano uno stile di vita
diverso dall’ordinario, evidentemente più
vicino a Dio e più apertamente di fede.
Il sacerdote è colui che vive lontano da
tutti per essere legato a tutti, ma anche
i fedeli laici sono chiamati a prendere le
distanze dalla realtà e dai beni materiali,
se vogliono conformarsi agli insegnamenti del Signore e professarsi cristiani.
Evangelizzare vuol dire proclamare al
mondo, e soprattutto a coloro che ancora
non lo sanno, che Cristo Gesù, incarnatosi tra gli uomini, morto sulla Croce per
l’umanità, è risuscitato, è asceso al Cielo
ed ha offerto a tutti l’opportunità della
salvezza. L’evangelizzazione contiene
anche la predicazione della speranza,
l’annuncio del conforto, la certezza di
quell’amore che si è irradiato da Cristo
fino ai giorni nostri. Quell’amore, che
Iddio ci ha benignamente concesso,
noi lo dobbiamo moltiplicare ed offrire ai
nostri fratelli, dai più vicini ai più lontani,
senza differenza di razza o pelle, senza
guardare al ceto sociale o alla cerchia
di amici. Quest’atto d’amore, di così
elevato significato dottrinale e teologico,
raggiunge il suo culmine nell’attuazione
ed estrinsecazione dei Sacramenti,
segni tangibili di quella Grazia che il
Signore ha voluto perpetuare come
anello di congiunzione tra la Sua Maestà
e la nostra pochezza, affinché potessimo
fortificarci nello spirito, prima dell’eterno
incontro con Lui. Mons. Don Cosimo
Massafra era nato il 3 luglio 1911 ed
è morto il 9 giugno 1988. Ha fondato
l’allora Parrocchia Sacro Cuore di Maria
di Pino Cozzo
in Trebisacce,
attuale Parrocchia Cuore Immacolato della
Beata Vergine
Maria. Chi lo ha
conosciuto sa
che ha vissuto la
sua vita alla luce degli insegnamenti di cui
si è detto, si è fatto vicino al prossimo, ha
elargito sorrisi ed ha fornito rimproveri,
si è emozionato di fronte alla grandezza
di quel Signore che ha servito giorno e
notte, a cui è sempre rimasto fedele, a cui
si è ispirato per portare la lieta novella alla
gente. Era sempre disponibile, accoglieva chiunque e dovunque, la sua casa era
la casa di tutti, e là continuava ad offrire
insegnamenti e consigli, benedizioni e
suggerimenti. Il mandato missionario
ricevuto, all’interno del popolo di Dio,
veniva prima di ogni cosa, era indiscutibilmente prioritario rispetto ad ognuno
e ad ogni avvenimento, anche familiare;
bisognava che il suo carisma occupasse
il primo posto e portasse frutti di conversione e di affiliazione. Don Cosimo
Massafra ha lasciato un’eredità in tutta la
comunità trebisaccese e in tutta la diocesi
di Cassano allo Ionio. I vescovi giustamente lo rispettavano, i suoi parrocchiani
giustamente lo amavano, i suoi familiari
giustamente lo adoravano. Costituiva un
punto di riferimento per piccoli e grandi,
e per ciascuno aveva parole di conforto
e di elogio. Memorabili restano le sue
omelie, specialmente quelle officiate
durante le Messe solenni, come nei
giorni di Natale o Pasqua, ed impresse
restano ancora oggi, come se passassero davanti ai nostri occhi, le sue parole,
pronunciate con immancabile emozione
e tremore, perché rivolte a quel Signore
da lui venerato. Noi vogliamo ringraziare
Iddio, che ci ha voluto tanto bene da
farcelo conoscere di persona, che ce
lo ha fatto stimare ed amare, che ci ha
fatto ascoltare i mòniti che ci ha lasciato
in eredità, per tutto il bene che ha saputo
e voluto elargire al popolo a lui affidato,
nella certezza, che ci viene dalla nostra
fede, che un giorno godremo ancora
della sua presenza. Ora, gli si vorrebbe
intitolare la piazza antistante la chiesa
fondata da lui. Sarebbe un importante e
visibile riconoscimento alla sua vita tanto
votata alla sua missione.
Libri e manifestazioni culturali
Dante Maffia. Lunedì 12 dic., alle ore
17, presso il Liceo scientifico “Galileo
Galilei” di Trebisacce si parlerà dello
scrittore Dante Maffia. Relazioneranno
il dirigente Tullio Masneri, il sindaco di
Roseto Franco Durso, Alfredo Bruni, Giorgio Delia, Leonardo La Polla, Gennaro
Mercogliano, Clara Latronico, Eugenio
Nastasi. Coordinerà Franco Maurella.
Il tema della serata culturale è: Dante
Maffia artefice di sogni e di cultura.
Il Musagete. A Francavilla Marittima si
è svolta la seconda edizione del premio
Calabria-Lucania, a cura dell’Associane
culturale “il Musagete”. Il premio riguardava la poesia edita ed inedita, il libro e
il giornalismo.
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Confronti
- N. 11 - Novembre 2011
Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
Trebisacce e Dintorni
Una medaglia per ricordare Dal Bastione alla Fornace, dal Saraceno alla Pagliara
“iàte’a a pasc i crape!”
la storia di Trebisacce
Nell’Aula Magna del Liceo Scientifico,
alla presenza di molti ospiti di prestigio,
del corpo docente e degli studenti, si
è svolta la cerimonia conclusiva del
Progetto Didattico “Una medaglia per la
città”, nata dall’idea del dottor Leonardo
Odoguardi e del Dirigente Scolastico
Tullio Masneri. In mezzo ad una folla di
studenti, che hanno partecipato al disegno del bozzetto per Trebisacce, guidati
Monetae della Zecca di Lucca, la più
antica d’Italia, Giuliano Marchetti che,
visibilmente commosso di trovarsi
insieme ai giovani liceali, ha ripercorso
i momenti tecnici della realizzazione
numismatica. Sul “dritto” della medaglia
(nella foto) è raffigurato lo stemma del
Comune come lo raffigura l’Araldica,
intorno la scritta Città di Trebisacce. Sul
“rovescio” invece, la prima immagine
dalle docenti Lidia Mazzone e Rosanna
De Gaudio, il dirigente Tullio Masneri ha
sottolineato il ruolo della scuola nella
valorizzazione del patrimonio umano,
storico e monumentale di Trebisacce e
dell’Alto Ionio, mentre il dottor Leonardo Odoguardi, studioso e storiografo
trebisaccese, ha parlato del progetto e
delle scelte operate nell’elaborazione del
bozzetto della medaglia che racchiude il
significato storico di una città della Magna
Grecia, con il toro di Sibari al centro e i
quattro bozzetti disegnati dagli alunni. E’
quindi seguito il saluto del Presidente di
Italia Nostra Architetto Angelo Malatacca
che ha sposato in pieno l’iniziativa tesa
a valorizzare la storia e l’identità della
città. E’ infine intervenuto il Magister
raffigura l’età protostorica di Broglio, la
seconda, a lato, richiama l’epopea della
Magna Grecia con una imbarcazione
caratteristica, in basso, il Centro Storico e
quindi il periodo bizantino e, a fianco, l’era
moderna con il sole, il mare, il pontile. In
tutte e quattro le espressioni artistiche
è costantemente presente il campanile
del centro storico ed i frutti della terra.
Al centro la moneta con il toro di Sibari
simbolo di appartenenza alla civiltà della
Magna Grecia, intorno, oltre a Megale
Hellas, è riportato il termine bizantino
e quello che risulta scritto nella Platea
della Mensa Vescovile di Cassano Jonio
del 1560, oltre ovviamente a quello
odierno.
(p.l.r.)
Il mal di gotta: se ne discute all’Associazione Diritto per anziani
Organizzato dall’Associazione Diritti Anziani, pres.te Michele Maggio, segretario
Giovanni Lizzano, sponsorizzato dalla
Menarini, si è tenuto nei locali della Misericordia , in Trebisacce, un interessante
incontro sul tema: La gotta, Relatore il
dott. Sergio La Guardia, che ha illustrato,
con dovizia di esempi concreti ed in modo
semplice ma esauriente sintomi, conseguenze, cure della malattia. Interessato
e attento l’uditorio che alla fine ha posto
una serie di domande su casi personali, ai
quali il relatore ha fornito , con pazienza
e competenza, esaurienti risposte. E’
seguito al termine , un rinfresco offerto
dagli organizzatori. Per dicembre è stato
annunciato un altro incontro sul tema .”Il
male inutile”. Ben vengano altre e simili
iniziative che illuminano tanti dubbi sulla
nostra salute , che è il nostro bene più
prezioso.
V. Filardi
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Leonardo Napoli
C.da Pagliara - Trebisacce
Sono un po’ arrabbiato, perché
un’amica e un amico mi hanno salutato
porgendo la mano sinistra: per me,
questo modo di salutare è una boriosa
cafonata. Ora, pure io chiedo scusa ai
nostri amici lettori che ci rimproverano
tanto ritardo, per questo numero di
Confronti. Abbiamo messo le mani in
tasca e dobbiamo pagare la tipografia
! Ma abbiamo ritardato anche per fare
i nostri auguri di BUONE FESTE di
Natale e Capodanno. Però, zu’ Rucch
ha dovuto fare anche una “passeggiatina” a Roma, per controllarsi la
pressione dell’occhio sinistro e anche
per far rivedere gli altri pezzi della
sua macchina umana, che è come la
macchina quattro-ruote; non si buca
solo la marmitta, ma si logora anche
il motore! Non sono proprio vecchio,
però il mio coetaneo compare Ciccio,
spesse volte mi dice: “cumpà, a vicchiàia
è nna carògna!”. Nella capitale ho visto
il papa, il presidente della Repubblica
Napolitano, il nuovo capo del governo
Monti, e anche il sindaco Alemanno !
Appena sono tornato nella mia cara città,
ho caricato scala, rampini,“manicella”
e “crucch” e ho cominciato la raccolta
delle olive: quest’anno sono una meraviglia; non vedi segnale di mosca
olearia; le drupe sono colorate tra il
verde e il nero e le puoi baciare e benedire! Mi dispiace che un raccoglitore
più anziano di me ha voluto inerpicarsi
sull’ulivo più alto ma è precipitato
sul roveto e sulle pietre sottostanti e
s’è conciato per le feste di Natale! Le
cadute dall’ulivo sono pericolose. Le
mie olive hanno reso al 12 per cento
e ho riempito due “zirri”! A Natale,
mia moglie, se avrà l’aiuto di nostra
nuora, mi farà le “crispelle”. Però, a
me, l’olio nuovo mi piace anche con la
“ffella rrussicata” del pane !
Ora, lascio questi sogni di squisitezze
locali e mi faccio il solito giro per
i quattro cantoni della nostra città:
dicono che il servizio della monnezza
vada male; ma io, i giovani addetti alla
raccolta, anche se qualche volta fanno
un po’di ritardo, stanno lavorando bene.
Siamo ancora noi cittadini a mancare
di senso civico, perché si continua a
buttare rifiuti non solo in mezzo alle vie
del paese ma soprattutto nella periferia:
guardate quante fetenzìe intorno agli
aranceti, specie sul lato del Saraceno,
fino al vecchio mattatoio ! Lungo il quartiere Sant’Antonio, sotto il cimitero, per
tutto il percorso di viale Europa, nel
quartiere Pagliara e 104, nel Lungomare ci vorrebbero tutti i Carabinieri
della zona. Non voglio più parlare dello
stadio “Amerise” e della spiaggia che
va dalla Torre di Albidona, al canale
Monaco, alla foce della Pagliara e alla
discarica, prima del vecchio campo di
calcio del Lungomare. Provate a girare
anche voi, e mi direte cosa significa
avere il paese pulito.
Dopo la rabbia di questo orribile sconcio ambientale, torno a corso Lutri per
fare una breve passeggiata con compare
Ciccio; ci vuole fare compagnia anche
il professore che sognava di fare l’assessore; davanti ai bar c’è sempre la
solita compagnia dei politologi e dei
sospettabili candidati a sindaco e a
consigliere comunale. Compare Ciccio li squadra uno ad uno e mi dice:
“Trebisacce non ha bisogno di arrivisti,
lecchini, e parassiti e analfabeti. Io,
questa volta, come sindaco ci metterei
proprio un raccoglitore di olive e di
arance; o uno che sa menare la zappa
e u crùcchie’i firr, cioè uno con i calli
nelle mani. I passeggiatori del Corso, i
dispensatori di promesse e quelli che si
autopropongono senza la segnalazione
della gente e dei partiti li manderei …
a pasc i crape!”.
(zu’ Rucch)
Avvicendamento alla guida della Segreteria Comunale: il dottor Donato Michele
Lizzano, originario di Albidona ma residente a Trebisacce, che ha svolto con
grande competenza e professionalità il
ruolo di segretario-capo del comune di
Trebisacce per circa 5 anni, su proposta
del Prefetto di Cosenza Cannizzaro,
ha accettato di trasferirsi alla guida del
comune di Corigliano ed al suo posto,
grazie alla Convenzione sottoscritta dal
comune di Trebisacce con quello limitrofo
di Villapiana, ratificata nel corso dell’ultimo
consiglio comunale, è arrivata, con incarico “a scavalco”, la dottoressa Loredana
Latronico, originaria di Amendolara ma
residente a Trebisacce, già in servizio da
alcuni anni nel comune di Villapiana dove
è molto apprezzata per sue qualità umane
e professionali. Il comune di Trebisacce,
grazie alla gestione associata del Servizio
di Segreteria Comunale, secondo quanto
si legge nella Delibera approvata dal
Consiglio, potrà unificare il servizio con
il comune contermine e dividere anche
l’onere economico che, con i tempi che
corrono, diventa… cosa buona e giusta.
La dottoressa Latronico, secondo la convenzione sottoscritta, svolgerà il suo orario
di servizio presso il Comune di Villapiana,
che rimane comunque comune capofila
dell’associazione, per 18 ore settimanali,
pari al 50% delle 36 ore previste dal servizio
e l’altro cinquanta per cento delle ore di
lavoro settimanale presso il Comune di
Trebisacce, con un significativo risparmio
della relativa spesa a beneficio dei due
Comuni. A entrambi i valenti funzionari
dello Stato un grande in bocca al lupo da
parte della redazione di Confronti.
Cambio di guardia alla Segreteria comunale
Confronti
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Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
TREBISACCE
L’Osservatorio di Orazio e Pancrazio
Politica in fermento
Il Sel (Sinistra Ecologica e Libertà) è impegnato in una forte campagna elettorale
per le prossime municipali: “il progetto è
che bisogna partire col centro sinistra”,
dice Regino, segretario del PD: “magari
con un candidato ex democristiano !”,
ironizza qualche altro dello stesso partito.
Amerise per il Psi, Schiumerini per il Sel,
e Aloia per i dipietristi dicono che l’attuale
amministrazione “è incapace di risolvere
i problemi”, perciò si dicono favorevoli
all’accordo per formare un’alleanza
forte e compatta”. Schiumerini si rivolge
anche alle Associazioni e ai giovani
che “vogliono diventare protagonisti”
e bisogna partire dal PD, per questo si
propongono le primarie. Infatti, il Sel e
il PD (con Mario Melfi, Mario Franchino
e Franco Pacenza) scrivono a più
mani una lettera contro il governo di
centrodestra. Gli stessi, in una recente
conferenza programmatica parlano di
ambiente, del settore commercio, dei
servizi per la cittadinanza, del turismo
e della cultura. Hanno invitato a parlare
i probabili alleati del progetto elettorale:
il prof. Piero De Vita, Walter Astorino e
anche altri esperti degli argomenti in
progetto. L’intesa vuole andare avanti,
i nuovi dirigenti dei partiti di centro sinistra ribadiscono che “bisogna superare
questa amministrazione”, ma il sindaco
Bianchi risponde: “Abbiamo realizzato
tante opere per la città”.
Si danno da fare anche i militanti dell’Udc,
che intendono creare una sede zonale
per il Partito di Casini; nel loro ultimo
incontro erano presenti i rappresentanti più in vista dell’Alto Jonio: Davide
Cavallo, Pino D’Urso, Pietro D’Agostino
e Antonio Malatacca di Trebisacce,
Paolo Montalti e Vincenzo Lo Giudice
di Villapiana, l’assessore Gregorio
Scigliano di Amendolara e anche il
sindaco di Rocca, Ferdinando Di Leo.
Gli Uddicini dell’Alto Jonio promettono
che “faciliteranno la presenza costante
dell’assessore regionale Trematerra”,
si battono pure per l’ambiente e hanno
affrontato pure una “elaborazione di linee
Non sono più
Sono deceduti Enrico Miniaci, Giuseppe
Tarsia, Pino Garofalo, Pietro Santagada,
Antonia Amerise ved. Petrone. Sentite
condoglianze per tutti i familiari dei cari
defunti.
Leonardo Amerise. Ci
ha lasciato Leonardo
Amerise, conosciuto
da tutti come ”Narduzzo u parrucchiere”.
Cresciuto con la madre, il padre emigrato
lui piccolissimo “nella
terra du scurdu”, crebbe molto vivace,
quasi ribelle, ma molto attivo, aperto al
nuovo pieno d’iniziative anche a favore
della comunità, mai omologato, specialmente ai tempi della sua gioventù,
quando ciò era molto scomodo. Con lui
programmatiche”.
Il 4 novembre è stato inaugurato il monumento ad Afredo Lutri, ma leggerete nel
servizio a parte. Molto affollato il torneo
di corsa su strada, organizzato da Deliart;
vi hanno partecipato circa 200 atleti.C’è
anche un po’ di cronaca nera: ricercato
per furto, il rumeno 24enne Dodoaia
Moisuc Petrica si era reso latitante da
un anno, ma è stato sorpreso e arrestato
nel centro storico. Resterà in carcere
per pericolo di fuga. Il libro d Pasquale
Golia “Inseguendo un sogno rosa” è
stato presentato all’Itcg. All’Hotel Mira
mare si è svolto un convegno medico
sull’osteoporosi.Inaugurato; è stato aperto il Centro di riabilitazione. Gli studenti
dello Scientifico “Galilei” sono stati in
visita al penitenziario di Rossano, per il
Progetto Pon-Fse obiettivo C3.
Alla Scuola materna ritarda il servizio
mensa; i genitori prima si lamentano e
poi protestano. Non state con la bocca
tappata. (Orazio e Pancrazio)
I presepi di L.A. Odoguardi
Si tratta di una quindicina di presepi,
preparati dall’artista Leonardo Antonio
Odoguardi, esposti a Corso Lutri e anche
in altre parti del paese. Odoguardi usa
materiale vario, legno, gesso, cartapesta
ed altro; i presepi sono di stile classico
napoletano. Vale la pena visitarli. Congratulazioni per l’autore.
Anche la FIDAPA ha allestito i suoi presepi;
appartengono a privati cittadini e ad alunni
delle scuole.
e
Eduardo Tiripicchio. Giovane di belle
speranze, Edoardo era un nostro caro
amico, insegnava nelle scuole superiori,
ed è morto tragicamente in un incedente
- N. 11 - Novembre 2011
DINTORNI
Cinema
Tonino Delli Colli, AIC l’eclettico
della fotografia cinematografica
Tonino Delli Colli, esperto e validissimo
direttore della fotografia morto nell’agosto
2005, si presenta come vero professionista. Questa professionalità si sostanzia
nell’eclettismo, cioè nella sua immensa
capacità di variare ampiamente lo stile della
sua fotografia in base al film e quindi in base
al tema che il regista suggerisce.
Fu il primo ad accollarsi il rischio professionale del colore per il film Totò a colori per la
regia di Steno con l’uscita del Ferraniacolor,
la prima pellicola a colori della Ferrania.
Tale pellicola, di sensibilità molto bassa, 6
ASA, richiedeva, a parità di distanza delle
lampade, un’intensità luminosa di 1000:1
in candele, rendendo quindi necessario
porre le lampade, ancora quelle del bianco
e nero, a distanza ravvicinata l’una dall’altra
per produrre una grande quantità di luce
sulla scena. Questo tipo di illuminazione
piena rendeva i colori densi, pastosi e
più piatta la fotografia, tipo il Corriere dei
Piccoli avrebbe detto Delli Colli. Ignorando i
consigli dei tecnici della Ferrania, il direttore
della fotografia, abbassò i lux delle ultime
scene riducendo le sorgenti di luce per
dare qualche effetto d’ombra e sfumature
maggiori alla fotografia. Se c’è un aspetto
che contraddistingue, pur nell’ambito
dell’eclettismo, la fotografia di Tonino Delli
Colli, è la ricerca dell’illuminamento variabile, del rilievo e dell’incisione fotografici
ereditati dal bianco e nero, contro ogni
aspetto che appiattisca la fotografia delle
inquadrature. Caratteristico è il suo modo
di fotografare in controluce, con il sole
posizionato oltre l’obiettivo e non dietro.
Ciò attribuisce all’inquadratura toni non
saturi, colori non pastosi. Ne Il Buono, Il
Brutto, Il Cattivo le riprese effettuate sotto
il sole estivo posizionato sulla verticale per
sfruttare i contorni netti delle figure dati
dalle ore della giornata a luce più dura
(h 12.00, h 14.00), il controluce, gli archi
carbone a fiamma bianca utilizzati come
luce di riempimento della sorgente solare,
perdiamo un amico e una fonte di tante
memorie della nostra comunità. Nostro
lettore assiduo e attento lascia un vuoto
nei suoi familiari e nei suoi tanti amici.
Pasquale Roseti. Dopo una vita laboriosa
e serena, circondato
dall’affetto dei suoi cari
e dalla stima di tanti
cittadini si è spento in Villapiana Pasquale Roseti
già Direttore della Carical
e cittadino di Trebisacce
per tanti anni. Alla moglie Antonietta
Romano, ai figli Maria Teresa, Andrea e
Rosalba, ai generi e alla nuora, ai parenti
tutti , le più sentite condoglianze.
9
stradale. Nello stesso incidente è venuto
a mancare anche il giovane Ivan Siciliano (di Amendolara). Condoglianze per
le addoloratissime famiglie.
TREBISACCE
AVVISO
MERCATO MENSILE
DEL MESE DI DICEMBRE
Si porta a conoscenza della cittadinanza
che il Mercato Mensile dell’ultima
Domenica del mese di Dicembre, vista
la coincidenza con la Festività del
Santo Natale, si posticipa al al giorno
30/12/2011
come rischiaramento delle ombre e dei volti,
sono finalizzati a far emergere il tono avventuroso della ricerca dell’oro, sottolineato
nelle inquadrature in esterni dalla desaturazione dell’azzurro del cielo e dei colori in
generale, dunque dall’accentuazione della
brillanza delle superfici, così come brilla
l’oro. La sovraesposizione di 1/3 di stop
con diaframma a f/22 pellicola 100 ASA,
otturatore a 180°, non raggiunge l’effetto
sgradevole dato dal sensore digitale (CCD)
di una cinepresa o di una videocamera alla
stessa sensibilità ISO e a parità di apertura
di diaframma. Con le cineprese digitali, a
parità di sensibilità, l’effetto sgradevole delle
zone sovraesposte e la loro alterazione dei
colori, vengono ridotti o annullati riducendo
l’apertura di diaframma di 1/3 di stop o di
1 stop, oppure sottoesponendo. Allora i
colori risulteranno più fedeli al reale, netti,
taglienti.Ne La vita è bella, il controluce e
la sovraesposizione utilizzati nelle riprese
diurne, in quelle notturne, precisamente nelle inquadrature della pioggia fotografata con
fasci di luce diffusa dall’alto, enfatizzano,
soprattutto all’inizio del film, il tema della
favola richiesto dal regista Roberto Benigni.
Nel capolavoro di fotografia cinematografica di Tonino Delli Colli, C’era una volta
in America diretto da Sergio Leone, l’uso
del bagno Rn, contenente più argento, ha
permesso di aumentare la purezza dei neri,
di ridurre l’intensità dei colori per favorire
il chiarore e la brillanza delle inquadrature
accordandole con i toni neutri dell’ambientazione anni ‘30 della storia. Dagli anni ’80
ad oggi, per desaturare, ridurre l’intensità
dei colori, e aumentare il contrasto vengono
utilizzati processi di ritenzione di argento:
o direttamente su negativo, skip-bleach,
che dà un forte contrasto tra neri e bianchi; o di ritenzione sulle stampe, cioè il
bleach-bypass, oppure l’ ENR su positivo,
e il processo OZ utilizzato dal direttore di
fotografia Harris Savides per il film del 2007
American Gangster di Ridley Scott. Tale
processo, rispetto all’ENR, dà neri ancora
più profondi e taglienti, bianchi più puri e
un tono meno luminoso.
Francesco Lupinacci
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- N. 11 - Novembre 2011
Confronti
Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
C u l t u r a e V A R I E
DIBATTITI e TRIBUNA LIBERA Un premio a Giovanni Tgroiano per la Poesia
Quando gli asini litigano i barili si rompono
Mons. Nunzio Galantino, nuovo Vescovo di Cassano
Mentre mi accingo a porre all’attenzione dei lettori di Confronti alcune
considerazioni sull’attuale situazione
politica, il Governo MONTI non sa che
pesci pigliare, pur ostentando una certa
sicurezza sui provvedimenti economici
che risaneranno il deficit italiano.
Intanto, il decreto su Roma Capitale fa
sussultare tutti per la tempistica con
cui è stato varato, quasi si trattasse
di massima e vitale importanza. Si
passa, cioè, da Comune di Roma a
Roma Capitale, con tutte le spese
che tale cambio comporta, dando la
possibilità all’attuale amministrazione
Alemanno di incamerare una serie di
risorse economiche, venendo a gestire
direttamente alcune funzioni che prima
erano di competenza esclusiva della
Regione Lazio.
A dire il vero, questo primo atto ufficiale,
nel marasma in cui versa la politica
italiana, fa sorridere tutti quelli che,
come me, sono abbastanza scettici
della virtuosa sanatoria politico-socioeconomica di Monti. Perché il nuovo
capo di Governo ha già dimenticato, o
rallentato volutamente, il suo primario
impegno di azzerare i privilegi dei politici
e mettere ordine ai tanti vitalizi, così
come è opportuno diminuire anche il
numero dei parlamentari, visto che se
ne parla continuamente?
Però, a volte si sa, bisogna fare i
conti con l’oste, in questo caso con il
Parlamento.
Questo il Premier l’ha capito abbastanza bene e ha pensato che, forse, è
meglio tenere il cane addormentato...!
Doveva essere il primo segno positivo
per voltare pagina nella storia dei
numerosi sperperi ad uso e consumo
della Casta politica che avrebbe permesso il recupero di un notevole flusso
finanziario da utilizzare per azzerare,
entro il 2013, il deficit dell’Italia.
Non voglio entrare nel merito dei dati
contabili, che ho consultato tramite
internet, poiché, se ve li esponessi, vi
farebbero versare lacrime amare per le
ingenti risorse economiche che si possono recuperare e impiegare in modo
più vantaggioso. Altro che correzioni
alle varie finanziarie e conseguenti
sacrifici…..! Invece il prof. Monti cosa
fa ? Ripristina l’Ici per la prima casa
ritenendo che sarebbe una vera anomalia, secondo l’Europa, non far pagare
agli italiani una tassa su un immobile,
che, guarda caso, è già soggetto a una
serie di tasse e che serve a molti come
civile, unica abitazione. E, come se non
bastasse, bisognerà ritornare a questa
imposta rivedendo le rendite catastali
che la aumenteranno notevolmente.
Allora, mi viene di pensare a coloro che
nella loro vita fanno mille sacrifici per risparmiare pur di potersi assicurare una
casa di proprietà e stare più tranquilli e
sicuri, per poi sentirsi dire: ora che hai
una casa devi pagare, perché ce l’hai.
Io la ritengo una specie di tangente, che
poco si discosta da quelle chieste dai
taccheggiatori. E no! Caro Primo Ministro….! E’ troppo facile reperire i fondi
dai soliti oppressi del Popolo italiano!
Non è certo questa la via migliore per
fare cassa immediata!
Anzi questa maggiore oppressione su
quegli italiani che già faticano ad arrivare
a fine mese, non fa altro che comprimere
ancora di più i consumi e se non si
consuma è inutile produrre, e se non si
produce altre migliaia di lavoratori restano
senza lavoro e finiscono, nella migliore
delle ipotesi, in cassa integrazione, con
un onere per tutti non indifferente.
La soluzione della crisi bisogna cercarla
dov’è più logico e giusto cercare: nei
grandi patrimoni, tra i grandi capitali, specie quelli trafugati all’estero, tra i diversi
evasori fiscali, i cosiddetti furbi che si
godono la vita, alla faccia di chi è abituato
a guadagnarsi la vita onestamente e che,
sempre più spesso, è costretto a saltare
il pasto giornaliero, non avendo neanche
un euro in tasca.
E qui è opportuno tornare indietro di qualche passo, cioè, all’atto dell’investitura di
Capo del Governo, e dimostrare che si
vuol fare sul serio e procedere azzerando
tutti i privilegi della classe politica, senza
doppi incarichi con doppi stipendi e via
dicendo….!
Ridare agli italiani più equità e più giustizia
sociale, attuando una migliore perequazione economica basata principalmente
sul lavoro, sacrosanto diritto di tutti,
maggiormente dei giovai, ed elemento
essenziale per la dignità di ogni uomo,
come è previsto dalla nostra Carta Costituzionale.
Mettere ordine, così, all’interno della
nostra Italia per poi guardare all’Europa
con mente più serena e sicura, dando
una risposta di forza alle grandi lobby
che comandano l’economia mondiale
e facendo capire alla potente Merkel, in
questa egoistica gara a primi della classe,
che se gli Stati della UE affondano anche
la sua corazzata tedesca, dal cui ponte il
cancelliere detta comandi, prima o poi, è
destinata ad affondare. E qui è il caso di
ricordare una famosa frase che nel nostro
dialetto recita: “Quanni i ciucci s’arraghini
i varrili si ruppini“.
RINGJÀLLJE
Urìmet çë kush gabòn me taksje
ndëjën llunxòle ipokrizìsh
me sofizëme të dëmshme për mburrllète,
po së na lìdhën Fani
ka angthi njëja perëndìje lìgë
(ndrysh’ë’ pìsa).
Të kundërshtòjëm pahjrtën ‘nì ë’ hèra,
së ket thòmi pafuqìshme:- U çë mund
bënj?ket jèmi si atà lìsët e fort ndër màlet
gardh shòlavet,
ndòse dhè kafsha njerëzòre
(kumbadhjàsmja qèngës)
mbìlljën ndër jèce
me fil glëmbìsur hèkuri,
më i rìu ngatarrìm ferri
(çë nëng sìell mënëz).
Vrèj se kur mburòjën fjàlët
jàn e të dinigòjën rròjtjën,
po kìj harè, burr i farùar,
dolle ndë tellevizjònët
e lòtët e tënde jàn e i blèjën gjìthë.
Kënga varèsme të markàtit
(sirena shpìrtit)
vuvòsën gjìthë muzìkën e jètës.
T’i shpàlljëm luftë luftës
àrdhët një vangjèl bùrrash;
lavdìa (?) të martìrvet ndëndën gërràbzat
e mbishkrìmet e varrit dukën përqèshje.
Oi i rìu Omèr, lè të rrì golëtarìa
monomàhjevet çë kè ndë zëmër
(ndrysh’ë’ dhëmburìa).
Poezìt e shkrùajtur me aq shumë nderìm
s’i shqèrrën sqèpet e zëmërlèshës
ka klìsha e perëndìvet qiftra t’ègër.
Atyrëve çë ven tue thënur të reme
lëshòj të zgjeròhën ka tellevizjòna,
po këndò tì për nj’ushtrì paarmatòsur
(flàmuri vërtètës)
dhè dìtë për dìtje ec e shprìshe fàrën
njëja ringjàllje dashurìje.
PALINGÈNESI
Foto di Ettore Angiò
(orfano di more).
La prodigalità delle parole
nasconde negazioni di futuro,
però gioisci, uomo obliterato,
sei in televisione
ed il tuo pianto è oggetto di consumo.
La solfa monocorde del mercato
(brina dell’anima)
ammùtola ogni musica di vita.
Dichiarare guerra alla guerra
sia d’un evangelo d’uomini l’avvento:
la gloria (?) dei martiri ingozza gli avvoltoi
e gli epitaffi suoneranno beffa.
Novello Omero, fuggi la retorica
d’egocentrici patemi esistenziali
(altro è il dolore).
Poesie politicamente corrette
non squarciano i veli dell’indifferenza
nel tempio degli dei falchi rapaci.
Ai mestatori dell’informazione
lascia lo spazio dei telegiornali,
ma canta tu per un disarmato esercito
(apologèta della verità)
e costantemente spargi pure i semi
di una palingenesi d’amore.
Gli auspici di chi illude promettendo
stendono parapetasmi d’ipocrisie
di sofismi esiziali merlettati,
ma non ci imprigiona il Fato
nell’incubo di un crudele iddìo
(altro è l’inferno).
È possibile opporsi all’apatia,
al neghittoso:- Che ci posso fare?fare come gli alberi sui monti
argine alle frane,
se ancora greggi umane
(preludio al macello)
si rinchiudono in ovili
di filo spinato recinti,
moderno groviglio di rovo
11° PREMIO NAZIONALE DI POESIA
“Città di Civitavecchia”
***
Assegnato a Giovanni Troiano il 2°
premio (sezione vernacolo), per la
composizione
“Ringjàllje – Palingènesi”, già vincitrice
a Livinallongo del Col di Lana (BL) nel
2009.
Questa importante manifestazione è
organizzata dall’Associazione di Volontariato Artistico-Culturale “Il Conservatorio”onlus, con il patrocinio del Comune di
Civitavecchia (Roma). Premiazione:
domenica 11 dicembre, ore 17, all’Hotel
de la Ville.
tracciare il ruolo che il territorio cassanese
ha avuto nel corso degli anni nella nutrita
speranza che il lavoro, a più mani effettuato,
possa costituire un contributo a ripensare le
grandi potenzialità tese a trovare nuove e
più efficaci progettualità al fine di invertire
una negativa tendenza. Il prof. La Padula
nella sua premessa sostiene, tra l’altro,
che diventa indispensabile partire dalla
memoria storica e dalle eccellenze culturali e produttive presenti sul territorio allo
scopo di creare sinergie nuove tra i diversi
soggetti, le diverse vocazioni e risorse
nell’auspicabile certezza di restituire ai
cittadini la consapevolezza di quello che
sono e che possono fare. Nella presen-
tazione il sindaco –consigliere regionale,
avv. Gianluca Gallo, sottolinea che si
tratta di un primo consuntivo di anni di
lavoro e di ricerche per capire cosa siamo
stati e come possiamo reinterpretare le
dinamiche di sviluppo di tutto il territorio
alla luce delle nuove conoscenze storiche.
L’opuscolo, corredato anche da fotografie,
contiene articoli di: Marco Roseti, Tullio
Masneri, Carlo Forace, Giuseppe Martire,
Leonardo Alario, Aldo Viola, Giuseppe La
Padula, Giuseppe Aloise, Battista Alario,
Ida Ferrari, Silvio Renne, Concetta Briatico, Martino Zuccaro, Melania Donadio,
Federica Praino, Matilde Procopio, Katia
Arcidiacono.
Luigi Franzese
Cassano e il suo territorio nel libro di La Padula
“Cassano e il suo territorio: frammenti di
storia e di cultura”: è il titolo del libro curato
dall’amministrazione comunale di Cassano
allo Jonio, edito dai tipi Pantuso (pag. 204)
che sarà ufficialmente presentato al pubblico
mercoledì 14 dicembre nel Teatro comunale
alle ore 18.30. Il volume è nato dall’esigenza
di conoscere ed approfondire la storia di
Cassano e del suo territorio e recuperare una
memoria comune del passato e rielaborarla
criticamente. Ad avere la felice intuizione
di tale lavoro è stato il prof. Giuseppe La
Padula, docente di filosofia al locale liceo
classico che è riuscito, dopo un incontro
tra amici e studiosi locali(del quale questo
libro è espressione) a fare una ricerca tesa a
Confronti
Pagina 11 - N. 11 - Novembre 2011
Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
cu l t u r a
Il poeta Giuseppe Palazzo. Un progetto per San Lorenzo Bellizzi
Conoscevo Giuseppe: lui un bimbo ed
io un ragazzo. Lo vedevo in via Duomo
giocare per la strada, saltellare sulla
scala. La sua casa di fronte a quella di
don Nicola Costa. Poi ci siamo persi di
vista. L’incontrai dopo molti anni. Forse,
era già laureato. Non ricordo. Ancora
per anni non ci siamo incontrati. Negli
ultimi tempi ci si vedeva d’agosto. Un
saluto cordiale. Non c’è stata occasione
di approfondire il nostro incontro. Non è
successo e ora mi dispiace. Mi spiace,
perché scopro che era una persona
di una grande sensibilità e ricchezza
interiore. Lo scopro per questa raccolta
di poesie dove c’è un uomo con tutta
l’esistenza: poesie intense, piene di vita
e di sofferenza; di amore per la vita e
difficoltà di afferrarla ultimamente. Mai
una resa, però. Avevo saputo delle due
case comprate a San Lorenzo Bellizzi
e mi chiedevo perché, due. Ora, sua
moglie, la signora Margherita, in una
delicata lettera, mi svela il segreto: «Un
amore più viscerale e sofferto lo nutriva
per San Lorenzo Bellizzi, paese dove è
nato [10 novembre del 1946] e dove ha
vissuto fino all’età di 13 anni. Ritornava
con piacere tutti gli anni, anche per brevi
periodi e pregustava la possibilità di
dedicarsi ad una attività imprenditoriale
turistica per dare sviluppo al paese,
fermamente convinto delle eccellenze da
valorizzare». Grazie. Il poeta ingegnere
Giuseppe Palazzo da qualche tempo se
ne è andato, ma continua ad essere tra
noi con la sua poesia. Se ne è andato
da poeta, cantando la vita: «Spargete
poi le mie ceneri/ nei prati/ davanti alla
Cà Nova/ e seminate/ abbondante misticanza/ che ogni primavera/ trasformi/
in esplosione di colori/ per il trionfo della
vita». Il trionfo della vita, è la sua ultima
poesia. Un messaggio a noi rimasti che
ci crucciamo per piccole cose, per futili
desideri non appagati e così ci sfuggono
i sapori veri di una esistenza fatta di
progetti, di tensione amorosa verso le
persone e verso le cose. La sua poesia
è espressa in un «linguaggio…sobrio e
misurato, appare improntato a classica
compostezza e raffinata eleganza».
Così il prof. Vincenzo Mazzei nella
Prefazione. La raccolta Rari momenti,
fuori commercio, è stata pubblicata a
Torino per la GraficaT-Art nel 2008.
Queste poesie le possiamo ritenere il
suo testamento spirituale. Testamento,
che per la sua cura, è soprattutto un
atto d’amore. Egli se ne è andato respirando e amando tutto quanto gli stava
intorno:«Lasciatemi respirare/ l’ultimo
mare/ e gli umori della terra/ dopo un
temporale estivo. / Lasciatemi contemplare/ l’incanto/ di una notte stellata. /
Lasciate che vi dica/ quanto vi amo» (Il
trionfo della vita). Nel ritorno a casa si
sentiva inebriato dagli affetti e le cose e
i profumi a lui familiari: «Dentro veloce/
per cadere in ginocchio sul pavimento/
a baciare la terra./ E lacrime liberatorie/
inondare gli occhi/ a confondere gli spazi
i colori gli oggetti amati/ e le pareti/ grate
per la loro bellezza adorna/ offrirsi ad
avvolgermi come urna./ E l’intenso inebriante profumo/ dei boccioli di rose da
poco recise/ sotto l’odalisca indolente/ e
la macchia dei girasoli/ sull’ardesia/ e le
foto piene di vita/ raccolte sul tavolo/ e le
Montagne come Cattedrali/ e i tanti libri/
del mio disordinato/ inappagato sapere»
(Il ritorno). Filomena. Sorella zia santa.
Quanta umanità e comprensione, quanta
vicinanza e un ritmo tutto suo, quasi da
canzonetta, forse, per rendere leggera
un'esistenza difficile: «Filomena triste
e sola/ Filomena in paradiso». L’ultimo
verso è una redenzione, la gioia del
poeta di vederla in paradiso. E nella
sua casa di campagna nel canavese
Cà Nova,«imperfettissimo/ angolo di
paradiso», vede Marga, moglie del prof.
Vincenzo Mazzei, che raccoglie «un
ramo ribelle del filadelfo»: «Ed è stato lì/
tra quei colori/ tra il viola il rosso il giallo/
che ho visto te, Marga» (Il filadelfo). Con
la sua donna un rapporto di schiettezza e
desiderio di dono totale nella reciprocità:
«Pensa a un natale su un’isola/ dove
unici regali/ per te io/ e tu per me» (Natale). E nella poesia Aliante, lo vediamo
volare con i profumi, i fiori; nell’incanto
della natura si staglia il corpo nudo e lui
l’avvolge e per lo spazio sconfinato vola,
amando la terra e il
cielo: «Sul tuo corpo
nudo/ Il sole si spegne/ Per un attimo/ È
un aliante che passa/
Dopo/ Continuo a
volare/ Con te». In
libertà: «…di fiore in
fiore/ di amore in amore» (Volo d’amore). Il
merito della scoperta
di questo nostro poeta
è del prof. Vincenzo
Mazzei, suo insegnante, che così chiude
un suo commento alla poesia Il trionfo
della vita: «E questa lirica, infatti, pur nella
sua toccante mestizia, si conclude con
un messaggio di speranza e di serenità:
non al dolore ma alla gioia, non alla
morte ma alla vita spetta l’ultima parola,
perché “ogni primavera” trasformerà
l’“abbondante misticanza”, cosparsa
di ceneri, “in esplosione di colori/ per il
trionfo della vita”».
Aliante
Sul tuo corpo nudo
Il sole si spegne
Per un attimo
E’ un aliante che passa
Dopo
Continuo a volare
Con te
(Giuseppe Palazzo)
Traduzione in dialetto di S.Lorenzo
Bellizzi
Nu puddr….
Nu puddr
granne granne
è fatte ponn’u sole
sup’a ttij
pi nnu mumente .
Doppe
nàme mis’a bbulà
jìj e ttij
pi ssi cile cile …!
(Vers. di D.Cerchiara)
Francesco Carlomagno
AMBIENTE
Timpe e Gole del Raganello: una proposta di Geoparco
Il dott. Costantino Faillace, noto ricercatore delle acque per le popolazioni
dell’India e coautore di un libro su San
Lorenzo Bellizzi, ci invita a leggere
un lungo articolo di Fabio Esbardo
ed Emanuele Pisarra pubblicato nel
Notiziario nr 5 aprile 2011, per conto
dell’Associazione Italiana Geologia e
Turismo, dove si evidenzia l’importanza
geologica delle “timpe” e delle “Gole”
del Raganello.
Gli autori propongono un GEOPARCO,
denominato Oceano delle timpe. Infatti,
le Timpe e le Gole di San Lorenzo presentano un enorme interesse scientifico
e un aspetto paesaggistico di grande
bellezza. Bisogna sensibilizzare tutta
l’opinione pubblica su queste bellezze
naturali dell’Alto Jonio cosentino.
Faillace ricorda il Convegno svoltosi a S.
Lorenzo Bellizzi il 4 gennaio del 2010;
Leonardo Caprara e noi di Confronti
facemmo un resoconto di quel convegno. Ebbene, in quella sede si erano
impegnati quasi tutti a fare qualcosa;
si era proposto di inserire le Gole nel
Patrimonio Unesco, ma poi, non si ebbe
alcun seguito. Ora, Costantino Faillace
si rivolge alle Istituzioni e al presidente
del Parco nazionale del Pollino affinché
venga attentamente valutata questa
proposta del Geoparco. Nel prossimo
numero di Confronti presenteremo e
tratteremo con più spazio l’articolo di
Esbardo e Pisara, illustrando soprattutto
la loro proposta. Faillace si è rivolto alla
Precisazione. Il Papa in Calabria.
Confronti n.10, p.12. Nell’ottobre
del 1984 venne in Calabria, non
papa Giovanni XXIII ma Giovanni
Paolo II.
stampa e alle stesse istituzioni zonali.
Bisogna valorizzare il territorio puntando sul turismo; gli stanno rispondendo
tanti amici, studiosi e ambientalisti della
regione, tra gli altri, Teresa Liguori di
Legambiente regionale, l’ing. Bruno, che
si rivolge ad Arierl Zaccaro, altro oriundo
sallorenzano, e altri ancora.
Il grifone che torna sul Pollino
Sentiamo dal telegiornale 3 Calabria del
13 ottobre scorso che un giovane grifone,
lanciato pochi anni fa nei boschi del Pollino, non si vedeva da diversi giorni. Gli
ambientalisti e le Guardie forestali che lo
avevano lanciato temevano fosse morto
o ferito dai bracconieri che osano pure
entrare nel Parco nazionale. Poi, l’hanno
visto miracolosamente svolazzare sulle
rupi e sulle cime degli alti faggi della
foresta Principessa. Il grifone non si era
perso, ma forse era andato a trovare i suoi
parenti, in Africa, “poi, - sostengono gli
amici della Natura – il simpatico pennuto
ha preferito tornare nel suo ambiente più
congeniale e più sicuro: il Pollino !”
Queste non sono Stranezze
Biagio Accardi: un cantastorie moderno
che gira a cavallo di un asinello
Leggiamo in un servizio di Francesca Rennis che in un paesino del Castrovillarese vive un autentico personaggio;
è un cantastorie abbastanza originale e si chiama Biagio
Accardi, il quale inventa, scopre e riproduce antiche
storie della Calabria e dei dintorni della sua comunità.
Protesta anche contro certo progresso smodato, per
esempio, anche contro il caro benzina. Mette tutto in
musica, prende la sua chitarra, si mette a cavallo della
sua paziente asinella Genoveffa, di colore biancastro, e
diffonde le sue storie per le piazze, per le vie dei nostri
paesi e per i sentieri del Pollino. Per l’estate 2012 lo
vorrebbero invitarlo anche nei nostri paesi dell’Alto
Jonio, per due motivi: la riscoperta dei canti popolari, le
leggende e i fatti (accaduti o inventati) e la rivalutazione
dell’asino, che sta per scomparire. Congratulazioni per
il cantastorie Biagio.(Ciccio Scaliero)
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Confronti
- N. 11 - Novembre 2011
Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura
c u l t u r a
E’ morto il maestro Vittorio De Seta, il regista de’ I dimenticati
Nell’agosto del 2009 tornò in Alessandria del Carretto
Si era fermato nella tenuta agricola che
gli aveva lasciato la madre, a Sellia Marina e se n’è andato in silenzio, all’età di 88
anni, il 29 novembre scorso. La notizia è
arrivata subito, anche in Alessandria del
Carretto, dove nel 1959 aveva girato I
dimenticati e vi era tornato il 9 agosto del
2009. Quella sera, dopo l’incontro con
gli amministratori e con la popolazione
che lo accolse con grande calore ed
emozione, si era fermato anche con
noi e non possiamo mai dimenticare
quella data, allietata da una piacevole
e amichevole conversazione sui suoi
trascorsi e ricordi di Alessandria.
Il regista Vittorio De Seta era nato a
Palermo il 15 ottobre 1923 ma era di origini cosentine (Belvedere Marittimo). Le
sue origini erano nobiliari ma rimase con
l’animo contadino. Girò tanto per Roma,
Francia e Calabria, riscoprendo sempre
le classi più umili: i contadini, i pastori,
le raccoglitrici, i boscaioli, i pescatori e
anche i suonatori di strumenti popolari;
infine, gli immigrati (Lettere dal Sahara).
Infatti, i giornali tra la fine di novembre
e gli inizi di dicembre portano questi
titoli che non si possono smentire: “il
suo obiettivo è stato sempre nel Sud;
grande documentarista, attaccato alla
Calabria con un rapporto fraterno”.
Mimmo Calopresti lo rimpiange come
“il più grande”. “Raccontò il proletariato
del Sud; era un artista controcorrente;
meglio degli altri conobbe la Calabria”.
Paride Leporace (direttore Il Quotidiano
della Basilicata, scrive: “realizzò un
cinema che non fa finta di niente. Ad
Alessandria del Carretto fotografò un
paese senza strade e povero, ma trovò
anche la festa dell’abete. Ti sia leggera
la terra, Maestro, grazie per quello che
ci hai fatto vedere”.
Goffredo Fofi lo definisce un “grande del
Novecento, ma sempre incompreso” (Il
Messaggero)
Altri titoli: “Un documentarista lucido
Confronti
Mensile di attualità, politica
e cultura dell'Alto Jonio
Direttore Responsabile
Pino La Rocca
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Redazione:
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Stampa: Tipolitografia Jonica - Trebisacce
Casella Postale n. 75 - Trebisacce (Cs)
La responsabilità delle opinioni
espresse è degli autori
Reg. Trib. Castrovillari n. 3/2004 del 16/12/2004
e poetico; amava il Sud fuori dai cliché;
fece conoscere le voci degli ant-eroi, i
dimenticati della storia”.
I film e i documentari di Vittorio De Seta,
li abbiamo visti quasi tutti, e sono tutti da
rivedere e da conservare nella nostra
storia del cinema e soprattutto del Sud:
nel 1953, quando faceva l’assistente e
l’aiuto regista di Mario Chiari, collaborò
in Amori di mezzo secolo, con Alberto
Sordi e Silvana Pampanini. Ma i suoi
capolavori sono Isole di fuoco (1955) sui
pescatori delle Eolie; Banditi ad Orgosolo
-1961, con i quali passa dal neorealismo al
realismo antropologico; Veni lu tempu de
li pisci spada-1954; nel 1966 è la volta di
Un uomo a metà, film autobiografico che
tratta la crisi dell’intellettuale. Il capolavoro
è del 1972: Diario di un maestro, con Bruno
Cirino – quattro puntate per la RAI. E infine,
Lettere dal Sahara –presente alla Mostra
di Venezia, fuori concorso.
Sì, è vero, Vittorio De Seta non fu sempre
“compreso”, forse anche per “invidia e
gelosia”, ma ebbe pure dei grandi premi
e riconoscimenti che non aveva neppure
Giuseppe Rizzo, Ettore Angiò e Vincenzo Filardi
Foto ARCHIVIO CONFRONTI
chiesto: il Leone d’oro per l’opera prima,
alla Mostra di Venezia (per Banditi ad
Orgosolo, la cui sceneggiatura l’aveva
scritta sua moglie Vera Gherarducci).
Nel 1955 fu premiato anche al Festi-
val di Cannes. Pregevole il dvd della
Cineteca di Bologna,”Il mondo perduto”,
pubblicato dalla Feltrinelli: contiene i
cortometraggi più belli del maestro De
Seta, compreso I dimenticati.
“Ci raccomandò di non far morire i nostri piccoli paesi”
Il Comune di Alessandria del Carretto
Parlare del maestro De Seta al passato, si rischia di cadere in inutili luoghi
comuni. Il paese de’ “I DIMENTICATI”
è Alessandria del Carretto e il Maestro
De Seta, profeta della bellezza e dell’immagine, ha dato un senso immortale a
questa comunità con il suo documentario
del 1959.
Ricordo quel 9 agosto del 2009 quando
con un Consiglio comunale straordinario
all’aperto, tenuto in un angolo tra i più
spettacolari del paese, la popolazione
alessandrina si strinse attorno al Maestro per tributargli la meritatissima
cittadinanza onoraria.
Nonostante mezzo secolo, il ritorno
tra I DIMENTICATI” è stato assai commovente e sul suo volto scorrevano le
immagini di allora: quelle immagini che
ti trasformano il sangue prima della
mente. Il maestro, uomo ricco di valori
umani, ci ha lasciato un patrimonio
cinematografico e culturale. De Seta è
stato un grande poeta della macchina
da presa, una voce fuori dal coro, che
raccontò il proletariato del Sud dove
umiltà e umanità della gente, assieme
alla dolcezza del mondo contadino,
ancora oggi, rappresentano il vero
meridione.
Il ritorno il 10 agosto del 2009 a Sellia
Marina resterà per sempre un ricordo
bellissimo, anche per Sandro Arvia
che ci accompagnava con il mezzo del
comune. Bombardavamo il maestro di
domande e lui ricordava i tanti episodi
accaduti durante le lunghe permanenze
ad Alessandria del Carretto. Ci raccontò
delle iniziative intraprese assieme alla
popolazione per contestare uno Stato
assente e del tentativo da parte delle
forze dell’ordine di sequestro delle
pellicole e della cinepresa. A proposito
de “I DIMENTICATI”, disse che il commento sonoro non gli piaceva, perché
non rispettava la realtà del popolo
alessandrino e ci tenne a precisare
che nelle tante riprese fatte durante i
suoi lavori, ha sempre rispettato i luoghi
e le persone filmate.
Nel salutarci, raccomandò di non far
morire i piccoli paesi, perché sono
stati il punto fermo di tante conquiste
culturali, economiche e di libertà.
(il Sindaco Vincenzo Gaudio)
Il secondo libro di Pasquale Golia è stato
presentato al “Filangieri” di Trebisacce
“Inseguendo un sogno rosa”, il libro
del giornalista calabrese Pasquale
Golia che racconta l’ultimo Giro d’Italia
è stato presentato, dopo la “prima
nazionale” dell’ottobre scorso nella
sede della Regione Lombardia (evento
promosso da La Gazzetta dello Sport),
anche a Trebisacce, nell’aula Magna
dell’I.T.C.G.P.T. “G. Filangieri”. Il convegno è stato organizzato dal portale
di informazione sull’Alto Jonio cosentino
AmendolaraLive.it, con il patrocinio della
provincia di Cosenza e la collaborazione
dell’istituto “Filangieri” e de La Gazzetta
dello Sport.
La presentazione del libro, unico testo
sul ciclismo pubblicato nell’anno del
150^ anniversario dell’Unità d’Italia, si è
tenuto sabato 19 novembre. Dopo i saluti
del Dirigente scolastico del “Filangieri”
Clara Latronico, del sindaco di Trebisacce, Mariano Bianchi e del consigliere
provinciale Franco Mundo, si è proceduto con gli interventi. Oltre all’autore,
spazio al giornalista della Gazzetta del
Mezzogiorno e di Repubblica Antonino
Palumbo, al direttore della casa editrice
“La Rondine” di Catanzaro, Gianluca
Lucia e all’ospite d’eccezione Domenico
Pozzovivo, ciclista professionista di origini
lucane, con Vincenzo Nibali tra i massimi
esponenti delle due ruote in tutto il Mezzogiorno. Pozzovivo partecipa con regolarità
al Giro d’Italia e ad importanti classiche del
ciclismo. Modera i lavori del convegno, il
giornalista e direttore di AmendolaraLive.
it, Vincenzo La Camera. Si sono alternati
agli interventi brevi intermezzi dedicati alla
“corsa rosa” e al ricordo del ciclista morto
nel corso della terza tappa dell’ultimo
Giro, Wouter Weylandt. Le conclusioni
dei lavori sono state affidate alla fiduciaria
Alto Jonio del Coni Cosenza, Annamaria
Cetera; al presidente della Federazione
ciclistica Calabria, Domenico Bulzomì e
all’assessore allo Sport della Provincia di
Cosenza, Pietro Lecce. Nell’aula Magna
del “Filangieri” sono stati esposti alcuni
cimeli legati al Giro d’Italia, tra cui la maglia
rosa originale dell’ultimo vincitore, Alberto
Contador, gentilmente concessa per l’occasione da La Gazzetta dello Sport.
E intanto Pasquale Golia ha parlato del suo
libro e del convegno di sabato ai microfoni
della rubrica del Tg3 Calabria, Buongiorno
Regione, andata in onda nella mattinata
di lunedì 14 novembre.
Vincenzo La Camera