Novembre 2011 - Albidona Ieri Albidona Oggi
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Novembre 2011 - Albidona Ieri Albidona Oggi
Confronti ANNO VII - N. 11 - Novembre 2011 Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura distribuzione gratuita Un Natale con meno luci e più pathos Fra pochi giorni sarà Natale, la festa più bella dell’anno, almeno per noi cristiani. Ma quello di quest’anno, per forze di cose, sarà un Natale diverso: con meno luci, meno spreco e forse con più sentimento e qualche riflessione in più. Se così sarà, forse ci perderemo come umani, ma ci guadagneremo certamente come cristiani e anche come cittadini italiani. Ce lo impone la gravissima crisi di un’Italia che negli ultimi anni, ignara e presuntuosa, ha ballato allegramente sull’orlo del cornicione, invogliata a farlo da chi, (beato lui!), giudicava tutti con il suo portafogli. Poi, all’improvviso, il brutto risveglio, e la sbornia è finita per tutti! Per la verità è finita nello stesso giorno in cui l'incantatore di serpenti, che per anni ha illuso tanta gente che ha creduto in lui, ha visto vacillare i propri titoli (-12 in quel fatidico giorno) e, solo in quel preciso momento… è finita la superbia ed ha tolto il disturbo. In quello stesso momento è caduto a tutti noi il falso paraocchi che edulcorava ogni cosa e oggi dobbiamo tutti convenire che l’Italia, e quindi tutti noi, rischiamo davvero il fallimento. Per fortuna in quello stesso preciso momento l’Italia ha avuto il suo “salvatore” nella persona di un ultraottantenne Capo dello Stato, che però conserva una invidiabile lucidità. Purtroppo però, da quello stesso momento, come ha saggiamente detto qualcuno: “Niente più in Italia sarà come prima”. Tutto dovrà cambiare, se vogliamo evitare di mettere il piede in fallo e precipitare da quel cornicione. Alcune cose per la verità sono già cambiate: è già cambiata, per esempio, l’immagine dell’Italia in Europa: oggi presentiamo un’immagine più decorosa, più sobria, più affidabile e quindi più credibile, che ci riporterà al tavolo dove si decide, ci farà guadagnare più rispetto e ci risparmierà lo scherno e certi antipatici e sarcastici sorrisetti. Intendiamoci, anche adesso non dobbiamo illuderci e pensare a poteri magici: non basta infatti aver deposto il monarca, il redivivo Nerone che suonava e ballava mentre Roma bruciava; non basta aver messo a nudo le responsabilità di una classe politica tra cui certo non mancano le persone per bene, ma tra le quali ci sono pure personaggi impresentabili come Razzi, Calearo, Scilipoti ed altri ancora, che nessuno ha mai votato e che sono stati raccolti nella feccia della società grazie ad una legge elettorale di tipo tribale. Innanzitutto dovrà quindi di Pino La Rocca cambiare il quadro politico, sia nei suoi rappresentanti che nel sistema. Anche da questo punto di vista, qualcosa dietro le quinte già si muove e già si intravede la scomposizione delle vecchie alleanze ed il profilarsi di nuovi scenari e soprattutto una consapevolezza che il passato politico, che ci ha condotti dalla miseria del dopo-guerra al tavolo dei sette più grandi del mondo, non è tutto da buttare. L’aver tolto il tappo alla politica deve infatti fare spazio ad un sistema politico diverso, meno bloccato, meno rissoso e più responsabile, meno radicalizzato e meno inconcludente, capace di privilegiare la moderazione e di mettere all’angolo i talebani, di destra e di sinistra, tra cui, insieme alla sinistra antagonista e barricadera a cui non sono bastati cinque anni di esilio dal Parlamento, rischiano di finire anche Di Pietro e Vendola. Certo, noi non diciamo che con il governo tecnico, chiamato a coniugare rigore ed Continua a pag. 2 Governo Monti: nonostante i sacrifici, speriamo che cambi qualcosa Non sono pienamente soddisfatto del governo tecnico di Mario Monti; si vede che nemmeno noi, che ci diciamo democratici e progressisti, abbiamo saputo fare la buona politica, altrimenti, non avremmo “creato” il cavaliere Berlusca, che finalmente, è sceso in fondo al campo. Sarei felice se nella nostra Calabria fosse pure la volta di Scopelliti: incominciando con il caso del consigliere regionale Morelli, le cose non vanno affatto bene, specie per i nostri ospedali. I sacrifici li abbiamo sempre fatti, per salvare la patria; li faremo ancora. La neo-ministra Elsa Fornero piangeva alla televisione: la signora Melandri ha detto che si tratta di “lacrime autentiche”; ci crediamo anche noi, ma purtroppo non siamo proprio sicuri che questi altri pesanti sacrifici porteranno davvero crescita ed equità. Finiranno davvero i privilegi, la corruzione e l’evasione fiscale ? Speriamo, speriamo, speriamo. (il Sagittario) San Gennaro, giurami che mo’ è finita! Finalmente L’UNTO non è più del Signore. Il pubblico ritornerà popolo, la videocrazia democrazia. Vi sembra poco essersi liberati, oltre che dall’UNTO, di figuri come Tremonti, Brunetta, Gelmini Continua a pag. 2 Mons. Nunzio Galantino, nuovo Vescovo di Cassano Vedi a pag. 2 Sottotiro Lo stipendio dell’onorevole non si tocca Aspettiamo che anche i nostri amici di centrosinistra aprano la bocca e la ..tasca: a quanto pare, non piace nemmeno l’abolizione della legge “porcellum”, perché parecchi rampanti non ce la farebbero a scalare l’albero della cuccagna. Non piacciono nemmeno la decurtazione dello stipendio (che si aggira sui 20 mila euro mensili) e la perdita dei privilegi della diaria, delle spese telefoniche e dei viaggi. L’altra sera, alla televisione, in un dibattito sugli alti compensi del deputato e del senatore, hanno arricciato il naso quasi tutti: di destra, di centro e anche di sinistra. Oh, la tasca è tasca e la trippa non è mai troppa ! (il Sagittario) Buon Natale e un felice 2012 per tutti i nostri amici lettori, per chi non avrà la possibilità di fare il consumistico cenone, per chi è malato, per chi lavora anche nel giorno di questa festa “ricordante”, per chi è in lutto e nel dolore, per chi è solo. (la Redazione di Confronti) Pagina 2 - N. 11 - Novembre 2011 Confronti Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura Un Natale con meno luci e più pathos Mons. Nunzio Galantino, nuovo Vescovo di Cassano dalla prima pagina dalla prima dalla prima pagina dalla prima equità, la situazione sia cambiata di molto, perchè purtroppo dietro i tecnici, chiamati a prendere i carboni con le mani, purtroppo c’è ancora “la mente” dei soliti noti e c’è tuttora il rischio che a pagare siano sempre i poveri cristi. Anche in questa fase c’è dunque bisogno di una classe politica seria, capace di guardare oltre il proprio “particulare”, senza irrigidirsi e senza isolarsi, come sta facendo certa sinistra e come, imitando la Lega che pensa solo al proprio elettorato, provano a fare anche Di Pietro e Vendola. Altrimenti si rischia davvero il fallimento. Ma, oltre alla classe politica ed alla stessa politica, dobbiamo cercare di cambiare tutti noi come italiani: diventare finalmente un popolo serio, sul modello tedesco, i cui governanti, fiutato il pericolo quando a noi veniva detto che l’Italia era il paese del “bengodi”, hanno dato vita ad una santa alleanza politica e chiamato i cittadini… a stringere la cinghia. Oggi, seppure in ritardo, tocca a noi! E dobbiamo farlo, a cominciare da questo Natale, che necessariamente dovrà quindi essere con meno luci e meno spreco. Si rischierà la recessione, ma almeno si eviterà il fallimento. A cominciare da Natale, dovremo quindi cambiare come cittadini italiani, come abitanti di un sud forse troppo piagnone e troppo indulgente con i delin- quenti della politica e del malaffare, che altrimenti rischia di scivolare sempre più verso l’Africa e dovremo cambiare anche come cittadini del nostro paese, per contribuire a fare, finalmente, di Trebisacce una cittadina, perché questa metamorfosi non la determinano solo gli amministratori, ma soprattutto i suoi abitanti. Innanzitutto candidando e votando persone qualificate e poi cambiando le nostre abitudini di vita, comportandoci da cittadini e non da villani: evitando, per esempio, di buttare i sacchetti della spazzatura per strada; cercando di tornare e consumare le scarpe piuttosto che le gomme delle macchine e la benzina; cercando di evitare di andare a comprare le sigarette con la macchina e di andare a passeggio con l’auto, intasando via Lutri e ostruendo la strada a chi ha fretta e ricordando infine che, consumando le scarpe, ci si guadagna sia nel fisico che nella tasca. Tutto questo, ovviamente, lungi dal voler essere un sermone natalizio calato dal pulpito, è l’augurio che Confronti vuole cristianamente rivolgere ai propri lettori per questo Santo Natale. Che possa essere dunque un Natale meno consumistico, meno distratto e con qualche momento in più dedicato alla riflessione, al sentimento ed alla ragione. Pino La Rocca Sono diversi giorni, e precisamente dal 25 novembre scorso, data in cui Scopelliti si è deciso a ricevere i sindaci di Trebisacce e Praia a Mare (i due ospedali di confine) che dell’ospedale non si parla. E intanto il tempo passa ed il 31 marzo 2012 non è lontano. Che cosa significa tutto questo? Che le promesse di Scopelliti sono state prese per buone e quindi tutti si aspettano…la grazia, o lo stesso Scopelliti è stato capace di narcotizzare tutti? Noi di Confronti, che seguiamo la triste vicenda del nostro ospedale sin dall’inizio, sentiamo il dovere morale di fornire qualche informazione ai nostri lettori più premurosi, a quelli che guardano alla chiusura dell’ospedale come a una vera iattura per il nostro paese e per tutto l’Alto Jonio. Allora, qual è lo stato dell’arte attuale? «L’Amministrazione regionale – ha fatto scrivere Scopelliti all’indomani dell’incontro - rinnova la propria disponibilità a dialogare con gli esponenti dell’Alto Jonio e dell’Alto Tirreno cosentino, al fine di arricchire di contenuti le strutture di Trebisacce e Praia a Mare, oggetto di riconversione per come previsto dal Piano di Rientro e, nei prossimi giorni, verrà istituito un tavolo tecnico per affrontare la questione nello specifico… Nel corso del suddetto incontro – si legge ancora - il presidente Scopelliti e il Sub-Commissario D’Elia hanno illustrato le linee guida riguardanti la riconversione delle strutture di Trebisacce e Praia a Mare, avviando una discussione, rivelatasi costruttiva, durante la quale sono state esposte le esigenze dei territori interessati ed i partecipanti alla riunione hanno convenuto di proseguire nel dialogo istituzionale già avviato, per individuare i servizi che potranno essere inseriti sia a Trebisacce che a Praia a Mare…Conosciamo i disagi della popolazione servita dagli ospedali di frontiera e stiamo riorganizzando tutta la rete proprio per fornire risposte concrete. E’ importante ribadire l’importanza dei Punti di Primo Intervento per questi territori, ed è fondamentale capire – ha concluso Scopelliti - che le nostre scelte non sono politiche ma puramente tecniche, secondo gli standard italiani ed europei». Fin qui la nota dell’ufficiostampa della Regione. Altra notizia che non va sottaciuta, è che alcune delle Associazioni, forse poco convinte delle promesse di Scopelliti e più fiduciose nella giustizia ordinaria, si sono costituite in giudizio “ad adiuvandum”, cioè a sostegno della procedura giudiziaria avviata dal comune di Trebisacce presso il TAR Calabria, che porima o poi dovrà entrare nel merito del Ricorso e presso il Consiglio di Stato, qualora il Tar dovesse…tergiversare come ha fatto finora. In realtà, anche secondo noi, l’ultima spiaggia per l’ospedale di Trebisacce rimane quella della giustizia ordinaria, a condizione che prima o poi un magistrato meno distratto e più attento e sensibile, si renda conto della grande ingiustizia che si sta perpetrando ai danni del povero Alto Jonio. Altre notizie, ma queste sono solo indiscrezioni, parlano di un “tavolo Massicci” che, cambiati i suonatori e osservato lo stridente effetto del piano di rientro di Scopelliti che fa…figli e figliastri, pare abbia chiesto elementi integrativi ed eventuali correzioni. Ma queste, come si diceva, sono solo indiscrezioni e, fra non molto, ne dovremo sapere di più. Con la segreta speranza che il miracolo che la politica non ha prodotto finora, lo possa produrre nei prossimi mesi, visto che fra non molto saremo in campagna elettorale e, secondo quanto è facilmente immaginabile, chi avrà assistito inerte alla morte dell’ospedale, è meglio che non si presenti al giudizio degli elettori. Pino La Rocca MORTE SILENTE? E’ nato a Cerignola (FG) – il paese di Giuseppe Di Vittorio - nel1948; ha studiato nel seminario di Benevento e fu ordinato sacerdote nel 1972. Si è laureato presso l’università di Bari, con una tesi su L’antropologia di Bonhoeffer. Conseguì l’abilitazione all’insegnamento di Filosofia e Scienze umane nelle medie superiori di Stato; nel 1977 ha ottenuto la Licenza specializzata in Teologia dommatica, discutendo una tesi su Bonhoeffer tra teologia ed impegno. Professore presso la ‘sez. S. Luigi’ della Pontificia Facoltà Teologica del Meridione; nominato pro- fessore incaricato, e poi ordinario, presso la stessa Facoltà; fa parte di diversi Comitati di studi teologici. Nel 2008 è stato nominato Responsabile del Servizio Nazionale per gli Studi Superiori di Teologia e di Scienze Religiose della Conferenza Episcopale Italiana. E’ Vice Direttore della rivista Rassegna di teologia. Ospedale, fortissimamente ospedale! Il saccheggio del Chidichimo Foto Vincenzo Napoli Ormai nel più grosso centro dell’Alto Jonio non si parla d’altro. Muri cittadini con centinaia di manifesti in difesa del Presidio Ospedaliero. Nel frattempo continua il lavoro del Comitato pro-ospedale, mentre si allarga, inoltre, la lista delle associazioni di volontariato che vi aderiscono. Nel silenzio e nell’indifferenza più totale si sta consumando il peggiore delitto e scippo che la Comunità trebisaccese potesse subire. Tutto come previsto nel cronoprogramma disegnato da chi da Trebisacce vuole fare sparire la sanità pubblica. L’ospedale è stato un bel sogno, durato tanto. Trenta anni per alcuni sono tanti, il tempo che una generazione ha potuto registrare nel suo codice fiscale “353”, un numero che dava un senso di appartenenza ad una comunità che, ottenendo l’ospedale a Km 0, si sentiva risarcito di tutte le beffe che aveva subito. L’ospedale, insieme alle Scuole Superiori, ha qualificato questa Ai COLLABORATORI Per ragione di spazio, anche questa volta, abbiamo dovuto rimandare diversi pezzi giunti in Redazione. Per la prossima volta, non li conserveremo per i numeri seguenti, ma saremo costretti a cestinarli. Quindi, preghiamo di attenersi a queste poche “regole”: Confronti va in tipografia agli inizi del mese; gli elaborati devono giungere in Redazione, dal 25 al 30 del mese precedente. I pezzi che superano la cartella devono essere preannunciati prima del 25 del mese. Spedire, tramite posta elettronica, a: laroiccagiu§libero.it; g.rizzo43§alice.it: o far recapitare al prof. Vincenzo Filardi, Via A. Lutri, n.99, tel.098151106. Gli elaborati non devono superare la cartella dattiloscritta; usare corpo 12 e solo in word, interlinea 1. Spesse volte, alcuni pezzi che non arrivano in word non si possono scaricare e correggere. Non usare rientranze nei capoversi della pagina; non scrivere maiuscolo. Non possiamo pubblicare poesie che superano i 20 versi. Gli auguri e i necrologi devono limitarsi massimo a 10 righe. La fotografia deve essere spedita separata dall’articolo. Non ci interessano scritti che fanno polemica personale e che non riguardano la problematica socio-politico e culturale dell’Alto Jonio. Non accettiamo messaggi anonimi e scritti non firmati. comunità. L’ha resa quasi una cittadina, dove hanno deciso “purtroppo” di vivere quasi 10.000 abitanti, perché si riteneva la qualità della vita soddisfacente dei bisogni primari. Ecco però profilarsi il discrimine di chi vive nell’Alto Jonio: oggi, questi stessi cittadini assistono increduli e impotenti a quando si sta perpetrando. Allora, si faccia finalmente chiarezza e si esca, una volta per tutte, da una situazione che sta gettando i cittadini dell’Alto Jonio in uno stato di grande preoccupazione. Abbiamo più volte dimostrato tutto il nostro dissenso su una programmazione che vede fortemente penalizzata la provincia di Cosenza, colpita da una de-ospedalizzazione drammatica, foriera di gravi conseguenze, sia per la difficile orografia del territorio, che per un’assistenza sanitaria territoriale impreparata ad affrontare il nuovo livello di richieste prestazionali. Voglio ribadire ancora una volta che le soluzioni adottate per l’Alto Jonio cosentino non solo non convincono, ma sono addirittura pericolose per la sicurezza dei cittadini. In questi ultimi mesi, a molti sarà capitato di recarsi al Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero, bisognoso di un ricovero e si sarà sentito rispondere: non c’è posto. Bisogna trasferire ad altri ospedali e, magari dopo ore di ricerche, perché tutte le medicine, le chirurgie, le cardiologie, le ostetricie e ginecologie sono piene e, se va bene, trasferiscono a Crotone. Tutto questo, mentre nei corridoi del nostro Presidio regna il vuoto: i corridoi, le stanze del Reparto di Chirurgia sono spettrali; non girano nemmeno i fantasmi. Il Reparto di Medicina, con i suoi 20 posti letti e insieme alla Cardiologia – UTIC sono ancora le uniche oasi nel deserto, grazie al coraggio ed alla buona volontà degli operatori. Molti operatori, fra i quali medici e biologi, ausiliari, sono in apnea con i contratti a termine, in attesa di capire se dopo il 31 dicembre, data in cui scadono i contratti, possono ancora esercitare il loro ruolo. I cittadini dell’Alto Jonio, da parte loro, sono sempre più costretti a viaggi della speranza fuori regione. Ebbene, i Trebisaccesi volentieri vanno fuori a curarsi, anche perché a Torino, Milano, Bologna, Roma hanno purtroppo i loro figli, oggi anche i loro nipoti emigrati o studenti. Qui restano gli spettri: le case cadute, le case mai finite, l’immondizia gettata per strada, o ai margini dei torrenti, la sporcizia, la drammatica mancanza di lavoro, l’aumento della disoccupazione, l’Ospedale mai riqualificato. Ma per carità, silenzio! Non si disturba il padrone. Forse sta studiando tutti i provvedimenti per potenziare l’Ospedale e dare lavoro ai giovani che non emigreranno mai più. Giuseppe Corigliano Confronti Pagina 3 Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura - N. 11 - Novembre 2011 TREBISACCE e DINTORNI dalla prima pagina dalla prima pagina dalla prima pagina Il Partito Democratico ha la sua sede: è l’ora della partecipazione e della discussione Democrazia è partecipazione. Il Partito Democratico ha aperto una sua sede anche a Trebisacce. E’ un’iniziativa molto attesa dai suoi iscritti e simpatizzanti, perché pone fine al continuo peregrinare in varie sedi, in ogni occasione di incontri. Nella nuova sede, promossa dal segretario Luciano Regino, si è tenuta una riunione informale degli iscritti che ha dato luogo ad una fruttuosa e concreta discussione per l’organizzazione della vita e delle attività del Circolo, alla luce del momento politico che si vive a livello generale, nazionale e regionale, ed anche a livello locale, in prospettiva delle nostre elezioni comunali del prossimo anno. Pur nella varietà dei pareri e delle proposte, è emersa univoca la volontà di organizzare le attività per favorire la partecipazione dei cittadini alla vita politica e amministrativa, perché solo la partecipazione alle elaborazioni e alle decisioni può eliminare i difetti presenti, ai vari livelli, i personalismi ed i protagonismi esasperati, e frenare l’imperante autoreferenzialità. Si è auspicato, inoltre, che venga finalmente restituito il suo ruolo alla politica e di poter dare vita ad un centrosinistra organico, coeso, che senza egemonie precostituite, porti a comporre, attraverso un processo inclusivo, le varie anime e sensibilità, evitando soluzioni pasticciate, che non hanno mai dato risultati positivi. Si è deciso infine di vedersi in sede ogni lunedì alle, 19,30. Non si può che giudicare positivamente l’iniziativa e la volontà di favorire la partecipazione libera e convinta alle decisioni che riguardano la collettività, auspicando che tutti i cittadini, ognuno secondo le proprie convinzioni e le proprie idealità, lo faccia nelle sedi che ritiene a sè più confacenti, nella consapevolezza che… gli assenti hanno sempre torto. Vincenzo Filardi Rifondazione comunista apre il suo Circolo con il congresso di sezione Discussione sui problemi nazionali, regionali e locali Trebisacce. La Sinistra radicale si frantuma ma non vuole scomparire. I militanti di Rifondazione sono per la ricomposizione e per l’unità della Sinistra; propongono dibattiti e partecipazione politica. A Trebisacce si sono incontrati vecchi e nuovi compagni e hanno aperto pure un circolo del partito, con la celebrazione del congresso sezionale cittadino. Sono stati presenti diversi militanti; il Direttivo è composto da Leonardo Tufaro, Giuseppe Corrado e dal giovanissimo Emmanuel Mineo. Nel congresso sezionale si è discusso, insieme al segretario provinciale Nicola Corbino, della politica nazionale, Pollino, lotta ai cinghiali Nuove verità sullo stalking AMENDOLARA / La Calabria risulta tra le Regioni d’Italia a più alto rischio stalking, un fenomeno poco conosciuto nei suoi aspetti, presente ma molte volte nascosto anche nel nostro territorio, per cui la proposta di un seminario su questo tema scottante è stata accolta dall’Anas zonale Alto Jonio, senza tentennamenti, con la partecipazione del criminologo Andrea Feltri, esperto internazionale in scienze criminalistiche, nonché figlio di questa terra, e della Psichiatra Vincenza Lasorte, Dirigente Centro Salute Mentale Trebisacce–Asp Cosenza. Il seminario si è svolto sabato scorso presso la Sala Consiliare del Comune di Amendolara, grazie alla collaborazione dell’Amministrazione nella persona del sindaco Antonello Ciminelli, il quale ha voluto ringraziare l’ANAS Zonale per questa lodevole iniziativa e l’amico d’infanzia Andrea Feltri per il suo contributo. Il presidente dell’Anas Zonale Vincenzo Laschera ha ribadito l’intento sociale dell’associazione, la ferma volontà di voler fare emergere i problemi che affliggono la nostra società e fare informazione puntuale. Il seminario appena proposto è la dimostrazione di una particolare attenzione nei confronti dell’individuo. Entrando nel vivo del seminario, il percorso formativo scelto dal criminologo è stato supportato dalla proiezione e dal commento di slides tematiche, al fine di rintracciare il fenomeno stalking sia sotto l’aspetto socio-culturale che giuridicopenale. Il numeroso pubblico, attento e silenzioso, ha seguito con partecipazione e interesse tutte le informazioni sentendosi maggiormente coinvolto quando il dottor Feltri ha citato due famosi casi di stalking sfociati in omicidio. Altrettanto interessante l’intervento della dottoressa Tiziana Roseto, nelle vesti di moderatrice e di vice presidente del circolo zonale Anas, la quale, a causa della spiacevole assenza (per motivi di famiglia) della dottoressa Vincenza Lasorte, ha letto parte della relazione della psichiatra. Soffermandosi su quelle che sono le cause scatenanti l’origine della figura del “molestatore”, prettamente legate ad episodi infantili, lì dove c’è stata una mancanza di “affettività” o un probabile “senso di abbandono”, ha illustrato un caso clinico locale, la cui protagonista (e dunque lo stalker) è, e sembrerebbe quasi insolito, una bellissima ragazza di 26 anni. Il seminario si è così concluso, con dibattito, dando sicuramente modo ai partecipanti di comprendere e soddisfare i molti dubbi che caratterizzano questo tema delicato. Vincenzo La Camera LaureA Francesco Longo dopo aver conseguito la laurea di 1° Livello in Economia Aziendale presso l’Unical della Calabria,giorno 25/11/2011 ha concluso il percorso formativo conseguendo la laurea di 2° Livello in Economia e Management con la votazione di 110/110 presso l’Università di “Tor Vergata” di Roma, discutendo la tesi:”Organizzazione e Gestione delle Risorse Umane in Azienda”. Relatore il Prof. Maurizio Decastri. Auguri per il neolaureato, per papà Luigi, già impiegato della Carime di Trebisacce e a mamma Rosa Malatacca, insegnante. SPECIALIZZAZIONE IN CHIRURGIA Carmela Palmieri, relatore prof. Paolo Innocenti. Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara-Facoltà di medica e Chirurgia, si è specializzata discutendo la tesi: Linfectomia nel carcinoma papillare della tiroide: modelli standardizzati e nuove proposte nei tumori a basso rischio. regionale e locale. Si è parlato anche dei disagi della comunità trebisaccese. I disagi sono ordine sanitario (il rischio dell’Ospedale), ambientale e amministrativo. Amendolara. La piccola scintilla di Rifondazione comunista resiste anche in questo paese; la sezione è intitolata a G. Levato e a L. Ciminelli. I militanti sono giovani e donne; la segretaria è Elena Roma; al congresso sezionale è stato presente anche il segretario provinciale Nicola Corbino. Tre documenti presentati, ha vinto con 29 voti la prima delle tre mozioni (Unire la sinistra). Importanti novità a favore dei paesi interni dell’Alto Jonio i cui territori ricadono nel perimetro del Parco Nazionale del Pollino: l’ente guidato dall’on. Domenico Pappaterra ha infatti approvato con largo anticipo il Bilancio 2012 prevedendo alcuni investimenti che sicuramente faranno felici gli amministratori di questi comuni che chiedono da tempo interventi efficaci e soprattutto i contadini e gli agricoltori che da anni combattono una battaglia improba contro lo strapotere dei cinghiali. Questi, cresciuti di numero ormai in modo debordante nonostante le stragi consumate dai cacciatori di frodo, sono diventati un problema serio per i contadini perché escono in modo sempre più frequente dai confini del Parco in cerca di cibo e spesso e volentieri si spingono fino ai confini dei centri abitati, facendola da padroni nei campi, nelle vigne, negli orti, distruggendo i raccolti e le colture e talvolta minacciando da vicino finanche le abitazioni e le persone. Si tratta infatti di quadrupedi abbastanza rudi e violenti che, specie quando sono affamati, attaccano in branco e in quel caso diventano pericolosi anche per l’incolumità delle persone. Ne sanno qualcosa i contadini e gli agricoltori di Alessandria del Carretto, San Loren- Visitate il portale del prof. Gaetano Zaccato (Cassano Jonio) Invitiamo i nostri lettori ad aprire il documentatissimo portale del prof. Gaetano Zaccato, che ospita il nostro Confronti ( è online dal mese di maggio) scaricabile gratuitamente, anche su www.cassanoalloionio.info. E' un portale d’informazione locale che ci offre notizie di attualità politiche e culturali della Sibaritide e dello Jonio. zo Bellizzi, Cerchira di Calabria, Francavilla Marittima, Plataci, Albidona, Castroregio…i cui amministratori da anni chiedono all’Ente-Parco interventi risolutori. Per scongiurare questa emergenza e per venire incontro a queste sollecitazioni l’Ente-Parco ha stanziato nel proprio Bilancio oltre un milione di euro che, secondo quanto ha dichiarato lo stesso presidente Pappaterra: «Saranno utilizzati per fronteggiare l’emergenzacinghiali: una parte sarà utilizzata per riconoscere agli aventi-diritto gli indennizzi per i danni subiti negli anni scorsi ed una parte per co-finanziare, insieme alle Regioni Calabria e Basilicata, gli interventi di prevenzione, in particolare le recinzioni delle proprietà agricole che risultano particolarmente esposte agli attacchi dei cinghiali». Altre copiose risorse sono state destinate al Piano per la lotta contro gli incendi boschivi che negli ultimi anni hanno flagellato il territorio del Parco: di queste risorse 200mila euro saranno destinati alla sottoscrizione dei “contratti di responsabilità” con le associazioni dei volontari di Protezione Civile ed all’acquisto di n. 4 nuovi pick-up con dispositivo antincendio da mettere a disposizione del Corpo Forestale dello Stato e delle stesse associazioni. Un ulteriore finanziamento, sollecitato in modo molto vigoroso dal sindaco Gaudio e dalla Consulta Ambientale, questa volta è stato destinato ad Alessandria del Carretto, il paese più alto dell’intero Parco del Pollino, per le ultime spese, quelle relative all’acquisto delle suppellettili, per l’allestimento e l’apertura al pubblico del Museo del Lupo, che è pronto da anni e che da anni attende di essere aperto alla fruizione pubblica. E’ veramente il caso di dire che questa volta il CDA dell’Ente ha guardato con più attenzione al versante calabrese del Parco, smentendo così i mugugni di tanti contadini scontenti che si spingevano a dire che forse era il caso di uscire da un Ente dal quale finora erano venuti solo divieti, condizionamenti negativi e paletti. foto cinghiale Pino La Rocca Pagina 4 Confronti - N. 11 - Novembre 2011 A L to Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura j onio Un altro riconoscimento per Girovagando per i nostri paesi Ciccio Scaliero l’Amministrazione provinciale Oliverio L’Amministrazione provinciale di Cosenza continua negli anni a ricevere riconoscimenti per la sua solerte e sana gestione. Dopo quella degli scorsi anni, l’Ente, guidato dall’on.Mario Oliverio ha ottenuto l’ambito Oscar di bilancio per il 2011, giusto riconoscimento per la correttezza e la trasparenza amministrativa che ne premia l’ impegno quotidiano al servizio dei cittadini. La motivazione recita: “il bilancio proporne una documentazione essenziale, ma completa nei contenuti. L’informativa risulta particolarmente efficace negli aspetti di comunicazione. Il rendiconto sociale offre una sintesi fruibile ai cittadini e ciascuno degli stakeholder. L’Amministrazione provinciale di Cosenza è riuscita a fornire ai suoi utenti un buon gradi di comprensione delle scelte compiute e degli obiettivi perseguiti. Particolarmente apprezzabile è la fruibilità e la leggibilità del documento sul sito web istituzionale”. Il che, con i tempi che corrono riteniamo non sia poca cosa. Vincenzo Filardi Alessandria del Carretto e Plataci, cosi vicini e cosi lontani E’ la storia dei due paesi dell’Alto Jonio: vicini in linea d’aria, ma lontani per carenza di collegamenti viari. E’ questo il destino che accomuna i due centri montani dell’Alto Jonio che sorgono su due montagne contrapposte che ora guardano con più fiducia ad un loro avvicinamento stradale. Nelle scorse settimane infatti, presso il comune di Alessandria del Carretto, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra, del sindaco di Plataci Franco Tursi, di Marsio Blaiotta presidente del Consorzio di Bonifica Integrale e di Stefania Covelli della Coldiretti, è stato presentato il progetto per la realizzazione di un collegamento rotabile sul fiume Saraceno che divide i due centri che, «oltre a consentire un significativo avvicinamento viario tra i due paesi, servirà a rivitalizzare un vasto territorio, con possibilità di una forte ricaduta sull’agricoltura e sulla pastorizia, vere ricchezze di un passato non molto lontano di tanti comuni calabresi». Promotore di questa iniziativa e di questo progetto il sindaco di Alessandra del Carretto Vincenzo Gaudio il quale, nel presentare l’iniziativa, ha esortato «a riaccendere i riflettori sulla “montagna”, una tematica sempre più dimenticata e quasi scomparsa dall’agenda politica. Da uomo di montagna - ha affermato il dottore Gaudio – sono convinto che l’unica speranza per il futuro dei nostri centri è il ritorno ad un sano rapporto tra l’uomo, l’ambiente, la terra e l’esperienza millenaria dei contadini, nella cui cultura era forte il senso dell’onestà e della dignità. E’ proprio da quei valori eterni e da quei 30 centimetri di humus che costituiscono la crosta terrestre dove il cibo di riproduce che - secondo il sindaco Gaudio - bisogna ripartire per dare un futuro alla Calabria ed ai suoi giovani, altrimenti in Calabria resteranno solo gli anziani e i delinquenti ed essa sarà costretta a dipendere sempre più dal resto del Paese». A seguire ha parlato il sindaco di Plataci Franco Tursi che ha ribadito «l’esigenza di valorizzare e proteggere, con interventi eco-sostenibili, i boschi e la montagna di cui i due comuni sono ricchi…». E’ toccato quindi al presidente del Consorzio Marsio Blaiotta illustrare il progetto, realizzato dallo staff tecnico del Consorzio di Bonifica, coordinato dal direttore dell’Ente ingegnere Biagio Cataldi: esso prevede un attraversamento rotabile sul torrente Saraceno che unirà due strade interpoderali già esistenti e sarà inserito nei Bandi del Piar Calabria. Blaiotta ha inoltre ricordato la pulitura dei fossi di scolo nelle aree marine effettuati dal Consorzio, che non venivano effettuate da diversi anni e tutti gli interventi idraulico-forestali a difesa di un territorio molto fragile dal punto di vista idro-geologico. Ha concluso i lavori l’assessore Trematerra che ha evidenziato la bontà e la genialità dell’intervento destinato a rivitalizzare un vasto territorio e ad avvicinare due realtà contigue e molto omogenee. In conclusione l’assessore Trematerra si è soffermato sulle proposte di legge in itinere in Regione: l’istituzione dell’Azienda Regionale della Forestazione che passerà attraverso il riordino delle Comunità Montane e dell’Afor, che prevede distaccamenti territoriali in loco e la nuova legge che prevede novità in materia di Forestazione e di Politiche della Montagna. (P.L.R.) Pubblicità gratuita Pubblicità gratuita Ci troviamo già in pieno clima natalizio ma in tutti i paesi siamo pure impegnati a portare a termine la preziosa raccolta delle olive. Purtroppo, non è mai capitato di lasciare le olive sulle piante: l’olio non si vende più! I recenti nubifragi che si sono abbattuti in Toscana, Liguria e Sicilia hanno provocato morti, crolli di case e distruzione di strade. Ma la causa di questi danni non è solo colpa delle acque, perché diverse abitazioni erano state costruite lungo i fiumi e con tanti abusi urbanistici. Ora, i guai subiti fanno mettere in allerta anche i paesi del Basso e dell’Alto Jonio. Mi trovo a San Lorenzo Bellizzi, per salutare i miei amici e anche per rivedere, da vicino, il mio caro Pollino. Mi dicono che c’erano stati incontri tra Calabria e Basilicata per sollecitare la costruzione della strada di congiungimento tra San Lorenzo e Terranova di Pollino, quindi, il sindaco Antonio Cersosimo scrive alla Provincia di Cosenza dicendo che “i lavori non sono mai partiti”. Passo per Cerchiara e sento che il sindaco Antonio Carlomagno scrive al presidente dell’Amministrazione provinciale Oliverio e al Procuratore della Repubblica di Castrovillari per pulire i corsi d’acqua che scorrono lungo il territorio: sono ormai invasi di vegetazione e anche di rifiuti. Un parrocchiano sprizza di gioia che l’effige della Madonna delle armi sarà benedetta …. da papa Benedetto ! Quando giungo sotto la Caldana piego a destra ed entro a Francavilla Marittima, dove si è svolta la manifestazione archeologica sugli ultimi reperti di Timpone della Motta. Poi, piego un’altra volta a sinistra e tocco Villapiana: assolta l’ex amministrazione comunale, non si è commesso abuso di potere. Si mobilita anche il gruppo di Futuro e Libertà dell’Alto Jonio: nell’esecutivo provinciale figurano Fabrizio Falvo, Michele Grande, Emilio Parrotta, Giandomenico Amodeo, Antonio Fino, Giuseppe Turano, Giampiero Dardano e il sindaco di Rocca Imperiale Ferdinando Di Leo. Passo per Trebisacce ma non riesco a prendere il caffè e mi fermo in Amendolara: nella sala municipale sono stati ricordati i Caduti in guerra e si è parlato del libro di Antonio Gerundino. Passo velocemente per Roseto e mi dicono che la strada provinciale che congiunge il paese con lo Scalo è in pessime condizioni; il sindaco Franco Durso e l’assessore Giuseppe Nigro chiamano l’assessore provinciale alla viabilità e aspettano una tempestiva risposta. A Montegiordano c’è lutto: é deceduto a Taranto dove svolgeva servizio l’Ispettore Eugenio Introcaso, aveva 57 anni . Il posto di Guardia medica viene trasferito nei locali messi a disposizione del Comune. Antonio del paese mi ricorda l’ultima infelice notizia: “Pensavo che si trattasse di un incontro fortunato quello svolto tra i sindaci di Rocca, Montegiordano, Nocara, Amendolara e Oriolo e il consigliere regionale Francuccio Morelli; si era parlato dei problemi del territorio, ma l’onorevole Francuccio è finito nel …purgatorio !” Quindi, procedo verso Rocca Imperiale. Ciccio mi dice che “la notizia più importante del mese è il riconoscimento avuto dal sindaco Ferdinando Di Leo dalla Sapientia mundi di Roma per l’etica comportamentale delle pubbliche amministrazioni 2011, e Rocca è il paese dei limoni e della poesia !” Infatti, c’è stato il grande agone letterario del Premio Federiciano, al quale hanno chiesto di parteciparvi ben duemila poeti ! Gli amministratori comunali fanno da sponsor e la definiscono “una iniziativa per tenere in vita e per valorizzare i borghi medioevali”. Inoltre, al Castello si è svolta anche la rappresentazione teatrale dell’Orlando furioso. Salgo a Canna e trovo sempre polemica, soprattutto per il Centro disabili ; la giovane Maria Truncellito chiede trasparenza, il difensore civico ed altro: ci si prepara alle prossime elezioni ? A Nocara incontro un asinello con un vecchio sul basto, tre gatti, quattro cani e soltanto sette donne e quattro uomini: una canzone napoletana diceva: “ a ccà nun ci sta nisciùno !” Purtroppo, questa è la vera tragedia dei nostri centri di alta collina. Lungo la cresta do’ uno sguardo alla Lucania, tiro verso Oriolo e vedo tanti segni di frane. Ma in piazza c’è un crocchio di amici che dicono: “questo Comune è stato inserito nel Piano di sviluppo turistico regionale, il sindaco Franco Calotta sottolinea che Oriolo ha i requisiti per questa vocazione: la sua struttura urbanistica medioevale ancora intatta, il Castello,il Palazzo Giannettasio, il teatro La Portella e altro”. Però, il consigliere regionale Mario Franchino, senza gelosia municipale, fa una piccola osservazione di dissenso: “il Piano turistico regionale non può mettere al palo gli altri comuni”. Prendo le curve e giungo nella piccola Farneta e incontro un altro deserto … umano ! Qui, durante l’inverno sarà pure grigio ! Procedo ancora più in alto, la cerreta e le piccole masserie di Ezzito sono il miglior presepe naturale per Natale, e mi fermo ad Alessandria del Carretto, dove si aspettano che le strade per Terranova di Pollino e per Plataci si facciano davvero, e presto. Ma in Alessandria c’è stato pure l’assessore regionale Michele Trematerra e si è detto impegnato per trovare fondi per migliorare la struttura della strada di congiungimento tra Plataci e la stessa Alessandria: “Un piccola strada per risolvere un grande problema”, dice il sindaco Vincenzo Gaudio. Scendo in Albidona e vicino la chiesetta di San Rocco c’è un gruppetto di amici che discutono di “certe indennità che a Trebisacce erano state riconosciute al 100 x 100, ma a Rossano sono scese a 75”; uno dei tanti Pasquale del paese dice: “bella garanzia sanitaria ! Ospedale in rovina e trattamenti da cani !”. Uno he si presenta come ‘Ncìcco dice che “forse il metano l’avremo a primavera del 2012”. Mentre scendo verso la costa jonica, vedo che la famosa curva di Rosaneto non sarà aperta nemmeno per Natale. Confronti Pagina 5 Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura - N. 11 - Novembre 2011 A LT O J O N I O Gruppo Speleologico Sparviere: una sezione PLATACI. La rivista Bashkë e il Calendario storico distaccata a Cassano Jonio Le attività del Gruppo Speleologico “Sparviere” nascono nel 1976. Seguono anni di intensa attività in Italia e all’estero. Una delle imprese scientifico-esplorative più belle è del 1989, nella regione della Laconia della Grecia. Nel corso di queste ricerche alle qualin parteciparono tra gli altri Felice Larocca, Pippo Larocca e Domenico Napoli, viene scoperta la Grotta Buca della bora, sulla quale Antonio Larocca, lo speleologo greco Gianni Kofinas, Lorenzo Zaccaro, attuale presidente del gruppo e altri speleologi dello “Sparviere” hanno effettuato una serie di esplorazioni, culminate con la redazione del rilievo, l’inquadramento geologico e lo studio della cavità in generale. Il Gruppo speleologico di Alessandria del Carretto è andato sempre crescendo di numero: merito di chi ha diretto il gruppo e dei soci. Seguendo la politica, portata avanti da sempre, di allargare i praticanti della speleologia, il 12 novembre 2011, nell’incontro di Villapiana è stata ufficializzata la nascita della sezione distaccata del Gruppo speleologico di Cassano, città che ha visto svolgere, da circa quindici anni, una intensa attività di ricerca da parte dello “Sparviere”. Gli speleologi dello "Sparviere" sono stati contattati dalle Scuole dell’Istituto “ Corrado Alvaro”, dove hanno tenuto un corso di introduzione alla speleologia al quale hanno partecipato più i 40 persone, non solo studenti ma anche cittadini interessati all’argomento grotte. Dopo un anno dal corso, è stata ufficialmente costituita la sezione distaccata di Cassano che è stata inaugurata l'11 di dicembre. Dalle costole del Gruppo “Sparviere” sono nate altre sezioni staccate: la prima è sorta a S. Lorenzo Bellizzi, negli anni 80; poi, negli anni 90, nacque Cosenza Speleologia, a metà anni 90, quella di Viggianello. Agli inizi del 2000 fu la volta di Pieve di Soligo (Treviso), dove nacque un altro gruppo speleologico a cura di un socio emigrato in quella città e ancora dopo, a Noto, Crotone e Ruvo di Puglia. La molla coinvolgente di queste attività è la stessa che spingeva, qualche secolo fa, Leonardo da Vinci ad avvicinarsi alle grotte: “E tirato dalla mia bramosa voglia, vago di vedere la gran copia delle varie e strane forme fatte dall’artifiziosa natura, raggiratomi alquanto infra gli ombrosi scogli, pervenni all’entrata d’un gran caverna, dinanzi alla quale, restato alquanto stupefatto e ignorante di tal cosa, piegate le mie reni in arco, e ferma la stanca mano sopra il ginocchio, colla destra mi feci tenebre alle abbassate e chiuse ciglia, e spesso piegandomi in qua e in là per vedere s’entro ne discernessi alcuna cosa, e questo vietatomi per la grande oscurità che là entro era. E stato alquanto, subito salsero in me due cose: paura e SITO WEB DA € 199,00 REALIZZIAMO SITI WEB PROFESSIONALI DAL 1999 UN ESPERIENZA DECENNALE ANCHE IN MEDIASET E’ AL TUO SERVIZIO INIZIA A VENDERE IN TUTTO IL MONDO CON UN NEGOZIO ON LINE RESTYLING, OTTIMIZZAZIONE E INDICIZZAZIONE SUI MOTORI INOLTRE TUTTO CIO’ CHE RIGUARDA LA GRAFICA PUBBLICITARIA ENTRA IN: WWW.GLOBALIFE.IT TELEFONO: 347 6034114 Se volete scaricare Confronti: www.beiposti.it/confronti desidèro; paura per la minacciante e scura spilonca, desidèro per vedere se là entro fosse alcuna miracolosa cosa.” (Antonio Larocca) Riprende le pubblicazioni la rivista BashkeInsieme, fondata nel 1989 da Costantino Bellusci. Esce come supplemento del n. 144 della rivista Katundy Yne di Demetrio Emmanuele (Civita). E’ un giornale greco-albanese della Parrocchia di Plataci; si occupa di cultura e Montegiordano piange un suo illustre concittadino: l'ex Questore Introcaso La cittadinanza di Montegiordano è a lutto per la morte di un suo illustre concittadino, Eugenio Introcaso, che ha lottato sino all’ultimo giorno con coraggio e dignità contro un male incurabile. Introcaso era nato a Montegiordano il 23 aprile del 1944 e aveva ricoperto importanti incarichi nella polizia di Stato. Dopo essersi laureato in giurisprudenza, scienze politiche e grafologia, si arruola nel settembre del 1970 con il grado di vice commissario. Dal 1972 al 1985 ha diretto la squadra della volante della Questura di Taranto. Dal 1986 in poi ha svolto numerosi incarichi come dirigente presso la Questura di Lecce e Gallipoli. Successivamente viene trasferito presso la divisione della polizia anticrimine di Cagliari dove rimane alcuni anni e poi passa alla Questura di Reggio Calabria. Venne nominato Vicario alla Questura di Messina nel 1996 e nel 1998 raggiunse l’apice della sua carriera con la nomina a Questore. Dirige la Questura di Matera fino al 2002 e per un breve periodo anche la Questura di Pisa. In ultimo si trasferisce alla Questura di Taranto dove presta servizio dal 2003 al 2007. Una breve apparizione in politica nel 2006 come candidato a sindaco di Taranto, per il centrodestra. Al servizio dello Stato ha dedicato le sue migliori energie giovanili con senso di umanità e intelligenza. Era una persona stupenda, affabile, disponibile e alla mano con tutti e soprattutto legato alla sua Montegiordano. Ma Introcaso era legato anche a Trebisacce, non solo perché vi abitano i suoi parenti, ma anche perché ha avuto una parentesi seppure breve come calciatore tra i Giallorossi. Al suo funerale erano presenti rappresentanti della Polizia di Stato di Taranto e Cosenza, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dei Vigili Urbani e della Capitaneria di Porto, oltre al tricolore una delegazione di reduci della Polizia di Stato a cui Introcaso ha dedicato le sue energie migliori. Alla fine della celebrazione del rito religioso, il ricordo struggente del figlio Antonello che ha ricordato il papà, quel papà “capace di prendere quattro aerei nella stessa giornata pur di rientrare a casa tra i figli e la moglie che lo aspettavano”. Anche il cognato e amico inseparabile Mario Manera, lo ha ricordato commosso. Lascia la moglie Lidia e i figli Antonello e Valentina. Alessandro Alfano ALBIDONA attualità. In questo numero potrai leggere il saluto del parroco P.Ariton Ilies, la cronaca e gli orientamenti pastorali del II Sinodo interparrocchiale delle Eparchie di Lungro e di Piana degli Albanesi, argomenti di Arberia e anche un intervento sulla sorte dell’Ospedale di Trebisacce. Infine, troverete anche ricette di cucina arbereshe e un canto mariano platacese (Dolce Vergine Maria). Bello e interessante, come la rivista Bashke, anche il Kalendar bizantino-greco-arbereshe: oltre ai cenni storici di Plataci. I redattori del Calendario hanno corredato i 12 mesi dell’anno con interessanti schede storiche e biografiche sui vari personaggi religiosi di Plataci: il clero locale dal 1801 a oggi, il papàs poeta Demetrio Chidichimo, il prete patriota del ’48, Angelo Basile (che scrisse un inno alla Vergine assisa al monte), papàs Domenico D’Agostino, la beata Maria Floccco, il vescovo Giovanni Stamati. E Severina Brunetti ci inviita a vedere il Presepe vivente di Plataci. Grazie. Quadro della signorina Rosa Chiara Bentivenga: Chiesa di Plataci e papàs F.co Chidichimo ALBIDONA CULTURA Maria, vivrai nella nostra memoria L’ALTRA Per quelli che amano la storia “Il giusto, anche se muore di morte immatura, sarà beato” (Libro della Sapienza, 4/7) Che tristezza ! Sì, non si tratta solo di un grandissimo dolore, ma è pure umano che ci scappi un po’ di rabbia: perché Maria, giovane ostetrica di soli 41 anni e madre di tre bambine, non tornava da una discoteca e non meritava questo destino crudele. Era partita di sera, dopo aver baciato i suoi tre gioielli; aveva lavorato per tutta la notte presso l’Ospedale di Castrovillari; la mattina dell’Immacolata, terminato il servizio, si dirigeva con l’auto per tornare a casa, in quel di Villapiana. Dal dritto asfalto sotto Francavilla ci volevano solo 10 minuti per rivedere i suoi cari, ma la tragica sfortuna ha stroncato le sue speranze e la sua giovane vita. Si è spezzato l’albero forte che dava amore e conforto. Oggi, in paese si vive il più grande cordoglio; l’Amministrazione comunale ha dichiarato il lutto cittadino; la chiesa di San Michele dove è stata battezzata e dove ha coronato il suo sogno d’amore è stracolma di amici e di parenti venuti anche da lontano, e accanto alla bara c’è un’altra Madonna addolorata. La morte è ingiusta, non è più la sorella di San Francesco, quando fa la spietata contro una persona indifesa, contro chi ha compiuto il proprio dovere sul lavoro, nella famiglia e nella propria comunità. Pure i genitori di Maria hanno dedicato la vita al lavoro; sono generosi con gli altri, hanno fatto i donatori di sangue. Non ci sono parole; soltanto il dolore dei cari è inconsolabile. La consolazione formale e il sentirsi uniti solo nella disgrazia possono sembrare ipocrisie, Ma ci sentiamo vicini al tuo Roberto, alle tre bambine, a papà Michelangelo, a mamma Rosetta, ad Angela, a Pietro, a Lello, che ti volevano tanto bene. Ma la persona scomparsa, quando lascia buone “eredità di affetti, appartiene anche agli altri e resta sempre viva nella memoria collettiva. Maria, ti vogliamo bene anche noi. e le tradizioni della propria comunità: potete chiedere in pdf e riproduzione cd e dvd degli ultimi nostri elaborati: Un prete fratello – Ricordo di don Carmelo Tucci (per il decennio della morte); L’artista Pasquale Rago (Pascàghe’i Diàna): un altro dimenticato; ‘A filacia puamma – Un matrimonio tradizionale ad Albidona (di Pippo Franco). Sono disponibili anche i 36 Quaderni dell’Altra cultura. Roseto Capo Spulico Siamo fraternamente vicini a Pina Silvestri Si è spento in Cosenza, repentinamente, Francesco Bellofiore, militante di sinistra e sempre impegnato nel sociale. Alla moglie prof.ssa Giuseppina Silvestri, pure politicamente presente per il partito in cui militava, per l’Alto Jonio e per la scuola, ai parenti tutti le nostre più sentite condoglianze. Siamo fraternamente vicini a Pina Silvestri. (Confronti e i vecchi compagni del PCI) Abbiamo ricevuto il libro Montegiordano – Antica Chiesa Matrice (distrutta) ed altri Luoghi di Culto – Con cronotassi dei sacerdoti. Tipolitografia Jonica (Trebisacce), 2011. Ne parleremo in queste pagine di Confronti. Pagina 6 - N. 11 - Novembre 2011 Confronti Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura ALTO JONIO e DINTORNI Villapiana sede internazionale di un prestigioso progetto musicale Il Dipartimento Musica dell’Accademia Delle Arti “F. Cilea”, con sede anche a Villapiana, in via De Franco Pietro, 32, con il Patrocinio della Fondazione Field Calabria, ha sottoscritto un protocollo di intesa con la Facoltà di Musica di Timisoara - l’Università del Vest - Romania, tra le più apprezzate e prestigiose Istituzioni musicali d’Europa, per il rilascio della Laurea in Musica di Primo livello, nonché per i successivi Master e Dottorato. Il progetto, che ha visto un iter diplomatico, burocratico e legislativo internazionale durato quattro anni, è stato siglato lo scorso 14 Aprile 2011, nella Sala “Orpheus” dell’ateneo romeno, tra il Dipartimento di Musica dell’Università del Vest e il Dipartimento Musica dell’Accademia Delle Arti “F. Cilea”, in esclusiva per l’Italia. Hanno siglato l’accordo la Maestra d’Arte Rosalba Magnoli, Presidente della “F. Cilea” ed il Dr. Prof. Univ. Walter Kindl, Decano della Facoltà di Musica. Ospiti d’eccezione, che hanno presenziato ufficialmente alla firma del protocollo, il Dott. Mimmo Barile, Presidente della Fondazione Field Calabria e la Dott.ssa Marilù Vulnera, madrina dell’Accademia “F. Cilea”. In riferimento alle Leggi che regolano i rapporti accademici con le università straniere, il percorso didattico istituito nella “F. Cilea” prevede un Biennio di Pre-Laurea, (a fronte, per la maggior parte dei casi, dei cicli di studio pre-accademici istituiti nei Conservatori italiani 3 + 2 + 3 anni) superato il quale si potrà accedere ai Corsi universitari. Le iscrizioni agli esami di ammissione scadono il 7 ottobre prossimo. La relativa modulistica può essere scaricata da internet, al sito: http:// www.universitaeuropeadellamusica.it/ modulistica.html foto: da sinistra: Il Maestro Rosalba Magnoli, Presidente della “F. Cilea”; Il Dr. Prof. Univ. Walter Kindl, Decano della Facoltà di Musica; Il Dott. Mimmo Barile, Presidente della Fondazione Field Calabria. Pubblicità gratuita Il partigiano Giovanni Zoll, confinato a Cerchiara di Calabria Il dott. Pino Marano ha rintracciato una notizia riguardante il partigiano Giovanni Zoll, che nel 1939 fu confinato in Cerchiara di Calabria. Zoll era nato a Fiume Veneto (Pordenone) nel 1908 e morì nel novembre del 1943. Era di origine contadina ma faceva l’operaio siderurgico. Entrato nell’organizzazione comunista clandestina di Trieste, fu arrestato nel 1936. Liberato nel 1941, tornò a Trieste aggregandosi a una brigata partigiana slovena; arrestato nuovamente nel ’43, riottenne la libertà e divenne comandante del 14a brigata “Garibaldi-Trieste”. Lottò duramente contro i Tedeschi ma cadde in una imboscata nemica. Sono stati pubblicati due libri sul partigiano Zoll; uno è del prof. Agostino Rosset, Lettere dal confino, dove si trova anche uno scritto rivolto alla sorella Emma. Chi a Cerchiara avesse notizie e ricordi di questo partigiano, si metta a contatto con la nostra Redazione. Grazie. La zampogna della Totarella in Svizzera Dopo lunghi giri per l’Europa, la zampogna e l’organetto della Totarella arrivano anche in Svizzera per salutare gli emigranti albidonesi: qui, dopo una sontuosa abbuffata di piatti tipici, si taglia un bel “tòtaro” di salamino con una lunga scimitarra, e si beve la miglior birra ! E poi, una lunga suonata con la fisarmonica di Antonio Golia (Ntuòne), con l’organetto di Antonio Arvia e con la zampogna di Paolo Napoli, col maestro Leonardo Rago. Inaugurato il monumento alla medaglia d’oro Alfredo Lutri Trebisacce, 4 novembre 2011. E’ stato inaugurato il monumento a bersagliere Alfredo Lutri, medaglia d’oro al valor militare. Nel corso della cerimonia è stato detto che “Lutri ha dato onore, dignità e una eredità storica alla nostra città”, quindi ha meritato anche un commosso requiem da parte della nostra comunità. Allo stesso Caduto in guerra era stato dedicato il Corso principale e il campo sportivo di Trebisacce. Ora, ognuno che passa per corso Alfredo Lutri potrà ammirare questo doveroso ricordo e potrà dire: “questa è la città del medagliato d’oro”. In questo particolare 4 novembre, mi è toccato anche l’onore di portare la nostra bandiera tricolore; ne sono fiero, come cittadino e come ex combattente della seconda guerra mondiale. Quando sono stato eletto presidente dell’Associazione Reduci e Combattenti ho lanciato l’appello a realizzare proprio un monumento ad Alfredo Lutri e ho cercato di ricostruire tutta la storia del bersagliere medaglia d’oro. Il 4 novembre 2011, per mancanza di tempo, non potevo leggerla integralmente; mi sono limitato a comunicare solo una parte di essa, sentita anche nella manifestazione teatrale del prof. De Vita: “ . . . prima di morire, il nostro eroe Alfredo Lutri disse al suo Capitano Leone: - Portate la mia camicia insan- guinata alla cara e sfortunata mamma; la metterà nella mia bara; per ricordo, portatele anche un bacio-. Il Capitano eseguì il desiderio espresso dal soldato trebisaccese e consegnò la camicia alla mamma Giuseppina Costa, la quale non poteva fare altro che versare, con cuore affranto, le sue disperate lacrime, perché il suo dolore immenso è lo stesso di quello di tantissime altre mamme dei nostri Caduti. Questa storia di Alfredo Lutri l’ho mandata al concorso di poesia svoltosi all’Aquila ed’è stata premiata con diploma d’onore e medaglia dorata. Il mio personale apprezzamento, riconoscimento e ringraziamento, ben meritati, vanno allo stimatissimo cardiologo Leo- nardo Odoguardi e al cavaliere Umberto Stefani, presidente dell’Associazione Bersaglieri di Lucca. Sento di rivolgere un altro doveroso ringraziamento all’intera Amministrazione comunale, guidata dall’ architetto Mariano Bianchi, a cui dobbiamo riconoscere il merito di aver dotato la nostra cittadina di una villetta comunale che porta il nome del nostro eroe. Inoltre, ritengo ringraziare il consigliere provinciale Franco Mundo e l’Associazione Nazionale dei Combattenti e Reduci di Roma per il contributo datomi per la realizzazione del monumento. Ai cittadini, autorità militari e civili tutte, comunico con sentito orgoglio che l’Associazione Nazionale Reduci, dalla Prigionia dell’Internamento della Guerra di Liberazione di Roma, in occasione del 4 novembre 2011, tramite il Presidente Esecutivo prof. Enzo Orlanducci, ha donato una targa ricordo in memoria di Domenico Malatacca, consegnata al di lui fratello maggiore cav. Giuseppe Malatacca. Tale riconoscimento si aggiunge agli altri già ottenuti dal Ministero e dal Presidente della Repubblica. Voglio concludere con un saluto cordiale a tutti quelli che sono stati presenti alla manifestazione del 4 novembre. (Il presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci di Trebisacce Michele Lofrano) Confronti Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura Pagina 7 - N. 11 - Novembre 2011 Alto JONIO e dintorni Il libro Gerundino e i Caduti dell’Alto Jonio Ricordando Don Cosimo Massafra Amendolara, 4 nov.2011. Nella sala consiliare c’è molta gente; si parla della proposta dell’Associazione Azione Sociale, dei Caduti in guerra e del nuovo libro di Antonio Gerundino. I relatori sono Leonardo Alario, Giuseppe Trebisacce, Antonio Laschera, il sindaco Antonello Ciminelli, Rocco Silvestri e lo stesso Antonio Gerundino. Conduttore del dibattito, il giovane giornalista Vincenzo La Camera, che parla del “lavoro certosino” di Gerundino. E’ stato presente anche l’ex combattente del Secondo storia dimenticata”. Leonardo Alario dice che “la nostra memoria si conserva nella gioia e nel dolore. L’eroe non è solo quello “senza paura”, c’è anche quello che ha paura di morire ma si batte per la libertà. Catone diede la vita per la libertà. Questi Caduti avevano capito che il loro sacrificio era necessario”. Conclude che “il libro di Gerundino è condotto con metodo rigoroso ed’è una finestra spalancata su Amendolara; riusciamo a capire chi siamo, a scoprire le nostre radici e i fatti, conflitto mondiale Vincenzo Calienni, di 89 anni. Il sindaco Ciminelli accenna al 150° dell’Unità d’Italia e aggiunge che il lavoro di Gerundino ha permesso di incidere sul monumento altri quattro Caduti. Ricorda il tenente Domenico Sola, che ferito in battaglia, si è fatto subito medicare ed’è tornato sul fronte. Il primo cittadino ha detto un’altra cosa interessante: “ i Caduti della guerra devono essere accomunati a quelli caduti sul lavoro; non possiamo perdere la memoria, altrimenti, non sappiamo dove andare”. L’architetto Laschera, presidente di Azione Sociale-Alto Jonio, ha detto che questa Associazione è nata in Sicilia, si occupa del sociale e dei giovani in cerca di lavoro; ha ricordato Rocco Sisci che nel 1918 fondò l’Associazione pro Amendolara e istituì la prima scuola. Venendo a Gerundino, l’ha definito “un bravo storico”. L’ex direttore didattico Rocco Silvestri emoziona il pubblico con i suoi ricordi di famiglia: “questa data mi è cara, anche per mio padre nella guerra 1915-18: Francesco Silvestri, indimenticabile per i suoi discorsi commemorativi, ebbe due ferite, si è trattato di una pallottola o di schegge di una granata ?” Anche Silvestri ricorda Domenico Sola, facendo la cronistoria dei monumenti : “quel Germanò che doveva scolpire il monumento, venne meno all’impegno d’onore; optò per Terranova di Sibari e fu oggetto di una violenta poesia di un poeta locale. Poi, nel 1929 fu invitato lo scultore Lucisano”. Il direttore Silvestri, poeta e autore di molti scritti, parla anche degli altri libri di Gerundino. Gianni Mazzei da’ un taglio socio politico del libro ed’è anche critico su certa retorica del 150° e su certi modi romantici del ricordo dei Caduti d’Italia. Riesaminando il fenomeno del brigantaggio, conclude che anche i contadini di Amendolara credevano ai valori della libertà, come gli emigranti e altri caduti: “ occorre mettere insieme questi elementi, per riscoprire l’altra solo se possiamo conoscere la nostra storia”. Giuseppe Trebisacce, leggendo il libro di Gerundino, cita i 700 mila Caduti italiani; i Caduti dell’Alto Jonio sono 500, e 50 sono di Amendolara. Erano contadini usati anche come carne da macello. Nel libro di Gerundino c’è l’intreccio di storia locale con quella nazionale, rigorosamente ricostruita; è un punto di riferimento per tutto l’Alto Jonio. Le scuole, come diceva Rocco Silvestri, non possono restare indifferenti”. Al termine della manifestazione ha parlato anche l’editore Franco Alimena e sono stati distribuite copie del libro di Gerundino ad alcuni familiari dei Caduti. (giuseppe rizzo) Il figlio di un caduto: mio padre era contro la guerra Ho assistito a diversi dibattuti sul 150° dell’Unità d’Italia, sul fenomeno del brigantaggio postunitario, sul concetto di patria e anche sulla guerra. Tranne poche voci controcorrente, si continua a fare troppo retorica, romanticume e strumentalizzazione. I morti non possono più parlare; anch’io sono figlio di un caduto in guerra; quando mio padre partì per il fronte greco, io avevo tre anni. Non ricordo mio padre soldato; non è più tornato, però ho saputo che era contro la guerra, non voleva uccidere il nemicofratello, era contadino e voleva rimanere nel suo paese, nella sua terra, con suo figlio e con sua moglie. Io non sono contro la memoria e contro il Paese, ma certe manifestazioni del 4 novembre non le vorrei proprio vedere; si parla di “eroi” e si fanno dire ai morti ciò che non hanno detto e che non volevano. La guerra non ha ucciso solo mio padre; ha ucciso la pace e la fratellanza. (un figlio di caduto in guerra) L’apostolo Paolo dice ai Corinzi: “Circa i doni spirituali, fratelli, non voglio che siate nell’ignoranza. Voi sapete che, quando eravate Gentili, eravate trascinati dietro agl’idoli muti, secondo che vi si menava. Perciò, vi fo sapere che nessuno, parlando per lo Spirito di Dio, dice: Gesù è anatema! e nessuno può dire: Gesù è il Signore! se non per lo Spirito Santo. Or vi è diversità di doni, ma v’è un medesimo Spirito. E vi è diversità di ministeri, ma non v’è che un medesimo Signore. E vi è varietà di operazioni, ma non v’è che un medesimo Iddio, il quale opera tutte le cose in tutti.” Tutta la Chiesa è per sua natura missionaria. E’ inviata, nella sua totalità, ad annunciare, celebrare e testimoniare l’amore di Dio per il Suo popolo; è mandata, cioè, ad evangelizzare le genti, a portare la Parola di Dio a tutti i figli, anche e soprattutto a quelli che sono lontani, gli ultimi, che non sanno di esserlo, perché, in tal modo, tutti abbiano la possibilità di salvare la propria anima. Coloro che vivono la vita consacrata, che è il dono divino che la Chiesa ha ereditato dal suo Signore, sono chiamati più direttamente a vivere quella forma di vita che lo stesso figlio di Dio scelse di attuare, per fare la volontà del Padre, e che poi propose ai Suoi discepoli. Tutti coloro che accettano questa chiamata, che la ascoltano dalla Sua stessa voce, sono invitati a lasciare abitazione, lavoro e famiglia e ad abbracciare quell’ideale di povertà, che riescono a capire solo quelli che sono destinatari del messaggio. Rinunciando ai beni materiali, essi seguono più da vicino il Maestro, possono dedicarsi al servizio apostolico ed adottano uno stile di vita diverso dall’ordinario, evidentemente più vicino a Dio e più apertamente di fede. Il sacerdote è colui che vive lontano da tutti per essere legato a tutti, ma anche i fedeli laici sono chiamati a prendere le distanze dalla realtà e dai beni materiali, se vogliono conformarsi agli insegnamenti del Signore e professarsi cristiani. Evangelizzare vuol dire proclamare al mondo, e soprattutto a coloro che ancora non lo sanno, che Cristo Gesù, incarnatosi tra gli uomini, morto sulla Croce per l’umanità, è risuscitato, è asceso al Cielo ed ha offerto a tutti l’opportunità della salvezza. L’evangelizzazione contiene anche la predicazione della speranza, l’annuncio del conforto, la certezza di quell’amore che si è irradiato da Cristo fino ai giorni nostri. Quell’amore, che Iddio ci ha benignamente concesso, noi lo dobbiamo moltiplicare ed offrire ai nostri fratelli, dai più vicini ai più lontani, senza differenza di razza o pelle, senza guardare al ceto sociale o alla cerchia di amici. Quest’atto d’amore, di così elevato significato dottrinale e teologico, raggiunge il suo culmine nell’attuazione ed estrinsecazione dei Sacramenti, segni tangibili di quella Grazia che il Signore ha voluto perpetuare come anello di congiunzione tra la Sua Maestà e la nostra pochezza, affinché potessimo fortificarci nello spirito, prima dell’eterno incontro con Lui. Mons. Don Cosimo Massafra era nato il 3 luglio 1911 ed è morto il 9 giugno 1988. Ha fondato l’allora Parrocchia Sacro Cuore di Maria di Pino Cozzo in Trebisacce, attuale Parrocchia Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria. Chi lo ha conosciuto sa che ha vissuto la sua vita alla luce degli insegnamenti di cui si è detto, si è fatto vicino al prossimo, ha elargito sorrisi ed ha fornito rimproveri, si è emozionato di fronte alla grandezza di quel Signore che ha servito giorno e notte, a cui è sempre rimasto fedele, a cui si è ispirato per portare la lieta novella alla gente. Era sempre disponibile, accoglieva chiunque e dovunque, la sua casa era la casa di tutti, e là continuava ad offrire insegnamenti e consigli, benedizioni e suggerimenti. Il mandato missionario ricevuto, all’interno del popolo di Dio, veniva prima di ogni cosa, era indiscutibilmente prioritario rispetto ad ognuno e ad ogni avvenimento, anche familiare; bisognava che il suo carisma occupasse il primo posto e portasse frutti di conversione e di affiliazione. Don Cosimo Massafra ha lasciato un’eredità in tutta la comunità trebisaccese e in tutta la diocesi di Cassano allo Ionio. I vescovi giustamente lo rispettavano, i suoi parrocchiani giustamente lo amavano, i suoi familiari giustamente lo adoravano. Costituiva un punto di riferimento per piccoli e grandi, e per ciascuno aveva parole di conforto e di elogio. Memorabili restano le sue omelie, specialmente quelle officiate durante le Messe solenni, come nei giorni di Natale o Pasqua, ed impresse restano ancora oggi, come se passassero davanti ai nostri occhi, le sue parole, pronunciate con immancabile emozione e tremore, perché rivolte a quel Signore da lui venerato. Noi vogliamo ringraziare Iddio, che ci ha voluto tanto bene da farcelo conoscere di persona, che ce lo ha fatto stimare ed amare, che ci ha fatto ascoltare i mòniti che ci ha lasciato in eredità, per tutto il bene che ha saputo e voluto elargire al popolo a lui affidato, nella certezza, che ci viene dalla nostra fede, che un giorno godremo ancora della sua presenza. Ora, gli si vorrebbe intitolare la piazza antistante la chiesa fondata da lui. Sarebbe un importante e visibile riconoscimento alla sua vita tanto votata alla sua missione. Libri e manifestazioni culturali Dante Maffia. Lunedì 12 dic., alle ore 17, presso il Liceo scientifico “Galileo Galilei” di Trebisacce si parlerà dello scrittore Dante Maffia. Relazioneranno il dirigente Tullio Masneri, il sindaco di Roseto Franco Durso, Alfredo Bruni, Giorgio Delia, Leonardo La Polla, Gennaro Mercogliano, Clara Latronico, Eugenio Nastasi. Coordinerà Franco Maurella. Il tema della serata culturale è: Dante Maffia artefice di sogni e di cultura. Il Musagete. A Francavilla Marittima si è svolta la seconda edizione del premio Calabria-Lucania, a cura dell’Associane culturale “il Musagete”. Il premio riguardava la poesia edita ed inedita, il libro e il giornalismo. Pagina 8 Confronti - N. 11 - Novembre 2011 Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura Trebisacce e Dintorni Una medaglia per ricordare Dal Bastione alla Fornace, dal Saraceno alla Pagliara “iàte’a a pasc i crape!” la storia di Trebisacce Nell’Aula Magna del Liceo Scientifico, alla presenza di molti ospiti di prestigio, del corpo docente e degli studenti, si è svolta la cerimonia conclusiva del Progetto Didattico “Una medaglia per la città”, nata dall’idea del dottor Leonardo Odoguardi e del Dirigente Scolastico Tullio Masneri. In mezzo ad una folla di studenti, che hanno partecipato al disegno del bozzetto per Trebisacce, guidati Monetae della Zecca di Lucca, la più antica d’Italia, Giuliano Marchetti che, visibilmente commosso di trovarsi insieme ai giovani liceali, ha ripercorso i momenti tecnici della realizzazione numismatica. Sul “dritto” della medaglia (nella foto) è raffigurato lo stemma del Comune come lo raffigura l’Araldica, intorno la scritta Città di Trebisacce. Sul “rovescio” invece, la prima immagine dalle docenti Lidia Mazzone e Rosanna De Gaudio, il dirigente Tullio Masneri ha sottolineato il ruolo della scuola nella valorizzazione del patrimonio umano, storico e monumentale di Trebisacce e dell’Alto Ionio, mentre il dottor Leonardo Odoguardi, studioso e storiografo trebisaccese, ha parlato del progetto e delle scelte operate nell’elaborazione del bozzetto della medaglia che racchiude il significato storico di una città della Magna Grecia, con il toro di Sibari al centro e i quattro bozzetti disegnati dagli alunni. E’ quindi seguito il saluto del Presidente di Italia Nostra Architetto Angelo Malatacca che ha sposato in pieno l’iniziativa tesa a valorizzare la storia e l’identità della città. E’ infine intervenuto il Magister raffigura l’età protostorica di Broglio, la seconda, a lato, richiama l’epopea della Magna Grecia con una imbarcazione caratteristica, in basso, il Centro Storico e quindi il periodo bizantino e, a fianco, l’era moderna con il sole, il mare, il pontile. In tutte e quattro le espressioni artistiche è costantemente presente il campanile del centro storico ed i frutti della terra. Al centro la moneta con il toro di Sibari simbolo di appartenenza alla civiltà della Magna Grecia, intorno, oltre a Megale Hellas, è riportato il termine bizantino e quello che risulta scritto nella Platea della Mensa Vescovile di Cassano Jonio del 1560, oltre ovviamente a quello odierno. (p.l.r.) Il mal di gotta: se ne discute all’Associazione Diritto per anziani Organizzato dall’Associazione Diritti Anziani, pres.te Michele Maggio, segretario Giovanni Lizzano, sponsorizzato dalla Menarini, si è tenuto nei locali della Misericordia , in Trebisacce, un interessante incontro sul tema: La gotta, Relatore il dott. Sergio La Guardia, che ha illustrato, con dovizia di esempi concreti ed in modo semplice ma esauriente sintomi, conseguenze, cure della malattia. Interessato e attento l’uditorio che alla fine ha posto una serie di domande su casi personali, ai quali il relatore ha fornito , con pazienza e competenza, esaurienti risposte. E’ seguito al termine , un rinfresco offerto dagli organizzatori. Per dicembre è stato annunciato un altro incontro sul tema .”Il male inutile”. Ben vengano altre e simili iniziative che illuminano tanti dubbi sulla nostra salute , che è il nostro bene più prezioso. V. Filardi Pubblicità gratuita Ferramenta Leonardo Napoli C.da Pagliara - Trebisacce Sono un po’ arrabbiato, perché un’amica e un amico mi hanno salutato porgendo la mano sinistra: per me, questo modo di salutare è una boriosa cafonata. Ora, pure io chiedo scusa ai nostri amici lettori che ci rimproverano tanto ritardo, per questo numero di Confronti. Abbiamo messo le mani in tasca e dobbiamo pagare la tipografia ! Ma abbiamo ritardato anche per fare i nostri auguri di BUONE FESTE di Natale e Capodanno. Però, zu’ Rucch ha dovuto fare anche una “passeggiatina” a Roma, per controllarsi la pressione dell’occhio sinistro e anche per far rivedere gli altri pezzi della sua macchina umana, che è come la macchina quattro-ruote; non si buca solo la marmitta, ma si logora anche il motore! Non sono proprio vecchio, però il mio coetaneo compare Ciccio, spesse volte mi dice: “cumpà, a vicchiàia è nna carògna!”. Nella capitale ho visto il papa, il presidente della Repubblica Napolitano, il nuovo capo del governo Monti, e anche il sindaco Alemanno ! Appena sono tornato nella mia cara città, ho caricato scala, rampini,“manicella” e “crucch” e ho cominciato la raccolta delle olive: quest’anno sono una meraviglia; non vedi segnale di mosca olearia; le drupe sono colorate tra il verde e il nero e le puoi baciare e benedire! Mi dispiace che un raccoglitore più anziano di me ha voluto inerpicarsi sull’ulivo più alto ma è precipitato sul roveto e sulle pietre sottostanti e s’è conciato per le feste di Natale! Le cadute dall’ulivo sono pericolose. Le mie olive hanno reso al 12 per cento e ho riempito due “zirri”! A Natale, mia moglie, se avrà l’aiuto di nostra nuora, mi farà le “crispelle”. Però, a me, l’olio nuovo mi piace anche con la “ffella rrussicata” del pane ! Ora, lascio questi sogni di squisitezze locali e mi faccio il solito giro per i quattro cantoni della nostra città: dicono che il servizio della monnezza vada male; ma io, i giovani addetti alla raccolta, anche se qualche volta fanno un po’di ritardo, stanno lavorando bene. Siamo ancora noi cittadini a mancare di senso civico, perché si continua a buttare rifiuti non solo in mezzo alle vie del paese ma soprattutto nella periferia: guardate quante fetenzìe intorno agli aranceti, specie sul lato del Saraceno, fino al vecchio mattatoio ! Lungo il quartiere Sant’Antonio, sotto il cimitero, per tutto il percorso di viale Europa, nel quartiere Pagliara e 104, nel Lungomare ci vorrebbero tutti i Carabinieri della zona. Non voglio più parlare dello stadio “Amerise” e della spiaggia che va dalla Torre di Albidona, al canale Monaco, alla foce della Pagliara e alla discarica, prima del vecchio campo di calcio del Lungomare. Provate a girare anche voi, e mi direte cosa significa avere il paese pulito. Dopo la rabbia di questo orribile sconcio ambientale, torno a corso Lutri per fare una breve passeggiata con compare Ciccio; ci vuole fare compagnia anche il professore che sognava di fare l’assessore; davanti ai bar c’è sempre la solita compagnia dei politologi e dei sospettabili candidati a sindaco e a consigliere comunale. Compare Ciccio li squadra uno ad uno e mi dice: “Trebisacce non ha bisogno di arrivisti, lecchini, e parassiti e analfabeti. Io, questa volta, come sindaco ci metterei proprio un raccoglitore di olive e di arance; o uno che sa menare la zappa e u crùcchie’i firr, cioè uno con i calli nelle mani. I passeggiatori del Corso, i dispensatori di promesse e quelli che si autopropongono senza la segnalazione della gente e dei partiti li manderei … a pasc i crape!”. (zu’ Rucch) Avvicendamento alla guida della Segreteria Comunale: il dottor Donato Michele Lizzano, originario di Albidona ma residente a Trebisacce, che ha svolto con grande competenza e professionalità il ruolo di segretario-capo del comune di Trebisacce per circa 5 anni, su proposta del Prefetto di Cosenza Cannizzaro, ha accettato di trasferirsi alla guida del comune di Corigliano ed al suo posto, grazie alla Convenzione sottoscritta dal comune di Trebisacce con quello limitrofo di Villapiana, ratificata nel corso dell’ultimo consiglio comunale, è arrivata, con incarico “a scavalco”, la dottoressa Loredana Latronico, originaria di Amendolara ma residente a Trebisacce, già in servizio da alcuni anni nel comune di Villapiana dove è molto apprezzata per sue qualità umane e professionali. Il comune di Trebisacce, grazie alla gestione associata del Servizio di Segreteria Comunale, secondo quanto si legge nella Delibera approvata dal Consiglio, potrà unificare il servizio con il comune contermine e dividere anche l’onere economico che, con i tempi che corrono, diventa… cosa buona e giusta. La dottoressa Latronico, secondo la convenzione sottoscritta, svolgerà il suo orario di servizio presso il Comune di Villapiana, che rimane comunque comune capofila dell’associazione, per 18 ore settimanali, pari al 50% delle 36 ore previste dal servizio e l’altro cinquanta per cento delle ore di lavoro settimanale presso il Comune di Trebisacce, con un significativo risparmio della relativa spesa a beneficio dei due Comuni. A entrambi i valenti funzionari dello Stato un grande in bocca al lupo da parte della redazione di Confronti. Cambio di guardia alla Segreteria comunale Confronti Pagina Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura TREBISACCE L’Osservatorio di Orazio e Pancrazio Politica in fermento Il Sel (Sinistra Ecologica e Libertà) è impegnato in una forte campagna elettorale per le prossime municipali: “il progetto è che bisogna partire col centro sinistra”, dice Regino, segretario del PD: “magari con un candidato ex democristiano !”, ironizza qualche altro dello stesso partito. Amerise per il Psi, Schiumerini per il Sel, e Aloia per i dipietristi dicono che l’attuale amministrazione “è incapace di risolvere i problemi”, perciò si dicono favorevoli all’accordo per formare un’alleanza forte e compatta”. Schiumerini si rivolge anche alle Associazioni e ai giovani che “vogliono diventare protagonisti” e bisogna partire dal PD, per questo si propongono le primarie. Infatti, il Sel e il PD (con Mario Melfi, Mario Franchino e Franco Pacenza) scrivono a più mani una lettera contro il governo di centrodestra. Gli stessi, in una recente conferenza programmatica parlano di ambiente, del settore commercio, dei servizi per la cittadinanza, del turismo e della cultura. Hanno invitato a parlare i probabili alleati del progetto elettorale: il prof. Piero De Vita, Walter Astorino e anche altri esperti degli argomenti in progetto. L’intesa vuole andare avanti, i nuovi dirigenti dei partiti di centro sinistra ribadiscono che “bisogna superare questa amministrazione”, ma il sindaco Bianchi risponde: “Abbiamo realizzato tante opere per la città”. Si danno da fare anche i militanti dell’Udc, che intendono creare una sede zonale per il Partito di Casini; nel loro ultimo incontro erano presenti i rappresentanti più in vista dell’Alto Jonio: Davide Cavallo, Pino D’Urso, Pietro D’Agostino e Antonio Malatacca di Trebisacce, Paolo Montalti e Vincenzo Lo Giudice di Villapiana, l’assessore Gregorio Scigliano di Amendolara e anche il sindaco di Rocca, Ferdinando Di Leo. Gli Uddicini dell’Alto Jonio promettono che “faciliteranno la presenza costante dell’assessore regionale Trematerra”, si battono pure per l’ambiente e hanno affrontato pure una “elaborazione di linee Non sono più Sono deceduti Enrico Miniaci, Giuseppe Tarsia, Pino Garofalo, Pietro Santagada, Antonia Amerise ved. Petrone. Sentite condoglianze per tutti i familiari dei cari defunti. Leonardo Amerise. Ci ha lasciato Leonardo Amerise, conosciuto da tutti come ”Narduzzo u parrucchiere”. Cresciuto con la madre, il padre emigrato lui piccolissimo “nella terra du scurdu”, crebbe molto vivace, quasi ribelle, ma molto attivo, aperto al nuovo pieno d’iniziative anche a favore della comunità, mai omologato, specialmente ai tempi della sua gioventù, quando ciò era molto scomodo. Con lui programmatiche”. Il 4 novembre è stato inaugurato il monumento ad Afredo Lutri, ma leggerete nel servizio a parte. Molto affollato il torneo di corsa su strada, organizzato da Deliart; vi hanno partecipato circa 200 atleti.C’è anche un po’ di cronaca nera: ricercato per furto, il rumeno 24enne Dodoaia Moisuc Petrica si era reso latitante da un anno, ma è stato sorpreso e arrestato nel centro storico. Resterà in carcere per pericolo di fuga. Il libro d Pasquale Golia “Inseguendo un sogno rosa” è stato presentato all’Itcg. All’Hotel Mira mare si è svolto un convegno medico sull’osteoporosi.Inaugurato; è stato aperto il Centro di riabilitazione. Gli studenti dello Scientifico “Galilei” sono stati in visita al penitenziario di Rossano, per il Progetto Pon-Fse obiettivo C3. Alla Scuola materna ritarda il servizio mensa; i genitori prima si lamentano e poi protestano. Non state con la bocca tappata. (Orazio e Pancrazio) I presepi di L.A. Odoguardi Si tratta di una quindicina di presepi, preparati dall’artista Leonardo Antonio Odoguardi, esposti a Corso Lutri e anche in altre parti del paese. Odoguardi usa materiale vario, legno, gesso, cartapesta ed altro; i presepi sono di stile classico napoletano. Vale la pena visitarli. Congratulazioni per l’autore. Anche la FIDAPA ha allestito i suoi presepi; appartengono a privati cittadini e ad alunni delle scuole. e Eduardo Tiripicchio. Giovane di belle speranze, Edoardo era un nostro caro amico, insegnava nelle scuole superiori, ed è morto tragicamente in un incedente - N. 11 - Novembre 2011 DINTORNI Cinema Tonino Delli Colli, AIC l’eclettico della fotografia cinematografica Tonino Delli Colli, esperto e validissimo direttore della fotografia morto nell’agosto 2005, si presenta come vero professionista. Questa professionalità si sostanzia nell’eclettismo, cioè nella sua immensa capacità di variare ampiamente lo stile della sua fotografia in base al film e quindi in base al tema che il regista suggerisce. Fu il primo ad accollarsi il rischio professionale del colore per il film Totò a colori per la regia di Steno con l’uscita del Ferraniacolor, la prima pellicola a colori della Ferrania. Tale pellicola, di sensibilità molto bassa, 6 ASA, richiedeva, a parità di distanza delle lampade, un’intensità luminosa di 1000:1 in candele, rendendo quindi necessario porre le lampade, ancora quelle del bianco e nero, a distanza ravvicinata l’una dall’altra per produrre una grande quantità di luce sulla scena. Questo tipo di illuminazione piena rendeva i colori densi, pastosi e più piatta la fotografia, tipo il Corriere dei Piccoli avrebbe detto Delli Colli. Ignorando i consigli dei tecnici della Ferrania, il direttore della fotografia, abbassò i lux delle ultime scene riducendo le sorgenti di luce per dare qualche effetto d’ombra e sfumature maggiori alla fotografia. Se c’è un aspetto che contraddistingue, pur nell’ambito dell’eclettismo, la fotografia di Tonino Delli Colli, è la ricerca dell’illuminamento variabile, del rilievo e dell’incisione fotografici ereditati dal bianco e nero, contro ogni aspetto che appiattisca la fotografia delle inquadrature. Caratteristico è il suo modo di fotografare in controluce, con il sole posizionato oltre l’obiettivo e non dietro. Ciò attribuisce all’inquadratura toni non saturi, colori non pastosi. Ne Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo le riprese effettuate sotto il sole estivo posizionato sulla verticale per sfruttare i contorni netti delle figure dati dalle ore della giornata a luce più dura (h 12.00, h 14.00), il controluce, gli archi carbone a fiamma bianca utilizzati come luce di riempimento della sorgente solare, perdiamo un amico e una fonte di tante memorie della nostra comunità. Nostro lettore assiduo e attento lascia un vuoto nei suoi familiari e nei suoi tanti amici. Pasquale Roseti. Dopo una vita laboriosa e serena, circondato dall’affetto dei suoi cari e dalla stima di tanti cittadini si è spento in Villapiana Pasquale Roseti già Direttore della Carical e cittadino di Trebisacce per tanti anni. Alla moglie Antonietta Romano, ai figli Maria Teresa, Andrea e Rosalba, ai generi e alla nuora, ai parenti tutti , le più sentite condoglianze. 9 stradale. Nello stesso incidente è venuto a mancare anche il giovane Ivan Siciliano (di Amendolara). Condoglianze per le addoloratissime famiglie. TREBISACCE AVVISO MERCATO MENSILE DEL MESE DI DICEMBRE Si porta a conoscenza della cittadinanza che il Mercato Mensile dell’ultima Domenica del mese di Dicembre, vista la coincidenza con la Festività del Santo Natale, si posticipa al al giorno 30/12/2011 come rischiaramento delle ombre e dei volti, sono finalizzati a far emergere il tono avventuroso della ricerca dell’oro, sottolineato nelle inquadrature in esterni dalla desaturazione dell’azzurro del cielo e dei colori in generale, dunque dall’accentuazione della brillanza delle superfici, così come brilla l’oro. La sovraesposizione di 1/3 di stop con diaframma a f/22 pellicola 100 ASA, otturatore a 180°, non raggiunge l’effetto sgradevole dato dal sensore digitale (CCD) di una cinepresa o di una videocamera alla stessa sensibilità ISO e a parità di apertura di diaframma. Con le cineprese digitali, a parità di sensibilità, l’effetto sgradevole delle zone sovraesposte e la loro alterazione dei colori, vengono ridotti o annullati riducendo l’apertura di diaframma di 1/3 di stop o di 1 stop, oppure sottoesponendo. Allora i colori risulteranno più fedeli al reale, netti, taglienti.Ne La vita è bella, il controluce e la sovraesposizione utilizzati nelle riprese diurne, in quelle notturne, precisamente nelle inquadrature della pioggia fotografata con fasci di luce diffusa dall’alto, enfatizzano, soprattutto all’inizio del film, il tema della favola richiesto dal regista Roberto Benigni. Nel capolavoro di fotografia cinematografica di Tonino Delli Colli, C’era una volta in America diretto da Sergio Leone, l’uso del bagno Rn, contenente più argento, ha permesso di aumentare la purezza dei neri, di ridurre l’intensità dei colori per favorire il chiarore e la brillanza delle inquadrature accordandole con i toni neutri dell’ambientazione anni ‘30 della storia. Dagli anni ’80 ad oggi, per desaturare, ridurre l’intensità dei colori, e aumentare il contrasto vengono utilizzati processi di ritenzione di argento: o direttamente su negativo, skip-bleach, che dà un forte contrasto tra neri e bianchi; o di ritenzione sulle stampe, cioè il bleach-bypass, oppure l’ ENR su positivo, e il processo OZ utilizzato dal direttore di fotografia Harris Savides per il film del 2007 American Gangster di Ridley Scott. Tale processo, rispetto all’ENR, dà neri ancora più profondi e taglienti, bianchi più puri e un tono meno luminoso. Francesco Lupinacci Pagina 10 - N. 11 - Novembre 2011 Confronti Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura C u l t u r a e V A R I E DIBATTITI e TRIBUNA LIBERA Un premio a Giovanni Tgroiano per la Poesia Quando gli asini litigano i barili si rompono Mons. Nunzio Galantino, nuovo Vescovo di Cassano Mentre mi accingo a porre all’attenzione dei lettori di Confronti alcune considerazioni sull’attuale situazione politica, il Governo MONTI non sa che pesci pigliare, pur ostentando una certa sicurezza sui provvedimenti economici che risaneranno il deficit italiano. Intanto, il decreto su Roma Capitale fa sussultare tutti per la tempistica con cui è stato varato, quasi si trattasse di massima e vitale importanza. Si passa, cioè, da Comune di Roma a Roma Capitale, con tutte le spese che tale cambio comporta, dando la possibilità all’attuale amministrazione Alemanno di incamerare una serie di risorse economiche, venendo a gestire direttamente alcune funzioni che prima erano di competenza esclusiva della Regione Lazio. A dire il vero, questo primo atto ufficiale, nel marasma in cui versa la politica italiana, fa sorridere tutti quelli che, come me, sono abbastanza scettici della virtuosa sanatoria politico-socioeconomica di Monti. Perché il nuovo capo di Governo ha già dimenticato, o rallentato volutamente, il suo primario impegno di azzerare i privilegi dei politici e mettere ordine ai tanti vitalizi, così come è opportuno diminuire anche il numero dei parlamentari, visto che se ne parla continuamente? Però, a volte si sa, bisogna fare i conti con l’oste, in questo caso con il Parlamento. Questo il Premier l’ha capito abbastanza bene e ha pensato che, forse, è meglio tenere il cane addormentato...! Doveva essere il primo segno positivo per voltare pagina nella storia dei numerosi sperperi ad uso e consumo della Casta politica che avrebbe permesso il recupero di un notevole flusso finanziario da utilizzare per azzerare, entro il 2013, il deficit dell’Italia. Non voglio entrare nel merito dei dati contabili, che ho consultato tramite internet, poiché, se ve li esponessi, vi farebbero versare lacrime amare per le ingenti risorse economiche che si possono recuperare e impiegare in modo più vantaggioso. Altro che correzioni alle varie finanziarie e conseguenti sacrifici…..! Invece il prof. Monti cosa fa ? Ripristina l’Ici per la prima casa ritenendo che sarebbe una vera anomalia, secondo l’Europa, non far pagare agli italiani una tassa su un immobile, che, guarda caso, è già soggetto a una serie di tasse e che serve a molti come civile, unica abitazione. E, come se non bastasse, bisognerà ritornare a questa imposta rivedendo le rendite catastali che la aumenteranno notevolmente. Allora, mi viene di pensare a coloro che nella loro vita fanno mille sacrifici per risparmiare pur di potersi assicurare una casa di proprietà e stare più tranquilli e sicuri, per poi sentirsi dire: ora che hai una casa devi pagare, perché ce l’hai. Io la ritengo una specie di tangente, che poco si discosta da quelle chieste dai taccheggiatori. E no! Caro Primo Ministro….! E’ troppo facile reperire i fondi dai soliti oppressi del Popolo italiano! Non è certo questa la via migliore per fare cassa immediata! Anzi questa maggiore oppressione su quegli italiani che già faticano ad arrivare a fine mese, non fa altro che comprimere ancora di più i consumi e se non si consuma è inutile produrre, e se non si produce altre migliaia di lavoratori restano senza lavoro e finiscono, nella migliore delle ipotesi, in cassa integrazione, con un onere per tutti non indifferente. La soluzione della crisi bisogna cercarla dov’è più logico e giusto cercare: nei grandi patrimoni, tra i grandi capitali, specie quelli trafugati all’estero, tra i diversi evasori fiscali, i cosiddetti furbi che si godono la vita, alla faccia di chi è abituato a guadagnarsi la vita onestamente e che, sempre più spesso, è costretto a saltare il pasto giornaliero, non avendo neanche un euro in tasca. E qui è opportuno tornare indietro di qualche passo, cioè, all’atto dell’investitura di Capo del Governo, e dimostrare che si vuol fare sul serio e procedere azzerando tutti i privilegi della classe politica, senza doppi incarichi con doppi stipendi e via dicendo….! Ridare agli italiani più equità e più giustizia sociale, attuando una migliore perequazione economica basata principalmente sul lavoro, sacrosanto diritto di tutti, maggiormente dei giovai, ed elemento essenziale per la dignità di ogni uomo, come è previsto dalla nostra Carta Costituzionale. Mettere ordine, così, all’interno della nostra Italia per poi guardare all’Europa con mente più serena e sicura, dando una risposta di forza alle grandi lobby che comandano l’economia mondiale e facendo capire alla potente Merkel, in questa egoistica gara a primi della classe, che se gli Stati della UE affondano anche la sua corazzata tedesca, dal cui ponte il cancelliere detta comandi, prima o poi, è destinata ad affondare. E qui è il caso di ricordare una famosa frase che nel nostro dialetto recita: “Quanni i ciucci s’arraghini i varrili si ruppini“. RINGJÀLLJE Urìmet çë kush gabòn me taksje ndëjën llunxòle ipokrizìsh me sofizëme të dëmshme për mburrllète, po së na lìdhën Fani ka angthi njëja perëndìje lìgë (ndrysh’ë’ pìsa). Të kundërshtòjëm pahjrtën ‘nì ë’ hèra, së ket thòmi pafuqìshme:- U çë mund bënj?ket jèmi si atà lìsët e fort ndër màlet gardh shòlavet, ndòse dhè kafsha njerëzòre (kumbadhjàsmja qèngës) mbìlljën ndër jèce me fil glëmbìsur hèkuri, më i rìu ngatarrìm ferri (çë nëng sìell mënëz). Vrèj se kur mburòjën fjàlët jàn e të dinigòjën rròjtjën, po kìj harè, burr i farùar, dolle ndë tellevizjònët e lòtët e tënde jàn e i blèjën gjìthë. Kënga varèsme të markàtit (sirena shpìrtit) vuvòsën gjìthë muzìkën e jètës. T’i shpàlljëm luftë luftës àrdhët një vangjèl bùrrash; lavdìa (?) të martìrvet ndëndën gërràbzat e mbishkrìmet e varrit dukën përqèshje. Oi i rìu Omèr, lè të rrì golëtarìa monomàhjevet çë kè ndë zëmër (ndrysh’ë’ dhëmburìa). Poezìt e shkrùajtur me aq shumë nderìm s’i shqèrrën sqèpet e zëmërlèshës ka klìsha e perëndìvet qiftra t’ègër. Atyrëve çë ven tue thënur të reme lëshòj të zgjeròhën ka tellevizjòna, po këndò tì për nj’ushtrì paarmatòsur (flàmuri vërtètës) dhè dìtë për dìtje ec e shprìshe fàrën njëja ringjàllje dashurìje. PALINGÈNESI Foto di Ettore Angiò (orfano di more). La prodigalità delle parole nasconde negazioni di futuro, però gioisci, uomo obliterato, sei in televisione ed il tuo pianto è oggetto di consumo. La solfa monocorde del mercato (brina dell’anima) ammùtola ogni musica di vita. Dichiarare guerra alla guerra sia d’un evangelo d’uomini l’avvento: la gloria (?) dei martiri ingozza gli avvoltoi e gli epitaffi suoneranno beffa. Novello Omero, fuggi la retorica d’egocentrici patemi esistenziali (altro è il dolore). Poesie politicamente corrette non squarciano i veli dell’indifferenza nel tempio degli dei falchi rapaci. Ai mestatori dell’informazione lascia lo spazio dei telegiornali, ma canta tu per un disarmato esercito (apologèta della verità) e costantemente spargi pure i semi di una palingenesi d’amore. Gli auspici di chi illude promettendo stendono parapetasmi d’ipocrisie di sofismi esiziali merlettati, ma non ci imprigiona il Fato nell’incubo di un crudele iddìo (altro è l’inferno). È possibile opporsi all’apatia, al neghittoso:- Che ci posso fare?fare come gli alberi sui monti argine alle frane, se ancora greggi umane (preludio al macello) si rinchiudono in ovili di filo spinato recinti, moderno groviglio di rovo 11° PREMIO NAZIONALE DI POESIA “Città di Civitavecchia” *** Assegnato a Giovanni Troiano il 2° premio (sezione vernacolo), per la composizione “Ringjàllje – Palingènesi”, già vincitrice a Livinallongo del Col di Lana (BL) nel 2009. Questa importante manifestazione è organizzata dall’Associazione di Volontariato Artistico-Culturale “Il Conservatorio”onlus, con il patrocinio del Comune di Civitavecchia (Roma). Premiazione: domenica 11 dicembre, ore 17, all’Hotel de la Ville. tracciare il ruolo che il territorio cassanese ha avuto nel corso degli anni nella nutrita speranza che il lavoro, a più mani effettuato, possa costituire un contributo a ripensare le grandi potenzialità tese a trovare nuove e più efficaci progettualità al fine di invertire una negativa tendenza. Il prof. La Padula nella sua premessa sostiene, tra l’altro, che diventa indispensabile partire dalla memoria storica e dalle eccellenze culturali e produttive presenti sul territorio allo scopo di creare sinergie nuove tra i diversi soggetti, le diverse vocazioni e risorse nell’auspicabile certezza di restituire ai cittadini la consapevolezza di quello che sono e che possono fare. Nella presen- tazione il sindaco –consigliere regionale, avv. Gianluca Gallo, sottolinea che si tratta di un primo consuntivo di anni di lavoro e di ricerche per capire cosa siamo stati e come possiamo reinterpretare le dinamiche di sviluppo di tutto il territorio alla luce delle nuove conoscenze storiche. L’opuscolo, corredato anche da fotografie, contiene articoli di: Marco Roseti, Tullio Masneri, Carlo Forace, Giuseppe Martire, Leonardo Alario, Aldo Viola, Giuseppe La Padula, Giuseppe Aloise, Battista Alario, Ida Ferrari, Silvio Renne, Concetta Briatico, Martino Zuccaro, Melania Donadio, Federica Praino, Matilde Procopio, Katia Arcidiacono. Luigi Franzese Cassano e il suo territorio nel libro di La Padula “Cassano e il suo territorio: frammenti di storia e di cultura”: è il titolo del libro curato dall’amministrazione comunale di Cassano allo Jonio, edito dai tipi Pantuso (pag. 204) che sarà ufficialmente presentato al pubblico mercoledì 14 dicembre nel Teatro comunale alle ore 18.30. Il volume è nato dall’esigenza di conoscere ed approfondire la storia di Cassano e del suo territorio e recuperare una memoria comune del passato e rielaborarla criticamente. Ad avere la felice intuizione di tale lavoro è stato il prof. Giuseppe La Padula, docente di filosofia al locale liceo classico che è riuscito, dopo un incontro tra amici e studiosi locali(del quale questo libro è espressione) a fare una ricerca tesa a Confronti Pagina 11 - N. 11 - Novembre 2011 Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura cu l t u r a Il poeta Giuseppe Palazzo. Un progetto per San Lorenzo Bellizzi Conoscevo Giuseppe: lui un bimbo ed io un ragazzo. Lo vedevo in via Duomo giocare per la strada, saltellare sulla scala. La sua casa di fronte a quella di don Nicola Costa. Poi ci siamo persi di vista. L’incontrai dopo molti anni. Forse, era già laureato. Non ricordo. Ancora per anni non ci siamo incontrati. Negli ultimi tempi ci si vedeva d’agosto. Un saluto cordiale. Non c’è stata occasione di approfondire il nostro incontro. Non è successo e ora mi dispiace. Mi spiace, perché scopro che era una persona di una grande sensibilità e ricchezza interiore. Lo scopro per questa raccolta di poesie dove c’è un uomo con tutta l’esistenza: poesie intense, piene di vita e di sofferenza; di amore per la vita e difficoltà di afferrarla ultimamente. Mai una resa, però. Avevo saputo delle due case comprate a San Lorenzo Bellizzi e mi chiedevo perché, due. Ora, sua moglie, la signora Margherita, in una delicata lettera, mi svela il segreto: «Un amore più viscerale e sofferto lo nutriva per San Lorenzo Bellizzi, paese dove è nato [10 novembre del 1946] e dove ha vissuto fino all’età di 13 anni. Ritornava con piacere tutti gli anni, anche per brevi periodi e pregustava la possibilità di dedicarsi ad una attività imprenditoriale turistica per dare sviluppo al paese, fermamente convinto delle eccellenze da valorizzare». Grazie. Il poeta ingegnere Giuseppe Palazzo da qualche tempo se ne è andato, ma continua ad essere tra noi con la sua poesia. Se ne è andato da poeta, cantando la vita: «Spargete poi le mie ceneri/ nei prati/ davanti alla Cà Nova/ e seminate/ abbondante misticanza/ che ogni primavera/ trasformi/ in esplosione di colori/ per il trionfo della vita». Il trionfo della vita, è la sua ultima poesia. Un messaggio a noi rimasti che ci crucciamo per piccole cose, per futili desideri non appagati e così ci sfuggono i sapori veri di una esistenza fatta di progetti, di tensione amorosa verso le persone e verso le cose. La sua poesia è espressa in un «linguaggio…sobrio e misurato, appare improntato a classica compostezza e raffinata eleganza». Così il prof. Vincenzo Mazzei nella Prefazione. La raccolta Rari momenti, fuori commercio, è stata pubblicata a Torino per la GraficaT-Art nel 2008. Queste poesie le possiamo ritenere il suo testamento spirituale. Testamento, che per la sua cura, è soprattutto un atto d’amore. Egli se ne è andato respirando e amando tutto quanto gli stava intorno:«Lasciatemi respirare/ l’ultimo mare/ e gli umori della terra/ dopo un temporale estivo. / Lasciatemi contemplare/ l’incanto/ di una notte stellata. / Lasciate che vi dica/ quanto vi amo» (Il trionfo della vita). Nel ritorno a casa si sentiva inebriato dagli affetti e le cose e i profumi a lui familiari: «Dentro veloce/ per cadere in ginocchio sul pavimento/ a baciare la terra./ E lacrime liberatorie/ inondare gli occhi/ a confondere gli spazi i colori gli oggetti amati/ e le pareti/ grate per la loro bellezza adorna/ offrirsi ad avvolgermi come urna./ E l’intenso inebriante profumo/ dei boccioli di rose da poco recise/ sotto l’odalisca indolente/ e la macchia dei girasoli/ sull’ardesia/ e le foto piene di vita/ raccolte sul tavolo/ e le Montagne come Cattedrali/ e i tanti libri/ del mio disordinato/ inappagato sapere» (Il ritorno). Filomena. Sorella zia santa. Quanta umanità e comprensione, quanta vicinanza e un ritmo tutto suo, quasi da canzonetta, forse, per rendere leggera un'esistenza difficile: «Filomena triste e sola/ Filomena in paradiso». L’ultimo verso è una redenzione, la gioia del poeta di vederla in paradiso. E nella sua casa di campagna nel canavese Cà Nova,«imperfettissimo/ angolo di paradiso», vede Marga, moglie del prof. Vincenzo Mazzei, che raccoglie «un ramo ribelle del filadelfo»: «Ed è stato lì/ tra quei colori/ tra il viola il rosso il giallo/ che ho visto te, Marga» (Il filadelfo). Con la sua donna un rapporto di schiettezza e desiderio di dono totale nella reciprocità: «Pensa a un natale su un’isola/ dove unici regali/ per te io/ e tu per me» (Natale). E nella poesia Aliante, lo vediamo volare con i profumi, i fiori; nell’incanto della natura si staglia il corpo nudo e lui l’avvolge e per lo spazio sconfinato vola, amando la terra e il cielo: «Sul tuo corpo nudo/ Il sole si spegne/ Per un attimo/ È un aliante che passa/ Dopo/ Continuo a volare/ Con te». In libertà: «…di fiore in fiore/ di amore in amore» (Volo d’amore). Il merito della scoperta di questo nostro poeta è del prof. Vincenzo Mazzei, suo insegnante, che così chiude un suo commento alla poesia Il trionfo della vita: «E questa lirica, infatti, pur nella sua toccante mestizia, si conclude con un messaggio di speranza e di serenità: non al dolore ma alla gioia, non alla morte ma alla vita spetta l’ultima parola, perché “ogni primavera” trasformerà l’“abbondante misticanza”, cosparsa di ceneri, “in esplosione di colori/ per il trionfo della vita”». Aliante Sul tuo corpo nudo Il sole si spegne Per un attimo E’ un aliante che passa Dopo Continuo a volare Con te (Giuseppe Palazzo) Traduzione in dialetto di S.Lorenzo Bellizzi Nu puddr…. Nu puddr granne granne è fatte ponn’u sole sup’a ttij pi nnu mumente . Doppe nàme mis’a bbulà jìj e ttij pi ssi cile cile …! (Vers. di D.Cerchiara) Francesco Carlomagno AMBIENTE Timpe e Gole del Raganello: una proposta di Geoparco Il dott. Costantino Faillace, noto ricercatore delle acque per le popolazioni dell’India e coautore di un libro su San Lorenzo Bellizzi, ci invita a leggere un lungo articolo di Fabio Esbardo ed Emanuele Pisarra pubblicato nel Notiziario nr 5 aprile 2011, per conto dell’Associazione Italiana Geologia e Turismo, dove si evidenzia l’importanza geologica delle “timpe” e delle “Gole” del Raganello. Gli autori propongono un GEOPARCO, denominato Oceano delle timpe. Infatti, le Timpe e le Gole di San Lorenzo presentano un enorme interesse scientifico e un aspetto paesaggistico di grande bellezza. Bisogna sensibilizzare tutta l’opinione pubblica su queste bellezze naturali dell’Alto Jonio cosentino. Faillace ricorda il Convegno svoltosi a S. Lorenzo Bellizzi il 4 gennaio del 2010; Leonardo Caprara e noi di Confronti facemmo un resoconto di quel convegno. Ebbene, in quella sede si erano impegnati quasi tutti a fare qualcosa; si era proposto di inserire le Gole nel Patrimonio Unesco, ma poi, non si ebbe alcun seguito. Ora, Costantino Faillace si rivolge alle Istituzioni e al presidente del Parco nazionale del Pollino affinché venga attentamente valutata questa proposta del Geoparco. Nel prossimo numero di Confronti presenteremo e tratteremo con più spazio l’articolo di Esbardo e Pisara, illustrando soprattutto la loro proposta. Faillace si è rivolto alla Precisazione. Il Papa in Calabria. Confronti n.10, p.12. Nell’ottobre del 1984 venne in Calabria, non papa Giovanni XXIII ma Giovanni Paolo II. stampa e alle stesse istituzioni zonali. Bisogna valorizzare il territorio puntando sul turismo; gli stanno rispondendo tanti amici, studiosi e ambientalisti della regione, tra gli altri, Teresa Liguori di Legambiente regionale, l’ing. Bruno, che si rivolge ad Arierl Zaccaro, altro oriundo sallorenzano, e altri ancora. Il grifone che torna sul Pollino Sentiamo dal telegiornale 3 Calabria del 13 ottobre scorso che un giovane grifone, lanciato pochi anni fa nei boschi del Pollino, non si vedeva da diversi giorni. Gli ambientalisti e le Guardie forestali che lo avevano lanciato temevano fosse morto o ferito dai bracconieri che osano pure entrare nel Parco nazionale. Poi, l’hanno visto miracolosamente svolazzare sulle rupi e sulle cime degli alti faggi della foresta Principessa. Il grifone non si era perso, ma forse era andato a trovare i suoi parenti, in Africa, “poi, - sostengono gli amici della Natura – il simpatico pennuto ha preferito tornare nel suo ambiente più congeniale e più sicuro: il Pollino !” Queste non sono Stranezze Biagio Accardi: un cantastorie moderno che gira a cavallo di un asinello Leggiamo in un servizio di Francesca Rennis che in un paesino del Castrovillarese vive un autentico personaggio; è un cantastorie abbastanza originale e si chiama Biagio Accardi, il quale inventa, scopre e riproduce antiche storie della Calabria e dei dintorni della sua comunità. Protesta anche contro certo progresso smodato, per esempio, anche contro il caro benzina. Mette tutto in musica, prende la sua chitarra, si mette a cavallo della sua paziente asinella Genoveffa, di colore biancastro, e diffonde le sue storie per le piazze, per le vie dei nostri paesi e per i sentieri del Pollino. Per l’estate 2012 lo vorrebbero invitarlo anche nei nostri paesi dell’Alto Jonio, per due motivi: la riscoperta dei canti popolari, le leggende e i fatti (accaduti o inventati) e la rivalutazione dell’asino, che sta per scomparire. Congratulazioni per il cantastorie Biagio.(Ciccio Scaliero) Pagina 12 Confronti - N. 11 - Novembre 2011 Mensile dell'Alto Jonio di Attualità Politica e Cultura c u l t u r a E’ morto il maestro Vittorio De Seta, il regista de’ I dimenticati Nell’agosto del 2009 tornò in Alessandria del Carretto Si era fermato nella tenuta agricola che gli aveva lasciato la madre, a Sellia Marina e se n’è andato in silenzio, all’età di 88 anni, il 29 novembre scorso. La notizia è arrivata subito, anche in Alessandria del Carretto, dove nel 1959 aveva girato I dimenticati e vi era tornato il 9 agosto del 2009. Quella sera, dopo l’incontro con gli amministratori e con la popolazione che lo accolse con grande calore ed emozione, si era fermato anche con noi e non possiamo mai dimenticare quella data, allietata da una piacevole e amichevole conversazione sui suoi trascorsi e ricordi di Alessandria. Il regista Vittorio De Seta era nato a Palermo il 15 ottobre 1923 ma era di origini cosentine (Belvedere Marittimo). Le sue origini erano nobiliari ma rimase con l’animo contadino. Girò tanto per Roma, Francia e Calabria, riscoprendo sempre le classi più umili: i contadini, i pastori, le raccoglitrici, i boscaioli, i pescatori e anche i suonatori di strumenti popolari; infine, gli immigrati (Lettere dal Sahara). Infatti, i giornali tra la fine di novembre e gli inizi di dicembre portano questi titoli che non si possono smentire: “il suo obiettivo è stato sempre nel Sud; grande documentarista, attaccato alla Calabria con un rapporto fraterno”. Mimmo Calopresti lo rimpiange come “il più grande”. “Raccontò il proletariato del Sud; era un artista controcorrente; meglio degli altri conobbe la Calabria”. Paride Leporace (direttore Il Quotidiano della Basilicata, scrive: “realizzò un cinema che non fa finta di niente. Ad Alessandria del Carretto fotografò un paese senza strade e povero, ma trovò anche la festa dell’abete. Ti sia leggera la terra, Maestro, grazie per quello che ci hai fatto vedere”. Goffredo Fofi lo definisce un “grande del Novecento, ma sempre incompreso” (Il Messaggero) Altri titoli: “Un documentarista lucido Confronti Mensile di attualità, politica e cultura dell'Alto Jonio Direttore Responsabile Pino La Rocca Direttore Vincenzo Filardi Redazione: Giuseppe Rizzo (settore cultura) Ettore Angiò (Fotografia e cultura) Pasquale Corbo Giuseppe Corigliano Nicola Franchino Franco Lacanna Francesco Carlomagno Lorenzo Gugliotti Franco Lofrano Rosario Sangineto Nardino Troiano Stampa: Tipolitografia Jonica - Trebisacce Casella Postale n. 75 - Trebisacce (Cs) La responsabilità delle opinioni espresse è degli autori Reg. Trib. Castrovillari n. 3/2004 del 16/12/2004 e poetico; amava il Sud fuori dai cliché; fece conoscere le voci degli ant-eroi, i dimenticati della storia”. I film e i documentari di Vittorio De Seta, li abbiamo visti quasi tutti, e sono tutti da rivedere e da conservare nella nostra storia del cinema e soprattutto del Sud: nel 1953, quando faceva l’assistente e l’aiuto regista di Mario Chiari, collaborò in Amori di mezzo secolo, con Alberto Sordi e Silvana Pampanini. Ma i suoi capolavori sono Isole di fuoco (1955) sui pescatori delle Eolie; Banditi ad Orgosolo -1961, con i quali passa dal neorealismo al realismo antropologico; Veni lu tempu de li pisci spada-1954; nel 1966 è la volta di Un uomo a metà, film autobiografico che tratta la crisi dell’intellettuale. Il capolavoro è del 1972: Diario di un maestro, con Bruno Cirino – quattro puntate per la RAI. E infine, Lettere dal Sahara –presente alla Mostra di Venezia, fuori concorso. Sì, è vero, Vittorio De Seta non fu sempre “compreso”, forse anche per “invidia e gelosia”, ma ebbe pure dei grandi premi e riconoscimenti che non aveva neppure Giuseppe Rizzo, Ettore Angiò e Vincenzo Filardi Foto ARCHIVIO CONFRONTI chiesto: il Leone d’oro per l’opera prima, alla Mostra di Venezia (per Banditi ad Orgosolo, la cui sceneggiatura l’aveva scritta sua moglie Vera Gherarducci). Nel 1955 fu premiato anche al Festi- val di Cannes. Pregevole il dvd della Cineteca di Bologna,”Il mondo perduto”, pubblicato dalla Feltrinelli: contiene i cortometraggi più belli del maestro De Seta, compreso I dimenticati. “Ci raccomandò di non far morire i nostri piccoli paesi” Il Comune di Alessandria del Carretto Parlare del maestro De Seta al passato, si rischia di cadere in inutili luoghi comuni. Il paese de’ “I DIMENTICATI” è Alessandria del Carretto e il Maestro De Seta, profeta della bellezza e dell’immagine, ha dato un senso immortale a questa comunità con il suo documentario del 1959. Ricordo quel 9 agosto del 2009 quando con un Consiglio comunale straordinario all’aperto, tenuto in un angolo tra i più spettacolari del paese, la popolazione alessandrina si strinse attorno al Maestro per tributargli la meritatissima cittadinanza onoraria. Nonostante mezzo secolo, il ritorno tra I DIMENTICATI” è stato assai commovente e sul suo volto scorrevano le immagini di allora: quelle immagini che ti trasformano il sangue prima della mente. Il maestro, uomo ricco di valori umani, ci ha lasciato un patrimonio cinematografico e culturale. De Seta è stato un grande poeta della macchina da presa, una voce fuori dal coro, che raccontò il proletariato del Sud dove umiltà e umanità della gente, assieme alla dolcezza del mondo contadino, ancora oggi, rappresentano il vero meridione. Il ritorno il 10 agosto del 2009 a Sellia Marina resterà per sempre un ricordo bellissimo, anche per Sandro Arvia che ci accompagnava con il mezzo del comune. Bombardavamo il maestro di domande e lui ricordava i tanti episodi accaduti durante le lunghe permanenze ad Alessandria del Carretto. Ci raccontò delle iniziative intraprese assieme alla popolazione per contestare uno Stato assente e del tentativo da parte delle forze dell’ordine di sequestro delle pellicole e della cinepresa. A proposito de “I DIMENTICATI”, disse che il commento sonoro non gli piaceva, perché non rispettava la realtà del popolo alessandrino e ci tenne a precisare che nelle tante riprese fatte durante i suoi lavori, ha sempre rispettato i luoghi e le persone filmate. Nel salutarci, raccomandò di non far morire i piccoli paesi, perché sono stati il punto fermo di tante conquiste culturali, economiche e di libertà. (il Sindaco Vincenzo Gaudio) Il secondo libro di Pasquale Golia è stato presentato al “Filangieri” di Trebisacce “Inseguendo un sogno rosa”, il libro del giornalista calabrese Pasquale Golia che racconta l’ultimo Giro d’Italia è stato presentato, dopo la “prima nazionale” dell’ottobre scorso nella sede della Regione Lombardia (evento promosso da La Gazzetta dello Sport), anche a Trebisacce, nell’aula Magna dell’I.T.C.G.P.T. “G. Filangieri”. Il convegno è stato organizzato dal portale di informazione sull’Alto Jonio cosentino AmendolaraLive.it, con il patrocinio della provincia di Cosenza e la collaborazione dell’istituto “Filangieri” e de La Gazzetta dello Sport. La presentazione del libro, unico testo sul ciclismo pubblicato nell’anno del 150^ anniversario dell’Unità d’Italia, si è tenuto sabato 19 novembre. Dopo i saluti del Dirigente scolastico del “Filangieri” Clara Latronico, del sindaco di Trebisacce, Mariano Bianchi e del consigliere provinciale Franco Mundo, si è proceduto con gli interventi. Oltre all’autore, spazio al giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno e di Repubblica Antonino Palumbo, al direttore della casa editrice “La Rondine” di Catanzaro, Gianluca Lucia e all’ospite d’eccezione Domenico Pozzovivo, ciclista professionista di origini lucane, con Vincenzo Nibali tra i massimi esponenti delle due ruote in tutto il Mezzogiorno. Pozzovivo partecipa con regolarità al Giro d’Italia e ad importanti classiche del ciclismo. Modera i lavori del convegno, il giornalista e direttore di AmendolaraLive. it, Vincenzo La Camera. Si sono alternati agli interventi brevi intermezzi dedicati alla “corsa rosa” e al ricordo del ciclista morto nel corso della terza tappa dell’ultimo Giro, Wouter Weylandt. Le conclusioni dei lavori sono state affidate alla fiduciaria Alto Jonio del Coni Cosenza, Annamaria Cetera; al presidente della Federazione ciclistica Calabria, Domenico Bulzomì e all’assessore allo Sport della Provincia di Cosenza, Pietro Lecce. Nell’aula Magna del “Filangieri” sono stati esposti alcuni cimeli legati al Giro d’Italia, tra cui la maglia rosa originale dell’ultimo vincitore, Alberto Contador, gentilmente concessa per l’occasione da La Gazzetta dello Sport. E intanto Pasquale Golia ha parlato del suo libro e del convegno di sabato ai microfoni della rubrica del Tg3 Calabria, Buongiorno Regione, andata in onda nella mattinata di lunedì 14 novembre. Vincenzo La Camera