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La salute della mammella:
un approccio multifattoriale
Insieme a una corretta gestione della mandria, il rafforzamento del sistema immunitario
delle bovine rappresenta la migliore strategia di prevenzione della mastite.
Un ambito in cui gioca un ruolo rilevante anche un apporto nutrizionale adeguato
di Maria Agovino - European Ruminant Technical Manager, Solution Deployment Team - Alltech
crorganismi, soprattutto batteri, che, entrando nella mammella bovina attraverso
il capezzolo, provocano un’infezione intramammaria che si manifesta in una reazione infiammatoria.
La malattia si può presentare sia nella
forma clinica che subclinica. In entrambe
le forme, la mastite nelle vacche da latte è
una patologia costosa. Inoltre, la mastite è
percepita dai produttori di latte come una
malattia estremamente frustrante.
La mastite può essere causata da diversi
fattori. Non solo elementi predisponenti
legati all’animale quali età, immunità, stadio di lattazione, razza, genotipo, produzione di latte, spiegano la variabilità tra
le vacche nella loro suscettibilità all’infezione intramammaria, ma anche fattori
predisponenti legati alla gestione dell’allevamento quali la cura, l’igiene e la nutrizione.
U
na delle cause più comuni per le
quali le vacche vengono eliminate dall’azienda è quella della mastite, che ha un impatto economico sulla
redditività degli allevatori di vacche da
latte tra i più importanti.
Il costo di un singolo caso di mastite può
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arrivare fino a 250 euro (fonte: Dairy Report di Eoin G. Ryan e Luke E. O’Grady).
Questo costo considera la ridotta produzione di latte, il latte scartato, i costi di rimonta, la manodopera extra, i costi per il
trattamento e l’assistenza veterinaria.
La mastite è il risultato dell’azione di mi-
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Strategie di controllo
La prima strategia nel gestire e ridurre
l’incidenza della mastite è migliorare la
resistenza della vacca all’infezione. Relativamente alla mastite, il primo meccanismo di difesa naturale è lo sfintere del
capezzolo.
Favorire l’integrità della mammella e del
capezzolo garantendo una buona igiene
Grafico 1
Grafico 2
Conta cellulare nelle vacche da latte alimentate con Sel-Plex®
o con Selenio inorganico (da Foltys et al., 2001)
Effetto di Bioplex® e Sel-Plex® su nuovi casi di mastite (in blu)
e recidive (in verde). In questa prova la somministrazione di
Bioplex® e Sel-Plex® è iniziata ad agosto 2008
durante e dopo la mungitura (p.e. pre
dipping e post dipping), un corretto funzionamento della mungitrice (p.e. non
lasciando i gruppi mungitura accesi più a
lungo del necessario) e una buona pulizia
delle mammelle, sono una buona strada
verso la riduzione del rischio di infezione.
Rafforzare il sistema immunitario della
vacca insieme a una corretta gestione della
mandria, costituiscono la migliore strategia nella prevenzione delle mastiti. Un
apporto nutrizionale sufficiente ed equilibrato è indispensabile per mantenere l’animale in buona salute.
Un apporto ottimale di minerali e vitamine, così come l’adozione di misure per
ridurre al minimo il bilancio energetico
negativo post-parto, sono essenziali.
Strategia nutrizionale
Effetti nutrizionali diretti. Nutrienti
specifici possono influenzare le difese immunitarie della vacca da latte. Le vitamine (in particolare quelle del gruppo E e il
selenio), svolgono un ruolo fondamentale
nella difesa antiossidante di tessuti e cellule. Lo stress ossidativo è dovuto a un’elevata produzione di radicali liberi dell’ossigeno, elementi dannosi per le membrane
cellulari, cui non fa riscontro un’adeguata
risposta difensiva da parte dell’organismo.
Per proteggere cellule e tessuti a rapido
turnover (fra i quali spicca l’epitelio ghiandolare mammario) dal danno ossidativo,
si possono integrare vitamine e micronutrienti ad effetto antiossidante.
In quest’ottica, un’integrazione in vitamina E, selenio, zinco e rame è da ritenersi
di fondamentale importanza per la protezione di organi e tessuti - come appunto
la mammella - sottoposti agli attacchi dei
radicali liberi. In particolar modo lo zinco
aiuta a mantenere l’integrità della pelle,
prima difesa dalle infezioni mammarie
(la sua carenza, infatti, riduce l’incorporazione di aminoacidi nelle proteine della
pelle).
Il selenio è il minerale più studiato relativamente alla mastite. É coinvolto sia nel
sistema antiossidante che in quello immunitario ed è stato dimostrato che gli
animali carenti di selenio hanno un’immunità ed una resistenza alle malattie più
bassa. A livello pratico, c’è una relazione
negativa tra la concentrazione di cellule
somatiche e il livello di selenio; maggiore
è il livello di selenio, minore è la conta cellulare (grafico 1).
I livelli di zinco nel sangue diminuiscono rapidamente attorno al parto e questo
fenomeno viene amplificato negli animali che sono al limite della carenza o sono
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carenti di questo nutriente. È stato dimostrato che l’integrazione di rame accresce
la resistenza all’Escherichia coli e allevia
il quadro clinico (Scarletti et al., 2003);
dovrebbe quindi essere incoraggiata l’integrazione ottimale di forme biodisponibili
di questo minerale.
Un’ulteriore sperimentazione è stata condotta nel Regno Unito, allo scopo di valutare l’effetto della sostituzione totale di
zinco, manganese e selenio inorganico con
Sel-Plex® (selenio organico, Alltech Inc.)
e Bioplex® (oligoelementi chelati, Alltech
Inc.) sulla salute di una mandria di vacche
di razza Jersey (Wilde et al., 2010). Durante la sperimentazione le vacche hanno
ricevuto la stessa razione, ma i minerali
inclusi nella dieta sono stati forniti allo
stesso livello in forma inorganica e organica. Da quando i minerali inorganici sono
stati sostituiti con Sel-Plex® e Bioplex®, è
stata registrata una diminuzione dei casi
di mastite (grafico 2).
Malattie metaboliche
Effetti nutrizionali indiretti. Non solo
i nutrienti alimentari hanno un impatto
diretto sulla funzione immunitaria e sulla
suscettibilità alla mastite, ma possono anche aumentare indirettamente la tolleranza della vacca alla mastite tramite il loro
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colonna
P
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I nutrienti alimentari hanno non soltanto un effetto diretto sulla funzione immunitaria e sulla suscettibilità
alla mastite, ma anche un effetto indiretto tramite il loro impatto sulle malattie metaboliche perinatali
impatto sulle malattie metaboliche perinatali. Uno squilibrio mineral-vitaminico
può predisporre l’animale a contrarre una
o più malattie metaboliche (Van Saun,
1991).
È stato dimostrato che l’ipocalcemia
subclinica rallenta la chiusura dello sfintere del capezzolo. Le vacche affette da ipocalcemia hanno una probabilità 8,1 volte
superiore di contrarre una mastite e 9 volte in più di manifestare un caso di mastite
da Coliformi (Curtis et al., 1983). La mastite è stata più volte associata alla chetosi
e alla ritenzione di placenta (Oltenacu ed
Ekesbo, 1994; Emanuelson et al., 1993).
È stato infine dimostrato che le vacche con
un’infiltrazione grassa del fegato sono più
lente nell’eliminazione dell’Escherichia
coli dalle ghiandole mammarie (Hill et al.,
1985).
te, vitamina E, selenio, zinco e rame sono
quelli più accreditati dalla bibliografia internazionale.
I cambiamenti fisiologici associati al periodo di asciutta e all’inizio della lattazione predispongono la vacca a incrementare
la suscettibilità alla mastite. È stato evidenziato il ruolo della depressione immunitaria durante il periodo di transizione.
Una strategia nutrizionale adeguata nel
periodo di transizione può aiutare nel
controllo della gestione delle mastiti, ma
non è una bacchetta magica. Essa deve
essere abbinata a un ambiente confortevole per la vacca, a una corretta routine
di mungitura, e a una corretta profilassi
igienico-sanitaria. La nutrizione di sicuro gioca un ruolo importante nell’andare
a supportare un corretto funzionamento
del sistema immunitario. n
Conclusioni
Rafforzare il sistema immunitario rappresenta una strategia fondamentale nella
prevenzione delle mastiti. Di tutti i possibili nutrienti che potrebbero influire
sull’immunità e sull’incidenza della masti-
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