LE APPARIZIONI DELL`ANGELO DELLA PACE “Dio mio, io credo
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LE APPARIZIONI DELL`ANGELO DELLA PACE “Dio mio, io credo
1917 – 2017 verso il centenario delle apparizioni di Maria a Fatima LE APPARIZIONI DELL’ANGELO DELLA PACE “Dio mio, io credo, adoro, spero e vi amo” Nel 2017 celebreremo il centenario delle apparizioni di Maria a Fatima, avvenute appunto nel 1917, dal 13 maggio al 13 ottobre. In comunione con il grande cuore della Chiesa per molti sarà la felice e salutare occasione per ascoltare nuovamente i Messaggi che la Mamma del Cielo, parlando con semplicità a dei bambini, ci ha affidato, regalandoci uno splendido riassunto per l’oggi del Vangelo del Suo Figlio Gesù. Maria infatti nella storia della Chiesa e per il bene della nostra fede svolge il ministero, il servizio della memoria, perché come Lei abbiamo a “conservare nel cuore e a meditare” le Parole di Gesù e a metterle in pratica, a “fare quello che dice Gesù”. E’ utile e prezioso ricordare che le apparizioni mariane del 1917 furono precedute e preparate l’anno prima, nel 1916, dalle apparizione dell’Angelo della Pace. Nella primavera del 1916 mentre Lucia, Francesco e Giacinta sono al pascolo nella collina di Cabeco, videro in lontananza un giovane splendente, come se fosse di luce, che si avvicinava. E quando fu vicino disse: “Non temete, sono l’Angelo della pace; pregate con me”. E inginocchiato piegando la fronte fino a terra pregò per tre volte: “ Dio mio, io credo, adoro, spero e Vi amo. E Vi domando perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano”. Poi disse loro: “Pregate così. I cuori di Gesù e Maria ascoltano la voce delle vostre suppliche”. Poi scomparve. Francesco vide l’apparizione ma non udì le parole, che gli furono riferite da Lucia e Giacinta. Nell’estate del 1916 presso il pozzo della casa dei genitori di Lucia mentre giocavano allegramente appare ancora l’Angelo e dice loro: “Cosa fate? Pregate, pregate molto! I Santi Cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi dei progetti di Misericordia. Offrite senza cessare preghiere e sacrifici all’Altissimo. In tutto ciò in cui vi è possibile offrite a Dio un sacrificio in atto di riparazione per i peccati da cui è offeso e in atto di supplica per la conversione dei peccatori. In questo modo voi attirerete la pace sulla vostra patria. Io sono l’Angelo Custode, l’Angelo del Portogallo. Soprattutto accettate e sopportate con sottomissione le sofferenze che il Signore vi invierà”. Nell’autunno del 1916 sempre sulla stessa collina di Cabeco Lucia, Francesco e Giacinta stanno ripetendo molte volte la preghiera insegnata loro e l’Angelo compare tenendo nella mano sinistra un Calice, con sopra sospesa un’Ostia da cui cadono nel Calice alcune gocce di Sangue. L’Angelo lascia il Calice e l’Ostia sospesi nell’aria e, prostrato fino a terra a fianco dei pastorelli, ripete tre volte, imitato da loro, una nuova preghiera: “Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io Vi adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi, delle indifferenze da cui Egli medesimo è offeso. Per i meriti infiniti del Suo Sacro Cuore e del Cuore Immacolato di Maria Vi domando la conversione dei poveri peccatori”. Poi riprende nuovamente il Calice e l’Ostia e dona l’Ostia a Lucia e il Sangue del Calice a Francesco e a Giacinta dicendo: “prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro crimini e consolate il Vostro Dio”. Poi si prostra di nuovo e ripete ancora tre volte la preghiera: “Santissima Trinità …”. Quindi scompare. L’angelo non tornerà più, perché la Sua Missione è compiuta: doveva annunciare, doveva preparare i cuori alle visioni del Cielo; doveva far intuire ai tre bambini a quale missione di Misericordia erano chiamati; doveva renderli pronti a vedere “aprirsi il Cielo”. Così l’Amore provvidente e misericordioso di Dio ha preparato i tre pastorelli all’incontro ed alla scuola del Cielo; Suor Lucia stessa nei suoi manoscritti confida: “ portati dalla forza del soprannaturale, che ci avvolgeva, imitavamo l’Angelo in tutto, cioè prostrandoci come Lui e ripetendo le preghiere che Lui diceva. La forza della Presenza di Dio era così intensa che ci assorbiva. La pace e la felicità che sentivamo era grande, interiore, con l’anima completamente concentrata in Dio”. Alla scuola dell’Angelo della Pace, anche noi come i pastorelli di Fatima siamo preparati all’Incontro con la Luce del Signore: non lasciamo vincere la paura (“non temete”); impariamo a pregare (“pregate con me”); consegniamoci con serena fiducia ed operosa quotidianità al Disegno della nostra personale Vocazione (“il Cuore di Dio ha su di voi progetti”); scegliamo di donare la nostra vita a Dio per il Bene del mondo (“offrite per la conversione dei peccatori e per la pace”); proviamo disgusto per ogni forma di male che offende il Signore, oltraggi, sacrilegi, indifferenze, ingratitudini, crimini (“in riparazione per i peccati”); amiamo e cerchiamo sempre più la centralità dell’Eucaristia e la Comunione Eucaristica (“adorate, prendete e bevete”) … portati, avvolti, assorbiti, in pace, concentrati in Dio. l’Angelo ci affida il Segreto vero della pace del cuore: credere, adorare, sperare, amare Dio! don Vittorio de’ Paoli Assistente Spirituale Nazionale Apostolato Mondiale di Fatima