Lotta delle Ombre / la Danza Celeste / il Principio Primo - T-a-o.it
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Lotta delle Ombre / la Danza Celeste / il Principio Primo Sono alcuni dei termini usati per tradurre la parola Taijiquan, l’arte marziale interna del Kung Fu (Gong Fu cinese). Secondo la tradizione, il Taijiquan nasce dall’intuizione di un eremita taoista di nome Chang San Feng, il quale osservando un combattimento tra una gazza e un serpente notò che quest’ultimo uscì indenne dallo scontrograzie ai suoi movimenti fluidi e circolari. Si rese conto, quindi, dell ’importanza della flessibilità rispetto alla rigidità. La pratica del Taijiquan consiste nello studio di una sequenza di movimenti lenti, continui e circolari, calibrati senza pause ne interruzioni. L’intero corpo è sciolto, con le articolazioni con- nesse tra loro dai piedi che sostengono il peso di tutto il corpo tramite le gambe, si rilassano le spalle e si affonda il petto, si lasciano cadere i gomiti, si percepisce il peso e la forza di gravità, si distende la colonna vertebrale verso l’alto come se si fosse appesi al “cielo” in una sensazione di “galleggiamento”. Si utilizza il movimento per scoprire e realizzare l’unità comp sta dal corpo fisico, dall’energia vitale e dalle capacità mentali, il centro del lavoro di ricerca e consapevolezza è all’interno del corpo coinvolgendo i vari aspetti mentali spirituali energetici della persona che lo pratica. Ogni esercizio viene ripetuto decine, centinaia, migliaia di volte, fino a farlo diventare famigliare. Gli esercizi vengono riproposti regolarmente in modo da abituarsi e familiarizzare con essi. Una volta memorizzati si può passare ad un altro movimento e allo svolgimento della sequenza completa. Alcuni esercizi vengono svolti a coppie, per migliorare le comprensioni personali e abituarsi allo scambio con il compagno. Rispetto e dedizione sono elementi fondamentali per la pratica di quest’arte, per- mettendo l’incessante fluire dell’armonioso ritmo di trasformazione dell’universo. Accettando i propri limiti si acquistano delle consapevolezze corporee sempre maggiori, e con la continuità della pratica possono emergere quell’eccellenze celate in ciascuno di noi. “nessun effetto speciale, nessun calcio spettacolare, i piedi sempre ben radicati nel terreno, un pensiero che si incarna in un rituale, come una poesia, un brano musicale, movimenti del corpo che rappresentano movimenti della coscienza come una meditazione in movimento. Come acqua che scorre” - Hugo Pratt (Corto Maltese) Scuola Taichi Yang M° Mario Antoldi sede centrale: Via Cormor Alto, 218 - 33100 Udine cell.+393385074523 email: [email protected] sito web: www.scuolataichiyang.it Dalle montage alle città: il viaggio del Taijiquan L’ origine del Taijiquan affonda nella notte dei tempi, in un ambito dove, favola, mito e storia si uniscono per dar vita a leggende intrise di simboli e significati. Il Taijiquan, antico e profondo, è stato creato e si è evoluto tramite gli eremiti, guerrieri ed educatori, che lo hanno portato da luoghi puri e incon- taminati alle città. Portandolo dal medioevo cinese, fatto di battaglie ed eroi, sino all’epoca moderna, rendendolo uno strumento di crescita, conoscenza e confronto. Zhang Sanfeng nasce nel 1247, in Cina, da un funzionario governativo. Inizia da giovane a studiare i classici del pensiero cinese; in seguito alla morte dei genitori ritorna al paese nativo e si mette alla ricerca di un saggio che gli spieghi i misteri dell’esistenza. Trascorre una decina di anni al tempio Shaolin dove studia lo Shaolinquan, arte marziale derivante dagli insegnamenti buddisti di Bodidharma. Durante la sua ricerca di risposte incontra un eremita taoista (uomo dedito alla comprensione delle leggi che regolano la corrispondenza tra cosmo, natura e uomo), con cui studia le tecniche di “immortalità” taoiste; da un altro saggio impara poi l’agopuntura, applicandola per primo, sembra, alle tecniche di difesa, sino a completare il proprio cammino spirituale stabilendosi come eremita sui monti Wudang . Risiedeva su un monte circondato da tre picchi, da cui il nome Zhang Sanfeng, ovvero “Zhang dei tre picchi”. Zhang Sanfeng ebbe un’intuizione straordinaria osservando il combattimento tra un serpente ed una gazza. Il serpente, attraverso movimenti continui e circolari di tutto il corpo, riusciva ad evitare gli attacchi lineari e secchi del volatile e fù cosi che comprese l’importanza della morbidezza sulla rigidità; questo fatto illuminò Zhang Sanfeng, che creò così un nuovo metodo di combattimento che verrà poi chiamato Taijiquan. A Yang Luchan (1799-1872) nato nella provincia del Hebei (nord della Cina) si deve il merito dello spostamento del Taijiquan dalle zone rurali verso le città. Si narra che lavorasse come servitore presso la famiglia Chen (famosa per una propria arte marziale) e che nottetempo spiasse le lezioni tenute da Chen Changxing, maestro della famiglia, visto che erano segrete e riservate al clan dei Chen; dopo diversi anni la sua abilità nell’imitare le loro movenze marziali gli permise di sconfiggere i migliori allievi del maestro, il quale lo accettò come discepolo e gli trasmise i vari aspetti segreti dell’arte. La sua abilità marziale lo rese molto popolare e il suo stile venne definito “boxe morbida” o “il pugno di cotone”, per la capacità di neutralizzare ogni attacco senza ferire l’avversario, alternando morbidezza a esplo- sività. Trasferitosi a Pechino fondò una scuola insegnando Taijiquan (qui il taijiquan prese il suo nome definitivo) a diverse personalità tra cui esponenti della corte imperiale Qing, alti ufficiali dell’esercito e guerrieri famosi. Nelle varie sfide con maestri di altre scuole mar- ziali non fu mai sconfitto, da qui l’appellativo di wudi, “senza rivali”, “l’invincibile”. Da questo momento il Taijiquan di Yang Luchan (Taijiquan della famiglia Yang, o stile Yang), diventa famoso in tutta la Cina. Si deve ai due figli di Yang Luchan e ai nipoti, in particolare Yang Chengfu (1883-1936), la divulgazione del Taijiquan in tutta la Cina.Yang Chengfu era un uomo leale e generoso, alto e possente, estremamente abile nella pratica del Taijiquan, a tal punto che se un avversario lo toccava veniva proiettato a diversi metri di distanza senza riportare lesioni. La sua maestria nel combattimento, la sua comprensione profonda dei principi e la capacità di essere elastico, e non duro, gli permisero di concepire l’arte marziale mettendo in risalto l’aspetto salutista, non violento ed educativo della marzialità, tracciando una nuova didattica, e diventando il più grande divulgatore del Taijiquan. Pian piano quindi il taijiquan di diffuse dal Nord al Sud della Cina fino ad essere insegnato non solo nei circoli marziali e militari ma anche pubblicamente nei parchi e nelle scuole di formazione dei professori di educazione fisica (a partire dal 1925). Con l’avvento della Repubblica Popolare Cinese (1949) si accentuò il carattere terapeutico e sportivo del Taijiquan; lo stesso presidente Mao Tse-Tung incoraggiò la popolazione cinese a praticare quest’arte per mantenersi in buona salute e prevenire le malattie. Il Comitato Sportivo Nazionale Cinese, per facilitarne l’apprendimento, ridusse la concatenzione di movimenti del Taijiquan Yang in soli 24, dando vita ad un Taijiquan semplificato, da proporre istituzionalmente su larghissima scala. Vennero poi create altre sequenze e metodi moderni, scientifici, per le competizioni o per l’insegna- mento scolastico, che spesso però non bilanciano l’aspetto estetico, fisico, salutistico con la profondità e completezza del Taijiquan tradizionale. Anch’esso, come tutte le pratiche antiche, risentì molto degli effetti della Rivoluzione Culturale in Cina (1963-1976), a tal punto che non era possibile insegnarlo nè praticarlo in pubblico, scomparendo quasi totalmente dai parchi, in quanto considerato una attività eversiva. Dagli anni ’80 in poi c’è stato un recupero generale e ad oggi il Taijiquan ha raggiunto un’alto grado di diffusione sia in Cina (è l’arte marziale più diffusa!) che in altre nazioni, è insegnato nelle università nazionali e nelle sedi delle varie associazioni in tutto il mondo; si sono create un’infinità di scuole e metodi con specificità diverse, sia come metodi salutari preventivi, sia come metodi di rilassamento e di ricerca interiore, sia come sport, o altro, e questo favorì la diffusione ma anche a scapito dei contenuti, travisando a volte la qualità dell’insegnamento originario e l’immagine stessa dell’arte. Scuola Taichi Yang M° Mario Antoldi sede centrale: Via Cormor Alto, 218 - 33100 Udine cell.+393385074523 email: [email protected] sito web: www.scuolataichiyang.it