Jacopus N°0.indd - Torrini 1369 Archivio Storico

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Jacopus N°0.indd - Torrini 1369 Archivio Storico
Jacopus - Periodico di Cultura Orafa
N° 0 – Dicembre 2006
In attesa di registrazione presso il Tribunale di Firenze
Direttore Responsabile: Marco Massetani
Redazione: Gaia Simonetti
Ha collaborato Franco Torrini
Grafica: Silvia Barucci - Tipografia: Printer Srl
Torrini G. Srl, Piazza Duomo 1 (Firenze)
www.torrinishop.it - www.torrinimuseo.it - www.torrini.it
Firenze
EDITORIALE
Dicembre 2006
IL VALORE DEL MUSEO-IMPRESA
di Marco Massetani
M
ettere in mostra l’impresa. Ovvero, realizzare
un museo. Un progetto difficile, ambizioso e
affascinante. Difficile perché richiede dedizione, e
sensibilità artistica; ambizioso perché impone un
forte senso di responsabilità culturale e sociale;
affascinante, infine, perché il museo è chiamato a
diventare lo specchio della realtà in divenire. E’
un biglietto da visita speciale, consegnato al mondo
intero e alle generazioni future.
In una modernità in frenetica evoluzione, dove
l’immagine è troppo spesso frutto di un qualunquismo
impaziente, il Museo-Impresa è la nicchia discreta,
chiamata a custodire preziose memorie.
E tuttavia questo luogo della riflessione intellettuale, della
più sincera testimonianza socio-culturale, della valorizzazione
del gusto e del patrimonio imprenditoriale, questa dimora di
documenti e manifatture scampate alla banalità, è una struttura
dinamica, in continua evoluzione:: fiera del proprio passato,
non può pensare di scordarsi il domani, e con entusiasmo getta
nuovamente lo sguardo avanti.
Il Museo-Impresa diventa espressione pura di una modernità
aperta: incline al confronto, è geloso custode della tradizione
e della storia locale; testimone fedele di precisi valori etici ed
estetici, dispiega il suo fascino consapevole di doversi misurare,
giorno dopo giorno e anno dopo anno, con il cambiamento e
l’ennesima prova del tempo. In quest’opera di autodisciplina,
Natale 2006
Segno e Sogno
U
n soffio, un battito di ciglia, un salto lungo quasi 25 anni. Questa è la sintesi di un segno che è rimasto sotto la polvere del tempo e
che oggi, in occasione del Natale 2006, vuole risorgere, si ripresenta ai più attempati amici ed ai più giovani interlocutori con il suo
nome originale: Jacopus.
Un giornaletto che racconta cose, fatti ed argomenti che ruotano attorno al Casato Orafo dei Torrini. Sono certo che saprà essere
apprezzato, senza troppa enfasi,
ma con quella schiettezza che
contraddistingue ogni atto ed
ogni fatto che esce dall’Opificio
Orafo Torrini.
In fondo, un sogno bello e
impossibile sarebbe proprio
quello di poter fare tutti felici,
magari con un gioiello, un
oggetto prezioso che vive nel
tempo, in ogni momento e che si
lega ai ricordi della nostra vita.
Sarebbe un sogno poter
regalarsi tanti gioielli perché
fossero goduti da tutti. Sappiamo
che questo non è possibile,
ma fateci sognare un po’. E’
il potere magico del sogno, la
suggestione di un’emozione
indimenticabile.
Franco Torrini
Arte & Tecnologia
Oggi come ieri, espressioni dell’ingegno
umano
di Gaia Simonetti
Un’immagine del
Museo Torrini
culturale prima che morale, il Museo-Impresa stabilisce un
‘patto’ con il suo visitatore: offre gli spunti per un arricchimento
interiore, ed esige in cambio attenzione e, perché no, consensi.
A Firenze, affacciato alla Cupola del Brunelleschi, c’è il
Museo Torrini. Invisibile e reale, sospeso tra le bellezze della
culla rinascimentale, conserva circa duecento pezzi di oreficeria,
argenteria, objects d’art. Tutti appartenenti al casato orafo dei
Torrini, le cui radici affondano nel lontano secolo XIV.
Il Museo raccoglie una collezione di oggetti di inconfondibile
pregio, fortemente voluta dall’erede vivente di Jacopus, Franco
Torrini - mercante raffinato e profondo conoscitore di arte orafa
- che ha recuperato nelle aste internazionali, dalle collezioni
private, ed anche grazie a fortuiti ritrovamenti, i tanti tesori
di una famiglia che tramanda da venti generazione la propria
passione per il gioiello.
Il Museo Torrini, che si articola in tre sezioni - Storica,
Testimonianza di Artisti e Testimonianze Esterne - e al cui
interno è possibile visitare una bellissima Biblioteca, un
archivio fotografico, disegni e documenti rari, è a tutti gli effetti
un Museo-Impresa. Perché non vive di una vuota esaltazione né
di anonima contemplazione del passato. Al contrario, costituisce
uno stimolo per la Famiglia Torrini e per la società civile.
Rappresenta, col suo piccolo immenso patrimonio, un confronto
aperto sull’evoluzione culturale di Firenze, eterna città d’arte.
I
l Museo Torrini, quale espressione dei
valori storico-culturali, rappresentati
dall’Opificio Orafo Torrini di Firenze, ancora
oggi testimone di un’arte che ha avuto avvio
con la registrazione del marchio nel 1369, ha
istituito, in collaborazione con l’Università
degli Studi di Firenze, il Premio Arte &
Tecnologia. Lo scorso anno il prestigioso
riconoscimento fu attribuito a Carlo
Rambaldi, ferrarese, laureato all’Accademia
di Belle Arti di Bologna, artista di assoluto spessore ed originalità,
padre dell’extraterrestre più famoso di tutti i tempi: ET. Quest’anno
è stato invece Ferruccio Ferragamo ad aggiudicarsi il Premio Arte
& Tecnologia. Nato nel 1945 a Fiesole, amministratore delegato
dell’omonima multinazionale e presidente Polimoda, Ferruccio
Ferragamo è il rappresentante di uno dei marchi italiani più importanti
e conosciuti a livello internazionale nel settore del lusso. Fondato nel
1927 ed affermatosi nel settore delle calzature, il marchio Ferragamo
è attualmente uno dei maggiori creatori, produttori e distributori di
accessori e abbigliamento nel mondo. La sede “storica” di Ferragamo
è stabilita sin dal lontano 1938 a Firenze, a Palazzo Spini Feroni.
Qui, assieme al negozio flagship - che occupa l’intero piano terra del
palazzo - risiedono la direzione generale del Gruppo, quella creativa, gli
show-room e gli uffici dei vari componenti della famiglia Ferragamo
attivamente impegnati nell’azienda. Dal 1995 inoltre, Palazzo Spini
Feroni è anche sede del Museo Salvatore Ferragamo. L’importante
riconoscimento, la cui cerimonia di consegna è avvenuta il 23 novembre
nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Firenze, è dedicato a
persone che, nel proprio campo abbiano saputo testimoniare i principi
rinascimentali che da Firenze si diffusero nel mondo, coniugandoli con
l’arte, intesa come libera espressione dell’ingegno umano e la tecnologia,
intesa come pulsione evolutiva del saper fare. La giuria del Premio Arte
& Tecnologia 2006 era composta da Augusto Marinelli (Magnifico
Rettore dell’Università di Firenze), Franco Torrini (Presidente della
Torrini G. Srl), Sergio Ceccuzzi (Presidente Assindustria Firenze e
Confindustria Toscana), Massimo Inguscio (Dipartimento di Fisica
Università degli Studi di Firenze), Lauro Mariani (Direttore Generale
Accademia Chigiana di Siena), Anna Mitrano (Presidente dell’Opera
Santa Maria del Fiore) e Alessandro Nigro (Dipartimento di Storia
delle Arti e dello Spettacolo della Università degli Studi di Firenze).
Dopo il saluto del Magnifico Rettore dell’Università di Firenze,
Augusto Marinelli, sono intervenuti Franco Torrini nel suo discorso su
“La ‘bottega’ come dimora dell’immaginario” e il professor Cristiano
Ciappei che ha affrontato il tema de “Il Rinascimento delle forme nella
competizione globale”.
Lo scrigno di una
Signora
A cura della redazione
I
l lussuoso portagioielli di una
sconosciuta signora fiorentina
contiene un’importante collezione
di gioielli Torrini. Una raccolta
davvero unica, comprendente pezzi
famosi e importanti, accanto a oggetti più semplici e portabili.
Gioielli che saranno esposti al Museo Torrini, dal 22 novembre
al 10 dicembre ...
[Segue a pagina 4]
Arte e Tradizione
A Firenze
un artigianato
di qualità
La Nostra Storia
U
n progetto lanciato nel 2005 ed articolato nel tempo, che
si propone di investire sulla creatività dell’artigianato
fiorentino.
Un artigianato davvero ‘speciale’, perché da sempre si fonde con
la cultura, la tradizione e la modernità, valorizzando l’immagine
di Firenze agli occhi del mondo.
Silvano Gori, assessore al Turismo del Comune di Firenze e
Sistema Moda del Comune di Firenze, ha speso parole importanti
sui protagonisti dell’artigianato locale, con il progetto Mestieri
della Moda a Firenze, in apertura del convegno cui sono
intervenuti Aurora Fiorentini (storica del Costume e della
Moda), Rodolfo Bargelli (docente di materie artistiche per la
moda), e Salvo Testa (dell’Università Luigi Bocconi).
La prima fase dell’iniziativa ha visto la pubblicazione della
Guida “La moda a Firenze tra arte e artigianato”, che raccoglie
le testimonianze di oltre cento artigiani del lusso che hanno
riscosso - e continuano a riscuotere - successo nel mondo,
grazie alla loro eccellenza nel ‘saper fare’, alla loro competenza,
abilità, creatività, e al buon gusto, legando al tempo stesso il
proprio nome, in maniera indissolubile, al territorio fiorentino.
U
Tra i segmenti dell’eccellente artigianato locale – ha
evidenziato l’assessore Gori - una posizione prioritaria spetta
all’abbigliamento, all’oreficeria e agli accessori complementari,
che vogliono sottrarsi alla produzione dei multipli e che si
orientano all’originalità di un prodotto di lusso, seguendo un
percorso privilegiato per lo sviluppo economico della città.
All’interno della Guida, non poteva mancare il marchio del
Museo Torrini, sintesi perfetta tra la storicità artigianale, la
dinamica, e la ricerca più innovativa.
Il Museo Torrini è espressione fedele di quel know how che ha
la sua culla nella bottega toscana, in questo caso nell’Opificio
Torrini, custode dell’eticità e dell’’umanesimo’ della lavorazione,
ma anche del “genius loci”, capace di elevare il gioiello a prodotto
della cultura e dalla tradizione fiorentina.
na testimonianza rara e quanto mai preziosa sulle origini e sulle ‘radici’ storiche del Casato Orafo Torrini è
offerta da questa lettera datata 16 aprile 1425. E’ scritta nientemeno che dal noto scultore Lorenzo Ghiberti, e
indirizzata a Giovanni Turini, all’epoca apprezzato orafo in Siena.
Il Ghiberti - che definisce Giovanni Turini un “charo e fedele amicho”, nonché un ‘prudente et onorevole huomo”
- parla di due “storie” (devono intendersi le “formelle” del fonte battesimale di Siena) ”che “sono presso a finite”,
svelando quindi legami e intese professionali già in essere tra Ghiberti e il Turini.
Ma è la parte centrale della lettera a rappresentare l’elemento più interessante di questa corrispondenza. E’ qui che
Ghiberti offre uno spaccato a tinte forti sulla Firenze del primo ‘400, fervente di ingegno e di laboriosità, ma in mano
a rivalità e invidie intestine tra gli attori del tempo.
Il Ghiberti, tradito negli affari e negli affetti, non nasconde la propria amarezza per la “’ngratitudine di quelli che
pel pasato sono stati miei compagni, da’ quali non ò ricevuto solo una ingiuria, ma molte”.
“Colla gratia di Dio - continua il Ghiberti - io sono fuori delle loro mani: el quale io lodo sempre Dio, considerato
in quanta libertà a me pare esser rimaso. Al tutto, senza compagnia, delibero stare e volere essere el maestro della
bottega mia, e pottere ricettare ongni mio amicho con buona e lieta cera”.
Un sentimento, quello dell’indipendenza e dell’etica professionale, che ben si può comprendere alla luce del nascente
individualismo rinascimentale.
News
Invitati Speciali
L
’europarlamentare Lapo Pistelli, lo scorso 6 ottobre, ha portato
al Museo Torrini la delegazione europea, accompagnata da
Enrique Barón Crespo.
A fare gli onori di casa, Fabrizio Torrini, direttore dell’Opificio
del Casato Torrini, che ha donato agli ospiti la replica del Fiorino
d’oro. Un omaggio che è parte della tradizione di Firenze, per
un’emozione senza tempo.
pagina 2
M. Mas.
Il Collezionista
Il Pendente
Cm 6,5
AR
0039.2007
Il Collezionista
Nell’Opificio Orafo Torrini tutto nasce e si materializza nel segno di una cadenza e di
tradizione che nel corso del tempo non si sono mai interrotte.
Il marchio di fabbrica, registrato a Firenze nel lontano 1369, ne è la conferma.
Essere presenti oggi, senza rinunciare al passato è un’esperienza unica.
Questa è la storia infinita dei Torrini.
La Chiave
Cm 8
AR 0038.2007
L’Istrumento che
apriva antiche
Porte e Portoni
Oggi è simbolo
di augurio del
Nuovo Anno
e dei valori
segreti della Vita
La Collezione delle Collezioni
Per un Prezioso Natale e un brillante Anno Nuovo
Ogni Anno, insieme alla Piastra
un Chiodo Quaderno
un Sasso o una Chiave
una Palla o un Pendente
Per ricordare e per vivere
le preziosità di un Oggetto
costruito con le antiche tecniche
in tiratura millesimata e pubblicata
Rigorosamente in argento 925/000
La Palla
Cm 8
AR 400.2007
AR 400.L.2007
Il Sasso
Cm 7
AP 0022.2007.L
(2007 inciso
sotto)
L’Antico Segno
atto a far
Battaglia
Rappresenta la
Solidità e la Difesa
La Collezione è frutto di uno speciale modo di vivere
e di lavorare
In essa si trovano le varie tecniche della fusione a cera persa
dello sbalzo, del cesello, del traforo
o dell’incisione a bulino
Ognuno di questi prodotti può essere personalizzato
sulle esigenze del cliente.
Per informazione e acquisti:
Torrini Gioiellieri
Piazza Duomo 10/R - Firenze
Tel. 055 230 2401 - Fax 055 284457
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La Piastra
dell’Anno
Per fermare un
Ricordo
Cm 11
AR 0002.2007
Si appende al
ramo dell’albero
come al chiodo
di una porta
E’ un eterno
portafortuna
Il Chiodo
Cm 10
AR 0013.2007
Un Oggetto che
nasceva nelle
fucine dei
Chiodatoli
Sempre diversi l’uno dall’altro
Sono tradizionali portatori
Di Fortuna e di Moneta
Il Calendario ’07 Nella storia, tra tradizione e mito:
dedicato all’Acqua Les Henokiens
I
l calendario, in edizione limitata e numerata, diventato ormai
da anni una sorta di culto vede come protagonisti, di volta in
volta, l’ambiente che ci circonda e le testimonianze del nostro
lavoro.
Rappresenta un modo discreto per non dimenticare e per
raccontare il vissuto.
Perché dietro a un piccolo gioiello, si nasconde sempre la dedizione
al bello e all’infinito.
Franco Torrini
Il calendario 2007, in tiratura di duecento esemplari numerati, è
disponibile fino ad esaurimento.
Potrà essere recapitato all’indirizzo da indicare, o ritirato
personalmente presso il Negozio Storico Torrini in Piazza
Duomo 10/R a Firenze.
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di Gaia Simonetti
U
n nome particolare per un’Associazione di imprese, creata un
quarto di secolo fa da Gèrard Glorin, presidente della società
francese “Marie Brizard”.
Les Hénokiens riunisce imprese che vantano, con orgoglio, più di
duecento primavere, gestite da un “discendente del fondatore e la
cui famiglia d’origine detiene la maggioranza del capitale o dei
diritti di voto”.
L’Associazione si è riunita, nell’autunno scorso, a Firenze
per l’assemblea generale annuale. Padrone di casa, nel luogo
dell’incontro, Franco Torrini, la cui gioielleria, nata nel XIV
secolo, è parte integrante del patrimonio del capoluogo toscano.
Il Casato Orafo Torrini, infatti, costituisce un esempio concreto
di quanto le aziende a conduzione
familiare possano significare per il
tessuto storico-artistico e sociale di una
città.
L’obiettivo principale degli Hènokiens
“è quello di divulgare le attività delle
imprese familiari in favore dello
sviluppo economico e dell’impiego in
tutta Europa”, ma anche di “operare
affinché le aziende a conduzione
familiare possano sopravvivere ed
espandersi” ed “essere l’esempio” del
“saper fare dell’ingegno”.
Ieri come oggi, la nostra memoria, il
fil rouge che lega il passato al presente,
ma anche al futuro, sono i protagonisti
di una storia senza tempo: quella dello
spirito d’impresa e della cultura del fare
che non conoscono l’oblio del tempo.
pagina 3
Eventi
Oro d’Artista
Lo scrigno di una Signora
Il 18 e 19 novembre la gioielleria Piersanti di Imola ha
ospitato un’esposizione sui ‘tesori’ del Museo Torrini
[segue da pagina 1]
Sono gioielli d’autore. Pezzi unici, selezionatissimi,
rare creature dell’arte orafa. Sono gioielli firmati
da artisti che hanno trasferito nella piccola materia
preziosa il loro universo creativo, e il loro linguaggio
eterno. Gioielli che vogliono lasciare da parte la
scontata banalità dei moderni modelli di produzione
industriale.
Sono questi i gioielli che è stato possibile ammirare
ad Imola il 18 e 19 novembre, quando la Gioielleria
Piersanti ha ospitato l’esposizione “Oro d’Artista Un’altra dimensione dell’arte orafa”.
Si è trattato di una collezione di gioielli d’arte,
appartenenti al Museo Torrini di Firenze, un luogo
incantato, che il suo creatore Franco Torrini ha
elevato a punto d’incontro tra il mondo del gioiello
e quello dell’arte.
In quest’opera di forte rinnovamento ‘culturale’
della tradizione orafa, Torrini si è avvalso della
collaborazione di artisti di chiara fama - quali Bueno,
Cagli, Mirko, Cenci, Freddi, Tosi, Gensini, Giorgi, Tulli e Provino – capaci di investire il gioiello
e l’oro di una valenza espressiva pari a quella della grande scultura.
I gioielli del Museo Torrini si caratterizzano per la loro plasticità e dinamicità, per la loro ricerca e
per lo spirito innovativo, e si rifiutano perciò di sottostare a ogni scontata declinazione proveniente
dal mondo della moda e dell’estetica di massa.
Il carattere emergente dei gioielli che sono stati esposti nella rassegna “Oro d’Artista” è quello
della sperimentazione delle texture, con forme che tendono ad esaltare le qualità della materia
attraverso audaci effetti di irregolarità. In alcuni casi le superfici sono ruvide, solcate come tronchi
d’albero, in altri emergono rigorose e complesse geometrie, oppure forme lineari e bizzarre scaturite
dall’impiego del filo d’oro.
Tra i pezzi in mostra alla gioielleria Piersanti, è stato possibile ammirare le graziose Poppute
di Antonio Bueno (che Franco Torrini ha conosciuto mentre era coordinatore dell’Avanguardia
fiorentina), capaci di incantarci, con i loro volti attoniti e forse stupiti dell’assurdità della vita.
Accanto a loro, la furfanteria e il candore del Pulcinella in fiore di Corrado Cagli, uno dei massimi
artisti del ‘900, scopritore di forme e di tecniche a cui molti pittori sono debitori.
Il mondo antico e religioso viene invece rivissuto e trasformato a livello poetico da Mirko Basaldella,
che ci ha svelato misteri che sembrano appartenere a reperti archeologici, proponendo gli sbalzi e i
ceselli della lamina d’oro. Il surrealismo fantastico si materializza nelle forme tormentate, allusive,
enigmatiche proprie dei gioielli di Francesco Cenci, mentre la ricerca tecnologica, meccanica, il
rapporto uomo-macchina, vengono espressi e proiettati nei gioielli-scultura di Alberto Giorgi, che
saggia con paziente impegno le possibilità insite nei metalli e nelle pietre.
www.torrinishop.it - [email protected]
in occasione di una mostra intitolata
“Lo Scrigno di una Signora” (Piazza
Duomo 1, mercoledì e giovedì
15.30-16.30, sabato ore 11-17).
Arricchita nel tempo, questa
collezione vanta una propria
esclusiva
peculiarità:
si
presenta come un tesoro
da indossare, da godere, da
vivere.
La scelta di collezionare i pezzi
rari di casa Torrini non è certo
casuale: è il frutto di un incontro
magico tra una spiccata personalità
individuale e la fantasia, la creatività
contemporanea, la perfezione della
lavorazione manuale, l’eleganza del disegno,
la tecnica e la tradizione del Casato Orafo Torrini .
I gioielli Torrini si elevano in questa collezione forti della loro classicità.
Racchiudono una secolare storia orafa, le conoscenze tecniche e gemmologiche, la ricerca creativa e
stilistica, l’uso dei colori più vivi. Torrini gioielliere è un artista che con fantasia, reinterpreta, rievoca, cita
temi universali, prendendo spunto dal costume contemporaneo e facendosi guidare da alcune tendenze
moderne, senza mai rinnegare l’impronta indelebile della tradizione, del marchio di famiglia.
All’interno della preziosa collezione si trovano alcuni oggetti ‘emozionali’, come un collier con cuore
a lucchetto in pavé di diamanti, messaggero di un sentimento e segno prezioso di un ricordo. Le stesse
emozioni che sono rintracciabili in una grande parure di turchesi fine anni ‘50 di azzurro intenso, che ci
ricorda gli yacht e le dive sulla Costa Azzurra.
Proprio una diva, Gina Lollobrigida indossò questa parure al Diamond Award ad Aurea nel 1974 in
Palazzo Vecchio a Firenze.
Impossibile non rimanere affascinati dai diamanti della signora, ricca di mistero e fascino. Il collier
realizzato da Torrini negli anni Trenta, a maglia grumette in platino intessuta di diamanti luminosissimi,
accetta il lusso ricercato della soiree importante e fa di questo gioiello un ornamento da sera, simbolo
di un gusto discreto e raffinato.
Rubino color rosso, simbolo di vitalità e pegno d’amore. Benvenuto Cellini, lo scultore del Cinquecento,
lo apprezzava sotto questo duplice aspetto.
L’anello con grande rubino dal bel colore rosso intenso riunisce bellezza e rarità, esprimendo al meglio
la filosofia che da sempre ha caratterizzato le creazioni Torrini: copertura quasi totale della superficie
mediante l’incassatura di oltre quattrocento piccoli diamanti naturali, tagliati a brillante.
Con il verde smeraldo, invece, lo spirito umano si rasserena. Lo smeraldo dal colore vellutato, con la sua
liquida trasparenza, emana una sensazione di serenità interiore. L’anello con smeraldo colombiano, detto
Prato Verde, dal taglio luminoso e di grande caratura, è così bello da mozzare il fiato.
La passione della nostra signora per i gioielli Torrini si rivela
appieno nello straordinario gruppo di gioielli d’oro. Torrini ha
utilizzato l’oro disegnando volumi nuovi e valorizzandone la
plasticità, creando efficaci giochi di luce non solo con diamanti
di alta caratura, ma anche con cascate di piccoli brillanti a pavé e
pietre di colore.
Caratteristico è l’uso dell’oro nativo, una particolare finitura
tipica dell’Opificio Orafo Torrini.
I gioielli Torrini sono anche gioielli-messaggio, perché arricchiti
di un significato emotivo oltre che materiale, e ‘raccontano’
temi mitici e valori simbolici come catene, cuori, soli, natura e
geometrie. Le catene,invece, ci riconducono agli anni Sessanta,
nei quali si inneggiava alla libertà, mentre il motivo del cuore
è di antica tradizione ma - così concepito da Torrini - è entrato
nella modernità.
Alla natura, infine, Torrini si ispira nella sua reinterpretazione inserita nel filone di ricerca-scultura sperimentale e cinetica degli
anni Settanta – di una propria angolazione orafa.
E’ il caso della collana Onde, realizzata con
una lavorazione impegnativa, e ottenuta
modellando l’oro come onde sulle quali
sono inserite pietre di lapislazzuli e
diamanti.
Per perdersi in un mare di
emozioni.
Le complicazioni
secondo Chronoswiss
“O
gni mio orologio è un pensiero. Ecco perché ognuno ha una faccia
diversa”. Le parole sono di Gerd-R Lang, maestro orologiaio
tedesco e autore del libro “Segni del Tempo”. I pensieri di Lang sono pensieri
complicati, ma nell’accezione più positiva del termine. Sono in verità pensieri
profondi, mai scontati, che da oltre quarant’anni contribuiscono a valorizzare
l’artigianato orologiero di stile classico. Chronoswiss by Lang è un felice
ritorno al passato, il frutto di un sottile ingegno. Col tic moderno per la
perfezione tecnica e per la purezza estetica.
Eleganti e sportivi, dotati di un inconfondibile design e di una sofisticata
meccanica, tutti realizzati con metalli preziosi, gli orologi Chronoswiss sono
dedicati a quanti ricercano un oggetto unico da indossare al polso, garanzia
assoluta di affidabilità.
La Gioielleria Torrini - da sempre sensibile al fascino di quell’antichità che
viene riletta con gusto moderno – ha presentato dal 23 al 25 novembre la
mostra itinerante “Il Fascino della Meccanica, Chronoswiss. Orologi, Belli e
Complicati” promossa da Chronoswiss Uhren sul territorio italiano.
Sono stati esposti 16 orologi pregiati della casa tedesca, tutti presentati in
un’atmosfera di assoluta eleganza e raffinatezza. Tra questi, un “Orea” in oro
rosa con quadrante classico in smalto, vera rarità tra gli orologi moderni e
particolare lusso della Chronoswiss; uno stupendo “Chronoscope” in platino
in edizione limitata 99 pezzi, modello esclusivo che esordì quale novità
mondiale essendo il primo cronografo automatico da polso con quadrante
regolatore; un “Chronoscope rc” con ruote a colonna a vista, vera e propria
gioia per tutti coloro che non sanno resistere al “Fascino della Meccanica”.
Tale fascino si materializza in quella dimensione acustica che va oltre
l’impercettibile ticchettio dello scappamento, come è dimostrato nel
“Répetition à Quarts”. Premendo il pulsante posizionato alle 10 si potrà
udire il rintocco del tempo che scandisce ogni quarto d’ora.
Da ricordare anche un “Tourbillon Volante” presentato anche nella versione
“squelette” oro bianco in edizione limitata 50 pezzi, bellissimo e sofisticato
pagina 4
modello che si presenta come novità mondiale.
Hanno completano la linea “Belli e Complicati”,
uno stupefacente “Pathos”, cronografo rattrapante
automatico in versione scheletrata presentato come
novità in esclusiva mondiale a Basilea ’98, e alcuni
sontuosi modelli impreziositi da diamanti come il “Lunar
crono” e l’”Opus”, opera d’arte destinata all’eternità.
Senza dimenticare i pezzi storici della Chronoswiss,
come il “Tora crono” vincitore del “Bilanciere d’oro
2000” indetto dalla rivista “Uhrenmagazine”: un
cronografo dotato di segnalazione per i diversi fusi orari
di perfetta leggibilità.
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