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Jacopus - Periodico di Cultura Orafa N° 0 – Dicembre 2006 In attesa di registrazione presso il Tribunale di Firenze Direttore Responsabile: Marco Massetani Redazione: Gaia Simonetti Ha collaborato Franco Torrini Grafica: Silvia Barucci - Tipografia: Printer Srl Torrini G. Srl, Piazza Duomo 1 (Firenze) www.torrinishop.it - www.torrinimuseo.it - www.torrini.it Firenze EDITORIALE Dicembre 2006 IL VALORE DEL MUSEO-IMPRESA di Marco Massetani M ettere in mostra l’impresa. Ovvero, realizzare un museo. Un progetto difficile, ambizioso e affascinante. Difficile perché richiede dedizione, e sensibilità artistica; ambizioso perché impone un forte senso di responsabilità culturale e sociale; affascinante, infine, perché il museo è chiamato a diventare lo specchio della realtà in divenire. E’ un biglietto da visita speciale, consegnato al mondo intero e alle generazioni future. In una modernità in frenetica evoluzione, dove l’immagine è troppo spesso frutto di un qualunquismo impaziente, il Museo-Impresa è la nicchia discreta, chiamata a custodire preziose memorie. E tuttavia questo luogo della riflessione intellettuale, della più sincera testimonianza socio-culturale, della valorizzazione del gusto e del patrimonio imprenditoriale, questa dimora di documenti e manifatture scampate alla banalità, è una struttura dinamica, in continua evoluzione:: fiera del proprio passato, non può pensare di scordarsi il domani, e con entusiasmo getta nuovamente lo sguardo avanti. Il Museo-Impresa diventa espressione pura di una modernità aperta: incline al confronto, è geloso custode della tradizione e della storia locale; testimone fedele di precisi valori etici ed estetici, dispiega il suo fascino consapevole di doversi misurare, giorno dopo giorno e anno dopo anno, con il cambiamento e l’ennesima prova del tempo. In quest’opera di autodisciplina, Natale 2006 Segno e Sogno U n soffio, un battito di ciglia, un salto lungo quasi 25 anni. Questa è la sintesi di un segno che è rimasto sotto la polvere del tempo e che oggi, in occasione del Natale 2006, vuole risorgere, si ripresenta ai più attempati amici ed ai più giovani interlocutori con il suo nome originale: Jacopus. Un giornaletto che racconta cose, fatti ed argomenti che ruotano attorno al Casato Orafo dei Torrini. Sono certo che saprà essere apprezzato, senza troppa enfasi, ma con quella schiettezza che contraddistingue ogni atto ed ogni fatto che esce dall’Opificio Orafo Torrini. In fondo, un sogno bello e impossibile sarebbe proprio quello di poter fare tutti felici, magari con un gioiello, un oggetto prezioso che vive nel tempo, in ogni momento e che si lega ai ricordi della nostra vita. Sarebbe un sogno poter regalarsi tanti gioielli perché fossero goduti da tutti. Sappiamo che questo non è possibile, ma fateci sognare un po’. E’ il potere magico del sogno, la suggestione di un’emozione indimenticabile. Franco Torrini Arte & Tecnologia Oggi come ieri, espressioni dell’ingegno umano di Gaia Simonetti Un’immagine del Museo Torrini culturale prima che morale, il Museo-Impresa stabilisce un ‘patto’ con il suo visitatore: offre gli spunti per un arricchimento interiore, ed esige in cambio attenzione e, perché no, consensi. A Firenze, affacciato alla Cupola del Brunelleschi, c’è il Museo Torrini. Invisibile e reale, sospeso tra le bellezze della culla rinascimentale, conserva circa duecento pezzi di oreficeria, argenteria, objects d’art. Tutti appartenenti al casato orafo dei Torrini, le cui radici affondano nel lontano secolo XIV. Il Museo raccoglie una collezione di oggetti di inconfondibile pregio, fortemente voluta dall’erede vivente di Jacopus, Franco Torrini - mercante raffinato e profondo conoscitore di arte orafa - che ha recuperato nelle aste internazionali, dalle collezioni private, ed anche grazie a fortuiti ritrovamenti, i tanti tesori di una famiglia che tramanda da venti generazione la propria passione per il gioiello. Il Museo Torrini, che si articola in tre sezioni - Storica, Testimonianza di Artisti e Testimonianze Esterne - e al cui interno è possibile visitare una bellissima Biblioteca, un archivio fotografico, disegni e documenti rari, è a tutti gli effetti un Museo-Impresa. Perché non vive di una vuota esaltazione né di anonima contemplazione del passato. Al contrario, costituisce uno stimolo per la Famiglia Torrini e per la società civile. Rappresenta, col suo piccolo immenso patrimonio, un confronto aperto sull’evoluzione culturale di Firenze, eterna città d’arte. I l Museo Torrini, quale espressione dei valori storico-culturali, rappresentati dall’Opificio Orafo Torrini di Firenze, ancora oggi testimone di un’arte che ha avuto avvio con la registrazione del marchio nel 1369, ha istituito, in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze, il Premio Arte & Tecnologia. Lo scorso anno il prestigioso riconoscimento fu attribuito a Carlo Rambaldi, ferrarese, laureato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, artista di assoluto spessore ed originalità, padre dell’extraterrestre più famoso di tutti i tempi: ET. Quest’anno è stato invece Ferruccio Ferragamo ad aggiudicarsi il Premio Arte & Tecnologia. Nato nel 1945 a Fiesole, amministratore delegato dell’omonima multinazionale e presidente Polimoda, Ferruccio Ferragamo è il rappresentante di uno dei marchi italiani più importanti e conosciuti a livello internazionale nel settore del lusso. Fondato nel 1927 ed affermatosi nel settore delle calzature, il marchio Ferragamo è attualmente uno dei maggiori creatori, produttori e distributori di accessori e abbigliamento nel mondo. La sede “storica” di Ferragamo è stabilita sin dal lontano 1938 a Firenze, a Palazzo Spini Feroni. Qui, assieme al negozio flagship - che occupa l’intero piano terra del palazzo - risiedono la direzione generale del Gruppo, quella creativa, gli show-room e gli uffici dei vari componenti della famiglia Ferragamo attivamente impegnati nell’azienda. Dal 1995 inoltre, Palazzo Spini Feroni è anche sede del Museo Salvatore Ferragamo. L’importante riconoscimento, la cui cerimonia di consegna è avvenuta il 23 novembre nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Firenze, è dedicato a persone che, nel proprio campo abbiano saputo testimoniare i principi rinascimentali che da Firenze si diffusero nel mondo, coniugandoli con l’arte, intesa come libera espressione dell’ingegno umano e la tecnologia, intesa come pulsione evolutiva del saper fare. La giuria del Premio Arte & Tecnologia 2006 era composta da Augusto Marinelli (Magnifico Rettore dell’Università di Firenze), Franco Torrini (Presidente della Torrini G. Srl), Sergio Ceccuzzi (Presidente Assindustria Firenze e Confindustria Toscana), Massimo Inguscio (Dipartimento di Fisica Università degli Studi di Firenze), Lauro Mariani (Direttore Generale Accademia Chigiana di Siena), Anna Mitrano (Presidente dell’Opera Santa Maria del Fiore) e Alessandro Nigro (Dipartimento di Storia delle Arti e dello Spettacolo della Università degli Studi di Firenze). Dopo il saluto del Magnifico Rettore dell’Università di Firenze, Augusto Marinelli, sono intervenuti Franco Torrini nel suo discorso su “La ‘bottega’ come dimora dell’immaginario” e il professor Cristiano Ciappei che ha affrontato il tema de “Il Rinascimento delle forme nella competizione globale”. Lo scrigno di una Signora A cura della redazione I l lussuoso portagioielli di una sconosciuta signora fiorentina contiene un’importante collezione di gioielli Torrini. Una raccolta davvero unica, comprendente pezzi famosi e importanti, accanto a oggetti più semplici e portabili. Gioielli che saranno esposti al Museo Torrini, dal 22 novembre al 10 dicembre ... [Segue a pagina 4] Arte e Tradizione A Firenze un artigianato di qualità La Nostra Storia U n progetto lanciato nel 2005 ed articolato nel tempo, che si propone di investire sulla creatività dell’artigianato fiorentino. Un artigianato davvero ‘speciale’, perché da sempre si fonde con la cultura, la tradizione e la modernità, valorizzando l’immagine di Firenze agli occhi del mondo. Silvano Gori, assessore al Turismo del Comune di Firenze e Sistema Moda del Comune di Firenze, ha speso parole importanti sui protagonisti dell’artigianato locale, con il progetto Mestieri della Moda a Firenze, in apertura del convegno cui sono intervenuti Aurora Fiorentini (storica del Costume e della Moda), Rodolfo Bargelli (docente di materie artistiche per la moda), e Salvo Testa (dell’Università Luigi Bocconi). La prima fase dell’iniziativa ha visto la pubblicazione della Guida “La moda a Firenze tra arte e artigianato”, che raccoglie le testimonianze di oltre cento artigiani del lusso che hanno riscosso - e continuano a riscuotere - successo nel mondo, grazie alla loro eccellenza nel ‘saper fare’, alla loro competenza, abilità, creatività, e al buon gusto, legando al tempo stesso il proprio nome, in maniera indissolubile, al territorio fiorentino. U Tra i segmenti dell’eccellente artigianato locale – ha evidenziato l’assessore Gori - una posizione prioritaria spetta all’abbigliamento, all’oreficeria e agli accessori complementari, che vogliono sottrarsi alla produzione dei multipli e che si orientano all’originalità di un prodotto di lusso, seguendo un percorso privilegiato per lo sviluppo economico della città. All’interno della Guida, non poteva mancare il marchio del Museo Torrini, sintesi perfetta tra la storicità artigianale, la dinamica, e la ricerca più innovativa. Il Museo Torrini è espressione fedele di quel know how che ha la sua culla nella bottega toscana, in questo caso nell’Opificio Torrini, custode dell’eticità e dell’’umanesimo’ della lavorazione, ma anche del “genius loci”, capace di elevare il gioiello a prodotto della cultura e dalla tradizione fiorentina. na testimonianza rara e quanto mai preziosa sulle origini e sulle ‘radici’ storiche del Casato Orafo Torrini è offerta da questa lettera datata 16 aprile 1425. E’ scritta nientemeno che dal noto scultore Lorenzo Ghiberti, e indirizzata a Giovanni Turini, all’epoca apprezzato orafo in Siena. Il Ghiberti - che definisce Giovanni Turini un “charo e fedele amicho”, nonché un ‘prudente et onorevole huomo” - parla di due “storie” (devono intendersi le “formelle” del fonte battesimale di Siena) ”che “sono presso a finite”, svelando quindi legami e intese professionali già in essere tra Ghiberti e il Turini. Ma è la parte centrale della lettera a rappresentare l’elemento più interessante di questa corrispondenza. E’ qui che Ghiberti offre uno spaccato a tinte forti sulla Firenze del primo ‘400, fervente di ingegno e di laboriosità, ma in mano a rivalità e invidie intestine tra gli attori del tempo. Il Ghiberti, tradito negli affari e negli affetti, non nasconde la propria amarezza per la “’ngratitudine di quelli che pel pasato sono stati miei compagni, da’ quali non ò ricevuto solo una ingiuria, ma molte”. “Colla gratia di Dio - continua il Ghiberti - io sono fuori delle loro mani: el quale io lodo sempre Dio, considerato in quanta libertà a me pare esser rimaso. Al tutto, senza compagnia, delibero stare e volere essere el maestro della bottega mia, e pottere ricettare ongni mio amicho con buona e lieta cera”. Un sentimento, quello dell’indipendenza e dell’etica professionale, che ben si può comprendere alla luce del nascente individualismo rinascimentale. News Invitati Speciali L ’europarlamentare Lapo Pistelli, lo scorso 6 ottobre, ha portato al Museo Torrini la delegazione europea, accompagnata da Enrique Barón Crespo. A fare gli onori di casa, Fabrizio Torrini, direttore dell’Opificio del Casato Torrini, che ha donato agli ospiti la replica del Fiorino d’oro. Un omaggio che è parte della tradizione di Firenze, per un’emozione senza tempo. pagina 2 M. Mas. Il Collezionista Il Pendente Cm 6,5 AR 0039.2007 Il Collezionista Nell’Opificio Orafo Torrini tutto nasce e si materializza nel segno di una cadenza e di tradizione che nel corso del tempo non si sono mai interrotte. Il marchio di fabbrica, registrato a Firenze nel lontano 1369, ne è la conferma. Essere presenti oggi, senza rinunciare al passato è un’esperienza unica. Questa è la storia infinita dei Torrini. La Chiave Cm 8 AR 0038.2007 L’Istrumento che apriva antiche Porte e Portoni Oggi è simbolo di augurio del Nuovo Anno e dei valori segreti della Vita La Collezione delle Collezioni Per un Prezioso Natale e un brillante Anno Nuovo Ogni Anno, insieme alla Piastra un Chiodo Quaderno un Sasso o una Chiave una Palla o un Pendente Per ricordare e per vivere le preziosità di un Oggetto costruito con le antiche tecniche in tiratura millesimata e pubblicata Rigorosamente in argento 925/000 La Palla Cm 8 AR 400.2007 AR 400.L.2007 Il Sasso Cm 7 AP 0022.2007.L (2007 inciso sotto) L’Antico Segno atto a far Battaglia Rappresenta la Solidità e la Difesa La Collezione è frutto di uno speciale modo di vivere e di lavorare In essa si trovano le varie tecniche della fusione a cera persa dello sbalzo, del cesello, del traforo o dell’incisione a bulino Ognuno di questi prodotti può essere personalizzato sulle esigenze del cliente. Per informazione e acquisti: Torrini Gioiellieri Piazza Duomo 10/R - Firenze Tel. 055 230 2401 - Fax 055 284457 www.torrinishop.it - [email protected] La Piastra dell’Anno Per fermare un Ricordo Cm 11 AR 0002.2007 Si appende al ramo dell’albero come al chiodo di una porta E’ un eterno portafortuna Il Chiodo Cm 10 AR 0013.2007 Un Oggetto che nasceva nelle fucine dei Chiodatoli Sempre diversi l’uno dall’altro Sono tradizionali portatori Di Fortuna e di Moneta Il Calendario ’07 Nella storia, tra tradizione e mito: dedicato all’Acqua Les Henokiens I l calendario, in edizione limitata e numerata, diventato ormai da anni una sorta di culto vede come protagonisti, di volta in volta, l’ambiente che ci circonda e le testimonianze del nostro lavoro. Rappresenta un modo discreto per non dimenticare e per raccontare il vissuto. Perché dietro a un piccolo gioiello, si nasconde sempre la dedizione al bello e all’infinito. Franco Torrini Il calendario 2007, in tiratura di duecento esemplari numerati, è disponibile fino ad esaurimento. Potrà essere recapitato all’indirizzo da indicare, o ritirato personalmente presso il Negozio Storico Torrini in Piazza Duomo 10/R a Firenze. Tel. 055.230.2401 - Fax 055.284.457 www.torrinishop.it - [email protected] di Gaia Simonetti U n nome particolare per un’Associazione di imprese, creata un quarto di secolo fa da Gèrard Glorin, presidente della società francese “Marie Brizard”. Les Hénokiens riunisce imprese che vantano, con orgoglio, più di duecento primavere, gestite da un “discendente del fondatore e la cui famiglia d’origine detiene la maggioranza del capitale o dei diritti di voto”. L’Associazione si è riunita, nell’autunno scorso, a Firenze per l’assemblea generale annuale. Padrone di casa, nel luogo dell’incontro, Franco Torrini, la cui gioielleria, nata nel XIV secolo, è parte integrante del patrimonio del capoluogo toscano. Il Casato Orafo Torrini, infatti, costituisce un esempio concreto di quanto le aziende a conduzione familiare possano significare per il tessuto storico-artistico e sociale di una città. L’obiettivo principale degli Hènokiens “è quello di divulgare le attività delle imprese familiari in favore dello sviluppo economico e dell’impiego in tutta Europa”, ma anche di “operare affinché le aziende a conduzione familiare possano sopravvivere ed espandersi” ed “essere l’esempio” del “saper fare dell’ingegno”. Ieri come oggi, la nostra memoria, il fil rouge che lega il passato al presente, ma anche al futuro, sono i protagonisti di una storia senza tempo: quella dello spirito d’impresa e della cultura del fare che non conoscono l’oblio del tempo. pagina 3 Eventi Oro d’Artista Lo scrigno di una Signora Il 18 e 19 novembre la gioielleria Piersanti di Imola ha ospitato un’esposizione sui ‘tesori’ del Museo Torrini [segue da pagina 1] Sono gioielli d’autore. Pezzi unici, selezionatissimi, rare creature dell’arte orafa. Sono gioielli firmati da artisti che hanno trasferito nella piccola materia preziosa il loro universo creativo, e il loro linguaggio eterno. Gioielli che vogliono lasciare da parte la scontata banalità dei moderni modelli di produzione industriale. Sono questi i gioielli che è stato possibile ammirare ad Imola il 18 e 19 novembre, quando la Gioielleria Piersanti ha ospitato l’esposizione “Oro d’Artista Un’altra dimensione dell’arte orafa”. Si è trattato di una collezione di gioielli d’arte, appartenenti al Museo Torrini di Firenze, un luogo incantato, che il suo creatore Franco Torrini ha elevato a punto d’incontro tra il mondo del gioiello e quello dell’arte. In quest’opera di forte rinnovamento ‘culturale’ della tradizione orafa, Torrini si è avvalso della collaborazione di artisti di chiara fama - quali Bueno, Cagli, Mirko, Cenci, Freddi, Tosi, Gensini, Giorgi, Tulli e Provino – capaci di investire il gioiello e l’oro di una valenza espressiva pari a quella della grande scultura. I gioielli del Museo Torrini si caratterizzano per la loro plasticità e dinamicità, per la loro ricerca e per lo spirito innovativo, e si rifiutano perciò di sottostare a ogni scontata declinazione proveniente dal mondo della moda e dell’estetica di massa. Il carattere emergente dei gioielli che sono stati esposti nella rassegna “Oro d’Artista” è quello della sperimentazione delle texture, con forme che tendono ad esaltare le qualità della materia attraverso audaci effetti di irregolarità. In alcuni casi le superfici sono ruvide, solcate come tronchi d’albero, in altri emergono rigorose e complesse geometrie, oppure forme lineari e bizzarre scaturite dall’impiego del filo d’oro. Tra i pezzi in mostra alla gioielleria Piersanti, è stato possibile ammirare le graziose Poppute di Antonio Bueno (che Franco Torrini ha conosciuto mentre era coordinatore dell’Avanguardia fiorentina), capaci di incantarci, con i loro volti attoniti e forse stupiti dell’assurdità della vita. Accanto a loro, la furfanteria e il candore del Pulcinella in fiore di Corrado Cagli, uno dei massimi artisti del ‘900, scopritore di forme e di tecniche a cui molti pittori sono debitori. Il mondo antico e religioso viene invece rivissuto e trasformato a livello poetico da Mirko Basaldella, che ci ha svelato misteri che sembrano appartenere a reperti archeologici, proponendo gli sbalzi e i ceselli della lamina d’oro. Il surrealismo fantastico si materializza nelle forme tormentate, allusive, enigmatiche proprie dei gioielli di Francesco Cenci, mentre la ricerca tecnologica, meccanica, il rapporto uomo-macchina, vengono espressi e proiettati nei gioielli-scultura di Alberto Giorgi, che saggia con paziente impegno le possibilità insite nei metalli e nelle pietre. www.torrinishop.it - [email protected] in occasione di una mostra intitolata “Lo Scrigno di una Signora” (Piazza Duomo 1, mercoledì e giovedì 15.30-16.30, sabato ore 11-17). Arricchita nel tempo, questa collezione vanta una propria esclusiva peculiarità: si presenta come un tesoro da indossare, da godere, da vivere. La scelta di collezionare i pezzi rari di casa Torrini non è certo casuale: è il frutto di un incontro magico tra una spiccata personalità individuale e la fantasia, la creatività contemporanea, la perfezione della lavorazione manuale, l’eleganza del disegno, la tecnica e la tradizione del Casato Orafo Torrini . I gioielli Torrini si elevano in questa collezione forti della loro classicità. Racchiudono una secolare storia orafa, le conoscenze tecniche e gemmologiche, la ricerca creativa e stilistica, l’uso dei colori più vivi. Torrini gioielliere è un artista che con fantasia, reinterpreta, rievoca, cita temi universali, prendendo spunto dal costume contemporaneo e facendosi guidare da alcune tendenze moderne, senza mai rinnegare l’impronta indelebile della tradizione, del marchio di famiglia. All’interno della preziosa collezione si trovano alcuni oggetti ‘emozionali’, come un collier con cuore a lucchetto in pavé di diamanti, messaggero di un sentimento e segno prezioso di un ricordo. Le stesse emozioni che sono rintracciabili in una grande parure di turchesi fine anni ‘50 di azzurro intenso, che ci ricorda gli yacht e le dive sulla Costa Azzurra. Proprio una diva, Gina Lollobrigida indossò questa parure al Diamond Award ad Aurea nel 1974 in Palazzo Vecchio a Firenze. Impossibile non rimanere affascinati dai diamanti della signora, ricca di mistero e fascino. Il collier realizzato da Torrini negli anni Trenta, a maglia grumette in platino intessuta di diamanti luminosissimi, accetta il lusso ricercato della soiree importante e fa di questo gioiello un ornamento da sera, simbolo di un gusto discreto e raffinato. Rubino color rosso, simbolo di vitalità e pegno d’amore. Benvenuto Cellini, lo scultore del Cinquecento, lo apprezzava sotto questo duplice aspetto. L’anello con grande rubino dal bel colore rosso intenso riunisce bellezza e rarità, esprimendo al meglio la filosofia che da sempre ha caratterizzato le creazioni Torrini: copertura quasi totale della superficie mediante l’incassatura di oltre quattrocento piccoli diamanti naturali, tagliati a brillante. Con il verde smeraldo, invece, lo spirito umano si rasserena. Lo smeraldo dal colore vellutato, con la sua liquida trasparenza, emana una sensazione di serenità interiore. L’anello con smeraldo colombiano, detto Prato Verde, dal taglio luminoso e di grande caratura, è così bello da mozzare il fiato. La passione della nostra signora per i gioielli Torrini si rivela appieno nello straordinario gruppo di gioielli d’oro. Torrini ha utilizzato l’oro disegnando volumi nuovi e valorizzandone la plasticità, creando efficaci giochi di luce non solo con diamanti di alta caratura, ma anche con cascate di piccoli brillanti a pavé e pietre di colore. Caratteristico è l’uso dell’oro nativo, una particolare finitura tipica dell’Opificio Orafo Torrini. I gioielli Torrini sono anche gioielli-messaggio, perché arricchiti di un significato emotivo oltre che materiale, e ‘raccontano’ temi mitici e valori simbolici come catene, cuori, soli, natura e geometrie. Le catene,invece, ci riconducono agli anni Sessanta, nei quali si inneggiava alla libertà, mentre il motivo del cuore è di antica tradizione ma - così concepito da Torrini - è entrato nella modernità. Alla natura, infine, Torrini si ispira nella sua reinterpretazione inserita nel filone di ricerca-scultura sperimentale e cinetica degli anni Settanta – di una propria angolazione orafa. E’ il caso della collana Onde, realizzata con una lavorazione impegnativa, e ottenuta modellando l’oro come onde sulle quali sono inserite pietre di lapislazzuli e diamanti. Per perdersi in un mare di emozioni. Le complicazioni secondo Chronoswiss “O gni mio orologio è un pensiero. Ecco perché ognuno ha una faccia diversa”. Le parole sono di Gerd-R Lang, maestro orologiaio tedesco e autore del libro “Segni del Tempo”. I pensieri di Lang sono pensieri complicati, ma nell’accezione più positiva del termine. Sono in verità pensieri profondi, mai scontati, che da oltre quarant’anni contribuiscono a valorizzare l’artigianato orologiero di stile classico. Chronoswiss by Lang è un felice ritorno al passato, il frutto di un sottile ingegno. Col tic moderno per la perfezione tecnica e per la purezza estetica. Eleganti e sportivi, dotati di un inconfondibile design e di una sofisticata meccanica, tutti realizzati con metalli preziosi, gli orologi Chronoswiss sono dedicati a quanti ricercano un oggetto unico da indossare al polso, garanzia assoluta di affidabilità. La Gioielleria Torrini - da sempre sensibile al fascino di quell’antichità che viene riletta con gusto moderno – ha presentato dal 23 al 25 novembre la mostra itinerante “Il Fascino della Meccanica, Chronoswiss. Orologi, Belli e Complicati” promossa da Chronoswiss Uhren sul territorio italiano. Sono stati esposti 16 orologi pregiati della casa tedesca, tutti presentati in un’atmosfera di assoluta eleganza e raffinatezza. Tra questi, un “Orea” in oro rosa con quadrante classico in smalto, vera rarità tra gli orologi moderni e particolare lusso della Chronoswiss; uno stupendo “Chronoscope” in platino in edizione limitata 99 pezzi, modello esclusivo che esordì quale novità mondiale essendo il primo cronografo automatico da polso con quadrante regolatore; un “Chronoscope rc” con ruote a colonna a vista, vera e propria gioia per tutti coloro che non sanno resistere al “Fascino della Meccanica”. Tale fascino si materializza in quella dimensione acustica che va oltre l’impercettibile ticchettio dello scappamento, come è dimostrato nel “Répetition à Quarts”. Premendo il pulsante posizionato alle 10 si potrà udire il rintocco del tempo che scandisce ogni quarto d’ora. Da ricordare anche un “Tourbillon Volante” presentato anche nella versione “squelette” oro bianco in edizione limitata 50 pezzi, bellissimo e sofisticato pagina 4 modello che si presenta come novità mondiale. Hanno completano la linea “Belli e Complicati”, uno stupefacente “Pathos”, cronografo rattrapante automatico in versione scheletrata presentato come novità in esclusiva mondiale a Basilea ’98, e alcuni sontuosi modelli impreziositi da diamanti come il “Lunar crono” e l’”Opus”, opera d’arte destinata all’eternità. Senza dimenticare i pezzi storici della Chronoswiss, come il “Tora crono” vincitore del “Bilanciere d’oro 2000” indetto dalla rivista “Uhrenmagazine”: un cronografo dotato di segnalazione per i diversi fusi orari di perfetta leggibilità. www.torrinishop.it - [email protected]