Kineo 12 completo
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O O RE ND FIN N O A AT M N O AR CIN PU C G G OP N O O N TI PR D JEC A AL LL T F TU T ’A INA R E PO NN AM RE NC N E 1 OP IN IN TE L S DI OR G U SU OT BI TO N L TO RM G T H A M IN DI ER G A G TO IA O, RS HA R E AL IG M ON IN L LI , D T G ES AA A O A H T L L RI IL R A TE AD D , AL A RR E C PI NU QU A C D CO OV A, E L O F AI LLA E S V ERR TR M TA OL O AM OB ZI TO E G O D ILI NI DE OM IP T F L M AR À D S A LE A IG I R L I E H PI A N O, NO AN FI TE NO S E IN T PR ERV O E SE JE NT C CT I TRIMESTRALE DI ARCHITETTURA DEI TRASPORTI KINEO 12 DICEMBRE 1996 £ 15.000 A E R O P O RT O D I T O R O N T O PROJECT FINANCING IL TERMINAL 3 DELL’AEROPORTO DI TORONTO L’ampliamento dello scalo di Toronto si pone fra i gli esempi più significativi di Project Financing applicato agli aeroporti, che ha portato alla realizzazione, in soli tre anni e senza investimenti pubblici, di un terminal in grado di accogliere 14 milioni di passeggeri l’anno messo in atto un processo di Project Financing comunemente noto come Boot, acronimo di Build, Own, Operate, Transfer, cioé costruire, possedere, operare e trasferire (al termine della concessione) allo Stato. Si tratta di una svolta significativa, considerando che in precedenza solo il Governo federale possedeva, gestiva e operava in tutti gli aeroporti del Paese, controllando in toto le piste, i piazzali, i terminal passeggeri e i sistemi di trasporto via terra. Del resto era emersa da tempo l’esigenza di aumentare la capacità dello scalo (realizzato nel 1961 e ampliato con un secondo terminal nel 1972), e già alla fine degli anni Settanta la realizzazione di un terzo terminal appariva come l’unica soluzione possibile. SCOTT ASSOCIATES ARCHITECTS La storia del nuovo terminal inizia nel 1986, quando il Governo canadese decide di ricercare la partecipazione del settore privato per la realizzazione di un terzo terminal nell’aeroporto internazionale “Lester B. Pearson” di Toronto, l’ottavo per importanza nel nord America, che da solo serve più della metà dei voli da e per il Canada. Questa decisione ha avviato un processo di accordi grazie ai quali il terminal veniva ad essere finanziato, progettato, costruito e gestito da un gruppo privato indipendente, titolare di una concessione a lungo termine del terreno e di accordi di sviluppo e gestione con Transport Canada, il dipartimento del Governo federale responsabile per l’aviazione civile canadese. Concretamente è stato In alto e a destra, veduta aerea del terminal 3 dell’aeroporto di Toronto e particolare della facciata dell’hotel. KINEO 12 1996 12 TORONTO CONCESSIONARIO Airport Development Corporation (Adc). Concessione: 40 anni. PROGETTO Scott Associates Architects Inc.: David Scott (principal), Michael Lowe (project manager), Richard Hurst, Bob Prince, Mehdi Goudarzi. Strutture e impianti: Marshall Macklin Monaghan Ltd. Consulenti: Burns and McDonnel (aeroporti), H.H. Angus & Ass. Ltd (trasp. verticali), Barman Swallow (acustica), Rolf Jensen (sicurezza). ALITALIA La recessione mondiale dei primi anni Ottanta (e il conseguente calo di passeggeri), forniva i motivi per rimandare la decisione di procedere con il progetto, ma già nel 1984 era chiaro che l’aumento del traffico aereo stava creando una situazione critica. Contemporaneamente cambiava anche la filosofia della gestione degli aeroporti canadesi: - il sistema aeroportuale era cresciuto fino al punto che i singoli scali si mostravano in grado non solo di auto finanziarsi, ma anche di produrre reddito; - il Governo modificava le sue priorità, non essendo più interessato a finanzia- re progetti per grandi aeroporti in presenza di altre alternative, guardando con favore alla riduzione dei finanziamenti pubblici e all’aumento del ruolo dei privati; - si prendeva coscienza che il settore privato, libero DATI QUANTITATIVI Superficie terminal: 119.000 mq su tre livelli, di cui 10 mila di spazi commerciali. Capacità operativa: 14 milioni passeggeri/anno. Parcheggi: 3.300 auto. REALIZZAZIONE The Foundation Company of Canada. TEMPI Progetto: 1989. Concessione e inizio lavori: 1991. Fine lavori e operatività: 1994. Fine concessione: 2031. COSTI Investimento complessivo: 560 milioni di dollari canadesi (circa 700 miliardi di lire). dalla burocrazia e dall’amministrazione governativa, poteva realizzare un terminal molto più velocemente di quanto potesse fare il settore pubblico. Da qui la decisione dare corso alla costruzione del terzo terminal affidandolo ai privati, con un accordo che minimizzasse il coinvolgimento finanziario e le responsabilità del Governo. LA MESSA A PUNTO DELLA GARA DI CONCESSIONE. Il Governo federale, prima di avviare l’affidamento in concessione delle opere, sviluppa una propria stima del potenziale successo di questo tipo di approccio, stabilendo i parametri che, potenzialmente, potevano aumentare la probabilità di successo. Da qui nasce una “Richiesta di proposta” o “Chiamata per esprimere interesse”: un bando preliminare che ha lo scopo di determinare il livello di interesse nel progetto, stabilire le condizioni alle quali il settore privato è pronto a partecipare e, infine, acquisire una “short list” di investitori, un elenco dal quale trarre i gruppi più qualificati che verranno poi invitati a sottoscrivere proposte formali. Gli obiettivi che il Governo dichiara nel bando sono: - realizzare nel minor tempo possibile un terminal aeroportuale di classe mondiale; - ridurre l’investimento pubblico nelle infrastrutture aeroportuali; - aumentare la partecipazione del settore privato; - acquisire una rendita finanziaria dalla concessione. La “Chiamata” suscita grande interesse e ottiene risposte da otto consorzi, con sottoscrizioni non solo dal Canada ma anche dagli Stati Uniti e dal Giappone, che confermano l’esistenza di un interesse sufficiente a giustificare la continuazione del progetto di Project Financing. Anzi. Le proposte dei gruppi privati permettono di definire con più precisione i termini di riferimento per un accordo di tipo Boot e dare corso a una gara di concessione vera e propria. I TERMINI DEL BANDO DI GARA. Nel bando di gara il progetto è definito solo in termini generali, per dare ai promotori tutte le opportunità. Le uniche indicazioni sono: - realizzare un complesso completo (edificio del ter- Pianta del nord e centro America con la posizione di Toronto, dove fanno capo alcune rotte aeree intercontinentali. KINEO 12 1996 PROJECT FINANCING 13 PROJECT FINANCING A E R O P O RT O D I T O R O N T O minal, piazzale aeroportuale, sistemi di trasporto via terra e sistemi di servizio) che all’apertura abbia un minimo di 14/16 porte d’imbarco e una capacità operativa di 5 milioni di passeggeri l’anno in arrivo e altrettanti in partenza; - realizzare, mantenere e gestire il complesso del terminal secondo criteri “di classe mondiale”, cioé appropriati a quelli di uno scalo internazionale; - seguire gli standard vincolanti dell’aviazione civile e della sicurezza; - seguire i programmi vincolanti del governo, come l’accesso senza ostacoli e il bilinguismo; - essere autosufficiente, ma integrato con l’insieme dell’aeroporto, sia nel disegno che nell’operatività; - essere autonomo anche finanziariamente (tramite l’auto finanziamento), versando inoltre una tassa di concessione a Transport Canada (cioé al Governo) equivalente all’opportunità che viene offerta. Agli sviluppatori è poi data ampia libertà nella definizione progettuale del complesso così come nella messa a punto dei livelli di servizio, del tipo di concessione/vendita al dettaglio e delle opportunità commerciali collaterali che possono essere ospitate nell’area. Il tutto tenendo conto che la valutazione delle proposte è in termini qualitativi e secondo una serie di criteri che riguardano il progetto di sviluppo, i rapporti commerciali e i requisiti del proponente. Come progetto si intende: - il disegno del complesso (la sua qualità, capacità ed efficacia operativa); - lo sviluppo dell’area (compatibilità con il Master Plan aeroportuale, l’uso efficiente del terreno, le potenzialità di espansione, le attività commerciali collaterali); - il piano di consegna (tempi, fattibilità e impatto operativo). I rapporti commerciali sono: - piano di gestione (l’approccio manageriale e la capacità della struttura del concessionario nel rispettare tutte le fasi della proposta, dal finanziamento alla costruzione all’operatività, e le relazioni con Transport Canada, cioé il riferimento governativo); - piani di manutenzione e gestione (la capacità di capire il lavoro di un aeroporto, le attività di una infrastruttura di grandi dimensioni, l’interfaccia con tutte le operazioni aeroportuali); - piano finanziario (la forza finanziaria e la capacità del proponente, la fattibilità del piano finanziario e il ritorno economico per Transport Canada); - il piano di vendita al dettaglio (come sono generate le entrate, il servizio per gli utenti, i rapporti con le operazioni nel terminal); - l’accordo di concessione (accettabilità dei termini di concessione); Quanto ai requisiti si intende l’esperienza del proponente in questi lavori di sviluppo e i requisiti, l’esperienza e le responsabilità dei dirigenti. SCOTT ASSOCIATES ARCHITECTS I VINCITORI. Le risposte al bando sono quattro, ognuna delle quali con un livello di dettaglio molto elevato per il complesso del terminal, per i piani di sviluppo commerciale, i piani operativi e le proposte finanziarie, anche se attuati con approcci fondamentalmente diversi in termini di progetto e di piani finanziari/manageriali. Fra questi emerge infine la proposta fatta dalla Airport Development Corporation (sussidiaria della Huang & Danczkay Properties di Toronto), giudicata superiore sulla base di una valutazione cumulativa di tutti i criteri. La scelta porta poi alla negoziazione di dettaglio fra il Veduta notturna del lato terra del complesso, dal quale emerge l’ampia superficie vetrata della grande hall. In alto, vista della torre di controllo, realizzata sul punto più esterno del molo A (indicato con il numero 5 in planimetria). KINEO 12 1996 14 TORONTO Sezione trasversale tipo. KINEO 12 1996 Sopra, planimetria generale del complesso, che comprende edifici per uffici (1), parcheggi (2 e 7), hotel (3), e 15 PROJECT FINANCING terminal (4), con i moli d’imbarco (5 e 6) e un terminal satellite (8) collegato tramite un tunnel sotterraneo. PROJECT FINANCING A E R O P O RT O D I T O R O N T O Governo e la Airport Development Corporation, e successivamente alla firma dell’Accordo di sviluppo, la Concessione del terreno, l’Accordo operativo e ad altri accordi subordinati, e infine all’inizio dei lavori, nel febbraio 1991. me ai bagagli e passeggeri pre-controllati con destinazioni negli Stati Uniti; parcheggi pubblici per 3.300 posti e altri 3.500 riservati ai dipendenti. Lo sviluppo delle attività commerciali collaterali vede la realizzazione di un albergo con 500 camere e la pianificazione, per il futuro, di un complesso per uffici e di un secondo. Sul piano commerciale il gestore si fa forza di una concessione di 40 anni con l’opzione per altri 20; come contropartita versa al Governo 30 milioni di dollari canadesi alla firma della concessione del terreno, ai quali si aggiunge un versamento annuale di concessione basato su una percentuale del reddito lordo dello sviluppatore stesso. L’apertura del terminal, completamente funzionante, avviene 36 mesi dopo la firma della concessione del terreno, come da contratto, con un costo di 550 milioni di dollari canadesi (circa 700 miliardi di lire), che comprende i 30 milioni del versamento unico e il finanziamento durante i lavori. COSTRUZIONE E GESTIONE. Il complesso del terminal 3, progettato dagli architetti Scott Associates, comprende il terminal vero e proprio e un insieme di spazi e strutture di servizio, alle quali si aggiungeranno edifici per uffici, un albergo e un terminal satellite. Il tutto calibrato per un traffico di 14 milioni di passeggeri annui. Nello specifico, l’edificio del terminal comprende una grande hall vetrata a pianta semicircolare dalla quale si staccano due lunghi moli d’imbarco, il tutto esteso su oltre cento mila metri quadrati articolati su tre livelli, con 29 porte d’imbarco dotate di ponti mobili. Inoltre: attrezzature per gestire bagagli nazionali e internazionali, insie- Pianta del livello arrivi (a+100,000) e, sopra, particolare degli ingressi sul lato terra. KINEO 12 1996 16 PROJECT FINANCING SCOTT ASSOCIATES ARCHITECTS TORONTO Pianta del livello delle partenze (a + 105,800) e, in alto, veduta della grande hall del livello partenze. KINEO 12 1996 17 PROJECT FINANCING P O RT O D I G I O I A TA U R O PROJECT FINANCING A GIOIA TAURO La partecipazione di un gruppo privato al finanziamento e alla gestione del porto di Gioia Tauro offre oggi allo scalo calabrese concrete possibilità di affermazione commerciale e un ruolo di rilievo nel bacino del Mediterraneo, sfruttando e valorizzando opere di elevata qualità, ma senza un futuro preciso, realizzate dallo Stato dopo quasi venti anni di lavori Come già scritto su queste pagine (vedi Kineo n. 7), alla sua Inaugurazione, nel 1992, il porto di Gioia Tauro si presenta come una vera e propria cattedrale nel deserto - realizzata dopo 18 anni di alterne vicende e una spesa di oltre 800 miliardi di lire (al giugno 1993 erano 825, di cui 48 per l’acquisto delle aree, 194 per infrastrutture e 583 per opere portuali e macchinari) che con i suoi tre chilometri di banchine operative pronte, con fondali da 12,5 a 15 metri e aree a terra per 2,5 milioni di metri quadri, si presenta come uno degli approdi più vasti d’Europa, con strutture marittime di elevata qualità. Ma tutto senza un futuro preciso! Infatti, da quando negli anni Settanta il Governo decide di realizzarlo nella piana di Gioia Tauro - a 50 chilometri da Reggio Calabria - tutti i programmi di utilizzo sono via via caduti: il grande centro siderurgico, del quale era parte funzionale, svanisce dopo il 1977 (a due anni dall’inizio dei lavori per il porto) a causa della crisi dell’acciaio sopravvenuta a livello europeo; la successiva ipotesi di terminal carbonifero a servizio di una grande centrale Enel, da realizzarsi in loco, trova forti difficoltà e sembra arenarsi definitivamente a metà anni Ottanta, prima per problemi ambientali e poi per vicende giudiziarie. L’INTERVENTO DELL’IMPRENDITORIA PRIVATA. Da queste premesse nasce il progetto del gruppo Contship (operante a livello internazionale quale armatore e operatore intermodale del trasporto containers), che individua nella struttura, nelle dimensioni e nella posizione del porto le condizioni ideali per la realizzazione di un grande “hub” (o perno a cui fanno capo e dipartono traffici o flussi economici, vedi Kineo n. 10) per il traffico internazionale dei container, in particolare una “fermata”, fino ad all’ora inesistente, per le grandi portacontainer che attraversano il P O RT O D I G I O I A TA U R O CONCESSIONARIA Medcenter Container Terminal spa. Concessione: 50 anni. Spazi a terra: 1.200.000 metri quadrati. Capacità: 4.800 teus/giorno, circa 800 mila teus/anno. DATI QUANTITATIVI REALIZZAZIONE Banchine: 3 mila metri. Fondali: da 14,5 a 12,5 metri. Accosti: 5/6 per navi transoceaniche e feeder, 2 per navi Ro-Ro. Gru di banchina: VulkanKokcs-Belleli. Straddle Carriers: Valmet. Computer: Ibm As-400. Software: Cosmos (Anversa). traffico si presenta molto frammentato (7 milioni di teus ripartiti su 33 scali principali). In una simile situazione è pertanto impossibile che le grandi navi oceaniche possano toccare nel Mediterraneo un numero così elevato di porti con traffico unitario così esiguo; è giocoforza quindi utilizzare il transhipment, tecnica con la quale la nave madre sceglie un porto “hub” per trasbordare il proprio carico su navi minori dette feeders le quali provvederanno alla distribuzione nei porti circostanti. Nel Mediterraneo, nel 1992, un porto “hub” non esisteva ancora, perché per svolgere il transhipment conta soprattutto una collocazione geografica che implichi la minima deviazione possibile della rotta principale (l’asse Gibilterra-Suez) e consenta di servire con frequenza settimanale la raggiera di porti più ampia possibile. I grandi porti esistenti sono quindi fuori gioco; quello di Gioia Tauro, insieme a Malta, è invece collocato in posizione ottimale. mediterraneo dirette ai grandi porti del nord Europa. L’idea nasce dall’analisi delle strategie di mercato delle compagnie internazionali del trasporto marittimo container: in uno scenario di alta competizione che vede da un lato la riduzione dei noli dall’altro la ricerca di una elevata qualità del servizio, le compagnie si trovano a dover migliorare costantemente le proprie performances interne. I principali strumenti utilizzati sono il controllo dei costi della tratta terrestre (oltre il 50 per cento del costo totale del trasporto porta a porta), e l’utilizzo di navi sempre più grandi per sfruttare le economie di scala: navi della capacità di 4/5 mila teus, con costi di gestione molto alti, che per risultare economiche devono toccare un ridottissimo numero di porti e limitare i tempi di sosta. In sostanza queste super navi richiedono una forte concentrazione di traffico, presente oggi solo negli scali del nord Europa (13 milioni di teus ripartiti su 15 scali), mentre nel Mediterraneo il PROJECT FINANCING Veduta del porto di Gioia Tauro e, in alto, schema delle rotte transoceaniche (in rosso) di riferimento. 19 Schema dei collegamenti stradali e ferroviari che fanno capo al nuovo porto. P O RT O D I G I O I A TA U R O L’ACCORDO CON IL GOVERNO ITALIANO. Da qui l’accordo stipulato nel 1993 fra il Gruppo Contship e il Governo italiano (oltre che con gli enti locali e l’Enel) per la realizzazione a Gioia Tauro di un grande terminal per contenitori, dedicato principalmente al transhipment (preferito così a Malta), e per la promozione di altre iniziative ad esso connesse per lo sviluppo dell’intera infrastruttura e, più in generale, della piana di Gioia Tauro. L’accordo di programma, stipulato l’anno successivo, fissa i tempi d’azione, gli obblighi e gli investimenti a carico delle parti, le fonti di finanziamento e le competenze e le procedure. Il tutto per dare corpo a una concessione cinquantennale del porto al gruppo Contship. GLI OBBLIGHI DI INVESTIMENTO. L’accordo di programma prevede investimenti pubblici e privati per 420 miliardi di lire dal 1995 al 2001. Nello specifico, l’investimento della parte pubblica (Ministero del Bilancio e Regione Calabria) è di 132 miliardi per il completamento del dragaggio dei fondali e delle opere civili del terminal (pavimentazione dei piazzali, recinzioni, illuminazione, vie di corsa delle gru ecc.); il tutto da eseguire entro il 1998. I fondi provengono tutti dai finanziamenti fissati dalla legge Vista delle banchine durante una operazione di carico e scarico dei container. KINEO 12 1996 64 del 1986, in parte (32 miliardi) messi a disposizione dal Consorzio Asi di Reggio Calabria (l’ente regionale esecutore delle opere), in parte (cento miliardi) reperiti attraverso la riprogrammazione delle risorse destinate ai progetti strategici. L’investimento della parte privata, 288 miliardi, va invece all’acquisto e alla messa in opera dei macchinari di movimentazione dei contenitori (gru di banchina e di piazzale, carrelli elevatori, trattori, locomotori ecc.), oltre agli impianti di alimentazione elettrica, a impianti e attrezzature per servizi generali (comunicazioni, sicurezza, officina, computer ecc.), al software operativo e all’acquisto di rimorchiatori. Dell’importo complessivo, 208 miliardi sono della Contship Italia, mentre 80 sono a fronte di un impegno del ministero del Bilancio a ottenere 40 milioni di Ecu dalla Comunità europea (dai fondi strutturali destinati all’Italia). GLI OBBLIGHI PER RENDERE OPERATIVO IL PROGETTO. Insieme agli obblighi di investimento, l’accordo prevede una serie di azioni da intraprendere per rendere operativo il progetto; obblighi ripartiti fra tre soggetti pubblici - la Regione Calabria e i ministeri dei Trasporti e del Bilancio - e la Contship Italia. In alto, planimetria generale del porto. 20 P O RT O D I G I O I A TA U R O COSTI Costo delle opere al 1993: 825 miliardi di lire, tutti a carico dello Stato, di cui 48 per acquisto aree, 194 per infrastrutture, 583 per opere portuali e macchinari. Investimenti 1995-2001: 420 miliardi, dei quali 132 di parte pubblica (infrastrutture e opere civili) e 288 del gruppo Contship (140 impegnati già dal 1995) per macchinari, impianti, attrezzature, software operativo e rimorchiatori. La Regione Calabria ha come obbligo il completamento delle opere entro i tempi concordati, l’approvazione di eventuali modifiche del Piano Regolatore Generale e le iniziative necessarie per il più rapido rilascio, da parte delle Amministrazioni locali, di licenze, autorizzazioni, permessi ecc. Il Ministero dei Trasporti e della Navigazione deve invece rilasciare la concessione per il terminal, oltre ad adempire ai compiti di sua competenza per l’attivazione del porto e per la realizzazione di un collegamento ferroviario fra il porto e la linea ferroviaria Reggio Calabria Napoli. Il Ministero del Bilancio ha il compito di attivare tutte le procedure per il reperimento delle risorse necessarie (nazionali e comunitarie); inoltre ad esso è affidato il coordinamento delle amministrazioni pubbliche coinvolte, per rimuovere ogni possibile ostacolo (tecnico, fiscale, amministrativo ecc.) e il controllo sulla realizzazione del progetto nei termini e nei tempi previsti. La parte privata deve realizzare corsi di formazione professionale per non meno di 400 giovani calabresi; creare almeno 450 nuovi posti di lavoro nell’area portuale; acquisire un volume di traffico, a regime, per circa un milione di Teu, cioé il nodo commerciale di tutto il progetto, che è diretto a realizzare un terminal per la movimentazione di container di dimensioni concorrenziali e confrontabili con altri servizi di livello internazionale. COPERTURA FINANZIARIA DELL’INVESTIMENTO PRIVATO. Come già riportato, gli obblighi di investimento per il gruppo Contship sono di 288 miliardi di lire, più della metà dell’investimento complessivo per il rilancio del porto. Di questi, 47 derivano da mezzi propri, 91 sono fonte di finanziamenti a medio termine, 10 sono finanziamenti a medio termine per l’acquisto dei rimorchiatori, 50 sono di leasing sui macchinari, 82 sono contributi Cee e 18 derivano dal cash flow e da altre operazioni di leasing. Al 31 dicembre 1994 però il bilancio consolidato della Contship Italia presentava un patrimonio netto di 50 miliardi, troppo pochi per sostenere un impegno finanziario così rilevante. Da qui l’apertura a capitali esterni mediante la ricapitalizzazione sia della Capogruppo che della Mct Medcenter Container Terminal, la società per azioni creata appositamente per gestire l’operazione di Gioia Tauro. Quest’ultima, alla fine del 1995 ha portato a termine un aumento di capitale per complessivi 47 miliardi, sottoscritti per il 67,1 per cento dalla Lsct La Spezia Container Terminal spa (subholding della Contship Italia per le KINEO 12 1996 Fonti del capitale privato: 47 miliardi di capitale proprio, 101 da finanziam. a medio termine (dei quali 10 per rimorchiatori), 50 da leasing su macchinari, 82 da contributi Cee, 18 da cash flow e altre operazioni di leasing. PROJECT FINANCING TEMPI Inizio costruzione porto: 1975. Inaugurazione opere marittime: 1992. Protocollo d’intesa pubblico/privati: 1993. Inizio lavori: 1994. Inizio operatività: 1995. attività dei terminal portuali), per il 28,6 per cento dalla Gepi e per il 4,3 per cento (2 miliardi di lire) dalla dirigenza dell’azienda, cioé il presidente e l’amministratore delegato di Contship Italia e l’amministratore delegato della Mct. La Gepi (Società che istituzionalmente interviene con partecipazioni di minoranza in società con programmi di investimento in aree critiche del Paese) ha realizzato l’intervento nel quadro dei suoi nuovi scopi di sostegno alle aziende in aree in via di sviluppo, ma Contship ha l’obbligo di riacquistare le sue quote (13 miliardi) entro cinque anni. La Capogruppo, da parte sua, ha provveduto a un aumento di capitale per complessivi 25 miliardi, al quale partecipano due merchant bank: la Sofipa (che possedeva piccole quote della Contship Italia e oggi ha l’8,6 per cento) e l’Arca Merchant (che ha acquistato il 6,7 per cento); la quota di maggioranza rimane della casa madre Contship Europe (62,5 per cento), seguita dalla Ita.ca del gruppo Ferrovie dello Stato spa (20,3 per cento), mentre una piccola percentuale (1,9 per cento) è della Eurocontinental Venture. PROJECT FINANCING. Il finanziamento a medio e lungo termine, in corso di perfezionamento con un pool di banche italiane (capofila Comit), presenta caratteristiche più vicine al “project financing” che non al mutuo tradizionale, in quanto si prefigge di contribuire a una iniziativa economica piuttosto che guardare all’affidabilità economico-patrimoniale della società. I presupposti per l’erogazione del finanziamento, infatti, sono il programma di capitalizzazione delle società (in cui si iscrive anche l’acquisto di quote azionarie da parte dei dirigenti); il completamento delle opere civili necessarie all’operatività del terminal; l’ottenimento di tutte le licenze, autorizzazioni ecc.; la sottoscrizione di contratti con almeno tre linee di navigazione, che adottino Gioia Tauro a loro porto di transhipment nel Mediterraneo. Garanzie dirette sono il privilegio speciale sui macchinari del terminal e sulla concessione governativa. Garanzie dell’azionista di maggioranza (Lsct) sono il pegno sulle sue azioni della Medcenter Container Terminal spa, la garanzia di pre-completamento (che assicuri il sostanziale completamento delle opere entro due anni) e la garanzia di post-completamento (successivamente alla realizzazione completa del progetto e fino al raggiungimento di un livello minimo di ricavi). Inoltre, l’azionista di maggioranza e l’Mct spa si impegnano a rispettare una serie di vincoli finanziari e operativi, fra cui il mantenimento del controllo azionario di Mct da parte di Lsct. 21 AUTOSTRADA VIENNA-BUDAPEST PROJECT FINANCING L’AUTOSTRADA VIENNA-BUDAPEST Il completamento dei tratti autostradali M1 e M15, che collegano Budapest con Vienna e Bratislava, rappresenta il primo progetto per una infrastruttura di trasporto nell’Europa dell’Est realizzato con un project financing, senza assunzione di rischio richiesta al Governo ungherese, né aumento del debito pubblico del Paese, anche se con alti costi per gli utenti L’intervento attuato per le due maggiori infrastrutture autostradali che fanno capo a Budapest è di grande rilevanza per lo sviluppo dei trasporti nell’Europa dell’est e per il deciso miglioramento dei collegamenti tra est e ovest. Sono opere di interesse e utilità squisitamente pubbliche, costate complessivamente 280 milioni di Ecu (circa 530 miliardi di lire) e basate, per la parte finanziaria, sulla struttura di Project financing, in particolare con quel tipo di intervento specifico denominato B.O.T. Questo è un meccanismo grazie al quale l’autorità pubblica rilascia a un consorzio privato una concessione che gli dà titolo di realizzare una infrastruttura o un'opera pubblica in genere e di sfruttarne i vantaggi economici per un determinato periodo, avendo preventivamente individuato tutti i provvedimenti di carattere legislativo e/o amministrativo che il Governo si impegna a emanare per sostenere la realizzazione del progetto stesso. L’acronimo “Bot” riassume i diversi momenti del processo operativo: Schema generale dei tratti autostradali che da Budapest portano a Vienna e Bratislava, realizzati in project financing. KINEO 12 1996 22 VIENNA-BUDAPEST CONSORZIO VINCITORE Heec - Hungarian EuroExpressway Consortium, composto da: Transroute, Bnp Banque Nationale de Paris, Cdc Caisse de Depots et Consignation, Otp Bank, Okhb Bank, Strabag Hungària, Strabag Österreich. Build, Operate, Transfer. Più precisamente: - Build identifica le modalità e il capitolato (molto dettagliato) per la costruzione delle opere; - Operate riguarda le condizioni, i termini e le modalità vincolanti per il concessionario nella gestione dell’opera, ma secondo moduli che gli consentano di ripagarsi dei costi sostenuti; - Transfer indica i termini e le modalità di trasferimento allo scadere del contratto di concessione. L’APPALTO. Il progetto nasce nel 1992, quando il ministero dei Trasporti, comunicazioni e gestione delle acque della repubblica ungherese indice una gara internazionale per la realizzazione e la gestione di alcuni tratti delle autostrade M1 e M15: un tracciato di 56,9 che da Gyor, nei pressi di Budapest, porta al confine con l’Austria (42,4 chilometri) e all’altezza di Moson Magyarovar si biforca puntando su Rajka e da qui a Bratislava (14,5 chilometri). In alto, struttura contrattuale del progetto di finanziamento e gestione. CONCESSIONARIO Elmka - Elsö Magjar Koncessziòs Autòpàlya Rt. Concessione: 35 anni + 17 di eventuale rinnovo. Azionisti principali: Heec, Mol (società ungherese di gas e petrolio), Mbf (Hungarian Development and Investment Fund). L’obiettivo delle autorità ungheresi è quello di dare corso a importanti interventi infrastrutturali trasferendo oneri e rischi sulla società concessionaria. Per poter giungere a questo risultato il Ministero ha avviato da tempo una serie di studi approfonditi sulle previsioni di traffico, come pure ha determinato - attraverso elaborate proiezioni e ipotesi sulle tariffe di pedaggio - i possibili flussi finanziari che ne sarebbero derivati, dalle quali sono emerse precise specifiche di gara. Esse riguardano la costruzione, l’attivazione e la manutenzione dei tratti autostradali, a totale carico del gestore, e fissano in 35 anni la durata della concessione, con una sola possibilità di proroga per un massimo di 17 anni. I ricavi sono vincolati a precise tariffe di pedaggio fissate dal ministero, indicizzate secondo uno schema riportato nell’atto di concessione. A carico del gestore è inoltre una tassa di concessione annua calcolata sulla base dei costi di costruzione e dei pedaggi percepiti. Dopo la conclusione della gara, e il Veduta del tratto dell’autostrada M1 già operativo. KINEO 12 1996 PROJECT FINANCING 23 PROJECT FINANCING AUTOSTRADA VIENNA-BUDAPEST relativo affidamento della concessione al gruppo vincitore, il bando prevede la costituzione di entità giuridiche distinte dal consorzio che ha partecipato alla gara; in particolare fissa l’obbligo di costituire la cosiddetta “Project Company”, un soggetto giuridico ben definito al quale trasferire la titolarità di tutti gli impegni oggetto della concessione. Un secondo soggetto giuridico previsto, derivato dal primo, riguarda infine la società di gestione dei tratti autostradali. Il tutto in un quadro di penalità, incentivazioni e garanzie per la buona riuscita dell’opera. Durante lo svolgimento dei lavori, infine, la Project Company deve finanziare un gruppo di consulenti esterni indipendenti, formato da tecnici nazionali e internazionali, a servizio del ministero dei Trasporti e dei finanziatori per la valutazione delle opere e del loro evolversi. Strabag Hungària e Strabag Österreich; - il gruppo francese Transroute International, cui è demandata la responsabilità gestionale dell’iniziativa, unitamente al gruppo Scetaroute e a sette costruttori e gestori francesi di autostrade. Per la parte finanziaria i soggetti sono tre: - la Caisse de Depots et Consignation (Cdc), investitore istituzionale francese che ha rapporti finanziari con Transroute; - la Banque Nationale de Paris (Bnp), che riveste un ruolo molto importante nella strutturazione del pacchetto finanziario; - un gruppo di banche ungheresi, fra cui Otp Bank e Okhb Bank. IL CONSORZIO VINCITORE. La particolare composizione del consorzio risultato vincitore - l’Heec (Hungarian Euro-Expressway Consortium) - merita un breve approfondimento in quanto è l’esempio di una fruttuosa collaborazione tra entità di diversa nazionalità e funzioni (gli “sponsor”) unitesi per meglio raggiungere l’obiettivo. Per la parte costruttiva e gestionale i soggetti sono: - il gruppo tedesco Strabag per la progettazione e la costruzione, rappresentato dalle sue controllate LA PROJECT COMPANY. La concessione viene conferita nel 1993, e immediatamente dopo il consorzio vincitore sottoscrive i relativi impegni con il ministero dei Trasporti, costituendo innanzitutto la Project Company: che assume la denominazione di Elmka (Elsö Magjar Koncessziòs Autòpàlya Rt), società di diritto ungherese con un capitale pari al 17 per cento del costo totale del progetto (come fissato dal contratto). A questa società sono trasferiti tutti i diritti e gli obblighi annessi e connessi alla concessione, assumendo quindi la totale responsabilità circa la realizzazione e la successiva gestione del progetto, oltre che divenire la titolare dei rapporti con altre istituzioni finanziarie Planimetria generale del tratto privato della M1 e di quello della M15, attualmente in corso di realizzazione. KINEO 12 1996 24 VIENNA-BUDAPEST Banche partecipanti: Bnp, Okhb, Otp, Creditanstalt Bankverein, DB (Belgium) Finance SA, Société Centrale des Caisses d’Epargne pour l’Emission et le Crédit, Société Générale, Banque Paribas, Kreditanstalt für Wiederaufbau, eventualmente interessate a partecipare all’iniziativa. L’azionista di maggioranza è il consorzio vincitore, mentre quote di minoranza sono detenute da investitori istituzionali unitisi successivamente, fra cui la Mol (Società ungherese di gas e petrolio) e la Mbf, la Banca ungherese per l’investimento e lo sviluppo che supporta l’iniziativa per poter organizzare la quota locale del finanziamento. Nel consiglio di amministrazione della società un membro è designato, obbligatoriamente, dal ministero dei Trasporti, mentre la responsabilità gestionale è delegata a uno dei membri scelti dai promotori dell’iniziativa. LE CONSULENZE TECNICHE INDIPENDENTI. Una funzione importante nella realizzazione del progetto è svolta da un gruppo di consulenti appositamente costituito e, come previsto dal contratto, finanziato dalla Project Company. Il gruppo, guidato dalla Luis Berger International e costituito da numerosi tecnici di nazionalità inglese e ungherese coordinati formalmente fra loro, è coinvolto interamente o in parte durante tutto lo svolgimento dei lavori. La sua posizione è di totale indipendenza dalla società di gestione e dal General Contractor che esegue l’opera, e rappresenta un preciso punto di riferimento per il ministero dei Trasporti e per le banche finanziatrici per tutti i necessari chiarimenti di natura tecnica e le consulenze sullo svolgimento dei lavori, come KINEO 12 1996 PROJECT FINANCING Commerzbank Internat. SA, Auxiliaire du Crédit Foncier de France, Dresdner Bank AG, Europa Bank-AG. PROGETTO E REALIZZAZIONE Strabag Österreich (General Contractor). Transroute (principale subcontractors). pure di aggiornamento sulle diverse fasi di sviluppo. Ad esempio, l’intervento dei tecnici indipendenti è richiesto, obbligatoriamente, in tutte quelle situazioni che comportano un mutamento dei tempi di realizzazione, o modifiche al progetto iniziale o, comunque, quando una o più variazioni incidono sugli aspetti economici. IL GENERAL CONTRACTOR. Per la progettazione e la costruzione, nonché la fornitura e l’installazione dei sistemi di esazione di pedaggi, la Project Company stipula un accordo quadro (secondo le regole del diritto inglese) con la Strabag Austria, che diviene così il General Contractor dell’opera, della quale è responsabile e unico interlocutore rispetto alla Project Company. L’accordo stabilisce che il costo definito per l’insieme delle opere è fisso e immutabile e che i pagamenti sono effettuati all’avanzamento dei lavori, parte in valuta locale e parte in franchi francesi e scellini austriaci; inoltre regolamenta sia le penalità (in caso di ritardo e/o incompletezza dei lavori) che gli incentivi (commisurati al grado di anticipo nei diversi stadi dei lavori). Infine, in base all’accordo, il General Contractor è tenuto a emettere garanzie sotto forma di performance bonds, oltre a costituire adeguate coperture sui rischi per la Project Company in caso di danni dovuti a difetti e/o ritardi nella realizzazione. 25 AUTOSTRADA VIENNA-BUDAPEST PROJECT FINANCING Consulenze tecniche indipendenti: Luis Berger International (capogruppo). GESTIONE Magyar Transroute Rt. DATI QUANTITATIVI Lunghezza: 56,9 km, di cui 42,4 per la M1 e 14,5 per la M15. TEMPI Inizio lavori: 1993. Fine lavori: dicembre 1995 per la M1, dicembre 1997 (prevista) per la M15. Operatività: gennaio 1996 per la M1, gennaio 1998 (prevista) per la M15. COSTI Investimento complessivo: 280 milioni di Ecu (circa LA SOCIETÀ DI GESTIONE. Il funzionamento e la manutenzione delle autostrade sono affidate, tramite un contratto stipulato con la project company, a una apposita società di gestione: la Magyar Transroute Rt, una società per azioni controllata da Transroute International. Nella fase pre-operativa il gestore, coadiuvato da Transroute (nei termini di uno specifico accordo di assistenza tecnica), controlla i documenti di progettazione, dando il proprio parere; assiste il General Contractor relativamente ai sistemi di gestione dei pedaggi, delle telecomunicazioni e della sicurezza; elabora i manuali e le procedure di gestione e manutenzione. Durante la fase operativa, cioé ad autostrade funzionanti, il gestore ha competenza per la realizzazione di studi sul traffico, durante i primi anni di attività, tesi a ottimizzare il servizio; la riscossione dei pedaggi e il loro trasferimento alla Project Company; suggerimenti alla società concessionaria circa i miglioramenti del progetto, nonché opportune segmentazioni delle categorie di pedaggio, per l’ottimizzazione dei proventi; gli interventi di manutenzione ordinaria. I lavori di manutenzione straordinaria, quali il rifacimento del manto stradale (da effettuarsi ogni 8-9 anni) sono invece di competenza della Project Company, che stabilisce di volta in volta a chi appaltarli. Infine, la società di gestione deve osservare alcuni parametri di efficienza che consistono essenzialmente nell’evitare la creazione Particolare di uno di caselli principali dell’autostrada M1 Budapest-Vienna. NOTA DELLA REDAZIONE. L’alto costo dei pedaggi applicati, circa 15 mila lire per tutto il tratto della M1, ha portato da un lato KINEO 12 1996 530 miliardi di lire) più 48,7 milioni di Ecu a copertura dei cost overruns (margine di imprevisto). Costo per chilometro: circa 9 miliardi di lire, dei quali il 67,3 per cento di costo di costruzione vero e proprio (in un Project financing l’investimento comprende una serie di costi aggiuntivi, come spese legali, pagamento consulenti finanziari, remunerazione dei prestiti erogati dalle banche, spese di ricerca per la valutazione del traffico ecc.). di code troppo lunghe ai caselli e nel rispettare i tempi massimi prefissati di intervento in caso di neve o incidente. In caso contrario la Project Company si rivale effettuando detrazioni sul compenso mensile. IL RUOLO DEL POTERE PUBBLICO. Per sostenere l’iniziativa il ministero dei Trasporti ungherese ha creato una favorevole situazione economico-legislativa attorno al progetto, adoperandosi concretamente per rendere interessante e positivo l’investimento, che è di lungo periodo, cercando di minimizzare i rischi e massimizzare le opportunità di ritorno economico. Di conseguenza, pur prevedendo limiti massimi di pedaggio, il ministero vara facilitazioni e incentivi: - concede al gestore la possibilità di sfruttare economicamente, con la costruzione di stazioni di servizio, le aree annesse ai tratti autostradali; - elimina i pedaggi sui tratti esistenti dell’autostrada, attivando così un sistema di sovvenzioni indirette; - si impegna a evitare che vengano costruite altre autostrade a pedaggio in concorrenza, senza il preventivo consenso della Project Company; - obbliga di fatto il traffico pesante a servirsi della nuova autostrada. Inoltre il Governo si assume direttamente i rischi derivati da eventi naturali o politici che dovessero sorgere durante la costruzione, impegnandosi a farsi carico dei costi; inoltre, con la cosiddetta “hardship clause”, se sorgessero difficoltà economiche si dichiara pronto a negoziare possibili rimedi, basandosi però solo sui ricavi generati dal progetto, escludendo ogni supporto finanziario ma restando entro i limiti del piano finanziario concordato originariamente: aumenti dei pedaggi, riduzione del contributo di concessione, differimento nel pagamento dei dividendi, estensione del periodo di concessione. Pier Alberto Caponera, Creditanstalt Finanziaria spa a un utilizzo inferiore al previsto e dall’altro ha spinto il Governo ungherese all’abrogazione della legge che autorizzava 26 il Project Financing, specie per quanto riguarda l’applicazione di pedaggi sulle infrastrutture pubbliche di trasporto. P O N T E S U L TA G O PROJECT FINANCING IL SECONDO PONTE SUL TAGO La costruzione di un secondo attraversamento del fiume Tago, a Lisbona, si distingue per essere un Project Financing dove il capitale degli investitori privati è integrato dai pedaggi applicati sul ponte esistente, attivando un circolo virtuoso dove gli utenti del vecchio contribuiscono al finanziamento del nuovo, nonostante le forti resistenze verificatesi La decisione del Governo portoghese di realizzare un secondo ponte sulla foce del Tago, a Lisbona, nasce nel 1991, in considerazione del notevole volume di traffico sopportato dal ponte esistente. Questo, un ponte sospeso aperto nel 1966, lavorava infatti alla sua massima capacità per molte ore al giorno, con un traffico superiore ai 140 mila veicoli/giorno sulle sue cinque corsie (una è reversibile secondo le necessità). Inoltre, le prospettive di sviluppo della mobilità nella regione erano in forte crescita, sia per i modesti livelli di motorizzazione raggiunti fino ad allora che la progressiva integrazione fra i tessuti economici a nord e a sud del fiume. UNA POSIZIONE CONTRASTATA. Per la localizzazione del nuovo ponte sono state prese in considerazione tre alternative. La scelta definitiva è stata però il frutto di un processo decisionale tumultuoso, con prese di posizione appassionate e pubbliche da parte dei sostenitori delle diverse possibilità. La decisione è caduta infine sul tracciato più a monte e più lontano dal ponte esistente, che implica la costruzione di una struttura di 11 chilometri sul Tago e di altri sette sopra i terreni umidi della sponda meridionale, ma ha il vantaggio di permetterne il migliore inserimento sia nell’anello autostradale della regione che nella rete stra- Vista prospettica del nuovo ponte sul fiume Tago, a Lisbona, attualmente in costruzione. KINEO 12 1996 27 P O N T E S U L TA G O PROJECT FINANCING CONCESSIONARIO Lusoponte. Concessione: 33 anni. Azionisti: Trafalgar House Corporate Development Ltd, Campenon Bernard Sge Snc, Bento Pedroso Construções SA, Mota & Companhia SA, Somague Sociedade de Construções SA, Teixeira Duarte dale di Lisbona. Inoltre, pur non essendo importante per la capacità di acquisire traffico dalla sponda sud del Tago - ha infatti una limitata sovrapposizione con il bacino d’utenza del ponte esistente, specie per il traffico pendolare - la posizione è ottimale per la possibilità di drenare il traffico di lunga distanza fra la capitale portoghese e le aree meridionali e centro orientali del paese. L’aspetto più critico è piuttosto quello ambientale, perché i terreni umidi e acquitrinosi della sponda meridionale, rappresentano importanti aree di nidificazione per molte speci di uccelli migratori. R AGIONI A SUPPORTO DEL PROJECT FINANCING. Dopo aver costatato l’urgenza di un secondo attraversamento del Tago, è emerso che la larghezza del fiume (circa 2,5 chilometri in corrispondenza del ponte attuale, ma almeno 10 negli altri punti considerati) implicava strutture dal costo superiore a quanto investito annualmente in Portogallo per stradale e autostrade. Da qui la considerazione che fosse politicamente impossibile realizzare l’opera esclusivamente con fondi pubblici, presupponendo quindi il coinvolgimento dei privati nella costruzione e nella gestione. Del resto, le prospettive di produzione di reddito del nuovo ponte, attraverso pedaggi, sono state giudicate sufficienti a dare corso all’iniziativa, considerando che il primo ponte era saturo, e operava anch’esso con barriere di pedaggio, e vi erano buone prospettive per la crescita sia del livello di motorizzazione delle famiglie che delle attività economiche a nord e a sud del fiume. La valutazione sull’opportunità di far pagare la struttura anche attraverso pedaggi sul nuovo, e l’aumento di quelli sul vecchio, parte anche dalla constatazione che da quando è stato applicato il primo pedaggio sull’esistente, nel Profilo longitudinale dell’infrastruttura, che comprende un grande ponte strallato e una serie di viadotti. Engenharia e Construções SA, Sociedade de Construções H. Hagen SA, Trafalgar House Construction Special Projects Ltd, Edifer Construções Pires Coelho e Fernandes SA. Lunghezza complessiva: oltre 12 chilometri, dei quali 0,488 il viadotto nord; 0,672 il viadotto Expo; 0,830 il ponte principale strallato (con un varco centrale di 420 metri); 1961, giustificato come contributo alla costruzione e alla manutenzione, la spettacolare crescita del traffico ha portato a una sua sostanziale riduzione del valore reale: nel 1992 la somma richiesta per una tipica auto privata era di cento escudos (circa mille lire), pagati solo in una direzione, equivalenti al 25 per cento di quanto pagato nel 1966. Ma molto più importante era la possibilità di una competizione fra i due ponti, considerata tanto utile da includere entrambi, il vecchio e il nuovo, nella concessione. Tutto questo incrementava di fatto la fattibilità economica di uno schema di Project Financing, considerando che il concessionario non avrebbe dovuto operare nel mercato partendo da zero, ma da una base di circa 140 mila veicoli al giorno. LA GARA DI CONCESSIONE. Dopo l’annuncio pubblico dell’iniziativa, il primo atto del Governo è stata la creazione di una agenzia apposita, che organizzasse e sviluppasse il progetto e lo portasse al contratto di concessione. L’agenzia, denominata “Gattel” (acronimo di “Gabinete da Travessia do Tejo em Lisboa”), è composta da dirigenti e personale proveniente sia dal settore privato che dalle istituzioni pubbliche, con una scelta effettuata esplicitamente per disporre all’interno di entrambi i punti di vista e le sensibilità delle parti che costituiranno l’accordo di concessione; inoltre al presidente del Gattel è data la possibilità di comunicare direttamente con il Ministro dei Lavori pubblici, trasporti e comunicazioni. Infine, data la dimensione del progetto, si è ritenuto opportuno scegliere i dirigenti fra coloro che avessero esperienza nella gestione di grandi opere, anche se in altri settori. Dopo la sua costituzione, Gattel mette a punto gli aspetti tecnici e legali per supportare la decisione definitiva del Sezione tipo del viadotto centrale. KINEO 12 1996 DATI QUANTITATIVI 28 P O N T E S U L TA G O 6,531 il viadotto centrale (con vie navigabili larghe 100/130 metri); 3,825 il viadotto sud. Altezza massima (ponte strallato): circa 35 metri slm. Altezza media (viadotto centrale): circa 10 metri, con punte Governo, compresa le possibilità di una procedura di concessione in Project Financing di tipo Bot (Build, Operate, Transfer), e la posizione definitiva del ponte. La fase di prequalifica si è aperta nel novembre 1992 e vi hanno partecipato otto consorzi, cinque dei quali sono stati invitati a presentare la loro proposta. La decisione avrebbe portato a un numero troppo alto, e non desiderabile, di offerte per la fase successiva (nella quale sono necessari forti investimenti), ma per Gattel le differenze fra i cinque gruppi selezionati non erano così grandi da permettere l’esclusione di uno o dell’altro proponente. Per questo a ogni consorzio è stata richiesta una sostanziosa offerta di garanzia, che ha portato alla decisione di ritirarsi i due gruppi classificati quarto e quinto. I tre rimanenti hanno presentato le loro proposte nell’ottobre 1993. Una è risultata molto più onerosa delle altre, e rapidamente considerata meno competitiva; le proposte degli altri due gruppi mostravano invece costi di costruzione molto simili, ma con molteplici differenze nell’approccio tali da rendere difficile una comparazione. È stato così chiesto di presentare una proposta finanziaria, corrispondente ai diversi presupposti sull’ammontare dei sussidi da parte della Cee e sulla data di inizio di riscossione dei pedaggi sul ponte esistente. La valutazione è stata effettuata secondo diversi criteri, tecnici e finanziari. L’ultima ha riguardato l’ammontare dei pedaggi (assunti equamente per i due ponti), la lunghezza della concessione richiesta e la consistenza dello schema di finanziamento, compresa la capacità di attrarre finanziamenti privati. Nell’aprile 1994 è stato nominato vincitore il consorzio “Lusoponte” - capeggiato dalla Trafalgar House e comprendente la Campenon Bernard più cinque imprese di circa 15. Larghezza ponte: 29,3 metri. Carreggiate: 2, larghe 10,5 metri. Corsie per senso di marcia: 3. Larghezza corsie e banchine: 3,5 metri corsie di marcia; 2 metri corsia di emergenza; 2,6 metri portoghesi, tre dei quali di particolare importanza (Bento Pedroso, Mota & Companhia, Somague) - e firmato l’atto di concessione da parte del Governo. La concessione è per un periodo di 33 (basato su un volume complessivo di traffico di 2,250 milioni di veicoli, sui due ponti e per entrambe le direzioni), a partire dal 1 gennaio 1996; così la concessione, e la riscossione dei pedaggi a essa associata, prendono il via circa due anni prima del completamento del nuovo ponte. Come d’uso in questi casi, dopo la firma del contratto il gruppo vincitore ha dato vita a due diverse società: Lusoponte, quale concessionario, e Novaponte quale contractor appaltatore dei lavori. Gli azionisti sono gli stessi in entrambe le società, ma con significative differenze nelle quote possedute. Il capitale di rischio per il progetto è stato fissato inizialmente nel 10 per cento del valore totale, stimato in circa 900 milioni di Ecu (circa 1.700 miliardi di lire), portato poi al 15 per cento su richiesta delle banche finanziatrici. STRUTTURA FINANZIARIA DELL’INVESTIMENTO. I 900 milioni di Ecu del costo complessivo sono coperti in parte dal Governo portoghese e in parte da diverse forme di finanziamento privato. Il Governo contribuisce utilizzando parte dei fondi strutturali che riceve dalla Comunità europea, con una quota che copre il 35 per cento dei costi, circa 311 milioni di Ecu (circa 600 miliardi di lire). La parte rimanente, circa 589 milioni di Ecu, è coperta con quattro tipi di fondi: 291 da prestiti bancari e garanzie, 50 da pedaggi sul ponte esistente, 140 da quote azionarie e il resto da altri tipi di contributi. La quota bancaria consiste principalmente in un prestito Planimetria generale e pianta del ponte e del territorio dove si inserisce. KINEO 12 1996 PROJECT FINANCING Veduta di Lisbona e del ponte sul Tago esistente. 29 PROJECT FINANCING spartitraffico centrale (in totale fra le due corsie). Velocità di progetto: 120 chilometri orari. REALIZZAZIONE Novaponte (Contractor con gli stessi azionisti del concessionario). TEMPI Gara di prequalifica: 1992. Gara di concessione: 1993. Concessione e inizio lavori: aprile 1994. Inizio concessione: gennaio 1996. Operatività: marzo 1998. Fine concessione: 2029. del ponte. Una coincidenza di date che ha reso evidente la necessità di adottare procedure relativamente più veloci, per realizzare l’infrastruttura in meno di 7 anni. Il traffico previsto all’apertura è di 20.800 veicoli in media al giorno, che salgono a cento mila nel 2010 e a 117 mila nel 2020; un traffico dovuto in parte ai nuovi insediamenti abitativi nella sponda meridionale del fiume e in parte alla crescita del traffico su medie e lunghe distanze. dalla Banca europea degli investimenti (Bei): circa 291 milioni di Ecu (circa 553 miliardi di lire) dei quali 185 in escudos portoghesi e 106 in marchi tedeschi; il consorzio di banche fornisce garanzie sul prestito Bei (ma solo per i primi 15 anni dei 20 massimi previsti) e offre facilitazioni relative al fatto che l’ultima parte del prestito, il 10 per cento, verrà pagata solo dopo il completamento dell’opera. Le quote degli azionisti, dal valore iniziale di 25 milioni di Ecu, sono progressivamente salite a circa 140 milioni; dopo alcuni anni di operatività, questi capitali potranno essere liquidati o rimessi in vendita. Infine, concludono il quadro dei finanziamenti le entrate dai pedaggi sul vecchio ponte - che dovrebbero essere appunto di circa 50 milioni di Ecu - e una serie di altre fonti, comprese sovvenzioni governative. Complessivamente, la costruzione del ponte è finanziata con i fondi della Comunità europea (35 per cento) e dal prestito Bei (33 per cento), mentre le quote azionarie coprono il 15 per cento, i pedaggi il 6 e le altre fonti l’11 per cento. Lo schema di finanziamento però, è stato fissato definitivamente solo nel marzo 1995, perché i fondi europei e il prestito Bei sono condizionati dall’approvazione degli studi di impatto ambientale, rivelatisi molto lunghi e complessi. Per questo, non potendo spostare la data di apertura del ponte (e quindi l’inizio dei lavori) è stato messo a punto un pacchetto di finanziamenti da parte di banche locali, sulla base di garanzie fornite dal Governo portoghese, che ha dichiarato il suo interesse nel progetto e si è assunto i rischi durante questa fase. Il ponte dovrebbe essere aperto nel marzo 1998, due mesi prima dell’apertura dell’Expo‘98, l’esposizione universale dedicata agli oceani che si terrà proprio nella capitale portoghese, in un’area immediatamente a sud Schama generale del ponte con i diversi viadotti che lo compongono. KINEO 12 1996 Planimetria delle opere di inserimento del ponte nella rete stradale della sponda nord. INCIDENTI DI PERCORSO. Le entrate operative sono essenziali in tutti gli schemi di Project Finance. Così il consorzio vincitore ha chiesto di avere, nel 1988, pedaggi su entrambi i ponti a un livello di 260 escudos (circa 2.600 lire) invece dei cento applicati attualmente; il processo di transizione è stato gestito dal Governo, e si è dimostrato moto difficile. Nel giugno 1994, poco dopo la firma della concessione, il Governo decise di portare il costo dei pedaggi da 100 a 150 escudos, sottolineando che si trattava di una misura necessaria per raggiungere progressivamente il livello richiesto nel 1988, all’apertura del secondo ponte, aggiungendo che la cifra era inferiore a quanto sarebbe stato applicato dai privati nel 1996. La risposta da parte degli utenti è stata durissima - con forti proteste portate avanti inzialmente dai camionisti seguiti subito dopo dai pendolari - e ha portato, il 24 dello stesso mese, al blocco del ponte per molte ore. La contestazione ha avuto come argomento principale il fatto che il nuovo ponte non alleviava i gravi problemi di congestione di chi utilizzava il vecchio, che quindi non doveva essere forzato a finanziare il progetto. La soluzione adottata dal Ministro dei Lavori pubblici, investito direttamente, è stata quella di mantenere l’aumento e difenderne le ragioni, concedendo però un sistema di sconti per gli utilizzatori frequenti, pendolari e camionisti, che ha portato alla riduzione di circa il 15 per cento del pedaggio. Alcuni giorni dopo si garantì che il prezzo corrente non sarebbe stato aumentato per quanto riguarda i treni che passano nella parte inferiore del ponte, creando così una buona alternativa per i pendolari. Un’altra alternativa in realtà era possibile, e conVista prospettica del viadotto sud, la parte terminale del ponte, che si estende sopra terreni acquitrinosi. 30 P O N T E S U L TA G O COSTI Investimento complessivo: circa 900 milioni di Ecu (circa 1.700 miliardi di lire). Copertura finanziaria: il 35 per cento dal Governo, mediante l’utilizzo dei fondi sisteva nell’utilizzo dei traghetti, ma sebbene questa modalità di trasporto è dominante negli attraversamenti nelle ore di punta, la sua capacità di espansione è difficile, specie a terra (nella connessione con il waterfronts). Un’altra possibile alternativa era quella di migliorare l’attraversamento ferroviario esistente, per il quale esiste un progetto, anch’esso da realizzare in Project Finance, ma i tempi sembrano essere lunghi e l’apertura del servizio è prevista, ad oggi, per il 1999. L’episodio non poteva comunque mettere in discussione i termini della concessione, così il Governo ha promesso alla Lusoponte di compensare i danni economici causati dalle sue decisioni politiche (o la mancanza di esse), e durante la costruzione si farà carico delle minori entrate dovute agli sconti nei pedaggi e alla stabilizzazione dei loro livelli. A seguito di quanto accaduto, è stata lanciata l’idea di incontri per la revisione periodica del processo, il primo dei quali da tenere nel Duemila, due anni dopo l’apertura del servizio, quando si avranno migliori informazioni sui volumi di traffico. Ad oggi si guarda in particolare a una compensazione, con il pedaggio iniziale aggiustato in alto o in basso. I successivi incontri, durante il periodo di concessione, serviranno a monitorare e aggiustare le compensazioni. Ma mentre questa sembra essere la sola soluzione possibile per prevenire eventuali rotture del contratto, si deve riconoscere che non molto è stato fatto per spiegare alla popolazione della sponda sud che deve pagare un pedaggio maggiore per sostenere i costi del secondo ponte. Infatti, i gruppi organizzatisi nel 1994 puntano ancora alla totale soppressione dei pedaggi sul ponte esistente e cercano di mantenere alta la tensione organizzando manifestazioni il 24 giugno di ogni anno. Il loro seguito è per ora limitato, ma può crescere velocemente se si verificasse un incremento dei pedaggi. Il nuovo Governo, nato dai cambiamenti politici del 1995, gioca oggi sulla difensiva: nel giugno scorso, riprendendo decisioni prese negli anni Settanta, quando è stato concesso il libero passaggio sul ponte durante il periodo estivo, il Governo ha annunciato di volere tenere fede alla tradizione e di garantire quindi l’abolizione dei pedaggi durante strutturali Cee; il 33 per cento da un prestito della Banca europea degli investimenti; il 15 per cento dagli azionisti; il 6 per cento dai pedaggi sul ponte esistente; l’11 per cento da altri fondi. il mese di agosto; ma la concessione non prevede nulla di tutto questo e così, anche questa volta, si è impegnato a compensare Lusoponte per i mancati introiti. IMPLICAZIONI FUTURE. Come mostra questa successione di incidenti, la mancanza di consistenza della struttura politica del progetto ha sostanzialmente alterato il suo assunto originario. Se inizialmente si trattava di uno schema puro di Project Finance, con il ricorso agli investimenti privati supportati da contributi diretti degli utenti, oggi si sta passando a uno schema misto, che in parte corrisponde a un accordo di leasing, nel quale Lusoponte costruisce il ponte e il Governo paga l’affitto mensile corrispondente a quanto non è possibile (o non si vuole) far pagare agli utenti. Il cambiamento è stato accettato senza particolari problemi dal Governo attuale, che anzi (non ufficialmente), parla di applicare uno schema di finanziamento simile, questa volta nel pieno del progetto, per i nuovi tratti autostradali (direttamente collegato al nuovo ponte, ndr), dove gli automobilisti non dovrebbero essere soggetti a pedaggi e il Governo pagherebbe la concessionaria con un “pedaggio virtuale” per ogni automezzo che vi circoli (oltre un certo numero di mezzi). Anche se la soluzione non presenta, apparentemente, svantaggi per gli investitori privati (perché il livello della domanda è determinato dal prezzo apparente pagato dagli utilizzatori e le entrate sono integrate dal Governo), è però scontato che così si favorisce il breve termine, dato che impegna per molti decenni i fondi governativi, in pagamento di costi che, inizialmente, si è considerato fosse meglio far ricadere sui diretti beneficiari delle opere. José Manuel Viegas Planimetria delle opere di inserimento del ponte nella territorio della sponda sud. KINEO 12 1996 PROJECT FINANCING 31 TA N G E N Z I A L E D I B I R M I N G H A M PROJECT FINANCING LA TANGENZIALE DI BIRMINGHAM Il “by-pass” autostradale dell’area di Birmingham rappresenta la prima arteria autostradale a pedaggio del Regno Unito e il punto di partenza più significativo di un processo di coinvolgimento del settore privato nella realizzazione di opere pubbliche La storia del project financing di quella che è nota come la Birmingham Northern Relief Road inizia nel corso degli anni Ottanta, quando evidenzia la sua inadeguatezza la rete stradale della regione del West Midlands, situata nel centro dell’Inghilterra e sede di fondamentali snodi del sistema dei trasporti britannico. I flussi di traffico autostradali della autostrade M5, M40 e M6, essenziali a garantire i collegamenti tra il nord e il sud del Paese, si trovano di fronte al “collo di bottiglia” dell’attraversamento dell’area di Birmingham, dove un totale di nove corsie per senso di marcia scaricano i loro 140 mila veicoli giornalieri sulle tre corsie urbane (sempre per senso di marcia) della M6, progettate per assorbirne la metà: 70 mila veicoli al giorno. Il Governo, attraverso il Ministero dei Trasporti, riconosceva quindi la necessità di porre rimedio alla situazione di congestione e, constatata l’impraticabilità di un ampliamento della M6 nel suo tratto urbano (la maggior parte del quale si sviluppa in elevazione), ufficializzava nel 1986 il varo del progetto di un “by- Planimetria della tangenziale prevista a nord di Birmingham. KINEO 12 1996 legenda 32 BIRMINGHAM CONCESSIONARIO Midland Expressway Limited (Mel). Concessione: 53 anni. Azionisti: (Trafalgar House Corporate Development Ltd, Autostrade UK Ltd PROGETTO E REALIZZAZIONE Consorzio fra: Trafalgar PROJECT FINANCING House Construction (60 per cento) e Italstrade UK (40 per cento). Strutture: Ove Arup. GESTIONE Consorzio fra: Autostrade International (75 per cento) e Trafalgar House Construction (25 per cento). pass” autostradale di Birmingham. Contemporaneamente il Governo metteva a punto gli strumenti legislativi per il coinvolgimento del settore privato nello sviluppo di opere pubbliche. Veniva quindi annunciata la nascita della “Birmingham Northern Relief Road”, la prima arteria autostradale a pedaggio del Regno Unito, lo sviluppo della quale sarebbe stato totalmente affidato ad un consorzio privato. LA GARA D’APPALTO. Nell’aprile del 1990 tre gruppi presentano la loro offerta; tra questi vi è una “joint venture” composta da Trafalgar House, Italstat e Sir Robert MacAlpine. Quest’ultima abbandona poco dopo il consorzio che viene rifondato dai due soci rimasti e denominato Midland Expressway Limited (Mel, posseduto al cinquanta per cento da Trafalgar House Corporate Development Ltd. (gruppo Trafalgar House Plc) e da Autostrade Uk. Ltd. (Autostrade spa, gruppo Fintecna). L’importanza che viene attribuita al contributo di società provviste di significative esperienze nel campo della gestione autostradale è confermata dalla presenza negli altri gruppi di due compagnie francesi, Cofiroute e Transroute. L’appalto viene assegnato a Mel e nell’agosto del 1991 le parti firmano il “Memorandum of Agreement”, un accordo provvisorio integrato e perfezionato poi nel febbraio del 1992 con la firma del “Concession Agreement”. Con tale Atto la Segreteria di Stato (Dipartimento dei Trasporti) assegna la concessione della Bnrr per un periodo di 53 anni (tre di costruzione e 50 di gestione); sottoscrivendo la concessione, Mel assume anche la responsabilità di condurre il progetto attraverso tutte le procedure istituzionali di approvazione (particolarmente gravose nell’ordinamento inglese). LA STRUTTURA OPERATIVA. La gestione di un progetto complesso come la Bnrr una tangenziale lunga 42,5 chilometri che bypassa il tratto cittadino della M6 - ha reso necessario il ricorso a figure professionali di elevata competenza e affidabilità. Il progetto (esecutivo) e la costruzione sono stati affidati al consorzio fra Trafalgar House Construction (60 per cento) e Italstrade Uk (40 per cento). La gestione della strada sarà effettuata da un consorzio fra Autostrade International (75 per cento) e Trafalgar House Construction (25 per cento). Mel è direttamente responsabile della gestione generale del progetto, delle trattative legate al finanziamento dell’operazione, dell’ottenimento delle necessarie autorizzazioni da Veduta dell’autostrada M6 in corrispondenza dell’uscita numero 11, immediatamente a nord di Birmingham. In alto, pianta della rete autostradale inglese e schemi del riassetto previsto attorno a Birmingham. KINEO 12 1996 33 TA N G E N Z I A L E D I B I R M I N G H A M PROJECT FINANCING DATI QUANTITATIVI Lunghezza: 42,5 km. Svincoli: 8. Interconnessioni: 3, con M6 e M42 a sud e la M6 a nord. Caselli: 7. Aree di manutenzione: 3. Corsie per senso di marcia: 3. Larghezza corsie: 3,6 metri corsia di marcia, 3,65 marcia veloce, 3,75 corsia di sorpasso. Velocità di progetto: 120 chilometri orari. Strutture (ponti ecc.): 44. Passerelle pedonali: 9. Ponti ferroviari: 3. Modifiche strutture esistenti: 7. parte delle autorità. Per questo si avvale di una serie di consulenti per ognuna delle attività progettuali, oltre alle competenze della sua struttura interna. SVILUPPO DEL PROGETTO E STATO DEI LAVORI. Il primo dei diversi passaggi istituzionali per l’approvazione del progetto è rappresentato, all’inizio del 1992, dalle “Public Consultations”, presentazione pubblica itinerante a enti locali, associazioni varie e semplici cittadini, che costituisce la prima verifica del progetto e del tracciato proposto. Mel pubblica in seguito (giugno 1993) i “Draft Orders”, documenti tecnico legali che definiscono il tracciato (“Line Order”), descrivono le modifiche da apportare alla rete esistente (“Side Road Orders”) e individuano i terreni da acquisire (“Compulsary Purchase Order”); assieme a questi viene presentato un dettagliato studio di impatto ambientale. Nel giugno 1994 si apre la “Public Inquiry”, sorta di processo pubblico al progetto nella sua definitiva veste istituzionale. Atto finale della P.I. sarà la stesura del rapporto dell’ispettore governativo che presiede la “Inquiry”, rapporto che costituirà la base sulla quale la Segreteria di Stato deciderà in merito alla definitiva approvazione del progetto. La “Public Inquiry” si è conclusa nell’ottobre del 1995, ed è stata la più lunga della storia del Regno Unito per quanto riguarda lavori stradali. Le numerose novità di cui la proposta Bnrr è portatrice, i delicati risvolti politici dell’intervento, la crescente opposizione della opinione pubblica nei confronti di nuove costruzioni stradali, l’entrata in vigore di nuove normative e, non ultime, la complessità e la lentezza delle procedure istituzionali di approvazione, hanno contribuito a causare una serie di ritardi che si sono riflessi sensibilmente sul programma lavori. Il perdurare di queste incertezze, sebbene un punto fermo si è COSTI Costo di costruzione previsto: circa 300 milioni di sterline (circa 700 miliardi di lire). Costo per chilometro: circa 17 miliardi di lire. Costo operativo annuo previsto: 6,53 milioni di raggiunto con la f i n e della P.I., non consente di delineare un programma definito. Al momento si stima di conoscere la risposta dell’Ispettore e la seguente decisione del Segretario di Stato verso la fine del 1996 e, nell’eventualità sia favorevole, di poter aprire i cantieri nei primi mesi del 1998. Il futuro del progetto è pertanto legato alle decisioni che verranno assunte dall’Ispettore e successivamente dal Dipartimento; attualmente la Mel ha sospeso temporaneamente qualsiasi attività operativa in attesa del responso da parte delle autorità. IL SISTEMA DI PEDAGGIO E CLASSIFICAZIONE. Il sistema di pedaggio previsto è del tipo aperto, con pagamento, in genere, in uscita. Sono previste solo due classi di veicoli: motociclette, autovetture e veicoli commerciali leggeri; pullman e veicoli commerciali pesanti. Sono invece esonerati dal pedaggio i veicoli apparte- Schema (al 1992) della tangenziale con le sue interconnessioni e i caselli di pedaggio previsti. KINEO 12 1996 sterline (15 miliardi di lire circa), di cui 2,95 per la gestione; 1,8 per la manutenzione; 0,5 in attrezzature; 0,75 per gli esattori. 34 BIRMINGHAM nenti alle forze dell’ordine, vigili del fuoco e ambulanze, quelli per il trasporto di persone disabili e infine i veicoli di servizio. Il pedaggio previsto (valori del 1992) è 1,70 sterline per la prima categoria e di tre sterline per la seconda, cioé circa 4 mila lire per i primi e poco più di 7 mila lire per i secondi. Il livello del pedaggio non è soggetto a controlli da parte delle Autorità pubbliche, con l’unica limitazione che non può essere variato con frequenza inferiore ai sei mesi; vi è pertanto la reale possibilità di ottimizzare l’introito da pedaggio in funzione della sensibilità del mercato. Quanto al sistema da adottare non è stato ancora stabilito nulla; vi sono delle indicazioni in merito agli ingombri delle stazioni, necessari per la redazione del progetto generale e per gli espropri. Pianta, prospetto e sezione di un casello tipo. OPERATIVITÀ E MANUTENZIONE. La proposta di Mel prevede tre aree di manutenzione (Mma), due principali e una intermedia di supporto alle operazioni invernali, rispettivamente a Middle Hill, Weeford Junction -Sat. e Coleshill. Nelle Mma sono previsti: capannone per il sale; ufficio e garage; capannone per attrezzature per operazioni invernali; spazio deposito per altre attrezzature; parcheggi; sistema trattamento acque reflue; casermette Polizia (a Middle Hill e Coleshill). Tale proposta è stata fortemente contestata da parte di alcune autorità locali; l’unica area di manutenzione che ha ricevuto le dovute autorizzazioni è quella di Middle Hill (a nord). Quella di Weeford, prevista in corrispondenza del centro direzionale e alla stazione di Weeford non ha ricevuto tutte le autorizzazioni ma non ci dovrebbero essere problemi insormontabili, anche se ci sono proposte per il suo spostamento più a sud, in una cava di ghiaia in corrispondenza della barriera di Weeford Park. L’area più contestata è quella di Coleshill (a sud); la forte opposizione è dovuta alla vicinanza della città, alla esiguità della “Green Belt” in quella zona e anche per la presenza, a pochissima distanza, di un altra area di manutenzione; quella della Warwickshire County Council che opera per conto della Highway Agency. Il responso dell’Ispettore su questo tema è tutt’altro che scontato; è possibile che in seguito a tale rapporto si debba cambiare anche sostanzialmente l’organizzazione dei posti manutenzione e ciò che ne consegue. Piercarlo Moretti Planimetria generale di una delle aree di servizio previste. KINEO 12 1996 PROJECT FINANCING 35 AUTOSTRADA A69 PROJECT FINANCING IL PEDAGGIO OMBRA DELL’A69 L’autostrada A69 fra Carlisle a Newcastle, nel nord dell’Inghilterra, è da pochi mesi il primo caso di un contratto di concessione Dbfo, cioé di progettazione, finanziamento e gestione, finanziato da privati e remunerato mediante un “pedaggio ombra” versato dal Governo inglese, in attesa di dare il via a un vero e proprio pagamento diretto da parte degli utenti KINEO 12 1996 36 AUTOSTRADA A69 CONCESSIONARIO Il primo aprile 1996, nel Regno Unito, è entrato in vigore il primo contratto “Dbfo” (Design, Build, Finance and Operate) per l'autostrada A69 che collega Carlisle a Newcastle e corre parallela (e in un punto lo attraversa) al Vallo di Adriano realizzato nel secondo secolo dopo Cristo. La concessione è stata assegnata il 12 gennaio scorso alla Road Link, una società alla quale partecipano, sia nella concessionaria che nella Joint Venture di costruzione l'Impregilo e nella sola concessionaria, con una quota modesta, l'autostrada Torino-Milano e la Sina. L’oggetto della concessione, dalla durata di 30 anni, è la gestione di una autostrada di 84 chilometri, che da un lato ha un cash flow costituito da pedaggi versati direttamente dal Governo inglese, e dall’altro implica il suo progressivo miglioramento, con programmi di ripristino, miglioramento e ampliamento a carico del concessionario; in particolare, nell’immediato i nuovi lavori da eseguire consistono nella realizzazione ex novo della circonvallazione di Haltwhistle, circa 3,2 km, con di due nuovi ponti sul fiume South Tyne e un ponte sopra la linea ferroviaria che collega Carlisle a Newcastle, il tutto per un costo di almeno 50 miliardi di lire. CARATTERISTICHE DI UNA CONCESSIONE DBFO . Un contratto Dbfo fa parte degli schemi Pfi (Private Finance Initiatives) che noi chiameremmo privatizzazioni e per i quali il Governo inglese ripete, quasi ossessivamente, gli slogans: “value for money” e “transfer of risk”; il settore privato deve cioè fornire delle prestazioni adeguate alle remunerazioni che riceve e deve assumersene i rischi. Le gare, per queste privatizzazioni, vengono indette dopo che per due/tre anni ne sono stati studiati tutti gli aspetti: economico, giuridico, fiscale da un gruppo di lavoro costituito dall'ente concedente, da degli studi legali, da degli auditors e da una merchant bank. LA GARA PER LA A69. Alcuni mesi prima di indire le prequalifiche a tutte le società considerate potenzialmente in grado di partecipare alle gare (circa 120) è stata inviata una matrice di rischi (che ne dettagliava circa 160) con la richiesta di indicare quali erano i rischi che le singole società ritenevano di assumersi. Veduta dell’autostrada A69 nei pressi di Haltwhistle, con il progetto di bypass della cttadina. In alto, schema della rete autostradale inglese, di cui l’A69 è uno dei tratti che il Governo desidera migliorare. KINEO 12 1996 PROGETTO Ove Arup & Partners REALIZZAZIONE Joint Venture fra Morrison Construction, Christiani & Nielsen, Henry Boot Construction e Impregilo spa. Road Link Ltd. Concessione: 30 anni. Azionisti: Morrison Construction, Christiani & Nielsen, Henry Boot Construction, Pell Frischmann, Impregilo spa, Autostrada TorinoMilano, Sina. PROJECT FINANCING Le prequalifiche si sono svolte il 30 novembre 1994 e quattro gruppi sono stati ammessi a partecipare alla gara vera e propria, indetta per il giugno dell’anno successivo. Per quanto riguarda l'aspetto “rischi anomali” i documenti di gara chiedevano di indicare quale sarebbe stato il livello di rischio che il concorrente riteneva di poter prendere per: - latent defects (vizi occulti) delle strutture (nella A69 ci sono 134 manufatti, per i quali una banca dati raccoglie tutte le informazioni di ogni singola struttura: progettazione iniziale, progettazione definitiva, costruzioni, interventi, manutenzioni ecc.). - danni derivanti da manifestazioni di protesta. I due elementi “di rischio” venivano quantificati e nella valutazione delle offerte sono aggiunti al valore attuale dei futuri pedaggi che il concorrente si aspetta di introitare durante i 30 anni della concessione. Al termine della concessione la strada deve essere resa al concedente in condizioni tali da avere una vita media residua di altri 10 anni. I pedaggi servono pertanto non solo per pagare le spese di gestione e operative, rimborsare i prestiti, dare una remunerazione a chi ha apportato il capitale di rischio, ma anche per rinnovare completamente l'autostrada. PEDAGGI REALI E PEDAGGI OMBRA. Gli inglesi ritengono che nel continente i costi di riscossione dei pedaggi siano troppo elevati; per questa ragione stanno studiando e provando un sistema che, partendo dai punti di registrazione permanente del traffico esistenti, dovrebbe scalare i pedaggi di una “viacard” che ogni veicolo deve tenere a bordo. Qualora la “viacard” fosse esaurita, il proprietario dell'autoveicolo riceve a casa una foto e multa. Nell'attesa che questo sistema venga realizzato, ovvero, molto più probabilmente, nell'attesa di poter trovare il momento adatto per poter imporre un pedaggio agli utenti delle autostrade, il Governo ha deciso di pagare i concessionari con delle shadow tolls , cioè pedaggi ombra pagati dal Governo stesso. Sulla A69 da tempo ci sono 13 installazioni per la rilevazione del traffico che distinguono i veicoli leggeri e i veicoli pesanti: si hanno pertanto tutti i dati per analizzare nel tempo lo sviluppo dei flussi del traffico. Vista di un tratto della A69, oggetto di una concessione trentennale ai privati con pedaggi pagati dallo Stato inglese. 37 PROJECT FINANCING DATI QUANTITATIVI Lunghezza: 84,3 km, dei quali 3,2 per la nuova circonvallazione di Haltwhistle, con 3 ponti, dei quali 2 sul fiume South Tyne e 1 su una linea ferroviaria. TEMPI Definizione progetto: 1978. Consultazioni pubbliche: 1978-90. Prequalifiche: 1994. Gara di concessione: 1995. Concessione: 12 gennaio 1996. Inizio gestione e lavori di adeguamento: 1 aprile 1996. Termine concessione: 2026. Questa analisi, in aggiunta a considerazioni sullo sviluppo economico del paese e dell'area, permette di estrapolare delle previsioni di traffico a 30 anni. Nei documenti di gara veniva data ai concorrenti la possibilità di proporre quattro bande di livelli del traffico, ognuna con un suo pedaggio per veicolo/chilometro, salvo che per la quarta banda ove il pedaggio deve essere uguale a zero perché il Governo non vuole pagare cifre impreviste nel caso di incrementi anomali del traffico. La ripartizione in bande è, a pensarci bene, uno strumento che permette di calibrare il livello di rischio traffico che il potenziale concessionario e, conseguentemente le banche finanziatrici, si farà carico. UNA SOLUZIONE IN VIA DI SVILUPPO. Ogni gruppo di imprese che partecipa alla gara per i progetti Dbfo, è convinto di aver fatto la scelta più intelligente e conserva gelosamente segrete le formule che ha elaborato. Alcune riviste specializzate hanno pubblicato, nei mesi scorsi, articoli prospettando le alternative che si possono adottare nella strutturazione delle bande, sperando così di ottenere dei commenti da parte dei diversi gruppi: si sono trovate davanti ad un silenzio assoluto. Ciò è comprensibile perché, in questi mesi sta per uscire la terza tornata di gare per privatizzare altre autostrade. Nel contratto di concessione sono previste anche le norme che regoleranno il passaggio dagli shadow tolls al pedaggio reale, pagato dagli utenti quando il sistema di esazione elettronica diventerà operante. I pedaggi sono pagati mensilmente alla società concessionaria. L'entità dell'ammontare dei pedaggi può però essere: - incrementato attraverso l'applicazione di formule di incentivazione legate a parametri connessi alla qualità dei servizi offerti e alla sicurezza dell'autostrada - ridotto, per la chiusura temporanea di corsie, con penalizzazioni parametrate su una quantificazione degli inconvenienti causati agli utenti. LE PRIME ESPERIENZE DEL DBFO DELL’A69. Per quanto riguarda l'operatività dell'autostrada A69 a tutt'oggi si è verificato un solo incidente mortale e la Highway Agency (Ente del ministero dei Trasporti che sovraintende al controllo della costruzione e gestione delle autostrade) ha espresso per iscritto i suoi compli- Planimetria generale della A69. KINEO 12 1996 38 AUTOSTRADA A69 menti per l'efficacia del modo in cui è stata gestita questa penosa emergenza. La documentazione contrattuale per formalizzare la concessione è stata firmata il 12 gennaio 1996 ed è costituita da 17 testi. La negoziazione è stata lunga e complessa perché: - si tratta del primo contratto Dbfo e quindi si crea un precedente; - si opera con delle proposte di finanziamento delle banche “fully committed” e pertanto ogni minima modifica della allocazione dei rischi, dell'economicità del progetto ecc., deve essere prima negoziata tra concedente e concessionario e poi deve essere approvata dalle banche. Al finanziamento di questo progetto ha partecipato anche il San Paolo di Torino attraverso la sua filiale di Londra e la Bei. In questa fase è stato premiante l'apporto di Impregilo che ha In alto, pianta di inquadramento del territorio attraversato. portato sul tavolo delle negoziazioni quel concreto buon senso che deriva dalla esperienza acquisita negoziando in Europa e Sud America la concessione di lotti autostradali alcuni dei quali sono stati anche acquisiti come l'accesso Nord di Buenos Aires. C'è stato però un limite “naturale” a queste discussioni (cui partecipano tre studi legali: uno studio che assiste il concedente, un secondo per il concessionario e un terzo per le banche): la data di nidificazione degli uccelli; per la costruzione della circonvallazione di Haltwhistle si deve infatti distruggere circa un chilometro di siepi nate per realizzare le famose enclosures, cioè quelle recinzioni che trasformavano in privati i terreni pubblici e che hanno avuto la massima diffusione nella seconda metà del settecento. Orbene se gli uccelli nidificano e depositano le uova, non si possono abbattere queste siepi e si deve quindi attendere molti mesi fintanto che tutti i nuovi nati siano diventati pienamente autonomi, e ciò distrugge il cash flow del progetto che non può reggere simili ritardi. Sembra inverosimile ma la dura realtà è che si è lavorato sia durante le festività natalizie che durante le festività del nuovo anno. Una annotazione curiosa sui tempi di realizzazione di una opera pubblica nel Regno Unito: il progetto per la circonvallazione di Haltwhistle, concepito nel 1936, è stato definito nel 1978, ci sono state delle consultazioni pubbliche nel 1978, 1988 e 1990, il Ministro ha deciso di realizzarlo nel luglio 1994 e i lavori sono iniziati nell’aprile 1996. Giuseppe Faleschini Veduta dell’autostrada. KINEO 12 1996 PROJECT FINANCING 39 A LTA V E L O C I T À PROJECT FINANCING L’ALTA VELOCITÀ ITALIANA Il progetto della rete ferroviaria italiana per alta velocità si presenta come un caso emblematico delle numerose problematiche tecniche, ambientali ed economiche insite in questo tipo di opere, così come per le soluzioni adottate, che per quanto riguarda il finanziamento prevedono un apporto importante del capitale privato Con l’ambizioso titolo di “Trans European Network”, la Comunità Europea ha voluto sottolineare l’importanza che il programma di rilancio del trasporto ferroviario riveste nell’ambito delle strategie comunitarie volte ad accrescere il grado di competitività e di efficienza del “sistema Europa”. Come noto, la continua espansione della domanda di trasporto ha coinciso con un altrettanto rapido e apparentemente inarrestabile processo di concentrazione del trasporto passeggeri e merci sui mezzi su gomma. I piani di rilancio che i governi europei hanno deciso di perseguire sono allora rivolti a ristabilire una più equilibrata ripartizione modale, da ottenersi grazie ad un forte potenziamento del mezzo ferroviario attraverso la creazione di una vera e propria nuova rete di trasporti su ferro in alta velocità. ROBERTO BOSSAGLIA - ITALFERR-SIS.TAV.SPA GLI APPROCCI AL FINANZIAMENTO DELLE FERROVIE. Per le dimensioni previste, la realizzazione dell’intera rete richiede un notevolissimo sforzo economico e finanziario. A quali soluzioni progettuali è allora possibile rifarsi, nell’intento di realizzare tale rete e, soprattutto, il project financing può rappresentare uno strumento idoneo a risolvere i numerosi problemi presenti? Inizialmente, l’atteggiamento assunto dai governi di quei paesi europei che hanno cominciato per primi tale programma di investimenti si è ispirato a due strategie opposte. Da un lato, la Gran Bretagna che nel caso del collegamento ferroviario del Tunnel sotto la Manica prima, e in quello della tratta che dovrà congiungere il tunnel con Londra poi, ha deciso di fare affidamento esclusivamente sull’iniziativa privata, seguendo uno schema di project financing che non prevede alcun intervento, diretto e indiretto, dello Stato né nella fase di realizzazione dell’opera né tanto meno in quella di utilizzo dell’infrastruttura. All’altro estremo, nel caso francese e tedesco, si è convenuto sul fatto che la piena realizzabilità di una nuova rete ferroviaria ad alta velocità dipendesse in maniera cruciale dalla continuità di un disegno strategico che nel lungo periodo solo la presenza del capitale pubblico poteva garantire. Particolare delle armature di una galleria in corso di realizzazione lungo il tracciato della linea AV Roma-Napoli. KINEO 12 1996 Al centro, pianta della linea AV Roma-Napoli. 40 A LTA V E L O C I T À COMMITTENZA Tav spa. PROGETTO Italferr-sis.t.a.v. spa REALIZZAZIONE ROMA-NAPOLI: General contractor: Iri. Consorzio: Iricav 1 (Condotte, Fintecna, Ansaldo Trasporti, Astaldi, Ccc, Icla, Vianini, Italstrade). BOLOGNA-FIRENZE: General contractor: Fiat. Consorzio: Cavet (Cogefar impresit, Cmc, Lodigiani, Itinera, Federici). MILANO-BOLOGNA: General contractor: Eni. Consorzio: Cepav 1 (Snam Progetti, Saipem, Acquater, Cogei, Ccc, Grandi lavori, Pizzarotti). TORINO-MILANO: General IL PROBLEMA DEL RENDIMENTO FINANZIARIO. Nella realtà dei fatti, entrambe le soluzioni sembrano incontrare difficoltà riconducibili ad una caratteristica fondamentale che accomuna i grandi investimenti nel settore ferroviario: il fatto che ad un contractor: Fiat. Consorzio: Cavtomi (Cogefar impresit, Costanzo, Grassetto, Recchi). MILANO-VERONA: General contractor: Eni. Consorzio: Cepav 2 (Snam Progetti, Saipem, Acquater, Todini, Ferrocemento, Fioroni, Maltauro). VERONA-VENEZIA: General contractor: Iri. Consorzio: Iricav 2 (Fintecna, Ansaldo , Girola, Salini, Del Favero, Torno). MILANO-GENOVA: General contractor: Co.Civ. Consorzio: Co.Civ. (Gambogi, Tecnimont, Edistra, Grassetto, Itinera, Cer, Civ). DATI QUANTITATIVI Lunghezza totale: 1.229 km (compresi i 262 km della Firenze-Roma già esistente). indubbio, elevato, interesse pubblico faccia riscontro un limitato tasso di rendimento finanziario che tende ad essere anche fortemente diluito nel tempo. In un suo recente articolo, il professor Quinet1 ha messo in luce proprio questo aspetto, sostenendo Sezioni e particolari tipo di un tratto in trincea della linea AV fra Roma e Napoli, all’altezza del chilometro 122. KINEO 12 1996 PROJECT FINANCING 41 A LTA V E L O C I T À PROJECT FINANCING Roma-Napoli: 220 km. Bologna-Firenze: 78 km. Milano-Bologna: 199 km. Torino-Milano: 128 km. Milano-Verona: 117 km. Verona-Venezia: 102 km. Milano-Genova: 123 km. TEMPI Studio di Fattibilità: 1986. Progetto esecutivo: 1992 (Milano-Napoli). Inizio lavori: 1994 (Roma-Napoli). come mentre i vantaggi economici e sociali di una rete europea a grande velocità siano numerosi e importanti, la redditività puramente finanziaria del progetto è molto più contenuta.2 In queste condizioni, come l’autore dell’articolo mette in evidenza, perché il progetto di una rete ferroviaria europea sia effettivamente realizzabile, occorre favorire la creazione di una qualche forma di collaborazione fra operatori privati e autorità pubbliche, fra i quali suddividere i diversi tipi di rischio che il progetto presenta. Essi comprendono quelli puramente economicofinanziari, quelli politici: dai conflitti che possono insorgere in sede di valutazione di impatto ambientale, ai possibili cambiamenti nel quadro legislativo e normativo di riferimento, alle misure di politica fiscale, tariffaria ed energetica riguardante altri modi di trasporto ecc.; quelli relativi, infine, sia alla fase di costruzione che a quella di commercializzazione del servizio. Opere di consolidamento della galleria naturale “Baricelle sud”, fra Teano e Sparanise, in provincia di Caserta (chilometro 172). KINEO 12 1996 COSTI Investimento complessivo: circa 26 mila miliardi (tracciato Torino-MilanoNapoli). Costi tratte: 5.508 miliardi Roma-Napoli; 3.959 flusso di cassa relativamente certo su cui costruire l’architettura finanziaria del progetto richiede in primo luogo un’approfondita stima dei flussi di domanda attesa a seguito della realizzazione delle opere in programma. Nel caso specifico degli investimenti ferroviari, giocano un ruolo di particolare rilievo i diversi scenari di mercato nell’ambito dei quali l’impresa proprietaria dell’infrastruttura si troverà presumibilmente ad operare: si pensi al problema della piena applicazione della direttiva Cee 440 del 1991 e alle implicazioni che tale applicazione potrà avere sul futuro assetto dei mercati del trasporto ferroviario, ai probabili effetti della liberalizzazione del trasporto aereo sulle scelte modali degli utenti ecc.3 Un secondo elemento è rappresentato dalla necessità di definire un regime tariffario relativamente certo, operante nel tempo secondo meccanismi il più possibile automatici. In alternativa, si dovranno almeno distinguere con chiarezza la componente “sociale” del futuro servizio offerto, a cui assegnare tariffe adeguate a tale scopo, da quella, di tipo più commerciale, a cui verranno applicati prezzi di mercato. ALDO SARA - IRICAV 1 IDENTIFICAZIONE DELLA REDDITIVITÀ . Questi ultimi, in particolare, presentano numerosi elementi di complessità. La necessità di definire un Operatività: Roma-Napoli 1999; Bologna-Firenze 2003; Milano-Bologna 2002; Torino-Milano 2002; MilanoVerona 2004; Verona-Venezia 2004; Milano-Genova 2004. 42 A LTA V E L O C I T À Bologna-Firenze; 4.595 Milano-Bologna; 3.708 Torino-Milano (stima); 3.540 Milano-Verona (ipotesi); 3.050 Verona-Venezia (ipotesi); 4.030 Milano- Genova (ipotesi); 3.850 nodi ferroviari principali; 460 adattamento Roma-Firenze. Copertura finanziaria: circa 10 mila miliardi pubblici (FS), il 40% del costo complessivo LA SOLUZIONE ADOTTATA PER L’ALTA VELOCITÀ ITALIANA. È in questo quadro che si inserisce la soluzione progettuale adottata nello schema di finanziamento della rete italiana ad alta velocità, la cui costruzione e successivamente, sfruttamento commerciale, sono stati come noto affidate alla Tav spa.4 Nelle particolari condizioni economiche e finanzia- (37,4% in finanziamenti agevolati e 2,6% di capitale di rischio); circa 16 mila miliardi da risorse private, il 60% del costo (56% finanziamenti e 4% capitale di rischio). rie dell’Italia, la missione affidata alla Tav presenta alcuni importanti elementi di complessità che tendono a coinvolgere gli aspetti finanziari, industriali e amministrativi, fino a quelli più squisitamente commerciali del progetto. Sebbene il “programma Tav”, per le sue peculiarità, si discosti di fatto dalle caratteristiche tipiche di un Sezioni tipo della linea Roma-Napoli quando si affianca all’autostrada A1 nei pressi di Caserta (chilometro 160-161). KINEO 12 1996 PROJECT FINANCING 43 In alto, profilo altimetrico della RomaNapoli poco dopo l’uscita dalla Capitale, fra i chilometri 13 e 18). PROJECT FINANCING A LTA V E L O C I T À vero e proprio project financing, è necessario domandarsi se vi sarebbero state concrete alternative al percorso operativo intrapreso. Per le note difficoltà della finanza pubblica, sarebbe stato molto difficile per il governo accollarsi per intero il finanziamento delle opere infrastrutturali in programma. D’alta parte, la piena partecipazione del capitale privato, pur presentando importanti vantaggi, non è così scontata come si potrebbe superficialmente ritenere. Il terzo sta nello stimolare, nella fase di regime del progetto, un utilizzo dettato principalmente da criteri che si ispirino a quei principi di efficienza e di qualità del servizio offerto tipici del libero mercato. Per quanto riguarda il primo punto, secondo il piano finanziario della Tav, la realizzazione del progetto consente di fatto allo Stato di incrementare il proprio stock di infrastrutture ferroviarie con un impegno finanziario complessivo pari al 47 per cento circa dei costi totali, in luogo di un impegno che sarebbe del 100 per cento se venisse seguita la soluzione tradizionale. Ciò non significa però che il settore privato sia intenzionato ad accollarsi la quota restante del finanziamento. La sua partecipazione sotto qualsiasi forma (capitale di rischio e/o capitale di credito) in un investimento quale quello ferroviario, caratterizzato, come già sottolineato, da tassi di rendimento piuttosto bassi e diluiti nel tempo, non può prescindere dal sostegno pubblico, in termini sia di finanziamento che di garanzie. A prescindere da quelle riguardanti la copertura degli interessi intercalari, durante la fase di costruzione delle nuove linee, va infatti ricordato come siano par- ROBERTO BOSSAGLIA - ITALFERR-SIS.TAV.SPA IL TIPO DI COINVOLGIMENTO DEL CAPITALE PRIVATO. I fattori positivi che tale coinvolgimento comporta si intrecciano infatti con oggettive difficoltà che hanno origine dalla complessità stessa del progetto. Il coinvolgimento del capitale privato presenta almeno tre importanti elementi positivi. Il primo è quello di ridurre la quota di fabbisogno finanziario a carico del settore pubblico. Il secondo è nell’aumentare il grado di efficienza nella fase di costruzione dell’infrastruttura, grazie alla pre-determinazione dei tempi e dei costi delle opere, secondo quanto stabilito con i “General Contractors”, responsabili della loro realizzazione. Vista dei lavori a una galleria lungo la linea Roma-Napoli. In alto, profilo altimetrico della linea Roma-Napoli fra Roma e Roccapriora (dal chilometro 18 al 34). KINEO 12 1996 44 A LTA V E L O C I T À ticolarmente difficili e complesse le stime dei risultati commerciali del progetto, una volta che l’intera rete sarà a regime. Da essi dipenderà, d’altra parte, l’effettiva capacità di chi gestirà il servizio ferroviario a remunerare il capitale investito sia nella sua componente pubblica che soprattutto in quella privata. TEMPI CERTI DI REALIZZAZIONE. La rapidità con la quale si riuscirà a completare la fase di costruzione dell’infrastruttura sarà cruciale per il successo dell’intero programma. Da questo punto di vista, il progetto Tav rappresenta un importantissimo elemento di novità, almeno nel quadro italiano, caratterizzato nel passato da tempi Sezioni tipo e particolari della galleria naturale “Santuario”, all’altezza del chilometro 152 della Roma-Napoli. KINEO 12 1996 PROJECT FINANCING 45 In alto, profilo altimetrico della RomaNapoli fra Roccapriora e Colleferro (dal chilometro 34 al 52). PROJECT FINANCING A LTA V E L O C I T À “biblici” nella costruzione delle opere infrastrutturali5 e da grande incertezza sul quadro politico, istituzionale e normativo di riferimento. Perché i tempi e soprattutto i costi di costruzione della rete AV siano rispettati, è importante che siano prima completate tutte le procedure di approvazione delle tratte ferroviarie in programma e concluse dunque tutte le Conferenze dei Servizi. È probabile, infatti, che solo quando il quadro generale di riferimento sarà pienamente definito il capitale privato sarà disponibile a entrare a pieno titolo nel finanziamento del progetto. esempio sul numero di operatori presenti sul mercato, sul sistema che sarà adottato per la fissazione dei canoni di accesso alle reti e, più in generale, sul futuro assetto proprietario delle attuali società nazionali di gestione delle ferrovie. EFFICIENZA E QUALITÀ DEL SERVIZIO. Per quanto riguarda il terzo elemento, infine, è indubbio come la presenza di soggetti privati potrà avere un ruolo importante nel favorire un elevato grado di efficienza e di qualità dei servizi ferroviari offerti sulle nuove linee. Anche in questo caso, però, il loro pieno coinvolgimento non potrà prescindere dall’affetto che il mercato ferroviario avrà sia nel contesto europeo sia in quello nazionale. A questo proposito, non sono ancora del tutto chiare, infatti, le implicazioni che una piena liberalizzazione del trasporto ferroviario potranno avere, ad In alto, profilo altimetrico della RomaNapoli fra Ceccano e Ceprano (dal chilometro 85 al 102). UN CASO PIU UNICO CHE RARO. Le osservazioni fin qui riproposte sono solo alcune fra quelle che il dibattito sul progetto del treno ad alta velocità ha suscitato in questi anni. Nel valutare, con toni in alcuni casi anche molto critici tale progetto ci si è spesso dimenticati che era da alcuni decenni che non venivano programmati interventi infrastrutturali di queste dimensioni, non solo in Italia ma nell’intera Europa. Se alla complessità del progetto di costruzione del “Trans European Network” si aggiungono poi le accresciute incertezze e i numerosi elementi di instabilità del quadro politico ed economico di riferimento, si comprende come la costruzione di un efficace architettura finanziaria di supporto, di cui il project financing rappresenta una delle possibili soluzioni, non poteva non incontrare numerose difficoltà e ostacoli nel suo cammino. Marco Spinedi, Nomisma Veduta di uno dei cantieri aperti sulla Roma-Napoli. KINEO 12 1996 46 A LTA V E L O C I T À NOTE. 1. E. Quinet, “Cooperation entre gestion publique et privée dans la construction d’un réseau européen de trains à grande vitesse”, Transports, n.377, Maggio-Giugno 1996. 2. Secondo quanto è emerso dai risultati di un recente studio della Commissione Europea, quest’ultima si aggira intorno al 6.5 per cento, mentre il tasso di redditività economica raggiunge in media il 15 per cento. 3. Si ricorda come la direttiva 440/91 abbia sancito la necessità di procedere alla scissione degli aspetti economici afferenti alla gestione delle infrastrutture ferroviarie da quelli relativi alla commercializzazione dei servizi erogabili attraverso di essa. 4. La legge n. 98 del 1991 ha permesso la partecipazione delle Ferrovie dello Stato a società aventi per oggetto sociale la progettazione esecutiva e la costruzione delle linee e delle infrastrutture ferroviarie del sistema AV. La legge n. 412 del 1991 le ha autorizzate a utilizzare i finanziamenti per gli investimenti ricompresi nel piano di risanamento e sviluppo, anche mediante partecipazione alle società concessionarie per l’esecuzione delle opere. 5. Si ricordi, ad esempio, il caso della nuova linea ferroviaria FirenzeRoma per la costruzione della quale sono stati necessari oltre 25 anni. Particolari carpenteria impalcato del viadotto “Peccia I”, presso Cassino, in corrispondenza del chilometro 139. KINEO 12 1996 PROJECT FINANCING 47 In alto, profilo altimetrico della RomaNapoli fra Ceprano e Roccasecca (dal chilometro 102 al 117). TUNNEL DI MARSIGLIA PROJECT FINANCING IL TUNNEL SOTTO MARSIGLIA Il tunnel Prado-Carénage che sottopassa Marsiglia è la prima infrastruttura pubblica francese, in ambito urbano, realizzata utilizzando l’istituto della concessione a una società di diritto privato, che deve costruire e gestire l’opera attraverso l’impiego di capitale privato, senza che la città e la collettività si facciano carico di alcun onere Negli anni Ottanta, quando si comincia a pensare alla realizzazione di un tunnel per il traffico privato che permetta di raggiungere in breve tempo il centro di Marsiglia - e, allo stesso tempo, colleghi l’autostrada A 50 con la A 55 e la A 7 - la città ha circa 800 mila abitanti, una superficie di 24 mila ettari e una rete stradale comunale di quasi 1.100 chilometri che si sviluppa radialmente a partire dal “Vieux Port”, il porto antico di Marsiglia. Se gli spostamenti fra centro e periferia sono assecondati dalla maglia viaria, le relazioni tangenziali e di attraversamento soffrono enormemente della configurazione della stessa. Un’inchiesta dell’epoca mette in evidenza come il tasso di motorizzazione cresca del 48 per cento fra il 1976 e il 1988, raggiungendo i 0,94 veicoli per nucleo famigliare. Alla fine degli anni Ottanta gli spostamenti automobilistici costituiscono il 49 per cento del totale e il 76 per cento di quelli motorizzati. Anche gli spostamenti con il trasporto pubblico, grazie alle nuove linee di metropolitana, crescono, superando il 13 per cento del totale pur restando invariati rispetto agli spostamenti motorizzati (21 per cento sul totale e 50 per cento di quelli destinati in centro). L’inchiesta chiarisce inoltre come la crescita dell’uso dell’automobile abbia poche possibilità di essere arrestata poiché il tasso di motorizzazione è, al 1988, lontano dalla saturazione. L’IDEA DEL TUNNEL. In questo panorama si inserisce l’idea di realizzare un tunnel viabilistico. L’opportunità è offerta dalla presenza di un vecchio tunnel ferroviario realizzato dagli inglesi nel 1850 a servizio del porto mercantile e di una sua possibile espansione a sud della città. La scelta di estendere il porto mercantile a nord della città, che l’Amministrazione comunale compie dopo pochi anni, abbatte enormemente le potenzialità del tunnel ferroviario che deve attendere un secolo per ritornare a svolgere un ruolo importante per la mobilità urbana. Le prime ipotesi di suo uso automobilistico sono avanzate nel 1964 e a partire dal 1974, con la scelta del Comune di dare priorità alla realizzazione di una metropolitana e di investire di conseguenza nel trasporto pubblico, viene per la prima volta suggerita l’introduzione di un pedaggio stradale all’uso del tunnel che consenta di finanziare la sua ristrutturazione ai fini viabilistici senza pesare sulle casse comunali. Non esistono però ancora le condizioni politiche e giuridiche che consentano di imporre un pedaggio su un’infrastruttura comunale. Queste condizioni cambiano nel 1986, quando viene approvata una legge dello Stato (16 agosto 1986) che autorizza la riscossione di pedaggi in ambito urbano da parte una una società privata. Così, nel 1988, dopo avere verificato la fattibilità del progetto attraverso uno studio preliminare, il Comune bandisce una gara d’appalto per la realizzazione e la gestione in concessione del tunnel sotto Marsiglia. I PRINCIPI DELLA CONCESSIONE. La gara si basa su pochi punti fermi: il Comune concede una concessione di 30 anni per l’opera, con possibilità di riscatto a partire dal ventesimo anno; mette inoltre a disposizione la quasi totalità dei terreni e il tunnel ferroviario esistente e si impegna nelle procedure amministrative necessarie all’approvazione del progetto (dichiarazione di utilità pubblica, inchiesta parcellare ecc.). Il resto - cioé progetti, lavori, esercizio, manuten Sezione trasversale del tunnel stradale sotto il centro di Marsiglia, realizzato in concessione da una società privata. KINEO 12 1996 48 TUNNEL DI MARSIGLIA PROJECT FINANCING CONCESSIONARIO Smtpc Société Marseillaise du Tunnel Prado-Carénage. Concessione: 30 anni. Principali azionisti: Banque Indosuez, Barclays Bank SA, Borie Sae, Campenon Bernard Sge, Compagnie Btp, Credit Industriel et Commercial, Credit Local de France, Sogea. Altri azionisti: Bnp Banque Nationale de Paris, Banque Sanpaolo, Banque Veuve Morin Pons (Dresdner Bank), Bayerische Vereinsbank SA, Caisse des Depots et Consignations, Caisse d’Epargne des Bouches In alto, veduta del tunnel inferiore, che dal mare porta verso le autostrade, con una grafica in verde di alberi e fogli stilizzate. Qui sopra, particolare del tunnel inferiore, che porta al mare, con la grafica in blu che richiama onde e uccelli. zione - è a carico del concessionario, così come la garanzia sui crediti, l’acquisizione di traffico e i livelli degli incassi. La gara è vinta dalla Smtpc (Société Marseillaise du Tunnel Prado Carénage), società costituita da un consorzio di imprese (che complessivamente possiedono una quota inferiore al 50 per cento), e da un gruppo di banche (che detengono la maggioranza delle azioni). La società garantisce inoltre la copertura di una quota non inferiore al 15 per cento dei finanziamenti attraverso fondi propri. La restituzione dei prestiti è basata sulla riscossione dei pedaggi stradali. Lo Stato approva la procedura nel settembre del 1990 e dopo tre anni, il 18 settembre 1993, il tunnel è aperto al pubblico. In alto, schema planimetrico della viabilità principale di Marsiglia nella quale si inserisce il tunnel. Al centro, sezione longitudinale tipo del tunnel, con la grafica che identifica visivamente i due sensi di marcia. KINEO 12 1996 49 TUNNEL DI MARSIGLIA PROJECT FINANCING du Rhône et de la Corse, Credit Agricole Unicredit, Credit Communal de Belgique, Credit du Nord, Deutsche Girozentrale Int. SA, Financiere Cladel (Banque Populaires), Foncire Partecipation, Iibf (Midland Bank), National Westminster Bank SA, Société de Banque Suisse, Solycredit (Lyonnaise de Banque), Sdr Mediterranee. REALIZZAZIONE PROGETTO DATI QUANTITATIVI Studi preliminari e dossier di gara: Smm Société du Metrò de Marseille. Progetto esecutivo e gestione: Smtpc Société Marseillaise du Tunnel Prado-Carénage. IL PROGETTO. Il progetto predisposto da Smtpc prevede un tunnel su due livelli, con carreggiate di sei metri e due corsie per senso di marcia. L’altezza dei due tunnel 3,6 metri - permette il passaggio dei soli veicoli leggeri e dei mezzi di emergenza. Le infrastrutture. Il tunnel esistente è ristrutturato per una lunghezza di oltre due chilometri (2.140 metri per l’esattezza) fra l’area di “Carénage”, sul porto vecchio, e avenue Cantini, a monte. Il tunnel è poi prolungato per circa 300 metri lungo boulevard Delpuech fino a raggiungere l’imbocco dell’autostrada est A50. La progettazione comprende inoltre i due punti di Borie Sae, Campenon Bernard Sge, Sogea. Lunghezza: 2,455 km. Carreggiate: 2. Larghezza carreggiate: 6 metri. Corsie: due per senso di marcia. Altezza: 3,6 metri, per entrambi i tunnel. Bando di gara: 1987. Assegnazione : 1989. Inizio lavori: 1991. Inaugurazione: 1993. Scadenza concessione: 2019. COSTI Investimento complessivo: 1136 milioni di franchi (circa 340 miliardi di scambio con la viabilità di superficie: - il primo, Carénage, è in prossimità del Vieux Port, dove la nuova strada in uscita dal tunnel si innesta sulla viabilità esistente senza modificarne i tracciati e riconsegnando alla città uno spazio verde di dimensioni analoghe al precedente; - il secondo è situato a nord-est del centro, in prossimità della stazione ferroviaria del Prado; qui la viabilità di superficie è trasformata, per migliorare la circolazione del quartiere oltre a razionalizzare il collegamento con l’autostrada. Al Prado trovano inoltre posto i caselli adibiti al pagamento del pedaggio. Veduta aerea della città con indicato il percorso del tunnel PradoCarénage. KINEO 12 1996 TEMPI 50 TUNNEL DI MARSIGLIA lire). Costo dei lavori: 757 milioni di franchi (circa 227 miliardi di lire). Iva: 122 milioni. Oneri finanziari: 121 milioni. Oneri del concessionario: 66 milioni. Crediti bancari: 970 milioni di franchi. Titoli quotati in borsa (T.S.C): 140 milioni. Capitale: 46 milioni. Contributo del Comune di Marsiglia): 70 milioni versati come partecipazione ai costi della galleria di collegamento fra il tunnel vero e proprio e la rete autostradale. In alto, viste del tunnel originario, prima dell’inizio dei lavori di trasformazione. Qui sopra e al centro, sezioni e foto delle fasi principali di realizzazione del tunnel. FINANZIAMENTI KINEO 12 1996 51 PROJECT FINANCING PROJECT FINANCING TUNNEL DI MARSIGLIA GLI IMPIANTI E LA SICUREZZA. Il tunnel è equipaggiato con una serie di impianti di ventilazione e illuminazione, di sicurezza e di controllo e sorveglianza della circolazione. Grande importanza riveste l’impianto di ventilazione, che assicura l’immissione d’aria nuova lungo tutta la lunghezza del tunnel; l’aria viene immessa in tre punti ed estratta in altri due, permettendo il ricircolo dell’aria. Tutte le installazioni sono equipaggiate con dispositivi insonorizzanti e antivibrazioni e la loro introduzione è sempre stata accompagnata dalla riprogettazione paesaggistica del sito (rotatorie, vie ecc.). Altro punto di grande rilevanza è la sicurezza. La separazione dei sensi di marcia assicura una maggiore sicurezza della circolazione che però è perseguita anche attraverso altri dispositivi: - la velocità è limitata a 60 chilometri orari e controllata con dispositivi automatici lungo tutto il percorso; - è esclusa la circolazione dei mezzi pesanti; - vi sono impianti di allarme ogni 150 metri; - percorsi pedonali uniscono i due livelli; - la sezione del tunnel permette l’accesso di tutti i mezzi di soccorso e la loro inversione di marcia; - lungo tutto il percorso sono installate 37 telecamere ad alta definizione collegate con la stazione di controllo posta a Prado e con tutti i mezzi di soccorso necessari (polizia stradale, pompieri, ambulanze ecc.). Ciascuna direzione è equipaggiata con sette caselli, uno manuale, cinque automatici con cestino raccoglitore di monete (sistema molto usato sulle autostrade francesi) e lettore di carte magnetiche e uno misto; tutti i caselli sono dotati della strumentazione di telepedaggio. dell’infrastruttura. Da qui la scelta della soluzione a due corsie per senso di marcia in tunnel sovrapposti. Le dimensioni del sito e il valore dei terreni suggeriscono inoltre la massima riduzione dello spazio assegnato ai caselli, attuata anche grazie a strutture tariffarie che favoriscano la fluidità e quindi la maggiore capacità per singolo ingresso; sono quindi facilitati gli abbonamenti e l’uso di sistemi di telepedaggio che inducono inoltre un uso regolare del tunnel. La struttura tariffaria tende a favorire la frequentazione del tunnel nelle ore di morbida attraverso una tariffazione modulata durante la giornata e la settimana. Il passaggio nell’ora di punta del giorno feriale è il più costoso mentre nelle ore di morbida dei giorni feriali o nei giorni festivi e pre-festivi il passaggio è meno oneroso. Queste facilitazioni sono disponibili per i soli abbonati, che vengono ancora una volta favoriti. Naturalmente la moltiplicazione di servizi pubblici a pagamento legati alla mobilità (tunnel, parcheggi) pone il problema dell’unificazione dei sistemi di pagamento e degli abbonamenti. INTEGRAZIONE DI SICUREZZA CON LA RETE STRADALE. Il tunnel, anche se gestito da una società di diritto privato, fa parte della rete stradale urbana della città e come tale soggetto alla gestione centralizzata del Poste Central de Régulation (Pcr), un organismo coordinato congiuntamente dalla Polizia nazionale e dalla Società dei trasporti di Marsiglia. Il Pcr, in caso di situazione critica, assume la direzione degli interventi di emergenza; questi potranno essere segnalati attraverso la strumentazione posta all’interno del tunnel oppure mediante pannelli a messaggio variabile, alcuni dei quali posti lungo le autostrade in accesso a Marsiglia. I PRINCIPI DELLA TARIFFAZIONE. Il carattere prettamente urbano dell’opera influisce ovviamente anche sulla politica tariffaria che, se da un lato è quella che dovrebbe garantire il ritorno dell’investimento, dall’altro è anche un formidabile strumento di controllo della domanda di traffico. La struttura della domanda di traffico è molto diversa da quella autostradale e presenta periodi di punta giornalieri molto consistenti. La realizzazione di una sola corsia per senso di marcia, così come previsto nel progetto preliminare redatto dal Comune, e l’applicazione di una tariffa analoga a quella praticata oggi (10 franchi nel 1993, 12 franchi attualmente, cioé circa 3.600 lire) avrebbe portato alla saturazione immediata CONCLUSIONI. I volumi di traffico giornaliero nei mesi successivi all’apertura dei tunnel sono stati inferiori alle attese ma da qualche tempo essi superano i 29 mila veicoli e la tendenza a crescere dovrebbe in brevissimo tempo portare ai 30 mila veicoli/giorno medi previsti dagli studi preliminari. Nel frattempo le tariffe sono cresciute da 10 franchi a 12 e in ottobre raggiungeranno i 13 franchi (quasi 4 mila lire). Anche la concessione è stata prolungata di due anni per compensare dei maggiori costi per la riqualificazione di spazi pubblici cittadini sostenuti dal concessionario su richiesta dell’Amministrazione comunale. Leonardo Cavalli Schema del tracciato e dei suoi nodi principali, fra i quali la stazione di ventilazione mediana Bossuet. KINEO 12 1996 52 TUNNEL DI MARSIGLIA Qui sopra, e a destra, veduta e schema dei flussi dell’uscita “Carénage”. KINEO 12 1996 In alto, vedute e schema dei flussi dell’uscita “Prado”, dove sono collocate la barriere di pedaggio. 53 PROJECT FINANCING TRAM DI BIRMINGHAM PROJECT FINANCING IL TRAM 1 DEL WEST MIDLANDS La realizzazione di una linea tranviaria nella regione di Birmingham si presenta come uno dei primi e più significativi esempi di Project Financing applicato al trasporto pubblico, e come tale mostra che, pur coinvolgendo il capitale privato nella costruzione e nella gestione, il rischio di simili infrastrutture richiede comunque un forte impegno del capitale pubblico La West Midlands, regione metropolitana attorno a Birmingham situata a circa 160 chilometri a nord ovest di Londra, è una delle principali aree urbanizzate dell’Inghilterra, fittamente edificata e industrializzata, con oltre 2,6 milioni di abitanti (poco meno di Londra), con una densità abitativa di quasi 3 mila abitanti per chilometro quadrato (seconda solo a Londra, che ne ha oltre 4 mila). Amministrativamente è divise in sette consigli comunali, fra i quali si distinguono Birmingham e, a ovest, i comuni di Dudley, Sandwell, Walsall e Wolverhampton, che insieme costituiscono la cosiddetta “Black Country” importante area industriale manifatturiera oggi in crisi, colpita dalla recessione economica e dal declino del settore manifatturiero del Regno Unito. In quest’area esiste un’estesa rete di trasporti pubblici, specie autolinee e servizi ferroviari, ma è soprattutto l’auto a farla da padrona: dopo Londra le West Midlands sono l’area con la più alta concentrazione di automobili per chilometro quadrato, tanto che molti centri presentano oggi notevoli livelli di congestione. la Bilston Road (dal nodo stradale al centro fino al margine destro), dove la linea percorre il suo unico tratto su strada. KINEO 12 1996 GESTIONE DEI TRASPORTI NEL WEST MIDLANDS. I protagonisti principali di questa azione di sviluppo sono due: il primo è la West Midlands Passenger Transport Authority, della quale fanno parte 27 rappresentanti dei sette enti locali, che governa e definisce le politiche dei trasporti delle West Midlands, così come i Al centro, il Mock Up del tram realizzato per giungere a una scelta definitiva delle forme e della colorazione. 54 Schema generale della linea e pianta della prima parte del tracciato, dal capolinea di Market Street a The Crescent. Veduta aerea di Wolverhampton, con al centro l’area di Market Street, capolinea occidentale del tram 1, e TRASPORTI E MIGLIORAMENTO ECONOMICO E AMBIENTALE. Dal combinarsi delle esigenze di rilancio economico dell’area e dei crescenti problemi di traffico, nasce il progetto di sviluppo del trasporto pubblico, quale elemento utile al miglioramento delle condizioni economiche e ambientali delle West Midlands. All’inizio degli anni Novanta, le sette amministrazioni locali e la Passenger Transport Authority (l’Autorità che sovraintende al servizio di trasporto pubblico), hanno elaborato una strategia comune per il trasporto pubblico. Così, ogni anno, le amministrazioni hanno cominciato a presentare al Governo, per l’approvazione, un programma congiunto di sviluppo dei trasporti, che definisce le priorità e illustra come si intendono raggiungere i più ampi obiettivi di sviluppo economico dell’area e di miglioramento ambientale (un approccio strategico che è adottato oggi in tutto il Paese). Una di queste priorità è stata indicata proprio nella realizzazione di una rete tranviaria che serva le aree non raggiunte dalla ferrovia: un sistema di metropolitana leggera (“definita Midland Metro”) articolato in tre linee distinte (ma ne sono allo studio altre) che collega i principali centri della regione, dove il primo passo è rappresentato dalla costruzione della linea 1, da Wolverhampton, all’estremità orientale della Black Country, fino a Birmingham. La seconda linea dovrebbe invece collegare Birmingham con l’aeroporto internazionale e il Centro fieristico, mentre la terza dovrebbe servire i diversi centri della Black Country. Il tutto per un costo complessivo di un miliardo di sterline (circa 2.400 miliardi di lire), del quale 145 milioni per la linea 1 (circa 350 miliardi di lire). TRAM DI BIRMINGHAM fondi di esercizio e gli investimenti; il secondo è il West Midlands Passenger Transport Executive, meglio noto con il nome commerciale di “Centro” - che ha un organico di circa 200 persone, con un budget di esercizio di circa 120 milioni di sterline l’anno e fondi per investimenti (prima dell’avvio dei progetti per il tram) di circa 25 milioni di sterline - ha il compito di portare avanti le decisioni prese dall’Authority gestendo i fondi di esercizio e gli investimenti, e più propriamente la promozione dell’uso del trasporto pubblico (ma non la sua gestione diretta). Quanto alle fonti di finanziamento, i costi di esercizio sono coperti principalmente dalle amministrazioni locali, che reperiscono i fondi tramite una tassa apposita; per gli investimenti si utilizzano invece sovvenzioni e prestiti ottenuti dal Governo centrale, oltre a capitali propri dell’Authority ricavati dalla vendita della società di autobus pubblica, avvenuta nei primi anni Novanta. Infine, essendo la maggior parte delle West Midlands considerate dalla Comunità europea come aree degradate (“Objective 2 area”), l’Authority può accedere alle Sovvenzioni comunitarie per lo sviluppo regionale, destinate a progetti come appunto quelli finalizzati alla crescita del trasporto pubblico. KINEO 12 1996 55 Al centro, schemi dell’area metropolitana del West Midlands con, da sinistra, i comuni che la compongono, le tre linee metropolitane previste e la “Balck Country” in rapporto con la linea 1. PROJECT FINANCING Veduta aerea della zona della stazione di Monmore Green (al centro), al termine della Bilston Road (la rotonda sulla sinistra), dove il tram abbandona la strada e si inserisce sul sedime ferroviario in disuso. TRAM DI BIRMINGHAM PROJECT FINANCING COMMITTENZA West Midlands Passenger Transport Executive (Centro). CONCESSIONARIO Altram (Ansaldo Trasporti, John Laig Civil Engineering). Concessione: 23 anni. DATI QUANTITATIVI Lunghezza linea: 20 km a doppio binario, dei quali 18 in sede propria (su una ferrovia in disuso). Fermate: 23 nella prima fase; 27 nell’assetto finale. COSTI Costo complessivo: 145 milioni di sterline (circa 350 miliardi di lire). IL PROJECT FINANCING PER LA LINEA 1. Su queste basi Centro e l’Authority iniziano, nel 1988, a promuovere la costruzione della linea 1 del Midland Metro, richiedendo i permessi governativi. Questi ven- Veduta aerea dell’area della stazione di Bilston, che evidenzia il dislivello fra l’abitato e la trincea dove corre la linea. Finanziamento: 80 milioni di sterline dal Governo inglese (40 da sovvenzioni e 40 di prestiti); 31 dalla Cee (sovvenzioni); 17 dalla Passenger Transport Authority; 4 dalle Amministrazioni locali; 1 da Centro; 12 dal consorzio Altram. gono concessi l’anno successivo, così come viene accettata, nel 1991, la richiesta di sovvenzioni, che segue in parte la nuova strategia di privatizzazione e deregolamentazione in atto in Gran Bretagna già dagli anni Ottanta. Infatti, pur essendo il Governo inglese orientato a un ampio coinvolgimento dei privati per la fornitura dei servizi, compresi quelli di trasporto collettivo (dal 1986 è in atto una estesa deregulation delle autolinee, mentre le ferrovie sono oggi in via di privatizzazione, vedi Kineo n.7, ndr) nel caso del tram 1 delle West Midlands si propone un Project Financing che coinvolga il capitale privato nei rischi della costruzione e della gestione, ma supportandolo con sostanziosi finanziamenti pubblici (prestiti e sovvenzioni). È in sostanza una inversione di marcia rispetto a quanto attuato in precedenza (come per il tunnel sotto la Manica, per il quale il Governo inglese ha escluso qualsiasi erogazione di fondi pubblici) che fa comunque di questa linea tranviaria una esperienza pilota, riproponibile in seguito per altri progetti. L’apertura della gara inizia nel 1991, con la diffusione di un “Invito ad esprimere interesse per la progettazione, costruzione, gestione e manutenzione della linea” al quale rispondono diversi gruppi internazionali. Nel 1992 viene avviata la gara vera e propria fra le società prequalificate. La formula attuata è quella del Bot (Build, Operate, Transfer), cioé una concessione per la realizzazione delle opere e gestione del servizio, Pianta della linea fra le stazioni di The Crescent e Wednesbury (2D). KINEO 12 1996 56 TRAM DI BIRMINGHAM PROJECT FINANCING seguita dalla successiva cessione all’ente pubblico al termine del periodo di concessione, che in questo caso è di 23 anni (tre per la costruzione e 20 per la gestione). Secondo quanto fissato dal bando di gara, il contratto deve essere stipulato a un costo di costruzione su base fissa e il consorzio vincitore deve assumersi i rischi derivanti dalla costruzione (condizioni del terreno, strutture ecc.) e dalla gestione e manutenzione della linea. Centro si assume invece i costi per la eventuale deviazione di reti pubbliche, quali tubature e cavi elettrici. Nel 1995 Centro assegna la concessione al consorzio Altram, costituito da Ansaldo Trasporti e dalla società di costruzioni inglese John Laing, che supera così la concorrenza di altri importanti gruppi internazionali quali Aeg-Westinghouse (oggi AD Trans) e GecAlsthom. La proprietà della rete è di Centro; Altram controlla i livelli tariffari, anche se gli accordi prevedono che Centro condivida qualsiasi profitto sostanziale. Inoltre vi sono incentivi finanziari per incoraggiare un elevato livello di resa operativa e di manutenzione. FINANZIAMENTI AL PROGETTO. Il contributo finanziario di Altram è fissato in 12 milioni di sterline (poco meno di 30 miliardi di lire) sulle 145 del costo totale, ed è essenzialmente un pagamento della concessione, che offre il diritto esclusivo di gestire la rete e ottenere le entrate derivate dalla vendita del servizio. Pianta della linea fra le stazioni di Wednesbury e Roebuck Lane. In alto, figurino di studio e pianta e prospetto del tram. KINEO 12 1996 Sopra, sezioni tipo della linea nelle due diverse situazioni, su strada e su tracciato ferroviario protetto. 57 Veduta aerea dell’area della stazione di Hill Top, situata immediatamente a nord del tunnel ferroviario. TRAM DI BIRMINGHAM PROJECT FINANCING passeggeri dall’auto al mezzo pubblico (e per meglio raggiungere questo obiettivo, gli enti locali interessati dal passaggio della linea hanno concordato con il Governo una serie di limitazioni del traffico lungo le strade parallele). La Comunità europea ha concesso un prestito di 31 milioni di sterline, pari al 25 per cento dei costi (il massimo consentito per un progetto di questo tipo) mentre la Passenger Transport Authority, Centro e altri enti locali hanno stanziato complessivamente 22 milioni di sterline, per rispondere alla precisa richiesta del Governo centrale di una forte ai costi da parte delle amministrazioni locali. Il contributo del Governo centrale è di 80 milioni di sterline (metà in sovvenzioni e metà in prestiti) che riflette invece la stima dei vantaggi indiretti prodotti dalla linea, dovuti principalmente alla minore congestione del traffico con il progressivo trasferimento dei Pianta della linea fra le stazione di Roebuck Lane e il capolinea di Snow Hill, nel centro di Birmingham. CARATTERISTICHE DELLA LINEA. La linea 1 del Midland Metro collega il centro di Birmingham con quello di Wolverhampton. Il suo percorso, 20 chilometri a doppio binario, si sviluppa inte- Veduta aerea della stazione ferroviaria di Snow Hill (al centro), dove il tram giunge correndo in parallelo alla ferrovia. KINEO 12 1996 In alto, studi iniziali per i cestini delle stazioni, le protezioni per le piante e la mappa (in rilievo) della linea (Jones Garrard). 58 TRAM DI BIRMINGHAM ramente in superficie e per la maggior parte in sede propria, cioé circa 18 chilometri, grazie al fatto di sfruttare il percorso di una linea ferroviaria in disuso (non a caso è la linea meno onerosa delle tre previste). I restanti due chilometri, nel tratto che raggiunge il centro di Wolverhampton, la linea segue un percorso stradale, in promiscuità con le auto, e come tale è prevista l’adozione di un sistema semaforico che dà precedenza al mezzo pubblico. Le opere civili comprendono la costruzione di nuovi ponti e il rafforzamento di quelli esistenti, la costruzione di un centro di servizio e manutenzione e la costruzione di 27 fermate, 23 delle quali in prima fase. Le banchine delle fermate sono lunghe 30 metri e alte 30 centimetri per consentire la salita e la discesa a raso. I veicoli, 15, bidirezionali, Ipotesi di sistemazione di una fermata tipo con piattaforma centrale (Jones Garrard). KINEO 12 1996 PROJECT FINANCING lunghi 24 metri con una capacità di 160 passeggeri, dei quali 58 seduti, sono a pianale ribassato per circa il 60 per cento della lunghezza e prevedono l’operatore a bordo; hanno una velocità commerciale di 32 chilometri orari, per una velocità massima di 70 e sono concepiti per avere un limitato impatto ambientale, riducendo al massimo le vibrazioni e il rumore. Quanto all’esercizio, si prevede una frequenza di 6 minuti dalle 7 alle 19 dei giorni lavorativi e di 10 minuti di sera e nei giorni festivi. L’entrata in funzione è prevista per il 1998. Sopra e in alto, studi per i materiali, le pensiline e la sistemazione in generale delle fermate (Jones Garrard). 59 DUISBURG PORTI IL PORTO FLUVIALE DI DUISBURG Il più grande porto interno del mondo sfrutta la posizione strategica, alla confluenza fra due delle maggiori vie navigabili europee e naturale punto di riferimento del principale bacino industriale della Germania, e ancora oggi mantiene il suo ruolo di leader grazie a un progressivo adattamento delle sue strutture alle diverse esigenze del mercato Veduta aerea del porto di Ruhrort, alla confluenza della Ruhr nel Reno, parte integrante del sistema portuale di Duisburg. KINEO 12 1996 60 DUISBURG GESTIONE Duisburg-Ruhrorter Häfen AG. DATI GENERALI Area complessiva: 740 ettari. Superficie acquea: oltre 200 ettari. Banchine: 42 km di cui 19 serviti da binari. Bacini portuali: 19. Rete ferroviaria interna: circa 136 km. PORTI STRUTTURE Terminal container: 2. Terminal cerealicoli: 3. Spazi con coperture a sbalzo sull’acqua: 7. Magazzini coperti: circa 325 mila metri quadrati. Cisterne per rinfuse liquide: 1 milione di metri cubi suddivise per 20 aree di movimentazione. Centri La storia del porto fluviale di Duisburg, situato in posizione altamente strategica, alla confluenza di due delle maggiori vie navigabili d’Europa, il Reno e la Ruhr, inizia circa 280 anni fa, in seguito al crescente bisogno di movimentare ingenti quantità di carbone, necessarie all’attività della regione che progressivamente andava acquisendo il suo ruolo di principale bacino carbonifero e industriale della Germania. Il primo impianto è stato infatti realizzato nel 1716, con una banchina lunga circa 250 metri per un’ampiezza di circa 20 metri. Con la crescente industrializzazione del territorio nascono poi nuove esigenze; gli impianti sono continuamente ampliati con la costruzione di nuovi bacini e insieme al carbone cresce l’importanza dei metalli, così che le grandi aziende metallurgiche mettono in opera nuovi scali privati. All’inizio del secolo i porti pubblici di Duisburg e della vicina Ruhrort (situata proprio alla confluenza dei due fiumi) si uniscono costituendo un’unica entità amministrativa, mentre il volume delle merci movimentate aumenta continuamente, e nel 1913 è già il doppio rispetto al 1905: oltre 27 milioni di tonnellate. Con l’aumento delle prestazioni, e degli utili, i porti pubblici, nel 1926 diventano una società per azioni, la “Duisburg Ruhrorter Hafen AG”, che inizia a gestire le infrastrutture portuali, da imprese pubblica, secondo regole di economia privata. Dopo il 1945 le merci maggiormente trasbordate sono ancora il carbone e i prodotti metallici, ma comincia a prendere corpo anche la movimentazione e lo stoccaggio degli oli minerali. Negli anni Settanta è il boom dell’industria dell’acciaio, con oltre 60 milioni di tonnellate di merci trattate, superiori all’aliquota corrispondente di Amburgo, cioé del più grande porto marittimo della Germania. Il traffico dell’acciaio però raggiungono presto il loro apice e progressivamente comincia a calare mentre aumenta parallelamente la richiesta del traffico internazionale di merci a collettame di alto valore; queste ultime, giunte a oltre 2 milioni di tonnellate, segnano un nuovo passo nella storia del porto, che si avvia a un’ulteriore ampliamento e alla sua trasformazione in centro multifunzionale del traffico merci. In alto, schema della rete fluviale centro europea. Schema del sistema portuale di Duisburg, costituito da tre porti pubblici e numerosi scali privati lungo il Reno. KINEO 12 1996 61 DUISBURG PORTI IL PORTO ATTUALE. Oggi il porto di Duisburg conta 13 fra scali privati e punti di trasbordo, distribuiti lungo il Reno e facenti capo al nucleo dei tre porti pubblici che, estesi su una superficie di circa 740 ettari, si articolano nello scalo di Hochfeld (realizzato lungo il corso del Reno, alcuni chilometri più a sud dei due porti principali), di Duisburg (un lungo canale fra la sponda meridionale della Ruhr e il Reno) e di Ruhrort (sulla sponda settentrionale della Ruhr e alla sua confluenza con il Reno). Oltre agli impianti per il trasbordo del carbone e dei metalli, vi sono due importanti terminal container, uno nel Sudhafen di Ruhrort, immediatamente a nord della cittadina, e l’altro nel Parallelhafen di Duisburg, direttamente aperto sul Reno, dal quale nel 1992 sono stati trasportati via nave oltre 60 mila Teu. Un impianto Ro-Ro (per la salita e la discesa di automezzi), associato a gru galleggianti con portata fino a 200 tonnellate, permette la movimentazione di carichi eccezionali, che trovano un’ulteriore possibilità di trasbordo grazie a una gru da 300 tonnellate situata nel porto esterno. Inoltre, una serie di magazzini coperti a sbalzo sull’acqua permettono di trasbordare materiali pregiati o sensibili alle intemperie, senza rischi e in ogni condizione atmosferica. Infine, il ruolo sempre più importante assunto dal porto quale punto d’incontro fra diverse modalità di trasporto, è marcato dallo sviluppo di una stazione per il traffico combinato, realizzata sempre (e non casualmente) nel Sudhafen di Ruhrort; collegata alla rete ferroviaria ed estesa su 90 mila metri quadrati di superficie, la piattaforma logistica dispone di sei binari paralleli che permettono la creazione di convogli fino a 700 metri di lunghezza. IL PIU GRANDE SCALO FLUVIALE DEL MONDO. Il porto di Duisburg rappresenta oggi uno dei più importanti centri del traffico merci in Europa e il più grande sistema portuale interno del mondo, nel quale, nel solo 1990, sono state movimentate più di 17 milioni di tonnellate di merci. La sua estensione è di circa 740 ettari - con 19 bacini portuali, più di 200 ettari di superficie acquea, 42 Planimetria generale dei porti pubblici di Ruhrort e Duisburg. KINEO 12 1996 62 DUISBURG chilometri di accosti di cui 20 serviti con binari di raccordo, una rete ferroviaria interna di circa 136 chilometri - ed è servito da importanti autostrade e da una stazione “intercity” delle ferrovie tedesche. Distante solo 250 chilometri dal mare aperto, è anche un importante porto marittimo, con diverse linee che, utilizzando navi da 4.500 tonnellate, lo collegano direttamente ai porti delle regioni scandinave, dell’ex Unione Sovietica, della Gran Bretagna, della penisola iberica, dell’Africa del nord-ovest e del Mediterraneo. Altre linee lo mettono in comunicazione, via San Pietroburgo, con le città portuali sul Mar Caspio e il Mar Nero. PORTI DI TRANSITO E PORTI INDUSTRIALI. Nel porto di Duisburg è possibile individuare una netta separazione tra i porti di transito e quelli industriali. I primi sono essenzialmente quelli pubblici, che sono tipici scali di transito e utilizzano la ferrovia come mezzo preferenziale di collegamento con la rete di distribuzione interna (più del 60 per cento delle merci); i secondi sono di fatto i porti delle aziende che affacciano sul fiume. Ma altri sviluppi sono in corso. L’ultima realizzazione all’interno del grande scalo è il “Porto libero” che, inaugurato il 23 novembre 1990 quale primo porto franco interno, offre nume- PORTI rosi vantaggi, soprattutto per il commercio e il traffico di merci con l’estero: già nel primo anno di attività gli scambi hanno interessato oltre 40 paesi di tutti i cinque continenti. Il porto è del resto al centro di una forte attività economica, e la richiesta del mercato è stata così grande che, nel 1993, è stato aperto un nuovo deposito di 5.400 metri quadrati di superficie, oltre ad altri 2.400 metri quadrati destinati a uffici e a spazi d’esposizione, mentre sono già stati previsti gli ampliamenti realizzabili entro il 1997, che potrebbero far giungere il complesso a un totale di 200 mila metri quadrati. Inoltre, due recenti centri logistici, collocati su un’area di 150 mila metri quadrati, permettono la raccolta e la distribuzione di merci di alto valore, completando l’offerta dei servizi intermodali necessari per un porto moderno. I PROBLEMI DELLE PIENE E DEI FONDALI. È significativo segnalare come anche in un porto come quello di Duisburg non manchino i problemi dovuti alle variazioni dei livelli dell’acqua e dell’alveo (tipici per i porti fluviali, ndr); essi sono legati alle condizioni di deflusso del Reno, che presenta, in questo tratto, portate variabili tra un massimo di 12 mila metri cubi al secondo e un minimo di 770. Il problema più gravoso è però rappresentato dal fenomeno dell’erosione del fondo dell’alveo: a Particolare di uno dei terminal rinfuse del porto di Ruhrort. KINEO 12 1996 63 DUISBURG PORTI Veduta aerea di Ruhrort con le banchine del Nordhafen e Sudhafen, il terminal container e il centro intermodale. KINEO 12 1996 64 DUISBURG per il trattamento dei prodotti in acciaio: 2. Gru: 81 da 40 tonnellate, 1 da 60, 1 galleggiante da 200 e 1 fissa da 300 tonnellate. Ponti mobili per container: 2, da 48,5 tonnellate. Centro intermodale: 6 binari lunghi 700 metri serviti da 2 gru a ponte da 48,5 tonnellate. TRAFFICO 1994 Movimentazione per nave: 17 milioni di tonnellate nei settori pubblici (su un totale di 45,9 milioni dell’intero complesso portuale). Movimentazione per ferrovia: 9,9 milioni di tonnellate. Traffico fiume-mare: 1,9 milioni di tonnellate (su 2,2). Traffico combinato: 0,6 milioni di tonnellate. MERCI MOVIMENTATE Cereali: 5,5 milioni di tonnellate (su 25 totali). Carbone: 2,6 milioni di tonnellate (su 5,3). Oli minerali: 2,3 milioni di tonnellate (su 3,3). Metalli: 3,1 milioni di tonnellate PORTI (su 3,4). Minerali non ferrosi e materiali da costruzione: 1,5 milioni di tonnellate (su 4,2). Prodotti chimici: 0,8 milioni di tonnellate (su 1,5). Prodotti agricoli e forestali, generi alimentari, foraggi: 380 mila tonnellate (su 426 mila). Fertilizzanti: 20 mila tonnellate. Duisburg-Ruhrort, cioé il nucleo principale del porto, situato alla confluenza dei due fiumi, l’erosione ha raggiunto i 2,5 metri dall’inizio del secolo, e il fenomeno continua, con un abbassamento che si attesta sui quattro centimetri l’anno. Da qui nascono una serie di inconvenienti legati alla conservazione del patrimonio portuale esistente, e delle sue strutture: le sponde più antiche erano state costruite in modo tale che gli accessi ai bacini e alle soste fossero situati sopra gli argini; oggi, in seguito all’erosione del fondo, molte sponde non sarebbero più adatte al trasbordo. A tale inconveniente si è posto rimedio, già dagli anni Cinquanta, con la costruzione di approdi la cui parte inferiore, verticale, è fornita di palancolate, mentre quella superiore è costituita da una scarpata rivestita, così da seguire l’abbassamento del fondo. Più in generale vengono via via adeguate le condizioni degli accosti mediante il consolidamento delle fondazioni o la costruzione di nuove strutture di sostegno. Il costo di tali interventi, per i porti del comprensorio Duisburg-Ruhrort ammonta attualmente a circa 1,3 milioni di marchi (circa 1,3 miliardi di lire) per ogni centimetro di erosione, ma consente di mantenere in attività la maggior parte dei bacini esistenti. Tiziano Binini In alto, particolare di un terminal per la movimentazione dei materiali ferrosi. KINEO 12 1996 Vista del terminal container nel porto di Ruhrort. 65 GARONOR MERCI IL PARCO DI ATTIVITÀ LOGISTICHE DI AULNAY-SOUS-BOIS Il Parco a nord di Parigi è il fiore all’occhiello della società Garonor, che alla metà degli anni Sessanta a saputo cogliere la sfida dall’Amministrazione pubblica che sollecitava la creazione di centri di raccolta e distribuzione delle merci fuori dall’ambito urbano Da anni la società immobiliare Garonor si è sviluppata attorno al concetto di Parco di attività logistiche. Questi parchi, o piattaforme logistiche come si è soliti chiamarli, si rivolgono a tre grandi categorie di utilizzatori: società dette “chargeurs”, che svolgono attività di stoccaggio-distribuzione, corrieri e spedizionieri e operatori logistici. Garonor studia, progetta, realizza, commercializza e gestisce i suoi centri, vere e proprie città dedicate alla logistica, con il duplice obiettivo di liberare le imprese da ogni preoccupazione di tipo immobiliare e di offrire una vasta gamma di servizi. I sei parchi di attività logistiche fin’ora realizzati, attraverso un processo di concertazione decisionale dei poteri pubblici ai diversi livelli istituzionali, sono localizzati in prossimità dei grandi bacini di consumo e beneficiano di connessioni dirette con gli assi autostradali e con la rete ferroviaria, contribuendo così a ottimizzare l’inserimento delle attività di trasporto e di distribuzione in seno ai grandi sistemi urbani. Per altro, per il fatto di riunire in un medesimo luogo società di stoccaggio e distribuzione, corrieri e spedizionieri, operatori logistici, si attivano sinergie che inducono una migliore organizzazione dei flussi di merci. Attualmente i sei centri di Aulnay-sous-Bois, CergyPontoise, Sénart, Annecy, Vitrolles, Bordeaux e le Havre coprono oltre 250 ettari e dispongono di una superficie di 520 mila metri quadrati destinati a magazzini, uffici, servizi. Il principio della flessibilità costituisce la caratteristica principale nella concezione e nella gestione di questi Parchi: flessibilità nei tempi dei contratti di locazione a lungo termine ma anche a breve termine (fino a un mese o a una settimana); - flessibilità negli spazi offerti che, in ragione di una concezione modulare degli insediamenti e di una dimensione significativa dei centri, consente l’adattamento progressivo dell’offerta alla domanda; - flessibilità nella capacità di adattamento delle soluzioni tecniche prospettate in relazione alla costante evoluzione del settore della logistica; - flessibilità nei finanziamenti non solo rispetto alle forme di affitto o di leasing ma anche all’acquisto di magazzini e uffici realizzati “su misura”. IL PARCO LOGISTICO DI AULNAY-SOUS-BOIS. A nord est della regione parigina, il Parco di attività logistiche di Aulnay-sous-Bois è collocato al centro della rete dei trasporti a nord di Parigi: è all’intersezione delle autostrade A1 e A3 (e quindi all’intero sistema autostradale) ed è raccordato alla stazione ferroviaria di smistamento di Bourget-Drancy e adiacente al terminal intermodale ferro-gomma della Novatrans di Noisy-le-Sec; inoltre è poco distante dall’aeroporto internazionale “Charles de Gaulle” di Roissy e dall’aeroporto d’affari di Bourget. Esteso su una superficie di 85 ettari, dispone di 400 mila metri quadrati di magazzini, uffici e servizi, 12 chilometri di strade interne, 11 chilometri di binari e di sette ettari a verde. Delle 300 imprese presenti, che Vista di uno degli ingressi del Parco di attività logistiche di Aulnay-sous-Bois, a nord di Parigi. KINEO 12 1996 66 GARONOR MERCI CONCESSIONARIO Garonor. DATI QUANTITATIVI Superficie complessiva: 85 ettari. Magazzini e uffici: 400 mila metri quadrati. Rete stradale interna: 12 chilometri. Rete ferroviaria interna: 11 chilometri. Aree a verde: 7 ettari. occupano 4.200 addetti, 150 sono imprese di trasporto, 70 società industriali e commerciali e 80 imprese di servizio. Il Parco è una struttura capace di accogliere diversi tipi di attività indirizzate alla logistica, grazie alla dimensione e alla diversificazione del suo parco immobiliare, offre alle imprese la possibilità di adattare progressivamente le superfici utilizzate in funzione del proprio sviluppo. I magazzini destinati alle imprese di stoccaggio e di distribuzione sono modulari con unità che variano dai mille ai 1.500 metri quadrati (profondità variabile da 45 a 75 metri e altezza netta interna da 6 a 10 metri) e sono tutti dotati di uffici interni posti nei mezzanini, con ingressi indipendenti e parcheggi per clienti e visitatori. La presenza di imprese di recente costituzione è favorita attraverso la disponibilità di attrezzature comuni di ufficio, servizio di accoglienza, segreteria, sale riunione, ecc. Inoltre, per rispondere alle esigenze delle imprese si propongono diversi tipi di contratto di affitto: a lungo termine, annuali o triennali, con possibilità di disdetta; a breve termine, da Veduta aerea dell’area di Aulnay-sous-Bois e, in alto, la sua posizione rispetto alla capitale francese. KINEO 12 1996 67 Sopra, planimetria generale del Parco logistico. MERCI GARONOR uno a 23 mesi; in vendita o leasing “chiavi in mano”. Un ben integrato insieme di servizi costituisce uno degli aspetti principali che caratterizzano la qualità offerta alle imprese e agli addetti in un centro di attività logistiche. Oltre i servizi pubblici, i servizi privati presenti all’interno del Parco di Aulnay-sousBois sono gestiti in parte direttamente da Garonor, in parte da altre imprese. All’interno del Parco di attività logistiche sono present una serie di servizi: l’ufficio doganale; l’ufficio postale; l’ufficio tasse; l’Agenzia nazionale di collocamento (Anpe); l’ufficio delle ferrovie statali (Sncf); fermate interne delle linee di trasporto pubblico. I servizi direttamente assicurati dalla Garonor sono quelli di sicurezza generale del Parco contro furti e incendi (con servizi di sorveglianza 24 ore su 24, stazione di pompieri, impianti di telesorveglianza, servizio medico e ambulanze); manutenzione generale delle infrastrutture e delle costruzioni; lavori di adattamento murario e impiantistico dei locali; servizi di pulizia; custodia di merci, libere o in recinto doganale; servizio ferroviario interno; sala conferenze e reception; manutenzione per mezzi pesanti, con disponibilità di carro ponte da 20 tonnellate. I servizi forniti da altre società e imprese sono costituiti da: hotel e ristoranti; parcheggio custodito dei mezzi pesanti; stazione di servizio; officina di riparazione e di manutenzione dei veicoli; mensa interaziendale; caffetteria; ambulatori medici; negozi, tabaccherie ed edicole; agenzie di spedizione e uffici assicurativi; centri di formazione professionale; noleggio autoveicoli. Il Parco di Aulnay-sous-Bois è poi un sistema in evoluzione, che continua ad adattarsi all’evoluzione della logistica moderna: in un prossimo futuro si prevede, oltreché la realizzazione di nuovi magazzini sul fronte dell’autostrada A1, anche un profondo riassetto generale delle parti destinate a servizi. Si attua un nuovo concetto distributivo che integra in un unico complesso posizionato presso l’ingresso principale, il centro di vita e di servizi, il centro di accoglienza per i mezzi, il centro alberghiero e un insieme di locali adatti per determinate funzioni tecniche legate alla logistica della distribuzione di prodotti a forte valore aggiunto (messa a norma, configurazioni specifiche, laboratori, offerta di servizi successivi alla vendita del prodotto ecc.). Gian Paolo Corda Particolare del parco di attività logistiche di Aulnay-sous-Bois. KINEO 12 1996 In alto, particolari di uno degli edifici previsti nel possibile ampliamento a ovest del Parco logistico (progetto Roger Tallibert). 68 Particolare del modello dell’edificio 10, che dispone di 3.200 metri quadrati di magazzino e 220 di uffici. GARONOR MERCI UNA ATTIVITÀ IN EVOLUZIONE Oltre la rete Garonor già realizzata, altri Parchi di attività logistiche sono in corso di studio, non solo in Francia, ma anche in Italia, Spagna, Belgio (Anvensa), Olanda (Rotterdam-Dordrecht) e in Germania (ColoniaEifeltor, Berlino-Grossbeeren). Garonor partecipa insieme alla Deutsche Bahn AG (Zentralbereich Immobilien) allo sviluppo e delle infrastrutture e delle costruzioni (magazzini, uffici e servizi) del Centro di attività logistiche (Gvz) di Colonia-Eifeltor che dal 1969 è il più grande centro di trasporto combinato ferro-gomma della regione renana. Il terminal intermodale, sebbene non ancora completato, dispone oggi di 12 fasci ferroviari attrezzati di gru a portale d’una capacità giornaliera complessiva di 1.900 Uti (unità di trasporto intermodale: casse mobili, container); la capacità complessiva, quando sarà completato sarà di 2.900 Uti al giorno, per un totale di 350 mila l’anno (mentre oggi è di circa 200 mila). Vista prospettica del progetto di ampliamento previsto per il complesso logistico di Colonia Eifeltor. KINEO 12 1996 69 I TA L I A FERROVIE LE STAZIONI ITALIANE SI RINNOVANO Nel 1994 è stato avviato un piano di investimenti per il restyling e il riassetto delle stazioni italiane, a partire dalle più piccole, e già da oggi è possibile toccare con mano le prime realizzazioni, che fanno parte del gruppo di 64 interventi previsto nella fase iniziale La gran parte delle stazioni ferroviarie italiane è stata realizzata tra il 1920 ed il 1940; diverse sono state però le ricostruzioni dei fabbricati viaggiatori dopo le distruzioni nel corso della seconda Guerra Mondiale. I fabbricati viaggiatori più grandi erano in genere caratterizzati da aspetti rappresentativi e monumentali; in particolare ciò vale per le grandi stazioni costruite subito dopo l'Unità d'Italia. Le stazioni medie e piccole erano invece realizzate di solito con progetti tipo. Tra gli anni Venti e Quaranta si è avuto un nuovo sviluppo dell'edilizia ferroviaria caratterizzata in genere da un buon livello qualitativo. I progetti erano realizzati dal gruppo coordinato dall'architetto Mazzoni all'interno delle Ferrovie dello Stato (all'epoca Ministero delle Comunicazioni). Le stazioni ferroviarie erano l'espressione della funzione che erano chiamate a svolgere e del ruolo che il trasporto su rotaia rappresentava. Gli impianti sorgevano il più delle volte in ambito urbano e la rapidissima, e sovente non pianificata, espansione edilizia successiva ai due conflitti mondiali ha portato alla saturazione degli spazi liberi esistenti intorno ai nuclei storici ed alle aree ferroviarie senza le necessarie opere di collegamento che consentissero la continuità e permeabilità del tessuto urbano circostante. Ciò ha causato la netta cesura fisica della zona consolidata preesistente da quella moderna in fase di sviluppo. L’EVOLUZIONE DELLE STAZIONI. Le trasformazioni e le modifiche che i fabbricati viaggiatori hanno subìto nel tempo - soprattutto per la esigenza di aumentare le dotazioni di tipo tecnologico e talvolta per discutibili tentativi di massimizzazione commerciale - hanno spesso determinato la loro perdita di identità e di qualità con la “occupazione” poco razionale di locali e con la modifica degli ambienti originari. Anche interventi di tipo manutentivo, sia ordinario che straordinario, eseguiti senza la dovuta attenzione al preesistente, hanno causato tranne casi eccezionali - la progressiva dequalificazione degli ambienti delle stazioni ferroviarie. Con l’evoluzione della società, dei sistemi e dei mezzi di trasporto, anche le stazioni ora debbono necessariamente modificare la loro originaria funzione; il notevole incremento della domanda di mobilità e la richiesta di interscambio modale, specie nelle grandi stazioni, determinano la necessità di rivedere l'attuale organizzazione delle aree e degli ambienti ferroviari. Questi devono costituire inoltre un dialogo funzionale con la città in cui sono inseriti, con la riqualificazione e la riconnessione con il tessuto urbano.Il nuovo modello di stazione dovrà essere un organismo integrato con il territorio, di elevata qualità ambientale, che consideri come esigenze principali: la mobilità; l'accessibilità; la chiarezza e razionalità funzionale; l'economia della gestione. Sarà inoltre indispensabile attuare la piena espressione della sua vocazione rispetto alla città ed al territorio, nonché la sua potenzialità in termini di dotazione di servizi ed altre attività, comprese quelle commerciali, soddisfacendo altresì le esigenze non solo del viaggiatore ma anche del frequentatore della stazione. È verso il cliente che ora si indirizza l'attenzione del fornitore del prodotto “viaggio”; egli non è più quindi considerato semplice utente ma esigente protagonista. Il cliente richiede maggiore efficienza e rapidità dei servizi offerti: un livello di comfort che gli consenta di trascorrere piacevolmente i tempi di attesa, la funzionalità dei servizi offerti sia per le caratteristiche innovative sia per la qualità dell'offerta, informazioni precise e tempestive, nonché sale di attesa comode e funzionali suddivise anche in zone con caratteristiche differenziate ecc. Molto richiesta da parte di un segmento particolare della clientela è anche la possibilità di avere la disponibilità - anche se per brevi periodi - di uffici direzionali convenientemente attrezzati con telefoni, fax, telex ecc. e forniti di servizi accessori di qualità (segretariato, interpreti, salette per riunioni) nonché di ambienti adatti per riunioni di lavoro che pur avendo l'integrazione fisi- Particolare di uno dei monoliti posti all’esterno delle stazioni delle FS spa, elemento emblematico del restyling in corso. KINEO 12 1996 70 I TA L I A FERROVIE Pianta, vista frontale e vista laterale del monolito per l’identificazione esterna delle stazioni, posizionato davanti ad esse e orientato in modo da consentire la migliore visibilità dalle principali direzioni d’arrivo. ca con la stazione, garantiscano condizioni di funzionalità e di riservatezza. A queste esigenze, le Ferrovie dello Stato stanno provvedendo nelle principali stazioni italiane con il Circuito “Club Eurostar”. La ormai invecchiata organizzazione funzionale dei fabbricati viaggiatori deve pertanto essere rivista alla luce della rinnovata e più moderna “immagine” del prodotto treno; i luoghi dove il prodotto viene fornito debbono avere un livello maggiore di qualità venendo così incontro alle richieste della clientela. IL RESTYLING DELLE STAZIONI. L'esigenza di trasformare le stazioni esistenti cercando di renderle più “attuali” in termini di funzionalità e di dotazione di servizi, è uno degli obiettivi che le Veduta notturna della stazione di Anzio. Le stazioni italiane del nord-ovest interessate dal piano di restyling 1994: 1.Aosta, 2.Biella, 3.Arona, 4.Legnano, 5.CarnateKINEO 12 1996 Ferrovie dello Stato hanno di recente individuato tra quelli strategici. È stato pertanto avviato nel 1994 un piano di investimenti per il restyling delle stazioni, la cui prima fase è relativa a 64 stazioni, che interesserà alla fine i principali impianti distribuiti su tutto il territorio nazionale. Nella prima fase annuale sono state individuate stazioni di piccola e media grandezza per cogliere subito, con risorse contenute, risultati significativi. Successivamente ci si rivolgerà ad impianti ferroviari di maggiore importanza. METODOLOGIA DEI PROGETTI DI RESTYLING. Riprogettare le funzioni e i servizi delle stazioni vuol dire intervenire per definire una nuova e più razionale organizzazione interna. Per individuare le funzioni e i servizi da realizzare nelle stazioni occorre preliminarmente analizzare, oltre le esigenze e gli standard riferiti allo svolgimento del servizio stesso (biglietteria, informazioni ecc.), anche le aspettative della clientela che non dovrà quindi essere soltanto quella interessata al prodotto-viaggio ma anche quella gravitante nell'area urbana circostante, che richiede anche servizi terziari e commerciali. L'analisi di questo segmento è importante, in quanto consente di comprendere la potenzialità della stazione come polo di attrazione di consumatori di beni e servizi. L'obiettivo finale cui tendere è dunque definire, attraverso un programma graduale miglioramento ambientale delle stazioni, una nuova e più attuale organizzazione funzionale. Usmate, 6.Oulx, 7.Vercelli, 8.Pavia, 9.Alba, 10.Piacenza, 11.Cuneo, 12.Arenzano, 13.Chiavari, 14.Diano Marina. 71 I TA L I A FERROVIE Schema funzionale di organizzazione di una stazione adottato nel progetto di riassetto, con le interrelazioni fra le strutture esterne della dotazione essenziale di servizi per una media stazione. Al centro, schema funzionale di organizzazione delle stazioni, con le interrelazioni fra le strutture interne della dotazione essenziale di servizi. Il restyling delle stazioni prevede una serie di elaborazioni progettuali che perseguono: - l'individuazione e la piena espressione delle “vocazioni” delle stazioni come riferimento e luogo di servizi per la città e il territorio circostante; - l'organizzazione e l'integrazione fra i trasporti che interagiscono nelle stazioni “nodo di interscambio”; - il potenziamento e la creazione di servizi indiretti allargati a tutte le possibili utenze attraverso l'individuazione di un modello di organizzazione teso ad ottimizzare la gestione generale del complesso; tale modello di organizzazione funzionale della stazione suddivide la stazione in zone di competenza per attività omogenee (servizi di stazione, aree commerciali, spazi per la circolazione treni); Le stazioni italiane del nord-est interessate dal piano di restyling 1994: 15.Belluno, 16.Castelfranco Veneto, 17.Lancenigo, KINEO 12 1996 - la razionalizzazione dei percorsi e la rifunzionalizzazione dei servizi diretti per il viaggiatore. La metodologia progettuale si basa sull'individuazione dei flussi di relazione e sulla loro razionalizzazione, dall'esterno della stazione dove si trovano i punti d'interscambio (terminali autolinee, parcheggi, servizi pubblici ecc.) fino ai binari, garantendo la facile accessibilità e la percorribilità; i percorsi saranno i più brevi possibili e saranno analizzate e risolte le cause non volute di concentrazione dei viaggiatori richiedenti prodotti/servizi variegati, eliminando così le zone di disordine e di ristagno che a volte producono perdite di tempo, disagio e disorientamento. Lungo tali percorsi il cliente della stazione dovrà inoltre venire facilmente a contatto con tutta la gamma dei 18.Latisana, 19.San Giorgio di Nogaro, 20.Monfalcone, 21.Peschiera, 22.Verona PN, 23.Venezia Santa Lucia, 24.Mantova, 25.Carpi. 72 Veduta notturna della stazione di Nettuno. I TA L I A FERROVIE Schema di un pannello direzionale a pensilina. servizi di cui può avere necessità, distribuiti secondo la loro importanza (servizi di supporto diretto, quelli connessi con il “prodotto” viaggio; servizi di supporto indiretto, cioè non strettamente collegati con il viaggio; servizi connessi con la circolazione ferroviaria). Dove possibile si realizzeranno uffici di biglietteria di tipo assistito, vere e proprie agenzie per la clientela, e uffici informazioni confortevoli dotati di sistema di “elimina code”; centri di accoglienza, ove il Responsabile dei Servizi di Stazione sia in grado di “assistere” il viaggiatore; tutto ciò consentirà al cliente di usufruire di uno standard di qualità sicuramente più elevato dell'attuale. Si procederà parallelamente alla pianificazione delle zone da destinare alla comunicazione, all'informazione e ai messaggi pubblicitari di tipo commerciale. Con gli interventi di restyling si intende tra l'altro risolvere diversi aspetti tecnici e funzionali determinati dalle nuove esigenze e dalla emanazione di nuove normative di legge. Come ad esempio le esigenze connes- se alla funzionalità delle postazioni operative delle biglietterie; la normativa per l'eliminazione delle barriere architettoniche per i disabili, che determina fra l'altro la necessità di modificare l'altezza dei banconi delle biglietterie (o di realizzare sportelli dedicati), di superare i dislivelli con rampe e ascensori, e così via. Per quanto riguarda i servizi di supporto diretto, sarà riesaminata la loro dimensione, la loro relazione e la connessione funzionale, con particolare riguardo al complesso atrio-biglietteria-zona attesa. Questi servizi comprendono soprattutto gli esercizi commerciali, anch'essi da suddividere, in funzione del livello di gradimento da parte della clientela, in primari (bar, edicola, tabacchi) e secondari. Nella riorganizzazione funzionale si cercherà di eliminare localizzazioni decentrate, che imponendo veri e propri giri viziosi, finisco- Schema di una targa su portale che, in dimensioni più ampie, può ospitare anche un pannello direzionale di banchina. KINEO 12 1996 73 I TA L I A FERROVIE In alto, rassegna dei principali pittogrammi a sbalzo ed esempi di posizionamento, con o senza scritte. Sezioni di un ascensore tipo da inserire nei marciapiedi esterni per l’abbattimento delle barriere architettoniche. KINEO 12 1996 Sezione tipo del banco biglietteria accessibile dai disabili, adottabile per tutti gli sportelli. 74 Al centro, schema dimensionale delle diverse targhe possibili per i nomi delle stazioni. I TA L I A FERROVIE Vista dell’atrio della stazione di Oristano dopo l’intervento di restyling e, sotto, la nuova biglietteria della stazione di Castellammare di Stabia. no per non renderle appetibili; si realizzerà quindi, per quanto possibile, un collegamento diretto con la zona dei servizi principali. L'ottimizzazione delle aree esistenti determinerà l'incremento complessivo delle superfici da destinare ai servizi commerciali sia quelli di tipologia più tradizionale sia attraverso l'introduzione nelle aree commerciali di strutture più complesse che affianchino la tradizionale offerta. Come già brevemente illustrato, le stazioni ferroviarie italiane presentano in linea generale, caratteristiche architettoniche anche molto differenti tra di loro. Non è possibile, quindi, nella gran parte dei casi, adottare soluzioni progettuali standard valide per tutti gli impianti. Occorre comunque garantire un livello uniforme della qualità nelle stazioni- oltre ad individuare e studiare gli elementi comuni di funzionalità, e di riconoscibilità, che consenta alla clientela un più semplice orientamento nei differenti fabbricati. Fatta salva quindi la determinazione di questi elementi si rivela quindi necessario procedere ad una specifica progettazione per ognuna delle stazioni interessate. In diversi casi ci si trova di fronte ad edifici di importanza storica e monumentale tali da dover realizzare veri e propri interventi di restauro, attraverso la ricerca della documentazione storica e l'adozione di soluzioni, nonché di scelta di materiali, che consentano la rifunzionalizzazione nel rispetto dell'opera originale. Stazioni del centro Italia interessate dal piano di restyling 1994: 26.Faenza, 27.Cervia, 28.Riccione, 29.Pescia, 30.Montecatini Succursale, 31.Livorno Centrale, 32.Senigallia, 33.Grosseto, 34.Porto San Giorgio, 35.Ladispoli, 36.Roma Trastevere, KINEO 12 1996 IL PIANO DI RESTYLING. Attualmente sono stati avviati, e sono in corso di esecuzione, i lavori relativi al piano di restyling 1994. Una parte delle stazioni previste sono state già completate, in particolare Anzio, Nettuno, Ladispoli, Castellammare di Stabia, Arenzano, S.Gavino, Oristano, Macomer, Chilivani e Olbia. Entro il 1996 si prevede il completamento di circa 40 impianti di stazione. Dopo l'esperienza della prima fase, sono stati già avviati gli studi dei progetti degli interventi previsti nella 37.Roma Tuscolana, 38.Roma Tiburtina, 39.Frascati, 40.Anzio, 41.Nettuno, 42.Latina. 75 I TA L I A FERROVIE Piante della stazione di Pescia il prima (al centro) e il dopo del progetto di riassetto funzionale, che con interventi strutturali significativi porta a un deciso miglioramento dei percorsi interni e della distribuzione degli spazi. KINEO 12 1996 In alto, studi per la definizione della facciata sul lato binari (sopra) e del fronte verso la città. 76 I TA L I A Stazioni dell’Italia del sud interessate dal piano: 43.Isernia, 44.Caserta, 45.Aversa, 46.Pompei, 47.Castellammare di Stabia, 48.Bari Centrale, 49.Mola di Bari, 50.Brindisi Centrale, 51.Lecce, 52.Crotone, 53.Gioa Tauro, 54.Reggio Calabria Centrale. Pianta del piano terreno della stazione di Ladispoli con la nuova distribuzione degli spazi interni. KINEO 12 1996 Veduta del fronte principale della stazione di Ladispoli. 77 FERROVIE I TA L I A FERROVIE Veduta del fronte principale della stazione di Nettuno. Nella pagina accanto, vista del lato piazza della stazione di Castellammare di Stabia, particolare della rampa disabili realizzata sul suo lato binari e pianta dell’assetto dopo l’intervento di sistemazione, che ha spostato la biglietteria a fianco dell’ingresso principale (prima era sul lato binari), prolungato l’atrio fino ai binari e ridistribuito la quasi totalità degli spazi e delle funzioni. Piante della stazione di Frascati, con la situazione precedente (al centro) e quella di progetto (qui sopra), che porta allo KINEO 12 1996 spostamento degli uffici e alla eliminazione della biglietteria, sostituita da macchine automatiche al centro dell’atrio. 78 I TA L I A Stazioni delle isole interessate dal piano di restyling 1994: 55.Cefalù, 56.Termini Imerese, 57.Taormina, 58.Agrigento, 59.Siracusa, 60.Olbia, 61.Chilivani, 62.Macomer, 63.Oristano, 64.San Gavino Monreale. KINEO 12 1996 79 FERROVIE RHO NODI URBANI IL PIANO DELLA MOBILITÀ E DEI TRASPORTI DI RHO Uno dei principali centri della cintura nord di Milano mostra come una adeguata pianificazione della mobilità e dei servizi di trasporto permetta di migliorare la qualità ambientale anche in una piccola cittadina con una buona dotazione di servizi La localizzazione di Rho, una cittadina di 52 mila abitanti, lungo la strada statale 33 del Sempione e a ridosso sia del sistema viario portante del nord Italia che delle linee MilanoTorino e Milano-Varese-Porto Ceresio delle FS, ne fa uno dei centri urbani a più elevato grado di accessibilità dell’alto milanese. Nel decennio scorso l’area urbana ha subito significative trasformazioni della struttura territoriale i cui elementi centrali sono rappresentati dalla continua espansione demografica (+2,3 per cento); dallo sviluppo degli insediamenti residenziali (+13 per cento) e da modifiche nel tessuto economico. Significativa è stata la diminuzione degli addetti nell’industria (-1,15 per cento) e il parallelo incremento di quelli del terziario (+32 per cento). Sono evidenti gli impatti di queste trasformazioni: accentuazione del ruolo terziario/commerciale del centro cittadino; diffusione degli insediamenti residenziali nelle aree più periferiche, caratterizzate da bassi livelli di integrazione con il resto del territorio; crescita degli insediamenti produttivi lungo nuove direttrici rispetto alla Statale 33. Il quadro evolutivo futuro presenta elementi di estrema dinamicità. Sul tappeto ci sono progetti di rilevanza nazionale e regionale, anche se tuttora segnati da incertezza decisionale e progettuale; basti citare la vicenda del trasferimento del polo fieristico esterno di Milano proprio nell’area di Rho/Pero (nell’ex raffineria IP). Controversa è pure la realizzazione della linea per alta velocità MilanoTorino, che avrà un forte impatto sul territorio di Rho (definizione del tracciato, localizzazione di una delle stazioni “Porta” del capoluogo ecc.). E ancora le realizzazioni previste a breve termine, come l’introduzione del Servizio ferroviario regionale (Sfr), a seguito della prossima apertura del Passante ferroviario di Milano, e il completamento della strada provinciale Rho-Monza. In questo contesto la domanda di pianificazione posta dal Comune In alto, inquadramento territoriale del comune di Rho, uno dei maggiori dell’hinterland nordoccidentale di Milano. presenta elementi di natura strategica che fanno riferimento alla necessità di individuare azioni di breve e lungo periodo nella riorganizzazione dell’offerta di trasporto. Tutto ciò in presenza di condizioni di criticità rese evidenti dalla sostanziale dualità della ripartizione modale caratteristica delle aree urbane di piccole e medie dimensioni: da un lato gli spostamenti pedonali e ciclabili, che assolvono a circa il 48 per cento della domanda di mobilità, ma sono tenuti scarsamente in considerazione nell’ambito dell’organizzazione dell’offerta di trasporto; dall’altro gli spostamenti veicolari su mezzo proprio (auto e moto, pari al 46 per cento), indubbiamente in grado di rispondere al bisogno di mobilità di un tessuto urbano disperso sul territorio, ma anche generatore di impatti negativi sull’ambiente e sulla qualità urbana in termini di emissioni nocive, rumore, intrusione dei veicoli. In un quadro simile il trasporto pubblico copre una quota di domanda limitata (il sei per cento), e in continuo declino. OBIETTIVI DEL PIANO. Da queste premesse nasce il Piano della mobilità e dei trasporti messo a punto recentemente su richiesta dell’Amministrazione comunale. L’approccio richiama alcune questioni di fondo i cui capisaldi sono: - il concetto di “mobilità sostenibile” in termini ambientali, economici, sociali ed urbanistici, attraverso il riconoscimento del concetto di “limite” al flusso di traffico, imposto, oltre che dalle caratteristiche fisiche della strada, anche dalla necessità di sicurezza e qualità ambientale degli utenti dello spazio urbano; - il concetto di “capacità ambientale urbana”, attraverso la definizione di politiche a sostegno dei modi di trasporto meno inquinanti. In altri termini si tratta di un Piano, dove al più tradizionale approccio di ingegneria del traffico fondato sulla “fluidificazione” - mediante aumento delle capacità delle strade - si contrappone Vista del Duomo di Rho. KINEO 12 1996 80 RHO NODI URBANI COMMITTENZA Comune di Rho. PROGETTO Trt Trasporti e Territorio (Patrizia Malgieri, Fabio Torta, Alessio Rosin). Valutazione impatto ambientale: Mario Zambrini (Istituto Ambiente Italia). un nuovo paradigma che fa leva su opzioni che agiscono sul fronte della domanda di mobilità piuttosto che sull’offerta. Questo tipo di approccio mira a definire interventi infrastrutturali di riqualificazione dell’attuale offerta viaria; recuperare un deficit di collegamento tra le zone a sud e a nord della città; individuare tracciati viari di completamento imposti dalle nuove localizzazioni residenziali, di servizio e produttive; riqualificare lo spazio urbano a supporto della mobilità ciclo pedonale, alla regolazione della sosta, alla riqualificazione dell’offerta di trasporto pubblico ecc. IL PROCESSO DI COSTRUZIONE DEL PIANO. Il lavoro ha avuto inizio nel febbraio 1995 e si è concluso nel febbraio 1996 con la presentazione alla Giunta Comunale del documento di sintesi dello scenario di Piano. Lo strumento di pianificazione elaborato assume un duplice significato di Piano strategico, di valenza decennale e di Piano generale urbano del traffico, rispondendo in modo compiuto ai requisiti posti dalla recente normativa. L’attività di Piano ha previsto quattro fasi di lavoro, ognuna segnata dalla discussione e approvazione da parte del decisore pubblico. La prima e la seconda fase hanno sviluppato rispettivamente la ricostruzione del quadro conoscitivo e una serie di indagini integrative sulla domanda (conteggi di traffico e indagini su origine/destinazione sulle strade; saliti/discesi nel trasporto pubblico; sosta nell’area centrale) e all’offerta di trasporto (rappresentazione del grafo informatizzato della rete privata e pubblica, quantificazione della dotazione di sosta libera, regolamentata e a pagamento), oltre alla analisi degli indicatori di impatto ambientale (emissioni e rumore) ecc. Al termine della seconda fase sono stati definiti gli scenari alternativi di Piano approvati dall’Amministrazione: - soluzione di riferimento, descritta come scenario rappresentativo della evoluzione tendenziale e caratterizzato dall’uso razionale del mezzo privato (auto); - scenario di tranquillizzazione del traffico, configurabile come tranquillizzazione blanda (a breve) o drastica (a medio lungo periodo) con la messa a regime dell’insieme degli interventi previsti. IL RAPPORTO FINALE La terza fase, conclusa con la consegna del Rapporto finale (dicembre 1995), ha sviluppato la descrizione degli interventi previsti negli Scenari alternativi e Scenario della circolazione dei veicoli privati previsto per il 2005 con l’applicazione delle misure del Piano. KINEO 12 1996 In alto, situazione al 1995 della circolazione dei veicoli privati. 81 NODI URBANI RHO l’attività di valutazione tecnica, economica e ambientale, sulla base degli strumenti quantitativi selezionati. La valutazione tecnica delle politiche e degli interventi messi a punto sulle reti di trasporto, privata e pubblica, ha utilizzato il modello di simulazione dei flussi di traffico Star (Simulazione Trasporto Assegnazione e Ripartizione modale) sviluppato dalla Trt Trasporti e Territorio. La valutazione economica degli interventi è stata effettuata sulla base dell’analisi costi/benefici, quale strumento di quantificazio- - messa in sicurezza delle principali intersezioni tra la viabilità extraurbana (Statale 33 del Sempione) e quella di penetrazione urbana; - individuazione di percorsi viari alternativi alla Statale 33 a servizio dei flussi di traffico di attraversamento dell’area urbana; - riqualificazione dei percorsi d’accesso all’area urbana e in particolare della tratta a sud (corso Europa ex Statale 33), ridisegno del tracciato e recupero di capacità e qualità ne dei costi (investimento e di gestione) e dei benefici sociali (riduzione dei costi operativi, risparmio di tempo), confrontando gli effetti dell’alternativa di Piano (lo Scenario di tranquillizzazione del traffico), con quelli che si avrebbero date le tendenze spontanee, accompagnate da interventi di razionalizzazione definiti dalla “Soluzione di riferimento”. Infine, la valutazione degli indici di impatto ambientale è stata effettuata sulla base dei fattori proposti nell’ambito del progetto “Corinair” e del Modello “Elitra”, sviluppato da Ambiente Italia/Cooperativa Ecologia; entrambi gli strumenti consentono di valutare gli impatti sull’ambiente determinati dal sistema dei trasporti (consumi, emissioni, concentrazione degli inquinanti e di inquinamento acustico). La quarta fase si è conclusa con la selezione da parte dell’Amministrazione dello Scenario di tranquillizzazione del traffico. dell’asse storico di accesso alla città. INTERVENTI SULLA VIABILITÀ INTERNA ALL’AREA URBANA: - riorganizzazione dei percorsi lungo l’asse tangente il centro (corso Europa), in prossimità della “porta di accesso” all’area urbana centrale e ai principali poli di attrazione (aree di sosta esterne, ospedale ecc.); - realizzazione, nel medio periodo, di un secondo sottopasso ferroviario, per ridurre la cesura tra le zone a nord e a sud della ferrovia; - disegno di una circonvallazione interna, costituita dagli assi viari tangenti l’area centrale e direttamente collegata alla realizzazione del secondo sottopasso; - completamento delle connessioni tra la viabilità principale e quella a servizio delle nuove aree residenziali periferiche (i nuovi collegamenti proposti prevedono la messa in sicurezza delle intersezioni - rotatorie - e l’introduzione di misure di tranquillizzazione del traffico, come la riduzione della velocità massima a 30 chilometri orari, lungo gli assi viari di distribuzione interna ai quartieri). GLI INTERVENTI. Gli interventi proposti nello Scenario di Piano possono essere classificati in cinque punti: interventi sugli assi viari portanti di attraversamento, sulla viabilità interna e a favore degli spostamenti pedonali e ciclabili, offerta e regolazione della sosta e infine misure a favore del trasporto pubblico. INTERVENTI A FAVORE DEGLI SPOSTAMENTI PEDONALI E CICLABILI: - introduzione delle Zone pedonali (Zp) e delle Zone a traffico limitato (Ztl) sia nell’area centrale urbana (piazze storiche e assi viari di attraversamento del centro), che nelle frazioni; - realizzazione di piste INTERVENTI SUGLI ASSI VIARI PORTANTI: Vedute del Municipio, con piazza Visconti, e del sagrato del Duomo con l’antistante piazza San Vittore. Grafico degli effetti ambientali del Piano. 2005 - SR 2005 - TC KINEO 12 1996 82 RHO ciclabili dal centro alla periferia a servizio dei poli di attrazione (scuole, ospedali, stazione FS, aree residenziali, centri sportivi ecc.), sfruttando gli interventi di limitazione del traffico e quelli di tranquillizzazione; - introduzione di misure di riduzione della velocità massima consentita (30 chilometri orari) mediante interventi strutturali di modifica della carreggiata sia in pianta (restringimenti ecc.) che in sezione (dossi ecc.). NODI URBANI consistita nel confronto tra il Piano e la Soluzione di riferimento (Sr), identificabile con un'evoluzione tendenziale. Per ciascuna delle due alternative sono stati calcolati i costi economici di investimento, di manutenzione e di esercizio associati agli interventi previsti e i volumi di domanda sui diversi modi sono stati tradotti in costi di trasporto associati a ciascuna alternativa. Le differenze tra i costi di trasporto della Sr e quelli della soluzione di Piano nei vari anni costituiscono i benefici di costi operativi. I risultati emersi sono OFFERTA E REGOLAZIONE DELLA SOSTA. Il Piano localizza e dimensiona le aree di sosta (a raso o in strutture verticali) secondo tre tipologie: - parcheggi di interscambio (o “park and ride”) in prossimità della stazione FS, per circa 600 posti auto, volti a recuperare il deficit di offerta esistente; - parcheggi di attestamento in prossimità dell’area centrale e dell’ospedale (un totale di 550 posti), per recuperare le aree eliminate con l’introduzione delle zone pedonali; - parcheggi in destinazione direttamente collegati alle zone pedonali e a traffico limitato (120 posti totali). La regolazione della sosta nelle aree in prossimità della zona pedonale e della Ztl, viene attuata in tre modi: - sosta di breve periodo, garantita attraverso la tariffazione negli spazi attualmente adibiti alla sosta su carreggiata e fuori; - sosta dei residenti nelle aree soggette a limitazione, identificando i veicoli con contrassegno; - sosta di lungo periodo (per i lavoratori), attraverso parcheggi di attestamento nelle aree adiacenti alla Ztl. MISURE A FAVORE DEL TRASPORTO PUBBLICO. Il Piano assegna ai servizi di trasporto collettivi un ruolo di primaria importanza per il governo della domanda di mobilità con origine/destinazione interna all’area urbana e di relazione con i poli urbani esterni, e interviene attraverso due specifiche linee d’azione: - la prima, di breve periodo, si concretizza nella velocizzazione dei percorsi, nel cadenzamento dell’orario dei servizi e nel superamento dell’attuale divisione tra servizio urbano ed interurbano; - la seconda, di medio lungo periodo, guarda alla possibilità di evoluzione e agisce sulla qualità dell’offerta dei servizi proponendo, come intervento di maggiore rilievo, la realizzazione di un polo intermodale d’interscambio completo gomma/ferro, con possibilità di parcheggio per biciclette (bike and ride) e auto (park and ride) nell'area antistante la stazione FS. SINTESI DEI RISULTATI DELLA VALUTAZIONE. Come valutazione tecnica lo scenario di Piano a regime (2005), messo a confronto con la situazione base (1995) tramite il modello matematico di simulazione “Star”, fa registrare una netta diminuzione degli spostamenti su mezzo proprio rispetto alla situazione attuale, passando da 64.765 veicoli/chilometro nell’ora di punta del 1995 a 60.285 nella stessa ora del 2005. Un risultato che risponde in modo coerente all'obiettivo di favorire gli spostamenti su mezzo pubblico e soprattutto la mobilità ciclo-pedonale. La valutazione economica è positivi, con un Saggio di rendimento interno del 19,3 per cento (valore nettamente superiore alla soglia dell’8 per cento, sopra la quale i benefici sono superiori ai costi); tenendo conto che la valutazione è stata effettuata utilizzando valori economici del tempo prudenziali, si conferma la solidità delle proposte della soluzione di Piano. La redditività rimane poi elevata anche in caso di mancata monetizzazione del fattore tempo, con un Saggio di rendimento interno del 10,1 per cento. Infine, la valutazione ambientale dello scenario di Piano, effettuata considerando le variazioni dei consumi di energia e delle emissioni di inquinanti (CO2, monossido di carbonio, ossido d'azoto e composti organici volatili) attribuiti al traffico urbano nell'ora di punta. Nello Scenario al 2005 si registra una sensibile riduzione, rispetto al 1995, sia dei consumi di energia che delle emissioni. Così come nella valutazione economica anche la valutazione ambientale presenta significative riduzioni delle emissioni e dei consumi del traffico privato, per effetto delle riduzioni delle percorrenze rilevate sia nello scenario Sr (- 0,2 per cento rispetto al 1995) e in misura più consistente nello scenario di Piano (- 7 per cento rispetto al 1995). Tenuto conto delle due componenti di traffico (privato e pubblico) i valori di emissioni e dei consumi registrano una netta riduzione via via che ci si sposta dalla Sr verso lo scenario di Piano. Patrizia Malgieri Fabio Torta Particolare di piazza Visconti e, in alto, veduta del piazzale della stazione, dove andrebbe realizzato un polo di interscambio. KINEO 12 1996 83 PA R I G I TRASPORTO PUBBLICO MÉTÉOR E TRAM A PARIGI Il programma di sviluppo del trasporto pubblico di Parigi è lo specchio del nuovo assetto territoriale assunto dalla capitale francese, sempre più sbilanciato a favore dei comuni periferici e della corona di villes nouvelles realizzate nella regione circostante, che impone migliori collegamenti fra centro e periferia e, soprattutto, fra periferia a periferia la ville nouvelle di Sénart, e la cosiddetta “Eole” (acronimo di Est-Ouest Liaison Express), la nuova linea E della Rer che attraverserà Parigi da est a ovest, collegando da un lato Versailles, Noisy-leRoi e SaintGermain, dall’altro Meaux e la ville nouvelle di Marne-laVallé. A questo si affianca la realizzazione di un anello di tranvie e di sistemi di trasporto leggeri in sede propria per i collegamenti da periferia a periferia, che progressivamente permetterà agli abitanti delle banlieues di accedere ai centri amministrativi, industriali e commerciali senza dover attraversare Parigi; in particolare si distinguono la linea tranviaria 1, a nord, fra i comuni di SaintDenis e Bobigny, entrata in funzione recentemente; la Tvs (Tram Val de Seine) o tram 2, a ovest, tra la Défense e i comuni di Saint-Cloud e IssyPlaine, attualmente in fase di sviluppo; il Tvm (Trans Val de Marne), linea di autobus in sede interamente protetta prevista nel sud-est della regione. ENZO PORCU Nel 1997 la nuova linea metropolitana di Parigi, il Météor (acronimo di “Metro Est-Ouest Rapide”) impiegherà 11 minuti per attraversare il centro cittadino. Sarà la tappa più significativa di un programma di sviluppo del trasporto pubblico nella regione parigina, orientato a migliorare i collegamenti con le diverse villes nouvelles realizzate nei decenni scorsi attorno alla capitale e a creare ex novo un sistema anulare di trasporto che metta in comunicazione fra loro i comuni della cintura periferica (la banlieue), senza attraversare la città . Una vera rivoluzione, che supera il tradizionale schema di collegamenti radiali convergente sul centro. Il programma - che ha come orizzonte il 2015 ma prevede una serie di realizzazioni entro i prossimi due anni - si basa essenzialmente su una serie di linee ferroviarie e metropolitane: il Météor, appunto, e il prolungamento delle diverse linee della ferrovia regionale (Rer) fra le quali spiccano l’estensione verso sud della linea D, verso Melun e Il sistema anulare dei trasporti di Parigi, parte integrante dello schema direttore della regione Ile-de-France per il 2005. KINEO 12 1996 84 Sopra, veduta della periferia nord di Parigi con la linea del tram 1 realizzata recentemente. PA R I G I TRASPORTO PUBBLICO IL MÉTÉOR. Il Météor è la quattordicesima linea di metropolitana di Parigi e probabilmente l’ultima all’interno dell’area urbana. Si tratta della prima linea completamente automatica, senza conducente a bordo, che ha il vantaggio, fra l’altro, di poter variare il numero dei convogli secondo le esigenze di traffico. Un sistema ad alta tecnologia che ha l’ambizione di diventare una vetrina delle capacità operative della Ratp, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico della capitale francese. La linea - quasi 20 chilometri dalla porta di Gennevilliers, a nord di Parigi, fino alla Maison Blanche, uno dei quartieri più densamente popolati a sud della capitale francese - punta sia a risolvere il problema del sovraccarico del tratto centrale della linea A della Rer, su cui transitano 62 mila passeggeri nelle ore di punta, sia a favorire lo sviluppo del polo di attività a sud della Gare de Lyon, lungo la Senna, dove sono state realizzate importanti sedi ministeriali (ministero delle Finanze), spazi per uffici e per lo svago (i giardini e il palazzo dello sport di Bercy) ed è in costruzione la nuova sede della biblioteca nazionale e molti altri edifici. IL TRACCIATO. La realizzazione della linea è prevista per tappe successive, la prima delle quali vede l’entrata in servizio entro il 1997 del tratto centrale, lungo sette chilometri. La stazione Tolbiac-Masséna, non lontano dalla futura biblioteca di Francia, è il capolinea meridionale della prima fase di realizzazione, dove si effettua l’interscambio con la linea C della Rer e con l’eventuale prolungamento della linea 10 del metrò. Dopo l’attraversamento della Senna e la stazione Dijon, la linea giunge alla stazione ferroviaria di Bercy, servendo il palazzo dello sport, il ministero delle finanze e la stazione Sncf, oltre alla linea 6 del metrò. Il passo successivo è la Gare de Lyon, dove incrocia le due linee Rer A e D, la linea 1 del metrò e moltissimi percorsi di autobus. Proseguendo parallelamente alla Rer D, arriva a Châtelet, nodo di interscambio principale del trasporto pubblico cittadino; qui, a una profondità di 24 metri, si effettuano le corrispondenze con le linee A, B e D della Rer e con le linee 1, 4, 7 e 11 del metrò. Il primo tratto del Météor termina infine alla stazione Madeleine, e con la sua entrata in funzione si calcola che permetterà di ridurre di circa otto mila passeggeri l’ora, per direzione, il carico sulla linea A del Rer. La tappa successiva, entro il Duemila, prevede il prolungamento da Madeleine alla vicina stazione di Saint Lazare, punto nevralgico dei trasporti ferroviari parigini. In alto, schema della rete della ferrovia regionale veloce (Rer) della capitale francese. KINEO 12 1996 LA COSTRUZIONE DEL TRACCIATO. La linea è costituita da una galleria a doppia via lunga 4.550 metri e con un diametro interno di 7,50 metri. Lo scavo avviene tramite il cosiddetto “tunnelier”, un moderno sistema di escavazione/costruzione simile a quello utilizzato per il tunnel sotto la Manica, che lavora a foro cieco (con un basso impatto sul tessuto urbano soprastante) e verrà smontato e riportato in superficie solo alla fine dei lavori. Il tunnelier è una macchina lunga 82 metri, per un peso totale di mille tonnellate, con uno scudo di 8,60 metri di diametro, in grado di operare a una velocità di 250 metri al mese. La sua guida avviene per mezzo del laser e di un sistema di pilotaggio automatico capace di correggere continuamente il tracciato in funzione della reale posizione della macchina. Con il progredire dello scavo, che avviene da est ad ovest ad una profondità di 25 metri, il tunnelier posiziona anche il rivestimento definitivo della galleria, formato da anelli in calcestruzzo armato, composti ciascuno da otto elementi prefabbricati larghi un metro e 60 centimetri per 40 centimetri di spessore (in totale saranno posati 21 mila elementi). Pianta delle nuove infrastrutture di trasporto a Parigi previste dal Contratto di Piano StatoRegione 1994-1998. 85 In alto, grafico del finanziamento del Météor e scheda economica della seconda linea del tram di Parigi. RATP AUDIOVISUEL PA R I G I Al centro, sequenza di costruzione del tunnel sotto la Senna. Sezione trasversale della stazione “Pyramides”. KINEO 12 1996 Particolare del modello e, sopra, vista prospettica del nodo di collegamento verticale della stazione “Madeleine”. 86 In alto, particolare del “tunnelier”, il moderno sistema di escavazione/ costruzione utilizzato per la realizzazione della linea. PA R I G I TRASPORTO PUBBLICO RATP AUDIOVISUEL Il tracciato del Météor sottopassa sette linee di metropolitana, quattro parcheggi sotterranei, il collettore delle fognature (incrociato due volte), i due tunnel della linea B del Rer e, infine, la Senna. L’attraversamento del fiume è realizzato mediante quattro cassoni sommersi in calcestruzzo precompresso, lunghi 33,80 m, deposti in un solco scavato nel letto del fiume. I cassoni sono fabbricati in loco su una piattaforma mobile, messi in acqua e successivamente trasportati sopra il luogo definitivo; l’immersione e la posa nell’apposito solco avviene tramite il riempimento con acqua dei tre contenitori-zavorra di cui sono dotati. Dopo il posizionamento sono collegati tra loro con giunti a tenuta stagna e poi bloccati da una colata di calcestruzzo che permette un perfetto isolamento. LE STAZIONI. La nuova linea del metro offrirà ai viaggiatori stazioni dove le luci, i colori e gli spazi assicureranno confort e sicurezza, e saranno tutte predisposte per l’accesso ai disabili. Le biglietterie funzioneranno da sale d’attesa e centri d’informazione; inoltre grazie a dei corridoi corti e spaziosi, la circolazione all’interno della stazione e le corrispondenze con le altre linee si effettueranno rapidamente. L’accesso alle banchine avverrà tramite un mezzanino dal quale si possono vedere i binari. Come per tutti i sistemi di trasporto automatici, senza In alto, profilo altimetrico e geologico della linea. personale a bordo, le banchine saranno dotate di porte che si aprono in sincronia con quelle dei treni, con lo stesso principio delle porte degli ascensori, al fine di evitare qualsiasi pericolo per le persone in attesa. IL MATERIALE ROTABILE. I veicoli del Météor, realizzati dalla Gec-Alsthom (mentre il sistema è della Matra Transport), saranno formati inizialmente da sei vetture in comunicazione tra loro, di cui quattro motrici, con una capacità di circa 720 passeggeri. A una velocità media di 40 chilometri orari, con un intervallo tra i passaggi di 105 secondi, il sistema assicura una capacità oraria di 25 mila passeggeri per direzione e un traffico annuo iniziale di circa 96 milioni di viaggiatori. In un secondo tempo la composi- Particolare del modello della stazione “Madeleine”, realizzato in scala reale, con in evidenza le porte di banchina. KINEO 12 1996 Pianta della linea del Météor con le sue diverse fasi di realizzazione. 87 PA R I G I RATP AUDIOVISUEL TRASPORTO PUBBLICO MATRA TRANSPORT zione sarà di otto vetture, portando la lunghezza del treno a 120 metri per 960 posti, la frequenza a 85 secondi e quindi la capacità oraria per direzione fino ad oltre 40 mila passeggeri. Le casse, in lega d’alluminio, saranno dotate di tre porte scorrevoli di grande ampiezza, mentre i carrelli a sospensioni pneumatiche permetteranno di ottenere un notevole confort. All’interno il mezzo sarà equipaggiato con aria condizionata, con sedili anti-lacerazione e con rivestimenti anti-graffiti, mentre la sorveglianza avverrà tramite telecamere. I viaggiatori avranno (in futuro) la possibilità di mettersi in comunicazione, ogni istante, con il posto di controllo e di comando centralizzato che, a sua volta, li potrà informare tramite altoparlanti. I passeggeri potranno infine circolare liberamente da una vettura ad un’altra grazie a uno speciale sistema di intercircolazione. Viste esterna e interna del veicolo automatico del Météor. In alto, veduta del Posto di controllo centralizzato della linea e, a destra, architettura generale del sistema. KINEO 12 1996 LEGENDA 1 - Video-sorveglianza dei treni 2 - Interfono 3 - Video-sorveglianza dei marciapiedi 4 - Interfono sui marciapiedi 5 - Porte parallele 88 6 - Pilota automatico a bordo 7 - Linea di trasmissione modulare 8 - Trasmissione suolo/bordo 9 - Segnalazione 10 - Pilota automatico fisso 11 - Posto di controllo centralizzato (Pcc) PA R I G I TRASPORTO PUBBLICO RATP AUDIOVISUEL/DÉPARTEMENT BUS la linea 2 dei tram di Parigi sarà la realizzazione più significativa della Ratp prima del Duemila. Il tracciato, che sfrutta una linea ferroviaria esistente, va dalla Grande Arche, fulcro del quartiere direzionale della Défense, al comune di Issy-Plaine, attraversando tutta la periferia occidentale di Parigi: otto comuni del dipartimento Hauts-de-Seine, che formano un tessuto urbano in continua crescita. Gli obiettivi sono quelli di modernizzare la linea ferroviaria Issy-Plaine - Puteaux, realizzare un adeguato servizio locale, migliorare l’accessibilità alla Défense, servire a sud i terreni liberati dalla Renault (dove è previ- sto un polo tecnologico a vocazione internazionale), e, infine, favorire un miglioramento della circolazione sulla rete viaria locale. Il progetto - approvato nel 1993, dichiarato di pubblica utilità l’anno successivo, e operativo, si prevede, per la fine del 1997 - consiste in una linea a scartamento standard, lunga 11,4 chilometri, con 13 stazioni (distanti fra loro, in media, poco meno di un chilometro), di cui quattro nuove rispetto a quelle (ferroviarie) già esistenti. RATP AUDIOVISUEL/DUPUY LA SECONDA LINEA DI TRAM. Dopo il Météor e la prima linea tranviaria tra Saint Denis e Bobigny, che registra oggi un particolare gradimento, In alto, pianta della linea 2 del tram di Parigi, che correrà su una linea ferroviaria sottoutilizzata nella periferia ovest. KINEO 12 1996 Veduta della linea e del tram a Issy Moulineaux. 89 Sopra, modello della stazione tipo. PA R I G I Si verranno così a creare nuove coincidenze con le linee A e C del Rer, con la linea 1 del metro, con le linee ferroviarie che fanno capo alla stazione SaintLazare e con molteplici linee di autobus, che a loro volta verranno riorganizzate. Inoltre a breve distanze vi saranno i capolinea dei metro 9, 10 e 12 e ulteriori stazioni ferroviarie. Una frequenza massima di quattro minuti e una velocità commerciale elevata (32 chilometri orari), permetteranno di spostarsi da un estremo all’altro del tracciato in 20 minuti, con una capacità oraria di 3 mila passeggeri per senso di marcia (contro un massimo di 1.500, nell’ora di punta, del precedente servizio ferroviario!). Il materiale rotabile, identico a quello in servizio attualmente sulla linea 1, sarà composto da 16 elementi del “tramway français standard”, il tram a pianale parzialmente ribassato prodotto dalla Gec-Alsthom e venduto in numerose città francesi. La capacità dei veicoli è di 178 passeggeri con 52 posti a sedere, che permette di prevedere un traffico giornaliero di 34 mila passeggeri. Il veicolo, costituito da un elemento articolato a due casse poggiante su tre carrelli, è lungo 29,4 metri e largo 2,3. Le stazioni saranno incustodite e gestite a distanza dal Pcl, il Posto di comando locale situato alla stazione Moulineaux-Billancourt, tramite telesorveglianza e un sistema di comunicazione audio con i passeggeri; saranno, inoltre, dotate di un riparo per i passeggeri e di distributori di biglietti automatici inseriti nell’arredo urbano della zona. La regolazione della linea sarà assicurata dal sistema di assistenza alla gestione tipo Altaïr (già presente sulla linea 47 di bus, vedi Kineo n. 10), che permette di mantenere costanti gli intervalli dei passaggi alle fermate e di informare i passeggeri sui tempi di attesa. RATP AUDIOVISUEL/DÉPARTEMENT BUS TRASPORTO PUBBLICO RATP AUDIOVISUEL/DÉPARTEMENT BUS I COSTI. Il costo totale previsto per il tram 2 è di circa 906 milioni di franchi (circa 270 miliardi di lire), dei quali 620 per le infrastrutture e 286 (circa 86 miliardi di lire) per il materiale rotabile. Il finanziamento è assicurato per il 29 per cento dallo stato, per il 43 per cento dalla regione Ile-de-France, per il 13 per cento dal dipartimento Hauts-de-Seine e per il 15 per cento da prestiti della Ratp e della Sncf. Luca Studer In alto, fotomontaggi con l’ambientazione delle stazioni “Bas-Meudon” e “Pont de Sèvres” Fotomontaggio della stazione “SuresnesLongchamp”. KINEO 12 1996 Fotomontaggio della linea al suo arrivo alla Défense. 90 NANTES TRASPORTO PUBBLICO I TRAM DI NANTES Nel panorama francese Nantes rappresenta una delle esperienze più interessanti fra le città che negli ultimi anni hanno affrontato il problema del traffico con la realizzazione di un moderno sistema tranviario, sia perché è stata la prima in ordine di tempo, agli inizi degli anni Ottanta, sia per la particolarità delle soluzioni adottate L’area urbana di Nantes, la più importante dell’ovest della Francia, occupa una posizione di cerniera fra la Bretagna e le regioni situate a sud della valle della Loira ed è, per numero di abitanti, al settimo posto fra le concentrazioni metropolitane francesi, dopo Parigi, Lione, Marsiglia, Lille, Bordeaux e Tolosa. Comprende 21 comuni con una popolazione complessiva di oltre 500 mila abitanti (250 mila quelli della città di Nantes) e si estende su un territorio di quasi 500 chilometri quadrati, con una densità di circa mille abitanti per chilometro quadrato. In quest’area la ripartizione modale registra oggi il 59 per cento su auto privata, il 14 per cento sul trasporto collettivo, il 22 per cento di spostamenti pedonali e il cinque per cento con mezzi a due ruote. La rete dei trasporti pubblici è utilizzata ogni anno da oltre 80 milioni di viaggiatori, di cui SEMITAN/CHRISTIAN BUISSON circa 33 milioni sulle due linee tranviarie di recente realizzazione, lunghe complessivamente 27 chilometri; in altri termini, un abitante dell’area metropolitana effettua mediamente 166 viaggi in un anno, e più di un viaggio su tre è effettuato utilizzando le linee tranviarie. UNA STRATEGIA DI AMPIO RESPIRO. Il sistema della mobilità dunque presenta risultati complessivamente positivi, ottenuti negli ultimi anni attraverso una strategia basata su tre linee guida principali: - la riduzione del traffico privato e il decongestionamento dell’area centrale attraverso interventi sul sistema della mobilità e scelte urbanistiche finalizzate; - il conseguente sviluppo prioritario della rete dei trasporti, basato sulla realizzazione di un moderno sistema tranviario e sulla integrazione fra l’utilizzo del mezzo privato e di quello pubblico, con la realizzazione di parcheggi di interscambio ai capolinea e lungo le linee tranviarie; - scelte urbanistiche e viabilistiche che hanno valorizzato complessivamente il sistema dei trasporti, con una particolare attenzione alla qualità dell’inserimento urbanistico del trasporto pubblico - significativo in proposito è l’esempio della tratta della linea tranviaria che si sviluppa lungo il fiume Edre - e alla destinazione di spazi protetti e qualificati per i pedoni e i mezzi a due ruote. La realizzazione di un sistema tranviario innovativo è di fatto il punto centrale di questa strategia di riassetto modale, che ha prodotto in sintesi tre risultati chiave: Veduta aerea del centro di Nantes con in evidenza il tracciato della linea 1 dei tram realizzata da pochi anni. KINEO 12 1996 91 TRASPORTO PUBBLICO NANTES - sono migliorate la vivibilità e la qualità complessiva della città, non solo per il decongestionamento delle zone centrali ma anche perché la realizzazione delle tranvie ha comportato significativi interventi di riqualificazione di parti significative del tessuto urbano, sia in centro che in periferia; - la rete dei trasporti (tram, autobus, parcheggi) consente di disporre di un elevato sistema di offerta, integrazione e qualità; - la realizzazione delle linee tranviarie ha migliorato i risultati gestionali sia in termini di mercato (più passeggeri trasportati) sia in termini di rapporto ricavi/costi della azienda che gestisce il servizio (la Semitan), considerando che nell’ultimo quinquennio la percentuale di copertura dei costi di esercizio mediante tariffe è passata dal 49 al 57 per cento. ed è stata completata nell’aprile del 1989; nel settembre del 1992 è stata invece attivata la prima tratta della linea 2, un anno dopo (settembre 1993) viene inaugurato un secondo tronco e, infine, nel 1994 è stata completata fino all’attuale capolinea nord (Orvault - Gran Val). Le due linee si sviluppano quasi completamente in sede riservata e protetta e sono dotate di sistemi di gestione dell’esercizio ed asservimento semaforico che garantiscono elevati standard prestazionali (capacità, comfort, frequenza) e di sicurezza (regolarità d’esercizio). Va segnalata inoltre la qualità di inserimento ambientale delle linee, in particolare: la linea 2 lungo il fiume Edre e nella zona universitaria; la linea 1 nella zona storica del Castello del Duca di Bretagna; l’intersezione fra le due linee nel cuore commerciale della città. Il sistema tranviario - sul quale sono in servizio 46 vetture a tre casse (la cassa centrale con pianale ribassato), con una capacita di 330 posti/vettura - è integrato da una rete di autobus urbani e suburbani e di parcheggi di interscambio efficacemente progettati (emblematico è quello alla fermata “Pirmil”). SEMITAN IL PROGETTO DEL TRAM. La rete tranviaria comprende due linee che si intersecano nell’area centrale della città: - la linea 1, lungo la direttrice sud ovest - nord est, da Beaujoire a Bellevue, si sviluppa per 12,6 chilometri, con 24 fermate e una velocità commerciale di 22, 3 chilometri orari; - la linea 2, lungo la direttrice nord ovest - sud, da Orvault - Gran Val a Trocardiere, si sviluppa per 14,4 chilometri, con 30 fermate e una velocità commerciale di 18,3 chilometri orari. Il tutto per 27 chilometri complessivi, realizzati progressivamente nell’arco di dieci anni. Infatti i primi studi di fattibilità della rete risalgono al 1978, e due anni dopo, nel 1980, è iniziata la progettazione e la costruzione. La prima tratta della linea 1 è entrata in servizio nel 1985 Pianta e, sopra, prospetto del tram in funzione a Nantes. KINEO 12 1996 COSTI E RITORNI ECONOMICI. Altro aspetto particolarmente interessante che emerge dall’esperienza di Nantes è l’efficacia del processo decisionale che ha portato alla realizzazione in tempi relativamente brevi del moderno sistema di trasporto. Efficacia del processo decisionale e della realizzazione resa possibile non solo da un articolazione amministrativa tipica dell’ordinamento francese e dalla volontà della comunità di Nantes, ma anche dalla capacità ope- Al centro, veduta della fermata di “Place Pirmil”, un importante polo d’interscambio lungo la seconda linea tranviaria. 92 TRASPORTO PUBBLICO SEMITAN SEMITAN/JACQUES PACOR NANTES In alto, pianta delle due linee e schema dei 21 comuni che compongono il distretto di Nantes, con il loro numero di abitanti. Veduta della linea 1 nel tratto di attraversamento del centro cittadino. KINEO 12 1996 In alto, sezioni tipo delle diverse configurazioni della linea: massicciata ferroviaria, via urbana con pavé o pietra. 93 Veduta aerea della stazione “Mairie de Doulon”, del tram 1, dove la linea è parallela ai binari della ferrovia. NANTES rativa della Semitan che ha gestito l’insieme del progetto, dalla progettazione dei tracciati alla scelta del sistema, alla ottimizzazione della gestione. Nel concreto questo ha reso possibile una programmazione funzionale dei lavori, con la realizzazione degli interventi in tempi ragionevoli e con un efficace controllo dei costi mediante un meccanismo di finanziamento dell’investimento che ha visto responsabilmente coinvolti i diversi attori istituzionali: la città di Nantes e i comuni dell’area, la Comunità amministrativa del territorio (Distretto) e lo Stato centrale. Il costo totale della linea 1 (12,6 chilometri) è risultato di 962 milioni di franchi (valori del 1991) con un costo di circa 76 milioni di franchi al chilometro. Quello della linea 2 (14,4 chilometri) è invece prossimo ai 1500 milioni di franchi, con un costo per chilometro di circa 105 milioni di franchi, tutto compreso: dalla progettazione al materiale rotabile alle tecnologie di controllo, all’attrezzaggio delle fermate. La differenza di costi fra le due linee dipende in parte dal fatto che sono state realizzate in tempi diversi ma soprattutto dal differente contesto urbanistico-territoriale nel quale sono state realizzate: mentre per gran parte della linea 1 si sviluppa su un tracciato di terrapieni, situati a volte a lato delle strade, la linea 2 attraversa il cuore di Nantes e della cittadina di Rezé, con presentato notevoli problemi di impatto urbanistico-ambientale e quindi con una serie di opere civili e tecnologiche resesi necessarie per contenerne gli effetti (armamento della via con soluzioni specifiche contro le vibrazioni, qualità dei rivestimenti, protezione della via e soluzioni per le intersezioni con la viabilità ecc.). La scelta strategica del tram moderno per l’area di Nantes ha prodotto ritorni positivi, anche sul piano della gestione: nel quinquennio 1989-1994 risultano particolarmente significativi gli incrementi dei passeggeri trasportati (+ 14 per cento), degli introiti da tariffa (+ 27 per cento) ma anche sul piano della gestione, con un miglioramento netto del rapporto ricavi tariffari/costi d’esercizio che nel 1994 ha raggiunto la soglia del 57 per cento. Il complesso di tali risultati ha determinato una riduzione in termini reali della sovvenzione d’esercizio (4,7 per cento nel quinquennio) SEMITAN/JACQUES PACOR TRASPORTO PUBBLICO Qui sopra e in alto, prospetto complessivo e prospetto e sezione della pensilina di una fermata tipo. KINEO 12 1996 LE PROSPETTIVE DI MEDIO-LUNGO PERIODO. Sulla base dei positivi risultati raggiunti, Nantes si prepara ad affrontare l’orizzonte del Duemila sulla base di uno schema direttore del trasporto collettivo, imperniato sullo sviluppo della rete tranviaria, che prevede la messa a punto degli studi di fattibilità relativi a: - una terza linea tranviaria di connessione fra la città di Nantes e i comuni di Saint Sebastien, Vertou e Basse-Goulaine lungo la direttrice sudest dell’agglomerato urbano; - il prolungamento verso ovest della linea 1, nell’area industriale e terziaria di Saint Herblain, con la realizzazione di un ampio parcheggio periferico; - un ulteriore prolungamento verso nord-est della linea 1, interessante la zona di Carquefou, Sainte Luce e Thouare; - il prolungamento verso ovest della linea 2 verso il comune di Bouguenais. Il tutto per ulteriori venti chilometri di linee che, realizzati in fasi successive, porteranno al sostanziale raddoppio della rete tranviaria di Nantes, passando dagli attuali 27 a un complesso di 47 chilometri. Gianni Scarfone Al centro, vista dall’alto di una fermata e dell’insieme di elementi che la compongono. 94 TRASPORTO PUBBLICO SEMITAN/JACQUES PACOR ENZO PORCU NANTES Veduta aerea e, sopra, planimetria e pianta del complesso direzionale della società di gestione del trasporto pubblico (Semitan) a Dalby, lungo la linea 1, che comprende gli uffici amministrativi e i depositi/officina per i tram e gli autobus. KINEO 12 1996 Al centro, particolare del deposito/officina per i tram. 95 Schema di gestione del servizio, che comprende l’asservimento dei semafori e l’integrazione con gli autobus. AUTOCOSTRUZIONE MEZZI LE ALI AUTOCOSTRUITE L’autocostruzione di aerei, elicotteri, palloni aerostatici o altre macchine volanti rappresenta un fenomeno relativamente recente, e nonostante il suo sviluppo, specie negli Stati Uniti, rimane legato non tanto alle possibilità di pochi fortunati ma alla passione per il volo, e solo accidentalmente può avere come fine il trasporto delle persone o delle cose L’autocostruzione o costruzione amatoriale di una macchina volante è nata negli Stati Uniti nell’immediato dopoguerra, come possibilità offerta a coloro che, amando il volo, non erano in grado di acquistarne una di produzione industriale. Subito dopo l’autocostruzione si è fatta strada in Francia e in Inghilterra, seguite poi da molti altri paesi del mondo occidentale, dall’Australia all’Italia (dove questa possibilità si apre dopo il 1975), fino a diventare un fenomeno di grandi dimensioni - con quantità che superano a volte la produzione industriale dei singoli paesi - con circa 100 mila macchine costruite negli Usa, 20 mila in Inghilterra, 20/30 mila in Francia, 10 mila in Germania. In Italia, dove il Club Aviazione Popolare (riferimento obbligato per i costruttori amatoriali) conta oltre 350 soci, le macchine in costruzione sono circa 250, di cui 50/60 già in funzione. Veduta in volo del “Vari Eze” autocostruito da Luca Castelfranchi. KINEO 12 1996 Il tutto sviluppatosi per scopi meramente culturali e sportivi e certamente non per scopi utilitaristici, come il trasporto, che se avviene questo è puramente casuale. I MODELLI. L’autocostruzione può essere fatta nei modi più svariati e interessare una vasta gamma di macchine volanti: dai palloni aerostatici ai dirigibili, dagli alianti e motoalianti agli aeroplani anfibi e terrestri, fino agli elicotteri. Chi ha le competenze per farlo parte dal progetto, disegnandosi una macchina tagliata sulle proprie esigenze di divertimento, ma è una ristretta minoranza. Chi non lo è, cioé quasi tutti, può scegliere fra un’infinità di modelli presenti sul mercato, acquistando i disegni e costruendo via via la macchina con materiali grezzi, oppure par Particolare del manuale di 200 pagine che rappresenta l’unica documentazione per costruire il “Vari Eze”. 96 AUTOCOSTRUZIONE tendo da un kit di costruzione. Di questi ultimi esistono vari tipi con diversi livelli di complessità: vi sono kit ad altissima prefabbricazione, dove il lavoro è abbastanza semplificato, e altri più semplici, poco più di una cassa di materiale grezzo, che comunque contiene l’insieme degli elementi necessari e non occorre perdere tempo nel recuperarli (il pezzo di legno, la ranella, il bullone, la resina, il tessuto ecc.). Nella stragrande maggioranza (e alcuni paesi lo pongono come vincolo) si tratta di aerei non più grandi di un biposto. Il mercato mondiale offre la possibilità di scegliere fra diverse centinaia di modelli, e ogni anno ne nascono di nuovi, sempre più moderni. I più diffusi sono del tipo Canard e il “Lancair” della Neico Aviation. Quest’ultimo, apparso all’inizio degli anni Ottanta è un aereo convenzionale - con motore avanti, ala a metà e coda dietro - che esemplifica la gamma del 99 per cento degli autocostruiti. La formula Canard, divulgata negli anni Settanta da Burt Rutan, ex ingegnere Nasa, presen In alto, vista del “Vari Eze” di Luca Castelfranchi durante la costruzione e particolare del pannello degli attrezzi. Particolare della sagomatura del supporto in poliuretano espanso per una delle alette anteriori. KINEO 12 1996 MEZZI ta una forma aerodinamica originale, studiata per essere naturalmente stabile e caratterizzata da una coppia di piccole ali sul muso che si aggiungono alle ali vere e proprie, situate nella parte posteriore, dove si trova anche il motore. Ma oltre agli aerei moderni il mercato offre anche la possibilità di autocostruire vecchie macchine, ed esistono kit di costruzione di repliche di aerei storici, dal “Flyer” dei fratelli Wright al triplano Fokker Dr5 di Manfred von Richtofen, allo S.V.A. usato da Gabriele D’Annunzio nel volo su Vienna. LA TECNOLOGIA IMPIEGATA. Le macchine volanti fatte in casa sono realizzate con una molteplicità di materiali. I palloni aerostatici ad aria calda (gli aerostati veri e propri, riempiti di elio, difficilmente possono essere prodotti a livello amatoriale) sono fatti di un tessuto speciale opportunamente cucito e nastrato sulle cuciture, per resistere da un lato al calore della fiamma, e dall’altro alla pressione atmosferica. In campo aeronautico - aerei ed elicotteri - le tecnolo Al centro, il “Vari Eze” finito mentre rulla verso la pista per alzarsi in volo. 97 AUTOCOSTRUZIONE MEZZI g i e s o n o essenzialmente tre: - l’interamente in legno con rivestimento in tela; - l’interamente metallico in lega leggera; - la struttura mista, che può vedere ad esempio l’uso di tubi d’acciaio saldati per il traliccio di fusoliera e il legno o la lega leggera per le ali, oppure può essere in composito, cioé fibre fissate con resine su materiali di supporto, dove non esiste un telaio, ma è il rivestimento stesso ad essere la parte strutturale. Non si tratta comunque di tecnologie complesse, perché anche il composito, che è di recente introduzione (si è sviluppato negli ultimi venti anni) risulta spesso di più semplice utilizzo dell’acciaio saldato o della lega leggera, che invece sono più difficili da lavorare. del lavoro, passo dopo passo, con tante indicazioni scritte e diversi schizzi a mano libera, in cui si descrive il pezzo da realizzare, si danno le dimensioni e poi si spiega: “... prepara sul tavolo gli attrezzi A, B e C, e i materiali X, Y e Z; prendi poi la lamiera di questo tipo, piegala in quel punto a 90 gradi, dagli due martellate sul lato sinistro e fagli un foro qua; poi otterrai il pezzo che ti serve.” Oppure, nel caso del composito: “... sagoma il supporto così, poi prendi il pennello con la mano destra e con la mano sinistra stendi i tessuti in questo modo impregnandoli con la resina, e otterrai il pezzo.” Per il “Lancair”, distribuito in kit, il concetto è molto simile, perché pur disponendo di molti elementi prefabbricati, l’insieme va costruito pezzo dopo pezzo con l’aiuto e secondo le modalità indicate dal manuale. Tutto è quindi legato alla manualità di chi intraprende il lavoro, alla sua capacità di leggere, capire e interpretare disegni e manuali, oltre che alla disponibilità degli attrezzi e degli spazi necessari e, cosa non indifferente, del tempo da dedicarvi. Un aereo si può realizzare in tre anni, ma anche in 15, o mai: solo il cinquanta MANUALI, MANUALITÀ E TEMPI. Come già detto la realizzazione di una macchina volante parte o dai disegni o da un kit, ma in realtà si è quasi sempre davanti a manuali di costruzione piuttosto che a disegni tecnici veri e propri. Per il Canard “Vari Eze” (che significa “molto facile”!) messo a punto da Burt Rutan - pioniere di una nuova forma di insegnare - è disponibile un manuale di 200 pagine e sette tavole di disegni, niente altro. In questi manuali l’autocostruttore viene accompagnato nelle diverse fasi In alto, vista della scatola di montaggio del “Lancair 235” acquistato da Danilo Pellizzari e Giuseppe Sozzi. Esploso degli elementi che compongono il kit del “Lancair 235”. KINEO 12 1996 In alto, particolare dell’assemblaggio degli elementi delle ali forniti dal kit. 98 Profilo longitudinale dell’aereo, ridisegnato da Pellizzari e Sozzi sulla base dei disegni forniti con il kit. AUTOCOSTRUZIONE MEZZI per cento di chi comincia termina l’opera, spesso a causa di problemi più umani che tecnici (la famiglia, il lavoro, il lungo tempo necessario ecc.), perché questo è un lavoro che richiede molto tempo e molta costanza, e va fatto in modo serio in quanto il pericolo può essere elevato se si commettono leggerezze o improvvisazioni, o si opera con non sufficiente competenza. Questo non significa però che si tratti di un fenomeno elitario, per pochi esperti; anzi, si può dire che è alla portata di tutti, a condizione che venga affrontato con la dovuta umiltà. E non contano nemmeno le disponibilità finanziarie: fra gli autocostruttori italiani vi sono piccoli impresari, professionisti e dirigenti industriali, ma anche operai. I COSTI. Negli ultimi 10/15 anni i costi di autocostruzione di una macchina volante sono enormemente lievitati, ma rimangono comunque bassi: il “Vari Eze” di Burt Rutan, alla sua apparizione sul mercato, nel 1975, costava 60 dollari per l’acquisto del manuale e 400 mila lire (in totale) in utensili, ai quali andavano aggiunte le spese per l’acquisto dei materiali grezzi. Oggi la realizzazione di una macchina seria, dotata di tutti i certificati di aeronavigabilità, ha un costo variabile fra i 20 e i 100 milioni di lire, naturalmente senza considerare le ore impiegate nel costruirla. Un aereo abbastanza avanzato e sofisticato, e con prestazioni notevoli, come un moderno “Lancair”, non supera i cento milioni, dei quali 40/50 per l’acquisto del kit, 20/30 per il motore e 15 per una buona avionica. Inoltre, per quanto riguarda In alto, vista dello spazio di lavoro durante alcune fasi della costruzione. KINEO 12 1996 l’operatività, questi aerei sono in genere mezzi veloci (250 chilometri orari) e a basso consumo (dai 10 ai 30 litri/ora). NORME E REGOLAMENTI. In Italia, la progettazione e la costruzione di una macchina volante, qualunque essa sia (amatoriale o industriale), è sorvegliata da un ente apposito - il Registro aeronautico italiano (Rai) - che segue tutte le fasi di realizzazione e rilascia il Certificato di navigabilità speciale (Cns) attribuito a tutti i mezzi aerei sperimentali (come sono appunto considerati gli autocostruiti). Ad esso, prima di iniziare, va inoltrata la domanda di sorveglianza tecnica, mentre al ministero dei Trasporti (per la precisione a Civilavia) si notifica l’inizio della costruzione e si fa richiesta della matricola di identificazione (che in Italia inizia con “I” più quattro lettere a scelta). Prima di cominciare, il Rai verifica i titoli aeronautici e le conoscenze di chi vuole costruire l’opera, oltre che la documentazione tecnica, l’attrezzatura e i locali dove la macchina verrà realizzata; durante la costruzione provvede poi a una serie di controlli, secondo un calendario concordato, corrispondente alle fasi principali del lavoro. Quanto a collaudare in volo ciò che si è realizzato, il costruttore deve possedere la licenza di pilota privato, Particolare del manuale del “Lancair”, riscritto in italiano da Pellizzari e Sozzi, con una delle (poche) illustrazioni, che 99 nello specifico riguarda la costruzione dell’ala, con la trave centrale e le centine, e la dima della sua estremità. MEZZI AUTOCOSTRUZIONE avere almeno 150 ore di volo alle spalle e, naturalmente, il nulla osta tecnico rilasciato dal Rai. Il Certificato di navigabilità speciale viene poi emesso, sempre dal Rai, dopo l’effettuazione dei voli-officina, con esito positivo, secondo un programma concordato di prove. Va notato che per i mezzi da commercializzare il Rai rilascia un Certificato di navigabilità (Cn), che attesta come il mezzo abbia dimostrato la rispondenza a un particolare regolamento tecnico, nel quale sono definite le caratteristiche delle macchine giudicate idonee ad essere aeronavigabili. Per gli autocostruiti invece non è richiesta la dimostrazione di rispondenza ad alcun regolamento, ed è responsabilità del costruttore utilizzare questa macchina; il Registro aeronautico, per gli autocostruiti, si limita a verificare la corretta esecuzione del lavoro che, naturalmente, deve avvenire secondo le migliori tecniche aeronautiche. Per questo gli autocostruiti non possono essere venduti, salvo casi particolari, cioé quando l’acquirente è un’altra persona che dimostra di essere un costruttore amatore, cioé, come minimo, di sapere effettuare la manutenzione della macchina: se gli aerei certificati sono soggetti a manutenzioni giornaliere, periodiche-temporali (ogni determinato tempo) e periodiche per impiego (dopo un certo numero di ore di volo) effettuate da una azienda certificata, la manutenzione di un’autocostruito è affidata interamente al costruttore, che deve programmarsi ed è il solo autorizzato a farla, sempre su certificazione del Rai. Quanto all’impiego, un autocostruito non può fare lavoro aereo (fotografia aerea, traino di striscioni, trasporto pubblico di merci e passeggeri ecc.) e deve portare, in modo visibile, una targa che dichiari che è una costruzione amatoriale e che non è stata verificata la rispondenza ad alcun regolamento di aeronavigabilità. Gli autocostruiti sono comunque macchine volanti a pieno titolo, come qualsiasi altro mezzo prodotto dall’industria, e non vanno confusi con i cosiddetti “ultraleggeri”, che le leggi italiane non considerano aeromobili ma “attrezzi sportivi” con molte limitazioni: non hanno il Cns e quindi non possono atterrare negli aeroporti ma solo su aviosuperfici (piste erbose o altro); non possono volare in spazi aerei controllati; hanno un limite di peso (non oltre i 450 chilogrammi per i biposto e 300 per i monoposto); la loro velocità minima di sostentamento deve essere inferiore ai 65 chilometri orari; infine, non possono volare a quote oltre i 300 metri dal suolo. Mario Puppi. Il “Lancair 235” di Danilo Pellizzari e Giuseppe Sozzi dopo il montaggio del motore. L’aereo completato e certificato dal Registro aeronautico italiano. KINEO 12 1996 Al centro, particolare della barra di comando del “Lancair” di Pellizzari e Sozzi, modellata sulle mani dei piloti. 100 AUTOCOSTRUZIONE MEZZI L’AUTOCOSTRUZIONE DEGLI ELICOTTERI AGUSTA L’autocostruzione di elicotteri è un fenomeno abbastanza limitato, ristretto a poche persone, perché si tratta di macchine molto complesse, completamente differenti dall’aereo sia nella concezione che nelle modalità di pilotaggio. Esistono anche scatole di montaggio, che comportano però una preparazione tale da richiedere l’intervento di persone altamente specializzate, o addirittura la partecipazione di una azienda che già opera nel settore. Non dissimile è la ricostruzione di vecchi modelli, della quale ho un’esperienza diretta avendo ricostruito recentemente, partendo da un rottame, un Agusta-Bell AB47 appartenuto all’Arma dei Carabinieri: un elicottero che è fra le pietre miliari della storia di questi mezzi, primo modello prodotto dall’Agusta, negli anni Sessanta, su licenza Bell, e fra i primi sviluppati dalla casa statunitense. In questo caso si deve comunque parlare di costruzione, perché la “ricostruzione” può essere effettuata solo da un’azienda certificata; quindi l’elicottero crealizzato insieme a due amici è ufficialmente un modello nuovo, sperimentale (quindi non AgustaBell né tanto meno Bell), denominato CG 47 TT, una sigla che riprende le iniziali del nome dei costruttori. In realtà è stata una ricostruzione fedele, integrata da diversi miglioramenti; il rottame è stato smontato, ricostruito nei pezzi mancanti e rinnovato attraverso la sostituzione delle componenti usurate o inadeguate. Il tutto in quattro mesi di lavoro, sette giorni su sette, aiutati da numerosi tecnici del settore o appassionati. La costruzione è avvenuta su autorizzazione e sotto il diretto In alto, foto di uno dei primi AB47 realizzato negli anni Sessanta dalla Agusta su licenza della statunitense Bell. KINEO 12 1996 controllo del Registro aeronautico italiano (Rai), che ha valutato non solo la fattibilità del progetto, ma anche le capacità di chi avrebbe dovuto realizzarlo: oltre a me, che ho alle spalle più di mille ore di volo sugli elicotteri e ne ho avuto già uno simile, la costruzione è stata portata avanti dall’ing. Piantanida, che ha lavorato 15 anni nel settore sperimentale dell’Agusta e oggi è il Quality Manager di diverse aziende del settore, e dall’amico Ghiringhelli, anche lui con molti anni di esperienza nell’Agusta; in pratica un pool di persone con notevoli conoscenze nella costruzione e nel pilotaggio di degli elicotteri. Quanto al bilancio economico, essendo fatti autonomamente, gli autocostruiti hanno in genere costi molto contenuti. Se una macchina normale va dai 200 milioni di lire di un Robinson a diversi miliardi per i modelli più o meno grandi, gli autocostruibili in scatola di montaggio (come ad esempio il Ch7, un monoposto con motore a due tempi da 65 cavalli disegnato dall’ingegnere argentino Cicaré, il cui kit è abbastanza completo ed è praticamente solo da montare) hanno un costo dell’ordine di alcune decine di milioni (il Ch7, in particolare, costa circa 60 milioni). L’ordine di grandezza per il CG 47 TT, invece, è di poche decine di milioni: il rottame è costato 15 milioni di lire, e pochi di più ne sono stati necessari per la realizzazione, il controllo e certificazione dei pezzi e delle apparecchiature; gli strumenti principali, ad esempio, su richiesta del Rai, sono stati revisionati e certificati da una azienda specializzata, così come i magneti e il carburatore. Giorgio Pirovano Un elicottero ultraleggero Ch7 presente a una manifestazione di autocostruiti all’aeroporto di Bresso (MI). 101 GUGLIELMO ZAMBRINI CONTRIBUTI Un ricordo di Guglielmo Zambrini Come omaggio a Guglielmo Zambrini, uno dei maggiori conoscitori del mondo dei trasporti che ci ha lasciato da pochi mesi, Kineo presenta due dei suoi più brillanti editoriali, pubblicati sulla rivista “Strade e Traffico” nel settembre 1969 e nel gennaio 1970 KINEO 12 1996 102 GUGLIELMO ZAMBRINI KINEO 12 1996 103 CONTRIBUTI GUGLIELMO ZAMBRINI CONTRIBUTI KINEO 12 1996 104 A E R O P O RT I intervento procede L’ secondo un concetto modulare aperto, comprendente quattro moduli longitudinali identici, organizzati lungo un asse nord-sud al centro del sistema delle piste, organizzato in due coppie di piste parallele, una a est e l’altra a ovest. Il principio fondamentale del progetto è la flessibilità, per consentirne lo sviluppo per tappe successive, così che le installazioni aeroportuali possano adattarsi progressivamente allo sviluppo del traffico aereo della regione. Il piano aeroportuale da inoltre una grande importanza alla presenza degli elementi naturali che si trovano nel recinto dello scalo, attraverso la creazione di spazi destinati a bacini d’acqua e giardini, riconciliando così IL PROGETTO DELL’AEROPORTO DI SHANGHAI PUDONG Vincitore di un apposito concorso di idee per la realizzazione del terminal passeggeri del nuovo scalo della città cinese, che ambiziosamente si pone oggi in concorrenza con Hong Kong, il progetto messo a punto da Paul Andreu e dalla Adp - Aéroports de Paris propone un complesso modulare con una capacità iniziale di 20 milioni di passeggeri annui,ottenuta al completamento della prima fase prevista per il 2005, e ben 70 milioni di passeggeri nell’assetto conclusivo. l’ambiente con la tecnica e la modernità delle installazioni. IL PIANO GENERALE. L’impostazione del nuovo impianto combina elementi statici e quelli dinamici, compo- nenti funzionali e amenità. Il cuore del sistema è una estesa corte quadrata, quasi completamente coperta e permeata da una rigogliosa estesa di piante. In essa e sopra di essa si sviluppano i percorsi Veduta aerea del nuovo aeroporto di Shanghaï progettato da Paul Andreu (Adp). In alto, particolare degli edifici dell’aerostazione e della grande area a verde che li circonda. KINEO 12 1996 105 NOTIZIE interni, da e per gli edifici dell’aerostazione, disposti lungo i suoi due lati est e ovest, e lungo l’asse centrale si sviluppano le infrastrutture stradali e ferroviarie d’accesso. Di fatto il progetto propone questa massa verde come il fronte principale dell’aeroporto, che in questo modo non appare come un edificio o un insieme di volumi o, come spesso avviene, come un parcheggio, ma agli occhi dei visitatori si presenta come un grande giardino. Il carattere squisitamente naturale di questo approccio è rafforzato dalla presenza di ampi bacini d’acqua che richiamano la presenza del mare (molto vicino), uno quadrato e l’altro rettangolare, disposti lungo l’asse centrale del complesso, all’esterno del grande quadrato A E R O P O RT O D I S H A N G H A I NOTIZIE verde, al centro dei quali corrono i viadotti stradali e ferroviari d’accesso. I bacini sono in sostanza un elemento di mediazione fra l’esterno dell’aeroporto e il suo cuore verde, come a proporre una mediazione, un progressivo distacco dal territorio circostante, secondo uno schema che Paul Andreu ha proposto recentem e n t e anche per il terminal francese del tunnel sotto la Manica. I bacini, inoltre, concorrono a rendere ben visibili ed espliciti i percorsi d’accesso, così come chiara e facilmente identificabile è la circolazione interna all’aerostazione. La corte verde, delimitata da pareti (per rafforzarne l’immagine di spazio ben preciso e definito per forma e funzione), presenta, a partire dall’asse centrale, la stazione ferroviaria, gli edifici del traffico aereo, un albergo, gli edifici di ser- vizio, i parcheggi multipiano, le aree di sosta degli autobus e, infine, il corpo centrale con la hall d’imbarco. IL TERMINAL PASSEGGERI. Il modulo tipo dell’aerostazione comprende un l’aeroporto dovrebbe essere operativo già nel 1999) comprende due moduli collocati simmetricamente ai due lati est e ovest della corte verde. Gli edifici dell’aerostazione sono concepiti per la massima semplicità di corpo centrale, articolato su due livelli principali, lungo 500 metri e largo 170, collegato mediante passerelle vetrate a una grande galleria d’imbarco lunga e stretta (1.500 metri di lunghezza) nella quale si trovano 34 aree d’imbarco/sbarco collegate direttamente agli aerei. Il complesso previsto per la prima fase (prevista per il 2005, ma orientamento e gestione dei flussi, nei quali raramente i passeggeri devono passare da un livello all’altro. L’insieme presenta inoltre estese superfici vetrate, grazie alle quali gli spazi sono abbondantemente illuminati di luce naturale, e i passeggeri hanno un continuo contatto visivo diretto con l’esterno, con gli aerei e gli alberi. COPERTURE E PARETI. Gli elementi principali che compongono la struttura degli edifici sono tre: uno zoccolo in cemento armato contenente tutti gli impianti (bagagli, condizionamento, elettricità, informatica); pareti prevalentemente in vetro; tetti leggeri in acciaio. I tetti sono concepiti in modo semplice ed economico, a sezione curva, disegnati come petali di un fiore, o come le ali di un uccello che si l i b r a nell’aria (staccate dal suolo, rappresentato dallo zoccolo in cemento). Il loro orientamento cambia di zona in zona, segnando da un lato l’apertura sulle strade e l’insieme degli accessi, e dall’altro la facciata sul lato aria. Le facciate, trasparenti, sono inclinate per essere più chiare, più luminose, e al tempo stesso permettere di controllare l’apporto energetico dei raggi solari. Sopra, piano generale dell’aeroporto, concepito secondo uno schema modulare che ne consente lo sviluppo per fasi successive mantenendo inalterata l’unità architettonica e l’operatività dei singoli terminal. Sezione trasversale di uno dei terminal passeggeri, che rappresenta il modulo base per lo sviluppo dell’aerostazione. KINEO 12 1996 106 A E R O P O RT O D I S H A N G H A I pianta partenze Pianta del livello arrivi e, sopra, del livello partenze. KINEO 12 1996 107 NOTIZIE A E R O P O RT I NOTIZIE l progetto di amplia-Ipasseggeri mento del terminal dello scalo bergamasco, che ha visto il una prima fase importante con l’apertura di un primo lotto nel 1990 (vedi Kineo n.1, aprile 1993), prevedeva la creazione di nuove superfici operative per l’insieme delle funzioni legate al traffico nazionale e internazionale dell’aeroporto, oltre alla creazione di spazi appositi per gli uffici dei diversi enti di controllo e organi di polizia, della società di gestione (Sacbo) e delle compagnie aeree, nonché aree di servizio per i passeggeri e sistemi tecnologici. LA NUOVA AEROSTAZIONE. L’edificio si sviluppa immediatamente a lato del vecchio terminal. L’organizzazione planimetrica ha una forma a COMPLETATA L’AEROSTAZIONE PASSEGGERI DI ORIO AL SERIO Con l’apertura al traffico, nel gennaio scorso, del secondo e ultimo lotto della nuova aerostazione passeggeri, progettata da Francesco Angarano con la collaborazione della Spi Società Progettazioni Integrali, si è concluso dopo sei anni di lavori il programma di ampliamento infrastrutturale dello scalo passeggeri di Bergamo - Orio al Serio, terzo in ordine di importanza del sistema aeroportuale milanese e lombardo “esse aperta” che consente sia la riduzione delle distanze dal piazzale aeromobili, sia l’ampliamento delle superfici disponibili per gli spazi operativi e la viabilità interna. Il nuovo complesso, che si sviluppa in orizzontale, è articolato su due livelli principali: al piano terreno sono collocate tutte le funzioni per il transito dei passeggeri, con la netta separazione dei flussi fra Pianta del piano terra del terminal passeggeri di Orio al Serio e, sopra, veduta dell’area ritiro bagagli e dell’ingresso principale. KINEO 12 1996 108 i passeggeri in arrivo e quelli in partenza; al primo piano ospita gli uffici della direzione aeroportuale, delle compagnie aeree, della società di gestione, il ristorante, la cucina, il locale tecnologico e la sala per le lunghe attese; a un piano intermedio si trovano il bar e i negozi, mentre nel sottosuolo vi sono i depositi e le zone tecnologiche. Complessivamente, l’aerostazione passeggeri dispone oggi di oltre 12 mila metri quadrati, dei quali più di 8 mila al piano terreno, 2.700 al primo piano, circa 400 all’ammezzato e 1.200 nel sottosuolo. A E R O P O RT I el luglio scorso si è N riunita a Milano la Commissione Cristophersen (il gruppo di lavoro, della Direzione VII dell’Unione Europea, competente sulle grandi opere) che ha dato parere positivo al progetto Malpensa 2000). Contestualmente, il ministero dei Trasporti italiano ha fissato la ripartizione dei voli sui due aeroporti milanesi: a Linate rimarranno soltanto i servizi con più di due milioni di passeggeri per anno (in pratica solo il servizio Milano-Roma) mentre tutti gli altri saranno trasferiti obbligatoriamente a Malpensa. Ciò dovrebbe avvenire in tempi brevi (inizio 1998), ben prima della fine dei lavori per le opere stradali e ferroviarie di accesso a terra. Questo trasferimento forzato è visto come condizione indispensabile per trasformare Malpensa in un aeroporto hub, capace di concentrare domanda sufficiente a sostenere un significativo incremento di connessioni dirette di lunga e media distanza (per rete hub and spokes mozzo e raggi - si intende una struttura in cui il traffico è concentrato da tutti gli spokes su un hub, dal quale prosegue, su aerei in coincidenza, verso lo spoke che porta alla destinazione finale). Partendo da queste premesse, il Working Committee dell’Ibar ha commissionato alla Trt Trasporti e Territorio uno studio che verificasse se l’opzione dello spostamento forzato di tutti i voli non comporti effetti negativi in termini di welfare, cioè di variazioni di costi e benefici sociali (tempo e costo per i passeggeri e impatti sull’ambiente), e NOTIZIE I VOLI SU MILANO DA LINATE ALLA GRANDE MALPENSA? Uno studio commissionato recentemente dall’Ibar (l’organismo che rappresenta le compagnie aeree straniere operanti in Italia) permette di verificare, per la prima volta, se lo spostamento forzato da Linate a Malpensa di tutti i voli a esclusione di quelli tra Milano e Roma, non comporti effetti negativi in termini di variazioni di costi e benefici sociali e di competizione, cioé di discriminazione tra le compagnie aeree che attualmente utilizzano il sistema aeroportuale milanese COSTI E BENEFICI DEL TRASFERIMENTO FORZATO DEI VOLI DA LINATE A MALPENSA, E BENEFICI NETTI (in miliardi di lire)* Costi di accesso dei quali: costi tempi Benefici ambientali Benefici da voli diretti Benefici da riduzione dei ritardi Benefici netti 1998 455.2 127.9 327.3 1999 433.8 124.4 309.4 2000 455.7 130.7 325.0 3.7 202.8 3.7 207.2 3.7 212.4 104.9 -143.9 137.7 - 85.3 173.1 - 66.6 * Fonte: Trt Trasporti e Territorio, Milano di competizione, cioè di discriminazione tra le compagnie aeree che utilizzano il sistema aeroportuale milanese. GLI SCENARI DI STUDIO. Per determinarne i costi e i benefici sociali, lo scenario del trasferimento forzato è stato confrontato con uno scenario di mercato nel quale l’evoluzione del traffico in ciascun aeroporto è il risultato delle decisioni autonome delle singole compagnie aeree. Gli elementi presi in considerazione sono: - i tempi e i costi di accesso agli aeroporti per traffici previsti nei due scenari; - i tempi in volo e quelli di attesa per la connessione verso la destinazione finale (si è ipotizzato che, grazie a una immediata trasformazione di Malpensa in aeroporto hub, i tre quarti dei pas- KINEO 12 1996 seggeri che attualmente giungono alla loro destinazione finale utilizzando percorsi indiretti trovino da e per Malpensa voli diretti, con conseguenti risparmi di tempi di attesa e di volo); - i ritardi di congestione a Linate nello scenario di mercato (un ritardo differenziale è stato introdotto per ragioni di prudenza dell’analisi, anche se, non solo vi sono ragioni per ritenere che la capacità di Linate possa essere aumentata senza grandi investimenti, ma risulta che la maggior parte dei fenomeni di congestione si verifica in volo, per problemi di controllo aereo e si manifesterebbero comunque in entrambi gli scenari); - i costi ambientali (si sono assunti solo nello scenario di mercato e sono stati stimati sulla base dei prezzi di mercato degli 109 edifici soggetti a rumore). I RISULTATI. I risultati complessivi del trasferimento forzato mostrano, complessivamente, net benefits (benefici netti) negativi. In particolare, le conclusioni dello studio sono le seguenti: 1) Forzare il comportamento delle Compagnie aeree sarebbe giustificato solo se si verificasse il fatto seguente: le compagnie individuali, ignorando le strategie delle altre compagnie, ritardano o perfino annullano il raggiungimento di una “massa critica” di servizi a Malpensa, massa critica che attraverso l’effetto hub può generare benefici netti per tutti i partecipanti e perciò un aumento di benessere per i passeggeri. L’analisi condotta sui risparmi di tempo e di costi e sugli effetti ambientali indica che forzare una riallocazione anticipata di slots (i diritti di decollo e atterraggio entro determinate fasce orarie) da Linate a Malpensa non genererà alcun guadagno di welfare, nemmeno nell’ipotesi di un immediato successo dell’effetto hub a Malpensa (ipotesi che appare piuttosto irrealistica). 2) La riallocazione forzata discriminerà tutte le compagnie che, in Italia, non opereranno su un hub (Malpensa e RomaFiumicino). Ciò è dovuto al fatto che Linate rimarrebbe un aeroporto solo per Roma, mentre tutti gli altri aeroporti europei possono essere essere utilizzati come spoke per ogni altro hub. Il danno prevedibile per le compagnie che utilizzano Linate come uno T R A S P O RT O A E R E O NOTIZIE spoke sono consistenti. Chiudere completamente Linate, sebbene sia una soluzione inefficiente, non darebbe luogo ad alcuna discriminazione; e ciò è esattamente quel che è accaduto a Le Bourget (Parigi) e a Monaco, ed è quel che accadrà a Oslo e Berlino. L’obiezione che le compagnie, specie quelle straniere, “userebbero” Linate come spoke per alimentare i loro hub nazionali (Londra, Parigi, Monaco ecc.) è ovviamente fondata. L’impedirlo per legge per favorire la compagnia di bandiera italiana (oltre alla stessa costruzione di Malpensa 2000), sembra tuttavia un’azione contraria ad ogni spirito di liberalizzazione del settore (almeno per quanto riguarda l’organizzazione dei servizi, se non per le infrastrutture, sia il mercato europeo a determinare vincitori e vinti). CONCLUSIONI DI MERITO. La raccomandazione dello studio è di lasciare il mercato libero di allocare capacità tra i due aeroporti introducendo una efficace regolazione ambientale e un efficiente razionamento di ogni futura scarsa capacità a Linate, seguendo in ciò la politica generale europea di allocazione degli slots. Una soluzione forzata non sembra essere una garanzia per un sano sviluppo di Malpensa, dato il vasto range di fattibili strutture alternative di organizzazione dei servizi negli aeroporti in rapida crescita del nord Italia e le rapide innovazioni che stanno prendendo piede nella struttura di mercato della aviazione civile europea. Riccardo Parolin LAUDA AIR SULLA ROTTA DI SANTO DOMINGO Il mancato rispetto da parte di Alitalia del termine del 7 novembre 1996 per la riattivazione dei collegamenti fra Roma e la capitale dominicana, sospesi dal marzo scorso, ha portato la Direzione generale dell’aviazione civile a togliere la concessione alla compagnia di bandiera italiana e a valutare positivamente la richiesta di Lauda Air on la decisione che C Civilavia si appresta a prendere l’Italia si avvia sempre più verso una deregulation nei cieli che permetta una effettiva concorrenza fra le diverse compagnie aeree. La decisione è tanto più importante se si considera che non esiste una vera normativa in materia che regoli la concorrenza, perché fino ad ora, in un mercato dominato da pochi soggetti, la concessione veniva affidata alla prima (ma in realtà l’unica) compagnia che la chiedeva. In questo caso la prima a presentare la domanda, il 31 luglio 1996, è stata la Lauda Air, ma dopo 24 giorni, una domanda analoga è stata presentata da Air Europe, compagnia charter controllata da Alitalia. Se venisse confermata la regola che la concessione si affida al primo che la AIRBUS A300-600 PER FEDERAL EXPRESS a grande compagnia L aerea internazionale, specializzata nel trasporto aereo espresso delle merci, ha acquistato recentemente 11 nuovi aerei Airbus A300-600 allo scopo di adeguare la propria flotta alla forte crescita del volume delle merci trasportate, e soprattutto per soddisfare le previsioni di espansione della rete nel lungo periodo. Particolare delle operazioni di carico di un Airbus A300 del corriere espresso Federal Express. KINEO 12 1996 110 chiede, come accaduto recentemente con la rotta verso l’Avana, concessa ad Air Europe, non vi è dubbio che sarebbe Lauda Air a ottenere il collegamento RomaSanto Domingo. Teoricamente l’amministrazione ha tempo un anno per deliberare la concessione e stipulare la convenzione, e in questo periodo potrebbe decidere, in nome della libera concorrenza, di mettere in gara le due compagnie richiedenti, dando spazio eventualmente anche al precedente concessionario Alitalia. Ma se questo accadesse saremmo davanti a una vera e propria svolta verso una reale deregulation delle rotte che partono dal nostro Paese, in quanto dovrebbero essere messe tutte in gara, anche quelle più redditizie controllate fino ad ora dalla compagnia di bandiera (ad esempio quelle sugli Stati Uniti). I nuovi A300-600 sono stati scelti perché, secondo la compagnia statunitense, garantiscono alta affidabilità e notevole risparmio energetico, oltre ad osservare le disposizioni sull’abbattimento del rumore (Stage 3). Federal Express dispone attualmente di una flotta di 562 aerei, ai quali si aggiungeranno otto A300600, 12 A310 e 15 MD-11 (vedi Kineo n. 10) già in ordinazione, la cui consegna è programmata per i prossimi anni. Secondo l’accordo, l’Airbus consegnerà gli 11 aerei nell’arco di tre anni, a partire dal 1999. T R A S P O RT O A E R E O attivazione di nuove L’ linee, ad esempio da Torino a Los Angeles, o da Bordeaux a Johannesburg, o ancora da Amburgo a Pechino, è il punto di forza della piattaforma di interscambio di Parigi, dove in sostanza si concentrano i voli dalle singole località e, dopo poche ore, è possibile salire sul volo per la destinazione finale. Dal 31 marzo scorso è divenuto operativo un nuovo “hub” della compagnia aerea francese, che ha fissato presso il terminal 2 dello scalo parigino la principale piattaforma di transito per i suoi voli internazionali, con l’obiettivo di incrementare il numero dei passeggeri in transito, passando dal 43 a oltre il 50 per cento, e di aprire nuovi mercati grazie al moltiplicarsi di collegamenti con interscambio a Parigi LE SFIDE DI UN “HUB”. Il nuovo “hub” rappresenta una sfida considerevole per la compagnia di bandiera francese, che con esso vuole riconquistare quote di mercato, e una delle fasi fondamentali del suo riassetto e del ritorno al pareggio finanziario. L’attivazione di un “hub” di questo tipo è considerata una necessità commerciale che parte dalla considerazione che il 90 per cento delle vendite realizzate dalle agenzie di viaggio, riguardano compagnie aeree che appaiono sulla prima videata del loro sistema di prenotazione informatizzato per- ché offrono, oltre ai collegamenti diretti, anche coincidenze semplici e veloci. Questa è una sfida importante anche per la struttura aeroportuale, certamente collocata in una posizione centrale in Europa e con un traffico significativo, ma che se si limitasse ai collegamenti da punto a punto rischierebbe di vedere il suo ruolo ridotto a quello di un aeroporto regionale. IL TERMINAL. La scelta di fare dello Charles de Gaulle 2 un hub a scala mondiale ha ricadute notevoli anche sull’aerostazione, perché CITEF - AIR FRANCE/PH. BOULZE ORGANIZZAZIONE ORARIA. Per questo la compagnia francese ha completamente riorganizzato il suo programma di voli, articolandolo in cinque fasce orarie quotidiane, ciascuna delle quali no n superiore alle 2 ore e trenta minuti; un periodo preciso che nasce dalla considerazione che il tempo massimo di transito accettabile è di circa due ore, mentre il tempo minimo di gestione per la compagnia è calcolato in 45 minuti. Questa organizzazione significa l’attuazione di 400 movimenti aerei al giorno, con più di 10 mila passeggeri in transito e, in media, per ciascun periodo, un flusso di 45 atterraggi e altrettanti decolli: un arrivo o una partenza ogni 2 minuti. In sostanza, l’hub parigino permette alla compagnia francese di offrire il doppio delle destinazioni precedenti, un numero di coincidenze complessivamente triplicato tra voli a medio e lungo raggio e migliori collegamenti con i voli nazionali. NUOVO HUB AIR FRANCE ALLO CHARLES DE GAULLE Veduta del terminal 2 dell’aeroporto “Charles De Gaulle” di Roissy, nuovo hub europeo della compagnia aerea Air France. KINEO 12 1996 111 NOTIZIE ha dovuto adeguarsi a quelle che sono le parole d’ordine del sistema: rapidità e fluidità. Il terminal parigino è nato già per offrire una serie di percorsi brevi nei collegamenti fra voli nazionali e internazionali, ma la scelta di trasformarlo in un hub tanto importante ha portato a semplificare ulteriormente percorsi e procedure. È stata rivista la segnaletica, aumentata la capacità dei nastri convogliatori dei bagagli (una maggiore velocità dei nastri consente oggi di smistare fino a 3 mila bagagli, contro i 1.800 precedenti) e sono state riadattate le sale di imbarco per consentire più imbarchi simultanei. INVESTIMENTI. La decisione di dare corpo all’hub parigino ha richiesto cospicui investimenti da parte dei principali soggetti interessati: Air France ha investito 56 milioni di franchi (circa 17 miliardi di lire) sulle strutture e sul capitale umano (nuovi metodi di lavoro per il personale e l’assunzione di 500 nuovi addetti); il gestore dello scalo, la Aéroports de Paris, è intervenuta con 72 milioni di franchi (circa 21 miliardi di lire) nelle infrastrutture; la direzione dell’aviazione civile, infine, ha investito 22 milioni di franchi (circa 6 miliardi di lire) per l’ampliamento della torre di controllo e l’installazione di un nuovo radar. INFRASTRUTTURE NOTIZIE LA CARTA DEL CALCESTRUZZO PER LA QUALITÀ IN EDILIZIA Cinque tra le più importanti associazioni del settore delle costruzioni - Aitec, Ance, Assiad, Assobeton e Atecap - hanno messo a punto e presentato agli operatori la “Carta del calcestruzzo”, un documento che rappresenta il formale impegno a promuovere comportamenti che garantiscano la produzione e l’impiego di calcestruzzi durabili, qualificando l’intero processo delle costruzioni L a Carta del calcestruzzo dichiara che “la scelta dei materiali è presupposto essenziale per conferire qualità all’intero processo delle costruzioni” e che “il calcestruzzo deve contribuire ad assicurare alle opere adeguati livelli di sicurezza, integrità e resistenza alle azioni aggressive ambientali.” Quindi che “se non si impiega calcestruzzo di qualità, cioé durabile, non è possibile garantire e mantenere le prestazioni e il valore delle costruzioni nel tempo”. La Carta, che rappresenta un impegno da parte dei soci delle cinque associazioni (ma anche un’attenzione richiesta a tutti gli altri attori del processo costruttivo, cioé progettisti, direttori dei lavori, istituzioni e committenti), sottolinea come, per raggiungere l’obiettivo della qualità, sia necessario “che le richieste della committenza facciano esplicito riferimento alla qualità e alla durabilità del calcestruzzo; che le norme per la progettazione delle strutture e per la produzione, la posa in opera e il controllo del calcestruzzo siano cogenti e conformi al livello di prestazioni richiesto in ambito europeo; che le specifiche di progetto assumano come fondamento, oltre alla sicurez- Ipotesi di tracciato della “Pedegronda”, parte di un progetto più ampio di riassetto del sistema della grande viabilità lombarda za, la durabilità delle opere e prevedano l’impiego di calcestruzzi in grado di fornire le prestazioni richieste; che la produzione, a partire dalla sua formulazione, segua modalità tali da garantire la conformità del prodotto alle specifiche del progetto; che la posa in opera e la stagionatura avvengano nell’osservanza delle prescrizioni progettuali; che i controlli, in tutte le fasi del processo produttivo, consentano una reale verifica della rispondenza alle norme”. La Carta, già sottoscritta dall’Oice (associazione delle organizzazioni di ingegneria) e da numerosi Enti locali, è in sostanza un appello alla qualità che tradisce da un lato la mancanza o l’inadeguatezza delle norme e dei controlli, e dall’altro la presenza di comportamenti ben diversi. Le stesse associazioni firmatarie sottolineano che, se queste regole basilari venissero applicate da tutti e ovunque, vi sarebbe un risparmio complessivo di 2.800 miliardi di lire l’anno, di cui il 25 per cento relativo alle opere pubbliche. Il tutto grazie alla maggiore durabilità delle costruzioni e alle minori esigenze di manutenzione e/o ricostruzione. attuale concessionario L’ di parte dell’intervento (Autostrada Pedemontana Lombarda, partecipata pariteticamente da Autostrade e dalla Milano-Serravalle) elaborò uno studio di fattibilità datato dicembre 1995 contenente un piano finanziario che prevedeva quali fonti di finanziamento un apporto di capitale proprio dei soci (Autostrade e Serravalle) per 500 miliardi remunerato al 16 per cento “a regime” e contributi a fondo perduto per 2 mila miliardi (con percentuale di copertura dell’investimento pari al 52 per cento), oltre ai flussi di cassa derivanti dalla riscossione dei pedaggi autostradali. L’impostazione seguita nello studio di fattibilità era quella “tradizionale” fondata su due presupposti essenziali: la necessità di un consistente contributo finanziario pubblico e la considerazione della rete autostradale come “un tutto unitario”, non caratterizzabile in singoli progetti dotati di autonomia finanziaria. IPOTESI DI FINANZIAMENTO. La Regione Lombardia ha conferito l’incarico a un “esperto indipendente” (il prof. Mario Miscali del Libero Istituto Universitario Carlo Cattaneo di Castellanza) (elaborazione dei servizi Progr. di Settore - Settore Trasporti e Viabilità, Uff. Informaz. Territ. e Cart. della Regione Lombardia). KINEO 12 1996 112 di redigere uno studio che verifichi la possibilità di finanziare l’opera mediante il concorso del capitale privato. In sintesi, i risultati sono che il ruolo del promotore pubblico (Stato, Regione o Comune) in iniziative autostradali, totalmente o parzialmente autofinanziate, si realizza: a) esprimendo in modo forte e trasparente il prioritario interesse pubblico alla realizzazione dell’opera; b) imponendo, qualora occorresse, che l’opera sia finanziata anche con l’intervento di capitali privati e manifestando la disponibilità, in relazione ai tempi ed alle modalità di intervento dei privati stessi, a partecipare direttamente all’iniziativa sia come sottoscrittore del capitale di rischio sia in posizione di garante delle obbligazioni assunte dalla concessionaria (garante), sia come finanziatore “subordinato” (finanziatore); c) garantendo il profilo economico del pedaggio autostradale in attesa che sia impostata una politica tariffaria che assicuri al concessionario l’equilibrio economico-finanziario e l’adeguata remunerazione del capitale; d) gestendo e promuovendo la stipulazione di accordi di programma e di conferenze di servizi AUTOSTRADE IL RUOLO DELLA REGIONE. Lo studio del prof. Miscali ha posto in evidenza che il ruolo ottimale che può svolgere la Regione Lombardia nel progetto in esame è la somma dei possibili ruoli in precedenza esaminati: - azionista pubblico di riferimento nella società concessionaria (in quanto sottoscrittore del capitale di rischio può far valere gli interessi pubblici all’interno della compagine azionaria, può verificare la correttezza dei costi e dei flussi di cassa sia nei momenti previsionali che in fase di consuntivo ecc.); - finanziatore e garante di obbligazioni stante la rilevanza pubblica della iniziativa; - coordinatore delle azioni amministrative necessarie per consentire la realizzazione dell’opera autostradale. SCENARI DI FINANZIAMENTO. Dal punto di vista finanziario nello studio del progetto “Pedegronda” si è verificato se, attraverso l’ottimizzazione della struttura finanziaria, sia La Regione Lombardia intende favorire, mediante tecniche di finanza innovativa, in particolare con il ricorso al project finance, la realizzazione del progetto sistema autostradale Pedemontano (114 chilometri da Varese a Bergamo, con diramazione per Malpensa), composto dalla tangenziale di Varese (14 km), dal sistema comasco (45 km) e della cosiddetta “Gronda intermedia” (54 km) possibile favorire l’accesso a fonti di finanziamento private distribuendo il rischio su più soggetti : la finalità è quella di minimizzare l’apporto “a fondo perduto” di risorse pubbliche valorizzando le economie interne al progetto. Lo studio ha immaginato tre possibili scenari. IPOTESI A - CONTRIBUTO IN CONTO ESERCIZIO. Capitale: 800 miliardi. Finanziamento principale: 2.280 miliardi. Linea di credito a breve: 112 miliardi. Contributo a fondo perduto: 800 miliardi. Tariffa: cento lire al chilometro. Price Cap (soglia massima di incremento dei costi): - 1 per cento annuo. Valore attualizzato netto (Van) dei contributi totali: 1.381 miliardi. Il fabbisogno finanziario dell’investimento è coperto da capitale di rischio per il 20 per cento, dal finanziamento bancario per il 57 per cento, da una linea di credito a breve per il tre per cento, da un contributo in conto capitale per il 20 per cento. Il cash flow è costituito dai pedaggi riscossi durante i 30 anni della concessione; lo sponsor pubblico garantisce il profilo della domanda integrando i ricavi gestionali attraverso un’impegno massimo di 150 miliardi annui, per il periodo dal 2002 al 2011. IPOTESI B - CONTRIBUTO IN CONTO INTERESSI. Capitale: 800 miliardi. Finanziamento principale: 2.590 miliardi. Linea di credito a breve: 112 miliardi. Contributo a fondo perduto: 500 miliardi. Tariffa: 120 lire al chilometro. Price Cap: - 1 per cento annuo. Van dei contributi totali: 1.325 miliardi. Van degli introiti consentiti dalla maggiorazione tariffaria: 857 miliardi. Il fabbisogno finanziario varia, rispetto all’ipotesi A, dalla copertura del finanziamento bancario, che è il 65 per cento, e dal contributo in conto capitale che è solo il 12 per cento. Un organismo finanziario istituzionale eroga un contributo in conto interessi che porta il tasso di provvista sul finanziamento principale al 4,3 per cento su base annua. Il cash flow è costituito dai pedaggi, sulla base di una tariffa maggiorata del 20 per cento rispetto all’ipotesi base. IPOTESI C - ANTICIPAZIONE FINANZIARIA. Capitale: 525 miliardi. Finanziamento principale: 1.580 miliardi. Prestito subordinato: 975 miliardi. Linea di credito a breve: 112 miliardi. Contributo a fondo perduto: 800 miliardi. Tariffa: 130 lire al chilometro. Price Cap: - 1 per cento annuo. Van dei contributi totali: 655 miliardi. Van degli introiti consentiti dalla maggiorazione tariffaria: 1.119 miliardi. Il fabbisogno finanziario dell’investimento è inizialmente coperto da un capitale di rischio per il 13 per cento (contro il 20 delle ipotesi A e B), da un finanziamento bancario principale per il 40 per cento, da una linea di credito a breve per il tre per cento (come nelle altre ipotesi) e da un contributo in conto capitale per il 20 per cento. Il restante 24 per cento è garantito da una struttura di “quasi equity” a elevata efficienza fiscale: un prestito subordinato fruttifero, di durata pari alla concessione di costruzione e gestione. Il cash flow è costituito dai pedaggi, sulla base di una tariffa maggiorata del 30 per cento rispetto all’ipotesi base. Schema di assetto della rete viaria principale dell’area metropolitana milanese allargata. che rendano certi i tempi di realizzazione delle opere e che non comportino eccessivi incrementi di costo (a seguito delle richieste di varianti da parte delle comunità locali). LA PEDEGRONDA LOMBARDA IN PROJECT FINANCE NOTIZIE KINEO 12 1996 113 T R A S P O RT O F E R R O V I A R I O NOTIZIE MEMORIA INFORMATICA PER LE NUOVE LINEE SNCF al 2 giugno, data di D entrata in vigore dell’orario estivo FS, ha iniziato a operare il treno italiano per alta velocità Etr 500 (vedi Kineo n. 4). Il suo utilizzo riguarda la linea Milano-Roma, dove sostituirà progressivamente gli Etr 460 “Pendolini”. Inizialmente, con l’orario estivo, si è trattato di due coppie di treni, da Milano a Roma e viceversa, ma già oggi i convogli in servizio sono sette, più uno utilizzato per le prove, e se ne aggiungeranno altri due Uno strumento informatico denominato “Vigie” è la banca dati delle ferrovie francesi, dove sono immagazzinate tutte le informazioni e i documenti cartacei relativi alla costruzione e alla manutenzione della nuova linea per alta velocità Tgv Nord, fra Parigi, Lille l volume dei documenti cartacei della linea, 330 chilometri di ferrovia, è stato stimato in circa 450 metri cubi. Una quantità consistente e di non facile gestione. deciso di sostituire tutto il supporto cartaceo della linea Tgv Nord con un archivio informatizzato, il Vigie appunto. Derivato dal software Gauss, generalmente utilizzato per la gestione L’esperienza di altre linee più vecchie, come quella del Tgv Sud-Est, dimostra che senza uno strumento informatico questa massa di informazioni tecniche va perduta in pochissimo tempo, con un danno non indifferente in termini di informazioni e costi (i documenti e gli studi realizzati per il Tgv Nord hanno avuto un costo di circa 5 mila miliardi di lire, pari a circa il 5/6 per cento dell’investimento complessivo). Per facilitare quindi l’utilizzo dei documenti, ed evitare la perdita di preziose informazioni, specie per chi si occupa della manutenzione, le ferrovie francesi hanno dei lavori stradali, il Vigie segue tutte le tappe della nascita e dello sviluppo della linea. Una stazione di lavoro è composta da tre schermi, un’unità centrale (tipo PC) e un lettore di video dischi da 400 Megabit di capacità, cioé circa 55 mila immagini. Le informazioni immagazzinate possono essere consultate in modo interattivo, con le immagini della linea su uno schermo, la cartografia sul secondo (visualizzabile in tre dimensioni) e i dati sul terzo. Le ferrovie francesi prevedono fin d’ora di estendere questo sistema alle nuove linee Tgv. CITEF - SNCF CONSORZIO TREVI I tempo medio di percorrenza sulla Milano-Roma è di 4 ore e 15 minuti, contro le 4 ore e 55 minuti di un Intercity. Questi non sono però tempi indicativi delle sue prestazioni, perché dipendono dalle fasce orarie, che sono condizionate da innumerevoli fattori (ad esempio sulla stessa linea devono convivere treni per alta velocità e convogli più lenti); inoltre, sull’unico tratto per alta velocità in Italia, la “Direttissima” FirenzeRoma, non è ancora possi- entro l’anno: l’orario invernale FS, in vigore dal 29 settembre, prevede 11 collegamenti fra Roma e Milano effettuati con l’Etr 500, dei quali cinque da Milano (alle ore 6.55, 7.55, 9.55, 14.55, 19.40) e sei da Roma (6. 55 , 9. 40 , 13. 40 , 15.40, 17.50). Entro il 1997 è previsto il completamento della prima parte della fornitura (30 treni) con consegne al ritmo di tre treni al mese. PRESTAZIONI. L’Etr 500 è concepito per ottenere, con un buon confort interno e un ridotto impatto ambientale esterno, velocità fino a 300 chilometri orari su apposite linee per alta velocità. Sulle linee attuali, il suo Particolare di una postazione tipo del sistema informativo Vigie, utilizzato come banca dati delle nuove linee Sncf. KINEO 12 1996 bile operare ad alte velocità per motivi tecnici e di segnalamento e solo in situazioni particolari (prove) l’Etr 500 può raggiungere i 300 all’ora. CONFORT DENTRO E FUORI. Il treno, prodotto dal consorzio Trevi (costituito nel 1986 da ABB Tecnomasio, Ansaldo Trasporti, Breda Costruzioni Ferroviarie, Fiat Ferroviaria e Firema Consortium), e progettato in collaborazione con Pininfarina, si segnala per il confort interno e il ridotto impatto ambientale esterno. Alla velocità di 300 chilometri orari l’Etr 500 offre lo stesso livello di confort di un Intercity a 200 all’ora, mentre risulta nettamente migliore se Veduta degli interni di una carrozza di seconda classe dell’Etr 500 entrato recentemente in funzione sulla linea Milano-Roma. 114 T R A S P O RT O F E R R O V I A R I O disponendo di carrozze arredate come nei pullman o aerei e di altre con compartimenti da quattro posti. Nella carrozza servizi sono disponibili poi carrozzina; due posti per disabili con relativa toilette attrezzata; la postazione per il personale di bordo a cui fa capo la diagnostica, le comunicazioni e il sistema informativo di bordo dell’intero treno. Nella stessa carrozza è stata creata un’area “Galley” per assicurare il servizio di ristorazione al posto. Vi è infine una carrozza ristorante, realizzata sempre con la collaborazione di Pininfarina, che è in grado di assicurare la ristorazione, con cucina di tipo compartimenti speciali “Business” per riunioni di lavoro; un’area famiglia con posto per una tradizionale (vedi Kineo n. 11), per un totale di 30 posti, o un servizio snackbar in piedi in una area apposita. compartimento affari, una piccola sala riunioni, l’area famiglie e due posti per disabili con toilette attrezzata. Veduta della motrice dell’Etr 500 e, sopra, vista di una carrozza di prima classe. Il nuovo orario estivo delle Ferrovie dello Stato spa ha segnato l’entrata in servizio dei treni per alta velocità Etr 500, che in attesa della realizzazione delle linee apposite iniziano a operare su quelle attuali, dando modo a tutti di apprezzare, se non la velocità, sicuramente il confort di quella che è a pieno titolo l’ammiraglia delle ferrovie e dell’industria ferroviaria italiana CONSORZIO TREVI intermedie; la composizione può essere variata da un minimo di otto a un massimo di 14 carrozze. Infatti, l’Etr 500 non è un treno “bloccato” cioè for- CONSORZIO TREVI comparato alla stessa velocità: a 200 chilometri orari ha un indice di riferimento Wz (scala di percezione delle vibrazioni) di 1,87 in senso verticale (vibrazioni appena percepibili) contro i 2,34 dell’Intercity, e di 1,85 in senso trasversale contro i 2,34. Quanto all’impatto ambientale esterno, l’Etr 500, a 300 chilometri orari mostra ha un livello di rumore poco più alto rispetto ai treni tradizionali (che vanno a velocità inferiori), mentre è infe- L’ETR 500 ENTRA IN SERVIZIO NOTIZIE riore al Tgv e all’Ice, cioè i treni per alta velocità francese e tedesco, che hanno indici di 96,5 e 100 dBA contro i 94 dell’Etr 500. Nell’ambito del progetto alta velocità sono poi in corso studi per abbattere ulteriormente il rumore (vedi Kineo n. 9). CONFIGURAZIONE. Ciascun treno, nella sua configurazione standard, è composto da due motrici, una in testa e l’altra in coda, e da 11 carrozze Particolare della carrozza Bar-ristorante . mato da elementi stabilmente collegati tra loro come il Pendolino o il Tgv, ma ha una configurazione libera, come un treno convenzionale, per ottenere maggiore confort e minori costi di gestione e manutenzione. GLI SPAZI INTERNI. La definizione degli ambienti, realizzata con Pininfarina, presenta una ambientazione è variabile, sia in prima che in seconda classe, Pianta della carrozza servizi, dove si trovano, in successione, l’area catering, il locale del capotreno, un KINEO 12 1996 115 T R A S P O RT O F E R R O V I A R I O NOTIZIE ITALIANI I METRO DI COPENHAGEN E MANCHESTER L’appalto per la progettazione e la realizzazione di un sistema di metropolitana automatica per Copenhagen, e un secondo per la realizzazione di una nuova tratta della metropolitana di Manchester sono due fiori all’occhiello dell’industria ferroviaria italiana, entrambi aggiudicati negli ultimi mesi dall’Ansaldo Trasporti, confermando così il suo successo a livello internazionale già sancito, fra l’altro, dalla vittoria nella gara d’appalto per la prima linea del metrò di Birmingham U di Manchester. L’ordine ha un valore di 250 miliardi di lire e, come a Copenhagen, è frutto del successo in una gara internazionale alla quale ha partecipato anche la GecAlsthom, che gestisce la linea già in esercizio (31 chilometri). L’appalto, ANSALDO - PUBLIFOTO n ordine dal valore di 450 miliardi di lire è quello per la progettazione, la costruzione e l’installazione della nuova linea di metropolitana della capitale danese, completamente automatica: 15 chilometri di linea con 15 stazioni, sulla quale opereranno 19 veicoli a pianale ribassato, progettati in collaborazione con Giugiaro Design. Ansaldo è risultata vincitrice superando, in una agguerrita gara internazionale alla quale hanno partecipato le principali aziende del settore, da Abb-Matra a Bombardier, ad Aeg e Siemens. Un altro importante successo internazionale dell’azienda italiana, in società con la John Laing (responsabile delle opere civili), e Serco (esercizio e manutenzione), riguarda la nuova linea del metrò che è un vero e proprio project financing di tipo Bot (vedi nella parte iniziale di questo numero) prevede la realizzazione e la concessione per 17 anni di una tratta mista di 38 chilometri, urbana e suburbana, tutta in superficie, con 11 stazioni e due sezioni a doppio binario, entrambe di circa 3,5 chilometri. I vincitori della gara devono farsi carico anche dell’esercizio e della manutenzione dei 31 chilometri di linea esistenti, e fornire sette treni dello stesso tipo di quelli ivi operanti. i Tgv Réseau (gli Sde ono ultimi nati della granfamiglia di treni per alta velocità francese), i “Pendolini” 460 e 470 e (in futuro) l’Etr 500 i protagonisti del nuovo sviluppo dei collegamenti passeggeri fra l’Italia, la Francia e la Svizzera. La novità è di tutto rilievo, sia perché per la prima volta prendono corpo servizi ferroviari a scala europea, relativamente indipendenti dalle singole reti, gestiti da società costituite appositamente, con treni italiani, svizzeri e francesi che vanno da un paese all’altro senza cambio di motrice alla frontiera, dando un primo assaggio di quello che dovrebbe essere il futuro prossimo di tutti i servizi ferroviari in Europa. MILANO - PARIGI. Per le relazioni ItaliaFrancia il traffico viaggiatori di giorno viene rivoluzionato ridisegnando integralmente l’offerta commerciale con una sensibile riduzione dei tempi di percorrenza: 6 ore e 40 minuti da Parigi a Milano, contro le 7 e 40 precedenti. L’offerta prevede due treni diretti da Parigi (partenza alle ore 8.18 e alle 11. 18 ) e altrettanti da Milano (9.10 e 16.10) tutti effettuati con Tgv, con tempi medi di percorrenza di 6 ore e 40 minuti. Altre due coppie di treni, servite con “Pendolini”, fanno la spola fra Lione e Torino (7. 08 e 15. 07 da Lione, 13. 05 e 20. 00 da Modello del metrò di Copenhagen, progettato da Ansaldo Trasporti con la collaborazione di Giugiaro Design. KINEO 12 1996 116 Torino), in un tempo di circa 3 ore e 40. Infine, un terzo tipo di collegamento diretto, sempre con “Pendolino”, unisce in 5 ore Milano e Lione (partenza alle 7.05 da Milano e alle 18.51 da Lione). Il tutto con costi, per la tratta Milano-Parigi, di 274 mila lire della prima classe e 178 mila della seconda, che in andata e ritorno vengono offerti a 452 mila lire per la prima classe e 264 mila in seconda. Tariffe integrate poi da altre speciali, come la week end (sabato e domenica) che abbassano ulteriormente i costi, ed è possibile trovarle abbinate a pacchetti turistici, come quelli per Disneyland Paris. LA SOCIETÀ DI GESTIONE. Il pacchetto dei servizi è messo a punto dal “Geie Italia-Francia Giorno”, un Gruppo di interesse economico (entità giuridica senza capitale sociale proprio, riconosciuta dalla Comunità europea per la gestione o lo sviluppo in ambito comunitario di attività economiche in nome e per conto di aziende, enti, consorzi ecc.) costituito fra le ferrovie italiane e francesi per gestire l’offerta viaggiatori diurna di qualità, in analogia con l’omologo “Geie notte” che già da un anno si occupa dei collegamenti notturni fra i due Paesi. Il Geie Giorno, più noto con il marchio commerciale “Artesia”, punta a incrementare i flussi e il T R A S P O RT O F E R R O V I A R I O NUOVI COLLEGAMENTI FRA ITALIA, FRANCIA E SVIZZERA volume di traffico diurno, ottimizzando il conto economico mediante una corretta ripartizione dei costi e dei ricavi tra le due reti ferroviarie. La sua è un’azione autonoma rispetto alle singole reti, nella gestione, nei mezzi, ma anche nelle iniziative commerciali, con lo scopo preciso di avvicinare al treno nuovi clienti, gestendo con criteri di economicità le risorse impegnate da FS e Sncf, coordinando le attività collaterali all’offerta ferroviaria (dai servizi di bordo alla commercializzazione presso le agenzie di viaggio, alla promozione). NOTIZIE di elevata qualità: l’Etr 470, uno speciale “Pendolino” bitensione, costruito appositamente tuita nel 1993 dalle FS spa (50 per cento delle azioni), dalle Ferrovie Federali Svizzere (43 per cento) e nell’ambito di un servizio pubblico (ma sarebbe meglio dire “collettivo”). La sua rendita sta nella vendita del servizio, e quindi sulla sua qualità, intesa in termini di mezzi ma soprattutto come velocità dei collegamenti. Le premesse del successo commerciale di Cisalpino sono nell’efficienza del servizio e ne risparmio di tempo, che offre dai 30 e ai 50 minuti nei collegamenti fra Milano e Losanna, Ginevra, Berna e Basilea: 3 ore e 30 fra Milano e Ginevra (contro le 4 e 40 attuali), 3 ore su Berna (contro le 3 e 50), 4 e 20 su Basilea (contro le per funzionare sia sulla rete italiana che su quella svizzera. La vera differenza sta nella società di gestione. L’offerta commerciale è infatti sviluppata dalla Cisalpino AG, una società per azioni di diritto svizzero, con sede a Berna, costi- dalla Ferrovia del Lötschberg (7 per cento). I treni sono proprietà della Cisalpino, e questa è un’ulteriore novità, ma lo è anche il modello di gestione, in quanto la società opera in regime di autofinanziamento pur 4 e 50), 3 e 40 su Zurigo (contro le 4 e 30) e 55 minuti su Lugano (contro 1 ora e 30). A partire dal nuovo orario del 1997 verranno offerti , a regime, 20 treni al giorno, per un totale di 10 mila posti al giorno. Sopra, schema delle linee fra Italia e Svizzera servite dalla società Cisalpino, che opera con i nuovi “Pendolini” Etr 470. Pianta e prospetto della prima classe del Tgv Réseau, che da settembre effettua i collegamenti di giorno fra Milano e Parigi. Particolare di uno dei “Pendolini” Etr 470 della Cisalpino. FOTO-SERVICE SBB Dal 29 settembre sono attivi collegamenti speciali per il traffico passeggeri fra l’Italia, la Francia e la Svizzera, caratterizzati da una gestione autonoma del servizio e dei mezzi rispetto alle singole reti, da collegamenti diretti senza cambio di motrice alla frontiera e dall’utilizzo di treni di alto livello qualitativo, come il “Pendolino” 470 per il servizio “Cisalpino” fra Milano e la Svizzera e i TGV Réseau, i “Pendolini” 460 e, prossimamente, gli Etr 500 per la linea di giorno fra Milano e Parigi ITALIA - SVIZZERA. La realizzazione di collegamenti speciali, fra l’Italia (Milano) e la Svizzera, si sviluppa con criteri parzialmente diversi rispetto a quelli con la Francia. Anche in questo caso il servizio utilizza un treno KINEO 12 1996 117 T R A S P O RT O P U B B L I C O NOTIZIE BATTERI PER LA PULIZIA DEGLI AUTOBUS DI LIONE primi esperimenti di Inismi utilizzo di micro-orgaper scopi di puli- Ancis (associazione L’ nazionale per la certificazione e la qualità delle imprese di servizi) è stata riconosciuta quale organismo di certificazione di sistemi di qualità nel settore dei trasporti. L’accreditamento è avvenuto con delibera Sindert (Istituto per l’accreditamento degli organismi di certificazione) e con il rilascio del L’azienda dei trasporti pubblici di Lione, in collaborazione con l’impresa di pulizie Morel, ha recentemente integrato nel suo programma di lavaggio del parco autobus alcune recenti scoperte biologiche, affiancandole alle tecniche tradizionali (come il lavaggio ad alta pressione e gli interventi meccanici e chimici), per cercare soluzioni non solo più efficaci ma anche ecologicamente più valide, in grado di sostituire l’uso di prodotti tossici CITEF zia ambientale risalgono ad alcuni anni fa, per far fronte al problema delle grandi maree nere causate dall’affondamento di grandi petroliere in prossimità delle coste. I micro-organismi, moltiplicati artificialmente,, riproducono in proporzioni notevolmente amplificate la fermentazione microbiotica e hanno un ruolo importante nella biodegradazione dei rifiuti organici prodotti dall’uomo e dalla natura. Laddove vi sia acqua i micro-organismi attaccano tutti i rifiuti organici presenti, e da sempre partecipano all’epurazione naturale dei terreni, dei mari e delle coste, trasformando in un composto i vegetali, degradando gli idrocarburi, decomponendo le carcasse degli animali e intervenendo in tutti i cicli biologici. Per il loro utilizzo sono stati messi a punto procedimenti per accelerare la digestione e le decomposizione delle materie organiche; questi nuovi batteri “mutanti”, non patogeni e senza modifiche genetiche permanenti, presentano oggi una capacità di lavoro da 300 a 500 volte superiore a quelli normali, utilizzabili quindi in molti settori: dalla depurazione di suoli inquinati alla pulizia industriale. L’UTILIZZO A LIONE. La società dei trasporti pubblici di Lione è una delle prime a sperimentare questo sistema per la pulizia degli automez- zi. Recentemente ha completato una prima fase di test riguardante la pulizia degli snodi di 15 autobus auto-articolati. Questi venivano finora puliti con detersivi e mezzi meccanici, ma l’azione dei batteri si è mostrata molto più efficace: gli snodi, imbevuti con una soluzione contenente batteri, e dopo ANCIS CERTIFICA LA QUALITÀ NEI TRASPORTI certificato n. 028A, relativo ai settori EAC di consulenza professionale d’impresa e ai servizi pubblici. L’Ancis, di cui fanno parte l’Assolombarda e varie associazioni di categoria, oltre ad Anac ed Enat in rappresentanza delle imprese private dell’autotrasporto in concessione e del noleggio turistico, Particolare dello snodo di un autobus articolato dei servizi pubblici di Lione, pulito con soluzioni contenenti batteri. KINEO 12 1996 118 due ore puliti semplicemente con una spugna, mostrano un risultato che, secondo i tecnici dell’azienda lionese, è una vera e propria rimessa a nuovo. In termini economici, anche se i costi sono piuttosto elevati (cinque volte quelli di un detersivo normale) si presenta come una soluzione conveniente, perché elimina l’intervento umano e meccanico. I batteri, nel tipo utilizzato a Lione e commercializzato dalla francese Technique et Biochimie Appliquée) sono liofilizzati su un supporto vegetale e condizionati in un ambiente adatto al loro risveglio: addormentati sotto forma di polvere o gelatina, si riattivano in presenza di acqua calda. Attualmente la sperimentazione si rivolge alla pulizia di altri elementi: dalla moquette murale dei mezzi di trasporto alle scale mobili ecc. Si sta valutando anche di trattare biologicamente le acque sporche prodotte durante le operazioni di lavaggio dei mezzi, così da ridurre la carica inquinante di questi rifiuti, e la tassa sull’inquinamento pagata dalla società di trasporto pubblico. opera da oltre un anno e mezzo nei principali comparti merceologici e di servizi. Il riconoscimento di Sincert avvia una nuova fase di attività, nell’ottica del miglioramento del sistema di qualità nella gestione delle imprese del settore dei trasporti, con il rilascio alle aziende dei Certificati di conformità. NODI URBANI E ntro la scadenza fissata dalle Direttive per l’adozione e attuazione dei Piani Urbani del Traffico, varate nel giugno 1995 in ottemperanza all’articolo 36 del Nuovo Codice della Strada, tutti i 284 comuni con oltre 30 mila abitanti avrebbero dovuto adottare i Put. Ritenendo che si tratti di uno strumento fondamentale per il governo della mobilità, il Wwf Italia ha deciso di seguire da vicino le procedure di adozione e di monitorare anno per anno il concreto stato di attuazione. All’inizio del 1996, il Wwf ha censito lo stato di adozione previsto dalla normativa vigente, per valutare quali comuni siano in grado di rispettare la scadenza del 24 giugno 1996. Sono stati quindi identificate le 284 città con più di 30 mila abitanti e, mediante un censimento telefonico, si è ricostruito lo stato esatto della situazione. I RISULTATI DEL CENSIMENTO. Pubblicato nell’aprile 1996, il censimento a messo in luce che soltanto 24 comuni hanno già adottato il Piano, e solo sei , avendolo adottato in Giunta, lo hanno posto all’attenzione della cittadinanza, rispettando quindi la scadenza. Risulta inoltre che almeno una settantina di comuni non hanno alcuna idea in merito, o hanno ipotizzato di affidare un incarico esterno per l’elaborazione; 33 hanno in corso il bando di selezione, in genere su invito, per la selezione della società di consulenza o di un tecnico esterno che elabori il Piano (di fatto sono nella fase iniziale di programmazione, e solo dopo un anno saranno in IL PUNTO DEL WWF SUI PIANI URBANI DEL TRAFFICO Un censimento effettuato dell’associazione ambientalista, curato da Anna Donati, mette in luce il grave ritardo nell’attuazione dei Put, segnalando che meno del dieci per cento dei 284 comuni con più di 30 mila abitanti li abbiano già adottati prima del termine obbligatorio del 24 giugno 1996 grado di adottare il Put. La maggioranza, 125, ha in corso di elaborazione il Put; quasi tutti (73) hanno affidato a consulenti esterni il lavoro di stesura, mentre 32 hanno costituito un gruppo misto tra tecnici interni e consulenti esterni e venti lo stanno elaborando con i propri uffici tecnici. Alcune città (ventidue) hanno adottato il Piano antecedente al 1993, prima cioé della direttiva Cipet e a quelle interministeriali (quindi piani vecchi da aggiornare). DATI DI SINTESI. In conclusione, solo il dieci per cento dei comuni si presenta in regola con la scadenza del 24 giugno, mentre il 44 per cento sta ancora elaborando il Put, l’11 per cento ha appena selezionato l’incarico per l’elaborazione, il sette per cento ha piani del traffico superati da aggiornare, e il 23 per cento non ha la minima idea su come fare. CHI HA ADOTTATO IN TEMPO. Secondo i dati del Wwf, le prime città che hanno adottato il Piano Urbano del Traffico sono state Milano e Genova dove, nel luglio 1995, i rispettivi Consigli comunali hanno dato il via libera all’attuazione del Piano. Sempre secondo i dati e le considerazioni dell’associazione ambientalista, si tratta di Piani limitati, di riorga- KINEO 12 1996 nizzazione della mobilità, che contengono però anche interventi utili e positivi, come ad esempio l’incremento delle aree pedonali e il miglioramento dell’efficienza del trasporto pubblico. Genova ha adottato un Piano specifico per l’area centrale, con un Piano particolareggiato degli interventi e l’indicazione di tre fasi di attuazione sulla circolazione, il trasporto pubblico e la sosta, in un’ottica di parziale riorganizzazione della mobilità. In Piemonte, il Consiglio comunale di Torino ha dato parere positivo nel settembre 1995, sviluppando quanto già messo in atto nel luglio 1994, mentre gli altri comuni piemontesi che hanno adottato il Put sono Alessandria, Casale M., Chieri, Novara, Novi Ligure e Vernaria Reale. In Lombardia, oltre a Milano, vi sono Cinisello Balsamo, Lodi, Sesto San Giovanni e Vigevano; molto avanti risultano inoltre Como e Varese. In Veneto, Belluno e Rovigo hanno già adottato il Put, mentre Vicenza è in fase avanzata di adozione; caso a parte è Venezia, che elaborando il Put contestualmente al Prg ha tempi più lunghi. In Emilia Romagna non vi è alcun Piano aggiornato; Bologna lo aveva fatto nel 1995 (vedi Kineo n. 7), ma la nuova amministra- 119 NOTIZIE zione ha deciso di trasformarlo in linee guida e di rivederlo; molto avanti sono Lugo di Romagna, Ferrara e Ravenna. Nelle Marche, Pesaro è l’unico comune che ha rispettato i termini, mentre Ancona lo sta elaborando con un gruppo misto. In Toscana, Firenze ha dato l’incarico per l’elaborazione nei primi mesi dell’anno, e si prevedono tempi lunghi; tutti gli altri comuni hanno il Put in fase di elaborazione, ma nessuno approvato prima dei termini. Nel Lazio, Roma ha costituito un gruppo misto di tecnici interni ed esterni ed è abbastanza avanti, mentre su trenta comuni della regione con più di 30 mila abitanti, ben dieci non hanno in previsione praticamente nulla. In Campania, Napoli si è affidata a tre tecnici esterni, che nel marzo scorso hanno consegnato un documento di indirizzo; la maggioranza dei comuni lo sta comunque elaborando, anche se dieci, su 36, non ha in programma alcuna iniziativa. In Calabria, ben tre comuni - Corigliano Calabro, Lamezia Terme e Rossano Calabro - hanno dichiarato (aprile 1996), di aver rispettato la scadenza, mentre Reggio Calabria non ha predisposto nulla. In Puglia, su 30 comuni solo Mesagne ha adottato il Put, mentre 11 non hanno previsto nulla e Bari ha un piano anteriore al 1993 (cioè da rifare). In Sicilia, Palermo sta elaborando il Put, con un gruppo misto di tecnici interni ed esterni, contestualmente al nuovo Prg, mentre alcuni comuni hanno già approvato il Put (Acireale, Alcamo, Mazzara del Vallo, Vittoria) ma con scarse applicazioni. VA R I E NOTIZIE l convegno, organizzato ICamera con il patrocinio della di Commercio e del Comune di Torino e dell’Ice, e copromosso da Ance, Anci, Aspesi e Audis, ha visto la presenza di relatori e operatori del settore immobiliare provenienti in gran parte dall’estero, in particolare dagli Stati Uniti. Dagli intervenuti al convegno torinese sono giunte indicazioni concrete circa lo stato di salute dei mercati immobiliari europei e l’interesse per l’Italia da parte dei grandi investitori internazionali. Il punto di vista dei promotori è stato portato da Gerald Hines della Hines Interest Ltd di Houston, con un patrimonio immobiliare in tutto il mondo di circa sette miliardi di dollari, da poco entrato nel mercato italiano in joint venture con il Gruppo Trema, divenendo comproprietario, tra l’altro, del centro commerciale “Le Gru” di Grugliasco. Giacinto Musicco, vice presidente esecutivo del arbin Aircraft ManuH facturing Corporation è nata come produttrice di aerei e ha poi diversificato le sue attività produttive, attraverso la società Hafei, anche nel campo automobilistico, trasferendovi la specializzazione e le tecnologie acquisite (Hafei costruisce minivan e minitrucks dal 1980). Il veicolo, denominato “Song hua jian”, lungo 3,5 metri e dotato di un motore con cilindrata inferiore a 1,3 litri, si preannuncia particolarmente innovativo, economico e con un ottimo rapporto tra lo spazio disponibile e gli ingombri. Del minivan è prevista APPUNTI SUL CONVEGNO ULI DI TORINO L’annuale convegno europeo dell’Uli - The Urban Land Institute, tenutosi al Centro Congressi Lingotto di Torino nei giorni 3 e 4 ottobre scorsi ha radunato nel capoluogo piemontese i maggiori esperti in campo immobiliare provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti per discutere sul tema “Dal Nuovo Rinascimento Urbano Importanti Opportunità Immobiliari” e porre sotto i riflettori le opportunità offerte dal project financing allo sviluppo equilibrato delle città europee. Gruppo Finsibi di Brescia, ha evidenziato alcuni importanti investimenti stranieri in Italia: da quelli di Citibank nel centro commerciale “Le Rondinelle” di Roncadelle (Brescia), e della Schroder Inc. di Londra nel centro commerciale di Curno (Bergamo). Le note dolenti sono state sintetizzate da Gerald Parkes, stratega di investimenti immobiliari in campo internazionale, che ha avanzato riserve sulla opportunità di intraprendere operazioni in Italia per motivi di liqui- dità e trasparenza (problemi comuni, a suo avviso, a paesi come Austria, Svezia, DESIGN PININFARINA PER UN VEICOLO DA PRODURRE IN CINA La Pininfarina ha firmato un accordo di collaborazione con la società cinese Hafei Motor Company, che fa capo alla Harbin Aircraft Manufacturing Corporation, per la produzione in Cina, entro il 1998, di un minivan disegnato e progettato in Italia dalla Casa torinese la produzione di oltre 50 mila esemplari l’anno, destinati inizialmente al mercato interno. Il suo sviluppo, già iniziato, si articolerà in due fasi: - la ricerca formale e la pro- gettazione, svolte in Italia presso gli uffici studi della Pininfarina, con la presenza costante di personale cinese che seguirà l’avanzamento; - la messa a punto dei pro Copertina del numero di giugno 1996 della rivista pubblicata dall’Uli Urban Land Institute. KINEO 12 1996 120 Svizzera e all’Europa centro-orientale). Logico quindi che, come ribadito da John Carrafiell, della Morgan Stanley Real Estate di Londra, da parte degli investitori internazionali si continui a privilegiare paesi dove i mercati sono più sofisticati ed evoluti e dove le transazioni siano meno costose. Da parte degli amministratori pubblici, come segnalato dall’assessore per lo sviluppo economico del Comune di Torino, Piero Gastaldo, vi è coscienza dei problemi incontrati dagli investitori, finora dibattuti tra le forti riserve di potenziale di un mercato come quello italiano, troppo a lungo trascurato, e un atteggiamento di scetticismo verso un paese troppo poco trasparente, male organizzato e caratterizzato da una eccessiva arretratezza degli strumenti finanziari, vero perno degli investimenti immobiliari, soprattutto se di grande dimensione. totipi e dei macchinari per la produzione, che sarà effettuata in Cina con il supporto di tecnici della Pininfarina, che si trasferiranno ad Harbin per il periodo necessario. Questo contratto, secondo la Casa torinese, sarà il primo passo verso una collaborazione di lunga durata, in quanto vi sono tutte le premesse per seguire la società Hafei nella sua crescita industriale. Già l’avvio della collaborazione rappresenta per Pininfarina un fatto di importanza notevole, perché la introduce in uno dei mercati più importanti del futuro.