ASEAN: dieci Nazioni una comunità?

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ASEAN: dieci Nazioni una comunità?
ASEAN: dieci Nazioni
una comunità?
adnkronosinternational
Dossier - 15 novembre 2005
Autore: Roberto Tofani
Coordinamento: Andrea Bertolini, Ermete Mariani
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Sommario
Presentazione.................................................................................................................. 3
Analisi ....................................................................................................................................... 4
Principi Fondamentali ................................................................................................... 5
Cooperazione economica e funzionale....................................................................... 5
Integrazione economica e cooperazione .................................................................... 8
Strumenti.............................................................................................................. 10
Flussi commerciali .............................................................................................. 11
Aree d’intervento ................................................................................................ 12
Aree prioritarie d’intervento.............................................................................. 16
Conclusioni ................................................................................................................... 19
Risorse .................................................................................................................................... 22
Indicatori economici.................................................................................................... 23
Export ASEAN 1993 – 2002 ....................................................................... 23
Volume commercio ASEAN 2002 – 2003 ................................................ 23
Volume Commercio inter – ASEAN 2002 – 2003 ................................... 24
Volume commercio tra ASEAN – 6 e maggiori partner commerciali ... 24
Media del PIL pro capite di CLMV, ASEAN – 6 e ASEAN del 2003 25
Assistenza ai Paesi CLMV da ASEAN-6 oltre il Piano di Azione IAI . 25
Contributo ASEAN– 6 al Piano di Azione IAI ........................................ 26
Schede Paese................................................................................................................. 27
Brunei Darussalam.............................................................................................. 27
Cambogia ............................................................................................................. 28
Indonesia.............................................................................................................. 29
Laos....................................................................................................................... 30
Malaysia ................................................................................................................ 31
Myanmar .............................................................................................................. 32
Filippine................................................................................................................ 33
Singapore.............................................................................................................. 34
Thailandia............................................................................................................. 35
Vietnam ................................................................................................................ 36
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“L’Associazione rappresenta la volontà comune delle
Nazioni ad unirsi insieme con spirito di amicizia e
cooperazione e, attraverso sforzi e sacrifici comuni,
incoraggiare e garantire ai propri cittadini sicurezza, pace,
libertà e prosperità”.
(ASEAN Declaration, Bangkok, 8 agosto 1967).
Presentazione
L’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN, Association of South
East Asian Nations) è costituita l'8 agosto del 1967 a Bangkok (Thailandia) da
Thailandia, Indonesia, Malaysia, Filippine e Singapore. Tra il 1984 e il 1999 vi aderirono
il Sultanato del Brunei (8 gennaio 1984), il Vietnam (28 luglio 1995), il Laos e il
Myanmar (23 luglio 1997) e la Cambogia (30 aprile 1999). Ad oggi, la regione
comprendente i dieci Paesi membri conta circa 562 milioni di abitanti (stime a luglio
2004) in un’area di 4.5 milioni di chilometri quadrati, con un prodotto interno lordo pari
a 686.000 milioni di USD (stime al 2003).
Sin dalla sua fondazione, l’Associazione asiatica punta ad accelerare la crescita
economica, lo sviluppo sociale e culturale nella regione attraverso uno sforzo unico
basato sullo spirito d’uguaglianza e collaborazione reciproca, per sostenere la fondazione
di una Comunità prospera e pacifica tra le Nazione del Sud-est asiatico. Inoltre,
l’ASEAN si adopera per la promozione della stabilità e della pace nella regione
attraverso la tolleranza e il rispetto per la giustizia, nel pieno rispetto dei principi delle
Nazioni Unite. Nel 1995, i capi di Stato e di governo hanno ribadito che “pace e
prosperità devono essere i traguardi fondamentali dell’ ASEAN”.
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Analisi
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Principi Fondamentali
Il “Trattato di Amicizia e Cooperazione” (TAC) nel Sud-est asiatico, siglato il 24
Febbraio 1976 a conclusione del primo Summit di Denpasar (Bali, Indonesia), dichiara
che nelle relazioni tra i Paesi, le altre parti contraenti dovrebbero essere guidate dai
seguenti principi fondamentali:
1. Rispetto comune per l’indipendenza, sovranità, uguaglianza, integrità
territoriale e identità nazionale di ogni Nazione.
2. Diritto di ogni Stato a condurre la propria esistenza nazionale liberamente da
ogni interferenza, sconvolgimento radicale o coercizione.
3. Non interferenza negli affari di politica interna da parte di altri Paesi
membri.
4. Risoluzione pacifica di ogni eventuale disputa, con rinuncia alle minacce e
all’uso della forza.
5. Effettiva cooperazione tra i Paesi membri.
Cooperazione economica e funzionale
Il primo passo dell’ASEAN fu l’attuazione di schemi di cooperazione economica
fra i Paesi membri, miranti all’incremento del volume complessivo degli scambi
commerciali. Tra il 1967 (anno di costituzione dell’Associazione) ed i primi anni settanta
la quota di scambi commerciali tra i Paesi membri rispetto all'intero volume di scambio
commerciale dei Paesi considerati si aggirava tra il 12% e il 15%.
Nel 1976, si è tenuto in Indonesia il primo summit internazionale durante il
quale i Ministri degli Esteri hanno rettificato la prima Dichiarazione di Concordia
(Declaration of ASEAN Concord, Bali, 24 February 1976). Con essa si fissano le linee
guida per le relazioni economiche, sociali e culturali. L’anno successivo, con “l’Accordo
di scambio commerciale preferenziale” (PTA, Preferential Trading Arrangement) si
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sono stabilite, per la prima volta, tariffe preferenziali su beni commerciabili nell’area
ASEAN, che comprendeva i soli cinque Paesi costituenti.
Nel 1987, durante il terzo summit tenutosi nella Repubblica delle Filippine, si
adotta un programma di sviluppo del PTA che mira a promuovere la crescita degli
scambi commerciali. Durante il quarto summit di Singapore nel 1992 i Paesi membri (a
cui si aggiunse il Brunei) siglano un accordo strutturale sulla cooperazione economica,
che includeva il lancio di uno schema operativo atto alla creazione di una zona di libero
scambio (AFTA, ASEAN Free Trade Area). L’obiettivo strategico di questa area di
libero scambio era di migliorare la competitività della regione, considerata come una
singola unità produttiva, attraverso l'eliminazione delle barriere “doganali e non”
(ovvero dell'insieme dei provvedimenti che effettivamente proibiscono e limitano gli
scambi commerciali nella regione).
Nel 1995, durante il quinto summit ASEAN di Bangkok si pubblica “l’Agenda
per l’integrazione economica”, che si prefigge come scopo di accelerare i tempi di
realizzazione dell’AFTA, passando dai quindici anni programmati nel ’92 a dieci. Due
anni più tardi, nel 1997, quando anche Vietnam, Laos e Myanmar entrano a far parte
dell’Associazione, i leaders asiatici rettificano l’ASEAN Vision 2020. Con questo
accordo gli Stati membri s’impegnano a lavorare congiuntamente per l’integrazione delle
differenti economie nazionali al fine di creare una regione economicamente stabile,
prospera e altamente competitiva, dove la libera circolazione di beni, servizi,
investimenti e capitali possa favorire uno sviluppo equo e ridurre le disparità socioeconomiche. Il “Piano d’Azione di Hanoi” (Hanoi Plan of Action) stabilito nel 1998, è il
primo programma operativo per raggiungere gli scopi dichiarati nella Vision 2020.
Per realizzare l’integrazione economica regionale sono state potenziate le
infrastrutture come le autostrade inter-statali, reti ferroviarie, porti, rotte marittime, vie
di comunicazione fluviali, ma sono anche state create nuove rotte aeree per il trasporto
passeggeri e merci. L’ASEAN sta, inoltre, promovendo l’interoperabilità e
l’interconnettività delle telecomunicazioni nazionali, così come lo sviluppo e la
costruzione di reti di distribuzione delle risorse energetiche come l’ASEAN Power Grid
e la Trans-ASEAN Gas Pipeline Projects.
Se ci riferiamo ai primi tre anni dall’entrata in vigore dell’AFTA, i risultati
raggiunti sono notevoli. Il volume dei prodotti esportati tra i Paesi ASEAN è cresciuto
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da 43,26 miliardi di USD nel 1993 a quasi 80 miliardi di USD nel ’96, con una crescita
annua media del 28,3%. Durante tale periodo, il volume di scambio commerciale intraregionale è passato dal 20% a quasi il 25%.
Oggi la cooperazione economica ASEAN copre i seguenti settori: commercio,
investimenti, industria, servizi, finanza, agricoltura, selvicoltura, energia, trasporti e
comunicazioni, proprietà intellettuale, piccola media impresa e turismo. Con l’obiettivo
e desiderosi di creare una comunità di società “altruiste” (ovvero disposte a cooperare), i
leader asiatici hanno deliberato nel 1995 di elevare la cooperazione funzionale ad un
livello maggiore per poter garantire una crescita paritaria dei Paesi membri. “Crescita
condivisa attraverso sviluppo umano, competitività tecnologica e coesione sociale” era il
principio che guidava i leader nell'elaborazione di programmi di cooperazione. Tale
cooperazione si basa sui seguenti Piani di Azione:
1. Piano d’Azione per lo Sviluppo Sociale;
2. Piano d’Azione su Cultura e Informazione;
3. Piano d’Azione su Scienza e Tecnologia;
4. Piano Strategico d’Azione sull’Ambiente;
5. Piano d’Azione sull’Abuso e il Controllo di Sostanze stupefacenti;
6.
Piano d’Azione contro il Crimine Internazionale.
Va inoltre sottolineato che, in questa fase, l'ASEAN deve affrontare problemi
d’ordine politico e geostrategico. Con la prima Dichiarazione di Concordia, siglata a Bali
nel 1976 si stabilisce un percorso comune di tipo economico, con la quale i Paesi
membri s'impegnano a garantire non solo la pace e sicurezza interna, ma anche una zona
di libertà e neutralità nella regione asiatica. Per raggiungere questo scopo una mera
cooperazione economica non è sufficiente, ma è necessario uno sforzo congiunto per
affrontare problemi annosi come la povertà, la fame, l'analfabetismo e le emergenze
sanitarie.
Dal punto di vista strettamente economico, gli Stati membri devono provvedere
all'approvvigionamento di beni di consumo, di fonti d’energia, nonché collaborare per la
risoluzione di crisi. Sul piano industriale viene data priorità a progetti che utilizzano e
valorizzano prodotti di cui ogni Paese membro dispone, in modo da favorire
l'incremento della produzione alimentare e l'investimento dei proventi derivanti
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dall'esportazione per favorire occupazione interna. Dal punto di vista commerciale i
Paesi associati devono migliorare la qualità dei prodotti e la cooperazione in campo
tecnologico, incrementando gli scambi internazionali. Essi devono sviluppare anche una
politica economica, condividere un approccio per la risoluzione dei problemi legati alla
ricerca di materie prime, migliorare il dialogo con altre associazioni regionali ed
organizzazioni internazionali. Le linee guida e gli strumenti da utilizzare vengono stabiliti
durante regolari incontri ministeriali che si svolgono indipendentemente dai summit
ASEAN per:
– Formulare indicazioni comuni sulla base delle singole esigenze dei Paesi membri;
– Analizzare la base e lo sviluppo di programmi promossi che hanno il fine di
valorizzare proprio la cooperazione economica;
– Scambiare reciprocamente informazioni sullo sviluppo nazionale e le singole
politiche economiche per armonizzare lo sviluppo regionale.
Integrazione economica e cooperazione
Verso una Comunità Economica ASEAN (AEC, ASEAN Economic
Community)
Il nono Summit tenutosi a Bali, Indonesia, nell’ottobre del 2003, stabilisce la
Comunità Economica ASEAN (AEC, ASEAN Economic Community) come obiettivo
finale dell’integrazione economica sulla base di quanto stabilito dall’accordo ASEAN
Vision 2020, siglato a Kuala Lumpur, Malaysia, nel 1997. Con l’AEC l'Associazione
s'impegna a creare un unico mercato comune ASEAN, trasformando le diversità che
caratterizzano la regione in opportunità di affari che rendano l’Associazione asiatica un
segmento più forte e dinamico all’interno dell'economia globale. Al fine di costituire una
vera e propria comunità economica, l’ASEAN deve:
•
istituire nuovi meccanismi e misure per rafforzare le già esistenti iniziative
economiche, incluse la Zona di libero scambio ASEAN (AFTA – ASEAN
Free Trade Area), l’Accordo strutturale sui servizi (AFAS, ASEAN
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Framework Agrrement on Services) e l’Accordo sull’Area di investimento
ASEAN (AIA, ASEAN Investment Area);
•
accelerare
l’integrazione
regionale
nei
settori
prioritari:
agricolo,
automobilistico, elettronico, ittico, tessile, aereo, e-ASEAN (Tecnologia
Internazionale sulle Comunicazioni), sanitario, turistico e produzione
derivante da legno e caucciù;
•
facilitare lo spostamento delle risorse umane;
•
rafforzare le procedure istituzionali dell’ASEAN, incluso il perfezionamento
dell’esistente meccanismo per la risoluzione delle controversie, per garantire
provvedimenti più veloci e cogenti sulle dispute di ordine economico.
Come primo passo per la realizzazione dell’AEC, l’Associazione sta attuando le
misure stabilite nella seconda Dichiarazione di Concordia approvata proprio durante il
nono summit di Bali. Nell'elaborazione di progetti, infatti, l’ASEAN deve tenere conto
dei diversi gradi di sviluppo tecnologico e garantire la piena integrazione dei Paesi come
Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam (noti come CLMV). A tale scopo sono stati attuati
programmi specifici come l’Iniziativa per l’integrazione ASEAN (IAI, Initiative ASEAN
Integration) e il Percorso di integrazione ASEAN (RIA, Roadmap for the Integration of
ASEAN) ovvero attraverso una politica strutturale per ridurre il gap di sviluppo
all’interno della regione.
La realizzazione di una comunità economica integrata passa attraverso
l'attuazione di misure di liberalizzazione e cooperazione, lo sviluppo delle risorse umane,
il riconoscimento internazionale delle qualifiche professionali, la concertazione delle
politiche macroeconomiche e finanziarie, il potenziamento delle infrastrutture e delle
telecomunicazioni, nonché l’integrazione di gruppi industriali privati. Per favorire il
dialogo fra istituzioni politiche e l'imprenditoria è stato fondato il Consiglio Consultivo
per il Commercio (ASEAN – BAC, ASEAN Business Advisory Council) inaugurato il
10 aprile 2003. In occasione del summit di Bali del 2003, il BAC ha organizzato il primo
incontro internazionale sul commercio e gli investimenti, durante il quale i leader asiatici
hanno individuato i problemi chiave del settore.
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Strumenti
Il 28 gennaio 1992 a Singapore, i sei Paesi associati firmano l'accordo per la
creazione della “zona di libero scambio” (AFTA – ASEAN Free Trade Area). Il
desiderio di abbattere le barriere doganali era già stato espresso nella prima
Dichiarazione di Concordia ed in questa direzione erano stati concepiti il PTA, così
come l’accordo siglato a Manila nel 1987 volto a rafforzare la cooperazione economica.
Il primo atto dell'AFTA è l'imposizione della la Tariffa preferenziale comune (CEPT,
Common Effective Preferential Tariff), che prevede la riduzione dei dazi doganali su
una gamma precisa di prodotti (elencati in una lista speciale: IL, Inclusion List)
scambiati all’interno della regione. L’articolo 9 dell'accordo garantisce, però, agli Stati la
possibilità di prendere provvedimenti ed adottare regolamenti che considerano necessari
per la protezione della sicurezza nazionale, della morale pubblica, della salute dei
cittadini, animali e piante, nonché di opere con valore artistico, storico e archeologico.
Oggi, la zona di libero scambio è virtualmente stabilita. I dieci Paesi hanno fatto
significativi passi in avanti nell’abbassamento delle tariffe tra i Paesi membri. Più del
99% dei prodotti presenti nella Inclusion List, prevista dall’ASEAN – 6 (i primi sei Paesi
firmatari: Sultanato del Brunei, Filippine, Indonesia, Malaysia, Singapore e Thailandia)
sono stati portati ad una percentuale tariffaria che oscilla tra lo zero e il cinque. Il
secondo gruppo dei Paesi ASEAN (Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam) non sono
così lontani dall’adempiere i loro impegni, secondo quanto stabilito proprio dallo
schema CEPT. Quasi l’ottanta per cento dei loro prodotti sono stati inclusi nella lista
CEPT e circa il 66% di questi ha già tariffe comprese tra lo zero e il cinque per cento.
Per adeguarsi ai primi sei Paesi il Vietnam ha tempo fino al 2006, Laos e Myanmar fino
al 2008, mentre la Cambogia fino al 2010.
Il protocollo di sviluppo dell’accordo del ’92 per l’eliminazione dei dazi
d’importazione siglato dai Paesi ASEAN – 6, ha stabilito di eliminare le tariffe sul 60%
dei loro prodotti inclusi nella lista proprio dal 2003. Da questa data sono state eliminate
le tariffe per ben il 64,12% dei prodotti e la media tariffaria secondo lo schema CEPT è
scesa dal 12,76% del ’93 all’1,50%. Lo sviluppo dello schema CEPT – AFTA ha avuto
una spinta in avanti notevole nel gennaio 2004 quando la Malaysia ha annunciato una
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riduzione tariffaria per le unità prodotte nel settore automobilistico, anticipando di un
anno l’impegno siglato con l’accordo.
I Paesi membri hanno lavorato anche per eliminare le “barriere non tariffarie”,
ovvero quei provvedimenti che - secondo l’articolo I dell’accordo - “effettivamente
proibiscono e limitano l’import/export dei prodotti tra gli Stati”. Tali barriere possono
essere le “restrizioni rese effettive attraverso, quote, licenze e altri provvedimenti con
effetto equivalente, incluse misure amministrative”, ovvero quei provvedimenti
amministrativi che hanno la conseguenza di restringere la circolazione dei beni. Il
programma d’eliminazione di queste barriere prevede un processo di verifica e notifica
incrociata, l’aggiornamento periodico sulla definizione delle misure e barriere non
tariffarie nella regione, la creazione e il mantenimento di un database che tenga conto di
tali definizioni e l’eliminazione di ulteriori misure ritenute non necessarie e/o
ingiustificate. Dal primo gennaio 2004, sono state riviste le regole per stabilire l’origine
dei prodotti e le procedure di certificazione operativa dello schema CEPT, rendendolo
maggiormente appetibile agli investitori regionali.
Flussi commerciali
Le esportazioni ASEAN sono incrementate dopo le crisi finanziarie del
1997/’98 raggiungendo un picco nel 2000, quando il volume dei prodotti esportati
raggiunse il valore di 408 miliardi di USD. Dopo esser sceso a 366,8 miliardi di USD nel
2001 in seguito alla recessione statunitense, europea e giapponese, il volume esportato
ha raggiunto 380,2 miliardi di USD l’anno successivo. Il trend positivo per i 6 Paesi
originari dell’accordo è continuato per tutta la prima metà del 2003, mentre gli scambi
commerciali tra i dieci Paesi membri hanno registrato nello stesso periodo un aumento
del 4,2% per l’import e del 1,6% per l’export. Gli Stati Uniti d’America, l’Unione
Europea e il Giappone, continuano ad essere i mercati maggiori per i prodotti esportati
dall’Associazione, mentre il Giappone, seguito dagli USA e UE, è il primo partner per
prodotti importati.
Investimenti. I dieci Paesi membri sono stati i maggiori destinatari di
investimenti diretti da parte di Paesi stranieri anche durante la crisi finanziaria del
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1997/98 e la successiva crisi globale del 2000/01. Nel 1999 l’approvvigionamento degli
investimenti stranieri che i Paesi associati avevano a disposizione si aggirava intorno a
249,7 miliardi di USD, mentre nel 2001 tale quota è passata a 282,9 miliardi di USD.
Successivamente però, il fenomeno SARS (Severe Acute Respiratory Sindrome) ha
fortemente limitato gli investimenti stranieri nell’intera regione. Il Consiglio ministeriale
AIA (ASEAN Investment Area) tenuto il primo settembre 2003 a Phnom Penh,
Cambogia, si concluse in modo positivo, se visto secondo l’ottica dei flussi di
investimenti diretti di Paesi terzi nella regione. Gli sforzi per una cooperazione degli
investimenti stranieri intra-regionali rimane principalmente focalizzata su un più
profondo sviluppo dell’Accordo AIA siglato il 7 ottobre 1998. L’accordo venne
concluso con l’obiettivo di facilitare il libero flusso di investimenti diretti, della struttura
tecnologica e lavoratori specializzati, dovendo garantire agli investitori di “imbrigliare”
ogni particolare vantaggio dei Paesi associati così da massimizzare gli “affari” e
l’efficienza produttiva a costi molto bassi. L’accordo fa riferimento ai settori:
manifatturiero, agricolo, minerario, ittico ed il terziario. In base alle statistiche relative al
volume di investimenti stranieri diretti nella regione tra il 2000 e il 2002, circa il 50% è
stato impegnato nel settore dei servizi.
Aree d’intervento
Industria. Lo schema di cooperazione industriale ASEAN (AICO, Basic
Agreement on the ASEAN Industrial Cooperation) introdotto nel 1996 è indirizzato a
promuovere le risorse condivise ed aumentare la competitività del settore manifatturiero
attraverso la riduzione tariffaria, cercando di far aumentare il volume complessivo degli
scambi commerciali. Per sostenere lo schema AICO i Ministri dell’economia dei dieci
Paesi hanno siglato un Protocollo di esecuzione il 21 aprile 2004, con il quale si
stabiliscono nuove tariffe preferenziali per i progetti industriali che rientrano nello
schema AICO: zero per cento per il Sultanato del Brunei, Cambogia, Laos e Malaysia,
Singapore e Indonesia; tra lo zero e l’un per cento per la Repubblica delle Filippine; tra
lo zero e il tre per cento per la Thailandia e tra zero e cinque per cento per Myanmar e
Vietnam. Su questa base, Filippine, Myanmar e Thailandia s’impegneranno a ridurre le
tariffe preferenziali dal primo gennaio 2005, mentre il Vietnam dal 2006.
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Dogane. Le indicazioni dell’Alta Unità Operativa per l’Integrazione Economica
(HLTF) approvata durante il nono summit ASEAN nell’ottobre 2003, includevano
facilitazioni in ambito doganale. Tra queste, l’adozione di un sistema di “zona verde” per
i prodotti previsti dallo schema CEPT nei punti d’entrata di ogni Paese membro dal
2004; l’adozione dell’accordo WTO (World Trade Organization) per la parte relativa alle
stime doganali, sviluppando così le dovute linee guida dalla fine del 2004; l’impegno del
servizio da parte delle autorità doganali e l’accesso di un singolo corridoio basato su un
sistema elettronico di registrazione dei documenti relativi agli scambi sia a livello
nazionale che regionale. Per facilitare queste operazioni, il 7 agosto 2003 a Manila i
rappresentanti dei Ministri delle finanze hanno siglato il Protocollo di esecuzione per la
Nomenclatura delle Tariffe, che stabilisce chiare regole e uniformità di applicazione
nella classificazione dei beni nell’area ASEAN in modo conforme agli standard
internazionali. Durante il secondo incontro dei rappresentanti doganali ASEAN,
tenutosi a Banda Seri Begawan nel marzo 2004, emerse il bisogno di un maggior
scambio sul piano informativo per poter analizzare e prevenire le modalità utilizzate dai
trasgressori per eludere i sistemi di sicurezza. È su questa base che la comunità doganale
ASEAN ha adottato un piano d’azione per stabilire un sistema doganale tecnologico le
cui attività includono la realizzazione di una “Singola Finestra” al fine di facilitare lo
sdoganamento delle merci. Inoltre, i Paesi membri si stanno sforzando per armonizzare
le loro linee direttive con quelle poste in essere dall’Accordo sulle stime doganali
dell’organizzazione mondiale per il commercio (WTO).
Finanza. Per tutto l’anno 2003, il maggior compito dell’ASEAN è stato quello
di consolidare il recupero economico della regione con appropriate misure monetarie e
politico/fiscali. Dopo aver registrato nel 2002 una crescita del Pil regionale pari al 4,5%,
il 2003 è stato l’anno del “ritorno” graduale dei flussi di investimento diretto da parte di
Paesi terzi nella regione asiatica. La stabilità dei prezzi e delle valute hanno aiutato a
rafforzare il sistema finanziario regionale e le prospettive di crescita per il 2004 sono
state ampiamente rispettati.
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Strumenti di controllo. Nell’aprile 2004, i dieci Ministri delle Finanze si sono
impegnati a mantenere la regione all’interno di un percorso sostenibile di crescita ed
hanno riconosciuto il bisogno di allargare e rafforzare la ripresa economica della regione.
La forte dipendenza del mercato interno a quello internazionale è stato alla base delle
fluttuazioni improvvise durante il 2003. Al fine di ridurre questa dipendenza i Ministri
delle finanze hanno promosso iniziative politiche per rafforzare la domanda interna,
come la promozione della piccola e media impresa (SME, Small and Medium
Enterprise), nonché riforme del sistema legale per migliorare il controllo e la
governabilità dei mercati di capitale. In questo senso la Banca Asiatica di Sviluppo
(ADB, Asian Development Bank) ha messo in atto due programmi di monitoraggio
economico regionale per permettere ai Paesi membri di avere una propria capacità di
sorveglianza.
Piccola e Media Impresa. L’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico si
sta impegnando ad accelerare la trasformazione e l’integrazione della Piccola e Media
Impresa su base regionale per creare un “fornitore” competitivo e dinamico sia nel
mercato regionale che globale. La globalizzazione e il processo di sviluppo tecnologico
hanno portato alla proliferazione di “catene” di offerta e reti di produzione sia interne
che oltre confine. I Paesi membri dell’Associazione si sono impegnati a lavorare per
creare e promuovere un ambiente tendente allo sviluppo della PMI dove sia i governi
che il settore privato assumono un ruolo complementare. In questo contesto è stato
creato un “Gruppo di Lavoro ASEAN per la PMI” che ha elaborato un piano decennale
dal 2004 al 2014 con l’obiettivo di mettere le PMI al centro dello sviluppo socioeconomico e dell’integrazione regionale. L’attenzione viene quindi focalizzata sullo
sviluppo della capacità imprenditoriale sostenuta dalla PMI e la capacità di offrire alle
imprese organizzazione e amministrazione, enfatizzando la sub-contrattazione e la
struttura inter-aziendale; un migliore accesso alle tecnologie moderne, ai nuovi mercati
(soprattutto e-commerce) e finanza, tenendo conto del presidio del territorio e della
salvaguardia dell’ambiente. Tale piano fu siglato dal Consiglio dei Senatori ASEAN nel
febbraio 2004. Alcuni dei programmi del piano decennale sono partiti proprio nello
stesso anno. Un gran numero di progetti di sviluppo è stato integrato proprio per
supportare la Piccola e Media Impresa in ambito regionale ASEAN. Su questa base,
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numerose sono le occasioni d’incontro per lo scambio d’informazioni organizzate sia su
scala regionale che nazionale anche con il supporto di Paesi esterni all’ASEAN, come il
Giappone. In particolare, specifici incontri riguardanti la politica della PMI sono stati
tenuti proprio in quei Paesi che forse ne hanno maggior bisogno: Cambogia, Laos,
Myanmar, e Vietnam (CLMV). Studiare e promuovere la capacità di crescita di tali Paesi
(CLMV), è stato un esercizio continuo che ha contribuito alla creazione di numerose
attività di formazione nelle aree di loro particolare interesse come i sistemi di
condizionamento e refrigerazione e la formazione dei “formatori” nel settore dell' ecommerce. Il 7 marzo 2004 a Bangkok, rappresentanti degli istituti di credito pubblici e
privati dei Paesi ASEAN si sono riuniti per discutere le modalità per facilitare l’accesso
ai finanziamenti, al fine d’incoraggiare la cooperazione regionale delle piccole e medie
imprese. Tra i partecipanti anche rappresentanti di grandi istituti di credito provenienti
da Australia, Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti d’America.
IAI: Iniziative for ASEAN Integration. L’Associazione, pur comprendendo
Paesi che hanno un diverso livello di sviluppo economico e sociale, vuol avere un ruolo
regionale ed internazionale nel nuovo millennio coerente e sistematico. Con il
documento ASEAN Vision 2020, adottato dai leaders asiatici a Kuala Lumpur nel 1997,
si punta a promuovere, infatti, un equo sviluppo economico facendo leva sulla riduzione
della povertà e disparità economiche nella regione. Tale mandato politico è stato
ribadito nel Piano d’Azione di Hanoi del 1998 e con la Dichiarazione di Hanoi del 2001,
basata sull’eliminazione del gap economico esistente puntando ad una più chiusa
Integrazione ASEAN. Nell’ottobre 2003, durante il nono summit ASEAN che ha dato
vita all’AEC (ASEAN Economic Community), i rappresentanti dei Governi adottarono
la Seconda Dichiarazione di Concordia, stabilendo che la Comunità Economica ASEAN
dovrà garantire che l’integrazione dell’ASEAN venga accompagnata e sostenuta da una
cooperazione tecnica che tenga conto delle caratteristiche di ogni Paese, soprattutto di
Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam (CLMV), rafforzando così uno degli strumenti
ideati a tale scopo: l’Iniziativa per l’Integrazione ASEAN già operativa dal 2002. Altre
aree regionali stanno perseguendo simili sforzi: l’Area di Crescita Est–ASEAN, che
comprende il Sultanato del Brunei, Indonesia, Malaysia e Filippine; il Triangolo di
Crescita, costituito da Indonesia, Malaysia e Thailandia; l’area del Corridoio del
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Bacino del Mekong, costituita da Vietnam, Laos, Cambogia e la zona nord est della
Thailandia. Tutte queste associazioni lavorano su problemi particolari ed adottano
Schemi di Cooperazione e Sviluppo.
Il Piano d’Azione dell’Iniziativa di Integrazione ASEAN, venne siglato dai
rappresentanti dei Paesi membri nel Summit di Phnom Penh il 4 novembre 2002, con lo
scopo di favorire l’integrazione economica regionale, promuovere una crescita paritaria
attraverso la riduzione del tasso di povertà di Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam e lo
sviluppo delle economie nazionali. In particolare il piano d’azione interviene su settori o
aree giudicate prioritarie: infrastrutture, risorse umane e ICT. Ad ottobre 2004 sono stati
approvati 85 progetti: per 61 sono stati approvati i finanziamenti, dei quali 24 sono stati
portati a termine, 12 sono nella fase finale e i rimanenti 25 sono già stati pianificati; altri
11 sono stati finanziati solo parzialmente. Circa 16,8 milioni di USD è il valore dei
progetti in forma di contributi, inclusi i 3,9 milioni di USD donati da Thailandia,
Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore e Sultanato del Brunei. I cinque maggiori Paesi
“donatori” sono Repubblica di Korea, Australia, Norvegia, Giappone e Unione
Europea, che conta per circa 12,9 milioni di USD.
Il Piano di Azione IAI è un “documento” dinamico che viene continuamente
rinnovato in modo da rispondere alla continua evoluzione di Cambogia, Laos, Myanmar
e Vietnam e della regione in genere.
Aree prioritarie d’intervento
Infrastrutture. Paese coordinatore Cambogia. Quest’area è fondamentale per
migliorare l’accesso, l’efficienza e la qualità di trasporti, energia e servizi sempre con
riferimento ai Paesi CLMV. L’obiettivo è d’incrementare il volume dei commerci
nonché degli investimenti.
Sviluppo delle risorse umane. Paese coordinatore Laos. In quest’area si punta
a favorire le capacità di crescita del settore pubblico, della produttività e dell’impiego, un
processo educativo e scolastico più efficiente e una formazione specifica nel settore
trasporti, energia, ICT, investimenti, commercio, servizi e doganale.
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17
ICT. Paese coordinatore Myanmar. Scopo principale è cercare di capire le reali
potenzialità del settore cercando poi di limitare il gap esistente tra i Paesi.
Integrazione Economica Regionale. Paese coordinatore Vietnam. Principale
obiettivo è la costituzione d’istituzioni che possano sostenere l’integrazione di CLMV,
all’interno dell’Associazione asiatica in base ad accordi già esistenti quali l’AFTA. Nello
specifico si prevede di fornire assistenza tecnica per l’amministrazione delle dogane ed
armonizzare le misure che regolano l’import/export. Inoltre, particolare interesse è
rivolto al potenziamento delle infrastrutture: autostrade, ferrovie, reti di distribuzione
d’elettricità e trasporto di fonti energetiche.
Risorse. La mobilizzazione delle risorse per la realizzazione dei programmi e
progetti previsti dal Piano di Azione IAI è stato preso in considerazione nelle relazioni
con l’estero nell’Agenda ASEAN. La diminuzione del gap esistente all’interno dei Paesi
CLMV dovrebbe favorire, infatti, anche gli altri Stati membri così come tutti i partners
dell’ASEAN. Una parte delle risorse economiche sono impiegate nell’informazione e
comunicazione di tale scopo. Il 15/16 agosto 2002 si è tenuto a Jakarta, Indonesia, nella
sede del Segretariato ASEAN, un forum sull’Integrazione, Cooperazione e Sviluppo
(IDCF, Integration Development Cooperation Forum) a cui hanno partecipato i
rappresentanti dei Paesi asiatici associati, i Partner di Dialogo, le organizzazioni regionali
e internazionali, nonché compagnie internazionali private. Il 22 gennaio 2003 si è tenuto
nel Sultanato del Brunei il secondo incontro che aveva le stesse finalità. Alle risorse
finanziarie attuali, altre risorse sono attese dal secondo Piano di Azione di Vientiane
2205/2010 (segue quello di Hanoi che ha operato nel quinquennio 1999/2004),
approvato il 29 novembre 2004 durante il decimo summit che si è svolto proprio nella
capitale laotiana.
Secondo i leaders asiatici rafforzare la situazione economica nei Paesi meno
sviluppati li renderebbe capaci di provvedere a un rapporto di complementarietà con
quei Paesi dell’Associazione che, oggi, vengono considerati maggiormente sviluppati. Un
gruppo di dieci Paesi economicamente rilevante potrebbe, inoltre, condurre negoziati
collettivamente, assumendo un’unica posizione con i maggiori partner commerciali su
temi quali: l’accesso del mercato, il trasferimento tecnologico e gli investimenti stranieri
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18
diretti. Al di là dei benefici materiali, una migliore situazione economica in Cambogia,
Laos, Myanmar e Vietnam contribuirebbe a una maggiore stabilità nelle relazioni interstatali dell’intera regione e permetterebbe di affrontare in maniera più efficacia questioni
di carattere internazionale come l’immigrazione illegale. La cooperazione economica
viene, inoltre, vista dai governi dei Paesi membri come la base per un alto senso
comunitario e solidale tra i cittadini dell’intera regione.
Per rafforzare la cooperazione politica ed economica, l'Associazione dovrà
comunque riconsiderare i vincoli che legano i paesi membri, attualmente molto “leggeri”
e flessibili, e orientarsi verso la creazione di organi decisionali sovranazionali e
autonomi. Al momento, il dibattito politico non è di ampio respiro, non c'è una vera
leadership politica e l'integrazione di tipo istituzionale è limitata dal principio di non
ingerenza negli affari interni, che spiega, ad esempio, la politica controversa dell'ASEAN
nei confronti del Myanmar. Anche armonizzare le economie ed estendere l'ambito
d'azione dell'AFTA richiederà tempi lunghi, perché alcuni dei paesi ASEAN devono
radicalmente riformare il proprio sistema. Attualmente prevale la tendenza a stipulare
accordi bilaterali di libero scambio, in particolare con economie più forti e stabili non
facenti parte dell'Associazione. Da questo punto di vista, importanti sviluppi potrebbero
derivare dalla creazione di un'area di libero scambio con la Cina (entro il 2015 per
Vietnam, Laos, Cambogia e Myanmar, entro il 2010 per gli altri), dalla cooperazione con
il Giappone e dal rafforzamento del partenariato commerciale con l'Unione Europea,
alla quale l'ASEAN guarda per colmare il divario tra i paesi membri e accelerare la
ripresa economica nell'area
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19
Conclusioni
Nel 1967, gli Stati fondatori dell’Associazione dei Paesi del Sud-est asiatico
(ASEAN) si proponevano di cooperare per favorire lo sviluppo sociale, culturale ed
economico, nonché prevenire i conflitti. L’ASEAN non voleva essere un’entità
sopranazionale che operava indipendentemente dalla volontà dei suoi membri con
poteri legislativi. Nelle parole del suo Segretario Generale, Rodolfo C. Severino,
l’ASEAN “è semplicemente un’Associazione che deve essere valutata attraverso le
funzioni e i limiti che ha posto in essere, giudicata attraverso i risultati conseguiti e non
secondo i desideri e le aspettative di altri che non sono i Paesi membri”1.
L’ASEAN fu costituita in un periodo caratterizzato da povertà e conflittualità:
forte era il confronto tra Indonesia e Federazione Malese; Singapore e Malaysia avevano
appena consumato la traumatica separazione; netto era il contrasto tra Filippine e
Malaysia sulla disputa di Sabah2; Singapore era sconvolta da sommosse di gruppi
minoritari, mentre nel 1969 esplosero tensioni razziali in Malaysia; il Vietnam era
occupato in un conflitto civile in cui erano implicati anche Laos e Cambogia; la
Thailandia si sentiva fortemente minacciata dalle guerre in Indocina; nel 1962, nell’allora
Birmania venne inaugurata “la via birmana al socialismo”; il Brunei era impegnato a
debellare le ribellioni contrarie al Sultanato.
Oggi, nonostante alcune questioni irrisolte, le tensioni tra i Paesi si sono
notevolmente affievolite, ed è proprio questo prolungato periodo di pace e stabilità che
ha potuto garantire lo sviluppo, non solo economico, cui stiamo assistendo.
L’ASEAN è, oggi, la più importante associazione di Paesi in via di sviluppo e il
Sud-est asiatico è la regione più dinamica del pianeta. In che modo, quindi, i popoli della
regione possono competere ed allo stesso tempo migliorare i loro standard di vita
mantenendo un ruolo attivo nel mercato globale?
La prima strategia che l’ASEAN ha adottato è l’integrazione e l’espansione del
mercato regionale, facilitando il flusso di beni con l’obiettivo di creare una Free Trade
1
Rodolfo C. Severino, Jr., Segretario-Generale ASEAN “What ASEAN is and what it stands for” Asia
Policy Lecture presso il Research Institute for Asia and the Pacific, University of Sydney, Australia, 22
October 1998.
2
Regione situata nel Borneo.
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20
Area. La competitività richiede investimenti e solo la creazione di un mercato comune
può fungere da polo di attrazione; in termini di persone, competitività si traduce in
formazione, con priorità all’educazione e alla sanità. Lo sviluppo economico, la lotta alla
fame e alla povertà restano però di competenza delle Nazioni che possono interagire
attraverso l’Associazione per scambiarsi informazioni ed adottare procedure comuni a
tutta la regione. In questo senso, l’ASEAN può funzionare da piattaforma per i singoli
Stati per avere un ruolo più forte ed incisivo nel mercato globale ed attirare investimenti
esterni.
Attraverso l’ASEAN l’Indonesia è stata in grado di gestire la sua potenza
economica, il suo prestigio e la sua influenza nel mondo senza essere una grave minaccia
per i suoi “vicini”. Singapore rimane “un’isola” anche se condivide molti aspetti della
sua identità con gli altri Paesi del mare malese. La Malaysia è una società multietnica che,
nonostante le dispute irrisolte con gran parte dei Paesi confinanti, conduce le sue
relazioni esterne attraverso il dialogo politico e accordi presi in seno all’ASEAN. La
Thailandia ha forgiato un legame forte e duraturo nei mari regionali. Le Filippine, dopo
quasi un secolo trascorso da Paese colonizzato e dipendente dagli USA, hanno trovato
nell’Associazione la propria identità nel Sud-est asiatico. Ricco e minuscolo, il Brunei
conduce affari con tutto il mondo grazie anche ai rapporti commerciali intessuti in seno
all’ASEAN. Dopo la fine della guerra fredda, il Vietnam ha suggellato il suo posto nello
scacchiere asiatico con l’ingresso nell’Associazione, così come la Cambogia dopo un
lungo periodo di destabilizzazione. Il piccolo e chiuso Laos potrebbe, attraverso
l’ASEAN, migliorare le delicate relazioni con i Paesi confinanti. Infine, la volontà del
Myanmar di entrare a far parte dell’ASEAN è forse il primo passo per un’apertura al
resto del mondo.
I punti d’attrito fra gli Stati membri sono, però, ancora molti e nascono dalle
caratteristiche che li contraddistinguono: l’estensione geografica, lo sviluppo economico
e tecnologico, la disponibilità di risorse naturali ed umane; l’eredità storica che si
manifesta nelle tradizioni, lingue, etnie, istituzioni sociali, economiche e politiche.
L’ASEAN procede cautamente e, sebbene sia stata tacciata di essere un social club
o un talk – shop, Rodolfo C. Severino Jr. (Segretario Generale dell’Asean) ricorda che,
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21
comunque, “parlare è meglio che combattere ed è attraverso il dialogo politico che
possono essere garantite soluzioni a dispute presenti e future, accordi e cooperazione3”.
3
Rodolfo C. Severino, Jr. (Segretario-Generale ASEAN) “What ASEAN is and what it stands for”
Asia Policy Lecture at the Research Institute for Asia and the Pacific, University of Sydney, Australia,
22 October 1998.
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22
Risorse
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23
Indicatori economici
Export ASEAN 1993 – 2002
Fonte. Asean annual report 2003/2004
Volume commercio ASEAN 2002 – 2003 (milioni di USD)
Fonte. Asean annual report 2003/2004
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24
Volume Commercio inter – ASEAN 2002 – 2003 (milioni di USD)
Fonte. Asean annual report 2003/2004
Volume commercio tra ASEAN – 6 e i maggiori partner commerciali
(milioni di USD nel primo e secondo quarto del 2002 – 2003 / Q1 –
Q2)
Fonte. Asean annual report 2003/200
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25
Media del PIL pro capite di CLMV, ASEAN – 6 e ASEAN del 2003 in
USD
1800
1600
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
Istogram . 3D 1
Media CLMV
Media ASEAN - 6
Media ASEAN
Fonte: ASEAN Finance and Macroeconomic Surveillance Unit Database
Assistenza ai Paesi CLMV da ASEAN-6 oltre il Piano di Azione IAI
(9 Novembre 2004)
Paese
Brunei D.
Indonesia
Numero di
Progetti
4
18
Costo dei Progetti USD
Data di realizzazione
358,605
135,054
15 Sept –15 Dec 2002
30 July 2000 – 23 Mar
2003
1992 – Oct 2004
1995 – 7 Feb 2003
2001 – 2005
Malaysia
Philippines
Singapore
50
31
8
4,362,151
261,833
34,416,184
Thailand
97
100,358,255
TOTAL
208
1)
2)
139,892,082
1996 – 2004
1992 – 2005
Note: 1) è noto solo l’ammontare di 7 progetti sui 31 totali.
2) Non include l’assistenza.
Fonte: ASEAN Secretariat and Member Countries
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26
Contributo ASEAN– 6 al Piano di Azione IAI (Fondi Assicurati al 1
novembre 2004)
Paese
Fondi Assicurati (USD)
Progetti
Brunei
1,500,000
5
Indonesia
599,000
5
Malaysia
803,911
16
Filippine
2,728
2
Singapore
474,263
4
Thailandia
419,881
10
Totale
3,799,783
42
Fonte: ASEAN Secretariat IAI Unit
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27
Schede Paese
Brunei Darussalam
Capo di Stato Sua Maestà il Sultano e Primo Ministro Haji Hassanal Bolkiah dal 5 ott.
1967
Capitale
Bandar Seri Begawan
Forma di
Sultanato Costituzionale
governo
Superficie
5.570 Km quadrati
Popolazione
365,251 (Luglio 2004)
Gruppi etnici
Malesi 67%, Cinesi 15%, indigeni 6%, altri 12%
Lingua
Malese (ufficiale), Inglese, Cinese
Religione
Musulmana (ufficiale) 67%, Buddista 13%, Cristiano Cattolica 10%,
credenze indigene e altre10%
Membro di
APEC, ARF, ASEAN, C, G-77, IBRD, ICAO, ICRM, IDB, IFRCS,
IMF, IMO, Interpol, IOC, ISO (corrispondente), ITU, NAM, OIC,
OPCW, UN, UNCTAD, UPU, WCO, WHO, WIPO, WMO, WTO
Valuta
B$ (Dollaro del Brunei)
PIL
4.715 milioni USD (stime al 2003)
Maggiori
Petrolifere, gas, materiali da costruzione, tessili
industrie
Export
Petrolio greggio, gas naturale, vestiario.
Import
Macchinari ed equipaggiamento per i trasporti, beni manifatturieri,
alimentari, chimici
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28
Cambogia
Capo di Stato
Sua Maestà Norodom SIHAMONI (dal 29 Ottobre 2004)
Capitale
Phnom Penh
Forma di
Monarchia Costituzionale dal settembre 1993
governo
Superficie
181,040 Km quadrati
Popolazione
13,363,421 (Luglio 2004)
Gruppi etnici
Khmer 90%, Vietnamiti 5%, Cinesi 1%, altri4%
Lingua
Khmer (ufficiale) 95%, Francese, Inglese
Religione
Buddista 95%, altre 5%
Membro di
ACCT, ARF, AsDB, ASEAN, FAO, G-77, IBRD, ICAO, ICCt, ICRM,
IDA, IFAD, IFC, IFRCS, ILO, IMF, IMO, Interpol, IOC, IOM, ISO
(firmatario), ITU, MIGA, NAM, OPCW (firmatario), PCA, UN,
UNCTAD, UNESCO, UNIDO, UPU, WCO, WFTU, WHO, WIPO,
WMO, WToO, WTO
Valuta
Riel
PIL
4.215 milioni USD (stime al 2003)
Maggiori
Turistica, riso, pesce, legno e derivati, cemento e tessile
industrie
Export
Abbigliamento, riso, pesce, tabacco e calzature
Import
Macchinari ed equipaggiamento per i trasporti, oro, motoveicoli,
materiali da costruzione, prodotti farmaceutici
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29
Indonesia
Capo di Stato
Presidente Susilo Bambang YUDHOYONO (dal 20 Ottobre 2004)
Capitale
Jakarta
Forma di
Repubblica
governo
Superficie
1,919,440 km quadrati
Popolazione
238,452,952 (Luglio 2004)
Gruppi etnici
Javanesi 45%, Sundanesi 14%, Maduresi 7.5%, Malesi 7.5%, altri26%
Lingua
Bahasa Indonesia (ufficiale, deriva dal malese), Inglese, Olandese,
dialetti locali, tra i quali il Javanese è il più parlato
Religione
Musulmana 88%, Protestante 5%, Cattolico Romana 3%, Hindu 2%,
Buddista1%, altre 1% (1998)
Membro di
APEC, ARF, AsDB, ASEAN, BIS, CP, FAO, G-15, G-77, IAEA,
IBRD, ICAO, ICC, ICFTU, ICRM, IDA, IDB, IFAD, IFC, IFRCS,
IHO, ILO, IMF, IMO, Interpol, IOC, IOM (osservatore), ISO, ITU,
MIGA, MONUC, NAM, OIC, OPCW, OPEC, UN, UNAMSIL,
UNCTAD, UNESCO, UNIDO, UNMIL, UNOMIG, UPU, WCL,
WCO, WFTU, WHO, WIPO, WMO, WToO, WTO
Valuta
Rupiah
PIL
208,625 milioni USD (stime al 2003)
Maggiori
Cemento, metalli, fertilizzanti, generazione di energia,
industrie
telecomunicazioni, trasporti, carta, petrolifere, gas naturale, tessili,
legno compensato
Export
legno compensato, tessile, petrolio, gas naturale, materiali elettrici
Import
Farmaceutici, chimici, fertilizzanti, tessili lavorati, macchinari,
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30
Laos
Capo di Stato
Presidente Gen. KHAMTAI Siphadon (dal 26 Febbraio 1998)
Capitale
Vientiane
Forma di
Repubblica Democratica Popolare del Laos – Stato comunista
governo
Superficie
236,800 km quadrati
Popolazione
6,068,117 (Luglio 2004)
Gruppi etnici
Lao Loum 68%, Lao Theung 22%, Lao Soung inclusi gli Hmong e gli
Yao 9%, minoranze etniche vietnamite e cinesi1%
Lingua
Lao (ufficiale), Francese, Inglese, e varie lingue etniche
Religione
Buddista 60%, animista e altre 40%
Membro di
ACCT, ARF, AsDB, ASEAN, CP, FAO, G-77, IBRD, ICAO, ICRM,
IDA, IFAD, IFC, IFRCS, ILO, IMF, Interpol, IOC, ITU, MIGA,
NAM, OPCW, PCA, UN, UNCTAD, UNESCO, UNIDO, UPU,
WFTU, WHO, WIPO, WMO, WToO, WTO (osservatore)
Valuta
Kip
PIL
2.043 milioni USD (stime al 2003)
Maggiori
Abiti, stagno, legname da costruzione, energia elettrica,
industrie
Export
Elettricità, stagno, caffè, pietra da gesso, legno e prodotti derivati
Import
macchinari industriali ed elettrici, chimici, beni di consumo, petrolio
raffinato
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31
Malaysia
Capo di Stato
DYMM Seri Paduka Baginda Yang Dipertuan Agung Tuanku Syed
Sirajuddin Ibni Almarhum Tuanku Syed Putra Jamalullail
Capitale
Kuala Lumpur
Forma di
Monarchia Costituzionale
governo
Superficie
329,750 km quadrati
Popolazione
23,522,482 (Luglio 2004)
Gruppi etnici
Malesi e altri gruppi indigeni 58%, Cinesi 24%, Indiani 8%, altri 10%
(2000)
Lingua
Malese (ufficiale), Inglese, Cinese, Tamil
Religione
Musulmana, Buddista, Daoista, Hindu, Cristiana, Sikh
Membro di
ABEDA, APEC, ARF, AsDB, ASEAN, BIS, C, CP, FAO, G-15, G-77,
IAEA, IBRD, ICAO, ICC, ICFTU, ICRM, IDA, IDB, IFAD, IFC,
IFRCS, IHO, ILO, IMF, IMO, Interpol, IOC, ISO, ITU, MIGA,
MINURSO, MONUC, NAM, OIC, ONUB, OPCW, PCA, UN,
UNAMSIL, UNCTAD, UNESCO, UNIDO, UNMEE, UNMIK,
UNMIL, UNMISET, UPU, WCL, WCO, WFTU, WHO, WIPO,
WMO, WToO, WTO
Valuta
Ringgit malese
PIL
103,737 milioni USD (stime al 2003)
Maggiori
Elettrica ed elettronica, tessile, vestiario e calzature, chimica, petrolifera,
industrie
manifatturiera
Export
Materiale elettronico, gas naturale, legno e prodotti derivati, petrolio
Import
Macchinari, prodotti metallici, petroliferi, chimici ed elettronici
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32
Myanmar
Capo di Stato
Capo di Stato del Consiglio di Pace e Sviluppo, Gen. THAN SHWE
(dal 23 April 1992)
Capitale
Yangon
Forma di
Repubblica Socialista dell’Unione del Myanmar retta da una giunta
governo
militare
Superficie
678,500 km quadrati
Popolazione
42,720,196 (Luglio 2004)
Gruppi etnici
Myanmar 68%, Shan 9%, Karen 7%, Rakhine 4%, Cinesi 3%, Indiani
2%, Mon 2%, altri 5%
Lingua
birmano, oltre a karen e dialetti chin, shan e kachin
Religione
Buddista 89%, Cristiano cattolica 4% (Battista 3%, Romano Cattolica
1%), Musulmana 4%, Animista 1%, altre 2%
Membro di
ARF, AsDB, ASEAN, CP, FAO, G-77, IAEA, IBRD, ICAO, ICRM,
IDA, IFAD, IFC, IFRCS, IHO, ILO, IMF, IMO, Interpol, IOC, ITU,
NAM, OPCW (firmatario), UN, UNCTAD, UNESCO, UNIDO,
UPU, WCO, WHO, WIPO, WMO, WTO
Valuta
Myanmar Kyat
PIL
9,605 milioni USD (stime al 2003)
Maggiori
Agricole, legno e prodotti derivati, rame, acciaio, tungsteno, stagno,
industrie
farmaceutiche.
Export
Vestiario, gas, riso, pesce
Import
Fertilizzanti, gasolio, cemento, macchinari, materiale da costruzione.
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33
Filippine
Capo di Stato
Presidente Gloria MACAPAGAL-ARROYO (dal 20 Gennaio 2001)
Capitale
Manila
Forma di
Repubblica
governo
Superficie
300,000 km quadrati
Popolazione
86,241,697 (Luglio 2004)
Gruppi etnici
Malesi Cristiani 91.5%, Malesi Musuimani 4%, Cinesi 1.5%, altri 3%
Lingua
Due lingue ufficiali - Filippino (basato sul Tagalog) e Inglese; otto grandi
dialetti - Tagalog, Cebuano, Ilocan, Hiligaynon o Ilonggo, Bicol, Waray,
Pampango, e Pangasinense
Religione
Romano Cattolica 83%, Protestante 9%, Musulmana 5%, Buddista e altre
3%
Membro di
APEC, ARF, AsDB, ASEAN, BIS, CP, FAO, G-24, G-77, IAEA, IBRD,
ICAO, ICC, ICCt (firmatario), ICFTU, ICRM, IDA, IFAD, IFC, IFRCS,
IHO, ILO, IMF, IMO, Interpol, IOC, IOM, ISO, ITU, MIGA,
MINUSTAH, NAM, OAS (osservatore), ONUB, OPCW, UN, Consiglio
di Sicurezza UN (temporaneo), UNCTAD, UNESCO, UNHCR, UNIDO,
UNMIK, UNMIL, UNMISET, UNOCI, UPU, WCL, WCO, WFTU,
WHO, WIPO, WMO, WToO, WTO
Valuta
Peso
PIL
79.300 milioni USD (stime al 2003)
Maggiori
Elettroniche, tessili, farmaceutiche, chimiche, raffinerie di petrolio e
industrie
carbone, alimentari
Export
Macchinari, prodotti elettronici, minerari, alimentari (banane, mango,
ananas)
Import
Materie prime, macchinari, carburante, chimici
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34
Singapore
Capo di Stato
Presidente Sellapan Rama (S. R.) NATHAN (dal 1 Settembre 1999)
Capitale
Singapore
Forma di
Repubblica parlamentare
governo
Superficie
692.7 km quadrati
Popolazione
4,353,893 (Luglio 2004)
Gruppi etnici
Cinesi 76.7%, Malesi 14%, Indiani 7.9%, altri 1.4%
Lingua
Cinese (ufficiale), Malese (ufficiale e nazionale), Tamil (ufficiale),
Inglese (ufficiale)
Religione
Buddista (Cinesi), Musulmana (Malesi), Hindu, Sikh, Taoista,
Confuciana
Membro di
APEC, ARF, AsDB, ASEAN, BIS, C, CP, G-77, IAEA, IBRD, ICAO,
ICC, ICFTU, ICRM, IDA, IFC, IFRCS, IHO, ILO, IMF, IMO,
Interpol, IOC, ISO, ITU, MIGA, NAM, OPCW, PCA, UN,
UNCTAD, UPU, WCL, WCO, WHO, WIPO, WMO, WTO
Valuta
Dollaro di Singapore
PIL
91.355 milioni USD (stime al 2003)
Maggiori
Elettroniche, chimiche, servizi bancari e finanziari, turismo,
industrie
raffinazione petrolio, navali
Export
Macchinari, chimici, beni di consumo, carburante
Import
Petrolio greggio, ferro, acciaio, chimici, componenti elettronici
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35
Thailandia
Capo di Stato
Re PHUMIPHON Adunyadet (dal 9 Giugno 1946)
Capitale
Bangkok
Forma di
Monarchia Costituzionale
governo
Superficie
514,000 km quadrati
Popolazione
64,865,523 (Luglio 2004)
Gruppi etnici
Thai 75%, Cinesi 14%, altri 11%
Lingua
Thai (ufficiale), Inglese (seconda lingua delle elites),
Religione
Buddista 95%, Musulmana 3.8%
Membro di
APEC, ARF, AsDB, ASEAN, BIS, CP, FAO, G-77, IAEA, IBRD,
ICAO, ICC, ICCt (firmatario), ICFTU, ICRM, IDA, IFAD, IFC,
IFRCS, IHO, ILO, IMF, IMO, Interpol, IOC, IOM, ISO, ITU, MIGA,
NAM, OAS (osservatore), OIC (osservatore), OPCW, OSCE (partner),
PCA, UN, UNAMSIL, UNCTAD, UNESCO, UNHCR, UNIDO,
UPU, WCL, WCO, WFTU, WHO, WIPO, WMO, WToO, WTO
Valuta
Baht
PIL
143,303 milioni USD (stime al 2003)
Maggiori
Elettroniche, turistica, tessile, abbigliamento, arredamento
industrie
Export
Computer, macchine da ufficio, transistor, plastica, veicoli, pesce
Import
Beni capitali, materie prime, carburante
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36
Vietnam
Capo di Stato
Presidente Tran Duc Luong (dal 24 Settembre 1997)
Capitale
Hanoi
Forma di
Repubblica Socialista – Stato comunista
governo
Superficie
329,560 km quadrati
Popolazione
82,689,518 (Luglio 2004)
Gruppi etnici
Viet 85%-90%, Cinesi, Hmong, Thai, Khmer, Cham,
Lingua
Vietnamita (ufficiale),
Religione
Buddista, Hoa Hao, Cao Dai, Romano Cattolica, Protestante, animista,
Membro di
ACCT (osservatore), APEC, ARF, AsDB, ASEAN, CP, FAO, G-77,
IAEA, IBRD, ICAO, ICRM, IDA, IFAD, IFC, IFRCS, ILO, IMF,
IMO, Interpol, IOC, IOM (osservatore), ISO, ITU, MIGA, NAM,
OPCW, UN, UNCTAD, UNESCO, UNIDO, UPU, WCL, WCO,
WFTU, WHO, WIPO, WMO, WToO, WTO (osservatore)
Valuta
Dong
PIL
39.021 milioni USD (stime al 2003)
Maggiori
Agricole, ittiche, costruzioni industriali, cemento, chimiche, calzaturifici
industrie
Export
Petrolio greggio, pesce riso, caffè, caucciù, tè, scarpe
Import
Macchinari, prodotti petroliferi, acciaio, fertilizzanti, grano, motocicli.
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