Monito di Mosca a Washington Basta aiuti militari alla

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Monito di Mosca a Washington Basta aiuti militari alla
Fuoritempo
Monito di Mosca a Washington Basta aiuti militari alla Georgia
Inviato da Leonardo Coen da "La Repubblica"
giovedì 06 agosto 2009
Ultimo aggiornamento martedì 11 agosto 2009
La Russia accusa gli Stati Uniti di
riarmare pesantemente la Georgia: «Saremo costretti a prendere delle
contromisure», ha dichiarato ieri Grigori Karasin, il vi ce ministro
degli Esteri, senza specificare la portata della minaccia. Ma
minaccia resta, a due giorni dal primo anniversario del conflitto
scoppiato l' 8 agosto del 2008, mentre a Pechino erano appena
iniziate le Olimpiadi. Il presidente georgiano Mikhail Saakashvili
spergiura che Tblisi non ha alcuna intenzione di replicare quella
guerra dagli esiti nefasti per la Georgia, «poiché ciò sarebbe un
suicidio». Il vicecapo dello Stato maggiore russo Anatolj Nogovitsyn
invece insiste sulle accuse di riarmo, rinforzate dai rapporti dei
servizi segreti: «La principale preoccupazione delle forze armate
georgiane è quella di opporsi ad una minaccia dal nord, cioè dalla
Russia. Noi vediamo chiaramente che la Georgia si riarma, e che tutta
l' attività militare è diretta contro la Russia. Da ciò derivano
tutte le dichiarazioni politiche e le tante azioni provocatorie da
parte dei georgiani». Da qualche giorno al confine tra l' Ossezia
del Sud - una delle due provincie georgiane ribelli che si sono
autoproclamate repubbliche indipendenti, grazie al consenso di Mosca
- si sparacchia. Non ci sono stati per fortuna né morti né feriti:
i colpi di mortaio erano chiaramente dimostrativi: però i russi
hanno subito raffreddato le velleità georgiane: se continuate,
risponderemo adeguatamente. Martedì il presidente ossetino del sud
ha ordinato la chiusura della frontiera con la Georgia, «per evitare
provocazioni» e perché in Georgia ci sarebbero stati casi di
influenza suina. La Russia ha annunciato che sarà aumentato il
contingente militare dislocato in Abkhazia e in Ossezia del Sud,
portando il numero dei soldati da 1800 a 3000. Insomma, piccole e
grandi manovre si agitano all' ombra di un conflitto latente. La
tensione è montata di nuovo alle stelle. Gli esperti militari russi,
come Pavel Felgenhauer che scrive per la Novaja Gazeta dove lavorava
Anna Politkovskaja, dicono che la Russia sta preparando il terreno
«per una nuova guerra contro la Georgia, il cui obiettivo sarebbe
quello di rovesciare il regime del presidente filoccidentale
Saakashvili. Tuttavia, le opinioni sono variegate. Per esempio, un
altro prestigioso politologo, Stanislav Belkovskij, dice che Mosca in
questo momento non vuole assolutamente ingaggiare uno scontro armato
con la Georgia perché questo rovinerebbe la delicata ritessitura dei
rapporti con gli Stati Uniti. E Washington, in questo puzzle, vuole
essere amico di Tblisi ma anche di Mosca. Saakashvili sa che può
rischiare di diventare il capro espiatorio di questo riavvicinamento
tra il Cremlino e la Casa Bianca: per questo Obama è andato a
tranquillizzarlo il 23 luglio. Il che non è stato gradito a Mosca.
Che ha subito rialzatoi toni bellicosi, per ricordare che la Georgia
rientra nella sua sfera geopolitica. Comunque, nel coro delle voci
che in queste ultime ore stanno agitando il palcoscenico del Caucaso
ed inquietando il resto del mondo, si inserisce quella del ministro
degli Esteri russo Sergej Lavrov che ha cercato di smorzare l'
aggressività dei suoi colleghi: «E' vero, sulla Georgia i nostri
partner occidentali hanno posizioni differenti dalla nostra, ma ciò
avviene senza enfasi e in una maniera che io definirei normale. La
questione georgiana non condiziona piùi nostri rapporti», ha detto
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al canale tv Vesti 24, ricordando la visita di Obama a Mosca. Lavrov
ha pure detto che Mosca non intendeva riconoscere l' indipendenza di
Ossezia del Sud e dell' Abkhazia, «siamo stati costretti a farlo per
salvare i loro abitanti»
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