Antonio e Maria Patruno - AIDE Associazione Italiani d`Egitto
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Antonio e Maria Patruno - AIDE Associazione Italiani d`Egitto
Storia della Famiglia Antonio e Maria Patruno Scritta dal figlio Francesco Sono nato in Alessandria d’Egitto il 29 ottobre 1938 da genitori Italiani che risiedevano già in Alessandria. lo sono uno dei sette figli di Antonio Patruno e Maria De Giorgio, mio nonno paterno venne in Egitto dalla nostra città di Trani (Puglie) ed era nel commercio della pesca. In quei tempi possedeva delle barche da pesca (paranze) e faceva il commerciante tra l'Italia e l’Egitto mentre i nonni materni provenivano da Catanzaro (Calabria) il nonno, De Giorgio, era a suo tempo capo guardia dei guardacoste egiziani. Il giorno del mio Battesimo Christiening of Frank in 1938 Mio padre, prima della guerra, era proprietario di negozi che importavano merci dall'Italia tramite i pescherecci di mio nonno. La storia della famiglia Patruno va indietro nel tempo verso l'apertura del canale di Suez. Quando il bisnonno Michele, che viveva in Italia, la sua casa era situata precisamente sul porto di Trani nel vico CORTE CANINA, vide la possibilità di un incremento del suo commercio di pesca decise di avventurarsi a pescare nel Mar Rosso. Passando atraverso il Canale di Suez, dove la pesca non era ancora sfruttata, come nel Mediteraneo, da tutte le nazioni rivierasche. Ma doveva risolvere un grande problema di come tenere fresco il pesce sino al ritorno in Italia. Incaricò mio nonno Nicola di stabilirsi in Alessandria e aprire un negozio che in quel tempo si trovava a Bab el Akhdar nel sobborgo di Anfushi, vicino al porto, dove c’era una macchina per la fabbricazione dei blocchi di ghiaccio, arrivata dall'Italia, aveva inoltre il compito di mantenere le reti così quando le barche o le paranze, come si chiamavano nelle Ppuglie, arrivavano da Trani scaricavano la merce non venduta verso i porti della costa del Mediterraneo. L'equipaggio caricava le stive con i blocchi di ghiaccio, metteva le reti da pesca sul ghiaccio e partivano per il Mar Rosso al loro ritorno in Alessandria smerciavano del pesce sul mercato Alessandrino e ricoprivano il resto del pesce con il ghiaccio per tenerlo ben fresco fino al loro arrivo in Italia. Durante quel bellissimo periodo i miei genitori hanno goduto molti anni di prosperità. Erano grandi benefattori delle nostre Chiese come pure delle scuole che frequentavamo e persino mio bisnonno Michele che si trovava a Trani decise di stabilirsi in Alessandria suo figlio Paolo, il più giovane, rimase in Italia a custodire i nostri interessi. Con l'avvento della seconda Guerra Mondiale il nostro destino cambiò in peggio. Durante un grandissimo bombardamento del Porto di Alessandria, la nostra casa come i nostri negozi furono distrutti. Mio padre fu internato come tutti i nostri zii e cugini. Grazie alle Suore di Maria Ausiliatrice che vennero in aiuto a mamma ci diedero rifugio nel convento situato a Rue Abbasides purtroppo, i bombardamenti continuavano così la Madre Superiora decise di trasferici al Cairo con altre Suore nel convento situato a Heliopolis, ci diedero una stanza, un letto per la mamma e un altro più grande per noi fanciulli che eravamo in quattro mio fratello Mario, mia sorella Anna, Assunta e io Francesco Alla fine della Guerra il ritorno in Alessandria. Tutto era stato saccheggiato e perso, mio padre si impiegò nell’armata Inglese e mamma trovò un appartamento a Hadara, dove era situato il quartiere Italiano e lì conobbi il mio caro amico Erminio Sinigaglia e la sua famiglia, erano vicini di casa anche la famiglia Laterza. Più tardi mamma trovò un appartamento nella casa del famoso Anawaty Bey, dove abitava uno zio di mio padre il famoso scalpellino Salvatore Schem- bri. La famiglia cresceva, la casa era più grande ed era situata al numero uno Avenue Mohamed Aly Ibrahimieh, avevamo come casigliani la famiglia Zola, la famiglia Esposito e anche il campione Egiziano di Golf che era intimo amico di famiglia e mi portava spesso a vederlo giocare allo Sporting Club. La nostra famiglia consisteva come sì nota dal certificato di famiglia in data 21 Febbraio 1956 rilasciato dal Consolato Italiano e firmato dal Vice Console Machiavelli indica che mio fratello Mario era emigrato in Australia e non fa cenno che anch’io Francesco (Nino come mi chiamavano in Alessandria) ho dovuto lasciare la mia bella citta, Alessandria, e mettere termine ai miei studi, frequentavo l’Istituto Don Bosco (facevo il terzo corso nella scuola di meccanica, per accontentare i miei genitori loro desideravano che io accompagnassi mìo fratello Mario in Australia per poterci stabilire nella citta di Sydney, Mario non riusciva a trovare lavoro in Alessandria dopo essersi Diplomato in Meccanica a Don Bosco Non c’è nessuna menzione della mia partenza su questo certificato e che io, minorenne, avevo solo quindici anni, non avevo il passaporto per poter viaggiare. Questa era la prima difficoltà che mia madre con molta fatica ha dovuto superare e, finalmente, le autorità Italiane come quelle Egiziane rallentarono e finalmente il 19 Luglio 1954 ricevetti il mio passaporto con il numero N 1609509P. Così con grande tristezza venne il giorno della nostra partenza verso un paese che non sapevamo cosa poteva offrirci, le nostre speranze erano grandi come i nostri sogni, ero molto dispiaciuto di non aver potuto finire i miei studi e lasciare la mia famiglia. Mia sorella Anna si era diplomata alle Commerciali della Scuola Maria Ausiliatrice ed era impiegata presso l'Ospedale Italiano,anche mia sorella Assunta aveva frequentato Maria Ausiliatrice ed aveva un titolo di studio in Sartoria e Ricamo anche lei lavorava in questo Ospedale. Mia sorella Graziella, la più piccola, frequentava la scuola del Sacred Heart, e i miei due fratellini Michele e Giuseppe frequentavano le elementari a Don Bosco. Avendo acquisito il passaporto e tutti i requisiti che il Governo Australiano richiedeva, mia madre non riusciva a riservare i biglietti per il nostro viaggio a Sydney perché tutte le navi che partivano dall'Europa e specialmente dall'Italia erano riservate ai profughi dei paesi Europei e arrivavano in Egitto già cariche di emigranti Finalmente mio zio che si trovava a Sydney fin dal 1948 si mise in contatto con l'agenzia ICLE Catholic Relief Service che aveva un ufficio a Sydney prenotò due biglietti per il nostro viaggio tramite questa agenzia che si trovava a Ginevra in Svizzera. Purtroppo ci chiedevano di pagare la somma di 690 Dollari Americani al nostro arrivo in Australia Finalmente il 25 Luglio 1955 lasciavamo il porto di Port Said con la nave ss SKAUGUM una nave da trasporto per le truppe alleate durante la seconda guerra ed era stata requisita per il trasporto di emigranti ed aveva a bordo 1480 passeggeri in via per I' Australia tutti Ungheresi, Polacchi e Yugoslavi e anche parecchi Greci. Io, Mario e due famiglie Maltesi eravamo gli unici che sì imbarcavano a Porto Said. Dopo un faticoso viaggio di 42 giorni finalmente si sbarcava nel porto di Sydney. Al mio arrivo ho dovuto cambiare il mio nome da Nino a Frank perché il mio nome era troppo Italiano, trovai subito lavoro presso la compagnia, dove mio zio lavorava, e siccome ero minorenne, la mia paga non era un granché ma nonostante tutto cominciai a pagare questo debito mensile alla Chiesa Cattolica. Mio fratello Mario non trovò lavoro per un paio di mesi dal nostro arrivo a Sydney. Io lavoravo di giorno e durante la sera continuavo a fare i miei studi erano dei giorni molto duri e faticosi ma sono riuscito a farcela grazie all’impegno che diedi ai miei genitori. Il 3 dicembre 1956 ricevemmo la triste notizia dal comitato della Croce Rossa Internazionale in Alessandria che ci informavano che i nostri genitori erano stati espulsi dall"Egitto e che si trovavano sulla nave Esperia in viaggio verso l'Italia. Questo accadeva al tempo che il governo Egiziano Nazionalizzava tutti i beni e le grandi opere che i nostri nonni avevano messo su dal periodo del 1800 fino alla loro costretta partenza per I'Italia, così nel dicembre del 1956 arrivarono in Italia e furono trasferiti in un alloggio situato a Genova. lo e mio fratello Mario abbiamo subito messo in moto le pratiche per il loro trasferimento in Australia Eravamo costretti, ancora una volta, a indebitarci con l’ICLE. Il 24 gennaio 1957 il resto della mia famiglia si imbarcava sulla nave della Flotta Lauro la S/S ROMA e arrivò a Sydney il 3 marzo 1957. Appena stabiliti a Sydney mio padre Antonio cominciò a lavorare, qui, in Australia, si doveva prenotare e garantire un posto di lavoro altrimenti il governo Australiano non concedeva il permesso di entrata se non si possedeva questa garanzia (tante grazie a mio zio per averci aiutato) le mie tre sorelle trovarono un posto di lavoro, e così finalmente abbiamo pagato i nostri debiti. lo e mio fratello Mario prima dell'arrivo della nostra famiglia in Australia avevamo acquistato un grande blocco di terreno, dove si trovava un grande capannone che abbiamo transformato come una casetta con cucina, camera da bagno e tre stanze da letto e salotto così al loro arrivo trovarono un’abitazione. Un paio di mesi dopo mio padre con l'aiuto dei miei fratelli e sorelle costruì la nostra prima casa, io facevo il muratore sotto la guida di mio padre, a proposito, lui costruì la Chiesetta (Cappella) che ospitava la famosa Madonnina di Geneifa quando era prigioniero al FAYED negli anni 40 e che diede tanto sollievo ai nostri prigionieri in Egitto. Questa Madonnina era un regalo che la Madre Superiora della scuola di Heliopolis diede a tutti gli internati. Ricordo il giorno che mamma ci prese e con la Madonnina ci portò a Fayed. Papà era il sacrestano di Padre Teofilo Caprio entrambi membri della Congregazione Francescana in Alessandria. Mio padre era membro del terzo Ordine Francescano. Al loro arrivo in Australia ai miei genitori dispiaceva molto sentirsi così lontani da tutti, i nostri contatti con le famiglie e amici dì nostra conoscenza erano dispersi in tutto il Mondo a causa della grande rivoluzione Egiziana. Desideravano tanto incontrarli di nuovo ma non ce l'hanno fatta. Maalesh !!! Grazie Mamma e mio caro Padre per tutto quello che avete fatto per noi. Mio padre chiuse gli occhi sul lavoro il giorno 4 Ottobre 1966 Festa di San Francesco e mia madre lo segui il giorno del 24 Maggio 1974 Durante una visita a Fayed Mio padre Antonio davanti alla porta della Cappella La prima a sposarsi nel 12 dicembre 1958 fu Anna mia sorella maggiore con un bel giovane che veniva dall'Abissinia, di madre Italiana e padre greco, mise al mondo tre belle ragazze oggi tutte sposate. La seconda a lasciare casa il 20 agosto 1960 fu Assunta (Susy) che sposava Baldasarre Seisun il fratello maggiore di un compagno di scuola, mise al mondo tre maschi, Kenny, Richard, Steven. Graziella la più piccola delle mie sorelle sposò l’8 maggio 1965 Francesco Abela, anche lui da genitori italiani di Alessandria, hanno avuto due maschi, Davide e Paolo. Io ho sposato il 27 aprile 1966 una bella ragazza Ivy (Ederla) De Bono anche lei di Alessandria. Mi ero appena laureato in Ingegneria medica e così abbiamo messo su una bella famiglia, un maschio, Antonio e una femmina di nome Janet e sono diventato nonno di un bel ragazzo, Domenico, e di quattro bellissime ragazzine: Gemma, Gabriella, Sophia e Sienna. Mario, mio fratello maggiore sposò il giorno 27 Aprile 1967 una ragazza Italiana, Annunziata Borghese proveniente dalla Calabria ebbe due figli una femmina, Lucia e un maschio Roberto anche loro lo fecero nonno della grandissima tribù dei Patruno. Michele sposò il 16 Ottobre 1971 Maria Scarcella figlia di una famiglia Calabrese ma nata a Sydney, la loro famiglia è composta da tre maschi Marco, Jason e Matteo. Il più piccolo membro della mia famiglia Giuseppe, sposò Mary Trimeri una ragazza nata a Sydney da genitori Triestini ebbero un maschio, Giovanni e una femmina Diana. Noi qui a Sydney abbiamo trascorso una vita semplice, durante la nostra gioventù abbiamo lavorato duro ma con tanta gioia e molti ricordi della vita vissuta in Alessandria. In questi lunghi anni vissuti qui a Sydney. Ora che stiamo invecchiando, le giornate sono lunghe ma la nostra memoria è sempre viva, ricordiamo tutti i nostri amici, i nostri insegnanti che ci hanno dato la via del saper vivere. Concludo, inviando a chi leggerà questa testimonianza della famiglia di Antonio e Maria Patruno, un affettuoso saluto da parte di Francesco “Nino” Patruno e di tutti i miei fratelli e sorelle. Francesco Patruno. La mia famiglia Da sinistra - Janet (mia figlia), Gabriella, Dominic, Gemma, Nonno (io) with Sienna, Sophia, Anthony(mio figlio), Ivy (mia moglie)