PROFILI DI AZIENDA CON POLITICA AZIENDALE

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PROFILI DI AZIENDA CON POLITICA AZIENDALE
PROFILI DI AZIENDA CON POLITICA AZIENDALE
E PRODOTTI ECOLOGICI/ECOCOMPATIBILI (“VERDI”):
LA TOYOTA
A cura di Veronica DI PAOLO
A.A 2009-2010
Negli ultimi anni le tematiche relative alla responsabilità ambientale e
alla responsabilità sociale delle imprese hanno acquistato crescente interesse.
Sempre più si parla di “sviluppo sostenibile” ovvero uno sviluppo che
permetta di soddisfare i bisogni delle generazioni future. Oggi appare chiaro
a tutti che il problema di un più saggio sfruttamento delle risorse del pianeta
Terra richiede una risposta efficace ed immediata. È in questo contesto che
nascono il consumatore verde e l’impresa verde dove l’attributo “verde” sta
per etico. Infatti, il rispetto dell’ambiente è solo uno di quell’insieme di
comportamenti che definiscono etica una condotta.
Nel settembre 2006 l’autorità giudiziaria californiana denunciava sei
case automobilistiche giapponesi e statunitensi per il danno ambientale
causato dalle emissioni dei veicoli di loro produzione. Nella denuncia, sporta
presso la Corte distrettuale statunitense della California settentrionale, i
principali costruttori automobilistici statunitensi e nipponici venivano
accusati di contribuire al riscaldamento del clima, che stava recando gravi
danni all’ambiente e all’economia dello Stato, e si reclamava un
risarcimento. Era quello il primo tentativo da parte delle autorità statunitensi
di chieder conto alle case automobilistiche dei gas serra emessi dalle
autovetture di loro produzione.
In un simposio sul tema della sostenibilità globale tenuto presso l’Università
di Tokyo nel febbraio del 2006 Lovins (presidente e direttore scientifico del
Rocky Mountain Institute, organizzazione senza fini di lucro che fornisce
consulenze in materia di energia) faceva notare che l’efficienza energetica
nelle autovetture rappresenta la chiave per la salute del Pianeta.
Agli autoveicoli è imputabile il 70% dei consumi petroliferi negli
USA. Lovins ha elogiato i produttori automobilistici nipponici per il loro
impegno proprio su questo fronte, aggiungendo che aziende come Toyota,
Nissan o Honda erano fermamente determinate a migliorare l’efficienza
energetica dei propri prodotti che si erano date spontaneamente obiettivi
propri in termini di riduzione delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e
che si battevano seriamente per centrarli.
Il North American International Auto Show si tiene a Detroit ogni anno
ed è ritenuto il più importante salone dell’auto al mondo.
Nell’edizione 2007 del Salone, tutte le principali case automobilistiche hanno
messo in scena costosissime campagne pubblicitarie tese a persuadere il
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mondo intero di essere loro, e solo loro, ad aver colto il futuro, un futuro
verde.
Facendo tesoro dei successi messi a segno con la Prius, la prima auto ibrida
prodotta in serie con buoni risultati, Toyota mirava ora a restare sulla cresta
dell’onda compiendo quello che, a rigor di logica, rappresentava il prossimo
passo sulla strada dell’auto “verde”.
Il presidente di Toyota Katsuaki Watanabe, non appena insediato al
vertice dell’azienda, nel 2005, dichiarava subito che avrebbe cercato di
incrementare le vendite di auto ibride su scala mondiale a un milione di unità
già agli inizi della prima metà del secolo, faceva leva sulla forte immagine
“verde” acquisita da Toyota con la Prius. Watanabe era determinato a
lanciare sul mercato versioni ibride per il maggior numero possibile di
modelli oltre alla Prius e invitava tutte le consociate del gruppo a svolgere la
parte del loro dovere in una campagna globale che avrebbe reso “ecologico”
un sinonimo di “Toyota”.
La commercializzazione della Prius in Nord America ha preso il via nel
2000. A nove anni di distanza, questo modello a duplice propulsione (a
benzina ed elettrica) rappresentava quasi una metà di tutti i veicoli ibridi
venduti negli Stati Uniti. Ma in un’era in cui i consumatori statunitensi
riscoprono il fascino dei consumi contenuti, a causa degli elevati prezzi alla
pompa e dei timori suscitati dal riscaldamento del Pianeta, l’attuale strategia
di Toyota consiste nel sospingere la tecnologia ibrida in tutta la gamma e
riconoscendo all’ibrido pieno diritto di cittadinanza.
“Da quando abbiamo iniziato a sviluppare tecnologie e prodotti
ecologici in una vasta gamma di campi, è emersa con chiarezza la necessità
di potenziare anche la gamma diesel”, sottolineava il presidente di Toyota
Watanabe.
L’attenzione strategica di Toyota alle tecnologie verdi si regge sulla
constatazione che le case automobilistiche, per poter sperare in una posizione
leader nel XXI secolo, debbano ridurre l’impatto ambientale dei loro
prodotti.
Per preservare la reputazione di produttore automobilistico più ecologico al
mondo è indispensabile essere anche il primo produttore automobilistico al
mondo. Toyota è stato il primo costruttore automobilistico a immettere sul
mercato un autoveicolo ibrido, con il lancio della Prius da 1,5 litri di
cilindrata nel 1997.
Nell’aprile 2007 Toyota ha sorpassato General Motors come prima casa
automobilistica mondiale in termini sia di autovetture vendute sia di auto
prodotte.
“A noi sta a cuore la nostra performance e non tanto divenire il primo
costruttore automobilistico mondiale”, ha dichiarato Watanabe. “Ma non ci
sarà alcuna espansione senza migliorare la qualità, il che rende di massima
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importanza la capacità di leadership in termini di tecnologie e di produzione.
Sarà questo a guadagnarci il sostegno della nostra clientela”.
Toyota, naturalmente, è ancora lontanissima dal sostituire pienamente la
benzina con i carburanti alternativi.
Nel frattempo, sino a quando tale transizione non sarà compiuta, le
tecnologie ibride continueranno a rappresentare il principale contributo ai
progressi sul fronte del risparmio energetico, con l’ulteriore vantaggio di
poter essere applicate a qualunque tipo di propulsione. Toyota rimane quindi
impegnata sul fronte dell’ibrido a benzina e a gasolio.
La “sfida”: Prius
Lanciata sul mercato, la Prius ha centrato l’obiettivo per il quale è stata
concepita: divenire lo standard dell’autovettura prodotta in serie nel XXI
secolo. Ma per capire come sia nato il programma di Toyota sul fronte
dell’ibrido, occorre compiere un viaggio nel tempo, sino alle origini della
stessa industria automobilistica giapponese, e riscoprire le parole di Sakichi
Toyoda, inventore del primo telaio automatico realizzato in Giappone e
fondatore delle industrie Toyota.
“ Si possono anche costruire le migliori automobili o il miglior aeroplano
mai prodotti, ma occorre il petrolio per farli funzionare.
Eppure, se siamo privi di petrolio, abbiamo invece un ricco potenziale
idroelettrico. Tramutandolo in elettricità possiamo ridurre la nostra
dipendenza dall’approvvigionamento estero.
Possiamo farvi funzionare autovetture e aeroplani.”
Era una sfida decisamente impegnativa, ma Sakichi Toyoda aveva ogni
ragione di ritenere che si trattasse di un’innovazione possibile. A partire dalla
fine degli anni Sessanta, gli ingegneri della casa giapponese si erano messi al
lavoro per sviluppare la turbina a gas, il motore rotativo e l’auto elettrica da
affiancare al classico motore mosso dai pistoni. Dopo un difficile periodo
iniziale in cui si procedette per tentativi, Toyota riuscì a raggiungere un
equilibrio soddisfacente tra riduzione delle diverse emissioni, diminuzione
dei consumi di carburante e costi in gioco.
Negli anni ’90 ci fu un grande sviluppo di auto ibride considerata la crescente
preoccupazione su scala planetaria per il degrado dell’ambiente e l’esaurirsi
delle risorse naturali (dalle foreste alle riserve di petrolio). Calamità naturali
di proporzioni sempre più immani, clima impazzito e impoverimento dello
strato di ozono concorrevano a loro volta a mostrare che il genere umano
stava pretendendo troppo dal suo habitat naturale, e in proporzioni che non
potevano più essere ignorate.
Con grande lungimiranza Toyota si è emancipata dalle scelte convenzionali
del suo settore e, grazie alle automobili ibride, ha innescato una grande
domanda. Nonostante nel 2006 le auto ibride abbiano conquistato una quota
di mercato non superiore al 6%, ormai sono tutti d’accordo sul fatto che
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questa tecnologia in rapido sviluppo rappresenti l’onda da cercare per il
futuro.
La citazione che recita “Se in un primo momento un’idea non sembra
assurda, allora non c’è nessuna speranza che si realizzi” è stata inserita nello
spot televisivo dell’innovativo sistema Hybrid Sinergy Drive (HSD) che
permette l’ottimizzazione nella produzione e nell’uso dell’energia tra i due
motori, nel tentativo di recuperare i normali sprechi energetici di un’auto
tradizionale. Infatti le auto di oggi sprecano l’energia derivata dai
combustibili fossili dissipandoli come calore e rumore. La Prius presenta un
sistema di propulsione innovativo con una combinazione di due motori che
funzionano in sinergia: motore a scoppio e motore elettrico. La novità è che
quest’automobile tiene conto dell’ambiente e può essere definita, secondo
Mario Tozzi (giornalista e divulgatore scientifico), “la più pulita del Pianeta”.
Vengono risparmiate oltre ¼ di emissioni rispetto a un’autovettura alimentata
dallo stesso segmento.
Uno dei problemi più gravi che la società deve affrontare è il
surriscaldamento climatico; l’anidride carbonica (CO2) emessa trattiene
vicino alla superficie terrestre il calore del sole invece di farlo disperdere
nello spazio, rendendo più caldo il nostro Pianeta con il conseguente
scioglimento dei ghiacciai e l’aumento del livello dei mari.
Su una percorrenza di 25000 km il sistema ibrido Toyota risparmia,
rispetto a un’auto a gasolio, l’equivalente di anidride carbonica che sarebbe
assorbita da una piccola foresta di 70 alberi ad alto fusto. Quest’auto è in
linea con le direttive EURO 6 che entreranno in vigore nel 2014.
Un veicolo ibrido è come se si rifornisse mentre viaggia e in più genera
un’energia che non produce inquinamento, perché è elettrica.
Nelle partenze e a bassa velocità il sistema lavora sfruttando
esclusivamente il motore elettrico. A maggiori richiesta di energia l’HSD
provvede ad azionare il motore termico che unendo la propria spinta a quella
del motore elettrico garantisce un’accelerazione paragonabile a quella di una
berlina con motore tradizionale; il pacco di batterie accumula carica anche
durante la frenata.
Alla fine 2010 questa casa produttrice è arrivata a produrre circa un milione
di pezzi di questo tipo di prodotto, portando la tecnologia ibrida a un impatto
di mercato considerevole.
Il sistema ibrido è quello più efficiente in quanto trasforma la maggior
parte di energia che viene emessa, in movimento e non in inquinamento.
Questo vorrà dire produrre un’automobile con il risparmio di oltre il 30% di
CO2 e producendo meno rifiuti. La Prius presenta una nota innovativa anche
a fine ciclo di utilizzo, cioè quando dovrà essere dismessa; infatti quasi tutti i
materiali di cui è composta (circa il 90%) possono essere riciclati e alle volte
hanno già un’origine riciclata come il paraurti, le plastiche interne, i vetri
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Questo significa avere un concetto ecologico inserito nella stessa produzione
industriale.
Massimo Nordio, vice presidente Toyota Motor Europe, spiega che a
fine anni ’30 questa casa automobilistica già pensava alla salvaguardia
dell’ambiente, non a caso il simbolo che identifica la Toyota indica l’armonia
tra uomo, automobile e ambiente. Ciò che conta è ridurre il più possibile
l’impronta sull’ambiente, muovendoci facendo sempre “meno male” al
Pianeta.
Nei prossimi anni l’ibrido non potrà essere trascurato perché punta a rendere
più efficiente qualsiasi tipo di motorizzazione e il punto d’arrivo sarà avere
un grande motore elettrico supportato da un piccolo motore benzina. In
futuro si ha quasi la certezza di passare all’ibrido e questa diventerà sempre
più una costante nelle nostre scelte automobilistiche.
Bibligrafia:
www.toyotaibrido.it
www.wikipedia.it
L’auto pulita, Yozo Hasergawa
Un viaggio nelle tecnologia ibrida Toyota (DVD) a cura di Mario Tozzi
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