Rassegna del 03/08/2016 - Azienda Ospedaliero

Transcript

Rassegna del 03/08/2016 - Azienda Ospedaliero
Rassegna del 03/08/2016
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 03/08/2016
SANITÀ NAZIONALE
Tirreno
03/08/16 P. 5
«Bambini i più a rischio senza cure tempestive»
Cinzia Lucchelli
1
Tirreno
03/08/16 P. 5
Morta di meningite, pellegrini in allarme
Anna Saccoccio
3
Avvenire
03/08/16 P. 8
«Divieto di cure fai da te, fondamentali le prescrizioni mediche»
Marco Birolini
4
Avvenire
03/08/16 P. 8
Meningite, i controlli per i ragazzi della Gmg Nessun nuovo caso
Matteo Liut
5
Corriere Della Sera
03/08/16 P. 20
Meningite, migliaia di controlli Il ministero: nessuna emergenza
Corriere Della Sera
03/08/16 P. 20
Si trasmette con la saliva Meglio fare le vaccinazioni
Margherita De Bac
8
Giornale
03/08/16 P. 1
Spinello libero? La maestra violenta lo praticava Ecco com'è finita...
Giannino Della
Frattina
9
Giornale
03/08/16 P. 15
«La maestra si drogava ma nessuno l'ha fermata»
Paola Fucilieri
11
Giornale
03/08/16 P. 16
Quel sorriso che ci dice: «ho bisogno di voi»
Valeria Braghieri
12
Giornale
03/08/16 P. 16
Dopo la morte della 19enne romana, la meningite fa sempre più paura
Giornale
03/08/16 P. 16
Gioia, 3 anni, è malata Aiutiamola a tornare sulla bicicletta della vita
Gioia Locati
14
Mattino
03/08/16 P. 1
Meningite, perché è meglio vaccinarsi
Silvio Garattini
16
Messaggero
03/08/16 P. 1
L'arma dei vaccini contro la meningite
Silvio Garattini
18
Messaggero
03/08/16 P. 22
L'artrite: primi segni nelle mani
Messaggero
03/08/16 P. 22
Colesterolo "cattivo": la mente è rallentata dai valori instabili
Repubblica
03/08/16 P. 17
"Vaccinate i ragazzi quando vanno all'estero"
Michele Bocci
23
Repubblica
03/08/16 P. 17
"Così la nostra Susanna è morta di meningite" il dolore degli amici
Lorenzo D'Albergo
Valentina Lupia
24
Sole 24 Ore
03/08/16 P. 29
Farmaci, sul payback l'incognita del Tar
Roberto Turno
26
Stampa
03/08/16 P. 21
Recordati distribuirà un farmaco della Richter
Stampa
03/08/16 P. 23
Meningite, se tutti i bimbi fossero vaccinati saremmo al riparo dal 90% dei casi
Walter Ricciardi
28
Stampa
03/08/16 P. 26
"Siamo sempre più sedentari e la spina dorsale soffre
Valentina Arcovio
29
Stampa
03/08/16 P. 26
Se vuoi salvanti del mal di Schiena il segreto è partire dal cervello
Vittorio Sabadni
30
Stampa - Tutto Scienze
03/08/16 P. 30
E subdola, ma si può tenere a bada Le buone regole contro l'ipertensione
Valentina Arcovio
33
Unità
03/08/16 P. 3
Il Tar respinge ricorso contro pillola del giorno dopo: contraccettivo e non farmaco
abortivo
Messaggero
03/08/16 P. 21
«Io come cavia da solo in mare»
Carla Massi
35
Stampa - Tutto Scienze
03/08/16 P. 28
La lotta al terrorismo mette 1 alla prova l'etica dei medici
Francesco Rigatelli
37
Stampa - Tutto Scienze
03/08/16 P. 30
Viso più giovane o più vecchio? F un Viene a decidere il look
Luigi Grassia
38
7
13
20
22
27
34
RICERCA
Indice Rassegna Stampa
Pagina I
L'INTERVISTA AL PROFESSOR REZZA (I55)
«Ba mbini i più a r ischi o
senza cure temp estive»
malattia e spesso in forma grave».
di Cinzia Lucchelli
ROMA
Quanto dura il periodo di incubazione?
«F breve, dura pochi giorni,
una settimana al massimo».
Nel caso della studentessa romana si sospetta una meningite da meningococco.
Il primo agosto la morte a Vienna di una diciottenne romana di
ritorno dalla Giornata mondiale
della gioventù; il 29 luglio il decesso in poche ore di una 24enne di Milano; il focolaio in Toscana, dove solo dall'inizio dell'anno si registrano 25 casi di meningite. Dobbiamo preoccuparci?
«Non c'è un aumento del numero dei casi in Italia», dice Giovanni Rezza, epidemiologo e direttore del dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto superiore della sanità. Ma la guardia
non va abbassata: «Anche se rari, i casi di meningite sono pesanti e se non si interviene precocemente, non si riescono a
trattare. Possono essere letali.
Ogni anno si ammalano mille
persone. Una su dieci muore, tre
su dieci riportano esiti gravi e
permanenti. I bambini, ad esempio: 15 su 100 hanno complicanze tali da richiedere protesi acustiche o degli arti, cicatrici invalidanti, problemi alla vista o deficit neuro-motori. Diagnosi e terapia precoci - ribadisce Rezza sono fondamentali».
Perché soprattutto i giovani
«Sembrerebbe, ma non si sa
ancora quale sia il sierotipo se C,
B o A. Non sappiamo neanche
dove lo abbia contratto, potrebbe essere successo anche fuori
Italia».
II professor Gianni Rezza (ISS)
sono a rischio?
«Gli adolescenti e i tardo adolescenti sono più esposti perché
hanno più occasioni di incontro, di socializzazione, e dunque
più opportunità di esposizione a
virus e batteri, in particolare al
meningococco per il quale il
contagio avviene solo a distanza
molto ravvicinata».
Si può entrare in contatto
con il virus senza sviluppare la
malattia?
«La maggior parte di chi contrae l'infezione diventa portatore. Poi, non si sa per quale motivo, una tantum, si sviluppa la
In cosa consiste la profilassi?
«In questo caso nell'assunzione di una compressa di Ciprofloxacina».
Ma mette al sicuro da qualsiasi rischio?
«Riduce il rischio quasi azero.
Basti pensare che per una cinquantina di casi registrati in Toscana nel 2015-2016 non si è verificato nessun episodio secondario grazie proprio alla profilassi».
Presenta effetti collaterali?
«Sono minimi. Per sicurezza è
meglio farla».
Ad oggi l'unica terapia disponibile rimane quella antibiotica?
«Sì. Poi nei casi gravi si passa a
.„. ,,..,,_im.n . ,
Sanità nazionale
Pagina 1
nin
LE CAUSE PIÙ COMUNI
È una_ infiasriiriazione
VIRUS
BATTERI
UN "ivoiS,ooo
il cervello e il iraidoll©
spìnale (mningii
Meningite batterica
Antibiotici
Meningococco (il più pericoloso)
nnnancstrn
Pneumococco (il più comune)
-----------------------------------------------------Haemophilus (poco diffusa)
MENINGI
SINTOMI
Soggettivi
Cefalea, mialgie,
- fotofobia, vomito
, ____--Obiettivi
Febbre elevata,
alterazioni di coscienza,
rigidità nucale,
crisi convulsive
TERAPIA
Meningite virale
Antipiretici e analgesici
(di solito non ha
conseguenze
e si guarisce in
una decina di giornil
INCIDENZA
NEI PAESI
normali
infiammate
perone
ogni 1HG000
LETALITÀ DELLA FORMA BATTERICA
20
Neonati
Adolescenti
7°%
Adulti
ANSA -Z.P-rrtiME!rri li
una terapia intensiva».
Ma come si riconosce la meningite?
«La malattia ha una progressione in molti casi rapidissima.
Si manifesta con febbre improvvisa, forte mal di testa, rigidità
del collo e nuca. Oppure con
macchioline sulla pelle. Il rischio è non riconoscere subito i
sintomi che si possono confondere in alcuni casi con quelli
dell'influenza. Le vaccinazioni,
allora, diventano fondamentali
per contrastarne la diffusione».
Quali sono i ceppi da cui è
più urgente difendersi?
Sanità nazionale
«II tipo C, che con la vaccinazione dei bambini si pensava
sotto controllo, di fatto è quello
che sta causando il focolaio in
Toscana. Il B è il più comune da
quando esiste la vaccinazione
contro il C. Esiste, dal primo gennaio 2014, un vaccino mirato a
contrastarlo. Poi ci sono sierogruppi come A, Y, W. Contro
questi tre e il C è stato messo a
punto un vaccino quadrivalente. Altri batteri che possono causare meningite sono l'haemophilus influenzae di tipo B e
lo pneumococco. Anche in questo caso esistono dei vaccini effi-
caci. Ma di solito le forme che
creano focolai o sono fulminanti
sono quelle dameningococco».
E come prevenire le forme di
tipo virale?
«Non esistono vaccini; ma in
genere sono forme più lievi».
Anche gli adulti devono vaccinarsi?
«Per la meningite B non c'è
necessità, per la C dovrebbero
farlo le persone che vivono in
aree con incidenza di casi maggiore come la Toscana. Non esistono comunque controindicazioni ai vaccini».
ORIPRODUZI DNE RISERVATA
Pagina 2
Mor a
'0 •
t
gite, pellegrini in au,
Nessun nuovo caso, ma centinaia di giovani rientrati da Cracovia si sono presentati in ospedale per la profilassi
di Anna Saccoccio
1 ROMA
La morte per meningite fulminante della diciottenne romana Susanna Rufi durante il
rientro dalla Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia ha
fatto scattare l'allarme tra i pellegrini di ritorno in Italia. Molti si sono sottoposti ai controlli, anche se fin'ora non è stato
registrato nessun altro caso.
La ragazza è morta a Vienna il
primo agosto. Lo ha reso noto
la Conferenza episcopale italiana. I membri del gruppo di
cui faceva parte sono stati sot-
toposti a profilassi, che consiste nell'assunzione di una
compressa di Ciprofloxacina.
L'ospedale di Vienna dove è
stata ricoverata d'urgenza la
ragazza, a livello cautelativo,
ha invitato chi abbia visitato
Casa Italia - il quartier generale a Cracovia del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della Cei - ad effettuare lo
stesso trattamento e a recarsi
subito in ospedale in caso di
febbre alta, mal di testa o di gola, problemi di vista o perdita
di conoscenza.
La notizia della morte della
ragazza si è diffusa rapidamente tra i pellegrini italiani. In novantamila hanno frequentato
La comitiva con
cui viaggiava
la ragazza
deceduta già sottoposta
a controlli in Austria
fermato e una ragazza è stata
ricoverata dopo che aveva avuto un malore con febbre e mal
di testa. I test all'ospedale han no dato tutti esito negativo e
l'allarme per la ragazza è rientrato. Il rischio che la giovane
potesse aver subito un contagio era comunque minimo visto che l'intera comitiva era
già stata sottoposta a profilassi
in Austria. Nella notte si è fermata a Udine anche un altra
delegazione di giovani della
provincia di Treviso . Tra i ragazzi nessuno era stato in contatto con la vittima, uno di loro
aveva avuto un malore, ma
non aveva i sintomi della meningite. Per scrupolo il gruppo
è stato sottoposto aprofilassi.
Per fronteggiare la situazione, sono stati richiamati in
pronto soccorso i medici reperibili. In Veneto sono stati accolti e assistiti 1.219 giovani, a
Brescia 1.800. Nessuno presentava sintomi riconducibili a
meningite . Tra i sottoposti a
profilassi al rientro in Italia da
Cracovia anche 80 giovani di
Pavia e 120 di Bolzano. Centinaia di italiani sono ancora in
Polonia, molti si sono recati
all'Istituto di Cultura italiana a
Cracovia per avere informazioni sul da farsi. L'invito dei medici è quello di evitare allarmismi. La profilassi è raccomandata solo per persone che hanno avuto contatti stretti con la
persona deceduta, ovvero hanno mangiato nello stesso pullman, dormito negli stessi locali. Il contagio avviene infatti
per via aerea, nia occorre un
contatto molto ravvicinato.
©RIPRODNZIONE RISERVATA
In 90mila hanno
frequentato
Casa Italia
durante il soggiorno nella
città polacca
Casa Italia durante il soggiorno nella città polacca. Nella
notte tra l'1 e il 2 agosto diverse persone di ritorno dalla
GMG si sono rivolte al pronto
soccorso dell'ospedale di Udine temendo un possibile contagio. Uno dei tre pullman della comitiva romana su cui viaggiava la ragazza deceduta si è
Sanità nazionale
di
-mn u, rIk,rfm h, AI—,
Pagina 3
«D
t
di cure fai
MARCO BIROLINI
MILANO
n po' di preoccupazione ci può
stare, è normale. Ma va sottolineato che negli ultimi anni i casi di meningite in Italia sono in diminuzione. È soltanto una coincidenza che si siano
verificati due decessi in pochi giorni». Il professor Giuliano Rizzardini, direttore del Dipartimento malattie infettive dell'ospedale
Sacco di Milano, smorza l'allarme provocato dalla morte di una giovane alla Gmg e,
settimana scorsa, di una studentessa della
Statale di Milano. «Il meningococco vive nel
30% di noi e a volte può trasmettersi per via
aerea. Ma serve un contatto molto diretto
perché avvenga il contagio. i Jn bacio, un abbraccio o un colpo di tosse ravvicinato».
Perché le vittime sono spesso giovani?
Semplicemente perché i giovani stanno più
frequentemente in compagnia e vivono si-
te,
fondamental i le p rescrizioni medidhe»
tuazioni di affollamento, come nel caso della Gmg. Anche se da quel che sappiamo la
ragazza morta all'ospedale diVienna alloggiava presso una famiglia, dunque non sembra esser stata così esposta. Tuttavia è sbagliato pensare che un adulto sia meno a rischio in assoluto: lo è solo perché solitamente se ne sta più per conto suo rispetto
a un ragazzo. Poi c'è un'altra cosa da dire: la
morte di un giovane ha decisamente un
maggior impatto mediatico. Se muore un
settantenne magari nessuno ci fa caso...
A Cracovia di giovani ce n'erano parecchi.
Quali rischi corrono una volta rientrati?
L'importante è che si svolga una buona indagine epidemiologica: occorre individuare chi è stato a stretto contatto con la
ragazza e sottoporlo a profilassi. E poi bisogna fare attenzione a eventuali sintomi.
Se uno ha mal di testa, febbre ed è stato in
Polonia nei giorni scorsi è meglio che si rechi subito in pronto soccorso per una ve-
rifica. Tenendo conto che l'incubazione
può arrivare fino a dieci giorni, ma in media si manifesta dopo 4-5 giorni. Se presa
in tempo, la meningite si può debellare con
una terapia antibiotica. Ovviamente senza ricorrere al fai da te, ma sempre su prescrizione medica.
Ê utile vaccinarsi?
Senza voler cadere nelle polemiche che di
questi tempi accompagnano le vaccinazioni, direi proprio di sì. Poi dipende dal ceppo, ma i vaccini che vengono somministrati ai bambini ne coprono la maggior parte.
La vaccinazione è consigliata anche a chi
viaggia molto o chi ha le difese immunitarie basse, ma qualsiasi adulto può farla.
Niente panico, insomma.
Non ce n'è motivo. Se qualcuno ha dei dubbi può chiamare le aziende sanitarie o i numeri indicati dalla Regione. Li abbiamo provati, vi assicuro che rispondono...
© RIPRODUZIONE RISERVATA
=I
Giuliano Rizzardini
II professor Rizzarini
(Sacco): medici e Asl
pronti , ma non c'è
alcun motivo i panico
h1,e,l1,11,_"
Sanità nazionale
Pagina 4
Meningite, i controlli
per i ragazzi della Gmg
Nessun nuovo caso
Profilassi p er chi è tornato, migliaia gli esami
Il lutto dei giovani: « scomparsa un 'amica»
MATTO UUT
on c'è stato alcun nuovo caso di meningite tra i pellegrini della Gmg dopo
la morte di Susanna Rufi, la ragazza romana deceduta improvvisamente lunedì mattina a Vienna durante il viaggio di ritorno da
Cracovia. Anche per un'altra giovane di Roma,
che ieri è stata ricoverata a Udine in seguito a
un malore, è stato già escluso il contagio da
meningococco. A partire da questo dato molte strutture sanitarie italiane ieri hanno lanciato diversi appelli perché non si diffonda un
eccessivo allarmismo tra i gruppi e le famiglie
di chi ha preso parte all'incontro mondiale in
Polonia. Allo stesso tempo, però, il caso viene
trattato con le dovute cautele e numerosi ospedali si sono preparati a rispondere alle richieste dei ragazzi che in queste ore stanno facendo ritorno a casa dalla Gmg. Sul territorio,
infatti, sono stati allestiti alcuni servizi dedicati o potenziati quelli esistenti di prevenzione:
si tratta sia di sportelli informativi in grado di
fornire - anche al telefono - indicazioni sulla
necessità o meno di sottoporsi alla profilassi
antibiotica, sia di ambulatori che daranno assistenza a coloro cui viene consigliato di sottoporsi al trattamento. A Bolzano ad esempio
sono state predisposte due tende nel parcheggio dell'ospedale per poter visitare i 98 pellegrini diocesani in arrivo dalla Polonia. Anche
il vescovo di Bolzano-Bressanone, Ivo Muser,
è stato sottoposto alla profilassi.
La notizia della morte di Susanna Rufi ha di
certo segnato il rientro delle migliaia di giovani italiani dalla Polonia: «La morte di una coetanea, anche lei pellegrina alla Gmg, è statavissuta con profonda partecipazione - racconta
don Davide Imeneo, che ha viaggiato assieme
al gruppo di Reggio Calabria -. I ragazzi si sono mostrati subito molto partecipi a questo
lutto, come se fossa morta una loro amica: al
CampusMisericordiae si era creato un clima di
solidarietà tra tutti i presenti e questo ha fatto
sentire i ragazzi molto vicini a Susanna e li ha
spinti a pregare per lei. Poi è stato deciso di celebrare una Messa di suffragio per laragazzaromana che si terrà giovedì (domani, ndr) alle 17
nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Lazzaro». Poi, però, nota don Imeneo, dopo le telefonate alle famiglie è prevalso il timore per la
Sanità nazionale
propria salute, «anche se noi abbiamo cercato di rassicurare sia le famiglie che i ragazzi riguardo aun basso rischio di contagio per quanto riguarda il nostro gruppo».
La direzione sanitaria della Regione Friuli-Venezia Giulia in una nota ha fatto sapere che «a
Udine, presso il Dipartimento di prevenzione,
finora sono state viste una cinquantina di persone. Una quarantina i giovani che si sono rivolti all'Ospedale diTolmezzo, altrettanti a quelli di Trieste. In genere si sono recati presso le
strutture sanitarie solo per essere rassicurarti e
informati». La profilassi post esposizione, continua la nota, «è raccomandata unicamente ai
soli contatti stretti ad alto rischio dopo una valutazione clinica. Non è pertanto raccomandata la chemioprofilassi a tutti i ragazzi che han no partecipato alla Gmg. t invece utile una sorveglianza sanitaria dello stato di salute per dieci giorni per verificare l'insorgenza di eventuali sintomi (in particolare febbre)».
Secondo un comunicato diffuso dalla Regione Veneto, intanto, fino a ieri circa un migliaio
di ragazzi si erano rivolti alle strutture sanitarie venete per ottenere assistenza. Tra questi
anche alcuni gruppi di altre regioni italiane,
come quello dei 143 ragazzi di Latina che si sono fermati a Padova dove il personale sanitario ha spiegato loro lapatologia, i sintomi, le azioni preventive e ha poi fornito l'antibiotico
per la profilassi. Anche in Emilia-Romagna è
stato attivato il Sistema di sorveglianza e, si legge in una nota, «i Servizi di Igiene delle Ausl
stanno facendo la profilassi nei casi ritenuti
opportuni e sono a disposizione per fornire
informazioni».
Anche la Regione Lazio si è attivata attraverso
il Seresmi (Servizio regionale sorveglianza malattie infettive), fornendo indicazioni alle richieste di chiarimento e informazioni da parte dei Servizi di sanità pubblica delle Asl a loro volta contattati dai genitori dei partecipanti. Stessa allerta in Piemonte, dove la Regione
ha diffuso un comunicato in cui ribadisce che
«la profilassi è raccomandata solo per coloro
che hanno avuto contatti stretti e ravvicinati
con la ragazza deceduta». Per tutti gli altri «si
raccomanda di rivolgersi subito al medico curante» o al Pronto soccorso in caso di sintomi
che facciano pensare e un evento infettivo.
a Bolzano a Udine,
dal Veneto al Lazio,
al via le visite per chi
sta rientrando dalla Polonia
Le aziende sanitarie locali
in campo per chiarire cosa fare
e per rassicurare le famiglie
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 5
«Vaccini e antibiotici,
ecco cosa si deve fare»
Fa chiarezza, in un post su Facebook,
Roberto Burioní, docente di virologia e
microbiologia all'Ospedale San Raffaele di
Milano, a proposito dei comportamenti da
assumere, per giovani e meno giovani,
dopo il caso di meningite che ha ucciso la
ragazza di Roma. «Gli adulti si possono
vaccinare con un vaccino efficace e
sicuro; la vaccinazione è consigliata in
particolari situazioni di pericolo, come
quando si verifica un'epidemia oppure
quando la persona è particolarmente a
rischio di sviluppare la malattia, per
esempio per il lavoro che fa—. Attenzione,
però: Burioni aggiunge che «se si è stati a
contatto con un malato di meningite non
c'è più tempo per vaccinarsi (la protezione
fornita da un vaccino impiega alcune
settimane per diventare efficace) per cui
bisogna assumere degli antibiotici (farmaci
che hanno molte più controindicazioni ed
effetti collaterali rispetto ai vaccini).
Tuttavia è vietato il fai da te, in quanto gli
antibiotici si assumono solo sotto il diretto
controllo del medico-. Quanto ai
suggerimenti per il futuro, «ribadiamo per
l'ennesima volta che il vero modo per
proteggere gli adulti dal meningococco è
vaccinare tutti i bambini».
rx
Come
w.i
E UNA INFIAMMAZIONE DEL
RIVESTIMENTO DEL SISTEMA
NERVOSO CENTRALE (CERVELLO
E MIDOLLO) DETTO MENINGE.
ESISTONO FORME BATTERICHE E
VIRALI, ENTRAMBE POSSONO
ESSERE MORTALI,
PER VIA AEREA, MA OCCORRE UN
CONTATTO MOLTO RAVVICINATO,
NELLE PRIME 7-10 ORE, I SINTOMI
SONO QUELLI DI UNA NORMALE
INFLUENZA. DOPO 10 ORE ARRIVANO
MAL DI TESTA INTENSO, RIGIDITÀ DEL
COLLO E FEBBRE ALTA.
e
Cosa deve We chi e OR' vaccinalo?
È POSSIBILE PROTEGGERSI CON
UNA PROFILASSI D'EMERG
CIOÈ CON UNA TERAPIA ANTIBIOTICA
SPECIFICA, SU PRESCRIZIONE
DELL'AUTORITÀ SANITARIA. IL
VACCINO RAPPRESENTA L'ARMA P Ù
EFFICACE CONTRO LA MENINGITE.
9
Sanità nazionale
Mene i
CHI È GIÀ VACCINATO NON
CORRE RISCHI E NON DEVE
SEGUIRE ALTRE CURE, SE Si
STATI A CONTATTO CON UN
MALATO DI MENINGITE NON C'E
PIÙ TEMPO PER VACCINARSI,
SERVE SOLO LA PROFILASSI.
Pagina 6
Meningite, migliaia di controlli
Il ministero: nessuna emergenza
Più farmaci agli ospedali dopo la morte di una ragazza al ritorno dal raduno a Cracovia
ROMA Dopo la tragedia è l'ora
della psicosi. Un mal di testa
che non passa, una febbre persistente. E l'allarme meningite
ha già spinto migliaia di giovani Papa boys di ritorno dalla
Giornata mondiale della gioventù a Cracovia a recarsi in
ospedale per sottoporsi a visite e profilassi antibiotica. In
Veneto soprattutto, ma anche
in Alto Adige, Friuli Venezia
Giulia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana. Umbria e Lazio. Dal ministero della Salute
confermano che è scattato il
protocollo previsto per questi
casi, che «non c'è un'emergenza» e che la distribuzione di
medicinali anti meningite è
partito «come eccesso di prudenza, ma più che giustificabile in un caso come questo». La
profilassi obbligatoria deve infatti essere seguita da chi è stato a contatto diretto con il paziente infetto nei 1o giorni che
hanno preceduto il manifestarsi della malattia. E così so-
La vicenda
Susanna
Rufi, 19 anni, di
Roma, è morta
per una
meningite
fulminante a
Vienna,
durante il
viaggio di
rientro da
Cracovia dove
aveva
partecipato alla
Giornata
mondiale della
gioventù
no state le singole Regioni ad
attivarsi per informare e mettere a disposizione dei pellegrini le strutture dove rivolgersi per ottenere notizie ed eventualmente cure.
La vicenda di Susanna Rufi,
19 anni, la studentessa romana
dell'Appio Claudio morta lunedì mattina in un ospedale di
Vienna dopo che si era sentita
male il giorno precedente sul
pullman che la stava riportando a Roma con 5o ragazzi di tre
parrocchie romane, ha fatto il
giro del mondo. La giovane è
stata uccisa da un attacco di
meningite fulminante. Risparmiata la sorella, Margherita, di
17 anni, che con lei aveva partecipato al pellegrinaggio come tutti gli altri ragazzi sul torpedone, dimessi dai medici
viennesi dopo la profilassi e
giunti a Roma all'alba di ieri.
Commovente l'incontro con i
genitori che hanno vissuto ore
d'inferno e sono andati a prenderli nelle parrocchie di San
La ragazza
era transitata a
«Casa Italia», il
quartier
generale dei
pellegrini
italiani nei
giorni scorsi in
Polonia. Alla
Giornata
mondiale della
gioventù
hanno
partecipato
almeno 100
mila ragazzi
italiani
È stata la
Conferenza
episcopale
italiana a
rendere nota la
notizia della
morte
I membri del
gruppo di cui la
ragazza faceva
parte sono stati
sottoposti alla
necessaria
profilassi
In Veneto il
sistema
sanitario ha
accolto e
assistito circa
1.219 ragazzi e
nessuno
presentava
problemi di
salute o
particolari
sintomi.
Nessun rischio
accertato
anche per i
1.800 pellegrini
di Brescia
Sanità nazionale
Policarpo e Santa Maria del
Buon Consiglio.
La preoccupazione di tutti
era (ma per molti che non si
sono ancora presentati in
ospedale è tuttora presente)
collegata all'allarme lanciato
dalla Cei, la Conferenza episcopale italiana, che ha stimato in Zoo mila le persone che la
settimana scorsa hanno frequentato «Casa Italia» a Cracovia e che potenzialmente potrebbero essere entrate in contatto con Susanna. Che tuttavia, come è stato ricostruito da
chi accompagnava la sua comitiva, sarebbe passata per il
quartier generale dei Papa
boys italiani solo fra la matti-
r
Solo in Veneto sono
1.200 i pellegrini che
si sono sottoposti alla
profilassi volontaria
nata di mercoledì e le giornate
di giovedì e venerdì scorsi. Oltre ai più di 1.200 pellegrini
sottoposti a profilassi in Veneto, ai 98 a Bolzano (dove sono
state allestite due tende per il
triage d'emergenza), alle centinaia anche nel Lazio
dove
la Regione ha attivato il Seresmi, il Servizio regionale sorveglianza malattie infettive, e i
medici del pronto soccorso
dell'ospedale Lazzaro Spallanzani per le malattie infettive
sono sotto cura anche i
tanti addetti ai lavori (giornalisti, accompagnatori, personale tecnico) presenti a Cracovia
in questi giorni, funestati anche dalla scomparsa dell'inviata della Rai e della «Vita in diretta» Anna Maria Jacobini,
trovata senza vita nella sua
stanza d'albergo. E a Udine
un'amica di Susanna è stata ricoverata in osservazione: per
fortuna era solo influenza.
.Fr.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le persone
in Italia che
contraggono
ogni anno la
meningite. Una
su due è colpita
da meningite
meningococcica. Per
l'Istituto
Superiore di
Sanità (ISS),
questo morbo
provoca il
decesso nell'814% dei casi
Pagina 7
Che cos'è la meningite?
«E una malattia infettiva,
colpisce la meninge, l'involucro che avvolge il cervello,
dunque un organo molto delicato. Le membrane infettate
da batteri o virus si infiammano. E batlerio più) anche provocare sepsi, cioè un'infezione
generalizzaLa, moltiplicandosi velocemente nel sangue. È
più pericolosa delle infezioni
alla meninge che possono
manifestarsi con intensi mal
di testa cui si associano rigidità del collo, febbre elevata».
Quante sono le forme di
2 meningite?
Le più importanti e pericolose sono quelle causate dal meningococco, un batterio che
appartiene a diversi ceppi. In
Europa e anche in Italia i più
diffusi sono il tipo B e C che a
livello di diffusione prevalgono su A, W135 e Y. Le meningiti batteriche possono essere
fulminanti cioè hanno un'evoluzione molto veloce che richiede un intervento ancora
più tempestivo».
Sanità nazionale
Ci sono vaccini?
3 «Nel 2005 è stata introdotto il vaccino per il meningococco C da somministrare al
primo anno di età che rientra
tra quelli cosiddetti raccomandati. Alcune Regioni lo
offrono gratuitamente altre
seguono una politica diversa
ma sta per diventare operativo
il Piano Nazionale Vaccini che
prevede la rimborsabilità in
tutta Italia. È disponibile la
vaccinazione anche per il B, Y
e W135 e A. Esistono poi altre
forme di meningite batterica
causate da pneumococco ed
Haemophilus influentiae.
Quest'ultima è molto rara,
sconfitta dal vaccino esavalente che comprende anche difterite, tetano, antipolio, epatite
B e pertosse».
Gli adolescenti e gli adul4 ti non vaccinati da piccoli
cosa devono fare per non
rischiare una malattia
infettiva che può avere
esiti mortali o provocare
gravi disabilitò?
Le meningiti si curano?
3 «Sì ma la diagnosi deve essere precoce e occorre intervenire subito con i comuni
antibiotici per prevenire le
complicanze. Nelle fasi iniziali la malattia è difficile da riconoscere. Le persone che hanno contatti stretti col malato
di meningite nei io giorni
precedenti devono prendere
antibiotici su indicazione del
medico. I batteri della meningite non si propagano con facilità, il veicolo è la saliva. Serve una vicinanza stretta tra
due individui, ad esempio
trovarsi accanto in discoteca,
dormire nello stesso letto,
scambiarsi il bicchiere. Ma se
passi a un metro di distanza
dall'amico già infettato, non
esiste rischio di trasmissione».
Margherita De ac
mdebac@a corriere.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«La vaccinazione è consigliata
soprattutto agli adolescenti
che solitamente frequentano
luoghi chiusi e affollati, come
le discoteche e vivono in
gruppo. In Toscana tra i1 2015
e il 2oi6 si sono avuti una cinquantina di casi tutti su giovani e adulti non immunizzati».
Pagina 8
Spinello libero?
La maestra violenta
lo praticava
Ecco com'è finita...
di Giannino della Frattina
desso i maestrini dello sballo ripeteranno che le droghe
leggere non fanno male, con
la solita distinzione da quelle pesanti che convince così poco. E che
in fondo chi beve il vino o la birra è
uguale a chi si fa di cannabis. Parole ancor più difficili da accettare dopo aver scoperto che la maestra
dell'asilo (privato) degli orrori scoperto a Milano faceva uso di sostanze stupefacenti insieme al fidanzato che ne era il titolare e non muoveva un dito di fronte alle violenze
sui bambini. A scoprirlo i carabinieri che durante le intercettazioni avevano sentito la donna mettersi d'accordo con il pusher in un sabato
libero dalle quotidiane (...)
segue a pagina 15
Fucilieri a pagina 15
Sanità nazionale
Pagina 9
QUELLI DEL «LIBERALIZZIAMO LE CANNE»...
dalla prima pagina
(...) sevizie da infliggere . Come se
non bastassero le immagini dei
morsi, degli schiaffi, dei capelli
tirati, dei piccoli chiusi nel buio del
bagno, altro orrore si aggiunge
all'orrore: una consumatrice di
hashish a cui i genitori affidavano
figli di dieci mesi. Che cosa
c'entrano le canne, dirà ora magari
qualcuno dei soliti sostenitori del
consumo libero di droga, negando
che in quelle urla, in quelle assurde
punizioni corporali inferte a
corpicini inermi ci potesse essere
l'effetto della droga. Eppure se la
Gazzetta ufficiale dispone «i test
antidroga ai lavoratori del settore
dei trasporti, conducenti di autobus,
Sanità nazionale
treni, navi, piloti di aerei, controllori
di volo, addetti alla guida di
macchine di movimentazione terra
e merci» e perfino per «quanti si
trovano a maneggiare sostanze
pericolose come gas tossici,
esplosivi e fuochi d'artificio», un
motivo ci sarà. O vogliamo forse dire
che maneggiare i bambini è meno
delicato dei botti di Capodanno? E
allora che dire della proposta di
legalizzazione della cannabis in
discussione in Parlamento per dare
il via libera alla vendita e alla
coltivazione personale. Forse che i
parlamentari che l'hanno firmata
affiderebbero un figlio di dieci mesi
a una maestra che sul terrazzino si
coltiva un po' di droga? Forse no.
Giannino della Frattina
Pagina 10
LC
«La maestra si drogava ma nessuno l'ha fermata»
L'educatrice che picchiava i bimbi era stata segnalata dai carabinieri come consumatrice di hashish
Paola Fucilieri
prio quegli stati di quasi schizofrenia a
cui andava soggetta la giovane donna nei
Miilano Già dopo una decina di giorni
suoi rapporti con i bambini, quando urlache, in seguito a due denunce per maltrat- va contro i piccoli, li schiaffeggiava, li
tamenti, i carabinieri della stazione di
mordeva, tirava loro le orecchie arrivanGreco Milanese stavano investigando
do addirittura a morderli o a farle gridare
sull'asilo Baby World alla Bicocca attrafrasi sconnesse come "Smettila o mi sale
verso telecamere e cimici, capiscono che il crimine"».
la titolare della struttura privata per bamVolendo già in quel momento, e con le
bini dai 10 mesi ai 3 anni di età di viale
prove documentarie costituite dalle imSarca 187, oltre ai suoi violenti metodi
magini delle telecamere dei «sistemi edueducativi, ha altri problemi: fa uso infatti
cativi» messi in pratica della signorina Cedi sostanze stupefacenti. Da
res, si sarebbe potuto proceuna intercettazione telefonidere contro di lei. Non è affatca avvenuta quindi circa un
to normale, non deve succemese prima degli arresti, un
dere che la titolare di un asisabato pomeriggio emerge
lo nido sia una assuntrice di
che la 34enne Milena Ceres si
hashish, soprattutto se è poi
sta mettendo in contatto con
viene scoperta in flagranza
il suo fornitore personale di
mentre acquista la sostanza
hashish. Così, una volta pase lei stessa ammette di farne
sata dal nido (che il fine settiuso. I maltrattamenti e quemana resta chiuso) per sbrista scoperta dell'uso di stupegare alcune faccende, lei e il
facenti erano più che suffi1
convivente Enrico Piroddi si VI( 'E
cienti per la magistratura ad
Ceres, 34 anni
avviano verso la zona Maciaallontanare la donna e, natuchini dove la donna fa i suoi
ralmente, anche il conviven«acquisti». A quel punto i militari che
te dall'asilo, ad arrestarli entrambi e chiul'hanno pedinata la fermano e dietro loro
dere la struttura.
richiesta l'educatrice tira fuori i 10 gramIl ruolo del compagno della Ceres - ora
mi di «fumo» che ha appena comprato e
rimesso in libertà ma interdetto dall'attiche in quel momento tiene in tasca, amvità lavorativa - mentre la misura cautelamettendo di farne uso esclusivamente
re in carcere della sua donna è stata conpersonale insieme al convivente.
vertita dal gip Stefania Pepe in arresti doGli investigatori prendono le sue genemiciliari, resta comunque fondamentale
ralità e non si limitano a segnalarla alla
per il concorso in maltrattamenti. È vero
prefettura, ma naturalmente anche all'auche dall'inchiesta emerge come l'uomo
torità giudiziaria, visto che la donna è sotfosse completamente succube della comto inchiesta per un'accusa di maltrattapagna e che lui non ha mai picchiato i
menti a minori formulata da due educabambini, ma il suo ruolo in questa brutta
trici che hanno lavorato con lei.
storia non è secondario. Era lui, infatti, a
«Abbiamo osservato che è vero che intimare alle collaboratrici dell'asilo: «Se
l'hashish tranquillizza chine fa uso - spiequalche genitore dovesse chiedere di
gano gli inquirenti -, tuttavia è pur altretquesto o quel livido del figli, dite sempre
tanto vero che prima di poterlo "fumare"
che si è fatto male da solo mentre giocae quindi sentirsi placati, può creare prova».
Sanità nazionale
Pagina 11
QUEL SORRISO CHE CI DICE: «HO BISOGNO DI VOI»
di Valeria Braghieri
tava pedalando quand'è
successo. La guardava andare
avanti da sola in bicicletta, che
dopo i gattonamenti, i passi incerti,
gli inciampi, è il primo momento in
cui li si vede andare via, farsi grandi,
procedere. Speranza e apprensione
dentro ai raggi delle ruote, con
l'asfalto nemico e il vento complice,
che sorregge e spinge. E, speriamo,
tiene su. Solo che ha iniziato a
tremare Gioia, sotto allo sguardo del
papà. Che l'ha sorretta appena in
Sanità nazionale
tempo, prima dell'impatto con
l'asfalto e si è dimenata a lungo.
Senza più controllare le braccia, le
gambe, la testa, gli occhi. Cosa può
essere, a tre anni, che ti trascina
altrove e ti fa dimenare come un
pesciolino lontano dall'acqua? Eccolo
lì, il cielo che si rimpicciolisce a colpi
di piccone. Il terrore che strozza la
gola, una qualsiasi, ottusa speranza e
poi invece la diagnosi: marcia e
crudele. Quando un bambino si
ammala, quando la tua bambina di
ammala, ti si chiude l'orizzonte. Non
capisci più perché hai vissuto fino a
quel momento e non sai più perché
dovresti vivere da adesso in poi. La
tieni stretta nel letto, mentre dorme,
e dovresti sentire il rumore delle ossa
che si allungano, annusare il
profumo del suo respiro, spiarle i
lineamenti mentre si addolciscono
nei sogni e immaginare tanta vita. I
genitori di Gioia la tengono stretta
controllando le smorfie di dolore,
monitorando i segnali e
scervellandosi, per capire cosa fare.
Tutto quello che c'è da fare.
Compreso forse staccarsi la carne e
prendersi il male per toglierlo a lei.
Ha i capelli cortissimi Gioia, perché
la sua mamma glieli ha fatti tagliare
tutti uguali, dopo che per uno dei
tanti esami glieli avevano lasciati
rasati solo in un punto. Gli occhi
giganti che fanno capolino dalla
faccia. Sorride e si mette in posa per
fare una bella fotografia, anche se
dietro ci sono i macchinari
dell'ospedale e di fianco si intravede
un letto. Sorride perché aspetta i
quattro anni, e aspetta che succeda
qualcosa. Sorride perché aspetta
anche noi e tutto quello che
possiamo fare per lei.
Pagina 12
Dopo
la morte
della l9enne
romana,
la meningite
fa sempre
più paura
a La Giornata Mondiale della Gioventù
2016 si è conclusa con un dramma: una
ragazza italiana è morta a Vienna per meningite fulminante. Ed ora è psicosi in tutta Italia. Anche se i test sulle persone entrate in contatto con la ragazza deceduta
hanno dato tutti esito negativo. Ma da tutti i principali ospedali italiani, l'appello è
comune: «Vaccinarsi è l'unico strumento
di profilassi valido contro il virus della meningite».
Provvidenziale l'immediato allarme contagio, vista la mole dei partecipanti
all'evento di Cracovia e a ragione del fatto
che la giovane connazionale era transitata
da Casa Italia, quartier generale (e logistico) per i pellegrini italiani. L'ospedale di
Vienna ha invitato chiunque sia passato
dalla struttura a sottoporsi a profilassi. È
stata proprio la Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, a diffondere la notizia della
vittima italiana, senza però fornirne le generalità. La Cei ha spiegato che la giovane,
di una parrocchia romana, è deceduta per
un attacco di meningite fulminante mentre rientrava in autobus da Cracovia, dove
aveva partecipato alla Gmg che ha radunato milioni di giovani cattolici in Polonia
dal 26 al 31 luglio. I membri del gruppo di
cui faceva parte la giovane capitolina sono
stati già sottoposti alla necessaria profilassi, che consiste nell'assunzione di una
compressa di Ciprofloxacina da 500 mg.
Poco dopo la ripresa del viaggio, un'altra
ragazza, spaventata, ha detto di sentirsi
male. A quel punto l'autobus è stato scortato fino all'ospedale di Udine dove la giovane è stata presa in carico dai sanitari.
Secondo quanto si è appreso da fonti ospedaliere la giovane potrebbe accusare soltanto una forte stanchezza causata dal
viaggio e dallo stress. Remota la possibilità di contagio, proprio perché tutto il gruppo aveva già effettuato la profilassi. La gio-
Sanità nazionale
vane, riferisce la Cei, era transitata da Casa Italia, quartier generale a Cracovia del
servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei. Per questo motivo l'ospedale
di Vienna, a livello cautelativo, invita coloro che abbiano visitato la struttura ad effettuare lo stesso trattamento di profilassi.
«Nel caso in cui qualcuno - raccomanda
la Cei - accusasse sintomi quali febbre alta, mal di testa o di gola, problemi di vista
o perdita di conoscenza, deve recarsi subito in ospedale, indicando quale potrebbe
esserne la causa». Il Centro regionale
emergenza e urgenza del Veneto (Creu)
invita i giovani di rientro dalla Gmg di Cracovia a recarsi in ospedale per la profilassi
antimeningite solo se hanno avuto contatti con la ragazza morta durante il rientro.
«La profilassi - afferma il comunicato - è
raccomandata solo per le persone che hanno avuto contatti stretti con la persona
deceduta».
1
VACCINAZIONE
Contro la meningite
bisogna vaccinarsi
Pagina 13
Gioia, 3 anni, è malata
Aiutiamola a tornare
sulla bicicletta della vita
Colpita da un tumore al cervello, la bimba
ha bisogno di cure e trattamenti molto costosi
Gioia Locati
«Sarà dura ma vale la pena
provarci». La mamma di Gioia
ha saputo due mesi fa che sua
figlia ha un tumore al cervello.
E in sessanta giorni, assieme al
marito, ai parenti, agli amici, si
è infilata nel dolore come se fosse lei la lama che frantuma.
Dentro il dolore per lasciarsi attraversare, per guardarlo in faccia.
Gioia ha tre anni, la sua malattia è rara e terribile, glioblastoma bitalamico di quarto grado.
«Significa che non abbiamo
molte speranze, ce lo hanno detto dal primo giorno». La mamma di Gioia si chiama Pamela.
L'ombra le ha annerito l'orizzonte in un giorno di primavera
quando aveva appena dato alla
luce la sua seconda figlia e Gio-
Vip e gente comune
disposti a offrire
il proprio contributo
Sanità nazionale
ia pedalava felice sulla biciclettina. Era la metà di maggio.
Dopo la crisi epilettica c'è stato il ricovero in ospedale. Poi gli
esami, la tac e la risonanza. E
una biopsia a Milano che ha
smascherato l'ombra.
«Dal 18 giugno Gioia ha iniziato le terapie. Il protocollo
prevede una chemioterapia settimanale abbinata a radioterapia. Si va avanti così fino a settembre» ci riferisce Pamela.
E dopo? Do-po. Due sillabe
da raccogliere come cristallo di
Boemia, con mani ferme.
«I medici sono prudenti: al
momento la posizione del tumore non fa pensare a un intervento. Le terapie però potrebbero cambiare la prognosi. A quel
punto dobbiamo sperare. Per
prima cosa che l'operazione si
possa fare in Italia, e, come seconda scelta, essere pronti a
portare Gioia all'estero, negli
Stati Uniti o in Israele. In quei
Paesi, infatti, i protocolli e le tecnologie per affrontare questa
malattia sono un passo più
avanti».
Le mani ferme sono tante mani. Ognuno ci mette del suo per
illuminare l'ombra di Gioia.
Come avete saputo delle opportunità all'estero?
«Al momento non vi sono certezze. Abbiamo preso contatti
con diversi centri specializzati
nei glioblastomi. Tutti ci hanno
fatto capire che il futuro di Gioia dipenderà dall'esito delle terapie ma se dovessero prospettarci una sola possibilità di intervento, o un altro tipo di trat-
tamento lontano da qui, varrebbe la pena tentare. È stato mio
fratello ingegnere, bravo a navigare sul web, a mostrarci diverse possibilità; i neurochirurgi
milanesi si sono offerti di fare
da ponte; abbiamo cugini che
hanno raccolto la documentazione; amici che ci hanno aiutato a fondare l'associazione no
profit Tutti per Gioia; altri che
ci hanno aperto la pagina Facebook: da soli non ce l'avremmo
fatta. C'è anche la questione
economica perché le nostre disponibilità sono quelle che sono. E se per noi dovesse spalancarsi una porta, vorremmo poterci entrare».
Così è scattato il tam tam. E
che tamtam. Fra tweet, messaggi amplificati da Facebook e passaparola. Sul web intercettiamo
appelli di Max Biaggi, Mietta,
Biagio Antonacci.
«Grazie a mia cugina ha risposto perfino il cantante dei Modà
di cui la nostra Gioia è una fan»
II sindaco: «La forza
della solidarietà speriamo
faccia il miracolo»
Pagina 14
' D TESA
Sopra i manifestini che
invitano ad aiutare Gioia,
in basso la bambina
festeggia il compleanno
con i genitori
racconta Pamela. Il sindaco di
Vaprio D'Adda, dove la famiglia risiede, si è mobilitato per
organizzare eventi ed esporre
le locandine; il «nido Verde» frequentato da Gioia ha coinvolto
amichetti e genitori nei giochi
senza frontiere per raccogliere i
fondi.
«Vorrei rassicurare i possibili
donatori - anticipa Pamela -.
Non possiamo disporre della cifra raccolta se non per curare
Gioia. E se le cose non dovessero andare come sogniamo, metteremo la somma a disposizione della ricerca sui tumori al
cervello, oltre a condividere le
nostre conoscenze e i nostri
contatti con chi avrà bisogno».
Sì perché l'amore assoluto non
lascia fuori niente, abbraccia
perfino l'ombra. E la cura di
Gioia sta anche nella sua malattia trasformata in un impegno
vitale.
irallorl
Per chi vuoi contribuire
Associazione Tutti per Gioia
C.F. 91589610152
IBAN.• IT 98 Y 05034 33980
000000000144
Sanità nazionale
Pagina 15
n
ti m
ime
Meningite, perché
è meglio vaccinarsi
Silvio Garattini
I
1 caso della giovane diciannovenne romanamorta aVienna diritorno dalla Giornata Mondiale della
Gioventù di Cracovia, in seguito ad
una forma fulminante di meningite,
pone di nuovo con forza il problema
delle vaccinazioni. Un problema che
è di grande attualità e di grande importanza perla salute.
> Segue a pag. 43
Guasco a pag. 10
Sanità nazionale
Pagina 16
Meningite, perché è opportuno vaccinarsi
Silvio Garattini
È bene ribadire che, nonostante il parere dei detrattori privi di argomentazioni
scientifiche, i vaccini sono i migliori farmaci esistenti nel moderno arsenale terapeutico. Infatti sono attivi su quasi tutti i soggetti trattati, il trattamento è di
breve durata ma l'effetto dura molto ad
un costo ragionevole. Inoltre un impiego di una vaccinazione che copra il 95
per cento delle persone esposte è spesso
in grado di eliminare completamente
l'agente patologico: i casi del vaiolo e della poliomielite sono esempi ormai noti a
tutti.
Ritornando al caso dellamorte da meningite che ha suscitato viva emozione è
utile ricordare le caratteristiche di questa malattia. I sintomi ricordano almeno
all'inizio quelli dell'influenza: senso di
ottundimento, mal di testa e febbre indotti da una infezione da virus o da batteri. Mentre le meningiti davirus si risolvono in una decina di giorni e non destano
particolari preoccupazioni, le meningiti
da batteri evolvono con febbre spesso
molto alta, vomito ripetuto, senso di confusione e convulsioni. Il destino di que-
ste meningiti non adeguatamente riconosciute e curate può indurre danni cerebrali irreparabili che possono includere perdita dell'udito o della vista, paralisi agli arti, incapacità di apprendimento
ed infine, come nel caso di questi giorni
si può arrivare alla morte che in alcuni
casi, arriva in tempi molto rapidi dall' inizio dei sintomi. La meningite che è una
infiammazione della meninge, la membrana che ricopre l'encefalo e il midollo
spinale, è indotta prevalentemente dalla Neisseria meningitidis che è ospitata
senza sintomi nelle vie respiratorie superiori, a seconda delle popolazioni, dal 4
al 30 per cento delle persone. Il batterio
può essere trasferito ad altri per via respiratoria attraverso tosse, starnuti nonché
l'impiego comune di spazzolini da denti
o posate con persone che stanno incubando la meningite, una incubazione
che dura da i a 10 giorni ed anche per 24
ore dopo l'inizio della terapia. La Neisseria si presenta in 13 sottotipi, ma solo 5
di questi sottotipi detti «meningococchi» possono indurre la meningite. Sono
noti con le sigle A, B, C, W135, Y ma sono
sopratutto i sottotipi B e C quelli più frequentemente presenti nelle regioni eu-
ropee. Vi sono altri batteri che possono
indurre meningite, come ad esempio lo
«pneumococco» che risiede come dice il
nome stesso nelle vie aeree e arriva al
cervello tramite il fluido sanguigno. La
«Listeria» arriva invece dall'ambiente, si
assume attraverso il cibo e sembra essere frequente nelle meningiti che si sviluppano nel periodo della gravidanza.
Infine é utile menzionare anche il «hemophilus influentiae» anche se con la
disponibilità del vaccino è oggi molto raro come fattore causale della meningite
mentre era comune fino agli anni `90.
Il rischio di contrarre una meningite
è relativamente alto sopratutto nella vita
di comunità e quando vi siano grandi assembramenti di persone. Se vi è qualcuno che stia incubando la meningite o anche solo portatore di Neisseria il rischio
di contagio diventa importante. Sono
particolarmente a rischio i bambini al di
sotto dei 5 anni d'età, i giovani fra 18 e 24
anni ed i soggetti anziani. Se vi sono sospetti di meningite è necessario iniziare
una terapia antibiotica prima di eseguire un prelievo di liquor per accertare la
presenza della Nisseria o di altro batterio. Le linee guida indicano come trattamento iniziale l'impiego dellarimfapicina per via orale oppure di una penicillina per via intramuscolare che passi attraverso la barriera ematoencefalica. Poiché la prevenzione è sempre il miglior
trattamento si pone il problema della
vaccinazione. Sono oggi disponibili 5
vaccini. Sono certamente consigliati i
vaccini contro il Meningocco B e C che
sono ben tollerati. Analogamente è consigliato il vaccino anti-pneumococco
che è utile nell'infanzia anche per la prevenzione delle polmoniti. Si tratta di vaccini che cono distribuiti gratuitamente
in molte Regioni e che sono entrati nei
nuovi Livelli Essenziali di Assistenza
(LEA) che saranno per tutte le Regioni a
carico del Servizio Sanitario Nazionale,
una opportuna iniziativa del Ministero
della Salute. In conclusione la meningite è una malattia relativamente rara che
si manifesta sporadicamente in comunità e che può essere curata e soprattutto
evitata attraverso le vaccinazioni. È grave responsabilità dei medici, come sottolineato recentemente dalla Federazione
degli Ordini dei Medici, ma anche dei
genitori creare le condizioni perché non
si verifichino morti evitabili.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sanità nazionale
Pagina 17
L'errore
sic sl
L'arma dei vaccini
contro la meningite
Silvio Garattini
1 caso della giovane romana
morta a Vienna, di ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia, in seguito ad
una forma fulminante di meningite, pone di nuovo con forza il
problema delle vaccinazioni. Un
problema di grande attualità e di
grande importanza per la salute.
E bene ribadire che, nonostante il
parere dei detrattori privi di argomentazioni scientifiche, i vaccini
sono i migliori farmaci esistenti.
I
Continua a pag. 20
Arcovio, Guasco e Troili
a pag.15
Sanità nazionale
Pagina 18
L'arma dei vaccini contro la meningite
Silvio Garattini
segue dalla prima pagina
Infatti sono attivi su quasi tutti i soggetti trattati, il
trattamento è di breve durata ma l'effetto dura
molto ad un costo ragionevole. Inoltre un impiego
di una vaccinazione che copra il 95% delle persone
esposte è spesso in grado di eliminare
completamente l'agente patologico: i casi del
vaiolo e della poliomielite sono esempi ormai noti
a tutti.
Ritornando al caso della morte da meningite
che ha suscitato viva emozione è utile ricordare le
caratteristiche di questa malattia. I sintomi
ricordano almeno all'inizio quelli dell'influenza:
senso di ottundimento, mal di testa e febbre
indotti da una infezione da virus o da batteri.
Mentre le meningiti da virus si risolvono in una
decina di giorni e non destano particolari
preoccupazioni, le meningiti da batteri evolvono
con febbre spesso molto alta, vomito ripetuto,
senso di confusione e convulsioni.
Il destino di queste meningiti non
adeguatamente riconosciute e curate può indurre
danni cerebrali irreparabili che possono includere
perdita dell'udito o della vista, paralisi agli arti,
incapacità di apprendimento ed infine, come nel
caso di questi giorni, si può arrivare alla morte,
che in alcuni casi arriva in tempi molto rapidi
dall'inizio dei sintomi. La meningite, che è una
infiammazione della meninge, la membrana che
ricopre l'encefalo e il midollo spinale, è indotta
prevalentemente dalla Neisseria meningitidis che
è ospitata senza sintomi nelle vie respiratorie
superiori, a seconda delle popolazioni, dal 4% al
30% delle persone. Il batterio può essere trasferito
ad altri per via respiratoria attraverso tosse,
starnuti, nonché l'impiego comune di spazzolini
da denti o posate con persone che stanno
Sanità nazionale
incubando la meningite, una incubazione che
dura da uno a 10 giorni ed anche per 24 ore dopo
l'inizio della terapia.
La Neisseria si presenta in 13 sottotipi ma solo 5
di questi sottotipi, detti Meningococchi, possono
indurre la meningite. Sono noti con le sigle A, B, C,
W135, Y ma sono sopratutto i sottotipi B e C quelli
più frequentemente presenti nelle regioni
europee. Vi sono altri batteri che possono indurre
meningite, come ad esempio lo Pneumococco che
risiede come dice il nome stesso nelle vie aeree e
arriva al cervello tramite il fluido sanguigno. La
Listeria arriva invece dall'ambiente, si assume
attraverso il cibo e sembra essere frequente nelle
meningiti che si sviluppano nel periodo della
gravidanza. Infine è utile menzionare anche
l'Hemophilus influentiae, anche se con la
disponibilità del vaccino è oggi molto raro come
fattore causale della meningite mentre era
comune fino agli anni `90.
Il rischio di contrarre una meningite è
relativamente alto sopratutto nella vita di
comunità e quando vi siano grandi
assembramenti di persone. Se vi è qualcuno che
stia incubando la meningite o anche solo
portatore di Neisseria, il rischio di contagio
diventa importante. Sono particolarmente a
rischio i bambini al di sotto dei 5 anni, i giovani fra
i 18 e i 24 anni ed i soggetti anziani. Se vi sono
sospetti di meningite è necessario iniziare una
terapia antibiotica prima di eseguire un prelievo
di liquor per accertare la presenza della Nisseria o
di altro batterio. Le linee guida indicano come
trattamento iniziale l'impiego della rimfapicina
pervia orale oppure di una penicillina per via
intramuscolare che passi attraverso la barriera
ematoencefalica. Poiché la prevenzione è sempre
il miglior trattamento, si pone il problema della
vaccinazione. Sono oggi disponibili 5 vaccini.
Sono certamente consigliati i vaccini contro il
Meningocco B e C che sono ben tollerati.
Analogamente è consigliato il vaccino
anti-Pneumococco che è utile nell'infanzia anche
per la prevenzione delle polmoniti. Si tratta di
vaccini che cono distribuiti gratuitamente in
molte Regioni e che sono entrati nei nuovi Livelli
Essenziali di Assistenza (Lea) che saranno per
tutte le Regioni a carico del Servizio Sanitario
Naionale, una opportuna iniziativa del Ministero
della Salute.
In conclusione la meningite è una malattia
relativamente rara che si manifesta
sporadicamente in comunità e che può essere
curata e soprattutto evitata attraverso le
vaccinazioni. È grave responsabilità dei medici,
come sottolineato recentemente dalla
Federazione degli Ordini dei medici, ma anche dei
genitori, creare le condizioni affinché non si
verifichino morti evitabili.
Pagina 19
° scomparse
y
y
p¡y
r
Lf.
G/A.
..
y yyM
y1 1 Lf.A...
LA PATOLOGIA
nna Marchesini, una
grande donna che durane te la sua vita ha affrontaA to anche le difficoltà legate a una grave forma di artrite reumatoide. Molti pazienti con questa patologia non possono non riconoscersi nelle mani e nel fisico
debilitato della grande attrice ma,
in questo momento, ci preme
mandare un messaggio positivo e
di speranza a tutte le persone con
artrite reumatoide , o affette da
malattie reumatiche ». È l'appello
degli specialisti della Società italiana di reumatologia e della Fondazione ricerca sull'artrite a pochi giorni dalla morte dell'attrice.
LA PREOCCUPAZIONE
Un appello che sono stati costretti
a fare vista l'onda emotiva che la
scomparsa ha suscitato in chi soffre della stessa malattia. In Italia
si contano circa 300mila pazienti
t
A.r
iMai, '
ryq
yp
1 A.
ryq
Ay.
y
y
1
15 1
pp
A
ca
ha suscitato
l a
an llo d lla
ggyYgy-g
L k.lt k. a.li
mp
e
ma
'a
atti
rm e
L'artrite:
primi segni
nelle mani
(la maggior parte donne). Lo stretto legame tra le condizioni fisiche
dell'attrice e la sua fine hanno scatenato un forte preoccupazione.
LA FATICA
Da qui, la necessità di spiegare
meglio il profilo di questa patologia autoimmune della quale ancora non si conosce la causa scatenante. Deformazioni delle articolazioni, forti e persistenti dolori,
rigidità mattutina e stato diffuso
di infiammazione i primi segnali
che, più o meno acuti, accompagnano l'evoluzione della malattia.
Spesso il sintomo principale
dell'artrite reumatoide è la rigidità mattutina. Ci si sveglia impac-
«IL CASO DELL'ATTRICE
RARO E MOLTO GRAVE
L'INFIAMMAZIONE Si CURA
SE PRESA IN TEMPO»
ciati nei movimenti, si fa fatica a
vestirsi, anche a infilarsi le calze.
A volte, la rigidità dure alcune
ore, a volte anche tutto il giorno.
L'artrite reumatoide può colpire tutte le articolazioni del corpo,
ma in genere le piccole articolazioni delle mani e dei piedi sono
quelle più frequentemente interessate, in modo simmetrico (contemporaneamente la destra e la sinistra. Anche se le articolazioni
sono la sede principale dell'infiammazione, la malattia può colpire anche altri organi, come il
polmone, l'occhio, la cute, il rene.
LA DISABILITA
«Vogliamo sottolineare - spiegano i reumatologi - che una diagnosi precoce e, quindi, un trattamento tempestivo sono fondamentali
nella cura dell'artrite reumatoide
per evitare che danneggi irrimediabilmente le articolazioni e si
estenda anche agli organi interni.
Visita specialistica e cure ai primi
segnali rappresentano i punti cardine della terapia dell'artrite. E di
tutte le malattie reumatiche. Oggi
i malati possono curarsi con farmaci in grado di contrastare alcuni meccanismi che generano l'artrite e modificare il decorso naturale della malattia»..
IL CUORE
Ancora oggi, secondo gli esperti,
arrivano negli studi dei, cosiddetti, "pazienti tardivi". Che conoscono la diagnosi ben oltre i 12 mesi
dall'esordio dei sintomi. In questi
casi il rischio maggiore è legato ai
possibili effetti (cardiovascolare e
respiratorio) legati all'infiammazione. «Indubbiamente quello della Marchesini è diventato un volto
simbolo associato all'artrite reumatoide, ma il suo era un raro caso estremamente grave. Non era
un quadro clinico tipico di questa
malattia, che oggi, se presa per
tempo, è possibile curare», rassicura Roberto Perricone, Direttore
di Reumatologia del Policlinico
Tor Vergata.
Re.Ma.
I ,,,,;t
i,,k„i a•',
ncnr m:,,,;
Sanità nazionale
Pagina 20
Le articolazioni
La malattia reumatica
tende a deformare le
articolazioni sia delle
mani che dei piedi
La rigidità
Uno dei primi segnali
dell'infiammazione è la
rigidità mattutina.
Questa impedisce anche
di lavarsi e vestirsi da soli
Il gonfiore
Gonfiore, dolori
persistenti, tumefazione
calda ma non arrossata
delle articolazioni
Sanità nazionale
Pagina 21
Lo studio
Colesterolo
"cattivo": la mente
è rallentata
dai valori instabili
Non è tanto il colesterolo alto
nel sangue a "rallentare la
mente", quanto le troppe
variazioni nel tempo dei livelli
del colesterolo cattivo (Ldl). Lo
rivela una ricerca pubblicata
sulla rivista "Circulation"
secondo cui fluttuazioni
elevate nel tempo della
concentrazione del colesterolo
cattivo possono danneggiare
le funzioni cognitive, con
significativo rallentamento
della velocità di
ragionamento . Soprattutto da
anziani. Condotta presso
l'Università di Leida in Olanda,
la ricerca ha coinvolto 4.428
partecipanti ("Prospettive
studyof pravastatin in the
Elderly at Risk"). Gli esperti
hanno preso varie volte la
misura del colesterolo cattivo
nel sangue del campione e
calcolato le variazioni
temporali di questo valore. Poi
hanno sottoposto uomini e
donne a test cognitivi semplici
per scovare eventuali deficit
cognitivi. È emerso che un
anziano con elevate
fluttuazioni temporali della
concentrazione di colesterolo
cattivo nel sangue impiega
quasi tre secondi in più a
svolgere un esercizio
semplice, come il test dei
colori che consiste nel leggere
su un foglio i nomi di colori
scritti con penne di colore di
verso. Il "saliscendi" del
colesterolo Ldl è risultato
associato anche a ridotto
flusso di sangue al cervello, un
parametro molto pericoloso
per le funzioni cognitive.
irite:
primi ,,ui
milemm11l ,
Sanità nazionale
Pagina 22
"Vaccinate i ragazzi quando vanno all'estero"
MICHELE BOCCI
PER sconfiggere la malattia e di
conseguenza anche la grande
paura che esplode nelle famiglie ogni volta che viene diagnosticato un caso di meningite, c'è un solo modo: usare il vaccino. Ne è convinto Walter Ricciardi, presidente
dell'Istituto superiore di sanità.
Dottore, è stato fatto tutto il necessario per proteggere i giovani
che hanno partecipato alla Giornata della gioventù di Cracovia?
«Direi di sì. Tutti coloro che hanno avuto un contatto diretto con la
ragazza morta di meningite, ad
esempio perché viaggiavano sullo
stesso autobus o hanno frequentato ambienti chiusi insieme a lei, sono stati sottoposti a profilassi. Cioè
hanno preso l'antibiotico che permette di prevenire la malattia».
Che cosa consiglia ai genitori che
approvato presto, si prevede che antemono la meningite?
«Di vaccinare i figli. In questo mo- che il medicinale la prevenzione del
do potremmo eliminare il 90% dei meningococco B sia passata dalle
casi. I tipi di meningococco più diffu- Asl. Intanto però chi vuole può farlo
si, che provocano malattie contagio- a pagamento. E io consiglio ad
se, sono il B e il C, per i quali esisto- esempio di vaccinare i giovani quanno due vaccini diversi. Ci sono poi do vanno all'estero per motivi di stuprodotti per altri micro organismi dio o per viaggi, in Europa o in Paesi
non contagiosi ma che provocano al- esotici. Io con le mie figlie ventenni
tre forme dello stesso problema. Co- l'ho fatto».
Ha senso vaccinare chi è stato a
me l'haemophilus influenza e lo
contatto con un malato?
pneumococco. Ma la molla che spin«In quel caso devi fare la profilasge a fare il vaccino non dovrebbe essere solo la paura bensì la saggezza si antibiotica, perché c'è bisogno di
di capire che certe malattie non so- unaprotezioneimmediataeilvaccino state eliminate, come sostiene no infatti ci sta due o tre settimane
a creare l'immunità. Poi in determiinvece qualcuno».
Il vaccino per il meningococco di nate situazioni, come è avvenuto
tipo C è passato dalle Asl da oltre per la recente epidemia in Toscana,
10 anni , quello per il B è a carico con una quarantina di casi in un anno e mezzo, il sistema sanitario può
dei genitori. Perché?
«Perché il secondo è entrato in decidere di usare la vaccinazione
commercio più di recente. Nel nuo- per proteggere la popolazione»,
State vedendo una maggiore difvo piano vaccini, che spero vena
fusione della meningite in questi
anni?
«No, direi che il numero dei casi è
costante, da noi come in altri Paesi.
Purtroppo la malattia è letale in circa il 10% delle persone aggredite,
dato che potremmo ridurre se non
annullare. Il meningococco è un batterio insidioso perché ci sono tanti
portatori sani, che lo hanno nella gola senza saperlo. In alcuni casi, che
non si possono prevedere a priori,
la malattia si manifesta e può essere devastante. E se il ceppo è particolarmente aggressivo, come quello che si è diffuso in Toscana nell'ultimo anno e mezzo, le persone colpite possono essere molte. Bisogna
prevenire questa eventualità con
una vaccinazione estensiva. Costa
soldi ma salva tante vite, spesso di
ragazzi, i più esposti a questa malattia»,
(dNIPNOOLL>JONE NISFR ATA
IN PRIMA LINEA
Nella foto, Gualtiero
Ricciardi, presidente
dell'istituto di sanità
Sanità nazionale
Pagina 23
"Così la
Susanna
è morta di meningite"
il dolore degli amici
Roma, la veglia di preghiera nella parrocchia della 18enne
In migliaia chiamati per la profilassi. I medici: no al panico
LORENZO D'ALBERGO
VALENTINA LUPIA
ROMA. Sono le 21. Il giorno più
lungo sta per terminare: è il primo da quando la notizia della
scomparsa di Susanna Rufi, la
18enne morta di meningite a
Vienna lungo la strada che dalla
Giornata mondiale della gioventù di Cracovia avrebbe dovuto riportarla a Roma, ha stravolto i fedeli del Tuscolano. La chiesa di
San Policarpo, con la sua cappella esagonale di freddo cemento si
riempie di una luce tenue. Nella
parrocchia di piazza Aruleno Celio Sabino, per un rosario in ricordo della giovane, si radunano gli
amici di famiglia, i compagni di
scuola, gli anziani del quartiere.
Da un piccolo bus si affaccia un
gruppo di suore vestite di bianco.
Entrano in silenzio. In pochi d'altronde se la sentono di parlare in
un momento del genere.
Solo Dario, fumando nervosamente una sigaretta dietro l'altra, si lascia andare: «Avevamo
fatto campi estivi da animatori
insieme. Era come una sorella.
Gli volevo un bene dell'anima.
Per una meningite poi... il signore l'accoglierà con amore. Si era
diplomata con la lode, era piena
di sogni. Come l'ho saputo? Mi ha
chiamato una vecchia compagna
di scuola. È stato tremendo». Gli
altri giovani parrocchiani si abbracciano sul sagrato, trattengono le lacrime a fatica. Varcano il
cancellone della chiesa e si lasciano coccolare dalle parole dei parroco che arrivano dal pulpito: «Ci
sono arrivati tanti messaggi,
messaggi di amore per Susanna
e di conforto per la sua famiglia».
Sanità nazionale
Alessandra, assieme ai due figli che hanno conosciuto la ragazza venuta a mancare in Polonia
durante i corsi estivi di San Policarpo, ricorda il padre della vittima: «Suona il flauto traverso la
domenica, mentre Susanna era
sempre all'organo».
Dalla tasca la signora tira fuori
uno smartphone e mostra i post
degli amici più stretti della 18enne. Andrea ne ha affidato uno a
Facebook firmato dagli "amici
dellaventesima prefettura di Roma": «Ed è così che è finita laGiornata mondiale della gioventù
2016 di Cracovia. Mi manca tutto il nostro gruppo, le 52 persone
che inizialmente erano solo tre
gruppi di tre parrocchie di cui conosco solo il nome, ma che poi si
sono impegnate tutte insieme affinché questo viaggio restasse indimenticabile. Già, perché in me
persiste, più di tutti gli altri, la
memoria di una persona che oggi non c'è più. Non di una "persona°, ma di un angelo. Non riuscirò mai a dimenticare il sorriso
che portavi sempre in volto. Qualsiasi cosa succedesse. Quel sorriso che annientava ogni male,
ogni forma di stanchezza anche
legata alla fatica dei tanti passi
che abbiamo dovuto fare per arrivare a trovare (da lontano) Papa
Francesco. Mi addolora sapere
che il tuo sorriso mi ha spesso aiutato in attimi di difficoltà. Non so-
lo in questo cammino, ma anche
e soprattutto a scuola quando ci
incontravano in corridoio e facevamo imitazioni di qualche professore».
Di quei docenti che hanno visto crescere Susanna nella sezione del liceo Augusto e che ora
non si danno pace. Come gli ex
compagni: «Ancora dobbiamo
metabolizzare. Era una ragazza
con un futuro brillante davanti a
lei, le interessavano le materie
scientifiche. Stava prendendo le
ultime informazioni prima di scegliere la facoltà giusta: un giorno
ci aveva detto che stava per iscriversi a Fisica». Studio e religione:
assieme a un gruppo di ragazzi
trai 18 e i 30 anni, Susanna si era
preparata per più di un anno, facendo la volontaria tra i poveri e i
disabili, per quei viaggio da cui
non è più tornata.
Anche nel curato condominio
in cui Susanna abitava assieme
alla sorella più piccola la notizia
ha spazzato via la normalità. Victor, il portiere moldavo della palazzina di via Sestio Calvino dove
vive la famiglia Rufi, si commuo-
ve: «Non è una cosa normale quella che è successa. Era speciale,
sempre sorridente».
I ragazzi che bivaccano fuori
dal bar accanto casa della 18enne conoscono ogni particolare
della storia e ora sono preoccupati, in preda alla fobia: «Voglio andare in ospedale pure io», dice
Christian. Senza sapere che, nonostante siano stati avviati protocolli per la profilassi in tutta Italia per migliaia di giovani che erano a Cracovia, i medici hanno
chiesto di non presentarsi in massa in pronto soccorso ma di verificare prima la presenza di sintomi simili a quelli della meningite. Intanto, tra gli amici di Susanna, c'è chi azzarda un'ipotesi:
«Ha preso la meningite - dice
Carlotta - prima di partire per
la Gmg. Era stata in vacanza in
Toscana eli c'era stato un caso accertato di meningite». A 24 ore
da una morte che ha devastato
un'intera comunità, un tentativo di dare una spiegazione a un
dolore che di comprensibile ha
poco.
3 RIVRO[JULONE NISkNVA f
Pagina 24
La meningite
Può essere di tipo:
Virale
Batterïc.• t,.-,
La
------- battei ....n ini g cocco è l'unica
contagiosa e la più grave
DI i1: ü11UGOCOCt:
Aes'•i•ser'se
c!5;'3
st.ret.S: c
i i " 11117111
1111111,111l,
L'incubazione
dura
al massimo
15 giorni
II meningococco può provocare
anche la se si, un'infezione
diffusa a tutto l'organismo
I casi in Italia
Susanna Rufi, la ragazza romana morta a Vienna di ritorno dalla Giornata della Gloventu da cracovla
152
138
172
163
168
(al 4 aprile)
(dNIPNODU<IONE RISEfNA fA
Mi manca tutto
del nostro viaggio
a Cracovia.
Ma soprattutto
mi manca il suo
sorriso
Avevamo fatto i
campi estivi
insieme. Era come
una sorella. Non sì
può morire per una
malattia simile
ISO
Aveva davanti un
futuro brillante: le
interessavano le
materie scientifiche,
ci aveva detto che
voleva fare Fisica
Sanità nazionale
Pagina 25
„ Disco verde al decreto legge da 1,5 miliardi per il ripiano del disavanzo: metà delle risorse in bilico per effetto del ricorso davanti al tribunale del Lazio
Farmaci, sul payback l'incognita del Tar
Roberto Turno
ROMA
Va in porto il decreto legge 113 col payback da 1,5 miliardi a carico delle industrie
per il ripiano della metà del
disavanzo totale della spesa
farmaceutica pubblica realizzato nel triennio 2013-2016.
Male Regioni, prime destinatarie di quelle somme (scontate dello-x, per iprimi due anni e del 20% per il 2015), con lo
Stato che non fa da semplice
spettatore, per il momento
hanno poco da festeggiare: almeno 6oo milioni dell'intera
somma è infatti da considera-
re in bilico perché - dopo la
sentenza del Tar del Lazio che
ha accolto la sospensiva per i
ricorsi presentati da numerose imprese - diverse decine di
imprese per il momento hanno deciso di non pagare e di
avvalersi della sospensiva decisa dallo stesso Tar. E di
Molte delle imprese hanno
deciso di beneficiare
della sospensiva decisa
dal giudice amministrativo:
a metà settembre il verdetto
aspettare la sentenza di merito dei giudici amministrativi,
prevista perla metà di settembre, che potrebbe essere ancora al oro favorevole.
Se così fosse, è chiaro, l'intera partita del payback si
complicherebbe
notevolmente, proprio mentre il Governo ha annunciato con la
prossima manovra per il 2017
la riforma della governante
farmaceutica. Riforma che si
troverebbe intanto con la zavorra dei conti 2013-2015 in sospeso, con quelle somme fin
qui congelate che le Regioni
avevano però già messo a bilancio. Una complicazione
non da poco, considerato che
Governo e Regioni devono
ancora trovare l'intesa, fin qui
rivelatasi molto complessa,
proprio sui contenuti della
governance di settore.
Le prime avvisaglie dei
conti2o16 della farmaceutica
pubblica, del resto, lasciano
intravedere un rosso se possibile ancora più profondo.
Nei primi tre mesi dell'anno
è stato già accumulato un disavanzo di 686 milioni, con
l'ospedaliera che da sola perde l'8o% del totale, a quota
494 milioni oltre l'asticella
del budget annuale nella media nazionale.
Un trimestre gennaio-marzo più che mai sulle montagne russe , quello che emerge
dalla rilevazione dell'Aifa
(Agenzia del farmaco), secondo un trend annuale che,
se confermato,a fine anno
(ma in genere nei mesi si attesta un pochino al ribasso) significherebbe più di 2,7 mld di
disavanzo complessivo. La
farmaceutica ospedaliera intanto starebbe a livello nazionale al 6,1% dell'intera spesa
sanitaria, contro un tetto che
dovrebbe attestarsi al 3,5%ò: il
50% in più. Con la Toscana all'8,5°, seguita dalla Calabria
al 5,9% e dalla Basilicata al 5,7.
Soltanto Trento (al 3,2%) e il
Molise ( al 3,5%) stanno dentro il tetto di spesa. Tutte le altre Regioni lo superano, apartire appunto dalla Toscana
che lo scavalca addirittura di
due volte e mezza.
Sempre nel primo trimestre dell' anno, la spesa territoriale è risultata in rosso
per 191 , 7 mIn (al 12% medio
nazionale contro un budget
dell'11,35), mentre la convenzionata in farmacia ha fatto
segnare un calo netto del
6,4% rispetto al 2015 e i pagamenti dei ticket-ricetta sono
calati del 4,2%.
O RI PRODUZIONE RISERVATA
Sanità nazionale
Pagina 26
Recordati distribuirà
un farmaco della Richter
Recordati distribuirà in esclusiva il farmaco antipsicotico Cariprazina della Richter in Europa Occidentale, Algeria, Tunisia e Turchia. Il farmaco è stato già concesso da Richter in licenza a Allergan (già
Forest/Actavis) negli Usa e in Canada. In
seguito all'approvazione da parte della
Food and Drug Administration nel settembre 2015, la Cariprazina è stato lanciato negli Usa nel marzo 2016 con il marchio
Vraylar per il trattamento della mania associata a disturbo bipolare e della schizofrenia. Nello scorso mese di marzo 2016
l'Ema (European Medicines Agency) ha
iniziato la valutazione della richiesta di
Richter per il via libera alla commercializzazione della Cariprazina nel trattamento
della schizofrenia.
Sanità nazionale
Pagina 27
MENINGITE, SC TUTTI I BIMBI FOSSERO VACCINATI
SAREMMO AL RIPARO D AL 90% DEI CASI
WALTER RIccIARDI*
a meningite fa paura a
tutti i genitori. Specialmente dopo aver letto
sui giornali che negli ultimi
giorni due ragazze di 24 e 18
anni hanno perso la vita proprio a causa di questa malattia. Tuttavia, questa paura
spesso non viene contrastata
con la scelta più sicura e razionale che è costituita dalle
vaccinazioni, in costante calo
negli ultimi anni, soprattutto
in Italia.
Innanzitutto su questa malattia si fa molta confusione e
questo può portare a sottovalutarla o ad allarmarsi inutilmente. Per fare chiarezza: la
meningite è un termine generico per descrivere una malattia dovuta all'infiammazione delle meningi, le membrane che rivestono il cervello. A
scatenare questa infiammazione possono essere virus e
batteri, contro la maggior
Sanità nazionale
parte di questi ultimi oggi abbiamo a disposizione un'arma
importante, la vaccinazione appunto, che ancora non viene
sfruttata quanto si potrebbe.
Il vaccino contro la meningite da Haemophilus influenzae
di tipo B è uno dei due vaccini
che viene somministrato insieme a quelli obbligatori nell'esavalente e contro il quale il movimento «NoVax» si è irrazionalmente scatenato, diffondendo informazioni false e pericolose. Ci sono poi i vaccini
contro la meningite da pneumococco, quella da meningococco B e C e la quadrivalente
contro i batteri ACWY. E' grazie a questi vaccini se oggi la
meningite non è così diffusa
come invece potrebbe esserlo.
Ed è a causa della mancata
vaccinazione se oggi, purtroppo non così sporadicamente, si
registrano alcuni casi. Non ultimo quello della povera ragazza romana di 18 anni, morta a
Vienna a causa di una meningite meningococcica, mentre
ritornava da Cracovia.
Se tutti i genitori vaccinassero i propri figli, oggi potremmo essere al riparo dal 90 per
cento dei casi di meningite.
Purtroppo, la resistenza dei
genitori ai vaccini ha permesso a questi germi di circolare e
di mietere vittime.
Garantendo la vaccinazione
dei bambini più piccoli e, nell'eventualità che si manifestino
dei casi nei ragazzi più grandi,
vaccinando anche gli adolescenti e gli adulti, la meningite
farebbe meno paura. Ma questa volta a ragion veduta.
Invece, oggi si temono più
gli effetti collaterali, che sono
rarissimi e lievi, tutti gestibili
dal medico e quelli inventati di
sana pianta dai NoVax, rispetto all'infezione vera e propria
che può essere letale.
La meningite da meningococco, quella che ha ucciso la
ragazza romana, ha infatti un
tasso di letalità da non sottovalutare. E' vero che la terapia
antibiotica funziona, ma solo
se somministrata tempestivamente, cioè prima di permettere ai batteri di moltiplicarsi
eccessivamente. Purtroppo
non sempre si riesce a farlo,
perché spesso i sintomi si manifestano tardi o non vengono
subito riconosciuti.
La febbre alta, il mal di testa,
la nausea e la rigidità nucale sono campanelli d'allarme che si
possono manifestare tardivamente. E in questi casi l'esito
può essere decisamente infausto, facendo avverare il peggior
incubo di ogni genitore. La vaccinazione, invece, potrebbe eliminare tutte queste paure. Ed è
proprio per questo che nel nuovo Piano nazionale vaccini abbiamo inserito anche la vaccinazione contro la meningite da
pneumococco e da meningococco B, sperando che questa
volta tutti i genitori facciano la
scelta più amorevole e saggia di
vaccinare i propri figli.
*Presidente dell'istituto
superiore di Sanità
e —C NDPLCUNI DIRITTI RISERVATI
Pagina 28
"Siamo sempre più sedentari
e la spina dorsale soffre
Il medico: colpa di computer, tablet e tv, che ci tengono
seduti e ci costringono a posture sbagliate
vertebrale quanto la troppa attività?
VALENTINA ARCOVIO
1 mal di schiena è un
problema che esiste
____praticamente
da
sempre. Solo che, in passato,
i nostri nonni ne soffrivano,
perché facevano lavori duri,
mentre oggi ne soffriamo
perché trascorriamo gran
parte delle giornate seduti».
A parlare è Francesco Ciro
Tamburelli, direttore dell'Unità Operativa Complessa
di Chirurgia Vertebrale del
Policlinico Agostino Gemelli
di Roma, che ci invita a non
maltrattare la schiena, lasciandola inattiva e con la postura sbagliata.
La troppa sedentarietà può
essere nociva per la colonna
Sanità nazionale
«Purtroppo è così. Oggi passiamo la maggior parte delle
giornate a una scrivania davanti a un pc e, quando smettiamo di lavorare, passiamo il
tempo libero sul divano davanti alla tv o chini sullo smartphone. Questo non fa bene alla schiena, che ha bisogno di
movimento».
Eppure, in passato il troppo
movimento faceva ammalare i
nostri nonni...
«Infatti bisognerebbe trovare
il giusto equilibrio. Magari, in
passato, erano più diffusi lavori che richiedevano sforzi eccessivi per la colonna vertebrale. Non dimentichiamoci,
inoltre, che i nostri nonni non
potevano contare sulla medicina moderna: la lombalgia veniva spesso trascurata, mentre
oggi ci sono farmaci e interventi spesso risolutivi».
In che modo la postura influisce
sul mal di schiena?
«Lo stare ricurvi davanti a un
computer è una diffusa postura scorretta. Quando camminiamo, invece, i muscoli della
colonna vertebrale si contrag-
gono: per prevenire il mal di
schiena dobbiamo far contrarre più spesso questi muscoli».
È possibile che la spina dorsale
non si sia evoluta in modo corretto e che si sforzi per mantenerci in posizione eretta?
«Non credo che l'evoluzione
abbia a che fare con il mal di
schiena. La colonna vertebrale
si è infatti evoluta per consentirci di mantenere una posizione eretta e quindi camminare
su due piedi. A essere difettoso
è l'uso che facciamo o che non
facciamo della spina dorsale».
O —C NDPLCUNI DIRITTI RISERVATI
ffl í] Iti
È la media
quotidiana
del tempo
trascorso
davanti
a computer,
smartphone
e tablet
Pagina 29
Se `puoi salvarti dal mal cli schiena
il se ;ceto è partire dal ceri elio
Lo studio di due specialisti inglesi: massaggi e agopuntura funzionano poco
Il punto di partenza è ridurre lo stress e imparare una respirazione corretta
uello che credevamo di
sapere sul mal di schiena è sbagliato. Chi ne
soffre sa di avere provato di
tutto: massaggi, chiropratica,
fisioterapia, agopuntura, balsamo di tigre, fanghi termali,
solette correttive, cinture elastiche e materasso più duro,
ma niente è servito. Alla fine,
rassegnati, ci si arrende agli
antinfiammatori, che non risolvono il problema ma almeno consentono di dimenticarlo per un po'. Questo approccio era però fuorviante: l'origine del mal di schiena non è
infatti da cercare e da combattere nelle ossa e nei muscoli, ma nel cervello.
Due medici britannici che
da 35 anni curano persone affette da lombalgia, David Rogers e Grahame Brown, hanno pubblicato per Vermilion
«Back to life» (Ritorno alla vita), un libro che raccoglie la
loro esperienza e i risultati dei
più recenti studi su un malanno che affligge, principalmente, tra i 30 e i 50 anni, il 12%
dell'umanità. La loro tesi è rivoluzionaria: è assolutamente
inutile spendere tanti soldi in
fisioterapia, manipolazioni,
risonanze magnetiche o chirurgia.
Il mal di schiena non è, come si crede, dovuto a incidenti
o traumi subiti dalla colonna o
dai dischi vertebrali, non lo si
può individuare in una radiografia o una risonanza magnetica. È invece la conseguenza
di cambiamenti avvenuti nel
collegamento tra il cervello e
il sistema nervoso: bisogna
Sanità nazionale
dunque curarlo con una terapia che i due medici hanno definito «biopsicosociale», e che
sembra funzionare meglio di
tutte le altre.
Secondo un vecchio modo
di dire, ogni problema che affligge una persona finisce nella sua schiena: anche in questo caso le credenze popolari
sono le più vicine alla verità. È
lo stress a scatenare l'irrigidimento di nervi e muscoli e a creare un corto circuito nella comunicazione con il cervello che
si manifesta con una progressiva rigidità della zona lombare.
Questa rigidità rende più difficili i movimenti e si rafforza nella sedentarietà che lei stessa
determina: tendini e muscoli si
accorciano, fino a generare il
dolore che nel corpo umano è
sempre un segnale di allarme.
Questo groviglio di nervi e
muscoli, secondo Rogers e
Brown, che lavorano al Royal
Orthopaedic Hospital di Birmingham, può però essere
sciolto con un approccio biologico, psicologico e sociale. Bisogna ripristinare i collegamenti
tra cervello e corpo, riacquistare fiducia in se stessi, imparare
a non dare importanza a quello
che gli altri pensano della nostra misera condizione. E bisogna farlo per piccoli passi, con
quella tecnica del «marginal
gain solution» inventata da Sir
David Brailsford, l'allenatore
della squadra di ciclismo britannica che ha ottenuto enormi
risultati con piccole, progressive modifiche negli allenamenti.
Le sue teorie ora sono applicate
nel business e nelle organizzazioni aziendali e potrebbero
quindi essere efficaci pure contro il mal di schiena.
La prima cosa da fare è ridurre le occasioni di stress o almeno impedire che abbiano
conseguenze sul corpo. Rogers
e Brown suggeriscono di imparare a respirare. Quasi più nessuno respira a pieni polmoni e
siamo in perenne debito di ossigeno. Il modo migliore per attenuare ogni tensione è inspirare
a fondo e a lungo, contando almeno fino a sette, ed espirare
più lentamente, contando fino a
11. Ci sono poi alcuni piccoli
esercizi, illustrati in questa pagina, che, se effettuati ogni giorno, consentono di ridurre la rigidità della zona lombare e di
riattivare in modo più efficiente
i collegamenti tra cervello e sistema nervoso. Bisogna però
crederci e farne uno stile di vita. 0 tenersi le solette, la fascia
elastica e il balsamo di tigre, insieme con il mal di schiena.
O BV NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Pagina 30
Approi
alte ati,
llmal
di schiena,
secondo
gli specialisti
David Rogers
e Grahame
Brown, è la
conseguenza
di una serie
di progressive
alterazioni
nei
collegamenti
tra il cervello
e il sistema
nervoso
pe r c' nÈ la «fetta
di popolazione
mondiale
che soffre
in modo
più o meno
grave
di dolori
alla schiena
e. .
d a fare o gr. .pp4orn o
Inginocchiarsi e piegarsi lentamente,
spingendo progressivamente con le braccia,
fino a distendere la schiena
Sanità nazionale
Tenendo le mani sulle gambe, fare una figura
a «v». Alternativamente a destra e a sinistra
Pagina 31
Sanità nazionale
Braccia sempre sollevate e poi alzarsi sulla
punta dei piedi, tenendo le ginocchia
leggermente piegate e la schiena dritta
Alzarsi e sedersi su una sedia senza braccioli:
le braccia devono stare distese, con i pollici
che si toccano, e i piedi ben premuti a terra
Piegarsi lentamente, tenendo la schiena dritta
e portando le mani il più possibile verso terra
Sedersi su uno sgabello e far ruotare il busto
a destra e a sinistra, con le braccia distese
Pagina 32
E subdola, ma st può tenere a bada
Le buone regole contro l'ipertensione
VALENTINA ARCOVIO
vole e appena uno su quattro viene curato in
modo adeguato.
Conoscere la propria pressione sanguigna può salvarci la vita. Letteralmente.
L'ipertensione arteriosa - la condizione caratterizzata dall'elevata pressione del sangue nelle arterie - è un «killer silenzioso»: è tra i principali fattori di rischio per mortalità e disabilità
al mondo e, nonostante questo potenziale minaccioso, non si manifesta con sintomi evidenti. Se un adulto su tre soffre di ipertensione, solo la metà delle persone affette ne è consape-
«L'ipertensione colpisce in Italia 16 milioni di
individui - spiega Gianfranco Parati, presidente della Società Italiana dell'Ipertensione Arteriosa, la Siia, oltre che direttore della Cardiologia all'IstitutoAuxologico di Milano e docente
di Cardiologia all'Università di Milano-Bicocca
-: provoca 240 mila vittime ogni anno, pari al
40% di tutte le cause di morte. Rappresenta
anche la principale causa di malattie cardiovascolari. Predispone, inoltre, allo sviluppo di
Sanità nazionale
una serie di malattie, da quelle renali alla demenza e al diabete».
La buona notizia è che è possibile tenere sotto
controllo il problema. Innanzitutto, facendo
attenzione ai fattori che predispongono gli individui a sviluppare la pressione alta. A parte la
familiarità e l'età, si può agire - spiegano gli
specialisti - sullo stile di vita. «È raccomandabile - riferisce Parati - fare attenzione a non ingrassare o a ridurre il proprio peso, se si è obesi. È inoltre preferibile limitare l'assunzione di
sale, il consumo di alcol e il fumo». Secondo lo
specialista, è inoltre indispensabile conoscere i
livelli della propria pressione per capire se si è a
rischio. «Chi è sano dovrebbe controllarla almeno una volta l'anno».
Pagina 33
! REGIONE LAZIO
Il Tar respinge ricorso contro pillola del giorno dopo: contraccettivo e non farmaco abortivo
€ Il Tar del Lazio ha ritenuto «infondati» nel merito i
ricorsi presentati dalle associazioni e dai movimenti
perla vita contro il decreto del Commissario ad acta
sulla riorganizzazione delle attività dei consultori nella
Regione Lazio. Lo ha comunicato in una notala stessa
Regione, spiegando che la vicenda era iniziata nel 2014,
€ quando il Tar si era già espresso contro la richiesta di
Sanità nazionale
sospensiva dei ricorrenti e che «oggi, con un giudizio
nel merito, vede accolta in pieno la posizione assunta
dalla Regione Lazio».
Rispetto ai ricorsi presentati dalle associazioni, i
giudici, spiega la Regione, hanno stabilito che «le
"pillole del giorno dopo" non sono farmaci abortivi ma
semplici contraccettivi, come stabilito dall'Agenzia
italiana del farmaco e dalla sua omologa europea» e che
«l'obiezione di coscienza da parte dei medici, per
quanto previsto dall a legge 194, non si può applicare
alla certificazione dello stato di gravidanza,
attestazione necessaria per l'interruzione volontaria di
gravidanza (IVG). La certificazione, infatti, non
riguarda l'IVGma è attestazione di uno stato di salute».
Pagina 34
«Io come cavia
da solo in mare »
L'INTERVISTA
Farà il giro del mondo da solo
in barca a vela. Senza assistenza e senza scalo. Il suo
corpo, però, sarà monitorato
giorno dopo giorno. Per studiarele risposte e gli adattamenti dell'organismo sottoposto a
condizioni estreme. Un "prototipo" per esaminare fisico e psiche
al limite delle possibilità umane.
Gaetano Mura, 48 anni sardo, di
professione velista d'oceani, si sta
preparando per la grande sfida: a
ottobre partirà per battere il record del giro del mondo in solitario, "Solo Round the Globe Record" con un C1ass40, barca a vela
da regata di 12 metri con il sostegno dell'Enit e della Regione Sardegna. Un'impresa che, fino ad oggi,
è riuscita solo al cinese Guo Chuan
che l'ha portata a termine in 137
giorni.
Gaetano Mura partirà da Cagliari
poi rotta verso l'Oceano Atlantico
fino al Capo di Buona Speranza e,
in senso orario, attorno all'Antartide, lasciando a sinistra Cape Leeuwin e Capo Horn. Per ritornare nel
Mediterraneo. Circa 46.300 chilometri, 25mila miglia nautiche.
Perché? Perché la sfida in solitudine? Che ne pensano sua moglie
Carla e i suoi figli Alessio e Marta?
«Navigo con ogni mezzo da quando ero bambino. Chi mi è vicino sa
che questa è la mia vita. Voglio fare, come un astronauta da solo, un
viaggio ai limiti. È più di un anno
che mi sto preparando».
Si è preparato anche a fronteggiare i mari ostili e i ghiacciai antartici ?
«So che dovrò affrontare difficoltà
Ricerca
estreme, con il corpo e con la mente. Ciascuno ha la sua storia e un
sogno. Il mio è quello di portare a
termine questa avventura».
Si sente una cavia? Il suo organismo sarà continuamente sotto
osservazione
tranquillizza ? Avrà dei pensieri
cupi...
«La mia sfida è stata accolta anche
da un gruppo di ricercatori
dell'ospedale universitario di Cagliari che fanno capo ai professori
Vincenzo Piras, Alberto Concu e
Maurizio Porcu. Controlleranno
diversi indicatori per verificare la
funzione dei diversi organi».
E nella cambusa che cosa porterà? Cibi liofilizzati come gli
astronauti?
«Proprio no! Nella cambusa ci saranno le eccellenze alimentari della mia terra, la Sardegna. Roba genuina e incontaminata.
Come i pani biscottati, le
paste, i formaggi dop, i legumi, il tonno e altri prodotti tradizionali come
l'olio».
Per il suo viaggio, dovrebbe impiegare circa
quattro mesi, come farà
a conservare questi cibi?
«Sono tutti prodotti, fedeli alla nostra società pastorale, adatti ad essere
trasportati e conservati
per mesi anche senza il
frigorifero. Pensiamo al pane carasau e al formaggio. La dieta dei
centenari».
Dopo il Giappone, la zona
dell'Ogliastra in Sardegna è quella che vanta un numero di centenari da record . Un'azienda di
biotecnologie londinese ha appena acquistato il patrimonio genetico di questa popolazione. Secondo lei la loro longevità è legata al cibo?
«Certo, la nostra longevità è frutto
della dieta e dello stile di vita sano
e attivo. Così, con il giro del mondo, farò conoscere a tutto il mondo
i segreti della mia isola».
Quali funzioni monitorate durante il viaggio saranno materia
di studio per i ricercatori?
«Giorno dopo giorno verranno esaminate le concentrazioni del sangue, la capacità contrattile del cuore, gli effetti della frammentazione
del sonno, il sistema immunitario
sotto stress. Oltre i fattori essenziali per il buon funzionamento del sistema nervoso».
Lei "indosserà" dei rilevatori o
sono stati posizionati sotto pelle?
«Il controllo avverrà attraverso sistemi non invasivi. Indosserò dei
rilevatori, permetteranno di controllare l'andamento di indicatori
vitali. Da quello cardiorespiratorio
a quello del sistema nervoso centrale, da quello muscolare al metabolico».
Questo controllo da lontano la
«Certo mi sento rassicurato e so
che il frutto della sfida si trasformerà in uno studio scientifico importante. I pensieri cupi devono essere cacciati come arrivano».
Carla Massi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 35
L'ATLETA
Gaetano
Mura, 48 ann
sardo, si
prepara per
il giro
del mondo
da solo
a vela
,
/ooooió
Ricerca
Pagina 36
La lotta al terrorismo mette
atta prova l'etica dei medici
FRANCESCO RIGATEw.Lw
Esistono dei casi in cui si può torturare una
persona? E la presenza dei medici si giustifica con
un'interpretazione dei principi dell'etica in casi eccezionali? Se si sapesse, per esempio, di un attentato imminente si potrebbe torturare qualcuno
pur di ottenerne informazioni? Sono i dubbi a cui
tentano di rispondere due medici specializzati in
Medicina Legale ed Etica medica, Mario Picozzi e
Omar Ferrario, nel saggio « Il diavolo è nei dettagli.
Lotta al terrorismo, ricorso alla tortura, ruolo dei
medici» edito da Rosenberg & Sellier. Tra le fonti
che citano spicca il rapporto del 2014 della Commissione senatoriale americana sui servizi segreti,
secondo cui le tecniche di interrogatorio nei confronti di 119 terroristi negli anni successivi all'11
settembre 2001 furono molto più brutali di quanto ammesso. Gli autori esaminano le posizioni dei
favorevoli e dei contrari alla tortura in casi estremi
e trattano i temi della partecipazione medica alla
violenza; dalla mancanza dì relazione ippocratica
alla peculiarità del medico militare, fino alla responsabilità sociale di questo mestiere al limite. E
pagina dopo pagina arrivano a delineare un quadro che esclude la crudeltà dal senso della Storia e
ne fa invece una tortura per i medici stessi, da enumerare anch'essi nelle schiere delle vittime.
4
La prigione Usa di Guantánamo a Cuba nel 2002
Ricerca
Pagina 37
Viso, più giovane o più vecchio?
E un gene a decidere il look
Studio olandese: le promesse (e i limiti) di un interruttore del Dna
LUIGI GRASSIA
Tel racconto di fantascienza «La musica
del sangue » (vincitore dei premi Hugo e Nebula e
poi sviluppato in romanzo) lo
scrittore Greg Bear immagina che i linfociti umani - cellule legate al sistema immunitario - comincino ad agire
in maniera nuova: anziché
svolgere meccanicamente
certe funzioni si mettono a
interagire fra loro, a istituire
una specie di assemblea e a
concordare strategie migliorative. Ne beneficia uno
scienziato,
che in pratica
ringiovanisce a 25 anni
e, anzi, diventa molto meglio di quanto
fosse stato
realmente a
quell'età, cioè più bello, più
sano, più forte e dotato di una
devastante potenza sessuale.
L'esperimento degenera in
catastrofe perché, alla fine, i
cambiamenti che la repubblica dei linfociti considera migliorativi non coincidono con
i desideri umani. Ma Bear ha
messo in scena, con molti anni di anticipo, un'ipotesi assembleare -interattiva che si
è rivelata sostanzialmente
giusta in biologia, anche se
con una importante correzione: nella realtà questo regime repubblicano non riguarda il funzionamento del
sistema linfatico ma quello
dei geni del Dna.
Ricerca
Quando fu pubblicato il
racconto (nel 1983), si credeva che a ogni gene fossero assegnate una o più funzioni
precise, da svolgere in modo
determinato e senza flessibilità. Adesso sappiamo che le
cose sono molto più complicate. Esistono dei meta-geni
che controllano, modificano,
amplificano o disattivano il
funzionamento degli altri. E i
pezzi di Dna - abbiamo scoperto - si scambiano informazioni fra loro, proprio come i linfociti di Bear. I geni
fanno questo per verificare
se stanno procedendo bene e
per decidere, ad esempio, fino a che punto debbano far
crescere gli arti di un feto, di
un bambino o di un adolescente, salvaguardando l'architettura generale.
Tuttavia i singoli geni continuano ad avere una loro
identità, anche se più sfumata di quanto si credesse, e ancora si susseguono annunci
sulla scoperta di questo o
quel gene, da cui dipenderebbero, in maniera più o meno
determinata, questa o quella
caratteristica umana: e non
solo caratteristiche fisiche
semplici, ma addirittura cose
complesse come la felicità, la
propensione alla criminalità,
l'intelligenza superiore alla
media, la tendenza all'omosessualità eccetera. In questi
giorni si è parlato di un gene
della giovinezza (o della vec-
chiaia), cioè proprio quello su
cui ha esercitato la sua fantasia Greg Bear.
La scoperta è degna di nota,
anche se ormai siamo consapevoli che in genetica gli annunci mirabolanti vanno presi
con le molle. Ecco la novità nelle sue vere proporzioni.
Una squadra di scienziati olandesi
ha scoperto
che una mutazione del
gene conosciuto come
Mclr influenza la maniera
in cui gli uomini e le donne percepiscono
l'età altrui. Le persone che subiscono una particolare mutazione appaiono mediamente
più vecchie di due anni. Invece,
«silenziare» tale variazione
genetica assicura un viso più
fresco.
Nota bene: la ricerca dell'università di Rotterdam, coordinata da Fan Liu, non ha riguardato l'oggettività dell'invecchiamento, ma la sua per-
cezione da parte del prossimo, che in fondo è la cosa più
importante.
Quali funzioni ha il gene
Mclr, oltre che prendersi la
briga di farci invecchiare la
faccia di due anni, quando subisce una mutazione sfavorevole? Mclr influenza la pigmentazione della pelle e in
una percentuale di casi questo gene porta a capelli rossi,
lentiggini, epidermide chiara
e vulnerabile ai raggi ultravioletti, arrossamenti e rughe.
Imparare a tenerlo sotto controllo ci aiuterà a sembrare
più giovani.
Però, tutto questo va detto
con le cautele di cui sopra: negli Anni 80 si infilava una
scheda perforata nel computer, che svolgeva meccanicamente un pezzo di programma, e ci si aspettava che il Dna
agisse allo stesso modo, ma
ora sappiamo che non è tutto
così automatico.
Da segnalare anche un esito
marginale, ma curioso, della
ricerca: a parità di condizioni,
le donne vengono valutate mediamente come un po' più vecchie della loro età reale (e questo a prescindere che l'osservatore/valutatore sia uomo o
donna). Questo - dicono gli
scienziati di Rotterdam - dipende dall'ossessione che la
società ha per la bellezza e la
freschezza del genere femminile. Forse non è una scoperta
sorprendente, ma ora c'è la validazione della scienza.
O —C NDPLCUNI DIRITTI RISERVATI
c
Gi -i.
et,.t. 7
RUOLO : È RICERCATOREALCENTRO
MEDICO ERASMUS DELL'UNIVERSITÀ
DI ROTTERDAM ECOORDINATORE
DELLO STUDIO SUL GENE MC1 R
Pagina 38
K
l
1 A.
/
rrì ,
ro1`
..
i
Ricerca
,.
Pagina 39