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IL NOSTRO MONDO NECROLOGI IN RICORDO DI UN AMICO Ho ricevuto una lettera. Ne sono rimasto sconvolto ed estasiato. L’annuncio della morte improvvisa del mio amico e Collega Renato Iannelli mi ha profondamento addolorato. La descrizione che sua moglie Francesca ne ha fatto mi ha commosso fino alle lacrime. Si tratta di poche parole che potrebbero costituire una poesia oppure un attestato d’onore. Parole che sintetizzano la grandezza di un uomo che ha saputo meritare la stima dei propri clienti e l’amore della propria compagna, mantenendo quella riservatezza e quella modestia che sono caratteristica dei Grandi. Auguro a tutti, me compreso, di saper meritare quello che Francesca ha scritto del suo Renato e che trascrivo con gli occhi velati dalla commozione: “Avvocato modesto ma preparato, scrupoloso … Sempre preoccupato di non commettere errori per non pregiudicare il cliente … Avvocato artigiano, legato a fil doppio alla sua inseparabile borsa … Un signore d’altri tempi … Un galantuomo che alla sera rientrava affaticato e poteva chiudere la porta con la coscienza di chi è incapace commettere la sia pur minima cattiva azione …”. Nel rileggere queste parole avverto una struggente nostalgia per un amico discreto che per moltissimi anni ho incontrato fuggevolmente e che ogni volta mi ha riempito il cuore. Lo indico a tutti quale esempio da seguire e per ribadire che la grandezza di un Avvocato non si misura dalle luci dei riflettori ma dal risultato di un lavoro compiuto giornalmente con serietà e senza ostentazione. Alessandro Cassiani 384 FORO ROMANO 3/2004 IL NOSTRO MONDO IN RICORDO DELL'AVV. PIETRO MASTROIANNI (Roma, 3 giugno 1989) Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi a servire al tuo scopo, quando da tempo sono sfiniti e a tenere duro quando in te non resta altro, tranne la Volontà che dice loro: “tieni duro!” Se riesci ad occupare il minuto inesorabile, dando valore ad ogni istante che passa, Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa e –quel che è più– sei un Uomo, figlio mio! Ruyard Kipling Questo è il ricordo di e per Pietro Mastroianni, inciso nel rame in una targa posta alla base di una Palma, voluta anche questa dai suoi amici e colleghi del Palazzo di Giustizia di Roma, che da quindici anni cresce all’interno della cosiddetta Piazzetta del Palazzo di Giustizia di Piazzale Clodio tra gli edifici A, B e C davanti alla precedente sede della Corte di Assise. Quando, per ricordare il giovanissimo, ma già autorevole Collega, scomparso prematuramente, fu accolta l’idea di raccoglierne la memoria, non tanto storica, quanto della forza vitale che ne aveva ispirato la condotta di vita, dalla tenacia nel successo alla tenacia nella sfida con il proprio futuro, attraverso l’incisione di una targa e la piantumazione di un albero secolare, ispirandosi alle più diverse tradizioni ed esperienze personali di tutti, fu ritenuto saggio ricordarne l’uomo con una robusta poesia di Kipling e con quell’albero (denominato phoenix canariensis), che per la sostanziale caratteristica di difendersi da sè e di essere duratura nel tempo, continua ad ispirare positivamente il suo e il nostro ricordo. Gli avvocati di Roma Avv. Rosario Tarantola FORO ROMANO 3/2004 385 IL NOSTRO MONDO IN MEMORIA DI MARINO PETRONE Il 10 luglio 2004 in Roma nella Chiesa di S.Agnese fuori le Mura, hanno avuto luogo le esequie per la morte del Prof. Avv. Marino Petrone. Sono intervenute numerose personalità, esponenti della cultura, della politica, docenti universitari e avvocati. La nobile figura dello scomparso è stata lumeggiata daL Prof. Giovanni Giacobbe, titolare della Cattedra di Diritto Privato dell’Università di Roma LUMSA e dal Dott. Mario Egidio Schinaia - Presidente Aggiunto del Consiglio di Stato. Per il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma ha preso la parola il Consigliere Giovanni Cipollone del quale trascriviamo l’intervento: “Desidero esprimere il profondo e commosso cordoglio del Presidente Alessandro Cassiani e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma. Voglio ricordare Marino, mio compagno di scuola, tra i banchi del liceo classico Archita di Taranto, dove primeggiava per vivida intelligenza, per bravura e per grande versatilità. Lo ricordo, giovanissimo, apprezzato giudice a Torino, dove affinò il suo acume giuridico, poi prestigioso titolare di cattedra universitaria e avvocato insigne. Ma in questi tristi momenti, voglio ricordarlo con una mia poesia che ci riporta ai momenti incantati della nostra infanzia. Il titolo è “Ritorno alla vecchia casa”. Un giorno tornerò alla vecchia casa per ricercare, nelle buie fessure, i piccoli ninnoli dell’infanzia. Accarezzerò il corpicino della nottola, scandendo l’eterno palpito della vita. Capterò l’eco di risate antiche e i festosi rintocchi di campane. Scansando il lesto, alacre, onisco, dissotterrerò il guscio della tartaruga, ancor lucida d’ocra e d’opalina. In uno scrigno è racchiuso il mio cielo, in un batter di ciglia sarà svanito. Ma la sua presenza non svanirà mai, poiché ha un segreto posto nei nostri cuori. Giovanni Cipollone 386 FORO ROMANO 3/2004 IL NOSTRO MONDO IN MEMORIA DI ENRICO ROMANELLI Mi limito a trascrivere la lettera con la quale l’Amico Ludovico Villani mi ha comunicato la morte del Collega Enrico Romanelli che ho avuto l’onore di conoscere ed apprezzare. Non aggiungo commenti in quanto Ludovico ha descritto meglio di come avrei potuto fare io la figura del grande, indimenticabile Collega scomparso. Aggiungo le più sentite condoglianze dell’intero Consiglio e dei tanti Colleghi che lo hanno conosciuto ed apprezzato. Alessandro Cassiani Ill.mo Signor Presidente, Il 30 giugno u.s., si è serenamente spento a Roma l’Avv. Enrico Romanelli iscritto all’Albo degli Avvocati dal 1950. Ho avuto modo e ne sono stato onorato, di conoscere e apprezzare la figura dello scomparso avendo collaborato, per un lungo periodo di anni, dapprima con il padre Avv. Lorenzo che forse ancora molti colleghi ricorderanno, e, dopo la sua morte, con l’Avv. Enrico nel cui studio fui benevolmente inserito negli anni sessanta per iniziare la professione. Quegli anni furono caratterizzati dal costante impegno dell’allora giovane Avv. Enrico Romanelli nell’opera di continuazione dello studio in linea con la tradizione civilista e amministrativistica tracciata dal padre. Sento pertanto il dovere, quale ex collaboratore, collega ed amico dell’Avv. Enrico, di ricordarlo in questa sede rispettando soprattutto un tratto del suo carattere quale l’assoluta modestia e riservatezza che distingueva ogni azione della sua vita professionale. L’Avv. Enrico Romanelli per oltre cinquant’anni ha esercitato la professione presso il Foro di Roma, affrontando tutte le innumerevoli vertenze affidategli con estrema cura ma soprattutto con tanta umiltà, senza mai eccedere in magniloquenza o posizioni ridondanti di cultura giuridica, sempre pronto ad offrire ai clienti e ai tanti prestigiosi colleghi corrispondenti sparsi in tutt’Italia un impegno tecnico e professionale di alto livello in linea con una moderna organizzazione di studio. Nei lunghi anni di militanza presso il suo studio ho avuto anche modo di appezzare il tratto signorile del suo carattere portato sempre a gestire il lavoro con generosità, puntiglio e lealtà mai dimentico degli insegnamenti della dottrina cattolica della cui etica era fermo e convinto propugnatore. Sempre alieno dall’assumere una qualsiasi posizione politica e ligio al suo carattere di uomo modesto, non si era mai candidato alle elezioni per il Consiglio dell’Ordine di Roma pur essendone più volte richiesto per le sue non comuni doti di serietà e di attaccamento al lavoro. Nelle aule del Tribunale di Roma ma in modo più continuativo innanzi alla Corte di Cassazione e al Consiglio di Stato, l’Avv. Enrico, sempre coerente con il suo carattere, ha utilizzato una tecnica oratoria di convincimento dei giudici, concreta, modernamente concisa, scarna ma puntuale e sempre e in ogni caso accostata alla giurisprudenza superiore più recente sul punto di diritto. Per questi non comuni valori professionali, numerosi enti pubblici territoriali lo hanno prescelto per le loro vertenze quale difensore di fiducia senza mai abbandonarlo. L’Avv. Enrico Romanelli lascia in tutti noi avvocati civilisti e amministrativisti, un vuoto incolmabile, ma il suo alto insegnamento etico, il suo esempio rimarranno sempre scolpiti nei nostri cuori e nella nostra coscienza professionale. Avv. Ludovico Villani FORO ROMANO 3/2004 387 IL NOSTRO MONDO RICORDO DELL'AVV. SERGIO SBARRA Ricorderò sempre il giorno in cui conobbi l’Avv. Sergio Sbarra. Era un pomeriggio del 1990, nel suo studio di Viale Angelico, dovevo sostenere il colloquio di rito come praticante e l’avvocato si districava con instancabile naturalezza tra telefonate e sessioni con i clienti, tra una lettera dettata alla segretaria e la redazione di un atto; fu frenetico quel pomeriggio, come tutti gli altri che seguirono fin quando ho frequentato il suo studio, ma così intenso e denso di insegnamenti che mi suggerirono di intraprendere il percorso nella professione forense. Il 5 giugno 2004 l’Avv. Sergio Sbarra si è spento, dopo una grave ed inesorabile malattia, con cui ha convissuto con grande forza, dopo aver affrontato prove laceranti che lo avevano colpito negli affetti più cari, come la prematura e tragica perdita della moglie e del figlio. Il dolore lo aveva segnato profondamente, ma lo celava con il suo composto sorriso ed il suo temperamento energico, e soprattutto con la dedizione al proprio lavoro, da cui era assorbito con autentica passione e che lo aveva aiutato a reagire fino ad indossare nuovamente la toga nelle aule penali. Nel quotidiano del nostro Foro, penso di non sbagliare nell’affermare che mancherà a molti la sua presenza discreta e le sue arringhe pragmatiche, ai Colleghi che lo stimavano, ai Magistrati che lo apprezzavano e a quanti lo abbiamo comunque semplicemente incontrato nei corridoi del Tribunale ed abbiano apprezzato la sua squisita cordialità e correttezza. Lo ricorderò sempre con stima e gratitudine per i valori che oggi mi appartengono e che ha saputo trasmettermi nella mia formazione forense. Anna Russo 388 FORO ROMANO 3/2004