U È FNI - Ferrara Buskers Festival

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U È FNI - Ferrara Buskers Festival
A G O R À s p e t t a c o l i 25
Mercoledì
18 Maggio 2016
Milano. Allevi agli Arcimboldi
per sostenere la ricerca sul cancro
n concerto straordinario quello che
Giovanni Allevi terrà
stasera alle ore 21.00
al Teatro degli Arcimboldi a
Milano. Uno spettacolo unico in cui il maestro farà rivivere i più grandi capolavori
per Coro e Orchestra della
storia della musica: da
Johann Sebastian Bach a
Carl Orff, da Giuseppe Verdi
U
a Georg Friedrich Händel e
Wolfgang Amadeus Mozart.
La serata, organizzata dal
Comitato Lombardia dell’Associazione Italiana per la
Ricerca sul Cancro, ha l’obiettivo di raccogliere fondi
per sostenere i migliori progetti di ricerca oncologica
sui tumori pediatrici. «Sarà
un concerto per il bene comune», spiega Allevi.
Fiorello.
Torna in tv ma non in Rai
mischiare le carte. «Avevamo fatto un
iorello torna in tv ma «non è
appello a tutte le reti – dice – ma per la
la Rai», dice lo showman, ciRai ci vuole un altro tipo di show, il grantando una vecchia trasmisde varietà, mentre La7 non si è fatta asione cult, in un video girato
vanti. Chi rimane? Sky o Mediaset», constamattina con lo smartphone nel
clude. Ma c’è da scommettere che, visti
suo bar. Dopo le incursioni a Rischiatutto su Rai1 e a Quelli che il Rosario Fiorello i precedenti, il morning show, che si sviluppa a partire dalla rassegna stampa
calcio su Rai2, lo showman scalda i
del giorno, approderà dal web in casa Murdomotori per una nuova edizione della sua Edich. «Sarete pagati tutti – dice Fiorello, sorricola del mattino che, in veste rinnovata, apdendo, agli avventori più anziani del bar – e fiproderà su Sky a giugno. Fiorello, che ha apnalmente il viagra non sarà più un lusso».
pena vinto il premio “È Giornalismo”, gioca a
F
Opinioni. Online il questionario
per riformare la tv pubblica
online, sul sito
“Cambierai.gov.it”,
il questionario attraverso il quale i
cittadini potranno dare la
loro opinione sulla Rai del
futuro, in vista del rinnovo della Convenzione tra
Stato e tv pubblica. Per la
prima volta – si legge in un
comunicato – il ministero
dello Sviluppo Economi-
È
Il personaggio
Soltanto: «Scoperto
da un talent scout
resterò in piazza»
ANGELA CALVINI
apa Francesco li accoglierà in
Vaticano il 16 giugno per una
grande festa giubilare: questo è
l’appuntamento più atteso per
gli artisti di strada, quella grande galassia radunata sotto il nome di persone del Circo e dello
Spettacolo Viaggiante. Una grande famiglia
fatta di mimi, giocolieri, circensi, cantanti,
danzatori, 10mila solo in Italia, che hanno per
palcoscenico la piazza e che offrono i loro
spettacoli a tutti, grandi e piccini in cambio del
cosiddetto “cappello”, le offerte degli spettatori. Ma attenzione, come dimostrano i numeri, il fenomeno è in espansione sia come
pubblico sia come giovani, sempre più professionali, che scelgono proprio la strada come luogo per privilegiato per esibirsi. E che
spesso vengono notati dalla tv per finire in talent show come Italia’s got Talet (come la vincitrice della scorsa edizione) o The Voice.
«Occorre distinguere cosa è arte di strada, ovvero una attività di libera espressione, da non
confondere con l’accattonaggio – spiega Gigi
Russo, direttore organizzativo del Ferrara Buskers Festival, il più importante festival del settore che quest’anno si terrà a Ferrara a partire dal18 agosto –. Ci sono anche tanti tipi di occasione, come i festival, in cui gli artisti di strada vengono pagati a cachet. Oggi ci sono artisti di livello, che hanno molto da comunicare
e che innovano, penso al nuovo circo contemporaneo. Questo grazie alle 150 scuole che
sono fiorite negli ultimi anni in Italia e grazie
ai tanti festival. Da quando è nato il Buskers
Festival nell’88, il primo insieme al festival Mercantia di Certaldo, oggi siamo arrivati a 200 festival di arte di strada nel nostro Paese. Il nostro successo con circa 800mila presenze in
11 giorni, ha aperto un fronte che non c’era».
Un fronte anche economico, tanto che il Buskers Festival nel 2014 ha aderito alla ricerca
Ispos/Stage Up
sul “valore” comIn Italia sono 10.000 merciale dei festival: ben il 66,7%
fra clown, cantanti,
delle persone inmimi e circensi,
tervistate tra i 14 e
i 64 anni, ovvero in
150 le scuole
26.184.000, aveva
e 220 i festival
affermato di esseFenomeno in crescita re andato almeno
ma norme inadeguate una volta negli ultimi 12 mesi ad un
festival di arte di
strada. Una cifra che avvicina a quella relativa
ai frequentatori del teatro (26.641.000), che supera significativamente il numero di coloro
che hanno partecipato almeno ad una rassegna cinematografico (20.056.000). «Si tratta di
tanti giovani e famiglie – aggiunge Russo –. Il
bello è che l’arte di strada trasforma le città e
le rende più amichevoli».
La stessa ricerca conta, inoltre, come dicevamo, 10mila artisti, 150 scuole presenti sul territorio nazionale e 220 festival ogni anno. Tutto questo per un settore che a livello di sostegno pubblico riceve le briciole del Fondo Unico per lo Spettacolo, intorno al centinaio di
migliaia di euro, cifra che corrisponde circa
allo 0,30% dell’intera torta del finanziamento
ministeriale.
In più, c’è molta confusione nell’applicazione delle norme che dovrebbero regolare l’attività degli artisti. Fino al 2001, infatti, era in
P
CANTANTE. Matteo Terzi, in arte Soltanto, artista di strada scoperto da un discografico belga che gli ha prodotto il cd “Skye”
STRADA
Artisti di
Nuova scelta di vita
«Devono esserci delle regole etiche, sopratvigore l’articolo 121 del Tulps (Testo Unico
gli spettacoli». Proprio per fare il punto sulla
tutto per ciò che riguarda il rispetto fra artidelle Leggi di Pubblica Sicurezza), secondo il
situazione e aprire il dibattito, a Milano dal
sti – fa anche autocritica Boron –. I primi a riquale, per esprimere liberamente la propria ar20 al 22 maggio alla Fabbrica del Vapore si
spettare gli spazi assegnati e il volume della
te in strada, era sufficiente essere iscritti al Reterrà una tre giorni di studio e festa su arte di
musica dobbiamo essere noi. E poi l’artista
gistro dei Mestieri Girovaghi e richiedere al
strada e circo contemporaneo, con la partedeve essere libero, come pure i cittadini che
comune il permesso temporaneo per potersi
cipazione dei maggiori esperti del settore.
sostengono artisti con il “cappello” che è il
esibire. Nel 2001 sono stati abrogati alcuni
primo “crowfunding” della storia». Fino a due
commi dell’art.121 del Tulps, affidando, in praanni fa il presidente Boron si esibiva sulla
tica, a ciascun comune la possibilità di restrada con un duo comico musicale, «ora per
golamentare le forme di spettacolo in
questioni economiche continuo da solo –
strada. L’intento era quello di sempliracconta –. È una vita che mi piace, sbarficare la procedura burocratica: aRAFFAELLA CARRÀ PRODURRÀ SAMUEL
co il lunario ed è un modo giusto di
vrebbe funzionato se tutti i cofruire della città. I politici sono
muni varassero norme in maUn cantante di strada di 24 anni ha conquistato il cuore di
molto più indietro. Se non
teria per il proprio territorio.
Raffaella Carrà. Il catanese Samuel Pietrastanta, è arrivato
c’è la capacità di goverMa così non è stato e così
fino alle semifinali di The Voice di Raidue, ma è stato
nare, o non o capiscospesso gli artisti si trovano in
eliminato lunedì sera. Raffa, però, ha promesso di
no, proibiscono e badifficoltà.
produrre il suo primo album. «Raffaella mi ha permesso
sta. Ma il successo di
«La città italiana più atdi realizzare il mio sogno – racconta Samuel ad Avvenire
festival come i Butenta è Milano, che è sta–. Quattro anni fa qiuando stava per nascermi il bambino,
skers di Ferrara, il
ta inoltre la prima ad ademi sono trasferito per lavoro da Catania a Como. Non
teatro di strada di
rire
al
progetto
avendo amici e svaghi, il tempo libero lo passavo
Certaldo, il festival
Strad@perta, promosso
suonando la chitarra. Quando il contratto è scaduto, ho
degli artisti di strada
dalla Fnas e utilissimo per
provato a suonare per strada e ho scoperto che riuscivo a
di Ostuni e quelli di Sorfavorire gli spettacoli in
camparci». Samuel comincia a girare l’Italia all’avventura con
rento, Chieti, Torino e tanstrada tutelando tanto gli
un amico e si fa notare riarrangiando in chiave acustica noti
te altre città italiane fa ben speartisti quanto i cittadini – ci
brani da discoteca «suonando dove capitava, piazze, matrimoni,
rare. Arrivano artisti e migliaia di
spiega Beppe Goron, presipub». Ma perché un talent show? «Gli autori di The Voice mi hanno
visitatori da tutto il mondo, ed è
dente della Federazione Nascoperto sul web e mi hanno contattato. Io mi sento comunque
questa grande festa senza confini e
zionale Arte di Strada –. Purparte integrante dell’arte di strada: quello che conta è vivere
barriere la migliore risposta».
troppo spesso i comuni non handi musica». (A.Cal.)
no norme adeguate e impediscono
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THE VOICE
CANNES
Un Almodóvar senza
gli eccessi di gioventù porta
sul grande schermo il dolore
di una madre abbandonata
dalla figlia. Nella pellicola
di Giovannesi invece la storia
di due ragazzi di strada
in cerca di riscatto
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“Julieta” e “Fiore”, l’assenza che si nutre di speranza
ALESSANDRA DE LUCA
Adriana Ugarte e Pedro Almodóvar
o sulla strada ho trovato tutto,
l’amore, la musica, ma
soprattutto me stesso». Occhi
sereni, volto pulito, pantaloni
da trekking e chitarra, Matteo è un
ragazzo come tanti che sta cantando in
piazza Duomo a Milano. Intorno turisti
giapponesi, manager che rallentano il
passo, signore in bicicletta. «Lì nella
custodia verde potete trovare i miei cd,
chiedete alla dolce ragazza bionda». Lei è
Alessandra, la fidanzata che ha conosciuto
mentre suonava per strada quattro anni
fa: colpo di fulmine. Il colpo di fulmine lo
ha avuto anche l’anno scorso un
importante produttore belga che,
ascoltando a Bruxelles il giovane
cantautore italiano Matteo Terzi, in arte
Soltanto, gli ha prodotto il secondo cd,
Skye. Un album in cui Soltanto («dopo sei
anni sulla strada ho capito che volevo
essere solo me stesso») ha raccolto le
esperienze personali durante il suo ultimo
tour per le piazze d’Europa, applaudito da
migliaia di persone. Undici tracce in
italiano registrate da Stefano Mariani e un
primo singolo, Fermi il tempo ora in radio.
Un disco fatto di umanità vera, che
racconta, con voce dolce e piglio
cantautorale, di sé e dei suoi viaggi (Il
musicista di via Mercanti e Un viaggio
lungo un mondo), dell’incontro speciale
con un senzatetto che non ha perso la
speranza (Se chiudi gli occhi si vola), di
solitudini e incontri «perché é solo
aprendosi che si può vivere davvero».
Milanese di buona famiglia a 24 anni
sente la vita che si inceppa. Un amore che
finisce, gli studi che languono e un lavoro
nelle produzioni cinematografiche in cui è
a disagio. Poi vede al cinema Into the wild
di Sean Penn, storia vera del lungo viaggio
verso l’Alaska del giovane Christopher
McCandless, saluta i genitori, prende
tenda, zaino e chitarra e parte. «Mai avrei
pensato che cantare sarebbe diventata la
mia professione – spiega –. Mi muovevo in
autostop, senza sapere dove sarei andato a
dormire». Una fiducia negli altri che è
stata ripagata. Gli incontri, a centinaia, dai
bambini ai tossici e senza tetto («c’è
qualcosa più grande di noi che unisce
tutta l’umanità»), che gli vien voglia di
raccontare nelle sue canzoni che
spopolano su youtube. Lancia quindi sul
web una campagna di crowfunding per il
suo primo album che raccoglie subito
10mila euro. Pubblica Le chiavi di casae
ne vende 8000 copie nelle piazze di tutta
Europa. Ora il secondo album e il tour
nelle piazze appena partito da Cracovia su
un camioncino che fa da palco: niente
biglietto, solo offerte. Per quanto riuscirà a
restare libero? «Intanto ho rifiutato già di
fare The Voice e X Factor. A 30 anni, voglio
vivere di musica e non metterei mai a
rischio la mia indipendenza».
Angela Calvini
«I
Cannes.
el cinema di Pedro Almodóvar tornano le donne, tenere e materne, forti e determinate, sempre sull’orlo di
una crisi di nervi, ma pronte a ricucire ferite e riallacciare abbracci
spezzati. Julieta, che il regista spagnolo ha co-sceneggiato con la
scrittrice canadese premio Nobel
Alice Munro a partire dai suoi racconti Fuga, Tra poco, Silenzio e che
ha presentato ieri in concorso a
Cannes, ci racconta di una giovane
madre che qualche anno dopo la
prematura morte dell’amatissimo
marito viene abbandonata dalla figlia, svanita nel nulla dopo un ritiro spirituale che l’ha avvicinata alla religione cattolica. Per dodici an-
N
co ha organizzato una
consultazione aperta a
tutti i cittadini. Il questionario, realizzato con la
collaborazione tecnica di
Istat, sarà online per quarantacinque giorni. Le risposte formeranno la base per la stesura della relazione che accompagnerà la nuova bozza di
Convenzione.
ni Julieta (interpretata da Adriana
Ugarte ed Emma Suarez) non sa più
nulla di Antia. Ma un giorno l’incontro casuale di un’amica d’infanzia di Antia riaccende in Julieta
la speranza di poterla rintracciare.
Nel film, già ribattezzato Tutto su
mia figlia, tornano tanti elementi
almodóvariani – i colori accessi, gli
anni Ottanta, la malattia, la morte,
la figura della madre, il thriller, il
melodramma, il dolore della perdita, il senso di colpa, i nodi del passato che vengono al pettine – ma il
regista sembra orchestrarli senza
cedere ai fiammeggianti eccessi di
gioventù, con più rigore e controllo, in accordo con l’emotività trattenuta e le atmosfere sospese della
Munro. Ed è forse questo il punto
più debole di un film durante il quale aspettiamo qualcosa che non ar-
riva mai, un segreto ancora più inimmaginabile, un mistero più intrigante. «So che qualcuno ha inventato il termine almodramma –
dice il regista – ma questa volta ho
cercato di fare un dramma il più sobrio possibile. Il racconto della
Munro mi offriva una sequenza meravigliosa, ambientata in un vagone ferroviario, che è stata il motore
della storia. Quello che amo nella
sua scrittura è che quando arrivo
alla fine di un suo racconto ne so di
meno di quando ho cominciato».
L’assenza intorno alla quale ruota
il film di Almodóvar è il tema anche
del film di Olivier Assayas, Personal
Shopper, storia di lutti e fantasmi fischiatissima dai critici, e del più che
convincente Fiore, diretto dal nostro Claudio Giovannesi, presentato alla Quinzaine, distribuito da Bim
il 25 maggio e prodotto da Rai Cinema, che ieri ha annunciato con
Beppe Caschetto l’avvio della scrittura del prossimo film di Marco Bellocchio dedicato a Tommaso Buscetta. Ambientato nell’unico carcere minorile in Italia che separa i
ragazzi dalle ragazze, Fiore segue
Daphne e Josh, entrambi dentro per
piccole rapine, novelli Giulietta e
Romeo avviliti dalla mancanza di
amore, più che di libertà, ribelli per
voglia di riscatto. Rabbia e dolcezza, speranza e delusione si avvicendano sui loro volti fino a un finale che fotografa lo stato d’animo
degli adolescenti per i quali tutto è
ancora possibile.
«Il finale è stato il punto di partenza di un film – ha raccontato il regista – dove tutto è osservato dal
loro punto di vita. Per gli adole-
scenti non esiste il futuro, ma solo
il presente, e l’amore trionfa sulla
legge». «Ho 20 anni – aggiunge Josciua Algeri – e ho trascorso due
anni in carcere, dai 16 ai 18. Nella
mia vita ho vissuto delle brutte esperienze, sono un figlio della strada, da cui spesso non nasce niente, e invece eccomi qua. Sto provando a trasformare la mia sfortuna in una risorsa e spero di essere
un buon esempio per tanti ragazzi come me». «Mi sento come un
fiore che è sbocciato – ha concluso Daphne Scoccia, che prima faceva la cameriera in un ristorante
e ha molto in comune con il suo
personaggio – e in nome della verità che volevamo raccontare ho
imparato ad affrontare molti aspetti di me che mi spaventavano».
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