MAMMA E PAPÀ MI RACCONTATE COME SI FANNO I BAMBINI?

Transcript

MAMMA E PAPÀ MI RACCONTATE COME SI FANNO I BAMBINI?
Carla Geuna - Jessica Lamanna
MAMMA E PAPÀ
MI RACCONTATE COME
SI FANNO I BAMBINI?
Una storia per educare il cuore
di chi sta crescendo
ARMANDO
EDITORE
SOMMARIO
Ringraziamenti
7
Introduzione di Fabio Veglia
11
Premessa per mamma e papà
17
Una proposta per rispondere alle domande
dei bambini sulla sessualità: la favola
di Gigetto e Carlotta
27
Conclusioni
55
“Ora che tu e papà vi siete lasciati,
cosa me ne faccio io di questa favola?”
61
Appendice: Riflessioni per tutelare i figli
in caso di separazione o divorzio
67
Bibliografia
75
Legenda:
Leggiamo tutti insieme
Leggiamo solo noi genitori
PREMESSA
PER MAMMA E PAPÀ
Accordiamoci da subito sul significato della parola
“sessualità”: non va confusa con la parola “genitalità”, poiché è una realtà molto più ampia che coinvolge le persone nella loro totalità; è un’entità naturale,
che appartiene a ogni essere umano e che, oltre a garantire la riproduzione della specie, si arricchisce di
significati relazionali, emotivi ed affettivi.
Un tentativo per cercare di capire meglio questo
concetto è osservare come la sessualità ha attraversato la storia della nostra vita e come si organizza e ci
organizza nell’arco della vita.
Fabio Veglia utilizza un modello che ipotizza l’esistenza di sei dimensioni intorno alle quali si pianifica
l’esperienza della sessualità umana [Fig. 1] (Veglia,
2000; 2002; 2004; Veglia e Pellegrini, 2003).
19
DIMENSIONE
RIPRODUTTIVA
DIMENSIONE LUDICA
DIMENSIONE SOCIALE
DIMENSIONE
SEMANTICA
DIMENSIONE NARRATIVA
DIMENSIONE
PROCREATIVA
Conservare la specie
Fare sesso
Stare insieme
Fare l’amore
Avere una storia
Fare un bambino
Figura 1. Le dimensioni della sessualità umana
Per comprendere il modello, possiamo pensare
che queste dimensioni corrispondano alle funzioni
biologiche del sistema evolutivo: un programma che
ha tra i suoi mandati un ventaglio di possibilità comprese fra la conservazione della specie, attraverso la
riproduzione e la ricombinazione dei patrimoni genetici, e la consapevolezza del significato da attribuire alla relazione, allo stare insieme.
Vediamo rapidamente il senso di ciascuna dimensione:
• La dimensione riproduttiva della sessualità porta con sé il messaggio di conservare la specie e
far prevalere il proprio genoma.
20
• La dimensione ludica traduce una sessualità
soltanto giocata attraverso l’atto sessuale: fare
sesso.
• La dimensione sociale svela il bisogno di costruire una vita di relazioni e di legami sociali accanto al mandato biologico che ci spinge
verso la riproduzione e la sopravvivenza: stare
insieme.
• La dimensione semantica accoglie il fare l’amore in un progetto di ricerca di sensi e significati
condivisibili con qualcuno.
• La dimensione narrativa declina la nostra sessualità all’interno di una storia, il desiderio
di raccontare chi siamo, cosa ci è accaduto e
cosa ci aspettiamo del tempo che verrà, ci permette di conquistare la nostra realtà illuminata dall’amore condiviso: avere una storia, una
storia d’amore.
• Al vertice dell’evoluzione, Fabio Veglia colloca la dimensione procreativa: fare un bambino.
21
«La sessualità trasforma una storia d’amore in
un atto creativo. Si tratta sempre di generare un
cucciolo della nostra specie, ma descrive anche
la rielaborazione di significati e racconti intorno
alla dimensione riproduttiva e la sua trasformazione in libero atto creativo. Atto condiviso con
il proprio compagno e partecipato con la Vita»
(Veglia, 2004).
Collocare la sessualità sulle tracce dell’evoluzione
è uno dei modi possibili per discutere della sessualità
umana.
«Le persone umane hanno facoltà di vivere
esperienze sessuali escludendo la dimensione riproduttiva dagli scopi e dalle finalità del
loro comportamento, ma non possono eluderla quando cercano di attribuire significato alle
loro azioni usando credenze, convinzioni e
intenzioni. Sono, infatti “costrette” a decidere di non avere un figlio, oppure a rischiare di
concepirlo, a seguire il bisogno di generarlo o,
invece, a cercarlo in un gesto condiviso dopo
averlo desiderato. La sessualità non si riduce al
22
generare, è ovvio, ma il vissuto di un maschio
e di una femmina della nostra specie mentre si
accoppiano non può prescindere dall’assumere,
ignorare, rifiutare, negare, assaporare, rimpiangere (o qualsivoglia altra posizione cognitiva e
affettiva) la prospettiva della paternità e della
maternità che potenzialmente risiede (o risiedeva) in quel gesto» (Veglia, 2002).
Adesso che abbiamo condiviso un po’ di parole e
di significati, proviamo ad affrontare insieme il difficile impegno di spiegare la sessualità ai nostri figli.
È difficile tradurre in parole una conoscenza che
ha radici profonde nella nostra affettività ed è fatta
di gesti, di immagini, di sensazioni, di carezze, ma si
può o meglio si deve farlo.
Che cosa sanno i nostri bambini dell’amore, del
sesso, della sessualità?
Come si orientano in mezzo ad una giungla di
messaggi che ogni giorno li raggiunge, li colpisce, li
eccita e li confonde?
Una condizione essenziale è che i bambini abbiano la possibilità di accedere ad un approccio positivo
e sereno con la dimensione della sessualità, prima
23
che condizionamenti esterni (TV, internet, tradizione
orale), possano trasmetterne un’immagine deviata e
negativa.
Di quali strumenti devono attrezzarsi i genitori per
incontrare la richiesta di parole, significati, informazioni, emozioni e relazioni che chi cresce va a ricercare nella relazione educativa con gli adulti di cui si
fida e che considera significativi?
I bambini sono curiosi rispetto alla sessualità così
come lo sono per tutte le infinite esperienze di vita.
Questo grande bisogno lo possiamo soddisfare con
l’utilizzo di una storia: l’approccio narrativo permette di facilitare il nostro compito educativo attraverso
la metafora, il coinvolgimento emotivo, la magia e
l’incanto della condivisione di un senso d’intimità
tra chi racconta e chi ascolta. Leggere una storia concede il permesso di viaggiare nella fantasia e stimola
la scoperta di emozioni nuove.
Da sempre, storie, leggende e parabole sono i metodi più efficaci e preferiti per trasferire informazioni, insegnare e condividere i valori della vita. L’invito rivolto ai lettori è divenire viaggiatori in un mondo
d’immaginazione in cui la realtà può essere sospesa e
l’apprendimento può essere potente.
24
Il presente lavoro non vuole essere una ricetta, ma
una proposta, un punto di partenza per superare le
barriere dell’imbarazzo che a volte si alzano quando parliamo di sessualità soprattutto con i più piccoli; un’occasione che diventa promotrice del dialogo
all’interno della famiglia. Queste pagine non esauriscono il progetto educativo alla sessualità nel quale
è coinvolto ciascun individuo fin dalla nascita, ma
pensiamo che il processo educativo debba svilupparsi dall’infanzia, che abbia il suo culmine nell’adolescenza e che perciò debba affiancarsi ad informazioni fornite gradualmente nel rispetto dei tempi di
maturazione di ciascuno per tutto il corso della vita.
Le parole giuste sono già dentro ciascun genitore,
questa storia dà alle parole una delle possibili forme
attraverso il metodo narrativo. I bambini sono bravissimi a loro volta a informarci su che cosa a loro
serva e cosa invece no; ascoltiamoli e osserviamoli,
la comunicazione non è solo di tipo verbale: con i gesti, gli sguardi e gli atteggiamenti essi ci comunicano
informazioni importanti sul loro stato d’animo (per
esempio le espressioni del volto), sulla sazietà rispetto all’argomento (per esempio si distraggono), sulla
sintonizzazione con noi nel momento della lettura
25
di queste parole, che sicuramente attivano pensieri
ed emozioni in chi legge e in chi ascolta (interesse
espresso attraverso per esempio la vicinanza).
Nella nostra storia un bimbo si rivolge alla sua
mamma e al suo papà domandando loro il significato
del fare l’amore, i genitori decidono di raccontare la
favola di Carlotta e Gigetto. Il racconto è completato
da immagini semplici e chiare che aiutano a favorire nei bambini la comprensione della dinamica della
sessualità.
26