il terreno delle suore a villeurbanne

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IL TERRENO DELLE SUORI A VILLEURBANNE
Adrien Paporello / Tesi di Laurea 2005
Relatore: Prof. M. Tadi
Correlatori: Proff. G. Masera, F. Iorio
IL TERRENO DELLE SUORE A VILLEURBANNE
Tesi di laurea
Dicembre 2005
Adrien Paporello
E03849
Politecnico di Milano
VI Facoltà di Ingegneria Edile-Architettura
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IL TERRENO DELLE SUORI A VILLEURBANNE
Adrien Paporello / Tesi di Laurea 2005
Relatore: Prof. M. Tadi
Correlatori: Proff. G. Masera, F. Iorio
Questa tesi è stata realizzata da Gennaio a Dicembre 2005, in collaborazione con i
professori Tadi, Masera e Iorio. Vorrei ringraziarli per il loro aiuto.
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IL TERRENO DELLE SUORI A VILLEURBANNE
Adrien Paporello / Tesi di Laurea 2005
Relatore: Prof. M. Tadi
Correlatori: Proff. G. Masera, F. Iorio
INDICE
INTRODUZIONE
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PARTE A STUDIO DEL CONTESTO
8
A.1. LA CITTA’
9
A.1.2 STORIA E SITUAZIONE URBANA DI VILLEURBANNE
9
A.1.2.1 Contesto
9
A.1.2.2 La città nell’agglomerazione : ingresso Est della città-centro
10
A.1.2.3 Breve storia dello sviluppo urbano
12
A.1.2.4 Situazione urbana attuale
13
A.1.2.5 Analisi FDOM di Villeurbanne
19
A.2 IL TERRENO DELLE SUORI
21
A.2.1 CARATTERISTICHE DELL’AREA DI STUDIO
21
A.2.1.1 Situazione nella città e nel quartiere
21
A.2.1.2 Descrizione del sito
21
A.2.1.3 Le volontà della città sul sito
25
A.2.1.4 I progetti in previsione
28
A.2.1.5 Analisi FDOM del terreno delle suori
29
A.2.2 LE ORIENTAZIONI PROGRAMMATICHE DELL’EUROPAN
31
A.2.3 RILIEVO FOTOGRAFICO
33
PARTE B PROGETTO URBANO
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B.1 ANALISI DELLA STRUTTURA URBANA E OBIETTIVI DEL LAVORO
40
B.1.1 PROGETTARE LA PERIFERIA
40
B.1.2 OBIETTIVI DEL LAVORO
43
B.2. IL PROGETTO URBANO
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B.2.1. DOCUMENTI GRAFICI
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B.2.2 GLI ELEMENTI DEL PROGETTO URBANO
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PARTE C PROGETTO ARCHITETTONICO
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C.1 IL PROGRAMMA
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C.2. IL PROGETTO
60
C.2.1 Presentazione generale
60
C.2.2 PIANTE, SEZIONI, PROSPETTI
62
C.2.3 DISEGNO E CONSIDERAZIONI TECNOLOGICHE
67
C.2.4 SEZIONI DETTAGLIATE
74
C.2.5 DETTAGLI COSTRUTTIVI
79
C.3.1 ABACO DELLE CHIUSURE
91
C.3.2 CONTROLLO DELLA TEMPERATURA OPERANTE DELLE DIVERSE UNITÀ SPAZIALI 106
C.3.3 CONTROLLO DELLA DETERMIZZAZIONE ASIMMETRICA RADIATIVA
110
C.3.4 CONTROLLO DELLA DETERMIZZAZIONE ASIMMETRICA RADIATIVA: PARETI ESTERNE
CON INFISSI
111
BIBLIOGRAFIA
115
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Correlatori: Proff. G. Masera, F. Iorio
INTRODUZIONE
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Correlatori: Proff. G. Masera, F. Iorio
Lo scopo della mia tesi è stato di mettere in pratica tutte le competenze che ho
acquisite durante il mio cursus universitario, sia in Francia all’Ecole Centrale che in
Italia al Politecnico di Lecco.
La mia intenzione era quindi di realizzare un progetto che segua un iter completo
dalla progettazione urbanistica allo studio del dettaglio.
La mia base di lavoro è stata il tema dell’Europan 2003 proposto per la città di
Villeurbanne. Era un tema molto interessante di disegno di una zona urbana
all’ingresso della città di Lione. Un terreno era stato dato alla città da una comunità
religiosa che lo aveva occupato da più di un secolo. Si presenta sotto la forma di
un’ampia superficie verde privata, in una zona a forte dominante residenziale, ma
con delle tipologie molto diverse.
L’oggetto del concorso europan era l’elaborazione di un pianivolumetrico, e
l’approfondimento di tipologie residenziali innovanti. Noi invece abbiamo deciso di
ampliare l’area di progetto e di introdurre nel programma delle funzioni che erano
suggerite dalla città per il suo sviluppo futuro, e di approfondire al livello
architettonico e tecnologico un edificio di più grande rilevanza urbana.
Durante la prima parte del lavoro, che è l’oggetto della prima parte di questa
relazione, abbiamo quindi studiato il contesto urbano storico della città di
Villeurbanne, e a più grande scala, dell’agglomerazione di Lione.
Abbiamo fatto una proposta di disegno urbano, che prende in conto le aspirazioni
della città, e secondo il nostro parere sul futuro della città. E’ indubitabile che le
zone di periferia possiedano delle caratteristiche proprie, e che progettare in
quest’ambito supponga la coscienza dalla parte del progettista delle problematiche
specifiche che la caratterizzano. In altre parole il disegno urbano, le scelte
funzionali hanno molte conseguenze al livello sociale; e i recenti eventi in Francia ci
confermano che le situazioni di segregazione, di esclusione spaziale fanno nascere
un sentimento di esclusione della vità pubblica, e provocano delle situazione
incontrollabili d’illegalità e di violenze. Questo tema è l’argomento della seconda
parte della relazione.
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Studiando il contesto, ci è sembrato opportuno progettare per la zona
un’infrastruttura a uso pubblico che permetta di rompere la sensazione d’isolamento
urbano, di cité-dortoir . Abbiamo quindi deciso di progettare un complesso sportivo
che raggrupi una piscina, uno stadio di ghiaccio e una palestra. Siamo riusciti a
trovare il bando di concorso dettagliato di un edificio di questo genere, che ci ha
servito di base per la composizione architettonica, anche se l’abbiamo adattato al
nostro caso.
La situazione d’ingresso urbano della zona e la presenza di una linea di bus che
porta fino in centro di Lione ci ha anche spinto a progettare un nodo d’interscambio
per permettere ai pendolari di lasciare la macchina in periferia e di rendersi in
centro grazie ai mezzi pubblici. E’ stato quindi realizzato un parcheggio
metropolitano, sotto il complesso sportivo e d’accesso diretto dall’uscita
dell’autostrada, per non portare nel cuore della zona il traffico automobilistico.
L’edificio è stato progettato dall’inizio con un ragionamento tecnologico. Il risparmio
energetico, fondamentale oggi nel settore dell’edilizia che è una maggiore fonte
d’inquinamento e di emissioni di gas a effetto serra. Il progetto architettonico è
presentato nella terza parte della relazione con piante, sezioni, prospetti ma anche
sezioni dettagliate, particolari costruttivi e verifiche tecnologiche.
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PARTE A STUDIO DEL
CONTESTO
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A.1. LA CITTA’
A.1.2 Storia e situazione urbana di Villeurbanne
A.1.2.1 Contesto
Situata nella valle del Rodano, la città di Villeurbanne fa parte della Communauté
Urbaine de Lyon, che comprende 55 Comuni e 1200 000 abitanti. E’ la seconda
città dell’agglomerazione, con 128 000 abitanti.
Il Comune è limitrofo alla città di Lione a Ovest e a Sud. E’ limitata a Nord dal
Rodano e a Est dal Boulevard periferico Laurent Bonnevay, che lo separa dai
comuni di Vaux-en-Velin e Bron.
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A.1.2.2 La città nell’agglomerazione : ingresso Est della città-centro
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Grazie alla sua situazione, la città si presenta come un incrocio alla scala
dell’agglomerazione. Il settore della Croix-Luizet, oggetto di studio, è una zona di
scambio tra il Boulevard periferico, l’autostrada di Ginevra, i comuni orientali
dell’agglomerazione, e il centro amministrativo e commerciale della Part-Dieu.
L’avenue Salengro, che serve l’area di studio, è un sistema complesso che lega
una serie di polarità lungo una direttrice Est-Ovest. Ha un’ottima visibilità,
perchnasce all’interno della maglia storica del centro di Lione, nella quale è
l’elemento forte che interrompe la regola ortogonale. D’altronde la sua estremità
orientale corrisponde al raccordo col Boulevard Periphérique, e costituisce quindi
un’ingresso alla città.
A Ovest di Villeurbanne sta il centro terziario della Part-Dieu, di rilevanza nazionale.
E’ un complesso formato dalla stazione ferroviaria principale di Lione e di torri di
uffici e negozi. La parte di Villeurbanne vicina alla Part-Dieu possiede quindi una
forte presenza di uffici.
A Nordovest si trova il parco della Tête d’or, grande zona verde e di divertimento,
luogo di sociabilizzazione.
L’altra grande presenza di scala territoriale è il campus della Doua, a Nord di
Villeurbanne, che rappresenta una barriera tra Villeurbanne e il parco della
Feyssine, futuro parco attrezzato sulle sponde del Rodano.
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A.1.2.3 Breve storia dello sviluppo urbano
Il Comune di Villeurbanne si è formato sotto la pressione dello sviluppo industriale e
di un importante bisogno di allogi nella regione lionese. L’urbanizzazione
progressiva della città si è fatta attraverso l’occupazione progressiva di spazi
agricoli intorno a frazioni esistenti. L’asse di sviluppo è quello Est-Ovest, a causa
della presenza di Lione a Ovest e del Rhône a Nord.
Dagli anni 20, Villeurbanne si è spinta in una politica d’innovazione in termini di
allogi popolari. Subito dopo la prima guerra mondiale, il primo ufficio di Habitat à
Loyer Modéré dell’agglomerazione è creato, e lancia le prime operazioni
di
costruzione di edifici a Nordest della città, in mezzo a case operaie, laboratori
artigianali, campi e frazioni agricoli. Nel 1922, il sindaco mobilizza l’attenzione sulla
questione dei “sfavoriti” e crea le prime aree lottizzate municipali a est del comune.
Chiamate “Cottages, jardins-foyers", rispondono alla concezione della città-giardini.
Nel 1930, il sindaco decide di realizzare ex-nihilo nel centro geografico del comune,
sull’area di una fabbrica di meccanica dismessa, un’operazione di allogi collettivi.
Crea con gli industriali locali una tra le prime Sociétés d’Economie Mixte, la SVU
(Société Villeurbannaise d’Urbanisme).
Sceglie l’urbanista Môrice Leroux che concepisce il quartiere dei “Gratte-Ciel”, un
nuovo centro per la città con degli allogi e dei servizi comunali maggiori: municipio,
Palazzo del Lavoro e della Cultura, Centrale telefonica, ecc..
Gli edifici sono realizzati con le tecniche americane di costruzione metallica. Gli
allogi sono serviti da ascensori, beneficiano di colonna di scarico delle immundizie,
di bagni con acqua calda, del riscaldamento centralizzato e di grande terrazze
private. Il riscaldamento e l’acqua calda sono assicurate collettivamente
dall’impianto che bruccia le immondizie. Il quartiere dei Gratte-Ciel è il quartiere
emblematico della città, è considerato Zone de Protection du Patrimoine
Architectural et Urbain.
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A.1.2.4 Situazione urbana attuale
a. i quartieri
L’identità di Villeurbanne è fondata sui Gratte-Ciel, ma anche sui suoi altri quartieri
che hanno caratteristiche morfologiche diverse:
1. Vecchi nuclei di paesi o frazioni costituiscono oggi
delle centralità di quartiere, come il settore della
Croix-Luizet, a Sud Ovest dell’area di studio. Le
costruzioni sono continue e alineate sulla strada,
basse, all’architettura modesta. Ospitano funzioni
miste (negozi, servizi, alloggi)
2. Quartieri residenziali costituiti da grandi edifici
collettivi furono realizzati negli anni 60. Hanno delle
forte caratteristiche residenziali e paesaggistiche. E’
il caso del quartiere dei Buers, nell’area di studio.
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3. Il parco della Feyssine, situato tra il Boulevard
Periphérique e il Rhône rappresenta uno tra i più
gradi siti naturali del centro dell’agglomerazione.
Partecipa alla continuità verdedel lungofiumo, alla
valorizzazione del campus della Doua, ma rimane
isolato dal centro dalla presenza stessa del campus.
4. Quartieri di case unifamiliari, situate principalment a
Est della città. Erano inizialmente alloggi popolari
formati da case costruite su lotti stretti, come nel
quartiere della Sainte Famille
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5. Il Parco Scientifico della “Doua”, a Nord del comune,
isola
Villeurbanne
universitaria,
dal
situata
in
Rodano.
una
Questa
zona
zona
strategica
all’ingresso Nord della città, manca di collegamenti
col centro del comune. Una linea di tramway serve il
campus dal Sudovest.
6. Un settore misto tra i Gratte-Ciel e la Doua, molto
frammentato,
dove
si
giustappongono
e
si
mischiano diverse attività, case individuali e da
grandi edifici di alloggi collettivi. Soltanto gli assi
storici, l’Avenue Salengro e il Corso Emile Zola,
servono questo settore da Est a Ovest. Nella
sirezione Nord-Sud, nessuna via permette il legame
tra i due siti maggiori della città: i Gratte-Ciel e la
Doua
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7. I quartieri Dedieu-Charmette e Ferrandière, a Ovest,
marcano
l’espansione
della
città
densa,
presentando la stesse griglia del centro di Lione.
8. Il quartiere del Tonkin, frutto di un’ampia operazione
di recupero urbano, che si è terminata poco tempo
fa. Nelle sue parte più vecchie, il tessuto è
caratteristico dell’urbanistica su dalles degli anni 60.
Una striscia di edifci alti e massivi costituisce un
polo terziario importante che prolunga il polo terziare
e ferroviario della Part-Dieu a Lione.
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b. Le vie e gli assi urbani
Villeurbanne appartienne alla rete viaria lionese. Il suo ampio territtorio si definisce
nel suo rapporto col centro di Lione, ossia non possiede una polarità capace di
attrare i flussi, di definire ogni punto della città in rapporto a se stesso. Gli assi
principali sono infatti orientati da Est a Ovest, cioé gli assi radiali che vanno
dall’autostrada al centro di Lione. E quindi più comodo per un Villeurbannese
raggiungere il centro di Lione che quello di Villeurbanne. Di più, gli attraversamenti
Nord Sud sono particolarmente difficili, sia pedonalmente che su gomma: essendo
perlopiù vie storte e discontinue a senso unico, gli spazi tra gli assi principali
possiedono un’intelligibilità molto debole.
D’altronde, i Gratte-Ciel svolgono un ruolo di vero centro civico, concentrando gli
edifici civici e i negozi. Pero’ non sono riusciti a strutturare un sistema urbano
intorno a loro: hanno una scarsa visibilità dagli assi principali della città e i loro assi
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non si prolungano all’intorno. Antecipando grazie a questo schema sul paragrafo
sucessivo, constatiamo che l’area di progetto possiede un collegamento diretto col
centro storico di Lione, grazie all’Avenue Salengro. Invece le vie che permettono di
raggiungere i Gratte-Ciel non hanno nessuna visibilità urbana. L’area ha quindi una
relazione gerarchica col centro di Lione, ma una relazione spaziale molto debole
con quello di Villeurbanne
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A.1.2.5 Analisi FDOM di Villeurbanne
L’analisi FDOM è una griglia di lettura di una città o di un tessuto urbano. Mette in
evidenza le forze, le debolezze, le opportunità e le minaccie relative a un’area di
studio. Il suo scopo e di sintetizzare le problematiche pricipali del progetto e di
orientare la futura risposta.
Ne condurremo due. Una per la città di Villeurbanne, e l’altra per l’area di progetto
nel capitolo seguente.
1. FORZE
• Vicinanza a Lione, specialmente alla zona terziaria della Part Dieu e al Parco
della Tête d’or
• Vicinanza alla rete autostradale
• Forte identità storica rispetto a Lione
• Zona universitaria della Doua
• Quartiere dei Gratte-Ciels, testimonianza storica dell’epoca del Front
Populaire
• Attratività legata alla presenza di squadre sportive di livello europeo
• Patrimonio urbano: quartiere dei Gratte-Ciel
• Tessuto urbano molto diversificato: case, alloggi collettivi...
2. DEBOLEZZE
• mancanza di collegamenti interni, sopratutto Nord-Sud. L’urbanismo è
radiocentrico, centrato su Lione; non favorisce gli spostamenti interni alla città
• grandi disparità sociale
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• mancanza di elemento attraente: scarsa legibilità della città tipica della
periferia
• città a forte connotazione residenziale
• presenza di alloggi sociali in stato di degrado notevole
3. OPPORTUNITA’
• Dare leggibilità alla città, inserendo punti di riferimento
• Completare il tessuto urbano creando dei collegamenti Nord-Sud
• Favorire l’integrazione sociale
• Creare una rete pedonale più efficiente
• Collegare efficientemente il Parco Urbano al resto della città
• Valorizzare le caratteristiche urbane di ogni quartiere
4. MINACCIE
• Segregazione sociale, isolamento dei quartieri detti “sensibili”
• “Cité-dortoir”, cioé città dormitorio con mancanza di commerci e attività
industriali e terzarie
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A.2 IL TERRENO DELLE SUORI
A.2.1 Caratteristiche dell’area di studio
A.2.1.1 Situazione nella città e nel quartiere
Il sito è alla junzione di settori strategici per la città di Villeurbanne e per
l’agglomerazione.
• A Ovest: la città di Lione
• A Est: il canale di Jonage, confine naturale con Vaulx-en velin
• A Nord: Il Rodano, Il Parco urbana della Feyssine di 60 ettari, il cimitero della
Doua, il Campus scientifico della Doua di 98 ettari che ospita in modo
permanante 30.000 persone (professori, ricercatori, studenti...). Un settore di
uffici e attività terziarie in relazione col Campus. Una linea di tramway
permette l’accesso al Campus dal Sudovest.
• A Sud: un tessuto eterogeneo fino al quartiere dei Gratte-Ciel
A una scala più stretta, il sito è situato all’articolazione di due settori con morfologie
molto diverse:
• un quartiere di padiglioni individuali a Ovest, il quartiere della Sainte-Famille
(cf foto F02, F03)
• un quartiere di condomini degli anni 60 in stato molto dispregiato, il quartiere
dei Buers. (cf foto F05, F08)
A.2.1.2 Descrizione del sito
L’area di riflessione, ampia une vintina d’ettari, è situata a Nordest della città. E’
costeggiata
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• A Nord dal Viale Salengro, larga 20m. Piantato da alberi d’allineamento,
questo viale tiene un carattere di viale urbano malgrado un importante traffico
di veicoli.
• A Est dalla circonvallazione, al di là della quale si trova il canale di Jonage e il
suo lungocanale piantato.
• A sud, dalla via René prolongée. Questa via è il limite inferiore del quartiere
dei Buers.
• A Ovest dalla via Octavie, che costeggia un tessuto urbano eterogeneo.
Il paesaggio del sito è fortemente segnato dal vocabolare stradale e autostradale
dello svincolo della Croix Luizet, sul quale passano 170.000 veicoli al giorno, e dala
rotonda Charles de Gaulle.
Una piccola polarità commerciale di prossimità si trova via del 8 Mai 1945,
all’incrocio col la via René prolongée, sulla Piazza dei Buers.
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Salvo il terreno delle suori, che costituisce un’ampia superficie, e delle “barres” di
alloggi collettivi, le i loti sono di piccola dimensione e corrispondono a un tessuto
denso di padiglioni.
Stato di fatto
Il perimetro operazionale
Il sito del concorso Europan, chiamato “Domaine des Soeurs”, corrisponde al
vecchio dominio di una comunità religiosa. Ampio 3,8 ettari, si compone di una
grande entità fonziaria appartenente oggi alla città di Villeurbanne, e di tre proprietà
private; la prima è occupata da un benzinaio, la seconda da abitazioni, l’ultima dai
vecchi edifici religiosi.
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I lotti appartenenti alla città saranno ogetti di un’operazione di sistemazione a medio
termine.
La parte centrale dell’isolato è attualmente vuota di ogni occupazione e si presenta
sotto la forma di un grande spazio vegetale. Comporta anche 3 edifici senza grande
interesse architettonico che verranno distrutti. L’angolo Nordest dell’isolato è
occupato da una carabinieria e un albergo.
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A.2.1.3 Le volontà della città sul sito
a. Collegare in modo più efficiente i settori eterogenei situati accanto al
terreno delle suori
Il terreno delle suori offre l’opportunità di sviluppare un quartiere residenziale, che
dovrà costituire una rotula tra settori oggi autonomi :
• I padiglioni individuali a Sud e a Ovest
• Il campus della Doua a Nord
• I “Grands Ensembles” dei Buers a Est
• Il nodo autostradale della Croix Luiset a Nordest
Il progetto dovrà proporre una rete di spazi pubblici, per creare un legame tra i
quartieri Est e Ovest, e sopratutto verso il Campus, il tramway e il parco della
Feyssine a Nord. Le nuove attrezzature pubbliche saranno supporto di
sociabilizzazione per tutto il quartiere.
Per quello che riguarda la volumetria, l’urbanizzazione del terreno dovrà realizzare
una trasizione tra gli edifici collettivi del quartiere dei Buers, quelli recenti
dell’Avenue Salengro, e i padiglioni a Ovest e a Sud
b. Offrire delle tipologie d’alloggi innovante et diverse
Il progetto dovrà propore delle tipolgie urbane che offrano degli alloggi per
popolazioni diverse, associandoci i servizi idonei.
La concezioni di alloggi permetterà di accogliere:
• Studenti e professori del campus
• Anziani che vogliono rimanere nel quartiere.
• Coppie che vogliono comprare il loro primo bene immobiliare.
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• Coppie con stipendi più modesti. Si tratta in particolare d’offrire agli abitanti
del quartiere sfavorito dei Buers la possibilità di un percorso residenziale
nello stesso settore.
Questa diversità potrà tradursi dalla ricerca sui modi d’habitat (individuale,
collettivo, condiviso...), sulla loro adattabilità secondo l’occupazione voluta, su
forme urbane che corrispondano alle nuove esigenze della città contemporanea.
c. Iscriversi in un processo di qualità architettonica, paesaggistica,
ambientale, e di sviluppo sotenibile
L’urbanizzazione del sito è una questione sensibile per i residenti del quartiere, che
capiscono la sfida urbana e sociale del progetto ma vogliono tenere uno spazio
verde. Oggi, col Parco della Feyssine a prossimità, l’opzione “spazio verde” su tutto
il sito non è più giustificata.
La struttura urbana e il programma proposto dovranno pero’ prendere in
considerazione la volontà dei residenti di un quartiere con una forte presenza
vegetale, integrando circolazione “douce” che guidino al Campus, al parco, al
canale, e spazi pubblici di qualità. L’aspetto paesaggistico andrà al di là del sito e
integrerà lo svincolo della Croix-Luiset, il quartiere di padiglioni, il quartiere dei
Buers, i viali Salengro e dell’8 Maggio.
d. Disegnare la facciata urbana sull’autostrada, limitare i disaggi causati dalle
infrastrutture stradali, valorizzare l’ingresso Est alla città e al quartiere
Dei dispositivi urbani, architettonici e paesaggistici saranno previsti per limitare i
disaggi sonori causati dall’autostrada. L’integrazione del canale di jonage al
paesaggio del quartiere dovrà essere ritrovato al di là del taglio attuale causato
dall’autostrada.
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La questione dell’esposizione degli alloggi collettivi dei Buers ai disaggi sonori
dell’autostrada è da trattare nel progetto. La parte nord del quartiere sarà oggetto di
una distuzione a medio termine. Il terreno liberato a Sud dello svincolo potrà essere
oggetto di una riflessione sull’imagine della città dall’autostrada attraverso
l’implantazione di un’attrezzatura, di un edificio di uffici, di uno spazio verde...
e. Proseguire la tradizione d’accoglienza del quartiere che favorisce la missità
sociale, intergenerazionale, interculturale
Il terreno delle suoriè circondato da settori occupati da onde successive
d’immigranti (Italiani, Spagnoli, Marocchini..) segnando l’architettura e l’urbanistica
del quartiere da tipologie novatrici all’epoca: case unifamiliari con ateliers (192030); case popolari e edifici collettivi (1960-70). La comunità delle suori ha avuto a
quest’epoca un ruolo attivo per l’integrazione delle popolazione più sfavorite
attraverso azione di saluta pubblica, di alfabetizzazione, di solidarità attiva. La
comunità sparita, l’obiettivo della città è che l’operazione contribuisca a creare
legami sociali e intensità urbana.
f. Partecipare a una sperimentazione per un’architettura novatrice
La città di Villeurbanne si iscrive in una tradizione d’innovazione sull’allogio
popolare. Il testimonio emblematico di questa tradizione è il quartiere dei GratteCiel, oggi riferimento architettonico a scala nazionale. Nel perimetro di studio, le
“Habitations bon marché” della via Emile Bouvier ne sono un altro esempio. La città
vuole che il progetto Europan si iscriva in questa logica di iniziative sociali e
tecniche innovanti.
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A.2.1.4 I progetti in previsione
a. Lo schema direttore del Campus della Doua
Il campus è stato oggetto di uno schema direttore nell’ambiente del programma
“Università del terzo millenario” nel 1999. La città desidera oggi aprire l’Università ai
quartieri che la circondano, secondo una trama di vie Nord-Sud. Il passaggio della
linea 1 del Tramway, il cui capolinea è a Nord del campus, è un passo in questa
direzione. La città vuole anche che delle residenze studentesche e dei locali per le
attività di ricerca siano programmati nei cuartiere vicini all’Università.
b. Le sponde del Rodano e il parco della Feyssine
Lungo le sponde del Rodano, a Nord del terreno la città sta attrezzando il Parco
naturale della Feyssine. Tutta la città deve aprirsi su questo sito eccezionale per
farne approfitare tutti iresidenti del quartiere.
c. Le azioni di sviluppo sociale e urbano del quartiere dei Buers.
Questo settore residenziale è oggetto di una riqualificazione urbana e socila
attraverso l’attuale “Contrat de Ville”. Al livello urbano, non sono previste
demolizione a corto termine. Gli edifici esposti al rumore dell’autostrada potrebbero
essere demoliti a medio termine. Gli spazi esterni sono stati oggetti di una
riqualificazione.
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A.2.1.5 Analisi FDOM del terreno delle suori
L’analisi FDOM è una griglia di lettura di una città o di un tessuto urbano. Mette in
evidenza le forze, le debolezze, le opportunità e le minaccie relative a un’area di
studio. Il suo scopo e di sintetizzare le problematiche pricipali del progetto e di
orientare la futura risposta.
Ne abbiamo condotte due. Una per la città di Villeurbanne nel capitolo precedente,
e l’altra qui sotto per l’area di progetto.
FORZE
• Porta d’ingresso alla città
• Spazio disponibile importante
• Tessuto urbano di piccola scala
DEBOLEZZE
• Mancanza di attività terziarie
• Vuoto urbano: fino a adesso, era totalmente chiuso, impenetrabile: mancanza
di riconoscibilità
• Frammentazione dei spazi da batire, perché bisogna rispettare spazi verdi e
proprietà pubbliche o private
• Mancanza di punti d’accesso: siamo bloccati a Sud e a Ovest
• Paesaggio di periferia: benzinai, autostrade...
• Disaggi sonori dovuti all’autostrada
• Cattiva riputazione, a causa della vicinanza del Quartiere dei Buers
OPPORTUNITA’
• Creare una più grande missità:
-
sociale, favorendo i rapporti, tramite creazione di spazi pubblici, e
tramite la progettazione di tipologie residenziali diversificate
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-
urbana, creando una rete commerciale indispensabile
• Progettare un edificio pubblico di tipo culturale, per fare di punto d’attrazione
alla zona, probabilmente sullo spazio occupato oggi dai due blocchi Nord del
quartiere HLM
• Creare degli spazi verdi e una rete pedonale chiara e piacevole, pur sempre
mantenendo il fronte stradale caratteristico di un ambiente urbano (il parco
urbano è abbastanza lontano (+ di 500m), quindi non puo’ svolgere un ruolo
di parco di vicinanza)
• Proporre un segno urbano di riconoscimento, visibile dall’autostrada, simbolo
della città?
• Mantenere la vocazione di aiuto sociale del Sud Est della zona, una volta
occupata da organismi a vocazione caritativa
MINACCIE
• Creare una cité-dortoir di più, perdere l’occasione di dare un’identità ad un
quartiere di scarsa riconoscibilità urbana
• Perpetuare l’ermetismo Ovest-Est attuale
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A.2.2 Le orientazioni programmatiche dell’Europan
Qui sotto sono riportati i requisiti com’erano dati dal bando di concorso Europan. Il
nostro lavoro ha cercato di rispondere alle problematiche date dal bando.
Pero’ non è stato la nostra unica base di lavoro. Prima di tutto abbiamo ridefinito i
limiti spaziali dell’intervento, per disegnare un sistema urbano coerente secondo le
volontà della città citate qui sopra. Di più, una volta il progetto urbano realizzato,
invece di sviluppare delle tipologie residenziali, abbiamo scelto di realizzare
all’ingresso della città un edificio a vocazione pubblica (com’è spiegato
nell’introduzione) e di approfondire questa parte del lavoro.
Quindi questo bando di concorso ci ha servito come punto di partenza allo studio
urbano, ma non è stato la nostra unica base di lavoro.
Il concorso Europan è l’occasione di realizzare un’operazione innovante,
associando spazi pubblici di qualità in un quartiere residenziale con preoccupazioni
di ecosustenibilità. Lo scopo è di permettere una maggiore leggibilità per il settore
Nordest della città, e di migliorare la qualità di vita.
La legge
Nel piano regolatore, il dettore si situa in una zona a vocazione residenziale mista. Il
regolamento della zona ha come obiettivo di rinforzare il carattere urbano di questo
tessuto maggiormente composto di edifici collettivi, di settori misti alloggi / attività /
uffici. Mira anche a preservare l’animazione della strada da un fronte edificato
costituito lungo le vie, e a rinforzare l’ambiente urbano dalla volumetria continua
degli isolati. Il carattere misto casa individuale / edifici collettivi sarà mantenuto e i
cuori d’isolato saranno piantati e areati.
a. Gli alloggi
Il programma residenziale prevede 300 alloggi integrando:
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•
alloggi in accesione alla proprietà
•
alloggi da affittare
•
alloggi studenteschi
b. Gli spazi pubblici
Il progetto dovrà proporre degli spazi pubblici conviviali, luoghi d’incontro e di
sociabilizzazione (strade, vie pedonali, piazzette...).
c. Un disegno per l’ingresso della città
I candidati dovranno proporre degli orientamenti sul perimetro allargato per
integrare delle intenzioni urbane per l’ingresso alla città e la ristrutturazione degli
spazi pubblici. Il progetto prenderà in conto la ricomposizione dello svincolo di Croix
Luizet e la rotonda Charles de Gaulle.
d. Le attività
Il progetto potrà integrare alcune cellule d’attività di tipo artigianale, professioni
liberali, coerentemente col tessuto urbano, legato o no agli alloggi.
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A.2.3 Rilievo fotografico
F01 Viale Salengro
F02 Chiesa della Sainte-Famille
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F03 Chiesa della Sainte-Famille e asilo
F04 Via Bouvier
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F05 Cité des Buers
F06 Piazza dei Buers
F07 L’ex-edificio delle suori
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F08 Cité des Buers
F09 Casa per anziani
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F10 Viale Salengro
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F11 Rotonda Charles de Gaulle
F11 Vista dell’interno del terreno
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PARTE B PROGETTO
URBANO
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B.1 ANALISI DELLA STRUTTURA URBANA E OBIETTIVI
DEL LAVORO
B.1.1 Progettare la periferia
Cosa vuole dire oggi progettare in periferia ? Ossia, quali sono le caratteristiche
comuni delle parti di territorio che sono ragruppati sotto il termine periferie?
Per Marc Augé, sociologo francese, non esiste una periferia ma una realtà molto
complesso e in movimento. Oggi molti modelli di periferia si sovrappongono gli uni
agli altri in un tessuto urabano ibrido che si estende dapertutto, sopratutto lungo gli
assi di comunicazione. Accanto all'universo tradizionale della villetta a schiera sono
nati i quartieri dormitorio fatti di grandi casegiati di molti piani, le famose banlieues ;
oggi stanno nascendo quartieri protetti, i famosi Gated Comunities, che al contrario
dei Grands Ensembles sono riservati ad un'alta borghesia. Si assiste quindi sempre
di più a una rottura del tessuto sociale e all'emergenza del monde dell'entre-soi, del
tra di noi, dove paure e incomprensioni alimentano il circolo vizioso dell'esclusione
spaziale.
Pero', questo tessuto composito che nasconde realtà sociali molto diverse possiede
delle caratteristiche intrinseche, che dobbiamo mettere in evidenza per potere
progettare in quest'ambiente. Ed è l'oggetto di questo capitolo.
Nel vocabolare usuale la parole periferia è spesso considerato come un termine
depreziativo, legato alla società contemporanea, in opposizione con le due
composanti storiche del territorio: la città e la campagne. La periferia è la zona nata
dalla dissoluzione a partire dell’Ottocento della chiara opposizione tra città e zone
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rurali. Una prima caratteristica della periferia è quindi la sua recente apparizione
nella storia urbana.
D’altronde si puo’ dire che la periferia è nata dalla pressione demografica causata
alla città dalla brusca transizione tra società rurale e società industriale.
Quest’arrivo massivo di popolazione nelle zone urbane non ha potuto farsi in modo
pianificato e controllato. La tragica nascita delle periferie si è accompagnata quasi
sempre della miseria e dell’esclusione sociale. Possiamo quindi identificare
dall’inizio un fattore che è ancora oggi una pricipale caratteristica delle periferie:
l’esclusività di un gruppo sociale su un territorio dato.
Più tardi, l’espansione demografica conseguente al Baby Boom e l’arrivo delle
popolazioni dalle colonie ha fatto si’ che lo sforzo dei poteri pubblici si è concentrato
sul costruire case e condomini, per permettere un comfort minimo a tutti gli exabitanti dei bidonvilles. Ma questa edificazione massiva di alloggi non è stata
accompagnata dalle altrettanto
necessarie infrastrutture sociali e culturali. E il
cambiamento di contesto socio economico conseguente alla fine del periodo di
crescita del dopoguerra ha abbandonato queste popolazioni in quartieri separati del
resto della città, con pocchissime infrastrutture di trasporto, senza la rete di
commerci e uffici necessaria allo sviluppo di un'economia locale.
Si sono quindi trasformati in città-dormitori, in ghetti, creando una frattura sociale
sempre più importante dopo l’abbandono da parte dei ceti
medi dei Grands
Ensembles.
D'altronde, e questo deriva dalla loro recente costruzione, sono luoghi privi di
riconoscibilità e di visibilità urbana. Questo problema tocca sia le periferie povere
che quelle ricche. E' legato all'assenza di sedimentazione storica di diversi tessuti
urbani e di organicità nello sviluppo di questi territori. Nascono per rispondere a una
richiesta di alloggi per la città-centro, e i poteri locali sono troppo deboli per imporre
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uno sviluppo controllato dell'espansione urbana. L'iniziativa è lasciata per lo più al
settore privato, il cui compito non è certo quello di strutturare la città. I poteri
pubblici, che hanno svolto un ruolo molto importante durante la costruzione degli
Grands Ensembles, si disinteressano oggi della costruzione di gran parte della città
contemporanea, preferendo mediatizzare grandi opere di recupero urbano invece di
occuparsi delle situazioni più minute.
Peraltro le periferie devono rispondere oggi alle frustrazioni create dal passaggio di
una società rurale a una società urbana: la villetta a schiera rappresenta ancora il
simbolo della vita familiare, anche se per permetterselo i pendolari devono fare
lunghi e fastidiosi viaggi quotidiani, perlopiù in macchina. L'influenza coniugata:
- dell'inquinamento causato da questi viaggi
- dello spreco di risorse provocato dalla casa unifamiliare rispetto a un alloggio
collettivo (riscaldamento, reti di gaz, acqua e elettricità)
- dalla necessaria costruzione di infrastrutture pesanti per raggiungere queste
lontane periferie (si pensa alla periferia vicina del Cairo, devastata dalle autostrade
che portano nelle periferie ricche.
causa un notevole spreco delle risorse naturali, benché la volontà dalla comunità
internazionale sembri essere quella di uno sviluppo sostenibile.
Queste constatazioni ci spingono a definire più obiettivi per il nostro lavoro di
disegno urbano. Infatti il nostro progetto permette di sviluppare dei temi che non
sono peculiari a quest'intervento, ma che rispondono a delle problematiche comune
a tutte le zone delle periferie contemporanee:
- la missità urbana
- la ricucitura del tessuto urbano
- l'immagine di un porzione di città
- la compacità
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B.1.2 Obiettivi del lavoro
a. LA MISSITA' URBANA
Il termine missità in Francia è nato alla fine dell'esperienza dei Grands Ensembles.
Sostituisce il temine diversità, che sottointendeva un altro ruolo dei poteri pubblici. I
Grands-Ensembles, nati per rispondere a una riquiesta di alloggi dopo la guerra,
ospitavano in origine la gente più sfavorita, ma anche i ceti medi. Soltanto in un
secondo tempo essi hanno lasciato questi posti, e quest'abbandono ha subito posto
il problema della pauperizzazione delle banlieues. Il termine è quindi nato quando la
missità nei fatti stava sparendo in diverse zone del territorio.
Lo stato di missità si puo’ capire come una rete d’attività urbane diverse (alloggi,
infrastrutture, trasporti...) che permettono alla città di funzionare, una missità
urbana, funzionale. Ma esprime anche il vivere insieme di diversi gruppi sociali
diversi, sopratutto in un luogo di residenza.
Ma questa parola designa anche e forse sopratutto un’azione, quelle di mischiare,
di miscelare, preconizzata dai poteri pubblici attraverso le politiche d’habitat,
d’urbanistica. Quest’azione deve permettere di agire sulla composizione sociale dei
quartieri e dellecittà per passare da uno stato di segregazione a uno stato d’ideale
equilibrio sociale.
Suest’azione mira a evitare le due situazione estreme:
- la costituzione di luoghi di povertà e di enclaves razziale, dove scoppiano eventi
violenti
- la separazione volontaria di una parte della popolazione, la secessione
perché queste due situazioni mettono in pericolo la coesione sociale.
La nozione di missità ha guidato tutta la nostra analisi e spiega le soluzioni che
abbiamo scelte. Prime di tutto abbiamo sviluppato la missità urbana. Infatti la zona
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presenta un’assenza quasi totale di infrastrutture pubbliche e di rete commerciale.
E questo ha più conseguenze:
-
una dipendenza elevata alla macchina, che oltre ai problemi d’inquinamento,
causa una segregazione spaziale per chi non la possiede
-
un fenomeno di città-dormitorio: i residenti vanno a lavorare altrove, perché
non ci sono posti di lavoro. Quindi di giorno la città si svuota, il che pone
problemi di controllo sociale.
Ma il programma dato dal comune era secondo noi troppo riduttore, perché
proponeva soltanto di costruire residenze sulla zona, che come abbiamo visto
soffre dalla sua escluvità residenziale. Dunque la sfida del progetto è di migliorare
la missità funzionale, o complessità, della zona, per permettere a tutti l’accesso alle
funzioni urbane.
Abbiamo quindi orientato il nostro disegno, anche se non le abbiamo sviluppate,
verso tipologie che permettono di ospitare uffici e negozi, sopratutto lungo l’Avenue
Salengro e dell’8 Maggio. Il viale Salengro sopratutto, grazie alla sua fisionomia di
Boulevard urbano sarebbe il luogo idoneo a tipologie innovante perché approfitta di
un’eccelente visibilità.
In più abbiamo scelto di aggiungere sulla zona la costruzione di un’infrastruttura
sportiva di scala metropolitana a Est della zona, che sarà oggetto del nostro
progetto architettonico, e un’infrastruttura culturale sulla piazza che creeremo
accanto alla chiesa della Sainte-Famille.
Poi abbiamo voluto favorire il più possibile la missità sociale, aiutandosi del
programma dato dalla comune. Abbiamo disegnato nel masterplan dei volumi di
base che permettono di realizzare delle tipologie molto diverse, affinché possano
rispondere alle richieste di persone di diverse origini sociali.
Soltanto evitando la segregazione spaziale i problemi urbani e sociali che conosce
la Francia ma anche l’Europa in questo momento si potranno risolvere. In Francia
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esiste una legge che impone a ogni comune un 20% di case popolari. Ma tanti
comuni preferiscono pagare delle tasse per evitare di ospitarli, e al contrario alcuni
comuni sono costituite soltanto quasi di alloggi sociali. La riduzione di questa
disparità è un obiettivo oggi fondamentale nella diminuzione della frattura sociale.
b. LA RICUCITURA DEL TESSUTO URBANO
L'area di progetto è particolarmente rivelatrice dei problemi di morfologia urbana
peculiari alle zone di periferia; il tessuto è segnato da diverse barriere e
eterogeneità che impediscono di intenderlo come zona urbana, facendolo apparire
invece come un non-lieu urbano:
- le infrastrutture pesanti: l'autostrada è una barriera che separa l'area dal canale.
Tutte le zone di caseggiati a ridosso dell'autostrada sono quindi in un cul-de-sac
urbano, metafora spaziale dello loro esclusione della vita della città.
- impermeabilità Est-Ovest della zona: la zona è percepita dagli abitanti del
quartiere della Sainte-Famille, secondo il bando del concorso, come buffer zone tra
loro e i caseggiati dei Buers. Infatti si è costretto fare un lungo giro per passare sa
un lato all'altro.
- rottura della scala urbana: a Ovest, case unifamiliari di pochi piani. A Est,
caseggiati alti fino a nove piani.
La sfida del nostro progetto è quindi di ricucire il tessuto urbano, cioè di rendere le
barriere urbane attraversabili, di renderlo permeabile da tutte le parti per evitare
fenomeni di segregazione, che siano dall'alto a dal basso. Si tratta anche di guarire
le fratture causate da un grado di artificializzazione eccessiva. Su un piano
cencreto, si tratterà di:
- ritrovare un legame con le sponde già attrezzate del canale. Si passerà sopra
l'autostrada, sia perché darà un'immagine forte alla zona dall'autostrada, sia perché
i sottopassaggi non sono immaginabili in questa realtà urbana.
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- realizzare un passaggio progressivo da una scala di villette a schiera a una scala
di edifici più alti.
- ritrovare gli assi, la maglia storica che potrà giustificare il disegno urbano, dandogli
l'organicità necessaria.
- creare una rete pedonale che attraversa tutta l'area, che permette una massima
permeabilità per evitare situazione di cul-de-sac o di barriere.
c. L'IMMAGINE DEL QUARTIERE
L'area soffre di un grande deficito d'immagine. Non possiede un elemento che
possa definirla rispetto agli altri pezzi del tessuto, tranne magari che la chiesa della
Sainte-Famille, che si trova in fondo a un vicolo cieco. Il tessuto della parte Ovest
dell'area è fatto di casette unifamiliari costruite su lotti stretti, perlopiù arretrate
rispetto alla strada.
L'immagine del quartiere potrebbe migliorarsi secondo la nostra proposta in due
modi:
-
attraverso una ricerca architettonica e paesaggistica innovante
-
attraverso la creazione di un'infrastruttura a uso pubblico in grado di
rispondere a una richiesta locale ma anche di attrare gente da tutta
l'agglomerazione
-
attraverso il disegno di un segno metropolitano visibile dall'autostrada.
Il primo punto sarà sviluppato nella parte successiva. Per quanto riguarda
l'attrezzatura a uso pubblico, abbiamo sviluppato una riflessione che ci ha spinto a
una proposta d'edificio polifunzionale. Prima di tutto abbiamo identificato le
potenzialità della zona: è una porta d'ingresso alla città dall'autostrada. E' quindi la
posizione ideale per creare un nodo d'interscambio. Siccome la zona è ben
desservita dai mezzi pubblici, creando un parcheggio interrato si darebbe
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l'opportunità ai pendolari di lasciare la macchina all'uscita dell'autostrada e di
prendere il bus per raggiungere il centro.
La sua facile accessibilità dall'autostrada è anche un vantaggio per la creazione di
in'infrastruttura pubblica di divertimento capace di attrare gente da tutta
l'agglomerazione. Visto la mancanza di elemento similare nella zona, abbiamo
scelto di creare un'infrastruttura di divertimento sportivo, che serva sia al livello
locale che a livello metropolitano. L'area che renderà disponibile la distruzione dei
caseggiati a ridosso dell'autostrada potrebbe secondo la nostra proposta ospitare
quest'infrastruttura.
La visibilità della zona dall'autostrada è anche un fattore fondamentale, perché
drena un flusso di più di 170.000 veicoli al giorno. La nostra proposta è quella di
una grande ponte pedonale sopra l'autostrada, che permetterà ai residenti di
raggiungere le sponde del canale. Quest'intervento permetterà ai due flussi,
pedonale e automobilistico, di incontrarsi. Sarà il simbolo forte del dialogo possibile
tra i due visi della zona: la sua realtà urbana e quella infrastrutturale
d. LA COMPACITA’
La compacità urbana è la prossimità fisica dei diversi componenti della città. E’ una
proprietà dei centri storici che ospitano sia alloggi che negozi e uffici e infrastrutture
sociali. La compacità di una città facilita i contatti, gli scambi e la comunicazione
che sono l’essenza della città. In più, in uno spazio compatto, lo spazio pubblico è
realmente accessibile a tutti, non è deserto durante una grande parte della giornata.
E siccome lo spazio pubblico è la culla della vita cittadina, è importante che sia
occuppato da tutti.
Ma la compacità è diversa dalla densità, perché presuppone una diversità degli
elementi che la compongono. Infatti una densità troppo elevata causa dei grossi
problemi difficilement risolvibili. Lo spazio verde ad esempio è un elemento
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fondamentale della città contemporanea, e l’aumento di densità che permetterebbe
di costruirlo non è un aumento di compacità perché costringerebbe i residenti del
quartiere a spostarsi in macchina per ritrovarlo.
Il nostro progetto quindi propone di aumentare la compacità, cioè di ridurre la
distanza tra i diversi componenti della città.
D’altronde la dispersione della città diffusa costringe le reti infrastrutturali a essere
sempre più invadenti. Invece la compacità di una città evita gli spostamenti inutili
perché tutta l’attività quotidiana puo’ essere concentrata. Cosi’ si permette un
risparmio sui spostamenti motorizzati. La compacità è quindi una nozione
strettamente legata a quella dello sviluppo sostenibile.
Quest’aumento della compacità e la necessità di alloggi sulla zona non ci
permettevano di riservare una grande porzione del suolo allo spazio verde. E’ stato
scelto invece di collegare la zona colle sponde del canale grazie a un grande tetto
verde sopra il palazzo dello sport. Si è quindi creata una grande superficie verde
senza danno alla compacità della zona.
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B.2. IL PROGETTO URBANO
In questo capitolo sono presentati, prima i documenti grafici, poi una spiegazione
dettagliata delle scelte effettuate.
B.2.1. Documenti grafici
Sono presentati qui gli elaborati del progetto urbano:
- pianivolumetrico
- sezioni
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B.2.2 Gli elementi del progetto urbano
a. Le linee direttrici
b. L’asse verde
c. La piazza della Sainte-Famille: dare un cuore al quartiere
d. Il palazzo dello sport e il parcheggio metropolitano
e. La Maison des Jeunes: una volontà sociale
f. I parcheggi interrati e la rete pedonale
g. Dallo spazio pubblico allo spazio privato: reinterpretazione dei
traboules
h. Delle tipologie architettoniche a forte visibilità
a. Le linee direttici
La prima tappa del nostro lavoro è stata quella di trovare la maglia idonea. Essa è
stata data dal contesto urbano, ed è il risultato della sedimentazione (recente) di
tutti gli interventi urbani anteriori. La maglia è fondamentale perché dà una
leggibilità, una visibilità al quartiere: il nostro intervento deve fare di giunto tra le
parti molto eterogenee dell’area.
Ad esempio il nostro asse verde è il luogo d’incontro di due assi forti della zona,
quello dell’Impasse des Buers, e quello ortogonale alla via Octavie e alla via dell’8
Maggio. E’ il cemento che lega due parti della zona.
Altro esmpio: l’interasse tra gli assi pedonali rispetta le dimensioni dei lotti presenti
a Sud della zona.
b. L’asse verde
L’asse verde è l’intervento forte del progetto. Collega tutte le parti della zona, dalla
nuova piazza della Sainte-Famille alle sponde del canale, passando sopra il
palazzo dello sport e l’autostrada. Risponde al bisogno della zona in spazio verde di
prossimità (meno di 300m dalla ropria casa). Rompe l’isolamento del quartiere dei
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Buers rispetto alla parte Ovest dell’area, e permette un collegamento pedonale
facile dal centro al palazzo dello sport.
c. La piazza della Sainte-Famille : dare un cuore al quartiere
L’unico nucleo di vita sociale della zona era la zona costituita dall’asilo e dal piccolo
parco dietro la chiesa. Abbiamo giudicato che questo nucleo poteva essere
potenziato, creando accanto alla chiesa un luogo d’attrazione. Intorno alla piazza,
oltre alla chiesa e all’asilo esistenti, troveremo:
-
Un’estensione dell’asilo o una nuovo scuola materna,
-
Un edificio a funzione da determinare, un teatro per dare alla zona
un’attratività culturale, oppure un edificio di uffici, che avrebbe il
vantaggio di dare vita alla zona durante le ore diurne.
Dopo quest’intervento, la piazza avrebbe la visibilità necessaria per essere un
centro e creare la rete sociale caratteristica di una situazione urbana.
d. Il palazzo dello sport e il parcheggio metropolitano
Come l’abbiamo spiegato nel capitolo precedente, il palazzo dello sport
costituirebbe
il
punto
d’attrazione
della
zona
a
livello
metropolitano,
e
premetterebbe anche lo sviluppo del carattere urbano dell’area, favorendo
l’installazione di negozi specializzati. La questione dell’installazione di negozi
nell’area è fondamentale per lo sviluppo di una rete urbana. Saranno quindi previste
delle tipologie abitative idonee nella zona, sopratutto sulla via dell’8 Maggio e sul
viale Salengro.
Il parcheggio metropolitano, di dimensioni limitate, permettererà uno sviluppo
controllato della zona che non diventerà un’area monofunzionale dedicata
all’interscambio.
e. La Maison des jeunes: una volontà sociale
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All’ingresso della zona, proponiamo di creare una MJC, luogo d’incontro per i
giovani. Risolverebbe il problema della mancanza di tale infrastruttura nel quartiere
e sarebbe il luogo d’aggregazione sociale controllata necessario per evitare i
problemi di violenze urbane che scoppiano nelle zone ghottizzte della città
contemporanea.
f. I parcheggi interrati
I parcheggi delle residenze sono interrati. Prendono la luce naturale grazie a dei
pozzi di luce disseminati in posti strategici all’interno dei giardini condivisi, che
creano il dialogo necessario tra la città in superficie e il suo sottosuolo. Il
parcheggio in superficie presenta due svantaggi:
-
il passaggio delle macchine crea delle situazioni pericolose per il
pedone
-
le macchine parcheggiate occupano una parte notevole della superficie
disponibile in città
Interrare i parcheggi permette di evitare questi due problemi, e consente di
realizzare una rete pedonale efficiente.
g. Dallo spazio pubblico allo spazio privato: reinterpretazione dei
traboules
Quando si progetta in luoghi dove possono sorgere problemi d’insicurezza urbana,
lo spazio deve essere chiaramente definito. Quindi sono stati definiti diversi gradi di
accessibilità allo spazio.
-
Lo spazio pubblico, costituito dall’asse verde e delle vie pedonali
-
Lo spazio privato, comune ai residentidi uno o più edifici.
-
Abbiamo voluto reinterpretare la tradizione lionnese dei traboules.
Sono delle piccole corti d’isolato in centro, che tradizionalemente sono
chiuse, ma attraversabili da tutti. Cosi’ che uno poteva ancora qualche
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anno fa attraversre tutto il centro storico di Lione soltanto attraversando
questi passaggi! Abbiamo disegnato degli spazi ibridi, che sono aperti il
giorno a quello che li conosce, ma di sera chiudono per raggioni di
sicurezza. Non abbiamo precisato la tipologia di questi spazi, ma un
approfondimento sarebbe stato molto interessante.
h. Delle tipologie architettoniche a forte visibilità
La riconoscibilità della zona, la sua identità e originalità architettonica è
fondamentale, è richiesta dal bando dell’Europan. Abbiamo quindi approfondito la
riflessione a cui abbiamo accenato nel paragrafo precedente, cioè della
contaminazione tra spazio pubblico e spazio privato. Le tipologie proposte
attraversano in altezza le vie pedonali, creando degli scambi, delle interferenze tra
l’interno e l’esterno dell’alloggio.
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PARTE C PROGETTO
ARCHITETTONICO
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C.1 IL PROGRAMMA
Il tema di progetto è la costruzione di un edificio polifunzionale:
-
una piscina
-
uno stadio di ghiaccio
-
dei bar-ristoranti
-
una sala di riunione
-
una palestra
-
un negozio specializzato
-
un parcheggio metropolitano
a. la piscina
E’ mista sport-divertimento. Comprende
-
una vasca sportiva 25x 26m e 250 posti per spettatori, più 250posti
smontabili per le gare
-
uno spazio di divertimento, composto da
• una vasca per adulti
• una vasca per bambini
• una vasca per bambini piccoli
b. lo stadio di ghiaccio
E’ destinata esclusivamente al divertimento. La superficie principale ha come
dimensioni 20x40m. Le superfici annesse sono riservate a rampe, piste...
c. i bar-ristoranti
Sono ripartiti in tutto il complesso. Alcuni sono d’accesso libero, uno è riservato agli
utenti della piscina
d. la sala di riunione
Ampia 60m², permette:
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-
le riunioni del personale
-
le riunioni pedagogiche delle società sportive per le loro formazioni
-
potrà essere affittata per seminari, giornate di studio, serate d’imprese. I
clienti potranno usare la sala, ma anche affittare per una serata il ristorante o
la piscina o lo stadio di ghiaccio
e. la palestra
Comprende:
-
una sala di danza
-
una sala di ginnastica
-
due sale di squash
-
una sala di fitness
-
una sala di cardiotraining
-
uno spazio di balneoterapia
f. il negozio specializzato
La sua attività è orientata verso gli sport praticati nell’edificio. E’ in accesso libero al
pubblico, sopratutto agli utenti del parcheggio.
g. il parcheggio metropolitano
E’ aperto agli utenti del centro sportivo, ma anche ai pendolari che lavorano in
centro città, durante le ore diurne. L’accesso carrabile si fa a Nord della zona, dalla
strada che collega la piazza Charles-de-Gaulle alla riva destra del canale. Ha un
accesso pedonale diretto verso la città che permette ai pedoni di raggiungere la
fermata dell’autobus senza attraversare il centro sportivo.
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C.2. IL PROGETTO
C.2.1 Presentazione generale
L’edificio si presenta sotto la forma di tre striscie che riprendono gli assi direttori
della zona. Ogni striscia è dedicata a une parte del programma:
-
striscia Sud: la piscina
-
striscia Nord: lo stadio di ghiaccio
-
striscia intermedia: la hall, la palestra, il negozio, il ristorante.
Le striscie Nord e Sud sono dei grandi spazi aperti a tutt’altezza, mentre quella
centrale è chiaramente separata tra la Hall e il blocco orientale a tutt’altezza che
contiene la palestra al primo piano, il negozio e il ristorante al piano terra. La
facciata Ovest della striscia centrale è anche arrettrata rispetto alle facciate delle
altre striscie.
Ortogonalmente alle striscie si sviluppano da Nord a Sud dei blocchi chiusi,
secondo una linea spezzata, che buccano le pareti vetrate delimitando le striscie.
Questi blocchi contengono al piano terra gli spazi intermedi e di servizio che fanno
di transizione tra la hall d’ingresso e gli spazi aperti. Al piano primo invece sono
d’accesso libero e ospitano dei bar che consentono la vista su la piscina o lo stadio
di ghiaccio. La linea spezzata si prolunga fino alle pareti Nord e Sud, dove nascono
dei patii.
Sempre lungo la linea spezzata troviamo nella hall un blocco che contiene al piano
terra la biglietteria e al primo piano la sala di riunione. Questo blocco è collegato
con gli altri al primo piano grazie a una passerella.
Il tetto è verde e calpestabile, e fa parte di un sistema verde che collega la città alle
sponde del canale. La copertura è buccata da “emergences”, piccoli blocchi vetrati
a Sud e a Nord e pieni a Est e Ovest.
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La parete Ovest, quella che si affaccia sulla città, e la facciata Sud, sono involte in
una doppia pele in griglia metallica, staccata dalla parete dell’edificio, e rialzata per
creare un portico. Dietro la griglia metallica si nasconde un intreccio casuale di fibre
ottiche, che creano un gioco luminoso notturno.
Le pareti Sud e Est sono totalmente vetrate, salvo il blocco del ristorante, negozio e
palestra. La parete Ovest è vetrata solo al piano terra. La parete Nord è piena.
Tutta la struttura dell’edificio subisce da Ovest a Est una crescita progressiva di
pendenza. L’effetto ricercato è quello di una di caduta, di un “crollo” come un
castello di carta.
L’unica eccezione a questa regola è la facciata vetrata della hall d’ingresso, la cui
pendenza è inversa, per dare maggior dinamismo all’ingresso
I quattro blocchi:
-
quello della piscina,
-
quello dello stadio di ghiaccio,
-
quello della biglietteria e della sala di riunione,
-
quello della palestra, del negozio e del ristorante
presentano un disegno casuale di facciata similare a quello delle fibre ottiche. Le
linee determinano delle forme
-
o vetrate,
-
o piene e dipinte secondo tre colori, ogni blocco avendo il suo sistema di
colori.
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C.2.2 Piante, sezioni, prospetti
Sono presentati qui gli elaborati del progetto architettonico:
- piante
- sezioni
- prospetti
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C.2.3 Disegno e considerazioni tecnologiche
Le nostre scelte compositive sono state accompagnate da una riflessione
tecnologica mirando al risparmio energetico e all’ottimizzazione delle risorse
naturali. Qui presentiamo le diverse strategie sviluppate.
a. Involucro esterno e guadagno solare
Ogni facciata è stata studiata per ottimizzare l’effetto del suo orientamento.
-
la facciata Nord è tutta chiusa e iperisolata, perché è poco interesante dal
punto di visto dell’apporto solare, è orientata verso un terrapieno; e sopratutto
perché le vetrate a Nord non permettono mai un apporto di energia solare
diretta.
-
La facciata Sud, totalmente vetrata, deve essere protetta dai raggi solari,
sopratutto durante il periodo estivo, dove il sole è alto. Abbiamo quindi deciso
di schermarla grazie a una doppia pele in griglia metallica che diffonde la luce
e impedisce ai raggi diretti di penetrare all’interno dell’edificio.
In più, abbiamo adottato un sistema di doppia vetrata con intercapedine.
D’estate, l’intercapedine evita che il calore entri direttamente all’interno
dell’edificio. L’intercapedine viene aperta per permettere di portare via il
calore accumulato per effetto serra.
Invece d’inverno l’intercapedine viene chiusa e agisce come buffer zone, il
che permette una migliore cattazione solare e diminuisce l’effetto
d’irradiamento freddo della parete.
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-
la facciata Est presenta lo stesso sistema di doppia facciata vetrata. Pero’, è
più difficile trovare un sistema di schermatura efficiente per i raggi orientali
che sono bassi anche d’estate, anche se sono meno calorifici dei raggi
occidentali. In più, il terrapieno protegge la facciata dai raggi più bassi;
d’altronde, la pendenza della facciata è anche un fattore di protezione.
Siccome era importante per delle ragioni compositivi mantenere la facciata
vetrata, la schermatura si fa attraverso delle tendi, che si usano d’estate, la
mattina.
-
la facciata Ovest è chiusa a partire da 2,50m di altezza. Dispone anche lei
della doppia pele metallica, che evita alla sua parte bassa i raggi
pomeriddiani. Invece di sera gli edifici che fanno fronte al palazzo dello sport
lo proteggono. In più è previsto un sistema di tendi.
-
Il tetto è verde, e cio’ ha più vantaggi al livello ambientale. Infatti, il
calcestruzzo, l’asfalto e la pietra dominano nelle zone urbane. La presenza di
alti edfici frena il vento e impedisce la mescolanza dell’area. Questo favorisce
i clima tipico delle nostre grandi citta’: temperature elevate, umidita’ minima e
grande concentrazione di inquinamento.
La vegetalizzazione dei tetti su grandi superficie compensa parzialmente
questo
fenomeno
e
influisce
positivamente
sul
microclima.
Grazie
all’evaporazione dell’acqua ritenuta nelle piante e nel suolo, rida’ all’area
umidita’, la raffresca e lega il polvere. Participa anche all’isolazione termica
del tetto e contribuisce cosi’ ad economie di energie ed alla diminuzione delle
emissioni di gas e effetto serra.
-
E’ stato adottato un sistema di riscaldamanto a pavimento, che compensa la
distribuzione
verticale
naturale
del
calore,
creando
un
ambiente
uniformemente riscaldato e quindi comfortevole
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b. Le “émergences”
Questi elementi che fuoriescono della copertura sono di sue tipi:
-
alcuni sono sopra gli spazi aperti
-
altri sono sopra i blocchi di servizio
Quelli sopra gli spazi aperti fanno di lucernario e non si prolungano sotto la
copertura. Gli altri invece portano la luce fino all’interno dei blocchi, che non sono a
tutt’altezza. Portano la luce fino a dei patii che sono al primo piano. Una parte del
pavimento di questi patii è vetrata, e cio’ permette di portare la luce anche fino al
piano terra dei blocchi.
Queste émergences hanno più funzioni:
• illuministica: consentono l’illuminazione naturale degli ambienti. Questo
permette di ridurre le spese necessarie all’illuminazione artificiale di grandi
ambienti, e quindi di ridurre l’impatto dell’edificio sull’ambiente. Pero’ la loro
geometria è stata controllata, per evitare degli apporti o perdite eccessivi di
calore. Quindi sono chiusi a est e Ovest, dove i raggi solari sono difficilment
controllabili. Invece sono vetrati
-
a Nord, dove l’illuminazione è costante e non c’è rischio di apporti solari
eccessivi,
-
e a Sud, dov’è stata prevista una schermatura grazie al tetto che sporge
notevolmente oltre alla facciata vetrata. Durante le stagioni intermedie, dove i
raggi sono bassi ma calorifici, un’altro sistema di schermatura è previsto,
grazie a della vegetazione caduca.
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• di ventilazione: una parte importante del consumo energetico di un edificio è
dedicata alla ventilazione forzata degli ambienti. Quindi è opportuno
prevedere nel progetto dei dispositivi che consentono una ventilazione
naturale. I lucernari svolgono questo ruolo.
Infatti, sono apribili a Sud e a Nord, il che permette una circolazione d’aria
importante. Questa circolazione aspira l’aria calda e viziata interna per effeto
Venturi.
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C.2.4 Sezioni dettagliate
In questo capitolo sono presentati dei pezzi di sezione dettagliati significativi:
-
facciata Ovest
-
facciata Sud
-
pozzo di luce
-
lucernario
74
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C.2.5 Dettagli costruttivi
Qui sono presentati i dettagli costruttivi indicati sulle sezioni dettagliate.
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C.3 VERIFICHE PRESTAZIONALI
C.3.1 Abaco delle chiusure
Per ogni chiusura abbiamo calcolato la trasmittanza termica, e abbiamo disegnato il
diagramma di Glaser dov’era necessario. Qui sono presentate le schede relative
alle diverse chiusure
• M1, M2, M3, M4, M5, M6, M7, M8 chiusure verticali
• C1, C2, C3 chiusure superiori
• P1, P2 chiusure inferiori
• F1 finestra
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PARETE ESTERNA M1
1. e 9. strato di protezione: pannello in
legno stratificato (sp. 12mm)
2. strato di ventilazione: intercapedine
della facciata ventilata (sp. 50mm)
3. e 7. strato termoisolante: cappotto in
polistirene espanso (sp. 50mm)
4. e 6. strato di regolarizzazione in malta
cementizia (sp. 5mm)
5. strato portante: parete in cls armato
(sp. 250mm)
8. intercapedine d’aria fissa (sp. 15mm)
Materiale
spessore s (mm)
conducibilità λ (W/mK)
Adduttanza Esterna
resistanza R (m²K/W)
0,140
Legno Stratificato
12
Lama d'aria
50
Cappotto in polistirene
50
0,02
2,500
Supporto
5
1,40
0,004
250
0,47
0,532
Supporto
5
1,40
0,004
Cappotto in polistirene
50
0,02
2,500
Legno Stratificato
12
0,12
0,100
Calcestruzzo
0,12
0,100
0,110
Adduttanza Interna
0,140
RESISTENZA TOTALE
6,129
TRASMITTENZA TERMICA
0,163
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PARETE ESTERNA M2
1. strato di protezione: pannello in legno
stratificato (sp. 12mm)
2. strato di ventilazione: intercapedine
della facciaita ventilata (sp. 50mm)
3. strato termoisolante: cappotto in
polistirene espanso (sp. 50mm)
4. strato di regolarizzazione in malta
cementizia (sp. 5mm)
5. strato portante: parete in cls armato
(sp. 350mm)
6. strato termoisolante: lana di roccia
(sp. 50mm)
7. strato di barriera al vapore: lastra di
cartongesso preaccopiata con barriera al
vapore (sp. 12,5mm)
8. strato di protezione: lastra di
cartongesso (sp. 12,5mm)
Materiale
spessore s (mm)
conducibilità λ (W/mK)
Adduttanza Esterna
resistanza R (m²K/W)
0,140
Legno Stratificato
12
Lama d'aria
50
Cappotto in polistirene
50
0,02
2,500
Supporto
5
1,40
0,004
Calcestruzzo
350
0,47
0,745
Lana di roccia
50
0,03
1,667
Cartongesso
25
0,21
0,119
0,12
0,100
0,110
Adduttanza Interna
0,140
RESISTENZA TOTALE
5,524
TRASMITTENZA TERMICA
0,181
93
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PARETE ESTERNA M3
1. strato di protezione e di
impermeabilizzazione: rete portaintonaco
e intonaco (sp. 5mm)
2. strato termoisolante: cappotto in
polistirene espanso (sp. 80mm)
3. strato di regolarizzazione in malta
cementizia (sp. 5mm)
4. strato portante: parete in cls armato
(sp. 350mm)
Materiale
spessore s (mm)
conducibilità λ (W/mK)
Adduttanza Esterna
resistanza R (m²K/W)
0,140
Intonaco Plastico
5
1,00
0,005
Cappotto in Polistirene
80
0,02
3,333
Supporto
5
1,40
0,004
350
0,47
0,745
Calcestruzzo
Adduttanza Interna
0,140
RESISTENZA TOTALE
4,367
TRASMITTENZA TERMICA
0,229
94
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PARETE ESTERNA M4
1. strato di protezione e di
impermeabilizzazione: rete portaintonaco
e intonaco (sp. 5mm)
2. strato termoisolante: cappotto in
polistirene espanso (sp. 50mm)
3. strato di regolarizzazione in malta
cementizia (sp. 5mm)
4. strato portante: parete in cls armato
(sp. 250mm)
Materiale
spessore s (mm)
conducibilità λ (W/mK)
Adduttanza Esterna
resistanza R (m²K/W)
0,140
Intonaco Plastico
5
1,00
0,005
Cappotto in Polistirene
50
0,02
2,083
Supporto
5
1,40
0,004
250
0,47
0,532
Calcestruzzo
Adduttanza Interna
0,140
RESISTENZA TOTALE
2,904
TRASMITTENZA TERMICA
0,344
95
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Correlatori: Proff. G. Masera, F. Iorio
PARETE ESTERNA M5
1. strato di protezione e di
impermeabilizzazione: rete
portaintonaco e intonaco (sp. 5mm)
2. strato termoisolante: cappotto in
polistirene espanso (sp. 50mm)
3. strato di supporto dello strato
termoisolante in truciolare marino (sp.
20mm)
4. lama d’aria fissa
5. strato di barriera al vapore: lastra di
cartongesso preaccopiata con barriera al
vapore (sp. 12,5mm)
6. strato di protezione: lastra di
cartongesso (sp. 12,5mm)
Materiale
spessore s (mm)
conducibilità λ (W/mK)
Adduttanza Esterna
resistenza R (m²K/W)
0,140
Intonaco Plastico
5
1,00
0,005
Cappotto in Polistirene
50
0,02
2,083
Truciolare marino
20
0,12
0,167
Lama d'aria
250
Cartongesso
25
0,110
0,21
0,119
Adduttanza Interna
0,140
RESISTENZA TOTALE
2,764
TRASMITTENZA TERMICA
0,362
96
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Relatore: Prof. M. Tadi
Correlatori: Proff. G. Masera, F. Iorio
PARETE ESTERNA M6
1. strato di protezione, termoisolante,
impermeabilizzante: doppio vetro con
intercapedine in argon a bassa
emissività (sp.6+16+6mm)
TRASMITTENZA TERMICA
1,000
97
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Relatore: Prof. M. Tadi
Correlatori: Proff. G. Masera, F. Iorio
PARETE ESTERNA M7
1. strato di protezione,
impermeabilizzante: lastra di vetro
semplice (sp. 12mm)
2. strato di ventilazione e/o buffer zone:
intercapedine tra i due vetri
3. strato termoisolante: doppio vetro con
intercapedine in argon a bassa
emissività (sp.6+16+6mm)
Materiale
spessore s (mm)
Adduttanza Esterna
conducibilità λ (W/mK)
resistanza R (m²K/W)
0,140
Doppio vetro
6+16+6
1,000
Lama d'aria
700
0,500
Vetro semplice
12
0,200
Adduttanza interna
0,140
RESISTENZA TOTALE
1,980
TRASMITTENZA TERMICA
0,505
98
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Relatore: Prof. M. Tadi
Correlatori: Proff. G. Masera, F. Iorio
PARETE ESTERNA M8
1. strato di protezione,
impermeabilizzante: lastra di vetro
semplice (sp. 12mm)
2. strato di ventilazione e/o buffer zone:
intercapedine tra i due vetri
3. strato termoisolante: doppio vetro con
intercapedine in argon a bassa
emissività (sp.6+16+6mm)
Materiale
spessore s (mm)
Adduttanza Esterna
conducibilità λ (W/mK)
resistanza R (m²K/W)
0,140
Doppio vetro
6+16+6
1,000
Lama d'aria
700
0,500
Vetro semplice
12
0,200
Adduttanza interna
0,140
RESISTENZA TOTALE
1,980
TRASMITTENZA TERMICA
0,505
99
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Relatore: Prof. M. Tadi
Correlatori: Proff. G. Masera, F. Iorio
CHIUSURA SUPERIORE T1: TETTO VERDE
1. vegetazione intensiva
2. terra vegetale (200 mm)
3. impianto di irrigazione (diam. 45mm)
4. strato drenante in lava (100 mm)
5. strato filtrante tipo Daku Stabilfilter (2
mm)
6.
elemento
in
PVC
d'evacuazione
dell'acqua tipo Daku FSD 20 (65 mm)
7. strato di tenuta: guaina in PVC (2mm)
8. strato termoisolante in polistirene
(100mm)
9. strato di barriera al vapore in PVC
(2mm)
10. strato portante: getto di cls con rete
elettrosaldata
11. strato portante: lamiera grecata
12. strato d’isolamento acustico: lana di
roccia (sp.50mm)
13. controsoffitto acustico in cartongesso
(sp.12,5mm)
Materiale
spessore s (mm)
conducibilità λ (W/mK)
Adduttanza Esterna
resistanza R (m²K/W)
0,140
Terra
30
1,00
0,033
Lava
100
2,90
0,034
Elemento in PVC di drenaggio
50
0,34
Polistirene
100
0,02
5,000
Getto di cls
80
0,47
0,170
Adduttanza Interna
0,140
RESISTENZA TOTALE
5,518
TRASMITTENZA TERMICA
0,180
100
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Correlatori: Proff. G. Masera, F. Iorio
CHIUSURA SUPERIORE T2: TETTO DEI POZZI DI LUCE
1. strato di tenuta e di protezione:
guaina in PVC (2mm)
2. strato di pendenza: massetto in cls
alleggerito (pendenza 2%)
3. strato isolante in polistirene (60mm)
4. strato di barriera al vapore in PVC
(sp.2mm)
5.
strato
portante
in
cls
armato
(200mm)
Materiale
spessore s (mm)
conducibilità λ (W/mK)
Adduttanza Esterna
resistanza R (m²K/W)
0,140
Massetto in cls alleggerito
40
0,30
0,133
Polistirene
60
0,02
3,000
Calcestruzzo
250
0,47
0,532
Adduttanza Interna
0,140
RESISTENZA TOTALE
3,945
TRASMITTENZA TERMICA
0,253
101
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Correlatori: Proff. G. Masera, F. Iorio
CHIUSURA SUPERIORE T3: TETTO DEI LUCERNARI
1. strato di tenuta e di protezione:
guaina in PVC (2mm)
2. strato di pendenza: massetto in cls
alleggerito (pendenza 2%)
3. strato isolante in polistirene
(60mm)
4. strato di barriera al vapore in PVC
(sp.2mm)
5. lastra di truciolare marino
6. strato portante: lamiera grecata
7. intercapedine d’aria
8. strato d’isolamento acustico: lana
di roccia (sp.50mm)
9. controsoffitto acustico in
cartongesso (sp.12,5mm)
Materiale
spessore s (mm)
conducibilità λ (W/mK)
Adduttanza Esterna
resistanza R (m²K/W)
0,140
Massetto in cls alleggerito
40
0,30
0,133
Polistirene
60
0,02
3,000
Truciolare marino
20
0,12
0,167
Lama d'aria
40
Lana di roccia
50
0,03
1,667
Cartongesso
13
0,21
0,060
Adduttanza Interna
0,140
RESISTENZA TOTALE
5,306
TRASMITTENZA TERMICA
0,188
102
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CHIUSURA INFERIORE DELLA PISCINA: P1
1. pavimentazione in piastrelle di ceramica (sp.
5mm)
2. lastre di cartongesso tipo Pavilastre
(sp.2x12,5mm)
3. massetto di sabbia asciutta (sp.30mm)
4. tubo in PVC di riscaldamento a pavimento
(diam.18mm)
5. strato di termoisolamento in polistirene
(sp.2x50mm)
6. getto di cls armato di rinforzo della soletta
(sp.80mm)
7. strato portante: soletta alveolare (sp.270mm)
Materiale
spessore s (mm)
conducibilità λ (W/mK)
resistanza R (m²K/W)
Soletta alveolare
270
0,30
0,900
Getto di cls
80
0,47
0,170
Polistirene
100
0,02
5,000
Massetto di sabbia asciutta
30
0,6
0,050
Pavilastre
25
0,21
0,119
Linoleum
5
0,2
0,025
Adduttanza Interna
0,140
RESISTENZA TOTALE
5,334
TRASMITTENZA TERMICA
0,187
103
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CHIUSURA INFERIORE DEL RESTO DELL’EDIFICIO: P2
1. pavimentazione in linoleum (sp. 4mm)
2. lastre di cartongesso tipo Pavilastre
(sp.2x12,5mm)
3. massetto di sabbia asciutta (sp.30mm)
4. tubo in PVC di riscaldamento a pavimento
(diam.18mm)
5. strato di termoisolamento in polistirene
(sp.2x50mm)
6. getto di cls armato di rinforzo della soletta
(sp.80mm)
7. strato portante: soletta alveolare (sp.270mm)
Materiale
spessore s (mm)
conducibilità λ (W/mK)
resistanza R (m²K/W)
Soletta alveolare
270
0,30
0,900
Getto di cls
80
0,47
0,170
Polistirene
100
0,02
5,000
Massetto di sabbia asciutta
30
0,6
0,050
Pavilastre
25
0,21
0,119
Piastrelle di ceramica
5
1
0,005
Adduttanza Interna
0,140
RESISTENZA TOTALE
5,314
TRASMITTENZA TERMICA
0,188
104
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FINESTRA F1
1. strato di protezione,
termoisolante,
impermeabilizzante: doppio
vetro con intercapedine in
argon a bassa emissività
(sp.6+16+6mm)
TRASMITTENZA TERMICA
1,00
105
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C.3.2 Controllo della temperatura operante delle diverse unità
spaziali
Sono stati analizzati gli ambienti più significativi
-
La piscina
-
La Hall d’ingresso
-
Un pozzo di luce
La temperatura delle chiusure interne Ci, Mi e Pi è assunta pari a 20°C
Si è proceduto nel modo seguente:
Specificazione prestazionale richiesta Top≥19°C
Temperatura ipotizzata dell’aria interna Ti=20°C
Temperatura ipotizzata dell’aria esterna Te= -1.1°C (coincidente con la temperatura
media più bassa raggiunta nel periodo invernale)
Calcolo della trasmittanza k di ciascuna superficie tecnologicamente diversa
mediante la formula:
k = 1/[(1/αi)+∑(s/λ)+ ∑(1/c)+(1/αe)]
dove:
• s spessore
• λ conduttività termica
• αi coefficiente liminare interno
106
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• αe coefficiente liminare esterno
• c conduttanza unitaria
Calcolo della temperatura superficiale media Ts degli elementi tecnici che
delimitano l’elemento spaziale
Tsi = Ti – [(k*(1/αi)*(Ti – Te)]
Calcolo della temperatura media radiante ponderata Trp con la formula:
Trp = ∑(Tsi*Ai)/ ∑Atot
Calcolo della temperatura operante Top:
Top = (Ti+Trp)/2
Perché la verifica sia positiva, la temperatura operante deve risultare superiore a
19°C.
107
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superficie
k (W/m²K)
Tsi (°C)
Parete M2
364
0,181
19,47
Parete M5
108
0,362
18,93
Parete M6
310
1,000
17,05
Parete M7
1300
0,505
18,51
Parete M8
440
0,505
18,51
Parete Mi
2037
Copertura C1
3800
0,182
19,46
Copertura C3
150
0,188
19,44
Pavimento P1
3370
0,188
19,44
Superficie totale
11879
A1 - Piscine
20,00
Trp
19,34
superficie
k (W/m²K)
Tsi (°C)
Parete M5
35
0,362
18,93
Parete M6
35
1,000
17,05
Parete M8
360
1,000
17,05
Parete Mi
2000
Copertura C1
1600
0,182
19,46
Copertura C3
50
0,188
19,44
Pavimento P1
1530
0,187
19,45
Superficie totale
5610
A2 - Hall
Trp
20,00
19,48
108
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A3 - Pozzo di
superficie
k (W/m²K)
Tsi (°C)
Parete M4
35
0,344
18,98
Parete M6
35
1,000
17,05
Parete Mi
210
Copertura C2
25
Pavimento Pi1
60
20,00
Soffitto interno
35
20,00
Superficie totale
400
luce
20,00
0,253
Trp
19,25
19,61
Quindi negli ambienti più esposto a sollecitazioni termiche la verifica è positiva,
perché la Trp è sempre superiore a 19°C.
109
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C.3.3 Controllo della determizzazione asimmetrica radiativa
Una differenza di temperatura troppo importante tra la temperatura interna di un
ambiente e la temperatura superficiale delle pareti crea un disaggio all’utenza.
Quindi è importante verificare che questo fenomeno non capiti. Bisogna quindi
assicurarsi che lo spessore d’isolante sia sufficiente per ogni chiusura studiata. La
verifica risulterà positiva se:
Ti – Ts ≤ 2
Calcolo della trasmittanza termica di progetto
kp = (2*αi)/(Ti – Te)
kp = 0,677
Calcolo della trasmittanza termica della chiusura senza il contributo dell’isolante:
k’ = 1/[(1/αi)+∑(s/λ)+ ∑(1/c)+(1/αe)]
Calcolo dello spessore s dello strato d’isolante per cui k’≤kp
s≥[(1/kp)-(1/k’)]* λ
110
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Chiusura
kp (W/mqK)
k' (W/mqK)
s (teorico, cm)
s(reale, cm)
st<sr
M1
0,677
0,886
0,70
10,00
ok
M2
0,677
0,737
0,24
8,70
ok
M3
0,677
0,968
0,89
8,00
ok
M4
0,677
1,219
1,31
5,00
ok
M5
0,677
1,469
1,59
5,00
ok
C1
0,677
2,063
1,98
10,00
ok
C2
0,677
1,058
1,06
6,00
ok
C3
0,677
1,564
1,68
6,00
ok
P1
0,677
0,712
0,15
10,00
ok
P1
0,677
0,722
0,19
10,00
ok
Quindi la verifica dell’assimetria radiativa è positiva per ogni chiusura
C.3.4 Controllo della determizzazione asimmetrica radiativa:
pareti esterne con infissi
Specificazione prestazionale richiesta Ti - Tro≤ 4
Il punto rispetto al quale sviluppiamo i calcoli si trova a una distanza di 1.50m della
parete vetrata Sud e a 1.00 m d’altezza, nel punto medio tra il patio intermedio e la
facciata Est.
Valutazione del fattore di forma φ delle singole superfici:
111
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φ1 = fattore di forma della parete vetrata
φ2 = fattore di forma delle altre chiusure: pavimento, parete del patio, pareteEst
vetrata, copertura. In prima approssimazione, riteniamo che l’influenza del
pavimento è molto più importante delle altre, e quindi non teniamo conto di esse.
a1 = 20m
b1 = 10m
b2 = 1m
c = 1,50m
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Calcoliamo il fattore di forma della facciata vetrata, grazie al valore ΦI
corrispondente all’ordinata del punto ricavato dall’intersezione della retta
corrispondente al valore di ascissa a/c con la curva b/c. Per simmetria,
φ1=2 * (ΦI+ΦII)
a1/c
13,3
a1/c
13,3
b1/c
6,7
b2/c
0,67
ΦI
0,25
ΦI
0,14
φ1
0,78
Ne deduciamo con l’approssimazione fatta che φ2 = 0,22.
113
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Calcolo della Tro:
Tsi = Ti – [(k*(1/αi)*(Ti – Te)]
Tro = φ1* Ts1 + φ 2* Ts2 + φ 2’* Ts2’ + φ 3* Ts3
Chiusura
Ts
φ
Parete M7
18,51
0,78
Pavimento P1
19,45
0,22
Tro
18,72
Ti - Tro
1,28
Ti – Tro = 1,28<4 valore verificato, la verifica risulta positiva
114
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BIBLIOGRAFIA
- L’immagine della città
Kevin Lynch, 1969
- Barcelona, ciutat mediterrania, compacta i complexa: una visio’ de futur
més sostenible
BCN, agencia de ecologia urbana de Barcelona, 2002
- La ville franchisée
David Mangin, urbanista, 2004
- Gratte-Ciel
Philippe Videlier, storico, 2004
- Dossier: Mixité
in rivista “Urbanisme”, Parigi, Gennaio 2005
115