La Repubblica - settembre 2007
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La Repubblica - settembre 2007
L A SENNA e l'Amo. Uno spettacolo che diventa un viaggio non organizzato. La pirotecnica attrice Maria Cassi è protagonista di Crepapelle. Da Parigi a Firenze che debutta in prima nazionale al Circo-Io Teatro del Sale (da rnartedì al 29 settembre, 055-2001492). Il monologo è già stato richiesto da diversi teatri parigini e presto sarà in tournée in Italia. La Cassi in scena reciterà, canterà, farà espressioni mimiche da clown. Come sempre contorcerà il suo corpo come fosse un fumetto. Alternerà il gramelot al vernacolo più nobile. «Lo spettacolo - afferma la Cassi - nasce dalla mia amicizia con il regista del musical Concha Bonita Alfredo Arias. Per sei mesi sono stata a Parigi e mi sono divertita a fare dei paralleli fra i clo chard e i personaggi tipici di Sant'Ambrogio, fra il calore sofisticato del Marais e il mercato San Lorenzo, fra i bus dell'Ataf e i un poetico, esilarante finale l'armetrò parigini». In Crepapelle tista si cimenta in un erotico, diMaria Cassi coniuga i bacioni a vertente spogliarello che ci riFirenze di Spadaro e la vita in ro- porta allo charme di miti come il sa di Edith Piaf. L'estro dell 'attri- Moulin Rouge o di regine dell'arce ci sa condurre nel mondo fute della svestizione come Rosa moso degli esistenzialisti e in Fumetto. «Quando ero a Parigi quello allegro, sboccato dei fiacprosegue Maria Cassi - una volta cherai fiorentini. Nello spettacomi sono alzata di corsa da un lo si ritrovano la grandeur dei caffè come i Deux Magots per inCampi Elisi ed il piccolo mondo seguire una clochard che cantaantico delle sorelle Materassi. In va in maniera straordinaria la Piaf. Aveva stile ed i suoi abiti di stracci parevano stupendi costumi di scena, la sua voce veniva da lontano. Mi auguro che nel mio spettacolo si ritrovi anche l'arte, lo spirito libero degli artisti che si esibiscono ogni giorno nella metropolitana di Parigi. Alcuni sono bravissimi e cantano in maniera struggente Casta diva». In Crepapelle Maria Cassi interpreterà hit della Piaf come Je ne regrette rien e farà ridere raccontando di venditori di baguettes e il culto del lampredotto che da sempre esiste a Firenze. «Un momento esilarante è quando racconto delle mie colazioni ai Deux Magots. Le paste servite erano talmente buone che io le ho fatte parlare. Le mie paste parlanti sono un po' una risposta al bestiario di Grandville. Descriverò poi un artista di strada che ho conosciuto in Place des Vosges. Sembrava uno qualsiasi, ma la sua voce bianca che faceva pensare all'arte di Farinelli».