LO SCUDO ottobre 2006
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LO SCUDO ottobre 2006
10 Ottobre 2006 Mensile Cattolico d'Informazione fondato nel 1921 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1, comma 2, DCB BR Un richiamo all’impegno civile e alla partecipazione una copia € 1,70 Riserva naturale di Torre Guaceto Foto: Gianfranco Ciola di Stefano Cavallo conclusione del nostro commento sui risultati delle elezioni amministrative del 13 giugno 2004 così ci esprimevamo: «L’interesse della Città è quello di essere ben amministrata: rispetto alle precedenti elezioni vi sono due elementi positivi. La stabilità della Giunta che dovrebbe essere assicurata dall’ampia maggioranza e la presenza di tutti i gruppi della destra e di quello di Bernadette Giovene che dovranno assicurare nel Consiglio una attiva e consistente opposizione. In democrazia il ruolo dell’opposizione è prezioso e non può essere barattato con il sottogoverno o addirittura passando dalla parte del vincitore, come purtroppo è accaduto dopo le elezioni del 2002. Anche la politica ha una sua moralità e il rispetto della volontà degli elettori ne costituisce il presupposto». Purtroppo le nostre previsioni si sono rivelate fallaci e si è confermato un malcostume politico e amministrativo che costituisce la principale fonte di distacco dei cittadini dalla vita politica. L’opposizione si è... liquefatta, innanzitutto con l’incredibile decisione dei consiglieri eletti come UDC di abbandonare il partito e di costituire il gruppo dal titolo fantasioso di “Ippocampo”. Il suo leader, il dr. Nicola Lo Tesoriere che proviene da una lunga milizia nel MSI, ha ritenuto di aderire al Partito Socialista dell’on. De Michelis che è allocato a livello nazionale nella Casa delle Libertà. Ma quello che è più grave è la evidente posizione di non belligeranza assunta nei confronti del Sindaco e della Giunta, in palese contrasto con gli impegni assunti con l’elettorato. Il gruppo consiliare di Forza Italia, il primo partito di Ostuni per voti nelle elezioni politiche (27,03%) si può dire scomparso anche a causa delle fratture insanabili che ha provocato l’ingresso nel partito dell’avv. Luca Marzio che, guarda caso, frequentemente in Consiglio ha votato con la maggioranza. Bernadette Giovene, che si era candidata alla guida di un terzo polo, dopo le delusioni elettorali, svolge un’opposizione... silenziosa. L’unico gruppo è quello di Alleanza Nazionale; l’avv. Matarrese e il dr. Galizia, con il dr. Roberto Carparelli, svolgono un ruolo critico nel Consiglio comunale. Se l’opposizione è ridota ai minimi termini, la maggioranza non brilla per contributi e per iniziative che valgano a dar contenuto all’azione amministrativa. Nonostante la loro buona volontà gli assessori sono fortemente condizionati dalla personalità del Sindaco e dai suoi metodi di governo che vorrebbero apparire idonei a dare vivacità all’azione amministrativa ma di fatto contribuiscono ad accentrare il potere. È in questo quadro che si è avviato il dibattito, si fa per dire, per giungere all’avvicendamento degli assessori, impegno che venne assunto al momento della loro nomina, per riuscire a superare le tensioni all’interno dei partiti, i cui consiglieri erano tutti aspiranti assessori. Vedremo nelle prossime settimane come si concluderà questa inutile perdita di tempo. Se è questo il panorama offerto dai partiti e dall’Amministrazione, non molto diverso si presenta quello costituito dall’associazionismo e da quella che impropriamente si chiama la “società civile”. Ostuni ha avuto e ha un’articolata presenza nel campo associativo che da qualche tempo non riesce più ad offrire contributi validi per la vita politica e sociale della nostra comunità. Il Forum è ormai una struttura anchilosata essendosi ridotta ad ulteriore strumento da conquistare da parte dei partiti e che non disturba il guidatore; i sindacati ormai svolgono un’attività assistenzia- A le, come se i problemi della città e delle istituzioni non interessino i lavoratori; le associazioni ambientaliste sembrano che si siano ritirate in se stesse e assistano silenziose alle trasformazioni del territorio che sono in atto e alla corsa alla compravendita dei suoli che si suppone saranno valorizzati dal nuovo piano regolatore. La recente assemblea degli Amici di Ostuni è stata emblematica: nessun riferimento concreto alla città e ai suoi problemi, alcuni interventi laudativi dell’Amministrazione comunale (Ostuni sarebbe tutta un cantiere per quanto riguarda la Convegno Ecclesiale Diocesano È passato un mese dal nostro Convegno Ecclesiale Diocesano di Collevalenza (28-30 agosto) dove, nella cornice del Santuario dell’Amore Misericordioso, abbiamo condiviso per la prima volta, in modo residenziale, alcune giornate, gomito a gomito, pregando insieme e cercando di riflettere, meditare e progettare il vissuto diocesano per l’anno 2006/2007. a pag. 8 un articolo di Don Giuseppe Satriano - Vicario Generale dell’Arcidiocesi Brindisi-Ostuni valorizzazione dei beni culturali!), un lungo intervento del Sindaco che ha esaltato l’operato della Giunta e ha riconosciuto l’importante funzione che svolge l’Associazione. Pur crescendo nell’opinione pubblica l’insoddisfazione per i metodi e i contenuti dell’azione amministrativa, va rilevata una “sonnolenza” diffusa che caratterizza l’associazionismo, oltre che i partiti politici preoccupati solo di occupare il potere. Qual è l’impegno dei cristiani. In questi giorni si apre a Verona il Convegno sul tema: «Testimoni di speranza nella città dell’uomo», che ci auguriamo dia un nuovo impulso per una rinnovata presenza della Chiesa e in particolare dei laici cristiani. Fin dal 1981 il Consiglio permanente della CEI, con il documento “La Chiesa Italiana e le prospettive del Paese”, incoraggiava i cristiani «a ricordarsi della loro vocazione, a uscire dalle pigrizie e dall’anonimato, per essere nuovamente testimoni del Vangelo in una vera identità cristiana. L’assenteismo, il rifugio nel privato, la delega in bianco non sono leciti a nessuno, ma per i cristiani sono peccato di omissione. Si parte dalle realtà locali, dal territorio. E si è participi delle sorti della vita e dei problemi del Comune, delle circoscrizioni e del quartiere: la scuola, i servizi sanitari, l’assistenza, l’amministrazione civica, la cultura locale». Un invito che si sostanzia in un dovere morale quello dell’impegno sociale e politico dei cristiani. Difendiamo il creato di Domenico Melpignano 1° settembre scorso la Chiesa Italiana ha invitato i credenti a celebrare la “1a Giornata per la salvaguardia del creato”, “grande dono di Dio esposto a seri rischi da scelte e stili di vita che possono degradarlo”. – come ha osservato Papa Benedetto XVI domenica 27 agosto scorso, dopo la preghiera mariana dell’”Angelus” a Castelgandolfo. Il Papa ha rivolto un appello all’impegno di cristiani per la salvaguardia del creato a fronte del degrado ambientale che rende insostenibile l’esistenza dei poveri della Terra. Ecco quanto testualmente Papa Ratzinger ha detto: “Il prossimo 1° settembre la Chiesa in Italia celebrerà la 1a Giornata per la salvaguardia del creato, grande dono di Dio esposto a seri rischi da scelte e stili di vita che possono degradarlo. Il degrado ambientale rende insostenibile particolarmente l’esistenza dei poveri della terra. In dialogo con i cristiani delle diverse confessioni occorre impegnarsi ad avere cura del creato, senza dilapidarne le risorse e condividendole in maniera solidale. In questa occasione, sono lieto di accogliere stamani la rappresentanza del pellegrinaggio, promosso dalle ACLI, che ha percorso l’antica Via Francigena dal Monginevro a Roma sensibilizzando al rispetto dell’ambiente”. Già dal 20 maggio 2006 le Commissioni Episcopali «per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace» e «l’ecumenismo e il dialogo» ci avevano consegnato un messaggio che ci ha aiutato tantissimo a pregare, a riflettere, a programmare. Tema del messaggio è stato: “L’uomo nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo costruisse” (genesi 2,15). Il documento è articolato in 3 punti: 1) “...tutto è stato creato per mezzo di Lui...”. È il filo che attraversa tutta la Bibbia Parola di Dio indirizzata all’uomo e che ci presenta “Dio come Creatore, Colui che per amore ha fatto ogni cosa” (Genesi 1-2). Il “Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica” che usano i nostri bambini che fanno scuola di catechismo sottolinea che Dio ha creato il Cielo e la Terra. In ciascuno subentrano spontanee quelle domande fondamentali: da dove veniamo? qual è la nostra origine? dove andiamo? qual è il fine ultimo della nostra vita? La creazione, opera di Dio Padre, ma anche di Dio Figlio e di Dio Spirito Santo ,è l’inizio della esistenza terrena, della nostra salvezza, della vita eterna, della storia presente e futura. Nel secondo punto i Vescovi richiamano la nostra attenzione alla stessa Scrittura che sa bene che “lo splendore della creazione è anche offuscato dal potere misterioso del male”. Il Capitolo X del “Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica”: “si è ampiamente soffermata sul degrado dell’ecosistema planetario, esaminandone i diversi aspetti (inquinamento climatico, crisi delle risorse idriche, riduzione della biodiversità, ecc.)”. Il A monte di tale dinamica esso ha colto, secondo l’indicazione dell’Enciclica di Giovanni Paolo II “Centesimus Annus”, l”’incapacità di riconoscere nel mondo quella originaria donazione che precede e fonda ogni azione umana”. In questo 2° paragrafo che ha come titolo “Il grido della Terra” i Vescovi, doverosamente hanno fatto riferimento a Papa Giovanni Paolo II che nel gennaio 2001 chiamò i credenti alla “Conversione Ecologica” di fronte alla minaccia di una distruzione incompende. Precedentemente, lo stesso Pontefice, per la Giornata Mondiale per la Pace del 1990, aveva già invitato a: “riscoprire la relazione tra la Pace con Dio creatore e quella col creato, in una assunzione di responsabilità per le future generazioni”. Nel 3° punto i Vescovi si soffermano sulla “salvaguardia del Creato come impegno ecumenico”. Siamo invitati a ripensare alle varie forme di impegno concreto: «da una rilettura della comune eredità biblica, a un esame delle problematiche ecologiche del nostro tempo – su scala globale come locale, fino alla concreta ricerca di nuovi stili e di vita personali e comunitari». Da Dio creatore di ogni uomo e di ogni cosa, noi uomini dobbiamo imparare ad essere custodi gelosi e fattivi del dono prezioso che è il Creato, dal rispetto della vita che coinvolge sia quella del creato che quella di ogni uomo nasce l’obbligo della difesa e della salvaguardia del creato, collegato con l’integrità della vita umana. Come, allora, giustificare, anche a livello locale i continui abusi dei beni naturali? Non è il caso di parlare di deforestazione, ma sicuramente dei continui inquinamenti, degli scempi che si operano quotidianamente, dai responsabili della cosa pubblica, fino a noi semplici cittadini, a livello ambientale, sulla zona costiera, sulla zona collinare, nei vari quartieri della nostra città. Bisogna dire basta con la prevaricazione contro i vari attentati che generano il degrado ambientale anche qui da noi, in questa nostra meravigliosa città, dono prezioso di Dio, affidato alle nostre mani, alla nostra intelligenza perché lo custodissimo e lo salvaguardassimo sempre. Se siamo uomini veri, puliti, onesti, non attaccati a quel demone che è il denaro, e se siamo cristiani autentici, ogni giorno dobbiamo sentirci impegnati positivamente per la tutela e la custodia di questa “cosa comune” che è la nostra città, che è il pianeta Terra, che è l’universo creato. Al Concilio di Trento di cinque secoli fa, un teologo dichiarò: «vi sono cose nel Creato che sono rimaste di tutti, nonostante lo sviluppo della proprietà privata. Come l’aria, l’acqua, i lidi, i pesci, gli animali selvaggi, gli uccelli». Verso il Creato e le creature tutte ogni uomo ha la responsabilità di colui che è chiamato ad essere amministratore saggio e fedele. Per chi guarda la Terra con occhio cristiano non c’è solo l’esempio luminoso e stupendo di Francesco d’Assisi, ma un imperativo morale che non può essere disatteso senza colpa. 2 Attualità Ottobre 2006 Gentile signora maestra, Villaggi SOS ...e c’è un forte rumore di niente… Il filo rosso della solidarietà unisce Ostuni a Mogadiscio grande rilievo hanno riservato i media mondiali all’uccisione di Suor Leonella Sgorbati dinanzi all’Ospedale costruito e gestito a Mogadiscio, in Etiopia, dalla SOS Children: l’organizzazione austriaca voluta da Hermann Gmeiner. Il momento era particolarmente infuocato per le preoccupanti ed ormai quotidiane polemiche tra cristiani e musulmani, ma la notizia ha sconvolto ancor di più le coscienze, sia per il ruolo che quell’Ospedale riveste a Mogadiscio che per la testimonianza di martirio cristiano offerta dalla missionaria. Tra i 450 villaggi SOS sparsi in tutto il mondo e, tra questi, quello di Ostuni è uno dei primi, a Mogadiscio, accanto alle case dei bambini era sorto un Ospedale che negli anni ha provveduto alla cura ed assistenza della intera popolazione della città risultando l’unico presente sul territorio. Godendo della diretta protezione delle Nazioni Unite era stata l’unica struttura sanitaria a funzionare durante le terribili giornate che avevano insanguinato il popolo somalo.La stessa nostra brava giornalista Ilaria Alpi, dopo l’agguato, era stata lì ricoverata e purtroppo inutilmente assistita. Voluto dal dott Willy Huber, l’ospedale di Mogadiscio si era dotato di un reparto di ginecologia con annessa scuola per infermieri ed ostetriche che provvedeva a formare sul luogo personale paramedico. Suor Leonella aveva appena terminato una lezione alle sue allieve somale e si apprestava solo ad attraversare la strada quando un killer prezzolato, ma non somalo, poneva fine alla sua esistenza e a quella del giovane del luogo che l’accompagnava. In quel luogo di dolore e di miseria, la vita e la morte, lo sappiamo bene, sono strettamente unite solo dalla generosità e gratuità dei quotidiani gesti di chi ha scelto di non vivere solo per se stesso E questa missionaria, gioiosa e coraggiosa, ha pronunciato prima di morire le uniche parole che davano senso a tutta una vita ‘giocata’ per gli altri: perdono, si, io perdono. Tristemente ci vien da dire: l’ignoranza e il fanatismo si fa prima a perdonarli che a combatterli!!! Ostuni, tramite la rete degli Amici del Villaggio Sos, insieme all’Associazione nazionale ed internazionale, può dirsi orgogliosa ed onorata di aver contribuito fattivamente alla gestione dell’ospedale di Mogadiscio avendo in una certa misura adottato e finanziato proprio quella scuola. È proprio vero: il filo rosso della solidarietà non conosce confini e la profetica intuizione di Herman Gmeiner oggi cammina per le strade del mondo con i piedi di quanti hanno creduto e voluto spendersi per essa. Suor Leonella è stata, suo malgrado, anche l’epifania tragica di migliaia di volontari che nei villaggi SOS di ogni latitudine si fanno carico dei ‘piccoli‘ della terra spargendo semi di speranza e di vita. SILVANA GIOVENE MARSEGLIA Un scolastici degli alunni ragioni di questa scelta Questa volta una breve abbandoni mai però le loro bravure. È semsono tante ma le confesso subito che non le riflessione sulla scuo- pre un avvilente gioco di disimè estranea la trepida emozione la, se permette, la fac- pegno dalle responsabilità. Se facessero tutti un bel anno carica di attese, di una nonna sabbatico ad insegnare ai bambiche segue l’ingresso a scuola cio insieme a lei. ni di tre e sei anni del 2006, capidelle sue gemelline parigine. A dire il vero le cose tra i nostri cugini funzionano rebbero l’inutilità di tanti corsi di aggiornamento e diversamente e molte sono valide e degne di imi- i fondamenti veri della didattica! tazione, ma sta di fatto che una delle ultime clas- È proprio sulla responsabilità professionale e sosifiche di merito, mette la nostra scuola dell’infan- ciale temo che la classe magistrale abbia poco rizia ed elementare, pardon, del Primo ciclo, alla flettuto. È la scuola il nostro investimento anche testa di tutte le altre per qualità di risultati e pre- più redditizio se solo si pensa che se nel Meridione si leggesse di più, lo stesso nostro PIL creparazione dei maestri. scerebbe del sette-otto per cento; al sapere e soLe eccezioni naturalmente vanno nel conto. Onore e merito alla categoria che, nel chiassoso lo a quello è legata l’emancipazione della nostra “forte rumore di niente” che assorda e disorienta comunità. anche i professionisti più seri, resta l’anello forte Ma il suo compito mi creda, signora maestra, è molto più sacro e coinvolgente della semplice tradel sistema scuola in Italia. Siete la nostra eccellenza che si collega ad un’al- smissione di ottime competenze indispensabili tra gratificante realtà: i laureati italiani sono i più nella società della conoscenza. corteggiati all’estero; parola di ministri e statisti- Lei deve compiere una magia alla Harri Potter: che. E allora vien da chiedersi: se l’inizio e la fine trasformare tutto in gioia di conoscere, capire e del percorso scolastico ci vedono primi, come scoprire. mai l’OCSE continua a bocciare toutcour la scuo- Gli alunni le saranno grati per tutta la vita se inla nostrana e a metterci al penultimo posto nella segnerà loro, diceva un grande pedagogista “con gli occhi sfavillanti” di chi condivide con i piccoletgraduatoria dei paesi più industrializzati? O qualcosa non quadra, o i ragazzi si perdono ti i segreti di un grande Amore. ..cammin facendo… per poi salvarsi solo quel mi- Quando le discipline sono reali passioni, si pianta- Le Per amore, per professione e per diletto... V enerdì 1° settembre 2006 ha chiuso i battenti con grande affluenza di cittadini e turisti, la Mostra storico-documentaria intitolata “Per amore, per professione e per diletto... Le scritture delle donne in Terra di Brindisi (secc. XVI-XX)”, ospitata nei locali del Centro di Cultura “D. Cirignola”, in Ostuni. Realizzata da un team di ricercatori coordinati dalla prof.ssa Rosanna Basso dell’Università di Lecce, responsabile del progetto, ha visto l’impegno della Dott.ssa Katiuscia Di Rocco, direttrice della Biblioteca Arcivescovile “A. De Leo” di Brindisi e delle sue collaboratrici dott.sse Monia Carlucci e Stefania Scotto di Marco che hanno curato l’allestimento, di Anna Maria Petraroli, componente del Comitato alle Pari Opportunità del Comune di Ostuni che ha contribuito alla realizzazione della stessa. Auspice l’Amministrazione comunale di Ostuni, l’Assessore Giulia Anglani e il Comitato alle Pari Opportunità, il Centro di cultura “D. Cirignola”. Attingendo ad una larga documentazione archivistica e bibliografica disseminata negli archivi pub- blici e privati della provincia, la Mostra racconta, attraverso il filo delle scritture e attraverso alcuni percorsi biografici, una dimensione sconosciuta della presenza femminile nel Salento degli ultimi cinque secoli. In questa trama di lungo periodo trovano posto, relativamente ad Ostuni, le testimonianze relative alla vita del Monastero delle Benedettine cassinesi, a Oronzina Tanzarella, a Fanny Tanzarella Panese, a Palmira Miglietta Zaccaria. La Mostra è nata con il concorso della Provincia di Brindisi, il Dipartimento di Studi storici dell’Università di Lecce, la Biblioteca arcivescovile di Brindisi “A. De Leo”, l’Archivio di Stato di Brindisi, il Centro di Studi Salentini. Quest’ultimo appuntamento è stato patrocinato dalla Presidenza del Consiglio Regionale. Ci auguriamo che il Comitato alle Pari Opportunità prenda l’iniziativa per ampliare la ricerca ad altre figure femminili ostunesi, realizzando una sezione presso la Biblioteca comunale che raccolga notizie, documentazione e foto. L’onorevole Giuseppe Zurlo ha compiuto 80 anni E’ tra gli ostunesi che hanno segnato una parte importante della vita sociale e politica della nostra provincia e della stessa Puglia e non solo per essere stato finora l’unico ostunese che abbia ricoperto l’incarico di sottosegretario, prima alla Sanità (1976) e successivamente all’Agricoltura. Peppino Zurlo è stato l’esempio di un giovane che, nato in una modesta famiglia artigiana, e dopo aver frequentato la scuola di avviamento, ha saputo essere un autodidatta, divenendo pubblicista e direttore di periodici. Anche ora dirige la rivista bimestrale “Civiltà europea”, che fornisce un importante contributo allo sviluppo della politica europeistica nell’alveo del Partito Popolare Europeo. La ricca esperienza come coordinatore socia- le nell’Ente di Sviluppo agricolo di Puglia e Lucania, in quest’ultima regione, di sindacalista (è stato Presidente provinciale delle ACLI) e di operatore del settore della cooperazione, ha largamente influenzato il suo impegno politico. Ha aderito giovanissimo alla Democrazia Cristiana operando in Provincia e nella regione, su posizioni fortemente caratterizzate da una volontà di cambiamento delle strutture socio-economiche che condizionavano lo sviluppo civile delle nostre terre. Eletto deputato con larghi consensi nel 1972, è stato confermato nel Parlamento fino al 1987. Dopo aver cessato il mandato parlamentare, è stato presidente dell’U.N.I.R.E. e ha continuato a seguire le vicende politiche del nostro Paese. Il 1° ottobre ha compiuto 80 anni e gli amici de “Lo Scudo” formulano a Peppino Zurlo, affezionato abbonato del nostro mensile, gli auguri più sinceri. S.C. 1951: Edificio Scolastico “E. Pessina” - Il prof. Ivo Tanzarella e la sua quinta classe elementare Foto F. Nacci - Ostuni. Fototeca di Angelo Pacifico sero quasi trenta per cento degli iscritti all’Univer- no nella parte più nascosta della mente, nel sacrario dei godimenti dello spirito. Sarà la curiosità intelsità che giunge alla laurea. Sa signora maestra, si dice sempre che il percor- lettuale nata nei primi anni di scuola che col tempo so culturale di tutti noi è paragonabile ad una farà scoprire l’eterno giovanile volto della cultura: scala dove i pioli iniziali fanno da struttura portan- l’unica ricchezza, insieme alla Grazia di Dio, capate a tutto il resto; lei porta sulle spalle quest’ono- ce di costruire personalità libere e critiche. re e questa responsabilità su cui i colleghi degli Con stima e consapevolezza del greve lavoro anni successivi, con troppa furbesca disinvoltura, che l’attende SILVANA GIOVENE MARSEGLIA fanno ricadere le cause degli insuccessi e degli Gli ottant’anni del dott. Pietro Lacorte nche il dott. Pietro Lacorte – Pierino per gli amici – sta per varcare la soglia degli ottant’anni. Non si direbbe, a considerare la energia vitale e il dinamismo che esplica nel suo costante impegno nell’associazionismo ecclesiale e civile, a livello nazionale e locale. A livello nazionale è componente del Comitato Nazionale di Bioetica; fa parte del Consiglio nazionale di “Agire politicamente”, associazione culturale e politica che si ispira al patrimonio ideale del cattolicesimo democratico; ha fatto parte per diversi anni del Consiglio nazionale del MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale). A livello locale è dirigente diocesano del MEIC, dopo essere stato dirigente del Gruppo di Ostuni sin dalla sua costituzione; ha un ruolo determinante nelle attività dell’associazione “Amici di Ostuni”, di cui è stato uno dei fondatori; ha fondato il Villaggio S.O.S. di Ostuni; ha avuto una breve e diretta esperienza politico-amministrativa in Ostuni con le elezioni del giugno 1983; nel 1994 è stato candidato alla Camera dei deputati. Cristiano adulto, per le responsabilità ecclesiali e civili assunte e per la libertà con cui vive l’appartenenza ecclesiale, si è sempre contraddistinto per la sua inquietudine, per il suo non appagamento. Ha alle spalle le sue origini popolane, di cui ha A portato sempre vanto; la militanza, sin da fanciullo, nell’Azione Cattolica, alla scuola di buoni maestri (don Luigi Mindelli, mons. Orazio Semeraro, mons. Settimio Todisco); una lunga esperienza professionale di medico, esercitata con competenza sempre aggiornata e con dedizione scrupolosa alla cura dei suoi pazienti. È suo particolare merito l’aver dato all’Ospedale Civile di Ostuni un qualificato reparto di gastroenterologia, che oggi rimpiangiamo. Si deve a lui la celebrazione in Ostuni di importanti convegni culturali nazionali, tenuti, in questi ultimi anni, dal MEIC e da “Agire Politicamente”: convegni ai quali purtroppo sono mancati il coinvolgimento e la partecipazione dell’associazionismo ecclesiale e civile locali. A Pierino, che il 28 ottobre compie ottant’anni, la famiglia de Lo Scudo augura di continuare con immutato entusiasmo e con animo rasserenato nel suo impegno apostolico e civile. S.M. 3 CULTURA Ottobre 2006 Una passione che continua Mostra di Ugo Malecore di Domenico Colucci N otevole successo ha riscosso la mostra antologica dello scultore leccese Ugo Malecore esposta al pubblico nel palazzo Tanzarella dal 28 agosto all’8 settembre 2006. Ne illustrò il valore estetico e l’aspetto storico il dott. Nico Lo Tesoriere nel discorso rivolto all’attento pubblico nella serata inaugurale. Quanto ai suoi rapporti con Ostuni l’artista leccese non ha atteso tutti i suoi anni (è nato a Lecce il 17 agosto 1920) per farsi conoscere dagli ostunesi. Già sapeva di lui don Franco Blasi, parroco di S. Luigi, quando durante l’ultima quaresima fece installare nella sua chiesa una moderna Via Crucis di pregevole fattura e nello stesso tempo teneva esposto nel presbiterio uno splendido busto del Papa Giovanni Paolo II, destinato poi al C.I.F. di Ostuni. Lo stesso don Franco preannuncia l’offerta di un artistico Crocifisso del Maestro Malecore all’Arcivescovo Rocco Talucci per il Seminario. Ma c’è di più. Non sono pochi gli ostunesi che ricordano ancora il prof. Ugo Malecore, docente di disegno e di educazione artistica presso la nostra Scuola media “San Carlo Borromeo” agli inizi degli anni cinquanta quando giungeva a Ostuni ogni mattino con il rapido da Lecce. Chi lo ha conosciuto in quei tempi dice che il professore si è trasformato nel fisico guadagnando persino in finezza di lineamenti e nel portamento, ma è rimasto l’artista che da allora faceva parlare di sé. Educatosi nella bottega del padre, cominciò da cartapestaio, ma quando intraprese il corso scolastico delle arti figurative anche la via della scultura che gli ha consentito lusinghiere affermazioni operando a Lecce, e in tutto il Salento e in altre parti d’Italia. Rivelò e coltivò una particolare venerazione per N E gli altri attori? Bravi anch’essi, ciascun ben calato nel proprio personaggio come Tonino Saponaro, Angelo Morelli, Giulio Saponaro, Giovanni D’Amico e Vincenzo Cariulo. E con questi tutti i collaboratori tecnici senza i quali non si muove la macchina teatrale. Tutti hanno contribuito a realizzare quello che la giuria leccese ha chiamato “interpretazione di gruppo”, cioè, resa scenica globale della compagnia teatrale. La giuria ha riconosciuto nel gruppo ostunese un risultato interpretativo tale che lo ha ritenuto meritevole di una nomination: la dodicesima. Questo significa riconocere i meriti della regia in un lavoro teatrale, che nella “Spartogna” è stato assunto da Gianni Cariulo, veterano del teatro ostunese, un patito del palcoscenico, instancabile cercatore di idee. A lui si deve molto del successo della commedia. Grazie ai risultati ottenuti gli “Amici del Teatro” sono diventati i portabandiera della tradizione popolare ostunese: hanno portato sul palcoscenico una commedia che ha segnato e segna un pezzo di storia della società ostunese. L’Associazione sta ora preparando quello che sarà l’evento teatrale della prossima stagione, sono già iniziate, infatti, le prove del testo scritto dalla magica penna dell’autrice di teatro e poetessa ostunese Pina Moro, tre esilaranti atti che trattano le problematiche della terza età con leggerezza ed ironia. C sue già note doti canore, anche quelle di recitazione e di danza. Altri protagonisti: Quirico Convertini (Frollo), Francesco Cavallo (Febo) Milena Urso, Anna Camposeo, Lucrezia Santoro (Fiordaliso) Mariacarmen Antelmi, Mirko Lanzilotti (Gringoire) e Viviana Tasco (Clopin). I costumi sono di Annalucia Scardino e la produzione di Cosimo Tasco. L’ la ritrattistica e per i soggetti religiosi in figura singola o anche in gruppi. Nella esposizione di Palazzo Tanzarella si poteva seguire la progressiva ascesa della sua arte attraverso i ritratti di donne e di uomini, personaggi noti nella società leccese dei quali seppe cogliere lo spirito, cavandolo dalla materia plasmata dalle sue mani. La stessa sensazione si prova davanti alle opere di carattere sacro e di figure religiose quali Padre Pio, San Massimiliano Kolbe, S. Oronzo, Madonne e Crocifissi, la maggior parte in terracotta. Opere meditate, raffinate nello stile che gli perviene dalla scuola classica attraverso la lezione ora Donatello ora Della Robbia, ma interpretate con quel tanto di geniale e di personale di cui è capace un animo nobile e fecondo qual è Ugo Malecore. Simposio Internazionale di scultura ei giorni dal 28 agosto al 3 settembre 2006, nell’ambito di «Ostuni Città d’Arte e dell’Estate 2006», il centro della Villa Comunale è stata animata in modo singolare. Angela Milone e Nicola Roma, con il Patrocinio del Comune di Ostuni e della Provincia di Brindisi, hanno organizzato il 1° Simposio Internazionale di Scultura in Pietra Bianca. Hanno partecipato gli scultori: Antonio Cosseddu Associazione ostunese degli “Amici del Teatro”, dopo i meravigliosi successi riscossi durante la scorsa stagione primaverile ed estiva e dopo i calorosi applausi che hanno accompagnato la rappresentazione de “La Spartogna”, prima nell’auditorium della parrocchia di San Luigi Gonzaga, poi all’interno della Fiera Mostra del Ferragosto ostunese ed in Piazza della Libertà ad Ostuni, infine a Lecce, ha dato ancora prova delle sue grandi capacità. Il passato 18 settembre si è aggiudiato cinque importanti riconoscimenti alla premiazione de “Le parole della memoria”, la rassegna curata dal centro studi “R. Protopapa” che ha visto protagonisti numerosi gruppi teatrali provenienti dalle province di Lecce, Brindisi e Taranto. L’obiettivo primo della rassegna, che quest’anno festeggia il suo trentesimo anniversario, è quello di tramandare, riconoscere e valorizzare tutte quelle che sono le tradizioni, gli usi e costumi della terra salentina. Al gruppo teatrale ostunese che aveva in nomination ben 12 componenti, sono stati assegnati premi andati rispettivamente ad Angela Saponaro per il miglior trucco, a Maria Giannotti come migliore attrice giovane, all’esilarante Vito Oronzo Epifani come miglior attore non protagonista, all’impareggiabile Riccardo Prisco come miglior attore protagonista e inoltre il premio speciale “amore per il teatro” all’autore della commedia, il prof. Domenico Colucci. Gli altri attori segnalati e che non sono stati premiati non hanno perduto i meriti già riconosciuti. Il riconoscimento del loro valore sta già tutto nella nomanation e nella stima degli altri attori e degli spettatori che li hanno applauditi per un’intera stagione teatrale. Bravi e indimenticabili resteranno Angela Zurlo, protagonista femminile, Beatrice Boccolo, splendida attrice giovane, Giuseppe Tagliente visionario contestatore, Filomena Semerano, misurata caratterista femminile, Enzo Pomes e Nicoletta Natola convincenti interpreti del loro ruolo. (Sardegna), Kei Nakamura (Giappone), Massimo Pellegrinetti (Accademia di Brera), Marina Quaranta (Milano) e Carmen Tornaboni (Massa Carrara) i quali dal 28 agosto al 3 settembre, hanno realizzato “en plein air”, alla vista del pubblico, le loro opere, ricavate da grandi blocchi di pietra viva ostunese. Si è trattato di una lodevole iniziativa, sperando che non si spenga e che continui negli anni futuri. Se gli organizzatori accettano, offriamo loro alcuni consigli come nostro contributo. Intanto, ci avrebbe fatto piacere ammirare anche qualche ostunese mentre estraeva dalla viva pietra la sua “creazione”. Siamo sicuri che di ostunesi ce ne sono tanti che sanno lavorare la pietra da veri artisti. Al termine della manifestazione sono state eliminate tutte le scorie residue di pietra rimaste sulla strada, ma è stata lasciata come “ricordo”la polvere bianca che copiosa si è depositata sull’asfalto e sulle chiome degli alberi, per eliminarla completamente, sarebbe bastato almeno lavare il selciato. Che fine hanno fatto le opere realizzate? Considerato che sono state pensate, create ed esposte nella Villa Comunale, non sarebbe stato giusto collocarle nelle aiuole della stessa Villa? A.S. L’Anno che verrà Un modo divertente per avvicinare gli studenti ad un nuovo corso di studio? Lo hanno ideato gli alunni della Scuola Media Statale “N. O. Barnaba” di Ostuni (dirigente prof. Domenico Chitano) validamente guidati dai docenti, nell’ambito del progetto “solidarietà”, svoltosi lo scorso anno e stampato dalla Tipografia Nuova GA s.r.l. di Via Stazione. Un calendario colorato, allegro, accattivante nella grafica e nella composizione scandisce i mesi scolastici illustrando attività, percorsi didattici e progetti programmati. Giunto alla terza edizione il calendario testimonia come la fantasia e la creatività giovanile, possano contribuire ad allontanare traumi e paure, favorendo la socializzazione e l’inserimento delle matricole nella nuova realtà scolastica. E.A. GIUSEPPE TAGLIENTE IL GOBBO E LA ZINGARA onsensi a non finire nel corso dell’Estate 2006 per la sedicenne Sara Semeraro (già vincitrice negli ultimi tre anni nel settore canto-Interpretazione-Espressione-Eleganza del “Premio Delfino” – Rassegna regionale di giovani talenti). La giovanissima ostunese (nella foto) è tra i protagonisti della neonata Compagnia di Musica “APULIA” di Carovigno, formata da ben 57 ragazzi di età compresa fra i 9 e i 20 anni, magistralmente diretti dal Centro di Danza “Arabesque” di Rosanna Tersicci autrice anche delle coreografie e dalla Scuola di Musica “De Armonica” del Maestro Franco Carlucci di Carovigno. La Compagnia ha presentato spettacoli in tantissime località (fra cui: Zoo Safari e Casina Municipale di Fasano, Carovigno, Torre Ovo di Torricella, Ostuni, Brindisi, Cirò Marina, ecc.). Lo spettacolo è liberamente tratto dall’Opera “Notre Dame de Paris” di Victor Hugo e la Compagnia “Apulia” porta in scena “Il Gobbo e la Zingara” ottenendo dei risultati a dir poco esaltanti. Tutti i ragazzi (dai ballerini, ai cantanti e agli attori) dimostrano alta professionalità e coesione. Sara Semeraro ha il ruolo di protagonista nei panni della zingara Esmeralda, la gitana che per la sua conturbante bellezza fa innamorare Febo (rappresentante della sicurezza), Frollo (prelato), ma soprattutto Quasimodo, il famoso “Gobbo di Notre Dame” interpretato da Samuele Cavallo, autore anche della sceneggiatura. In questo ruolo Sara mette in evidenza, oltre alle 4 AVVENIMENTI Ottobre 2006 Raimondo CRAVERI N ei giorni scorsi qualcuno dei più giovani si sarà posto l’interrogativo “chi è Craveri”? Infatti, nella serata del 25 luglio di “Una emozione chiamata libro”, è stata ospite di Ostuni la studiosa e storica Benedetta Craveri per la presentazione del suo libro: Amanti e regine. Evidentemente nessuno degli organizzatori si era posto l’interrogativo se vi fosse una parentela tra Benedetta Craveri e quel Raimondo Craveri del quale, sicuramente, pochi serbano un ricordo. Un po’ più grave è l’amnesia degli amministratori comunali che ormai, con le numerose cittadinanze onorarie conferite, dovranno istituire un’anagrafe apposita. La sera del 25 luglio, il Sindaco apprese, forse dalla stessa scrittrice, che Benedetta era figlia di Raimondo Craveri, cui Ostuni deve molto e che alla nostra Città era particolarmente legato. Se il Signor Max Schacter, subentrato ai primi lottizzanti, ha il merito di aver realizzato in Ostuni il primo grande villaggio turistico-residenziale con Rosa Marina e di aver consentito che un architetto del valore di Anzalin elaborasse i primi tipi edilizi delle ville che hanno influenzato l’edilizia residenziale più attenta al nostro ambiente, altro è il merito di Craveri. Attraverso la società Valtur, di cui era all’epoca amministratore, volle ubicare sulla nostra costa una struttura alberghiera progettata da valorosi tecnici che facevano capo all’architetto Luisa Anversa della scuola del prof. Quaroni, che hanno voluto ispirarsi alla architettura del nostro centro storico e che hanno realizzato il complesso in modo che non costituisse un elemento di disturbo della bellezza della nostra costa. Ma il merito di Valtur è stato quello di rappresentare il veicolo di maggiore pubblicità per Ostuni. Ricordo che anche sui mezzi pubblici di Milano vi era la pubblicità di Valtur in Ostuni. La nostra Amministrazione non ha avuto bisogno di spendere in pubblicità e anche gli operatori turistici locali si sono avvantaggiati di queste due grosse iniziative. Il conferimento a Schacter e a Craveri della cittadinanza onoraria di Ostuni, voluta dall’Amministrazione Ciraci, fu un giusto riconoscimento che gratificava due singolari personaggi, ma che evidenziava altresì il valore delle iniziative che da circa quarant’anni illustrano il nostro territorio. Ma torniamo brevemente a dire di Raimondo Craveri e di come mai fosse capitato in Ostuni. Egli era nato a Torino nel 1912 e fino all’inizio della seconda guerra mondiale aveva esercitato l’avvocatura nello studio del padre, a Torino, dove viveva con la moglie, Elena Croce, la figlia maggiore del grande filosofo Benedetto Croce e i due figli di pochi anni, Piero e Benedetta. Piero è professore di storia contemporanea e chi scrive ha avuto il piacere di conoscerlo negli anni universitari, nell’ambito degli Organismi rappresentativi studenteschi; Benedetta, evidentemente così chiamata per omaggio al grande nonno, è professoressa di letteratura francese nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Un libro pubblicato lo scorso anno dal titolo “L’altra Resistenza – Servizi segreti, partigiani e guerra di liberazione”, scritto da Peter Tompkins, è dedicato “A Raimondo Craveri, che ha ispirato questo libro, e a tutti quei coraggiosi partigiani che hanno sacrificato liberamente la vita per ridare all’Italia una vera democrazia”. L’autore e Craveri crearono l’ORI (Organizzazione Resistenza Italiana) che svolse un servizio di intelligence autonoma, con funzioni di collegamento fra i partigiani riuniti sotto il CLNAI (Comitato liberazione Alta Italia) e le armate alleate, Craveri operava col nome di “Mondo”. Fu proprio in tale veste che Raimondo Craveri, dopo lo sbarco degli alleati in Sicilia e la venuta a Brindisi del Re e del governo Badoglio, dal napoletano si portò in Puglia e alloggiò in Ostuni, nella villa di Guglielmo ed Enrico Tamburini, a Ramunno. Fu questa l’occasione per conoscere Ostuni e il suo territorio che lo portò a scegliere la nostra costa per l’insediamento Valtur, anche per i suggerimenti e la disponibilità di Pietro De Laurentis, che aveva conosciuto Craveri in Torino. Alla sua scomparsa il 16 ottobre 1992, lo Scudo lo ha ricordato con un articolo di Sandro Massari, assessore ai LL.PP. e all’urbanistica, negli anni della costruzione del Villaggio, e tra i principali protagonisti delle scelte dell’Amministrazione comunale per la valorizzazione di Ostuni. La venuta di Benedetta Craveri ha avuto anche questo merito: di rinverdire il ricordo del padre. Certo, avremmo preferito e crediamo che ella avrebbe gradito, che il ricordo fosse spontaneo e arricchito dall’illustrazione dei meriti del genitore. STEFANO CAVALLO In di Vincenzo Palmisano N el risvolto di copertina non è scritto (una dimenticanza?), ma Francesco Specchia è ostunese. Lo ha rivelato, a chi non lo sapeva, la Dott.ssa Antonietta Moro direttrice della Biblioteca Comunale, leggendo un articolo di qualche anno fa pubblicato da Lo Scudo, in cui Specchia parlava delle vacanze estive trascorse fin da bambino nella casa di campagna del nonno e del suo altalenante amore per Ostuni, città dalla quale il padre partì giovanissimo per fare carriera nell’esercito e diventare generale. Francesco Specchia, giornalista professionista, laureato in Giurisprudenza, è stato redattore di diverse testate: La Voce di Montanelli, L’Arena di Verona, Il Giornale, e attualmente è vicecaporedattore di Libero. Specializzato in comunicazioni di massa, ha pubblicato parecchio. L’ultima sua fatica, Gli Inaffondabili, Marsilio Editore, è stata presentata anche ad Ostuni la sera del 24 agosto scorso, nel chiostro S. Francesco. A parlare del libro, degli inaffondabili (di coloro cioè che sono sempre sulla cresta dell’onda, sotto i riflettori e sulle pagine dei rotocalchi) e del suo autore, è stato Luciano Rispoli, un inaffondabile che per la finezza e la signorilità del tratto e per la sua grande professionalità, a differenza di tanti altri, merita di non affondare mai e di godersi la sua intramontabile notorietà. È stata una presentazione a due voci. Rispoli e Specchia hanno dialogato a lungo calamitando per di più di due ore l’attenzione del pubblico, che ascoltava in religioso silenzio e con grande interesse. Rispoli ne è stato tanto colpito che, rivolgendosi a Specchia, al Sindaco e a noi tutti, ha esclamato: “Una serata come questa, un pubblico così attento e numeroso meriterebbero mille telecamere, e invece per la nostra TV simili realtà non esistono”. Come dire che la TV non è una cattiva maestra, ma tale è diventata nelle mani di cattivissimi maestri. Lo strillo di copertina de “Gli inaffondabili” annuncia: 37 micidiali incontri con Giorgio Albertazzi, Vittorino Andrioli, Piero Angela (e via elencando). Ovvero 37 interviste a personaggi famosi della informazione, della politica, dello spettacolo, dell’editoria, della medicina. ecc. ecc. Sfilano sul palcoscenico allestito da Specchia uomini che, sotto il fuoco di fila di brucianti domande, si raccontano e implicitamente raccontano un pezzo della storia italiana. Ogni intervista è preceduta da un ritratto del personaggio, che spesso svela particolari e momenti di vita inediti. Sono ritratti che, facendo cadere la “maschera” che tutti conoscono, mostrano la palpitante nudità dell’anima. Per darvi un’idea di come sono fatti, scelgo pochi rapidi tratti di quello di Vittorino Andreoli, il famoso psichiatra assiduo frequentatore di studi televisivi. Ecco come viene fuori dalla penna-scalpello di Specchia. Pag. 219: “I capelli di Andreoli hanno, da sempre, vita propria. Sono fili tessuti su ragnatele di ricordi, fusilli elettromagnetici collegati all’allegria dei suoi neuroni e, soprattutto, al caso”. Bellissimo! Sembra il busto di Andreoli realizzato da uno scultore espressionista. Una vera, indimenticabile icona del nostro tempo. A fare gli onori di casa, sul palco, dall’inizio alla fine, il Sindaco avv. Domenico Tanzarella, che ha ringraziato Specchia per la sua ennesima rimpatriata estiva, e Rispoli per le parole rivolte alla Città Bianca, dalla cui bellezza anche lui è stato affascinato. L’importanza delle parole di Vincenzo Palmisano “B Sono riconoscibili nella foto: il Preside Giulio Sozzi, il prof. Orazio Lomartire, assessore anziano, il maresciallo dei Carabinieri Piccinno, il dr. Raimondo Craveri, il maresciallo di P.S. Mastrangelo, il prof. Giuseppe Palma, l’avv. Stefano Cavallo e il prof. Alessandro Massari (Fotostudio M. Carrozzo) Per cambiare il mondo comincia da te! quest'ultimo periodo sto notando che i mass-media parlano sempre meno dei problemi che dilaniano i paesi del Sud del mondo, (forse perché questi argomenti non fanno “audience”…) come ad esempio: le carneficine in cui muoiono di giorno in giorno migliaia di innocenti; il sempre più grave turismo sessuale; la grandissima dilatazione dell' AIDS e di altre malattie infettive, la totale negazione dei diritti umani, etc.. Per non parlare della popolazione dei paesi ricchi che consuma l’80 per cento delle risorse del pianeta, quando 24 milioni di persone muoiono ogni giorno di fame e 300 milioni di bambini sono arruolati con le forze armate. A questo punto mi viene da chiedere: la società si rende conto della dura condizione di chi vive in povertà? Di come o perchè sia ar- Un ostunese incontra gli “Inaffondabili” rivato a vivere per strada? Sento sempre più persone che giudicano gli immigrati come “scansafatiche”, perdenti, scarti della società, oppure addirittura si è duramente critici verso il loro governo e non si pensa alla guerra che dilania quelle popolazioni. Bisogna ricordarsi che quel tipo di vita essi non l'hanno scelto, ma sono stati costretti dalla fame e dalla miseria. In questo momento è più che mai opportuno pensare a realizzare una politica di accoglienza, affinché non siano sempre i più deboli a pagare. Bisogna partire dagli ultimi cercando di ridare loro la dignità perduta, portando avanti iniziative coerenti alle esigenze, amando, senza alcuna differenza (sesso, razza, religione), i più bisognosi. D'altronde questa è l'opera di tutti i missionari che, per amore del prossimo, si donano to- talmente ai poveri. Non si tratta solo di fare qualcosa per loro, ma si tratta di fare qualcosa di importante per noi, cosi che si possa eliminare la mentalità consumistica, guardando all'essenziale, vivendo in modo più vero. Per concludere vi lascio da leggere alcune frasi ispirate ad un testo di don Tonino Bello: “L' uomo è un angelo con un'ala sola: bisogna essere in due per poter volare… Se mettiamo insieme le ali le spiegheremo insieme sul mondo: lo circonderemo di voli, verso i Piccoli della Terra”. GABRIELE BERGAMO elle parole”, “Passaparola”, “Le parole che mi hanno detto”. È evidente che per Ferdinando Sallustio le parole, quelle scritte e quelle dette, non hanno una grande importanza. Servendosi di entrambi i registri, Ferdinando da parecchio tempo comunica con un pubblico sempre più vasto, dimostrando che una erudizione sterminata come la sua può diventare cultura viva se è tenuta insieme dal collante di una forte memoria, dal talento naturale e dallo studio. Il suo ultimo libro (che a breve inizierà un tour di promozione in diverse città italiane, con partenza da Montecatini) si intitola, tanto per cambiare, Le parole che mi hanno detto (Schena Editore). Cino Tortorella, il famoso “Mago Zurlì”, che la sera del 29 agosto avrebbe dovuto presentarlo nel chiostro San Francesco, impossibilitato a venire in Ostuni per anticipati impegni di lavoro, è stato egregiamente sostituito dal prof. Lorenzo Caiolo, ideatore e coordinatore della fortunata Settimana dei bambini del Mediterraneo. La serata iniziata alle ore 9,30 si è protratta sin quasi alle 11, perché molti sono stati i temi affrontati e numerose le domande del conduttore e le risposte dell’autore. Il libro contiene le interviste che Sallustio ha fatto a importanti personaggi della cultura, della televisione e della società. L’unico ostunese intervistato è Franco Colizzi, direttore ed editorialista del mensile “Amici dei lebbrosi” e presidente nazionale dell’AIFO. Gli intervistati parlano di tanti argomenti, ma il tema centrale sul quale, sollecitati dall’autore, essi si esprimono è quello relativo ai bambini, ai genitori e alla famiglia. Nella seconda parte del volume, il lettore, oltre a una antologia di ninne nanne di varia ispirazione, troverà allegato un CD che contiene le filastrocche di Passaparola. È una sezione, questa, che mi ha colpito perché le filastrocche, grazie alla nota bravura di Davide Saccomanno (musicista Jazz) e di Patrizia Semiramide Giannotte (pianista classica e cantante) si trasformano in rutilanti frammenti e schegge a colori di musica e parole. Ascoltatele tutte, mettetele mentalmente insieme e alla fine avrete un’unica canzone. Sfogliando il libro, vi imbatterete in una sorpresa. Tra le ninne nanne scritte da Ferdinando spunta una poesia. I versi hanno un sapore antico ed evocano atmosfere di un tempo che è sempre presente ed intenerisce. La poesia l’ha scritta Antonio Sallustio, il papà di Ferdinando il quale, pubblicandola, l’ha salvata dall’oblio in cui rischiava di annegare. La manifestazione si è conclusa con gli interventi del prof. Muraro e del prof. Distante (rispettivamente Presidente onorario e neopresidente dell’Associazione “Amici di Ostuni” – promotrice dell’evento), i quali, oltre a ribadire i concetti espressi nelle interviste, hanno augurato a Ferdinando il raggiungimento di ulteriori traguardi. C M G N 5 SPORT Ottobre 2006 Partita scapoli contro ammogliati Ieri e… oggi Ostuni ieri di Nicola e Pierluigi Orlando Non ha potuto assistere alla partita il prof. Alfredo Tanzarella, terzo degli atleti del ’46. La sua presenza, comunque, è stata testimoniata dal lungo articolo sul numero di luglio e di questo numero de “Lo Scudo”. A tutti e tre va il nostro più sentito e caloroso ringraziamento per la partecipazione e per l’attestato di stima che hanno voluto esprimere nei riguardi dell’organizzazione. La cronaca della partita si può riassumere tutta nelle sette reti che sono state realizzate. Sulla carta erano nettamente favoriti gli scapoli. Con la loro gioventù, infatti, surclassavano nettamente gli ammogliati che, anagraficamente, erano tutti over…anta: il più giovane aveva superato i quaranta, il più anziano era già oltre i sessanta. Inizio blando e fasi di studio, come si conviene ad un normale incontro di calcio, ma dopo pochi minuti gli ammogliati passavano in vantaggio grazie al proprio centravanti Barnaba. La reazione degli scapoli era immediata ma, complice anche la fortuna che sorrideva agli ammogliati, il risultato non cambiava sino a pochi minuti dal termine del primo tempo quando un gran tiro da fuori area di Perfetti riportava l’incontro in parità. Il secondo tempo iniziava con più vigore da parte degli scapoli, mentre tra Formazione AMMOGLIATI – 1° Tempo. In piedi da sin.: Francesco Lutrino, Nicola gli ammogliati iniziavano i Orlando, Massimo Giglio, Antonio Indiano, Giovanni Vincislao, Luigi Barnaba, Felifrequenti cambi che conce Galizia, Domenico Tanzarella (Cap.), Vladimiro Giannotte. Accosciati da sin: Ensentivano agli atleti più zo Pomes, Giuseppe Zurlo, Antonio Giannotte, Francesco Regnani, Roberto Cardoavanti con gli anni, e mene, Domenico Vincislao. no avanti con preparaInfatti, tra gli ammogliati si annoverava la presenza zione atletica, di recuperare un pò di fiato. di diversi “figli” (Tanzarella, Orlando, Giglio, Santo- Tra un cambio e l’altro, grazie alla buona vena rearo, Menna), e tra gli scapoli diversi “nipoti” (Tanza- lizzativa di Barnaba che metteva a segno altre due rella, Orlando, Mottolese, Specchia). reti, gli ammogliati si portavano sul 3 – 1. Tutto laOggi, per l’occasione, la poesia in vernacolo l’ha sciava pensare ad una disfatta degli scapoli che, scritta il prof. Lorenzo Cirasino che, con la maestria nonostante le avverse condizioni climatiche e la che lo contraddistingue, ha immortalato le gesta desegue a pag. 6 gli atleti contemporanei. A entrambi va il nostro più vivo ringraziamento. Le due poesie, distanziate di 60 anni, rimangono patrimonio del folklore di Ostuni, di tutti gli ostunesi e, in particolar modo, dei partecipanti ai due incontri di calcio. Tra gli spettatori in tribuna erano presenti due dei “superstiti” del 1946: il prof. Filippo Mottolese e Licio Giglio, visibilmente commossi. Oltre a gustarsi la partita hanno potuto ammirare, rispettivamen- Formazione SCAPOLI. In piedi da sin.: Filippo Mottolese, Errico Perfetti, Pierluigi te, i due nipoti Filippo e Orlando (Cap.), Giuseppe Tanzarella, Roberto Colucci, Roberto Bianchi, Angelo Marco tra gli scapoli, ed il Melpignano, Gerardo Giandonato, Marco A. Mottolese. Accosciati da sin.: Oronzo figlio Massimo tra gli am- Lococciolo, Sandro Lorusso, Antonio Zurlo, Giorgio Specchia, Giuseppe Loparco, mogliati. Giuseppe Moro. eri: 4 agosto 1946, prima domenica del mese. Al campo sportivo comunale di Ostuni si svolse la partita di calcio “Scapoli – Ammogliati” con lo scopo di raccogliere fondi per l’iscrizione dell’Ostuni Sport al campionato di categoria. I partecipanti: impiegati, commercianti, professionisti, tutti conosciuti, che si prestarono molto volentieri e diedero lo spunto al prof Domenico Colucci che volle immortalare le gesta degli atleti nella sua poesia in vernacolo “tra ‘nzerate e vacandije”. Oggi: 6 agosto 2006, prima domenica del mese. Sullo stesso terreno di gioco, come sessanta anni fa, l’associazione “Ulivo d’Argento” ha voluto riproporre agli ostunesi la classica partita. I partecipanti: impiegati, commercianti, professionisti, tutti abbastanza noti come i progenitori. I SESSANTA ANNI DOPO di Filippo Mottolese vero, non è un errore di stampa. Si è ripetuta la famosa partita fra scapoli e ammogliati giocata il 4 agosto 1946. Chi scrive è uno dei tre superstiti di quell’avvenimento. Quattro agosto 1946 dunque. Solo due mesi prima, il 2 Giugno, durante il Ministero De Gasperi, si tennero le votazioni per l’Assemblea Costituente e quelle per il Referendum Istituzionale che fu favorevole alla Repubblica. Sopra ogni cosa, però, è da ricordare che, solo un anno prima, cioè nel 1945, era terminata una guerra terribile durata ben sei anni, dall’1.9.1939 (inviasione della Polonia da parte della Germania di Hitler) fino al 7.5.1945 (conquista di Berlino). Una guerra senza tregua (dalla quale, purtroppo, più di un Ostunese non è mai rientrato) vissuta fra bombardamenti, battaglia na- È vale, uso della bomba atomica. Conflitto al quale parteciparono tutte le maggiori potenze mondiali, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dall’Unione Sovietica alla Francia, dalla Germania al Giappone oltre, ovviamente, all’Italia. Questi particolari li ho citati per meglio comprendere il clima vissuto da noi giovani dell’epoca. L’Italia piano piano si riprendeva. Le attività commerciali e professionali si avviavano verso la normalità e così dicasi delle competizioni sportive. Gli studenti tornavano sui libri. Si riaprivano le discoteche, avevamo voglia di divertirci, dopo tante sofferenze. Nacque così l’idea della partita di calcio tra scapoli e ammogliati. Alla presenza di numeroso pubblico, donne comprese, che riempivano la tribuna in pietra (l’unica esistente all’epoca) si disputò un incontro vivace e abbastanza combattuto. L’arbitro fu l’Avvocato Angelo Petraroli. Qualcuno può ricordarlo è stato proprietario del Cinema Roma. Nessuno voleva perdere. Vinsero gli scapoli per 2 a 1 per cui gli ammo- I’ scecatòre de pallone e le disavventure calcistiche di Alfredo Tanzarella li azzurri vincono il Campionato Mondiale di calcio, gli ammogliati battono gli scapoli. Gli sposati, con la vittoria del 6 agosto scorso, si prendono la rivincita sui celibi che li batterono nel lontano 4 agosto 1946. A quella partita, fui tra i protagonisti (oggi sopravvivono solo Filippo Mottolese e Licio Giglio); così, la partita di oggi mi ha riportato alla mente gli otto anni trascorsi sui campi sportivi – o tali solo di nome! – nel ruolo di terzino. Dal giugno del 1932 giocai nell’Ostuni, in coincidenza col passaggio dal calcio a sette a quello ad undici giocatori – come poi è rimasto. Di quel calcio d’altri tempi voglio narrare. G Col Martina, poi, c’erano conti aperti: ad una partita giocata sul campo degli avversari, vinta dall’Ostuni per 2 a 1, accadde che, all’uscita del paese, l’autovettura nella quale viaggiavamo fu fatta oggetto di una fitta sassaiola da parte di scalmanati. I finestrini laterali (allora in celluloide e non ancora in vetro) furono incrinati dalle pietre, ma la celluloide resse all’urto impedendo che penetrassero nell’abitacolo, evitando così certamente, che vi fossero dei feriti. Altro episodio, che può definirsi strano, date le circostanze – perché sarebbe stato certo evitato se si fosse usata maggiore accortezza da parte degli organizzatori dell’incontro – si svolse in un paese del Capo di Lecce. Dopo un viaggio in una 503 Fiat di Non era certo il calcio miliardario di oggi: a parte la maglia e le scarpe, il resto della divisa (calzoncini, calzettoni, parastinchi, cavigliere) era a carico dei giocatori. Per ogni incontro disputato fuori sede, il compenso era di 10 lire, oltre le spese, mentre per le partite giocate in casa, il premio si riduceva ad una bottiglia di gazzosa, quella con la pallina di vetro. I campi da gioco erano di ridottissime dimensioni ed assolutamente di fortuna (ovunque c’era uno spiazzo urbano libero o un terreno incolto) fino al 1931, quando il Podestà Giuseppe Salvatore Ciraci fece realizzare l’attuale campo sportivo comunale. Di fortuna ...anche allenatore ed arbitri (nel senso che si trattava di persone improvvisatesi “1928 – squadra di calcio «La Folgore»”. In alto, da sn.: Orazio Lo Martire, Anin questi ruoli), mentre a gelo Tanzarella, Giuseppe Anglani, Adolfo Solari. In basso, da sin.: Salvatore volte era presente il co- Roma, Guido Laporta, Angelo Stanisci. In II fila, Alma Marseglia, Maria Solari, siddetto “commissario di Bonaventura Taliento, organizzatore della “avanguardia fascista” a Ostuni e campo”, per garantire la responsabile sportivo, Elvira Monopoli, Eugenia Zaccaria, atlete e madrine. regolarità dell’incontro. Foto tratta da: “Gli anni del Fascismo” di A. Tanzarella, Schena Editore, 1995. Del passaggio al calcio ad 11 ho già detto: quando si giocava in sette la Andrea Nobile (allora si giocava in 7), giungemmo squadra era composta dal portiere, due terzini, un quasi in orario per la partita. Eravamo già vestiti per centrosostegno, un centrattacco, due ali. Del calcio disputare l’incontro,, pronti ad entrare in campo. Ma ad undici ormai si sa tutto. quale fu la nostra sorpresa nel vedere che i 14 gioMi piace ora ricordare alcuni dei più interessanti epicatori, salvo qualche lieve differenza, indossavamo sodi che si sono verificati durante le partite. tutti maglie con gli stessi colori. Poiché l’arbitro, che Ad esempio quello successo in occasione della parera un certo Laslò – un ungherese – si rifiutava di tita con il Martina (l’avversario più tosto incontrato, dirigere l’incontro, fu deciso di rivolgersi ad un negogiocata nel campo improvvisato di contrada Fiatatuziante tifoso, persuadendolo ad aprire il negozio e ro) e pareggiata per 2 a 2. Il campo, in cui alcuni prelevare 8 foulard di una tinta ed altrettanti di cologiorni prima era stato bruciato lu restùcce (le stopre diverso, che furono annodati i primi al braccio depie), era cosparso da una coltre nera, per cui, dopo stro dei nostri ed i secondi al braccio sinistro dei loalcuni minuti dall’inizio della gara, avevamo tutti l’acali. Il ripiego non accontentò nessuno: infatti, tra fispetto di ...negri e i calzoncini apparivano di un neschi ed urla, l’arbitro sospese la partita al 50° minuro-pepe. S’immagini le risate del pubblico, ma anto e noi non ricevemmo le dieci lire pattuite. che noi scoppiavamo dal ridere ogni volta che ci Episodi curiosi se ne sono verificati tanti altri, non guardavamo in viso. Ma l’incontro andò comunque sempre piacevoli, come quello avvenuto nel 1934, avanti sino alla fine dei 90 minuti e noi fummo preaccaduto durante l’incontro tra il Carovigno (nella miati con la solita gassosa. cui squadra giocavamo io e Gino Anglani, detto Ginocca – arbitro Angelo Anglani di Ostuni) e l’Arsenale di Taranto. Avvenne che essendo le porte prive 1946: il pubblico in tribuna. di rete, ogni volta che si segnava il goal, la squadra che lo subiva intavolava una violenta discussione, asserendo che la sfera aveva solamente sfiorato il lato esterno d’un palo, nonostante la decisione dell’arbitro che invece sanciva il goal. Solo per un miracolo non si venne alle mani. L’incontro, comunque, terminò 2 a 0 per il Carovigno. Da ricordare anche la partita giocata a Cisternino. L’incontro non vide la fine perché fu sospeso alla mezz’ora del secondo tempo: quando l’arbitro sospese la partita per invasione di ...cane. Proprio così. Infatti un grosso cane fece irruzione nel campo e gliati, dopo sessanta anni, si sono presi la rivincita si mise a inseguire il pallone cercando di azzannarvincendo per 4 a 3. Certo non eravamo atleti prolo. I giocatori si fermarono di colpo, piuttosto impaufessionisti e di conseguenza in campo succedeva riti. Pasquale Petraroli, detto Perticone, terzino deldi tutto. l’Ostuni, coraggiosamente cercò di calmare l’animaCito alcuni episodi. le che, non riuscendo a mordere la palla, si era fer1) Volendo colpire la palla di testa, talvolta la ritromato stringendola tra le zampe. Pasquale si avvivavamo fra le mani. cinò un po’ troppo e fu azzannato alla caviglia (fortu2) Nel tentativo di fare una respinta od un passagnatamente protetta dalla cavigliera). L’arbitro nel gio al compagno, capitava che la palla rimanesfrattempo aveva abbandonato il campo. Il sopragse fra i piedi per cui si perdeva l’equilibrio e si giungere di due Vigili Urbani pose fine al tragicomicadeva. co evento, con la cattura dell’animale con l’aiuto de lu mpicacane. segue a pag. 6 segue a pag. 6 C M G N 6 SPORT Ottobre 2006 OSTUNI SPORT L’ ENERGY BASKET OSTUNI Il nuovo Ostuni Sport ha tanto ...entusiasmo Una vittoria voluta con il cuore di Tonino La Centra di Maria Rosaria Palmisano ultimo atto del presidente Oronzo Francioso, non più in grado di gestire, da solo, il sodalizio giallo-blu, è stato quello di iscrivere la squadra dell’Ostuni Sport al campionato di Eccellenza 2006/’07, pena l’esclusione da tutti i tornei calcistici regionali. Fatto ciò, ha consegnato il titolo Societario al Sindaco della Città Bianca, avvocato Domenico Tanzarella, il quale, ha tenuto fede alla dichiarazione fatta (e riportata qui di seguito) al termine della vittoriosa gara di ritorno dei play-out contro il Taurisano dello scorso campionato: «Credo che la Città abbia risposto nel migliore dei modi incoraggiando la squadra per tutta la gara. Chiaramente mi auguro che questa sia una base di partenza e non un punto di arrivo». Ebbene, il primo cittadino, di buon grado, da sportivo e da ex praticante (per alcuni anni ha partecipato, come difensore, nei campionati minori), ha convocato un gruppo di imprenditori locali per formare una società in grado di assolvere al gravoso compito e cioè quello di gestire un importante sodalizio, dai gloriosi trascorsi, qual è l’Ostuni Sport. Il primo cittadino è riuscito nell’intento ed ha formato una solida Società alla cui presidenza è stato eletto il signor Lillo Santomanco, commerciante. La segreteria, come sempre è stata affidata al bene- merito del calcio, il Segretario Franco Anglani. Al vero artefice di questa nuova società, l’avvocato Domenico Tanzarella è andato il titolo di Presidente onorario. La guida tecnica è stata affidata ad Angelo Carrano, già allenatore dello scorso campionato ed il compito di Direttore sportivo al signor Enzo Carbonella, vecchia conoscenza dell’Ostuni Sport. In pochi giorni, quando già tutte le altre squadre avevano completato la campagna acquisti, lo staff giallo-blu ha messo insieme un gruppo di calciatori, la maggior parte giovanissimi, che, visti i primi risultati, lasciano ben sperare. Battuti il Carovigno (2-1) ed il San Vito (1-0), l’Ostuni Sport ha superato il primo turno di Coppa Italia. In Campionato, esordio positivo nella gara inaugurale, pareggio esterno sul difficile campo del Real Noci, e a seguire, un’altra splendida vittoria esterna sul campo della matricola Capurso, con un gol del solito Impronta, goleador di razza che in sei giornate ha già messo a segno tre gol, tutti decisivi. Dopo Capurso, l’Ostuni, nell’ultima gara casalinga, pareggiando con il Novoli (0-0) ha ottenuto il suo sesto risultato utile consecutivo ed ora occupa la seconda posizione in classifica generale a quota 12. Nel mese di ottobre questi sono gli impegni degli uomini di Carrano: il giorno 15, Galatina-Ostuni; il 22, Ostuni-Fasano; il 26 (giovedì) ApricenaOstuni; il 29, Ostuni-Nardò. Questi i quadri tecnici della nuova società. Allenatore, Angelo Carrano; Direttore sportivo, Enzo Carbonella; preparatore atletico, Giuseppe Vizzielli. Calciatori (1): Giuseppe Abbrescia (c), Marco Amato (d), Sergio Bruno (p), Alessandro Calò (c J), Rafael Christ (c), Nicola Ciramitaro (d), Armando Crupi (a), Michael D’Aversa (p J), Saverio De Cristofaro (d J), Marco Friuli (c J), Vittorio Impronta (a), Davide Lazzaro (c), Cosimo Lucati (a), Vincenzo Nazaro (c J), Antonio Palano (a), Giovanni Parisi (d), Emanuele Razzini (d), Alessandro Rizzi (c J), Giuseppe Stallone (c), David Trovato (d J), Alessandro Turco (a J), Marco Lopetuso (d). : c = centrocampista; p = portiere; d = difensore; a = attaccante; j = Juniores. (1) M eglio di così non poteva cominciare il campioonato di B/2 dell’Ital Green Energy Basket Ostuni, con la vittoria della squadra di coach Giovanni Putignano contro la formazione del Ruvo – data per favorita alla vittoria stagionale – con il risultato di 88/81. L’incontro, combattuto da ambo le parti, ha visto l’I.G.E. convinta e decisa nel voler vincere, giocando a ritmo molto sostenuto nei primi due quarti, recuperando prontamente un leggero calo avuto nel terzo quarto e dominando il finale. l’ingresso in campo dei giocatori della prima squadra e della formazione avversaria, accolti dagli allievi del minibasket. Infatti, già da tempo si sta portando avanti un progetto per “coltivare” in casa i propri campioni, grazie appunto al minibasket e al settore giovanile, curati e voluti fortemente dall’allenatore Maurizio Santoro, presenza costante e fondamentale nei due contesti. Il fenomeno basket ad Ostuni è ormai un dato di fatto, che accomuna gente di tutte le età, famiglie Foto: Fotottica Moro - Ostuni Le prodezze di Sarli, la prontezza di Nobile nell’andare a canestro, la precisione nei tiri fuori area del “cecchino” Parisi e la rivelazione del giovane Maddaloni, hanno portato in visibilio il pubblico del palazzetto di viale dello Sport. Nonostante Di Santo e Milone fossero ancora infortunati – ma in fase di guarigione – il coach li ha chiamati in campo contribuendo egregiamente al risultato di questo match. Tutto questo si è svolto in un palazzetto, come da tradizione, gremito di tifosi, i quali di recente hanno dato vita al Club Basket Ostuni, presieduto dalla signora Margherita Penta. Il club, oltre ad aver curato le splendide coreografie sugli spalti e gli immancabili cori, ha messo insieme il presente ed il futuro del basket ostunese con intere, che grazie alla comune passione, la domenica pomeriggio – e non solo – ha il piacere di riunirsi nel palazzetto per seguire i propri beniamini. Volendo mutuare una frase del presidente Tanzarella: “...dove ogni cosa viene fatta con il cuore...”, parliamo di un cuore giallo blu, appunto, che somiglia ad una palla a spicchi. I prossimi appuntamenti dell’I.G.E. sono l’8 e il 22 ottobre fuori casa sui parquet di Giulianova e Molfetta; il 15 e il 29 ottobre in casa contro il Melfi ed il Canicattì. La redazione de Lo Scudo ringrazia la dott. Maria Rosaria Palmisano che ha accettato di fornire la sua collaborazione per tenere informati i nostri lettori delle vicende della più importante squadra di pallacanestro di Ostuni. DA PAGINA 5 Ieri e ... oggi scarsa visibilità non si davano per vinti. Perfetti andava ancora a segno, accorciando le distanze per la sua squadra. Quando mancava poco al fischio finale, dopo una respinta del portiere degli ammogliati su tiro ancora di Perfetti, il pallone sembrava ormai perso, ma un caparbio Orlando riusciva a mantenere la palla sul filo della linea di fondo e a crossare al centro dell’area di rigore, dove una grande incornata di Lorusso portava al pareggio gli scapoli. Mentre si pensava ad una risoluzione “ai rigori”, in perfetto stile “mondiali”, nasceva l’ultimo goal degli ammogliati ancora con Barnaba che, in seguito ad una perfetta triangolazione Tanzarella–Orlando–Indiano, raccoglieva l’ultimo passaggio ed al volo insaccava la quarta rete personale che dava, a pochissimi minuti dal termine, la vittoria agli ammogliati. Cosa dire dell’incontro? È stato avvincente, a tratti molto veloce, soprattutto corretto e disputato con vero spirito sportivo, tra amici che hanno reso onore ai propri progenitori. Non ci si può esimere dal menzionare quanti hanno reso possibile col proprio contributo la realizzazione dell’evento: la Banca di Credito Cooperativo, il Grand Hotel Rosa Marina, Semerano Service, il Grand Hotel Santa Lucia, Fratelli Proto, Croce Bianca dei F.lli Fiorini, Elettronica 2003, Fai da Te, La Candina de Seppe Tise, Ottica Nacci, le sezioni ostunesi del Centro Sportivo Italiano e della Croce Rossa. Li ringraziamo sentitamente dando loro un arrivederci a prossime manifestazioni. Agli atleti mandiamo un grande e caloroso “grazie”. Partecipando, hanno reso possibile la rievocazione di un evento che forse pochi ricordavano, ma che certamente da oggi sarà più presente nella mente degli ostunesi. L’impegno e l’ardore che hanno profuso durante la partita, oltre a rendere onore a se stessi, gratifica chi si è prodigato per la buona riuscita della manifestazione. Agli scapoli, baldi ed atletici giovani, auguriamo di partecipare ad altri numerosi incontri, magari fra qualche anno a campi invertiti. Agli ammogliati, per l’impegno profuso nonostante il peso degli anni, auguriamo di veder giocare in futuro figli e nipoti che li ricordino come noi abbiamo fatto oggi. Sessanta anni dopo 3) La stanchezza spesso si impadroniva di noi. Eravamo costretti di fingere di essere in balìa dei crampi per rimanere qualche attimo sdraiati su di un campo in terra battuta e molto polveroso. 4) Da ricordare infine il tormento della sete. La giornata era molto calda. Indossavo la maglia N. 5 assegnata a chi ricopriva il ruolo di stopper (allora si diceva “centromediano”) e di conseguenza sostavo quasi sempre a metà campo. Tuttavia quando bisognava effettuare una rimessa laterale con le mani e questa avveniva nei pressi della metà del campo, dalle parti della tribuna, talvolta gridavo a tutta voce: “lasciatemi la palla”. Era l’occasione per bere tanta acqua. Questi ricordi più salienti del 4 agosto 1946. Prima di chiudere, però, sento il bisogno di dedicare alcuni concetti ai giovani che fanno attività sportiva. Rispettate l’avversario e non consideratelo un nemico. È importante partecipare e non vincere. Per chi pratica sport di squadra (calcio, basket e quant’altro) nel quale è previsto il contatto fisico, è necessario evitare interventi violenti o gesti di cattiva educazione. Infine espongo alcune mie riflessioni sullo sport. Sono pensieri che mi piacciono, scritti su di un foglietto che conservo nel portafoglio. Di tanto in tanto li leggo. 1) Lo sport è il mondo dei sentimenti. 2) Lo sport è romanzo popolare. 3) Lo sport è materia nella quale la gente crede come metafora della vita. 4) Lo sport si incrocia con i destini reali, è materia semplice e dunque difficile. 5) Lo sport è la vita combattuta con altre armi. Auguro ai lettori di questo articolo di essere presenti alla terza partita che si giocherà fra sessanta anni, cioè nel 2066. Vi sarò grato se quel giorno vorrete ricordarmi. C M G N Formazione AMMOGLIATI – 2° Tempo. In piedi da sin.: Domenico Tanzarella (Cap.), Giovanni Vincislao, Roberto Cardone, Antonio Indiano, Giuseppe Zurlo, Vladimiro Giannotte, Massimo Giglio, Nicola Orlando. Accosciati da sin: Domenico Vincislao, Giuseppe Santoro, Antonio Giannotte, Felice Galizia, Francesco Regnani, Luigi Barnaba. I’ scecatòore de pallone... Fu doping? Della partita tra il Carovigno e l’Arsenale di Taranto ho già detto. L’allenatore dell’A.C. Carovigno convocò prima dell’allenamento del giovedì titolari e riserve per le consuete disposizioni e raccomandazioni prima della disputa della partita domenicale . L’Arsenale di Taranto era una squadra di alto livello, molto temibile, che militava in un campionato organizzato e che era stata scelta per festeggiare non ricordo quale ricorrenza importante che riguardava Carovigno. Bisognava, dunque, fare bella figura, quale che fosse stato il risultato. A tale scopo ci sarebbe stato distribuito un leggero ma efficace farmaco sotto forma di capsule. Senza rendercene conto, prima dell’incontro ingerimmo il medicinale. Forse perché il farmaco produsse un effetto veramente stimolante oppure perché suggestionati, entrammo in campo come ...leoni; e, cosa assolutamente insperata, vincemmo l’incontro. Fu doping, come si dice oggi? Per diversi anni si rimase nel dubbio se si era trattato di un farmaco più o meno pericoloso. Incontrandomi una volta col compagno di squadra Enzo Pagliara, che nel frattempo era divenuto farmacista, questi mi assicurò che si trattò di simpamina, un medicinale che gli studenti assumevano all’antivigilia di esami di un certo impegno e, pertanto, non nascondeva particolari pericoli. C M G N 7 Speciale Convegno Nazionale MEIC deve all’impegno ammirevole del Dott. Pietro Lacorte, Presidente diocesano MEIC di Brindisi-Ostuni e al Prof. Mario Signore, ordinario di Filosofia morale nell’Università di Lecce, e ai loro infaticabili collaboratori, se da una decina di anni si tiene nella Città Bianca un convegno nazionale che tra i suoi obiettivi annovera quello di contribuire a trasformare in realtà il sogno della pace. Il tema del convegno di quest’anno svoltosi all’Hotel Incanto dal 7 al 10 settembre, era Partire dal Mediterraneo (per una cultura di pace e cooperazione). Come negli anni precedenti, vi hanno partecipato docenti e studiosi e ricercatori (laici e Ostuni, 9 settembre 2006: il Ministro Giuseppe Fioroni interviene alla giornata conclusiva del convegno. cattolici, credenti e non creFoto: Hobby Foto - Valente. Ostuni denti) provenienti da Università del Nord, del Centro e del Sud d’Italia (F. Arosio, F. Boero, R. Cananzi, R. Cingolani, D. Cop- Importantissimo è il ruolo della cultura e della ricerca per lo sviluppola, L, Corradini, T. Cozzi, A. Distante, L. Duilio, A. Ferro, L. Fusco po dei popoli. La scienza unisce le culture, le fa collaborare e proGirard, F. Giaccari, F. Godelli Silvia, L. Guerriero, C. Lacirignola, G. gredire insieme. Gli Stati che “si rubano” i ricercatori e gli scienziati La Sala, M.C. Malaguti, F. Marano, M. Milani, G. Muraro, I. Musu, R. migliori li accolgono indipendentemente dalla razza o dalla religioPersico, L. Prenna, V. Recchia, S. Rizzo, A. Romano, M. Signore, ne, basta che siano bravi. I nostri Nobel Dulbecco e Levi Montalcini sono stati accolti a braccia aperte quando sono arrivati, il primo A. Spadaro, V. Svelto, F. Totaro, S. Zamagni). Un convegno quindi ad alto livello scientifico, che si è aperto con i in Inghilterra, la seconda in America. saluti del Sindaco, dell’Arcivescovo, una bella introduzione di Pietro Non c’è pace tra i popoli se non c’è pace fra le religioni. È quindi, Lacorte e una profonda prolusione di Mario Signore. necessario che anche le varie confessioni dialoghino. Lo storico Sono state svolte numerose relazioni (forse troppe?) la cui ricchez- incontro di Assisi fortemente voluto da Giovanni Paolo II non è un za, varietà e complessità non è possibile condensare in una articolo capitolo chiuso. di giornale. Pertanto, non avendo registrato, ci limitiamo a riportare Gli sforzi dei costruttori di pace devono mirare non alla integraziocon parole nostre quello che abbiamo ascoltato. ne o alla assimilazione ma alla fraternità dei popoli. Citiamo a memoria Il Mediterraneo è oggi il mare che vede il ripetersi dell’Esodo de- La globalizzazione è omologazione e sostituzione delle diverse scritto dalla Bibbia. Con una grande differenza: allora l’esodo ri- culture con un’unica cultura mondiale, che cancella ogni identità. guardò un solo popolo, quello degli Ebrei, oggi riguarda moltissimi Tra l’Egitto e la Regione Puglia è stato firmato un accordo che prepopoli della Terra. L’esodo di oggi è fuga dalla miseria, dall’opvede uno scambio singolare e positivo, che sarà esteso ad altri setpressione e dalla guerra. E la sua meta è quasi sempre l’emargitori. L’uva egiziana, che matura prima, sarà esportata in Puglia, e la nazione e la ghettizzazione e non la liberazione da tutto ciò che nostra uva che matura più tardi, sarà importata dall’Egitto. Non il rende disumana la vita di milioni di persone. solito bla bla del parlare e non fare, ma un esempio concreto di veIl Mediterraneo è stato la culla nella quale sono nate e si sono svira cooperazione e di politica lungimirante. luppate diverse culture. La diversità di queste culture è una ricchezza che bisogna sfruttare. Bisogna quindi che fra di esse ci sia Le forze di interposizione come quella italiana nel Libano avranno dialogo e non scontro. successo e porteranno alla pace solo se saranno accompagnate e sostenute da iniziative diplomatiche. Non bastano i corridoi materiali (quello 5, quello 8), ci vogliono i corridoi immateriali, quelli che servono a far viaggiare non le merci Il convegno ha fatto registrare un improvviso e incredibile incree le persone ma le idee. mento di partecipanti e una impennata emotiva quando è arrivato il La conoscenza genera formazione, la formazione genera sviluppo. Ministro della Pubblica Istruzione on. Beppe Fioroni. Per questo l’Università di Lecce ha esteso la propria attività didatti- Il suo discorso attesissimo non ha deluso le aspettative. Entrando co-scientifica agli stranieri aprendo scuole in alcuni paesi extraco- subito in sintonia con i convegnisti, il Ministro ha parlato di scuola munitari. Si assiste così a un via vai di studenti e dottorandi tra pubblica, di Costituzione, di formazione dei docenti, di integrazione sponde diverse dello stesso mare, i quali, quando lavoreranno in lo- dei figli dell’emigrazione, e un grande applauso, seguito a tanti alco per la crescita del proprio Paese, indirettamente lavoreranno an- tri, ha sottolineato le sue parole quando ha esclamato: “La scuola che per la crescita dell’Italia e dell’Europa. può essere l’elemento fondante per la realizzazione di un ponte in cui le persone si incontrano, le culture si consolidano in contamiNei Paesi sottosviluppati, non basta fermarsi a livello di scuole uninazione diretta di valori e di principi diversi che è l’esatto contrario versitarie. Se non si vogliono creare delle élites, occorre promuovedi chi pensava che si poteva fare lo sceriffo costruendo la pace re la istruzione anche tra gli strati bassi della popolazione. con le bombe”. Innovazione e ricerca sono i motori della crescita. Senza la cresci- È stata notata da tutti, non solo da Pierino Lacorte (che ancora ta la disoccupazione e la povertà aumentano, i problemi si aggra- non riesce a capacitarsene) l’assenza totale dei politici. vano e anche la pace è in pericolo. Un bellissimo messaggio è arrivato dal Presidente della RepubbliLa politica è in crisi perché è stata sequestrata dall’economia. Ed è ca Giorgio Napolitano. VINCENZO PALMISANO l’economia purtroppo che indica le direttrici di marcia ai governi del Si Ottobre 2006 Documento conclusivo del Convegno Nazionale MEIC Il Mediterraneo, nella sua vicenda storica, si è caratterizzato come identità plurale e ha costituito la culla della civiltà occidentale. Oggi, a causa di fattori etnici, economici e religiosi, la permanenza di profondi e gravi squilibri nei livelli di reddito pro-capite e nella qualità della vita, nonché l’esplosione di conflitti di preoccupante virulenza, rischiano di compromettere l’equilibrio della convivenza internazionale. Al momento attuale la figura rappresentativa delle dinamiche evolutive del bacino mediterraneo è l’esodo, inteso come migrazione di popoli, ma anche come apertura a nuovi orizzonti e a inedite opportunità. In questa situazione la vicenda mediterranea si configura per un verso come una seria minaccia per la pace mondiale, ma per altro verso presenta sfide decisive alle istituzioni internazionali e offre alla cultura e alla politica elementi forti per ripensare nuovi progetti di convivenza. L’Europa deve sentirsi particolarmente interpellata per il suo legame geografico e storico con il Mediterraneo ed anche per il suo ruolo di compiuta declinazione dei diritti dell’uomo e dei principi di autodeterminazione dei popoli. Il Convegno, nel ripensare il Mediterraneo in prospettiva europea, ha dedicato attenta riflessione ai temi dell’economia, della cultura, della ricerca, della politica e del diritto, come saperi dialogici e attività decisive per uno sviluppo non solo quantitativo, ma anche qualitativo finalizzato alla promozione del bene comu ne che è bene di tutti e di ciascuno in quanto persone capaci di relazioni sociali. La realizzazione di questi obiettivi esige innanzitutto un forte impegno per la costruzione di una tavola condivisa di valori etici. È richiesta in primo luogo la piena disponibilità delle religioni perché superino le tentazioni di affermazione identitaria e recuperino il potenziale di afflato universale che ne segna l’origine comune. Inoltre le istituzioni culturali e centri del sapere - in modo precipuo la scuola e l’università - si impegnino a costruire la dimensione interculturale delle conoscenze e a formare sensibilità al confronto dialogico delle culture. In questa prospettiva vanno anche potenziate le iniziative di partenariato nel campo della ricerca scientifica, che valorizzino le capacità locali di organizzazione. Alla politica comunque, come sede di autorevole decisionalità, spetta il ruolo primario di creare le condizioni istituzionali e giuridiche per lo sviluppo integrale dei popoli del Mediterraneo. In questa congiuntura la politica è chiamata a governare i conflitti con criteri di giustizia dando adeguato riconoscimento alle legittime istanze delle popolazioni coinvolte nei conflitti stessi affinché possa aprirsi un tempo nuovo di pace e di sicurezza. A questo proposito il Convegno esprime sostegno e apprezzamento all’azione dell’ONU e del governo italiano per le iniziative assunte con responsabilità e coraggio. Sul piano economico è necessario il rilancio della partnership Euro-mediterranea, trasformandola in una vera e propria partnership per lo sviluppo, basata su una cultura di creatività, responsabilità, rispetto e arricchimento vicendevole. Nei paesi in via di sviluppo dell’area, va promossa una imprenditorialità capace di introdurre tecnologie avanzate sotto il profilo della competitività e della efficienza energetica ed ecologica. Il settore pubblico dei vari paesi va reso sempre più adeguato al perseguimento della qualità della convivenza e della equità sociale, intesa come valorizzazione inclusiva delle capacità personali e della opportunità di partecipazione alla vita economica e sociale. Lo spostamento e l’accoglienza delle persone vanno considerati un fattore di crescita delle identità culturali e di sviluppo delle risorse. Il MEIC, coadiuvato dall’associazionismo cattolico culturale e imprenditoriale, intende proporsi come finestra aperta sul Mediterraneo e come osservatorio permanente delle dinamiche evolutive, anche al fine di promuovere e assumer iniziative capaci di contribuire alla creazione di una rinnovata fraternità dei popoli mediterranei. mondo. È il mercato che detta le leggi che vuole. È in crisi anche il diritto internazionale, che dovrebbe essere diritto allo sviluppo, e invece non lo è a causa dell’unilateralismo imperante. La guerra preventiva secondo il diritto internazionale non si può fare, ma Bush la fa lo stesso e invade l’Irak. Si sta affermando una pericolosissima razionalità strumentale dell’economia, per cui, machiavellicamente il fine giustifica i mezzi, anche quelli più aberranti. Il mondo è oggi una mela spaccata in due. Da una parte l’Occidente dall’altra l’Oriente. Bisogna evitare che questa spaccatura si allarghi sempre di più e far sì che le due metà combacino. Non si devono esportare e imporre i modelli e i valori della cultura occidentale. Tutte le culture, a cominciare da quella araba (il cui apporto alla nostra civiltà è innegabile), meritano rispetto. Anche la cultura islamica contiene elementi di autocritica riformatrice che col tempo favoriranno una interpretazione non letterale e fondamentalista delle sue sacre scritture. Gli immigrati che arrivano in uno Stato straniero devono rispettare le sue leggi, se voglio essere accolti e rispettati. Il Mediterraneo deve essere considerato parte integrante dell’Europa e non sua periferia. N ella Pinacoteca "S. Cavallo" di San Michele Salentino, il 7 settembre scorso, è stato presentato il volume "S. Michele S. tra storia e tradizioni" edito da Schena e da Il Punto, mensile di S. Vito dei Normanni, diretto da don Antonio Chionna, preside in pensione. Autori della corposa e ricca pubblicazione sono lo stesso don Chionna e il prof. Vincenzo Palmisano, componente della redazione de "Lo Scudo". La manifestazione, aperta dal Sindaco Alessandro Torroni che ha fortemente voluto l'iniziativa editoriale, ha visto la magistrale presentazione del prof. Cosimo D. Fonseca, Accademico dei Lincei, e gli interventi della direttrice della Pinacoteca, prof.ssa Fasano, degli autori e del prof. Paolo Miccoli. In un prossimo numero del nostro mensile parleremo diffusamente del libro che, come recita il sottotitolo, illustra "il cammino di una comunità verso la sua identità" O stuni, 20 gosto 2006: cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria di Ostuni al dr. prof. Gilberto Muraro, Presidente onorario dell’Associazione “Amici di Ostuni”. Con lui e con il Sindaco, il prof. Gaetano Crepaldi che ha presentato il nuovo cittadino, il prof. Alessandro Distante, Presidente dell’Associazione “Amici di Ostuni” e Giuseppe Zurlo, Presidente del Consiglio Comunale. Alla manifestazione ha assistito un folto pubblico tra cui amici ed estimatori del prof. Muraro, che nella circostanza ha tenuto una vera lezione di storia economica degli ultimi 40 anni dell’Italia che ci proponiamo di pubblicare in un prossimo numero del nostro mensile. C M G N 8 CHIESA Ottobre 2006 Le vocazioni per la spiritualità e l’apostolato In continuità con il cammino di Chiesa degli scorsi anni che vede la riflessione sulla Parrocchia al centro, e partendo da punti forti del pensiero magistrale dei Vescovi italiani (“Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” – 2004), si è voluto scandire il percorso di quest’anno guardando alla Parrocchia come luogo privilegiato e grembo di speranza per accogliere, custodire e accompagnare le vocazioni tutte, segno di quell’unica Vocazione che è la vocazione alla vita santa. Tema del Convegno è stato il seguente: Le Vocazioni per la spiritualità e l’apostolato. Un tema interessante e “pro-vocante”, nel senso etimologico della parola, ,poiché ci invita ad “uscire fuori” da un vissuto pastorale spesso poco attento alla vita dei singoli per proiettare la Parrocchia in una rinnovata attenzione alle persone e alla loro storia aiutandole a incontrare Cristo, l’unico capace di dare senso alla vita dell’uomo. La relazione d’apertura di don Roberto Bizzarri, sacerdote della diocesi di Terni e membro del Centro Nazionale Vocazioni, ha dato la giusta nota ai lavori, offrendo la possibilità di inquadrare la tematica con i suoi risvolti prettamente pastorali. Don Roberto è partito da una sottolineatura sulla “fede adulta”, ovvero una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo, ed ha indicato l’urgenza di una “conversione pastorale” attraverso cui la Comunità Cristiana può tornare ad essere sorgente di speranza contattando profeticamente il vissuto del territorio nel quale è inserita e in cui si giocano le avventure esistenziali di ciascuno. È in questo cammino che la Parrocchia può ritrovare la sua funzione di “realtà sorgiva di vita nuova” per coloro che, in essa, il Signore inizia alla vita cristiana e, attraverso il battesimo, chiama alla Santità. È consequenziale, dunque, rimodellare i ritmi della vita parrocchiale e preoccuparsi di formulare proposte educative che suscitano interesse attraverso una appropriata comprensione della Parola. L’Eucaristia dev’essere il “luogo” centrale da cui ripartire per dare “forma” alla comunità. È da tale contesto che sorge la necessità di testimoni della fede che sappiano comunicare “il vangelo della vocazione” in cui risplenda il primato assoluto di Dio. La gente, i giovani, le famiglie hanno bisogno di ritrovare un senso luminoso alla propria vita, la parrocchia diviene allora il luogo privilegiato dove l’attenzione pastorale si traduce in attenzione al disegno di Dio su ciascuno. Tutto, dalla catechesi, alla liturgia, alla carità deve essere intriso di un fecondo approccio vocazionale, deve in altre parole permettere all’individuo di contattare l’amore provocante di Dio che, in Cristo, chiama l’Uomo a sé. Solo un Amore percepito e accolto può liberare il cuore ad una risposta generosa e responsabile, capace di proiettare la vita verso scelte significative e feconde. Alla luce di questi spunti l’assemblea si è divisa in diversi laboratori giungendo a formulare alcune considerazioni suggestive, offerte poi all’Arcivescovo per la realizzazione delle Linee pastorali. L’Arcivescovo, presiedendo la celebrazione eucaristica in Assisi, sulla Tomba di San Francesco, e guidando la preghiera dell’Angelus in Porziuncola, ha concluso i lavori del Convegno offrendo a tutti l’opportunità di vivere un momento di profonda riflessione dinanzi all’esempio di un uomo che, con generosità, ha saputo vivere la sua vocazione alla santità tendendo con gioia alla “conformazione a Cristo”. Sono state giornate di Chiesa dense di lavoro, portato avanti in un clima di accoglienza reciproca e preghiera: laici, religiosi e sacerdoti intorno al proprio Arcivescovo. Ci si è messi in gioco, coinvolgendosi e “sognando insieme”. Ho letto da qualche parte che “se uno sogna da solo, il suo rimane un sogno. Ma se sogna insieme agli altri, il suo è già l’inizio della realtà”. Credo che giornate così, nonostante i limiti, facciano bene al cuore di tutti ma soprattutto al cuore della Chiesa. Non intendo idealizzare ed enfatizzare nulla ma credo che questa sia la strada per costruire percorsi di luce all’interno e tra le nostre comunità ecclesiali. Confronto, partecipazione, dialogo sincero e sereno sono gli strumenti che il Concilio ha messo nelle nostre mani e che con fatica utilizziamo. Queste giornate ci hanno regalato la percezione che un cammino sempre più condiviso è possibile. Un sentimento sincero di gratitudine avverto per il nostro Arcivescovo che ha desiderato e creduto in questa “nuova edizione” del convegno ecclesiale diocesano, per i parroci e laici che hanno condiviso l’opportunità e per quanti, uffici diocesani e operatori pastorali, si sono adoperati sia sul piano della preparazione dei contenuti, sia a livello organizzativo. Non rimane che l’invito a prendere in mano le Linee Pastorali e a saper tradurre, in percorsi di fede e cammini educativi, quanto lo Spirito attraverso il lavoro assembleare e le parole dell’Arcivescovo hanno suscitato. Buon lavoro a tutti! DON GIUSEPPE SATRIANO PROVOCATI DA DIO È proprio questa, secondo me, l’espressione più adatta per definire coloro che rispondono alla chiamata di Dio consacrandosi a Lui. Si, perché la vocazione è prima di tutto una pro-vocazione. Quello stesso Gesù che 2000 anni fa, lungo il mare di Galilea, passava chiamando i suoi discepoli, provocandoli con quell’affascinante invito “Seguimi”, continua a passare ancora oggi, incrociando le storie degli uomini, i loro interrogativi, i loro desideri profondi, perché sa che in ogni uomo c’è una sete di infinito. Per questo la sua chiamata è una provocazione da sempre …fin dal grembo materno ti conoscevo (Ger 1,5). La nostra Chiesa diocesana in questi ultimi cinque mesi ha vissuto un tempo di Grazia con ben cinque ordinazioni presbiterali: quella del sottoscritto,(don Cosimo Zecca n.d.a.), di don Antonio Randino, di don Antonio Santacroce , di don Giuseppe Grassi ed infine quella di un ostunese don Leonardo Pinto, il 23 settembre ’06. Da Leverano a Locorotondo questa porzione di Chiesa, che è la nostra Diocesi, si è stretta attorno al suo Pastore per vivere nella comunione una gioia intima e bella. Un’ordinazione è sempre un segno per la comunità dei credenti, un segno dell’amore di Dio che non lascia solo il suo popolo; ma è anche motivo per noi sacerdoti per chiederci dove il Signore ci ha portati rispetto a quello che in quel giorno, in silenzio sotto le mani del Vescovo, sognavamo, desideravamo o semplicemente ci aspettavamo. Rispondere con fede alla chiamata di Dio è credere che la vita è bella, che vale la pena viverla in tutti i suoi aspetti, nelle vittorie e nelle sconfitte, nel perdono dato e ricevuto, nell’ amore e nell’amarezza. Tutti i “sapori” dell’essere vivi rendono più vera la vocazione. Anche i momenti di tristezza nascondono un tesoro di gioia. Il cristiano è colui che non butta nulla di ciò che esiste, ma si china ad amare ogni alito di umanità, ogni soffio di creazione. A don Leonardo Pinto vorrei augurare di andare avanti con fiducia e con la simpatia e il sorriso di sempre, aiutando ogni uomo a scoprire nella sua vita che c’è un Dio che lo attende con amore e che poi così lontano non è. Caro don Leonardo, Dio ti ha scelto, ti ha chiamato e ti ha mandato per amore …da te e dalla tua testimonianza gioiosa, così come da tutti i credenti, dipenderà quel risveglio vocazionale di cui la Chiesa ha bisogno. Ti auguro di essere un uomo di preghiera e di comunione, un sacerdote della gente e per la gente, non solo preso da mille impegni, dalle cose da fare, ma sempre attento al cuore di ogni persona che ti circonda proprio come lo era il Signore Gesù. A noi l’impegno di pregare per le vocazioni non solo perché ci siano più preti ma perché in ogni cristiano possa crescere una coscienza vocazionale e i sacerdoti siano santi perché: “La comunità ha bisogno di uomini saggi, maturi, prudenti e con la coscienza intemerata” (L 349), così come santa Caterina da Siena scriveva in una delle sue lettere. Don COSIMO ZECCA Auguri a Mons. Rocco Talucci Il 6 settembre il nostro Arcivescovo Mons. Rocco Talucci ha compiuto 70 anni ed è stato festeggiato dal clero diocesano convenuto a Brindisi. Nell’atrio del vecchio Seminario, si è fatto interprete dei sentimenti dei sacerdoti mons. don Angelo Catarozzolo, Arcidiacono del Capitolo Cattedrale e già Vicario generale dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni. L’Arcivescovo, sorpreso e commosso, per la inaspettata cerimonia, ha ringraziato di cuore e ha dichiarato: “Io sono chiamato ad amare ciascuna persona, sia esso sacerdote o laico, del popolo che mi è stato affidato senza pretendere nulla in cambio. Se poi, come oggi, c’è anche un contraccambio la mia gioia è ancora più grande. Il tempo è dono di Dio, che noi non possiamo determinare, ma solo valorizzare attraverso il nostro impegno. Invito ciascuno a far fruttificare il tempo, e non sprecarlo, ma ad impegnarlo a servizio degli altri. La nostra vita che va al di là di questi pur importanti appuntamenti, è dono che ci è stato fatto una volta per tutte e che continuerà sempre, seppure in un’altra dimensione”. La famiglia de Lo Scudo, interpretando il sentimento dei suoi abbonati e lettori, esprime al Padre Arcivescovo gli auguri più fervidi, accompagnati dalla preghiera al Signore perché guidi il suo ministero episcopale. Domenica 5 novembre, alle ore 9,00, la Santa Messa celebrata dall’Arcivescovo emerito mons. Settimio Todisco, nella Chiesa delle Suore oblate benedettine di Villa Specchia, avrà l’intenzione di suffragio per Carlo Scarascia Mugnozza. Il vice parroco a San Luigi U no dei segni della S. Visita su Ostuni è stato l’arrivo di un giovane sacerdote come vicario coordinatore presso la Parrocchia San Luigi. Don Antonio Randino ha iniziato il suo servizio dal 1° settembre 2006 ed ha scelto di vivere in Ostuni presso la Casa Canonica della Parrocchia San Luigi. Don Antonio è stato ordinato sacerdote il 21 maggio 2006, dopo aver vissuto le prime esperienze ministeriali presso la Chiesa Cattedrale di Brindisi e lo scorso anno presso la Parrocchia S. Giorgio Martire in Locorotondo. Il Parroco e la Comunità di San Luigi porgono il benvenuto a don Antonio, e mentre esprimono gratitudine al Vescovo, gli augurano un proficuo e gioioso impegno sacerdotale. C M G N 9 Speciale Ottobre 2006 LA VILLA DEL SEMINARIO DI S. ORONZO RISTRUTTURATA E RESTITUITA ALL’ACCOGLIENZA DEI GIOVANI RECUPERARE LA TRADIZIONE F ra le proposte culturali e pastorali individuate nella traccia di riflessione predisposta dal Comitato preparatorio del Convegno Ecclesiale di Verona (16-20 ottobre) c’è quella di fare memoria della tradizione della propria Chiesa locale. Come tutta la realtà storica anche quella religiosa è immensamente varia e molteplice. Non c’è una storia uniforme e unica della Chiesa italiana. Ogni Chiesa locale in Italia ha la sua storia, i suoi Santi, le sue tradizioni. Ricca di santi testimoni e di opere è la storia secolare della Chiesa di Ostuni. Richiamarla questa storia, raccontare le opere mirabili dei suoi testimoni è come attingere alla carità di Dio, che si manifesta attraverso le opere degli uomini. Recuperando i tesori della nostra tradizione potremo ritrovare la forza e il coraggio per superare la malattia del nostro tempo, che quotidianamente ci affligge: l’angosciante presente senza senso; il sentimento di impotenza; la rassegnazione e l’adattamento a come vanno le cose; l’assenza di progettualità e di futuro. della nostra città. In questo nostro tempo consumistico sono i “non luoghi” a predominare: i supermercati, i centri commerciali, le vie e le piazze occupate dalle auto, dai tavolini e dalle sedie di bar, ristoranti, pizzerie. Uno dei luoghi della campagna più caro agli ostunesi per la sua specificità è sempre stato quello del Santuario di Sant’Oronzo, patrono della città. Meta di pellegrinaggi, di Via crucis, di processioni, caro alla pietà popolare. Con l’attigua Villa del Seminario, d’estate, questo luogo è stato meta di gite, di soggiorno per giornate di riflessione, di preghiera, di ricreazione per noi giovani di Azione Cattolica della diocesi di Ostuni. A sollevare il nostro spirito era l’incantevole panorama che in quel luogo si godeva: il panorama della sottostante immensa distesa del verde scuro della marina di ulivi che degradava verso l’azzurro mare. È il panorama che, in una chiara e luminosa mattinata dell’incipiente estate di quattro anni fa, il mio carissimo amico Ciccio Galizia, gravemente invalidato, volle con me respirare per l’ultima volta (quante altre volte insieme abbiamo goduto e fatto memoria dei nostri luoghi!), quasi a pregustare il sentito il suo ammodernamento e l’ampliamento della sua ricettività. L’ampliamento della struttura, non previsto nell’originario progetto, si è potuto realizzare grazie ad un’idea geniale del costruttore Vincenzo Apruzzi e di don Vincenzo Marseglia, legati da antica amicizia (“sin da quando ero suo chierichetto” mi dice l’Apruzzi). L’idea, tradotta in un progetto di variante, condiviso e autorizzato dal Sovrintendente regionale alle bellezze panoramiche, fu quella di svuotare il terrapieno sottostante la terrazza panoramica della Villa, scavare altra roccia e impegnare i volumi ricavati per nuovi locali: una sala di ricezione, servizi e il vano per la gabina dell’ascensore a piano terra; sala di refettorio con annessi servizi al primo piano. Il muraglione è stato ricostruito con le stesse pietre e al di sopra è stata ripristinata l’antica terrazza panoramica. La cabina dell’ascensore raggiunge il piano della Villa grazie allo sfondamento di una sua stanza. La Villa del Seminario, così ammodernata e ampliata, in questi due ultimi anni, ha ospitato molti gruppi di giovani, alcuni provenienti anche da altre regioni (in una delle ultime domeniche di agosto un numeroso gruppo di ragazzi e ragazze, provenienti da Napoli, ha allietato con musica e canti la celebrazione della messa nel Santuario). La direzione della ricezione dei gruppi, che si autogesticono, è assicurata dalla gestione dell’Ente Santuario affidata allo stesso Apruzzi fino al 2010. MONS. LUIGI MINDELLI IDEÒ E COSTRUÌ LA VILLA DEL SEMINARIO Settembre 1952: un gruppo di giovani e sacerdoti a Villa Sant’Oronzo UNA LAPIDE PER RICORDARE È con questa disponibilità a fare memoria del nostro passato di Chiesa che, nel pomeriggio di domenica 27 agosto, abbiamo partecipato alla cerimonia dello scoprimento di una lapide che ricorda la ristrutturazione della Villa del Seminario di S. Oronzo, curata dal compianto don Vincenzo Marseglia, per delega dell’Arcivescovo Todisco e dell’Arcivescovo Talucci che gli è succeduto nel governo della nostra diocesi. Ai piedi del muraglione che un tempo cingeva il terrapieno della terrazza panoramica della Villa, l’Arcivescovo Rocco Talucci, dopo aver benedetto la lapide, ha brevemente illustrato il significato della cerimonia ( “è nel nostro passato di chiesa il nostro futuro” ) ed ha avuto parole di stima e di riconoscenza per don Vincenzo, che, “ con il suo servizio umile, discreto, producente” ha consentito di utilizzare proficuamente i fondi assegnati al progetto dalla Legge del Giubileo, che favoriva la ricettività dei pellegrini. Presenti alla commossa cerimonia: don Antonio Monopoli e don Cosimo Palma, promotori dell’iniziativa; l’on. Lorenzo Cirasino, che da Sindaco si adoperò per favorire l’iter amministrativo dell’approvazione del progetto; i parenti di don Vincenzo (le sorelle prof.ssa Angela, che ha ringraziato l’Arcivescovo, Rosaria e Lucrezia, il fratello Giuseppe); i villeggianti della contrada che abitualmente, nei mesi estivi, partecipano numerosi alla messa domenicale, celebrata da don Cosimo Palma nel Santuario. I luoghi di ieri e i “non luoghi” di oggi Un tempo i luoghi, quelli della città e quelli della campagna, avevano una loro specificità. Erano luoghi frequentati, abitati; facevano parte della nostra vita. Nel passato, per noi la piazza, Via Napoli, la Villa comunale, le vie e gli slarghi dei vari rioni e, d’estate, i luoghi di villeggiatura nelle varie contrade, con la loro specificità hanno contribuito a delineare e definire la nostra formazione e la stessa identità Cielo che la misericordia infinita di Dio, dopo poco tempo -il 13 agosto-, gli avrebbe aperto. UNA RISTRUTTURAZIONE GENIALE DELLA VILLA C hi ritorna oggi, anche dopo molti anni, al Santuario di S. Oronzo, nota con soddisfazione che nulla è mutato del suo antico ambiente. Rivede il Santuario del Settecento, l’annesso convento degli Oblati di san Carlo Borromeo del Seicento, la Villa del seminario del primo Novecento e riammira lo stesso incantevole panorama. Unica novità, un più ampio piazzale, che rende più agevole la sosta e più godibile il panorama. I lavori di restauro delle facciate esterne dell’edificato esistente e i consistenti lavori di ristrutturazione della Villa del seminario non hanno alterato nulla dell’originario ambiente. Eppure la Villa, oltre ad essere stata completamente ristrutturata all’interno, ha avuto un ampliamento di superficie coperta di oltre 300 metri quadri, che hanno con- R icordare don Vincenzo, che ha così ben curato la ristrutturazione della Villa del seminario (la stessa diligenza ha avuto per i lavori di restauro di altri beni culturali della nostra città, affidati dall’Arcivescovo alla sua cura), non può non richiamare alla nostra memoria e alla nostra riconoscenza il santo Sacerdote, mons. Luigi Mindelli, che, nei primi decenni del Novecento, ideò e costruì la Villa del Seminario di Sant’Oronzo. Mons. Luigi Mindelli fa parte della schiera di santi e dotti sacerdoti che onorano la Chiesa di Ostuni. Tutti gli altri superò per la carità che animò tutta la sua vita. “Amo nesciri e pro nihilo reputari” (Amo non essere considerato ed essere ritenuto un niente) fu, dall’imitazione di Cristo, il suo programma di vita, a cui rimase fedelissimo. Sorretto da grande fede, fermo nelle risoluzioni, fu un grande realizzatore di opere e un grande benefattore. La sua dinamica e operosa attività iniziò quando, appena ordinato sacerdote, fu chiamato a dirigere la Cooperativa Cattolica di consumo del Circolo della Democrazia Cristiana di Toniolo-Murri, costituito in Ostuni dal giovane universitario Gaetano Sansone. Sotto la sua direzione la cooperativa rifiorì (introdusse e diffuse in Ostuni l’utilizzazione dei concimi chimici per l’agricoltura) e dette utili, impegnati da Lui in opere di bene a favore dei poveri e degli orfani. Nel 1915 in pochi mesi edificò, superando enormi difficoltà e impegnando anche del suo, la Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio di Padova e poi la vicina Chiesa dei Francescani, dopo aver acquistato il palazzo Barnaba per ospitare prima i Padri Giuseppini e dopo i Francescani. Nominato Rettore del Seminario-convitto di Ostuni, in breve tempo portò l’Istituto al massimo splendore, accogliendo 75 seminaristi, alcuni provenienti da altre diocesi, 33 convittori e 42 esterni, che frequentavano solo le ore di lezione. Fu per 14 anni Rettore ma anche padre e madre premurosa di tanti ragazzi. È stando con loro che dimenticava le sue afflizioni e le difficoltà. Quando si accorse che i mesi estivi di vacanza finivano col distrarre i giovinetti avviati al sacerdozio, coadiuvato dall’Arcivescovo Valeri, riuscì ad ottenere un sussidio dalla Santa Sede e con altre economie, anche personali, realizzò la costruzione della Villa del Seminario sulle pendici del colle attiguo al Santuario di Sant’Oronzo, su un suolo di oltre 500 mq., ceduto gratis dalle sorelle per favorire la santa opera. Per realizzare questa costruzione furono notevoli le difficoltà e i dispiaceri per mons. Mindelli. Dal suo memoriale sappiamo che la roccia, che dai primi saggi era parsa buona per ricavarne pietra da taglio, poi risultò friabile e fu impiegata per buona parte per colmare il terrapieno sottostante alla terrazza panoramica (svuotato con i recenti lavori di ristrutturazione) e per la costruzione fu impiegata pietra proveniente da cave lontane con dispendio enorme. A compensare tanti sacrifici la posizione della Villa, il panorama incantevole e sconfinato godibile dalla terrazza antistante, la gioia dei giovani chi lì si tempravano nello spirito e nel fisico, la felicità di mons. Mindelli di poter, in ogni momento della giornata, essere fra i suoi ragazzi dopo aver percorso il breve tratturo che separava la sua casina di villeggiatura dalla Villa del Seminario. SANDRO MASSARI L L e tt t tt e e r a a ll D D ii r r e tt t tto o r e Le et er ra a a al Di re et or re e Mons. don Antonio Monopoli al quale il nostro mensile aveva rivolto sul numero di agosto gli auguri per l’80° compleanno, ci ha voluto ringraziare con la lettera che riproduciamo. “La cortese attenzione degli Amici de “Lo Scudo”, nel ricordare i miei anni, mi sorprende benevolmente. Il riferimento a persone, tempi ed eventi, nei quali si pongono la mia presenza e la mia azione, pur nella povertà delle espressioni, sono lieto di aver vissuto e sono grato al Signore, alla mia famiglia, ai superiori ed educatori, alla comunità diocesana e cittadina, a Quanti hanno favorito la mia crescita umana e cristiana. Felice il cenno al “nostro” mons. Settimio Todisco. L’Arcivescovo mons. Rocco Talucci, attualmente, mi ha dato il compito di Responsabile dell’Archivio Diocesano-Curiale e della Biblioteca Diocesana Pubblica, per un servizio al mondo della cultura. L’apporto particolare dei Laici consente tale crescita dell’uomo, di ogni uomo, biblicamente creato ad immagine di Dio: “...vivere ne l’uomo è ragione usare” (Dante). Il progetto operativo da Loro formulato, gradualmente attuato, porta alla valorizzazione dei Beni culturali, innanzitutto, a favore della nostra Città, per altri versi, aperta al “verum, bonum, pulchrum”. Con stima e cordialità don Antonio E’ aperta la campagna abbonamenti a «Lo Scudo» Nel numero di novembre troverete il bollettino di conto corrente postale per il versamento. L’abbonamento è rimasto invariato: 18,00 10 Avvenimenti Ottobre 2006 Pedalando tra due Parchi Intervista all’Assessore regionale FRANCESCO SAPONARO a cura di Gianfranco Ciola a cura di Stefano Cavallo bbiamo approfittato delle brevi vacanze ferragostane per incontrare il nostro concittadino prof. Francesco Saponaro, che il Presidente Vendola nominò Assessore al Bilancio e alla Programmazione. Dall’interessante colloquio su circa un anno di attività della Giunta regionale, abbiamo estratto alcune valutazioni e dichiarazioni che ci sembrano di largo interesse per i nostri lettori e che riportiamo sotto forma di intervista. A - Come si presentava l’economia meridionale nel 2005 Il Mezzogiorno dal 1996 al primo semestre del 2001 ha avuto un tasso positivo di alcuni indicatori economici; dal 2001 al 2005 si è registrata una tendenza al declino che ha portato nel 2005 ad un tasso di crescita negativo. A ciò si aggiunga che il Governo nazionale, negli stessi anni, ha trascurato completamente il Mezzogiorno e la percentuale della spesa pubblica per le regioni meridionali è scesa dal 41,2% del 2000 al 36% del 2004, mentre non dovrebbe essere inferiore al 45%. - Sotto l’aspetto della spesa, quali rilievi si possono fare all’operato della Giunta presieduta da Fitto. La Giunta Fitto ha utilizzato solo 360 milioni di euro l’anno di fondi europei, a fronte di disponibilità di 800 milioni; ha bloccato la spesa sociale; ha cercato di contenere la spesa sanitaria con il blocco delle assunzioni e con il riordino ospedaliero che hanno provocato notevoli disagi senza un effettivo risparmio di spesa. - Quali sono gli obiettivi principali della Giunta Vendola La vittoria di Vendola e del centrosinistra ha rappresentato una rottura non solo del quadro politico, ma anche dell’indirizzo programmatico in precedenza perseguito. Si trattava di dare un concreto segnale di cambiamento di direzione nel governo della Puglia, per cui abbiamo puntato: 1) a ridurre le disuguaglianze con alcuni interventi; voglio ricordare l’abolizione del ticket nel settore farmaceutico per i possessori di reddito annuo inferiore ai 25 mila euro, il raddoppio del fondo per i servizi sociali, la valorizzazione dei distretti socio-sanitari con assistenza a domicilio, la prevenzione, il potenziamento delle case protette e delle residenze sanitarie per anziani; 2) a sbloccare la spesa per investimenti pubblici, in particolare quelli del fondo europeo 2000-2006; già nel 2005 la spesa è salita a 839 milioni di euro a fronte dei 360 impegnati dalla Giunta Fitto, come già ricordato; 3) ad apportare incentivi per i sistemi produttivi, in particolare: a) per il rinnovo tecnologico degli esercizi commerciali; b) per la microimpresa turistica; c) per il rinnovo e l’ampliamento della ricettività esistente; d) a favore delle aziende industriali che presentino progetti di innovazione tecnologica; e) per i contratti di programma; f) il rifinanziamento dell’Artigiancassa. Voglio precisare che gli incentivi possono coprire da un minimo del costo degli interessi fino ad un massimo del 40% del totale del finanziamento a fondo perduto. - Vogliamo ricordare alcuni degli interventi più importanti, nel settore degli investimenti, che riguardano Brindisi e Ostuni Solo in via esemplificativa, per il capoluogo, il raccordo tra stazione ferroviaria, Tuturano e zona industriale e il risanamento di alcuni quartieri periferici; per Ostuni, il finanziamento di 1.500.000 euro per il Museo di Civiltà preclassiche, i cui lavori sono in corso, quelli per i servizi idrico-fognanti nel nucleo industriale, quello per il potenziamento del porto di Villanova, il finanziamento per la realizzazione di una pista ciclabile che partirà da Lido Morelli e raggiungerà il Pilone, proseguendo per Torre Guaceto e poi verso l’interno. Naturalmente l’impegno della Giunta regionale si è sviluppato anche in altri settori, dal piano energetico ai trasporti, dal piano per gli alloggi con stanziamenti superiori ai 100 milioni, dalla cultura ai servizi sociali, dall’agricoltura alla politica del Mediterraneo. Il Documento strategico regionale, per il periodo 2007-2013, approvato recentemente dalla Giunta regionale, costituisce un’importante manifestazione di volontà programmatica, per utilizzare i fondi europei e per ottenere una inversione della tendenza al declino della Puglia. Sono particolarmente soddisfatto che questo programma sia stato approvato unanimamente da tutte le forze sociali, sindacali e imprenditoriali della Puglia. Entro novembre la Giunta approverà i piani attuativi. ungo il litorale nord della provincia di Brindisi sarà presto realizzata una pista ciclo-pedonale che collegherà il Parco Naturale regionale delle Dune costiere di Torre Canne-Torre San Leonardo e la Riserva Naturale di Torre Guaceto. Ciò rappresenta un importante progetto di riqualificazione ambientale, che prevede la sistemazione e l’allestimento degli antichi tracciati stradali del Procaccia e dell’Appia-Traiana che costeggiano la linea di costa per 32 km circa (18 km nel territorio di Ostuni e 14 Km in quello di Carovigno). In totale l’anello sarà lungo circa 80 km lungo la linea costiera, attraversando località e insediamenti turistici e più all’interno la piana olivetata dei due comuni. Il valore aggiunto di questo percorso ciclopedonale sta nel fatto che esso attraversa un territorio di grande pregio paesaggistico e valorizza, in una logica di sostenibilità, siti di interesse ambientale e culturale. In tal modo sia la popolazione locale che i turisti avranno l’opportunità di conoscere, attraverso modalità di fruizione a minimo impatto ambientale, tutte le bellezze paesaggistiche, storico-culturali e naturalistiche disseminate lungo la costa come le lame, gli insediamenti rupestri, le masserie, i frantoi ipogei, le piantate di olivi secolari, le torri aragonesi costiere e le aree naturali protette. Tutto questo integrerà in maniera innovativa le risorse ambientali e produttive presenti nell’area, i Parchi naturali di Torre San Leonardo e Torre Guaceto con le aziende agrituristiche ed i frantoi ipogei della “Strada dell’Olio”. Si noti che lungo il tratto di costa da Torre San Leonardo a Torre Guaceto sono presenti 37 strutture ricettive, tra alberghi, aziende agrituristiche, case e appartamenti per vacanze, per un totale di 8.270 posti letto, pari al 63% della disponibilità complessiva di posti letto presenti nel territorio dei due comuni e il 43% dell’intero territorio provinciale. Pertanto la localizzazione di questo percorso rappresenta una scelta strategica di fondamentale importanza al fine di differenziare l’offerta turistica, attualmente concentrata prevalentemente sul prodotto “solemare”. La realizzazione di questo itinerario intercomunale, accolto con favore dagli amministratori regionali, provinciali e dei comuni di Ostuni e Carovigno, avrà luogo per stralci impiegando diversi strumenti finanziari. Il tratto ostunese tra Villanova e Lamasanta che si snoda per 10,7 km, lungo l’antica strada comunale del Procaccia è stato di recente finanziato con i fondi POR 2000-06 della Regione Puglia, per un importo di 1.179.587 euro. I tratti in corrispondenza delle due aree naturali protette, sono in corso di realizzazione utilizzando i finanziati LEADER + (per un importo di 80.000,00 euro). Il primo interessa la marina di Ostuni lungo la via Traiana da Costa Merlata fino alla stazione ferroviaria di Fontevecchia e da questa fino a Torre San Leonardo (lungo 14,5 km). Il secondo congiunge la torre aragonese della Riserva Naturale di Torre Guaceto al Centro visite della Riserva sito nella borgata di Serranova (lungo 8,4 km); questo tratto a sua volta si connette ad un percorso ciclabile già esistente detto “della civiltà rupestre” e che collega Torre Guaceto alle cripte di S. Biagio e di S. Giovanni. Dopo 8 anni in cui la città di Ostuni ha ottenuto ininterrottamente la Bandiera Blu assegnata dalla FEE, Fondazione per l’Educazione Ambientale Europea, questo riconoscimento ambientale non è stato assegnato nel 2005 e 2006 per la carenza di servizi che assicurino tutela e corretta gestione dell’ambiente costiero. In alcune aree del litorale sia di Ostuni che di Carovigno, si riscontrano elementi critici, come l’abusivismo, specie nelle aree di maggior pregio naturalistico, l’abbandono di rifiuti inerti lungo le strade rurali, la tendenza ad aprire nuove strade private a servizio delle strutture ricettive, l’appropriazione privata di tratti di strada (es. la strada comunale del Procaccia); durante il periodo estivo vi sono evidenti problemi di collegamento tra insediamenti turistici, con congestione del traffico e aumento del rischio di incidenti. Pertanto la realizzazione della pista ciclabile attraverso la sistemazione delle antiche strade comunali del Procaccia e della via Traiana, rappresenta un’importante occasione affinchè gli enti locali si riapproprino di queste strade il cui accesso in alcuni tratti risulta attualmente ostruito da privati. Incentivando l’uso della bicicletta, si offre ai frequentatori della costa una valida alternativa all’utilizzo dell’automobile specie in quelle aree di grande fragilità ambientale e fortemente congestionate nel periodo estivo. Tutto ciò porrà questo tratto di costa come modello di riferimento rispetto all’utilizzo di forme di mobilità sostenibile, per altre realtà turistiche pugliesi. nche quest’anno, un gruppo di volontari si è recato in missione nella diocesi di Marsabit, in Kenya (Diocesi gemellata con la nostra di Brindisi-Ostuni), per portare concreti aiuti e vera solidarietà alla popolazione dell’Africa centrale. Del gruppo ha fatto parte il giovane 34enne Elio Vita di Ostuni, il quale ha voluto “spendere” le sue vacanze estive in uno slancio di umana solidarietà in favore dei bambini che vivono in situazioni di quotidiano disagio in quelle zone sperdute del Kenya. Preceduta da un intenso percorso umano e spirituale, le attività che il giovane ostunese ha vissuto insieme agli altri nelle deserte ed assolate terre africane, sono state di grande amore e sostegno ai bisogni di quella popolazione. Partito alla volta di Nairoby con la sua inseparabile macchina fotografica, Elio Vita ha testimoniato il suo viaggio in Kenya realizzando numerosi scatti che, qui da noi, daranno voce alla vita quotidiana di bambini, donne e uomini che, ogni giorno, devono affrontare tante sofferenze tra fame, miseria e malattie. Una mostra fotografica, da realizzarsi nei prossimi mesi, mostrerà la vita quotidiana e i problemi che ogni giorno quelle popolazioni del nord del Kenya, sono costrette ad affrontare. Elio Vita e gli altri, superando le tante difficoltà del vivere quotidiano, con amore, sacrifici e fede, hanno affrontato questa esperienza per fare il bene al prossimo bisognoso. Sono stati venti giorni a contatto con una realtà lontana dalla nostra, lontano dal suo ufficio di informatica e di lavoro per portare a termine la costruzione di alcuni locali annessi alla cappella dei missionari. Sporadiche comunicazioni sono state quelle tra la famiglia e gli amici e quella parte dell’Africa dove tutto è difficile e dove sono molto rari gli apparati telefonici. Solo qualche messaggio in “sms” (quando si arrivava nei pressi di Nairoby) con i familiari che, a causa della carenza di notizie, hanno vissuto con qualche apprensione questi 20 giorni di lontananza dal loro congiunto. Vita si è aggregato agli altri volontari partiti in missione da Brindisi per aggiungere un altro tassello alla sua esperienza umana e spirituale e per riportare qui da noi quelle immagini che faranno riflettere e allargare il solco della catena della solidarietà in favore di quella gente della diocesi di Marsabit. L Movimento per la Vita I giovani e il concorso europeo di Dino Montanaro Il 30 agosto scorso, durante lo svolgimento di un Campo scuola residenziale per ragazzi e giovani organizzato da Federvita-Puglia e tenuto nell’Oasi S. Giovanni Battista in agro di Fasano, c’è stata la proclamazione dei vincitori del XIX Concorso Europeo, detto anche “Strasburgo”. Questo concorso ha come scopo primo l’animazione culturale sui temi attinenti la Vita ed una delle iniziative più significative è proprio una gara tra studenti dell’ultimo triennio di scuola media superiore e universitari di tutta Italia ed anche europei. In palio, un viaggio a Strasburgo, che, per una settimana, vede oltre quattrocento vincitori impegnati in visite alla Città, incontri nella sede del Parlamento, dibattiti con redazione finale di una documento che viene, in seguito, consegnato ai responsabili del Governo europeo. Il Concorso, nella sua idea, nacque da un incontro tra i responsabili del Movimento per la Vita italiano dell’epoca, Madre Teresa di Calcutta e Chiara Lubich; così, a cadenza annuale, tanti giovani, insieme alle proprie famiglie, vengono invitati a riflettere su tematiche ogni anno diverse. L’argomento duemila cinque / duemila sei è stato: “La prima sfida è quella della vita”. Il Movimento di Ostuni in tutti questi anni ha operato in sintonia e non ha mancato di essere presente nei vari Istituti superiori contattando centinaia di studenti, relativi genitori, insegnanti e capi di istituto. E quasi ogni anno non è mancato qualche “Strasburghino”. Nell’ultimo “cimento” il raccolto è stato più ab- bondante: ben tre ragazze del nostro Liceo Scientifico si sono qualificate vincitrici insieme ad altre nove di tutta la Puglia, selezionate tra duemila partecipanti. Così, Marika Flore, Ilaria Giannotte e Cristina Semeraro, nel prossimo mese di ottobre, saranno nel cuore del Parlamento Europeo insieme ad altri coetanei europei animati dallo stesso spirito e stessi ideali. Ed esse sono state proclamate vincitrici proprio nel Campo scuola di cui sopra insieme agli altri nove colleghi provenienti da tutta la Puglia. A loro, alle proprie famiglie e a quanti si sono adoperati in questo lavoro non semplice, né lieve, le felicitazioni più vive e gli auguri per un sempre maggiore impegno perché possiamo ancora sperare in una società migliore, aperta alla vita, alla pace, alla solidarietà. LLAA U UR RE EE E Il 15 luglio 2006 presso l’Università degli Studi di Lecce si è brillantemente laureata in Traduzione e Interpretariato ALIDA SPECIALE discutendo la tesi: «Diritto dell’Unione Europea». Relatore: Ch.mo Prof. Olga Lombardi. La sorella Stella, la nonna Ida Pecere e i genitori le augurano un felice avvenire. A L’estate a Marsabit L’8 luglio 2006 presso l’Università degli Studi di Bari, Facoltà di Giurisprudenza, si è brillantemente laureata MARIA PIA PRISCO discutendo la tesi in Diritto Comune: «La posizione giuridica della donna nel mondo medievale». Relatore: Ch.mo Prof. Antonio De Robertis Papà Riccardo, mamma Pasqua, i nonni, gli zii, i cugini e gli amici porgono sinceri auguri alla neo dottoressa. EMILIO GUAGLIANI Il 3 ottobre 2006 presso l’Università degli Studi di Bari, si è laureata in “Medicina e Chirurgia” con 110/110 e lode DORIANA APRUZZI discutendo la tesi: «Valutazione dell’efficacia e tollerabilità di terapia intermittente infrasettimanale con ciclospirina A nella psoriasi». Relatore: Ch.mo Prof. Gino Antonio Vena Correlatore: Ch.ma Prof.ssa Caterina Foti I genitori dott. Nino e Chiara, il fratello dott. Angelo, le sorelle Ilaria e Federica, la nonna Maria, gli zii e i cugini, con gioia formulano alla neo dottoressa auguri per un futuro professionale ricco di gioie e gratificazioni. 11 RICORDI Cusse mese parlame de... di Silvio Carrino CE STE’ DA PAJA’ STU MESE ca, cu chera megghjère ca se scì pegghjò n’à passate ciènde e juna! - la bulletta de la lusce ca, me pare, ca ì ggià scaduta pure. Vite ca chera se paja lu stesse, benga ca, tre ggiùrne arrèta, nu lambe t’av’asccàte lu condatore, tutte li filu de la correnda, la lusce de sobb’a lla colonnetta e pure lu telefene ca, sajètta, l’ire ggià pajàte. Il prof. Silvio Carrino, autore di poesie in vernacolo, cura una rubrica in lingua dialettale per mantenere vivo l’interesse dei lettori verso il nostro dialetto. -Lla prima rata de lu mutue a lla Banca: a megghjèrma li vènene tutte li predìte! Scì sapì, da n’amica de nnanz’a casa, ca jedda, da nu picca de tièmbe, cuscina tutte cose cu lu “Bimbe” e, na vuè, ca l’à vulute pure la Segnura mea? Mu, stu cacchie de machenàrie custava tanda de chire ternise ca, p’accattàrlu besognva recorre a lla Banca e ffa nu mutue pe cing’anne. Sti megghjère so’ veramente jopra de tantazzione, desceva sembe zzie Gaitane Ottobre 2006 re li furastière doppe Sande Ronze? Gnornòne! Angora lu tièmbe na ss’à remise e, pe la prima quinnecìna de lu mese im’avvè cchjù de nu spruscciccchje, de chire forte, vè? Doppe lu quinnece, te puè sfuga a scì cchjà li funge a Carestia o sott’a Martina. Ma, jàpra li uècchje ca, nda li vòscheve, de ste tièmbe, stone nu trebbìnie de cacciature ca, pe la ràbbia ca tùrde na ne pàssene cchjù, se sfòghene a sparà pure a lli frasche ca càtene da l’arvùlu. Po, li fùnge ca ì cchjàte, ce n’ì cchjàte, falli vete a cànatta Fedélu ca cure li canosce, cunassìa, ce sì scappate a llu chjùmme de li cacciature, azzuèppe lu sìcchje a llu prime funge ca te mitte mmocca! CE AVA FFA LU TIEMBE STU MESE NA COSA NOSTA SAPURITA Lu cuètte de fiche Cunassìa ve penzate ca chire passatore d’acqua c’im’avvùte lu mese passate, se l’one pertate cu llo- Lu cuètte c’a mmé me piasce ì cure fatte cu li fiche. I’ vere ca ì cchjù fatiàte ma ì donge e sapurite. DE D E FF U UN N TTII 12.4.1925 2.9.2006 Il 2 settembre scorso ha cessato di battere il cuore generoso di VINCENZO COLAIZZI Con Vincenzo Colaizzi scompare una figura familiare per molti ostunesi di una certa età! Pochi ricordano che furono le circostanze della guerra a far fuggire dall’Abruzzo i Colaizzi che, con altre famiglie, trovaro- no ospitalità in Puglia. Entrato nel Corpo dei Vigili Urbani di Ostuni, Vincenzo si distinse per la sua serietà e l’attaccamento al dovere, anche se non ha mai impersonato il vigile burbero e fiscale. Divenuto vice comandante negli anni di maggiore prestigio del Corpo, col pensionamento di Stefano Siliberti ha ricoperto il delicato incarico di Comandante fino a quando ha cessato la sua attività lavorativa. A lui si deve la pubblicazione del primo prontuario delle vie e delle contrade di Ostuni. La Redazione de Lo Scudo si unisce al dolore della famiglia. La moglie Grazia, le figlie Carmen e Giulia, la nipote Laura nel dolore per la sua dipartita, lo ricordano a chi lo conobbe, lo stimò e gli volle bene. Ostuni, 4 dicembre 1913 Bari, 16 luglio 2006 14.11.1926 2.7.2006 Il 16 luglio 2006 è terminata la vita terrena di In Bari, presso la Casa di cura “Santa Maria” si è spenta la cara GIUSEPPE BUONGIORNO Generale A.M. in pensione dopo un lungo periodo di sofferenza fisica sopportata con serenità e cristiana accettazione. Ha dedicato la sua vita interamente alla famiglia e al lavoro manifestando sempre grande umanità, capacità di dialogo e di comprensione per le difficoltà altrui, entusiasmo e curiosità per il sapere, fedeltà e passione all’Arma Aeronautica, infinita fiducia nella Provvidenza. La moglie Carmela Calò, i figli e i nipoti lo comunicano, con immenso dolore, a tutti coloro che ebbero modo di conoscere in vita il loro caro e di apprezzarne le qualità non comuni. LINA CAVALLO Nel silenzio della sua casa il 22 agosto scorso si è spento LORENZO ZACCARIA sarto, nato a Ostuni nell’ottobre del 1920, da genitori artigiani: Agostino e Cecilia. Da ragazzo frequenta la “bottega” di sarto e barbiere degli zii materni, dove impara il mestiere. In giovane età affronta la guerra e la prigionia, di cui era solito raccontare episodi ed esperienze vissute con tristezza e fervore tali da imprimerli nella mente fantasiosa di me, bambina, che lo ascoltavo, pendendo dalle sue parole: erano “favole” vere. Tornato finalmente dalla prigionia, decide di trasferirsi a Milano per esercitare il mestiere di sarto insieme al cugino Nino. Qui si ammala e finisce in un letto di ospedale, solo e lontano dalla casa e dai pochi affetti rimasti in vita: la mamma Cecilia e AN A NN N IIV VE ER R SS A A RR II In ricordo dei momenti belli passati insieme, del sorriso che è sempre vivo nei nostri cuori, mercoledì 23 agosto la Croce luminosa ha brillato per te e per la tua tanto cara Ostuni. In tuo suffragio è stata anche celebrata una Santa Messsa nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria Madre della Chiesa da Padre Pietro Carluccio, affinché tu possa vegliare su di noi GIUSEPPE ORONZO COLUCCI ISABELLA CAVALLO Quasi ad un anno dalla scomparsa di Giuseppe Oronzo, la moglie Isabella volle raggiungerlo nel cielo per poter continuare ad amarlo così come lo aveva amato in vita. Il figlio Giovanni con la moglie Angela affranti dal dolore, offrono ai propri cari genitori le preghiere più vive e l’affetto infinito. ANGIOLINO PALMA I tuoi cugini la moglie Nina Sarinelli, con immutato affetto, lo ricorda ad amici e parenti. La sera di giovedì 24 agosto la Croce Luminosa del Monte Sarago ha brillato in sua memoria. LINA DELL’EDERA 1988 11 novembre 2006 Mamma, a noi che siamo qui in terra rimane il compito di tener vivo nella fede e nella speranza il carissimo ricordo di Te, che ora sei in Paradiso, con il Signore che tanto amasti e che ci insegnasti ad amare. I tuoi figli don Domenico Melpignano, Rosa, Angela, Franco e Roberto. STEFANO FRANCIOSO MARIO ANDRIOLA 12.9.2006 Malgrado siano trascorsi molti anni dalla scomparsa del caro È trascorso un anno dalla morte di 26.10.2003 26.10.2006 12.9.2005 La nipote Cecilia Rosalia Zaccaria 27.10.2002 7.10.2006 La sorella Nina lo ricorda a quanti lo conobbero ed amarono in vita; ma la vita continua nell’eternità dove continueremo ad amarlo e ad amarci. 21.10.2006 La moglie e i nipoti lo ricordano con affetto. 1 febbraio 1927 19 settembre 2006 ANTONIO MARSEGLIA 21.10.2004 l’unico fratello superstite, Biagio, mio padre. Biagio lo riporta in Ostuni ed una volta guarito, oltre che nella propria famiglia, lo accoglie nella sua bottega di sarto, dove continuano a lavorare insieme, insegnando il mestiere anche a giovani disposti ad imparare, fino alla morte prematura del fratello Biagio, avvenuta nel lontano gennaio del 1979. La sua vera passione è stata la politica, anzi il partito, di cui è stato fervido attivista; chi dei meno giovani non ricorda Lorenzo Zaccaria sul palco in un comizio elettorale, in una manifestazione, sempre con “l’AVANTI” sotto il braccio per distribuirlo con orgoglio nella piazza di Ostuni tra i compagni di partito? Il suo cuore ha sempre palpitato per le sorti del partito, provando gioia ed esultanza per i suoi successi e sofferenze per le sue sconfitte. Negli ultimi anni della sua esistenza è vissuto con riservatezza insieme alla moglie, Nennella, alla quale la morte lo ha sottratto in un caldo pomeriggio di fine estate. Ad un mese dalla scomparsa di LILLO RAPANA’ Donna di profonda fede cristiana che ha amato e sostenuto coloro che la conobbero. Seppe affrontare e superare con dignità le difficoltà della vita, sdrammatizzando ogni evento negativo con la spontaneità di un sorriso che la rendeva unica. Con immenso dolore ne danno il triste annuncio le sorelle Stella e Caterina, il fratello Matteo, unitamente ai cognati Antonio, Ernesto e Francesca ed ai nipoti che non la dimenticheranno mai. Allora, ce state angora fore, arravuagghjàte da sott’all’arvulu tutte li fiche ca so’ sciùte ’n derra chire avvuscelàte, chire scarte, so’ tutte bbone. Lavàteli cchjù de na vonda, po mettìteli nda nu penzenètte sobb’a llu fuéche e fascìteli fèrve fign’a quande li fiche na càccene lu suche. Fascìteli defrèdde nu picca e po mettìtele ’nda na mappìna, attaccàtela a fagnòtte e puggiàtela ‘nda na scolapasta de mote ca lu suche de li fiche po’ scènne chjane chjàne. Agne tanda sciate e strengìte forte lu fagnòtte pe fa assì cchjù suche. Quande vedìte ca suche na nne jèsse cchjù, mettìte tutte cure ca it’arravuagghjàte jnd’a nna patèlla sobb’a llu fuéche e fascìtulu scì d’amore d’amore pe nu pare d’ore fign’a quande na devènda cumm’a nna cunzerva. Quande sì defreddùte, mettìtulu ‘nda na buttiglia e arreccàtulu pe mettùrlu sobb’a li pettulu a Natalu o pe fa la serbètta quande nèveca. Passano gli anni ma tu ci sei sempre vicino, sempre presente nei nostri cuori, nei nostri pensieri e nei nostri ricordi. Gelosamente conserviamo i tuoi insegnamenti che ci guidano nel cammino della vita. Ti ricordano con affetto e tanto amore tua moglie Tina, i tuoi figli Franca con Domenico, Anna con Salvatore, Girolamo, Maria con Roberto e Angelo con Pamela, che tanto amavi e ancor più ti amano. 7 ottobre 2005 7 ottobre 2006 Sono trascorsi quattro anni dalla tua scomparsa e il tuo dolce sorriso rimane nei nostri cuori per sempre. Manchi tanto alla tua cara moglie Maria, alla tua figlia Anna, a tuo fratello Enrico, ai cognati Tina, Ricia, Carminuccio e a tutti i tuoi nipoti. 10 settembre 2004 10 settembre 2006 1° anniversario della scomparsa di Inesorabile trascorre il tempo ed il nostro caro MARIA LOPARCO IPPOLITO IACOVAZZI da due anni è vicino alla gioia eterna del Dio della vita. In noi è rimasto il rimpianto del tempo passato insieme e la certezza che un giorno il Signore misericordioso ci farà ritrovare. La moglie Vita ricorda la sua dolcezza a parenti ed amici. È passato un anno, il dolore e la disperazione hanno lasciato posto ad un sentimento di nostalgia e di rimpianto per non averti più tra noi. Sei sempre nei cuori delle tue figlie Carmela, Palma, Mimma e Paola. di tuo marito Ciccio, dei tuoi generi Antonio, Oronzo, Angelo, Vito e dei tuoi nipoti che ti vorranno sempre bene. C M G N CRONACA BREVE 12 Ottobre 2006 Verrà realizzato un piccolo parco a verde? Una strada intitolata a Peppino Orlando? Un gruppo di Ostunesi, dopo aver raccolto un gran numero di firme ha presentato al Sindaco una proposta che ci sembra di condividere: si chiede di considerare l’opportunità di intitolare una strada del Comune di Ostuni al compianto insegnante Peppino Orlando, già assessore allo sport e turismo, che tanto lustro ha conferito alla nostra Città con le sue iniziative. I cittadini suggeriscono il tratto di strada (indicato con la freccia nella foto), attualmente senza nome, che parte dall’incrocio del Cinema Roma e, passando dinanzi al foro boario, giunge all’incrocio del ponte cavalcavia della Ostuni-Stazione-Mare. Il suggerimento è motivato da diverse circostanze: - il Cinema Roma ha ospitato le prime edizioni del premio “Ulivo d’Argento”, ideato da Peppino Orlando, che ha fatto varcare alla nostra città i confini regionali e nazionali, facendo conoscere ed apprezzare ovunque le bellezze di Ostuni; - il tratto di strada è quello che porta verso il mare ove negli anni di attività di Peppino Orlando sono sorti tanti insediamenti turistici che oggi contribuiscono a valorizzare sempre più Ostuni, - ed infine, la considerazione che Peppino Orlando ha dimorato per tanti anni in Largo Avv. Francesco Tamburini, a ridosso del Cinema Roma e della strada che porta verso la Stazione e le spiagge ostunesi. P er iniziativa degli abitanti del quartiere “S. Antonio-Villetta di Cristo Re” è stata proposta all’Amministrazione Comunale di Ostuni la creazione di un piccolo parco-verde pubblico su un terreno di proprietà del notaio Giuseppe Trinchera, prospiciente la villa di quest’ultimo e sul punto più alto della Strada Panoramica. Si tratta di una superficie di circa due mila metri quadri, attualmente recintata ed incolta e, comunque, inutilizzata che, per la sua felice posizione, costituisce un naturale terrazza verso la marina ostunese. N N o z z e d ’ O r o No oz zz ze e d d’ ’O Or ro o LILLINO D’ALO’ e PALMINA ROMA Cogliamo l’occasione della opportuna proposta per invitare l’Amministrazione a costituire una Commissione per la toponomastica cittadina e a rammentare che vi sono sindaci deceduti (Castiglioni, Putignano) amministratori comunali e provinciali (F. Clarizia, G. Palma, ecc.), sacerdoti (Mons. O. Semeraro, don Luigi Roma, don L. Mindelli, don A. Melpignano, don G. Aleo, ecc.), personalità che hanno illustrato Ostuni (prof. Giovanni Semerano, prof. Pier Fausto Palumbo, ecc.); naturalmente sarebbe bene rispettare la legge in materia che, tranne casi eccezionali, prevede che siano decorsi dieci anni dalla morte. Il 10 settembre scorso, nella chiesa dei Cappuccini, circondati dal figlio Peppino, dalla nuora Antonella, dai nipoti Roberto e Giulia, da parenti ed amici, hanno ricordato il 50° anniversario del giorno in cui, mediante il Sacramento del Matrimonio, congiunsero le loro vite in un vincolo indissolubile. All’omelia della Messa, don Domenico Melpignano, dopo aver richiamato la grandezza del Matrimonio-Sacramento, rivolgendosi ai festeggiati ha soggiunto: vi auguro ancora tanti anni di vita, perché dopo aver raggiunto e celebrato questa tappa così importante della vostra vita coniugale, possiate viverne e celebrarne altre, e perché possiate testimoniare a tutti l’amore grande, unico, indissolubile e fedele del quale siete stati meravigliosi annunciatori. N N o z z e d ii Z Z a f f ii r r o No oz zz ze e d di Za af ff fi ro o La sede de «Lo Scudo», in Corso G. Garibaldi, 129 è aperta il martedì e il venerdì dalle ore 18,00 alle ore 20,00 Lunedì 2 ottore 2006 i coniugi CARLO CALCAGNI e TERESA CAVALLO Tel. 333.9063735 insieme ai loro figli Alessandro e Maria Irene, ai nipoti Andrea e Fabrizio ad ai familiari, hanno celebrato i loro 35 anni di matrimonio. Nella chiesa di San Luigi Gonzaga è stata celebrata la S. Messa durante la quale il parroco don Franco Blasi, con poche, semplici, ma significative parole ha esaltato il Sacramento del Matrimonio che diventa testimonianza di fede e di vita e non si scalfisce nel tempo. La giornata si è conclusa con un sobrio ed intimo incontro conviviale che ha riportato la famiglia Calcagni a ricordare gli innumerevoli viaggi compiuti per partecipare a gare di danza col conseguimento di numerosi riconoscimenti e attestazioni di stima. Notizie flash di Ferdinando Sallustio nche alcuni nostri concittadini, con diverse mansioni, sono partiti per far parte della missione di pace italiana in Libano, a garantire la fragile tregua con Israele: come già in altre occasioni analoghe, soprattutto nel Kossovo, in Afganistan ed in Iraq, la presenza italiana è stata determinante per garantire la pace e aiutare le popolazioni in difficoltà. Agli ostunesi impegnati giunge il nostro plauso ed il nostro sostegno. *** amiglia da primato ad Ostuni per il piccolo Francesco Fama, nato il giorno di Sant’Oronzo da Angelo e da Rossella Lococciolo: oltre alla mamma, 22 anni, il bimbo ha la nonna, Marianna, di 45, la bisnonna Teresa, che ne ha 68, e la trisnonna Marianna, 88 anni, che si dice “felicissima” per l’arrivo di questo bambino coccolato da quattro generazioni. *** ncora sangue sulle nostre strade: dopo la morte del giovane operaio Raffaele Semerano, all’inizio di agosto, si sono verificati altri gravi incidenti, uno mortale, tra il Pilone e Torre Canne, nel quale ha perso la vita una signora di 86 anni, Domenichella Lo Schiavone, mentre a fine agosto un ragazzo di Ostuni ha perso la gamba nell’impatto tra la moto su cui viaggiava ed un’auto. Da segnalare anche la tragedia del cistranese Biagio Baccaro, annegato il 14 agosto per salvare il figlio nel mare di Lido Morelli. *** uaranta villette in costruzione sono state sottoposte a sequestro a Villanova, i due costruttori ed il direttore dei lavori sono stati iscritti nel registro degli indagati: secondo le prime risultanze delle indagini condotte dai Carabinieri alcuni dei locali seminterrati, destinati a rimesse, sarebbero stati poi trasformati in vere e proprie abitazioni con servizi annessi. *** uoni e fulmini su Ostuni: due nubifragi, abbattutisi sulla città il 16 settembre e poi nelle due giornate tra il 26 e il 27 hanno causato gravi danni e riproposto il problema delle carenze nell’assetto idrogeologico del nostro A F A Q T territorio; per l’ennesima volta il piazzale della Stazione ferroviaria si è ridotto ad un acquitrino, mentre una enorme quantità di acqua si è riversata su Rosa Marina e sul Pilone, inondando parecchie ville; inoltre è stata bloccata per molte ore la statale 379 nei pressi di Torre Pozzelle e la circolazione ferroviaria. *** ronaca nera molto “ricca”, purtroppo, nei mesi di agosto e settembre. Due quindicenni baresi “di buona famiglia” sono stati denunciati a Rosa Marina: avevano scippato una signora ed hanno sfacciatamente ammesso di averlo fatto per procurarsi il denaro per la discoteca. Violata, nell’esclusivo villaggio, anche l’abitazione della showgirl Rossella Brescia, alla quale sono state rubate le biciclette. Un ladro si era anche intrufolato in un noto bar della città e durante la pausa pranzo ha portato via l’incasso e tutto ciò che poteva. Quindi, davanti alla Banca Antonveneta, un rapinatore ha aggredito la titolare di una stazione di servizio portandole via l’incasso che stava per versare (19mila euro). Il 9 settembre, poi, nei pressi delle Poste, quindi in pieno centro, un automobilista è stato fermato da uomini armati, costretto a scendere dalla sua BMW ed a consegnarla ai malviventi. Due giorni dopo sono stati arrestati Antonio Francioso, 38 anni, ed un suo figlio minorenne, con la pesante accusa di aver gravemente accoltellato, per futili motivi, il titolare di una pizzeria; una troupe della televisione britannica BBC è stata derubata del fuoristrada e delle attrezzature, ma la vettura e le telecamere sono state ritrovate; quindi vi è stato il ferimento a fucilate di Stefano Sorada, in contrada Camere, che poteva avere conseguenze anche più gravi. *** nimali scatenati in città: a fine agosto sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco per catturare un grosso serpente che si era intrufolato fra le ruote di un motorino, mentre a fine settembre la Villa comunale ha dovuto chiudere per quattro giorno per interventi di derattizzazione, dopo le proteste per la presenza di grossi topi nel parco. È stata un’estate di intenso lavoro per i Vigili del Fuoco, con gli incendi di due appartamenti, di uno scafo a Costa Merlata e di cinque ettari di macchia mediterranea a San Biagio. C N N o z z e No oz zz ze e Mercoledì 23 agosto 2006, nella Parrocchia “Maria SS. Annunziata” di Ostuni, circondati dall’affetto dei genitori, parenti ed amici, il Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni Mons. Giuseppe Satriano ha benedetto le Nozze di FRANCESCO MARTELLOTTI e GIOVANNA NACCI Mensile Cattolico d'Informazione Anno LXXXV - Numero 10 Ottobre 2006 Corso G. Garibaldi, 129 - 72017 Ostuni (Br) Tel. 333.9063735 Part. IVA 00242540748 Abbonamento annuo: € 18,00 Estero: € 36 - C.C.P. n. 12356721 Aut. Trib. Br n. 38 del 21.7.1956 Iscriz. R O C n° 5673 Sped. in a.p. - 45% - Art. 2 comma 20/b L. 662/'96 Filiale di Brindisi Aut. 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