LO SCUDO ottobre 2006

Transcript

LO SCUDO ottobre 2006
10
Ottobre
2006
Mensile Cattolico d'Informazione fondato nel 1921
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1, comma 2, DCB BR
Un richiamo all’impegno civile
e alla partecipazione
una copia
€ 1,70
Riserva naturale di Torre Guaceto
Foto: Gianfranco Ciola
di Stefano Cavallo
conclusione del nostro commento sui risultati delle elezioni amministrative del 13
giugno 2004 così ci esprimevamo: «L’interesse della Città è quello di essere ben amministrata: rispetto alle precedenti elezioni vi sono
due elementi positivi. La stabilità della Giunta
che dovrebbe essere assicurata dall’ampia maggioranza e la presenza di tutti i gruppi della destra e di quello di Bernadette Giovene che dovranno assicurare nel Consiglio una attiva e consistente opposizione. In democrazia il ruolo dell’opposizione è prezioso e non può essere barattato con il sottogoverno o addirittura passando
dalla parte del vincitore, come purtroppo è accaduto dopo le elezioni del 2002.
Anche la politica ha una sua moralità e il rispetto della volontà degli elettori ne costituisce il
presupposto».
Purtroppo le nostre previsioni si sono rivelate fallaci e si è confermato un malcostume politico e
amministrativo che costituisce la principale fonte
di distacco dei cittadini dalla vita politica.
L’opposizione si è... liquefatta, innanzitutto con
l’incredibile decisione dei consiglieri eletti come
UDC di abbandonare il partito e di costituire il
gruppo dal titolo fantasioso di “Ippocampo”. Il suo
leader, il dr. Nicola Lo Tesoriere che proviene da
una lunga milizia nel MSI, ha ritenuto di aderire al
Partito Socialista dell’on. De Michelis che è allocato a livello nazionale nella Casa delle Libertà.
Ma quello che è più grave è la evidente posizione
di non belligeranza assunta nei confronti del Sindaco e della Giunta, in palese contrasto con gli
impegni assunti con l’elettorato.
Il gruppo consiliare di Forza Italia, il primo partito di Ostuni per voti nelle elezioni politiche
(27,03%) si può dire scomparso anche a causa
delle fratture insanabili che ha provocato l’ingresso nel partito dell’avv. Luca Marzio che,
guarda caso, frequentemente in Consiglio ha
votato con la maggioranza.
Bernadette Giovene, che si era candidata alla
guida di un terzo polo, dopo le delusioni elettorali, svolge un’opposizione... silenziosa.
L’unico gruppo è quello di Alleanza Nazionale;
l’avv. Matarrese e il dr. Galizia, con il dr. Roberto Carparelli, svolgono un ruolo critico nel Consiglio comunale.
Se l’opposizione è ridota ai minimi termini, la
maggioranza non brilla per contributi e per iniziative che valgano a dar contenuto all’azione
amministrativa. Nonostante la loro buona volontà gli assessori sono fortemente condizionati
dalla personalità del Sindaco e dai suoi metodi
di governo che vorrebbero apparire idonei a dare vivacità all’azione amministrativa ma di fatto
contribuiscono ad accentrare il potere.
È in questo quadro che si è avviato il dibattito, si
fa per dire, per giungere all’avvicendamento degli assessori, impegno che venne assunto al
momento della loro nomina, per riuscire a superare le tensioni all’interno dei partiti, i cui consiglieri erano tutti aspiranti assessori. Vedremo
nelle prossime settimane come si concluderà
questa inutile perdita di tempo.
Se è questo il panorama offerto dai partiti e dall’Amministrazione, non molto diverso si presenta
quello costituito dall’associazionismo e da quella
che impropriamente si chiama la “società civile”.
Ostuni ha avuto e ha un’articolata presenza nel
campo associativo che da qualche tempo non
riesce più ad offrire contributi validi per la vita
politica e sociale della nostra comunità. Il Forum
è ormai una struttura anchilosata essendosi ridotta ad ulteriore strumento da conquistare da
parte dei partiti e che non disturba il guidatore; i
sindacati ormai svolgono un’attività assistenzia-
A
le, come se i problemi della città e delle istituzioni non interessino i lavoratori; le associazioni
ambientaliste sembrano che si siano ritirate in
se stesse e assistano silenziose alle trasformazioni del territorio che sono in atto e alla corsa
alla compravendita dei suoli che si suppone saranno valorizzati dal nuovo piano regolatore.
La recente assemblea degli Amici di Ostuni è
stata emblematica: nessun riferimento concreto
alla città e ai suoi problemi, alcuni interventi laudativi dell’Amministrazione comunale (Ostuni
sarebbe tutta un cantiere per quanto riguarda la
Convegno
Ecclesiale
Diocesano
È passato un mese dal nostro
Convegno Ecclesiale Diocesano di
Collevalenza (28-30 agosto) dove,
nella cornice del Santuario dell’Amore Misericordioso, abbiamo
condiviso per la prima volta, in
modo residenziale, alcune giornate, gomito a gomito, pregando insieme e cercando di riflettere, meditare e progettare il vissuto diocesano per l’anno 2006/2007.
a pag. 8 un articolo di Don Giuseppe
Satriano - Vicario Generale dell’Arcidiocesi Brindisi-Ostuni
valorizzazione dei beni culturali!), un lungo intervento del Sindaco che ha esaltato l’operato della Giunta e ha riconosciuto l’importante funzione
che svolge l’Associazione.
Pur crescendo nell’opinione pubblica l’insoddisfazione per i metodi e i contenuti dell’azione
amministrativa, va rilevata una “sonnolenza” diffusa che caratterizza l’associazionismo, oltre
che i partiti politici preoccupati solo di occupare
il potere.
Qual è l’impegno dei cristiani.
In questi giorni si apre a Verona il Convegno sul
tema: «Testimoni di speranza nella città dell’uomo», che ci auguriamo dia un nuovo impulso
per una rinnovata presenza della Chiesa e in
particolare dei laici cristiani. Fin dal 1981 il Consiglio permanente della CEI, con il documento
“La Chiesa Italiana e le prospettive del Paese”,
incoraggiava i cristiani «a ricordarsi della loro
vocazione, a uscire dalle pigrizie e dall’anonimato, per essere nuovamente testimoni del
Vangelo in una vera identità cristiana. L’assenteismo, il rifugio nel privato, la delega in bianco
non sono leciti a nessuno, ma per i cristiani sono peccato di omissione. Si parte dalle realtà locali, dal territorio. E si è participi delle sorti della
vita e dei problemi del Comune, delle circoscrizioni e del quartiere: la scuola, i servizi sanitari,
l’assistenza, l’amministrazione civica, la cultura
locale».
Un invito che si sostanzia in un dovere morale
quello dell’impegno sociale e politico dei cristiani.
Difendiamo il creato
di Domenico Melpignano
1° settembre scorso la Chiesa Italiana ha invitato
i credenti a celebrare la “1a Giornata per la salvaguardia del creato”, “grande dono di Dio
esposto a seri rischi da scelte e stili di vita che possono degradarlo”. – come ha osservato Papa Benedetto XVI domenica 27 agosto scorso, dopo la preghiera mariana dell’”Angelus” a Castelgandolfo.
Il Papa ha rivolto un appello all’impegno di cristiani
per la salvaguardia del creato a fronte del degrado
ambientale che rende insostenibile l’esistenza dei poveri della Terra.
Ecco quanto testualmente Papa Ratzinger ha detto:
“Il prossimo 1° settembre la Chiesa in Italia celebrerà
la 1a Giornata per la salvaguardia del creato, grande
dono di Dio esposto a seri rischi da scelte e stili di vita che possono degradarlo. Il degrado ambientale
rende insostenibile particolarmente l’esistenza dei
poveri della terra. In dialogo con i cristiani delle diverse confessioni occorre impegnarsi ad avere cura del
creato, senza dilapidarne le risorse e condividendole
in maniera solidale. In questa occasione, sono lieto di
accogliere stamani la rappresentanza del pellegrinaggio, promosso dalle ACLI, che ha percorso l’antica Via Francigena dal Monginevro a Roma sensibilizzando al rispetto dell’ambiente”.
Già dal 20 maggio 2006 le Commissioni Episcopali
«per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la
pace» e «l’ecumenismo e il dialogo» ci avevano
consegnato un messaggio che ci ha aiutato tantissimo a pregare, a riflettere, a programmare. Tema del
messaggio è stato: “L’uomo nel giardino di Eden,
perché lo coltivasse e lo costruisse” (genesi 2,15).
Il documento è articolato in 3 punti:
1) “...tutto è stato creato per mezzo di Lui...”. È il filo
che attraversa tutta la Bibbia Parola di Dio indirizzata
all’uomo e che ci presenta “Dio come Creatore, Colui
che per amore ha fatto ogni cosa” (Genesi 1-2).
Il “Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica” che usano i nostri bambini che fanno scuola
di catechismo sottolinea che Dio ha creato il Cielo e
la Terra. In ciascuno subentrano spontanee quelle
domande fondamentali: da dove veniamo? qual è la
nostra origine? dove andiamo? qual è il fine ultimo
della nostra vita?
La creazione, opera di Dio Padre, ma anche di Dio
Figlio e di Dio Spirito Santo ,è l’inizio della esistenza
terrena, della nostra salvezza, della vita eterna, della
storia presente e futura.
Nel secondo punto i Vescovi richiamano la nostra attenzione alla stessa Scrittura che sa bene che “lo
splendore della creazione è anche offuscato dal potere misterioso del male”.
Il Capitolo X del “Compendio della Dottrina Sociale
della Chiesa Cattolica”: “si è ampiamente soffermata
sul degrado dell’ecosistema planetario, esaminandone
i diversi aspetti (inquinamento climatico, crisi delle risorse idriche, riduzione della biodiversità, ecc.)”.
Il
A monte di tale dinamica esso ha colto, secondo l’indicazione dell’Enciclica di Giovanni Paolo II “Centesimus Annus”, l”’incapacità di riconoscere nel mondo quella originaria donazione che precede e fonda
ogni azione umana”.
In questo 2° paragrafo che ha come titolo “Il grido della Terra” i Vescovi, doverosamente hanno fatto riferimento a Papa Giovanni Paolo II che nel gennaio 2001
chiamò i credenti alla “Conversione Ecologica” di fronte alla minaccia di una distruzione incompende.
Precedentemente, lo stesso Pontefice, per la Giornata Mondiale per la Pace del 1990, aveva già invitato
a: “riscoprire la relazione tra la Pace con Dio creatore
e quella col creato, in una assunzione di responsabilità per le future generazioni”.
Nel 3° punto i Vescovi si soffermano sulla “salvaguardia del Creato come impegno ecumenico”. Siamo invitati a ripensare alle varie forme di impegno concreto:
«da una rilettura della comune eredità biblica, a un
esame delle problematiche ecologiche del nostro tempo – su scala globale come locale, fino alla concreta
ricerca di nuovi stili e di vita personali e comunitari».
Da Dio creatore di ogni uomo e di ogni cosa, noi uomini dobbiamo imparare ad essere custodi gelosi e
fattivi del dono prezioso che è il Creato, dal rispetto
della vita che coinvolge sia quella del creato che quella di ogni uomo nasce l’obbligo della difesa e della
salvaguardia del creato, collegato con l’integrità della
vita umana. Come, allora, giustificare, anche a livello
locale i continui abusi dei beni naturali? Non è il caso
di parlare di deforestazione, ma sicuramente dei continui inquinamenti, degli scempi che si operano quotidianamente, dai responsabili della cosa pubblica, fino
a noi semplici cittadini, a livello ambientale, sulla zona
costiera, sulla zona collinare, nei vari quartieri della
nostra città. Bisogna dire basta con la prevaricazione
contro i vari attentati che generano il degrado ambientale anche qui da noi, in questa nostra meravigliosa
città, dono prezioso di Dio, affidato alle nostre mani,
alla nostra intelligenza perché lo custodissimo e lo
salvaguardassimo sempre. Se siamo uomini veri, puliti, onesti, non attaccati a quel demone che è il denaro,
e se siamo cristiani autentici, ogni giorno dobbiamo
sentirci impegnati positivamente per la tutela e la custodia di questa “cosa comune” che è la nostra città,
che è il pianeta Terra, che è l’universo creato.
Al Concilio di Trento di cinque secoli fa, un teologo
dichiarò: «vi sono cose nel Creato che sono rimaste
di tutti, nonostante lo sviluppo della proprietà privata.
Come l’aria, l’acqua, i lidi, i pesci, gli animali selvaggi,
gli uccelli». Verso il Creato e le creature tutte ogni
uomo ha la responsabilità di colui che è chiamato ad
essere amministratore saggio e fedele.
Per chi guarda la Terra con occhio cristiano non c’è
solo l’esempio luminoso e stupendo di Francesco
d’Assisi, ma un imperativo morale che non può essere disatteso senza colpa.
2
Attualità
Ottobre 2006
Gentile signora maestra,
Villaggi SOS
...e c’è un forte rumore
di niente…
Il filo rosso della solidarietà
unisce Ostuni a Mogadiscio
grande rilievo hanno riservato i media mondiali all’uccisione di
Suor Leonella Sgorbati dinanzi all’Ospedale costruito e gestito a
Mogadiscio, in Etiopia, dalla SOS Children: l’organizzazione austriaca voluta da Hermann Gmeiner.
Il momento era particolarmente infuocato per le preoccupanti ed ormai quotidiane polemiche tra cristiani e musulmani, ma la notizia ha sconvolto ancor di
più le coscienze, sia per il ruolo che quell’Ospedale riveste a Mogadiscio che
per la testimonianza di martirio cristiano offerta dalla missionaria.
Tra i 450 villaggi SOS sparsi in tutto il mondo e, tra questi, quello di Ostuni è
uno dei primi, a Mogadiscio, accanto alle case dei bambini era sorto un
Ospedale che negli anni ha provveduto alla cura ed assistenza della intera popolazione della città risultando l’unico presente sul territorio. Godendo della diretta protezione delle Nazioni Unite era stata l’unica struttura sanitaria a funzionare durante le terribili giornate che avevano insanguinato il popolo somalo.La stessa nostra brava
giornalista Ilaria Alpi, dopo l’agguato, era stata lì ricoverata e purtroppo inutilmente assistita.
Voluto dal dott Willy Huber, l’ospedale di Mogadiscio si era dotato di un reparto di ginecologia con annessa scuola per infermieri ed ostetriche che provvedeva a formare sul luogo personale paramedico.
Suor Leonella aveva appena terminato una lezione alle sue allieve somale e si apprestava solo ad attraversare la strada quando un killer prezzolato, ma non somalo, poneva fine alla sua esistenza e a quella
del giovane del luogo che l’accompagnava.
In quel luogo di dolore e di miseria, la vita e la morte, lo sappiamo bene, sono strettamente unite solo dalla generosità e gratuità dei quotidiani gesti di chi ha scelto di non vivere solo per se stesso
E questa missionaria, gioiosa e coraggiosa, ha pronunciato prima di morire le uniche parole che davano
senso a tutta una vita ‘giocata’ per gli altri: perdono, si, io perdono.
Tristemente ci vien da dire: l’ignoranza e il fanatismo si fa prima a perdonarli che a combatterli!!!
Ostuni, tramite la rete degli Amici del Villaggio Sos, insieme all’Associazione nazionale ed internazionale,
può dirsi orgogliosa ed onorata di aver contribuito fattivamente alla gestione dell’ospedale di Mogadiscio
avendo in una certa misura adottato e finanziato proprio quella scuola.
È proprio vero: il filo rosso della solidarietà non conosce confini e la profetica intuizione di Herman Gmeiner
oggi cammina per le strade del mondo con i piedi di quanti hanno creduto e voluto spendersi per essa.
Suor Leonella è stata, suo malgrado, anche l’epifania tragica di migliaia di volontari che nei villaggi SOS
di ogni latitudine si fanno carico dei ‘piccoli‘ della terra spargendo semi di speranza e di vita.
SILVANA GIOVENE MARSEGLIA
Un
scolastici degli alunni
ragioni di questa scelta
Questa volta una breve abbandoni
mai però le loro bravure. È semsono tante ma le confesso subito che non le riflessione sulla scuo- pre un avvilente gioco di disimè estranea la trepida emozione la, se permette, la fac- pegno dalle responsabilità.
Se facessero tutti un bel anno
carica di attese, di una nonna
sabbatico ad insegnare ai bambiche segue l’ingresso a scuola cio insieme a lei.
ni di tre e sei anni del 2006, capidelle sue gemelline parigine. A
dire il vero le cose tra i nostri cugini funzionano rebbero l’inutilità di tanti corsi di aggiornamento e
diversamente e molte sono valide e degne di imi- i fondamenti veri della didattica!
tazione, ma sta di fatto che una delle ultime clas- È proprio sulla responsabilità professionale e sosifiche di merito, mette la nostra scuola dell’infan- ciale temo che la classe magistrale abbia poco rizia ed elementare, pardon, del Primo ciclo, alla flettuto. È la scuola il nostro investimento anche
testa di tutte le altre per qualità di risultati e pre- più redditizio se solo si pensa che se nel Meridione si leggesse di più, lo stesso nostro PIL creparazione dei maestri.
scerebbe del sette-otto per cento; al sapere e soLe eccezioni naturalmente vanno nel conto.
Onore e merito alla categoria che, nel chiassoso lo a quello è legata l’emancipazione della nostra
“forte rumore di niente” che assorda e disorienta comunità.
anche i professionisti più seri, resta l’anello forte Ma il suo compito mi creda, signora maestra, è
molto più sacro e coinvolgente della semplice tradel sistema scuola in Italia.
Siete la nostra eccellenza che si collega ad un’al- smissione di ottime competenze indispensabili
tra gratificante realtà: i laureati italiani sono i più nella società della conoscenza.
corteggiati all’estero; parola di ministri e statisti- Lei deve compiere una magia alla Harri Potter:
che. E allora vien da chiedersi: se l’inizio e la fine trasformare tutto in gioia di conoscere, capire e
del percorso scolastico ci vedono primi, come scoprire.
mai l’OCSE continua a bocciare toutcour la scuo- Gli alunni le saranno grati per tutta la vita se inla nostrana e a metterci al penultimo posto nella segnerà loro, diceva un grande pedagogista “con
gli occhi sfavillanti” di chi condivide con i piccoletgraduatoria dei paesi più industrializzati?
O qualcosa non quadra, o i ragazzi si perdono ti i segreti di un grande Amore.
..cammin facendo… per poi salvarsi solo quel mi- Quando le discipline sono reali passioni, si pianta-
Le
Per amore, per professione
e per diletto...
V
enerdì 1° settembre 2006 ha chiuso i battenti con grande affluenza di cittadini e turisti, la Mostra storico-documentaria intitolata “Per amore, per professione e per diletto... Le scritture delle donne in Terra di Brindisi (secc. XVI-XX)”, ospitata nei locali del Centro di Cultura “D. Cirignola”, in Ostuni.
Realizzata da un team di ricercatori coordinati dalla
prof.ssa Rosanna Basso dell’Università di Lecce,
responsabile del progetto, ha visto l’impegno della
Dott.ssa Katiuscia Di Rocco, direttrice della Biblioteca Arcivescovile “A. De Leo” di Brindisi e delle
sue collaboratrici dott.sse Monia Carlucci e Stefania Scotto di Marco che hanno curato l’allestimento, di Anna Maria Petraroli, componente del Comitato alle Pari Opportunità del Comune di Ostuni
che ha contribuito alla realizzazione della stessa.
Auspice l’Amministrazione comunale di Ostuni,
l’Assessore Giulia Anglani e il Comitato alle Pari
Opportunità, il Centro di cultura “D. Cirignola”.
Attingendo ad una larga documentazione archivistica e bibliografica disseminata negli archivi pub-
blici e privati della provincia, la Mostra racconta,
attraverso il filo delle scritture e attraverso alcuni
percorsi biografici, una dimensione sconosciuta
della presenza femminile nel Salento degli ultimi
cinque secoli. In questa trama di lungo periodo
trovano posto, relativamente ad Ostuni, le testimonianze relative alla vita del Monastero delle Benedettine cassinesi, a Oronzina Tanzarella, a
Fanny Tanzarella Panese, a Palmira Miglietta
Zaccaria.
La Mostra è nata con il concorso della Provincia
di Brindisi, il Dipartimento di Studi storici dell’Università di Lecce, la Biblioteca arcivescovile di
Brindisi “A. De Leo”, l’Archivio di Stato di Brindisi, il Centro di Studi Salentini.
Quest’ultimo appuntamento è stato patrocinato
dalla Presidenza del Consiglio Regionale.
Ci auguriamo che il Comitato alle Pari Opportunità prenda l’iniziativa per ampliare la ricerca ad
altre figure femminili ostunesi, realizzando una
sezione presso la Biblioteca comunale che raccolga notizie, documentazione e foto.
L’onorevole Giuseppe Zurlo
ha compiuto 80 anni
E’ tra gli ostunesi
che hanno segnato
una parte importante
della vita sociale e
politica della nostra
provincia e della
stessa Puglia e non
solo per essere stato
finora l’unico ostunese che abbia ricoperto l’incarico di sottosegretario, prima alla Sanità (1976) e successivamente all’Agricoltura.
Peppino Zurlo è stato l’esempio di un giovane
che, nato in una modesta famiglia artigiana, e dopo aver frequentato la scuola di avviamento, ha
saputo essere un autodidatta, divenendo pubblicista e direttore di periodici. Anche ora dirige la rivista bimestrale “Civiltà europea”, che fornisce un
importante contributo allo sviluppo della politica
europeistica nell’alveo del Partito Popolare Europeo. La ricca esperienza come coordinatore socia-
le nell’Ente di Sviluppo agricolo di Puglia e Lucania, in quest’ultima regione, di sindacalista (è stato Presidente provinciale delle ACLI) e di operatore del settore della cooperazione, ha largamente
influenzato il suo impegno politico.
Ha aderito giovanissimo alla Democrazia Cristiana operando in Provincia e nella regione, su posizioni fortemente caratterizzate da una volontà di
cambiamento delle strutture socio-economiche
che condizionavano lo sviluppo civile delle nostre
terre. Eletto deputato con larghi consensi nel
1972, è stato confermato nel Parlamento fino al
1987.
Dopo aver cessato il mandato parlamentare, è stato presidente dell’U.N.I.R.E. e ha continuato a seguire le vicende politiche del nostro Paese.
Il 1° ottobre ha compiuto 80 anni e gli amici de
“Lo Scudo” formulano a Peppino Zurlo, affezionato abbonato del nostro mensile, gli auguri più
sinceri.
S.C.
1951: Edificio Scolastico “E. Pessina” - Il prof. Ivo Tanzarella e la sua quinta classe elementare
Foto F. Nacci - Ostuni. Fototeca di Angelo Pacifico
sero quasi trenta per cento degli iscritti all’Univer- no nella parte più nascosta della mente, nel sacrario dei godimenti dello spirito. Sarà la curiosità intelsità che giunge alla laurea.
Sa signora maestra, si dice sempre che il percor- lettuale nata nei primi anni di scuola che col tempo
so culturale di tutti noi è paragonabile ad una farà scoprire l’eterno giovanile volto della cultura:
scala dove i pioli iniziali fanno da struttura portan- l’unica ricchezza, insieme alla Grazia di Dio, capate a tutto il resto; lei porta sulle spalle quest’ono- ce di costruire personalità libere e critiche.
re e questa responsabilità su cui i colleghi degli Con stima e consapevolezza del greve lavoro
anni successivi, con troppa furbesca disinvoltura, che l’attende
SILVANA GIOVENE MARSEGLIA
fanno ricadere le cause degli insuccessi e degli
Gli ottant’anni del dott. Pietro Lacorte
nche il dott. Pietro Lacorte – Pierino per gli
amici – sta per varcare la soglia degli ottant’anni. Non si direbbe, a considerare la energia
vitale e il dinamismo che esplica nel suo costante
impegno nell’associazionismo ecclesiale e civile, a
livello nazionale e locale.
A livello nazionale è componente del Comitato Nazionale di Bioetica; fa parte del Consiglio nazionale di “Agire politicamente”, associazione culturale
e politica che si ispira al patrimonio ideale del cattolicesimo democratico; ha fatto parte per diversi
anni del Consiglio nazionale del MEIC (Movimento
Ecclesiale di Impegno Culturale).
A livello locale è dirigente diocesano del MEIC,
dopo essere stato dirigente del Gruppo di Ostuni
sin dalla sua costituzione; ha un ruolo determinante nelle attività dell’associazione “Amici di Ostuni”,
di cui è stato uno dei fondatori; ha fondato il Villaggio S.O.S. di Ostuni; ha avuto una breve e diretta
esperienza politico-amministrativa in Ostuni con le
elezioni del giugno 1983; nel 1994 è stato candidato alla Camera dei deputati.
Cristiano adulto, per le responsabilità ecclesiali e
civili assunte e per la libertà con cui vive l’appartenenza ecclesiale, si è sempre contraddistinto per
la sua inquietudine, per il suo non appagamento.
Ha alle spalle le sue origini popolane, di cui ha
A
portato sempre vanto; la militanza, sin da
fanciullo, nell’Azione
Cattolica, alla scuola
di buoni maestri (don
Luigi Mindelli, mons.
Orazio Semeraro,
mons. Settimio Todisco); una lunga esperienza professionale
di medico, esercitata
con competenza sempre aggiornata e con dedizione scrupolosa alla cura dei suoi pazienti. È suo
particolare merito l’aver dato all’Ospedale Civile di
Ostuni un qualificato reparto di gastroenterologia,
che oggi rimpiangiamo.
Si deve a lui la celebrazione in Ostuni di importanti
convegni culturali nazionali, tenuti, in questi ultimi
anni, dal MEIC e da “Agire Politicamente”: convegni ai quali purtroppo sono mancati il coinvolgimento e la partecipazione dell’associazionismo
ecclesiale e civile locali.
A Pierino, che il 28 ottobre compie ottant’anni, la
famiglia de Lo Scudo augura di continuare con immutato entusiasmo e con animo rasserenato nel
suo impegno apostolico e civile.
S.M.
3
CULTURA
Ottobre 2006
Una passione
che continua
Mostra di
Ugo Malecore
di Domenico Colucci
N
otevole successo ha riscosso la mostra
antologica dello scultore leccese Ugo
Malecore esposta al pubblico nel palazzo Tanzarella dal 28 agosto all’8 settembre 2006.
Ne illustrò il valore estetico e l’aspetto storico il
dott. Nico Lo Tesoriere nel discorso rivolto all’attento pubblico nella serata inaugurale.
Quanto ai suoi rapporti con Ostuni l’artista leccese
non ha atteso tutti i suoi anni (è nato a Lecce il 17
agosto 1920) per farsi conoscere dagli ostunesi.
Già sapeva di lui don Franco Blasi, parroco di S.
Luigi, quando durante l’ultima quaresima fece installare nella sua chiesa una moderna Via Crucis
di pregevole fattura e nello stesso tempo teneva
esposto nel presbiterio uno splendido busto del
Papa Giovanni Paolo II, destinato poi al C.I.F. di
Ostuni.
Lo stesso don Franco preannuncia l’offerta di un
artistico Crocifisso del Maestro Malecore all’Arcivescovo Rocco Talucci per il Seminario.
Ma c’è di più. Non sono pochi gli ostunesi che ricordano ancora il prof. Ugo Malecore, docente di
disegno e di educazione artistica presso la nostra
Scuola media “San Carlo Borromeo” agli inizi
degli anni cinquanta quando giungeva a Ostuni
ogni mattino con il rapido da Lecce.
Chi lo ha conosciuto in quei tempi dice che il
professore si è trasformato nel fisico guadagnando persino in finezza di lineamenti e nel portamento, ma è rimasto l’artista che da allora faceva
parlare di sé.
Educatosi nella bottega del padre, cominciò da
cartapestaio, ma quando intraprese il corso scolastico delle arti figurative anche la via della scultura che gli ha consentito lusinghiere affermazioni operando a Lecce, e in tutto il Salento e in altre
parti d’Italia.
Rivelò e coltivò una particolare venerazione per
N
E gli altri attori? Bravi anch’essi, ciascun ben calato nel proprio personaggio come Tonino Saponaro, Angelo Morelli, Giulio Saponaro, Giovanni
D’Amico e Vincenzo Cariulo. E con questi tutti i
collaboratori tecnici senza i quali non si muove la
macchina teatrale.
Tutti hanno contribuito a realizzare quello che la
giuria leccese ha chiamato “interpretazione di
gruppo”, cioè, resa scenica globale della compagnia teatrale.
La giuria ha riconosciuto nel gruppo ostunese un
risultato interpretativo tale che lo ha ritenuto meritevole di una nomination: la dodicesima.
Questo significa riconocere i meriti della regia in
un lavoro teatrale, che nella “Spartogna” è stato
assunto da Gianni Cariulo, veterano del teatro
ostunese, un patito del palcoscenico, instancabile
cercatore di idee. A lui si deve molto del successo
della commedia.
Grazie ai risultati ottenuti gli “Amici del Teatro”
sono diventati i portabandiera della tradizione popolare ostunese: hanno portato sul palcoscenico
una commedia che ha segnato e segna un pezzo di
storia della società ostunese.
L’Associazione sta ora preparando quello che sarà
l’evento teatrale della prossima stagione, sono già
iniziate, infatti, le prove del testo scritto dalla magica penna dell’autrice di teatro e poetessa ostunese Pina Moro, tre esilaranti atti che trattano le problematiche della terza età con leggerezza ed ironia.
C
sue già note doti canore, anche quelle di recitazione e di danza. Altri protagonisti: Quirico Convertini (Frollo), Francesco Cavallo (Febo) Milena
Urso, Anna Camposeo, Lucrezia Santoro (Fiordaliso) Mariacarmen Antelmi, Mirko Lanzilotti
(Gringoire) e Viviana Tasco (Clopin). I costumi
sono di Annalucia Scardino e la produzione di
Cosimo Tasco.
L’
la ritrattistica e per i soggetti religiosi in figura
singola o anche in gruppi.
Nella esposizione di Palazzo Tanzarella si poteva
seguire la progressiva ascesa della sua arte attraverso i ritratti di donne e di uomini, personaggi
noti nella società leccese dei quali seppe cogliere
lo spirito, cavandolo dalla materia plasmata dalle
sue mani.
La stessa sensazione si prova davanti alle opere
di carattere sacro e di figure religiose quali Padre
Pio, San Massimiliano Kolbe, S. Oronzo, Madonne e Crocifissi, la maggior parte in terracotta.
Opere meditate, raffinate nello stile che gli perviene dalla scuola classica attraverso la lezione
ora Donatello ora Della Robbia, ma interpretate
con quel tanto di geniale e di personale di cui è
capace un animo nobile e fecondo qual è Ugo
Malecore.
Simposio Internazionale di scultura
ei giorni dal 28 agosto al 3 settembre 2006,
nell’ambito di «Ostuni Città d’Arte e dell’Estate 2006», il centro della Villa Comunale è
stata animata in modo singolare.
Angela Milone e Nicola Roma, con il Patrocinio
del Comune di Ostuni e della Provincia di Brindisi, hanno organizzato il 1° Simposio Internazionale di Scultura in Pietra Bianca.
Hanno partecipato gli scultori: Antonio Cosseddu
Associazione ostunese degli “Amici del
Teatro”, dopo i meravigliosi successi riscossi durante la scorsa stagione primaverile ed estiva e dopo i calorosi applausi che hanno accompagnato la rappresentazione de “La
Spartogna”, prima nell’auditorium della parrocchia di San Luigi Gonzaga, poi all’interno della
Fiera Mostra del Ferragosto ostunese ed in Piazza della Libertà ad Ostuni, infine a Lecce, ha dato
ancora prova delle sue grandi capacità. Il passato
18 settembre si è aggiudiato cinque importanti riconoscimenti alla premiazione de “Le parole della memoria”, la rassegna curata dal centro studi
“R. Protopapa” che ha visto protagonisti numerosi gruppi teatrali provenienti dalle province di
Lecce, Brindisi e Taranto. L’obiettivo primo della
rassegna, che quest’anno festeggia il suo trentesimo anniversario, è quello di tramandare, riconoscere e valorizzare tutte quelle che sono le tradizioni, gli usi e costumi della terra salentina.
Al gruppo teatrale ostunese che aveva in nomination
ben 12 componenti, sono stati assegnati premi andati rispettivamente ad Angela Saponaro per il miglior
trucco, a Maria Giannotti come migliore attrice giovane, all’esilarante Vito Oronzo Epifani come miglior attore non protagonista, all’impareggiabile Riccardo Prisco come miglior attore protagonista e
inoltre il premio speciale “amore per il teatro” all’autore della commedia, il prof. Domenico Colucci.
Gli altri attori segnalati e che non sono stati premiati non hanno perduto i meriti già riconosciuti.
Il riconoscimento del loro valore sta già tutto nella
nomanation e nella stima
degli altri attori e degli
spettatori che li hanno applauditi per un’intera stagione teatrale.
Bravi e indimenticabili resteranno Angela Zurlo,
protagonista femminile,
Beatrice Boccolo, splendida attrice giovane, Giuseppe Tagliente visionario
contestatore, Filomena
Semerano, misurata caratterista femminile, Enzo
Pomes e Nicoletta Natola
convincenti interpreti del
loro ruolo.
(Sardegna), Kei Nakamura (Giappone), Massimo
Pellegrinetti (Accademia di Brera), Marina Quaranta (Milano) e Carmen Tornaboni (Massa Carrara) i quali dal 28 agosto al 3 settembre, hanno
realizzato “en plein air”, alla vista del pubblico, le
loro opere, ricavate da grandi blocchi di pietra viva
ostunese.
Si è trattato di una lodevole iniziativa, sperando
che non si spenga e che continui negli anni futuri.
Se gli organizzatori accettano, offriamo loro alcuni
consigli come nostro contributo.
Intanto, ci avrebbe fatto piacere ammirare anche
qualche ostunese mentre estraeva dalla viva pietra la sua “creazione”. Siamo sicuri che di ostunesi
ce ne sono tanti che sanno lavorare la pietra da
veri artisti.
Al termine della manifestazione sono state eliminate tutte le scorie residue di pietra rimaste sulla
strada, ma è stata lasciata come “ricordo”la polvere bianca che copiosa si è depositata sull’asfalto e
sulle chiome degli alberi, per eliminarla completamente, sarebbe bastato almeno lavare il selciato.
Che fine hanno fatto le opere realizzate? Considerato che sono state pensate, create ed esposte
nella Villa Comunale, non sarebbe stato giusto collocarle nelle aiuole della stessa Villa?
A.S.
L’Anno che verrà
Un
modo divertente per avvicinare gli studenti
ad un nuovo corso di studio? Lo hanno ideato gli alunni della Scuola Media Statale “N. O. Barnaba” di Ostuni (dirigente prof. Domenico Chitano)
validamente guidati dai docenti, nell’ambito del progetto “solidarietà”, svoltosi lo scorso anno e stampato dalla Tipografia Nuova GA s.r.l. di Via Stazione.
Un calendario colorato, allegro, accattivante nella
grafica e nella composizione scandisce i mesi scolastici illustrando attività, percorsi didattici e progetti
programmati. Giunto alla terza edizione il calendario
testimonia come la fantasia e la creatività giovanile,
possano contribuire ad allontanare traumi e paure, favorendo la socializzazione e l’inserimento delle matricole nella nuova realtà scolastica.
E.A.
GIUSEPPE TAGLIENTE
IL GOBBO E LA ZINGARA
onsensi a non finire nel corso dell’Estate
2006 per la sedicenne Sara Semeraro
(già vincitrice negli ultimi tre anni nel settore canto-Interpretazione-Espressione-Eleganza
del “Premio Delfino” – Rassegna regionale di
giovani talenti).
La giovanissima ostunese (nella foto) è tra i protagonisti della neonata Compagnia di Musica
“APULIA” di Carovigno, formata da ben 57 ragazzi di età compresa fra i 9 e i 20 anni, magistralmente diretti dal Centro di Danza “Arabesque” di Rosanna Tersicci autrice anche delle coreografie e dalla Scuola di Musica “De Armonica” del Maestro Franco Carlucci di Carovigno.
La Compagnia ha presentato spettacoli in tantissime località (fra cui: Zoo Safari e Casina Municipale di Fasano, Carovigno, Torre Ovo di Torricella, Ostuni, Brindisi, Cirò Marina, ecc.). Lo spettacolo è liberamente tratto dall’Opera “Notre Dame
de Paris” di Victor Hugo e la Compagnia “Apulia” porta in scena “Il Gobbo e la Zingara” ottenendo dei risultati a dir poco esaltanti. Tutti i ragazzi (dai ballerini, ai cantanti e agli attori) dimostrano alta professionalità e coesione.
Sara Semeraro ha il ruolo di protagonista nei
panni della zingara Esmeralda, la gitana che per
la sua conturbante bellezza fa innamorare Febo
(rappresentante della sicurezza), Frollo (prelato),
ma soprattutto Quasimodo, il famoso “Gobbo di
Notre Dame” interpretato da Samuele Cavallo,
autore anche della sceneggiatura.
In questo ruolo Sara mette in evidenza, oltre alle
4
AVVENIMENTI
Ottobre 2006
Raimondo CRAVERI
N
ei giorni scorsi qualcuno dei più giovani si
sarà posto l’interrogativo “chi è Craveri”?
Infatti, nella serata del 25 luglio di “Una
emozione chiamata libro”, è stata ospite di Ostuni la
studiosa e storica Benedetta Craveri per la presentazione del suo libro: Amanti e regine.
Evidentemente nessuno degli organizzatori si era posto l’interrogativo se vi fosse una parentela tra Benedetta Craveri e quel Raimondo Craveri del quale,
sicuramente, pochi serbano un ricordo.
Un po’ più grave è l’amnesia degli amministratori
comunali che ormai, con le numerose cittadinanze
onorarie conferite, dovranno istituire un’anagrafe apposita.
La sera del 25 luglio, il Sindaco apprese, forse dalla
stessa scrittrice, che Benedetta era figlia di Raimondo Craveri, cui Ostuni deve molto e che alla nostra
Città era particolarmente legato.
Se il Signor Max Schacter, subentrato ai primi lottizzanti, ha il merito di aver realizzato in Ostuni il
primo grande villaggio turistico-residenziale con Rosa Marina e di aver consentito che un architetto del
valore di Anzalin elaborasse i primi tipi edilizi delle
ville che hanno influenzato l’edilizia residenziale più
attenta al nostro ambiente, altro è il merito di Craveri.
Attraverso la società Valtur, di cui era all’epoca amministratore, volle ubicare sulla nostra costa una
struttura alberghiera progettata da valorosi tecnici
che facevano capo all’architetto Luisa Anversa della
scuola del prof. Quaroni, che hanno voluto ispirarsi
alla architettura del nostro centro storico e che hanno
realizzato il complesso in modo che non costituisse
un elemento di disturbo della bellezza della nostra
costa. Ma il merito di Valtur è stato quello di rappresentare il veicolo di maggiore pubblicità per Ostuni.
Ricordo che anche sui mezzi pubblici di Milano vi
era la pubblicità di Valtur in Ostuni.
La nostra Amministrazione non ha avuto bisogno di
spendere in pubblicità e anche gli operatori turistici
locali si sono avvantaggiati di queste due grosse iniziative.
Il conferimento a Schacter
e a Craveri della cittadinanza onoraria di Ostuni,
voluta dall’Amministrazione Ciraci, fu un giusto
riconoscimento che gratificava due singolari personaggi, ma che evidenziava
altresì il valore delle iniziative che da circa quarant’anni illustrano il nostro territorio.
Ma torniamo brevemente
a dire di Raimondo Craveri e di come mai fosse capitato in Ostuni.
Egli era nato a Torino nel
1912 e fino all’inizio della seconda guerra mondiale
aveva esercitato l’avvocatura nello studio del padre,
a Torino, dove viveva con la moglie, Elena Croce, la
figlia maggiore del grande filosofo Benedetto Croce
e i due figli di pochi anni, Piero e Benedetta. Piero è
professore di storia contemporanea e chi scrive ha
avuto il piacere di conoscerlo negli anni universitari,
nell’ambito degli Organismi rappresentativi studenteschi; Benedetta, evidentemente così chiamata per
omaggio al grande nonno, è professoressa di letteratura francese nell’Università Suor Orsola Benincasa
di Napoli.
Un libro pubblicato lo scorso anno dal titolo “L’altra
Resistenza – Servizi segreti, partigiani e guerra di liberazione”, scritto da Peter Tompkins, è dedicato “A
Raimondo Craveri, che ha ispirato questo libro, e a
tutti quei coraggiosi partigiani che hanno sacrificato
liberamente la vita per ridare all’Italia una vera democrazia”. L’autore e Craveri crearono l’ORI (Organizzazione Resistenza Italiana) che svolse un servizio di intelligence autonoma, con funzioni di collegamento fra i partigiani riuniti sotto il CLNAI (Comitato liberazione Alta Italia) e le armate alleate,
Craveri operava col nome di “Mondo”.
Fu proprio in tale veste che Raimondo Craveri, dopo
lo sbarco degli alleati in Sicilia e la venuta a Brindisi
del Re e del governo Badoglio, dal napoletano si
portò in Puglia e alloggiò in Ostuni, nella villa di
Guglielmo ed Enrico Tamburini, a Ramunno.
Fu questa l’occasione per conoscere Ostuni e il suo
territorio che lo portò a scegliere la nostra costa per
l’insediamento Valtur, anche per i suggerimenti e la
disponibilità di Pietro De Laurentis, che aveva conosciuto Craveri in Torino.
Alla sua scomparsa il 16 ottobre 1992, lo Scudo lo
ha ricordato con un articolo di Sandro Massari, assessore ai LL.PP. e all’urbanistica, negli anni della
costruzione del Villaggio, e tra i principali protagonisti delle scelte dell’Amministrazione comunale per
la valorizzazione di Ostuni.
La venuta di Benedetta Craveri ha avuto anche questo merito: di rinverdire il ricordo del padre. Certo,
avremmo preferito e crediamo che ella avrebbe gradito, che il ricordo fosse spontaneo e arricchito dall’illustrazione dei meriti del genitore.
STEFANO CAVALLO
In
di Vincenzo Palmisano
N
el risvolto di copertina
non è scritto (una dimenticanza?), ma Francesco
Specchia è ostunese. Lo ha rivelato, a chi non lo sapeva, la Dott.ssa
Antonietta Moro direttrice della
Biblioteca Comunale, leggendo un
articolo di qualche anno fa pubblicato da Lo Scudo, in cui Specchia
parlava delle vacanze estive trascorse fin da bambino nella casa di
campagna del nonno e del suo altalenante amore per Ostuni, città dalla quale il padre partì giovanissimo
per fare carriera nell’esercito e diventare generale.
Francesco Specchia, giornalista
professionista, laureato in Giurisprudenza, è stato
redattore di diverse testate: La Voce di Montanelli, L’Arena di Verona, Il Giornale, e attualmente
è vicecaporedattore di Libero. Specializzato in
comunicazioni di massa, ha pubblicato parecchio.
L’ultima sua fatica, Gli Inaffondabili, Marsilio
Editore, è stata presentata anche ad Ostuni la sera
del 24 agosto scorso, nel chiostro S. Francesco.
A parlare del libro, degli inaffondabili (di coloro
cioè che sono sempre sulla cresta dell’onda, sotto
i riflettori e sulle pagine dei rotocalchi) e del suo
autore, è stato Luciano Rispoli, un inaffondabile
che per la finezza e la signorilità del tratto e per
la sua grande professionalità, a differenza di tanti
altri, merita di non affondare mai e di godersi la
sua intramontabile notorietà.
È stata una presentazione a due voci. Rispoli e
Specchia hanno dialogato a lungo calamitando
per di più di due ore l’attenzione del pubblico,
che ascoltava in religioso silenzio e con grande
interesse.
Rispoli ne è stato tanto colpito che, rivolgendosi
a Specchia, al Sindaco e a noi tutti, ha esclamato:
“Una serata come questa, un pubblico così attento e numeroso meriterebbero mille telecamere, e
invece per la nostra TV simili
realtà non esistono”.
Come dire che la TV non è una
cattiva maestra, ma tale è diventata
nelle mani di cattivissimi maestri.
Lo strillo di copertina de “Gli
inaffondabili” annuncia: 37 micidiali incontri con Giorgio Albertazzi, Vittorino Andrioli, Piero
Angela (e via elencando). Ovvero
37 interviste a personaggi famosi
della informazione, della politica,
dello spettacolo, dell’editoria, della medicina. ecc. ecc.
Sfilano sul palcoscenico allestito
da Specchia uomini che, sotto il
fuoco di fila di brucianti domande, si raccontano e implicitamente raccontano un
pezzo della storia italiana.
Ogni intervista è preceduta da un ritratto del personaggio, che spesso svela particolari e momenti
di vita inediti. Sono ritratti che, facendo cadere la
“maschera” che tutti conoscono, mostrano la palpitante nudità dell’anima.
Per darvi un’idea di come sono fatti, scelgo pochi
rapidi tratti di quello di Vittorino Andreoli, il famoso psichiatra assiduo frequentatore di studi televisivi. Ecco come viene fuori dalla penna-scalpello di Specchia.
Pag. 219: “I capelli di Andreoli hanno, da sempre, vita propria. Sono fili tessuti su ragnatele di
ricordi, fusilli elettromagnetici collegati all’allegria dei suoi neuroni e, soprattutto, al caso”.
Bellissimo! Sembra il busto di Andreoli realizzato da uno scultore espressionista. Una vera, indimenticabile icona del nostro tempo.
A fare gli onori di casa, sul palco, dall’inizio alla
fine, il Sindaco avv. Domenico Tanzarella, che
ha ringraziato Specchia per la sua ennesima rimpatriata estiva, e Rispoli per le parole rivolte alla
Città Bianca, dalla cui bellezza anche lui è stato
affascinato.
L’importanza
delle parole
di Vincenzo Palmisano
“B
Sono riconoscibili nella foto: il Preside Giulio Sozzi, il
prof. Orazio Lomartire, assessore anziano, il maresciallo dei Carabinieri Piccinno, il dr. Raimondo Craveri, il maresciallo di P.S. Mastrangelo, il prof. Giuseppe Palma, l’avv. Stefano Cavallo e il prof. Alessandro Massari
(Fotostudio M. Carrozzo)
Per cambiare il mondo comincia da te!
quest'ultimo periodo sto
notando che i mass-media
parlano sempre meno dei
problemi che dilaniano i paesi del
Sud del mondo, (forse perché
questi argomenti non fanno “audience”…) come ad esempio: le
carneficine in cui muoiono di giorno in giorno migliaia di innocenti; il
sempre più grave turismo sessuale; la grandissima dilatazione dell'
AIDS e di altre malattie infettive, la
totale negazione dei diritti umani,
etc.. Per non parlare della popolazione dei paesi ricchi che consuma l’80 per cento delle risorse del
pianeta, quando 24 milioni di persone muoiono ogni giorno di fame
e 300 milioni di bambini sono arruolati con le forze armate.
A questo punto mi viene da chiedere: la società si rende conto della dura condizione di chi vive in
povertà? Di come o perchè sia ar-
Un ostunese incontra gli “Inaffondabili”
rivato a vivere per strada? Sento
sempre più persone che giudicano
gli immigrati come “scansafatiche”, perdenti, scarti della società,
oppure addirittura si è duramente
critici verso il loro governo e non
si pensa alla guerra che dilania
quelle popolazioni. Bisogna ricordarsi che quel tipo di vita essi non
l'hanno scelto, ma sono stati costretti dalla fame e dalla miseria.
In questo momento è più che mai
opportuno pensare a realizzare
una politica di accoglienza, affinché non siano sempre i più deboli
a pagare. Bisogna partire dagli ultimi cercando di ridare loro la dignità perduta, portando avanti iniziative coerenti alle esigenze,
amando, senza alcuna differenza
(sesso, razza, religione), i più bisognosi. D'altronde questa è l'opera di tutti i missionari che, per
amore del prossimo, si donano to-
talmente ai poveri.
Non si tratta solo di fare qualcosa
per loro, ma si tratta di fare qualcosa di importante per noi, cosi
che si possa eliminare la mentalità consumistica, guardando all'essenziale, vivendo in modo più
vero. Per concludere vi lascio da
leggere alcune frasi ispirate ad un
testo di don Tonino Bello:
“L' uomo è
un angelo con
un'ala sola:
bisogna essere in
due per poter volare…
Se mettiamo insieme le ali
le spiegheremo insieme
sul mondo:
lo circonderemo di voli,
verso
i Piccoli della Terra”.
GABRIELE BERGAMO
elle parole”, “Passaparola”, “Le parole
che mi hanno detto”. È evidente che
per Ferdinando Sallustio le parole,
quelle scritte e quelle dette, non hanno una grande
importanza.
Servendosi di entrambi i registri, Ferdinando da parecchio tempo comunica con un pubblico sempre
più vasto, dimostrando che una erudizione sterminata come la sua può diventare cultura viva se è tenuta
insieme dal collante di una forte memoria, dal talento naturale e dallo studio.
Il suo ultimo libro (che a breve inizierà un tour di
promozione in diverse città italiane, con partenza da Montecatini) si intitola, tanto per cambiare,
Le parole che mi hanno detto (Schena Editore).
Cino Tortorella, il famoso “Mago Zurlì”, che la sera del 29 agosto avrebbe dovuto presentarlo nel
chiostro San Francesco, impossibilitato a venire in Ostuni per anticipati impegni di lavoro, è stato
egregiamente sostituito dal prof. Lorenzo Caiolo, ideatore e coordinatore della fortunata Settimana
dei bambini del Mediterraneo.
La serata iniziata alle ore 9,30 si è protratta sin quasi alle 11, perché molti sono stati i temi affrontati e numerose le domande del conduttore e le risposte dell’autore.
Il libro contiene le interviste che Sallustio ha fatto a importanti personaggi della cultura, della televisione e della società. L’unico ostunese intervistato è Franco Colizzi, direttore ed editorialista del
mensile “Amici dei lebbrosi” e presidente nazionale dell’AIFO.
Gli intervistati parlano di tanti argomenti, ma il tema centrale sul quale, sollecitati dall’autore, essi
si esprimono è quello relativo ai bambini, ai genitori e alla famiglia.
Nella seconda parte del volume, il lettore, oltre a una antologia di ninne nanne di varia ispirazione,
troverà allegato un CD che contiene le filastrocche di Passaparola. È una sezione, questa, che mi ha
colpito perché le filastrocche, grazie alla nota bravura di Davide Saccomanno (musicista Jazz) e di
Patrizia Semiramide Giannotte (pianista classica e cantante) si trasformano in rutilanti frammenti e
schegge a colori di musica e parole. Ascoltatele tutte, mettetele mentalmente insieme e alla fine
avrete un’unica canzone.
Sfogliando il libro, vi imbatterete in una sorpresa. Tra le ninne nanne scritte da Ferdinando spunta
una poesia. I versi hanno un sapore antico ed evocano atmosfere di un tempo che è sempre presente
ed intenerisce. La poesia l’ha scritta Antonio Sallustio, il papà di Ferdinando il quale, pubblicandola, l’ha salvata dall’oblio in cui rischiava di annegare.
La manifestazione si è conclusa con gli interventi del prof. Muraro e del prof. Distante (rispettivamente Presidente onorario e neopresidente dell’Associazione “Amici di Ostuni” – promotrice dell’evento), i quali, oltre a ribadire i concetti espressi nelle interviste, hanno augurato a Ferdinando il
raggiungimento di ulteriori traguardi.
C M G N
5
SPORT
Ottobre 2006
Partita scapoli contro ammogliati
Ieri e… oggi
Ostuni ieri
di Nicola e Pierluigi Orlando
Non ha potuto assistere alla partita il prof. Alfredo
Tanzarella, terzo degli atleti del ’46. La sua presenza,
comunque, è stata testimoniata dal lungo articolo sul
numero di luglio e di questo numero de “Lo Scudo”.
A tutti e tre va il nostro più sentito e caloroso ringraziamento per la partecipazione e per l’attestato di
stima che hanno voluto esprimere nei riguardi dell’organizzazione.
La cronaca della partita si può riassumere tutta nelle
sette reti che sono state realizzate.
Sulla carta erano nettamente favoriti gli scapoli. Con
la loro gioventù, infatti, surclassavano nettamente
gli ammogliati che, anagraficamente, erano tutti
over…anta: il più giovane aveva superato i quaranta, il più anziano era già oltre i sessanta.
Inizio blando e fasi di studio, come si conviene ad un
normale incontro di calcio,
ma dopo pochi minuti gli
ammogliati passavano in
vantaggio grazie al proprio
centravanti Barnaba.
La reazione degli scapoli
era immediata ma, complice anche la fortuna che
sorrideva agli ammogliati,
il risultato non cambiava
sino a pochi minuti dal
termine del primo tempo
quando un gran tiro da
fuori area di Perfetti riportava l’incontro in parità.
Il secondo tempo iniziava
con più vigore da parte
degli scapoli, mentre tra
Formazione AMMOGLIATI – 1° Tempo. In piedi da sin.: Francesco Lutrino, Nicola
gli ammogliati iniziavano i
Orlando, Massimo Giglio, Antonio Indiano, Giovanni Vincislao, Luigi Barnaba, Felifrequenti cambi che conce Galizia, Domenico Tanzarella (Cap.), Vladimiro Giannotte. Accosciati da sin: Ensentivano agli atleti più
zo Pomes, Giuseppe Zurlo, Antonio Giannotte, Francesco Regnani, Roberto Cardoavanti con gli anni, e mene, Domenico Vincislao.
no avanti con preparaInfatti, tra gli ammogliati si annoverava la presenza zione atletica, di recuperare un pò di fiato.
di diversi “figli” (Tanzarella, Orlando, Giglio, Santo- Tra un cambio e l’altro, grazie alla buona vena rearo, Menna), e tra gli scapoli diversi “nipoti” (Tanza- lizzativa di Barnaba che metteva a segno altre due
rella, Orlando, Mottolese, Specchia).
reti, gli ammogliati si portavano sul 3 – 1. Tutto laOggi, per l’occasione, la poesia in vernacolo l’ha sciava pensare ad una disfatta degli scapoli che,
scritta il prof. Lorenzo Cirasino che, con la maestria nonostante le avverse condizioni climatiche e la
che lo contraddistingue, ha immortalato le gesta desegue a pag. 6
gli atleti contemporanei.
A entrambi va il nostro più
vivo ringraziamento. Le
due poesie, distanziate di
60 anni, rimangono patrimonio del folklore di Ostuni, di tutti gli ostunesi e, in
particolar modo, dei partecipanti ai due incontri di
calcio.
Tra gli spettatori in tribuna
erano presenti due dei
“superstiti” del 1946: il
prof. Filippo Mottolese e
Licio Giglio, visibilmente
commossi. Oltre a gustarsi la partita hanno potuto
ammirare, rispettivamen- Formazione SCAPOLI. In piedi da sin.: Filippo Mottolese, Errico Perfetti, Pierluigi
te, i due nipoti Filippo e Orlando (Cap.), Giuseppe Tanzarella, Roberto Colucci, Roberto Bianchi, Angelo
Marco tra gli scapoli, ed il Melpignano, Gerardo Giandonato, Marco A. Mottolese. Accosciati da sin.: Oronzo
figlio Massimo tra gli am- Lococciolo, Sandro Lorusso, Antonio Zurlo, Giorgio Specchia, Giuseppe Loparco,
mogliati.
Giuseppe Moro.
eri: 4 agosto 1946, prima domenica del mese. Al
campo sportivo comunale di Ostuni si svolse la
partita di calcio “Scapoli – Ammogliati” con lo
scopo di raccogliere fondi per l’iscrizione dell’Ostuni
Sport al campionato di categoria. I partecipanti: impiegati, commercianti, professionisti, tutti conosciuti,
che si prestarono molto volentieri e diedero lo spunto al prof Domenico Colucci che volle immortalare le
gesta degli atleti nella sua poesia in vernacolo “tra
‘nzerate e vacandije”.
Oggi: 6 agosto 2006, prima domenica del mese.
Sullo stesso terreno di gioco, come sessanta anni
fa, l’associazione “Ulivo d’Argento” ha voluto riproporre agli ostunesi la classica partita. I partecipanti: impiegati, commercianti, professionisti, tutti
abbastanza noti come i progenitori.
I
SESSANTA ANNI DOPO
di Filippo Mottolese
vero, non è un
errore di stampa. Si è ripetuta
la famosa partita fra
scapoli e ammogliati
giocata il 4 agosto
1946. Chi scrive è uno
dei tre superstiti di
quell’avvenimento.
Quattro agosto 1946 dunque. Solo due mesi prima,
il 2 Giugno, durante il Ministero De Gasperi, si tennero le votazioni per l’Assemblea Costituente e
quelle per il Referendum Istituzionale che fu favorevole alla Repubblica. Sopra ogni cosa, però, è da
ricordare che, solo un anno prima, cioè nel 1945,
era terminata una guerra terribile durata ben sei
anni, dall’1.9.1939 (inviasione della Polonia da parte della Germania di Hitler) fino al 7.5.1945 (conquista di Berlino). Una guerra senza tregua (dalla
quale, purtroppo, più di un Ostunese non è mai
rientrato) vissuta fra bombardamenti, battaglia na-
È
vale, uso della bomba atomica. Conflitto al quale
parteciparono tutte le maggiori potenze mondiali,
dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dall’Unione Sovietica alla Francia, dalla Germania al Giappone oltre, ovviamente, all’Italia.
Questi particolari li ho citati per meglio comprendere il clima vissuto da noi giovani dell’epoca.
L’Italia piano piano si riprendeva. Le attività commerciali e professionali si avviavano verso la normalità e così dicasi delle competizioni sportive.
Gli studenti tornavano sui libri. Si riaprivano le discoteche, avevamo voglia di divertirci, dopo tante
sofferenze. Nacque così l’idea della partita di calcio
tra scapoli e ammogliati.
Alla presenza di numeroso pubblico, donne comprese, che riempivano la tribuna in pietra (l’unica
esistente all’epoca) si disputò un incontro vivace e
abbastanza combattuto. L’arbitro fu l’Avvocato Angelo Petraroli. Qualcuno può ricordarlo è stato proprietario del Cinema Roma. Nessuno voleva perdere. Vinsero gli scapoli per 2 a 1 per cui gli ammo-
I’ scecatòre de pallone
e le disavventure calcistiche
di Alfredo Tanzarella
li azzurri vincono il Campionato Mondiale di
calcio, gli ammogliati battono gli scapoli. Gli
sposati, con la vittoria del 6 agosto scorso, si
prendono la rivincita sui celibi che li batterono nel
lontano 4 agosto 1946. A quella partita, fui tra i protagonisti (oggi sopravvivono solo Filippo Mottolese
e Licio Giglio); così, la partita di oggi mi ha riportato alla mente gli otto anni trascorsi sui campi sportivi
– o tali solo di nome! – nel ruolo di terzino. Dal giugno del 1932 giocai nell’Ostuni, in coincidenza col
passaggio dal calcio a sette a quello ad undici giocatori – come poi è rimasto.
Di quel calcio d’altri tempi voglio narrare.
G
Col Martina, poi, c’erano conti aperti: ad una
partita giocata sul campo degli avversari, vinta dall’Ostuni per 2 a 1, accadde che, all’uscita del
paese, l’autovettura nella quale viaggiavamo fu fatta
oggetto di una fitta sassaiola da parte di scalmanati.
I finestrini laterali (allora in celluloide e non ancora
in vetro) furono incrinati dalle pietre, ma la celluloide
resse all’urto impedendo che penetrassero nell’abitacolo, evitando così certamente, che vi fossero dei
feriti.
Altro episodio, che può definirsi strano, date le circostanze – perché sarebbe stato certo evitato se si
fosse usata maggiore accortezza da parte degli organizzatori dell’incontro – si svolse in un paese del
Capo di Lecce. Dopo un viaggio in una 503 Fiat di
Non era certo il calcio miliardario di oggi: a parte la
maglia e le scarpe, il resto della divisa (calzoncini,
calzettoni, parastinchi, cavigliere) era a carico dei
giocatori. Per ogni incontro disputato fuori sede, il
compenso era di 10 lire,
oltre le spese, mentre
per le partite giocate in
casa, il premio si riduceva ad una bottiglia di
gazzosa, quella con la
pallina di vetro. I campi
da gioco erano di ridottissime dimensioni ed assolutamente di fortuna
(ovunque c’era uno
spiazzo urbano libero o
un terreno incolto) fino al
1931, quando il Podestà
Giuseppe Salvatore Ciraci fece realizzare l’attuale
campo sportivo comunale. Di fortuna ...anche allenatore ed arbitri (nel
senso che si trattava di
persone improvvisatesi
“1928 – squadra di calcio «La Folgore»”. In alto, da sn.: Orazio Lo Martire, Anin questi ruoli), mentre a gelo Tanzarella, Giuseppe Anglani, Adolfo Solari. In basso, da sin.: Salvatore
volte era presente il co- Roma, Guido Laporta, Angelo Stanisci. In II fila, Alma Marseglia, Maria Solari,
siddetto “commissario di Bonaventura Taliento, organizzatore della “avanguardia fascista” a Ostuni e
campo”, per garantire la responsabile sportivo, Elvira Monopoli, Eugenia Zaccaria, atlete e madrine.
regolarità dell’incontro.
Foto tratta da: “Gli anni del Fascismo” di A. Tanzarella, Schena Editore, 1995.
Del passaggio al calcio
ad 11 ho già detto: quando si giocava in sette la
Andrea Nobile (allora si giocava in 7), giungemmo
squadra era composta dal portiere, due terzini, un
quasi in orario per la partita. Eravamo già vestiti per
centrosostegno, un centrattacco, due ali. Del calcio
disputare l’incontro,, pronti ad entrare in campo. Ma
ad undici ormai si sa tutto.
quale fu la nostra sorpresa nel vedere che i 14 gioMi piace ora ricordare alcuni dei più interessanti epicatori, salvo qualche lieve differenza, indossavamo
sodi che si sono verificati durante le partite.
tutti maglie con gli stessi colori. Poiché l’arbitro, che
Ad esempio quello successo in occasione della parera un certo Laslò – un ungherese – si rifiutava di
tita con il Martina (l’avversario più tosto incontrato,
dirigere l’incontro, fu deciso di rivolgersi ad un negogiocata nel campo improvvisato di contrada Fiatatuziante tifoso, persuadendolo ad aprire il negozio e
ro) e pareggiata per 2 a 2. Il campo, in cui alcuni
prelevare 8 foulard di una tinta ed altrettanti di cologiorni prima era stato bruciato lu restùcce (le stopre diverso, che furono annodati i primi al braccio depie), era cosparso da una coltre nera, per cui, dopo
stro dei nostri ed i secondi al braccio sinistro dei loalcuni minuti dall’inizio della gara, avevamo tutti l’acali. Il ripiego non accontentò nessuno: infatti, tra fispetto di ...negri e i calzoncini apparivano di un neschi ed urla, l’arbitro sospese la partita al 50° minuro-pepe. S’immagini le risate del pubblico, ma anto e noi non ricevemmo le dieci lire pattuite.
che noi scoppiavamo dal ridere ogni volta che ci
Episodi curiosi se ne sono verificati tanti altri, non
guardavamo in viso. Ma l’incontro andò comunque
sempre piacevoli, come quello avvenuto nel 1934,
avanti sino alla fine dei 90 minuti e noi fummo preaccaduto durante l’incontro tra il Carovigno (nella
miati con la solita gassosa.
cui squadra giocavamo io e Gino Anglani, detto Ginocca – arbitro Angelo Anglani di Ostuni) e l’Arsenale di Taranto. Avvenne che essendo le porte prive
1946: il pubblico in tribuna.
di rete, ogni volta che si segnava il goal, la squadra
che lo subiva intavolava una violenta discussione,
asserendo che la sfera aveva solamente sfiorato il
lato esterno d’un palo, nonostante la decisione dell’arbitro che invece sanciva il goal. Solo per un miracolo non si venne alle mani. L’incontro, comunque,
terminò 2 a 0 per il Carovigno.
Da ricordare anche la partita giocata a Cisternino.
L’incontro non vide la fine perché fu sospeso alla
mezz’ora del secondo tempo: quando l’arbitro sospese la partita per invasione di ...cane. Proprio così. Infatti un grosso cane fece irruzione nel campo e
gliati, dopo sessanta anni, si sono presi la rivincita
si mise a inseguire il pallone cercando di azzannarvincendo per 4 a 3. Certo non eravamo atleti prolo. I giocatori si fermarono di colpo, piuttosto impaufessionisti e di conseguenza in campo succedeva
riti. Pasquale Petraroli, detto Perticone, terzino deldi tutto.
l’Ostuni, coraggiosamente cercò di calmare l’animaCito alcuni episodi.
le che, non riuscendo a mordere la palla, si era fer1) Volendo colpire la palla di testa, talvolta la ritromato stringendola tra le zampe. Pasquale si avvivavamo fra le mani.
cinò un po’ troppo e fu azzannato alla caviglia (fortu2) Nel tentativo di fare una respinta od un passagnatamente protetta dalla cavigliera). L’arbitro nel
gio al compagno, capitava che la palla rimanesfrattempo aveva abbandonato il campo. Il sopragse fra i piedi per cui si perdeva l’equilibrio e si
giungere di due Vigili Urbani pose fine al tragicomicadeva.
co evento, con la cattura dell’animale con l’aiuto de
lu mpicacane.
segue a pag. 6
segue a pag. 6
C M G N
6
SPORT
Ottobre 2006
OSTUNI SPORT
L’
ENERGY BASKET OSTUNI
Il nuovo Ostuni Sport
ha tanto ...entusiasmo
Una vittoria voluta
con il cuore
di Tonino La Centra
di Maria Rosaria Palmisano
ultimo atto del presidente Oronzo Francioso, non più in grado di gestire, da solo,
il sodalizio giallo-blu, è stato quello di
iscrivere la squadra dell’Ostuni Sport al campionato di Eccellenza 2006/’07, pena l’esclusione da
tutti i tornei calcistici regionali.
Fatto ciò, ha consegnato il titolo Societario al Sindaco della Città Bianca, avvocato Domenico Tanzarella, il quale, ha tenuto fede alla dichiarazione
fatta (e riportata qui di seguito) al termine della vittoriosa gara di ritorno dei play-out contro il Taurisano dello scorso campionato: «Credo che la Città
abbia risposto nel migliore dei modi incoraggiando la squadra per tutta la gara. Chiaramente mi
auguro che questa sia una base di partenza e non
un punto di arrivo».
Ebbene, il primo cittadino, di buon grado, da sportivo e da ex praticante (per alcuni anni ha partecipato, come difensore, nei campionati minori), ha
convocato un gruppo di imprenditori locali per formare una società in grado di assolvere al gravoso
compito e cioè quello di gestire un importante sodalizio, dai gloriosi trascorsi, qual è l’Ostuni Sport.
Il primo cittadino è riuscito nell’intento ed ha formato una solida Società alla cui presidenza è stato
eletto il signor Lillo Santomanco, commerciante.
La segreteria, come sempre è stata affidata al bene-
merito del calcio, il Segretario Franco Anglani.
Al vero artefice di questa nuova società, l’avvocato
Domenico Tanzarella è andato il titolo di Presidente onorario.
La guida tecnica è stata affidata ad Angelo Carrano, già allenatore dello scorso campionato ed il
compito di Direttore sportivo al signor Enzo Carbonella, vecchia conoscenza dell’Ostuni Sport.
In pochi giorni, quando già tutte le altre squadre
avevano completato la campagna acquisti, lo staff
giallo-blu ha messo insieme un gruppo di calciatori, la maggior parte giovanissimi, che, visti i primi
risultati, lasciano ben sperare.
Battuti il Carovigno (2-1) ed il San Vito (1-0), l’Ostuni Sport ha superato il primo turno di Coppa Italia. In Campionato, esordio positivo nella gara inaugurale, pareggio esterno sul difficile campo del
Real Noci, e a seguire, un’altra splendida vittoria
esterna sul campo della matricola Capurso, con un
gol del solito Impronta, goleador di razza che in sei
giornate ha già messo a segno tre gol, tutti decisivi.
Dopo Capurso, l’Ostuni, nell’ultima gara casalinga,
pareggiando con il Novoli (0-0) ha ottenuto il suo
sesto risultato utile consecutivo ed ora occupa la seconda posizione in classifica generale a quota 12.
Nel mese di ottobre questi sono gli impegni degli
uomini di Carrano: il giorno 15, Galatina-Ostuni;
il 22, Ostuni-Fasano; il 26 (giovedì) ApricenaOstuni; il 29, Ostuni-Nardò.
Questi i quadri tecnici della nuova società.
Allenatore, Angelo Carrano; Direttore sportivo,
Enzo Carbonella; preparatore atletico, Giuseppe
Vizzielli.
Calciatori (1): Giuseppe Abbrescia (c), Marco
Amato (d), Sergio Bruno (p), Alessandro Calò (c
J), Rafael Christ (c), Nicola Ciramitaro (d), Armando Crupi (a), Michael D’Aversa (p J), Saverio
De Cristofaro (d J), Marco Friuli (c J), Vittorio
Impronta (a), Davide Lazzaro (c), Cosimo Lucati
(a), Vincenzo Nazaro (c J), Antonio Palano (a),
Giovanni Parisi (d), Emanuele Razzini (d), Alessandro Rizzi (c J), Giuseppe Stallone (c), David
Trovato (d J), Alessandro Turco (a J), Marco Lopetuso (d).
: c = centrocampista; p = portiere; d = difensore;
a = attaccante; j = Juniores.
(1)
M
eglio di così non poteva cominciare il
campioonato di B/2 dell’Ital Green
Energy Basket Ostuni, con la vittoria
della squadra di coach Giovanni Putignano contro
la formazione del Ruvo – data per favorita alla vittoria stagionale – con il risultato di 88/81.
L’incontro, combattuto da ambo le parti, ha visto
l’I.G.E. convinta e decisa nel voler vincere, giocando a ritmo molto sostenuto nei primi due quarti,
recuperando prontamente un leggero calo avuto nel
terzo quarto e dominando il finale.
l’ingresso in campo dei giocatori della prima squadra e della formazione avversaria, accolti dagli allievi del minibasket.
Infatti, già da tempo si sta portando avanti un progetto per “coltivare” in casa i propri campioni, grazie appunto al minibasket e al settore giovanile, curati e voluti fortemente dall’allenatore Maurizio
Santoro, presenza costante e fondamentale nei due
contesti.
Il fenomeno basket ad Ostuni è ormai un dato di
fatto, che accomuna gente di tutte le età, famiglie
Foto: Fotottica Moro - Ostuni
Le prodezze di Sarli, la prontezza di Nobile nell’andare a canestro, la precisione nei tiri fuori area
del “cecchino” Parisi e la rivelazione del giovane
Maddaloni, hanno portato in visibilio il pubblico
del palazzetto di viale dello Sport.
Nonostante Di Santo e Milone fossero ancora
infortunati – ma in fase di guarigione – il coach li
ha chiamati in campo contribuendo egregiamente
al risultato di questo match.
Tutto questo si è svolto in un palazzetto, come da
tradizione, gremito di tifosi, i quali di recente hanno dato vita al Club Basket Ostuni, presieduto dalla signora Margherita Penta.
Il club, oltre ad aver curato le splendide coreografie
sugli spalti e gli immancabili cori, ha messo insieme il presente ed il futuro del basket ostunese con
intere, che grazie alla comune passione, la domenica pomeriggio – e non solo – ha il piacere di riunirsi nel palazzetto per seguire i propri beniamini.
Volendo mutuare una frase del presidente Tanzarella: “...dove ogni cosa viene fatta con il cuore...”,
parliamo di un cuore giallo blu, appunto, che somiglia ad una palla a spicchi.
I prossimi appuntamenti dell’I.G.E. sono l’8 e il 22
ottobre fuori casa sui parquet di Giulianova e Molfetta; il 15 e il 29 ottobre in casa contro il Melfi ed
il Canicattì.
La redazione de Lo Scudo ringrazia la dott. Maria Rosaria Palmisano che ha accettato di fornire
la sua collaborazione per tenere informati i nostri
lettori delle vicende della più importante squadra
di pallacanestro di Ostuni.
DA PAGINA 5
Ieri e ... oggi
scarsa visibilità non si davano per
vinti. Perfetti andava ancora a segno, accorciando le distanze per la
sua squadra. Quando mancava poco al fischio finale, dopo una respinta del portiere degli ammogliati su tiro ancora di Perfetti, il pallone sembrava ormai perso, ma un caparbio
Orlando riusciva a mantenere la palla sul filo della linea di fondo e a
crossare al centro dell’area di rigore,
dove una grande incornata di Lorusso portava al pareggio gli scapoli.
Mentre si pensava ad una risoluzione “ai rigori”, in perfetto stile “mondiali”, nasceva l’ultimo goal degli ammogliati ancora con Barnaba che,
in seguito ad una perfetta triangolazione Tanzarella–Orlando–Indiano,
raccoglieva l’ultimo passaggio ed al volo insaccava la quarta rete personale che dava, a pochissimi minuti dal termine, la vittoria agli ammogliati.
Cosa dire dell’incontro? È stato avvincente, a tratti molto veloce, soprattutto corretto e disputato con vero spirito sportivo, tra amici che
hanno reso onore ai propri progenitori.
Non ci si può esimere dal menzionare quanti hanno reso possibile col
proprio contributo la realizzazione dell’evento: la Banca di Credito Cooperativo, il Grand Hotel Rosa Marina, Semerano Service, il Grand Hotel
Santa Lucia, Fratelli Proto, Croce Bianca dei F.lli Fiorini, Elettronica
2003, Fai da Te, La Candina de Seppe Tise, Ottica Nacci, le sezioni
ostunesi del Centro Sportivo Italiano e della Croce Rossa. Li ringraziamo sentitamente dando loro un arrivederci a prossime manifestazioni.
Agli atleti mandiamo un grande e caloroso “grazie”. Partecipando,
hanno reso possibile la rievocazione di un evento che forse pochi ricordavano, ma che certamente da oggi sarà più presente nella mente
degli ostunesi. L’impegno e l’ardore che hanno profuso durante la partita, oltre a rendere onore a se stessi, gratifica chi si è prodigato per la
buona riuscita della manifestazione.
Agli scapoli, baldi ed atletici giovani, auguriamo di partecipare ad altri
numerosi incontri, magari fra qualche anno a campi invertiti.
Agli ammogliati, per l’impegno profuso nonostante il peso degli anni,
auguriamo di veder giocare in futuro figli e nipoti che li ricordino come
noi abbiamo fatto oggi.
Sessanta anni dopo
3) La stanchezza spesso si impadroniva di noi. Eravamo costretti di fingere di essere in
balìa dei crampi per rimanere
qualche attimo sdraiati su di un
campo in terra battuta e molto
polveroso.
4) Da ricordare infine il tormento
della sete.
La giornata era molto calda. Indossavo la maglia N. 5 assegnata
a chi ricopriva il ruolo di stopper (allora si diceva “centromediano”) e
di conseguenza sostavo quasi sempre a metà campo. Tuttavia quando bisognava effettuare una rimessa laterale con le mani e questa avveniva nei pressi della metà del campo, dalle parti della tribuna, talvolta gridavo a tutta voce: “lasciatemi la palla”. Era l’occasione per
bere tanta acqua.
Questi ricordi più salienti del 4 agosto 1946.
Prima di chiudere, però, sento il bisogno di dedicare alcuni concetti ai
giovani che fanno attività sportiva.
Rispettate l’avversario e non consideratelo un nemico. È importante
partecipare e non vincere. Per chi pratica sport di squadra (calcio, basket e quant’altro) nel quale è previsto il contatto fisico, è necessario
evitare interventi violenti o gesti di cattiva educazione. Infine espongo
alcune mie riflessioni sullo sport.
Sono pensieri che mi piacciono, scritti su di un foglietto che conservo
nel portafoglio. Di tanto in tanto li leggo.
1) Lo sport è il mondo dei sentimenti.
2) Lo sport è romanzo popolare.
3) Lo sport è materia nella quale la gente crede come metafora della
vita.
4) Lo sport si incrocia con i destini reali, è materia semplice e dunque
difficile.
5) Lo sport è la vita combattuta con altre armi.
Auguro ai lettori di questo articolo di essere presenti alla terza partita
che si giocherà fra sessanta anni, cioè nel 2066.
Vi sarò grato se quel giorno vorrete ricordarmi.
C M G N
Formazione AMMOGLIATI – 2° Tempo. In piedi da sin.: Domenico Tanzarella (Cap.), Giovanni Vincislao, Roberto Cardone, Antonio Indiano, Giuseppe Zurlo, Vladimiro Giannotte, Massimo Giglio, Nicola Orlando.
Accosciati da sin: Domenico Vincislao, Giuseppe Santoro, Antonio Giannotte, Felice Galizia, Francesco Regnani, Luigi Barnaba.
I’ scecatòore de pallone...
Fu doping?
Della partita tra il Carovigno e l’Arsenale di Taranto ho già detto. L’allenatore dell’A.C. Carovigno convocò prima dell’allenamento del giovedì
titolari e riserve per le consuete disposizioni e raccomandazioni prima
della disputa della partita domenicale . L’Arsenale di Taranto era una
squadra di alto livello, molto temibile, che militava in un campionato organizzato e che era stata scelta per festeggiare non ricordo quale ricorrenza importante che riguardava Carovigno. Bisognava, dunque, fare
bella figura, quale che fosse stato il risultato. A tale scopo ci sarebbe
stato distribuito un leggero ma efficace farmaco sotto forma di capsule.
Senza rendercene conto, prima dell’incontro ingerimmo il medicinale.
Forse perché il farmaco produsse un effetto veramente stimolante oppure perché suggestionati, entrammo in campo come ...leoni; e, cosa
assolutamente insperata, vincemmo l’incontro.
Fu doping, come si dice oggi? Per diversi anni si rimase nel dubbio se
si era trattato di un farmaco più o meno pericoloso. Incontrandomi una
volta col compagno di squadra Enzo Pagliara, che nel frattempo era divenuto farmacista, questi mi assicurò che si trattò di simpamina, un
medicinale che gli studenti assumevano all’antivigilia di esami di un
certo impegno e, pertanto, non nascondeva particolari pericoli.
C M G N
7
Speciale
Convegno Nazionale MEIC
deve all’impegno
ammirevole del Dott.
Pietro Lacorte, Presidente diocesano MEIC di
Brindisi-Ostuni e al Prof. Mario Signore, ordinario di Filosofia morale nell’Università di
Lecce, e ai loro infaticabili
collaboratori, se da una decina di anni si tiene nella Città
Bianca un convegno nazionale che tra i suoi obiettivi
annovera quello di contribuire a trasformare in realtà il
sogno della pace.
Il tema del convegno di quest’anno svoltosi all’Hotel Incanto dal 7 al 10 settembre,
era Partire dal Mediterraneo
(per una cultura di pace e
cooperazione).
Come negli anni precedenti,
vi hanno partecipato docenti
e studiosi e ricercatori (laici e Ostuni, 9 settembre 2006: il Ministro Giuseppe Fioroni interviene alla giornata conclusiva del convegno.
cattolici, credenti e non creFoto: Hobby Foto - Valente. Ostuni
denti) provenienti da Università del Nord, del Centro e del
Sud d’Italia (F. Arosio, F. Boero, R. Cananzi, R. Cingolani, D. Cop- Importantissimo è il ruolo della cultura e della ricerca per lo sviluppola, L, Corradini, T. Cozzi, A. Distante, L. Duilio, A. Ferro, L. Fusco po dei popoli. La scienza unisce le culture, le fa collaborare e proGirard, F. Giaccari, F. Godelli Silvia, L. Guerriero, C. Lacirignola, G. gredire insieme. Gli Stati che “si rubano” i ricercatori e gli scienziati
La Sala, M.C. Malaguti, F. Marano, M. Milani, G. Muraro, I. Musu, R. migliori li accolgono indipendentemente dalla razza o dalla religioPersico, L. Prenna, V. Recchia, S. Rizzo, A. Romano, M. Signore, ne, basta che siano bravi. I nostri Nobel Dulbecco e Levi Montalcini sono stati accolti a braccia aperte quando sono arrivati, il primo
A. Spadaro, V. Svelto, F. Totaro, S. Zamagni).
Un convegno quindi ad alto livello scientifico, che si è aperto con i in Inghilterra, la seconda in America.
saluti del Sindaco, dell’Arcivescovo, una bella introduzione di Pietro Non c’è pace tra i popoli se non c’è pace fra le religioni. È quindi,
Lacorte e una profonda prolusione di Mario Signore.
necessario che anche le varie confessioni dialoghino. Lo storico
Sono state svolte numerose relazioni (forse troppe?) la cui ricchez- incontro di Assisi fortemente voluto da Giovanni Paolo II non è un
za, varietà e complessità non è possibile condensare in una articolo capitolo chiuso.
di giornale. Pertanto, non avendo registrato, ci limitiamo a riportare
Gli sforzi dei costruttori di pace devono mirare non alla integraziocon parole nostre quello che abbiamo ascoltato.
ne o alla assimilazione ma alla fraternità dei popoli.
Citiamo a memoria
Il Mediterraneo è oggi il mare che vede il ripetersi dell’Esodo de- La globalizzazione è omologazione e sostituzione delle diverse
scritto dalla Bibbia. Con una grande differenza: allora l’esodo ri- culture con un’unica cultura mondiale, che cancella ogni identità.
guardò un solo popolo, quello degli Ebrei, oggi riguarda moltissimi
Tra l’Egitto e la Regione Puglia è stato firmato un accordo che prepopoli della Terra. L’esodo di oggi è fuga dalla miseria, dall’opvede uno scambio singolare e positivo, che sarà esteso ad altri setpressione e dalla guerra. E la sua meta è quasi sempre l’emargitori. L’uva egiziana, che matura prima, sarà esportata in Puglia, e la
nazione e la ghettizzazione e non la liberazione da tutto ciò che
nostra uva che matura più tardi, sarà importata dall’Egitto. Non il
rende disumana la vita di milioni di persone.
solito bla bla del parlare e non fare, ma un esempio concreto di veIl Mediterraneo è stato la culla nella quale sono nate e si sono svira cooperazione e di politica lungimirante.
luppate diverse culture. La diversità di queste culture è una ricchezza che bisogna sfruttare. Bisogna quindi che fra di esse ci sia Le forze di interposizione come quella italiana nel Libano avranno
dialogo e non scontro.
successo e porteranno alla pace solo se saranno accompagnate e
sostenute da iniziative diplomatiche.
Non bastano i corridoi materiali (quello 5, quello 8), ci vogliono i
corridoi immateriali, quelli che servono a far viaggiare non le merci Il convegno ha fatto registrare un improvviso e incredibile incree le persone ma le idee.
mento di partecipanti e una impennata emotiva quando è arrivato il
La conoscenza genera formazione, la formazione genera sviluppo. Ministro della Pubblica Istruzione on. Beppe Fioroni.
Per questo l’Università di Lecce ha esteso la propria attività didatti- Il suo discorso attesissimo non ha deluso le aspettative. Entrando
co-scientifica agli stranieri aprendo scuole in alcuni paesi extraco- subito in sintonia con i convegnisti, il Ministro ha parlato di scuola
munitari. Si assiste così a un via vai di studenti e dottorandi tra pubblica, di Costituzione, di formazione dei docenti, di integrazione
sponde diverse dello stesso mare, i quali, quando lavoreranno in lo- dei figli dell’emigrazione, e un grande applauso, seguito a tanti alco per la crescita del proprio Paese, indirettamente lavoreranno an- tri, ha sottolineato le sue parole quando ha esclamato: “La scuola
che per la crescita dell’Italia e dell’Europa.
può essere l’elemento fondante per la realizzazione di un ponte in
cui le persone si incontrano, le culture si consolidano in contamiNei Paesi sottosviluppati, non basta fermarsi a livello di scuole uninazione diretta di valori e di principi diversi che è l’esatto contrario
versitarie. Se non si vogliono creare delle élites, occorre promuovedi chi pensava che si poteva fare lo sceriffo costruendo la pace
re la istruzione anche tra gli strati bassi della popolazione.
con le bombe”.
Innovazione e ricerca sono i motori della crescita. Senza la cresci- È stata notata da tutti, non solo da Pierino Lacorte (che ancora
ta la disoccupazione e la povertà aumentano, i problemi si aggra- non riesce a capacitarsene) l’assenza totale dei politici.
vano e anche la pace è in pericolo.
Un bellissimo messaggio è arrivato dal Presidente della RepubbliLa politica è in crisi perché è stata sequestrata dall’economia. Ed è ca Giorgio Napolitano.
VINCENZO PALMISANO
l’economia purtroppo che indica le direttrici di marcia ai governi del
Si
Ottobre 2006
Documento conclusivo
del Convegno Nazionale MEIC
Il
Mediterraneo, nella sua vicenda storica, si è caratterizzato come identità plurale e ha costituito la culla della civiltà occidentale. Oggi, a
causa di fattori etnici, economici e religiosi, la permanenza di profondi e gravi squilibri nei livelli di reddito pro-capite e nella qualità della vita,
nonché l’esplosione di conflitti di preoccupante virulenza, rischiano di compromettere l’equilibrio della convivenza internazionale.
Al momento attuale la figura rappresentativa delle dinamiche evolutive del
bacino mediterraneo è l’esodo, inteso come migrazione di popoli, ma anche
come apertura a nuovi orizzonti e a inedite opportunità.
In questa situazione la vicenda mediterranea si configura per un verso come
una seria minaccia per la pace mondiale, ma per altro verso presenta sfide
decisive alle istituzioni internazionali e offre alla cultura e alla politica elementi forti per ripensare nuovi progetti di convivenza. L’Europa deve sentirsi particolarmente interpellata per il suo legame geografico e storico con
il Mediterraneo ed anche per il suo ruolo di compiuta declinazione dei diritti dell’uomo e dei principi di autodeterminazione dei popoli.
Il Convegno, nel ripensare il Mediterraneo in prospettiva europea, ha dedicato attenta riflessione ai temi dell’economia, della cultura, della ricerca,
della politica e del diritto, come saperi dialogici e attività decisive per uno
sviluppo non solo quantitativo, ma anche qualitativo finalizzato alla promozione del bene comu ne che è bene di tutti e di ciascuno in quanto persone
capaci di relazioni sociali.
La realizzazione di questi obiettivi esige innanzitutto un forte impegno per
la costruzione di una tavola condivisa di valori etici. È richiesta in primo
luogo la piena disponibilità delle religioni perché superino le tentazioni di
affermazione identitaria e recuperino il potenziale di afflato universale che
ne segna l’origine comune. Inoltre le istituzioni culturali e centri del sapere
- in modo precipuo la scuola e l’università - si impegnino a costruire la dimensione interculturale delle conoscenze e a formare sensibilità al confronto
dialogico delle culture. In questa prospettiva vanno anche potenziate le iniziative di partenariato nel campo della ricerca scientifica, che valorizzino le
capacità locali di organizzazione.
Alla politica comunque, come sede di autorevole decisionalità, spetta il ruolo primario di creare le condizioni istituzionali e giuridiche per lo sviluppo
integrale dei popoli del Mediterraneo. In questa congiuntura la politica è
chiamata a governare i conflitti con criteri di giustizia dando adeguato riconoscimento alle legittime istanze delle popolazioni coinvolte nei conflitti
stessi affinché possa aprirsi un tempo nuovo di pace e di sicurezza.
A questo proposito il Convegno esprime sostegno e apprezzamento all’azione dell’ONU e del governo italiano per le iniziative assunte con responsabilità e coraggio.
Sul piano economico è necessario il rilancio della partnership Euro-mediterranea, trasformandola in una vera e propria partnership per lo sviluppo, basata su una cultura di creatività, responsabilità, rispetto e arricchimento vicendevole. Nei paesi in via di sviluppo dell’area, va promossa una imprenditorialità capace di introdurre tecnologie avanzate sotto il profilo della competitività e della efficienza energetica ed ecologica.
Il settore pubblico dei vari paesi va reso sempre più adeguato al perseguimento della qualità della convivenza e della equità sociale, intesa come valorizzazione inclusiva delle capacità personali e della opportunità di partecipazione alla vita economica e sociale. Lo spostamento e l’accoglienza
delle persone vanno considerati un fattore di crescita delle identità culturali
e di sviluppo delle risorse.
Il MEIC, coadiuvato dall’associazionismo cattolico culturale e imprenditoriale, intende proporsi come finestra aperta sul Mediterraneo e come osservatorio permanente delle dinamiche evolutive, anche al fine di promuovere
e assumer iniziative capaci di contribuire alla creazione di una rinnovata
fraternità dei popoli mediterranei.
mondo. È il mercato che detta le leggi che vuole.
È in crisi anche il diritto internazionale, che dovrebbe essere diritto allo sviluppo, e invece non lo è a
causa dell’unilateralismo imperante. La guerra preventiva secondo il diritto internazionale non si può
fare, ma Bush la fa lo stesso e invade l’Irak.
Si sta affermando una pericolosissima razionalità
strumentale dell’economia, per cui, machiavellicamente il fine giustifica i mezzi, anche quelli più
aberranti.
Il mondo è oggi una mela spaccata in due. Da una
parte l’Occidente dall’altra l’Oriente. Bisogna evitare che questa spaccatura si allarghi sempre di più
e far sì che le due metà combacino.
Non si devono esportare e imporre i modelli e i valori della cultura occidentale. Tutte le culture, a cominciare da quella araba (il cui apporto alla nostra
civiltà è innegabile), meritano rispetto. Anche la
cultura islamica contiene elementi di autocritica
riformatrice che col tempo favoriranno una interpretazione non letterale e fondamentalista delle
sue sacre scritture.
Gli immigrati che arrivano in uno Stato straniero
devono rispettare le sue leggi, se voglio essere accolti e rispettati.
Il Mediterraneo deve essere considerato parte integrante dell’Europa e non sua periferia.
N
ella Pinacoteca "S. Cavallo" di San Michele
Salentino, il 7 settembre scorso, è stato presentato il volume "S. Michele S. tra storia e
tradizioni" edito da Schena e
da Il Punto, mensile di S. Vito
dei Normanni, diretto da don
Antonio Chionna, preside in
pensione. Autori della corposa
e ricca pubblicazione sono lo
stesso don Chionna e il prof.
Vincenzo Palmisano, componente della redazione de "Lo
Scudo". La manifestazione,
aperta dal Sindaco Alessandro
Torroni che ha fortemente voluto l'iniziativa editoriale, ha
visto la magistrale presentazione del prof. Cosimo D.
Fonseca, Accademico dei Lincei, e gli interventi della direttrice della Pinacoteca, prof.ssa Fasano, degli autori e del prof. Paolo Miccoli. In un prossimo numero del nostro mensile parleremo diffusamente del libro che, come recita il
sottotitolo, illustra "il cammino di una comunità verso la sua identità"
O
stuni, 20 gosto 2006: cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria di Ostuni al dr. prof. Gilberto Muraro, Presidente onorario dell’Associazione “Amici di Ostuni”.
Con lui e con il Sindaco, il prof. Gaetano Crepaldi che ha presentato il
nuovo cittadino, il prof. Alessandro Distante, Presidente dell’Associazione
“Amici di Ostuni” e Giuseppe Zurlo, Presidente del Consiglio Comunale.
Alla manifestazione ha assistito un folto pubblico tra cui amici ed estimatori del prof. Muraro, che nella circostanza ha tenuto una vera lezione di
storia economica degli ultimi 40 anni dell’Italia che ci proponiamo di pubblicare in un prossimo numero del nostro mensile.
C M G N
8
CHIESA
Ottobre 2006
Le vocazioni per
la spiritualità e l’apostolato
In
continuità con il cammino di Chiesa degli
scorsi anni che vede la riflessione sulla
Parrocchia al centro, e partendo da punti
forti del pensiero magistrale dei Vescovi italiani
(“Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”
– 2004), si è voluto scandire il percorso di quest’anno guardando alla Parrocchia come luogo privilegiato e grembo di speranza per accogliere, custodire e
accompagnare le vocazioni tutte, segno di quell’unica Vocazione che è la vocazione alla vita santa.
Tema del Convegno è stato il seguente: Le Vocazioni per la spiritualità e l’apostolato.
Un tema interessante e “pro-vocante”, nel senso
etimologico della parola, ,poiché ci invita ad “uscire fuori” da un vissuto pastorale spesso poco attento alla vita dei singoli per proiettare la Parrocchia
in una rinnovata attenzione alle persone e alla loro
storia aiutandole a incontrare Cristo, l’unico capace
di dare senso alla vita dell’uomo.
La relazione d’apertura di don Roberto Bizzarri,
sacerdote della diocesi di Terni e membro del Centro Nazionale Vocazioni, ha dato la giusta nota ai
lavori, offrendo la possibilità di inquadrare la tematica con i suoi risvolti prettamente pastorali.
Don Roberto è partito da una sottolineatura sulla
“fede adulta”, ovvero una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo, ed ha indicato l’urgenza di una “conversione pastorale” attraverso cui
la Comunità Cristiana può tornare ad essere sorgente di speranza contattando profeticamente il
vissuto del territorio nel quale è inserita e in cui si
giocano le avventure esistenziali di ciascuno.
È in questo cammino che la Parrocchia può ritrovare la sua funzione di “realtà sorgiva di vita nuova”
per coloro che, in essa, il Signore inizia alla vita
cristiana e, attraverso il battesimo, chiama alla Santità. È consequenziale, dunque, rimodellare i ritmi
della vita parrocchiale e preoccuparsi di formulare
proposte educative che suscitano interesse attraverso una appropriata comprensione della Parola.
L’Eucaristia dev’essere il “luogo” centrale da cui
ripartire per dare “forma” alla comunità. È da tale
contesto che sorge la necessità di testimoni della
fede che sappiano comunicare “il vangelo della vocazione” in cui risplenda il primato assoluto di
Dio. La gente, i giovani, le famiglie hanno bisogno
di ritrovare un senso luminoso alla propria vita, la
parrocchia diviene allora il luogo privilegiato dove
l’attenzione pastorale si traduce in attenzione al disegno di Dio su ciascuno.
Tutto, dalla catechesi, alla liturgia, alla carità deve
essere intriso di un fecondo approccio vocazionale,
deve in altre parole permettere all’individuo di
contattare l’amore provocante di Dio che, in Cristo,
chiama l’Uomo a sé. Solo un Amore percepito e
accolto può liberare il cuore ad una risposta generosa e responsabile, capace di proiettare la vita verso scelte significative e feconde.
Alla luce di questi spunti l’assemblea si è divisa in
diversi laboratori giungendo a formulare alcune
considerazioni suggestive, offerte poi all’Arcivescovo per la realizzazione delle Linee pastorali.
L’Arcivescovo, presiedendo la celebrazione eucaristica in Assisi, sulla Tomba di San Francesco, e guidando la preghiera dell’Angelus in Porziuncola, ha
concluso i lavori del Convegno offrendo a tutti l’opportunità di vivere un momento di profonda riflessione dinanzi all’esempio di un uomo che, con generosità, ha saputo vivere la sua vocazione alla santità
tendendo con gioia alla “conformazione a Cristo”.
Sono state giornate di Chiesa dense di lavoro, portato avanti in un clima di accoglienza reciproca e
preghiera: laici, religiosi e sacerdoti intorno al proprio Arcivescovo. Ci si è messi in gioco, coinvolgendosi e “sognando insieme”. Ho letto da qualche
parte che “se uno sogna da solo, il suo rimane un
sogno. Ma se sogna insieme agli altri, il suo è già
l’inizio della realtà”. Credo che giornate così, nonostante i limiti, facciano bene al cuore di tutti ma
soprattutto al cuore della Chiesa. Non intendo idealizzare ed enfatizzare nulla ma credo che questa sia
la strada per costruire percorsi di luce all’interno e
tra le nostre comunità ecclesiali.
Confronto, partecipazione, dialogo sincero e sereno
sono gli strumenti che il Concilio ha messo nelle
nostre mani e che con fatica utilizziamo.
Queste giornate ci hanno regalato la percezione che
un cammino sempre più condiviso è possibile.
Un sentimento sincero di gratitudine avverto per il
nostro Arcivescovo che ha desiderato e creduto in
questa “nuova edizione” del convegno ecclesiale
diocesano, per i parroci e laici che hanno condiviso
l’opportunità e per quanti, uffici diocesani e operatori pastorali, si sono adoperati sia sul piano della preparazione dei contenuti, sia a livello organizzativo.
Non rimane che l’invito a prendere in mano le Linee Pastorali e a saper tradurre, in percorsi di fede
e cammini educativi, quanto lo Spirito attraverso il
lavoro assembleare e le parole dell’Arcivescovo
hanno suscitato.
Buon lavoro a tutti!
DON GIUSEPPE SATRIANO
PROVOCATI DA DIO
È
proprio questa, secondo me, l’espressione
più adatta per definire coloro che rispondono alla chiamata di Dio consacrandosi a Lui.
Si, perché la vocazione è prima di tutto una pro-vocazione. Quello stesso Gesù che 2000 anni fa, lungo il mare di Galilea, passava chiamando i suoi discepoli, provocandoli con quell’affascinante invito
“Seguimi”, continua a passare ancora oggi, incrociando le storie degli uomini, i loro interrogativi, i
loro desideri profondi, perché sa che in ogni uomo
c’è una sete di infinito. Per questo la sua chiamata
è una provocazione da sempre …fin dal grembo
materno ti conoscevo (Ger 1,5).
La nostra Chiesa diocesana in questi ultimi cinque
mesi ha vissuto un tempo di Grazia con ben cinque
ordinazioni presbiterali: quella del sottoscritto,(don
Cosimo Zecca n.d.a.), di don Antonio Randino, di
don Antonio Santacroce , di don Giuseppe Grassi
ed infine quella di un ostunese don Leonardo Pinto, il 23 settembre ’06.
Da Leverano a Locorotondo questa porzione di
Chiesa, che è la nostra Diocesi, si è stretta attorno
al suo Pastore per vivere nella comunione una gioia
intima e bella.
Un’ordinazione è sempre un segno per la comunità
dei credenti, un segno dell’amore di Dio che non
lascia solo il suo popolo; ma è anche motivo per
noi sacerdoti per chiederci dove il Signore ci ha
portati rispetto a quello che in quel giorno, in silenzio sotto le mani del Vescovo, sognavamo, desideravamo o semplicemente ci aspettavamo.
Rispondere con fede alla chiamata di Dio è credere
che la vita è bella, che vale la pena viverla in tutti i
suoi aspetti, nelle vittorie e nelle sconfitte, nel perdono dato e ricevuto, nell’ amore e nell’amarezza.
Tutti i “sapori” dell’essere vivi rendono più vera la
vocazione. Anche i momenti di tristezza nascondono un tesoro di gioia. Il cristiano è colui che non
butta nulla di ciò che esiste, ma si china ad amare
ogni alito di umanità, ogni soffio di creazione.
A don Leonardo Pinto vorrei augurare di andare
avanti con fiducia e con la simpatia e il sorriso di
sempre, aiutando ogni uomo a scoprire nella sua
vita che c’è un Dio che lo attende con amore e che
poi così lontano non è.
Caro don Leonardo,
Dio ti ha scelto, ti ha chiamato e ti ha mandato per
amore …da te e dalla tua testimonianza gioiosa,
così come da tutti i credenti, dipenderà quel risveglio vocazionale di cui la Chiesa ha bisogno. Ti auguro di essere un uomo di preghiera e di comunione, un sacerdote della gente e per la gente, non solo
preso da mille impegni, dalle cose da fare, ma sempre attento al cuore di ogni persona che ti circonda
proprio come lo era il Signore Gesù.
A noi l’impegno di pregare per le vocazioni non
solo perché ci siano più preti ma perché in ogni cristiano possa crescere una coscienza vocazionale e i
sacerdoti siano santi perché: “La comunità ha bisogno di uomini saggi, maturi, prudenti e con la coscienza intemerata” (L 349), così come santa Caterina da Siena scriveva in una delle sue lettere.
Don COSIMO ZECCA
Auguri a
Mons. Rocco Talucci
Il
6 settembre il nostro Arcivescovo Mons. Rocco Talucci ha compiuto 70 anni ed è stato festeggiato dal
clero diocesano convenuto a Brindisi.
Nell’atrio del vecchio Seminario, si è fatto interprete dei
sentimenti dei sacerdoti mons. don Angelo Catarozzolo,
Arcidiacono del Capitolo Cattedrale e già Vicario generale dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni.
L’Arcivescovo, sorpreso e commosso, per la inaspettata
cerimonia, ha ringraziato di cuore e ha dichiarato: “Io sono chiamato ad amare ciascuna persona, sia esso sacerdote o laico, del popolo che mi è stato affidato senza pretendere nulla in cambio. Se poi, come oggi, c’è anche un
contraccambio la mia gioia è ancora più grande. Il tempo è dono di Dio, che noi non possiamo determinare, ma
solo valorizzare attraverso il nostro impegno. Invito ciascuno a far fruttificare il tempo, e non sprecarlo, ma ad
impegnarlo a servizio degli altri. La nostra vita che va al
di là di questi pur importanti appuntamenti, è dono che
ci è stato fatto una volta per tutte e che continuerà sempre, seppure in un’altra dimensione”.
La famiglia de Lo Scudo, interpretando il sentimento dei
suoi abbonati e lettori, esprime al Padre Arcivescovo gli
auguri più fervidi, accompagnati dalla preghiera al Signore perché guidi il suo ministero episcopale.
Domenica 5 novembre, alle ore 9,00, la Santa
Messa celebrata dall’Arcivescovo emerito
mons. Settimio Todisco, nella Chiesa delle
Suore oblate benedettine di Villa Specchia,
avrà l’intenzione di suffragio per Carlo Scarascia Mugnozza.
Il vice parroco a San Luigi
U
no dei segni della S. Visita su Ostuni è stato l’arrivo di un giovane sacerdote come vicario coordinatore presso la Parrocchia San Luigi.
Don Antonio Randino ha iniziato il suo servizio dal 1° settembre 2006 ed ha scelto di vivere in Ostuni
presso la Casa Canonica della Parrocchia San Luigi.
Don Antonio è stato ordinato sacerdote il 21 maggio 2006, dopo aver vissuto le prime esperienze ministeriali presso la Chiesa Cattedrale di Brindisi e lo scorso anno presso la Parrocchia S. Giorgio Martire in
Locorotondo.
Il Parroco e la Comunità di San Luigi porgono il benvenuto a don Antonio, e mentre esprimono gratitudine al Vescovo, gli augurano un proficuo e gioioso impegno sacerdotale.
C M G N
9
Speciale
Ottobre 2006
LA VILLA DEL SEMINARIO DI S. ORONZO RISTRUTTURATA
E RESTITUITA ALL’ACCOGLIENZA DEI GIOVANI
RECUPERARE LA TRADIZIONE
F
ra le proposte culturali e pastorali individuate
nella traccia di riflessione predisposta dal Comitato preparatorio del Convegno Ecclesiale di
Verona (16-20 ottobre) c’è quella di fare memoria
della tradizione della propria Chiesa locale.
Come tutta la realtà storica anche quella religiosa è
immensamente varia e molteplice. Non c’è una
storia uniforme e unica della Chiesa italiana. Ogni
Chiesa locale in Italia ha la sua storia, i suoi Santi,
le sue tradizioni.
Ricca di santi testimoni e di opere è la storia secolare della Chiesa di Ostuni. Richiamarla questa storia, raccontare le opere mirabili dei suoi testimoni
è come attingere alla carità di Dio, che si manifesta
attraverso le opere degli uomini.
Recuperando i tesori della nostra tradizione potremo ritrovare la forza e il coraggio per superare la
malattia del nostro tempo, che quotidianamente ci
affligge: l’angosciante presente senza senso; il sentimento di impotenza; la rassegnazione e l’adattamento a come vanno le cose; l’assenza di progettualità e di futuro.
della nostra città.
In questo nostro tempo consumistico sono i “non
luoghi” a predominare: i supermercati, i centri
commerciali, le vie e le piazze occupate dalle auto,
dai tavolini e dalle sedie di bar, ristoranti, pizzerie.
Uno dei luoghi della campagna più caro agli ostunesi per la sua specificità è sempre stato quello del
Santuario di Sant’Oronzo, patrono della città. Meta
di pellegrinaggi, di Via crucis, di processioni, caro
alla pietà popolare. Con l’attigua Villa del Seminario, d’estate, questo luogo è stato meta di gite, di
soggiorno per giornate di riflessione, di preghiera,
di ricreazione per noi giovani di Azione Cattolica
della diocesi di Ostuni. A sollevare il nostro spirito
era l’incantevole panorama che in quel luogo si godeva: il panorama della sottostante immensa distesa del verde scuro della marina di ulivi che degradava verso l’azzurro mare.
È il panorama che, in una chiara e luminosa mattinata dell’incipiente estate di quattro anni fa, il mio
carissimo amico Ciccio Galizia, gravemente invalidato, volle con me respirare per l’ultima volta
(quante altre volte insieme abbiamo goduto e fatto
memoria dei nostri luoghi!), quasi a pregustare il
sentito il suo ammodernamento e l’ampliamento della sua ricettività.
L’ampliamento della
struttura, non previsto
nell’originario progetto,
si è potuto realizzare
grazie ad un’idea geniale del costruttore Vincenzo Apruzzi e di don
Vincenzo Marseglia, legati da antica amicizia
(“sin da quando ero suo
chierichetto” mi dice
l’Apruzzi). L’idea, tradotta in un progetto di
variante, condiviso e
autorizzato dal Sovrintendente regionale alle
bellezze panoramiche,
fu quella di svuotare il
terrapieno sottostante la
terrazza panoramica della Villa, scavare altra roccia e impegnare i volumi ricavati per nuovi locali:
una sala di ricezione, servizi e il vano per la gabina
dell’ascensore a piano terra; sala di refettorio con
annessi servizi al primo piano. Il muraglione è stato ricostruito con le stesse pietre e al di sopra è stata ripristinata l’antica terrazza panoramica. La cabina dell’ascensore raggiunge il piano della Villa
grazie allo sfondamento di una sua stanza.
La Villa del Seminario, così ammodernata e ampliata, in questi due ultimi anni, ha ospitato molti
gruppi di giovani, alcuni provenienti anche da altre
regioni (in una delle ultime domeniche di agosto
un numeroso gruppo di ragazzi e ragazze, provenienti da Napoli, ha allietato con musica e canti la
celebrazione della messa nel Santuario). La direzione della ricezione dei gruppi, che si autogesticono, è assicurata dalla gestione dell’Ente Santuario
affidata allo stesso Apruzzi fino al 2010.
MONS. LUIGI MINDELLI
IDEÒ E COSTRUÌ
LA VILLA DEL SEMINARIO
Settembre 1952: un gruppo di giovani e sacerdoti a Villa Sant’Oronzo
UNA LAPIDE PER RICORDARE
È
con questa disponibilità a fare memoria del nostro passato di Chiesa che, nel pomeriggio di
domenica 27 agosto, abbiamo partecipato alla cerimonia dello scoprimento di una lapide che ricorda
la ristrutturazione della Villa del Seminario di S.
Oronzo, curata dal compianto don Vincenzo Marseglia, per delega dell’Arcivescovo Todisco e dell’Arcivescovo Talucci che gli è succeduto nel governo della nostra diocesi.
Ai piedi del muraglione che un tempo cingeva il
terrapieno della terrazza panoramica della Villa,
l’Arcivescovo Rocco Talucci, dopo aver benedetto
la lapide, ha brevemente illustrato il significato
della cerimonia ( “è nel nostro passato di chiesa il
nostro futuro” ) ed ha avuto parole di stima e di riconoscenza per don Vincenzo, che, “ con il suo
servizio umile, discreto, producente” ha consentito
di utilizzare proficuamente i fondi assegnati al progetto dalla Legge del Giubileo, che favoriva la ricettività dei pellegrini.
Presenti alla commossa cerimonia: don Antonio
Monopoli e don Cosimo Palma, promotori dell’iniziativa; l’on. Lorenzo Cirasino, che da Sindaco si
adoperò per favorire l’iter amministrativo dell’approvazione del progetto; i parenti di don Vincenzo
(le sorelle prof.ssa Angela, che ha ringraziato l’Arcivescovo, Rosaria e Lucrezia, il fratello Giuseppe); i villeggianti della contrada che abitualmente,
nei mesi estivi, partecipano numerosi alla messa
domenicale, celebrata da don Cosimo Palma nel
Santuario.
I luoghi di ieri e i “non luoghi” di oggi Un tempo i
luoghi, quelli della città e quelli della campagna,
avevano una loro specificità. Erano luoghi frequentati, abitati; facevano parte della nostra vita. Nel
passato, per noi la piazza, Via Napoli, la Villa comunale, le vie e gli slarghi dei vari rioni e, d’estate, i luoghi di villeggiatura nelle varie contrade,
con la loro specificità hanno contribuito a delineare
e definire la nostra formazione e la stessa identità
Cielo che la misericordia infinita di Dio, dopo poco tempo -il 13 agosto-, gli avrebbe aperto.
UNA RISTRUTTURAZIONE
GENIALE DELLA VILLA
C
hi ritorna oggi, anche dopo molti anni, al Santuario di S. Oronzo, nota con soddisfazione
che nulla è mutato del suo antico ambiente. Rivede
il Santuario del Settecento, l’annesso convento degli Oblati di san Carlo Borromeo del Seicento, la
Villa del seminario del primo Novecento e riammira lo stesso incantevole panorama. Unica novità,
un più ampio piazzale, che rende più agevole la sosta e più godibile il panorama.
I lavori di restauro delle facciate esterne dell’edificato esistente e i consistenti lavori di ristrutturazione della Villa del seminario non hanno alterato
nulla dell’originario ambiente. Eppure la Villa, oltre ad essere stata completamente ristrutturata all’interno, ha avuto un ampliamento di superficie
coperta di oltre 300 metri quadri, che hanno con-
R
icordare don Vincenzo, che ha così ben curato
la ristrutturazione della Villa del seminario (la
stessa diligenza ha avuto per i lavori di restauro di
altri beni culturali della nostra città, affidati dall’Arcivescovo alla sua cura), non può non richiamare alla nostra memoria e alla nostra riconoscenza il santo Sacerdote, mons. Luigi Mindelli, che,
nei primi decenni del Novecento, ideò e costruì la
Villa del Seminario di Sant’Oronzo.
Mons. Luigi Mindelli fa parte della schiera di santi
e dotti sacerdoti che onorano la Chiesa di Ostuni.
Tutti gli altri superò per la carità che animò tutta la
sua vita.
“Amo nesciri e pro nihilo reputari” (Amo non essere considerato ed essere ritenuto un niente) fu,
dall’imitazione di Cristo, il suo programma di vita,
a cui rimase fedelissimo. Sorretto da grande fede,
fermo nelle risoluzioni, fu un grande realizzatore
di opere e un grande benefattore.
La sua dinamica e operosa attività iniziò quando,
appena ordinato sacerdote, fu chiamato a dirigere
la Cooperativa Cattolica di consumo del Circolo
della Democrazia Cristiana di Toniolo-Murri, costituito in Ostuni dal giovane universitario Gaetano Sansone. Sotto la sua direzione la cooperativa
rifiorì (introdusse e diffuse in Ostuni l’utilizzazione dei concimi chimici per l’agricoltura) e dette
utili, impegnati da Lui in opere di bene a favore
dei poveri e degli orfani.
Nel 1915 in pochi mesi edificò, superando enormi
difficoltà e impegnando anche del suo, la Chiesa
parrocchiale di Sant’Antonio di Padova e poi la vicina Chiesa dei Francescani, dopo aver acquistato
il palazzo Barnaba per ospitare prima i Padri Giuseppini e dopo i Francescani.
Nominato Rettore del Seminario-convitto di Ostuni, in breve tempo portò l’Istituto al massimo
splendore, accogliendo 75 seminaristi, alcuni provenienti da altre diocesi, 33 convittori e 42 esterni,
che frequentavano solo le ore di lezione. Fu per 14
anni Rettore ma anche padre e madre premurosa di
tanti ragazzi. È stando con loro che dimenticava le
sue afflizioni e le difficoltà.
Quando si accorse che i mesi estivi di vacanza finivano col distrarre i giovinetti avviati al sacerdozio,
coadiuvato dall’Arcivescovo Valeri, riuscì ad ottenere un sussidio dalla Santa Sede e con altre economie, anche personali, realizzò la costruzione della Villa del Seminario sulle pendici del colle attiguo al Santuario di Sant’Oronzo, su un suolo di oltre 500 mq., ceduto gratis dalle sorelle per favorire
la santa opera.
Per realizzare questa costruzione furono notevoli le
difficoltà e i dispiaceri per mons. Mindelli. Dal suo
memoriale sappiamo che la roccia, che dai primi
saggi era parsa buona per ricavarne pietra da taglio,
poi risultò friabile e fu impiegata per buona parte
per colmare il terrapieno sottostante alla terrazza
panoramica (svuotato con i recenti lavori di ristrutturazione) e per la costruzione fu impiegata pietra
proveniente da cave lontane con dispendio enorme.
A compensare tanti sacrifici la posizione della Villa, il panorama incantevole e sconfinato godibile
dalla terrazza antistante, la gioia dei giovani chi lì
si tempravano nello spirito e nel fisico, la felicità
di mons. Mindelli di poter, in ogni momento della
giornata, essere fra i suoi ragazzi dopo aver percorso il breve tratturo che separava la sua casina di
villeggiatura dalla Villa del Seminario.
SANDRO MASSARI
L
L
e
tt t
tt e
e
r
a
a
ll D
D
ii r
r
e
tt t
tto
o
r
e
Le
et
er
ra
a a
al
Di
re
et
or
re
e
Mons. don Antonio Monopoli al quale il nostro mensile aveva rivolto sul numero di agosto gli auguri
per l’80° compleanno, ci ha voluto ringraziare con la lettera che riproduciamo.
“La
cortese attenzione degli Amici de “Lo Scudo”, nel ricordare i miei anni, mi sorprende benevolmente. Il riferimento a persone, tempi ed eventi, nei quali si pongono la mia presenza e la
mia azione, pur nella povertà delle espressioni, sono lieto di aver vissuto e sono grato al Signore, alla
mia famiglia, ai superiori ed educatori, alla comunità diocesana e cittadina, a Quanti hanno favorito la
mia crescita umana e cristiana. Felice il cenno al “nostro” mons. Settimio Todisco.
L’Arcivescovo mons. Rocco Talucci, attualmente, mi ha dato il compito di Responsabile dell’Archivio
Diocesano-Curiale e della Biblioteca Diocesana Pubblica, per un servizio al mondo della cultura. L’apporto particolare dei Laici consente tale crescita dell’uomo, di ogni uomo, biblicamente creato ad immagine di Dio: “...vivere ne l’uomo è ragione usare” (Dante).
Il progetto operativo da Loro formulato, gradualmente attuato, porta alla valorizzazione dei Beni culturali, innanzitutto, a favore della nostra Città, per altri versi, aperta al “verum, bonum, pulchrum”.
Con stima e cordialità
don Antonio
E’ aperta
la campagna abbonamenti
a «Lo
Scudo»
Nel numero di novembre
troverete il bollettino
di conto corrente postale
per il versamento.
L’abbonamento
è rimasto invariato:
18,00
10
Avvenimenti
Ottobre 2006
Pedalando tra due Parchi
Intervista all’Assessore regionale
FRANCESCO SAPONARO
a cura di Gianfranco Ciola
a cura di Stefano Cavallo
bbiamo approfittato
delle brevi vacanze
ferragostane per incontrare il nostro concittadino prof. Francesco Saponaro, che il Presidente Vendola nominò Assessore al Bilancio e alla Programmazione. Dall’interessante colloquio su circa un anno di attività della Giunta regionale,
abbiamo estratto alcune valutazioni e dichiarazioni che
ci sembrano di largo interesse per i nostri lettori e
che riportiamo sotto forma
di intervista.
A
- Come si presentava l’economia meridionale nel 2005
Il Mezzogiorno dal 1996 al primo semestre del 2001
ha avuto un tasso positivo di alcuni indicatori economici; dal 2001 al 2005 si è registrata una tendenza al declino che ha portato nel 2005 ad un tasso di
crescita negativo. A ciò si aggiunga che il Governo
nazionale, negli stessi anni, ha trascurato completamente il Mezzogiorno e la percentuale della spesa
pubblica per le regioni meridionali è scesa dal
41,2% del 2000 al 36% del 2004, mentre non dovrebbe essere inferiore al 45%.
- Sotto l’aspetto della spesa, quali rilievi si possono
fare all’operato della Giunta presieduta da Fitto.
La Giunta Fitto ha utilizzato solo 360 milioni di euro
l’anno di fondi europei, a fronte di disponibilità di
800 milioni; ha bloccato la spesa sociale; ha cercato di contenere la spesa sanitaria con il blocco delle
assunzioni e con il riordino ospedaliero che hanno
provocato notevoli disagi senza un effettivo risparmio di spesa.
- Quali sono gli obiettivi principali della Giunta Vendola
La vittoria di Vendola e del centrosinistra ha rappresentato una rottura non solo del quadro politico, ma
anche dell’indirizzo programmatico in precedenza
perseguito. Si trattava di dare un concreto segnale
di cambiamento di direzione nel governo della Puglia, per cui abbiamo puntato:
1) a ridurre le disuguaglianze con alcuni interventi;
voglio ricordare l’abolizione del ticket nel settore
farmaceutico per i possessori di reddito annuo
inferiore ai 25 mila euro, il raddoppio del fondo
per i servizi sociali, la valorizzazione dei distretti
socio-sanitari con assistenza a domicilio, la prevenzione, il potenziamento delle case protette e
delle residenze sanitarie per anziani;
2) a sbloccare la spesa per investimenti pubblici, in particolare quelli del fondo europeo 2000-2006; già nel
2005 la spesa è salita a 839
milioni di euro a fronte dei
360 impegnati dalla Giunta
Fitto, come già ricordato;
3) ad apportare incentivi per i
sistemi produttivi, in particolare: a) per il rinnovo tecnologico degli esercizi commerciali; b) per la microimpresa turistica; c) per il rinnovo e l’ampliamento della
ricettività esistente; d) a favore delle aziende industriali che presentino progetti di
innovazione tecnologica; e)
per i contratti di programma; f) il rifinanziamento
dell’Artigiancassa. Voglio precisare che gli incentivi possono coprire da un minimo del costo degli
interessi fino ad un massimo del 40% del totale
del finanziamento a fondo perduto.
- Vogliamo ricordare alcuni degli interventi più importanti, nel settore degli investimenti, che riguardano Brindisi e Ostuni
Solo in via esemplificativa, per il capoluogo, il raccordo tra stazione ferroviaria, Tuturano e zona industriale e il risanamento di alcuni quartieri periferici;
per Ostuni, il finanziamento di 1.500.000 euro per il
Museo di Civiltà preclassiche, i cui lavori sono in
corso, quelli per i servizi idrico-fognanti nel nucleo
industriale, quello per il potenziamento del porto di
Villanova, il finanziamento per la realizzazione di
una pista ciclabile che partirà da Lido Morelli e raggiungerà il Pilone, proseguendo per Torre Guaceto
e poi verso l’interno.
Naturalmente l’impegno della Giunta regionale si è
sviluppato anche in altri settori, dal piano energetico
ai trasporti, dal piano per gli alloggi con stanziamenti superiori ai 100 milioni, dalla cultura ai servizi
sociali, dall’agricoltura alla politica del Mediterraneo. Il Documento strategico regionale, per il periodo 2007-2013, approvato recentemente dalla Giunta regionale, costituisce un’importante manifestazione di volontà programmatica, per utilizzare i fondi
europei e per ottenere una inversione della tendenza al declino della Puglia.
Sono particolarmente soddisfatto che questo programma sia stato approvato unanimamente da tutte
le forze sociali, sindacali e imprenditoriali della Puglia. Entro novembre la Giunta approverà i piani attuativi.
ungo il litorale nord della provincia di Brindisi
sarà presto realizzata una pista ciclo-pedonale
che collegherà il Parco Naturale regionale delle Dune costiere di Torre Canne-Torre San Leonardo e la Riserva Naturale di Torre Guaceto.
Ciò rappresenta un importante progetto di riqualificazione ambientale, che prevede la sistemazione e
l’allestimento degli antichi tracciati stradali del Procaccia e dell’Appia-Traiana che costeggiano la linea di costa per 32 km circa (18 km nel territorio di
Ostuni e 14 Km in quello di Carovigno).
In totale l’anello sarà lungo circa 80 km lungo la linea costiera, attraversando località e insediamenti
turistici e più all’interno la piana olivetata dei due
comuni. Il valore aggiunto di questo percorso ciclopedonale sta nel fatto che esso attraversa un territorio di grande pregio paesaggistico e valorizza, in
una logica di sostenibilità, siti di interesse ambientale e culturale.
In tal modo sia la popolazione locale che i turisti
avranno l’opportunità di conoscere, attraverso modalità di fruizione a minimo impatto ambientale, tutte le bellezze paesaggistiche, storico-culturali e naturalistiche disseminate lungo la costa come le lame, gli insediamenti rupestri, le masserie, i frantoi
ipogei, le piantate di olivi secolari, le torri aragonesi
costiere e le aree naturali protette. Tutto questo integrerà in maniera innovativa le risorse ambientali
e produttive presenti nell’area, i Parchi naturali di
Torre San Leonardo e Torre Guaceto con le aziende agrituristiche ed i frantoi ipogei della “Strada dell’Olio”.
Si noti che lungo il tratto di costa da Torre San Leonardo a Torre Guaceto sono presenti 37 strutture
ricettive, tra alberghi, aziende agrituristiche, case e
appartamenti per vacanze, per un totale di 8.270
posti letto, pari al 63% della disponibilità complessiva di posti letto presenti nel territorio dei due comuni e il 43% dell’intero territorio provinciale. Pertanto
la localizzazione di questo percorso rappresenta
una scelta strategica di fondamentale importanza al
fine di differenziare l’offerta turistica, attualmente
concentrata prevalentemente sul prodotto “solemare”.
La realizzazione di questo itinerario intercomunale,
accolto con favore dagli amministratori regionali, provinciali e dei comuni di Ostuni e Carovigno, avrà luogo per stralci impiegando diversi strumenti finanziari.
Il tratto ostunese tra Villanova e Lamasanta che si
snoda per 10,7 km, lungo l’antica strada comunale
del Procaccia è stato di recente finanziato con i
fondi POR 2000-06 della Regione Puglia, per un
importo di 1.179.587 euro.
I tratti in corrispondenza delle due aree naturali
protette, sono in corso di realizzazione utilizzando i
finanziati LEADER + (per un importo di 80.000,00
euro). Il primo interessa la marina di Ostuni lungo
la via Traiana da Costa Merlata fino alla stazione
ferroviaria di Fontevecchia e da questa fino a Torre
San Leonardo (lungo 14,5 km). Il secondo congiunge la torre aragonese della Riserva Naturale di Torre Guaceto al Centro visite della Riserva sito nella
borgata di Serranova (lungo 8,4 km); questo tratto
a sua volta si connette ad un percorso ciclabile già
esistente detto “della civiltà rupestre” e che collega
Torre Guaceto alle cripte di S. Biagio e di S. Giovanni.
Dopo 8 anni in cui la città di Ostuni ha ottenuto ininterrottamente la Bandiera Blu assegnata dalla FEE,
Fondazione per l’Educazione Ambientale Europea,
questo riconoscimento ambientale non è stato assegnato nel 2005 e 2006 per la carenza di servizi
che assicurino tutela e corretta gestione dell’ambiente costiero. In alcune aree del litorale sia di
Ostuni che di Carovigno, si riscontrano elementi
critici, come l’abusivismo, specie nelle aree di maggior pregio naturalistico, l’abbandono di rifiuti inerti
lungo le strade rurali, la tendenza ad aprire nuove
strade private a servizio delle strutture ricettive,
l’appropriazione privata di tratti di strada (es. la
strada comunale del Procaccia); durante il periodo
estivo vi sono evidenti problemi di collegamento tra
insediamenti turistici, con congestione del traffico e
aumento del rischio di incidenti.
Pertanto la realizzazione della pista ciclabile attraverso la sistemazione delle antiche strade comunali
del Procaccia e della via Traiana, rappresenta
un’importante occasione affinchè gli enti locali si
riapproprino di queste strade il cui accesso in alcuni tratti risulta attualmente ostruito da privati. Incentivando l’uso della bicicletta, si offre ai frequentatori
della costa una valida alternativa all’utilizzo dell’automobile specie in quelle aree di grande fragilità
ambientale e fortemente congestionate nel periodo
estivo. Tutto ciò porrà questo tratto di costa come
modello di riferimento rispetto all’utilizzo di forme di
mobilità sostenibile, per altre realtà turistiche pugliesi.
nche quest’anno, un gruppo di volontari si è
recato in missione nella diocesi di Marsabit,
in Kenya (Diocesi gemellata con la nostra di
Brindisi-Ostuni), per portare concreti aiuti e vera solidarietà alla popolazione dell’Africa centrale.
Del gruppo ha fatto parte il giovane 34enne Elio Vita di Ostuni, il quale ha voluto “spendere” le sue vacanze estive in uno slancio di umana solidarietà in
favore dei bambini che vivono in situazioni di quotidiano disagio in quelle zone sperdute del Kenya.
Preceduta da un intenso percorso umano e spirituale, le attività che il giovane ostunese ha vissuto
insieme agli altri nelle deserte ed assolate terre africane, sono state di grande amore e sostegno ai bisogni di quella popolazione.
Partito alla volta di Nairoby con la sua inseparabile
macchina fotografica, Elio Vita ha testimoniato il suo
viaggio in Kenya realizzando numerosi scatti che, qui
da noi, daranno voce alla vita quotidiana di bambini,
donne e uomini che, ogni giorno, devono affrontare
tante sofferenze tra fame, miseria e malattie.
Una mostra fotografica, da realizzarsi nei prossimi
mesi, mostrerà la vita quotidiana e i problemi che
ogni giorno quelle popolazioni del nord del Kenya,
sono costrette ad affrontare. Elio Vita e gli altri, superando le tante difficoltà del vivere quotidiano, con
amore, sacrifici e fede, hanno affrontato questa
esperienza per fare il bene al prossimo bisognoso.
Sono stati venti giorni a contatto con una realtà lontana dalla nostra, lontano dal suo ufficio di informatica e di lavoro per portare a termine la costruzione
di alcuni locali annessi alla cappella dei missionari.
Sporadiche comunicazioni sono state quelle tra la
famiglia e gli amici e quella parte dell’Africa dove
tutto è difficile e dove sono molto rari gli apparati telefonici. Solo qualche messaggio in “sms” (quando
si arrivava nei pressi di Nairoby) con i familiari che,
a causa della carenza di notizie, hanno vissuto con
qualche apprensione questi 20 giorni di lontananza
dal loro congiunto.
Vita si è aggregato agli altri volontari partiti in missione da Brindisi per aggiungere un altro tassello
alla sua esperienza umana e spirituale e per riportare qui da noi quelle immagini che faranno riflettere e allargare il solco della catena della solidarietà
in favore di quella gente della diocesi di Marsabit.
L
Movimento per la Vita
I giovani e il concorso europeo
di Dino Montanaro
Il
30 agosto scorso, durante lo svolgimento di
un Campo scuola residenziale per ragazzi e
giovani organizzato da Federvita-Puglia e
tenuto nell’Oasi S. Giovanni Battista in agro di Fasano, c’è stata la proclamazione dei vincitori del
XIX Concorso Europeo, detto anche “Strasburgo”.
Questo concorso ha come scopo primo l’animazione culturale sui temi attinenti la Vita ed una delle
iniziative più significative è proprio una gara tra
studenti dell’ultimo triennio di scuola media superiore e universitari di tutta Italia ed anche europei.
In palio, un viaggio a Strasburgo, che, per una settimana, vede oltre quattrocento vincitori impegnati
in visite alla Città, incontri nella sede del Parlamento, dibattiti con redazione finale di una documento che viene, in seguito, consegnato ai responsabili del Governo europeo.
Il Concorso, nella sua idea, nacque da un incontro
tra i responsabili del Movimento per la Vita italiano dell’epoca, Madre Teresa di Calcutta e Chiara
Lubich; così, a cadenza annuale, tanti giovani, insieme alle proprie famiglie, vengono invitati a riflettere su tematiche ogni anno diverse. L’argomento duemila cinque / duemila sei è stato: “La
prima sfida è quella della vita”.
Il Movimento di Ostuni in tutti questi anni ha operato in sintonia e non ha mancato di essere presente nei vari Istituti superiori contattando centinaia di
studenti, relativi genitori, insegnanti e capi di istituto. E quasi ogni anno non è mancato qualche
“Strasburghino”.
Nell’ultimo “cimento” il raccolto è stato più ab-
bondante: ben tre ragazze del nostro Liceo Scientifico si sono qualificate vincitrici insieme ad altre
nove di tutta la Puglia, selezionate tra duemila partecipanti.
Così, Marika Flore, Ilaria Giannotte e Cristina
Semeraro, nel prossimo mese di ottobre, saranno
nel cuore del Parlamento Europeo insieme ad altri
coetanei europei animati dallo stesso spirito e stessi ideali.
Ed esse sono state proclamate vincitrici proprio nel
Campo scuola di cui sopra insieme agli altri nove
colleghi provenienti da tutta la Puglia.
A loro, alle proprie famiglie e a quanti si sono adoperati in questo lavoro non semplice, né lieve, le
felicitazioni più vive e gli auguri per un sempre
maggiore impegno perché possiamo ancora sperare in una società migliore, aperta alla vita, alla pace, alla solidarietà.
LLAA U
UR
RE
EE
E
Il 15 luglio 2006 presso l’Università degli Studi di Lecce si è brillantemente
laureata in Traduzione e Interpretariato
ALIDA SPECIALE
discutendo la tesi: «Diritto dell’Unione
Europea».
Relatore: Ch.mo Prof. Olga Lombardi.
La sorella Stella, la nonna Ida Pecere e
i genitori le augurano un felice avvenire.
A
L’estate a Marsabit
L’8 luglio 2006 presso l’Università degli
Studi di Bari, Facoltà di Giurisprudenza, si è
brillantemente laureata
MARIA PIA PRISCO
discutendo la tesi in Diritto Comune: «La posizione giuridica della donna nel mondo medievale».
Relatore: Ch.mo Prof. Antonio De Robertis
Papà Riccardo, mamma Pasqua, i nonni, gli
zii, i cugini e gli amici porgono sinceri auguri alla neo dottoressa.
EMILIO GUAGLIANI
Il 3 ottobre 2006 presso l’Università degli Studi di Bari, si è laureata in “Medicina e Chirurgia” con 110/110 e lode
DORIANA APRUZZI
discutendo la tesi: «Valutazione dell’efficacia e tollerabilità di terapia intermittente infrasettimanale con ciclospirina A nella psoriasi».
Relatore: Ch.mo Prof. Gino Antonio Vena
Correlatore: Ch.ma Prof.ssa Caterina Foti
I genitori dott. Nino e Chiara, il fratello dott. Angelo, le sorelle
Ilaria e Federica, la nonna Maria, gli zii e i cugini, con gioia
formulano alla neo dottoressa auguri per un futuro professionale
ricco di gioie e gratificazioni.
11
RICORDI
Cusse mese parlame de...
di Silvio Carrino
CE STE’ DA PAJA’
STU MESE
ca, cu chera megghjère ca se
scì pegghjò n’à passate ciènde
e juna!
- la bulletta de la lusce ca, me
pare, ca ì ggià scaduta pure. Vite ca chera se paja lu stesse,
benga ca, tre ggiùrne arrèta, nu
lambe t’av’asccàte lu condatore,
tutte li filu de la correnda, la lusce de sobb’a lla colonnetta e
pure lu telefene ca, sajètta, l’ire ggià pajàte.
Il prof. Silvio Carrino, autore di poesie in vernacolo,
cura una rubrica in lingua
dialettale per mantenere vivo l’interesse dei lettori verso il nostro dialetto.
-Lla prima rata de lu mutue a
lla Banca: a megghjèrma li vènene tutte li predìte! Scì sapì,
da n’amica de nnanz’a casa,
ca jedda, da nu picca de tièmbe, cuscina tutte cose cu lu
“Bimbe” e, na vuè, ca l’à vulute
pure la Segnura mea? Mu, stu cacchie de machenàrie custava tanda de chire ternise ca, p’accattàrlu besognva recorre a lla Banca e ffa nu mutue pe cing’anne. Sti megghjère so’ veramente jopra de tantazzione, desceva sembe zzie Gaitane
Ottobre 2006
re li furastière doppe Sande Ronze? Gnornòne!
Angora lu tièmbe na ss’à remise e, pe la prima
quinnecìna de lu mese im’avvè cchjù de nu spruscciccchje, de chire forte, vè? Doppe lu quinnece, te
puè sfuga a scì cchjà li funge a Carestia o sott’a
Martina. Ma, jàpra li uècchje ca, nda li vòscheve, de
ste tièmbe, stone nu trebbìnie de cacciature ca, pe
la ràbbia ca tùrde na ne pàssene cchjù, se sfòghene a sparà pure a lli frasche ca càtene da l’arvùlu.
Po, li fùnge ca ì cchjàte, ce n’ì cchjàte, falli vete a
cànatta Fedélu ca cure li canosce, cunassìa, ce sì
scappate a llu chjùmme de li cacciature, azzuèppe
lu sìcchje a llu prime funge ca te mitte mmocca!
CE AVA FFA LU TIEMBE STU MESE
NA COSA NOSTA SAPURITA
Lu cuètte de fiche
Cunassìa ve penzate ca chire passatore d’acqua
c’im’avvùte lu mese passate, se l’one pertate cu llo-
Lu cuètte c’a mmé me piasce ì cure fatte cu li fiche.
I’ vere ca ì cchjù fatiàte ma ì donge e sapurite.
DE
D
E FF U
UN
N TTII
12.4.1925
2.9.2006
Il 2 settembre
scorso ha cessato
di battere il cuore
generoso di
VINCENZO
COLAIZZI
Con Vincenzo Colaizzi scompare
una figura familiare per molti ostunesi di una certa età! Pochi ricordano che furono
le circostanze della guerra a far fuggire dall’Abruzzo i Colaizzi che, con altre famiglie, trovaro-
no ospitalità in Puglia.
Entrato nel Corpo dei Vigili Urbani di Ostuni,
Vincenzo si distinse per la sua serietà e l’attaccamento al dovere, anche se non ha mai impersonato
il vigile burbero e fiscale. Divenuto vice comandante negli anni di maggiore prestigio del Corpo,
col pensionamento di Stefano Siliberti ha ricoperto il delicato incarico di Comandante fino a quando ha cessato la sua attività lavorativa.
A lui si deve la pubblicazione del primo prontuario delle vie e delle contrade di Ostuni.
La Redazione de Lo Scudo si unisce al dolore della famiglia.
La moglie Grazia, le figlie Carmen e Giulia, la nipote Laura nel dolore per la sua dipartita, lo ricordano a chi lo conobbe, lo stimò e gli volle bene.
Ostuni, 4 dicembre 1913
Bari, 16 luglio 2006
14.11.1926
2.7.2006
Il 16 luglio 2006 è terminata la vita terrena di
In Bari, presso
la Casa di cura
“Santa Maria”
si è spenta la
cara
GIUSEPPE
BUONGIORNO
Generale A.M.
in pensione
dopo un lungo periodo di
sofferenza fisica sopportata con serenità e cristiana accettazione.
Ha dedicato la sua vita interamente alla famiglia e al
lavoro manifestando sempre grande umanità, capacità
di dialogo e di comprensione per le difficoltà altrui,
entusiasmo e curiosità per il sapere, fedeltà e passione
all’Arma Aeronautica, infinita fiducia nella Provvidenza.
La moglie Carmela Calò, i figli e i nipoti lo comunicano, con immenso dolore, a tutti coloro che ebbero
modo di conoscere in vita il loro caro e di apprezzarne le qualità non comuni.
LINA
CAVALLO
Nel silenzio della
sua casa il 22 agosto scorso si è
spento
LORENZO
ZACCARIA
sarto, nato a Ostuni nell’ottobre del
1920, da genitori
artigiani: Agostino
e Cecilia.
Da ragazzo frequenta la “bottega” di sarto e barbiere degli zii
materni, dove impara il mestiere. In giovane età
affronta la guerra e la prigionia, di cui era solito
raccontare episodi ed esperienze vissute con tristezza e fervore tali da imprimerli nella mente fantasiosa di me, bambina, che lo ascoltavo, pendendo dalle sue parole: erano “favole” vere.
Tornato finalmente dalla prigionia, decide di trasferirsi a Milano per esercitare il mestiere di sarto
insieme al cugino Nino. Qui si ammala e finisce in
un letto di ospedale, solo e lontano dalla casa e dai
pochi affetti rimasti in vita: la mamma Cecilia e
AN
A
NN
N IIV
VE
ER
R SS A
A RR II
In ricordo dei momenti belli passati
insieme, del sorriso che è sempre vivo nei nostri cuori, mercoledì 23 agosto la Croce luminosa ha brillato per
te e per la tua tanto cara Ostuni.
In tuo suffragio è stata anche celebrata una Santa Messsa nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria Madre della
Chiesa da Padre Pietro Carluccio,
affinché tu possa vegliare su di noi
GIUSEPPE
ORONZO
COLUCCI
ISABELLA
CAVALLO
Quasi ad un anno dalla scomparsa di Giuseppe Oronzo, la
moglie Isabella volle raggiungerlo nel cielo per poter continuare ad amarlo così come lo aveva amato in vita.
Il figlio Giovanni con la moglie Angela affranti dal dolore,
offrono ai propri cari genitori le preghiere più vive e l’affetto infinito.
ANGIOLINO PALMA
I tuoi cugini
la moglie Nina Sarinelli, con immutato affetto, lo ricorda ad
amici e parenti. La sera di giovedì 24 agosto la Croce Luminosa del Monte Sarago ha brillato in sua memoria.
LINA DELL’EDERA
1988 11 novembre
2006
Mamma, a noi che siamo qui in terra rimane il compito di tener vivo nella fede e nella speranza il carissimo ricordo di Te,
che ora sei in Paradiso, con il Signore che tanto amasti e che
ci insegnasti ad amare.
I tuoi figli don Domenico Melpignano, Rosa, Angela, Franco
e Roberto.
STEFANO
FRANCIOSO
MARIO
ANDRIOLA
12.9.2006
Malgrado siano trascorsi molti anni dalla scomparsa del caro
È trascorso un anno dalla morte di
26.10.2003 26.10.2006
12.9.2005
La nipote
Cecilia Rosalia Zaccaria
27.10.2002
7.10.2006
La sorella Nina lo ricorda a quanti lo conobbero ed amarono in
vita; ma la vita continua nell’eternità dove
continueremo ad amarlo e ad amarci.
21.10.2006
La moglie e i nipoti lo ricordano con affetto.
1 febbraio 1927
19 settembre 2006
ANTONIO
MARSEGLIA
21.10.2004
l’unico fratello superstite, Biagio, mio padre.
Biagio lo riporta in Ostuni ed una volta guarito,
oltre che nella propria famiglia, lo accoglie nella
sua bottega di sarto, dove continuano a lavorare
insieme, insegnando il mestiere anche a giovani
disposti ad imparare, fino alla morte prematura del
fratello Biagio, avvenuta nel lontano gennaio del
1979.
La sua vera passione è stata la politica, anzi il partito, di cui è stato fervido attivista; chi dei meno
giovani non ricorda Lorenzo Zaccaria sul palco in
un comizio elettorale, in una manifestazione, sempre con “l’AVANTI” sotto il braccio per distribuirlo con orgoglio nella piazza di Ostuni tra i
compagni di partito?
Il suo cuore ha sempre palpitato per le sorti del
partito, provando gioia ed esultanza per i suoi successi e sofferenze per le sue sconfitte.
Negli ultimi anni della sua esistenza è vissuto con
riservatezza insieme alla moglie, Nennella, alla
quale la morte lo ha sottratto in un caldo pomeriggio di fine estate.
Ad un mese dalla scomparsa di
LILLO RAPANA’
Donna di profonda fede cristiana che ha amato
e sostenuto coloro che la conobbero.
Seppe affrontare e superare con dignità le difficoltà della vita, sdrammatizzando ogni
evento negativo con la spontaneità di un sorriso che la rendeva unica.
Con immenso dolore ne danno il triste annuncio le sorelle Stella e Caterina, il fratello
Matteo, unitamente ai cognati Antonio, Ernesto e Francesca ed ai nipoti che non la dimenticheranno mai.
Allora, ce state angora fore, arravuagghjàte da
sott’all’arvulu tutte li fiche ca so’ sciùte ’n derra chire avvuscelàte, chire scarte, so’ tutte bbone.
Lavàteli cchjù de na vonda, po mettìteli nda nu penzenètte sobb’a llu fuéche e fascìteli fèrve fign’a
quande li fiche na càccene lu suche. Fascìteli defrèdde nu picca e po mettìtele ’nda na mappìna, attaccàtela a fagnòtte e puggiàtela ‘nda na scolapasta de mote ca lu suche de li fiche po’ scènne chjane chjàne. Agne tanda sciate e strengìte forte lu
fagnòtte pe fa assì cchjù suche. Quande vedìte ca
suche na nne jèsse cchjù, mettìte tutte cure ca
it’arravuagghjàte jnd’a nna patèlla sobb’a llu fuéche
e fascìtulu scì d’amore d’amore pe nu pare d’ore fign’a quande na devènda cumm’a nna cunzerva.
Quande sì defreddùte, mettìtulu ‘nda na buttiglia e
arreccàtulu pe mettùrlu sobb’a li pettulu a Natalu o
pe fa la serbètta quande nèveca.
Passano gli anni ma tu ci
sei sempre vicino, sempre
presente nei nostri cuori,
nei nostri pensieri e nei
nostri ricordi. Gelosamente conserviamo i tuoi
insegnamenti che ci guidano nel cammino della
vita.
Ti ricordano con affetto e tanto amore tua moglie
Tina, i tuoi figli Franca con Domenico, Anna con
Salvatore, Girolamo, Maria con Roberto e Angelo
con Pamela, che tanto amavi e ancor più ti amano.
7 ottobre 2005
7 ottobre 2006
Sono trascorsi quattro anni
dalla tua scomparsa e il tuo
dolce sorriso rimane nei nostri cuori per sempre.
Manchi tanto alla tua cara
moglie Maria, alla tua figlia
Anna, a tuo fratello Enrico,
ai cognati Tina, Ricia, Carminuccio e a tutti i tuoi nipoti.
10 settembre 2004
10 settembre 2006
1° anniversario della scomparsa di
Inesorabile trascorre il
tempo ed il nostro caro
MARIA
LOPARCO
IPPOLITO
IACOVAZZI
da due anni è vicino alla
gioia eterna del Dio della
vita.
In noi è rimasto il rimpianto del tempo passato
insieme e la certezza che un giorno il Signore misericordioso ci farà ritrovare.
La moglie Vita ricorda la sua dolcezza a parenti ed
amici.
È passato un anno, il dolore e la
disperazione hanno lasciato posto
ad un sentimento di nostalgia e di
rimpianto per non averti più tra
noi.
Sei sempre nei cuori delle tue figlie Carmela, Palma, Mimma e
Paola. di tuo marito Ciccio, dei
tuoi generi Antonio, Oronzo, Angelo, Vito e dei tuoi nipoti che ti
vorranno sempre bene.
C M G N
CRONACA
BREVE
12
Ottobre 2006
Verrà realizzato un piccolo parco a verde?
Una strada intitolata a Peppino Orlando?
Un
gruppo di Ostunesi, dopo aver raccolto un gran numero di firme ha presentato al Sindaco una proposta che ci sembra di condividere: si chiede di
considerare l’opportunità di intitolare una strada del Comune di Ostuni al compianto
insegnante Peppino Orlando, già assessore allo sport e turismo, che tanto lustro ha
conferito alla nostra Città con le sue iniziative.
I cittadini suggeriscono il tratto di strada (indicato con la freccia nella foto), attualmente senza nome, che parte dall’incrocio del Cinema Roma e, passando dinanzi al
foro boario, giunge all’incrocio del ponte cavalcavia della Ostuni-Stazione-Mare.
Il suggerimento è motivato da diverse circostanze:
- il Cinema Roma ha ospitato le prime edizioni del premio “Ulivo d’Argento”, ideato da Peppino Orlando, che ha fatto varcare alla nostra città i confini regionali e nazionali, facendo conoscere ed apprezzare ovunque le bellezze di Ostuni;
- il tratto di strada è quello che porta verso il mare ove negli anni di attività di Peppino Orlando sono sorti tanti insediamenti turistici che oggi contribuiscono a valorizzare sempre più Ostuni,
- ed infine, la considerazione che Peppino Orlando ha dimorato per tanti anni in
Largo Avv. Francesco Tamburini, a ridosso del Cinema Roma e della strada che
porta verso la Stazione e le spiagge ostunesi.
P
er iniziativa degli abitanti del
quartiere “S. Antonio-Villetta di
Cristo Re” è stata proposta all’Amministrazione Comunale di Ostuni
la creazione di un piccolo parco-verde
pubblico su un terreno di proprietà del
notaio Giuseppe Trinchera, prospiciente
la villa di quest’ultimo e sul punto più
alto della Strada Panoramica.
Si tratta di una superficie di circa due
mila metri quadri, attualmente recintata
ed incolta e, comunque, inutilizzata che,
per la sua felice posizione, costituisce
un naturale terrazza verso la marina
ostunese.
N
N
o
z
z
e
d
’
O
r
o
No
oz
zz
ze
e d
d’
’O
Or
ro
o
LILLINO D’ALO’ e PALMINA ROMA
Cogliamo l’occasione della opportuna proposta per invitare l’Amministrazione a costituire una Commissione per la toponomastica cittadina e a rammentare che vi sono
sindaci deceduti (Castiglioni, Putignano) amministratori comunali e provinciali (F.
Clarizia, G. Palma, ecc.), sacerdoti (Mons. O. Semeraro, don Luigi Roma, don L.
Mindelli, don A. Melpignano, don G. Aleo, ecc.), personalità che hanno illustrato
Ostuni (prof. Giovanni Semerano, prof. Pier Fausto Palumbo, ecc.); naturalmente
sarebbe bene rispettare la legge in materia che, tranne casi eccezionali, prevede che
siano decorsi dieci anni dalla morte.
Il 10 settembre scorso, nella chiesa dei Cappuccini, circondati dal figlio Peppino,
dalla nuora Antonella, dai nipoti Roberto e Giulia, da parenti ed amici, hanno ricordato il 50° anniversario del giorno in cui, mediante il Sacramento del Matrimonio, congiunsero le loro vite in un vincolo indissolubile. All’omelia della Messa, don Domenico Melpignano, dopo aver richiamato la grandezza del Matrimonio-Sacramento, rivolgendosi ai festeggiati ha soggiunto: vi auguro ancora tanti
anni di vita, perché dopo aver raggiunto e celebrato questa tappa così importante
della vostra vita coniugale, possiate viverne e celebrarne altre, e perché possiate
testimoniare a tutti l’amore grande, unico, indissolubile e fedele del quale siete
stati meravigliosi annunciatori.
N
N
o
z
z
e
d
ii Z
Z
a
f
f
ii r
r
o
No
oz
zz
ze
e d
di
Za
af
ff
fi
ro
o
La sede de «Lo Scudo»,
in Corso G. Garibaldi, 129
è aperta il martedì
e il venerdì
dalle ore 18,00 alle ore 20,00
Lunedì 2 ottore 2006 i coniugi
CARLO CALCAGNI
e
TERESA CAVALLO
Tel. 333.9063735
insieme ai loro figli Alessandro
e Maria Irene, ai nipoti Andrea e
Fabrizio ad ai familiari, hanno
celebrato i loro 35 anni di matrimonio.
Nella chiesa di San Luigi Gonzaga è stata celebrata la S. Messa durante la quale il
parroco don Franco Blasi, con poche, semplici, ma significative parole ha esaltato il
Sacramento del Matrimonio che diventa testimonianza di fede e di vita e non si scalfisce nel tempo.
La giornata si è conclusa con un sobrio ed intimo incontro conviviale che ha riportato la famiglia Calcagni a ricordare gli innumerevoli viaggi compiuti per partecipare a
gare di danza col conseguimento di numerosi riconoscimenti e attestazioni di stima.
Notizie flash
di Ferdinando Sallustio
nche alcuni nostri concittadini, con diverse mansioni,
sono partiti per far parte della missione di pace italiana in Libano, a garantire la fragile tregua con Israele: come già in altre occasioni analoghe, soprattutto nel Kossovo, in Afganistan ed in Iraq, la presenza italiana è stata
determinante per garantire la pace e aiutare le popolazioni in difficoltà. Agli ostunesi impegnati giunge il nostro
plauso ed il nostro sostegno.
***
amiglia da primato ad Ostuni per il piccolo Francesco
Fama, nato il giorno di Sant’Oronzo da Angelo e da
Rossella Lococciolo: oltre alla mamma, 22 anni, il bimbo
ha la nonna, Marianna, di 45, la bisnonna Teresa, che ne
ha 68, e la trisnonna Marianna, 88 anni, che si dice “felicissima” per l’arrivo di questo bambino coccolato da
quattro generazioni.
***
ncora sangue sulle nostre strade: dopo la morte del
giovane operaio Raffaele Semerano, all’inizio di agosto, si sono verificati altri gravi incidenti, uno mortale, tra
il Pilone e Torre Canne, nel quale ha perso la vita una signora di 86 anni, Domenichella Lo Schiavone, mentre a
fine agosto un ragazzo di Ostuni ha perso la gamba nell’impatto tra la moto su cui viaggiava ed un’auto.
Da segnalare anche la tragedia del cistranese Biagio
Baccaro, annegato il 14 agosto per salvare il figlio nel
mare di Lido Morelli.
***
uaranta villette in costruzione sono state sottoposte
a sequestro a Villanova, i due costruttori ed il direttore dei lavori sono stati iscritti nel registro degli indagati:
secondo le prime risultanze delle indagini condotte dai
Carabinieri alcuni dei locali seminterrati, destinati a rimesse, sarebbero stati poi trasformati in vere e proprie
abitazioni con servizi annessi.
***
uoni e fulmini su Ostuni: due nubifragi, abbattutisi sulla città il 16 settembre e poi nelle due giornate tra il
26 e il 27 hanno causato gravi danni e riproposto il problema delle carenze nell’assetto idrogeologico del nostro
A
F
A
Q
T
territorio; per l’ennesima volta il piazzale della Stazione
ferroviaria si è ridotto ad un acquitrino, mentre una enorme quantità di acqua si è riversata su Rosa Marina e sul
Pilone, inondando parecchie ville; inoltre è stata bloccata
per molte ore la statale 379 nei pressi di Torre Pozzelle e
la circolazione ferroviaria.
***
ronaca nera molto “ricca”, purtroppo, nei mesi di
agosto e settembre.
Due quindicenni baresi “di buona famiglia” sono stati denunciati a Rosa Marina: avevano scippato una signora
ed hanno sfacciatamente ammesso di averlo fatto per
procurarsi il denaro per la discoteca.
Violata, nell’esclusivo villaggio, anche l’abitazione della
showgirl Rossella Brescia, alla quale sono state rubate le
biciclette.
Un ladro si era anche intrufolato in un noto bar della città
e durante la pausa pranzo ha portato via l’incasso e tutto
ciò che poteva. Quindi, davanti alla Banca Antonveneta,
un rapinatore ha aggredito la titolare di una stazione di
servizio portandole via l’incasso che stava per versare
(19mila euro).
Il 9 settembre, poi, nei pressi delle Poste, quindi in pieno
centro, un automobilista è stato fermato da uomini armati, costretto a scendere dalla sua BMW ed a consegnarla
ai malviventi. Due giorni dopo sono stati arrestati Antonio
Francioso, 38 anni, ed un suo figlio minorenne, con la
pesante accusa di aver gravemente accoltellato, per futili
motivi, il titolare di una pizzeria; una troupe della televisione britannica BBC è stata derubata del fuoristrada e
delle attrezzature, ma la vettura e le telecamere sono
state ritrovate; quindi vi è stato il ferimento a fucilate di
Stefano Sorada, in contrada Camere, che poteva avere
conseguenze anche più gravi.
***
nimali scatenati in città: a fine agosto sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco per catturare un grosso
serpente che si era intrufolato fra le ruote di un motorino,
mentre a fine settembre la Villa comunale ha dovuto
chiudere per quattro giorno per interventi di derattizzazione, dopo le proteste per la presenza di grossi topi nel
parco.
È stata un’estate di intenso lavoro per i Vigili del Fuoco,
con gli incendi di due appartamenti, di uno scafo a Costa
Merlata e di cinque ettari di macchia mediterranea a San
Biagio.
C
N
N
o
z
z
e
No
oz
zz
ze
e
Mercoledì 23 agosto 2006, nella Parrocchia “Maria SS. Annunziata” di Ostuni, circondati dall’affetto dei genitori, parenti ed amici, il Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni Mons.
Giuseppe Satriano ha benedetto le Nozze di
FRANCESCO MARTELLOTTI
e GIOVANNA NACCI
Mensile Cattolico d'Informazione
Anno LXXXV - Numero 10
Ottobre 2006
Corso G. Garibaldi, 129 - 72017 Ostuni (Br)
Tel. 333.9063735
Part. IVA 00242540748
Abbonamento annuo: € 18,00
Estero: € 36 - C.C.P. n. 12356721
Aut. Trib. Br n. 38 del 21.7.1956
Iscriz. R O C n° 5673
Sped. in a.p. - 45% - Art. 2 comma 20/b L. 662/'96
Filiale di Brindisi
Aut. Filiale Poste Brindisi - Pubbl. inf. 40%
Direttore Responsabile: Domenico Melpignano
Direttore di Redazione: Stefano Cavallo
Redazione
Enza Aurisicchio - Gianfranco Ciola
Domenico Colucci - Sandro Massari
Vincenzo Palmisano - Ferdinando Sallustio
Hanno collaborato a questo numero:
Gabriele Bergamo - Silvio Carrino - Emilio Guagliani
Silvana Giovene Marseglia - Tonino La Centra
Dino Montanaro - Filippo Mottolese - Nicola Orlando
Pierluigi Orlando - Maria Rosaria Palmisano
Don Giuseppe Satriano - Giuseppe Tagliente
Alfredo Tanzarella - Don Cosimo Zecca
Direttore Amministrativo
Armando Saponaro
Foto della testata
Fotolandia di Giuseppe Cisaria - Ostuni
Impaginazione: Roberta Iaia
Realizzazione e Stampa:
Nuova GA srl
Tel./Fax 0831.339017 - 340.5261309
Via Stazione (z.i.) - Ostuni
[email protected]
Riservato agli abbonati
A
Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs.
196/2003 e dell’art. 10 Legge
31.12.1996, n. 675.
Informiamo gli abbonati che i dati anagrafici, a noi conferiti per la gestione
del rapporto contrattuale d’abbonamento al nostro periodico, non saranno oggetto di diffusione a terzi, senza il consenso degli interessati.
C M G N