La Ballata del Sacco di Prato AD 1512
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La Ballata del Sacco di Prato AD 1512
ALIFER produzioni video, Prato in collaborazione con Dirty Poet Films LLC (California, USA) e TEDAVI'98 (Firenze) presenta La Ballata del Sacco di Prato A. D. 1512 un docu-film sul Sacco di Prato del 1512 Alifer associazione culturale 59100 Prato, piazza Filippo Lippi 5 phone +39.(0)574.24933 mobile +39.335.5634543 [email protected] con il patrocinio di La Ballata del Sacco di Prato A. D. 1512 sceneggiatura di Stefania Stefanin e Mirco Rocchi regia di Mirco Rocchi con Stefania Stefanin, Simone Rovida, Bill Gilliam, Francesco Ciampi e con la partecipazione straordinaria di Sandro Lombardi nel ruolo di Girolamo Savonarola SOGGETTO Prato, 29 agosto 1512. Un terribile destino incombe sulla piccola città satellite della Signoria di Firenze. I Medici, scacciati dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, hanno ora trovato un'intesa con il Papa, l'Imperatore e il Re di Spagna per tornare a governare Firenze. I soldati mercenari spagnoli vengono mandati dalla Lega Santa, per mettere sotto ricatto la Repubblica fiorentina, ma finiranno per saccheggiare Prato. La strage, le torture e i rapimenti da loro perpetrati sono ben documentati ma l'evento presenta ancora molti lati oscuri. Persino sul numero delle vittime vi sono pareri discordi: furono davvero 6000 o più? Il film, intrecciando documentario e fiction, ripercorrerà questi fatti, seguendo Stefania, una regista teatrale pratese che oggi, a 500 anni di distanza, vuole raccontare questo drammatico evento in una città con la 'memoria ferita'. Dopo il casuale ritrovamento a Londra di un poema inedito sul sacco di Prato, Stefania cercherà l'aiuto uno scrittore inglese. Egli, affascinato dall'Italia e dal Rinascimento, la raggiungerà in Toscana per consultare esperti e documenti storici e realizzare il copione teatrale, mentre Stefania fra dubbi ed ostacoli, tenta di allestire lo spettacolo. Sinossi ANTEFATTO Londra, estate 2011 Una regista italiana (Stefania Stefanin) incontra per caso a Londra uno scrittore/sceneggiatore britannico (Bill Gilliam). Contendendosi un libro antico, scoprono di avere un interesse comune, un episodio storico avvenuto nel 1512 in Toscana - il cosiddetto 'Sacco di Prato' - perpetrato dalle truppe della Lega Santa contro la Repubblica Fiorentina che aveva soppiantato la Signoria dei Medici. Lo scrittore conosce quell’episodio per aver già realizzato una sceneggiatura televisiva sui fatti riguardanti il Sacco di Prato e il ritorno a Firenze della Famiglia De Medici, mentre la regista intende realizzare nella sua città, Prato appunto, uno spettacolo teatrale per la ricorrenza dei 500 anni da quei tragici fatti. La regista, prendendo spunto dal libro conteso che li ha fatti incontrare (The Ballad of the Sack of Prato un poema scritto da un letterato inglese di fine ottocento), capisce l’importanza di avere uno 'sguardo esterno' sulla propria terra e la sua storia, ed invita lo scrittore a raggiungerla a Prato per lavorare insieme alla realizzazione dello spettacolo. Prato, Toscana, primavera/estate 2012 La camera segue il percorso che lo scrittore e la regista compiono sui luoghi reali della vicenda. La città non sembra aver mantenuto una memoria dei fatti terribili qui avvenuti. Bill cerca di identificare i luoghi dove ebbero luogo i singoli episodi (accampamento delle truppe fuori dalla città, bombardamento delle mura, irruzione attraverso la Chiesa di Sant’Agostino). Interroga le persone per strada e scopre che pochi pratesi desiderano parlare del fatto, che alcuni non lo conoscono neppure; come fosse avvenuta una sorta di rimozione collettiva. Trova le fonti documentali e scopre i molti dubbi rimasti irrisolti sulle vere responsabilità (la potente famiglia Medici, il governo repubblicano fiorentino), segue il percorso che compirono le truppe spagnole attraverso l'Appennino, scoprendo che nell'aprile 1512, la Lega Santa guidata dal Viceré di Spagna Ramon De Cardona aveva combattuto e perso la Guerra di Ravenna contro i francesi. Si reca sui luoghi di quella battaglia e visita il monumento commemorativo lì posto nel 1557. Il monumento, eretto 45 anni dopo la battaglia, celebra tutti i 20000 deceduti di quella epica battaglia fra eserciti. Ma dove sono invece i corpi dei morti di Prato? Furono davvero 5/6.000 come narrano le cronache? A Prato non c'è nessun monumento, ne’ dei vincitori, ne’ dei vinti, solo una targa poco chiara in un angolo nascosto della città. Intanto vediamo dei momenti delle prove che si tengono in teatro. Seguiamo alternativamente sia Stefania e i suoi giovani attori, che il girovagare dello scrittore in luoghi storici e Musei (come il Duomo e le chiese di Prato, le ‘tracce’ della presenza in città di Savonarola, la casa in cui Machiavelli fu esiliato dopo il ritorno dei Medici, ecc.). Vediamo i suoi incontri con studiosi, storici, direttori delle Gallerie che arricchiscono la narrazione storica di particolari sulla città di Prato. Quindi vediamo il ritorno dello scrittore a teatro con nuovi spunti o testi da offrire alla troupe. Il lavoro creativo però ristagna. La regista vorrebbe ridare voce al popolo, ai semplici cittadini, le vittime che pagarono il prezzo più alto in questa vicenda; sente il bisogno di trovare ‘un colpevole’ su cui catalizzare il pathos della sua narrazione teatrale. La regista affronta un viaggio in Spagna, per visitare la tomba monumento funebre del Viceré De Cardona e approfondire la sua figura, ma capisce che le responsabilità del Sacco di Prato sono molte e toccano tutti i fronti coinvolti. In teatro si torna a sperimentare. Stefania, per rappresentare una violenza ed un dolore così terribili, tenta vari linguaggi: danza contemporanea, monolghi recitati dai giovani attori del corso del Teatro Metastasio, fino al recupero della tradizione dei cantori toscani in ottava rima. Ma a ridosso del debutto un’ultimo colpo di scena rischia di mandare all’aria tutto il progetto teatrale di Stefania: vediamo il pubblico che entra in sala per la Prima dello spettacolo, senza sapere cosa succederà all'apertura del sipario. Ad alcune domande sul Sacco di Prato si è forse trovata risposta, altre restano aperte. LO SPLENDORE DEL RINASCIMENTO TOSCANO IN UNA PICCOLA CITTA' RICCA DI TESORI D'ARTE. LA RIMOZIONE DI UNA INTERA COMUNITA’ CHE CANCELLA DALLA MEMORIA COLLETTIVA UNA TERRIBILE STRAGE, COMPIUTA PER LA GLORIA DELLA FAMIGLIA MEDICI SUGLI INERMI CITTADINI DI PRATO. UN TRAGICO FATTO STORICO DI 500 ANNI FA NON ANCORA TOTALMENTE CHIARITO E RICCO DI SORPRESE. MISSION DEL FILM Il nostro film offre un'ottima occasione alla città di Prato per farsi conoscere all'estero. Sono in corso contatti con l'Istituto Italiano di Cultura di Londra, con la Dott.ssa Anna Mondavio (Attaché for cultural affairs), per poter presentare il film a Londra, con una proiezione presso la loro sede. Che la Toscana, e in particolare nel periodo rinascimentale, sia uno dei luoghi e dei periodi storici che esercitano maggior fascino su una audience straniera (certamente su quella anglofona, ma non solo) è cosa talmente ovvia da rendere inutile insistere sulla cosa. Così come è ormai superfluo soffermarsi sul forte ritorno in termini turistici per location che appaiono nei film. Prato, in occasione dei 500 anni dai tragici avvenimenti del Sacco di Prato, può narrare al mondo questo drammatico episodio e far cadere finalmente la luce sulla storia della città stessa, sui suoi tesori artistici e paesaggistici, sulle sue peculiarità. La descrizione dell'ambiente pratese dell'epoca rinascimentale, e delle sue zone limitrofe, l'aspetto poco noto di Prato come 'città mariana' (strettamente legato al Culto dell Sacra Cintola, ma non solo) permetteranno di mostrare aspetti del territorio che raramente sono stati proposti ad un pubblico straniero. Lo spunto teatrale, il 'filo rosso' narrativo all'interno del film, è infine l'elemento creativo che ci permette un approccio non rigidamente storicistico, da documentario tradizionale, ma appunto più poetico-artistico, dandoci la libertà di interpretare i sentimenti e le emozioni che questi avvenimenti controversi ancora suscitano a distanza di tanto tempo. NOTE DI PRODUZIONE Il film intreccia diversi elementi narrativi ed approcci stilistici: DOCUMENTARIO Per poggiare il progetto del film su valide basi scientifiche si fa riferimento al contributo del Professor Giovanni Cipriani, del Dipartimento di Storia dell'Università di Firenze, così come ad altri storici pratesi. Inoltre ci si è avvalsi dei contributi di altri esperti quali il Professor Marco Villoresi, Università di Firenze, Dipartimento di Italianistica, l'Architetto Claudio Cerretelli direttore dei Musei Diocesani di Prato ed altri. FILM STORICO Il film offre la ricostruzione di alcune scene del tragitto compiuto dell'esercito Spagnolo da Bologna verso Prato, del bombardamento delle Mura, dell'irruzione dentro la città con le conseguenti violenze. FICTION: LO SPETTACOLO TEATRALE La Fondazione Metastasio, nelle persone del Direttore Artistico Paolo Magelli e del Presidente Umberto Cecchi, ha offerto una importante collaborazione permettendo l'utilizzo del Teatro Fabbricone per alcune riprese, e la partecipazione al film di alcuni degli allievi attori del Corso di formazione per attori Il Mestiere del Teatro, nel quale Stefania Stefanin ha realmente insegnato agli stessi giovani attori presenti nel film. PIANO FINANZIARIO, IL CROWDFUNDING Il nostro film si configura come una produzione indipendente realizzata attraverso lo strumento dell'Associazione Culturale non a scopo di lucro, che si avvale anche del finanziamento cosiddetto 'dal basso' con una raccolta di adesione popolare a contributo libero attraverso le nuove piattaforme internet di crowfunding dedicate come www.produzionidalbasso.com. E' entrato in funzione il gruppo facebook www.facebook.com/groups/361640427203239/ aggiorna costantemente sull'avanzamento del lavoro. BIO Mirco Rocchi, riminese, ha lavorato a lungo come scenografo in Toscana, collaborando assiduamente con la compagnia Teatro di Rifredi, diretta da Angelo Savelli e con altre compagnie e registi quali Stefano Massini, Ugo Chiti. Diventato da 9 anni cittadino pratese, si è riavvicinato agli studi per acquisire nuovi strumenti professionali laureandosi in Scienze dello Spettacolo al PROSMART, Polo universatorio pratese, con una tesi sul cinema indipendente di cui il suo film è parte centrale. Dopo diverse partecipazioni professionali a vari film in qualità di coproduttore, scenografo e dopo esperienze di recitazione e di regie teatrali, Mirco Rocchi firma con La Ballata del Sacco di Prato, la sua prima sceneggiatura e la sua prima regia cinematografica. Ha collaborato con il regista-produttore americano John Jopson per i corti I bevitori di assenzio e Sanctified, per il lungometraggio Terroir, protagonista il premio Oscar Keith Carradine, film ora in postproduzione (http://www.dirtypoetfilms.com/LLC/Home.html). In qualità di scenografo ha firmato i film Piove sul bagnato (2009, Andrea Muzzi, A.B. Savelli), Radio CoRa (2010, Alessandra Povia Valdimiro), Il piccolo grande senso del dovere (2010, Daniele Lamuraglia). Ha lavorato come scenografo assistente sul set della coproduzione italo-olandese Tuscan Wedding recentemente realizzata a Firenze. E' stato assistente del regista Paolo Benvenuti nel corso di produzione audiovisiva tenuto da quest'ultimo presso il Corso di Laurea Progeas del PIN Polo Prato. Stefania Stefanin, attrice e regista pratese, ha studiato canto lirico al Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” di Firenze con Nicoletta Panni. Seguendo la sua grande passione per il Teatro, si è trasferita a Milano dove mi é diplomata attrice alla scuola di recitazione “Paolo Grassi” del “Piccolo Teatro” nel 1986. Ha vinto il premio come miglior attrice “La Chiave d’Oro del Successo” a Taormina Arte nel 1986. Dal 1986 ad oggi ha lavorato in teatro con i migliori registi italiani e stranieri, tra cui: Tadeusz Kantor, Massimo Castri, Thierry Salmon, Nanni Garella, Giampiero Solari, Cristina Pezzoli, Claudio Collovà, Anatolij Vassiliev, Demi Marlou, Tati Masson, Marina Spreafico, Angelo Savelli, Stefano Massini, Riccardo Massai e altri. Come autrice teatrale ha scritto vari testi e come regista mi sono autodiretta nel monologo tratto dall’Ulisse di J. Joyce in “Madonna Bloom” e ho diretto due opere liriche: “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni (Rimini, 2002) e “Don Giovanni” di W. A. Mozart (Pistoia, 2007). Nel cinema ha lavorato con Luigi Lo Cascio nel suo primo film come regista (La città ideale, 2011) e con il regista John Jopson in Terroir, (con Keith Carradine, 2011), e nel corto I bevitori di assenzio. Ha lavorato nella commedia Piove sul bagnato (2009, Andrea Muzzi, A.B. Savelli), e nelle docu-fiction Radio CoRa (2010, Alessandra Povia Valdimiro), e Il piccolo grande senso del dovere (2010, Daniele Lamuraglia). Alifer associazione culturale 59100 Prato, piazza Filippo Lippi 5 phone +39.(0)574. 1761586 mobile +39.335.5634543 [email protected]