Gesù nel fratello - Formazione delle e dei Gen4

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Gesù nel fratello - Formazione delle e dei Gen4
ChicChiara
Lubich:
“Amare il
il fratello”
Chiara
Lubich:
“Amare
fratello
2012
Risposte e racconti per le e i Gen 4
CSC – N.2072
Quando Chiara ha detto di “si” prendendo il latte
Castel Gandolfo, 28 aprile 1992
1."Puoi raccontarmi quello che hai sentito nel tuo cuore quando sei andata a
cercare il latte?
Gen 4: Ciao, Chiara, mi chiamo Daniela e vengo da Torino. Cosa ti ha detto Gesù quel
giorno che sei andata a comperare il latte per la tua mamma? Questa domanda te la fa
Pedro del Brasile.
Chiara: Va bene.
Allora mi chiedono come è andata quella storia di quando io sono andata a prendere il
latte.
Quella storia è andata così. Eravamo a casa, io avevo due sorelline e avevo la mamma.
Era inverno ed era freddo.
Allora la mamma dice: "Andate - alle mie sorelline, perché io dovevo studiare - andate a
prendere il latte." E una sorellina ha detto: "No" perché era stanca; e l'altra sorellina ha
detto: "No" perché era stanca.
Allora io, anche se dovevo studiare, mi è venuto dentro la voglia di fare un atto d'amore e
ho detto: "Vado io, mamma, con la bottiglia a prendere il latte." E allora sono andata a
prendere il latte. E quando ero a metà strada, proprio verso un punto che si chiama
"Madonna Bianca" - lì c'è scritto, non so se tutti lo vedete - io ho sentito nel mio cuore, non
con le orecchie ma nel cuore, come Gesù mi dicesse: "Datti tutta a me; sii tutta mia; datti
tutta a me." E io ho risposto: "Sì". E ho provato una grande, grandissima gioia.
Poi ho capito che quando si fanno gli atti d'amore succedono le cose belle. Perché io ho
fatto l'atto di amore di andare a prendere il latte con la bottiglia, e Gesù mi ha chiamata; mi
ha chiamata a seguirlo sempre. Questa è l'altra domanda. (Applausi)
Eli racconta come Chiara ha scoperto di Dio Amore
Castel Gandolfo, Congr. Gen 4, 17.6.2010
Lorenzo di Bologna:
2. Ciao sono Lorenzo della zona di Bologna
“Come ha scoperto Chiara che Dio la ama?”
Eli: E’ stato un sacerdote che le ha detto “Dio ti ama immensamente”, allora Chiara
sapeva che c’era Dio, ma pensava a Dio lontano, un essere perfetto in paradiso invece è
stata impressionata da questa parola di questo sacerdote: ”Dio ti ama immensamente,
proprio te”. Questo sacerdote dopo è andato via, le ha detto questa frase e basta; Chiara
invece ha detto anche alle altre persone, alla sua mamma, alla sua sorella, alla sua amica:
“Dio ti ama immensamente, Dio ci ama tutti immensamente” e tutte le persone che lei
incontrava le vedeva come figlie di quest’amore di Dio, grandi, piccoli, vecchi, anziani,
giovani, ricchi e poveri, tutti erano figli di Dio che ama tutti immensamente uno per uno,
uno per uno, uno per uno. Va bene?(applausi).
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ChicChiara
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Chiara
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L’hai fatto a me
Castelgandolfo, 18/06/1988
3. Chiara, amare a Gesù è la cosa più importante della nostra vita?
Luca di Torino, mi domanda se amare Gesù è la cosa più importante della vita. Sì, è la
cosa più importante perché quando andremo in Paradiso, Gesù non ci domanderà: “Hai
passeggiato, hai giocato, hai fatto questo, hai fatto quello....”, no, no! Ci dirà delle cose che
ci lasceranno un po’ perplessi, perché dirà: “Ma io avevo fame e tu mi hai dato da
mangiare”. Allora il gen 4 dirà: “Ma io Gesù, non ti ho mai visto. Quando mai ti ho dato da
mangiare?” E Gesù dirà: “Tutte le volte che l’hai fatto al tuo fratellino, l’hai fatto a me,
perché io ero nascosto dietro il tuo fratellino”.
E poi dirà: “Ero svestito e tu gen 4 mi hai dato un vestito”, e il gen 4 resterà sorpreso e
dirà: “Ma quando mai, Signore, io ti ho dato un vestito? Non ti ho mai incontrato!”. “Quella
volta che tu hai dato quel vestitino a quel amichetto che era povero, quella volta l’hai fatto
a me, l’hai fatto a me, perciò vieni in Paradiso”.
Gesù ci domanderà soltanto se noi abbiamo amato i nostri fratelli: se abbiamo visitato i
carcerati e gli infermi, se siamo andati a trovare i gen 4 ammalati o anche gli adulti malati.
Domanderà tutte queste cose. Perciò amare Gesù è la cosa più importante perché è
l'unica cosa che ci chiederà alla fine della vita.
Ecco, tutti questi atti d’amore verso gli altri...
Gesù dice: “L’hai fatto a me, l’hai fatto a me”.
Gesù nei poveri e sofferenti
Castel Gandolfo, 16 giugno 1990
4."Mi hanno raccontato la tua storia. Quando avevi vent'anni amavi tanto i poveri.
Cosa facevi?"
Silvana: Questo è un gen - ho capito - dell'Inghilterra, vero? Allora io rispondo a questa
domanda. Chiedono a Chiara che quando gli hanno raccontato la sua storia, lui ha saputo
che quando aveva vent'anni, Chiara amava tanto i poveri, e vuol sapere cosa faceva.
E' proprio così. All'inizio della storia di Chiara, si racconta sempre come lei andava spesso
dai poveri per aiutarli e andava insieme alle sue prime compagne. Allora Chiara dice: ma
sapete perché noi facevamo questo? Noi avevamo letto nel Vangelo che alla fine della vita
Gesù ci dirà: "Venite con me nella mia casa, perché quando avevo fame mi avete dato da
mangiare; quando ero ammalato mi avete visitato; ero abbandonato da tutti e mi avete
fatto compagnia." Allora questi diranno a Gesù: "Ma, Gesù, io non ti ho mai incontrato per
strada; non ti ho mai visitato." Ma Gesù risponderà: "Tu non mi hai visto, ma in quel
bambino senza amici, in quel povero che è venuto alla tua casa, c'ero io e tu mi hai
aiutato; hai giocato con me. E allora io ti dico adesso: vieni con me per sempre in
Paradiso."
Quando abbiamo letto queste cose, ci siamo tanto rallegrate. Abbiamo pensato che Gesù
era proprio buono, che ci diceva in tempo le domande che ci avrebbe fatto all'esame
finale, perché così potessimo prepararci bene. Allora noi ci siamo messe a cercare i poveri
della città di Trento, per amare Gesù in loro. Quando incontravamo un povero, subito gli
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chiedevamo l'indirizzo: "Dove abiti?", per poterlo venire a trovare. E non vedevamo l'ora
che ci dicesse un suo bisogno, per cercare di soddisfarlo.
Un giorno, una mamma con tanti bambini era rimasta senza luce nella sua casa, perché
non aveva soldi per pagare la bolletta. Era inverno e senza luce d'inverno è difficile. Allora
noi abbiamo riunito tutti i nostri soldini, anche quelli che avevamo per mangiare e glieli
abbiamo portati.
Un'altra volta c'era un ragazzo che non aveva il cappotto, non aveva neanche i guanti,
aveva le mani tutte viola dal freddo. Una di noi aveva appena ricevuto un bel paio di
guanti, tutti foderati. Allora lei quando l'ha visto ha detto subito: "Gesù è senza guanti, glieli
do io, glieli do subito." E così lui ha potuto stare al caldo.
Un'altra volta un povero, che Chiara ormai conosceva da tanto tempo, perché tutti i giorni,
anche con le sue sorelle a casa, metteva via nel pranzo: o una frutta o un panino; li
metteva via e poi glielo portava. Allora, un giorno, però, questo povero..., non gli bastava capite - il panino o la frutta, quello che Chiara gli portava, e gli ha detto: "Ma senta,
signorina, lei non avrebbe una giacca per me? Se potesse procurarmela." Eh, eh, Chiara
non ce l'aveva, e neanche noi, perché eravamo tutte ragazze. Allora siamo corse da Gesù
e gli abbiamo chiesto: "Dacci una giacca da uomo per te in quel povero, noi non ce
l'abbiamo."
Dopo poco siamo uscite e abbiamo incontrato una signora. Questa signora dice a Chiara ma lei non sapeva niente -, dice: "Forse tu hai bisogno di una giacca da uomo per i tuoi
poveri, perché io so che ne hai tanti." "Certo, certo." E prende questa giacca - Chiara - e
siamo corse da lui, da questo povero.
Così, amando Gesù nei poveri, siamo state sicure di fare sempre contento Gesù.
Adesso possiamo guardare una dias, alcune dias, anzi, che Chiara ha voluto prepararvi,
per farvi vedere.
(...)
Ecco, qui sopra è rappresentato, in un quadro grande, il Paradiso: si vede Gesù e i santi
da una parte e dall'altra; e Gesù divide tutte le persone in due gruppi: i cattivi, da questa
parte, che vanno lontano da lui - vedete come scappano -; i buoni da questa. E dice:
"Venite, entrate nel Regno, perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare."
Però in questa seconda nuvoletta, questo fumetto, vediamo che i buoni dicono: "Ma Gesù,
non ti abbiamo visto affamato, assetato, ammalato. Noi, quando ti abbiamo aiutato?" E
Gesù dice: "Tutte le volte che avete fatto ciò a uno dei più piccoli di questi miei fratelli,
l'avete fatto a me. Venite con me." E dall'altra parte, invece, in quel fumetto, Gesù dice:
"Andate via da me maledetti, perché io ho avuto fame e voi non mi avete dato da
mangiare." E loro chiederanno - e questa è la seconda nuvoletta -: "Ma quando ti abbiamo
visto affamato, nudo, ammalato e noi non ti abbiamo aiutato?" E Gesù dirà: "Tutte le volte
che non avete fatto questo a uno dei più piccoli dei miei fratelli, non l'avete fatto a me."
E questo... bisogna proprio che facciamo attenzione a riconoscere sempre, dietro ai
poveri, dietro a qualcuno che ci chiede, che lì è Gesù.
Adesso vediamo una dias, dove una gen 4 dà il biberon al fratellino, vedete? E dietro lì si
vede Gesù. Lei non lo vede ma Lui c'è.
Adesso c'è un gen 4 che aiuta il nonno a mettere le pantofole. Lui aiuta il nonno, ma dietro
il nonno c'è Gesù e Gesù gli dirà: "Ero stanco e mi hai fatto riposare."
Ecco, gen. Allora possiamo rispondere a un'altra domanda. (Applausi)
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Tagaytay (Filippine), 18 gennaio 1997
5. "Perché hai un amore così grande per i nostri poveri, che ogni volta che ti
chiedono qualcosa tu dai subito?"
Chiara: Perché, ho detto prima, nei poveri c'è dentro nascosto Gesù. Allora io gli voglio
bene, allora io vorrei dargli tante cose, vorrei dargli la casa, vorrei dargli da mangiare,
vorrei dargli tanti bei vestiti, vorrei dargli medicine, se è ammalato, vorrei dargli tutto,
perché c'è Gesù.
Ti racconto come è vero.
C'era una volta una santa che si chiamava Caterina. Lei una volta ha visto un povero che
le ha detto: "Dammi qualcosa." Ma lei non aveva più niente, perché aveva già dato tutto
via ai poveri. Però aveva una catenina al collo e c'era una crocetta, proprio come questa.
Lei l'ha strappata e l'ha data al povero.
La notte si è addormentata e dormiva profonda, profonda. A un dato momento viene
svegliata e vede Gesù che le fa vedere la sua crocetta, ma era piena di diamanti, di perle
preziose. E Caterina ha detto: "Non è mica la mia." E Gesù ha detto: "Tu, me l'hai data." E
Caterina ripeteva: "Non è mica la mia." E Gesù: "Tu, me l'hai data ieri, e quando verrai in
Paradiso la vedrai così bella."
Cosa dobbiamo dire? Che nei poveri c'è dentro Gesù e che dopo lui in Paradiso ti dirà
tutte le cose che gli hai dato. Ciao. (Applausi)
Castel Gandolfo, 25 maggio 2000:
6) Eleonora: Come è nato il tuo amore per i poveri di tutto il mondo?
NATALIA: E’ nato dal Vangelo, perché Gesù ha detto: "Ogni volta che avete fatto queste
cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". Così è nato, vi dice
Chiara.
Per esempio – adesso vi faccio tanti esempi di come era - una volta un povero ha chiesto
a Chiara un paio di scarpe n.42.
Chiara non le aveva.
Allora è entrata in chiesa e ha chiesto con fede a Gesù Eucaristia: "Gesù, dammi un paio
di scarpe n.42 per te in quel povero. Per te in quel povero".
Uscendo dalla chiesa Chiara ha incontrato una signorina che conosceva, che aveva un
pacchetto in mano. E le ha detto: "Chiara, ho un paio di scarpe da uomo. Forse ti
possono servire?".
Chiara apre il pacchetto e vede che è un paio di scarpe da uomo n.42. (applauso). Anche
questo c’è nella dias, vero?
Un'altra volta bussa alla porta del nostro primo focolare in piazza Cappuccini, bussa alla
porta un povero che chiedeva qualcosa da mangiare.
Avevamo un solo uovo ed era il nostro pranzo per quel giorno.
Ma glielo abbiamo dato, subito, era Gesù!.
Più tardi bussa alla porta una signora con un pacchettino. L'abbiamo aperto e cosa c'era
dentro? Tante uova. Vero!
Poi, mentre noi andavamo al lavoro, fuori dal focolare, Chiara rimaneva in focolare:
accoglieva le persone, le amava, le coltivava, scriveva tante lettere – anche 30 al giorno! –
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E anche riusciva pure a preparare una grande pentola di minestra per noi e per quei
poveri che venivano a pranzo con noi, che sapevamo che venivano a pranzo con noi.
Mettevamo per loro – perché erano Gesù – la tovaglia più bella, le stoviglie più belle…
quelle che avevamo…
Eravamo a tavola: un povero e una focolarina, un povero e una focolarina.
Era sempre una grande festa, una grande gioia!
Poi un giorno abbiamo dato un sacchettino di mele e, alla sera, è arrivata una valigia piena
di mele.
Sì, ma succedeva sempre così, tante volte succedeva così.
E più amavamo, più davamo, più arrivava provvidenza di ogni genere: latte in polvere,
latte vero, farina, marmellata, sacchi di patate e tante, tante altre cose…
Pian piano poi tante altre persone hanno cominciato ad amare ed è nata una grande
comunione dei beni fra tutti a Trento. Così è stato! Poi mi pare che c’è un’altra domanda…
L’arte di amare – il dado dell’amore
Angelica: (in spagnolo)
Traduttrice: Sono Angelica e vengo dal Venezuela.
Castel Gandolfo, 7 giugno 1998
7."Chiara, io voglio diventare come Gesù! Come faccio?"
Chiara: Vuole diventare come Gesù. "Come faccio?"
E' sempre la stessa cosa: bisogna amare. Però state attente. Vediamo se poi vi ricordate
quello che vi dico. Per amare bene bisogna fare quattro cose, quattro cose.
Primo: bisogna amare tutti. Per esempio, voi tornate a casa e dite: "Io la mamma la amo, il
mio fratellino lo amo, il papà lo amo, però la mia zia no." Questo non è amore. Oppure
siete a scuola e dite: "La mia professoressa la amo, quella mia amica la amo, quell'altra...
quella lì mi è antipatica." Non è amore, non è amore vero, non si diventa Gesù così.
Bisogna amare tutti, vincersi. Noi così abbiamo fatto quando eravamo piccoline e abbiamo
incominciato a vivere l'Ideale. Bisogna vincersi e amare tutti.
Seconda cosa. Non so... ma voi siete abituate a scuola a imparare le cose, perciò spero
che mi ascoltiate: bisogna amare per primi, cioè non per secondi, per primi. Bisogna
amare sempre cominciando noi. Magari andiamo a casa e c'è la sorellina che ha un muso
lungo, lungo, lungo, perché è annoiata, è stufa, non le va niente, non le va né di giocare
né di studiare... Non aspettate, non aspettate che lei vi ami; dovete incominciare voi,
amare per primi, e dite: "Non ti senti bene? Come va? Forse hai qualche problema? Vuoi
dirlo? Vuoi che usciamo? Vuoi che facciamo un gioco?" Dovete essere i primi ad amare.
Quindi prima cosa: amare tutti.
Seconda cosa: amare per primi.
Terza cosa: bisogna vedere Gesù in tutti, tutti, tutti, tutti, anche in quello lì brutto, anche in
quello lì stracciato, anche in quel marocchino che io non mi sento di amare, anche in
quell'italiano che mi è antipatico, anche in quell'inglese che io non posso ... Bisogna
vedere Gesù sotto, perché c'è sotto, perché Gesù ha detto che qualunque cosa noi
faremo agli altri, lui dice: "L'hai fatto a me." Quindi c'è Gesù sotto.
Quindi siamo arrivati a tre: amare tutti, ma lo avete sul vostro dado, amare tutti; amare per
primi; vedere Gesù, ché, se si vede Gesù bisogna amarli per forza. Puoi mica odiare
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Gesù, puoi mica trattare male Gesù, puoi mica dire brutte parole a Gesù; devi amarlo
perché è Gesù.
La quarta, che c'è anche sul vostro dado: amare come se stessi, come io fossi lì, come io
fossi lì. Io non sarei contenta se mi tirassero un sasso. E così non sono contento se tirano
il sasso anche a quell'altro; devo amarlo come me.
Allora vivete bene quello che c'è scritto sul dado e così imparate ad amare, e così si
risponde alla domanda della gen 4: "Come si fa a diventare Gesù?" Vivendo quello che c'è
scritto sul dado, dove c'è scritto anche che bisogna amarsi a vicenda.
Quel dado è importante, ricordatelo. Ricordate che anche Chiara, che sono io, lo vivo io
quel dado. Magari non ho proprio il dado in mano, che è bellino. E' bellino. Ma ce l'ho in
testa: so che è uno così: ecco, amiamoci a vicenda, mi faccio uno, amo Gesù nell'altro,
amo tutti, anche persino c'è il nemico; amare per primo. C'è su, c'è su, perciò tenetevelo
caro, che nessuno ve lo distrugga, ecco.
Allora, per essere un altro Gesù bisogna vivere il cubetto, ecco.
Come amare l’altro quando è difficile
Castelgandolfo, 18/06/1988
7. Chiara, a volte quando litigo con i miei fratellini, dopo uno o due giorni non posso
intendermi con loro e mi costa perdonarli. Che mi consigli tu Chiara, perché mi
intenda con loro? Lo so che devo amarli, ma non riesco.
Chiara: Ho capito!... Qualche volta c’è un litigio con i suoi fratellini, e allora lui vorrebbe
anche smettere perché sa che bisogna amare, ma non ci riesce, allora dice: “Come fare?”.
Io ho provato, quando per esempio mi viene un pochino di rabbietta, un pochino di ira, che
è l’uomo vecchio che viene su, è l’uomo vecchio che vuole vincere, ho provato a far così,
a dirgli dentro di me: “Basta!” e mi metto ad amare.
Bisogna far sempre così, c’è l’uomo vecchio che vuol venir fuori, e litigare e criticare,
calunniare e magari pestare i piedi, far tutte queste cose, bisogna dir dentro all’uomo
vecchio: “Basta!” e incominciare invece ad amare.
Se lui lo farà una volta, due volte, tre volte, tante volte, poi diventa facile, facile, facile, o lo
farà sempre!.
Büyükdere (Istanbul), 25 febbraio 1995
8."Alle volte ci è difficile amare. Come fare in questi casi?"
Chiara: Hai capito bene, Fabio, la tua domanda? Anche tu Ilaria? E vi è difficile amare fra
di voi? Fra di voi gen? O anche con gli altri? Con tutti.
Io direi di far così: quando senti che ti viene difficile amare pensa subito che in quella
persona, piccola o grande, c'è Gesù, oppure potrebbe esserci Gesù. E che Gesù alla fine
della vita, se tu riesci, anche se sei stanco, annoiato, a fare un sorriso lo stesso, Gesù alla
fine ti dirà: "Sai, Fabio, tu mi hai fatto un sorriso". E tu dirai: "Io non ti ho mai visto, Gesù!
Quando mai ti ho fatto un sorriso?"
Allora Lui ti dirà: "Quando l'hai fatto a quella persona, che eri stanco, ti ricordi che eri
piccolo, eri stanco? L'hai fatto a me. Vieni in Paradiso con me allora!" Hai capito? Hai
capito tu? ("Sì")
Bene. Andiamo avanti allora. (Applausi)
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Mi sembra che le domande dei gen 4 sono esaurite, perché la Maristella non c'è. Allora se
volete rimanere ancora ad un'altra domanda? Ecco, e dopo andate dopo a fare i salti, eh?
Ecco.
A Londra – 16 novembre ’96.
9. Sono Alex, una gen 4. E facile per me amare le mie amiche che a me sono
simpatiche, ma alle volte mi è difficile amare quelle che non mi piaciono. Cosa fai tu
quando non vuoi amare?
(Inghilterra ’96)
Io capisco che è un po’ difficile, però bisogna amare lo stesso, perché Gesù ha
detto:”Guarda il Padre: manda il sole sui buoni e sui cattivi; manda la pioggia sui buoni e
sui cattivi”.
Fai anche tu così. Cerca di voler bene ai buoni e anche ai cattivi.
E poi bisogna, ai cattivi, far del bene e pregare per loro e pian pianino si cambieranno.
E allora tu avrai degli amichetti nuovi.
Castel Gandolfo, 7 giugno 1998
10."Chiara, come fai a mantenere sempre l’amore?"
Chiara: Io faccio così: io mi sforzo di amare. Adesso, per esempio, io amo voi tantissimo.
Ma magari, durante la giornata, mi cala un po' quest'amore; mi viene voglia di riposarmi un
po', di non sempre amare, allora ricomincio. Ecco, per amare sempre bisogna
ricominciare. Tenerselo bene in testa: ricominciare.
Nella mia vita ho sempre ricominciato. E allora, ancora adesso che sono molto grande, ho
imparato ad amare. Poi diventa anche un'abitudine bella: si ama tutti anche
spontaneamente. Ma bisogna ricominciare, ricominciare. Hai capito, olandesina?
Marino, 9 aprile 2000
E invece c'è Samuele, che è un gen 4. Quanti anni hai?
Samuele: 4 anni.
Chiara: 4? Oh! (Applausi)
Samuele, 4 eh? Bravo, ne hai già 4, vedi sono già 4!
Allora la domandina, eh?
Samuele:
11."Carissima Chiara, sono Samuele Cocchiaro, ho 4 anni. Ti voglio chiedere una
cosa: come fai ad amare tutti e ad amare sempre Gesù?" (Applausi)
Chiara: Dice: "Come fai - l'avete capito - ad amare tutti?" Come si fa ad amare tutti?
Capisco che è un problema, come si fa ad amare tutti?
Sai come faccio? Io amo uno alla volta. Adesso ti amo te; dopo vado con la Eli e amo la
Eli; dopo vado con, magari, in macchina con l'Oreste e amo l'Oreste; dopo vado a cena e
c'è la Doni, amo la Doni; domani mattina amo un altro. Uno alla volta e così vengono fuori
tutti. Hai capito? (Applausi)
Dopo, no, c'era la seconda domanda. Vieni, c'era la seconda domanda:
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Chiara
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"Perché ami Gesù più di tutti?" Eh? Vero?
Mi ha detto anche questo: "Perché tu ami sempre Gesù?"
Perché è quello che mi ha voluto più bene di tutti. Guarda, lui col Padre suo, con lo Spirito
Santo, mi ha creata, mi ha messa al mondo. Poi magari siamo tutti pieni, non so, di sbagli,
e lui mi ha perdonata. E poi se voglio essere come la Chiara Luce e mi santificherò, sarà
lui che mi santifica con lo Spirito Santo e col Padre. Perciò mi ha dato le cose più belle,
cosa vuoi! io devo amare lui per primo . Hai capito Samuele? Che bel nome che hai! Ciao
Samuele, ciao! (Applausi)
Loppiano, 18 aprile 2000
Carissima Chiara, sono Michele, un gen 4.
(Chiara: Sì.)
12."Vorrei amare sempre tutti, ma spesso non ci riesco. Come posso fare per essere
in ogni momento un vero gen 4?"
Chiara: Un vero gen 4. Guarda, una domanda quasi come la tua me l'ha fatta giorni fa a
Roma il Samuele, un altro gen 4, aveva 4 anni. E mi ha detto anche lui: "Io vorrei amare
sempre tutti, ma come faccio?"
Allora io ho detto così... Dice: "Come fai tu, Chiara, ad amare tutti?" Gli sembrava un po'
troppo, no? perché tutti, tutti, tutti!" "Ah - dico - sai come faccio? Io li amo uno alla volta,
uno alla volta." Adesso vado a casa, c'è che fa lo chauffeur la Eli, io amo la Eli. Adesso
amo te, amo te; poi a casa trovo la Doni, amo la Doni; poi trovo la Gis, amo la Gis; poi
trovo le pope di casa, amo quella popa; poi amo quell'altra popa; poi mi incontro con i
popi, poi mi incontro con una schiera di...: amo uno alla volta, hai capito? uno alla volta.
La seconda cosa, tu dici: "E come posso fare in ogni momento per essere un vero gen?"
Ricominciare. Se sbagli, ricomincia. E' la legge, la legge; la legge vuol dire: quello che devi
sempre fare: ricomincia, ricomincia. Hai capito?
Michele: Sì.
Chiara: Se tu potessi avere un secondo nome dopo Michele, dovrebbe essere
"Ricomincio". (Applausi)
Quando gli attaccamenti impediscono d’amare
Città del Messico, 8 giugno 1997 / Incontro degli interni
13. Cecilia: Ciao Chiara, mi chiamo Cecilia. Sono una gen 4 del Messico. "A volte
mi
viene voglia di avere tante cosine belle: matite, gomme per cancellare, soltanto
perché hanno dei colori belli.
Come posso fare per non avere voglia di queste cose?"
Chiara: Adesso io ti rispondo. (...)
Tu ami tanto le cosine colorate, come le matite colorate, come le gomme colorate. E tu sei
preoccupata perché dici: "Magari se amo le matite colorate, le carte colorate e le gomme
colorate, magari non vivo l'Ideale." Tu pensi così.
Io direi di non preoccuparti, perché anch'io... mi piacciono tantissimo le gomme colorate e
anche le matite colorate. Sai quelle cosine che fanno così, quei clips? Ecco, quelle cosine
io le voglio sempre colorate, perché mi piacciono tantissimo.
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Però, tu dici giustamente: "Se queste cosine colorate mi impediscono di amare, allora
devo buttarle via."
Per esempio: c'è una tua compagna di scuola che dice: "Dammi quella gomma colorata."
E tu devi dargliela, anche se ti piace, perché devi sempre amare. Capito?
Perciò non preoccuparti delle cose. Anche tu di' sempre: "Anche a Chiara piacciono le
cose colorate!" Però se ti tolgono l'amore, no, allora no; bisogna lasciarle da una parte e
amare la tua compagna. Ecco, così. (Applausi)
Come portare l’amore agli altri
Castelgandolfo, 18/06/1988
14. Ciao, Chiara. Che cosa possiamo fare noi gen 4 nel mondo?
Voi gen 4, cosa potete fare? Io sono più grande, molto più grande di voi, e lo so, perché
ho sperimentato le cose. Il mondo ha bisogno di felicità, e allora la cerca qui, la cerca lì, la
cerca nella televisione, la cerca nel film, la cerca nei balli, la cerca nelle cose del mondo,
persino nella droga.
Ecco, anche voi cercate la felicità, perché? Perché siete come tutti gli altri e il mondo
cerca la felicità. Allora bisogna dare al mondo la vera felicità.
Ci sono anche della piccole felicità. Per esempio quando vi regalano un giocattolo voi siete
felici, o quando vi danno un dolce, voi siete felici. Però è una felicità corta, che dura poco.
Sapete qual è la vera felicità? Provate: è quella che ha la persona che ama, che ama, che
ama. Quando si ama si è felice e se si ama sempre si è felice sempre.
Che cosa potete fare voi nel mondo? Dare la felicità, insegnare ad amare.
A chi? Alle sorelline, ai fratellini, al papà, alla mamma, ai compagnetti, a tutte le bimbe, ai
bambini che voi incontrate. E così ne conquistate tanti, li portate alle feste dei gen 4 o ad
altri incontri e diventano anche loro gen 4.
Castel Gandolfo, 8 giugno 1996
15. "Chiara, perché non c'è la pace? Cosa possiamo fare noi gen 4?"
Chiara: Ecco. Dice: "Perché non c'è la pace? Cosa possiamo fare noi gen 4?"
E quella che me l'ha detto è Yukino del Giappone. Ecco.
E perché non c'è la pace? Non c'è la pace sulla terra perché non conoscono l'amore, non
conoscono l'amore, allora non fanno pace, allora fanno lotte fra di loro e ci sono anche
guerre, ecc.
Mentre invece se conoscessero l'amore, si vorrebbero tutti bene e la pace ci sarebbe
subito.
Ecco, allora, che noi che conosciamo l'amore, voi gen 4 che sapete fare gli atti d'amore,
voi dovete far di tutto per fare questi atti di amore e allora portare così l'amore nel mondo e
verrà la pace.
Voi pensate ai bambini, al mondo dei bambini; noi pensiamo al mondo degli adulti.
Ecco, questo soldato che abbraccia questo moretto, questo negretto, vuol dire che lui lo
ama, quindi mai lui gli sparerà addosso a questo moretto, mai; lo abbraccerà come lo
abbraccia adesso, perché questo soldato ha conosciuto l'amore. Ecco. (Applausi)
José C.Paz (Buenos Aires), 11 aprile 1998
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16. Io cerco di fare tanti atti d'amore quando sono con i miei amici, ma loro non si
rendono conto. Come posso fare perché loro pure facciano atti d'amore?"
Chiara: Ecco, perché i tuoi compagni possano fare anche loro atti di amore tu devi amarli
tanto e farli tuoi amici, e quando diventano amici, tu dici: "Vieni con me a un raduno", che
è un incontro gen 4, magari fanno la festa di Natale. E lui si trova lì con tutti questi
bambini, allora incomincia a capire qualcosa: che bisogna amare, che bisogna fare atti di
amore, e allora torna a casa tutto felice e fa tanti atti di amore. E tu hai conquistato un altro
gen 4. Ecco. (Applausi)
Mumbai: 2001-01-14
Benjamin:
17."Chiara, siamo pochi gen 4 nella mia scuola. Come possiamo parlare della vita
gen 4 agli altri compagni specialmente quelli indù e musulmani?"
Chiara: Ecco, io adesso ti rispondo, ma spero che servano queste risposte anche per tutti
gli altri.
Gen 4, gen 4, senti, vieni qua che mi ascolti. Vieni qua, vieni qua, gen 4. (Applausi)
Guarda, se tu vuoi conquistare tanti altri bambini, a farli diventare gen 4, prima devi farteli
amici, devi condividere con loro i loro problemi, i loro giochi, i loro studi, le loro
preoccupazioni. Per esempio, hanno voglia di giocare al calcio, tu giochi al calcio; hanno
voglia di scrivere, tu scrivi; hanno voglia di disegnare, tu disegni. Tu devi fare tutto quello
che l'altro desidera, ma non il male, mai, mai il male; mai, mai il peccato. Se tu farai così te
li renderai amici e loro ti accetteranno, perché diranno: questo è un amico vero, questo è
un amico credibile. E se tu andrai avanti ad essere sempre amico degli altri ragazzi, anche
loro diventeranno amici tuoi e vorranno dividere con te i tuoi interessi, i tuoi giochi, i tuoi
studi. E tu hai dentro in cuore l'interesse di conquistarli e farli diventare gen 4, anche se
sono indù o buddisti o di altre religioni. E vedrai che presto o tardi ti diranno: "Ma chi sono
questi gen 4? Ma perché parli di gen 4? Mi vuoi portare da te con i gen 4?"
Allora tu gli parlerai dei gen 4, delle belle parole che senti, dell'arte di amare, dei giochi
che fate e i tuoi compagnetti vorranno venire con te.
Ecco, ha capito, ha capito! Ciao, ciao. Ha capito. (Applausi)
L’amore per i Gen 5
Castelgandolfo, 18/06/1988
18. Chiara, come posso fare ad accontentare mio fratello Daniele che è piccolino e
mi chiede tante cose?
Giulia mi dice che ha un fratellino che si chiama Daniele e questo la disturba sempre,
perché le chiede questo, le chiede quello e vuole sempre giocare...
Io direi questo: intanto che lei, questa gen 4, è proprio fortunata, perché se il fratellino
continua a chiedere, lei deve sempre dare, dare, dare, così ha tante occasioni di far tanti
atti di amore. Però se lei deve, per esempio, studiare, fare il compito, non può fare gli atti
di amore, perché la volontà di Dio è che faccia il compito. Allora lei deve dire a Daniele:
“Daniele, stai buono, adesso devo fare il compito, adesso non ti do retta, non ti ascolto, tu
gioca per conto tuo, io quando ho finito il compito vengo da te”.
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ChicChiara
Lubich:
“Amare il
il fratello”
Chiara
Lubich:
“Amare
fratello
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Ecco, deve fare così e allora il fratellino capirà, perché anche lui ha la mente fresca e
anche lui ha Gesù nel cuore e lui capirà e la lascerà tranquilla. Dopo che ha finito i suoi
compiti, sarà bene che lei giochi ancora e così fa tanti atti di amore!
Loppiano, 6 maggio 1995
Chiara, io ti voglio tanto bene, vorrei che tu stessi vicino a me...
(Chiara: Guarda, ci siamo!) (Applausi)
Sai, Chiara, io ho due sorelline che sono gen 5.
(Chiara: Davvero?)
19.Come fanno loro a diventare gen 4 come me?"
Chiara: Guarda, Eleonora, dipende tutto da te sai? Se tu riesci ad amarle tanto, che
abbiano una predilezione per te... L'hanno adesso la predilezione? Ti vogliono bene? Ti
vogliono bene? Sì. Tu fatti voler bene ancor di più, ancor di più. Che non vedano l'ora che
arrivi la Eleonora a casa e quando viene la Eleonora che si fanno tanti gestini per dire:
"Benvenuta, benvenuta!"
Allora tu te le fai amiche, oltre che sorelline. Quando sono amiche, è finita. Tu puoi dirgli
tutto dell'Ideale, tutto delle gen 3, tutto delle gen 4, tutto delle gen 5, puoi dirgli tutto. Ma
fattele amiche prima. Capito, Eleonora? Capito? Sì. (Applausi)
Tagaytay (Filippine), 18 gennaio 1997
20."Come possiamo avere cura delle gen 5, perché possano diventare come noi?"
Chiara: Bisogna amare tantissimo le gen 5. Bisogna giocare con loro, bisogna
accompagnarle spesso, bisogna prenderle in braccio, bisogna diventare amici e amiche
delle gen 5 e dei gen 5.
Se voi diventate amici, se i gen 5 vi vogliono tanto bene, di sicuro quando avranno l'età
diventeranno gen 4.
Gen 4: Grazie, Chiara.
Chiara: Ciao. Ecco. (Applausi)
Come amano le e i Gen4 – alcune esperienze raccontate da Chiara
Cittadella Araceli (São Paulo), 26 aprile 1998
Chiara racconta delle storielle ai Gen4:
Ascoltiamo la prima. La prima riguarda... La prima è la storia di Andrea.
Traduttore: "Andrea è stato a un incontro gen 4. Tornato a casa, dice: 'Mamma, voglio fare
tanti atti d’amore.' Una mattina, in vacanza, lo svegliano presto. Andrea ha ancora sonno,
ma sente il nonno che gli chiede di andare con lui a fare una passeggiata. Andrea si rigira
dall’altra parte, ma poi si ricorda che dopo l’incontro gen 4 aveva deciso di amare e allora
salta giù dal letto!
"Un giorno entra in casa e vede la nonna un po’ triste. Corre allora a prendere la sua
pianola e le suona una canzoncina. Andrea dice dentro di sé a Gesù: 'E’ per te, Gesù!'.
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ChicChiara
Lubich:
“Amare il
il fratello”
Chiara
Lubich:
“Amare
fratello
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"Un altro giorno suonano alla porta: è un signore che viene da lontano, dall’Africa, e va
sempre in giro a vendere tappeti. Ora sta per tornare in Africa, dai suoi bambini. Andrea si
ricorda che nel Giudizio finale Gesù gli dirà: 'Ero povero…'. Corre allora nella sua stanza a
prendere le macchinine preferite e le porta a quel signore. Lui lo guarda sorpreso: 'Le
porterò ai miei bambini… non hanno mai avuto una macchinina!' Andrea corre via, felice."
Traduttore: "Il papà di Alessandra è stato operato agli occhi. E' a letto con gli occhi
bendati. Alessandra è sola in casa con lui; la mamma è uscita a fare le spese. Alessandra
sente che il papà si muove e corre da lui: 'Ti serve qualcosa?' 'Sì, vorrei un bicchiere
d'acqua', risponde il papà. Alessandra corre a prendere il bicchiere d'acqua e piano piano
lo mette fra le mani del papà. 'Brava, così!' dice il papà. Poi torna nella sua stanzetta e
sfoglia il giornale Gen 4: 'Gesù si nasconde nei poveri, negli ammalati...', legge: 'negli
ammalati? - pensa Alessandra -. Ma allora, Gesù, tu eri nascosto nel mio papà.'
Alessandra è felice."
Chiara: Ecco, brava Alessandra! (Applausi)
Adesso la storia di Anna... Una gen 4 di Milano, Italia; d'Italia.
Traduttore: "Anna sta andando col treno dalla zia. Nel suo scompartimento salgono tre
ragazzi spettinati e vestiti alla 'punk', che si buttano sul sedile di fronte a lei. Gridano e
raccontano cose brutte. La gente nello scompartimento è infastidita, ma non osa dire
niente. Anna chiude gli occhi: 'Che brutte parole, vero, Gesù? Come faccio a farli tacere?'
Il treno si ferma e sale una nonnina con tanti pacchi. Anna si alza per darle il posto. I
ragazzi la guardano, poi le fanno un posticino e la invitano a sedersi accanto a loro. Anna
si siede, poi tira fuori il suo libro e dice: 'Io non so leggere. Mi leggete voi quello che sta
scritto sotto le figurine?' Loro le leggono quasi tutto il libro. Anna dice nel suo cuore: 'Hai
visto, Gesù, come sono carini?'."
Traduttore: "Carla, una gen 4 italiana, è al telefono con la nonna, e le racconta che la
mattina, all'asilo, Carlo le ha dato uno spintone e l'ha buttata per terra. 'Tu gli hai ben
restituito la spinta!', dice la nonna. 'No, nonna - risponde Carla - io sono una gen 4 e voglio
fare come Gesù.' 'Come? - replica sorpresa la nonna - passami la mamma!' La nonna
rimane a lungo al telefono con la mamma, che le spiega delle gen 4... La nonna rimane
molto colpita: 'Anche se ho 70 anni, voglio fare come le gen 4'.
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