Corso di accreditamento e aggiornamento per operatori sanitari

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Corso di accreditamento e aggiornamento per operatori sanitari
Corso di accreditamento e aggiornamento per operatori
sanitari dedicati alla preparazione dei farmaci antiblastici
presso le varie U.F.A. in Piemonte e Valle d’Aosta
-11-18 APRILE 20-27 OTTOBRE 2016-
INTRODUZIONE E OVERVIEW SULLE
COMPETENZE PROFESSIONALI
Dott. Francesco Cattel
Presidio MOLINETTE
AREA FARMACIA CLINICA
- Agenda • Il programma
• Farmaci antineoplasici e U.F.A.
• Sicurezza e salute delle figure professionali a rischio
• Il paziente oncologico - Presupposti normativi, errori in
terapia e medicinali LASA
• Sperimentazioni
sperimentale
cliniche
e
• Dispositivi medici in oncologia
gestione
del
campione
- Agenda • Il programma
• Farmaci antineoplasici e U.F.A.
• Sicurezza e salute delle figure professionali a rischio
• Il paziente oncologico - Presupposti normativi, errori in
terapia e medicinali LASA
• Sperimentazioni cliniche e gestione del campione
sperimentale
• Dispositivi medici in oncologia
Farmacologia e tossicità
dei farmaci antitumorali
Farmaci antineoplastici e
U.F.A.
I medicinali antineoplastici, o antiblastici, sono molecole in grado di
inibire lo sviluppo, la crescita e la proliferazione di elementi cellulari
neoplastici (neoplasia: dal greco neos, «nuovo», e plásis,
«formazione»).
Le modalità di somministrazione seguono prevalentemente la via
venosa (periferica e/o centrale) e la via orale.
Farmaci biologici
L’impiego della chemioterapia è aumentato: sono stati immessi sul
mercato nuovi principi attivi e il campo di applicazione dei farmaci
biologici è stato esteso al trattamento di patologie non oncologiche
come le malattie autoimmuni (come l’artrite reumatoide e la
piastrinopenia autoimmune).
Farmaci antineoplastici
Utilizzati nella cura di pazienti affetti da neoplasie per:
• prevenire la formazione di metastasi
•
per mantenere una remissione del tumore
• per indurre immunodepressione
•
per stimolare un’azione antinfiammatoria
PREPARATI MAGISTRALI
U.F.A.
La preparazione del farmaco in Farmacia
Unità Farmaci Antiblastici
Questo settore coordina e gestisce tutto il ciclo di
vita dei farmaci antineoplastici, dalla
prescrizione clinica alla somministrazione,
migliorando la sicurezza e la tracciabilità di tutte
le fasi del processo.
I locali
La tecnica asettica
L’UFA ha consentito di centralizzare le strutture delle
attività e del personale
I locali in cui avviene la manipolazione dei farmaci antiblastici devono
rispondere a quanto prescritto dalla normativa sull’igiene e sulla
sicurezza nei luoghi di lavoro.
Devono avere:
- sistemi di aerazione,
- il pavimento e le pareti devono essere in materiale plastico
facilmente lavabile,
- deve esserci la stanza filtro,
- le attrezzature come armadi o carrelli devono essere concepiti per
prevenire possibili rotture e limitare la contaminazione in caso di
perdite o fuoriuscite di farmaco.
Le figure professionali a rischio
La gestione dello spandimento e decontaminazione
La manipolazione dei farmaci chemioterapici coinvolge molte figure
professionali: dal personale addetto allo stoccaggio a quello addetto
alla preparazione, alla somministrazione, fino al personale addetto
alla pulizia dei presidi e dei locali.
Nelle esposizioni di tipo professionale il successo degli
interventi di prevenzione è strettamente legato alla
conoscenza del rischio sulla salute e dei metodi disponibili
per prevenire la contaminazione!
Fondamentale è quindi la formazione di una coscienza responsabile
del personale esposto (Decreto legislativo 81 2008 sulla sicurezza e la
salute dei lavoratori). E’ importante insegnare le procedure di
sicurezza e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI).
- Agenda • Il programma
• Farmaci antineoplasici e U.F.A.
• Sicurezza e salute delle figure professionali a rischio
• Il paziente oncologico - Presupposti normativi, errori in
terapia e medicinali LASA
• Sperimentazioni cliniche e gestione del campione
sperimentale
• Dispositivi medici in oncologia
D.Lgs. 81 (9 aprile 2008) sulla sicurezza e la
salute dei lavoratori
La valutazione del rischio:
il punto di vista del medico competente
Art. 1. - Campo di applicazione.
•
•
Al punto 1) si legge Il presente decreto legislativo si applica a tutti i settori di
attività, privati e pubblici, e a tutte le tipologie di rischio.
Al punto 4): Il presente decreto legislativo si applica a tutti i lavoratori e
lavoratrici, subordinati e autonomi, nonché ai soggetti ad essi equiparati, fermo
restando quanto previsto dai commi successivi del presente articolo.
Art. 25. - Il medico competente.
•
Il testo unico per la sicurezza sul lavoro definisce il medico competente come
un “professionista” che all’interno dell’azienda svolge un ruolo di primaria
importanza per quanto riguarda la salvaguardia della salute dei dipendenti e la
prevenzione degli infortuni. Specializzato in medicina del lavoro, dovrà
necessariamente sostenere un corso di formazione specifico per assolvere gli
obblighi della normativa per quanto riguarda la vigilanza e la valutazione del
rischio stress lavoro correlato. L’articolo 24 del Decreto Legislativo 81/08 ne
descrive essenzialmente le funzioni principali e obbligatorie, responsabilità,
modalità di svolgimento del rapporto con gli organi sanitari e le competenze..
I rischi
La valutazione del rischio:
il punto di vista del medico competente
Nei soggetti professionalmente esposti a chemioterapici le possibili
conseguenze possono essere classificate in 3 gruppi:
• effetti acuti e cronici non neoplastici ossia fenomeni irritativi e
allergizzanti a carico di cute e mucose orofaringee;
• rischio cancerogeno: secondo lo IARC (International Agency for
Research on Cancer) sono cancerogeni o probabilmente
cancerogeni per l’uomo alcuni dei principali antiblastici utilizzati in
base al rischio di “secondo tumore”;
• rischio riproduttivo: gli studi suggeriscono un’associazione tra
aumentata abortività durante il primo trimestre di gravidanza e
manipolazione di farmaci antiblastici senza adozione di adeguate
misure preventive.
Le vie di contaminazione
•
La via inalatoria ( polveri, aerosol, vapori ),
responsabile di fenomeni irritativi, vescicanti
e allergizzanti prevalentemente a carico
delle mucose, in particolare orofaringee e nasali
•
La cute, l’assorbimento cutaneo può
causare iperpigmentazioni, eczemi,
fino a vere e proprie necrosi dei
tessuti molli cutanei e sottocutanei
Più rare sono invece le contaminazioni attraverso:
•
•
•
Le mucose, congiuntive oculari e orofaringe (per esempio in seguito a spruzzi
durante la preparazione o la somministrazione)
La via digestiva (per esempio assumendo cibi e bevande contaminate)
La tossicità sistemica si può avere più raramente con manifestazioni allergiche
più o meno gravi fino allo shock anafilattico
I DPI
L’uso in sicurezza dei chemioterapici
antiblastici: premesse e normative
1. Si intende per dispositivo di protezione individuale (DPI)
qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta
dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi
suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il
lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a
tale scopo.
2. Non sono dispositivi di protezione individuale:
a) gli indumenti di lavoro ordinari e le uniformi non specificamente destinati a
proteggere la sicurezza e la salute del lavoratore;
b) le attrezzature dei servizi di soccorso e di salvataggio;
c) le attrezzature di protezione individuale delle forze armate, delle forze di
polizia e del personale del servizio per il mantenimento dell'ordine pubblico;
d) le attrezzature di protezione individuale proprie dei mezzi di trasporto
stradali;
e) i materiali sportivi;
f) i materiali per l'autodifesa o per la dissuasione;
g) gli apparecchi portatili per individuare e segnalare rischi e fattori nocivi.
Le fasi critiche
Durante l’immagazzinamento, si devono utilizzare i dispositivi di
protezione collettiva in modo da prevenire la contaminazione delle
superfici e degli ambienti. In particolare occorre utilizzare:
• contenitori per il trasporto di materiale plastico, rigido, trasparente,
dotati di chiusura ermetica con ganci sui quattro lati;
• telini monouso assorbenti nella parte superiore e impermeabili nella
parte inferiore;
• dispositivi medici (siringhe, deflussori a circuito chiuso e flaconi) in
ecoflac (polietilene) o sacche in materiali plastici al posto di quelli in
vetro.
Durante la preparazione è molto alto il rischio di formazione di aerosol.
In particolare le procedure più a rischio sono:
• l’apertura della fiala;
• il riempimento della siringa;
• l’estrazione dell’ago dal flacone;
• il trasferimento del farmaco dal flacone alla siringa o alla fleboclisi;
• l’espulsione di aria dalla siringa per il dosaggio del farmaco.
- Agenda • Il programma
• Farmaci antineoplasici e U.F.A.
• Sicurezza e salute delle figure professionali a rischio
• Il paziente oncologico - Presupposti normativi, errori
in terapia e medicinali LASA
• Sperimentazioni cliniche e gestione del campione
sperimentale
• Dispositivi medici in oncologia
Sicurezza e salute del paziente
oncologico - Presupposti Normativi
L’uso in sicurezza dei chemioterapici antiblastici:
premesse e normative
Responsabilità nella prescrizione e somministrazione
del farmaco
1. Raccomandazioni ministeriali (Raccomandazione n.14 per la
prevenzione degli errori in terapia)
2. NBP
• Qualità
• Sicurezza del paziente (correlata al medicinale)
3. DLvo 81/08
• Sicurezza del paziente (correlata alle modalità di somministrazione)
• Sicurezza dell’operatore
4. LINEE GUIDA NAZIONALI ED INTERNAZIONALI
La Raccomandazione n.14
•
OBIETTIVO
•A CHI?
La prevenzione degli errori in terapia A Regioni e Province
con farmaci antineoplastici ai fini
Autonome,
Direzioni
della sicurezza del paziente.
sanitarie/aziendali,responsa
•Le figure professionali
bili della funzione aziendale
interessate?
dedicata alla gestione del
Le figure che compongono il
rischio clinico, operatori
team
multidisciplinare
sanitari coinvolti nella
composto da: oncologo e/o
gestione
dei
farmaci
ematologo, infermiere e
antineoplastici sia nei
farmacista, coadiuvato dal
reparti che nella Farmacia
tecnico
di
laboratorio
ospedaliera.
biomedico.
•COSA FARE ?
Le Strutture sanitarie devono elaborare una
Procedura, condivisa con gli operatori
sanitari, monitorata e aggiornata, che riporti
tutte le indicazioni necessarie per evitare
errori in terapia e garantire sicurezza e
qualità delle cure.
La Raccomandazione n. 14
Gli errori in terapia
La prevenzione degli errori
In terapia in farmacia
Errore in terapia: Qualsiasi errore che si verifica nel processo di
gestione del farmaco e può essere rappresentato da diversi
errori
CENTRALIZZARE
nelle UFA
MINIMIZZARE GLI
ERRORI
•
Errore di prescrizione
•
Errore di trascrizione/ interpretazione
•
Errore di allestimento/preparazione
Avviene nella fase di preparazione o di manipolazione di un farmaco
dagli operatori sanitari prima della somministrazione (es.: diluizione non
corretta, mescolanza di farmaci incompatibili)
•
Errore di distribuzione
•
Errore di somministrazione
Medicinali LASA: gli errori di
trascrizione
I nomi di alcuni medicinali risultano simili ai nomi di altri medicinali
Quando sono
scritti
Look Alike - LA
Quando sono
pronunciati
Sound Alike - SA
Il Ministero della Salute nel mese di agosto 2010 ha emanato la Raccomandazione
n. 12 per la prevenzione degli errori in terapia con farmaci LASA e successivamente
un apposito elenco di tali medicinali (aggiornato al 31/12/2010).
Come prevenire gli errori da
medicinali LASA
Le strategie che si possono applicare:
1.
2.
3.
4.
5.
identificare e rivedere periodicamente la lista dei medicinali LASA
utilizzati nel proprio ospedale;
limitare nei reparti i medicinali a rischio LASA;
differenziare parte del nome dei medicinali alternando lettere
minuscole e maiuscole (per es.HumALOG/ HumULIN);
introdurre contrassegni supplementari o sistemi di allerta ovunque
siano conservati i medicinali (medicherie, farmacia, carrelli etc.);
organizzare la disposizione dei medicinali simili in scaffali diversi
Una fase critica è la prescrizione medica insieme con la trascrizione
delle prescrizioni sul foglio infermieristico; per ridurre le possibilità di
errore, chiedere al medico di scrivere in stampatello e chiaro,
riportare sia il principio attivo sia il nome commerciale, in modo da
non poterlo confondere in fase di trascrizione, e specificare sempre
l’indicazione terapeutica.
La responsabilità professionale
La responsabilità nella prescrizione e somministrazione
del farmaco
Quando si parla di responsabilità professionale nell’ambito delle cure
antineoplastiche, innanzitutto si fa riferimento al “team oncologico”.
Le criticità principali sono legate alla qualità e alla sicurezza della
terapia farmacologica pertanto il team dovrà seguire la procedura
operativa aziendale
La partecipazione al percorso terapeutico genera una serie di rischi,
giuridicamente rilevanti, da errori commessi nelle procedure di
divisione del lavoro; pertanto è indispensabile che l’operatore sappia
quali sono i propri doveri e le proprie prerogative nella gestione delle
azioni in sinergia con i colleghi, per operare in piena sicurezza per il
paziente ed in tranquillità.
Il Codice Deontologico
Possedere un codice etico costituisce la caratteristica fondamentale di
una professione ed è manifestazione di solidarietà all’interno di una
professione, di solidarietà con il paziente, di garanzia verso il
pubblico e ogni singolo malato dei livelli professionali e di condotta
morale che la professione intende adottare.
•
•
•
•
Codice Deontologico del Medico
Codice Deontologico del Farmacista
Codice Deontologico dell’Infermiere
Codice Deontologico del Tecnico di
Laboratorio Biomedico
Nel Codice deontologico l’operatore può trovare un supporto ai conflitti
derivanti dall’esercizio e nell’esercizio professionale sulla base di modelli di
riferimento certi e condivisi dalla comunità infermieristica nazionale. Il
Codice deve esprimere l’insieme dei principi e dei valori che la comunità
professionale condivide aldilà di ogni visione filosofica e/o religiosa di
ciascuno dei sui membri
Il Codice Deontologico dell’Infermiere
Il Codice Deontologico del Tecnico di
Laboratorio
Norme di Buona Preparazione
Obiettivo
Garantire qualità, efficacia e sicurezza dei medicinali preparati dal
farmacista attraverso:
a) Professionalità, competenza scientifica, interazione con il medico
prescrittore ed il paziente
b) Accurata organizzazione e controllo del lavoro di preparazione del
medicinale in tutte le fasi,anche successive alla vendita
c) Efficiente sistema integrato di gestione al fine di fornire un
riferimento certo sia all’autorità sanitaria, per valutare la qualità del
processo di preparazione, sia al farmacista o al medico prescrittore
per le rispettive responsabilità legali e e per poter ripetere
eventualmente la preparazione
Norme di Buona Preparazione
La qualità del preparato
-PREPARATI ANTIBLASTICI-PREPARATI MAGISTRALI-
-NBP COMPLETE-
- Agenda • Il programma
• Farmaci antineoplasici e U.F.A.
• Sicurezza e salute delle figure professionali a rischio
• Il paziente oncologico - Presupposti Normativi, errori in
terapia e medicinali LASA
• Sperimentazioni cliniche e gestione del campione
sperimentale
• Dispositivi medici in oncologia
Gestione dei campioni sperimentali
La gestione delle sperimentazione cliniche
La farmacia ospedaliera ha il compito di gestire i campioni
sperimentali, nel rispetto di quanto disposto dalle linee
guida di Buona Pratica Clinica (GCP).
Il farmacista gestisce:
• la tracciabilità documentale del farmaco
sperimentale la corretta conservazione;
• l’effettuazione di operazioni sul farmaco
sperimentale nei casi consentiti dalla
norma (confezionamento, etichettatura,
mascheramento, etc.);
• registrazioni, cartacee e/o informatiche;
• aggiornamento periodico delle procedure operative standard.
Gestione dei campioni sperimentali
Una delle fasi più critiche è quella della prescrizione. I protocolli clinici
individuano i pazienti includibili nelle terapie secondo parametri
precisi e vincolanti;
I dosaggi dei medicinali sperimentali sono calcolati attenendosi
strettamente al protocollo, pena la mancata validazione dello studio.
Il farmacista ospedaliero ha il ruolo di gestire questa problematica.
Grazie alla conoscenza dettagliata dello studio clinico in corso, può
costruire procedure rigorose per vigilare sull’appropriatezza della
prescrizione del medicinale sperimentale e sulla correttezza della
concentrazione di principio attivo. Così potrà allestire il ciclo
sperimentale nell’UFA (terapia infusionale) o preparare le confezioni
di farmaco sperimentale da dispensare direttamente al paziente
(terapia orale).
- Agenda • Il programma
• Farmaci antineoplasici e U.F.A.
• Sicurezza e salute delle figure professionali a rischio
• Il paziente oncologico - Presupposti normativi, errori in
terapia e medicinali LASA
• Sperimentazioni cliniche e gestione del campione
sperimentale
• Dispositivi medici in oncologia
Dispositivi Medici in Oncologia
I dispositivi medici
Nel campo dei DM l’aggiornamento rapido delle tecnologie impone
oculatezza e attenzione continua nella rilevazione dei fabbisogni e
nel riordino dei dispositivi.
Ambiti analizzabili con il personale del reparto per il contenimento
della spesa sono:
• la corretta conservazione dei DM
• la pianificazione degli approvvigionamenti
• strategie condivise per l’utilizzo fino ad esaurimento delle scorte dei
dispositivi non di ultimo modello
Dispositivi Medici in Oncologia
Per particolari categorie di DM con un ruolo importante in oncologia, la
competenza del farmacista può promuovere l’aderenza degli
operatori e fornire un valido supporto ai sanitari per migliorare il
processo decisionale di selezione e uso secondo appropriatezza,
per migliorare la compliance del singolo paziente.
Per esempio…
Il oncologia, per la somministrazione delle terapie infusionali, è
necessario avere la gamma di dispositivi per l’accesso venoso, in
materiali altamente compatibili con i farmaci, adeguati alla
somministrazione a medio e lungo termine…
…sono necessari per l’accesso centrale a lungo termine cateteri venosi
centrali in silicone, tunnellizzati e non, cateteri con camera
impiantabile.
Grazie per l’attenzione!
Dott. Francesco Cattel
[email protected]
Linee guida SIFO: U.F.A.
Deve essere strutturata nel seguente modo:
• Locale preparazione
• Locale filtro
• Locale controllo
Deve avere le seguenti caratteristiche:
• CENTRALIZZATA (controllo dell’attività
a rischio ed ottimizzazione delle risorse)
• ISOLATA E BEN IDENTIFICABILE
• CHIUSA
• PROTETTA (l’accesso è consentito solo al
personale autorizzato)
• SEGNALATA (diciture “locali di
preparazione chemioterapici antiblastici”)
Linee guida SIFO: U.F.A.
Locale controllo:
Locale di preparazione:
•
Cappe
a
flusso
laminare verticale di
classe II
Locale filtro:
• Filtri a ad alta efficienza
dotati di sistemi di
espulsione all’esterno
dell’aria filtrata
• D.P.I.
•
• Lavaocchi
Porta con apertura
verso l’esterno
• Pareti e pavimento in
materiale facilmente
lavabile
• Kit di emergenza
• Lavandino
• Doccia
• Sistemi computerizzati
idonei per la gestione dei
protocolli di chemioterapia
• Vetro divisorio con il
locale allestimento per il
controllo
visivo
sulle
operazioni di allestimento
e sul prodotto finito, dotato
di
sportellino
per
il
passaggio dei fogli di
lavoro
•
Interfono
per
la
comunicazione con gli
operatori
nel
locale
allestimento