Il Resto del Carlino 27/03/2012

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Il Resto del Carlino 27/03/2012
CAMPIONATO DI GIORNALISMO
MARTEDÌ 27 MARZO 2012
23
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SCUOLA MEDIA DI RONCOFREDDO
STORICO CASTELLO
Da fosco covo di briganti
a paradiso naturale
Gianciotto
uccise Francesca
e si rifugiò
a Ciola Araldi
L’affascinante storia della conca verde sull’Urgon
NEL PRIMO ARTICOLO di
questo concorso abbiamo preso in
esame il nostro territorio nella vallata della Rigossa, in questo continuiamo a parlare del nostro territorio e vi faremo scoprire il Gorgoscuro. Abbiamo cercato informazioni
su due libri del prof. Rino Zoffoli:
La valle del Rubicone-Urgon e Gorgoscuro (il Ponte Vecchio). Rino Zoffoli e l’associazione culturale Pro
Rubicone di Calisese hanno creato
un sentiero per visitare l’alta valle
del fiume Urgon, chiamato sentiero degli Urgonauti. Consigliamo
di leggerli alle persone che vogliono approfondire la conoscenza dei
nostri luoghi.
IL NOME Gorgoscuro è composto da due parole: gorgo che significa gola, passaggio stretto; scuro significa ombroso, luogo con poca luce a causa della vegetazione che
non lascia passare i raggi del sole.
Cos’è? È un posto lungo il fiume
Urgòn-Pisciatello, un territorio ai
piedi della collina di Ciola Araldi e
di quella di Montecodruzzo, dalle
parti del Fosso Ronco Vecchio e
della strada sterrata che collega
questi due paesini. Come si è formato il Gorgoscuro? In tempi lontani una frana si è staccata dalla collina di Ciola Araldi scendendo nel
fondo valle e chiudendo il corso
dell’Urgon. Cosi si è formato un lago profondo, lungo e stretto, in
mezzo alla foresta: il Gorgoscuro.
DENTRO LA PAROLA
Etimologicamente il nome
significa gola caratterizzata
da folta vegetazione
Poi col tempo il lago se ne è andato, lasciando una grande conca verde. Vecchi alberi di ciliegio e di melo testimoniano antiche coltivazioni e i ruderi di un mulino ci ricordano che qui si produceva farina.
Questo rifugio veniva utilizzato come nascondiglio dai briganti e da
chi aveva problemi con la giustizia, grazie alla fitta vegetazione,
mentre durante l’ultima guerra
mondiale vi trovavano un rifugio i
giovani che si ribellavano alla leva
militare, oppure gli sfollati che
scappavano dalle bombe della pianura. Oggi è una zona del fiume
molto affascinante e selvaggia, interessante perché è un paesaggio naturale, ricco di una folta vegetazione.
LUNGO il sentiero si incontrano
piccole cascate e diverse pozze del
fiume con piante acquatiche, insetti e molti animali tipici degli ambienti umidi, come rane, rospi, bisce d’acqua e vipere. L’ambiente è
ricco di boschi, ci sono fiori vari,
in particolare: pungitopo, ciclamini, viole, primule, crochi… che mostrano vivaci colori.
Il Gorgoscuro è un habitat per la
fauna tipica delle colline romagnole. Il clima e la vegetazione favoriscono la nidificazione di specie di
uccelli: tipo il pettirosso, la cinciallegra, la verla, il verdone, il liù, il
saltimpalo, la ballerina bianca,
l’upupa, la cornacchia, la gazza, il
picchio muratore e il fagiano, la
pernice e la starna…
CI SONO anche i rapaci come il
falco e la poiana, quelli notturni tipo il gufo, la civetta, il barbagianni
e l’allocco e il succiacapre, che si
mimetizza a terra tra le foglie secche.
Si trovano molte specie di mammiferi: cinghiali e caprioli, volpi, lepri, ricci e istrici, tassi, donnole e
faine… Fra gli insetti si possono
ammirare farfalle di vivaci colori e
dimensioni, si può vedere anche
uno zanzarone tipico del posto.
Nei dintorni del Gorgoscuro spuntano rocce dal colore chiaro biancastro che in passato erano estratte e
lavorate. Infatti nel Medioevo i Malatesta, che erano signori di Ciola
Araldi, Montecodruzzo, Roncofreddo, hanno aperto qui una cava
di pietra facendone commercio.
ALCUNI storici e geologi, come
Antonio Veggiani, pensano che siano fatte di questa pietra le colonne
della famosa Biblioteca Malatestiana e altre opere a Cesena.
Oggi il Gorgoscuro è un paradiso
naturale dove ci si può rilassare.
studenti della scuola media
di Roncofreddo
URGON Il cippo alla
sorgente del Pisciatello
LA DISPUTA
Ma Giulio Cesare
quale fiume
Rubicone
oltrepassò?
IL FIUME Pisciatello,
detto anche Urgòn, nasce
dai fianchi del monte di
Strigara nel comune di
Sogliano al Rubicone.
Dopo aver attraversato i
comuni di Roncofreddo e
Montiano, il fiume arriva
fino a Calisese dove bagna
l’antica pieve di San
Martino sul Rubicone.
Il fiume sfocia a Gatteo a
mare.
Negli anni passati i nostri
compagni hanno parlato
nei loro articoli del
problema Rubicone, cioè
quale sia il vero fiume
attraversato da Giulio
Cesare nel 49 a. C,
questione sulla quale si
discute ancora oggi.
SECONDO gli studiosi di
lingue, Urgòn significa
Rubicone in dialetto
locale, ma oggi il fiume si
chiama ufficialmente
Pisciatello, mentre
Rubicone è il Fiumicino
che passa da Savignano.
NEL 1283 Giovani Malatesta, detto Gianciotto (cioè Giovanni lo
zoppo), si rifugiò nel castello di
Ciola Araldi nei pressi del Gorgoscuro, dopo aver ucciso la sua bellissima moglie Francesca e il fratello Paolo.
Dante Alighieri scrisse nella Divina Commedia questa storia e si
pensa che questo delitto sia avvenuto verso il 1285, probabilmente
a Rimini.
Francesca, figlia di Guido da Polenta signore di Ravenna, fu data
in sposa a Gianciotto Malatesta di
Rimini; un matrimonio combinato per fare un’alleanza tra le due
famiglie romagnole. Di Francesca non si sa molto, diede una figlia a Gianciotto, Costanza.
Gianciotto era il figlio maggiore
del Mastin Vecchio, soldato e politico di valore, nonostante la deformazione fisica.
PAOLO detto il Bello, era fratello minore di Gianciotto; uomo
politico e sposato con Orabile. Paolo e la cognata Francesca si innamorarono ma vennero scoperti
da Gianciotto, che li uccise. Dopo
questo omicidio, Gianciotto non
subì nessuna condanna, i documenti dicono che continuò la sua
vita, risposandosi.
Di questo delitto non si sarebbe
saputo niente se Dante non fosse
stato a Ravenna, proprio alla corte dei Da Polenta, la famiglia di
Francesca, dove ne avrà sentito
parlare. Ne fece cenno nel V canto dell’Inferno.
LA STORIA RAMBERTO, FIGLIO DI GIANCIOTTO MALATESTA, FECE UCCIDERE IL CUGINO UBERTO, POI FU AMMAZZATO DAI PARENTI RIMINESI
Intrighi e delitti dei Malatesta tra Ciola Araldi e Poggio Berni
UN ALTRO avvenimento lega Ciola
Araldi alla storia dei Malatesta. Giovanni
Malatesta, detto Gianciotto, l’uccisore di
Paolo e Francesca da Rimini, si dice che
sia stato nel Gorgoscuro.
Secondo alcuni storici, Gianciotto si rifugiò nel castello di Ciola-Araldi che si trova sopra il Gorgoscuro. Dopo aver assassinato la moglie Francesca e il fratello Paolo, aveva cercato rifugio qui in attesa che
si calmassero le acque, proprio in questo
PERSONAGGIO SINISTRO
Il nobile fu assassinato nel 1330
dopo essersi macchiato
di crimini contro i familiari
piccolo castello, lontano dalle strade principali e sicuro. Oggi al posto del castello
c’è una chiesetta e a Ciola Araldi abita la
nostra compagna Teresa, assieme ad alcune famiglie di parenti di origine sarda.
Un fatto confermato dagli storici invece
avvenne qui a Ciola Araldi, alcuni decenni dopo, nel 1323.
Il figlio di Gianciotto, Ramberto, invitò a
un banchetto di caccia al castello di Ciola
il cugino Uberto, figlio di Paolo, per una
riconciliazione in famiglia. Ma era una
trappola: alcuni sicari uccisero a pugnalate Uberto, su ordine del cugino. Ma anche Ramberto la pagò, assassinato nel
1330 a Poggio Berni dai parenti di Rimini. I Malatesta erano fatti così!
NATURA INCONTAMINATA
Il paesaggio naturale di Ciola Araldi