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CHERATOSI ATTINICA ITALIAN LEO PHARMA ADVISORY BOARDS 2015 Lista partecipanti LEO Pharma Italian Advisory Boards Adriana Maruccia (VI) Alighiero Caputo (CE) Andrea Paradisi (RM) Anna Cervellin (PD) Antonia Gimma (PO) Bianca Bernardini (PD) Claudio Barbieri (RM) Concetta Capezza (NA) Cristina Biasinutto (PD) Davide Trespiolli (PV) Delia Letterio (ME) Domenico D'Amico (CZ) Edoardo Zattra (PD) Elena Gennari (VI) Emanuele Reali (FI) Emiliano Sordi (LE) Emilio Boffino (PV) Federica Morelli (PE) Federico Amato (EN) Filippo Vailati (BG) Francesca Serra (PV) Francesco Mazzotta (BA) Francesco Rinaldi (BR) Gaetano Iurilli (BA) Giada Sapienza (CT) Giovanni Virno (IM) Giulio Battistello (TV) Giuseppe Bordieri (PA) Giuseppe Scarcella (VR) Isabella Marro (GE) Ivana Romano (LE) Laura Atzori (CA) Lerica Germi (VI) Luca Convertini (BR) Ideazione e progetto grafico Edizioni Scripta Manent via Bassini, 41 - 20133 Milano Luigi Brunetti (PT) Luigi Gnecchi (LC) Luigi Laviola (LT) Luigi Piazzolla (VI) Luigi Zicari (RM) Marco Fumagalli (MI) Marco Marconi (MI) Maria Antonia Pata (FI) Maria Elena Marra (CH) Mariateresa Piacentino (LT) Maria Vittoria Masala (NU) Marina Fantato (MI) Mariolina Guarino (NA) Marta Grazzini (LU) Massimo Frazzitta (TP) Mauro Barbareschi (MI) Michele Ciavarella (FG) Paola Di Caterino (CE) Paola Toto (CH) Paolo Bartalini (SI) Pasqua Forte (TO) Pietro Farro (MI) Pietro Morrone (CS) Roberto Costanzo (CE) Roberto Marciano (RM) Rosa Licastro Cicero (CT) Rosanna Satta (SS) Salvatore Campitiello (SA) Sandra Crescini (PD) Silvia Medri (VR) Tommaso Florio (BA) Valentina Girgenti (MI) Vilma Ciccone (LT) Umberto Raulo (NA) Powered by Cheratosi attinica LEO Pharma Italian Advisory Boards Il progetto “Regional Advisory Board” è nato dall’idea di coniugare, in maniera innovativa e decisamente “patient-centric”, il grado di consapevolezza che i clinici hanno della patologia con l’approccio terapeutico che ne consegue, al fine di migliorare, come risultato ultimo, la gestione del paziente con cheratosi attinica. Sulla base di questi bisogni abbiamo cercato di creare qualcosa di originale, di completamente avulso dal comune, che porta una vera e propria innovazione nella realtà farmaceutica italiana. L’organizzazione degli eventi ha richiesto un impegno totale della Direzione Medica in sinergia con le vendite ed il marketing raggiungendo un vero e proprio “Total Company Effort”. I risultati di un evento scientifico di questo tipo sono necessariamente valutabili nel medio termine ma se si vuole considerare il feedback ricevuto dai partecipanti e lo spirito con il quale la maggior parte di loro sono usciti dalle riunioni, questo ci fa parlare di un’operazione scientifica di indubbio successo in un’ottica di vicinanza ai nostri medici. La stesura di questa brochure (propedeutica ad una pubblicazione che verrà rilasciata nelle prossime settimane) vuole essere una prova tangibile del lavoro di tutti e al contempo della qualità dello stesso. Desidero ringraziare di cuore tutto il Team per il risultato raggiunto e per l’impegno continuo che ha sempre profuso in tutti questi mesi trascorsi insieme. Fabio Presutti MD, Medical Director Italy INDICE pag. 3 Advisory Board Area Nord-Ovest Francesca Serra, Davide Trespiolli, Emilio Boffino, Isabella Marro, Marina Fantato, Pietro Farro. pag. 7 Advisory Board Area Lombardia-Piemonte-Liguria pag. 16 pag. 19 Advisory Board Area Veneta pag. 22 Advisory Board Area Vicenza-Verona-Padova Cristina Biasinutto, Adriana Maruccia, Edoardo Zattra, Elena Gennari, Lerica Germi, Bianca Bernardini, Giuseppe Scarcella. Advisory Board Area Abruzzo-Lazio Advisory Board Campano Mariolina Guarino, Concetta Capezza, Umberto Raulo, Salvatore Campitiello, Alighiero Caputo, Roberto Costanzo, Paola Di Caterino. pag. 25 Advisory Board Area Pugliese Michele Ciavarella, Luca Convertini, Tommaso Florio, Gaetano Iurilli, Francesco Mazzotta, Francesco Rinaldi, Emiliano Sordi, Ivana Romano. Giulio Battistello, Cristina Biasinutto, Anna Cervellin, Sandra Crescini, Silvia Medri, Luigi Piazzolla. pag. 13 Antonia Pata Maria, Emanuele Reali, Antonia Gimma, Luigi Brunetti, Marta Grazzini, Paolo Bartalini, Rosanna Satta, Laura Atzori, Maria Vittoria Masala, Mariateresa Piacentino. Luigi Zicari, Luigi Laviola, Vilma Ciccone, Roberto Marciano, Andrea Paradisi, Federica Morelli, Maria Elena Marra, Paola Toto. Marco Marconi, Marco Fumagalli, Mauro Barbareschi, Valentina Girgenti, Pasqua Forte, Luigi Gnecchi, Filippo Vailati, Giovanni Virno, Claudio Barbieri. pag. 10 Advisory Board Area Toscana-Sardegna-Lazio pag. 28 Advisory Board Area Calabria-Sicilia Federico Amato, Giuseppe Bordieri, Domenico D'Amico, Massimo Frazzitta, Rosa Licastro Cicero, Pietro Morrone, Giada Sapienza, Delia Letterio. Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 2 ADVISORY BOARD AREA NORD-OVEST Francesca Serra (PV), Davide Trespiolli (PV), Emilio Boffino (PV), Isabella Marro (GE), Marina Fantato (MI), Pietro Farro (MI). Introduzione A quasi un decennio dalla pubblicazione degli ultimi dati epidemiologici sulla prevalenza della cheratosi attinica in Italia (L. Naldi et al. Arch Dermatol 2006) e a fronte di stime di prevalenza e incidenza in continuo aumento per questa patologia, LEO Pharma ha avvertito l’esigenza di promuovere un’iniziativa allo scopo di focalizzare l’attenzione sull’importanza di diagnosi e cura delle cheratosi attiniche. Evidenze scientifiche dimostrano la necessità di trattamento delle lesioni della cheratosi attinica per evitare una loro potenziale progressione in carcinoma squamo-cellulare. Per mettere a punto lo stato dell’arte della pratica clinica nel trattamento della cheratosi attinica in Italia, LEO Pharma, sotto l’egida della sua Direzione Medica, ha strutturato un progetto basato su sei Advisory Board, composti da dermatologi di diverse realtà geografiche dell’intero territorio nazionale. Ha quindi organizzato questi eventi allo scopo di aprire una riflessione sugli orientamenti terapeutici dei partecipanti di ogni singolo Advisory Board sulla gestione del paziente con cheratosi attinica e mettere a confronto le varie esperienze cliniche. Alla conclusione di ogni evento, il progetto ha programmato di derivare un documento di Consensus dei punti salienti emersi dallo svolgimento dei lavori. Materiali e metodi Il progetto ha contemplato di sottoporre ai partecipanti un questionario da com- pilare, la simulazione di casi clinici e il commento degli stessi. Ha, altresì, previsto la presentazione di eventuali casi clinici dei partecipanti e la formalizzazione e discussione di un documento condiviso sui criteri diagnostici e terapeutici relativi alla gestione del paziente con cheratosi attinica. Articolato in diversi quesiti, il questionario rappresenta uno strumento di supporto nel delineare lo scenario clinico e terapeutico della cheratosi attinica in Italia. L’analisi del questionario contribuisce a: descrivere nella maniera più puntuale possibile le problematiche legate al trattamento di questa patologia; puntualizzare come evidenze scientifiche sulla cheratosi giustifichino una terapia mirata non solo alle lesioni ma all’intero campo di cancerizzazione; considerare l’aderenza al trattamento come un parametro di efficacia; delineare come la crioterapia sia la metodica terapeutica più utilizzata negli ambulatori pubblici; prendere in esame una terapia di combinazione crioterapia più trattamenti topici; valutare l’utilizzo di Ingenolo Mebutato per il trattamento del campo di cancerizzazione; mostrare punti di forza e di debolezza del trattamento con Ingenolo Mebutato; Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 3 indicare i pazienti eleggibili al trattamento con Ingenolo Mebutato. Discussione e punti di Consensus A margine della presentazione dei casi clinici si sviluppa un vivace e costruttivo dibattito fra i partecipanti che produce una condivisione di opinioni sulle problematiche inerenti alla gestione del paziente con cheratosi attinica. Emerge, infatti, come iniziale punto di condivisione l’equazione, assolutamente chiara, della Cheratosi Attinica come Carcinoma in situ che, in quanto tale, necessita di un efficace approccio terapeutico. Un punto di Consensus stabilisce come l’aderenza alla terapia rappresenti un presupposto fondamentale per l’efficacia del trattamento e come la lunghezza di una terapia possa interferire negativamente con l’aderenza e comprometterne l’efficacia. Ingenolo Mebutato,a tal proposito, presenta una maggiore rapidità d’azione e una minore durata degli effetti collaterali rispetto a Imiquimod. Inoltre, un’adeguata aderenza alla terapia passa necessariamente attraverso un’attenta gestione del paziente che comporta l’istruzione di quest’ultimo sulla prevedibilità delle reazioni cutanee locali (LSR) e su come queste siano direttamente proporzionali al meccanismo d’azione del farmaco. Istruzione del paziente che deve comprendere le indicazioni sul corretto utilizzo del farmaco e il disegno dell’area dove applicare Ingenolo Mebutato. Il tempo di istruzione del paziente è legato alla conoscenza e al grado di confidenza che il dermatologo ha nell’utilizzo del farmaco. Ulteriore punto di condivisione riguarda la sottovalutazione della patologia, non solo da parte del paziente, ma anche del medico di medicina generale (MMG). Infatti, a una scarsa percezione della severità della patologia da parte del paziente, può, a volte, essere associato un mancato riconoscimento della cheratosi attinica da parte del MMG che, non riconoscendo la patologia, si limita a trattarla come dermatite, eczema o con creme a base di cortisone. Da questo deriva, come punto di Consensus, la necessità di responsabilizzare sia il paziente sia il MMG sull’importanza della cheratosi attinica. Il paziente va sensibilizzato a percepire la gravità di questa patologia e della sua possibile evoluzione in carcinoma squamo-cellulare. Al tempo stesso andrebbe favorita una maggiore consapevolezza della patologia da parte del MMG, attraverso degli incontri e la divulgazione di materiali educazionali, e una sua partecipazione nella gestione del paziente con cheratosi attinica. Dalla conoscenza del farmaco, il MMG può derivare le informazioni sulle reazioni cutanee locali che si possono manifestare in seguito a trattamento con Ingenolo Mebutato ed evitare equivoci diagnostici. Le LSR sono prevedibili e normalmente non hanno necessità di trattamento antibiotico in quanto sono reazioni cutanee non infette ma sterili. Altro punto che vede la condivisione di opinione dei partecipanti riguarda gli emollienti come trattamento placebo. Il ricorso all’utilizzo di emollienti per lenire gli effetti collaterali provocati da Ingenolo Mebutato ha la precisa finalità di tranquillizzare il paziente attraverso la pratica di un atto medico che ha esclusiva funzione di placebo. Il successivo punto di condivisione è relativo alla terapia di combinazione come modalità per migliorare l’efficacia. Dalla discussione dei casi clinici si è potuto evincere l’utilità e l’efficacia di un approccio combinato di crioterapia e Ingenolo Mebutato. Infatti, in presenza di una cheratosi attinica ipercheratosica si rende necessario un trattamento iniziale con crioterapia con funzione cheratolitica, mentre in seguito, a riduzione della ipercheratosi avvenuta, la terapia con Ingenolo Mebutato ha come scopo il trattamento della lesione e del campo di cancerizzazione. Altrettanta validità terapeutica si può attribuire a un trattamento di combinazione che preveda in prima istanza l’utilizzo di Ingenolo Mebutato per trattare il campo di cancerizzazione e, successivamente, in presenza di eventuali residui ipercheratosici, il ricorso alla crioterapia. La terapia di combinazione Ingenolo Mebutato e crioterapia, fra gli altri vantaggi, può avere un’utilità anche dal punto di vista dell’impatto farmacoeconomico in quanto consente la riduzione del numero di accessi ambulatoriali. Emerge, inoltre, come ulteriore punto di Consensus, la questione della Crioterapia Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 4 come metodica molto diffusa ma poco standardizzata che richiede, fra esecuzione, medicazione e spiegazione delle reazioni cutanee provocate da questo trattamento, tempi sovrapponibili se non più lunghi dell’istruzione del paziente all’utilizzo di Ingenolo Mebutato. Si riconosce alla crioterapia un’attività di terapia sintomatica, funzionale al trattamento di una singola lesione, mentre alla bonifica del campo di cancerizzazione viene attribuita una funzione di terapia causale, che si esplica per mezzo di un trattamento farmacologico topico. Fra i limiti del trattamento con crioterapia vengono individuate la manifestazione di recidive multiple, la presenza di esiti cicatriziali e la possibile evoluzione delle lesioni in carcinoma squamo-cellulare. Reiterazione delle recidive e conseguente bisogno di continue sedute per un trattamento di crioterapia provocano in molti pazienti una sensazione di stanchezza verso questa metodica terapeutica. In relazione all’impiego ancora molto diffuso della crioterapia come pratica clinica nel contesto di cura delle lesioni cheratosiche, viene sottolineato, quale elemento di condivisione, come questo sia legato ad abitudini terapeutiche consolidate e alla mancanza di aggiornamento delle linee guida degli standard di terapia della cheratosi attinica. Riconosciuto come Picato sia applicabile nella maggior parte dei pazienti, viene stabilito che il criterio di arruolamento di pazienti con cheratosi attinica con Ingenolo Mebutato al primo trattamento dipende dal numero e dalle dimensioni delle lesioni e dalla zona da trattare. Come pure rappresenta elemento di discrimine il grado di autosufficienza e l’età del paziente. Un anziano che vive solo avrà sicuramente delle difficoltà a procedere con le applicazioni di Picato. Infine, come ultimo elemento di Consensus, viene suggerito di riportare nella prescrizione medica la possibilità di insorgenza di reazioni cutanee locali legate al trattamento con Ingenolo Mebutato, al fine di contribuire a una maggiore consapevolezza della percezione della patologia, a raggiungere un’adeguata istruzione del paziente sull’utilizzo del farmaco e a ottenere una maggiore aderenza alla terapia. Schema punti di Consensus Aderenza Gestione del paziente LSR prevedibili Istruire il paziente: disegnare l’area, spiegare bene l’utilizzo di Picato Responsabilizzare il paziente sulla patologia AK: Carcinoma in situ Patologia sottovalutata (dal paziente ma anche dal medico di base) Importanza del medico di medicina generale Formazione/incontri medici di famiglia Emollienti: effetto placebo Terapia di combinazione: migliora l’efficacia Crioterapia, metodica comune e poco standardizzata: richiede tempo l’esecuzione e la medicazione Pazienti “stufi” di crioterapia Picato applicabile nella maggior parte dei pazienti Nessuna necessità di trattare le LSR in quanto reazioni cutanee sterili Mancanza di aggiornamento sulle linee guida Con Crioterapia più recidive e SCC nel campo di cancerizzazione LSR con Ingenolo inferiori rispetto all’Imiquimod Ingenolo mebutato + Crioterapia può essere utile sotto il punto di vista di farmacoeconomia in quanto si riduce il numero di accessi ambulatoriali Crioterapia + spiegazione LSR provocate dal trattamento ha tempi più lunghi rispetto all’istruzione sull’utilizzo di Ingenolo mebutato Esiti cicatriziali con Crioterapia Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 5 Conclusioni Ricca di spunti interessanti e animata da riflessioni stimolanti, la riunione dell’Advisory Board giunge a conclusione e consegna ai dermatologi partecipanti alcuni messaggi chiave: la centralità della rilevanza clinica delle cheratosi attiniche; la conseguente necessità di un trattamento appropriato e tempestivo delle lesioni cheratosiche, al fine di evitare che quest’ultime possano interessare i tessuti profondi del derma e degenerare in un tumore cutaneo invasivo, il carcinoma squamo-cellulare; l’evidenza clinica di come le terapie mirate al campo di cancerizzazione rappresentino la modalità più efficace per il trattamento non solo delle lesioni cheratosiche visibili, ma anche di quelle subcliniche non visibili a occhio nudo. Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 6 ADVISORY BOARD AREA LOMBARDIA-PIEMONTE-LIGURIA Marco Marconi (MI), Marco Fumagalli (MI), Mauro Barbareschi (MI), Valentina Girgenti (MI), Pasqua (Forte TO), Luigi Gnecchi (LC), Filippo Vailati (BG), Giovanni Virno (IM), Claudio Barbieri (RM). Introduzione A quasi un decennio dalla pubblicazione degli ultimi dati epidemiologici sulla prevalenza della cheratosi attinica in Italia (L. Naldi et al. Arch Dermatol 2006) e a fronte di stime di prevalenza e incidenza in continuo aumento per questa patologia, LEO Pharma ha avvertito l’esigenza di promuovere un’iniziativa allo scopo di focalizzare l’attenzione sull’importanza di diagnosi e cura delle cheratosi attiniche. Evidenze scientifiche dimostrano la necessità di trattamento delle lesioni della cheratosi attinica per evitare una loro potenziale progressione in carcinoma squamo-cellulare. Per mettere a punto lo stato dell’arte della pratica clinica nel trattamento della cheratosi attinica in Italia, LEO Pharma, sotto l’egida della sua Direzione Medica, ha strutturato un progetto basato su sei Advisory Board, composti da dermatologi di diverse realtà geografiche dell’intero territorio nazionale. Ha quindi organizzato questi eventi allo scopo di aprire una riflessione sugli orientamenti terapeutici dei partecipanti di ogni singolo Advisory Board sulla gestione del paziente con cheratosi attinica e mettere a confronto le varie esperienze cliniche. Alla conclusione di ogni evento, il progetto ha programmato di derivare un documento di Consensus dei punti salienti emersi dallo svolgimento dei lavori. Materiali e metodi Il progetto ha contemplato di sottoporre ai partecipanti un questionario da com- pilare, la simulazione di casi clinici e il commento degli stessi. Ha, altresì, previsto la presentazione di eventuali casi clinici dei partecipanti e la formalizzazione e discussione di un documento condiviso sui criteri diagnostici e terapeutici relativi alla gestione del paziente con cheratosi attinica. Articolato in diversi quesiti, il questionario rappresenta uno strumento di supporto nel delineare lo scenario clinico e terapeutico della cheratosi attinica in Italia. L’analisi del questionario contribuisce a: descrivere nella maniera più puntuale possibile le problematiche legate al trattamento di questa patologia; puntualizzare come evidenze scientifiche sulla cheratosi giustifichino una terapia mirata non solo alle lesioni ma all’intero campo di cancerizzazione; considerare l’aderenza al trattamento come un parametro di efficacia; delineare come la crioterapia sia la metodica terapeutica più utilizzata negli ambulatori pubblici; prendere in esame una terapia di combinazione crioterapia più trattamenti topici; valutare l’utilizzo di Ingenolo Mebutato per il trattamento del campo di cancerizzazione; mostrare punti di forza e di debolezza del trattamento con Ingenolo Mebutato; Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 7 indicare i pazienti eleggibili al trattamento con Ingenolo Mebutato. Discussione e punti di Consensus Concluse la discussione dei casi clinici e l’analisi del questionario, che hanno visto emergere interessanti spunti di analisi e di approfondimento sull’appropriatezza diagnostica e terapeutica della gestione del paziente affetto da cheratosi attinica, si procede con l’obiettivo primario di questo progetto: la condivisione di informazioni scientifiche e la costruzione e redazione di un documento di Consensus incentrato su una serie di punti. Alla luce della pressante questione costituita dalla spesa sanitaria, viene riconosciuto come primo punto di condivisione delle opinioni dei dermatologi presenti al Board la valutazione dell’impatto in termini costo-efficacia di Ingenolo Mebutato nel trattamento di pazienti con cheratosi attinica. A questo scopo, viene ritenuta importante l’opportunità che i dermatologi possano disporre del documento di Health Technology Assessment (HTA), dove viene riportato in maniera precisa e puntuale l’impatto economico di Picato nel panorama terapeutico della cheratosi attinica, anche in confronto con le modalità di trattamento più utilizzate e le loro evidenze cliniche nella cura di questa patologia. Il secondo punto che vede esprimere un’immediata Consensus attiene all’assimilazione della cheratosi attinica come carcinoma squamo-cellulare in situ. Vi è un’unanime identificazione delle lesioni cheratosiche come stadio iniziale di una neoplasia cutanea che ha la possibilità di evoluzione in una forma infiltrante di carcinoma spino-cellulare. Da questo consegue, come punto condiviso, la questione relativa alla cheratosi attinica quale patologia sottovalutata. Si lamenta la mancanza da parte di molti medici della percezione della gravità di questa patologia. Sebbene dati recenti della letteratura evidenzino come il 10% e oltre delle lesioni cheratosiche abbiano un’incidenza di trasformazione in carcinoma squamoso invasivo e il 40-60% dei carcinoma spino-cellulare derivino da cheratosi attiniche non trattate, molti dermatologi continuano erroneamente a considerare la cheratosi attinica come una condizione pre- cancerosa facoltativa. A partire dall’assunto che alla base di qualsiasi terapia farmacologica è sottesa la gestione del paziente, un ulteriore punto di Consensus viene trovato nei molteplici aspetti che questa comporta. Nel tempo limitato di visita codificato per la cheratosi attinica nelle strutture sanitarie pubbliche, occorre identificare il giusto paziente che possa beneficiare della terapia con Ingenolo Mebutato. Poiché l’emotività può risultare determinante nell’andamento della terapia, diventa importante responsabilizzare e istruire il paziente sulla rilevanza della patologia, evitando di creare motivi di preoccupazione e ansia. Instaurare, in un certo senso, una comunicazione che porti a riconoscere al dermatologo un’autorevolezza, atta a dare sicurezza al paziente stesso, e quindi, viene stabilito in maniera condivisa che l’aderenza alla terapia rappresenta un parametro fondamentale di efficacia. Nell’ambito della gestione del paziente, una condivisione di pareri clinici viene raggiunta sulla questione delle reazioni cutanee locali (LSR), che comportano un particolare impegno da parte del dermatologo nel seguire il paziente. Gli effetti infiammatori che si manifestano in seguito all’applicazione di Ingenolo Mebutato più che reazioni avverse rappresentano reazioni attese legate al meccanismo d’azione del farmaco e sono normale espressione dell’azione del farmaco stesso. Le LSR sono vissute negativamente dal paziente non tanto per le situazioni dolorose che possono provocare quanto per le preoccupazioni indotte dalle manifestazioni cutanee che vanno a impattare sull’aspetto estetico. In altri termini, la sintomatologia risulta essere meno eclatante rispetto all’obiettività clinica. Si passa a un successivo punto, oggetto di particolari controversie che vede raggiungere solo una parziale Consensus. Vale a dire che i partecipanti del Board si esprimono, in maniera condivisa, sull’opportunità di dover trattare il campo di cancerizzazione solo in presenza di lesione singola su cute foto esposta, mentre manifestano divergenti opinioni cliniche per quello che riguarda il trattamento di campo delle lesioni cheratosiche in aree di cute non foto esposte. Ritorna la condivisione unanime dei pareri clinici nel riconoscere gli ottimi risultati este- Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 8 tici, in termini di restitutio ad integrum della texture cutanea e obiettivo ringiovanimento complessivo della pelle, in seguito al trattamento con Ingenolo Mebutato. Viene identificato come successivo punto di Consensus il motivo che porta a preferire il trattamento delle cheratosi attiniche con Ingenolo Mebutato nei riguardi della terapia fotodinamica (PDT). Picato si dimostra più attivo e dinamico di PDT e presenta il notevole vantaggio di rappresentare un’opzione terapeutica domiciliare a fronte della costrizione per il paziente della permanenza in una struttura ospedaliera per più di mezza giornata che comporta la terapia fotodinamica. Pur riconoscendosi nelle indicazioni delle linee guida nella gestione clinica della cheratosi attinica, il Board avanza, come ultimo e importante punto di Consensus, la proposta di poter introdurre sistemi di modulazione della posologia dell’Ingenolo Mebutato. Diversificare la posologia di Picato, con applicazioni alternate o con diversi passaggi, al fine di andare incontro alle esigenze del paziente e quindi migliorarne la gestione. Schema punti di Consensus IM: valutazione costo/efficacia: richiesta di distribuzione del documento HTA presso i dermatologi AK: carcinoma squamo-cellulare in situ AK: patologia sottovalutata Responsabilizzazione del paziente istruzione del paziente autorevolezza da parte del medico nella comunicazione Gestione del paziente (poco tempo durante la visita) e identificazione del paziente Gestione delle LSR seguire il paziente Reazione infiammatoria come reazione del farmaco attesa, dovuta al MoA (altrimenti il farmaco sarebbe inefficace) Sintomatologia meno eclatante rispetto all'obiettività clinica Ottimo outcome cosmetico IM: terapia domiciliare (vantaggio rispetto alla PDT) Aderenza: parametro fondamentale dell'efficacia Proposta di modulazione dell'IM in alcuni casi per rispondere alle esigenze del paziente Conclusioni Ricca di spunti interessanti e animata da riflessioni stimolanti, la riunione dell’Advisory Board giunge a conclusione e consegna ai dermatologi partecipanti alcuni messaggi chiave: la centralità della rilevanza clinica delle cheratosi attiniche; la conseguente necessità di un trattamento appropriato e tempestivo delle lesioni cheratosiche, al fine di evitare che quest’ultime possano interessare i tessuti profondi del derma e degenerare in un tumore cutaneo invasivo, il carcinoma squamo-cellulare; la proposta di modulare la posologia di Ingenolo Mebutato sulle caratteristiche nosografiche del singolo paziente e il suggerimento all’azienda di produrre studi per estendere le indicazioni del farmaco su aree più estese. Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 9 ADVISORY BOARD AREA VENETA Giulio Battistello (TV), Cristina Biasinutto (PD), Anna Cervellin (PD), Sandra Crescini (PD), Silvia Medri (VR), Luigi Piazzolla (VI). Introduzione A quasi un decennio dalla pubblicazione degli ultimi dati epidemiologici sulla prevalenza della cheratosi attinica in Italia (L. Naldi et al. Arch Dermatol 2006) e a fronte di stime di prevalenza e incidenza in continuo aumento per questa patologia, LEO Pharma ha avvertito l’esigenza di promuovere un’iniziativa allo scopo di focalizzare l’attenzione sull’importanza di diagnosi e cura delle cheratosi attiniche. Evidenze scientifiche dimostrano la necessità di trattamento delle lesioni della cheratosi attinica per evitare una loro potenziale progressione in carcinoma squamo-cellulare. Per mettere a punto lo stato dell’arte della pratica clinica nel trattamento della cheratosi attinica in Italia, LEO Pharma, sotto l’egida della sua Direzione Medica, ha strutturato un progetto basato su sei Advisory Board, composti da dermatologi di diverse realtà geografiche dell’intero territorio nazionale. Ha quindi organizzato questi eventi allo scopo di aprire una riflessione sugli orientamenti terapeutici dei partecipanti di ogni singolo Advisory Board sulla gestione del paziente con cheratosi attinica e mettere a confronto le varie esperienze cliniche. Alla conclusione di ogni evento, il progetto ha programmato di derivare un documento di Consensus dei punti salienti emersi dallo svolgimento dei lavori. Materiali e metodi Il progetto ha contemplato di sottoporre ai partecipanti un questionario da com- pilare, la simulazione di casi clinici e il commento degli stessi. Ha, altresì, previsto la presentazione di eventuali casi clinici dei partecipanti e la formalizzazione e discussione di un documento condiviso sui criteri diagnostici e terapeutici relativi alla gestione del paziente con cheratosi attinica. Articolato in diversi quesiti, il questionario rappresenta uno strumento di supporto nel delineare lo scenario clinico e terapeutico della cheratosi attinica in Italia. L’analisi del questionario contribuisce a: descrivere nella maniera più puntuale possibile le problematiche legate al trattamento di questa patologia; puntualizzare come evidenze scientifiche sulla cheratosi giustifichino una terapia mirata non solo alle lesioni ma all’intero campo di cancerizzazione; considerare l’aderenza al trattamento come un parametro di efficacia; delineare come la crioterapia sia la metodica terapeutica più utilizzata negli ambulatori pubblici; prendere in esame una terapia di combinazione crioterapia più trattamenti topici; valutare l’utilizzo di Ingenolo Mebutato per il trattamento del campo di cancerizzazione; mostrare punti di forza e di debolezza del trattamento con Ingenolo Mebutato; Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 10 indicare i pazienti eleggibili al trattamento con Ingenolo Mebutato. Discussione e punti di Consensus Sulla base di queste premesse muove la presentazione dei casi clinici proposti dai partecipanti del Board dell’area veneta e la simulazione di casi clinici suggeriti dalla Direzione medica di LEO Pharma. La serrata e animata discussione che si sviluppa a margine di queste due presentazioni ha l’obiettivo di contribuire a redigere un documento condiviso che possa dare indicazioni sull’iter diagnostico e terapeutico nel paziente con cheratosi attinica. Il primo punto sul quale si raggiunge una Consensus fra i partecipanti del Board attiene all’equazione cute foto-danneggiata e campo di cancerizzazione. Si sottolinea come in presenza di cute foto-danneggiata si renda necessario intraprendere una terapia mirata al campo di cancerizzazione non solo per le lesioni cheratosiche multiple ma anche per la singola lesione. Si ritiene di dover trattare, come prevenzione secondaria, l’area di cute fotodanneggiata limitrofa alle lesioni visibili in quanto possibile espressione di lesioni subcliniche non rilevabili a occhio nudo. Lesioni sub-cliniche sulle quali Ingenolo mebutato ha dimostrato di essere efficace. Il secondo punto di Consensus che emerge con chiarezza riguarda la complessa e articolata questione della gestione del paziente. Fra i molteplici aspetti che comprende questa problematica viene focalizzata l’attenzione sulla gestione dell’emotività del paziente relativamente all’insorgenza delle reazioni cutanee locali (LSR) successive alla terapia con Ingenolo mebutato. La difficoltà iniziale è far capire al paziente come le reazioni infiammatorie che si manifestano dopo il trattamento con Picato siano funzionali alla risoluzione del problema. Informare il paziente sul tipo di reazioni che possono verificarsi fa parte di un processo educativo mirato a sensibilizzarlo su una patologia, che potrebbe evolvere in una forma tumorale, e a motivarlo sull’aderenza alla terapia, che è presupposto fondamentale per l’efficacia del trattamento. Nel paziente sensibilizzato sulla patologia e responsabilizzato nell’a- derenza alla terapia, le reazioni cutanee locali non rappresentano un problema, ma si presentano di facile gestione. La resistenza del paziente con cheratosi attinica a seguire trattamenti farmacologici topici è associata in molti casi a una generalizzata diffidenza. Sfiducia che deriva da un pregresso utilizzo di creme antibiotiche o cortisoniche, prescritte impropriamente dal Medico di Medicina Generale (MMG) per la cura di lesioni cheratosiche, che hanno deluso le aspettative del paziente per non aver sortito alcun effetto terapeutico. Da qui emerge, come opinione condivisa, la necessità di trovare delle modalità atte a sensibilizzare il MMG sulla rilevanza clinica della cheratosi attinica, patologia in qualche modo sottovalutata. Spetta al dermatologo attivare un focus maggiore su questa patologia cutanea per evitare il rischio che possa essere banalizzata. Si apre quindi un vivace e controverso dibattito su un assunto, ancorato a molti lavori della recente letteratura scientifica, che definisce la cheratosi attinica come carcinoma a cellule squamose in situ. Definizione, però, che non riesce a ottenere un’opinione condivisa del Board. Due partecipanti su sei, infatti, manifestano il proprio disaccordo con questo tipo di asserzione, riconoscendo la cheratosi attinica come patologia border line che può andare incontro verso un’evoluzione di una forma tumorale. Posizione questa che impedisce il raggiungimento di una Consensus su questo punto. Un ulteriore punto di condivisione viene, invece, raggiunto in merito alla questione della crioterapia come metodica molto diffusa ma allo stesso tempo poco standardizzata. Il ricorso alla crioterapia è legato a una sua facilità di gestione che suggerisce di solito l’utilizzo di questa metodica di trattamento soprattutto in presenza di una lesione singola. Il Board riconosce, altresì, come limiti della crioterapia gli esiti cicatriziali, la discromia cutanea e il manifestarsi di molte recidive. A questo, come ultimo punto di Consensus emerso in conclusione del Board, si aggiunge la terapia di combinazione. Viene riconosciuto un importante ruolo per Ingenolo mebutato in tutti i trattamenti di combinazione che prevedono un utilizzo della crioterapia in prima battuta in funzione cheratolitica, soprattutto nelle lesioni ipertrofiche e Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 11 ipercheratosiche, e il ricorso a Picato successivamente per il trattamento delle recidive e del campo di cancerizzazione. Laddove ci siano lesioni multiple c’è quasi sempre l’utilizzo di Ingenolo mebutato che si fa preferire rispetto ad altri trattamenti topici farmacologici per la brevità del trattamento, per la maneggevolezza e l’efficacia del farmaco, testimoniata dalla completa clearance clinica delle lesioni cheratosiche e per la facile gestione delle reazioni cutanee locali, brevi e sterili. Schema punti di Consensus Su cute foto danneggiata la singola lesione va trattata con terapie mirate al campo di cancerizzazione Importanza della gestione del paziente Nuovi modi per interpretare ed approcciare a terapie di combinazione Singola lesione in zona foto esposta = campo di cancerizzazione In 10 minuti di visita si riesce ad istruire su patologia e trattamento Ingenolo mebutato è un farmaco maneggevole – LSR gestibili, brevi e con reazioni sterili Follow up ogni 3 mesi per paziente post trattamento I tempi di trattamento di crioterapia + spiegazione LSR = diagnosi e prescrizione IM Medico di Medicina Generale da sensibilizzare sulla AK. Paziente motivato Aderenza al trattamento fondamentale Le reazioni locali non sono un problema se il paziente è sensibilizzato Maggiore istruzione sulla patologia Patologia sottovalutata Terapia di combinazione Ingenolo mebutato terapia efficace Fidelizzazione / Responsabilizzazione del paziente Crioterapia molto diffusa ma poco standardizzata Sottovalutazione della patologia Serve maggiore focus sulla patologia Importanza del trattamento del campo di cancerizzazione AK come carcinoma in situ Aderenza terapeutica fondamentale per l’efficacia Picato efficace sulle lesioni subcliniche Conclusioni Ricca di spunti interessanti e animata da riflessioni stimolanti, la riunione dell’Advisory Board giunge a conclusione e consegna ai dermatologi partecipanti alcuni messaggi chiave: la centralità della rilevanza clinica delle cheratosi attiniche; la conseguente necessità di un trattamento appropriato e tempestivo delle lesioni cheratosiche, al fine di evitare che quest’ultime possano interessare i tessuti profondi del derma e degenerare in un tumore cutaneo invasivo, il carcinoma squamo-cellulare; l’evidenza clinica di come le terapie mirate al campo di cancerizzazione rappresentino la modalità più efficace per il trattamento non solo delle lesioni cheratosiche visibili, ma anche di quelle subcliniche non visibili a occhio nudo. Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 12 ADVISORY BOARD AREA VICENZA-VERONA-PADOVA Cristina Biasinutto - Asl Scrovegni Padova, Adriana Maruccia - Asl Thiene, Edoardo Zattra - Poliambulatorio c/o H Sant'Antonio Padova- H Piove di Sacco, Elena Gennari - Asl Thiene-Asl Sandrigo-Asl Mure Santa Lucia Vicenza, Lerica Germi - H Vicenza, Bianca Bernardini - IOV Padova, Giuseppe Scarcella - Verona/ASL San Bonifacio Introduzione A quasi un decennio dalla pubblicazione degli ultimi dati epidemiologici sulla prevalenza della cheratosi attinica in Italia (L. Naldi et al. Arch Dermatol 2006) e a fronte di stime di prevalenza e incidenza in continuo aumento per questa patologia, LEO Pharma ha avvertito l’esigenza di promuovere un’iniziativa allo scopo di focalizzare l’attenzione sull’importanza di diagnosi e cura delle cheratosi attiniche. Evidenze scientifiche dimostrano la necessità di trattamento delle lesioni della cheratosi attinica per evitare una loro potenziale progressione in carcinoma squamo-cellulare. Per mettere a punto lo stato dell’arte della pratica clinica nel trattamento della cheratosi attinica in Italia, LEO Pharma, sotto l’egida della sua Direzione Medica, ha strutturato un progetto basato su sei Advisory Board, composti da dermatologi di diverse realtà geografiche dell’intero territorio nazionale. Ha quindi organizzato questi eventi allo scopo di aprire una riflessione sugli orientamenti terapeutici dei partecipanti di ogni singolo Advisory Board sulla gestione del paziente con cheratosi attinica e mettere a confronto le varie esperienze cliniche. Alla conclusione di ogni evento, il progetto ha programmato di derivare un documento di Consensus dei punti salienti emersi dallo svolgimento dei lavori. Materiali e metodi Il progetto ha contemplato di sottoporre ai partecipanti un questionario da com- pilare, la simulazione di casi clinici e il commento degli stessi. Ha, altresì, previsto la presentazione di eventuali casi clinici dei partecipanti e la formalizzazione e discussione di un documento condiviso sui criteri diagnostici e terapeutici relativi alla gestione del paziente con cheratosi attinica. Articolato in diversi quesiti, il questionario rappresenta uno strumento di supporto nel delineare lo scenario clinico e terapeutico della cheratosi attinica in Italia. L’analisi del questionario contribuisce a: descrivere nella maniera più puntuale possibile le problematiche legate al trattamento di questa patologia; puntualizzare come evidenze scientifiche sulla cheratosi giustifichino una terapia mirata non solo alle lesioni ma all’intero campo di cancerizzazione; considerare l’aderenza al trattamento come un parametro di efficacia; delineare come la crioterapia sia la metodica terapeutica più utilizzata negli ambulatori pubblici; prendere in esame una terapia di combinazione crioterapia più trattamenti topici; valutare l’utilizzo di Ingenolo Mebutato per il trattamento del campo di cancerizzazione; mostrare punti di forza e di debolezza del trattamento con Ingenolo Mebutato; Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 13 indicare i pazienti eleggibili al trattamento con Ingenolo Mebutato. Discussione e punti di Consensus Conclusa la discussione dei casi clinici e l’analisi del questionario, che hanno fatto emergere interessanti spunti di analisi e di approfondimento sull’appropriatezza diagnostica e terapeutica della gestione del paziente affetto da cheratosi attinica, si procede con l’obiettivo primario di questo progetto: la condivisione di informazioni scientifiche e la costruzione e redazione di un documento di Consensus. Come primo punto, si evidenzia la necessità di gestire il paziente, sia dal punto di vista motivazionale che educazionale. Fra i molteplici aspetti che comprende questa problematica, viene focalizzata l’attenzione sulla gestione dell’emotività del paziente relativamente alla possibile insorgenza delle reazioni cutanee locali (LSR) successive alla terapia con Ingenolo Mebutato. La difficoltà iniziale è far capire al paziente come le reazioni infiammatorie che si manifestano dopo il trattamento con Ingenolo Mebutato siano funzionali alla risoluzione del problema. Informare il paziente sul tipo di reazioni che possono verificarsi fa parte di un processo educativo mirato a sensibilizzarlo su una patologia, che potrebbe evolvere in una forma tumorale, e a motivarlo sull’aderenza alla terapia, che è presupposto fondamentale per l’efficacia del trattamento. Nel paziente sensibilizzato sulla patologia e responsabilizzato nell’aderenza alla terapia, le reazioni cutanee locali non rappresentano un problema, ma risultano di facile gestione. In relazione all’esperienza dei partecipanti, si è concordi nell’affermare che la crioterapia è una metodica molto diffusa ma poco standardizzata. Il ricorso alla crioterapia è legato a una sua facilità di gestione, che suggerisce di solito l’utilizzo di questa metodica di trattamento soprattutto in presenza di una lesione singola. Il Board riconosce, altresì, come limiti della crioterapia gli esiti cicatriziali, la discromia cutanea e il manifestarsi di molte recidive. Un punto importante di condivisione si riferisce alla equiparabilità tra cheratosi attinica e carcinoma a cellule squamose in situ (SCC) secondo una classificazione di istologia patologica. Come testimoniato da importanti lavori della letteratura internazionale, le lesioni cheratosiche, che insorgono su aree di cute foto-danneggiate, se non trattate, possono progredire in forme di neoplasie invasive di carcinoma squamo-cellulare. Altro punto di condivisione è che la cheratosi attinica è una patologia assolutamente sottovalutata, non solo da parte dei pazienti che non sempre percepiscono la gravità di questa patologia. Oltre all’importanza dell’informazione diretta al dermatologo, viene sottolineata l’importanza di una campagna educazionale diretta al Medico di Medicina Generale. Il MMG va sensibilizzato su questa patologia e coinvolto nella gestione del paziente con questa problematica dermatologica. Va inoltre formato sulle nuove opzioni terapeutiche oggi a disposizione del clinico. Il gruppo è concorde nell’affermare che Ingenolo Mebutato possa svolgere un’azione di "bonifica" del campo di cancerizzazione, eliminando le cheratosi attiniche presenti ed evidenziando gli SCC che verranno trattati succesivamente; esplica quindi un'azione di scavenger, aiutando il clinico nell'individuazione delle lesioni da trattare con altre metodiche. Si sottolinea anche come l’Ingenolo Mebutato possa essere visto come una tutela da punto di vista Medico-Legale per il trattamento della AK, essendo tutti chiaramente concordi nell’affermare che tutti i trattamenti per questa patologia non sono scevri da reazioni. Altro punto significativo ribadito dai partecipanti è che il campo di cancerizzazione è presente anche su cute apparentemente sana, non necessariamente fotodanneggiata. In un’area della cute circoscritta per l’applicazione, l’ingenolo mebutato non limita la sua azione al solo trattamento delle lesioni visibili, ma provvede alla bonifica delle lesioni subcliniche limitrofe e di difficile diagnosi. Per concludere, è stato delineato il profilo dei pazienti eleggibili al trattamento con Ingenolo Mebutato: soggetti già trattati con altre terapie, pazienti con cute fotodanneggiata (sia con lesioni singole che multiple), pazienti ad alto rischio o con anamnesi positiva per tumori cutanei, pazienti con Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 14 lesioni multiple in una stessa area. Inoltre, tra i pazienti eleggibili sono contemplati anche pazienti per i quali è molto importante il risultato estetico finale, e pazienti con comorbidità importanti, grazie al fatto che Ingenolo Mebutato non da assorbimento sistemico. Schema punti di Consensus Gestione paziente: disponibilità AK fase in situ di SCC: 20% può regredire AK patologia sottovalutata: educazione in primis di dermatologi e medici in generale (es. MMG) Crio: molto diffusa; poco standardizzata Ingenolo Mebutato (IMB): pulizia campo: evidenzia SCC: scavenger IMB tutela dal punto di vista medico-legale Tutti i trattamenti diretti al campo danno LSR Campo di cancerizzazione: anche con cute apparentemente sana (non necessariamente fotodanneggiata) Pazienti eligibili a trattamento con IMB: - Già trattati con altre terapie - cute foto-danneggiata (sia con AK singola che multiple) - Pazienti ad alto rischio /anamnesi di NMSC (sia con AK singola che multiple) - Pazienti con lesioni multiple - Pazienti con comorbilità importanti (IMB non dà assorbimento sistemico) - Pazienti che tengono all'outcome estetico Conclusioni Ricca di spunti interessanti e animata da riflessioni stimolanti, la riunione dell’Advisory Board giunge a conclusione e consegna ai dermatologi partecipanti alcuni messaggi chiave: la centralità della rilevanza clinica delle cheratosi attiniche; la conseguente necessità di un trattamento appropriato e tempestivo delle lesioni cheratosiche, al fine di evitare che quest’ultime possano interessare i tessuti profondi del derma e degenerare in un tumore cutaneo invasivo, il carcinoma squamo-cellulare; l’approccio clinico alla cheratosi attinica in funzione di concetti innovativi quali una terapia mirata non solo al campo di cancerizzazione ma all’intero distretto e una personalizzazione del trattamento. Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 15 ADVISORY BOARD AREA TOSCANA-SARDEGNA-LAZIO Antonia Pata Maria (FI), Emanuele Reali (FI), Antonia Gimma (PO), Luigi Brunetti (PT), Marta Grazzini (LU), Paolo Bartalini (SI), Rosanna Satta (SS), Laura Atzori (CA), Maria Vittoria Masala (NU), Mariateresa Piacentino (LT). Introduzione A quasi un decennio dalla pubblicazione degli ultimi dati epidemiologici sulla prevalenza della cheratosi attinica in Italia (L. Naldi et al. Arch Dermatol 2006) e a fronte di stime di prevalenza e incidenza in continuo aumento per questa patologia, LEO Pharma ha avvertito l’esigenza di promuovere un’iniziativa allo scopo di focalizzare l’attenzione sull’importanza di diagnosi e cura delle cheratosi attiniche. Evidenze scientifiche dimostrano la necessità di trattamento delle lesioni della cheratosi attinica per evitare una loro potenziale progressione in carcinoma squamo-cellulare. Per mettere a punto lo stato dell’arte della pratica clinica nel trattamento della cheratosi attinica in Italia, LEO Pharma, sotto l’egida della sua Direzione Medica, ha strutturato un progetto basato su sei Advisory Board, composti da dermatologi di diverse realtà geografiche dell’intero territorio nazionale. Ha quindi organizzato questi eventi allo scopo di aprire una riflessione sugli orientamenti terapeutici dei partecipanti di ogni singolo Advisory Board sulla gestione del paziente con cheratosi attinica e mettere a confronto le varie esperienze cliniche. Alla conclusione di ogni evento, il progetto ha programmato di derivare un documento di Consensus dei punti salienti emersi dallo svolgimento dei lavori. Materiali e metodi Il progetto ha contemplato di sottoporre ai partecipanti un questionario da com- pilare, la simulazione di casi clinici e il commento degli stessi. Ha, altresì, previsto la presentazione di eventuali casi clinici dei partecipanti e la formalizzazione e discussione di un documento condiviso sui criteri diagnostici e terapeutici relativi alla gestione del paziente con cheratosi attinica. Articolato in diversi quesiti, il questionario rappresenta uno strumento di supporto nel delineare lo scenario clinico e terapeutico della cheratosi attinica in Italia. L’analisi del questionario contribuisce a: descrivere nella maniera più puntuale possibile le problematiche legate al trattamento di questa patologia; puntualizzare come evidenze scientifiche sulla cheratosi giustifichino una terapia mirata non solo alle lesioni ma all’intero campo di cancerizzazione; considerare l’aderenza al trattamento come un parametro di efficacia; delineare come la crioterapia sia la metodica terapeutica più utilizzata negli ambulatori pubblici; prendere in esame una terapia di combinazione crioterapia più trattamenti topici; valutare l’utilizzo di Ingenolo Mebutato per il trattamento del campo di cancerizzazione; mostrare punti di forza e di debolezza del trattamento con Ingenolo Mebutato; Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 16 indicare i pazienti eleggibili al trattamento con Ingenolo Mebutato. Discussione e punti di Consensus Allo scopo di raggiungere la finalità precipua del progetto che consiste nel riuscire a delineare un documento di Consensus sugli orientamenti di diagnosi e terapia in tema di cheratosi attinica, soprattutto alla luce delle nuove evidenze scientifiche emerse dalla letteratura, i partecipanti al Board danno inizio al confronto delle esperienze cliniche e alla discussione di ognuno dei casi clinici oggetto di presentazione. Viene individuato come primo punto di Consensus, e avvertita come necessità imprescindibile per il paziente affetto da cheratosi attinica, l’importanza dell’aderenza al trattamento, quale premessa indispensabile di efficacia della terapia farmacologica. Come per qualsiasi altro trattamento medico, la mancanza di aderenza alle prescrizioni terapeutiche può pregiudicare gli esiti della cura delle cheratosi attiniche. Di pari importanza all’aderenza al trattamento, e quale suo naturale corollario, emerge come punto di condivisione la gestione del paziente. Il paziente affetto da cheratosi attinica e in trattamento con terapie topiche, come Ingenolo Mebutato, è un paziente che richiede più attenzione e impegno rispetto al trattamento con altre metodiche, soprattutto in considerazione delle reazioni cutanee locali (LSR) che si manifestano dopo l’applicazione del farmaco. Le LSR sono reazioni infiammatorie attese e prevedibili che esprimono il meccanismo d’azione del farmaco, una iniziale necrosi del tessuto cutaneo e la successiva risposta immunitaria. Le LSR, tuttavia, tendono a risolversi in maniera autonoma, senza alcun esito cicatriziale, anche quando si manifestano con un certo grado di severità. A questo si lega, come ulteriore punto di Consensus, la questione di educare il paziente alla gestione della patologia e istruirlo a un corretto uso del farmaco. Condizione indispensabile per la somministrazione di Ingenolo Mebutato è l’autosufficienza del paziente o una sua gestione da parte di persone affidabili. Adeguatamente formato sul corretto uso dose-superficie e preparato sulle manifestazioni cutanee che possono presentarsi dopo l’applicazione del farmaco, il paziente mostra tranquillità e sicurezza su come gestire le reazioni infiammatorie provocate dal Picato. In altri termini, il trattamento delle LSR è strettamente correlato alla gestione del paziente. La complessità di questa patologia, che deve assommare al tempo della diagnosi il tempo dell’istruzione al trattamento, porta il Board a evidenziare quanto sia limitato il tempo codificato per la gestione del paziente con cheratosi attinica nelle strutture ambulatoriali pubbliche. Altro punto sul quale i dermatologi presenti al Board esprimono unanime Consensus attiene all’assunto della cheratosi attinica come carcinoma squamo-cellulare in situ. Come testimoniato da importanti lavori della letteratura internazionale, le lesioni cheratosiche, che insorgono su aree di cute foto-danneggiate, se non trattate possono progredire in forme di neoplasie invasive di carcinoma squamo-cellulare. Stabilito che le lesioni attiniche vadano considerate come tumori allo stadio iniziale, con il rischio di evoluzione in forme di carcinoma squamoso invasivo, il Board si riconosce, come punto condiviso, nell’affermazione che la cheratosi attinica sia una patologia sottovalutata. Non solo da parte dei pazienti che non sempre percepiscono la gravità di questa patologia, ma anche da una parte della classe medica che continua a considerare le lesioni cutanee quali forme precancerose opzionali e non come tumore cutaneo in fase precoce dalla possibile evoluzione in carcinoma spino-cellulare. Il successivo punto sul quale viene espressa una condivisione di opinioni individua nel trattamento in combinazione sequenziale di crioterapia e Ingenolo Mebutato una modalità di cura che migliora l’efficacia della terapia nelle cheratosi attiniche. Alla crioterapia viene riconosciuto il ruolo di cheratolitico e di ablazione della singola lesione mentre a Picato viene riservata l’azione mirata alla bonifica dell’intero campo di cancerizzazione. In seguito a quanto appena affermato, è unanime il riconoscimento nell’attestare che la crioterapia è una metodica poco standardizzata, ma utile nel trattamento delle singole lesioni. La crioterapia, secondo i partecipanti, ha il vantaggio di Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 17 essere una metodica veloce, rapida, economica e sempre disponibile. Ha costituito un approccio al trattamento delle lesioni attiniche, strutturato e consolidato nel tempo, finché non è emersa come questione centrale il trattamento del campo di cancerizzazione. Da questo deriva come punto di Consensus, la legittimazione di Ingenolo Mebutato come trattamento ottimale del campo di cancerizzazione. In un’area della cute circoscritta per l’applicazione, Picato non limita la sua azione al solo trattamento delle lesioni visibili, ma provvede alla bonifica delle lesioni subcliniche limitrofe e di difficile diagnosi. Inoltre, viene riconosciuto come la pulizia del campo di cancerizzazione attraverso la terapia con Ingenolo Mebutato possa favorire l’exeresi di eventuali basaliomi. Da ultimo, come punto di Consensus, viene sollevata dal Board l’istanza di definire un protocollo di follow-up dei pazienti dopo il trattamento per una prevenzione secondaria. A partire dal crescente ricorso a Ingenolo Mebutato nella cura delle cheratosi attiniche, sarebbe importante definire uno schema di trattamento in caso di recidiva dopo la terapia con questo farmaco e dare una risposta a un problema, mai affrontato in nessuno studio internazionale, se proseguire con Picato o passare ad altre modalità di trattamento. Schema punti di Consensus Importanza dell'aderenza al trattamento Gestione del paziente-LSR prevedibili Istruire ed educare il paziente per l'autosomministrazione AK è un carcinoma in situ AK è una patologia sottovalutata Le terapie sequenziali (es. crioterapia + Ingenolo Mebutato) migliorano l'efficacia Crioterapia è una metodica poco standardizzata ma utile per il trattamento delle singole lesioni Ingenolo Mebutato è una terapia ottimale per il trattamento del campo di cancerizzazione Il trattamento dell'LSR è correlato alla gestione del paziente Importanza di definire un protocollo di follow-up dei pazienti dopo il trattamento per una prevenzione secondaria Conclusioni Ricca di spunti interessanti e animata da riflessioni stimolanti, la riunione dell’Advisory Board giunge a conclusione e consegna ai dermatologi partecipanti alcuni messaggi chiave: la centralità della rilevanza clinica delle cheratosi attiniche; la conseguente necessità di un trattamento appropriato e tempestivo delle lesioni cheratosiche, al fine di evitare che quest’ultime possano interessare i tessuti profondi del derma e degenerare in un tumore cutaneo invasivo, il carcinoma squamo-cellulare; l’evidenza clinica di come le terapie mirate al campo di cancerizzazione rappresentino la modalità più efficace per il trattamento non solo delle lesioni cheratosiche visibili, ma anche di quelle subcliniche non visibili a occhio nudo. Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 18 ADVISORY BOARD AREA ABRUZZO-LAZIO Luigi Zicari (RM), Luigi Laviola (LT), Vilma Ciccone (LT), Roberto Marciano (RM), Andrea Paradisi (RM), Federica Morelli (PE), Maria Elena Marra (CH), Paola Toto (CH). Introduzione A quasi un decennio dalla pubblicazione degli ultimi dati epidemiologici sulla prevalenza della cheratosi attinica in Italia (L. Naldi et al. Arch Dermatol 2006) e a fronte di stime di prevalenza e incidenza in continuo aumento per questa patologia, LEO Pharma ha avvertito l’esigenza di promuovere un’iniziativa allo scopo di focalizzare l’attenzione sull’importanza di diagnosi e cura delle cheratosi attiniche. Evidenze scientifiche dimostrano la necessità di trattamento delle lesioni della cheratosi attinica per evitare una loro potenziale progressione in carcinoma squamo-cellulare. Per mettere a punto lo stato dell’arte della pratica clinica nel trattamento della cheratosi attinica in Italia, LEO Pharma, sotto l’egida della sua Direzione Medica, ha strutturato un progetto basato su sei Advisory Board, composti da dermatologi di diverse realtà geografiche dell’intero territorio nazionale. Ha quindi organizzato questi eventi allo scopo di aprire una riflessione sugli orientamenti terapeutici dei partecipanti di ogni singolo Advisory Board sulla gestione del paziente con cheratosi attinica e mettere a confronto le varie esperienze cliniche. Alla conclusione di ogni evento, il progetto ha programmato di derivare un documento di Consensus dei punti salienti emersi dallo svolgimento dei lavori. Materiali e metodi Il progetto ha contemplato di sottoporre ai partecipanti un questionario da com- pilare, la simulazione di casi clinici e il commento degli stessi. Ha, altresì, previsto la presentazione di eventuali casi clinici dei partecipanti e la formalizzazione e discussione di un documento condiviso sui criteri diagnostici e terapeutici relativi alla gestione del paziente con cheratosi attinica. Articolato in diversi quesiti, il questionario rappresenta uno strumento di supporto nel delineare lo scenario clinico e terapeutico della cheratosi attinica in Italia. L’analisi del questionario contribuisce a: descrivere nella maniera più puntuale possibile le problematiche legate al trattamento di questa patologia; puntualizzare come evidenze scientifiche sulla cheratosi giustifichino una terapia mirata non solo alle lesioni ma all’intero campo di cancerizzazione; considerare l’aderenza al trattamento come un parametro di efficacia; delineare come la crioterapia sia la metodica terapeutica più utilizzata negli ambulatori pubblici; prendere in esame una terapia di combinazione crioterapia più trattamenti topici; valutare l’utilizzo di Ingenolo Mebutato per il trattamento del campo di cancerizzazione; mostrare punti di forza e di debolezza del trattamento con Ingenolo Mebutato; Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 19 indicare i pazienti eleggibili al trattamento con Ingenolo Mebutato. Discussione e punti di Consensus Sottesa dall’assunto non dichiarato che il dermatologo debba riappropriarsi della cheratosi attinica come una patologia elettivamente di sua pertinenza, si apre un’accesa e animata discussione fra i partecipanti del Board. Il confronto è teso a mettere a fuoco le problematiche diagnostiche e terapeutiche, derivate dalle proprie esperienze nella pratica clinica e presenti nella gestione del paziente affetto da lesioni cheratosiche, da formalizzare in un documento di opinioni condivise. Il primo punto sul quale il Board trova una Consensus attiene al trattamento delle reazioni cutanee locali (LSR). Instaurare un atto medico rivolto alla cura delle LSR ha lo scopo di gestire le problematiche emozionali del paziente associate alle reazioni cutanee provocate dalla terapia con Ingenolo mebutato. La prescrizione di creme idratanti e di unguenti con finalità lenitiva, pur nella consapevolezza dell’effetto placebo da parte del clinico, aiutano a tranquillizzare il paziente, che ha così la sensazione di curare i malesseri provocati dalla terapia instaurata per il trattamento delle lesioni da cheratosi attinica. Il successivo punto di condivisione è relativo al tema della cheratosi attinica come patologia sottovalutata da parte del paziente. Il paziente non percepisce le lesioni cheratosiche come una patologia, ma tende a banalizzarle e a derubricarle a “macchie della vecchiaia” che non necessitano di alcun trattamento terapeutico. A margine di questo atteggiamento di sottovalutazione del paziente, viene evidenziato come la cheratosi attinica possa essere sottovalutata anche da parte del Medico di Medicina Generale e come per molti anni lo sia stata perfino dallo specialista dermatologo. In conformità con i recenti dati della letteratura scientifica, un riconoscimento unanime è riservato alla rappresentazione della cheratosi attinica come carcinoma squamocellulare in situ che presenta un rischio di evoluzione in un epitelioma con elevate potenzialità metastatiche. Altro punto toccato che vede un’opinione condivisa dei partecipanti riguarda l’aderen- za alla terapia come presupposto fondamentale di efficacia. La brevità del trattamento con Ingenolo mebutato rispetto alle altre metodiche terapeutiche aumenta l’aderenza alla terapia ed è quindi garanzia di maggiore efficacia. Il Board esprime un giudizio condiviso pure nel definire come limite dell’attività di Ingenolo mebutato l’area di trattamento. Le caratteristiche farmacologiche e il meccanismo d’azione di Picato, che trovano una naturale estroversione nella pratica clinica, sono sicuramente penalizzate da un’area di trattamento confinata in 25 cm2, che impedisce al farmaco di esprimere tutte le sue potenzialità. Questo soprattutto alla luce di un innovativo concetto di distretto, segnalato ripetutamente durante la discussione dei casi clinici, che prevede l’allargamento del campo di cancerizzazione a un’area molto più ampia. Allo stesso tempo, un limite di Ingenolo mebutato viene reputato essere il problema del costo per i dermatologi che svolgono la propria attività clinica nel privato e non lavorano in strutture pubbliche. Il costo del farmaco risulta troppo gravoso per il paziente che si rivolge allo specialista privato e non può beneficiare della rimborsabilità garantita dal Sistema Sanitario Nazionale. Saldamente collegato alla gestione del paziente come punto nodale della cura della cheratosi attinica, i partecipanti del Board si riconoscono nella tesi che la terapia con Ingenolo mebutato risulta “fidelizzante” rispetto al trattamento con crioterapia. Se si riesce a stabilire un rapporto empatico con il paziente, l’efficacia del farmaco finisce per diventare uno strumento di fidelizzazione. Istruito sulle reazioni cutanee che possono manifestarsi e sulla tempistica della loro comparsa, evoluzione e risoluzione, il paziente matura fiducia nei confronti del farmaco e mostra fidelizzazione a un trattamento che propone tempi certi nella sua evoluzione. Contrariamente a una metodica come crioterapia che tende a procrastinare sempre più l’andamento terapeutico. Inoltre, gli esiti del trattamento con crioterapia sono peggiori di quelli con Ingenolo mebutato. Infatti le lesioni cheratosiche trattate con crioterapia tendono a essere sostituite da tessuto cicatriziale per- Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 20 manente, mentre la terapia con Picato garantisce la “restitutio ad integrum” della texture cutanea. Marcando una differenza con le indicazioni “accademiche” della letteratura scientifica e facendo riferimento alla “real life” della pratica clinica quotidiana, si giunge all’ultimo punto di Consensus che rappresenta in qualche modo il “leitmotiv” della riunione del Board. Riguarda il concetto di profilare il paziente e personalizzare il trattamento delle cheratosi attiniche secondo criteri di età, sesso, ceto sociale e distretto anatomico. Nell’approccio clinico viene ritenuto fuorviante partire dalla patologia e focalizzare l’attenzione sulle lesioni, ma si sostiene essere un atteggiamento clinico più corretto quello che mette al centro il paziente e le sue peculiarità. Si ritiene necessaria l’evoluzione del concetto di campo di cancerizzazione in quello di distretto, un’area anatomica molto più estesa. A questo proposito, i partecipanti dichiarano che sarebbe auspicabile avere una carta del rischio, un algoritmo per la stratificazione del rischio, come strumento necessario per orientare il clinico nell’approccio diagnostico e terapeutico della gestione del paziente con cheratosi attinica. Coerentemente con questo atteggiamento clinico, il Board suggerisce un trattamento tassativo di “distretto” per viso e cuoio capelluto sia in presenza di lesione singola sia di lesioni multiple. Il trattamento di "distretto" è un approccio terapeutico innovativo perché ha lo scopo di intervenire, attraverso una combinazione di terapie sequenziali, sull'intero viso o cuoio capelluto, considerati come un unico campo di cancerizzazione. L’associazione di un trattamento focale e di uno distrettuale a scopo preventivo e di bonifica dell’intero distretto he il fine di scongiurare qualsiasi ipotesi di sviluppo di epitelioma. Mentre, per quanto riguarda le lesioni di tronco ed estremità, il Board ammette l’opzione di scelta terapeutica, focale o distrettuale, in funzione della profilazione del paziente. La gestione del tronco come distretto è più facile e il rischio per il paziente ha una valenza decisamente minore. Schema punti di Consensus Viso e scalpo: trattamento di campo (sia lesione singola che multipla) AK = SCC in situ Trattamento delle LSR solo per tranquillizzare il paziente Patologia sottovalutata dal paziente (macchie) Aderenza => brevità del trattamento Limite: area di trattamento Limite: il costo per chi non lavora in struttura SSN Trattamento con IM – fidelizzazione vs crioterapia Esiti di crioterapia peggiori Personalizzazione del trattamento per età, sesso, ceto sociale Sarebbe auspicabile un algoritmo per la stratificazione del rischio Tronco ed estremità: profilare il paziente Conclusioni Ricca di spunti interessanti e animata da riflessioni stimolanti, la riunione dell’Advisory Board giunge a conclusione e consegna ai dermatologi partecipanti alcuni messaggi chiave: la centralità della rilevanza clinica delle cheratosi attiniche; la conseguente necessità di un trattamento appropriato e tempestivo delle lesioni cheratosiche, al fine di evitare che quest’ultime possano interessare i tessuti profondi del derma e degenerare in un tumore cutaneo invasivo, il carcinoma squamo-cellulare; l’approccio clinico alla cheratosi attinica in funzione di concetti innovativi quali una terapia mirata non solo al campo di cancerizzazione ma all’intero distretto e una personalizzazione del trattamento. Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 21 ADVISORY BOARD CAMPANO Mariolina Guarino (NA), Concetta Capezza (NA), Umberto Raulo (NA), Salvatore Campitiello (SA), Alighiero Caputo (CE), Roberto Costanzo (CE), Paola Di Caterino (CE). Introduzione A quasi un decennio dalla pubblicazione degli ultimi dati epidemiologici sulla prevalenza della cheratosi attinica in Italia (L. Naldi et al. Arch Dermatol 2006) e a fronte di stime di prevalenza e incidenza in continuo aumento per questa patologia, LEO Pharma ha avvertito l’esigenza di promuovere un’iniziativa allo scopo di focalizzare l’attenzione sull’importanza di diagnosi e cura delle cheratosi attiniche. Evidenze scientifiche dimostrano la necessità di trattamento delle lesioni della cheratosi attinica per evitare una loro potenziale progressione in carcinoma squamo-cellulare. Per mettere a punto lo stato dell’arte della pratica clinica nel trattamento della cheratosi attinica in Italia, LEO Pharma, sotto l’egida della sua Direzione Medica, ha strutturato un progetto basato su sei Advisory Board, composti da dermatologi di diverse realtà geografiche dell’intero territorio nazionale. Ha quindi organizzato questi eventi allo scopo di aprire una riflessione sugli orientamenti terapeutici dei partecipanti di ogni singolo Advisory Board sulla gestione del paziente con cheratosi attinica e mettere a confronto le varie esperienze cliniche. Alla conclusione di ogni evento, il progetto ha programmato di derivare un documento di Consensus dei punti salienti emersi dallo svolgimento dei lavori. Materiali e metodi Il progetto ha contemplato di sottoporre ai partecipanti un questionario da com- pilare, la simulazione di casi clinici e il commento degli stessi. Ha, altresì, previsto la presentazione di eventuali casi clinici dei partecipanti e la formalizzazione e discussione di un documento condiviso sui criteri diagnostici e terapeutici relativi alla gestione del paziente con cheratosi attinica. Articolato in diversi quesiti, il questionario rappresenta uno strumento di supporto nel delineare lo scenario clinico e terapeutico della cheratosi attinica in Italia. L’analisi del questionario contribuisce a: descrivere nella maniera più puntuale possibile le problematiche legate al trattamento di questa patologia; puntualizzare come evidenze scientifiche sulla cheratosi giustifichino una terapia mirata non solo alle lesioni ma all’intero campo di cancerizzazione; considerare l’aderenza al trattamento come un parametro di efficacia; delineare come la crioterapia sia la metodica terapeutica più utilizzata negli ambulatori pubblici; prendere in esame una terapia di combinazione crioterapia più trattamenti topici; valutare l’utilizzo di Ingenolo Mebutato per il trattamento del campo di cancerizzazione; mostrare punti di forza e di debolezza del trattamento con Ingenolo Mebutato; Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 22 indicare i pazienti eleggibili al trattamento con Ingenolo Mebutato. Discussione e punti di Consensus A partire dalla gestione del paziente, emersa dalla discussione dei casi clinici e dall’analisi del questionario come questione nodale che merita un’attenta riflessione, l’Advisory Board campano individua come primo punto del documento di Consensus l’importanza della fidelizzazione e della responsabilizzazione del paziente. Il paziente va fidelizzato all’utilizzo del trattamento e al contempo va reso consapevole di come la manifestazione di una semplice “crosticina” possa progredire in un serio problema clinico e, quindi, responsabilizzato sull’importanza della cheratosi attinica. Il secondo punto di Condivisione attiene alla Crioterapia, pratica molto diffusa ma poco standardizzata. Benché sia una metodica terapeutica ampiamente utilizzata nel trattamento delle lesioni cheratosiche, la Crioterapia, secondo il parere dei dermatologi campani, può avere un razionale d’impiego come terapia di induzione e nel trattamento della singola lesione. Risulta tuttavia un trattamento non ottimale in presenza di tessuto cutaneo molto danneggiato, che necessita, invece, di una terapia topica rivolta alla bonifica del campo di cancerizzazione. Trattamento topico che per i partecipanti del Board deve essere indirizzato verso la scelta di Ingenolo Mebutato e Imiquimod. La sottovalutazione della cheratosi attinica e del suo legame con il campo di cancerizzazione rappresenta un ulteriore punto di Consensus. Sottovalutazione clinica preoccupante in un territorio, come quello campano, che presenta una rilevante incidenza di cheratosi attinica a causa di molte attività lavorative svolte all’aperto e legate a pesca, agricoltura e commercio ambulante. La sottovalutazione di questa patologia va ascritta non solo al paziente e ai suoi familiari, ma soprattutto al medico di medicina generale, che andrebbe sensibilizzato nella percezione dell’importanza della cheratosi attinica e, possibilmente, coinvolto nella gestione del paziente che, come già osservato, rappresenta un problema primario nel trattamento della malattia. Schematizzando la tipologia del paziente da trattare con crioterapia o con trattamento topico viene indicato il foto-danneggiamento della cute come uno dei possibili criteri di scelta. La cute foto-danneggiata è sicuramente espressione di lesioni cheratosiche e per cute foto-danneggiata si intende una degenerazione non solo dell’epidermide, ma anche del derma nelle sue fibre collagene e nelle sue fibre elastiche. Degenerazione che ha come sua causa principale l’azione cronica dei raggi solari UV e può essere racchiusa nel termine di dermatoeliosi. Pertanto, in presenza di cute fotodanneggiata, il trattamento preferibile è senza dubbio quello topico, ma potrebbe essere presa in considerazione anche una terapia combinata con Ingenolo Mebutato, previa crio-induzione. Un altro punto di Consensus riguarda la Cheratosi attinica come carcinoma in situ. In base alle più recenti acquisizioni scientifiche questa patologia è da intendersi non più solo come condizione pre-cancerosa, ma come epitelioma in situ, dal momento che le lesioni della cheratosi attinica e quelle del carcinoma spinocellulare hanno caratteristiche citologiche e istologiche sovrapponibili. Ne consegue un’ideale schematizzazione terapeutica che prevede in presenza di una sola lesione il ricorso a trattamenti fisici quali crioterapia, laserterapia o altre metodiche terapeutiche, mentre lesioni multiple, suggestive di cute foto-danneggiata, indirizzano verso un trattamento topico mirato a trattare contestualmente le lesioni cliniche evidenti e il circostante campo di cancerizzazione. Un altro criterio di valutazione del trattamento può essere rappresentato dall’età del paziente. Evidenze cliniche mostrano come l’epitelioma spino-cellulare rispetto a quello baso-cellulare venga riscontrato con maggior frequenza nel paziente con età avanzata e indirizzano, quindi, elettivamente il paziente anziano verso un trattamento topico per una maggiore necessità di bonificare l’intero campo di cancerizzazione. Il punto di Consensus successivo è rappresentato dall’aderenza terapeutica come condizione fondamentale per l’efficacia del trattamento. Da quanto si è potuto osservare nella simulazione dei casi clinici, il raggiungimento di questo obiettivo ha come passaggio obbligato l’istruzione del paziente alla gestione delle possibili reazio- Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 23 ni cutanee locali e alle modalità d’impiego di Ingenolo Mebutato. L’istruzione del paziente assume un ruolo fondamentale nella prescrizione del trattamento poiché un paziente ben istruito avrà maggiori possibilità di ottenere risultati positivi. Il paziente va reso consapevole delle reazioni cutanee locali che possono manifestarsi e reso edotto, come paradossalmente, una forte reazione possa essere rappresentativa dell’azione del farmaco. Si perviene all’efficacia di Ingenolo Mebutato nelle lesioni subcliniche come punto da finalizzare nel documento di Consensus. A pochi centimetri dalla lesione clinica visibile, in un’area apparentemente sana, si stima, in genere, la presenza di dieci lesioni subcliniche che necessitano di essere trattate dal momento che non è possibile prevedere né i tempi, né quali di queste lesioni potrebbero avere un’evoluzione in forme cellulari cancerose. L’efficacia di Ingenolo Mebutato su queste lesioni è sovrapponibile a quella sulle lesioni cheratosiche visibili dal momento che presentano le stesse caratteristiche genetiche e istopatologiche. L’ultimo punto di condivisione è relativo ai nuovi modi per interpretare e approcciare a “terapie di combinazione”: Crioinduzione + Ingenolo Mebutato, legato alle evidenze cliniche della necessità di trattare non solo le lesioni ma anche l’intero campo di cancerizzazione. Schema punti di Consensus Fidelizzazione/Responsabilizzazion e del paziente Crioterapia molto diffusa ma poco standardizzata Sottovalutazione della patologia Cheratosi attinica come carcinoma in situ Aderenza terapeutica fondamentale per l’efficacia Picato efficace sulle lesioni subcliniche Nuovi modi per interpretare ed approcciare a “terapie di combinazione”: crioinduzione + Picato. Conclusioni Ricca di spunti interessanti e animata da riflessioni stimolanti, la riunione dell’Advisory Board giunge a conclusione e consegna ai dermatologi partecipanti di alcuni messaggi chiave: la centralità della rilevanza clinica delle cheratosi attiniche; la conseguente necessità di un trattamento appropriato e tempestivo delle lesioni cheratosiche, al fine di evitare che quest’ultime possano interessare i tessuti profondi del derma e degenerare in un tumore cutaneo invasivo, il carcinoma squamo-cellulare; l’evidenza clinica di come le terapie mirate al campo di cancerizzazione rappresentino la modalità più efficace per il trattamento non solo delle lesioni cheratosiche visibili, ma anche di quelle subcliniche non visibili a occhio nudo. Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 24 ADVISORY BOARD AREA PUGLIESE Michele Ciavarella (FG), Luca Convertini (BR), Tommaso Florio (BA), Gaetano Iurilli (BA), Francesco Mazzotta (BA), Francesco Rinaldi (BR), Emiliano Sordi (LE), Ivana Romano (LE). Introduzione A quasi un decennio dalla pubblicazione degli ultimi dati epidemiologici sulla prevalenza della cheratosi attinica in Italia (L. Naldi et al. Arch Dermatol 2006) e a fronte di stime di prevalenza e incidenza in continuo aumento per questa patologia, LEO Pharma ha avvertito l’esigenza di promuovere un’iniziativa allo scopo di focalizzare l’attenzione sull’importanza di diagnosi e cura delle cheratosi attiniche. Evidenze scientifiche dimostrano la necessità di trattamento delle lesioni della cheratosi attinica per evitare una loro potenziale progressione in carcinoma squamo-cellulare. Per mettere a punto lo stato dell’arte della pratica clinica nel trattamento della cheratosi attinica in Italia, LEO Pharma, sotto l’egida della sua Direzione Medica, ha strutturato un progetto basato su sei Advisory Board, composti da dermatologi di diverse realtà geografiche dell’intero territorio nazionale. Ha quindi organizzato questi eventi allo scopo di aprire una riflessione sugli orientamenti terapeutici dei partecipanti di ogni singolo Advisory Board sulla gestione del paziente con cheratosi attinica e mettere a confronto le varie esperienze cliniche. Alla conclusione di ogni evento, il progetto ha programmato di derivare un documento di Consensus dei punti salienti emersi dallo svolgimento dei lavori. Materiali e metodi Il progetto ha contemplato di sottoporre ai partecipanti un questionario da com- pilare, la simulazione di casi clinici e il commento degli stessi. Ha, altresì, previsto la presentazione di eventuali casi clinici dei partecipanti e la formalizzazione e discussione di un documento condiviso sui criteri diagnostici e terapeutici relativi alla gestione del paziente con cheratosi attinica. Articolato in diversi quesiti, il questionario rappresenta uno strumento di supporto nel delineare lo scenario clinico e terapeutico della cheratosi attinica in Italia. L’analisi del questionario contribuisce a: descrivere nella maniera più puntuale possibile le problematiche legate al trattamento di questa patologia; puntualizzare come evidenze scientifiche sulla cheratosi giustifichino una terapia mirata non solo alle lesioni ma all’intero campo di cancerizzazione; considerare l’aderenza al trattamento come un parametro di efficacia; delineare come la crioterapia sia la metodica terapeutica più utilizzata negli ambulatori pubblici; prendere in esame una terapia di combinazione crioterapia più trattamenti topici; valutare l’utilizzo di Ingenolo Mebutato per il trattamento del campo di cancerizzazione; mostrare punti di forza e di debolezza del trattamento con Ingenolo Mebutato; Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 25 indicare i pazienti eleggibili al trattamento con Ingenolo Mebutato. Discussione e punti di Consensus La sessione relativa al confronto fra le esperienze cliniche dei partecipanti al Board pugliese dà origine a un’interessante discussione che mette in risalto tanti argomenti di rilevanza clinica, la cui summa può essere sintetizzata nei punti di Consensus raggiunti. Il primo punto di giudizio condiviso si riferisce alla equiparabilità di cheratosi attinica e carcinoma a cellule squamose in situ, ma solo secondo una classificazione di istologia patologica. Infatti, non tutti i partecipanti, pur rispecchiandosi nei dati recenti della letteratura scientifica, mostrano adesione a riconoscere la singola lesione cheratosica come area foto-danneggiata che necessita di un trattamento mirato al campo di cancerizzazione. Sempre in base alle esperienze dei partecipanti nella pratica clinica, il secondo punto di Consensus viene trovato nel riconoscere la superiore efficacia a lungo termine di Ingenolo mebutato nel trattamento delle cheratosi attiniche, come testimoniato da una ottima compliance che si riscontra nei pazienti e dai risultati di grande soddisfazione ottenuti al follow-up. Viene, altresì, affermato come Ingenolo mebutato mostri una netta superiorità nelle recidive a breve tempo rispetto a metodiche terapeutiche quali crioterapia, Diclofenac e PDT. Strettamente legato al discorso dell’efficacia del farmaco e della sua positiva azione nei confronti delle recidive, nel corso della discussione dei casi clinici emerge il punto di Consensus forse più importante e riguarda la gestione del paziente. Intesa nei suoi diversi aspetti: comunicazione sulla patologia, istruzione sul corretto utilizzo del farmaco e preparazione sulle reazioni cutanee locali attese. Il paziente va reso consapevole dell’importanza della patologia, gli va spiegato che le lesioni potrebbero potenzialmente evolvere in lesioni tumorali maligne e, quindi, necessitano di essere trattate. Allo stesso tempo va istruito sia il paziente sia un eventuale accompagnatore, in caso di paziente anziano, sulle reazioni cutanee locali che possono manifestarsi dopo le applicazioni di Ingenolo mebutato. Una pratica istruttiva, empatica e convincente, potrebbe essere quella di mostrare le foto di altri pazienti già precedentemente trattati, da quelle che mostrano le manifestazioni delle Reazioni Locali Cutanee (LSR) a quelle che presentano la risoluzione delle lesioni cheratosiche. Va cercato di stabilire, in altri termini, una sorta di alleanza terapeutica fra specialista dermatologo e paziente al fine di ottenere una ottimale gestione della patologia. A margine della questione relativa alla gestione del paziente, viene sottolineata l’importanza di una campagna educazionale da fare sul Medico di Medicina Generale. Il MMG va sensibilizzato su una patologia come la cheratosi attinica e coinvolto nella gestione del paziente con questa problematica dermatologica. Va inoltre formato sulle nuove opzioni terapeutiche, quali Ingenolo mebutato, oggi a disposizione del clinico. L’approccio alla conoscenza di questo farmaco potrà evitare al MMG di inviare allo specialista il paziente con prescrizione di numerose applicazioni di crioterapia e aiutarlo a comprendere come le reazioni cutanee locali, associate all’azione farmacologica di Ingenolo Mebutato, siano prevedibili, gestibili e sterili. Altro punto che vede una condivisione di opinione riguarda la maneggevolezza del farmaco. La brevità dei tempi di trattamento, due o tre giorni di applicazioni, è motivo di maggiore aderenza alla terapia rispetto alle altre opzioni terapeutiche. Aderenza al trattamento che risulta essere una condizione decisiva per l’efficacia della terapia. A questo dell’aderenza si lega come ulteriore punto di Consensus la convinzione che le LSR vadano considerate come un falso problema. La semplificazione della gestione del paziente con cheratosi attinica, garantita dalla terapia con Ingenolo mebutato, rende possibile superare le problematiche emozionali che le LSR possono provocare. Generalmente questi sono pazienti “abituati a soffrire”, perché, in molti casi, sottoposti a precedenti trattamenti con crioterapia, diclofenac o PDT che generano numerose reazioni cutanee locali. Condiviso l’assunto che tutte le lesioni cheratosiche, sia singole che multiple, necessitano di essere trattate indipendentemente dai tempi e dalle modalità della tera- Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 26 pia, si giunge all’ultimo punto di Consensus relativo all’identificazione del paziente e al suo corretto approccio terapeutico. Ricollegandosi al concetto di cheratosi attinica come carcinoma squamo-cellulare in situ, il Board esprime una condivisione unanime nell’indicazione di applicare una terapia mirata al campo di cancerizzazione nel caso di lesioni multiple in un’area definita con foto-danneggiamento e individuare Ingenolo mebutato come trattamento elettivo. Mentre non riesce a raggiungere una Consensus sul trattamento di campo per la singola lesione, indipendentemente dalla foto-esposizione, dal foto-danneggiamento cutaneo e dall’età del paziente. Schema punti di Consensus AK = SCC in situ IM, vs crioterapia - PDT Diclofenac, è efficace sulle recidive Gestione del paziente semplificata con IM Tutte le AK, singole o multiple, vanno trattate Maneggevolezza del farmaco LSR non sono un problema Aderenza al trattamento garantita Istruire ii pazienti con foto di altri pazienti Lesioni multiple --> trattamento di campo Lesioni singole in area fotoesposta -> trattamento di campo Conclusioni Ricca di spunti interessanti e animata da riflessioni stimolanti, la riunione dell’Advisory Board giunge a conclusione e consegna ai dermatologi partecipanti alcuni messaggi chiave: la centralità della rilevanza clinica delle cheratosi attiniche; la conseguente necessità di un trattamento appropriato e tempestivo delle lesioni cheratosiche, al fine di evitare che quest’ultime possano interessare i tessuti profondi del derma e degenerare in un tumore cutaneo invasivo, il carcinoma squamo-cellulare; l’evidenza clinica di come le terapie mirate al campo di cancerizzazione rappresentino la modalità più efficace per il trattamento non solo delle lesioni cheratosiche visibili, ma anche di quelle subcliniche non visibili a occhio nudo. Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 27 ADVISORY BOARD AREA CALABRIA-SICILIA Federico Amato (EN), Giuseppe Bordieri (PA), Domenico D'Amico (CZ), Massimo Frazzitta (TP), Rosa Licastro Cicero (CT), Pietro Morrone (CS), Giada Sapienza (CT), Delia Letterio (ME). Introduzione A quasi un decennio dalla pubblicazione degli ultimi dati epidemiologici sulla prevalenza della cheratosi attinica in Italia (L. Naldi et al. Arch Dermatol 2006) e a fronte di stime di prevalenza e incidenza in continuo aumento per questa patologia, LEO Pharma ha avvertito l’esigenza di promuovere un’iniziativa allo scopo di focalizzare l’attenzione sull’importanza di diagnosi e cura delle cheratosi attiniche. Evidenze scientifiche dimostrano la necessità di trattamento delle lesioni della cheratosi attinica per evitare una loro potenziale progressione in carcinoma squamo-cellulare. Per mettere a punto lo stato dell’arte della pratica clinica nel trattamento della cheratosi attinica in Italia, LEO Pharma, sotto l’egida della sua Direzione Medica, ha strutturato un progetto basato su sei Advisory Board, composti da dermatologi di diverse realtà geografiche dell’intero territorio nazionale. Ha quindi organizzato questi eventi allo scopo di aprire una riflessione sugli orientamenti terapeutici dei partecipanti di ogni singolo Advisory Board sulla gestione del paziente con cheratosi attinica e mettere a confronto le varie esperienze cliniche. Alla conclusione di ogni evento, il progetto ha programmato di derivare un documento di Consensus dei punti salienti emersi dallo svolgimento dei lavori. Materiali e metodi Il progetto ha contemplato di sottoporre ai partecipanti un questionario da com- pilare, la simulazione di casi clinici e il commento degli stessi. Ha, altresì, previsto la presentazione di eventuali casi clinici dei partecipanti e la formalizzazione e discussione di un documento condiviso sui criteri diagnostici e terapeutici relativi alla gestione del paziente con cheratosi attinica. Articolato in diversi quesiti, il questionario rappresenta uno strumento di supporto nel delineare lo scenario clinico e terapeutico della cheratosi attinica in Italia. L’analisi del questionario contribuisce a: descrivere nella maniera più puntuale possibile le problematiche legate al trattamento di questa patologia; puntualizzare come evidenze scientifiche sulla cheratosi giustifichino una terapia mirata non solo alle lesioni ma all’intero campo di cancerizzazione; considerare l’aderenza al trattamento come un parametro di efficacia; delineare come la crioterapia sia la metodica terapeutica più utilizzata negli ambulatori pubblici; prendere in esame una terapia di combinazione crioterapia più trattamenti topici; valutare l’utilizzo di Ingenolo Mebutato per il trattamento del campo di cancerizzazione; mostrare punti di forza e di debolezza del trattamento con Ingenolo Mebutato; Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 28 indicare i pazienti eleggibili al trattamento con Ingenolo Mebutato. Discussione e punti di Consensus Al termine della riunione, che ha visto coniugare in termini proficui e propositivi aspetti di mera didattica a esperienze di pratica clinica quotidiana, si passa a delineare i punti di condivisione emersi dai lavori e, soprattutto, dalla discussione dei casi clinici presentati dai partecipanti e di quelli simulati proposti dalla direzione medica di LEO Pharma. Viene riconosciuto come primo punto di Consensus la considerazione della Cheratosi attinica come vero e proprio Carcinoma in situ. Pur non presentando atipie cancerose, le lesioni cheratosiche sono caratterizzate da alterazioni genetiche che in potenza possono degenerare in carcinoma squamo-cellulare. Oggetto di un lungo e acceso contraddittorio, si passa al secondo punto di Consensus che attiene al campo di cancerizzazione e al suo trattamento. La posizione condivisa stabilisce come in presenza di una singola lesione in una zona foto esposta vi sia la consapevolezza del campo di cancerizzazione e la conseguente necessità di avviare un presidio terapeutico mirato alla bonifica del campo stesso. Mentre, una singola lesione in zona non foto esposta deve essere considerata una lesione dubbia di cui difficilmente si può avere la certezza che si tratti di cheratosi attinica, ma, piuttosto, potrebbe far supporre la presenza già di un epitelioma. Riconosciuto, come iniziale premessa, il criterio di profilare il paziente prima di iniziare qualsiasi terapia, in base a parametri relativi a compliance, età, grado di mobilità, risposta a eventi avversi, si passa ad affermare come punto di condivisione quanto l’aderenza alla terapia sia fondamentale per l’efficacia. Altro punto di Consensus riguarda la terapia di combinazione crioterapia e Ingenolo Mebutato. Si attribuisce alla crioterapia la funzione di valido sostegno nella terapia sequenziale che vede l’impiego di questa metodica nel trattare una singola lesione e il successivo utilizzo di Picato come presidio terapeutico nella bonifica del campo di cancerizzazione. Rappresenta punto di condivisione l’efficacia di Ingenolo Mebutato sia per rapidità d’azione sia per il trattamento delle lesioni subcliniche. La clearance completa delle lesioni, a 57 giorni dall’inizio della terapia, e la clearance istologica che si osservano dopo trattamento con Ingenolo Mebutato sono motivi che favoriscono l’aderenza al trattamento, già riconosciuta come presupposto di efficacia. Emerge, altresì, come elemento di Consensus la questione delle reazioni cutanee locali (LSR). Le LSR che si manifestano dopo un trattamento con Ingenolo Mebutato non costituiscono affatto un problema nella gestione del paziente. Si tratta di un farmaco che ha caratteristiche di assoluta maneggevolezza con effetti collaterali inferiori a quelli di Imiquimod sia per intensità sia per durata. Le LSR sono gestibili, di breve durata, scompaiono dopo poche settimane dall’inizio del trattamento, e presentano pustole generalmente sterili. Tuttavia, in molte situazioni si rende necessaria la prescrizione di emollienti o anche di creme antibiotiche con funzione placebo allo scopo di tranquillizzare il paziente. Da questo segue l’opinione condivisa di fidelizzare il paziente alla terapia e responsabilizzarlo sulla patologia. La cheratosi attinica è una malattia che non va sottovalutata per la sua possibile evoluzione in una neoplasia invasiva. Altro punto di Consensus riguarda il followup. Sulla stregua di quanto avviene per la terapia fotodinamica sarebbe opportuno istituire un follow-up del paziente in trattamento con Ingenolo Mebutato ogni 3 mesi per 4 volte all’anno nel primo anno di terapia. È motivo di condivisione la questione che attiene alla sensibilizzazione del medico di medicina generale. Questi va coinvolto non tanto sul trattamento della cheratosi attinica o sul concetto di campo di cancerizzazione, quanto sull’importanza della patologia che, in molte situazioni, può essere sottovalutata. Ultimo punto di Consensus è relativo alla equiparazione dei tempi di gestione del trattamento della crioterapia e di Ingenolo Mebutato. Tra i motivi che orientano la gran parte dei dermatologi ambulatoriali a scegliere la crioterapia come trattamento di una singola lesione cheratosica vanno individuati l’immediatezza e la rapidità d’azione di questa metodica. I tempi di trattamento della crioterapia e la spiega- Cheratosi Attinica Italian LEO Pharma Advisory Boards 29 zione delle reazioni cutanee locali da essa provocate sono del tutto sovrapponibili ai tempi di prescrizione e istruzione all’utilizzo di Ingenolo Mebutato. A parità di tempi, la scelta terapeutica di Ingenolo Mebutato si fa preferire per la risoluzione della singola lesione e per la bonifica del campo di cancerizzazione oltre a un risultato estetico migliore. Non solo non si osservano gli esiti cicatriziali propri di un trattamento con crioterapia ma si assiste a un vero e proprio ringiovanimento della pelle. Schema punti di Consensus Fidelizzazione/Responsabilizzazion e del paziente Crioterapia molto diffusa ma poco standardizzata Sottovalutazione della patologia Serve maggiore focus sulla patologia Importanza del trattamento del campo di cancerizzazione AK come carcinoma in situ Aderenza terapeutica fondamentale per l’efficacia Picato efficace sulle lesioni subcliniche Nuovi modi per interpretare ed approcciare a terapie di combinazione Singola lesione in zona foto esposta = campo di cancerizzazione In 10 minuti di visita si riesce ad istruire su patologia e trattamento Ingenolo mebutato è un farmaco maneggevole – LSR gestibili, brevi e con reazioni sterili Follow up ogni 3 mesi per paziente post trattamento I tempi di trattamento di crio + spiegazione LSR = diagnosi e prescrizione IM MMG da sensibilizzare sulla AK Conclusioni Ricca di spunti interessanti e animata da riflessioni stimolanti, la riunione dell’Advisory Board giunge a conclusione e consegna ai dermatologi partecipanti di alcuni messaggi chiave: la centralità della rilevanza clinica delle cheratosi attiniche; la conseguente necessità di un trattamento appropriato e tempestivo delle lesioni cheratosiche, al fine di evitare che quest’ultime possano interessare i tessuti profondi del derma e degenerare in un tumore cutaneo invasivo, il carcinoma squamo-cellulare; l’evidenza clinica di come le terapie mirate al campo di cancerizzazione rappresentino la modalità più efficace per il trattamento non solo delle lesioni cheratosiche visibili, ma anche di quelle subcliniche non visibili a occhio nudo.