Algeria - Mercati a confronto

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Algeria - Mercati a confronto
Algeria
Febbraio 2008
Informazioni Generali
L'Algeria è uno stato dell'Africa del nord appartenente al Maghreb, parzialmente occupato dal
deserto del Sahara. Secondo paese del continente per superficie, confina a nord con il mar
Mediterraneo, mentre le frontiere terrestri si dividono con la Tunisia a nord est, Libia a est,
Niger a sud est, Sahara occidentale, Mauritania e Mali a sud ovest, per terminare con il
Marocco ad ovest.
Superficie: 2.381.741 Km2
Capitale: Algeri (2.442.000 abitanti)
Altre città principali
Setif (1.335.000 ab.)
Orano (1.310.000 ab.)
Constantine (750.000 ab.)
Annaba (517.000 ab.)
Tizi Ouzou (350.000 ab.)
Sidi Bel Abbas (154.745 ab.)
Blida (131.615 ab.)
Popolazione: 33.190.000 abitanti - 2007 dati ONU (densità 13,1 abitanti per Km2)
Lingua: La lingua ufficiale del paese è l’arabo; utilizzate il berbero e il francese
Religione: Musulmani (99,5%); Cattolici (0,1%). Vi sono minoranze di ibaditi, musulmani
scismatici di ceppo berbero, e di mozabiti
Moneta: L’unità monetaria è il Dinaro Algerino (AD), DZD, diviso in 100 centimes o 20 douros.
Dal settembre 1994 è stato adottato per la moneta algerina un cambio flessibile basato sulle
quotazioni di mercato. Successivamente invece il tasso ufficiale di cambio è stato basato su
una relazione fissa tra il dinaro ed un paniere di monete.
Il tasso di cambio ufficiale del Dinaro Algerino a settembre 2007 è di 95.1896 AD per 1 euro.
Sistema politico
L’Algeria - la cui indipendenza dalla Francia risale al 1962 - è una Repubblica presidenziale,
popolare e democratica.
L’approvazione nel 1989 di una nuova Costituzione sancisce l’importante passaggio dal sistema
monopartitico al multipartitismo (circa 50 partiti).
Nel novembre 1996 un referendum popolare ha ratificato una riforma costituzionale stabilendo
l’illegalità dei partiti fondati sulla religione e sull’etnia.
La nuova Costituzione, entrata in vigore nel 1997, ha anche previsto l’istituzione di una
seconda Camera legislativa introducendo quello che viene definito "il sistema bicamerale",
basato su una Camera bassa, l’Assemblea Nazionale popolare, formata da 380 membri eletti a
suffragio diretto (elezioni tenutesi nel giugno del 1997 a sostituzione del Consiglio Nazionale di
transizione costituito nel maggio del 1994), ed una Camera Alta, il Consiglio della Nazione, che
consta di 144 seggi, dove due terzi dei membri sono eletti attraverso il sistema delle
consultazioni municipali, mentre un terzo è nominato dal Presidente.
Prossime elezioni legislative: maggio 2012.
In base alla Costituzione il Presidente viene eletto a suffragio diretto con mandato
quinquennale.
Il potere esecutivo è esercitato dal Consiglio dei Ministri che è presieduto dal Primo Ministro
eletto direttamente dal Capo dello Stato.
Dal punto di vista amministrativo l’Algeria è divisa in 48 wilayas, che sono divisi in dairas. Ogni
daira comprende diverse municipalità che costituiscono gli elementi base dell’organizzazione
territoriale.
Capo dello Stato: Abdel-Aziz Bouteflika, anticipatamente eletto il 27 aprile 1999 e confermato
per un secondo mandato il 9 aprile 2004 (prossime elezioni: aprile 2009).
Primo Ministro: Abdelaziz Belkhadem
Partiti politici
Front de Libération National (FLN); Rassemblement nationale democratique (RND); Front des
Forces Socialistes (FFS); Rassemblement pour la Culture et la Démocratie (RCD); Mouvement
de la riforme nationale (Islah); Mouvement de la societe pour la paix (MSP Islamista); Parti de
Travailleurs; a questi si aggiungono: Hamas, ora conosciuto come Harakat Moushtama Issilm
(HMI); Ennahda (islamici moderati), Ahd 54 party.
Principali indicatori economici
Indicatore
PIL a prezzi correnti (miliardi di AD)
PIL a prezzi correnti (miliardi di US$)
Tasso di crescita reale (%)
Inflazione %
Tasso di disoccupazione
Bilancia commerciale (milioni di US$)
Esportazioni (Fob)
Importazioni (Fob)
Saldo
Tasso di cambio AD/US$ (media annuale)
Debito estero (milioni di US$)
Riserve internazionali (milioni di US$ - escluso
l’oro)
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country
2004
6,1
85,0
5,2
4,6
15,9
2005
7,5
102,6
5,3
1,9
16,0
2006
8,2
113,2
2,9
2,6
14,9
2007
8,9
125,3
4,8
4,1
14,1
33.631
17.950
15.681
72,06
22.000
46.380
19.570
26.810
73,28
17.600
53.789
21.236
32.553
72,65
4.400
61.975
25.573
36.402
70,80
3.800
43.246 56.303
77.914
97.973
Report gennaio 2008
Rischio paese
Nella classifica del Rischio Paese, aggiornata da SACE a dicembre del 2007, l’Algeria è collocata
nella 3a Categoria di rischio su 7 (1 minor rischio; 7 maggior rischio), considerato come rischio
medio. Categoria Consensus: 2.
CONDIZIONI DI ASSICURABILITA’:
Rischio sovrano: apertura
Rischio bancario: apertura
Rischio corporate: apertura
Congiuntura
L’Algeria, dopo l’indipendenza nel 1962, si è impegnata in un programma di riforme strutturali
che ha consentito di ammodernare e rendere più efficienti quasi tutti i settori produttivi, in
particolare l’agricoltura e l’industria. Il Paese oggi può pertanto considerarsi ampiamente
avviato verso l’implementazione di una economia di mercato. Il sistema economico algerino
resta però ancora vulnerabile a causa della forte dipendenza dal settore degli idrocarburi, che
assicura il 96% delle entrate da esportazioni ed è appetibile per i capitali esteri, ma che allo
stesso tempo vincola fortemente le prospettive di crescita economica della nazione alle
variazioni dei prezzi internazionali dei prodotti del settore. In generale si può affermare che
l’economia algerina sta attraversando una fase particolarmente positiva, testimoniata anche
dalla contrazione dell’inflazione che, dopo l’impennata conosciuta negli anni a cavallo tra il
1994 ed il 1995 con valori prossimi o superiori al 30%, si è assesta negli anni 2000 su valori
che non superano il 5,0%. Anche il livello di disoccupazione, seppure resti ancora alto - è
stimato intorno al 15% - negli ultimi anni è in discesa rispetto al livello dei primi anni 2000,
quando il tasso effettivo di disoccupazione era giunto al 50% tra i giovani di età inferiore ai 30
anni. L’Algeria degli anni 2000 ha infatti spesso registrato tassi di crescita del PIL superiori al
4% su base annua, che consentono nei prossimi anni di poter finalmente riassorbire in maniera
significativa la disoccupazione.
La ripresa è evidente in particolare negli ultimi anni. Il periodo 2004-2005, favorito dagli alti
prezzi del petrolio e dalle robuste esportazioni di idrocarburi, ha assicurato all’Algeria solide
entrate da petrolio e gas, che hanno consentito facilmente al PIL di assestarsi intorno al 5,2%
nel 2004 e al 5,3% nel 2005, mantenendo anche un buon surplus della bilancia commerciale.
Questo risultato è stato favorito negli ultimi anni anche dall’incremento degli investimenti
nell’edilizia e nelle infrastrutture. Nel 2006 si assiste ad un rallentamento della crescita
economica, con il PIL complessivo che è rimasto intorno al 2,9%, come conseguenza del
declino nella produzione di petrolio e di gas e di un vasto programma di manutenzione che ha
interessato un certo numero di giacimenti. A ciò si è aggiunta anche una performance delle
industrie manifatturiere del settore pubblico non pienamente soddisfacente. L’insieme di questi
fattori ha generato una contrazione del PIL complessivo algerino nel corso del 2006, che
tuttavia non inficia l’andamento positivo dell’economia del Paese.
Il 2007 conferma infatti la buona salute dell’economia algerina, registrando una crescita
complessiva del PIL del 4,8%, grazie ai progressi legati al processo di riforma del Paese e,
ancora una volta, grazie alla forte crescita del settore degli idrocarburi, che ha spinto verso
l’alto anche le spese governative. L’impennata nelle spese pubbliche, insieme alla crescita della
domanda domestica e all’aumento dei prezzi dei generi alimentari per la maggior parte del
2007, ha però generato un rialzo dell’inflazione, che nello stesso anno è tornata a superare il
4,0%.
Gran parte del merito del risanamento algerino è insito nell’impegno della presidenza di
Abdelaziz Bouteflika. I punti principali del programma presidenziale di Bouteflika hanno
riguardato principalmente la ricostruzione dell’Amministrazione ed il rilancio dell’economia,
anche grazie agli sforzi compiuti dal Paese sotto la guida del Fondo Monetario Internazionale. Il
risultato principale raggiunto è stato l’ottenimento di un clima sociale rasserenato. Grazie a
questo successo, Bouteflika ha conquistato un secondo solido mandato nelle elezioni
presidenziali dell’aprile 2004, con il supporto dell’85% degli elettori. Al momento la posizione
politica di Bouteflika appare solida ed il Presidente è impegnato nell’approvazione di un
emendamento costituzionale che gli consenta di concorrere per un terzo mandato presidenziale
nel 2009. Le elezioni legislative del maggio 2007 hanno peraltro confermato la vittoria del
Fronte di Liberazione Nazionale (FLN), che rimane il più vasto partito in Parlamento,
nonostante l’incremento dei seggi registrato dal Rassemblement nationale démocratique (RND)
e dal Mouvement de la société pour la paix (MSP).
Oggi, dopo quasi 15 anni di guerra civile, l’Algeria sta finalmente godendo di un periodo di
relativa pace e prosperità. Tuttavia, anche se l'insurrezione dei militanti Islamici non è più una
minaccia per la sicurezza almeno nei principali centri abitati, il Groupe salafiste pour la
prédication et le combat (GSPC), un piccolo gruppo di radicali islamici che si è ufficialmente
allineato con al-Qaida, continua a porre in essere attacchi terroristici, alcuni dei quali nel corso
del 2007 hanno avuto come bersaglio le sedi delle pubbliche istituzioni nel centro di Algeri.
Altri attacchi sono stati concentrati principalmente nella regione della Kabilia, dove le forze di
sicurezza ed i controlli della polizia sono meno stringenti. Nonostante la ferocia degli ultimi
attacchi terroristici, non sembra essere in corso un’intensificazione di terrorismo in Algeria,
sebbene come gli altri paesi della regione anche l’Algeria è occasionalmente teatro di alcuni
attacchi ai simboli e agli interessi occidentali.
Il Paese sta cominciando ad aprirsi agli investimenti esteri. Nonostante i correttivi da
apportare, l’Algeria ha fatto passi da gigante rispetto alla seconda metà degli anni ’90,
emergendo finalmente dallo status di paese reietto. L’Algeria degli anni 2000 è infatti salutata
dall’Occidente come paese alleato nella campagna contro la militanza islamica e nuova meta
per investimenti diretti.
In questa direzione le Autorità algerine hanno già dimostrato l’impegno a portare avanti con
ferma determinazione il processo di liberalizzazione e di apertura dell’economia nazionale. In
tale contesto, il Fondo Monetario Internazionale ha avviato la piena convertibilità della moneta
e ha esteso il processo di privatizzazione per un più ampio coinvolgimento del settore privato.
Sostanziali riforme strutturali sono in corso soprattutto nel settore della ristrutturazione delle
imprese pubbliche e sul piano legislativo con la definizione, tra l’altro, di un quadro normativo
favorevole agli investimenti esteri. Ciò ha portato ad un’accelerazione della crescita dei
consumi e degli investimenti anche nel settore degli idrocarburi, che ha consentito di registrare
dagli anni ’90 buoni incrementi del Prodotto Interno Lordo (PIL), grazie anche alla sempre
maggiore importanza del settore privato ed all’aumento della produzione agricola, nonostante
alcuni periodi caratterizzati da bassi prezzi del petrolio.
Quanto infine ai rapporti internazionali, il Presidente Bouteflika continua a cercare di migliorare
l’immagine dell’Algeria all’estero e per incoraggiare gli investimenti diretti esteri.
Una notevole importanza rivestono in particolare i legami con l’Unione Europea, come
sottolineato dalla recente firma di un Accordo di Associazione con l’Unione Europea finalizzato
alla liberalizzazione del commercio tra le due parti, così come al rafforzamento della
cooperazione in materia di sicurezza. L’Algeria rappresenta inoltre un importante fornitore di
gas per l’Unione Europea, che assorbe infatti dal paese nordafricano circa il 25% del suo
fabbisogno energetico.
Anche gli Stati Uniti sono impegnati nell’incoraggiamento degli investimenti in Algeria, che
riceve in particolare dagli USA l’appoggio nella difesa contro i militanti islamici.
Infine, ancora aperta resta la questione relativa all’autodeterminazione del Sahara Occidentale
(Saharawi), conteso tra l’Algeria ed il Marocco, che ne rivendica la sovranità sin dal 1975;
disputa nella quale si inserisce peraltro anche la Mauritania. Il raggiungimento di un accordo su
tale questione - che resta tuttavia difficile - riattiverebbe infatti l’Unione Araba Maghrebina
(AMU), cioè la zona di libero scambio che comprende un certo numero di stati Nord Africani.
Prospettive future
La gran parte della crescita economica dell’Algeria resta legata alla produzione di idrocarburi.
Nel periodo 2008-2009, grazie anche alle recenti scoperte di nuovi giacimenti, la crescita della
produzione di petrolio greggio e di gas dovrebbe continuare a crescere in maniera sostanziale.
Il governo algerino resta inoltre fortemente impegnato per aprire l’economia del Paese ed
attrarre maggiori investimenti esteri nei settori non legati agli idrocarburi. Alcuni progressi
sono stati già fatti, con un massiccio coinvolgimento di investitori stranieri nel settore delle
forniture di servizi pubblici. Alcuni settori come le telecomunicazioni, l’energia, l’acqua e le
costruzioni dovrebbero diventare progressivamente sempre più aperti, consentendo alle
imprese estere di giocare un ruolo importante nel loro sviluppo.
In particolare, l’espansione del settore delle costruzioni dovrebbe essere guidata
principalmente dal programma governativo di miglioramento delle deteriorate infrastrutture e
dall’espansione dell'edilizia economica a favore della crescente giovane popolazione. Ciò
dovrebbe favorire anche la creazione di nuovi posti di lavoro, mentre il governo adopererà
sostanziali entrate da petrolio e gas anche per espandere il settore dei servizi sociali e
l’aumento dei salari nel settore pubblico. Queste iniziative andranno a favore della crescita dei
consumi privati, sebbene le performance del vulnerabile settore dell’agricoltura resteranno il
maggiore fattore determinante dell’occupazione e delle entrate del Paese.
La crescita delle esportazioni dovrebbe restare solida sulla base dell’espansione della
produzione del settore degli idrocarburi, in particolare del gas, in aumento rispetto agli anni
precedenti sebbene ad un passo più lento rispetto a quanto registrato all’inizio degli anni 2000.
Le esportazioni non legate al settore petrol-gas saranno invece favorite da una più solida
crescita della domanda domestica dell’Unione Europea. I continui consumi domestici e
l’espansione degli investimenti in Algeria dovrebbero al contrario condurre a vivacizzare la
domanda di importazioni.
L’aumento degli investimenti rimarrà dunque forte per tutto il periodo di previsione, anche
grazie all’espansione di settori come le telecomunicazioni, l’energia, l’acqua, oltre agli
idrocarburi, che sono sempre più aperti alle partecipazioni estere.
La forte crescita del PIL dovrebbe pertanto proseguire anche nel 2008-2009: nel complesso, la
crescita reale del PIL dovrebbe accelerare fino al 5,3% nel 2008 e al 6,0% nel 2009.
Continuerà tuttavia la pressione sui prezzi interni, a causa degli aumenti nei salari sia pubblici
che privati. L’inflazione dovrebbe pertanto restare alta, sebbene in discesa rispetto al 2007,
assestandosi intorno al 4,3% nel 2008 e al 3,4% nel 2009.
L’Algeria, come conseguenza del suo impegno riformista, continuerà a ricevere un forte
supporto dall’estero, sia da parte dell’Unione Europea, con la quale continua ad essere
implementato l’Accordo di Associazione, che da parte degli USA.
2008
5,3
4,3
2009
6,0
3,4
PIL (var. %)
Inflazione (%)
Bilancia commerciale (milioni di US$)
71.200
Esportazioni
67.500
38.200
Importazioni
33.800
33.000
Saldo
33.700
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report gennaio 2008
Settori produttivi
L’Algeria, secondo Paese per estensione dell’Africa subcontinentale e che si estende per quattro
quinti nel deserto del Sahara, registra un'ampia concentrazione della popolazione nel nord del
Paese e principalmente lungo la costa del Mediterraneo, dove sorgono le due principali città, la
capitale Algeri e Orano. Al di là della conformazione del territorio però, la forte spinta
all’urbanizzazione, che si è registrata in Algeria in particolare dall’inizio degli anni ’90, è dovuta
anche e soprattutto all’esplosione della violenza islamica, che ha spinto gli abitanti delle zone
rurali a cercare rifugio nelle grandi città; cosicchè alla fine degli anni ’90, circa il 60% della
popolazione risultava stabilita nelle aree urbane.
L’economia algerina si basa attualmente sulla produzione e la lavorazione di idrocarburi (gas
naturale e petrolio); i giacimenti di gas naturale sono pressoché inestinguibili, assicurando così
la continuità futura alla voce più importante del bilancio del Paese. Questo settore contribuisce
pertanto quasi alla metà della formazione complessiva del PIL del Paese.
L’agricoltura occupa ancora gran parte della popolazione attiva, e il Governo si sta impegnando
affinché questo settore, fortemente radicato nella cultura del Paese, possa aumentare le
proprie rese. Nell’industria prevale il settore manifatturiero e quello della lavorazione delle
materie prime. Il settore dei servizi è in espansione e rappresenta circa il 20% del PIL.
La Pubblica Amministrazione contribuisce alla crescita totale per circa il 9,0% del Prodotto
Interno Lordo. Lo sviluppo del settore privato in Algeria è stato invece fortemente frenato dai
problemi di sicurezza degli anni recenti e dal misero stato dei servizi finanziari del Paese. In
aggiunta, il sistema regolamentare rimane ancora inadeguato e l’intermediazione finanziaria è
debole. Il governo è impegnato nell’affrontare tutti questi problemi, ma i progressi restano
piuttosto lenti.
Settore
2005(*)
Idrocarburi
45,1
Servizi
19,3
Agricoltura
7,7
Manifatturiero
5,2
Pubblica Amministrazione 8,6
(*) ultimo dato disponibile- Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report gennaio 2008
Materie prime
Il comparto delle materie prime contribuisce per circa il 45% alla formazione del PIL algerino,
occupa il 40% della popolazione attiva e fornisce il 96% delle entrate da esportazioni ed il 76%
delle entrate fiscali. Le principali risorse minerarie del Paese sono rappresentate da petrolio,
ferro, fosfati, carbone, piombo, zinco, rame, pirite di ferro, manganese, mercurio, uranio. Le
riserve accertate di gas naturale ammontano a 3.270 miliardi di metri cubi. La produzione di
questo gas è elevatissima e si aggira intorno ai 180 miliardi di metri cubi. Le riserve di petrolio
sono stimate in 9,3 miliardi di barili e sembrano destinate ad esaurirsi nell’arco di venti anni.
Sin dal 1991 alle compagnie internazionali è consentito di lavorare e persino di effettuare
acquisti all’interno dei giacimenti petroliferi esistenti. Le società straniere sono pertanto
ampiamente presenti nel settore degli indrocarburi dell’Algeria e vasti investimenti sono in
corso o sono stati pianificati in tutte le aree di produzione.
Si segnalano di seguito i più significativi. A fine 1995 la British Petroleum ha concluso con la
Sonatrach (l’azienda pubblica che controlla le attività di esplorazione e sfruttamento degli
idrocarburi) un accordo del valore di oltre 3,5 miliardi di US$ per l’utilizzazione e la
commercializzazione del gas naturale prodotto nei giacimenti di Salah, mentre nel 1998 sono
stati annunciati progetti per 900 milioni di US$ da parte della Società americana Amoco per lo
sviluppo di piani di sfruttamento del gas. Sempre nel 1998 la statunitense Export-Import Bank
si è impegnata per 56 milioni di US$, che seguivano ad altri 150,4 milioni di US$
precedentemente stanziati dalla Eximbank a sostegno delle Società petrolifere americane
residenti in Algeria e dello sviluppo di servizi ed attrezzature per il settore del gas. In linea con
le potenzialità offerte dal settore, la Enafor, compagnia di trivellazione nazionale e sussidiaria
della Sonatrach, ha firmato un contratto di associazione con l’italiana Saipem, una sussidiaria
dell’Ente Nazionale degli Idrocarburi (ENI), per la creazione della Sifor, una joint-venture
internazionale di trivellazione. Le due compagnie dovrebbero essere partner paritari all’interno
della Sifor.
La Legge sugli idrocarburi, entrata in vigore nel ’91, già concedeva alle Aziende straniere la
possibilità di associarsi alla Sonatrach per lo sfruttamento dei giacimenti in produzione. A
questo proposito è da citare l’esempio dell’impianto di Bir Rebaa, situato a circa 300 Km da
Hass Messaoud e sfruttato congiuntamente dall’Azienda di Stato algerina con l’Agip: la
produzione dovrebbe aver raggiunto i 50.000 barili al giorno.
La ripresa dei prezzi internazionali del petrolio durante il 1999 ed ancor più nel corso degli anni
2000, ha peraltro conferito nuova enfasi ai progetti di sviluppo del settore, che coinvolgono
anche le italiane Edison gas ed ENEL.
Nel corso del 2006 è stata approvata una nuova legge, redatta già nel 2005 a disciplina del
settore, che dovrebbe consentire una partecipazione degli operatori stranieri ancora più agile,
sia per esplorazioni che per sfruttamenti su larga scala. In particolare, con la nuova legge
migliora il sistema di regolamentazione per le industrie del petrolio e del gas, basato su criteri
di maggiore trasparenza. Gli emendamenti apportati alla legge, che è entrata in vigore il 1°
gennaio 2007, aumentano però il ruolo ed il peso del gigante del petrolio e del gas di proprietà
statale dell’Algeria, la Sonatrach, per la quale è garantita una partecipazione del 51% in tutte
le joint venture del settore.
La protezione delle installazioni estere dai possibili attacchi terroristici, viene garantita dalla
sicurezza privata e da una forte presenza dell’esercito.
La produzione di petrolio è sottoposta al sistema delle quote disposte dall’OPEC. Tutto il settore
dello sfruttamento delle materie prime resta sempre al centro di ambiziosi programmi di
sviluppo, spesso in sinergia con operatori stranieri. Le nuove disposizioni includono anche lo
sviluppo del progetto chiave Oued Amizour relativo allo zinco, vicino al porto mediterraneo di
Bejaia. E’ stato inoltre annunciato il progetto di creazione di due Agenzie che si occupino di
tutte le esplorazioni di petrolio e di gas e dei contratti di produzione. In particolare, una delle
due Agenzie dovrebbe essere responsabile per le domande di permesso e l’altra per la
supervisione del settore. Le nuove agenzie dovrebbero assumersi la responsabilità di tutta la
regolamentazione del settore, acquisendo pertanto i ruoli precedentemente rivestiti dalla
Sonatrach, anche nei confronti delle compagnie straniere. Quest'iniziativa dovrebbe inserirsi
nell’ambito dei progetti di privatizzazione di alcuni rami non fondamentali della Sonatrach, in
modo da collocare la compagnia in una posizione di migliore equilibrio rispetto al settore
privato e per renderla più competitiva.
I punti chiave che sono stati all’attenzione del governo nel suo sforzo riformista che ha
condotto alla legge sugli idrocarburi approvata nel 2006 possono così sintetizzarsi: la rimozione
degli impedimenti legislativi ed istituzionali nei confronti del settore privato e degli investimenti
esteri; il miglioramento della redditività dello sviluppo energetico e dei lavori di esplorazione;
la modernizzazione delle infrastrutture portuali del Paese per consentire alla esportazioni di
idrocarburi di mantenere il passo con la espansione delle produzione; la connessione della
popolazione rurale alla rete elettrica e del gas; la graduale istituzione di margini di profitto sui
prodotti petroliferi da essere usati per promuovere gli investimenti sia locali che stranieri nel
settore della distribuzione; il miglioramento della protezione dei lavoratori dell’industria degli
idrocarburi.
Ogni iniziativa di modernizzazione della Sonatrach viene tuttavia sempre ostacolata dai gruppi
di interesse, per il timore dell’avanzamento di possibili privatizzazioni del settore e della
perdita di posti di lavoro.
La Sonatrach ha comunque sempre proseguito con i suoi progetti di espansione della
produzione. In particolare nel 2003 è stata rilevata la necessità di cercare compagnie per
estrarre il gas naturale dai sei giacimenti nella produttiva regione occidentale del Berkine
Basin, dove sono stimate riserve per circa 252 miliardi di metri cubi. Il gasdotto ed il trasporto
del Liquid Natural Gas (LNG), necessari per liquefare il gas, sono anche inclusi nel pacchetto.
Sempre nel 2003 la Sonatrach sembrerebbe aver fatto un’ importate scoperta di gas nel sudovest del Paese: una valutazione preliminare mostra infatti una riserva di gas del volume di
17-23 miliardi di metri cubi. Dopo l’entrata a regime nel corso del 2004 dell’importante sito di
In Salah relativo al gas, nel 2005-2006 si è invece dato l’avvio al progetto sempre relativo al
gas incentrato a In Amenas, che produrrà circa 9 miliardi di metri cubi di gas all’anno e circa
60.000 barili al giorno di gas liquido. Il gas proveniente dagli impianti di In Amenas sarà
trasportato, probabilmente attraverso gasdotti, verso la Spagna e l’Italia.
In un certo senso tutto il settore energetico algerino ha compiuto notevoli avanzamenti negli
anni recenti. Sono ad esempio aumentati gli investimenti esteri nell’energia elettrica e nella
desalinizzazione come conseguenza della istituzione della Compagnia Energetica Algerina
(AEC), posseduta per parti uguali dalla Sonatrach e dalla società di Stato dell’energia Sonelgaz
e ci sono stati una serie di progetti portati avanti in joint venture con partner stranieri per la
produzione di energia e relativi ad impianti idrici.
Agricoltura
Il settore contribuisce per circa il 10% alla formazione del PIL e occupa il 25% della
popolazione attiva.
I prodotti agricoli principali sono gli agrumi, le olive e i datteri, oltre al grano, alla frutta e alla
verdura, per la maggior parte destinati a coprire il fabbisogno alimentare della popolazione.
Tuttavia, la produzione è largamente insufficiente rispetto alle esigenze reali, come dimostra il
fatto che circa il 60% del fabbisogno alimentare del Paese è importato. Alla base di tale
fenomeno vi sono la scarsità di investimenti nel settore, l’inadeguatezza delle infrastrutture e
dei metodi di coltivazione, nonché la cronica disoccupazione e lo scoppio della violenza islamica
nelle aree rurali, che ha costretto molti algerini all’esodo verso le grandi città o addirittura
all’emigrazione soprattutto verso la Francia. Il Paese è pertanto costretto ad importare grandi
quantitativi di cereali, latte, burro e zucchero. Fiorente è la produzione di pomodori per
l’industria alimentare che rappresenta uno dei rari esempi di imprenditoria privata.
A partire dal 1980 l’Algeria ha cercato di promuovere lo sviluppo del settore agricolo attraverso
l’ampliamento delle zone irrigate, l’impiego razionale di fertilizzanti e macchinari e la
costruzione di nuove dighe, importanti per incrementare la fornitura di acqua in tutto il Paese e
non solo a fini agricoli. In particolare, la diga di Keddara, attualmente terminata, aggiunge
90.000 m3 di acqua potabile al giorno per alleviarne la mancanza nella città di Algeri.
Nel settore agricolo è inoltre prevista la ridistribuzione delle terre ai coltivatori diretti
nell’intento di recuperare terreni al momento inutilizzati e incrementare gli attuali indici di resa.
Nel 1999 il governo si era invece impegnato a sbloccare i prestiti per le imprese agricole
soprattutto per finanziare l’ulteriore estensione dell’irrigazione.
Poco sviluppato, nonostante lo sviluppo costiero, il settore della pesca con una produzione
media di circa 80.000 tonnellate annue contro una stima di 170.000: la causa principale del
sottosviluppo del settore è da individuarsi nell’arretratezza complessiva dell’organizzazione e
dei metodi utilizzati, prevalentemente legati ad un’attività di tipo familiare.
Industria
Il settore industriale nel suo complesso conta per circa il 50-55% del PIL, ed occupa il 26%
della popolazione attiva.
Tra le principali attività vi sono la raffinazione del petrolio, la liquefazione di gas, la produzione
di plastica, acciaio, cemento, industrie meccaniche ed elettriche. Il manifatturiero soffre di una
carenza di materie prime e di una forte dipendenza dalle tecnologie straniere, ma tuttavia
rappresenta un comparto importante dell’industria algerina. Lo Stato controlla ancora gran
parte del settore manifatturiero: le imprese pubbliche occupano 1,2 milioni di persone, ossia il
40% della forza lavoro totale (escluso il settore amministrativo), realizzano il 45% della
produzione nazionale (esclusi gli idrocarburi) ed oltre tre quarti del valore aggiunto della
produzione industriale.
Un ruolo sempre più importante viene giocato dal settore delle costruzioni, importante fonte di
lavoro per gli algerini, grazie ai programmi di espansione edilizia legati prevalentemente
all’edilizia abitativa di tipo economico destinata ai giovani. A ciò si aggiunge un vasto
programma di ammodernamento delle infrastrutture che il governo algerino ha avviato, in
particolare per risollevare i bassi standard del sistema dei trasporti. Queste iniziative hanno dei
benefici effetti sull’espansione del settore delle costruzioni.
Tutta l’industria algerina risente però della scarsità di valuta per gli approvvigionamenti di
materie prime e semilavorati; per tale motivo gran parte delle aziende lavorerebbero
attualmente a meno del 50% della capacità produttiva. A ciò si aggiungono frequenti conflitti
sociali che accrescono le difficoltà del settore e riducono l’offerta di prodotti industriali sul
mercato interno. Secondo alcune stime, il risanamento dell’industria algerina richiederebbe una
spesa complessiva di circa 400 miliardi di dinari.
Servizi
Il settore contribuisce per meno del 30% alla formazione del Pil ed è concentrato
prevalentemente nel comparto dei servizi amministrativi.
Ancora poco sviluppati sono i servizi finanziari, mentre i servizi al turismo stanno
attraversando una fase di riorganizzazione.
Infrastrutture
Lo sviluppo del sistema dei trasporti è una delle priorità del programma di sviluppo delle
infrastrutture, basato prevalentemente su due principali schemi finalizzati al miglioramento dei
collegamenti sull’asse costale est-ovest dell’Algeria: lo sviluppo della autostrada trans-algerina
e l’ammodernamento ed elettrificazione della linea ferroviaria est-ovest da Oran ad Annaba.
La rete stradale algerina si estende per circa 88.853 Km, di cui circa 49.000 asfaltati (26.000
Km di strade principali e 23.000 Km di strade municipali).
La necessità di più vasti investimenti nel settore ha indotto il governo a considerare programmi
di privatizzazione del trasporto stradale e a coinvolgere i privati nello sviluppo delle autostrade.
Per lo sviluppo della rete stradale il governo algerino nel corso del 2006 ha stipulato un
contratto del valore di 11 miliardi di dollari con un consorzio Cinese-giapponese per lo sviluppo
della autostrada trans-algerina. Al momento, mentre sono ancora in corso alcune procedure di
esproprio dei terreni necessari allo sviluppo del progetto di collegamento est-ovest, i contraenti
hanno avviato i lavori poiché è stato stabilito un termine di 40 mesi a partire da settembre
2006 per l’ultimazione del nuovo progetto autostradale: una tratta di 399 km di strada nella
sezione a partire da est è posta a carico dei contraenti giapponesi, mentre una tratta centrale
di 169 km ed, infine, la tratta più ad ovest di 359 km, sono poste a carico dei contraenti cinesi.
A ciò si aggiungono ulteriori 114 km di strada già costruiti da contraenti locali che si
apprestano anche a completare ulteriori 175 km. In totale si tratta di un progetto di 1.216 km
di nuova autostrada.
La transahariana Algeri-Lagos (4.765 Km interamente carrozzabili) è attualmente il solo asse
stradale interafricano che sia veramente operativo. Alcune Società italiane stanno partecipando
alla costruzione dell’autostrada Lakhdaria-Bouira (32,7 Km). La scarsa qualità delle strade
algerine è la causa dei molteplici incidenti stradali che sembrerebbero rappresentare un costo
per l’Algeria che si aggira intorno ai 10 miliardi di AD.
La rete ferroviaria algerina, gestita in forma monopolistica dalla S.N.T.F. (Société Nationale de
Trasports Ferroviaires), copre prevalentemente la parte nord del Paese e consta di complessivi
4.200 km di rotaie, 1.160 dei quali a scartamento ridotto. Solo 299 Km sono tuttavia
elettrificati nel tratto tra le miniere di Ounza e il porto di Annaba; circa 215 km sono a doppio
binario. La SNTF, oltre ad aver accumulato una serie di debiti, è anche uno dei bersagli
preferiti dei gruppi ribelli islamici, come conseguenza della sua associazione con lo Stato. Già
dal 2001 il governo algerino aveva presentato proposte per l’apertura del settore ai privati, in
particolare concedendo in affitto la gestione del materiale rotabile, del settore commerciale,
della manutenzione della segnaletica e dei sistemi di sicurezza. Prima di ogni apertura ai
privati, è però necessario ristrutturare la base del settore, oggi incentrata prevalentemente sul
trasporto merci.
A tal fine il progetto di ammodernamento della ferrovia est-ovest è stato affidato all’inizio del
2007 ad una cordata di imprese straniere capeggiate dalla tedesca Siemens. Nel totale si tratta
di un progetto di circa 1.630 km di ferrovia. La S.N.T.F. ha anche lanciato un’ulteriore offerta
per la fornitura di 30 nuovi treni da utilizzare sulla nuova linea ferroviaria. Il vasto progetto di
sviluppo ed ammodernamento dovrebbe consentire secondo le proiezioni un trasporto annuo
passeggeri di circa 80 milioni di persone ed un trasporto annuo merci di 15 tonnellate nel
2010.
E’ stato recentemente varato anche un programma di sviluppo dei collegamenti ferroviari nella
regione degli altopiani e nel Sahara settentrionale per un valore di oltre 3 miliardi di US$.
Il trasporto marittimo ha un ruolo prioritario per le importazioni/esportazioni di merci. I porti
principali sono nove: tra i più importanti Algeri, Orano, Bejaia, Annaba, Skikda, e Arzew. Il
porto di Algeri è il più importante ed è interessato da programmi di estensione, che includono
anche un nuovo terminal container di 17,5 ettari. Il completamento del progetto sembrerebbe
aver portato ad un aumento della capacità di trattamento dei container dai precedenti 200.000
per anno a più di 250.000. Un secondo terminal container potrebbe essere costruito entro il
2010.
Complessivamente il Paese annovera circa 60 aeroporti tra grandi e piccoli di cui 13
internazionali. Ai 4 più grandi aeroporti esistenti nel Paese - Algeri, Orano, Annaba e
Costantine - si aggiunge il ristrutturato aeroporto internazionale di Batna che è stato
ufficialmente aperto il 5 luglio 1998, giorno dell’Indipendenza. Molti di questi aeroporti sono
stati interessati da programmi di modernizzazione. Le linee aeree sono gestite dall’Air Algerie
che si è impegnata nell’acquisto di 10 Boeing 737 per adeguarsi agli standard europei di
rumore e inquinamento. A seguito della ripresa dei collegamenti con Algeri da parte dei vettori
aerei stranieri (l’Alitalia è stata infatti la prima compagnia dell’Unione Europea a riattivare il
servizio a novembre del 1999), la compagnia aerea nazionale nel 1999 ha acquistato un nuovo
sistema di prenotazioni. Va incrementandosi anche la creazione di compagnie aeree private:
dopo la costituzione della prima nel 1998, la Eco Air, il governo ha approvato i progetti per la
costituzione di una seconda linea aerea privata, la Desert Aviation, la cui attività sarà limitata
solo alle tratte interne al Paese e la cui base sarà nella città del sud di Touggourt. Nel
comparto è operativa anche la Tassili Airlines, una joint venture pubblica tra la Sonatrach e il
vettore nazionale Air Algerie che ha ottenuto il permesso di effettuare voli interni dal
settembre 1998.
Nel settore delle telecomunicazioni opera la compagnia di stato Algérie Télécom della quale già
con legge del 2000, in vista di un restringimento del ruolo dello Stato, è stata da tempo
prevista la privatizzazione. Nel corso del 2007 il governo algerino è sembrato nuovamente
interessato ad una parziale privatizzazione della compagnia telefonica di Stato, avendo
nominato come consulente per tale operazione il Banco Santander. Tuttavia non si registrano
progressi in merito a tale privatizzazione. Al contrario, molto attivo è il comparto della telefonia
mobile. Il primo gestore di telefonia mobile in base al sistema GSM in Algeria è stato la
Orascom Telecom dell’Egitto, operativa dalla metà del 2001 in base ad una licenza della durata
di 15 anni, automaticamente rinnovabile per un periodo di cinque anni. Nel corso del 2007 il
governo ha annunciato alcuni programmi riguardanti la nomina di una banca di investimenti
come consulente per il lancio di un’offerta internazionale relativa alla vendita di nuove licenze
nel settore della telefonia mobile di Terza Generazione (3G). I principali operatori di telefonia
mobile già operanti in Algeria ed interessati alle nuove offerte di licenze sono la Orascom
Telecom dell’Egitto, che annovera circa 10,2 milioni di sottoscrittori al proprio servizio di
telefonia “Diezzy”, la compagnia di stato Algérie Télécom che offre il servizio “Mobilis”, con
circa 7,5 milioni di sottoscrittori e la Wataniya Telecom del Kuwait, presente con il servizio
Nedjma, che conta circa 3,3 milioni di sottoscrittori. Oltre a questi un certo numero di operatori
del Golfo Arabo sono anche espressamente interessati ad entrare nel mercato algerino, come
la Emirates Telecommunications Corporation (Etisalat) degli Emirati Arabi Uniti e la MTC of
Kuwait. La licenza 3G rappresenta infatti un modo per entrare nel mercato algerino.
Per quanto riguarda Internet, all’inizio del 2001 una società locale, la Eepad, ha firmato un
accordo con il provider francese di Internet Wanadoo, per l’acquisizione del 20% del capitale
della Eepad. La Wanadoo al suo ingresso nel settore ha pianificato di investire 20 milioni di
US$ in cinque anni, mentre la Eepad ha considerato l’accordo utile all’espansione della base dei
sottoscrittori da 4000 a 30.000. Un altro accordo coinvolge invece anche la Telecom Italia per
la posa di cavi sottomarini che colleghino l’Algeria con la Spagna. I cavi porteranno l’Algeria a
connettersi alla rete europea per la trasmissione della voce e dei dati.
Il settore della tecnologia delle informazioni è attualmente contrastato dalla limitata dotazione
di hardware e di servizi rispetto al crescere della domanda. Il governo sta così cercando di
espandere il settore attraverso l’apertura agli investimenti esteri. Una serie di accordi sono
stati raggiunti con diversi operatori di Internet, finalizzati ad aumentare il numero degli
utilizzatori.
Turismo
La capacità alberghiera dell’Algeria si aggira attualmente intorno ai 50.000 posti letto. Le
Autorità hanno deciso di privatizzare la gestione della attività turistiche e gli investimenti.
Primo passo concreto in questa direzione è stata la creazione di un Ministero per il Turismo,
che dovrebbe favorire la partecipazione di capitali privati e delle imprese straniere allo sviluppo
del settore. Tuttavia, diversamente dal Marocco e dalla Tunisia, l’Algeria non ha mai sviluppato
l’industria del turismo. Sin dall’indipendenza, la dura opposizione del fronte arabo, così come
una certa insofferenza spesso mostrata nei confronti delle nazioni occidentali, hanno frenato
ogni genere di sviluppo in questo settore.
Il patrimonio naturale del Paese non è mai stato sfruttato a fini turistici e ciò spiega l’assenza
di strutture alberghiere adeguate.
Restrizioni valutarie e difficoltà per ottenere il visto turistico (peraltro necessario all’ingresso
nel Paese) hanno ulteriormente impedito lo sviluppo del settore.
Sulla base di queste premesse il turismo è finora rimasto una voce trascurabile nell’economia
algerina. Una politica di rilancio del settore è stata però definita a partire dal 2000, avente per
obiettivi l’incoraggiamento di investimenti volti a realizzare nuove partnership, il miglioramento
delle forniture globali e la spinta delle industrie artigianali.
Privatizzazioni
Per quanto riguarda le privatizzazioni, pur essendo prevista dal 1994 la partecipazione dei
capitali privati nelle imprese pubbliche, gran parte di esse è ancora sotto il controllo dello
Stato.
A parte il settore energetico e quello minerario, la cui apertura agli investimenti esteri è stata
disposta a partire dalla metà del 2001 (il primo è stato fino ad allora completamente gestito
dalla società statale Sonatrach e il secondo dalla società statale Sonarem), l’industria
manifatturiera è controllata per quasi il 90% da una decina di Enti statali, che impiegano circa
il 70% del totale degli addetti dell’industria. Anche l’attività commerciale nel Paese era fino a
poco tempo fa sotto il controllo statale. Dal 1989 le attività di commercio con l’estero invece
non sono più sottoposte al monopolio statale e sono aperte a tutti gli operatori economici: i
monopoli all’importazione, prima detenuti da Società pubbliche, sono stati sostituiti da
concessioni per l’importazione di merci destinate ad essere vendute nel Paese. In base al
Decreto n. 91-37, l’accesso ai mercati esteri è consentito a tutte le persone fisiche o giuridiche
regolarmente iscritte al Registro del Commercio. In particolare, la libertà di effettuare
importazioni è accordata a tre categorie di operatori: aziende produttrici di beni e servizi,
imprese pubbliche e grossisti e concessionari.
Nei primi mesi del 1995, seguendo i programmi di ristrutturazione economica concordati con il
FMI, le autorità algerine hanno promosso un disegno denominato Linee guida sulla
privatizzazione divenuto poi legge nel luglio ’95. In base a tale progetto, lo Stato manterrebbe
comunque una forma di controllo su tutte le aziende privatizzate; i dipendenti di tale aziende
potrebbero acquisire fino al 30% in quote del capitale totale. I settori destinati alla
privatizzazione parziale sono il turismo, le assicurazioni, i lavori pubblici, le piccole e medie
imprese che operano su scala regionale e locale, nonché le aziende di trasporti.
Per incentivare la ristrutturazione del settore pubblico, il Parlamento ha introdotto nei primi
mesi del ’97 alcuni emendamenti alla normativa sulla privatizzazione, abolendo le norme che
vietavano di ridurre il personale ed offrendo agli acquirenti dilazioni di pagamento e/o incentivi
fiscali.
Nuove leggi finalizzate a liberalizzare maggiormente l’industria ed il commercio e a dismettere
gradualmente i monopoli statali sono state approvate tra il 1998 ed il 1999.
Nell'esposizione dei programmi governativi a partire dal 1999 erano incluse nella lista delle
privatizzazioni 12 fornaci per produzione di laterizi e 4 impianti di produzione di bevande
analcoliche. Sempre nel ‘99 è stato inoltre previsto il lancio di un’offerta pubblica iniziale (IPO)
relativa al 20% della proprietà della Banque Nationale d’Algerie (BNA), la più grande banca
statale del Paese. Nel corso del 2000 il governo algerino ha rilasciato dichiarazioni ufficiali
riguardanti progetti di vendita di partecipazioni in 250 enti statali attraverso un programma di
privatizzazione per fasi, accompagnati dall’introduzione di una nuova legge sulla
privatizzazione prevista per la fine dell’anno insieme ad una nuova spinta verso drastiche
riforme economiche.
I settori destinati alla parziale o totale vendita, individuati già nel 2000 ed ancora all’attenzione
dei programmi di privatizzazione, sono le telecomunicazioni, la gestione degli impianti idrici, le
autostrade, gli hotel e gli aeroporti. Tuttavia, delle 1.200 imprese inserite in elenco per la
privatizzazione già nel 2001, solo 400 risulterebbero essere state vendute alla metà degli anni
2000.
Da ultimo, il governo ha annunciato che nel 2007 la Algerine Telecom, il provider di proprietà
statale delle telecomunicazioni, sarà in parte privatizzata e sarà anche ceduta una quota di
maggioranza in una delle banche commerciali di proprietà statale, la Crédit Populaire d'Algérie.
Per il periodo 2008-2009 l’attenzione del governo algerino è invece focalizzata sulla
privatizzazione dei principali porti del Paese.
Investimenti esteri
Il Governo algerino ha un atteggiamento positivo nei confronti dell’investimento straniero
considerato quale strumento efficace per promuovere la diversificazione e la modernizzazione
della struttura economica del Paese. Nell’ottobre del 1993 è entrata in vigore una nuova Legge
sugli investimenti, Code des Investissement (Decreto legislativo n. 12-93 de 5 ottobre 1993),
che riprende in parte le esperienze di altri Paesi dell’area (Marocco, Tunisia, Turchia, etc.) nel
promuovere e incentivare gli investimenti esteri. Il nuovo codice non fa alcuna distinzione tra
investitori locali e stranieri stabilendo che possono investire liberamente in Algeria tutte le
persone fisiche o morali, pubbliche e private, residenti e non residenti; nelle attività della
produzione dei beni o nei servizi nei settori dell’industria, dell’agricoltura, dei trasporti e del
commercio. Gli investimenti possono essere effettuati per la creazione di nuove imprese, per
estendere la capacità o ristrutturare imprese esistenti.
Agli investimenti è garantito il rimpatrio dei proventi dalla vendita o dalla liquidazione del
capitale; viene inoltre consentita la rimessa all’estero dei profitti, posto che la documentazione
fiscale sia in regola. Con ordinanza presidenziale del 20 agosto 2002 è stata anche istituita
un'apposita agenzia, l’ANDI (Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Investimento), presso la
quale è stato collocato il sistema dello «sportello unico» per gli investitori.
Al fine di facilitare e velocizzare tutte le operazioni e le pratiche necessarie agli investimenti, in
Algeria si può fare riferimento alle seguenti istituzioni e amministrazioni:
- ANDI - Informazioni, dichiarazioni, domande per l’ottenimento di incentivi;
- ANEM (Agenzia Nazionale per l’impiego) - Legislazione e regolamentazione sul lavoro e
assunzione di personale straniero;
- ACP - Atti amministrativi, stato civile, legalizzazioni; Gestione del territorio; Assistenza alla
localizzazione dei progetti, zone di promozione, zone speciali;
- Banca d’Algeria - Movimenti di capitale, legislazione bancaria;
- CNRC - Registro del commercio, proprietà industriale, pubblicazioni legali;
- Domaines - Concessioni di terreni per attività imprenditoriali.
La legge offre inoltre rilevanti incentivi di carattere finanziario, fiscale e doganale e consente la
creazione di zone franche.
Sono stati costituiti diversi regimi per gli investimenti esteri:
1) Regime comune, che prevede per un periodo di tre anni alcuni vantaggi fiscali fra i quali:
- l’esenzione delle tasse sulle acquisizioni immobiliari;
- applicazione della tassa di registro ridotta allo 0,5% per la costituzione di società e
aumento di capitale;
- esonero dall’imposta fondiaria;
- franchigia per Tassa sul Valore Aggiunto per beni e servizi impegnati direttamente
nella realizzazione dell’investimento;
- sgravi sulle imposte doganali ridotte al 3%, tuttavia elevate al 5% con legge
finanziaria del ‘99;
- altre agevolazioni per un periodo che può arrivare a 5 anni prevedono una riduzione
degli oneri contributivi e l’esonero dall’imposta sugli utili societari (IBS), dalla tassa
sull’attività industriale e commerciale (TAIC) e dal versamento forfettario (VF); oltre
all’applicazione di un tasso ridotto dell’IBS (33%) sugli utili reinvestiti.
2) Regime speciale, per le imprese che esportano almeno il 50% della produzione (riduzione
del 50% del carico fiscale) o che esportano il 100% della produzione (esenzione fiscale
completa). Tali aziende potranno operare in piena esenzione e saranno soggette solo ad un
contributo di natura previdenziale.
3) Regime per le aree di sviluppo: le aziende che si insedieranno in queste aree godranno di
esenzioni fiscali fino a dieci anni.
Infine, a metà agosto 2001, l’Algeria ha aperto il suo largamente inutilizzato settore minerario
agli operatori stranieri a seguito dell’approvazione di una nuova Legge Mineraria da parte di
entrambe le Camere del Parlamento.
Il Ministero dell’Energia e delle Miniere ha rilasciato una dichiarazione con la quale si affermava
che offerte internazionali sarebbero state disposte per esplorazioni e sfruttamenti su larga
scala. I programmi incentivati dalla nuova legge includono anche lo sviluppo del progetto
chiave Oued Amizour relativo allo zinco, vicino al porto mediterraneo di Bejaia.
La nuova legge permette alle compagnie minerarie di trasferire i capitali e i profitti liberamente
e prevede la sorveglianza di due Agenzie governative, una responsabile per le domande di
permesso e l’altra per la supervisione del settore. La legge dispone il rilascio di permessi
standard di esplorazione per cinque anni e di permessi di sfruttamento per 30 anni. Essa
introduce anche incentivi fiscali, incluse riduzioni per le infrastrutture e le attrezzature. A
queste disposizioni si aggiunge la legge sugli idrocarburi approvata nel corso del 2006 che
sembrerebbe ulteriormente aprire il settore alle partecipazioni estere.
Nel 1999 è stata inaugurata la borsa valori algerina, che pertanto si pone come ulteriore
segnale di apertura verso i partner stranieri. Proprio allo scopo di attrarre investitori esteri nel
mercato azionario, la legislazione sugli investimenti esteri è stata emendata nel corso del
2000, permettendo agli investitori esteri il libero accesso alla borsa e riconoscendo il diritto di
esportare gli introiti derivanti dal commercio azionario. Secondo la Banca d’Algeria (BdA-banca
centrale) i nuovi regolamenti permettono agli investitori stranieri di esportare i loro profitti
entro 60 giorni. Di particolare importanza per gli investitori alla ricerca di potenziali strategie di
uscita è la disposizione secondo la quale oggi coloro che possiedono azioni in società locali o
che sono partners in joint venture possono trasferire i guadagni delle loro attività per mezzo di
vendite azionarie.
Riguardo agli investimenti italiani l’AGIP è stata la prima Società straniera ad aver concluso
con la Sonatrach un Accordo di associazione per lo sfruttamento congiunto di un giacimento
petrolifero: si tratta dell’impianto di Bir Rebaa situato ad est di Hassi Messaoud. La produzione
dovrebbe raggiungere i 50.000 barili al giorno. Inoltre, è stata costituita una joint-venture fra
la FIAT e la Entreprise National de Production de Véhicules Particuliè res (ENPVP). La fabbrica
dovrebbe raggiungere una capacità produttiva di circa 30.000 veicoli l’anno (Progetto SATIA).
La presenza italiana in Algeria è ben consolidata. Volendo segnalare altri esempi, sempre la
Sonatrach ha istituito una construction venture, Societe generale de prefabrication et de
construction (Gepco), con due partners italiani, Bentini costruzioni e Società italiana per le
imprese miste all’estero, ed uno algerino. La stampa locale ha anche indicato un’altra jont
venture tra la Sonatrach e la Pantini costruzioni. Inoltre, l’italiana Cophital ha concluso un
accordo con due società locali, Socothyd (20%) e Simedal (10%), per la produzione di farmaci
in un impianto a Isser dove la partecipazione italiana sarà del 70%. Ancora, la Enafor,
compagnia di trivellazione nazionale e sussidiaria della Sonatrach, ha firmato un contratto di
associazione con l’italiana Saipem, una sussidiaria dell’Ente Nazionale degli Idrocarburi (ENI),
per la creazione della Sifor, una joint-venture internazionale di trivellazione.
Dopo lunghi dialoghi tra Unione Europea e Algeria già a partire dal 1999 circa la conclusione di
un Accordo per creare gradualmente una zona di libero scambio, a fine 2001 l’Accordo di
Associazione tra le due parti è stato effettivamente firmato. Con la disposizione da parte
dell’Algeria di abbassare il tasso minimo tariffario a partire dal 2002, si è in parte risolto uno
dei problemi principali che ostacolavano la conclusione dell’accordo tra il paese nordafricano e
l’UE.
Nei programmi governativi per il 2008-2009 si prevede di favorire il coinvolgimento di
investitori esteri nel settore bancario, in quello dell’industria pesante e nei progetti
infrastrutturali.
Zone franche
Il Governo algerino ha individuato la prima Zona franca nella località di Bellara (municipalità di
Jijel) nell’aprile 1997, in armonia con il nuovo «Codice per la promozione degli investimenti»
del 1993 che prevedeva la creazione di Zone franche. In base all’ordinamento le Zone Franche
sono degli spazi delimitati dove sono esercitate attività di carattere industriale o commerciale e
in cui le operazioni sono effettuate:
- in sospensione di diritti o imposte;
- in valute quotate dalla Banca d’Algeria;
- secondo procedure semplificate o specifiche.
In concreto le zone franche sono degli spazi delimitati dove si realizzano attività produttive,
prestazioni di servizi ed attività commerciali. La località può essere situata in prossimità di un
porto, aeroporto, zona industriale, oppure può includere un aeroporto o un porto, in tal caso
sugli stessi si applicano le specifiche norme di ordine pubblico.
Gli investimenti possono riguardare unicamente attività rivolte all’esportazione di beni e
servizi, cioè attività la cui commercializzazione può essere realizzata fuori del territorio
doganale; esse possono dunque essere realizzate anche all’interno delle zone doganali, ma
tutte le transazioni commerciali devono essere realizzate solo nelle valute regolarmente
quotate dalla Banque d’Algerie.
Tali Zone sono create per decreto e gestite da concessionari secondo precise procedure
stabilite da una convenzione conclusa con l’APSI. Le principali agevolazioni previste nelle Zone
franche sono:
- un esonero su tutte le imposte fiscali, parafiscali e doganali eccetto il pagamento di
contributi sociali;
- libertà di deposito senza limite di durata e senza deposito cauzionale;
- assunzione di manodopera algerina e straniera secondo condizioni liberamente stabilite in
particolare per quanto riguarda il salario, la durata dei contratti di lavoro e il regime di
sicurezza sociale;
- vendita del 20% della merce prodotta nelle zone franche nel territorio doganale algerino
(limite che può essere superato per i prodotti aventi più del 50% di valore aggiunto di
origine algerina).
Nel quadro dei nuovi orientamenti di politica economica dell’Algeria, al fine di favorire
l’incremento delle relazioni economiche e commerciali con gli altri Paesi, il Comitato Nazionale
per le Zone Franche ha deliberato la creazione di zone franche in altre cinque località, sempre
con l’obiettivo di favorire la realizzazione dei programmi di sviluppo regionale, la creazione di
imprese orientate verso i mercati esteri, il trasferimento di tecnologie, l’entrata di valuta, la
creazione di nuovi posti di lavoro con un consistente impiego di manodopera locale,
l’utilizzazione ottimale delle risorse locali, con apprezzabile aumento della produzione
nazionale.
Le nuove zone saranno: la zona franca di Ghazaouet, a poche decine di chilometri dalla
frontiera con il Marocco; la zona franca di Mostaganem, localizzata non lontano dal porto ma a
48 km da Arzew, terminale petrolifero, e a 80 km da Orano; la zona franca di Annaba, a circa
100 km dalla frontiera tunisina; la zona franca di Tamanrasset, all’estremo sud del Paese in
pieno Sahara; la zona franca di Skikda, a circa 100 km a ovest di Annaba e a oltre 500 km da
Algeri.
In Algeria sono previste anche le “zone da promuovere” cioè i comuni indicati dal decreto
esecutivo 91-321 del 14 settembre 1991, e le “zone di espansione economica”, cioè spazi
geoeconomici che presentano caratteristiche comuni di omogeneità o complementarietà
economica e sociale, offrono potenzialità di risorse naturali, umane o infrastrutturali da
valorizzare o suscettibili di favorire l’installazione di attività economiche di produzione di beni e
servizi e il loro sviluppo.
Queste zone godono di particolari agevolazioni per un periodo di tre anni o superiore, secondo
gli accordi stretti con l’APSI per progetti di particolare interesse.
Normativa societaria
Agli investitori viene offerta la possibilità di operare nel Paese avvalendosi di una delle diverse
forme societarie previste:
A) Società a Responsabilità Limitata (SARL-EURL)
- Numero di soci: almeno 1 socio;
- Responsabilità dei soci: è limitata all’ammontare della partecipazione;
- Capitale minimo: 100.000 DA (Dinaro Algerino), divisi in azioni da 1.000 DA ciascuna;
- Diritto di Registrazione: sono previsti circa 10.000 DA per le spese d’istruzione della pratica.
Per tale tipo di società è prevista la Pubblicazione dei Conti.
B) Società per Azioni (SPA)
- Numero di soci: minimo 7 azionisti;
- Responsabilità dei soci: è limitata all’ammontare degli apporti;
- Capitale minimo: 1 milione di DA (Dinaro Algerino);
- Diritto di Registrazione: sono previsti circa 10.000 DA per le spese d’istruzione della pratica.
Per tale tipo di società è prevista la Pubblicazione dei Conti.
C) Società a Nome Collettivo (SNC)
- Numero di soci: almeno 2 soci;
- Responsabilità dei soci: solidale ed indefinita;
- Capitale minimo: non è previsto un capitale minimo;
- Diritto di Registrazione: sono previsti circa 10.000 DA per le spese d’istruzione della pratica.
Per tale tipo di società non è prevista la Pubblicazione dei Conti.
D) Società in Accomandita per Azioni
- Numero di soci: sono previste due tipologie di soci (accomandatari e accomandanti);
- Responsabilità dei soci: quella dei soci accomandatari è solidale ed indefinita, mentre quella
dei soci accomandanti è limitata all’ammontare dell’apporto;
- Capitale minimo: non è previsto un capitale minimo.
Per tale tipo di società non è prevista la Pubblicazione dei Conti.
Tutte le società, attive nel settore dell’importazione, che rivendano i prodotti importati finiti
(senza alcuna trasformazione), devono possedere un capitale minimo, completamente versato,
di 20 milioni di DA.
Registrazione e Immatricolazione
Prima di avviare qualsiasi tipo di attività commerciale, è una formalità obbligatoria
l’immatricolazione al Registro del Commercio in Algeria.
L’importo dei diritti d’immatricolazione variano a seconda del capitale sottoscritto.
Spese notarili e di registrazione di una società
Le spese del notaio per la determinazione degli statuti delle aziende ammontano a circa 25.000
DA e a circa 5000 DA per definire l’atto di locazione secondo l’ammontare del canone
dichiarato.
Il diritto di registrazione è fissato allo 0,50% del capitale sociale dichiarato.
L’ammontare per il diritto di registrazione dell’atto di locazione è fissato al 2% dell’importo
dichiarato. L’ammontare per i diritti di pubblicazione degli allegati dipende dalla natura
giuridica della società.
Mercato del lavoro
Su una popolazione complessiva di 30 milioni circa di abitanti, la forza lavoro algerina è
rappresentata da poco più di un quarto (circa 7,8 milioni di persone). La disoccupazione in
Algeria è fortemente aumentata agli inizi degli anni 2000 (circa 26%), a causa del divario
creatosi tra capacità occupazionale e crescita della forza lavoro. I salari nel settore pubblico
erano tradizionalmente negoziati dal Governo e dal UGTA (Sindacato Nazionale) attraverso la
conclusione di accordi collettivi di lavoro. Nel 1990, con l’emanazione di una nuova legge sul
lavoro è stato abolito questo sistema per rispondere alle esigenze più elastiche di un’economia
di mercato competitiva. In un Paese, in cui la maggior parte della forza lavoro è già impegnata
nel settore pubblico, si prevede la creazione di nuovi posti di lavoro ancora nel settore
pubblico, dopo che la crisi economica algerina aveva portato oltre 700 imprese di stato ad
effettuare tagli del personale dal 1997. Il nuovo rinfoltimento degli impiegati statali, previsto
nei primi anni 2000, sembra la via più facilmente perseguibile per arginare il dilagare della
disoccupazione, in mancanza di incisive riforme strutturali per il rilancio del settore privato. A
ciò dovrebbe essere accompagnato anche un ritocco al rialzo dei salari pubblici, in linea con le
misure di sostegno governativo all’economia.
Le buone performance dell’economia algerina che si cominciano a registrare dalla metà degli
anni 2000, con tassi di crescita del PIL superiori al 6%, sembrerebbero suscettibili di assorbire
in parte la vasta disoccupazione: il tasso di disoccupazione è infatti sceso intorno al 14% nel
2006, che per il Paese costituisce un importante progresso.
La composizione dell’offerta di lavoro sta cambiando, con la diminuzione della percentuale dei
giovani tra i 16 ed i 25 anni, grazie agli sforzi effettuati dal Governo per creare occupazione
per tale fascia di età.
Il salario mensile medio nel 2001 (ultimo dato disponibile) era indicativamente di una somma
pari a circa 100 US$. La svalutazione del dinaro e la disponibilità di manodopera rendono,
infatti, particolarmente basso il costo del lavoro.
Salari medi mensili indicativi:
Docente universitario 22.000 - 26.000 AD
Medico ospedaliero 15.000 - 18.000 AD
Funzionario pubblico 12.000 - 15.000 AD
Tecnico specializzato 11.000 - 13.000 AD
Impiegato di concetto 11.000 - 13.000 AD
Segretaria 7.000 - 9.000 AD.
Costi industriali
Carburanti
benzina normale (90 ottani): 20,15 dinari/l.
benzina super (96 ottani): 22,25 dinari/l.
diesel: 11,75 dinari/l.
gpl: 7,20 dinari/l.
(luglio 2004)
Disciplina doganale
La disciplina doganale algerina è stata modificata e completata con la legge 98-10 del 22
agosto 1998.
L’Algeria ha progressivamente liberalizzato nel corso degli ultimi anni il commercio estero.
Ulteriori progressi in tal senso sono possibili in forza della volontà del Paese di entrare a far
parte del WTO (World Trade Organisation). Le trattative in corso con l’Unione Europea per la
creazione di un’area di libero scambio sono invece approdate a fine 2001 nella firma
dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea. Alcuni passi circa l’abbattimento delle tariffe
e la liberalizzazione del commercio sono stati da ultimo compiuti dall’Algeria anche nel corso
del 2001; altri sono tuttavia ancora necessari prima dell’ammissione definitiva nel WTO. Allo
stato attuale, non vi sono particolari restrizioni per le importazioni se non per motivi legati alla
sicurezza del Paese o per ragioni di carattere religioso (importazioni di armi, esplosivi,
narcotici, carne di maiale, etc.), né tantomeno sono richieste licenze di importazione (ad
eccezione di alcune specifiche categorie merceologiche di beni di lusso). Sul piano tariffario, dal
1992 l’Algeria adotta il sistema armonizzato di classificazione delle merci. In seguito alle ultime
modifiche introdotte con decreto del 2001, è stato disposto l’abbassamento del tasso massimo
tariffario dal 40 al 30%, con decorrenza dall’inizio del 2002 (questa disposizione segue ad una
riduzione dal 45 al 40%, già promulgata con la previsione di bilancio integrativa del 2001). Le
tariffe attualmente pertanto oscillano su valori compresi tra il 3 ed 30%, nella cui fascia è
possibile pertanto collocare in particolare due tariffe: una cosiddetta a “tasso ridotto” del 5%
ed una a “tasso intermedio” del 15%. Le aliquote più elevate si applicano ai prodotti di lusso; i
prodotti considerati strategici sono esenti da ogni tariffa doganale. Tariffe ridotte sono
applicate alle merci provenienti da paesi che accordano condizioni favorevoli all’importazione di
prodotti algerini.
E’ da segnalare che tutte le operazioni di importazione di valore superiore ai 30.000 Dinari
Algerini devono avvenire, per espressa disposizione della Banca Centrale di Algeria, tramite
banca commerciale locale domiciliataria (altrimenti non viene consentito lo sdoganamento delle
merci importate).
Dal febbraio 1995 (decreto n. 95/67 del 25/02/95) è in vigore una tassa specifica addizionale
(TSA) sulle importazioni di beni di lusso (con aliquote variabili dal 10 al 80%), applicata tra
l’altro a miele, formaggi, alcuni tipi di frutta e ortaggi, alcolici e superalcolici, cosmetici,
cristalli, gioielli e bigiotteria, elettrodomestici, autoveicoli, imbarcazioni da diporto, giocattoli ed
occhiali da sole. Tra questi prodotti dal 1995 sono state in particolare le aliquote relative ad
antenne paraboliche, veicoli da turismo, alcuni elettrodomestici, videogiochi, birre e liquori,
profumi e cosmetici ad aver subito forti aumenti fino ad arrivare all’applicazione della TSA al
tasso massimo dell’80%. La TSA si calcola sul valore Cif della merce.
I documenti richiesti dalle dogane algerine per prodotti trasportati via mare o via terra sono:
1. Fattura commerciale normalmente in cinque copie in lingua francese, araba o inglese, deve
contenere la seguente dichiarazione firmata dal venditore: «Nous certifions que la présente
facture est authentique et la seule émise par nous pour les marchandises qui y sont
énoncées, qu’elle mentionne la valeur exacte de ces marchandises sans déduction d’aucun
escompte et que l’origine des marchandises est exclusivement italienne». Oltre alle
indicazioni abituali, le fatture commerciali, devono comprendere le seguenti indicazioni:
o prezzo relativo al fatturato netto, cioè il prezzo delle merci importate escluse tutte le
altre spese;
o altre spese (imballaggio, manutenzione, ecc.);
o numero dei colli;
o peso netto e lordo;
o costo di trasporto e assicurazione.
2. Documento di carico con le seguenti indicazioni: peso lordo, misure (se possibile, in unità
metriche); marchi di identificazione, valore dei beni, costo del trasporto, nome e indirizzo
del destinatario.
3. Alcune merci devono essere accompagnate da un certificato di origine vistato dalla Camera
di Commercio competente o da un certificato di circolazione modello EUR 1 e EUR 2. Per
facilitare le procedure di sdoganamento, è opportuno includere una lista di imballaggio in
francese con le seguenti indicazioni: contenuto di ogni cassa o container, peso lordo e
netto, valore CIF.
4. Certificato di assicurazione.
5. eventuali Certificati sanitari per l’importazione di animali vivi e di prodotti di origine
animale e vegetale.
Sistema fiscale
Le principali imposte a carico delle imprese sono le seguenti.
Imposta sugli Utili delle Società (IBS)
Tale imposta colpisce l’insieme degli utili (o delle entrate) di qualunque natura essi siano,
realizzati da una società di capitale. E’ un’imposta annuale e viene applicata sull’ammontare
degli utili dell’esercizio realizzato nel corso dell’anno.
L’imposta generale ammonta al 30% degli utili realizzati.
Rappresenta la sola imposta che colpisce gli introiti di persone morali operanti in Algeria. In tal
modo, le aziende (di qualunque nazionalità) sono assoggettate all’imposizione fiscale in
ragione degli utili che provengono dalla forza lavoro impiegata in Algeria.
Nel rispetto di tali regole, le aziende devono tenere una contabilità distinta, tranne nel caso in
cui esista una convenzione fiscale tra i due Paesi (Algeria e Nazione estera).
Imposta sull’attività professionale
L’imposta sull’attività professionale (TAP) è del 2%. La base imponibile é costituita
dall’ammontare complessivo dei ricavi lordi o del fatturato.
Nell’ammontare è esclusa l’IVA.
Imposta sul valore aggiunto
E’ una imposta dovuta in proporzione al valore. Questa viene riscossa sia al tasso normale del
17% sia al tasso ridotto speciale del 7%, applicato a certi prodotti (ad esempio: materie
primee prodotti alimentari). Il fatturato dell’impresa (indipendentemente dalla sua forma
giuridica) è soggetto all’IVA, la quale è compresa nel prezzo di vendita del prodotto.
Imposta fondiaria
L’imposta sugli immobili viene stabilita annualmente in base alle proprietà in Algeria di terreni
edificabili e terreni non edificabili.
Le società straniere, che non abbiano una presenza permanente in Algeria, sono soggette ad
un regime fiscale che deroga sostanzialmente al diritto comune.
Società straniere possono essere le società di capitali o le aziende personali che esercitino a
titolo temporaneo un’attività di prestazione di servizi nell’ambito di contratti conclusi con
operatori algerini.
Se l’azienda straniera è una società di capitali, allora è soggetta all’imposta sugli utili della
società (IBS); mentre se la società straniera è rappresentata da una persona fisica o da un
insieme di persone, allora è soggetta all’imposta sul reddito complessivo (IRG) e all’imposta
data dal rapporto IRG/ ritenute sulle retribuzioni. L'aliquota maggiore viene abbassata al 35%
(dal 40%) con effetto dal 1° gennaio 2008. Lo schema di tassazione fin qui esposto è solo
indicativo, poiché il regime fiscale algerino è negli ultimi anni soggetto ad una graduale riforma
finalizzata ad una maggiore flessibilità, semplicità e trasparenza del sistema. Certamente
verranno mantenuti ed anche potenziati nel prossimo futuro gli incentivi fiscali per gli
investitori esteri, ed in particolare la previsione di un periodo di cinque anni di facilitazioni
fiscali per coloro che investono in nuovi progetti. A partire dal 2006 è poi applicata con effetto
retroattivo un’agevolazione fiscale sui profitti legati al petrolio per le compagnie petrolifere
estere.
Sistema creditizio e finanziario
La Banca Centrale di Algeria è stata istituita nel 1963, con il compito principale di emettere
moneta, oltre a disporre dei normali poteri di ogni Banca centrale. Fin dal 1968 il settore
bancario è stato dominato da tre grandi banche commerciali: la Banque Nationale d’Algérie
(BNA), la Banque Extérieure d’Algerie (BEA) e il Credito Popolare d’Algeria (CPA). Di particolare
rilievo sono inoltre la Banque Algérienne de Développement (BAD) e la Caisse National
d’Epargne et de Prévoyance (la banca nazionale di risparmio). Nel 1980 il Governo ha iniziato il
processo di decentralizzazione attraverso la creazione di Banche specializzate. Il processo è
stato avviato con la costituzione nel 1982 della Banque de l’Agricolture et de Développement
Rural (BADR). Nel 1985 è stata creata la Banque de Développement Local (BDL) per gestire la
finanza a livello provinciale (Wilaya) e comunale. Nel 1989-90 è stata data più autonomia alla
Banca Centrale rinominata Banque d’Algérie (BdA) con il compito di guidare la riforma del
sistema bancario e degli investimenti. Tuttavia, pur essendo nominalmente indipendente, la
BdA lavora a stretto contatto con il Governo. Nell’ambito delle sue competenze la Banca
Centrale nel 1998 ha approvato la creazione di una nuova banca privata, la Banque Generale
de la Mediterranee (BGM), il cui pacchetto di maggioranza appartiene ad investitori locali,
mentre l’8% del capitale sociale, che ammonta ad un miliardo di AD, appartiene ad investitori
stranieri. Tale approvazione segue alla concessione da parte della Banca Centrale di una serie
di autorizzazioni per l’apertura di una certo numero di nuove banche locali tra le quali ElKhalifa Bank, costituita con un capitale sociale di 500 milioni di AD (il minimo richiesto dalla
BdA), e Mouna Bank. La prima Banca privata dell’Algeria, Union Bank, già attiva nel mercato
finanziario commerciale, sta pianificando la creazione di fondi di investimento ed attività di
intermediazione nel nascente mercato dei capitali.
A seguito delle riforme intervenute nel sistema economico del Paese, la Banca Centrale ha
formulato nel corso del 1991 una serie di regole in materia valutaria, per adeguarsi alle
esigenze del mercato. Tali normative riguardano: i finanziamenti alle operazioni d’importazione
(n. 03/91); le regole e condizioni di cambio (n. 07/91); l’organizzazione del corso monetario
(n. 08/91); le istruzioni della Banque d’Algerie che fissano le condizioni finanziarie delle
operazioni d’importazione (n. 20/94). Nel 1994 i controlli di gestione hanno accertato che le
Banche commerciali necessitano tutte, tranne la BNA, di ricapitalizzazione per rispondere alle
norme di prudenza gestionale richieste. Lo sforzo di modernizzazione delle Banche commerciali
si è concretizzato nel limitare la concessione di crediti al 25% dei fondi. Nel 1998 tuttavia, lo
stato ha creato un nuovo fondo di garanzia, la Cassa di garanzia per il mercato pubblico
(CGMP), con il preciso scopo di dare supporto alle Banche statali algerine nel procurare fondi
alle imprese impegnate nei mercati sovvenzionati dal bilancio statale. Il CGMP in particolare
dovrebbe indennizzare le imprese, sia del settore pubblico che privato, per i pagamenti base,
dovuti e non onorati, da parte di committenti del settore statale; la Cassa dovrebbe invece
provvedere anche a risolvere altri problemi connessi ad eventuali cambiamenti nello status dei
committenti a seguito di riforme. L’esigenza di creare tale strumento è nata dalla constatazione
che soprattutto l’edilizia ed i lavori pubblici sono stati pesantemente colpiti dalla mancanza dei
pagamenti per lavori commissionati da Stato e Autorità locali.
La situazione del sistema bancario rimane comunque lontana dagli standard internazionali. Nel
1989 è stato consentito alle Banche internazionali di aprire Filiali in Algeria. Con la nuova
legislazione è possibile, inoltre, costituire joint-venture fra Banche straniere ed algerine. Il
primo esempio è stata la costituzione di una JV fra la Saudi Arabian Dallah-Al Baraka group
con la BADR. La Al Baraka ha aperto anche la prima Società di leasing in Algeria in jointventure con la BEA. Hanno aperto Filiali anche la Citibank e la Union Bank. Il piccolo gruppo di
istituzioni finanziarie straniere presenti in Algeria ha comunque cercato di incrementare nel
1998 anche la portata delle sue operazioni; ciò in particolare per quanto riguarda la Citicorp, la
Arab Banking Corporation (ABC), la Societé Generale e la Banque Nationale de Paris che
proprio recentemente ha riaperto i suoi uffici in Algeria.
Grazie anche all’aiuto della Banca Mondiale, tutto il settore bancario è al centro di un
programma di ristrutturazione dal 1999.
Dal 1999 si è andata delineando anche una certa apertura alla privatizzazione del settore
bancario, avviata con l’annuncio da parte del governo dell’intenzione di vendere il 20-30% del
pacchetto azionario della Banque Nationale d’Algérie ad investitori locali e stranieri. I
programmi di privatizzazione del settore bancario restano ancora all’attenzione del governo,
che da ultimo ha annunciato di voler cedere il pacchetto di maggioranza della la Crédit
Populaire d'Algérie.
Principali trattati
Accordo bilaterale per evitare la doppia imposizione dei redditi
Firmato: 18/05/1991
Ratificato: L. n. 335 del 18/08/1993 comunicato in G.U. n. 204 SO del 31/08/1993
Validità: 10 anni – rinnovo tacito decennale. Denuncia a un anno.
Accordo sulla promozione e protezione reciproca degli investimenti
Firmato: 03/02/1991
Ratificato: L. n. 711 del 1412/1994 . G.U. n. 301 SO del 27/12/1994
Validità: illimitata. Denuncia a 6 mesi
Strumenti comunitari di cooperazione
Per contribuire allo sviluppo economico e sociale dell’Algeria e rafforzare le relazioni bilaterali è
stato concluso un Accordo di Cooperazione tra l’Unione Europea e l’Algeria che risale al 1977
(Regolamento CEE n. 2210/78 del Consiglio in GUCE L 263 del 27 settembre 1978) e sulla
base del quale sono stati conclusi i diversi protocolli finanziari che hanno regolamentato la
cooperazione nel corso degli anni ‘70 e ‘80.
L’Algeria è peraltro tra i Paesi firmatari della Dichiarazione di Barcellona del novembre 1995
che prevede la costituzione, entro il 2010, di un’area di libero scambio tra i 15 Paesi membri
dell’Unione Europea ed i 12 partner della riva sud del Mediterraneo. In tale contesto, il 19
dicembre 2001 è stato firmato l’Accordo di Associazione CE/Algeria analogo a quello concluso
dai paesi vicini (Marocco e Tunisia).
I principali elementi dell’accordo di associazione sono: un dialogo politico ed economico
regolari; la progressiva realizzazione di una zona di libero scambio, nel rispetto delle norme
dell’OMC; delle disposizioni relative alla liberta di stabilimento, la liberalizzazione dei servizi, la
libera circolazione dei capitali e l’applicazione delle regole comunitarie della concorrenza; delle
disposizioni nell’ambito della giustizia e affari interni; il rafforzamento della cooperazione
economica; la realizzazione di una cooperazione sociale e culturale; la cooperazione
finanziaria; l’instaurazione di un Consiglio di associazione e di un Comitato di associazione con
poteri decisionali.
L’Algeria, inoltre, è tra i Paesi terzi che partecipano alla politica europea di vicinato (ENPI
2007-2013), insieme ai Paesi del Mediterraneo meridionale e orientale, la Moldova, la
Bielorussia e i paesi del Caucaso meridionale, cui è rivolto il programma “Lo strumento
europeo di vicinato e partenariato”, che va a sostituire quindi il programma MEDA e, in parte,
TACIS. Lo strumento fornisce inoltre sostegno al partenariato strategico dell’Unione europea
con la Russia.
Il regolamento n. 1638/2006 del 24 ottobre 2006, adottato dal Parlamento europeo e dal
Consiglio, istituisce uno strumento di vicinato e partenariato volto a fornire un’assistenza
comunitaria finalizzata alla creazione di una zona di prosperità e di buon vicinato tra l’Unione
Europea e i Paesi ed i territori destinatari del programma. L'assistenza comunitaria sarà
utilizzata a beneficio dei paesi partner. Essa può altresì essere utilizzata a beneficio comune
degli Stati membri e dei paesi partner e delle loro regioni, allo scopo di promuovere la
cooperazione transfrontaliera e transregionale
L'assistenza comunitaria incentiverà il consolidamento della cooperazione e la progressiva
integrazione economica tra l'Unione europea e i paesi partner e, in particolare, l'attuazione di
accordi di partenariato e di cooperazione, di accordi di associazione o di altri accordi presenti o
futuri. Essa incoraggerà altresì gli sforzi dei paesi partner volti a promuovere il buon governo e
un equo sviluppo sociale ed economico.
L’assistenza comunitaria sarà utilizzata per sostenere misure nell'ambito dei seguenti settori di
cooperazione:
- promozione del dialogo politico e della riforma in campo politico;
- promozione del ravvicinamento delle legislazioni e delle regolamentazioni verso standard
più elevati in tutti i settori di pertinenza, in particolare per incoraggiare la progressiva
partecipazione dei paesi partner al mercato interno e l'intensificazione degli scambi;
- consolidamento delle istituzioni e degli organismi nazionali preposti all'elaborazione e
all'attuazione effettiva delle politiche nei settori coperti dagli accordi di associazione, di
partenariato e di cooperazione, nonché da altri accordi multilaterali di cui la Comunità e/o i
suoi Stati membri e i paesi partner siano parti, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi
definiti nel presente articolo;
- promozione dello Stato di diritto e del buon governo, in particolare rafforzando l’efficienza
dell'amministrazione pubblica e l'imparzialità e l’efficienza del potere giudiziario, e sostegno
alla lotta contro la corruzione e le frodi;
- promozione, sotto tutti gli aspetti, dello sviluppo sostenibile;
- proseguimento degli sforzi per lo sviluppo regionale e locale, nelle zone rurali e urbane, allo
scopo di ridurre gli squilibri e migliorare la capacità di sviluppo regionale e locale;
- promozione della protezione ambientale, della conservazione della natura e della gestione
sostenibile delle risorse naturali, tra cui le acque dolci e le risorse marine;
- sostegno alle politiche volte alla riduzione della povertà, al fine di contribuire al
raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio dell'ONU;
- sostegno alle politiche volte a promuovere lo sviluppo sociale, l'inclusione sociale, la parità
tra i sessi, la non discriminazione, l'occupazione e la protezione sociale, inclusa la
protezione dei lavoratori migranti, il dialogo sociale e il rispetto dei diritti sindacali e delle
norme fondamentali in materia di lavoro, comprese quelle relative al lavoro infantile;
- sostegno alle politiche a favore della salute, dell’istruzione e della formazione, incluse non
soltanto misure atte a combattere le più gravi forme di malattie trasmissibili e di malattie e
patologie non trasmissibili, ma anche a garantire l'accesso, da parte delle ragazze e delle
donne, ai servizi e all'educazione in materia sanitaria, comprese la salute riproduttiva e
infantile;
- promozione e tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, compresi i diritti delle
donne e dei bambini;
- sostegno alla democratizzazione, anche mediante il rafforzamento del ruolo delle
organizzazioni della società civile e la promozione del pluralismo dei media, nonché
mediante il monitoraggio e l'assistenza in occasione delle elezioni;
- sostegno allo sviluppo della società civile e delle organizzazioni non governative;
- incentivazione dello sviluppo dell'economia di mercato, comprese le misure volte a
sostenere il settore privato e lo sviluppo delle piccole e medie imprese ad incoraggiare gli
investimenti e a promuovere gli scambi mondiali;
- promozione della cooperazione nei settori dell'energia, delle telecomunicazioni e dei
trasporti, soprattutto per quanto riguarda le interconnessioni, le reti e il relativo
sfruttamento, miglioramento della sicurezza nel settore dei trasporti internazionali e dello
sfruttamento delle fonti di energia e promozione di fonti di energia rinnovabili,
dell'efficienza energetica e di trasporti non inquinanti;
- sostegno ad azioni mirate ad una maggiore sicurezza alimentare per i cittadini,
segnatamente nel settore sanitario e fitosanitario;
- gestione delle frontiere efficace e sicura;
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sostegno al processo di riforma e rafforzamento delle capacità in materia di giustizia e
affari interni, comprese questioni quali il diritto d'asilo, la migrazione e la riammissione, e
le azioni volte a combattere e a prevenire il traffico di esseri umani nonché il terrorismo e
la criminalità organizzata, incluso il suo finanziamento, il riciclaggio del denaro e la frode
fiscale;
sostegno alla cooperazione amministrativa in vista del miglioramento della trasparenza e di
uno scambio più intenso di informazioni in materia fiscale, al fine di combattere la frode e
l’evasione;
promozione della partecipazione ad attività comunitarie nel settore della ricerca e
dell’innovazione;
promozione della cooperazione tra gli Stati membri e i paesi partner nel settore
dell’insegnamento superiore e della mobilità degli insegnanti, dei ricercatori e degli
studenti;
promozione del dialogo multiculturale, dei contatti tra i popoli e dei legami con le comunità
di immigrati che vivono negli Stati membri, della cooperazione tra le società civili, delle
istituzioni culturali nonché degli scambi tra i giovani;
sostegno alla cooperazione finalizzata a tutelare il patrimonio storico e culturale e a
promuoverne le potenzialità di sviluppo, anche attraverso il turismo;
sostegno alla partecipazione dei paesi partner ai programmi e alle agenzie della Comunità;
sostegno alla cooperazione transfrontaliera attraverso iniziative locali congiunte nell'intento
di promuovere lo sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile delle regioni
frontaliere e lo sviluppo territoriale integrato lungo le frontiere esterne della Comunità;
promozione della cooperazione e dell'integrazione regionale e subregionale, comprendendo,
se del caso, i paesi che non hanno diritto all'assistenza comunitaria a norma del presente
regolamento;
offerta di sostegno nelle situazioni susseguenti alle crisi, incluso il sostegno ai profughi e
agli sfollati, e assistenza alla preparazione a reagire di fronte alle catastrofi;
promozione della comunicazione e degli scambi tra i partner per quanto riguarda le misure
e le attività finanziate nell’ambito dei programmi;
risposta a sfide tematiche comuni nei settori di interesse reciproco e perseguimento di
qualsiasi altro obiettivo compatibile con il campo di applicazione del presente regolamento.
Gli accordi di partenariato e di cooperazione, gli accordi di associazione e altri accordi presenti
o futuri che stabiliscono rapporti con i paesi partner, nonché le pertinenti comunicazioni della
Commissione e le conclusioni del Consiglio che individuano le linee guida delle politiche
dell’Unione europea nei confronti di questi stessi paesi formeranno il quadro generale delle
politiche ai fini della programmazione dell'assistenza comunitaria nell'ambito del presente
regolamento. I piani d’azione definiti di comune accordo o altri documenti equivalenti
costituiranno un elemento di riferimento essenziale per individuare le priorità dell’assistenza
comunitaria. Laddove tra l'Unione europea e i paesi partner non esistano suddetti accordi,
l’assistenza comunitaria potrà essere fornita qualora risulti utile per perseguire gli obiettivi
delle politiche dell'Unione europea. Essa sarà programmata in base a tali obiettivi.
Complementarità, partenariati e cofinanziamenti
L'assistenza comunitaria nell'ambito del presente regolamento sarà di regola complementare o
ausiliare alle corrispondenti strategie e misure nazionali, regionali o locali. L’assistenza
comunitaria prevista dal presente regolamento sarà stabilità, di regola, in un partenariato tra
la Commissione e i beneficiari. Il partenariato coinvolgerà, come opportuno, autorità nazionali,
regionali e locali, partner economici e sociali, la società civile nonché altri organismi
competenti. I paesi beneficiari provvederanno a rendere partecipi i partner interessati al livello
territoriale idoneo, segnatamente su scala regionale e locale, nelle fasi di preparazione,
attuazione e monitoraggio dei programmi e dei progetti. L’assistenza comunitaria sarà
cofinanziata, di regola, dai paesi beneficiari tramite fondi pubblici, contributi provenienti dai
beneficiari o altre fonti. Si può derogare al requisito in materia del cofinanziamento in casi
debitamente giustificati e ove ciò sia necessario a sostenere lo sviluppo della società civile e
degli attori non statali per misure volte a promuovere i diritti umani e libertà fondamentali,
nonché a sostenere il processo di democratizzazione.
Coerenza, compatibilità e coordinamento
I programmi e i progetti finanziati ai sensi del presente regolamento saranno coerenti con le
politiche dell'Unione europea. Essi saranno conformi agli accordi conclusi dalla Comunità e
dagli Stati membri con i paesi partner e rispetteranno gli impegni assunti dai medesimi in base
ad accordi multilaterali e convenzioni internazionali di cui sono parti, compresi impegni in
materia di diritti umani, democrazia e buon governo. La Commissione e gli Stati membri
garantiranno la coerenza tra l’assistenza comunitaria fornita nell'ambito del presente
regolamento e l’assistenza finanziaria fornita dalla Comunità e dagli Stati membri tramite altri
strumenti finanziari interni ed esterni, nonché dalla Banca europea per gli investimenti (BEI).
La Commissione e gli Stati membri garantiranno il coordinamento dei rispettivi programmi di
assistenza nell’intento di rendere maggiormente efficace ed efficiente la fornitura degli aiuti
conformemente agli orientamenti stabiliti per il rafforzamento del coordinamento operativo
nell'ambito dell'assistenza esterna e per l'armonizzazione delle politiche e delle procedure. Il
coordinamento comporterà consultazioni regolari e scambi frequenti di informazioni rilevanti
durante le diverse fasi del ciclo di assistenza, soprattutto sul campo, ed assumerà un ruolo
centrale nei processi di programmazione degli Stati membri e della Comunità.
PROGRAMMAZIONE E ASSEGNAZIONE DEI FONDI
L’assistenza comunitaria viene attuata attraverso:
- documenti di strategia nazionali, multinazionali e transfrontalieri e programmi indicativi
pluriennali, che riguardano: programmi nazionali o multinazionali che concernono
l'assistenza a un paese partner o trattano la cooperazione regionale e subregionale tra due
o più paesi partner, nei quali è possibile la partecipazione degli Stati membri; programmi di
cooperazione transfrontaliera che concernono la cooperazione tra uno o più Stati membri e
uno o più paesi partner, da attuare nelle rispettive regioni confinanti con la parte comune
delle frontiere esterne della Comunità;
- programmi operativi congiunti per la cooperazione transfrontaliera, programmi d’azione
annuali e misure speciali.
I programmi multinazionali possono includere misure di cooperazione transregionale. Ai fini del
presente regolamento, per cooperazione transregionale si intende la cooperazione tra gli Stati
membri e i paesi partner, volta ad affrontare sfide comuni, a loro comune vantaggio e posta in
essere ovunque sul territorio degli Stati membri e dei paesi partner.
Ai fini dei programmi nazionali o multinazionali saranno adottati dei documenti di strategia, i
quali copriranno un arco di tempo compatibile con le priorità individuate nel quadro delle
politiche e conterranno programmi indicativi pluriennali, inclusi i relativi stanziamenti e
obiettivi prioritari per ogni paese o regione.
Possono beneficiare di un finanziamento finalizzato all’attuazione dei programmi d’azione, dei
programmi congiunti di cooperazione transfrontaliera o delle misure speciali ai sensi del
presente regolamento:
a) i paesi e le regioni partner e relative istituzioni;
b) gli enti decentrati dei paesi partner quali regioni, dipartimenti, province e comuni;
c) gli organismi misti istituiti dai paesi e dalle regioni partner e dalla Comunità;
d) le organizzazioni internazionali, tra cui le organizzazioni regionali, le organizzazioni, i
servizi o le missioni che rientrano nel sistema delle Nazioni Unite, le istituzioni finanziarie
internazionali e le banche di sviluppo, nella misura in cui esse contribuiscano agli obiettivi
del regolamento in questione;
e) le istituzioni e gli organi della Comunità unicamente nel quadro dell’esecuzione delle misure
di sostegno;
f) le agenzie dell’Unione europea;
g) i seguenti enti e organismi degli Stati membri, dei paesi e delle regioni partner o di
qualsiasi altro Stato terzo, che ottemperino alle disposizioni in materia di accesso
all'assistenza esterna della Comunità, nella misura in cui essi contribuiscano agli obiettivi
del presente regolamento:
enti pubblici o parastatali, amministrazioni o autorità locali e relativi consorzi;
società, imprese e altre organizzazioni e operatori economici privati;
istituzioni finanziarie dedite alla concessione, alla promozione e al finanziamento
degli investimenti privati nei paesi e nelle regioni partner;
o attori non statali;
o persone fisiche;
h) i seguenti attori non statali:
o organizzazioni non governative;
o organizzazioni che rappresentano minoranze nazionali e/o etniche;
o associazioni professionali e gruppi d’iniziativa locali;
o cooperative, sindacati, organizzazioni rappresentative degli attori economici e
sociali;
o organizzazioni locali (comprese le reti) che operano nel settore della cooperazione e
dell’integrazione regionali decentrate;
o associazioni di consumatori, associazioni di donne o di giovani, organizzazioni di
insegnamento, culturali, di ricerca e scientifiche;
o università;
o chiese e associazioni o comunità religiose;
o mass media;
o associazioni transfrontaliere, associazioni non governative e fondazioni indipendenti.
o
o
o
L’assistenza comunitaria può inoltre essere finalizzata:
a) al finanziamento di misure di assistenza tecnica e di misure amministrative mirate,
comprese quelle misure di cooperazione che implichino la partecipazione di esperti del
settore pubblico provenienti dagli Stati membri e dalle loro autorità regionali e locali
coinvolte nel programma;
b) al finanziamento di investimenti e di attività ad essi connesse;
c) alla contribuzione a beneficio della BEI o di altri intermediari finanziari, per il finanziamento
di prestiti, acquisizioni partecipative, fondi di garanzia o fondi di investimento;
d) a programmi di sgravio del debito in casi eccezionali, nel quadro di un programma di
sgravio del debito concordato a livello internazionale;
e) a sostegni diretti al bilancio, settoriali o generali, qualora il paese partner dia prova di
sufficiente trasparenza, affidabilità ed efficacia nella gestione della spesa pubblica e ove
siano state poste in essere politiche settoriali o macroeconomiche ben formulate, elaborate
dal paese partner e approvate dai suoi principali donatori, incluse eventualmente le
istituzioni finanziarie internazionali;
f) a contributi in conto interesse, in particolare per i prestiti nel settore ambientale;
g) alla sottoscrizione di assicurazioni contro i rischi non commerciali;
h) alla partecipazione a un fondo istituito dalla Comunità, dai suoi Stati membri, da
organizzazioni internazionali e regionali, da altri donatori o paesi partner;
i) alla partecipazione al capitale di istituzioni finanziarie internazionali o di banche di sviluppo
regionali;
j) al finanziamento dei costi necessari all'efficiente gestione e supervisione di progetti e
programmi da parte dei paesi che beneficiano dell’assistenza comunitaria;
k) al finanziamento di microprogetti;
l) a misure in materia di sicurezza alimentare.
Il finanziamento comunitario può inoltre coprire le spese relative alle azioni di preparazione,
monitoraggio, controllo, audit e valutazione, direttamente necessarie all’attuazione del
presente regolamento e al conseguimento dei relativi obiettivi segnatamente studi, riunioni,
azioni di informazione, di sensibilizzazione, di pubblicazione e formazione, incluse misure di
formazione per i partner che consentano loro di partecipare alle varie fasi del programma,
spese afferenti alle reti informatiche finalizzate allo scambio di informazioni, nonché qualsiasi
altra spesa di assistenza tecnica o amministrativa a carico della Commissione per la gestione
del programma. Sono altresì comprese le spese di supporto amministrativo sostenute dalle
delegazioni della Commissione, necessarie per assicurare la gestione delle azioni finanziate ai
sensi del presente regolamento. Dette misure di sostegno non sono necessariamente soggette
ad una programmazione pluriennale e possono essere pertanto finanziate al di fuori dei
documenti di strategia e dei programmi indicativi pluriennali. Il loro finanziamento può
comunque rientrare anche nell’ambito dei programmi indicativi pluriennali.
Le misure finanziate ai sensi del presente regolamento possono essere oggetto di un cofinanziamento, fra l'altro, da parte di:
- Stati membri, loro autorità regionali e locali e relativi enti pubblici e parastatali;
- paesi SEE, Svizzera e altri paesi donatori, in particolare i relativi enti pubblici e parastatali;
- organizzazioni internazionali, tra cui quelle regionali, in particolare le istituzioni finanziarie
internazionali e regionali;
- società, imprese e altre organizzazioni e operatori economici privati, nonché altri attori non
statali;
- paesi e regioni partner beneficiari dei fondi.
I programmi di cooperazione transfrontaliera possono riguardare tutte le seguenti regioni
frontaliere:
- tutte le unità territoriali corrispondenti al livello NUTS 3 o equivalente, situate lungo le
frontiere terrestri tra Stati membri e paesi partner;
- tutte le unità territoriali corrispondenti al livello NUTS 3 o equivalente, situate lungo bracci
di mare di importanza significativa;
- tutte le unità territoriali costiere corrispondenti al livello NUTS 2 o equivalente, che si
affacciano su un bacino marino comune agli Stati membri e ai paesi partner.
Al fine di assicurare la continuazione della cooperazione esistente e in altri casi giustificabili,
alle unità territoriali confinanti può essere concesso di partecipare ai programmi di
cooperazione transfrontaliera alle condizioni stabilite nei documenti di strategia.
Paesi partner: Algeria; Armenia; Autorità palestinese della Cisgiordania e di Gaza; Azerbaigian;
Bielorussia; Egitto; Federazione russa; Giordania; Georgia; Israele; Libano; Libia; Marocco;
Moldova; Siria; Tunisia; Ucraina.
La dotazione finanziaria per l’attuazione del presente regolamento nel periodo 2007-2013
ammonta a 11 181 000 EUR ripartiti come segue:
- un minimo del 95 % della dotazione finanziaria è assegnato ai programmi nazionali e
multinazionali;
- b) fino al 5 % della dotazione finanziaria è assegnato ai programmi di cooperazione
transfrontaliera.
Progetti multilaterali
Numerosi organismi internazionali operano in Algeria attraverso la concessione di aiuti e
finanziamenti nel campo del project financing pubblico e privato. Tra i più attivi, la Banca
Mondiale e la Banca Africana di Sviluppo.
La Banca Mondiale, attraverso la IBRD - International Bank for Reconstruction and
Development - finanzia progetti e fornisce assistenza tecnica ai paesi in via di sviluppo (PVS). I
prestiti IBRD hanno in genere un periodo di garanzia di 5 anni, sono rimborsabili in un arco di
tempo compreso fra i 15 e i 20 anni e vengono accordati al governo o a entità pubbliche. Il
tasso di interesse richiesto dalla banca è calcolato sulla base del costo medio della raccolta,
fonte primaria di finanziamento delle operazioni di prestito. I prestiti IBRD si indirizzano
prevalentemente verso alcuni settori:
- programmi per lo sviluppo umano (istruzione, sanità, nutrizione, settore demografico,
settore sociale);
- protezione dell’ambiente;
- sviluppo del settore privato e del settore finanziario;
- sostegno alle riforme economiche.
Per l’assistenza ai paesi più poveri la Banca Mondiale opera attraverso l’IDA - International
Development Association - che rappresenta la maggior fonte finanziaria per i 78 paesi più
poveri del mondo, il cui reddito pro capite non supera gli 895 dollari USA (nel 1998). I crediti
IDA sono concessi a condizioni molto vantaggiose: senza interessi, hanno una durata di 35 o
40 anni e un periodo di tolleranza di dieci anni. Obiettivi prioritari dell’assistenza finanziaria
IDA sono:
- i servizi sociali di base (nutrizione, sanità, istruzione primaria, risorse idriche,
ammortizzatori sociali di base);
- l’allargamento della base della crescita economica (sostegno alle riforme macroeconomiche
e strutturali, sostegno al settore privato: piccole-medie imprese e settore finanziario);
- il sostegno alla corretta amministrazione del settore pubblico;
- la protezione dell’ambiente, anche attraverso iniziative trasversali in settori quali lo
sviluppo rurale, urbano e dei trasporti.
Punto di contatto Per l’Algeria presso la sede di Washington della Banca Mondiale
Hanan Dowidar
Communications Associate
Tel. +202 473 7199 / +202 522 0003
Il Gruppo della Banca Africana di Sviluppo è formato dalla Banca Africana di Sviluppo, Dal
Fondo africano e dal Fondo Speciale della Nigeria. La Banca, creata nel 1964, riunisce 53
membri regionali (RMC – Regional Member Countries) e 24 Paesi non regionali tra cui l’Italia.
Obiettivo dell’istituzione è promuovere lo sviluppo economico e sociale del continente africano
attraverso la concessione di crediti e programmi di assistenza tecnica. Gli interventi sono
indirizzati verso i principali settori economici quali l’agricoltura, l’industria e i trasporti, ma
interessano anche la pubblica amministrazione, il settore socio-sanitario, la protezione
dell’ambiente. A partire dal 1990 la Banca ha elaborato uno speciale programma di sostegno al
settore privato che unisce agli strumenti tradizionali di intervento (concessione di crediti e
partecipazione al capitale di rischio), strumenti innovativi (garanzie, investimenti quasi equity,
underwriting, linee di credito agli intermediari finanziari privati).
Il Fondo Africano di Sviluppo è stato istituito nel 1972 per finanziare a condizioni agevolate
progetti e programmi in favore dei Paesi più poveri che non hanno il merito di credito per poter
accedere ai prestiti della Banca. I crediti sono concessi a tasso zero con una commissione pari
all’1% circa e prevedono un periodo di rimborso fino a un massimo di 50 anni, inclusi 10 di
grazia. Il Fondo finanzia progetti, interventi di assistenza tecnica e studi.
African Development Bank
01 BP 1387, Abidjan 01, Cote D’ivoire
Tel. (225) 20.20.44.44 | Fax: (225) 20.20.40.06 | Telex: 23717
Informazioni di viaggio
Prefissi internazionali
00 213 prefisso per il Paese;
02 Algeri;
06 Orano;
08 Annaba
Settimana lavorativa
UFFICI: dal Sabato al Mercoledì dalle ore 8.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.30;
Giovedì è giorno semi-festivo e sono chiusi gli uffici pubblici; altri uffici il giovedì lavorano dalle
ore 8.00 alle ore 12.00
BANCHE: da Domenica a Giovedì dalle ore 8.00 alle ore 15.00
Negozi: da Sabato a Giovedì dalle ore 8.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00
Il venerdì è giorno festivo. A differenza degli altri uffici, le banche sono aperte il giovedì e
chiuse il sabato. I negozi di generi alimentari sono di norma aperti sette giorni su sette.
Fuso orario
1 ora avanti rispetto all’orario del meridiano di Greenwich; lo stesso orario in Italia (1 ora
indietro con l’orario legale)
Documenti
Per l’ingresso nel Paese è necessario il passaporto in corso di validità ed il visto consolare. E’
richiesta la compilazione, a bordo dell’aereo o della nave, di un modulo recante dati anagrafici
e recapiti, che è ritirato dalla polizia di frontiera.
Carte di credito
I Traveller’s chèque e le carte di credito sono accettate solo in alcune aree urbane.
Attualmente il governo stabilisce che gli stranieri che entrano in Algeria debbano cambiare 200
US$ in valuta locale. In entrata č necessaria la dichiarazione del totale di valuta estera
introdotta. In uscita occorre mostrare la dichiarazione e presentare la relativa documentazione
delle spese sostenute (fattura alberghiera ecc.).
Si consiglia di attenersi strettamente alle disposizioni valutarie e alle formalità previste.
Documenti Auto
Patente internazionale ( modello Convenzione di Ginevra 1949 oppure Vienna 1968) o patente
nazionale accompagnata da traduzione in francese convalidata da una Rappresentanza
Diplomatica algerina.
Per l’Assicurazione: Polizza da stipulare in frontiera.
Festività nazionali
1° gennaio (Primo dell’Anno);
1° maggio (Giornata dei Lavoratori);
19 giugno (Festa Nazionale);
5 luglio (Giorno dell’Indipendenza);
1° novembre (Anniversario della Rivoluzione).
A queste vanno aggiunte le festività islamiche, variabili secondo il calendario lunare. Dal
momento che il calendario lunare Hijra è più corto di 11 giorni rispetto al calendario
Gregoriano, ogni anno le feste islamiche cadono approssimativamente 11 giorni prima
dell’anno precedente. Le date precise sono comunque conosciute solo poco prima della loro
celebrazione, dal momento che dipendono dalle fasi lunari. Le principali feste islamiche sono:
Eid al Fitr anche conosciuta come al-Eid al-Sagheer – 3 giorni di celebrazioni che segnano la
fine del Ramadan-mese del digiuno; Eid Al-Adha, comunemente conosciuta come al-Eid alKabeer - la grande festa che commemora l’offerta del profeta Abramo per il sacrificio e che
dura quattro giorni alla fine del mese del Hajj -pellegrinaggio alla Mecca; Hijra New Year –
Nuovo Anno Islamico; Mawlid al-Nabi - Anniversario della nascita del profeta Maometto; alIsrŕwŕal Mi’raj – la festa che celebra la visita notturna del Profeta Maometto in paradiso.
Principali indirizzi utili
Gli indirizzi ed i numeri di telefono riportati in questa sezione sono tratti da fonti ufficiali
italiane e/o da fonti ufficiali del Paese. E’ tuttavia possibile un certo margine di non
corrispondenza dovuto al lento aggiornamento delle fonti da parte delle diverse istituzioni ed al
frequente variare delle numerazioni telefoniche nei paesi di riferimento.
Ambasciate e Consolati in Italia
Ambasciata d’Algeria
Ambasciatore: Signora ZAHYA MARIF (dal 5/11/2005)
Via B. Oriani, 26 - 00197 Roma
Tel. (06) 8083436 - Fax (06) 8084141 Telex 624171
Sezione Consolare Tel. (06) 8084141
Ambasciate e Consolati all'estero
Ambasciata d’Italia
Ambasciatore: Giovan Battista Verderame
Rue Mohamed Ouidir Amellal n. 18, 16030 - El Biar Algeri
Tel. (+213 21) 922330 / 922550 - Fax (+213 2) 925986
Ufficio Commerciale: Tel. (+213 21) 923766
Ufficio del turismo: www.ambitalgeri.org
[email protected]; [email protected]
http://www.ambalgeri.esteri.it/Ambasciata_Algeri
Cancelleria Consolare
18, Rue Mohamed Ouidir Amellal - 16030 El Biar - Alger
Tel. (+213.21) 921440 - Fax (+213.21) 924555
[email protected]
Istituto Nazionale per il Commercio Estero - I.C.E
Delegation Commerciale d'Italie
Direttore: Laddaga Michele
24,Chemin Cheikh Bachir El-Ibrahimi, 1600 Algeri El-Biair
Tel: (00213 21) 921575 / 921579 / 921590; Fax (+213 21) 921577
[email protected]
www.ice.it/estero2/algeri/defaultuff.htm
Rappresentanza Unione Europea
Delegazione dell'Unione europea
Domaine Benouadah, chemin du Val d'Hydra, El Biar, Alger 16035 Hydra Algeri
Tel. (+213-21) 92.36.40 / 92.63.41 / 92.35.20 - Fax. (+213-21) 92.36.81 - C.P. 381
[email protected]
www.deldza.cec.eu.int
Ministeri
Ministère des Pme
Immeuble le Colisée - 2, Boulevard Ahmed Bey - Alger
Tel. (+231 2) 682884 / 601144 - Fax (+231 2) 592658
Ministero Affari Esteri
1 Rue Ibn Batrane, El-Mouradia, Alger
http://www.mae.dz/
Ministero del Commercio
Palais du gouvernement
Tel. (+231 2) 732340 - Fax (+231 2) 733091
Ministero dell'energia e delle miniere - Ministry of Energy and Mining
80 Av. Ghermoul. Algiers, Algeria
Tel. (+213 )(0)21 65 22 22 Fax (+213) (0)21 65 19 04
[email protected]
http://www.mem-algeria.org
Camere di Commercio locali
Chambre de Commerce et d’Industrie Française en Algérie (Membre BRE)
1, Rue Lieutenant Mohamed Touileb BP 154 - Ferhat Boussad - Alger
Tel. (+213 2) 732.828 - Fax (+213 2) 637533
Chambre Nationale du Commerce (Membre BRE)
Palais Consulaire - 6, Boulevard Amilcar Cabral - BP 110 Alger 1 Novembre
Tel. (+213 2) 574444-5555 - Fax (+213 2) 577025
Istituti e Enti
ANDI - Agence Nationale de Developpement de l’Investissement
28, rue Ahmed Ouaked - Dely Ibrahim
Algeri
Tel. (+213) 21362896 / 98 - Fax (+213) 21373080
ANDI - Dipartimenti Operativi decentrati
ALGERI - Bd. du 11 Décembre 1960 El Biair
16030 Algeri
Tel. (+213 2) 914405-07 - Fax (+213 2) 914303 / 914226
ANDI - Dipartimenti Operativi decentrati
ORANO
11, rue Khiat Salah, Hai El Ghoualem - Secteur communal d’El Hamri
Tel. (213) 41342505 - Fax (213) 41342433
ANDI - Dipartimenti Operativi decentrati
ANNABA
Bd Ben Boulaid
Tel. (213) 38863705 - Fax (213) 38863697
ANDI - Dipartimenti Operativi decentrati
OUARGLA
Rue Chemin Kaddour
Tel. (213) 29763580 - Fax (213) 29765572
Association Algérienne Femmes Chefs d'Entreprises
15, Rue Mustapha Sayed El Ouali - Alger
Tel. (+213 2) 744.968 - Fax (+213 2) 742560
Confédération Algérienne du Patronat (CAP)
Hôtel Aurassi Niveau C-B7 - Boulevard Franz Fanon - Alger
Tel. (+213 2) 647030 - Fax (+213 2) 647020
Confédération Générale des Opérateurs Economiques Algériens (CGOEA)
27, Rue Ferhat Abdelkader - Staoueli
Tel. (+213 2) 3921345 - Fax (+213 2) 392146
Confédération Nationale du Patronat Algérien (CNPA)
27, Rue Rabah Dekkar, El Biair - Staoueli
Tel. (+213 2) 793795 - Fax (+213 2) 795447
Finalep (Membre BRE)
R.N. 11-Wilaya de Tipaza - Staoueli - Alger
Tel. (+213 2) 393496 - Fax (+213 2) 392020
Principali Istituti Bancari locali
Banque Algérienne de Développement (BAD)
12, Boulevard Colonel Amirouche
Tel. (+213 2) 638895 - Fax (+213 2) 748025
Banque d’Algerie (BdA)
Villa Jolie - 38, avenue Franklin Roosevelt 38 -ALGER
Tel. (+213 21) 23.00.23 - Fax (+ 213-21) 23.03.71
Télex : (+213-21)-66499 / 66437
http://www.bank-of-algeria.dz/who.htm#who3
Banque de l'Agricolture et du Développement Rural (BADR)
17, Boulevard Colonel Amirouche - 16000 Alger
Tel. (+213 2) 734025 / 647264 - Fax (+213 2) 747239
http://www.badr.dz/
Banque du Développement Local (BDL)
5, rue Gaci Amar - Staoueli
Tel. (+213 2) 392800; 392820; 392874; 392894 - Fax (+213 2) 610780
http://www.bdl.dz/
Banque El Baraka
11, rue Ahmed Kara Said Hamdine
Tel. (+213 2) 593406 / 693672 - Fax (+213 2) 590168
Banque Extérieure d’Algerie (BEA)
1, rue du Docteur Lucien Raynand
Hydra Alger
Tel. (+213 2) 711252 - Fax (+213 2) 605474
Banque Nationale D’Algerie (MILLIARDA)
8, Boulevard Ché Guevara
Tel. (+213 2) 713526 / 714719 - Fax (+213 2) 712424
http://www.bna.com.dz/
Crédit Populaire d’Algerie
2, Boulevard Colonel Amirouche
Tel. (+213 2) 632699 - Fax (+213 2) 641177