FINALE DI POTENZA A STATO SOLIDO MC - Hi
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FINALE DI POTENZA A STATO SOLIDO MC - Hi
FINALE DI POTENZA A STATO SOLIDO MC CORMACK MICRO POWER DRIVE Di Gian Luca Marchetti Data Originaria Pubblicazione: 01/07/2000 PREMESSA La Mc Cormack è un'Azienda californiana, da anni ai vertici per quanto riguarda la produzione di elettroniche destinate alla riproduzione musicale. Di recente questo marchio è strettamente legato al nome Conrad-Johnson. Informazioni relative a queste due prestigiose Aziende sono facilmente reperibili sui rispettivi siti Internet, a cui Vi rimandiamo per eventuali curiosità. L'oggetto di questa prova è il "piccolo" Micro Power Drive, un finale FET, JFET stereofonico configurabile anche in mono, creato con lo scopo di abbinare minimo ingombro ad elevata qualità. Scopo raggiunto? Vedremo..… Intanto rivolgo un sentito grazie al centro Break Point di La California, Livorno (www.pfa.it) ed in particolare ad Elena e Paola, che hanno concesso il finale in prova per molti giorni. Tale finale, peraltro, era inserito nel mio impianto di riferimento al momento della recensione del CD By Arrangement di Jim Hall......test tutt'altro che agevole... DESCRIZIONE Il Micro è "piccolo", in effetti, solo nelle dimensioni: ha infatti una veste compatta, ma robusta e molto curata nei dettagli, sia esterni che interni, come si può intuire dalle foto pubblicate. Il pannello frontale è in alluminio da 0.5 cm. Di buon spessore sono anche i pannelli laterali del cabinet, dotati di alette di raffreddamento disposte in modo elegante e razionale.. I pannelli superiori ed inferiori del cabinet sono di metallo di oltre 0.1 cm, piuttosto sordi alle sollecitazioni meccaniche. La struttura poggia su ben 5 piedini di ottima gomma morbida: uno di questi è posto in corrispondenza del trasformatore toroidale, con l'evidente scopo, raggiunto in pieno, di dare libero sfogo alle vibrazioni, modestissime, prodotte da quest'ultimo. Tale punto di appoggio è, oltretutto, quanto mai appropriato, visto che stabilizza una struttura che si sviluppa prevalentemente in profondità. Attenzione: nonostante tali sforzi costruttivi, sapete che la nostra rivista afferma l'obbligatorietà della disposizione degli apparecchi su soli tre punti di appoggio. Al tempo di questa prova, non ero ancora al corrente di tale posizione, per cui l'ascolto è stato effettuato con l'apparecchio poggiato sui suoi 5 piedi. Data la mia successiva esperienza in tema, potete certamente considerare migliorate molte delle mie impressioni di ascolto. Sul pannello posteriore spiccano due ottimi connettori dorati per l'interconnessione con il pre e quattro morsetti serrafilo per i cavi di potenza, di qualità adeguata, dorati e robusti: essi accettano cavo spellato di almeno 0.5cm di sezione e forcelle di qualità. Il cavo di alimentazione è sostituibile ed è ospitato da una bella vaschetta. Insomma...tutto ok! Per quanto riguarda l'interno, credo che la foto dia l'idea di ordine e razionalità del progetto ma, poiché non sono un tecnico, rimando agli esperti ogni giudizio. Il mio sarà limitato all'impressione visiva e, si fa per dire, all'ascolto. Considerazioni a margine della Prova di Ascolto La prova di ascolto, effettuata, come anticipato, nel mio impianto, ha visto dialogare piacevolmente il Micro Power Drive con il mio Threshold FET Nine: buon dialogo, veramente. Come ampli di confronto, reggetevi forte, un economicissimo Teac, buon integrato di cui non occorre parlare: basta sapere che è un buon esponente della sua categoria di appartenenza. Mi sembra di vedere qualche Lettore storcere il naso...per non parlare degli Specialisti del Settore..… Beh, sicuramente il mio confronto è provocatorio, ma ha un senso: quello di verificare una cosa, per me, assolutamente non scontata e, cioè, se un finale da oltre 4 milioni suoni veramente meglio di un integrato da 0.5 milioni. Ritengo, infatti che sia necessario fare valutazioni con confronti "in alto" ed "in basso" per avere un idea attendibile dell'esatto (che termine forte, nel settore Hi-Fi..) valore dell'oggetto in esame. Da questo punto di vista, il Micro è uscito chiaramente vincente dal confronto su tutti i parametri, tranne uno: l'estensione della risposta alle basse frequenze. Attenzione, ho detto estensione, non controllo o dettaglio. Il Micro ha battuto anche la concorrenza di un valvolare americano di superiore categoria commerciale, escluso dallo Standard Minimo, tanto che nessun parametro di quest'ultimo mi è sembrato migliore: neanche la supposta maggior dolcezza e matericità delle alte frequenze, insospettabilmente "simil valvolari" nel Mc Cormack, almeno con il mio impianto. Alla fine ho deciso di non proporre la prova del valvolare, al di sotto dello Standard Minimo, anche nei dettagli costruttivi, e dal prezzo troppo alto per farlo preferire al Teac. Già, rapporto qualità /prezzo.......ovvero: val la pena spendere tanto? Ad ognuno di Voi la risposta, quanto mai agevolata dalla "prova in alto ed in basso". Ecco il senso della mia provocazione, che è anche un suggerimento per chi debba operare delle scelte. Anche perché non è assolutamente detto che l'impianto in possesso di un ipotetico acquirente sia in grado di far apprezzare differenze che, in alcuni casi, possono essere minime, seppur importanti e, comunque, non è detto che tutti siano disposti a spendere i milioni necessari a fare il salto di qualità. Ci sono donne che si accontentano di zirconi ed altre che non rinuncerebbero mai ai diamanti: se le vedete passare per strada, non sempre le riconoscerete alla prima occhiata, specialmente se invece delle mani guardate....., ehm mi stavo distraendo! Un modo per riconoscere le differenze è sicuramente quello di lasciare invariati i componenti dell'impianto (ci vuole un buon impianto...) da una prova all'altra, sostituendo, chiaramente, solo l'elemento in prova, in questo caso il finale. Non ho ancora capito come ci si possa pronunciare sulle caratteristiche "soniche" di un elettronica se, da una prova ad un altra, variatutto l'impianto: sicuramente mi manca l'esperienza, ma credo di essere abbastanza smaliziato...boh?? Qualcuno si chiederà il significato di questa lunga digressione: un semplice spunto di riflessione prima di una interessante prova di ascolto, un modesto contributo alla comprensione di ciò che leggete in questa od altre riviste specializzate. A proposito di impianto: Vi ricordo brevemente la composizione del mio e vi invito a valutare il mio ambiente di ascolto nella descrizione del mio impianto presente sulle pagine di HFG. CONDIZIONI DEL TEST CD utilizzati per la valutazione By Arrangement di Jim Hall-TELARC CD 83436 Live at the Village Vanguard di Jim Hall-TELARC CD 83408 Flamingo di Petrucciani e Grappelli-DREYFUS CD 36580-2 Solo di Petrucciani-DREYFUS CD 36597-2 Carmina Burana di Carl Orff-TELARC CD 80056 Le Otto Stagioni Vivaldi Piazzolla VELUT LUNA CD allegato al n° 10 di Audiophile Sound Water music di Handel-TELARC CD 80279 Play on words di Sara K.-CHESKY RECORDS JD 105 Il mio impianto durante la prova Lettore CD: TEAC VRDS 10 SE Preamplificatore: THRESHOLD Fet nine Finale: Mc Cormack Micro Power Drive (oggetto della prova) Finale: Aloia St 14.01 (in prova) Integrato economico: TEAC A-X 5000 Sistema di diffusione del suono: ESS AMT 330 Cavi di interconnessione tra pre e finale: XLO 150 pro Cavi di interconnessione tra lettore e pre: G&BL HP dual simmetry Cavi di potenza : SUPRA 4 IMPRESSIONI DI ASCOLTO Il Mc Cormack Micro Power Drive è stato valutato ascoltando alcuni CD selezionati, che variano dal Jazz (tra cui By Arrangement di Jim Hall), alla classica sinfonica e da camera, al rock. La prima impressione scaturita dall'ascolto è di una sostanziale correttezza timbrica, con nessuna caratterizzazione particolare. Come in tutti gli amplificatori, la massima qualità sonore si apprezza dopo un adeguato periodo di riscaldamento che porta, comunque, a dolci temperature primaverili e non al caldo torrido dei finali in classe A o ad elevata polarizzazione. Raggiunta la "temperatura di esercizio" il Micro riesce ad interpretare adeguatamente tutti i segnali che il Threshold, che tengo sempre acceso all'interno dell'impianto, restituisce intatti e di gran qualità. Il Micro appare in grado di trattare con correttezza e sufficiente autorevolezza le caratteristiche timbriche degli strumenti ad arco, a fiato ed anche il pianoforte e le percussioni. Il pianoforte è restituito con dettaglio e buon corpo, con predilezione abbastanza evidente per il registro medio alto, che appare trasparente, preciso ma, nello stesso tempo, dotato di corpo e sufficiente ariosità. I fiati sono riprodotti con realismo, abbastanza corposi ma anche squillanti quando l'esecuzione lo richiede, mai penetranti e pungenti. Ritengo questo un gran pregio. I quartetti di archi si fanno apprezzare con soddisfazione. I tamburi della batteria sono di buon impatto, almeno nel range di frequenze medie e medio-basse. L'ascolto della musica sinfonica conferma la correttezza generale di questo finale, che dimostra di possedere sufficienti doti di energia da poter gestire senza difficoltà le grandi masse orchestrali: il suono può diventare veramente grande, alzando il volume, restituendo emozioni significative senza perdere molto in dettaglio ed equilibrio tonale nelle frequenze alte fino alle medio basse. Ed il comportamento del micro in gamma bassa? Ho avuto l'impressione che essa non abbia la stessa autorevolezza della gamma media e di quella alta. Mi spiego meglio. Mentre le medio-alte ci sono tutte e di buona qualità, con le altissime che mi hanno pienamente soddisfatto per la loro incisività, mai sconfinante nel fastidioso, il basso è, almeno con i miei diffusori, un po' asciutto e sembra non scendere molto. In alcuni frangenti ho avuto l'impressione che i grossi woofers delle ESS avessero bisogno di una spinta in più per far apprezzare fino in fondo alcune note del contrabbasso, dell'organo o del trombone. Tale impressione è evidente ai bassi livelli di ascolto: alzando il volume si riesce ad ascoltare un basso di maggior impatto, ma comunque non molto presente nelle frequenze più profonde. Le alte frequenze, per contro, ci sono tutte e di una "misurata dolcezza" veramente ammirevole. Detto questo devo ammettere che, nel mio ambiente di ascolto, soggetto a vibrazioni, questa misuratezza in basso consente di godere a pieno di tutti i dettagli di una registrazione. Essi vengono fuori con naturalezza e ben intelligibili, anche ad alto volume. Si tratta, quindi, di un basso non estesissimo e pieno, ma sicuramente apprezzabile se il finale viene inserito nel giusto impianto, magari con diffusori ben presenti in gamma bassa. Passando ad un commento sulla ricostruzione del palcoscenico sonoro virtuale, devo dire che esso è pienamente soddisfacente, ben sviluppato in altezza e profondità, sufficientemente in senso orizzontale: questo, naturalmente, nel mio ambiente di ascolto, sicuramente non ideale. La separazione tra gli strumenti è molto buona e, anche in virtù di una non estesissima risposta in basso, tale che si può godere di una rappresentazione chiara di ogni più piccolo particolare, con quel sufficiente calore che rende musicale un finale di buon livello. In termini di dinamica il Micro è sicuramente un ottimo finale: sia la macro che la microdinamica sono pienamente soddisfacenti. La risposta ai transienti è quindi autorevole, senza alcun tentennamento. La qualità migliore, comunque, che mi sembra di ravvisare in questo bel finale è la spontaneità di emissione, mai, dico mai accompagnata da fatica di ascolto. Si tratta di una elettronica raffinata e molto garbata, ma dotata della sufficiente energia per far apprezzare ogni genere musicale. CONCLUSIONI In conclusione, la prova del Micro Power Drive è stata positiva: chi cerca un finale raffinato, dinamico, dettagliato ma musicale nello stesso tempo, non rimarrà deluso. Chi cerca un finale che abbini a quanto sopra anche una propensione a scendere con autorevolezza verso le frequenze più profonde, dipingendo un quadro con colori più caldi potrebbe, forse, non essere pienamente soddisfatto. Sono comunque convinto che il Micro possa accontentare molti: è poco ingombrante, robusto, ha il vantaggio di poter essere usato in mono e, soprattutto, ha caratteristiche soniche di tutto rispetto; ne sa qualcosa quel finale valvolare, di buon livello, che alla fine ho deciso di non recensire.… Gian Luca Marchetti