I PROCESSI DI SUPPLY CHAIN MANAGEMENT, PRODUCT
Transcript
I PROCESSI DI SUPPLY CHAIN MANAGEMENT, PRODUCT
I PROCESSI DI SUPPLY CHAIN MANAGEMENT, PRODUCT DEVELOPMENT MANAGEMENT E CUSTOMER RELATIONSHIP MANAGEMENT: LA NUOVA ALLEANZA E LA LORO CENTRALITA’ NELLA FUNZIONE DI MARKETING Antonio Borghesi * Abstract Da sempre obiettivo centrale del marketing è attirare e conservare i clienti. E’ giocoforza tuttavia riconoscere nei comportamenti imprenditoriali una diretta derivazione dall’orientamento assunto nei confronti del mercato, cioè dalla filosofia con la quale i bisogni dei consumatori vengono intermediati. E’ altresì opinione dominante che il risultato aziendale sia il frutto di una catena del valore e che la creazione di valore sia l’unità di misura dei processi aziendali. E tale valore, in definitiva, altro non è che la somma che i clienti sono disposti a pagare per un prodotto o servizio reso dall’organizzazione ed è dunque necessario che essa trasferisca ai clienti un valore superiore a quello dei concorrenti attuali e potenziali. Ne consegue ulteriormente che i processi e le attività aziendali devono orientarsi verso i clienti. La creazione di valore per il cliente postula la realizzazione di tre compiti: 1. Sviluppare nuove soluzioni per i clienti o rivitalizzare quelle attuali; 2. Collegare in continuazione l’acquisto di input con la loro trasformazione in output desiderati dai clienti; 3. Creare e fare leva su collegamenti e relazioni a entità esterne, in particolare canali e consumatori finali. Il primo obiettivo si può perseguire attraverso il processo di Gestione dello Sviluppo del Prodotto (PDM-Product Development Management) destinato a creare soluzioni di cui il cliente ha bisogno e che ricerca. Il secondo obiettivo si può ottenere con il processo di Gestione della Catena di Fornitura (SCM-Supply Chain Management) che incorpora tanto l’acquisizione di tutti gli input fisici (e sempre più informativi), quanto l’efficienza e l’efficacia con cui essi sono trasformati in soluzioni per i clienti. Il terzo obiettivo si può raggiungere con il processo di Gestione della Relazione con il Cliente (CRMCustomer Relationship Management) che riguarda tutti gli aspetti che vanno dalla identificazione dei clienti alla creazione della loro conoscenza, alla costruzione della loro percezione sull’azienda e sui suoi prodotti. Siamo in presenza di un nuovo paradigma: le aziende non offrono più sul mercato prodotti o servizi ma soluzioni per i clienti. PDM, SCM e CRM favoriscono: la produzione di cash flow, l’accelerazione di cash flow, la riduzione del rischio (vulnerabilità e volatilità del cash flow). In sintesi favoriscono la creazione di valore per l’azionista. Key words: sviluppo del prodotto, catena di fornitura, relazione con il cliente, marketing, creazione del valore * Ordinario di Marketing - Università degli Studi di Verona e-mail: [email protected] sinergie n. 56/01 4 I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM Since long time the main goal of marketing is to catch and maintain customers. Therefore the entrepreneurial behaviours reveal a direct derivation from the market orientation. This means the approach through which the customer needs are intermediate. It is also recognised that the performance of the firm is the result of a chain value and the value creation is the unity for measuring the business processes. And this value, actually, is the amount that the customers are available to spend for a product or service of the organisation. Consequently it is necessary that the enterprise transfers a higher value than that one of the current and potential competitors. The value creation for the customer needs to realise three main tasks: 1. Develop new customer solutions or renew the current one; 2. Continuously connect the source of inputs with their transformation in outputs desired from customers; 3. Create and leverage new links and relationships to external entities, in particular channels and end consumers. The first goal can be reached through the PDM-Product Development Management process, devoted to create solutions, needed and researched by the customer. The second goal can be obtained through the SCM-Supply Chain Management, that includes the acquisition of all physical inputs (and more ever informative) or the efficiency and the effectiveness through whom they are transformed in customer solutions. The third goal can be reached through the CRM-Customer Relationship Management process that includes all issues as customer identification, creation of their knowledge, building their perception on the firm and its products. A new paradigme is present: the firms don’t offer anymore products or services but customer solutions. PDM, SCM and CRM favour: cash flow production, cash flow accelerating, risk reducing (in terms of cash flow vulnerability and volatility). In conclusion they favour the value creation for the shareholders. Key words: product development, supply chain, customer relationship, marketing, value creation 1. Premessa Le riflessioni che seguono si propongono di trovare una chiave di lettura di tutta una serie di cambiamenti che stanno intervenendo nella gestione delle imprese principalmente per effetto dell’avvento delle nuove tecnologie dell’informazione. Siffatti cambiamenti hanno dapprima interessato singole aree, funzioni o processi aziendali ma, lungi dall’esaurirsi in un intorno definito, hanno finito con l’estendersi pervasivamente a tutta l’organizzazione. In tal modo essi hanno generato una serie d’instabilità interne che si sono trasmesse a tutta la struttura aziendale ricomponendosi attraverso concatenazioni che tendono a conformare i comportamenti imprenditoriali e manageriali ad un unico principio dominante che nella fattispecie può essere denominato come relazione con il cliente. Ciò naturalmente non significa che tutte le imprese si trovino al medesimo stadio del delineato processo evolutivo, poiché come è ben noto convivono situazioni molto differenziate che permettono la coesistenza di aziende più o meno innovative in funzione di molteplici ragioni, tra le quali l’esistenza di mercati protetti, di scarsa trasparenza anche all’interno di uno stesso mercato, di dimensioni aziendali fortemente asimmetriche, di settori nei quali la spinta competitiva è molto differente. In quelle in cui tuttavia la citata transizione si sta compiendo, si assiste ad una ANTONIO BORGHESI 5 sorta di nuova alleanza tra alcuni processi aziendali fondata proprio sulla comune caratteristica di poter ottenere i migliori risultati in presenza di una solida relazione con il cliente. 2. Marketing, funzioni e processi aziendali Non è questa la sede per discutere sul concetto di marketing. Accettiamo tuttavia che la funzione che ne porta il nome possa semplicemente intendersi come l’attività tesa a raccordare l’azienda con il mercato. Qualunque studente di marketing ha per lungo tempo appreso che l’obiettivo centrale del marketing è di attirare e conservare clienti. Le teorie funzionaliste dell’impresa, da cui discendeva la struttura organizzativa di tipo funzionale, tendevano a fare del marketing una delle funzioni basilari su cui era fondata la vita dell’impresa insieme alla produzione, all’amministrazione, alla ricerca e sviluppo ed alla finanza. In un primo tempo la funzione di marketing fu denominata più semplicemente commerciale e di vendita a sottolineare ancor più l’obiettivo di attirare e trattenere clienti. Ma certo le funzioni erano in qualche modo dei compartimenti che, sia pure coordinati ad un unico fine, a seconda del peso relativo che giocavano nell’assunzione delle decisioni, finivano con l’orientare l’impresa in un modo piuttosto che nell’altro. Per questo è gioco-forza riconoscere nel comportamento imprenditoriale una derivazione dall’orientamento assunto nei riguardi del mercato, dalla filosofia cioè con la quale i bisogni del consumatore vengono intermediati. Sono stati così individuati1: Orientamento alla produzione: secondo tale approccio i consumatori privilegiano i prodotti disponibili e a basso costo. Applicabile quando la domanda supera l’offerta e quando il prezzo è troppo elevato. Storicamente ha caratterizzato le prime fasi di sviluppo industriale. Orientamento al prodotto: secondo tale filosofia i consumatori preferiscono i prodotti di qualità e prestazioni più elevate. Ne consegue la focalizzazione sul miglioramento continuo e sulla tecnologia più avanzata come fattore chiave. Porta alla miopia di marketing. Presuppone alta attenzione all’impresa e bassa attenzione al cliente. O anche limitata complessità del mercato e modesta enfasi sulla funzione commerciale. Orientamento alla vendita: secondo tale impostazione i consumatori non acquistano il prodotto in quantità adeguata se l’azienda non realizza azioni di vendita e non attiva una campagna promozionale aggressiva. Si applica tipicamente ai beni caratterizzati da domanda debole, a situazioni di eccedenza dell’offerta. Presuppone alta attenzione al cliente e bassa attenzione all’impresa. O anche limitata complessità del mercato ed alta enfasi alla funzione commerciale. Orientamento al mercato: secondo tale orientamento i consumatori tendono a 1 Vedi per quelli qui citati Stanton - Varaldo (1992), Kotler P. - Armstrong G. - Saunders J. Wong V. (2001), Levitt T. (1991) 6 I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM riservare le loro attenzioni a prodotti che presentano attributi e livelli percettivi omogenei rispetto ai bisogni ed alle preferenze. Ne consegue l’esigenza per le imprese di seguire l’evoluzione dei comportamenti sul mercato. Tale impostazione si è spesso applicata ai settori produttivi caratterizzati dal fattore moda. Presuppone media attenzione all’impresa e media attenzione al cliente. O anche elevata complessità del mercato e modesta enfasi sulla funzione commerciale. Orientamento al marketing: secondo tale filosofia è necessario prima di tutto determinare il mercato obiettivo, che viene definito dalla conoscenza dei bisogni dei consumatori. Con ciò verrebbero contemperate le esigenze della clientela e quelle aziendali di una massimizzazione di risultati economici di lungo termine. Vi sarebbe pertanto alta attenzione all’impresa e alta attenzione al cliente. O anche elevata complessità del mercato e forte enfasi sulla funzione commerciale. Fino all’orientamento al marketing2 è la specifica funzione aziendale che si preoccupa di determinare propri obiettivi che vengono poi resi compatibili da forme di coordinamento più o meno gerarchico anche in relazione alle risorse finanziarie disponibili. E ciò vale sia per le vendite che per il prodotto. Potremmo dire che le quattro fondamentali variabili di marketing mix (prodotto, prezzo, distribuzione e promozione) vengono gestite in una logica di sostanziale indipendenza pur nella confluenza verso il più generale obiettivo aziendale. E’ poi sul finire degli anni ’60 che si fa strada l’idea che il marketing più che una funzione dovesse intendersi come processo di gestione teso a realizzare specifiche azioni sul mercato3. Il passaggio dall’impostazione funzionale a quella per processi diviene ancora più evidente quando viene fatto notare4 che il risultato aziendale è il frutto di una catena del valore, nella quale sono riconoscibili alcune attività primarie (come la logistica, la produzione, il marketing e le vendite e i servizi, che coinvolgono la creazione e la consegna dei prodotti) che l’azienda realizza grazie anche ad alcune attività di supporto (infrastrutture aziendali, risorse umane, sviluppo tecnologico e approvvigionamenti). Da questo momento è la creazione di valore l’unità di misura dei processi aziendali. E questo valore è la somma che i clienti sono pronti a pagare per un prodotto o servizio dell’impresa5. Per ottenere tale risultato è necessario che l’organizzazione trasferisca ai clienti un valore superiore a quello dei concorrenti attuali e potenziali. Ne consegue che un’impresa sarà tanto più profittevole quanto più a lungo creerà più valore che costi per la realizzazione delle attività che quel valore producono. Ne consegue ulteriormente che i processi e le attività aziendali devono orientarsi verso il cliente. Orientamento alla relazione con il cliente: tale approccio prende le mosse dal riconoscimento che il cliente è un valore e che dal livello di servizio offerto dipende la sua soddisfazione. Il connotato che maggiormente caratterizza la 2 3 4 5 Per una esauriente ricognizione dell’evoluzione del marketing rinviamo utilmente a Martini (2000) Kotler (1967) Porter (1985) Kuglin (1998) p. 106 ANTONIO BORGHESI 7 reingegnerizzazione dei processi aziendali in una logica customer - centered è rappresentato dalla focalizzazione delle energie organizzative sulla creazione di valore per il cliente. Da quanto affermato è agevole dedurre lo stretto collegamento esistente tra il customer-centered process reengineering e la customer satisfaction, la cui principale determinante è rappresentata dal valore che il cliente attribuisce all’offerta aziendale6. L’orientamento alla soddisfazione del cliente si rivela fondamentale per governare la complessità del processo di creazione di valore. Esso infatti può essere interpretato come un linguaggio che permette l’integrazione dei consumatori nei processi aziendali7. La fedeltà della clientela, l’immagine di marca e d’azienda, le relazioni con la domanda scaturiscono da una matrice comune, rappresentata dalla capacità dell’impresa di accrescere, rispetto ai concorrenti, il valore offerto al mercato8. Valore che a sua volta fa accrescere il reddito reale dell’investitore ovvero il valore dell’impresa stessa. Ne consegue che il valore del cliente diviene il fattore-guida dal quale dipende anche il valore per gli azionisti. Si applica a qualunque stadio della filiera (poiché c’è sempre un cliente, sia esso utilizzatore industriale o consumatore finale), a qualunque settore (agricolo, industriale, commerciale, dei servizi), a qualunque tipo di organizzazione (profit o non profit). Essere orientati alla relazione con il cliente significa altresì avere un’attenzione, la più elevata possibile, verso il cliente ed un’altrettanto alta attenzione all’impresa, se è vero che è il valore-cliente a determinare il valore per gli azionisti. Si deve sviluppare un’ossatura concettuale che faciliti un’estensione della nostra capacità di comprendere il ruolo che il marketing può giocare nel processo che crea valore per il cliente e di conseguenza per l’azionista. Come già sottolineato, tuttavia, per raggiungere questo obiettivo l’organizzazione deve progettare ed attuare molte attività pratiche denominate processi aziendali o operativi9. La capacità di porre in essere i processi postula naturalmente che vi siano risorse, materiali e immateriali, ad essi dedicate quali personale, conoscenza, strutture fisiche. Per capire ciò che sta avvenendo oggi è necessario comprendere l’integrazione del marketing con i processi aziendali e con il valore per gli azionisti. Sotto tale aspetto si può dimostrare che tre sono i processi aziendali centrali che generano valore per i clienti - gestione dello sviluppo del prodotto, gestione della catena di fornitura e gestione della relazione con il cliente - e che di conseguenza creano valore per gli azionisti10. 6 7 8 9 10 Busacca (1997) Di Bernardo - Rullani (1985), p. 417 Busacca (2000) Davenport (1993), Hammer (1996). Per altro non si dimentichi che il concetto di processo aziendale di gestione sembra del tutto simile a quello di vie gestionali elaborato molto tempo prima da Corsani (1936) Srivastava - Shervani - Fahey (1999) 8 3. I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM PDM, SCM e CRM: i loro obiettivi, il loro contributo alla creazione del valore e le loro interdipendenze Esaltare la teoria e la pratica del marketing vuol dire confrontarsi con due sfide ampie ma largamente dimenticate nella letteratura: mettere in connessione il marketing con i processi funzionali incrociati11 ed analizzare le sue conseguenze sul cash flow aziendale12. Quali sono dunque i processi centrali e qual è il contributo della funzione di marketing alla direzione e integrazione di questi processi? Se il marketing svolge il suo compito di favorire la crescita, attirando e conservando i clienti, ne risultano maggiori cash flows e ciò appare un prerequisito perché ne risulti aumentato il valore degli azionisti13. D’altro lato va sottolineata anche la tesi secondo cui l’influenza del marketing, tanto come disciplina che come funzione, è diminuita a causa dell’assenza di legami concettuali e di un linguaggio che renda possibile dialogare in modo significativo con l’alta dirigenza e quella finanziaria14, che proprio su tale quantità d’azienda misura i risultati. E’ giusto tuttavia domandarsi attraverso quale processo si perviene ad individuare i tre processi di marketing sopra citati come processi aziendali centrali. La loro identificazione può avvenire sulla base di quattro criteri-guida15: 1. 2. 3. 4. la criticità per il raggiungimento degli obiettivi aziendali il contributo alla creazione di valore per il cliente il fatto di dispiegare i propri effetti più a livello macro che micro la presenza di interazioni e interrelazioni con altri processi A livello macro la creazione di valore per il cliente postula la realizzazione di tre compiti organizzativi: 1. 2. 3. sviluppare nuove soluzioni per i clienti o rivitalizzare quelle attuali collegare in continuazione l’acquisto di input con la loro trasformazione in output desiderati dai clienti creare e fare leva su collegamenti e relazioni a entità esterne, in particolare canali e consumatori finali E’ di facile constatazione che il primo obiettivo si può perseguire attraverso il processo di Gestione dello Sviluppo del Prodotto (PDM - Product Development Management), destinato a creare soluzioni di cui il cliente ha bisogno e che ricerca, il secondo si può ottenere con il processo di Gestione della Catena di Fornitura 11 12 13 14 15 Webster (1992) Anderson (1982) Day - Fahey (1988) Anderson (1982), Srivastava - Shervani - Fahey (1998) Srivastava - Shervani- Fahey (1999) ANTONIO BORGHESI 9 (SCM – Supply Chain Management) che incorpora tanto l’acquisizione di tutti gli input fisici (e sempre più informativi) quanto l’efficienza e l’efficacia con cui essi sono trasformati in soluzioni per i clienti. Il terzo infine si può raggiungere con il processo di Gestione della Relazione con il Cliente (CRM - Customer Relationship Management) che riguarda tutti gli aspetti che vanno dalla identificazione dei clienti alla creazione di conoscenza dei clienti, dalla formazione della relazione alla costruzione della sua percezione sull’azienda e sui suoi prodotti. E’ appena il caso di aggiungere che ogni processo centrale comprende un grande numero di sottoprocessi. Così ad esempio il processo SCM si suddivide in sottoprocessi quali l’identificazione e la qualificazione dei venditori potenziali, la gestione dell’assemblaggio dei prodotti, l’acquisto, l’istallazione e la manutenzione delle tecnologie di processo l’organizzazione della logistica esterna, la distribuzione, la rete del servizio al cliente, la gestione dei costi, del prezzo, del trattamento dell’ordine e del suo adempimento. Molti di questi sottoprocessi possono essere ulteriormente rifiniti in processi a livello micro. Così ad esempio il trattamento e adempimento dell’ordine potrebbero essere suddivisi in una sequenza di sottoprocessi di specifiche fasi: la presa dell’ordine, la trasmissione interna dell’ordine, l’allestimento dell’ordine, la spedizione dell’ordine, l’approntamento del pagamento16. D’altro lato ci sembra di dover sottolineare che: - un processo aziendale può essere o non essere presente in relazione alle condizioni di contesto e di ambiente in cui opera l’impresa il suo stato di centralità o meno è anch’esso relativo alla specificità aziendale un processo è centrale, o di supporto o comunque permane finché è utile alla creazione di valore Ciò detto appare per altro sostenibile che alcuni processi base siano di norma presenti ed alcuni tra essi, pur non assolvendo i criteri di scelta indicati in precedenza, e non appartenendo pertanto ai processi dell’area marketing, possano considerarsi di supporto ai tre processi aziendali in precedenza citati: ad esempio il processo di uso e ricerca dell’informazione, quello di gestione delle risorse umane, della tecnologia, della finanza, del rischio. Un altro fattore che ci sembra di dover considerare è che i tre processi centrali non sono tra loro indipendenti e che in molti casi lo sfruttamento della loro interdipendenza può essere più importante che non focalizzarsi su uno dei processi. Solo per fare un esempio se per supportare la propria strategia di mercato appare indispensabile ricorrere ad un processo SCM, la progettazione modulare del prodotto e le piattaforme produttive in ipotesi richieste da tale processo dovrebbero suggerire anche l’adozione di un processo PDM di cui i due sottoprocessi dovrebbero diventare parte integrante. Una ulteriore riflessione riguarda il fatto che parecchi sottoprocessi o elementi 16 Day (1994) 10 I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM dei processi centrali possono essere terziarizzati17. Tuttavia la terziarizzazione di un processo o di una parte di esso non significa che la dirigenza possa eliminare le sue responsabilità18. Riprendendo le nostre riflessioni sul marketing sentiamo il dovere di soffermarci sul fatto che, se esso deve contribuire alla miglior posizione possibile dell’impresa sul mercato ed alla sua performance finanziaria, deve connettersi ai tre processi centrali in almeno due modi: innanzitutto deve farlo come disciplina e, in secondo luogo, bisogna far sì che compiti individuali di marketing siano attribuiti a specifici sottoprocessi all’interno del processo centrale così come al coordinamento, integrazione e scorrevolezza del lavoro nei sottoprocessi. In molte aziende l’obiettivo di dare una prospettiva di marketing ad ogni sottoprocesso comporta una significativa trasformazione e transizione da processi aziendali centrali dominati dal prodotto a processi orientati dal mercato. Benché i processi di PDM, SCM e CRM possano essere visti come primi conduttori sia del valore dei clienti che degli azionisti, le modalità con cui sono progettati dipendono da fattori macro-ambientali e competitivi del contesto entro i quali siffatta progettazione avviene. Sotto tale profilo concordiamo sul fatto che vi siano cinque cambiamenti che si ritiene possano caratterizzare largamente il contesto competitivo prossimo e influenzare in modo determinante la posizione di mercato di un’impresa19: 1. 2. 3. 4. 5. il focus sul prodotto lascia il posto alla funzionalità del cliente la differenziazione del prodotto si evolve verso la personalizzazione (customization) gli scambi basati sulla transazione sono rimpiazzati dalla familiarità con il cliente basata sulla relazione la competizione azienda - azienda è sempre più sostituita dalla competizione tra reti economie di scopo e ritorni crescenti si aggiungono alle economie di scala La tavola 2 riassume l’impatto dei cambiamenti qui considerati sui tre processi aziendali centrali. La new economy esalta ancor più le considerazioni sin qui fatte. E’ opinione corrente tra i leader d’affari che il successo dipenderà da quanto bene le loro organizzazioni sapranno gestire ciò che essi credono essere la sola fonte rimasta di vantaggio competitivo sostenibile: la relazione con il cliente20. E’ appena il caso di notare ancora che nella nuova configurazione d’azienda che sembra formarsi, tre delle tradizionali quattro variabili di marketing mix continuano 17 18 19 20 Per esempio la Nike attualmente focalizza molto su processi PDM e CRM mentre ha terziarizzato la maggior parte del suo processo SCM. La Nike mantiene la piena responsabilità dei risultati del processo SCM e mantiene altresì una presenza attiva nella gestione della qualità del prodotto. Srivastava - Shervani - Fahey (1999). Ma anche altri come Lehmann - Jocz (1997) Battista P. - Verhun D. (2000) ANTONIO BORGHESI 11 ad esplicarsi, ma lo fanno attraverso i tre processi centrali citati: il prodotto attraverso il PDM, la distribuzione attraverso l’SCM e la comunicazione attraverso il CRM. 3.1 Il processo di Gestione dello Sviluppo del Prodotto (PDM) Il cambiamento verso un processo PDM condotto dal mercato porta a passare dall’enfasi su una progettazione del prodotto migliore possibile da un punto di vista tecnico alla creazione di una soluzione che renda possibile ai clienti ottenere dal suo consumo il massimo valore e beneficio. Tale processo enfatizza il progetto e lo sviluppo di soluzioni che possano essere personalizzate per creare desideri e soddisfare i bisogni individuali dei consumatori. Sovente i prodotti tangibili sono solo una parte, talvolta solo una piccola parte, della soluzione complessiva. Poiché la visione di un valore di rete diventa una realtà, molte organizzazioni offrono oggi prodotti complementari di altre aziende, con un piccolo ma crescente numero che offre direttamente prodotti di altre aziende in concorrenza. La lezione è chiara: se non fabbrichi il miglior prodotto o non fornisci il miglior servizio e lo offri ai tuoi clienti, qualcun altro lo farà. La dimostrazione che esiste un modello alternativo di sviluppo di nuovi prodotti, in cui è il cliente che assume il ruolo di generatore dell’idea e in alcuni casi giunge fino alla realizzazione del prototipo, amplia il ruolo tradizionalmente attribuito al cliente e di riflesso alla funzione di marketing. In un contesto user driven diventa essenziale individuare gli utilizzatori innovatori ed instaurare con questi un rapporto finalizzato a garantire un efficace ed efficiente sviluppo e produzione su larga scala della nuova tecnologia di prodotto o di processo già sviluppata dal cliente. La costruzione di relazioni con i clienti consente all’impresa innovatrice di ottenere l’accesso diretto ad informazioni che possano fornire una guida per l’attività di innovazione, indirizzando i progetti verso la risoluzione di problemi del cliente contribuendo a generare valore per il cliente, aumentandone la soddisfazione e incrementando il clima di fiducia necessario per garantire stabilità al rapporto21. Ciò che sembra emergere in piena evidenza è un nuovo paradigma: le aziende non offrono più prodotti o servizi, ma soluzioni per i clienti. 3.2 Il processo di Gestione della Catena di Fornitura (SCM) Il cambiamento verso un processo di SCM orientato dal mercato porta a passare da un focus sull’ottenimento di input, i più funzionali possibile al costo più basso possibile, alla progettazione, gestione e integrazione delle aziende della propria supply chain con quelle sia dei fornitori che dei clienti. Esso enfatizza il coordinamento e l’integrazione delle funzioni e attività di supply chain per facilitare la progettazione, lo sviluppo e la fornitura di soluzioni piuttosto che l’acquisto e la 21 Buratti (2000). Vedi anche Itami (1988) e Webster (1994). 12 I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM trasmissione di materiali, forniture, componenti e prodotti finiti. Un modo per pensare alla qualità delle consegne al cliente è in termini delle sette G della soddisfazione del cliente: giusto prodotto, consegnato nel giusto posto, nel giusto tempo, nella giusta condizione e confezione, nella giusta quantità, al giusto costo e al giusto cliente. Tutta la supply chain deve essere misurata nella sua performance in queste categorie. I produttori con le migliori performance di Supply Chain hanno dal 50% all’80% in meno di scorte rispetto ai loro competitori22. In una indagine tra le grandi imprese americane è emerso che le sette strategie più importanti in ordine sono: SCM (25%), CRM (22%), E-business (20%), Global Information management (18%), KM (Knwoledge Management 14%), Coordinamento del sistema aziendaimpianto (12%), Terziarizzazione (6%)23. Grazie alla crescita di Internet le aziende logistiche usano l’informazione come arma competitiva per adescare i produttori convincendoli a terziarizzare i loro bisogni. Esse sostengono che quando sorge un problema le relative opzioni possono essere discusse in modo pro-attivo con i clienti ed i clienti possono gestirlo in modo pro-attivo con i loro clienti. Con la crescita di molti fornitori di logistica i produttori trovano che ciò sia una proposizione possibile. Le imprese di logistica usano tecnologie dell’informazione tentate, vere e nuove per raccogliere questa informazione e aggiungere valore per produttori e loro clienti. L’interpretazione dell’informazione è divenuta una funzione-chiave dei fornitori di logistica poiché i produttori dipendono sempre più da hardware e software di alta tecnologia per applicazioni aziendali critiche. Le loro infrastrutture sono condotte da sistemi fortemente reticolari e la dipendenza da questi sistemi è enorme24. La strategia di IT è di far leva su computer palmari, codici a barre, trasmissione di dati senza filo e strumenti di CRM per spedire informazioni via Internet. I clienti hanno accesso in tempo reale all’informazione su eventi nella rete di trasporto che permette loro di prendere decisioni efficienti per servizio ai loro clienti. Il ruolo dell’informazione nel miglioramento del processo logistico potrà solo crescere in importanza nel futuro. C’è una generale accettazione del fatto che l’industria logistica non può migliorare senza il miglioramento delle linee del tempo e della qualità dell’informazione. Il modello SCOR è un modello di SCM messo a punto dal Supply Chain Council e definisce il livello delle informazioni di base occorrenti per configurare adeguatamente una Supply Chain e per valutarne i risultati, sia in termini di indicatori fisici che economici. Il modello si fonda su quattro sottoprocessi integrati: la pianificazione (Plan), l’approvvigionamento di risorse (Source), la produzione 22 23 24 Krizner (2000) Mullin (1999) UPS Group ha più di 420 unità sparse per il mondo. La rete per la consegna di parti critiche permette di consegnare a circa il 68% della popolazione americana in un’ora o meno e l’88% in due ore o meno. La strategia è di rendere “aerodinamica” la Supply Chain, migliorare l’efficienza e ridurre i costi per i clienti. ANTONIO BORGHESI 13 (Make) e la consegna (Deliver). La pianificazione comporta il disegno o ridisegno della catena e rende necessaria l’identificazione delle richieste da soddisfare, degli scopi che si vogliono raggiungere e delle risorse. L’approvvigionamento si riferisce alla ricezione, controllo e immagazzinamento dei materiali e delle informazioni. La produzione riguarda il processo di realizzazione del prodotto, il controllo, l’imballaggio, l’immagazzinamento e il rilascio del prodotto. La consegna fa riferimento alla gestione degli ordini dei clienti, la gestione del magazzino, il trasporto e l’istallazione. Obiettivo del SCM è di sincronizzare le richieste di servizio dei clienti con i flussi di materiali provenienti dai fornitori in modo da contemperare gli obiettivi in conflitto tra alto servizio e bassi costi (di scorte e gestione). L’SCM cerca di spostare il Customer Order Decoupling Point sempre più all’indietro. Nei modelli del passato (produzione per il magazzino) i bisogni dei clienti coinvolgevano solo il sottoprocesso di consegna e la conseguenza era che il processo di approvvigionamento e quello di produzione dovevano basarsi su modelli di previsione e su magazzini. Quando i bisogni dei clienti si sono trasferiti anche alla produzione (produzione su commessa) modelli di previsione e magazzini restarono funzionali solo al processo di approvvigionamento. Con l’SCM si cerca di eliminarli anche da quest’ultimo processo. Un distributore tipo perde circa metà dei suoi clienti entro cinque anni. Due terzi di essi lo lasciano perché hanno ricevuto attenzioni da concorrenti e il 90% dei clienti persi non ritorna mai25. Acquisire un nuovo cliente costa da cinque a dieci volte il costo di mantenimento di un cliente esistente. Il cliente fedele comprerà di più durante la sua vita e sarà disposto a pagare un premio di prezzo per comperare da chi ha conquistato la sua fiducia. Perciò investire per mantenerli garantisce un ritorno sicuro. La vera novità sta nell’approccio integrato e nell’utilizzo massiccio delle nuove tecnologie sui sistemi di telecomunicazione, Internet, E-commerce e Call center. Se collegato al SCM le potenzialità del CRM aumentano. In sostanza con SCM gestiamo la catena nel suo complesso, con CRM governiamo il processo di interazione con i clienti e quindi i flussi informativi interni alla catena. I sette principi fondamentali per il successo di un processo SCM possono essere così sintetizzati: 1. 2. 3. 25 Segmentazione dei clienti in base ai servizi richiesti. Da ciò deriva la possibilità di conoscere il valore relativo del cliente e di sviluppare un prodotto/servizio adatto ad ogni segmento. Le imprese non conoscono né la situazione finanziaria né i costi dei loro clienti e quindi non possono valutare la profittabilità del segmento. Il CRM può aiutare a risolvere il problema Progettazione della rete logistica in base ai servizi richiesti. Adattarsi alle richieste logistiche è fonte di differenziazione per il produttore. Per adottare soluzioni differenziate per cliente sono necessarie informazioni appropriate, congrue, tempestive e continuative. Il CRM le può dare. Attenzione ai segnali del mercato. L’organizzazione per funzioni di molte Buggy (2001) 14 4. 5. 6. 7. I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM aziende ha creato gravi problemi: il commerciale di solito prevede domanda crescente e la produzione deve arrangiarsi a capire quanto realmente il mercato assorbe. Se il distributore condividesse le informazioni sulla domanda del consumatore finale con il produttore e quest’ultimo gli gestisse il magazzino si otterrebbe un miglioramento generale. Ma bisogna che la qualità delle informazioni sia elevata. A ciò pensa il CRM. Differenziazione del prodotto il più possibile vicino al cliente. I produttori che cercano di andare incontro al bisogno del singolo cliente cercano di ritardare la differenziazione del prodotto al più tardi possibile evitando il problema di dover aumentare le scorte di prodotti finiti26. Per poter differenziare il prodotto il più possibile vicino al cliente la fase di progettazione è fondamentale perché bisogna creare un prodotto modulare. A ciò pensa il PDM. Per modulare bisogna conoscere quali sono le caratteristiche dei prodotti comuni a tutti i segmenti e quali sono invece specifiche del singolo segmento. Queste informazioni si ricavano dal CRM. Gestione delle risorse per ridurre i costi dei materiali e dei servizi. Passando con i fornitori da un rapporto di transazione ad un rapporto di partnership la riduzione dei costi diviene un obiettivo condiviso per abbassare i prezzi finali ed aumentare i margini di tutti gli attori della catena. Poiché in una catena di fornitura ogni anello è al tempo stesso fornitore di qualcuno e cliente di qualcun altro il CRM può aiutare la pianificazione affinché faccia collimare domanda e offerta. Sviluppo di un sistema informativo di SCM che supporti livelli multipli di decisioni. Per monitorare i processi molte aziende sono passate a sistemi informativi di gestione integrati (ad esempio ERP). Questi sistemi catturano grandi quantità di dati ma non possono tradurli in supporto alle decisioni. Inoltre i dati che servono sono spesso fuori dal sistema e poche imprese sono connesse per ottenere le informazioni necessarie. Per connettere i vari anelli della catena si devono utilizzare strumenti condivisi anche dal CRM (come il Web). Adozione di sistemi di misurazione per canale e non per funzione. Il servizio, ad esempio, deve essere misurato in termini di perfezione dell’ordine. Si dovrebbero perciò utilizzare logiche activity based in modo da considerare i costi sostenuti ad esempio per confezionamento personalizzato o per consegne giornaliere di piccole quantità invece che mensili o settimanali. Ciò comporta ovviamente che il sistema di controllo sia trasversale alla catena in modo che tutti misurino le stesse prestazioni. Il CRM permette di raccogliere i dati che possono servire per la misurazione del valore percepito dal cliente attraverso tecniche quantitative. Bisogna creare una maggior integrazione funzionale incrociata, dal momento 26 Ad esempio Apple ha riprogettato i prodotti usando componenti standard anziché i propri che richiedevano 18 settimane per l’approvvigionamento. ANTONIO BORGHESI 15 dello sviluppo del prodotto, passando per le attività d’acquisto e produzione. Va preferita una soluzione integrata con le diverse funzioni aziendali con l’obiettivo di estrarre il meglio dalla situazione di partenza, considerando Internet un’ulteriore leva per sfruttare al meglio le potenzialità esistenti27. Negli anni ‘90 l’SCM era focalizzato sulla riduzione dei costi, la reingegnerizzazione della produzione e sul miglioramento continuo. E’ ora il tempo di andare oltre la cultura di base della riduzione dei costi28. Il processo SCM viene ora scoperto come valore per esaltare le entrate. Tale azione si produce attraverso il valore cliente. Costruire il valore cliente attraverso un SCM innovativo aiuta a trasformare i commercianti in leaders dei loro mercati. Il valore cliente che potrebbe essere misurato dal livello di soddisfazione che quest’ultimo riceve in una esperienza d’acquisto, può essere definito come avere il prodotto giusto nella giusta quantità al momento giusto. Il focus sul valore crea la fedeltà del consumatore e conduce al suo mantenimento ciò che, a sua volta, fa crescere le vendite. 3.3 Il processo di Gestione della Relazione con il Cliente (CRM) Il cambiamento verso un processo di CRM orientato dal mercato porta a passare da un modus operandi che vede le relazioni con i clienti come mezzo solo per vendere, consegnare e servire un prodotto ad uno che guarda ad esse come mezzo per conoscere i bisogni e i desideri dei clienti, e come meglio crearli, soddisfarli e sostenerli. Le transazioni con i clienti lasciano il posto a relazioni intime e solide. L’intimità e il partenariato con i clienti sono pre-requisiti non solo per ricercare soluzioni che migliorino la funzionalità per il cliente, ma anche per individuare in modo collettivo e cooperativo le nuove funzionalità. L’instaurazione di reti di relazioni con i clienti che coinvolgano membri di canale, consumatori finali, ed altre entità del mercato come agenzie di pubblicità e società di consulenza facilitano lo sviluppo di economie di scopo e ritorni crescenti altrimenti impossibili. E’ stato detto anche che il CRM rappresenta il passaggio dal marketing clientecentrico (customer-centric) al marketing integrato e al database marketing29. Il CRM è definito anche come l’ottimizzazione del valore trasferito al cliente per massimizzare il valore ricevuto dal cliente30. L’approccio Customer Value Management si rivela infatti complementare all’approccio di Porter favorendo la definizione di valori dei clienti e di profittabilità di segmenti di clienti. Molti sistemi automatici cadono in queste categorie31: 27 28 29 30 31 Base-dati clienti: è una consolidata raccolta di dati sui clienti. Supporto per le decisioni: la maggior parte dei rapporti CRM è Molinari, Direttore e-Business Fiat Tyndall (1996) Haegele (2000) Lowmann in Haegele (2000) Nycamp in Haegele (2000) I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM 16 - - - multidimensionale, spesso richiede un dettaglio granulare del cliente. Gestione della campagna: il dipartimento marketing richiede strumenti di gestione della campagna integrati con la base-dati clienti. Servono per generare, tracciare e misurare la promozione. Interpretazione dei dati (Data Mining): il processo inizia con ciò che è disponibile e fa emergere ciò che serve. Tipicamente usa il dettaglio più granulare dalla base-dati clienti. Sistemi di automazione delle forze di vendita (SFA Sales Force Automation): tale applicazione contiene la più rilevante informazione sul cliente oltre a, informazione di contatto dettagliata, storia dettagliata dell’interazione, rango o punteggio per graduare la dimensione e l’importanza relativa della relazione. Applicazioni di assistenza (care) al cliente: sono progettate per dare supporto a coloro che hanno interazione diretta con i clienti attuali o potenziali, fornendo loro l’informazione più rilevante sulla base della quale procedere immediatamente all’azione. Applicazioni on-line: la tipologia più innovativa che supporta personalizzazione, individuazione del target, gestione della campagna per posta elettronica e filtro collaborativi. La scelta del software dipende dai bisogni individuali di ogni azienda. Certi sistemi che richiedono tempo reale, capacità basate sulla competenza - come quelle usate per un sito Web o un call center - sono sistemi operativi. Queste soluzioni richiedono piccoli files clienti facilmente accessibili. D’altro canto un sistema analitico come quello usato per compilare e analizzare l’informazione sul cliente esistente nella base-dati ha requisiti molto differenti. Altra complicazione è data dal nuovo modello dell’emergente mercato on-line. Molte software-house hanno lanciato soluzioni solo per questo canale, causando una perdita di profondità rispetto alla soluzione diffusa sull’impresa. La maggior parte delle organizzazioni ha integrato molto poco dei loro sistemi CRM. La trasformazione va fatta passo dopo passo. L’aspetto tecnologico del CRM è il più facile da cambiare perché basta comprarlo. La tecnologia non deve essere il driver del CRM: bisogna prestare più attenzione al fatto che le iniziative di CRM siano ripagate dalla tecnologia. Perfino nella new economy l’automazione non è la risposta ad ogni problema. Il CRM non è una tecnologia, una serie (suite) di prodotti o una applicazione. Piuttosto è una strategia che dovrebbe mobilizzare un’intera organizzazione per servire meglio il cliente32. Una grande strategia CRM: 32 riallinea e reinventa i processi aziendali è basata a tutto campo sulla tecnologia fornisce una visione completa di ogni cliente usa la tecnologia per fare il maggior numero possibili di contatti con ogni Menconi P. (2000) ANTONIO BORGHESI - 17 cliente dà alle attuali applicazioni un uso strategico porta ROI sia agli utilizzatori che ai clienti L’attenzione sul CRM ha spinto molte imprese a sviluppare strategie relazionali ed a costruire processi operativi per l’acquisizione, il servizio e la conservazione dei clienti. Le strategie di relazione con i clienti iniziano con due domande basilari: Chi sono i nostri clienti attuali e quelli potenziali? Che tipo di relazione o gamma di relazione vogliamo avere con questi clienti? Vi sono tre tipi basilari di relazioni: 1. 2. 3. la relazione basata sulla transazione la relazione che, oltre alla transazione, include suggerimenti tecnici la relazione che include tutti questi elementi in una piena collaborazione basata su una estesa conoscenza del cliente La prima implica un singolo prodotto, la seconda fasci di prodotti e servizi, la terza prodotti e servizi che cambiano con l’evoluzione degli stadi del ciclo di vita del cliente. Le relazioni più profittevoli con i clienti sono quelle di lungo termine e per conseguenza spesso la conservazione dei clienti è l’obiettivo numero uno per gli sforzi del CRM. Se la strategia di gestione del cliente è una relazione superficiale one time o una relazione a lungo termine cliente-centrica, l’elemento perno delle odierne relazioni con i clienti è l’informazione. Vi sarebbero cinque dimensioni fondamentali per implementare con successo il CRM. 1. 2. 3. Strategia della relazione con i clienti (CRS = Customer Relationship Strategy). Consiste nello stabilire quali clienti inseguire affinché gli investimenti in personale, processi, conoscenza e tecnologia, fatti per dare supporto alle relazioni con i clienti, diano il massimo ritorno. Coinvolge l’assistenza ai clienti con la ricerca, l’analisi e la visione. Ciò include la costruzione di un portafoglio clienti corretto, la massimizzazione della classe di valore consegnato, l’identificazione del ruolo più appropriato da giocare sul mercato e la determinazione del bilancio tra ricompensa/rischio associati con la relazione con il cliente Gestione dell’accesso ai clienti (CAM = Customer Access Management). Consiste nello stabilire appropriati canali di connessione con i clienti. Assicura l’ottimizzazione dei sistemi e processi usati dai clienti per accedere ai prodotti, ai servizi e all’informazione sia in caso di canali assistiti (forze di vendita dirette) che non assistiti (come Internet) Gestione dei processi dei clienti (CPM = Customer Process Management). Tende a massimizzare il flusso di informazione relativa al cliente utilizzando 18 4. 5. I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM flussi di lavoro e applicazioni ERP (Enterprise Resource Planning). Suggerisce di integrare gli investimenti significativi in front-office, fatti per catturare e gestire l’informazione necessaria a fornire un servizio al cliente di alta qualità, con quelli in back-office allo scopo di massimizzare il flusso informativo Gestione dell’esperienza con i clienti (CEM = Customer Experience Management). Suggerisce di trasformare i centri di servizio in attività strategiche di gestione della relazione. Il call center dovrebbe essere il cuore di questa trasformazione. Le organizzazioni di successo ottengono il massimo valore dei loro centri di contatto allineando le abilità dei call center con i bisogni e le aspettative dei clienti Gestione della conoscenza dei clienti (CKM = Customer Knowledge Management). Viene utilizzato per catturare ed accedere alla giusta informazione. Le aziende che faranno leva su ciò che già conoscono nell’acquisizione, sviluppo e conservazione dei clienti avranno la crescita più robusta. Garantisce che l’organizzazione catturi l’informazione sul cliente giusto e la metta in mano al personale adeguato Poiché i cambiamenti che accadono entro ogni settore industriale come risultato di Internet sono drammatici, molte aziende scelgono di avviare il loro CRM e ebusiness con entità separate. Ciò elimina l’intrico di tecnologia e di problemi di gestione del cambiamento che può risultare da un tentativo di introdurre maggiori cambiamenti in un’azienda esistente. Le aziende hanno bisogno di una unica, chiara ed articolata visione per le loro relazioni con i clienti. Un risultato naturale di un punto di vista focalizzato sul cliente dovrebbe essere il collasso delle tradizionali strutture geografiche e per prodotto. Molte aziende sono ancora organizzate per prodotto o regione geografica. Queste strutture presentano barriere strutturali ed umane in ogni tentativo di formare più relazioni orizzontali con i clienti. Uno dei fattori per ottenere il successo del CRM è dividere le informazioni tra dipartimenti e unità d’affari. Focalizzandosi sul cliente molte aziende hanno scoperto che larghi segmenti dei loro clienti non sono profittevoli. Ciononostante ci sono state resistenze per trattare in modo diverso tipi di clienti diversi. Le tecnologie di CRM legano insieme molte persone, processi e tecnologie che sono state finora tenute separate. Infatti molte aziende dichiarano che i clienti non possono ricevere informazioni coerenti attraverso i loro canali distributivi elettronici. Nella maggior parte dei casi la ragione dell’incoerenza sta nella mancanza di sistemi integrati. Le applicazioni CRM che toccano il cliente sono sovente dette di front office. Esse sono di tre maggiori categorie: 1. 2. 3. Servizi e supporto ai clienti (CSS = Customer Support and Service) Automazione della forza di vendita (SFA = Sales Force Automation) Automazione del marketing d’azienda (EMA = Enterprise Marketing ANTONIO BORGHESI 19 Automation) Le tre categorie convergono verso un centro integrato di front office talora definito piattaforma di “Gestione delle relazioni d’azienda” (ERM = Enterprise Relationship Management). I venditori di software hanno iniziato a creare pacchetti chiamati piattaforme di Gestione di relazioni associate (PRM = Partner Relationship Management), che possono coordinare queste funzioni di front office tra una rete di partner alleati e canali distributivi. La maggior parte delle applicazioni front office sono costruite su base-dati di clienti. L’interpretazione dei dati è spesso resa accessibile attraverso applicazioni chiamate Sistemi direzionali d’informazione (EIS = Executive Information Systems) e Sistemi di supporto alle decisioni (DSS = Decision Support Systems). I primi sono strumenti programmati per fornire rapporti standardizzati ai dirigenti superiori. Ogni iniziativa di CRM deve avere la consapevolezza di importanti barriere di implementazione legate alla tecnologia: 1. 2. 3. 4. 5. 6. dati incoerenti o persi sistemi ereditati proliferazione di canali costi perdita di competenze interne gestione del cambiamento. Si stima che il mercato per le applicazioni di CRM crescerà del 30% quest’anno33. Il CRM comprende l’acquisizione e lo sviluppo di conoscenze sul cliente per permettere all’azienda di vendere in maggiore quantità e più efficientemente i propri prodotti/servizi. Il CRM comporta un’analisi approfondita degli attributi e dei comportamenti del consumatore per raggiungere una conoscenza completa delle sue 33 La Banca d’America ha stipulato un contratto di molti milioni di dollari per la tracciatura di guide, l’automazione delle forza di vendita, il servizio al cliente, ed altri moduli di affari elettronici. Il software unificherà dati disparati sui clienti della Banca d’America, darà supporto agli sforzi di vendite incrociate, e sarà di aiuto ai clienti ad aiutare se stessi sul sito Web della banca. La FedEx ha lanciato un progetto e-CRM che farà leva su un’infrastruttura diffusa in azienda che trasferirà i dati ricucendoli tra canali Web e Call center. La considerazione di base è che i clienti cercano una completa registrazione della loro interazione, un singolo punto di contatto. FedEx pianifica di usare due applicazioni CRM, una per costruire e mantenere i profili dei clienti, l’altra per instradare le chiamate al più appropriato rappresentante del servizio-clienti. La meta è trasformare gli addetti dei call center da prenditori di ordini in risolutori di problemi. United Asset Coverage lancia la prima fase di CRM. Lo scopo è di aiutare ad identificare prospetti gestendo contemporaneamente vendite, contratti, servizio di consegna. L’azienda pensa inoltre di abbassare i costi amministrativi e forse anche migliorare il suo già impressionante tasso di conservazione. 20 I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM abitudini, dei suoi desideri, delle sue necessità. Questa conoscenza diviene la base per strategie di marketing, piani e campagne. Implica un’interazione diretta con il cliente e per questo comprende una rete di punti contatto (touchpoint) attraverso i quali stabilire, coltivare e mantenere relazioni di lungo termine con il cliente. Le domande da porsi sono: - chi sono i clienti? Quali sono le loro abitudini e caratteristiche demografiche? dove vivono? cosa valgono? Qual’è il loro potenziale valore futuro? cosa comprano e come lo fanno? Con quali modalità? come possono essere raggiunti? I meccanismi di contatto diretto e bidirezionale (touchpoint o channel) possono essere: - sistemi automatizzati di vendita call center web. Il CRM serve a costruire il successo dell’azienda sull’efficacia della relazione con il cliente piuttosto che sull’efficienza delle singole transazioni. Bisogna però avere le idee chiare su come impostare strategicamente la metamorfosi customer centrica del processo aziendale e su come governarla. Il CRM deve operare sul cliente con processi organizzati attorno al suo ciclo di vita, capaci di gestire in modo efficace la relazione e ottimizzarne il ritorno in ogni fase del ciclo di vita. Dunque prima ancora che un’integrazione applicativa fra sistema ERP e CRM, quest’ultimo impone una reingegnerizzazione dei processi nei servizi coinvolti. Si deve quindi rendere l’azienda pro-attiva nei confronti del ciclo di vita del cliente. Un cliente nel suo ciclo di vita in relazione ad un prodotto/servizio si informa, valuta, sceglie, acquista, installa, usa, chiede supporto, gestisce, rimpiazza. A queste azioni l’azienda deve reagire con un sottoinsieme di processi che si coordinano per gestire il ciclo di vita del cliente, rendendola rispondente e proattiva. Il CRM può essere visto come un processo (con transizioni di stato da visitatore a cliente potenziale, cliente acquisito….), come una funzione, come un’organizzazione (front-office, vendite, e-business). Altri individuano tre momenti: il livello gestione del ciclo di vita, il livello processi ed il livello tecnologico-applicativo, a sua volta distinto in analitico (business intelligence), operativo (sistemi transazionali di front-office: marketing, vendita e supporto) e collaborativi (canali web/call center). Secondo Gartner Group il principio è seguire il singolo cliente nella catena del valore, ricorrendo all’attivazione dei seguenti processi: 1. Business Intelligence Management. Punto di partenza è l’analisi dei clienti (customer analysis). Essa si svilupperà partendo o da un magazzino-dati (Data ANTONIO BORGHESI 2. 3. 4. 21 Warehouse) ottenuto raccogliendo le informazione dal canale, dal quale estrarre una elaborazione CRM (Data Mart), oppure da informazioni captate direttamente dal canale (ad esempio via Web). Passo successivo sarà l’analisi di profittabilità (Profitability Analysis), basata su dati descrittivi (anagrafici o di fatto), relazionali (comportamento del cliente) e di contesto (esempio impatto eventi esterni: quando in estate piove si vendono più merendine che gelati). A questo punto segue la modellizzazione di comportamento (Behavioral Modeling) cioè la personalizzazione per canale della classe del cliente. In conclusione il processo deve condurre alla formulazione di regole aziendali (Business Rules) personalizzate per cliente o segmento di clienti, che dovranno governare le interazioni con i clienti indipendentemente dal canale di contatto. Relational Management. Partendo dalle regole aziendali si progettano le campagne marketing e promozione (Campaign Development) in termini di bersaglio e associazione prodotti/servizi a classi di clienti e ciò con riferimento ai diversi canali: filiali, centri di contatto, agenti, partners, Web, e-mail, e così via) (Channel Management). Customer Interaction Management. Partendo dai dati di canale (Channel Handout) perviene al ritorno delle informazioni dal canale (Channel Feedback) attraverso i seguenti sottoprocessi: selezione delle azioni (Action Selection) dirette all’esterno, reazioni condotte dalle regole cioè iniziative automatiche (come proposta di assicurazione in funzione dell’età) (Rule-Driven Trigger), interazione con il cliente (Customer Interaction). Data Collection. Partendo dai dati recepiti attraverso il Channel Feedback, si ottengono i dati per la Customer Analysis ed il ciclo ricomincia con un’attività di Business Intelligence Management che opererà con l’aggiunta di due elementi di valore: l’analisi delle opportunità di crescita (valutando i feedback in un’ottica di fidelizzazione o riclassificazione del cliente) e la verifica di fine ciclo di vita del cliente per il dato prodotto/servizio o per la permanenza in una certa classe. Occorre perciò una CRM Value Chain per individuare i processi customer centrici ed i vari servizi aziendali coinvolti nel ciclo di vita del cliente e che devono essere coordinati34. A ben vedere il modello analitico CRM non è nulla di nuovo; è un vecchio concetto scolastico che è evoluto per andare incontro alle esigenze dei giorni moderni di conoscere i desideri dei clienti. E’ l’interpretazione di dati e l’applicazione di modelli matematici e talvolta di senso comune per capire meglio il cliente. Estrapolando i comportamenti usuali del mercato e dei clienti le aziende possono adeguare le regole aziendali e reagire ai clienti in modo rilevante e personalizzato. Il CRM fornisce opportunità di guadagno esaltando i canali di vendita e mitigando i rischi di costo. Può essere derivato da diversi canali, incluso il Web, il punto d’acquisto al dettaglio e il marketing diretto. La difficoltà non è la 34 Mercandelli (2001) I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM 22 raccolta di dati dai clienti ma dare un senso alla moltitudine di punti di contatto con i clienti che arrivano all’impresa. Il CRM può modellare le future transazioni, predire gli interessi ed il comportamento di singoli clienti e trasferire i dati nei canali più tradizionali dell’azienda come la supply chain. Il CRM analitico offre una modellizzazione predittiva del comportamento dei clienti, il raggruppamento della segmentazione dei clienti, l’analisi di profittabilità, gli scenari cosa succede se e la gestione della campagna così come il monitoraggio della personalizzazione e dell’evento. Queste funzioni traggono vantaggio da interazioni dei clienti con l’azienda in tempo reale. Le soluzioni CRM offrono integrazione attraverso vendite, call center, e-commerce e canali di marketing. Vi sono soluzioni basate su internet capaci di mettere in connessione le risorse di dati basate sul Web con sistemi interni come call center, CRM esistente e applicazioni ERP. Le soluzioni e servizi CRM saranno profondamente modificati durante i prossimi tre-cinque anni dalla esaltazione del principio di connessione e da cambiamenti nella costruzione dei software35. In particolare le tecnologie senza filo e mobili cominciano a convergere con soluzioni CRM, meglio denominate mCRM (mobile CRM). I clienti si aspettano già di poter accedere a qualunque azienda per telefono, fax, e-mail e Web. Poiché le tecnologie senza fili diventano per i consumatori la norma, essi cominceranno ad immaginare di contattare l’azienda per acquisti o supporto via apparati senza fili. Ma il più grande cambiamento avverrà con l’infusione di tecnologie peer to peer attese nel giro di pochi anni. Queste tecnologie creeranno interazioni multidimensionali: cliente-azienda, azienda-cliente e cliente-cliente. L’ultima relazione comporterà che anche i clienti possano conversare tra loro per scambiarsi aiuto o informazioni. Ciò porterà ad una riduzione di costi delle vendite e dei servizi. Una implementazione CRM di successo dà tipicamente un ritorno del 15% di crescita in produttività e efficienza ed un ritorno degli investimenti di un anno o meno. Il CRM estende il concetto di vendita da un atto discreto attuato da un venditore in un processo continuo che coinvolge ogni individuo in azienda. E’ l’arte o scienza di raccogliere e usare le informazioni sui clienti per costruire la fedeltà dei clienti e la crescita del valore cliente. Con lo stato attuale dell’IT e l’attesa di alti servizi ai clienti è praticamente impossibile considerare questo processo senza rivolgersi alla tecnologia, ma è importante ricordare che relazione-cliente e relazione-umana sono la vera forza traente. Le informazioni possono essere combinate e condivise. Le aziende possono ad esempio creare campagne e-mail personalizzate solo per clienti interessati a certe tecnologie. Campagne confezionate su misura possono essere rivolte a acquirenti qualificati, con spese calanti e crescita di tassi36. Nel business to business il CRM è tempo. La raccolta dati di un buon CRM può risparmiare tempo per chiunque. I venditori eliminano informazioni immagazzinate in modi meno efficienti. Hanno accesso all’informazione dal resto 35 36 Biggs (2001) Moore (2001 ANTONIO BORGHESI 23 dell’organizzazione e possono crescere la loro conoscenza del mercato come insieme. Campagne mirate possono ridurre i costi, far crescere i ritorni, e abbassare i prezzi per i clienti business to business. L’informazione di mercato può essere usata per prevedere più accuratamente e ciò riduce la scorta. I produttori di sistemi ERP hanno messo a punto un modulo di CRM in grado di gestire in maniera integrata le attività di marketing, vendita e assistenza via Internet e di inquadrarle all’interno delle strategie commerciali complessive37. I sistemi CRM sono di tre categorie38: - TEM (Technology Enabled Marketing systems): servono per raccogliere ed elaborare abitudini e propensioni del pubblico, inclusi strumenti di marketing business intelligence come data minino e e sistemi di supporto alle decisioni; - TES (Technology Enabled Selling systems): supportano le attività di vendita in tutti i casi in cui vi è un contatto con il cliente che potrebbe concludersi con una vendita; - CSS (Customer Service and Support systems): supportano coloro che in azienda e sul campo entrano in contatto con i clienti e si occupano di assistenza postvendita. 3.4 Interazioni e interdipendenze tra processi PDM, SCM e CRM Tutto ciò comporta azioni di riprogettazione e riallineamento. Per esempio un passaggio dall’integrazione verticale alle alleanze orizzontali rinforza il bisogno di muoversi dalla competizione individuale alla rivalità di rete. Non vince necessariamente il “prodotto migliore”. Vince di norma la “rete migliore”. Per conseguenza la strategia di marketing richiede che un’azienda si trovi nel “giusto” processo produttivo e poi sappia porre in essere meccanismi che diano rango considerevole al valore creato dall’alleanza (network). In aggiunta alleanze orizzontali richiedono un focus su una maggiore collaborazione, sulla condivisione delle informazioni e sulla fiducia attraverso le catene di fornitura e di valore. Con un focus specifico sui clienti molte funzioni critiche di marketing includono l’identificazione e la classificazione di segmenti di clienti, la determinazione dei bisogni attuali e potenziali dei clienti; la visita ai clienti per conoscere gli usi e le applicazioni di singoli prodotti, lo sviluppo e l’esecuzione di singole componenti di vendita, pubblicità, promozione e programmi di servizio, stima della sensitività dei clienti al prezzo, determinazione delle reazioni dei clienti alle offerte attuali e potenziali dei clienti. I sottoprocessi rientranti nel processo CRM devono sovente essere rinvigoriti con un orientamento genuino al cliente o al mercato. Spesso infatti questi sottoprocessi si trasformano in routine. Ad esempio con riferimento al sottoprocesso “conoscenza sull’uso del prodotto da parte del cliente”, l’esperienza di molte 37 38 Cerruti (1999) p. 89 ibidem p. 88 24 I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM aziende indica che i membri dei team di visita presso il cliente sovente si limitano a domande predeterminate, completando questionari dettagliati ma poco veritieri…. Le funzioni di marketing specifiche relative ai sottoprocessi CRM possono essere direttamente e indirettamente collegati ai singoli sottoprocessi sia di PDM che di SCM. Ad esempio molti dei compiti che riguardano il sottoprocesso “conoscere l’uso del prodotto da parte del cliente” possono generare dati e informazioni che si potrebbero rivelare preziosi nella progettazione ed esecuzione di diversi sottoprocessi negli altri due processi centrali. Il ruolo delle attività di marketing nei processi aziendali funzionali incrociati varia grandemente. Il marketing probabilmente emerge come funzione-guida nella gestione delle relazioni con i clienti: gioca infatti un ruolo determinante nell’articolazione (definendo la proposta di valore e di posizionamento nel mercato), nella navigazione (percezione del mercato e disseminazione dell’informazione), e orchestrazione (coordinamento e gestione del processo) del processo di CRM. Nei processi PDM e SCM invece il ruolo della attività di marketing sembra limitarsi probabilmente al campo dell’articolazione e della navigazione. Quando questi processi sono orientati dalla tecnologia e dall’ingegneria il marketing è spesso ridotto ad un ruolo subordinato di mera tecnica di vendita. E’ del pari evidente tuttavia che i cash flow possono risultare accelerati da un più rapido sviluppo dei prodotti, da una loro movimentazione più veloce attraverso la supply chain e dalla riduzione dei tempi di accettazione del prodotto da parte del mercato. Dare i giusti input di mercato, come i bisogni dei clienti, l’assistenza nel favorire un uso appropriato del prodotto e una stima delle potenziali offerte di prodotto dei concorrenti ai team coinvolti in ogni sottoprocesso PDM, può aiutare ad eliminare o ridurre false partenze e ritardi nel concepimento, nella specificazione e nella prototipazione di soluzioni per clienti. La riduzione dei tempi di ciclo in ogni sottoprocesso SCM contribuisce in modo significativo a consegnare i prodotti giusti nella forma desiderata e a consegnarli più velocemente. La riduzione del time to market, cioè del tempo richiesto per commercializzare i prodotti e del tempo necessario per raggiungere volumi adeguati sono elementi importanti. E’ appena il caso di sottolineare che la mancanza di input di mercato ritarda la velocità di commercializzazione e perciò il ritorno di cash flow. Per consegnare più velocemente prodotti al mercato sempre più le aziende selezionano i fornitori che vogliano sviluppare congiuntamente componenti e input specialistici e offrono incentivi ai fornitori che accelerano lo sviluppo di componenti. Se interpretati come trasmissione di dati e informazioni piuttosto che come movimentazione di beni fisici, perfino alcuni sottoprocessi SCM, che non hanno evidenti o ovvie connessioni ai bisogni, alle richieste e agli interessi dei clienti, come la logistica in entrata, la logistica interna e l’assemblaggio di componenti contribuiscono a velocizzare la commercializzazione ed il sostegno alla penetrazione del mercato. EDI (Electronic Data Interchange) e le reti di comunicazione basate su Internet permettono oggi di collegare istantaneamente i dati di mercato, come i dati di vendita e i luoghi di vendita dei prodotti per negozio o area geografica, ai programmi di produzione dei fornitori, alla programmazione ANTONIO BORGHESI 25 degli orari di consegna delle aziende logistiche, alle routine interne di trattamento dei materiali attraverso una integrazione virtuale della catena di fornitura. In relazione all’altro obiettivo del processo SCM, la comprensione dei comportamenti di canale rende possibile alle aziende creare i giusti programmi per educare i distributori e i giusti incentivi per orientare e velocizzare la distribuzione: di qui l’adozione di partner di canale. Sottoprocessi CRM come la pubblicità e la promozione costruiscono più rapidamente la consapevolezza del prodotto, favoriscono prove anticipate del prodotto, e promuovono la ripetizione degli acquisti. In aggiunta i clienti adottano e si riferiscono alla marca più rapidamente, l’inseminazione del mercato facilita la diffusione dell’innovazione e le esternalità di rete collegate alla dimensione della base-clienti istallata favoriscono l’accettazione del mercato. Ognuno di questi risultati agevola l’accelerazione di cash flow basata sul CRM. I processi PDM contribuiscono in modo unico a far emergere i cash flow quando portano a realizzare piattaforme collettive che facilitano la progettazione del prodotto, la personalizzazione delle soluzioni, e l’adattamento del prodotto al suo concreto utilizzo da parte del consumatore. Le piattaforme-soluzioni includono la specificazione di progetti di prodotti simili e componenti condivisi e fornitori, così come processi di produzione condivisi. Queste aziende sono capaci di eliminare costi significativi e fabbricare prodotti in alti volumi, ma che tuttavia possono essere confezionati su misura per andare incontro ai bisogni di distinti gruppi di clienti e, in molti casi, di clienti singoli. In breve le piattaforme-soluzione spesso rendono possibile alle aziende consegnare varietà di prodotti che altrimenti non sarebbero praticabili o potrebbero esserlo solo con uno sproporzionato aumento di costi. Anche i sottoprocessi PDM possono dunque contribuire al controllo o alla riduzione dei costi. Un uso astuto delle reti di alleanze per accedere ad un unico tipo di ricerca e di conoscenza tecnologica serve ad abbassare i costi associati allo sviluppo di progetti di soluzione tentate e di prototipi di prodotto. La messa in risalto dei cash flow può anche venire dai sottoprocessi SCM. Le proiezioni dei bisogni di prodotto dei clienti aiutano nel determinare le richieste di input, nello stabilire una sufficiente capacità della logistica di entrata, nel determinare ed acquisire appropriate tecnologie di processo di prodotto e nella scelta dei canali distributivi più efficienti. Una migliore informazione di mercato può essere usata per ridurre i costi di acquisto e i livelli di scorta e rende possibile alle aziende posticipare le azioni fino al momento del bisogno. Ciò permette un impegno di risorse just-in-time ed una più elevata efficienza. Molti possono arguire che una proposta fondamentale del CRM è di aumentare le vendite. Ogni sottoprocesso CRM contribuisce a identificare i bisogni dei clienti, ad adattare le soluzioni a questi cambi di bisogni, e a promuovere, vendere e servire soluzioni consegnate o istallate. Relazioni intime con i clienti forniscono un punto di leva per realizzare economie di scopo. Per esempio la base-clienti può essere usata come leva per conseguire entrate da vendita di prodotti e servizi complementari incrociati o con vendita di sostituti di più alta qualità. La messa in risalto di cash 26 I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM flow potenziale delle relazioni con i clienti ha portato al riconoscimento che i clienti sono attività basate sul mercato. Infine negli anni più recenti il potenziale di CRM per contenere e ridurre i costi ha ricevuto specifica attenzione. E’ stato dimostrato che una miglior gestione dei clienti porta a costi di vendita e servizio più bassi. I cash flow previsti possono essere vulnerati dall’azione competitiva e soggetti a volatilità a causa della fluttuazione della domanda. L’inserimento nei sottoprocessi PDM dei cambiamenti di bisogni dei clienti, di potenziali progressi tecnologici e di avvento di prodotti rivali dà forza al tentativo di conservare la corrente aziendale di nuovi prodotti davanti alle offerte rivali attuali e emergenti. L’eccellenza nello sviluppo del prodotto può essere un portatore di risultati e differenziazione, il successo di piattaforme di prodotti può dipendere pesantemente da un’esecuzione di successo dei compiti di marketing che supportano le reti di valore. In aggiunta le aziende possono prendere vantaggio da linee di prodotti multiple con la creazione di fasci unici di prodotti/servizi39 che altri non possono duplicare. Ora essi possono gestire la migrazione dei clienti attraverso le linee di prodotto durante il loro ciclo di vita familiare, traendone vantaggio anche in termini di mitigazione del rischio. Gestire l’innovazione di prodotto e cioè aggiunte e cancellazioni nel portafoglio prodotti, aiuta molto a gestire la volatilità del cash flow. Il mantenimento sul mercato di prodotti anticiclici riduce la volatilità del cash flow poiché la correlazione negativa tra cash flow conseguiti da singoli prodotti conduce ad una varianza più bassa e perciò a un rischio minore. La vulnerabilità del cash flow può essere ridotta dal processo SCM attraverso l’innovazione di processo. Il rischio viene ridotto dalla progettazione di processi di produzione difficili da copiare, incluse le macchine utensili per la produzione. Il rischio può essere anche ridotto dalla gestione delle relazioni distributive (CRM). I produttori possono far aumentare i costi di cambiamento dei distributori con programmi che tendono ad irretirli come attraverso incentivi al personale di vendita del distributore o con servizi. Anche il processo SCM minimizza la volatilità dei cash flow. Produzione flessibile condotta dalla domanda e sistemi di consegna dell’ordine riducono l’incertezza dei cash flow. Ad esempio è meglio enfatizzare prezzi bassi piuttosto che promozioni a prezzo molto basso poiché le ultime causano picchi e cadute della domanda che disturbano le operazioni di produzione e fanno crescere la volatilità dei cash flow. Altre aziende cercano di ridurre la tendenza alla volatilità nella domanda dotandosi di una propria capacità per coprire le previsioni di domanda stabile e terziarizzano la produzione per coprire la domanda incerta. La letteratura suggerisce che la barriera all’entrata più difficile da superare può essere la fedeltà del cliente. Un’implementazione con successo di sottoprocessi CRM può contribuire a rendere più elevati i costi del cambiamento da parte dei clienti, abbassando così la vulnerabilità del cash flow. Un’ultima riflessione riguarda il fatto che le teorie di marketing non possono continuare ad utilizzare solo risultati di marketing come criteri di successo. Siffatti 39 I prodotti Microsoft’s Office Suite ne sono un esempio molto chiaro ANTONIO BORGHESI 27 risultati infatti devono sempre più essere incrociati con le misure di risultato proprie della posizione sul mercato, come la fedeltà alla marca e con misure di dimensione finanziaria come la riduzione della vulnerabilità e della volatilità del cash flow. PDM PROCESSO DI GESTIONE SVILUPPO PRODOTTO Accertamento nuovi bisogni Progettazione nuove soluzioni di prodotto Sviluppo prototipi nuove soluzioni Identificazione e gestione delle relazioni interne funzionali/ dipartimentali Sviluppo e sostegno di reti di collegamenti con organizzazioni esterne SCM PROCESSO DI GESTIONE CATENA FORNITURA CRM PROCESSO DI GESTIONE RELAZIONE CLIENTI Selezione e qualificazione fornitori desiderati Istituzione e gestione logistica in entrata Progettazione e gestione logistica interna Istituzione e gestione logistica distributiva Identificazione nuovi clienti potenziali Determinazione bisogni clienti attuali e nuovi potenziali Conoscenza su uso e applicazione prodotti Sviluppo/esecuzione programmi promozione Progettazione flusso di lavoro in assemblaggio prodotti/ soluzioni Scorrimento della produzione di lotti Acquisizione istallazione e mantenimento della tecnologia di processo Trattamento ordini, pezzatura, fatturazione, sconti e termini Gestione (multipla) canali Sviluppo/esecuzione programmi servizio Gestione servizi ai clienti come istallazione e manutenzione Sviluppo/esecuzione programmi vendita Acquisizione/accrescimento informazioni su tecnologia/ sistemi per contatti clienti Gestione squadre di visite ai clienti Accrescimento fiducia e fedeltà clienti Offerte di vendita incrociata di prodotti/servizi Tav. 1: Esempi di sottoprocesso all’interno dei tre processi aziendali centrali Fonte: Nostre elaborazioni su Srivastava - Shirvani - Fahey (1999) I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM 28 Cambiamenti posizione di mercato PDM PROCESSO DI GESTIONE SVILUPPO PRODOTTO Dal focus sul prodotto al focus sulla funzionalità per il cliente Progettare, sviluppare e costruire il miglior prodotto possibile dal punto di vista funzionale Dalla differenziazione del prodotto alla soluzione personalizzata SCM PROCESSO DI GESTIONE CATENA FORNITURA Progettare e gestire la supply chain per ottenere e utilizzare le materie prime e le forniture migliori sotto il profilo funzionale CRM PROCESSO DI GESTIONE RELAZIONE CLIENTI Gestire le relazioni con i clienti solo come mezzo per vendere, consegnare e servire il prodotto Creare il prodotto che renda possibile al cliente sperimentare i massimi valore e benefici dal suo uso Progettare, gestire e integrare la propria supply chain con quelle sia dei fornitori che dei clienti Progettare e sviluppare prodotti che possano essere destinati al mercato di massa per trasferire e fornire un valore superiore comparato con concorrenti attuali e precedenti Acquisire, movimentare ed utilizzare materie prime, componenti e così via, così che il prodotto sia il più differenziato rispetto ai rivali attuali e futuri Gestire le relazioni con i clienti come mezzi per conoscere i loro bisogni e come meglio soddisfarli Clienti come focus/riceventi di prodotti e relative pubblicità, servizi, attività di vendita, e così via per instaurare la superiorità del valore del prodotto Progettazione e sviluppo di soluzioni che possano essere personalizzate per creare e soddisfare i bisogni dei clienti Gestire e integrare tutti gli elementi di supply chain per facilitare la progettazione, sviluppo, produzione e consegna di soluzioni Una serie di contratti indipendenti con fornitori esterni e progetti disconnessi con unità interne Lavorare con clienti singoli così che la soluzione globale sia confezionata a misura dei loro bisogni individuali Identificazione, bersagliamento, vendita, consegna, e servizio ai clienti come transazioni indipendenti Sviluppo di relazioni con i fornitori esterni per la futura generazione di forniture Sviluppo, promozione e crescita di relazioni con individui e gruppi di clienti Gestione di ogni sfaccettatura di tutte le interazioni con tutti i clienti Dalla transazione Una serie di interazioni alla familiarità brevi con altre unità basata sulla relazione all’interno dell’organizzazione e con entità esterne ad essa Dalla competizione solitaria alla rivalità reticolare Una serie di relazioni interne ed esterne all’organizzazione continuative e fortemente vincolate Dipendenza completa dalla propria conoscenza, perizia, competenza, capacità e così via Tendenza ad enfatizzare proprietà e controllo di ogni elemento di supply chain ANTONIO BORGHESI Dalle economie di scala alle economie di scopo e di ritorno crescente Conduzione e partecipazione in molte reti per generare, far crescere e integrare lo sviluppo di prodotti che altrimenti sarebbe impossibile realizzare Conduzione e partecipazione in molte reti di catene di fornitura per creare forniture che altrimenti sarebbero impossibili, per esaltare le efficienze delle catene e così via Enfasi sull’efficienza nell’uso delle risorse nella progettazione e sviluppo dei prodotti Enfasi sull’efficienza delle relazioni del venditore, sul controllo delle scorte, sulla logistica, sulla produzione e così via Leva sulle risorse per creare prodotti che servano segmenti/ mercati interrelati di clienti e forniscano la base per ritorni crescenti Leva su tutte le sfaccettature della catena di fornitura per facilitare un obiettivo prodotto/cliente più grande e ritorni crescenti 29 Sviluppo e gestione di una rete di relazioni con altre entità (come concorrenti, canali, consumatori finali, professionisti del mercato) per identificare, raggiungere e soddisfare i clienti in modi che altrimenti sarebbero impossibili Enfasi sulle efficienze in tutte le fasi delle attività di marketing Leva su tutte le risorse di marketing per creare tipi di relazioni con i clienti che facilitino forme multiple di connessione con il prodotto e con il mercato Tav. 2: Impatto dei cambiamenti di mercato sui processi aziendali centrali Fonte: Nostre elaborazioni su Srivastava - Shirvani - Fahey (1999) 30 I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM Fonti di valore per gli azionisti PDM PROCESSO DI GESTIONE SVILUPPO PRODOTTO ACCELERAZIONE DEL CASH FLOW Rende più veloce il tempo di ciclo con la tecnologia Rende più veloce lo sviluppo del prodotto, riduce il tempo di commercializzazione PRODUZIONE DEL CASH FLOW Favorisce la differenziazione del prodotto che rende possibile prezzi e margini più alti Cannibalizza i prodotti esistenti con innovazioni favorendo prezzi e margini più elevati Semplifica i processi per la riduzione dei costi Tiene conto degli input dei clienti per eliminare prestazioni non necessarie e costi Porta a progetti modulari trasversalmente ai prodotti per ridurre i costi; riutilizza progetti Acquisisce tecnologia o licenze Progetta produzione e assemblaggio per ridurre i costi RIDUZIONE DEL RISCHIO (VULNERABILITA’ E VOLATILITA’ DEL CASH FLOW) Rende tempestoso il tasso di innovazione per conservare la testa della competizione Favorisce alleanze tecnologiche e strategiche per instaurare standard condotti dal mercato Focalizza continuamente su SCM PROCESSO DI GESTIONE CATENA FORNITURA Rende più rapida l’adozione da parte dei canali e dei produttori di attrezzature originali Rende più rapida l’adozione di componenti e forniture Riduce i tempi di ciclo per la consegna dell’ordine Riduce il tempo di aumento dei volumi Reingegnerizza i processi di catena di fornitura per minimizzare i costi (ad es. riducendo i tassi di incidenza dei problemi) Riduce il capitale circolante attraverso metodologie just-in-time Riduce gli investimenti di capitale attraverso la terziarizzazione di elementi a basso valore aggiunto della catena di fornitura Usa l’informazione del mercato e le previsioni per ridurre costi e scorte ed esalta la capacità del ricorso a prodotti a più alto valore (ad es. determinazione dinamica del prezzo) Fa crescere i costi di cambiamento per i distributori fornendo programmi di servizio, di incentivi e di fedeltà (irretimento) Minimizza il conflitto con distributori; gestisce CRM PROCESSO DI GESTIONE RELAZIONE CLIENTI Riduce i tempi di accettazione del mercato (ad es. tempo di ciclo della penetrazione) Minimizza i tempi di ciclo di sviluppo della soluzione per i clienti Favorisce alti margini con prodotti di marca e servizio superiore Individua vendita incrociata di parti, beni di consumo e servizi complementari Massimizza il valore del cliente (e i guadagni) con l’assemblaggio di soluzioni per i clienti (inclusi i prodotti concorrenti e i servizi) Acquisisce clienti; fa crescere la base istallata Raffina la qualità della base clienti (per ridurre indebitamenti e scorte); gestisce il cliente Abbassa i costi di lancio dei prodotti; abbassa i costi di vendita e di servizio Progetta programmi di conservazione e di fedeltà dei clienti rispetto a programmi di acquisizione e attrazione Accresce i costi di ANTONIO BORGHESI una differenziazione – progettazione dei prodotti difficile da copiare; crea fasci unici di prodotti/ servizi Progetta e configura prodotti orientati dal mercato Fa migrare in modo pianificato la linea di prodotto (e l’obsolescenza di prodotto) Massimizza le sinergie attraverso il portafoglio prodotti (ad esempio prodotti con caratteristiche di domanda anticiclica ma con esigenze comuni sul piano delle risorse) la competizione attraverso e all’interno dei canali di consegna Progetta processi di consegna degli ordini difficili da copiare Favorisce il ricorso a sistemi flessibili di produzione e di consegna degli ordini orientati dal mercato; integra produzione e marketing utilizzando usualmente approcci al prezzo basso e non approcci alto-basso Terziarizza le consegne a domanda incerta; incorpora forniture (ad es. scorta dei venditori gestiti) 31 cambiamento dei clienti attraverso un fascio di prodotti e servizi Favorisce l’eccellenza nella consegna di intangibili, di attributi sperimentali e servizi Fa leva su attività basate sul mercato (reti di valore) Crea programmi di istruzione e formazione per i clienti Crea programmi di comodato Favorisce concessioni di prezzo per contratti di consegna a lungo termine Crea progetti di vendita incrociata di parti, prodotti di consumo e servizi complementari Tav. 3: Impatto dei processi aziendali centrali sulle fonti di valore per gli azionisti Fonte: Nostre elaborazioni su Srivastava - Shirvani - Fahey (1999) 4. Conclusioni L’accesso all’informazione, in precedenza inesistente, ha posto il potere nelle mani del consumatore. Improvvisamente qualunque cosa si conoscesse di marketing e vendite non serve più40. Il principale vantaggio della tecnologia odierna è la capacità aziendale di costruire una relazione individuale orientata dalla base-dati su un periodo di tempo esteso. Per fare ciò un’azienda abbisogna di una base-dati attiva, che ora possa essere mantenuto senza dover ricorrere al goffo esercizio di richiedere al cliente di riempire certificati di garanzia per catturare i dati41. Le trasformazioni che la net economy impone in misura crescente alle supply 40 41 Martin (2000) Zingarelli (2001) I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM 32 chain aziendali comportano un profondo ridisegno delle architetture, delle tecnologie e dei modelli di gestione della logistica. L’affermarsi dell’e-commerce enfatizza il ruolo della logistica e del servizio spingendo gli operatori a performance estreme. Le più recenti stime lasciano prevedere che il commercio elettronico tra aziende raggiungerà nel 2003 un valore di 1,3 milioni di miliardi di dollari, con un volume cinque volte superiore a quello business to consumer. Dall’acquisto e trasporto delle materie prime, alla movimentazione di prodotti finiti a magazzini, distributori e dettaglianti, esistono molteplici opportunità per gli attori del business to business per migliorare il flusso di beni e/o servizi ricavando percentuali da tutte le transazioni del ciclo. Il sistema basato sul web viene ritenuto in grado di soppiantare i sistemi Intranet ed EDI che per oltre vent’anni hanno operato al servizio delle maggiori imprese. EDI è un sistema chiuso e dedicato ad uso esclusivo delle parti e perciò sicuro e affidabile, ma complesso e costoso42. Nella globalizzazione le imprese devono combinare due importanti strategie: la flessibilità e la standardizzazione. La prima dà alle unità aziendali o ai product manager la libertà di decidere come confezionare su misura i loro prodotti e servizi così come i loro processi di supply chain agli unici bisogni dei mercati locali. La seconda riflette il bisogno concorrente di trovare vie di riduzione dei costi di capitale circolante dell’azienda globale o delle unità produttive cercando di condividere le pratiche migliori o di adottare processi comuni e infrastrutture IT comuni43. Secondo taluno saranno cinque le principali strategie del futuro44: 1. 2. 3. 4. 5. Confrontare le realtà della globalizzazione. Le aziende devono essere preparate ad entrare nei mercati emergenti. Costruire una nuova agenda per l’innovazione di prodotto. Utilizzando nuove tecnologie, con il coordinamento di ricerca e sviluppo, marketing, produzione integrandole di più con i clienti. Risolvere il paradosso dei clienti. Cioè il fatto che mentre l’enfasi sulla qualità del prodotto è ancora continuamente crescente, la soddisfazione dei clienti è declinante. Il paradosso sarà più facilmente risolto da quelle aziende che riconoscono che la qualità superiore è solo un pre-requisito per competere e si muovono verso una focalizzazione cliente-centrica per andare incontro ai bisogni specifici dei clienti. Integrare la supply chain globale. Il bisogno di servire il cliente in maniera flessibile e veloce porterà ad una continua crescita dell’integrazione di supply chain. Allineare l’organizzazione a competere nel XXI secolo. E’ possibile identificare le condizioni di base per realizzare economicamente la mass customization: condizioni di ordine tecnologico (sistema produttivo basato 42 43 44 Scarsi (2002) Marchand (1999) Deloitte (1999) ANTONIO BORGHESI 33 sull’automazione), di ordine gestionale (tecniche di approvvigionamento, processi produttivi e flussi logistici basati sul just-in-time), di ordine strutturale (prodotto personalizzabile)45. La fiducia riduce l’incertezza e i tempi dei processi decisionali dell’impresa e dei consumatori, perché consente al decisore di valutare un numero inferiore di informazioni (Ugolini). E ciò vale in particolare per le tecnologie dell’informazione: la fiducia come presupposto per la condivisione delle informazioni, la fiducia per lo sviluppo delle transazioni telematiche. Se le imprese vogliono in qualche modo cercare di penetrare la conoscenza tacita dei loro consumatori non possono limitarsi a sottoporre loro questionari, per quanto ampiamente articolati. Sono chiamate ad adottare una sorta di expedionary marketing approach46 coinvolgendo direttamente i consumatori nell’ambito dei loro processi di creazione della conoscenza47. AT&T Solutions ha sviluppato un approccio chiamato Customer Value Management per aiutare le aziende a creare un modello che massimizza la profittabilità attraverso il miglioramento del loro portafoglio clienti. L’approccio include: - Sviluppo di una comprensione dettagliata del profitto potenziale della base clienti attuale e potenziale Identificazione del valore dei clienti desiderati che motiverebbero comportamenti esaltanti il profitto Fornitura di offerte di prodotti/servizi che sia allineata con le motivazioni e il valore dei clienti per massimizzare la profittabilità Riallineamento dei processi di supply chain, dei sistemi, e delle strategie per andare incontro ai valori dei clienti preferiti La visione dell’impresa per processi risulta essere più appropriata della visione per funzioni ai fini della creazione del valore almeno per tre ordini di motivi: per l’elevata focalizzazione sul cliente ovvero sul destinatario dell’output del processo, per l’integrazione delle diverse fasi della catena del valore, per la corrispondenza tra responsabilità attribuite e output48. L’acquisizione della visione dell’impresa per processi risulta essere preziosa in quanto consente di tracciare dei collegamenti ideali tra fornitori, i diversi sottoinsiemi aziendali ed i clienti finali, consentendo una più efficace gestione della catena esterna del valore. La riorganizzazione per processi è un intervento di cambiamento organizzativo che sostituisce le direzioni di funzione con gruppi interfunzionali di processo49. I processi da considerare sono: 45 46 47 48 49 Martini (2000) Hamel - Prahalad (1995) Prandelli (1999) Pastore - Golinelli (1999) Cerruti (1999) I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM 34 - processi primari (che creano direttamente valore per il cliente): ad esempio sviluppo prodotti, comunicazione, ordine, supply chain, servizi post-vendita; processi manageriali (per il coordinamento): ad esempio pianificazione strategica, controllo di gestione, sviluppo risorse umane; processi di supporto (assicurano servizi di utilità): sistema informativo, amministrazione del personale, servizi generali e legali). I call center web-enable (ossia integrati con Internet) aggiungono una nuova dimensione al customer service, migliorando al contempo sia l’interazione on-line con i clienti sia il modo di condurre l’attività aziendale. Come si può facilmente arguire dalle considerazioni che precedono siamo avviati su una strada nuova, densa di sfide, ma anche di sviluppi impensabili solo pochi anni orsono. I processi aziendali sono in perenne nascita, morte e trasformazione, ma sempre più tendenti alla messa in comune di risorse in vista di realizzare due obiettivi apparentemente in contraddizione: innalzare il livello di servizio al cliente e abbattere i costi. In questo senso il caso qui discusso appare emblematico: PDM SCM e CRM mettono in comune le risorse che ciascuno comunque prima destinava alla conoscenza del cliente per accrescere le opportunità di creazione di valore per lo stesso cliente e per l’azionista. Bibliografia ANDERSON P., “Marketing Planning and the Theory of the Firm”, Journal of Marketing, Vol. 46 (Spring), p. 15. AT&T SOLUTIONS, Customer Value Management, AT&T Solutions, Washington, 1996. BATTISTA P., VERHUN D., “Customer Relationship Management”, CMA Management, May 2000, Vol. 74, Issue 4, p. 34. BIGGS M., “How will you know tomorrow’s customer”, InfoWorld, 16/4/2001, Vol. 23 Issue 16, p. 66. BOOT R., “Process mapping”, Management Accounting, Mar 95, Vol. 73 Issue 3, p. 32. BORCK J. R., “Bolstering the bottom line with analytics”, InfoWorld, 16/4/2001, Vol. 23 Issue 16, p. 60. BUGGY J. D., “A CRM strategy for distribution”, Industrial Distribution, Mar 2001, Vol. 90 Issue 3, p. 96. BURATTI N., Lo sviluppo di nuovi prodotti, Giappichelli, Torino, 2000. BUSACCA B., Le risorse di fiducia dell’impresa, Utet, Torino, 1994. BUSACCA B., “La misurazione del valore per il cliente”, in Caldani E. – Ancarani F. (a cura di), I processi di marketing, Egea, Milano, 1997. CERRUTI C., Sistemi informativi e capacità competitiva, Giappichelli, Torino, 1999. DAY G. S., FAHEY L., “Valuing Market Strategies”, Journal of Marketing, Vol. 52 (July), p. 45. DELOITTE & TOUCHE AND DELOITTE CONSULTING, “Searching for the next competitive edge”, International Journal of Physical Distribution & Logistics Management, Vol. 29, N. 5/1999, p. 299. DI BERNARDO B., RULLANI E., Il management e le macchine, Il Mulino, Bologna, 1985. ETTORRE B., “Managing customer relationships”, Management Review, Jul/Aug 98, Vol. 87 ANTONIO BORGHESI 35 Issue 7, p. 8. FOLEY J., “CRM is Passing the Business-Value Test”, Information Week, 26/3/2001 Issue 830, p. 8. HAEGELE K., “Automatic CRM: Choosing Software isn’t easy”, Target Marketing, Jul 2000, Vol. 23 Issue 7, p. 88. HAMEL G., PRAHALAD C. K., Alla conquista del futuro. Le nuove strategie per vincere la competizione economica e creare i mercati di domani, Il Sole 24 Ore Libri, Milano, 1995. KONICKI S., MASELLI J., BACHELDOR B., FOLEY J., ROSEN C., “When Customer Care Counts”, Information Week, 26/3/2001 Issue 830, p. 22. KOTLER P., Marketing Management: Analysis, Planning and Control, Englewood Cliffs, Prentice Hall, 1967. KOTLER P., ARMSTRONG G., SAUNDERS J., WONG V., Principi di marketing, Isedi, Torino, 2001. KRIZNER K., “Logistics Capabilities Intensify with the Assistence of Information”, Frontline Solutions, Oct 2000, Vol. 1 Issue 11, p. 50. ITAMI H., Le risorse invisibili, Isedi, Torino, 1988. LEHMANN D. R., “Jocz K. E., Reflections on the Future of Marketing“, Marketing Science Institute, Cambridge, Ma, 1997. LEVITT T., “Miopia di marketing”, in Kotler P. - Scott W. G. (a cura di ), Marketing management. Letture, Isedi, Torino, 1991. MARCANDALLI R., “Per un approccio di qualità al CRM in azienda”, ZeroUno, N. 231, Apr2001, p.68. MARCHAND D. A., “Globalization decisions - balancing business flexibility and IT standardization”, International Journal of Physical Distribution & Logistics management, Vol. 29, N. 5/1999, p. 293. MARTIN J. S., “Customers take control”, Information Week, 18/12/2000, Issue 817, p.44. MARTINI U., “Marketing relazionale e nuove modalità di generazione del valore per il cliente”, Sinergie, n. 51, 2000. MENCONI P., “CRM 101: Building a Great CRM Strategy”, Report, AMR Research, Aug 1999. MOORE M, “The art and Science of CRM”, Electronic News, 05/03/2001, Vol. 47 Issue 10, p.42. MULLIN R., “Priorities shift away from ERP”, Chemical Week, 29/09/99, Vol. 161 Issue 36, p. 44. MUSSO F., Relazioni di canale e strategie di acquisto delle imprese commerciali, Lint, Trieste, 1999. PINE J. B., Mass customisation: dal prodotto di massa all’industria su misura, Franco Angeli, Milano, 1997. PASTORE A., GOLINELLI C., “La gestione dei processi nel governo dell’impresa”, Sinergie, n. 50, 1999. PORTER M. E., Competitive Advantage, Free Press, New York, 1985. PRANDELLI E., VON KROGH G., “Fare leverage sulla conoscenza tacita dei consumatori: verso una nuova economia cognitiva”, Sinergie, n. 51, 2000. SCARSI R., “Nuove criticità e processi di riorganizzazione delle funzioni logistiche nella new economy”, Sinergie, n. 57, 2002, in corso di stampa. SRIVASTAVA R. K., SHERVANI T. A., FAHEY L., “Marketing, Business Processes, and Shareholder Value: an Organizationally embedded View of Marketing Activities and the Discipline of Marketing”, Journal of Marketing, Oct. 1999 Special Issue, Vol. 63, 36 I PROCESSI DI SCM, PDM E CRM p. 168. SRIVASTAVA R. K., SHERVANI T. A., FAHEY L., “Market- Based Assets and Shareholder Value: A Framework for Analysis”, Journal of Marketing, Vol. 62, Janauary 1998, p. 2. STANTON; VARALDO R., “Marketing”, Il Mulino, Bologna, 1986. TYNDALL G., “Using supply chain management to earn consumer value”, Chain Store Age, May96, Vol. 72 Issue 5, Retail News, p. 5. WEBSTER F. E., “The Changing Role of Marketing in the Corporation“, Journal of Marketing, Vol. 56 (October), p. 1. WEBSTER F. E., Market Driven Management, Wiley and Sons, New York, 1994. ZINGARELLI J., “Simple, direct make CRM tools manageable”, Marketing News, 12/2/2001, Vol. 35 Issue 2, p. 16.