L`evoluzione dei mercati finanziari dai nostri nonni ad oggi
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L`evoluzione dei mercati finanziari dai nostri nonni ad oggi
Il materasso che si credeva una cassaforte L’evoluzione dei mercati finanziari dai nostri nonni ad oggi Invesco Mindset Conoscere, comprendere, creare valore Capitolo 1 Tre generazioni di mercato a confronto I Invesco Mindset 1 Invesco Mindset è una collezione di strumenti e supporti pensati per condividere informazioni, esperienze, approfondimenti all’interno della nostra comunità finanziaria. Invesco Mindset è improntato alla creazione di un modello culturale condiviso capace di creare valore nel tempo per i consulenti e i clienti. Analisi sulle dinamiche dei mercati, approfondimenti tematici sui principali market mover, aggiornamenti periodici e puntuali: tutti gli elementi fondamentali che caratterizzano la vision Invesco, a vostra disposizione. www.invesco.it/mindset Per contatti, informazioni e approfondimenti: [email protected] Invesco è una delle più grandi aziende indipendenti nel settore dell’asset management ed è presente in tutto il mondo con uffici in più di 20 Paesi e relazioni commerciali in oltre 150 Paesi. Con oltre 770 miliardi di USD* in gestione, più di 6.000 dipendenti in tutto il mondo, di cui oltre 750 tra gestori ed analisti, Invesco è in grado di operare a livello globale e proporre le migliori idee di investimento. Invesco è una “public company” quotata sulla borsa di New York (IVZ) e grazie alla sua capitalizzazione è parte dell’indice S&P 500. Con circa il 20% delle azioni detenuto dai dipendenti, Invesco è un’azienda indipendente e senza alcun vincolo con gruppi bancari o assicurativi, aspetto che le consente di operare in totale assenza di conflitti di interesse. Invesco è presente a Milano con un Team di 30 professionisti dedicati alla Clientela Istituzionale, ai Gestori di Fondi, alle Reti di Distribuzione e ai consulenti indipendenti. * dati al 31.12.2015. CAPITOLO 1 Tre generazioni di mercato a confronto p. 04 CAPITOLO 2 Rendimento? Meglio cercarlo senza fretta p. 10 CAPITOLO 3 Risposte semplici a esigenze complesse: il ruolo chiave della consulenza p. 16 Capitolo 1 Tre generazioni di mercato a confronto I Invesco Indice I Mindset Invesco Mindset 3 Tre generazioni di mercato a confronto I Baby Boomer potevano contare su un Paese in forte crescita, capace di offrire la sicurezza del reddito fisso e un sistema pensionistico affidabile. Calendario alla mano, da quando il mercato borsistico ha conosciuto i Baby Boomer, fino all’arrivo dei Millennial passando per la cosiddetta Generazione X - sono trascorsi solo 40 anni. Dal punto di vista dei mercati finanziari, tuttavia, sembrano essere ere geologiche. Il mercato italiano dal 1960 al 2014 Obbligazioni 5000 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 Azioni PIL Inflazione 25 20 15 10 5 1980 1990 2000 Baby Boomer Generazione X Millenial 0 Fonte: Morningstar Direct, indici DMS (Dimson, Marsh, Staunton) per il mercato obbligazionario, azionario e l’inflazione. Dati World Bank per il Prodotto interno lordo (GDP). I grafici azionari e obbligazionari rappresentano la crescita di 100 euro dal 1960 al 2014, investiti sugli indici DMS (asse di sinistra). Il grafico dell’inflazione è la serie storica degli indici DMS (asse di destra). 4 Invesco Mindset I L‘evoluzione dei mercati finanziari dai nostri nonni a oggi Gli anni 80: un mondo sicuro per i Baby Boomer? I nati dopo la Seconda Guerra (i Baby Boomer) hanno vissuto una fase di grande serenità a livello socioeconomico, facendo affidamento sulla sicurezza del reddito fisso, su di un ottimo rapporto rischio/rendimento delle azioni e sulla garanzia della pensione. L’Italia del dopoguerra era un Paese in crescita e pieno di prospettive, con alcune eccellenze aziendali che trainavano lo sviluppo del benessere. Gli anni 80, infatti, sono stati caratterizzati da un elevato ricorso al mercato da parte dei principali gruppi quotati (ad esempio in Italia, Pirelli, Fiat, galassia De Benedetti e Montedison) che sulla spinta dei consistenti rialzi azionari cercavano in Borsa i capitali necessari per finanziare grandi acquisizioni nazionali e internazionali. Gli anni 80 hanno visto una grande euforia sui mercati, dovuta alle grandi aziende italiane che in Borsa cercavano capitali freschi per finanziare strategie di espansione nazionali ed internazionali. Il mercato ha così ha conosciuto periodi molto positivi soprattutto a partire dalla metà del decennio, quando il rendimento medio annuo reale delle azioni si attestava intorno al 14%: nel 1986, in particolare, l’euforia era incontrollabile. A Milano l’indice generale era salito di oltre il 200% e molte nuove società chiedevano di quotarsi, aumentando la numerosità del listino da 160 a oltre 200 compagnie. Questa grande spinta da parte delle aziende portò un mercato fino ad allora poco regolamentato a scontrarsi con il tema normativo, la cui evoluzione da un lato consentiva per la prima volta l’ingresso ai piccoli risparmiatori, dall’altro però ha contribuito a smorzare gradualmente gli entusiasmi finanziari. Già dal 1987, infatti, il mercato fa i conti con una forte correzione dei corsi azionari - dovuta anche alla repentina ascesa della Borsa registrata fino ad allora - seguita poi da un periodo di stasi alternato da ulteriori flessioni, che ha visto solo nel 1997 il rendimento dei titoli tornare ai livelli del 1986. La rivoluzione normativa di fine decennio permise ai piccoli risparmiatori di investire in Borsa, ma contribuì anche a smorzare un’euforia che sembrava incontrollabile. I Baby Boomer, quindi, sono la prima generazione che si affaccia nel mondo degli investimenti in un contesto però di crescita per l’intero Paese e di sicurezza personale. Non Capitolo 1 Tre generazioni di mercato a confronto I Invesco Mindset 5 per caso, infatti, il risparmiatore tipo degli anni Ottanta possedeva generalmente una casa di proprietà, investiva principalmente in Titoli di Stato Italiani e poteva contare su una pensione pubblica, basata sul metodo retributivo, capace di garantirgli una vita serena in età avanzata. Gli anni 90: la Generazione X e i nuovi rischi La Generazione X si trova ad operare sui mercati in un contesto caratterizzato da fasi di boom alternate a grandi crisi, prima tra tutte la sfiducia crescente nei titoli governativi. Nonostante il salto di qualità nella regolamentazione del mercato mobiliare, gli anni ‘80 e i primi anni ‘90 vengono considerati gli anni delle alchimie finanziarie e di quelle che Salvatore Bragantini, protagonista della vita finanziaria italiana e noto fustigatore dei cattivi costumi di Borsa, ha definito “horror story” del “capitalismo all’italiana”. Erano anni in cui gli interessi dei piccoli azionisti venivano messi in secondo piano rispetto a quelli dei soci forti. Ecco il contesto che ha visto operare in Borsa i nati dopo il 1964 (la Generazione X): anni caratterizzati da fasi di boom alternate a grandi crisi, da un’accentuazione dei rischi e da un’erosione nella fiducia nei trattamenti pensionistici pubblici. Gli anni ’90, soprattutto la seconda metà, verranno ricordati da molti investitori come quelli delle grandi incertezze e dei nuovi rischi finanziari. I crescenti squilibri tra deficit pubblico e bilancia commerciale verso l’estero iniziano a porre dubbi sulla sostenibilità dei debiti statali, ponendo così le condizioni per i default degli anni seguenti, primo tra tutti quello argentino. L’economia globale inizia a scricchiolare sotto il peso dei crescenti squilibri degli stati sia nel debito pubblico sia nei rapporti con l’estero, creando le condizioni per minare la fiducia nella sostenibilità del debito complessivo e diverse pressioni sui tassi di cambio, sui tassi di interesse e sul livello dei prezzi. In questo periodo gli investitori sono costretti a fare i conti con diverse crisi: Messico nel 1994-1995, Sud est asiatico nel 1997, Russia nel 1997-1998, Brasile nel 1998-1999. Con il nuovo millennio, irrompe sui mercati il caso Argentina. Molti, anche in Italia, si leccano ancora oggi le ferite: il 95% circa dei titoli argentini circolanti nella penisola era detenuto da investitori privati e l’85% di questi era costituito da obbligazioni governative. La percezione di affidabilità di un emittente sovrano e gli alti rendimenti offerti possono spiegare l’ampia diffusione dei “tango bond” presso la clientela retail italiana. Ma il rendimento elevato rifletteva anche la rischiosità dell’investimento. 6 Invesco Mindset I L‘evoluzione dei mercati finanziari dai nostri nonni a oggi Ossigeno per gli investitori arriva fra il 1998 e il 2000, quando si è registrato un nuovo periodo positivo per il mercato azionario alimentato dalla fase espansiva del ciclo economico ma, soprattutto, dalla cosiddetta febbre delle dot.com che ha creato una bolla delle quotazioni dei titoli tecnologici legati all’informatica e all’utilizzo di Internet. Al tonfo dei titoli di stato si contrappone un nuovo boom azionario grazie alla “febbre delle dot.com”, che spinge gli investitori a ritornare ad investire in Borsa. Nel triennio, infatti, il rendimento reale delle azioni è stato pari a quasi il 30% e ha contribuito ad aumentare l’attrattività degli investimenti azionari. Ma in questo scenario, come si è mossa la Generazione X? Facendo i primi conti con il concetto di rischio. L’investitore degli anni 90 alleggerisce la propria quota in titoli del governo a causa della sfiducia nei titoli di Stato, predilige investimenti in fondi comuni per bilanciare una pensione pubblica che non offre più le garanzie di un tempo e cerca il rendimento nel mercato azionario. La Generazione X è la prima a fare i conti con il concetto di rischio e comincia a prediligere la sicurezza rispetto al rendimento. Gli anni 2000: Millennial in cerca di una guida Che qualcosa sui mercati stesse ancora mutando lo si è capito agli inizi del 2001, quando la bolla delle dot.com scoppia e contagia al ribasso anche le azioni di altri settori più tradizionali. Come se non bastasse, nello stesso anno l’attentato alle Torri Gemelle scatena forti tensioni e turbolenze in tutto il mondo, e quindi anche sui mercati finanziari: nel complesso, il biennio 2001 – 2002 ha visto crollare il valore reale delle azioni di quasi il 70%. I Millennial devono fare i conti con uno scenario che vede scarseggiare le possibilità di rendimento ed è in continua evoluzione, purtroppo non sempre positiva. I nati dopo il 1980, definiti Millennial, si trovano così alle prese con un mondo finanziario dove i rendimenti scarseggiano e dove, rispetto al passato, occorre fare affidamento su nuove e diverse strategie per cercare di assicurarsi un tenore di vita accettabile una volta finito di lavorare. La nascita dell’euro, nel 2002, ha contribuito a riequilibrare, almeno in parte, lo scenario finanziario globale favorendo l’integrazione del mercato dei capitali europeo. Uno dei principali riflessi di questo fenomeno è stata la forte crescita del mercato obbligazionario corporate, perché una moneta unica per tutti i paesi ha reso più semplice acquistare debito di aziende estere. Nel biennio 2001/2002 il valore reale delle azioni è crollato di quasi il 70%. Capitolo 1 Tre generazioni di mercato a confronto I Invesco Mindset 7 L’arrivo dell’euro ha aiutato lo scenario finanziario globale, ma anche posto le basi per nuovi scandali legati alle obbligazioni corporate come Cirio e Parmalat. Tuttavia, questa scelta ha avuto anche conseguenze dolorose per alcuni investitori: si affaccia sui mercati una stagione di grandi scandali societari, frutto di frodi realizzate con la compiacenza delle società di revisione e degli organi di controllo interni. Negli Usa hanno fatto scalpore i casi Enron e Worldcom, mentre in Italia sono tristemente famosi i default Cirio e Parmalat. Queste aziende, approfittando dello sviluppo del mercato corporate obbligazionario, collocavano ingenti prestiti obbligazionari presso investitori istituzionali internazionali i quali, a loro volta, vendevano agli investitori retail. Nel triennio 2003 / 2006 le politiche espansive delle banche centrali e l’espansione del credito a livello locale hanno favorito un nuovo rialzo dei mercati e un forte sviluppo dei settori del private equity, degli hedge fund e delle operazioni di acquisizione e fusione. Dal 2003 alla fine del 2006 ha preso avvio una nuova fase positiva del mercato azionario che è stata il riflesso non solo di condizioni macroeconomiche favorevoli, ma anche di politiche monetarie fortemente espansive che hanno portato a un robusto aumento del credito e degli attivi del settore bancario in tutte le principali economie avanzate, oltre che uno sviluppo intenso dei settori del private equity, degli hedge fund e delle operazioni di acquisizione e fusione. Ma la ricerca di rendimenti elevati, come in passato, ha un prezzo. Il contesto di tassi reali molto bassi o negativi, insufficienti a generare rendimenti significativi, ha alimentato la domanda di titoli strutturati e determinato una fortissima crescita, soprattutto negli Usa, di operazioni di cartolarizzazione di mutui e altri attivi bancari. Nel 2007 la continua ricerca di alti rendimenti in uno scenario dominato da tassi bassi presenta il conto partendo dai mutui subprime fino ad arrivare al fallimento di diverse merchant bank e ad alla più severa recessione dal dopoguerra. E, agli inizi del 2007 questo prezzo viene pagato: i problemi nel settore cartolarizzazioni emergono con i subprime negli USA e terminano con il fallimento delle maggiori merchant bank americane (in primis Lehman Brothers) e lo scoppio di una crisi finanziaria che ha causato la più severa recessione economica dal dopoguerra. Il resto della storia è noto, con nazionalizzazioni e salvataggi bancari negli Usa e in molti paesi europei che hanno portato a una espansione del debito pubblico e una prolungata crisi. In questo quadro i Millennial non sembrano sapere esattamente come muoversi e cercano una guida che li porti ad avere una nuova consapevolezza del valore del risparmio per i loro progetti futuri. Ma, pur dovendo confrontarsi con lo scenario più complesso degli ultimi 40 anni, gli investimenti dei Millenial sembrano 8 Invesco Mindset I L‘evoluzione dei mercati finanziari dai nostri nonni a oggi in linea con quelli delle generazioni passate, cercando di evitare il più possibile il rischio e avendo come obiettivo la conservazione e valorizzazione del capitale. Da un’indagine compiuta da Assogestioni emerge che il 38,7% degli under 35 opta principalmente per i fondi obbligazionari, mentre per i flessibili circa un terzo di loro (34,8% degli under-26, 31,7% tra i 26-35enni): numeri in linea con il resto del mercato. I Millennial si distinguono dalla media del mercato quando si parla di fondi di liquidità e strumenti azionari: il 6% dei 26-35enni sceglie la liquidità, contro una media del 4,7%. Quando si parla di patrimonio investito in prodotti equity, invece, mostrano un atteggiamento più prudente dedicando a questa soluzione solo l’8% del proprio investimento (al di sotto della media). I Millennial non sembrano sapere esattamente come muoversi in questo contesto e sono alla ricerca di una guida che li supporti. In termini di ripartizione della ricchezza, il Millennial ha abbondante liquidità nei depositi bancari e almeno una polizza vita. Ha ritrovato l’interesse per i fondi comuni dopo gli anni bui della crisi finanziaria e ha ridotto sensibilmente la quota di debito pubblico in portafoglio. I Millennial investono cercando di evitare il rischio, preferendo fondi comuni ed emissioni bancarie, ritenute più sicure anche alla luce del fatto che spesso usano gli istituti come veri salvadanai dove lasciare abbondante liquidità. Le azioni rimangono una piccola parte del suo portafoglio, mentre le emissioni bancarie hanno avuto un boom negli anni 2010-2012 per poi ridimensionare la loro quota nell’ultimo periodo. La nuova tendenza è l’investimento socialmente responsabile, mentre è sempre scarsa l’attenzione verso i prodotti previdenziali. Bibliografia La ricchezza delle famiglie italiane n. 69, 2015, Banca d’Italia Il mercato italiano del risparmio gestito, novembre 2015, Assogestioni “I sottoscrittori di fondi comuni italiani”, Quaderno n. 3/2015, Assogestioni Capitolo 1 Tre generazioni di mercato a confronto I Invesco Mindset 9 Rendimento? Meglio cercarlo senza fretta BoT, buoni postali, qualche fondo per i più evoluti e la sicurezza della pensione pubblica. è questo l’immaginario portafoglio dei Baby Boomers: perché cercare altro quando i cosiddetti “pasti gratuiti”, ossia le attività prive di rischio, nutrivano in abbondanza? Sono i tempi in cui il BoT a sei mesi (Buono ordinario del Tesoro) rendeva oltre il 10% e il rating dell’agenzia Standard & Poor’s sull’Italia era pari ad AA, ampiamente all’interno dell’universo dei titoli di debito di buona qualità. Difficile crederci per i nipoti dei Baby Boomers, che hanno conosciuto un’Italia a un passo dalla bancarotta, un BoT che rende un magro 0,06% e un giudizio sul Belpaese pari a BBB, un gradino sopra il livello spazzatura. Con i tassi europei vicini allo zero, tenere i soldi sotto il materasso o in investimenti di breve termine non permette neppure di coprire la seppur bassa inflazione (+0,1% nel 2015, fonte Istat). In altre parole, la liquidità oggi è un rischio più che un’opportunità. Il pericolo più grande è mancare il proprio obiettivo finanziario, perché per chi ha un orizzonte di lungo periodo tenere molti soldi in strumenti a bassa volatilità (e quindi ottenere rendimenti minimi) aumenta il rischio di non risparmiare a sufficienza per la pensione o per altre esigenze come l’acquisto di una casa. Negli ultimi cinque anni, infatti, i fondi monetari in euro disponibili in Italia hanno reso mediamente lo 0,3% annuo (al 30 dicembre 2015) contro un’inflazione media annua pari all’1,6%. L’investimento in liquidità, quindi, non ha protetto il potere di acquisto della moneta. Tra shock e boom dei listini La Generazione X è la prima a fare i conti con uno scenario più movimentato, caratterizzato da boom e shock dei listini ma anche capace di trasformare le fasi di volatilità in opportunità. 10 Dimentichiamo i sonni tranquilli dei nostri nonni ed entriamo insieme alla Generazione X nell’arena dei mercati finanziari, uno scenario che naviga tra i boom e gli shock dei listini azionari, con meno certezze del passato e con la consapevolezza che i rischi esistono, ma le fasi di volatilità possono diventare opportunità. Come? Per comprenderlo basta citare alcuni esempi su come si sono comportate le diverse attività finanziarie dal 2000 a oggi: 15 anni fa il miglior investimento erano le materie prime, nel 2014 sono state il peggiore in assoluto. Invesco Mindset I L‘evoluzione dei mercati finanziari dai nostri nonni a oggi All’inizio del nuovo millennio pochi sarebbero stati disposti a comprare un fondo azionario emergente, eppure in sette dei successivi 15 anni, questa asset class si è confermata come la più redditizia. Ancora, chi nel 2008 avesse scelto i titoli di stato governativi, avrebbe evitato il crollo delle Borse internazionali seguito alla crisi dei mutui subprime americani, ma avrebbe perso il rimbalzo dell’azionario nei due anni successivi. Cosa possiamo imparare da questi esempi? La prima lezione è che inseguire il rendimento non è una buona strategia, la seconda è che non si possono tenere tutte le uova nello stesso paniere. Questi principi sono ormai entrati a far parte del bagaglio di cultura finanziaria della maggior parte degli investitori contemporanei. Le nuove parole chiave degli investimenti Per i Millennial che solo oggi si affacciano sul mondo degli investimenti, il quadro appare ancora più complesso, perché sono cresciuti in un periodo di recessione e forti shock finanziari. Il crack di Lehman Brothers nel 2008 e la crisi del debito sovrano in Europa nel 2011 hanno fatto emergere i limiti di una diversificazione degli asset tradizionali in portafoglio in base alla loro tipologia. Per i Millennial oggi il quadro è ancora più complesso, perché recessione e forti shock finanziari hanno creato uno scenario decorrelato che chiede un nuovo approccio all’investimento. In presenza di tali crolli, infatti, i rendimenti di azioni e obbligazioni tendono a seguire un trend comune. Come dimostrano le tabelle seguenti dei coefficienti di correlazioni tra le principali categorie Morningstar azionarie e obbligazionarie, nel 2011 gran parte delle asset class hanno avuto alti livelli di correlazione (tasselli in blu) a differenza di quanto accade nel 2014. Capitolo 2 Rendimento? Meglio cercarlo senza fretta I Invesco Mindset 11 Legenda asset class: 1- Corporate Bond Euro 2- Diversified Bond Euro 3- EUR Government Bond 4- High Yeld Bond Euro 5- Inflation-Linked Bond Euro 6- Flexible Bond Euro 7- Diversified Bond USD 8- Global Emerging Markets Bond 2011: un mondo correlato 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 1 9- Europe Large-Cap Blend Bond 10- Eurozone Large-Cap Bond 11- Japan Large-Cap Equity 12- US Large-Cap Blend Equity 13- Asia-Pacific ex-Japan Equity 14- Latin America Equity 15- Emerging Europe Equity 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 2014: le asset class ballano da sole 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Valori di correlazione 1 / 0,5 12 11 0,5 / 0 0 / -0,5 -0,5 / -1 Invesco Mindset I L‘evoluzione dei mercati finanziari dai nostri nonni a oggi 11 12 13 14 15 Ma se ieri la diversificazione era fatta sostanzialmente tra due sole asset class (le azioni e le obbligazioni), oggi in un mondo di shock e boom è necessario allargare il proprio orizzonte. Per costruire un portafoglio efficiente in questo scenario sono due i concetti fondamentali: decorrelazione (ossia scelta di titoli il meno possibile legati tra loro) e ampliamento dell’universo di riferimento. In più deve essere considerata anche la variabile temporale, dato che le dinamiche del mercato cambiano e un’allocazione ottimale in un dato momento potrebbe non esserlo più successivamente. Portafogli di nuova generazione Il vocabolario finanziario di un Millennial si è così arricchito di nuovi termini che suo nonno potrebbe non capire, come spread, high yield, Etf, ecc. Ma una di queste in particolare rappresenta più di tutte il cambio strategico dell’investitore: rischio. È proprio il concetto di rischio ad essere cambiato: se prima i cigni neri erano rari, adesso gli investitori hanno capito che possono essere molto più frequenti rispetto al passato. Prima di Lehman Brothers, i cosiddetti black swan (cigni neri), ossia quegli eventi imprevedibili che provocano forti shock di mercato, erano rari. Dopo il crack della banca d’affari è invece apparso chiaro che i black swan sono molto più frequenti di quanto si pensasse in passato. Cambia così l’approccio verso il rischio: se in passato era da evitare, oggi è diventato un fattore da gestire attivamente. Ma, prima di parlare delle strategie più indicate per farlo, occorre fare un’importante distinzione tra volatilità e rischio. Warren Buffett, uno degli investitori più famosi sulle piazze internazionali, ad esempio ritiene che il rischio debba essere misurato solo attraverso la probabilità che un investimento, durante l’orizzonte temporale previsto, possa causare al suo proprietario una diminuzione di potere d’acquisto. In base a questa visione, i valori di un asset sono liberi di fluttuare e non essere pericolosi fino a che sono in grado di mantenere o aumentare il potere d’acquisto dell’investitore. Capitolo 2 Rendimento? Meglio cercarlo senza fretta I Invesco Mindset 13 Un nuovo approccio al rischio deve essere pianificato combinando strategie e prodotti diversi, capaci di svincolare l’andamento del fondo da quello del mercato. L’attenzione si sposta così dalle asset class ai fattori di rischio che, tradotto in processi di investimento, significa migliorare i profili di rischio e rendimento del portafoglio con l’obiettivo di svincolare l’andamento del fondo da quello del mercato: un risultato oggi perseguibile, per esempio, attraverso strategie passive indicizzate a benchmark non a capitalizzazione, oppure con l’affiancamento ad orizzonti d’investimento di lungo periodo di approcci più flessibili sul breve, anche con l’uso di derivati. L’immagine che meglio descrive la nuova, doppia anima del portafoglio moderno è quella dello yin e dello yang: così come il simbolo rappresenta l’interdipendenza di una relazione tra due elementi capaci di formare un tutto, allo stesso modo descrive bene i nuovi rapporti tra investimenti convenzionali ed alternativi e del rischio/ rendimento all’interno del portafoglio. Il vocabolario finanziario dei Millennial si è così arricchito di nuovi termini sconosciuti alle precedenti generazioni come spread, high yield, Etf, ecc.. 14 Senza investimenti alternativi, infatti, la nozione di investimento “convenzionale” non esisterebbe, e viceversa. Ugualmente, senza rischio non si può ottenere rendimento e la ricerca di performance si accompagna sempre all’assunzione di un rischio. Questi elementi sono diventati parti imprescindibili di un buon portafoglio e delle sue performance. Spostarsi da una tipologia all’altra, inseguendo solo i rendimenti, è un modo sbagliato di gestire l’investimento. Invesco Mindset I L‘evoluzione dei mercati finanziari dai nostri nonni a oggi 15 Risposte semplici a esigenze complesse: il ruolo chiave della consulenza Le banche e le reti di consulenti finanziari sono interessate da due profondi cambiamenti, il primo è generazionale, il secondo tecnologico. Entrambi, tuttavia, impongono una trasformazione del modo di lavorare e relazionarsi con il cliente. Oggi, per rispondere alle esigenze dei Millennial che si affacciano sul mondo degli investimenti, gli intermediari spingono l’acceleratore sull’online e il mobile-banking. Una delle sfide più grandi è quella di creare con loro un’esperienza positiva che possa instaurare un rapporto di fiducia di lungo periodo in un contesto che, al contrario, favorisce gli spostamenti. Negli ultimi anni, infatti, sono aumentati i punti di contatto tra le banche e i clienti e alle pubblicità tradizionali, grazie a Internet e ai social media, si sono affiancati nuovi linguaggi, messaggi e canali. La nuova generazione e le dimensioni della multicanalità Il Millennial oggi è un cliente attivo, propenso alla consulenza ma consapevole delle possibilità offerte dalla multicanalità. I Millennial sono autonomi e tendono a fare da sé, sia nella vita privata sia negli affari: sono aperti alla consulenza per gli investimenti, ma la richiesta è di un alto livello di servizio e contatto e un accesso in tempo reale alle informazioni. Tutte esigenze che trovano risposte grazie alla multicanalità. Ma quali sono le caratteristiche principali di una reale piattaforma multicanale? 1. IMMEDIATEZZA DELL’INFORMAZIONE I clienti devono poter in qualsiasi momento avere a disposizione la situazione del conto corrente e patrimoniale aggiornata, anche attraverso i siti (facili da usare) o le App per gli smartphone e i tablet. 2. COERENZA DELL’INFORMAZIONE La fotografia patrimoniale data all’investitore deve essere identica in tutti i canali, sia che a fornirla sia il consulente finanziario, lo sportello della banca, il web o la App. 3. SERVIZIO PERSONALIZZATO Il cliente ottiene il massimo nel rapporto con il consulente finanziario, ma sistemi di alert relativi ai movimenti di conto corrente o alla posizione patrimoniale sono ugualmente importanti. 4. WEB COLLABORATION Il cliente ha a sua disposizione più canali per dialogare con il proprio consulente in modalità real time, grazie all’utilizzo di video chat, social media e altri strumenti digitali. 5. COMPLETEZZA DELL’INFORMAZIONE Il cliente deve ricevere tutte le informazioni che lo supportino nel prendere decisioni ed effettuare le relative operazioni. 16 Invesco Mindset I L‘evoluzione dei mercati finanziari dai nostri nonni a oggi I nuovi canali digitali non cannibalizzano i vecchi, anzi, al contrario, possono liberare risorse per i servizi a maggior valore come la consulenza. Nonostante lo sviluppo tecnologico, tuttavia, il rapporto personale tra consulente e cliente continua ad avere un’importanza fondamentale, perché in esso risiede il valore aggiunto che può fare la differenza tra un intermediario e un altro. Il valore aggiunto del consulente Bravura del gestore e caratteristiche personali dell’investitore finale spiegano solo in parte le scelte finanziarie. Sono diversi gli studi di finanza comportamentale che dimostrano come la figura del consulente finanziario dica molto di più sul tipo di portafoglio scelto dal risparmiatore che la semplice composizione di quest’ultimo. L’ampiezza dell’offerta di investimento di oggi rende fondamentale il ruolo della consulenza perché più scelta esiste, più è facile essere disorientati e perdere di vista i propri obiettivi d’investimento. Una delle ragioni principali è la vastità e complessità dell’offerta, che oggi è possibile stimare in circa 4.000 - 4.500 fondi diversi. Se l’ampiezza è un bene perché aumenta le opportunità di scelta, essa può anche disorientare, rendendo complesso e faticoso ogni processo decisionale. Da qui l’importanza di avere dei filtri o dei principi-guida che permettano di fare una selezione, siano essi virtuali oppure “umani”, ossia frutto dell’interazione tra il consulente e il cliente. Per un risparmiatore, un buon risultato non dipende solo dalla scelta di buoni fondi, ma anche dai consigli e dal supporto ricevuto dal consulente per le scelte di portafoglio. In finanza, “alfa” indica l’excess return che una scelta specifica di investimento ha prodotto (quali azioni comprare, quali obbligazioni, quali fondi) e “beta” spiega i fattori di rischio. La variabile “gamma” è tutto il resto che aiuta a quantificare tutto quello che si può fare per supportare qualcuno a raggiungere il proprio obiettivo finanziario. In una sola parola, la consulenza. Con “gamma” si introduce in finanza la variabile rappresentata dalla consulenza, oggi allo stesso piano dei fattori di rischio (beta) e del ritorno in eccesso (alfa). Capitolo 3 Risposte semplici a esigenze complesse: il ruolo chiave della consulenza I Invesco Mindset 17 Dalla vendita alla consulenza Accanto ai cambiamenti tecnologici e generazionali, dunque, c’è una terza evoluzione, più silenziosa, ma non meno profonda. A differenza del passato, il compito del consulente passa dalla “selezione del migliore fondo” a “motivare alla miglior condotta nella gestione delle proprie finanze”. La scelta del prodotto più adatto alle esigenze del cliente è solo uno degli aspetti della consulenza, ma non è l’unico necessario per raggiungere gli obiettivi finanziari. Un investitore con cattive abitudini, come per esempio inseguire i trend di Borsa, otterrà risultati deludenti anche selezionando il top della gamma. Il consulente, dunque, deve adottare un approccio più olistico. Il nuovo ruolo della consulenza è supportare gli investitori, modificandone anche i comportamenti finanziari in base agli obiettivi che si sono prefissati per il futuro. Il concetto di “gamma” è proprio questo: andare oltre l’asset allocation e la selezione dei titoli per modificare il comportamento degli investitori in modo che raggiungano effettivamente i loro obiettivi finanziari, supportandoli attivamente nel rendere efficiente il portafoglio dal punto di vista finanziario, ad adottare un approccio strategico e non tattico, a gestire il patrimonio tenendo conto della capacità di rischio (non solo della propensione), a stabilire un percorso previdenziale che permetta di mantenere un adeguato livello di benessere anche in tarda età. Previdenza ed eredità Oggi, uno dei segmenti più sfidanti per i consulenti finanziari è quello previdenziale. Infatti, i tradizionali modelli di risparmio e consumo nella fase di vita postlavorativa non funzionano più e diversi studi condotti a livello internazionale mostrano che i pensionati continuano a risparmiare anche in età avanzata, soprattutto quelli che devono contare più sulle forme complementari e sul proprio patrimonio rispetto all’assegno pubblico. I due ambiti più sfidanti per i consulenti sono senza dubbio quello previdenziale e quello successorio, ossia due tematiche complesse dove la consulenza diventa un vero fattore di successo. Lo schema tradizionale che prevede l’accumulo durante gli anni lavorativi e il successivo de-cumulo non risponde più alla realtà contemporanea. Diversi fattori, tra cui l’innalzamento dell’età media, la necessità di cure mediche e l’incertezza sui mercati, fanno sì che i pensionati continuino ad investire, in particolare nei primi anni post-lavorativi. Inoltre, non tutti i portafogli possono essere usati per generare reddito: se un pensionato ha un patrimonio 18 Invesco Mindset I L‘evoluzione dei mercati finanziari dai nostri nonni a oggi esiguo, sarà più propenso a tenerlo per le spese di prima necessità, mentre con maggiori disponibilità è possibile pensare a utilizzarne una parte per l’investimento e la generazione di reddito futuro. Oltre a quello previdenziale, l’altro ambito che sfida i consulenti finanziari è quello successorio, che comprende aspetti di ottimizzazione fiscale (in un contesto normativo in continua evoluzione), di pianificazione successoria e di gestione delle eredità da parte dei beneficiari. Quest’ultimo elemento è tanto importante quanto i precedenti per far sì che quanto si riceve non sia dissipato, ma che duri nel tempo e serva a raggiungere i propri obiettivi finanziari. Nell’immaginario comune, le pratiche successorie riguardano avvocati e notai, mentre si presta poca attenzione alla gestione finanziaria, che è ugualmente importante e richiede il supporto di un professionista degli investimenti capace di interfacciarsi con tutta la famiglia. Un aspetto particolarmente delicato è la successione imprenditoriale, che nella concezione tradizionale delle aziende familiari è considerato un fattore destabilizzante e, allo stesso tempo, un passaggio automatico “di padre in figlio”. Nella complessità del mondo di oggi, tuttavia, questo evento va gestito in modo da non compromettere la sopravvivenza dell’impresa e deve essere misurato in base alle performance della società a seguito della transizione, piuttosto che su aspetti personali del predecessore e del successore. In conclusione, in un mondo della consulenza finanziaria attraversato da profondi cambiamenti, il concetto di “gamma” può rappresentare il nuovo modo di relazionarsi con il cliente, con l’obiettivo primario di aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi finanziari. Il consulente stesso deve capire che i clienti di oggi non sono e non saranno mai come quelli di ieri. è il valore aggiunto che la tecnologia da sola non può dare, ma è anche l’essenza di un nuovo rapporto, più olistico, che comprende le tematiche previdenziali e successorie e tiene conto dei fenomeni demografici, primi fra tutti l’invecchiamento della popolazione, l’allungamento della vita media e le trasformazioni negli stili di vita per cui, a parità di età, non esiste più un portafoglio per “tutte le stagioni”. Il 40enne o 65enne di oggi non è quello di vent’anni fa e non sarà lo stesso negli anni futuri. Bibliografia La ricchezza delle famiglie italiane n. 69, 2015, Banca d’Italia Il mercato italiano del risparmio gestito, novembre 2015, Assogestioni “I sottoscrittori di fondi comuni italiani”, Quaderno n. 3/2015, Assogestioni Capitolo 3 Risposte semplici a esigenze complesse: il ruolo chiave della consulenza I Invesco Mindset 19 20 Invesco Mindset I L‘evoluzione dei mercati finanziari dai nostri nonni a oggi Contatti Invesco Asset Management Via Bocchetto, 6 20123 Milano Tel.: +39 02 88 074.1 Fax: +39 02 88 074.391 www.invesco.it Disclaimer La presente pubblicazione ha carattere puramente informativo e non rappresenta né un’offerta né una sollecitazione ad effettuare alcuna operazione di acquisto o vendita di strumenti finanziari. Il Documento è stato preparato da Brown Editore Srl (l’editore), Sede Legale Viale Sarca, 336 (edificio 16) 20126 Milano, in completa autonomia e riflette quindi esclusivamente le opinioni e le valutazioni dell’Editore stesso. 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