SHOCK BREXIT

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SHOCK BREXIT
€2*
In Italia
Sabato
25 Giugno 2016
Poste italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003
conv. L. 46/2004, art.1, c. 1, DCB Milano
L’ATTACCO ALLA MONETA GB
RISCHIO SOVRANO
Anno 152˚
Numero 173
LA VITTORIA DEL NO ALLA UE
IL CROLLO DEI MERCATI
LA RISPOSTA EUROPEA
Brexit vince con il 51,9%
Cameron si dimette,
a ottobre il suo successore
Giornata da brivido in Borsa La sterlina crolla ai livelli ’85 Lo spread BTp-Bund schizza Lunedì il vertice dei leader
Milano e Madrid -12,5%
Lo scudo Bank of England: oltre quota 180 poi scende
Juncker: non è l’inizio della fine
Peggiore Atene con -13,4%
250 miliardi per le banche a 153 con gli acquisti Bce
Renzi oggi incontra Hollande
SHOCK BREXIT
EUROPA, SVEGLIATI
O lunedì o niente
di Roberto Napoletano
L’
ultima perfidia degli inglesi è
stata quella di prendersela
comoda. Per discutere del
divorzio dall’Unione europea
danno appuntamento a ottobre. Loro se
la prendono comoda, i mercati no. Non
c’è stato un effetto Italia, ma è scattata la
corsa al Bund tedesco e si vendono Btp
italiani e Bonos spagnoli. Tutte le banche europee pagano dazio, ma quelle
italiane pagano di più, e pagano di più di
quel che devono. È scesa fino ai minimi
dall’85 la sterlina, ma si è indebolito
anche l’euro, si rafforzano il dollaro,
l’oro, i beni rifugio. Questa è la realtà.
mente produttive, bisogna che lunedì
nell’incontro a tre (Merkel, Renzi e
Hollande) l’Europa si svegli e batta un
colpo. Per capirci, i tre premier più
quello spagnolo, rappresentano oltre il
70% del prodotto interno lordo dell’eurozona, hanno tutti i numeri e la legittimazione politica per prendere decisioni non usuali in termini di lavoro, crescita, welfare, sicurezza e immigrazione. Bisogna che la Germania si convinca
che il suo straordinario surplus venga
“speso” per un rilancio di cui godano
tutti i cittadini europei a partire da quelli tedeschi. Renzi e Hollande devono
dimostrare di avere le capacità e la forza
politica per persuadere la Merkel a
L’errore politico più grave che l’Euro- completare l’unione bancaria con la
pa potrebbe compiere è quello di fare
garanzia unica sui depositi, varare un
finta di niente, di continuare a girarsi
grande piano di investimenti con o sendall’altra parte. La decisione della Gran za eurobond e condividere, parallelaBretagna di uscire dall’Unione europea mente, i debiti pubblici nazionali non in
appartiene alla storia e determina una
nome di una solidarietà pure necessaria
frattura profonda, pone un (gigantesco) tra Paesi del Nord e Paesi del Sud, ma
problema politico ed esige risposte
piuttosto sulla base di una convinzione
politiche all’altezza di una decisione
di ideali e di convenienze altrettanto
storica. Non abbiamo più tempo per
fondata. È così difficile, ad esempio,
vertici vuoti e inconcludenti, il Consicomprendere che il rischio rappresenglio europeo non è la sede giusta per
tato dai derivati nelle pance delle banprendere decisioni forti, immediatache tedesche e francesi è di certo non
Tutto quello che fino a ieri poteva
apparire velleitario, oggi è assolutamente indispensabile. Mi verrebbe da
dire: o lunedì o niente. O lunedì l’Europa si sveglia, coglie questa occasione,
dimostra di saper reagire e di offrire una
speranza fatta di cose concrete ai cittadini europei, o, subito dopo, dovrà constatare che sarà troppo tardi, sarà costretta a prendere atto di avere perso
l’appuntamento con la storia. I mercati
non aspettano né i comodi inglesi né i
tempi scanditi dalle pigrizie e dagli
egoismi dell’Europa di oggi, e ahinoi
fanno pagare ai Paesi a alto debito il
costo più pesante dell’incertezza politica. L’Italia deve essere in prima linea
con Germania, Francia e Spagna nel
chiedere e ottenere un’Europa federale
che metta in comune difesa, debiti e
politiche espansive. Il sogno europeo
non può che ripartire da qui se vuole
ambire a diventare realtà. In fondo,
ancora una volta, dipende molto da noi.
LE BORSE
LE ANALISI E I FOCUS
L’INTERVISTA
Ribasso record
a Piazza Affari
(-12,48%). Mai nella
storia, neanche dopo
l’attacco alle Torri
gemelle, la Borsa di
Milano era caduta così
E adesso povera Europa
BTp e la giornata quasi normale
di Adriana Cerretelli u pagina 5
di Isabella Bufacchi u pagina 8
***
E
FRANCOFORT
DAX
-6,82
TOKYO
NIKKEI
-7,92
MILANO
FTSE MIB
-12,48
Paura da assenza di leadership Prioritario stabilizzare il dollaro
di Alessandro Plateroti u pagina 3
di Donato Masciandaro u pagina 11
di Vittorio Emanuele Parsi u pagina 6
di Laura Serafini u pagina 13
Lo scudo delle banche centrali Renzi e referendum, il nodo dimissioni
di Alessandro Merli u pagina 7
9 770391 786418
***
PARIG0 I
CAC4
-8,04
Calenda: investire
di più per superare
le paure dell’Europa
MADR35ID
IBEX
-12,35
di Carmine Fotina
la prima telefonata con Renzi. Meno di due
L’anno zero di un partner riluttante Boccia: niente panico, ora reagire A ll’alba
ore dopo la riunione di emergenza a Palazzo Chigi,
per fare il punto su una situazione che improvvisamente
di Leonardo Maisano u pagina 4
di Nicoletta Picchio u pagina 14
Unione di fuggitivi e derive populiste Rete di sicurezza, l’ipotesi delle Casse
60625
inferiore a quello delle sofferenze delle
banche italiane robustamente coperte
da un’invidiabile dote di garanzie collaterali?
di Lina Palmerini u pagina 12
La bussola del risparmiatore: come giocare in difesa
di Maximilian Cellino, Balduino Ceppetelli, Andrea Gennai, Marilena Pirrelli u pagine 18 e 19
da uno scenario sventato si era tramutata in una crisi
reale. Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, ancora molto ascoltato dal premier sui temi europei
affrontati con piglio nella breve parentesi di Rappresentante italiano a Bruxelles, mette per qualche minuto in
secondo piano le priorità del ministero per un’intervista
a tutto campo sul ciclone Brexit.
Ministro, il governo studia possibili misure di
emergenza?
Come è ovvio per un grande Paese del G7 come il
nostro il governo ha lavorato anche sullo scenario Brexit
considerando rischi e risposte. Ma per ora mi attengo
alle parole di Renzi: il governo tutelerà con ogni mezzo
necessario la stabilità e i risparmiatori.
ATENE
ASE
-13,42
Continua u pagina 15
Prezzi di vendita all’estero: Albania €2, Austria €2, Francia €2, Germania €2, Monaco P. €2, Slovenia €2, Svizzera Sfr 3,20
* con “La Valutazione d'Azienda” € 9,90 in più; con “I Codici del Sole 24 Ore” € 9,90 in più; con “Tecniche di Mediazione” € 9,90 in più; con “L'Impresa” € 6,90 in più; con “Norme e Tributi” € 12,90 in più; con “Unico 2016 e Dichiarazione Irap” € 9,90 in più; con “Transazione Fiscale” € 9,90 in più; con “Unioni Civili e Convivenze” € 9,90 in più; con “Antiriciclaggio” € 9,90 in più; con “How To Spend It” € 2,00 in più; con “IL Maschile” € 2,00 in più.
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
2
Shock Brexit
La capitalizzazione «bruciata»
Vendite a pioggia su tutti i listini: l’indice Stoxx 600 manda in fumo
635 miliardi di capitalizzazione. Moody’s conferma la tripla A alla Ue
LA REAZIONE DEI MERCATI
IL GIORNO
PEGGIORE PER
PIAZZA AFFARI
Calo record nella storia della Borsa
Mai Piazza Affari aveva chiuso in calo
di oltre il 10% negli ultimi trent’anni.
Per trovare qualcosa di paragonabile
bisogna tornare all’estate del 1981 ma gli indici erano diversi - quando
Milano perdette l’11,76% nella
seduta del 16 giugno 1981. Ma ieri
dopo il risultato a sorpresa del voto
britannico è andata anche peggio.
Le elaborazioni dell’ufficio studi
del Sole 24 Ore e di Borsa Italiana
evidenziano come la flessione che
si è registrata ieri (Ftse Mib
-12,48%) dopo l’esito del
referendum che ha sancito la
volontà del Regno Unito di uscire
dall’Unione europea rappresenta
il maggior crollo di sempre nella
storia di Piazza Affari.
11 settembre 2001:
Nel giorno degli attentati alle Torri
Gemelle la Borsa di Milano perse
7,57 punti percentuali, meno di
ieri. Nei giorni successivi a quello
che è stato il peggiore attentato
terrostico contro gli Stati Uniti e i
suoi alleati, le perdite erano state
tutto sommato contenute (-6,62%
il 14 settembre).
Gran Bretagna fuori dalla Ue
Venerdì nero per i mercati:
crolla Piazza Affari (-12,5%),
la sterlina torna ai livelli del 1985
Cameron si dimette, successore solo a ottobre ma i leader europei premono: subito la trattativa
Juncker: l’Unione non finirà - Rischio contagio: dalla Francia all’Olanda euroscettici all’attacco
6 ottobre 2008: -8,24%
Dopo il crack Lehman e delle
banche americane tutte le piazze
finanziarie registrarono un
periodo di elevata volatilità e di
cali generalizzati per giorni. Il 6
ottobre Milano perse l’8,24%,
dato che fino a ieri rappresentava
il record negativo. Male anche
nelle giornate successive.
L’EFFETTO BREXIT SUI MERCATI
Ftse Mib
15
16
17
20
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Lunedì
Janet Yellen (Fed)
frena sul rialzo
dei tassi Usa,
le Borse tentano
il rimbalzo
Jo Cox, deputata
laburista
pro-Remain viene
assassinata.
Sospesa la
campagna per il
referendum
Si riduce il panico
da Brexit,
rally in Borsa
con le banche.
Si riduce la
pressione sui
periferici
Il “Remain”
balza in testa ai
sondaggi: volano
Borsa e sterlina,
calano i rendimenti dei BTp
PERFORMANCES
DI GIORNATA
PERFORMANCES
DI GIORNATA
PERFORMANCES
DI GIORNATA
PERFORMANCES
DI GIORNATA
+1,49%
-0,98%
+3,49%
+2,54%
CHIUSURA
CHIUSURA
CHIUSURA
CHIUSURA
144,76
148,04
141,62
130,99
CHIUSURA
CHIUSURA
CHIUSURA
CHIUSURA
1,4202
1,4199
1,4356
1,4698
18.000
17.000
Vittorio Carlini
Marco Masciaga
pCon lo storico voto che nella
notte tra giovedì e venerdì ha sancito l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, gli elettori britannici hanno innescato una catena di eventi che nel giro di poche
ore ha visto le dimissioni del primo ministro David Cameron; ha
fatto vivere ai mercati finanziari la
giornata più drammatica dal
2008; ha fatto crollare la sterlina;
ha riaperto il dossier sull’indipendenzascozzeseeinflittoalprogetto di unificazione europea il colpo
più duro dalla fine della II Guerra
Mondiale.
Il voto
“Leave”, lo schieramento a favore dell’uscita dalla Ue, ha raccolto
il 51,9% delle preferenze, ribaltando sondaggi ed exit poll. Il
48,1% che ha votato “Remain” si è
concentrato a Londra, in Scozia e
in Irlanda del Nord. Il voto di giovedì consegna al prossimo premier una società divisa, caratterizzata da milioni di cittadini
spiazzati dai cambiamenti della
globalizzazione e che vedono negli immigrati una minaccia per la
propria sicurezza, prima di tutto
economica. Ma al di là delle divisioni geografiche e di classe, il referendum ha portato alla luce una
spaccatura generazionale: secondo Lord Ashcroft Polls gli europeisti hanno vinto nelle fasce
d’età 18-24 (73%), 25-34 (62%) e 3544 (52%), mentre tra gli over 65 il
partito del “Leave” ha trionfato
con il 60% dei voti.
Le Borse
L’ondata di ribassi è partita poco
dopo le due dell’altra notte. Il «là»
lo ha dato Tokyo con il Nikkei che
ha chiuso in calo del 7,92%. In Europa l’avvio è stato traumatico. A
Piazza Affari il Ftse Mib, imbottito di titoli bancari, per un po’ non
è riuscito a fare prezzo. Le paure
circa il possibile venire meno del
carattere irreversibile della moneta unica, a fronte dell’ombrello
protettivo sui titoli di Stato creato
dalla Bce, si è giocoforza scaricato soprattutto sulle banche. Milano, nella sua peggiore seduta di
sempre, è calata del 12,48% bruciando 47 miliardi di capitalizzazione. Male Madrid (-12,35%). Più
contenute le perdite di Parigi
(-8,04%) Francoforte (-6,82%) e
Londra (-3,15%). In generale i listini europei hanno mandato in fumo 635 miliardi di euro.
I titoli di Stato
Dopo un avvio pesante, con lo
spread BTp-Bund a oltre 180
punti base, il mercato dei governativi ha limitato i danni e il differenziale di rendimento ha chiuso
a 153,74 punti (erano 123 venerdì).
Il muro difensivo eretto (da tempo) dalla Bce ha limitato i danni: i
titoli di Stato, periferici inclusi,
hanno retto (rendimento del
BTp in rialzo solo all’1,49%). Il
tasso del Gilt, invece, è sceso. Il
motivo? Un possibile ulteriore
Qe della Bank of England.
Le valute
La sterlina è collassata, arrivando a perdere circa il 10% nei confronti del dollaro (minimo da 31
anni) per chiudere a 1,3629
(-8,48%). L’euro è calato di oltre
il 2% per i timori sulla tenuta della moneta unica.
Le materie prime
Come da copione l’oro è stato la
star della giornata, schizzando
oltre i 1.355 dollari l’oncia. Il petrolio è scivolato (Brent -4,9%).
L’addio del Regno Unito all’Ue
dovrebbe causare un rallentamento della crescita globale, e
quindi, dei consumi di greggio.
Le dimissioni
David Cameron, che nel 2013
promise il referendum e che in
questi mesi ha guidato la fallimentare campagna per il “Remain”, ha annunciato le proprie
dimissioni. In un breve discorso
televisivo il leader conservatore ha detto: «Il popolo britannico ha deciso molto chiaramente
di voler cambiare direzione e
penso che il Paese necessiti di
una nuova leadership». Cameron ha detto che lascerà a ottobre. Tra i possibili successori c’è
l’ex sindaco di Londra Boris
Johnson, il volto più visibile dello schieramento “indipendentista” all’interno dei Tory; il cancelliere dello scacchiere George Osborne, sul quale pesa però
la posizione a favore del “Remain” e il ministro degli Interni
Theresa May che, forse non casualmente, durante la campagna referendaria ha tenuto un
profilo basso. L’altro trionfatore
è il leader dell’Ukip Nigel Farage che ieri ha unilateralmente
dichiarato il 23 giugno «il nostro
giorno dell’Indipendenza».
Le reazioni politiche
«No». È con questa lapidaria risposta che il presidente della
Commissione europea JeanClaude Juncker ha replicato a un
giornalista che gli chiedeva se
Brexit fosse «l’inizio della fine
della Ue». In un comunicato la
leadership europea ha auspicato
che Londra affronti il processo
di separazione «nel minor tempo possibile». Con l’addio britannico l’Ue perderà il suo principale centro finanziario, un sesto del Pil e una potenza nucleare con diritto di veto nel
Consiglio di sicurezza dell’Onu.
I Paesi in cui l’eco di Brexit è stata
più forte sono quelli con grandi
partiti populisti, come la Francia
dove la leader del Front National
Marine Le Pen ha definito il voto
britannico «una vittoria della libertà», chiedendo un analogo
referendum. Stessa richiesta in
Olanda da parte del leader xenofobo Geert Wilders.
Le Borse
Variazioni % di ieri
Atene - Ase
-13,42%
Milano - Ftse Mib
-12,48%
Madrid- Ibex 35
Le banche centrali
-12,35%
La Bank of England si è detta pronta a mettere sul piatto 250 miliardi
di sterline più l’accesso a valuta
estera, mentre Bce e Fed hanno
detto di essere pronte a immettere liquidità sui mercati.
Parigi - Cac 40
-8,04%
16.000
15.000
Spread
BTp-Bund
180
160
140
La questione scozzese
Le paure di chi aveva scorto nel
voto filo-europeista della Scozia un nuovo focolaio indipendentista sono state confermate
quando il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon ha definito «altamente probabile» un secondo referendum per sganciarsi da Londra. Il Partito Indipendentista Scozzese, a fronte
della prospettiva di uscire per
“mano di terzi” dall’Ue (cui Moody’s ha confermato la tripla
«A» mentre ha abbassato l’outlook di Londra), potrebbe infatti ricorrere alla volontà popolare. Sebbene, con il petrolio in calo e un rapporto deficit/Pil in
rialzo, entrare in una Ue a trazione tedesca non è detto costituisca una soluzione così positiva.
Tokyo - Nikkei
-7,92%
Francoforte - Dax
-6,82%
Londra - Ftse 100
-3,15%
120
Dollaro/
Sterlina
1,50
1,45
1,40
1,35
1,30
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Titoli di Stato e mosse Bce. Vendite sui Paesi periferici e corsa ai titoli tedeschi, ma gli acquisti da parte di Francoforte limitano i danni
Spread BTp-Bund oltre 180 punti , ma poi si stabilizza a 153
Maximilian Cellino
pComprare a man bassa Bund
tedeschi e Treasury americani
per vendere i titoli di Stato della
periferia europea, quelli italiani,
spagnoli portoghesi e naturalmente anche greci. Non c’è ovviamente niente di insolito nella reazione del mercato al classico «cigno nero» rappresentato dalla
successo dei «leave» al referendum britannico. E se qualche settimana fa era l’incertezza a riproporre sui mercati le classiche dinamichedallafugaversoilrischio,
ieri è stata la realtà di un evento
probabilmente inatteso e che non
piace agli investitori a scatenare
con ancor maggior violenza gli
stessi movimenti.
Così si spiega per esempio l’innalzamento del rendimento dei
BTp decennali all’1,49% e il contemporaneo sprofondamento del
tassotedescoconlastessascadenza al minimo storico di -0,04%
(che ha portato lo spread a 153 pun-
ti, cioè ai massimi da quasi un anno). E ancora la Spagna all’1,64%, il
Portogallo al 3,39%, la Grecia all’8,65%daunaparteegliStatiUniti
all’1,56% dall’altra: in queste occasioni si va a cercare rifugio dove ci
si sente più sicuri, anche in Svizzera e Giappone (dove i decennali
rendono, si fa per dire, rispettivamente -0,48% e -0,18%).
Guardando all’Europa periferica il bilancio di ieri avrebbe potuto essere anche più pesante, se
non fosse stato per lo «scudo» posto in atto dalla Banca centrale europea (Bce), che quotidianamente acquista titoli di Stato dell’area
euro attraverso il suo piano. Non
POLITICHE MONETARIE
Il mercato ora scommette
su nuovi allentamenti
da parte di Europa, Svizzera
e Giappone, mentre rinvia
al 2017 il rialzo dei tassi Usa
ci sono, sotto questo aspetto, conferme ufficiali sulla composizione delle operazioni effettuate in
giornata, ma come notava Matteo
Ramenghi, direttore degli investimenti di Ubs Italia, l’Eurotower «è stata molto attiva sul
mercato fin dalla mattina nel tentativo di stabilizzare i rendimenti
dei periferici». Tentativo andato
evidentemente a buon fine, se è
vero che dopo lo shock iniziale (il
tasso del Bund era sceso a -0,15% e
quello del BTp viaggiava anche
sopra l’1,70% per uno spread che
ha superato quota 180) la frattura
si è in parte ricomposta. Ed è anche alle possibili ripercussioni
della Brexit sulle azioni future
delle Banche centrali che si deve
guardare per spiegare i movimenti sulle obbligazioni in queste
ore così turbolente.
Nonèinfattisoltantolostatusdi
rifugio sicuro a portare il denaro
sul Bund per esempio, ma anche la
prospettiva di nuovi possibili in-
PLUS24
ogni martedì e mercoledì con il sole 24 ore
SABATO 25 GIUGNO 2016
Supplemento al numero odierno del Sole 24 Ore
Poste Italiane Sped. in A.p. -D.l. 353/2003
conv. L. 46/2004, art. 1, c.1, Dcb Milano
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Risparmio, la Ue
dovrà mostrare
spalle larghe
Antonio Criscione
+ Alla fine è stata Brexit. Si tratta di un
fenomeno epocale, che continuerà a
esercitare la sua influenza per un lungo periodo, e lungo sarà anche il tempo
necessario per le pratiche di quello che
la stampa inglese ha definito “il più
complicato divorzio del mondo”. Pratiche che partiranno quando il Governo inglese comunicherà ufficialmente
la scelta di lasciare la Ue. La domanda
che ci si pone è se questo sarà il primo
passo per una disgregazione, visto che
in tutti i Paesi, più o meno forti le voci
“euroscettiche” non mancano. Ma sarebbe una soluzione? L’Europa vista
dal lato dei risparmiatori ha finora significato grandi opportunità, ma anche errori che contribuiscono a minare
la fiducia dei cittadini dell’Unione. Su
questo fronte l’Ue dovrà dimostrare
dunque di avere le spalle larghe e una
visione d’insieme.
I risparmiatori italiani sono stati penalizzati da un’applicazione di fatto retroattiva del bail-in. La normativa europea sulla risoluzione delle banche
non prevede infatti “solo” il bail-in, con
tutto ciò che comporta per chi ha investito in una banca, ma anche tutta una
serie di regole per la early intervention
che sono pensate per evitare crisi conclamate. Applicare il bail-in, senza che
si siano esercitati i poteri a favore dei risparmiatori che la Brrd (Bank Recovery
and Resolution Directive) prevede, è
stato di sicuro un errore. È pur vero che
poi le autorità italiane negli anni scorsi
potevano più decisamente intervenire,
come è stato fatto altrove, per mettere il
sistema in sicurezza prima dell’avvento dei bail-in.
» pag 3
L’ECONOMIA PER LA FAMIGLIA
Un nuovo manuale in 24 puntate
ANTONIO MISSIERI
DOPO IL REFERENDUM
PORTAFOGLI
A PROVA DI BREXIT
Quattro strategie per affrontare il futuro senza inglesi.
Fra oro, emergenti e dollaro: ecco come investire
I CONSIGLI
Stare liquidi o cogliere qualche
occasione sul mercato?
FONDI E POLIZZE
L’impatto su asset management
e assicurazioni con sede a Londra
ALL’INTERNO
BAIL-IN E ATLANTE
C’è il fondo salva-mutui
» D’Angerio pagina 6
FRODI CREDITIZIE
Furti d’identità: 70 al giorno
» Criscione pagina 9
MUTUI
Riforma già da correggere
» Ursino pagina 15
SU PLUS24
I CONSIGLI DEI GESTORI
BORSA CINESE
Come districarsi tra gli indici
» Gennai pagina 17
Quattro strategie per
organizzare il proprio
portafoglio alla luce delle
conseguenze di Brexit
terventi di Mario Draghi, sul piano di riacquisti o anche sui tassi
stessi: non subito, perché occorrerà prima osservare l’impatto economico dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, ma nel
medio periodo. Anche perché nel
frattempo le attese sull’inflazione
dell’Eurozona nel lungo termine
si sono ulteriormente ridotte (il
tasso medio annuo previsto fra 5
anni e per i successivi 5, cioè la misura monitorata a Francoforte per
calibrare la politica monetaria, è
sceso all’1,32%, minimo storico e
ben distante dall’obiettivo del 2%)
e a questo occorrerà reagire.
Simile il discorso per gli Stati
Uniti, visto che le probabilità di
un’ulteriore stretta entro fine anno ricavabili dai future sui Fed
Funds sono piombate in basso ad
appena il 21% (erano più del 70%
nelle settimane passate) e c’è chi
addirittura non esclude un taglio
dei tassi in questo lasso di tempo:
cosa impensabile due giorni fa
(ma che il contemporaneo balzo
del dollaro potrebbe aver favorito) perché significherebbe sconfessare la storica mossa di Janet
Yellen dello scorso dicembre.
Ad allentare ancora la politica
monetaria, per evitare anche in
questo caso un dannoso apprezzamento delle proprie valute, potrebbero essere anche Svizzera e
Giappone, ma il caso più paradossale è quello della Gran Bretagna
epicentro del sisma. Pochi si
aspetterebbero che il Gilt (il titolo
di Stato Uk) fosse in questa situazione in cima alla lista delle preferenzedegliinvestitori,malarecessione che potrebbe scaturire dalla
decisione di uscire dalla Ue forzerebbe la Banca d’Inghilterra all’azione. Goldman Sachs si attende nuove misure di allentamento
del credito nel meeting del prossimo 14 luglio e anche un taglio dei
tassi di interesse britannici di 25
punti base ad agosto, una volta che
la sterlina si sarà stabilizzata: anche per questo il rendimento del
decennale britannico è sceso al
minimo storico dell’1,08 per cento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Rendimenti a confronto
Titoli di Stato a 10 anni
Germania
23 GIU
24 GIU
-0,04
+0,10
Italia
23 GIU
24 GIU
+1,49
+1,33
Francia
23 GIU
24 GIU
+0,40
+0,46
Spagna
23 GIU
24 GIU
+1,65
+1,47
Portogallo
23 GIU
24 GIU
+3,39
+3,11
Regno Unito
23 GIU
24 GIU
+1,08
+1,38
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
3
Unione monetaria e rischi
Il timore sulla tenuta della moneta unica si è scaricato sui titoli bancari
Gli investitori sono preoccupati del venir meno della «irreversibilità» dell’euro
1 novembre 2011: -6,80%
In piena crisi del debito sovrano
italiano con il governo Berlusconi
sulle corde la Borsa di Milano il
primo novembre 2011 perde
quasi 7 punti percentuali,
comunque meno di ieri. Pochi
giorni dopo Berlusconi lascia la
carica di presidente del consiglio
sostituito da Mario Monti.
10 aprile 2012: -5,63%
La seduta dopo le vacanze di
Pasqua è una brutta giornata,
soprattutto in Italia. Milano
maglia nera in Europa perde più di
5 punti. Lo spread tra titoli di Stato
italiani e bund decennali tedeschi
torno sopra 400 punti. Palazzo
Chigi rassicura: l’innalzamento
dipende da cause esogene.
21
22
23
24
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Ieri
Bce e Bank
of England pronte
a scendere
in campo con gli
swap in caso
di successo del
sì al referendum
La sterlina punta
sul “remain”
e tocca nuovi
massimi
nei confronti
del dollaro
In attesa
del risultato
elettorale volano
i listini europei.
Ma ai primi
risultati nella
notte la sterlina
crolla
PERFORMANCES
DI GIORNATA
PERFORMANCES
DI GIORNATA
PERFORMANCES
DI GIORNATA
+0,45%
-0,62%
+3,71%
Fuga dalla capitale finanziaria
Deutsche Bank e Hsbc trasferiranno dipendenti dalla City alle sedi europee
JpMorgan Chase sposterà da Londra un quarto dei suoi 16mila dipendenti
21 febbraio 2013: -4,89%
La preoccupazione per la
ripresa dell’economia della zona
euro, si somma ai timori per la fine
degli stimoli monetari della Fed. Il
risultato sono vendite diffuse sul
listino milanese, il peggiore fra le
piazze europee. Lo spread tra Btp e
Bund decennali si allarga fino a
290 punti base.
11 febbraio 2016: -5,88%
La crisi di Banca Etruria,
CariMarche, CariChieti e Carife a
Piazza Affari genera un’ondata di
vendite generalizzate su tutti i
comparti con sospensioni per i
titoli bancari. Milano è la peggiore
piazza d’Europa e da inizio anno
ha già accumulato un passivo
superiore al 25 per cento.
L’ANALISI
FOCUS ORARIO DI IERI
8:30
La ventata Brexit
scuote l’Europa.
Per le Borse
continentali
è un venerdì nero
9:30
Balzo dello
spread BTp-Bund
sulla notizia
dell’esito del
referendum
12:00
David Cameron
annuncia le
dimissioni
Padoan: “Rischio
effetto domino,
dobbiamo
rinnovare
modello
europeo”
15:00
17:30
Il G7 mette
in guardia:
dalla volatilità
possibili effetti
sulla stabilità
economica
e finanziaria
Piazza Affari
chiude
a -12,48%:
è il maggior calo
di sempre per
la Borsa italiana
17.643
PERFORMANCES
DI GIORNATA
ORE 18:00
-12,48%
15.724
9.10
CHIUSURA
CHIUSURA
CHIUSURA
132,15
130,83
124,92
CHIUSURA
ORE 20:00
10.00 11.00
13.00 14.00 15.00
17.00
177,56
151,4
153,74
8.10
CHIUSURA
CHIUSURA
CHIUSURA
1,4645
1,4703
1,4878
9.00 10.00 11.00
13.00 14.00 15.00 16.00 17.00 18.00 18.40
CHIUSURA
ORE 20:00
1,3744
1,3686
1,3629
8.00
10.00
12.00
14.00
16.00
18.00 18.40
Valute. La divisa britannica arriva a perdere oltre l’11% sul dollaro, peggior calo giornaliero di tutti i tempi tra le maggiori valute
In pochi minuti il pound fa un passo indietro di 31 anni
Andrea Franceschi
pUna
doccia ghiacciata.
Questo è stato il risultato del
voto sulla permanenza nella
Ue della Gran Bretagna. Soprattutto per chi, nell’ultima
settimana, si era riposizionato
fortemente sulla sterlina nella
speranza che dal voto sulla
permanenza nell’Unione europea uscisse un risultato diverso da quello poi concretizzatosi: la vittoria del «Leave».
Nel giorno del voto il cambio
dollaro per sterlina era addirittura tornato oltre quota 1,5 sui
massimi da dicembre. Da questo picco la valuta britannica è
precipitata fino a un minimo di
1,3229 dollari nella notte, quando i numeri in arrivo dal Regno
Unito hanno iniziato a indicare ciò che tutti avevano fortemente temuto: un voto favorevole all’uscita dalla Ue.
Nei giro di pochi minuti il
pound è tornato indietro di 31
anni nel cambio sul dollaro.
Era infatti dal lontano 1985 che
il cambio dollaro/sterlina non
toccava quota 1,32. Dopo il
crollo la sterlina è risalita oltre
1,35. Il pound è arrivato a perdere oltre l’11% nel cambio con il
dollaro. Il calo giornaliero
maggiore della sua storia e, secondo i calcoli del Financial
Times, il maggior calo giornaliero di tutti i tempi tra le principali divise internazionali.
La violenza del ribasso è
frutto sia della debolezza che
ha colpito la valuta britannica
sia della forza del dollaro che,
in questa fase di estrema vola-
SUPER YEN
La valuta giapponese
si conferma bene rifugio
nelle fasi di turbolenza.
La flessione della sterlina
sullo yen ha superato il 16%
tilità, ha riscoperto il suo ruolo
di «valuta rifugio». Così come
si è confermata «divisa rifugio» la valuta giapponese ieri
la più gettonata in assoluto.
Prima che fossero resi noti i
primi risultati ci volevano 160
yen per una sterlina. Dopo
l’esito del voto appena 133.314.
La flessione è stata di oltre il 16
per cento. Era dal dicembre del
2013 che il pound non valeva
tanto poco nel cambio con la
moneta giapponese. Una svalutazione si è vista ovviamente
anche sulla moneta unica. Se
giovedì servivano 1,31 euro per
comprare una sterlina, dopo la
pubblicazione dei risultati il
cambio è sceso fino a 1,20. Sui
livelli di marzo 2014.
Il calo della sterlina sull’euro è stato meno violento rispetto a quello visto su yen e
dollaro perché ieri pure l’euro si è indebolito. Anche se la
Gran Bretagna non fa parte
dell’Eurozona la sua uscita
dalla Ue risveglia i timori sulla tenuta della moneta unica.
Timori che sono alla base del
tonfo registrato ieri dalla moneta unica. Se nella serata del
voto l’euro era tornato oltre
quota 1.14 dollari ieri il cambio è sprofondato fino a un
minimo di 1,09.
Si tratta, soprattutto nel caso
della svalutazione della sterlina ma anche nel caso delle
oscillazioni viste ieri sul cambio euro-dollaro, di movimenti estremamente anomali per
un mercato valutario solitamente abituato a variazioni
ben più contenute. «Il mercato
è estremamente volatile perché si trova in un territorio inesplorato» spiega Robert Baron
di Delta Hedge. «Ciò che mi
preoccupa particolarmente in
questa fase - spiega il gestore - è
il rischio politico. Cioè il precedente che crea questo refe-
LA PAROLA
CHIAVE
Volatilità
7 La volatilità è una misura
della variazione percentuale
del prezzo di uno strumento
finanziario nel corso del
tempo. La volatilità storica
deriva dalla effettiva serie
storica dei prezzi misurabile
nel passato. La volatilità
implicita deriva dal prezzo di
mercato delle opzioni dello
strumento finanziario
analizzato. Un aumento della
volatilità in linea di principio
rende il mercato più nervoso e
meno prevedibile e
solitamente si accompagna a
una flessione dei prezzi.
rendum e l’incertezza sul fatto
che altri Paesi possano emulare la scelta di Londra. C’è poi
un rischio finanziario legato al
collasso delle quotazioni delle
banche in tutta Europa. Gli istituti di credito sono l’anello debole della catena in questa fase. C’è un ben noto problema di
rafforzamento patrimoniale
da affrontare. Mi chiedo come
lo si possa fare in questa fase
estremamente turbolenta».
La vittoria del «Leave» ha
colto in contropiede chi, nell’ultima settimana, aveva
scommesso forte sulla vittoria
del «Remain». Un riposizionamento, quello sulla sterlina
e sulle classi di investimento
più rischiose, iniziato giovedi
scorso, giorno dell’assassinio
della parlamentare Labour e
leader del fronte del «Remain» Jo Cox. La cinica scommessa del mercato, ossia che
una simile tragedia potesse favorire la vittoria del «Remain», si è rivelata un colossale errore di valutazione.
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Alessandro
Plateroti
È il vuoto
di leadership
che spaventa
i mercati
«C’
è nebbia sulla
Manica: il
continente è
isolato». Quando il Times di
Londra pubblicò questo titolo
negli anni 30, gli inglesi non ci
trovarono nulla di illogico o
arrogante: se la nebbia
impediva la navigazione nel
Canale, era ovvio che ad
essere «tagliata fuori» non era
la Gran Bretagna, ma l’intero
continente. La storia vuole che
francesi e inglesi non la
presero bene affatto: l’Europa,
per la «perfida Albione», era
in pratica terra di nessuno.
Sarebbe interessante sapere
come la pensano oggi i due
ultimi azionisti di
maggioranza della Ue: con il
referendum sull’uscita dalla
Ue, la metafora sul difficile
rapporto tra Londra e il resto
dell’Europa continentale è
tornata di straordinaria
attualità. A Bruxelles, come a
Parigi e a Berlino, si grida al
tradimento. Politico e
finanziario. Brexit è la nebbia
che si alza dalla Manica, la
cortina di diffidenza che
rischia di isolare non tanto
l’Inghilterra, culturalmente e
storicamente isolazionista,
quanto una comunità europea
incapace di spiegare a se stessa
e ai mercati non solo come
intende uscire dal tunnel, ma
nemmeno come si è arrivati a
questo punto di non ritorno
nelle relazioni europee.
Oggi il problema dei
mercati non è più Brexit in
quanto tale - nessuno teme che
l’Inghilterra non si rialzi - ma
la babele di lingue e posizioni
apparentemente inconciliabili
che caratterizza l’Europa postcrisi del debito. Con un
effetto-contagio mai visto
finora, ogni titolo di Stato,
valuta o materia prima che
direttamente o indirettamente
hanno in Londra il loro faro di
riferimento sono stati
inghiottiti da Brexit.
Chiamarlo Venerdì nero o
Cigno Nero poco
importa: quello che è certo, è
che sono bastati pochi istanti
dall’annuncio della vittoria dei
«Sì» per mettere in moto un
processo di distruzione
finanziaria globale che ha
messo in allarme governi,
banche centrali e istituzioni
finanziarie. Certo, il
contraccolpo più duro del
divorzio economico,
finanziario e politico che ha
spaccato in due l’elettorato
inglese lo ha subito la Sterlina
di Sua Maestà, caduta in poche
ore ai minimi di trenta anni,
ma nessun mercato del mondo
sembra davvero al sicuro dallo
Tsunami Brexit: azioni,
obbligazioni, titoli di Stato,
materie prime, valute,
derivati, petrolio, futures e
opzioni sono stati travolti
dall’onda d’urto di un evento
politico e finanziario che i
mercati sembravano aver
serenamente escluso. Colpa
dei sondaggi sballati? O della
confusione politica che unisce
ormai stabilmente le due
sponde della Manica? O forse
dell’incertezza che
caratterizza ormai ogni
aspetto della
globalizzazione? Oppure,
come accusano Downing
Street e la Cancelleria tedesca,
il crollo dei mercati è la
conseguenza diretta di una
irresponsabile campagna
denigratoria contro Bruxelles?
Ogni ragione ha dato un
ingrediente al pasticcio, ma
chi conosce i mercati sa bene
che a scatenare il panico non è
il destino incerto
dell’Inghilterra post-Ue. La
piazza londinese e l’economia
britannica pagheranno
certamente un prezzo alto per
lo schiaffo all’Europa, ma
nessuno dubita del fatto che
l’Inghilterra tornerà presto a
camminare anche da sola. Non
è un caso, d’altra parte, se oltre
all’oro e ai titoli di Stato
americani, sia stato proprio il
Gilt a registrare la migliore
performance al mondo, con i
tassi caduti a un nuovo
minimo storico (e senza aiuto
della Bce). Due sono i casi: o
gli investitori hanno perso la
ragione, o il titolo di Stato
inglese resta a tutti gli effetti
un «rifugio sicuro» anche
dopo Brexit. In altre parole,
serve a poco cercare i
colpevoli del crollo tra i
banchieri londinesi, in
Parlamento tra i Tories o in
piazza tra i populisti. I mercati
non sono né di destra né di
sinistra né buoni né cattivi:
reagiscono male quando c’è
assenza di leadership nei
momenti di crisi. Una crisi
politica malgestita a Bruxelles
e nel più importante mercato
dei capitali europeo, è più
pericolosa di una recessione o
di una crisi finanziaria stileGrecia. Quello che si è
sollevato ieri dai mercati è il
panico generato dall’assenza
di leadership della classe
politica europea, da una crisi
del debito mai risolta in troppi
Paesi e da un percorso di
integrazione che da già debole
rischia ora di fermarsi del
tutto. E su questo terreno,
nulla può la Bce. E poi ci sono
le responsabilità della classe
politica tedesca, paralizzata
nei suoi dogmi culturali e
troppo incline a sostituire
diplomazia e dialogo con
moniti e ritorsioni: pensare di
poter trattare gli inglesi come i
greci, minacciarli di sanzioni e
isolamento, è stato quanto
meno ingenuo, se non
addirittura irresponsabile
visto l’esito del referendum.
L’Inghilterra i soldi li presta,
non ha bisogno di farseli
prestare dalla Troika: e ad ogni
buon conto, pensare di poter
gestire una crisi politica come
quella scatenata dai tedeschi
come se una crisi del debito, è
solo rischiosa arroganza.
In altre parole, gli inglesi
non si sono certamente
dimostrati altruisti e solidali
con un’Europa che gli ha dato
in quasi 50 anni più di quanto
ha ricevuto, ma serve a poco
cercare colpevoli tra i
banchieri di Londra o dare la
colpa di questa crisi
all’isolazionismo e al
populismo inglese: i mercati
non sono né di destra né di
sinistra né buoni nè cattivi, ma
reagiscono male quando
l’assenza di leadership politica
è più pericolosa di una
recessione o di una crisi
finanziaria.Reazioni
finanziariamente violente
come quelle viste oggi,
insomma, denunciano molto
più dell’incertezza e della
paura per le incognite sul
futuro dell’Inghilterra o sulla
ridefinizione dei trattati con
l’Europa. L’urlo che si è
sollevato dai mercati va letto
come un palese atto di sfiducia
nei confronti della capacità di
leadership della classe politica
europea e soprattutto di quella
tedesca, paralizzata nei suoi
dogmi culturali e troppo
incline a sostituire diplomazia
e dialogo con moniti e
ritorsioni. O si cambia, o a
sparire nella nebbia sarà
davvero l’Europa.
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Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
4
Shock Brexit
Il vincitore del fronte Leave
L’ex sindaco Boris Johnson candidato in pectore
alla poltrona di primo ministro e leader dei Tories
L’IMPATTO SUL REGNO UNITO
VINCITORI
E
VINTI
Le dimissioni di Cameron
Travolto da un referendum che
resterà sempre il suo storico
errore, azzardo sulla pelle del suo
popolo e dell’Europa intera, David
Cameron esce nella polvere.
Lascerà entro ottobre la guida del
Governo conservatore, come lui
stesso ha detto sull’uscio di
Downing Street.
La corsa alla successione
È giusto, ha detto Cameron
annunciando le dimissioni, «che
non sia io il capitano che guiderà il
Paese alla sua prossima
destinazione». Il nuovo premier e
nuovo leader Tory verrà eletto
entro fine settembre: tra i nomi
possibili, quelli di Boris Johnson e
di Michael Gove.
La scommessa vincente di Boris
L’ex sindaco di Londra era
diventato il leader de facto della
campagna per uscire dalla Ue: ora
Boris Johnson è il politico più
popolare del Regno, e rappresenta
l’aspetto più cosmopolita e aperto
al mondo dello schieramento antiUe, presentandosi per molti versi
come l’anti-Farage.
Il vero trionfatore
Nigel Farage, fondatore e leader
dello UK Independence Party
(Ukip), ha ottenuto quello che
chiede da decenni. «Ora siamo
finalmente liberi di iniziare a siglare
i nostri accordi commerciali con il
resto del mondo - ha dichiarato ieri -.
Ci lasciamo alle spalle un’unione
politica che sta fallendo».
Un Paese spaccato, Cameron se ne va
Gran Bretagna divisa tra Nord e Sud, vecchi e giovani e a rischio disgregazione - La Scozia: restiamo nell’Unione
Leonardo Maisano
LONDRA. Dal nostro corrispondente
p «Non sarò io il capitano
che traghetterà il nostro Paese
verso la sua nuova destinazione» . Sulla porta di Downing
street, affiancato dalla moglie
Samantha, David Cameron ha
messo fine alla carriera di premier e ha seppellito le sue ambizioni politiche, annunciando dimissioni, ( operative da
ottobre) rese inevitabili dal
successo di Brexit con il 52%
dei consensi contro il 48 per
cento. Numeri che all’alba del
24 giugno, in controtendenza
con gli ultimissimi sondaggi,
hanno tracciato tre macroaree di supporter dell’Europa:
Londra con il 60% dei favorevoli all’Ue, la Scozia con il 62%
e l’Irlanda del nord con il 57 per
cento. Troppo pochi. Il resto
del Paese, ovvero Inghilterra e
Galles hanno sostanzialmente
scelto il divorzio da Bruxelles.
LA RESA DEI CONTI
Il premier: non sarò io
a traghettare il Paese
verso questa direzione
Il no all’Europa un no
all’austerità di Cameron
Salutata dal crollo dei mercati mondiali e dal precipitare
della sterlina a valori che si
erano dimenticati nel tempo,
Brexit rischia di azzerare l’intera classe politica del Paese.
Anche sul leader laburista,
Jeremy Corbyn si addensano
infatti nubi spesse con i giovani turchi, e non solo, del partito che chiedono all’anziano
esponente radicale di farsi da
parte per aver malamente gestito la campgna elettorale. La
sconfitta per Remain è infatti
maturata nelle aree depresse
del nord Inghilterra, terre di
conquista del Labour. La replica di Jeremy Corbyn è per
certi versi inattaccabile: il no
all’Europa è stato (anche) un
no all’austerità del governo
Cameron.
La Gran Bretagna è stata
piuttosto rapida nel mettere
dietro le spalle le recriminazioni. Anche perché le cose da
fare non sono poche se nutre
qualche speranza di volere restare unita sotto una sola bandiera. A minacciare il contrario è stata la nazionalista Nicola Sturgeon, First minister del
governo autonomo di Edimburgo. «È inaccettabile in base
ai principi della democrazia
che la Scozia – ha dichiarato
con assoluta chiarezza – possa
essere trascinata fuori dall’Unione europea. È chiaro
che quanto è accaduto crea
una quadro istituzionale radicalmente diverso pertanto un
nuovo referendum sull’indipendenza scozzese è possibile
ed è sul tavolo». Dovrà avvenire entro i due anni di negoziati euro-britannici previsti
dall’articolo 50 dei trattati per
evitare l’uscita di Edimburgo
dall’Ue e poi le procedure del
teorico rientro. Nicola Sturgeon è andata più in là, annunciando la sua volontà di partecipare alle trattative con i
partner al fianco del futuro governo britannico. «Un tema –
ha detto – che ho discusso anche con il sindaco di Londra
Sadiq Khan» confermando di
voler trovare una sponda nella
capitale che si è confermato
un bastione europeista.«Ospitiamo un milione di
cittadini dell’Ue, gente che –
ha ricordato il sindaco laburista - porta grandi benefici ed è
assolutamente benvenuta».
Londra cercherà nuovi poteri
autonomi per replicare a
Brexit ? È probabile.
D’altra anche Boris Johnson quando era primo cittadino della metropoli aspirava
ad avere più spazio. Ora i margini per sè stesso li cercherà a
Downing street. È il front runner della corsa alla successione per la leadership dei Tory e
quindi per diventare premier. È stato lui a pilotare – insieme con Michael Gove – le
truppe dei conservatori a rigettare l’Unione su una piattaforma che sfiora quella dell’Ukip il partito eurofobo di
Nigel Farage. Ieri Boris Johnson ha voluto mettere molte
miglia fra sè e Farage, il vero
protagonista e indiscusso
trionfatore di questo assurdo
referendum. L’ex sindaco ha
assunto il piglio da leader già
prescelto, ha invitato alla calma e ha precisato che «non c’è
alcuna fretta ad invocare l’articolo 50» che attiva l’addio
del Regno dall’Unione.
«Quanto è accaduto – ha aggiunto Boris Johnson – è una
grande opportunità, ma non
vogliamo sollevare il ponte levatoio», ha detto, tessendo,
non richiesto le lodi dell’Europa (non dell’Unione) . Non le
parole – crediamo- che volevano sentire milioni di inglesi,
quelli che si sono allineati dietro il biondo leader pronti a
buttare a mare quarant’anni di
cooperazione europea.
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Così il voto che ha diviso il Paese
I RISULTATI
IL DETTAGLIO
48,1
IL VOTO PER FASCE DI ETÀ
Sondaggio Yougov
REMAIN
0%
25%
LEAVE
50%
75%
INGHILTERRA
46,6
pello a favore di Remain aveva
ipotizzato pr il suo istituto il
taglio di 4mila posti di lavoro
sui 16mila del Regno Unito.
Parole cadute nel vuoto o volutamente ignorate da tanti
elettori del tutto insensibili alle esigenze della City.
I più hanno dimostrato di rimanere sordi a Fondo monetario, Ocse, Banca d’Inghilterra, e
a tutti gli istituti di ricerca del
Paese espliciti nell’indicare
una frenata del Pil che potrà
raggiungere anche il 5,6%,
sprofondando Londra in recessione fin dall’anno prossimo.
Propaganda del “Progetto paura” aveva detto Leave, liquidando le previsioni come pezzi
della campagna Remain. Gli inglesi si sono adeguati sfidando
un muro di scenari che punta
solo verso un generale impoverimento del Paese.
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REMAIN
100%
0%
IRLANDA
DEL NORD
LEAVE
25%
50%
75%
53,4
64
24
69
INGHILTERRA
55,8
44,2
45
SCOZIA
39
50-64 anni
GALLES
38,0
89
35
49
88
31
Londra
GALLES
47,5
90
25-49 anni
52
62,0
100%
18-24 anni
IRLANDA DEL NORD
65 anni o più
52,5
33
58
16
89
La questione scozzese. Nicola Sturgeon, la combattiva premier autonomista, ha parlato di un «altamente probabile» secondo referendum in Scozia
Così Edimburgo lancia la sfida dell’indipendenza
Nicol Degli Innocenti
LONDRA
pQuando alle 7 del mattino di
ieri Jenny Watson, responsabile
della Commissione elettorale,
ha annunciato i risultati ufficiali
l’esito del voto era già noto. La
lunga nottata di spoglio, distretto per distretto, aveva già ore prima scatenato l'euforia nel fronte
pro-Brexit e portato lo sconforto
tra i sostenitori di Remain.
Il voto ha rivelato un Paese
nettamente diviso non solo tra i
due schieramenti ma anche tra
regioni. Ha confermato alcune
certezze: Londra è un’isola cosmopolita e aperta al mondo, circondata da un’Inghilterra fortemente eurofoba e chiusa.
Il 60% degli abitanti della capitale ha votato a favore di Remain, mentre tutte le regioni inglesi hanno votato per Brexit, alcune toccando punte del 59%.
Anche lo Yorkshire, dove la settimana scorsa era stata uccisa la
deputata laburista pro-Remain
Jo Cox, ha votato compatto per
uscire dalla Ue.
L’altra certezza è stata la Scozia, da sempre vicina all’Europa,
dove ogni singola circoscrizio-
BELFAST GUARDA A DUBLINO
Il partito cattolico Sinn Fein
ha chiesto una consultazione
per unirsi alla Repubblica
d'Irlanda, ma Londra ha
respinto la richiesta.
ne si è schierata a favore di restare. La reazione di Nicola Sturgeon, la combattiva premier scozzese, non si è fatta attendere.
«Dato che tre quarti degli scozzesi hanno votato Remain sarebbe democraticamente inaccettabile costringerli a uscire,- ha
detto. – Quindi un secondo referendum sull’indipendenza è al-
tamente probabile».
La Sturgeon ha anche avviato
un’inedita alleanza con il sindaco di Londra Sadiq Khan, una
“causa comune” dato che entrambi vogliono essere coinvolti nelle trattative con Bruxelles. Intanto ieri migliaia di
londinesi su twitter hanno chiesto la secessione della capitale
dal Regno Unito.
La terza certezza è stata l’Irlanda del Nord, che ha votato a
favore di Remain, anche se con
una percentuale inferiore alle
previsioni (56%). Come è inevitabile, le divisioni religiose hanno determinato il voto, con i cattolici che sono la maggioranza
favorevoli a restare nella Ue e i
protestanti schierati per Brexit.
Il partito cattolico Sinn Fein
ha chiesto un referendum per
unirsi alla Repubblica d'Irlanda,
ma il ministro per l’Irlanda del
Nord Theresa Villiers, una
Brexiter, ha prontamente re-
spinto la richiesta.
Referendum o meno, il futuro
dell’Irlanda del Nord è forse il
nodo più spinoso che il nuovo
premier britannico dovrà sciogliere. Gli accordi di pace faticosamente raggiunti infatti prevedono la libera circolazione di beni e persone tra nord e sud, e imporre di nuovo controlli alla
frontiera avrebbe un impatto
deleterio sulla fragile convivenza politica tra rivali a Belfast.
La grande sorpresa è stato il
Galles, fino a oggi considerato filo-europeo, che invece ha votato
per uscire, anche se di misura
(52,5%). E’ la regione britannica
più sostenuta dai fondi strutturali Ue: 4 miliardi di sterline dal
2000 a oggi, più 200 milioni all’anno di sussidi agricoli, che
adesso sono a rischio.
Il messaggio incessante (e
menzognero) della campagna
pro Brexit, che i fondi che arrivano dalla Ue sono solo una pic-
cola parte dei tanti soldi che la
Gran Bretagna versa a Bruxelles, sembra essere arrivato a destinazione. Sugli elettori ha pesato anche lo scarso e tardivo
coinvolgimento del partito laburista gallese.
L'altra sorpresa, guardando
più in dettaglio ai risultati inglesi, è stato lo schieramento proBrexit di molte circoscrizioni
elettorali in zone industriali “povere” da sempre roccaforti del
partito laburista. Dimostrazione che milioni di sostenitori Labour, soprattutto nel nord dell’Inghilterra, hanno sfidato la linea di partito votando con il cuore e non con la tessera, spinti dal
timore di un’immigrazione fuori
controllo. Hanno ascoltato Nigel Farage, il leader di Ukip, più
che il leader del partito laburista
Jeremy Corbyn, che ora deve affrontare una mozione di sfiducia
avviata dai suoi parlamentari.
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Bank of England. Carney vara il paracadute e rassicura: istituti di credito «dieci volti più solidi» rispetto a prima della crisi Lehman
Pronti 250 miliardi di sterline per le banche
di Leonardo Maisano
«C
i saranno senza dubbio periodi di incertezza e di aggiustamento a causa del voto». Il governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney dà fondo
all’arte anglosassone dell’understatement per sottolineare
il caos scatenato sui mercati da
un “no” all’Europa capace di
schiacciare il pound ai valori
del 1985 sul dollaro. In linea con
l’imperativo che l’establishment britannico si è dato per
gestire lo shock di un esito considerato possibile, ma creduto
improbabile, Carney s’è rivolto
al Paese precisando che «ci
vorrà tempo per consentire al
Regno Unito di stabilire nuovi
rapporti con l’Europa e il resto
del mondo...la volatilità è probabile in questa fase».
Quel che premeva al governatore era ribadire l’assoluta
adeguatezza delle misure adottate dalla Banca centrale - non
solo sul cotè della liquidità rafforzata con 250 miliardi di sterline messi a disposizione del sistema bancario - per far fronte
alle tensioni di queste ore e dei
prossimi mesi. Gli premeva,
soprattutto, riaffermare la consistenza patrimoniale che sorregge – a suo avviso – gli istituti
di credito britannici, «oggi dieci volte più solidi» in termini di
capital requirements rispetto a
prima della crisi Lehman.
Le parole di Carney sono
l’inevitabile prologo al delicato
capitolo aperto dal terremoto
innescato dal voto popolare: le
conseguenze economiche per
il Regno Unito. Tutto dipende,
ovviamente, dai negoziati che
Londra porterà avanti con le
capitali dei Paesi partner dopo
che si sarà appellata all’articolo
50 del Trattato di Lisbona, che
le concede due anni per definire le nuove relazioni.
David Cameron e i suoi possibili successori, da Boris Johnson a Michael Gove, hanno sottolineato che la clausola per
l’uscita dall’Unione europea
non va attivata immediatamente. E questo per la transizione verso la nuova leader-
ship Tory e del Paese che non si
conoscerà prima di ottobre.
Ma non solo. Nella parole alla
Bbc di John Redwood, deputato Tory e “combattente” per
Leave, si sono scorti tentativi di
prendere tempo nella speranza di avviare nuove, indefinite
trattative per uno status speciale a favore del Regno Unito.
Una ”pazza idea” che non ci
stupiremmo veder crescere
nei prossimi giorni.
Scenari che inquietano il
mondo degli affari. Carolyn
Fairbairn, direttore generale
della Cbi, la Confindustria britannica, ha chiesto chiarezza
per un mondo, quello delle imprese, sprofondato nell’incertezza. «Va chiarita al più presto
la procedura che sarà adottata
per definire i nuovi rapporti –
ha detto in sostanza alla Bbc –
per assicurare una prospettiva
certa». E questo senza precipitarsi ad adottare provvedimenti non adeguatamente valutati. Posizione che si sovrappone a quella di City Uk, esplicita nel domandare “accordi
chiari” con la Ue per dare certezza ai servizi finanziari.
La prospettiva per le banche internazionali di perdere
il “passaporto” con cui operavano da Londra in tutta Europa è ora una realtà in divenire.
La minaccia di un trasloco dalla City è stata definita e quantificata da JpMorgan. Il ceo, Jamie Dimon, in un ultimo ap-
I NUMERI
-5,5%
L’impatto temuto sul Pil britannico
Il Tesoro britannico aveva
formulato uno scenario avverso
con una perdita fino a 5,5 punti di
Pil. Si tratta però di uno scenario
che non prevede alcuna
contromisura da parte del Governo
britannico
-0,2%
L’effetto sul Pil mondiale
Secondo l’Fmi, l’impatto sul Pil
mondiale sarebbe compreso tra
zero e 0,2 punti percentuali nel
2018.
Per l’Eurozona l’effetto stimato
sarebbe più ampio e compreso tra
0,2 e 0,5 punti percentuali. Le
ricadute peggiori colpirebbero
l’Irlanda.
L’Anno Zero
di un partner
riluttante
G
Numero medio di anni in cui
dovranno convivere con gli effetti
del referendum
SCOZIA
Dati in %
Leonardo
Maisano
iovani contro anziani,
inglesi contro scozzesi,
città contro campagne,
Londra contro tutti. Eccolo lì
l’Independence day di Nigel
Farage e Boris Johnson, istantanea
di una Gran Bretagna esplosa.
Vittima di sè stessa,
dell’ambivalente sentimento
verso l’Europa, faglia che divarica
tanti mondi paralleli. Parlano la
stessa lingua, ma sono corpi
estranei gli uni dagli altri, uniti in
due fronti, metà per l’Ue, metà e
qualche voto in più, contro l’Ue.
La straordinaria combinazione
astrale apparsa sui cieli del Regno
di Elisabetta è la spiegazione
ultima di un “no” che ora dovrà
soddisfare le ansie di molti. Di
quei padri che hanno negato un
pezzo di futuro ai figli, sordi come
si sono rivelati alla voglia
d’Europa della generazione
Erasmus, timidamente spuntata
anche qui. Di quegli inglesi che
pattugliano il Vallo per sancire la
loro diversità dalla vicina, eurofila
Scozia oggi tornata in marcia
verso la secessione. Di quelle
realtà rurali che vedono nel potere
dei centri urbani gradi di
benessere loro negati, con Londra,
esempio supremo
dell’ineguaglianza, che si è voluta
umiliare. Tutta colpa dell’Europa
è uno slogan formidabile se
filtrato dalle parole d’ordine di
una politica irresponsabile e
passato a tante famiglie pronte a
leggerlo con le lenti più confacenti
alle singole esigenze. Un menù
per tutti, ci era capitato di dire, che
regala un boccone a tanti affamati.
Finisce così, in mille pezzi,
l’avventura europea di un partner
riluttante entrato nel famiglia
continentale 43 anni fa ed ora
deciso a uscirne sull’onda di un
referendum che scuote il mondo
intero. Dilaniato al punto, il più
sconcertante a nostro avviso, da
dividersi lungo il crinale della
generazione.
Se questa è la realtà del
dopovoto le conseguenze non
saranno solo sul piano sociale, ma
promettono di far esplodere
davvero il Regno Unito. La
volontà espressa da Scozia,
Irlanda del nord e dalla stessa
Londra non potrà essere negata. Se
la capitale chiederà nuovi poteri e
nuova autonomia, Edimburgo e in
misura minore Belfast tracciano il
destino più temuto, quello di una
secessione che tornerà prepotente
nell’agenda del Regno. La Scozia
non intende in alcun modo
rinunciare al suo europeismo per
volontà inglese e non lo farà, a
costo di indire un nuovo
referendum di indipendenza
entro due anni, prima che sia
completato l’iter dell’uscita inglese
dall’Unione. L’incognita
nordirlandese è ancor più
preoccupante per il potenziale di
violenza e odio fra repubblicani e
unionisti che, narcotizzato dal
comune destino europeo, si potrà
ora risvegliare. Dublino già trema
e chi pensa che il dividendo di una
City in teorica fuga possa
soddisfarla, si sbaglia. Terrorizza
la sola idea che l'ultimo mattone di
Brexit possa alzare il muro fra i due
fianchi della stessa nazione.
Gran Bretagna, Anno Zero,
dunque, con un’intera classe
politica in marcia verso l’archivio
della storia. C’è stato un sussulto
dignità nelle dimissioni di David
Cameron, europeista tanto
improbabile da non apparire mai
vagamente convinto. Avrebbe
senso che fossero accompagnate
da quelle del leader laburista
Jeremy Corbyn.
Aspettativa di vita
51,9
L’ANALISI
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
5
Shock Brexit
L’invocazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona
Il passo indispensabile per avviare una trattativa di 24 mesi
Ma il governo inglese mostra di non avere fretta
L’IMPATTO SULL’UNIONE
TUTTI GLI OCCHI
SU FRANCIA
E GERMANIA
La risposta dell’Europa
Da Parigi a Berlino a Bruxelles, i
leader europei concordano sulla
necessità di rispondere al
referendum cambiando. Ma non
sono d’accordo sulle modalità del
cambiamento: se sarà necessario
rafforzare l’integrazione o
ripensarla, tenendo conto del
crescente malumore verso la Ue.
L’influenza di Berlino
Tutti gli occhi guardano a Francia e
Germania, asse su cui si appoggia
l’Unione dall’avvio del Mercato
comune, nel 1958. Senza Londra la
Germania perderà un alleato
cruciale sul fronte del libero
mercato. Ma c’è chi sostiene che
ora sull’Unione si farà sentire
ancor più l’influenza di Berlino.
Ombre sul budget
L’Unione Europea dovrà ora
trovare il modo di coprire un
“buco” da 7 miliardi di euro che si
aprirà sul bilancio annuo
comunitario, da 145 miliardi : il
risultato della perdita dei
contributi britannici al budget e il
risparmio sui fondi che invece
Londra riceve da Bruxelles.
145
miliardi
Budget annuo comunitario
Il risultato della perdita dei
contributi britannici scaverà un
“buco” di 7 miliardi
La Ue: subito le trattative per l’uscita
Juncker secco nei confronti di Londra: «Dobbiamo rimuovere le incertezze»
ANSA
IL DISTACCO
Un lungo divorzio
 La separazione di due
economie intrecciate dal 1973,
la ridefinizione dei legami
commerciali, economici e
politici tra il Regno Unito e
un’Unione a 27 membri
Leave ha vinto.
Una flottiglia di
pescherecci
risale il Tamigi
all’altezza del
Parlamento. I
pescatori
rappresentano
una delle
categorie
maggiormente a
favore
dell’uscita della
Gran Bretagna
dall’Unione
Beda Romano
BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
pSotto shock per l’esito del voto
britannico, che ha sancito l’uscita
del Regno Unito dall’Unione,
l’establishment comunitario ha
voluto ieri rassicurare i cittadini
europei sul futuro della costruzione europea. Ha chiesto al governo
inglese di far scattare «il più velocemente possibile» l’articolo 50
dei Trattati che regolamenta il negoziatodidivorzio.DaLondra,tuttavia,sitemporeggia,atuttodanno
di una Unione che avrebbe bisogno in questo momento di certezza legale e politica.
In una conferenza stampa qui a
Bruxelles, il presidente della Commissione europea Jean-Claude
Juncker ha letto una dichiarazione
congiuntadeipresidentidellequattro principali istituzioni comunitarie, oltre all'ex premier lussemburghese, Donald Tusk (Consiglio europeo), Martin Schulz (Parlamento europeo) e Mark Rutte
(presidente di turno olandese dell’Unione). Al di là delle rassicurazioni di principio sull’unità dell’Unione,interessanteèstatal’esortazione rivolta al Regno Unito.
«Ci aspettiamo che il governo
inglese dia effetto alla decisione
del popolo britannico il più velocemente possibile, a dispetto di
quanto possa essere dolorosa
questa scelta», ha detto Juncker,
riferendosi all’atto di notifica del
voto a Bruxelles. «Qualsiasi ritardo non avrebbe che l’effetto di
prolungare l’incertezza. Abbiamo regole per gestire questa situazione in modo ordinato. L’arti-
GLI APPUNTAMENTI
Lunedì a Berlino vertice
Merkel-Renzi-Hollande
sul futuro del progetto
europeo. Le incognite
della politica
colo 50 dei Trattati illustra la procedura da seguire per il paese che
ha deciso di lasciare l’Unione».
La presa di posizione non è banale. A Londra, si tentenna. I motivi sono politici e tattici. Sul fronte
politico, David Cameron ha rassegnato le dimissioni dopo aver fatto campagna per il Remain. Fonti
di stampa rivelano che il premier
sta valutando se indire nuove elezioni: per ottenere una nuova legittimità e tentare di ribaltare il ri-
sultato del referendum? Lo stesso
Cameron ha già detto che l’invio
dell’atto di notifica non giungerà
prima di ottobre, quando è previsto un congresso dei Tories.
Sul fronte tattico, se la Gran
Bretagna tentenna ad inviare una
lettera subito per formalizzare così il processo di uscita e il negoziato di divorzio è anche perché la
norma è senza appello: precisa
che il paese in uscita non possa
partecipare alle riunioni del Consiglio europeo tutte le volte che
questo parlerà di Brexit. Di conseguenza, facendo scattare l’articolo 50, il Regno Unito parteciperebbe alla trattativa di divorzio in
una posizione di debolezza. Comprensibile quindi che temporeggi.
Viceversa, Bruxelles vuole avere certezze politiche e legali, e girare pagina il più rapidamente possibile. Addirittura, nella loro dichiarazione, i presidenti delle quattro
istituzioni comunitarie hanno sottolineato che l’intesa firmata in febbraio tra i Ventotto e che prevede
concessioniaLondrasulfrontedell’immigrazione in cambio della
permanenza della Gran Bretagna
nell’Unione«nonavràeffettoecesserà di esistere». E ancora: «Non ci
sarà rinegoziazione», hanno ag-
IL GIORNO DOPO
Brexit e il futuro
del Regno Unito:
di fronte l’ignoto
I protagonisti della giornata più
lunga per la Gran Bretagna e la
Ue: vincitori e vinti, Cameron e i
suoi possibili successori
IL PRECEDENTE
5 giugno 1975: quando
Remain riuscì a vincere
«Crede che il Regno Unito
debba restare nella Comunità
europea?». Il quesito suona
familiare.
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giunto i quattro leader.
Nella sua breve conferenza
stampa di ieri, Juncker ha risposto a
due domande. La prima era sulle attesediunrilanciodell’Europaattraverso il motore franco-tedesco. La
rispostaèstataevasiva:«Miaspetto
unapresadiposizionemoltochiara
(...) Bisogna accelerare le cose». La
seconda domanda era sul futuro
dell’Unione e se l’esito del referendum segni la fine dell’integrazione
europea: “No”, ha risposto flebilmente il presidente della Commissione,primadilasciareinmodoteatrale la sala stampa.
Il momento per il futuro dell’Europa è pessimo. Oltre alla
probabile perdita di un suo Stato
membro, la prima in cinquant’anni di integrazione europea,
l’Unione deve affrontare nuove
incertezze. Non solo i contorni
della trattativa con il Regno Unito appaiono oggi incerti; ma sono
probabili, se non tentativi di
emulazione, certamente dichiarazioni in quel senso. I partiti più
radicali in Germania, Francia,
Olanda e Italia hanno già salutato
la scelta inglese e preannunciato
tentativi di referendum simili a
quello britannico.
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Integrazione. Tutti d’accordo (a parole) per una maggiore integrazione, ma divisi su come procedere: a 27 oppure con i sei Paesi fondatori
L’Europa ancora divisa sul rilancio
di Beda Romano
L
a scelta referendaria inglese di uscire dall'Unione rischia di provocare in Europa un effetto-domino dagli esiti
tanto incerti quanto pericolosi.
L'establishment comunitario
sta cercando di correre al riparo.
Le prime reazioni da Bruxelles a
Parigi, da Roma a Berlino sono
tutte rivolte all'obiettivo di rafforzare l'Unione e di evitare una
sua disgregazione. L'impegno
c'è, il risultato resta dubbio. I governi sono stretti tra la paura
della disintegrazione e le sirene
dell'euroscetticismo.
“Siamo determinati a mantenere la nostra unità a 27 (esclusa
quindi la Gran Bretagna, ndr).
Proporrò di iniziare un periodo di
ampia riflessione sul futuro della
nostra Unione”, ha detto in una
dichiarazione alla stampa subito
dopo la pubblicazione ufficiale
dei risultati britannici il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Ha aggiunto da Berlino la cancelliera Angela Merkel:
“Non bisogna farsi illusioni: oggi
è un momento spartiacque per
IL PRIMO VERTICE
Oggi a Berlino l’incontro
tra i ministri degli Esteri
dei sei Paesi fondatori
Il calendario elettorale
come sempre non aiuta
l'Europa e (…) per il processo di
integrazione europea”.
Da Parigi, il presidente francese
François Hollande ha spiegato
che “il voto inglese è un test per
l'Europa”. Dal canto suo, il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha precisato: “Il governo
e le istituzioni europee sono nelle
condizioni di garantire con ogni
mezzo la stabilità finanziaria e la
sicurezza dei risparmiatori». Oltre alle dichiarazioni di principio,
l'establishment comunitario si sta
mobilitando. Con quali risultati, è
ancora tutto da capire.
OggiaBerlinosiincontranoiministri degli Esteri dei sei paesi fondatori per un terzo incontro del genere dopo quelli a Roma in febbraio e a Bruxelles in maggio. Per lunedì, è fissata sempre a Berlino una
riunione tra i leader di Italia, Francia e Germania, a cui sarà presente
lo stesso Tusk. Martedì e mercoledìèprevistounconsiglioeuropeoa
28quiaBruxelles.Sempremartedì,
si terrà una sessione pleanaria straordinaria del Parlamento europeo.
Tutti sono d'accordo sulla necessità di rilanciare l'integrazione.
Ma come? Primo problema: a ventisette o in una formazione più piccola, come a sei? L'entourage di
Tusk è convinto che la risposta
debba essere a 27, altrimenti si rischia di creare nuove divergenze
tra i paesi membri. Altri esponenti
comunitari sottolineano la necessità di approfondire nettamente il
processo di integrazione. E questo,
secondo loro, sarebbe possibile solo con un gruppo assai più ristretto
di stati membri.
In questo senso, dubbi vi sono
anche su quanto rilanciare l'integrazione. Alcuni paesi sono pronti
a cedere sovranità, per puntare
verso una federazione, altri meno.
Il premier belga Charles Michel ha
parlato della necessità di un conclave per toccare con mano il desiderio di integrazione. Viceversa, il
suo omologo ceco Bohuslav Sobotka, paese del Gruppo di Viesegrad che in questi anni ha frenato il
processo di integrazione, ha detto
che il futuro dell'Europa “non è assolutamente minacciato”.
A influenzare la posizione dei
governi è il clima politico. Non c'è
paese che non debba fare i conti
con forze radicali o euroscettiche. I dirigenti politici sono paralizzati: sanno che una risposta incerta e ambigua alle sfide
dell'Unione rischia di accelerare
la disintegrazione dell'Unione.
Al tempo stesso, sono incapaci di
imporre una strategia più europeista per paura di inimicarsi ulteriormente la loro pubblica opinione. A complicare il quadro sono delicate elezioni nel 2017 in
Francia, Germania e Olanda.
Si aggiunge il timore di un effetto-emulazione. Nota James Nixon,
economista di Oxford Economics:
“Vi sono movimenti populistici
che saranno incoraggiati dalla decisione inglese di lasciare l'Unione”. Il nazionalista olandese Geert
Wilders ha annunciato di volere
raccogliere le firme in vista di un
referendum sulla partecipazione
del suo paese nell'Unione. Lo stesso hanno detto il Partito del Popolo
danese in Danimarca e il Fronte
Nazionale in Francia, entrambi anti-immigrazione.
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potrebbe richiedere decenni
per completarsi. Complicata
dall’incertezza su Scozia e
Irlanda del Nord che - come
Galles e Inghilterra - sono
Home Nations (nazioni
costitutive) all’interno del
Regno, e in cui il voto ha preso
una direzione opposta a quella
del resto del Paese .
Il nodo dell’articolo 50
 L’articolo 50 del Trattato di
Lisbona sul funzionamento
della Ue (2007) stabilisce che
«uno Stato membro può
recedere dall’Unione
conformemente alle proprie
norme costituzionali».
Notificherà l’intenzione al
Consiglio Europeo e l’Unione,
«alla luce delle linee guida
formulate dal Consiglio,
negozierà e concluderà un
accordo definendo le modalità
del recesso». I Trattati europei
cesseranno di essere applicati
allo Stato in questione dal
momento dell’entrata in vigore
dell’accordo o, in mancanza di
un accordo, a due anni dalla
notifica al Consiglio. I due
anni. che possono essere
prolungati, valgono come
limite per stabilire le modalità
di recesso dalla Ue, e non per
rinegoziare i rapporti con
l’Unione. Durante questo
periodo lo Stato che recede
«non partecipa alle
discussioni del Consiglio
Europeo e del Consiglio o alle
decisioni che lo riguardano». E
la decisione di lasciare
l’Unione - come ha ricordato
alla vigilia del referendum
Jean-Claude Juncker,
presidente della Commissione
Ue - è definitiva: se lo Stato in
questione chiede di essere
riammesso, dovrà ripercorrere
l’intera procedura di adesione,
come prevista dall’articolo 49
del Trattato di Lisbona.
I precedenti
 Se i Trattati prevedono il
diritto di abbandonare la Ue,
finora l’unico precedente
simile ha riguardato la
Groenlandia, membro
autonomo del Regno di
Danimarca che lasciò la
Comunità economica europea
nel 1985 dopo aver ottenuto
l’autogoverno: era in
disaccordo con la
regolamentazione Ue in
materia di pesca e sul bando
dei prodotti in pelle di foca.
L’Algeria uscì nel 1962, con
l’indipendenza dalla Francia.
Nel 1975 il Regno Unito tenne
un altro referendum per
decidere se ritirarsi dalla Cee,
in cui era entrato due anni
prima sotto il governo Tory: il
fronte del “Remain” vinse
nettamente, con il 67,2% di
“sì” e il 32,8% di “no” alla Ue.
Un posto vuoto
Un’altra questione che la Ue dovrà
chiarire è lo status di imprese e
individui che attualmente
lavorano coperti da diritti Ue in
quella che sarà una nuova
frontiera Gb-Ue. Londra dovrà
anche rinunciare alla presidenza
di turno, prevista dall’inizio del
prossimo luglio.
L’ANALISI
Adriana
Cerretelli
Lo stallo
nell’integrazione
non ha frenato
i populisti
E
adesso povera Europa?
Perde uno degli
azionisti di
maggioranza insieme a un
pezzo importante della sua
identità culturale postbellica: perché non è vero che
la Gran Bretagna è stata solo
un partner scomodo. Ha
ispirato e sbozzato il mercato
unico, ha spinto (anche
invano) per modernizzare il
modello economico europeo
rendendolo più agile e
competitivo, è stata sempre
un elemento di equilibrio
pragmatico nei tormentati
rapporti di forza e di pensiero
dentro l’Unione. Senza
Londra l’integrazione
europea è più debole, meno
credibile e, soprattutto, per la
prima volta, diventa
reversibile.
Non solo. L’uscita
britannica dal club europeo
provoca un enorme scossone
geopolitico continentale, per
la probabile gioia della
Russia di Vladimir Putin, e
destabilizza l’ordine
mondiale, peraltro già molto
imperfetto e ammaccato.
Il contraccolpo immediato,
il peggiore, arriva però dai
mercati che meglio di tutti
offrono il polso della
situazione attuale. Il crollo di
ieri su tutte le Borse, i titoli
bancari a picco insieme ai
cambi, raccontano certo
ansie e incertezze su dopoBrexit e destino della City
senza il mercato unico.
Ancora di più però
reagiscono allo spettro di
Uexit, spesso evocato tra le
ipotesi di carta che
improvvisamente ora
diventano realtà concreta.
Da otto anni, dallo scoppio
della grande crisi finanziardebitoria, si disserta sulla
tenuta dell’euro e dell’Europa
a 28. Per la prima volta e
senza infingimenti, la
diserzione inglese incarna il
principio della possibile
graduale destrutturazione
dell’ordine europeo del
dopoguerra. Mentre la
caduta del Muro di Berlino
segnò un grande
rivolgimento positivo, Brexit
potrebbe rivelarsi il primo
anello di una catena autodistruttiva. La dimostrazione
concreta che questa Europa
assomiglia sempre più a
Kronos che divora i suoi figli
disillusi, frustrati, soprattutto
spaventati e perciò ribelli.
La brexizzazione delle
opinioni pubbliche europee,
le pulsioni centrifughe sono
da anni cronaca diffusa e
quotidiana quasi ovunque:
non per una strana
partenogenesi dello
scontento ma perché
l’Europa dei Governi non ha
voluto vedere, anzi ha
minimizzato o negato il
malessere che le cresceva
intorno. E così a intercettarlo
sono stati gli Haider, i Bossi, i
Le Pen, Wilders e Farage
che, invece di
criminalizzarle, hanno
assecondato le paure dei
popoli per sfruttarle meglio.
Naturalmente l’Europa
non ha il monopolio delle
colpe:ha avuto la sfortuna di
incrociare sulla sua strada
globalizzazione e rapida
innovazione tecnologica,
senza avere la capacità di
gestirne e ammortizzarne le
ricadute. Il suo, in fondo, è lo
stesso problema che oggi
hanno gli Stati Uniti, i quali
rischiano di incoronare
Donald Trump presidente.
Per questo ieri la reazione
compatta dei vertici europei
è stata una sola e senza
dissonanze (per ora): rispetto
del voto inglese e divorzio
civile, ordinato, rapido e
senza tentennamenti. «Un
taglio netto», ha riassunto
Angela Merkel.
Niente temporeggiamenti
nella notifica a Bruxelles del
no, per far scattare subito i
due anni previsti dal Trattato
per chiudere i negoziati con
Londra. Soprattutto, niente
concessioni o statuti speciali
dopo la decadenza
automatica degli accordi del
febbraio scorso. Obiettivo
evidente: scoraggiare sul
nascere altre spinte
separatiste, nuovi scomposti
assalti alla diligenza europea
tra i suoi passeggeri, in
particolare tra le loro teste
più calde.
Brexit non è Grexit,
peraltro scongiurata in
extremis solo l’estate scorsa e
proprio di questi tempi: non
lo è perché quella inglese è la
seconda economia
UNA PERDITA
Con l’uscita
della Gran Bretagna
alla Ue viene meno un
elemento di equilibrio
pragmatico
dell’Unione e quella greca
rappresenta solo il 2%
dell’eurozona. Non lo è
perché contro tutti i
pronostici Alexis Tsipras, a
differenza di David
Cameron, è riuscito a tener
fermo il timone del suo paese
in tempesta e ad evitarne la
secessione.
Il rientro della Grecia
nell’ovile ha salvato l’euro. Il
terremoto politico provocato
dalla Gran Bretagna potrebbe
travolgere l’Europa e domani
la Spagna, che alle elezioni
potrebbe celebrare un’altra
vittoria anti-establisment,
premiando Podemos insieme
all’estrema sinistra.
Per questo i pompieri
europei si dichiarano
irremovibili.
I negoziati con la Gran
Bretagna si annunciano però
complessi e burrascosi:
perché non sarà facile
sciogliere oltre 40 anni di
interdipendenza economica,
finanziaria, commerciale
oltre che legislativa. Perché il
diritto di recesso è sancito
dall’art. 50 del Trattato, che
però non è chiaro sui
negoziati che dovranno
renderlo operativo. Non è
quindi escluso che il caos
giuridico possa aggiungersi
allo spettacolo finora inedito
della disgregazione europea
freddamente concertata, a
colpi di strappi e
chiarificazioni brutali, cui
l’Europa dei passi troppo
felpati non è avvezza.
Un parallelo scatto nel
segno dell’integrazione
accelerata contro il pericolo
della dissoluzione sarebbe
naturalmente auspicabile.
Ma è difficile oggi
avventurarsi in quel
campo minato: potrebbe
apparire una provocazione
ai simpatizzanti
europei di Brexit.
Con le elezioni in Olanda,
Francia e Germania nel 2017
sarebbe un esercizio
spericolato. Anche se oggi il
mantenimento dello status
quo forse è più pericoloso del
rischio di cambiamento.
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Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
6
Shock Brexit
Euroscettici e xenofobi continuano ad avanzare
Si guarda con preoccupazione agli appuntamenti elettorali
dell’anno prossimo nei Paesi Bassi, in Francia e Germania
I CONTRACCOLPI NELLA UE
UN ESEMPIO
DA
SEGUIRE?
L’Unione in pericolo
Malgrado da Bruxelles i leader
europei abbiano cercato di
minimizzare subito la possibilità
che altri Paesi vogliano avviarsi
all’uscita seguendo l’esempio
britannico, una delle sfide centrali
che dovranno affrontare è il rischio
di sgretolamento dell’Unione
Europea.
Il turno di Nexit
«Urrà per i britannici! È il nostro
turno. È ora di un referendum
olandese!», ha esultato Geert
Wilders, presidente del Partito delle
Libertà che guida i sondaggi
d’opinione in Olanda. Dove aspira a
Nexit, l’uscita dalla Ue: «Il Regno
Unito indica la strada verso il futuro e
la liberazione».
L’esultanza di Trump
Anche il candidato repubblicano
per la corsa alla Casa
Bianca, Donald Trump, ha esultato
dalla Scozia, dove si trovava per
inaugurare il suo sontuoso resort e
golf club. Al contrario, Barack
Obama ha ricordato come il voto di
giovedì vada a sottolineare le sfide
della globalizzazione.
Euroscettici al voto
Anche ai tedeschi dovrebbe essere
permesso di votare sull’adesione
alla Ue,sostiene il partito
euroscettico «Alternativa per la
Germania» (Afd). E in Danimarca
anche il partito populista antimigranti Df ha chiesto un
referendum: ipotesi bocciata dal
primo ministro.
L’Europa ora teme l’effetto contagio
L’estrema destra della Le Pen in Francia e di Wilders in Olanda minacciano il referendum
Vittorio Da Rold
pIl terremoto provocato dal ri-
sultato referendario della Gran
Bretagna di lasciare l’Unione europea potrebbe innescare un effetto domino nella Ue. Il fronte
euroscettico esulta e chiede a
gran voce referendum in tutti i
paesi. Anche il leader dell’estrema destra olandese, Geert Wilders, ha chiesto ufficialmente
una consultazione popolare nel
suo Paese. «Se diventerò primo
ministro, ci sarà un referendum
anche in Olanda per abbandonare l’Unione europea, lasciamo
decidere il popolo olandese», ha
detto il leader del Pvv Geert Wilders che ha il 37% dei consensi in
patria in un comunicato dopo i risultati sulla Brexit. «Vogliamo
essere responsabili per il nostro
stesso paese, la nostra stessa moneta, le nostre stesse frontiere, e
la nostra stessa politica migratoria», ora «è tempo per un nuovo
inizio facendo affidamento alla
nostra stessa forza e sovranità,anche in Olanda», per questo il
Pvv «chiede un referendum sulla
Nexit, un’uscita dell’Olanda dall’Ue». L’Olanda ha appena bocciato l’accordo di associazione
con l’Ucraina proprio in seguito
a un referendum consultivo.
Anche il Front National che
viaggia sul 30% dei consensi ha
fatto la stessa richiesta. «E’ una
giornata storica, adesso la realtà
si è imposta: uscire dall’Unione
europea è possibile», ha detto la
presidente del Front National,
Marine Le Pen, in una conferenza stampa nella sede del partito,
a Nanterre, sulle conseguenze
della Brexit. Se il Front National
vincerà le elezioni presidenziali
nel 2017, Marine Le Pen intende
avviare la procedura per un referendum “Frexit”. «Lo chiedo
dal 2013 - ha annunciato nel suo
quartier generale a Nanterre la
presidente del partito - è una
consultazione per recuperare le
quattro sovranità principali della Francia, territoriale, legislativa, monetaria, economica». La
Le Pen ricorda che sono previsti
«6 mesi di negoziati con la Ue»
prima di tenere il referendum,
poi i francesi «potranno scegliere questa strada che restituirà
loro la libertà».
E altre rabbiose richieste secessioniste potrebbero presto
arrivare dal Nord Europa, come
Finlandia e Danimarca, sulle orme di quanto fatto da Nigel Farage, leader del partito euroscettico e di destra britannico Ukip. A
queste richieste o minacce di tenere referendum allo scopo di
LA PROMESSA FRANCESE
La presidente del Front
National: «Dopo Brexit
abbandonare l'Europa è
possibile. Se vinciamo,
consultazione in sei mesi»
LA MINACCIA AUSTRIACA
Il segretario del Fpoe, HeinzChristian Strache, vuole
indire un referendum contro
l’ingresso della Turchia nella
Unione europea
ottenere magari qualche vantaggio nazionale nei negoziati con
Bruxelles, si potrebbero aggiungere altre formazioni come il Pis
in Polonia o quella del presidente
Viktor Orban in Ungheria che ha
già detto di voler tenere una consultazione popolare sulla richiesta europea di dover accettare le
quote obbligatorie di migranti,
pena l’arrivo di pesanti sanzioni.
Anche Vienna non è rimasta immune da questa ventata di populismo anti-establishment che ha
visto perdere per una manciata
di voti la carica di presidente della Repubblica al candidato nazionalista del Fpoe, Norbert Hofer a favore del verde, Alexander
Van der Bellen.
«Con un po’ di decenza e di rispetto per il futuro dell’Europa,
il presidente della Commissione
europea Jean-Claude Juncker e
il presidente del Parlamento europeo, Martin Schultz, devono
dimettersi immediatamente»,
ha chiesto il leader Fpoe, HeinzChristian Strache, l’erede di Joerg Haider.
Strache ha detto anche che un
referendum austriaco sulla adesione all’Ue potrebbe diventare
un obiettivo politico a breve per
il Fpoe se Bruxelles dovesse continuare a rifiutare di voler introdurre riforme e se dovessero
continuare i colloqui per l’ingresso di paesi come la Turchia.
Il think tank bruxellese European Council of Foreign Relations
ha calcolato che potrebbero essere richiesti almeno 32 referendum da almeno 45 formazioni in
Europa. Forse un dato eccessivo,
ma che dal il senso della inquietudine che serpeggia in Europa.
Dalla lista non si possono dimenticare le formazioni di estrema destra di Alba dorata in Grecia e l’Alternative fur Deutschald
in Germania che sotto la guida di
Frauke Petry, l’estate scorsa, ha
saldato la battaglia contro l’Europa con quella anti-immigrati
con toni sempre più populisti e di
estrema destra.
Un pericolo reale quello di
questa galassia anti-establishment che cova risentimento verso la globalizzazione, la crisi dei
migranti e l’euro-burocrazia di
Bruxelles. Già Alexander Hamilton, uno dei padri fondatori della
costituzione americana, fin dall’inizio della rivoluzione americana aveva messo in guardia dall’uso e abuso della democrazia
diretta a cui aveva preferito il
principio della rappresentanza.
Perché dietro al ricorso al voto
diretto intravedeva l’azione di
chi «tributando al popolo un ossequio partigiano» pone le basi
per la tirranide. In sostanza da
chi dà risposte semplici (con un
sì e con un no) a problemi molto
più complessi.
L'onda euroscettica che dilaga in Europa
Le percentuali delle forze politiche
di estrema destra/destra populista in Europa
7
13
Ultranazionalista o neonazista
Estrema destra
5
1
11
4
9
10
2
3
12
14
8
1. PAESI BASSI | Pvv - Partito della libertà
2. AUSTRIA | Fpö - Partito della libertà
37,0%
34,0%
3. FRANCIA | Front National
30,0%
4. POLONIA | PiS - Diritto e giustizia
29,3%
5. DANIMARCA | Partito del popolo danese
6. REGNO UNITO | U.K. Independence Party
7. SVEZIA | Democratici svedesi
19,5%
17,0%
16,1%
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8. ITALIA | Lega Nord
14,0%
9. BELGIO | Vlaams Belang
13,9%
10. SLOVACCHIA | La nostra Slovacchia
11. GERMANIA | Alternative für Deutschland
12. UNGHERIA | Jobbik
11,0%
11,0%
13. FINLANDIA | Partito dei finlandesi
14. GRECIA | Alba Dorata
11,7%
9,5%
7,5%
Le elezioni di domenica. Secondo i sondaggi i giovani voteranno in massa per il partito anti-sistema Podemos, che però non è anti-europeo
Spagna al voto, governabilità ancora difficile
Luca Veronese
MADRID. Dal nostro inviato
S
olo ieri il rischio Brexit è entrato nella campagna elettorale in Spagna. E l’uscita dall’Unione europea è stata subito
strumentalizzata dai leader politici, in particolare dai popolari di
Mariano Rajoy, che approfittando di un vertice di governo, hanno
invitato i cittadini a scegliere la
stabilità e la continuità.
In Spagna si vota domani, per la
seconda volta in sei mesi, e nella
replica della campagna le proposte politiche sono stati in parte
oscurate dal gioco delle coalizioni, per capire come il nuovo Parlamento potrà arrivare a formare
una maggioranza e un governo.
Gli ultimi sondaggi dicono che
tutto potrebbe restare bloccato. Il
Partito popolare - nelle rilevazioni di Metroscopia - si conferma
come prima forza del Paese con il
29%, lontanissimo però dalla
maggioranza assoluta che aveva
fino all’anno passato. A sinistra, ed
è questa l’unica novità, Unidos
Podemos, l’alleanza tra gli indignati di Podemos e i comunisti repubblicani guidata da Pablo Iglesias, supera il Partito socialista di
Pedro Sanchez: 26 contro 21 per
cento. Mentre l’altro movimento
di protesta, il centrista Ciudadanos di Albert Rivera, resta intorno
al 10 per cento.
«La scena politica spagnola è
piena di paradossi. Il più evidente
- dice Juan Jesus Gonzales, docente di sociologia della Uned di Madrid - è che più ci si avvicina alle
urne, tanto più probabile diventa
un’ulteriore ripetizione del voto.
Gli elettori, secondo i sondaggi,
tendono a penalizzare i partiti che
hanno tentato di arrivare a qualche accordo, mentre i partiti che
non hanno voluto scendere a patti
in Parlamento non hanno incenti-
EFFETTO BREXIT
Cerca di approfittarne
il premier Rajoy lanciando
un appello alla stabilità
I socialisti in forte crisi
rischiano il terzo posto
vi a negoziare e quindi tutto resta
fermo».
Negli ultimi comizi, i quattro
maggiori leader hanno ribadito i
veti incrociati e le condizioni per
negoziare. Il premier uscente
Rajoy, approfittando di Brexit,
ha inoltre rivendicato i risultati
del suo governo. «Fino a qualche
anno fa, l’impatto di un fatto epocale come Brexit avrebbe potuto
far precipitare la Spagna fino al
default. Ma oggi con l’economia
in crescita, la nuova creazione di
lavoro, la solidità che ha raggiunto il nostro sistema finanziario, il
rischio per l’economia spagnola
è ridotto», ha sottolineato il leader popolare, ricordando anche
«l’importanza di continuare sulla linea della stabilità e delle riforme avviate».
L’Ibex ha chiuso ieri con un
crollo del 12,35% e lo spread nei
rendimenti dei bonos decennali
rispetto ai titoli tedeschi è salito da
137 a 168. Gli economisti stimano
un impatto negativo del referendum britannico dello 0,5% sul Pil
spagnolo, soprattutto per i danni
al turismo e alle esportazioni. Gli
spagnoli tuttavia non sembrano
molto interessati al rischio Brexit.
Guardano invece alla disoccupazione e ai temi economici.
Come nel Regno Unito, tuttavia, anche in Spagna c’è una spaccatura netta sulle scelte politiche
tra nuove e vecchie generazioni.
Ma in Spagna non esistono forze
politiche euroscettiche e anche
Podemos, un movimento considerato anti-sistema, ha sempre dichiarato di voler riformare l’Europa e mai ha detto che Madrid deve
uscire dall’Unione.
La grave crisi economica vissuta dal Paese spiega in gran parte
questa rottura: la disoccupazione
ancora sopra il 20% arriva al 46,5%
nei giovani sotto i 25 anni. «In Spagna i giovani sono, in modo chiaro
e in misura non paragonabile a
quella delle altre generazioni,
quelli che più hanno sofferto le
Le scelte dei giovani
Percentuale delle intenzioni di voto tra i giovani di 18/34 anni a
confronto con il totale
Partito
Popolare
Unidos
Podemos
Psoe
socialisti
Ciudadanos
Altri
Totale
29
26
20,5
14,5
10
17,4
8,4
Giovani
17,2
43,6
13,4
Fonte: El Pais
IN ONDA
RADIO 24 VA OLTRE BREXIT
Sabato 25 giugno
tutti gli aggiornamenti
dalle 7 con GR24
Vittorio
Emanuele Parsi
Un’Europa
di fuggitivi
e derive
populiste
E
Destra populista
6
L’ANALISI
Aggiornamenti e commenti con
collegamenti da Londra e dalla
Spagna, primo Paese che misura
nelle urne l’effetto di Brexit. Nel
fine settimana la rassegna stampa
dei quotidiani europei,
l’Euroreportage “Bye bye Europa”,
l’appuntamento settimanale
“L’Altra Europa”
www.radio24.it
terribili conseguenze della recessione, la disoccupazione, il lavoro
precario, la contrattazione difficile sul salario. Sei giovani su dieci
sono convinti che in futuro non
riusciranno a raggiungere il benessere economico dei loro genitori», spiega Belen Barriero, fondatrice della società di analisi sociali, MyWord, già presidente del
Cis, il Centro nazionale di ricerca
sociologica.
«Gli spagnoli con diritto di voto di età compresa tra i 18 e i 34 anni, sono i grandi sostenitori del
cambiamento: l’80% di loro - afferma Francisco Camas Garcia,
analista di Metroscopia - non
vuole più il bipartitismo e guarda
in modo favorevole alla presenza
di più partiti, mentre più del 60%
deciderà di votare uno dei due
movimenti nuovi». Un insieme
eterogeneo e plurale nel quale si
possono individuare correnti
prevalenti. «Molti giovani - aggiunge Camas Garcia - voteranno
per il Partito popolare, altrettanti, circa il 17%, sceglieranno Ciudadanos. Ma nonostante la scarsa
fiducia accordata al Partito socialista, fermo al 13%, gli under 34 si
dichiarano in maggioranza di sinistra e almeno per il 44% daranno il loro appoggio a Unidos Podemos e a Pablo Iglesias». Secondo le analisi degli esperti, i giovani spagnoli vorrebbero, in
maggioranza, un governo che
metta assieme Podemos e Partito
socialista. Ma su quello che accadrà dopo il voto di domenica è
inutile azzardare previsioni.
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così, alla fine, gli Inglesi
se ne sono andati via.
Sono usciti dall’Unione.
I primi a farlo, forse non gli
ultimi: di sicuro la
manifestazione più eclatante
di un continente in fuga. Se
qualcosa accomuna i popoli
europei oggi, ben più del
passaporto color melanzana e
di una serie di regolamenti e
normative percepite da tanti, a
torto o a ragione, come diktat
se non capestri, questo è
l’essere dei fuggitivi. Uomini e
donne in fuga da un
establishment, europeo e
nazionale, che non lascia altra
possibilità che quella della
fuga, perché di ascoltare,
includere, rappresentare non
è più capace.
Lo aveva ben formalizzato
tanti decenni fa quel genio di
Otto Hirschman, nel suo
schema exit/voice:
abbandono o protesta.
Quando all’interno di una
qualunque organizzazione le
possibilità di voice (di
richiedere un cambiamento
con qualche chance di essere
ascoltati) è preclusa, non resta
che l’exit, l’andarsene. Ora i
tanti sordi che non solo a
Bruxelles, ma in ogni capitale
dell’Europa sono stati
incapaci di fornire una
risposta alle proprie
popolazioni in fuga, criticano
Cameron per aver fatto il
contrario, per aver lasciato
votare il popolo (sovrano) sul
futuro di quel bene (la
sovranità, appunto) di cui esso
è il detentore di ultima istanza.
Quando invece va reso merito
a Cameron di aver osato
affrontare un referendum (e
non un plebiscito) per provare
a portare dalla parte del
“remain” un popolo il cui
sentimento dominante era a
favore del “leave”.
Cameron ha perso, e con lui
abbiam certamente perso tutti
noi. Ma quale è stato il
contributo, il sostegno che gli
altri non-leader europei gli
hanno offerto? Una mancia,
soldi, “80 euro” in salsa
inglese, per così dire. E poi le
consuete minacce da fine del
mondo, “dopo di me il
diluvio”, e simili sciocchezze:
tutte cose che ricordavano la
bufala del millennium bug, più
che prospettive politiche.
Hanno tentato di comprare o
di minacciare gli inglesi,
immemori che questi avranno
tanti difetti, ma non temono
certo la battaglia solitaria. A
tutti i Soloni che ignorano la
storia e oggi accusano gli
inglesi di “egoismo” mentre si
riempiono la bocca di quanto
l’Unione abbia fatto per la
pace in Europa, vorrei
sommessamente ricordare
che senza il valore solitario e
straordinario dei britannici,
un ben diverso progetto di
unificazione europea si
sarebbe realizzato nel 1940.
Ora tutti temiamo, e
giustamente, che la via inglese
possa essere adottata da altri:
ed è evidente che la paura
quasi inconfessabile è che la
Francia possa seguire lo stesso
percorso. In troppi si illudono
che senza gli inglesi,
finalmente potremo
procedere più speditamente
verso “un’Unione più stretta”,
inconsapevoli di come
proprio la fuoriuscita inglese
metta in evidenza la penosa
qualità dell’establishment
europeo, l’assenza di
leadership, a partire da quella
tedesca. Tutti fattori che
renderanno più difficile
fronteggiare il contagio.
Dagli quindi agli inglesi,
guardando al dito anziché alla
CAUSA ED EFFETTO
Quanto è accaduto
in Gran Bretagna
mette in evidenza
una paurosa carenza
di leadership europea
DISAFFEZIONE
L’Unione non scalda
i cuori perché
non ha fatto da scudo
agli effetti più iniqui
della globalizzazione
Luna...ma se mettiamo
insieme quello che è successo
giovedì nel Regno Unito, con
le crescenti percentuali di
astensione in tutte le tornate
elettorali e con il consenso che
raccolgono i partiti antiestablishment (e quindi antieuropeisti) in ogni singolo
Paese europeo, allora
dovrebbe essere chiaro che la
vera fuga, la vera exit, è quella
del grande ceto medio
allargato e impoverito dalle
politiche, dai discorsi, dalle
retoriche di establishment che
hanno dimostrato sul campo, e
per anni, di non saper e voler
essere classi dirigenti.
L’Unione non scalda più i
cuori di nessuno perché non si
è rivelato quello scudo contro
gli effetti più iniqui della
globalizzazione che ci era
stato propagandato in questi
decenni; ma semmai il suo
moltiplicatore e la sua cinghia
di trasmissione. L’Unione non
ha tutelato i residui di
sovranità popolare
dall’assalto degli oligopoli
finanziari, semmai anzi ne ha
decretato lo svuotamento, ne
ha sancito il trasferimento
presso ristretti circoli da
nessuno e da nulla legittimati a
impossessarsi del potere di
decidere su futuro delle nostre
vite e di quelle dei nostri figli.
Se su questo qualche leader
europeo, non importa di quale
Paese, è disposto a raccogliere
la sfida e a tentare di invertire
il trend, troverà seguito e
salverà l’Europa con l’aiuto e
nel nome del popolo, non
contro e a spese del popolo.
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AP
Le prossime mosse.Marine Le Pen, leader del Fronte nazionale francese
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
7
Shock Brexit
I primi interventi
Comunicato della Bce dopo una teleconferenza del Consiglio
Il G-7 mette in guardia contro «l’eccessiva volatilità nei cambi»
L’ARGINE DELLE BANCHE CENTRALI
I PROSSIMI
GIORNI
DEI LEADER
Le tre «D»
Che cosa avverrà ora? I leader dei
Paesi Ue e delle istituzioni
europee ripetono in queste ore tre
parole: il dispiacere per aver perso
un quinto dell’economia
europea; il dovere di rispettare la
volontà dei cittadini britannici; la
determinazione a mantenere uniti
i 27 membri rimasti.
Sabato: i Paesi fondatori
I ministri degli Esteri dei sei Paesi
fondatori della Ue - Germania,
Francia, Italia, Belgio, Olanda e
Lussemburgo - si incontreranno
oggi a Berlino. Mentre domani si
vedranno a Bruxelles gli “sherpa”,
consulenti dei leader europei, per
preparare il Consiglio di martedì e
mercoledì.
Domenica: il voto in Spagna
Le elezioni spagnole si svolgono
sullo sfondo della Rocca di
Gibilterra, territorio d’oltremare
britannico dove ”Remain” ha
ottenuto quasi il 96% dei voti. E
ora la Spagna chiederà la cosovranità sulla penisola, ha detto il
ministro degli Esteri Jose Manuel
Garcia-Margallo.
Lunedì, la diplomazia al lavoro
Lunedì prossimo il presidente del
Consiglio Ue Donald Tusk
incontrerà a Parigi il presidente
francese François Hollande, per
volare insieme a Berlino dove
vedranno Matteo Renzi e Angela
Merkel. E lunedì il presidente della
Commissione Jean-Claude Juncker
riunirà i suoi commissari.
Bce pronta a immettere liquidità sui mercati
Grazie agli accordi di swap con gli altri istituti centrali, Francoforte può intervenire in euro e in valuta
Alessandro Merli
FRANCOFORTE. Dal nostro corrispondente
pLa prima risposta della Banca
centrale europea a Brexit, un
evento temuto, preparato, ma
forse non del tutto atteso, è stata
come previsto un intervento verbale per rassicurare sulla disponibilità di liquidità in grado di far
funzionare i mercati e sostenere
le istituzioni finanziarie eventualmente in difficoltà. Il G-7 intanto richiama l’attenzione sui
possibili effetti negativi di «volatilità eccessiva e movimenti disordinati» dei tassi di cambio.
In uno stringato comunicato,
dopo una riunione telefonica del
consiglio, un paio d’ore dopo
l’apertura dei mercati, quando gli
spread dei Paesi periferici dell’eurozona si erano già divaricati,
la Bce ha spiegato che sta tenendo
sotto controllo da vicino i mercati
finanziari e che farà il suo lavoro
di assicurare la stabilità dei prezzi
e del sistema finanziario nell’area
euro. Da Francoforte, è in contatto costante con le banche sulle
quali ha la vigilanza e ha voluto ribadire che il sistema è solido sia in
termini di capitali sia di liquidità.
Questa può essere fornita, ha
precisato la nota, in euro e in valuta, grazie agli accordi di swap con
le altre grandi banche centrali,
con le quali pure la Bce è rimasta a
stretto contatto tutta la notte e in
tutta la giornata di ieri. Per una
coincidenza non prevista quando
il programma è stato ideato, è caduta nella giornata di ieri l’allocazione della prima Tltro2, le quattro operazioni di rifinanziamento
quadriennale alle banche a condizioni ultrafavorevoli (si parte da
un tasso zero e si può scendere fino a -0,40% se gli istituti aumenteranno il credito all’economia
reale). Data la concomitanza di
date, si pensava che le banche,
che hanno presentato le loro richieste prima dell’esito del voto,
potessero approfittarne per costruire un cuscinetto precauzionale di liquidità nell’eventualità
di Brexit. Alla fine, l’allocazione
(soprattutto a istituti italiani e
spagnoli) è stata di 399 miliardi di
euro, ma a fronte di rimborsi effettuati dalle banche la settimana
prima per 370 miliardi, anche in
previsione di questa operazione.
L’importo netto è risultato inferiore ai 50 miliardi di euro che si
aspettavano i mercati.
Oltre alla liquidità delle banche, la Bce guarda ovviamente
ad altri sviluppi di mercato, primo fra i quali lo spread dei Paesi
periferici, che potrebbe aggravarne la situazione. Per ora, anche se il balzo è stato considerevole, è stata adottata una posizione di wait-and-see. Dopo il fine settimana, le turbolenze più
violente dell’immediato dopovoto potrebbero rientrare, come è avvenuto in parte nel pomeriggio di ieri. Per la Bce, che è
già in pieno Qe, con acquisti
mensili di 80 miliardi di euro di
titoli, mettere un freno a un brusco allargamento degli spread
potrebbe non essere facile.
Il problema dell’instabilità dei
mercati va chiaramente al di là
dei confini dell’eurozona, tanto
LA PAROLA
CHIAVE
Swap
7I central bank liquidity swap,
ovvero gli scambi di liquidità tra
banche centrali, sono un
meccanismo che consente agli
istituti centrali come la Bce e la
Fed di scambiarsi valuta. I fondi
scambiati tra una banca e l’altra
rimangono depositati sui conti
detenuti da ciascuna banca
partecipante alle linee di swap e
sono soggetti a interessi. Gli
swap servono a fornire
rapidamente quantità
potenzialmente illimitate di fondi
a una banca che si trovasse a
corto di valuta estera.
che ieri ha provocato un intervento da parte dei ministri finanziari e dei governatori della banche centrali del G-7, che, attraverso la presidenza di turno giapponese, hanno fatto sapere di
riconoscere che «volatilità eccessiva e movimenti disordinati
dei cambi possono avere implicazioni avverse per la stabilità
economica e finanziaria».
Il Giappone, che già aveva
spinto sul tasto di possibili interventi nelle riunioni dei sette grandi che aveva presieduto nel mese
di maggio e che è sempre uno dei
più attivi su questo fronte, non ha
avuto neanche stavolta il via libera a una menzione di interventi
nel comunicato di ieri. Anche se il
movimento della sterlina nella
giornata di ieri, un deprezzamento fino al 10%, è stato abnorme, la
decisione di intervenire sui cambi richiederebbe probabilmente
condizioni più estreme. Il G-7 sottolinea tuttavia che «le banche
centrali hanno compiuto dei passi per assicurare un’adeguata liquidità e sostenere il funzionamento dei mercati. Siamo pronti
a usare gli strumenti di liquidità
esistenti a questo scopo», un riferimento agli swap in valuta creati
dopo la crisi finanziaria globale
degli anni scorsi. Anche l’assemblea annuale della Banca dei regolamenti internazionali, la “banca centrale delle banche centrali”, nel fine settimana a Basilea,
servirà a fare il punto della situazione post-Brexit.
Dal Fondo monetario internazionale, il direttore Christine Lagarde ha fatto sapere che l’istituzione di Washington a sua volta
sostiene l’impegno della Banca
d’Inghilterra e della Bce ed è
pronta a dare supporto ai Paesi
membri, ma soprattutto si augura
una «transizione senza scosse»
nel rapporto fra Regno Unito e
Unione europea. L’importante,
ha detto la signora Lagarde, è «fare chiarezza» sulle procedure e
sugli obiettivi del processo di separazione.
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AFP
Carlyle Group LP, China Logistics ritarderà il lancio dell’Ipo da 400 milioni di dollari a
Hong Kong. La società con sede a Shanghai differirà l'avvio
della quotazione al 29 giugno.
Motivo: le condizioni di mercato volatili dopo che la Gran
Bretagna ha votato per lasciare l’Unione europea. E si capisce: il benchmark dell’Hang
Seng index è crollato al minimo dagli ultimi quattro mesi, a
Hong Kong le vendite hanno
reso il futuro incerto. China
logistics aveva cominciato a
misurare l’interesse degli investitori il 13 giugno scorso
sottoponendo loro un’offerta
di circa 500 milioni. Invece,
ecco l’impasse.
Eppure si tratta di una società che va forte, l’anno scorso ha avuto un turnover di
163,2 milioni di yuan (24,8 milioni di dollari) dopo che ha
raddoppiato il numero di parchi logistici in funzione. Se ne
servono colossi dell’e-commerce come JD.com, Express
SF Group Co., Li & Fung Ltd. e
un produttore top di smartphone del calibro di Xiaomi.
Il meglio del settore dei servizi cinese.
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Pronto ad agire. Il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi
Gli strumenti di difesa delle Banche centrali
SWAP VALUTARI
TRA BANCHE CENTRALI
LA BCE
E LE TLTRO II
LA BCE E IL
QUANTITATIVE EASING
LA BCE
E IL PIANO OMT
Lo strumento più importante
consiste in accordi di swap
valutario tra i principali istituti
monetari a livello mondiale. Con
questi accordi la Banca centrale
di un determinato Paese
fornisce liquidità nella propria
valuta alla Banca centrale
di un altro Paese e viceversa.
Lo strumento è stato utilizzato
a più riprese in occasione
della crisi Lehman e della crisi
debitoria dell’Eurozona
Non si tratta di una misura
d’emergenza, ma di uno
strumento per fornire liquidità
all’economia reale attraverso
aste di rifinanziamento al
sistema bancario dell’eurozona.
Il fatto che la prima di queste
aste, chiamate TLTRO II, sia
stata lanciata nei giorni del
referendum inglese è soltanto
una fortunata coincidenza
Pur trattandosi di una misura
di politica monetaria
non convenzionale,
non è una misura d’emergenza
ma un piano d’acquisto di asset
sul mercato (titoli di Stato
e bond societari non finanziari)
lanciato nel marzo del 2015
dalla Banca centrale europea
per far risalire l’inflazione.
Il ritmo mensile di acquisti,
inizialmente di 60 miliardi di
euro, è ora salito a 80 miliardi
Definito anche scudo anti
spread, fu concepito nell’estate
del 2012 nel momento più acuto
della crisi dell’Eurozona.
Si tratta di un piano di acquisti
dei titoli di Stato da parte della
Bce dei Paesi in difficoltà.
L’attivazione del piano avviene
tramite richiesta del Paese, che
deve prima firmare un’intesa
vincolante (pacchetto di riforme)
con le istituzione europee.
Non è mai stato attivato
La Fed potrebbe rallentare
la tempistica del rialzo dei tassi
La Banca centrale cinese
pronta a scendere in campo
p«Dopo Brexit stiamo monito-
rando con attenzione gli sviluppi
sui mercati finanziari - recita un laconico comunicato della Fed di ieri - siamo pronti a garantire liquidità in dollari attraverso i nostri
accordi di swaps con altre banche
centrali». Nulla di più. Un paio di
giorni prima Janet Yellen era stata
molto più diretta:«Brexit potrebbe avere un impatto negativo sulle
attività finanziarie e sulla crescita
americana». E ancora più diretto è
stato l’ex governatore della Fed,
Alan Greenspan:«Siamo davanti
alla punta dell’iceberg - ha detto
ieri - da una parte vedremo la spaccatura della Gran Bretagna dalla
Scozia, dall’altra una crisi forse irriversibile dell’euro, da cui tutto è
partito». Quelle di Greenspan, almeno per l’euro sono posizioni
estreme. Ma nel complesso dall’America non si legge nulla di rassicurante per le dinamiche europee nel post Brexit.
La Fed potrebbe decidere di rimandare ulteriormente gli aumenti dei tassi. Può permetterselo. L’America è da sempre destinazione privilegiata per chi cerca
una fuga verso la qualità. E difatti
le perdite in borsa sono state meno forti di quelle dell’Europa con-
tinentale: appena sopra il 3% per il
Dow Jones (Nasdaq però -4%); i
movimenti valutari hanno premiato il dollaro sulla sterlina con
la valuta britannica ai minimi dal
1985 mentre il flusso di domanda
per titoli del Tesoro ha ridotto il
rendimento sul decennale dall’1,7% all’1,570%. In generale non
stiamo parlando di un impatto
traumatico. Ma sul fronte dell’economia reale, su quello politi-
L’APPOGGIO DI TRUMP
Il candidato repubblicano era
in Scozia, a Ayrshire, dove ha
inaugurato un campo da golf
e ha sostenuto la scelta
britannica a favore di Brexit
co internazionale e su quello di
politica interna, Brexit ha indotto
turbolenze che finiranno per rendere la Fed straordinariamente vigile al di là dei capricci dei mercati.
C’è l'aspetto sistemico. Per
l’America Brexit si traduce in
un'accelerazione della crisi del
multilateralismo. Accordi per le
aperture commerciali, come TPP
(Asia) o TTIP (Transatlantico),
vacillano più di prima. Come vacilla la piattaforma per la gover-
nance: non per Brexit ma per
l’esempio che Brexit porterà a paesi terzi. Insomma si entra in un
periodo di incertezza in cui nessuno voleva entrare. E tutto questo
avrà di nuovo in prospettiva un
impatto negativo sulla crescita.
Ci saranno nuove sfide per le
aziende americane da Amazon a
JP Morgan Chase a Ford, solo per
citarne alcune fra le centinaia presenti in Gran Bretagna, dovranno
spiegare perchè manterranno nel
post Brexit i loro quartieri generali “europei” a Londra. Ci saranno
riallocazioni di attività operative?
Operazioni di questo genere spesso si traducono in complicazioni
gestionali che fanno perdere tempo, danaro e produttività. Chissà
però, magari l’Italia riuscirà (e su
questo ci dovrebbe essere una intensa azione diplomatica) a dirottare qualche sede sede europea
sul nostro paese (Amazon ad
esempio era già in pista per una sede europea in Italia).
Ma l’impatto più immediato
del voto inglese per l’America è
sul fronte della politica interna.
Ieri, proprio quando Brexit è stato
ufficializzato, Donald Trump era
in Scozia, a Ayrshire, dove ha
inaugurato un campo da Golf,
Turnberry, appena acquistato
dalla sua società immobiliare. La
Lo shock
rimette in moto
tutte le banche
centrali
T
Pechino. In Borsa la società China Logistic ritarderà il lancio dell’Ipo da 400 milioni
NEW YORK. Dal nostro corrispondente
Riccardo
Sorrentino
assi e cambi. Le vere
conseguenze
economiche del Brexit
dipendono tutte dai mercati
finanziari, dall’andamento
delle valute e del costo del
credito. È normale allora che
siano le banche centrali in
prima linea. Sono tutte pronte
ad agire, e qualcuna lo ha già
fatto. Sulle valute - che è così
difficile controllare - e
soprattutto sui tassi nel caso in
cui una carenza di liquidità
causasse bruschi rialzi.
La questione, ora, è capire se
la reazione di ieri sia stata solo
una fiammata o abbia
introdotto nuove tendenze. Se
infatti è vero, come ha notato il
governatore austriaco Edwald
Nowotny, che il panico non è
giustificato, è altrettanto vero
che la propaganda a favore del
remain ha disegnato scenari
catastrofici in caso di leave. In
questa fase, poi, tutte le
quotazioni sono molto
“sostenute” dalle politiche
monetarie espansive, e quindi
poco resilienti agli shock.
Soprattutto, si tratterà di
capire se la flessione della
sterlina potrà fermarsi da sola.
Con un deficit commerciale
del 10% del Pil - un livello
altissimo - un’ulteriore
flessione era comunque
probabile e anzi stupiva la
relativa stabilità della moneta
britannica. Un livello più
basso, ma stabile, non sarebbe
un male. Anzi farebbe una
parte del lavoro della Bank of
England: un deprezzamento
equivale grosso modo a un
taglio dei tassi, anche se la
cinghia di trasmissione degli
effetti è diversa. Allo stesso
modo la flessione dell’euro sul
dollaro corregge in parte
un’anomalia: la moneta unica
era a livelli troppo alti, tenuto
conto della diversa direzione
delle politiche monetarie.
L’apprezzamento sulla
sterlina lascia però il cambio
effettivo della moneta comune
- verso le valute dei principali
partner - praticamente
invariato e il “riequilibrio” in
questo caso è solo parziale.
Non poteva essere
altrimenti. Sarebbe ingenuo
pensare che Brexit possa
addirittura diventare
un’occasione per riavvicinare
le quotazioni ai fondamentali.
Quello che sta accadendo è
piuttosto una sorta di
distribuzione degli effetti in
tutto il mondo. Il dollaro Usa
ha così guadagnato terreno
(+2% il cambio effettivo) a
svantaggio di altre valute
come il dollaro di Singapore e
il won della Corea (mettendo
in allarme le locali autorità
monetarie). Eppure i futures
sui tassi Fed “prevedono” da
ieri che il prossimo rialzo non
avvenga prima del 2018...
Tutto questo significa che
anche nell’ipotesi migliore,
quello di una ritrovata
stabilità, la Fed - così “amica”
dei mercati - non potrà non
cambiare passo, e rallentare la
stretta, cercando di
ripristinare qualcosa di simile
all’equilibrio distorto
dominante fino a giovedì.
L’inflazione bassa, per ora
almeno, glielo permette. Il
mercato del lavoro pure.
Difficile che non colga
l’occasione.
Usa. L’Istituto centrale monitora la situazione mentre Wall Street e Treasury tornano ad essere rifugio per gli investitori
Mario Platero
L’ANALISI
vittoria del populismo alla
Trump dimostra, proprio quando
Hillary si era posizionata bene
nella corsa elettorale, che la forza
del populismo, del cambiamento
per il cambiamento, può essere,
come in Gran Bretagna inarrestabile. Se Hillary è in vantaggio, la
strada per novembre è ancora
lunga. E Trump ha colto al volo la
opportunità mediatica. Ha fatto
un paio di giri di omaggio a Brexit
con il suo elicottero, è atterrato, si
è recato al podio e con il suo berretto “Make America Great
Again” in testa e ha parlato agli
scozzesi, gli unici che hanno votato per restare in Europa:«La Gran
Bretagna ha ripreso possesso del
suo territorio. Questa è una cosa
fantastica». Ha poi detto che
«questo è solo l’inizio, altri paesi
nell’Ue faranno la stessa cosa e lo
faranno anche sulla moneta, tutti
rivogliono la loro indipendenza
da questa Europa e quello che sta
capitando qui fa parte dello stesso
movimento che mi ha dato la vittoria per la nomination, la gente
vuole la sua indipendenza».
E’ vero. Trump ha ragione nel
post Brexit potrà capitare di tutto.
E il sillogismo Brexit-Trump non
va sottovalutato. Con non poche
preoccupazioni per la Yellen visto che Trump vorrebbe anche
imbrigliare la Fed togliendole autonomia. Le istituzioni non gli
piacciono. Auguriamoci che non
vinca. Ma se vincerà, allora davvero Brexit sarà solo l’antipasto delle
turbolenze finanziarie mondiali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Rita Fatiguso
PECHINO. Dal nostro corrispondente
pL'effetto Brexit si è abbat-
tuto su Greater China: Hong
Kong ha registrato in chiusura
un terribile -4,67, Shanghai ha
raddoppiato le perdite sul finale a -2,36. Per tutta la giornata si sono rincorse voci di interventi della Banca centrale
cinese a sostegno delle perdite, tra i possibili interventi
contemplati il taglio di ratios e
tassi, l’ennesimo. Ma la Banca
centrale è rimasta in attesa, ieri dal Fondo monetario dove
ha tenuto una lectio il Governatore Zhou Xiaochuan ha
detto che la Cina sta monitorando da vicino la situazione
britannica, ma c’è bisogno di
ulteriori elementi di giudizio.
E che la Cina sta facendo del
suo meglio per attuare le riforme dei mercati finanziari, in
modo da potersi adeguare al
libero mercato.
Di fatto l’impatto-Brexit
sull’Asia è stato durissimo, su
Hong Kong addirittura ferale.
Un colpo basso alla declinante
borsa di Hong Kong, stretta
nell’abbraccio mortale di
Mainland China: l'indice
Hang Seng ieri ha bruciato
quasi mille punti con un tonfo
del 4,67%, scivolando intorno
ai minimi a quota 19.894,12.
Non solo. Lo yuan è crollato
ai minimi da cinque anni a
questa parte, la Borsa di Shanghai è tornata agli scambi dopo la pausa di metà seduta
raddoppiando le perdite:
-2,36% a 2.823,84 punti, più pesante ancora Shenzhen, -3,11%
a quota 1.855,61.
A Hong Kong la più colpita è
stata HSBC, banca con sede a
Londra, che ha guidato la marcia in negativo (-10,7%). Li Kashing, l’uomo più ricco di tutta
l’Asia è stato travolto dal ciclone, il tycoon di Hong Kong
aveva messo in guardia dalla
Brexit, ma non è stato ascoltato. Nemo propheta in patria.
Oggi si apre a Pechino, ironia della sorte, il primo Annual meeting della Banca di
sviluppo cinese, l’Aiib, i vertici di Hong Kong saranno presenti nella capitale, la situazione è, indubbiamente, grave. Bisognerà registrare le reazioni del giorno dopo,
indubbiamente per Hong
Kong è stata una giornata da
dimenticare. Una prima vittima è rimasta sul campo, China
Logistic Property Holdings
Co., dietro la quale si muove
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
8
Shock Brexit
Il primo test
La prossima settimana, dopo Brexit ed elezioni spagnole,
la prova per il debito italiano con le aste di BoT e BTp
I TITOLI DI STATO
IL CONFRONTO
SUGLI ACQUISTI
DELLA BCE
Lo scatto della Germania
La Germania, la più forte
dell'Eurozona per dimensione del
Pil, è stato lo Stato che più di tutti si è
esposto nel salvare altri Stati in
difficoltà. La contropartita è arrivata
con il PSPP (Public sector purchase
programme): nel QE della Bce la
capital key fa sì che i titoli di Stato
tedeschi siano i più acquistati di tutti
13,442 19,573 131,237 191,381 9,31
mld
Acquisti medi BTp
La Bce sta procedendo ad acquisti
medi mensili di titoli italiani per
oltre 13,4 miliardi.
mld
mld
mld
L’importo totale-Italia
Finora la Banca centrale ha
acquistato oltre 130 miliardi di
titoli italiani fra 2 e 30 anni.
Acquisti medi Bund
Più elevato l’impegno di Francoforte
nei confronti dei Bund: acquisti
mensili per quasi 20 miliardi.
L’importo totale-Germania
Dall’inizio del programma la Bce
ha acquistato poco meno di 200
miliardi di titoli tedeschi.
La «vita media» dei titoli italiani
La durata media dei titoli italiani
acquistati dalla Bce sfiora
i dieci anni.
Le mani forti della Bce sui BTp
B
rexit ha ridotto in brandelli le borse europee,
ha fatto a pezzi le banche, ha maciullato la sterlina
ma non il BTp. I titoli di Stato
italiani , e anche quelli spagnoli in verità, hanno iniziato la
giornata male ma l’hanno
chiusa decorosamente, con un
aumento del rendimento tipico di una giornata tesa ma non
apocalitticacome invece è stata per molti versi quella di ieri.
Questo è accaduto non tanto
perchè il debito pubblico italiano non spaventi o perchè il
primo emittente di titoli di
Stato nell’Eurozona, l’Italia,
non sia un sorvegliato speciale con le sue aste lorde annuali
attorno ai 400 miliardi: molto
più semplicemente, gli acquisti della Bce e della Banca
d’Italia come Eurosistema quelli effettivi e quelli presunti - sostengono e proteggono i
titoli italiani. Lo hanno fatto sicuramente ieri, a detta dei trader, e continueranno a farlo
nei prossimi giorni, settimane
e mesi: fino al marzo 2017, probabilmente anche oltre.
Il BTp decennale, in apertura di giornata ieri e sull’onda
del panico generato da Brexit
nel mondo intero, è stato visto
con rendimenti che si aggiravano attorno all’1,80%-1,90%
ma a questi livelli e prezzi
stando a fonti bene informate
non ci sono stati scambi. La
mattina presto l’attività si è
concentrata solo sul BTp future, “il cash non trattava”.
Presi i due valori di chiusura, il
movimento è stato limitato: dal rendimento all’1,40% a
chiusura del 23 giugno del BTp
benchmark scadenza giugno
2026 all’1,54% al termine della
seduta ieri. Un balzo di 15 centesimi, con uno scatto più rilevante in chiusura e con
un’oscillazione media nel corso della giornata tra i 7-8 centesimi di punto percentuale.
«Emittenti di titoli di Stato
come Italia e Spagna ieri hanno
tratto beneficio dal supporto,
atteso o concreto, degli acquisti della Bce: la discesa dei
prezzi è stata contenuta rispetto alla potenza del movimento
della fuga verso la qualità sui
bene rifugio - ha detto ieri Luca
Cazzulani,viceresponsabile
strategia reddito fisso a Uni-
credit -. L'avversione al rischio
è stata estrema ieri e ha fatto
crollare il rendimento del
Bund e del Gilt inglese decennali con un calo giornaliero tra
i più rilevanti dal 2000. Anche
le Borse europee, come quella
tedesca e italiana, hanno registrato uno dei crolli più violenti dal 2000, ma questo non è avvenuto invece per BTp e Bonos che nell'arco della giornata hanno avuto movimenti
piuttosto normali».
Il Tesoro è tranquillo, in fatto di aste, non scosso più di
tanto da Brexit. Il comunicato
del Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria,
che si è riunito ieri al Mef, ha
LA SCOSSA DI BREXIT
Mentre l’entità del calo
giornaliero di indici azionari e
rendimenti di Bund e Gilt non si
vedeva dal 2000, i BTp non
hanno avuto oscillazioni record
puntualizzato che «il mercato
dei titoli di Stato è stabilizzato
dai programmi della Banca
centrale europea e dal percorso di aggiustamento delle finanze pubbliche perseguito
dal Governo. Nonostante le
ampie escursioni dei prezzi,
l'operatività dei mercati finanziari prosegue secondo le
normali modalità».
LA PAROLA
CHIAVE
Bid to cover
7Con questo termine si indica il
rapporto tra la domanda degli
investitori e l'offerta del Tesoro
nelle aste dei titoli di Stato. Più il
bid to cover è elevato, più la
domanda è alta in rapporto
all'offerta: questo significa che i
titoli di Stato collocati dal Tesoro
sono risultati appetibili per il
mercato. Se il bid to cover è
basso, significa invece che il
mercato ha accolto il
collocamento con freddezza. Per
questo il bid to cover è un
indicatore molto osservato.
La prossima settimana,
post-Brexit, si terranno le aste
di fine mese che sono più impegnative rispetto a quelle di
metà mese. Nel dettaglio, lunedì 27 non si terrà l’asta dei
CTz come già annunciato nelle Linee Guida della Gestione
del Debito Pubblico per l'anno
2016, ma solo una piccola
emissione di BTp a 15 anni indicizzati all’inflazione europea per 0,5-0,75 miliardi. Martedì sarà la volta dei BoT semestrali, in offerta per 6 miliardi contro i 6,6 in scadenza.
L’ammontare dell’asta più importante, quella a medio-lungo di giovedì 30 giugno, verrà
comunicato lunedì: il Tesoro
ha la possibilità di alleggerire
questa offerta di titoli, nel caso
in cui la turbolenza provocata
da Brexit dovesse estendersi
anche nella prossima settimana. Il programma di raccolta
2016 è infatti avanti, già quasi il
60% è stato coperto. Inoltre
nella seconda metà di quest’anno, i titoli di Stato in scadenza - per importi rilevanti daranno un’iniezione di liquidità che andrà ad aggiungersi a
quella della Bce che oscilla attorno agli 8-9 . Ieri stando agli
addetti ai lavori, la Bce tramite
la Banca d’Italia avrebbe acquistato titoli di Stato italiani,
utilizzando la “dote” mensile
per la quale non vengono fatte
rilevazioni su base giornaliera
ma solo mensili. «C’è una rete
di protezione dietro i BTp e ieri ha funzionato bene», ha detto un trader. Per la prossima
settimana, e per i prossimi mesi, il sostegno della Bce è già
messo in conto. Per questo
Brexit mette meno paura all’Italia, con il suo debito/Pil al
132,7% e una prospettiva di
crescita peggiore del previsto,
nel caso di recessione nel Regno Unito e di rallentamento
forte della crescita globale
causa Brexit. «Da metà giugno
fino a metà agosto, il fattore offerta sarà di grande aiuto al
mercato dei governativi spiega Chiara Manenti. strategist di Intesa SanPaolo - l'offerta netta per l'intera Eurozona depurata dagli acquisti della BCE sarà negativa per 120
miliardi di euro di cui 50 miliardi relativi all'Italia».
Isabella
Bufacchi
[email protected]
@isa_bufacchi
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La fotografia
TITOLI IN SCADENZA
Valori in miliardi di euro
60
50
328,6
42,3
40
30
Totale
52,6
20
43,6
31,7
29,9
26,4
19,7
15,5
23,1
21,2
15,2
7,1
10
0
MAG
2016
Giu
Lug
Ago
Set
Ott
Nov
Dic
GEN
2017
Feb
Mar
Apr
LE SCADENZE 2016 - 2017
In miliardi di euro
BTP
150
109
120
BTP Italia
CCT
CCTeu
CTZ
121
90
60
39
27
30
13
0
2016
2017
2016
2017
2016
7
0
2017
2016
22
26
25
2017
2016
2017
TASSO MEDIO ALL’EMISSIONE DEI TITOLI DI STATO
Dati in percentuale
16
1212,73
10,88
8,67
8
3,35
4
3,74
4,09
2,47
3,61
31 marzo
2016
1,35
0,62
0
1990
1993
1996
1999
2002
2005
2008
2011
2014
TITOLI DI STATO E BANCHE
Bond domestici detenuti dagli istituti italiani. Dati in miliardi di euro
500
400
300
200
100
98
99
00
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
15
16
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7,31
anni
La «vita media» dei titoli tedeschi
La durata media dei titoli
tedeschi acquistati dalla Bce è di
poco superiore ai sette anni
L’ANALISI
Sui titoli di Stato italiani i rumors di acquisti effettivi o presunti da parte di Francoforte
di Isabella Bufacchi
anni
Nel 2017 altri
nodi: scadono
più titoli e il Qe
(forse) finisce
L
a seconda metà del
2016 sarà molto intensa
per i mercati: è iniziata
con lo shock di Brexit,
questo fine settimana
proseguirà con le elezioni
spagnole, poi durante
l’estate non mancheranno le
verifiche sull’andamento
dell’economia globale,
cinese e americana, in
autunno terrà banco - se
confermato - il referendum
di Matteo Renzi sulla
riforma costituzionale
mentre l’inverno sarà
dominato dalle elezioni
americane. I titoli di Stato
italiani, tuttavia, contano
sullo scudo della Bce per
riuscire ad attutire le onde
d’urto più violente delle
prossime settimane e dei
prossimi mesi.
Non si presenta
esattamente così il 2017. Al
di là delle elezioni in Francia
e Germania, il programma di
raccolta del Tesoro sarà più
impegnativo, perchè l’anno
prossimo scadono titoli per
maggiori importi rispetto al
2016: più BTp (dai 109
miliardi di quest’anno a 121
miliardi l’anno prossimo),
più BTP Italia (da 27 a 39
miliardi), più CcT (da 13 a 29
miliardi). La scadenza del
PSPP (Public Sector
Purchase Programme) per il
momento è data al marzo
2017: una data strategica in
quanto, attorno a quel
periodo, la Bce potrebbe
iniziare a incontrare qualche
difficoltà nel rispettare la
capital key (la suddivisione
degli acquisti tra i 19 Paesi)
per i titoli di Stato tedeschi e
portoghesi.
Gli operatori del mercato
dei titoli di Stato, gli
investitori, i trader,
confidano in un’estensione
del PSPP annunciata dalla
Bce il prossimo settembre.
In risposta a Brexit, già il
mercato ieri ha cominciato a
scontare tagli dei tassi,
anche perchè il
rallentamento della crescita
se ci sarà attenuerà la già
debole ripresa
dell’inflazione. Tagli non
soltanto da parte della Bank
of England, la più esposta al
ciclone Brexit, ma la Federal
reserve (il future sui tassi
Usa segnava ieri una
probabilità del 10% di un
taglio nei prossimi mesi) e
naturalmente la Bce (che
avrebbe l’opzione di portare
sottozero il tasso di
rifinanziamento principale
dall’attuale 0% oppure di
ridurre ulteriormente quello
delle deposit facilities da
meno 0,40 a meno 0,50%).
Per il 2017, la Bce può
estendere la durata del
PSPP di sei mesi (questa
l’aspettativa prevalente al
momento) da marzo a
settembre oppure di un
intero anno. Maggiore è
l’allungamento del
programma, però, e più
stringenti diventano i
problemi relativi al rispetto
della capital key, per i Paesi
dove i titoli scarseggiano. Se
la fuga verso la qualità
dovesse continuare nei
prossimi giorni e settimane,
spingendo ulteriormente al
ribasso la parte a breve della
curva dei rendimenti dei
titoli di Stato tedeschi (sotto
la soglia del meno 0,40% la
Bce non può acquistare), il
bacino dal quale attingere
per il PSPP si
restringerebbe
ulteriormente. Ieri lo Schatz
a due anni tedesco è calato
fino a meno 0,63% mentre la
corsa del Bund decennale
verso quota meno 0,20% è
ripresa dopo la vittoria dell
voto Leave.
In alternativa, è il tapering
che potrebbe fare la
differenza per i BTp e il
PSPP. Il mercato infatti non
si aspetta che alla fine di
marzo 2017 il programma
finisca da un giorno all’altro.
Non è stato così per la Fed,
non lo sarebbe per la Bce: il
tapering, il rallentamento
degli acquisti, è l’unica
strada percorribile purchè la
prospettiva sia quella di
porre fine della politica
monetaria accomodante e
avviare quanto prima una
politica restrittiva. La chiave
è la normalizzazione.
Ebbene, ieri, nella
giornata di passione e di
follia dei mercati postBrexit, su tutto i traders
hanno provato a fare
previsioni, meno che sul
ritorno alla normalità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
9
Shock Brexit
La débâcle
Il listino italiano si è mangiato in un giorno il rialzo realizzato
dal 16 giugno: bruciati in una sola seduta 47 miliardi di euro
LA BORSA DI MILANO
TUTTI I NUMERI
DEL VENERDÌ NERO
PER L’AZIONARIO
La peggior seduta di sempre
Con un calo del 12,48% su base
giornaliera Piazza Affari ha chiuso la
peggiore seduta della storia.
All’indomani delle Torri Gemelle
l’indice della Borsa italiana aveva
perso il 7,5% e nel bel mezzo del crac
di Lehman Brothers (2008) aveva
perso poco più dell’8%. Ma mai un
passivo quotidiano a doppia cifra.
Oltre 400 miliardi in fumo
L’indice Stoxx Europe 600 ha
subito un calo giornaliero
superiore all’8% perdendo, in
termini di capitalizzazione, 410
miliardi di euro. Solo il listino
milanese ha visto ridursi il valore
di Borsa delle società quotate di
47 miliardi, riducendo la
capitalizzazione a 439 miliardi.
Banche sotto pressione
L’indice delle banche italiane ha
ceduto in una sola seduta il 22%.
Le vendite hanno colpito in modo
generalizzato tutti i titoli. C’è però
da dire che da giovedì 16 a giovedì
23 le banche di Piazza Affari erano
salite del 18%, quando gli
investitori avevano puntano sul
“Bremain”.
Attacco alle Borse periferiche
Nel giorno del Brexit la Borsa di
Londra ha tutto sommato tenuto
accumulando un passivo di 3,15%.
Le Borse peggiori sono risultate
quelle della periferia
dell’Eurozona (Madrid, Milano,
Atene), punite dagli investitori al
posto dei titoli governativi,
protetti dagli acquisti della Bce.
Piazza Affari in picchiata, ribasso record
Milano perde il 12,48%: mai nella storia, neppure dopo le Torri Gemelle, era caduta così
Vito Lops
pVenerdì nero che più nero non
c’è mai stato. Il Ftse Mib di Piazza
Affari ha perso in una sola seduta il
12,48%. Non era mai accaduto prima d’ora. In passato la reazione dei
mercati ad altri eventi shock - per
certiversiparagonabiliall’uscitadi
ieri della Gran Bretagna dall’Unione europea (Brexit) - era risultata
nella performance secca di giornata meno traumatica. L’11 settembre
2001 - il giorno dell’attentato alle
Torri Gemelle - il listino milanese
aveva ceduto il 7,57%. Nell’autunno del 2008 - nel bel mezzo del creditcrunchscatenatodalfallimento
di Lehman Brothers - si annoverano diverse sedute al cardiopalma,
la peggiore delle quali (6 ottobre)
terminò con un -8,24%. Mai prima
di ieri Piazza Affari aveva chiuso
con un ribasso a doppia cifra. Il
conteggio della capitalizzazione
volatilizzata in una sola seduta è
consistente: si è passati da un valore di 486 miliardi di euro a 439 miliardi, quindi 47 miliardi in meno.
C’è però da dire che se in termini
assoluti è stata la peggiore di sempre, in termini relativi così non si
puòdire.Perchédaiminimitoccati
nel pomeriggio di giovedì 16 giugno (prima della tragica notizia
dell’omicidio della deputata laburista Joe Cox ) fino a giovedì 23 dicembre(primadiconoscerel’esito
del referendum) Piazza Affari era
salita del 12%. In pratica ieri il listino si è rimangiato in un minuto il
guadagno dell’ultima settimana.
Il settore più bersagliato è stato
quello finanziario, con forti vendite su banche (-22%). L’Orso ha colpito in modo generalizzato il comparto con cali superiori al 20%. Dagliistituticonsideratipiùsolidi,come Intesa Sanpaolo a quelli che
sono in attesa di un riassetto come
Banco popolare e Bpm. Ha perso
quasi un quarto del valore anche
UniCredit, che ancora deve risolvere il nodo della scelta dell’ad.
Come mai nel giorno di Brexit la
Borsa di Londra ha ceduto il 3,15% e
quella milanese il 12,5%, penalizzata dalle banche? In primo luogo per
CREDITO IN CADUTA
Il settore bancario perde
il 22%, con vendite
generalizzate anche
sugli istituti più solidi:
pesano le debolezze generali
il temuto effetto boomerang sui
margini del credito. La Brexit spingerà le principali banche centrali a
nuove manovre espansive (ieri la
Bank of England ha immesso 250
miliardi di sterline). Queste manovre (che potrebbero vedere in
campo anche la Bce) potrebbero
portare a un’ulteriore contrazione
dei tassi di mercato e del costo del
denaro. Così i margini che le banche ricavano dall’attività tradizionale potrebbero subire un’altra
battuta d’arresto. «Da inizio anno
gli utili attesi delle società del Ftse
Mib per fine 2016 sono già stati rivi-
sti al ribasso del 15% - spiega Stefano Fabiani, responsabile gestioni
patrimoniali di Zenit Sgr -. Non è
escluso che con il Brexit vengano
aggiornati ancora al ribasso. Con il
crollo di ieri il Ftse Mib quota su un
multiplo pari a 13 volte gli utili attesi, a fronte di una media di 14-15 volte nelle fase normali. Quanto alle
banche, oggi quotano tra 0,2 e 0,4 il
patrimonio netto tangibile, un
multiplo storicamente molto basso rispetto a una media di 0,7-0,8. Il
multiplo è quindi a sconto ma ciò
non vuol dire che mi aspetto un recupero immediato (anche perché
a fronte di multipli bassi corrispondono in molti casi Roe bassi o
negativi che giustificano tali multipli, ndr). Le banche potranno tornare ai loro abituali multipli solo
quando il quadro di contorno sarà
migliorato». In pratica quando le
banche centrali torneranno ad alzare i tassi. Così facendo potranno
crescere anche i margini degli istituti di credito.
C’è poi un altro motivo che pone
il settore sotto pressione. In questo
momento, dato che il mercato valutario e obbligazionario sono in
parte protetti dalle banche centrali, la classe di investimento più
esposta ad attacchi speculativi è
l’azionario, con il bancario - considerato il primo specchio della tenutaeconomicadiunPaese-inprima fila. Ecco perché ieri mentre
BTp e Bonos hanno tutto sommato tenuto, le Borse peggiori sono
state Madrid, Milano. Ed Atene.
La fotografia di Piazza Affari
I peggiori in Borsa. Valori %
OGGI
DA INIZIO ANNO
Bper
-24,61
¬50,40
Bpm
-24,28
¬58,73
-23,79
¬59,57
-23,30
¬75,55
-22,94
¬43,65
-21,22
¬40,24
-20,69
-58,32
-18,58
-48,66
-17,17
-15,14
-16,77
-35,46
Unicredit
Banco Popolare
Intesa Sanpaolo
Mediobanca
Ubi
Unipol Banca
Mediaset
Generali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’impatto. Da Rcs a UniCredit e Veneto Banca, le operazioni aperte che potrebbero essere influenzate dal voto inglese
La «clausola» Brexit su Opa, aumenti e fusioni
Luca Davi
Marigia Mangano
L’
evento Brexit si potrebbe
presentare come una cosiddetta Mac (material
adverse change clause), ovvero un
fattoalcuiverificarsiscattainautomatico la rescissione di contratto.
Diverso è l’impatto Brexit: un calo
eccessivo delle quotazioni o il peggioramento di un rating potrebbero essere motivo per spingere le
parti a rivedere un accordo. In entrambi i casi, dunque, il risultato finale non cambia. Il Sole 24 Ore ha
individuato le principali operazioni sul mercato italiano che, o perché annunciate o perché in corso,
rischiano di dover fare i conti con
l’effetto Brexit.
Gli effetti sulle banche
Sul fronte bancario spicca il caso
UniCredit.L’esito del referendum
ingleseacceleralasceltadelnuovo
amministratore delegato, che a
questo punto dovrà essere realiz-
zata in tempi strettissimi, visto il
terremoto in corso sui mercati. Sia
Banca d’Italia che il Mef stanno
monitorando da vicino il dossier e
sono in pressing per una soluzione
rapida che dovrà anche permettere di fare il punto sull’eventuale aumento di capitale. Ricapitalizzazionecheaquestopuntodovràmisurarsi con le condizioni dei mercati. Brexit non avrà invece
conseguenze dirette sul salvataggio di Veneto Banca. Quaestio Sgr,
che gestisce “Atlante”, ha ribadito
iericheancheincasodiuscitadella
Gran Bretagna dall’Ue il fondo sarebbe intervenuto come sub-garante dell’aumento da un miliardo.
I CASI
Nelle offerte su Rcs prevista
clausola. Accelerazione per la
nomina dell’ad di UniCredit.
Nessun impatto su Fca e
Italcementi. Il rebus Enav
Nessun intoppo formale è previsto anche nella fusione tra Bpm e
Banco Popolare, soprattutto ora
che,proprioallavigiliadelreferendum e quindi con saggio tempismo, la banca guidata da Pier Francesco Saviotti ha portato a casa
l’aumento di capitale da un miliardo. Sullo sfondo resta il tema dell’andamento dei titoli bancari, che
stanno subendo le conseguenze di
una forte volatilità del settore. Sul
concambio lo stesso ad del Banco,
in un’intervista al Sole di ieri, ha ribadito che «non ci sono possibilità
che venga cambiato».
Interminipiùgeneralipotenziali conseguenze della Brexit potrebbero esserci sul tema dei non performing loans. La reazione di ieri è
stataviolentaedovràesseretestata
nei prossimi giorni. Ma qualcuno
sottolinea come un calo di fiducia
da parte degli investitori, come dimostrato anche dalla reazione del
mercato bancario di ieri, possa frenare un già fragile mercato di com-
pravendita dei crediti deteriorati.
L’uscita del Regno Unito dall’Europa avrà conseguenze pratiche
invece per diverse istituzioni finanziarie attive a Londra e per
quelle estere presenti in Italia. Per
gli istituti che operano da Londra,
ci «potrebbe essere la necessità di
attivare un piano B – spiega Massimiliano Danusso, managing partner della sede di Londra di BonelliErede – come ad esempio per gli
istituti che offrono derivati. Si tratta di banche che a fronte della
Brexit non potranno stipulare contrattisenzaessereautorizzatedalle
autorità di vigilanza e quindi dovranno spostare i loro portafogli in
una piazza finanziaria europea».
Da Rcs alle Ipo, i risvolti
Sul fronte più industriale i potenziali effetti di Brexit sono ancora
dadecifrare.Fca,peresempio,haa
Londrailsuocuorefinanziarioein
Gran Bretagna ha la sede fiscale.
La residenza fiscale britannica si
spiega con il trattamento più favorevole che possono avere, con la
sede a Londra, gli investitori americani al momento del pagamento
dei dividendi. Di recente Sergio
Marchionne ha chiarito che
avrebbe un impatto «industrialmente minimo» per Fca. Anche
per il domicilio fiscale del gruppo,
che si trova nel Regno Unito, «tecnicamente» non cambierà nulla,
ha detto. Nessun impatto, complice l’accelerazione di pochi giorni
fa, anche nel caso del passaggio da
Italmobiliare a HeidelbergCement del controllo del gruppo
Italcementi.
Le parti, infatti, lo scorso 21 giugno hanno definito gli ultimi dettagliperilperfezionamentodellacessione rivedendo il vecchio accordo
del 2015 con una intesa integrativa
che non prevede clausole Mac.
Tutto pronto, dunque, per un accordo che sarà perfezionato il primo luglio e vedrà Italmobiliare incassare un assegno di 1,67 miliardi,
di cui una parte servirà per la sottoscrizionediunaquotadel5,3%circa
del capitale del gruppo tedesco. La
Brexit,invece,potrebberimescolare le carte nella partita per Rcs. Entrambe le offerte presentate per il
Corriere - l’Ops di Urbano Cairo e
l'Opa della cordata capitanata da
AndreaBonomi-potrebberoperfino essere ritirate visto che la vittoria del referendum, nei rispettivi
prospetti informativi, era citata come uno di quegli accadimenti che
potrebbero mandare tutto all’aria.
I prospetti contengono infatti la
cosiddettaclausolaMacchesubordina l’efficacia dell’offerta al mancato verificarsi di una serie di accadimenti negativi. Eplicitando «ancorché non prevedibili, è possibile,
in via meramente esemplificativa,
includere, tra gli eventi attinenti al
contesto politico o economico una
crisirilevantedelcreditoodeimercati finanziari anche in seguito all’eventuale uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea». Dunque, almeno sulla carta, entrambe
le operazioni sono potenzialmente
ritirabili. Infine, sul fronte Ipo, spicca Enav il cui destino sarà deciso a
metà della prossima settimana.
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L’ANALISI
Morya
Longo
Dai mercati
può arrivare
il «colpo»
all’economia
A
votare sono gli inglesi,
ma a crollare sono le
Borse di Milano e
Madrid. Se Brexit ha fatto solo
il solletico al listino di Londra, a
Piazza Affari è riuscita a
produrre più danni di quanti
non fecero gli attentati alle
Torri Gemelle o il crack di
Lehman Brothers. Mai, negli
ultimi 30 anni, l’indice della
nostra Borsa aveva infatti
perso in un solo giorno più del
10%. Ma proprio dietro questa
debacle, in apparenza
paradossale, si nasconde la
principale lezione che l’Europa
deve trarre dal referendum
britannico: senza una reazione
forte della politica, i mercati
finanziari colpiranno
duramente. E colpiranno
soprattutto i Paesi più deboli.
Italia inclusa. Con il rischio che
siano gli stessi mercati, ormai
troppo grandi e automatizzati
per un’Europa così vulnerabile,
a rendere concreto il loro
stesso timore: un nuovo
rallentamento economico o
addirittura una nuova
recessione.
I perché della tempesta
Il motivo per cui le Borse di
Milano e Madrid sono crollate
quattro volte di più di quella di
Londra è semplice: il mercato
crede che l’Europa sia oggi più
debole e incerta, per cui
penalizza i Paesi che al suo
interno hanno maggiori
fragilità. Per esempio la
Spagna, che sta cercando di
uscire da una durissima crisi
economica senza un vero
Governo: le elezioni di
domenica prossima
potrebbero infatti non essere in
grado di produrre una
maggioranza, come accaduto
lo scorso dicembre, per cui il
Paese potrebbe restare
ingovernabile proprio in un
momento così cruciale.
Oppure l’Italia, che ha un
gigantesco debito pubblico e
un sistema bancario ancora
troppo fragile. E, dopo la
tornata elettorale di domenica
scorsa, un Governo percepito
dagli investitori più
debole: tanti temono che a
ottobre, con il referendum
costituzionale, possano
essere gettate le premesse per
la sua caduta.
Questo rende Italia e Spagna
ancora più fragili agli occhi
degli investitori, questo
aumenta l’incertezza sul loro
futuro, proprio nella settimana
in cui Brexit sembra cambiare
le carte in tavola dell’Europa.
Ecco dunque che le vendite in
Borsa si concentrano proprio
su questi due Paesi. E,
soprattutto, sul settore più
fragile al loro interno: quello
bancario. Che subisce anche il
vortice di vendite tecniche:
quelle di tutti gli investitori che
vogliono “coprirsi” dal rischioItalia, ma non vogliono
vendere i BTp perché sono
“protetti” dalla Bce.
Conseguenze sulla vita reale
Possibile che già nei prossimi
giorni il panico borsistico
rientri, magari anche grazie a
interventi di banche centrali o
di istituzioni varie. Ma se
dovesse perdurare l’incertezza,
c’è il rischio concreto che
prima ancora di capire come si
evolveranno i rapporti
commerciali con la Gran
Bretagna, sia la Borsa a “creare”
una nuova crisi economica in
Italia e Spagna. Banche
continuamente prese di mira in
Borsa non possono infatti
effettuare aumenti di capitale,
qualora si rendessero
necessari. Non riescono a
vendere, a prezzi adeguati, i
crediti in sofferenza. Non
riescono a effettuare le
necessarie fusioni.
Insomma: una nuova
turbolenza borsistica rischia di
peggiorare la situazione in un
settore già fragile. Questo
potrebbe causare la chiusura
nuovamente dei rubinetti del
credito (che per le piccole
imprese non si sono mai
veramente riaperti) e
provocare di conseguenza un
nuovo rallentamento
economico. E, come
conseguenza finale, potrebbe
peggiorare i parametri di
deficit e debito sul Pil,
causando nuove necessità di
austerità.
Del resto tutte le ultime
recessioni economiche e crisi
sociali sono state prodotte
proprio da shock finanziari: il
crack di Lehman nel 2008 ha
causato la recessione globale
del 2009, la crisi dello spread
italiano a fine 2011 ha fatto
partire la recessione negli anni
successivi. E così via. Questo
perché i mercati finanziari, che
complessivamente sono 9
volte più grandi del Pil del
mondo intero, sono ormai così
veloci nello spostare grandi
quantità di denaro da poter
determinare le sorti di Governi,
di Stati e di popolazioni senza
che nessuno riesca a davvero
opporsi. Ecco perché il crollo
borsistico di ieri, per quanto
scontato e determinato anche
da fattori tecnici, non va
sottovalutato: perché se non
arrivasse una risposta politica
in fretta, potrebbe creare le
premesse per una nuova crisi
europea prima ancora che la
politica capisca come risolvere
il caso Gran Bretagna.
[email protected]
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Piazza Affari. La bufera inglese rischia di rinviare le quotazioni previste nel 2016: oltre all’azienda dei controllori di volo, c’erano attese anche per De Nora, Avio, Ansaldo Energia e Kairos
Doccia fredda sulle Ipo, mercoledì decide Enav
Carlo Festa
pEnav, la società dei con-
trollori di volo, cerca di superare il rischio Brexit.
Nella mattinata di ieri ci sarebbero stati alcuni incontri
tra gli uomini del Ministero
dell’Economia per fare il punto sull’approdo in Borsa di
Enav, il cui pre-marketing è
iniziato lunedì scorso.
Assieme ai consulenti (gli
advisor di Rothschild ed Equita e il plotone di banche con
Barclays, Mediobanca, Credit
Suisse, Jp Morgan e Unicredit) sarebbe, secondo le indi-
screzioni, dunque stato deciso di continuare nel processo
di avvicinamento alla Borsa
fino a mercoledì. L’obiettivo,
sempre secondo i rumors, sarebbe quello di verificare che i
gestori dei grandi fondi istituzionali e i money manager
EFFETTO INCERTEZZA
La volatilità esasperata
potrebbe precludere
la possibilità di effettuare
nuove quotazioni in Borsa,
anche per le aziende sane
non decidano all’inizio della
prossima settimana di chiudere le loro posizioni sul mercato primario a causa della
forte volatilità dei mercati
sulla scia di Brexit, mossa che
ovviamente metterebbe fuori-gioco l’Ipo di Enav.
Ma nulla sarebbe ancora
stato deciso, anche perché
Enav ha tutte le carte in regola
per essere una delle migliori
quotazioni dell’anno, non solo
a livello italiano, ma anche a livello europeo. Per quale motivo? Innanzitutto, per la stabilità del business regolamenta-
to, che in un periodo di volatilità come questo, è una mossa
difensiva azzeccata per gli investitori.
In secondo luogo, c’è la generosità promessa per la cedola. Proprio su quest’ultimo
fronte la Brexit potrebbe avere qualche effetto finanziario:
l’entità del dividendo promesso agli investitori potrebbe infatti essere accresciuta.
Le tappe di avvicinamento
alla Borsa è comunque già stata definita prima del Brexit: il
prospetto dovrebbe essere approvato dalla Consob entro
giugno, probabilmente nella
settimana dal 27 giugno in
avanti. La cessione del 49% del
capitale dovrebbe avvenire
entro metà luglio con una valutazione complessiva di circa
2 miliardi di euro.
Tranne che appunto le indicazioni del pre-marketing siano negative e si decida dunque
di rinviare il tutto. Ma la decisione definitiva verrà presa tra
lunedì e mercoledì prossimi.
Ma la bufera dovuta all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea potrebbe posticipare anche altre Ipo previste a
Piazza Affari nei prossimi mesi: come quella di De Nora, una
multinazionale italiana della
chimica a proprietà familiare
LA PAROLA
CHIAVE
Ipo
7Ipo è l'acronimo di «Initial
public offering», che significa
Offerta pubblica iniziale. È
l’operazione con cui una società
che vuole quotarsi in Borsa offre
le proprie azioni al pubblico
(derivanti da aumento di capitale
e/o dalla vendita di pacchetti da
parte dei soci di maggioranza),
con il fine di sbarcare sul listino
azionario.
visto che il controllo dell’azienda è in mano ai fratelli
Federico e Michele De Nora.
I soci negli scorsi mesi avevano infatti scelto le banche
del plotone di global coordinator: cioè Ubs, Deutsche
Bank e Unicredit. Sul mercato,
secondo il piano allo studio,
dovrebbe finire circa il 45% del
capitale.
La volatilità di certo non aiuterà a prendere delle decisioni, soprattutto in un listino che
potrebbe ritrovarsi in pochi
giorni a valori assai inferiori a
quelli attesi a causa dell’ondata di vendite.
Una regola che comunque
di solito viene seguita tra le
banche d’affari è quella di
quotare in questi casi le società di dimensioni importanti e
attive in settori difensivi,
mentre per le aziende più piccole e appartenenti a settori
meno stabili la strada verso
Piazza Affari sarà sicuramente molto dura.
Pronte a sbarcare in Borsa
nel 2016 erano anche Avio, la
controllata del fondo Cinven e
partecipata da Leonardo (attiva nel settore aerospaziale),
ma anche Sia e Ansaldo Energia (partecipate del Fondo
Strategico Italiano) fino a Kairos, attiva nel private banking.
Per alcune società del lusso,
come Valentino, Versace e
Furla, si guarda invece al 2017.
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Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
10
Shock Brexit
Il paradosso (apparente) del Gilt
Nonostante l’esito del referendum, il bond di stato britannico
tocca il rendimento più basso della storia: focus sulle mosse BoE
IL «FLY TO QUALITY»
LA REAZIONE
DEL PETROLIO:
GIÙ BRENT E WTI
Brent e Wti
Il petrolio ieri ha perso circa il 5%
grazie all’effetto sorpresa del voto
al referendum britannico per
l’uscita dall’Europa. A New York un
barile di Wti è stato scambiato a
47,54 dolllari (-5,13%).Forti
vendite anche sul Brent, il petrolio
estratto dal Mare del Nord, ieri
scivolato del 4,6 per cento.
Var. % inizio anno
58
+29,86%
47
48,41
37,28
36
25
IL METALLO PREZIOSO
Da gennaio il lingotto
ha messo a segno un rialzo
superiore al 20%: ieri
fiammata fino a 1.355 dollari,
al massimo da due anni
-0,2%. Anche se potrebbe stupire
qualcuno gli investitori si sono rifugiati anche nei bond governativi inglesi, i Gilt, nonostante proprio dal Regno Unito e dalla scelta
di abbandonare l’Ue sia partita
questa nuova ondata di avversione al rischio. Il tasso dei bond decennali è sceso fino all’1,08%, mai
così in basso. Gli analisti motivano la scelta di considerare a conti
47,59
37,04
24/06/2016
31/12/2015
fatti il Gilt un bene rifugio anche in
caso di Brexit per il fatto che crescono le aspettative di nuove
azioni espansive della Bank of England (che ieri ha immesso liquidità per 250 miliardi di sterline),
che potrebbe andare a confluire
proprio sui governativi (come è
tipico delle manovre di quantitative easing). Inoltre, è vero che la
sterlina ha subìto forti vendite
«ma sino a che il Regno Unito non
è attaccato sul fronte del debito,
una valuta in ribasso fino al 10%
costituisce un deprezzamento
competitivo», spiega Nicolas
Chaput, ceo di Oddo Meriten am.
Grande spolvero anche per
l’oro che si è apprezzato di oltre il
4% ritornando sopra quota 1.300
dollari l’oncia (1.316) sui livelli più
alti degli ultimi due anni (nel corso della seduta è arrivato a guadagnare l’8% a quota 1.355). Da gennaio l’oro ha messo a segno un balzo superiore al 20% confermando
l’idea che da diversi mesi che ci sono investitori che si stanno coprendo contro un rischio eventuali di recessione globale nei
prossimi anni.
@vitolops
© RIPRODUZIONE RISERVATA
REUTERS
L’ANALISI
Walter
Riolfi
Il vero «rifugio»
è da trovare
nella reazione
politica
S
Bene rifugio. Sui timori per l’andamento dei mercati scatta la corsa all’oro
Gli andamenti
ORO
1.350
1.319
TBOND 10 ANNI
BUND
1,80
106,3
1,618
1,568
1.325
1,74
1.300
1,68
104,9
1.275
1,62
104,2
1.250
1,56
17/06
24/06
105,6
105,3
104,6
103,5
17/06
24/06
17/06
24/06
24/06/2016
e si crede che proprio nei
momenti difficili la
politica sappia trovare il
coraggio per riconoscere i
propri errori e afferrare la
volontà di non ripeterli in
futuro, il disastro provocato
dalla Brexit potrebbe essere
l’occasione per ricostruire una
Unione europea di cui i
cittadini siano orgogliosi. E
potrebbe essere
un’opportunità anche per
rivedere gli astratti
meccanismi che regolano il
sistema dell’euro. Ma la
risposta che per ora s’è vista
nei vari Stati dell’Unione è
semmai quella di accentuare le
diversità e la volontà di
accelerare il processo di
disgregazione dell’Europa. Se
le conseguenze sui mercati del
voto britannico sono parse
rovinose, potrebbero essere
solo il prologo di un più ampio
sconquasso sull’economia e
sulla finanza del Vecchio
continente, in assenza di un
mea culpa dagli uomini
politici dei diversi Paesi
europei, inglesi compresi. Se la
Brexit fosse il pretesto per
smontare l’Unione e la valuta,
come i tanti populismi stanno
cavalcando un po’ ovunque
agitando l’arma dei
referendum, le conseguenze
sui Paesi più deboli del
continente (in particolare in
Italia) sarebbero assai più
gravi di ogni pessimistica
previsione.
Si può osservare che la
bufera che ieri s’è abbattuta sui
mercati ha procurato quasi la
metà dei danni che le grandi
case d’investimento
s’attendevano nel breve,
medio periodo sulle Borse. Se
le reazioni dei mercati
obbligazionari sono state ben
più contenute, lo si deve
esclusivamente agli interventi
operati nella contingenza dalle
banche centrali e da quelli
lasciati intendere nel futuro.
Tutto sommato lo spread
BTp-Bund è salito di neanche
30 centesimi, la metà dei quali
per il fatto che il titolo tedesco
è finito sotto zero. Con gli
strumenti a disposizione della
Bce, le condizioni del 2011
difficilmente potrebbero
riproporsi nei prossimi mesi. E
tutto sommato s’è rivelata
composta anche la risposta dei
mercati valutari: scontata
quella più ampia della sterlina
e sotto controllo quella
dell’euro. Che si
apprezzassero dollaro, yen e
franco svizzero, in quanto
valute “sicure” era prevedibile
e, in ogni caso, i livelli di
cambio si sono riportati
attorno ai valori già visti nei
giorni scorsi quando i mercati
cominciavano a scontare
l’ipotesi Brexit.
Qualcuno potrebbe trovare
piuttosto strano che l’indice
della borsa di Londra abbia
perso solo il 3%, quattro volte
meno di Milano e neanche la
metà dell’euroStoxx, dando
l’impressione che gli
investitori abbiano voluto
punire soprattutto i mercati
dell'euro. Ma per gli operatori
americani i prezzi di Londra,
aggiustati dal cambio,
rappresentano un ribasso
dell’11% e del 9% per chi opera
con l’euro. C’è spazio, nel
breve, per ulteriori perdite a
Londra come in Eurozona. Ma
le conseguenze di medio lungo
periodo sono difficili da
valutare. Per ora nelle stime
degli analisti c’è solo l’ipotesi
di crescita economica
dimezzata rispetto a prima.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
agencecosmic.com - Photo credits: GettyImages: PeopleImages.com, Shutterstock: Yuliya Yafimik. Tutti i marchi citati sono di proprietà di Essilor International. MI PCKS REV.0 06-2016
tornato prepotentemente indietro di una settimana. In una sola
seduta i titoli più difensivi hanno
riguadagnato il terreno che avevano perso nelle ultime cinque
sedute, quando fondi hedge e altri grandi investitori avevano
puntato dritto sulla permanenza
della Gran Bretagna nell’Ue acquistando spostando i capitali su
classi di investimento più rischiose (azioni), prendendo a
conti fatti un clamoroso abbaglio,
considerato che al di là di sondaggi e aspettative alla fine i cittadini
britannici hanno votato in maggioranza per uscire dall’Ue.
Così ieri i capitali sono tornati
nei porti sicuri finanziari. Forti acquisti sul dollaro, rivalutatosi ad
ampio raggio su tutte le principali
divise (il dollar index è cresciuto
del 2%). Ma tra le valute il grande
protagonista è stato lo yen, che è
salito del 3,5% sul dollaro, del 5%
sull’euro e dell’11% sulla sterlina. Il
Giappone, nonostante il debito
pubblico/Pil al 220% si conferma
ancora una volta tra le piazze più
ambite per parcheggiare la liquidità nelle fasi di turbolenza.
Di pari passo gli acquisti hanno
premiato i titoli di Stato americani
(Treasury) con il rendimento del
decennale sceso all’1,48%, a soli 10
punti base dal minimo di tutti i
tempi. Il Bund tedesco, che vanta
lo status di roccaforte dell’area
euro, è tornato sottozero nella
scadenza a 10 anni toccando addirittura un minimo intraday (per la
prima volta nella storia) a quota
47
25
31/12/2015
Il Bund torna «sottozero», balzo dell’oro e delle valute «sicure»
Vito Lops
+28,48%
36
Scatta la corsa ai beni rifugio
pIl calendario dei mercati è
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Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
11
Shock Brexit
I market mover
Solo le banche centrali possono cambiare gli equilibri tra le monete:
Banca del Giappone e Fed potrebbero agire contro eccessivi rialzi
LE VALUTE
EMERGENTI IN
CADUTA LIBERA
India
Sulla scia della vittoria del Brexit,
in India, potenza economica
emergente ed ex colonia
britannica, la Borsa di Mumbai ha
perso il 2,8% mentre la rupia si è
deprezzata a 68,13 contro dollaro,
perdendo circa l’1%. La banca
centrale indiana si è detta pronta a
prendere a sostenere la valuta.
Messico
Il peso messicano ha avuto un calo
record dopo l’esito del voto
britannico. La valuta meessicana
considerata la più liquida nel
mercto degli emergenti ha perso il
7,1% nel trading overnight
scendendo a quota 19,518 sul
dollaro. Si tratta della peggiore
perdita degli ultimi cinque anni.
Canada
Il dollaro canadese ieri si è
aggiunto al declino globale dei
mercati, facendo registrare il
maggiore calo da sei anni contro il
dollaro Usa (-2%). Tuttavia, pur in
un quadro negativo, la valuta
canadese è stata tra le 10 monete
che ha perso meno, dopo lo yen
giapponese e il franco svizzero.
Africa
Monete, azioni e bond hanno
perso valore in tutta l’Africa dopo
l’esito del voto Uk. La Borsa di
Johannesburgh ha registrato il
maggior calo dal 2008. Il rand, la
moneta sudafricana che è la più
volatile tra le valute dei paesi
emergenti, è arrivata a perdere
oltre il 13% sullo yen.
Sterlina in caduta, corsa a franco e yen
Reazione «da manuale» delle valute - Si indebolisce l’euro e si rafforza il dollaro
Andrea Gennai
pTutto come da copione sul
mercato valutario. Il mondo del
forex si era preparato all’evento
del referendum britannico con
due ipotesi ben distinte a seconda che avesse vinto l’uscita o la
permanenza della Gran Bretagna. Si è verificata la prima, l’ipotesi associata a uno scenario risk
off (fuga dal rischio) e il mercato
si è accodato di conseguenza.
Già alle tre del mattino ora italiana, quando stava prendendo
forma il risultato della Brexit, il
mercato valutario, operativo 24
ore al giorno, ha dato il suo responso: crollo della sterlina, debolezza dell’euro contro il dollaro, rally di franco svizzero e soprattutto yen, la vera valuta difensiva in questo momento.
Alcuni trader rilevano che sul
mercato non si è visto panico in
senso stretto: l’evento del referendum era noto da febbraio e gli
operatori si sono appositamente
preparati e coperti. Non è stato il
classico fulmine a ciel sereno come avvenne ad esempio un anno
e mezzo fa con il repentino abbandono del “peg” da parte della
Banca nazionale elvetica. Allora
ci fu un improvviso vuoto di liquidità sui book. Questa volta sul
mercato si sono allargati gli
spread soprattutto nella fase notturna, ma non è mai mancata la liquidità. Escluso la sterlina, con
una perdita che ha superato in
certi momenti la doppia cifra, per
altro preventivata da molti, gli altri movimenti sono stati sicuramente significativi (intorno al
3%) ma senza scatenare panico.
Per capire come evolveranno i
rapporti tra le divise nelle prossima settimanale è fondamentale
capire cosa faranno le banche
centrali, il vero market mover
per il mercato del forex. Movimenti così repentini sul mercato
più liquido al mondo (ogni giorno il controvalore del mercato
dei cambi equivale a circa 5.300
miliardi di dollari) significano
spostamenti di valore molto impattanti per gli equilibri internazionali. La sterlina resterà anco-
IL MERCATO HA FUNZIONATO
Si sono allargati gli spread
«denaro e lettera» nella notte,
ma la liquidità sul mercato
valutario non è mai mancata
perché l’evento era previsto
ra sotto pressione, il mercato deve riprezzare il futuro degli asset
britannici e forse di vorrà del
tempo. Lo yen resterà sugli scudi
a breve anche se su questi livelli
la terza valuta più importante al
mondo crea qualche insofferenza alle autorità di Tokyo.
Gli occhi sono puntati su azioni concertate da parte delle banche centrali che potrebbero continuare a fornire liquidità ai mercati «nel caso in cui - spiega Matteo Paganini, chief analyst Fxcm
Italia - dovessero accadere degli
shock durante le prossime giornate, quando il mercato comincerà a digerire una decisione che
probabilmente potrebbe condurre la Bank of England a non
essere più una follower della Federal Reserve, in quanto non
escludiamo che in Uk possano
decidere di procedere con potenziali tagli di tassi nel futuro
prossimo. Interventi singoli da
parte delle banche centrali, con
quella del Giappone sotto i riflettori a causa di un rafforzamento
dello yen contro il dollaro su livelli che non si vedevano da fine
2013, risultano invece meno probabili pur non essendo da escludere del tutto. Il livello da monitorare con attenzione si muove
intorno a 95 yen per dollaro». Il
cross dollaro-yen, indicatore
chiave per capire la propensione
al rischio della finanza globale, è
precipitato sotto quota 100 per
poi rimbalzare e limitare il calo
intorno al 3%. Non accadeva dal
novembre 2013 una discesa sotto
la soglia psicologica dei 100.
L’euro-dollaro, che rappresenta da solo circa il 20% di tutto
il mercato valutario, dopo uno
sbandamento in avvio di seduta
in Europa si è attestato in area 1,11,
con una perdita del 2%. Un movimento violento ma non drammatico: probabile che a breve le quotazioni si stabilizzino in quest’area, visto che nell’attuale contesto la Fed potrebbe fermare il
rialzo dei tassi per un po’. In prospettiva di medio e lungo termine il quadro resta favorevole al
dollaro. Troppe le incognite che
la Brexit apre per il futuro del
Vecchio Continente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
AP
L’andamento delle valute
EURO
Euro/dollaro
YEN
Yen/dollaro
FRANCO SVIZZERO
Franco/dollaro
1,15
108,0
0,975
1,127
104,1
1,113
1,14
106,5
0,970
1,13
105,0
0,965
1,12
103,5
0,960
1,11
17/06
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17/06
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E Piazza Affari si sveglia «extracomunitaria»
pAfronteditantiitalianichevivo-
no a Londra e improvvisamente si
scoprono “stranieri”, c’è anche
un’istituzione italiana, milanesissima, la Borsa di Piazza Affari, che ieri
si è svegliata “extracomunitaria”. Intendiamoci, al momento è una provocazione. E, nell’immediato, «non
c’è nessun automatismo», assicura
l’ad di Borsa italiana, Raffaele Jerusalmi.Ilproblemaèchenessunopuò
prevedereoggifinoinfondoqualisaranno le conseguenze della Brexit
anche se il mondo che ruota intorno
alla City l’aveva capito benissimo
chel’uscitadallaUenonporterànulla di buono alla finanza londinese.
Borsa Spa, a tutti gli effetti, è una propaggine fuori dall’Isola del London
Stock Exchange e il suo destino è appeso a quello del gruppo. I Paesi dei
mercatieuropeichesieranofederati
in Euronext nel concordare l’alleanza con il Nyse avevano imposto una
clausola di sganciamento delle rispettive Borse nel caso in cui, per
qualsiasieventoimponderabile,fosserostatimessiarepentagliogliinteressi nazionali. Non c’è traccia di
un’analoga clausola nell’accordo di
fusione tra l’Lse e Borsa italiana, che
così resta a traino delle azioni di difesachecertamentelapiazzafinanziaria londinese metterà allo studio per
salvaguardare la sua leadership.
«La libertà del movimento dei ca-
L’ASSE CON FRANCOFORTE
Lse e Deutsche Boerse si sono
affrettate a dichiarare che
l’aggregazione va avanti, ma
in Germania si alzano voci
critiche sulla sede a Londra
pitali è il “pane” nel Regno unito.
Non credo si metteranno in atto
provvedimenti masochistici», commentaAlessandroPansache,aitempi, aveva seguito come consigliere
indipendenteilprocessodiaggregazione di Borsa italiana, facendo il tifo
peraltro per l’alternativa di un avvicinamento graduale a Euronext. Il
punto è che, ancorchè gli inglesi non
abbiano alcun interesse a mettere in
difficoltà i campioni della loro finanza, il dato di fatto è che con la Brexit
qualcosa giocoforza cambierà. Se al
paradosso che le quotate di Piazza
Affari potrebbero perdere il passaporto del mutuo riconoscimento
per il listing si riuscirà a porre rimedio con qualche escamotage, si dovrà invece rinunciare all’idea di
un’integrazionedeimercatiazionari
europei sotto una supervisione unificata-com’ènelcasodellaBcecolsi-
0,955
17/06
24/06
SINTESI VISIVA
Borsa Italiana
stema bancario - perlomeno non si
potrà farlo, comprendendo quella
che finora era la piazza finanziaria
più importante, nota Pansa.
Ed è tutto da vedere se davvero il
processo di integrazione tra le Borse
di Londra e Francoforte andrà davveroavantisenzaintoppi.Iboarddell’Lse e di Deutsche Boerse si sono affrettati a dichiarare che l'esito del referenduminGranBretagnanonavrà
impatti sulle fondamenta strategiche della fusione e che il processo va
avanti. Ma dal Parlamento tedesco
già si levano voci critiche sull’eventualità che la nuova super-Borsa abbia sede a Londra. «Non può essere
dopo il voto a favore della Brexit», ha
detto alla Reuters il parlamentare
della Cdu Michael Fuchs. E scettici a
riguardo, non a caso, sono anche i regolatori tedeschi. «La base a Londra
rischia di essere un problema», è una
dellevocicriticheraccolteinGermania dall’agenzia anglosassone.
Ma anche in Italia qualcuno comincia a mettere le mani avanti. Per
Assosim bisogna riflettere sull’integrazione tra Londra e Francoforte ,
coinvolgendo Governo, autorità di
vigilanza,bancheeemittenti.Occorre infatti valorizzare la componente
BorsaItaliananelnuovogruppo.«In
questo contesto, a maggior ragione,
siamo preoccupati che la governancenonprevedaneppureunarappresentanza italiana nel board», spiega
il segretario generale Gianluigi Gugliotta. L’associazione degli intermediariitalianisottolineaanchel’urgenza di rimuovere gli ostacoli che
hannoportatobancheeistituzionifinanziarie a localizzare l'attività fuori
dall'Italia e creare le condizioni per
una maggiore attrattività del nostro
Paese e di Milano in particolare.
Tanto per cominciare, suggerisce
Assosim, l’Italia dovrebbe candidarsi a ospitare l’Eba, l’autorità bancaria
europea che oggi ha sede a Londra.
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Finanza e tecnologia. Ieri, mentre i listini crollavano, il controvalore dei titoli trattati nelle dark pools ha superato 10 miliardi
Esplodono gli scambi sulle Borse «oscure»
di Vittorio Carlini
U
n vero e proprio “botto”.
Ieri, nella giornata tra le
più nere per le Borse europee, le dark pools sono salite in
cattedra. Gli scambi nelle “piscine oscure”, a livello di mercato
cash azionario, hanno toccato livelli record. Il loro controvalore,
secondo Bats Europe, si è assestato a 12,6 miliardi. Vale a dire
una quota di mercato, rispetto ai
principali listini del Vecchio continente, pari a circa il 10 per cento.
Il numero, a ben vedere, è realmente impressionante. Basta
pensare che, seppure queste piattaforme oscure hanno acquisito
nel tempo sempre più importanza, il valore medio dei loro scambi negli ultimi 5 giorni è stato intorno a 3,3 miliardi. Insomma, le
dark pools sono entrate in orbita.
Ciò detto viene da chiedersi:
per quali motivi? Una delle principali cause, indicate dagli
esperti, è legata proprio al crollo
dei listini. Le Borse oscure, è no-
SCENARIO
Gli investitori, per sfuggire
al tonfo sui mercati, hanno
optato per queste piattaforme
Il rischio è che la loro opacità
renda più instabile il sistema
to, sono piattaforme elettroniche di scambio che, grazie a specifiche deroghe previste dalla
normativa, consentono di operare senza dare informazioni
sulle compravendite.
In tal senso vengono sfruttate
dagli investitori istituzionali
quali, ad esempio, i fondi pensione. Questi, nel momento in cui
vogliono vendere o comprare
una grande quota di titoli, temono l’impatto del mercato sull’operazione stessa. L’entità della
compravendita, infatti, può indurre un rialzo, o ribasso, sull’asset interessato. Con il che il grande investitore si troverebbe in
difficoltà. Ecco quindi l’esigenza
Donato
Masciandaro
Per gestire Brexit
le banche centrali
devono stabilizzare
il biglietto verde
C
Borse Spa. Non c’è nessuna clausola negli accordi di fusione con l’Lse che permetta di sganciare il mercato italiano nel caso in cui siano a rischio gli interessi nazionali
Antonella Olivieri
L’ANALISI
LA PAROLA
CHIAVE
Dark pools
7 Sono piattaforme elettroniche
non considerate sedi di
negoziazione ai sensi della
Mifid. Rappresentano una
modalità di negoziazione che
consente di operare in assoluto
anonimato avvalendosi delle
deroghe alla trasparenza
previste dalla stessa Mifid.
di ricorrere al listino “oscuro”.
Ebbene, nel momento in cui le
Borse ieri tracollavano, è probabile che molti abbiano voluto
operare nelle dark pools. Proprio
per tentare di ridurre l’impatto
dell’ondata di vendite.
Al di là di questa considerazione, però,la dinamica oscura mostrata ieri dai mercati non è comunque un bel segnale.
In primis perchè, da qualunque parte la si giri, siamo di fronte
all’espansione di piattaforme
opache. Di mercati poco trasparenti che non contribuiscono alla
stabilità della finanza. E, poi, perchè la grande maggioranza delle
società che gestiscono questi li-
stini sono (guarda caso) anglosassoni. Hanno la sede in quella
Londra che ha deciso di abbandonare l’Unione Europea.
Una condizione che, rispetto
ad esempio all’introduzione
della nuova Mifid, prevista per
l’inizio del 2018, pone diversi
problemi. «In effetti - spiega
Anna Kunkl, partner di Bee
consulting - il tema dell’applicazione della normativa esiste.» È ben vero che gli intermediari dell’Unione europea «rimangono assogettati alle nuove regole. E, tuttavia, le società
di gestioni delle dark pools potrebbero» trovarsi in una situazione di inaspettata ulteriore
deregolamentazione.
Una condizione che, a fronte
dell’attuale drammatico contesto, è meglio evitare.
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osa devono fare da oggi
in avanti le banche
centrali di Unione
Europea (BCE), Stati Uniti,
Regno Unito, Giappone e
magari anche Cina? Devono
cooperare per stabilizzare il
dollaro, in modo da evitare
che uno shock regionale e
finanziario si trasformi in una
recessione mondiale.
La decisione degli inglesi di
votare a favore di una uscita
del loro paese dall'Unione
Europea è un evento negativo
dal punto di vista della
stabilità dei mercati
finanziari. Il Brexit è un
moltiplicatore di incertezza,
in quanto i suoi effetti si
possono propagare a
raggiera, nella sfera
economica come in quella
politica, in Europa ma non
solo, spalmati su più di un
orizzonte temporale.
Quale è il rischio più
grosso? Che uno shock
regionale e finanziario nel
brevissimo periodo – questo è
il Brexit - si trasformi nel
detonatore di una nuova
recessione mondiale. E quale
potrebbe essere la miccia? Un
dollaro instabile.
Il dollaro può divenire
l'acceleratore della crisi
mondiale prossima ventura
per almeno due ragioni, una
tradizionale e l'altra più
recente, tra loro per giunta
intrecciate.
Da un lato, il dollaro
continua ad essere la valuta
dominante nel commercio
internazionale mondiale. Un
suo apprezzamento, rilevante
e non temporanea, sarebbe
un notevole fattore di
instabilità reale. Dall'altro
lato, a partire dal nuovo
millennio, e soprattutto dopo
l'inizio della Grande Crisi, un
numero crescente di paesi,
imprese e banche non
americane hanno iniziato ad
emettere il loro debito in
dollari. Il fenomeno è stato
particolarmente rilevante nel
caso delle economie
emergenti. Anche dal punto
di vista finanziario, dunque,
uno strutturale
apprezzamento del dollaro
sarebbe una tossina per i
mercati mondiali.
Quale è la risposta più
efficace? Se Brexit significa
incertezza, sappiamo che la
reazione dei mercati è quella
di volare verso la sicurezza,
cioè cercare la liquidità. Le
banche centrali hanno
imparato la lezione durante la
Grande Crisi: con
l'incertezza, i mercati
rischiano di cadere nella
cosiddetta trappola della
liquidità: sale l'avversione al
rischio, e la ricerca della
liquidità rende tutti gli
operatori – famiglie, banche
ed imprese – come delle
spugne: più la liquidità si
riversa copiosa, più i mercati
la assorbono; l'aumento di
moneta non diventa un
aumento di domanda di beni
e servizi, dunque ristagnano
crescita e prezzi. Quindi
bisogna iniettare la liquidità,
per evitare che la domanda
insoddisfatta degli asset
sicuri accentui gli squilibri
monetari e finanziari, per poi
innestare fenomeni recessivi.
E' quello che subito ha fatto
ieri la banca centrale svizzera:
per evitare scossoni sul
franco, ha reso operativo
l'annunzio fatto nei giorni
scorsi: eventuali tensioni
valutarie sarebbero state
contrastate da iniezioni di
liquidità. Però se le banche
centrali si muovono in ordine
sparso, la loro azione rischia
di essere tanto meno efficace
quanto più l'incertezza è
generalizzata e prolungata.
Quindi occorre una azione
coordinata delle banche
centrali, che possono
prestarsi in modo incrociato
la liquidità, aumentando
esponenzialmente la loro
potenza di fuoco. Ma per
essere al tempo stesso
coordinati e credibili, occorre
un obiettivo comune: quale?
Le banche centrali devono
annunziare un
coordinamento straordinario
e temporaneo o delle loro
strategie, con un target ben
preciso: stabilizzare il valore
del dollaro. Dal punto di vista
della politica monetaria, per
gestire situazioni di
emergenza, bisogna guardare
indietro per andare avanti.
Negli ultimi tre decenni, due
concetti della politica
monetaria in tempi normali
sono andati in soffitta, per
ragioni diverse. Il primo
concetto è che la stabilità del
tasso di cambio deve essere
un obiettivo della politica
monetaria; le banche centrali
dei paesi avanzati hanno
disegnato e messo in atto le
loro politiche monetarie
guardando al tasso di cambio
esclusivamente come ad un
elemento fondamentale del
meccanismo di trasmissione
degli impulsi monetari
all'economia reale.
Rinunciare al tasso di cambio
come obiettivo è divenuta
condizione necessaria –
ancorché non sufficiente –
per entrare nel perimetro
delle cosiddette economie di
mercato; si pensi al dibattito –
ed alle polemiche – sulla
politica monetaria cinese.
Allo stesso tempo, è
passato nel dimenticatoio il
concetto del coordinamento
esplicito delle politiche
monetarie nazionale. L'idea
dominante è invece divenuta
quella che ciascuna banca
centrale deve “mettere
ordine in casa propria”, e
questo renderà “tutto il
condominio” più ordinato.
Fuori di metafora: ciascuna
banca centrale – a partire
dalla FED - deve disegnare la
sua politica monetaria,
guardando all'andamento di
crescita ed occupazione, da
un lato, e dell'inflazione
dall'altro. Le perturbazioni
internazionali, se rilevanti, si
riverbereranno sugli obiettivi
interni; solo allora la singola
banca centrale ne terrà conto,
reagendo coerentemente in
termini di politica dei tassi e
degli aggregati.
Ma oggi i tempi non sono
affatto normali. Situazioni
eccezionali impongono la
necessità di definire strategie
eccezionali, anche su un
orizzonte temporale diverso
dal brevissimo periodo. Se si
vuole evitare di ricadere
subito in una nuova
recessione mondiale, le
banche centrali possono e
devono cooperare su un
orizzonte temporale più
ampio, avente in mente come
obiettivo comune la
stabilizzazione della moneta
di riserva mondiale, appunto
il dollaro. E' il classico giuoco
a somma positiva, in cui si
vince tutti, a condizione che
nessuno dei giocatori sia
miope. Saranno tutti i
banchieri centrali, nonché i
rispettivi governi di
riferimento, all'altezza di una
tale situazione?
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Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
12
Shock Brexit
I riflessi sulla consultazione popolare di ottobre
Crescono anche a Palazzo Chigi i timori per l’esito del voto popolare
sulla riforma costituzionale. Ma vengono smentite le voci su un rinvio
IL GOVERNO E I PARTITI
LE REAZIONI
IN ITALIA
«Rafforzare le istituzioni»
«Faccio un appello affinché tutte
le forze sociali e politiche e le
persone di responsabilità
ripensino i propri atteggiamenti
e ne assumano tali da rafforzare
le istituzioni, perché non
prevalga il vuoto». Così l’ex
presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano
«Incauto promuovere
referendum»
«È stato incauto promuovere
questo referendum e affidare ad
un “no” o ad un “sì” problemi tanto
complessi. Hanno quindi prevalso
elementi emotivi» come le
preoccupazioni legate al problema
dell’immigrazione. Questo il
pensiero del presidente emerito
«Evento grave ma controllabile»
«La Gran Bretagna era già mezza
fuori, non è un evento pocale». Così
Romano Prodi secondo cui «di fronte
a questi avvenimenti bisogna
riflettere sulle cose. I governi devono
dire che il sistema sarà protetto, poi il
trattato prevede che in due anni si
negozi l’uscita della Gran Bretagna e
si negozierà».
«Divorzio difficile nell’immediato»
«Sicuramente i rischi sono molto alti ha detto l’ex premier Enrico Letta -.
Nell’immediato sarà complicato
gestire anche il divorzio perché gli
inglesi dicono “ora trattiamo”,
mentre Bruxelles dice “no, ora
uscite”. Già questa incertezza è un
rischio e i Paesi ad alto debito, come è
l’Italia, rischiano di più»
Referendum costituzionale, dopo Brexit il nodo delle dimissioni di Renzi e del piano B
D
opo Brexit il referendum costituzionale prende una nuova traiettoria. Il rischio della sconfitta
trasforma l’Italia nella prossima mina
vagante per l’Europa e su Renzi ricade il
peso di un destino non più solo naziona- di Lina Palmerini
le. Da un lato il premier è più obbligato
di ieri a vincere il referendum e dall’altro è costretto a riformulare l’ipotesi di
dimissioni.
Quella che era una forte arma di pressione sulla vittoria dei sì, nella realtà, viene smontata da Brexit perché l’Italia non
può più permettersi salti nel buio, per sé e
per la tenuta dell’Unione. Non è più il
tempo in cui Renzi può minacciare l’abIl debito pubblico italiano
bandono, lasciare il Governo senza che si
A tanto ammonta il debito pubblico italiano
sappia cosa accadrà il giorno dopo. Non
secondo gli ultimi dati Bankitalia
POLITICA 2.0
Economia & Società
2.230
miliardi
lo consente l’alto debito pubblico, non la
condizione assai complicata delle banche italiane, non i pericoli che correrebbe la moneta unica. Il crollo delle Borsa di
ieri è un assaggio. Soprattutto dopo
l’esperienza del 2011, è chiaro che in questi mesi – in Italia e fuori - si disegnerà un
piano B per mettere in sicurezza le istituzioni e la finanza pubblica. Il punto è se
Renzi vorrà partecipare - e collaborare - a
costruire una via d’uscita in caso di sconfitta o se sarà scavalcato.
Queste infatti sono le situazioni in cui
la politica italiana comincia a muoversi,
incresparsi, prendere forme inattese:
nel Pd si cominciano ad aprire discussioni interne sulle varie opzioni – dal voto a governi tecnici - e se ne parla tra le
opposizioni. Ciascuno farà il tifo per il
suo scenario ma è il premier che dovrà
decidere se cercare di tenere in mano il
pallino del gioco o restare sulla minaccia
del salto nel buio. Questo è il cambio di
schema dopo Brexit.
E’ chiaro che la spinta sarà vincere il referendum. E su questo primo scenario
avrà un sostegno ai massimi livelli europei e non. Anche perché è una vittoria che
avrà un peso vitale per l’Italia e sulla sua
reputazione di essere “riformabile”. Ma,
accanto a questo impegno si affianca
quello di costruire anche lo scenario della
sconfitta che Renzi pensava di poter sbrigare con il suo addio alla politica. Era il dicembre scorso quando nella conferenza
stampa di fine anno mise sul piatto il suo
azzardo più grande. Se non vinco lascio il
Governo e la politica, disse. E la sfida fu
declinata tutta in chiave di responsabilità
personale, la presa d’atto necessaria di
non avere dietro di sé un popolo in quella
che è stata la riforma per eccellenza del
suo Esecutivo. Bene da ieri è cambiato
tutto il contesto e in modo drammatico.
L’uscita della Gran Bretagna mette
l’Europa e la moneta unica su un crinale
rischioso ma l’Italia, con il suo appuntamento d’ottobre, rischia perfino di buttarle nel burrone. Ecco perché oggi quella promessa di dimissioni va riformulata
in un quadro istituzionale di maggiore
protezione e garanzia sul dopo. Non possono più essere un gesto di responsabilità politica personale, così come le ha im-
«Garantiti stabilità finanziaria e risparmio»
Giornata febbrile per Renzi: i vertici con i ministri e Visco, le telefonate ai leader Ue, lunedì vedrà Merkel e Hollande
Gerardo Pelosi
ROMA
pRassicura i risparmiatori sulla
stabilità finanziaria («useremo
qualsiasi mezzo»), chiede di «voltare pagina» a Bruxelles e ricorda
chel’Europa«èlanostracasamava
ristrutturata». Dopo una notte a inseguire il testa a testa tra “leave” e
“remain” Matteo Renzi si butta a
capofitto nell’emergenza Brexit
con un attivismo diplomatico senza precedenti. Annulla una direzione del Pd che qualche imbarazzo glielo avrebbe certamente creato dopo il voto amministrativo.
Riunisce in mattina un vertice di
emergenza con i ministri degli
Esteri, dell’Economia, dello SviluppoeconomicoeconilGovernatore della Banca d’Italia.
Poi è la volta dei contatti telefonici: il premier inglese David Cameron e poi il presidente della
Commissione Ue, Jean Claude
Juncker, la cancelliera tedesca, Angela Merkel e il presidente francese, Francois Hollande. In serata
nuovoverticeconiministriaPalazzo Chigi. Renzi ha anche condiviso
con i suoi più stretti collaboratori la
preoccupazione di riflessi negativi
sul referendum costituzionale. Ma
da Palazzo Chigi si giudicano infondate le voci sulla tentazione di
un rinvio del referendum.
Questa sera il premier italiano
avrà una cena di lavoro con Hollande a Parigi e lunedì sera parteciperà
a Berlino ad un incontro con la Merkel e lo stesso Hollande in vista del
Consiglio europeo di martedì e
mercoledìprossimi.L’ideadiRenzi,
argomentata a tutti i suoi interlocutori, è quella di trasformare lo choc
di Brexit in un’occasione utile per
dimostrare come sia necessario rilanciare i temi della crescita e dell’occupazione e accelerare l’unione
politica spuntando le principali armi in mano ai partiti populisti.
Maperl’opinionepubblicaitaliana il messaggio riguarda soprattutto gli effetti che la Brexit avrà sui nostri risparmi. «Il Governo, le istituzioni europee – scandisce bene il
LA STRATEGIA
Trasformare lo shock di Brexit
in un’opportunità
per dimostrare l’urgenza
di rilanciare le politiche
per la crescita e l’occupazione
premier - sono nella condizione di
garantireconqualsiasimezzolastabilità del sistema finanziario e la sicurezza dei risparmiatori». Il popolo britannico, aggiunge Renzi, ha
scelto e «noi rispettiamo questa decisione ma ora si volta pagina».
Quantoall’Italia,«faràlasuaparte»,
ma soprattutto, ora che «è tornata
solida» ha un dovere: «Quello di offrire questa solidità anche agli altri
partner europei».
Il gruppo dei sei Paesi fondatori
è già al lavoro per assorbire il colpo
Brexit. Oggi a Berlino i ministri degli Esteri dei sei Paesi fondatori
(per l’Italia Paolo Gentiloni) si riu-
niranno per una prima valutazione del voto. I risultati di questo incontro così come il senso del colloquio Renzi-Hollande di stasera a
Parigi formeranno oggetto dell’audizione che il premier avrà in
Parlamento lunedì prima di salire
al Quirinale per il consueto pranzo
alla vigilia del vertice europeo.
Renzi incontra a Palazzo Chigi anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano e i presidenti delle
commissioni Esteri di Camera e
Senato Fabrizio Cicchitto e Pier
Ferdinando Casini. Un primo confronto tra le due visioni Pse-Ppe
sul futuro dell’Europa all’indomani del voto nel Regno Unito.
«Questo - osserva Renzi - è il
tempo della lucidità, dell’equilibrio, della forza calma, che in un
momento non semplice può vederel’Europatornareprotagonista.Il
25marzo2017ricorderemoaRoma
i 60 anni della firma dei primi Trattati. Vogliamo arrivare a questo
appuntamento coinvolgendo tutte le istituzioni europee e i nostri
partner, segnando un lavoro comune di condivisione e di unità».
Perché «il mondo che verrà ha
molto bisogno di Europa. Dell’Europa dei valori, dell’innovazione,
del coraggio, della passione, della
cultura e della democrazia. Il mondo che verrà ha bisogno dell’Europa dell’umanesimo». Siamo convinti, aggiunge Renzi, «che questa
Europa sia la nostra casa: va ristrutturata, forse rinfrescata ma è
la casa del nostro domani».
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IMAGOECONOMICA
postate lui, perché la responsabilità - a
questo punto - si espande e varca i nostri
confini. E da oggi il premier sarà obbligato a lavorare non solo sulla vittoria - più
indispensabile di ieri - ma anche su un
percorso che non lasci Governo e Parlamento in balia dell’incertezza. Di questo
passaggio sarà chiamato a renderne conto alle massime istituzioni italiane ed europee. E su questa ipotesi si muoverà la
politica italiana in questa estate prima
del referendum.
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APPROFONDIMENTO ONLINE
«Politica 2.0 - Economia & Società»
di Lina Palmerini www.ilsole24ore.com
Quirinale. Il capo dello Stato ieri a Lubiana
Mattarella: rispetto
e rammarico,
ora rilanciare la Ue
Lina Palmerini
ROMA
p«Particolarmente oggi va
Europa casa nostra Il premier Matteo Renzi
ROMA E I PARTNER UE
Rischi e opportunità, lo scenario per l’Italia
L’
uscita della Gran Bretagna
dall’Unione europea per
l’Italia può prospettarsi come lo
scenario migliore - nel senso di
meno drammatico - tra quelli che
si prospettavano alla vigilia del
referendum. Al di là dello
sconcerto e al netto della
confusione in cui sembrano
sprofondati ieri i vertici delle
istituzioni comunitarie, il
“Remain” per l’Italia avrebbe
comportato molti più rischi.
Primo fra tutti quello di restare ai
margini se non addirittura esclusi
dal club ristretto a cui la
Germania - sottotraccia - aveva
già cominciato a lavorare per
costituire una sorta di
cooperazione rafforzata
partendo dal nucleo storico dei
fondatori più l’Austria, ma con
una pesante ipoteca per l’Italia,
alla quale non sarebbero stati
perdonati facilmente anni e anni
di inaffidabilità, soprattutto nel
rispetto della governance
economica. Ammessi nell’euro
grazie all’opera di Carlo Azeglio
Ciampi ma con l’impegno di
rientrare al più presto nei
parametri di Maastricht, Roma
non si è mai neppure avvicinata
all’obiettivo. Con l’alibi di tenere
buoni i britannici e fare
comunque passi avanti
nell’integrazione, il nuovo
nocciolo duro dell’Unione a guida
tedesca, avrebbe potuto imporre
condizioni sempre più stringenti
per non restare relegati tra i
periferici. Sia chiaro, Brexit è
«mostruoso», ma quella
manovra è saltata e l’Italia ora ha
qualche chance in più di avere un
posto di peso al tavolo europeo.
(Giuseppe Chiellino)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
sottolineato come siamo legati al comune destino europeo. Intendiamo riaffermare
la validità storica e l’importanza per il futuro dei nostri
giovani dell’Unione europea
e delle sue prospettive che
vanno rilanciate con convinzione». Non ha sentito il bisogno di lunghi discorsi, Sergio
Mattarella. Quello che ieri intendeva trasmettere – mentre
era a Lubiana con i presidenti
tedesco, austriaco e croato –
era un senso di marcia che
non cambia. La costruzione
europea non si ferma né deve
arretrare e non a caso ha citato i giovani che sono stati i più
convinti europeisti nelle urne
britanniche. Sono loro – più
che le generazioni adulte –
che hanno votato per il “Remain”, convinti dell’idea che
l’Ue abbia un senso e dei benefici ed è questa visione che
secondo Mattarella va preservata e rilanciata.
Lo dice a Lubiana nella giornata delle celebrazioni del
25esimo anniversario dell’indipendenza della Slovenia. E
parte da questo appuntamento condiviso con altri suoi
omologhi europei per esprimere il senso di questa giornata. «È significativo che questo
incontro a Lubiana tra Paesi
dell’Ue avvenga dopo aver conosciuto l’esito del referendum britannico. Esito che rispettiamo anche se è motivo
di rammarico. Ma le prospettive europee vanno confermate e rilanciate con convinzione». E alcuni giorni fa
quando lo spettro di Brexit
aleggiava aveva già indicato la
strada obbligata per l’Unione:
«Non ci possono essere ritor-
«DESTINO COMUNE»
«Particolarmente oggi va
affermato come siamo legati
al comune destino europeo.
Riaffermiamo l’importanza
dell’Ue e delle sue prospettive»
ni al passato, passi indietro:
l’Europa è un cantiere aperto
che va completato». Ieri del
dopo-Brexit si è parlato alla
cena offerta dal Presidente
della Repubblica di Slovenia,
Borut Pahor, con il Presidente
Federale della Repubblica
d’Austria, Heinz Fischer, il
Presidente della Repubblica
Federale di Germania, Joachim Gauck, il Presidente dell’Ungheria e la Presidente della Repubblica di Croazia, Kolinda Grabar-Kitarovi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le opposizioni. Berlusconi chiede la revisione dei trattati europei e un congresso del Ppe per rifondare l’Europa - M5S: «L’Europa o cambia o muore»
Le regole. La Costituzione vieta il voto popolare sui Trattati
Salvini: referendum anche da noi
Quella consultazione
che per ora non si può fare
Barbara Fiammeri
Manuela Perrone
ROMA
pRevisione dei trattati europei
definito quello di ieri «un gran bel
giorno», annunciando che la Lega
raccoglierà le firme per una legge
costituzionale che consenta «anche agli italiani di poter decidere
come hanno fatto gli inglesi»
l’uscita dalla Ue. Il leader del Carroccio poi strapazza Fi. «Deve
scegliere se stare con banchieri e
massoni come ha fatto Renzi, per-
e congresso straordinario del Ppe
per rifondare l’Europa. Nel giorno di Brexit Silvio Berlusconi sceglie di far sentire la sua voce per
mettere in chiaro la posizione di
Fi e distanziarsi dal fronte lepenista di Matteo Salvini, tornato prepotentemente a chiedere il referendum per l’uscita dalla Ue. «È LA TERZA VIA
urgente ricostruire l’Europa co- I Cinque stelle rivendicano
me comunità politica basata su una terza via per l’Europa:
valori condivisi, prima che eco«Diversi sia dal disfattismo
nomica o burocratica». Di qui la
proposta - contenuta in una nota - leghista che dall’europeismo
di rivedere «al più presto i trattati cieco del Pd»
europei laddove essi si sono dimostrati inefficaci o dannosi».
Ma il posizionamento di Berlu- ché l’alternativa a questo governo
sconi ha anche e soprattutto un ri- non ammette ambiguità». Un aut
svolto interno, arrivando alla vi- aut a cui difficilmente oggi la delegilia della kermesse organizzata gazione forzista che si recherà a
dalla Lega oggi a Parma per la co- Parma darà una risposta. «La Lestruzione de «il Cantiere» del ga - ricorda il capogruppo al Senacentrodestra. Matteo Salvini ha to Paolo Romani - ha da sempre
una posizione diversa e non solo
sull’Europa: con loro siamo stati
alleati anche quando promuovevano la secessione e bruciavano il
tricolore e abbiamo governato assieme e continuiamo a farlo in
tante amministrazioni». «Ma la
nostra - aggiunge Romani che oggi sarà a Parma assieme a Brunetta, Toti e alla leader di Fdi Meloni
- è una posizione diversa anche da
quella di chi accetta il predominio
tedesco contro il quale Berlusconi nel 2011 pagò un prezzo altissimo». In casa Cinque Stelle Brexit
ha invece scatenato più di un mal
di pancia tra gli attivisti per la linea assunta ufficialmente dai vertici: no all’uscita dell’Italia dalla
Ue, che però «o cambia o muore»,
sì a un referendum sull’adozione
di una nuova moneta nazionale al
posto dell’euro come previsto da
un ddl costituzionale di iniziativa
popolare già depositato in Senato
un anno fa, via lunga e impervia.
È vero che il direttorio ha difeso il referendum britannico, con
il candidato premier in pectore
Luigi Di Maio che ha sottolineato
come «quella di chiedere ai cittadini un parere sugli argomenti
decisivi per i popoli» sia «la strada più cara al Movimento»: la democrazia diretta. Ma nessuno del
direttorio o degli eletti arriva a
proporre un analogo referendum in Italia.
Diversi gli umori della base. Lo
dimostrano le dure reazioni a un
post del M5S Europa pubblicato
sul blog di Beppe Grillo, modificato rispetto a uno quasi identico
dello scorso gennaio per inserire
questo chiarimento: «Il Movimento è in Europa e non ha nessuna intenzione di abbandonarla». Il nostro impegno costante è
«trasformare l’Ue dall’interno».
Il posizionamento è netto. «Il
M5S - dice l’europarlamentare
Piernicola Pedicini - rappresenta e propone la terza via tra il disfattismo della Lega e l’europeismo cieco del Pd».
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Le posizioni dei partiti di opposizione
FORZA
ITALIA
«Occorre dare una risposta immediata da parte di
chi l’Europa l’ha pensata e voluta. È urgente
ricostruire l’Europa come comunità politica
basata su valori condivisi, prima che economica o
burocratica, vissuta dagli europei come la loro
patria e non come un’imposizione». Lo dice Silvio
Berlusconi che chiede al Ppe «un congresso
straordinario
LEGA
NORD
La Lega Nord inizierà la raccolta di firme per una
proposta di legge di iniziativa popolare che
permetta agli italiani di esprimersi sui trattati
europei sul modello del referendum inglese sulla
Brexit. «Evviva il coraggio dei liberi cittadini!
Cuore, testa e orgoglio battono bugie, minacce e
ricatti. Grazie Uk, ora tocca a noi» dice Salvini
MOVIMENTO
CINQUE STELLE
«La Gran Bretagna è fuori dall’Ue e Cameron si è
dimesso. Lo hanno deciso i cittadini britannici
con il referendum. È la strada più cara al M5S,
quella di chiedere ai cittadini un parere sugli
argomenti decisivi per i popoli. Nessun governo
deve aver paura delle espressioni del proprio
popolo». Lo scrive il M5S sul blog di Beppe Grillo
pIl referendum per l’uscita dal-
l’Unione europea come vorrebbe
la Lega, così come il referendum
per l’uscita dall’euro come sembrano proporre in questa fase i grillini,
è al momento poco più che uno slogan. Perché referendum di questo
genere, e il dato sembra sfuggire al
dibattito di queste ore, da noi non si
possono fare. La nostra Costituzione prevede solo il referendum
abrogativo e all’articolo 75 esclude
chiaramente«leleggitributarieedi
bilancio, di amnistia e di indulto, di
autorizzazione a ratificare trattati
internazionali». L’euro fu istituito
nel 1998 con un atto dei Capi di Stato e di governo europei e la sua “esistenza” è parte costitutiva di tutti i
Trattati firmati dopo e recepiti dai
vari Stati con voto parlamentare. E
val la pena ricordare che i Trattati
internazionali rientrano nella categoria della legislazioen primaria,
quindi di rango superiori rispetto
alle normali leggi ordinarie. Se la
Lega o il M5s volessero portare a
compimento i loro slogan dovrebbero far approvare dal Parlamento
unamodificacostituzionaleequindi con la procedura rafforzata prevista dall’articolo 138 (doppia letturaconpausaditremesievotofinale
amaggioranzaassoluta).Eanchein
caso di approvazione della riforma
costituzionale al referendum di ottobre, il processo di revisione della
Cartaresterebbebicamerale.IlDdl
Boschi prevede tuttavia l’istituzione di referendum «propositivi e di
indirizzo», che per essere utilizzati
devono però essere a loro volta essere prima regolamentati da un’altra legge costituzionale... E alla fine
del lungo percorso (per il Ddl Boschi ci sono voluti due anni) c’è poi
sempre la quasi certezza del referendum confermativo come quello che si terrà ad ottobre (previsto
se la modifica costituzionale è approvata con meno dei due terzi dei
voti del Parlamento).
Em . Pa.
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Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
13
Shock Brexit
Il ministro
«Le regole esistenti sono buone ma vanno attuate considerando
altri obiettivi: crescita, creazione di posti di lavoro e solidarietà»
IL VERTICE ALL’ECONOMIA
LE REAZIONI
IN ITALIA
Doppio tavolo a Palazzo Chigi e Mef
Gli esiti del referendum inglese sono
stati discussi ieri dal Governo prima
alla riunione convocata dal premier
Renzi a Palazzo Chigi e poi, al Mef, dal
Comitato per la salvaguradia della
stabilità finanziaria che ha valutato le
condizioni di settore bancario,
assicurativo, mercati finanziari e dei
titoli di Stato
«Rinnovare il modello europeo»
L’Europa ha «bisogno di più
leadership e di una visione che vada
oltre l’attuazione delle regole esistenti
che sono buone ma che devono essere
attuate in un modo che prenda in
considerazione altri obiettivi come la
crescita», la creazione di lavoro e la
solidarietà, ha detto il ministro
dell’Economia Pier Carlo Padoan (foto)
«Effetti limitati sull’economia»
Brexitavràeffettilimitati
«sull'economiarealeitaliana.La
soliditàdeifondamentalidelleimprese
torneràprestoaprevaleresulla
volatilitàdeimercatifinanziari»».A
dirloilComitatoperlasalvaguradia
dellastabilitàfinanziariaacuiha
partecipatoancheilgovernatoredi
BankitaliaIgnazioVisco(fotoadestra)
Titoli di Stato, mercato stabilizzato
«Il mercato dei titoli di Stato secondo il Comitato dove siedeva
anche il presidente della Consob
Giuseppe Vegas (foto a destra) - è
stabilizzato dai programmi della
Banca centrale europea e dal
percorso di aggiustamento delle
finanze pubbliche perseguito dal
Governo»
«Effetti limitati sull’economia reale»
Padoan, Visco e Vegas riuniscono il comitato stabilità: i fondamenti del sistema bancario restano solidi
Rossella Bocciarelli
p«Che cosa succede dopo è una
domandadafarealRegnoUnito.per
quanto riguarda gli altri Paesi dell’Unione Europea, stiamo monitorando attentamente gli sviluppi sui
mercati finanziari». Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha
risposto così, ieri mattina, in un’intervista alla rete televisiva americana Cnn, programmata da tempo,
nella quale forse non si aspettava di
dover commentare in diretta lo sbigottimento dei mercati mondiali di
fronte al cataclisma Brexit. Padoan
ha evidenziato che il risultato britannico va ora affrontato in un modo costruttivo e propositivo per
l’Europa. «Non penso – ha spiegato
– che il gioco di dare la colpa a qualcunociporteràdaalcunaparte.Èresponsabilità collettiva della classe
politica europea e dei leader europei. Abbiamo bisogno di più leadership e di una visione che vada oltre
l’attuazione delle regole esistenti,
che sono buone ma che devono essere attuate in un modo che prenda
in considerazione altri obiettivi.
Come la crescita e la creazione di
posti di lavoro e la solidarietà».
Comeavevagiàspiegatoalnostro
giornale, il ministro dell’Economia
haripetutoiericheilmaggiorrischio
in Europa, ora, è politico. «C’è il rischio di un effetto-domino, questa
probabilmente è una delle implicazioni più importanti del voto sulla
Brexit. C’è un diffuso sentimento
che l’Europa dev’essere profondamente riformata e che in caso contrario è meglio uscire dal gioco. Pen-
VERTICE D’URGENZA
Il ministro dell’Economia
e il Governatore di Bankitalia
di prima mattina a Palazzo
Chigi da Renzi per valutare
i rischi della situazione
so che sia la risposta sbagliata. Quelli
che credono che l’Europa è parte
della soluzione devono fare di più
per progettarla».
Intanto, da parte delle autorità
monetarie il monitoraggio sui mercati è continuo. Il ministro e il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, hanno partecipato assieme all’incontro avvenuto di prima
mattina a Palazzo Chigi; hanno poi
preso parte alla riunione del Comitato per la salvaguardia della stabili-
La strategia. L’effetto contagio rimane l’impatto potenzialmente più grave
Garanzia europea dei depositi
pressing italiano al tavolo Ue
Dino Pesole
pNel giorno della Brexit, la
preoccupazione principale
resta quella del possibile effetto contagio. Non si sminuisce, tra Palazzo Chigi e Via
Venti Settembre, l’impatto
economico/finanziario della
vittoria del “leave”. La fase di
pesante fibrillazione dei mer-
L’OPPOSIZIONE TEDESCA
Nel governo ci si chiede
se lo shock prodotto da
Brexit allenterà finalmente
le resistenze tedesche
sull’unione bancaria
cati era già nelle simulazioni
condotte nei giorni scorsi,
con riferimento allo scenario
che poi si è materializzato appena diffuso il responso del
referendum. E si comincia a
ragionare sui rischi potenziali
di medio periodo, sul fronte
dei tassi e dello spread (ieri a
RISPOSTA FORTE
Unione bancaria
 La Brexit ha riportato in primo
piano il tema del completamento
dell’Unione bancaria. Lo shock
dopo l’uscita del Regno Unito dalla
Ue potrebbe finalmente rimuovere
la tetragona opposizione tedesca
alla garanzia europea dei depositi
Garanzia europea dei depositi
La garanzia europea dei
depositi - si ragiona nel Governo potrebbe essere la prima risposta
politica forte e decisa.
Rassicurerebbe cittadini e
risparmiatori disorientati, e anche
i mercati

Il rischio effetto a catena
L’imperativo è evitare un
pericoloso effetto di crescente
incertezza tra i risparmiatori. «Il
possibile effetto a catena - ha
ribadito ieri Padoan - è una delle
implicazione più importanti
del voto»

quota 160 punti base, un livello fortunatamente lontano
dalla soglia di allarme). Si
guarda alla tenuta del sistema
bancario e si ragiona sul bail
in. E la linea è quella espressa
dal Governatore della Banca
d’Italia, Ignazio Visco: la trattativa con la Commissione
europea sul nuovo set di regole entrate in vigore quest’anno «per noi è stata una sconfitta». E allora, sul filo delle trattative diplomatiche di queste
ore febbrili si riaffaccia il tema
fondamentale del completamento dell’unione bancaria.
Lo shock prodotto dall’uscita
della Gran Bretagna dall’Unione europea potrà finalmente rimuovere la tetragona
opposizione tedesca alla garanzia europea dei depositi?
Quella, sì – si ragiona all’interno del Governo – potrebbe essere la prima risposta politica
forte e decisa. Rassicurerebbe cittadini e risparmiatori disorientati, e anche i mercati. Il
fattore tempo è decisivo: è
dunque – se vero pressing sarà – occorrerà condurlo in
tempi brevi, non certo su orizzonti temporali indefiniti.
«Effetti limitati» sul nostro
paese, rassicura non a caso di
prima mattina il comunicato
emesso dal Comitato per la
salvaguardia della stabilità finanziaria, che pone particolare enfasi sulla «solidità dei
fondamentali» del sistema
bancario. Situazione da monitorare ad horas, stante il livello delle sofferenze, ma l’imperativo categorico è evitare
che si ingeneri un pericoloso e
difficilmente gestibile effetto
di crescente incertezza se non
di «pre-panico» tra i risparmiatori. Ritorna lo spettro del
contagio su cui torna con determinazione il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan in un’intervista alla Cnn, da
contrastare con ogni mezzo.
«Il possibile effetto a catena –
ribadisce – è una delle implicazioni più importanti del voto sulla Brexit».
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tà finanziaria, alla quale ha preso
parte anche il presidente della Consob, Giuseppe Vegas. In quella sede
è stata compiuta una valutazione
delle condizioni del settore bancario, di quello assicurativo, dei mercatifinanziariedelmercatodeititoli
distato.Inquest’ultimocaso,lagiornata ha portato un ampliamento del
differenzialedirendimentotraBTP
e Bund di 31 punti base, a 155 p.b. sulla
scadenza a dieci anni; ma nei primi
scambi lo spread contro il Bund era
arrivato intorno ai 190 punti base.
Nella riunione è stato ricordato, del
resto, che il mercato dei titoli di stato è stabilizzato dai programmi della Bce e dal percorso di aggiustamento delle finanze pubbliche perseguito dal Governo. Il Comitato ha
sottolineato, inoltre, che l’uscita del
Regno Unito dall’Unione europea
«avrà effetti comunque limitati sull’economiarealeitaliana.Lasolidità
delle imprese – si afferma nella nota
di via XX Settembre – tornerà presto a prevalere sulla volatilità dei
mercati finanziari».
Quantoallebanche,pesantemente sotto tiro sui mercati di tutta Europa,lanotadelMefaffermache«ifondamentali del sistema bancario restano solidi. In un contesto di volati-
lità generalizzata a livello globale, le
autorità seguono con attenzione la
situazione». Un’attenzione, c’è da
aggiungere, che si è concretizzata ieri anche in un G7 telefonico, oltre al
collegamento costante e continuo
della Banca d’Italia con Francoforte.
Oggi, d’altra parte, anche Visco,
come gli altri banchieri centrali dei
paesi avanzati, sarà a Basilea per la
riunione annuale della Bri, occasione utile per un confronto diretto e
anche per definire, se necessario, i
passaggi di una decisione coordinata,invistadellariaperturadeimercati di lunedì. Al Sole 24 Ore nei giorni
scorsiilGovernatoreavevaspiegato
che di fronte a un esito “Leave” le
banchecentralieranogiàpronteafare la loro parte per ridurre gli effetti
negativi. Come? «Si potrebbe intervenire – aveva spiegato – attraverso
operazioni di swap, avviare interventi specifici di rifinanziamento,
qualora se ne creasse il bisogno e poi
c’è sempre la leva dei tassi, forse poco utilizzabile dalla Bce ma ancora
manovrabile da parte della Bank of
England. Le banche centrali – aveva
concluso Visco – sono insomma attrezzate per rispondere a un’eventuale turbolenza».
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Effetti sui conti, le variabili in gioco
FOCUS. IPOTESI MODELLO «ATLANTE»
Al via le grandi manovre
per la rete di sicurezza Ue,
possibile ruolo delle Casse
Laura Serafini
QUADRO MACRO
DEBITO PUBBLICO
L’obiettivo di crescita del Pil
all’1,2% nel 2016 verrà
probabilmente corretto al ribasso
con la nota di aggiornamento al
Def di fine settembre. In caso di
ulteriore rallentamento
andrebbe rivisto anche il target
del deficit attestato per ora al
2,3% del Pil quest’anno e
all’1,8% nel 2017. Una variabile
con inevitabili impatti nel
negoziato con Bruxelles sulla
flessibilità. Il quadro potrebbe
peggiorare in caso di forte
instabilità finanziaria e rendere
più ardua la prossima manovra
Uno dei punti più sensibili
per l'Italia riguarda il debito
pubblico, giunto al 132,7% del
Pil nel 2015 e la cui traiettoria,
secondo le stime del
Governo,dovrebbe iniziare a
scendere quest'anno. Il
percorso di riduzione del
rapporto con il Pil fissato nel
Def di aprile prevede un target
a fine 2019 del 123,8%, di ben
9 punti percentuali inferiore
ai livelli attuali. Con la Brexit il
possibile allargamento degli
spread potrebbe indurre a una
correzione di questo scenario
IL DEFICIT 2016
2,3%
IL TARGET NEL 2019
123,8%
L’
effetto Brexit sui mercati e il forte impatto,
come del resto immaginabile,
che già ieri si è visto sui titoli
bancari potrebbe portare all’attivazione di una rete di sicurezza che non escluderebbe la
discesa in campo di veicoli europei da costituire ex novo.
Veicoli che, sul modello del
fondo Atlante varato in Italia
per andare a sostegno degli aumenti di capitale degli istituti
di credito non sottoscritti dagli
investitori, potrebbe essere attivato in caso di emergenza per
entrate nel capitale di banche
che finissero al centro della
speculazione dei mercati. Uno
scenario che si è visto nel 2008
dopo il crack Lehman e successivamente nella fase della crisi
dei debiti sovrani. La differenza rispetto ad allora è che oggi,
con l’entrata in vigore in Europa dell’Unione bancaria e delle
nuove regole del bail-in, che
pongono gli oneri del fallimento a carico di azionisti e obbligazionisti subordinati, operazioni di salvataggio dei governi nel capitale delle banche in
difficoltà, come si è visto in
molti paesi europei dopo il
2008, non sarebbero più possibili. Soprattutto perchè scatterebbero immediatamente le
procedure per aiuti di Stato.
Ecco allora che già nei mesi
scorsi, nelle procedure di
emergenza simulate da governi e autorità europee nel caso
di un’uscita della Gran Bretagna dalla Ue, era stato ipotizzato di ricorrere a un nuovo strumento di intervento comune
che non possa essere catalogato come un veicolo pubblico.
La preoccupazione di fondo,
come si è già visto nelle precedenti crisi, è che una fase prolungata di attacco speculativo
sugli istituti più fragili può ridurre eccessivamente la capitalizzazione in Borsa portando
la banca al default. Certo, nei
mesi scorsi non si pensava certo che questo nuovo strumento di emergenza avrebbe dovuto mai decollare. Da ieri invece
il film è cambiamento e molti
soggetti europei sarebbero già
al lavoro per mettere a punto le
modalità di costituzione e funzionamento: tra i candidati a
LA STRATEGIA
Sarebbe al vaglio
la costituzione di
un veicolo europeo per
proteggere le banche
da attacchi speculativi
entrate nel capitale del veicolo
e a mettere fondi ci sarebbero
le Casse, come la Cassa depositi e prestiti , la francese Caisse
des dépots et consignation e la
tedesca Kfw. Ma sarebbero solo alcuni dei soggetti coinvolti:
difficile che si possa fare ricorso alle banche, come nel caso
del fondo Atlante, forse più
probabile il coinvolgimento di
fondi e istituzioni internazionali che possano fare investimenti diretti in equity o attivare meccanismi di garanzie.
L’auspicio, probabilmente, è
che un simile strumento non
debba mai scendere in campo,
nella speranza che la forte volatilità dovuta alla reazione a
caldo rispetto a un risultato
inaspettato possa rientrare
nelle prossime settimane.
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Salute. La candidatura per la nuova sede Ema: a Milano, nel Tecnopolo
Lorenzin: «In Italia
l’Agenzia dei farmaci»
Roberto Turno
p«Certo, l’Italia si può candi-
dare. Io ci credo: ha i titoli, le
qualità e le competenze. La nostra Aifa è un modello che tutti
ci invidiano. E penso che il Tecnopolo di Milano sarebbe la sede ideale». Brexit potrebbe “regalarci” almeno un successo: la
nuova casa dell’Ema, l’agenzia
europea dei farmaci, che da
sempre è a Londra ed è diretta
dall’italiano Guido Rasi. Ma
che con l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa, dovrà per
forza di cose trasferirsi. Ma intanto Beatrice Lorenzin, ministra della Salute, in questa conversazione con Il Sole 24 Ore,
candida a pieno titolo l’Italia.
Perché abbiamo «le carte in regola». Nei tempi che saranno
decisi e non senza concorrenza, forse Svezia e Norvegia. Ma
l’Italia potrebbe partire già con
più chance. In una Brexit della
salute dai risvolti imprevedibili
e temibili. Non a caso le industrie europee del farmaco hanno messo in guardia: «Vanno
tutelati i pazienti». Mentre il
presidente di Farmindustria,
Massimo Scaccabarozzi, ha ricordato le «conseguenze rilevanti nel settore farmaceutico» della Brexit e proposto di
portare l’Ema in Italia.
Ma quel che preme a Lorenzin ricordare, sono le stime de-
gli effetti sanitari della Brexit.
«Si calcola che entro il 2020 in
Gran Bretagna la spesa pro capite diminuirà di 135 sterline. E
che si creerebbe una pericolosa instabilità sia nei servizi che
in ambito industriale». Ma
non basta: «Ci saranno ricadute sui ricercatori e sui medici e
gli infermieri di cui il Nhs ha
bisogno». E gli effetti sulla circolazione dei pazienti? «Al
buio - afferma Lorenzin - c’è da
fare molta attenzione. Senza
scordare che molti inglesi
vengono nel Continente a curarsi. Gli accordi che verranno
chiariranno tutto, con la delicatezza del caso. Fare allarmi
adesso è sbagliato, anche perché i vorrà tempo».
Una cosa è sicura: per medici,
ricercatori e infermieri la Gran
Bretagna sarà più lontana. E a
pagare sono i giovani: l’esodo è
soprattutto di neolaureati che
se ne vanno e si iscrivono direttamente all’Ordine inglese, non
a quello italiano. In 2.300 nel
2015 hanno lasciato casa per i
Paesi europei, molti verso la
Gran Bretagna, anche se non è
possibile stimarli perché non
hanno l’obbligo di comunicare
al ministero dove si trasferiscono. Ma al ministero sono certi:
le valigie le fanno loro. Neolaureati e senza lavoro.
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Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
14
Shock Brexit
Le imprese
Gozzi: l’Unione abbia più coraggio nel sostegno dell’acciaio
Marenzi: Londra era un avversario nella battaglia sul «made in»
LE RICADUTE SULL’ECONOMIA REALE
ITALIA-REGNO UNITO
GLI INDICATORI
ECONOMICI
Esposizione all’export dei principali
settori manifatturieri
Il grafico rappresenta la quota
percentuale rappresentata dalle
esportazioni verso il Regno Unito
per ogni singolo comparto e il valore
della stessa quota per l’intero
settore manifatturiero italiano per il
quale la Gran Bretagna è il quarto
mercato di sbocco
Bevande
12,8%
Abbigliamento
7,3%
Mobili
10,1%
Altri mezzi
di trasporto
6,4%
Autoveicoli
7,8%
Manifatturiero
5,5%
22,5 miliardi
Valore export verso il Regno Unito
Nel 2015 le imprese italiane hanno
esportato 22,484 miliardi di euro
di prodotti verso il Regno Unito: al
primi posti mezzi di trasporto (3,3
miliardi), macchinari (3,1 miliardi),
alimentare (2,9 miliardi) e tessile
abbigliamento (2,8 miliardi)
La classifica delle regioni italiane più
esposte sulle esportazioni
Nel grafico la quota percentuale
rappresentata dalle esportazioni
verso il Regno Unito per ogni regione
e il valore della stessa quota per
l’Italia. Sul dato della Basilicata, in
particolare, pesa lo stabilimento Fca
di Melfi. L’Italia, per contro, importa
dal Regno Unito per 10,6 miliardi
Boccia: niente panico, è ora di reagire
Il presidente di Confindustria: «I fondamentali dell’Europa sono a posto. Il trauma diventi opportunità»
Nicoletta Picchio
ROMA
pUsa l’inglese: «Don’t panic». E
poi torna all’italiano per spiegare
perché non bisogna farsi prendere
dalpanico:«ÈevidentechelaBrexit
causerà ansia sui mercati ed effetti
speculativi,manondimentichiamo
che i fondamentali dell’Europa sono a posto: è il mercato più ricco del
mondo e ha un debito aggregato inferiore a quello degli Usa».
Vincenzo Boccia commenta
l’esito del referendum inglese, appena conosciuti i dati ufficiali sul risultato. Ora la sfida che l’Europa si
trova davanti è quella di «trasformare Brexit da trauma a grande opportunità». Il presidente di Confindustria analizza la storia della Ue
perfareunariflessione:«L’Europaè
andata sempre avanti per traumi,
adessoèilmomentodireagire,bisogna puntare ad un’Europa della crescita, con politiche anticicliche».
Boccia prende come spunto una
frase di Simon Peres: «L’attesa della
guerra è peggiore della guerra». Per
poi aggiungere, riferendosi al nostro paese e non solo: «Dal 2008 siamo entrati in recessione e stiamo
ancora pensando a come agire».
Serveinveceun’azionerapidissima, insiste. Con nervi saldi anche
perché non è scontato il contagio:
«Un eventuale effetto domino va
letto in due direzioni. Da una parte
bisogna vedere come reagirà la
Gran Bretagna, dall'altra che capacità di reazione al trauma avrà l’Europa.PerchéselaUeinvertiràlarotta e risponderà con la crescita, gli effetti negativi peseranno solo in
Gran Bretagna e ci potrebbero non
essere effetti domino». È necessaria, secondo il presidente di Confindustria,un’Europacheabbiaunadimensionepiù«integrataepolitica»,
cheagiscaancherivedendoitrattati
«inunalogicadimaggioreflessibilità. Un’Europa che eviti i rapporti bilateralitrapaesi,chescambiausterità con crescita. È una delle grandi
questioni che l’Italia può porre».
A poche ore dal voto che ha ribaltato l’esito dei sondaggi non sono
ancora pronti i numeri per poter capire l'impatto di Brexit sulla nostra
economia e sugli scenari internazionali.Elapresentazionedeidatidi
previsione del Centro studi di Confindustria, prevista con una conferenza stampa in Confindustria ieri
mattina, è stata rinviata di qualche
giorno, a venerdì primo luglio, perché le proiezioni devono essere aggiornate. «Mi sento come uno che
aveva tutte le risposte pronte ma gli
hanno cambiato le domande», ha
ironizzato Boccia, spiegando che i
dati dovranno essere riattualizzati
alla luce dell'uscita della Gran Bretagna dalla Ue. «Ci siamo addormentati con il Remain, ci siamo svegliati con Brexit. Benvenuti nel
mondo del caos – ha aggiunto Boccia nel pomeriggio parlando a Desenzano all’assemblea di Assomac
–, che è il mondo degli italiani, noi lo
sappiamo già com’è, gli altri se ne
stanno accorgendo ora».
Perindicarelarottaversolaquale
laUesidovrebbeincamminareBoccia ha citato il politico francese, uno
dei padri fondatori della Ue, Jeanne
Monnet: «I miei obiettivi sono politici, le mie spiegazioni sono economiche». E, ancora dall’intervento a
Desenzano, il presidente di Confindustriaharibadito:«Brexitponeuna
questione europea, l’avrebbe posta
comunque, anche con la vittoria del
“Remain”dipochipunti»,sottolineando che «questa Europa o reagisce
o è destinata al declino. L’effetto dominopuòesserepositivoonegativo,
dipende da come reagisce questa
Europa». Per Boccia, con l’uscita
dellaGranBretagnadall’Unioneeuropea, «la grande partita si giocherà
in Europa e in Europa la giocheranno le imprese italiane e tedesche e
noi non possiamo aumentare i deficit di competitività» nei confronti di
quelle tedesche.
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Confindustria.
Il presidente
Vincenzo Boccia
è intervenuto
ieri sui possibili
effetti per
l’economia
italiana ed
europea legati
all’uscita della
Gran Bretagna
dalla Ue
Referendum costituzionale. Il Csc: da una bocciatura crollo del 4% del Pil e 600mila posti di lavoro in meno
Italia, timori legati al voto di ottobre
ROMA
pIl no al referendum costi-
tuzionale che si terrà ad ottobre peserebbe sul pil e sull’occupazione, rischiando di provocare una nuova recessione
per l’economia italiana tra il
2017 e il 2019. E determinerebbe il caos politico.
Dopo il sì deciso l’altro ieri
dal consiglio generale di Confindustria, il Centro studi delinea, sulla base di ipotesi altamente probabili, lo scenario
che si determinerebbe in caso
di bocciatura. Il quadro di previsione macroeconomico arriverà la prossima settimana,
aggiornato sugli effetti della
Brexit. «Se lo scenario di base
cambia, cambiano anche i livelli di riferimento, ma i differenziali restano», ha spiegato
il direttore del Csc, Luca Paolazzi. E quindi nel triennio
2017-2019 ci sarebbero 4 punti
in meno di pil, un calo di
600mila posti di lavoro e 20
punti percentuali in meno di
investimenti. Agli effetti economici si aggiungono quelli
LO SCENARIO
Ipotizzata dal Centro studi
di Confindustria una nuova
fase di recessione
per l’economia tra 2017 e
2019 in caso di vittoria del no
politici: un no al referendum
secondo il Csc causerebbe il
caos politico: «Il presidente
del consiglio sarebbe costretto, per coerenza con l’impegno assunto di cambiare il paese, alle dimissioni. Il presidente della Repubblica difficilmente riuscirebbe a formare
un nuovo governo, date le divisioni interne alla maggioranza attuale oltre che nell’opposizione. Verrebbero indette nuove elezioni e tenendo
conto che sarebbero in vigore
due sistemi elettorali diversi
per i due rami del Parlamento
potrebbe non esserci una
maggioranza parlamentare
unica, alimentando ulteriori
turbolenze e incertezze sulla
governabilità del paese».
Inoltre con la bocciatura della riforma costituzionale «la
reazione degli investitori sarebbe violenta, perché il no
verrebbe interpretato correttamente come incapacità dell’Italia di modernizzarsi».
La risalita è iniziata da poco
più di un anno e i livelli di reddito e occupazione sono ancora
molto bassi. Il paese, già provato, secondo il Csc dovrebbe
fronteggiare una nuova grave
emergenza economica, con
inevitabili spinte verso soluzioni populistiche.
N. P.
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L’impatto sulle imprese. Per Nomisma i comparti più esposti sono bevande e arredamento - Ma tra i settori la preoccupazione è misurata
Per il made in Italy in gioco 3 miliardi
Laura Cavestri
MILANO
pPanic? Tra le imprese italiane
proprio no. In compenso, abbondano i commenti caustici, chi fa spallucce e si toglie qualche “sassolino”
dalla scarpa. Anche se Brexit potrebbe costarci, tra le prime difficili
stime, attorno ai 3 miliardi di euro.
Per food, moda e meccanica la
GranBretagnaèunodiqueimercati (con Francia e Germania) che,
negli anni di crisi, ha permesso di
accrescere, o quanto meno di
“puntellare”, margini e fatturati.
Difficile stimare oggi se e quanto
potremmo perdere in questo mercato esigente, sofisticato e, sino ad
ora, con il portafoglio gonfio.
«L’Italia – ha spiegato Gregorio
De Felice, chief economist di Intesa
Sanpaolo – esporta verso il Regno
Unitoil7%,pariacirca22miliardidi
euro. Sulla base delle nostre valutazioni – nella peggiore delle ipotesi –
potremmo registrare un calo fino a
un valore massimo di circa 3 miliardi». Per 3 motivi, conclude De Felice: «minore crescita inglese, svalutazionedellasterlinaemaggioreavversione al rischio sui mercati ».
Ma c’è un’altra voce: il ritorno dei
dazi in dogana. «Anche ipotizzando tariffe contenute, secondo i profili adottati dalla Ue verso Paesi terzi – spiega Prometeia – il dazio me-
dio applicato alle imprese italiane
dopo Brexit potrebbe essere superiore al 5% , arrivando a pesare per
più di un 1 miliardo di euro. Aggravio che andrebbe a sommarsi a
quelli legati alla svalutazione della
sterlina». Made in Italy più costoso
e meno competitivo.
Secondo Nomisma, spiega il
managing director, Andrea Goldstein, «a soffrire di più potrebbero
essere vino e mobili, esposti rispettivasmente per 13 e il 10% del loro
export complessivo. Ma molto dipenderà dalla perdita di potere
d’acquisto degli inglesi, che, a sua
volta, dipenderà da se, come e in
che tempi si ridimensionerà la
piazza finanziaria londinese».
In Gran Bretagna food and wine
italiani sono richiestissimi (è il 2°
mercato europeo dopo la Germania e il 4° mondiale), con una crescitasenzasostaanchenegliannidicrisi: l’export ha raggiunto nel 2015 i 2,8
miliardi (+56,4% sul 2007). «Nonostante questo clima di incertezza –
ha affermato Luigi Scordamaglia –
l’export agroalimentare italiano
verso il Regno Unito continuerà a
crescere e la politica agricola europea potrà rafforzarsi con l’uscita di
un Paese che spesso si è opposto ad
un miglioramento degli standard
dei prodotti». Più preoccupato Roberto Snaidero, presidente di Fe-
derlegnoArredo: «Ci preoccupano
sia la svalutazione della sterlina, a
breve, sia la possibilità (a medio termine)didazi,dopolesofferenzegià
patite sul mercato russo. La nostra
politica di guardare agli Usa e alla
Cinaassumeancorapiùrilevanza».
«Non credo che per la siderurgia
ci saranno grandi differenze – ha
detto Antonio Gozzi, presidente di
Federacciai –. La siderurgia inglese
era in difficoltà. E senza più vincoli
avrà maggiore margine di manovra
per interventi di sostegno pubblico.
La Ue deve avere il coraggio di una
politicacomunesull’acciaio.Perchè
l’Unione è nata su questo settore».
«SedaunaparteUkrappresentail
4°mercatopernoi–hadettoClaudio
Marenzi, presidente di Sistema ModaItalia–oramaiLondra,comeParigi, rappresenta una destinazione di
transito verso altri paesi e che l’impattoperlenostreaziende,secisarà,
potrà essere alquanto limitato.
L’uscita della Gran Bretagna dalla
Ue ci fa, però, perdere un avversario
chehaosteggiatolanostraindustria:
dalla battaglia sulle produzioni in
Pakistan, al riconoscimento dello
status di economia di mercato alla
Cina,finoalMadeIn».
«Èquestoilmomentodellapolitica “alta”, che deve rispondere alla
domanda di una Europa meno burocratica e più vicina ai cittadini – ha
affermato Ivan Lo Bello, presidente
diUnioncamere–.Oraperòènecessario mantenere i nervi saldi. Bisogna cogliere l’occasione di questa
scelta dirompente, per rilanciare
una politica europea nuova, inclusiva e partecipata».
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Basilicata
14,7%
Emilia R.
6,2%
Abruzzo
10,5%
Veneto
6,0%
Campania
9,4%
Italia
5,4%
L’ANALISI
Giorgio
Barba Navaretti
Tra inganni
e illusioni
su commercio
e sovranità
L’
affabulatore Nigel Farage
dichiara «la vittoria della
gente normale». Fosse
onesto dichiarerebbe “la vittoria
dell’inganno alla gente normale”,
perpetrato da lui e i suoi compari
pro Brexit. A rendere chiaro il
senso dell’inganno è l’analisi
dell’impatto che il divorzio
dall’Europa avrà sull’economia
reale inglese e dunque sul reddito
dei sudditi britannici. Le stime più
accurate (Tesoro; Banca
d’Inghilterra; London School of
Economics) prevedono perdite
tra le 850 e le 4.500 sterline
all’anno per famiglia. La gente
normale starà peggio con la
Brexit. Soffriranno soprattutto le
fasce socialmente più deboli che
massicciamente hanno votato a
favore dell’uscita. E non verrà
sanata la frattura profonda nella
società britannica tra capitale e
periferia, tra un establishment
cosmopolita e una classe media
che si sente impoverita e
minacciata dalle migrazioni.
Il primo ingrediente
dell’inganno è l’illusione che la
Gran Bretagna possa fare a meno
dell’Europa. Dato il grado di
integrazione commerciale è
impossibile: il 51% del commercio
britannico è con la Ue. Il dato non
dipende solo dall’appartenenza al
mercato unico. Come predicono
tutti i modelli di commercio
internazionale, quel che conta è la
prossimità. Gli scambi con
l’Europa non potranno essere
rimpiazzati con scambi con aree
più lontane, l’America, la Cina, il
Giappone. L’Europa sarà sempre
il principale partner commerciale
dell’Uk. L’aumento delle barriere
commerciali significherà solo
minor ricchezza per il paese. Il
distacco dall’Europa, oltre ai costi,
pone anche problemi istituzionali
colossali. Non solo sarà
necessario negoziare un nuovo
status commerciale con l’Unione
Europea ma anche con tutti i
partner extra Ue con cui l’Unione
ha un accordo di libero scambio
concluso o in corso di
negoziazione. Significa, secondo
un’analisi di Bruegel, portare a
termine come minimo 24
negoziati commerciali. Non certo
un giro di valzer.
Il secondo inganno è che ci sia
l’opzione di liberarsi dalle regole
vessatorie che normano il
mercato interno europeo per
quanto riguarda le caratteristiche
dei beni. Negli scambi
commerciali, le così dette
barriere non tariffarie derivano
non tanto dall’intensità delle
regole, quanto dalla differenza
nelle regole. Ossia, se la Gran
Bretagna si darà regole diverse e
meno restrittive del resto
dell’Europa (ad esempio abolire
le cinture di sicurezza nelle auto)
dovrà comunque applicare la
normativa europea se vorrà
esportare nella regione. Si avrà
non una riduzione, bensì una
confusione costosa del quadro
regolatorio.
Il terzo inganno è che la Gran
Bretagna possa davvero
guadagnare margini di sovranità
rispetto all’Europa.
L’impossibilità della
disintegrazione commerciale
rende anche impossibile una
riconquista piena della sovranità,
se non a costi immensi. Gli scenari
istituzionali che s’ipotizzano sono
infatti tre, in ordine di crescente
disintegrazione. Essere parte di
un’area economica europea,
come Norvegia, Islanda o
Lichtenstein, per cui si
manterrebbe la libera
circolazione di beni, persone e
capitali e dunque si
preserverebbe una forte
integrazione economica. Oppure
concludere un trattato bilaterale,
come la Svizzera, che permette
libera circolazione di beni e
persone, ma non di servizi.
Ultima opzione, infine, nessun
accordo e lasciare che gli scambi
tra Gran Bretagna e Ue siano
governati dalle regole della
World Trade Organisation.
L’accesso della Gran Bretagna al
mercato europeo sarebbe
equivalente agli altri non membri
senza trattati preferenziali. Più ci
si sposta dal primo al terzo tipo di
accordo, più aumentano i costi
degli scambi con l’Europa.
Secondo uno studio della London
School of Economics, il calo del
reddito reale annuo sarà
dall’1,37% nella soluzione
Norvegia e del 2,92% nella
soluzione Wto. Ma più ci si sposta
dal terzo al primo, più si riduce la
sovranità, in termini di contributi
al bilancio europeo e di
adeguamento alle regole
europee. Trovare una soluzione
di compromesso non sarà ovvio. I
primi due schemi (che
prevedono libera circolazione
delle persone) difficilmente
potrebbero soddisfare la Gran
Bretagna, visto il profondo
sentimento anti immigrati che ha
caratterizzato il referendum. E,
vorrà l’Europa concedere libero
accesso nei propri mercati ai beni
e ai capitali di un paese che non
garantirà più il libero accesso ai
cittadini europei? L’esito finale
potrebbe essere che la Gran
Bretagna non possa davvero
permettersi di riguadagnare
sovranità rispetto all’Europa
(soluzione Wto), ma che un
compromesso meno drastico
non sia possibile. E se al
commercio reale includessimo i
servizi e il settore finanziario, il
quadro sarebbe ancora peggiore.
Alla fine gli ingannatori finiranno
ingannati e in un vicolo cieco loro
stessi. E, temo, noi con loro.
Davvero una brutta pagina.
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Il caso/1. Incognita fisco per le società residenti a Londra come il gruppo Fiat-Chrysler
Il caso/2. Ryanair con tariffe più alte, Easyjet chiede di restare nel mercato europeo dell’aviazione
Nuovi scenari per Fca e Ferrari
Più turisti in Uk e cieli nel caos
Andrea Malan
pLa vittoria della Brexit al refe-
rendum nel Regno Unito apre
scenari nuovi anche per Fiat
Chrysler, Ferrari e Cnh Industrial - le tre società della galassia
Agnelli (tutte e tre controllate
dalla holding italiana Exor) che
negli scorsi anni hanno spostato
la sede legale in Olanda e il domicilio fiscale in Gran Bretagna. La
necessaria rinegoziazione dei
trattati fra i Paesi Ue e Londra potrebbe infatti modificare la posizione fiscale e i rapporti fra la casamadre e le filiali italiane.
Interpellato una settimana fa
sull’eventuale impatto della
Brexit Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fca e di
Ferrari, aveva detto che l’evento
avrebbe su Fca « un impatto industriale minimo». Ieri un portavoce del Lingotto ha detto di non
prevedere «che l’uscita della
Gran Bretagna dall’Unione Europea abbia per Fca particolari impatti sul fronte industriale o di altro tipo». E ha aggiunto: «Non ci
attendiamo che il fatto di avere la
sede fiscale in Gran Bretagna
comporti conseguenze finanziarie o cambiamenti nella governance del gruppo».
Fabio Chiarenza, partner dello studio legale Gianni Origoni
ed esperto di fiscalità internazionale, spiega «le società che hanno residenza fiscale nel Regno
Unito e operano con partecipate
in Italia potrebbero, tra l’altro,
perdere - in caso di uscita dalla
Ue - i benefici della direttiva
“madre-figlia”, che prevede, rispettate certe condizioni, l’esenzione da ritenute sui flussi di dividendi, e quelli della direttiva
che permette, a talune condizioni, una simile esenzione sui pagamenti di interessi e royalties. I
benefici delle citate direttive so-
no stati estesi ai flussi da e verso
società localizzate in Svizzera in
forza di un accordo con l’Ue. Ove
il Regno Unito volesse accedere
agli stessi benefici una volta fuori dall’Unione dovrebbe negoziare un nuovo accordo». Resterebbero invece inalterati i trattati contro la doppia imposizione,
che sono bilaterali.
C’è infine la questione (più generale) dei dazi che potrebbero
in teoria essere reintrodotti su
prodotti e servizi in entrata e
uscita dal Regno Unito. A proposito di Cnh Industrial, che ha uno
stabilimento in Gran Bretagna,
Marchionne aveva detto che «abbiamo un’altra fabbrica in Austria che potrebbe compensare».
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MILANO
pA noi potrebbe convenire un
soggiorno estivo a Londra con
una sterlina improvvisamente
debole (e per ora senza dover ancora recuperare il passaporto).
In realtà, per le compagnie
aeree inglesi, e soprattutto per
le low cost che sul traffico tra
l’isola e il continente hanno basato la loro fortuna, si preparano tempi difficili.
Innanzitutto, viene meno lo
“spazio unico europeo” che garantisce diritti e doveri ( ma soprattutto libero volo in Europa e
Usa). Siccome il sistema, per la
Gran Bretagna, decade, tutte le
compagnie britanniche dovranno stipulare, ex novo, accordi
con l’Europa e con gli Usa.
«Con la Brexit viaggiare potrebbe ora diventare più costoso
e difficile – ha detto il direttore
marketing di Ryanair Kenny Jacobs –. La compagnia low cost
prevede, infatti, che ora, dopo la
vittoria del “leave” al referendum, le tariffe aumenteranno».
Un risultato – precisa Ryanair,
che in questi mesi si era apertamente schierata per “remain” –
che avrà un impatto sulle decisioni di Ryanair sui propri investi-
menti. Perchè la compagnia si è
detta pronta a spostare la propria
capacità altrove se la Gran Bretagna non garantirà una crescita.
«Rimaniamo convinti _ ha aggiunto l’amministratrice delegata di Easyjet, Carolyn McCall –
della solidità del nostro modello
di business e della nostra capacità
di proseguire con l’attuale strategia di successo e di garantire ritorni. Abbiamo scritto al governo
britannico e alla Commissione
europea chiedendo loro di porsi
come priorità la permanenza del
Regno Unito nel Mercato unico
europeo dell’aviazione, data l’im-
portanza per i consumatori e per
gli interscambi commerciali».
Il calo della sterlina, però, potrebbe portare ad aumenti, anche importanti, sui costi sia del
carburante aereo che di manutenzione dei velivoli.
In ogni caso, nel breve periodo, la costosa Londra – che resta
tra le città più visitate al mondo
(oggi è la seconda dopo Hong
Kong) con ben 17,4 milioni di visitatori nel 2014 – potrebbe rivelarsi più “abbordabile”.
Il processo di uscita dalla Ue
durerà 2 anni. Per ora si continuerà a viaggiare con carta
d’identità e tesserino sanitario
italiano, valido in tutta Europa.
L.Ca.
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Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
15
Shock Brexit
Gli interventi per l’economia italiana
A luglio la riforma del Fondo di garanzia, a settembre il piano incentivi,
nella Stabilità le misure per spingere ricerca e macchinari produttivi
INTERVISTA A CALENDA
LE REAZIONI
IN ITALIA
Un crocevia della storia
Secondo il ministro Carlo Calenda
non siamo di fronte va uno shock
macroeconomico isolato: «Dal 2008
ne abbiamo uno quasi ogni sei mesi
percheé siamo a un crocevia della
storia. E non finirà con Brexit, per
questo serve un assetto dei governi
sempre più forte in grado di
adeguarsi a questo cambiamento»
Impatto sull’export
Il ministro dello Sviluppo
economico sottolinea che
«abbiamo un export forte
verso la Gran Bretagna ma la
Sace ha stimato un impatto
contenuto che va da 600
milioni a 1,7 miliardi su 414
miliardi totali di export di
beni»
0,6-1,7
mld
La «perdita» sulle esportazioni
La perdita stimata dalla Sace per
l’export verso la Gran Bretagna
che vale in tutto 414 miliardi
«Il popolo chiede responsabilità»
«È stata la volontà espressa del
popolo e questo richiede a tutti noi
una grande responsabilità per
garantire il bene del popolo del
Regno Unito e anche il bene e la
convivenza di tutto il Continente
europeo. Così io spero». È questo il
pensiero di Papa Bergoglio su
Brexit
Confronto Pse-Ppe a Palazzo Chigi
Il presidente del Consiglio Renzi ha
incontrato a Palazzo Chigi il ministro
dell’Interno Alfano e i presidenti
delle commissioni Esteri di Camera
e Senato Fabrizio Cicchitto e Pier
Ferdinando Casini (foto). La chiave
dell’incontro sarebbe stato un
confronto tra le due visioni Pse-Ppe
all’indomani di Brexit
«Più investimenti per superare le paure dell’Europa»
«Servono flessibilità sul budget, politiche per le frontiere esterne e nuova governance» - «In Italia iperammortamento per il digitale»
di Carmine Fotina
u Continua da pagina 1
«A
d ogni modo in questi giorni saranno fondamentali le risposte europee, legate alla riunione di Berlino
di lunedì e al Consiglio Ue di martedì e mercoledì. Domani sarò a Bruxelles in preparazione
del Consiglio. Da questi due appuntamenti
dovranno necessariamente emergere le linee
guida, bisognerà far capire che di fronte a questa crisi c’è un’istituzione fatta di leader, idee,
proposte».
Qual è la risposta che l’Italia proporrà in
sede Ue?
Una risposta che parta dalla ridefinizione
della governance, che implichi una politica più
assertiva, istituzioni più rapide, una chiarezza
nel difendere i propri interessi a livello europeo molto più netta e penso ad esempio, dal
mio osservatorio, alla discussione surreale
chec’èstatasulpossibilericonoscimentodello
status di mercato alla Cina. E va sconfitta l’idea
che stare fermi o tornare indietro sia una forma
di protezione. Convinciamo i cittadini che per
non essere sconfitti dal futuro bisogna giocare
in attacco.
Ritiene concreti i rischi di emulazione
della Gran Bretagna?
Il rischio emulazione esiste e ha molte declinazioni, vedi Olanda e Polonia. Oggi la costruzione è molto fragile e la tentazione per le leadership nazionali di scaricare le responsabilità
sull’Europa è molto forte. Si innesca in questo
modo un circolo vizioso in cui la crisi europea
deriva da quella degli Stati membri e la rialimenta a sua volta. Al fondo vi è una crisi epocale delle democrazie occidentali. La globalizzazione, presentata ingenuamente all’inizio degli anni 90 come un processo lineare e senza
contraddizioni, ha portato 1 miliardo di persone fuori dalla povertà nei Paesi emergenti ma
ha spaccato in due le nostre società dividendo
nettamente vincitori e vinti. Anziani verso giovani, classe media verso élite, aziende internazionalizzate e domestiche. Le distanze sono
aumentate, la paura del futuro e il rifiuto della
modernità hanno preso il sopravvento. Anche
le innovazioni tecnologiche, velocissime,
spiazzano e spaventano.
Come uscirne?
Innanzitutto agendo sulle istituzioni in Europa come negli Stati Membri. Brexit fa detonare una crisi di governance che l’Europa già
aveva. Perché il modello intergovernativo come predominante rispetto a quello comunitario ne ha impaludato l’azione: sono tendenzialmente portato a dire che gli Stati membri hanno responsabilità molto grosse, come ho avuto
modo di vedere nel commercio dove la strategia di riportare competenze su basi nazionali
sta uccidendo la politica commerciale Ue. Anche qui la tentazione è quella di fermarsi. Ci dimentichiamo però che oggi l’Europa è l’area
del mondo con le più basse protezioni e che vive di export. Dobbiamo quindi, come dicevo,
tornare a giocare in attacco, completare attraverso gli accordi con Canada e Usa l’alleanza
dei Paesi che accettano regole uguali e stan-
dard elevati. Solo così riprenderemo in mano il
timone della globalizzazione riequilibrandone gli effetti.
Ma rafforzare la governance europea può
davvero bastare?
In questi mesi il dibattito sulle istituzioni è
stato molto contenuto per non influenzare il
referendum inglese. Ora però il re è nudo e
questo diventa il tema centrale. Ma il rimodellamento della governance, tanto su base europea quanto nazionale, è l’infrastruttura abilitante al di sopra della quale poggia ogni soluzione di policy efficace, anche per questo la riforma istituzionale è fondamentale in Italia.
Oltre al lavoro sulle istituzioni l’Europa ha bisogno di definire poche chiare priorità su cui
lavorare da domani. La dimensione esterna innanzitutto: dalla sicurezza e difesa comune, al
migration compact e alla politica commerciale.Insecondoluogogliinvestimentisucultura,
education e innovazione dove abbiamo bisogno di molta più libertà d’azione in termini di
budget europeo e nazionale. Gli investimenti
in capitale umano e innovazione sono gli unici
“
L’accesso al mercato unico
La posizione è «siete fuori»
ma sull’adesione allo Spazio
economico europeo servirà
essere pragmatici
I trattati Ttip e Ceta
Esce un grande sostenitore
del libero scambio ma con
Stati Uniti e Canada
dobbiamo andare avanti
Possibili misure
Pronti tutti gli scenari. Ma
decisivi i vertici europei dei
prossimi giorni: già
domani sarò a Bruxelles
capaci di chiudere i gap tra aziende, cittadini e
generazioni dando gli strumenti intellettuali e
materiali per affrontare il futuro con maggiore
consapevolezza. Attraverso gli investimenti si
curano le diseguaglianze sociali e culturali.
Ha in mente nuovi strumenti per rilanciare la crescita attraverso gli investimenti?
Lasciare più flessibilità agli Stati su questi
specifici capitoli. È importante poter adattare
le politiche di investimento alle specifiche esigenze degli Stati, stando molto attenti a considerare investimenti ammissibili solo quelli direttamente collegati all’attività economica. In
Italia ai fini della competitività investire in asili
nido è importante quanto investire in macchinari. Per fare tutto questo la politica deve riappropriarsi di un pensiero ampio e lungo, partendo da una profonda comprensione delle
paurechenutronoipopulismi.Aquestacrisidi
fiducia e identità si risponde con la forza calma
di una visione e con un piano “industriale” per
il Paese che va ben spiegato ai cittadini.
Si può ripartire dal piano Juncker o bisogna andare oltre?
Questa Commissione ha iniziato a invertire
la rotta, con il piano Juncker così come con la
comunicazione sulla flessibilità. Il piano Juncker va benissimo, va rafforzato, però adesso è
fondamentale dare spazio agli investimenti
nazionali,perchéogniPaesecontinuaadavere
lasuaspecificità.Maservecoraggio,nonscelte
a impatto ridotto.
Può farci qualche esempio?
Pensialmigrationcompactchel’Italiahapresentato alla Commissione.Finora i fondi per lo
sviluppo, 10 miliardi annui, sono stati dati senza
alcuna relazione con le priorità della migrazione. L’idea era rivedere questo meccanismo, finalizzando l’uso degli investimenti attuali e costruendo una linea di risorse proprie, europee,
che possono essere bond o linee di finanziamento che derivino da una tassa europea. Però
poi la Commissione, anche in vista del referendumbritannico,hasceltounasoluzionesuscala
ridotta dove l’elemento di risorse proprie non
c’è. È stato un errore che andrà corretto.
Avete elaborato stime sul possibile impatto-Brexit per la nostra economia reale?
Nell’indice di “sensitivity” elaborato da
S&P siamo penultimi. Abbiamo un export forte verso la Gran Bretagna ma la Sace ha stimato
un impatto contenuto che va da 600 milioni a
1,7 miliardi su 414 miliardi totali di export di beni. Dunque non sono preoccupato. Se mi chiede possibili impatti in termini di Pil derivante
dai riflessi di Brexit sulla crescita mondiale le
dico che in questo momento non lo sa nessuno.
Questo non è uno shock isolato, dal 2008 ne abbiamo avuto uno, economico o geopolitico,
ogni sei mesi perché siamo a un crocevia della
storia. E non finirà con Brexit, per questo serve
un assetto delle istituzioni sempre più forte in
grado di rispondere a questo cambiamento.
La Gran Bretagna è uno storico sostenitore del libero scambio. Non teme un colpo
mortale agli accordi Ttip con Stati Uniti e
Ceta con Canada?
Da un punto di vista di pesi all’interno del
consiglio il contraccolpo può sicuramente es-
AGF
Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda
LA RICHIESTA: FLESSIBILITÀ SU CAPITALE UMANO E INNOVAZIONE
Le risposte europee
 Per Calenda «il rimodellamento della
governance, tanto su base europea quanto
nazionale, è l’infrastruttura abilitante al di
sopra della quale vanno date risposte
concrete». Tra le priorità viene indicato un
piano ambizioso sulle migrazioni, passi avanti
sul settore della sicurezza e difesa comune
Gli investimenti
 «Occorre un intervento forte sulla
dimensione degli investimenti». In modo
particolare, l’Italia chiederà maggiore
flessibilità per gli investimenti in capitale
umano e innovazione, relativamente al
budget europeo e al budget nazionale.
Impatti diretti
 Nell'indice di “sensitivity” elaborato da S&P
l’Italia è penultima. La Sace ha stimato un
impatto contenuto che va da 600 milioni a 1,7
miliardi su 414 miliardi totali di export di beni
Le misure italiane
 Calenda parla anche di misure per la
crescita allo studio dell’Italia. Tra queste,
un’accelerazione ulteriore del
superammortamento, previsto oggi al 140%,
per investimenti per il digitale. A settembre
arriverà il piano industriale del ministero con
il taglio degli incentivi al quale lavora Enrico
Bondi
 A luglio invece la riforma del Fondo centrale
di garanzia «per renderlo più orientato agli
investimenti che al circolante. «Gradueremo
le coperture con un modello di rating
intermedi: non ha senso coprire tutto
all’80%, è più efficace aumentare il livello di
garanzie dove c’è una situazione più esposta o
difficile»
serci. Ma il problema è più profondo. Siamo
stati l’unico Paese europeo a supportare la richiesta della Commissione di approvare il
trattato con il Canada con il voto del Consiglio
e del Parlamento europeo senza passare per 38
parlamenti nazionali. Ci riempiamo la bocca
con alti proclami di europeismo ma poi quando si tratta di dare budget alla Commissione
per gestire le migrazioni o di riconoscerne la
competenza sulla politica commerciale come
previsto dai trattati, siamo spesso gli unici a
mostrare coerenza.
Considera possibile che la Gran Bretagna resti nello Spazio economico europeo
con un regime come quello di Norvegia o
Svizzera?
In questo momento la posizione europea
non può che essere «siete fuori» perché non
possiamo permetterci più condizionamenti
esterni di Stati che non credono nella progressione dell’Europa. Dopodiché, l’Inghilterra è
molto vicina a noi, hanno 5mila norme europee
recepite, 53 accordi di libero scambio in comune e standard uguali. E questo fatto andrà tenuto in considerazione.
Ministro, per l’Europa propone il rilancio
degli investimenti. Le misure italiane andranno nella stessa direzione?
Ho già detto che dal mio punto di vista la
prossima legge di stabilità dovrà avere al centro proprio gli investimenti in tutti i settori. Abbiamo un tema di produttività molto significativosucuilavorare.Nellamiaareadiresponsabilità quello che stiamo facendo è guardare
con priorità agli investimenti in tecnologia e
macchinari, e nella stabilità rafforzeremo
quello che ha funzionato meglio.
Pensa al superammortamento al 140%?
Diciamo che è un esempio che si può fare.
Un’accelerazione ulteriore dell’ammortamento, chiamiamolo iperammortamento, su
investimenti per il digitale: sarebbe una misura anche in chiave di Industria 4.0.
Il decreto competitività è slittato o definitivamente tramontato?
Mi sono dato settembre come termine per la
presentazione del piano industriale del ministero con le cose da fare nell’arco di un orizzonte temporale ordinato, e ci sarà anche il lavoro
che sta facendo Enrico Bondi sulla cancellazione degli incentivi che non hanno funzionato. La Stabilità è il contenitore per intervenire
su superammortamento e credito di imposta
per la ricerca e per inserire le misure del piano
Industria 4.0 che presenterò entro luglio. Potrebbero però esserci altre misure anticipabili
e stiamo ragionando con la cabina di regia economica di Palazzo Chigi e con il ministero dell’Economia su quando e se farlo. Intanto arriveranno novità sul credito alle imprese.
Di che cosa si tratta?
Già a luglio vareremo la riforma del Fondo
centraledigaranzia,perrenderlopiùorientato
agli investimenti che al circolante. Inoltre gradueremo le coperture con un modello di rating
intermedi: non ha senso coprire tutto all’80%,
è più efficace aumentare il livello di garanzie
dove c’è una situazione più esposta o difficile.
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Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
16
Shock Brexit
A colloquio con l’ex ministro
L’esame delle possibili ricadute su tasse e competitività fiscale
con l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue
LE IMPRESE
ROMA-LONDRA:
GLI SCAMBI
AUMENTANO
I rapporti
L’interscambio commerciale tra
Italia e Regno Unito è in crescita. A
fine 2015 era di 33 miliardi e di 28,5
miliardi nel 2011. Rispetto al 2014 le
esportazioni sono aumentate del
7,4% e le importazioni del 2,8%. Nei
primi due mesi 2016,le esportazioni,
rispetto a gennaio-febbraio 2015,
sono passate da 3,3 a 3,4 miliardi
24.000
20.000
Importazioni
16.000
Esportazioni
12.000
8.000
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
Il quadro
Il dato che testimonia la vitalità
degli scambi si può cogliere, come
detto, nella crescita delle
esportazioni e delle importazioni.
Undato che viene confermato dalle
rilevazioni dei mesi di gennaio e
febbraio del 2016 che confermano
la tendenza anche a pochi mesi dal
voto su Brexit
0
500
1.000
p«Brexit, pur in un ambito li-
mitato, ha l’impatto di una controriforma fiscale. Con l’aggravante che è una “controriforma”
piovuta dal cielo, non ponderata, non studiata e tutta da scoprire strada facendo. Ma è anche
un’opportunità per l’Italia».
Giulio Tremonti, senatore, professore di diritto tributario, un
passato ormai lontano da ministro delle finanze, oggi affronta
la turbolenza politica più gran-
L’OPPORTUNITÀ
Per l’ex titolare
dell’Economia
occorre valorizzare la norma
di attrazione europea
contenuta nel Dl 78/2010
de e imprevedibile del dopoguerra dalla scrivania del suo
studio milanese (Tremonti Romagnoli Piccardi e Associati)
dove con i suoi soci e collaboratori risponde a ciclo continuo «a
decine di richieste e di domande
specifiche che arrivano dai nostri clienti».
Secondo il professore pavese
«è presto per dire che cosa accadrà, è tutto rimesso agli accordi
per l’uscita del Regno Unito dalla Ue, o ai “non accordi”. Ma è
probabile che alla fine molte so-
cietà considereranno conveniente traversare la Manica verso il continente. E allora si ricordino che in Italia vige il regime fiscale di attrazione europea, una
legge che feci approvare nel 2010
(il Dl 78, ndr) che consente di
“portarsi” per tre anni la normativa fiscale più favorevole di uno
Stato membro dell’Unione. Era
un provvedimento pensato per
il rilancio della City milanese, diciamo che a distanza di anni può
tornare di estrema attualità ».
Quanto ai timori di chi oggi
vede calata dall’urna una «riforma» senza soluzioni chiare nè
organicità, Tremonti rileva «innanzitutto un tema di strategia
fiscale su dove basare il gruppo.
Ad oggi vigono due direttive europee su dividendi, una, e interessi e royalties, l’altra, la cui
sommatoria fiscale sul versante
Italia è pari a zero, mentre in
Gran Bretagna si applica l’aliquota locale. Se l’uscita Brexit
avverrà per accordi, o in alternativa con l’applicazione delle
convenzioni sulla doppia imposizione, il risultato fiscale sarà
comunque certamente peggiorativo per le imprese». Con il risultato che «un’azienda industriale seguirà l’aliquota, cioè il
Paese, più conveniente. Ma per i
gruppi bancari le valutazioni saranno più complicate. Perchè?
Qui gioca anche il fattore rating,
che per esempio consiglierebbe
di muoversi verso la tripla A tedesca piuttosto che verso piazze
a più bassa affidabilità, per ragioni evidenti mi pare». Con un’attenzione particolare al possibile
abuso del diritto: «Certamente
bisogna anche valutare e confrontarsi con la “sostanza economica” delle strategie, per evitare di cadere nella trappola dell’abuso del diritto».
Anche se è presto per tracciare scenari attendibili, considerando inoltre remoto il rischio di
un cambio repentino e traumatico delle norme inglesi, è ragio-
LA PAROLA
CHIAVE
«Madre-figlia»
7La direttiva 2014/86/Ue ,
conosciuta come “madre-figlia”,
sopprime la doppia imposizione
degli utili distribuiti in forma di
dividendi dalle società figlie
stabilite in uno Stato membro alle
proprie società madri stabilite in
un altro Stato membro. La
direttiva è applicata alla
distribuzione degli utili
provenienti da società figlie di
uno Stato membro diverso; alla
distribuzione degli utili di società
situate in un altro Stato membro,
di società del medesimo Stato
membro di cui sono società figlie
nevole pensare che un’ipotetica
fuga delle multinazionali metta
fine alla fiscalità privilegiata dell’isola britannica. «Oggi le aliquote britanniche sono più basse, ma comunque il gettito può
contare su una base enorme di
multinazionali lì basate. Se molte di queste decidessero di migrare, c’è effettivamente il rischio di un inasprimento fiscale,
e anche di questo aspetto bisognerà tener conto» argomenta
Tremonti.
Tra i temi più caldi di queste
prime ore di Brexit c’è quello
della direttiva madre/figlia per i
gruppi multinazionali, che consente in sostanza di non pagare
la ritenuta fiscale se è la società
“figlia” a distribuire il dividendo
nel Regno Unito. «Tutto questo
però non potrà più essere - spiega Fabrizio Colombo, partner
dello studio - perchè che si arrivi
per via convenzionale (un accordo Ue-Regno Unito, ndr) o
con il ripristino della convenzione sulle doppie imposizioni, il risultato fiscale sarà comunque
molto più penalizzante di oggi».
E c’è infine anche la fiscalità
dei finanziamenti. Un’azienda
italiana che riceve un prestito da
una banca inglese oggi non paga
la ritenuta prevista dalla legge (il
12,5%) , ma anche questa esenzione è un privilegio riservato
agli stati membri. Status da cui il
popolo inglese ha deciso di uscire in una notte.
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IL REPORT DI CLIFFORD CHANCE
Il report di Clifford chance
 Lo studio legale hapreso in
esame che cosa potrà accedere
dopo il voto partendo dal
possibile impatto che potrebbe
avere sulle aziende che operano
in Gran Bretagna della perdita dei
benefici della direttiva “madrefiglia” e della direttiva su interessi
e royalties. Infatti in più di un caso
le conseguenze potrebbero
essere molto penalizzanti
Il nodo Iva
 Il rapporto avverte anche che
molto cambierà sul fronte
dell’imposta sul valore aggiunto
3.000 3.500
dato che l’Iva è l’imposta base a
livello comunitario
Le operazioni straordinarie
 Secondo il report il cambio di
regole imporrà un’attenta
valutazione dei comportamenti
da parte delle società che
vogliono porre in essere una serie
di operazioni straordinarie
Le perdite
 Un altro ambito nel quale si
porranno problemi per le aziende
inglesi è quello della gestione
delle perdite delle controllate non
inglesi. Le disposizioni
comunitarie sono più favorevoli
da questo punto di vista. Non è
escluso quindi che nei prossimi
due anni di transizione ci sia una
spinta all’utilizzo delle perdite
prima che questa possibilità
venga meno
La classifica
L’Italia è il decimo partner
commerciale per il Regno Unito.
Per fare alcuni esempi il 16,8%
dell’export italiano verso il paese
si riferisce alla meccanica
strumentale. Il Regno Unito è,
con 2,8 miliardi di euro, il quarto
mercato per l’agroalimentare del
nostro Paese
L’ANALISI
Raffaele
Rizzardi
Per le imprese
si materializza
il pericolo
della ritenuta
L’
Tutti concentrati su Brexit
 Gli studi legali di tutto il mondo
si stanno concentrando in questo
momento sull’interpretazione e
sulle previsioni di qaunto potraà
accadere dopo Brexit
2.500
Importazioni
2015
2016
Tremonti: le implicazioni tributarie piovute dal cielo emergeranno strada facendo
MILANO
2.000
Esportazioni
2015
2016
Per le società il rischio di più tasse
Alessandro Galimberti
1.500
uscita della Gran
Bretagna dalla Ue
potrebbe comportare il
venir meno del rispetto delle
direttive, che sono atti
normativi di cui sono
destinatari gli Stati membri.
Una direttiva di grande
interesse per le imprese è quella
relativa alla distribuzione degli
utili tra società madri e figlie,
spesso citata con il numero
90/435/Ce, ma sostituita dalla
2011/96/Ue, a sua volta
integrata dalla direttiva (Ue)
2015/121 che detta una regola
generale anti-abuso
nell'applicazione
dell'esenzione fiscale per la
distribuzione di utili, concessa a
condizione che l'operazione sia
“genuina”. Il regime madre
figlia opera a monte e a valle: la
società che eroga il dividendo
non esegue nessuna ritenuta,
così come la società che lo
riceve non lo fa concorrere al
reddito se non per il 5%,
percentuale espressiva di una
correlazione tra il dividendo e le
possibili spese connesse alla
gestione della partecipazione.
Iniziamo da questo aspetto: il
concorso al reddito dei
dividendi è al 5% in forza del
Tuir, senza nessun vincolo di
provenienza, salva la sola
esclusione per l’origine
dell’utile in un Paese black , e la
Gran Bretagna non lo è.
Il vero problema – ne
parliamo per una madre
italiana, ma il discorso vale
anche in senso contrario - è lo
scomputo della ritenuta sul
dividendo, che in base alla
convenzione contro le doppie
imposizioni tra Italia e Regno
Unito è pari al 5% dell'importo
distribuito. Della ritenuta
convenzionale la società madre
italiana perderebbe il 95%, in
quanto il dividendo non
concorre al reddito in questa
percentuale. Esiste peraltro una
possibile (probabile) via di
uscita. È sufficiente ispirarsi
all’accordo tra Ue e Svizzera in
vigore dal 1° luglio 2005, che era
stato stipulato al momento delle
intese per l’”euroritenuta” sugli
interessi percepiti in tale Paese
da residenti nella Ue. Questa
convenzione ripropone nella
sostanza il contenuto della
madre-figlia. Nella prassi si
sono presentati alcuni problemi
conseguenti all’assenza di un
rinvio alla convenzione, come
nel caso della nascita di altre
tipologie societarie, inserite
negli aggiornamenti della
direttiva ma non nella
convenzione. Peraltro il
Tribunale Federale di Losanna
ha già accolto il ricorso di una
holding italiana, non costituita
in tali forme, con una decisione
pragmatica, basata sul fatto che
la società pagava le stesse
imposte della società
individuata nella convenzione.
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Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
17
Shock Brexit
Il quadro
Nessuna conseguenza immediata del no alla permanenza nella Ue
ma nei prossimi due anni possibili novità su tutti i fronti
GLI EFFETTI SU FISCO E LAVORO
I LAVORATORI
ITALIANI
NEL REGNO UNITO
Le meta dei giovani
Il Regno Unito per molti italiani,
soprattutto giovani, è stato una meta
importante; in passato una tappa
necessaria per imparare l’inglese,
negli ultimi anni un territorio dove
trovare le prime esperienze di lavoro
e per piccoli imprenditori perché
aprire un’attività è facile e i passaggi
burocratici sono ridotti al minimo
600.000
Gli italiani residenti in Uk
Gli italiani presenti stabilmente
nel Regno Unito sono circa
600mila, di questi almeno la metà
risiede a Londra.
Il numero è approssimativo dato
che la libera circolazione nella Ue
non prevede l’obbligo di
registrazione. Un dato certo
comunque esiste e riguarda il
numero di italiani che si sono
regitrati nelle liste dell’Aire
(l’Anagrafe italiana residenti
all'estero), circa 262mila a inizio
2015; questo tipo di iscrizione
viene fatta quando si decide di
risiedere stabilmente in un paese
diverso dall’Italia
44.000
Gli arrivi nel 2015
Nel 2015 gli italiani arrivati in
Inghilterra sono stati 44mila in
aumento del 66% rispetto all’anno
precedente. Il 60% dei nuovi arrivi
ha meno di 35 anni, il 25% ha tra i 35
e i 44 anni.
Tra gli stranieri che arrivano
Oltremanica gli italiani sono dietro
solo a rumeni e polacchi.
A confermare la massiccia presenza
di connazionali nel Regno Unito c’è
il fatto che l’italiano risulta tra le
dieci lingue più parlate a Londra. Tra
il 2011 e il 2015 sono stati 165mila
gli italiani che hanno il national
insurance number (l’equivalente
della nostra partita Iva)
L’impatto sulle professioni
La libera circolazione dei
professionisti in Europa, che
faticosamente si stava
raggiungendo, attraverso il reciproco
riconoscimento delle competenze,
rischia di subire una brusca frenata.
Tra i professionisti italiani operativi
nel Regno Unito ci sono soprattutto
medici, infermieri e avvocati
Fisco e lavoro, ecco cosa può cambiare
Meno conveniente investire a Londra - Più obblighi in dogana - Per i lavoratori italiani garanzie attenuate
Giampiero Falasca
pQuali cambiamenti devono
aspettarsi le migliaia di italiani
che lavorano nel Regno Unito e
le nostre imprese che operano
nell’area, a seguito dell’uscita
dall’Unione Europea?
Inizialmente quasi tutto continuerà come nei giorni scorsi.
Determinante sarà, infatti, la rinegoziazione degli obblighi di
Regno unito e Unione europea.
La risposta non è scontata, e
non arriverà presto: quello che
potrà accadere dipenderà in
gran parte dai negoziati; alcune
esperienze precedenti potrebbero essere usate come modelli
di riferimento (per esempio, gli
accordi con la Norvegia, la Svizzera), ma è ancora presto per fare
qualsiasi previsione. Tuttavia le
prospettive di cambiamento sono molto rilevanti, sia sul fronte
fiscale che su quello del lavoro.
Dal punto di vista fiscale, per
esempio, potrebbe diventare
meno conveniente, per le imprese, trasferirsi in Gran Bretagna.
Mentre potrebbero venire penalizzati gli investimenti che i risparmiatori decidono di effettuare nel Regno Unito. Tornando alle imprese, poi, potrebbero
arrivare una serie di complicazioni aggiuntive nel transito in
Dogana di merci che verrebero
ora esportate in un Paese extracomunitario. Sul fronte dell’Iva,
infine, si uscirebbe dalla logica
delle operazioni intracomunitarie per passare a quello basato
sulle cessioni all’esportazione.
Tornando al lavoro la domanda di cosa cambia non riguarda
solo la mobilità dei lavoratori
(che potrebbero trovarsi a dover
fronteggiare ostacoli nuovi e imprevisti, come visti e permessi di
soggiorno) e delle imprese, ma
interessa l’assetto complessivo
delle regole del lavoro.
Pur nell’incertezza di questa
fase di passaggio, un elemento è
chiaro già oggi: il Regno Unito
uscirà dal sistema giuridico comunitario, e quindi perderanno
efficacia le direttive, i regolamenti, e tutti gli altri atti giuridici
prodotti da tale ordinamento
(comprese le decisioni della
Corte di Giustizia).
Questo cambiamento garantirà al Governo britannico la
possibilità di discostarsi in maniera rilevante dalle linee guida
elaborate dalla Ue in materia di
lavoro, rapporti sociali e relazioni industriali.
Le materie di interesse giuslavoristico attualmente influenzate dal diritto comunitario sono numerose e molto rilevanti.
Anche le relazioni industriali
praticate all’interno di ciascuno
Stato risentono, direttamente o
indirettamente, delle indicazioni comunitarie: si pensi ai principi sui comitati aziendali europei e, più in generale, al ruolo rilevante che viene riconosciuto
alle parti sociali per la regolazione dei rapporti di lavoro. Tutte
le norme britanniche che disciplinano queste materie potrebbero, quindi, essere modificate,
discostandosi dai principi affermati dall’ordinamento europeo,
a meno che il negoziato con la
Ue non porti ad accordi di tipo
differente.
Un altro effetto della Brexit riguarderà la Corte di giustizia,
che non potrà più verificare la
compatibilità delle norme del
Regno Unito con le regole comunitarie. Tuttavia, è difficile immaginare che i Tribunali possano immediatamente ignorare i
precetti del giudice comunitario, anche in ragione del grande
peso che hanno nell’ordinamento giuridico britannico i precedenti, secondo il meccanismo
del “case law”.
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SOCIETÀ
RISPARMIO
DOGANE
IVA
AUTONOMI
FLESSIBILITÀ
AZIENDE CEDUTE
RICERCATORI
Trasferirsi a Londra perderà convenienza
N
on sarà più applicabile la direttiva “madri e figlie” che, a certe
condizioni, prevede l’esenzione
dei dividendi corrisposti a società madri
della Ue. Né si potrà interporre una
società Ue per via della clausola antiabu-
so contenuta nella direttiva.
Non si potrà applicare la direttiva
“interessi e royalties” che prevede l’esenzione da ritenta su questa tipologia di
flussi reddituali corrisposti a società
madri della Ue. L’unica facoltà sarà
l’applicazione della convenzione con il
Regno Unito che abbatte la ritenuta sui
dividendi al 5% (se la società beneficiaria
detiene almeno il 10% dei voti della
partecipata) o al 15% negli altri casi; la
ritenuta sugli interessi al 10%; e la ritenuta
Penalizzato chi investe in fondi e obbligazioni
L
a Gran Bretagna potrebbe
essere considerata, dal punto
di vista fiscale, come un qualsiasi Paese extra Ue dotato di un trattato con l’Italia contro le doppie
imposizioni. Ipotizzando che l’Italia
continui a considerare white list il
Regno Unito, nonostante la convenzione con il nostro Paese non sia
dotata della clausola rafforzata sullo
scambio d’informazioni, gli investimenti in titoli di emittenti inglesi o
quotati in Inghilterra subiranno
penalizzazioni. Verrà meno l’esen-
zione degli interessi pagati sulle
obbligazioni di società italiane
quotate a Londra e quella sulle obbligazioni quotate a Londra di società
non quotate; i proventi dei fondi
comuni non immobiliari inglesi
saranno soggetti all’aliquota pro-
Rischio di ritorno degli adempimenti
A
partire dal 2018, si effettueranno
importazioni ed esportazioni di
beni da e per il Regno Unito. La
prospettiva doganale dovrebbe cambiare radicalmente, aggiungendosi un
nuovo Paese al novero degli extraUe,
mentre le merci non saranno più libere
di muoversi attraverso i confini Uk/Ue.
Le merci in esportazione dovranno
essere dichiarate con bolletta doganale
con un onere amministrativo e dichiarativo in più. Lo stesso vale per le importa-
zioni, soggette a imposizione di confine
in applicazione dei (possibili) dazi e
dell’Iva che, all’import, salvi regimi
speciali, grava all’atto dell’operazione
doganale, e non può essere oggetto di
autofatturazione come accade per gli
Le importazioni diventano imponibili
C
on l’uscita di Londra dalla Ue
dovrebbe cambiare il sistema
dell’Iva su beni e servizi negli
scambi Ue/Uk. A oggi, infatti, è applicabile a livello ordinario il quadro normativo dell’Iva europea, sia per le cessioni,
sia per gli acquisti intracomunitari. Fino
all’uscita, le operazioni di cessione verso
Uk sono senza imposta, in quanto la
tassazione segue il consumo e l’Iva viene
applicata a destino e per giunta per gli
operatori in regime di perfetta neutrali-
tà; lo stesso avviene in acquisto, ove le
fatture Uk non recano alcun addebito di
Iva, autofatturata dagli operatori Ue.
Questo schema trova pieno match negli
oneri dichiarativi che seguono movimentazione dei beni (e prestazione dei
Archiviato il passaporto delle qualifiche
T
ra Londra e il Continente
dovrebbe finire il regime
“facilitato” per la libera
circolazione dei professionisti e
dei lavoratori autonomi. Il sistema
prevede la possibilità per i professionisti di esercitare, cioè stabilir-
si, nel Paese ospite sulla base dei
titoli maturati nel Paese d’origine,
riconosciuti dal Paese ospite
anche con il silenzio assenso,
secondo la direttiva 2013/55/Ce.
Per alcune professioni - medici,
infermieri, ostetriche, veterinari,
odontoiatri, farmacisti, architetti la possibilità di esercitare è collegata alla omogeneità della formazione: occorrerà verificare se con
l’uscita della Gran Bretagna dalla
Ue terminerà anche il quadro
comune per la preparazione pro-
Flessibilità, il rischio di rimanere senza tutele
P
er i lavoratori in Gran Bretagna
potrebbero cambiare le tutele
rispetto alla flessibilità. Le
direttive per incentivare il part time,
per contenere la segmentazione dei
contratti, per regolamentare orario e
turni di lavoro, per disciplinare i
distacchi da un Paese Ue a un altro
evitando fenomeni di dumping sociale, dovrebbero diventare lettera
morta. Anche la direttiva che regolamenta la somministrazione di lavoro
potrebbe decadere, insieme con la
parità di trattamento assicurato ai
lavoratori, anche sul fronte retributivo, sia pure con alcune deroghe. Per
l’Unione europea la flessibilità del
lavoro non deve mai scadere nella
Passaggio d’azienda con possibile rottamazione
C
on la fine dell’appartenza
della Gran Bretagna all’Unione europea potrebbero decadere le norme che tutelano i lavoratori in caso di cessione o trasferimento d’azienda.
Secondo la direttiva comunitaria
che disciplina questa materia il
passaggio di impresa non costituisce un motivo di licenziamento che
può avvenire solo per ragini economiche, tecniche o di organizzazio-
ne. Inoltre, secondo la direttiva,
quando la proprietà viene trasferita, i lavoratori mantengono i propri
diritti e obblighi, legati all’esistenza
di un contratto di lavoro o di un
rapporto di lavoro. La fine della
Allarme per il primato su ricerca e accademia
L
ondra oggi ha record di fondi
europei conquistati per la
ricerca e rappresenta la meta
più gettonata da migliaia di cervelli
oltre che da 150mila studenti che
ogni anno dall’Ue scelgono i prestigiosi atenei d’Oltremanica per i
loro studi (almeno 5mila sono
italiani). Subito dopo il referendum diversi atenei inglesi, a partire
dal Kings college e dall’Imperial
college di Londra, hanno assicurato gli studenti che almeno per i
prossimi due anni non cambierà
nulla (dalle tasse ai possibili visti).
E che si farà di tutto per mantenere
l’internazionalità, aspettando le
decisioni del Governo. A rischio
anche il progetto Erasmus , ma l’Uk
potrebbe seguire il modello della
Svizzera e cioè pagare per far
1,375%
Addio alla riduzione
Dopo Brexit potrebbe non essere
possibile fruire della ritenuta ridotta
dell’1,375% prevista dall’articolo 27,
comma 3 bis, del Dpr 600/1973 a favore
delle società Ue o See «White list»
5%
La penalizzazione
La raccolta di capitali all’estero
mediante obbligazioni emesse da
veicoli esteri e quotate sui mercati
inglesi non potrà beneficiare della
tassazione ridotta del 5% prevista dal
Dpr 600/73
22,5
L’export italiano in miliardi
Le esportazioni italiane dirette verso la
Gran Bretagna nel 2015 sono risultate
pari a 22,5 miliardi di euro, facendo
segnare un aumento del 7,4% rispetto al
2014.
15%
Il valore dell’aliquota normale
Il valore dell’aliquota Iva normale nei
Paesi dell’Unione non può essere
inferiore al 15 per cento. È quanto
prevede l’ultima modifica alla direttiva
2006/112 Ce
1
anno
Vale l’esperienza
Se il professionista proviene da un
Paese in cui l’attività non è
regolamentata (non è disciplinata
quanto a requisiti e titoli) vale, per lo
stabilimento, l’esercizio per almeno
un anno
1999
L’accordo sul tempo determinato
È del marzo 1999 l’accordo quadro delle
parti sociali sul tempo determinato.
L’accordo era stata sollecitato dal
Consiglio per modernizzare
l’organizzazione del lavoro
20
dipendenti
L’obbligo di consultazione
Attualmente in Gran Bretagna il
datore di lavoro ha il dovere di
consultare i sindacati quando intende
licenziare 20 o più dipendenti
nell’arco di 90 giorni
2,17
I miliardi conquistati in Horizon 2020
Dei 14,5 miliardi messi in palio dal
programma Ue della ricerca fino a marzo
scorso 2,17 miliardi sono stati
conquistati dai centri di ricerca inglesi, il
doppio di quelli dell’Italia
(1,17 miliardi)
sulle royalties all’8 per cento. Ai gruppi
inglesi sarà negato il ”consolidato orizzontale” recentemente introdotto in Italia
in applicazione della giurisprudenza
comunitaria. Le riorganizzazioni aziendali perderanno i regimi di neutralità della
direttiva fusioni. Inoltre, i trasferimenti di
società italiane senza stabile organizzazione in Italia sconteranno l’exit tax subito
e non in modo differito. (M.Pi).
gressiva Irpef. Verrà meno l’esenzione da imposta di successione dei
titoli pubblici inglesi. I finanziamenti
a medio lungo termine erogati da
banche inglesi a imprese italiane
ricominceranno a essere assoggettati a ritenuta alla fonte (10% se si
applica la convenzione contro le
doppie imposizioni), imposta che il
più delle volte i contratti ribaltano
sul debitore. (M.Pi.)
acquisti intracomunitari. Il cambio di
rotta sarebbe netto, poi, se si considera
che in dogana, oltre a dazi e Iva, possono
essere applicate fortissime barriere non
tariffarie; si pensi alle norme su sicurezza, salute, certificazioni di qualità e, in
generale, sugli oneri e le limitazioni che
possono gravare per l’ingresso di un
bene in un sistema doganale. (Ettore
Sbandi)
servizi). Gli operatori sono infatti abituati a operare con i modelli Intrastat
cessioni e acquisti che recano gli identificativi dei partner commerciali.
A regime, il sistema non dovrebbe
essere più questo, rientrando le operazioni fra le cessioni all’esportazione o
delle importazioni, non imponibili le
prime e colpite da imposta in dogana le
seconde. (Benedetto Santacroce)
fessionale. Troverà probabilmente ostacoli anche la possibilità dei
professionisti di esercitare in
modo temporaneo l’attività, con il
titolo del Paese d’origine. Per i
professionisti e, in generale, le
imprese dovrebbe cessare di
operare anche la direttiva servizi
che mira a semplificare le procedure amministrative per gli scambi nell’Unione europea
“caducità” del lavoro: per questosi
mira ad assicurare sia ai lavoratori a
tempo determninato sia ai lavoratori
somministrati l’informazione e la
pubblicità da parte dell’impresa su
eventuali posti vacanti a tempo indeterminato.
Anche i canoni comunitari per la
sicurezza sul lavoro potrebbero
essere messi tra parentesi,
direttiva potrebbe trasformare la
Gran Bretagna in una zona dove la
“rottamazione” della forza lavoro
può avvenire con cirteri più elastici
e meno garantiti che nel resto
d’Europa.
Inoltre, con l’uscita dalla Ue
potrebbero essere limitate anche le
procedure sindacali in occasione
dei licenziamenti collettivi.
partecipare i propri studenti al
programma di mobilità. Tra i “talenti” colpiti anche i calciatori: finora quelli europei potevano
avvalersi del diritto alla libera
circolazione. Ma ora potrebbero
essere trattati come extracomunitari: servirà un permesso di lavoro,
rilasciato a chi ha disputato il 75%
delle partite con le loro Nazionali
negli ultimi 2 anni.
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
18
Shock Brexit
Le prospettive
È possibile che il calo delle quotazioni crei interessanti opportunità
di acquisto da valutare comunque con cura e attenzione
LA BUSSOLA
Come tutelare i risparmi dall’effetto-Londra
Il primo suggerimento dei gestori: «È ora di essere razionali e di non lasciarsi prendere dalla emotività»
di Maximilian Cellino
«È
ora di essere razionali,
non emotivi». Quello
dato ieri dagli strategist di
Lombard Odier Investment
Managers ai propri clienti è
il tipico consiglio che si offre
in casi di tensioni estreme
sui mercati come quelle provocate da un evento che in
fondo pochi si aspettavano
veramente come la Brexit. E,
per quanto sia a volte terribilmente complicato da seguire in certe fasi convulse,
resta pur sempre anche il
suggerimento più opportuno, perché farsi cogliere dal
panico è di sicuro la ricetta
migliore per gestire in modo
errato i propri soldi.
I principali broker online
raccontavano ieri all’unisono
LA IPER-VOLATILITÀ
I maxi-volumi di ieri
non si addicono al
risparmiatore di lungo
periodo: forte è il rischio
di «scottarsi»
di volumi raramente registrati nella storia e moltiplicati
diverse volte rispetto alle medie degli ultimi tempi: c’è da
augurarsi che gli scambi siano stati effettuati tutti da trader giornalieri in cerca di occasioni mordi e fuggi nel mare di volatilità, non da risparmiatori che guardano al
lungo periodo. E forse è così,
visto che da tempo i gestori
preparano i clienti a un evento simile come il referendum
del Regno Unito, ma non è da
escludere che qualcuno abbia
agito d’impulso e si sia verosimilmente esposto a un rischio eccessivo.
Ci sono in effetti diversi elementi che depongono a favore di un atteggiamento cauto e
ragionato sul risparmio in
questi giorni, primo fra tutti il
fatto che le Banche centrali di
tutto il mondo - da quella d’Inghilterra, direttamente coinvolta, a quella svizzera, quelle
dei Paesi nordici e naturalmente alla Bce guidata da Mario Draghi - hanno attivato
tutti i meccanismi possibili
per affrontare la situazione di
emergenza. E i risultati si sono
visti, perché dopo il crollo ini-
ziale i mercati si sono relativamente stabilizzati.
Occorrerà probabilmente
del tempo prima che il polverone - terreno di caccia preferito dagli speculatori e assai
pericoloso per chi invece mira soltanto a difendere i propri risparmi - possa sollevarsi.
A quel punto però si dovranno
tirare le somme e si scoprirà,
come sostiene la gran parte
degli analisti, che l’uscita della Gran Bretagna (quinta potenza mondiale a livello economico) dall’Unione e la sua
possibile recessione non avrà
proprio un impatto enorme
sulla crescita globale e su
quella europea in particolare.
Certo, ci sarà da considerare anche il prevedibile impatto a livello politico di una decisione senza precedenti e
quel possibile effetto domino
che molti temono e che contribuisce a penalizzare soprattutto gli asset del nostro
Paese e quelli degli altri «periferici». Ma è anche possibile
che il calo delle quotazioni al
quale stiamo assistendo in
questi giorni crei, là dove la
scure delle vendite si è abbattuta con più violenza, interessanti opportunità di acquisto:
da valutare comunque con cura e attenzione perché i problemi di fondo palesati già prima che si profilasse all’orizzonte il ciclone Brexit (il rallentamento della crescita
globale, le difficoltà del settore finanziario europeo e l’incognita Cina) restano sempre
d’attualità.
Le schede contenute in questa e nella successiva pagina
offrono indicazioni di massima su come comportarsi alla
luce della decisione della
Gran Bretagna con alcuni investimenti canonici - azioni,
obbligazioni, oro e valute - o
meno presenti nei portafogli
degli italiani come opere d’arte o materie prime, ma anche
su immobili e altri prodotti
come polizze e mutui che possono in ogni caso essere influenzati indirettamente nel
medio lungo termine dagli
eventi di ieri.
Regola generale da seguire
nella scelta resta sempre
quella della diversificazione
del portafoglio, a livello di
provenienza del rischio più
che puramente di strumento.
L’esperienza di queste ultime
ore, come quella delle situazioni precedenti di estrema
tensione, suggerisce anche di
prendere in maggior considerazione la liquidità del prodotto in cui si investe. Correre
il rischio di non essere in grado di chiudere la posizione
quando è necessario è probabilmente il danno più consistente che un risparmiatore
possa subire.
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UMBERTO GRATI
AZIONARIO
TITOLI DI STATO
VALUTE
Banche e ciclici più a rischio, Eurotower in manovra: Quota di valute difensive
puntare su export e dividendi garanzia a doppia faccia contro le turbolenze
I
n un contesto incerto come
quello post-Brexit, in Borsa
alcuni settori rischiano di essere penalizzati più di altri. Il
settore bancario è quello che
rischia di soffrire di più: non
solo per i tassi a zero (che riducono il margine d’interesse) e
per i problemi strutturali (come la mancanza di ricavi o i
crediti in sofferenza), ma ora
anche per la turbolenza creata
da Brexit. Certo, con banche
iper-svalutate in Borsa, potrebbe essere intelligente investire in quelle più sane. Ma la
volatilità resterà elevata. Stesso discorso per le assicurazioni. In un contesto di economia
debole, possono soffrire anche
i titoli ciclici. Se si vuole provare a sfruttare il momento, gli
esperti vedono invece più stabili le azioni dei gruppi che
esportano (saranno avvantaggiati dal calo della sterlina se
sono inglesi o dal possibile calo dell’euro se sono europei).
Potrebbero beneficiare del
momento anche le azioni che
pagano buoni dividendi. Ma gli
addetti ai lavori puntano anche su telefonici, sul settore
viaggi e trasporti o su quello
della difesa. Però in un contesto volatile come quello attuale, tutto può accadere. La prudenza, dunque, deve essere necessaria. Soprattutto in Borsa.
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Lo Stoxx Europe
Andamento dell’indice
357
336,7
322,0
350
343
336
329
322
315
23/5
24/6
F
iammate come quelle di ieri
sui rendimenti dei BTp non
si vedevano da anni e possono
mettere apprensione nei detentori dei titoli di Stato italiani, ma
la situazione è ben diversa da
quella che si registrava nelle fasi
più acute della crisi del debito.
Basta infatti guardare ai rendimenti del decennale del Tesoro,
che nel momento di maggior
tensione della giornata ha raggiunto l’1,80% e non, ad esempio,
il 7,2% di un giorno memorabile
dell’autunno 2011.
L’ombrello della Bce (e il suo
«qe») funziona ormai da tempo
come protezione, comprime i
tassi e continuerà prevedibilmente a farlo in futuro. Avere un
compratore di ultima istanza
come l’Eurotower garantisce
dall’insolvenza di un emittente,
ma al tempo stesso contribuisce
a ridurre in modo drastico la remunerazione del risparmiatore:
il problema principale nell’era
dei rendimenti congelati.
Ancora più evidente è l’effetto sui bond sovrani che ieri, come in passato, sono stati eletti a
«bene rifugio». I loro prezzi
(che si parli di Treasury Usa, di
Bund tedeschi o paradossalmente di Gilt britannici) sono tirati come non mai: ad acquistarli
adesso per rivenderli a breve si
rischiano dolorose perdite.
Ma.Ce.
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Il BTp a 10 anni
Rendimento in %
1,52
1,492
1,483
1,48
1,44
1,40
1,36
1,32
1,28
23/5
24/6
Andrea Gennai
I
l valutario è il vero termometro il tempo reale per capire la
reazione degli investitori essendo un mercato aperto 24h. Il responso post Brexit è stato molto
chiaro: sono state premiate le
valute più difensive come yen e
franco svizzero. Comprato anche dollaro Usa contro euro perché la divisa unica ha sofferto
l’incertezza per gli effetti prodotti da Brexit nel Vecchio Continente. La prospettiva per gli investitori è chiara: se lo scenario
di fuga dal rischio dovesse persistere è fondamentale essere
esposti verso le valute più difensive a partire dallo yen, anche se
oggi appare un po’ tirato.
Grande prudenza sulle divise
più legate alle commodity (Canada, Australi), perché se l’oro
indubbiamente sale ci sono altre
materie prime a partire dal petrolio che soffrono le prospettive di rallentamento dell’economia globale scatenate da un
eventocomeBrexit.Importante
mantenere anche una diversificazioneindollariUsa,sebbeneil
biglietto verde contro euro non
dovrebbe più realizzare le gran-
di performance degli ultimi anni, ma piuttosto mantenersi in
un ampio trading range. Saranno importanti gli aggiornamenti
sulle prospettive di rialzo dei
tassi della Fed da qua a fine anno.
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Il cambio euro-dollaro
Dollari per euro
1,140
1,122
1,111
1,135
1,130
1,125
1,120
1,115
1,110
23/5
24/6
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
19
La valutazione
L’esperienza di queste ultime ore suggerisce di prendere in maggiore
considerazione la liquidità del prodotto in cui si investe
Il focus
Per le principali asset class nel portafoglio dei risparmiatori italiani
i suggerimenti su come comportarsi dopo l’esito del referendum
I BOND SOCIETARI
REAL ESTATE
ORO
LIQUIDITÀ
La mano della Bce
Un contesto favorevole
aiuta i corporate europei per il metallo giallo
Oggi l’immobiliare
Cash poco remunerato
non è più un bene rifugio ma evita brutte sorprese
L’
F
avversione al rischio che ha
tempestato i mercati ieri
non ha certo risparmiato le obbligazioni societarie, abbattendo i loro prezzi e innalzandone i
rendimenti. Il risparmiatore che
le ha in portafoglio, e che intende
tenerle fino a naturale scadenza,
deve preoccuparsi soprattutto
della solidità dell’emittente. I
contraccolpi della Brexit potranno ovviamente riguardare
le aziende britanniche (il cui peso negli indici è in media attorno
al 10%, come ricorda Mark Haefele, direttore degli investimenti
di Ubs Wealth Management) e
quelle che traggono i propri ricavi essenzialmente dal Regno
Unito (una fetta ancora più esigua), mentre lasceranno indenni quanti invece non hanno
esposizione verso Londra.
Chi invece detiene i titoli a puro scopo di trading può indirettamente contare sull’azione della Bce, che poche settimane fa ha
esteso il piano di riaquisti proprio sui corporate europei. Formalmente l’Eurotower ritira
soltanto bond investment grade
(rating a partire da «Bbb»), ma
gli effetti delle sue operazioni si
faranno sentire anche sugli high
yield. «Le svendite di ieri potrebbero rivelarsi estremamente interessanti quale punto di in-
gresso - sottolinea Steve Logan
di Aberdeen Am - proprio perché gli acquisti di obbligazioni
societarie da parte della Bce,
nonché la carenza strutturale
nella capacità di produrre rendimenti, dovrebbero garantire il
persistere della domanda di investimento in questi titoli».
Ma.Ce.
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I corporate bond
Andamento dell’indice in Europa
272
267,83
270,41
271
270
269
268
267
266
23/5
23/6
Andrea Gennai
L
a massiccia fuga dal rischio
che si è consumata dopo
l’annuncio della Brexit ha premiato l’oro, balzato ai massimi
da oltre due anni in area 1.320
con un progresso intorno al 4
per cento. Questo 2016 si sta
confermando sempre di più
l’anno del metallo giallo, risultato come miglior asset class
globale nel primo trimestre e le
performance continuano a essere interessanti. Dopo i picchi
del 2011 e l’oblio degli anni successivi si è ricreato un clima favorevole al bene rifugio per eccellenza.
In particolare la fuga dall’azionario ha spinto gli investitori a cercare alternative “sicure”: di fatto l’attenzione si è
concentrato sul Bund, con il
rendimento sul decennale sceso sotto zero e sul Treasury
Usa, precipitato alla vigilia all’1,5%. Il metallo giallo non paga dividendi ma trae beneficio
da un contesto di tassi bassi in
cui i bond offrono pochi ritorni.
E questo è lo scenario che si è
materializzato con grande evidenza. Se consideriamo che la
prospettiva di un rialzo dei tassi, anche negli Usa, a questo
punto frena bruscamente e che
il dollaro non è più forte come
lo scorso anno: ecco il quadro
perfetto per il rafforzamento
dell’oro. Il metallo giallo infatti
storicamente ha una correlazione inversa rispetto all’andamento del dollaro Usa. Se lo
scenario non cambia, e a breve
è difficile che cambi, l’oro resterà un asset importante nella
diversificazione di portafoglio.
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L’oro
Dollari per oncia
1.400
1248,49
1319,96
1.350
1.300
1.250
1.200
1.150
1.100
23/5
24/6
ino a qualche anno fa l’immobiliare vantava, soprattutto in Italia, lo status di bene
rifugio in grado di proteggere
dalla volatilità dei prezzi e dell’inflazione. Nel contesto attuale di bassa inflazione (o deflazione) e di elevate tassazioni
l’immobiliare ha perso parte
delle caratteristiche che lo hanno caratterizzato vincente nel
passato. In questo contesto il
Brexit aggiunge un altro elemento di incertezza, proprio
ora che al piccolo trotto da compravendite e prezzi stavano
giungendo segnali di risveglio.
«L'idea che l'immobiliare
possa rappresentare in questo
quadro un settore rifugio al riparo dalle turbolenze è superata dalle interdipendenze tra
mercati e dal peso delle componenti finanziarie nelle dinamiche di investimento - spiega Luca Dondi, analista di Nomisma
-. C’è ora da aspettarsi un colpo
di freno a una risalita che tuttavia stava negli ultimi mesi già
evidenziando qualche segnale
di affanno, a causa del peggioramento delle aspettative sul futuro rispetto all'ottimismo dello scorso anno. Siamo in un contesto esposto agli accadimenti
economico-politici internazionali, che attraverso la finanza
allineano i destini di classi di investimento apparentemente
molto diverse». La tenuta dei
prezzi della case nei prossimi
mesi sarà legata alle nuove iniziative a sostegno del settore finanziario che la Bce potrebbe
adottare, in risposta all’accresciuto rischio di tenuta dell’Ue
dopo il Brexit.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’andamento
Indice Real estate Europa
190
179,1
167,4
185
180
175
170
165
160
23/5
24/6
iquidità regina dei portafogli in questa fase di grandi turbolenze. Solitamente il
periodo estivo induce alla
prudenza, soprattutto per i risparmiatori più sensibili al
mercato azionario. Se aggiungiamo che oggi l’investimento
in bond offre ritorni sotto zero
per scadenze più brevi ma non
solo (esemplare quanto accade per il Bund decennale) è
evidente come l’alternativa di
fondo sia tra rischio oppure
restare liquidi. Secondo gli
esperti detenere anche un terzo del proprio portafoglio in
cash in questo momento può
essere un’opzione tutt’altro
che sconsiderata.
In una fase di incertezza e di
turbolenza, come quella che
stiamo vivendo, per certi versi senza precedenti nella storia, il restare liquidi rappresenta un vantaggio competitivo importante quanto la volatilità sarà rientrate e sul
mercato azionario, ad esempio, si presenteranno delle occasioni interessanti in termini
di valutazioni e di fondamentali. Non è facile ovviamente
azzeccare il timing preciso di
ingresso. Oggi l’unico timore
per chi ha liquidità in eccesso
è quello legato al bail in: i de-
positi oltre i 100mila euro in
casi estremi non sarebbero infatti tutelati. Ci sono accorgimenti per bypassare questi timori a partire dal frazionamento dei conti in vari istituti
a l’acquisto di strumenti dotati di un patrimonio separato
inattaccabile.
An.Gen.
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Il BoT a 12 mesi
Rendimento in percentuale
-0,139
-0,052
0,0
-0,035
-0,070
-0,105
-0,140
-0,175
23/05
24/6
INVESTIMENTI «ALTERNATIVI»
POLIZZE E PREVIDENZA
Arte a sconto
nelle prossime aste
L’opzione di destinare fondi I tassi sui mutui-casa
alla previdenza integrativa potrebbero scendere
Scivolone per Brent e Wti
Timori di cali nei consumi
Marilena Pirrelli
L’
P
C
on il Regno Unito fuori dalla
Ue la posizione di Londra nel
mercato dell’arte non cambierà
fondamentalmente, rimane un
luogo con un grande afflusso di
opere, in grado di attrarre molta
liquidità e compratori da tutti il
mondo e, soprattutto, resta un sistema di servizi intorno all’arte
molto sviluppato. Negative saranno le fluttuazioni della sterlina ed è possibile che i collezionisti che vogliono vendere opere
con stime elevate, oltre il milione,
aspettino che la tempesta valutariasicalmi.Chinelleastelondinesi degli Impressionisti e Moderni
di questa settimana, da fuori del
Regno Unito, ha venduto accusa
oggi una perdita dell’11% rispetto
al dollaro. Ma tutto si assesterà, il
sistema è ben collaudato. Il mercato dell’arte reagisce talvolta in
controtendenza alla borsa, talvoltainlineaconlaliquiditàgenerale e reagisce anche sull’immobiliare. Questo cocktail di fattori
si dovrà prima cristallizzare, in
generale la volatilità scatena un
movimentoversobenirifugiocome l’arte, tendenza già in atto che
si rafforzerà. A brevissimo ci si at-
tendeunaflessionesuiprezzinelle aste della prossima settimana
di contemporaneo e antico offrendo le opere a sconto sino al
10%, ma la fiducia nell’arte come
asset class resta intatta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il numero
50%
Il valore di un prestito
Talvolta l'arte rappresenta una
commodity il cui valore è
utilizzato per qualsiasi tipo di
operazione dalla richiesta di un
finanziamento al regolamento di
una causa di divorzio: con l’«art
loan» l'opera diventa un
«collateral» di un finanziamento;
la domanda è in crescita, poche
banche lo offrono in Italia, molto
più facile richiederlo a istituti
specializzati o alle grandi
banche americane. Di solito il
prestito è pari al 50% del valore
dell'opera o della collezione, la
durata può andare da sei mesi a
sette anni, per un ammontare di
1 milione di dollari.
uscita della Gran Bretagna
dall’Unione europea potrebbe determinare per gli altri
paesi la necessità di rivedere le
previsioni crescita e di spesa alla
llucedelnuovoscenario.Fraicapitoli di spesa «sensibili» anche
quello della spesa previdenziale.
Eccocheilrisparmiatoresitrova a dover ragionare sull’opportunità di destinare parte delle risorse alla previdenza integrativa:
le persone sono più consapevoli
della necessità di costruire una
pensione privata, la crescita dei
principali operatori della previdenzacomplementare(Generali,
Poste, Intesa, Arca Mediolanum)
èstatanegliultimiannisignificativaeglioperatoridelsettore(fondi
pensione) avvertono la necessità
diristrutturareilorosistemidigestione e governance. Ad affermarlo è uno studio di Excellence
Consulting, che propone due soluzioni per rilanciare ulteriormente la previdenza complementare: una nuova generazione
di prodotti sviluppata a partire
dalle best practice internazionali
dei paesi più evoluti nell'ambito
previdenziale e che potrebbe beneficiare anche di una maggiore
PRESTITI PER LE FAMIGLIE
L
detassazione da parte dello Stato
e realizzazione di una nuova generazione di strumenti di tipo
Prevtech capaci di aiutare il cliente a comprendere meglio esigenze e soluzioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’indice
Stoxx 600 assicurazioni
260
242,63
220,99
253
246
239
232
225
218
23/05
24/06
L
a scossa finanziaria del
Brexit potrebbe portare paradossalmente qualche vantaggio sul lato mutui. A meno che
non si verifichi un credit crunch
(una contrazione del credito
dettata da crisi di fiducia tra le
banche come accaduto nel
2008, ipotesi però residuale) potrebbe prevalere il secondo fattore: ovvero la riduzione dei tassi interbancari che vengono utilizzati per calcolare le rate, tanto
dei mutui a tasso variabile quanto di quelli a tasso fisso. I mutui a
tasso variabile prendono come
riferimento gli indici Euribor
(soprattutto a 1 e 3 mesi). Questi
indici oggi viaggiano tra -0,3% e
-0,35%, quasi allineati al tasso sui
depositi (-0,4%), ovvero il tasso
che le banche private in questo
momento pagano alla Bce per
depositarvi a fine serata la liquidità in eccesso. Se la Bce sarà costretta ad attuare nuove manovre espansive e magari a portare
il tasso sui depositi a -0,5% gli indici Euribor scenderanno.
Quanto agli Eurirs, gli indici utilizzati per il mutuo a tasso fisso
al giorno della stipula, sono collegati al rendimento del Bund
PETROLIO
tedesco. Se questo continuerà a
scendere - perché sui mercati
crescerà l’avversione al rischio anche per gli Eurirs, e quindi per
i nuovi tassi fissi dei mutui, è
previsto un calo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
In cifre
-0,3%
L’Euribor
I mutui a tasso variabile
prendono come riferimento gli
indici Euribor (soprattutto a 1
e 3 mesi). Questi indici oggi
viaggiano tra -0,3% e -0,35
per cento.
-0,4%
Tasso sui depositi
Il livello dei taddi Euribor si
è quasi allineato al tasso
sui depositi (-0,4%), ovvero
il tasso che le banche
private in questo momento
pagano alla Bce per
depositarvi a fine serata la
liquidità in eccesso.
roprio quando i prezzi del
greggio sembravano aver
trovato un sia pur fragile equilibrio - grazie a un calo dell’offerta
e a una certa brillantezza dei
consumi - è arrivata una nuova
doccia fredda: la notizia della
vittoria del Brexit è stata accolta
dai mercati con una serie di forti
ribassi per il Brent e il Wti, che
hanno lasciato sul terreno quasi
il 5% per scendere rispettivamente sotto i 48,50 e i 47,80 dollari al barile. Si tratta del maggior
calo giornaliero dal 18 aprile, ossia dal giorno in cui i maggiori
esportatori riuniti a Doha (Qatar) non riuscirono a trovate un
accordo sul «congelamento»
dei livelli produttivi. Ora il timore dei mercati è legato soprattutto all’andamento dell’economia
mondiale: dopo l’esito del voto
inglese si prevede un rallentamento economico e di conseguenza una frenata dei consumi
di petrolio. Gli analisti della
Cmc hanno ricordato come
«l’incertezza globale che il voto
britannico sta alimentando potrebbe riflettersi negativamente sul Pil non solo inglese, ma anche europeo». Alla Commerz-
bank hanno aggiunto che «l’attuale avversione al rischio degli
investitori renderà difficile, almeno nel breve, un ritorno del
barile a 50 dollari».
B.Ce.
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Brent
Ice - 1 posizione. $/bbl
51,0
49,17
48,54
50,5
50,0
49,5
49,0
48,5
48,0
17/6
24/6
20
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
FINANZA
& MERCATI
IMPRESA
& TERRITORI
POLITICA
E SOCIETÀ
COMMENTI
E INCHIESTE
NORME
& TRIBUTI
u pagine 22-24
u pagine 25-26
u pagina 27
u pagina 28
u pagine 29-30
Sabato 25 Giugno 2016
TASSE E RIFORME
Il nodo-dirigenti
e le amnesie
nella lotta
all’evasione
di Salvatore Padula
L
a Corte dei conti non è
nuova ai richiami - spesso
inascoltati - sull’efficacia
dell’azione di contrasto all’evasione fiscale. Ma il messaggio
che arriva ora ha una valenza insolita. I magistrati contabili certificano che il 2015 non è stato un
anno particolarmente fecondo
per la lotta al sommerso. E segnalano tanto la flessione del
numero dei controlli – il 4% rispetto al 2014 – quanto la riduzione della maggiore imposta
accertata (-17,7%). A dire il vero,
stupiscono un po’ sia l’azzeramento, di fatto, dei controlli da
redditometro (scelta che forse
si spiega con le difficoltà a difendere queste verifiche in contenzioso) sia, soprattutto, il tracollo delle indagini finanziarie su
conti correnti e altri movimenti.
Quel che però emerge è che la
Corte dei conti non ha alcun
dubbio sul fatto che questo andamento sia da mettere in relazione alla progressiva riduzione del personale dedicato all’attività di controllo. Situazione
che proprio nel 2015 ha subìto
una ulteriore accelerazione con
la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimi gli incarichi dirigenziali affidati senza concorso.
Non è un mistero che per gran
parte dello scorso anno l’attività
dell’agenzia delle Entrate sia
stata pesantemente condizionata dal “nodo-dirigenti”. La riduzione del numero dei funzionari con il potere di firma ha evidentemente limitato, e non poco, le attività ordinarie, tra cui
controlli e accertamenti (ma
non solo).
In tutto ciò, c’è poi una singolare coincidenza. Non più tardi
di qualche mese fa, l’agenzia
delle Entrate ha celebrato il 2015
come l’anno dei record della lotta all’evasione, registrando incassi effettivi vicini a 15 miliardi
di euro, tra imposte non pagate e
sanzioni, e con una crescita del
4,9% rispetto al 2014.
Ecco, questo è il punto. La lotta all’evasione non si improvvisa. E, soprattutto, anche in questo campo, si raccoglie esattamente quel che si semina. Gli incassi record realizzati nel 2015
sono il frutto del lavoro degli anni precedenti (per incassare
gran parte della maggiore imposta accertata occorrono tempi lunghi, tra ricorsi, processi,
appelli ecc ecc).
Quel che segnala oggi la Corte dei conti fa suonare un campanello d’allarme sui risultati
dei recuperi effettivi per il futuro. Perché, se si è seminato
poco, c’è da scommetterci, ci
sarà anche poco da raccogliere. Un dettaglio da non sottovalutare ora che si sta lavorando alla riforma dell’agenzia
delle Entrate.
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www.ilsole24ore.com
L’allarme della Corte dei conti sulle verifiche di agenzia delle Entrate e Gdf nel 2015
Fisco, controlli in frenata
su conti e redditometro
Crollano le indagini finanziarie - Cala l’imposta accertata
pControlli del Fisco in fre-
nata. Il numero delle verifiche nel 2015 è calato di oltre il
4% rispetto all’anno precedente mentre la maggiore
imposta accertata ha fatto registrare una flessione del
17,7% passando da 26,1 a 21,5
miliardi di euro. È l’allarme
lanciato dalla Corte dei conti
nell’ultima relazione sul rendiconto generale dello Stato.
Un trend discendente su cui
incide la riduzione delle ri-
sorse umane dell’Agenzia
destinate all’accertamento
(-6,5% nell’arco di un quinquennio) e su cui pesa lo stop
agli incarichi ai dirigenti senza concorso.
Nel dettaglio, le indagini
sui conti correnti autorizzate
dalle Entrate sono state 4.500
nel 2015 (-61%) del 2014. Mentre è sempre più marginale il
redditometro con appena
6mila controlli.
Var. 2015/2014
713.313
343.652
-4,5%
650.213
621.214
329.457
317.276
301.996
pIn arrivo altre 100mila let-
tere dall’agenzia delle Entrate
per segnalare ai contribuenti
anomalie o errori relativi a
Unico 2013 (anno d’imposta
2012) e invitarli a mettersi in
regola. Le anomalie potranno
riguardare diverse voci: redditi di lavoro dipendente o as-
339.646
331.556
58.033
52.300
2012
2013
289.277
286.015
43.660
33.203
2014
2015
LA MAGGIORE IMPOSTA ACCERTATA
Importi contestati in milioni di euro
similati, assegni periodici
corrisposti all'ex coniuge,
redditi di partecipazione, redditi di capitale, redditi di lavoro autonomo non professionale e redditi d'impresa derivanti da plusvalenze e sopravvenienze attive.
Var. 2015/2012
-24,8%
28.560
-17,7%
21.487
20.000
2012
2013
2014
2015
Fonte: elaborazione su dati Corte dei conti, agenzia delle Entrate, Mef
Federica Micardi u pagina 29
Il cda Rcs boccia la nuova offerta di Cairo: corrispettivo non congruo
tenzione di far valere la clausola
della Brexit per mandare a monte l’offerta. Intanto il board di
Rcs ha bocciato il rilancio di Cairo, valutando all’unanimità
«non congruo il corrispettivo
offerto» mentre la fusione resta
rimessa alla «discrezionalità»
dell’offerente. Il titolo Rcs ha
chiuso ieri a 0,762 euro (-2,87%).
Antonella Olivieri u pagina 23
PRIVATIZZAZIONI
Cdp, via libera all’aumento
per il 35% di Poste Italiane
Laura Serafiniu pagina 24
TESTIMONIANZE DAI CONFINI
Ricucire la società con l’esempio e la misericordia
di Nunzio Galantino
ghi, vivere esperienze ed “incontrare” persone.
Non è riuscita ancora a scipparci
la capacità di ricavare dai luoghi
frequentati e dalle persone incontrate la voglia di osare, di
L
a nostra cultura – alcuni la
chiamano post-moderna –
non è ancora riuscita a farci perdere il gusto di frequentare luo-
Arvedi: avanti
senza Erdemir
Marcegaglia:
noi con Mittal
A
-12,48 variaz. % -3,39
-33,49 var. % ann. -2,74
15723,81
B
Dow Jones I.
17399,86
variaz. %
var. % ann.
L
a Brexit travolge Milano e Madrid prima ancora che
Londra. Piazza Affari ha chiuso la peggior seduta di
sempre, con flessioni superiori a quelle seguite all’11 settembreealcrackdiLehmanBrothers:ilFtseMibhaceduto
il12,48%.MadridhaseguitoMilanoconuncrolloanch’esso superiore al 12% mentre Francoforte e Parigi hanno
persofrail6el’8%.Zurigosièconfermatapiazzadifensiva
limitandoilcaloal3,4%.LaverasorpresaèLondrache,dopounavviomoltonegativo,halimitatoleperditechiudendo in calo di poco più del 2% grazie a una composizione
dell’indice che privilegia materie prime legate all’oro e titolidifensivicomeifarmaceutici.MoltopesanteWallStreet, con ribassi fra il 3 e il 4%, peggior giornata dal 2011.
BORSA ITALIANA
Var%
Indici Generali
24.06
23.06 Var% in.an.
FTSE It. All Share (31.12.02=23356,22) 17324,78 19631,53 -11,75 -25,44
FTSE MIB (31.12.97=24401,54)
15723,81 17966,17 -12,48 -26,59
FTSE It. Mid Cap (31.12.02=20146,67) 29007,53 31115,10
-6,77 -16,82
FTSE It. Star (28.12.01=10000)
-4,62 -10,28
Mediobanca (2.1.06=100)
Comit Globale (1972=100)
23408,44 24541,53
46,84
52,05 -10,01 -26,28
947,52 1037,63
B
-8,68 -22,19
Xetra Dax
9557,16
B
Nikkei 225
14952,02
B
FTSE 100
6138,69
-6,82 variaz. % -7,92 variaz. % -3,15
-16,70 var. % ann. -28,02 var. % ann. -9,83
B
variaz. %
var. % ann.
“andare oltre”. Non è riuscita – la
cultura post-moderna – a neutralizzare del tutto la voglia di
scommettere sul nuovo e di investire sull’inedito.
Continua u pagina 28
¤/$
-2,84
-1,25
Brent dtd
B
1,1066
46,08
-4,06
-21,62
variaz. %
var. % ann.
B
variaz. %
var. % ann.
Oro Fixing
1315,50
4,23
12,18
L
variaz. %
var. % ann.
PRINCIPALI TITOLI - Componenti dell’indice FTSE MIB
QUANTITATIVI TRATTATI ¤
INDICI
Titolo
24.06
Azioni: numero
2.942.711.013
Azioni: valore
6.441.144.548
Titoli di Stato
1.229.318.959
Obbligazioni
29.361.457
Paese/Indice
BORSE EUROPEE
D.J. EuroStoxx
Amsterdam Am. Exc.
Bruxelles Bel 20
Francoforte Dax
Helsinki Omxh Gen#
Lisbona Psi 20
Londra Ftse 100
Madrid Ibex 35
Parigi Cac 40
Vienna Atx Index
Zurigo Swiss Mkt
299,47
424,20
3274,19
9557,16
8024,21
4362,11
6138,69
7787,70
4106,73
2084,22
7747,18
-7,66
-5,70
-6,40
-6,82
0,65
-6,99
-3,15
-12,35
-8,04
-7,04
-3,44
ALTRE BORSE
New York DJ Ind.
New York S&P 500
New York Nasdaq C.
Tokyo Nikkei 225
Hong Kong Hang S.
San Paolo Brsp Bov.
Shanghai Comp.
Sydney All Ordin.
Singapore Straits T.
Toronto 300 Comp.
17399,86
2037,30
4707,98
14952,02
20259,13
50028,12
2853,63
5192,83
2731,78
13891,88
-3,39
-3,60
-4,12
-7,92
-2,92
-2,97
-1,33
-3,09
-2,22
-1,69
INDICE CAMBI (22 valute)
Indice Sole-24Ore
106,02
# Borsa chiusa
0,64
A2A
Anima Holding
Atlantia
Azimut H.
B. Popolare
B.P. E.Romagna
B.P. Milano
Banca Mediolanum
Buzzi Unicem
Campari
CNH Industrial
Enel
Eni
Exor
Pr.Rif.¤
Var.%
Titolo
1,086
4,400
21,490
16,810
2,324
3,492
0,380
6,040
15,580
8,285
6,385
3,600
13,240
31,810
-9,65
-14,56
-9,09
-13,75
-23,30
-24,61
-24,28
-15,05
-8,14
-4,27
-6,99
-10,04
-9,19
-10,07
FCA-Fiat Chrysler
Ferrari
FinecoBank
Generali
Intesa Sanpaolo
Italcementi
Leonardo-Finmecc.
Luxottica
Mediaset
Mediobanca
Moncler
Monte Paschi Si
Poste Italiane
Prysmian
S. Ferragamo
Saipem
Snam
STMicroelectr.
Telecom Italia
Tenaris
Terna
UBI Banca
Unicredit
Unipol
UnipolSai
Yoox Net-A-Porter
FTSE ITALIA
ALL SHARE -11,75
Base 31/12/02=23.356,22
19700
18900
18100
17300
apertura chiusura
Garda (Brescia) l’assemblea di Assomac, l’associazione che riunisce i
costruttori di tecnologie
per calzature, pelletteria
e conceria. Produzione in
crescita (+1,93%) ed
export che si consolida
per il terzo anno consecutivo (+2,28%). All’assise è intervenuto il presidente di Confindustria
Vincenzo Boccia: «Dobbiamo collaborare per
intercettare i mercati
globali – ha detto – Ma
bisogna crescere usando
le reti o i contratti di
filiera».
Pr.Rif.¤
Var.%
5,710
36,720
5,980
10,920
1,740
10,480
8,965
45,300
3,252
5,310
14,400
0,454
6,170
18,950
18,610
0,362
4,804
5,090
0,690
12,440
4,524
2,584
2,076
2,446
1,468
21,680
-9,37
-4,85
-9,74
-16,77
-22,94
-0,66
-11,94
-3,33
-17,17
-21,22
-9,09
-16,43
-7,91
-12,51
-7,32
-10,53
-6,90
-6,26
-16,62
-5,04
-6,99
-20,69
-23,79
-18,58
-10,49
-9,70
23.06
1.129.663.121
2.759.926.073
731.988.943
18.019.297
FUTURES
24.06 Var
FTSE MIB set 2016
15736 -2144
Eurex Bund 10a(set 16) 165,99 2,04
I CAMBI DELL’EURO (rilev. BCE)
Valuta
24.06
Dollaro Usa
1,1066
Yen giapponese 113,2300
Sterlina inglese
0,8075
Franco svizzero
1,0808
Renminbi cinese 7,3301
Dollaro canadese 1,4392
Corona svedese
9,4610
Dollaro austral.
1,4910
Diff.
-0,0323
-7,1500
0,0415
-0,0068
-0,1634
-0,0125
0,1580
-0,0150
MATERIE PRIME
Prezzi uff. a Londra ($/t)
Alluminio
Caffè rob
24.06 Var.%
1600,5 -2,00
1643,0 -2,40
Macchine
per ceramica:
a trainare
è l’export
pAnno record per i
Bonomi rilancia sull’Opa Rcs
sull’Opa Rcs a 0,80 euro è stato
deciso ieri in serata dal board
della newco che si propone di
raggiungere almeno il 30% del
capitale. La cordata con Della
Valle, Mediobanca, UnipolSai e
Pirelli ha deciso quindi di restare
in partita nonostante l’esito del
referendum inglese, indicando
implicitamente che non ha in-
pIeri a Desenzano del
Var. 2015/2014
26.120
24.867
25.000
La cordata con Della Valle, Mediobanca, UnipolSai e Pirelli alza il prezzo a 0,80 euro
pBonominonlascia:ilrilancio
Calzature
e conceria:
tecnologie
in ripresa
Mandurino u pagina 25
Pronte 100mila lettere
su errori e anomalie
di 730 e Unico del 2013
FTSE Mib
Matteo Meneghello u pagina 25
Totale
741.331
Ravvedimento. Gli «alert» per i contribuenti
Mercati
A
GLI ACCERTAMENTI DELLE ENTRATE
Accertamenti ordinari su imposte dirette, Irap e Iva
Var. 2015/2012
Accertamenti parziali automatizzati
-16,2%
Accertamenti sul registro
Mobili e Parente u pagina 29
LA GARA PER L’ILVA
vanti senza Erdemir. La
cordata tra Arvedi e
Delfin (e con Cdp) si prepara
a ridistribuire le quote di
capitale lasciate libere dai
tentennamenti del partner
turco in vista dell’offerta per
Ilva, da presentare a fine
mese. Intanto l’ad di
Marcegaglia, Antonio
Marcegaglia, conferma:
«schierati con Mittal».
I numeri della lotta all’evasione
LA QUESTIONE
INDUSTRIALE
24.06 Var.%
costruttori di macchine
per ceramica, associati
in Acimac. Il 2015 conferma la crescita dell’anno precedente e il
giro d’affari arriva a
sfiorare i 2 miliardi di
euro, ritornando sopra i
livelli precedenti alla
crisi del 2007. Traina le
vendite la componente
export, che cresce del 9
per cento e che ormai
incide per il 77% dei
volumi.
Vesentini u pagina 25
In due anni ottenuti 110 miliardi su 400 totali
Bce, alle banche italiane
due terzi della liquidità
della nuova asta Tltro
Ai nostri istituti vanno 22 miliardi
su 32 assegnati in tutta l’eurozona
pLe principali banche italia- Banche italiane e Tltro 2
ne si sono aggiudicate due terzi
dei 32 miliardi di liquidità aggiuntiva iniettata dalla Bce con
la nuova Tltro. Le aziende di
credito hanno approfittato
dell’offerta allettante della
banca centrale: il tasso può diventare addirittura negativo
(fino a -0,4%) se scatta il meccanismo premiale per le banche che girano alle imprese e
all’economia reale la liquidità
prelevata dalla Bce, facendone
aumentare il valore del 2,5%
entro gennaio 2018. La Bce al
termine della prima stata Tltro
2 (Targeted long term rifinancing operation) ha prestato
399,29 miliardi euro a 4 anni e
ottenuto rimborsi per poco
meno di 370 miliardi.
Bocciarelli u pagina 22
Richieste in miliardi di euro
Intesa Sanpaolo
UniCredit
36
26,6
Banco Popolare
12
Mps
10
Ubi
10
Popolare Vicenza
4,7
Iccrea
4,6
Bper
4
Bpm
3
Carige
2,5
Creval
1,5
Mediobanca
1,1
Credem
1,01
PANORAMA
Plusvalenze sul decreto Popolari,
la Procura chiede l’archiviazione
La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del procedimento che vede indagato un intermediario finanziario per ostacolo alla vigilanza. L’indagine riguarda informazioni privilegiate sul decreto Banche Popolari,
finite agli investitori prima del varo del governo. Sulla vicenda, il premier
Renzi è stato sentito come persona informata dei fatti.
u pagina 27
Roma: stadio e vicesindaco primi nodi per Raggi
«Uno scempio»: così l’assessore in pectore all’urbanistica Paolo
Berdini ha definito il progetto del nuovo stadio della Roma a Tor di
Valle. Stadio e composizione della giunta sono i primi nodi da affrontare per Virginia Raggi, neosindaco della Capitale. u pagina 27
Il Papa in Armenia: «È stato il primo genocidio del ’900»
È iniziato ieri il viaggio in Armenia di Papa Francesco, che non ha esitato
a definire «genocidio» quello di un milione e mezzo di armeni, cento anni fa, ad opera dei turchi, che «inaugurò purtroppo il triste elenco delle
immani catastrofi del secolo scorso».
u pagina 28
22
Finanza & Mercati
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
Credito/1. La Banca centrale europea dal 2014 ha prestato 400 miliardi a 514 istituti di credito
Bce, 22 miliardi alle banche italiane
Al via la nuova Tltro: assegnati 32 miliardi di liquidità aggiuntiva
Veneto Banca. Sottoscrizioni al lumicino, nessun flottante per il listino - Cet 1 sopra l’11%
Veneto Banca: sfuma la Borsa,
Atlante nuovo socio unico
fabio Pavesi
MILANO
Rossella Bocciarelli
pLe principali banche italiane
si sono aggiudicate più della metà dei 32 miliardi di liquidità aggiuntiva iniettata dalla Bce attraverso la nuova Tltro.
Non c’è stata dunque inappetenza da parte delle aziende di
credito di fronte all'allettante offerta fatta dal presidente della
Bce Mario Draghi, attraverso
denaro in prestito non solo a costo zero, ma finanche a interesse
negativo con questi crediti targeted, ovvero mirati all’erogazione di prestiti alle imprese. In
queste operazioni c’è infatti un
meccanismo premiale per il
quale chi presta di più spunta un
tasso migliore che può, infatti,
scendere fino al livello attuale
del tasso sui dei depositi bancari,
ovvero meno 0,4%, se le banche
faranno crescere il valore dei loro prestiti legati a quest’operazione del 2,5% entro la fine di
gennaio 2018.
Così ieri, alla prima asta gli
istituti dell’Eurozona si sono
presentati in numerosi, convertendo i vecchi prestiti con
quelli nuovi e l’Italia ha fatto da
capofila, incrementando il
controvalore complessivo di
oltre 20 miliardi sopra la soglia
dei 110 miliardi. Nel complesso, la Bce al termine della prima stata Tltro 2 (acronimo di
Targeted long term rifinancing operation) ha prestato
qualcosa come 399,29 miliardi
di finanziamenti a 4 anni e ottenuto rimborsi per poco meno
di 370 miliardi.
La crescita della liquidità concessa sfiora dunque i 32 miliardi,
anche se va detto che gli analisti
si attendevano un incremento
netto complessivo anche superiore e pari a 50 miliardi.
La quota italiana è stata la più
consistente, con 21,9 miliardi di
finanziamenti in più rispetto
prima. La richiesta maggiore è
arrivata da Intesa Sanpaolo, che
ha ottenuto 36 miliardi e restituito 27,6 miliardi , con un aumento dell'esposizione di circa 8,4
miliardi. Segue Unicredit, che
ha ricevuto 26,6 miliardi e restituito 18,3 miliardi (+8,3 miliardi).
Al terzo posto Mps, con 10 miliardi chiesti, 8,55 rimborsati e
ITALIA CAPOFILA
Le aziende di credito
nazionali, guidate da Intesa
Sanpaolo e UniCredit,
hanno ottenuto in tutto
oltre 110 miliardi di euro
LA PAROLA
CHIAVE
Tltro
7L’acronimo di Targeted longerterm refinancing operation indica
le maxi-iniezioni di liquidità a
lungo termine della Bce per
sostenere l’economia reale avviate
nel settembre 2014 attraverso
aste a basso costo con scadenza a
quattro anni. Le operazioni sono
“targeted”, cioè finalizzate alla
raccolta di denaro che dovrà
essere “girato” a famiglie e
imprese. I nuovi Tltro sono partiti
ieri al tasso di rifinanziamento
principale vigente e potranno
scendere fino al tasso negativo
(ora pari a -0,40%).
una posizione in crescita di 1,45
miliardi. Il Banco popolare si
conferma a quota 12 miliardi
mentre Ubi banca ne ha chiesti
10 e restituiti 8,1, con un incremento di 2 miliardi.
Tra le altre grandi banche italiane, la Bper ha ottenuto 4 miliardi (2 rimborsati) la popolare
di Milano 3 miliardi. Nel credito cooperativo il gruppo costituito da Iccrea Banca(162 Bcc
oltre a Iccrea Bancaimpresa e
Banca Sviluppo) ha ottenuto un
importo di 4,6 miliardi a fronte
dei 6,57 miliardi rimborsati,
provenienti dalla prima operazione targeted. Mediobanca,
invece, ha ridotto l'esposizione
di 450 milioni, avendo chiesto
in questa asta 1,1 miliardi e avendone restituiti 1,55.
Bper e Carige hanno chiesto,
rispettivamente 4 e 2,5 miliardi,
mentre il gruppo Banca Sella ha
ottenuto da Francoforte 350 milioni (280 milioni è l'importo
rimborsato).
Nella lista compaiono anche il
Credem, che ha preso da Francoforte 1,015 miliardi e il Creval che
ha ottenuto 1,5 miliardi.
La Banca popolare di Vicenza, infine, ne ha chiesti 4,7 e rimborsati 1,8. Commenta il suo
amministratore delegato, Francesco Iorio: «A prescindere dal
fatto che oggi la Banca Popolare
di Vicenza con un CET1 superiore al 13,5% è tra le banche più
patrimonializzate d’Italia, questa iniezione di liquidità è un ottimo segnale che ci consente di
fare investimenti importanti
per le aziende e per le famiglie
come testimoniano le numerose convenzioni firmate in questi giorni con le associazioni di
categoria».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
pÈ finita come doveva fini-
Banche italiane e Tltro 2
Richieste in miliardi di euro
Banca
Ammontare
Intesa Sanpaolo
36,0
UniCredit
26,6
Banco Popolare
12,0
Mps
10,0
Ubi
10,0
Popolare Vicenza
4,7
Iccrea
4,6
Bper
4,0
Bpm
3,0
Carige
2,5
Creval
1,5
Mediobanca
1,1
Credem
1,01
Fonte: dati societari
Credito/2. I 33 maggiori istituti americani superano il primo round degli esami Fed - Citigroup e JP Morgan le migliori
Stress test, banche Usa promosse a pieni voti
Marco Valsania
NEW YORK
pL’esito a sorpresa del refe-
rendum a favore di Brexit ha
tolto alle banche americane il
vento in poppa della promozione a peni voti ottenuta invece al
primo round degli stress test
annuali della Federal Reserve,
spedendo i titoli in ribasso. Ma
aver superato l’esame consente
sia alle autorità statunitensi che
agli investitori e ai vertici dei
protagonisti dell'alta finanza di
tirare un sospiro di sollievo
proprio davanti allo shock arrivato dalle urne a Londra: i 33
principali istituti americani - da
JP Morgan a Bank of America,
da Goldman Sachs a Citigroup sono oggi “armati” per resistere a gravi rovesci economici e
sui mercati. Anzi, sono nelle
condizioni migliori mai rilevate nel dopo-crisi: la classifica
per requisiti ha indicato che disporranno di capitale di alta
qualità pari nell’insieme all’8,4% degli asset anche nei momenti più neri immaginabili.
Vale a dire di quasi il doppio del
4,5% minimo richiesto dalla
Banca centrale di Janet Yellen e
più del 7,6% registrato soltanto
un anno fa.
«I risultati odierni sono particolarmente significativi dati i
criteri sempre piu' severi adottati dalla Fed - ha dichiarato Richard Foster a nome dell’associazione di settore Financial
Services Roundtable -. Le banche hanno livelli estremamente elevati di capitale e asset liquidi in rapporto alle loro medie storiche». Gli esiti sono «incredibilmente robusti», ha
aggiunto l’analista Steven Chubak di Nomura Securities.
Citigroup e JP Morgan hanno
guidato la carica a rassicurare
sulla salute del sistema bancario degli Stati Uniti. La prima ha
visto il proprio Tier 1 lievitare al
9,2% dal 6,8% dell’anno scorso.
JP Morgan ha portato il Tier 1 all’8,3% dal 6,3 per cento. Delle 33
banche il peggior risultato è
giunto dalla Huntington Bancshares, con un Tier 1 ridotto
eroso al 5% dallo scenario più
negativo, che prevede com-
plessive perdite su prestiti da
parte dei 33 istituti pari a 385 miliardi in caso d’una crisi economica con disoccupazione al
10%, mercato azionario dimezzato e rendimenti negativi sui
titoli del Tesoro americano. Simili perdite non metterebbero
in pericolo i leader del settore,
stando all’analisi della Fed, grazie al rafforzamento che hanno
portato a termine della posizione finanziaria, al miglioramento nella qualità del portafoglio
prestiti e al calo nei costi legali
relativi alla passata debacle.
Gli esami non sono però finiti
per le banche americane. Il test
superato, il DFAST o DoddFrank Act Stress Test, è solo il
primo e il più agevole. Stando al
responso positivo, certo, almeno due terzi degli istituti coinvolti dovrebbero passare anche la seconda e cruciale prova,
il 29 giugno. Ma non possono
essere escluse bocciature o rinvii a esami di riparazione accompagnati da richieste di correzioni e riforme: il Comprehensive Capital Analysis
I RISULTATI
I primi della classe
Citigroup e JP Morgan hanno
guidato la carica a rassicurare
sulla salute del sistema bancario
Usa. La prima ha visto il proprio
Tier 1 lievitare al 9,2% dal 6,8%
dell’anno scorso. JP Morgan ha
portato il Tier 1 all’8,3% dal 6,3
%. Delle 33 banche il peggior
risultato è giunto da Huntington
Bancshares, con un Tier 1 ridotto
eroso al 5% dallo scenario più
negativo, che prevede perdite su
prestiti da parte dei 33 istituti per
385 miliardi in caso d’una crisi
economica con disoccupazione
al 10%, mercato azionario
dimezzato e rendimenti negativi
sui titoli del Tesoro Usa. Simili
perdite non metterebbero in
pericolo i big del settore secondo la Fed, grazie al
rafforzamento che hanno portato
a termine della posizione
finanziaria, al miglioramento
nella qualità del portafoglio
prestiti e al calo nei costi legali
relativi alla passata debacle.
re e come tutti si aspettavano. Troppo pochi, un numero infinitesimale, ha aderito
all’appello di rimanere socio
di Veneto Banca, sottoscrivendo l’aumento di capitale
da un miliardo che avrebbe
traghettato la banca di Montebelluna al traguardo della
quotazione in Borsa.
Ieri è arrivata la conferma
ufficiale e definitiva attraverso una nota: «Borsa Italiana non dispone l’inizio delle
negoziazioni, pertanto il
provvedimento di ammissione delle azioni Veneto
Banca è da considerarsi decaduto». Niente borsa quindi
e via libera al possesso pressochè totalitario da parte del
fondo mutualistico di sistema, Atlante.
L’esito finale dell’aumento di capitale da un miliardo, infatti, ha evidenziato
come la banca non sia riuscita a coinvolgere una pluralità di soggetti ad aderire
all'operazione tale da garantire gli scambi.
L’altro ieri, infatti, era
emerso che le sottoscrizioni
in opzione ai soci si erano fermate al 2,2%. Il collocamento
agli istituzionali ha portato
all’adesione di un solo soggetto, peraltro con una quota
marginale pari a 100mila euro (0,01%). A questo punto
l’aumento di capitale sarà interamente sottoscritto dal
Fondo Atlante.
Atlante, come riporta l’Ansa, dovrebbe detenere tra il
96,56% e 98,76% di Veneto
Banca. In particolare, l'offerta istituzionale è stata sottoscritta soltanto da un solo investitore con lo 0,01%; i soci
preesistenti invece verrebbero a detenere complessivamente il 3,43%, di cui il 2,2%
riveniente dall’offerta in opzione e l’1,23% dalle azioni già
detenute.Alla luce del “no” di
Borsa all'Ipo, gli aderenti
all'offerta in opzione hanno
facoltà di revocare l’adesione. Da qui la forchetta di possesso finale di Atlante. Poco
cambia, piccole sfumature.
Veneto Banca grazie alla
sottoscrizione dell’aumento di capitale da parte di Atlante porterà i coefficienti
patrimoniali sopra la soglia
minima stabilita dalla Bce.
Lo ha precisato l’istituto in
una nota, indicando che da
giovedì prossimo il Cet 1 sarà sopra l’11%.
Il destino di Veneto Banca
SFIDA IMPOSSIBILE
Come per la Pop. di Vicenza
anche Montebelluna ha visto
andare deserta la chiamata
tra i vecchi soci. Atlante si
accolla l’intero aumento
copia così fedelmente lo
stesso copione della Vicenza. Anche in questo caso sfumata la sottoscrizione dei
vecchi soci è subentrato
massicciamente il fondo che
ha riconfermato proprio ieri
il proprio impegno a sottoscrivere l’intero aumento,
anche nella giornata pesantissima per i mercati della
Brexit. Stesso film per le due
venete che finiscono sotto il
controllo entrambe del fondo di salvataggio. Di fatto
l’esito, nonostante la forte
campagna di molte associazioni dei vecchi soci di Montebelluna di rilanciare l’impegno per rimanere azionisti
dell’istituto, appariva scontato fin dall’inizio.
Difficile infatti, come nel
caso della Popolare di Vicenza, convincere il centinaio di migliaia di vecchi
azionisti che hanno visto di
fatto azzerare l’intero investimento a rimettere nuovi
denari nella banca.
Ora salvati in extremis i
due istituti che hanno dilapidato risorse per oltre 10
miliardi di euro, inizia il
compito più difficile per il
and Review, o CCAR, valuta individualmente gli istituti e la loro abilita' di sopravvivere,
comprese le politiche di distribuzione del capitale a cominciare da aumenti dei dividendi.
In questo calcolo, accanto a
criteri strettamente numerici e
quantitativi, vengono considerati aspetti qualitativi, tra i quali
la solidità manageriale. Dalla
crisi a oggi, 13 banche e le loro
strategie sono state bocciate. E
la Fed, nel continuo sforzo di
spingere il settore a garantire
una piena salute, ha scrutinato
con particolare attenzione la
percentuale consentita per le
cedole, scesa dal 72% nel 2013 al
61% nel 2015. La severità della
Fed non dovrebbe certo diminuire al cospetto delle nuove
incertezze ora innescate da
Brexit: «Il problema non sono
solo gli effetti immediati quanto l’esito di lungo periodo - dice
Keith Bliss, operatore di Cottone & Co. sul flou del New York
Stock Exchange -. Nessuno ha
un modello per questo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
soggetto che si è preso in carico le due banche venete.
Atlante ha speso per la ricapitalizzazione di ambedue
2,5 miliardi su una dotazione di 4,2 miliardi di euro.
E ora avrà il compito non
solo di nominare i nuovi Cda,
ma di provare a ristrutturare
le due banche. Compito non
facile. Ora il patrimonio con
gli interventi è messo in sicurezza, ma la gestione ordinaria per entrambre non sarà
prova semplice.
Tutte e due hanno visto infatti in questi lunghi difficili
mesi non solo bruciare del
tutto il valore delle azioni,
ma sono incorse in una pesante crisi di fiducia. Inevitabile. I sintomi sono il forte
calo della raccolta diretta,
difficoltà sul fronte dei requisiti di liquidità e una situazione di qualità dell’attivo ancora precaria.
Sia per Vicenza che per
Montebelluna i crediti deteriorari netti, cioè quelli che
residuano tuttora a bilancio
dopo le svalutazioni miliardarie già spesate negli ultimi
2 esercizi, continuano a essere rilevanti con un peso sul
portafoglio complessivo che
supera il 20 per cento.
Non solo ma le due banche devono anche rimediare alla caduta dei ricavi che
hanno subìto negli anni della crisi e della gestione scellerata degli ex vertici. Atlante ha davvero un compito non semplice davanti a sè
da nuovo azionista totalitario delle due banche. Sono
vicine geograficamente e
hanno gli stessi malanni.
Chissà che non si vada a
una fusione o che non si trovi
un compratore? Il mestiere
di Atlante è stato quello di
salvare dal crac i due istituti,
pena un contagio sistemico
pesantissimo per il credito in
Italia, ma non sarà quello di
fare l’azionista forte di due
banche da risanare. Non certo per sempre.
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REUTERS
Riassetti. Veneto Banca passa sotto il controllo di Atlante
Finanza & Mercati 23
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
PARTERRE
ppp
A Londra il prezzo degli uffici
è destinato a ridimensionarsi
L
ondra è il principale mercato europeo per il real estate legato
alla finanza: le società di trading e le sedi delle grandi banche
europee e americane. Questo almeno fino a ieri. Ora con la Brexit
la city rischia di perdere la sua centralità di capitale finanziaria e
diverse banche hanno già annunciato il ridimensionamento dei
loro uffici. Deutsche Bank e Hsbc, ad esempio, hanno già fatto sapere che sposteranno parte dei loro dipendenti dalla capitale britannica alle sedi del Vecchio continente . JpMorgan Chase, la più
grande banca americana, ha annunciato che sposterà da Londra
almeno un quarto dei suoi 16mila dipendenti. Da gennaio a maggio a Londra sono stati investiti 16,9 miliardi di sterline in uffici e
proprietà commerciali. In calo rispetto ai 33 miliardi di sterline
dello scorso anno. Un trend che rischia di peggiorare: le prime stime dei consulenti immobiliari di Green Street parlano di una contrazione nei prossimi mesi dei prezzi per gli uffici londinesi superiore al 20 per cento. Ieri le azioni dei principali gruppi di costruzione e di immobiliare britannici alla Borsa di Londra sono crollate ai livelli più bassi dal 1985. (Ri.Ba.)
ppp
La start-up che schiva
la volatilità a Wall Street
U
n titolo su tutti - per di più l'ultimo arrivato - fa sperare nei
nervi saldi della Borsa americana dopo Brexit. Twilio, «unicorno» dei servizi cloud, aveva debuttato giovedì al Nasdaq con
un rialzo del 92% su un prezzo di sbarco già superiore alla forchetta stabilita. E ieri ha tenuto testa alla volatilità e alle flessioni sui
mercati globali, alla corsa al risk off, alla fuga dal rischio, che pure
ha colpito i titoli tecnologici oltre ai finanziari con particolare virulenza. La societa' di San Francisco ha limato solo del 4% il valore raggiunto a Wall Street. In due giorni di scambi la sua market
cap è così passata da un miliardo, la soglia pre-quotazione che definisce un “unicorno”, ad oltre due miliardi. Twilio può vantare di
gran lunga la miglior performance dell'anno per una start up
all'appuntamento con il collocamento azionario iniziale. È stata
anche la prima Ipo in 196 giorni, il più lungo deserto nei nuovi collocamenti dal 2009. Se l'andamento di Twilio basti a dichiarare
salvo il mercato da eccessivi traumi resta tutto da dimostrare. Ma
potrebbe essere un segno incoraggiante. (M.Val.)
ppp
Pechino, affonda
il quartiere finanziario
T
empi duri per la finanza anche in Cina: il quartiere finanziario di
Pechino sta affondando, e di ben 11 centrimentri l’anno. ChiaramentequestavoltaBrexitnonc’entraniente.Ilproblemaènell’eccessivo
pompaggio di acqua dalle profondità che sta modificando il sottosuolo
dellacittà.Cosìalcunepartidellacapitale,apartirepropriodalquartierecentraledegliaffarichestaaffondando,appunto,dicirca11centimetri
l’anno. Lo scrive il Guardian, riportando uno studio che si è avvalso di
misurazioni via satellite. Lo studio sulla subsidenza di Pechino, una megalopoli di oltre 20 milioni di abitanti, è stato pubblicato sul giornale
scientifico Remote Sensig ed è basato sull’utilizzo dell’InSAR, un sistema radar che misura i cambi nell’elevazione. Pechino si estende su una
pianura secca dove le acque sotterranee si sono accumulate nei millenni. Man mano che l’acqua viene estratta, il sottosuolo si compatta. Lo
studio dimostra che l'intera città sta affondando, ma in particolare il fenomeno è più intenso nel quartiere Chaoyang, che si è sviluppato dagli
anni '90 con grattacieli, autostrade, e linee della metropolitana. (R.Fi.)
ppp
Arrivano le truppe «sabaude»
a liberare Methorios
D
a playmaker dell’Aim, il listino delle micro-aziende di Piazza Affari, alle «Relazioni Pericolose» con Alfio Marchini sulla Popolare di Vicenza. Methorios, piccola merchant bank romana, tenta una ripartenza. Abbandonati gli eccessivamente sfarzosi uffici di Via Bocca
di Leone, dietro Piazza di Spagna, per una più modesta sede fuori la
cerchia di Roma antica (ma davanti al propizio Nunzio Apostolico),
ora la boutique tenta di chiudere con un turbolento passato e di avviare
un nuovo corso. Il primo passo è stata l’uscita, nei giorni scorsi, dei due
manager storici, nonché fondatori: Ernesto Mocci e FabioPalumbo.
Alla guida, è arrivato un piemontese: il commercialista Paolo Cacciari, esperto di ristrutturazioni. Una scelta «Risorgimentale»: un uomo
del Nord, lontano dalle logiche dei palazzi, per curare un istituto romano. Il banco di prova sarà l'assemblea, settimana prossima, per nominare il nuovo cda: lì si vedrà anche chi sono oggi i soci della banca (finora schermati da un fondo maltese). (S.Fi.)
Editoria. Cairo ha ancora la settimana prossima per migliorare ulteriormente la sua offerta: per pareggiare dovrebbe portare il concambio a 0,19
Bonomi rialza l’Opa su Rcs a 0,80
Nonostante la Brexit, la cordata con Della Valle, Mediobanca, Unipol e Pirelli va avanti
Antonella Olivieri
pBonomi non lascia: il rilancio
sull'Opa Rcs è stato deciso nella
serata di ieri, alzando il prezzo dell’offerta da 0,70 a 0,80 euro per
azione. Il prezzo dell’Opa si allinea così al minimo del range, che
arriva fino a 1,13 euro, individuato
dai periti di Rcs come «valore fondamentale» corretto. Cash is king
e in questo contesto potrebbe essere un fattore determinante nella
contesa che vede la cordata formata dall’operatore di private
equity con i soci storici Della Valle, Mediobanca, UnipolSai e Pirelli contrapporsi a Urbano Cairo.
Bonomi & C. insomma, hanno deciso di restare in partita, tentando
probabilmente di chiuderla qui (il
ritocco avrebbe potuto anche essere inferiore), nonostante l'esito
nefasto del referendum inglese.
Un'indicazione che Andrea Bo-
IN BORSA
Il titolo Rcs ha contenuto
il calo rispetto a Piazza Affari
chiudendo a 0,762 euro
Al rapporto di scambio di 0,16
l’Ops Cairo vale 0,68 euro
nomi e il gruppo di azionisti, già titolari di una quota complessiva
del 22,6%, non hanno intenzione
difarvalerelaclausoladellaBrexit
che avrebbe permesso di mandare a monte l'offerta, anche se formalmente la postilla resta ancora
valida, come ricordato anche nel
comunicato. Oltre al rialzo del
prezzo, è stata annunciata anche
la rinuncia alla condizione sospensiva che richiedeva la moratoria sul debito, dato che nel frattempo Rcs ha raggiunto l’accordo
con le banche sul rifinanziamento, mentre resta la condizione dell’ok dei creditori al cambio di controllo.
Nonostante la seduta drammatica in Piazza Affari, le quotazioni
di Rcs erano rimaste al di sopra dei
valori delle due offerte in campo,
con un ultimo prezzo a 0,762 euro
(-2,87%). Cairo Communication
ha chiuso a 4,252 euro (-3,58%), con
una valutazione implicita delle
azioni Rcs, al concambio di 0,16, di
0,68 euro.
La Brexit gioca a favore dell’offerta in contanti che propone un
corrispettivo certo, mentre l’of-
ferta di scambio è appesa al valore
delle azioni Cairo Communication, pur puntellate dalla promessa di distribuire un dividendo straordinario di 0,256 euro per azione
nel caso in cui l’Ops non dovesse
avere successo. La fusione con
Rcs, prospettata nell’arco di 12-24
mesi, che potrebbe aggiungere
valore all’offerta dell’editore piemontese grazie alle sinergie sprigionabili, viene messa in dubbio
dalla posizione assunta dai soci
della cordata concorrente che
hanno già fatto sapere che, nel caso, si opporrebbero.
A questo punto partono altri
cinque giorni di mercato aperto,
tutta la settimana prossima, entro
i quali Urbano Cairo ha nuovamente la possibilità di migliorare
la sua proposta. Anche nell’Ops è
contemplata la possibilità di ritirarsi in dipendenza di eventi straordinari quali è stata appunto la
decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione europea. Ieri dalla
parte dell’editore non è arrivato
nessun segnale a riguardo. Evidentemente Cairo si riserva di valutare gli effetti sul mercato del ciclone britannico prima di prendere una decisione. Se rinunciasse a
rispondere all’ultima mossa della
cordata Bonomi, di fatto si comprometterebbe la possibilità di
raggiungere la soglia minima del
35% del capitale, partendo tra l’altro in svantaggio rispetto al 22,6%
dei concorrenti che hanno l’obiettivo minimo di arrivare al 30%. Per
allinearsi all’Opa, alle ultime quotazioni di Borsa, Cairo dovrebbe
alzare il concambio a 0,19. Questo
vorrebbe dire diluire il controllo
dal 72,98% attuale fino a un massimo del 32,2%, in caso di adesione
totalitaria all’Ops, rispetto al 35,3%
implicito nell’offerta attuale. Non
una differenza abissale, considerato che l’assemblea straordinaria
del 18 luglio potrà varare il voto
maggiorato.
Certo è comunque che l’effetto
combinato della Brexit e del rilancio a 80 centesimi di Bonomi
& C. alza notevolmente l’asticella
per Urbano Cairo che finora si è
mosso in solitudine contando solo sulle proprie forze e sulle sue
capacità di editore, dimostrate,
nei risultati ottenuti, sia con il lancio di riviste che hanno raccolto
successo di pubblico sia con il risanamento di La 7.
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I grandi soci di Rcs Media
Andamento del titolo a Milano
Quote in %
Variazione
Diego Della Valle
0,80
7,32
+5,90%
0,762
0,719
Mediobanca
6,25
0,78
Urbano Cairo
4,72
Finsoe
4,60
China National Chemical Corp.
0,76
4,43
0,74
Intesa Sanpaolo
4,59
Paolo Rotelli
3,48
Vanguard Int. Explorer Fund
0,72
2,30
0,70
Azioni proprie
0,88
24/05
24/06
L’altra offerta. Il corrispettivo resta «non congruo» e la fusione è rimessa alla «discrezionalità» dell’offerente
Il consiglio di Rcs boccia anche il rilancio di Cairo
Antonella Olivieri
pNiente da fare. Anche il rilan-
cio di Cairo non convince il board
di Rcs che, all’unanimità, ha nuovamente valutato «non congruo
il corrispettivo offerto». Una settimana fa Cairo aveva alzato il
concambio da 0,12 a 0,16 e prospettato una fusione con Rcs nell’arco di 12-24 mesi. Ma il cda di
Rcs ha sottolineato che le valutazioni dell’esperto indipendente
(il professor Roberto Tasca) e degli advisor, sulla base del solo piano industriale dell’azienda, esprimono un rapporto di scambio
nella media superiore a 0,20 (il
range è tra 0,19 e 0,23). La fusione,
poi - che di fatto con le sinergie
può aumentare il valore dell’Ops per il consiglio Rcs è «rimessa alla
discrezionalità di Cairo Communication, fermi restando i presidi
rivenienti dalla procedura sulle
operazioni con parti correlate e la
necessità di ottenere il voto favorevole dell’assemblea dei soci
Rcs». Questo il comunicato della
società non lo dice, ma i soci dell’offerta concorrente, titolari in
partenza di una partecipazione
del 22,6%, hanno già fatto sapere
che, nel caso, si opporranno alla
proposta.
Nel dettaglio, l’esame dell’of-
LE OBIEZIONI DEL CDA
Piano industriale e progetto
di integrazione non sono
migliorativi rispetto ai
programmi aziendali Appunti al voto maggiorato
ferta aggiornata ha lasciato invariato il giudizio sul fatto che il piano industriale e il progetto di integrazione dell’editore piemontese
«non presentano elementi di novità o discontinuità significativi
rispetto ai programmi futuri di
Rcs». Si fa notare inoltre che la
mancata indicazione, nell’integrazione al prospetto dell’Ops,
delle proiezioni economico-finanziarie relative al 2016 «rende
di difficile verificabilità e apprezzamento le proiezioni economico-finanziarie contenute nel piano industriale di Cairo Communication (relative al 2017 e 2018,
ndr), peraltro superiori rispetto
al consensus degli analisti».
Non mancano appunti anche
in relazione alla proposta di introdurre il voto maggiorato, mossa
peraltro logica da parte di Urbano
Cairo che oggi controlla il suo
gruppo con la salda maggioranza
del 72,98%. La nota di Rcs osserva
che questa previsione è funzionale a compensare gli effetti diluitivi
dell’operazione sulla casa che
edita il Corriere della Sera e che
oltretutto il meccanismo del voto
maggiorato «è visto con sfavore
dalla generalità degli investitori
istituzionali e dei proxy advisor».
E, ancora, la nota contesta che
la convocazione dell’assemblea
straordinaria per approvare l’aumento di capitale finalizzato a
emettere le azioni da scambiare è
per il 18 luglio, ossia a una data
successiva alla chiusura dell’offerta che oggi è fissata al 15 luglio.
Quindi chi aderirà all’Ops - dice la
nota - perderà immediatamente
la disponibilità delle azioni Rcs
«in assenza di certezza circa l’assunzione della predetta delibera». Un’obiezione - come viene ricordato anche nel comunicato di
Rcs - che è stata comunque anticipata dalla Consob, la quale ha
chiesto ulteriori garanzie (azioni
Cairo già emesse) per far fronte
agli impegni assunti con l’Ops.
Infine, viene contestata anche
la decisione di Cairo Communication di distribuire un dividendo
straordinario, nel caso in cui l’Ops
non abbia successo, perchè questo non è un fattore migliorativo
dell’offerta, mentre potrebbe invece avere l’effetto di sostenere le
quotazioni di Borsa della società
offerente, migliorando così, sulla
carta, il rapporto di concambio.
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Scalate. L’Opa sul celebre liquore francese si è chiusa il 21 giugno, ma non sono ancora arrivati i risultati. L’incognita Brexit
Campari in attesa sul blitz Grand Marnier
Simone Filipetti
pCampari col fiato sospeso
per il Grand Marnier. Gli italiani
hanno lanciato una scalata sul
più famoso liquore francese: è la
più grande mai fatta dalla storica
casa milanese dell’aperitivo.
Fortuna vuole che l’Opa si sia
chiusa il 21 giugno, prima della
tempesta Brexit. Ma timore vuole che a oggi, 4 giorni dopo, non
siano ancora arrivati dalla Francia i risultati dell’offerta. Di certo avrà aderito la famiglia Lapostolle, proprietaria del marchio
che ha firmato un accordo con
Campari. Ma timore vuole anche che adesso, con l’incognita
della Gran Bretagna fuori dalla
Ue, il Grand Marnier, costato
700 milioni di euro, potrebbe diventare un boccone molto difficile da digerire per Campari
(-4% a Piazza Affari).
Per ora l’unica notizia è che ieri, alla Borsa di Parigi, il titolo
Grand Marnier quotava 8,5 euro, sopra il prezzo offerto da
Campari (pari a 8,05 euro). Come
sarà andata a finire? La risposta,
forse, nel fine settimana, quando
però gli occhi di tutta Europa saranno puntati su Bruxelles e Londra per capire che succede dopo
la Brexit. Dietro l’affondo internazionale di Campari, che riposiziona pure l’Italia nello scacchiere industriale europeo dopo le
tante conquiste francesi in Italia,
il vero obiettivo è l’America. Gli
Stati Uniti sono il mercato più
ricco per gli alcolici e cocktail e in
quest’ottica Gran Marnier si sposa perfettamene con Campari. I
francesi oggi non hanno distri-
buzione negli Usa, mentre il
gruppo della famiglia Garavoglia
ha una rete propria. Ecco la ratio
dietro il blitz d’Oltralpe: usare la
Francia per essere ancora più
forti nel mercato più ricco e strategico nel mondo degli alcolici.
La ventesima (circa) acquisizione in 21 anni (la prima risale al
1995), alla Campari, costerà quasi
700 milioni di euro. Nel caso di
Grand Marnier, l’azienda italiana rileverà prima la quota della
famiglia Marnier-Lapostolle
(17%). L’Opa è dunque amiche-
vole: la storica famiglia proprietaria del cognac è d’accordo (così
d’accordo che per compensare il
prezzo ha offerto una mega villa
in Costa Azzurra, da 80 milioni di
euro, di cui non si capisce bene
cosa se ne faccia la Campari che
dovrà tentare di venderla e incassare così liquidità con cui ripagarsi in parte il costo). Il marchio
francese, però, a dispetto del blasone, fattura appena 150 milioni.
Per Campari, che ne fattura
1.660, l’apporto è un 10%, che non
sposta molto il bilancio; la margi-
nalità della preda è di 30 milioni,
contro i 380 degli italiani. Campari ha strapagato? A questi prezzi, la fmaiglia Garavoglia paga
13,7 volte il Mol, mentre nelle ultime operazioni, Campari ha pagato 10-12 volte il margine. Certo,
poi saranno da quantificare le sinergie e ricavi addizionali che
Campari sarà in grado di estrarre
(e in questo l’azienda ha una lunga storia di rilanci, da ultimo
Wild Turkey, che quando fu
comprato aveva vendite al palo).
Campari finanzierà la campagna
di Francia tramite la liquidità disponibile in bilancio, un tesoretto da 844 milioni a fine 2015 (ma
anche 800 milioni di debiti).
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IL. Le idee tornano di moda
Storia di copertina
Fogliettone
Speciale
Globalizzazione, e poi?
Tu chiamala “buona scuola”
Racconti per l’estate
Società e mercati aperti hanno diffuso
ricchezza e progresso. Ma aumenta
il numero di chi si oppone a questo sistema.
Un disagio diffuso con cui fare i conti.
Il bilancio di un anno alle prese con il modello
didattico collaborativo. Bello e stimolante, per
gli insegnanti. Ma forse i ragazzi avrebbero
bisogno di professori… come una volta.
Otto storie inedite firmate Camilla Baresani,
Arianna Giorgia Bonazzi, Rosa Matteucci,
Letizia Muratori, Silvia Pareschi, Sofia Silva,
Elena Stancanelli e Nadia Terranova.
Marcus Lyon
IL è in edicola
con Il Sole 24 ORE
Idee e Lifestyle del Sole 24 ORE
www.24ilmagazine.com
24
Finanza & Mercati
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
Privatizzazioni. Approvato l’incremento del capitale da 2,9 miliardi per il conferimento da parte del Tesoro
Cdp vara l’aumento per il 35% di Poste
L’operazione sarà formalizzata dopo l’ok di Antitrust, Bankitalia e Consob
Laura Serafini
pL’assemblea
straordinaria
della Cassa depositi e prestiti
approva l’aumento di capitale finalizzato al conferimento del
35% del capitale di Poste Italiane
nel perimetro della società guidata da Fabio Gallia. L’operazione, decisa nelle scorse settimane dal ministero dell’Economia
e deliberata dal board della società verrà formalizzata nei
I DIVIDENDI
L’assemblea approva il bilancio
2015 e una cedola da 852
milioni (95% dell’utile). Al
tempo stesso il payout futuro
viene ridotto dal 60 al 50%
prossimi mesi, a valle dei vari
processi autorizzativi che essa
comporta. Sempre ieri, Cdp ha
approvato il bilancio 2015, che si
è chiuso con un risultato netto di
892 milioni, e ha deliberato la distribuzione del 95% dell’utile,
con una cedola pari a 852 milioni
per il ministero dell’Economia e
le fondazioni bancarie.
Di pari passo, sempre ieri, l’assemblea straordinaria della Cdp
ha deliberato un’operazione
diametralmente opposta: la modifica dell’articolo 30 dello Sta-
tuto riguardante «la riduzione
dal 60% a 50% della percentuale
degli utili annuali netti distribuibili ai soci a titolo di dividendo».
La singola scelta sembra riconducibile all’esigenza di Cassa di
tenere fieno in cascina per accrescere la dotazione di risorse
da utilizzare nelle tante operazioni in cui è coinvolta, dall’economia reale al sostegno delle
banche, come il caso Atlante.
Tornando allo spostamento
del controllo della partecipazione di Poste, l’operazione come è
noto prelude all’uscita del ministero dell’Economia dal capitale
della società dei recapiti. Percorso che verrà completato con
la cessione sul mercato della residua quota del 29% circa prevista dopo l’estate. Anche se, dopo
l’esito del referendum su Brexit,
tutto andrà ritarato sul protrarsi
della forte ripercussione che
questa ha avuto sui mercati finanziari e sulla durata della fase
di estrema volatilità. In ogni caso questo passaggio sul 35% nel
frattempo è stato portato avanti.
Il conferimento avverrà attraverso un aumento di capitale,
comprensivo di sovrapprezzo e
riservato al ministero da 2,9 miliardi. Il capitale di Cdp passerà
in questo modo da 3,5 miliardi attuali a 4 miliardi, con un aumento di 551 milioni e a fronte del-
BLOOMBERG
Ai privati. Dopo l’estate la quota residua del 29% finirà sul mercato.
Le cifre dell’operazione
2,9
miliardi
Aumento di capitale
riservato al Mef
853
milioni
Cedola distribuita da Cdp
a ministero e fondazioni
l’emissione di 45,9 milioni di
azioni ordinarie a favore del ministero. All’importo dell’aumento di capitale si aggiungono
2,37 miliardi a titolo di sovrapprezzo. Al termine dell’operazione, la partecipazione del dicastero nella Cdp passerà dall’80,1 all’82,8% del capitale.
La partecipazione in Poste
dovrà essere conferita nella gestione separata di Cdp, mentre i
poteri di governance sulla società dei recapiti resteranno al
ministero, anche per evitare i
potenziali conflitti di interessi
tra la Cassa e Poste, che hanno in
essere una convenzione che remunera la raccolta che la società
dei recapiti fa per conto di Cdp.
In verità, la disamina sui profili legati ai conflitti di interesse
e a quelli concorrenziali è in
corso presso l’Antitrust che dovrà esprimersi nei prossimi
mesi. Così come la Banca d’Italia e la Consob.
Quest’ultima deve ufficialmente pronunciarsi sulla necessità o meno che, a seguito del
passaggio del controllo di Poste,
si renda necessaria un’Opa sul
100 per cento capitale da parte di
Cdp. Ipotesi che, un’indagine
preliminare effettuata prima di
varare l’operazione, sarebbe del
tutto da escludere.
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BREVI
Dalla Finanza
MOLMED
Leucemia, Ok Ue
a terapia cellulare
MolMed incassa il parere
favorevole del Committee
for Medicinal Products for
Human Use (Chmp)
dell'Agenzia Europea dei
Medicinali (Ema) - in
accordo con il Committee
for Advanced Therapies
(Cat) - che raccomanda
l’immissione condizionata
in commercio per Zalmoxis
(Tk), la prima terapia
cellulare paziente-specifica
della società italiana, basata
sull’ingegnerizzazione del
sistema immunitario,
impiegata in associazione al
trapianto aplo-identico di
cellule staminali
ematopoietiche, in pazienti
adulti affetti da leucemie e
altri tumori del sangue ad
alto rischio.
SABAF
Concluso acquisto
del 70% di Arc
Sabaf S.p.A. ha informato di
avere perfezionato ieri il
contratto per l’acquisizione
dai signori Loris
Gasparini e Roberta Calore
di una quota rappresentativa
del 70% del capitale sociale
di Arc s.r.l., società
leader in Italia nella
produzione di bruciatori per
la cottura professionale, nei
termini già comunicati il
9 giugno 2016.
M&A. Il gruppo tedesco punta agli Usa
Henkel compra Sun
per 3,6 miliardi
pIl gruppo tedesco Henkel
ha annunciato l’acquisizione
per 3,6 miliardi di dollari di Sun
Products, produttore americano di detergenti. La transazione, soggetta all’approvazione
da parte delle autorità antitrust,
è stata firmata con il fondo Vespar Capital Partners.
Il ceo Hans Van Bylen ha detto che il deal è molto positivo
per Henkel che punta all’espansione negli Usa. Henkel «ha pagato un buon prezzo», secondo
Christian Weiz di Baader Bank.
L’acquisizione di Sun Products offre ai tedeschi la possibilità di competere ad armi pari
con il colosso Procter & Gamble nel mercato americano,
molto competitivo e ad alta redditività, offrendo una gamma di
detergenti per la casa molto popolari. Il gruppo tedesco con
l’acquisizione di Sun diventa il
numero due nel mercato dei detergenti per la casa e dei detersivi per il lavaggio.
Il fondo Vestar, che ha investito 450 milioni di dollari nelle
azioni Sun tra il 2007 e il 2008,
ha riportato dalla vendita una
percentuale di profitti superiore al 100%, secondo quanto
comunicato da una persona vicino alla transazione. I detersivi e i prodotti per la casa generano un terzo del fatturato
complessivo di Henkel, e il
mercato nord americano «pe-
sa» per il 20% delle vendite,
stando ai dati dello scorso anno. Una percentuale destinata
a crescere di molto dopo la
M&A miliardaria appena chiusa con Sun Products.
Sun, che ha la sede a Wilton,
nel Connecticut, impiega circa
2000 persone e ha due stabilimenti produttivi negli States,
oltre a un sito dedicato solo alla
ricerca e sviluppo. Il suo portafoglio di marchi include anche
Dial, che produce detergenti
professionali destinati al mercato delle lavanderie. Un altro
mercato sul quale Henkel punta ad entrare pesantemente.
L’obiettivo di Henkel, dopo
questa operazione, è di raggiungere a fine anno un fatturato mondiale di 22 miliardi di
dollari. Nonostante la notizia
dell’acquisizione, ieri le azioni
Henkel, quotata alla Borsa di
Francoforte, hanno perso lo
0,3% a 104,7 euro, nel caos generale dei mercati dopo il voto britannico al referendum per uscire dalla Ue. Consulente di
Henkel nella M&A è stato lo
studio Perella Weinberg Partners, con l’assistenza di Credit
Suisse, e dello studio legale Cleary Gottlieb Steen & Hamilton.
L’acquisizione verrà finanziata da Deutsche Bank, JP
Morgan e Bnp Paribas.
Ri.Ba.
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TRIBUNALE DI VERCELLI
SEZIONE FALLIMENTARE
CONCORDATO PREVENTIVO RISERIA PRODOTTI
DEL SOLE SPA N. 13/2014
Veneto Banca S.p.A.
Sede Legale: Montebelluna (TV), Piazza G.B. Dall’Armi, 1
Iscritta all’Albo delle Banche al n. 5679 - ABI n. [5035.1]
Capitale Sociale Euro 373.460.103,00
Iscritta al Registro delle Imprese di Treviso al n. 00208740266
Capogruppo del Gruppo Bancario Veneto Banca iscritto all’Albo dei Gruppi Bancari al n. 5035.1
Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi
AVVISO RELATIVO
- ALLA CONCLUSIONE DELL’OFFERTA GLOBALE
- ALL’AVVENUTA PUBBLICAZIONE AI SENSI DELL’ARTICOLO 9, COMMA 5, DEL REGOLAMENTO ADOTTATO
DALLA CONSOB CON DELIBERA 11971 DEL 14 MAGGIO 1999, COME SUCCESSIVAMENTE MODIFICATO
ED INTEGRATO, DEL SECONDO SUPPLEMENTO AL PROSPETTO INFORMATIVO
Veneto Banca S.p.A. (“Veneto Banca” ovvero la “Società”) comunica che, in data 24 giugno 2016, si è conclusa l’offerta globale
(l’“Offerta Globale”), composta dall’offerta in opzione ai soci
(l’“Offerta in Opzione”) e dal collocamento istituzionale (il
“Collocamento Istituzionale”), avente ad oggetto le azioni ordinarie
di Veneto Banca (le “Nuove Azioni”) rinvenienti dall’aumento di capitale deliberato dal Consiglio di Amministrazione della Società riunitosi in data 30 maggio 2016 (l’“Aumento di Capitale”).
dell’Accordo di Sub-Garanzia, a sottoscrivere tutte le Nuove Azioni
non collocate nell’ambito dell’Offerta Globale.
Il perfezionamento dell’Aumento di Capitale consentirà di riportare i
coefficienti patrimoniali della Banca al di sopra della soglia minima
stabilita dalla Banca Centrale Europea (10,25% a decorrere dal 30
giugno 2016): il CET 1 ratio del Gruppo Veneto Banca pro forma per
l’Aumento di Capitale si attesterà infatti (sia in regime transitorio che
fully loaded) sopra l’11%.
Il Prezzo di Offerta delle Nuove Azioni è stato fissato, al termine del
Consiglio di Amministrazione riunitosi in data 24 giugno 2016, in Euro
0,10 per Azione, pari al valore minimo del Range di Prezzo, anche
tenuto conto degli impegni di sottoscrizione del Fondo Atlante.
L’Offerta Globale è stata coordinata e diretta da Banca IMI S.p.A. che
agisce in qualità di Global Coordinator e Joint Bookrunner; Citigroup
Global Markets Limited, Credit Suisse Securities (Europe) Limited,
Société Générale e UBS Limited agiscono in qualità di Co-Global
Coordinator e Joint-Bookrunner, mentre Barclays Bank PLC,
Commerzbank AG (London Branch), Natixis SA e UniCredit S.p.A.
agiscono in qualità di Joint Bookrunner.
In ragione del summenzionato Prezzo di Offerta, il rapporto di opzione è pari a 81 Nuove Azioni ogni vecchia azione detenuta.
Nell’ambito dell’Offerta Globale sono state presentate adesioni per
un importo complessivo pari a Euro 22.330.793,98 pari al 2,23% del
controvalore dell’Offerta Globale.
Si precisa pertanto che, Borsa Italiana S.p.A., con avviso n. 12564
del 24 giugno 2016, preso atto dei risultati dell’Offerta Globale, non
ha disposto l’avvio delle negoziazioni delle azioni Veneto Banca sul
Mercato Telematico Azionario ("MTA"). Pertanto - ai sensi di quanto
previsto dalla Sezione Seconda, Capitolo 5, Paragrafo 5.1.1
“Condizioni alle quali l’Offerta Globale è subordinata” del Prospetto
Informativo - gli aderenti all’Offerta in Opzione avranno il diritto di
revocare la loro adesione entro il termine di 2 giorni lavorativi dalla
data di pubblicazione di apposito avviso integrativo, che si prevede
sia pubblicato il 25 giugno 2016 sul sito internet dell’Emittente
(www.venetobanca.it) nonché sui quotidiani ”Il Sole 24 Ore”, “Milano
Finanza” e “Il Giornale”. La revoca della sottoscrizione dovrà avvenire mediante presentazione di apposita dichiarazione presso la sede
o le filiali di Veneto Banca S.p.A. o le filiali delle banche italiane del
Gruppo Veneto Banca, ovvero degli altri Intermediari Autorizzati
presso le quali è stata presentata la Scheda di Adesione.
Inoltre, per effetto della mancata disposizione dell’avvio delle negoziazioni delle azioni Veneto Banca sul MTA, sia il Collocamento
Istituzionale che le adesioni relative sono venute meno, senza necessità di specifica revoca.
L’Offerta Globale è subordinata alla condizione che l’Aumento di
Capitale sia integralmente sottoscritto entro la Data di Regolamento
dell’Offerta Globale, attualmente prevista per il 30 giugno 2016.
Si precisa che, secondo quanto previsto dall’Accordo di Garanzia sottoscritto in data 31 maggio 2016 tra Veneto Banca e il consorzio di
garanzia organizzato e gestito da Banca IMI S.p.A., nonché
dall’Accordo di Sub-Garanzia sottoscritto in pari data tra Banca IMI
(anche in nome e per conto del Consorzio di Garanzia) e Quaestio
Capital Management SGR S.p.A. (in nome e per conto del Fondo
Atlante), il Fondo Atlante si è impegnato, alle condizioni e ai termini
Veneto Banca è stata assistita da Rothschild, in qualità di advisor
finanziario dell’operazione.
* * *
Veneto Banca comunica inoltre l’avvenuto deposito presso Consob
del Secondo Supplemento al Prospetto Informativo a seguito di
approvazione comunicata con prot. 0059129/16 del 24 giugno 2016
(il “Secondo Supplemento”).
Il Secondo Supplemento è disponibile presso la sede sociale di
Veneto Banca S.p.A., in Montebelluna (TV), piazza G. B. Dall’Armi,
n. 1, nonché sul sito internet di Veneto Banca S.p.A. (www.venetobanca.it).
Il Secondo Supplemento deve essere letto congiuntamente al
Prospetto Informativo e al Primo Supplemento, ai sensi dell’articolo
9, comma 5, del Regolamento adottato dalla Consob con delibera
11971 del 14 maggio 1999, come successivamente modificato ed
integrato, depositato presso Consob in data 17 giugno 2016.
L’informativa completa su Veneto Banca S.p.A. può essere ottenuta
solo sulla base della consultazione congiunta del Secondo
Supplemento, del Primo Supplemento e del Prospetto Informativo.
Ai sensi dell’art. 95-bis, comma 2, del D.Lgs. n. 58 del 24 febbraio
1998 gli investitori che prima della pubblicazione del Secondo
Supplemento hanno già accettato di sottoscrivere le Nuove Azioni
hanno il diritto, esercitabile entro due giorni lavorativi dalla pubblicazione del Secondo Supplemento, di revocare la loro sottoscrizione,
presentando apposita dichiarazione presso la sede o le filiali di
Veneto Banca S.p.A. o le filiali delle banche italiane del Gruppo
Veneto Banca, ovvero degli altri Intermediari Autorizzati presso le
quali è stata presentata la Scheda di Adesione. Il diritto di revoca è
pertanto esercitabile entro il 28 giugno 2016.
I termini con la lettera maiuscola hanno il medesimo significato agli
stessi attribuito nel Prospetto Informativo, nel Primo Supplemento e
nel Secondo Supplemento, ai quali si rinvia.
Montebelluna (TV), 25 giugno 2016
COMUNICAZIONE
PUBBLICITARIA
Per la pubblicità
legale su
Il Sole 24 Ore
Via Monte Rosa, 91
20149 Milano
Tel. 02 3022 3594-3257-3126
Fax. 02 3022 3259
email:
[email protected]
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INVITO A PRESENTARE OFFERTE IRREVOCABILI
DI ACQUISTO IN BUSTA CHIUSA
Il liquidatore Giudiziale Dott. Claudio Maestroni, rende noto che è posto in vendita il
complesso aziendale di proprietà della società in Concordato Preventivo, alle condizioni indicate in calce.
– Complesso aziendale sito nel comune di Costanzana (VC) e costituito principalmente da immobili, da macchinari di produzione, dai beni mobili, come da perizia
depositata in Tribunale dal Geom. D’Aniello di Vercelli ed alla quale si rimanda.
È stata consegnata alla Procedura offerta irrevocabile di acquisto di Euro
3.382.400,00 (tremilionitrecentoottantaduemilaquattrocento/00), oltre imposte
di legge e spese di registrazione ed oneri di trascrizione, per l’acquisizione del
predetto complesso aziendale.
Gli Organi della procedura intendono ricevere e vagliare offerte migliorative.
Gli interessati sono invitati a presentare offerta irrevocabile per l’acquisto dell’intero
complesso aziendale della società in Concordato Preventivo secondo le seguenti
CONDIZIONI DI VENDITA
1. La vendita del complesso aziendale come sopra descritto avviene nello stato di
fatto e di diritto in cui si trova e senza alcuna garanzia per vizi, mancanza di qualità o
difformità della cosa venduta, od oneri di qualsiasi genere, al prezzo base determinato
a corpo e non a misura, di Euro 3.382.400,00 (tremilionitrecentoottantaduemilaquattrocento/00), oltre imposte di legge con pagamento entro 30 gg. dall’eventuale aggiudicazione. L’aggiudicatario rinuncia a far valere in futuro nei confronti della
procedura qualsiasi eccezione e/o pretesa e/o richiesta e/o contestazione in ordine allo
stato del complesso aziendale.
2. La dichiarazione di offerta, che costituisce a tutti gli effetti proposta di acquisto irrevocabile valida a tutto il 30.09.2016, dovrà essere presentata entro e non oltre le ore 12
del giorno 28 luglio 2016, in busta chiusa riportante all’esterno la dicitura “Concordato preventivo Riseria Prodotti del Sole SpA – offerta irrevocabile d’acquisto del
complesso aziendale di Costanzana” presso lo studio del Commissario Giudiziale,
D.ssa Giulia Gallarati, in Via XX Settembre 37 a Vercelli.
3. La dichiarazione di offerta dovrà contenere, a pena di inammissibilità, i seguenti elementi:
ii) dichiarazione espressa di accettazione del complesso aziendale posto in vendita
come visto e piaciuto nello stato di fatto e di diritto in cui si trova, così come descritto
iii) prezzo offerto per l’acquisto del complesso aziendale, per un importo non inferiore
a quello indicato a corpo di Euro 3.382.400,00 (tremilionitrecentoottantaduemilaquattrocento/00), oltre imposte di legge, spese di trasferimento e pagamento entro 30
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sulla piazza italiana intestato al “Concordato preventivo Riseria Prodotti del Sole
SpA”, per una somma pari al 10% del prezzo offerto per l’acquisto del complesso
aziendale, a titolo di deposito cauzionale da imputare in conto prezzo in caso di accettazione dell’offerta, e che sarà incamerato a titolo di penale in caso di successivo
mancato versamento del saldo del prezzo entro il termine concordato o di rinuncia
all’acquisto.
4. L’apertura delle buste con le offerte avverrà il giorno 29 luglio 2016 con inizio
alle ore 11 presso lo studio del Commissario Giudiziale in Via XX Settembre n.
37 a Vercelli.
5. Avvenuta l’apertura delle buste, in presenza di più offerte di importo pari o superiore ad Euro 3.382.400,00 (tremilionitrecentoottantaduemilaquattrocento/00) sarà
dato corso ad una gara informale tra tutti gli offerenti presenti, ovvero loro rappresentanti muniti di procura, che avrà come prezzo base il più alto proposto, con rilancio
minimo di Euro 100.000,00 (centomila/00).
6. L’aggiudicazione avverrà in favore del soggetto che avrà formulato l’offerta migliore. Per offerta migliore si intenderà quella con prezzo più alto. Agli offerenti la cui
proposta non troverà accoglimento verrà restituita la cauzione infruttifera.
­ stipulato entro 30 giorni dal versamento del saldo dinanzi al notaio designato dall’aggiudicatario. Nel caso in cui l’offerente non provveda al versamento del saldo del
prezzo nei termini di cui sopra, il deposito cauzionale non verrà restituito ma sarà
incamerato a titolo di penale.
8. Le imposte di legge e tutte le spese relative alla vendita, al passaggio di proprietà, al
compenso del notaio che redigerà l’atto, nonché tutte le altre spese necessarie, saranno
a carico dell’acquirente.
La perizia del perito estimatore nominato dalla procedura è disponibile presso lo Studio del Commissario Giudiziale.
Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi al Liquidatore Giudiziale presso il
Commissario Giudiziale.
Via XX Settembre, 37 Vercelli, Tel. 0161/54937 – 0161/257325, Fax 0161/257363,
e-mail [email protected] - [email protected]
Vercelli, 23 Giugno 2016
IL LIQUIDATORE
Claudio Maestroni
Ministero della Salute
AVVISO PUBBLICO
PER LA RICERCA DI OFFERTE DI COFINANZIAMENTO DEL PROGETTO NAZIONALE DI GENOMICA APPLICATA ALLA SANITÀ PUBBLICA, DENOMINATO «PROGETTO GENOMI ITALIA»
La «Commissione nazionale genomi italiani» (di seguito «Commissione») è stata istituita con decreto del Ministro della salute 14 marzo 2016, ai sensi dell’articolo 1, commi 580 e 581, della legge
28 dicembre 2015, n. 208, per istruire la realizzazione di un’infrastruttura dedicata ad un progetto
nazionale di genomica applicata alla sanità pubblica, denominato «Progetto genomi Italia» (di seguito «PgI»), volto alla realizzazione di un piano nazionale di implementazione medico-sanitaria
delle conoscenze e tecnologie genomiche, con particolare riguardo al sequenziamento, all'analisi
e alla valorizzazione scientifica e clinica delle sequenze genomiche della popolazione italiana. Per
tale finalità, la citata legge 28 dicembre 2015, n. 208, ha istituito presso il Ministero della salute un
fondo denominato «Progetto genomi Italia», al quale è assegnata la somma di 5 milioni di euro
per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, e ha condizionato la realizzazione del Progetto all’individuazione di uno o più soggetti, pubblici o privati, che si impegnino a cofinanziare il Progetto
medesimo, nella misura non inferiore alle risorse destinate annualmente dallo Stato. Il presente
avviso è finalizzato a individuare uno o più soggetti, pubblici o privati, che si impegnano a cofinanziare il PgI, nella misura non inferiore alle risorse destinate annualmente dallo Stato, pari a 5 milioni
di euro. L’offerta di cofinanziamento dovrà essere presentata entro il 30 giugno 2016 e sarà esaminata dalla Commissione ai fini dell’ammissione al cofinanziamento stesso. Il testo completo del
presente avviso e i relativi allegati sono reperibili al link http://www.salute.gov.it/progettogenomi.
Sabato
25 Giugno 2016
www.ilsole24ore.com
@ 24ImpresaTerr
IL GIORNALE DELL’ECONOMIA REALE
t
AGRICOLTURA/1
AGRICOLTURA/2
Massimo Agostini u pagina 26
Giorgio dell’Orefice u pagina 26
Per gli zuccherifici
il rischio dei prezzi
Pronte a scattare
le multe sull’olio
Meccanica/1. Ieri l’assemblea di Assomac (+1,93% la produzione) - La presidente Marchioni Bocca: la sfida è anticipare i mercati
Calzature, macchinari in ripresa
Boccia: collaborare per intercettare la globalità, senza ostacoli noi primi al mondo
LOMBARDIA
Katy Mandurino
DESENZANO DEL GARDA (BRESCIA)
p«Da soli si va più veloci, ma
insieme si va più lontano». Ricorda un detto africano la presidente di Assomac Gabriella
Marchioni Bocca per lanciare il
messaggio centrale dell’assemblea annuale della associazione
che presiede, la quale raggruppa
i costruttori di tecnologie per
calzature, pelletteria e conceria.
Il messaggio è «lavorare insieme
per crescere», claim che fornisce
il titolo alla giornata. Ieri, a Desenzano del Garda, le 240 imprese associate hanno fatto il punto
sull’andamento congiunturale
del settore e, all’ombra della
Brexit, che ha aggiunto un ulteriore senso di incertezza sul futuro, hanno delineato le linee di
sviluppo per i prossimi anni.
I dati relativi al 2015 sono di tutto rispetto: la produzione è cresciuta dell’1,93% e, anche se non
ha raggiunto i livelli del 2014
(quando la crescita è stata del
9,56%), rappresenta comunque
più di due volte il tasso di crescita
dell’economia italiana. L’export è
cresciuto per il terzo anno consecutivo con un incremento del
2,28% (430 milioni di euro). Tuttavia, delle sei sottosezioni che
compongono Assomac, solo le
macchine per calzature tradizionali e quelle in sintetico sono cresciute, con aumenti del 9,89 e
SCENARIO A DUE FACCE
Crescita sostanziosa soltanto
per le macchine destinate
a calzature tradizionali
e in sintetico. Soffrono ancora
quelle per conceria e pelletteria
7,52%. Mentre le macchine per
conceria e quelle per pelletteria
hanno perso rispettivamente il
4,07 e il 4,97%.
«Dobbiamo essere in grado di
stare al passo con i tempi e innovare – ha detto la presidente
Marchioni Bocca –. La sfida principale è interpretare al meglio e
in anticipo le richieste del mercato. Per far questo diventa fon-
damentale fare sistema, attuare
una profonda sinergia su progetti di filiera. Collaborare oggi è un
dovere: insieme è meglio». «Nel
secondo Paese industriale d’Europa, con un tasso di imprenditorialità tre volte la media europea, quello che dobbiamo fare è
collaborare per intercettare i
mercati globali – ha sottolineato
il presidente di Confindustria
Vincenzo Boccia -. Ma bisogna
crescere, diventare grandi, anche restando piccoli, usando le
reti o i contratti di filiera».
I produttori di macchine per
calzature e pelletteria hanno dalla loro una specializzazione unica, innovazione di prodotto e
avanguardia nella tecnologia, ma
si scontrano con un costo energetico che è il 30% in più rispetto a
quello della Germania, con una
politica dei dazi estremamente
penalizzante (solo per le calzature, si parla di dazi del 40% per i
prodotti italiani che vanno all’estero contro l’8% dei dazi applicati sui prodotti in entrata), con
un costo del lavoro per unità di
prodotto che è 30 volte superiore
a quello tedesco. «Senza questi
deficit saremmo i primi nel mon-
do – ha detto Boccia –, ma da soli
non si va da nessuna parte. Allora
dobbiamo occuparci di politica,
contro i monopoli equidistanti
dai partiti. Dobbiamo spingere su
interventi organici di politica
economica che prevedano superammortamenti, detassazioni e
decontribuzioni, per ridurre questi handicap di produttività». Anche tracciabilità , trasparenza e
formazione sono tematiche strategiche per la competitività delle
imprese del settore. «Servono
per offrire ai nostri clienti un motivo in più per continuare a scegliere le nostre tecnologie. È questo è fondamentale», ha spiegano
Marchioni Bocca.
E in attesa di capire come evolve la situazione europea dopo la
defezione della Gran Bretagna,
un ultimo cenno è stato fatto in
assemblea alle banche, che devono cambiare il proprio sistema di
valutazione degli asset imprenditoriali: «I parametri devono essere qualitativi – ha concluso
Boccia –, gli intangibili hanno un
valore reale che va calcolato. Sediamoci ad un tavolo con Abi e
cambiamo insieme».
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EMILIA
ROMAGNA
Ilaria Vesentini
BAGGIOVARA (MODENA)
pI costruttori italiani di macchine per ceramica chiudono un 2015
da record, mettendo in fila il secondo anno consecutivo di forte crescita (+8% dopo il +7% del 2014), e
sfiorano i 2 miliardi di euro di giro
d’affari, battendo così di oltre due
punti i il precedente primato del
2007. Quando il settore rappresentato da Confindustria-Acimac raggiunse il suo picco per poi passare
anni di crisi. A trainare le vendite è
l’export,chevaleil77%delbusiness
edècresciutodel9,1%,nonchéilre-
cupero della domanda dei produttori di piastrelle (primi clienti con
l’83% dei volumi e un +6,1% ) . «Rappresentiamo una nicchia d’eccellenza e siamo leader nel mondo,
con circa la metà del mercato. La
nostra forza è il distretto, dove l’interazione e contaminazione tra
clienti e fornitori è costante», spiega il nuovo presidente Paolo Sassi,
eletto ieri alla guida dell’Associazione costruttori italiani macchine
eattrezzatureperceramica(150imprese, oltre 6.200 addetti) in occasione dell’assemblea annuale nella
sede a Baggiovara di Modena.
Ottime anche le prospettive per
il 2016, stando ai primi tre mesi dell’anno (+9%) con i mercati esteri a
fare da locomotiva (+14,2%), mentre rallentano (-5,9%) le vendite in
Italia. Dopo due anni di forte recupero sul mercato interno, con un
+4,3%nel2015secondoilcentrostudi Acimac, che conferma il dinamismo degli investimenti rilevato a
suavoltadaConfindustriaCeramica tra i produttori di piastrelle
(+22,7% nel 2015,).
All’estero spicca invece la forte
accelerazione di macchine vendutealcompartolaterizi(+42%)apresagire una ripresa globale del settore edile. «Se con lo stop della Russia,lafrenatadelBrasile,laripresaal
ralenti dell’Iran siamo riusciti comunque a mettere a segno performancecomequelledel2015,significa che abbiamo chance enormi di
migliorare in un contesto meno avverso», commenta Sassi, presidente della Bmr di Scandiano, pieno di-
MILANO
pNon c’è pace per il progetto
Assemblea Assomac. Gabriella Marchioni Bocca con Vincenzo Boccia
L’andamento
Quota di mercato dei principali esportatori di macchine pelle-calzature.
In % (dati al 2015)
Corea
del Sud
Germania
Cina
Italia
41
24
5
6
9
12
3
Taiwan
Cina-Italia
Altri
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Assomac
Le dinamiche del fatturato
Valori in milioni di euro e variazione % su anno precedente
stretto delle piastrelle di Sassuolo.
E gli associati Acimac non hanno di
che preoccuparsi, come impatto
economico diretto, neppure dell’effetto Brexit: l’Europa concentra
meno del 20% dell’export delle
macchine per ceramica made in
Italy (1,522 miliardi in totale) e la
Gran Bretagna uno zero virgola.
C’è un dato, nella 24esima indagine Acimac presentata ieri, che
suona un alert: la crescente polarizzazione del tessuto produttivo.
Perché mentre le piccole imprese
(quelle sotto i 2,5 milioni di ricavi)
perdono oltre 10 punti di business,
le“grandi”(setalisipossonodefinire le 19 realtà sopra i 10 milioni di ricavi, che concentrano l’83% del settore) corrono oltre le due cifre.
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Italia
2012
1.672,7
Estero
2013
1.715,6
(-4,1%)
(+2,6%)
1.291,3
1.370,9
381,4
344,7
(-7,2%)
(+0,1%)
(+6,2%)
(-9,6%)
2014
1.836,3
(+7,0%)
2015
1.982,8
(+8,0%)
1.394,6
1.522,0
441,7
460,8
(+1,7%)
(+28,1%)
(+9,1%)
(+4,3%)
Fonte: Acimac
Gara Ilva. Sarà diluita la quota Erdemir - Marcegaglia chiude all’aggregazione «larga» Commercio al dettaglio
Cordata Arvedi, pronto il piano B
PUGLIA
Matteo Meneghello
pLa posizione «attendista» di
Erdemir non scoraggia Arvedi,
che con Delfin (la finanziaria di famiglia di Leonardo Del Vecchio,
ieri era atteso un pronunciamento
definitivo) e probabilmente Cdp
(l’ufficialità è rimandata al Cda di
martedì) intende presentare comunque, entro fine mese, un’offerta in cordata per rilevare Ilva.
La volontà di proseguire, esplicitata dal presidente del gruppo cremonese, Giovanni Arvedi, martedì durante l’audizione in commissione Industria del Senato
(«avanti anche senza Erdemir») è
stata confermata ieri da una fonte
vicina ai soggetti che compongono la cordata. Nonostante Erdemir avesse firmato un documento
di governance, i soggetti poten-
propri asset, debitamente valorizzati, all’interno della newco.
Sempre Arvedi, secondo alcuni
osservatori, aveva nelle sue parole lasciato intendere la possibilità
di una eventuale ricomposizione
più ampia della squadra, con potenziali contaminazioni a beneficiodell’altracordata,compostada
Marcegaglia e da ArcelorMittal.
Un’ipotesi rilanciata anche da altri osservatori. Su questo tema però il presidente del gruppo mantovano, Antonio Marcegaglia, pur
rinnovando a Cdp l’invito a fare
parte della compagine, ha ribadito
il patto che lo vincola al partner
franco-indiano, sottolineando le
divergenze tra i piani industriali
delle due proposte. «Siamo da
sempre schierati a fianco di ArcelorMittal e questa é una scelta legata alla loro forza industriale e finanziaria - ha detto ieri a margine
degli Stati generali dell’acciaio,
organizzati da Siderweb -. Riteniamo che sia il candidato piú qua-
lificato». Marcegaglia ha detto
che«l’impegnodiMittalèuninvestimento serio, solido e di medio
termine: è interessata a una maggiore presenza in Italia che rafforzi il mercato. Una Ilva a 6 milioni
minimo, che è il nostro piano industriale, è necessaria all’Italia e
funzionale ai piani di Mittal».
Durante gli Stati generali il presidente di Federacciai, Antonio
Gozzi, ha ribadito il suo giudizio
negativo sulla gestione commissariale di Ilva («una gigantesca distruzione di ricchezza, una violazione dei principi fondamentali,
un’ombra sulla reputazione internazionale del Paese»). Parlando
della futura «geografia dell’acciaio» Gozzi ha inoltre aggiunto che
«la Cina va controllata sul piano
del dumping, ma dal punto di vista
competitivo non è temibile. Saranno altri paesi, in particolare
Russia, India, Brasile, Ucraina, i
protagonisti del futuro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
dello Human Technopole, il polo di ricerca avanzata sulle scienze umane che, nei piani del Governo, dovrà sorgere nell’ex area
Expo di Milano.
A riaccendere le polemiche
sul metodo adottato dal Governo per la sua realizzazione (un
metodo “Top Down” che ha individuato nell’Istituto Italiano di
Tecnologia di Genova il capofila
del progetto) è stato un intervento della senatrice Elena Cattaneo
durante un convegno sul finanziamento pubblico alla ricerca
organizzato ieri all’Università
Statale di Milano. «È una questione di metodo e non di merito
– ha spiegato la senatrice, ribadendo le critiche già esposte in
un documento depositato in Senato lo scorso 4 maggio –. Non
contesto il progetto in sé di un
Tecnopolo sulle scienze umane,
anzi, ma il sistema, improvvisato
e discrezionale, utilizzato dal
Governo per identificare il soggetto che si occupa del progetto,
senza una gara e quindi senza
competizione, destinandogli
con una legge 80 milioni per gestirlo». Per progetti di questo genere, ha aggiunto la senatrice,
servono invece bandi internazionali: «Il tempo per raddrizzare le cose c’è. Spero che il Governo ripensi il metodo e faccia al
più presto una gara».
Anche il rettore della Statale,
Gianluca Vago — che insieme ai
rettori dell’Università Bicocca e
del Politecnico di Milano fa parte con Iit del coordinamento che
ha seguito la messa a punto del
piano per il Tecnopolo presentato al Governo lo scorso febbraio – ha precisato ieri che «serve
un segnale di discontinuità gestionale rispetto al modello iniziale». Vago auspica la creazione di un organismo “terzo”, giuridicamente riconosciuto, che
riceva e gestisca i fondi governativi. «Se la struttura rimane quella attuale, noi ci chiamiamo fuori», ha aggiunto.
Smussa i toni della polemica
Roberto Cingolani, direttore
scientifico dell’Iit, dicendosi
aperto al confronto e a fare un
ANDAMENTO CONGIUNTURALE
Var.% sul mese precedente. Dati destagionalizzati, aprile 2014/apr.’16
0,6
0,0
-0,3
Andrea Biondi
BISCEGLIE (BT). Dal nostro inviato
pDal sito per noleggiare im-
-0,9
2015
apr.‘16
ANDAMENTO TENDENZIALE
Var.% sullo stesso mese dell’anno precedente. Dati grezzi, apr.’14/apr.’16
3,0
1,5
0,0
-1,5
-3,0
-4,5
apr.’14
© RIPRODUZIONE RISERVATA
CONVEGNO A MILANO
L’appello:
«Un’agenzia
per la ricerca»
pPochi, incerti, e in ritar-
do. L’Italia, si sa, non brilla
certo in Europa per finanziamenti pubblici destianti alla
ricerca: l’1,27% del Pil nel periodo 2011-2014. Ma il problema non è soltanto la quantità,
come è emerso nel convegno
organizzato dalla Statale di
Milano sul tema. Si tratta anche di innovare gli strumenti
per la gestione di tali fondi,
ad esempio attraverso la costituzione di una Agenzia
per la ricerca come esiste in
quasi tutti i Paesi europei,
che individui le priorità su
cui investire.
Dal vino alle suole «2.0»,
startup in cerca di fondi
-0,6
apr.’14
passo indietro nel caso il Governo decidesse di creare un soggetto giuridico terzo per gestire il
Tecnopolo. Tuttavia, non ci sta a
sentir gettare fango sull’istituto
che dirige: «Ci hanno accusati di
aver ricevuto finanziamenti che
invece non sono a bilancio dell’Iit – ha detto –. Ci hanno accusati di opacità e invece i nostri conti
sono trasparenti e pubblici».
Proprio ieri, l’Iit ha reso disponibile sul sito una replica punto
per punto al documento presentato dalla senatrice Cattaneo.
Tuttavia, precisa Cingolani, «Risponderò ufficialmente nelle sedi istituzionali: ho già chiesto
una audizione alle Camere e siamo in attesa di convocazione».
Per quanto riguarda il Tecnopolo, invece, Cingolani ricorda:
«SonostatochiamatodalloStato
a fare un progetto e l’ho fatto. Attendiamo a breve le valutazioni
degli esperti interpellati dal ministero per la Ricerca, poi recepiremo le osservazioni e presenteremo il masterplan definitivo. Io
mi fermo lì. Decideranno il Governo e il Parlamento quale governance serva e a chi affidarla».
Hi-tech. Le idee di impresa a Digithon
0,3
zialmente coinvolti nella cordata
avevano previsto un «piano B»,
nel caso in cui il Consiglio di amministrazione turco, come di fatto
è avvenuto, non fosse riuscito a
formulare una decisione entro i
termini stabiliti (da subito era
emersa l’intenzione dei turchi di
deliberare solo a settembre).
Lo schema alternativo prevede
la diluizione dell’equity necessario tra i tre soggetti rimasti in campo. La cordata può restare in corsa
anche perchè, come è emerso dall’audizione di Arvedi nei giorni
scorsi, il ruolo industriale è affidato esclusivamente al gruppo italiano, mentre per i turchi era stata
ritagliata una partnership prevalentemente finanziaria. A maggior ragione nella fase successiva
di integrazione industriale (anche
questa abbozzata nell’intervento
di Arvedi in Senato) il gruppo cremonese potrebbe ulteriormente
salire all’interno della compagine
attraverso il conferimento dei
Si riaccendono
le polemiche
sul Tecnopolo
Giovanna Mancini
Meccanica/2. La nicchia del made in Italy leader mondiale (2 miliardi di fatturato) chiude il 2015 con una crescita dell’8% trainata dall’export
Record delle macchine per ceramica
Post-Expo. Cingolani: aperti al confronto
2015
apr.‘16
Ad aprile le vendite giù dello 0,5%
Ad aprile i dati Istat sul commercio al dettaglio registrano, su base annua, un
calo dello 0,5% a valore e dello 0,9% a volume, con l’alimentare a -1,6% e il
non alimentare a +0,1%. In aprile le vendite sono state influenzate dalla
Pasqua, quest’anno anticipata a marzo. Secondo Federdistribuzione siamo in
una sorta di area di parcheggio dalla quale facciamo fatica a uscire: i consumi
non calano più ma non riescono a riprendersi in misura significativa.
barcazioni come si vuole in qualsiasi parte del mondo alla soletta
intelligente che riscalda o raffredda il piede. Dalla piattaforma per mettere in contatto produttori di vino e consumatori
che si scambiano valuta digitale
con la tecnologia “blockchain”
(il futuro per questo tipo di transazioni) alla app mobile per chiedere passaggi in moto e scooter .
Ieri è stata la giornata delle
idee d’impresa a Digithon, iniziativa ideata dal parlamentare
pugliese Francesco Boccia. La
testimonianza di Andrea Pezzi
(oggi ceo di TheOutplay) ha
aperto la maratona di idee d’impresa (100) che si svolgerà fino
alle 15 di oggi con premiazione finale sulla base (anche ma non solo) di voti online (ieri ne erano ar-
rivatida45Paesi).Idee,maanche
risorse. «Si può trovare risposta
nel supporto di incubatori, anchequotati,ecrowdfunding»,ha
detto Massimiliano Lagreca
(Borsa Italiana). «Siamo stati la
prima autorità europea a regolare il crowdfunding con all’attivo
20 portali online dedicati» ha aggiunto Guido Stazi, segretario
Consob. Cinquanta le offerte
presentate, a buon fine per la metà, con «target medio di 320mila
europercirca6milioniraccolti».
Tassello da non trascurare,
parlando di risorse, è «il collegamento con l’America» ha poi
spiegato Fernando Napolitano,
che dagli Usa investe in startup e
favorisce l’incontro fra startup e
investitori. «Con programmi
Best e One Week Acceletator
creiamo competenze e link proprio per sviluppare imprese».
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26 Impresa & territori
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
AGRICOLTURA
Sicurezza. Dal 1° luglio in vigore il decreto con un ulteriore giro di vite contro le irregolarità nel settore
In breve
Scattano le nuove multe sull’olio
FORMAZIONE/1
Master in filosofia
del cibo e del vino
Sanzioni fino a 12mila euro per le indicazioni che falsificano l’origine
Via al Master in filosofia del
cibo e del vino, firmato da
Intesa Sanpaolo, Iswa
(Italian signature wine
academy) e università San
Raffaele. Secondo i
promotori, il master
preparerà manager che
daranno valore all’unicità del
made in Italy nel settore
agroalimentare e
vitivinicolo, grazie alla
convergenza di molteplici
discipline. A siglare
l’accordo sul master sono
stati Stefano Barrese,
responsabile della divisione
Banca dei territori di Intesa
Sanpaolo, Nicola Bedin,
consigliere delegato
dell'università Vita-Salute
San Raffaele e Marilisa
Allegrini, presidente di Iswa.
Giorgio dell’Orefice
ROMA
pDopo mesi di discussioni su
un temuto rischio di depenalizzazione è stato varato il decreto
legislativo 103/2016 che fissa il
nuovo regime di sanzioni per le
irregolarità nell'olio d'oliva. Pubblicato in Gazzetta ufficiale (n.
139) entrerà in vigore il prossimo
1 luglio. Il dlsg riscrive il regime
sanzionatorio adeguandolo alla
normativa Ue e rappresenta un
passo avanti per la tutela dell'olio
d'oliva made in Italy e per la difesa dei consumatori .
Il provvedimento oltre alle regole per l’ utilizzo degli imballaggi (nelle vendite dirette), la corretta tenuta dei registri degli oli e
le modalità da seguire per l'identificazione delle partite, le norme
sulle categorie di olio e le altre indicazioni facoltative e obbligatorie da riportare in etichetta, contiene anche alcune novità in materia di origine, vera e propria
«ossessione» per l'olio d'oliva.
Un aspetto infatti che nonostante
FORMAZIONE/2
Corsi dedicati
ai Consorzi di tutela
Due giorni di formazione per
i Consorzi di tutela e per le
imprese associate
organizzati dal Mipaaf in
collaborazione con l’Ismea.
Le lezioni in aula e le visite
agli impianti sono state
finalizzate a formare i
direttori dei Consorzi, gli
imprenditori e i manager
delle aziende agricole del
circuito Dop e Igp sulle
strategie di sviluppo del
sistema delle produzioni a
marchio Ue. In prmo piano
strategie di marketing,
organizzazione di filiera e
internazionalizzazione. Il
ministro delle Politiche
agricole, Maurizio Martina,
ha ricordato la leadership
italiana nei prodotti di qualità
certificata e le potenzialità di
sviluppo. «Oggi - ha detto - le
prime 10 Dop e Igp nazionali
sviluppano l’80% del
fatturato, possiamo fare
molto di più».
sia stato già oggetto di molteplici
provvedimenti di legge sia nazionali che comunitari tanto sull'origine tout court quanto sulle modalità (dimensioni dei caratteri e
contrasto del colori) con le quali
indicare in etichetta la provenienza del prodotto, continua a
stimolare nuove iniziative senza
LE REAZIONI
Coldiretti promuove le misure
che tutelano una produzione
strategica
Agrinsieme: bene
l’introduzione della diffida
però riuscire a innescare un automatico effetto di mercato.
L'ultima frontiera è il contrasto al «country sounding», con la
possibilità di multare anche solo
l'evocazione sulle confezioni di
olio d'oliva di un'origine geografica diversa da quella effettiva.
La sanzione potrà oscillare tra
un minimo di 2mila e un massimo di 12mila euro.
«Si tratta di una norma di grande rilevanza – ha commentato il
ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina - perché per
la prima volta viene sanzionato il
solo fatto che vi siano sulla confezione dei segni che richiamano
un'origine geografica diversa da
quella correttamente indicata in
etichetta. Come ad esempio nel
caso di un olio d'oliva extravergine che riporti correttamente la
dizione “Miscela di oli di oliva
originari dell'Unione europea e
non originari dell'Unione”, ma
che al tempo stesso presenti sulla bottiglia o nel packaging segni, figure o illustrazioni che
possono evocare un'origine solo italiana (tricolore, nomi o aggettivi di italianità)».
La norma si applicherà a tutti i
marchi registrati in Italia successivamente al 31 dicembre 1998 o
in Europa dopo il 31 maggio 2002.
Rilevante è poi la soluzione
escogitata per evitare il rischio
IN CIFRE
+112%
La produzione italiana
Il Consiglio oleicolo
internazionale ha
stimato per la campagna
2015-16 un incremento
record per l’Italia che
arriverà a produrre
472mila tonnellate
dopo il crollo dello
scorso anno
900mila
Le aziende
Sono poco meno di un
milione le aziende
olivicole attive in Italia
3 miliardi
Il fatturato
È il giro d’affari stimato
per l’olio d’oliva made
in Italy
depenalizzazione. Nel corso dei
lavori parlamentari era emerso
che la formulazione di alcuni articoli rischiava di applicare sanzioni solo amministrative a reati
di rilevanza penale. Per questo si
è optato per far precedere ogni
articolo col quale si dispongono
sanzioni pecuniarie dalla formula «salvo che il fatto non costituisca reato».
Soddisfatte le organizzazioni
agricole. La Coldiretti ha sottolineato il positivo giro di vite «contro falsificazioni e prodotti italian sounding, misure importanti
per difendere un settore chiave
del made in Italy alimentare».
Dal canto suo Agrinsieme (il coordinamento di Confagricoltura,
Cia, Alleanza coop e Copagri) ha
evidenziato, in particolare, «l'introduzione della diffida per un
elenco di inadempienze sanabili, un approccio più morbido delle istituzioni rispetto ad irregolarità relative ad adempimenti
burocratici».
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Rapporto Ue. Secondo le stime nel 2020 il prezzo comunitario potrebbe crollare del 15 per cento
Zucchero a rischio nel dopo-quote
Massimo Agostini
ROMA
pDal latte, allo zucchero, l'effetto
dopo-quote potrebbe essere lo
stesso: mercati instabili e volatilità
dei prezzi che, nel 2020, potrebbero
anche crollare del 15 per cento. A
lanciare una sorta di pre-allarme
per il settore bieticolo saccarifero è
un rapporto della commissione
Agricoltura del Parlamento europeo,dicuisiparleràinun'audizione
a Bruxelles il 13 luglio prossimo. Un
documento che fornisce alcune indicazionisulfuturodelsettore,ritenuto ancora strategico a livello eu-
ropeo, nonostante la forte dipendenza da paesi extra-Ue, in particolare dopo l'abolizione delle quote
produttive,fissataasettembre2017.
In questo mercato l'Italia, che
importa 1,3 milioni di tonnellate di
zucchero l'anno, a fronte di un fab-
LA PROPOSTA
L’Italia per evitare ulteriori
tagli punta a una rete di
salvataggio con la conferma
dell’attuale regime di aiuti
accoppiati
bisogno di 1,6 milioni, non è certo
tra i principali player: il 75% della
produzione comunitaria è garantito infatti da cinque paesi e il 53%, in
particolare, da Francia e Germania. Ma il nostro Paese resta comunque interessato a questa filiera produttiva, in quanto fonte di
reddito per agricoltori, imprese
saccarifere e contoterzisti, e di biodiversità. Per non parlare dell'industria alimentare, che lavora tre
quarti dello zucchero disponibile.
In uno scenario che, in base a
proiezioni Fao-Oecd al 2025, vedrà
crescerelaproduzionemondialedi
zuccheroaunamediadel2%l'anno,
spintadall'aumentodelladomanda
soprattutto in Africa e Asia, il sistema bieticolo saccarifero europeo
dovrà necessariamente accelerare
il processo di ristrutturazione avviato con la riforma Ue del 2006.
IlrapportodelParlamento,dopo
il 2017, prefigura tre scenari che dipenderanno comunque dal valore
del mercato globale. Il primo, con
un prezzo mondiale di 350 euro a
tonnellata manterrebbe il prezzo
comunitario dello zucchero intorno ai 400 euro,e vedrebbe rafforzareilprimatodelleareepiùcompeti-
tive.Conilsecondoscenario(prezzo mondiale di 250 euro) si prefigurerebbe un crollo di quello
comunitario a 340 (-15%) e porterebbe a inevitabili ulteriori tagli di
imprese e superfici coltivate.
Un terzo scenario, con un prezzo mondiale di 480 euro che farebbe lievitare quello Ue a 570, determinerebbe un aumento della produzione, con conseguente necessità di trovare nuovi sbocchi
commerciali.Traglistrumenticaldeggiati per restare sul mercato,
l'Italia propone - insieme ad altri
nove paesi - il mantenimento degli
aiuti accoppiati previsti dalla Politica agricola comune, attualmente
pari a 520 euro a ettaro.
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MERCATI IN ITALIA
Dopo un avvio in sordina, la settimana
ha registrato un crescendo dei listini, in
particolare per le più pregiate varietà di
risone. Ieri la Borsa merci di Mortara
(Pavia) ha chiuso le contrattazioni per il
Vialone Nano con un aumento di 20 euro, portando il fixing a una forbice di 430450 euro a tonnellata.
Il gruppo Arborio-Volano ha fatto un
balzo di 50 euro attestandosi a un massimo
di 770 euro, mentre il Carnaroli, con uno
scatto analogo, si è portato fino a 780 euro.
Il trend rialzista si era del resto già profilato
ancheallaGranariadiBologna,doveilCarnaroli giovedì ha chiuso a 770 euro, l’Arborio-Volano a 750. Più contenuti gli aumenti
nei giorni precedenti a Milano e a Vercelli,
dove il Volano-Arborio ha spuntato comunque prezzi massimi di 720-725 euro, il
Carnaroli di 720-730 euro a tonnellata.
M.Ago.
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INDICI CONFINDUSTRIA
Indici dei prezzi delle merci aventi mercato internaz., (34 prodotti) ponderati sul
commercio mondiale (Usd) e sul commercio italiano (º)
Alimentari (tot.)
Bevande
Cereali
Carni
Grassi
Non alimentari (tot.)
Fibre
Vari industriali
Metalli
Combustibili (totale)
Totale (escl. combust.)
Totale generale
Euro correnti
(base 1977=100)
Apr16
Mar16
Apr15
Apr16
Mar16
Apr15
129,28
78,81
184,37
124,47
133,69
278,54
187,15
324,21
272,17
320,71
213,05
272,37
130,97
80,05
181,69
131,52
129,64
280,38
178,73
321,15
283,93
294,33
214,83
258,63
144,96
76,38
189,61
161,37
150,62
372,87
183,21
353,45
480,70
450,67
272,87
370,84
130,01
79,19
185,38
125,26
134,38
280,14
188,06
326,22
273,66
322,60
214,27
273,96
134,20
81,96
186,15
134,86
132,78
287,34
183,00
329,25
290,90
301,67
220,15
265,07
152,87
80,48
199,92
170,29
158,77
393,22
193,03
372,91
506,84
475,37
287,77
391,14
Ore
17.00
18.00
19.00
20.00
21.00
22.00
23.00
24.00
¤/MWh
27,950000
29,880000
37,000000
40,270000
40,572970
40,131800
37,758490
30,836530
DIAMANTI
Valori Best - Average, in dollari Usa per carato. I prezzi indicati si intendono per la vendita
all'ingrosso e all'origine nei Paesi di produzione, al netto di spese, valore aggiunto e imposte.
Brillanti da 2.00 - 2.99 carati
Colore
Qualità Valori al 25.05.2016
D (bianco extra eccezionale +)
if
20540 - 36498
D (bianco extra eccezionale +)
vvs1
21576 - 29425
E (bianco extra eccezionale)
vvs1
18166 - 23601
E (bianco extra eccezionale)
vvs2
13986 - 19743
F (bianco extra+)
vs1
11446 - 15846
F (bianco extra+)
vs2
10980 - 13790
G (bianco extra)
if
13572 - 17430
H (bianco)
if
11240 - 13787
I (bianco sfumato)
if
9044 - 10620
J (bianco sfumato)
vs1
5730 - 7099
J (bianco sfumato)
vs2
5481 - 6880
K (bianco leggermente colorito)
if
5795 - 7100
Valutazione riferita a pietre corredate da certificazione di validità internazionale, tagliate a
«brillante», di buone proporzioni di taglio, esenti da particolarità naturali indesiderate.
Fonte: Rapaport, New York (Internet: www.diamonds.net)
Annamaria Capparelli
ROMA
pNuovo
giro di valzer
all'Agea. Il direttore Stefano Antonio Sernia lascia, anche se il ministero delle Politiche agricole
non ha ufficializzato le dimissioni. Tutto rinviato al 5 luglio con
l'insediamento di Gabriele Papa
Pagliardini, attuale responsabile
dell'Autorità di gestione del Piano di sviluppo rurale della Puglia. Sernia dovrebbe transitare
per un periodo al ministero per
poi approdare, secondo alcune
indiscrezioni, ad Agecontrol.
Si chiude così, con il solito copione del cambio del vertice, l'ennesima fase di contestazioni
all'Agea sulla gestione delle nuovedomandediaiutidirettiPacela
messa in mora da parte di
Confagricoltura e Copagri.
Agrinsieme(ilcoordinamento
costituito da Confagricoltura,
Cia, Copagri e Alleanza delle coop agroalimentari) ha però affermato che i problemi dell'Agea
non si risolvono con le dimissioni: «Le preoccupazioni per le imprese agricole restano e i problemi vanno risolti con urgenza, primo fra tutti quello del danno che
stanno subendo un gran numero
di agricoltori con le decurtazioni
dell'1% al giorno per il ritardo non
per loro colpa nella presentazione delle domande». Ancora una
volta è stata lanciata una richiesta
chiara e forte: procedere a un profondo rinnovamento dell'Agenzia. La riforma è comunque già
prevista dalla delega che il collegato agricolo (in fase di approvazione definitiva al Senato) assegna al governo per ridisegnare la
fisonomia dell'Agea, con una netta separazione tra l'attività e il
controllo affidato ad Agecontrol.
All’ultimo atto d'accusa contro l'Agea per «inerzie, inefficienze e omissioni» Sernia aveva replicato (si veda il Sole 24 Ore
del 18 giugno) spiegando che le
difficoltà erano state determinate soprattutto dalla complessità
della riforma Pac, una emergenza non solo italiana dal momento
che il commissario all'Agricoltura Ue, Phil Hogan, era stato costretto a concedere la proroga
LE PROSSIME MOSSE
Nel collegato agricolo, in
fase di approvazione al
Senato, è già prevista la
delega al governo per
riformare l’Agenzia
non solo per la presentazione
delle domande, ma anche per il
completamento dei pagamenti.
Un fronte su cui Sernia aveva rivendicato l'efficienza di Agea
che ha già pagato 1,7 miliardi, oltre il 90% del dovuto, con l'impegno a completare i pagamenti
entro questo mese.
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LA CASSAFORTE
27 miliardi
Il budget italiano
Le risorse complessive
assegnate all’Italia per il
periodo 2014-2020 per gli
aiuti diretti che transitano
dall’Agea o dagli Organismi
pagatori regionali. A questi
fondi si aggiungono 10,4
miliardi di contributi Ue per lo
sviluppo rurale.
1,7 miliardi
I pagamenti diretti
L’Agea ha già pagato quasi il
90% dei contributi e arriverà al
100% a fine mese.
SULLE ALTRE PIAZZE
A MILANO
Chimici farmaceutici
Rilevazione mensile del 08/06/2016 a cura della Camera di Commercio di
Milano.Dal produttore o dall'importatore al commerciante all'ingrosso o
all'industria farmaceutica, franco partenza. Iva esclusa.I prodotti quotati
corrispondono alle caratteristiche previste dalle principali farmacopee
internazionali.Il divario esistente tra i prezzi minimi e massimi è in relazione
alle caratteristiche chimico-fisiche, alle fonti e al processo di produzione, al
quantitativo e al tipo di confezione del prodotto.
Acetilcisteina il kg. 25-40; acido acetilsalicilico 5,70-7; clavulanico 160200; folico 500-650; l-ascorbico (vitamina C) 9-26; ursodesossicolico 340370; acyclovir 55-105; alfuzosina 900-1200; allopurinolo 50-60; almotriptan
80-150; amikacina solfato 320-450; aloperidolo 413-870; alprazolam 21003000; ambroxolo cloridrato 90-113; aminofilina 8,30-16; amiodarone HCI
100-180; amlodipina besilato 180-220; amossicillina triidrato 2637; ampicillina sodica liofilizzata sterile 70-83; triidrata 27-35; articaina
cloridrato 250-300; atorvastatina 350-430; l-arginina 13,20-20; atenololo
34-47; azithromicyna 230-270. Bacampicillina 250-300; benzidamina
cloridrato 90-100; benzocaina 21-32; bisoprololo emifumarato 450700; brinzolamide 25-35; bromazepam 700-1200; budesonide al g. 6,5012; bupivacaina 330-440. Candesartan 450-550; carbamazepina 90170; carbocisteina 25-33; carvedilolo 280-510; cefaclor 195257; cefalessina monoidrato 57-67; cefazolina sodica sterile 167207; cefotaxima 290-320; cefradina 100-115; ceftazidima sterile 505605; ceftriaxone sodico sterile 210-270; cefurossima sodico 265335; celecoxib 80-150; cellulosa microcristallina 2,60-4,15; cetirizina 300360; ciprofloxacina 40-60; citalopram bromidrato 400-600; claritromicina
200-300; clortalidone 134-180. clotrimazolo 90-130. Desametasone il g.
2,30-3,20; desloratadina il kg. 350-450; diazepam 40-80; diclofenac sodico
33-75; diltiazem 80-130; domperidone 250-450; dorzolamide 4,507; Econazolo nitrato 90-105; escitalopram 1250-2000; etanercept 130-250: lefedrina cloridrato 68-90; enalapril 140-210; eparina sodica milioni U.I. 2843; esomeprazolo il kg. 595-895. Fenilefrina cloridrato 270-330; fenofibrate
80-98; finasteride 2000-4000; fluconazolo 350-450; fluoxetina 130160; flurbiprofene 150-180; flutamide 260-290; fluticasone 4080; formoterolo 80-120; fosfomicina trometamolo 150-180; fosinopril 15001800; furosemide 35-52. Gabapentin 50-75; genfibrozil 55-65; gentamicina
solfato base il kg. 450-600; glibenclamide il kg. 80-138; glicina 7-14; glicole
propilenico 1,90-2,50; glucosio anidro apirogeno 1,65-2. Ibandronato sodico
500-650; ibuprofen 15-25,80; idroclorotiazide 36-90; indapamide 600800; irbesartan 150-200; l-isoleucina 43,50-49; isosorbide mononitrato
(20%) 60-80; itraconazolo 430-530. Ketoprofene 70-100. Lamivudina 270350; lamotrigina 210-300; lansoprazolo 360-540; latanoprost 20002300; lattosio 2,80-3,40; anidro 6-6,50; spray dryed 5-6,20; letrozolo 1824; l-leucina 27-31; levocetirizina 680-800; levodopa 50-129; levofloxacina
130-200; levulosio apirogeno 3,80-4,50; lidocaina cloridrato 35-40; l-lisina
cloridrato 13,50-16,50; lisinopril 260-430; loratadina 470-680; lorazepam
270-530; lormetazepam 620-810; losartan 110-200. Mepivacaina 150210; mesalazina 50-70; metformina 4-4,50; metilprednisolone 15002000; metoprololo tartrato 37-50; mirtazapina 650-800; montelucast Na
1500-1900; moxifloxacina 300-400. Naproxene 45-55; nebivololo 26004000; nifedipina 56,50-160; nimesulide 30-65; nimodipina 150200; norfloxacina 70-95. Olanzapina 1500-2100; omega 3 90110; omeprazolo 110-250. Pantoprazolo sodico 190-230; paracalcitolo 170260; paracetamolo 5,50-9,50; paroxetina 1000-1300; perindopril
terbutilammina 3700-3900; pioglitazone cloridato 670-800; piroxicam
46,50-130; pravastatina 600-900; PVP polivinilpirrolidone 13-25; procaina
cloridrato 13-18; prulifloxacina 800-1000. Rabeprazolo Na 10001200; ramipril 600-1100; raloxifene HCI 600-800; ranitidina 2840; risedronato sodico 900-1100; risperidone 1200-1800. Salbutamolo 160280; salmeterolo 30-50; sertralina 220-250; sildenafil citrato 130220; simvastatina 330-400; sevelamer HCI 110-200; sorbitolo soluzione 70%
non cristallizzabile 0,85-1,50; sulindac 240-265. Tamsulosin HCL al g. 1426; telmisartan 180-210; teofillina anidra 14-20; terbinafina 700800; ticlopidina 57-70; timololo maleato 800-1200; torasemide 130160; triamcinolone acetonide 2800-3500; triazolam 23-30. l-valina 23,8027,50; valsartan 230-340; venlafaxina 105-135; verapamil 7395. Zolmitriptan 1100-1300.
Metalli non ferrosi
BORSA ELETTRICA
Prezzo unico nazionale del 25.06.2016
¤/MWh
Ore
¤/MWh
Ore
37,184690
33,940000
09.00
01.00
34,061130
33,940000
10.00
02.00
31,414150
33,010000
11.00
03.00
29,440000
30,990000
12.00
04.00
29,834540
30,056730
13.00
05.00
25,298940
26,708840
14.00
06.00
27,950000
25,010000
15.00
07.00
30,950000
25,260000
16.00
08.00
Nuovo cambio
al vertice Agea:
Sernia si dimette
Edizione domenicale su www.ilsole24ore.com/indicienumeri
Scatto rialzista
per i prezzi del riso
in deciso rialzo per il riso
Q uotazioni
sulle principali piazze nazionali.
Dollari correnti
(base 1977=100)
Burocrazia. Dopo le proteste agricole
Rilevazione bimensile dei prezzi del 10/06/2016, resi noti dalla Camera di
Commercio di Milano. Per i "grezzi" le merci dìimportazione si intendono già
nazionalizzate;per i semilavorati si intendono per spesori, diametri e formati
base dove non specificato. Prezzi in ¤, Iva esclusa. Fonte Assomet.Per grezzi e
semilavorati merce resa franco stabilimento produttore. Per i rottami franco
stabilimento compratore.
Grezzi
Alluminio e Leghe: Al 99,70 in pani EN AB 10700 UNI EN 576 per t. 16751775; Al 99,5 (1050 A) in placche per laminazione UNI EN 487 1775-1855; Al
Mg Si (6060) in lingotti per estrusione (biliette) UNI EN 486 2025-2125; Al Si
12 (b) EN-AB 44100 UNI EN 1676 2355-2405; Al Mg 3 (b) EN-AB 51000 UNI EN
1676 2415-2450; Al Si 12 Cu Ni Mg EN-AB 48000 UNI EN 1676 2530-2565; Al Si
9 Cu 3 (Fe) EN-AB 46000 UNI EN 1676 2000-2025; Al Si 11 Cu 2 (Fe)(Zn 1,4)
EN-AB 46100 EN 1676 1985-2010; Al Si 12 Cu 1 (Fe) EN-AB 47100 EN 1676
2040-2065; Al Si 6 Cu 4 EN-AB 45000 EN 1676 1955-1980. Antimonio: Sb
99,60 (regolo) UNI 3270 7857,50-8167,50. Bismutomin 99,99% 85959095. Cadmio: Cd 99,95 in bacchette UNI 3816 2495,50-2850,50. Cromo:
99% 6415-6815. Magnesio e leghe: MgP 99,90 in pani ex UNI 5537 1767,501867,50; GD Mg Al 8,5 Zn Mn in pani ex UNI 6169 2317,502417,50. Manganese elettrolitico 99,9% 1470-1770. Nichel: Ni 99,8 in catodi,
brichette, gocce UNI 3353 8400-8700. Piombo: Pb 99,99 in pani UNI EN 12659
1722,50-1792,50. Rame: grado A Cu-Cat-1 UNI EN 1978 5223-5300. Bronzo:
Cu Sn5 Zn5 Pb5 B (CB 491K) in pani UNI EN 1982 4825-5025; Cu Sn 12 B (CB
483K) in pani UNI EN 1982 6570-6770; Cu Al10 Fe2 B (CB 331G) in pani Uni EN
1982 5065-5115; CU Al11 Fe6 Ni6 (CB 334G) in pani UNI EN 1982 52655315. Ottone: Cu Zn35 Pb2 Al-B (CB 752S) ADZ in pani UNI EN 1982 39254025; Cu Zn37 Pb2 Ni1 Al Fe B (CB 7535) in pani 3600-3650; Cu Zn35 Mn2 Al1
Fe1 B (CB 765S in pani 4350-4400; Cu Zn38 Al B (CB 767S) in pani UNI EN 1982
4450-4500; Cu Zn39 Pb1 Al B (CB 754S) in pani UNI EN 1982 35503600. Silicio metallico: Si 98 UNI 3038 1710-1760. Stagno e leghe: Sn 99,90 in
lingotti UNI EN 610 15180-15680; Pb Sn 50 per saldatura dolce UNI 10368
8652,50-9012,50; Mb 83 antifrizione in pani UNI 4515 15420-15920. Titanio
spugna 12-70mm 7085-7285. Zinco e leghe: Zn 99,995 in lingotti UNI EN 1179
1935-1990; Zn 98,5 in lingotti UNI EN 1179 1905-1955; G-Zn Al 4 in lingotti
UNI EN 1774 2400-2450; G-Zn Al 4 Cu 1 in lingotti UNI EN 1774 24302480. Argento: Ag 999,9/1000 al kg. 490,60-498,30. Oro: Au 999,9/1000
35591-36768. Palladio: Pd tit. min. 999/1000 16521-16842. Platino: Pt tit.
min. 999/1000 29925,50-30618,50.
Semilavorati
Alluminio e leghe: lastra Al 99,5 EN AVV 1050A UNI EN 573-3 mm
2000x1000x1 la ton. 3355-3485; barra standard Al Mg Si En AVV 6060 UNI EN
573-3 e UNI EN 755-2 stato T5, ø mm 20, lungh. comm. 3305-3405; barra
standard Al Si Mg Mn EN AVV 6082 UNI EN 573 e UNI EN 755-2 stato T6, ø mm 20
lungh. comm. 3494-3560; filo Al 99,5 EN AVV 1050 A UNI EN 573-3 e UNI EN
1301-2 ø mm 2 2985-3035; laminato sottile base 0,007 Al 99,5 UNI EN 576
4000-4350; laminato sottile base 0,02 Al 99,5 UNI En 576 3610-3870; nastro
per contenitori base 0,07 Al 99,0 UNI EN 576 3220-3495; nastro per capsule,
base 0,20-0,23 Al 99,0 EN AVV 1200 UNI EN 573-3 e UNI EN 485-2 30953345. Piombo: lastre da Pb 99,95 UNI 3165 2107,50-2147,50; tubi da Pb
99,95 UNI 3165 2242,50-2282,50. Rame: lastra UNI EN 1652-CW 024 A-H 090
mm 1,5x1000x2000 6128,50-6267,50; tubo UNI EN 1507 - R 220 mm 12x1,0
6195,50-6334,50; 7240 6377,50-6479,50; nastro per lattoneria UNI EN 1172
CW 0.24 A-R 240 0,6 x1000 5932,50-6034,50. Ottone: lastra OT 67
cotto,CW506L UNI EN1652, mm 2000x1000x0,8 5393-5506; filo Cu Zn 37 UNI
EN 12166 5661-5785; tubo OT 63 duro CW 508L UNI EN 12449, in verghe, mm
35x1 5507-5625; barra CW 614 UNI EN 12164, in verghe ø mm 25 41454395. Titanio: lamiera a caldo commerciale, non in lega mm 2000x1000x3 UNI
10258 22600-26600; barra tonda tornita ø mm 60 in lega UNI 10450 2510029100; laminato sottile, commerciale non in lega UNI 10258 s=0,7-0,9 mm
23600-27600; tubi saldati non in lega, per condensatori e scambiatori UNI
10364 25x0,7 mm 31100-35100. Zinco: lastra da Zn 99,95 UNI EN 1179 26902740.
Rottami
Rottame di fili e cavi UNI 13920/3 1085-1185; rottame di alluminio non
legato (99,50%) UNI 13920/2 1135-1235; rottame consistente di una sola
lega da lavorazione plastica - UNI 13920/4 1175-1280; rottame consistente di
due o più leghe da lavorazione plastica appartenente alla stessa serie UNI EN
13920/5 905-1005; rottame composto da lattine usate per bevande UNI
13920/10 - kg 702,50-752,50; rottame commisto di due o più leghe da
lavorazione plastica UNI 13920/6 1072,50-1122,50; rottame in getti UNI EN
13920/7 1122,50-1172,50; rottame proveniente da processi di separazione
dei residui non ferrosi frantumati UNI EN 13920/9 1217,50-1267,50; rottame
di materiale non ferroso proveniente da processi di frantumazione destinati
alla separazione dell'alluminio Uni EN 13920/8 335-395; trucioli composti di
una sola lega UNI EN 13920/12 1042,50-1107,50; trucioli composti da
commisto di due o più leghe UNI EN 13920/13 1007,50-1057,50; rottame
proveniente da imballaggi usati UNI EN 13920/14 135-165; rottame
proveniente da dealluminazione di imballaggi usati UNI EN 13920/15 270320; residui di alluminio in in forma di schiumature, colaticci, granelle UNI
13920/16 135-315; rottame di alluminio, rame da radiatori UNI 13920/11
1955-2005; rottame di alluminio da incenerimento, resa metallica media 75%
872,50-922,50. Nichel: rottami di nichel UNI EN 12861 4332,504732,50; rottami di anodi e catodi UNI EN 12861 4177,50-4677,50; rottami di
cupronichel UNI EN 12861 S-Cu Ni10 Fe1 Mn 197,50-327,50; rottami di
alpacca ALPA UNI 9980 335-440. Piombo: colaticci, schiume, ossidi, ceneri di
piombo ex UNI 10434/5 35-55; 1067.5 1005-1030; rottame di guaine per cavi
ex UNI 10434/3 965-980; rottame di leghe miste ex UNI 10434/4 865880. Rame: spezzoni di cavo di rame - costituiti da filo o spezzoni di cavo di
rame ricoperti con gomma, plastica o altro; materiale, asportabile mediante
lavorazione meccanica e provenienti sia da attività di produzione dei medesimi
sia da; rottamazione per cessato utilizzo - (contenuto Cu da 30 a 70%) 9752512,50; elettrolitico di produzione UNI EN 12861-S-Cu-1-A 3998,504050,50; elettrolitico di recupero UNI EN 12861-S-Cu-2-A 3957,504009,50; di produzione di tubi, nastri ecc. UNI EN 12861-S-Cu-4 3916,503968,50; di filo smaltato UNI EN 12861-S-Cu-3-A 3795,50-3847,50; da
recupero tubi, nastri UNI EN 12861-S-Cu-5 3794,50-3846,50; da recupero
ritagli e filo bruciato 98,5% m/m UNI EN 12861-S-Cu-6 3743,50-3795,50; da
recupero tubi, nastri ecc. 95,0% m/m UNI EN 12861-S-Cu-7 3642,503694,50; da recupero ritagli e fili bruciati 96% m/m UNI EN 12861-S-Cu-8
3491,50-3543,50; da recupero fili, lastre 92,0% m/m UNI EN 12861-S-Cu-9
3290,50-3342,50; granulato 99,90% UNI EN 12861-S-Cu-10-A 3949,504001,50; granulato 99,80% UNI EN 12861-S-Cu-10-B 3848,503900,50; granulato 98,50% UNI EN 12861-S-Cu-10-C 3747,503799,50; schiumature, colaticci e scaglie 40-140. Bronzo: binario allo stagno
UNI 12861 S-Cu Sn 8 4565-4615; binario impuro UNI 10596/1 36653695; industriale UNI 10596/2 3365-3395; al piombo UNI 10596/3 32203250; meccanico pezzature a torniture UNI 10596/4 3235-3265; valvolame
pezzature e torniture UNI 10596/5 3215-3245; all'alluminio di 1ª cat. UNI
10597/1 2065-2165; di 2ª cat. UNI 10597/2 1765-1865; schiumature,
granelle e colaticci 50-280. Ottone: da produzione di semilavorati UNI EN
12861-S-CuZn-1-A Cu 63,5% 3041-3118; bossoli puliti UNI EN 12861-S-CuZn2 3208,50-3286,50; da produzione di semilavorati UNI EN 12861-S-CuZn-1-B
Cu 62% 2940-3018; bossoletti puliti UNI EN 12861-S-CuZn-3 3008,503086,50; da produzione di semilavorati UNI EN 12861-S-CuZn-1-C Cu 59,5%
2840-2918; misto valvole /rubinetti UNI EN 12861-S-CuZn-6 2490-2568; vari
95% UNI EN 12861-S-CuZn-7 2290-2368; torniture al piombo UNI EN 12861S-CuZn-5-B 2717-2795; da barre al piombo UNI EN 12861-S-CuZn-4-B
2915,50-2993,50; schiumature, granelle, colaticci 50-250; da barre al
piombo UNI EN 12861-S-CuZn-4-A 2966,50-3043,50; torniture al piombo UNI
EN 12861-S-CuZn-5-A 2767-2845; Stagno: rottame non in lega UNI 10432/1
8677,50-8877,50; di leghe per saldatura UNI 10432/2 2235-2335; di leghe
per saldatura di peltro UNI 10432/3 7842,50-7992,50; di leghe antifrizione
UNI 10432/4 8147,50-8357,50; di leghe miste UNI 10432/5 23652515; colaticci, schiume, ossidi e ceneri UNI 10432/6 467,50627,50. Titanio: ritagli 1850-2850; sfridi o trucioli 18503350. Zinco: rottami non in lega UNI 14290 A.1.1, A.2.1 2125-2175; matte da
zincatura a caldo UNI 14290 B.1 1850-1900; colaticci schiume e ceneri UNI
14290 B.2 30-80; polvere di zinco da zincatura UNI 14290 A.1.5 592667; rottami di leghe miste da getti frantumati UNI 14290 A.2.4 441-491; di
leghe da fonderia UNI 14290 A.1.2 905-985; rottame di leghe miste UNI 14290
A.2.2 685-760. Argento: sfridi e scarti da lavorazione e uso e leghe al kg.
453,50-461,60. Oro: sfridi e scarti da lavorazione ed uso e leghe al kg. 3558136707. Platino: sfridi e scarti da lavorazione e uso al kg. 2899029683. Palladio: sfridi e scarti da lavorazione e uso e leghe al kg. 15823-16144.
Broni
Rilevazione del 12/02/2016 . Contratti per merce franco cantina, Iva esclusa
(prezzi al litro/¤).
Vini D.O.C.
Prod. 2014 (¤/l): Riesling O.P. 0,80-1; Pinot nero O.P. vinificato in rosso 11,30; vinificato in bianco 1-1,20; Pinot grigio O.P. 0,90-1,20; Moscato O.P.
1,30-1,60; Moscato IGT 1,20-1,40; Malvasia O.P. 0,80-1,10; Chardonnay O.P.
1,10-1,20; Barbera O.P. 0,80-1,20; Bonarda O.P. 0,90-1,35; Sangue di Giuda
1-1,30.
Vini da tavola
Rosso da tavola (¤/l) I.G.T. (11-12 gr.) 0,70-0,80; comune (10,5-11,5 gr.)
0,50-0,70.
Vini in damigiane
Vini DOC - f.co cantina venditore (¤/l) Prod. 2013. Riesling O.P. 1,702; Pinot O.P. 1,80-2,10; Barbera O.P. 1,60-2; Croatina I.G.T. 1,70-2.
Vini in bottiglia
Vini DOC - f.co cantina produttore bottiglie (75 cl ¤/cad.) O.P.: Riesling 2,803,80; Pinot in bianco vivace 3,50-4; Cortese 2,50-3,50; Moscato vivace 3,504,20; Malvasia 2,50-3; Chardonnay 2,50-3,50; Barbera 3-4; Bonarda 3,505; Rosso 5-7; Buttafuoco 5-7; Sangue di Giuda 4-5; O.P. metodo classico DOCG
8-14; Pinot nero vinificato in bianco O.P. Martinotti 3,50-5; Pinot nero
vinificato in rosa O.P. Martinotti 3,50-6; O.P. metodo classico DOCG Cruasé 814.
Firenze
La camera di Commercio e la Borsa merci di Firenze comunicano i seguenti
prezzi validi dal 17/06/2016 al .. Prezzi in ¤.
Vini
Prezzi all'hl. per partite f.co produttore locale, gradazione e denominazione
come da disciplinare, Iva escl.
Chianti 2012 non quot.; 2013 170-220; 2014 90-130; 2015 88128. Chianti classico 2012 non quot.; 2013 270-300; 2014 185-241; 2015
187-235. Vino rosso prod. 2015 10-11 gr. non quot.; prod. 2015 11-12 gr.
3,20-3,70; prod. 2015 oltre 12 gr. 3,70-4. Rosso toscano prod. 2013 12 gr. non
quot.; prod. 2014 12 gr. non quot.; prod. 2015 12 gr. 50-68; Toscano
bianco prod. 2015 gr. 12 60-80; Toscano Sangiovese prod. 2014 oltre 12 gr.
60-73; prod. 2015 12 gr. 60-76.
Oli commestibili
Prod. locale prov. di Firenze, partite da produttore, f.co luogo produzione, a
grossista.
Olio extra vergine d'oliva atto a divenire I.G.P. toscano ac max 0,6% nuovo
raccolto 2015/2016 7000-7600; d'oliva atto a divenire I.G.P. toscano "Colline
di Firenze" ac max 0,5% campagna 2013/2014 non quot.; d'oliva atto a
divenire D.O.P. Chianti Classico ac.mass. 0,4% 2015/2016; ac. max 0,8%
11000-12000. Extra vergine Puglia ac. mass. 0,8% camp. 2015/2016 37004400. Altre prov. naz. prezzi all'ingrosso, merce f.co arrivo in cisterna. Olio
extra vergine d'oliva ac. max 0,8% Lazio camp. 2015/2016 4500-5000; d'oliva
ac. max 0,8% Sicilia camp. 2015/2016 4000-4500; d'oliva ac. max 0,8%
Abruzzo camp. 2015/2016 4000-4500. Prezzi da grossista importatore a
grossista locale per merce in cisterna. Extra vergine d'oliva ac. max 0,8% prov.
Grecia camp. 2015/2016 3300-3550; contingentato prov. Tunisia 32003250; prov. Spagna Borgas camp. 2015/2016 non quot.; altre prov. Spagna
camp. 2015/2016 3200-3350; olio extravergine ol. ac. mas. 0,8% - Arbequino
(E) camp. 2015/2016 3350-3550. Olio d'oliva raffinato ac. max 0,50% in
cisterna 3020-3030. Olio di sansa d'oliva raffinato ac. max 0,50% cist. 14301450; greggio bassa ac. 5/10% ad esano non quot.; ac. 10/15% ad esano 750800. Oli di semi in cisterna: soia raff. Convenzionale non quot.; arachide 20502080; girasole 860-870; mais 1050-1080.
Montichiari
Prezzi relativi al mercato del 24/06/2016. Iva esclusa.
Bovini
Da macello: vacche I qualità Frisona 0,95-1,10; II qual. 0,70-0,85; III qual.
0,50-0,65. Vitelloni Frisoni I qual. 24/30 mesi 1,25-1,35; fino 24 mesi 1,451,55; incroci nazionali I qual. 1,80-2. Manze Scottone Incroci Nazionali I
qualità 1,80-2; scottone Nazionali I qualità fino a 30 mesi 1,05-1,15; oltre 30
mesi 0,95-1,05; Charollaise 2,54-2,64; Limousine 2,84-2,94; incrocio
francese (bionde) 2,48-2,58. Vitelloni incr. franc. (biondi) 2,25-2,35; pezzato
rosso 2,08-2,18; polacchi 1,90-2; Charollaise 2,32-2,42; Limousine 2,602,70. Femmine da ristallo Charollaise ed incroci kg.280-320 2,662,76; Limousine 2,87-2,97. Maschi da ristallo Limousine kg.300 3,013,11; Charollaise 2,83-2,93; da ristallo incroci Fr.(char. x aubrac) 2,832,93; da ristallo incroci Fr.(saler x char) 2,63-2,73; Limousine kg.400 2,692,79; Charollaise kg.400 2,59-2,69; Incroci Fr.(char x aubrac) kg.400 2,592,69; Incroci Fr.(saler x char) 2,54-2,64. Vitelli baliotti incroci nazionali/Blu
Belga 50/60 kg. 4-5; baliotti nazionali I 56/60 2,50-2,80; 45/55 2,302,40; polacchi svezzamento 60 kg 3,30-3,50; da carne bianca Frisoni I 2,252,45; incroci extra 3,45-3,60; Simmenthal 2,95-3,15; polacchi P.N. I 2,702,90; polacchi P.N. II 2,25-2,45; incroci nazionali 3,20-3,40.
Equini
Puledri lattoni I qual. 2,05-2,15; II qual. 1,80-1,90. Sopranno 1,551,72. Muli-asini I qual. 1,20-1,28; II qual. 0,83-0,90. Cavalli da macello I qual.
1,83-1,97; II qual. non quot.; III qual. (magri) non quot..
Mortara
Rilevazione del 24/06/2016. I prezzi si intendono per merce nuda posta nei
luoghi di prod., pronta consegna, Iva esclusa (prezzi tonn./¤).
Cereali
Frumenti teneri naz. (umid.14%-imp. 2%). Frumento di forza non
quot.; Panificabile superiore non quot.; Panificabile non quot.; Biscottiero
non quot.; Altri usi non quot.. Granoturco nazionale zootecnico < 5 194196; nazionale ibrido (umid. base 14%) 185-190; (umid. base 30%) non
quot.. Orzo tipo leggero (p.s. 58-61) non quot.; tipo pesante (p.s. oltre 62) non
quot.. Semi di soia (umid.14%-imp. 2%) nazionali 383-393.
Risoni e risi
Risoni: gruppo comuni: Balilla 280-305; Selenio non quot.. Gruppo
semifini: Flipper-Alpe-Lido non quot.; Vialone Nano 430-450. Gruppo fini: S.
Andrea 260-290; Loto 260-285; Dardo - Luna CL e similari 255-280; Augusto
non quot.. Gruppo superfini: Thaibonnet 265-285; Altre Indica 265285; Arborio-Volano 740-770; Baldo 295-335; Roma 320-340; Carnaroli 750780. Risi: Non parboiled: Carnaroli 1650-1700; Arborio 1610-1660; Roma
795-845; Baldo 795-845; S.Andrea 730-780; Ribe-Loto e similari 590620; Thaibonnet 605-645; Vialone nano 1030-1080; Lido e similari 595625; Originario-similari 700-730. Parboiled: Baldo 895-945; Ribe 690720; Thaibonnet 705-745. Sottoprodotti del riso: (merce sfusa) Risetto 225275; Corpettone 305-310; Corpetto 297-302; Mezzagrana 245-300; Risina
245-275; Grana Verde 165-185; Farinaccio 171-181; Pula Vergine 124125; Pula 104-105; Lolla di Parboiled 50-55; Lolla 40-50.
Padova
Listino della CdC di Padova, rilevato il 24/06/2016.
Vini
Vini: prod. 2015 merce nuda alla cantina del produttore con grad. sup. a
gradi 8,5. Al lt; Colli Euganei bianchi DOC 0,82-0,90; Colli Euganei Pinot bianco
e Chardonnay DOC 0,92-1; Colli Euganei Serprino DOC 1,62-1,74; Colli
Euganei Moscato DOC 1,10-1,22; Colli Euganei Fior d'Arancio DOCG 1,251,46; Colli Euganei Merlot e Rossi DOC 0,80-0,85; Colli Euganei Cabernet DOC
0,90-1; Friularo DOCG Bagnoli 3,20-3,50; Prosecco DOC 2,14-2,28; Glera IGT
Veneto 0,90-1,01; Pinot grigio IGT Veneto 1-1,10; Moscato IGT Veneto 0,700,80; Raboso IGT Veneto. All'ettogrado 5,80-6,26; Merlot ( gr 10-12 ) IGT
Veneto 4,67-5,21; Cabernet (gradi 11-12) IGT Veneto 5,29-6,01; Vino rosso
3,39-4,13; Vino bianco 3,39-3,79; Rosso ( gr 10-12 ) IGT Veneto 4,324,73; Bianco ( gr 10-12 ) IGT Veneto 4-4,41; Pinot bianco IGT Veneto 7,387,88; Chardonnay IGT Veneto 7,21-7,71; Verduzzo IGT Veneto 5-5,54; Mosto
concentrato rettificato (franco arrivo). Al gr. Brix x 0,6 3,19-3,30.
Parma
Prezzi rilevati il 24/06/2016 merce f.co Parma. Iva esclusa, prezzi in ¤.
Conserve vegetali
Derivati del pomodoro ; Triplo concentrato A - mercato naz. (res. refratt. min.
36%): fusti sterili o sim., p. netto il kg. 0,96-1,06; barattoli di marca 1/2 kg.
nom. cad. 0,74-0,80; barattoli di marca 5/1 kg. nom. cad. 5,21-5,44; tubetti di
marca 100 g. p. netto cad. 0,34-0,39; tubetti di marca 185 g. p. netto cad. 0,460,52; tubetti di marca 200 g. p. netto cad. 0,47-0,52; tubetti di marca 280 g. p.
netto cad. 0,71-0,77. Doppio concentrato A - Mercato naz. (res. refratt. min.
28%): in fusti sterili o similari, peso netto CB kg 0,75-0,79; peso netto HB kg.
0,76-0,81; in sacchi sterili peso netto 10 kg. cad. 10,04-10,34; 20 kg. cad.
19,11-20,87; barattoli di marca (nom) kg. 1/5 cad. 0,28-0,31; 1/2 kg. cad.
0,66-0,73; 4/4 kg. cad. 1,27-1,34; 5/2 kg. cad. 2,60-2,79; 3/1 kg. cad. 3,013,26; 5/1 kg. nominale CB cad. 4,66-4,95; 5/1 kg. nominale HB cad. 5,055,44; tubetti di marca 130 g. p. netto cad. 0,36-0,40; tubetti di marca 150 g. p.
netto cad. 0,37-0,41; tubetti di marca 200 g. p. netto cad. 0,42-0,46. Semplice
concentrato (r.r. min.18%) Esportaz.: fusti sterili e sim. p. netto HB 0,550,61. Semiconcentrato (passata): in scatole 3/1 kg. nominale cad. 1,401,55; bottiglie 700 gr. p. netto cad. 0,41-0,48; in sacchi sterili da 20kg 8,779,90; in fusti sterili o similari residuo refrattometrico 8% 0,40-0,46; in fusti o
similari residuo refrattometrico min. 12%-14% 0,44-0,51. Pizza sauce 12% 14% in fusti sterili o similari 0,47-0,52; in barattoli da marca da 5/1 kg
numinali 2,69-2,91. Polpa di pomodoro (pomodori triturati) (resid.refratt.min.
5%) fusti sterili e sim. p. netto 0,36-0,40; 10 kg 5,08-5,51; 15 kg 7,538,06; barattoli di marca (nom) 1/2 kg cad. 0,36-0,41; 4/4 kg cad. 0,610,67; 3/1 kg cad. 1,32-1,55; 5/1 kg 2,21-2,45. Polpa di pomodoro cubettata
: 10/14 in fusti sterili e similari, p. netto kg. 0,38-0,44; 16/20 in fusti sterili e
similari , p. netto kg. 0,38-0,42. Residui del pomodoro Bucce, semi e cellulosa:
umidita 10% circa non quot..
Foraggi
Fieno Fieno di erba medica o prato stabile I taglio pressato 2015 60-70; di
erba medica II/III taglio pressato 2015 100-110; di prato stabile II/III taglio
pressato 2015 65-75; di prato stabile I taglio pressato 2016 50-70; Paglia di
frumento pressata 2015 50-60.
Granaglie
Frumento biologico non quot.; fino (peso non inferirore a 80kg) non
quot.; buono mercantile (non inferiore a 78kg) non quot.; mercantile (non
inferiore a 76kg) non quot.; altri usi non quot.; tenero nazionale biologico non
quot.; speciale di forza peso 80 non quot.; speciale peso 79 non quot.; fino peso
78/79 non quot.; buono merc.75/76 non quot.; mercantile 73/74 non
quot.; altri usi non quot.. Granoturco nazionale 178-182; estero
nazionalizzato non quot.. Orzo nazionale peso per hl da 55 kg a 57 kg 143148; peso per hl da 60 kg a 62 kg 148-153; peso per hl da 63 kg a 64 kg 150155; peso per hl da 67 kg e oltre non quot.; estero pesante 166167. Avena nazionale non quot.; estera pesante non quot.. Farina di frumento
tenero con caratt. di legge tipo 00 404-424; tipo 0 394-404; con caratt. sup.
minimo legge tipo 00 544-554; tipo 0 534-544. Crusca di tenero in sacchi 170171; rinfusa 130-131.
Caseari
Zangolato di creme fresche per burrificazione euro/kg 1,30; Siero di
latte residuato della lavoraz. Del formaggio grana, per uso zootecnico 1,081,45; raffreddato per uso industriale 3,50-4,50; Parmigiano-Reggiano fra 0-1
per lotti di partita: produzione minimo 30 mesi e oltre 10,20-10,40; produzione
minimo 24 mesi e oltre 9,30-9,70; produzione minimo 18 mesi e oltre 8,759,15; produzione minimo 12 mesi e oltre 8,20-8,60.
Salumi e grassine
Da produttore a distributore all'ingrosso. Prezzi f.co stabilimento produttore
(stagionatore), pronti consegna e pagamento, kg/¤.
Prosciutto "di Parma" con osso per lotti selezionati con 16 mesi e oltre di
stagionatura da 9 a 11 kg 11,40-12,70; alla produzione per partite intere
inferiore a 9 kg 8,70-8,90; da 9 a 11 kg 8,90-9,30. Prosciutto crudo nazionale
stagionato con osso per lotti selezionati inferiore a 9 kg 5,90-6,20; da 9 kg e
oltre 6,25-6,55. Prosciutto crudo con osso inferiore a 7 kg 3,35-3,50; da 7 a 8 kg
3,60-4; da 8 kg e oltre 4-4,45. Salame di Felino IGP 10,50-12,50. Coppa di
Parma IGP 9,10-9,40. Pancetta di Parma c.c. stagionata 6,60-7,10.
Carni fresche suine
Grassine per merce f.co arrivo stabilimento di stagionatura pagamento vista
fattura.
Prosciutto per crudo "Parma" coscia refilata 11/13 kg (peso medio 12 kg)
4,21; 13/16 kg (peso medio 14,5 kg) 4,44; da sale 10/12 kg (peso medio 11 kg)
2,83; da sale superiore a 12 kg 3,60; Coppa da macelleria disossata peso
inferiore a 2,7 kg 3,95; per salagione rifilata peso oltre 2,7 kg
3,95. Lombo taglio Modena 3,95. Spalla disossata 2,40. Trito da salame
2,95. Gola con cotenna e con magro 1,07. Pancetta squadrata
2,95. Pancettone con cotenna e bronza 1,59. Lardello con cotenna da
lavorazione 0,94. Lardo spess. cm 3 e più 2,30; da sale spessore cm 4 e più
3,50.
Suini
Consegna sul luogo. Suini d'allevamento, tara d'uso (quest'ultima esclusa
per i lattonzoli).
Suini d'allevamento a peso vivo il kg: 15 kg 3,84; 25 kg 2,83; 30 kg 2,54; 40
kg 2,27; 50 kg 2,03; 65 kg 1,66; 80 kg 1,46; 100 kg 1,43. Da macello: grassi da
130/144 kg 1,30; 144/156 kg 1,35; 156/176 kg 1,40; 176/180 kg
1,40; 180/185 kg 1,38; oltre 185 kg 1,34; oltre 195 kg pes. oltre 12 mesi non
quot.. Scrofe da macello: I qualità 0,54; II qualità 0,47.
Carni grassine
Grassine per merce f.co arrivo stabilimento di stagionatura pagamento vista
fattura.
Grasso da fusione la tonn. 207. Strutto grezzo in cisterna 630; raffinato
deodorato in cisterna 970; raffinato deodorato in cartoni da 25 kg
1100; raffinato deodorato in vaschette da 1 kg 1750.
Udine
Listino della C.d.C. di Udine rilevato il 24/06/2016. Prezzi in ¤.
Cereali
Prezzi da produttore a commerciante o industriale, f.co autocarro partenza,
min. 250 q.li, merce nuda pronta consegna e pagamento per tonn., Iva escl.
Frumento tenero locale buono mercantile 14% ps 77/78 non
quot.; mercantile ps 70/75 non quot.; Mais loc. in granella ibrido giallo a
stagione um. 14% 178-180; uso energetico non quot.; Soia nazionale (umidità
14%, impurità 2%) non quot.. Orzo naz. vestito (um. 14% p.s 60/65) 136140. Farine Manitoba tipo "0" 640-642; di grano tenero ad alto tenore di
glutine con caratt. max di legge: tipo "00" 540-542; tipo "0" 508-513; di
frumento in sacchetti tipo "00" 720-730; bramata gialla 485-490; bramata
bianca 635-640; fioretto gialla 485-490; bramata gialla conf. sacchetti 1 kg.
615-620; bianca 735-740; farinetta per uso zootecnico rinfusa 158160; spezzato di granone naz. 262-264. Cruscami di frumento, part. molino,
30-50 q.li, Iva esclusa: crusca sfusa di tenero 136-137; sacco carta 181182; farinaccio sfuso 181-182; sacco carta 216-217.
Voghera
Rilevazione del 17/06/2016
Cereali
Frumenti: merce nuda, posta nei luoghi di produzione, pronta consegna, Iva
esclusa tonn/¤.
Grano tenero (um. 14%, imp. 2%): varietà di forza non quot.; panificabile
sup. non quot.; panificabile non quot.; biscottiero non quot.; altri usi non
quot.. Grano duro: fino non quot.; mercantile non quot.. Sorgo Nazionale :
sorgo per uso zootecnico non quot.; Granoturco naz. ibrido (umid. base 14% spezz.4%) 195-200; Orzo per uso zootecnico leggero non quot.; pesante non
quot.. Soia in granella 396-400. Pisello proteico non quot..
Farine
Contratti per merce f.co magazzino acquirente, in sacchi di carta, Iva esclusa.
Farina per panificazione ad alto tenore di glutine: Tipo 00 (W 380-430) 560585; (280-330 W) 450-480; (180-200 W) 375-395. Cascami di frumento
tenero (merce sfusa): farinaccio 155-160; tritello 133-134; crusca e
cruschello 125-126; germe di grano non quot.. Cascami di frumento tenero
(sacchi carta): farinaccio non quot.; tritello non quot.; crusca e cruschello non
quot.; germe di grano non quot..
Foraggi e paglia
Fieno maggengo di erba medica 100-120; seconda scelta non
quot.; agostano di erba medica non quot.; terzuolo di erba medica non
quot.; loietto non quot.. Paglia pressata in balle quadrate non quot.; pressata
in rotoballe non quot..
Verona
Prezzi in ¤ rilevati il 24/06/2016 dalla C.d.C. di Verona.
Pollame e uova
I prezzi degli animali da cortile s'intendono a peso vivo, al kg., e quelli delle
uova a unità e compreso imballaggio, nella fase di scambio da produttore a
commerciante grossista, sul luogo di produzione, pronta consegna e
pagamento, Iva escl.
Polli allev. intensivo a terra pesanti bianchi 1,04-1,06; pigmentazione
gialla leggeri 1,02-1,04; pesanti 1,04-1,06. Galline pesanti 0,18-0,22; rosse
0,11-0,13; Livornesi 0,05-0,07; Oche non quot.. Anatre mute femmine 2,402,44; maschi pesanti da taglio 2,40-2,44. Faraone allev. trad. 2,552,59; Tacchine mini 3,5/4,2 kg. non quot.; medie 4,5/5,5 non
quot.. Tacchini pesanti femmine 1,22-1,24; maschi 1,22-1,24. Capponi allev.
tradiz. non quot.. Galletti golden comet 2,70-2,74; livornesi 2,75-2,79; altri
2,60-2,64. Conigli allev. naz. fino kg. 2,5 non quot.; oltre non quot.. Uova cat.
A fresche, selezionate (Reg. CEE 1511/96) per 100 pezzi: XL oltre 73 gr 12,10; L
63/72 gr. 9,30; M 53/62 gr. 8,40; S meno di 53 gr. 8.
Pollame macellato
Polli Nazionale, fresco, classe A medi e pesanti 2-2,10; super pesanti 22,10; a busto rosticceria da gr 1000; gr 1100; gr 1200 2,30-2,40; a busto 2,052,15. Galli golden comet tradiz. 3,85-3,95; livornesi tradiz. 4,204,30. Galline tradiz. medie 1,40-1,50; pesanti 1,50-1,60; eviscerate senza
frattaglie pesanti 1,50-1,60; leggere 1,40-1,50. Faraone tradiz. 44,10. Tacchine eviscerate senza frattaglie 1,95-2,05. Tacchini eviscerati
senza frattaglie 1,95-2,05. Anitre femmine tradiz. 4,20-4,30; eviscerate senza
frattaglie 5,10-5,20. Parti di pollo: petti con forcella 4,70-4,80; cosciotti 1,801,90; ali non separate 1,70-1,75. Parti di tacchina: fesa 5,05-5,15; cosce 22,10; ali 1,40-1,50. Parti di tacchino: fesa 5,05-5,15; cosce 1,80-1,90; ali
1,40-1,50. Conigli macellati freschi nazionali 3,60-3,70.
Politica e società 27
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
AGF
L’inchiesta di Roma. Si indaga ancora sulla speculazione - Renzi sentito come teste alcune settimane fa
Plusvalenze sulle banche popolari,
chiesta l’archiviazione per un manager
De Benedetti:
nessun abuso
di informazione
privilegiata
Ivan Cimmarusti
Sara Monaci
MILANO
pGli indizi sono stati smenti-
ti. Non c’è la prova che da ambienti vicini al Governo siano
partite «informazioni privilegiate» sul contenuto del decreto di riforma delle banche popolari – prima della sua effettiva
divulgazione lo scorso 16 gennaio 2015 – così da consentire alla società Romed, di cui è azionista l’imprenditore Carlo De Benedetti, di acquistare titoli con
plusvalenze per 600mila euro.
Il contenuto di una consulenza tecnica della Procura di Roma ha sciolto alcuni dubbi: indiscrezioni sulle modifiche del dl
sulle banche popolari (che ha
previsto la trasformazione in
spa degli istituti con un attivo
superiore a 8 miliardi di euro),
erano già state illustrate dalla
stampa. Particolare confermato dallo stesso presidente del
Consiglio Matteo Renzi, che in
un’audizione col procuratore
capo Giuseppe Pignatone e col
sostituto Stefano Pesci ha chiarito che non ci fu una irregolare
fuga di notizie, e di «non avere
avuto la percezione di intenti
speculativi». Lo stesso De Benedetti ha negato l’ipotesi, sollevata da una informativa della
Guardia di finanza sollecitata
dalla Consob, in cui è riportato il
contenuto di una registrazione
che fa riferimento a presunte rivelazioni sull’allora imminente
modifica delle banche popolari.
«È opportuno notare – ha
spiegato De Benedetti con una
nota – che le discussioni e le indiscrezioni relative a una possibile riforma delle popolari erano di pubblico dominio già diverso tempo prima dell’approvazione del decreto da parte del
Governo».
Sulle speculazioni sui titoli
delle popolari, la Procura di Roma ha invece inoltrato al giudice per le indagini preliminari
una richiesta di archiviazione
per Gianluca Bolengo, amministratore delegato di Intermonte
sim – la società di intermediazione finanziaria che materialmente ha curato l’acquisto di titoli per Romed – accusato di
ostacolo alla vigilanza. Bolengo
è stato ascoltato anche dalla
Consob, oltre che dai procuratori, fornendo ogni chiarimento
in merito all’acquisto dei titoli
delle popolari.
Quei «picchi» sospetti
L’audizione dell’ad di Intermonte è solo una di quelle svolte
dall’autorità di vigilanza, nell’ambito delle verifiche sulla
presunta diffusione di informazioni privilegiate e sull’ostacolo
alla vigilanza. I risultati sono
stati condivisi anche con la Procura di Roma, la cui inchiesta
contiene numerosi altri spunti
emersi a febbraio 2015 da una relazione del presidente della
Consob, Giuseppe Vegas, alla
Camera dei deputati. In particolare, ha detto che a partire dal 3
gennaio 2015 (circa due settimane prima che Renzi illustrasse
formalmente la modifica) c’erano state operazioni sospette di
acquisto di titoli da parte di intermediari finanziari esteri, che
operavano per conto di investitori italiani.
Nel mirino dunque ci sarebbe anche l’oscillazione anomala dei titoli di Banca Etruria, su
cui gli azionisti hanno presentato un esposto che evidenziava picchi a rialzo e a ribasso repentini, registrati addirittura
da settembre 2014. Ci sarebbero in particolare delle tappe su
cui interrogarsi.
Alcuni rumors di borsa a Londra nel settembre di due anni fa
parlavano già di un’apertura di
posizioni a rialzo sulle popolari.
In particolare, nel novembre
2014 il titolo di Banca Etruria ha
un’impennata, dopo che per
mesi si era paventata l’ipotesi di
una possibile fusione con la Popolare di Vicenza, mai avvenuta. A fine 2014 il titolo scende
molto; poi il 22 dicembre l’allora
presidente Lorenzo Rosi annuncia che la ricerca di un partner finanziario verrà spostata a
giugno 2015 (ma poi arriverà prima il commissariamento). Infine a gennaio 2015 il titolo di Etruria sale di oltre il 60%, dal minimo storico di circa 0,36 arriva a
0,60 euro.
IL NEO SINDACO DI MILANO SI DIMETTE DA CDP
Sala indagato, la Procura
chiede l’archiviazione
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procura di Milano
chiederà al gip l’archiviazione dell’inchiesta sul neo sindaco di Milano Giuseppe Sala iscritto nel registro degli
indagati lo scorso 26 aprile
in seguito all’esposto con cui
l’ex capo gruppo di Fratelli
d’Italia Riccardo De Corato
ha denunciato che nell’autocertificazione imposta per
legge a chi lavora nella pubblica amministrazione si sarebbe dimenticato di dichiarare una casa in Svizzera,
un’immobiliare in Romania
e una società. Per la procura
si tratta di un illecito amministrativo, con il fascicolo
Banche popolari. L’inchiesta per insider trading
L’archiviazione
 La Procura di Roma ha chiesto di
archiviare il procedimento che
vede indagato un intermediario
finanziario per ostacolo alla
vigilanza. Si tratta di un filone
dell’indagine avviata a piazzale
Clodio nel febbraio del 2015 dopo
le dichiarazioni fatte dal
presidente della Consob,
Giuseppe Vegas, su informazioni
privilegiate finite in mano ad
investitori sul decreto banche
popolari prima che il governo ne
desse il via libera. Su questa
vicenda nelle scorse settimane
sono stati sentiti come testi Renzi e
De Benedetti.
Raggi, stadio e vicesindaco i primi nodi
ROMA
pOltre
alla composizione
della Giunta e della squadra di
lavoro, sarà il nuovo stadio della Roma tra i temi più caldi nell’agenda della neo sindaca di
Roma Virginia Raggi. Ieri il
progetto Tor di Valle ha incassato lo stop dall’assessore “in
pectore” all’urbanistica Paolo
Berdini che lo definisce «uno
scempio». «Sono contrario allo stadio così come immaginato nel progetto vagliato dal Comune» ha detto in un’intervista a Radio Radicale. «La Roma
- ha spiegato Berdini - ha a disposizione lo stadio Olimpico
e lo stadio Flaminio che vanno
valorizzati e trovo assurdo regalare ad un privato un milione
di metri cubi di cemento in
cambio di servizi che sono un
atto dovuto alla città». Per il futuro assessore ci vuole un referendum «per chiedere ai cittadini la loro opinione». Questione non solo politica, che rischia di essere un bagno di
sangue per le casse del Comune che lo stava vagliando in
questi giorni per un via libera
tecnico dopo l’approvazione
con delibera al progetto Tor di
Valle giunto dall’Assemblea
capitolina nel dicembre 2014. Il
Campidoglio infatti potrebbe
dover affrontare cause milionarie per gli investimenti e i costi progettuali (circa 60 milioni) già sostenuti dalla società
proponente (As Roma e gruppo Parnasi) .
Ieri intanto la Raggi ha incontrato diversi futuri assessori e ha lavorato a Palazzo Senatorio per sbrigare pratiche bu-
TV A CURA DI LUIGI PAINI
rocratiche. Ha annunciato che
chiederà una sorta di pagella
sull’operato dei manager e dei
vertici di Atac e Ama. «Sto già
facendo protocollare delle lettere su alcune municipalizzate,
GLI INCARICHI
Sicuramente numero due
di Palazzo Senatorio non
sarà Daniele Frongia, che
dovrebbe andare a ricoprire
l’incarico di capo di gabinetto
come anticipato ieri - ha spiegato - chiederemo tutti i contratti che sono in scadenza».
Tra i dossier più difficili senza dubbio quello che riguarda la
“galassia” partecipate che significa riordino, snellimento,
tagli agli sprechi e alle consulenze inutili, cessioni possibili
delle società partecipate dal
Campidoglio. Ma è sulla Giunta
che sono puntati i riflettori e
sulle caselle che restano libere:
sei poltrone sulle dieci previste.
Il nodo da sciogliere è il vicesindaco. Sicuramente non lo farà Daniele Frongia, braccio destro, molto vicino alla Raggi
che pare proiettato verso l’incarico di capo di gabinetto. Sfumerebbe anche l’ipotesi Salvatore Romeo, dirigente comunale, esperto di partecipate. Il
neosindaco non si sbilancia: «Il
7 luglio (data del primo Consiglio comunale) svelerò tutto»
promette Raggi. Nel M5s si lavora pure sul fronte assemblea
capitolina con un team guidato
da Marcello De Vito, chiamato
Mr. Preferenze in forza dei
Sentito il premier
 In una nota la Procura di Roma
ha chiarito che su questa vicenda
«nei mesi scorsi ha provveduto ad
assumere informazioni fra gli altri
dal presidente del Consiglio,
Matteo Renzi, e dall’ingegner Carlo
De Benedetti». All’esito delle
indagini, «anche alla luce delle
conclusioni di una consulenza
tecnica disposta dalla Procura», è
stata «depositata al gip richiesta di
archiviazione». Nella nota la
Procura afferma che «gli altri
profili che hanno costituito oggetto
delle dichiarazioni del presidente
Vegas costituiscono tuttora
oggetto di accertamento».
ANSA
Sindaca M5S. Virginia Raggi
6.451 voti incassati e futuro probabile presidente d’Aula. L’accordo sembra esserci, ma i nomi dei presidenti delle 12 commissioni saranno svelati subito
dopo il primo consiglio comunale. All’appello mancano ancora i nomi per gli assessorati
Bilancio, Risorse economiche
e Patrimonio. In pole position il
dirigente Consob Marcello Minenna molto gradito al Movimento 5 Stelle.
Ieri intanto a sorpresa Virginia Raggi ha incassato l’endorsement dell’ex sfidante Giorgia
Meloni: «Saremo al suo fianco
se lavorerà bene», ha detto la
leader di Fdi. In serata l’incontro in con una delegazione di
donne che protestava contro la
chiusura dei centri antiviolenza. La sindaca le ha ricevute e
«ha garantito il suo impegno
nella salvaguardia di strutture
prioritarie» hanno fatto sapere
dallo staff.
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RADIO 24
La commissione boccia
l’hotspot di Pozzallo
pSovraffollato e del tutto ina-
deguato ad ospitare i migranti: la
Commissione parlamentare
d’inchiesta sui Centri di accoglienza boccia senza mezzi termini l’hotspot di Pozzallo, una
delle quattro strutture volute
dall’Ue e aperte in Italia - gli altri
sono a Lampedusa, Trapani e
Taranto - dove i migranti dovrebbero rimanere 72 ore per essere identificati e fotosegnalati,
per poi essere trasferiti in centri
più idonei. Il verdetto è arrivato
al termine della visita ufficiale
che la Commissione ha svolto
giovedì; un sopralluogo che ha
messo in luce quello che chiun-
Europa senza Londra
22.35 | SKY CULT
Film con Bruce Willis (nella foto)
10.05 | RADIO 24 - I CONTI DELLA BELVA
Reazioni emotive a parte, Oscar Giannino (foto) guarda a modi e tempi d’uscita
Frequenze:800-080408
Per intervenire alle trasmissioni:
800-240024 SMS 349-2386666
I Gr possono essere ascoltati anche su:
www.radio24.it
21.10 | SKY ARTE
Un giorno in Italia.
Tutta la serata per le meraviglie del
Belpaese: si comincia con un tour di
Roma e delle basiliche papali, per
andare poi a Torino, Assisi e Genova.
21.15 | RAI 5
Concerto sinfonico.
Dall’Auditorium Arturo Toscanini di
Torino: il tenore Juan Diego Florez
interpreta arie mozartiane e
rossiniane. L’Orchestra della Rai è
diretta da Christopher Franklin.
ATTUALITÀ
8.55 | RAIUNO
Papa Francesco in Armenia.
La seconda giornata del viaggio
apostolico di Papa Francesco si apre
con la celebrazione della Santa Messa
nella città di Gyumri.
dell’umanità: che cosa ha permesso a
questo bipede in apparenza così
fragile di vincere i pericoli mortali della
Preistoria?
SPETTACOLO
20.35 | RAITRE
Agente 007 - Dalla Russia con
amore,
di Terence Young, con Sean Connery,
Daniela Bianchi, Gran Bretagna 1963
(115’). Il “vero” Bond non si scorda mai!
21.10 | CANALE 5
Le quattro piume,
di Shekhar Kapur, con Heath Ledger,
Kate Hudosn, Usa 2002 (125’). Nel
1884 un ufficiale di Sua Maestà si
rifiuta di andare a combattere in
Sudan. Ma è davvero un codardo?
21.15 | PREMIUM CINEMA
Come ti spaccio la famiglia,
di Rawson Marshall Thurber, con
Jennifer Aniston, Usa 2012 (110’).
21.00 | HISTORY
Sembra facile far passare un carico di
Uccidete il Papa.
droga dal Messico agli Usa…
Roma, piazza San Pietro, 13 maggio
1981: la veste bianca di Papa Wojtyla si Commedia scatenata.
macchia di sangue, dopo che tre
21.15 | STUDIO UNIVERSAL
proiettili lo hanno colpito mentre sta
Adventureland,
benedicendo la folla.
di Greg Mottola, con Jesse Eisenberg,
Usa 2009 (107’). Che estate, l’estate
21.15 | FOCUS
del 1987! Per il giovane protagonista il
Egitto: fascino e mistero della terra
gran momento in cui la vita adulta
del Nilo.
Una civiltà che ci affascina da millenni: bussa alla porta.
già per gli Antichi Romani si trattava di
21.40 | RAI STORIA
un luogo dal passato favoloso…
Sacro Gra.
Storie di persone che vivono ai margini
22.55 | NAT GEO
del Grande Raccordo Anulare di Roma;
La grande sfida dell’uomo.
Leone d’oro a Venezia.
Il lento, inarrestabile cammino
6.10 | Luoghi d’arte
6.15 | In primo piano - Europa
di Giulia Crivelli
p«Mandato pieno e totale»
a Matteo Salvini per guidare
la Lega. È questo l’esito ufficiale - messo nero su bianco
in una nota di Via Bellerio della riunione del Consiglio
federale del Carroccio, che si
è dato appuntamento ieri per
analizzare il contrastato risultato delle elezioni comunali, con la Lega sconfitta nei
grandi comuni ma che passa
da 60 a 99 centri amministrati. Una formula, quella del
«mandato pieno e totale» affidato al numero 1, apparentemente quasi pleonastica, ma
che è già stata usata in passato
6.30 | Il cacciatore di libri R
7.16 | Reportage
7.30 | Si può fare con Alessio Maurizi
10.05 | I conti della Belva
di O. Giannino e C.A. Carnevale Maffè
12.05 | L’altra Europa di F. Taddia
13.15 | Container
di Massimo De Donato
13.30 | Giovani talenti di Sergio Nava
BYE BYE EUROPA…
Con un risultato referendario-choc la
Gran Bretagna ha deciso di lasciare
l’Unione Europea. Il terremoto politico si
è fatto sentire immediatamente, a partire
dalle dichiarazioni del primo ministro
David Cameron. Sergio Nava analizza i
contraccolpi dell’uscita sulla politica Ue,
su economia e finanza, e sul futuro dei
nostri connazionali oltremanica
14.00 | Fabbrica 2.4 di Filippo Astone
14.30 | L’altro pianeta di Laura Bettini
15.00 | Il sabato del villaggio
con Marta Cagnola
17.05 | Radiotube - di Marta
Cagnola e Daniele Bellasio
18.05 | La rosa purpurea
di Franco Dassisti
19.15 | Sound Check
di Gegè Telesforo
21.05 | Moebius
di F. Pedrocchi e M. Albicocco
21.30 | Storiacce di Raffaella Calandra
e che si spiega, nel linguaggio
interno della Lega, come un
modo per riaffermare che le
redini del movimento le ha
saldamente in mano Matteo
Salvini. Una precisazione
«ovvia» che si è resa necessaria soprattutto per un uso interno: troncare sul nascere
qualche malumore che si è
manifestato dopo la sconfitta
elettorale nella ex roccaforte
di Varese, dopo alcune interviste critiche nei confronti
della leadership di Salvini rilasciate nei giorni scorsi da
Bossi e da esponenti bossiani.
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Oggi
Milano
ALBA E TRAMONTO:
05:36
MINIMA
L'Aquila
17
Grosseto
7.15
Reportage
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Lega, dal consiglio federale
mandato pieno per Salvini
MASSIMA
DA NON PERDERE
que abbia visto il Centro anche
soltanto dall’esterno conosce
bene. L’hotspot è infatti ospitato
in un capannone in cemento armato piantato alla fine del porto
commerciale, completamente
protetto da una recinzione metallica che in alcuni punti è integrata con delle assi di legno che
impediscono di vedere all’esterno. Tutto attorno alla recinzione
non c’è un filo di verde, solo cemento. Una struttura, dunque,
che al massimo potrebbe essere
un magazzino e che invece ospita centinaia di uomini, donne e
minori, tutti insieme.
OGGI A PARMA «CANTIERE PER IL NUOVO CENTRODESTRA»
IL TEMPO
Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore
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PARLAMENTO SUI MIGRANTI
LA VICENDA
Campidoglio. La sindaca della Capitale al lavoro sulla giunta - L’assessore in pectore Berdini: «Progetto Tor di Valle uno scempio, serve un referendum»
Laura Di Pillo
penale da archiviare. Dopo
un’inchiesta durata due mesi, la Procura si appresta
dunque a chiedere l’archiviazione all’ufficio gip e in
caso di accoglimento, trasmetterà degli atti al prefetto Alessandro Marangoni
per l’eventuale sanzione
amministrativa.
Intanto Giuseppe Sala si è
dimesso dalla carica di consigliere di Cassa depositi e prestiti «per sopraggiunti impegni professionali conseguenti all’elezione a Sindaco di
Milano», si legge una nota
diffusa da Cdp.
pLa
Fascicolo sul «salva banche»
Infine la Procura di Roma ha in
piedi una seconda inchiesta,
che riguarda gli effetti della
norma «salva banche». Un fascicolo nato dagli esposti di
Adusbef e Federconsumatori,
che parlano di un danno per
130mila piccoli azionisti e
20mila sottoscrittori obbligazioni subordinate.
La tesi delle associazioni dei
consumatori è che il fallimento
delle banche poteva essere evitato. Mentre per gli azionisti
non è stato possibile recuperare
il valore investito, diversa è la
questione degli obbligazionisti.
Per loro è in corso di approvazione una legge per rimborsare
il denaro perduto.
LA GIORNATA
35
22.05 | Il cacciatore di libri
di Alessandra Tedesco
Roma
21:16
05:36
20:49
Nord:
bel tempo al mattino salvo qualche pioggia sulle
Alpi, nel pomeriggio temporali sui rilievi in
marcia serale verso le pianure, specie a nord del
Po. Temperature in lieve calo, massime tra 28 e
32.
Centro e Sardegna:
22.30 | Economia in pagine
di Gianfranco Fabi
poche nubi su coste e pianure interne;
instabilità diurna lungo la dorsale con qualche
temporale. Temperature stazionarie, massime
tra 27 e 33.
22.45 | A conti fatti di Dino Pesole
Sud e Sicilia:
bel tempo prevalente su coste e pianure,
variabilità diurna su dorsale e interno Sicilia con
qualche temporale. Temperature invariate,
massime tra 27 e 33
23.05 | Indovina chi viene a cena
di Valentina Furlanetto
23.30 | Il treno va
di Gianluca Nicoletti e Fabrizio
Intonti
Domani
Milano
ALBA E TRAMONTO:
05:36
MINIMA
Aosta
GR 24: all’ora
STRADE IN DIRETTA: ai 15’ e ai 45’
14
MASSIMA
Forli'
34
Roma
21:16
05:36
20:49
Nord:
bel tempo al mattino salvo residui fenomeni
sulle Alpi, dal pomeriggio nuovi temporali sui
rilievi in marcia serale verso le pianure.
Temperature senza variazioni, massime tra 27
e 31.
Centro e Sardegna:
tempo buono salvo variabilità diurna in
Appennino con qualche isolato piovasco o
temporale in assorbimento serale.
Temperature stabili, massime tra 27 e 31.
Sud e Sicilia:
bel tempo prevalente su coste e litorali,
variabilità diurna in Appennino con qualche
isolato temporale. Temperature invariate,
massime tra 27 e 31.
Temperature
Italia
OGGI
DOMANI
Europa
OGGI
DOMANI
Parigi
12 20
10 21
Ancona
23 28
22 28
Atene
21 32
21 29
Stoccolma
16 25
16 22
Bari
23 29
23 30
Berlino
20 31
14 24
Tirana
24 35
24 30
Bologna
22 32
20 30
Bruxelles
12 21
10 20
Vienna
21 31
15 26
Cagliari
20 32
20 33
Bucarest
20 33
20 34
Zurigo
17 27
Firenze
20 33
18 31
Copenaghen
17 23
16 21
Mondo
Genova
25 28
23 26
Dublino
8 18
9 19
Hong Kong
26 33
26 33
Milano
25 31
22 30
Francoforte
14 25
11 22
Los Angeles
18 33
20 35
Napoli
23 29
22 26
Istanbul
19 32
19 34
New Delhi
32 44
33 42
Roma
23 27
23 27
Lisbona
16 25
16 30
New York
14 30
14 30
Palermo
22 33
22 30
Londra
11 19
12 21
Rio de Janeiro
11 23
14 24
Torino
21 29
18 30
Madrid
16 33
15 34
Singapore
29 30
29 30
Venezia
23 30
22 28
Mosca
16 28
19 31
Tokyo
21 28
OGGI
Debole Moderato
Sole
Poco
nuvoloso Nuvoloso Coperto
Var
Pioggia
Pioggia Temporali
Neve
Nebbia
Calmo
Mosso
9 24
DOMANI
19 27
Forte
Agitato
28
Commenti e inchieste
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
Lettere
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ai lettori
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INFORMAZIONE NORMATIVA E LUNEDI: Mauro Meazza
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Jean Marie Del Bo, Attilio Geroni,
Laura La Posta, Armando Massarenti,
Francesca Padula, Christian Rocca,
Fernanda Roggero, Stefano Salis, Giovanni Uggeri
SOCIAL MEDIA EDITOR: Michela Finizio, Marco lo Conte
(coordinatore), Vito Lops e Francesca Milano
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
GIOVEDÌ
VENERDÌ
SABATO
Gianfranco Fabi
Fabrizio Galimberti
Guido Gentili
Adriana Cerretelli
Salvatore Carrubba
Reato di negazionismo,
il «pensare bene»
non si impone per legge
porta le ferite. In nome della libertà di
parola non si può dire tutto, non si possono
diffondere idee offensive e perniciose.
Renato Pierri
S
to leggendo con incolpevole ritardo
(sotterrato dal lavoro) la lettere al
Sole di sabato 11 giugno sul reato di
negazionismo e la relativa risposta mi
provocano un moto di gioia! A questo
mondo, c’è ancora qualcuno che pensa.
Purtroppo non ne sono rimasti molti di
“liberisti” veri; tanti, sopratutto tra i
giornalisti, per vantaggio o per ottusità
vendono ben altro facendo danni
incalcolabili. I miei complimenti al lettore
e a Salvatore Carrubba con il quale
condivido non tutti i pensieri ma alcuni
importanti senz’altro.
Domenico Rosa
Lettera firmata
PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 Ore S.p.A.
PRESIDENTE: Giorgio Squinzi
AMMINISTRATORE DELEGATO: Gabriele Del Torchio
Le strategie saudite
e le sfide degli Usa
ENERGIA E GEOPOLITICA
di Adriana Castagnoli
I
l petrolio è stato sino ad oggi la base del modello di Statorentier dell’Arabia Saudita. Ma, in un modo o nell’altro, il
petrolio sta entrando in una fase di rischi crescenti. I progressi strutturali nel consumo di greggio e nella sensibilità
ambientale, oltre all’accordo di Parigi sul climate change,
stanno riducendo il dominio dei combustibili fossili.
Sebbene il petrolio non sia ancora del tutto rimpiazzabile, i governi cercano sempre più alternative. Nel 2015 gli investimenti globali in energie rinnovabili sono stati più che
doppi rispetto a quelli in combustibili fossili. Per la prima
volta i paesi in via di sviluppo hanno investito più di quelli
avanzati guidati dalla Cina che è anche il maggiore consumatore con gli Usa.
Il punto è che l’intero mondo arabo è un’economia trainata dal petrolio. L’Arabia Saudita, in particolare, resta il più
grande esportatore del mondo. Ma i bassi prezzi del greggio
hanno reso Riyad estremamente vulnerabile e la sua crescita rallenterà quest’anno all’1,2% rispetto al 3,5% del 2015. Perciò il piano di riforme “Saudi Vision 2030”, espressione dell’impegno del principe Muhammad bin Salman a ridurre la
dipendenza dalla rendita petrolifera e a diversificare l’economia, prevede una serie di passi che includono investimenti in energie rinnovabili (peraltro, già tentati con modesti risultati) e la privatizzazione di importanti asset dello
Stato come la cessione di quote di Saudi Aramco, forse la più
grande società petrolifera del mondo.
Tuttavia la geopolitica può ostacolarne la realizzazione.
Innanzitutto per le tensioni ideologico-religiose, fra sciiti e
sunniti, e di potenza regionale con l’Iran. La guerra per procura fra le due potenze rivali, coinvolgendo Siria, Yemen, Libano, Iraq ed Egitto, ha reso lo scenario mediorientale incandescente e favorito l’ascesa dell’Isis. La contesa con Teheran,
combattuta anche a colpi di brent, ha mantenuto sinora la produzione alta e i prezzi del petrolio bassi. Nessuno appare intenzionato a cedere sui tagli alla produzione senza una contropartita, anche se il neo-ministro dell’Energia Khalid al-Falih sembra aver avviato una fase di soft-power saudita.
Quando iniziò il declino del prezzo del greggio nell’autunno 2014, Riyad decise di non sacrificare la sua produzione per stabilizzare il mercato, ma continuò a pompare
greggio per estrometterne i competitor, innanzitutto Iran,
Russia e Stati Uniti.
Di fatto, la produzione di shale oil e shale gas ha fatto considerevolmente diminuire la dipendenza americana da Riyad.
Secondo la US Energy Information Administration, la quota
di greggio importato sul totale del consumo interno statunitense, è crollata dal 2005 al 2015 da 60% a 24% e scenderà al 7%
nel 2040. E si prevede che gli USA diverranno esportatori netti di gas già nel 2018.
L’alleanza fra Riyad e Washington (petrolio in cambio di sicurezza) dura dal 1945, malgrado negli anni 70 la nazionalizzazione di Aramco, formata da quattro grandi imprese americane, fosse stata fortemente emblematica dell’ondata di “nazionalismo delle risorse” che pervase il mondo arabo.
La strategia di Obama di ridare potere all’Iran in cambio di
controlli sul nucleare, nella speranza di ridurre l’impegno
americano nella regione, sta creando lo spazio per disimpegnare Washington dal sistema tradizionale di alleanze con
paesi come Arabia Saudita, Egitto, Israele e Turchia. Nel caso
saudita, il disimpegno è stato compensato con cospicue forniture di armi sofisticate. Ma la recente approvazione da parte
del Senato americano del progetto di legge in discussione al
Congresso che espone il governo saudita a procedimenti legali per il coinvolgimento indiretto nell'11 settembre, pur contrastato da Obama, ma appoggiato da Hillary Clinton, è un altro segno delle tensioni fra Riyad e Washington.
Malgrado ciò, i due paesi continuano ad aver bisogno uno
dell’altro. Gli Usa mantengono una forte presenza militare
nel Golfo che, tenuto conto del nuovo protagonismo russo in
Medio Oriente, non può essere rimpiazzata come ultimo garante della sicurezza saudita nel prossimo futuro. Le incognite per l’avvenire delle relazioni Usa-Riyad sono accresciute,
poi, dalle estemporanee critiche ai sauditi del candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump.
Eppure, nell’intrico di interessi e alleanze mediorientali,
complicatosi dopo le primavere arabe, la soluzione dei conflitti non può che passare attraverso un essenziale ruolo di
mediazione e di delicato gioco diplomatico di Washington
che incoraggi (qualche segnale in tal senso è stato manifestato dal ministro degli esteri iraniano Javad Zarif) un riavvicinamento fra i due rivali e la crescita economica di quella regione.
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Un lettore scrive su Il Sole 24 Ore di sabato
11 giugno: «A me l’idea che il negazionismo
costituisca reato non piace, e non mi piace
da un punto di vista eminentemente
liberale. Negare l’evidenza, come gli storici
negazionisti fanno, è un assurdo storico:
contro di loro vi sono le evidenze
irrefutabili, incontrovertibili, univoche
nella loro drammaticità. Gli storici
negazionisti e i drappelli di nostalgici
culturalmente sprovveduti che ne
mutuano i giudizi per fini politici
raccapriccianti non meritano altra
sanzione che quella propria del giudizio
storico e morale». Il Dottor Carrubba gli
dà ragione. Trascrivo in parte la sua
risposta: «Anche a me pare un precedente
terrificante; e mi ha colpito la sovrana
indifferenza con la quale media e opinione
pubblica hanno accolto la notizia, della
di Nunzio Galantino
u Continua da pagina 21
A
dispetto dei luoghi comuni
e del sempre più dilagante
politicamente corretto.
I “confini” da me frequentati nei giorni scorsi hanno
contribuito a dirmi che sono ancora tanti gli spazi sfuggiti alla
morsa della cultura dell’indifferenza o a quella ancora più devastante, sul piano sociale, del fatalismo. Vi sono spazi – dentro le
persone, prima che intorno ad esse – nei quali è ancora possibile
scommettere e osare l’inedito o
soltanto provare a “cucire” un
tessuto esistenziale e sociale sfilacciato, se non
proprio ridotto a brandelli. I luoghi che mi
hanno confermato in
queste mie convinzioni e che mi hanno convinto a condividerle sono luoghi spesso portati
all’onore della cronaca per
fatti negativi. Eppure l’ordinarietà in essi vissuta mi ha portato per
altre strade e mi ha suggerito considerazioni realisticamente improntate alla speranza.
Chi non conosce la Locride? Chi
non è attraversato subito, sentendone parlare, da un moto di sospetto indotto e forse anche di paura? Vi
sono stato per inaugurare “Casa
San Luigi”: un’opera segno dell’Anno giubilare della Misericordia. La
Chiesa locale l’ha concepita e realizzata come risposta concreta all’invito più volte rivolto da papa
Francesco, che chiede di non ridurre l’Anno giubilare a riti, parole e
gesti occasionali e senza futuro.
Francesco continua a chiedere di
rivestire di carne le intenzioni e a
dare continuità alla decisione di
contribuire a rendere vivibile questo nostro mondo. «Siate misericordiosi come il Padre» (Lc 6, 36) è
il ritornello evangelico che in maniera affettuosamente ossessiva ci
va ripetendo.
È solo accogliendo questo invito
che la Chiesa si riporta al cuore della
sua fede e giustifica così la sua esistenza. Mi convinco sempre di più
che la misericordia è una virtù “laica”. Essere misericordiosi infatti
vuol dire, letteralmente, avere il cuore orientato verso la miseria; avere
cuore e occhi che non girano alla lar-
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Le esperienze di Locri e Gerace insegnano come guardare con fiducia alla società
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tali limiti? Il potere politico?».
Ora, se il lettore e il dottor Carrubba
avessero avuto una madre o un padre, un
parente stretto, ma forse anche un caro
amico, morti a causa dei lavori forzati nei
campi di sterminio nazisti, o per
consunzione per stenti e denutrizione,
oppure uccisi nelle camere a gas, bruciati
nei forni crematori, sono persuasissimo
che non sarebbero della stessa opinione.
Parlare di idee «scomode o inaccettabili
per la maggior parte della gente», significa
generalizzare e non voler entrare nel
merito del grave problema. Parlare di
china pericolosa è un’esagerazione.
Nessuno oggi si sognerebbe di considerare
reato la negazione dell’eliocentrismo,
giacché non è un’offesa al sole.
Il negazionismo non solo nega la storia,
ma offende un popolo che della Shoah
Ricucire con la misericordia
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cui portata, probabilmente, non si
rendono conto. Ma non c’è da stupirsi; mi
pare che, non solo in Italia, la corsa al
conformismo coatto e al ben-pensantismo
per legge ci stia facendo imboccare una
china pericolosa: la copertina
dell’Economist della settimana scorsa era
assai eloquente nel denunciare che “la
libertà di parola è sotto attacco”. In questa
tendenza rientra la presunzione di vietare
per legge la diffusione delle idee scomode o
inaccettabili per la maggior parte della
gente, a partire dal negazionismo
(compreso quello dei crimini comunisti,
previsto in alcuni Paesi dell’est). È un
attentato alla libertà di parola e di
opinione che, applicato a un caso
abnorme, rischia di creare un precedente
colossale: quali saranno, infatti, i limiti
posti alle idee e alla ricerca? E chi stabilirà
Ringrazio entrambi i lettori per avermi
aiutato a dimostrare quanto sia importante un dibattito libero e responsabile, che
mette alla prova le nostre convinzioni,
purché ciascuno riconosca la buona fede
dell’altro. Non si tratta, evidentemente, di
essere pro o contro le tesi negazioniste
(personalmente, le disprezzo profondamente), ma di discutere se sia possibile imporre per legge il “pensare bene” .
Un grande intellettuale del Novecento,
Czesław Miłosz, che di orrori si intendeva
(per averli subiti), scrisse che «l’ortodossia non può allentare la sua pressione senza correre il rischio di cessare di essere tale». Non caso il libro che contiene queste
parole si intitola “La mente prigioniera».
Qui sta il punto: una volta ammesso, sia
pure per un precedente evidentemente abnorme, che sia lo stato a stabilire i limiti della
decenza intellettuale e verbale, non si può
escludere che, assurdità dopo assurdità,
vengano messe al bando idee considerate
scandalosenonperlamiseriaintellettualedi
chi le esprime ma per la difformità con l’”ortodossia”chesivuoledifendere.Èl’eternaillusione dello stato etico che pretende di saperecosasiabenechepensiamoediciamo:e
dovrebbe far riflettere il fatto che fu proprio
quella tragica illusione ad armare la mano di
chi organizzava i campi di sterminio.
Aggiungo che la libertà accresce la nostra responsabilità: per esempio, non possiamo pensare di tacitare la nostra coscienza bollando come reato il negazionismo se
poi non prendiamo posizione contro le forme striscianti, e in certi casi neanche troppo, di risorgente antisemitismo.
TESTIMONIANZE DAI CONFINI
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Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.
ga dalla sofferenza e dalla fatica di vivere di tanti nostri fratelli. E, da queste parti, la fatica di vivere segna la
storia di intere famiglie e di intere comunità cittadine, fino a suggerire ai
più di provarci altrove. Con questa
realtà sullo sfondo ho vissuto il mio
soggiorno nella Locride, invitato a
inaugurare “casa San Luigi”, proprio
nel giorno della memoria liturgica
del rampollo dei potenti Gonzaga,
che scelse di entrare a far parte della
Compagnia di Gesù, rinunziando alla vita di corte. Attingendo ai fondi
dell’8x1000, ha preso corpo anche
qui una risposta concreta all’invito di
Gesù («Siate misericordiosi») e di
papa Francesco.
A Locri si è scelto concretamente di farsi carico e di
rispondere a una fragilità
particolare, quella che
vivono i familiari dei detenuti e di persone ospedalizzate, i senza fissa dimora e gli immigrati, offrendo loro la possibilità di
un luogo in cui elaborare la
sofferenza e ritrovare la voglia di
non arrendersi. Una realtà e una risposta, quindi, che guarda in faccia
a un bisogno normalmente ignorato e che cerca di mettere in moto
l’unica pratica necessaria oggi, a
tutti i livelli, se si vuole davvero ripartire: il bisogno di “cucire” relazioni. «Dobbiamo essere capaci di
fare insieme la cucitura del Paese –
scriveva Domenica scorsa il direttore Napoletano – altrimenti non
ce la faremo in quanto la sfiducia è
contagiosa e, alla fine, blocca anche
chi vuole correre». Sono piena-
MEDIA ECOLOGY JOURNALISM
Luca De Biase vince
il James W. Carey Award
pI mezzi di comunicazione fanno
parte dell’ambiente nel quale si sviluppa l’esperienza umana. E quindi
esiste una disciplina in pieno sviluppo che studia l’ecologia dei media.
La Media Ecology Association ha
tenuto in questi giorni a Bologna il
suo primo congresso mondiale fuori
del Nord America.
E come ogni anno ha premiato mediologi, narratori, filosofi, attivisti e
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Sole 24 ORE S.p.A. - Servizio Abbonamenti - Casella Postale 10592 - 20111 Milano, indicando: NOME / COGNOME / AZIENDA / VIA / NUMERO CIVICO /
mente d’accordo col Direttore, soprattutto se l’impegno per “cucire”
il Paese, oltre ad attraversare il
mondo dell’impresa, la ricostruzione industriale ed il servizio reso
attraverso l’impegno politico, porta anche a interessarsi in maniera
sempre più evidente della sorte di
chi, per un motivo o per un altro,
proprio non ce la fa.
E allora, se condivido l’invito a far
sì che «questa potenza del Nord
contagi il Sud», ritengo anche necessario che si inneschi un processo
che dal nostro Sud contagi il nostro
Nord. E il Sud, lo sappiamo, non ha
più voglia di esportare lamentele e
fatalismi di vario genere. E se c’è
gente che ancora lo fa è perché fa fatica a sentire come affidati a sé quei
fili che permettono di cucire o ricucire la trama di vita che tanti egoismi
preferiscono tenere strappata. Che
bello poter “cucire” il nostro Paese
con i fili dell’audacia industriale e
con quelli di una ritrovata voglia di
protagonismo, che sa spendersi nell’indicare e realizzare percorsi di ricostruzione della dignità delle persone! Insieme. Come ho visto fare a
Bovalino, nel “Centro don Puglisi” e
a Gerace, splendido e antico centro
bizantino del quale parla lo storico
Strabone; e come ho potuto toccare
con mano a Crochi, piccola contrada di Caulonia situata nell’entroterra della Locride. Dopo aver conosciuto l’impegno di Suor Carolina,
stretta collaboratrice del prete palermitano ucciso dalla mafia, ho incontrato due realtà monastiche. Realtà diverse tra loro, ma tutte animate da una medesima aspirazione: ri-
giornalisti per il loro contributo alla
qualità dell’ambiente mediatico.
Tra i premiati (oggi il conferimento) per la prima volta quest’anno un
giornalista italiano: Luca De Biase,
del Sole 24 Ore, caporedattore di
Nòva24 e autore di numerosi saggi
tra i quali Homo Pluralis (Codice
2015), Media Civici (Apogeo 2013),
Cambiare pagina (Rizzoli 2011) ed
Economia della felicità (Feltrinelli
2007). È stato insignito del James W.
Carey Award for Outstanding Media
Ecology Journalism. L’anno scorso
lo stesso premio era andato a Thomas Friedman del New York Times.
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Pero (MI). I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli abbonamenti, al marketing, all'amministrazione e potranno essere comunicati alle società del Gruppo per le medesime finalità della raccolta e a società esterne per
cercare i fili necessari per “cucire”
un tessuto sociale, civile e religioso
fortemente provato. Ho letto (Mujà.
Dall’eremo) che il monaco (a Gerace
e a Crochi in verità vi sono “monache”) «è l’uomo della trasfigurazione. Non lo è nel senso che egli appare
agli altri come trasfigurato…È l’uomo della trasfigurazione nel senso
che gli è dato il potere di trasfigurare
la realtà umana di cui e in cui vive
mediante la conversione del cuore e
l’amore per ogni vivente». Ecco:
“cucire” e “trasfigurare”.
Due azioni che possono davvero
aiutarci a superare il senso di impotenza che paralizza. Le due realtà
monastiche visitate nella Locride mi
confermano che uomini e donne che
amano possono trasformare un rudere (la Chiesa di Santa Sofia o della
Ss. Trinità) in un luogo di vita e di incontro che riesce a cucire e/o ricucire storie di vita; come la vita della
stessa Mirella, la monaca eremita
approdata in Calabria dopo aver studiato in Germania, aver studiato e insegnato a Parigi ed essersi dedicata
alla ricerca universitaria in letteratura comparata. Ora le sue giornate
vengono scandite dalla preghiera,
dalle relazioni e dalla creazione di
icone. La comunità di Crochi è più
numerosa. Qui si capisce quanto sia
integrale la forza “trasfigurante” del
monaco, come lo è stata tutta la grande tradizione monastica.
Un rudere che giorno dopo giorno
sta diventando dignitoso luogo di
accoglienza anche col contributo
degli abitanti del luogo, un territorio
senza o con pochi punti di riferimento che col tempo sta imparando a
considerare il monastero posto nel
quale entrare senza bussare, dal momento che non vi sono cancelli di
protezione, donne (le monache) che
con l’arte di dipingere icone mostrano la forza trasfigurante della bellezza a un territorio e in un territorio
che conosce prevalentemente la
razzia delle cose e quella ancora più
devastante della dignità delle persone. Sono i frutti che raccoglie giorno
dopo giorno il Laboratorio di Spiritualità e Tecnica dell’Icona “la
Glikophilousa”.
È proprio vero: una terra – come
ogni persona – rinasce se cambiano
le prospettive culturali che ne orientano il cammino e ne animano le progettualità.
IL VIAGGIO DEL PAPA
Francesco
in Armenia
torna a parlare
di «genocidio»
di Carlo Marroni
È
uno dei giorni più difficili della
storia politica dell’Europa quello che vede il Papa volare nel
cuore del Caucaso, dove senza
timori di sorta ricorda il “genocidio” sofferto dagli armeni. Parte il viaggio di tre
giorni in Armenia, e Francesco sul volo
commenta brevemente l’esito del referendum britannico anti-Ue: «È stata la
volontà espressa dal popolo e questo
chiede a tutti noi una grande responsabilità per garantire il bene del popolo del
Regno Unito e anche il bene e la convivenza di tutto il continente europeo».
Poche parole, anche per non oscurare i
contenuti di un viaggio ecumenico, ma
anche dalla forte valenza politica e di vicinanza ad un popolo che ha subito cento anni fa la tragedia immane del primo
genocidio del novecento, un milione e
mezzo di vittime per mani dei “Giovani
turchi” ottomani. Francesco nel discorso ufficiale a Erevan aggiunge a braccio
la parola “genocidio”, che inizialmente
non era prevista nel discorso, in segno di
forte vicinanza al popolo armeno anche
se questo provocherà delle nuove tensioni con la Turchia (dove è reato definire tale lo sterminio del popolo armeno)
come già accaduto lo scorso anno, in occasione della messa a San Pietro per i
cento anni dell’inizio del massacro.
Oggi il Papa visiterà il Memoriale del
Genocidio (Tzitzernakaberd, Collina o
Fortezza delle rondini). «Tutti coloro
che dichiarano la loro fede in Dio uniscano le loro forze per isolare chiunque
si serva della religione per portare
avanti progetti di guerra, di sopraffazione e di persecuzione violenta, strumentalizzando e manipolando il Santo
Nome di Dio», dice di fronte alle autorità politiche e diplomatiche armene, invitando «i responsabili delle sorti delle
nazioni» a mettere in atto «con coraggio e senza indugi» iniziative per «porre termine» alle sofferenze patite da chi
subisce la guerra e la persecuzione. E
quindi ricorda la celebrazione dell’anno scorso in San Pietro: «In quella occasione si è fatta memoria del centenario
del Metz Yeghérn, il “Grande Male”,
che colpì il vostro popolo e causò la
morte di una moltitudine di persone.
Quella tragedia, quel genocidio, inaugurò purtroppo il triste elenco delle immani catastrofi del secolo scorso, rese
possibili da aberranti motivazioni razziali, ideologiche o religiose, che ottenebrarono la mente dei carnefici fino al
punto di prefiggersi l’intento di annientare interi popoli». Il Papa quindi ripete
la parola «genocidio», e non in forma di
citazione, contenuta nella dichiarazione congiunta da lui citata un anno fa firmata da Giovanni Paolo II e Karekin II
(mentre non era stata usata da Benedetto XVI). «Rendo onore al popolo armeno che, illuminato dalla luce del
Vangelo, anche nei momenti più tragici
della sua storia, ha sempre trovato nella
croce e nella risurrezione di Cristo la
forza per risollevarsi e riprendere il
cammino con dignità».
È fresca la crisi di Ankara con la Germania su questo tema, a seguito dell’approvazione della legge da parte del Bundestag su riconoscimento del genocidio, ma il breve viaggio del Papa nella
“prima nazione cristiana della Storia” è
un fatto acquisito anche dalle autorità
turche, alle prese con una gravissima
crisi interna di sicurezza, che vede il
susseguirsi di sanguinosi attentati. In
Armenia il Papa farà accendere i riflettori sul conflitto dimenticato con
l’Azerbaigian per il controllo del Nagorno-Karabakh, che si trascina dalla fine degli anni ‘80 senza che si riesca a trovare un accordo di pace: 30mila morti e
oltre un milione di profughi e sfollati. Di
recente, in aprile, ha visto di nuovo inasprirsi il conflitto, con una violenza che
non si registrava dal 1994, con decine di
morti sia in campo armeno che azero.
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LAPRESSE
Nunzio Galantino è segretario generale della Cei
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Etchmiadzin. Visita alla cattedrale apostolica
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IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI
t
LA SETTIMANA DI NORME & TRIBUTI
INVESTIMENTI
Per i professionisti
il bonus è «pieno»
LUNEDÌ: Edilizia e ambiente, Il merito, Autonomie locali e Pa
MARTEDÌ: Condominio
MERCOLEDÌ: Diritto dell'economia
GIOVEDÌ: Giurisprudenza / Il merito
VENERDÌ: Incentivi e agevolazioni
Gian Paolo Ranocchi u pagina 30
Accertamento. Sull’attività pesa la riduzione delle risorse umane causata anche dallo stop sui dirigenti «incaricati» - I redditometri sono solo 6mila
Lotta all’evasione, controlli in frenata
Corte dei conti: nel 2015 calo del 4% per il numero delle verifiche e del 17,7% per gli importi contestati
Marco Mobili
Giovanni Parente
ROMA
pLotta all’evasione tra luci e
ombre. Anzi con più ombre che
luci, almeno stando all’analisi
presentata dalla Corte dei conti
nella relazione sul rendiconto generale dello Stato. Pur mettendo
in risalto che la dinamica delle entrate ha manifestato segnali positivi (l’accertato finale pari a 570
miliardi per il 2015 è in crescita del
3,5% e la riscossione totale con
549 miliardi segna un aumento
del 4,5%), i giudici contabili lanciano l’allarme sulla frenata dell’attività di controllo e dei risultati ottenuti in termini di recupero.
Se si analizza l’attività dell’agenzia delle Entrate, «il numero
complessivo degli interventi eseguiti (poco più di 621 mila) - scrive
la Corte dei conti - segnala una
flessione superiore di quasi il 4%
rispetto al 2014 e di oltre il 16 per
cento rispetto al 2012 (quando il
numero di controlli risultò superiore di 120 mila unità)». Ma anche la maggiore imposta accertata segna un calo sensibile del
17,7% così come i risultati finanziari conseguiti (-3,9% sul 2014).
Un andamento che viene messo
in relazione con la riduzione delle risorse umane destinate all’attività di accertamento e controllo
che, secondo quanto riportato
dai giudici contabili, ha conosciuto una caduta del 6,5% negli ultimi 5 anni. A questo poi si aggiunge
il contraccolpo successivo alla
sentenza 37/2015 della Corte costituzionale, che ha dichiarato illegittimi gli incarichi dirigenziali affidati a funzionari senza
concorso. E non è un problema
solo di calo numerico. Guardando alla platea dei 3,5 milioni di
contribuenti soggetti a studi di
settore e verifiche effettuate nel
quadriennio 2012-2015, dalla relazione emerge che «le probabilità
di essere sottoposti a controllo
sono alquanto limitate: i controlli
eseguiti nel 2015 costituiscono il
2,4% del totale dei soggetti considerati». Un risultato che in termini di deterrenza dell’evasione di
massa viene ritenuto «del tutto
insufficiente, tenuto anche conto
della sostanziale tenuità delle
sanzioni concretamente applicabili in caso di violazioni».
La Corte dei conti entra nel
dettaglio e mette in evidenza come considerando la maggiore
imposta accertata l’attività 2015 si
sia concentrata soprattutto nei
confronti di professionisti e imprese di piccole dimensioni: da
questi contribuenti arriva il
47,5% degli importi contestati. Se
poi si analizzano le somme accertate, il maggior numero dei controlli è stato effettuato nelle fasce
8.149
I controlli con gli studi di settore
Gli accertamenti con Gerico
sono in calo del 33,6% sul 2014
di minor valore. Il 45% delle verifiche (276.412 su 588mila) ha dato
luogo a un recupero potenziale di
poco superiore a 1.500 euro. Una
tendenza riscontrabile anche nei
primi 20mila accertamenti effettuati nel 2015 in relazione alle adesioni alla voluntary disclosure:
quasi tre su quattro riguardano,
infatti, cifre fino a 5.164 euro.
Preoccupazione viene espressa anche sulle tipologie di accertamento, soprattutto in riferimento alla sempre più ricca dotazione di informazioni di cui dispone
l’amministrazione
finanziaria. Un esempio lampante è rappresentato dalle indagini
finanziarie, che proseguono nel
loro trend discendente. Nel 2015 i
contribuenti per cui è arrivata
l’autorizzazione a verifiche bancarie sono stati poco meno di
4.500: un dato che segna una flessione del 61% rispetto ai dodici
mesi precedenti e che si ripercuote sulla maggiore imposta accertata in questo specifico segmento con appena 409 milioni di
euro. «Un fenomeno che - scrive
la Corte dei conti - conferma ulteriormente il progressivo indebolimento dell’attività di controllo fiscale, considerato che
l’enorme potenziale informativo dell’Anagrafe dei rapporti finanziari, nella quale confluiscono tutte le informazioni sulle
movimentazioni finanziarie realizzate, risulta solo marginalmente utilizzato».
Mentre ormai sembra definitivamente avviato sul viale del tramonto il redditometro. L’anno
scorso gli accertamenti sono stati
meno di 6mila, ossia il 47,5% in
meno rispetto al 2014 e addirittura il 72,9% in meno rispetto al 2013.
Cifre che portano ad affermare
«il carattere del tutto marginale»
assunto dallo strumento nella
lotta all’evasione. Come nelle ultime edizioni della relazione sul
rendiconto generale, la Corte dei
conti ricorda poi che al restyling
del redditometro (applicabile
dall’anno d’imposta 2009 in poi)
era stato attribuito un maggior
gettito per 741,2 milioni nel 2011,
708,8 milioni nel 2012 e 814,7 milioni nel 2013. Con un’ulteriore
aspettativa - pur non iscritta in bilancio - che arrivava dal piano
straordinario di controlli finalizzati all’accertamento sintetico.
Per quanto riguarda, poi, gli
studi di settore, i giudici contabili sottolineano come il numero
dei contribuenti congrui sia passato dal 71,4% del 2013 al 65,7% del
2014, anche per effetto della congiuntura negativa. Mentre gli accertamenti con l’ausilio di Gerico nel 2015 sono stati appena
8.149: con una flessione del 33,6%
rispetto ai 12.277 effettuati nell’anno precedente.
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Il bilancio
IL TRAMONTO DEL REDDITOMETRO
Gli accertamenti sintetici Irpef
Totale
di cui su titolari di
reddito d'impresa
o professionale
2012
37.191
Relativi a periodi
d'imposta
dal 2009 in poi
Relativi a periodi
d'imposta
fino al 2008
Risultati finanziari
al 31 dicembre 2015
(in milioni di euro)
21.535
37.091
100
21.493
42
11.091
3.263
182
100
5.478
2014
7.828
26
2.916
2015
5.827
30 5.797
6
1.373
do le sanzioni ridotte previste
dal nuovo ravvedimento operoso, o contattare l’Agenzia per
spiegare il perché del dato
“anomalo”. Per il contatto diretto è possibile chiamare da
telefono fisso il numero
848.800.444 e da cellulare il numero 06/96668907 (da lunedì
a venerdì dalle 9 alle 17), selezionando l’opzione «servizi
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4.017
1.549,01 - 2.582
2.905
2.582,01 - 5.164
4.163
5.164,01 - 10.329
2.964
10.329,01 - 15.494
1.092
15.494,01 - 25.823
752
25.823,01 - 36.152
234
36.152,01 - 51.646
125
-47,5%
-99,1%
-25,9%
Variazione % 2015/2014
-76,9%
51.646,01 - 103.291
163
LE INDAGINI FINANZIARIE
Le indagini finanziarie autorizzate e gli importi contestati da agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza
103.291,01 - 154.937
38
Indagini autorizzate
154.937,01 - 185.925
9
185.925,01 - 309.874
22
309.874,01 - 413.165
6
413.165,01 - 516.457
4
516.457,01 - 1.549.371
9
20.000
Maggiori imponibili in milioni di euro
19.076
8.000
14.773
15.000
9.237
4.000
5.706
6.822
2.000
Agenzia delle Entrate
Guardia di Finanza
4.498
2012
2015
2013
2014
6.557
1.078
5.771
Guardia di Finanza
Agenzia delle Entrate
6.791
5.000
0
5.765
6.000
11.644
10.000
7.203
1.201
409
1.134
0
2012
*Compresi gli accertamenti con esito negativo e gli accertamenti annullati in autotutela
2013
2014
2015
pDeve essere revocato il se-
questro per equivalente disposto sui beni dell’indagato, nel
caso in cui la Commissione tributaria abbia annullato la pretesa del fisco. E ciò anche se la
sentenza non è ancora definitiva.
A fornire questa precisazione è
la Corte di cassazione, con la
sentenza n. 26450 depositata ieri.
Nell’ambito di un procedimento penale per reati tributari a
carico di un contribuente, veniva applicata la misura del sequestro preventivo per equivalente,
finalizzato alla successiva confisca, sui beni nella disponibilità
dell’indagato. Successivamente
al sequestro, la Commissione tributaria annullava la cartella esattoriale, escludendo il debito del
contribuente. L’indagato presentava quindi istanza di dissequestro dei beni che, tuttavia, veniva respinta dapprima dal Gip,
poi dal Tribunale del riesame. In
particolare, i giudici evidenziavano l’autonomia del procedimento tributario rispetto a quello penale, non ritenendo rilevante il fatto che la pretesa erariale
fosse stata annullata. Peraltro la
sentenza della Commissione tributaria non era ancora definitiva. Il contribuente presentava ricorso in Cassazione, ribadendo
che in concreto erano venuti meno i presupposti per il mantenimento della misura cautelare.
Infatti, l’annullamento della cartella esattoriale, ancorché con
sentenza non definitiva, aveva
determinato il venir meno della
pretesa tributaria. Il mantenimento del sequestro avrebbe così comportato un indebito arricchimento dell’amministrazione.
La Cassazione ha accolto il ricorso dell’indagato. I giudici, richiamando una precedente pronuncia della medesima Corte di
legittimità (sentenza n.
39187/2015), affermano che l’annullamento della cartella esattoriale, ancorché con sentenza
non definitiva, comporta il venir
meno della pretesa tributaria e,
dunque, l’esistenza del profitto
del reato. In tema di reati tributari, il profitto del reato, oggetto
del sequestro funzionale alla
confisca per equivalente, è costituito dal risparmio economico
derivante dalla sottrazione degli
importi evasi alla loro destinazione fiscale. Tale profitto rimane sicuramente inalterato nel
caso di mera sospensione dell’esecutività della cartella esattoriale da parte della Commissione tributaria, ma non nel caso
di annullamento. Lo sgravio in-
LA PAROLA
CHIAVE
Confisca
7La confisca per equivalente è
uno strumento per cui, non
essendo possibile agire
direttamente sui beni costituenti
il profitto del reato (imposta
evasa), si confiscano utilità
patrimoniali di valore
corrispondente a tale profitto, che
siano nella materiale disponibilità
del reo. Antecedente necessario è
il sequestro preventivo per valore,
con il quale si assicura la futura
esecuzione della confisca
In edicola
LA COLLANA
Il «Codice» dedicato
al reddito d’impresa
in vendita con Il Sole
Quasi 800 modifiche dalla
sua entrata in vigore a oggi:
basta questo dato per rendersi conto di quanto il Tuir
(Dpr 917/1986) abbia tradito l’ambizione di essere un
punto di riferimento univoco per i contribuenti. A maggior ragione dopo la proliferazione di norme contenute
in leggi di Stabilità, finanziarie e decreti legge. Da qui
l’esigenza di un “codice”
che raggruppi tutta la normativa applicabile al reddito d’impresa. È in edicola
con Il Sole 24 Ore il secondo
volume della collana «I Codici» dedicato al reddito
d’impresa.
L’obiettivo dei Codici è offrire agli operatori professionali del fisco un supporto
utile a ricondurre a unità le
tante norme che negli anni
sono state disperse tra i Testi
unici, le leggi di Stabilità e le
Finanziarie.
Ogni volume è in edicola a
9,90 euro oltre il prezzo del
quotidiano. La prima puntata, dedicata all’Iva, è uscita
giovedì scorso. Gli arretrati,
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Totale
I CODICI
DEL SOLE 24 ORE
20.262
28
EDIZIONE
2016
Fonte: elaborazione su dati Corte dei conti, agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza
Laura Ambrosi
Sara Mecca
Con questa terza tranche
le comunicazioni inviate
arrivano a quota 480mila,
vicino all’obiettivo di 500mila
segnalazioni per il 2016
516,01 - 1.549
-96,7%
Federica Micardi
IL BERSAGLIO
3.724
Variazione % 2015/2012
Revoca per il sequestro
se la pretesa viene annullata
100mila lettere dell’agenzia delle Entrate stanno
per essere recapitate ad altrettanti contribuenti. Obiettivo: segnalare errori, anomalie e dimenticanze rilevate nei redditi
dichiarati per il 2012 e lasciare il
tempo di spiegare o correggere
quanto dichiarato così da evitare un avviso di accertamento.
Queste 100mila comunicazioni, che saranno spedite via
posta ordinaria o via pec - ai titolari di partita Iva registrati
nell’indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata IniPec, si vanno ad aggiungere alle 380mila già inviate.
Manca poco, quindi, per raggiungere la quota di 500mila
alert che le Entrate si sono poste
come traguardo per il 2016; nel
2015 le comunicazioni inviate
sono state 270mila.
In questa tornata a finire sotto
la lente del fisco sono le anomalie relative a: redditi di lavoro dipendente o assimilati, assegni
periodici corrisposti all’ex coniuge, redditi di partecipazione,
redditi di capitale, redditi di lavoro autonomo non professio-
0,01 - 516
+5.697%
Dalle Entrate 100mila lettere
su redditi dichiarati nel 2012
pAltre
35
-99,9%
Cassazione. Quando la Commissione tributaria accoglie il ricorso
con operatore - comunicazione
accertamento».
Prosegue, quindi, la nuova
strategia definita «cambia verso» portata avanti dall’agenzia
delle Entrate, che favorisce il
dialogo e la compliance al pugno
di ferro. È di pochi giorni fa la notizia che le Entrate hanno aumentato i dati contenuti nel cassetto fiscale, così da permettere
ai contribuenti di verificare
l’eventuale presenza di dati discordanti (un esempio classico è
il disallineamento tra rimanenze finali di un anno e rimanenze
iniziali dell’anno successivo)
così da anticipare gli alert.
Favorire l’emersione spontanea, anche grazie alle nuove tecnologie che consentono una immediata condivisione delle informazioni, sembra essere una
strada più efficiente ed efficace
rispetto alla “caccia all’errore”
degli anni passati. Dei 117mila
contribuenti soggetti agli studi
di settori allertati l’anno scorso
in 75mila - cioè il 64% - hanno
corretto la loro iniziale comunicazione. Una percentuale che
rappresenta un buon viatico.
Numero
accertamenti
-84,3%
Gli alert. Sotto la lente diverse voci: dall’assegno all’«ex» alle partecipazioni
nale e redditi d’impresa derivanti da plusvalenze e sopravvenienze attive. Le anomalie sono
emerse per l’incrocio tra quanto
dichiarato e quanto risultava da:
modello 770 presentato dal sostituto d’imposta o dalla società;
modello 730 o Unico sia per le società che per le persone fisiche.
Chi riceve la comunicazione
può correggere l’errore, pagan-
Maggiore imposta
accertata in euro
0*
9.241
2013
GLI ACCERTAMENTI
PER LA VOLUNTARY DISCLOSURE
LE INIZIATIVE
tegrale delle somme renderebbe
privo di qualsiasi giustificazione, “allo stato”, il mantenimento
del sequestro, in assenza di qualsivoglia “attuale” pretesa erariale. In sostanza, a seguito dell’annullamento della cartella e dello
sgravio del debito tributario,
sembrerebbe non esservi più
nulla da salvaguardare con la misura cautelare. Ciò manifesterebbe l’assenza “attuale” di pretese erariali, rendendo quindi illegittimo il sequestro di un profitto, in atto, inesistente.
Nella specie, sia il Gip che il
Tribunale si erano limitati a sancire l’autonomia dei due giudizi
(penale e amministrativo), senza però fornire adeguata motivazione circa la necessità di mantenimento del sequestro. Da qui
l’annullamento dell’ordinanza
impugnata, con rinvio per un
nuovo esame al Tribunale, il
quale dovrà attenersi ai principi
dettati dalla Cassazione.
La pronuncia appare particolarmente interessante poiché è
frequente che, nelle more del
procedimento penale, la pretesa
fiscale venga ridotta o addirittura annullata. È evidente che,
avendo il sequestro lo scopo di
tutelare il credito del fisco, per la
successiva confisca, la finalità
dell’istituto viene meno, in tutto
o in parte, se tale pretesa viene
annullata o ridotta.
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Codice
reddito
d’impresa
A cura di
Maurizio Leo
Hanno collaborato
Michele Brusaterra
Pasquale Formica
Giovanni Formica
SU INTERNET
Quotidiano
del Fisco
GLI APPROFONDIMENTI
Iva sulle locazioni
e plusvalenze
immobiliari
In esclusiva per gli abbonati: il
commento di Ferruccio Bogetti e Gianni Rota sulla sentenza sentenza 184/03/2016
della Ctp Treviso sulle plusvalenze; il focus di Barbara Zanardi e Giuseppe Carucci sull’Iva sulle locazioni.
www.quotidianofisco.ilsole24ore.com
30 Norme e tributi
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
FISCO
www.quotidianofisco.ilsole24ore.com
Dichiarazioni. Da verificare la rilevanza delle plusvalenze da cessioni di beni mobili e immobili a seconda della data di acquisizione
Studi, bonus investimenti pieno
Per i professionisti deduzione del superammortamento senza la riduzione del 50%
Gian Paolo Ranocchi
pAcquisti e cessioni di beni am-
mortizzabili effettuate nel 2015:
vanno monitorate dai professionisti in vista dell’ormai imminente
scadenzeperiversamentidiUnico.
Se da un lato, infatti, vi è anche
per costoro la possibilità di dedurre
il superammortamento previsto
dalla Legge di stabilità 2016, dall’altro occorre ricordare che le plusvalenze realizzate con la cessione di
tali beni sono generalmente soggette a tassazione se relative a beni
acquisiti dopo il 4 luglio 2006.
Anche i lavoratori autonomi
possono fruire della deduzione
dell’extra quota di ammortamento
calcolata sulla maggiorazione del
40%delcostofiscaledeibenimateriali nuovi acquistati (direttamente o in leasing) dopo il 15 ottobre
2015 (commi 91-92, articolo 1, della
legge 208/2015).
La deduzione si concretizza con
la compilazione dei righi RE7 e RE8
di Unico 2016 nell’ambito dei quali,
nel campo interno (colonna 1), occorre dare indicazione della sola
extra quota dedotta. Il tutto va poi
riepilogato nel campo esterno (colonna 2) nel quale vanno sommati
gli ammortamenti ordinari con la
predetta maggiorazione (quota
complessivamente deducibile).
Le regole applicative del maxiammortamento per i lavoratori
autonomi non si discostano da
quelle previste per le imprese, salvo per il fatto che per le imprese nel
primo anno il maxiammortamento è fruibile nel limite massimo del
50% (circolare 23/E/2016) mentre
la stessa limitazione non si riscontra per i professionisti.
È confermata, invece, l’irrilevanza della maggiorazione del
40% del costo fiscale dei beni ai fini
della determinazione di plusvalenze e minusvalenze.
Le plusvalenze relative a beni
strumentali concorrono a formare
ilredditodilavoroautonomoseso-
no realizzate mediante cessione a
titolo oneroso o di risarcimento e
se i beni sono destinati al consumo
personale o familiare del professionista o a finalità estranee all’arte
o professione.
L’individuazione di quali cessioni possano generare una plusvalenza tassabile non è sempre
agevole, in quanto occorre indagare sulla natura e sulla data di acquisto del bene ceduto.
Per i beni mobili va, infatti, tenutopresentecherilevanoesclusivamente le plusvalenze relative ai
beni acquisiti dopo il 4 luglio 2006,
data di entrata in vigore della norma che ne ha previsto la rilevanza
(risoluzione 310/E/2008). Per i beni immobili, invece, rilevano
esclusivamente le plusvalenze relative ad immobili strumentali acquisiti nel triennio 2007-2009 (risoluzione 13/E/2010).
Ricordiamo che ai sensi dell’articolo 43, comma 2, del Tuir, si considera strumentale l’immobile utilizzato esclusivamente per l’esercizio
dell’arte o professione, indipendentemente dalle caratteristiche
(classificazione catastale compresa) e dal fatto che sia stato acquistato a “titolo personale” (e come tale
noninseritonellescritturecontabili). Ne consegue che la cessione di
un immobile utilizzato ad uso promiscuo non genera componenti rilevanti ai fini della determinazione
del reddito di lavoro autonomo.
Nonconcorronomaiallaformazione del reddito di lavoro autonomoprofessionaleinvece,leplusvalenze derivanti dalle cessioni di oggetti d’arte, di antiquariato o da collezione (articolo 54, comma 1-bis
del Tuir). La plusvalenza è determinata in relazione alla differenza
positiva tra: il corrispettivo o l’indennitàpercepitaeilcostononammortizzato, il valore normale del
bene e il costo non ammortizzato
(in assenza di corrispettivo).
pIl nuovo decreto del mini-
PLUSVALENZE E QUOTE DI AMMORTAMENTO
L'ing. Marco De Rossi, esercente attività di lavoro autonomo ha
ceduto il 3 gennaio 2015, per un imponibile di euro 3.500,
un'autovettura completamente ammortizzata ed acquistata nel
2011 al costo storico (imponibile) di euro 17.400.
Lo stesso professionista ha acquistato in data 24.10.2015 uno
strumento da laboratorio (aliquota ammortamento 20%) per
l'importo di euro 8.620 per il quale può beneficiare del “super
ammortamento” (ex L 208/2015 commi 91 e 92). Il contribuente
dispone inoltre della possibilità di dedurre in dichiarazione
ulteriori quote di ammortamento “ordinari” per complessivi euro
1.960 derivanti dal possesso di altri cespiti presenti in
contabilità.
I CONTEGGI
Per il calcolo della plusvalenza tassabile è necessario eseguire la
proporzione tra il costo fiscalmente dedotto e quello sostenuto. Nel
caso di specie il professionista ha ammortizzato l'auto con quote del
25% in quattro anni dal 2011 al 2014.
Anno
a) Quota amm.to
b) Quota indeducibile
Quota deducibile a) – b)
2011
4.350
4.350 x 60% = 2.610
4.350 – 2.610 = 1.740
2012
4.350
4.350 x 60% = 2.610
4.350 - 2.610 = 1.740
2013
4.350
4.350 x 80% = 3.480
4.350 – 3.480 = 870
2014
4.350
4.350 x 80% = 3.480
4.350 – 3.480 = 870
Totale
17.400
12.180
5.220
Da cui si ricava che la plusvalenza fiscalmente rilevante è pari a
5.220/17.400 = 30% ovvero 3.500 x 30% = 1.050.
Il super ammortamento, invece, viene così quantificato:
• € 8.620 x 40% = 3.446 maggior ammortamento recuperabile nel
periodo di vigenza dell'ammortamento del cespite
• € 3.446 x 20% = 690 maggior ammortamento recuperabile nel 2015.
L'INDICAZIONE IN UNICO
L'importo fiscalmente rilevante della plusvalenza troverà evidenza al rigo RE4.
1050
Plusvalenze patrimoniali
Per quanto concerne gli ammortamenti l'indicazione degli stessi andrà
effettuata nel rigo RE7 per l'importo comprensivo anche del super
RE7
Gli ingegneri
bocciano il decreto
sulla progettazione
Giuseppe Latour
L’esempio
RE4
Congresso di Palermo. Parametri facoltativi
Quote di ammortamento e spese per l’acquisto di beni di costo
unitario non superiore a euro 516,46
,00
ammortamento (1.960 + 690) che troverà poi separata indicazione in
colonna 1.
Commi 91 e 92 L. 208/2015
(
1
690
2
,00 )
2650
,00
© RIPRODUZIONE RISERVATA
stero della Giustizia, di concerto con le Infrastrutture, sui parametri di riferimento per le
gare di progettazione si avvicina alla Gazzetta ufficiale. La
notizia è stata annunciata ieri,
scatenando le proteste dei mille delegati presenti, nel corso
della giornata conclusiva del
Congresso nazionale degli ingegneri, iniziato mercoledì a
Palermo: via Arenula, per non
accumulare ritardo rispetto alla tabella di marcia del Codice
appalti (che fissava il termine
del 18 giugno), ha deciso di bruciare le tappe e approvare senza particolare preavviso il
provvedimento previsto dal
Dlgs 50/16. Con una sorpresa
negativa per i professionisti:
l'utilizzo dei parametri per le
Pa resta facoltativo.
Il Dm avvia la fase di attuazione del Codice appalti fuori
dal recinto dell'Anac: si tratta
del primo provvedimento del
pacchetto che non riguarda
l'Anticorruzione. L'articolo 24
comma 8 del Dlgs, infatti, prevede che un decreto della Giustizia, concertato con il Mit, dovrà approvare le tabelle dei
corrispettivi «commisurati al
livello qualitativo delle prestazioni di progettazione dei servizi di architettura ed ingegneria». Nella pratica, con il provvedimento si fissano le modalità di calcolo degli importi da
mettere a base di tutte le gare
pubbliche del settore.
Nel merito, non ci sono grandi novità: i parametri restano
praticamente gli stessi già indicati dal Dm 143/13, che fissava le
regole relative al vecchio Codice appalti. Il pezzo più rilevante
del testo non riguarda però le
tabelle, ma le modalità della loro applicazione. L'articolo 1, in-
GIUSTIZIA E SENTENZE
Banche dati aperte anche ai volontari
Il divieto di accesso ai sistemi degli enti previdenziali bloccherebbe i patronati
pÈ illegittimo e costituisce
un danno a un servizio di “pubblica utilità” il divieto di accesso
alle banche dati previdenziali
imposto dal ministero del Lavoro ai «collaboratori volontari»
dei patronati: la loro attività è al
contrario necessaria a istruire,
anche in forma digitale, le pratiche richieste dagli assistiti, e
non pregiudica né il ruolo né la
responsabilità sugli atti propria
ed esclusiva dell’«operatore»
professionale dipendente. L’ha
stabilito il Consiglio di Stato sentenza 2798/2016, Sesta sezione, 23 giugno - annullando il
«Vademecum per lo svolgimento dell’attività di vigilanza
sugli istituti di patronato e di assistenza sociale» adottato il 7
agosto 2015 dal Ministero, nella
parte in cui non consente ai collaboratori che operino occasionalmente i forma gratuita e volontaria con i patronati di otte-
nere le password di accesso ai
sistemi informatici degli enti di
previdenza. Per il ministero,
una misura fissata per evitare la
«confusione» e quindi la «sostanziale parificazione» di funzioni e obblighi degli addetti in
contrasto con la disciplina di
settore (articoli 6 e 17, Dlgs
152/2001), ma anche «problemi
di compatibilità» con le norme
sulla privacy (Dlgs 196/2003).
Bocciando la tesi del Lavoro e
confermando il giudizio di primo grado (Tar Lazio, sentenza
13764/2015), Palazzo Spada ha
spiegato che «non si viene a determinare alcuna parificazione
o commistione» tra la consultazione per l’attività istruttoria affidata ai collaboratori (in genere delegati sindacali e pensionati) e l’analisi, la rielaborazione e
la sottoscrizione delle pratiche
esclusive degli operatori interni, gli unici con responsabilità
«finale» e «esterna» sull’attivi-
tà compiuta, dato che i collaboratori non hanno poteri di rappresentanza degli assistiti. Secondo i giudici, infatti, garantendo l’accesso ai volontari
«rappresentanza e responsabilità permangono in capo all’operatore, il quale “valida” la
pratica istruita dal collaboratore volontario», posto che i compiti di preparazione degli atti
«implicano, per loro stessa natura, l’accesso alle banche dati
degli enti previdenziali».
Vietare la consultazione di
informazioni in questo caso indispensabili significherebbe
«impedire in concreto, ai collaboratori medesimi, di espletare
gran parte dei compiti attribuiti
loro dalla disposizione di riferimento e in particolare di istruire
e consegnare le pratiche e ciò in
un contesto anche di “alleviamento”, specie nei riguardi di
alcuni segmenti di utenza, dei
disagi legati al cd “digital divi-
QUOTIDIANO DEL DIRITTO
Giustizia e sentenze:
tutte le informazioni
per gli oepratori
Tutto il meglio del gruppo 24 Ore
per avvocati, giuristi d’impresa,
notai e magistrati in un unico
abbonamento digitale dedicato
agli operatori del diritto.
www.quotidianodiritto.ilsole24ore.com
de” (divario digitale)». L’accesso, come già affermato in primo
grado, è «necessitato» poiché la
normativa sui patronati va «attualizzata» nell’ambito della digitalizzazione della Pa (Dlgs
82/2005) e dei dettami successivi che hanno imposto l’uso
esclusivo dei sistemi telematici
(legge 122/2010).
Rispettata anche la disciplina
sulla privacy. L’istituto di patronato in questi casi «ben potrà...predisporre strumenti di
conservazione e di tutela» dei
dati personali, posto che il collaboratore ha diritto a visionare
solo la pratica affidata e non altre, e spetta all’assistito autorizzarne il trattamento. Banche dati quindi aperte anche ai collaboratori, al limite «ogni uso improprio...verrà
sanzionato
dall’ente di patronato e dagli organi ministeriali di vigilanza e
controllo».
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Cassazione. Sì alla rimozione e deindicizzazione di un articolo su una vicenda penale datata e legata a una fase del procedimento precedente
Cronaca, diritto all’oblio «accelerato»
Alessandro Galimberti
MILANO
pDiritto all’oblio ultra-ac-
celerato nella cronaca giudiziaria, potere di diffida “esecutivo” per la parte oggetto
della narrazione giornalistica.
La Prima sezione civile della Cassazione (sentenza
13161/16, depositata ieri) irrompe - è il caso di dire - nel
delicatissimo campo dell’equilibrio dei diritti sulla rete web, con una decisione destinata ad aprire un’ulteriore
coda al dibattito tra professionisti e giuristi.
Il caso di partenza - che pe-
raltro e coerentemente la Corte “blinda” nell’anonimato - riguarda la disputa tra una testata online abruzzese e il gestore
di un locale pubblico. Quest’ultimo nel 2008 era finito al
centro di un’inchiesta penale
di cui il giornale web del posto
aveva dato correttamente e
puntualmente notizia. Due
anni dopo il gestore del ristorante e la società proprietaria
avevano inviato al direttore
della testata una diffida per la
rimozione e la deindicizzazione dell’articolo, che continuava a comparire tra i primi risultati di ricerca associato al no-
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www.quotidianodiritto.ilsole24ore.com
Consiglio di Stato. Confermata l’illegittimità del Vademecum 2015 del lavoro- Rischio-privacy da valutare a valle
Francesco Clemente
fatti, stabilisce che i corrispettivi regolati dal testo «possono
essere utilizzati dalle stazioni
appaltanti, ove motivatamente
ritenuti adeguati». Resta, in sostanza, una semplice facoltà in
capo alle amministrazioni: una
scelta che lascia molto scontenti i professionisti. Anche il
Codice appalti, infatti, parla di
facoltà, ma alcuni vecchi orientamenti dell'Anac avevano sollecitato l'introduzione di un
obbligo. Con queste regole, di
fatto, il ministero assume una
posizione sfavorevole ad architetti, ingegneri e geometri,
dal momento che le Pa avranno
mano libera nella determinazione dei loro compensi nelle
gare pubbliche.
«Siamo molto delusi, per noi
la battaglia per l'obbligatorietà
è fondamentale – spiega il consigliere tesoriere del Cni, Michele Lapenna -. Questa decisione è incompatibile con il
principio della centralità della
progettazione e rischia di cambiare il nostro giudizio sull'intero Codice». Non piace il metodo con il quale è stato approvato il provvedimento, senza
coinvolgere le parti interessate. «Sono rimasto senza parole,
anche perché sul vecchio decreto c'era stata una grande
collaborazione». E non piace
nemmeno il fatto che questo
Dm sarà transitorio: un altro
decreto del Mit, a breve, dovrà
definire lo studio di fattibilità
come primo livello di progettazione. Sostituirà il preliminare
e sarà più complesso. Quindi,
andrà pagato di più. Il Dm appena licenziato, a quel punto,
risulterà obsoleto. «Non comprendiamo – conclude Lapenna – perché si perda tempo a
pubblicare un testo che tra poco andrà sostituito».
me dell’esercizio. Secondo
l’imprenditore, tale continua
attualizzazione della notizia a
distanza di due anni gli provocava un danno reputazionale
e, soprattutto, integrava una
lesione della sua riservatezza
in relazione al già “maturato”
diritto all’oblio. Il tribunale locale aveva riconosciuto le ragioni del ristoratore e anche il
diritto al risarcimento in via
equitativa del danno (5mila
euro) per il periodo in cui la
notizia era rimasta accessibile
via web dopo l’intervenuta
diffida, cioè tra il settembre
del 2010 e il maggio del 2011
quando - in corso di giudizio
civile - venne deindicizzata.
La Cassazione, a cui nel frattempo era ricorso il direttore,
ha sposato in toto l’interpretazione del Codice della privacy
proposta dall’imprenditore,
considerando il trattamento
dei dati a finalità giornalistiche come soggetto alla disciplina generale (articolo 11:
trattamento «per un tempo
non superiore a quello necessario agli scopi per i quali sono
stati raccolti o successivamente trattati» ) e, soprattutto, giudicando congruo il tempo di esposizione della notizia
deciso dalla parte offesa, cioè i
due anni dopo i quali venne
notificata la diffida.
A margine della questione,
ma non inconferente per
l’analisi, ci sono i tempi del
processo penale da cui tutto
origina. L’indagine preliminare nel frattempo infatti è stata
chiusa, aprendo però il versante dibattimentale, che secondo gli atti portati dalla difesa è iniziata nel 2013 con un
rinvio di udienza al 2016. Come dire che la Prima civile, con
la sentenza depositata ieri, ha
“parcellizzato” il diritto all’oblio (considerato che la vicenda è tuttora in svolgimento) legandola a ogni singola fase procedimentale.
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In breve
PREMIO A MILANO
Avvocati dell’anno
Erede e Gattai
Minoli Agostinelli
Davanti a otre 650
partecipanti si è svolta il 21
giugno scorso a Milano l’
ultima edizione dei
Legalcommunity Corporate
M&A Awards a Milano.
Negli spazi del Museo della
scienza e della tecnica
«Studio Dell’anno» è stato
decretato Gattai Minoli
Agostinelli & Partners, che
nel 2015 ha visto un aumento
di fatturato pari al 70 per
cento. Nato tre anni fa si sta
imponendo nel settore e nel
corso dell’ultimo anno ha
messo a segno la vendita di
Teamsystem per conto di Hg
Capital, il passaggio di
Italcementi ai tedeschi di
HeidelbergCement e
l’acquisizione di Roberto
Cavalli da parte di Clessidra.
Sergio Erede, di BonelliErede
è stato premiato come
«Avvocato dell’anno»:
l’avvocato è stato
considerato dalla giuria
(oltre 30 direttori affari legali
delle più importanti banche e
aziende attive in italia) «la
massima espressione
dell’avvocatura d’affari
italiana, nonché una star
assoluta del diritto
societario/commerciale».
Tra le molte operazioni a sua
firma, la scissione di Sintonia,
la vendita di World Duty Free
agli svizzeri di Dufry e la
partnership tra Kering e Safilo.
Il premio allo studio
dell’anno per l’attività m&a è
andato a Chiomenti, recordfirm per numero di
operazioni seguite (54),
mentre il titolo di avvocato
m&a dell’anno è andato ad
Antonio Pedersoli che ha
guidato i cinesi di
ChemChina alla conquista di
Pirelli. Gatti Pavesi Bianchi e
Filippo Troisi di Legance si
sono rispettivamente
aggiudicati i premi come
studio e professionista
dell’anno nel private equity.
Consiglio nazionale del Notariato
Nelle unioni civili
comunione dei beni
regime ordinario
Angelo Busani
pNelle unioni civili il regime
patrimoniale legale è quello
della comunione dei beni (articolo 1, comma 13, legge
76/2016), identicamente a
quanto il Codice civile dispone
per il matrimonio “ordinario”.
Si tratta di una scelta del legislatore coerente con la finalità,
che pervade l’intera legge Cirinnà, di assimilare le unioni civili, e i diritti e doveri da esse derivanti, al matrimonio: lo afferma una nota del Consiglio Nazionale del Notariato, intitolata
«La nuova legge sulle unioni civili e le convivenze. Profili generali degli istituti» (per le convivenze si veda il Sole 24 Ore
del 22 giugno).
L’instaurazione del regime di
comunione (che è regolamentato nell’unione civile mediante richiamo agli articoli da 177 a
197 del Codice civile) può tuttavia essere evitata con la stipula
di una convenzione patrimoniale: al riguardo, sempre il
comma 13 in questione, prevede
che gli uniti civili non possono
derogare né ai diritti né ai doveri previsti dalla legge per effetto
dell’unione civile; non si può
pertanto derogare, con una
convenzione patrimoniale, ai
diritti e doveri nascenti dall’unione civile espressamente
previsti dal comma 11 della legge 76/2016, vale a dire: a) all’obbligo reciproco all’assistenza
morale e materiale; b) all’obbligo della coabitazione; c) all’obbligo di contribuire ai bisogni
comuni, in relazione alle sostanze di ciascuno degli uniti e
alla loro capacità di lavoro professionale e casalingo.
La legge Cirinnà, inoltre, richiama le stesse regole che il
Codice civile detta per il matrimonio: in particolare, gli articoli 162 (sulla forma delle conven-
zioni matrimoniali, le quali si
devono stipulare con atto pubblico notarile), 163 (sulla modifica delle convenzioni), 164
(sulla simulazione delle convenzioni) e 166 (sulla capacità
del soggetto inabilitato); non è
invece richiamato l’articolo 165
(in tema di capacità del minore)
in quanto le unioni civili possono essere costituite solo da persone maggiorenni.
Sono inoltre attratti nell’alveo delle unioni civili anche gli
articoli del Codice civile in tema di: fondo patrimoniale (e
cioè gli articoli da 167 a 171); comunione convenzionale (e cioè
gli articoli 210 e 211); separazione dei beni (e cioè gli articoli da
215 a 219, compresa, quindi, la
norma per la quale il regime di
separazione può essere scelto
all’atto della “celebrazione”
dell’unione civile innanzi all’ufficiale di Stato Civile); impresa
familiare (articolo 230 bis).
Il regime patrimoniale vigente nell’unione civile risulta
dall’apposito registro tenuto
dallo Stato civile. Estraendone
una certificazione, se non ci sono annotazioni, significa che il
regime è quello legale della comunione dei beni, in quanto,
come nel matrimonio, in tale registro si annota solo l’esistenza
di eventuali convenzioni e di loro eventuali modifiche.
Se l’unione civile si scioglie,
cessa anche il regime patrimoniale (la comunione, la separazione, il fondo patrimoniale)
che sia stato instaurato tra gli
uniti civili. Ciò accade, ad
esempio, per morte di uno degli
uniti, per passaggio in giudicato delle sentenze di morte presunta di uno degli uniti, di rettificazione del sesso di uno degli
uniti, di scioglimento dell’unione civile.
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Finanza & Mercati 31
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
LA GIORNATA
SETTIMANA FINANZIARIA
Sui mercati. Ben comprati i titoli di Stato
Brexit ha annullato
una settimana
di continui rialzi
Il voto inglese scatena ondate di vendite sull’azionario
di Eleonora Micheli
E
ffetto Brexit sulle Borse
europee che nell’ultima
settimana sono letteralmente andate sulle montagne
russe. I principali listini hanno
prima corso all’impazzata sulla
scommessa che alla fine la Gran
Bretagna avrebbe scelto di rimanere nell’Ue, poi sono andati a
picco dopo l’annuncio del risultato a sorpresa della vittoria dei
voti “Leave”. Milano e Madrid
hanno accusato le performance
peggiori, nel venerdì nero, mentre Londra ha inaspettatamente
arginato le perdite al 3,15%. Non
solo. Su base settimanale la Borsa
di Oltremanica ha addirittura
portato a casa un risultato positivo: ha guadagnato l’1,9%. Compliceilfattocheil70%dellesocietà quotate nella piazza di Londra
realizza i propri fatturati all’estero e quindi potrebbe alla fine beneficiare del crollo della sterlina,
piombata addirittura ai minimi
da trenta anni sul dollaro, per poi
riprendersi e tornare sui livelli
che comunque non vedeva dal
2009. Nelle ultime cinque sedute
Milano ha accusato un ribasso
del7%,unodeipeggioriinsiemea
quello del 6,8% di Madrid. Parigi
è invece scivolata del 2% e Francoforte di un limitato 0,7%, nonostante il crollo del 6,8% accusato
nell'ultima giornata. Piazza Affari ha risentito dell’andamento
delle banche, intimorite anche
dalla volatilità dello spread, arrivato a toccare un top a 192 punti.
Un peso massimo come Intesa
Sanpaolo è precipitata in una sola
seduta di oltre il 20% e in una settimana del 14,7%.
Numeri alla mano Londra è
stata la Borsa con la performance
migliore e ciò non fa paio con le
analisi dei principali strategist,
tutti concordi nel ritenere che
l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea impatterà negativamente soprattutto sulla
congiuntura di Oltremanica. Gli
economisti mettono in conto per
l’anno venturo una frenata del pil
di Oltremanica dell’1,4%. Il peso
Brexit nel medio periodo, ossia
entro il 2020, potrebbe provocare una perdita dell'attività nel Regno Unito tra il 3 e il 9%. D’altra
parte, sottolineano sempre gli
esperti, le società quotate a Londra fatturano soprattutto
all'estero e dunque potrebbero
beneficiare del crollo della sterli-
GLI INDICI
+1,9%
Ftse 100
-2,1%
Cac
-7,1%
Ftse 100
-0,8%
Dax
na. L'impatto sull'economia della zona euro e su quella mondiale
sarà tutto da vedere e comunque,
commenta Bruno Rovelli, Managing Director, Chief Investment
Strategist di BlackRock Italia,
«non porterà la congiuntura del
Vecchio Continente in recessione». Tanto meno quella mondiale, complice il fatto che il pil inglese conta su quello globale solamente per il 4%. Gli esperti mettono in conto una frenata del pil
della zona euro attorno allo 0,3%.
Il vero problema, però, è che il
voto inglese a questo punto rimescola completamente le carte ed
apre un periodo di profonda incertezza politica ed economica.
Tradotto per le Borse europee e
mondiali ci sarà un periodo di volatilità alle stelle. La palla a questo
punto passa alle istituzioni dell’Ue, chiamate a trattare per la
Brexit forse per i prossimi due
anni, e alle banche centrali, che
potrebbero scendere a breve in
campo con politiche ultra-accomodanti, più di quanto già accordato fino a oggi. Nell’attesa che il
quadro si chiarisca, gli investitori
hanno assalito i lingotti d’oro, le
cui quotazioni sono balzate sopra i 1300 dollari l’oncia. Del resto
si sa l’oro rimane il bene rifugio
per eccellenza. Sono stati comprati a piene mani, comunque,
anche i titoli di stato considerati
piùsicuri:ariprova,nelgirodipoche ore, il rendimento del Bund a
dieci anni è passato da +0,10% a
-0,10-0,15%, mentre il Treasury è
passato da 1,75% ad area 1,50%.
FOCUS
L’oro prende il volo
 La corsa ai lingotti ha di nuovo
portato il valore dell’oro ben
sopra l’importante soglia dei
1.300 dollari l’oncia.
Titoli di Stato e Obbligazioni
Spread Treas. 2Y
A
-77
-43
Dati al 30-04-2016 in Mld di º. Fonte: Ministero del Tesoro
CcT
CTz
D.Est.
Scad.
BoT
BTpBTpº+Ita
ORO
Londra, dollari/oncia
12,642 13,749
—
13,750
— 1,738
Lug-16
Ago-16
13,567
—
12,875 25,930
1350
Set-16
Ott-16
14,100 15,988 9,633
13,700
— 18,018
—
—
17/06/16
24/06/16
Lo spread BTp-Bund
 Brexit ha fatto volare il differenziale tra Btp italiano e Bund
tedesco a dieci anni fino sopra
quota 190 punti base.
SPREAD
160
140
26,391
15,513
— 13,380
—
—
— 13,828
3,000
—
29,948
52,632
—
—
—
—
2,642
—
42,363
31,718
6,600 12,402
5,500 15,564
—
—
— 0,015
—
—
0,719
0,112
19,721
21,191
Gen-17
Feb-17
Mar-17
7,000
—
6,500 24,397
6,600
—
—
—
—
—
— 12,702
— 7,865
—
0,150
—
0,719
7,150
43,599
15,185
Buoni ordinari Tesoro
30.06.16
14.07.16
29.07.16
12.08.16
31.08.16
14.09.16
30.09.16
14.10.16
31.10.16
14.11.16
30.11.16
14.12.16
13.01.17
14.02.17
14.03.17
13.04.17
12.05.17
14.06.17
IT0005154783
IT0005122061
IT0005160129
IT0005125627
IT0005162638
IT0005127375
IT0005171738
IT0005138208
IT0005176182
IT0005142739
IT0005186405
IT0005154775
IT0005160111
IT0005162620
IT0005171720
IT0005176190
IT0005186397
IT0005199341
100,001
100,001
100,018
100,010
99,999
100,027
100,015
100,050
100,025
100,054
100,046
100,056
100,076
99,998
100,092
100,097
100,105
100,054
Titolo
Date Spread
god. Tipo ind.
Codice
ISIN
Ced.
att.
“UNIPOL BANCA S.p.A. Obbligazioni a Tasso Fisso,
a Tasso Fisso con rimborso anticipato”
“UNIPOL BANCA S.p.A. Obbligazioni a Tasso Variabile,
a Tasso Variabile con rimborso anticipato”
“UNIPOL BANCA S.p.A. Obbligazioni Zero Coupon”
In data 24 giugno 2016 Unipol Banca S.p.A., in qualità di Emittente,
ha depositato presso la Consob il Prospetto di Base, relativo al Programma di Emissione di Obbligazioni denominate: “UNIPOL
BANCA S.p.A. Obbligazioni a Tasso Fisso, a Tasso Fisso con rimborso anticipato”; “UNIPOL BANCA S.p.A. Obbligazioni a Tasso
Variabile, a Tasso Variabile con rimborso anticipato”; “UNIPOL
BANCA S.p.A. Obbligazioni Zero Coupon”, a seguito della relativa
approvazione della Consob medesima comunicata con nota
n. 0059004/16 del 24 giugno 2016.
120
17/06/16
24/06/16
Intesa Sanpaolo
 Le azioni sono cadute con il
settore bancario italiano, pagando
l’incertezza sull’economia e
l'andamento dei titoli di Stato
AZIONI
Qtà
º
(mlg)
01-07s 1.7.16 +0,15s
01-09s 1.3.17 +0,15s
IT0004518715 0,13 99,990
—
IT0004584204 0,13 100,126 0,00
4967
4879
15-12s 15.06.17 +2,5a
15-10s 15.10.17 +0,8a
15-10s 15.04.18 +1,0a
01-11s 01.11.18 +1,8a
15-11s 15.11.19 +1,2a
15-12s 15.12.20 +0,8a
15-12s 15.06.22 +0,55
15-12s 15.12.22 +0,70
15-07s 15.07.23 +0,70
IT0004809809
IT0004652175
IT0004716319
IT0004922909
IT0005009839
IT0005056541
IT0005104473
IT0005137614
IT0005185456
—
—
—
—
IT0005044976
IT0005089955
IT0005126989
IT0005175366
30.8.16
27.2.17
30.8.17
28.3.18
01-08s 1.8.2016
15-09s 15.9.2016
15-11s 15.11.2016
15-12s 15.12.2016
01-08s 1.2.2017
01-11s 1.5.2017
15-11s 15.5.2017
01-12s 1.6.2017
01-08s 1.8.2017
01-11s 1.11.2017
15-07s 15.1.2018
01-08s 1.2.2018
2,0
1,5
17/06/16
Certificati Tesoro zero coupon
1,19
0,34
0,44
0,85
0,54
0,33
0,20
0,28
0,33
24/06/16
IT0004019581
IT0004761950
IT0004960826
IT0004987191
IT0004164775
IT0004793474
IT0005023459
IT0004820426
IT0003242747
IT0004867070
IT0005058463
IT0004273493
Il Prospetto di Base, unitamente alle Condizioni Definitive con allegata la Nota di Sintesi relative alle singole emissioni, sono disponibili sul sito Internet dell’Emittente www.unipolbanca.it.
L’Emittente agirà anche quale Offerente e Responsabile del Collo-
Pubblicazione
effettuata aidisensi
dell’art.
9 comma 2 di emissione, l’Emitcamento. Nell’ambito
ciascun
Programma
del “Regolamento Emittenti” Consob Delibera n.
tente offrirà
titoli di modificazioni
debito aventi
le caratteristiche indicate nella
11971/99
e successive
ed integrazioni.
relativa Nota Informativa. L’Investitore potrà richiedere copia cartacea gratuita del Prospetto di Base, e delle Condizioni Definitive con
allegata la Nota di Sintesi presso la sede legale dell’Emittente, sita
in Bologna, Piazza della Costituzione n. 2 e in tutte le sue filiali.
Bologna, 25 giugno 2016
Il Direttore Generale
Stefano Rossetti
Pubblicazione effettuata ai sensi dell’art. 9 comma 5 del “Regolamento Emittenti” Consob Delibera n. 11971/99 e successive modificazioni ed integrazioni.
www.unipolbanca.it
Si comunica l’avvenuta pubblicazione in data 24 giugno 2016 (la “Data del Supplemento”),
a seguito di approvazione da parte di Consob con nota prot. n. 0059023/16 del 24
giugno 2016, del supplemento (il “Supplemento”) al prospetto relativo all’offerta al
pubblico e ammissione alle negoziazioni di quote del FIA italiano immobiliare chiuso ad
accumulazione ed a distribuzione dei proventi denominato “Mediolanum Real Estate”
(il “Fondo”) gestito da Mediolanum Gestione Fondi SGR p.A. (il “Prospetto”), depositato
presso la Consob in data 1° aprile 2016 a seguito di approvazione comunicata con nota
prot. n. 0029048/16 del 1° aprile 2016.
Il Supplemento è stato predisposto da Mediolanum Gestione Fondi SGR p.A. (“SGR” o
la “Società”), ai sensi dell’art. 94, comma 7 del D.lgs. n. 58/1998 (il “TUF”) ed ai sensi
dell’art. 25, comma 1, del Regolamento adottato dalla Consob con delibera n. 11971 in
data 14 maggio 1999, come successivamente modificato ed integrato (il “Regolamento
Emittenti”) tra l’altro al fine di: (i) dare atto dell’intenzione, annunciata in data
18 maggio 2016, ai sensi dell’art. 102, comma 1, del TUF e dell’art. 37, comma 1, del
Regolamento Emittenti (il “Comunicato 102”), dalla società in accomandita per azioni di
diritto lussemburghese Blado Investment S.C.A. (“Blado” o l’“Offerente”) di promuovere
un’offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria sulle quote del Fondo (l’“Offerta”
o l’“OPA”); e (ii), dare atto della nuova composizione del Consiglio di Amministrazione e
del Comitato Consultivo Investimenti Immobiliari, nonché dell’intervenuta nomina del
nuovo Direttore Generale della Società.
Il Fondo è offerto dal 1° aprile 2016 al 30 giugno 2016 nell’ambito della 21a emissione
di quote. Ai sensi dell’art. 95-bis, secondo comma, del TUF, gli investitori che hanno
già concordato di sottoscrivere le quote del Fondo nel periodo sopra indicato e prima
della Data del Supplemento (inclusa) hanno il diritto, esercitabile entro il secondo
giorno lavorativo successivo alla Data del Supplemento (ossia entro il 28 giugno 2016),
di revocare la loro accettazione.
L’adempimento di pubblicazione del Supplemento non comporta alcun giudizio della
Consob sull’opportunità dell’investimento proposto e sul merito dei dati e delle notizie
allo stesso relativi.
Il Supplemento è a disposizione del pubblico gratuitamente presso la sede legale della
SGR in Basiglio - Milano 3 (MI), Palazzo Meucci - Via Francesco Sforza, sul sito internet
della SGR www.mediolanumgestionefondi.it e presso il Soggetto Collocatore Banca
Mediolanum S.p.A.
Mediolanum Gestione Fondi SGR p.A.
Palazzo Meucci - Via F. Sforza - 20080 Basiglio Milano 3 (MI)
www.mediolanumgestionefondi.it
102,310
100,799
101,285
103,548
102,864
101,635
99,867
100,584
99,946
-0,03
273
0,03 3941
0,13 2356
0,14 3844
0,19
826
0,27 5058
0,41 9016
0,44 5409
0,54 117055
— 100,026 -0,15
— 100,072 -0,11
— 100,031 -0,03
— 99,926 0,04
Buoni Tesoro Poliennali
2,5
di avvenuta pubblicazione del Supplemento al Prospetto relativo all’offerta al
pubblico e ammissione alle negoziazioni di quote del FIA italiano immobiliare chiuso
ad accumulazione ed a distribuzione dei proventi denominato “MEDIOLANUM REAL
ESTATE” gestito da Mediolanum Gestione Fondi SGR p.a.
Basiglio - Milano 3, 25 giugno 2016
—
—
— 1299
-0,21
4
-0,08
—
0,01
12
-0,13 145
-0,06
47
-0,17
5
-0,07
55
-0,14
—
-0,11
—
-0,12 547
-0,14
15
— 125
-0,13 150
-0,12
—
-0,12
30
-0,06
10
Certificati credito Tesoro - 6mEuribor
AVVISO
relativo al programma di emissione delle Obbligazioni denominate :
—
—
-0,21
-0,08
0,01
-0,13
-0,06
-0,17
-0,07
-0,14
-0,11
-0,12
-0,14
—
-0,13
-0,12
-0,12
-0,06
Prezzo Rend.
VWAP eff.%
24.06 lordo
3,75
4,75
2,75
1,50
4,00
4,75
1,15
4,75
5,25
3,50
0,75
4,50
100,326
100,995
101,052
100,759
102,407
104,043
101,107
104,390
105,613
104,702
101,069
107,107
312
3024
415
3163
0,26
0,11
-0,02
-0,13
-0,05
-0,05
-0,11
0,01
0,11
0,00
0,06
0,04
372
86
74
1959
188
75
1497
37
1252
486
662
368
Cambi e tassi
¤/$
A
-2,84
-1,25
1w
2w
1m
2m
3m
6m
9m
1a
-0,373
-0,369
-0,364
-0,322
-0,281
-0,175
-0,110
-0,047
-0,378
-0,374
-0,369
-0,326
-0,285
-0,177
-0,112
-0,048
Media % mese Maggio
1m
-0,348
2m
-0,294
3m
-0,256
6m
-0,144
-0,353
-0,298
-0,260
-0,146
LIQUIDITÀ (TASSO 360)
Eonia (24/06/16)
-0,3230
e-Mid/Atic (24/06/16)
O/N Euro
-0,3040
O/N Usd
0,4000
2,10
2,10
1,70
2,35
2,10
2,60
2,35
3,10
1,25
2,35
2,55
100,599
102,813
104,470
108,233
110,113
115,293
113,058
121,930
102,694
121,430
124,327
-0,51
-0,32
-0,44
-0,34
0,00
0,29
0,64
0,69
1,06
0,95
1,24
31
181
—
236
403
378
374
7264
17843
5480
5006
22-10s 22.10.2016
22-10s 22.4.2017
12-11s 12.11.2017
23-10s 23.4.2020
27-10s 27.10.2020
15-11s 15.05.2022
20-10s 20.04.2023
11-10s 11.04.2024
IT0004863608
IT0004917958
IT0004969207
IT0005012783
IT0005058919
IT0005188120
IT0005105843
IT0005174906
2,55
2,25
2,15
1,65
1,25
0,10
0,50
0,40
100,767
101,832
102,798
105,279
104,200
99,199
100,872
99,989
0,00
-0,04
0,06
0,25
0,26
0,11
0,37
0,42
16838
33583
32679
48085
21141
7275
32726
78635
B
variaz. %
var. % ann.
-0,19
-0,20
-0,20
-0,16
-0,08
0,02
0,13
0,24
0,35
0,44
0,53
0,60
0,77
0,88
0,91
0,88
0,88
0,80
B
In.Anno
3,78
6,74
In.Anno
7,14
0,28
10,36
-3,51
21,27
4,22
20,52
7,77
In.Anno
10,71
10,86
8,00
8,15
6,19
4,72
25,48
In.Anno
18,46
8,43
variaz. %
var. % ann.
In.Anno
45546,98
835,43
1691,76
1270,12
0,36
0,74
1,43
1,30
2,39
5,20
1,74
-0,59
17399,86
2037,30
4707,98
6113,33
685,71
7320,70
4285,70
472,68
13891,88
808,55
-3,39
-3,60
-4,12
-3,01
0,44
-4,57
-4,07
-4,04
-1,69
-1,90
-0,14
-0,32
-5,98
2,26
18,67
-2,50
-6,70
1,97
6,78
5,76
13945,60
44885,04
50028,12
-2,08
-2,73
-2,97
19,45
4,44
15,41
America Settentrionale
America Latina
Buenos Aires Merval Idx
Città Messico Ipc Index
San Paolo Brsp Bovespa
Africa
Johannesburg All Share
Stati Uniti
Giappone
G. Bretagna
Svizzera
Australia
Brasile
Bulgaria
Canada
Croazia
Danimarca
Filippine
Hong Kong
India
Indonesia
Islanda m
Israele
Malaysia
Messico
Usd
Jpy
Gbp
Chf
Aud
Brl
Bgn
Cad
Hrk
Dkk
Php
Hkd
Inr
Idr
Isk
Ils
Myr
Mxn
-5,24
-21,55
var. % ann.
4,23
12,18
-3,03
Var.%
-0,57
Var.%
0,06
Var.%
-1,56
Var.%
-0,58
B
variaz. %
var. % ann.
FTSE All Share
17324,78
-11,75
-31,18
Indici
51679,66
-3,56
1,94
Mumbai Sensitive
Hong Kong Hang Seng
Seul Kospi
Shanghai Composite
Singapore Straits Tim.
Taipei Taiwan Weighted
Tokyo Nikkei 225
Nikkei 500
Topix
B
var. % ann.
DJ EStoxx
var. % ann.
-7,66
-19,50
24.06
Var.%
variaz. %
-2,91
-2,92
-2,88
-1,33
-2,22
-2,30
-7,92
-6,79
-7,26
0,38
-7,55
-0,49
-19,37
-5,24
1,67
-21,44
-17,37
-22,16
5192,83
-3,09
-2,84
299,47
2776,09
2706,75
321,98
1470,41
2500,29
1355,00
424,20
534,78
3274,19
-7,66
-8,62
-6,70
-7,03
-6,49
-6,44
1,42
-5,70
-13,42
-6,40
-13,24
-15,04
-12,69
-11,98
-9,51
-12,19
-4,08
-3,99
-15,30
-11,52
Europa
D.J. EuroStoxx
D.J. EuroStoxx (50)
D.J. Stoxx (50)
D.J. Stoxx (600)
D.J. Stoxx Sel. Div. 30
FTSE EuroTop (100)
MSCI Europe #
Amsterdam Amst. Exch.
Atene Athens General
Bruxelles Bel. 20 In.
-1,27
-1,41
-0,35
-0,27
-0,90
-0,99
-1,41
-1,57
-0,33
-0,26
-0,95
-1,17
-1,53
-0,45
-0,31
-0,23
-1,07
-1,29
-1,60
-1,75
-0,25
-0,14
-1,06
-1,29
7a 10a
-1,71
-1,86
-0,10
0,02
-1,09
-1,45
-1,61
-1,68
0,13
0,27
-1,12
-1,30
-0,58
-0,59
-0,52
-0,56
-0,58
-0,58
-0,57
-0,53
-0,53
-0,54
-0,53
-0,53
-0,57
-0,60
-0,51
-0,49
-0,53
-0,59
-0,50
-0,47
4a
5a
-0,50
-0,56
-0,45
-0,41
-0,43
-0,50
-0,35
-0,30
7a 10a
-0,26
-0,33
-0,19
-0,12
0,10
0,02
0,18
0,27
Irs 6M/10Y
B
0,41
-22,51
-65,84
variaz. %
var. % ann.
Valute
Irs 6M/20Y
0,85
-17,26
-50,00
B
variaz. %
var. % ann.
Dati al
24.06
Var.%
giorn
Iniz
anno
N. Zelanda
Nzd
1,5613
-0,952
-1,95
Norvegia
Nok
9,4200
1,298
-1,91
Polonia
Pln
4,4550
2,247
4,48
Rep. Ceca
Czk
27,1030
0,152
0,30
Rep.Pop.Cina
Cny
7,3301
-2,181
3,81
Romania
Ron
4,5345
0,512
0,23
Russia
Rub
72,6282
-0,448
-9,97
-2,88
Singapore
Sgd
1,4973
-1,829
Sud Corea
Krw
1296,8900
-0,581
1,26
Sudafrica
Zar
16,7318
1,620
-1,30
Svezia
Sek
9,4610
1,698
2,95
Thailandia
Thb
39,0850
-2,534
-0,42
Turchia
Try
3,2457
-0,719
2,18
Ungheria
Huf
317,9000
1,152
0,61
m Corona islandese: l'ultima rilevazione BCE pari a 290,00 è
avvenuta il 3.12.2008; a partire da lunedì 2.11.2009 Banca
d'Italia ha ripreso la quotazione della valuta sulla base di
rilevazioni di mercato.
Caffè Arabica
134,35
-3,35
2,52
B
variaz. %
var. % ann.
Cacao
B
3070,00
-4,89
-6,26
variaz. %
var. % ann.
Denaro
257,71
262,21
262,21
208,49
207,20
206,63
206,63
201,47
247,89
567,81
585,98
1094,32
1112,25
490,29
1044,50
659,46
1102,42
1325,46
Lettera
292,13
302,69
302,69
225,59
223,47
222,44
222,44
222,44
284,28
621,25
629,27
1194,22
1216,15
538,67
1184,04
706,45
1229,68
1456,41
A cura di Confinvest F.L.
variaz. %
26215,73
20259,13
239,21
2853,63
2731,78
8476,99
14952,02
1449,07
1204,48
-1,12
-1,17
-0,32
-0,27
-0,92
-0,98
Milano - 24.06 (º)
Sterlina v.c.
Sterlina n.c.
Sterlina post 74
Marengo italiano
Marengo svizzero
Marengo francese
Marengo belga
Marengo austriaco
20 marchi
10 $ liberty
10 $ indiano
20 $ liberty
20 $ St. Gaudens
4 ducati Austria
100 corone Austria
100 pesos Cile
Krugerrand (SA)
50 pesos Messico
var. % ann.
In.Anno
-1,04
-1,05
-0,32
-0,22
-1,09
-0,99
MONETE D'ORO
B
299,47
4,99
0,44
0,51
2,71
1,24
4,10
2,54
0,44
9,42
0,45
2,26
0,84
8,31
0,96
0,82
0,97
9,28
9,89
8,95
9,82
1,88
1,90
-0,64
-0,61
0,45
-0,50
0,50
2,73
0,26
1,89
9,43
9,43
4,19
2,67
3,42
3,62
2,91
2,49
3,70
4,05
3,97
0,35
1,95
2,94
3,84
4,01
5,32
4,18
3,34
1,30
3,41
2,46
3,39
2,38
Fonte Ufficio Studi de Il Sole 24Ore su dati Thomson-Reuters
variaz. %
Australia
Sydney All Ordinaries
Ieri
Una sett. fa
Un mese fa
Due mesi fa
L
8,28
In.Anno
5,09
In.Anno
12,21
In.Anno
4,48
In.Anno
19,81
-0,85
-0,88
-0,36
-0,28
-0,97
-0,93
Calcolati sui titoli benchmark dell'area Euro
Data
3m 6m 1a 2a 3a
1,64
-13,61
10,02
-0,25
0,09
-11,72
—
-4,79
-1,48
-0,34
1,86
1,79
4,49
-1,34
-2,07
1,49
-3,08
10,40
variaz. %
101,05
99,67
100,22
98,71
98,53
100,28
136,10
100,24
99,67
95,40
79,31
100,24
93,49
100,07
100,85
101,34
97,97
100,67
97,36
100,30
100,00
98,78
104,41
107,06
153,71
113,54
99,55
73,06
107,58
102,22
94,19
88,88
101,69
109,48
105,39
112,60
100,26
102,09
100,88
100,75
102,77
113,90
99,94
100,49
119,46
101,22
99,14
98,55
96,10
104,91
95,64
101,53
104,45
99,13
Rendimenti per scadenze
-2,836
-5,940
5,425
-0,625
-0,996
-0,286
—
-0,861
0,053
-0,034
-1,763
-2,789
-1,823
-0,828
0,094
-1,008
0,092
0,243
1315,50
Prezzo Rend.
VWAP eff.%
24.06 lordo
Codice
ISIN
Titolo
Usa
un mese fa
Giappone
un mese fa
Regno Unito
un mese fa
var. % ann.
Oro Fixing
a ieri
a un anno
Calcolati sui titoli benchmark delle diverse aree valutarie
Paese
3 m 6 m 1a 2a 3a 4a 5a
1,1066
113,2300
0,8075
1,0808
1,4910
3,8063
1,9558
1,4392
7,5250
7,4371
51,9470
8,5887
75,2540
14837,9500
138,1877
4,3113
4,5511
20,8811
B
-6
17
a ieri
a un anno
B
Differenziali tra l'Euro e i principali Paesi
Iniz
anno
46,75
-9
Dati anagrafici e calcolo dei rendimenti a cura di Skipper Informatica
Var.%
giorn
WTI
4
12
Spread Bonos 5Y
L
18-11 B. Popolare 13-20 LT II
IT0004966823
30-06 B.Imi 10-17 TV
IT0004611932
30-09s B.Imi 11-17 Misto
IT0004694086
10-05 B.Imi 16-24 Tf/Tv Usd
XS1378969072
10-05 B.Imi 16-26 Tf/Tv
XS1379091546
30-07t B.Popolare 15-22 tv
IT0005120313
15-08s Bei 06-36 4,875% Note D.Usd US298785DV50
14-10s Bei 11-16 1,25%
US298785FS04
20-07 Bei 11-18 9,25% BondsD.Try XS0648456167
—
Bei 11-26 zc
DE0001345908
—
Bei 11-26 zc Usd
XS0070553820
15-12s Bei 12-17 1&
US298785FZ47
21-10 Bei 12-19 6% Bonds
XS0848049838
15-12s Bei 13-18 1%
US298785GC43
15-01 Bei 13-18 TF
XS0872706881
01-02 Bei 13-19 1,5%
XS0881488430
25-07 Bei 13-19 8,5% Bonds
XS0995130712
21-12 Bei 14-17 10,5% Bonds due XS1014703851
17-09 Bei 14-24 8,5% Zar
XS1110395933
19-06 Bei 15-18 10% Brl
XS1136802615
10-08s Bei 15-25 1,875% Note D.
US298785GS94
29-09s Birs 16-26 1,75% Usd Call
XS1365236196
22-02 Bobl 14-19 1%
DE0001141687
04-01 Bund 01-18 4%
DE0001135341
04-07 Bund 12-44 2,50%
DE0001135481
15-02 Bund 13-23 1,5%
DE0001102309
20-09t CassaDP 15-22 tf/tv
IT0005090995
—
Comit 98-28 zc
IT0001200390
20-02 Enel 12-18 4,875
IT0004794142
28-09s GE 14-20 2,5%
XS1042118106
17-07 HellenicRep. 14-17 3,375% GR0110029312
17-04 HellenicRep. 14-19 4,75% GR0114028534
15-11 IVS Gr. senior unsec. 15-22 4,5%XS1308021846
15-11 Mediobanca 10-20 sub LowT.2IT0004645542
13-09t Mediobanca 11-21 Tv
IT0004720436
18-04 Mediobanca 13-23 sub LowT.2IT0004917842
02-10 Mediobanca 14-19 Dollaro 3% IT0005056483
12-06 Medioc. Call. 15-25 2,75% IT0005118796
29-09# MPS 11-17 Cap&Flo BPosta3 IT0004739576
27-10# MPS 11-17 Cap&Flo BPosta4 IT0004761356
30-11 MPS 11-17 StepByStep
IT0004771710
30-04 Obligaciones 10-20 4%
ES00000122D7
30-07 Obligaciones 15-30 1,95% ES00000127A2
17-09s Rep. Polonia 12-23 3%
US731011AT95
15-12s Rep.Italy 03-33 5,375%Usd US465410BG26
15-04 Rep.Portogallo 06-37 4,10% PTOTE5OE0007
15-10s Rep.Portogallo 14-24 5,125% UsdXS1085735899
15-02 Rep.Portogallo 15-45 4,10% PTOTEBOE0020
21-07 Rep.Portogallo 16-26 2,875% PTOTETOE0012
25-01 S.Paolo 99-19 swap
IT0001302659
13-09s Ubi 09-19 Lower Tier Fix m IT0004457070
05-11s Ubi 10-17 4.3% Low Tier II IT0004645963
08-10s Ubi 12-19 6%
IT0004842370
11-07t Unicredit 16-26 Usd Tf/Tv
XS1377769879
Dati al
24.06
Valute
1
Obbligazioni - MOT ed EuroMOT
variaz. %
Asia
Mondo
New York Dow J. industr.
S&P 500
Nasdaq C.
Dow J. 65 stocks
Dow J. serv.
Dow J. trasp.
Nasdaq 100
S&P industr.
Toronto 300 Compos
Toronto Tse 60
var. % ann.
5,42
13,32
Rilevazione Mensile
mag-16
giu-16 lug-16**
13,96
15,02
16,21
MAGI ¤/MWh
Rilevazione Trimestrale
Q1-16
Q2-16
Q3-16**
MAGI-Q ¤/MWh
19,71
14,05
14,95
Per ulteriori dettagli www.magindex.org, www.albasoluzioni.com, www.itec.refe.com , www.tfsbrokers.com. * Media incrementale.
-7,92
-28,02
MSCI em.mk free loc. #
MSCI em.mk free Usd #
MSCI world Usd #
MSCI world val. loc. #
variaz. %
Spread Bonos 2Y
Date
God.
L
0,8075
MAGI - INDICI GAS ITALIA Dati al 24.06.2016
14952,02
Var.%
-5,94
-18,26
¤/£
Costo termoelettrico
giu-16* lug-16** ago-16**
ITEC12/REF-E ¤/MWh
32,59
33,64
34,17
34,17
36,40
38,78
ITEC/REF-E ¤/MWh
36,98
38,86
41,83
ITECccgt/REF-E ¤/MWh
Per ulteriori dettagli http://itec/ref-online.it. * Valore consuntivo costruito da
REF-F su dati Platts. ** Valore forward calcolato da REF-E su dati di mercato.
A
24.06
B
113,2300
INDICI ITEC / REF-E Dati al 24.06.2016
Nikkei 225
Indici
¤/Y
Excess Return
227,580
Reuters
24.06
Reuters
2348,230
Moody's
24.06
Moody
5316,990
LME Index
24.06
Lmex
2301,700
The Steel Index
24.06
IO62 CN Import
51,400
* Var % da ieri. ** Var % da inizio anno
Mercati Azionari mondo
INDICI BORSE
a ieri
IT0004682107
IT0004085210
IT0004890882
IT0004380546
IT0004604671
IT0004243512
IT0005004426
IT0004735152
IT0005138828
IT0003745541
IT0004545890
Buoni Tesoro Poliennali - Inflazione Italia
L
a un anno
15-09s 15.9.2016
15-09s 15.9.2017
15-09s 15.9.2018
15-09s 15.9.2019
15-09s 15.9.2021
15-09s 15.9.2023
15-09s 15.9.2024
15-09s 15.9.2026
15-09s 15.09.2032
15-09s 15.9.2035
15-09s 15.9.2041
Buoni Tesoro Poliennali - Inflazione Eurostat
-0,21
-0,24
-0,23
-0,18
-0,11
-0,01
0,10
0,20
0,31
0,40
0,49
0,56
0,73
0,84
0,87
0,87
0,83
0,79
A
-42
-29
Rend.
Qtà
º
eff.%
lordo (mlg)
0,04
36
0,08 1180
0,08
509
0,10 1183
0,11 1122
0,18 2366
0,12 2187
0,15 1907
0,17
66
0,25 1525
0,19 2846
0,22 2520
0,26 3069
0,29 5859
0,32 5151
0,40 1437
0,43 6054
0,50 4446
0,47 59436
0,50 10254
0,53 1461
0,62 5286
0,70 2786
0,73 3663
0,78 3904
0,80 5040
0,83 2757
0,89 10370
0,92 3203
0,92 9449
1,06 7765
1,09
10
1,17 2598
1,27 6178
1,30 6804
1,35 4595
1,35 32271
1,45 12336
1,50 8892
1,53 57140
1,58 1897
1,72 1564
1,75 3408
1,84 9728
1,88 15422
1,93 2514
1,89 128380
2,08 2131
2,15 14428
2,19 39630
2,29 56529
2,41 1678
2,47 18086
2,54 19173
2,54 69114
2,57 120640
Lett.
-2,84
-1,25
-10
Prezzo
VWAP
24.06
100,391
106,579
109,245
100,452
108,213
110,529
111,715
106,669
104,103
112,641
102,927
115,305
114,597
101,565
115,237
101,071
115,333
115,525
99,923
116,312
121,541
108,209
123,920
103,501
128,398
103,930
128,792
100,381
123,669
126,253
155,835
153,000
124,399
119,228
109,607
129,776
101,264
104,897
126,951
100,643
154,011
149,148
132,831
140,265
119,566
152,387
96,917
151,426
142,713
101,201
128,243
145,929
146,073
144,732
115,315
103,142
1,11
Var.%
-0,15
-0,33
Var.%
-2,48
-1,50
-0,98
-1,48
3,09
-1,90
-4,44
1,74
Var.%
-1,56
-1,56
0,29
0,29
-3,92
-1,84
4,06
Var.%
-3,03
-3,03
a ieri
a un anno
Spread Treas. 10Y
Ced.
att.
0,25
3,50
4,50
0,30
3,50
4,25
4,50
2,50
1,50
4,25
1,05
4,50
4,25
0,70
4,00
0,65
3,75
3,75
0,45
3,75
4,75
2,15
5,00
1,35
5,50
1,45
5,50
0,95
4,50
4,75
9,00
8,50
4,50
3,75
2,50
5,00
1,50
2,00
4,50
1,60
7,25
6,50
4,75
5,25
3,50
6,00
1,65
5,75
5,00
2,25
4,00
5,00
5,00
4,75
3,25
2,70
Den.
¤/$
24.06
1,494
1,333
24.06
188,720
338,180
314,100
346,220
824,250
140,640
462,740
161,700
24.06
86,970
175,500
107,470
216,880
36,750
94,710
182,090
24.06
369,170
2353,570
-86
-65
RILEVAZIONI BCE
Tassi del 24.06
Scad.
Commodities
INDICI
NE Nomisma Energia
Benzina (self,¤/lit)
Gasolio (self,¤/lit)
CRB Index
Generale
Industriale
Cereali
Bestiame
Metalli Preziosi
Valuta
Energia 77
Tassi d'interesse
Bloomberg Commodity
Commodity
Commodity TR
Commodity Eur
Commodity EurTR
Energy
Industrial
Precious Metals
Goldman Sachs
Spot
Total Return
L
-60
Codice
ISIN
IT0005106049
IT0004907843
IT0004361041
IT0005139099
IT0004957574
IT0003493258
IT0004423957
IT0004992308
IT0005030504
IT0004489610
IT0005069395
IT0003644769
IT0004536949
IT0005107708
IT0004594930
IT0005142143
IT0004634132
IT0004966401
IT0005175598
IT0004009673
IT0004695075
IT0005028003
IT0004759673
IT0005086886
IT0004801541
IT0005135840
IT0004848831
IT0005172322
IT0004898034
IT0004356843
IT0000366655
IT0000366721
IT0004953417
IT0005001547
IT0005045270
IT0004513641
IT0005090318
IT0005127086
IT0004644735
IT0005170839
IT0001086567
IT0001174611
IT0004889033
IT0001278511
IT0005024234
IT0001444378
IT0005094088
IT0003256820
IT0003535157
IT0005177909
IT0003934657
IT0004286966
IT0004532559
IT0004923998
IT0005083057
IT0005162828
IRS
1Y/6M
2Y/6M
3Y/6M
4Y/6M
5Y/6M
6Y/6M
7Y/6M
8Y/6M
9Y/6M
10Y/6M
11Y/6M
12Y/6M
15Y/6M
20Y/6M
25Y/6M
30Y/6M
40Y/6M
50Y/6M
Spread Treas. 5Y
Titolo
Date Spread
god. Tipo ind.
15-11s 15.5.2018
01-12s 1.6.2018
01-08s 1.8.2018
15-10s 15.10.2018
01-12s 1.12.2018
01-08s 1.2.2019
01-09s 1.3.2019
01-11s 1.5.2019
01-08s 1.8.2019
01-09s 1.9.2019
01-12s 1.12.2019
01-08s 1.2.2020
01-09s 1.3.2020
01-11s 1.5.2020
01-09s 1.9.2020
01-11s 1.11.2020
01-09s 1.3.2021
01-11s 1.5.2021
01-12s 1.6.2021
01-08s 1.8.2021
01-09s 1.9.2021
15-12s 15.12.2021
01-09s 1.3.2022
15-10s 15.4.2022
01-09s 1.9.2022
15-09s 15.9.2022
01-11s 1.11.2022
15-09s 15.3.2023
01-11s 1.5.2023
01-08s 1.8.2023
01-11s 1.11.2023
22-12s 22.12.2023
01-09s 1.3.2024
01-09s 1.9.2024
01-12s 1.12.2024
01-09s 1.3.2025
01-12s 1.6.2025
01-12s 1.12.2025
01-09s 1.3.2026
01-12s 1.6.2026
01-11s 1.11.2026
01-11s 1.11.2027
01-09s 1.9.2028
01-11s 1.11.2029
01-09s 1.3.2030
01-11s 1.5.2031
01-09s 1.3.2032
01-08s 1.2.2033
01-08s 1.8.2034
01-09s 1.9.2036
01-08s 1.2.2037
01-08s 1.8.2039
01-09s 1.9.2040
01-09s 1.9.2044
01-09s 1.9.2046
01-09s 1.3.2047
1,1066
Tassi del 24.06 . Valuta 28.06
Scad.
Tasso 360 Tasso 365
AVVISO DI PUBBLICAZIONE
DEL PROSPETTO DI BASE
— 23,131
7,367 328,543
Prezzo 365 360
Qtà
º
VWAP Rend Rend
24.06 lordo lordo (mlg)
Codice
Isin
EURIBOR
Sede Legale e Direzione Generale Piazza della Costituzione n. 2,
40128 Bologna - Capitale sociale Euro 897.384.181 i.v. - Registro delle
Imprese di Bologna, Codice Fiscale e Partita I.V.A. 03719580379
Società soggetta ad attività di direzione e coordinamento di Unipol
Gruppo Finanziario S.p.A. - Iscritta all’Albo delle Banche e facente
parte del Gruppo Bancario Unipol - iscritto all’Albo dei Gruppi Bancari
- Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi - Aderente al
Fondo Nazionale di Garanzia – Cod. ABI 3127.8
Totale
—
0,024
Certificati credito Tesoro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
UNIPOL BANCA S.p.A.
a ieri
Nov-16
Dic-16
Titolo
Spread
god./Tipo ind.
L
a un anno
—
—
Apr-17
6,075
— 17,056
—
—
Totale 118,909 108,030 46,446 21,260 26,529
1250
-54
TITOLI IN SCADENZA NEI PROSSIMI MESI
Mag-16
Giu-16
1300
Indici e mercati in diretta su www.ilsole24ore.com/finanza
Stoxx 600
321,98
-7,03
-18,77
B
variaz. %
var. % ann.
Indici
Dublino Irish SE Idx
Francoforte Dax (Xetra)
Helsinki Omxh General #
Madrid Ibex 35
Parigi Cac 40
Londra FTSE 100
Istanbul Ise-Nation. 100
Mosca Micex Comp. Idx
Zurigo Swiss Market In.
Indice VIX
24,63
42,78
75,80
L
variaz. %
var. % ann.
24.06
Var.%
In.Anno
5878,23
9557,16
8024,21
7787,70
4106,73
6138,69
75366,00
1884,41
7747,18
-7,74
-6,82
0,65
-12,35
-8,04
-3,15
-3,36
-1,82
-3,44
-13,45
-11,04
-6,65
-18,40
-11,44
-1,66
5,07
6,99
-12,14
11176,00
11177,00
-2,55
-2,51
-7,80
-7,97
Indici Calcio
Il Sole 24 Ore Goal Idx
Premier Index
DATI AGGREGATI
Piazze
Totali
Rialzo
Ribasso
Invariati
Tokio
3669
88
3410
171
Vol.mln
4171
Shanghai
1447
309
1071
67
22895
New York
3143
477
2610
56
2510
Londra
1127
162
883
82
5112
Parigi
940
106
780
54
560
Francoforte
872
192
668
12
458
32
Finanza & Mercati
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
CAMBI E TASSI
Approfondimenti su www.ilsole24ore.com/indicienumeri
RILEVAZIONI BANCA D'ITALIA
24.06
Africa
Algeria dinaro
Angola new kwanza
Botswana pula
Burundi franc.
C. Avorio fran. cfa
Capo Verde esc.
Comore franc.
Egitto sterl. com.
Eritrea nakfa
Etiopia bir
Gambia dalasi
Ghana cedi
Gibuti franco
Guinea franco
Kenya scellino
Lesotho loti
Liberia $
Libia dinaro
Madagascar ariary
Malawi kwacha
Marocco dirham
Mauritania ougulya
Mauritius rupia
Mozambico metical
Namibia $
Nigeria naira
Rep. Congo franco
Rwanda franco
Sant'Elena sterlina
Sao Tome dobra
Seychelles rupia
Sierra Leone leone
Somalia scellino
Sudan sterlina
Swaziland lilageni
Tanzania scellino
Togo franco
Tunisia dinaro
Uganda scellino
Zambia kwacha
Zimbabwe $
¤ % in.an.
122,1065
184,7412
12,1642
1848,8408
655,9570
110,2650
491,9678
9,8203
17,4364
24,2026
47,3072
4,3235
196,6661
9942,8010
112,0344
16,7318
93,5077
1,5172
2665,0208
784,0486
10,8577
392,7213
39,2203
69,1459
16,7318
312,2933
1052,4595
853,4197
0,8075
24500,0000
14,9565
4363,2222
650,1275
6,7417
16,7318
2424,8672
655,9570
2,4295
3756,7791
6,8454
—
$
4,63
25,42
-0,08
7,63
—
—
—
15,26
0,60
4,95
8,88
4,66
1,64
17,80
0,66
-1,31
1,64
0,47
-8,36
9,01
0,65
6,18
0,37
40,76
-1,31
44,11
4,31
4,92
10,02
—
4,43
-3,38
-4,98
1,64
-1,31
3,14
—
9,93
2,10
—
—
OPZIONI
America
Antille Oland. fiorino
Argentina peso
Aruba fiorino
Bahamas $
Barbados $
Belize $
Bermuda $
Bolivia boliviano
Cayman $
Cile peso
Colombia peso
Costarica colon
Cuba peso
Dominicana R. peso
El Salvador colon
Falkland pound
Giamaica $
Guatemala quetzal
Guyana $
Haiti gourde
Honduras lempira
Nicaragua cordoba
Panama balboa
Paraguay guar.
Perù sol
St.Kitts & Nevis $
Suriname $
Trinidad $
Uruguay peso
Venezuela bolivar
Asia
Afghanistan afghni
Arabia S. rial
Armenia dram
Azerbaidjian manat
Bahrain dinaro
Bangladesh taka
Birmania kyat
Brunei $
Buthan ngultrum
Cambogia riel
110,3438
166,9448
0,0910
1670,7400
592,7679
99,6431
444,5760
8,8743
15,7568
21,8711
42,7500
3,9070
177,7210
8985,0000
101,2420
15,1200
84,5000
1,3710
2101,4200
708,5203
9,8117
354,8900
35,4421
62,4850
15,1200
282,2098
951,0749
771,2089
1,3704
22139,8880
13,5157
3942,9082
587,5000
6,0923
15,1200
2191,2770
592,7679
2,1954
3394,8844
5,2431
—
1,9808
16,3450
1,9808
1,1066
2,2132
2,2228
1,1066
7,6466
0,9185
755,9396
3272,0500
605,2311
1,1066
50,8212
9,6828
0,8075
139,2755
8,4508
229,2986
69,8704
25,1457
31,6391
1,1066
6246,4804
3,6554
2,9878
4,1851
7,3436
33,9959
11,0522
1,64
15,95
1,64
1,64
1,64
2,34
1,64
1,64
1,64
-2,17
-5,32
3,35
1,64
2,66
1,64
10,02
6,63
1,69
1,64
12,62
4,38
4,06
1,64
-1,19
-1,43
1,64
-1,99
5,04
4,27
61,34
1,7900
14,7705
1,7900
1,0000
2,0000
2,0086
1,0000
6,9100
0,8300
683,1191
2956,8498
546,9285
1,0000
45,9255
8,7500
1,3704
125,8590
7,6367
207,2100
63,1397
22,7234
28,5913
1,0000
5644,7500
3,3033
2,7000
3,3000
6,6362
30,7210
9,9875
76,2337 2,42
4,1500 1,56
527,0234 0,10
1,6966 48,42
0,4161 1,64
86,8208 1,70
1310,2328 -8,01
1,4973 -2,88
75,2540 4,49
4520,9346 2,45
68,8900
3,7503
476,2546
1,5332
0,3760
78,4573
1184,0167
1,3531
68,0047
4085,4279
Corea Del Nord won
Georgia lari
Giordania dinaro
Irak dinaro
Iran rial
Kazakistan tenge
Kirghizistan som
Kuwait dinaro
Laos kip
Libano sterlina
Macao pataca
Maldive rufiyaa
Mongolia tugrik
Nepal rupia
Oman rial
Pakistan rupia
Qatar rial
Siria sterlina
Sri Lanka rupia
Tagikistan somoni
Taiwan $
Turkmenistan N.man.
U.A.E. dirham
Uzbekistan sum
Vietnam dong
Yemen rial
Europa
Albania lek
Bielorussia rublo
Bosnia Erz. marco
Gibilterra pound
Macedonia denar
Moldavia leu
Serbia dinaro
Ucraina hryvnia
Oceania
Fiji $
I. Tonga pa anga
Papua Guinea kina
Polinesia Fr. franco
Samoa tala
Solomon $
Vanuatu vatu
2,4345 1,64
2,5387 -2,70
0,7846 1,64
1289,1890 1,64
33849,7874 3,19
374,7912 1,20
75,9372 -8,48
0,3341 1,09
8972,3128 1,15
1668,1995 1,64
9,1605 5,39
16,9282 0,90
2145,4318 -1,25
120,4064 12,52
0,4255 1,64
115,9677 1,62
4,0280 1,64
240,1945 0,31
162,9449 3,79
8,7073 12,49
35,8196 0,08
3,8731 1,64
4,0623 1,64
3249,1428 6,93
24698,6050 0,91
276,0706 18,00
2,2000
2,2941
0,7090
1165,0000
30589,0000
338,6871
68,6221
0,3019
8108,0000
1507,5000
8,2781
15,2975
1938,7600
108,8075
0,3845
104,7964
3,6400
217,0563
147,2482
7,8685
32,3691
3,5000
3,6710
2936,1493
22319,3611
249,4764
137,0828 0,05
22188,4366 9,76
1,9558
—
0,8075 10,02
61,0173 -0,72
21,8664 2,17
123,9126 2,03
27,5121 5,17
123,8775
20051,0000
1,7674
1,3704
55,1395
19,7600
111,9760
24,8618
2,2916
2,4079
3,5019
119,3317
2,8052
8,7409
118,4320
-1,53
0,57
6,95
—
-0,72
-0,44
-0,77
Usd
¤
(¤)
(Usd)
(Jpy)
(Gbp)
(Dkk)
(Cad)
(Chf)
(Nok)
(Sek)
(Aud)
(Nzd)
(Czk)
1,1066
1,0000
0,9773
1,3704
1,4879
0,7689
1,0239
1,1747
1,1696
0,7422
0,7088
4,0829
1,0000
0,9037
0,8832
1,2384
1,3446
0,6948
0,9252
1,0616
1,0570
0,6707
0,6405
3,6896
Jpy
113,2300
102,3224
100,0000
140,2229
152,2502
78,6757
104,7650
120,2017
119,6808
75,9423
72,5229
417,7766
Gbp
Dkr
0,8075
0,7297
0,7132
1,0000
1,0858
0,5611
0,7471
0,8572
0,8535
0,5416
0,5172
2,9794
Cad
7,4371
6,7207
6,5681
9,2100
10,0000
5,1675
6,8811
7,8950
7,8608
4,9880
4,7634
27,4401
Chf
1,4392
1,3006
1,2710
1,7823
1,9352
1,0000
1,3316
1,5278
1,5212
0,9653
0,9218
5,3101
Nok
1,0808
0,9767
0,9545
1,3385
1,4533
0,7510
1,0000
1,1473
1,1424
0,7249
0,6922
3,9878
9,4200
8,5126
8,3193
11,6656
12,6662
6,5453
8,7158
10,0000
9,9567
6,3179
6,0334
34,7563
Sek
Aud
9,4610
8,5496
8,3556
11,7164
12,7214
6,5738
8,7537
10,0435
10,0000
6,3454
6,0597
34,9076
Volatil.
Call¤
Put¤
1 mese
2 mesi
3 mesi
6 mesi
12 mesi
1,1040
1,1050
1,1050
1,1050
1,1050
13,4000
12,5620
12,0870
11,7000
11,3000
0,0175
0,0228
0,0270
0,0365
0,0494
0,0175
0,0228
0,0269
0,0365
0,0492
18,0700
16,8500
15,7400
14,4400
13,2900
2,3200
2,9900
3,4100
4,2500
5,1700
2,5000
3,2700
3,7900
5,0000
6,8100
16,0000
15,0000
13,8800
13,1000
12,0000
1,8500
2,3900
2,7000
3,4600
4,1500
2,0100
2,6500
3,0400
4,1500
5,6600
Opzioni ¤/Jpy
1 mese
2 mesi
3 mesi
6 mesi
12 mesi
1 mese
2 mesi
3 mesi
6 mesi
12 mesi
Libor
Usd
Jpy
Gbp
Euro
Czk
RENDIMENTI MEDIOBANCA
Indicizzati:
Media mobile
A tasso fisso:
Indicizzati:
Cibor
Dkr
Nibor
Nok
Stibor
Skr
Pribor
Czk
Wibor
Pln
—
-0,31000
-0,24250
-0,21000
-0,16250
-0,00750
0,18000
—
0,85000
0,97000
1,00000
1,09000
1,20000
—
—
-0,57200
-0,57600
-0,56100
-0,49000
-0,32900
—
—
—
—
—
—
—
—
0,90000
1,56000
1,64000
—
1,71000
1,78000
1,80000
Chf
O/N
-0,39714 -0,40266 0,39340 -0,02814 0,48000 -0,80680
1w
-0,38429 -0,38963 0,42095 -0,10214 0,48519 -0,86220
1m
-0,36143 -0,36645 0,44930 -0,06757 0,50250 -0,84660
2m
-0,32786 -0,33241 0,52440 -0,04200 0,52488 -0,81120
3m
-0,29500 -0,29910 0,62360 -0,02929 0,56000 -0,79920
6m
-0,18400 -0,18656 0,89410 -0,01171 0,68788 -0,70600
12m
-0,05786 -0,05866 1,20520 0,07507 0,93313 -0,59000
I dati del Cibor e Stibor sono relativi alla giornata precedente (Fonte:Nasdaq OMX)
Titoli di Stato
e Obblig. (Mot)
Media settimanale
A tasso fisso:
Fra
Scad. Den. Lett.
-0,40
-0,40
-0,30
-0,30
-0,10
-0,30
-0,30
-0,10
-0,10
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
3x6
6x9
9x12
6x12
12x18
-0,33
-0,35
-0,37
-0,22
-0,23
-0,30
-0,32
-0,34
-0,20
-0,20
0,81
0,59
0,86
1,00
1,26
0,91
0,71
0,96
1,10
1,46
0,37
0,37
0,35
0,34
0,35
0,38
0,41
0,36
0,36
0,37
3x6
6x9
9x12
6x12
12x18
0,61
0,66
0,69
0,88
0,91
0,65
0,70
0,74
0,93
0,95
-0,28
-0,38
-0,45
-0,20
-0,16
-0,09
-0,28
-0,25
-0,18
-0,06
-0,06
0,10
-0,11
0,17
0,24
-0,05
-0,08
-0,10
-0,16
-0,22
3x6
6x9
9x12
6x12
12x18
0,14
0,20
0,22
0,17
0,22
-0,10
-0,10
-0,20
-0,10
-0,10
Usd
Jpy
1M
2M
3M
6M
12 M
TASSI BCE
¤ 365
¤
Depo
Ois
Den. Lett. Den. Lett.
Scad.
TASSI INTERBANCARI
24.06.16
Scadenze
102,2100
102,2100
102,2100
102,2100
102,2100
DEPO, OIS E FRA
1M
2M
3M
6M
12 M
1,5613 27,1030
1,4109 24,4921
1,3789 23,9362
1,9335 33,5641
2,0993 36,4430
1,0848 18,8320
1,4446 25,0768
1,6574 28,7718
1,6502 28,6471
1,0471 18,1777
1,0000 17,3593
5,7606 100,0000
112,8900
112,8900
112,8900
112,8900
112,8900
Opzioni Usd/Jpy
1M
2M
3M
6M
12 M
Nzd
1,4910
1,3474
1,3168
1,8464
2,0048
1,0360
1,3795
1,5828
1,5759
1,0000
0,9550
5,5012
Base
Opzioni ¤/Usd
0,4829
0,4596
0,3160
107,8364
2,5350
0,1266
107,0233
CAMBI - CROSS RATES - RILEVAZIONI BCE
Euro
Stati Uniti
Giappone
Gr. Bretagna
Danimarca
Canada
Svizzera
Norvegia
Svezia
Australia
N. Zelanda
Rep. Ceca
Scadenza
Operazioni
Operazioni su iniziativa controparti
Tasso di rifin. marginale
0,25
Tasso di deposito
-0,40
Operazioni di mercato aperto
Pronti/termine settimanale 7gg 0,00
7gg 0,00
Main Refinancing Fix Rate
0,05
Pronti/termine mensile 98gg 0,05
91gg 0,05
91gg 0,05
CITI FIXED INCOME INDICES
Durata residua (anni)
3-5
5-7
Oltre 7
Settim.
Media
Settim.
24.06.16
17.06.16
24.06.16
17.06.16
2,415
2,590
1,800
1,817
1,478
1,623
1,389
1,720
1,571
1,833
1,975
1,780
2,684
2,775
2,832
2,818
24.06.16
17.06.16
24.06.16
17.06.16
2,544
2,541
1,528
1,500
1,987
2,133
0,945
0,910
2,015
2,040
1,835
1,832
2,646
2,606
2,363
2,317
Indice
WGBI European
EGBI
EGBI 1-3 Yrs
EGBI 3-7 Yrs
EGBI 7-10 Yrs
Eurobig
Rendimenti odierni: fisso 2,582; indicizz. 1,916
¤ giorn.
594,93 -0,65
234,05 -0,09
171,31 -0,02
217,41
—
258,65 -0,01
230,74 -0,08
¤
Data
oper. mld
16.03.16
16.03.16
22.06.16
15.06.16
10.09.14
26.05.16
28.04.16
31.03.16
50
49
6
9
10
MUTUI PUBBLICI
(Tasso massimo da applicare su mutui a carico degli
Enti locali)
Scadenza
T. fisso(*)
T. variabile
Var%
Chiusura
Durata tasso
mese in.an.
0,80 12,76
0,58 5,66
-0,05 0,82
0,09 3,30
0,26 5,90
0,52 4,72
Rend.
0,82
0,42
-0,31
-0,01
0,57
0,44
Prezzo Preced.
Merce
Dur.
7,73
7,44
1,97
4,55
7,70
6,64
fino a 10 anni
fino a 15 anni
fino a 20 anni
fino a 25 anni
oltre 25 anni
IRS 7yrs+0,90%
IRS 10yrs+1,50%
IRS 12yrs+1,70%
IRS 15yrs+1,80%
IRS 20yrs+2,30%
Euribor 6m+0,90
Euribor 6m+1,50
Euribor 6m+1,65
Euribor 6m+1,80
Euribor 6m+2,35
(*) Per IRS si intende il tasso lettera verso Euribor
a 6 mesi fissato a Francoforte alle h.11,00 del
giorno precedente alla stipula del contratto.
COMMODITIES
Merce
Mercato Mese Data
Energia e Combustibili
Brent Dated(Usd/bbl)
Brent Crude Oil(Usd/bbl)
Carbon Emiss(Euc/t)
Etanolo Mais(Usd/gal)
Gas Oil(Usd/t)
Gasoline Rbob(Usd/gal)
Heating Oil(Usd/gal)
Nafta(Usd/t)
Natural Gas(Usc/mbtu)
WTI Cushing(Usd/bbl)
WTI(Usd/bbl)
ICE Spot 24.06
IPE Ago 24.06
IPE Set 24.06
IPE Ott 24.06
ICE Dec 24.06
ICE Mar 24.06
NYMEX Lug 24.06
NYMEX Ago 24.06
NYMEX Set 24.06
IPE Lug 24.06
IPE Ago 24.06
IPE Set 24.06
NYMEX Lug 24.06
NYMEX Lug 24.06
NWE Spot 24.06
NYMEX Lug 24.06
NYMEX Ago 24.06
CME Spot 24.06
NYMEX Ago 24.06
NYMEX Set 24.06
LME - London Metal Exchange
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
LME
Settl
Spot
3m
15m
Spot
3m
15m
Settl
Spot
3m
Spot
3m
Settl
Spot
3m
Spot
3m
Settl
Spot
3m
Spot
3m
Settl
Spot
3m
Spot
3m
Settl
Spot
3m
Spot
3m
Settl
Spot
3m
15m
Spot
3m
15m
Settl
Spot
3m
ASSOM
NWE
NWE
ASSOM
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
PAR
NWE
NWE
NWE
NWE
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Acciaio Bill Md(Usd/t)
Acciaio Bill Md 1ª(Usd/t)
Acciaio Bill Md 2ª(Usd/t)
Alluminio Alloy(Usd/t)
Alluminio Alloy 1ª(Usd/t)
Alluminio Alloy 2ª(Usd/t)
Alluminio HG(Usd/t)
Alluminio HG 1ª(Usd/t)
Alluminio HG 2ª(Usd/t)
Nickel(Usd/t)
Nickel 1ª(Usd/t)
Nickel 2ª(Usd/t)
Piombo(Usd/t)
Piombo 1ª(Usd/t)
Piombo 2ª(Usd/t)
Rame grado A(Usd/t)
Rame grado A 1ª(Usd/t)
Rame grado A 2ª(Usd/t)
Stagno HG(Usd/t)
Stagno HG 1ª(Usd/t)
Stagno HG 2ª(Usd/t)
Zinco SHG(Usd/t)
Zinco SHG 1ª(Usd/t)
Zinco SHG 2ª(Usd/t)
Altri metalli
Alpacca Cu64Ni18(Eur/t)
Antimonio 99,65%(Usd/t)
Bismuto 99,99%(Usd/lb)
Bronzo Lega B6(Eur/t)
Cadmio 99,95%(Usd/lb)
Cadmio 99,99%(Usd/lb)
Cobalto catodi(Usd/lb)
Cromo Fe LoCarb(Usd/lb)
Gallio ling 99,9%(Usd/kg)
Germanio met(Usd/kg)
Germanio bioss.(Usd/kg)
Indio ling 99,97%(Usd/kg)
Iridio(Eur/kg)
Manganese 99,7%(Usd/t)
Manganese Ferro(Usd/t)
Molibdeno Ferro(Usd/kg)
Molibdeno Ossido(Usd/lb)
Prezzo Preced.
46,08
48,41
49,04
49,49
4,96
4,99
1,60
1,58
1,56
435,00
438,00
442,00
1,53
1,46
397,00
2,66
2,69
46,65
47,64
48,31
48,02
50,91
51,61
52,06
5,65
5,68
1,58
1,57
1,56
449,25
452,50
456,00
1,60
1,52
416,00
2,70
2,74
49,26
50,11
50,76
24.06 325,00 325,00
24.06 325,00 325,00
24.06 325,00 325,00
24.06 320,00 320,00
24.06 325,00 325,00
24.06 325,00 325,00
24.06 320,00 320,00
24.06 1535,00 1530,00
24.06 1535,00 1530,00
24.06 1560,00 1560,00
24.06 1534,50 1534,00
24.06 1560,00 1560,00
24.06 1600,50 1628,00
24.06 1600,50 1628,00
24.06 1610,50 1635,00
24.06 1610,00 1628,00
24.06 1619,00 1635,00
24.06 8900,00 9180,00
24.06 8900,00 9180,00
24.06 8955,00 9205,00
24.06 9005,00 9155,00
24.06 9050,00 9200,00
24.06 1693,50 1720,00
24.06 1693,50 1720,00
24.06 1699,00 1727,00
24.06 1710,00 1712,50
24.06 1715,00 1718,00
24.06 4663,00 4747,00
24.06 4663,00 4747,00
24.06 4670,50 4752,00
24.06 4708,50 4768,00
24.06 4714,00 4772,00
24.06 17060,00 17170,00
24.06 17060,00 17170,00
24.06 17050,00 17175,00
24.06 16810,00 16925,00
24.06 17230,00 17250,00
24.06 17200,00 17225,00
24.06 16960,00 16990,00
24.06 1998,00 2034,00
24.06 1998,00 2034,00
24.06 1998,00 2039,00
24.06 2013,00 2033,50
3m 24.06 2016,00 2038,00
24.06 6067,98 6016,18
20.06 6600,00 6600,00
20.06
4,50
4,50
24.06 6375,69 6287,98
20.06
0,75
0,75
20.06
0,77
0,77
20.06
11,20
11,20
20.06
1,85
1,85
04.06 160,00 160,00
20.06 1250,00 1250,00
20.06 950,00 950,00
20.06 230,00 230,00
24.06 15277,00 14826,00
20.06 1700,00 1700,00
01.04 650,00 650,00
20.06
20,50
20,50
20.06
7,80
7,80
Merce
Mercato Mese Data
Ottone base barra(Eur/t)
Ottone 63(Eur/t)
Ottone 67(Eur/t)
Rame(Usc/lb)
Rame catodi(Eur/t)
Rame coils(Gbp/q)
Rame elettrol(Eur/qle)
Rame filo 8mm(Gbp/q)
Rame merchant(Usc/lb)
Rame semilav.(Eur/t)
Rodio sp. 99,99%(Usd/oz)
Selenio 99,5%(Usd/lb)
Silicio blocchi(Usd/t)
Silicio Ferro(Usd/t)
Titanio Ferro(Usd/kg)
Titanio spugna(Usd/kg)
Tungsteno Ferro(Usd/kg)
Vanadio Ferro(Usd/kg)
Vanadio Pentoss.(Usd/lb)
Zinco elettrol.(Eur/t)
Metalli preziosi
Argento Spot(Usc/oz)
Argento(Usd/oz)
Oro Londra fixing(Usd/oz)
Oro AM(Eur/gr)
Oro PM(Eur/gr)
Oro(Usd/oz)
Palladio PM fix(Usd/oz)
Palladio(Eur/gr)
Palladio(Usd/oz)
Platino PM fix(Usd/oz)
Platino(Eur/gr)
Platino(Usd/oz)
ASSOM
ASSOM
ASSOM
COMEX
COMEX
COMEX
PAR
NWE
FFT
NWE
COMEX
ASSOM
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
NWE
PAR
Spot
Spot
Spot
Giu
Lug
Ago
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
20.06
20.06
04.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
24.06
4160,00
4358,83
4455,81
2,11
2,11
2,11
4407,00
375,21
432,59
375,86
221,85
5255,85
660,00
8,00
1650,00
920,00
3,50
8,20
25,50
17,80
3,50
2320,00
4160,00
4304,95
4401,04
2,16
2,16
2,16
4356,00
372,63
427,69
373,28
218,80
5193,78
660,00
8,00
1650,00
920,00
3,50
8,20
25,50
17,80
3,50
2320,00
LBMA
NYMEX
NYMEX
NYMEX
LBMA
ASORL
ASORL
NYMEX
NYMEX
NYMEX
LBMA
ASORL
NYMEX
NYMEX
NYMEX
LBMA
ASORL
NYMEX
NYMEX
NYMEX
Spot
Giu
Lug
Ago
Spot
Spot
Spot
Giu
Lug
Ago
Spot
Spot
Giu
Lug
Ago
Spot
Spot
Giu
Lug
Ago
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
23.06
24.06
24.06
24.06
24.06
23.06
24.06
24.06
24.06
24.06
17,72
17,79
17,79
17,81
1315,50
38,93
38,55
1320,00
1319,70
1322,40
560,00
17,03
548,80
547,45
546,90
963,00
29,29
986,70
987,10
988,60
17,31
17,35
17,35
17,38
1262,15
36,24
36,02
1261,20
1261,60
1263,10
557,00
16,52
568,25
567,45
566,65
980,00
29,06
965,90
966,30
967,80
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
CBOT
Lug
Set
Dec
Lug
Ago
Set
Lug
Set
Dec
Lug
Set
Dec
Lug
Ago
Set
Lug
Set
Nov
Lug
Ago
Set
24.06 209,00 207,25
24.06 201,00 205,75
24.06 205,75 210,00
24.06 375,60 383,20
24.06 376,60 384,00
24.06 375,40 383,00
24.06 454,75 454,25
24.06 465,00 465,75
24.06 484,75 486,25
24.06 384,50 387,25
24.06 389,00 392,50
24.06 394,25 397,75
24.06
30,99
31,75
24.06
31,13
31,90
24.06
31,27
32,04
24.06
10,76
10,81
24.06
11,01
11,04
24.06
11,30
11,32
24.06 1103,00 1124,50
24.06 1101,50 1123,50
24.06 1086,25 1109,00
CBOT - Chicago Board of Trade
Avena(Usc/bu)
Farina di soia(Usd/t)
Frumento(Usc/bu)
Granoturco(Usc/bu)
Olio soia(Usc/lb)
Riso grezzo(Usc/cwt)
Semi di soia(Usc/bu)
Altri cereali, olii e semi oleosi
Copra Filippine(Usd/t)
Far. pesce Cile(Usd/t)
Far. pesce Danish(Usd/t)
Far. pesce Islanda(Usd/t)
Far. pesce Perù(Usd/t)
Farina di soia HP(Usd/t)
Frumento tenero(Eur/t)
Granoturco(Eur/t)
Olio Cocco Filipp.(Usd/t)
Olio colza canola(Cad/t)
Olio colza crude(Eur/t)
Olio girasole UE(Usd/t)
Olio lino(Usd/t)
NWE P1 24.06
NWE P1 24.06
NWE P1 24.06
NWE P1 24.06
NWE P1 24.06
NWE P1 24.06
MATIF Set 24.06
MATIF Dec 24.06
MATIF Mar 24.06
MATIF Ago 24.06
MATIF Nov 24.06
MATIF Gen 24.06
NWE P1 24.06
ICE-CA Spot 24.06
NWE P1 24.06
NWE P2 24.06
NWE P1 24.06
NWE P2 24.06
NWE P1 24.06
797,00
1700,00
1900,00
1940,00
1600,00
449,00
160,25
165,25
170,75
175,25
168,25
171,75
1590,00
471,20
680,00
685,00
845,00
810,00
812,50
797,00
1700,00
1900,00
1940,00
1600,00
461,00
159,00
164,00
169,50
176,00
167,25
171,00
1595,00
487,00
690,00
678,00
845,00
845,00
835,00
Mercato Mese Data
Prezzo Preced.
NWE P1 24.06 700,00 675,00
NWE P2 24.06 662,50 655,00
NWE P1 24.06 1310,00 1415,00
NWE P1 24.06 1225,00 1225,00
NWE P1 24.06 720,00 710,00
NWE P2 24.06 720,00 705,00
NWE Spot 24.06 142,00 142,00
MATIF Ago 24.06 352,00 356,25
MATIF Nov 24.06 358,25 362,25
MATIF Feb 24.06 360,25 364,25
NWE P1 24.06 446,10 451,20
Olio palma crude(Usd/t)
Olio palmkernel(Usd/t)
Olio ricino(Usd/t)
Olio soia crude(Eur/t)
Olio tung crude(Usc/lb)
Semi di colza(Eur/t)
Semi soia Usa 2(Usd/t)
Coloniali
ICE-US Lug 24.06
ICE-US Set 24.06
ICE-US Dec 24.06
LIFFE Lug 24.06
LIFFE Set 24.06
LIFFE Nov 24.06
ICE-US Lug 24.06
ICE-US Set 24.06
ICE-US Dec 24.06
LIFFE Lug 24.06
LIFFE Set 24.06
LIFFE Dec 24.06
ICO Spot 24.06
ICCO Spot 24.06
ISA Spot 24.06
ICE-US Lug 24.06
ICE-US Set 24.06
ICE-US Nov 24.06
ICE-US Lug 24.06
ICE-US Ott 24.06
ICE-US Mar 24.06
LIFFE Ago 24.06
LIFFE Ott 24.06
LIFFE Dec 24.06
Caffè arabica(Usc/lb)
Caffè robusta(Usd/t)
Cacao(Usd/t)
Cacao(Gbp/t)
Ico caffè Comp(Usc/lb)
Icco cacao Index(Usd/t)
Isa zucch Index(Usc/lb)
Succo arancia(Usc/lb)
Zucchero grezz 11(Usc/lb)
Zucchero raffin(Usd/t)
Bestiame
Lug
Ago
Ott
Dec
24.06
24.06
24.06
24.06
84,05
84,98
71,95
64,15
84,28
85,45
72,20
64,90
ICE-US
ICE-US
ICE-US
ICE-US
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
W-AUS
Lug
Ott
Dec
Mar
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
24.06
24.06
24.06
24.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
16.06
64,50
64,83
64,42
65,01
1303,00
1530,00
1505,00
1489,00
1471,00
1453,00
1435,00
1423,00
1402,00
1272,00
1514,00
1501,00
1485,00
1467,00
1452,00
1443,00
1424,00
1412,00
1285,00
1362,00
64,88
65,62
65,42
66,05
1303,00
1530,00
1505,00
1489,00
1471,00
1453,00
1435,00
1423,00
1402,00
1272,00
1514,00
1501,00
1485,00
1467,00
1452,00
1443,00
1424,00
1412,00
1285,00
1362,00
SICOM
SICOM
SICOM
TOCOM
TOCOM
TOCOM
MRE
MRE
MRE
MRE
MRE
SICOM
SICOM
SICOM
CME
CME
CME
Lug
Ago
Set
Lug
Ago
Set
Spot
Spot
Spot
Spot
Spot
Lug
Ago
Set
Lug
Set
Nov
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
169,80
151,50
147,10
158,90
155,10
151,30
180,50
171,75
130,85
128,35
127,80
128,50
125,60
124,70
295,50
303,50
305,50
170,20
154,10
150,40
160,20
157,20
155,20
180,45
171,65
131,90
129,35
128,85
131,50
129,10
128,60
301,30
311,00
312,70
Cotone e Lane autraliane
Northern Index(Auc/kgcl)
17,5 micron(Auc/kgcl)
18 micron(Auc/kgcl)
18,5 micron(Auc/kgcl)
19 micron(Auc/kgcl)
19,5 micron(Auc/kgcl)
20 micron(Auc/kgcl)
21 micron(Auc/kgcl)
22 micron(Auc/kgcl)
Southern Index(Auc/kgcl)
17,5 micron(Auc/kgcl)
18 micron(Auc/kgcl)
18,5 micron(Auc/kgcl)
19 micron(Auc/kgcl)
19,5 micron(Auc/kgcl)
20 micron(Auc/kgcl)
21 micron(Auc/kgcl)
22 micron(Auc/kgcl)
Eastern Index(Auc/kgcl)
Western Index(Auc/kgcl)
Varie industria
Gomma Rss 3(Usc/kg)
Gomma Rss 3(Usc/kg)
Gomma Smr CV(Usc/kg)
Gomma Smr L(Usc/kg)
Gomma Smr 5(Usc/kg)
Gomma Smr 10(Usc/kg)
Gomma Smr 20(Usc/kg)
Gomma Tsr 20(Usc/kg)
Legname d'opera(Usd/bft)
139,25
142,90
145,55
1684,00
1718,00
1734,00
3235,00
3184,00
3161,00
2286,00
2265,00
2213,00
128,35
3192,83
19,21
167,20
171,55
170,90
19,04
19,19
19,47
533,70
529,30
526,50
CME
CME
CME
CME
Suini macellati(Usc/lb)
Cotone(Usc/lb)
134,35
137,15
139,90
1643,00
1669,00
1686,00
3070,00
3023,00
3003,00
2343,00
2325,00
2273,00
130,16
3218,07
19,23
166,30
170,00
169,10
19,00
19,16
19,37
531,90
528,50
526,20
LEGENDA: Mercati: ASORL Associazione Orafa Lombarda. ASSOM Assomet. CBOT Chicago Board Of Trade. CME Chicago Mercantile Exchange. COMEX COmmodity Mercantile EXchange New York. CWB Canadian Wheat Board. FFT
Francoforte. ICE Inter Continental Exchange, -US United States, -EU EUrope, -CA Canada. ICO International Coffe Organization. ICCO International CoCoa Organization. ISA International Sugar Agreement. IPE International
Petroleum Exchange. LBMA London Bullion Market Association. LIFFE Euronext Londra. LME London Metal Exchange. MATIF Euronext Parigi. MRE Malaysian Rubber Exchange. NWE North West Europe (Rotterdam e Londra per i
Metalli). NYMEX New York Mercantile EXchange. PAR Parigi. PVE Productschappen Vee, vlees en Eieren, Utrecht. SICOM SIngapore COMmodity exchange. TOCOM TOkyo COMmodity exchange. W-AUS Wool Australia. Sigle: bbl
barile. bu bushel. cwt hundred weight. gal gallone. GBp Uk pence. gr grammo. kg chilo. kg cl kg clean - kilogram of clean yield. lb libbra. mbtu million british termal unit. oz oncia. ston short ton.
BORSE ESTERE
FRANCOFORTE
(¤)
Airbus Group
Allianz
Basf
Bayer
Bmw
Daimler
Deutsche Telek
SAP Se
Siemens
Volkswagen Pref.
HELSINKI
(¤)
Fortum
Kone Corp
Neste Oil
Nokia
Nordea Bank
Sampo Plc
Stora Enso R
Telia Company AB
Upm-Kymmene
Wartsila B
24.06
51,88
126,80
67,07
87,64
68,66
55,06
14,05
67,11
90,52
114,25
Prec.
55,47
141,50
71,87
93,17
74,25
59,99
14,82
71,11
97,76
126,95
Var %
-6,47
-10,39
-6,68
-5,94
-7,53
-8,22
-5,19
-5,63
-7,41
-10
23.06
14,19
41,30
31,40
5,04
7,95
37,99
7,66
4,11
17,75
38,49
Prec.
14,31
40,60
31,02
4,97
8,39
38,79
7,58
4,03
17,21
38,44
Var %
-0,84
1,72
1,23
1,35
-5,24
-2,06
1,06
1,98
3,14
0,13
Approfondimenti su www.ilsole24ore.com/indicienumeri
LONDRA
(Pence GB)
Bp
Brit Am Tobacc
Glaxosmithklin
Hsbc Holdings
Lloyds Bnk Grp
Royal Dtch Shl A
Royal Dtch Shl B
Sabmiller
Unilever
Vodafone Group
24.06
Prec.
393,65 386,95
4385 4275,50
1482
1429
447,95 454,45
57
72,15
1872
1852
1883,50
1889
4279,50
4293
3265,50 3186,50
219,30 217,90
NEW YORK-NYSE
(Usd)
At&T
Berkshre Cl B
Exxon Mobil
General Elec Co
Johnson Johnson
Jpmorgan Chase
Philip Morris
Procter & Gamble
Wal-Mart Stores
Wells Fargo & Co
24.06
41,52
139,71
89,39
29,82
115,63
59,60
97,70
82,26
71,96
45,71
Prec.
41,88
145,98
91,80
31,19
117,38
64,05
101,90
84,21
72,10
47,91
Var %
1,73
2,56
3,71
-1,43
-21
1,08
-0,29
-0,31
2,48
0,64
Var %
-0,86
-4,30
-2,63
-4,39
-1,49
-6,95
-4,12
-2,32
-0,19
-4,59
NEW YORK-Nasdaq 100
(Usd)
Alphabet C
Alphabet A
Amazon Com
Amgen
Apple Inc
Cisco Systems
Comcast Corp A
Facebook
Intel Corp
Microsoft Cp
PARIGI
(¤)
Airbus Group
Axa
Bnp Paribas
Danone
L Oreal
L.V.M.H.
Orange
Sanofi
Total
Vinci
24.06
675,22
685,20
698,96
146,45
93,40
27,75
61,65
112,08
31,55
49,83
Prec.
701,87
714,87
722,08
152,27
96,10
29,22
62,95
115,08
32,99
51,91
Var %
-3,80
-4,15
-3,20
-3,82
-2,81
-5,03
-2,07
-2,61
-4,37
-4,01
24.06
52,11
18,18
39,40
60,83
164,30
135,15
13,66
69,37
40,62
59,99
Prec.
55,53
21,51
47,70
63,88
170,65
144,60
14,78
72
43,69
64,65
Var %
-6,16
-15,48
-17,40
-4,77
-3,72
-6,54
-7,51
-3,65
-7,03
-7,21
Nella sezione Indici e Numeri del nostro sito internet sono pubblicati i titoli sottostanti agli indici delle principali Borse estere
SEUL
(Krw)
Amorepacific
Cheil Industries
Hynix Semicon
Hyundai Mobis
Hyundai Motor
Korea Elec Pow
Lg Household
Nhn
Samsung Electr
Samsung Life
SHANGHAI
(Cny)
Agri Bank Of C
Bank of China
Bank Of Comm
China Life
China Petroleum & Chem
Cn Ping An Insurance
Icbc
Merchants Bank
Moutai
Petrochina
Borse chiuse: Helsinki
24.06
414000
116000
31800
258500
139500
57400
1064000
739000
1400000
100500
Prec.
418000
122000
31750
264500
141000
58500
1090000
747000
1430000
102500
Var %
-0,96
-4,92
0,16
-2,27
-1,06
-1,88
-2,39
-1,07
-2,10
-1,95
24.06
3,17
3,15
5,54
20,54
4,60
31,55
4,40
17,25
273,80
7,12
Prec.
3,18
3,37
5,59
20,55
4,71
32
4,44
17,26
276,44
7,18
Var %
-0,31
-1,56
-0,89
-0,05
-1,08
-1,41
-0,90
-0,06
-0,95
-0,84
TOKIO
(Jpy)
Canon Inc
Honda Motor
Japan Tobacco
Kddi
Mitsub Ufj Fg
Nissan Motor C
Ntt
Ntt Docomo
Smfg
Toyota Motor C
ZURIGO
(Chf)
Abb Ltd
Cs Group Ag
Nestle Sa
Novartis
Richemont I
Roche Holding Ag
Swiss Re
Syngenta
Ubs Group
Zurich Fin
24.06
Prec.
2950
3128
2535,50 2765,50
3940
4226
2867
3093
470
514
943,80
1027
4428
4586
2595
2714
2967
3254
5240
5737
24.06
19,60
11,24
71,50
75,75
56,15
241
80,80
373,50
13,60
227
Prec.
20,63
13,06
72,35
76,95
60,15
246,50
85,05
378
15,31
240,70
Var %
-5,69
-8,32
-6,77
-7,31
-8,56
-8,10
-3,45
-4,38
-8,82
-8,66
Var %
-4,99
-13,94
-1,17
-1,56
-6,65
-2,23
-5
-1,19
-11,17
-5,69
Risparmio gestito 33
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
FONDI COMUNI APERTI - SICAV ITALIANE - LUSSEMBURGHESI STORICI
OFL Allianz Obbligaz. Flessibile
OEM Allianz Reddito Euro
OIG Allianz Reddito Glob
23.06 16,955 0,05
23.06 41,645 -0,13
23.06 19,764 -0,93
tel.015-4508235
FLE Alpi Multi-Strategy A
FLE Alpi Multi-Strategy I m
OFL Alpi Soluzione Prudente A
OFL Alpi Soluzione Prudente I
23.06
23.06
23.06
23.06
Alpi Fondi __________________________________
tel.0332-251411
AAE 8a+ Eiger
AAE 8a+ Eiger - cl Q
FLE 8a+ Gran Paradiso
FLE 8a+ Gran Paradiso - cl Q
FLE 8a+ Latemar
FLE 8a+ Latemar - cl Q
23.06 6,132 2,63
23.06 91,519 2,63
23.06 5,153 0,74
23.06 96,852 0,75
23.06 5,796 0,66
23.06 96,826 0,68
tel.800-893989
AAM AcomeA America A1
AAM AcomeA America A2
APA AcomeA Asia Pac. A2
APA AcomeA Asia Pacifico A1
OEB AcomeA Breve Term. A1
OEB AcomeA Breve Term. A2
FLE AcomeA Etf Attivo A1
FLE AcomeA Etf Attivo A2
OEM AcomeA Eurobb. A1
OEM AcomeA Eurobb. A2
AEU AcomeA Europa A1
AEU AcomeA Europa A2
AIN AcomeA Globale A1
AIN AcomeA Globale A2
AIT AcomeA Italia A1
AIT AcomeA Italia A2
MAE AcomeA Liquidita' A1
MAE AcomeA Liquidita' A2
AEM AcomeA Paesi Em. A1
AEM AcomeA Paesi Em. A2
FLE AcomeA Patr. Aggr. A2
FLE AcomeA Patr. Aggr.A1
FLE AcomeA Patr. Dinam.A1
FLE AcomeA Patr. Dinam.A2
FLE AcomeA Patr. Prud. A1
FLE AcomeA Patr. Prud. A2
OMI AcomeA Perform. A1
OMI AcomeA Perform. A2
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
16,497
17,343
4,801
4,587
14,856
15,111
4,311
4,503
17,138
17,480
13,064
13,660
11,369
12,077
17,095
17,904
8,946
8,947
6,166
6,484
4,002
3,792
5,172
5,371
6,020
6,237
21,472
22,048
1,68
1,68
0,42
0,42
0,07
0,07
1,08
1,05
0,09
0,09
2,37
2,38
1,39
1,39
3,44
3,45
-0,01
-0,01
0,83
0,84
0,76
0,77
0,54
0,56
0,48
0,48
0,49
0,49
tel.02-620808
FLE Alarico Cl A
FLE Antelao Cl A #
FLE Cristallo
OFL Ritorni Reali Cl A
23.06
23.06
23.06
23.06
4,271
5,265
4,273
6,672
0,02
-0,06
0,05
-0,10
tel.800-388876
FLE Active Currency Flex m
FLE Active Discovery Flex m
FLE Active Global Flex m
FLE Active Income Flex m
FLE Active Opport. Flex m
FLE Anima Alto Pot. Globale A
FLE Anima Alto Pot. Globale F
AAM Anima America A
AAM Anima America B
AAM Anima America F
OFL Anima BlueBay Reddito Em.
OEM Anima Cap. Piu Obbl. A #
OEM Anima Cap. Più Obbl. F #
OEM Anima Cap. Più Obbl. N #
BOB Anima Capitale Più 15 A #
BOB Anima Capitale Più 15 F #
OMI Anima Capitale Più 15 N #
BOB Anima Capitale Più 30 A #
BOB Anima Capitale Più 30 F #
BOB Anima Capitale Più 30 N #
BAZ Anima Capitale Più 70 A #
BAZ Anima Capitale Più 70 F #
BAZ Anima Capitale Più 70 N #
BOB Anima Ced. A. P. 2021
BOB Anima Ced. A. P. 2021 II
BOB Anima Ced. A. P. 2021 III
BOB Anima Ced. A. P. 2022 I
AEM Anima Emergenti A
AEM Anima Emergenti B
AEM Anima Emergenti F
AEU Anima Europa A
AEU Anima Europa B
AEU Anima Europa F
FLE Anima Evoluzione 2017 I
FLE Anima Evoluzione 2019 I
FLE Anima Evoluzione 2019 II
FLE Anima Evoluzione 2019 III
FLE Anima Evoluzione 2019 IV
FLE Anima Evoluzione 2020 I
FLE Anima Evoluzione 2020 II
FLE Anima Evoluzione 2020 III
FLE Anima Evoluzione 2020 IV
FLE Anima Evoluzione 2021
FLE Anima Evoluzione 2021 II
OAS Anima Fix Emergenti A #
OAS Anima Fix Emergenti Y #
OEB Anima Fix Euro A
OEB Anima Fix Euro I
OEB Anima Fix Euro Y m
OEH Anima Fix High Yield A
OEH Anima Fix High Yield Y
OEC Anima Fix Imprese A
OEC Anima Fix Imprese Y
OEB Anima Fix Obbl. BT A
OEB Anima Fix Obbl. BT Y
OIG Anima Fix Obbl. Glob A
OIG Anima Fix Obbl. Glob Y
OEM Anima Fix Obbl. MLT A
OEM Anima Fix Obbl. MLT Y
FLE Anima Fondo Trading A
FLE Anima Fondo Trading F
OAS Anima Forza 1 A
OAS Anima Forza 1 B
OAS Anima Forza 1 Y
OAS Anima Forza 2 A
OAS Anima Forza 2 B
OAS Anima Forza 2 Y
BOB Anima Forza 3 A #
BOB Anima Forza 3 B #
BOB Anima Forza 3 Y #
BBI Anima Forza 4 A #
BBI Anima Forza 4 B #
BBI Anima Forza 4 Y #
BAZ Anima Forza 5 A #
BAZ Anima Forza 5 B #
BAZ Anima Forza 5 Y #
AAM Anima Geo America A
AAM Anima Geo America Y
APA Anima Geo Asia A #
APA Anima Geo Asia Y #
AEU Anima Geo Euro Pmi A
AEU Anima Geo Euro Pmi Y
AEU Anima Geo Europa A
AEU Anima Geo Europa Y
AIN Anima Geo Globale A
AIN Anima Geo Globale Y
AIT Anima Geo Italia A
AIT Anima Geo Italia Y
AEM Anima Geo PaesiEm. A #
AEM Anima Geo PaesiEm. Y #
FLE Anima Gl.Macro Divers. YD m
AEU Anima Iniz. Europa B
AEU Anima Iniziativa Europa A
AEU Anima Iniziativa Europa F
AIT Anima Iniziativa Italia AD
AIT Anima Iniziativa Italia YD m
AIT Anima Italia A
AIT Anima Italia B
AIT Anima Italia F
MAE Anima Liquidita Euro A
MAE Anima Liquidita Euro F
MAE Anima Liquidita Euro I
OEC Anima Obbl. Corporate A
OEC Anima Obbl. Corporate AD
OEC Anima Obbl. Corporate F
OPE Anima Obbl. Emergente A
OPE Anima Obbl. Emergente AD
OPE Anima Obbl. Emergente F
OEM Anima Obbl. Euro A
OEM Anima Obbl. Euro F
OEH Anima Obbl. High Yield A
OEH Anima Obbl. High Yield AD
OEH Anima Obbl. High Yield F
BOB Anima Obiettivo Ced 2022
APA Anima Pacifico A
APA Anima Pacifico B
APA Anima Pacifico F
OIG Anima Pianeta A
OIG Anima Pianeta F
BOB Anima Pr Dinamico 2022
BOB Anima Pr Dinamico 22 II
BOB Anima Pr Dinamico 22 III
BOB Anima Pr Dinamico 22 Mu-As
BOB Anima Pr Flessibile 2020
BOB Anima Pr Flessibile 2021
BBI Anima Prog Eur. 2021 Ced
BOB Anima Prog Glob. 2022 Ced
OFL Anima Redd. Flessibile A
OFL Anima Redd. Flessibile AD
OFL Anima Redd. Flessibile F m
FLE Anima Reddito 2021
FLE Anima Reddito 2021 II
FLE Anima Reddito 2021 S
OFL Anima Rend.Ass.Obbl. H
OFL Anima Rend.Ass.Obbligaz. A
OFL Anima Rend.Ass.Obbligaz. Y
ODB Anima Riserva Dollaro A
ODB Anima Riserva Dollaro F
ODB Anima Riserva Dollaro I
OAS Anima Riserva Emerg. A
ADVAM SGR S.p.A. ________________________
tel.06-68809919
FLE Agora 4 Invest
OFL Agora Bond
FLE Agora Dynamic
AAS Agora Materials
OFL Agora Safe
FLE Agora Stars #
FLE Agora Valore Protetto
FLE Agoraflex Q m
FLE Agoraflex R
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
tel.800-337602
FLE Gestielle Absolute R
FLE Gestielle Best Sel.Ced AR #
FLE Gestielle Best Sel.Eq 20 #
FLE Gestielle Best Sel.Eq.50
FLE Gestielle Best.Sel.Eq.20 E
OEB Gestielle BT Cedola Cl.A
OEB Gestielle BT Cedola Cl.B m
FLE Gestielle Ced. Best Sel.
FLE Gestielle Ced. Corp Plus
OFL Gestielle Ced. Fissa III
OFL Gestielle Ced. O.B.Prof. m
FLE Gestielle Ced. Target HD
FLE Gestielle Ced.Dual Brand
FLE Gestielle Ced.Em.Mkts.Op
FLE Gestielle Ced.EuroItalia
OFL Gestielle Ced.Fissa II A
OFL Gestielle Ced.Fissa II B m
OFL Gestielle Ced.Fissa Prof. m
FLE Gestielle Ced.For.Opp Usd
FLE Gestielle Ced.Ita.Opp
OMI Gestielle Ced.Multi Tar
OMI Gestielle Ced.Multi Tar2
FLE Gestielle Ced.MultiAss II
FLE Gestielle Ced.MultiAsset
OFL Gestielle Cedola Fissa
OFL Gestielle Cedola O.B.E.
OFL Gestielle Cedola Più
OMI Gestielle Cedola Più Ita
FLE Gestielle Dual Brand Eq30
OPE Gestielle Em Mkts Bo Cl.A
OPE Gestielle Em Mkts Bo Cl.B
OEM Gestielle MT Euro Cl.A
OEM Gestielle MT Euro Cl.B
FLE Gestielle Ob. America
FLE Gestielle Ob. Brasile
FLE Gestielle Ob. Cina
FLE Gestielle Ob. East Europe
FLE Gestielle Ob. Em. Mkt
FLE Gestielle Ob. Europa
FLE Gestielle Ob. India
FLE Gestielle Ob. Internaz.
FLE Gestielle Ob. Italia
FLE Gestielle Ob. Risp A
FLE Gestielle Ob. Risp B
OAS Gestielle Obbl. Corp. A
OAS Gestielle Obbl. Corp. B
OIG Gestielle Obbl. Intern. Cl.A
OIG Gestielle Obbl. Intern. Cl.B
FLE Gestielle Profilo Cedola
FLE Volterra Absolute R
FLE Volterra Dinamico
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
tel.0230370513
FLE Alkimis Cap Ucits Acc.
FLE Alkimis Cap Ucits Coup.
FLE Alkimis Capital Ucits I
17.06
17.06
17.06
tel.02-87047000
AIT Allianz Az. Ita. All Stars
AEM Allianz Az. Paesi Emer
AAM Allianz Azioni America
AEU Allianz Azioni Europa
APA Allianz Azioni Pacifico
FLE Allianz Global Strategy 15
FLE Allianz Global Strategy 30
FLE Allianz Global Strategy 70
MAE Allianz Liquidita' A
MAE Allianz Liquidita' B
BOB Allianz Multi20 #
BBI Allianz Multi50 #
AIN Allianz Multi90 #
AEU Allianz MultiEuropa #
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
5,141
5,830
5,231
5,083
5,949
3,877
6,925
7,858
7,377
—
-0,32
-0,08
1,46
-0,02
0,08
-0,04
-0,18
-0,18
15,583
5,391
5,665
5,124
5,674
6,039
6,172
4,826
5,012
5,000
5,114
4,847
4,969
4,810
5,598
5,112
5,335
5,042
4,992
4,784
5,139
4,901
4,940
4,848
5,382
5,025
5,324
5,379
5,072
13,874
15,012
17,123
17,900
11,230
4,010
9,533
14,454
15,194
7,801
5,840
21,332
11,803
8,286
8,546
9,954
10,401
7,790
8,343
4,934
5,970
5,671
0,81
0,06
0,16
0,37
0,18
—
—
0,21
0,50
—
0,04
1,02
0,61
0,78
0,02
—
—
0,14
0,48
1,85
0,59
0,70
0,78
0,79
0,04
—
—
0,06
0,61
0,26
0,27
0,01
0,02
0,90
2,06
0,52
0,44
0,81
1,93
0,62
1,60
3,83
0,08
0,08
0,17
0,16
-0,47
-0,48
1,63
0,79
0,16
Alkimis SGR SpA ___________________________
6,152 -0,60
5,081 -0,59
5,019 -0,55
Allianz Global Investors __________________
4,631
10,342
23,987
25,738
6,579
5,825
5,788
34,220
5,676
5,911
7,688
6,712
5,552
9,094
2,98
-0,02
0,83
1,34
-0,21
0,09
0,17
0,49
—
—
-0,10
-0,04
-0,22
0,26
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
17.06
17.06
17.06
17.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
17.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
23.06
23.06
23.06
17.06
17.06
17.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
PENSIONE APERTI
m
m
Alleanza Assicurazioni _______
AlMeglio Azionario
AlMeglio Bilanciato X
AlMeglio Obbligaz. X
m
m
AXA MPS A
m
m
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
m
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
14,101
15,306
13,579
10,000
15,502
9,965
10,001
M
m
M
M
m
m
m
m
m
m
m
X
BAP V a e P ev den a
SecondaPensione F.P.A.
SP Difensiva
SP Espansione
SP Garantita m
SP Progressiva
SP Sicurezza
SP Sviluppo
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
5,161
5,353
5,066
5,124
7,489
7,163
7,493
7,570
5,037
12,181
12,328
9,582
9,877
9,781
9,427
10,053
4,991
12,442
12,319
12,718
5,021
5,022
5,031
2,779
2,954
6,020
6,362
6,351
9,282
5,540
4,962
5,305
5,025
4,998
5,869
5,017
4,944
5,003
5,028
5,091
5,111
5,084
5,061
4,945
5,156
5,502
5,501
5,221
5,126
5,082
4,979
5,141
5,308
5,296
5,173
5,290
5,001
5,004
5,131
5,633
6,438
6,803
33,957
33,241
34,572
43,991
43,362
44,864
5,067
5,067
5,078
0,21
0,22
-0,08
-0,10
0,07
0,07
0,07
0,07
-0,14
0,01
0,02
-1,12
-1,12
-1,09
-1,12
-1,10
-0,16
0,12
0,12
0,13
0,12
0,12
0,14
0,29
0,31
-0,03
-0,03
-0,03
-1,08
-0,05
-0,08
-0,08
-0,06
-0,08
-0,19
-0,44
-0,08
-0,48
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-0,08
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-0,65
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-0,53
-0,56
-0,58
-0,47
-0,49
-0,75
-0,71
-0,58
-0,46
-0,56
-0,04
0,19
0,19
1,24
1,24
1,25
0,63
0,63
0,63
0,72
0,70
0,71
tel.02-97386101
FLE Anthilia Yellow
23.06
6,681
—
tel.02-480971
OFL Arca 19 Red. Multiv. P
OFL Arca 19 Red. Multiv. R
OFL Arca 19 Red. Multiv.II P
OFL Arca 19 Red. Multiv.II R
OFL Arca 19 Red.Multiv.III P
OFL Arca 19 Red.Multiv.III R
FLE Arca 20 Red.Multiv.IV P
FLE Arca 20 Red.Multiv.IV R
FLE Arca 20 Red.Multiv.V P
FLE Arca 20 Red.Multiv.V R
FLE Arca 20 Red.Multiv.VI P
FLE Arca 20 Red.Multiv.VI R
FLE Arca 20 Red.Multival.VII P
FLE Arca 20 Red.Multival.VII R
FLE Arca 21 Red.Multiv.IX P
FLE Arca 21 Red.Multiv.IX R
FLE Arca 21 Red.Multiv.VIII P
FLE Arca 21 Red.Multiv.VIII R
FLE Arca 22 Red.Val.Glob. P
FLE Arca 22 Red.Val.Glob. R
FLE Arca 22 Red.Val.Glob.II P
FLE Arca 22 Red.Val.Glob.II R
AAM Arca Azioni America
AEU Arca Azioni Europa
APA Arca Azioni Far East
AIN Arca Azioni Internaz.
AIT Arca Azioni Italia
AEM Arca Azioni Paesi Emerg.
BBI Arca BB
OEC Arca Bond Corporate
FLE Arca Bond Flessibile
OIG Arca Bond Globale
OPE Arca Bond P.Em. Val. Loc
OPE Arca Bond Paesi Em.
OFL Arca Ced.18 Ob.Att.III P
OFL Arca Ced.18 Ob.Att.III R
OFL Arca Ced.18 Ob.Att.IV P
OFL Arca Ced.18 Ob.Att.IV R
OFL Arca Ced.18 Ob.Attiva II
OFL Arca Ced.18 Obb.Attiva
OFL Arca Ced.18 Paesi Em.VL P
OFL Arca Ced.18 Paesi Em.VL R
OFL Arca Ced.18 Paesi Em.VL2 P
OFL Arca Ced.18 Paesi Em.VL2 R
OFL Arca Ced.18 Paesi Em.VL3 P
OFL Arca Ced.18 Paesi Em.VL3 R
OFL Arca Ced.19 Ob.Att. VI P
OFL Arca Ced.19 Ob.Att. VI R
OFL Arca Ced.19 Ob.Att.V P
OFL Arca Ced.19 Ob.Att.V R
OFL Arca Ced.19 Ob.Att.VII P
OFL Arca Ced.19 Ob.Att.VII R
OFL Arca Ced.19 Ob.Att.VIII P
OFL Arca Ced.19 Ob.Att.VIII R
OFL Arca Ced.20 Ob.Att.IX P
OFL Arca Ced.20 Ob.Att.IX R
OFL Arca Ced.20 Ob.Att.X P
OFL Arca Ced.20 Ob.Att.X R
OFL Arca Ced.20 Ob.Att.XI P
OFL Arca Ced.20 Ob.Att.XI R
OFL Arca Ced.20 Ob.Att.XII P
OFL Arca Ced.20 Ob.Att.XII R
OFL Arca Ced.21 Plus II P
OFL Arca Ced.21 Plus II R
OFL Arca Ced.21 Plus P
OFL Arca Ced.21 Plus R
OFL Arca Ced.Bo.2016 Alto Pot.3
OFL Arca Ced.Bo.2017 Alto Pot.4
OFL Arca Ced.Bo.2017 Alto Pot.5
OFL Arca Ced.Bo.2017 Alto Pot.6
OFL Arca Ced.Bond Glob.Eu III
OFL Arca Ced.Bond Paesi Em.
AIT Arca Eco. Reale Eq. It I m
AIT Arca Eco. Reale Eq. It P
OFL Arca Impresa Rendita
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
17.06
17.06
23.06
4,960
4,966
4,944
4,949
4,934
4,938
4,741
4,744
4,849
4,851
4,988
4,990
5,111
5,112
5,000
5,000
5,017
5,018
5,024
5,025
5,000
5,000
31,503
13,342
7,497
18,630
23,353
9,810
41,971
9,247
4,879
16,107
5,616
17,941
5,241
5,258
5,116
5,128
5,320
5,221
4,512
4,523
4,770
4,786
4,992
5,009
5,022
5,026
5,065
5,070
5,070
5,074
4,983
4,986
5,003
5,008
5,063
5,066
4,999
5,001
5,079
5,080
5,000
5,000
4,997
4,997
5,681
5,525
5,347
5,091
5,025
4,844
4,932
4,878
4,995
m
m
m
a a
m
m
m
23,827
24,188
24,965
21,368
21,611
22,294
12,485
12,624
13,022
21,962
22,213
22,914
Aviva __________________________
Aviva
L.Inv. Azionaria
L.Inv. Bila
15.06 18,155
M
m
m
m
m
m
m
m
m
m
m
AXA A
m
m
m
m
m
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
28,778
7,111
8,916
9,282
6,815
33,014
13,809
13,736
16,959
7,643
9,991
6,769
7,374
0,54
-0,52
-0,15
-0,01
0,50
1,29
0,94
1,59
3,87
-0,01
0,03
1,32
0,23
tel.02-430281
OAS Aureo Cedola I - 2016
OAS Aureo Cedola II - 2017
OAS BCC Ced. Att. Dicembre 18
OAS BCC Ced. Att. Marzo 19
OAS BCC Ced. Dicembre 18
OAS BCC Ced. Marzo 19
FLE BCC Ced. Più Settembre 20
FLE BCC Ced. Piu' Dicembre19
OAS BCC Ced.Att. Dicembre19
OAS BCC Ced.Att. Settembre19
FLE BCC Ced.Più Settembre19
FLE BCC Ced.Piu' Marzo 20
OAS BCC Ced.Reale Dicembre19
OAS BCC Ced.Reale Marzo 20
OAS BCC Ced.Reale Settemb.19
OAS BCC Ced.Reale Settembre20
OAS BCC Cedola III - 2017
OAS BCC Cedola III Op - 2017
OAS BCC Cedola IV - 2018
OAS BCC Cedola IV Op - 2018
OAS BCC Cedola V - 2018
OAS BCC Cedola V Op - 2018
FLE BCC Crescita Bilanciato
FLE BCC Investimento Azion.
MAE BCC Monetario
OFL BCC Risparmio Obbligaz.
FLE BCC Selez. Crescita #
FLE BCC Selez. Investimento #
FLE BCC Selez. Opportunità #
FLE BCC Selez. Risparmio #
OAS Investiper Ced.Dic 20
OAS Investiper Ced.Mar 21
FLE Investiper Ced.Piu' Dic 20
OAS Investiper Ced.Re.Dic 20
OAS Investiper Ced.Re.Mar 21
23.06 5,458 -0,02
23.06 5,430 -0,02
23.06 4,965 0,08
23.06 4,930 0,08
23.06 5,136 0,04
23.06 5,081 0,02
23.06 4,923 0,16
23.06 4,763 0,13
23.06 4,935 0,08
23.06 5,059 0,08
23.06 4,994 0,20
23.06 4,848 0,19
23.06 5,007 0,06
23.06 5,002 0,08
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—
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tel.800-900900
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tel.059-221311
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OFL Consult Alto Rend C
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FLE Consult Multi Mkt Em A #
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FLE Consult Opport A #
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OFL Consult Reddito B
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OFL Consult Reddito C
OFL Consult Reddito C1
OFL Consult Valore C
OFL Consult Valore C1
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AEU Consultinvest Azione C
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FLE Consultinvest Flex C #
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AIN Consultinvest Global C
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FLE Consultinvest Mkt Neutr C
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FLE Consultinvest Plus C
FLE Consultinvest Plus I m
OFL Consultinvest Reddito I m
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FLE Consultinvest Rendita C1
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FLE IGM FdF Flessibile Cl.B #
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
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0,30
0,21
0,20
-0,02
-0,02
tel.02 85961.311
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BOB Amref Health Africa Cl. I m
BOB Com. Maria Letizia Verga C
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BOB Duemme Banco Alimentare I m
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BOB Duemme Cometa CL. I m
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23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
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BOB
BOB
BOB
BOB
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Duemme Mission Bambini I m
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San Patrignano CL. I m
23.06
23.06
23.06
23.06
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4,998
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5,066
-0,06
-0,06
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-0,10
tel.02-88102070
FLE Eps MA Val Glob 06/21 A
FLE Eps MA Val Glob 06/21 D
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FLE Epsilon All.Tattica 02/20
FLE Epsilon All.Tattica 04/20
FLE Epsilon All.Tattica 09/19
FLE Epsilon All.Tattica 11/19
FLE Epsilon Dif.Att. 07/21
FLE Epsilon DLongRun
FLE Epsilon Fle Az.Euro 06/21
FLE Epsilon Fle Forex C 02/19
FLE Epsilon Fle Forex C 02/20
FLE Epsilon Fle Forex C 02/21
FLE Epsilon Fle Forex C 04/19
FLE Epsilon Fle Forex C 04/20
FLE Epsilon Fle Forex C 04/21
FLE Epsilon Fle Forex C 06/20
FLE Epsilon Fle Forex C 07/19
FLE Epsilon Fle Forex C 09/18
FLE Epsilon Fle Forex C 09/19
FLE Epsilon Fle Forex C 09/20
FLE Epsilon Fle Forex C 11/19
FLE Epsilon Fle Forex C 11/20
FLE Epsilon Fle Forex C 12/18
FLE Epsilon Fles Az Eu 02/21
FLE Epsilon Fles Az Eu 04/21
FLE Epsilon Fles Az Eu 09/20
FLE Epsilon Fles Az Eu 11/20
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OBI Epsilon Italy Bo.Sh.Term B
OBI Epsilon Italy Bo.Sh.Term I
AAE Epsilon QEquity
OEM Epsilon Qincome
FLE Epsilon QReturn
AEU Epsilon QValue
21.06
21.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
4,994
4,994
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1,00
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1,02
1,02
—
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—
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1,28
—
—
—
1,81
-0,05
1,01
1,68
tel.011-5520306
BBI Fondersel
FLE Fondersel Active Sel. #
OEM Fondersel Euro
AEU Fondersel Europa
OIG Fondersel Int. #
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AIT Fondersel P.M.I.
OEB Fondersel Reddito
OAS Fondersel Sh. Term Asset
FLE Fondersel World All. #
AIN Talento Global Equity #
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-0,01
-0,01
-0,28
-0,24
tel.02-67071422
AIN Etica Azionario E
AIN Etica Azionario I E
BBI Etica Bilanciato E
BBI Etica Bilanciato I E
OEB Etica Obb. Breve Ter. E
OEB Etica Obb. Breve Ter. I E
OMI Etica Obbligaz. Misto E
OMI Etica Obbligaz. Misto I E
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BOB Etica Rendita Bil. R E
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tel.02-88101
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FLE Euriz. Ced.Att.Top 06/23 D
FLE Euriz. Fle.Obb.+ 06/21 A
FLE Euriz. Fle.Obb.+ 06/21 D
FLE Euriz. MAsset Str.Fl 06/23
AAM Eurizon Az.America
AAE Eurizon Az.Area Euro
APA Eurizon Az.Asia Nuove Eco.
AEN Eurizon Az.EnMatPrime
AEU Eurizon Az.Europa
AFI Eurizon Az.Finanza
AAS Eurizon Az.Int. Etico E
AIN Eurizon Az.Internazionali
AIT Eurizon Az.Italia
APA Eurizon Az.Pacifico
AEM Eurizon Az.Paesi Emer
AAM Eurizon Az.PMI Amer.
AEU Eurizon Az.PMI Europa
AIT Eurizon Az.PMI Italia
AIF Eurizon Az.Tecn.Avanz
ASA Eurizon Azioni Salute
BBI Eurizon Bil.Euro Multi. #
ODB Eurizon Br.Ter.Dollaro
ODB Eurizon Br.Ter.Dollaro $
OFL Eurizon Ced. Doc 02/19
OFL Eurizon Ced. Doc 04/19
FLE Eurizon Ced.Att + 04/20
FLE Eurizon Ced.Att + 05/18
FLE Eurizon Ced.Att + 05/19
FLE Eurizon Ced.Att + 06/18
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FLE Eurizon Ced.Att. + 10/19
FLE Eurizon Ced.Att. 04/20
FLE Eurizon Ced.Att. 05/18
FLE Eurizon Ced.Att. 05/19
FLE Eurizon Ced.Att. 06/18
FLE Eurizon Ced.Att. 07/19
FLE Eurizon Ced.Att. 10/19
FLE Eurizon Ced.Att. 12/19
FLE Eurizon Ced.Att.Top 04/21
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FLE Eurizon Ced.Att.Top 04/23
FLE Eurizon Ced.Att.Top 05/20
FLE Eurizon Ced.Att.Top 05/21
FLE Eurizon Ced.Att.Top 05/22
FLE Eurizon Ced.Att.Top 05/23
FLE Eurizon Ced.Att.Top 06/20
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FLE Eurizon Ced.Att.Top 10/20
FLE Eurizon Ced.Att.Top 10/21
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FLE Eurizon Ced.Att.Top 11/22
FLE Eurizon Ced.Att.Top 12/20
FLE Eurizon Ced.Att.Top 12/21
OMI Eurizon DiversEtico E
FLE Eurizon Fle.Obb. + 05/21
FLE Eurizon Fle.Obb. 05/21
FLE Eurizon Fle.Obb. 06/21 D
FLE Eurizon Flex Ob. 06/21 A
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FLE Eurizon Ges.At.Cla 04/18 #
FLE Eurizon Ges.At.Cla 04/19
FLE Eurizon Ges.At.Cla 04/20
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FLE Eurizon Ges.At.Cla 11/20
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FLE Eurizon Ges.At.Cla 7/17 #
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
Epsilon _____________________________________
Ersel A. M. __________________________________
Etica _______________________________________
BNP PARIBAS Inv.Partners SGR SpA _____
Consultinvest A. M. ________________________
Duemme SGR ______________________________
m
m
tel.00352-262076651
OEH Foi Bnd Gl. High Yield T m
OEH Foi Bond Gl.High Yield S
ODM Foi Bond US Plus R
ODM Foi Bond Us Plus S
ODM Foi Bond Us Plus T m
OEH Foi BondGlobHigh Yield R
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OAS Foi Core Bond T
OFL Foi Credit Abs Return R
OFL Foi Credit Abs Return S
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
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-0,72
-0,72
-0,72
0,47
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0,07
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Fideuram Asset Management (Ireland) __
tel.800-546961
BBI Fideuram Bilanciato
AIT Fideuram Italia
MAE Fideuram Moneta
OEM Fideuram Rendimento
OEB Fideuram Risparmio
FLE FMS - Absolute Return #
BBI FMS - Balanced # I
ASE FMS - Eq.Glob.Resources #
APA FMS - Equity Asia #
AEU FMS - Equity Europe #
AEM FMS - Equity Gl Em Mkt #
AEM FMS - Equity New World #
AAM FMS - Equity Usa #
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
0,77
3,16
0,01
0,09
0,01
0,07
—
-0,02
-0,99
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-0,27
-0,23
tel.0438-360407
FLE Finint Equity-I m
17.065414,085 -2,51
tel.0112309029
OEB Fondaco Euro Cash m
OEB Fondaco Euro Cash B m
OEM Fondaco Eurogov Beta m
OEM Fondaco Eurogov Beta B m
FLE Fondaco Glb Opp. Classic B m
FLE Fondaco Income Classic A m #
FLE Fondaco Income Classic B
FLE Fondaco Income Instit. A m #
FLE Fondaco Income Instit. B m #
FLE Fondaco Income Profes. B m
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OIG Fondaco World G ABNoE B m
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23.06 111,890
tel.02-60765711
OMI Alleanza Obbligaz.
AAM Alto America Az.
AAE Alto Azionario
BBI Alto Bilanciato
OFL Alto Euro Flessibile Ob.
OEB Alto Euro Governativo B/T
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OIG Alto Internaz. Obbligaz.
APA Alto Pacifico Azionario
OEB GI Focus Euro Gov. BT
OFL GI Focus Obbligazionario
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23.06 8,554 0,59
23.06 16,450 1,66
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23.06 9,471 -0,02
23.06 7,834
—
23.06 5,531 0,66
23.06 7,389 -0,83
23.06 7,098 -0,34
23.06 17,878 0,01
23.06 6,356 -0,09
tel.00352-262076651
OEH Ifu Bond Gl. High Yield
ODM Ifu Bond US Plus
ASE Inter.Int.Sec.New Ec
OPE Interf. Bond Glb Em Mkt
OAY Interf. Bond Japan
FLE Interf. Crescita Prot.80 m
OPE Interf. Em.Mkt Loc.Cur H m
OPE Interf. Em.Mkt Loc.Curr
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
Fideuram Investimenti ____________________
14,834
31,330
14,904
10,731
16,912
9,037
10,886
8,366
11,473
12,878
12,396
18,116
15,344
Finanziaria Internazionale Inv. SGR ______
0,02
0,02
-0,09
-0,09
—
-0,11
-0,11
-0,11
-0,11
-0,11
-0,15
-0,15
Generali Investments Europe SGR ________
Interfund __________________________________
9,924
10,113
73,167
14,368
6,614
10,064
8,665
10,426
0,35
-0,69
0,54
0,50
-1,53
-0,01
1,20
0,55
AEM Interf. Eq. Glb Em Mkt
APA Interf. Eq. Japan H
APA Interf. Eq. Pacif. ex Japan
APA Interf. Eq. Pacif. ex Japan H
AAM Interf. Eq. USA H
AAM Interf. Eq.USA
AEU Interf. Equity Europe
AIT Interf. Equity Italy
APA Interf. Equity Japan
AAM Interf. Equity Usa Adv
OEM Interf. Euro Bond Long T
OEM Interf. Euro Bond Med. T
OEC Interf. Euro Corporate Bd
OEB Interf. Euro Currency
MAE Interf. Euro Liquidity m
OEM Interf. Euro Short Term 1-3
OEM Interf. Euro Short Term 3-5
OAS Interf. Inflation Linked
FLE Interf. System Evolution
ODM Interfund Bond Us Plus H m
OAS Interfund Glob.Convert
FLE Interfund System 100
tel.02-72162500
AAM Investitori America
AEU Investitori Europa
APA Investitori Far East
FLE Investitori Flessibile
FLE Investitori Piazza Affari
m
m
m
m
m
m
X
E e A e Managemen SGR
Eu
M
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M
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onda o SGR Spa
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Gene a
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nve men Eu ope SGR SpA
G oba Se e on
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a V a
W
W
m
m
m
m
m
m
m
m
m
m
m
m
m
m
m
23.06 10,683 0,57
tel.800-107107
FLE Mediolanum Fle Obb Glo LA
OFL Mediolanum Fle Obb Glob L
FLE Mediolanum Fle Strateg L
FLE Mediolanum Fle Strateg LA
FLE Mediolanum Fle Svi Ita LA
FLE Mediolanum Fle Val.Att LA
FLE Mediolanum Flex Glob LA
FLE Mediolanum Flex Italia LA
FLE Mediolanum Flex Svi Ita L
FLE Mediolanum Flex Val.Att L
OEB Mediolanum Risp Dinam L
OEB Mediolanum Risp Dinam LA
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
tel.02-7645121
BBI Nextam Part. Bilanciato
OMI Nextam Part. Obbl. Misto
23.06
23.06
Mediolanum Gest. Fondi __________________
m
m
m
mM
mM
mM
mM
m
m
m
m
a a SGR
M
M
di DIRITTO ESTERO
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E ka o Cap a Man Sa
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M
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M
M
m
m
V o a o mu a Lavo o
m
m
m
m
m
m
M
m
m
Symphon a SGR
UBS A e Managemen
0,89
0,89
0,33
0,31
0,18
0,18
0,18
0,16
—
0,02
0,31
0,31
0,83
0,84
0,50
0,49
0,67
0,68
tel.800-614614
FLE Symphonia Asia Fles.
AIT Symphonia Az. Sm.Cap It.
AAE Symphonia Azionario Euro
AAM Symphonia Azionario Usa
FLE Symphonia Fortissimo
FLE Symphonia Mult Emer Fle #
OFL Symphonia Obb. Alto Pot.
OEB Symphonia Obb. Breve Ter.
OEC Symphonia Obb. Corp.
OFL Symphonia Obb. Din. Val.
OEM Symphonia Obb. Euro
OEB Symphonia Obb. Rendita
FLE Symphonia Patrim. Attivo
FLE Symphonia Patrim. Ob. 2021
OMI Symphonia Patrim. Redd.
AIT Symphonia Selez. Italia
FLE Symphonia Tematico
MAE Symphonia Tesoreria
23.06 8,936 0,84
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23.06 5,000
—
23.06 8,562 0,16
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23.06 5,193 0,02
tel.02-430241
OFL UBI Pra. Active Duration
AEU UBI Pra. Az. Europa
AEM UBI Pra. Az. Merc. Emerg.
AAE UBI Pra. Azionario Etico E
AAE UBI Pra. Azioni Euro
AIN UBI Pra. Azioni Globali
AIT UBI Pra. Azioni Italia
APA UBI Pra. Azioni Pacifico
AAM UBI Pra. Azioni Usa
BOB UBI Pra. B. Euro Ris. Cont.
FLE UBI Pra. Capital Growth P
OEB UBI Pra. Euro BT
MAE UBI Pra. Euro Cash
OEC UBI Pra. Euro Corp.
FLE UBI Pra. Euro Eq Risk Cont
OEM UBI Pra. Euro M/L Term.
BBI UBI Pra. Europe Multifund
FLE UBI Pra. Gl. Multif. 50
OEH UBI Pra. Gl.High Yld Euro H
BOB UBI Pra. Glob. Multiasset
FLE UBI Pra. Goal
FLE UBI Pra. Inflat. Shield P
FLE UBI Pra. Mult.Vol.Target
BOB UBI Pra. Multiasset IT
OAS UBI Pra. Obb. Dollari
OIH UBI Pra. Obb. Gl. Alto Ren.
OIC UBI Pra. Obb. Glob. Corp.
OIG UBI Pra. Obb. Globali
OFL UBI Pra. Obb. Ob. Valore
OEC UBI Pra. Obb.Eu.Corp.Etico E
BOB UBI Pra. Obiettivo Controllo
OMI UBI Pra. Obiettivo Stabilita'
BAZ UBI Pra. Port. Aggressivo
BBI UBI Pra. Port. Dinamico
BOB UBI Pra. Port. Moderato
OMI UBI Pra. Port. Prudente
FLE UBI Pra. Protez. Mkt Euro P
OFL UBI Pra. Tot Ret Pr
FLE UBI Pra. Tot. Ret. Din.
FLE UBI Pra. Tot.Ret. Moderato A
FLE UBI Pra. Tot.Ret. Moderato B
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—
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—
23.06 5,000
—
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tel.02-806071
FLE Pensaci Oggi Cl.I
FLE Pensaci Oggi Cl.R
OEB Zenit Breve Ter Cl.I
OEB Zenit Breve Ter Cl.R
FLE Zenit Evoluzione 2021
FLE Zenit Evoluzione Cl.I
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AIN Zenit Megatrend Cl.I
AIN Zenit Megatrend Cl.R
OMI Zenit Obbligaz. Cl.I
OMI Zenit Obbligaz. Cl.R
AIT Zenit Pianeta It Cl.I
AIT Zenit Pianeta It Cl.R
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8,050 0,14
tel.800-551-552
OEB Pion. Eur Gov BT (ex Mon.) A
OEB Pion. Eur Gov BT (ex Mon.) B
AAM Pioneer Az. Am. A
AAM Pioneer Az. Am. B
APA Pioneer Az. Area Pacif A
APA Pioneer Az. Area Pacif B
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AEM Pioneer Az. Paesi Em. B
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AEU Pioneer Az. Val Eu Dis B
OEM Pioneer Eu Gov MT Dis A
OEM Pioneer Eu Gov MT Dis B
FLE Pioneer Innovaz.Att. B #
MAE Pioneer Liquidita' Euro
ODC Pioneer Ob Co Am Dis A
ODC Pioneer Ob Co Am Dis B
OEC Pioneer Ob Eu Co Et Dis A E
OEC Pioneer Ob Eu Co Et Dis B E
OPE Pioneer Ob Paesi Em Dis A
OPE Pioneer Ob Paesi Em Dis B
OMI Pioneer Ob. Piu' Dis A
OMI Pioneer Ob. Piu' Dis B
OBI Pioneer Ob.Sist.It Dis A
OBI Pioneer Ob.Sist.It Dis B
OEM Pioneer Obb. Euro Distr A
OEM Pioneer Obb. Euro Distr B
OIH Pioneer Obb. Glo HY Dis A
OIH Pioneer Obb. Glo HY Dis B
FLE Pioneer Target Controllo A
FLE Pioneer Target Controllo B
FLE Unicr. Evol. Eco Reale A #
FLE Unicr. Evol. Eco Reale B #
OMI Unicr. Evol. Reddito A #
OMI Unicr. Evol. Reddito B #
FLE Unicr. Evol. Trend A #
FLE Unicr. Evol. Trend B #
FLE UniCredit Sol. Pa. Em. A
FLE UniCredit Sol. Pa. Em. B
FLE UniCredit Soluzione 20A #
FLE UniCredit Soluzione 20B #
FLE UniCredit Soluzione 40A #
FLE UniCredit Soluzione 40B #
FLE UniCredit Soluzione 70A #
FLE UniCredit Soluzione 70B #
FLE UniCredit Soluzione BTA
FLE UniCredit Soluzione BTB
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
13,879
5,060
12,975
8,086
3,972
5,882
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7,226
19,183
6,879
10,070
4,861
9,555
7,239
5,731
5,699
4,816
5,202
5,946
5,906
5,140
5,548
10,681
5,381
9,282
5,561
6,228
6,188
7,445
5,744
5,688
5,670
5,346
5,358
5,589
5,515
5,231
5,181
5,719
5,644
5,153
5,033
5,400
5,276
5,730
5,584
6,055
5,887
5,105
4,976
-0,01
-0,02
0,68
0,67
-0,08
-0,08
3,06
3,07
1,64
1,64
0,26
0,27
1,43
1,47
-0,28
-0,28
0,02
-0,02
-0,68
-0,71
-0,04
-0,05
-0,10
-0,09
0,15
0,23
0,03
0,03
-0,23
-0,23
-0,14
-0,14
-0,04
-0,04
-0,09
-0,11
0,04
0,04
-0,10
-0,12
-0,12
-0,14
—
—
—
—
0,02
0,02
—
-0,02
tel.800-102010
AEU Gestnord Az.Europa A
AEU Gestnord Az.Europa C m
AIT Gestnord Az.Italia A
AIT Gestnord Az.Italia C m
BBI Gestnord Bil. Euro A
BBI Gestnord Bil. Euro C m
OMI Investimenti Sostenib.A E
OMI Investimenti Sostenib.C m
BBI Investimenti Strategici A
BBI Investimenti Strategici C m
BBI Investimenti Strategici E
MAE Nordfondo Liquidità A
MAE Nordfondo Liquidità C m
OEC Nordfondo Ob.Euro Corp A
OEC Nordfondo Ob.Euro Corp C m
OEM Nordfondo Ob.Euro M.T. A
OEM Nordfondo Ob.Euro M.T. C m
OPE Nordfondo Ob.Paesi Em A
OPE Nordfondo Ob.Paesi Em B
OPE Nordfondo Ob.Paesi Em C m
OEB Nordfondo Obbl. B.T A
OEB Nordfondo Obbl. B.T B
OEB Nordfondo Obbl. B.T C m
OAS Nordfondo Obbl. Conv. A
OAS Nordfondo Obbl. Conv. C m
ODM Nordfondo Obbl. Dollari A
ODM Nordfondo Obbl. Dollari C m
FLE Star Coll 6 Dinamico A #
FLE Star Coll 6 Dinamico C m #
FLE Star Coll 6 Dinamico E #
AIN Star Coll Az.Inter. A #
AIN Star Coll Az.Inter. C m #
AIN Star Coll Az.Inter. E #
BBI Star Coll Bil.PaesiEm A #
BBI Star Coll Bil.PaesiEm C m #
BBI Star Coll Bil.PaesiEm E #
FLE Star Coll Multi As.Gl A #
FLE Star Coll Multi As.Gl C m #
FLE Star Coll Multi As.Gl E #
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
11,687
11,974
13,111
13,423
17,373
17,809
7,582
7,667
5,026
5,035
5,021
6,434
6,464
9,837
9,968
19,620
19,863
12,837
11,387
13,086
9,553
9,952
9,626
6,455
6,590
18,362
18,617
4,712
4,767
4,680
6,640
6,792
6,623
5,241
5,372
5,213
5,044
5,153
5,000
1,44
1,44
2,97
2,97
0,94
0,94
-0,24
-0,23
0,34
0,34
0,34
—
0,02
-0,06
-0,07
0,01
0,01
-0,26
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-0,25
—
—
—
0,30
0,30
-0,76
-0,76
-0,04
-0,02
-0,02
0,03
0,03
0,03
-0,29
-0,26
-0,27
-0,04
-0,02
-0,02
Sella Gestioni _____________________________
Zenit _______________________________________
INDICI FIDEURAM
Indici
Generale
Fondi Azionari
Az. Italia
Az. Area Euro
Az. Europa
Az. America
Az. Pacifico
Az. Paesi Emergenti
Az. Internazionali
Az. Settoriali
Fondi Bilanciati
Bilanciati
Bil. Obbligazionari
Fondi Obbligazionari
Ob. Italia
Ob. Euro Governativi BT
Ob. Euro Governativi M/L Term
Ob. Euro Corporate Inv. Grade
Ob. Area Dollaro
Ob. Dollaro Govern. M/L Term
Ob. Internaz. Governativi
Ob. Paesi Emergenti
Ob. Altre Specializzazioni
Ob. Misti
Ob. Flessibili
Fondi Mercato Monetario
Monetario Area Euro
Flessibili
Indici Lussemburghesi
23.06
Provv.
125,53
119,14
119,25
113,78
135,26
149,90
142,45
244,92
129,88
107,85
141,58
117,43
133,13
155,72
—
140,74
172,24
141,81
171,41
—
158,71
317,90
159,68
156,63
132,86
130,64
130,73
114,15
891,63
22.06
Defin.
125,19
117,89
116,18
111,56
133,55
149,11
142,71
244,45
128,78
106,99
141,03
117,06
132,54
155,64
99,44
140,74
172,38
141,77
172,25
123,63
159,62
317,22
159,62
156,49
132,71
130,63
130,72
113,69
889,90
Var.
%
0,27
1,06
2,64
1,99
1,28
0,53
-0,18
0,19
0,85
0,80
0,39
0,32
0,45
0,05
—
—
-0,08
0,03
-0,49
—
-0,57
0,21
0,04
0,09
0,11
0,01
0,01
0,40
0,19
www ilsole24ore com/indicienumeri
%
%
M m
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Nextam Partners __________________________
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tel.055-263331
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tel.02-62041
FLE Euromob. Az. Internaz.
AIT Euromob. Azioni Italiane
OFL Euromob. Cedola 2018
OFL Euromob. Cedola 3 - 2017
OEB Euromob. Conservativo
OFL Euromob. Crescita Attiva
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OEC Euromob. Euro Aggregate
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ETFplus - Mercato Telematico
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Fondaco Sgr _______________________________
di DIRITTO ITALIANO
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Eurizon Profilo Fle Equi #
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Eurizon Team 3 Cl G #
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Eurizon Team 4 Cl G #
Eurizon Team 5 Cl A #
Eurizon Team 5 Cl G #
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Eurizon Tesor.Euro B
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m
X
X
m
m
m
m
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FLE
FLE
FLE
FLE
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OAS
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SPECULATIVI AUTORIZZATI
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31.05
31.05
31.05
31.05
tel.02-88981
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FLE Azimut Scudo
OBI Azimut Solidity
FLE Azimut Str. Trend
FLE Azimut Trend
FLE Azimut Trend America
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FLE Azimut Trend Italia
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FLE Formula Target 17 Eq.Opt.
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M
m
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m
m
m
m
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m
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m
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m
m
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m
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m
m
m
Hd A
m
m
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—
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—
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—
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—
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—
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17.06
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17.06
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23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
Anthilia Capital Part Sgr __________________
m
Gene a
Allianz _________________________
Allianz Previdenza
L. Azionaria
L. Bilanciata
L. Fless. ex Gar. L.A.
L. Fless. ex L. 1 Prev.
L. Flessibile m
L. Multiasset
L. Obbligazionaria BT
L. Obbligazionaria LT
Insieme
L. Azionaria
L. Bilanciata
L. Flessibile m
L. Multiasset m
L. Obbligazionaria
L. Obbligazionaria BT
L. Obbligazionaria LT
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—
—
—
—
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m
u a on V a
M
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6,167
6,073
6,367
12,398
12,612
4,661
4,834
4,850
4,926
5,037
4,999
5,011
4,931
5,008
5,008
5,025
10,033
10,027
9,992
5,792
5,752
5,956
5,500
5,570
5,554
5,131
Anima Riserva Emerg. F
Anima Riserva Emergente H
Anima Riserva Globale A
Anima Riserva Globale f
Anima Risparmio A
Anima Risparmio AD
Anima Risparmio F
Anima Risparmio H
Anima Russell Multi-Asset
Anima Salvadanaio A
Anima Salvadanaio F
Anima Sel. Dinam. 2020 II
Anima Sel. Dinam. 2020 III
Anima Sel. Dinam. 2020 IV
Anima Sel. Dinamica 2020
Anima Sel. Dinamica 2021
Anima Selection
Anima Sforzesco A
Anima Sforzesco AD
Anima Sforzesco F
Anima Sforzesco Plus A
Anima Sforzesco Plus AD
Anima Sforzesco Plus F m
Anima Star Eu AltoPot A
Anima Star Eu AltoPot Y
Anima Star It AltoPot A
Anima Star It AltoPot Y
Anima Star It AltoPot YD
Anima Target Cedola 2022
Anima Trag. 2016 CED.3
Anima Trag. 2017 CED.4
Anima Trag. 2017 CED.4 II
Anima Trag. 2017 CED.4 III
Anima Trag. 2017 MultiCed
Anima Trag. 2018
Anima Trag. 2018 Alto Pot.
Anima Trag. 2018 Ced. Sem.
Anima Trag. 2018 Eu. A. P.
Anima Trag. 2018 Eu. A. P. II
Anima Trag. 2018 Eu. A. P. III
Anima Trag. 2018 IT. A. P.
Anima Trag. 2018 IT. A. P. II
Anima Trag. 2018 IT. A. P. III
Anima Trag. 2018 MultiCed II
Anima Trag. 2018 Target Ced.
Anima Trag. 2019 Cre. Sost.
Anima Trag. 2019 Cre. Sost. II
Anima Trag. 2019 Flex
Anima Trag. 2019 Flex II
Anima Trag. 2019 Globale
Anima Trag. 2019 Globale II
Anima Trag. 2019 MultiAss
Anima Trag. 2019 Plus
Anima Trag. 2019 PLUS II
Anima Trag. 2021 Globale
Anima Trag. Ced. America
Anima Trag. Ced. Europa
Anima Trag. Cre. Italia
Anima Trag. Dinamico
Anima Trag. II 2016
Anima Tricolore AD
Anima Tricolore F
Anima Valore Globale A
Anima Valore Globale B
Anima Valore Globale F
Anima Visconteo A
Anima Visconteo AD
Anima Visconteo F
Anima Visconteo Plus A
Anima Visconteo Plus AD
Anima Visconteo Plus F m
www.ilsole24ore.com/fondi24
m
m
m
5,994 0,28
6,001 0,28
7,631
—
7,630
—
OAS
OBI
OAS
OAS
OFL
OFL
OFL
OFL
FLE
OEB
OEB
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
OMI
OMI
OMI
OMI
OMI
OMI
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
BOB
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OMI
OFL
OMI
OMI
OMI
OMI
OMI
OMI
OFL
OFL
OMI
OMI
OMI
OMI
OMI
OMI
OMI
OMI
OMI
OMI
OMI
OMI
OMI
OMI
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OBI
OBI
AIN
AIN
AIN
BOB
OMI
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BOB
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m
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m
M
M
M m
M
M
m
—
W
W
34 Risparmio gestito
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
FONDI ASSICURATIVI UNIT LINKED
Alleanza Assicurazioni ___________
Alleata Azionaria P
Alleata Bilanciata P
Fix
Garantita Alleanza 06-16
Garantita Alleanza 06-21
Garantita Alleanza 06-26
Garantita Alleanza 06-31
Mix
Stock
Top
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
10,022
12,025
6,562
11,021
12,247
12,190
12,381
7,041
5,479
5,898
AIV Global Private 10
AIV Global Private 30
AIV Global Private 50
AIV Rainbow 10
AIV Rainbow 4
AIV Rainbow 7
AZ Azionario
AZ Best in Class
AZ Best in Class A
AZ Flex I01
AZ Obbligazionario
AZ Orizzonte 10
AZ Orizzonte 10 cl.A
AZ Orizzonte 10 cl.B
AZ Orizzonte 10 cl.C
AZ Orizzonte 20
AZ Orizzonte 20 cl.A
AZ Orizzonte 20 cl.B
AZ Orizzonte 20 cl.C
AZ Orizzonte Azionario
AZ Orizzonte Azionario cl.A
AZ Orizzonte Azionario cl.B
AZ Orizzonte Azionario cl.C
AZ Orizzonte Azionario cl.D
AZ Orizzonte Bilanciato
AZ Orizzonte Bilanciato cl.A
AZ Orizzonte Bilanciato cl.B
AZ Orizzonte Bilanciato cl.C
AZ Orizzonte Bilanciato cl.D
AZ Orizzonte Flessibile
AZ Orizzonte Flessibile cl.A
AZ Orizzonte Flessibile cl.B
AZ Orizzonte Flessibile cl.C
AZ Orizzonte Flessibile cl.D
AZ Orizzonte Monetario
AZ Orizzonte Monetario cl.A
AZ Orizzonte Monetario cl.B
AZ Orizzonte Monetario cl.C
AZ Orizzonte Obblig.B.T.
AZ Orizzonte Obblig.B.T. cl.A
AZ Rendimento Italia 2018
AZ Rendimento Italia 2020
AZ Rendimento Italia 2030
AZ Selezione Reddito
AZ Squadra Vincen.M.Stanley
AZ Squadra Vincente AGI
AZ Squadra Vincente BlackR.
AZ Squadra Vincente Pictet
AZ Squadra Vincente Pimco
AZ Sviluppo
AZ Sviluppo cl.A
AZ Sviluppo cl.B
AZB Monetario
AZB Rendimento Italia 2018
AZB Rendimento Italia 2020
AZB Rendimento Italia 2030
AZS Obbligaz.Protetto
Exclusive 25
Exclusive 50
Formula Attiva
Formula Attiva Cl.A
Formula Equilibrata
Formula Equilibrata Cl.A
Formula Moderata
Glob. Assic. GPA 14
Glob. Assic. GPA 15
Glob. Assic. GPA 7
Glob. Assic. GPA 8
Glob. Assic. GPA 9
Glob. Assic. GPA B Glob.
Glob. Assic. GPA b10
Glob. Assic. GPA b30
Glob. Assic. GPA b50
Glob. Assic. GPA b70
Glob. Assic. GPA b90
Glob. Assic. GPA Gz
Glob. Assic. GPA S Em.
Glob. Assic. GPA S Glob.
LA BilanciatoPiù
LA Capitale Prudente
LA GarantitoPiù
LA InternazionalePiù
LA ProtettoPiù
LA Vita Avanzato
LA Vita Bilanciato
LA Vita Cash
LA Vita Convertibile
LA Vita Focus
LA Vita Integro
LA Vita Ponderato
LA Vita Prudente
LA Vita Scudo
Linea Equilibrio
Linea Risparmio
Linea Sviluppo
Ras Obblig.Protetto
Ras Oriente
RB Vita America
RB Vita Bilanciato
RB Vita Capital - Unit 30
RB Vita Capital - Unit 60
RB Vita Capital - Unit 90
RB Vita Europa
RB Vita Forza 1
RB Vita Forza 2
RB Vita Forza 3
RB Vita Forza 4
RB Vita Forza 5
RB Vita Forza 6
RB Vita Globale
RB Vita Obbl. Protetto
RB Vita Oriente
RB Vita Settoriale
22.06
5,794
22.06
5,895
22.06
5,718
22.06
5,308
22.06
5,209
22.06
5,302
22.06
17,60
22.06
9,102
22.06
9,346
22.06
10,698
22.06
11,589
22.06
10,017
22.06
10,077
22.06
10,149
22.06
10,256
22.06
11,229
22.06
11,559
22.06
11,631
22.06
11,749
22.06
12,280
22.06
12,536
22.06
12,549
22.06
12,794
22.06
12,987
22.06
12,123
22.06
12,272
22.06
12,226
22.06
12,471
22.06
12,687
22.06
11,156
22.06
11,355
22.06
10,856
22.06
11,019
22.06
11,085
22.06
9,811
22.06
9,856
22.06
9,888
22.06
10,019
22.06
9,905
22.06
10,113
22.06
12,487
22.06
13,793
22.06
19,066
22.06
9,975
22.06
12,535
22.06
11,460
22.06
11,840
22.06
11,243
22.06
10,240
22.06
11,368
22.06
11,897
22.06
12,092
22.06
9,749
22.06
12,264
22.06
13,448
22.06
18,198
22.06
6,456
22.06 1286,071
22.06 1221,829
22.06
5,836
22.06
10,540
22.06
5,909
22.06
10,489
22.06
5,756
22.06
2,593
22.06
5,558
22.06
5,252
22.06
5,033
22.06
6,290
22.06
5,117
22.06
5,827
22.06
5,719
22.06
5,798
22.06
5,682
22.06
4,755
22.06
5,015
22.06
9,557
22.06
5,399
22.06
15,549
22.06
14,731
22.06
13,660
22.06
14,639
22.06
16,255
22.06
10,367
22.06
12,325
22.06
11,977
22.06
8,529
22.06
11,308
22.06
13,531
22.06
11,085
22.06
10,729
22.06
12,471
22.06
6,319
22.06
6,498
22.06
4,880
22.06
6,290
22.06
6,440
22.06
4,719
22.06
6,405
22.06
12,629
22.06
11,985
22.06
10,595
22.06
6,669
22.06
7,509
22.06
7,700
22.06
7,019
22.06
5,477
22.06
6,686
22.06
5,204
22.06
6,102
22.06
6,379
22.06
7,350
22.06
6,290
Allianz Strategy 15
Allianz Strategy 15-IT
Allianz Strategy 50
Allianz Strategy 50-IT
Liquidity
Portfolio 0-20
Portfolio 20-40
Portfolio 30-50
T4L Asia Pacific ex Jap Eq.
T4L Asian Equities
T4L Commodities
T4L Convertibles
T4L Em. Market Bonds
T4L Em. Market Equities
T4L Em. Market Short Term
T4L EMU Corporate Bonds
T4L EMU Gov. Bonds
T4L EUR Cash
T4L European Equities
T4L European High Yield B.
T4L Fixed Inc. Medium Term
T4L Fixed Inc. Short Term
T4L Global Equities
T4L High Yield Bonds
T4L Japanese Equities
T4L Multistrategy
T4L US Equities
T4L US High Yield Bonds
T4L Volatility
22.06 152,590
22.06 1029,040
22.06 169,950
22.06 1276,270
22.06
9,974
22.06
10,030
22.06
10,077
22.06
10,092
22.06
10,000
22.06
10,000
22.06
10,000
22.06
10,000
22.06
10,175
22.06
9,316
22.06
10,000
22.06
9,900
22.06
10,000
22.06
9,605
22.06
10,000
22.06
10,000
22.06
9,949
22.06
9,737
22.06
10,136
22.06
9,586
22.06
10,000
22.06
9,649
22.06
10,000
22.06
10,000
22.06
10,000
Gestilink Aran. Dinamica
Gestilink Blu Moderata
Gestilink Verde Prudente
Rosa dei Venti F.Levante
Unitpiù Deciso
Unitpiù Equilibrato
Unitpiù Misurato
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
5,961
7,292
8,257
5,201
5,798
5,587
5,189
Armonico
Armonico 2007
Attivo
Attivo 2007
Az. Specializzato
Azion. Globale
Azionario
Bilan. Globale
Bilanciato Euro
Dinamico
Equilibrato
Euromoneta
Monetario
Obblig. Euro
Obblig. Misto
Obbligazionario
Protetto
Protetto 2007
Sicuro
Trend
Trend Dinamico
Trend Equilibrato
Trend Plus
Trend Protetto
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
13,805
12,468
14,945
11,275
13,894
11,265
17,235
14,565
13,898
17,727
18,734
12,138
12,625
15,339
14,126
14,899
14,767
12,290
15,421
17,724
10,478
11,884
10,566
11,519
Aggr. classe Sprint
Aggressive
AV Total Return
Bal. classe Moderate
Balanced
Capital Tutor
Cons. classe Comfort
Conservative
Dyn. classe Fast
Dynamic
Flex. classe Active
Flexible
Gold Fund
MultiAzionario
MultiMonetario
Pension Control
Pension Medium
Pension Power
Percorso 18 Cl. A
Percorso 40 Cl. A
Percorso 61 Cl. A
Percorso 83 Cl. A
R.Est. classe D. Property
Real Estate
SinergiKa Azionario
SinergiKa Oro
21.06
21.06
22.06
21.06
21.06
20.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
22.06
22.06
22.06
31.05
31.05
31.05
22.06
22.06
22.06
22.06
21.06
21.06
22.06
22.06
4,551
8,698
11,888
6,499
7,833
10,586
6,796
7,194
4,838
8,016
6,027
8,593
9,181
11,778
11,376
14,130
14,626
13,308
13,625
13,973
13,709
12,855
11,262
12,066
14,663
7,152
Em. Mkt Equities
Euro Bonds
Europ. Equities
Force 25
Force 50
Force 90
Internat. Bonds
Japan Equities
Money Box
UK Equities
US Equities
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
16,407
14,721
9,671
12,143
10,688
8,147
13,418
4,707
11,344
8,520
7,274
Balance 2001
Balance 2001 - PIP
Best World
Best World - PIP
Brick & Share
Brick & Share - PIP
Bull & Bear
Bull & Bear - PIP
Bull & Bear Equity
Dynamic
European Defensive
Saving Units Note
Trend 2001
Value 2001
Value 2001 - PIP
World Bond
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
22.06
22.06
17.06
16.06
16.06
16.06
16.06
9,720
6,210
7,400
7,420
6,570
9,580
4,850
6,280
4,850
3,910
9,470
10,900
9,760
9,510
7,830
5,810
Multichance Allegro
Multichance Moderato
Multichance Vivace
17.06
17.06
17.06
69,330
74,250
78,170
European Equity FP
17.06
4,893
Global Opportunities
24.06
50,000
Aviva D Az. Pacifico
Aviva D Bond Mix
Aviva E Az. Am. Latina
Aviva E Az. America
Aviva E Az. Europa
Aviva E Az. Internaz.
Aviva E Az. Pac. e Giapp.
Aviva E Az.Em. EU e Med.
Aviva E Azionario Cina
Aviva E Azionario India
Aviva E Inflazione Più
Aviva E Obblig. Euro 1-3
Aviva E Obblig. Euro Corp.
Aviva E Obblig. Euro Oltre 3
Aviva E Obblig. Misto
Aviva E Obblig. US
Aviva E Strategia 20
Aviva E Strategia 30
Aviva E Strategia 40
Aviva E Strategia 50
Aviva E Strategia 70
Aviva F Inflazione Stars
Aviva Life Active 1
Aviva Life Active 2
22.06
21.06
21.06
21.06
22.06
21.06
22.06
21.06
21.06
21.06
22.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
22.06
21.06
21.06
4,840
6,280
5,760
11,110
9,530
9,480
9,190
8,080
9,780
11,580
6,300
5,100
5,950
6,610
6,240
6,590
5,390
5,450
5,970
6,460
6,970
4,610
5,470
5,620
Allianz ____________________________
Allianz Global Life Limited _______
Amissima Vita ____________________
Antonveneta Vita _________________
Arca Vita __________________________
Arca Vita International ___________
Area Life __________________________
Aspecta Assurance Intern. _______
Assicurazioni Generali SpA ______
Atlanticlux Lebensversicherung S.A.
Aviva ______________________________
Aviva Life Active 3
Aviva Life Flessibile
Aviva Obiettivo Inflaz.3/2018
Aviva Oppurtunità Az.
Aviva Pip Azionario
Aviva Pip Bilanciato
Aviva Pip Flessibile
Aviva Pip Obbligazionario
Aviva Prev. Equity Pip
Aviva UniAttiva 06/2017
Aviva UniAttiva 12/2017
CU A Bilanciato
CU A Bilanciato Più
CU A Cauto
CU A Dinamico
CU A Flessibile
CU A Mix
CU A Monetario
CU A Prudente
CU A Prudente Più
CU A Total
CU A1
CU A2
CU A3
CU A4
CU A6
CU Credit Alfa II
CU Credit Beta IV
CU Credit Delta VIII
CU Credit Gamma VI
CU Credit Garanzia
CU Credit Omega X
CU CRT B1
CU CRT B3
CU CRT B4
CU CRT B6
CU CRT D1
CU CRT D10
CU CRT D2
CU CRT D3
CU CRT D4
CU CRT D5
CU CRT D6
CU CRT D7
CU CRT D8
CU CRT D9
CU CRT Euro 10
CU CRT Euro 2
CU CRT Euro 5
CU CRT Euro 6
CU CRT Euro 8
CU CRT Fip 2
CU CRT Fip 5
CU CRT Fip 6
CU CRT Fip 8
CU CRT G2
CU CRT G5
CU CRT G6
CU CRT G8
CU D Az. America
CU D Az. Europa
CU D Az. Internazionale
CU D Obbligaz. Internaz.
CU D Prudente
CU D Prudente Più
CU Diamante
CU Equity Growth
CU Giada
CU Mixed Growth
CU Moderate Growth
CU New Rubino
CU New Smeraldo
CU New Zaffiro
CU Rubino
CU Smeraldo
CU Vita Balanced
CU Vita Cronos 1
CU Vita Cronos 2
CU Vita Cronos 3
CU Vita EB Dollar Bond
CU Vita EB Dutch Equity
CU Vita EB Emu Bond
CU Vita EB European Eq.
CU Vita EB I. T. Fund
CU Vita EB Japanese Eq.
CU Vita EB NorthAm. Eq.
CU Vita Eurofinancial Eq.
CU Vita Europe Click
CU Vita European Eq.
CU Vita Global Bond
CU Vita Global Equity
CU Vita Japan Click
CU Vita Liquidity Fund
CU Vita Mosso
CU Vita Prestige Equity
CU Vita Protected 70
CU Vita Protected 80
CU Vita Protected 90
CU Vita Technology Eq.
CU Vita Usa Click
CU Zaffiro
Equity Growth Plus
F. Az. America Stars
F. Az. Emergenti Stars
F. Az. Europa Stars
F. Crescita Stars
F. Obbl. Euro BT Stars
F. Obbl. Euro Stars
F. Obbl. US Stars
F. Reddito Stars
F. Strategia Stars
F.I.I. 102
F.I.I. 109
F.I.I. 110
F.I.I. 111
F.I.I. 115
F.I.I. 116
F.I.I. 117
F.I.I. 138
F.I.I. 148
F.I.I. 161
F.I.I. 162
F.I.I. 163
F.I.I. 164
F.I.I. 173
F.I.I. 195
Mixed Growth Plus
Moderate Growth Plus
RV CRT Azione
RV CRT Bilancia
RV CRT Euro Azione
RV CRT Euro Bilancia
RV CRT Euro Moneta
RV CRT Moneta
21.06
21.06
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22.06
21.06
21.06
21.06
21.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
21.06
21.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
5,420
5,050
5,250
7,330
4,380
5,760
5,040
6,540
5,910
5,220
5,400
6,570
6,540
5,740
6,470
5,150
6,510
5,020
6,410
6,600
5,120
6,29
5,770
7,46
8,07
8,93
8,550
9,000
9,530
9,810
7,130
9,160
6,350
6,840
6,900
6,450
6,490
6,210
5,580
6,490
5,800
5,450
9,380
5,670
6,170
6,550
5,060
6,310
6,190
5,710
4,920
6,320
6,870
6,960
6,960
7,200
7,100
6,670
5,740
6,180
5,270
5,270
6,000
6,300
6,520
5,940
6,170
6,870
5,970
5,500
6,290
6,300
5,780
16,190
18,870
6,940
7,590
7,160
7,300
7,520
4,330
9,330
5,620
2,450
3,530
5,540
4,930
30,530
8,240
6,280
7,080
28,280
5,380
7,040
7,690
5,510
5,620
5,730
3,320
29,440
14,860
5,340
6,680
4,930
6,040
5,350
5,000
5,470
5,780
5,370
5,270
8,470
6,580
5,940
6,270
8,160
8,160
8,140
7,660
6,890
7,770
7,310
8,930
9,340
6,490
5,380
5,800
5,640
7,380
8,110
5,030
6,780
7,980
7,820
E-Link Evoluz. 2005
E-Link Increm. 2005
E-Link Stabilità 2005
E-Link Sviluppo 2005
21.06
21.06
21.06
21.06
14,200
13,990
12,560
13,920
Armonia
Av. New BDM Corallo
Av. New BDM Stella Marina
Av. New BDM Tritone
Aviva BNI Balanced Trend
Aviva BNI Bond
Aviva BNI Flexi Dynamic
Aviva BNI Flexi Equity
Aviva BNI Flexi Moderate
Aviva BNI Trend
CU Azimut Accr.Int.
CU Azimut Accr.Italia
CU Azimut Conserv.
CU Azimut Equilibrato
CU BDM Conchiglia
CU BDM Corallo
CU BDM Giove
CU BDM Marte
CU BDM Mercurio
CU BDM Stella Marina
CU BDM Tritone
CU BDM Urano
CU Bond
CU BPL Azionario
CU BPL Bilanciato
CU BPL Futuro Az.
CU BPL Futuro Bil.
CU BPL Futuro Obbl.
CU BPL Gemini
CU BPL Lyra
CU BPL Obbl.
CU BPL Orion
CU BPL Pegasus
CU BPL Taurus
CU Cash
CU Equity
CU New Gemini
CU New Lyra
CU New Taurus
CU Previd. Cronos 1
CU Previd. Cronos 2
CU Previd. Cronos 3
Ouverture
22.06
22.06
22.06
22.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
22.06
21.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
22.06
22.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
22.06
24,910
5,780
5,850
6,120
3,660
4,550
4,890
3,520
4,250
3,040
5,400
5,530
6,360
6,160
6,240
5,520
7,270
8,450
7,910
6,140
6,080
8,350
11,960
4,920
5,280
5,730
5,840
5,730
6,980
6,920
5,360
5,520
6,370
6,300
8,530
13,680
5,890
5,480
5,810
5,730
5,660
5,540
17,900
Aviva BPU 1
Aviva BPU 10
Aviva BPU 11
Aviva BPU 2
Aviva BPU 3
Aviva BPU 4
Aviva BPU 5
Aviva BPU 6
Aviva BPU 7
Aviva BPU 8
Aviva BPU 9
Aviva Sol. Inv. Glb M.Manager
Aviva Str.Gl.M.ManagerUbi Ed.
Aviva Strategy UBI Edition
Aviva UBI 1
Aviva UBI 2
Aviva UBI 3
Aviva UBI 4
Aviva UBI Aggressivo A
Aviva UBI Aggressivo B
Aviva UBI Dinamico A
Aviva UBI Dinamico B
Aviva UBI Moderato A
Aviva UBI Moderato B
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
5,940
5,790
6,140
6,500
6,580
6,350
6,110
6,140
5,840
6,210
6,110
9,830
5,320
5,930
6,290
6,270
6,490
6,370
4,630
4,670
4,720
4,740
4,810
4,820
AXA Azionazio Italia
AXA Exclusive Azionaria
AXA Exclusive Progressive
AXA Exclusive Prudente
AXA Investimento Assoluto
AXA Investimento Europa
AXA Investimento Internaz.
DM Emerging Equity
DM Global Equity
DM Global Income
DM Global Small Cap
Easy Plan Az. High Dividend
Easy Plan Obb. Dinamico
Gestiplus
Linea Dinamica
Linea Equilibrata
Linea Globale
Linea Innovazione
Linea Italia
Linea Prudenziale
Previdenza Assoluto FIP
Previdenza Euro Small Cap
Previdenza Europa FIP
Previdenza Internaz. FIP
Previdenza Megatrend
21.06
20.06
20.06
20.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
21.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
14,631
12,550
12,375
10,671
11,938
12,554
13,161
9,447
9,190
10,027
11,505
9,270
8,180
14,991
10,407
10,279
10,367
11,729
11,695
8,185
11,914
10,461
11,524
13,840
9,746
AXA Excellence Azionaria
AXA Excellence Progressive
AXA Excellence Prudente
AXA Global Ass. b30
AXA Global Ass. b50
AXA Global Ass. b70
Life Absolute Value
Life Az. Innovazione
Life Az. Internazionale
Life Az. Nord America
Life Az. Paesi Emerg.
Life Azion. Giappone
Life Azionario Asia
Life Azionario Europa
Life Azionario Italia
Life Azionario Svizzera
Life Monetario Euro
Life Multif. Flessibile
Life Obbligaz. Europa
Life Profilo Dinamico
Life Profilo Equilibrato
Life Profilo Prudente
17.06
17.06
10.07
23.06
23.06
23.06
16.06
02.03
21.06
21.06
02.10
21.06
21.06
21.06
21.06
30.12
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
8,893
8,578
9,228
11,513
11,641
11,955
8,407
13,038
7,228
10,247
13,415
7,314
11,340
10,661
11,530
10,000
8,185
7,250
15,599
9,908
10,302
8,520
Accumulator Best Mix
Accumulator Best Perform.
Accumulator Best Save
21.06
21.06
21.06
13,469
12,439
13,747
Alternative Strategies
Alternative Strategies 2.0
AXA MPS Balanced
AXA MPS Conservative
AXA MPS Dynamic
AXA MPS PC 01 Europ.Equity
AXA MPS VP 01 Germania
AXA MPS VP 02 U.K.
AXA MPS VP 03 Svizzera
AXA MPS VP 04 Sel. Ger.
AXA MPS VP 05 Stati Uniti
AXA MPS VP 06 Eurozone C.
AXA MPS VP 07 UK CH SE
AXA MPS VP 08 Nord America
AXA MPS VP 09 Am. Latina
AXA MPS VP10 P. Euro Core
AXA MPS VP11 U. Europee
23.06
23.06
21.06
21.06
21.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
9,098
9,614
12,460
12,821
12,062
9,632
114,180
109,730
116,300
113,710
112,920
110,750
115,180
109,510
108,360
107,560
113,290
AXA MPS VP12 Imp Eurozona
AXA MPS VP13 Salute
AXA MPS VP14 Opp Europa
AXA MPS VP15 Resp. Soc.
AXA MPS VP16 Progresso
AXA MPS VP17 Ob.Europa
AXA MPS VP18 Ba.Comunic.
AXA MPS VP19 Targ.Europa
AXA MPS VP20 Foc.Globale
AXA MPS VP21 Italia Spagna
AXA MPS VP22 Mix Europa
AXA MPS VP23 Small Caps Eu
AXA MPS VP24 Strat. Glob.
AXA MPS VP25 Dir. Eur.
AXA MPS VP32 Eu Ut.
AXA MPS VPB90 Eu Div.
AXA MPS VPB90 Eu Oil&Gas
AXA MPS VPB90 Eu Tar.
AXA MPS VPB90 Eu Tar. 2
AXA MPS VPB90 Eu Utility
AXA MPS VPB90 Eu Utility 2
Az. Internazionale
Azionario Top Ten
Balanced 2.0
Balanced Plus A
Balanced Plus B
China Equity
Commodiities B
Commodities
Defensive 2.0
Defensive A
Defensive B
DPI - Large Caps 2019
DPI Asia 2018
DPI Emerging Mkts 2018
DPI Health Care 2019
DPI Real Asset 2018
DPI U.S. High Div. 2019
Dynamic 2.0
Dynamic A
Dynamic B
Em. Mkt Debt
Emerging Markets Eq. A
Emerging Markets Eq. B
Euro Credit
Euro Govern.Bonds A
Euro Govern.Bonds B
European Equity A
European Equity B
Global Bond
Global Real Estate
Global Real Estate B
Liquidity 2.0
Liquidity A
Liquidity B
Obbligazionario Top Ten
Pacific Equity A
Pacific Equity B
Secure 2.0
Secure A
Secure B
Secure Plus
Usa Equity A
Usa Equity B
World Bonds Opportunities
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
15.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
103,920
112,130
110,750
101,750
101,980
100,610
100,850
100,130
101,150
99,880
100,480
102,020
99,510
100,618
98,057
93,050
92,390
86,853
86,670
93,380
92,906
16,130
16,900
10,431
15,683
15,276
10,205
8,222
11,266
10,362
14,223
13,981
118,990
114,050
112,250
132,650
112,410
123,380
10,429
16,563
16,915
10,433
24,178
15,449
10,118
13,093
12,981
20,834
20,032
9,917
24,105
11,797
9,834
9,771
9,540
14,743
16,515
15,728
10,259
15,554
12,339
10,032
11,059
24,298
15,284
Arianna 2003
Attivo Europa
Base 75
Base 8
Base 85
Base Progressiva
Conservativo
Coupon 8%
Dinamico
Double Engine Aggressivo
Double Engine Aggressivo B
Double Engine Difensivo
Double Engine Difensivo B
Double Engine Equilibrato
Double Engine Equilibrato B
Equilibrato
Flessibile
Opera 13
Previdenza Aggessivo
Previdenza Equilibrato
Progr. Europa
Quadrifoglio 7+7
Sereno Europa
Suite II
Target 48
Trend Globale
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
22.06
22.06
22.06
15.06
15.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
143,033
14,531
11,703
15,463
119,069
12,626
15,276
13,546
9,474
11,538
17,012
12,793
14,223
12,602
15,206
12,681
9,064
13,636
15,013
13,884
10,099
15,602
15,419
18,985
12,561
11,912
AXA MPS Vita _____________________
Alcyone
Atlante
AZ STYLE Blue I
AZ STYLE Blue II
AZ STYLE Blue III
AZ STYLE Green I
AZ STYLE Green II
AZ STYLE Green III
AZ STYLE Red I
AZ STYLE Red II
AZ STYLE Red III
Elettra
Maia
Merope
Navigator Bal. Flex.
Navigator Equity Din.
Navigator Low Vol.
Private Selection
Quasar
Star B Equity
Star Dynam. Balanced
Star Dynam. Growth
Star Dynamic Conserv.
Star F Equity
Star J Bond
Star Money Market
Star P Bond
Star T Bond
Star T Equity
Style Money Market
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
24.06
5,379
5,409
5,643
5,834
5,961
4,900
4,818
4,763
5,531
5,967
6,117
5,430
6,202
5,350
4,999
4,651
4,993
5,101
4,870
5,784
4,777
4,272
4,952
6,612
5,205
5,308
5,274
5,365
5,764
5,002
BFI Euro Target Vol 5%
22.06
100,000
Baloise Luxembourg _____________
Aviva Assicurazioni Vita _________
Aviva Life _________________________
Aviva Vita _________________________
AXA _______________________________
AXA Interlife _____________________
AXA Life Europe __________________
AXA MPS Financial _______________
Azionario Gl. Flessibile
Equity America
Equity America PIP
Equity Asia
Equity Asia PIP
Equity Europa
Equity Europa PIP
Obbligazionario Gl. Flessibile
World Global Bond
World Global Bond PIP
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
4,608
10,120
9,027
7,121
6,545
6,589
5,918
4,956
6,389
6,016
Bim Vita Allegro
Bim Vita Andante
Bim Vita Moderato
Bim Vita Plus
22.06
22.06
22.06
22.06
11,570
14,310
13,830
10,740
Azionario B
Bilanciato B
Fondo Fortune 33
Fondo Fortune 36
Fondo Fortune 7
MF 10036200
Obbligazionario B
21.06 187,519
21.06 234,727
21.06 1570,640
21.06 245,902
21.06 231,524
21.06 140,390
21.06 251,645
BIM Vita __________________________
Cardif Vita ________________________
Carismi Bil. Prudente
Carismi Bilanciato
Carismi Conservativo
Carismi Flessibile
Carismi Vivace
Cattolica Azionario
Cattolica Bilanciato
Cattolica Obbligazionario
Cp Flex Garantito 2020
Cp Flex Garantito 2025
Cp Flex Garantito 2030
Cp Flex Garantito 2035
Cp Unico Aggressivo
Cp Unico Bilanciato
Cp Unico Prudente
Duomo Unit Moderate
Ev Strategia Int.le
Formula L In seconda
Formula Life Az.
Fuoriclasse Balanced
Ges. Obbligazionario
Gestivita Azionario
Gestivita Bilanciato
Linea Azionaria Globale
Linea Obbligaz. Globale
Nuove Rotte
Previdenza Azionario
Previdenza Bilanciato
Progetto Attivo Equity
Protezione Valore
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
21.06
21.06
21.06
16.06
16.06
16.06
17.06
16.06
16.06
16.06
21.06
17.06
17.06
21.06
21.06
17.06
17.06
17.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
17.06
12,314
10,609
8,302
14,430
8,220
5,645
5,744
5,855
12,252
14,701
14,208
12,992
13,334
13,096
13,587
6,394
15,075
13,518
5,694
6,321
13,552
12,157
14,591
9,886
12,302
7,150
12,737
12,370
5,407
10,000
Duet Azionario Europa
Duet Monetario
ETF Bilanciato & Prudente
ETF Conservativo
ETF Dinamico
ETF Vivace
Flex Azionario Europa
Flex Monetario
Guida Life America
Guida Life Brillante
Guida Life Commodities
Guida Life Dinamico
Guida Life Europa
Guida Life Flex Active
Guida Life Flex Defensive
Guida Life Forex
Guida Life High Yield
Guida Life Pacifico
Guida Life Paesi Emergenti
Guida Life Prudente
Guida Life Tesoreria
Guida Life Wealth
Life Bilanciato & Prudente
Life Conservativo
Life Dinamico
Life Protezione III/2018
Life Vivace
New Life Aggressivo
New Life Bilanciato
New Life Dinamico
New Life Monetario
New Life Prudente
Priv. Insurance Linea Azzurra
Protezione I/2016
Protezione I/2017
Protezione I/2018
Protezione I/2019
Protezione I/2020
Protezione I/2021
Protezione II/2016
Protezione II/2017
Protezione II/2018
Protezione II/2019
Protezione II/2020
Protezione II/2021
Protezione III/2016
Protezione III/2017
Protezione III/2019
Protezione III/2020
Protezione IV/2017
Protezione IV/2018
Protezione IV/2019
Protezione IX/2018
Protezione V/2017
Protezione V/2018
Protezione VI/2017
Protezione VI/2018
Protezione VII/2017
Protezione VII/2018
Protezione VIII/2017
Protezione VIII/2018
Protezione X/2018
20.06
20.06
23.06
23.06
23.06
23.06
20.06
20.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
29.04
20.05
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
12,364
10,447
4,727
4,788
5,288
5,515
12,534
10,591
9,627
7,202
4,220
6,750
8,906
5,326
4,349
5,045
6,576
7,517
4,890
6,547
5,264
9,623
10,243
10,056
11,770
9,948
13,550
4,839
6,444
5,604
7,056
7,150
5,285
11,650
10,040
9,785
10,589
10,587
9,999
11,844
9,900
9,715
9,469
10,238
9,802
10,191
10,047
9,466
10,793
9,874
10,528
9,975
10,512
10,062
10,011
10,642
9,582
10,397
11,138
11,197
11,929
10,349
Cattolica Life Limited ____________
CNP UniCredit Vita _______________
Blue E.M.
CNP A Bilanciato
CNP A Bilanciato Più
CNP A Cauto
CNP A Dinamico
CNP A Flessibile
CNP A Monetario
CNP A Prudente
CNP A Prudente Più
CNP Abs Return Stars
CNP Accumulo 03/2019
CNP D Az. America
CNP D Az. Europa
CNP D Az. Internazionale
CNP D Az. Pacifico
CNP D Bond Mix
CNP D Protection 80
CNP D Prudente
CNP D Prudente Più
FONDI ASSICURATIVI INDEX LINKED
Approfondimenti su www.ilsole24ore.com/fondi24
21.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
13,360
6,571
6,546
5,788
6,506
5,056
4,793
6,432
6,647
4,997
5,040
7,190
5,045
5,515
5,227
6,234
5,044
6,389
6,628
CNP E Az. America Latina
CNP E Az. Internazionale
CNP E Az.Em.Eu Mediterraneo
CNP E Az.Pacifico e Giappone
CNP E Azionario America
CNP E Azionario Cina
CNP E Azionario Europa
CNP E Azionario India
CNP E Inflazione più
CNP E Obblig. Euro 1-3
CNP E Obblig. Euro Corp.
CNP E Obblig. Euro Oltre 3
CNP E Obbligazionario Misto
CNP E Obbligazionario US
CNP E Strategia 20
CNP E Strategia 30
CNP E Strategia 40
CNP E Strategia 50
CNP E Strategia 70
CNP Equity&Credit Stars
CNP F Az. America Stars
CNP F Az. Emergenti Stars
CNP F Az. Europa Stars
CNP F Crescita Stars
CNP F Inflazione Stars
CNP F Obbl. Euro BT Stars
CNP F Obbl. Euro Stars
CNP F Obbl. US Stars
CNP F Reddito Stars
CNP F Strategia Stars
CNP Life Income 360
CNP Obiettivo Inflaz.03/2018
CNP Opportunità Az.
CNP Patrimonio Stars
CNP Previdenza Equity
CNP Uniattiva (scad.06/2017)
CNP Uniattiva- scad 12/2017
Green G.E.
L. Dinamica
L. Dinamica Plus
L. Protetta 01 Gennaio
L. Protetta 02 Febbraio
L. Protetta 03 Marzo
L. Protetta 04 Aprile
L. Protetta 05 Maggio
L. Protetta 06 Giugno
L. Protetta 07 Luglio
L. Protetta 08 Agosto
L. Protetta 09 Settembre
L. Protetta 10 Ottobre
L. Protetta 11 Novembre
L. Protetta 12 Dicembre
Profilo Artemide 15
Profilo Attivo
Profilo Bilanciato
Prog. Opportunity
Progetto Azionario
Progetto Medium
Progetto Obbligazion.
Progetto Smart
Progetto Sprint
Red I.E.
Risparmio Attivo
Risparmio Bilanciato
Risparmio Obbligaz.
Yellow E.B.
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
21.06
22.06
22.06
21.06
22.06
22.06
21.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
3,504
7,621
4,000
6,712
9,307
6,729
7,459
6,860
5,412
5,024
5,946
6,439
5,912
6,453
5,109
5,121
5,519
5,737
6,003
5,054
6,719
4,892
6,124
5,294
4,604
4,974
5,511
5,743
5,391
5,262
5,422
5,217
7,577
4,978
5,969
5,218
5,381
9,131
6,861
4,983
5,465
5,493
5,537
5,522
5,485
5,285
5,346
5,217
5,185
5,403
5,550
5,490
11,612
6,476
9,410
11,300
13,587
12,455
13,780
11,822
10,765
11,209
5,690
7,933
11,562
14,458
Crescendo+Base
Crescita
Global View 2
Global View 3
Global View 4
Global View 5
Global View Convertible Bond
Global View Dream Team
Global View Europe Equity
Global View Flex Emerging
Global View Global Bond
Global View Global Equity
Global View Liquidity
Risparmio
Sicurezza
Soluzione 97
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
12,711
11,893
9,976
10,492
10,865
12,243
9,855
9,960
10,054
9,947
10,114
9,879
9,987
10,303
14,338
10,681
CA Vita Top Selection
Do
Duemme Flex1
Duemme Flex2
Duemme Flex3
Duemme Flex4
Fa 2006
Fa 2009
Flex EZ
Flex FT
Flex JP
Flex PT
Flex SC
Global Selection
La 2007
Mi 2006
MI 2009
PIP Progetto Previdenza 2025
PIP Progetto Previdenza 2030
PIP Progetto Previdenza 2035
PIP Progetto Previdenza 2040
PIP Progetto Previdenza 2045
Progetto Domani 2015
Protezione 90 Dicembre 2022
Protezione 90 Giugno 2022
Protezione 90 Marzo 2022
Protezione 90 Settembre 2022
Protezione Agosto 2019
Protezione Agosto 2021
Protezione Aprile 2020
Protezione Dicembre 2019
Protezione Maggio 2021
Protezione Ottobre 2021
Protezione Settembre 2020
Re 2006
Re 2007
RE 2009
Si 2007
Sol 2006
Sol 2009
17.06
22.06
17.06
17.06
17.06
17.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
17.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
9,740
10,610
10,000
10,000
10,000
10,000
9,080
9,060
11,780
12,700
12,990
12,220
11,830
9,960
10,230
9,176
11,750
11,450
11,630
11,390
11,390
11,390
9,410
10,100
10,100
9,500
9,790
12,150
10,390
11,330
11,520
10,490
10,370
10,660
11,060
8,800
9,060
7,990
11,380
12,880
Credemvita _______________________
Crédit Agricole Vita ______________
Creditras Vita _____________________
2RV B1
22.06
6,274
2RV B3
22.06
6,851
2RV B4
22.06
6,857
2RV B6
22.06
6,646
2RV D1
22.06
5,890
2RV D10
22.06
6,521
2RV D2
22.06
5,839
2RV D3
22.06
6,166
2RV D4
22.06
5,871
2RV D5
22.06
6,048
2RV D6
22.06
—
2RV D7
22.06
5,726
2RV D8
22.06
5,856
2RV D9
22.06
5,516
2RV Dinamica
22.06
5,471
2RV Eurounit 1
22.06
5,948
2RV Eurounit 2
22.06
6,140
2RV Eurounit 3
22.06
5,952
2RV Eurounit 4
22.06
4,897
2RV Eurounit Plan 1
22.06
6,149
2RV Eurounit Plan 2
22.06
6,085
2RV Eurounit Plan 3
22.06
5,774
2RV Eurounit Plan 4
22.06
4,852
2RV Fip2
22.06
6,768
2RV Fip5
22.06
6,929
2RV Fip6
22.06
7,141
2RV Fip8
22.06
6,699
2RV Invest 1
22.06
6,169
2RV Invest 2
22.06
5,986
2RV Invest 3
22.06
5,739
2RV Invest 4
22.06
4,909
2RV Invest 5
22.06
5,469
2RV Plan 1
22.06
3,027
2RV Plan 2
22.06
5,263
2RV Plan 3
22.06
5,446
2RV Plan 4
22.06
4,180
2RV Serena
22.06
6,228
2RV Sicura
22.06
6,727
2RV Tranquilla
22.06
6,531
2RV VPP Riccardo
22.06 1256,241
2RV VPP Sequoia
22.06 1213,104
2RV VPP Vitiano
22.06 1163,931
CGV Futuroro Azione
22.06
7,352
CGV Futuroro Bilancia
22.06
8,167
CGV Futuroro Euro Azione
22.06
5,639
CGV Futuroro Euro Bilancia
22.06
6,496
CGV Futuroro Euro Moneta
22.06
6,513
CGV Futuroro Moneta
22.06
8,208
Creditras A Bilanc. Più
22.06
6,533
Creditras A Bilanciato
22.06
6,544
Creditras A Cash
22.06
4,872
Creditras A Cauto
22.06
5,818
Creditras A Dinamico
22.06
6,464
Creditras A Flessibile
22.06
5,175
Creditras A Mix
22.06
6,463
Creditras A Monetario
22.06
4,735
Creditras A Prudente
22.06
6,422
Creditras A Prudente Più
22.06
6,642
Creditras A Total
22.06
5,277
Creditras A2
22.06
6,023
Creditras Absolute Return Stars 22.06
5,017
Creditras Accumulo 03/2019 22.06
5,038
Creditras China Equity
22.06
8,814
Creditras D Az. America
22.06
6,452
Creditras D Az. Europa
22.06
5,467
Creditras D Az. Intern.
22.06
5,614
Creditras D Az. Pacifico
22.06
4,911
Creditras D Bond Mix
22.06
6,297
Creditras D Obbl. Intern.
22.06
6,034
Creditras D Prudente
22.06
6,334
Creditras D Prudente Più
22.06
6,528
Creditras Dynamic Prot. 80
22.06
5,016
Creditras E Az. America
22.06
11,385
Creditras E Az. CIna
22.06
9,709
Creditras E Az. Em.EU e Med. 22.06
7,845
Creditras E Az. Giappone
22.06
9,353
Creditras E Az. India
22.06
11,350
Creditras E Az.Am.Latina
22.06
6,042
Creditras E Azion. Europa
22.06
9,673
Creditras E Azion. Internaz.
22.06
9,608
Creditras E Inflaz. Più
22.06
6,262
Creditras E Obbl. Euro 1-3
22.06
5,075
Creditras E Obbl. Euro Corp. 22.06
5,964
Creditras E Obbl. Euro Oltre 3 22.06
6,589
Creditras E Obbl. Misto
22.06
6,309
Creditras E Obbl. US
22.06
6,563
Creditras E Strategia 20
22.06
5,426
Creditras E Strategia 30
22.06
5,498
Creditras E Strategia 40
22.06
6,090
Creditras E Strategia 50
22.06
6,456
Creditras E Strategia 70
22.06
6,980
Creditras Em. Economy Eq.
22.06
4,110
Creditras Em.Europe&Med.Eq 22.06
5,631
Creditras Equity & Credit Stars 22.06
5,042
Creditras Euro B. Enhanced
22.06
6,443
Creditras Euro B. Over 3
22.06
7,441
Creditras Euro Bond 1-3
22.06
5,510
Creditras Euro Cash
22.06
4,881
Creditras Europe Equity
22.06
5,027
Creditras Income
22.06
5,667
Creditras Income Clock
22.06
7,865
Creditras India Equity
22.06
10,895
Creditras Intern. Equity
22.06
5,623
Creditras LatinAmerica Eq
22.06
4,879
Creditras Life Active1
22.06
5,639
Creditras Life Active2
22.06
5,565
Creditras Life Active3
22.06
5,680
Creditras Life Az. America
22.06
6,557
Creditras Life Az. Europa
22.06
5,314
Creditras Life Az. Internaz.
22.06
5,500
Creditras Life Az. Pacifico
22.06
4,677
Creditras Life Bond Selec.
22.06
6,178
Creditras Life Dinamico
22.06
6,199
Creditras Life Flessibile
22.06
5,108
Creditras Life Prudente
22.06
6,295
Creditras M1
22.06
4,542
Creditras M10
22.06
10,320
Creditras M2
22.06
6,583
Creditras M3
22.06
6,943
Creditras M4
22.06
5,950
Creditras M5
22.06
7,856
Creditras M6
22.06
7,673
Creditras M7
22.06
6,666
Creditras M8
22.06
9,962
Creditras M9
22.06
6,866
Creditras North A. Equity
22.06
7,068
Creditras Opportunità Az.
22.06
7,406
Creditras Pacific Equity
22.06
5,149
Creditras Patrimonio Stars
22.06
4,997
Creditras Total Return
22.06
5,156
Creditras Us Bond
22.06
8,047
CRV 2K
22.06
7,236
CRV 4K
22.06
7,221
CRV 5K
22.06
6,753
CRV 6K
22.06
6,242
CRV 8K
22.06
5,126
CRV A1
22.06
6,273
CRV A3
22.06
7,439
CRV A4
22.06
8,094
CRV A6
22.06
8,973
CRV B1
22.06
6,586
CRV B3
22.06
6,838
CRV B4
22.06
6,836
CRV B6
22.06
6,446
CRV Balanced
22.06
6,299
CRV Bond
22.06
4,822
CRV D1
22.06
6,651
CRV D10
22.06
6,138
CRV D2
22.06
5,681
CRV D3
22.06
6,541
CRV D4
22.06
5,904
CRV D5
22.06
5,342
CRV D6
22.06
9,797
CRV D7
22.06
5,624
CRV D8
CRV D9
CRV Equilibrio
CRV Equity
CRV Euro 10
CRV Euro 2
CRV Euro 5
CRV Euro 6
CRV Euro 8
CRV Eurodue
CRV Eurotre
CRV F Az.America Stars
CRV F Az.Emergenti Stars
CRV F Az.Europa Stars
CRV F Crescita Stars
CRV F Inflazione Stars
CRV F Obbl.Euro BT Stars
CRV F Obbl.Euro Stars
CRV F Obbl.US Stars
CRV F Reddito Stars
CRV F Strategia Stars
CRV Fip2
CRV Fip5
CRV Fip6
CRV Fip8
CRV Five
CRV Four
CRV G2
CRV G5
CRV G6
CRV G8
CRV Income 360
CRV Large
CRV Medium
CRV Ob.Inflazione 03/2018
CRV One
CRV Previdenza Equity
CRV Sicurezza
CRV Small
CRV Sviluppo
CRV Three
CRV Two
CRV Uniattiva(scad. 06/2017)
CRV Uniattiva(scad. 12/2017)
Exclusive Beta
Exclusive Cisles
Exclusive F40
Exclusive Fusine
Exclusive Futuro
Exclusive Giuliano
Exclusive Granata
Exclusive Michele
Exclusive Risparmio Attivo
Exclusive Romano
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
21.06
22.06
21.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
6,256
6,593
8,069
5,011
5,283
6,530
6,342
5,998
5,124
—
4,584
6,624
4,962
6,098
5,342
4,616
5,013
5,481
5,749
5,376
5,264
7,063
7,210
7,302
6,902
6,790
7,762
5,583
6,914
6,749
5,845
5,478
3,736
6,011
5,247
7,356
5,857
6,700
—
7,223
7,973
7,903
5,212
5,389
1978,236
982,279
982,277
1992,659
1234,626
1182,109
1186,161
1206,506
986,055
1748,342
Darta Saving Life A. ______________
Advam Alarico Re
AGI Capital Plus
AGI Fund Strat
AGI Strategy Plus
Agora Dynamic
Alkimis Capital
Allianz Liquid Alternative
AllianzGl Special Capital Plus
Ch F Flex Bond
Ch F Megatrend
Ch OT Equity
Ch OT New Talent
Ch OT USD
Ch Q Gold
Ch Q-Selection
Ch Q-Stone
Ch Tg Ret Bond
Chal. Formula Pimco Authy
Challenge Formula SRI
China CSOP HY Bond
Darta Ch Team Invesco
Darta Challenge OpenTeam
Darta Challenge Tesoreria
Darta ChallengeFormula100
Darta ChallengeFormula15
Darta ChallengeFormula30
Darta ChallengeFormula70
Darta ChallengeTeam GAM
Darta Obiettivo Crescita
Darta PIMCO Inc. Bond
Darta PIMCO Inc. Bond Plus
Darta PIMCO Inc. Eq. Focus
Darta Target Diamond
Darta Target Emerald
Darta Target Gold
Darta Target Platinum
Darta Target Silver
Darta Target Stone
Darta Target Titanium
Darta Team Blackrock
Darta Team Carmignac
Darta Team JPMorgan AM
Darta Team Morgan Stanley
Darta Team Pictet
Darta Team Pimco
Darta Team Schroders
Darta Team Templeton
Darta Total Return100
Darta Total Return50
OT Alpha
OT Em Mkts
Pimco Credit Navigator
Pimco Special Strat. Income
Selezione Reddito
T Ret Bond US HY
Team Allianz Gl. Investors
Team Kairos
Team M&G
Team Pioneer
TR Bond EM
X Agi Eur Eq.Select
X Agi Inc&Gr.
X Agi Strat 50
X Bgf Eur Eq.Inc.
X Bgf Fix Inc. Gl.Opp.
X Bgf Glob.All.
X Carm Gl.Eq.
X Carm. Flex Bal.
X Carm. Stab.
X Inv. Eur Corp. Bond
X Inv. Ibra
X Inv. Paneur HI
X Jpm Eur Eq.Plus
X Jpm Glob.Inc.
X Jpm Inc.Opp.
X Kairos It.
X Kairos Multi Strat.
X Kairos Sel.
X MS Dap
X MS GBaR
X Pict. Eur Sh.T. HY
X Pict. Mago
X Pict. Megatrend
X Pimco Div. Inc.
X Pimco Gmaf
X Pimco Tot.Ret.
X Pioneer Abs Ret. Bond
X Pioneer Strat.Inc.
X Pioneer Top Eur Pl.
X Schr. Eur Divid.Max
X Schr. Front.Mkts
X Schr. MA Inc.
X Templ. Africa
X Templ. GF Strat.
X Templ. Gl.Tr.
X-TEAM MS Glb Brands
XT AGI Agricultural
XT AGI Big Japan
XT AGI Conv
XT AGI EM Def
XT AGI Intellectual
XT AGI Strat 15
XT Algebris Allocation
XT Algebris Fin. Cred.
XT Algebris Fin. Eq.
XT Algebris Fin. Income
XT BGF Gl Ma Inc
XT BNY EM Debt
XT BNY Gl Opp
XT BNY SmallCap Eur
XT BSF Fix Inc Str
XT Carmignac Conserv
XT Carmignac Gl Bond
XT DNCA Eurose
XT DNCA Evolutif
XT DNCA Miuri
XT Fidelity China Cons
XT Fidelity Glb Div
XT Fidelity GMAI
XT GAM Abs. Return
XT GAM EM Opp
XT GAM Health Innov
XT GAM L/S Equity
XT GAM Luxury
XT GS Gl. Equity Long Short
XT GS Gl. Income Builder
XT GS Strat. Inc. Bond
XT GS Strategic Macro Bond
XT INV America
XT INV Fless
XT INV PiazzAffari
XT Invesco Gl Tgt Ret
XT Invesco PanEur Eq Inc
XT Janus Bal
XT Janus Gl Flex Inc
XT Janus Gl Life Sc
XT JPM EM Strat Bond
XT JPM Gl Bond Opp
XT Kairos Bond Plus
XT Kairos Key
XT M&G Eur Div
XT M&G G1 F R HY
XT M&G Pr All
XT MS Frontier EM Mkts
XT MS Gl Fixed Inc Opp
XT Pictet Em Loc Debt
XT Pictet High Div
XT Pimco Cap Sec
XT Pimco Div Inc&Build
XT Pimco Gl B
XT Pimco Income
XT Pimco Strat. Income
XT Pioneer Eur Eq Inc
XT Pioneer Multi Asset Inc
XT Schroder Alpha Abs
XT Schroder Italian Eq
XT Schroder S US L/S
XT Templeton Gl Inc
XT Templeton Str Inc
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
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20.06
20.06
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22.06
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22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
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22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
7,637
10,002
10,025
9,547
9,524
9,686
9,971
11,443
9,951
11,762
12,051
11,396
10,496
9,328
10,781
11,520
11,363
10,701
11,599
8,560
11,132
12,086
9,856
8,313
11,050
10,827
9,670
11,877
9,904
10,039
10,015
9,697
6,780
5,705
6,821
6,496
6,383
6,937
5,578
13,026
12,063
13,095
15,329
12,981
12,172
12,517
12,377
5,346
5,403
9,938
9,735
10,079
10,802
10,148
9,682
12,747
11,461
9,989
10,715
9,979
12,168
9,987
11,639
11,552
9,862
9,642
10,705
10,665
9,785
10,421
10,432
10,592
11,234
10,469
9,648
10,184
9,275
9,498
8,077
11,116
10,151
10,727
9,842
10,486
10,359
10,215
9,125
12,095
10,574
9,711
10,169
9,453
7,679
11,051
8,998
10,941
9,064
10,886
10,424
9,645
9,453
10,098
9,462
10,214
8,832
8,820
9,630
9,568
10,241
12,103
9,987
9,974
10,873
10,008
10,322
10,390
10,338
11,015
11,546
9,257
9,272
11,935
9,819
10,020
8,685
9,997
9,730
9,932
11,549
10,116
10,161
10,180
10,834
9,684
9,528
10,395
9,667
10,109
11,034
10,891
9,812
9,900
10,037
9,340
9,573
8,265
10,578
10,081
8,952
10,270
10,305
9,934
9,974
11,245
10,794
10,374
9,809
8,870
9,422
Fondo Attivo
Fondo Azionario
Fondo Azione Più
Fondo Bilanciato
Fondo Dinamico
Fondo Dinamico Cl. A
Fondo Prima Base
Fondo Seconda Base
Fondo Terza Base
16.06
16.06
18.02
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
13,306
12,885
10,000
13,636
12,663
11,920
14,126
17,757
20,835
Ifis G.Dynamic Allocation
Ifis G.Selective Allocation
16.06
16.06
109,428
99,299
Life Dinamico
Life Obbligazionario
22.06
22.06
4,294
3,970
Az. Globale(Augusta)
Az.Globale(Toro,L.Italico)
Bilanciato Globale
Cash
Dynamic
Euro Blue Chips
European Equity P
Fondo Ina Valore Attivo
Fondo Valore Azione
Fondo Valute Estere
Global Bond
Global Equity
Il Meglio Azionario
Il Meglio Bilanciato
Il Meglio Obbligaz.
INA F. Blunit Forza5
INA F. Blunit Forza6
INA F. Blunit Forza7
Italian Equity
Nuovo Fondo Ina
Target 2010 - 2025
Target 2011 - 2021
22.06
22.06
22.06
17.06
17.06
17.06
17.06
22.06
21.06
22.06
17.06
17.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
17.06
22.06
17.06
17.06
11,812
14,553
14,759
6,445
3,443
6,680
4,609
4,865
13,182
1,241
7,915
6,759
5,389
6,317
6,410
11,633
13,302
11,959
8,844
9,914
7,734
6,841
Adria Equilibrio
Aptus I
Aptus II
Aptus III
BG 2011-2016
BG 2011-2017
BG 2011-2020
BG 2011-2021
BG 2011-2022
BG 2011-2025
BG 2011-2026
BG 2011-2027
BG 2011-2030
BG 2011-2031
BG 2011-2032
BG A 2018
BG A 2023
BG A 2028
BG A 2033
BG Azionario I
BG Azionario II
BG Bilanciato I
BG Bilanciato II
BG Dinamico
Espansione
16.06
17.06
17.06
17.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
17.06
17.06
17.06
17.06
16.06
17.06
6,679
5,229
5,008
4,347
10,743
11,266
12,830
13,020
13,674
14,531
14,767
14,918
15,215
15,101
15,014
12,736
16,762
17,469
17,366
2,687
3,088
4,352
5,411
9,131
3,267
Ergo Previdenza __________________
Euresa-Life _______________________
Fata Vita di Genertellife __________
Generali Italia ____________________
Genertellife ______________________
Espansione Duemila
GLIFE Income Bond (Acc)
GLIFE Income Bond (Dis)
GLIFE Income Equity (Acc)
GLIFE Income Equity (Dis)
GT Bond 2023
GT Bond 2028
GT Bond 2033
GT Bond 2038
LVA Az. Previdenza P
LVA Din Previdenza P
LVA Din. Azionario
LVA In Azione
LVA Ob. Obbligazion.
Premium Portfolio Model
Stg Model Portfolio
Sviluppo
Sviluppo Duemila
Tirreno Unit Equilibrio
Tirreno Unit Protezione
Tirreno Unit Sviluppo
Valore
17.06
16.06
16.06
16.06
16.06
17.06
17.06
17.06
17.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
16.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
3,148
10,078
10,076
9,867
9,862
14,436
15,960
16,659
17,448
6,140
9,282
4,281
4,069
3,654
9,977
10,714
4,532
4,085
6,885
5,599
6,327
6,376
Groupama Bilanciato I
Groupama Bilanciato N
Groupama Dinamico I
Groupama Dinamico N
Groupama Prudente I
Groupama Prudente N
ValorePiù Azionario Cl.A
ValorePiù Azionario Cl.B
ValorePiù Azionario Prev.
ValorePiù Bilanciato Cl.A
ValorePìù Bilanciato Cl.B
ValorePiù Obbligazionario
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
72,650
13,950
71,310
11,770
77,070
19,410
13,524
14,742
9,370
15,372
13,350
13,695
ING ClearFuture Euro Sh.T
ING Global Bonds
ING Pioneer Corp. Bonds
ING Pioneer Eur. Equities
ING Pioneer Euro Bonds
ING Pioneer Glb Equities
ING Pioneer Jap. Equities
ING Pioneer US Equities
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
98,220
166,000
139,690
118,960
141,040
157,980
123,840
210,880
Groupama Assicurazioni _________
ING Life Luxembourg ____________
IV Prosp. Protetta2010 v.prot.
Lungo Termine
LV Cap, Att. Base Reddito
LV Cap. Att. Base
LV Cap. Att. Plus
LV Cap. Att. Standard
LV Cap. Att. Standard Redd.
LV Prosp. Prot.2010 Val.Corr.
LV Prosp. Prot.2010 Val.Prot.
LV Prosp. Protetta Val.Corr.
LV Prosp. Protetta Val.Prot.
LV Prospettiva Conservativa
LV Prospettiva Dinamica
LV Prospettiva Moderata
Medio Termine
Multiasset Flex 10
Multiasset Flex 5
Mutiasset Flex 15
Obbligaz. Blue
Obbligaz. Plus
Obbligazionario
Obbligazionario Flex
ProtezAttiva 2010 val. corr.
ProtezAttiva 2010 val. prot.
ProtezAttiva set05 val.corr
ProtezAttiva set05 val.prot
ProtezAttiva val.corrente
ProtezAttiva val.protetto
SPV P.Protetta 2010 val.corr.
SPV P.Protetta 2010 val.prot.
Synthesis Mix 10
Synthesis Mix 20
Synthesis Mix 30
Synthesis Multiasset 30
Synthesis Multiasset Flex
Total Return
Unit Linea 1
Unit Linea 2
Unit Linea 3
Unit Linea 4
23.06
20.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
20.06
24.06
24.06
24.06
21.06
21.06
21.06
24.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
9,547
11,643
95,540
106,165
114,386
112,388
98,089
106,479
93,186
101,328
95,928
124,392
147,187
136,319
10,658
9,271
9,990
9,082
150,531
260,172
233,731
9,427
10,869
9,640
9,991
9,617
12,423
11,744
10,945
9,576
10,084
9,635
9,548
9,841
9,399
9,082
14,851
15,128
14,112
10,040
EV Strategia 15 P
EV Strategia 30 P
EV Strategia 40 P
EV Strategia 55 P
EV Strategia 70 P
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
11,940
11,511
10,944
10,803
10,186
Azionario Internazionale
Bilanciato Euro
Conservativo
Dinamico
Equilibrato
Obbligazionario Euro
Specializzato
Valore Aggiunto
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
12,682
14,077
14,349
10,911
12,954
14,686
10,239
151,924
Global Equity
Global Equity Plus
Global Equity Previ P
20.06
20.06
20.06
15,709
13,173
12,281
Intesa Sanpaolo Vita L.Fideuram
m
Av va
9,148
9,351
8,951
1,068
1,130
1,061
2,058
1,712
0,937
1,409
0,953
9,943
10,057
0,608
0,921
0,881
0,960
0,725
1,045
0,863
1,246
1,008
9,297
8,013
9,537
8,003
10,250
10,693
10,546
1,423
1,402
1,159
14,134
12,433
10,556
10,005
12,258
12,066
10,670
11,634
11,322
7,867
12,263
14,010
13,210
18,809
12,976
9,458
10,035
9,562
10,934
1,565
1,425
1,309
10,167
10,375
10,266
8,274
10,283
0,915
1,166
1,011
1,971
0,891
0,954
0,937
1,000
9,999
9,905
9,932
1,085
1,430
1,420
11,332
11,591
11,710
12,534
1,079
1,057
1,281
1,205
1,367
1,428
1,107
1,201
1,160
0,824
1,150
0,971
1,476
1,143
0,814
0,996
1,038
0,839
1,290
0,750
1,443
1,636
1,202
1,187
1,670
2,082
1,901
1,638
1,771
0,824
0,928
1,372
2,596
1,759
1,904
10,540
10,540
10,783
10,306
10,582
10,786
10,357
10,889
11,139
10,647
11,582
10,062
10,602
1,405
1,506
1,515
1,476
1,329
10,632
1,150
1,391
11,461
1,016
1,031
11,058
17,263
12,332
12,515
13,895
11,436
10,310
10,273
10,389
12,324
15,630
14,047
1,258
10,015
8,072
1,450
1,302
1,652
Intesa Sanpaolo Vita L.Sanpaolo
Azionaria Indici
Conservativa
Dinamica Protetta
Dinamica Protetta 2
FP Azionaria Indici
Investire Emergenti
Investire Italia
Investire Mondo
Italiana Linea Equilibrio P
Italiana Linea Futuro P
Italiana Linea Prudente P
Italiana Unit 80+
L. Bilanciata Aggressiva
L. Bilanciata Vivace
L. Garantita
L. Obbligazionaria
L. Stabile
L. Trasformazioni
17.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
24.06
21.06
21.06
21.06
21.06
17.06
17.06
22.06
22.06
22.06
22.06
21.06
24.05
21.06
21.06
21.06
21.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
23.05
23.05
23.05
23.05
23.05
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
23.06
6,520
142,793
167,173
157,881
170,291
140,324
153,214
77,860
9,151
79,618
189,897
197,605
231,891
7,026
6,032
4,550
6,425
6,639
7,229
122,052
121,538
127,110
118,810
130,891
127,891
774,140
732,200
596,620
500,640
690,440
601,390
761,020
703,310
826,240
702,350
502,740
808,710
703,230
30,420
17,722
19,815
18,844
15,601
10,519
10,598
14,827
10,693
9,662
11,639
11,312
9,938
16,805
12,228
11,896
13,389
7,614
11,252
10,161
13,943
9,877
12,980
15,234
13,707
10,067
9,494
10,765
12,398
13,270
11,148
10,898
12,081
11,329
16,804
16,33
9,984
12,815
8,332
9,255
10,965
8,984
15,914
9,847
11,880
11,688
9,740
12,817
9,931
10,000
Formula Bilanciata
Previ Bilanciato
Previ Dinamico
21.06
21.06
21.06
9,901
13,464
15,754
Adb Dyn.Asset Allocation
Alba Prof. Balanced
Alba Prof. Dynamic
Alba Prof. Prudent
Asfalia Custodia-Crescita
Bgb Flex Alpha
Bgb Multistrategy
Bgb My Fund
ELF Absolute Ret. Bond C
Marigian Fund
Neul Az. Europa
Neul Az. Giappone
Neul Az. Globale
Neul Az. Tattico-Eur.
Neul Az.Nord-America
Neul Azionario UK Growth
Neul Obblig. Europa
Neul Obblig. Globale
Neul Prof. Bilanciato
Neul Prof. Dinamico
Neul Prof. Prudente
Ser Uk Equity Growth F. A
Ser. American A
Ser. Euro Bond
Ser. Europe Tactical A
Ser. Global Balanced
Ser. Global Bond
Ser. Global Equity
Ser. Japan A
Ser. Prof.Conservative
Ser.Cash Fund
17.06
22.06
22.06
22.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.04
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
1221,210
8,155
6,802
10,595
1023,590
1009,570
928,510
1160,640
1073,280
730,980
4,706
2,740
3,387
3,693
3,874
5,293
9,590
7,084
5,551
4,295
6,086
5,412
3,750
11,340
3,787
9,553
11,275
8,540
2,871
8,624
5,835
Bilanciato
Diapason II
Dinamico
Moderato
Obiettivo Performance
Smart Brand
Smart Brand 2.0
Top Brand 06/14
Val. Aprile 2013
Val. Gennaio 2013
Val. Marzo 2012
Val. Marzo 2016
Val. Rend. 06/2010
Val. Rend. 08/2011
Val. Rend. 08/2012
23.06
29.04
23.06
23.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
20.06
17,225
7,885
15,934
16,620
9,990
9,690
9,710
10,570
11,000
10,970
11,710
10,290
10,380
10,400
10,730
—
m
—
AXA MPS nan a
M
m
M
M
M
M
Po e V a
M
m
M
M
—
—
—
M
M
m
m
m
m
m
M
m
m
M
M
Direz. Futuro Prima
Direz. Futuro Seconda
Direz. Futuro Terza
FLP Bond Plus Serie II A
FLP Bond Plus Serie II B
FLP Dynamic serie II A
FLP Dynamic serie II B
Linea Alpha Accumulo
Linea Lybra Ob.2025
Linea Maxima Ob.2025
LV Aggressivo Cl. A
LV Aggressivo Cl. B
LV Dinamico Cl. A
LV Dinamico Cl. B
LV Moderato Cl. A
LV Moderato Cl. B
LV Strategy Ubi Edition
MultiBalanced A
MultiBalanced B
MultiFlex A
MultiFlex B
Previnext Balanced
Previnext Dynamic
S.I. Globale Multimanager
Terza 2002 A
Terza 2002 B
Unit Private 450.103
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
17.06
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17.06
17.06
17.06
17.06
12,524
6,481
8,180
12,759
13,134
11,570
12,102
7,950
11,660
8,604
9,846
9,027
9,529
9,645
9,978
9,905
11,703
14,783
15,405
14,544
15,094
13,592
14,347
9,727
11,329
11,906
10,774
Alternative Fund 1
Alternative Fund 2
Alternative Fund 3
Mediolanum Più 2012 Fund
Mediolanum Più
M
m
M
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M
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M
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M
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M
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M
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20.06
20.06
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MultiManager UL A un.A
MultiManager UL E un.A
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Itas Vita __________________________
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Accumulazione
Anni 40
Anni 50
Anni 60
Anni 70
Anni 80
Azionario
Azionario Blue
Azionario Flex
Azionario Green
Azionario Plus
Bilanciato
Bilanciato Plus
Crescita
Dinamica
Eurounit Azionario
Eurounit Dinamico
Eurounit Equilibrato
Eurounit Prudente
Fondo Antonietta
Fondo BIA11
Fondo Brunello
Fondo Ponti
Fondo Tito
Fourten Fund
GpA Accordo
GpA Accordo 2
GpA Acuto
GpA Acuto 2
GpA Armonia
GpA Armonia 2
GpA Motivo
GpA Motivo 2
GpA Private Bond
GpA Private Global Guar.
GpA Private Global High
GpA Private Global Low
GpA Private Global Medium
Intesa Vita Az Cina
Intesa Vita AzAmerGrowth
Intesa Vita AzAmerValue
Intesa Vita AzEuropa Gr.
Intesa Vita AzEuropa Value
Intesa Vita Monet Dollaro
Intesa Vita Monet Euro
Intesa Vita Obblig Euro
ISV CapAttivoBase
ISV CapAttivoBaseReddito
ISV CapAttivoPlus
ISV CapAttivoStandard
ISV CapAttivoStandardRedd.
ISV Prosp. Az. America
ISV Prosp. Az. Europa
ISV Prosp. Az. Giappone
ISV Prosp. Az. Internazionale
ISV Prosp. Az. Italia
ISV Prosp. Az. Pacif. ex Giapp.
ISV Prosp. Az. PaesiEmergenti
ISV Prosp. Dinamica
ISV Prosp. Mon. Euro
ISV Prosp. Obblig. Corporate
ISV Prosp. Obblig. Dollaro
ISV Prosp. Obblig. Euro
ISV Prosp. Protetta val.corr.
ISV Prosp. Protetta val.prot.
ISV Prosp.Conservat.Reddito
ISV Prosp.Conservativa
ISV Prosp.Moderata
ISV Prosp.ModerataReddito
IV Prosp. Protetta2010 v.corr.
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21.06
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20.06
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Intesa Sanpaolo Vita L.Noricum _
Alpha Mix7-Classe Deluxe
22.06
Alpha Mix7-Classe Exclusive 22.06
Alpha Mix7-Superior
22.06
Az. America
22.06
Az. America MM
22.06
Az. America SPIF
22.06
Az. Econ. Em. MM
22.06
Az. Econ. Em. SPIF
22.06
Az. Euro
22.06
Az. Europa MM
22.06
Az. Europa SPIF
22.06
Az. Flessibile
22.06
Az. Flessibile 7 anni
22.06
Az. Giappone
22.06
Az. Internazionale
22.06
Az. Italia
22.06
Az. Italia MM
22.06
Az. Italia SPIF
22.06
Az. Pacifico MM
22.06
Az. Pacifico SPIF
22.06
Az. Settoriale MM
22.06
Az. Settoriale SPIF
22.06
Base Target 04/2022
22.06
Base Target 04/2022 val. prot. 22.06
Base Target High Divid.
22.06
Base Target High Divid. val. prot. 22.06
Cap. Attivo Base 2
22.06
Cap. Attivo Plus 2
22.06
Cap. Attivo Standard 2
22.06
Dinamico
22.06
Dinamico MM
22.06
Dinamico SPIF
22.06
EL Base 24
22.06
EL Base 24 val.prot.
22.06
EL Base Più Bonus val.prot.
22.06
EL Base Più val.prot.
22.06
EL Base Piu'
22.06
EL Base Piu' Bonus
22.06
EL Capitale Attivo Base
22.06
EL Capitale Attivo Plus
22.06
EL Capitale Attivo Standard
22.06
EL Prosp. Az. Italia
22.06
EL Prosp. Conservativa
22.06
EL Prosp. Dinamica
22.06
EL Prosp. Moderata
22.06
EL Prosp. Ob. High Yield
22.06
EL Prosp. Obblig. Corpor.
22.06
EL Prosp. Prot. Val. Prot.
22.06
EL Prosp. Protetta
22.06
EL Prosp. Prot.V.Prot.2010
22.06
EL Prosp. Protetto 2010
22.06
Equilibrato
22.06
Equilibrato MM
22.06
Equilibrato SPIF
22.06
Excludive Base
22.06
Exclusive Plus
22.06
Exclusive Protetto
22.06
Exclusive Protetto val.prot.
22.06
Exclusive Standard
22.06
Extra
22.06
Extra MM
22.06
Extra SPIF
22.06
Far East
22.06
Forziere Dinamico
22.06
Forziere Equibrato
22.06
Forziere Prudente
22.06
Forziere Quota 90
22.06
Inv. con Me Att.Forte
22.06
Inv. con Me iFlex
22.06
Inv. con Me Obbl.Fless.
22.06
Invest Dinamico
22.06
Invest Equilibrato
22.06
Invest Prudente
22.06
Invest. Private 0-15
22.06
Invest. Private 0-30
22.06
Invest. Private 0-40
22.06
Invest. Private 20-60
22.06
ISPL Power
22.06
ISPL Power 2
22.06
Linea Conservativa
22.06
Linea Dinamica
22.06
Linea Equilibrata
22.06
Linea Moderata
22.06
Linea Molto Dinamica
22.06
Liquidita SPIF
22.06
Monet.
22.06
Monet. America SPIF
22.06
Monet. Euro SPIF
22.06
Multinvest Az. America
22.06
Multinvest Az. Econ. Em.
22.06
Multinvest Az. Europa
22.06
Multinvest Az. Italia
22.06
Multinvest Az. Pacifico
22.06
Multinvest Az. Settoriale
22.06
Multinvest Obb. America
22.06
Multinvest Obb. Euro
22.06
Multinvest Obb. Giappone
22.06
Multinvest Obb. Merc. Em.
22.06
Obb. America
22.06
Obb. America MM
22.06
Obb. America SPIF
22.06
Obb. Corpor. MM
22.06
Obb. Corpor. SPIF
22.06
Obb. Euro
22.06
Obb. Euro MM
22.06
Obb. Euro SPIF
22.06
Obb. Giappone MM
22.06
Obb. Giappone SPIF
22.06
Obb. Internazionale
22.06
Obb. M. Emerg.
22.06
Obb. Merc. Em. MM
22.06
Obb. Merc. Em. SPIF
22.06
Obb. Mercati Emergenti
22.06
Optima 12 - Classe Deluxe
22.06
Optima 12 - Classe Exclusive 22.06
Optima 12 - Superior
22.06
Optima 5 - Classe Deluxe
22.06
Optima 5 - Classe Exclusive
22.06
Optima 5 - Classe Superior
22.06
Optima 8 - Classe Deluxe
22.06
Optima 8 - Classe Exclusive
22.06
Optima 8 - Superior
22.06
Private Style Equity
22.06
Private Style Flexible
22.06
Private Style Income
22.06
Profilo 15
22.06
Profilo 30
22.06
Profilo 50
22.06
Profilo 70
22.06
Profilo 90
22.06
Profilo Base
22.06
Profilo Monetario
22.06
Profilo Obbligazionario
22.06
22.06
Profilo Plus
Profilo Protetto10-01/2017 22.06
Profilo Protetto10-09/2016 22.06
Profilo Standard
22.06
Prosp. Az. America
22.06
Prosp. Az. Europa
22.06
Prosp. Az. Giappone
22.06
Prosp. Az. Globale
22.06
Prosp. Az. Pac.exGiap
22.06
Prosp. Az. Paesi Emer.
22.06
Prosp. Monetario Euro
22.06
Prosp. Obbl. Corp. Cl.A
22.06
Prosp. Obbl. H.Y. Cl.A
22.06
Prosp. Obblig. Dollaro
22.06
Prosp. Obbligaz. Euro
22.06
Protetto
22.06
Protezione Dinamica
22.06
Protezione Dinamica val. prot. 22.06
Prudente
22.06
Prudente SPIF
22.06
Small Caps
22.06
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Risparmio gestito 35
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
FONDI COMUNI E SICAV ESTERI
ARMONIZZATI UE
Cat. Fondo
Data
www.animasgr.it Tel. 800.388.876
Anima Funds
FLE Am.Lat.Ced.Plus2017Silver 20.06
FLE An. Ced.BRIC2018 Silver
20.06
FLE Anima Active Selection(7) 22.06
FLE Anima Att.Ced.Plus2018 I 20.06
OEC Anima ShortT.Corp. Bd I(7) 23.06
23.06
APA Asia Pacific Eq. I(7)
APA Asia Pacific Eq. Prest.
23.06
APA Asia Pacific Eq. Silver
23.06
OFL Bd 2015 Multic. Din. Silver 16.03
OFL Bd 2015 Multic. Silver
16.03
OFL Bd 2016 Multic. 2 Silver
23.06
OFL Bd 2016 Multic. Silver
23.06
OFL Bd 2017 Crescita Imprese 23.06
23.06
ODMBond Dollar I(7)
ODMBond Dollar Prest.
23.06
ODMBond Dollar Silver
23.06
FLE Ced.P.Scandin.2017Silver 20.06
FLE Cedola Italia 2017 Silver
20.06
23.06
OAS Credit Opportunities I(7)
FLE Crescita Europa Silver
22.06
AEM Emerging Mkts Eq. I(7)
23.06
AEM Emerging Mkts Eq.Prest.
23.06
AEM Emerging Mkts Eq.Silver
23.06
AAE Euro Equity I
23.06
OEM Euro Government Bomd I(7) 23.06
AEU Europe Eq. I(7)
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AEU Europe Eq. Prestige
23.06
AEU Europe Eq. Silver
23.06
FLE Flex 50 I(7)
17.06
OFL Flexible Income I
23.06
OIG Global Bond I(7)
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OIG Global Bond Silver
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23.06
OAS Global Currencies Prest.
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23.06
AIN Global Equity Prest.
23.06
AIN Global Equity Silver
23.06
OEC Hybrid Bond I
23.06
OEB Life Short Term Silver
23.06
MAE Liquidity A
23.06
MAE Liquidity I(7)
23.06
MAE Liquidity Prestige
23.06
MAE Liquidity Silver
23.06
OEM Medium Term Bd I(7)
23.06
OEM Medium Term Bd Prest.
23.06
OEM Medium Term Bd Silver
23.06
FLE Pro 100 Cedola BRIC/2
22.06
FLE Pro 100 En. Pulita Silver
22.06
FLE Protetto 100 BRIC Silver
22.06
OEB Short Term Bd I(7)
23.06
OEB Short Term Bd Prest.
23.06
OEB Short Term Bd Silver
23.06
FLE Smart Dividends Europe I
23.06
FLE Smart Volatility Europe I
23.06
FLE Smart Volatility Global I
23.06
FLE Smart Volatility Italy I
23.06
FLE St High Pot Glob Classic A
23.06
FLE St High Pot Glob Silver
23.06
FLE St High Pot Italy Classic A
23.06
FLE St High Pot Italy Prestige
23.06
FLE St High Pot Italy Silver
23.06
OFL Star Bond Classic A
23.06
OFL Star Bond Classic B
23.06
OFL Star Bond I
23.06
OFL Star Bond I Dist(7)
23.06
OFL Star Bond Prestige
23.06
OFL Star Bond Silver
23.06
FLE Star High Poten Eur.cl B
23.06
FLE Star High Potent. Glb I(7)
23.06
FLE Star High Potent. Italy I(7) 23.06
FLE Star High Potent.Eur.I(7)
23.06
FLE Star High Potent.Eur.Prest. 23.06
FLE Star High Potent.Eur.Silver 23.06
FLE Star High Potential Eur.Classic A 23.06
FLE Star High Potential Italy Cl B 23.06
FLE Tesoreria Imp. Prestige
17.06
OFL Traguardo III 2016
23.06
OFL Traguardo2017Gl.Bd Silver 23.06
AAM U.S. Equity I(7)
23.06
AAM U.S. Equity Prest.
23.06
AAM U.S. Equity Silver
23.06
OAS Var Rate Bond I
23.06
Nav
Risc.
5,134
5,206
5,006
109,500
5,639
10,826
12,373
7,653
5,049
5,082
5,044
5,249
5,443
7,170
7,067
7,160
5,461
5,3271
5,040
5,939
5,015
4,913
4,742
6,969
5,152
10,762
7,992
6,915
5,290
4,953
6,857
7,872
6,820
4,778
4,656
9,900
7,084
7,803
5,061
5,074
6,432
5,714
5,081
5,489
7,261
9,549
7,096
5,043
5,023
5,022
5,683
6,249
5,732
4,887
4,770
4,757
4,618
4,838
4,919
4,739
4,944
4,837
5,038
4,914
5,499
5,003
5,500
5,443
4,760
5,041
4,960
7,239
8,159
5,926
5,665
4,623
5,268
5,258
5,41
13,177
10,341
7,956
5,171
Emis.
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
FLE Eurizon - Concerto
24.06
FLE Flexible Europe
24.06
BBI Franklin T. - Multi Alpha F. 24.06
FLE GAM Flexible Strategy
24.06
FLE Generali Inv. Eur - Div. Solution 24.06
BAZ Global Dynamic
24.06
FLE Global Real Assets
24.06
FLE Global Risk Managed
24.06
AEM Greater China Eq
24.06
BAZ HSBC - Em. Mkts Solution
24.06
AEM India&So.East Asia Eq
24.06
APA Invesco - Asia Gl. Opps
24.06
AEU Invesco - Europe Eq.
24.06
FLE Invesco - Real Ass Ret
24.06
FLE JPM - Best Ideas
24.06
FLE JPM Global MultiAsset Inc.F 24.06
FLE Kairos - Blend
24.06
FLE Kairos Real Return
24.06
FLE Lemanik - Glocal Investor
24.06
MAE Liquidity
24.06
FLE M&G - Multi Asset Allocation Fund 24.06
FLE Morgan Stanley - Act.All.
24.06
FLE Morgan Stanley Real A.Port 24.06
AAM Morgan Stanley-N.Am.Eq. 24.06
AEM Next 11 Equities
24.06
AEU Oddo AM Expertise Eu
24.06
--- Pictet - Dynamic Advisory
24.06
ASE Pictet World Opportun.
24.06
FLE Pimco - Smart Invest Flex All 24.06
FLE Schroder Multi Asset
24.06
FLE Short Strategies
24.06
AIN Smaller Companies
24.06
AIN T-Cube
24.06
FLE UBS - Top Em Mark Fund
24.06
AIN Vontobel - Gl. Elite
24.06
106,89
98,14
116,46
113,04
107,17
110,78
101,85
122,68
83,78
91,31
117,72
153,08
102,47
97,43
115,77
93,23
109,66
92,20
83,56
107,05
99,87
132,26
108,15
137,44
90,26
117,60
100,39
170,24
101,11
102,05
41,43
120,79
107,03
88,68
136,50
Approfondimenti su www.ilsole24ore.com/fondi24
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
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—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
BG Sicav ___________________________________________________
FLE Algebris Best Ideas
24.06
FLE Amundi Absolute Forex
24.06
OAS Amundi Glob Inc Bond
24.06
OFL BlackRock Glb Opp Bd
24.06
AIN Columbia Thread Gl.Eq.Long Sh. 24.06
FLE Controlfida Global Macro
24.06
AEU Controlfida Low Vol Eur Eq 24.06
FLE EurizonMult.OptimalDiv.Appr. 24.06
OEM Euro Debt
24.06
OFL Euro Income Bond
24.06
AEU European Equities
24.06
FLE Flexible Global Eq
24.06
AEU Gen Inv Eur Eq Recovery F 24.06
OIG Global Supranational
OAS HSBC Euro Credit Opportun 24.06
OAS Invesco Fin. Credit Bond
24.06
BOB JP Morgan - Capital Struct. Opp 24.06
AAS MS Gl Real Est&Infr Eq
24.06
APA Pictet Japanese Eq
24.06
OAS Schroder Conv Bond Opp
24.06
AEU Schroder High Div Eu
24.06
FLE Short Equities
24.06
AAE Small Mid Cap Eu Eq
24.06
AIN Tenax Gl F Eq Long Short
24.06
OIH UBS Dyn Cred High Yield
24.06
OFL UBS Glob Inc Alpha
24.06
AAM US Equities
24.06
OPE VONT New Front Debt
24.06
OFL Vontobel Glb Active Bd
24.06
FLE Vontobel Pure Strategy
24.06
www.bnpparibas-ip.it - tel. 800009944
OEC Bond Euro Corp
22.06
OAS Bond Europe Plus
22.06
ODH Bond USA High Yield $
22.06
OAS Bond USD $
22.06
OAS Bond World Plus
22.06
OAS Conv Bd Best Sel Eur
22.06
OMI Convertible Bond World
22.06
BBI Diversified World Balanced 21.06
BAZ Diversified World Growth
21.06
BOB Diversified World Stability 21.06
AAE Equity Euro
22.06
AEU Equity Europe
22.06
AAM Equity USA Core
22.06
AEM Equity World Emerging $
22.06
BOB Sustainable Active All
22.06
Fondi comuni di diritto francese
OFL BNPP ABC3
23.06
ASE BNPP Aqua
23.06
FLE BNPP Rend. 1 Anno
23.06
FLE BNPP Rend. Cedola C
23.06
OFL BNPP Seicedole
23.06
OFL Euro Flexi Bond Inc
23.06
OFL FQ Bond Opp.
22.06
FLE FQ Patrimoine
22.06
Cl. D
100,34
97,69
99,78
98,08
92,00
91,30
94,40
91,99
131,47
106,57
81,64
103,36
100,06
—
107,85
112,04
98,63
122,31
76,54
97,91
97,58
51,30
95,45
87,82
91,54
86,52
170,54
106,56
107,07
88,11
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
109,72
432,54
98,86
103,71
1655,49
79,03
107,91
189,07
191,87
185,42
306,32
529,44
201,10
95,28
418,24
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
98,86
301,38
101,27
96,39
97,91
100,85
1393,98
104,46
—
—
—
—
—
—
—
—
BPVN Strategic Inv. Fund _________________________________
Gruppo Azimut
Cl. AZ Fund (ACC)
FLE Active Selection
22.06
FLE Active Strategy
22.06
OIG Aggregate Bond Euro
22.06
FLE American Trend
22.06
FLE Arbitrage
22.06
FLE Arbitrage Plus
22.06
FLE Asia Absolute
22.06
FLE Asset Dynamic
22.06
BOB Asset Plus
22.06
BBI Asset Power
22.06
BBI Asset Timing
22.06
FLE Bd Target 2018 Eq. Opt.
22.06
OFL Bd Target Giugno 2016
22.06
OFL Bd Target Settembre 2016 22.06
OFL Best Bond
22.06
OFL Best Cedola
22.06
OFL Bond Target 2015
22.06
FLE Bond Target 2016 Eq.Opt. 22.06
FLE Bond Target 2017 Eq.Opt. 22.06
FLE Bond Target 2019 Eq. Opt. 22.06
OFL Bond Target Dic.2016
22.06
FLE Carry Strategies
22.06
MAE Cash 12 mesi
22.06
MAE Cash Overnight
22.06
FLE Cat Bond Fund Plus
14.06
OMI Cgm Opport. Corp. Bond
22.06
FLE Cgm Opport. European
22.06
FLE Cgm Opport. Global
22.06
OMI Cgm Opport. Gov. Bond
22.06
OMI Cgm Opportunistic Corporate Bond
FLE Cgm Opportunistic European
FLE Cgm Opportunistic Global
FLE Cgm Opportunistic Government Bond
BOB Conservative
22.06
AEU Core Brands
22.06
FLE Corporate Premium
22.06
OIH Credit
22.06
FLE Dividend Premium
22.06
OPE Em Mkts Hard Ccy Bd Hed
22.06
OPE Em Mkts Hard Ccy Bd NonHed 22.06
OPE Em Mkts Local Ccy Bd
22.06
OPE Em Mkts Local Ccy Bd
22.06
OPE Em Mkts Local Ccy Bd
22.06
OPE Em Mkts Local Ccy Bd
22.06
AEM Em. Market Asia
22.06
AEU Em. Market Europe
22.06
AEM Em. Market Latin America
22.06
BBI European Dynamic
22.06
FLE European Trend
22.06
FLE Formula 1 - Absolute
22.06
FLE Formula 1 - Alpha Plus
31.05
FLE Formula 1 - Conservative
22.06
FLE Formula Com. Trading
22.06
FLE Formula Macro Dyn.Trading 22.06
AEM Gl. Emerg. Mkt Eq
22.06
AIN Gl. Growth Sel.
22.06
OFL Global Currencies&Rates
22.06
AEM Global EmMkts Dividend
22.06
FLE Global Equity
22.06
FLE Global Macro
22.06
OPE Global Sukuk
22.06
OAS Hybrid Bonds
22.06
OEM Income
22.06
FLE Institutional Target
22.06
OFL Int. Bd Target Giugno 2016 22.06
FLE Italian Trend
22.06
FLE Japan Champion
22.06
FLE Japan Champion
22.06
AEM Lira Plus
22.06
AIN Long Term Value
22.06
FLE Macro Volatility
22.06
FLE Market Neutral
22.06
OEM Patriot
22.06
FLE QBond
22.06
FLE QInternational
22.06
FLE QProtection
22.06
FLE QTrend
22.06
OAS Real Plus
22.06
OAS Renminbi Opp. Hedge
22.06
OAS Renminbi Opp.Fix.Inc.Hdg 22.06
OAS Renminbi Opp.NoHdg
22.06
OAS RenminbiOp.Fix.Inc.NoHdg 22.06
MAE Reserve Short Term Euro
22.06
OIH Short Term Glb High Yield 22.06
AEU Small Cap Europe
22.06
OBI Solidity
22.06
FLE Strategic Trend
22.06
BOB Top Rating
22.06
FLE Trend
22.06
OIG US Income
22.06
Cl. AZ Fund (DIS)
FLE Active Selection
22.06
FLE Arbitrage
22.06
FLE Arbitrage Plus
22.06
OFL Bd Target Giugno 2016
22.06
OFL Bd Target Settembre 2016 22.06
OFL Best Cedola
22.06
OFL Bond Target 2015
22.06
FLE Bond Target 2016 Eq.Opt. 22.06
FLE Bond Target 2017 Eq.Opt. 22.06
FLE Bond Target 2018 Eq. Opt. 22.06
FLE Bond Target 2019 Eq. Opt. 22.06
OFL Bond Target Dic.2016
22.06
FLE Carry Strategies
22.06
FLE Cat Bond Fund Plus
14.06
AEU Core Brands
22.06
FLE Corporate Premium
22.06
FLE Dividend Premium
22.06
OPE Em Mkts Hard Ccy Bd Hed
22.06
OPE Em Mkts Hard Ccy Bd NonHed 22.06
BBI European Dynamic
22.06
FLE Formula 1 - Alpha Plus
31.05
FLE Formula 1 Absolute
22.06
OFL Global Currencies&Rates
22.06
AEM Global EmMkts Dividend
22.06
OPE Global Sukuk
22.06
OAS Hybrid Bonds
22.06
OEM Income
22.06
FLE Institutional Target
22.06
OFL Int. Bd Target Giugno 2016 22.06
FLE Italian Trend
22.06
AEM Lira Plus
22.06
OEM Patriot
22.06
OAS Real Plus
22.06
OIH Short Term Glb High Yield 22.06
OBI Solidity
22.06
BOB Top Rating
22.06
Cl.D AZ Fund (DIS)
FLE Bond Target 2018 Eq.Opt. 22.06
Cl. Azimut (ACC)
FLE Cat Bond Fund
30.09
FLE Formula 1 - Alpha Plus
30.09
Cl. Azimut (DIS)
FLE Cat Bond Fund
30.09
FLE Formula 1 - Alpha Plus
30.09
Az Multi Asset
OEM BTPortfolio
22.06
OEM BTPortfolio dis
22.06
OAS CGM Valor Bd Strateg.F.(7) 22.06
BBI CGM Valor Flex. Strat.F.(7) 22.06
FLE Flex
22.06
FLE G.T.A.A.
22.06
OAS Renminbi Opportunities
22.06
22.06
FLE World Trading(7)
Az Multi Asset
FLE Global Value
22.06
FLE Sust. Abs. Return A Euro
22.06
FLE Sust. Abs. Return A Euro Ret 22.06
FLE Sust. Abs. Return A Euro Ret Dis 22.06
FLE World Trading
22.06
FLE World Trading Z
22.06
AEU Europ. Flex. Dyn. A EUR
AEU Europ. Flex. Dyn. B EUR(7)
FLE VIS in EUR
Cl. A
5,111
5,016
7,178
3,463
5,042
4,975
4,198
3,954
5,696
5,812
4,857
4,760
5,736
5,951
5,400
5,642
5,981
5,476
5,238
6,147
5,691
4,966
5,439
5,320
5,287
6,264
6,659
6,466
5,758
—
—
—
—
6,403
5,956
5,381
5,290
6,206
5,253
5,081
5,060
4,958
4,950
4,961
7,101
2,837
4,058
5,450
3,301
5,069
5,658
4,818
2,679
6,116
4,408
6,542
4,478
5,380
5,717
4,411
6,144
5,377
6,178
5,683
4,742
3,132
4,330
4,216
4,652
7,847
4,130
4,509
7,989
5,436
5,163
5,159
4,952
4,627
5,059
5,260
5,759
6,012
6,292
5,245
5,952
6,343
6,161
5,197
6,964
6,253
Cl. A
4,996
4,991
4,974
4,904
5,204
4,860
5,089
4,921
4,928
4,605
5,293
5,064
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5,185
5,721
4,868
5,049
5,138
5,104
5,242
5,521
4,907
3,919
5,282
5,599
4,920
5,537
5,364
4,140
2,944
3,839
6,738
4,550
4,903
5,640
5,122
Cl. D
4,894
Cl. A
5,328
5,643
Cl. A
5,255
5,523
Cl. A
5,785
5,231
4,959
4,872
5,555
4,572
5,313
5,298
Cl. A Ret
5,064
4,644
4,497
4,419
5,184
5,189
Cl. B
5,111
5,016
7,178
3,463
5,042
4,975
4,198
3,954
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5,812
4,857
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5,736
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5,400
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5,981
5,476
5,238
6,147
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4,966
5,439
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—
—
—
—
6,403
5,956
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4,958
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4,478
5,379
5,717
4,411
6,144
5,377
6,178
—
4,742
3,132
4,330
4,216
4,652
7,847
4,130
4,509
7,989
5,436
5,163
5,159
4,952
4,627
5,059
5,260
5,759
6,012
6,292
5,245
5,952
6,343
6,161
5,197
6,964
6,253
Cl. B
4,996
4,991
4,974
4,904
5,204
4,861
5,089
4,921
4,928
4,605
5,293
5,064
4,894
5,185
5,721
4,868
5,049
5,118
5,104
5,242
5,521
4,907
3,919
5,355
5,599
4,920
5,537
—
4,140
2,944
3,839
6,738
4,550
4,903
5,640
5,122
—
Cl. B
5,328
5,643
Cl. B
5,255
5,523
Cl. B
5,721
5,516
—
—
5,142
4,565
5,474
—
Cl. B Ret
5,070
—
—
—
5,142
5,148
BG Selection Sicav ________________________________________
OPE Aberdeen EM Bd&CurrOpp 24.06
AEM Aberdeen Lat Am Eq
24.06
AEM Africa&Middle East Eq
24.06
FLE Anima - Club
24.06
AIT Anima - Italy Equities
24.06
FLE ARC
24.06
FLE ARC 10
24.06
FLE Black Rock - GL MA
24.06
FLE BlackR- Multi A.Infl F
24.06
AIN Columbia Thread. - Gl. Eq. Alpha 24.06
FLE DNCA Navigator
24.06
AEM Eastern Europe Eq
24.06
Cl.A
94,31
77,78
73,72
110,63
63,63
108,23
119,13
125,39
106,06
98,88
116,94
43,52
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
22.06
22.06
21.06
10,86
11,36
12,15
—
—
—
CoRe Series _______________________________________________
AEU CoRe All Europe E
FLE CoRe Alternative E
BOB CoRe Bal. Cons. E
BOB CoRe Bal. Opport. E
MAE CoRe Cash E
BBI CoRe Champ. Em. Mark. E
BBI CoRe Champions E
OMI CoRe Coupon E
OMI CoRe Coupon E Dis
AIN CoRe Dividend E
AIN CoRe Dividend E Dis
OPE CoRe Em. Mark. Bond E
OPE CoRe Em. Mark. Bond E Dis
AEM CoRe Em. Mark. Equity E
OIG CoRe Global Curr. E
OFL CoRe Global Opp. E
OMI CoRe Income Opport. E Acc
OMI CoRe Income Opport. E Dis
BAZ CoRe Multi Ass. Aggr. E Acc
BBI CoRe Multi Ass. Inc. E
BBI CoRe Multi Ass. Inc. E Dis
AAM CoRe US Strategy E
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
7,275
4,730
5,272
5,846
5,030
5,438
6,355
5,280
5,197
6,084
6,259
5,619
4,285
5,366
5,201
4,818
5,101
5,016
5,076
5,057
4,962
7,778
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
Credit Suisse ______________________________________________
http://multiconcept.credit-suisse.com
Umbrella White Fleet IV
AIN IndexBlink B(7)
22.06
AIN Londinium Global Bds B
22.06
AIN Londinium Global Eq B
22.06
124,90
24,50
13,12
—
—
—
Ersel Gestion Internationale _____________________________
FLE Globersel Active Strategies 22.06
OEC Globersel Corp. Bond
22.06
AIN Globersel Equity A
22.06
AIN Globersel Equity B
22.06
AEN Globersel Pact Nat Res A
22.06
AEN Globersel Pact Nat Res B
22.06
AAM Globersel US Eq. Sel. Cl.A
22.06
AAM Globersel US Eq. Sel. Cl.B
22.06
BBI Leadersel Balanced
22.06
AEN Leadersel Diver.Strategies 22.06
AEM Leadersel Em. Market Mult. 17.06
OPE Leadersel Em.Bond Opp.
22.06
FLE Leadersel Event Driven
17.06
FLE Leadersel Flex Mult.
17.06
FLE Leadersel Tot. Ret.Strategies 17.06
OMI Leadersel Total Ret
22.06
FLE Systematica Global Trend 22.06
101,87
294,99
619,32
135,07
86,32
83,87
135,360
148,53
112,27
102,05
136,69
111,19
99,56
94,40
99,50
118,29
99,90
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
Esperia Funds Sicav ______________________________________
FLE Alkimis
AIN Alpha C
AIN Alpha I(6,7)
OEM Bond Euro C
OEM Bond Euro I(6,7)
OPE C-Quadrat Asian Bd Op.(6)
OPE C-Quadrat Asian Bd Op.I(6)
BOB C-Quadrat Effic. Cl. I(6,7)
BOB C-Quadrat Efficient Cl. C
OEC C-Quadrat Eu I. Plus Cl. C
OEC C-Quadrat Eu I.Pl. Cl. I(6,7)
OMI C-Quadrat Gl. C. Pl. Cl. I(6)
OMI C-Quadrat Gl. C. Plus Cl. C
OMI Corporate Bd Euro C
OMI Corporate Bd Euro I(6,7)
AAE Euro Equities C
AAE Euro Equities I(6,7)
MAE Money Market C
MAY Money Market I(6,7)
AIN Private Eq.Strat C
AIN Private Equity Str.I(6,7)
AAS Russell Global Equity C
AAS Russell Global Equity I(6,7)
FLE Strategic Portfolio I(6,7)
FLE Syst. Diversific. C
FLE Syst. Diversific. I(6,7)
FLE Total Return C
FLE Total Return I(6,7)
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
118,07
105,700
107,14
160,31
120,53
105,04
105,93
129,22
121,76
132,46
140,89
107,99
105,21
150,47
131,36
108,90
156,39
109,40
103,45
144,79
194,89
134,97
172,79
151,01
119,55
119,85
109,71
111,13
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
Help desk c/o Eurizon Capital Sgr; Gruppo Intesa Sanpaolo; tel. 02
88101
Eurizon Focus Capitale Protetto
Cl. R
FLE Protezione 03/2017
22.06
123,59
—
FLE Protezione 06/2016
22.06
119,40
—
FLE Protezione 09/2016
22.06
117,59
—
FLE Protezione 12/2016
22.06
120,53
—
Eurizon Manager Selection Fund
Cl. R
OMI MS 10
22.06
148,09
—
BOB MS 20
22.06
146,88
—
BBI MS 40
22.06
141,78
—
BAZ MS 70
22.06
149,70
—
Eurizon MM Collection Fund
APA Daiwa Eq. Japan Cl.I
22.06
174,43
—
OPE G. Rmb FixInc Cl.I
22.06
123,28
—
OPE G. Rmb FixInc Cl.IS
22.06
125,29
—
OPE G. Rmb FixInc Cl.R
22.06
121,09
—
OPE G. Rmb FixInc Cl.RD
22.06
111,78
—
OPE G. Rmb FixInc Cl.RU
22.06
106,94
—
Eurizon MM Stars Fund
Cl. R
Cl. I
FLE Private Style Equity
22.06
122,40
—
FLE Private Style Flexible
22.06
104,39
—
FLE Private Style Total Return
21.06
101,82
106,26
Cl.R1
Cl.R2
FLE Private Style Flexible
22.06
105,67
105,15
Cl.RD1
Cl.RD2
FLE Private Style Income
22.06
99,78
100,54
Cl.RD
FLE Private Style Income
22.06
99,01
—
Eurizon Opportunità
Cl. RD
Cl. I
OFL Obbligazioni Flessibile
22.06
102,87
109,11
Cl. R
FLE Flessibile 15
22.06
99,97
—
FLE Sparkasse Prime Fund cl R 22.06
94,19
—
Cl. IDY
Cl. IDZ
OFL Obbligazioni Flessibile
22.06
100,00
100,00
Epsilon Fund
Cl. R
Cl. I
OFL Em. Bond Total Return
22.06
131,41
137,29
FLE Enhanced C.Risk Contr.
22.06
—
102,21
OEM Euro Bond
22.06
166,76
173,31
MAE Euro Cash
22.06
110,27
111,49
AAE Euro Q-Equity
22.06
100,50
107,68
AEU European Q-Equity
22.06
111,52
119,24
FLE Q-Flexible
22.06
131,75
141,54
Cl. RA
MAE Euro Cash
22.06
99,92
—
Cl. S
Cl. SD
OFL Emerging Bond Total Return 22.06
100,21
100,12
Eurizon Strategia Flessibile
Cl. RD
OFL Obbligazioni 03/2016
22.06
103,38
—
OFL Obbligazioni 06/2016
22.06
106,13
—
OFL Obbligazioni 12/2015
22.06
105,27
—
Investment Solutions by Epsilon
Cl. R
Cl. RD
OFL Cedola x 4 02/2012
22.06
—
103,58
OFL Cedola x 4 03/2012
22.06
—
105,78
OFL Cedola x 4 06/2011
22.06
—
106,01
OFL Cedola x 4 07/2011
22.06
—
104,72
OFL Cedola x 4 09/2011
22.06
—
105,14
OFL Cedola x 4 11/2011
22.06
—
103,68
OFL Cedola x 4 12/2011
22.06
—
101,51
OFL Cedola X 4 Ind.05/2012
22.06
—
104,06
OFL Cedola X 4 Ind.07/2012
22.06
—
103,09
OFL Cedola X 4 Ind.09/2012
22.06
—
103,18
OFL Cedola x 4 Ind.10/2012
22.06
—
103,16
—
99,29
FLE Dynamic Inc. Multitr. 01/2016 22.06
100,98
—
FLE Dynamic Preservation 01/2016 22.06
FLE Equity Coupon 02/2014
22.06
—
101,62
FLE Equity Coupon 04/2014
22.06
—
99,65
OFL Flexible Eq.Coupon 2017-1 21.06
—
130,69
OFL Forex Coupon 2016
21.06
—
96,35
OFL Forex Coupon 2017
21.06
—
91,93
OFL Forex Coupon 2017-2
21.06
—
95,25
OFL Forex Coupon 2017-3
21.06
—
94,37
OFL Forex Coupon 2017-4
21.06
—
94,84
OFL Forex Coupon 2017-5
21.06
—
92,04
OFL Forex Coupon 2017-6
21.06
—
90,55
OFL Forex Coupon 2017-7
21.06
—
93,63
OFL Forex Coupon 2018-1
21.06
—
94,63
96,17
96,18
FLE Glb Dyn. Multitrender 06/2015 22.06
99,82
—
FLE Global Absolute Strategy - 05/2016 22.06
FLE Global Coupon 06/2014
22.06
—
98,30
FLE Global Coupon 10/2013
22.06
—
106,32
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
Global Coupon 11/2014
22.06
Global Div. Allocation 02/2015 22.06
Global Flexible Strategy - 04/2016 22.06
Global Inc. Multitrender 09/2015 22.06
Multiasset Absolute 3 anni 04/2016 22.06
Multiasset Cedola Globale 02/2016 21.06
Multiasset Cedola Globale 12/2015 21.06
Soluzione Attiva Pr12 2017 22.06
Soluzione Attiva Pr5 2017 22.06
Soluzione Attiva Pr6 2017 22.06
Soluzione Attiva Pr7 2017 22.06
Soluzione Attiva Pr9 2017 22.06
Soluzione Fless. Pr2 2014 22.06
Soluzione Fless. Pr4 2014 22.06
Valore Cedola Globale 02/2015 21.06
Valore Cedola Globale 04/2015 21.06
Valore Cedola Globale 07/2015 21.06
Valore Cedola Globale 09/2015 21.06
Valore Cedola X5 02/2013 21.06
Valore Cedola X5 02/2014 21.06
Valore Cedola X5 04/2013 21.06
Valore Cedola x5 04/2014 21.06
Valore Cedola X5 06/2013 21.06
Valore Cedola X5 07/2013 21.06
Valore Cedola X5 10/2013 21.06
Valore Cedola X5 11/2014 21.06
Valore Cedola X5 12/2012 21.06
Valore Cedola X5 12/2013 21.06
FLE Global Inc. Multitrender 09/2015 22.06
Rossini Lux Fund
AAE Az. Euro
22.06
APA Az. Giapp.
22.06
AIN Az. Internat.
22.06
AAM Az. N. America
22.06
BBI Bilanciato
22.06
MAE Euro Monetario
22.06
OIG Obb. Dollari
22.06
OEB Obb.Euro B-T
22.06
OEM Obb.Euro L-T
22.06
OEM Obb.Euro M-T
22.06
OEB Obbligaz. TV
22.06
Soluzioni Eurizon
OFL Cedola DOC 05/2017
22.06
OFL Cedola DOC 07/2017
22.06
OFL Cedola DOC 09/2017
22.06
OBI Cedola DOC It. 11/2017
22.06
FLE Strategia I 02/2020
21.06
FLE Strategia I 08/2019
21.06
FLE Strategia I 10/2019
21.06
FLE Strategia I 12/2019
21.06
—
—
99,80
97,46
99,870
99,55
101,44
128,16
114,43
118,33
121,56
118,19
104,46
103,51
—
—
100,33
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
Cl. RD1
97,40
Cl. R
124,99
112,52
160,91
178,70
147,37
117,33
161,95
123,45
171,61
140,29
123,62
Cl. RD
108,840
108,390
107,200
109,510
—
—
—
—
97,35
95,54
99,80
97,51
—
99,55
101,44
—
—
—
—
—
—
—
95,80
99,14
—
100,91
101,16
101,27
103,23
100,71
103,50
103,40
105,46
97,95
102,95
104,24
—
Cl. I
136,18
122,51
175,26
194,62
—
120,06
171,37
128,01
180,13
145,51
126,98
Cl. R
—
—
—
—
120,570
128,940
127,360
124,660
Eurizon EasyFund _________________________________________
CL. A
116,16
—
CL. R
CL. Z
22.06
130,58
137,34
22.06
240,84
262,25
22.06
342,42
374,71
22.06
143,24
155,43
22.06
175,41
193,54
22.06
162,01
172,81
22.06
122,20
134,58
22.06
179,11
197,76
22.06
112,96
119,38
22.06
261,88
297,21
22.06
251,85
286,13
22.06
102,23
121,52
22.06
81,85
92,97
22.06
94,14
103,36
22.06
163,78
184,89
22.06
132,62
149,77
22.06
183,76
200,32
22.06
137,30
156,13
22.06
97,91
111,28
22.06
110,42
125,25
22.06
64,68
73,61
22.06
100,81
114,47
22.06
224,69
254,98
22.06
71,75
81,80
22.06
72,72
82,04
22.06
244,29
277,35
22.06
113,04
128,50
22.06
219,58
251,44
22.06
145,42
165,07
22.06
139,48
158,32
22.06
110,70
117,81
CL. RH
CL. ZH
22.06
342,22
372,72
CL. R
CL. Z
22.06
88,64
—
22.06
99,61
127,02
22.06
333,17
363,68
22.06
99,41
101,03
22.06
212,71
233,06
22.06
135,52
145,69
22.06
68,26
74,37
22.06
—
102,24
22.06
134,59
144,12
22.06
81,01
87,40
22.06
577,94
643,38
22.06
100,47
106,13
CL. Z
CL. Zu
OPE Bd Em.Mkts LocalCurr
22.06
93,88
77,98
CL.RD
CL.ZD
OFL Bond Flexible
22.06
97,75
99,23
CL. SD
OAS Bond High Yield
22.06
101,11
—
CL. S
OPE Bond Emerging Markets
22.06
100,36
—
OAS Bond High Yield
22.06
102,56
—
Active Strategy
CL. R
CL. Z
FLE Absolute Attivo
22.06
119,20
129,13
OFL Absolute Prudente
22.06
118,86
126,07
FLE Azioni Strategia Flessibile 22.06
145,37
156,77
FLE Dynamic Asset All.
22.06
89,73
556,65
FLE Equity Absolute Return
22.06
95,78
—
FLE Flexible Beta Tot.Return
22.06
99,52
694,72
FLE Flexible Multistrategy
22.06
99,40
100,19
FLE Focus Az.StratFlessRL
22.06
148,39
—
FLE GT Asset Allocation
22.06
—
100,77
FLE Multiasset
22.06
103,40
104,95
FLE Trend
22.06
—
101,37
Active Strategy
Cl. S
Cl. SD
FLE Absolute Attivo
22.06
100,18
—
OFL Absolute Prudente
22.06 100,020
—
FLE Azioni Strategia Flessibile 22.06
101,06
—
FLE Flexible Multistrategy
22.06
—
99,91
Cl.RD
FLE Multiasset
22.06
102,83
—
Linea LTE cop. rischio cambio
CL. RH
CL. ZH
OAS Bond GBP
22.06
177,54
196,54
OAS Bond International
22.06
163,00
173,84
OAY Bond JPY
22.06
167,11
224,85
ODMBond USD
22.06
214,65
236,78
ABC Equity Cons.Discretionary 22.06
230,68
264,05
ABC Equity Consumer Staples
22.06
235,20
268,62
AEN Equity Energy & Materials 22.06
118,57
135,68
AEU Equity Europe
22.06
104,15
120,49
AFI Equity Financial RH
22.06
57,81
65,83
AIF Equity High Tech
22.06
92,37
105,25
AID Equity Industrials
22.06
206,90
234,32
APA Equity Japan
22.06
86,10
97,51
AAM Equity North America
22.06
136,74
154,87
APA Equity Oceania
22.06
161,30
186,27
ASA Equity Pharma
22.06
137,62
156,60
ATE Equity Telecommunication 22.06
78,03
88,76
APU Equity Utilities
22.06
130,69
148,85
Le Classi I, Z e ZH sono riservate a investitori istituzionali..
MAE Cash EUR
Limited Tracking Error
OAS Bond EUR Float.Rate LTE
OEM Bond EUR Long T. LTE
OEM Bond EUR Medium T. LTE
OEB Bond EUR Short T. LTE
OAS Bond GBP LTE
OAS Bond International LTE
OAY Bond JPY LTE
ODMBond USD LTE
MAE Cash EUR
ABC Eq. Cons.Discretionary LTE
ABC Eq. Consumer Staples LTE
AEM Eq.Em.MktsN.Frontiers LTE
ATE Eq.Telecommunication LTE
APS Equity China LTE
AEM Equity Em. Mkts Asia LTE
AEM Equity Em. Mkts EMEA LTE
AEM Equity Em. Mkts LTE
AEN Equity En. & Materials LTE
AAE Equity Euro LTE
AEU Equity Europe LTE
AFI Equity Financial LTE
AIF Equity High Tech LTE
AID Equity Industrials LTE
AIT Equity Italy LTE
APA Equity Japan LTE
AEM Equity LatinAmerica LTE
AAM Equity N.America LTE
APA Equity Oceania LTE
ASA Equity Pharma LTE
APU Equity Utilities LTE
MAD Treasury USD
Active Market cop.rischio cambio
OPE Bond Emerging Mkts
Active Market
OPE Bd Em.Mkts Local Curr
OFL Bond Corporate EUR
OPE Bond Emerging Mkts
OFL Bond Flexible
OAS Bond High Yield
OAS Bond Inflation Linked
OMI BondCorp.Eur ST
AEM Equity Eastern Europe
AEU Equity Europe
AIT Equity Italy
AEU Equity Small Cap Europe
AAM Equity Usa
22.06
Eurizon Investment Sicav ________________________________
OFL Euro Reserve
FLE Flexible Beta 1 I1
FLE Flexible Beta 2 I1
FLE Flexible Beta 4 I
FLE Flexible Beta 5
OFL Flexible Duration 1 I1
OFL Flexible Duration 2 I1
OFL Flexible Duration 5 I
FLE Flexible Eq.Strategy I1
OEM Ins Unit Europe Bds I
OEB Ins Unit Europe S/Trm I
OFL Ins Unit Tot Ret ID
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
FLE
OFL
OFL
OFL
OFL
FLE
FLE
FLE
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OIC
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OBI
OEC
FLE
OFL
OFL
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
21.06
22.06
22.06
22.06
22.06
Flexible Beta 3
Flexible Duration 3
Flexible Duration 4
Flexible Duration 6
Flexible Duration 7
Flexible Plus
Flexible Plus 2
Flexible Plus 3
Ins. Unit Bond Strategy 1
Ins. Unit Bond Strategy 2
Ins. Unit Bond Strategy 3
Ins. Unit Bond Strategy 4
Ins. Unit Bond Strategy 5
Ins. Unit Bond Strategy 6
Ins. Unit Bond Strategy 7
Ins. Unit Bond Strategy 8
Ins. Unit Bond Strategy 9
Ins. Unit Corp Bond 2022
Ins. Unit High Yield 2018-1
Ins. Unit High Yield 2020-1
Ins. Unit High Yield 2020-2
Ins. Unit High Yield 2022-1
Ins. Unit Inv.Grade 2018-1
Ins. Unit Inv.Grade 2020-1
Ins. Unit Inv.Grade 2020-2
Ins. Unit Inv.Grade 2022-1
Ins. Unit Italian Bond 2022
PB Bond Corporate EUR
PB Flexible Macro
PIP Flexible 1
PIP Flexible 2
Eurofundlux
OFL Alto Rendimento 2017 A
24.06
OFL Alto Rendimento 2017 B
24.06
OFL Alto Rendimento 2019 A
24.06
OFL Alto Rendimento 2019 B
24.06
OFL Alto Rendimento 2019 Plus B 24.06
OFL Alto Rendimento 2019 Plus D 24.06
OFL Cedola 2017 B
24.06
OFL Cedola 2017 D
24.06
AIN Dynamic Multimanager A
24.06
AIN Dynamic Multimanager B
24.06
OPE Emerging Mkt Bond B
24.06
FLE Equity Returns Absolute A 24.06
FLE Equity Returns Absolute B 24.06
FLE Equity Returns Absolute P 24.06
MAE Euro Cash A
24.06
MAE Euro Cash B
24.06
AAE Euro Equity B
24.06
AAE Euro Equity D
24.06
OEM Euro Govern. Bond B
24.06
OEC Europe Corp. Bond B
24.06
FLE Flex High Vol B
24.06
BAZ Gl. Enhanced Div.-GEDI A
24.06
BAZ Gl. Enhanced Div.-GEDI B
24.06
BAZ Gl. Enhanced Div.-GEDI D
24.06
BAZ Gl. Enhanced Div.-GEDI P
24.06
OFL Global Bond D
24.06
BBI IPAC Balanced A
24.06
OFL Multi Income F4 A
24.06
OFL Multi Income F4 B
24.06
OFL Multi Income F4 D
24.06
OFL Multi Income I4 A
24.06
OFL Multi Income I4 B
24.06
OFL Multi Income I4 D
24.06
OFL Obiettivo 2017 A
24.06
APA Pacific Eq. A
24.06
APA Pacific Eq. B
24.06
OFL QBond Absolute return A
24.06
OFL QBond Absolute return B
24.06
FLE TR Flex Aggressive A
24.06
FLE TR Flex Aggressive B
24.06
FLE TR Flex Aggressive P
24.06
495,57
620,91
576,15
500,60
452,33
565,71
577,99
504,95
522,22
565,67
554,91
523,78
Cl.A
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
11,200
11,333
9,677
9,995
10,914
10,492
8,671
8,069
11,295
12,484
11,845
12,364
10,275
9,789
11,933
12,325
11,740
8,527
11,448
10,937
9,668
12,086
13,438
9,894
10,058
10,845
8,909
9,727
10,880
9,331
11,149
11,017
10,177
11,540
19,200
21,372
11,933
12,608
9,752
10,045
9,834
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
Cl.I
716,59
584,11
501,68
507,80
492,29
705,65
565,93
502,18
509,01
488,18
508,14
489,95
533,71
527,64
483,26
465,08
493,08
503,85
602,98
688,13
619,22
504,99
568,29
648,84
579,87
507,42
511,73
597,80
512,26
640,51
553,53
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
European & Global Investments _________________________
FLE Diadema Algorithmic R
21.06
OMI Diadema Cap. Plus P
21.06
FLE Diadema Global Sel R
15.06
MAV JRC Inst EUR(7)
21.06
MAV JRC Ret EUR
21.06
FLE Plur. Apuano DE Inst(7)
21.06
FLE Plur. Apuano DE Ret Plus
21.06
FLE Plur. Apuano DE Ret Prem
21.06
OMI Plur. Apuano FB Ret Inst(7) 21.06
OMI Plur. Apuano FB Ret Plus
21.06
OMI Plur. Apuano FB Ret Prem
21.06
OMI Plur. Apuano FB Ret Ret
21.06
AEM Plurima CSV China Inst. USD(7) 15.06
BAZ Plurima Eur AbsRet Inst(7) 21.06
BAZ Plurima Eur AbsRet Ret
21.06
BAZ Plurima Eur AbsRet S2
21.06
BAZ Plurima EurAbsRet NL
21.06
FLE Plurima Fra.AlphaStr I(7)
16.06
FLE Plurima Fra.AlphaStrat
16.06
FLE Plurima Fra.AlphaStrChf
16.06
FLE Plurima Fra.AlphaStrNL
16.06
FLE Plurima Fra.AlphaStUsd
16.06
FLE Plurima Fra.AlphaStUsdI(7) 16.06
FLE Plurima Gamma Abs Inst(7) 21.06
FLE Plurima Gamma Abs Ret CHF 21.06
FLE Plurima Gamma Abs Ret EUR 21.06
FLE Plurima Gamma Abs Ret USD 21.06
64,420
92,943
85,552
9,078
9,303
97,365
97,325
97,325
102,810
100,797
101,847
98,255
9,940
6,220
7,562
6,144
5,552
5,782
4,467
5,003
5,570
5,661
5,068
8,049
7,761
7,669
7,479
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
MAV Plurima Gamma Dynamic Inst(7) 21.06
MAV Plurima Gamma Dynamic Ret 21.06
AEN Plurima Junior Resources Prem 15.06
FLE Plurima LS Alpha Inst(7)
21.06
FLE Plurima LS Alpha Ret
21.06
BBI Plurima MultiAlphaPlusB
21.06
BBI Plurima MultiAlphaPlusI(7) 21.06
BBI Plurima MultiAlphaPlusR
21.06
FLE Plurima Pairst. Selection R 21.06
FLE Plurima Pairst. Tot Ret R
31.05
MAV Plurima Pairstech Strategy Ret 21.06
FLE Plurima Unifortune GS E(7) 21.06
MAV Plurima VB TR Bond Inst(7) 21.06
MAV Plurima VB TR Bond Ret
21.06
MAV Plurima VB TR Bond RetP
21.06
OMI Plurima Wave GS I(7)
21.06
OMI Plurima Wave GS Inst(7)
21.06
OMI Plurima Wave GS Ret
21.06
OFL Abs Ret Credit Strat
24.06
FLE Abs Ret Multi Strat
24.06
OAS AR Convertible Bond
24.06
OPE Asian Bond
24.06
OPE Central&East Eur. Bonds
24.06
AEM Central&Eastern Europ. Eq 24.06
OEM Euro Bond
24.06
OEB Euro Bond 1-3 years
24.06
OEM Euro Bond 3-5 years
24.06
OEC Euro Corporate Bond
22.06
OEC Euro Corporate Short Term Bd 24.06
OEC Euro Covered Bond
24.06
AAE Euro Equity
24.06
AAE Euro Equity Mid Cap
24.06
OEB Euro Short Term Bond
24.06
AAE European Equity Recovery 22.06
FLE Garant 1
24.06
FLE Garant 2
24.06
FLE Garant 3
22.06
FLE Garant 4
24.06
FLE Garant 5
24.06
FLE Global Equity
22.06
AEM Greater China Equity
22.06
AAE SRI Ageing Population
22.06
AEU SRI European Equity
24.06
OEH Total Return Euro High Yield 22.06
Generali Investments Global Solutions Fund
OFL GIGS Fund - Bridge 2021 ID(7) 17.06
OFL GIGS Fund - Bridge 2021 RA2 17.06
OFL GIGS Fund - Bridge 2021 RD 17.06
OFL GIGS Fund - Bridge 2021 RD2 17.06
8,141
7,984
6,963
4,849
4,834
8,587
8,895
8,747
10,460
2,606
8,525
5,004
9,766
9,674
9,608
8,829
8,387
8,418
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
Cl. D
105,65
111,86
108,66
90,98
166,50
190,08
165,63
118,81
133,51
155,39
112,66
125,18
99,00
124,08
122,57
84,67
117,48
110,20
117,88
106,86
106,30
112,51
141,94
98,51
152,38
201,69
Cl. E
103,45
109,21
109,95
89,78
162,71
178,80
161,26
116,91
132,12
151,51
111,15
125,22
—
119,11
119,36
83,59
—
—
—
—
—
105,01
138,31
102,11
143,01
177,68
100,52
100,40
100,40
100,40
—
—
—
—
Gestielle Inv. Sicav _______________________________________
Banco Popolare Società Cooperativa; www.bancopopolare.it
OEM Bond Euro (I)(7)
22.06 161,410
OEM Bond Euro (R)
22.06 148,320
OFL Cedola Europlus
22.06
5,240
OFL Cedola Plus
22.06
5,350
OFL Cedola Sicura
22.06
5,090
OFL Cedola Sicura II
22.06
5,320
AEU Value Equity Europe (I)(7) 22.06 128,870
AEU Value Equity Europe (R)
22.06 115,380
—
—
—
—
—
—
—
—
Hedge Invest _____________________________________________
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
OFL
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
FLE
Hi Africa Opp Fund Eur D(7) 17.06
Hi Africa Opp Fund Eur DM(7) 17.06
Hi Africa Opp Fund Eur I(7) 17.06
Hi Africa Opp Fund Usd D
17.06
Hi Africa Opp Fund Usd DM(7) 19.06
Hi Core Ucits F. Eur DM
22.06
Hi Core Ucits F. Eur I
22.06
Hi Core Ucits F. Eur R
22.06
Hi Core Ucits F. Usd DM(7) 22.06
Hi Core Ucits F. Usd R
22.06
Hi Numen Cr. F. Eur I Initial 17.06
Hi Numen Credit F. Eur D
17.06
Hi Numen Credit F. Eur DM(7) 17.06
Hi Numen Credit F. Eur DM2(7) 17.06
Hi Numen Credit F. Eur I
17.06
Hi Numen Credit F. Eur I2
17.06
Hi Numen Credit Fund Eur R 17.06
Hi Principia Fund Eur DM(7) 23.06
Hi Principia Fund Eur I
23.06
Hi Principia Fund Eur R
23.06
Hi Principia Fund Usd R
23.06
Hi Sibilla Macro F. Eur DM(7) 17.06
Hi Sibilla Macro F. Eur R
17.06
Hi Sibilla Macro F. Usd R
17.06
AAM KIS - America D
AAM KIS - America P
AAM KIS - America P Usd
AAM KIS - America X
OAS KIS - Bond D
OAS KIS - Bond P
OAS KIS - Bond P Usd
OFL KIS - Bond Plus D
OFL KIS - Bond Plus D Dist
OFL KIS - Bond Plus P
OFL KIS - Bond Plus P Dist
OFL KIS - Bond Plus X
OFL KIS - Bond Plus Y
OAS KIS - Bond Y USD
FLE KIS - Dynamic D
FLE KIS - Dynamic P
FLE KIS - Dynamic P Usd
APA KIS - Em. Markets D
APA KIS - Em. Markets P
APA KIS - Em. Markets P Usd
AEU KIS - Europa D
AEU KIS - Europa P
AEU KIS - Europa X
AEU KIS - Europa Y
OAS KIS - Global Bond D
OAS KIS - Global Bond P
OAS KIS - Global Bond P Usd
FLE KIS - Italia D
FLE KIS - Italia P
FLE KIS - Italia X
FLE KIS - Italia X Dist
FLE KIS - Italia Y
AAS KIS - Key D
AAS KIS - Key D Dist
AAS KIS - Key P
AAS KIS - Key P Dist
AAS KIS - Key X
AAS KIS - Key Y
FLE KIS - Liquidity D
FLE KIS - Liquidity P
FLE KIS - Multi-St.UCITS D
FLE KIS - Multi-St.UCITS P
FLE KIS - Multi-St.UCITS P Usd
AIT KIS - Real Return D
FLE KIS - Real Return D Dist
AIT KIS - Real Return P
AIT KIS - Risorgimento D
AIT KIS - Risorgimento P
AIT KIS - Risorgimento X
FLE KIS - Selection D
FLE KIS - Selection P
FLE KIS - Selection P Usd
FLE KIS - Selection X
FLE KIS - Selection Y
FLE KIS - Selection Y Usd
FLE KIS - Small Cap D
FLE KIS - Small Cap P
FLE KIS - Small Cap X
FLE KIS - Small Cap Y
AIN KIS - World Y
21.06
21.06
21.06
21.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
17.03
17.03
17.03
21.06
21.06
21.06
22.06
22.06
22.06
22.06
21.06
21.06
21.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
17.03
17.03
21.06
21.06
21.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
12.05
12.05
12.05
12.05
22.06
92,000
92,940
95,94
92,61
95,060
107,190
105,320
102,400
95,03
104,510
120,24
97,72
112,16
99,08
115,62
98,16
113,18
124,01
122,23
121,71
122,19
101,15
98,98
99,66
192,51
197,08
281,40
200,31
124,29
130,12
177,43
132,75
98,03
137,38
121,40
102,31
101,66
101,47
118,84
121,95
171,90
112,39
116,08
156,37
124,24
129,60
131,39
103,00
96,51
101,47
139,90
99,02
136,73
137,78
95,82
103,25
107,46
104,25
155,80
144,61
158,23
111,86
99,69
103,48
107,90
111,73
148,21
95,97
97,53
96,73
93,19
123,65
122,68
117,60
121,28
166,88
123,95
98,57
98,87
100,06
106,75
108,64
108,70
97,93
Website - www.mandgitalia.it. Email - [email protected]
M&G Dynamic Allocation Fund
FLE Dynamic Allocation ¤A
24.06
13,89
M&G Investment Funds (7)
OIH Gl.l Floating Rate High Yield F. 24.06
10,08
M&G Investment Fund (14)
BBI Income Allocation Fund A
24.06
11,09
BOB Prudent Allocation
24.06
9,55
M&G Investment Funds (3)
OPE Emerging Market Bond F. A 24.06
14,37
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
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—
—
—
—
—
—
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—
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—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
Mediolanum International F. _____________________________
www.bancamediolanum.it; tel. 800 107107
CH - Challenge Funds - Classi Mediolanum
ASE Counter Cycl Eq L
24.06
5,149
ASE Counter Cycl Eq S
24.06
10,659
ASE Cyclical Eq L
24.06
6,075
ASE Cyclical Eq S
24.06
12,243
AEM Emerg. Mkts Eq. L
24.06
7,343
AEM Emerg. Mkts Eq. S
24.06
16,310
AEN Energy Eq. L
24.06
6,434
AEN Energy Eq. S
24.06
12,471
OEM Euro Bd L-A
24.06
10,349
OEM Euro Bd L-B
24.06
6,880
OEM Euro Bd S-A
24.06
18,064
OEM Euro Bd S-B
24.06
13,020
OEB Euro Income L-A
24.06
7,368
OEB Euro Income L-B
24.06
4,854
OEB Euro Income S-A
24.06
13,006
OEB Euro Income S-B
24.06
9,423
AEU European Eq L cop
24.06
7,113
AEU European Eq S cop
24.06
13,760
AEU European Eq. L
24.06
5,151
AEU European Eq. S
24.06
8,767
AFI Financial Eq. L
24.06
3,227
AFI Financial Eq. S
24.06
6,255
FLE Flexible L-A
24.06
4,544
FLE Flexible S-A
24.06
8,741
APS Germany Eq. L
24.06
5,609
APS Germany Eq. S
24.06
10,709
OIG Intern Bd L-A
24.06
6,651
OIG Intern Bd L-A Cop
24.06
8,968
OIG Intern Bd L-B
24.06
6,235
OIG Intern Bd L-B Cop
24.06
6,819
OIG Intern Bd S-A
24.06
13,100
OIG Intern Bd S-A Cop
24.06
15,453
OIG Intern Bd S-B
24.06
12,297
OIG Intern Bd S-B Cop
24.06
12,797
OIG Intern Inc L-A
24.06
5,548
OIG Intern Inc L-A Cop
24.06
6,796
OIG Intern Inc L-B
24.06
5,380
OIG Intern Inc L-B Cop
24.06
5,128
OIG Intern Inc S-A
24.06
10,932
OIG Intern Inc S-A Cop
24.06
11,976
OIG Intern Inc S-B
24.06
10,612
OIG Intern Inc S-B Cop
24.06
10,009
AIN International Eq L
24.06
7,421
AIN International Eq L cop
24.06
7,867
AIN International Eq S
24.06
9,556
AIN International Eq S cop
24.06
15,309
AIT Italian Eq. L
24.06
4,111
AIT Italian Eq. S
24.06
7,092
MAD Liquid. US$ L
24.06
4,682
MAD Liquid. US$ S
24.06
9,373
MAE Liquidity Euro L
24.06
6,769
MAE Liquidity Euro S
24.06
12,511
AAM North Amer Eq L cop
24.06
9,317
AAM North Amer Eq S cop
24.06
18,312
AAM North Amer. Eq. L
24.06
8,031
AAM North Amer. Eq. S
24.06
10,417
APA Pacific Eq L cop
24.06
5,858
APA Pacific Eq S cop
24.06
11,501
APA Pacific Eq. L
24.06
6,181
APA Pacific Eq. S
24.06
8,141
FLE Solidity& Return S-A
24.06
11,240
FLE Solidity& Return S-B
24.06
9,813
APS Spain Eq. L-A
24.06
6,732
APS Spain Eq. S-A
24.06
14,601
AIF Technology Eq. L
24.06
3,341
AIF Technology Eq. S
24.06
7,973
Legenda proventi: A = accumulazione; B = distribuzione
Mediolanum Best Brands
AIN BlackRock Glb L
24.06
6,655
AIN BlackRock Glb L cop
24.06
5,485
AIN BlackRock Glb S
24.06
12,872
AIN BlackRock Glb S cop
24.06
10,581
OEM Convertible Strat Col LA
24.06
5,519
OEM Convertible Strat Col LB
24.06
5,263
24.06
5,247
OEM Convertible Strat Col LHA
OEM Convertible Strat Col LHB
24.06
5,007
OEM Convertible Strat Col SA
24.06
10,936
OEM Convertible Strat Col SB
24.06
10,432
OEM Convertible Strat Col SHA
24.06
10,389
OEM Convertible Strat Col SHB
24.06
9,914
FLE Coupon Strat. Coll LA
24.06
6,273
FLE Coupon Strat. Coll LA cop
24.06
5,691
FLE Coupon Strat. Coll LB
24.06
5,061
FLE Coupon Strat. Coll LB cop
24.06
4,576
FLE Coupon Strat. Coll SA
24.06
12,290
FLE Coupon Strat. Coll SA cop
24.06
11,111
FLE Coupon Strat. Coll SB
24.06
9,917
FLE Coupon Strat. Coll SB cop
24.06
8,955
AIN DWS MegaTrend Sel L
24.06
5,869
AIN DWS MegaTrend Sel L cop 24.06
5,463
AIN DWS MegaTrend Sel S
24.06
11,453
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
AIN DWS MegaTrend Sel S cop 24.06
10,622
—
BBI Dynamic Coll L
24.06
6,578
—
BBI Dynamic Coll L cop
24.06
6,576
—
BBI Dynamic Coll S
24.06
11,317
—
BBI Dynamic Coll S cop
24.06
12,734
—
AIN Dynamic Int Val Opp LA
17.06
5,000
—
AIN Dynamic Int Val Opp LHA
17.06
5,000
—
AIN Dynamic Int Val Opp SA
17.06
10,000
—
AIN Dynamic Int Val Opp SHA
17.06
10,000
—
AEM Em Mkts Coll L
24.06
9,693
—
AEM Em. Mkts Coll S
24.06
15,721
—
AAS Eq. Power Coup. Coll L
24.06
6,511
—
AAS Eq. Power Coup. Coll L cop 24.06
5,811
—
AAS Eq. Power Coup. Coll S
24.06
10,101
—
AAS Eq. Power Coup. Coll S cop 24.06
11,093
—
AAS Eq. Power Coup. Coll. L B
24.06
5,146
—
AAS Eq. Power Coup. Coll. LH B 24.06
4,863
—
AAS Eq. Power Coup. Coll. S B
24.06
10,125
—
AAS Eq. Power Coup. Coll. SH B 24.06
9,583
—
OFL Equilibrium LA
24.06
4,698
—
OFL Equilibrium LAH
24.06
4,733
—
OFL Equilibrium LB
24.06
4,625
—
OFL Equilibrium LBH
24.06
4,655
—
OFL Equilibrium SA
24.06
9,366
—
OFL Equilibrium SAH
24.06
9,433
—
OFL Equilibrium SB
24.06
9,221
—
OFL Equilibrium SBH
24.06
9,286
—
FLE Euro Coup Strat Coll LA
24.06
5,066
—
FLE Euro Coup Strat Coll LB
24.06
5,066
—
FLE Euro Coup Strat Coll LHA
24.06
5,035
—
FLE Euro Coup Strat Coll LHB
24.06
5,036
—
FLE Euro Coup Strat Coll SA
24.06
10,125
—
FLE Euro Coup Strat Coll SB
24.06
10,125
—
FLE Euro Coup Strat Coll SHA
24.06
10,060
—
FLE Euro Coup Strat Coll SHB
24.06
10,062
—
OEM Euro Fixed Income L A
24.06
4,700
—
OEM Euro Fixed Income L B
24.06
5,997
—
OEM Euro Fixed Income S A
24.06
9,129
—
OEM Euro Fixed Income S B
24.06
11,570
—
AEU European Coll L
24.06
6,392
—
AEU European Coll L cop
24.06
6,721
—
AEU European Coll S
24.06
9,546
—
AEU European Coll S cop
24.06
12,647
—
FLE F.Templeton EM Sel L
24.06
5,019
—
FLE F.Templeton EM Sel S
24.06
9,794
—
OAS Financial Inc Strat LA
24.06
4,836
—
OAS Financial Inc Strat LB
24.06
4,685
—
OAS Financial Inc Strat SA
24.06
9,640
—
OAS Financial Inc Strat SB
24.06
9,341
—
OIH Glb High Yield cop L A
24.06
7,345
—
OIH Glb High Yield cop L B
24.06
4,841
—
OIH Glb High Yield cop S A
24.06
14,116
—
OIH Glb High Yield cop S B
24.06
9,284
—
OIH Glb High Yield L A
24.06
11,107
—
OIH Glb High Yield L B
24.06
5,361
—
OIH Glb High Yield S A
24.06
16,419
—
OIH Glb High Yield S B
24.06
8,449
—
AIF Glb Tech Coll L
24.06
2,380
—
AIF Glb Tech Coll L cop
24.06
7,914
—
AIF Glb Tech Coll S
24.06
7,085
—
AIF Glb Tech Coll S cop
24.06
15,256
—
AAS Infrastruct Opp Col LA
24.06
5,773
—
AAS Infrastruct Opp Col LB
24.06
5,466
—
AAS Infrastruct Opp Col LHA
24.06
5,555
—
AAS Infrastruct Opp Col LHB
24.06
5,253
—
AAS Infrastruct Opp Col SA
24.06
11,407
—
AAS Infrastruct Opp Col SB
24.06
10,802
—
AAS Infrastruct Opp Col SHA
24.06
10,973
—
AAS Infrastruct Opp Col SHB
24.06
10,383
—
AIN JPMorgan Glb L
24.06
6,809
—
AIN JPMorgan Glb L cop
24.06
5,662
—
AIN JPMorgan Glb S
24.06
13,168
—
AIN JPMorgan Glb S cop
24.06
10,951
—
FLE Long Short Strat Coll LA
24.06
4,966
—
FLE Long Short Strat Coll SA
24.06
9,924
—
FLE Med Carmignac Str Sel LA
24.06
5,367
—
FLE Med Carmignac Str Sel SA
24.06
10,636
—
FLE Med FidelityAsian Sel LA
24.06
5,088
—
FLE Med FidelityAsian Sel LB
24.06
5,088
—
FLE Med FidelityAsian Sel LHA 24.06
5,063
—
FLE Med FidelityAsian Sel LHB 24.06
5,063
—
FLE Med FidelityAsian Sel SA
24.06
10,168
—
FLE Med FidelityAsian Sel SB
24.06
10,168
—
FLE Med FidelityAsian Sel SHA 24.06
10,122
—
FLE Med FidelityAsian Sel SHB 24.06
10,118
—
FLE Med Invesco B Risk CS LA
24.06
5,394
—
FLE Med Invesco B Risk CS LB
24.06
5,002
—
FLE Med Invesco B Risk CS SA
24.06
10,690
—
FLE Med Invesco B Risk CS SB
24.06
9,913
—
FLE Med Pimco Inf Str Sel LB
24.06
4,406
—
FLE Med Pimco Inf Str Sel SB
24.06
8,732
—
AIN MStanley Glb L
24.06
7,711
—
AIN MStanley Glb L cop
24.06
6,663
—
AIN MStanley Glb S
24.06
14,914
—
AIN MStanley Glb S cop
24.06
12,860
—
FLE New Opportunity C. LAcop 24.06
5,307
—
FLE New Opportunity C. SAcop 24.06
10,415
—
FLE New Opportunity Coll. LA
24.06
5,784
—
FLE New Opportunity Coll. SA
24.06
11,367
—
APA Pacific Coll L
24.06
6,220
—
APA Pacific Coll L cop
24.06
5,301
—
APA Pacific Coll S
24.06
8,974
—
APA Pacific Coll S cop
24.06
10,043
—
FLE Pimco Inflat Strat Sel L
24.06
5,139
—
FLE Pimco Inflat Strat Sel S
24.06
10,091
—
BOB Premium Coup.Coll L
24.06
6,337
—
BOB Premium Coup.Coll L B
24.06
5,138
—
BOB Premium Coup.Coll L cop
24.06
6,034
—
BOB Premium Coup.Coll LH B
24.06
4,924
—
BOB Premium Coup.Coll S
24.06
12,383
—
BOB Premium Coup.Coll S B
24.06
10,234
—
BOB Premium Coup.Coll S cop
24.06
11,773
—
BOB Premium Coup.Coll SH B
24.06
9,747
—
AIN Socially Resp Coll LA
24.06
4,427
—
AIN Socially Resp Coll LAH
24.06
4,452
—
AIN Socially Resp Coll SA
24.06
8,819
—
AIN Socially Resp Coll SAH
24.06
8,838
—
AAM US Collection L
24.06
5,365
—
AAM US Collection L cop
24.06
5,992
—
AAM US Collection S
24.06
8,424
—
AAM US Collection S cop
24.06
11,385
—
FLE US Coupon Strat Coll LA
24.06
5,128
—
FLE US Coupon Strat Coll LB
24.06
5,128
—
FLE US Coupon Strat Coll LHA
24.06
5,104
—
FLE US Coupon Strat Coll LHB
24.06
5,110
—
FLE US Coupon Strat Coll SA
24.06
10,249
—
FLE US Coupon Strat Coll SB
24.06
10,250
—
FLE US Coupon Strat Coll SHA
24.06
10,199
—
FLE US Coupon Strat Coll SHB
24.06
10,196
—
Portfolio Fund - Classi Mediolanum
OMI Active 10 S
24.06
10,699
—
AIN Active 100 S
24.06
10,736
—
BOB Active 40 S
24.06
10,868
—
BBI Active 80 S
24.06
9,990
—
AIN Aggressive Plus S
24.06
11,404
—
AIN Aggressive Plus SH
24.06
10,410
—
AIN Aggressive S
24.06
11,257
—
AIN Aggressive SH
24.06
10,110
—
BBI Balanced S
24.06
11,393
—
BBI Balanced SH
24.06
10,993
—
BAZ Dynamic S
24.06
11,307
—
BAZ Dynamic SH
24.06
10,591
—
MAE Liquidity S
24.06
11,086
—
MAE Liquidity SA
24.06
11,236
—
BOB Moderate S
24.06
11,227
—
BOB Moderate SH
24.06
10,976
—
Le quote esposte si riferiscono ai prezzi di chiusura del giorno
lavorativo precedente quello sopra indicato
Morgan Stanley Bank International Limited Milan Branch; Tel. 02
76331; www.morganstanleyinvestmentfunds.com
Cl. A
Cl. B
OFL Absolute Returm FI
22.06
24,78
24,29
APA Asia Opportunity
22.06
22,49
22,44
APA Asia-Pacific Equity
22.06
20,76
19,71
APA Asian Equity
22.06
36,04
29,77
APA Asian Property
22.06
15,83
13,75
AEM Break Nations
22.06
20,83
—
FLE Div Alph Pl LowVol Fd
22.06
22,21
21,73
FLE Diversified Alpha Plus
22.06
28,02
25,86
OPE Em Mkt FI Opp
22.06
23,49
—
AEM Emerging Leaders Eq.
22.06
23,19
22,30
OPE Emerging Mkts Corp Dbt
22.06
28,52
27,05
OPE Emerging Mkts Debt
22.06
70,55
58,41
OPE Emerging Mkts Dom. Debt 22.06
25,34
23,10
AEM Emerging Mkts Equity
22.06
30,11
25,34
AEM EmEurop,M-East&Africa Eq 22.06
67,06
59,45
OEM Euro Bond
22.06
16,24
13,51
OEC Euro Corporate Bond
22.06
48,24
41,63
OEM Euro Strategic Bond
22.06
44,68
37,03
OEH Europ.Curr. HighYield Bd
22.06
22,24
18,55
AEU European Equity Alpha
22.06
40,83
33,78
AEU European Property
22.06
35,29
29,49
AAE Eurozone Equity Alpha
22.06
10,95
9,33
AEM Frontier Emerg. Mkts Eq.
22.06
24,40
23,63
AIN Global Advantage
22.06
27,48
26,56
FLE Global Balanced RC
22.06
34,57
33,03
OIG Global Bond
22.06
36,07
29,75
AIN Global Brands
22.06
91,60
78,39
OAS Global Convertible Bond
22.06
36,07
31,40
OIC Global Credit
22.06
24,08
23,23
AIN Global Discovery
22.06
23,26
—
OFL Global FI Opport.
22.06
27,05
25,85
OIH Global High Yield Bond
22.06
30,56
29,20
AAS Global Infrastructure
22.06
45,18
42,53
OAS Global Mortgage Sec.
22.06
25,10
24,20
AIN Global Opportunity
22.06
40,80
38,60
OIC Global Premier Credit
22.06
22,60
21,83
ASE Global Property
22.06
25,35
22,98
AIN Global Quality
22.06
26,46
25,71
AEM Indian Equity
22.06
31,40
28,52
APS Japanese Equity
22.06
27,72
28,36
AEM Latin American Equity
22.06
37,58
30,93
OEB Short Maturity Euro Bond
22.06
20,39
17,11
AAM US Advantage
22.06
51,34
46,22
AAM US Growth
22.06
58,40
48,39
AAM US Insight
22.06
23,13
—
AAM US Property
22.06
64,53
53,16
Cl. AH
Cl. BH
APA Asia Opportunity (EUR)
22.06
25,36
25,30
APA Asia-Pacific Equity
22.06
—
21,61
OPE Em.Mkts Domest.Debt
22.06
21,35
18,42
AEM Emerging Leaders Eq.
22.06
25,87
24,90
OPE Emerging Mkts Corp Dbt
22.06
31,76
30,10
OPE Emerging Mkts Debt
22.06
57,96
27,51
AEM Frontier Emerg. Mkts Eq.
22.06
27,24
26,37
OIG Global Bond
22.06
25,90
24,56
AIN Global Brands
22.06
64,15
56,31
OAS Global Convertib. Bd
22.06
34,61
30,09
OFL Global FI Opport.
22.06
28,59
27,42
OIH Global High Yield Bond
22.06
30,80
29,53
AAS Global Infrastructure
22.06
49,31
46,47
OAS Global Mortgage Sec.
22.06
27,94
26,96
AIN Global Opportunity
22.06
44,74
42,32
OAS Global Premier Credit
22.06
—
24,11
ASE Global Property
22.06
31,82
30,10
AIN Global Quality
22.06
29,65
28,82
FLE Liquid Alpha Capture
22.06
22,98
22,48
FLE Liquid Alternatives
22.06
22,50
22,03
AAM US Advantage
22.06
41,84
68,52
AAM US Growth
22.06
45,59
43,33
Cl. C
Cl. CH
OFL Absolute Return FI
22.06
24,51
—
FLE Div Alph Pl LowVol Fd
22.06
21,85
—
FLE Diversified Alpha Plus
22.06
26,11
—
OPE Em.Mkts Domestic Debt
22.06
20,10
—
AEM Emerging Leaders Eq.
22.06
22,48
25,24
OPE Emerging Mkts Debt
22.06
30,21
—
AEM Emerging Mkts Equity
22.06
18,82
—
OPE Emerging MktsCorpDbt
22.06
27,44
26,52
OEM Euro Bond
22.06
36,53
—
OEC Euro Corporate Bond
22.06
37,42
—
22.06
31,22
—
OEM Euro Strategic Bond
OEH Europ.Curr. HighYield Bd
22.06
46,23
—
AEU European Equity Alpha
22.06
34,37
—
AEM Frontier Emerg. Mkts Eq.
22.06
23,93
26,71
OIH Glb High Yield Bond
22.06
25,17
27,89
AIN Global Advantage
22.06
26,74
—
FLE Global Bal. Risk Control
22.06
30,78
—
OIG Global Bond
22.06
27,23
—
AIN Global Brands
22.06
40,11
39,20
OAS Global Convertib. Bd
22.06
—
27,01
OIC Global Credit
22.06
23,53
—
OFL Global FI Opport.
22.06
23,58
26,23
AAS Global Infrastructure
22.06
43,05
33,25
OAS Global Mortgage Sec.
22.06
24,56
27,35
AIN Global Opportunity
22.06
39,03
—
ASE Global Property
22.06
28,24
30,39
AIN Global Quality
22.06
25,85
28,96
APS Japanese Equity
22.06
28,66
—
AEM Latin American Equity
22.06
12,39
—
FLE Liquid Alpha Capture
22.06
—
22,66
FLE Liquid Alternatives
22.06
—
22,12
OEB Short Maturity Euro Bond
22.06
26,17
—
AAM US Advantage
22.06
48,34
—
AAM US Growth
22.06
40,57
41,79
myNEXT ___________________________________________________
OFL
AAS
BBI
BBI
myNEXT Bond E
myNEXT Equity E
myNEXT Multi Asset E
myNEXT Plan
22.06
22.06
22.06
22.06
5,116
5,628
5,435
5,051
—
—
—
—
New Millennium Sicav ____________________________________
Banca Finnat Euramerica; tel. 06 699 33 1
OEC Augustum Corporate Bond
22.06
Cl.A
193,72
Cl.I
202,69
OEB Augustum High Qual. Bond
OBI Augustum Italian Div. Bond
--- Augustum Mkt Timing
BOB Balanced World C.
OEB Euro Bonds Short Term
AAE Euro Equities
--- Extra Euro HQB
AIN Global Equities (Eur Hdg)
OEM Inflation Lkd Bd Eur.
OEC Large Europe Corporate
FLE Total Return Flexible
FLE VolActive
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
22.06
17.06
22.06
147,52
113,56
101,63
138,03
139,59
47,15
105,94
71,78
107,11
139,26
123,09
89,45
151,71
117,37
104,55
145,12
142,77
50,03
106,10
76,17
110,52
144,16
—
91,98
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
P
P
m
P
P
P
P
www.pioneerinvestments.com; tel. 800551552
Pioneer Funds
FLE Absolut Ret. Bond E
22.06
4,974
FLE Absolut Ret. M.Str. E
22.06
6,025
FLE Absolut Ret. M.Str.Gr. E
22.06
6,388
OFL Absolut Return Curr. E
22.06
5,669
OFL Absolut Return Curr. F
22.06
5,398
FLE Absolute R.Eur.Eq. EH($)
22.06 105,008
FLE Absolute Ret. As. Eq. E
22.06
5,731
FLE Absolute Ret. Eur. Eq. E
22.06 108,888
FLE Absolute Ret. M. Str. F.
22.06
5,337
APA Asia (ex Japan) Eq. E
22.06
7,805
APA Asia (ex Japan) Eq. F
22.06
6,909
APA China Eq. E
22.06
11,113
APA China Eq. F
22.06
9,775
FLE Commodity Alpha E
22.06
3,073
FLE Commodity Alpha E Hed
22.06
2,659
FLE Commodity Alpha F
22.06
2,888
AEU Core Europ. Eq. E
22.06
9,635
AEU Core Europ. Eq. F
22.06
8,469
AEM Em. Eur. Med. Eq. E
22.06
15,406
AEM Em. Eur. Med. Eq. F
22.06
12,975
OPE Em. Mark. Bond E DT
22.06
5,878
OPE Em. Mark. Bond F DT
22.06
5,850
OPE Em. Mark. Bond LC E
22.06
6,399
OPE Em. Mark. Bond LC E D.
22.06
4,299
OPE Em. Mark. Bond LC E DT
22.06
4,332
OPE Em. Mark. Bond LC F
22.06
6,148
OPE Em. Mark. Bond LC F D.
22.06
4,274
OPE Em. Mark. Bond LC F DT
22.06
4,322
OPE Em. Mark. Bond ST E
22.06
5,109
OPE Em. Mark. Bond ST E D
22.06
5,194
OPE Em. Mark. Bond ST E DT
22.06
5,114
OPE Em. Mark. Bond ST E Hed
22.06
5,225
OPE Em. Mark. Bond ST F DT
22.06
5,104
OPE Em. Mark. Cor. HY B. E
22.06
6,536
OPE Em. Mark. Cor. HY B. E DT
22.06
5,812
OPE Em. Mark. Corp. B. 2016 E
15.06
5,110
OPE Em. Mark. Corp. B. 2016 F
15.06
5,073
OPE Em. Mkts B.E Hed.
22.06
12,224
OPE Em. Mkts Bond E
22.06
15,561
OPE Em. Mkts Bond F
22.06
13,683
AEM Em. Mkts Eq. E
22.06
6,971
AEM Em. Mkts Eq. F
22.06
6,015
OAS Euro Aggr. Bond E
22.06
7,917
OAS Euro Aggr. Bond E D.
22.06
5,930
OAS Euro Aggr. Bond F
22.06
7,656
OAS Euro Aggr. Bond F D.
22.06
5,910
OAS Euro Aggreg. Bond E DT
22.06
5,923
OEM Euro Bond E
22.06
10,356
OEM Euro Bond E DT
22.06
5,565
OEM Euro Bond F
22.06
9,531
OAS Euro Cash Plus E
22.06
65,389
OAS Euro Cash Plus E DT
22.06
5,030
OEC Euro Corp. Short T. E
22.06
6,005
OEC Euro Corp. Short T. F
22.06
5,747
OEC Euro Corpor. Bond E DT
22.06
6,006
OEC Euro Corporate Bond E
22.06
9,537
OEC Euro Corporate Bond F
22.06
8,345
OEH Euro H. Y. E
22.06
10,303
OEH Euro H. Y. F
22.06
9,215
OEH Euro H. Y. F DT
22.06
5,499
OEH Euro High Yield E DT
22.06
6,074
MAE Euro Liquidity E
22.06
5,094
OAS Euro Short T. E
22.06
6,324
OAS Euro Short T. F
22.06
6,002
OFL Euro Strat. Bond E D.
22.06
4,903
OFL Euro Strat. Bond E DT
22.06
5,479
OFL Euro Strat. Bond F D.
22.06
4,871
OFL Euro Strat. Bond F DT
22.06
5,176
OFL Euro Strategic Bond E
22.06
10,321
OFL Euro Strategic Bond F
22.06
8,725
AAE Euroland Equity E
22.06
6,660
AAE Euroland Equity F
22.06
5,823
AEU Europ. Eq Income ED
22.06
5,897
OAS Europe Rec.Inc. 2017 E
15.06
5,346
AEU European Eq. Value E
22.06
6,375
AEU European Eq. Value F
22.06
9,489
AEU European Potential E
22.06
7,413
AEU European Potential F
22.06
6,833
AEU European Research E
22.06
5,793
5,083
AEU European Research F
22.06
FLE Flexible Opportunities E
22.06
4,936
FLE Flexible Opportunities F
22.06
4,934
OAS Gl. Sub. Bond E
22.06
5,174
AIN Glb Eq. Tar. Income E
22.06
7,336
AIN Glb Eq. Tar. Income E DT
22.06
4,309
AIN Glb Eq. Tar. Income F
22.06
6,932
AIN Glb Eq.Tar. Income ED
22.06
5,010
OIG Glb GDP Weig. Gov. Bd E DT 22.06
4,717
OIG Glb GDP Weig. Gov. Bd F DT 22.06
4,709
OIG Glb GDP Weig. Gov. Bond E 22.06
4,755
OIG Glb GDP Weig. Gov. Bond F 22.06
4,734
FLE Glb M.Asset TI E Hed. DS
22.06
4,656
FLE Glb Multi Asset TI E DS
22.06
4,041
FLE Glb Multi Asset TI E DT
22.06
5,320
OAS Glb Sub. Bond Cl. E
22.06
5,062
OAS Global Aggr. Bond E
22.06
8,339
OAS Global Aggr. Bond E DT
22.06
5,528
OAS Global Aggr. Bond F
22.06
8,066
ASE Global Ecology E
22.06
5,979
ASE Global Ecology F
22.06
5,564
OIH Global High Yield E
22.06
9,974
OIH Global High Yield E DT
22.06
5,682
OIH Global High Yield F
22.06
8,660
OIH Global High Yield F DT
22.06
5,382
OPE Global High Yield F DT
22.06
5,788
BOB Global Multi Asset Cons. E 22.06
5,568
BOB Global Multi Asset Cons. F 22.06
5,040
BAZ Global Multi Asset E
22.06
8,882
BAZ Global Multi Asset F
22.06
8,395
AIN Global Select E
22.06
6,072
AIN Global Select F
22.06
5,656
AEM Indian Equity E
22.06
7,666
AEM Indian Equity F
22.06
7,222
AIT Italian Equity E
22.06
6,515
AIT Italian Equity F
22.06
5,788
APA Japanese Eq. E
22.06
2,692
APA Japanese Eq. E Hed
22.06
7,865
APA Japanese Eq. F
22.06
2,388
AEM Latin Am. Equity E
22.06
3,157
AEM Latin Am. Equity F
22.06
2,996
AAM North Am. Bas. V. E Hed.
22.06
5,734
AAM North American Bas. Val. E 22.06
7,524
AAM North American Bas. Val. F 22.06
6,949
FLE Real Assets TI E
22.06
3,949
FLE Real Assets TI F
22.06
3,875
FLE Real Assets TI E Hed DS
22.06
4,637
APS Russian Equity E
22.06
3,862
APS Russian Equity F
22.06
3,711
OFL Strategic Income E
22.06
10,507
OFL Strategic Income E D.
22.06
6,007
OFL Strategic Income E DT
22.06
6,101
OFL Strategic Income E Hed.
22.06
9,357
OFL Strategic Income E Hed. D. 22.06
5,232
OFL Strategic Income F
22.06
9,501
OFL Strategic Income F D.
22.06
6,138
OFL Strategic Income F DT
22.06
5,914
OFL Strategic Income F Hed.
22.06
8,677
OFL Strategic Income F Hed. D. 22.06
5,006
AEU Top Europ. Play. E
22.06
8,025
AEU Top Europ. Play. F
22.06
6,937
ODMU.S. Dollar Aggregate Bd E 22.06
8,467
ODMU.S. Dollar Aggregate Bd F 22.06
8,021
ODB U.S. Dollar Short T. E
22.06
5,909
ODB U.S. Dollar Short T. F
22.06
5,610
AAM U.S. Fundam. Growth E
22.06
14,292
AAM U.S. Fundam. Growth E H
22.06 145,185
AAM U.S. Fundam. Growth F
22.06
16,883
AAM U.S. Pioneer Fund E
22.06
7,620
AAM U.S. Pioneer Fund E Hed.
22.06
5,678
AAM U.S. Pioneer Fund F
22.06
6,757
AAM U.S. Res. Value E
22.06
10,351
AAM U.S. Res. Value F
22.06
11,356
AAM U.S. Research E
22.06
8,206
AAM U.S. Research E Hed.
22.06
6,008
AAM U.S. Research F
22.06
7,242
ODH Us High Yield E
22.06
11,070
ODH Us High Yield E Hed.
22.06
7,550
ODH Us High Yield F
22.06
10,052
AAM Us Mid Cap Value E
22.06
10,744
9,531
AAM Us Mid Cap Value F
22.06
Pioneer Fund Solution
BBI Balanced E
22.06
6,851
BBI Balanced F
22.06
6,160
BOB Conservative E
22.06
8,256
BOB Conservative F
22.06
7,388
BAZ Diversified Growth E
22.06
4,009
BAZ Diversified Growth F
22.06
3,748
Pioneer SF
OAS Diver. Sub. Bond 2018 E
22.06
5,370
OPE Em. Mkts Bd 2019 E DA
15.06
5,820
OPE Em. Mkts Bd 2019 E Hd DA 15.06
4,834
BBI Equity Plan 60 E
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22.06
6,697
OEM Euro Curve 5-7year E Dis.
22.06
5,546
OEM Euro Curve 7-10y E
22.06
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OEM Euro Curve 7-10y F
22.06
7,741
OEM Euro Curve 7-10year E Dis. 22.06
5,774
OAS Euro Fin. Rec. 05/2018 E
22.06
5,438
OAS Euro Finan. Rec. 18 E Dis.
22.06
5,685
FLE Target Eonia Plus - G
22.06
4,845
OAS US Doll. DCB B 17 E Dis.
22.06
5,687
OAS US Doll. DCB B 17 E Dis.H
22.06
4,965
Pioneer SSF
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FLE America AD 20/12/17 E P 17.06 109,657
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FLE Asia 06/2016 E
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FLE Bric 03/12/2015 E
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FLE Bric 4/12/2015 E
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FLE Cina 07/2018 E
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FLE Cina 09/2018 E
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FLE Crescita Europa 05/2018 E 17.06
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FLE Crescita Europa 06/2018 E 17.06 100,482
FLE Dividendo 07/11/2018 E
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FLE Europa 07/11/2018 E
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FLE Europa 07/2018 E
17.06
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FLE Europa 10/12/18 E P
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FLE Europa 19/12/18 E
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FLE Europa 26/11/2018 E
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FLE Europa 30/11/2020 E
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FLE Europa 6/11/2020 E P
17.06 101,490
FLE Europa Dic. 2017 E P
17.06 112,982
FLE Europa Giugno 2019 E P
17.06 101,
P
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&
—
36 Mercati azionari in Italia
Il Sole 24 Ore
Sabato 25 Giugno 2016 - N. 173
MERCATO AZIONARIO
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BORSA ITALIANA
Media Media
2015-2016 (1) 30 gg 30 gg
Min ¤
Max ¤ prezzo quant.
A
INDICI
Pr. Chiusura (3)
Var.% Vwap Apert.
¤
¤ Var.% annua ¤ (6)
(¤) Min.¤ Max¤
24.06 23.06 (4)
(5) 24.06 24.06 24.06 24.06
ZAzioni
Contr.
N.ro Quant. tot. in
Cont. (mlg) ¤(mlg)
p/mez.
Capit.
p/u propri Div/p in mln
(7)
(8) ¤ (9)
1,437 -5,50
1,266 -6,87
1,009 -4,21
1,471 -5,10
10,550 -0,66
2,400 -10,33
— —
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8,180 -2,20
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-21,46
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-15,05
2,27
-29,19
—
-21,21
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1,359
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2,298
—
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-27,56
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—
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11,220
7,072
39 6020 SM B&C Speakers 1X
0,475 95505 1506 MD B. Carige 1X
80,452
— 1280 B. Carige r
2,019 326 1514 SM B. Desio 1X
2,085
24 1349 B. Desio r nc
0,361 971 1292 m B. Finnat 1X
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1,606 188 1397 MD B. Intermobiliare 1X
4,326 58399 6014 LC B.P. E.Romagna 1X
—
— 1474 m B.P. Etruria e L.
0,496 990513 1472 LC B.P. Milano 1X
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—
— 1548 MC B.P. Spoleto 1X
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6,577
32 1029 SM B. Sard. r nc )
3,077 155168 1143 LC B. Popolare 1X
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7,107 15888 1539 LC Banca Mediolanum 1X
2,427 1315 1080 m Banca Sistema 1X
3,723 259 1007 Banzai 1X
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65 1033 SM Bastogi 1X
42,906 162 1325 m BB Biotech 1X
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15 6043 SM Best Union 1X
0,313 1034 1874 SM Bialetti 1X
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11,947 534 1048 m Biesse 1X
0,238 790 6018 Bioera 1X
17,927
7 1040 Boero 1X
4,293 202 1092 Bolzoni 1X
18,481
23 1041 SM Bon. Ferraresi 1X
0,272
20 6115 MC Borgosesia )
0,342
7 6120 Borgosesia rnc
51,609 1359 1516 m Brembo 1X
0,054 2373 1045 SM Brioschi 1X
17,467 610 1025 B. Cucinelli 1X
17,086 7462 1556 LC Buzzi Unicem 1X
9,886 760 1557 Buzzi Unic. r nc
6,670
0,392
—
1,700
1,900
0,330
19,770
21,100
1,461
3,492
—
0,380
2,300
—
0,168
5,900
2,324
3,412
6,040
2,242
3,550
2,960
1,023
41,100
0,459
0,360
0,570
—
0,300
0,127
11,220
0,208
—
4,272
17,800
0,272
—
49,730
0,048
16,500
15,580
9,200
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— —
1,810 -6,08
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— —
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— —
0,182 -7,59
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— —
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— —
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— —
— —
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-17,86
-69,84
—
-36,21
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—
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—
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-22,13
-43,21
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-25,85
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-23,03
-19,15
—
-22,63
-57,19
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-44,85
—
9,07
-6,41
-6,31
—
12,20
-46,70
-0,19
-4,25
-9,73
6,365
0,382
—
1,770
1,929
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1,405
3,681
—
0,403
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—
0,164
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1,023
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0,454
0,361
0,568
—
0,293
0,124
10,933
0,203
—
4,272
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0,272
—
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0,046
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9,144
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—
1,770
1,940
0,290
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19,800
1,400
3,410
—
0,385
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—
0,155
5,800
2,272
3,434
5,500
2,260
3,400
2,644
1,023
39,400
0,430
0,360
0,550
—
0,300
0,115
10,640
0,202
—
4,272
17,840
0,272
—
48,000
0,047
15,500
15,100
9,000
6,010
0,341
—
1,700
1,899
0,280
18,510
19,710
1,360
3,410
—
0,380
2,164
—
0,155
5,525
2,260
3,260
5,500
2,180
3,062
2,600
1,023
37,450
0,430
0,350
0,550
—
0,260
0,115
10,260
0,193
—
4,272
17,090
0,272
—
48,000
0,046
15,300
15,100
8,930
6,805
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11
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—
—
—
—
— — —
— 0,0875 21.05.12
1,810
72
36
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1,985
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0,330
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1,470
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—
—
—
—
— — —
— 0,1000 11.05.09
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—
—
—
—
— — —
— 0,0122 11.04.16
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6,000
30
7
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—
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1,023
9
9
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—
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—
—
—
—
— — —
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—
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—
—
—
—
— — —
— 0,1300 16.05.16
4,272
2
—
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1
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1
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—
—
—
—
—
— — —
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14,260
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0,650
2,770
5,150
0,091
3,910
1,160
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0,971
10,580
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4,252
1,150
1,950
0,820
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5,545
13,400
3,800
2,630
7,190
0,017
0,175
—
0,990
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8,000
0,220
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— —
1,047 -5,44
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8,000 —
0,253 -12,87
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-19,17
-17,51
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-4,57
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-6,62
-51,51
-21,70
—
0,42
-48,95
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-13,87
-20,29
-26,88
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-9,40
-71,19
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4,172
1,130
1,922
0,820
8,315
1,131
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0,175
—
0,970
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0,359
7,971
0,220
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0,458
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0,330
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0,840
8,180
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5,480
13,350
3,700
2,634
7,100
0,017
0,176
—
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8,000
0,220
5,670
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0,980
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3,900
1,065
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0,805
8,100
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7,100
0,016
0,170
—
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0,340
5,940
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1,155
1,950
0,840
8,440
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13,500
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7,390
0,017
0,176
—
0,990
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1,008
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27
16
38
3516
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1428
34
371
35
1041
35
9
—
337
88
6929
71
65
9
1014
1822
63
661
3,130 5,450 4,108 1160 1027 MD Rai Way 1X
3,676 3,800 -3,26 -22,65 3,688 3,450 3,450 3,800
26 1342 SM Ratti 1X
2,240
— — -7,08 2,174 2,150 2,070 2,240
2,070 2,748 2,353
0,389 1,320 0,751 68261 1564 MD RCS Mediagroup 1X 0,762 0,785 -2,87 21,15 0,748 0,740 0,721 0,764
12,800 27,740 26,062 5227 1221 MD Recordati 1X
25,450 26,840 -5,18 6,69 25,715 25,500 24,240 26,200
0,269 0,433 0,318 1347 1238 m Reno De Medici 1X
0,302 0,316 -4,58 -18,57 0,296 0,299 0,285 0,304
58,450 136,300126,203
66 1345 m Reply 1X
118,300 125,000 -5,36 -6,91 117,718 117,600 113,000 121,000
0,415 0,714 0,652 3090 1085 SM Retelit 1X
0,604 0,636 -4,96 -1,63 0,586 0,597 0,540 0,610
0,161 0,167 -3,41 -35,79 0,153 0,160 0,147 0,164
0,147 0,330 0,176 581 1549 SM Ricchetti 1X
0,070 0,226 0,090 1497 1228 Risanamento )
0,082 0,087 -5,96 -35,17 0,081 0,079 0,075 0,085
0,360 0,670 0,414 1295 1028 SM Roma A.S.
0,386 0,414 -6,79 -19,25 0,393 0,400 0,380 0,402
0,536 1,455 0,608
27 6047 SM Rosss 1X
0,581 0,581 — -40,02 0,560 0,560 0,550 0,581
0,376
2,150
0,960
16,340
12,600
13,370
21,400
1,056
51,700
6,345
1,120
0,393
2,296
0,976
17,400
13,090
14,280
23,010
1,130
55,250
6,850
1,175
-4,30
-6,36
-1,64
-6,09
-3,74
-6,37
-7,00
-6,55
-6,43
-7,37
-4,68
-48,21
-0,38
-20,91
-8,52
-7,40
-18,12
-22,61
-18,16
9,86
-14,73
-44,11
0,357
2,116
0,944
16,100
12,171
13,530
21,387
1,045
52,774
6,397
1,113
0,330
2,090
0,945
15,800
12,010
13,000
20,820
1,033
51,950
6,250
1,090
0,314
2,090
0,932
15,540
11,730
13,000
20,200
1,000
51,500
6,200
1,090
0,379
2,194
0,960
16,490
13,000
13,850
21,800
1,067
54,100
6,580
1,170
454 2107 752 3,06 0,43 7,59 153 0,0271 23.05.16
29
11
24 26,48 0,59 — 35
—
27
21
19 neg. 1,26 — 78
—
831
97 1569 8,09 0,76 0,62 658 0,1000 09.11.15
556 113 1376 6,12 0,58 0,99 492 0,1207 09.11.15
551
77 1046 19,50 2,65 1,85 791 0,2500 09.05.16
800 137 2928 21,38 3,54 2,06 3197 0,4400 18.04.16
186 176 184 7,80 0,59 10,45 320 0,1200 16.05.16
1361 161 8519 29,40 5,03 1,23 2953 0,6500 23.05.16
497 131 838 9,91 2,67 2,03 90 0,1300 07.12.15
32
18
20 neg. -0,04 —
2 0,1000 19.05.08
0,605
0,735
0,093
45,000
—
1,800
0,683
3,600
1,972
65,600
13,240
9,730
0,046
5,560
0,940
1,310
31,810
0,630
0,654 -7,50
0,817 -10,04
0,105 -11,90
49,550 -9,18
— —
1,850 -2,70
0,721 -5,20
4,002 -10,04
— —
65,700 -0,15
14,580 -9,19
10,340 -5,90
0,051 -10,57
5,900 -5,76
0,941 -0,11
1,388 -5,62
35,370 -10,07
0,687 -8,30
-14,00
-27,06
-7,74
-22,89
—
-12,69
-11,55
-6,73
-25,05
10,00
-3,67
-18,90
-43,43
-35,05
-10,57
-25,13
-23,42
-18,00
0,618
0,738
0,092
45,560
—
1,732
0,680
3,649
2,110
65,702
13,376
9,668
0,044
5,518
0,933
1,204
32,379
0,621
0,620
0,700
0,099
49,990
—
1,740
0,680
3,762
2,120
65,800
13,500
9,650
0,043
5,590
0,900
1,161
32,500
0,645
0,593
0,670
0,088
44,890
—
1,580
0,657
3,540
1,972
63,250
13,160
9,535
0,043
5,425
0,900
1,161
31,770
0,595
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0,780 488 605 446 17,91 0,52
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49,990 402
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—
—
—
—
— —
1,835
46
31
53 17,72 0,97
0,684
20
28
19 12,59 0,67
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2,250
63
17
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65,850
57
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9,775 1510 558 5393 70,46 0,89
0,050
41 664
29 neg. 0,62
5,600 494 198 1093 9,54 0,97
0,940
10
10
9 neg. 0,69
1,340 106 121 146 neg. 0,41
33,490 5606 1133 36681 10,48 0,77
0,645
80 129
80 7,14 0,44
D
0,314
1,862
0,895
13,400
10,550
8,690
14,720
1,000
32,750
3,010
1,090
0,773
3,120
1,580
24,280
17,150
17,820
28,000
1,529
56,600
14,600
3,620
0,425
2,324
1,018
17,765
12,711
15,070
22,783
1,151
53,852
6,086
1,263
0,585
0,670
0,060
40,000
6,638
1,391
0,593
3,330
1,972
36,190
10,930
8,504
0,043
5,425
0,900
1,080
23,130
0,595
0,880
1,307
0,200
59,750
12,525
2,346
0,990
4,500
4,458
67,000
17,660
13,028
0,138
10,450
1,250
2,280
47,180
0,973
0,659 822 1275 Edison r nc )
0,874 1949 1099 MD Ed. Espresso 1X
0,086 19845 1138 SM Eems )
49,394 244 1359 m EI Towers 1X
11,038
96 1346 m El.En 1X
1,889 382 1188 m Elica 1X
0,718 359 1613 m Emak 1X
3,998 436096 1575 LC Enel 1X
2,455
75 6048 MC Enervit 1X
65,937 108 1347 m Engineering I.I. 1X
13,684 175717 1525 LC Eni 1X
10,642 3259 1576 MD Erg 1X
0,050 2400 1154 SM Ergycapital )
6,284 1553 1104 m Esprinet 1X
0,975
49 6025 SM Eukedos 1X
1,383 474 1088 m Eurotech 1X
32,440 5146 1627 LC Exor 1X
0,676 502 1081 m Exprivia 1X
E
F
4679 1355 m D'Amico 1X
178 1047 m Dada )
121 1676 Damiani
474 1089 MD Danieli
648 1090 Danieli r nc
387 1018 m Datalogic 1X
1192 1072 MD De' Longhi 1X
2096 1003 m Dea Capital 1X
891 1598 MD Diasorin 1X
2618 1326 m Digital Bros
96 1351 m Dmail Gr. )
28,50
29,57
60,06
5,14
neg.
27,53
neg.
15,98
14,20
8,91
50,93
977,99
neg.
neg.
—
18,35
neg.
49,76
13,82
16,63
neg.
12,02
4,30
17,32
neg.
0,60
2,81
1,26
0,23
0,18
2,77
1,83
0,51
1,72
0,57
0,64
2,50
15,32
1,61
—
0,70
0,78
2,62
0,45
0,82
0,38
0,81
0,23
0,45
1,94
0,730 0,808 -9,60 -33,27 0,740 0,721 0,720 0,767 482 901 667 40,90 0,46
0,720 1,290 0,834 4451 1124 m Falck Renew 1X
27,910 46,190 37,559 5645 1012 Ferrari 1X
36,720 38,590 -4,85 -15,02 36,543 33,610 33,010 37,230 8025 1710 62480 24,62-282,07
0,340 0,715 0,465 2031 6066 SM FNM 1X
0,424 0,447 -5,23 -12,18 0,419 0,428 0,390 0,428
54 203
85 9,05 0,52
5,042 10,742 6,210 182387 1111 LC FCA-Fiat Chrysler 1X 5,710 6,300 -9,37 -32,71 5,758 5,400 5,270 5,980 27147 40877 235350 28,08 0,58
2,836 9,665 5,962 128 1335 m Fidia 1X
5,385 5,695 -5,44 -18,69 5,232 5,140 5,000 5,450
61
16
83 9,84 1,62
1,331 6,123 1,741 513 1211 m Fiera Milano 1X
1,526 1,711 -10,81 -35,14 1,513 1,550 1,400 1,564 225 146 220 107,31 1,29
7,519 13,300 12,431 347 1071 m Fila 1X
12,020 12,580 -4,45 10,84 11,997 12,100 11,100 12,480 166
29 346 neg. 2,63
0,261 0,864 0,370 14123 1062 Fincantieri 1X
0,333 0,360 -7,50 -18,03 0,334 0,329 0,318 0,338 594 2511 839 neg. 0,50
4,360 7,870 6,397 12054 1056 LC FinecoBank 1X
5,980 6,625 -9,74 -20,84 6,013 5,680 5,550 6,200 4733 3285 19756 19,10 5,77
0,983 2,230 1,221
19 1077 SM FullSix 1X
1,141 1,232 -7,39 -37,39 1,097 1,090 1,046 1,141
22
17
18 87,02 1,68
G
0,435 1,600 0,547 301 1369 SM Gabetti Prop. S. 1X
2,512 4,500 2,762
37 1332 SM Gasplus 1X
1,355 4,050 1,704
76 1607 m Gefran 1X
10,900 19,210 12,502 85229 1131 LC Generali 1X
2,572 4,390 2,968 3825 1006 MD Geox 1X
0,550 1,291 0,898 793 1622 SM Grandi Viaggi 1X
0,155 1,341 0,190 4445 1253 Gr. Waste Italia )
H
1,901
I
2,676 2,552 16137 1251 MD Hera d
0,480
2,530
1,550
10,920
2,790
0,925
0,195
0,545 -11,94
2,698 -6,23
1,636 -5,26
13,120 -16,77
3,046 -8,40
0,942 -1,81
0,217 -9,93
-42,87
-29,00
-12,56
-34,30
-31,59
-1,42
-74,18
0,474
2,540
1,516
11,176
2,806
0,882
0,189
0,461
2,614
1,564
11,160
2,650
0,873
0,180
0,460
2,530
1,469
10,920
2,650
0,854
0,180
4,21
4,79
—
2,60
—
1,08
—
6,27
3,46
2,65
2,28
2,72
—
1,25
—
4,53
—
2,07
3,90
—
—
2,50
6,55
5,10
—
—
—
—
—
—
0,57
3,68
4,38
1,42
—
5,98
5,17
—
2,72
—
—
1,08
3,43
32
327
18
231
102
4829
52
973
226
601
26
1405
4
16
—
771
33
8578
258
287
10
1998
508
33
93
68
304
4
1288
—
110
111
37100
38
821
48613
1453
7
289
21
43
7803
32
0,1500
0,2000
0,0100
0,0500
0,0300
0,0900
0,1650
0,3500
0,4600
0,1000
0,0600
0,2300
—
0,0022
0,0516
0,0440
0,0100
0,1300
0,0140
—
0,0600
0,1500
0,0300
0,0500
—
0,0500
0,0629
—
1,1000
1,2000
0,0098
0,0250
0,1600
0,0300
1,6452
0,8000
1,0000
—
0,1500
—
—
0,3500
0,0213
20.06.16
20.06.16
26.05.03
23.05.16
07.05.07
18.05.09
02.05.16
20.06.16
20.06.16
11.06.12
23.05.16
23.05.16
23.05.16
24.07.00
09.05.16
09.05.16
30.05.16
23.05.16
06.06.16
18.04.16
23.05.16
1,358
1,179
0,967
1,396
10,480
2,152
—
31,530
25,290
8,000
1,202 -9,65
10,890 -5,33
6,335 -5,29
1,543 -5,06
0,401 -9,98
1,102 -9,26
8,265 -3,87
— —
1,630 1,10
0,400 -3,75
8,650 -5,20
5,150 -14,56
10,080 -1,44
— —
2,620 -4,20
4,042 -8,96
10,810 -7,49
23,640 -9,09
7,585 -4,42
16,230 -1,54
19,490 -13,75
32
281
74
13
36
18352
77
5939
65
593
35
3853
20
2
—
607
71
56284
150
411
12
2600
3766
88
756
0,0410
0,5000
0,4000
0,0450
0,2500
0,0070
0,1700
0,2500
0,0450
0,0100
0,0430
0,2500
0,1800
0,0413
0,1500
0,2000
0,4500
0,8800
0,1200
0,4000
0,5000
1,676 1,564 22264 1339 MD Iren 1X
2,090 1,262 1351 1301 m Isagro 1X
1,467 0,979 509 1050 m Isagro Az. Svil. sp
2,726 1,561
43 1054 m It Way 1X
10,560 10,474 16664 1148 LC Italcementi 1X
5,500 2,464 221605 1256 SM Italiaonline 1X
320,000309,017
— 1257 Italiaonline rnc
44,650 35,412
55 1152 MD Italmobiliare 1X
31,870 26,667 258 1153 Italmobiliare r nc
8,960 8,094
54 1302 IVS Gr. A 1X
1,086
10,310
6,000
1,465
0,361
1,000
7,945
—
1,648
0,385
8,200
4,400
9,935
—
2,510
3,680
10,000
21,490
7,250
15,980
16,810
9
67
66
7
44
2207
68
1064
5
157
13
535
1213
12
—
625
203
8942
419
52
54
432
8216
90
2287
3410
2166
25
111
116
107
279
—
69
36
1843
1309
1985
—
587
363
890
17972
1822
68
2451
Azioni
1,222 105534 1621 LC A2A 1X
12,228 1759 1512 MD Acea 1X
6,557
20 1094 m Acotel 1X
1,590 215 1566 SM Acsm-Agam 1X
0,403 2012 1005 SM Aedes 1X
1,110 791 1836 m Aeffe 1X
8,351
88 1084 Aeroporto di Bologna 1X
2,836
10 1617 SM Alba 1X
1,680 560 1434 SM Alerion Cleanpwr 1X
0,403 158 1579 SM Ambienthesis 1X
8,510 4998 1049 m Amplifon 1X
5,141 21148 1011 LC Anima Holding 1X
10,172 918 1212 m Ansaldo Sts 1X
—
— 1528 SM Arena
2,462 3649 1035 m Ascopiave 1X
4,143 6529 1146 m Astaldi 1X
11,202 674 1020 MD ASTM 1X
23,481 18403 1338 LC Atlantia 1X
7,540 8101 1574 MD Autogrill 1X
16,997
12 6135 MC Autostrade M. 1X
18,698 9659 1398 LC Azimut H. 1X
3,310 5,260 3,843
23 1327 m Cad It 1X
3,220 6,100 4,537 584 1066 m Cairo Comm. 1X
0,842 1,479 1,070 338 6021 SM Caleffi 1X
1,721 2,796 2,135
74 1306 Caltagirone 1X
0,791 1,178 0,864 149 1058 MC Caltagirone Ed. )
4,890 8,985 8,508 10521 1061 LC Campari 1X
1,040 2,500 1,274 301 1527 SM Carraro 1X
5,275 8,800 5,961 5158 1333 MD Cattolica Ass. 1X
10,210 16,920 13,575
85 1580 m Cembre 1X
3,620 7,155 4,264 973 1067 m Cementir Hldg. 1X
2,500 4,730 2,887
70 1329 m Cent. Latte To 1X
4,010 7,920 7,472 3442 1053 Cerved Inf. 1X
0,016 0,058 0,020 3161 1042 SM Chl 1X
0,170 0,367 0,189 339 6023 SM Cia 1X
0,207 0,257
—
— 1087 Ciccolella
0,740 1,137 1,038 5796 1070 MD Cir 1X
0,331 1,368 0,400 813 1317 SM Class 1X
5,170 8,920 6,408 43346 1475 LC CNH Industrial 1X
0,310 0,537 0,383 7258 1073 MD Cofide 1X
Coima Res 1X
7,540 9,500 8,624 420
0,197 0,376 0,255 185 6038 SM Conafi Prestitò 1X
4,940 8,385 6,211 1812 1100 MD Credem 1X
0,425 1,362 0,532 57066 1454 MD C. Valtellinese 1X
0,751 1,940 1,083 351 1570 SM Csp Int. 1X
0,230 2,830 0,389 10345 1312 CTI Biopharma )
3,77
4,92
—
3,10
—
—
2,20
—
2,83
—
0,53
5,73
1,81
—
5,99
5,43
4,45
4,04
1,68
2,56
8,77
0,858
0,878
0,700
1,102
4,570
2,000
91,050
17,100
13,900
6,000
Z
Pr. Chiusura (3)
Var.% Vwap Apert.
¤
¤ Var.% annua ¤ (6)
(¤) Min.¤ Max¤
24.06 23.06 (4)
(5) 24.06 24.06 24.06 24.06
1,367
14,290
15,900
1,728
3,240
2,800
10,980
3,232
3,388
0,615
8,890
9,865
10,830
—
2,638
10,880
13,423
25,740
9,415
19,270
29,580
C
1,29
1,42
1,73
0,69
0,43
0,81
1,74
—
0,66
0,74
3,69
1,64
3,03
—
1,41
0,57
0,57
2,64
3,26
0,57
3,42
Data
stacco
Media Media
2015-2016 (1)
30 gg 30 gg
Min ¤
Max ¤ prezzo quant.
0,791
8,830
5,700
1,050
0,310
0,920
4,942
2,150
1,480
0,348
4,824
3,800
8,150
—
1,750
3,476
8,815
18,930
6,035
14,940
15,090
B
46,71
12,38
neg.
9,31
22,33
70,25
40,13
—
neg.
neg.
39,37
10,31
21,29
—
13,65
4,49
8,23
21,07
28,40
7,33
9,91
Div.
lordo
¤ (2)
09.05.16
09.05.16
19.05.14
23.05.16
21.05.12
23.05.16
05.05.08
23.05.16
16.05.16
23.05.16
02.05.16
09.05.16
23.05.16
24.05.01
23.05.16
10.05.10
25.04.16
02.05.16
06.05.13
16.05.16
23.05.16
06.06.16
14.04.14
21.05.12
18.05.15
23.05.16
23.05.16
06.06.16
20.06.16
23.05.16
25.05.15
23.05.16
23.05.16
09.05.16
20.06.16
25.04.16
6,08 216 0,0450 09.05.16
1,26 7087 0,4600 23.05.16
3,34 182 0,0140 29.06.15
— 7398 0,0900 18.04.11
7,65 27 0,4000 16.05.16
— 109 0,2000 07.05.12
0,75 416 0,0900 23.05.16
— 566
—
4,24 3649 0,2550 18.04.16
— 12
—
0,485
84 109
51 neg. 1,77 — 27 0,0700 15.05.06
2,614
9
3
7 16,00 0,51 3,94 114 0,1000 23.05.16
1,564
21
12
18 neg. 0,35 — 22 0,1500 30.04.12
11,540 31886 34411 384451 8,59 0,74 6,44 17433 0,7200 23.05.16
2,852 627 452 1268 72,66 1,96 2,14 727 0,0600 23.05.16
0,925
83 130 115 neg. 0,61 — 42 0,0300 07.04.08
0,200
76 271
51 neg. 0,59 — 11 0,0100 02.06.14
2,352 2,428 -3,13 -4,54 2,333 2,230 2,200 2,366
1448 2440 5692 19,30 1,47 3,86 3474 0,0900 20.06.16
0,615 1,006 0,777 9666 1036 MD Imm. Grande Dis. 1X 0,701 0,743 -5,65 -21,38 0,702 0,686 0,683 0,713 515 1729 1214
34,360 59,150 54,617 1420 1515 m Ima 1X
51,550 52,850 -2,46 5,58 50,561 48,000 45,650 52,000 1398 130 6569
0,318 0,740 0,404 955 1001 SM Immsi 1X
0,404 0,418 -3,47 -15,26 0,392 0,380 0,370 0,404 116 224
88
0,160 0,185 -13,70 -44,17 0,167 0,178 0,160 0,178
14
28
5
0,160 0,576 0,204 142 6031 MC Industria e Inn. )
0,204 0,207 -1,74 -37,04 0,197 0,185 0,185 0,207
37
93
18
0,185 0,392 0,218 619 1269 SM Intek Group 1X
0,409 0,424 -3,58 -18,46 0,391 0,390 0,385 0,411
23
41
16
0,385 0,637 0,425 683 1270 Intek Group r nc
10,300 15,950 14,137 3828 1554 m Interpump 1X
14,110 14,750 -4,34 -1,80 14,053 13,370 13,130 14,190 1005 367 5151
1,681 3,654 2,1831445553 1186 LC Intesa Sanpaolo 1X 1,740 2,258 -22,94 -42,10 1,797 1,722 1,681 1,876 114705 7117151278804
1,675 2,120 -20,99 -39,14 1,724 1,780 1,675 1,801 13128 46322 79834
1,675 3,150 2,069 95670 1187 Intesa Sanp. r nc
0,130 0,619 0,140 268 1361 SM Inv. e Sviluppo )
0,130 0,141 -7,80 -52,29 0,133 0,135 0,130 0,135
9
24
3
3,720 5,180 4,223 5419 1069 Inwit 1X
3,858 4,126 -6,50 -22,58 3,891 3,750 3,742 3,960 1378 851 3310
40 1555 m Irce 1X
1,677 1,677 — -23,34 1,635 1,620 1,582 1,677
17
16
26
1,582 2,350 1,715
12,51
28,39
neg.
neg.
12,62
25,06
13,01
11,02
10,57
neg.
37,09
15,59
0,56
12,48
0,50
-0,50
0,17
0,35
2,48
0,63
0,61
0,94
1,62
0,35
5,70
2,77
3,83
—
—
—
1,35
7,79
8,76
—
2,43
1,84
571
1985
133
4
68
20
1530
28494
1607
1
2334
46
0,0400
1,4000
0,0150
—
0,0110
0,0724
0,1900
0,1400
0,1510
0,0362
0,0945
0,0300
23.05.16
23.05.16
23.05.16
09.05.11
09.05.11
23.05.16
23.05.16
23.05.16
18.06.01
23.05.16
23.05.16
J
0,216
0,349 0,258 6228 1116 SM Juventus FC
0,253 0,259 -2,24 -7,98 0,243 0,240 0,216 0,258
0,366
1,028 0,481
0,427 0,473 -9,69 -37,22 0,424 0,440 0,409 0,440
K
L
761 1358 SM K.R.Energy 1X
7,920 18,260 11,841 534 1524 m
0,370 1,357 0,505 622 1430 m
0,380 0,930 0,441 620 1594 SM
7,230 13,940 10,149 26254 1259 LC
43,150 67,800 47,438 10178 1344 LC
0,374 0,933 0,621 408 1503 SM
M
N
0,166
3,246
19,730
11,850
1,749
4,930
10,150
0,194
7,300
1,748
0,480
2,340
19,000
1,190
7,335
0,398
2,643
8,990
V
7,880
6,605
9,480
5,445
2,804
14
—
0,159 1020 1245 SM M & C 1X
2,483 6345 1821 MD Maire Tecnimont 1X
17,535 951 1019 m Marr 1X
7,155 380 1060 m M.Zanetti Beverage 1X
1,330 249 1052 Mediacontech )
3,835 46084 1543 LC Mediaset 1X
6,498 41249 1173 LC Mediobanca
0,098
77 1706 MC Meridie 1X
4,413
14 1039 MC Mid Industry Cap (1)>
1,416 107 1178 SM Mittel 1X
0,333 12302 1010 SM MolMed 1X
2,244 4492 1004 m Moleskine 1X
15,020 7738 1037 LC Moncler 1X
1,020 1835 1014 MD Mondadori 1X
4,051 2314 1046 m Mondo TV 1X
0,192 193 1095 SM Monrif 1X
0,566 606631 1500 LC Monte Paschi Si 1X
7,800 231 1451 m MutuiOnline 1X
0,157
2,150
16,620
7,350
1,238
3,252
5,310
—
—
1,412
0,344
2,166
14,400
0,965
3,386
0,164
0,454
7,745
0,162 -3,16
2,364 -9,05
17,470 -4,87
7,395 -0,61
1,301 -4,84
3,926 -17,17
6,740 -21,22
— —
— —
1,380 2,32
0,359 -4,24
2,300 -5,83
15,840 -9,09
1,039 -7,12
3,820 -11,36
0,185 -11,11
0,544 -16,43
8,105 -4,44
12,10
-12,45
-12,45
-25,65
50,55
-13,18
-38,84
—
—
-16,96
-4,36
22,37
12,73
-7,51
-42,33
-36,68
-63,04
-7,14
0,154
2,193
16,531
6,990
1,219
3,341
5,440
—
—
1,301
0,351
2,081
14,605
0,960
3,451
0,167
0,458
7,425
0,158
2,200
16,220
7,000
1,180
3,340
5,150
—
—
1,284
0,330
1,925
14,510
0,970
3,204
0,170
0,400
7,600
0,146
2,100
16,100
6,750
1,180
3,238
5,150
—
—
1,260
0,330
1,900
14,150
0,936
3,200
0,163
0,390
7,000
0,158
35 186
29 neg. 0,98 — 73 0,6200
2,240 731 833 1826 15,24 5,37 2,14 670 0,0470
16,750 667
98 1613 18,93 4,05 3,99 1100 0,6600
7,350 190
51 358 20,86 0,82 1,29 240 0,0900
1,248
35
28
34 51,55 18,71 — 22 0,6000
3,442 8716 13381 44701 986,58 1,72 0,60 3946 0,0200
5,670 12455 15358 83543 8,03 0,54 4,60 4738 0,2500
—
—
—
—
— — —
—
—
—
—
—
—
— — —
— 0,5000
1,440
48
52
67 neg. 0,40 — 114 0,1000
0,366 1060 5826 2046 neg. 4,63 — 148
—
2,198 572 579 1205 16,29 4,03 2,26 442 0,0470
14,970 5912 2193 32028 21,76 6,69 0,96 3653 0,1400
0,985 148 194 186 39,44 0,95 — 251 0,1700
3,628 861 439 1514 29,52 2,33 1,16 91 0,0400
0,170
23
37
6 6,79 1,32 — 25 0,0240
0,486 16559 134034 61439 3,46 0,14 — 1344 0,0245
7,850
73
19 138 13,31 5,60 2,02 293 0,1500
169 1236 m Nice 1X
14 6027 MC Noemalife )
25 6136 Nova Re )
2,200 2,202 -0,09 -12,33 2,173 2,104 2,056 2,200
7,100 7,360 -3,53 7,37 7,078 7,020 6,900 7,260
—
— —
—
—
—
—
—
—
— —
—
—
—
—
—
6,875 7,000 -1,79 -7,22 6,772 6,880 6,350 6,970
5,315 5,540 -4,06 -20,20 5,171 5,000 4,804 5,315
247 1013 m Panariagroup I.C. 1X 2,430 2,700 -10,00
8973 1110 MD Parmalat 1X
2,336 2,324 0,52
5722 1180 MD Piaggio 1X
1,619 1,736 -6,74
2512 6029 SM Pierrel )
0,243 0,285 -14,60
281 1206 SM Pininfarina 1X
1,900 2,104 -9,70
141 6045 SM Piquadro )
1,090 1,138 -4,22
15 1567 m Poligrafica S.F. 1X
4,600 4,878 -5,70
140 1213 SM Poligr. Ed. 1X
0,160 0,179 -10,69
66425 1009 LC Poste Italiane 1X
6,170 6,700 -7,91
27833 1151 SM Prelios 1X
0,073 0,082 -10,98
12105 1465 SM Premuda 1X
0,052 0,058 -9,57
218 1558 m Prima Ind. 1X
12,390 13,100 -5,42
9054 1353 LC Prysmian 1X
18,950 21,660 -12,51
9,609
73 1590 m Sabaf 1X
11,170 395 1481 m Saes G. 1X
8,654 142 1505 m Saes G. r nc
6,750 815 1091 MD Safilo Group 1X
0,371 788359 1247 LC Saipem 1X
5,954
— 1248 Saipem r
3,117 27919 1075 LC Salini Impregilo 1X
7,598
8 1076 Salini Impregilo r nc
19,479 5504 1057 LC S. Ferragamo 1X
1,584 95259 1222 MD Saras 1X
13,143
54 1008 MC Save 1X
3,632
78 6037 m Servizi Italia 1X
14,265
40 1068 m Sesa
8,430 1591 1123 MD Sias 1X
0,022 1854 6044 SM Sintesi )
0,750 1162 1297 SM Snai 1X
5,066 160491 1115 LC Snam 1X
1,553 5004 1276 m Sogefi )
8,105 120 1618 MD Sol 1X
0,522 680 1032 SM Sole 24 Ore sp
9,763 101
Space2 1X
0,207 3711 1283 SM Stefanel 1X
—
— 1550 Stefanel r nc
5,188 39384 1596 LC STMicroelectr. 1X
3,140 134262 1287
2,6741112661 1082
6,725
21 1083
3,059 36165 1352
1,687 113602 1243
Y
LC UBI Banca 1X
LC Unicredit 1X
Unicredit r nc
LC Unipol 1X
LC UnipolSai 1X
51 6032 MC Valsoia 1X
111 1308 MC Vianini I. 1X
308 1310 m Vittoria 1X
-29,49
-2,62
-31,14
-54,57
-48,10
-21,34
-18,48
-35,70
-13,06
-73,02
-72,29
-17,18
-5,62
2,479
2,333
1,608
0,250
1,940
1,068
4,703
0,163
6,183
0,074
0,052
12,225
19,170
2,480
2,314
1,577
0,231
2,050
1,080
4,730
0,160
5,800
0,072
0,055
12,400
19,000
2,380
2,222
1,547
0,231
1,800
1,010
4,600
0,152
5,705
0,071
0,050
11,760
18,550
12
12
—
14 16,56 1,23 3,24
14 67,92 2,83 —
—
— — —
10.08.09
02.05.16
23.05.16
16.05.16
22.04.02
23.05.16
23.11.15
01.06.15
28.02.11
18.04.16
23.05.16
23.05.11
23.05.16
22.05.06
23.05.11
02.05.16
252 0,0703 30.05.16
59
—
— 0,0200 04.06.07
—
—
—
— — —
— 0,0440 10.05.04
16
2
16 20,63 1,40 — 93
—
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0,71
1,44
1,44
-0,68
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1,45
5,73
0,71
0,84
1,59
0,36
0,99
3,25
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0,73 4329 0,0170 23.05.16
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— 12
—
— 59 0,3400 23.05.05
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— 41 0,3615 08.05.00
— 22 0,2634 21.05.07
5,50 8075 0,3400 20.06.16
— 85 2,0600 14.04.08
— 10 0,0300 20.06.11
2,05 128 0,2500 09.05.16
2,19 4155 0,4200 18.04.16
257
83 304 25,76 6,30
4
—
1 18,10 1,44
1849 5241 3920 neg. 3,90
3614 809 20810 27,05 6,18
69 188
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603
18 2116 19,40 3,73
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25
65
10 neg. 0,13
26 221
18 neg. 0,57
187 880 346 neg. -1,52
13
12
7 neg. 2,71
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4,60 59 0,1000 23.05.16
— 390 0,1100 19.05.08
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— 96
—
— 13 0,0300 19.05.08
— 147 0,1030 19.02.06
— 156
—
—
6
—
19,17
29,69
48,93
neg.
neg.
13,53
556,80
neg.
14,63
neg.
neg.
21,30
19,41
9,200
11,000
8,220
6,660
0,362
—
2,568
6,810
18,610
1,543
12,900
3,538
14,170
7,810
0,020
0,647
4,804
1,325
8,690
0,497
9,750
0,166
—
5,090
9,500 -3,16
11,780 -6,62
8,790 -6,48
7,045 -5,46
0,405 -10,53
5,700 —
2,922 -12,11
— —
20,080 -7,32
1,673 -7,77
13,380 -3,59
3,636 -2,70
14,310 -0,98
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0,021 -6,10
0,702 -7,84
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1,435 -7,67
8,690 —
0,517 -3,85
9,750 —
0,180 -7,98
— —
5,430 -6,26
-17,59
-14,98
-17,27
-38,48
-61,45
—
-34,45
-27,76
-13,64
-13,65
-1,65
-9,09
-8,06
-20,72
-42,34
-30,42
0,69
-39,09
3,12
-23,50
-1,87
-29,09
—
-19,08
9,411
11,016
8,256
6,655
0,365
—
2,616
6,870
18,915
1,536
12,753
3,492
13,867
7,761
0,020
0,623
4,882
1,303
8,468
0,488
9,710
0,169
—
5,100
9,185
10,930
8,050
6,430
0,350
—
2,600
6,960
18,620
1,460
12,550
3,560
13,750
7,500
0,020
0,679
4,900
1,263
8,380
0,498
9,670
0,160
—
4,920
8,900
10,600
7,800
6,410
0,342
—
2,568
6,800
18,160
1,429
12,000
3,410
13,720
7,295
0,020
0,573
4,702
1,251
8,120
0,470
9,650
0,160
—
4,800
9,630
70
23 220
11,330 431
92 1015
8,360 122
30 251
6,790 307
71 471
0,380 9461 114264 41724
—
—
—
—
2,680 1757 2255 5901
7,000
17
3
23
19,600 4027 1163 21997
1,585 1938 5585 8580
13,100
85
16 200
3,574
65
49 170
14,230
42
5
67
7,975 999 322 2502
0,020
12 390
8
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5,035 16888 47611 232422
1,330 300 394 514
8,690
60
10
88
0,500
90 129
63
9,750
7
20 199
0,175
54 157
26
—
—
—
—
5,230 6795 8558 43648
3,428
0,500
3,710
0,690
0,554
12,440
4,524
0,760
0,494
0,042
50,100
13,600
1,239
7,070
3,556 -3,60
0,525 -4,78
3,912 -5,16
0,828 -16,62
0,652 -15,11
13,100 -5,04
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0,818 -7,03
0,515 -4,08
0,046 -8,46
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1,324 -6,42
7,400 -4,46
-0,07
22,07
13,92
-40,09
-40,72
12,10
-3,28
-51,62
-26,83
-26,78
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-34,80
-11,68
3,382
0,495
3,703
0,707
0,561
12,336
4,617
0,766
0,473
0,042
50,643
13,348
1,175
7,228
3,318
0,524
3,606
0,705
0,570
11,740
4,620
0,780
0,460
0,040
49,000
13,070
1,100
7,400
3,300
0,479
3,500
0,671
0,535
11,520
4,524
0,734
0,441
0,040
49,000
13,060
1,100
6,855
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0,524
8
9
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3,780 905 684 2531 26,77 17,29 — 741
—
0,735 32675 393029 277986 neg. 0,78 — 9548 0,0200 22.04.13
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0,498
71 137
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—
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13,600
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1
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94
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2,584
2,076
6,680
2,446
1,468
3,258 -20,69
2,724 -23,79
6,545 2,06
3,004 -18,58
1,640 -10,49
-56,89
-57,80
-21,36
-47,64
-37,91
2,693
2,178
6,423
2,503
1,471
2,480
2,104
6,300
2,460
1,395
2,420
2,052
6,015
2,360
1,362
12,06
27,54
20,64
neg.
neg.
—
21,32
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18,48
6,53
24,15
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9,95
10,99
neg.
neg.
13,80
140,66
23,68
neg.
980,74
neg.
—
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1,92
1,44
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—
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1,00
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—
1,09
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4,80
—
—
—
1,53
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2,43
11,07
4,30
4,30
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—
—
5,12
—
1,42
—
—
—
—
4,33
109
162
61
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—
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11
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111
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1
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155
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21
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14
—
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0,4800
0,3800
0,3966
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0,6800
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0,0400
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0,4600
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0,5481
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0,1300
0,1200
0,0980
—
0,0400
0,0750
0,0550
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6,700
58
13
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1,190 1,194 -0,34 -1,26 1,182 1,185 1,160 1,195
8,675 9,380 -7,52 -11,17 8,840 8,270 8,260 9,015
6,180 5,564 194 1239 m Zignago Vetro 1X
0,065 0,023 41886 1314 SM Zucchi 1X
0,210 0,152 341 1340 Zucchi r nc
6
2
—
2,692 106
73 182
2,350 745 4910 11457
1,650 1042 1652 2656
0,272 140 467 117
2,062
96
68 132
1,120
33
24
26
4,730
2
—
—
0,172
17
35
6
6,360 10917 11201 69248
0,076 348 5993 442
0,055
78 824
43
12,490 115
26 323
19,780 8239 2907 55717
15,510 36,780 24,045 6115 1284 LC Yoox Net-A-Porter ) 21,680 24,010 -9,70 -38,57 21,253 19,010 19,000 22,020
4,882
0,008
0,111
—
11,400 483
58 640 7,66 1,73 2,53 343 0,2200 29.06.15
0,450 147 396 160 neg. 0,64 — 45 0,0550 23.05.11
0,474
36 141
64 5,28 1,42 — 31
—
9,145 9597 7829 69882 10,60 1,21 — 5161 0,4100 23.05.11
46,500 12485 2533 115315 27,39 4,07 1,95 22028 0,8900 23.05.16
0,530
86 113
57 neg. 1,17 —
9 0,0500 29.04.02
14,327 29,544 17,708
1,050 1,350 1,197
7,135 10,300 8,691
Z
neg. 0,57
10,500
0,370
0,435
8,025
43,150
0,485
2,508 3,750 3,397 1304 6022 MC Tamburi Inv. 1X
0,329 0,600 0,539 330 1031 Tas 1X
Technogym
3,500 4,298 3,921 5312
0,001 1,316 0,8241185412 1193 LC Telecom Italia 1X
0,535 1,122 0,669 320424 1260 Telecom It. r nc
8,530 15,340 12,149 42833 1194 LC Tenaris 1X
3,536 5,120 4,884 74775 1360 LC Terna 1X
0,734 2,040 0,946 669 6049 m TerniEnergia 1X
0,441 0,815 0,518 809 1038 m Tesmec 1X
0,037 0,074 0,049 48071 1553 SM Tiscali 1X
49,000 98,000 54,318 721 1331 MD Tod's 1X
12,320 17,550 14,356
9 1837 Toscana Aeroporti 1X
1,025 3,544 1,387 6701 1511 MD Trevi )
6,605 9,482 7,366
73 1063 m Txt e-solutions 1X
U
38
245 0,0120 04.11.02
10,500
0,374
0,435
8,025
44,510
0,510
R
2,420
2,052
6,015
2,360
1,362
89
—
11,074
0,403
0,453
8,926
45,529
0,509
1,240 4,048 2,948
2,220 2,540 2,328
1,547 3,178 1,729
0,231 1,069 0,296
1,310 6,290 2,157
0,944 1,950 1,136
4,360 7,990 4,972
0,152 0,395 0,186
4,982 7,265 6,766
0,071 0,532 0,082
0,050 0,293 0,067
8,550 20,290 12,758
14,150 22,450 21,390
T
57
577 106,50 5,48
4,05 1606 0,0550 22.06.15
2,13 29 0,0250 16.05.16
32,09 13 0,3000 16.05.16
— 11 0,1300 02.02.09
— 3667 0,0900 18.05.15
— 252 0,0070 21.05.07
—
— 0,0015 19.05.08
1,23 723 0,4000 09.05.16
1,91 409 0,4780 09.05.16
— 304 0,1200 29.06.15
-14,92
-45,81
-11,73
-30,72
-25,01
-23,93
0,439 0,155 252 1529 SM Olidata 1X
7,500 7,060
44
Openjobmetis 1X
6,745 5,810 8142 1065 OVS 1X
S
380 2374
Data
stacco
11,890 -6,98
0,458 -6,01
0,475 -1,05
10,180 -11,94
46,860 -3,33
0,556 -5,04
0,115
6,350
3,932
8,775 13,620
5,760 14,180
4,852 10,790
6,285 15,220
0,283 1,618
3,900 11,041
2,564 4,560
6,800 10,770
18,100 32,550
0,785 2,546
10,800 13,780
3,102 5,510
12,190 17,370
7,295 11,090
0,017 0,080
0,520 1,820
3,874 5,575
1,251 3,368
6,570 8,915
0,440 0,935
9,210 10,090
0,140 0,380
145,000 146,000
4,480 9,600
2121 4785 6504 14,68 0,95
40
42
49 14,49 0,45
24
26
25 11,56 0,36
11
11
14 432,18 1,08
2844 5147 54035 neg. 1,22
182
86 189 neg. 0,73
—
—
—
— —
124
9 281 180,59 0,68
203
31 768 138,68 0,52
11
1
11 neg. 1,21
Div.
lordo
¤ (2)
11,060
0,430
0,470
8,965
45,300
0,528
3,400 2,234
8,000 7,334
1,250 0,282
P
p/mez.
Capit.
p/u propri Div/p in mln
(7)
(8) ¤ (9)
La Doria 1X
Landi Renzo 1X
Lazio
Leonardo-Finmecc. 1X
Luxottica 1X
LVenture Group 1X
1,903
4,404
0,266
O
Contr.
N.ro Quant. tot. in
Cont. (mlg) ¤(mlg)
42
23
323
5
12
97
80 15,00 3,36 1,75
14 72,94 0,33 1,69
857 8,43 0,86 2,26
7078 1452 30862 171,09 1,40
5,510 5,710 -3,50 -10,71 5,370 5,230 5,220 5,680
0,019 0,020 -6,93 -54,94 0,019 0,019 0,018 0,019
— 0,141 —
—
—
—
—
—
161
46
77 3333
—
—
08.05.06
08.05.06
20.06.16
23.05.16
18.04.16
18.04.16
23.05.16
23.05.16
180 0,5500 02.05.16
36 0,0200 23.05.16
596 0,2000 02.05.16
— 1887
249 16,27 3,25 4,38
62 neg. -0,18 —
—
— — —
23.05.16
02.05.16
02.05.16
12.05.08
20.05.13
18.05.15
23.05.16
23.05.16
23.05.16
23.05.16
02.05.16
25.04.16
14.09.15
23.05.16
18.03.93
24.07.00
23.05.16
29.04.13
23.05.16
04.05.09
—
473 0,2350 09.05.16
7 0,2500 24.05.04
— 0,0300 19.05.08
Elaborazione a cura de Il Sole 24 Ore su dati forniti da BIt Market Services
WARRANT
CONVERTIBILI
Prz
2015-2016
Min ¤ Max ¤
0,027
—
—
Z Azioni
0,079 1957 Aedes 20
0,150 1363 Caleffi 20
0,031 1366 Ergycapital 16
0,074
0,761 6030 Noema L.17 (A)
0,551
0,290
Prz
Prz
Contr
vwap ¤ vwap ¤ chi. ¤ Min ¤ Max ¤
24.06 23.06 (1) 24.06 24.06
0,031 0,037 0,036 0,030 0,036
— 0,128 0,127
— 0,001 0,001
— 0,571 0,571
—
—
—
—
—
Quant. tot.in
totali mlg¤
58700
—
—
Prz
Data
Scad.
2 07.07.20
— 30.06.20
— 15.12.16
Val.
Date
eserc.
di Delta teorico
¤ (4) (WxA)
(2) ¤(3)
God.
Titolo
30-06
26-06
0,690
1,350
0,600
Rap.
3
1
1
—
—
— 31.10.17
6,930
1
0,979 1098 Space2
0,551 0,641 0,641 0,551 0,551
—
—
..
9,500
—
0,715 1364 Tamburi 20
0,356 0,397 0,388 0,340 0,381
50205
18 30.06.20
3,750
1
0,38 0,020
0,58 0,302
—
—
0,66 1,644
—
—
0,35 0,246
P.Vwap
Pr.Chi.
Rend.
24.06
24.06
Eff.ld
Pr./Sc.
Qt ¤
Agronomia 14-19 8% (*)
—
—
Bomi 6% 15-20
—
—
5,70
85,48
30-06
CdR Advance 14-19 6,5% (*)
—
—
4,95
64,10
—
20-05
Chl 14-18 6%
99,50
99,50
— 2589,19
10
30-06
Digitouch 15-20 6% (*)
—
—
5,20
56,53
—
30-11
Energy Lab 14-19 7% (*)
—
—
6,95
82,03
—
31-12
Enertronica 14-16 7,5% (*)
—
—
9,84
30,10
—
31-12
Eukedos 12-16 3%
—
95,70
14,03
42,38
3
11-09
Frendy Energy 13-18 (*)
—
—
0,76
29,11
—
05-12
Mod.Brambrilla 14-19 7%(*)
—
—
5,99
-22,74
—
25-07
Piteco 4,5% 15-20
—
104,20
3,38
6,79
4
11-10
Sias 05-17 2,625%
101,50
102,00
0,62
29,11
69
01-01
TE Wind 13-18 6% (*)
93,01
93,00
9,52
435,71
6
(1) % (mlg)
17,69 2326,83
—
—
(*) Titoli quotati al mercato AIM.
Fonte: Thomson Reuters
Titoli trattati:
2.942.711.013
Controvalore Euro:
6.441.144.548
FTSE ITALIA MIB STORICO E SCAMBI
Indice Ftse Mib Storico
Scambi
01/01/75=1000
Milioni di euro
25/05
24/06
Contratti Totali:
756.041
16450
Dati Aggregati:
Titoli Quotati 268
In rialzo
4
In ribasso
235
Invariati
5
Non rilevati
24
15800
5000
15150
3000
7000
14500
Var Var %
Indice
24.06 % annua
FTSE MIB STORICO 2.1.75 = 1000
Generale
14560,31 -8,64 -22,10
Settoriali
14908,12 -9,21 -9,03
Energia
Materiali di Base 33631,50 -5,02 12,38
12859,03 -6,87 -8,44
Chimico
Risorse di Base
33417,10 -5,02 13,15
27369,80 -8,12 -10,92
Industriali
Costruzioni/Mater. 30668,46 -5,21 -12,43
Prodotti/Serv.Ind. 27416,44 -8,52 -10,69
Beni di Consumo 69474,55 -5,65 -19,04
Auto/Componenti 79906,12 -6,93 -22,75
Prodotti Alimentari 51918,44 -3,28 0,04
Beni Person./Fam. 59088,16 -5,15 -19,89
102148,06 -5,50 4,86
Salute
20282,84 -10,54 -20,41
Servizi
Commercio
94959,63 -8,13 -31,13
Media
11542,53 -13,60 -14,48
Turismo/TempoLib. 26112,16 -4,33 -16,37
Telecomunicazioni 12587,98 -15,33 -39,28
21805,77 -8,58 -6,23
Utilities
9418,56 -18,92 -44,95
Finanziari
Banche
7464,57 -22,08 -51,49
Assicurazioni
11659,49 -14,95 -32,79
Servizi Finanziari 63129,87 -10,88 -28,05
23372,07 -6,29 -17,95
Tecnologici
1000
ALTRI INDICI
FTSE It. Micro Cap
NaN NaN NaN
FTSE It. Small Cap 16023,97 -5,33 -17,14
Caboto Bca Intesa 2167,51 -6,11 -11,34
Sole 24Ore
1103,22 -11,78 -29,47
Comit Glob.R
936,55 -10,66 -22,76
Comit Gl.+R
906,73 -10,59 -22,64
Comit Gl.R 10/40
59,62 -10,83 -23,16
Comit Per. R
3654,35 -10,65 -20,40
Comit Per.+R
3564,75 -10,59 -20,30
Comit Per.R 10/40
77,86 -10,83 -21,49
Comit NM R
53,24 -4,93 -10,91
Comit S.Cap R
80,36 -5,08 -16,99
Comit (1972=100)
Bancario
464,74 -16,68 -47,18
Finanziario
448,29 -7,73 -25,15
Assicurativo
3271,71 -11,20 -29,62
Comunicazioni
1323,99 -7,61 -13,47
Immobiliare
101,04 -8,27 -25,31
Industriale
582,32 -5,98 -11,45
Trasp.-Tempo lib. 2167,51 -6,11 -11,34
Mediobanca (2006=100)
Total Return
72,15 -10,01 -23,75
Assicurazioni
39,27 -11,91 -32,70
Banche
17,44 -17,23 -48,84
Industriale
73,82 -7,05 -12,50
30 maggiori
43,35 -10,56 -27,46
70 medie
Minori
Az. senza voto
Star
88,76 -6,98 -18,62
26,63 -6,27 -17,38
72,15 -12,87 -32,71
142,20 -5,26 -8,93
INDICI ORA PER ORA
FTSE MIB
Apertura
17946,23
10:30
16851,05
11:30
16225,59
12:30
16297,41
13:30
16187,44
14:30
16083,19
15:30
15998,08
16:30
15972,60
17:30
15982,78
18:30
15807,24
11:00
15911,38
12:00
15989,51
13:00
16215,65
14:00
16149,38
15:00
16038,39
16:00
15991,08
17:00
16124,76
18:00
15928,56
Massimo
17946,23
Minimo
15723,81
MID Cap
30509,68
30535,22
29116,16
29367,05
29245,08
29150,75
29092,72
29039,61
29099,02
29021,62
30325,43
29179,97
29279,20
29223,90
29091,83
29076,53
29143,74
29066,81
30609,70
28837,51
All Share
19558,18
18531,86
17816,17
17890,24
17790,56
17681,19
17608,34
17557,20
17593,74
17441,67
17604,05
17585,95
17816,49
17755,89
17642,17
17583,15
17727,43
17527,66
19558,18
17324,78
AIM ITALIA
Pr. Chiusura ¤
Var.
Attuale Prec. Var.% Anno%
Azioni
Abitare In
Agronomia
Ambromobiliare
Assiteca
Axelero
Bio On
Biodue
Blue Financial
Blue Note
Bomi Italia
Bridge M.
Caleido
Capital Progress
CdR Advance
Clabo
Cover 50
Digital Magics
Digitouch
Ecosuntek
Elettra Invest
Energica Motor
Energy Lab
Enertronica
Expert System
Fintel Energia r
First Capital
Frendy Energy
Gala
Gambero Rosso
Giglio
Giorgio Fedon
Glenalta Food
Go Internet
Green Power Gr
H-Farm
Ikf
Imvest
Ind Stars It2 wr
Ind Stars Italy2
Iniziat. Bresciane
Innovatec
It Wine Brands
Italia Independent
KI Group
Leone Film Gr
Lucisano Med Gr
Luve
Mailup Spa
Masi A.
Mc-Link
Methorios
Mobyt
Modell. Branbilla
Mondo TV France
Mondo TV Suisse
MP7 Italia
Net Insurance
Neurosoft
Notorius Pict
Piteco
Piteco CV 15-20
Plt Energia
Poligrafici Printing
Primi sui motori
Primi sui motori rts
Rosetti Marino
Safe Bag
Siti B&T
Smre
Softec
TBS Group
TE Wind
Tech Value
Tecnoinvestimenti
Triboo Media
Visibilia Editor
Vita
WM Capital
Zephyro
163,900 160,000
0,034
0,041
3,260
3,130
1,335
1,335
2,260
2,316
12,000 12,890
3,900
4,300
2,000
2,000
2,968
2,860
1,928
1,970
3,030
3,030
1,820
1,820
9,750
9,750
0,701
0,701
1,069
1,000
10,150 10,750
4,090
4,280
1,833
1,974
5,750
5,750
3,540
3,700
2,610
2,720
1,170
1,170
4,950
4,580
1,879
1,904
3,550
3,550
0,832
0,870
0,402
0,418
1,540
1,686
0,570
0,570
1,936
1,949
13,680 13,710
9,700
9,660
1,462
1,577
4,000
4,000
0,765
0,800
—
0,024
0,385
0,350
0,605
0,605
9,550
9,515
16,400 16,400
0,611
0,698
9,300
9,550
10,790 12,100
2,500
2,542
2,700
2,700
1,520
1,590
9,650
9,650
2,304
2,200
4,190
4,126
5,140
5,140
0,055
0,061
1,970
2,000
3,670
4,040
0,123
0,131
1,419
1,540
1,250
1,299
12,000 12,000
1,473
1,473
1,040
1,061
3,900
4,098
104,200 104,900
2,192
2,238
0,246
0,246
1,278
1,212
0,006
0,001
35,380 35,380
0,784
0,834
8,150
8,150
2,600
2,478
3,050
3,050
1,490
1,604
0,250
0,280
2,898
2,902
3,472
3,680
2,400
2,544
0,114
0,114
0,062
0,064
0,230
0,230
7,360
7,520
OPZIONI
Dati al 24.06
Base Mese T
FTSE MIB
Vol.tot. 29945
15750 Lug C
16000 Lug C
16200 Lug C
16300 Lug C
16500 Lug C
17000 Lug C
17250 Lug C
17500 Lug C
18000 Lug C
18250 Lug C
18500 Lug C
18750 Lug C
19000 Lug C
19500 Lug C
16500 Ago C
17000 Ago C
17500 Ago C
18000 Ago C
18500 Ago C
19000 Ago C
19500 Ago C
20000 Ago C
16000 Set C
Prez. Vol.
2,44
-16,10
4,15
—
-2,42
-6,90
-9,30
—
3,78
-2,13
—
—
—
—
6,90
-5,58
-4,44
-7,14
—
-4,32
-4,04
—
8,08
-1,31
—
-4,31
-3,76
-8,66
—
-0,67
-0,22
0,41
-7,29
—
-4,38
—
10,00
—
0,37
—
-12,54
-2,62
-10,83
-1,65
—
-4,40
—
4,73
1,55
—
-9,84
-1,50
-9,16
-6,47
-7,86
-3,77
—
—
-1,98
-4,83
-0,67
-2,06
—
5,45
—
—
-5,94
—
4,92
—
-7,11
-10,71
-0,14
-5,65
-5,66
—
-2,05
—
-2,13
Vwap Apert.
Min.
Max
6,43 163,900 161,000 161,000 163,900
-94,76
0,034
0,039
0,033
0,039
-41,27
3,260
3,120
3,120
3,260
-29,29
1,335
1,335
1,335
1,335
-58,91
2,260
2,310
2,260
2,310
98,02 12,000 11,620 10,870 12,200
-19,09
3,900
3,850
3,850
4,000
-0,50
2,000
—
—
—
5,62
2,968
2,968
2,968
2,968
-34,20
1,928
1,928
1,928
1,928
-56,59
3,030
—
—
—
-60,94
1,820
—
—
—
0,98
9,750
—
—
—
-16,06
0,701
—
—
—
-57,91
1,069
1,034
1,028
1,069
-47,76 10,150 10,400 10,040 10,400
-12,50
4,090
4,190
4,090
4,190
-22,98
1,833
1,899
1,833
1,899
-57,72
5,750
—
—
—
-42,63
3,540
3,540
3,540
3,540
2,610
2,500
2,500
2,610
-13,86
-42,36
1,170
—
—
—
34,80
4,950
4,828
4,592
4,950
-0,37
1,879
1,880
1,801
1,880
-3,32
3,550
—
—
—
-1,67
0,832
0,833
0,832
0,833
-57,65
0,402
0,390
0,388
0,402
-87,38
1,540
1,460
1,460
1,594
-59,86
0,570
—
—
—
13,88
1,936
1,830
1,830
1,936
73,16 13,680 13,200 13,200 13,680
-0,72
9,700
9,655
9,655
9,700
-50,77
1,462
1,500
1,411
1,500
-34,43
4,000
—
—
—
-23,35
0,765
0,780
0,765
0,780
—
—
—
—
—
-28,04
0,390
0,370
0,368
0,385
18,63
0,605
—
—
—
9,550
9,550
9,550
9,550
-2,35
-28,63 16,400
—
—
—
-52,67
0,611
0,595
0,595
0,675
-13,97
9,300
9,040
9,040
9,300
-68,50 10,790 10,640 10,630 11,120
-20,52
2,500
2,500
2,400
2,500
-0,37
2,700
—
—
—
-38,16
1,520
1,555
1,493
1,555
-13,92
9,650
—
—
—
5,61
2,304
2,100
2,100
2,304
-6,47
4,190
4,000
4,000
4,190
-0,19
5,140
—
—
—
-91,50
0,055
0,055
0,052
0,058
-17,50
1,970
1,970
1,970
1,970
33,26
4,046
3,670
3,670
3,670
1,49
0,123
0,121
0,120
0,123
-55,66
1,419
1,300
1,300
1,439
-35,63
1,250
1,250
1,250
1,250
-40,45 12,000
—
—
—
9,92
1,473
—
—
—
-59,31
1,040
1,000
0,951
1,040
18,54
3,900
4,000
3,900
4,000
— 104,200 104,200 104,200 104,200
2,43
2,192
2,140
2,080
2,238
63,89
0,246
—
—
—
-87,33
1,278
1,271
1,212
1,315
-78,47
0,006
0,001
0,001
0,006
-1,45 35,380
—
—
—
-17,26
0,784
0,797
0,735
0,797
8,150
—
—
—
1,88
2,600
2,600
2,600
2,600
-14,42
-70,67
3,050
—
—
—
-7,51
1,490
1,570
1,468
1,570
-73,26
0,250
0,240
0,240
0,260
-29,32
2,898
2,868
2,868
3,000
8,50
3,472
3,596
3,472
3,596
-38,46
2,400
2,178
2,178
2,400
-88,05
0,114
—
—
—
-47,20
0,062
0,062
0,062
0,062
-77,50
0,230
—
—
—
-18,18
7,360
7,360
7,360
7,360
Num.
Contr.
Cont. Quant. Tot.¤
2
—
7000
79 1559000
56000
9
6000
20000
1
3000
4000
3
3000
7000
50
18000 210000
17
11000
43000
—
—
—
1
1000
1000
1
2000
3000
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
4
11000
12000
10
3000
33000
3
2000
7000
2
3000
6000
—
—
—
1
1000
3000
2
1000
3000
—
—
—
9
5000
26000
8
8000
15000
—
—
—
2
5000
4000
9
14000
6000
56
37000
55000
—
—
—
3
2000
4000
3
1000
8000
2
1000
10000
25
27000
40000
—
—
—
3
9000
7000
—
—
—
11 403000 149000
—
—
—
2
2000
15000
—
—
—
47
66000
41000
3
1000
11000
11
2000
20000
4
1000
3000
—
—
—
6
6000
10000
—
—
—
3
4000
9000
13
11000
44000
—
—
—
26 220000
12000
1
1000
1000
1
1000
2000
18 260000
31000
20
18000
24000
5
45000
56000
—
—
—
—
—
—
7
3000
3000
13
30000 117000
1
4000 4376000
64 104000 223000
—
—
—
6
2000
3000
7
2000
—
—
—
—
43
48000
37000
—
—
—
2
3000
7000
—
—
—
8
16000
25000
8
14000
3000
4
2000
6000
5
5000
18000
9
14000
31000
—
—
—
1
7000
—
—
—
—
1
—
1000
Approfondimenti su www.ilsole24ore.com/indicienumeri
Open
Int.
Op.Int. 418103
560 73
73
433 87 363
175 52
64
144 47
57
241 283 2010
115 1176 1629
76 161 161
47 1162 2092
15 1346 4914
8 94 406
4 546 2081
2 258 920
0 433 8186
0 84 2859
484 50 614
312 141 209
187 139 255
103 88 2674
50 86 336
21 204 401
8 94 378
2 119 460
836 51 125
DIRITTI
LVenture Group
Nr. 11 nuove azioni ordinarie (godimento regolare 01/01/2016), prive del
valore nominale, ogni 20 azioni ordinarie possedute (ovvero ogni 20 diritti
d'opzione posseduti) al prezzo di Euro 0,512 per azione. Operazione dal
20/06/16 (giorno dal quale il titolo quota “ex diritto di opzione”) al 07/07/16
inclusi. Trattazione dei diritti in Borsa dal 20/06/16 al 01/07/16 inclusi.
Fattore di rettifica AIAF az. Ord.: 0,95545577
Tabella della parità dei diritti:
Az.
Diritto
Az.
Az.
Diritto
Az.
Ex
az. ordinaria
piena
Ex az. ordinaria
piena
1,7500
0,6809
2,4309
1,1000
0,3234
1,4234
1,7000
0,6534
2,3534
1,0500
0,2959
1,3459
1,6500
0,6259
2,2759
1,0000
0,2684
1,2684
1,6000
0,5984
2,1984
0,9500
0,2409
1,1909
1,5500
0,5709
2,1209
0,9000
0,2134
1,1134
1,5000
0,5434
2,0434
0,8500
0,1859
1,0359
1,4500
0,5159
1,9659
0,8000
0,1584
0,9584
1,4000
0,4884
1,8884
0,7500
0,1309
0,8809
1,3500
0,4609
1,8109
0,7000
0,1034
0,8034
1,3000
0,4334
1,7334
0,6500
0,0759
0,7259
1,2500
0,4059
1,6559
0,6000
0,0484
0,6484
1,2000
0,3784
1,5784
0,5500
0,0209
0,5709
1,1500
0,3509
1,5009
0,5000
—
0,5000
Quotazione diritti: 0,0198 ¤ che corrisponde ad un valore dell’azione di 0,5480
¤ contro una quotazione odierna di 0,5280 ¤
LEGENDA
BORSA ITALIANA
CALENDARIO DI BORSA: Giugno 2016: Venerdì 17 (ore 8,45):
scadenza futures su azioni e opzioni; scadenza futures su indice;
revisione/ribilanciamento indici S&P/Mib, Midex, All Star. Giorni di
Borsa chiusa: 4, 5, 11, 12, 18 , 19, 25, 26.
ORARI: per tutti gli strumenti sul mercato MTA (inclusi quelli negoziati
nel segmento STAR e MTA International): 8,00-9,00 Asta di apertura;
9,00-17,25 Negoziazione continua; 17,25-17,30 Asta di chiusura.
NOTE: In neretto i titoli appartenenti al paniere dell’indice S&P/Mib.
Dividendi: i dividendi di STMicroelectronics, Tenaris e BB Biotech,
sono espressi in Euro al cambio Euro/US $ ed Euro/Franco Svizzero
alla data di chiusura del bilancio o, in caso di chiusura dei mercati,
dell’ultimo giorno lavorativo precedente. Le medie mobili sono
calcolate tenendo conto solo dei giorni in cui sono stati effettuati
scambi sul titolo. Per le quantità i valori si intendono in migliaia. Il
numero di azioni dei titoli in fase di aumento di capitale
(contrassegnati dalle apposite note) resta invariato fino all’avvenuta
pubblicazione del nuovo numero sul Listino Ufficiale della Borsa
Italiana. Il numero delle azioni considerato nel calcolo degli indicatori
di cui alle note (4) (5) e (10) è dato dal totale delle azioni che
compongono il capitale sociale.
LEGENDA: I prezzi esposti nella pagina sono arrotondati alla terza cifra
decimale. (1) Minimi e massimi: calcolati a partire dal 2.1.2015, fino
all’ultima seduta, sui prezzi minimi e massimi assoluti di
contrattazione. In grassetto se si sono verificati nell’ultima seduta. (2)
Dividendo lordo: l’ammontare percepito dal possessore di ogni azione
inclusi gli eventuali acconti e l’eventuale parte straordinaria di
dividendo. (3) Prezzo di chiusura ovvero Closing Price. (4) Variazione
percentuale del prezzo di chiusura rispettoJ a quello della seduta
precedente. (5) Variazione percentuale del prezzo VWAP rispetto a
quello dell’ultima seduta dell’anno precedente. In grassetto se il titolo
è entrato nel listino dopo l’inizio dell’anno, in tal caso come prezzo
base viene utilizzato quello di collocamento o quello teorico. (6)
VWAP: Volume Weghted Average Price, il prezzo medio ponderato
calcolato sui dati dell'intera seduta di negoziazione, comprese le fasi
di asta. (7) Prezzo/Utile per azione. L’utile considerato è il risultato
d’esercizio dopo le imposte. Il bilancio preso in considerazione è
l’ultimo approvato dall’assemblea degli azionisti. (8)
Dividendo/Prezzo. Il dividendo utilizzato è quello dell’esercizio
precedente fino al giorno di annuncio del dividendo relativo al nuovo
bilancio. Da tale momento il calcolo viene effettuato sulla base del
dividendo annunciato (provvisorio) sino allo stacco della cedola per
l’esercizio appena chiuso, da allora verrà utilizzato il dividendo
ordinario definitivo; per le società che hanno effettuato aumenti di
capitale il dividendo viene rettificato; per quelle che distribuiscono
dividendi riferiti a più anni, viene utilizzata la quota riferita all’ultimo
esercizio. Allo stesso modo viene considerato il solo dividendo
ordinario per le società che hanno distribuito una quota di dividendo
straordinario dal punto di vista "borsistico". Per i titoli contrassegnati
con (st) è stato messo in pagamento anche un dividendo straordinario
(di qualunque natura esso sia) che viene incluso nel dividendo lordo di
cui alla nota (2). (9) Capitalizzazione in mln ¤: La capitalizzazione
viene calcolata utilizzando il prezzo VWAP. I ratio di bilancio sono
calcolati utilizzando i prezzi non arrotondati.
SIMBOLI: (1) Multipli di bilancio calcolati su dati approvati dal Cda
ma non dall’Assemblea. | i rapporti borsistici: p/u, p/mez. propri,
Div/p, sono stati calcolati utilizzando i dati annunciati nei vari CdA.
Nelle colonne Dividendo Lordo e Data Stacco, l’ultimo dividendo –
storicamente – distribuito. X : Dati di bilancio 2015. 1 : bilancio
consolidato. z : dati di bilancio post fusione. # : L’importo distribuito
è relativo ad un acconto per l’anno successivo. neg.: L’ultimo bilancio
è in perdita. LC: Titolo appartenente all’indice FTSE MIB. m: Società
appartenente al "segmento titoli con alti requisiti (STAR)". MD: Titolo
appartenente all’indice FTSE Mid Cap. SM: Titolo appartenente
all’indice FTSE Small Cap. MC: Titolo appartenente all’indice FTSE
Micro Cap. d: Dividendo. Il calcolo della var. % rispetto al giorno
precedente e di quella annua non tiene conto del dividendo
distribuito; f: Frazionamento; g: Assegnazione gratuita; o: Stacco
diritto opzione; r: Raggruppamento; s: Scissione; st: Dividendo
straordinario; sp: azioni di categoria speciale, per maggiori dettagli
consultare il sito www.gruppoilsole24ore.com. Abbreviazioni: c,
conv: convertibile; p, priv: privilegiata; r, risp: risparmio; r nc:
risparmio non convertibile; n.r.: non rilevato; n.s.: non signific.
quando il rapporto supera mille.
WARRANT: (1) Prezzo di chiusura: Closing Price. (2) Il delta è la
variazione del valore nel prezzo del warrant dovuta ad una variazione
di un centesimo di Euro nel prezzo dell’azione sottostante. (3) Valore
teorico è il valore del warrant che si ottiene in base al modello
probabilistico adottato (modello binominale per il calcolo di
un’opzione di stile americano) e che tiene conto del livello dei tassi di
interesse, dividendi e variabilità registrata dai prezzi del titolo
sottostante negli ultimi 9 mesi. Il valore teorico viene inoltre calcolato
nell’ipotesi di esercizio del warrant alla data di scadenza. (4) Prezzo
d’esercizio riferito alla singola azione. (A) Prezzo di esercizio: ¤7,00 se
esercitato in ottobre 2016; ¤7,20 se esercitato in ottobre 2017.
CONVERTIBILI: Valuta di regol.: 3 giorni. Rendimento effettivo a
scadenza della componente obbligazionaria, inteso come rendimento
"to worst", ossia se callable il rendimento è calcolato alla data di
esercizio CALL più prossimo. (1) Il premio di conversione indica lo
svantaggio, lo sconto rappresenta il vantaggio derivante dalla
conversione immediata in azioni. mneg: molto negativo. n.s.: non
significativo.
OPZIONI: La tabella delle opzioni include una selez. dei contratti più
scambiati. A parità di volumi i contratti vengono scelti sulla base del
numero delle pos. aperte (open interest). Base: prz di esercizio (strike)
dell’opzione; nel caso dei contratti su indice di Borsa è espresso in
punti indice, nel caso di contratti su azioni è espresso in Euro. T:
tipologia dell’opzione, C (call) se è un diritto a comprare; P (put) se è
un diritto a vendere. Prez: prezzo di chiusura, è espresso in punti
indice nel caso di opzioni sugli indici e in Euro nel caso di opzioni su
azioni. Viene calcolato sulla media dei prezzi, o quotazioni, degli
ultimi minuti di contrattazione. Vol: volume. Numero dei contratti
standard scambiati nel corso della seduta. Open Int.: open interest. É il
num. dei contratti in essere (ancora aperti) dello stesso tipo. Il numero
di titoli sottostanti ad ogni contratto è il seguente: Buzzi Unicem, Exor,
Generali, Italcementi, Gtech, Prysmian, Tod’s 100; Acea, Ansaldo,
Atlantia, Autogrill, Azimut, Enel, Eni, Erg, Diasorin, Fiat, Finmeccanica,
Geox, Luxottica, Mediobanca, Mediolanum, Pirelli C., Saipem, S.
Ferragamo, STMicroelectronics, Tenaris, Ubi Banca, Unipol 500; B.ca
Popolare Em. Romagna, B.co Popolare, Campari, Enel Green Power,
Fondiaria-Sai, Intesa-Sanpaolo, Intesa-Sanpaolo r, Mediaset,
Mondadori, Parmalat, Saras, Snam Rete Gas, Telecom It., Telecom It. r,
Unicredit 1000; A2A, B.P. Milano, Monte Paschi, Terna 5000.
AVVISO AL PUBBLICO
CMI Energia SpA
COMUNICAZIONE DI AVVIO DELLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE
AZIENDA TERRITORIALE PER L’EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA
DEL COMUNE DI ROMA
L.re Tor di Nona n.1 – 00186 Roma Tel. 06.68841
ESITO DI PROCEDURA APERTA
1. AMMINISTRAZIONE APPALTANTE: A.T.E.R. Roma, indirizzo in intestazione.
2. OGGETTO ED IMPORTO DELL’APPALTO: “Appalto per il servizio sostitutivo di mensa
a mezzo buoni pasto in favore del personale dipendente dell’azienda, periodo
01.05.2016 - 30.04.2018 eventualmente prorogabile di un anno Cod. Aziendale gara GS
2016 03 RUA – Cod. CIG ANAC 6596900E15 CPV 30199770 cat 17 per l’importo complessivo
a base di appalto di € 1.148.224,00 + I.V.A. 4% (pari al valore facciale di € 7,00 x un
massimo presunto di n. 16 buoni mensili individuali x n. 22 mesi x n. 466 dipendenti
ipotizzati in servizio al 30.04.2016).
3. CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai
sensi dell’art. 83 del D. Lgs. 163/06.
4. OFFERTE PARTECIPANTI: 3 (tre) EDENRED ITALIA SRL; QUI! GROUP S.p.A.; EP SPA.
5. OFFERTE AMMESSE: 3 (tre) EDENRED ITALIA SRL; QUI! GROUP S.p.A.; EP SPA.
6. AGGIUDICAZIONE DELLA GARA: Determinazione Direttoriale n. 115 del 09/06/2016 impresa
QUI! GROUP S.p.A. C.F. 03105300101 P.I. 01241770997 con sede in via XX settembre 29/7
– 16121 Genova, che ha offerto il ribasso del 19,99% e ottenuto il punteggio 99,99.
7. RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Arch. Angelo Teodoro D’Onofrio.
8. DATA GUCE: 17/06/2016.
9. DATA GURI: n. 72 del 24/06/2016.
10. PUBBLICAZIONE ESITO SITI INTERNET: www.aterroma.it – www.serviziocontrattipubblici.it
– www.regionelazio.it FIRMATO
IL DIRETTORE GENERALE
(Arch. Franco Mazzetto)
La Società CMI Energia SpA, con sede legale in via Federico Cesi 21 – 00193 Roma, comunica di aver presentato
in data 24.06.2016 al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ai sensi dell’art.23 del
D.Lgs.152/2006 e s.m.i. istanza per l’avvio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale del Progetto di
sviluppo concessione “Colle Santo”, compreso tra quelli elencati nell’Allegato II alla Parte Seconda del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i., alla lettera 7 - “Prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sulla terraferma e in mare”.
Il progetto è localizzato in Abruzzo, prov. Chieti, nei comuni di Bomba, Archi, Roccascalegna, Torricella Peligna,
Pennadomo, Villa Santa Maria, Atessa, Colledimezzo, Altino, Perano, Paglieta, e prevede la messa in produzione
del giacimento di gas naturale “Colle Santo” ubicato in Abruzzo, prov. Chieti. Il piano di sviluppo prevede la
costruzione di un gasdotto di circa 21 km del diametro pari a circa 20 cm, di una centrale di trattamento gas
nell’area industriale del comune di Paglieta (CH) su una estensione di circa 3 ettari, la messa in produzione
dei pozzi esistenti Monte Pallano 1 e 2 ubicati in una postazione di estensione pari a circa 1 ettaro nel comune
di Bomba (CH) e la perforazione di ulteriori 2-3 pozzi di sviluppo a partire dalla medesima postazione. Non
si prevedono impatti significativi sull’ambiente. Ai sensi dell’art.10, comma 3 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. il
procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale comprende la valutazione di incidenza di cui all’articolo
5 del D.P.R. 357/1997 in quanto il progetto interferisce con le seguenti aree afferenti alla Rete Natura 2000: SIC
(IT 7140215) Lago di Serranella e Colline di Guarenna; SIC (IT 7140112) Bosco di Mozzagrogna (Sangro). Il progetto
definitivo, lo studio di impatto ambientale (comprensivo della valutazione di incidenza) e la sintesi non tecnica
sono depositati per la pubblica consultazione presso:
- Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per le valutazioni e
autorizzazioni ambientali, Via Cristoforo Colombo, 44 - 00147 Roma
- Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Direzione Generale Belle Arti e Paesaggio, Servizio
III Tutela del paesaggio, Via di San Michele, 22 - 00153 Roma
- Regione Abruzzo – Palazzo I. Silone Via Leonardo da Vinci, 6 – 67100 L’Aquila
- Provincia di Chieti – Corso Marrucino, 97 – 66100 Chieti
- Comuni di Bomba, Archi, Roccascalegna, Torricella Peligna, Pennadomo, Villa Santa Maria, Atessa,
Colledimezzo, Altino, Perano, Paglieta – presso le sedi comunali
La documentazione depositata è consultabile sul sito web del Ministero dell’Ambiente e della tutela del
territorio e del mare all’indirizzo www.va.minambiente.it.
Ai sensi dell’art.24 comma 4 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. entro il termine di 60 (sessanta) giorni dalla data di
pubblicazione del presente avviso, chiunque abbia interesse può prendere visione del progetto e del relativo
studio ambientale, presentare in forma scritta proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi
conoscitivi e valutativi, indirizzandoli al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare; l’invio
delle osservazioni può essere effettuato anche mediante posta elettronica certificata al seguente indirizzo:
[email protected].
IL LEGALE RAPPRESENTANTE Steven Mark Frascogna