COLLETTANEA

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COLLETTANEA
q u a d e r n i
d i
e s o t e r i s m o
# 1/2015
COLLETTANEA
ARCANA
www.luciferomorker.it
# 1/2015
ARCANA
Ghāyat al-Ḥakïm Il fine del Saggio
Pseudo Maslama al-Magriti.
Capitolo primo. A che livello sei della conoscenza del sapere .................................................................................... p. 5
Capitolo secondo; Che cosa sia la negromanzia e quali
siano le sue caratteristiche ................................................. p. 9
Clavicula Salomonis Regis
Capitolo 2. Dei giorni, delle ore, e delle virtù dei pianeti .. p. 13
Isidori Etymologiæ .......................................................... p. 17
Indiculus superstitionum et paganiarum ...................... p. 19
Giamblico (Ιάμβλιχος) - De Mysteriis Aegyptiorum
Distribuzione cosmica dei generi superiori; Tutto è pieno
degli dèi e la divinità l’illumina dall’esterno ..................... p. 21
Passibilità e impassibilità ................................................. p. 25
Hermes Trismegistus, Tabula Smaragdina.................... p. 27
Segnalazioni ..................................................................... p. 29
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Introduzione
Fa piacere sapere che i propri sforzi vengono riconosciuti. Fa oltremodo
piacere (per un malato di libri) il fatto che le proprie pagine virtuali abbiano contribuito all’acquisto di un libro in più.
Mi ha scritto un utente ringraziandomi per la condivisione di questi
estratti, e mi ha detto che l’anteprima del Picatrix lo ha invogliato ad
acquistare il libro cartaceo.
Bravo Mörker! Un contributo dato per l’acquisto di un libro.
L’utente, poi, diceva di essersi scaricato tutti gli altri contributi in file pdf
e di averli stampati sia per leggerli con comodo sia perché non aveva voglia di aprire tutte le pagine, ritornare all’indice ecc. Si, effettivamente la
collettanea risultava un po’ macchinosa. Più che una Collettanea Arcana
rischiava di apparire come una Collettanea Incasinata...
Bisognava rimediare a questo potenziale disagio per l’utenza. Come?
Semplice: facendo io il file pdf da scaricare comodamente e stampare ancor più comodamente. Ma si sa... Le cose fatte a metà non mi piacciono.
Collettanea Arcana dunque diventa solo Collettanea; di volta in volta poi
sarà Arcana, Magica, Astrologica ecc. Una vera e propria rivista virtuale
a cadenza trimestrale.
E scusate se è poco.
***
I contenuti del primo numero sono quelli già pubblicati. Dal prossimo
numero tutto subirà un leggera variazione ma, come sempre, perché rovinare le sorprese?
In calce ad ogni estratto saranno segnalati i libri completi di indicazioni
bibliografiche; i testi che saccheggio non sono tutti facilmente reperibili
ma se qualcuno vuole cercarli nelle indicazioni troverà il titolo, l’Autore,
l’ISBN, l’anno e persino le pagine da cui ho attinto1.
Ricordo che questa rivista è gratuita solo se stampata per uso personale.
Qualsiasi uso differente da quello indicato è da considerarsi illecito. I
brani riportati appartengono ai singoli autori o editori.
1 Quando gli estratti sono due o più l’indicazione bibliografica viene resa in calce
all’ultimo. Se due o più estratti provengono da differenti traduzioni di una stessa opera
le indicazioni saranno date in calce ai singoli paragrafi.
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Le Quattro Streghe, Albrecht Dürer.
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Ghāyat al-Ḥakïm
Il fine del Saggio
Pseudo Maslama al-Magriti
Capitolo primo
A che livello sei della conoscenza del sapere
Sappi, fratello carissimo, che il
più grande e nobile dono che Dio
fece agli uomini di questo mondo
è la conoscenza, poiché conoscendo acquisiamo notizia dei fatti più
antichi e di quali siano le cause di
tutte le cose di questo mondo; di
quali cause siano le più prossime
alle cause di altre cose e del modo
in cui una cosa si accorda con
un’altra, sicché veniamo a conoscenza di tutto ciò che esiste e di
come esiste, di quale sia la gerarchia in cui una cosa deve essere
posta e in che luogo sia colui che è
fondamento e principio di tutte le
cose di questo mondo e per mezzo
del quale tutto è separato e di tutto,
antico o nuovo, noi abbiamo conoscenza. Egli in verità è il primigenio e nulla gli fa difetto, né ha bisogno di qualcosa d’altro, poiché è
causa di se stesso e di tutte le altre
cose senza necessitare di altre qualità. Egli, in verità, non è né corpo
né materia, né è parte in qualcosa
d’altro all’infuori di sé, bensì esiste in se stesso. E perciò non può
essere che detto “uno”. Quindi
esiste propriamente una sola verità, un’unica unità e per mezzo
suo ogni cosa riceve unità. Egli è
anche la verità suprema né ha bisogno di altre verità: ogni cosa da
lui ha e riceve verità. Eccetto lui
ogni cosa è imperfetta; infatti egli
solo è perfetto. Né possono essere,
senza di lui, verità o unità perfette,
in quanto solamente la sua verità
e la sua unità possono essere dette
perfette. In verità, tutte le cose gli
sono sottoposte e da lui ricevono
verità e unità, generazione e corruzione come per propria causa. In
virtù di questo è possibile sapere
in che misura, modo e qualità ogni
cosa partecipa di quelle. Egli soltanto conosce l’ordine e il grado di
generazione e corruzione di tutte
le creature e quali siano le cause
prime, intermedie, ultime delle
loro corruzioni; e quali siano le
cause ultime delle loro corruzioni, poiché queste non sono causa
di alcuna generazione, mentre le
intermedie hanno causa nella loro
corruzione ed esse stesse sono
causa di corruzione di tutto ciò che
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esiste sotto di esse. Dio è causa di
generazione e di corruzione di tutto ciò che esiste sotto di lui e [sa
che] nulla è più alto o perfetto di
lui e quale sia la causa di questa
generazione e corruzione. Né c’è,
oltre a lui, qualcuno che possa conoscere perfettamente la gerarchia
del creato, in che modo gli esseri
ai livelli più bassi ascendano in
forza della similitudine dell’uno
con l’altro per entrare in contatto
con quelli ai livelli più alti, e come
da questi si discenda lungo la gerarchia per entrare in contatto con
i suoi infimi gradini. Infatti Dio è
la sola e prima filosofia perfetta e
scienza di verità. Sappi che il co-
Miniatura da un testo di astrologia attribuito ad Alfonso X di Castiglia.
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noscere è cosa somma e nobile e
che devi ogni giorno studiare nel
rispetto del volere di Dio – cioè per
sua concessione e per sua bontà –
poiché la conoscenza, l’intendimento e la bontà da lui procedono.
E il suo spirito è una luce nobile
e alta. Chi in lui intende studiare,
deve spregiare le cose di questo
mondo perché finite e incerte nella loro durata. Infatti da lui, cioè
dal mondo superiore, discende lo
spirito dell’uomo: e per questo è
naturale che l’uomo desideri ritornare al luogo da cui proviene e
da cui ha avuto origine. Lì verrà a
conoscenza di cosa sia il mondo e
delle sue manifestazioni, e in che
modo sia stato disposto dal suo
creatore. Questo tipo di conoscenza costituisce la vera sapienza.
Saprai dunque che Dio è colui che
ha fatto e creato il mondo nella
sua interezza e tutte le cose che in
questo esistono, e che il mondo e
tutto ciò che contiene dallo stesso
Altissimo è stato creato. Il motivo
della volontà divina è oltremodo
profondo e difficile da capirsi,
sebbene con lo studio e la scienza sia possibile comprendere ciò.
Questo è il più grande dono che
Dio stesso fece agli uomini: che
si applichino a capire e conoscere.
Infatti studiare vuole dire servire
Dio. E tieni presente che il sapere
possiede tre qualità, delle quali la
prima è che sempre aumenta e mai
diminuisce, la seconda che sempre
innalza e mai avvilisce e la terza
che è sempre visibile e mai si nasconde. Esso possiede anche tre
punti di forza, dei quali il primo è
che fa spregiare le cose di questo
mondo, il secondo che fa acquisire
onesti costumi e il terzo che non
insegna se non ciò che esso vuole e predilige, penetrandolo con la
forza della ragione e della volontà.
Sappi dunque che il segreto che
vogliamo svelare in questo libro
non può essere colto se prima non
si è raggiunto il sapere. Colui che
vuole acquisire il sapere deve studiare le scienze e conoscerle per
ordine e in dettaglio: infatti questo
segreto non può essere posseduto
se non dal saggio studioso delle
scienze secondo il loro ordine. In
questo segreto c’è una grande purezza che ti potrà essere di grande
aiuto.
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Una pagina del Picatrix.
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Ghāyat al-Ḥakïm
Il fine del Saggio
Pseudo Maslama al-Magriti
Capitolo secondo
Che cosa sia la negromanzia e quali siano le sue caratteristiche
Ora ti spiegherò quale sia la scienza che si chiama negromanzia.
Chiamiamo negromanzia tutte quelle operazioni compiute
dall’uomo in cui sono totalmente
coinvolti l’intendimento e lo spirito e in cui l’intendimento accompagni, agevolando o provocando,
le cose meravigliose che con essa
vengono compiute. E queste sono
cose difficili da comprendere per
il nostro intelletto e per i nostri
sensi perché siamo privi di termini
di paragone. Ciò accade in quanto
le potenze divine sono coinvolte
nella realizzazione delle summenzionate operazioni: insomma questa scienza è oltremodo profonda
e difficile da comprendere. Parte
delle operazioni di questa scienza procedono da spirito a spirito,
quando si agisce per similarità,
senza coinvolgere l’essenza. E
la fattura dei talismani è l’azione dello spirito sul corpo, mentre
quella alchemica riguarda le azioni del corpo sul corpo. In generale,
chiamiamo negromanzia ciò che
implica un qualsiasi fatto celato
ai sensi e che la maggior parte degli uomini non sa in che modo né
per quali cause avvenga. I sapienti chiamano i talismani “telsam”,
che possiamo tradurre come “ciò
che vìola”: infatti ogni operazione
compiuta per mezzo di un talismano è una forma di violenza che vince l’oggetto in funzione del quale
il talismano è stato composto. Per
ottenere questa vittoria si sfruttano le proporzioni aritmetiche e le
influenze celesti. I talismani, per
raggiungere questo scopo, vengono composti di corpi [materia]
in senso proprio e in tempi opportuni; le suffumigazioni, poi, rendendoli più efficaci, attraggono ad
essi gli spiriti, e questa scienza è
simile alla natura dell’elisir poiché vince i corpi e, alterandoli, li
riconduce ad altri corpi più puri:
così, dunque, operano i talismani,
agendo sempre con una forma di
violenza, alla stregua del veleno
che, diffondendosi e alterando i
corpi, Il costringe alla sua natura,
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cosicché il corpo si trasforma in
un altro corpo con la violenza della composizione che opera in lui.
Sappi che il carattere di questa sostanza detta elisir le deriva dall’essere composta di terra, aria, fuoco
e acqua. Questi quattro principi
attivi agiscono in essa e le conferiscono il suo proprio carattere e
sostanza, sicché, una volta entrata
in profondità in un qualunque corpo, diffonde il suo carattere perché
questi, alterato, sia più alleggerito, obbedisca più docilmente e sia
trasformata la natura delle leggi
che lo governano. L’elisir opera
similmente in campo alchemico
poiché senza fatica converte i corpi da una sostanza a un’altra più
nobile, comprendendo lo spirito,
la materia bruta e il disarmonico,
togliendo rumore e bassezza. Questo è il segreto dell’elisir secondo
gli antichi saggi. li nome di elisir
si può rendere con “principio attivo”, poiché spezza gli altri principi attivi riducendoli a sé e inoltre
trasforma una proprietà in un’altra
fintanto che non l’ha ricondotta a
propria somiglianza. L’elisir, in
parte, non può essere composto
se non di animali, alberi, piante
e minerali, secondo quanto affermano coloro che sostengono che
deve essere simile al mondo, e il
mondo dalle suddette cose è com10
posto. Dunque, l’elisir deve essere
composto delle stesse simili cose,
giacché ciascuna parte di esso accoglie l’altra in sé e l’una penetra
nell’altra: infatti né gli alberi, né
gli altri vegetali, possono stare da
soli, né gli animali senza i vegetali, allo stesso modo in cui i minerali hanno bisogno del crogiuolo,
della forza del fuoco unita all’umidità e della forza dell’aria, e in
tal modo l’elisir viene composto.
Tutto questo lo troviamo nel libro
detto Liber de Ordinationibus [Libro delle regole]. Torniamo ora
al nostro argomento. Io affermo
che la negromanzia si divide in
due parti, ovvero quella teorica e
quella pratica. Teorica è la scienza
delle posizioni delle stelle fisse e
del modo in cui i loro raggi colpiscono i pianeti in movimento,
giacché da esse sono formate le
raffigurazioni celesti e le figure
del cielo. Essa serve a conoscere
le raffigurazioni del cielo quando
si vuol fare ciò che si desidera. In
ciò va compreso tutto quanto è stato detto dagli antichi saggi a proposito della scelta delle ore e dei
tempi per operare con i talismani.
Sappi che colui che conosce compiutamente l’arte di fare talismani, ugualmente deve conoscere
le costellazioni e gli oggetti che
servono a fabbricarli. E anche le
parole sono una parte della negromanzia, perché la parola ha virtù
negromantiche. Così dice Platone:
“Così come con parole volgari e
spregevoli ci rendiamo nemico un
amico, allo stesso modo con parole nobili e amichevoli ci rendiamo
amico un nemico”. Da ciò risulta evidente che la parola ha virtù
negromantiche. Tanto maggiore è
poi la potenza [dell’opera] quanto
più principi attivi simultaneamente si coniugano: allora l’arte della
negromanzia è completa. Quanto
sopra è la parte teorica.
Quella pratica consiste nella composizione delle tre sostanze con
il potere amalgamante delle stelle fisse: i saggi chiamano questo
“potere”, ma non sanno in che
modo agisca né come si debba
adoperarlo. Dopo aver congiunto
queste cose, dotate dei suddetti
poteri, esse devono ricevere il calore elementare e ciò avviene per
mezzo della suffumigazione che
serve a completare l’opera ancora
incompleta. Deve poi ugualmente
ricevere il calore naturale, il quale è quello che serve alla consunzione. Queste due operazioni non
possono essere complete senza lo
spirito dell’uomo e dell’animale.
Sappi che l’arte della negromanzia
si acquisisce da una parte con la
pratica e le opere, dall’altra con i
corpi sottili. Quella che si acquisisce con la pratica e le opere,
proviene dall’insegnamento con
il quale operò il saggio che conosceva il mondo della sfera lunare e quello che parla nel libro
Dell’Agricoltura, così come egli
stesso dice al passo che comincia
con “Prendi quattro uccelli…”. La
parte che si acquisisce con i corpi
sottili, invece, deriva dalle opere
che compì quel saggio che operò
con il movimento della sfera di
Saturno e anche quello che conosceva il moto della sfera di Venere. Anche questi due si espressero
nel succitato libro.
Gli antichi saggi Greci operavano
coni corpi sottili per modificare
l’aspetto e per far sembrare ciò
che non è. Chiamavano questo
“scienza dei talismani”, cioè yetelegehuz, che si può rendere con
“attrazione degli spiriti celesti”. E
danno questo nome a tutte le parti
della negromanzia. Essi ritennero che non si potesse giungere a
questa scienza se non per mezzo
dell’astrologia, né da questa poterono mai svincolarsi, sicché era
almeno indispensabile conoscere
le raffigurazioni che si trovano
nell’ottava sfera e il loro moto e
anche quello delle altre sfere, nonché la divisione nei dodici segni
[dello Zodiaco] con i loro gradi,
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la loro natura e le loro qualità, e
di ciascuno di essi il significato
nelle cose terrene e il ruolo di tutti
i pianeti nella casa di ciascun segno, oltre al moto dello Zodiaco
e agli altri fatti connessi a questi
argomenti. Inoltre bisognava conoscere la natura dei sette pianeti,
della Testa e della Coda del Drago,
la loro posizione nel cielo e tutti i
significati per le cose terrene, gli
ascendenti e le radici dei significati, che sono le radici dell’astronomia, nonché conoscere quale dei
sette pianeti domina in una raffigurazione, il suo ordine in quel
settore e saper estrapolare il ruolo
dei pianeti nello Zodiaco. Queste
Da:
Picatrix, Ghāyat al-ḥakïm
Il fine del Saggio
Pseudo Maslama al-Magriti
Curatore: Aldo Paolo Rossi
Traduzione di Davide Arecco Ida
Li Vigni e Stefano Zuffi
Editore: Mimesis
Anno: 1999.
ISBN 9788887231465
Collana: Airesis
Estratti: p. 29/33.
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sono cose senza le quali nessuno
può riuscire nella pratica della
scienza negromantica; e si trovano
tutte nei libri di astronomia. Ecco
cosa dice il primo dei sapienti che
parla nel suddetto libro Dell’Agricoltura: “Mi innalzarono sopra
i sette cicli”. Ciò vuol dire che
conobbe tutti i loro moti e qualità con la forza della conoscenza e
dell’intendimento. La stessa cosa
dice Dio quando afferma: “Lodiamolo nell’alto [dei cieli]”. Anche
qui il significato è che Dio diede
all’uomo intendimento e intelletto
affinché potesse giungere alle alte
conoscenze.
Clavicula Salomonis Regis
Capitolo secondo
Dei giorni, delle ore, e delle virtù dei pianeti
Quando vorrai compiere una qualsiasi esperienza od operazione,
dovrai dapprima disporre di tutti
i requisiti e strumenti che troverai
posti nei Capitoli che seguono; e
dovrai computare i giorni, le ore
e gli influssi delle Costellazioni,
come detto in questo Capitolo.
Perciò, è bene tu sappia che le ore
del giorno e della notte sono, insieme, in numero di ventiquattro,
e che ogni ora è governata da uno
dei Sette pianeti nella loro successione regolare, a cominciare dal
più alto per finire più basso. L’ordine dei Pianeti è il seguente: il
più alto è Saturno (in ebraico ‫יתבש‬,
Sbabbathai); sotto Saturno c’è
Giove (‫קדצ‬, Tzedeq); sotto Giove,
Marte (‫ידאםם‬, Madim); sotto Marte, il Sole (‫שםש‬, Shemesh) sotto il
Sole, Venere (‫םגונ‬, Nogah); sotto
Venere, Mercurio (‫בבוב‬, Kokav);
sotto Mercurio, la Luna (‫חנבל‬, Levanah).
Il dominio dei pianeti su ciascuna
ora comincia all’alba, col levarsi
del Sole nel giorno che prende il
nome dal Pianeta corrispondente,
e il pianeta che segue domina l’ora successiva, secondo l’ordine.
Così, Saturno domina la prima ora
di Sabato, Giove la seconda, Marte la terza, il Sole la quarta, Venere la quinta, Mercurio la sesta, la
Luna la settima, e Saturno ritorna
a dominare con l’ottava ora, poi
seguono a turno tutti gli altri, poiché la successione dei pianeti non
cambia mai. Allo stesso modo, per
ogni altro giorno della settimana.
Osserva che ciascuna esperienza
od operazione magica deve essere eseguita sotto il pianeta, e in
genere nell’ora, corrispondente
alla natura dell’operazione stessa.
Per esempio: nei giorni e le ore
di Saturno potrai eseguire evocazioni di anime dagli Inferi, ma
solo di coloro che sono morti di
morte naturale. Analogamente in
tali giorni e ore potrai operare per
portare buona o cattiva fortuna a
edifici; ottenere Spiriti familiari
che ti assistano durante il sonno;
provocare successo o rovina legati
ad affari, patrimoni, beni, messi,
frutti e cose consimili; potrai acquisire conoscenza; potrai portare
distruzione e dare morte, e spargere odio e discordia. Dovrai notare
con cura e osservare tutte le istru13
zioni fornite in questo Capitolo,
se vorrai aver successo: invero, da
esse dipende la Scienza Magica. I
giorni e le ore di Giove sono propizi per ottenere onori e acquisire
ricchezze; stringere amicizie, conservare la salute, raggiungere tutte
le mete che ti prefiggi. Nei giorni
e le ore di Marte potrai compiere
esperienze riguardanti la guerra;
ottenere onori militari; acquisire
coraggio; rovesciare i nemici; e
inoltre provocare rovina, strage,
crudeltà, discordia; potrai causare
ferite e dare la morte.
I giorni e le ore del Sole sono molto favorevoli per effettuare esperimenti volti a ottenere il benessere
mondano, le speranze, i guadagni,
la fortuna, la divinazione, il favore di principi; per dissolvere sentimenti ostili e per trovare amici.
I giorni e le ore di Venere sono
favorevoli per formare amicizie;
per trovare cortesia e amore; per
le occupazioni gioiose e piacevoli, e per i viaggi. I giorni e le ore
di Mercurio sono favorevoli per
opere a beneficio della facondia e
dell’intelligenza; della sagacia negli affari; delle scienze e delle divinazioni; delle cose meravigliose;
delle apparizioni; e per ottenere
risposte riguardanti il futuro. Potrai operare sotto questo pianeta
anche per sottrazioni indebite; per
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scrivere; per architettare inganni;
e per i mercanteggiamenti. I giorni
e le ore della Luna sono favorevoli
alle ambasciate; i viaggi; le spedizioni; i messaggi; la navigazione;
le riconciliazioni; l’amore; e per
l’acquisizione di mercanzie attraverso l’acqua. Le ore di Saturno di
Marte e della Luna sono tutte favorevoli alla comunicazione con gli
Spiriti; quelle di Mercurio lo sono
per recuperare tramite gli Spiriti oggetti rubati. Le ore di Marte,
poi, servono per richiamare le anime dagli Inferi, specie quelle degli uccisi o dei morti in battaglia.
Le ore di Saturno sono anch’esse
appropriate a richiamare le anime
dei trapassati, in particolare quelle
dei morti di morte naturale.
Le ore del Sole, di Giove e di Venere sono adatte a preparare qualsiasi operazione riguardi l’amore e
le cose piacevoli, e per le operazioni di invisibilità, come si vedrà
in seguito in altre parti di questo
libro. Le ore di Saturno e di Marte,
e anche i giorni in cui la Luna si
trova in congiunzione con essi, o
quando è in aspetto di opposizione o quadratura, sono eccellenti
per compiere esperienze di odio,
inimicizia, litigio e discordia, questioni riguardanti controversie legali, e altre operazioni di simile
natura, come descritto in seguito.
Le ore di Mercurio sono favorevoli a compiere esperienze relative a
giochi, scherzi, svaghi, ribalderie
e simili, e per esperienze che appaiono meravigliose e stupefacenti, come quelle di cui si dirà più
avanti. Le ore del Sole, di Giove
e di Venere, particolarmente nei
giorni sotto il loro dominio, sono
favorevoli per tutte le operazioni
riguardanti cose fuori dell’ordinario, insolite e sconosciute. Le ore
di Venere sono inoltre favorevoli
alla preparazione di farmaci e veleni legati alla natura di Venere;
inoltre per preparare polveri che
provocano la follia, e altre cose simili. Le ore della Luna sono favorevoli a prove ed esperimenti relativi al ritrovamento di proprietà
rubate, per ottenere visioni notturne, per convocare Spiriti nel sonno, e per preparare qualsiasi cosa
riguardi l’acqua. Per quanto concerne le cose pertinenti alla Luna,
come l’Evocazione di Spiriti, le
opere di Necromanzia, e il recupero di proprietà rubate, è necessario
che la Luna si trovi in un Segno
di Terra, ovvero in Toro, Vergine
o Capricorno. Per l’amore, l’ottenimento di grazie e l’invisibilità,
la Luna deve essere in un Segno
di Fuoco: Ariete, Leone o Sagittario. Per l’odio, la discordia e la
distruzione, la Luna deve essere in
un Segno d’Acqua: Cancro, Scorpione o Pesci. Per esperienze di
natura peculiare, non facilmente
classificabili, la Luna deve essere
in un Segno d’Aria: Gemelli, Bilancia o Acquario.
Ma se tutto ciò ti appare difficile,
ti sarà sufficiente tener conto della Luna dopo la sua Combustione,
in ispecie quando ritrae i suoi raggi e appare invisibile. Il periodo
dopo la Combustione è favorevole
a ogni genere di esperienza: perché il tempo fra la Luna Nuova e
la Luna Piena è adatto a compiere
tutte le operazioni di cui abbiamo
parlato finora. Tuttavia, il periodo in cui la Luna è decrescente,
è buono per la guerra, la discordia, gli ostacoli. Il periodo in cui
la Luna è quasi dei tutto priva di
luce, è favorevole alle operazioni
di invisibilità e di morte.
Ma bada infallibilmente a non
dare inizio ad alcunché quando la
Luna è in congiunzione col Sole,
perché tale aspetto è estremamente sfortunato e non conseguirai alcun esito. Quando invece la Luna
intensifica i suoi raggi, e accresce
la propria Luce, allora potrai compiere ciò che vorrai, seguendo le
prescrizioni di questo libro.
Inoltre, se vorrai conversare con
gli Spiriti, ciò lo farai soprattutto
nell’ora e nel giorno di Mercurio,
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con la Luna in un Segno d’Aria
o di Terra, come già detto, così
come il Sole. Ritirati allora in un
luogo segreto, dove nessuno possa
vederti o importunarti prima che
l’esperienza sia compiuta, sia che
tu voglia compierla di giorno che
di notte. Ma se vorrai compierla
di notte, cominciala una notte e
completala la notte seguente: se
di giorno, tenendo conto che il
giorno ha inizio al levar del Sole,
completala il giorno dopo. L’ora
Da: La Chiave di Salomone
Curatore: Fusco Sebastiano
La chiave di Salomone: la magia
evocatoria.
Editore: Venexia Editrice
Anno: 2005
Collana: Le porte di Venexia
ISBN: 88-87944-34-2
EAN: 9788887944341
Estratto: p. 83/88.
16
di inizio è l’ora di Mercurio.
Poiché nessuna esperienza di conversazione con uno Spirito può
compiersi senza la preparazione
di un Circolo, qualsivoglia esperimento tu decida di intraprendere per conversare con uno Spirito,
dovrai prima imparare a erigere
il Circolo nel modo appropriato.
Fatto ciò, circondalo con un Circolo dell’Arte per ulteriore cautela
ed efficacia.
Isidori Etymologiæ
Il primo mago fu Zoroastro, re della Bactriana, che uccise in guerra il re assiro Nino e le gesta del
quale, secondo la testimonianza
di Aristotele, sono descritte in due
milioni di versi. Molti secoli dopo,
Democrito perfezionò quest’arte,
al tempo in cui anche Ippocrate
eccelleva nell’arte medica. Le arti
magiche sono fiorenti presso gli
Assiri, come dice Lucano: “[ … ]
alcuni conoscono il destino scrutando le viscere, altri osservando
gli uccelli, altri ancora studiando
le folgori celesti oppure mirando
le stelle secondo i dettami Assiri”.
Dunque, queste vane arti magiche si sono sparse in tutto il mondo perché insegnate e tramandate
dagli angeli malvagi, per mezzo
della loro limitata conoscenza del
futuro e delle evocazioni infernali.
Loro invenzioni sono l’aruspicina,
l’arte degli auguri e degli oracoli,
la necromanzia. Né v’è da meravigliarsi intorno agli inganni dei maghi, dal momento che le arti malefiche procedettero tanto oltre da
produrre risultati apparentemente
assai simili a quelli stessi di Mosè,
quali il mutare i bastoni in serpenti
e l’acqua in sangue [ … ].
I magi sono quelli che, a causa
dell’enormità dei loro delitti, sono
definiti abitualmente anche malefici. Essi turbano gli elementi naturali, stravolgono le menti umane, riescono perfino ad uccidere
senza l’aiuto di alcun veleno, con
la sola potenza dei loro incantesimi [ … ].
Infatti, evocati i demoni, osano
spingerli ad uccidere i loro personali avversari. Si servono per questo di sangue, di vittime, spesso
profanano i cadaveri.
Necromantii sono detti coloro che
paiono resuscitare i morti per interrogarli e costringerli a rispondere loro. Difatti nekròs significa
in greco “morto”, e mantèia “divinazione”. Per questo si infonde
sul cadavere del sangue, poiché si
dice che i demoni amino il sangue.
E quindi, nelle cerimonie necromantiche, si aggiunge del sangue
all’acqua affinché questi siano più
facilmente attirati dal colore sanguigno.
Hidromantii sono detti così
dall’acqua. Difatti l’idromanzia
consiste nell’evocare in uno specchio d’acqua le figure dei demoni,
e vedere e udire cose per mezzo di
loro o dei loro inganni; versando
del sangue nell’acqua, si possono
evocare nello stesso modo anche i
dannati. Questo tipo di divinazio17
ne ci viene dai persiani. Varrone
dice che vi sono quattro tramiti per
la divinazione: la terra, l’acqua,
l’aria, il fuoco. Abbiamo dunque
la geomanzia, l’idromanzia, l’aeromanzia e la piromanzia.
I divini sono detti così quasi “pieni di Dio”; essi si presentano come
pieni di spirito divino, e con fraudolenta astuzia pretendono di predire il futuro.
Da: Isidoro di Siviglia, Etymologiæ,
VIII, 9, in P.L. LXXXII,
coll. 310-315
cit. in Magia, Stregoneria, Superstizioni nell’Occidente Medievale.
Curatore: Franco Cardini
Editore: La Nuova Italia
Anno: 1979
Collana: Strumenti/Guide
Cod: 359492X
Estratto: p. 146/148.
18
La divinazione si basa difatti su
due aspetti: l’artificio e l’estasi.
Gli incantatores sono detti così
perché si servono, per la loro arte,
della parola. Gli arioli sono detti
così perché pronunziano le loro
nefande preghiere presso le are
degli idoli, offrono sacrifici infami, e con queste cerimonie ottengono dai demoni dei responsi.
Indiculus superstitionum et paganiarum
(VIII sec.)
L’ Indiculus superstitionum et paganiarum è un elenco di pratiche pagane
in uso nell’VIII secolo e testimonia una trentina di pratiche diffuse tra i
frisoni e i sassoni; L’Autore, probabilmente egli stesso un sassone convertito al Cristianesimo, è anonimo. Il testo è in latino ma tramanda alcune
delle prime parole in olandese.
Esiste una pagina di wikipedia in olandese consultabile al link:
http://nl.wikipedia.org/wiki/Indiculus_superstitionum_et_paganiarum
1) Sacrificio ai sepolcri dei morti;
2) Sacrificio sui cadaveri (dadsisas);
3) Celebrazioni paganeggianti nel
mese di febbraio, con l’uccisione
di maiali;
4) Delle cappelle e dei templi pagani;
5) Sacrilegi commessi nelle chiese
(canti e danze);
6) Culto delle foreste;
7) Culto delle pietre;
8) Sacrifici a Mercurio e a Giove;
9) Sacrifici offerti a santi;
10) Filatteri e le legature magiche
da portare allacciati al braccio o
alla gamba;
11) Sacrifici alle fonti;
12) Incantesimi;
13) Auguri tratti dallo sterco degli
animali, dei cavalli, dei bui e degli
starnuti;
14) Divinazioni e sortilegi;
15) Il Nydfyr, cioè il fuoco prodotto da legno sfregato con legno;
16) L’esame del cervello degli animali;
17) Venerazione del fuoco;
18) Luoghi incerti che si venerano
come luoghi santi:
19) L’uso dell’erba chiamata Santa Maria (cui si attribuisce potere
magico);
20) Le feste fatte per Giove o Mercurio;
21) Riti in occasione dell’eclissi di
luna;
22) Tempestari e quelli che consacrano gli amuleti o distillano filtri;
23) Solchi tracciati attorno ai villaggi (i quadri magici);
24) Corse pagane in onore di Freia;
25) Culto dei cadaveri;
19
26) Idoli di pane;
27) Idoli fatti di panno;
28) Idoli portati nei campi;
29) Mani e piedi di legno, fatti se-
Trad. In Magia e Stregoneria nel
Medioevo
Autore: Raoul Manselli,
Editore: Giappichelli
Anno: 1976
ISBN-10: 8834814029
ISBN-13: 9788834814024
EAN ebook: 9788834896983
Estratto: p. 88/89
20
condo i riti pagani;
30) Credenza nel fatto che le donne mangino la luna e possano togliere il cuore agli uomini.
Ιάμβλιχος
De Mysteriis Aegyptiorum
[Distribuzione cosmica dei generi superiori.
Tutto è pieno degli dèi e la divinità l’illumina dall’esterno]
Con questi ragionamenti abbiamo,
dunque, provato che tutta questa
divisione è falsa, la via per la ricerca delle proprietà è contraria
alla ragione, porre ad abitare separatamente in un certo luogo gli
dèi non ne coglie tutta l’essenza
e la potenza. Sarebbe, perciò, legittimo lasciare da parte la rassegna degli argomenti da te opposti a questa divisione degli esseri
superiori, in quanto che alle vere
nozioni essa non contesta niente
a proposito; ma, poiché bisogna
mirare piuttosto al ragionamento
e alla divina scienza, e accontentarsi di argomentare ad hominem,
quanto a noi, per questa ragione,
riconduciamo questa questione disputata al di fuori del soggetto a
una discussione ben ragionata e
teologica.
[9] Io perciò suppongo che tu non
ponga questa questione: per quale
ragione, dal momento che gli dèi
abitano soltanto nel cielo, ci sono
da parte dei teurghi invocazioni
agli dèi terrestri e sotterranei? ǀ
Infatti, non è vero il punto di partenza, che gli dèi si aggirano sol-
tanto in cielo: perché tutto è pieno
di essi. Ma ponga questa: come
alcuni sono detti acquatici ed aerei
ed hanno in sorte chi un luogo, chi
un altro? Come hanno scelto parti
limitate di corpi, pur avendo una
potenza infinita indivisibile illimitata? Come sarà possibile la loro
unità, se sono separati da limiti
individuali di parti e sono distinti
per l’alterità dei luoghi e dei corpi
a loro soggetti? Ora, di tutte queste e innumerevoli altre questioni
simili, una sola è la risoluzione
migliore: considerare il modo in
cui gli dèi attendono al governo
delle parti assegnate ad essi. La
divinità, sia abbia a sorte alcune
parti dell’universo, come il cielo
o la terra, sia città sacre e regioni, sia alcuni sacri recinti o statue,
illumina tutto dall’esterno, come
tutto rischiara dall’esterno il sole
con i suoi raggi. Come, dunque,
la luce avvolge ciò che illumina,
così anche la potenza degli dèi ha
abbracciato dall’esterno ciò che
di essa partecipa; e come la luce è
nell’aria senza mescolarsi con essa
ǀ - ne è prova che nessuna luce ri21
mane nell’aria, non appena si sia
dileguata la sorgente luminosa,
sebbene rimanga in essa il calore,
dopo che sia scomparsa la fonte del calore -, così anche la luce
degli dèi splende separatamente
e, ferma stabilmente in se stessa,
va avanti attraverso tutti quanti gli esseri. E certamente la luce
che noi vediamo è una sola continuità, dappertutto la stessa tutta
intera, sicché non è possibile che
qualche parte ne sia recisa e staccata, né comprenderla in un circolo né allontanarla mai dalla fonte
luminosa. Non altrimenti, dunque,
anche l’insieme del mondo, che
è divisibile, si spartisce in relazione alla luce una e indivisibile
degli dèi. Questa è una e identica
dappertutto interamente, è indivisibilmente presente in tutti gli esseri che possono partecipare, tutto
empie della sua potenza perfetta,
per la sua illimitata eccellenza di
causalità conclude in se stessa tutti gli esseri, resta dovunque unita
a se stessa, collega ai principi gli
estremi. Questa imitando, l’insieme del cielo e del mondo percorre
la sua rivoluzione circolare, resta
unito a se stesso, ǀ guida gli ele-
Anubis, Dio dei Morti, chino sulla mummia di Sennutem
Tomba di Sennutem, Deir el Medina, Luxor (1400-1350 a.C.)
22
menti che vorticosamente si muovono in circolo, tiene insieme tutti
gli esseri che sono l’uno nell’altro e tendono l’uno verso l’altro,
definisce con proporzioni eguali
anche i più distanti, fa constare
le estremità con i principi, come
il cielo con la terra, produce una
sola continuità e accordo di tutto
con tutti. Chi, dunque, vedendo
la chiara immagine degli dèi così
unificata, non avrebbe ritegno di
concepire intorno agli dèi che ne
sono la causa un’opinione diversa e introdurre in essi divisioni in
sezioni limiti corporei? Per conto mio, credo che ognuno stia in
questa disposizione di animo. Se,
infatti, non c’è nessun rapporto,
nessuna relazione di simmetria,
nessuna comunione di essenza,
nessuna connessione secondo la
potenza o qualche atto fra chi governa e chi è governato, chi governa non sta affatto, per dirla così,
in chi è governato, perché nessuna
estensione di distanza nel tempo,
nessuno svolgimento nello spazio,
né divisione in parti, né altra equazione di questo genere si produce
nella presenza degli dèi. Ché negli
esseri della stessa natura ǀ per l’essenza o la potenza oppure, direi
anche, della stessa specie o della
stessa razza si può concepire che
siano compresi o subordinati, ma
tutti gli esseri che sono totalmente
interamente trascendenti, quale alternazione o totale penetrazione o
individuale circoscrizione o svolgimento nello spazio o quale altra
cosa simile si potrebbe mai giustamente concepire in essi? Ma, io
credo, ciascun essere che partecipa del divino è tale da parteciparne
secondo la qualità sua intrinseca,
alcuni come esseri dell’etere, altri
dell’aria, altri dell’acqua: appunto
questo considerando, la teurgia si
serve dei rapporti e delle invocazioni secondo questa divisione e
questa affinità. Quanto alla distribuzione nel mondo dei generi superiori, valga quel ch’è stato detto
fin qui.
23
Nefertari e Hator
XIX Dinastia, Tomba di Nefertari, Valle delle Regine, Egitto.
24
Ιάμβλιχος
De Mysteriis Aegyptiorum
[Passibilità e impassibilità]
Dopo di essa, di nuovo proponendoti un’altra divisione, separi le
essenze dei generi superiori secondo la differenza tra ciò che è
soggetto a passioni e ciò che non
lo è. Ma io non accetto neppure
questa divisione. Nessuno, infatti, dei generi superiori è soggetto
a passioni o ne è senza come se
si opponesse al passibile o fosse
per natura ǀ in grado di ricevere le
passioni e se ne liberasse poi per
la sua virtù o per qualche altra superiore condizione del suo essere.
Ora, perché essi sono assolutamente al di fuori dell’opposizione
del patire o non-patire, perché non
hanno affatto la natura di patire,
perché hanno per essenza la stabilità immutabile, per queste ragioni pongo in tutti i generi superiori
l’impassibilità e l’immutabilità.
Considera, infatti, se vuoi, l’ultimo degli esseri divini: l’anima,
libera dal corpo. Essa che è cosa
al di sopra della natura e vive la
vita non-generata, qual bisogno ha
della generazione o del ritorno alla
natura nel piacere? Ed essa che è
fuori di ogni corpo e della natura
spartita in relazione al corpo e che
è separata del tutto dall’armonia
che scende nel corpo dall’armonia
dell’anima, in che cosa partecipa
del dolore che porta alla distruzione o dissolve l’armonia del corpo?
Essa non ha neppure bisogno delle
impressioni che vanno avanti alla
sensazione, perché non è affatto
contenuta in un corpo e, non imprigionata dove che sia, non ha
bisogno di cogliere percezioni
mediante organi ǀ corporei di alcuni altri corpi posti al di fuori.
Essa che è totalmente indivisibile e permane in un’unica identica
specie, che è in se stessa incorporea e non ha niente in comune con
il corpo che nasce e patisce, non
può patire niente per divisione o
per cambiamento, né niente assolutamente avere che sia relato ad
un mutamento o ad una passione.
E neppure quando, un giorno che
sia, è entrata nel corpo, l’anima
patisce, né essa né i principi che dà
al corpo: poiché anche questi sono
forme semplici e uniformi di una
stessa specie e non ricevono nessun turbamento nessuna agitazione che venga da se stessi. Certo,
da quel momento in poi l’anima
25
diventa per il composto la causa
della sua passione, e naturalmente la causa non è proprio la stessa
cosa di ciò che è causato. Come,
dunque, mentre gli esseri composti nascono e muoiono, l’anima,
che ne è la prima causa della generazione, è di per se stessa non-generata e non-corruttibile, così,
mentre gli esseri che partecipano
dell’anima patiscono e non hanno
assolutamente la vita e l’esistenza, ma sono implicati nell’indefinito ǀ e nell’alterità della materia,
l’anima è in se stessa immutabile
perché per essenza è superiore al
patire, e non perché abbia acquisito l’immutabilità in una libera
scelta tendente verso l’una e l’altra, l’impassibilità e la passibilità,
né perché l’abbia acquisita come
accidentale in una partecipazione
del suo essere e della sua potenza.
Ora, dal momento che per l’ultimo dei generi superiori, l’anima
I Misteri Egiziani
Testo greco a fronte
Autore: Giamblico
Curatore: Raffaele Sodano
Editore: Bompiani, 2013
Collana: Il Pensiero Occidentale
ISBN carta: 9788845272042
ISBN E-book: 9788858759455
Estratto: p. 31/41.
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cioè, abbiamo dimostrato impossibile la sua partecipazione al patire, che bisogno c’è di applicarla
ai demoni e agli eroi, i quali sono
eterni seguono dappertutto gli dèi
conservano anch’essi allo stesso
modo un’immagine del governo
degli dèi s’attengono senza posa,
sempre, all’ordine divino e mai
l’abbandonano? Ché, questo, infatti, noi sappiamo senza dubbio
alcuno: la passione è priva di ordine imperfetta instabile, perché non
appartiene per nulla a se stessa, ma
è legata a ciò da cui è contenuta e a
cui è asservita allo scopo della generazione; essa, perciò, conviene a
qualsiasi altro genere piuttosto che
a quello che è sempre ed è unito
con gli dèi, e che percorre insieme con essi lo stesso ordinato circuito. ǀ Impassibili sono, dunque,
i demoni e tutti i generi superiori
che seguono insieme con loro.
Hermes Trismegistus
Ermete Trismegisto
Tabula Smaragdina
Tavoletta di smeraldo
Verum, sine mendacio, certum et
uerissimum.
La verità è senza menzogna, è certa, è autentica.
Quod est inferius est sicut quod est
superius, et quod est superius est
sicut quod est inferius, ad penetranda miracula rei unius.
Ciò che è sotto è identico a ciò che
è sopra, e ciò che è sopra è identico a ciò che è sotto; questo permette di penetrare le meraviglie
dell’Unità.
Et sicut omnes res fuerunt ab uno,
meditatione unius, sic omnes res
natae fuerunt ab hac una re, adaptatione.
Tutte le cose derivano da sempre
dall’Uno, dal Logos dell’Uno;
così tutte le cose sono state create
dall’Uno, in conformità.
Pater eius est sol, mater eius est
luna. Portauit illud uentus in uentre suo. Nutrix eius terra est.
Suo padre è il Sole, sua madre la
Luna. Il Vento lo portò nel suo
grembo. La Terra è sua nutrice.
Pater omnis telesmi totius mundi
est hic.
Costui è il padre di ogni realizzazione in tutto il mondo.
Virtus eius integra est, et uersa
fuerit in terram.
Il suo potere è totale quando si è
mutato in terra.
Separabis terram ab igne, subtile
a spisso, suauiter, magno cum ingenio.
Separerai la terra dal fuoco, l’impalpabile dal compatto, ma con
delicatezza e con grande attenzione.
Ascendit a terra in coelum, iterumque descendit in terram, et recipit uim superiorum et inferiorum.
Sic habebis gloriam totius mundi.
Sale dalla terra al cielo, e poi ridiscende sulla terra, e associa il potere di quanto è sopra e di quanto
è sotto. Così avrai la gloria di tutto
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Ideo fugiet a te omnis obscuritas.
il mondo e ogni tenebra si allontanerà da te.
Haec est totius fortitudinis fortitudo fortis, quia uincet omnem rem
subtilem, omnemque solidam penetrabit.
Questa potenza è potente più di
tutta la potenza, perché dominerà
ogni cosa impalpabile e penetrerà
ogni cosa solida. Così il mondo fu
creato.
Sic mundus creatus est.
Da qui sorgeranno mirabili corrispondenze;
Hinc erunt adaptationes mirabiles, quarum modus est hic. Itaque
uocatus sum Hermes Trismegistus,
habens tres parte philosophiae totius mundi.
Questa è la loro regola.
Per questo io sono chiamato Ermete tre volte Grande, perché io
governo le tre parti della saggezza
del mondo tutto.
Completum est, quod dixi de operatione solis.
Si è concluso quanto io ho detto
circa l’azione del Sole.
In Arcana Mundi, Vol. 2
Divinazione, astrologia, alchimia.
Curatore: George Luck
Editore: Mondadori/Fondazione
Lorenzo Valla
Collana: scriuttori greci e latini.
Anno: 1999
ISBN: 9788804454922
Estratto: p. 259/261.
28
Segnalazioni
- Novità e classici Lidia Fassio
Simbologia di Saturno. Come
venire a patti con il Grande Vecchio
Spazio Interiore
Anno: 2014
Collana: Karnak
P. 208
ISBN: 978-88-97864-55-4
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moltissimo il testo Il Sistema dei
Simboli di Toni Allen edito nel
2014 e lo consiglio a quanti volessero comprendere il linguaggio
degli Arcani Maggiori (da accostare al classico di Oswald Wirth,
I Tarocchi, Mediterranee e al testo
di Jodorowsky, La Via dei Tarocchi, Feltrinelli).
Ancora di più sono stato colpito
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esami. Questo archetipo, infat29
ti, scandisce le varie fasi dell’esistenza, e a ogni passo testa le
capacità che abbiamo acquisito, obbligandoci a fare un bilancio di ciò che abbiamo costruito
e spingendoci ad abbandonare
ciò che non ci serve più. Saturno costringe a raggiungere forza
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dell’organizzazione e capacità di
individuare e perseguire gli scopi.
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storia di uno dei miti più antichi
della cultura occidentale, che ha
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30
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O almeno quelli che lo fanno in
modo serio... Dunque quanto era
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nel suo amplesso demoniaco del
sabba? E quanto era altrettanto in
odor di eresia (e follia) la santa
che raccontava dell’unione carnale col cristo? Lo studio del Dinzelbacher, pregevole nello stile e
rigoroso nell’argomentare e trattare la materia, ci apre uno spiraglio
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asservimento o della loro intolleranza ai dettami del potere. Al di
la di agiografie e folklore.
Streghe in volo. Dettaglio da un’incisione del De Lamiis et Pythonicis Mulieribus di
Ulrich Molitor
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q u a d e r n i
d i
e s o t e r i s m o
COLLETTANEA
www.luciferomorker.it