infanzia e fanciullezza

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infanzia e fanciullezza
Ex scuole Elementari di Bevadoro
Giovedì 10 Novembre 2011 ore 21
INFANZIA E FANCIULLEZZA:
“Come si struttura la personalità. Il ruolo determinante dei genitori
nell’educazione al comportamento responsabile
a casa, a scuola, con gli amici"
Relatore: Prof. Roberto Zonta
Noi dobbiamo pensare alla mente dell’uomo che nasce, cresce e si sviluppa su due
ambiti molto diversi, differenti tra di loro che chiamiamo “luoghi”. Il luogo razionale
logico, la conoscenza, e il luogo inconscio. Noi vedremo che siamo chiamati come
genitori, a strutturare, a dare corpo, sicuramente alla mente razionale, alla mente
intelletiva cosciente, ma anche alla mente inconscia. E’ una parte già “PRE”, è preordinata, pre-concepita, pre-stituita naturalmente. Il nostro bambino quando lo
mettiamo al mondo porta già naturalmente dentro di sè questa parte, noi genitori
attraverso a tutto il sistema di relazioni che poi creeremo, dovremo costruire questa
parte, per quest’altra parte. Tanto per utilizzare i termini e I concetti che devono
diventare familiari, diciamo che da una parte c’è “l’inconscio pre-concepito” quindi vuol
dire “già presente” e dall’altra parte è “l’inconscio storicizzato”. Il termine “storicizzato”
vuol dire che l’inconscio si struttura e si forma data la storia del bambino, il suo
crescere, il suo relazionarsi. Alla nascita non c’è niente. E’ facile dimenticare che il
bambino che nasce non è intelligente. L’intelligenza si forma dopo, e vedremo come.
Allora bisogna avere la cortezza e l’attenzione di entrare e cercare di comprendere
questa zona così misteriosa e così affascinante (io faccio lo psicoanalista da
quarant’anni e sto con la mente umana 8/10 ore al giorno, ma vi assicuro che ogni
giorno vivo il fascino dell’incontro della mente umana). Cerchiamo di operare in
qualche modo la scoperta di ciò che conosciamo e che conosciamo abbastanza per
fortuna; per capire dopo come si struttura quest’altra parte; quindi i comportamenti
dei nostri bambini.
L’animale che nasce è strutturato secondo l’istinto. E nessuno sta ad insegnare come il
cane deve comportarsi da cane, è la natura che provvede! L’istinto del gatto è diverso
da quello del cane, e l’istinto della scimmia è diverso ancora. La scimmia, il cane ed il
gatto naturalmente, sono il risultato della storia. L’istinto ha questa caratteristica che
comporta un agire rigidissimo e non modificabile; o modificabile solo parzialmente, ma
con un lavoro straordinario da parte di chi intende modificarlo. E la modifica
dell’istinto porta alla depressione dell’animale; basta andare al circo e vedere queste
povere creature che sono costrette a fare tutte queste cose che gli hanno insegnato; ma
è depressione vera e propria. Noi siamo diversi perché non siamo più istinto, lo
abbiamo perso per strada perché ad un certo punto, questa specie animale, che poi
siamo diventati noi, ha cominciato a strutturare la sua intelligenza; quindi noi stiamo
nel mondo e ci comportiamo nel mondo e i nostri figli altrettanto, utilizzando
l’intelligenza; mentre gli animali no. Non so se a Campodoro capita di vedere qualcuno
che tiene al guinzaglio un gatto! Penso di no! Perché un gatto non gradisce dato il suo
istinto, mentre il cane ti segue felice scodinzolando e lo fa volentieri. Non si è mai visto
un gatto che si muove dentro le savane con l’agilità della scimmia. L’istinto diverso
vuole cose diverse. Io, tu che mi stai ascoltando, ci rapportiamo invece nell’ambiente,
proprio utilizzando l’intelligenza. E questo da quando? Da quando questo animale, o
più specie animali, che probabilmente sono i nostri pro-genitori, hanno smesso per
qualche fenomeno che non è mai stato spiegato dagli antropologi, di camminare a
quattro gambe e hanno cominciato a camminare a due. Cos’è successo da quel
momento? Che queste due zampe, liberate dalla necessità della deambulazione, hanno
permesso all’animale di cominciare ad utilizzarle fino a farle diventare due braccia, due
mani, capaci di un’operazione straordinariamente intelligente messa in atto: (il relatore
traccia una linea nella lavagna) guardate che razza di linea sono riuscito a fare! Ma
come ho fatto? Ho preso un pennarello, ho levato il cappuccio (altro atto
straordinariamente intelligente) e con un movimento della mano molto sofisticato ho
tracciato la linea e ho individuato delle lettere. Perché posso farlo? Perché ho le braccia
e le mani e lentamente questo animale, più o meno strano, ha cominciato a vivere un
rapporto con l’ambiente diverso, ha mantenuto ciò che ha acquistato. Se rompiamo la
testa a qualcuno dei presenti troveremo, appena sotto la scatola cranica uno strato
biologico di un paio di millimetri che si chiama “neocorteccia” che se la stendiamo nel
pavimento copriremo circa 4 mq. Il che vuol dire che quel luogo del cervello, che poi
diventa mente, è straordinariamente capace di mantenere queste facoltà intelletive.
Però attenzione: se la natura offre questo strumento non è detto che il bambino che
nasce diventerà intelligente, bisogna che qualcuno lo faccia diventare. Cominciamo a
intravvedere il nostro ruolo: se questo bambino che nasce come persona umana e viene
allevato da scimmia, non diventerà intelligente come un uomo. Perché il sistema di
relazione che si trova a vivere è chiaramente diverso. Il nostro bambino diventa
intelligente perché la cultura gli dà il cervello, ma poi ci siamo noi ad istruirlo. Allora
vedremo come piano piano si struttura l’intelligenza che consente al bambino di
cominciare a capire secondo i vostri stadi, e quindi a rapportarsi con gli amici. Noi non
siamo più istinto, ma la natura ha conservato delle cose straordinarie, dei progetti, dei
programmi, che prendono il nome di “codici”. Il tuo bambino nasce fornito di “codici”; e
il codice è un qualcosa che è pronto a significarsi e a dirsi. Parlo la lingua italiana
perché posseggo il codice di questa lingua. Se qualcuno mi chiedesse di parlare il turco
non potrei perché non posseggo quel codice! Possiamo mettere in atto entrambe le
parti della mente se possediamo un po’ di più codici. Il problema, se vogliamo capire
davvero o tentare di farlo, è di andare a vedere come siamo codificati. A tal propostito
Sigmund Freud ha segnato la storia della scienza psicologica. Lui parlava molto dei
sogni, dunque se vogliamo capire i nostri bambini e come si struttura la mente,
dobbiamo ripartire dai sogni. Quando dormiamo una parte della mente si riposerà ed
entrerà in campo un’altra parte. Che cosa sogniamo? Un sacco di cose! Il sogno ci dà
l’impressione di una cosa caotica e disordinato perché arriva dalla parte della mente
irrazionale. Essendo il sogno prodotto nella parte della mente irrazionale, non può
essere compreso dalla mente razionale. Quando la mattina ricordiamo i sogni ci
pensiamo, e poi ci ridiamo sopra e riprendiamo la nostra giornata come nulla fosse;
però se è stato un po’ più pesante ci condiziona la giornata. Il sogno è irrazionale
perchè utilizza simboli, cioè qualcosa che dice, ma non dice logicamente.
Ad esempio se questo è A e questo è B, allora, B non é A, e viceversa. Perché sono due
cose diverse. Il nostro inconscio fa confusioni pazzesche perchè mette insieme tutto
simbolicamente. Quando si sogna beatamente l’indomani sei felice di ricordarlo: se
sognamo, ad esempio, una beata vacanza al lago in una situazione di assoluta
tranquillità… non stiamo pensando alla vacanza, ma, in realtà alla mamma che ti ha
tenuto in ventre per nove mesi. E’ la metafora di un laghetto straordinario, un
“benessere cosmico”. Questo benessere lo sognamo per tutta la vita, ma solo
simbolicamente, e questo è un simbolo che significa che hai sognata la mamma in una
situazione prenatale. I bambini disegnano a scuola materna una casetta, che in realtà
simbolizza la sua famiglia, con vicino un albero alto e robusto che è il papà. I contenuti
del sogno di ciascuno di noi sono diversi dai contenuti del sogno di altre persone, e
questi contenuti caratteristici di qualcuno di noi vengono chiamati “simbolizzanti del
sogno”. Sono contenuti che si esprimono a secondo la modalità simbolica, ma tutti
questo simbolizzati partono da alcuni e pochi “simbolizzati” che sono identici in
qualsiasi persona umana in quanto persona umana (qui la grande intuizione di
Sigmund Freud). Come l’intuito del cane è uguale per tutti i cani, i codici delle persone
sono uguali per tutte le persone perchè la natura gli conserva per mantenere il livello
della vita il più alto possibile. Quali sono questi codici che la natura contiene
simbolicamente e che poi determineranno la strutturazione di questa parte di
intelletto? La storia dell’uomo è storia di madri. Simbolicamente quando pensiamo alla
madre, cosa ci viene in mente? Il caldo affettivo, l’amore, l’amore assoluto. Parliamo di
adolescenza: l’innamoramento è una dolcissima truffa dell’amore perché ci si innamora
ma non per quello che è realmente la persona, ma perché proietta in te tutta la potenza
di questo codice affettivo che la natura ti dà. L’innamoramento di tuo figlio è la
proiezione del suo bisogno d’amare scegliendo quella persona senza necessariamente
amarla (se diciamo a nostro figlio che non ci piace particolarmente quella persona che
lui dice di amare, la sua reazione è di difesa e quasi ci vorrebbe sbranare perchè
abbiamo invaso il suo spazio dell’amore). Oggi c’è una grande pregiudizio nei nostri
ragazzi, cioè che se non sono più innamorati la “storia” è finita. Ma necessariamente
non sarai più innamorato perché quando ti rendi conto che la fidanzata ha qualche
difetto o la accetti perchè la ami davvero o la coppia chiude. Quando si sente di
persone di 60 anni che dicono di essere ancora innamorati, è una balla bella è buona.
Si amano ma non possono essere innamorati perché se lo fossero veramente sarebbe
da pazzi. Noi peschiamo nell’assoluto perché senza assoluto non si può vivere: puoi
costruire nella tua mente, soffocando quast’altra parte; ma è qua che parte il disagio.
Oggi viviamo in una cultura triste perché tentiamo di sopprimerla. Dunque se sogno di
madre, sogno mia madre, perché possiedo un codice. Esiste al mondo persona umana
che non gradisce di essere amato e non vuole amare? Noi sappiamo amare con tanta
intensità perchè siamo intelligenti, perché vogliamo essere amati e amare, mentre gli
animali no, perché usano l’istinto. Deus est caritas: pensate al potenziale d’amore che
abbiamo dentro di noi e i nostri figli hanno questo potenziale ma noi dobbiamo
insegnarglielo ad usare. La storia dell’uomo è anche storia di padri. E quando si pensa
al padre si immagina la protezione, la forza, la sicurezza. Il padre nella storia è il
difensore, anche fisico, difatti ha un fisico più pesante. La mamma per sua natura, per
il suo codice, tende a re-infetare il bambino per proteggerlo e rischia magari di
soffocarlo. Dunque il compito del padre è quello di invitare la madre ad aprire le
braccia per permettere al figlio di imparare le cose del mondo e i comportamenti da
tenere nel mondo. Ecco il ruolo dell’uomo. La simmetria sul piano strettamente
culturale non può offendere i ruoli naturali che sono diversi. La natura vuole che tu
mamma metta al mondo un figlio e lo protegga; e la natura vuole che tu padre prenda
per mano il figlio e lo accompagni nel mondo; per questo dobbiamo essere forti
ciascuno per I ruoli che rivestiamo. Il codice del padre è un codice etico; la natura ti
dice come deve essere il tuo comportamento. Il codice etico è di codice di
acculturamento; per cui il bambino ha una curiosità di capire e di sapere senza limiti.
E nessuno può fermare la curiosità di sapere e di capire che l’uomo possiede. E’ una
valenza assoluta. Il comportamento eticamente universale è una valenza assoluta.
Siamo chiamati a stare in gruppo e a difenderci e sentirci partecipi e accolti perchè noi
siamo relazioni. Per essere uomini bisogna avere relazioni. Quando il bambino ha tanto
bisogno di creare, modificando, manipolando, è perchè nostro figlio è un talento, è un
creativo. Questo è un codice proprio della persona creative, dell’artista, che è sempre
alla ricerca della perfezione assoluta. La natura si regola secondo questi codici (di
madre, di padre, di fratelli, di bambino creativo e di sessualità) con una modalità
d’armonizzazione, e questo è un altro ruolo importante che i genitori devono svolgere.
L’armonizzazione di questi codici è la somma dei segni “+” o “-“ della vita dei nostri
figli. Diventa fondamentale mantenere l’equilibrio tra i vari codici perché se uno di
questi codici prende il sopravvento su tutti gli altri, viene a mancare, l’armonizzazione
della persona. Papà e mamma devono fare un’analisi di codice per capire se il figlio è
capace di amare la madre, il padre, se è capace di socializzare, se ha talento, se ha
cura per il suo corpo: farsi queste domande è una chiave per capire se il nostro
intervento educativo è corretto. Questi codici silenti che la natura prescrive li
possediamo dalla nascita, ma bisogna valorizzarli. Come ad esempio, il cane non può
uscire dal suo istinto di cane. Se le relazioni che proponiamo, come genitori, sono
secondo natura, secondo codici, allora i moduli della mente del mio bambino
cominceranno ad arricchirsi di esperienze giuste/positive. Se invece andiamo contro
natura, i moduli della mente del bambino si arricchiranno di “ferite”. I poeti dell’amore
sono persone straordinariamente ferite ma quando parlano dell’amore ne parlano in
modo straordinario. Un bambino molto ferito nel codice affettivo sarà molto distratto a
scuola, chiuso in sè stesso. Il bambino nasce vede, sente, percepisce e riceve stimoli a
cui non sa dare una spiegazione appena arriva al mondo; la madre con l’amore
assoluto gli fa avere gli input per poter dare spiegazioni alle percezioni del mondo.
Appena nato il bambino sembra impaurito di tutto, e la mamma lo riempie di stimoli,
lo accarezza, lo coccola, gli sorride. Questo atteggiamento prende il nome di “reverìe”,
cioè la madre rielabora lo stupore/angoscia del bambino per trasmettergli uno stupore
organizzato e ordinato. In poche parole, se il bambino vede per la prima volta un
peluche, ne sarà spaventato, ma grazie alla madre che rielaborerà questa paura, ad
esempio facendolo vedere e chiamandolo con nomignolo carino, l’indomani il bambino
non avrà più paura di questo oggetto. Viene definito atto d’amore, che consente al
bambino di maturare i pensieri per sognare e gli da l’intuizione di un qualcosa che
prima gli era sconosciuto. Dunque, una strutturazione dell’intelligenza e dell’inconscio
storico avviene secondo questa modalità di “reverie” che si forma su base affettiva. E’
un atto d’amore che consente al bambino che comincia a sognare e a mettere nel
modulo della vita affettiva un codice ordinato. Un “reverie” sbagliato è causa di poca
attenzione e di conseguenza, poco affetto. Il bambino che piange è un bambino
angosciato e in seguito vivrà una struttura dell’intelligenza “bizzarra” e verrà in
possesso di una fantasia ferita. Ad esempio quando raccontiamo la favola di
cappuccetto rosso ai nostri bambini, gli stiamo dando informazioni paradossalmente
sbagliatissime. Perché solo una madre pazza manderebbe la propria figlia per i boschi,
consapevole della presenza del lupo. Sono modelli di questo tipo che formano la
personalità, dunque valutiamo bene cosa raccontare ai nostri bambini e valutiamo
bene cosa far vedere ai nostri figli del nosto raporto genitoriale in famiglia. Perchè
lanciamo dei modelli di vita. Ad esempio, perché ci sposiamo solo una volta? Si
dovrebbe ripetere una volta l’anno, in un luogo a noi simbolico, e ridire quelle parole
così importanti di quel giorno, così da poter far vedere e sentire ai nostri figli quell’atto
così estremamente importante. Inoltre si dovrebbe tenere un consiglio
d’amministrazione della famiglia per creare delle regole da mantenere in famiglia con
relative sanzioni se non rispettate, mantenendo l’ordine gerarchico: padre, madre e
figli. Così si verrà a formare la struttura etica; cioè, sapere quello che si sta facendo in
assoluta armonia. La verità sta dentro in noi, e l’uomo non nasce mai aggressivo
perché la nostra natura non vuole che questo accada. Perchè l’aggressività è una
rielaborazione paranoica della mente ferita. Una “reverie” sbagliata va a danno del
bambino e crea una ferita.