E` come portarla da Firenze a Grosseto

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E` come portarla da Firenze a Grosseto
E’ come portarla da Firenze a
Grosseto
Un decreto ministeriale porterà la Sovrintendenza per i beni archeologici e
paesaggistici dall’Aquila a Chieti. Una notizia di pochi giorni fa che langue nel
silenzio generale e colpevole della politica, a parte qualche timida reazione, per cui
chi si straccia le vesti per le istituzioni culturali come il Sindaco Cialente e la
senatrice Pezzopane, ha scelto stavolta la via morbida dell’umiliazione. E’ come
toglierla a Firenze e portarla a Grosseto, questo è l’esempio di un insegnate
dell’Accademia di Belle Arti. Una strategia del vice presidente del Csm Giovanni
Legnini, originario di Chieti, di cui la politica nostrana del suo stesso partito, il Pd,
ha condiviso ogni passaggio. Alla Pezzopane è sufficiente la Sovrintendenza unica
all’Aquila, garantita fino al 2019 e oltre e tanto le basta, le associazioni culturali
chiamano alla mobilitazione ma il territorio non risponde. Il caso della
Sovrintendenza da trasferire dall’Aquila a Chieti, non indigna la città più vincolata
d’Abruzzo, quell’unicum monumentale per cui siamo riusciti ad ottenere almeno
sulla carta, quattro miliardi per la ricostruzione del centro storico, come fosse un
unicum vincolato, per poi tradire le radici culturali del capoluogo. Parlano di un
errore nel decreto ministeriale che potrebbe essere sanato, se ci fosse stato un
Bondi o un Galan al posto di Franceschini, lo avrebbero fatto a pezzi. L’unicum
monumentale rappresentato dal centro storico, di fatto è stato depredato da una
provincia politicamente più forte. L’assessorato alla ricostruzione, anche dei beni
culturali, retto da Pietro Di Stefano, è incapace di segnali forti, ma è l’incapacità
coerente di un personaggio che non combatte per un’idea di città futura, per
riqualificarla con restauri di qualità, per pretendere fondi freschi per le scoperte
archeologiche di questi giorni e per sostenere i nuovi filoni di ricerca che
daterebbero la fondazione dell’Aquila prima di Cristo, ha una credibilità talmente
debole da non riuscire neanche ad alzare una vocina indignata per lo sfregio.
Portare la Sovrintendenza a Chieti non è solo una questione di sede fisica e di
campanile, ma di un altro pezzo di anima civica che se ne va via senza alcun
problema.