Amaca XII - 17.pub

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Amaca XII - 17.pub
Anno 2013 Numero 12, Giugno
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Carissimi soci,
ecco la dodicesima edizione del notiziario dell’ Associazione A.M.A.
Le parole scorrono e ci regalano emozioni!
Un grazie, a chi si impegna insieme a noi per dare corpo a queste pagine!!!
Buona Lettura!!!
a cura di S. Godizzi e A.Piapi
LA MALATTIA DI ALZHEIMER
prendersi cura di chi si prende cura
l'esperienza dei gruppi di auto/mutuo aiuto
Sabato 23 febbraio ore 9,00
Presso Sala Consiliare del Comune di Montichiari
Piazza Municipio 1
Che emozione!
Ho ancora davanti a me
quello che e’ successo
ieri al convegno organizzato dall’ AMA ( auto/
Sommario:
commozione penso abbia
si può centuplicare l’ ef-
scaldato tutti i cuori e le
fetto dei farmaci in deter-
menti e questo e’ molto di
minate patologie perché i
più di quello che normal-
gesti e le attenzioni che
mente succede ai conve-
passano dal cuore di chi
gni.
da a quello di chi riceve
possono fare miracoli.
mutuo aiuto ) dedicato a
Convegno: LA MALATTIA DI 1
ALZHEIMER
Corso di formazione per
facilitatori
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Il Filos: “NON SOLO
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PASTA...anche condimenti”
Il ruolo dei nonni nella
famiglia attuale
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Speranza nel futuro:
Corso cucina etnica
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chi si prende cura dei
Personalmente un grazie
malati di Alzheimer; si ho
al personale del centro
ancora tutte le emozioni
diurno della casa Albergo
dentro di me perché e’
di Montichiari che ha di-
impossibile rimanere fred-
mostrato che con la pas-
Facilitatrice
gruppo auto/mutuo aiuto
di e distaccati rispetto a
sione, la competenza ed
“ Il Sorriso “
quello che e’ successo ,
il rispetto per il proprio
alla
Il Mercatino con La Febbre 8
del Sabato Sera
L’auto/mutuo aiuto una
risorsa per la Comunità
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Gruppo A.M.A.N.T.E.
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“ e la vita, cammina quasi
dritta ”
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Festa di Primavera
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Alter Bar
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Varie iniziative
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Poesie
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passione,
amore,
competenza che e’ passata attraverso l’ esperienza
degli infermieri della RSA
di Montichiari, attraverso i
relatori e i medici specialisti in questo campo.
Sono riusciti a creare una
sintonia ed un interesse
per chi ascoltava che la
Montichiari, 24.02.2013
Rinì Mucchetti
Anno 2013 Numero 12, Giugno
L’AMACA
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LA MALATTIA DI ALZHEIMER
prendersi cura di chi si prende cura
l'esperienza dei gruppi di auto/mutuo aiuto
“Ritengo che il convegno sia stato prezioso,
non solo per gli operatori sociali e sanitari presenti ma anche per i familiari di persone affette da Alzheimer e per i cittadini che poco conoscono una delle malattie più diffuse e più
complicate da gestire.
Dall’intervento del Dott. Zanetti è emersa l’importanza di affrontare e curare la malattia
congiuntamente: le terapie farmacologiche
assumono un significato se inserite in un contesto di cura e di supporto. L’équipe sanitaria
è impotente senza l’aiuto dei servizi sociali,
del terzo settore, della realtà del volontariato
e soprattutto delle famiglie. Quest’ultime
spesso vivono in solitudine, specialmente i
caregivers si sentono abbandonati dalle istituzioni, dai servizi e dai familiari stessi. Prevalgono sentimenti di incomprensione, frustrazione, tristezza e rabbia in quanto si trovano a
dover combattere con una malattia involutiva.
Emerge quindi la necessità di riunirsi in gruppi
composti da persone che vivono la medesima
esperienza, da cui trarre la forza ed il coraggio
per sostenere il proprio caro nella malattia.
È ciò che avviene nel gruppo di auto-mutuo
aiuto “Il Sorriso”, risorsa fondamentale per il
territorio e per tutti noi”
Valeria Mozzon
Convegnista
L’AMACA
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Corso di formazione per facilitatori di gruppi di auto/mutuo
Anno 2013 Numero 12, Giugno
Proposte formative
Carissimi lettori, sono Cristina
ho deciso di frequentare il corso di formazione
per facilitatori, svoltosi nelle giornate del 9-2026-27 ottobre 2012, per capire cosa io potes
si fare per riuscire a trovare la serenità interiore dopo un tragico evento.
All’interno di questo corso mi sono sentita
veramente accettata in qualità di “persona
umana” e queste giornate sono state in grado
di trasmettermi tranquillità e tanta positività
nonostante il dolore che mi affligge in questo
periodo per la perdita di una persona cara.
La mia vita, prima del lutto, era molto spensierata con un marito e una figlia eccezionali; ora
devo riuscire a capire come fare a continuare
la mia quotidianità dando anche serenità alle
persone a me vicine senza mio marito a fianco
a me.
Il gruppo A.M.A. sul lutto “E la vita cammina
quasi dritta", al quale partecipo, e questo
corso di formazione mi sono stati molto d’
aiuto, insegnandomi che la vita deve comunque continuare e che la sua qualità può sempre migliorare.
Per fare questo dobbiamo riuscire a trovare dentro di noi la forza di risalire siccome “più giù non si deve andare”.
Sicuramente il percorso per ritrovare la serenità è molto tortuoso ma è meglio provare questa strada difficoltosa piuttosto che chiudersi in sé stessi.
La vita è breve e bisogna viverla!!!
Grazie a tutte le persone che hanno partecipato al corso offrendomi la possibilità di arricchirmi con le loro
parole.
Con Sincerità
CRISTINA
Le parole di Monica Vezzoli
"Parole, parole di persone che si incontrano per confrontarsi, aprirsi, farsi aiutare.
Donne che parlano dinanzi ad altre donne per alleviare una sofferenza, alleggerire un dolore, riappropriarsi di sé
stesse e della propria serenità.
Voglia di ritrovare un equilibrio parlando, mettendosi a nudo di fronte a chi vive un disagio simile al proprio. Perché spesso parlare è la" cura" migliore, la soluzione più adatta, quella che ci serve per sentirci meno soli.
Quando le donne si riuniscono, non c'è forza più potente che possa sconfiggerle;
il carisma di un gruppo di donne che si sostengono e lavorano in sinergia è qualcosa di indefinibilmente straordinario".
Monica Vezzoli, il resoconto della mia prima giornata di corso A.M.A.
"Una palestra di socialità, un luogo dove ci si allena a stare con gli altri".
Monica Vezzoli, dal secondo giorno di corso per facilitatore
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ed anche quest'anno il gruppo "Il Filos"
ha organizzato il corso di cucina
"non solo pasta"!!!
L’AMACA
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Il ruolo dei nonni della famiglia attuale
7 Novembre 2012 Montichiari - Centro Diurno Casa Bianca
Relatori: Dr. B.Barbieri, Avv.ti N. Perrotti - S.Drammis
Nella realtà i nonni sono
assai meno stereotipati
e convenzionali di co-
do la guerriglia perma-
anche da vicini di casa,
delle ultime generazioni
hanno tutti e quattro i
nente. Capita a volte di
scontrarsi su taluni argo-
nell’ambito dello stesso
palazzo o caseggiato,
nonni, mentre un tempo
era considerata una for-
me in genere vengono
rappresentati.
menti non tanto perché si
hanno delle forti convin-
come avveniva più di
frequente un tempo.
tuna averne due. Inoltre
oggi nonne e nonni
Da genitore a nonno
zioni in materia, ma per
vincere, per segnare un
Diventare nonno o nonna
della comunità può dare
sembrano meno vecchi
di una volta: curano il
Il ruolo di nonno è molto
più semplice e tranquillo
punto a proprio vantaggio, per gratificare l’amor
un senso alle proprie
giornate e molte soddi-
corpo, conducono una
vita
dinamica,guidano
di quello di genitore, eppure richiede un riasse-
proprio. Per andare d’accordo nell’ambito della
sfazioni. Inutile ricordare
che il contatto con le
l’automobile, salgono su
treni ed aerei, usano il
stamento legato alla
nuova collocazione nel
parentela, bisogna invece tenere a freno l’impul-
nuove generazioni aiuta a vivere meglio: ob-
telefonino, inviano e-mail
e, soprattutto, non pen-
sistema famiglia. D’ora
so ad essere sempre in
posizione
preminente,
bliga ad aggiornarsi, a
tenere in allenamento la
sano di essere vecchi
semmai si considerano
figlio e la nuora (o genero e figlia). Bisogna pas-
mente, consente di coltivare nuovi e diversi lega-
degli adulti maturi. Questi
cambiamenti nella perce-
sare il testimone alla
generazione di mezzo
e accettare di aver fatto
ingresso nella terza età
voler avere sempre ragione.
Il fatto che i propri genitori o suoceri siano
stati invadenti o dispotici non è una buona
quasi sempre e soltanto
iniziale, ossia nel deci-
Verranno chiamanti nonno e nonna e guardati
ragione per portare
avanti, di generazione
dersi a compiere il primo
passo e nel superare una
diversi, improntati a
minore austerità e mag-
con occhi diversi.
E’ bene che i cambia-
in generazione, un modo di fare che è all’ori-
visione soltanto familistica dei legami di solidarie-
giore dinamismo.
menti
modo
gine di incomprensioni.
Anno 2013 Numero 12, Giugno
In Italia molti bambini
zione di sé e nell’immagine sociale dell’anziano
fanno sì che anche i rapporti con i nipoti siano
in avanti i genitori sono il
in
in
E’ sempre possibile cam-
tà. D’altronde, si può
anche investire un po’
Una pluralità di
funzioni
rapporto alle proprie
forze, impegni e dispo-
biare, anche all’età sessant’anni.
del proprio danaro e delle proprie energie nelle
I nonni rappresentano la
continuità familiare per i
nibilità. Si può essere
buoni nonni anche a
Nonni delle comunità
adozioni
a
distanza,
mantenendo una corri-
nipoti e possono diventare punti di riferimento
distanza e dare affetto
tra una visita e l’altra
Alcuni Comuni
inventato una
hanno
nuova
spondenza con bambini
e ragazzi di altri paesi,
importanti nei momenti
più critici.
mantenendo i contatti per
telefono ed e-mail.
figura: quella del nonno e della nonna della
bisognosi non solo di
assistenza ma anche di
La presenza di un nonno
o di una nonna nella vita
comunità.
Le relazioni familiari
buona salute, con molto
qualcuno che, credendo
in loro, trasmetta fiducia
di un nipote ha già di per
sé l’effetto di allargare i
Se i nonni vogliono avere
dei rapporti sereni con i
tempo libero, senza nipoti o con nipoti ormai gran-
e speranza nel futuro.
confini della famiglia
nucleare. Gli anziani
nipoti, devono cercare di
averli anche con i genito-
di, si mettono a disposizione, nella loro città o
Relatore:
ringiovaniscono a contatto con i giovani. I giovani
ri.
Compito dei nonni è
cercare di risolvere i
conflitti famigliari inve-
quartiere, per doposcuola,
accompagnamenti,
ce di acuirli e di trovare
può essere svolto in maniera del tutto informale
dispongono di un maggior numero di modelli di
riferimento
realistici.
affidabili
e
avvengano
graduale e
mi affettivi. La difficoltà a
svolgere questo ruolo è
un modus vivendi evitan-
Anziani
in
attività del tempo libero e
così via. Un ruolo che
Dott. Bruno Barbieri
Terapeuta Famigliare
Psicogeriatra
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Corso di cucina, al quale hanno partecipato 13/14 persone, è
durato quattro lezioni.
Con un passo alla volta il gruppo "Speranza nel futuro"
cerca di “crescere” e perseguire nuovi obiettivi.
Organizzando un corso di cucina, , le signore sono riuscite a
raccontare, insegnare e proporre la propria cultura culinaria.
È stata un'esperienza nuova ed entusiasmante, con un riscontro positivo da parte di tutti!
È stato molto apprezzato l'entusiasmo posto nel raccontare
le loro tradizioni legate ai piatti preparati ed i consigli su
come utilizzare prodotti “salutari” tipici.
Le persone che hanno partecipato al corso hanno preso a
cuore la determinatezza delle cuoche e hanno contribuito
attivamente a dare spunti e contatti per eventuali prossime
iniziative del gruppo.
Augurandoci che il tutto possa sempre evolversi invitiamo
chiunque fosse interessato ad aiutarci ad organizzare un'attività simile a contattarci.
Alla prossima!
Sara Quarantini e Laura Bellini
(facilitatrici gruppo ”Speranza nel Futuro”)
Anno 2013 Numero 12, Giugno
L’AMACA
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Il Mercatino con La Febbre del Sabato Sera
Sono cinque anni che il
progetto “La Febbre del
Sabato Sera” nato dall’idea
di un gruppo di genitori con
ragazzi disabili e sviluppato
con il sostegno e la collaborazione dell’A.M.A., permette a diciannove ragazzi di
vivere un’ adolescenza senza sentirsi privati di uno
degli aspetti più importanti
dell’esistenza umana: le
relazioni sociali. Cinquanta
studenti si alternano regalando tempo, allegria, disponibilità all’ascolto e voglia di mettersi in gioco
trasformando queste serate in appuntamenti sempre
speciali.
Quando i finanziamenti
pubblici si sono esauriti le
famiglie si sono attivate per
la raccolta fondi, cercando
di coprire parte dei costi
(l’altra metà è coperta dalle
quote che ogni partecipante versa annualmente). Fra
le varie sperimentazioni in
particolare ha avuto un
notevole successo “il mercatino con la febbre”. L’impegno che ha richiesto questa iniziativa è stato davvero importante: abbiamo
smistato per settimane
abiti e oggetti di tutti i generi, discusso del valore di
ogni singolo pezzo, imballato centinaia di cartoni, trasportato, allestito e presidiato i banchi con le nostre
mercanzie improvvisandoci
scafati venditori di ogni
genere di cose. Un lavoro
enorme che siamo riusciti a
fare grazie all’aiuto di tutte
le famiglie, di soci generosi
che ci hanno ospitati nei
loro magazzini e che ci hanno messo a disposizione la
loro organizzazione.
Il mercatino non è stato
solo una raccolta fondi ma
è stato soprattutto un’occasione per conoscerci meglio,
glio per raccontare ai visitatori la storia del nostro
“ quando i pensieri prendono voce
e raccontano l’altra verità, oltre il
consentito, oltre gli schemi. ”
progetto e una bella prova
della capacità di lavorare
insieme per un obbiettivo
comune.
Dal 9 gennaio 2013 i partecipanti del progetto “la febbre del sabato sera” si sono costituiti in un’ associazione di promozione sociale. Dopo ripetuti tentativi e
ricerche il nome suggerito
dai ragazzi volontari per la
nostra nuova identità è
stato “I FUORI ONDA”, nome che corrisponde alle
parole pronunciate a microfoni spenti, quando i pensieri prendono voce e raccontano l’altra verità, oltre
il consentito, oltre gli schemi. “I fuori onda” sono come i nostri ragazzi, senza
filtri, autentici con le loro
fragilità, le loro ricchezze,
ragazzi che cercano un loro
posto nel mondo.
Il bisogno dei nostri ragazzi
è un grande motore, ma la
strada che un'idea deve
percorrere prima di diventare progetto è lunga e richiede
creatività, pazienza,
determinazione, capacità di
costruire reti solide ed efficaci, questo è quanto la
scuola dell’A.M.A. ci ha insegnato e che speriamo di
riuscire a mantenere.
Lasciare il grembo dell’A.M.A che ci ha incoraggiati
e sostenuti finchè non siamo riusciti a reggerci sulle
nostre gambe non è stato
facile, ma la vita ci impone
di crescere, di fare delle
scelte e di affrontare il
cambiamento.
Grazie A.M.A. per tutto quello che hai fatto per noi.
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Proposta Formativa 25 Gennaio
L’auto/mutuo aiuto una risorsa per la Comunità: apprendere dalle buone prassi
Tra gli interventi di questa giornata sono rimasta particolarmente colpita da i due membri del gruppo
degli amministratori di sostegno.
L'impegno e la serietà con la quale affrontano le loro responsabilità di ruolo e di come il confronto, il
dialogo e il sostegno che si è "respirato" durante tutto l'incontro siano stati un incentivo fondante per il loro
impegno ed esempio per tutti i presenti, me compresa.
Per riguarda il corso per facilitatori, invece, per me è stata un'esperienza molto significativa che mi ha
permesso di "sentire" davvero lo scambio di aiuto che circola nei gruppi in un avvicendarsi di sentimenti di
rispetto, reciprocità e fiducia ma anche di ansietà e insicurezza espressi sempre in una prospettiva
di avvaloramento del benessere del singolo e del gruppo.
Il bene del singolo e del gruppo, per esempio, è un aspetto che mi colpisce sempre e molto: quando partecipo al "mio" gruppo (sono co-facilitatrice del gruppo "A spasso con Daesy" per famigliari di anziani non più
autosufficienti), mi sento bene, rincuorata, rasserenata; non ho ancora nessun famigliare da accudire, ma i
membri del gruppo mi stanno aiutando ugualmente.
Non ho quel problema specifico, per ora, ma comunque anche io vivo la vita con i suoi alti e i suoi bassi, ed
è come se conoscere la sofferenza, quel tipo di sofferenza mi aiutasse a superare anche altri tipi di fatica
del vivere.
Non possiamo fare sparire il "male", ma in gruppo siamo più forti, il male non fà così paura, e proprio perché “assieme è più facile credere nella speranza che il cambiamento sia davvero possibile”.
Santina
Partecipante e co-facilitatrice gruppo "A spasso con Daisy"
L’AMACA
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“ COME CAMBIA UNA VITA… ”
Anno 2013 Numero 12, Giugno
COS’ E’ LA DIALISI
Periodo stupendo per il
nostro gruppo, Itala, Fiormaria e Walter sono stati trapiantati.
Sappiamo che l’intervento
e la degenza sono andati
bene e auguriamo a Loro
di rimettersi al più presto
in forma.
Ritornando alle attività del
gruppo il 28 Febbraio
abbiamo organizzato nel
comune di Puegnago del
Garda un convegno sulla dialisi con argomento: Prevenzione e Conoscenza – Il Trattamento
Dialitico –
Testimonianze di Emodializzati e Trapiantati –
Cos’è un gruppo di Auto Mutuo Aiuto.
Gli argomenti sono stati
trattati dai medici della
dialisi di Gavardo la Dottoressa Ester Costantino
e dalla Dottoressa Lucia
Iovinella da Itala, Lorenzo, Walter e per i gruppi
di Auto Mutuo Aiuto la
Silvia.
C’è stata una discreta
presenza di pubblico
anche se ci aspettavamo
un po’di gente in più visto
le informazioni richieste,
tramite internet, avute da
studenti e gente comune.
Il 29 di Marzo è stata richiesta la nostra testimonianza ad Agnosine in un
convegno dedicato alla dialisi, anche qui con la presenza dei medici della dialisi di Gavardo. La serata ha
avuto un buon successo e tutti hanno dato il meglio per la riuscita della stessa.
I prossimi impegni del gruppo sono la Festa di Primavera dove daremo un aiuto perché tutto vada per il meglio, poi stiamo preparando un progetto per fare un congresso dove gli infermieri potranno avere dei punteggi. Auguriamo ancora una volta un augurio sincero ai nostri nuovi trapiantati.
Il facilitatore Walter
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“ e la vita, cammina quasi dritta ”
gruppo di auto/mutuo aiuto sulla vedovanza
Questo gruppo è nato con lo scopo di
alleviare, quanto più possibile, la sofferenza per la perdita della persona
che ha diviso per tanti anni la sua vita
con la nostra.
Sia che la perdita sia avvenuta dopo
una malattia dolorosa che ha coinvolto
anche noi, nel profondo della nostra
sensibilità, sia che la perdita improvvisa ci abbia lasciato sole ad affrontare
impreparate una vita d’angoscia e solitudine, la morte di chi abbiamo amato sconvolge noi e le nostre certezze.
Perdere l’altro o l’altra è sempre un’esperienza traumatica, che non sempre riusciamo ad elaborare senza
aiuto e sostegno.
Non sempre riusciamo a trovare il
motivo per dare un nuovo senso alla
vita, un motivo di accettazione anche
nella sofferenza, per quanto e accaduto.
Il gruppo non offre miracoli, ma aiuto e confronto, tutto questo avviene
nell’accettazione reciproca, nella possibilità di parlare, di sfogliare il proprio dolore e rimpianto, raccontando
ad altri, che hanno vissuto, la stessa
esperienza, quello che ci fa soffrire.
Certi di essere capiti.
E’ possibile parlare e raccontare della
nostre famiglie, dei nostri figli, della
nostre vita, qualora lo si voglia fare.
Nascono così simpatia, solidarietà e
amicizia tra di noi.
Inutile dire che ognuna di noi, è diversa e unica nella sua personalità, ed è
questo che rende il gruppo così
“ricco”.
Nascono delle piccole incomprensioni,
talvolta, ma le risolviamo con la sincerità e il rispetto reciproci.
Possiamo parlare solo di noi, non di
altri per non cadere nel pettegolezzo e
quello che viene detto nel gruppo deve
restare nel gruppo.
Questi incontri si svolgono il sabato
pomeriggio, ogni quindici giorni.
Al giovedì, chi lo vuole può partecipare al pranzo comunitario che le più
disponibili preparano con la facilitatrice.
Talvolta chi lo vuole si presta per preparare pasta fresca e ravioli, che poi
doniamo alle famiglie dei nostri figli o
amici.
Oppure ci incontriamo per qualche
attività benefica.
Questo gruppo ha rinnovato la vita di
alcune di noi, specialmente, di quelle
che si sentivano più sole, perché se è
vero che tutte abbiamo figli, non vo-
gliamo interferire nella loro vita e
molto
spesso loro trovano a fatica del tempo
da dedicarci, presi come sono dal lavoro, famiglia ecc.
Il gruppo ci aiuta veramente e ci
rende migliori, perché ci confrontiamo e questo ci aiuta a non chiudersi
in noi stesse.
Paola
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L'
per noi genitori, è stato all'inizio forse paura: paura di non farcela, paura che fosse solo un'utopia, paura che si dovesse correre qua e là con questi ragazzi, che si sarebbero persi così il bel
tempo delle vacanze estive, senza averne in cambio nulla di concreto. Paura che ci stessimo illudendo, e
che alla fine dell'esperienza non sarebbe rimasto granché. Paura di vedere il fallimento di questo coraggioso e bel progetto.
Paura soprattutto di leggere, negli sguardi dei “ clienti “ del bar, commiserazione e, forse, un po' di scherno per i nostri preziosissimi ragazzi.
L'
, per noi genitori, è stato invece un'emozione intensa: l'emozione di vedere i ragazzi impegnati in uno sforzo che, per qualcuno di loro, all'inizio poteva sembrare eccessivo, l'emozione di vederli
attenti e concentrati in un lavoro “ vero “, l'emozione di vederli aspettare trepidanti il sabato e la domenica per precipitarsi a Cisano, l'emozione di vederli orgogliosi del proprio impegno e della propria divisa.
Orgogliosi di se stessi.
L'
, per i ragazzi, è stato molto di più.
E' stata una sfida ai propri limiti, è stato fatica ma anche tanta allegria. Ridere insieme nei momenti
meno intensi, trovare il tempo per ballare in piazza fino a tardi, nonostante le molte ore di lavoro, scoprirsi simili e perciò vicini nello sforzo e nel risultato, incitandosi quando ce ne fosse bisogno, aiutandosi nella difficoltà, prendendosi talvolta lievemente in giro, come i veri amici fanno.
E' stato scoprire e sperimentare un'amicizia che ora si nutre delle ore trascorse insieme nello stage e
dei progetti futuri.
E' stato, ed è, sentirsi utili, bravi, belli. Artefici della propria vita e del proprio domani.
G.B.
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VARIE
il ramo
spezzato
Convegno
Alzheimer
Pagina 15
INIZIATIVE
r
Ba
ter
Al
Nuovo
Gruppo
“Speranze
in Volo”
Desenzano
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E’ la voce del verbo portare
che dà parola e gesti
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Nella pancia e nelle braccia
portiamo futuro e respiro,
domani a sguardo sereno.
Ogni giorno ricamiamo
babbucce per piccoli piedi
di un mondo bambino.
Per mano lo porteremo
a rialzarsi e camminare
guardandolo in viso.