Enrico Mattei e il suo incontro con Eugenio Cefis
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Enrico Mattei e il suo incontro con Eugenio Cefis
Enrico Mattei e il suo incontro con Eugenio Cefis. Come è nata la cultura del gas naturale in Italia (di Francesco Guidi*) Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Enrico Mattei (1906 – 1962). Era nato infatti ad Acqualagna (Pesaro – Urbino) il 29 aprile 1906. Affascina soprattutto, di questo personaggio, la caratteristica di avere saputo creare a partire dal 1953, uno dei maggiori gruppi petroliferi mondiali, l’Eni, sfruttando la scoperta fatta dieci anni prima dall’Agip, che nel 1944 aveva individuato a Caviaga (Lodi) il primo grande giacimento di gas naturale in Italia. Dopo Caviaga, l’Agip aveva trovato numerosi altri giacimenti nella Pianura Padana, che si rivelava così una ricca provincia a gas. Mattei ebbe l’intuizione di comprendere l’importanza di quella scoperta , creando la cultura del gas naturale, fino ad allora pressoché sconosciuto nell’Europa Occidentale. Dove il suo impiego, come fonte di energia, avrebbe incominciato a diffondersi solo a partire dalla metà degli anni Settanta, dopo le grandi scoperte dell’Olanda e del Mare del Nord e le importazioni di gas dall’Unione Sovietica. Come Enrico Mattei entrò in politica: il suo incontro con Marcello Boldrini Enrico Mattei aveva iniziato la sua carriera di piccolo industriale privato, prima a Matelica (Macerata), in una conceria, poi a Milano, dove si era trasferito nel 1928, entrando nel mercato delle vernici. -----------------------------------------------------------------------------------------(*) Molte notizie di questo articolo vengono da un incontro con Eugenio Cefis nel suo ufficio di via Chiossetto a Milano, avuto nel novembre 2002 dallo scrivente insieme all’ing. Cesare Liverani, Presidente dell’Associazione Pionieri e Veterani Eni, in occasione della consegna della tessera di Pioniere Eni a Cefis. Gli interventi di Cefis sono ricostruiti a memoria e quindi possono contenere inesattezze e imprecisioni. - 2 Un ingresso che aveva registrato un certo successo. A Milano Mattei era entrato in contatto attraverso Marcello Boldrini, professore di Statistica all’Università Cattolica, anche lui di Matelica, con gli ambienti cattolici, eredi di quel Partito Popolare di don Luigi Sturzo, che era stato un protagonista della scena politica italiana nei primi 25 anni del Novecento. Quella di Mattei con Boldrini, fu un’amicizia che durò tutta una vita ed ebbe un significato importante per il suo lancio nella politica e nell’industria italiana e in quella internazionale. Fu Boldrini infatti a convincere Mattei nei primi anni Quaranta a uscire dall’anonimato politico, per assumere un ruolo nell’Italia democratica, che doveva rinascere dalle ceneri del regime fascista, crollato con la sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale. Enrico Mattei, nell’agosto 1943 si recò a Roma per incontrare Giuseppe Spataro, già numero due di don Sturzo nel Partito Popolare dell’Italia prefascista. Un appuntamento che gli era stato procurato appunto da Boldrini. Spataro, che lavorava al fianco di Alcide De Gasperi e di Guido Gonella, insieme a Ivanhoe Bonomi e ad altri personaggi dell’Italia prefascista, nei 45 giorni del primo Governo Badoglio stava gettando le basi del futuro panorama politico italiano che sarebbe sorto subito dopo la guerra. Enrico Mattei, che allora aveva 37 anni, si inserì in quella girandola d’incontri che avvenivano nella casa di Spataro in via Cola di Rienzo, trasformata in un centro politico di prima importanza. Il colloquio fu lungo e cordiale. Spataro ne riportò un’impressione positiva e definì Mattei come un giovane che avrebbe potuto dare un contributo importante alla ricostruzione dell’Italia. Lo segnalò al gruppo dei dirigenti cattolici milanesi perché il suo nome venisse tenuto presente per compiti futuri. - 3 Fu così che quando dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, iniziò la stagione della Resistenza per opporsi ai tedeschi che avevano occupato l’Italia Centrale e Settentrionale, Enrico Mattei fu designato rappresentante dei partigiani cattolici nel Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI). L’incontro di Mattei con Cefis L’altro incontro importante nella vita di Mattei è stato il suo incontro con Cefis. A Enrico Mattei, subito dopo il suo ingresso nelle file partigiane, fu affidato l’incarico della gestione delle finanze del CLNAI. In tale veste iniziò il giro di tutte le formazioni partigiane dell’Italia Settentrionale, per rendersi conto delle diverse situazioni e necessità. Tutti erano bisognosi di aiuti, sia in mezzi, sia in denaro. L’unica a non volerne e a volere restare autonoma finanziariamente dal potere centrale fu la brigata Giovanni Di Dio, che aveva preso il nome di un partigiano cattolico, caduto durante la Resistenza. Il suo comandante era Eugenio Cefis (1921 – 2004). Così racconta Cefis quel primo lungo incontro con Mattei, avvenuto all’inizio del 1944, sulle montagne del bergamasco, che era la zona d’operazioni della brigata Di Dio. (I due però si erano conosciuti fuggevolmente alcune settimane prima in una Chiesa di Milano). Mattei iniziò subito con tono tagliente, dettando le condizioni che dovevamo seguire per potere avere aiuti. Io risposi che non avevamo bisogno di aiuti. In quanto ne avevamo a sufficienza dagli americani, che avevano stabilito una loro testa di ponte a Nord di Bergamo, al confine della Svizzera. Cefis, che subito dopo l’8 settembre aveva abbandonato l’esercito italiano dove era ufficiale in Servizio Permanente Effettivo, per unirsi ai partigiani, ci ha spiegato che data la sua buona conoscenza dell’inglese, era entrato subito in contatto con gli americani della testa di ponte vicino Bergamo. Per cui aveva stabilito un solido canale per i rifornimenti che arrivavano copiosi. - 4 In particolare i suoi rapporti si erano fatti stretti con il capitano Daddario, un esponente dell’OSS (Organization Secret Service USA) che fu il predecessore della CIA. Il capitano Daddario, che ha un suo posto nella storia della guerra in Italia (1943 – 1945), aveva avuto il compito di catturare, per consegnarli agli americani, gli esponenti della Repubblica Sociale. Non gli riuscì per Benito Mussolini, dove arrivò troppo tardi. La missione fu invece coronata da successo per Rodolfo Graziani, Valerio Borghese e altri personaggi minori. Non furono molti i contatti fra Mattei e Cefis fino alla fine della guerra di Liberazione. Quella di Bergamo fu una zona che Mattei evitò con cura, per non entrare in conflitto con Cefis, che aveva mostrato chiaramente di non gradire interferenze nel suo operato. Inizia a partire dall’agosto 1945 la collaborazione Mattei – Cefis con l’obiettivo di espandere la cultura del gas naturale in Italia Nell’agosto 1945 Mattei però chiamò Cefis fissandogli un incontro a Milano. Gli offrì di entrare a lavorare con lui all’Agip, dove da poco era stato nominato Commissario Straordinario. Gli parlò della scoperta del gas fatta dall’AGIP a Caviaga nel 1944 e della possibilità che tutta la Pianura Padana fosse piena di gas naturale (metano). Dell’importanza che questa fonte di energia poteva avere per la ricostruzione dell’Italia. Ma della necessità di propagandare l’uso del metano, soprattutto per l’industria, che usava invece prodotti petroliferi o carbon fossile. Si trattava di una gigantesca operazione di sensibilizzazione della grande industria che avrebbe dovuto abbandonare le tradizionali forme di energia fino ad allora usate, per sostituirle con il metano. Mattei aveva pensato a Cefis per un incarico del genere. Avrebbe dovuto convincere i grandi consumatori di energia per i loro stabilimenti industriali a impiegare il gas naturale, a realizzare e gestire i relativi contratti. - 5 A Cefis piacque quella sfida. Pose però una condizione. Sarebbe entrato a lavorare al fianco di Mattei, ma non come un dipendente, ma come un consulente. Non ci sarebbe stato così un rapporto gerarchico diretto. L’accordo fu presto trovato. Cefis in tanti anni nei quali ha lavorato prima all’AGIP, poi all’Eni e alle sue consociate, non è stato mai assunto a tempo indeterminato, ma solo per incarichi specifici e a termine. Cefis collaborò con grande dedizione con Mattei per cercare una cultura del gas in Italia. Un obiettivo che è pienamente riuscito. A lui Mattei lasciò il campo dei contatti con le grandi industrie, mentre si era riservato il compito della metanizzazione delle grandi città, attraverso la creazione della Metano Città. E di quella delle campagne, con l’AgipGas. La lite con Mattei e l’uscita di Cefis dall’Eni Nel gennaio 1962 Cefis abbandonò il gruppo dopo una violenta lite con Mattei, della quale però non ha voluto rivelare l’occasione. O meglio c’era stato fra i due un insanabile contrasto in diversi campi che si riconduceva al dissidio derivante dal convincimento di Mattei di agire, soprattutto nel petrolio e nel gas, in modo indipendente rispetto alle altre compagnie petrolifere straniere (le famose sette sorelle). Mentre Cefis voleva arrivare a un accordo con le compagnie americane. Nel gennaio 1962, Cefis prese la decisione di andare via, adducendo motivi personali. Il rientro di Cefis all’Eni, dopo la morte di Mattei Il 27 ottobre di quell’anno, Enrico Mattei moriva tragicamente nell’incidente aereo a Bascapè, in provincia di Pavia, mentre il suo aereo stava rientrando a Linate. Cefis rientrava all’Eni, su richiesta del Governo, sotto Boldrini, per poi diventare Presidente. - 6 Cefis cercò di mettere subito in pratica le sue idee, facendo uscire l’Agip e quindi l’Eni dall’Esplorazione e Produzione. Il petrolio – diceva – è meglio comprarlo che cercarlo. Questa volta a opporsi fu Egidio Egidi, allora Direttore Generale dell’Agip, che gli dimostrò (sostenuto da uno staff di tutto rispetto, fra i quali ricordiamo Dante Jaboli, Tiziano Rocco e Oreste D’Agostino) come sbagliasse. L’Agip aveva fatto già consistenti scoperte all’estero, anche se molte non erano ancora entrate in produzione, dato che occorrono prima diversi anni. D’altro canto un gruppo petrolifero non può diventare grande se non ha un suo patrimonio di petrolio e di gas Cefis si convinse della giustezza delle tesi di Egidi e anche recentemente si era dichiarato convito che sarebbe stato un errore. Questo va certamente a suo merito. Così continuò l’espansione dell’Agip e dell’Eni sulle linee tracciate da Mattei. Ma questa è un’altra storia che potrà essere raccontata in un’ occasione successiva.