Da un`antica citta` di Sicilia. Relazioni interstatali e topografiche
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Da un`antica citta` di Sicilia. Relazioni interstatali e topografiche
SCUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA LABORATORIO DI STORIA, ARCHEOLOGIA E TOPOGRAFIA DEL MONDO ANTICO DA UN'ANTICA CITTÀ Dr SICILIA. I DECRETI DI ENTELLA ENAKONECATALOGO DELLA MOSTRA . P I S À 2001 SCUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA LABORATORIO DI STORIA, ARCHEOLOGIA E TOPOGRAFIA DEL MONDO ANTICO DA UN'ANTICA CITTÀ DI SICILIA I DECRETI DI ENTELLA E NAKONE CATALOGO DELLA MOSTRA SCUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA P I SA 2001 IDEAZIONE E PROGETTO DELLA MOSTRA Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico Carmine Ampolo La Mostra è stata realizzata con la preziosa collaborazione di : COORDINAMENTO GENERALE CARABINIERI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO DIREZIONE SCIENTIFICA Carmine Ampolo - Maria Cecilia Parra ARTISTICO - ROMA COORDINAMENTO E REDAZIONE DEI PANNELLI in particolare nelle persone del Generale Roberto Conforti e del Tenente Massimiliano Quagliarella Alessandro Corretti - Chiara Michelini Maria Cecilia Parra - Maria Adelaide Vaggioli REDAZIONE DEL CATALOGO SOPRINTENDENZA Al BENI CULTURALI E AMBIENTALI Maria Ida Gulletta PALERMO COORDINAMENTO ApPARATO ILLUSTRATIVO in particolare nelle persone del Soprintendente, Adele Mormino, e del Direttore della Sezione Archeologica, Francesca Spatafora Chiara Michelini CALCHI ED ELABORAZIONI GRAFICHE E FOTOGRAFICHE Cesare Cassanelli MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE 'A. SALINAS' PALERMO COMPOSIZIONE E IMPAGINAZIONE ELETTRONICA DEI PANNELLI in particolare nella persona del Direttore, Rosalia Camerata Scovazzo Alessandro Corretti AUTORI DEI TESTI C. Ampolo, L. Biondi, A. Corretti, M. de Cesare, S. De Vido, CA Di Noto, A. Facella, U. Fantasia, M . Gargini, B. Garozzo, R. Guglielmino, M.I. Gulletta, C. Michelini, M. Moggi, M.C. Parra, L. Porciani, F. Spatafora, MA Vaggioli FOTOGRAFIE ORIGINALI Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali Palermo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico Roma FINANZIAMENTO Scuola Normale Superiore di Pisa con un contributo di Donnafugata s.r.l. (Marsala) STAMPA DEL CATALOGO Stamperia e Rilegatoria Pisana s.r.l. (Agnano Pisano) SUPPORTI ESPOSITIVI E ILLUMINAZIONE DEDALO di Giannotta Massimo (Pisa) Si ringraziano inoltre: Antonino Colletti, proprietario dei terreni di Rocca d'Entella, per la disponibilità da sempre dimostrata verso la Missione archeologica della Scuola Normale Superiore; Vincenzo Tusa, già Soprintendente Archeologo delle province di Palermo e Trapani, per le notizie fornite sulla vicenda del recupero dei decreti; Rosa Scaglione Guccione (Società per la Storia Patria di Palermo) ed Henry Kim (Heberden Coin Room, Ashmolean Museum, Oxford) per aver agevolato il completamento della documentazione fotografica; Giacomo Manganaro (Università di Catania), per aver messo a disposizione la foto di un laterizio bollato inedito; la Segreteria di Redazione del 'Messaggero' di Roma, per aver consentito ]' accesso agli archivi informatizzati del giornale. Un sentito ringraziamento va, infine, al personale della Scuola Normale Superiore di Pisa e a tutti i collaboratori del Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico, che in vario modo hanno contribuito alla realizzazione della Mostra. PRESENTAZIONE Sono passati oltre venti anni da quando le trascrizioni di un gruppo di iscrizioni greche su tavolette bronzee, provenienti dalla Sicilia ma finite sul mercato antiquario, furono rese note e studiate da Giuseppe Nenci, suscitando studi, controversie e un interesse che non si è ancora spento, anche grazie a sviluppi recenti. Si tratta - per quel che è noto almeno fino ad oggi - di sette decreti della città di Entella, di uno della città di Nakone e di un falso, realizzato da contemporanei sulla base di uno dei testi autentici. Sono quindi testi pubblici, ufficiali, recanti le decisioni degli organi politici (consiglio e assemblea) di due città della Sicilia antica in epoca ellenistica (probabilmente nel III secolo a. C). Nenci con coraggio, entusiasmo e straordinaria capacità organizzativa non solo aveva promosso la pubblicazione delle trascrizioni dei testi dei decreti, ma anche organizzato gli scavi sul sito dell'antica città, la Rocca d'Entelia presso l'attuale Contessa Entellina; nello stesso tempo avviava una serie di ricerche e pubblicazioni per giungere ad una conoscenza d'assieme del sito e di tutta quell'area della Sicilia occidentale che era stata originariamente abitata dalla popolazione locale degli Elimi. Credo che l'omaggio migliore che io stesso potessi rendere alla memoria dello studioso scomparso due anni fa, insieme con tutta la Scuola Normale Superiore a partire dal Direttore Salvatore Settis ed il Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico - che hanno accolto subito la mia proposta - , sia proprio la realizzazione di questa mostra documentaria su un tema a lui carissimo, al quale aveva dedicato enormi energie: lo scopo principale è quello di presentare al pubblico colto ed agli studiosi questo importante ritrovamento, offrendo tutta la documentazione oggi disponibile, anche grazie a calchi in resina delle quattro tavolette di bronzo rientrate in Italia (tre autentiche più quella falsa). I testi e i documenti sono ovviamente in primo piano, ma essi sono stati illustrati inserendoli nel contesto storico ed archeologico, anche grazie ai risultati degli scavi ancora in corso sul sito dell'antica città. La collaborazione tra la Scuola Normale Superiore di Pisa e la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo è stata fondamentale. La stretta integrazione dell'indagine storica e di quella archeologica, considerate in tutti i loro vari aspetti, rispettandone però le specifiche filologie e tecniche d'indagine, è e resterà un principio alla base di tutta l'attività del Laboratorio. In modo sintetico, ma sistematico, si è cercato di dare un quadro essenziale di molti aspetti dei decreti e, più in generale, delle due città che li hanno emanati. I problemi aperti, a partire da quello del controllo dei testi di cui non è ancora disponibile l'originale, se non in fotografia, fino a quelli della provenienza esatta e della datazione, restano molti, ma si spera di aver presentato una sorta di bilancio di ciò che oggi è possibile dire su una base documentaria affidabile. Naturalmente una parte significativa è dedicata ad un'accurata ricostruzione dell'intricata vicenda, che ha assunto talvolta aspetti romanzeschi: si pensi che una delle tavolette fu restituita in forma anonima presso la Scuola Normale Superiore di Pisa! L'auspicio è che, oltre al testo già restituito dagli Stati Uniti ed a quelli già in Italia, anche tutte le altre iscrizioni possano ritornare in Sicilia ed essere restaurate ed esposte al pubblico. Quanto già è entrato a for parte del nostro patrimonio culturale fo ben sperare e mostra quanto sia stata utile la costante attività di studio sui testi e sul terreno dell'antica Entella. Con questa mostra si è voluto inoltre mettere a disposizione degli studiosi uno strumento di informazione aggiornato e per questo si troverà nel catalogo un'ampia e dettagliata bibliografia. La Mostra è stata promossa dal Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico da me diretto e realizzata grazie alla partecipazione attiva ed alla dedizione di tutto il suo personale tecnico e scientifico e dei collaboratori i cui nomi sono ricordati nel retro frontespizio; a tutti va il ringraziamento più sentito. Il personale della Scuola Normale Superiore ha cooperato attivamente alla riuscita dell'iniziativa. Ilfinanziamento è stato assicurato dalla Scuola Normale Superiore di Pisa, con un contributo di Donnafogata s. r.l. (Marsala). La realizzazione dei calchi, eseguiti dal nostro personale tecnico ed autorizzata dall'autorità giudiziaria, è stata resa possibile grazie alla collaborazione dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico di Roma (Cen. R. Conforti e Ten. M Quagliarella) e della Direttrice del Museo Archeologico Regionale 54.. Salinas' di Palermo, Rosalia Camerata Scovazzo. La Direttrice della Sezione Archeologica della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo, Francesca Spatafora, ha agevolato in ogni modo il nostro lavoro, come anche il proprietario dei terreni di Rocca dEntella, Antonino Colletti. A Teresa Caruso, dell'Università di Pisa, per le numerose informazioni offerte nel settore numismatico, e a vari altri studiosi, che non èpossibile menzionare qui singolarmente, ma che hanno con grande liberalità fornito consigli su punti specifici, va il mio più sentito ringraziamento. Carmine Ampolo VI ENTELLA E LE «VIE DELLE CITTÀ» ORIZZONTI POLITICI E TOPOGRAFICI MAURO MOGGI - MARIA IDA CULLETTA § 1. Entella non è menzionata fra le città degli Elimi da Tucidide (6, 2, 3), che attribuisce a questo ethnos dalla Sicilia nord-occidentale solo Erice e Segesta. La prima occorrenza della polis nelle fonti letterarie antiche è quella attestata per il XVI libro di Eforo (FGrHist 70 F 68) da Stefano Bizantino (s.v. "EvTEÀÀa) e fa riferimento ad una situazione nella quale Entella era stata conquistata con un colpo di mano dai Campani, che operavano come mercenari in Sicilia e aveva ormai perduto la connotazione etnica originaria: l'episodio della conquista è registrato e descritto da Diodoro (19, 9, 8-9) sotto il 404 a.c., anno che costituisce, dunque, una svolta epocale nella storia della città. Nel periodo immediatamente successivo Entella risulta schierata al fianco dei Cartaginesi e, per questo, ripetutamente minacciata da Dionisio I, il tiranno di Siracusa: questo atteggiamento appare coerente con gli eventi precedenti e, in particolare, con il fatto che lo stesso Dionisio pochi anni prima aveva liquidato i mercenari campani, a causa della loro inaffidabilità, inducendoli da una parte alla conquista di una città nella quale insediarsi, dall' altra a cercare un rapporto di amicizia e collaborazione con i suoi nemici. In effetti negli anni 397 e 396 a.c. Entella si mantenne fedele alla philia con Cartagine, insieme ad altre quattro città dell'area (Alicie, Solunto, Segesta e Palermo), mentre tutti i Sicani passarono dalla parte dei Siracusani: per questa sua scelta di campo fu sottoposta ad assedio e dovette fronteggiare una serie di attacchi ad opera delle truppe di Dionisio, che intendeva conquistarla con ogni mezzo, ma ottenne anche il plauso del cartaginese Imilcone che la indicò ai Campani di Aitne come caso esemplare e modello da seguire per tutti i popoli anellenici della Sicilia, che i Greci, a suo giudizio, individuavano come loro nemico naturale e comune (DIOD., 14,48,4-5; 53, 5; 61, 4-6). Nella rappresentazione delle nostre fonti, dunque, l'esordio di Entella nel contesto dei rapporti interstatali appare caratterizzato da una forte ostilità nei confronti di Dionisio e strettamente legato ad un'alleanza con i Cartaginesi, che sembrano aver favorito la conquista della città da parte dei Campani, una conquista effettuata in maniera proditoria e particolarmente cruenta, che provocò la sostituzione dei mercenari al corpo civico originario e, come risulta dalla monetazione di V sec. a.c., già ellenizzato. Questa situazione, tuttavia, non si protrasse a lungo e l'alleanza con i Cartaginesi fu ben presto abbandonata. Infatti già nel 368 a.c. Dionisio, che aveva invaso il territorio sotto il controllo cartaginese con un eccezionale dispiegamento di forze, riuscì a far passare dalla sua parte gli Entellini, insieme a Selinunte, e successivamente, prima di procedere all' assedio di Lilibeo, si impadronì con la forza anche di Erice (DIOD., 15, 73, 2) . Entella compare di nuovo sulla scena nel 345 a.c., al tempo dell'intervento di Timoleonte in Sicilia. I Campani, ormai stanziati nella città da diversi decenni, risultano ancora attestati su posizioni anticartaginesi, al punto da diventare il primo obiettivo degli attacchi dell'imponente esercito di Annone, che era MAURO MOGG I da poco sbarcato nell'isola. Di fronte alla devastazione del territorio e all' assedio, Entella chiese aiuto alle poleis ostili ai Cartaginesi, ma questa richiesta servÌ più a dimostrare il suo sostanziale isolamento sul piano interstatale che a reperire effettivamente dei rinforzi. Infatti, secondo la preziosa testimonianza di Diodoro (14, 67, 1-4), solo due furono i riscontri positivi, almeno a livello di intenzioni: quello degli abitanti di Galeria (Campani?), che inviarono in soccorso 1000 opliti, peraltro subito massacrati dai Cartaginesi; e quello dei Campani di Aitne, che si preparavano a inviare un contingente nel nome della comune appartenenza etnica, ma rinunciarono ad intervenire, abbandonando Entella al suo destino, dopo la disfatta delle forze di Galeria. È probabile che nel corso della prima metà del IV sec. a. C. le relazioni esterne dei Campani di Entella abbiano privilegiato, nei limiti consentiti dalla situazione di dipendenza da Cartagine o da Siracusa, i rapporti con le comunità campane presenti in Sicilia, ma la politica di sistematico annientamento dei Campani stessi, perseguita poi da Timoleonte nell' area orientale dell'isola, dovette privare Entella di quelli che erano i suoi interlocutori naturali dal punto di vista etnico. A questa considerazione è da aggiungere il fatto che, ripercorrendo attraverso i decreti la storia dei loro rapporti con i nove centri, per 1'epoca anteriore al synoikismos (TABELLA 1) gli Entellini sono stati in grado di attribuire a quattro su nove di costoro solo un generico atteggiamento di 'benevolenzà (eunoia), a proposito della quale si è parlato, giustamente, di 'ipocrisia diplomaticà, perché, là dove non risulta sostanziata da legami di maggiore spessore, nasconde probabilmente una totale assenza di relazioni formali, almeno per quanto riguarda il passato più recente della città. In seguito - non sappiamo esattamente né quando né con quali modalità - Entella dovette cadere in mano ai Cartaginesi, perché nel 342 a.c. risulta inserita nell' epikrateia e attaccata da Timoleonte che se ne impadronì e le restituì la libertà, limitandosi a mettere a morte i quindici elementi che si erano maggiormente esposti a favore di Cartagine (DIOD., 16, 73, 1-2). Dopo questo episodio, se prescindiamo da uno scarno frammento di Diodoro (23, 8, 2) relativo al 262 a.c., che sembra attestare per Entella solo lo statuto di polis, per trovare nuove menzioni degli Entellini nelle fonti letterarie dobbiamo scendere fino alle Verrine di Cicerone. Per gli anni della prima guerra punica (264-241 a.c.) tuttavia la carenza di informazioni di carattere storiografico è ampiamente compensata dalle notizie fornite dal corpus dei decreti, che appaiono preziose proprio in riferimento ai rapporti interstatali di Entella nel periodo di non molti anni che vide, dopo una guerra contro Cartagine (TABELLA 2), la distruzione del centro urbano e la diaspora degli abitanti, la rifondazione (synoikismos) della polis (TABELLA 3) ed il recupero di un'esistenza normale (TABELLA 4). Lelenco dei partners di Entella che scaturisce dalle iscrizioni comprende nove città e precisamente: una colonia greca, Gela; la principale città di origine elima, Segesta; una serie di centri indigeni, più o meno ellenizzati, individuabili in Herbita, Assoro, Petra, Kytattara, Schera, Makella ed Enna. Si tratta dunque di un complesso di relazioni politicodiplomatiche piuttosto ampio e variegato, nel quale il fattore etnico non sembra giocare alcun ruolo: in effetti la città si trovò a gestire relazioni di vario genere con interlocutori con i quali non fu in grado o non ritenne opportuno far valere legami di consanguineità e quindi ad operare in un contesto che dal punto di vista della syngeneia la vedeva completamente isolata. A questo punto sono opportune alcune rapide considerazioni sulla cronologia dei decreti, che, come è noto, costituisce uno dei problemi principali. A giudizio di chi scrive, esistono a questo proposito dei punti fermi dai quali è impossibile prescindere: il conflitto 116 ORI ZZONTI PO LITI CI contro i Cartaginesi, ricordato nei decreti C2 e C3 (TABELLA 1), non è necessariamente da identificare con quello che portò allo spopolamento di Entella (TABELLA 2); è da escludere, inoltre, che tale conflitto possa essere individuato in quello del 345 a.c.: la menzione di un Mamertino (decreto Al) e il ruolo giocato dal romano Tiberio Claudio Anziate (decreto BI), infine, inducono a scartare una datazione dell' in tero corpus - da considerare come un insieme unitario - al IV sec. a.c. o ai decenni iniziali del III. La collocazione più probabile per i decreti, insomma, sembra quella della Prima guerra punica e una ricostruzione degli eventi, plausibile per quanto ipotetica, potrebbe essere la seguente: il conflitto contro Cartagine (TABELLA 2) che vide l'intervento di Gela (decreti C2 e C3) è da identificare con quello del 309/8 a.c.; la distruzione di Entella, probabilmente ad opera dei Cartaginesi, è da collocare nei primi anni della guerra romano-p unica, mentre la sua rifondazione (TABELLA 3) sembra posteriore al 254 a.c.; il periodo di eclissi della città e della diaspora dei suoi abitanti (TABELLA 3) può essere durato, pertanto, una decina d'anni o poco più. Sulla base di questa ricostruzione cronologica, le indicazioni dei decreti per il periodo anteriore grosso modo al 264 a.c. confermano il sostanziale isolamento di Entella, già rilevato in precedenza: in effetti, al di là del riconoscimento della eunoia a quattro partners, i rapporti interstatali di Entella si riducono ad una isopoliteia con Assoro e ad una serie piuttosto ricca di relazioni con due sole città, Herbita e Gela. Dei rapporti di entrambe le città con Entella non sappiamo nient'altro, ma se la sequenza «aiuto militare - giuramenti - alleanza» presente nei decreti C2 e C3 ha un senso e se è legittimo collegarla con l'intervento effettuato spontaneamente da Gela per liberare le poleis soggette ai Cartaginesi (DIOD., 20, 31, 5), ne consegue che la relazione più forte, quella rappresentata appunto dalla symmachia, fu solo una conseguenza della iniziativa autonoma dei Geloi, la conclusione pressoché obbligata di un rapporto avviato da altri e culminato nella liberazione della città. Paradossalmente, i contatti ed i rapporti di Entella a livello interstatale diventano più numerosi e più consistenti proprio nel periodo di eclissi della città e della sua rifondazione (TABELLA 3). In questi anni Enna concesse ospitalità ai profughi e Segesta si adoperò in favore di Entellini verosimilmente fatti prigionieri (o, secondo altri: erranti, raminghi) , mentre successivamente ben quattro centri indigeni dell'area - Petra, Kytattara, Schera, Makella - aiutarono con fornitura di grano, di denaro e di altre cose gli Entellini impegnati nella ricostruzione della loro città. Nel caso di Petra si ebbero interventi in tal senso anche da parte di alcuni privati, poi ricompensati, come il romano Tiberio Claudio Anziate, con la concessione della proxenia. L'incremento dei rapporti interstatali, dunque, si presenta più come una diretta conseguenza delle manifestazioni di solidarietà, registrate nella traumatica fase dello spopolamento e della ricostruzione della polis, che come il risultato di una intensificazione delI'attività diplomatica di Entella; è possibile, d'altra parte, che gli aiuti dei quattro centri indigeni siano da ricondurre alloro interesse a riportare in vita una città che, per le sue caratteristiche naturali, poteva offrire loro, specialmente se ubicati nella zona, possibilità di rifugio e difesa. Da segnalare, in quanto apparentemente anomalo, l'atteggiamento di Assoro che, evidentemente, non accolse i profughi entellini, nonostante il trattato di isopoliteia che la rendeva particolarmente idonea a svolgere questo compito, ma prestò il suo aiuto al momento del synoikismos o, più probabilmente, nella fase immediatamente successiva. Da sottolineare anche l'assenza di qualsiasi intervento da parte di Herbita e Gela, che pure sono da annoverare fra i pochissimi centri con cui Entella aveva istituito in precedenza rapporti formali di un certo spessore. 117 MAURO MOGGI Il periodo successivo al synoikismos ( T ABELLA 4) appare caratterizzato da una notevole continuità rispetto al passato, ma anche dall'ampliamento delle relazioni interstatali. Ricostruita la città, gli Entellini si affrettarono a ripristinare l'allenza militare (symmachia) con Gela, a stipularne una con Herbita ed a confermare l'isopoliteia con Assoro; nello stesso tempo trasformarono le generiche relazioni di eunoia esistenti in precedenza con le altre poleis in veri e propri rapporti di isopoliteia. Alla stipulazione delle convenzioni si accompagna la concessione di vari privilegi: la partecipazione ai sacrifici (synthysia) alle sole città alleate di Herbita e Gela; l'invito a partecipare agli agoni (klesis) a queste due ed alle altre, con l'eccezione di Enna e Segesta; a Petra, Schera, Kytattara e Makella fu riconosciuta anche la p ro edria , mentre nei confronti di tutte fu stabilita o ribadita la eunoia, che, accompagnata dalla philia, venne riconosciuta esplicitamente per la prima volta anche per Assoro. Per concludere, alcune considerazioni di carattere generale. Nel periodo posteriore alla rifondazione, i partners di Entella passano da tre a nove; le relazioni forti vengono confermate, quelle deboli o praticamente inesistenti vengono formalizzate e si traducono in concessioni di privilegi, non solo onorifici, ma anche vincolanti e dotati di efficacia sul piano della realtà; l'ampliamento degli orizzonti politico-diplomatici è una conseguenza della rete di rapporti creatasi durante il periodo di eclissi della città e in occasione della sua rifondazione. Il tutto si colloca in un clima politico-ideologico anticartaginese. In particolare, poi, è da rilevare che l'istituzione di numerosi rapporti di isopoliteia doveva rispondere ad esigenze diverse: in riferimento al passato, regolarizzare formalmente le situazioni ed i legami di fatto , che potevano essere scaturiti dalla convivenza fra esuli entellini ed elementi delle comunità ospitanti e manifestare, in generale, la gratitudine della città ai benefattori; in riferimento al presente ed al futuro, creare le premesse per un consistente ripopolamento della città, aprendo il suo corpo civico a nuovi cittadini (MM). DECRET O ENTELLA ... Al ... Kytattara Al .. . Petra Al ... Schera Al .. . Makella A2 ... Enna A3 ... Segesta Cl .. . Assoro C2 .. . Herbita C3 ... Gela EiNOIA O O I~OrrOAITEIA <l>IAIA -. --~ O O D D 1. I rapporti interstatali di Entella prima della distruzione. 118 ORIZZONTI PO LIT ICI DECRETO ENTELLA Al .. o Al .. o Al .. o Al .. o A2 .. o A3 .. o Cl .. o C2 .. o C3 .. o 000 BOE8EI ,* ~lMMAXIA Kytattara Petra Schera Makella Enna Segesta Assoro e e Herbita Gela o * militare 20 OPKOI I Le «città dei decreti» al tempo del rr6ÀEf.1o:; (309 ao C.?). DECRETO ENTELLA .. Al .. o Al .. o Al .. o Al .. o A2 .. o A3 "O Cl .. o C2 .. o C3 .. o o A~lAIA BOE8EIA* ~ITO~ Kytattara Petra Schera Makella Enna @ C!) Segesta [§] Assoro Herbita Gela * diplomatica 30 XPEIA Solidarietà nella diaspora e nel avvoLKWf.16:;0 119 MAURO MOGG I DECRETO ENTELLA ... AmNE~ Al ... Kytattara ~ Al ... Petra ~ Al ... Schera ~ Al ... Makella Al .. . Enna A3 ... Segesta Cl ... Assoro ~ C2 ... Herbita ~ C3 ... Gela ~ ~ EYNOIA I~OITOAITEIA O O O O ...,. ...,. ..... !rrPOEaPIA npO:a:ENIA* HMMAXIA ILYN9HIA <l>IAIA • "... ~ e e D O e e O () ~ ~ * ai cittadini che privatamente aiutarono Entella ( BIBLIOGRAFIA BE)OR 1982 CATALDI 4. L'incremento dei rapporti interstatali. , . , . = ripresa o continuazione di rapporti preesistenti) § l. = G. BE) OR, Città di Sicilia nei decreti di Entella, in Materiali e contributi 1982, 815-840. 1982 = S. CATALDI, La 'boetheia' dei Geloi e degli Herbitaioi ai Campani di Entella, in Materiali e contributi 1982, 887-904. 1997 = S.N. CONSOLO UNCHER, Problemi della storia di Segesta. Segesta, Entella e gli Elimi nel conflitto tra Agatocle e Cartagine (312-305 a. C), in Seconde Giornate Internazionali 1997, 381 -400. CONSOLO UNGHER CORSARO 1982 = M. CORSARO, La presenza romana ad Ente/la: una nota su Tiberio Claudio Anziate, in Materiali e contributi 1982, 993-1032. 1970 = A. 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TALBERT, TimoLeon and the RevivaL ofGreek SiciLy 344-317 B. c., Cambridge 1974. 121 MARlA IDA GULLETTA § 2. Nove sono le città menzionate nei decreti, non a caso - probabilmente - quasi tutte coinvolte, fra il 263 ed il 254 a.c., nella frenetica descrizione diodorea dell' avanzata romana; tre i vertici che, in Herbita, Segesta e Gela (Phintias), sembrano riproporre il familiare schema della Imago Siciliae; sostanzialmente unitaria, nei secoli, la maglia stradale dell'isola, salvo deviazioni imposte dal mutamento dei sistemi poleografici. Densissima, infine, la rete idrografica, artefice di percorsi naturali e trasversali fra le tre coste. Segesta < > Entella (vie Al, A2). Nella cuspide occidentale il Belice segna una costante itineraria dai tempi della penetrazione selinuntina fino ai viaggi dell'Abate Fazello: la via 'dell'Eracle di Poggioreale', ben visibile nelle foto aeree tra Selinunte e Segesta con lo snodo fra l'elima Alicie ed Entella oltre un guado alla confluenza del grande Hypsas, rimase vitale probabilmente anche dopo il primo trentennio del IV sec. a.c., quando venne distrutto il centro di Monte Castellazzo, le cui nuove tracce di vita risalgono alla metà del secolo successivo. Ne è prova che dagli anni timoleontei agli eventi della Prima guerra punica, fino all'ultimo scorcio del I sec. a.c. il rapporto privilegiato fra Entella e Lilibeo (via Cl) suggerisce la vitalità di un percorso diretto che, attraverso Alicie, serviva anche uno dei due possibili itinerari verso Segesta (via Al). raltro - quello probabilmente più antico, naturale e più fortemente legato alla mitografia degli Elimi - passava oltre lo spartiacque dei Monti di Gibellina e attraverso le sorgenti idealmente congiunte di due fiumi, il 'Crimiso' segestano e le ramificazioni di quello entellino (via Al), delimitando un'area che al tempo del synoikismos sembra, tuttavia, non riconoscersi più nel ricordo dell' ethnos e nel nome di una syngeneia, mai menzionata e nemmeno intuibile dietro l'azione congiunta del koinon. Koinon < > Entella (vie Al, BI, B2, B3). Pur in quest' ottica, Petra e Kytattara, due dei centri indigeni 'topograficamente' più difficili fra le città dei decreti (v. supra LE CITTÀ RICORDATE NEI DECRETI), danno comunque un senso alle ipotesi di identificazione in un' area geograficamente delimitata in antico da vie fluviali di colore 'eli mo' (F. Belice, F. Freddo, F. Jato> vie Al, Bl), supportate in età romana da una 'triangolazione' itineraria che, ripercorrendo con la strategia commerciale della Via Valeria (p. 210 a.c.) il vecchio tratto costiero Palermo-Segesta sotto le falde di Monte d'Oro, ed ancora sovrapponendosi all'antica deviazione Segesta-Alicie, in uno dei due collegamenti fra i porti di Palermo e Lilibeo, introdurrà nei secoli del cursus una via, nuova e diretta, fra la stessa Alicie (statio Oliva), e lo storico caposaldo portuale punico, in alternativa allo snodo delle Aquae Segestanae. Con Petra (?) e Kytattara probabilmente ubicate oltre il Belice destro, con Iaitas (via BI) e l'anonimo centro di Pizzo Nicolosi (via B2), sentinelle delle sorgenti del fiume su due punti chiave di itinerari progressivamente emergenti in età romana, con Makella (Montagnola di Marineo: v. supra UN CONTRIBUTO PER L'IDENTIFICAZIONE DI UNA DELLE «CITTÀ DI SICILIA» DEI DECRETI DI ENTELLA) proiettata verso Pizzo Nicolosi lungo l'asse naturale dell'Eleuterio (via B2) ed infine con Schera (via B3; e l'eventuale ipotesi 'orientale' di Petra: v. supra LE CITTÀ RICORDATE NEI DECRETI) al di qua del Belice sinistro, sembra dise- 122 ORIZZONTI T OPOGRAFICI gnarsi intorno alla Rocca una corona di siti a protezione della città, essa stessa baluardo ultimo e definitivo di un'intera area. In quest' area, mettendo a frutto una rete di percorsi terrestri e fluviali che, rispettivamente attraverso il collegamento Schera-Pizzo NicolosiVicari e Pizzo Nicolosi-Montagna dei Cavalli (Hyppana?), proiettavano Entella verso la fitta maglia della viabilità orientale (vie C2, D4), i Romani lasciarono il segno più tangibile e precoce di un impatto topografico (via G2). C'era una antico percorso, quello della penetrazione agrigentina lungo l'Alico, protetto almeno fino alla fine del IV sec. a.C - dal centro indigeno sul Kassar di Castronovo, destinato già dopo il480 a.C a forte contrazione e poi a definitivo abbandono, come, peraltro, quasi tutti i siti lungo la delicata frontiera fluviale contro la maggiore e duratura floridezza dell' entroterra agrigentino protetto dal Salso; e c'erano le sorgenti del fiume Eleuterio e del S. Leonardo che, confondendosi con quelle dell'Alico nella fascia di insediamenti dislocati a spartiacque oltre la chora agrigentina verso la costa settentrionale, segnavano le tappe naturali della strada per Palermo (vie EF-D4-Gl) e di uno dei due percorsi fluviali verso Imera. Più diretta la via per il Tirreno, la via exercitus costruita dai Romani (p. 254 a.C) all'indomani dello scoppio della guerra: da Agrigento a Palermo (via *G), passando probabilmente per Montagna dei Cavalli, sfiorando Schera alla distanza di ca. lO km e toccando anche Pizzo Nicolosi, la Via Aurelia del famoso miliario - perso il suo scopo strategico e militare dopo la Prima guerra punica ed ignorata nella Tabula Peutingeriana - sembra ancora riflettersi nel tragitto parzialmente coincidente del cursus, registrato dall'Itinerarium Antonini, che ne tace i probabili diverticoli da Schera ed Entella non coinvolte fra le stationes del traffico postale; e ancora sopravvive nel Libro del Re Ruggero, scritto come svago per viaggiare il mondo dal geografo arabo Edrisi. Herbita < > Entella (vie C2, B2, B2, B3). Era nota a Edrisi un'altra importante trasversale che, da Stesicoro alla tarda antichità, rimanda l'immagine unitaria di due fiumi, anch' essi omonimi e anch' essi idealmente uniti dalle stesse sorgenti. Lungo i due Imera si disegna l'asse Nord-Sud che tra Herbita e Gela, passando per Assoro ed Enna creava l'ultima barriera di città 'amiche', le più lontane, ma le più logicamente coinvolte nel sostegno agli entellini in guerra e ai loro profughi, nell'ipotesi di una datazione bassa dei decreti che collocherebbe l'espulsione negli anni dei metoikismoi forzati con cui Cartagine trasferì la popolazione di Erice e Selinunte rispettivamente a Trapani e Lilibeo. Ben nota, per gli episodi della seconda spedizione ateniese in Sicilia, e ormai riconosciuta nei vari segmenti leggibili sul terreno, era poi la via 8Là TWV L:LKEÀWV tra Catania e Lilibeo (via *C), subito a Nord degli ultimi phrouria della chora agrigentina che nel 413 a.C impedirono il passaggio degli alleati occidentali di Siracusa. Dopo lo snodo di Agirio (via C3) la via roccava Herbita, proseguendo lungo i villaggi siculi fino a Vicari (via C2), uno dei capisaldi radiali della penetrazione imerese, da qui raggiungendo Pizzo Nicolosi (via B2), Schera ed Entella (via B3) per poi ricongiungersi, attraverso Poggioreale ed Alicie, alla cuspide occidentale dell'isola (via Cl). Parzialmente ripresa, in età romana e medievale, nel tratto Catania-Centuripe-Agirio-Herbita si riuniva tramite Alesa al percorso costiero della Via Valeria dove, all' altezza di Thermae si sarebbe innestata la nuova via postale e diretta proveniente da Enna. 123 MARIA IDA GULLETTA Assoro/Enna < > Entella (vie B2, B3, C2, Di, D2, D3, D4). Se per Assoro, lungo la via greca tra Herbita/Agirio ed Enna e con duplice proiezione verso Entella (vie D1, C2), si segue facilmente la 'storia' della viabilità - da quel phanum extramuraneo del dio Chrysas sul tragitto per Enna, fino all'itinerario 'delfico' del II a.C invece il ruolo di Enna è stato definito «poco rilevante» nel sistema stradale pre-romano della Sicilia centro-orientale. Eppure il dominio di almeno tre vallate fluviali (Dittaino, Gornalunga, Salso) fa di Enna un centro particolarmente favorito da una serie di collegamenti radiali fra le coste e l'entroterra, all'interno del quadrilatero Imera-Catania-Siracusa-Agrigento, raggiungibili queste ultime dagli snodi 'duceziani' di Vassallaggi e Morgantina. Come per Assoro, si intuisce anche per l'Enna di età greca un duplice percorso da e verso Entella. Proiettata a Nord da almeno due diverticoli di innesto sulla 8Là TWV L.:LKEÀWV (D2, via Alimena; e D3, via Serra di Puccia), le diramazioni dell'Imera Meridionale le consentivano un altrettanto ottimale spostamento verso Ovest, attraverso i due capisaldi della penetrazione agrigentina: Terravecchia di Cuti, a dominio dello stesso Imera, ed il Kassar di Castronovo, baluardo alle sorgenti dell'Alico (via D4) . Dal Kassar a Montagna dei Cavalli, lungo il vecchio tratto Agrigento-Palermo, oltre i passi di Liste della Margana, sull'omonimo torrente che mantenne il suo punto di forza nel sistema di comunicazione tra le roccaforti arabe, e oltre Pizzo Nicolosi, anonima sentinella del Crimiso entellino, restava solo il breve percorso fluviale (via B2) fino alla Rocca. Proiettata ancora verso Hyppana in età romana (via D4) nonostante la devitalizzazione dello snodo del Kassar, Enna dopo il 70 a.C entrerà con Herbita nell'asse 'granario' ciceroniano fra Alesa e Phintias visibile nelle foto aeree, escluso dal cursus e recuperato come stralcio di antichità dall'Anonimo Ravennate e Guidone. Successivamente non rimane quasi traccia della sua antica potenzialità viaria ed è, forse, lungo i lati esterni del quadrilatero di collegamento postale Thermae-Enna-Agrigento-Palermo che devono supporsi diverticoli e vie secondarie, al servizio di città interne o costiere tagliate fuori dalla griglia estremamente semplificata della tarda antichità. Gela (Phintias) < > Entella (vie B2, B3, D4, E, Ei, EF). Resta il problema dei cavalieri Geloi, corsi in aiuto di Entella allo scoppio del TT6À.EI-lOS'. La forbice cronologica dei decreti e del loro contesto mostra, in questo caso, l' urgenza di una chiusura, sebbene l'identificazione dei Geloi con gli abitanti dell' antica colonia (a. 282 a.C) o con i neopolitai del1-lETOLKw1-l6S' in Phintias (p. 282 a.C) non disturbi particolarmente la ricerca di un collegamento topografico con Entella. Lentroterra, distrutto fino ad un raggio di 50 km dalla costa durante l'incursione punica del 354 a.C, contro le larvate ricostruzioni di Agrigento, Gela e Camarina e poi risollevato negli anni della rinascita timoleontea, non sarebbe mai tornato all'antico splendore che aveva caratterizzato le chorai coloniali della costa meridionale dell'isola. La stessa viabilità fluviale (E), lungo la quale penetrò Ippocrate per consolidare i confini territoriali, perde già tutta la sua vitalità con l'entrata di Gela nell' orbita siracusana e l'assunzione agrigentina del controllo sul Salso. La via verso Morgantina e Agirio, lungo le valli del Fiume Caltagirone e del Chrysas; le mete di Vassallaggi e Terravecchia raggiungibili 124 ORI ZZONTI TOPOGRAF le l oltre il passo di Monte Saraceno, fino alle tracce di ripostigli monetali attestanti una significativa penetrazione geloa lungo il Salso, verso Montagna dei Cavalli, Poggioreale e la stessa Segesta; ed ancora la via più breve verso Enna, guadando il Fiume Gela e le diramazioni del Chrysas: l'entroterra geloo rivela una rete itineraria ottimale per immettersi su quei medesimi circuiti occidentali da e verso l'antica Entella, già recuperati per Herbita, Assoro ed Enna e che, più volte, intuiamo come percorsi alternativi di guerriglia negli episodi che scrissero sotto i nomi di Timoleonte, Agatocle e Pirro la storia siceliota di IV-III sec. a.c. Ma, vie secondarie, appunto e non sappiamo 'quanto' alternative come vie militari rispetto alla costante costiera dell' espansione geloa verso Ovest, il tratto mediano della vecchia selinuntina (via El), mai devitalizzata, ripresa in età tomana e definitivamente completata da Selinunte a Lilibeo. Parlare di Gela o Phintias risulta, in un certo senso, ininfluente nell' ottica di un percorso già dal VI sec. a.c. privilegiato nello spostamento di truppe ed eserciti; una via che, attraverso le direttrici agrigentine (via EF) o il Belice selinuntino, poteva comunque proporsi come meta la Rocca; un tragitto che i Romani avrebbero sapientemente sfruttato, con l'incrocio dell' asse ciceroniano Alesa-Phintias, nella deportatio ad aquam dei prodotti dell'isola, ed ancora nel sistema successivo delle stationes, ponendo a Calvisiana la prima tappa costiera meridionale del cursus interno Siracusa-Lilibeo. Con la costituzione della provincia, decade fortemente l'interesse di Roma per la percorribilità dell'isola che, dopo la breve parentesi di 'ponte granario', sostituita dall'Egitto nel corso del I sec. a.c., avrà un rilancio solo a partire dal IV secolo, con l'aggancio diretto all'impero di Costanipoli ed il recupero del tradizionale ruolo di centralità mediterranea di cui l'Urbe sembrava averla privata. Entella è solo una fra le molte assenti nella larga trama del cursus publicus che riflette, nella Sicilia tardo-antica, un sistema poleografico diverso eppure ricalcato a grandi linee su itinerari classici e nel quale l'eventuale assenza di alcuni toponimi può trovare una ragione nella funzione differente di altre tappe. E dopo un altro silenzio, quello di Edrisi, ugualmente significativo di una necessaria selezione «fra centomila paesi, fra cittadi e rocche» e tutti i casali e i possedimenti di Re Ruggero, ritroviamo Antalla al centro di una fitta rete stradale nel registro dei confini assegnati nel 1182 da Guglielmo II all'Abbazia di Monreale. Cercando i limiti delle antiche terre di Goffredo, signore di Battallaro, oltre i casali, i fiumi e le 'pietre', oltre valli, colline e sorgenti la Rocca ridiventa protagonista di percorsi naturali e radiali che autorizzano senz' altro a riflettere sull' antichità delle loro origini e sulla semantica degli incroci (MI G.) . 125 MARlA IDA GU LLETTA . Il '~'" "u ~ V -O Il) "> " ~ Il) '" ~ .... c >Ll ~ J ( 126 ORIZZONTI TOPOGRAFI e ] Legenda _ _ _ Al = Segesta-Entella, via Mandra di Mezzo e diramazioni del Belice destro. - - - A2 = Segesta-Entella, via Alicie, e tratto Ovest della 8Là _ _ _ BI = Petra?/Kytattara?-Entella, via Belice destro. - - - B2 = Makella-Pizzo Nicolosi-Entella, via Eleuterio/Belice sinistro. B3 = Schera-Entella, sulla trasversale 8Là TWV L:LKEÀWV (C2). Cl = Lilibeo-Entella, tratto Ovest della trasversale 8Là TWV L: LKEÀWV. T WV L:LKEÀWV (Cl) . C2 = Herbita-Entella, via Pizzo Nicolosi-Schera, sul tratto centrale della 8Là T WV L:LKEÀWV (C2). C3 = Herbita-Agirio-Centuripe-Catania, sul tratto Est della 8Là TWV L:LKEÀWV. _ _ _ DI = Assoro-Enna sulla trasversale 8Là _ _ _ D2 = diverticolo Enna-Alimena e innesto sulla 8Là TWV L:LKEÀWV (C2) . _ _ _ D3 = diverticolo Enna-Serra di Puccia e innesto sulla 8Là TWV L:LKEÀWV (C2) . T~ç I-lECJoyEi.ou. - - - D4 = trasversale 8Là T~ç I-lECJOYEi.ou Assoro-Enna-Entella, via Kassar- HippanaPizzo Nicolosi. _ _ _ E = antiche vie fluviali dell' entroterra geloo, verso C2 > via Morgantina-AgirioHerbita; verso D2, D3, D4 > via Erbesso-Enna; verso D4 > via Vassallaggi-Kassar. _ _ _ El = collegamento Gela-Agrigento sulla CJEÀLVOUVTLVll ò86ç. - - - E2 = collegamento Phintias-Agrigento sulla CJEÀLVOUVTLvll ò86ç. - - - EF = Gela/Phintias-Entella, via Agrigento-Vassallaggi-Kassar. = Palermo-Pizzo Nicolosi, lungo il probabile tratto superiore della ViaAurelia. • • •• GI G2 = contrada Zuccarone, zona del milario di Aurelio Cotta, p. 254 a.c. ....... G3 = Phintias-Entella, via Agrigento-Pizzo Nicolosi, lungo il probabile tratto inferiore della Via Aurelia. 127 MARIA !DA GULLETTA BIBLIOGRAFIA § 2. Sulle vie 'da e verso' l'antica Entella: BElOR 1973 = G. BElOR, Tucidide e Le vie L11 A L:I t<EIIDN neL settentrione deLLa Sicilia, in <<.ASNP», s. III, III, 1973,741-765. 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L'incremento dei rapporti interstatali 120 CARTE TEMATICHE Le «vie» dei decreti: cronistoria di un furto archeologico 40 I mercenari italici in Sicilia 58 Le città ricordate nei decreti di Entella 108 Entella e le «vie delle città»: orizzonti topografici 126 Il contesto: la Sicilia occidentale dall'età arcaica alla metà del III sec. a. C. 137 Entella: la città 157 Entella: il territorio Entella: possibili confini nella prima età ellenistica 188 Siti antichi, idrografia e viabilità nel territorio di Contessa Entellina 193 Sicilia centro-occidentale con le varie ipotesi di identificazione e i rinvenimenti monetali di Nakone 200 233 INDICE GENERALE Presentazione (CARMINE AMpOLO) V Introduzione. Per una riconsiderazione dei decreti di Entella e Nakone (CARMINE AMpOLO) VII XVII Comparatio Numerorum Dalla conoscenza alla .fruizione: l'attività della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo tra ricerca, tutela e valorizzazione (FRANCESCA SPATAFORA) I decreti: testo e traduzione (a cura di LEONE Il PORCIANI) Entella e le «vie» dei decreti: cronistoria di un fimo archeologico (MARIA IDA GULLETTA) 33 II problema della datazione (LEONE PORCIANI) 43 I mercenari italici in Sicilia 49 (UGO FANTASIA) Le istituzioni (UGO FANTASIA) 59 Edifici e culti (CHIARA MICHELINI) 69 Ono mastica La lingua 75 (BRUNO GAROZZO) 81 (LAURA BIONDI) Calendario, metrologia e numerali (ALESSANDRO 89 CORRETTI) Cereali (CARMINE AMpOLO) Le città ricordate nei decreti 93 (MICHELA GARGINI - MARIA ADELAIDE V AGGIOLI) 97 Un contributo per l'identificazione di una delle 'città di Sicilia'dei decreti di Entella (FRANCESCA SPATAFORA) 111 Entella e le «vie delle città»: orizzonti politici e topografici (MAURO MOGGI - MARIA IDA GULLETTA) 115 Il contesto: la Sicilia Occidentale dall'età arcaica alla metà del III sec. a. C (MICHELA GARGINI) 131 Entella: Jonti antiche e medievali (STEFANIA DE VIDO) 141 Entella:Jonti numismatiche (STEFANIA DE VIDO) 147 Entella: storia della ricerca da Fazello ai nostri giorni (MONICA DE CESARE) 151 Entella: la città 157 (CHIARA MICHELINI - MARIA CECILIA PARRA) Entella: le necropoli (CONCETTA ANTONELLA Entella: il territorio Nakone: la città DI NOTO - RICCARDO GUGLIELMINO) (ALESSANDRO CORRETTI - MARIA ADELAIDE VAGGIOLI) 187 197 (ANTONINO FACELLA) Nakone: come fu risolta una lotta civile 173 (CARMINE AMpOLO) 203 I decreti ed Entella: bibliografia generale (a cura di MARIA IDA GULLETTA) 207 Rejèrenze Jotografiche 229 Sigle ed abbreviazioni 231 Indice delle tabelle e delle carte tematiche 233 Indice generale 235 235 IMPRESSO E RILEGATO IN ITALIA, PER CONTO DELLA SCUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA NELLE OFFICINE DI AGNANO PISANO, DALLA STAMPERIA E LEGATORIA PISANA ® * Dicembre 2001 DONNAFUGATA S.R.L. MARSALA