Da un`antica citta` di Sicilia. Relazioni interstatali e topografiche

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Da un`antica citta` di Sicilia. Relazioni interstatali e topografiche
SCUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA
LABORATORIO DI STORIA, ARCHEOLOGIA E TOPOGRAFIA DEL MONDO ANTICO
DA UN'ANTICA CITTÀ Dr SICILIA.
I
DECRETI
DI ENTELLA ENAKONECATALOGO DELLA MOSTRA .
P I S À 2001
SCUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA
LABORATORIO DI STORIA, ARCHEOLOGIA E TOPOGRAFIA DEL MONDO ANTICO
DA UN'ANTICA CITTÀ DI SICILIA
I
DECRETI
DI ENTELLA E NAKONE
CATALOGO DELLA MOSTRA
SCUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA
P I SA 2001
IDEAZIONE E PROGETTO DELLA MOSTRA
Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia
del Mondo Antico
Carmine Ampolo
La Mostra è stata realizzata con
la preziosa collaborazione di :
COORDINAMENTO GENERALE
CARABINIERI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO
DIREZIONE SCIENTIFICA
Carmine Ampolo - Maria Cecilia Parra
ARTISTICO - ROMA
COORDINAMENTO E REDAZIONE DEI PANNELLI
in particolare nelle persone
del Generale Roberto Conforti
e del Tenente Massimiliano Quagliarella
Alessandro Corretti - Chiara Michelini Maria Cecilia Parra - Maria Adelaide Vaggioli
REDAZIONE DEL CATALOGO
SOPRINTENDENZA Al BENI CULTURALI E AMBIENTALI
Maria Ida Gulletta
PALERMO
COORDINAMENTO ApPARATO ILLUSTRATIVO
in particolare nelle persone del Soprintendente,
Adele Mormino, e del Direttore della Sezione
Archeologica, Francesca Spatafora
Chiara Michelini
CALCHI ED ELABORAZIONI GRAFICHE E FOTOGRAFICHE
Cesare Cassanelli
MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE
'A.
SALINAS'
PALERMO
COMPOSIZIONE E IMPAGINAZIONE ELETTRONICA
DEI PANNELLI
in particolare nella persona del Direttore,
Rosalia Camerata Scovazzo
Alessandro Corretti
AUTORI DEI TESTI
C. Ampolo, L. Biondi, A. Corretti, M. de Cesare, S.
De Vido, CA Di Noto, A. Facella, U. Fantasia, M .
Gargini, B. Garozzo, R. Guglielmino, M.I. Gulletta,
C. Michelini, M. Moggi, M.C. Parra, L. Porciani,
F. Spatafora, MA Vaggioli
FOTOGRAFIE ORIGINALI
Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia
del Mondo Antico
Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali
Palermo
Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico
Roma
FINANZIAMENTO
Scuola Normale Superiore di Pisa
con un contributo di Donnafugata s.r.l. (Marsala)
STAMPA DEL CATALOGO
Stamperia e Rilegatoria Pisana s.r.l. (Agnano Pisano)
SUPPORTI ESPOSITIVI E ILLUMINAZIONE
DEDALO
di Giannotta Massimo (Pisa)
Si ringraziano inoltre:
Antonino Colletti, proprietario dei terreni di Rocca
d'Entella, per la disponibilità da sempre dimostrata verso la Missione archeologica della Scuola Normale Superiore; Vincenzo Tusa, già Soprintendente Archeologo delle province di Palermo e Trapani, per le notizie
fornite sulla vicenda del recupero dei decreti; Rosa Scaglione Guccione (Società per la Storia Patria di Palermo) ed Henry Kim (Heberden Coin Room, Ashmolean
Museum, Oxford) per aver agevolato il completamento
della documentazione fotografica; Giacomo Manganaro
(Università di Catania), per aver messo a disposizione la
foto di un laterizio bollato inedito; la Segreteria di Redazione del 'Messaggero' di Roma, per aver consentito
]' accesso agli archivi informatizzati del giornale.
Un sentito ringraziamento va, infine, al personale della Scuola Normale Superiore di Pisa e a tutti i collaboratori del Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico, che in vario modo hanno contribuito alla realizzazione della Mostra.
PRESENTAZIONE
Sono passati oltre venti anni da quando le trascrizioni di un gruppo di iscrizioni greche su
tavolette bronzee, provenienti dalla Sicilia ma finite sul mercato antiquario, furono rese note e
studiate da Giuseppe Nenci, suscitando studi, controversie e un interesse che non si è ancora
spento, anche grazie a sviluppi recenti. Si tratta - per quel che è noto almeno fino ad oggi - di
sette decreti della città di Entella, di uno della città di Nakone e di un falso, realizzato da
contemporanei sulla base di uno dei testi autentici. Sono quindi testi pubblici, ufficiali, recanti
le decisioni degli organi politici (consiglio e assemblea) di due città della Sicilia antica in epoca
ellenistica (probabilmente nel III secolo a. C). Nenci con coraggio, entusiasmo e straordinaria
capacità organizzativa non solo aveva promosso la pubblicazione delle trascrizioni dei testi dei
decreti, ma anche organizzato gli scavi sul sito dell'antica città, la Rocca d'Entelia presso l'attuale Contessa Entellina; nello stesso tempo avviava una serie di ricerche e pubblicazioni per giungere ad una conoscenza d'assieme del sito e di tutta quell'area della Sicilia occidentale che era
stata originariamente abitata dalla popolazione locale degli Elimi.
Credo che l'omaggio migliore che io stesso potessi rendere alla memoria dello studioso scomparso due anni fa, insieme con tutta la Scuola Normale Superiore a partire dal Direttore Salvatore Settis ed il Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico - che hanno
accolto subito la mia proposta - , sia proprio la realizzazione di questa mostra documentaria su
un tema a lui carissimo, al quale aveva dedicato enormi energie: lo scopo principale è quello di
presentare al pubblico colto ed agli studiosi questo importante ritrovamento, offrendo tutta la
documentazione oggi disponibile, anche grazie a calchi in resina delle quattro tavolette di bronzo rientrate in Italia (tre autentiche più quella falsa).
I testi e i documenti sono ovviamente in primo piano, ma essi sono stati illustrati inserendoli nel contesto storico ed archeologico, anche grazie ai risultati degli scavi ancora in corso sul sito
dell'antica città. La collaborazione tra la Scuola Normale Superiore di Pisa e la Soprintendenza
ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo è stata fondamentale. La stretta integrazione dell'indagine storica e di quella archeologica, considerate in tutti i loro vari aspetti, rispettandone però
le specifiche filologie e tecniche d'indagine, è e resterà un principio alla base di tutta l'attività del
Laboratorio. In modo sintetico, ma sistematico, si è cercato di dare un quadro essenziale di molti
aspetti dei decreti e, più in generale, delle due città che li hanno emanati. I problemi aperti, a
partire da quello del controllo dei testi di cui non è ancora disponibile l'originale, se non in
fotografia, fino a quelli della provenienza esatta e della datazione, restano molti, ma si spera di
aver presentato una sorta di bilancio di ciò che oggi è possibile dire su una base documentaria
affidabile.
Naturalmente una parte significativa è dedicata ad un'accurata ricostruzione dell'intricata
vicenda, che ha assunto talvolta aspetti romanzeschi: si pensi che una delle tavolette fu restituita
in forma anonima presso la Scuola Normale Superiore di Pisa! L'auspicio è che, oltre al testo già
restituito dagli Stati Uniti ed a quelli già in Italia, anche tutte le altre iscrizioni possano ritornare in Sicilia ed essere restaurate ed esposte al pubblico. Quanto già è entrato a for parte del
nostro patrimonio culturale fo ben sperare e mostra quanto sia stata utile la costante attività di
studio sui testi e sul terreno dell'antica Entella.
Con questa mostra si è voluto inoltre mettere a disposizione degli studiosi uno strumento di
informazione aggiornato e per questo si troverà nel catalogo un'ampia e dettagliata bibliografia.
La Mostra è stata promossa dal Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo
Antico da me diretto e realizzata grazie alla partecipazione attiva ed alla dedizione di tutto il suo
personale tecnico e scientifico e dei collaboratori i cui nomi sono ricordati nel retro frontespizio; a
tutti va il ringraziamento più sentito. Il personale della Scuola Normale Superiore ha cooperato
attivamente alla riuscita dell'iniziativa. Ilfinanziamento è stato assicurato dalla Scuola Normale
Superiore di Pisa, con un contributo di Donnafogata s. r.l. (Marsala). La realizzazione dei calchi,
eseguiti dal nostro personale tecnico ed autorizzata dall'autorità giudiziaria, è stata resa possibile
grazie alla collaborazione dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico di Roma (Cen. R.
Conforti e Ten. M Quagliarella) e della Direttrice del Museo Archeologico Regionale 54.. Salinas' di
Palermo, Rosalia Camerata Scovazzo. La Direttrice della Sezione Archeologica della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo, Francesca Spatafora, ha agevolato in ogni modo
il nostro lavoro, come anche il proprietario dei terreni di Rocca dEntella, Antonino Colletti. A
Teresa Caruso, dell'Università di Pisa, per le numerose informazioni offerte nel settore numismatico,
e a vari altri studiosi, che non èpossibile menzionare qui singolarmente, ma che hanno con grande
liberalità fornito consigli su punti specifici, va il mio più sentito ringraziamento.
Carmine Ampolo
VI
ENTELLA E LE «VIE DELLE CITTÀ»
ORIZZONTI POLITICI E TOPOGRAFICI
MAURO MOGGI - MARIA IDA CULLETTA
§ 1. Entella non è menzionata fra le città degli Elimi da Tucidide (6, 2, 3), che attribuisce
a questo ethnos dalla Sicilia nord-occidentale solo Erice e Segesta. La prima occorrenza della
polis nelle fonti letterarie antiche è quella attestata per il XVI libro di Eforo (FGrHist 70 F
68) da Stefano Bizantino (s.v. "EvTEÀÀa) e fa riferimento ad una situazione nella quale
Entella era stata conquistata con un colpo di mano dai Campani, che operavano come
mercenari in Sicilia e aveva ormai perduto la connotazione etnica originaria: l'episodio
della conquista è registrato e descritto da Diodoro (19, 9, 8-9) sotto il 404 a.c., anno che
costituisce, dunque, una svolta epocale nella storia della città. Nel periodo immediatamente successivo Entella risulta schierata al fianco dei Cartaginesi e, per questo, ripetutamente
minacciata da Dionisio I, il tiranno di Siracusa: questo atteggiamento appare coerente con
gli eventi precedenti e, in particolare, con il fatto che lo stesso Dionisio pochi anni prima
aveva liquidato i mercenari campani, a causa della loro inaffidabilità, inducendoli da una
parte alla conquista di una città nella quale insediarsi, dall' altra a cercare un rapporto di
amicizia e collaborazione con i suoi nemici. In effetti negli anni 397 e 396 a.c. Entella si
mantenne fedele alla philia con Cartagine, insieme ad altre quattro città dell'area (Alicie,
Solunto, Segesta e Palermo), mentre tutti i Sicani passarono dalla parte dei Siracusani: per
questa sua scelta di campo fu sottoposta ad assedio e dovette fronteggiare una serie di
attacchi ad opera delle truppe di Dionisio, che intendeva conquistarla con ogni mezzo, ma
ottenne anche il plauso del cartaginese Imilcone che la indicò ai Campani di Aitne come
caso esemplare e modello da seguire per tutti i popoli anellenici della Sicilia, che i Greci, a
suo giudizio, individuavano come loro nemico naturale e comune (DIOD., 14,48,4-5; 53,
5; 61, 4-6).
Nella rappresentazione delle nostre fonti, dunque, l'esordio di Entella nel contesto dei
rapporti interstatali appare caratterizzato da una forte ostilità nei confronti di Dionisio e
strettamente legato ad un'alleanza con i Cartaginesi, che sembrano aver favorito la conquista della città da parte dei Campani, una conquista effettuata in maniera proditoria e particolarmente cruenta, che provocò la sostituzione dei mercenari al corpo civico originario
e, come risulta dalla monetazione di V sec. a.c., già ellenizzato. Questa situazione, tuttavia, non si protrasse a lungo e l'alleanza con i Cartaginesi fu ben presto abbandonata.
Infatti già nel 368 a.c. Dionisio, che aveva invaso il territorio sotto il controllo cartaginese
con un eccezionale dispiegamento di forze, riuscì a far passare dalla sua parte gli Entellini,
insieme a Selinunte, e successivamente, prima di procedere all' assedio di Lilibeo, si impadronì con la forza anche di Erice (DIOD., 15, 73, 2) . Entella compare di nuovo sulla scena
nel 345 a.c., al tempo dell'intervento di Timoleonte in Sicilia. I Campani, ormai stanziati
nella città da diversi decenni, risultano ancora attestati su posizioni anticartaginesi, al punto da diventare il primo obiettivo degli attacchi dell'imponente esercito di Annone, che era
MAURO MOGG I
da poco sbarcato nell'isola. Di fronte alla devastazione del territorio e all' assedio, Entella
chiese aiuto alle poleis ostili ai Cartaginesi, ma questa richiesta servÌ più a dimostrare il suo
sostanziale isolamento sul piano interstatale che a reperire effettivamente dei rinforzi. Infatti, secondo la preziosa testimonianza di Diodoro (14, 67, 1-4), solo due furono i riscontri positivi, almeno a livello di intenzioni: quello degli abitanti di Galeria (Campani?), che
inviarono in soccorso 1000 opliti, peraltro subito massacrati dai Cartaginesi; e quello dei
Campani di Aitne, che si preparavano a inviare un contingente nel nome della comune
appartenenza etnica, ma rinunciarono ad intervenire, abbandonando Entella al suo destino, dopo la disfatta delle forze di Galeria.
È probabile che nel corso della prima metà del IV sec. a. C. le relazioni esterne dei Campani
di Entella abbiano privilegiato, nei limiti consentiti dalla situazione di dipendenza da Cartagine
o da Siracusa, i rapporti con le comunità campane presenti in Sicilia, ma la politica di sistematico annientamento dei Campani stessi, perseguita poi da Timoleonte nell' area orientale
dell'isola, dovette privare Entella di quelli che erano i suoi interlocutori naturali dal punto di
vista etnico. A questa considerazione è da aggiungere il fatto che, ripercorrendo attraverso i
decreti la storia dei loro rapporti con i nove centri, per 1'epoca anteriore al synoikismos (TABELLA 1) gli Entellini sono stati in grado di attribuire a quattro su nove di costoro solo un generico atteggiamento di 'benevolenzà (eunoia), a proposito della quale si è parlato, giustamente,
di 'ipocrisia diplomaticà, perché, là dove non risulta sostanziata da legami di maggiore spessore, nasconde probabilmente una totale assenza di relazioni formali, almeno per quanto
riguarda il passato più recente della città. In seguito - non sappiamo esattamente né quando
né con quali modalità - Entella dovette cadere in mano ai Cartaginesi, perché nel 342 a.c.
risulta inserita nell' epikrateia e attaccata da Timoleonte che se ne impadronì e le restituì la
libertà, limitandosi a mettere a morte i quindici elementi che si erano maggiormente esposti
a favore di Cartagine (DIOD., 16, 73, 1-2).
Dopo questo episodio, se prescindiamo da uno scarno frammento di Diodoro (23, 8, 2)
relativo al 262 a.c., che sembra attestare per Entella solo lo statuto di polis, per trovare nuove
menzioni degli Entellini nelle fonti letterarie dobbiamo scendere fino alle Verrine di Cicerone. Per gli anni della prima guerra punica (264-241 a.c.) tuttavia la carenza di informazioni
di carattere storiografico è ampiamente compensata dalle notizie fornite dal corpus dei decreti, che appaiono preziose proprio in riferimento ai rapporti interstatali di Entella nel periodo
di non molti anni che vide, dopo una guerra contro Cartagine (TABELLA 2), la distruzione del
centro urbano e la diaspora degli abitanti, la rifondazione (synoikismos) della polis (TABELLA 3)
ed il recupero di un'esistenza normale (TABELLA 4).
Lelenco dei partners di Entella che scaturisce dalle iscrizioni comprende nove città e
precisamente: una colonia greca, Gela; la principale città di origine elima, Segesta; una
serie di centri indigeni, più o meno ellenizzati, individuabili in Herbita, Assoro, Petra,
Kytattara, Schera, Makella ed Enna. Si tratta dunque di un complesso di relazioni politicodiplomatiche piuttosto ampio e variegato, nel quale il fattore etnico non sembra giocare
alcun ruolo: in effetti la città si trovò a gestire relazioni di vario genere con interlocutori
con i quali non fu in grado o non ritenne opportuno far valere legami di consanguineità e
quindi ad operare in un contesto che dal punto di vista della syngeneia la vedeva completamente isolata.
A questo punto sono opportune alcune rapide considerazioni sulla cronologia dei decreti, che, come è noto, costituisce uno dei problemi principali. A giudizio di chi scrive,
esistono a questo proposito dei punti fermi dai quali è impossibile prescindere: il conflitto
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ORI ZZONTI PO LITI CI
contro i Cartaginesi, ricordato nei decreti C2 e C3 (TABELLA 1), non è necessariamente da
identificare con quello che portò allo spopolamento di Entella (TABELLA 2); è da escludere,
inoltre, che tale conflitto possa essere individuato in quello del 345 a.c.: la menzione di un
Mamertino (decreto Al) e il ruolo giocato dal romano Tiberio Claudio Anziate (decreto
BI), infine, inducono a scartare una datazione dell' in tero corpus - da considerare come un
insieme unitario - al IV sec. a.c. o ai decenni iniziali del III. La collocazione più probabile
per i decreti, insomma, sembra quella della Prima guerra punica e una ricostruzione degli
eventi, plausibile per quanto ipotetica, potrebbe essere la seguente: il conflitto contro
Cartagine (TABELLA 2) che vide l'intervento di Gela (decreti C2 e C3) è da identificare con
quello del 309/8 a.c.; la distruzione di Entella, probabilmente ad opera dei Cartaginesi, è
da collocare nei primi anni della guerra romano-p unica, mentre la sua rifondazione (TABELLA 3) sembra posteriore al 254 a.c.; il periodo di eclissi della città e della diaspora dei
suoi abitanti (TABELLA 3) può essere durato, pertanto, una decina d'anni o poco più.
Sulla base di questa ricostruzione cronologica, le indicazioni dei decreti per il periodo
anteriore grosso modo al 264 a.c. confermano il sostanziale isolamento di Entella, già rilevato in precedenza: in effetti, al di là del riconoscimento della eunoia a quattro partners, i
rapporti interstatali di Entella si riducono ad una isopoliteia con Assoro e ad una serie
piuttosto ricca di relazioni con due sole città, Herbita e Gela. Dei rapporti di entrambe le
città con Entella non sappiamo nient'altro, ma se la sequenza «aiuto militare - giuramenti
- alleanza» presente nei decreti C2 e C3 ha un senso e se è legittimo collegarla con l'intervento effettuato spontaneamente da Gela per liberare le poleis soggette ai Cartaginesi (DIOD.,
20, 31, 5), ne consegue che la relazione più forte, quella rappresentata appunto dalla
symmachia, fu solo una conseguenza della iniziativa autonoma dei Geloi, la conclusione
pressoché obbligata di un rapporto avviato da altri e culminato nella liberazione della città.
Paradossalmente, i contatti ed i rapporti di Entella a livello interstatale diventano più
numerosi e più consistenti proprio nel periodo di eclissi della città e della sua rifondazione
(TABELLA 3). In questi anni Enna concesse ospitalità ai profughi e Segesta si adoperò in
favore di Entellini verosimilmente fatti prigionieri (o, secondo altri: erranti, raminghi) ,
mentre successivamente ben quattro centri indigeni dell'area - Petra, Kytattara, Schera,
Makella - aiutarono con fornitura di grano, di denaro e di altre cose gli Entellini impegnati
nella ricostruzione della loro città. Nel caso di Petra si ebbero interventi in tal senso anche
da parte di alcuni privati, poi ricompensati, come il romano Tiberio Claudio Anziate, con
la concessione della proxenia. L'incremento dei rapporti interstatali, dunque, si presenta
più come una diretta conseguenza delle manifestazioni di solidarietà, registrate nella traumatica fase dello spopolamento e della ricostruzione della polis, che come il risultato di una
intensificazione delI'attività diplomatica di Entella; è possibile, d'altra parte, che gli aiuti
dei quattro centri indigeni siano da ricondurre alloro interesse a riportare in vita una città
che, per le sue caratteristiche naturali, poteva offrire loro, specialmente se ubicati nella
zona, possibilità di rifugio e difesa.
Da segnalare, in quanto apparentemente anomalo, l'atteggiamento di Assoro che, evidentemente, non accolse i profughi entellini, nonostante il trattato di isopoliteia che la
rendeva particolarmente idonea a svolgere questo compito, ma prestò il suo aiuto al momento del synoikismos o, più probabilmente, nella fase immediatamente successiva. Da
sottolineare anche l'assenza di qualsiasi intervento da parte di Herbita e Gela, che pure
sono da annoverare fra i pochissimi centri con cui Entella aveva istituito in precedenza
rapporti formali di un certo spessore.
117
MAURO MOGGI
Il periodo successivo al synoikismos ( T ABELLA 4) appare caratterizzato da una notevole
continuità rispetto al passato, ma anche dall'ampliamento delle relazioni interstatali. Ricostruita la città, gli Entellini si affrettarono a ripristinare l'allenza militare (symmachia) con
Gela, a stipularne una con Herbita ed a confermare l'isopoliteia con Assoro; nello stesso
tempo trasformarono le generiche relazioni di eunoia esistenti in precedenza con le altre
poleis in veri e propri rapporti di isopoliteia. Alla stipulazione delle convenzioni si accompagna la concessione di vari privilegi: la partecipazione ai sacrifici (synthysia) alle sole città
alleate di Herbita e Gela; l'invito a partecipare agli agoni (klesis) a queste due ed alle altre,
con l'eccezione di Enna e Segesta; a Petra, Schera, Kytattara e Makella fu riconosciuta
anche la p ro edria , mentre nei confronti di tutte fu stabilita o ribadita la eunoia, che, accompagnata dalla philia, venne riconosciuta esplicitamente per la prima volta anche per Assoro.
Per concludere, alcune considerazioni di carattere generale. Nel periodo posteriore alla
rifondazione, i partners di Entella passano da tre a nove; le relazioni forti vengono confermate, quelle deboli o praticamente inesistenti vengono formalizzate e si traducono in concessioni di privilegi, non solo onorifici, ma anche vincolanti e dotati di efficacia sul piano
della realtà; l'ampliamento degli orizzonti politico-diplomatici è una conseguenza della
rete di rapporti creatasi durante il periodo di eclissi della città e in occasione della sua
rifondazione. Il tutto si colloca in un clima politico-ideologico anticartaginese. In particolare, poi, è da rilevare che l'istituzione di numerosi rapporti di isopoliteia doveva rispondere
ad esigenze diverse: in riferimento al passato, regolarizzare formalmente le situazioni ed i
legami di fatto , che potevano essere scaturiti dalla convivenza fra esuli entellini ed elementi
delle comunità ospitanti e manifestare, in generale, la gratitudine della città ai benefattori;
in riferimento al presente ed al futuro, creare le premesse per un consistente ripopolamento
della città, aprendo il suo corpo civico a nuovi cittadini (MM).
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1. I rapporti interstatali di Entella prima della distruzione.
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* ai cittadini che privatamente aiutarono Entella
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TALBERT 1974
=
R.].A. TALBERT, TimoLeon and the RevivaL ofGreek SiciLy 344-317 B. c., Cambridge 1974.
121
MARlA IDA GULLETTA
§ 2. Nove sono le città menzionate nei decreti, non a caso - probabilmente - quasi
tutte coinvolte, fra il 263 ed il 254 a.c., nella frenetica descrizione diodorea dell' avanzata
romana; tre i vertici che, in Herbita, Segesta e Gela (Phintias), sembrano riproporre il
familiare schema della Imago Siciliae; sostanzialmente unitaria, nei secoli, la maglia stradale
dell'isola, salvo deviazioni imposte dal mutamento dei sistemi poleografici. Densissima,
infine, la rete idrografica, artefice di percorsi naturali e trasversali fra le tre coste.
Segesta < > Entella (vie Al, A2).
Nella cuspide occidentale il Belice segna una costante itineraria dai tempi della penetrazione
selinuntina fino ai viaggi dell'Abate Fazello: la via 'dell'Eracle di Poggioreale', ben visibile
nelle foto aeree tra Selinunte e Segesta con lo snodo fra l'elima Alicie ed Entella oltre un
guado alla confluenza del grande Hypsas, rimase vitale probabilmente anche dopo il primo
trentennio del IV sec. a.c., quando venne distrutto il centro di Monte Castellazzo, le cui
nuove tracce di vita risalgono alla metà del secolo successivo. Ne è prova che dagli anni
timoleontei agli eventi della Prima guerra punica, fino all'ultimo scorcio del I sec. a.c. il
rapporto privilegiato fra Entella e Lilibeo (via Cl) suggerisce la vitalità di un percorso diretto
che, attraverso Alicie, serviva anche uno dei due possibili itinerari verso Segesta (via Al).
raltro - quello probabilmente più antico, naturale e più fortemente legato alla mitografia
degli Elimi - passava oltre lo spartiacque dei Monti di Gibellina e attraverso le sorgenti
idealmente congiunte di due fiumi, il 'Crimiso' segestano e le ramificazioni di quello entellino
(via Al), delimitando un'area che al tempo del synoikismos sembra, tuttavia, non riconoscersi più nel ricordo dell' ethnos e nel nome di una syngeneia, mai menzionata e nemmeno
intuibile dietro l'azione congiunta del koinon.
Koinon < > Entella (vie Al, BI, B2, B3).
Pur in quest' ottica, Petra e Kytattara, due dei centri indigeni 'topograficamente' più
difficili fra le città dei decreti (v. supra LE CITTÀ RICORDATE NEI DECRETI), danno comunque
un senso alle ipotesi di identificazione in un' area geograficamente delimitata in antico da
vie fluviali di colore 'eli mo' (F. Belice, F. Freddo, F. Jato> vie Al, Bl), supportate in età
romana da una 'triangolazione' itineraria che, ripercorrendo con la strategia commerciale
della Via Valeria (p. 210 a.c.) il vecchio tratto costiero Palermo-Segesta sotto le falde di
Monte d'Oro, ed ancora sovrapponendosi all'antica deviazione Segesta-Alicie, in uno dei
due collegamenti fra i porti di Palermo e Lilibeo, introdurrà nei secoli del cursus una via,
nuova e diretta, fra la stessa Alicie (statio Oliva), e lo storico caposaldo portuale punico, in
alternativa allo snodo delle Aquae Segestanae.
Con Petra (?) e Kytattara probabilmente ubicate oltre il Belice destro, con Iaitas (via
BI) e l'anonimo centro di Pizzo Nicolosi (via B2), sentinelle delle sorgenti del fiume su
due punti chiave di itinerari progressivamente emergenti in età romana, con Makella
(Montagnola di Marineo: v. supra UN CONTRIBUTO PER L'IDENTIFICAZIONE DI UNA DELLE
«CITTÀ DI SICILIA» DEI DECRETI DI ENTELLA) proiettata verso Pizzo Nicolosi lungo l'asse naturale dell'Eleuterio (via B2) ed infine con Schera (via B3; e l'eventuale ipotesi 'orientale' di
Petra: v. supra LE CITTÀ RICORDATE NEI DECRETI) al di qua del Belice sinistro, sembra dise-
122
ORIZZONTI T OPOGRAFICI
gnarsi intorno alla Rocca una corona di siti a protezione della città, essa stessa baluardo
ultimo e definitivo di un'intera area. In quest' area, mettendo a frutto una rete di percorsi
terrestri e fluviali che, rispettivamente attraverso il collegamento Schera-Pizzo NicolosiVicari e Pizzo Nicolosi-Montagna dei Cavalli (Hyppana?), proiettavano Entella verso la
fitta maglia della viabilità orientale (vie C2, D4), i Romani lasciarono il segno più tangibile
e precoce di un impatto topografico (via G2).
C'era una antico percorso, quello della penetrazione agrigentina lungo l'Alico, protetto almeno fino alla fine del IV sec. a.C - dal centro indigeno sul Kassar di Castronovo, destinato già dopo il480 a.C a forte contrazione e poi a definitivo abbandono, come, peraltro, quasi
tutti i siti lungo la delicata frontiera fluviale contro la maggiore e duratura floridezza
dell' entroterra agrigentino protetto dal Salso; e c'erano le sorgenti del fiume Eleuterio e del S.
Leonardo che, confondendosi con quelle dell'Alico nella fascia di insediamenti dislocati a
spartiacque oltre la chora agrigentina verso la costa settentrionale, segnavano le tappe naturali
della strada per Palermo (vie EF-D4-Gl) e di uno dei due percorsi fluviali verso Imera.
Più diretta la via per il Tirreno, la via exercitus costruita dai Romani (p. 254 a.C)
all'indomani dello scoppio della guerra: da Agrigento a Palermo (via *G), passando probabilmente per Montagna dei Cavalli, sfiorando Schera alla distanza di ca. lO km e toccando
anche Pizzo Nicolosi, la Via Aurelia del famoso miliario - perso il suo scopo strategico e
militare dopo la Prima guerra punica ed ignorata nella Tabula Peutingeriana - sembra
ancora riflettersi nel tragitto parzialmente coincidente del cursus, registrato dall'Itinerarium
Antonini, che ne tace i probabili diverticoli da Schera ed Entella non coinvolte fra le stationes
del traffico postale; e ancora sopravvive nel Libro del Re Ruggero, scritto come svago per
viaggiare il mondo dal geografo arabo Edrisi.
Herbita < > Entella (vie C2, B2, B2, B3).
Era nota a Edrisi un'altra importante trasversale che, da Stesicoro alla tarda antichità,
rimanda l'immagine unitaria di due fiumi, anch' essi omonimi e anch' essi idealmente uniti
dalle stesse sorgenti. Lungo i due Imera si disegna l'asse Nord-Sud che tra Herbita e Gela,
passando per Assoro ed Enna creava l'ultima barriera di città 'amiche', le più lontane, ma le
più logicamente coinvolte nel sostegno agli entellini in guerra e ai loro profughi, nell'ipotesi di una datazione bassa dei decreti che collocherebbe l'espulsione negli anni dei
metoikismoi forzati con cui Cartagine trasferì la popolazione di Erice e Selinunte rispettivamente a Trapani e Lilibeo.
Ben nota, per gli episodi della seconda spedizione ateniese in Sicilia, e ormai riconosciuta nei vari segmenti leggibili sul terreno, era poi la via 8Là TWV L:LKEÀWV tra Catania e
Lilibeo (via *C), subito a Nord degli ultimi phrouria della chora agrigentina che nel 413
a.C impedirono il passaggio degli alleati occidentali di Siracusa. Dopo lo snodo di Agirio
(via C3) la via roccava Herbita, proseguendo lungo i villaggi siculi fino a Vicari (via C2),
uno dei capisaldi radiali della penetrazione imerese, da qui raggiungendo Pizzo Nicolosi
(via B2), Schera ed Entella (via B3) per poi ricongiungersi, attraverso Poggioreale ed Alicie,
alla cuspide occidentale dell'isola (via Cl). Parzialmente ripresa, in età romana e medievale, nel tratto Catania-Centuripe-Agirio-Herbita si riuniva tramite Alesa al percorso costiero della Via Valeria dove, all' altezza di Thermae si sarebbe innestata la nuova via postale e
diretta proveniente da Enna.
123
MARIA IDA GULLETTA
Assoro/Enna < > Entella (vie B2, B3, C2, Di, D2, D3, D4).
Se per Assoro, lungo la via greca tra Herbita/Agirio ed Enna e con duplice proiezione
verso Entella (vie D1, C2), si segue facilmente la 'storia' della viabilità - da quel phanum
extramuraneo del dio Chrysas sul tragitto per Enna, fino all'itinerario 'delfico' del II a.C invece il ruolo di Enna è stato definito «poco rilevante» nel sistema stradale pre-romano
della Sicilia centro-orientale.
Eppure il dominio di almeno tre vallate fluviali (Dittaino, Gornalunga, Salso) fa di
Enna un centro particolarmente favorito da una serie di collegamenti radiali fra le coste e
l'entroterra, all'interno del quadrilatero Imera-Catania-Siracusa-Agrigento, raggiungibili
queste ultime dagli snodi 'duceziani' di Vassallaggi e Morgantina. Come per Assoro, si
intuisce anche per l'Enna di età greca un duplice percorso da e verso Entella. Proiettata a
Nord da almeno due diverticoli di innesto sulla 8Là TWV L.:LKEÀWV (D2, via Alimena; e D3,
via Serra di Puccia), le diramazioni dell'Imera Meridionale le consentivano un altrettanto
ottimale spostamento verso Ovest, attraverso i due capisaldi della penetrazione agrigentina:
Terravecchia di Cuti, a dominio dello stesso Imera, ed il Kassar di Castronovo, baluardo
alle sorgenti dell'Alico (via D4) . Dal Kassar a Montagna dei Cavalli, lungo il vecchio tratto
Agrigento-Palermo, oltre i passi di Liste della Margana, sull'omonimo torrente che mantenne il suo punto di forza nel sistema di comunicazione tra le roccaforti arabe, e oltre
Pizzo Nicolosi, anonima sentinella del Crimiso entellino, restava solo il breve percorso
fluviale (via B2) fino alla Rocca.
Proiettata ancora verso Hyppana in età romana (via D4) nonostante la devitalizzazione
dello snodo del Kassar, Enna dopo il 70 a.C entrerà con Herbita nell'asse 'granario'
ciceroniano fra Alesa e Phintias visibile nelle foto aeree, escluso dal cursus e recuperato
come stralcio di antichità dall'Anonimo Ravennate e Guidone. Successivamente non rimane quasi traccia della sua antica potenzialità viaria ed è, forse, lungo i lati esterni del
quadrilatero di collegamento postale Thermae-Enna-Agrigento-Palermo che devono supporsi diverticoli e vie secondarie, al servizio di città interne o costiere tagliate fuori dalla
griglia estremamente semplificata della tarda antichità.
Gela (Phintias) < > Entella (vie B2, B3, D4, E, Ei, EF).
Resta il problema dei cavalieri Geloi, corsi in aiuto di Entella allo scoppio del TT6À.EI-lOS'.
La forbice cronologica dei decreti e del loro contesto mostra, in questo caso, l' urgenza di
una chiusura, sebbene l'identificazione dei Geloi con gli abitanti dell' antica colonia (a. 282
a.C) o con i neopolitai del1-lETOLKw1-l6S' in Phintias (p. 282 a.C) non disturbi particolarmente la ricerca di un collegamento topografico con Entella.
Lentroterra, distrutto fino ad un raggio di 50 km dalla costa durante l'incursione
punica del 354 a.C, contro le larvate ricostruzioni di Agrigento, Gela e Camarina e poi
risollevato negli anni della rinascita timoleontea, non sarebbe mai tornato all'antico splendore che aveva caratterizzato le chorai coloniali della costa meridionale dell'isola.
La stessa viabilità fluviale (E), lungo la quale penetrò Ippocrate per consolidare i confini territoriali, perde già tutta la sua vitalità con l'entrata di Gela nell' orbita siracusana e
l'assunzione agrigentina del controllo sul Salso. La via verso Morgantina e Agirio, lungo le
valli del Fiume Caltagirone e del Chrysas; le mete di Vassallaggi e Terravecchia raggiungibili
124
ORI ZZONTI TOPOGRAF le l
oltre il passo di Monte Saraceno, fino alle tracce di ripostigli monetali attestanti una significativa penetrazione geloa lungo il Salso, verso Montagna dei Cavalli, Poggioreale e la
stessa Segesta; ed ancora la via più breve verso Enna, guadando il Fiume Gela e le diramazioni
del Chrysas: l'entroterra geloo rivela una rete itineraria ottimale per immettersi su quei
medesimi circuiti occidentali da e verso l'antica Entella, già recuperati per Herbita, Assoro
ed Enna e che, più volte, intuiamo come percorsi alternativi di guerriglia negli episodi che
scrissero sotto i nomi di Timoleonte, Agatocle e Pirro la storia siceliota di IV-III sec. a.c.
Ma, vie secondarie, appunto e non sappiamo 'quanto' alternative come vie militari
rispetto alla costante costiera dell' espansione geloa verso Ovest, il tratto mediano della
vecchia selinuntina (via El), mai devitalizzata, ripresa in età tomana e definitivamente
completata da Selinunte a Lilibeo. Parlare di Gela o Phintias risulta, in un certo senso,
ininfluente nell' ottica di un percorso già dal VI sec. a.c. privilegiato nello spostamento di
truppe ed eserciti; una via che, attraverso le direttrici agrigentine (via EF) o il Belice
selinuntino, poteva comunque proporsi come meta la Rocca; un tragitto che i Romani
avrebbero sapientemente sfruttato, con l'incrocio dell' asse ciceroniano Alesa-Phintias, nella deportatio ad aquam dei prodotti dell'isola, ed ancora nel sistema successivo delle stationes,
ponendo a Calvisiana la prima tappa costiera meridionale del cursus interno Siracusa-Lilibeo.
Con la costituzione della provincia, decade fortemente l'interesse di Roma per la
percorribilità dell'isola che, dopo la breve parentesi di 'ponte granario', sostituita dall'Egitto nel corso del I sec. a.c., avrà un rilancio solo a partire dal IV secolo, con l'aggancio
diretto all'impero di Costanipoli ed il recupero del tradizionale ruolo di centralità mediterranea di cui l'Urbe sembrava averla privata. Entella è solo una fra le molte assenti nella larga
trama del cursus publicus che riflette, nella Sicilia tardo-antica, un sistema poleografico
diverso eppure ricalcato a grandi linee su itinerari classici e nel quale l'eventuale assenza di
alcuni toponimi può trovare una ragione nella funzione differente di altre tappe.
E dopo un altro silenzio, quello di Edrisi, ugualmente significativo di una necessaria
selezione «fra centomila paesi, fra cittadi e rocche» e tutti i casali e i possedimenti di Re
Ruggero, ritroviamo Antalla al centro di una fitta rete stradale nel registro dei confini
assegnati nel 1182 da Guglielmo II all'Abbazia di Monreale. Cercando i limiti delle antiche
terre di Goffredo, signore di Battallaro, oltre i casali, i fiumi e le 'pietre', oltre valli, colline
e sorgenti la Rocca ridiventa protagonista di percorsi naturali e radiali che autorizzano
senz' altro a riflettere sull' antichità delle loro origini e sulla semantica degli incroci (MI G.) .
125
MARlA IDA GU LLETTA
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126
ORIZZONTI TOPOGRAFI e ]
Legenda
_ _ _ Al = Segesta-Entella, via Mandra di Mezzo e diramazioni del Belice destro.
- - - A2
=
Segesta-Entella, via Alicie, e tratto Ovest della 8Là
_ _ _ BI
=
Petra?/Kytattara?-Entella, via Belice destro.
- - - B2
=
Makella-Pizzo Nicolosi-Entella, via Eleuterio/Belice sinistro.
B3
=
Schera-Entella, sulla trasversale 8Là TWV L:LKEÀWV (C2).
Cl
=
Lilibeo-Entella, tratto Ovest della trasversale 8Là TWV L: LKEÀWV.
T WV
L:LKEÀWV (Cl) .
C2
=
Herbita-Entella, via Pizzo Nicolosi-Schera, sul tratto centrale della 8Là T WV
L:LKEÀWV (C2).
C3
=
Herbita-Agirio-Centuripe-Catania, sul tratto Est della 8Là TWV L:LKEÀWV.
_ _ _ DI
=
Assoro-Enna sulla trasversale 8Là
_ _ _ D2
=
diverticolo Enna-Alimena e innesto sulla 8Là TWV L:LKEÀWV (C2) .
_ _ _ D3
=
diverticolo Enna-Serra di Puccia e innesto sulla 8Là TWV L:LKEÀWV (C2) .
T~ç I-lECJoyEi.ou.
- - - D4 = trasversale 8Là T~ç I-lECJOYEi.ou Assoro-Enna-Entella, via Kassar- HippanaPizzo Nicolosi.
_ _ _ E = antiche vie fluviali dell' entroterra geloo, verso C2 > via Morgantina-AgirioHerbita; verso D2, D3, D4 > via Erbesso-Enna; verso D4 > via Vassallaggi-Kassar.
_ _ _ El
=
collegamento Gela-Agrigento sulla CJEÀLVOUVTLVll ò86ç.
- - - E2
=
collegamento Phintias-Agrigento sulla CJEÀLVOUVTLvll ò86ç.
- - - EF
=
Gela/Phintias-Entella, via Agrigento-Vassallaggi-Kassar.
=
Palermo-Pizzo Nicolosi, lungo il probabile tratto superiore della ViaAurelia.
• • ••
GI
G2 = contrada Zuccarone, zona del milario di Aurelio Cotta, p. 254 a.c.
.......
G3 = Phintias-Entella, via Agrigento-Pizzo Nicolosi, lungo il probabile tratto inferiore della Via Aurelia.
127
MARIA
!DA GULLETTA
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MARIA
IDA GULLETTA
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In particolare:
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Alimena:
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Castronovo:
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Seconde Giornate Internazionali di Studi sull'Area Elima. Atti del Convegno, Gibellina
1994, Pisa - Gibellina 1997, 1384-1397.
F. MAURICI, Problemi di storia, archeologia e topografia medievale nel territorio di
Castronuovo di Sicilia in provincia di Palermo, in Terze Giornate Internazionali di Studi
sull'Area Elima. Atti del Convegno, Gibellina - Erice - Contessa Entellina 1997, PisaGibellina 2000, 755-776.
Liste della Margana: S. VASSALLO, s.v. Liste della Margana, in BTCGI, IX (1991), 187-188.
Montagna dei Cavalli: P. GIORDANO, Ricerche su Montagna dei Cavalli. Ricognizioni nel territorio, in AA.vv.,
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Montagnola di Marineo: F. SPATAFORA, Indigeni, Punici e Greci in età arcaica e tardo-arcaica sulla Montagnola
di Marineo e nella Valle dell'Eleuterio, in Terze Giornate Internazionali di Studi sull'Area
Elima. Atti del Convegno, Gibellina - Erice - Contessa Entellina 1997, Pisa - Gibellina
2000, 895-918.
Monte Saraceno:
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Morgantina:
M. BELL, s.v. Serra Orlando, in BTCGI, XVIII, C.s.
Pizzo Nicolosi:
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Serra di Puccia:
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Terravecchia di Cuti: E. EPIFANIO VANNI - A. BRUGNONE - A. BURGIO - S. VASSALLO, Terravecchia di Cuti, in
AA.vv., Di terra in terra. Nuove scoperte archeologiche nella provincia di Palermo, Catalogo della Mostra, Palermo 18 aprile 1991, Palermo 1993,45-64.
Vassallaggi:
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provincia di Caltanissetta, Caltanissetta 1990, 47-53.
Vicari:
S. VASSALLO, Vicari prima del Medioevo, in S. VASSALLO (a cura di), Colle Madore. Un
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130
REFERENZE FOTOGRAFICHE
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Entella e le «vie delle città»: orizzonti politici e topografici
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Il contesto: la Sicilia occidentale dall'età arcaica alla metà del 111 sec. a. C.
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Entella:fonti antiche e medievali
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Entella: storia della ricerca da Fazello ai giorni nostri
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Entella: la città
G. NENCI, Alla ricerca di Entella da Fazello ai nostri giorni, in G. NENCI (a cura di) , Alla ricerca di Entella, Pisa
1993, 101-114, 104 fig. 2.
Ente/la: le neo'opoli
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Nakone: come fu risolta una lotta civile
G.E. RIzzo, Monete greche della Sicilia, Roma 1946, tav. LIX, 22a.
230
SIGLE ED ABBREVIAZIONI
AA
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Arch Class
ASM
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BCASicilia
BCH
BNum
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CIS
CISA
DArch
DELG
DGE
DHA
EAA
FGrHist
GEW
GLO
Hist
Hist Ling
HSPh
IC
IF
IG
Archaologischer Anzeiger, Berlin.
Atti dell'Accademia di Scienze morali e politiche della Società nazionale di
Scienze, Lettere e Arti di Napoli, Napoli.
Atti e Memorie dell'Accademia Patavina di Scienze, Lettere e Arti, Classe di
Scienze Morali, Lettere e Arti, Padova.
Annali dell'Istituto Italiano di Numismatica, Palazzo Barberini, Roma.
Annali dell'Istituto Universitario Orientale di Napoli. Seminari di studi del
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Archaeologia Classica. Rivista della Scuola nazionale di Archeologia, pubblicata a cura degli Istituti di Archeologia e Storia dell'arte greca e romana e di
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Berliner Blatter fiir Miinzen, Berlin
Beni Culturali ed Ambientali. Sicilia. Bollettino d'informazione per la divulgazione dell' attività degli organi di Amministrazione per i beni culturali e ambientali della regione Sicilia, Palermo.
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231
SIGLE E ABBREVIAZIONI
IGDS
IGUR
Inn BK
IvIasos
IvOlympia
KIPauly
LIMC
MAL
MDAIR
MEFR
MEFRA
MEFRM
NC
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Quad Messina
RAC
RAL
RBN
RE
REG
RIGI
RPh
S&C
SdS
SEG
SGDI
SicA
SILTA
SylP
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Mélanges d'Archéologie et d'Histoire de l'Écoie Française de Rome, Paris.
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Zeitschrift fur Papyrologie und Epigraphik, Bonn.
232
INDICE
DELLE TABELLE E DELLE CARTE TEMATICHE
TABELLE
Cronologia di storia siciliana fino alla fine del III sec. a. C.
46
Le istituzioni menzionate nei decreti
66
I nomi dei mesi greci finora noti nelle città di Sicilia
92
Entella e le «vie delle città»: orizzonti politici
1. I rapporti interstatali di Entella prima della distruzione
118
2. Le «città dei decreti» al tempo delrr6ÀéJ1oS' (309 a. C.?)
119
3. Solidarietà nella diaspora e nel avvoLKwp6S'
119
4. L'incremento dei rapporti interstatali
120
CARTE TEMATICHE
Le «vie» dei decreti: cronistoria di un furto archeologico
40
I mercenari italici in Sicilia
58
Le città ricordate nei decreti di Entella
108
Entella e le «vie delle città»: orizzonti topografici
126
Il contesto: la Sicilia occidentale dall'età arcaica alla metà del III sec. a. C.
137
Entella: la città
157
Entella: il territorio
Entella: possibili confini nella prima età ellenistica
188
Siti antichi, idrografia e viabilità nel territorio di Contessa Entellina
193
Sicilia centro-occidentale con le varie ipotesi di identificazione e i rinvenimenti monetali di Nakone 200
233
INDICE GENERALE
Presentazione
(CARMINE AMpOLO)
V
Introduzione. Per una riconsiderazione dei decreti di Entella e Nakone
(CARMINE AMpOLO)
VII
XVII
Comparatio Numerorum
Dalla conoscenza alla .fruizione: l'attività della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali
di Palermo tra ricerca, tutela e valorizzazione (FRANCESCA SPATAFORA)
I decreti: testo e traduzione (a cura di LEONE
Il
PORCIANI)
Entella e le «vie» dei decreti: cronistoria di un fimo archeologico
(MARIA IDA GULLETTA)
33
II problema della datazione (LEONE PORCIANI)
43
I mercenari italici in Sicilia
49
(UGO FANTASIA)
Le istituzioni
(UGO FANTASIA)
59
Edifici e culti
(CHIARA MICHELINI)
69
Ono mastica
La lingua
75
(BRUNO GAROZZO)
81
(LAURA BIONDI)
Calendario, metrologia e numerali (ALESSANDRO
89
CORRETTI)
Cereali (CARMINE AMpOLO)
Le città ricordate nei decreti
93
(MICHELA GARGINI - MARIA ADELAIDE V AGGIOLI)
97
Un contributo per l'identificazione di una delle 'città di Sicilia'dei decreti di Entella (FRANCESCA SPATAFORA) 111
Entella e le «vie delle città»: orizzonti politici e topografici (MAURO MOGGI - MARIA IDA GULLETTA) 115
Il contesto: la Sicilia Occidentale dall'età arcaica alla metà del III sec. a. C
(MICHELA GARGINI)
131
Entella: Jonti antiche e medievali (STEFANIA DE VIDO)
141
Entella:Jonti numismatiche (STEFANIA DE VIDO)
147
Entella: storia della ricerca da Fazello ai nostri giorni (MONICA DE CESARE)
151
Entella: la città
157
(CHIARA MICHELINI - MARIA CECILIA PARRA)
Entella: le necropoli (CONCETTA ANTONELLA
Entella: il territorio
Nakone: la città
DI NOTO - RICCARDO GUGLIELMINO)
(ALESSANDRO CORRETTI - MARIA ADELAIDE VAGGIOLI)
187
197
(ANTONINO FACELLA)
Nakone: come fu risolta una lotta civile
173
(CARMINE AMpOLO)
203
I decreti ed Entella: bibliografia generale (a cura di MARIA IDA GULLETTA)
207
Rejèrenze Jotografiche
229
Sigle ed abbreviazioni
231
Indice delle tabelle e delle carte tematiche
233
Indice generale
235
235
IMPRESSO E RILEGATO IN ITALIA, PER CONTO DELLA
SCUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA
NELLE OFFICINE DI AGNANO PISANO,
DALLA STAMPERIA E LEGATORIA PISANA ®
*
Dicembre 2001
DONNAFUGATA S.R.L.
MARSALA