Master universitari all`estero

Comunicazione CP n. 50 del 28/02/2011
Allegato 1
Master universitari all’estero
I costi per la frequentazione di master danno diritto, secondo la risposta fornita dalla
circolare ministeriale n. 101/E del 19 maggio 2000 al quesito 8.2, alla detrazione
d’imposta, nei limiti del 19%, purché gli stessi, per durata e struttura dell’insegnamento,
siano assimilabili a corsi universitari o di specializzazione e sempre che siano gestiti da
istituti universitari, pubblici o privati.
Il master è un corso di studio post-laurea (master di primo livello) o post-laurea magistrale
(master di secondo livello) a carattere di perfezionamento scientifico e di alta formazione
permanente e ricorrente.
Il master fornisce conoscenze e abilità di carattere professionale, di livello tecnicooperativo o di livello progettuale e può essere organizzato in collaborazione con enti o
istituzioni pubbliche o private.
Il master universitario rilascia un titolo accademico.
Per quanto riguarda i master gestiti da Università private italiane o straniere, la detrazione
spetta per un importo non superiore a quello stabilito per tasse e contributi versati per le
analoghe prestazioni rese da istituti statali italiani.
Secondo la circolare ministeriale n. 11 del 23 maggio 1987, ai fini della detrazione delle
spese per frequenza di corsi presso Università private in Italia, l’assimilazione dei corsi
deve essere fatta ai corsi, uguali o similari, tenuti nell’Università statale italiana esistente
nella medesima città dell’Università privata, o sita in una città della stessa regione.
Per le spese per frequenza all’estero di corsi universitari, secondo la circolare ministeriale
n. 95/E del 12 maggio 2000 al quesito 1.5.1, occorre, invece, fare riferimento alle
corrispondenti spese previste per la frequenza di corsi analoghi tenuti presso l’Università
statale italiana più vicina al domicilio fiscale del contribuente.
Per le Università statali la detrazione dei contributi è ammessa in misura integrale, anche
se tali contributi sono diversi da Ateneo ad Ateneo. Per le Università private o straniere
manca un criterio sicuro di determinazione dell’importo detraibile dei contributi ad esse
pagati, proprio a causa della diversa misura dei contributi stabilita per ciascun Ateneo
statale.
Prendendo a riferimento quanto precisato nella circolare n. 11 del 1987, la linea di
equiparazione deve essere basata sui seguenti criteri:
A) identità, o affinità, dei corsi tenuti presso l’Università privata o straniera con i corsi
tenuti presso un’Università statale;
B) equiparazione dei corsi cosi identificati, tenuti presso l’Università privata o straniera,
con i corsi, identici od affini tenuti presso:
! l’Università statale situata nella stessa città dell’Università privata, o sita in una città
della stessa regione, nel primo caso (Università private);
! l’Università statale più vicina al domicilio fiscale del contribuente, nel secondo caso
(Università straniere).
Riguardo al primo criterio, l’equiparazione si dovrà ricercare, in via principale, nell’ambito
delle Facoltà in cui sono suddivise sia le Università private sia le Università statali
prescelte.
Qualora l’Università privata organizzi corsi non in tutto uguali a quelli organizzati
dall’Università statale presa a confronto, l’equiparazione dovrà essere fatta tenendo conto
dell’affinità per materia e ricercando pertanto nell’Università statale la Facoltà presso cui
sono organizzati corsi nelle materie da ritenersi affini.
Molto spesso le Università statali forniscono sul loro sito internet notizie riguardo ai
master organizzati dalle loro facoltà. In caso contrario è possibile ottenere informazioni da
appositi uffici presenti in tutte le Università.
Se in dichiarazione dei redditi si indicano spese per frequenza di corsi di laurea, corsi di
perfezionamento, master, ecc. presso Università private o straniere, per le quali si intende
usufruire della detrazione del 19%, è fondamentale procurarsi la documentazione della
spesa riferita ad un analogo corso tenuto presso l’Università statale.